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della Anno 2 Numero 5 MAGGIO 2010
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Inchiesta
TUTTI A CASA
CENTINAIA DI LAVORATORI DI POMEZIA ED ARDEA A RISCHIO LICENZIAMENTO
In questo numero:
• L’AMMINISTRAZIONE TRABALLA. IL BILANCIO DELLA DISCORDIA • FINALMENTE IL MARE È PULITO • DI BUCA IN BUCA ANCHE LA MUNICIPALE FORA
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Editoriale
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MA E’ DAVVERO POLITICA QUESTA? a che tipo di politica è, quella che si vive a Pomezia? Una politica di ricatti, di pretese, di richieste, di ritorsioni. Fai quello che ti dico, dammi quello che ti chiedo, oppure ti vado contro: questa è la vera anima di molti di quelli che ci amministrano, al governo o all’opposizione. Si tenta in tutti i modi di convincere i cittadini di essere dalla parte della ragione, novelli paladini della giustizia sempre in difesa dei più deboli, si creano e si scompongono sigle, alleanze, gruppi ed ideologie. Si indicono conferenze, si mandano comunicati stampa che dicono tutto ed il contrario di tutto. Un cittadino esemplare, che voglia farsi un’idea non solo chiara, ma anche completa, della situazione pometina e che si rechi – magari nello stesso giorno – ai vari incontri più o meno pubblici e pubblicizzati organizzati da esponenti di centrodestra, di centrosinistra o indipendenti, rischia di non capire più nulla. Se si sente parlare Tizio, infatti, si pensa che abbia ragione; se nell’ora successiva si ascolta Caio dire l’opposto si crede che abbia detto cose sacrosante. Vogliamo fare un esempio pratico? Parliamo della situazione finanziaria comunale. Su una cosa loro sono e noi siamo tutti d’accordo: è davvero preoccupante. Ma quando si parla di soluzioni, da una parte si sente dire che avere il coraggio di proclamare il dissesto finanziario è l’unico modo per salvare la città, visto che così si bloccano gli interessi sui debiti, si tagliano le spese superflue (in primis tutti gli staff che ruotano intorno a Sindaco, Presidente del Consiglio ed Assessori, seguiti a ruota da tutti i dipendenti con contratti a termine). In questo modo ci sarebbe un controllo certosino su entrate ed uscite, nessuno si potrebbe più permettere di fare giochi strani e, in capo a dieci anni, Pomezia diventerebbe un Comune dalle finanze solide e floride. Dall’altra parte,
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al contrario, si sostiene che questa sarebbe una scelta scellerata che andrebbe unicamente a danno dei cittadini, addirittura una “iattura”, visto che per prima cosa aumenterebbero le tasse per tutti, senza contare che i presupposti per il dissesto proprio non ci sono. I debiti, poi, Velletri insegna, non verrebbero affatto azzerati come accadeva una volta. Sentendo la prima campana si scopre che lo stato disastroso delle casse comunali dipenderebbe innanzitutto dalle assunzioni clientelari fatte da questa amministrazione, cosa che avrebbe fatto lievitare considerevolmente i costi relativi al personale stipendiato in maniera diretta o indiretta dal Comune, così come dall’aumento dei dirigenti e delle posizioni organizzative; ascoltando la seconda campana si apprende che i debiti attuali sarebbero invece l’eredità scomoda di amministrazioni precedenti, le quali non solo hanno speso con noncuranza ed in maniera disinvolta, facendo ricorso a tutti i mutui possibili e lasciando da pagare, oltre a quelli, anche i relativi ed onerosi interessi, ma hanno dato modo all’Aser, grazie ad un contratto capestro, di prendersi il 30% delle tasse versate dai cittadini, senza mai preoccuparsi delle conseguenze future e senza mai verificare che quanto dovuto all’Ente fosse interamente versato dalla società privata, cosa mai avvenuta in modo regolare. Parliamo poi di bilancio: mentre ad Ardea già a metà dicembre si approvava praticamente all’unanimità il previsionale 2010, a Pomezia sono scaduti i termini previsti dalla legge, siamo in piena proroga ed ancora si naviga in alto mare. Il problema maggiore è che si tratta di un mare in burrasca, visto che c’è chi sostiene che ci siano delle forti irregolarità (si parla addirittura di falso in bilancio) a partire dalla votazione espressa sugli equilibri dal Consiglio Comunale del 19
Ottobre scorso. Irregolarità riscontrate anche nell’approvazione del rendiconto 2008, a cui è stato dato il via libera sia dalla Giunta (novembre 2009) che dal Consiglio (dicembre 2009). Senza voler entrare nel dettaglio per mancanza di spazio, chi ha lanciato questo allarme ha voluto far sapere alla cittadinanza che i Revisori dei Conti, nella relazione del 7 Aprile, hanno riportato nelle conclusioni che l’esame fatto sui conti comunali lascia un “alone di incertezza in merito ad alcune poste strategiche stanziate nella contabilità e nel bilancio dell’Ente”, che “desta seria preoccupazione” e “potrebbe essere indice di un possibile dissesto finanziario” a causa di inadempienze che “nel loro complesso evidenziano gravi irregolarità di gestione in buona parte attribuibili allo stesso Consiglio Comunale”. Ovviamente l’Amministrazione ha ribattuto alle accuse, incontrando i revisori sia il 16 che il 22 aprile: dopo queste riunioni i revisori dei conti hanno approvato, avallando e sottoscrivendo la relazione da allegare allo schema di bilancio di previsione. Tutto a posto, dunque? Ovvio che no. L’approvazione è stata fatta con riserva ed è datata 24 Aprile, ben due giorni oltre tutti i termini previsti dalle normative. Atto nullo, quindi. Oppure no? Anche qui le voci sono diverse: da una parte c’è chi afferma che il parere va preso così com’è ed il bilancio discusso in consiglio entro il 30 aprile, e chi, al contrario, sostiene che, visto che l’atto è nullo, vanno rinominati i nuovi revisori dei conti, che a questo punto possono usufruire di altri 20 giorni per esaminare il bilancio e dare un parere definitivo. A spuntarla è chi, codici alla mano, decide per la nuova nomina dei revisori, che si deve fare in sede di consiglio, con una prima convocazione per il 27 aprile (ovviamente rimandata al 29 per mancanza del numero legale). Peccato che, per arrivare a questa decisione, si sia arrivati praticamente alle mani... Ma le battaglie sono su tutti i fronti, interni ed esterni. La maggioranza, che ha i numeri davvero risicati e non può permettersi di far fuggire nessun altro, sembra sotto schiaffo di chiunque si svegli la mattina e voglia avanzare pretese ed assessorati; l’opposizione fa finta di aspettare il momento buono per divorare l’avversario, mentre non ha le capacità di bere nemmeno un brodino; chi sta nel mezzo, non andando d’accordo né con la maggioranza né con l’opposizione, dalla sua comoda postazione lancia accuse che probabilmente si riferiscono a fatti veri, ma che sono gli stessi già compiuti in passato (e neanche molto lontano) da alcuni di quelli che adesso parlano tanto bene. Certo, tra i nostri politici, anche di spicco, ci sono delle persone perbene, che lavorano davvero per la città, persone oneste che si battono per migliorare la situazione, ma che spesso si trovano a lottare contro i mulini a vento. Queste persone noi le ammiriamo e ci auguriamo che continuino a combattere per il bene di Pomezia, soprattutto perché, visto che c’è chi predica bene e razzola male, i cittadini, frastornati dalle chiacchiere, non sanno più a chi credere. Noi ovviamente non ci schieriamo dalla parte di nessuno, ma vogliamo fare un invito a tutti questi signori, a prescindere dalla loro provenienza ed appartenenza politica: smettetela di prenderci in giro. Maria Corrao
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IL TEATRINO DELLA POLITICA:
UN CONSIGLIO DA NON SEGUIRE LA MINORANZA, PER LA PRIMA VOLTA, FA OPPOSIZIONE IN MODO COMPATTO uando si dice che a Pomezia non c’è ancora un teatro si dice una bugia. C’è eccome, si trova in Piazza Indipendenza, all’interno dell’aula Consiliare. E’ lì che le rappresentazioni migliori vanno in scena, ed anche gratis! Ed è lì che abbiamo assistito all’ultima, il 27 aprile. Il titolo - Convocazione del Consiglio Comunale in adunanza pubblica straordinaria d’urgenza di prima convocazione – ci ha fatto pensare a qualcosa di molto importante e siamo andati a vedere. Gli atti della rappresentazione erano questi: Interrogazioni; Nomina collegio dei Revisori dei Conti; Modifica al regolamento generale per la disciplina delle Entrate Comunali; Regolamento per la disciplina della definizione agevolata dei carichi tributari in materia di Imposta Comunale sugli Immobili,di tassa per lo smaltimento dei rifiuti Solidi Urbani Interni, di Imposta Comunale sulla Pubblicità e dei diritti sulle Pubbliche Affissioni e di tassa per l’occupazio-
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Numero 5 Anno 2 Maggio 2010 Distribuzione gratuita
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ne di Spazi ed Aree Pubbliche. Tutti temi davvero interessanti e talmente d’attualità da sfiorare i tempi massimi previsti dalla legge. Abbiamo quindi pensato che sarebbero stati interpretati nel migliore dei modi, ma ci siamo sbagliati. Gli unici ad applaudire, alla fine, sono infatti stati gli stessi interpreti, che hanno accompagnato la loro uscita dal palco con festosi “Olè”, neanche fossimo ad una corrida. Tralasciando ogni metafora, abbiamo davvero assistito ad un teatrino, dove l’unica cosa bella erano gli effetti speciali: non si vedevano infatti i fili che reggevano le marionette. La cosa più brutta, invece, era l’aria di indifferenza che sembrava regnare diffusa nonostante l’importanza degli argomenti da trattare. Si sarebbe dovuto parlare del problema principale che affligge Pomezia, quello legato al bilancio, alla sua approvazione, alla mancanza di un parere con effetto legale da parte dei Revisori dei Conti, invece... Chi prende la parola parla, ma tutti gli altri non ascoltano, sembra che ognuno pensi ai fatti propri, si chiacchiera a gruppetti
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come al bar. A nulla valgono gli inviti del Presidente del Consiglio che, come un maestro a scuola, invita i presenti a non fare confusione. Ma facciamo un passo indietro, per spiegare a chi non lo sapesse cosa è successo nei giorni scorsi. Alla fine di Marzo la Giunta ha dato il via libera al Bilancio Previsionale 2010, una manovra da 330 milioni di euro, di cui 200 dedicati ai lavori pubblici. La parte migliore riguardava le entrate, che vedevano 17 milioni in più rispetto all’anno precedente, grazie alla gestione diretta dei tributi (visto che l’Aser è stata finalmente mandata via) ed al “condono” ideato per recuperare le tasse evase dagli imprenditori. Ma quando il bilancio è stato analizzato dai Revisori dei Conti nominati ad inizio Aprile, queste cifre non hanno convinto del tutto e, tra incontri, decisioni e ripensamenti, il parere è stato depositato, positivo ma con riserva, solo il 24 Aprile, ossia due giorni dopo il termine fissato dalla legge. Questo ha portato alla necessità di decidere se prendere per buono quanto fatto dai Revisori o se, visto che l’atto è formalmente nullo, procedere alla nomina dei nuovi revisori, dando loro i 20 giorni previsti dalle normative per esaminare il documento ed esprimersi su di esso. Decisione alquanto sofferta, che ha obbligato i capigruppo ad incontrarsi e scontrarsi – tralasciamo gli squallidi dettagli inerenti alle liti – fino ad arrivare alla convocazione del Consiglio di cui sopra. Ma, prendendo come spunto cavilli che riguardano tempi ed orari di convocazione, la seduta è trascorsa – parliamo di due ore abbondanti – discutendo della validità legale del Consiglio stesso. Oltre alle interrogazioni presentate, si è solo ripetuto all’infinito lo stesso concetto: il Consiglio è valido o no? La maggioranza sosteneva di sì, l’opposizione di no. Dobbiamo dire che, per la prima volta in 4 anni, abbiamo visto la minoranza compatta su qualcosa: hanno tutti sostenuto la stessa tesi, andando contro alla maggioranza in maniera decisa e coesa, meravigliando non solo i presenti, ma forse anche i protagonisti. Alla fine si è scelto di risolvere quasi alla Ponzio Pilato (se non aleggiasse il sospetto che fosse tutto combinato fin dall’inizio): si è chiesta una sospensione e, al momento del conteggio, è mancato il numero legale. Tutti a casa, quindi, si torna in seconda convocazione il 29 Aprile. Ci dispiace che, quel giorno, il nostro giornale era in tipografia per terminare l’allestimento, altrimenti vi avremmo informati del fatto che, molto probabilmente, i nuovi Revisori dei Conti sono stati nominati. Ovviamente non mancheremo al secondo atto di quest’opera, di cui parleremo nel prossimo numero, quando si tratterà in modo più completo il bilancio, per la cui approvazione è stata fissata una seduta di Consiglio per il 14 Maggio. Sempre che nel frattempo il parere positivo sia stato depositato... Maria Corrao
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Studio Grafico O.K.
E-MAIL: CHIUSURA REDAZIONALE: 28/04/2010
IN REDAZIONE: Alessia Ambra Achille Cristina Lucci Luigi Simone Pietro Conti Milena Salini Claudia Sperduti Oscar Perrotta
STAMPA: Arti Grafiche Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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LA VERITA’ DEL SINDACO
“IL DISSESTO? CHI LO CHIEDE DOVREBBE SOLO TACERE, VISTI I DANNI CHE HA FATTO IN PASSATO”
ual è la realtà di questo bilancio? Perché un giorno sembra tutto a posto ed il giorno dopo tutto salta? Come mai su questo argomento la maggioranza si sta spaccando ancor più di quanto lo è stata nei periodi peggiori di questa legislatura? Abbiamo provato a chiederlo al Sindaco Enrico De Fusco, che più di ogni altro dovrebbe essere al corrente della reale situazione. “Nella maggioranza non ci sono divergenze sul contenuto del bilancio, ma solo interpretazioni diverse sulle procedure. Ci sono due correnti di pensiero, ognuna delle quali ha le sue ragioni: la prima è quella che chiede di approvare al più presto, quindi entro la fine di Aprile, il previsionale, prendendo per valido il parere depositato il 24 Aprile dai Revisori dei Conti; la seconda sostiene invece che tale parere, essendo stato notificato con due giorni di ritardo, sia nullo, e pertanto chiede che vengano nominati dei nuovi Revisori. Sono due posizioni legittime, perché entrambe nascono dalla preoccupazione di arrivare all’approvazione del bilancio nel più breve tempo possibile, senza fare nulla che possa essere contestato in un secondo tempo. Il problema è che i Revisori hanno davvero protocollato la loro relazione in ritardo, quindi è giusta la decisione del Presidente del Consiglio Mesturini che ha convocato il consiglio per il 27 Aprile mettendo come punto all’ordine del giorno la nomina dei nuovi Revisori. Questo non significa però che io non riconosca le ragioni del consigliere De Lorenzi, che avrebbe voluto portare in consiglio direttamente il bilancio in nome del regime
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del prorogatio”. Ma le contestazioni sui contenuti del bilancio, in particolare sulle entrate, sono legittime? La riserva avanzata dai revisori era proprio su questo argomento... “Io penso che il parere dei revisori sia stato influenzato dai soliti “guastatori” che dicono di amare la città e che invece stanno facendo di tutto per distruggerla. I revisori dei conti non hanno potuto esprimere il loro parere con serenità, viste le dichiarazioni fatte ad hoc e le conferenze stampa confezionate ad arte che hanno creato un clima di nervosismo e paura. Noi abbiamo stilato una previsione di entrate in base ai dati in nostro possesso senza importi fantasiosi, come li hanno invece giudicati. Abbiamo inserito le entrate previste dal recupero delle imposte evase, ma anche qui ci siamo tenuti bassi: già dalla Tributi Italia sono stati riconosciuti ben 53 milioni di euro di evasione fiscale, ma noi, pur procedendo al sequestro conservativo in via cautelare dei beni degli evasori per un totale di 14 milioni di euro, abbiamo calcolato le entrate per soli 10 milioni, proprio per non avere brutte sorprese. Abbiamo poi aggiunto la parte di tasse comunali che prima si tratteneva l’Aser come aggio, ma anche queste sono entrate sicure. Credo che sia abbastanza normale che possano esserci delle riserve sulle entrate visto che si tratta di previsioni e non di consuntivi”. Su queste basi, pensa che il bilancio non incontrerà nuovi problemi? E quando verrà discusso in Consiglio?
“La normativa prevede una proroga di 20 giorni a partire dal 30 Aprile, quindi il Consiglio verrà convocato entro il 20 Maggio. Ovviamente questa non è una proroga ad hoc per noi: basti pensare che l’Anci, visto il periodo di difficoltà in cui versano numerosi Comuni – Roma compresa – ha chiesto un allungamento dei tempi di un mese. Noi dovremmo riuscire a procedere entro i termini, quindi il problema non c’è. Stiamo parlando di un bilancio estremamente razionale, addirittura parsimonioso. Abbiamo inserito le stesse spese del 2009, che sono poi risultate corrispondenti a quelle effettivamente fatte – parliamo di circa 59 milioni di euro – mentre per le entrate ci siamo tenuti al di sotto di quello che siamo sicuri che riusciremo a recuperare tra la gestione diretta dei tributi ed il “condono” fiscale. Non credo che si potesse fare un bilancio più “ordinato” di così, quindi non mi spiego il perché di tutte queste polemiche, che vedo solo come l’ennesima strumentalizzazione da parte di qualcuno che non vede l’ora di mandare all’aria Pomezia, chiedendo il dissesto finanziario. Ma perché queste persone, quando ricoprivano ruoli come quello di Assessore o di Presidente del Consiglio, non hanno provato a mandare via l’Aser? Se l’avessero fatto, Pomezia avrebbe risparmiato circa 40 milioni nel periodo dal 2005 al 2008. Perché sono solo capaci di lanciare accuse assurde e non parlano di quanto hanno e non hanno fatto in passato?”. Rilanciamo la domanda ai diretti interessati... Anna Maria Greco
LA PONTINA AMBIENTE BATTE CASSA a Pontina Ambiente batte cassa. Il 22 Aprile la società titolare della discarica di Albano ha inviato all’amministrazione pometina una lettera, attraverso la quale rivendica il pagamento di 13 milioni di euro, al netto degli interessi. Solo l’estate scorsa, ad Agosto, era stato sollevato lo stesso problema, poi risolto dal Sindaco attraverso un accordo in Regione per la rateizzazione del debito, tant’è che il 10 Agosto era stato effettuato un pagamento di circa 1 milione di euro, relativo al 2007. Ma stavolta la società è stata categorica: vuole i soldi entro il 17 maggio, altrimenti la discarica farà trovare i cancelli chiusi ai mezzi provenienti da Pomezia. Oltre a questo, la ditta minaccia di rivalersi per l’intero importo sui singoli amministratori. Sperando in una rapida risoluzione del problema, ci viene un dubbio, sicuramente infondato: non è che tutto questo ha lontanamente qualcosa a che fare con piani integrati e cose simili?
