Il Corriere della Città - Settembre 2010

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della Anno 2 Numero 9

SETTEMBRE 2010

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BOOOOOOMMM!!! FERRAGOSTO A POMEZIA, PIAZZA DEL MERCATO: ESPLODE LETTERALMENTE UNO DEI BAR PIU’ FREQUENTATI DI POMEZIA.

IL RACCONTO E LE PAROLE ESCLUSIVE DEL PROPRIETARIO

In questo numero:

• SPECIALE: CONCORSI AL COMUNE • TANGENTOPOLI DI POMEZIA STORY - SECONDA PUNTATA • POMEZIA E ARDEA: TERRENI CONTESI

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Editoriale

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QUALE FUTURO? COME SARÀ L'AUTUNNO DOPO UN'ESTATE PASSATA TRA EPISODI VIOLENTI, INCIDENTI E MICROCRIMINALITÀ? nche se il bel tempo ci farà ancora compagnia, possiamo dire di aver ormai lasciato l’estate alle spalle. Ma cosa ha lasciato a noi questa estate? Sicuramente qualcosa di brutto per quanto riguarda la cronaca: dalle bombe agli omicidi passando per gli incidenti mortali. Episodi che hanno avuto più vittime di quelle che sembrano: i bambini, i figli di chi è rimasto coinvolto in queste tragedie. I figli della coppia di Nuova Florida, che rimarranno traumatizzati dal fatto che il proprio padre abbia ucciso la madre e si sia poi tolto la vita praticamente sotto i loro occhi; i figli del

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il Corriere della Città Numero 9 Anno 2 SETTEMBRE 2010 Distribuzione gratuita Via Danimarca, 57 00040 Pomezia

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EDITORE: La Città

proprietario del Solution Cafè, troppo piccoli per capire i risvolti che possono esserci dietro un attentato, ma grandi abbastanza da avere capito che bisogna averne paura. Figli che potrebbero essere i nostri, ma che non lo sono, quindi per noi sarà più facile dimenticare, ignorare che il comportamento errato di noi adulti va al di là dei danni apparenti. Certo, nel caso dei coniugi di Ardea si è trattato di un attimo di follia, che difficilmente poteva essere previsto ed evitato. Ma nel caso dell’esplosione al bar forse qualcosa si poteva fare. Non facciamo diventare il nostro territorio come

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao

certi paesini del sud, dove nessuno sa, nessuno vede e nessuno parla. Non lasciamoci intimidire dai prepotenti. Dalle chiacchiere che si sono rincorse per il paese sembra che ci siano correnti sotterranee che lo stanno portando verso i fenomeni peggiori: racket, usura, grossi giri di droga e prostituzione. Perché nessuno denuncia? Ci concentriamo sull’extracomunitario privo di permesso di soggiorno e non vogliamo vedere i problemi più grossi, come le centrali dello spaccio che magari stanno proprio sotto casa nostra. Quando ci siamo occupati di fatti brutti come quelli accaduti questa estate abbiamo rimpianto le liti tra i politici e le discussioni “da piazza” che solitamente riempiono anche questo editoriale. In copertina avremmo preferito mettere qualcos’altro, come ad esempio i concorsi indetti dal Comune di Pomezia, che comunque sono una notizia non da poco, anche per le polemiche che li stanno accompagnando. Ma ci è sembrato più giusto ricordare cosa è successo il 15 Agosto a Pomezia, perché quello non sia il primo di una serie di episodi, perché vogliamo sapere cosa c’è dietro, perché in questa città ci viviamo noi e ci vivono i nostri figli. Figli che hanno sì bisogno di un posto di lavoro, ma che non esploda come gli uffici che si trovavano sopra al Solution Cafè. Figli che possano girare tranquilli per le strade, di giorno e di notte. Figli che potrebbero cambiare il futuro del nostro territorio, ma che non potranno farlo se noi non inizieremo a cambiare il presente.

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Studio Grafico O.K.

E-MAIL: redazione@ilcorrieredellacitta.it direttore@ilcorrieredellacitta.it

IN REDAZIONE: Alessia Ambra Achille Mauro Valentini Luca Mugnaioli Matteo Acitelli Alfredo Corrao Luigi Simone Pietro Conti Claudia Sperduti

CHIUSURA REDAZIONALE: 02/09/2010

STAMPA: Arti Grafiche Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009

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Pomezia Il CorriereNews della Città

Speciale

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CONCORSI ta solo al Comune di Pomezia, accedendo attraverso un concorso pubblico per titoli ed esami. Alcuni politici hanno invece visto quella dei concorsi come una manovra pre-elettorale, visto che tra pochi mesi si tornerà alle urne, e si sono chiesti come mai sia stata fatta nella calura di agosto, tra uffici deserti e gente in vacanza. “A parte il fatto che al nuovo concorso non è stata data sufficiente visibilità – commentano – ancor meno ne è stata data al fatto che chi ha presentato domanda due anni fa non deve ripagare la tassa e chi non ha intenzione di partecipare agli attuali bandi deve richiedere il rimborso di quanto precedentemente pagato, altrimenti non gli verrà mai restituito nulla”. Insomma, la materia di contestazione non manca, fondata o meno, e, come un fuocherello alimentato dal vento, in breve tempo è diventata un incendio.

LA DIFESA

CONCORSI IN COMUNE

L'AMMINISTRAZIONE POMETINA BANDISCE CONCORSI PER 148 POSTI. E SUBITO ARRIVANO LE POLEMICHE corso, tra pubblicazione e spese di preselezione. La deliL’ACCUSA bera con il quale questo prelievo è stato autorizzato

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Il 17 Agosto il Comune di Pomezia ha pubblicato i bandi di concorso per 148 posti a tempo pieno ed indeterminato nella Pubblica Amministrazione. La notizia, che di per sé sembrerebbe positiva,ha sollevato in realtà numerose proteste, da parte delle RSU dei dipendenti comunali, di alcuni politici e di comuni cittadini, soprattutto di quelli che, nel 2008, avevano presentato domanda per la partecipazione ai concorsi indetti per la copertura di 64 posti. Contemporaneamente alla pubblicazione dei nuovi concorsi concorsi, infatti, è stata resa nota la revoca di quelli vecchi, sui quali circa 5000 persone avevano riversato le loro speranze. La decisione, presa attraverso una determina dirigenziale firmata il 30 luglio ma resa nota solo il 17 Agosto inseme alla pubblicazione dei concorsi, ha creato subito malumori. Le motivazioni delle proteste sono diverse a seconda della provenienza: le rappresentanze sindacali puntano il dito sui risvolti economici, i politici su quelli formali, i “vecchi candidati” sul timore che questa operazione possa creare danno a molti a favore di pochi. Ma esaminiamo punto per punto le contestazioni. “Il Governo ha sottolineato che gli Enti Locali, vista la crisi economica, devono agire al risparmio e non sperperare denaro pubblico – spiegano i sindacalisti – Non capiamo come l’amministrazione riuscirà a pagare gli stipendi dei futuri lavoratori e, soprattutto, da quali fondi questi soldi verranno presi. Ci preoccupano le modalità: per pubblicare il bando il Comune è stato costretto ad una variazione di bilancio, attingendo 50 mila euro dal fondo di riserva ordinario, per coprire le spese di con-

secondo noi è illegittima, perché l’atto con cui sono stati approvati i concorsi risale al 27 maggio, mentre il bilancio di previsione è dell’8 luglio”. I sindacati ricordano poi le numerose perplessità dei revisori sulla manovra di bilancio, che riguardavano anche l’aumento a dismisura delle spese per il personale. “Non capiamo da dove venga tutta questa “urgenza” di nuove assunzioni e quindi come si possa ricorrere ai fondi di emergenza. Riteniamo inoltre che il Regolamento di accesso all’impiego, approvato lo scorso luglio, contenga delle anomalie: noi non abbiamo avuto alcuna possibilità di concertare l’atto e questo ci sembra possa violare la par condicio di partecipazione tra tutti i candidati”. Quello che i sindacati temono, in parole povere, è che questi concorsi possano favorire il personale già in servizio a tempo determinato, escludendo di fatto tutti gli altri partecipanti. Questo timore è stato avanzato anche dai cittadini che all’epoca avevano presentato la domanda di partecipazione, così come da qualche rappresentante dell’opposizione. La possibilità che i concorsi siano stati “confezionati” su misura su alcune figure (o persone) è infatti stata l’argomento principale dei giorni scorsi. Il dito è stato puntato sui punteggi assegnati per i titoli posseduti dal candidato, che vengono dati a chi lavora, o ha lavorato, per la pubblica amministrazione, i quali si trovano automaticamente in vantaggio rispetto a chi non ha mai avuto questa possibilità, e sull’esonero della preselezione sempre per chi lavora, o ha lavorato, stravol-

LA DIRIGENTE La prima a parlare, in quanto chiamata in causa per aver determinato la revoca dei concorsi del 2008, è la dirigente al personale, la dott.ssa Carla Mariani. La prima domanda che le facciamo sorge spontanea, visto che, sempre nel 2008, lei stessa ha vinto il concorso per ricoprire la carica che adesso ha. “Come mai i concorsi per i 64 posti non sono stati espletati, mentre il suo sì?” “Il concorso a cui ho partecipato io risaliva a 6 mesi prima della pubblicazione degli altri ed era stato regolarmente preceduto dalle procedure di mobilità, cosa non fatta per i 64 posti. Questo già creava problemi, visto che la legge prevede che, prima di coprire i posti vacanti con dei concorsi pubblici, bisogna vedere se gli stessi possano essere assegnati attraverso mobilità esterna”. Quindi i posti potrebbero tranquillamente essere molti di meno. Ma così non si danno false aspettative a chi partecipa? “In tutti i bandi questo è scritto chiaramente, quindi i partecipanti, se lo leggono attentamente così come dovrebbero fare, dal momento che ha più valore di un contratto di lavoro, dovrebbero già saperlo”. Come mai avete pubblicato il bando di mobilità contemporaneamente a quello per concorsi pubblici? “Per ottimizzazione dei tempi. Prima completeremo l’iter della mobilità, poi si procederà alla nomina della commissione ed alle procedure per i concorsi pubblici, che ovviamente riguarderanno solo i posti rimanenti. Quindi i tempi dei concorsi sono vincolati a quelli della mobilità”. Perché tutta questa fretta? “Perché, visto che la legge ci consente di effettuare le assunzioni nel 2010, noi dovremo espletare tutte le funzioni entro la fine dell’anno, altrimenti bisognerà attendere il bilancio del 2011 e vedere se all’interno saranno previsti fondi per nuovi posti di lavoro”. I sindacati contestano il prelievo di 50 mila euro dal fondo di emergenza per espletare le procedure concorsuali. Si trattava davvero di emergenza o gli uffici potevano tranquillamente andare avanti anche senza personale in più? “Innanzi tutto verranno spesi sono 30 mila euro, perché abbiamo risparmiato i 20 mila della pubblicità dei bandi pubblicandoli attraverso il Sito del Comune e la Gazzetta


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CONCORSI

Ufficiale e non attraverso manifesti. Il personale in più è stato determinato da appositi studi che ne hanno rilevato la carenza”. Far saltare la preselezione a chi ha già avuto la fortuna di lavorare al Comune di Pomezia non le sembra un’agevolazione gratuita? “No, perché queste persone hanno già fatto non solo la preselezione, ma anche il concorso, con prove orali e scritte. Ovviamente devono averle fatte per lo stesso profilo e categoria per cui si presentano adesso. Far rifare le prove preselettive diventa un’inutile perdita di denaro, perché l’amministrazione paga le commissioni a seconda del numero di persone che partecipano”. Quindi chi lavora come personale di staff farà la preselezione? “Ovviamente sì, visto che sono stati presi a chiamata diretta. Per lo stesso motivo non potranno avere i titoli riconosciuti invece a chi è entrato attraverso un regolare concorso”. A proposito di titoli, il dubbio che è venuto a molti è che siano stati “gonfiati” per dare modo a chi è già dentro di restarci. Come risponde a questa accusa? “Invitando chi la fa a leggere i bandi del 2008, che riportano questi punteggi: da 0 a 6 mesi di servizio 0,5 punti; da 6 a 12 mesi 1 punto; da 12 a 18 mesi 1,5 punti e così via, con 0,5 punti in più ogni 6 mesi, fino ad un massimo di 4 per il periodo da 42 a 48 mesi. Questo significa

che, se avessimo mantenuto lo stesso regolamento di 2 anni fa, chi adesso ottiene il massimo, ossia 3 punti, ne avrebbe presi 4. Lo 0,2 ventilato da qualcuno non esiste e non è mai esistito. Quindi non abbiamo agevolato chi già lavora, proprio per dare più equità nei confronti di chi non ha mai avuto la possibilità di lavorare per qualche

Ente Pubblico. Sia infatti ben chiaro che questi titoli vengono riconosciuti per chi ha lavorato in una qualsiasi Amministrazione dopo aver superato una procedura concorsuale”.