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FANTAPOLITICA O REALTA’? COME MAI ALL’IMPROVVISO TUTTI VOGLIONO MANDARE A CASA QUESTA AMMINISTRAZIONE, MENTRE PRIMA SEMBRAVA NON CONVENISSE A NESSUNO? ta accadendo tutto troppo in fretta. O i nodi sono venuti al pettine tutti insieme, o c’è qualcosa che ci sfugge. Per quattro anni, anche se non è andato tutto liscio, l’amministrazione è riuscita ad andare avanti senza grossi problemi. Certo, ci sono state liti interne alla maggioranza, con i soliti individualismi, le prese di posizione e le pretese di visibilità sempre maggiore, ma tutto rientrava “nella norma” di una politica non sempre come il cittadino la vorrebbe. Dall’altra parte c’è stata – o meglio è sempre mancata – un’opposizione che nella sua inconcretezza e mancanza di coesione non ha mai saputo opporsi a nulla, forse anche perché era più comodo non farlo. Adesso si sono svegliati tutti insieme: la minoranza ha trovato una forza sconosciuta che ha compattato uomini, idee e sigle, tutti con l’intenzione di mandare a casa questa amministrazione, cosa che prima nessuno si sognava neanche di pensare. In maggioranza, o in quello che ne rimane, le liti sono arrivate anche agli scontri fisici, qualcuno chiede attenzioni con toni che sembrano alquanto minacciosi, le posizioni sono sempre più distanti, le idee sempre più confuse. Che vogliano
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andare tutti a casa? E perché? Noi, molto maliziosamente – perché a pensare male si fa sempre bene – abbiamo cercato una spiegazione a tutto questo e presuntuosamente crediamo di averla trovata nella Legge n. 42 del 26 Marzo 2010, recante “Interventi urgenti concernenti Enti Locali e Regioni. Numero consiglieri ed assessori comunali e provinciali”. Riassumendo, questa legge dice che dovrà essere applicata una riduzione del 20% del numero dei consiglieri comunali eletti a partire dal 2011. Quindi, se si andasse alle urne nella tornata elettorale di ottobre 2010, si riuscirebbe a rientrare, per un pelo, nel vecchio regolamento, che prevede per Pomezia 30 consiglieri. Visto che, scendendo a 24 il prossimo anno molti non hanno più alcuna certezza di essere rieletti, quale migliore escamotage per fare in modo che ci siano più posti? Ripetiamo, la nostra è solo un’ipotesi, ma – ad osservare i fatti – neanche troppo campata in aria. Se questa amministrazione dovesse cadere entro Giugno, si farebbe in tempo a votare ad Ottobre… Gli unici a rimetterci sarebbero il Sindaco, gli Assessori ed i relativi staff. Il primo perché dovrebbe rinunciare ad un anno della sua
carica sapendo, visti i numeri che hanno sempre accompagnato il suo nome, che alle prossime elezioni – in qualunque data si svolgano – minimo un posto da consigliere lo ottiene. I secondi perché, non sapendo chi vincerà, sono praticamente sicuri di non avere incarichi nella prossima legislatura. Gli ultimi perché perderebbero immediatamente il loro lavoro. Tutti gli altri, invece potrebbero contare su quei 6 posti in più che, in tempi di magra come questi, fanno una certa differenza… “Io sono pronto a rimettere il mandato in qualsiasi momento – ha sempre sostenuto De Fusco – quello che voglio, però, è andarmene a testa alta, dopo aver fatto tutto il possibile per questa città. In tutta coscienza affermo di aver svolto il mio lavoro in quello che reputo il migliore dei modi e nel massimo delle mie capacità. Se dovessi avere delle colpe sarei pronto a riconoscerle ed andarmene. Ma lasciare solo perché ci sono degli scellerati che pensano a creare scompiglio per tornaconto personale… no, non ci sto”. Maria Corrao
ISCIOPERO DIPENDENTI COMUNALI SCIOPERANO E SIT-IN, MA DATI CONTRASTANTI TRA LAVORATORI ED AMMINISTRAZIONE cioperiamo contro la gestione scellerata del personale, ma anche per denunciare pubblicamente lo spreco di risorse attuato da questa Amministrazione che, ora che i conti sono tutti in rosso, cerca di risparmiare sui soldi dei lavoratori, ma non procede a ridurre sprechi e spese inutili”. E’ questa la spiegazione data dalle sigle sindacali CGIL, UIL, RDB e dai RSU dei dipendenti comunali di Pomezia, che il 27 Aprile hanno incrociato le braccia e sono scesi in piazza a protestare con un sit-in davanti al Municipio. Secondo i partecipanti, a scioperare è stato almeno la metà del personale, che ha accusato il Comune di non aver rispettato l’accordo sindacale sottoscritto a marzo, che prevedeva il pagamento, in due tranche, del premio di produttività del 2009. Secondo Edgardo Cenacchi, Assessore al Personale, l’adesione alla protesta ha invece coinvolto solo il 20, 25% dei
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dipendenti, sia a tempo indeterminato che determinato. Il titolare della Gestione Risorse Umane ha controbattuto alle accuse sostenendo che “L’Amministrazione sta perseguendo un programma volto al pieno rispetto degli accordi sottoscritti, erogando nel mese di aprile al personale dipendente indennità per un importo complessivo di ? 126.000,00, sospendendo le indennità al personale incaricato di posizione organizzativa regolarmente concertate con le Organizzazioni Sindacali, in attesa di rivederne i criteri di assegnazione ed inserendo nel bilancio di previsione esercizio finanziario 2010 le somme concordate”. Due posizioni opposte, insomma. I sindacati, durante la conferenza stampa indetta per mostrare copia di tutti gli esposti inviati alla Corte dei Conti ed alla Procura di Velletri, hanno puntato il dito contro i vari premi che “qualche ufficio” si è assegnato pur non aven-
done merito, oltre che sulle modalità di assunzione del dirigente alla Cultura Nino Maceroni. “E’ stato assunto con procedura di mobilità dal Ministero della Pubblica Istruzione, ma la delibera di Giunta manca del parere finanziario”, accusano gli RSU, che chiedono anche una verifica della qualifica del dirigente, visto che il suo titolo di studio non è equipollente a quelli richiesti per questo incarico. Il 28 Aprile i lavoratori hanno formalizzato una nuova richiesta di incontro con l’Amministrazione, dalla quale vogliono chiarimenti sulla situazione di cassa del Comune, aprendo “un nuovo percorso per un confronto aperto sul bilancio”. Il timore sono le voci ricorrenti di un possibile dissesto finanziario, che metterebbe a rischio i posti di lavoro soprattutto dei precari.
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Ardea
LE REGIONALI DI ARDEA BUIO A SINISTRA, IL TURBO A DESTRA! ’ passato più di mese dalle elezioni regionali, ma le conseguenze e gli strascichi che un simile evento porta nei vari Comuni ci costringe a parlarne ancora, non fosse altro che per analizzare quanto successo. E’ superfluo ricordare che il centrosinistra ha preso un’altra legnata, mentre il centrodestra ha messo il turbo, che gli garantirà il vento in poppa per un lungo periodo. L’unico problema per Eufemi (strano ma vero..!) potrebbe essere rappresentato soltanto dai “troppi supporter”. Analizzando le cifre, il primo dato che salta all’occhio è sicuramente quello che riguarda l’astensionismo, che ad Ardea ha raggiunto picchi impressionanti: la percentuale degli astenuti è arrivata al 46,24%, a fronte del 53,76 dei votanti. Se calcoliamo che l’affluenza media degli elettori del Lazio è stata del 60,89 (molto simile al dato di Pomezia) ci rendiamo conto di quanto la disaffezione verso il voto, seppur generalizzata, ad Ardea lo sia molto di più, evidentemente per ragioni aggiuntive, ma comunque diverse tra gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Per il primo l’autolesionistica mancanza del PDL sulle liste ha avuto un peso rilevante, nonostante il gran daffare per la lista Polverini, ma lo sconcerto ha pesato e molti hanno ritenuto – a torto - che la partita fosse irrimediabilmente persa già in partenza. Per il centrosinistra le motivazioni sono più articolate e varie. La prima è individuabile nella mancanza di prospettiva politica: il fermento delle liste civiche è praticamente scemato, mentre l’opposizione latita. La seconda è da individuarsi nella delicata situazione economica, in cui la passione politica scema per la ridotta capacità di assecondare le alchimie della personalizzazione della politica locale. La terza è ogget-
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tiva: l’entusiasmo che aveva saputo imprimere Marrazzo, con una presenza personale ampia in campagna elettorale, non si è ripetuto. Nel dettaglio, abbiamo avuto ben 10.562 cittadini, ovvero il 61,56%, che hanno votato per il centrodestra e 6.483, ovvero il 37,78%, per il centrosinistra. Il dato è talmente illuminante che potremmo non commentarlo e sostenere che il centrodestra ad Ardea ha ancora lunga, ma lunga vita. Il partito maggiore, del centrosinistra, il PD, ha registrato un vero tracollo: ha ottenuto il 19,4%, ovvero 2.988 preferenze, rispetto alle 3.575 delle provinciali del 2008, con una perdita di 587 consensi e che diviene addirittura di 2.968 se si rapporta al dato del Senato 2008 (5.956 preferenze). E’ da rilevare, inoltre, che alle Provinciali 2008 la lista Zingaretti aveva ottenuto 4.187 suffragi. Il perché di questo “disastro” è da rintracciarsi negli errori ripetuti nel tempo: personaggi noti e protagonisti della vicenda politico/elettorale si sono lasciati avvincere da una miopia senza precedenti e la mediocrità ha prodotto il resto. Si è quindi svaporato il capitale di credibilità e consensi acquisiti col concorso di molti e si è fornito “lo spunto” a più di uno per passare dall’altra parte. E’ mancata la capacità di coinvolgere gli eletti al consiglio comunale su un credibile programma di opposizione e non si è offerta una prospettiva politica di gruppo. La pretesa di egemonizzare il PD, riuscendoci solo per senso di responsabilità delle altre componenti, si è rivelata ben presto un boomerang. Non ci sono state iniziative (non un convegno, comunicazione pari allo zero) con l’aggiunta della sola risibile capacità di contribuire a dividere e lacerare le componenti, arrivando perfino a contraddire pubblicamente l’unico esponente del partito nel consiglio
comunale. Ma nel centrosinistra c’è taluno che può brindare: l’Italia dei Valori, con i suoi 1.300 suffragi ( l’8,5%) ha aumentato di molto i consensi ottenuti in passato. In conclusione, il quadro del centrosinistra è disarmante, e se i suoi componenti vogliono risalire la china non possono più permettersi grossolani errori e atteggiamenti personalistici. I principali referenti dovrebbero analizzare la situazione, assecondando i processi innovativi; motivare le giovani generazioni, gli anziani, le nuove professioni; dare attenzione alle emarginazioni, dando voce a chi da sempre ne è privo. Si dovrebbero rinfoderare le “armi spuntate” delle varie soggettività e aprire un tavolo di confronto propositivo allargato a tutta l’area di sinistra; abbandonare l’idea nefasta del conteggio delle tessere per una vacua prevalenza correntizia, creando una segreteria e relativo direttivo di competenti formato da persone coese, preparate e determinate, provenienti da un valido percorso di vita. Il PD dovrebbe sviluppare ulteriormente l’alleanza con l’IDV, cominciando a gettare le basi per intercettare i consensi del centro che fa capo all’Udc e al mondo variegato delle liste civiche. Le altre forze di sinistra, invece, dovrebbero costituire un cartello, acquisendo una propria visibilità e propositività ideale e programmatica da spendere nel tempo che ci separa dal rinnovo dell’assise comunale ed in un’ottica di appoggio, ad un eventuale ballottaggio, alla coalizione guidata dal PD. Michele Lotierzo
MAZZOLI CRITICA TUTTI E’ interessante la visione del Segretario Regionale del PD Mazzoli, che durante l’ultima assemblea di Direzione ha criticato l’iniziativa dei candidati - in forte competizione tra di loro - che è riuscita ad annullare qualsiasi intenzione di azione unitaria del Partito. Ma questa visone gretta ed egoistica non ha caratterizzato solo le ultime elezioni, ma risulta essere fondamentalmente il modello intorno a cui si è costituito il PD. E se lo dicono ai vertici, immaginiamo cosa possa succedere a livello locale...
PDL: CHI DENTRO? CHI FUORI? Malgrado il successo elettorale, nel centrodestra le acque non sono affatto tranquille. Il tormentone “dentro o fuori dal PDL” che accompagna Fanco e Tedesco è sempre più d’attualità e vede la maggioranza spaccata in due fazioni ben distinte. Da una parte si invocano le dimissioni del Capogruppo Giordani, in nome della correttezza e della coerenza politica più volte vantate dallo stesso, dall’altra si continua a non volere nel gruppo consiliare del PDL i neo tesserati, nonostante le indicazioni provenienti dalla capitale. E mentre si perde tempo a litigare, i cittadini restano a guardare, in attesa di tempi migliori anche per loro...
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MILLE GIORNI E NIENTE PIU’ L’EX ASSESSORE DOMENICO FERONE SPIEGA LE RAGIONI DELLA SUA IMPROVVISA REVOCA ’ arrivato a metà del percorso di Governo raccogliendo consensi soprattutto da parte dei cittadini, oltre che di politici ed addetti ai lavori ma, invece di pubblicare un libretto con il resoconto del suo operato, è stato – senza tanti complimenti – mandato a casa. Stiamo parlando dell’ormai ex assessore alla scuola ed allo sport Domenico Ferone, sostituito da ormai più di due mesi da Mario Polito. Sostituzione giunta in piena campagna elettorale regionale, sulla quale aleggia il sospetto di una manovra ad hoc allo scopo di racimolare qualche voto in più da parte di qualcuno.
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Si aspettava la revoca? “Assolutamente no, anche perché fino a poche ore prima il sindaco mi aveva personalmente ribadito la sua stima nei confronti del lavoro da me svolto, complimentandosi per l’impegno e la competenza manifestati fino a quel momento”. Eppure la motivazione è proprio una mancanza di fiducia. Come se lo spiega? “La motivazione formale è quella, ma penso che quella reale sia ben altro”. Ossia?
“Purtroppo, nella concezione politica di molti esponenti di Ardea non importa quanto tu possa far bene o essere presente con impegno e volontà per cercare di dare una svolta al paese. Prevalgono troppo spesso, invece, lo status quo personale, oppure le pressioni esterne. In questo caso specifico le pressioni erano dovute ai dissidi tra me ed il capogruppo del PDL Massimiliano Giordani, con il quale ero in disaccordo sulla nome del candidato da portare alle regionali. Se la sostituzione nell’assessorato fosse stato frutto di accordi o indicazioni di partito, l’avrei accettata tranquillamente, perché so che rientra nelle regole ed io sono un tipo che le regole le rispetta sempre. Ma, così come è stata fatta, assume un altro sapore. Questa è una logica opportunistica che non riesco a condividere ed accettare, così come non accetto i veti posti nei confronti di Fanco e Tedesco da parte di chi non vuole che entrino a far parte del gruppo consiliare del PDL. Mi risulta infatti inspiegabile l’ostilità dimostrata nei confronti dei consiglieri del PdL Fanco, Tedesco e Antinucci (a quest’ultimo va comunque la mia stima per la coerenza, la correttezza e la competenza politica che lo distinguono in un assise di dubbio livello), nonostante il risultato elettorale conseguito dalla nostra coalizione”. Quali sono ora i suoi rapporti con il sindaco? “Quando, nel luglio del 2007 accettai la carica assessorile, fu proprio per la forte stima e l’alta considerazione che provavo verso la sua persona e per i valori, come la trasparenza e la legalità, da lui decantati in campagna elettorale”. Questo era prima, ma adesso? “Diciamo che adesso qualcosa è cambiato”. Come giudica – ormai dal di fuori – la quasi totale assenza di opposizione al Governo Eufemi? “In modo negativo, perché così non c’è confronto, non c’è stimolo e non c’è controllo. L’opposizione è composta da un solo consigliere, che ovviamente non ha voce, anche a causa della mancanza di un leader ben preciso nel centrosinistra”. Ma la minoranza non era formata da due persone? “Se si riferisce a Marcucci, penso che la sua posizione nell’ultima campagna elettorale sia stata quantomeno ambigua, quindi non mi sento di collocarlo in maniera decisa all’opposizione, anche se fa parte di una lista civica vicina a Mauro Giordani”. Perché ambigua? “Pare che alle regionali abbia sostenuto una candidata del PDL...”. Con questo bel quadro, cosa possiamo aggiungere? Maria Corrao
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MILLE GIORNI DI GOVERNO? O DUEMILA DI MALGOVERNO? LA SINISTRA RISPONDE AL DOCUMENTO DI METÀ MANDATO PRESENTATO DA EUFEMI orse in un moto d’orgoglio dopo la batosta presa alle regionali o forse perché si sono stancati di passare per quelli che non riescono mai a trovare un punto d’intesa, i partiti del centrosinistra di Ardea si sono uniti nello stilare un documento che nei prossimi giorni verrà distribuito ai cittadini. Si tratta di un contro-opuscolo, che si oppone a quello presentato nelle scorse settimane dal Sindaco Eufemi per celebrare il raggiungimento del traguardo di metà mandato elettorale. PD, Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista, PSI e Italia dei Valori hanno titolato “Duemila giorni di malgoverno locale – 2004/2010” il libretto che in 11 pagine contesta punto per punto quanto affermato dal Primo Cittadino. Il documento parte sostenendo che, in 15 anni di governo quasi ininterrotto da parte del centrodestra, di cui gli ultimi 6 – tranne il periodo del commissaria-
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mento – guidati proprio da Eufemi, poco o nulla sia stato fatto per il bene della città, mentre molto è stato fatto per “cementificare a ritmo sfrenato senza accompagnare la crescita edilizia, e conseguente crescita demografica, con adeguata e necessaria realizzazione di infrastrutture e servizi”. “In quale paese civile si consente di costruire in assenza di reti idrica, fognaria, del gas, di strade, di illuminazione pubblica?” chiedono i firmatari del documento, i quali si rispondono subito dopo così: “Ci sorge un dubbio, non è che dipenda dal fatto che la quasi totalità dei consiglieri fa parte del partito del mattone (costruttori edili, agenti immobiliari titolari di studi tecnici, proprietari di terreni)?”. L’accusa è senz’altro pesante, ma non è la sola, visto che il documento prosegue così: “La situazione indegna in cui si trova la città ha delle responsabilità ben precise ed individuabili. A leggere il libret-
to del Sindaco sembra invece di vivere in un’isola felice dove sono state realizzate un’infinità di cose e vi sono numerosissimi servizi funzionanti; si cerca di far passare per grandi successi cose che sono molto meno di quella che dovrebbe essere la normale attività di un’amministrazione comunale degna di tale nome. A chiusura del libretto del sindaco vi è una sezione con un elenco infinito di cose che saranno realizzate nel biennio 2010-2011. Cose mai realizzate in anni ed anni sarebbero miracolosamente eseguite in 24 mesi, peccato che non sono specificati né i finanziamenti né i tempi di realizzazione”. Di seguito, vengono trattati punto per punto tutti gli argomenti citati dal Primo Cittadino, contestando quanto realizzato – per termini e modalità – quanto ancora da realizzare e soprattutto tutto quello che mai si realizzerà, oltre a quanto verrà invece realizzato e che, almeno per i firmatari, arrecherà solo danni per l’ambiente e per i cittadini. Le forze di centrosinistra lanciano poi un appello ad Eufemi. “Caro concittadino, unisciti a noi, al di là delle ideologie politiche, nelle battaglie per far sì che Ardea divenga una città “normale”. Proponiamo insieme un progetto di riordino e successivo sviluppo che tenga conto delle naturali vocazioni, in primis turismo e agricoltura, del nostro territorio”. Nel documento si chiede quindi di pianificare la soluzione dei problemi esistenti avendo ben fermo il quadro finale, con la consapevolezza del punto da cui si parte. Come prima soluzione, si chiede di “congelare per un certo periodo nuove espansioni residenziali limitandoci a definire le realtà urbane attualmente esistenti e portarle a completamento con tutti i servizi”. E’ inteso che dovrà essere dovere di tutti contribuire alla valorizzazione e buona utilizzazione di tutti i beni naturali, storici e culturali esistenti nel territorio per dar vita ad una sana crescita economica. “Solamente se agiamo tutti uniti e consapevoli possiamo essere alternativi al male delle speculazioni e dell’impoverimento generale del territorio”, si legge nel libretto, che passa poi ad elencare quelle che, a parere dei partiti firmatari, sono le reali condizioni delle strade, viabilità e pubblica illuminazione, delle reti fognarie, idriche e del gas, della scuola e dei servizi educativi, dei servizi socio-sanitari, della riorganizzazione urbanistica e territoriale, oltre che amministrativa, della legalità e della sicurezza, dell’ambiente, dell’igiene urbana e dei servizi cimiteriali. Insomma, di tutto quello che riguarda la vita quotidiana dei cittadini. Noi, da giornalisti, abbiamo letto entrambi gli opuscoli. Ci siamo ovviamente fatti una nostra idea, ma quello che vogliamo condividere con i lettori è un solo pensiero: leggendo i documenti abbiamo capito una volta di più quanto i politici siano bravi con le parole e quanto possano riuscire a mostrare le verità delle bugie e le bugie delle verità; i meriti sono sempre di chi parla, le colpe sempre degli altri. Ma una cosa sacrosanta è stata detta dal centrosinistra in questo documento: unitevi, destra e sinistra, per il bene della città. Iniziate delle azioni congiunte, in modo che sia le colpe che i meriti siano sempre i vostri ed i cittadini sappiano finalmente con certezza chi “ringraziare”. Alfredo Corrao
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POMEZIA E ARDEA: TERRE DI CONQUISTA CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO A RISCHIO IN TUTTO L’AGROPONTINO: SUPERMERCATI SIDIS NEL BARATRO, 350 LAVORATORI SERCOMM SENZA STIPENDIO DA OTTOBRE, LAVORATORI PALYTEX E CECCONI VICINI AL LICENZIAMENTO a grande illusione dell’Agro Pontino non conosce limiti. Fin dai tempi della bonifica dell’area e relativa ri-fondazione del 1937 operata dal fascismo, la città pontina, al pari di quelle limitrofe (Anzio, Nettuno, Aprilia, la stessa Latina, etc.) sono destinate al ruolo di territori da “invadere, spremere, sfruttare ed abbandonare”. Dei frutti dell’“orto di Roma” di Mussolini si sono cibati, e a piene mani, solo imprenditori-speculatori (grazie alla Cassa del Mezzogiorno), politici più o meno locali (con sempre più frequenti fenomeni di corruzione e collusioni di vario tipo) e criminalità organizzata (da Frank “tre dita” Coppola, capo clan dedito allo spaccio di droga, racket e traffico d’armi fino ad arrivare, da qualche anno, alla cosiddetta quinta mafia, un intreccio fra camorristi, n’drine calabresi e famiglie rom locali).
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Soprattutto negli anni ‘80 Pomezia ha vissuto un momento d’oro, di forte industrializzazione, con relativa offerta di centinaia di posti di lavoro; una fase di rigoglioso sviluppo economico che nel giro di qualche anno ha svelato la propria vera natura. La cornucopia rappresentata dalla Cassa del Mezzogiorno – creata per incentivare e aiutare lo sviluppo economico e
sociale del sud Italia – ha finito per donare soldi a coloro i quali non ne avevano bisogno, per di più, in zone dove il modello di sviluppo poteva e forse doveva essere un altro. Potremmo fare un parallelo con ciò che per certi versi sta accadendo con i fondi dell’Unione Europea, gestiti male dal governo nazionale e dalle regioni; soldi che, quando vengono spesi, fin troppo spesso vanno a finanziare personaggi a dir poco controversi, come molti prestanomi al servizio della criminalità organizzata, o comunque imprenditori poco raccomandabili che - alla collettività - fanno più danni che altro, il cui obiettivo comune resta quello di arraffare soldi pubblici e sparire. Il territorio pontino non ha fatto e non fa eccezione da questo punto di vista; seppur con dinamiche a volte differenti, ha subito e sta subendo un vero e proprio saccheggio. Basti pensare alla grande occasione persa della fase d’oro industriale, non coadiuvata ed incentivata nel modo giusto dalla classe politica locale e nazionale, che non ha saputo, ma soprattutto voluto, creare un piano di sviluppo territoriale innanzitutto logistico. Come si può pensare di far sorgere decine di fabbriche più o meno grandi in un’area prevalentemente agricola, senza prevedere la realizzazione di una rete
di vie di comunicazione e di infrastrutture adeguate a smaltirne i flussi? Un errore incomprensibile e ingiustificabile, che nell’arco di pochi anni ha fatto letteralmente fuggire via anche quelle aziende che realmente avevano creduto nello sviluppo sociale ed economico di questo territorio. Se da una parte, quindi, la chiusura di molte fabbriche ha provocato la perdita di molti posti di lavoro ed una conseguente ondata emigratoria, in qualche modo integrata con quella immigratoria di molti stranieri, dall’altra una miriade di supermercati e centri commerciali hanno preso il posto di quelle fabbriche, non riuscendo però a colmare quel gap occupazionale reso ormai insanabile. A causa della propria sovrabbondanza numerica nell’area e della crisi economica attuale (a dire il vero, spesso utilizzata come alibi dagli imprenditori per giustificare i licenziamenti), alcuni supermercati stanno chiudendo i battenti e/o mettendo in mobilità centinaia di lavoratori, come nel caso dei 163 dipendenti nei centri a marchio Sidis del Gruppo Cipac SpA, con sede a Santa Palomba. Una vertenza il cui esito giorno dopo giorno sembra essere sempre più incerto, mettendo a rischio il lavoro e la
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vita di quasi 600 lavoratori; alcuni supermercati del marchio Sidis stanno chiudendo i battenti o hanno già terminato la loro attività commerciale, come ad Aprilia e nel quartiere di Martin Pescatore, a Pomezia. Vedremo come andrà a finire, se questi nuovi investitori hanno la reale volontà di acquistare il Gruppo Cipac e i 50 supermercati, oppure no! Una cosa però va sottolineata: la proprietà del Gruppo Cipac, se sapeva di voler vendere, si sarebbe dovuta muovere con un po’ di anticipo; crediamo sia più facile e remunerativo per tutti (acquirente, venditore e lavoratori) vendere un’attività commerciale aperta e a pieno regime. Se ciò non è accaduto, vuol dire che c’è stata una precisa volontà, da parte di chi ancora non lo sappiamo, affinché le cose andassero proprio così come sono andate; mobilità dei lavoratori, chiusura di alcuni supermercati, etc., etc.. In realtà, purtroppo, l’affare Cipac è solo l’ultimo in ordine di tempo di un elenco di aziende che licenziano i propri dipendenti, o che nel peggiore dei casi chiudono definitivamente. Nel campo delle comunicazioni, è da ottobre - in alcuni casi anche da settembre - che 350 lavoratori del call center Sercomm non ricevono gli stipendi; una situazione insostenibile che va risolta quanto prima. La vicenda è a dir poco critica anche negli altri campi: aziende del settore edile, come la DIMA e Bolici, hanno recentemente avuto serie difficoltà economiche, causando un forte malcontento fra dipendenti e
collaboratori precari, con forti ritardi nel pagamento degli stipendi. Altre aziende storiche del territorio hanno chiuso i battenti, come il Tubettificio di Anzio e la Pork House di Ariccia. Nel campo dei servizi e dell’informatica sono stati messi in cassa integrazione 75 lavoratori della Tecnoindex, 190 della Bee Team (ex Data Service), 60 delle Urmet TLC. Nella componentistica auto la A.R.C. mantiene 200 lavoratori in cassa integrazione, mentre la Key Safety System ha la stessa situazione per circa 100 dipendenti. Anche la Fiorucci sta continuando con la cassa integrazione, in previsione di una diminuzione dell’organico. A proposito, non dimentichiamo che cassa integrazione oggi significa licenziamento molto probabile domani. Per quanto riguarda il centro di ricerca farmaceutica della IRBM di Pomezia, prosegue il tentativo affinché la nuova società, impegnando nuovi capitali privati ed utilizzando le risorse regionali già stanziate, ricollochi per intero i 140 tecnici e ricercatori. Anche a livello nazionale i dati statistici non sono certo incoraggianti, visto che le ultime stime rilevano una disoccupazione globale all’8,5%, da dove di estrapola il dato più allarmante, rappresentato dal livello di disoccupazione giovanile, salito al 28%. La storia ci insegna che laddove si generano sacche di povertà e di disagio sociale, la criminalità o comunque l’illegalità in genere ha piede facile per attecchire, per non parlare delle derive autoritarie a livello politico. Ed è proprio la criminalità organizzata, che velocemente sta occupando aree sempre più importanti del territorio
nazionale, così al nord come al centro, che preoccupa i cittadini onesti. L’area pontina è da anni ormai in mano alla cosiddetta Quinta Mafia (rapporto DIA). Non se ne parla a sufficienza, ma la criminalità esiste e all’occorrenza si fa sentire: a Latina da tempo molti commercianti e imprenditori pagano il pizzo, prima al clan Di Silvio, ora a camorristi e n’dranghetisti, in combutta con un paio di famiglie rom abbastanza potenti residenti nella zona da anni (ma questa è un’altra storia che merita un capitolo a parte che affronteremo molto presto!). Chi deve intervenire e come? Mai come in questo caso la politica può e deve avere un ruolo determinante nel dettare alcune regole chiare e rigorose. Dall’altra parte, il mondo economico – fatto di lobbies e multinazionali potentissime, i veri detentori del potere mondiale – non accetta limiti di azione o paletti di sorta; ecco spiegata l’inerzia assoluta dei governi nazionali. La litania è sempre la stessa, di un libero mercato che non accetta interferenze da parte dello Stato centrale, ma che all’occorrenza, quando le cose si mettono male, allo Stato centrale chiede aiuto; vedi le decine di casi delle banche d’affari negli Stati Uniti. Nulla quindi si sta facendo affinché ciò che è accaduto non si ripeta in modo ancor più catastrofico. Il mondo economico, dell’alta finanza e della politica hanno lasciato che le ferite inferte si rimarginassero da sole. Non dimentichiamo però che a volte le ferite posLuigi Simone sono essere anche letali!
I DATI DELLA DISOCCUPAZIONE Da gennaio il Centro per l’Impiego di Pomezia ed Ardea ha registrato altri 200 lavoratori in mobilità I dati sull’occupazione a Pomezia e Ardea sono a dir poco sconfortanti, a testimoniarlo è il Centro per l’Impiego territoriale. La vice responsabile Anna Butera ci ha fornito dei dati che non lasciano spazio ad interpretazioni ottimistiche, quanto meno per l’immediato futuro. Sign ora Bufe ra, ci ind ica l a s ituaz ion e s u que lla che è la mobilità r egistrata p resso il v ostro cen tro? “Una premessa è doverosa: i dati in nostro possesso sulla mobilità sono indicativi, ma non molto attendibili, in quanto ciò che fa fede a livello statistico è il domicilio della persona. Se a Pomezia un’azienda mette in mobilità alcuni lavoratori e questi hanno il domicilio altrove, automaticamente a noi, come centro territoriale, non risultano, anche se l’azienda è situata appunto nella nostra zona di competenza”. Qua nti sono quindi i la vor atori in mobilità domiciliati a Pomezia ed Ardea? “Ad oggi, sono circa 200 persone in più registrate dall’inizio dell’anno. Una cifra spropositata per noi”. Quanti di questi rientrano nella fascia giovanile? “Non abbiamo una divisione in fasce d’età o per sesso, però calcoli che di quei 200 la maggior parte
sono persone adulte. Ci risulta che sempre più spesso alcune aziende tendono a licenziare i lavoratori più adulti per rimpiazzarli con quelli più giovani con contratti atipici: co.co.pro., contratti di somministrazione e collaborazioni occasionali”. Q uali d i que ste fo rme co ntra ttua li pre ved on o una s orta d i am mortizz ato re soci ale? “Gli unici contratti atipici ad avere un’indennità di disoccupazione sono i co.co.pro.”. Q uali s ono i requi siti per us ufruirn e? “Innanzitutto il lavoratore deve aprire la posizione previdenziale presso l’Inps. Essenzialmente le forme di indennità per i collaboratori a progetto sono due: quella ordinaria, con cui il lavoratore entro 5 giorni dalla data di licenziamento o di scadenza del contratto deve recarsi presso il centro per l’impiego di competenza e fare domanda; si ha diritto all’indennità dopo che, a sua volta, l’Inps ha verificato che l’interessato abbia almeno 52 settimane di contributi versati nei 24 mesi precedenti. Poi c’è l’indennità con requisiti ridotti, la cui domanda va presentata preferibilmente a gennaio di ogni anno, a causa dei fondi limitati, dimostrando di aver effettuato almeno 78 giorni di lavoro nell’anno precedente”. Cosa sign ifica “a cau sa dei fon di limitati”? Alcun i
disoccupati, pur con i requisiti richiesti, potrebbero non pren dere l’inden nità? “Proprio così! Noi consigliamo infatti di presentare la domanda a gennaio, anche se in realtà c’è tempo fino a marzo, ma l’esperienza ci insegna che, a causa dei fondi non proprio cospicui, l’ordine cronologico di presentazione della domanda assume un valore non indifferente”. In que sto pe riod o di cr is i , ci so no a zi en de che s i rivo l go no a vo i p er l ’o ffe rta di l avor o? “Una volta sì, ma da un paio d’anni almeno, le richieste sono andate via via scemando”. Questa la crescente drammatica situazione del mondo del lavoro a Pomezia ed Ardea. Il momento critico si evince dall’affluenza massiccia di persone che si rivolgono al centro, che chi scrive ha potuto constatare in prima persona in un giorno qualsiasi di aprile. Molta gente che spesso non riesce a trovare neanche i soldi per fare la spesa quotidiana per sfamare la propria famiglia; persone, padri o madri ai quali, sempre più spesso, gli addetti del centro per l’impiego sono costretti a fornire loro come ultima spiaggia, l’indirizzo della Caritas. L.S.
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LA PLAYTEX DI POMEZIA CHIUDE 122 LAVORATORI IN LOTTA PER DIFENDERE IL POSTO DI LAVORO orire sul lavoro o morire perché senza lavoro. E’ di questi giorni la notizia della chiusura della Playtex di Pomezia, con conseguente perdita di 122 posti. I Comuni di Ardea e Pomezia si sono schierati al fianco dei lavoratori in lotta ed hanno promesso che nei prossimi giorni porteranno la vertenza in Regione e in Parlamento, ma il timore è che sia tardi per poter rimediare al danno. Ricordiamo infatti che negli ultimi anni sono state molte le aziende da un territorio lasciato fin troppo spesso in balia di se stesso; basta vedere lo sviluppo industriale a macchia di leopardo di Pomezia, per non parlare poi dei collegamenti e delle vie di comunicazione, che certo non incoraggiano investimenti da parte delle grandi società. Le multinazionali, quando non c’è più nulla da spremere in un determinato contesto sociale ed economico, fanno le valige e vanno via, infischiandosene di tutti quei lavoratori, che mettendo spesso a repentaglio la propria vita, hanno fatto guadagnare fior di milioni ai loro soci. Per tentare di arrivare ad una soluzione e dimostrare il proprio appoggio ai lavoratori, lo scorso 16 aprile il Consiglio Comunale di Pomezia si è riunito per decidere il da farsi in materia di sicurezza sul lavoro e sulla precarietà, invitando alla discussione lavoratori e sindacalisti. L’iniziativa, prima in Italia - tant’è che ne è stato parlato anche a livello nazionale - è stata però macchiata dalle solite “magagne” di casa nostra: nonostante la drammaticità del momento, anche in questo caso non è mancata l’occasione per la consueta sterile querelle politica, che non interessava minimamente né lavoratori né i cittadini presenti in sala, visto che, quando si sono affrontati i problemi in modo concreto e chiaro, l’attenzione del pubblico è stata massima, mentre molte persone sono andate via quando alcuni componenti della minoranza hanno iniziato a criticare l’assenza di parte della maggioranza,
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facendo notare che - se non fosse stato per la loro sensibilità - il Consiglio non si sarebbe tenuto per mancanza del numero legale. A queste accuse, il Sindaco ha ribattuto che, proprio perché si tratta di temi gravi, bisogna superare le barriere politiche e lavorare in sinergia, senza fare demagogia e strumentalizzazioni, sostenendo che la presenza o l’assenza era dettata da scelte individuali che nulla c’entrano con le intenzioni del governo, che comunque sta dalla parte dei cittadini. “Si tratta - ha specificato De Fusco - del buon senso dei singoli”. Ciò ci porta a pensare che forse ci sono troppi consiglieri, che dovrebbero rappresentare tutta la popolazione, che non hanno buon senso: e questo sì che va al di là dei colori politici! L’assise si è conclusa con la votazione dei due punti concordati: la solidarietà ai lavoratori Playtex – 21 favorevoli, 9 assenti e 1 contrario – e l’istituzione di un osservatorio per la sicurezza sul lavoro, passato all’unanimità. A fine incontro si è aperto un piccolo spiraglio di speranza quando il Sindaco ha annunciato di essere stato contattato, attraverso un telegramma, dalla sig.ra Elisabetta Pezzotta, direttrice delle risorse umane Playtex della sede di Bergamo (che rimarrà attiva mentre quella di Pomezia chiuderà) la quale ha richiesto un incontro con il Sindaco stesso per poter discutere della vicenda e trovare un punto di incontro. Chiudiamo con una buona notizia. Il 15 aprile c’è stato un incontro tra il comune di Pomezia (rappresentato dall’assessore all’Ambiente Arciero), la Aimeri Ambiente, il Consorzio Formula Ambiente, la Fit. CISL, RDB CUB, la FILAS, la FLAICA e le RSA, che ha portato all’accordo di stabilizzazione per i lavoratori precari dell’azienda che si occupa degli RSU, che abbiano almeno 6 mesi di anzianità lavorativa (quindi tutti).
I due Sindaci DE FUSCO “Ero bambino quando aprì battenti lo stabilimento della Playtex. L’ho sempre vista come un solido punto di riferimento per il nostro territorio e la notizia della probabile chiusura mi ha sconvolto. Ora dobbiamo avviare un percorso per salvaguardare l’occupazione, coinvolgendo tutte le forze politiche e le Istituzioni. Gli sforzi fatti negli scorsi mesi per aiutare i lavoratori di Casamercato, della clinica Sant’Anna e della Irbm dovranno essere ripetuti per i dipendenti Playtex, superando le divisioni politiche, perché si tratta di salvaguardare lo stato sociale del nostro territorio”.
EUFEMI “Riteniamo ci sia la necessità urgente di aprire un tavolo regionale e nazionale che consenta di affrontare immediatamente la grave crisi dello stabilimento Playtex attraverso un confronto con gli Enti locali e le organizzazioni dei lavoratori e delle aziende. Il permanere di questa situazione rischia di provocare tensioni sociali e gravi ripercussioni su molte famiglie, per questo chiediamo alle Istituzioni superiori, alla Regione e ai Ministri competenti, una presa di posizione per un tavolo volto ad analizzare il grave stato dell’economia locale ed in particolare del comparto industriale di Pomezia-Ardea con le conseguenti e preoccupanti ricadute sul livello occupazionale del comprensorio”.
ANCHE CECCONI IN CRISI AD ARDEA 50 DIPENDENTI DELLO STABILIMENTO RISCHIANO IL POSTO a crisi ha colpito anche Ardea e più precisamente i cinquanta dipendenti dello stabilimento “Cecconi”, situato tra Via Laurentina e Via Pontina, che si occupa di lavorazioni carni suine. Nei giorni scorsi i lavoratori hanno infatti ricevuto l’allarmante annuncio della prossima chiusura dello stabilimento, al qual hanno reagito con un’assemblea sindacale, che si è svolta il 19 Aprile, nel corso della quale si è stabilito all’unanimità lo stato di agitazione permanente e lo sciopero di tutti dipendenti della produzione, commerciale e vendita al minuto per il 20 Aprile, oltre ad una serie di ulteriori iniziative che verranno di volta in volta comunicate. Lo sciopero ha visto i lavoratori riunirsi per protesta davanti allo stabilimento per l’intera giornata. Solidarietà bipartisan è arrivata dal
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mondo politico locale. Sul posto si sono recati il Sindaco di Ardea Carlo Eufemi, il capogruppo del Pd Antonino Abate, il presidente della commissione urbanistica Fabrizio Acquarelli e Barbara Tamanti, segretario politico della sezione del Prc. “La chiusura dello stabilimento – ha spiegato il rappresentante sindacale ai politici presenti – si potrebbe ricondurre a un possibile interesse edilizio. Attorno alla struttura, infatti, ricadrebbero oltre sedicimila metri quadrati di terreno”. Ma il presidente della commissione urbanistica, Acquarelli, ha rassicurato i presenti: “I lavoratori avranno tutto il mio appoggio e al momento non mi risultano richieste con finalità urbanistiche. In ogni caso uno stabilimento storico che dà lavoro ad oltre cinquanta famiglie, avrà la massima attenzione”.
“Esprimo il mio più totale sostegno ai lavoratori, ai quali prometto che metteremo in atto tutte le azioni possibili per la risoluzione del problema – ha assicurato il Primo Cittadino – Chiederò un incontro con il neo presidente della Regione Lazio, che è stata una tenace sindacalista al fianco dei lavoratori ed ha sempre dimostrato la sua sensibilità sul tema. Convocheremo quanto prima un tavolo istituzionale con i vertici dell’azienda e le organizzazioni sindacali e porteremo la vicenda all’attenzione del Consiglio Comunale e delle Istituzioni superiori. Ritegno si tratti di una situazione delicata che rischia di avere ripercussioni sulle famiglie dei cinquanta lavoratori coinvolti e sul livello occupazionale del territorio”.