ne trasparente, forse avremmo avuto più convenienza a tenere in piedi il vecchio bando, togliendo così la possibilità a nuovi candidati – che la volta scorsa magari non avevano fatto in tempo a presentare la domanda – di partecipare”. Ma ci sono i soldi non solo per le procedure concorsuali, ma anche e soprattutto per il mantenimento degli stipendi di questi nuovi lavoratori? “Ci sono, così come c’è troppa confusione sugli stessi. Stiamo parlando di voci inserite in bilancio, che ci fanno comunque restare all’interno del patto di stabilità, visto che le spese per il personale equivalgono al 31,8% del totale. Pomezia, nonostante tutto quello che si dice in giro, non avrà uno sproporzionato aumento di spesa a causa delle nuove assunzioni: come prevede la finanziaria, abbiamo la possibilità di aumentare le uscite per il personale al massimo dell’1% rispetto all’anno precedente. Se nel 2009 spendevamo 18 milioni di euro, quest’anno non potremo superare 18 milioni e 180 mila euro. Ci è sembrato necessario dotare l’amministrazione di nuovo personale perché la cittadinanza ha bisogno di servizi maggiori e migliori, che possono essere forniti solo con più persone a disposizione. Certo, con quei soldi avrem-

mo potuto fare qualche strada in più, ma poi avremmo dovuto magari rinunciare al distaccamento della Polizia Municipale a Torvaianica per mancanza di agenti. Ma preferiamo avere meno strade o meno sicurezza? Per me il personale vale quanto i servizi, perché è un servizio”. De Fusco prosegue a spron battuto. “Noi non abbiamo fatto nulla di diverso rispetto a quelle che sono le regole canoniche di tutti i bandi di concorso delle pubbliche amministrazione, attenendoci alla lettera a quelle che sono le leggi attuali. Quindi perché tutto questo vociare inutile e senza fondamento? Che sia una semplice mossa per ottenere consensi in vista del prossimo anno da parte di coloro che si faranno influenzare dai soliti guastatori che vogliono solo la rovina di questa città?”. Ma il Sindaco rincara la dose. “Tra quei guastatori c’è qualcuno che è stato incriminato in quanto, da presidente della commissione lavori pubblici, aveva fatto un’assegnazione falsificando una serie di atti, facendo risultare l’assegnazione a cooperative vicine agli amici degli amici, compiendo quindi un abuso d’ufficio. E queste non sono chiacchiere, ma realtà che chiunque può verificare”.

le somme quantificate dal Settore Personale e le somme inserite nella proposta di Bilancio Consuntivo anno 2009 – denuncia Maniscalco - chiedo di verificare se tali differenze siano reali e quali riverberi possono avere sull’intera gestione contabile e fiscale dell’ente (falso in bilancio) e, di conseguenza, ogni eventuale violazione normativa”. “Chiedo quindi – continua il consigliere – di sapere se nelle spese sostenute dal Comune di Pomezia nel 2009 per il personale, sono stati previsti i costi sostenuti per tutti i tipi di lavoro e collaborazione e, di conseguenza, se ci sono realmente i soldi per affrontare il pagamento dei nuovi stipendi derivanti dalle assunzioni per concorso”. Le voci sulle quali Maniscalco punta il dito sono “i contratti in essere nell’anno 2009

presso il Settore Attività Produttive per ciò che riguarda il 3° Settore (Area Vasta), il Settore Finanziario e il Settore Cultura (Museo), come previsto dal comma 557 dell’articolo unico della legge 27/12/2006, n. 296 (Legge Finanziaria 2007)”. In caso di mancata quantificazione, il consigliere chiede di procedere nuovamente al ricalcolo delle formule degli equilibri tra le Entrate/Spesa Corrente e Spesa per il personale (anni 2007, 2008, 2009). Tutte domande poste da Maniscalco chiedono una risposta immediata, visto che bisogna capire se le eventuali assunzioni, calcolate le reali spese, porterebbero il Comune di Pomezia a superare le percentuali previste dal Patto di Stabilità.

La VIGNETTA di Contipi

IL SINDACO ulla questione concorsi ha voluto dire la sua anche il Primo Cittadino, che esprime tutta la sua rabbia verso quelle che definisce “calunnie da parte di persone che, per distogliere l’attenzione dei procedimenti a loro carico, gettano fango su qualsiasi cosa l’amministrazione faccia, a prescindere dal fatto che sia giusta o sbagliata”. “Sono arrivate delle lettere ad alcuni candidati ai concorsi del 2008 nelle quali sono presenti informazioni certamente non corrette, a partire dall’insinuazione che i bandi del 2008 siano stati revocati per chissà quale motivo – sostiene il Sindaco – mentre invece è ovvio che, quando si indice un nuovo concorso, va automaticamente revocato quello vecchio, a maggior ragione se lo stesso non risponde più alle caratteristiche di legge, che nel frattempo sono mutate a causa delle finanziarie che si sono succedute in questo arco di tempo. Se poi si calcola che prima i posti erano solo 64, ed ora sono 148, non vedo quale sia lo svantaggio per il candidato, che anzi ha più possibilità di trovare lavoro. Chi ha presentato la domanda due anni fa può rifarlo, senza ripagare la tassa, dal momento che l’ha già versata. Se la nostra non fosse stata un’amministrazio-

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L’OPPOSIZIONE l consigliere Antonio Maniscalco ha qualcosa da ridire sui concorsi indetti dal Comune di Pomezia. “La mia non vuole essere una polemica, ma mi sembrerebbe giusto capire, prima che venga ventilata la speranza di un posto di lavoro, valutare se ce lo possiamo permettere”. Nei giorni scorsi Maniscalco ha inviato al Collegio dei Revisori dei Conti e al dirigente del Settore Personale delle note, attraverso le quali chiede di eseguire alcune verifiche nella gestione contabile del personale dipendente, visto che la risposta ricevuta dal dirigente del Settore Servizi Finanziari a tal proposito è stata quella di non avere sotto controllo tali spese in quanto “vengono effettuate direttamente dal Settore 1 – Personale”. Siccome ci sarebbero notevoli differenze tra

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Pomezia

IL PDL NON ABITA QUI

RUFFINI: “NON SI PUÒ CONVIVERE CON CHI CREDE CHE PER GOVERNARE SERVANO LE AMICIZIE POTENTI”

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Finite le ferie, anche la politica torna al lavoro. Si guarda avanti, ma anche indietro. Ed è quello che sta sicuramente facendo anche il PDL di Pomezia, che nei mesi scorsi ha visto una profonda spaccatura tra gli esponenti di Forza Italia e quelli di Alleanza Nazionale, che si è esasperata dopo l’astensione dal voto dei consiglieri di F.I. durante l’assise che ha deciso l’approvazione del Bilancio di Previsione 2010. Da quel momento le voci e le smentite si sono rincorse senza però riuscire a far capire al cittadino come stiano veramente le cose. Il PDL è stato commissariato, ed alla guida è stato messo Antoniozzi, dichiaravano i forzisti. Non è vero, ribattevano da A.N, il PDL ha un coordinamento valido, con a capo Serafini. Veleni venivano rimbalzati da una parte all’altra, bloccati solo dall’afa di Ferragosto. Ma adesso, come stanno le cose? Abbiamo provato a chiederlo a Paolo Ruffini, uno dei principali protagonisti, visto che è stato accusato di aver aiutato la maggioranza ad approvare il bilancio. Ma prima di chiedere qualsiasi altra cosa, ci viene spontaneo fare una domanda forse sciocca. Il PDL esiste, a Pomezia? “Assolutamente no. A Pomezia si può parlare di un’ag-

gregazione di varie persone, dove chi ha un riferimento a livello superiore più forte vuole prevaricare chi invece ha i consensi della gente. Per spiegare meglio, c’è qualcuno che, in fase di elezioni, ha preso pochi voti, ma pretende di comandare perché protetto da “qualcuno che conta”, in barba alla meritocrazia professata da Berlusconi, secondo cui va premiato chi ha ottenuto più consensi da parte degli elettori, che evidentemente gli danno più fiducia, probabilmente anche perché vale di più. A Pomezia, invece, vuole dettare legge chi ha più conoscenze, o meglio chi sa fare bene il “lecchino”, che diventa automaticamente più bravo, più buono e più bello, mentre chi ha i consensi non vale nulla”. Ma a livello formale il partito esiste, visto che c’è un coordinatore, un direttivo e degli iscritti, forse siete voi di Forza Italia che non ne fate parte e quindi non siete aggiornati, dal momento che prima della votazione sul bilancio era stato detto che chi non avesse votato contro sarebbe stato tagliato fuori dal gruppo... “Guardi, io sto ancora aspettando che qualcuno di questi signori ci comunichi le loro decisioni. Ma questo non perché io tema qualche ripercussione, o per-

ché quello che eventualmente diranno potrà cambiare il mio modo di pensare o di agire. Io andrò comunque avanti per la mia strada perché, per me, è quella corretta. Per queste persone, fino a poco tempo fa io, insieme al mio gruppo, ero quello da fustigare nella pubblica piazza, quello che doveva pagare le conseguenze di chissà cosa. Agitavano un’immaginaria mannaia, come angeli vendicatori arrivati per punirci dei nostri peccati. Come mai non hanno fatto nulla?”. Questo lo chiedo io a lei... “Perché pensano di essere talmente furbi – mentre sono solo dei vigliacchi – da credere di riuscire a carpire i nostri voti, per poi liquidarci e fare un PDL di “persone nuove”, ma in realtà guidate da loro, in nome di quel rinnovamento più volte proclamato”. Visti anche i problemi a livello nazionale, la scissione può anche esserci. Ma a Pomezia la lotta è tra Forza Italia e Alleanza Nazionale o tra le persone che compongono questi due schieramenti? “Dovrebbe essere tra A.N. e F.I., ma esasperata, rafforzata ed ampliata dalle persone che ne fanno parte, soprattutto da chi sa di non essere forte per le sue capacità ma, come dicevo all’inizio, per le sue conoscenze”. E dove può portare questo procedimento degenerativo, secondo lei, soprattutto in vista delle prossime elezioni, ormai quasi alle porte? “Io parto dal presupposto che noi abbiamo un gruppo compatto, quello di Forza Italia. Il PDL è un’altra cosa, per la quale dobbiamo aspettare anche l’evoluzione nazionale”. E se elezioni fossero domani mattina, cosa farebbe? Il suo nome si leggerebbe nelle liste del PDL? “Così come stanno le cose, Paolo Ruffini non voterebbe PDL”. Ma dove si schiererebbe? “Ripeto che non voterei PDL, se questo non rispondesse alle caratteristiche che si auspicavano all’inizio del nostro cammino e dei nostri progetti”. Non ha comunque risposto alla domanda, che le poniamo i n modo diverso. Non votando PDL, non voterebbe neanche se stesso, oppure starebbe da un’altra parte, magari più a sinistra? “Starei sicuramente insieme a quel gruppo di persone che hanno mantenuto, con coerenza, fede alle loro idee ed alle loro promesse. Certo non con quelle persone che stanno solo in mezzo alla piazza a pontificare e che, quando c’è da prendere prendono, ma se devono dare... non danno mai. Chiarisco anche un’altra cosa: non sono il tipo che si fa prendere al guinzaglio da nessuno. Accetto la mediazione, è ovvio, perché non pretendo assolutamente che si faccia come vorrei io e basta: sono aperto a ogni considerazione e ad avvicinarmi alle posizioni opposte alle mie. Ma la mediazione deve essere reciproca, perché non mi faccio, né mi farò, mai dire da nessuno “tu fai quello che dico io”. Io ragiono con la mia testa e questo non me lo potrà mai impedire nessuno”. Ma voterebbe a sinistra? “Potrei votare per un partito che rispecchia le mie idee, a prescindere dalla sua collocazione. Io sono un democristiano di ampie vedute, non ho paraocchi né briglie. Sono oltretutto un ottimista, quindi penso di riuscire a trovare chi condivide le mie idee”. Maria Corrao



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Ardea

L’INCIUCIO IN SALSA RUTULA PER GLI ARDIESI DUE INDIZI FANNO UNA PROVA ’estate è in procinto di lasciarci e lo fa propinandoci una coda di politica locale che appare velenosa per un verso e foriero d’interrogativi, perplessità e, probabilmente, successive “puntate” per l’altro. Secondo la comunità Rutula è in atto un vero e proprio “inciucio” politico/amministrativo che s’illumina sempre più in tutta la sua inquietante e contraddittoria portata. In realtà noi riteniamo che la notizia, se confermata, non sarebbe un’autentica primizia, visto che già in passato la vicenda politica locale è stata contrassegnata da commistioni, manovre sotterranee, dichiarazioni politiche in un senso e atteggiamenti e fatti nella direzione opposta. Dunque, andiamo con ordine. La prima considerazione oggettiva da trarre è che Eufemi, al di là delle previsioni, si è rafforzato al punto che ha dichiarato apertamente che “… è in sella più saldo di prima…”. Il tempo si occuperà di fornirci conferme o smentite ma oggi è così. Rammentiamo che l’estate era iniziata con un clamoroso azzeramento della giunta comunale, dopo che per svariate sedute il Consiglio comunale era andato deserto. La nuova giunta sostanzialmente è uguale alla precedente, con il solo defenestramento del vice sindaco Morini. La cosa, si badi, non è di poco conto, poiché Morini è stato vice sindaco anche della precedente consiliatura e questa improvvisa estromissione non può che avere un senso politico, con le inevitabili ricadute da non sottovalutare che vedremo nei prossimi mesi. Taluno sostiene che è stato fatto questo passo per sbarrargli la strada della prossima candidatura a sindaco, visto che un Eufemi ter non è giuridicamente possibile, quindi