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TELECOM MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO A RISCHIO L’AZIENDA TAGLIA 6.800 POSTI DI LAVORO IN TRE ANNI: 400 FRA POMEZIA E SANTA PALOMBA I LAVORATORI SUL PIEDE DI GUERRA
e Benedetti, Colaninno, Tronchetti Provera, Draghi e Prodi tra i responsabili del tracollo. Nei giorni scorsi, il Prc di Pomezia si è apertamente schierato contro l’esternalizzazione dei lavoratori Telecom dell’It Operation e, in un comunicato, ha espresso la propria solidarietà ai lavoratori in lotta, 400 fra Pomezia e Santa Palomba; 2000 in tutta Italia solo per questo settore, ma addirittura 6800 in tutta l’azienda. La storia ormai è vecchia e per capirla fino in fondo è bene ricordare quando e come è iniziata. Il 2 giugno 1992 – pochi giorni dopo le stragi di Falcone e Borsellino e l’inizio di tangentopoli – al largo di Civitavecchia, su un panfilo denominato “Britannia”, di proprietà di Sua Altezza la Regina d’Inghilterra, si ritrovarono un centinaio di personaggi legati al mondo dell’economia ed i rappresentanti di importanti banche internazionali, soprattutto statunitensi e anglo-olandesi. Tra gli italiani vi erano il collaboratore di Prodi Beniamino Andreatta - nominato poi ministro in tre governi successivi - e Mario Draghi, oggi a capo della Banca d’Italia, ma che allora era direttore generale del Ministero del Tesoro e che, come presidente del Comitato per le privatizzazioni, guidò il processo di svendita, oltre che di Telecom, di Enel, Eni, IMI, Comit, BNL e di tutto il sistema bancario italiano. Finito nel 2001 il suo lavoro di liquidatore, in attesa di salire al vertice della Banca d’Italia, Draghi parcheggia il suo prezioso fondoschiena sulla poltrona di vicedirettore della banca d’affari Goldman Sachs (posto in seguito occupato da Mario Monti). Goldman Sachs ha un ruolo determinante nelle privatizzazioni in Italia, assumendo a seconda delle circostanze il ruolo di acquirente o di advisor. Romano Prodi è stato consulente della Goldman Sachs ogni volta che non ricopriva cariche pubbliche in Italia. Tornando al party sulla “Britannia”, troviamo anche il finanziere ungherese George Soros, che oggi si spaccia per filantropo e scrive libri contro il neoliberismo, ma che
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allora si divertiva e si arricchiva lanciando attacchi speculativi alle valute di alcune nazioni. Quella crociera i partecipanti la liquidarono come un semplice incontro di piacere; Draghi, addirittura, per due anni negò di avervi preso parte, ma alla fine, di fronte ad una commissione parlamentare, ammise la sua presenza. Cosa centra la “Britannia” con Telecom e la nostra storia? Sarà anche un caso, ma qualche mese dopo quell’incontro internazionale, a settembre dello stesso anno, Moody’s declassò i BOT italiani. Allo stesso tempo George Soros lanciò un attacco speculativo alla Lira attraverso una massiccia svendita della valuta italiana, provocando il crollo della moneta del 30%. Subito dopo la svalutazione iniziarono le privatizzazioni. In pratica gli acquirenti stranieri, beneficiarono di uno sconto del 30%, un vero grande affare! Come iene accorsero in branchi per spolpare il cadavere dell’economia italiana. Logicamente, in sede giuridica, le Procure non riuscirono a dimostrare il legame fra la “Britannia” e lo scempio delle privatizzazioni, ma ciò non vuol dire che il tutto non fu deciso in quell’occasione. A luglio del 1992, governo Amato, cominciano le privatizzazioni, dell’Efim; alla fine dell’estate il governo trasforma in SPA i grandi enti pubblici Enel, Eni, Ina ed Iri. Subito dopo si passa al settore agroalimentare (Buitoni, Locatelli, Invernizzi, Galbani, Ferrarelle, Peroni Perugina, Moretti) che finisce in mano a società olandesi, inglesi o americane. In mani straniere va anche buona parte del settore bancario ed altre aziende di settori strategici. Logicamente in quel periodo ci fu anche la privatizzazione, con relativa svendita, di Enel e Telecom. Fu nel 1997 che il governo Prodi (un caso?!) mise sul mercato Telecom, ormai ex Sip. Bisognava fare cassa e subito, lo esigeva anche l’Unione Europea, così le azioni furono vendute ad un prezzo irrisorio, tant’è che un anno dopo le stesse azioni sul mercato valevano cinque volte di più (+ 514%). I piccolo risparmiatori, attirati dalla nuova lotteria nazionale (rivelatasi negli anni una vera e propria roulette russa!) rappresentata dalla Borsa, ne
comprarono l’85%. Dalla privatizzazione di Telecom il governo ricava 11,8 miliardi di euro. Nel 2001 Enel (società pubblica) acquista Infostrada, una società molto più piccola di Telecom, e la paga 11 miliardi di euro. Nel frattempo arriva il governo D’Alema e comincia la scalata di Colaninno alla Telecom. Ancora una volta ci furono irregolarità per tenere basso il prezzo delle azioni attraverso una vendita occulta, ma la Consob lasciò correre. Il Financial Times definì la scalata “una rapina in pieno giorno”. Colaninno controlla al 51% una società fantasma, la Hopa, che controlla il 56% di un’altra entità chiamata Bell, la quale controlla il 13,9% di Olivetti, la quale a sua volta controlla il 70% di Tecnost, che controlla il 52% di Telecom. In pratica Colaninno e i suoi soci controllano Telecom detenendone l’1,5 %. Dopo un po’ i rapporti fra Colaninno e De Benedetti di guastano e quest’ultimo (editore di Repubblica) comincia ad attaccarlo dalle pagine del suo giornale, finché nel 2001 si arriva alla resa dei conti, cosicché l’uomo da spendere è Tronchetti Provera, erede di casa Pirelli. Per non entrare troppo nei dettagli nel mondo Tronchetti Provera diciamo solo che insieme a Benetton, attraverso Olimpia, rilevano il 100% della partecipazione della Bell in Olivetti, pari a circa il 23% della società che controlla Telecom Italia. A fine settembre entrano in Olimpia anche Banca Intesa e Unicredit. Grazie a Tronchetti Provera e soci – in seguito allo scorporo di TIM – i debiti di Telecom iniziano ad essere stratosferici, basti pensare che nel 2006 hanno sono schizzati ad oltre 41 miliardi di euro. In seguito si è parlato di rinazionalizzazione di Telecom, ma la strada, a detta degli esperti, sarebbe poco percorribile. Si è parlato di fusioni fra pezzi di Telecom e Murdoch oppure Mediaset (anche se Berlusconi a suo tempo aveva smentito), piuttosto che della vendita di TIM a società straniere come la Carlyle. In tutti questi loschi giochi di potere che abbiamo riassunto, non abbiamo mai parlato dei lavoratori più o meno precari che vivono del proprio lavoro all’interno di Telecom, come nelle altre aziende. Non ne abbiamo parlato perché dalle proprietà di turno essi non vengono minimamente presi in considerazione, trattandosi di semplice forza lavoro composta da numeri che all’occorrenza possono aumentare, ma anche diminuire. Vogliamo solo ricordare che dietro ogni numero c’è una persona in carne ed ossa! La cronaca recente ci ricorda delle migliaia di posti di lavoro a rischio - di cui appunto 400 solo fra Pomezia e Santa Palomba, che dovrebbero essere “ceduti” ad aziende minori (il che equivale all’anticamera del licenziamento) - ma finché la nostra politica e la nostra economia sarà gestita da gente senza un minimo di dignità e responsabilità sociale, non potremo aspettarci niente di buono. Luigi Simone
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Economia
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ALLA RICERCA DELLA TASSA PERDUTA L’AMMINISTRAZIONE CONTA DI RECUPERARE LE IMPOSTE EVASE DAL 2004 AL 2009 ATTRAVERSO UN “CONDONO” CHE EVITERÀ SANZIONI ED INTERESSI
a cronica, preoccupante mancanza di denaro pubblico ha messo al lavoro le menti dell’Assessorato al Bilancio che, per cercare di dare una boccata di ossigeno alle svuotate casse comunali hanno pensato bene di andare a riprendersi dalle tasche degli evasori fiscali quanto non versato finora. Chiamata impropriamente “condono” – in realtà si tratta di un vero e proprio, oltreché legittimo, recupero credito – questa operazione riguarda le tasse evase da società ed aziende operanti sul territorio comunale. Si parla di Tarsu, ICI, Tosap e tutti quei balzelli che troppo spesso vengono “trascurati” dai contribuenti, che ora hanno modo di regolarizzare la loro posizione senza sanzioni aggiuntive né interessi. Il periodo che si può sanare è quello che va dal 2004
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al 2009 e riguarda tutti soggetti, ad esclusione di quelli per i quali, nel corso del 2009, sono già stati notificati gli atti di irrogazione delle sanzioni. Ma a quanto ammonta il capitale da recuperare? “Siamo intorno ai 15 milioni di euro – spiega l’Assessore alle Finanze David Tintinago – Noi contiamo di recuperare, in questa prima parte del “condono”, almeno 6 milioni”. Come funziona esattamente questa operazione? “I contribuenti che non hanno pagato, del tutto o in parte, le tasse dovute al Comune, avranno 60 giorni per “autodenunciarsi”, versando quanto evaso in passato, senza dover aggiungere i costi relativi ad interessi o multe. Si tratta quindi di una definizione agevolata, che eviterà di arrivare ad un contenzioso vero e
proprio. Ovviamente, grazie ad approfonditi accertamenti, noi sappiamo – o comunque sapremo - chi ha evaso le tasse, ma per snellire le procedure di incasso abbiamo preferito andare incontro ai contribuenti adottando questo provvedimento”. Cosa succederà a chi non regolarizzerà la propria posizione? “Sarà oggetto dell’iter tradizionale: nel momento in cui verrà contestata l’evasione, subirà tutte le sanzioni previste dalla legge”. Come è nata l’idea? “Dopo averne discusso in Giunta, la proposta è passata due volte in Commissione, dove ha ricevuto parere positivo quasi un mese fa. Adesso, per renderla esecutiva, stiamo attendendo che venga approvata in sede di Consiglio Comunale”. La voce riguardante queste presunte entrate è stata inserita nel bilancio previsionale 2010 che dovrà essere approvato a breve, ma era possibile farlo, visto che non c’è ancora la delibera consiliare? “Sì, ma questa deve essere approvata dal Consiglio prima del bilancio o contestualmente ad esso”. Come mai questo punto non è ancora stato portato all’ordine del giorno? “Vista l’importanza dell’argomento, me lo chiedo anch’io”. Siete sicuri di riuscire a recuperare grosse cifre? “Penso proprio di sì, visto che il Sindaco ha ordinato in via cautelare il sequestro conservativo di beni immobili delle società coinvolte. Che si paghi durante questa “operazione”, quindi, alla fine conviene a tutti”. Alfredo Corrao
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Università
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CRESCITA A SORPRESA NEL GIRO DI DUE MESI IL CAMPUS SELVA DEI PINI È PASSATO DAL RISCHIO CHIUSURA AD UN PROGETTO DI AMPLIAMENTO SENZA PRECEDENTI ’ più che soddisfatto dei risultati raggiunti Piergiorgio Crosti, Presidente del Campus Universitario Selva Dei Pini. Dal rischio chiusura immediata, infatti, è riuscito, grazie anche agli sforzi compiuti dal Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, ad arrivare alla promessa di una crescita costante dell’Università di Pomezia. Durante un incontro chiarificatore avvenuto tra il Rettore dell’ateneo La Sapienza di Roma, Luigi Frati, le parti coinvolte – Università, Consorzio e Comune di Pomezia – sono riuscite a trovare un accordo che prolunga per altri 20 anni la convenzione. “Stiamo preparando la bozza dell’accordo ventennale che legherà La Sapienza di Roma con il Campus ed il Comune di Pomezia – ha spiegato il dott. Crosti - Questo è solo il primo passo di un lungo percorso, perché abbiamo in programma una crescita costante, che porterà all’aumento del numero delle facoltà presenti attualmente (Architettura, Scienze Infermieristiche, Scienze della Comunicazione, Scienze Politiche ed Economia e Commercio, ndr). L’idea è quella di affiancare, all’area già attiva di scienza sociali, altre tre aree: una relativa alle scienze ambientali e, principalmente, una relativa alla farmaceutica per sviluppare, oltre alla didattica, laboratori di ricerca integrata con l’indotto imprenditoriale dell’hinterland di Pomezia. La terza area vi dico in anteprima che stiamo anche tentando di portare al Campus anche la facoltà di Giurisprudenza, per completare l’offerta sulle materie umanistiche”. Per quanto riguarda la farmaceutica il Rettore Luigi Frati ha già dato il suo assenso, visto che il territorio pontino vanta la presenza delle maggiori industrie farmaceutiche internazionali. I futuri avvocati, invece, possono contare sull’appoggio del Primo Cittadino: è stato infatti De Fusco a proporre l’idea di portare la facoltà di Giurisprudenza a Pomezia. Ma all’atto pratico, cosa è cambiato negli ulti-
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mi due mesi? “Abbiamo corso il serio rischio di dover chiudere l’esperienza con la prestigiosa università romana a causa del contenzioso economico che si è andato a creare tra La Sapienza, il Consorzio, il Comune di Pomezia ed il Polo Universitario. Ora che quest’ultimo è stato sciolto e la gestione dei rapporti con Roma è diventata diretta, è stato stabilito un nuovo percorso, i cui dettagli giuridici ed amministrativi si stanno definendo in questi giorni”. Quello che è certo è che gli studenti iscritti rimarranno a Pomezia, dove completeranno il loro ciclo di studi... “Assolutamente sì, anzi, contiamo di veder aumentare anche il numero degli iscritti. La Facoltà di Scienze Politiche, così come quella di Scienze Infermieristiche, dovrebbe riaprire le iscrizioni già da quest’anno; per le Facoltà di Scienze delle Comunicazioni ed Economia e Commercio al momento resteranno invece solo gli studenti che hanno già iniziato i corsi, in quanto non è ancora stato ben definito il futuro di queste specializzazioni, mentre per Architettura, che adesso riguarda il disegno industriale, abbiamo addirittura in cantiere il progetto di ampliare l’offerta con nuovi corsi di Laurea in diversi indirizzi di specializzazione”. Ma c’è il rischio che le Facoltà che al momento non accettano nuove iscrizioni vengano tolte? “Credo di no, perché la nostra intenzione è quella di rendere Pomezia un centro universitario sempre più completo e di eccellenza, con una vasta offerta formativa. Stiamo inoltre seguendo la strada dell’internazionalizzazione, mantenendo i contatti con le migliori università del mondo, con le quali ci scambiamo informazioni ed esperienze, oltre che collaborazioni”. Che ruolo ricoprirà il Comune di Pomezia in tutto questo? “Ogni iniziativa, come i centri di ricerca, sarà opportuna-
mente vagliata e finanziata dall’amministrazione, che riceverà da noi il rendiconto dettagliato di ogni singola spesa, per evitare problemi come quelli passati”. A proposito dei problemi passati, come sono stati superati? “La parte che vede coinvolti il Comune e La Sapienza ha scelto di guardare al futuro attraverso questo nuovo accordo di gestione diretta e di superare le incomprensioni ridefinendo le posizioni ed i ruoli. Bisogna ricordare che il Comune, a livello finanziario, è in regola con i pagamenti, quindi partiva da una posizione privilegiata rispetto al Consorzio. Il contenzioso che riguarda il Polo è invece in mano ai legali, anche se, è ovvio, si farà di tutto per arrivare ad un accordo extragiudiziale. Noi siamo pronti, in qualsiasi momento e sede, a spiegare perché non abbiamo più versato i fondi al Polo, non abbiamo assolutamente nulla da nascondere”. Come hanno accolto le novità gli studenti? “In maniera molto positiva. Appena si è diffusa la notizia dell’accordo l’aria si è immediatamente distesa, i ragazzi – ed anche gli insegnanti – si sono tranquillizzati ed hanno capito che qui siamo tutti propensi al rilancio del progetto università e non alla sua chiusura. Ringrazio le associazioni ed i rappresentanti degli studenti, che hanno fatto di tutto per sensibilizzare sia l’opinione pubblica che gli addetti ai lavori sul grave rischio che questo centro stava correndo. Hanno poi portato le loro istanze al Rettore, che è rimasto favorevolmente colpito dalle iniziative dei ragazzi: credo che questa sia stata una delle ragioni per cui tutto è filato liscio. Il Rettore ha infatti dimostrato una grande sensibilità nei confronti degli studenti ed è stato ben disposto ad accogliere le loro richieste”. Quanti studenti ci sono attualmente in questa sede? “Circa 2200”. Visto che i due terzi dei ragazzi viene da fuori Pomezia, non sarebbe il caso di sensibilizzare i Comuni limitrofi per un contributo atto a coprire le spese dei loro studenti? “Abbiamo fatto questa richiesta già in passato e ad, oggi, solo Ardea ha risposto mettendo nel suo bilancio di quest’anno una somma da destinare all’università. Abbiamo comunque intenzione di sollecitare le altre amministrazioni dell’Aera Vasta, magari inserendole nel Consorzio, in modo da poter distribuire le spese in maniera più equa. Credo che possa essere interessante anche per loro, visto che si tratterà di rivalutare e rilanciare un servizio importante per tutta la Provincia a sud di Roma, che produrrà non solo cultura, ma anche occupazione, cosa che, in periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, darà una boccata d’ossigeno a tutto il territorio”. Quali sono i rapporti con le varie industrie della zona? “Quando sono arrivato al Consorzio ho trovato una situazione organizzativa università-imprese praticamente inesistente: le imprese, comprese quelle che facevano parte del Consorzio stesso, erano lontane dagli studenti e gli studenti erano lontani dalle realtà lavorative. Adesso le cose sono cambiate. Siamo riusciti a riavvicinare gli imprenditori e le industrie, facendo capire che questa non è una struttura passiva che non produce, ma è un punto di riferimento e di raccordo utile ad entrambe le realtà. Abbiamo quindi adesso anche il sostegno delle industrie”. Le premesse di un futuro più roseo ci sono tutte, quindi. Oggi Pomezia è una delle poche città in Italia in grado di offrire ai suoi abitanti un percorso didattico completo dall’asilo alla laurea fino, grazie a questo nuovo accordo, a occasioni di professionalizzazione post-universitaria. In questo modo l’Università diventa il motore della innovazione e della qualificazione per tutto l’hinterland di Pomezia e un Centro di Eccellenza di carattere internazionale fortemente attrattivo.
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Cronaca
NON SIETE SOLI! LA CASA-FAMIGLIA CHIARA E FRANCESCO DI TORVAIANICA CELEBRA LA 5ª EDIZIONE DELLA GIORNATA CONTRO LA PEDOFILIA
’ ormai arrivata alla sua 5ª edizione, ma l’entusiasmo degli organizzatori è quello del primo giorno, quello in cui, dopo aver vissuto attraverso i racconti tristi e disperati dei ragazzi che ospitano nella “loro” casa-famiglia, hanno deciso di fare qualcosa per contrastare il terribile fenomeno della pedofilia. Stiamo parlando della manifestazione “Giornata della Libertà del Bambino a Torvaianica – Contro la pedofilia e la pedopornografia”, nata dall’abnegazione dei volontari della casa-famiglia Chiara e Francesco. “Quando il gioco dei grandi entra in quello dei piccoli” è una “due giorni” - il 24 ed il 25 Aprile dedicata tutta ai bambini, durante i quali, tra giochi ed attività ricreative e di intrattenimento, viene spiegato ai bambini che non devono fidarsi di adulti che propongono loro cose “strane”. Da un sondaggio fatto ai giovanissimi, è purtroppo emerso che circa la metà dei più piccoli si lascerebbe accompagnare da uno
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sconosciuto o accetterebbe di seguirlo in cambio di un giocattolo. Lo scopo di questa manifestazione è quindi quello di sensibilizzare non solo i bambini ai pericoli che gesti apparentemente innocenti possono nascondere, ma anche le famiglie, che devono insegnare ai loro figli come fare per non incappare nei “mostri” e come difendersi da essi. L’evento vuole inoltre ricordare – e quest’anno lo ha fatto facendo lanciare verso il cielo direttamente ai bimbi presenti 500 palloncini bianchi – tutte le vittime della pedofilia e della pedopornografia. “Non siete soli”, è stato lo slogan che ha accompagnato il lancio, al quale erano presenti più di mille persone. “C’è stata davvero una grande partecipazione da parte di tutti gli abitanti di Torvaianica e Pomezia, oltre che dei turisti che sono venuti qui in questi giorni – ha commentato Alessandro, uno degli organizzatori – Vogliamo quindi ringraziarli per la loro presenza, perché la manifestazione sta crescendo e acquistando importanza ogni anno di più anche grazie a loro”. Di questo evento si parla infatti ormai in tutta Italia, tant’è che Filippo, un giovane milanese, è arrivato dalla sua città solo per portare la sua solidarietà agli organizzatori ed ai bambini e ragazzi vittime di abusi. “Dobbiamo poi dire grazie all’amministrazione comunale, che ci ha aiutato e sponsorizzato e, quest’anno, anche al Ministero delle Pari Opportunità, che ha voluto dare un suo contribuito. Approfittiamo dell’occasione per invitare anche il neo Assessore alle Politiche Sociali della nuova Giunta Regionale a venirci a trovare: magari insieme riusciremo a fare ancora di più per questi giovani”, continua il volontario. Un grazie arriva anche da Fabrizio,
“anima” della casa-famiglia, alle forze dell’ordine, che hanno allestito anche quest’anno degli stand dimostrativi, dando modo a tutti i bambini presenti di fare domande e prove, come quella per spegnere un incendio, ed a tutte le associazioni di volontariato presenti, come la Protezione Civile “Echo”, Fare Verde e Andos. Anche i ristoratori hanno dato il loro contributo, cucinando per tutti il piatto locale, i “Torvicelli”. “Noi siamo tutti i giorni a contatto con delle realtà che non vorremmo mai vedere – spiega Alessandro – Al momento abbiamo due strutture, che attualmente ospitano 12 bambini. Stiamo per aprirne una terza, dedicata agli adolescenti tra i 13 ed i 18 anni, dove potremo accogliere altri sei ragazzi. Sapere cosa hanno subìto è una pena, quindi ci dedichiamo con tutte le nostre forze a questa causa, per ridare loro una vita normale. Crediamo molto nel potere dell’informazione e della prevenzione, per questo cerchiamo di far conoscere il più possibile la nostra attività, mostrando i pericoli che derivano e si nascondono soprattutto nelle nuove tecnologie, come internet ed i telefonini cellulari, anche scendendo in piazza”. E la piazza ha risposto in modo massiccio e positivo, non solo di fronte a questo invito. I bambini, infatti, sono riusciti ad andare oltre, superando anche le barriere del razzismo, dei pregiudizi e dell’indifferenza. Il 25 Aprile, in piazza a Torvaianica, c’erano bambini italiani, arabi, indiani, africani e dell’Est Europa, che giocavano tutti insieme, perché, guardandosi, non vedevano colore della pelle o tratti somatici diversi, ma solo altri bambini. Alfredo Corrao
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Cronaca
25 APRILE: POMEZIA FESTEGGIA I SUOI 72 ANNI TANTE LE MANIFESTAZIONI E GLI EVENTI PER CELEBRARE L'ANNIVERSARIO omezia festeggia alla grande i suoi 72 anni, coinvolgendo i cittadini in una serie di manifestazioni, che hanno avuto inizio già da sabato 24 Aprile, con la mostra “I colori del mare”, allestita nella sala dell’ex ostello della gioventù, ora di proprietà del Comune. La stessa struttura, nella parte riservata alla biblioteca, ha ospitato “Un mare di idee”, lettura animata e musicata per bambini, ma in realtà un vero e proprio laboratorio creativo di parole, colori e forme durante il quale i piccoli hanno realizzato l’arcobalena, che ha riunito artisticamente i colori dell’arcobaleno alle forme del simpatico mammifero marino. Nella mattinata di sabato ha anche preso il via la Iª Regata Velica Nazionale di Torvaianica, classe “Sunfish”, organizzata dalle sezioni di Pomezia e Civitavecchia della Lega navale italiana e patrocinata dal Comune in collaborazione con Guardia costiera, una “due giorni” che ha visto gareggiare campioni a livello internazionale. La classifica finale ha visto arrivare al primo posto Umberto Valle, campione italiano in carica, al secondo Andrea Milla, arrivato undicesimo al campionato mondiale che si è da poco svolto negli Stati Uniti, ed al terzo Stefano Pianelli, di soli 22 anni, che si è anche aggiudicato il premio di più giovane velista. Prima delle donne in gara Paola Loduca. La domenica le manifestazioni sono iniziate alle 9 in Piazza Indipendenza a Pomezia, dove è stata allestita la mostra fotografica “Fatti, immagini e personaggi della bonifica” organizzata dall’associazione Coloni di Pomezia, durante la quale sono stati proiettati alcuni filmati d’epoca dell’Istituto Luce. Sempre in mattinata si è svolto lo spettacolo degli Sbandieratori, dapprima in piazza, poi davanti al monumento dedicato ai
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Coloni, seguito dalla consegna del premio “Fondazione” ad alcuni cittadini che hanno contribuito, contraddistinguendosi, alla crescita della città. Nel frattempo, nel Campus Universitario, si è svolta la mostra delle auto storiche messe a disposizione dagli “artigiani meccanici pionieri della città”, oltre che dalle Forze dell’Ordine, accompagnata da una mostra fotografica della vita a Pomezia negli anni ‘40 e ‘50, con la consegna di Targhe di Benemerenza a personaggi di spicco. Per l’occasione, sia il Sindaco Enrico De Fusco che il Presidente del Consorzio Universitario Piergiorgio Crosti sono stati nominati soci onorari del C.A.M.S., il Club Auto e Moto Storiche. La giornata del 25 Aprile ha inoltre coinciso con la chiusura della “Settimana della Cultura”, alla quale il Comune di Pomezia ha aderito offrendo a tutti i cittadini l’ingresso gratuito al Museo Archeologico Lavinium di Pratica Anna Maria Greco di Mare.
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Ambiente
A TORVAIANICA TORNA IL SAPORE DI MARE PULITO LA REGIONE LAZIO PROMUOVE LA NOSTRA COSTA ED I BALNEARI SI CONSORZIANO
’ partita alla grande, la stagione estiva 2010 di Torvaianica. Sarà perché è coincisa, essendo iniziata il 25 Aprile, con la Festa della Liberazione, con l’anniversario della Fondazione di Pomezia e con tutte le manifestazioni organizzate per celebrare queste importanti ricorrenze, sarà per il tempo splendido che ha finalmente fatto dimenticare le piogge ed il freddo invernale, ma la cittadina balneare era stracolma come non si vedeva da tempo. Ma il merito più grande va sicuramente al mare di Torvaianica, che, per il secondo anno consecutivo, non ha alcun divieto di balneazione, tranne che quelli obbligatori per legge, di 250 metri per lato, in prossimità dei fossi di Pratica di Mare, della Crocetta, Orfeo e di Rio Torto. La notizia è arrivata dalla Regione Lazio appena due giorni prima dell’apertura anticipata degli stabilimenti, ed è stata accolta con soddisfazione dall’amministrazione pometina. “Stiamo raccogliendo i frutti del lavoro svolto in questi anni – ha commentato il Sindaco
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Enrico De Fusco – Il potenziamento dei depuratori, la particolare attenzione che abbiamo posto agli scarichi ed il costante controllo e monitoraggio dei fossi hanno fatto in modo che il nostro mare tornasse ad essere quello pubblicizzato vent’anni fa, quando lo slogan di Torvaianica era “Sapore di mare pulito”. Oggi quello slogan è di nuovo veritiero”. “Si tratta di una notizia importante – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente e Demanio Stefano Arciero – sulla quale poter lavorare per rilanciare il turismo sulle nostre coste. In passato, infatti, siamo stati penalizzati dai divieti emessi dalla Regione”. Adesso che la natura ha dato il suo contributo, tocca ai balneari organizzarsi in modo che i turisti scelgano nuovamente Torvaianica come meta delle loro vacanze. “Quest’anno andrà sicuramente meglio – ha spiegato Arciero – visto che, dopo numerosi incontri partiti già dallo scorso febbraio tra tutte le parti sociali coinvolte – operatori turistici, gestori degli stabilimenti balneari, pescatori, Capitaneria di Porto e
Comune – si è deciso innanzi tutto di anticipare l’apertura della stagione, ovviamente in via facoltativa. L’ottimismo deriva poi dal fatto che per la prima volta i balneari, superando rivalità e sigle sindacali, si sono uniti – tranne un paio di eccezioni – in un unico comitato, con il quale l’amministrazione si interfaccerà direttamente e che, in attesa dell’approvazione definitiva del PUA (Piano di Utilizzazione dell’Arenile, NdR), ha deciso di rilanciare la costa con varie iniziative, a partire dal rafforzamento della sicurezza”. Il Comitato, presieduto da Marco Sacrestano, ha suddiviso, in accordo con la Capitaneria di Porto, i nove chilometri di costa in 46 zone, che comprenderanno sia quelle demaniali che quelle in concessione. Ognuna sarà dotata di una bandierina numerata che indicherà tutti i punti di salvataggio presenti sulle spiagge. L’iniziativa è a carico oneroso del comitato, e consentirà un contatto diretto con la Capitaneria di Porto attraverso l’utilizzo di radio FM sintonizzate sulla stessa frequenza. A questo si aggiunge l’accordo con i Volontari della Misericordia, che hanno garantito la presenza fissa di un’ambulanza, con un punto di rianimazione che sarà istituito sulla piazzola davanti alla sede dei vigili urbani, utilizzata anche come eliporto in caso di necessità. Il Comune, da parte sua, garantirà l’assistenza ai bagnanti nei tratti di spiaggia libera con i bagnini della “Pomezia Servizi”, oltre alla costante pulizia dell’arenile a partire dal 1° Maggio. Mare e spiagge pulite e sicure: ora manca solo l’organizzazione di eventi di richiamo, per avere la speranza di una stagione davvero positiva sotto tutti gli aspetti. Alfredo Corrao
ED INTANTO COMUNE E REGIONE LAVORERANNO INSIEME PER SALVAGUARDARE LA COSTA E LE ATTIVITA’ LEGATE AL MARE ’ stato un incontro importante e proficuo per il territorio di Pomezia e soprattutto per Torvaianica, quello al quale ha partecipato lo scorso 26 Aprile il sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, che ha risposto all’invito che il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha inoltrato a tutti i sindaci dei comuni costieri e delle isole del Lazio in merito alle problematiche dell’erosione della costa e del dissesto idrogeologico. La riunione tra la neo eletta Presidente ed i Sindaci si è svolta presso la sede della Regione in via Cristoforo Colombo ed ha soddisfatto i partecipanti. “E’ stato un incontro positivo - ha detto al termine il sindaco Enrico De Fusco – perché ho potuto avanzare alcune richieste di interventi necessari per la nostra costa. Ed alle richieste ha fatto seguito un impegno
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preciso dell’amministrazione regionale”. Un impegno preciso a tutela e salvaguardia della costa di Pomezia colpita – ma ormai da tempo - da una forte erosione. E non solo. “Ho avuto modo – ha spiegato il Primo Cittadino – di chiedere alla Regione la disponibilità di interventi mirati senza dubbio a combattere l’erosione della costa e alla tutela di quelle costruzioni che lo scorso inverno sono state minacciate dalla forza del mare. Ma ho anche chiesto la possibilità di intervenire per la tutela e la salvaguardia delle attività sulla costa. In primis i pescatori: per loro c’è la necessità non più rinviabile di trovare un sito idoneo per ospitare le imbarcazioni e le attrezzature per la pesca. Un sito attrezzato e sicuro. Così come ho chiesto la possibilità di un intervento a tutela delle dune del nostro litora-
le minacciate dal mare”. Interventi mirati ed ecocompatibili a salvaguardia dell’ambiente e dell’economia del territorio. La risposta della Polverini è stata immediata. Entro pochi giorni i sindaci invieranno una scheda dettagliata di quelle opere che ritengono prioritarie, schede in cui verranno dettagliati i particolari degli interventi richiesti. Successivamente i tecnici della Regione verificheranno insieme ai tecnici comunali l’effettiva cantierabilità e la straordinaria urgenza dell’intervento a tutela e salvaguardia della costa. “Si lavorerà – ha aggiunto e concluso il sindaco – in sinergia per dare risposte concrete ed immediate a problemi che si trascinano da tempo”.
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Quartieri Pomezia
TRE CANNELLE: IL NON QUARTIERE I RESIDENTI LANCIANO L’ALLARME: “SIAMO ALLO STATO BRADO” ato “spontaneamente”, così come tante altre zone del Comune di Pomezia, negli anni ‘70, il quartiere delle “Tre Cannelle – Via della Maggiona” mostra sempre più – a distanza di 40 anni dai primi insediamenti abitativi – tutte le sue carenze strutturali e logistiche. Strade non asfaltate, prive di marciapiedi ed illuminazione, nessuna logica urbanistica, niente piazze o punti di aggregazione. Per non parlare dei servizi: a parte le fognature (acque nere), tutto il resto è utopia. L’acqua è quella dei pozzi, il servizio di trasporto pubblico è quasi inesistente, non esistono scuole né farmacie, né tantomeno un parco giochi per i bambini. “Mancando all’epoca un piano regolatore, la nostra era inizialmente una zona formata da case costruite in maniera abusiva – ammette il sig. Silvano Alfonsi, uno dei pochi abitanti che ancora crede di poter instaurare un dialogo con le varie amministrazioni che si succedono a Pomezia – ma nel corso degli anni tutte le abitazioni sono state sanate. Le costruzioni fatte negli ultimi tempi, invece, sono tutte regolari. Il problema è che la nostra zona viene ancora vista come se fosse aperta campagna, quando invece è ormai parte di Pomezia a tutti gli effetti”. “A quanto sappiamo – aggiunge la signora Elisa Salerno – esiste un piano particolareggiato che, dopo varie peripezie tra Enti, è tornato a Pomezia dalla Regione Lazio ad Aprile dello scorso anno ed ora giace in qualche ufficio in attesa di non si sa cosa”. “In questi 40 anni abbiamo visto sorgere dal nulla interi quartieri, forniti di strade, infrastrutture e servizi primari, mentre qui da noi l’immobilismo ha sempre regnato sovrano. Vorremmo capire se la nostra è una zona poco appetibile, visto che nessuno ha mai pensato di farla crescere, così come è avvenuto e tutt’ora avviene per gli altri territori comunali, o se esiste qualche altro motivo che ne impedisce uno sviluppo logico ed armonioso”, chiede Alfonsi. La città, infatti, anche in prospettiva dei piani integrati
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approvati lo scorso dicembre dal Consiglio Comunale, tende ad estendersi soprattutto in direzione di Torvaianica, mentre la parte che costeggia via Pontina Vecchia ed arriva fino alla Laurentina, passando anche per Campobello, non mostra segni di particolare sviluppo urbanistico. “Qualsiasi miglioria fatta nel corso degli anni nel quartiere – continua Alfonsi – è stata fatta a spese dei residenti: le poche strade asfaltate le abbiamo pagate noi ed anche la pulizia della zona è “fai da te”. Gli insufficienti cassonetti – di differenziata non se ne parla – sono sempre stracolmi ed è solo grazie alla buona volontà di alcuni di noi che i rifiuti non si accumulano in discariche spontanee a cielo aperto. Carichiamo infatti i sacchetti, suddivisi per tipologia, nelle nostre auto, ed andiamo a gettarli nelle varie campane della differenziata che si trovano a Pomezia”. Magari non avrete abbastanza cassonetti, ma adesso che il Comune ha raggiunto l’accordo economico con l’Acea potrete almeno avere l’acqua diretta... “Mi sembra difficile, visto che mancano gli allacci. Non parliamo solo del pezzetto di tubatura che si collega alle varie abitazioni, ma degli impianti che portano nelle varie strade. C’è ancora un tale lavoro da fare che non si sa se e quando riusciremo ad avere la fortuna di poter bere l’acqua del rubinetto”. Cosa chiedete all’amministrazione? “Certo non i miracoli, ma semplicemente una maggiore attenzione verso i problemi che affrontiamo quotidianamente: già basterebbe aumentare le corse di trasporto pubblico per migliorare la nostra qualità di vita, visto che adesso per spostarci siamo obbligati a prendere l’automobile. Ma chi non ce l’ha o rimane a casa, o è costretto a vere e proprie odissee per raggiungere Roma, Ardea, Anzio o addirittura per andare al centro di Pomezia, nonostante la relativa vicinanza”. A proposito di trasporto pubblico, una decina di anni fa
il Co.Tra.L. sembrava intenzionato ad istituire una corsa da Roma a Nettuno e Latina che passasse proprio da via della Maggiona, per poter servire tutti gli abitanti non solo di quel quartiere, ma anche di Santa Procula e di via Campobello, per un totale di 6.000 potenziali utenti. Vennero inviati gli ispettori per il controllo sulla fattibilità del progetto, che trovò come unico ostacolo la larghezza di una parte della strada, non sufficiente per garantire la necessaria sicurezza al transito dei pullman. L’amministrazione allora in carica promise di effettuare tutti i lavori necessari, ma le tristemente note vicende giudiziarie che la videro coinvolta (parliamo del governo Aureli) fecero passare le esigenze dei cittadini in secondo piano, al punto da essere dimenticate. “Vorremmo che la nostra zona potesse un giorno non troppo lontano trasformarsi in un vero quartiere, che diventasse vivibile anche al di fuori delle nostre abitazioni. Qui manca la civiltà: gli amministratori non hanno capito che stare senza i servizi primari come l’acqua, le strade e la luce, è come vivere nel terzo mondo, con l’aggravante del continuo confronto con le zone limitrofe che questi servizi li hanno già da tempo”. Per assurdo, gli abitanti delle Tre Cannelle chiedono che vengano autorizzate nuove costruzioni nei circa 60 lotti rimasti liberi, in modo da poter usufruire dei vantaggi che porterebbero grazie alle nuove norme sulle lottizzazioni. “Ovviamente non vogliamo cemento selvaggio o la distruzione del verde spiegano Alfonsi e Salerno – ma una pianificazione urbanistica che consenta una crescita armoniosa del quartiere, così come ci era stato promesso, soprattutto in campagna elettorale, dai vari politici che si sono succeduti negli ultimi 10- 15 anni, nel corso dei quali, al contrario, per la nostra zona non è stato fatto assolutamente nulla”. Chissà se questa volta, visto che le elezioni si avvicinano sempre più, l’appello di questi cittadini verrà accolto... Alessia Ambra Achille
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Ardea
CASTAGNOLA-CASTAGNETTA: L'UNIONE FA LA FORZA IL NEO PRESIDENTE PISANI ILLUSTRA LE SUE STRATEGIE PER MIGLIORARE L’INTERA ZONA
a situazione delle strade e di tutti gli altri servizi primari, qui nei quartieri Castagnola e Castagnetta, sfiora il ridicolo”. E’ così che esordisce Nicola Pisani, presidente del CdQ che ha visto unire le forze delle due zone ardeatine. “Trovandoci a pochi chilometri da Roma, il nostro dovrebbe essere un Comune ambito da tutti coloro che cercano un luogo dove vivere che sia accessibile a livello di prezzi per le abitazioni ma che offra una qualità di vita a dimensione d’uomo, unendo i servizi alla ricchezza del territorio, che offre aria pura, bei paesaggi ed il mare a due passi. Invece ci si ritrova in una sorta di terzo mondo, dove quelli che sono normali diritti dei cittadini diventano sogni utopistici”. Quindi trasferirsi ad Ardea da Roma non è poi così conveniente... “Se si escludono poche fortunate zone, dove adesso si possono avere acqua potabile, fognature, trasporti urbani decenti, strade asfaltate, marciapiedi e persino l’illuminazione stradale, il resto del territorio comunale è ancora allo stato brado. Se si prendono ad esempio i nostri quartieri viene voglia di scappare. A noi mancano i servizi primari: dai nostri rubinetti esce l’acqua dei pozzi invece di quella potabile, le nostre strade – tranne un paio di quelle principali – sono ancora sterrate, senza luci né marciapiedi, addirittura il nome di alcune delle vie è scritto su cartelli di cartone con pennarelli indelebili. Se vengono a trovarci ospiti da fuori ci vergogniamo, soprattutto qualndo ci fanno l’immancabile battuta “Ma andate in giro ancora con la diligenza?” oppure “Almeno in Africa lo sanno che vivono nel Terzo mondo, voi invece no!”. E’ umiliante”. Per non parlare della mancanza di infrastrutture. Non ci sono piazze, parchi dove far giocare i bambini, centri di aggregazione per ragazzi o per gli anziani, manca addirittura un semplice bar o un alimentari dove andare ad acquistare un litro di latte. “Il super-
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mercato più vicino è a diversi chilometri da qui, quindi per fare la spesa bisogna per forza prendere la macchina. Questo sembra giustificare l’assenza di regolari corse di trasporto urbano, che qui passano solo due volte al giorno, una all’andata verso le nove ed una al ritorno alle undici, sempre di mattina. Non esistono neanche le fermate, non ci sono pensiline che possano riparare dalla pioggia o dal sole”. Lo sfogo di Pisani è davvero amaro. “Ci sentiamo abbandonati dall’amministrazione, che cerca gli abitanti di questi quartieri solo quando è in campagna elettorale, per raccattare gli ottocento voti che la nostra zona può offrire. Per tutto il resto del tempo è silenzio tombale”. Eppure da questa zona qualche politico è uscito... “Si, ma nel passato remoto. Infatti gli ultimi lavori fatti in questi quartieri risalgono a 15, 20 anni fa. Poi, il nulla. Le strade sono illuminate grazie alle luci delle abitazioni private, che riescono a fendere almeno un po’ il buio della notte. Se ci sono danni gravi alle strade cerchiamo di tamponare a spese nostre. Ma che cosa dobbiamo fare di più? A me non piacciono le proteste eclatanti con gesti estremi, preferisco esporre con pacatezza i nostri problemi, ma questa amministrazione mi sembra sorda ad ogni richiesta, peraltro legittima, che proviamo ad avanzare”. Pensa che le cose possano cambiare nel prossimo futuro? “Io sono alla presidenza di questo Comitato, che ha unito le forze di due quartieri confinanti e con caratteristiche molto simili, da poco più di un mese, avendo preso il posto di Elena Russo dopo il suo trasferimento a Roma. Ma, essendo da tempo impegnato nel sociale, conosco molto bene non solo i problemi, ma anche i retroscena, quindi spero di riuscire a coinvolgere quanti più abitanti possibili in questa battaglia per la normalità. Perché quello che chiediamo è que-
sto: vivere nella normalità, il che significa avere gli stessi servizi a cui hanno diritto tutti i cittadini, perché anche noi, come chi vive nella Rocca, paghiamo le tasse”. A chi si può imputare la colpa di questo abbandono? Si potrebbe pensare che, essendo una zona poco abitata, non sia un richiamo molto forte per i politici, che preferiscono dedicarsi a quartieri più popolosi e quindi a bacini di elettorato molto più consistenti? “Io credo che la cosa possa essere interpretata anche al contrario. Siccome questa è una zona ancorata al passato, dove nei primi anni in cui Ardea si è staccata da Pomezia andava molto di moda il clientelismo ed il favoritismo, ci si senta ancora grati a determinati personaggi ed ai loro amici, quindi i voti, per certe persone, sono garantiti senza alcuno sforzo”. Lei mi parla di clientelismo e favoritismo come se fossero pratiche del tutto naturali... “Sicuramente quando queste zone si sono sviluppate lo erano, visto che gli abitanti erano perlopiù contadini che neanche sapevano leggere e che, per qualsiasi cosa che ritenevano essere al di sopra delle loro capacità si rivolgevano a quello più “intelligente” o colto – che spesso era un politico – per farsi aiutare, ma anche su cose semplici. Questo ha creato una specie di asservimento che è stato tramandato negli anni e che, in certi casi, è ancora duro a morire, soprattutto negli anziani”. Cosa occorre fare per cambiare la situazione? “Occorre unirsi per stilare una strategia comune ed attiva, per fare un elenco delle priorità ed impegnarsi per ottenere dei risultati concreti. Da parte mia ce la metterò tutta affinché questo possa diventare finalmente un quartiere degno di questo nome, dove chi ci vive non si debba mai pentire della scelta che ha fatto e non si debba mai vergognare davanti a chi viene da posti “più evoluti” o più organizzati”. Alfredo Corrao
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Sanità
I DATI SUL RADON PRESENTATI AL MUSEO MANZU’ LA RACCOLTA DATI SUL PERICOLOSO GAS
ono 1.340 le firme per dire basta all’illegalità e alla mancanza di informazione sul Radon presentate venerdì 9 aprile dal Comitato popolare promotore dell’iniziativa nella sala conferenze del Museo Manzù, ad Ardea. Questi i primi risultati ufficiali della raccolta che ha coinvolto cittadini, medici e professionisti, uniti in quello che loro stessi hanno chiamato il Comitato popolare per l’informazione sul gas Radon. Di questo gas il nostro giornale si è già occupato nel numero di marzo, ma riassumiamo alcuni punti fondamentali. Il Radon è un gas nobile, incolore ed inodore emesso dal suolo; può accumularsi negli spazi chiusi, come case, negozi, scuole o luoghi di lavoro. Il Radon, come ha stabilito anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo, ma non bisogna allarmarsi. Bastano pochi ma incisivi interventi per difendersi dai suoi effetti. Per questo, il comitato ha voluto chiedere alle amministrazioni di Ardea e di Pomezia ed alla Asl di informare i cittadini su cosa è il Radon e come ci si può difendere da esso. Il gas, infatti, è presente in quantità eccessive nei nostri territori. Lo stesso Comune di Pomezia ne è consapevole dal 2000, anno in cui venne effettuato un monitoraggio delle aree a rischio Radon. Il gas, infatti, è generato continuamente da alcune rocce della crosta terrestre come lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti (ed altro) e se si pensa alle caratteristiche geofisiche dei territori dei due comuni, la questione assume subito grande rilevanza. Inoltre, non bisogna dimenticare che il Radon è presente anche in diversi materiali da costruzione e come gas disciolto. A
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grandi distanze dal luogo di formazione si trova anche nelle falde acquifere. Diventa perciò determinante la presa di coscienza del problema da parte dei cittadini. Questo ciò che sostanzialmente hanno riconosciuto tutti i partecipanti alla conferenza del 9 aprile. Segnaliamo tra i presenti alcuni dei promotori della raccolta firme come Giosuè Auletta, professore e storico del territorio, Piera Muzzu Martis, alla testa dei medici generici e Giuseppe Raspa, vicepresidente dell’associazione Grillini Pometini. Presenti, poi, tecnici come Massimo Moroni, divulgatore e geologo, impegnato nello studio del Radon da più di vent’anni e titolare di una società di misure e controlli accreditata con Altroconsumo, e, a sorpresa, Antonio Di Lisa, il geologo che nel 2000 si occupò proprio del monitoraggio sul territorio pometino. Uno studio che, come ha denunciato lo stesso Lisa, “è rimasto nel cassetto per un decennio”. Ora, grazie a questa battaglia iniziata dal basso, sembra che le amministrazioni si stiano muovendo. Alla conferenza erano presenti per il Comune di Pomezia, l’assessore all’Ambiente Stefano Arciero ed i suo collega all’urbanistica Eugenio De Cristofaro, mentre per Ardea, in prima fila, il neo assessore alla Cultura Mario Polito. Assenti seppur invitati, così hanno dichiarato gli organizzatori, i sindaci De Fusco ed Eufemi, mentre la dirigenza della Asl Rm H, sotto richiesta ufficiale, non ha inviato nessun rappresentante, pur avendo essa, in tema di salute, il compito istituzionale di controllo e di divulgazione. Assente anche l’assessore all’urbanistica del Comune di Ardea Carlo Giorgio Bille, che però ha fatto sapere agli organiz-