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avremmo davanti agli occhi i primi sintomi del più grande “inciucio” della storia recente di Ardea. Solo fantasie? Vedremo, certo è che quelli che ritengono di intendersi di cose della Rocca e vogliono rimanere nell’ombra, sostengono che “due indizi fanno una prova” e gli indizi sono stati offerti proprio dai movimenti della Giunta fin dal penultimo rimpasto. Ricordate l’assessore De Angelis ex Ds? Rinfreschiamoci la memoria partendo da quando il centrosinistra (divisosi sulla candidatura Magliacca) costituì con De Angelis, Bartolini, Lo Reto, Furini e altri un raggruppamento che non volle confluire nella coalizione Giordani, era sostenuta invece da tre liste civiche e rafforzata dalla Margherita, da Rifondazione Comunista, dalI’Italia dei Valori e minutaglie degli ex Ds e del suo arcipelago politico (soprattutto al ballottaggio). ene, Eufemi vinse al ballottaggio, ma se la natura politica di appartenenza avesse avuto il sopravvento sul calcolo egoistico/affaristico, come la logica politica avrebbe richiesto, Giordani avrebbe dovuto incassare i rispettivi consensi e avrebbe spodestato Eufemi. Invece no, De Angelis e soci contrattarono sottobanco con Eufemi l’appoggio al ballottaggio, ricevendo in cambio la presidenza del consiglio comunale per Petrella e la presidenza della commissione per la trasparenza degli atti per Magliacca. Tali appannaggi furono “propagandati” da Eufemi, dai suoi e dagli interessati (con goffa sfacciataggine!) come atti conseguenti e addirittura pedagogici di una nuova fase di “alta democrazia”. Sostenevano, infatti, che la commissione per la trasparenza spettava naturalmente e di diritto alla minoranza e Magliacca era gradito perché continuava a dichiararsi come appartenente

alla minoranza (addirittura del nascente Partito Democratico), mentre la presidenza del consiglio, organo istituzionale, poteva ben andare a Petrella, anch’egli della minoranza, per esercitare un ruolo super partes mai sperimentato prima e segno di “vera democrazia”. Ecco, questo era lo scenario ingannevole che era propinato agli ignari cittadini ma che dopo alcuni mesi si rivelò chiaramente, perché esponenti della maggioranza cui quella poltrona era stata promessa pretesero di riaverla. Cosicché Petrella dovette cedere la presidenza del consiglio comunale e una volta svelata la falsa appartenenza alla minoranza, anche Magliacca (di provenienza Socialista) dovette cedere la Trasparenza. Ma gli accordi sono accordi e i sostegni elettorali non sempre sono ispirati da finalità ideologiche, cosicché il Tip (trio dell’inganno popolare) costituitosi attorno al mentore De Angelis, ottenne l’attribuzione dell’assessorato ai Lavori Pubblici proprio nella sua persona, mentre Petrella e Magliacca dichiararono ufficialmente di ritenersi della maggioranza di Eufemi. Il De Angelis si mostrò anche un buon assessore, ma non bastò a preservargli la poltrona: dopo pochi mesi fu fatto fuori a beneficio di Bosu, già supporter di Giordani. Bene, è proprio su quest’ultimo nome che partono e si concentrano le valutazioni dei “politologi” della Rocca. Come mai, dicono, Bosu è stato riconfermato ai Lavori Pubblici anche nella recente riedizione della giunta? Perché sempre ai Lavori Pubblici? Significa che Bosu è diventato il riferimento di Petrella e Magliacca e che evidentemente De Angelis non dava più le risposte attese. La prima volta era incomprensibile, dicono i soloni locali, ma la seconda volta è tutto chiaro: Petrella, sagace politico locale di razza, avrebbe convinto Magliacca a far fuori De Angelis per stringere un “patto di ferro” con Giordani; ovvero con chi al ballottaggio delle scorse elezioni uscì sconfitto grazie proprio al Tip e alle frange trainate. E per quale motivo Giordani avrebbe accettato? In posizione forte dentro al PD di Ardea, grazie al nuovo placet, avrebbe ottenuto la conferma di una rinnovata candidatura a sindaco. Solo fantasie? Forse, ma noi da cronisti abbiamo il dovere di riportarle all’attenzione di lettori, come lo rifaremo ogni volta che ci sarà segnalato, anche perché, a ben vedere, non appaiono totalmente destituite di fondamento. Michele Lotierzo



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Ardea

FAREMO ARDEA PIU’ BELLA DANIELE BOSU, DA PRESIDENTE DI UN COMITATO DI QUARTIERE AD ASSESSORE AL LAVORI PUBBLICI on solo è passato dall’altra parte della barricata, ma l’ha fatto accollandosi un’eredità davvero pesante. Daniele Bosu, che fino a qualche mese fa ricopriva la carica di Presidente del Comitato di Quartiere Montagnano di Ardea, a Giugno ha preso il posto del dimissionario Assessore ai Lavori Pubblici Giancarlo De Angelis. La crisi politica sopraggiunta solo pochi giorni dopo, con le dimissioni contemporanee (o quasi) di tutta la Giunta Eufemi per motivi di “ripartizioni interne” non lo hanno per nulla scalfito, visto che il Sindaco – dopo gli incontri di rito con le varie correnti di partito – lo ha riconfermato alla guida del più importante assessorato comunale. Il passaggio da una parte all’altra non ha provocato alcun problema a Bosu. “Sono abituato ad affrontare, e possibilmente a risolvere, i problemi che mi si propongono, a prescindere dal ruolo che rivesto, ossia come privato cittadino, come imprenditore, come presidente di un CdQ o come Assessore”. Se poi calcoliamo che moltissimi di questi problemi sono gli stessi per tutte le categorie elencate, allora si spiega come mai l’Assessore è diventato operativo sin dal primo giorno. L’esperienza pregressa di consigliere comunale, il contatto quotidiano con i territorio ed i suoi problemi sono certamente delle buone carte da giocare, ora bisogna vere come si svolgerà la partita, che comunque è iniziata bene. Una delle decisioni più importanti finora prese è quella riguardante l’approvazione, attraverso una delibera di Giunta, della realizzazione dell’illuminazione pubblica in via Montagnano ed in via Valle Dei Frassi.

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“Si tratta di opere importanti, finanziate quasi interamente con fondi regionali, che prevedono la realizzazione della pubblica illuminazione nelle zone interessate per un totale di 200.000 euro. Opere che rispondono alle esigenze dei cittadini e che confermano l’attenzione dell’Amministrazione nel settore dei lavori pubblici”. Come sono stati reperiti questi fondi? “Dei 200 mila euro solo 30 mila provengono dalle casse comunali, mentre la cifra restante ci è stata data dalla Regione Lazio. E’ nostra intenzione rivalutare anche le zone decentrate, per questo abbiamo deciso di effettuare questi lavori, decisamente importanti per la sicurezza dei cittadini. Si tratta di zone sorte spontaneamente, dove comunque vivono persone che pagano regolarmente le tasse e che hanno diritto di avere almeno i servizi elementari. I tempi di realizzazione adesso dipendono dalla Regione Lazio, a cui abbiamo rimandato tutta la documentazione necessaria già approvata dal Comune”. Per quanto riguarda i finanziamenti ottenuti dalla Regione, l’intero assessorato tiene a far sapere che Ardea è stato il Comune più veloce a presentare i progetti richiesti dalla Polverini per il programma di Riqualificazione dei Comuni del Litorale laziale. “I nostri quattro progetti sono stati tutti accettati e finanziati. Abbiamo addirittura ricevuto i complimenti dai responsabili della commissione e dalla Sovrintendenza”. Ma quanto siete riusciti a prendere? “Il totale degli interventi prevede una spesa di due milioni e mezzo di euro, di cui 2 milioni e 200 mila euro messi a disposizione dalla Regione Lazio”.

Il che significa che, per rendere finalmente Ardea una cittadina più bella e vivibile, l’amministrazione comunale dovrà spendere di tasca propria solo 300 mila euro. Quanto c’entra questo il fatto che adesso alla Regione ci sia un Governo di centrodestra? “Sicuramente avere la stessa linea di pensiero aiuta, ma la bontà dei nostri progetti è stata decisiva per la concessione dei fondi”. Cosa comprendono questi lavori? “Il rifacimento completo di tutto il lungomare, a partire da Marina di Ardea fino ad arrivare a Lido dei Pini, al confine con il Comune di Anzio. Ci sono 5 diversi lotti, il primo dei quali è già stato consegnato, che prevedono marciapiedi, piste ciclabili, nuova illuminazione, arredo urbano e tutto quanto serve per rendere il nostro un lungomare degno di tale nome”. Tornando alla sua esperienza all’interno dei Comitati di Quartiere, quale sarà il suo atteggiamento nei confronti delle richieste che, inevitabilmente, le arriveranno dai suoi “ex colleghi”? “Sarà quello che ho sempre avuto: io affronto i problemi cercando un punto di incontro tra le parti. Da presidente del Comitato ho cercato la mediazione con l’amministrazione per ottenere quello che mi sembrava giusto per il quartiere. Penso che il dialogo sia la strada migliore. Le richieste urlate, le proteste senza proposte non portano a niente. Meglio ragionare e trovare delle soluzioni. Per quanto riguarda i rapporti con i comitati di quartiere, già adesso ho numerose richieste, che sto valutando attentamente. Alcuni piccoli problemi sono già stati risolti, con soddisfazione dei cittadini, per gli altri ci stiamo lavorando. Io capisco perfettamente il loro punto di vista, forse per questo riusciremo ad instaurare un rapporto di collaborazione che potrà essere proficuo per tutti”. De Angelis era forse l’assessore più amato dai cittadini e certamente uno di quelli che ha fatto di più nel breve tempo in cui è stato alla guida di questo assessorato. Ha paura dei confronti con chi l’ha preceduta? “Assolutamente no. Con Giancarlo ci conosciamo da tempo, siamo amici e non c’è nessuna competizione tra noi. Spero di essere all’altezza. Per questo, sin dal primo momento mi sono recato nei vari cantieri aperti, per verificare l’andamento dei lavori e per sollecitare dove serviva un “incitamento”. Ringrazio chi mi ha preceduto, perché è con il loro lavoro che adesso stiamo per aprire il Museo, arrivato ormai al completamento dell’opera (manca solo l’arredo ed altre piccole cose, ndr), così come la nuova aula consiliare, che sorgerà proprio accanto al museo; è grazie a loro se molte scuole hanno o stanno per avere più aule, se alcune palestre saranno agibili a partire dall’anno scolastico che inizierà tra pochi giorni. Nelle scorse settimane, insieme al Sindaco, ho fatto una ricognizione in tutte le scuole, per vedere quali sono i lavori che mancano: tutto quello che si potrà fare verrà attuato entro metà settembre, per poter accogliere gli alunni nel miglior modo possibile. Quindi è vero che sto raccogliendo i frutti di chi mi ha preceduto, ma nel frattempo cerco anche di seminare per i lavori di domani, e magari anche per farne qualcuno oggi”. Tra i lavori che i cittadini potranno ammirare a breve c’è il rifacimento completo di via Bergamo, che ormai non ha più nemmeno l’aspetto di una strada. “La gara è già stata espletata, si deve solo aprire il cantiere”, spiega l’assessore. La strada, metaforica, da fare è davvero lunga, ma almeno è stata iniziata... Alfredo Corrao


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SEMPRE IN DUE, MA CI SIAMO TONINO ABATE FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE POLITICA ATTUALE, CON UN OCCHIO AL FUTURO opo i problemi dovuti alle divisioni interne, che hanno coinvolto le principali “correnti” del PDL consiliare, dopo il rimpastino fatto da Eufemi per ristabilire equilibri che sembravano persi e dopo i proclami di ritrovata unità e coesione del centrosinistra, andiamo a sentire cosa pensa la metà dell’opposizione, ossia il consigliere Tonino Abate. Ma lei fa ancora parte della maggioranza o si è assoggettato alla politica del “vogliamoci bene”? “Io faccio parte della coalizione che ha perso le elezioni, quindi faccio parte della minoranza. Forse non si nota troppo perché la mia non è mai stata un’opposizione urlata, che mira solo a creare confusione, ma costruttiva, tesa a portare un contributo per il bene della città. Anche il mio collega Marcucci, altro superstite, la pensa come me. Abbiamo infatti cercato di ottenere risultati a livello amministrativo, dando il nostro contributo soprattutto nell’ottenimento di fondi e finanziamenti da parte degli enti che avevano il nostro colore politico”. Ed adesso? “Il mio atteggiamento resta lo stesso, ma mi sono dovuto rendere conto che le cose non sono andate come speravo per la popolazione di Ardea. Con una maggioranza così ampia avevo creduto che si potessero fare grandi cose per il nostro Comune, invece i problemi veri sono ancora tutti al loro posto. Parlo delle strade, che sono ancora piene di buche; delle scuole, insufficienti,

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se non addirittura inesistenti; della viabilità, non adatta ad un Comune in costante crescita, della mancanza di servizi primari, come l’acqua ed il gas, in alcuni quartieri. Con un Governo così solido come quello che il centrodestra proclama di avere, mi sarei aspettato molto di più”. E invece? “Invece l’apparente unità nasconde frammentazioni interne, distacchi più o meno dolorosi che hanno determinato un forte rallentamento dell’attività amministrativa. Faccio un esempio su tutti: Via Bergamo aspetta di essere rifatta da anni, ma a tutt’oggi è sempre in uno stato pietoso”. Veramente il nuovo assessore ai lavori pubblici, Daniele Bosu, ha dichiarato che i lavori di asfaltatura stanno per iniziare... “Questo lo scopro adesso, perché finora ci sono state solo chiacchiere, nonostante i progetti siano pronti ed i finanziamenti siano già stati stanziati anche grazie a noi dell’opposizione, visto che abbiamo fatto da intermediari con quello che era il Governo regionale fino a sei mesi fa. A questo proposito vorrei riconoscere il grande lavoro fatto dall’ex assessore Giancarlo De Angelis, che si è sempre dato da fare seguendo le indicazioni che più riteneva giuste, senza contare se venissero da destra o da sinistra”. A proposito di De Angelis, dopo le sue dimissioni sono nati, o almeno sono venuti alla luce, i problemi latenti

di questa amministrazione, che sono sfociati nel rimpasto fatto a Luglio dal Sindaco Eufemi. Da questo rimescolamento delle carte l’unico ad uscirne perdente è stato l’ex vicesindaco Carlo Morini, perché tutti gli altri sono stati in qualche modo riconfermati. Cosa pensa di questa situazione? “Io parto dal presupposto che, se si deve fare un rimpasto di Giunta, questo debba essere migliorativo e non “punitivo”. Credo che sia stata tutta una manovra per mandare via ingiustamente una persona che, senza togliere nulla né agli altri assessori riconfermati né alle new entry, era davvero valida e capace. Un politico a tutto tondo, moderato, che sapeva ascoltare chiunque avesse qualcosa di intelligente da dire. Per noi dell’opposizione era un punto di riferimento, perché sapevamo di poter contare sulla sua esperienza e professionalità”. Visto che era così bravo, perché è stato mandato via? Forse per evitare che si presenti alle prossime elezioni come candidato sindaco per il centrodestra? “Credo di sì. Ovvio che, stando dall’altra parte, dobbiamo solo ringraziare chi ha fatto questo giochetto, perché lottare contro una candidatura forte come quella di Morini ci avrebbe causato certamente molte più difficoltà rispetto ad un confronto con altri candidati del centrodestra”. A chi si riferisce? “Nomi di persone che portano avanti la propria candidatura come capo della coalizione di centrodestra ce ne sono molti, ma per correttezza non li faccio. Basta andare in piazza ed ascoltare. Penso comunque che nessuno possa ritenersi all’altezza di Morini, per questo l’hanno fatto fuori e per questo spero che i nomi che circolano siano quelli che poi si presenteranno”. Ma questo sembra un discorso limitativo, che non guarda al futuro. Se davvero Morini ha tutto questo ascendente nei confronti dei cittadini, con lui vincere le elezioni sarebbe stato un gioco da ragazzi... “A volte l’inesperienza politica porta a fare errori e considerazioni sbagliate. Probabilmente chi adesso detiene il potere all’interno del consiglio comunale, quando non si troverà più nella condizione attuale capirà di aver sprecato più di un’occasione per fare di più e meglio di quanto fatto finora”. Quindi pensa che alle prossime elezioni il centrosinistra questa volta possa avere qualche possibilità di vittoria? “Sicuramente più che nel passato, non solo per merito nostro, che stiamo finalmente trovando quell’unità che si era persa con il continuo cambiamento di nomi, simboli e persone di riferimento e con il confluimento nel PD da parte della Margherita e dei DS, ma anche perché lo scotto pagato da noi in passato lo sconteranno adesso nel centrodestra, dove questa amalgama tra origini diverse non si è ancora formata. Ci saranno quindi più correnti di pensiero che potrebbero portare ad una frammentazione sia dei candidati che degli elettori”. Elettori che certamente saranno confusi anche dall’atteggiamento tenuto da alcuni consiglieri, eletti in uno schieramento e poi passati a quello opposto. L’esperienza passata le ha insegnato qualcosa? “A me sicuramente molto. Spero che abbia portato consiglio anche ad altri, compresi gli elettori, che al momento del voto dovrebbero valutare se la persona che lo riceve riuscirà ad essere coerente con quanto dichiarato in campagna elettorale o se non aspetterà altro che vedere dove soffia il vento per seguire la corrente”. Maria Corrao

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TANGENTOPOLI POMETINA LA VICENDA ARCALGAS ACCORDI SOTTERRANEI PER APPROVARE UNA DELIBERA TUTTA A SFAVORE DEL COMUNE, OVVIAMENTE IN CAMBIO DI QUALCHE REGALINO...

rosegue il nostro viaggio nella “Tangentopoli pometina”. Questa volta parleremo del filone di inchiesta riguardante l’Arcalgas, la società concessionaria della gestione dell’acquedotto e del metanodotto. Le forniture di acqua, grazie ad una convenzione stipulata nel 1972 tra il Comune e la Cassa del Mezzogiorno, erano state gestite dalla CasMez fino al 1983, poi dalla Regione Lazio che ne aveva preso il posto. Il rapporto diretto era quindi tra Enti Locali, visto che né CasMez né soprattutto la Regione, avevano mai accettato l’Arcalgas come interloquitore. Il Comune, invece, non aveva di questi problemi e si serviva tranquillamente della società che aveva creato la rete idrica. In pratica, l’Arcalgas incassava dai cittadini gli introiti delle fatture, per poi versare (almeno ipoteticamente) l’equivalente del costo di acquisto dell’acqua al Comune di Pomezia il quale, a sua volta, doveva girare quanto ricevuto inizialmente alla CasMez e poi alla Regione. Questo proprio perché né la Cassa del Mezzogiorno né la Regione volevano avere rapporti diretti con quella società privata, preferendo interagire solo con il Comune. Negli anni ‘70 tra la CasMez e l’Arcalgas nacque un contenzioso dovuto al fatto che l’acqua fornita, secondo la società privata, era talmente “aggressiva” che le quantità realmente utilizzate (e quantificate dai contatori) erano diverse da quelle erogate, visto che lungo le condotte si verificavano numerose perdite. Di diverso parere la CasMez, che sosteneva che le falle erano dovute al fatto che le condutture erano vecchie e mal tenute. L’Arcalgas decise quindi di pagare (quando lo face-

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va...) solo l’acqua registrata dai contatori, mentre l’Ente richiedeva il riconoscimento di tutta quella erogata. La differenza tra gli importi versati e quelli richiesti, oltre a numerosi mancati pagamenti, andava aumentando nel tempo e non venne sanata neanche quando la Regione Lazio prese il posto della CasMez. Si arrivò quindi ad un contenzioso tra l’Arcalgas e la Regione, che richiedeva il pagamento di 15 miliardi, di cui quasi 5 di soli interessi per il periodo 1983/1996. Il problema era complicato dal giro che gli importi – dovuti o no – avrebbero dovuto fare: formalmente, infatti, il debitore nei confronti della Regione era il Comune di Pomezia, il quale doveva rivalersi sulla società privata. In pratica, però, l’Arcalgas non pagava da anni il Comune, e quest’ultimo di conseguenza non girava nulla alla Regione. Insomma, una strada tortuosa dalla quale si sarebbe dovuto cercare di uscire nel modo meno dannoso possibile per le casse pubbliche, ovvero per le tasche dei cittadini. Invece, nonostante il contenzioso ancora aperto, il 20 dicembre 2000 l’amministrazione comunale adottò una delibera, la n. 168, che recepiva uno schema di transazione tra il Comune di Pomezia e la Regione Lazio, a seguito della quale “...si accollava indebitamente al Comune un debito pari a 1.320.912.858 di lire”. Ma per capire meglio come si è arrivati a questa cifra facciamo un piccolo passo indietro. Nel 1992 il Comune di Pomezia trovò un accordo con l’Arcalgas per risolvere la questione in sospeso, ma questo accordo non fu accolto favorevolmente dalla Regione, che pretendeva per tutto il periodo preceden-

te somme maggiori di quelle che la società riteneva dovute. Per questo la Regione minacciò un’azione legale, temuta ovviamente dall’Arcalgas, che si trovava in difetto per non aver versato per anni alcun importo. Per questo Enrico Pastina, socio e direttore generale di Arcalgas, cercò di convincere il Comune a contestare le pretese della Regione. Nel 1997 (si sa che i tempi per queste cose sono lunghissimi) il Comune intraprese un’azione giudiziaria contro la Regione, nella quale prese parte – volontariamente – l’Arcalgas. L’Avvocatura di Stato, suggerì allora di risolvere la questione attraverso una transazione, consiglio preso al volo dal Comune, che propose allora il seguente accordo: dei 15 miliardi di lire (quasi 11 di fornitura ed il resto di interessi) la Regione rinunciava alla parte relativa agli interessi, mentre 4,5 miliardi erano già stati pagati tra il 1992 ed il 1997 dal Comune. Restavano in sospeso 6 miliardi e 320 milioni di lire. Di questi, 5 miliardi di debito vennero “accollati” all’Arcalgas, visto che non li aveva mai versati al Comune di Pomezia, mentre la cifra restante di poco più di 1 miliardo e 320 milioni ancora in contenzioso sarebbe dovuta essere sottoposta alla decisione del giudizio arbitrale. Questo tipo di transazione vedeva quindi come unico soggetto completamente soddisfatto l’Arcalgas, che – da un importo iniziale di quasi 15 miliardi – si ritrovava a pagarne (nella transazione il verbo utilizzato era “accollare”) solo 5. A rimetterci, ovviamente, i cittadini, visto che il residuo veniva in parte “graziato” dalla Regione ed in parte pagato dal Comune. Ma perché il Comune aveva interesse a proporre e chiudere un accordo che lo obbligava a pagare 1.320.912.858 di lire, anche se non di competenza? Perché rimetterci tutti quei soldi? Per beneficenza, per simpatia o cos’altro? I giudici, grazie alle testimonianze rese dai vari testi ed alle confessioni di alcuni dei protagonisti, hanno ricreato quella che ritengono la vera motivazione di una delibera che arrecava solo danno alla città: le tangenti pagate da Enrico Pastina ad alcuni politici ed amministratori, sindaco Aureli in testa, a cui era accomunato dalla stessa professione, visto che erano entrambi avvocati. E, da bravi legali, i loro interessi li sapevano difendere benissimo. Nella transazione, così come nella proposta di delibera, si afferma che era stato il Comune di Pomezia a versare la somma di 4 miliardi e mezzo lire alla Regione e che il debito residuo veniva determinato in 6.320.912.858 di lire, dei


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quali Arcalgas si “accollava” 5 miliardi, lasciando intendere che la parte restante doveva essere pagata dal Comune, nonostante non vi fosse alcun motivo che rendesse legittimo questo obbligo da parte dell’amministrazione comunale. Per fare le cose per bene, nella proposta di transazione era stato scritto che per quella somma si sarebbe atteso l’esito del lodo arbitrale. Peccato che la transazione sia stata sottoscritta il 27/02/2001, mentre il lodo sia stato depositato il 22/03/2001, quindi quasi un mese dopo. Che avessero poteri di preveggenza? Strano anche che nel lodo venisse poi riportato che l’Arcalgas - attraverso la transazione - si era “accollata” 6 miliardi e 321 milioni, invece dei 5 realmente formalizzati, stabilendo inoltre che la convenzione (trentennale) partiva dal 1989 e non da quando era effettivamente partito il servizio, “regalando” così alla società privata numerosi anni in più di rapporto con l’amministrazione e quindi di sicuri guadagni. Nel corso del processo la questione lodo arbitrale non è stata chiarita, anche se è stato osservato che lo stesso contiene quantomeno degli errori materiali riguardo alla somma che l’Arcalgas si “accolla”. E incongruenze escono fuori anche sulle cifre delle presunte tangenti. Pastina, infatti, forse nel tentativo di alleggerire la propria posizione, racconta ai giudici di aver trattato solo con il sindaco, il quale si lamentava dell’instabilità politica che caratterizzava quel dato periodo (ricordiamo che Aureli fu eletto dal centrosinistra e dopo appena un anno di governo aveva praticamente dato vita ad una coalizione ed a una Giunta di centrodestra: questo sicuramente per coerenza e lealtà verso i cittadini che l’avevano votato!). Secondo Pastina, Aureli chiese un “aiuto economico” per evitare lo sfaldamento della coalizione, cosa che avrebbe

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pregiudicato tutto il lavoro svolto in relazione alla soluzione del contenzioso, con il pericolo che non si arrivasse alla sottoscrizione della transazione. Pastina, sempre secondo il suo racconto, versò quindi al Primo Cittadino 250 milioni di lire, prelevati direttamente dal suo conto personale, negando di aver avuto contatti o richieste da parte di altre persone e negando, soprattutto, che nel lodo fosse contenuto un errore voluto da qualcuno in relazione alla somma dovuta dalla società. Ma le dichiarazioni di Pastina vengono smentite da quelle rese da Vincenzo Mauro, Paolo Valentini, Fiorenzo D’Alessandri e dallo stesso sindaco Maurizio Aureli. Grazie alle ricostruzioni si arriva infatti alla conclusione che la tangente prevedeva il pagamento di 600 milioni di lire, di cui 250 effettivamente versati ad Aureli per accontentare la maggioranza, 150 per i consiglieri di minoranza e altri 200 da versare successivamente a tutti i consiglieri. Le ricostruzioni fatte grazie alle indagini, agli incidenti probatori ed alle deposizioni convincono quindi i giudici dell’esistenza di un “accordo criminoso esteso almeno ad una parte del Consiglio Comunale”, visto che alla spartizione del denaro, o quantomeno “alla promessa di una dazione di denaro” avevano partecipato anche i capigruppo. A sostegno di questa tesi alcune delle intercettazioni ambientali raccolte dagli inquirenti, tra le quali esplicativa è quella intercorsa tra il Sindaco Aureli e Vincenzo Mauro, in cui parlano sia della convenzione che del lodo. “E’ evidente – cita la sentenza – dal tenore della conversazione che gli imputati attendono il pagamento della tangente o di parte di essa che, secondo gli accordi, doveva essere corrisposta dopo l’approvazione della delibera, essendo l’accordo criminoso intervenuto prima dell’adozione della stessa, condizionandola”.