zatori che il problema Radon è stato già portato in Giunta. Un’altra notizia è stata poi appresa dal Comitato durante la conferenza. A darla l’assessore Arciero. Nel giorno dell’evento a Pomezia, è stata firmata la determinazione per l’impegno di spesa di 2.800,00 euro (iva esclusa) per l’affidamento diretto alla Geoex Sas di Rocca di Papa della fornitura e della posa in opera di dosimetri di rilevamento gas Radon. La società, cui fa capo il geologo Moroni, dovrà in sintesi analizzare per un anno il plesso scolastico di Santa Palomba, edificato in un’area ad alto rischio, e quello di Santa Procula, situato in un’area a medio - alto rischio. “Sarà necessario attendere un anno prima di avere i risultati - ha spiegato il geologo - perché, come prevede la legge, solo così sarà poi obbligatorio, per i dirigenti scolastici o per i delegati alla sicurezza sul lavoro, attuare ogni intervento necessario per bonificare l’area”. Il titolare pometino all’urbanistica De Cristofaro ha spiegato, dal punto di vista del suo assessorato, come siano da risolvere due questioni chiave: “capire come migliorare la situazione urbanistica attuale” e “soprattutto come andare avanti nella costruzione di nuovi edifici, facendo attenzione ai materiali giusti”. Per l‘assessore, infatti, non bisogna informare solo i cittadini, “ma anche i geometri, gli ingegneri e gli architetti, che non devono aver paura di aprirsi a nuove tecniche (come quelle della bioedilizia, ndr ), così da utilizzare materiali che non siano dannosi”. Tutto “senza dover aumentare i costi - afferma - perché non è vero che i materiali di bioedilizia costano di più. Ciò va smentito”. Questi auspici potrebbero concretizzarsi se le amministrazioni saranno pronte ad inserire delle modifiche ai loro piani edilizi. Invito accolto con impegno da De Cristofaro, sollecitato da Giuseppe Raspa dei Grillini Pometini. Se le promesse saranno mantenute sarà aggiunto il traguardo più importante, ma resterà il problema, sempre complesso, del risanamento di ciò che è già stato costruito. Nel comitato promotore c‘è però ottimismo. “Se i cittadini verranno informati su come tutelarsi dalla presenza del Radon - afferma Raspa - saranno loro stessi ad attuare gli interventi nelle loro case, ma serve informazione. Non deve esserci allarmismo, anche aerare la casa può essere un intervento semplice che può salvarci la vita”. Claudia Sperduti
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Ardea
POVERI ANZIANI IL COMUNE DI ARDEA NON STANZIA I FINANZIAMENTI PER I TRE CENTRI DEL TERRITORIO nziani sul piede di guerra ad Ardea. L’obbiettivo è chiedere al Comune i finanziamenti per le attività svolte nei centri anziani del territorio, così come predisposto nel regolamento comunale dei Centri stessi, approvato dal Consiglio con la delibera 38 del 23 dicembre 2004. I presidenti dei tre centri anziani (Nuova Florida, Ardea Centro e Tor San Lorenzo) “ritengono estremamente grave il fatto che, per il terzo anno consecutivo, nella stesura del bilancio comunale, non vi siano capitoli relativi al finanziamento delle attività che si svolgono all’interno dei Centri”. Queste le prime righe della lettera, inviata il 22 marzo scorso, al sindaco di Ardea Carlo Eufemi dai comitati di gestione, timorosi di un possibile blocco delle attività per mancanza di fondi. Per capire meglio la situazione, facciamo un passo indietro. I Centri Sociali degli anziani dipendono dal punto di vista funzionale ed amministrativo dal Comune. Il regolamento deliberato nel 2004, entrato in vigore il 1 gennaio 2005, stabilisce che, nella fase di stesura del bilancio, una parte dei fondi a disposizione venga destinata al finanziamento delle attività interne ai Centri, queste ultime stabilite dallo stesso regolamento comunale. “Questo Consiglio comunale, che pressoché è quello che ha strutturato ed approvato il regolamento (al tempo era sindaco Carlo Eufemi), non ha mai finanziato i centri - spiega Pietro Paolo Cacciotti, vice presidente di Ardea Centro - L’unica fonte di finanziamento è arrivata dal commissario prefettizio straordinario (insediatosi il 19 febbraio 2007, ndr) il quale ha stabilito che, per finanziare in parte le attività previste dal regolamento, sarebbero stati necessari circa 200 mila euro”. Sono ormai tre anni, quindi, che di questi fondi previsti non si è vista neanche l’ombra. Unica eccezione, una parte delle risorse messe a disposizione dal commissario che, spiega il vice presidente, come da regolamento, “ vanno accantonate, perché utilizzate insieme all’Ufficio dei Servizi Sociali per attività complementari”. Questa disponibilità, di cui, affermano i presidenti, i centri non hanno mai usufruito, l’anno scorso è stata al centro di
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un’intesa tra i comitati di gestione e l’amministrazione. “Ci siamo resi disponibili a rifiutare i fondi, - afferma Paolo Cacciotti - ad eccezione degli accantonamenti, purché nel 2010 tornasse in vigore quanto stabilito dal regolamento comunale”. Degli accantonamenti i centri hanno preso solo una parte ed intanto, nel bilancio, non c’è traccia di alcun finanziamento. Da qui, la lettera del 22 marzo al sindaco Eufemi che, non avendo visto risposte, l’8 aprile ha portato al blitz in Comune di alcuni membri dei tre centri, guidati dai loro presidenti Domenico Tavolieri (Ardea Centro), Pasquale Riso (Nuova Florida) e Francesco Amoroso (T. S. Lorenzo). Poco più di una dozzina di persone, tutte in piedi davanti all’ufficio del Sindaco. Il primo cittadino era però assente, non disponibile per tutta la giornata. La sua risposta, comunque, non si è fatta attendere. I presidenti sono stati convocati dopo una settimana. Presente, oltre al sindaco, anche l’assessore ai Servizi Sociali Massimiliano Gobbi. L’incontro si è aperto, quasi inevitabilmente, ad altri membri del comitato di gestione, ad alcuni iscritti ed anche al nostro giornale, tutti presenti davanti all’ufficio del sindaco. L’assessore Gobbi, che vanta un rapporto amicale coi tre centri anziani, con i quali dichiara un contatto pressoché quotidiano, si è dimostrato disponibile a trovare altri fondi in Provincia, in Regione, fino in Europa. “Grazie alla collaborazione con i primi due enti, infatti, - ha dichiarato - qualcosa è già stato stanziato”. La ricerca dei soldi altrove si lega ad un problema basilare: ai Servizi Sociali mancano i fondi comunali anche per i servizi primari. In merito a ciò, “il dirigente Cocuzza - spiega Gobbi - ha già protocollato una richiesta all’Ufficio Tributi, per una variazione di bilancio di circa 350 mila euro. Variazione che, se approvata, andrà a sostenere sia i servizi primari, facenti capo al mio assessorato, sia quelli legati ai Servizi Educativi dell’assessore Polito. Purtroppo il caso Spe - continua l’assessore - pesa ancora sulle casse comunali e questo durerà fino al 2011”. Il contenzioso da circa 10 milioni di euro, con la società che ha gestito il servizio di raccolta rifiuti nel comune
ardeatino dal 2000 al 2004, è ancora una volta il paravento dell’amministrazione che, stando al bilancio, però, vede assessorati ricoperti d’oro ed altri che raschiano il fondo del barile. Per gli anziani, al momento, resta solo ciò che arriva da altri enti, ovvero i fondi per progetti specifici. Il sindaco, che ha chiesto ai presidenti dei centri come abbiano fatto a funzionare finora senza finanziamenti comunali, ha preso del tempo per studiare la situazione. Un periodo, in realtà, che dovrebbe servire ai comitati di gestione per stilare un consuntivo di quanto fatto fino ad ora. “Cosa mantenere e cosa non è indispensabile. Da qui si partirà per la stesura di una programmazione e di una previsione finanziaria biennali - ha dichiarato il primo cittadino, che come scadenza ha considerato la fine del suo mandato - Se non bastassero i fondi comunali si potranno cercare quelli provinciali e regionali e, perché no, privati”. Tutto lecito, se non fosse, “in merito alle attività dei centri - spiegano dai comitati - che queste sono già state ben elencate nel regolamento comunale”. Questo testo, comunque, sarà presto sul tavolo di discussione. “Stiamo approntando delle modifiche all’attuale regolamento - ha spiegato il titolare ai Servizi Sociali Gobbi - prevediamo l’inserimento di una retta d’iscrizione che servirà a dare a tutti i membri una copertura assicurativa. È solo uno dei punti innovativi. Stiamo lavorando, infatti, con lo sguardo verso quelle realtà i cui regolamenti hanno fruttato risultati positivi”. “Speriamo di venire consultati”, è l’auspicio dei membri di Ardea Centro, Nuova Florida e T. S. Lorenzo. “Con Gobbi abbiamo un buon rapporto - affermano corali i tre presidenti ricevuti in assessorato - ma non vogliamo trovarci di nuovo davanti a decisione già prese”, come avvenuto nel 2004. Alla data di stesura dell’articolo, non sono giunti altri aggiornamenti sulla vicenda. Intanto, una buona notizia per i centri di Tor San Lorenzo e Nuova Florida: sono stanziati infatti 20 mila euro per la manutenzione delle strutture. Resta fuori il centro anziani del centro storico, localizzato in uno stabile in affitto. Claudia Sperduti
LA FESTA DEL CENTRO ANZIANI DI TORVAIANICA
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E’ stata una bella festa, quella che si è svolta sabato 17 Aprile al Centro Anziani di Torvaianica per inaugurare la struttura esterna, che va a completare – come un fiore all’occhiello – i servizi a disposizione degli iscritti. Un’area di circa 250 metri quadri dove ballare nelle sere d’estate, riunirsi per fare quattro chiacchiere, passare il tempo in compagnia. A volere questa estensione del Centro il Presidente dello stesso, Sebastiano Scirè, che ha lavorato a fianco dell’amministrazione comunale e regionale fino alla realizzazio-
ne finale. La pavimentazione e la recinzione sono infatti state finanziate dal Comune di Pomezia, mentre la copertura è stata pagata con i fondi portati dal Consigliere regionale Astorre. Una sinergia tra Enti e utenti finali che ha dato i suoi frutti in tempi rapidi e che ha soddisfatto pienamente le aspettative di Scirè e di tutti gli iscritti. “Sento questo centro come una mia creatura – ha dichiarato commosso il Presidente del Centro Anziani – visto che ormai, da quasi vent’anni, passo più tempo qui che a casa mia, cercando sem-
pre di migliorarlo per stare e far stare bene tutti quelli che vi si recano”. E, vista l’allegria che si respirava nella sala, sembra proprio che Scirè sia riuscito nel suo intento. All’inaugurazione hanno partecipato rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, tra i quali gli Assessori ai Servizi Sociali Anna Mirarchi ed ai Trasporti Francesco Palazzo ed il consigliere comunale Antonio Maniscalco.
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Viabilità Ardea
CHI BUCA DI PIU’? NEL NUOVO “TORNEO” LA POLIZIA MUNICIPALE DI ARDEA SI AGGIUDICA UN OTTIMO PIAZZAMENTO... nalino le buche agli uffici competenti”. Al Comandante chiediamo anche cosa bisogna fare nel caso in cui, prendendo una buca, subissimo dei danni. Alcuni cittadini, infatti, pur chiamando gli agenti, non sono stati raggiunti da nessuna pattuglia. “Se a causa di gravi situazioni non possiamo rispondere alla chiamata - ha spiegato il Comandante - il cittadino, vittima della buca, dovrà fotografare la buca in questione ed i danni alla vettura, avendo premura di rendere identificabile il luogo dove il fatto è avvenuto. Queste foto, unite ad una perizia tecnica, possono essere sufficienti per dimostrare quanto accaduto”. C’è però chi afferma di non aver potuto inoltrare la richiesta di rimborso, perché è necessario il verbale stilato dalle forze dell’ordine. “Di questo ho sentito parlare anche io - ha risposto il Comandante - ma fino ad ora la procedura che ho spiegato è stata sufficiente. Sarà mia premura informarmi su nuovi risvolti e rendere noto il tutto ai cittadini”. In attesa che qualcosa si muova, lasciamo spazio alle immagini. Claudia Sperduti il problema di sempre, quello che spesso serve a riempire i “buchi” dei giornali, ma che in realtà riempie le conversazioni di molti cittadini. Le buche. L’annoso, a volte ripetitivo, ma sempre attuale problema, che mette in discussione la sicurezza stradale di molti comuni. Ne abbiamo parlato spesso e continueremo a farlo, finché i cittadini non riceveranno le risposte che cercano. Ad Ardea, infatti, non si comprende perché chi di dovere non riesce ad intervenire neanche dove è fortemente a rischio la sicurezza dei cittadini. Il maltempo è una delle tante cause, ma non l’unica, che ha reso l’asfalto un tappeto incidentato, pieno di dossi e di buchi, che mette a dura prova la resistenza di auto, moto, motorini e non solo. Diversi cittadini ci hanno (ri)proposto questo tema e lamentano il ritardo, se non la vera e propria assenza, di un intervento da parte delle autorità preposte. A via Strampelli ad esempio, continuano le forature dei pneumatici. Buche larghe e profonde o tratti di asfalto totalmente malmessi sono presenti lungo l’importante tratto viario, che collega la Laurentina alla Pontina e che, proseguendo per via Pescarella, lega il territorio di Ardea a quello dei Castelli Romani. Molti residenti affermano di aver perso il conto degli automobilisti che hanno forato lungo la via, in particolare all’altezza dei civici 26 e 28, dove abbiamo fotografato due pericolose buche, una delle quali proprio al centro della carreggiata. Dobbiamo segnalare, per dovere di cronaca, che a fine mese, la giunta ha deliberato nel piano triennale la sistemazione di via Nazzareno Strampelli, della Banditella di sopra ed il completamento di via Pescarella. Qui i lavori ripartiranno (sembra) entro i primi di maggio. A fermare gli operai era stata una variante per la costruzione di muretti di contenimento del terreno. Segnaliamo, poi, che grazie ai peg, piani esecutivi di gestione, atti a migliorare i servizi offerti ai cittadini, sempre a fine mese sono arrivati nuovi fondi ai vari responsabili di settore. C’è da augurarsi, quindi, che queste buone notizie abbiano presto riscontro lungo le
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strade del territorio. Il problema sicurezza, infatti, si estende a tutta l’area comunale. Molte vie della Nuova Florida sono quasi totalmente dissestate. Basti vedere la buca fotografata in via Novara. La stessa via del Tempio, che porta nel cuore storico del comune rutulo, sembra sgretolarsi al passaggio delle vetture. Di esempi, però, potremmo farne molti. Non c’è da stupirsi, quindi, che la stessa Polizia Municipale abbia forato durante l’orario di servizio. C’è da chiedersi, visti anche i problemi legati al numero del personale, cosa sarebbe successo se questo fatto fosse avvenuto durante un intervento urgente. Non facciamo però congetture e rimaniamo sul concreto. Secondo alcune fonti, l’autoparco che si occupa degli interventi immediati di sicurezza, come appunto, la sistemazione delle buche, non ha potuto operare per molto tempo a causa della mancanza di fondi. In particolare, sarebbero terminate le scorte di asfalto a freddo. Questo materiale, usato anche in autostrada per gli interventi di messa in sicurezza urgenti, si solidifica in breve tempo ed, essendo idrorepellente, è utilizzabile anche in caso di pioggia. Ora, i sacchetti sono finiti, secondo alcuni perché utilizzati per asfaltare veri e propri tratti stradali, mentre fonti ufficiali affermano che le troppe scorte immagazzinate si sarebbero deteriorate, buttando al vento i fondi elargiti. Anche alla Stazione della Polizia Locale di via del Tempio, lontano dal registratore, gli agenti confermano che l‘autoparco comunale, che si occupa di questo tipo di interventi, non ha più i soldi per proseguire il proprio lavoro. Gli addetti alla sicurezza, chiamati in causa da molti cittadini, avrebbero quindi le mani legate. Gli agenti, infatti, confermano che le buche sono state segnalate e che esistono anche dei fascicoli in merito presentati alla Prefettura, “come da procedura in tema di tutela dell’ordine pubblico”. Questo quanto ci è stato confermato telefonicamente anche dal Comandante della Polizia locale di Ardea, Francesco Passaretti, che sottolinea proprio come gli agenti effettuino “quotidiani sopralluoghi e seg-
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Istruzione Ardea
SCUOLE AL CAPOLINEA: NON A CAUSA DEL CALENDARIO, MA DELLO STATO FATISCENTE IN CUI VERSANO
a scuola: amata,odiata, temuta, è il posto dove tutti noi abbiamo trascorso lunghi anni, che adesso ricordiamo magari con nostalgia. E’ lo stesso posto dove adesso passano gran parte delle loro giornate i nostri figli, ma è soprattutto il posto dove si imparano, o si dovrebbero imparare, non solo le nozioni vere e proprie, ma anche l’educazione, il saper vivere, la convivenza civile. Ma che esempio possono dare scuole dove quello che si insegna, magari con lodevole sforzo, contrasta con la realtà che circonda i ragazzi, anzi, con la scuola stessa? E’ il caso di molti degli istituti scolastici di Ardea, che versano in condizioni non certo ideali. Erba alta ed incolta che nasconde nel migliore dei casi le “processiona-
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rie”, quegli animaletti che provocano terribili allergie nei soggetti predisposti, e nel peggiore – ma vero – topi, o meglio ratti, vivi o morti che siano. Finestre che vengono chiuse dall’interno con dei lucchetti, la cui chiave è in custodia all’assistente scolastico (quello che una volta era il bidello), cosicché se questo si assenta diventa impossibile arieggiare l’aula, finestre esposte a sud senza tende, per cui per schermarsi dal sole si attaccano fogli o adesivi, porte che recano i segni di un vandalismo incontrollato (ci sono anche buchi enormi, per fare i quali ci si impiega parecchio tempo: ma nel frattempo nessuno dei responsabili si accorgeva di niente?), muri imbrattati, bagni sporchi e malridotti. Per non parlare del servizio mensa, dove è capitato – anche ad un insegnante – di trovare i contenitori del cibo sporchi ed addirittura con dei capelli all’interno. A segnalare tutto ciò i genitori dei ragazzi, che si lamentano anche dello stato pietoso in cui versano le scuole, soprattutto quelle del I° Circolo, ossia quello presieduto dal Sindaco Eufemi. Lo stato peggiore è quello che si rileva nell’istituto di Pian di Frasso. “Ci chiediamo come fanno i nostri amministratori, che hanno anche loro i figli che frequentano le scuole del territorio, non accorgersi del degrado in cui versano”, si lamenta un gruppo di genitori che preferiscono rimanere anonimi. “Ma quando accompagnano i ragazzi che fanno, volano? O anche loro sono costret-
ti a gimcane improbabili per evitare le pericolose buche che costellano le strade che portano alle scuole? Ed i loro figli non si lamentano del caldo insopportabile che c’è in alcune aule, quelle esposte a sud, nelle quali si raggiungono in questi giorni i 30 gradi anche se fuori le temperature non sono molto elevate? E cosa succederà quando finalmente arriverà il beltempo?”. I genitori si sono incontrati, ed ancora lo faranno, con gli Assessori preposti, De Angelis ai Lavori Pubblici, Petricca all’ambiente e Polito all’istruzione, oltre che con il dirigente Rocca e con il Sindaco Eufemi, per cercare una soluzione definitiva a tutti i problemi che quotidianamente rovinano il soggiorno a scuola, ma finora hanno ricevuto solo risposte vaghe. L’unica certezza è la mancanza di fondi, che impedisce l’eseguirsi di tanti lavori necessari. Ma i rappresenti dei genitori non si arrendono e continuano le loro incursioni nei vari uffici comunali alla ricerca di qualcuno che non solo li ascolti, ma che prenda in mano la situazione. L’anno scolastico – per fortuna! - sta per finire, ma a settembre ricomincerà. Invitiamo quindi l’amministrazione ad approfittare della chiusura estiva per provare a risolvere i disagi esposti dai genitori, che sono poi le stesse persone che li ha votati. Forse sarebbe il caso di ricordarsi della loro esistenza anche al di fuori delle campagne elettorali, senza contare che gli alunni di oggi saranno gli elettori di domaAlessia Ambra Achille ni....
SCUOLA SUPERIORE: BOTTA E RISPOSTA TRA CITTADINI ED AMMINISTRAZIONE IL CDQ NUOVA FLORIDA ATTACCA IL PRIMO CITTADINO DI ARDEA, MA EUFEMI RISPONDE A TON l Comitato di Quartiere della Nuova Florida lancia ancora una volta pesanti accuse al Sindaco di Ardea. Argomento della discussione la scuola superiore in programma ormai da anni. Il CdQ, sentendosi preso in giro dai proclami fatti dal Primo Cittadino nell’opuscolo stampato in occasione del giro di boa dell’amministrazione, ha protocollato in Comune una pesante lettera, nella quale si afferma che “l’iter amministrativo per lo sblocco definitivo - e quindi per il via alla procedure d’appalto – di questa importantissima opera, da anni attesa dalla popolazione, non è affatto concluso! E non lo è proprio a causa della latitanza del Comune di Ardea!”. Dopo aver ribattezzato l’opuscolo “Mille Giorni di... bugie.”, il direttivo del Comitato si chiede e chiede ad Eufemi per quale motivo il Comune non si affretta a rimuovere l’ultimo ostacolo, che “pare essere l’esistenza di due diverse valutazioni circa il valore da attribuire alla permuta con la Provincia di Roma: una del Comune di Ardea e l’altra
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della Provincia. Le due versioni non sono inconciliabili. Occorre tuttavia sedersi ad un tavolo con la Provincia e chiudere la questione, cosa che il Comune di Ardea non ha ancora fatto, dando così prova del suo scarso interesse. Quella della realizzazione ad Ardea di una Scuola superiore è una battaglia che vede il Comitato di Quartiere della Nuova Florida impegnato da anni. Ai cittadini farebbe sicuramente piacere vedere lo stesso impegno su questo tema da parte Sua e di tutta la Sua Amministrazione”. Non si è fatta attendere la risposta di Carlo Eufemi. “Le procedure urbanistiche riportate nel consuntivo ‘Mille Giorni di Governo Locale’ - ha precisato il Primo Cittadino sottolineando il vero titolo del libro - relative alla costruzione della scuola superiore di Ardea si sono da tempo concluse con le approvazioni dei relativi atti da parte di Comune e Regione. Resta da definire l’atto di permuta riguardo alla cessione dell’area per la costruzione della scuola alla Provincia di Roma
in cambio della cessione al Comune di Ardea dell’edificio di via Crispi, definiti i rispettivi valori e compensazioni. E’ da diverso tempo che l’Amministrazione sta definendo questi parametri con la Provincia e il tutto è in fase di avanzata definizione. Per questi ritengo che nel primo Consiglio Comunale utile possa essere portato all’approvazione l’atto definitivo. Mi dispiace che il Comitato di Quartiere Nuova Florida continui a fare interventi senza prima essersi informato sullo stato delle cose”. Insomma, la mancanza di informazione reciproca sembra essere alla base degli scontri. Ora si spera che, diatribe a parte, la “questione scuola superiore” venga definita e risolta quanto prima, per dare finalmente ai ragazzi di Ardea l’opportunità di studiare dopo le medie senza allontanarsi troppo da casa. Alessia Ambra Achille
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Notizie Ardea
SI PREGA DI NON MORIRE PER
MANCANZA DI POSTI! ARDEA, TRAGICA LA SITUAZIONE DEL CIMITERO DI VIA STRAPELLI
osti esauriti. Non siamo ad una premiere, ma al cimitero di via Strampelli, ad Ardea. Qui, da qualche settimana, il Comune è costretto ad utilizzare i loculi già prenotati dai cittadini, ma attualmente vuoti, per accogliere le nuove sepolture.
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L’emergenza loculi, quindi, continua. Non è una novità, infatti, per il camposanto di Pian di Frasso, trovarsi senza posti liberi. Un problema ormai all’ordine del giorno. Si comprende, quindi, il peso del sequestro, avvenuto i primi di marzo ed attuato dalla Polizia locale rutula, che ha messo i sigilli ad 82 nuovi loculi. Alla base del sequestro, un errore di trascrizione dei calcoli sul cemento armato, nel progetto esecutivo presentato al Genio Civile. Un’inesattezza che ha bloccato lavori per circa 100 mila euro, tanto era stato stanziato, infatti, per le opere di ampliamento dell’area cimiteriale. Ecco allora la necessità di occupare i fornetti già prenotati che, assicurano dall’amministrazione, verranno presto restituiti ai cittadini. In attesa del dissequestro il Comune - ha dichiarato nei giorni scorsi alla stampa l’assessore all’Ambiente
Nicola Petricca - ha già stanziato 300 mila euro per la realizzazione di nuovi loculi (200 - 250 unità) da realizzarsi nello stesso cimitero. Intanto, resta il disagio per alcuni cittadini che vogliono visitare le tombe dei loro cari. Alcune di queste sono racchiuse infatti nella rete che circonda l’area sequestrata. Un sfida difficile attende, allora, l’assessorato all’Ambiente guidato da Petricca, che si trova a combattere un disagio vecchio ormai di anni. Ricordiamo poi che, in passato, l’area sacra è stata oggetto anche di gravi scandali. In particolare, quello legato al ritrovamento di una discarica di tombe nel 2002 e due anni dopo quello delle tombe allagate. Alla data di chiusura del pezzo (lunedì 26 aprile), non sono giunte notizie sul possibile dissequetro dell’area cimiteriale. C.S.
IL PULMINO DELLA DISCORDIA IL BANDO PER L'AFFIDAMENTO DEI TRASPORTI DI PERSONE DISABILI HA SOLLEVATO PROTESTE E POLEMICHE ontinui risvolti, ad Ardea, sulla vicenda che ruota attorno al bando per l’affidamento del pulmino, concesso in comodato dalla MGG Italia, per l’attivazione di un servizio di trasporto distrettuale di persone svantaggiate residenti nel Comune. La prima procedura di affidamento, che a marzo aveva visto vincitrice la cooperativa sociale onlus Mano Amica, è stata annullata dall’amministrazione per “autotutela”. Proteste formali, infatti, sono arrivate alla Commissione Trasparenza del comune rutulo e alla Procura di Velletri, dall’Associazione Insieme per la solidarietà, che ha contestato le modalità in cui è stato assegnato il servizio, finanziato con una somma pari a 35 mila euro. “L’apertura dei plichi (contenenti i progetti presentati per l’avviso di partecipazione, ndr) - ha scritto l’associazione il 2 aprile scorso in una lettera inviata al Presidente della commissione trasparenza - è avvenuta a porte chiuse, cosa di per sé anomala”. Una scelta inspiegabile - ha dichiarato la Presidente Silviana Martella - “a fronte di plichi sigillati, che già di per sé avrebbero dovuto contenere gli elementi necessari a decretare il vincitore del bando”. “L’apertura delle buste - affermano dall’associazione di via del Castello 2 - è avvenuta di venerdì pomeriggio, ma il vincitore è stato reso noto solo il lunedì successivo”. Aprire le buste a porte chiuse avrebbe decretato, quindi, “un vizio di mancata trasparenza”, poi-
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ché non è stato possibile per i partecipanti poter sapere immediatamente se “i progetti presentati siano stati esaustivi delle necessità richieste sui criteri di partecipazione”. A fronte di questo, il Comune, con la determina del 13 aprile, ha “ritenuto di dover annullare in auto tutela la procedura” e le successive determinazioni, avviando così una procedura ad evidenza pubblica. La cooperativa vincitrice ha rinunciato all’affidamento, ma, contestualmente, come stabilito nella determina, è rimasto il pulmino,“per il tempo strettamente necessario alla definizione della nuova procedura di affidamento”. Qui iniziano le nuove proteste.
“L’invito per la nuova procedura - affermano dall’associazione Insieme per la solidarietà - ci è arrivato nella mattinata del 14 aprile. La consegna dei documenti in originale era prevista per lunedì 19, entro mezzogiorno. Il Comune non ci ha restituito gli allegati alla precedente domanda. Per noi non è stato possibile, quindi, produrre tutta la documentazione in originale nei termini richiesti. Le associazioni - spiegano i volontari - hanno avuto pochi giorni di tempo, se si pensa che in mezzo c’era il fine settimana”. In una lettera protocollata il 21 aprile, inviata al presidente della Commissione trasparenza del Comune di Ardea, al sindaco Carlo Eufemi e all’assessore ai Servizi Sociali Massimiliano Gobbi, la presidente Silvana Martella ha denunciato la “discutibile gestione delle assegnazioni varie” ed ha chiesto alle autorità competenti il totale azzeramento dell’affidamento, effettuando un nuovo avviso “con ovvia sostituzione per intero della commissione aggiudicataria”. Senza entrare nel merito del valore dei diversi progetti presentati, bisognerà capire cosa è accaduto e se c’è stato nuovamente, oppure no, un vizio procedurale. In attesa di sapere come andrà a finire, comunque, informiamo che la cooperativa sociale Mano Amica si è nuovamente aggiudicata l’affidamento del servizio, che, nonostante la querelle, quindi, non ha subito alcuno stop. Claudia Sperduti
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Solidarietà
CALCIO+FAIRPLAY= SOLIDARIETA’ BELLA INIZIATIVA DI BENEFICENZA ALLO STADIO DI POMEZIA, DOVE LA NAZIONALE ATTORI HA INCONTRATO GLI EX CALCIATORI DI ROMA E LAZIO
on c’erano Paolo Bonolis, infortunatosi il giorno prima durante una partita di calcetto, né Bruno Conti, influenzato, ma la partita di beneficenza che si è svolta il 24 Aprile allo Stadio Comunale di Pomezia tra la Nazionale Attori e gli ex calciatori di Roma e Lazio ha visto comunque una grandissima partecipazione di volti noti, acclamati a gran voce dal pubblico accorso a sostenere l’iniziativa contro la violenza e per la solidarietà. “Scopo della iniziativa è infatti promuovere un’educazione allo sport e al tifo che ponga il divertimento e la cultura del Fair Play alla base del comportamento di sportivi e tifosi e, allo stesso tempo, educare i ragazzi e i giovani a una cittadinanza attiva, onesta e responsabile, capace di spezzare i comportamenti e gli atteggiamenti violenti”, ha spiegato Ruggero Alcanterini, Presidente del Comitato Nazionale Italiano del Fair Play. L’incontro, organizzato dall’ex calciatore della Roma Sandro Tovalieri, e finito – per la cronaca – 4 a 1 per gli ex calciatori – ha avuto come sfondo lo slogan “Il pallone batte come il cuore...ma la violenza può fermarlo”. “Ho vissuto ed ancora vivo nel mondo del calcio, uno sport dove negli ultimi anni si susseguono fatti di violenza – ha commentato Tovalieri - Come sportivo rifiuto la violenza, è da disprezzare, lo sport è vita, con la violenza si uccide lo sport e quindi anche noi stessi. I tifosi violenti vogliono dimostrare il proprio amore per il loro sport, in realtà lo danneggiano. Nel calcio occorrerebbe prendere esempio dalla scherma fin da bambini si insegna il rispetto per l’avversario, dal saluto iniziale fino al ringraziamento finale. Non dare la mano al termine del duello è sanzionato con la squalifica”. L’incasso della partita permetterà a diversi ragazzi di famiglie meno fortunate di varie parti d’Italia di affrontare le spese soggiorno e frequentare uno stage gratuito presso la scuola calcio di Sandro Tovalieri durante il Torneo Cedial Racing Cup, così che oltre ad imparare nuove tecniche di calcio, avranno la possibilità ci conoscere e fare amicizia con i ragazzi delle grandi squadre blasonate come la Roma, il Milan e la
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Juventus. E’ sicuramente tra i più in forma l’aeroplanino Vincenzo Montella, che infatti ha segnato ben due gol. “Sono felice di partecipare ad iniziative come queste, che permettono a persone meno fortunate di vivere esperienze che ricorderanno per tutta la vita. Lo sport può e deve essere maestro di vita, dobbiamo quindi impegnarci per sia per sconfiggere la violenza negli stadi sia per far sì che una partita – che per noi è fonte di divertimento – abbia anche lo scopo di fare del bene”. “Dobbiamo educare i ragazzi a riconoscere ed evitare i tifosi violenti, perché lo sport non ha nulla a che fare con la violenza – ha dichiarato “il Principe” Giuseppe Giannini – e per fare questo l’esempio bisogna iniziare a darlo in campo, comportandosi correttamente. Purtroppo ci sono episodi, come quelli visti alla fine del derby che si è giocato il 18 aprile tra Lazio e Roma, che sono proprio l’antitesi del fair play...”. Gigi Di Biagio ha invece sottolineato come sia importante fare beneficenza addirittura divertendosi. “Ci ritroviamo tra amici, ed anche “nemici”, visto che partecipano anche quelli della Lazio – ha scherzato – e,
mentre ci divertiamo, riusciamo a dare una mano a chi è meno fortunato di noi. Si tratta di una sensazione meravigliosa”. “E’ bello vedere tutti questi ragazzi sugli spalti, mentre acclamano i loro beniamini ed è un orgoglio per noi di Ardea avere un concittadino come Sandro Tovalieri, un campione non solo di sport ma anche d’animo – ha commentato Massimiliano Gobbi, assessore alle Politiche Sociali del Comune rutulo – Approfitto dell’occasione per ringraziarlo pubblicamente a nome di tutta l’amministrazione”. Agli elogi si associa anche il neo assessore allo Sport Mario Polito. “Spero che questa sia la prima di una serie di iniziative che uniscano lo sport alla beneficenza, perché il nostro territorio ha bisogno di farsi conoscere per i suoi lati positivi, che sono troppo spesso sottovalutati”. A distanza - non è infatti potuto essere presente - è arrivato il commento anche del Sindaco di Ardea, Carlo Eufemi. “Si è trattato di un evento di grande rilevanza con un duplice obiettivo: mettere in risalto i valori e l’importanza dello sport, ma anche e soprattutto sposare una lodevole causa di solidarietà attraverso l’iniziativa ‘We can play football’ volta a regalare un sogno, attraverso una raccolta fondi, ai ragazzi delle famiglie meno fortunate. Un’iniziativa meritoria realizzata grazie alla competenza degli organizzatori”. Il confronto tra le due squadre è stato preceduto, oltre che dall’Inno Nazionale, anche da quello del Gioco Corretto e Fair Play, “dimmi come giochi e ti dirò chi sei”, interpretato dai bambini del coro Le Matite Colorate. Grandi applausi da parte del pubblico sia agli ex calciatori che ai componenti della Nazionale Attori, tra i quali hanno ricevuto i maggiori consensi Giorgio Pasotti, Milo Coretti, Giuseppe Zseno e Marcelo Fuentes, idoli delle ragazzine presenti. Anna Maria Greco
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Sport Calcio
VIRTUS POMEZIA: UN ANNO DI TRANSIZIONE LA PRESTIGIOSA SOCIETÀ RIPARTE DA UN NUOVO ALLENATORE ontinua il nostro viaggio alla scoperta delle realtà calcistiche del nostro territorio. In questo numero ci occuperemo di una delle società che hanno fatto la storia della nostra città, la Virtus Pomezia, la cui fondazione risale addirittura al 1938. Attualmente impegnata nella 1a Categoria Nazionale, si ritrova ad occupare la posizione centrale della classifica, vero e proprio ritratto di un anno trascorso fra alti e bassi, dove sicuramente è mancata una certa continuità di risultati. E’ altrettanto vero, però, che per esprimere giudizi positivi o negativi su una stagione, bisogna rapportare i risultati a quelle che erano le aspettative iniziali e a quel punto, ma solo allora, tirare le dovute somme finali. Con il nostro servizio cercheremo di descrivere al meglio quella che è stata la stagione disputata fino a questo momento da una delle nostre “veterane” calcistiche, partendo ovviamente dall’inizio. Purtroppo l’anno è cominciato nel peggiore dei modi per la Virtus, con una netta sconfitta casalinga per 4-1 subita per mano dell’Airone Ardea, in quello che sicuramente può essere definito un derby cittadino. Le sensazioni negative, ma soprattutto le impressioni che emersero dal campo in quella prima uscita, lasciarono non poche perplessità in vista dell’incontro successivo con l’Ostia Antica, già annoverata tra le papabili pretendenti al titolo ad inizio stagione; infatti, l’attuale capolista non tradì le aspettative, liquidando i pometini per 3-1 ed iniziando così una vera e propria cavalcata trionfale al vertice del girone. Per la Virtus, invece, la situazione non era delle più rosee, nonostante il poco tempo trascorso: 2 giornate, altrettante sconfitte, e soprattutto ben 7 reti subite con appena 2 realizzate. Fortunatamente quello che sembrava essere l’inizio di una crisi si rivelò invece come un semplice, seppur duplice, passaggio a vuoto, prima di una serie largamente positiva, prolungata per cinque giornate (4 vittorie e 1 pari). Proprio quelle vittorie, misero momentaneamente al riparo la società di presidente Cerusico dalla zona calda della classifica, riscattando una partenza per nulla esaltante. A questo punto però la domanda nasce spontanea: era questo l’obiettivo stagionale o si mirava a qualcosa di più? Nel cammino verso la fine del girone d’andata, la squadra proseguì al meglio quel momento esaltante, limitando a tre le sconfitte nelle restanti otto giornate;
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il risultato potrebbe sembrare non esaltante ma, considerando gli avversari incontrati, tutti racchiusi nella parte alta della classifica, assume sicuramente un sapore diverso. L’altra faccia della medaglia però è rappresentata dall’assenza di vittorie, eccezion fatta per quella contro il Morandi, con solo pareggi ad incrementare in attivo il bottino stagionale. Al giro di boa la Virtus si è così ritrovata con lo stesso numero (5) di vittorie, pareggi e sconfitte, in quelle che sicuramente è un dato curioso, per un totale di 20 punti realizzati. Insomma quello che può essere definito un girone modesto. I problemi purtroppo sono proseguiti, con la squadra che ha ottenuto appena 2 punti nelle prime 5 giornate del girone di ritorno. Troppo poco anche per la società, che decide di esonerare mister Sebastiani per affidare il team all’esperta guida tecnica di Raffaelli, nel tentativo di salvare la stagione, visto che la squadra, al momento del cambio, era ripiombata in piena zona retrocessione. Per capire meglio la situazione ci siamo rivolti proprio al nuovo commissario tecnico, Enrico Raffaelli, per avere un quadro più chiaro della situazione. Lei è arrivato in un momento critico, da cui ripartire non è mai facile: come ha trovato il gruppo e cosa ha cercato di trasmettere ai giocatori nelle prime settima-
ne di lavoro? “Ovviamente c’era tanta delusione e la situazione non era delle migliori, vista la classifica. Fortunatamente conoscevo già l’ambiente e gli stessi ragazzi, per cui sono riuscito a riportare il giusto entusiasmo. Ho introdotto un nuovo impianto di gioco, passando dagli schemi classici al ben più offensivo 4-4-3, nel tentativo di trasmettere una filosofa senz’altro più spregiudicata. Giocare in questa maniera richiede grande sacrificio e può essere rischioso, ma allo stesso tempo ti permette di infondere un senso di appartenenza al gruppo nonché uno spirito di sacrificio negli interpreti. D’altronde per ribaltare le sorti del campionato serviva una scossa forte ed è questo che ho tentato, e sto ancora tentando, di fare”. Ad oggi la sua formazione è al nono posto, più o meno metà classifica: è soddisfatto del lavoro svolto fino ad ora e cosa si aspetta dai suoi ragazzi per queste ultime partite? “Personalmente sono molto soddisfatto perché stiamo ottenendo quello che ci interessava di più, ovvero la salvezza. Per quanto riguarda questo finale, voglio che i miei giocatori diano il massimo in ogni sfida come hanno fatto fino ad ora, per ottenere la matematica certezza di non retrocedere. Paradossalmente le trasferte sono il nostro punto di forza che cercheremo, come è giusto che sia, di sfruttare”. I risultati, a tre turni dal termine, hanno dato ragione al tecnico, con la squadra che ha abbandonato definitivamente la zona pericolosa ottenendo diverse vittorie a volte anche con buoni parziali; l’esempio calzante è sicuramente il 4-1 rifilato al Forte Aurelio, al termine di una partita davvero spettacolare. Il resto è cronaca recente, da archiviare come periodo sperimentale in vista della nuova stagione, stando comunque attenti a non abbassare troppo la guardia e cercare di ottenere al più presto i soli 2 punti che separano la squadra dalla permanenza matematica in 1ª Categoria. Ma il futuro sarà ancora a marchio Raffaelli? Alla domanda il mister ha preferito mantenere una linea pragmatica, rinviando ogni decisione al termine effettivo del campionato, ma le sensazioni emerse dalla nostra visita in sede, confermate anche da alcune indiscrezioni societarie “informali”, sembrano lasciare pochi dubbi: il progetto partirà o meglio ripartirà proprio da lui. Luca Mugnaioli
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Golf
GOLF: PASSIONE, DIVERTIMENTO E OPPORTUNITA’ DI LAVORO «GIOCA LA PALLA COME LA TROVI. GIOCA IL CAMPO COSÌ COME È. SE NESSUNA DELLE DUE COSE È POSSIBILE, FAI QUELLO CHE È GIUSTO. MA PER FARE IL GIUSTO DEVI CONOSCERE LE REGOLE» opo esser stato per decenni ad esclusivo uso e consumo della nobiltà, di personaggi dell’industria e dello spettacolo, il golf da qualche anno ha visto aumentare la sua popolarità, diventando uno sport aperto a tutti e per tutti, salutare, privo di rischi e adatto a tutte le età, tanto da vantare 100.000 iscritti nei vari circoli in Italia e da essere assunto a disciplina Olimpica dai prossimi Giochi 2016. L’aumento degli appassionati ha provocato un indotto sempre maggiore, offrendo anche interessanti opportunità di lavoro. I circoli del Golf, infatti, non offrono solo i campi dove esprimere le proprie abilità, ma anche una serie di servizi, che vanno dal ristorante alla piscina, fino al centro benessere, per rendere questa disciplina non solo appassionante a livello sportivo, ma anche una via di fuga dallo stress quotidiano. Per saperne di più e per vedere da vicino abbiamo visitato il Golf Club Mare di Roma, che si trova sul litorale, tra i Comuni di Pomezia ed Ardea, che conta circa 250 iscritti, i quali possono approfittare degli oltre 5000 metri del campo da gioco (9 Buche Par 70 per dare un dato tecnico) che si sviluppano tra collinette, laghetti e piante secolari. Ed è in questa splendida cornice che il Presidente
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Fabio Cristofani ci fa incontrare due Maestri di Golf del circolo, Marco Luzzi e Alessandro Ferragina, per permetterci, attraverso le loro esperienze, di conoscere meglio questo sport e per comprendere le ragioni del successo degli ultimi anni. Due storie diverse (uno ha ereditato dalla famiglia la passione per il golf, l’altro ci si è avvicinato attraversala TV), accomunate dai risultati raggiunti: entrambi ne hanno fatto una professione. Come si inizia a giocare a golf? Alessandro: “La mia passione nasce da bambino, a 12 anni, guardando un cartone animato in TV, “Tutti in campo con Lotti” , che narrava le gesta di un bambino giocatore di Golf; la curiosità verso questo sport mi ha accompagnato fino quando, nel corso di un viaggio con i miei genitori negli Stati Uniti, ho avuto l’opportunità di provare a giocare. Tornato a Roma, ho cercato tramite la Federazione un luogo dove iniziare, e a Fiuggi (i circoli qui erano pochissimi) ho cominciato la mia pratica durante le vacanze estive della scuola. Marco: “La mia è una vocazione di famiglia; i fratelli di mio nonno giocavano a Golf, i miei genitori, quando ero bambino, dirigevano il circolo del Golf dell’Acquasanta, per cui per me è stato naturale trovarmi sul green a giocare”. La popolarità che ha acquisito questo sport si misura nel numero sempre maggiore di iscritti, ma come è cambiato il giocatore di Golf in questi anni? Alessandro: “Prima era difficile anche poter solo frequentare dei Circoli di Golf, che erano ad ingresso esclusivo e solo per un ceto sociale distinto. Questo aspetto è perlopiù decaduto, a vantaggio di uno sviluppo e di una popolarità sempre maggiore”. Marco: “Credo che la cosa più interessante stia nel fatto che oggi sono molti i giovanissimi si avvicinano al Golf, mentre prima poteva sembrare uno sport per “anziani”. Questo dipende anche dalla nuova popolarità mediatica che il golf ha acquisito, forse anche per il risalto dato alle vicende di personaggi popolari come Tiger Woods, che hanno acceso l’interesse e dato pubblicità a questo sport”.