Insomma, anche questa volta l’avidità di qualcuno è ricaduta su tutti, visto che per la “miserabile” cifra di 600 milioni da spartire in non si sa bene quante persone (ad un certo punto si parla di tutto il consiglio, quindi 20 milioni a testa, anche se poi sono stati categoricamente esclusi dai fatti numerosi consiglieri), le stesse si sono ancora una volta vendute, infischiandosene altamente del fatto che il miliardo e 300 milioni sarebbe stato poi pagato dai cittadini invece che dall’Arcalgas, che avrebbe inoltre potuto godere, grazie agli “errori” contenuti nel lodo, di tempistiche diverse da quelle reali per quanto riguardava la convenzione. D’altronde, miserabili o no, si tratta sempre cifre che le persone “normali” impiegano un anno e anche di più per guadagnarle (rapportiamo ovviamente i guadagni a quelli dell’epoca), quindi riuscire ad incassarle semplicemente con l’assenso ad una delibera non è poi tanto male, soprattutto se si ipotizza che di delibere “interessanti” potrebbero essercene più di una ogni anno. “Conclusivamente ed in ordine a tutti i capi di imputazione e a tutti gli imputati con esclusione di Ciccolini – si legge nella parte finale scritta dai giudici – non emergendo elementi per assolvere nel merito gli imputati, ma emergendo anzi elementi di prova per affermare la penale responsabilità, deve essere dichiarata la causa estintiva ai sensi dell’art. 531 c.p.p.”. Quindi “innocenti” per decorrenza dei termini. Dobbiamo aggiungere qualcos’altro? Ovviamente sì, la terza parte dell’inchiesta. Ma quella la troverete sul prossimo numero, mentre la trascrizione della sentenza riguardante l’Arcalgas potrete trovarla sul sito www.ilcorrieredellacitta.it. Maria Corrao

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Scuole

SCUOLE, PRONTI VIA. MA COME? ABBIAMO SENTITO LE AMMINISTRAZIONI DI POMEZIA ED ARDEA, CHE ASSICURANO UN ANNO SCOLASTICO SENZA PROBLEMI rchiviate le vacanze, il pensiero corre all’inizio delle scuole,ormai imminente. Ragazzi e genitori ripetono il rituale degli acquisti legati al corredo scolastico ed ai libri di testo, per essere pronti già dal primo giorno. E le scuole? Sono pronte o anche quest’anno si ripeteranno disguidi, disagi e problemi di varia natura? Lo abbiamo chiesto agli assessori alla Pubblica Istruzione di Pomezia ed Ardea, stranamente accomunati da una caratteristica: entrambi sono stati messi a capo di questo settore da pochissimo tempo, quindi fino a qualche mese fa erano completamente all’oscuro di quanto succedeva nel “mondo scuola”.

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er Pomezia ci riceve Alessio Caporaletti, che ha preso il posto di Cinzia Marinelli. Dalla sua ha la giovane età, che gli fa ben ricordare le difficoltà che

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si incontrano a scuola. “E. come a scuola, anche in questo assessorato ci sono tantissime cose da fare – esordisce Caporaletti – Devo riconoscere di aver trovato un ambiente attivo e ricettivo, dal dirigente, l’ing. Ferrara, a tutti i dipendenti, che si fa carico di una gran mole di lavoro nel miglior modo possibile e questo mi ha aiutato molto soprattutto i primi giorni”. E quali sono le problematiche che le sono subito saltate all’occhio? “Sicuramente quella delle liste d’attesa negli asili. Al momento abbiamo circa 294 piccoli alunni che non riescono a rientrare. La principale causa è l’aumento demografico, che supera quello delle nuove aule. A complicare le cose il regolamento d’accesso, che al momento è troppo contorto”. E come pensa di rimediare? “Partendo dal presupposto che la costruzione di nuove scuole e nuove aule è subordinata ad un impegno economico che al momento non possiamo assumerci, ho cercato di agire subito sulla procedura di ammissione, snellendola e semplificandola, facendo in modo che tutti i bam-

bini abbiano la possibilità di fare la prescolarizzazione. Le priorità saranno quindi l’età ed eventuali certificazioni di disagio. Cercheremo poi di aumentare le aule anche a “costo zero”, ricavandone da spazi attualmente utilizzati in modo diverso, anche in scuole di diverso grado, come nel caso della Don Bosco, che è un’elementare, dove il Dirigente scolastico ha accettato di accogliere una classe di bambini della materna, ospitandoli in uno spazio che originariamente aveva un’altra destinazione, nel quale i lavori di adeguamento sono iniziati il 24 agosto. Inoltre stiamo cercando di valutare anche altre strade che possano quantomeno arginare il problema”. Per costruire nuove scuole occorrerebbe ricorrere ai mutui, che non possono essere accesi in quanto il Bilancio Consuntivo del 2009 non è ancora stato approvato, quindi le poche risorse disponibili vanno dirottate sugli interventi di “prima necessità” che riguardano tutti i plessi comunali. Tra queste, quella riguardante i “buoni libro”. Quest’anno sono state molte le cartolerie che avevano deciso di non accettarli a causa dei ritardi nei pagamenti delle fatture da parte dell’amministrazione. “Questo è stato uno dei primi problemi che mi si sono presentati”, spiega l’Assessore, che con estrema soddisfazione delle parti – è riuscito a trovare un accordo a tempo di record. “Ho convocato i commercianti interessati e, grazie anche al settore finanziario, siamo riusciti a fare in modo che, nel giro di un paio di settimane, fossero pagate loro le fatture relative allo scorso anno scolastico. Ho promesso di impegnarmi a ridurre i tempi per i pagamenti di quest’anno, pur non dando date perentorie che potrebbero rivelarsi non esatte. I commercianti hanno capito la situazione e visto la nostra buona volontà, ed hanno accettato di prendere anche per questa volta i buoni del Comune, agevolando così sia le famiglie che l’amministrazione”. La rapidità nel dare soluzioni vuole diventare la peculiarità di questo assessorato. “Preferisco non fare promesse né scrivere il libro dei sogni, ma affrontare di volta in volta quei problemi che possono sembrare piccoli, ma che creano disagi ed ostacoli ai docenti ed alle famiglie, oltre che agli


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alunni”. Ad esempio pagando i debiti arretrati che il Comune ha con le scuole, le quali potranno così garantire quei servizi essenziali ed indispensabili – come l’assistenza specializzata – che altrimenti non sarebbero stati erogati. Oppure come nel caso della scuola elementare di Torvaianica Alta, dove nei giorni scorsi è stata fatta l’impermeabilizzazione del tetto, che presentava delle infiltrazioni. Sempre lì sono state realizzate e già consegnate due nuove aule, mentre per la costruzione della palestra il Comune sta aspettando che la Regione stanzi il finanziamento già approvato. Altri lavori sono stati fatti, o sono ancora in corso, in diversi plessi, sia per quanto riguarda le elementari che le materne. “Nella scuola dell’infanzia Umberto Santandrea (da tutti conosciuta come 7 nani, ndr), ad esempio, stiamo alzando la recinzione che guarda verso i giardinetti, per arginare il problema dei vandali, mentre nella scuola Don Milani sono stati effettuati diversi interventi di sistemazione nella parte vecchia, ed è in programma la realizzazione di un’aula di informatica – ricavata da spazi preesistenti – nell’edificio nuovo. Lavori di completamento sono in corso anche alla Pestalozzi, nella quale stiamo sistemando la palestra ed i servizi igienici grazie al fatto che abbiamo vinto una gara nazionale bandita dall’INAIL, ente dal quale, oltre ai fondi, abbiamo ricevuto anche i complimenti – fatti dai collaudatori - per l’ottima realizzazione dei lavori e per come è stata gestita la parte amministrativa. Devo sottolineare che tutti questi interventi sono fatti con la stretta collaborazione dell’assessorato ai lavori pubblici, con il quale c’è una perfetta sintonia grazie anche all’ottimo lavoro svolto dal dirigente, l’ing. Curci”. Passiamo a quello che è spesso stato un tasto dolente, le mense. Quando potrà partire il servizio? “Ad Agosto sono stati riaperti i termini per la gara d’appalto. Nei primi giorni di settembre si svolgeranno le formalità per l’assegnazione alla ditta che verrà proclamata vincitrice, dopodiché si potrà andare a regime. Il servizio, anche in caso di ritardi nelle procedure, sarà garantito a partire dai primi giorni di ottobre, grazie ad una proroga tecnica, attualmente in fase di definizione, con la ditta uscente che continuerà a fornire i pasti fino all’arrivo della nuova società”. Anche quest’anno ci saranno le solite interminabili file per l’acquisto dei ticket? “Speriamo di no, perché il servizio di vendita è iniziato già ad Agosto”. Ma chi lo sapeva? “Noi abbiamo fatto l’informativa alle scuole a Luglio. Purtroppo le locandine che pubblicizzava l’iniziativa ci verranno consegnate solo in questi giorni. Sono comunque fiero di comunicare che il 26 agosto ci è stato consegnato e attivato il terzo POS all’ufficio mensa del comune, per velocizzare i pagamenti. Penso sia un’altra piccola vittoria della politica del fare!”. L’assessore elenca poi una serie di altri lavori nei vari plessi, ringraziando i Dirigenti Scolastici per la collaborazione con l’assessorato, necessaria per poter intervenire in tempi ridotti. “Agire in sinergia è fondamentale. Da parte nostra mettiamo a disposizione il lavoro di vari assessorati, istruzione, lavori pubblici e bilancio, per far sì che le nostre scuole possano essere sicure e funzionali sotto tutti gli aspetti”.

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ARDEA nche ad Ardea l’anno scolastico dovrebbe iniziare senza alcun intoppo. Nelle scorse settimane il Sindaco Carlo Eufemi aveva infatti riunito gli Assessori e i Dirigenti dei settori competenti per fare il punto sugli interventi da compiere al fine di consentire un avvio delle lezioni senza grossi problemi. Durante la riunione sono stati trattati sia gli interventi straordinari che quelli di manutenzione ordinaria nei vari plessi scolastici del territorio. “Abbiamo ritenuto opportuno – spiega il Sindaco – organizzare al meglio il lavoro in vista dell’imminente apertura della stagione scolastica. In quest’ottica risulta importante l’ottimo lavoro svolto dagli Uffici Comunali che ci ha consentito di ottenere recentemente diversi finanziamenti regionali da destinare agli interventi sulle scuole”. “Nel corso delle riunioni - ha spiegato l’Assessore alla Cultura e ai Servizi Educativi Paolo Dei Santi - abbiamo fatto il punto su servizi e strutture al fine di consentire l’adeguato svolgimento dell’attività scolastica”. E cosa avete dedotto? “Che nel complesso la situazione può ritenersi buona. In questi giorni sono in corso lavori per aumentare la disponibilità di aule, cinque in tutto tra materna, elementari e medie. I nuovi locali saranno pronti prima dell’inizio dell’anno scolastico. Nei primi giorni di settembre si disporranno invece tutti i piccoli interventi di manutenzione ordinaria in tutte le scuole del territorio, compresi gli spazi esterni, per i quali si sta già provvedendo”. Quali sono i lavori più importanti che si stanno svolgendo? “Le opere in corso riguardano la nuova scuola di Colle Romito e la scuola di via Verona. Altre sono già state finanziate ed inizieranno entro quest’anno: si tratta della scuola di via Tanaro e della palestra di via Varese. Il tutto fa parte di un programma organico che consentirà a questa Amministrazione di completare il mandato elettorale con l’invidiabile primato di almeno 80 aule nuove realizzate”.