Come si diventa Professionisti e Maestri? Alessandro “Si inizia facendo gare da Dilettanti, per poi, se si ottengono risultati soddisfacenti, procedere alla selezione per essere ammessi alla scuola nazionale della Federazione. Il corso dura cinque anni e se si supera si diventa Maestri”. Marco: “Essenziale per diventare professionisti è iniziare da piccoli, da ragazzi, un po’ come in tutti gli sport. Chi inizia tardi ha difficoltà poi a raggiungere risultati e livello di apprendimento al gesto tecnico che invece si acquisiscono agevolmente, se c’è il talento, solo da ragazzini. Nel mio caso, avendo vinto i campionati Internazionali d’Italia del 1984, sono stato ammesso per meriti sportivi direttamente alla scuola nazionale. Dopo tanti anni passati sul green, cosa vi entusiasma ancora di questo sport? Alessandro: “La competizione mi ha sempre affascinato, dagli inizi della mia carriera fino ad ora la gara, la parte agonistica del gioco, mi ha sempre regalato stimoli ed entusiasmo. La passione ti porta sempre a perfezionarti, ad allenarti, poi alla fine la passione diventa una professione e, si sa, il lavoro più bello è quello che ti piace e ti appassiona”. Marco: “Dopo tanti anni ora più che le gare, è il piacere dell’insegnamento che mi da grandi stimoli. La cura del gesto dimostrato e insegnato agli allievi, il seguirli nei loro progressi regala le soddisfazioni più grosse”. Lasciamo i Maestri al loro lavoro, o per meglio dire alla loro passione, e, mentre ci avviamo verso l’uscita rimaniamo ad osservare un bambino che sul “campo pratica”, nonostante l’approssimarsi dell’imbrunire, sta provando un colpo. Si posiziona, flette sulle gambe, prepara lo “swing” e poi batte forte la palla, valuta il risultato del tiro e riprova ancora. A colpire è il suo sorriso soddisfatto, la serenità che lo pervade e la concentrazione nel ripetere l’approccio ed i movimenti che Marco e Alessandro gli hanno insegnato. Attraverso il suo genuino entusiasmo si riesce a comprendere il valore aggiunto che la pratica di questo Sport può regalare.
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Sport Nuoto
UN ONDA SEMPRE PIU’ BLU! BILANCIO DI FINE STAGIONE PIÙ CHE POSITIVO PER I RAGAZZI DI TONY CAMEROTA a Società Sportiva Onda Blu tira le somme della stagione agonistica arrivata ormai al rush finale, e lo fa con immensa soddisfazione. I risultati ottenuti dagli atleti sono infatti andati oltre le più rosee aspettative di inizio anno. Di quanto fatto in questo scorcio di stagione ne parla con orgoglio il Coach Maurizio Ciuffi.“Sono stati dei mesi bellissimi. Ho avutola soddisfazione di essere riuscito a creare un bel gruppo, a lavorare sempre in allegria nonostante le dure sedute di allenamento. Ho visto giornalmente i ragazzi crescere, migliorarsi, appassionarsi a questo sport. E’ una bella soddisfazione, che mi gratifica moltissimo. Devo ringraziare, per questa emozionante avventura, la società, Tony e Rosy, che mi hanno dato questa grande occasione”. L’allenatore ripercorre quanto fatto dai “suoi” ragazzi, che tra gennaio ed aprile sono saliti sui blocchi più volte: il 16 gennaio a Latina e il 6 febbraio a Pomezia si è svolto il 2° Trofeo Regionale Giuseppe Sant, dove gli “squaletti” (la categoria Esordienti “B”, maschi del 1999/2000 e femmine del 2000/2001) hanno iniziato a misurarsi su distanze per loro già impegnative come i 100 metri stile libero ed i 100 metri rana. Il risultato è stato più che soddisfacente non solo a livel-
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lo cronometrico (cosa comunque fondamentale in uno sport come il nuoto), ma in particolare per il fatto che tutti i ragazzi hanno saputo mostrare le capacità tecniche acquisite in questi mesi di “duro” lavoro, svolto giornalmente, con la grinta necessaria per affrontare le “sfide” che sono state loro proposte, oltre ad una buona capacità nella gestione delle quattro vasche. La cosa che più ha rallegrato il Coach Maurizio è stato il bellissimo spirito di squadra che si è respirato a bordo vasca, dove tutti si incitavano a vicenda, e la partecipazione dei genitori nel far sentire il loro tifo dalle gradinate, vicini soprattutto emotivamente alle gesta dei propri piccoli. Uno spirito di squadra che ha accompagnato anche i più grandi, gli Esordienti “A” (maschi del 1997/1998 e femmine del 1998/1999), nella due giorni di Acilia, il 30 e 31 gennaio, sempre nel 2° Trofeo Giuseppe Sant, riservato alla loro categoria. Qui le distanze si sono raddoppiate e i ragazzi hanno affrontato anche i 200 stile libero, i 200 dorso, i 200 rana, i 200 misti. Il risultato finale non è cambiato. Anche gli “squali” hanno dimostrato di saper mettere a frutto tutte le ore trascorse in piscina. Tecnica di nuotata migliorata e soprattutto a volte centesimi, a volte decimi, a volte addirittura secondi tolti
ai propri record personali. Il 13 e 14 febbraio sono stati impegnati nel Memorial intitolato al nuotatore apriliano Dimitri Buratti. Commovente il minuto di raccoglimento che ha aperto la manifestazione, accompagnato da un silenzio “assordante”. Da incorniciare soprattutto la prova delle ragazze, che hanno saputo dimostrare in acqua quella grinta che ai maschietti è mancata. Ottimi infatti i risultati di tutte e sei le giovani nuotatrici. Infine il 24 aprile a Roma, nel complesso del Santa Maria, si è svolto il prestigioso Trofeo Barelli, giunto alla XV° edizione. La mattina sono scese in acqua le ragazze, nel pomeriggio i ragazzi. Tutti quanti si sono impegnati nella gara di velocità per eccellenza, quella dei 100 stile libero, e sono stati capaci di mostrare i denti ai propri avversari. Purtroppo nessuno è riuscito a qualificarsi per la finale della domenica, ma la soddisfazione di continuare a migliorarsi c’è stata. Adesso, in attesa delle prove regionali di fine maggio e inizi giugno, non ci resta che augurare “buone vasche” ai ragazzi per un futuro ancora più brillante.
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Viaggi
ISCHIA: IL PARADISO A POCHI CHILOMETRI L’ISOLA DEL MAR TIRRENO GRAZIE AL CLIMA MITE E AI SUOI COLORI E’ UNO DEI POSTI PIU’ AFFASCINANTI DEL MONDO.
gni volta che mi sento un po’ giù, ogni volta che sento la necessità di staccare un po’ la spina, vado a rifugiarmi in un angolo di paradiso a pochi km da casa, a ISCHIA!!! Ischia, nel mar Tirreno, e precisamente nel golfo di Napoli, è la terza isola più popolosa d’Italia, dopo la Sicilia e la Sardegna, l’isola più grande dell’arcipelago campano e, grazie al suo clima sempre mite, merita d’essere visitata in ogni periodo dell’anno. Totalmente circondata da un mare cristallino, è chiamata l’isola verde grazie alla rigogliosa vegetazione. Questi due colori, il verde ed il blu, ci accolgono sfolgoranti quando il traghetto, partito da Napoli, attracca dopo circa 40 minuti di navigazione nel suo porto. Gli ischitani confermano dal primo istante la loro fama di perfetti ospiti e ci accolgono sorridenti e loquaci, avvolgendoci nella calda l’atmosfera dell’isola. Il nostro hotel – scegliamo sempre lo stesso, ormai è una seconda casa, è un meraviglioso 4 stelle, totalmente immerso in un parco, nel comune di Ischia Porto. Ischia, infatti, consta di 6 Comuni autonomi: Ischia Porto, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Serrana Fontana e Barano. Tutti i Comuni hanno i loro paesaggi suggestivi e tutti le loro terme. Le acque termali di Ischia, conosciute in tutto il mondo, sono la principale fonte di turismo, che attrae persone da tutta Europa e soprattutto dalla Germania. Le acque di Ischia da
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millenni consentono di curarsi in maniera naturale; già Omero nell’Iliade e Virgilio nell’Eneide, ne citavano le proprietà terapeutiche! Non c’è hotel sull’isola che non abbia la propria piscina termale, il nostro ne ha 5, ed è mentre ci godiamo l’idromassagio da una di queste che ammiriamo il primo tramonto su quest’isola da quando siamo arrivati. E’ quasi ora di cena, ma ci appare un sacrilegio non aspettare che la luna faccia capolino, immersi nell’acqua a 38 gradi: di fronte a noi i fari che illuminano il mare, facendo strada alle molteplici imbarcazioni che vediamo passare. La prima serata la trascorriamo a Ischia Porto; è il comune piu’ movimentato dell’Isola, ci invita a passeggiare tra i negozi di via Roma, aperti fino a tardi, ci fa ascoltare musica e ballare fino all’alba nel rinomato Bar Calise, punto d’incontro di centinaia di giovani. Il giorno dopo decidiamo di fare il giro completo dell’isola. Almeno una volta, tutti i turisti dovrebbero farlo, perché ne vale davvero la pena. E’ con Antonio, ischitano doc, come ama definirsi, che conosciamo un po’ di storia dell’isola verde. Ischia fu fondata nell’VIII° secolo a.C. dai greci, con il nome di Pithekouse, l’isola delle scimmie, e solo nel IV° secolo a.C. fu conquistata dai romani, che ne fecero il luogo di villeggiatura preferito. Durante il Medioevo, fu sottoposta a continue invasioni barbariche e nel xv° secolo gli aragonesi fecero dell’isola ciò che è ancora
oggi: un luogo di una bellezza suggestiva e unica. Con una superficie di circa 46 km, ha 34 km di costa; il rilievo piu’ alto è costituito dal monte Epomeo. L’ischitano doc ci impressiona per la sua preparazione, crediamo sia una guida specializzata, mentre ci racconta le origini di Ischia e contemporaneamente muove il pullman tra i vicoli stretti con l’agevolezza di un’utilitaria, per questo ci sorprende quando ci parla dell’arte di arrangiarsi, che a Ischia viene tramandata da padre in figlio: tutti devono sapere fare tutto, solo cosi’ si riesce a vivere tutto l’anno in questo posto. Con il pullman arriviamo a Sant’Angelo, una lingua di terra che scende fino al mare. Qui sono famose le spiagge con le fumarole, cioè con getti di vapore che provengono dal sottosuolo grazie all’attività vulcanica dell’isola. Ischia, infatti, ha origini vulcaniche, ed è per questo motivo che le sue acque vengono impreziosite dalla terra, che le trasferisce elementi preziosi come il sodio, il cloro, il potassio, il calcio, i solfati, gli oligoalimenti... Ai giardini Poseidon ammiriamo cio’ che sono riusciti a fare di queste acque: il parco termale di Citara ha 20 piscine curative con la temperatura dell’acqua che va dai 16 ai 40 gradi centigradi. Le piscine incastonate nella baia sono a picco sul mare, totalmente circondate da un parco sempre ricco di piante verdi. Il Castello Aragonese di Ischia Ponte lascia spazio alla nostra immaginazione storica: costruito nel 1400 da Alfonso d’ Aragona, dava rifugio a tutto il popolo contro le invasioni dei pirati... Dopo un pomeriggio trascorso con Antonio, quest’isola appare dinanzi ai nostri occhi in tutto il suo splendore: ricca, affascinante, rilassante, salutare... non a caso i romani venivano a Ischia per curare oltre al fisico anche la mente! Certo, il rientro in citta’ da un luogo simile inevitabilmente qualche danno lo crea. E’ difficile fare la fila all’ufficio postale nei giorni successivi al viaggio, o correre per non arrivare tardi al lavoro, piuttosto che discutere con nostro figlio perché va male a scuola... Ad Ischia la filosofia quotidiana e’ fatta dal “VIVERE E LASCIARE VIVERE “, e dopo solo 2 o 3 giorni di questa filosofia di vita ci riesce quasi inconcepibile non guardare il sole tramontare la sera, non albeggiare in spiaggia sia d’estate che d’inverno, non mangiare il pesce appena pescato, non commentare il tempo con il primo che incontriamo per strada... VIVI e LASCIA VIVERE: quale modo migliore per staccare la spina??? Anna Maria Greco
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Rubrica Bon Ton
ESSERE EDUCATI E’ UN ARTE
COME CI SI COMPORTA A TAVOLA “Ci capita di frequente di essere invitati o di ospitare per pranzi di lavoro o cene tra amici delle persone: quali sono le regole da osservare per un comportamento a regola d’arte? Francesca De Marco e rispondo confortandola, visto che molto spesso si assiste, anche in occasioni molto importanti, a comportamenti di personaggi assai di riguardo che ne combinano una dietro l’altra e che, sicuramente, avrebbero bisogno di qualche consiglio nonostante il loro aspetto così civile ed elegante. Anche in un pranzo di lavoro risulta molto convincente, agli occhi dei vostri interlocutori, la buona educazione con cui sapete stare a tavola. Un tempo le buone maniere si imparavano in famiglia. Oggi la vita familiare, quando c’è, ha forme e ritmi diversi e anche il rito tradizionale del consumare insieme i pasti è molto cambiato e si è fatto più raro. Cominciamo dall’assegnazione dei posti. Essa è regolata dal galateo in modo piuttosto rigido, per cui si preferisce lasciare ad ogni commensale la libertà di sedersi dove preferisce in base all’amicizia ed alle affinità. Ecco comunque alcuni suggerimenti utili se si vuole una tavola a regola d’arte. Se non ci sono i segnaposti, è chi ospita che li assegna. I padroni di
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Cinema
casa dovrebbero sedere l’uno di fronte all’altro, il più anziano o importante alla destra della padrona di casa e la persona che l’accompagna alla sinistra. Se c’è una sola coppia di invitati, l’uomo siederà a destra della padrona di casa e la moglie a destra del padrone. In una tavola rotonda il posto di riguardo è quello che guarda la sala o ha un miglior panorama. Una raccomandazione: quando si hanno invitati a casa, la padrona di casa non deve trasformarsi in una cameriera. Questo fa sentire gli ospiti a disagio. L’importante che tutto si svolga senza nervosismi e senza concitazione, in un’atmosfera rilassata. Il suo compito principale è quello di far star bene i suoi ospiti, non di dar loro a tutti i costi l’impressione di essere ad una cena di gala. Per brevità vi elenco alcuni consigli da tener presente che denomineremo
“PILLOLE DI BON TON” - Non si dice “Buon Appetito”, è una consuetudine poco elegante, basta un sorriso ai propri vicini di tavola; - Nel ristorante ad entrare per primo è sempre il maschio, perché è lui che deve controllare che il locale sia consono alla rispettabilità della signora che accompagna;
- Il tovagliolo si appoggia sulle ginocchia quando il pranzo sta per iniziare: non lo si infila mai nel colletto né lo si allarga sul petto. Ai maschietti consiglio, a denti stretti, il trucco di infilare con discrezione un lembo del tovagliolo sotto la cintura in modo da impedirne lo scivolamento sul pavimento; - Non appoggiare i gomiti sul tavolo ma solo le mani all’altezza dei polsi; - Per le posate non spaventatevi se non conoscete il loro uso, sbirciare quello che fa il vicino può essere un sistema per togliersi dall’imbarazzo, ma bisogna che siate sicuri che almeno lui se ne intenda veramente. In realtà la cosa è molto semplice: cominciate a usare sempre quelle più esterne via via che arrivano le portate; - Per ultimo, gli uomini dovrebbero alzarsi in segno di rispetto ogni volta che una signora lascia temporaneamente la tavola (ricordate la scena divertente del film “Pretty Woman”, con Julia Roberts che non capisce perché gli uomini al suo tavolo si alzano quando lei va in bagno e quando ritorna al tavolo?). Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale
MATRIMONI E ALTRI DISTASTRI... COMPRESO IL FILM CAST DI PREGIO, MA TRAMA E SVILUPPO SENZA SENSO. UN FILM DA NON VEDERE! tto anni dopo il pessimista “L’Inverno”, film che si accostava per ambizioni e temi a Michelangelo Antonioni e che molto era piaciuto alla critica, ma pochissimo al pubblico, la giovane figlia d’arte Nina Di Majo torna alla regia, spiazzando con una commedia di grandi pretese e che affronta con il sorriso lo stesso tema: l’amore e la solitudine (e non il contrario) che esso genera per paradosso. Ma il tentativo risulta sbiadito, sceneggiatura debolissima in una storia senza senso e senza un filo logico, con personaggi che scoloriscono al primo passaggio, e con un intreccio non solo non credibile ma addirittura irritante nello sviluppo degli eventi. Il cast è forte e coraggioso, e si sente che ce la metta tutta per salvare un film che dopo dieci minuti sembra già andare alla deriva.
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Fabio Volo si riveste da Fabio Volo e gioca come nelle sue interpretazioni migliori al promesso sposo di Beatrice, giovane e romantica sorella di Nanà (Margherita Buy bella e brava nonostante tutto) che dovrà, seppur chiusa in un equilibrio da single inattaccabile, partecipare ed organizzare l’evento per la sorella. Le premesse quindi ci sarebbero: il non attore (la definizione è sua) Fabio Volo, ovvero mister 4 milioni di libri venduti, che duetta e fa scintille con la più premiata attrice italiana. Ma la storia non decolla, e il meccanismo non convince e si perde tra luoghi comuni ed improbabili sviluppi degli eventi, che vorrebbero essere colpi di scena ma che sono solo scenate senza senso. Incastrata in un personaggio scritto senza capo ne
coda ci appare anche Luciana Littizzetto, che ce la mette tutta, con sguardi ed ammiccamenti alla cinepresa quasi fosse nello studio di Fabio Fazio al suo personaggio, per dare spessore alla povera Benedetta, a cui non hanno scritto una sola battuta decente. È forse per mettere le mani avanti che la nostra adorata Luciana in conferenza stampa spara la sua riguardo al matrimonio (e al film aggiungiamo noi): “Non sono mai stata interessata il matrimonio, del resto niente è per sempre: tranne forse la Carrá e Pippo Baudo”. E non rimarrà traccia di questo Matrimonio organizzato dalla Di Majo, neppure una manciata di riso o di risa. Mauro Valentini
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Giochi
MONDIALI FIFA
SUDAFRICA 2010 Disponibile per: Ps3 Genere: Sportivo Publisher: Electonic Arts Distributore: Electonic Arts Sviluppatore: EA Sports l 30 Aprile è arrivato sugli scaffali dei negozi “FIFA 2010 World Cup”, titolo calcistico sviluppato da EA Sports e pubblicato da EA Italia. Il gioco è disponibile per PlayStation 3, Xbox 360, Wii e Psp. E la versione PC? A quanto pare per la prima volta non uscirà, sembra infatti che EA stia perdendo interesse nel destinare risorse e tempo per una versione che, secondo loro, non può arrivare alle qualità delle versioni Ps3 e Xbox 360. Il titolo sarà completamente dedicato ai Mondiali 2010 in Sud Africa, quindi, come vuole la tradizione, niente club. Secondo le varie news trapelate in rete fino ad oggi, in attesa di testare la versione finale del prodotto, ci saranno oltre cento piccoli miglioramenti e grandi novità per quanto riguarda gli stop. Innanzitutto è stato introdotto il passaggio o lo stop direzionale del pallone di petto o di spalla, tramite i quali non sarà necessario perdere quegli attimi di tempo per far proseguire l’azione mantenendo il tutto più dinamico. Inoltre sarà finalmente possibile far scorrere il pallone alle spalle del calciatore sulle palle alte e farlo così proseguire nella sua traiettoria seguendolo da dietro anziché essere obbligati a stopparlo di petto ritardando l’ azione. Sono stati eliminati invece gli stop eccessivamente lontani, che spesso e volentieri regalavano palla agli avversari. I portieri sono stati migliorati in quanto a piazzamento e respinte: potremo infatti
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decidere, non si sa ancora come, in che direzione far respingere il pallone. La CPU verrà resa più intelligente sotto il profilo tattico: cambierà modulo e atteggiamento in modo molto più dinamico rispetto a Fifa 2010, i cambi non saranno più scontati o ad orari fissi, ma saranno sempre inerenti al punteggio e alla stanchezza della squadra. Inoltre, la CPU sarà dotata di nuove abilità in fase di impostazione del gioco. Migliorati in generale i tiri, i passaggi, i cross e le punizioni, durante le quali sarà possibile far smarcare un compagno. Introdotto, infine, il fattore campo: la squadra che giocherà in casa riceverà infatti un bonus alle singole caratteristiche, in modo da rendere più semplice una partita in casa o viceversa. Nulla si sa ancora sia dal punto di vista del sonoro che da quello grafico. Possiamo aspettarci soltanto qualche piccolo miglioramento e qualche aggiunta in fase di telecronaca soprattutto per le analisi delle partite, poiché essendo passati così pochi mesi dall’uscita di Fifa 2010 è ovvio che non ci si può aspettare granché. Le novità grafiche introdotte sono sostanzialmente una nuova resa del manto erboso e il contorno fuori dal rettangolo di gioco reso più vivace. Vedremo infatti un numero maggiore di flash fotografici dagli spalti, le coreografie con striscioni e coriandoli organizzate dalle curve, e altre piccole chicche come un’
inquadratura per l’esultanza dopo i gol. Attendiamo ora la versione finale del gioco per capire se EA Sports avrà sfruttato a pieno la licenza della coppa del mondo aggiungendo nuove caratteristiche al gameplay oppure se sarà una semplice riedizione di FIFA 10 adattata agli ormai prossimi Mondiali FIFA Sudafrica 2010. Matteo Acitelli www.cyberludus.com
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