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Ardea ha però il triste primato di non avere ancora nessuna scuola Media Superiore… “Per quanto riguarda questo argomento, è stata consegnata alla Provincia di Roma la perizia di stima per consentire la permuta del terreno necessario alla costruzione della Scuola Superiore, quindi adesso stiamo aspettando un riscontro. Noi stiamo seguendo l’iter con attenzione, ma le procedure sono purtroppo lunghe”. Passiamo a quello che c’è gia. Cosa mi dice dei servizi di trasporto degli alunni, della mensa e dell’assistenza ai bambini che ne hanno la necessità? “Per questi servizi le relative gare per l’affidamento si sono svolte nel 2009. Avendo valenza triennale non c’è necessità di rinnovare le procedure: tutto proseguirà come nello scorso anno scolastico, senza variazioni di sorta”. Ma per le mense lo scorso anno c’è stato il problema di tutti quei bambini di Ardea che frequentano le scuole di Pomezia, con una diatriba infinita tra gli ex assessori dei due Comuni. Pensa che ci saranno strascichi anche questa volta? “Sinceramente, essendo arrivato da pochissimo tempo, non sono ancora addentrato nella vicenda, che spero possa essere comunque risolta nel miglior modo possibile”. Parliamo di scuole materne, solitamente punto dolente delle amministrazioni. “Quest’anno, così come in quello passato, è stato aumentato il numero degli alunni che potranno frequentare le scuole materne. Abbiamo ricevuto l’autorizzazione dell’Ufficio Scolastico Regionale per poter aprire due nuove sezioni di scuola materna sul nostro territorio, cosa resa possibile anche grazie al nostro lavoro di costruzione di nuove aule. Gli asili hanno ancora bambini in lista di attesa, ma si tratta di poche decine rispetto alle molte centinaia di qualche anno fa e ciò, a differenza del passato, non dipende più dalla carenza di aule, ma dalla limitatezza di risorse finanziare da parte del Ministero che autorizza, nella Regione Lazio, solo pochissimi incrementi di nuove sezioni di scuola dell’infanzia”. Nel dettaglio, il Comune di Ardea nell’ambito del programma degli interventi regionali approvato dal Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche, ha ottenuto dalla Regione Lazio: 211.000 euro da destinare alla Scuola Media Virgilio, 96.000 euro da destinare alla Scuola Elementare Manzù e 105.000 euro da destinare alla Scuola Elementare Materna del 1° Circolo. Inoltre, nei giorni scorsi, la Giunta Comunale ha approvato il progetto esecutivo per i lavori di completamento della Scuola Sant’Antonio (II lotto) che verrà realizzato con fondi comunali per un totale di circa 68.000 euro, come era stato previsto dal Piano delle Opere Pubbliche; l’intervento riguarda l’ampliamento di un’aula e la sistemazione degli spazi esterni. Infine, il Ministero della Pubblica Istruzione ha finanziato alcuni interventi di sistemazione delle scuole del territorio, i cui lavori si svolgeranno entro l’anno. I presupposti per un anno tranquillo quindi ci sono, ora dobbiamo solo sperare che si trasformino in realtà. Alfredo Corrao

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PARCOMETRI, SCATTA LA PROTESTA L’AMMINISTRAZIONE HA DECISO DI FAR INSTALLARE LE MACCHINETTE, MA I NEGOZIANTI NON CI STANNO archeggi a pagamento: ne avevamo parlato ampiamente nel numero di Luglio, mettendo a confronto le posizioni dei commerciati e dell’amministrazione comunale. I primi chiedevano a gran voce - lo hanno fatto anche protocollando una raccolta firme lo scorso gennaio - il ripristino dei grattini, al costo di 50 centesimi l’ora. Di questa cifra il 5% andava ai commercianti che distribuivano i ticket, mentre il resto finiva nelle casse comunali. La seconda, invece, era propensa ad installare i parcometri, con costo orario di 1 euro, di cui il 60% (di partenza, ricordiamo che si tratta di una gara al ribasso) a favore della ditta vincitrice della gara ed il restante 40% al Comune. Due mesi fa i commercianti avevano richiesto – anche attraverso il nostro giornale – un incontro con i responsabili dei lavori pubblici, per dimostrare la loro compattezza nel voler gestire i parcheggi. In quell’occasione l’invito era stato accolto positivamente. Peccato che l’incontro non ci sia mai stato. I commercianti non sono stati interpellati prima che la gara venisse indetta ed ora sono infuriati, soprattutto dopo aver scoperto quali sono le condizioni economiche di quello che definiscono “l’affare parcometri”. “Il costo del parcheggio raddoppia, tutto a danno dei cittadini ma anche di noi commercianti, che vedremo sicuramente una diminuzione della clientela che viene in auto. E se da una parte c’è il danno, il vantaggio a chi va? Certo non al Comune, dal momento che il 60% degli introiti andranno alla ditta appaltatrice. Ci chiediamo quindi perché fare una cosa del genere. L’amministrazione non riceverà introiti economici superiori rispetto al passato, anzi, ci rimetterà. Quindi a perderci saranno in tre: il Comune, i cittadini ed i commercianti. A vincere, in tutti i sensi, sarà solo la ditta che gestirà il servizio”. Per essere precisi, le cifre da pagare non sono fisse, quindi, a seconda di quanto tempo si sta parcheggiati, l’automobilista ci può rimettere o addirittura guadagnare rispetto allo scorso anno. Nello specifico, infatti, le tariffe saranno queste: 20 centesimi per le frazioni di ora, 1 euro per un’ora di sosta, 3 euro per cinque

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ore di parcheggio e 5 euro per l’intera giornata. Il pagamento è previsto per la fascia oraria 8 – 20, con esclusione dei giorni festivi, e dalle 8 alle 22, tutti i giorni compresi i festivi, per Torvaianica. I residenti, previa autorizzazione, sono esonerati dal pagamento della prima e dell’ultima ora del periodo fissato dal Comune. L’assessorato sostiene che la scelta è virata verso i parcometri per rendere più facile la reperibilità dei ticket, valutati i problemi sollevati dai commercianti lo scorso anno. “Problemi ormai superati – sostengono i negozianti - dal momento che abbiamo capito che i grattini sono la scelta migliore per tutti, soprattutto se guardiamo l’alternativa. Noi commercianti di Pomezia siamo uniti, la raccolta delle firme lo dimostra, e credo sia lo stesso per i colleghi di Torvaianica, che già lo scorso anno avevano accolto di buon grado la novità”. “Si fa presente - spiega l’Assessore ai Lavori Pubblici Edgardo Cenacchi - che l’Amministrazione, fatto tesoro delle precedenti esperienze, ha scelto questo nuovo sistema perché permette di frazionare i tempi ed i costi della sosta così da corrispondere meglio alle esigenze degli utenti. Il meccanismo dei parcometri è infatti largamente in uso nella maggior parte dei Comuni. Per ciò che riguarda il risvolto finanziario è bene riservarsi un ulteriore approfondimento con il dirigente competente”. Quindi, malgrado le proteste, l’amministrazione va avanti per la strada scelta. Il 6 settembre scadranno i termini per la presentazione delle domande di partecipazione al bando, che prevede “la sosta a pagamento attraverso dispositivi automatici” per 207 posti a Pomezia (140 su Via Roma, 44 in Via Orazio, 8 a Piazza San Benedetto, di fronte alla palazzina che ospita l’Anagrafe, 15 a Piazza Bassanetti) e 338 posti a Torvaianica (240 sul tratto che comprende va dal Lungomare delle Sirene fino al Lungomare delle Meduse, 78 a Piazza Italia e 20 sul Lungomare delle Meduse). Poi i giochi saranno fatti, perché la gara prevede che il servizio sia effettuato per 3 lunghi anni. Maria Corrao



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I TERRENI DELLA DISCORDIA POMEZIA AUTORIZZA COSTRUZIONI SU TERRENI CHE APPARTENGONO AD ARDEA, DOVE NEANCHE SE NE ACCORGONO, SE NON DOPO ANNI a “scoperta” fatta dal Presidente del Consiglio del Comune di Ardea Policarpo Volante sta sollevando, giustamente, un vespaio di polemiche. Accorgersi che un terreno appartenente al Comune rutulo è in realtà “gestito” dalla confinante Pomezia significa rendersi conto che più di qualcosa non funziona. Il terreno della discordia è il Foglio 39 del Catasto, che riporta un lotto, nei pressi della Pontina Vecchia, situato al confine dei Comuni di Pomezia ed Ardea. Questo terreno, quando Ardea è diventata Comune autonomo, è passato da Pomezia all’amministrazione rutula, così come risulta anche dall’aggiornamento delle mappe catastali del luglio 2010. Peccato che i permessi a costruire su questa zona siano stati presentati al Comune di Pomezia, che – probabilmente per errore – li ha approvati. L’anomalia è saltata agli occhi di Policarpo Volante al momento di firmare la delibera di accorpamento catastale di un appezzamento di terreno compreso proprio nel Fg. 39. Firma che, ovviamente, non è stata apposta. Nell’area definita da tale foglio sorgono diversi complessi immobiliari, tutti con regolare permesso rilasciato dal Comune di Pomezia quando il terreno era già parte del patrimonio di Ardea. Ma come mai nessuno se ne è accorto prima? Né i costruttori, che hanno fatto richiesta di permesso nel Comune sbagliato, né l’ufficio catastale e urbanistico di Pomezia, né i corrispettivi uffici di Ardea. Questa “svista” è costata cara al Comune rutulo, che non ha potuto usufruire negli anni passati né degli oneri concessori né tantomeno del pagamento delle varie tasse successive alle costruzioni. Per capire meglio, occorre sapere che catastalmente i terreni sia di

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Pomezia che di Ardea sono tutti censiti al nuovo Catasto Terreni del Comune di Pomezia, mentre i manufatti edificati – regolari o abusivi – si trovano nel Catasto Urbano del Comune di appartenenza. Quindi in questo caso, visto che si tratta di terreni appartenenti al territorio rutulo, avrebbero dovuto essere censiti nel Catasto Urbano del Comune di Ardea. Ma di queste costruzioni nel Catasto di Ardea non vi è traccia, perché si trovano in quello pometino. Altra anomalia è quella riguardante la planimetria catastale allegata al decreto del Presidente della Repubblica, inviata nel gennaio del 1971: attualmente è introvabile. L’errore, se di questo si può parlare, è forse dovuto al fatto che i costruttori hanno presentato – probabilmente in buona fede – i progetti al Comune di Pomezia, che non ha fatto i dovuti accurati controlli, accettando ed approvando quanto richiesto. Molto più attento dei tecnici preposti il Presidente Volante, che si è reso conto pasticcio ed ha dichiarato che esistono immobili su terreno comunale “non muniti di licenza del Comune dalla stessa rappresentato”. Quindi si tratta di costruzioni abusive? E come si risolverà la vicenda? I cittadini vogliono delle spiegazioni, visto che in questo modo Ardea non ha saputo (?) tutelare i redditi provenienti da quei terreni. Si può infatti parlare di “mancato introito” riferendosi alle somme che l’Ente avrebbe dovuto incassare - e che invece non ha mai ricevuto – relativamente sia agli oneri concessori e di urbanizzazione (e si tratta di cifre consistenti), che alle successive tasse. Il presidente del Consiglio sembra sia intenzionato ad inviare il tutto alla Procura di Velletri affinché ridia ad Ardea il diritto di

sovranità su quel terreno, dichiarando abusive le opere già costruite e per acquisirle al patrimonio rutulo, in modo da poterne rivendicare il pagamento delle tasse e dell’affrancazione dell’uso civico. Se la tesi presentata da Policarpo Volante verrà ritenuta valida, le costruzioni sarebbero quindi tecnicamente abusive, visto che il Comune di Ardea non ha rilasciato alcun permesso. Di conseguenza, sarebbero illegittime anche tutte le licenze e autorizzazioni derivanti da queste costruzioni, visto che ci sono vari esercizi pubblici. Chi pagherà le conseguenze di questo “errore”? I costruttori? I proprietari? O le Amministrazioni? Queste “sviste” purtroppo nella zona non sono fatti unici. Il territorio ancora subisce i deleteri effetti di quando fu dato il permesso a costruire al tristemente noto complesso delle Salzare, che sorge su un’area archeologica. Vista la fine che ha fatto l’immobile, stando un po’ più attenti non si sarebbe tutelata solo la storia e l’archeologia – beni sicuramente preziosissimi – ma anche la sicurezza del territorio, che non è poca cosa. Ma ad Ardea sono tanti i terreni intestati “Comune di Pomezia per la comunità di Ardea”, e non trascritti al patrimonio comunale di Ardea. I cittadini e le associazioni di chiedono se questo accade magari per favorire il rilascio dei permessi a costruire in sanatoria. Certo sarebbe interessante avere una risposta. Giriamo quindi la domanda al neo Assessore al Patrimonio, l’avvocato Maria Pia Pagano, che appena arrivata è già stata investita da questo enorme problema. Come si sta attivando l’amministrazione per risolvere la questione? Potrebbero esserci accordi bonari con il Comune di Pomezia o tutto si trascinerà davanti ad un Tribunale? “In merito alla questione che vede coinvolti i Comuni di Ardea e Pomezia e della quale direttamente sono investita in ragione del mio mandato, sia con riferimento al Patrimonio che ai rapporti intercomunali, è doveroso da parte mia precisare che ho appreso la notizia dalla stampa locale, all’indomani del mio rientro dalle ferie estive. E’ evidente che il primo passo sia quello di verificare la reale situazione di fatto e di diritto, ed a tal fine ho provveduto, innanzitutto, a chiedere formalmente al Comandante del Corpo di Polizia Municipale ed ai Dirigenti delle aree di competenza dell’Amministrazione Comunale di eseguire tempestivamente compiuti accertamenti e fornire chiarimenti in merito alla vicenda. In questa fase di acquisizione delle dovute informazioni e relativa documentazione, è evidente che sarebbe assolutamente prematuro esprimermi sulle possibili azioni da intraprendere, ma assolutamente sarà mia cura informare ed aggiornare la Cittadinanza sulle risultanze degli accertamenti eseguiti e sui provvedimenti che saranno intrapresi”. Anche il Presidente della Commissione Trasparenza e Verifica Atti, Franco Marcucci è intervenuto sulla vicenda. “Convocherò a giorni una commissione per capire cosa è accaduto e cosa sta accadendo adesso: se il terreno è di Ardea dobbiamo essere noi a gestirlo. Se non fosse possibile da parte della nostra Amministrazione sanare quanto è stato edificato, bisogna almeno fare in modo che i beni vengano acquisiti al patrimonio comunale. Un anno fa avevo presentato in Consiglio un’interrogazione sulla questione, ma come sempre non ho ricevuto risposta. Se necessario invierò tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Velletri, in modo che si possa far luce quanto noi riusciamo a capire”. Alessia Ambra Achille


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ARDEA ACCUSA DAI VERBALI DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ARDEA DEL 25.07.08, CORRETTI PER RENDERNE PIÙ CHIARA LA LETTURA. l presidente del consiglio comunale Danilo Petrella apre la seduta e da’ la parola al consigliere Policarpo Volante, il quale afferma: “Per quanto riguarda i confini del catasto del comune di Ardea sin dal 1970, quando era stata fatta la divisione patrimoniale Ardea – Pomezia, c’è stato un primo errore per quanto riguarda i confini. Praticamente quel tratto che va sotto il Bivio di Caronti, tra via Pontina Vecchia e via Pontina Nuova, c’è un terreno che confina proprio nella valle Ardea – Pomezia che tutti chiamavano l’isola della svizzera, perchè non sapevano se era di Pomezia o di Ardea. Nella nostra cartografia del 1970 risulta appartenere al Comune di Ardea, mentre Pomezia ha rilasciato una concessione su quel terreno, che non sappiamo se realmente è il loro o il

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nostro, noi diciamo che è il nostro perchè abbiamo la cartografia iniziale che per noi è esatta, quindi chiedo cortesemente al presidente e all’ufficio preposto di fare questa importante verifica”. Peccato che poi la verifica non sia mai stata fatta, come fanno notare anche Valtere Roviglioni e Alberto Delli Colli, dell’Italia dei Valori. “Perchè il Consiglio Comunale non ha sospeso la delibera che si stava discutendo per fare la verifica richiesta da Policarpo Volante? In tutti questi anni il Comune di Ardea non ha mai consolidato il Patrimonio Comunale, una scelta che ha consentito a molti faccendieri senza scrupoli di appropriarsi di terreni pubblici usucapiti ed edificati. Questa nuova brutta vicenda potrebbe finalmente fare luce sul reale

patrimonio del Comune di Ardea, delineare definitivamente i confini e trascrivere al patrimonio tutti gli immobili lasciati a rischio di appropriazioni indebite. Il presidente del Consiglio Comunale Policarpo Volante ancora non ha predisposto delibere in autotutela, il Presidente della Commissione Urbanistica Fabrizio Aquarelli non ha ancora convocato la commissione competente, solo la Commissione Trasparenza ne discuterà, come annunciato timidamente dal presidente Marcucci. Quello che ci lascia perplessi è il silenzio dei “vecchi “ come il Consigliere comunale Bruno Cimadon, politico ardeatino di lungo corso, ex sindaco e referente dell’Assessore al Patrimonio. Tutti in rigoroso silenzio, compreso il Sindaco. Perché?”.

POMEZIA RISPONDE ATTILIO BELLO: NON CI SONO DUBBI, IL TERRENO È NOSTRO a questo terreno, di chi è? Se Ardea grida allo scandalo e rivendica il maltolto, Pomezia, dal canto suo, guarda con malcelata ironia tanto scompiglio, forte delle sue convinzioni. “Non capiamo perché il Comune di Ardea abbia avuto questa errata intuizione e come mai proprio adesso – spiega Attilio Bello, presidente del Consiglio Comunale di Pomezia – Il terreno è sempre stato nostro, senza alcun dubbio, per questo abbiamo rilasciato licenze e concessioni. Questo dovrebbero saperlo bene tutti, visto che già nel 2008 il nostro responsabile dell’ufficio catasto aveva inviato una risposta chiara ed inequivocabile alla richiesta di definizione dei confini catastali inoltrata dal Comune di Ardea alla nostra amministrazione. Esiste una documentazione cartografica del Piano Paesistico Regionale che non lascia adito a dubbi: il Foglio 39 è completamente insito nel territorio comunale di Pomezia”. Non sembra proprio avere dubbi, Attilio Bello e, alle accuse di non aver inviato ai “vicini” la relativa documentazione, ribatte che gli uffici competenti hanno sempre risposto in tempi rapidi a qualsiasi richiesta, senza peraltro avere alcun riscontro, “Cosa che attestava l’accettazione di quanto da noi comunicato”, sostiene il presidente del Consiglio Comunale. “Quando è stata fatta la divisione del territorio tra i due Comuni, nel 1970, è stata fatta una riunione tra i tecnici delle parti, gli amministratori e l’agenzia del Territorio. La documentazione scaturita da questa riunione è stata poi consegnata sia al

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nostro Comune che a quello di Ardea. Se loro non la trovano più non è colpa nostra. Noi la conserviamo agli Atti, così come deve essere”. Ma dal 1970 ad oggi nessuno si era mai fatto venire dubbi? “Nel 2007 i tecnici dei due Comuni hanno riesaminato tutti gli incartamento, senza trovare anomalie di sorta, tant’è vero che, il 25 Luglio 2007, Ardea ha approvato una Delibera, la n. 77, facendo riferimento alle documentazioni NCT, NCEU, Sezione Edilizia Privata ed alla documentazione Cartografica della Regione Lazio”. E come mai allora è emersa questa diatriba? “Nel 2008 mi sono accorto che dal 1970 le carte catastali dei due Comuni, soprattutto quelle di Ardea, recavano ancora la scritta “Comune di Pomezia per la Comunità di Ardea”. Ho quindi pensato di fare nuove carte con le intestazioni aggiornate. Da questa decisione sono scaturite le delibere che i due Comuni hanno poi girato agli organi competenti. Purtroppo erano riportate alcune imprecisioni, per cui il Settore provinciale Gestione Banche Dati ha inviato sia a noi che ad Ardea una richiesta di precisazioni su alcuni punti, con nuove delibere. Al momento di approvare la sua, Policarpo Volante si è rifiutato di apporre la firma, sostenendo che il terreno ora conteso era in realtà di proprietà di Ardea, cosa assolutamente non vera. Infatti tra pochi giorni il Comune di Pomezia approverà la rettifica della delibera di Consiglio

Comunale n. 06 del 09/02/2009, ossia a quella sulla quale l’Agenzia del Territorio chiedeva delucidazioni”. La delibera, che abbiamo visionato in anteprima, cita il seguente punto: Constatato che, come giustamente fatto rilevare, la divisione delle particelle ex n. 243 (oggi part. 829, 830, 665, 666) e la particella n. 80 del foglio 39 è stata riportata correttamente come descrizione: “…..e passa precisamente sul confine che divide la particella 243 e 80 del fg.39, prosegue sulla mezzeria…..” ma non altrettanto come graficizzazione sul foglio catastale; Rilevato che con la presente si è provveduto a riportare graficamente corrispondente a quanto descritto la divisione delle particelle ex n. 243 (oggi part. 829, 830, 665, 666) e la particella n. 80 del foglio 39, DELIBERA di rettificare, ad integrazione della delibera di Consiglio Comunale n. 06 del 09/02/2009, nei soli allegati tecnici rivisti e corretti di cui all’elenco che segue: ...Allegato Stralcio Catastale del fg. 39, particelle interessate nn° 71, 23, particelle originarie, e ex n. 243 (oggi part. 829, 830, 665, 666) con la particella n. 80 e graffitizzato, in rosso tratteggiato, la linea di confine tra i Comuni di Ardea e Pomezia, come deliberato dai singoli Consigli Comunali rispettivamente nn° 77/08 e 06/09. Dallo stralcio catastale sembra evidente che il terreno conteso appartenga a Pomezia, ma di questo non sono convinti ad Ardea, quindi attendiamo ulterioAlfredo Corrao ri sviluppi della vicenda.

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Cronaca Ferragosto di paura

ESPLODE UN BAR PERCHE’?

FERRAGOSTO, ORE 14:15, ESPLOSIONE AL SOLUTION CAFÉ: DOLOSA

n fragore terribile, due esplosioni in rapida successione che avrebbero sovrastato, come rumore, qualsiasi fuoco d’artificio. Ed infatti non si trattava certo di un fuoco d’artificio per Ferragosto, quello esploso il giorno di Ferragosto, intorno alle 14:15 a Pomezia, in Piazza San Benedetto. La deflagrazione, seguita dalle fiamme, è avvenuta direttamente all’interno del “Solution Cafè”, ed ha distrutto l’intero locale ed il piano superiore, che ospitava gli uffici di una società informatica. Del bar tavola calda non rimane più nulla, se non parte dell’insegna, deformata dal calore e caduta a terra per lo scoppio. Dentro, solo devastazione. Tutto bruciato, nessuna traccia di tavolini, sedie, bancone. La forza esplosiva dell’ordigno è stata devastante, al punto da non

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lasciare nulla senza danno. Inutili gli sforzi dei Vigili del Fuoco, intervenuti con due mezzi, che hanno tentato di salvare qualcosa. A fiamme spente, la desolazione. Subito intervenuti, i Carabinieri della Compagnia di Pomezia, guidati dal Maggiore Rodrigo Micucci, hanno recintato la zona e, nelle prime ore della sera, posto sotto sequestro il locale. Inizialmente nessuno voleva credere davvero all’ipotesi attentato, ma la relazione stilata dai Vigili del Fuoco sembra non lasciare dubbi, se non quelli legati alla matrice. All’interno del locale sono infatti state trovate tracce di sostanze combustibili, prontamente rilevate. La relazione è stata consegnata il giorno dopo l’esplosione ai Carabinieri della Compagnia di Pomezia, che da quanto riportato dai tecnici dei Vigili del Fuoco hanno fatto

ripartire le loro considerazioni. “Stiamo effettuando tutte le verifiche del caso – ha dichiarato il Maggiore Rodrigo Micucci, che coordina le indagini – Non avendo ancora elementi validi per muoverci in un’unica direzione, stiamo lavorando a 360 gradi. Alle attività di indagine hanno partecipato, come tecnici, i vigili del fuoco, che possono dare utilissime indicazioni ai nostri investigatori grazie alla loro esperienza”. Ma avete già qualche sospetto? “Al momento stiamo valutando tutte le informazioni in nostro possesso. Abbiamo ascoltato come testimoni alcune persone che durante l’esplosione transitavano nella piazza, fortunatamente a debita distanza dal bar e, ovviamente, il titolare del locale. A momento le indagini non sono concluse, ma contiamo di arrivare alla verità quanto prima”. Intanto si fanno ipotesi. Racket, usura? Trattandosi di fenomeni comunque noti in zona, questi due motivi non sono da escludere, ma al momento gli elementi in possesso degli investigatori sono ancora troppo pochi per dare delle risposte. C’è quindi da scoprire chi e perché l’ha fatto, mettendo a repentaglio anche la vita di eventuali passanti e rischiando una strage, visto che in quella piazza spesso sostano comitive di giovani e giovanissimi. Certo, il giorno e l’ora sono stati pensati in modo che non ci fosse molto traffico: nel primissimo pomeriggio, a Ferragosto, solitamente si sta in spiaggia o in gita fuori porta, tutt’al più si resta in casa, non nella calura di una piazza. Ma tutto è possibile, quindi si può parlare di una grossa fortuna se non c’è scappato il morto. Adesso, a distanza di quasi 3 settimane, i militari dell’Arma sotto la guida del Maggiore Rodrigo Micucci sono ancora al lavoro per capire quali giri sotterranei ci sono a Pomezia, se si tratta di un evento circoscritto o se è un fenomeno più esteso. I cittadini attendono risposte, così come i figli e la moglie del proprietario del bar, che sono certi solo di una cosa: a Pomezia non vogliono più stare. Luca Mugnaioli


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Cronaca Ferragosto di paura

ESCLUSIVA PER “IL CORRIERE DELLA CITTÀ” SIMONE SCOPACASA, IL TITOLARE DEL LOCALE ESPLOSO, PARLA DI QUANTO ACCADUTO, RACCONTANDO LA SUA VERSIONE DEI FATTI. SCOPACASA LANCIA IL SUO SFOGO INIZIANDO CON UN SINGOLARE “NECROLOGIO”. olution Cafe, concetto evoluto di caffè letterario di stile americano, nato il 7 Novembre 2009 con una coreografica discesa inaugurale dei Paracadutisti dell’avio superficie di Latina direttamente in piazza. Morto prematuramente il 15 Agosto 2010 dopo neanche un anno di più che onorata attività, con un’altrettanto “coreografica” esplosione causata da cause incerte (morto si fa per dire perché presto risorgerà dalle sue ceneri, ma al momento è distrutto dalle fiamme)”. “Ho espressamente usato il termine “cause incerte” in quanto, ad oggi, non è stata ancora prosciolta la riservatezza delle indagini, nessuna delle autorità che le stanno seguendo ha fatto trapelare notizie, e io stesso che sono il proprietario sono all’oscuro di cosa sia emerso finora. L’inchiesta è condotta Carabinieri di Pomezia, guidati dal Maresciallo Agostino PORRINO, che conosco personalmente e con il quale intercorre un’amicizia sincera, persona nella quale ripongo fiducia e stima e che sta sicuramente effettuando un ottimo lavoro. Anche il Maresciallo Raffaele ROMANO ed il Tenente Andrea Capriotti, che hanno accolto la mia prima denuncia, stanno lavorando a ritmo serrato a queste indagini. Mi sono permesso di citare questi rappresentanti della giustizia e dell’ordine pubblico per ringraziarli pubblicamente per quanto stanno facendo per me, per il grande aiuto morale e per il sostegno forte e deciso accordatomi in questo momento di bisogno e di debolezza. Ho loro fornito una dettagliata lista dei soggetti con i quali avevo, nell’arco dell’anno, avuto contenziosi e/o dissidi di natu-

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ra personale e/o civile e/o penale. Nella mia seconda denuncia integrativa, presentata direttamente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Velletri, ho elencato accuratamente oltre dieci persone e/o società con le quali vi è un contenzioso e/o un dissidio. In questa denuncia integrativa ho spiegato per filo e per segno i fatti e le cause che hanno generato questi attriti: crediti vantati di natura aziendali da me contestati, ex dipendenti da me licenziati con i quali intercorrono pessimi rapporti personali, querele da me sporte verso altre aziende per probabili illeciti commessi, denunce penali verso persone a causa di loro comportamenti inadatti, incivili e soprattutto fuorilegge tenuti all’interno del mio locale… Non è questa la sede opportuna ove approfondire i nominativi dei soggetti coinvolti nei contenziosi giuridici in corso; anche perché –come ben sa chi mi conosce- non è mia abitudine denigrare pubblicamente la reputazione altrui. Ho inoltre presentato, sempre alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Velletri, un’istanza per avere accesso ai luoghi sottoposti a sequestro penale per perizie tecniche di parte. Credo e ritengo quindi che il prolungarsi delle indagini sia giustificato e motivato dalla vasta area investigativa da coprire… Fin dall’apertura del Solution Cafè mia moglie Laura ed io abbiamo sempre puntato al meglio ed alla massima qualità e sempre abbiamo cercato di fare di più. offrendo alla nostra affezionata clientela il meglio in commercio di prodotti e servizi, anche inserendo nel nostro organico, seppur con sacrificio, figure importanti e di spicco nel

settore cocktail bar e ristorazione, che hanno subito portato l’immagine del Solution Cafè ad altissimi livelli. Alla riapertura dopo le vacanze estive, a settembre, sarebbero subentrati servizi aggiuntivi importanti, tipo il Super Enalotto e tutti i servizi offerti dalla Sisal, come i pagamenti di Bollette Telecom e Enel, oltre ai Gratta e Vinci di ogni tipo. In più, cosa di inestimabile valore, il Patentino per la rivendita di Tabacchi. Ho sentito tante voci idiote in giro. Tutte cose senza capo e senza coda, con accuse a caso, che vanno nelle direzioni più disparate. Tutte accuse e versioni fantasiose ed irreali. Si dicono cose veramente incredibili, ma la fantasia come si sa non ha limiti ed è giusto che sia così. Comunque nullo è il sacrificio di ieri se non si è pronti alla fatica di domani. Tengo molto a rendere nota una cosa, un dettaglio importante. Il Bar è coperto da un’assicurazione, ma non per eventi dolosi, dunque, nel caso si accerti che vi sia dolosità, non sarà risarcito nulla a nessuno. Il Solution Cafè era diventato il “luogo della cultura” , letteratura e cocktail bar insieme, un mix di successo unico per la nostra Città. Diversi operatori del settore mi avevano corteggiato per l’acquisto della azienda o per entrare in società, ma mi ero troppo affezionato alla mia idea imprenditoriale ed ho sempre rifiutato qualsiasi offerta. L’investimento economico è compromesso, l’immagine è persa, i tempi di ricostruzione lunghi, la disperazione tanta. La rabbia c’è !!! Ma ricostruiremo e vinceremo”. Simone Scopacasa

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TRAGEDIA

A TOR SAN LORENZO DRAMMA DELLA GELOSIA: SPARA ALLA MOGLIE E POI SI UCCIDE

’ stato il tragico epilogo di una separazione non voluta. L’omicio-suicidio che il 20 Agosto ha sconvolto la Nuova Florida trae le sue ragioni, se di ragioni si può parlare, nella negazione di un rapporto ormai finito, almeno da parte della moglie. Catia Carbini, 47enne, voleva troncare il suo matrimonio che durava ormai da 25 anni e dal quale erano nati 5 figli – con Patrizio Galli, perito informatico di 15 anni più grande. Ma l’uomo non voleva, e di qui le liti, che negli ultimi tempi si erano fatte frequenti, fino all’ultima, quella fatale. La mattinata era iniziata come tutte le altre. Catia si era recata al bar a fare colazione, come faceva spesso, ed era tranquillissima, da quello che racconta il gestore. Patrizio, invece, era andato dal suo amico tabaccaio, con il quale condivideva la passione per le armi. E ne aveva parecchie, di armi, tutte regolarmente denunciate. Ad un certo punto, verso le 13:00, ha lasciato la tabaccheria, sostenendo di dover sbrigare una faccenda con la moglie. E’ tornato a casa, una villetta su due piani in via Terni, ed ha iniziato una discussione con la donna. Poi, gli spari: 6 verso Catia, di cui uno finito nel muro e 4 nel torace della donna, che è morta sul colpo. L’ultimo proiettile Patrizio Galli l’ha tenuto per sé, puntandosi l’arma, una Desert Eagle Smith and Wesson 44 Magnum, alla tempia ed esplodendo un

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colpo anch’esso fatale. Patrizio e Catia erano sposati da 25 anni, l’età della prima figlia, che vive a Firenze e da poco aveva dato loro un nipotino. Gli altri figli, due gemelle di 22 anni, un ragazzo di 17 e l’ultimo di 15, vivevano con i genitori, ma solo i due più piccoli erano presenti in casa, anche se al piano di sopra, al momento della disgrazia. La famiglia si era trasferita a vivere da Roma ad Ardea nel 1992. Lei romana, lui originario di Ancona. Lei molto bella, lui ormai stempiato, brizzolato, fuori forma fisica e ossessionato dalla gelosia. E’ morto pochi minuti dopo l’intervento dei Carabinieri di Ardea, tra le braccia di un militare che voleva prestargli soccorso. Ad accorgersi della tragedia proprio i figli, che sentendo i colpi di pistola, hanno capito la gravità della situazione ed hanno immediatamente chiamato il 118. Prima di questo drammatico episodio, nonostante la situazione non certo idilliaca tra i coniugi, nessuno avrebbe mai pensato che si sarebbe potuto arrivare a tanto, anche perché davanti agli altri il comportamento dei due era abbastanza normale. I vicini sono tutti concordi: una famiglia normale, con i problemi che qualsiasi coppia può avere, ma che non lasciava assolutamente presagire alcuna tragedia. Le indagini, anche se la dinamica dell’omicidio-sucidio è evidente, sono state affidate al comandante Antonio

Landi, mentre l’inchiesta fa capo al Sostituto Procuratore dott. Taglialatela della Procura di Velletri. I funerali di Catia e Patrizio si sono svolti separatamente per volontà dei familiari: il 25 Agosto quelli della donna, nella chiesa di San Gaetano da Tiene, sempre alla Nuova Florida, il 27, nella stessa chiesa, quelli dell’uomo. Le esequie della moglie sono state celebrate dal vice parroco Don Ramon. Alla cerimonia funebre, oltre ai figli ed ai familiari della vittima, era presente anche il sindaco di Ardea Carlo Eufemi, che ben conosceva i due figli piccoli della coppia, dal momento che avevano frequentato la stessa scuola in cui il Sindaco ricopre la carica di Preside. Presente anche il consigliere Franco Marcucci, datore di lavoro di una delle figlie della vittima. Il feretro, scortato dalla Polizia Municipale e seguito da una pattuglia dei carabinieri di Ardea, è stato tumulato nel cimitero di via Nazzareno Strimpelli, mentre quelle dell’uomo, dopo la sua cerimonia funebre svoltasi due giorni dopo, sono state portate nel cimitero del suo paese natio. Il sindaco Eufemi, sensibile alle difficoltà dei giovani specialmente in situazioni del genere, ha dato disposizione al dirigente Giovanni Cocuzza di assistere i figli della vittima, se necessario anche con un sussidio. Alfredo Corrao


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Cronaca

PASSAGGI AL MARE,

IL MISTERO DELLE SBARRE VA PAGATO UN PEDAGGIO PER RAGGIUNGERE LA SPIAGGIA PASSANDO DAI CONSORZI DI T.S. LORENZO?

barra sì o sbarra no? Gli accessi al mare bloccati dai consorzi hanno provocato e continuano a provocare mille polemiche, sopratutto dopo che alcuni cittadini hanno segnalato di aver dovuto pagare una sorta di pedaggio – qualificato come “preingresso” da scalare dall’eventuale conto qualora si decidesse di affittare ombrelloni o lettini, altrimenti a fondo perduto - per poter accedere alla spiaggia libera di Tor San Lorenzo passando appunto dai vari consorzi presenti sul Lungomare. L’ordinanza firmata dal Dirigente ai Lavori Pubblici Antonio Rocca ed avallata dal Sindaco Carlo Eufemi lo scorso maggio, attraverso la quale si obbligavano i consorzi all’abbattimento dei cancelli che ostruiscono il passaggio al mare non è mai stata resa esecutiva ed i cittadini, ormai sfiduciati, si chiedono il perché. Ce lo siamo chiesti anche

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noi, ed abbiamo girato la domanda a chi l’ordinanza l’ha redatta, ossia all’architetto Rocca. “La nostra intenzione è quella di riqualificare e liberare l’intero lungomare, compreso quello di Tor San Lorenzo, in nome della legalità e, per fare questo, vorremmo appunto permettere a tutti i cittadini il libero accesso alle spiagge anche attraverso i consorzi. Lo scopo dell’ordinanza era proprio questo, ma i diretti interessati hanno presentato delle opposizioni alla nostra decisione. Hanno infatti presentato ricorso alle vie giudiziali sostenendo di essere in possesso della documentazione che attesta la regolarità e la legittimità dei i cancelli. L’ordinanza è quindi stata sospesa in attesa della verifica di questi documenti. Ovviamente ho intimato ai consorzi la presentazione della documentazione in tempi brevi, proprio per poter accelerare l’iter di abbattimento qualora non ci siano elementi validi a sostegno della legalità degli stessi. Ovvio che se dovesse risultare che i passaggi sono forniti di documentazione che li rendono legali ed impediscono l’abbattimento, non potendo obbligare i consorzi ad eliminare le sbarre, ci attiveremo per trovare soluzioni alternative”. Ma è legale che al momento gli stabilimenti situati all’interno dei consorzi e confinanti con le spiagge libere chiedano un pedaggio a chi vuole raggiungere il mare? “Assolutamente no. Qualora succedesse, i cittadini devono rifiutarsi di pagare”. Ma alla sbarra si rifiuterebbero di farli passare... “A questo punto il cittadino ha l’obbligo di chiamare i Carabinieri o la Polizia Municipale e denunciare l’accaduto. Chiedere dei soldi per andare alla spiaggia libera è reato. Voglio inoltre precisare che all’interno dei consorzi non ci

sono dei veri e propri stabilimenti, ma delle concessioni per spiagge libere attrezzate. Per queste spiagge il Comune ha autorizzato l’impianto di campi di beach volley ed altre strutture sportive – a spese dei gestori – ma solo con la garanzia che le attrezzature potessero essere utilizzate da tutti i cittadini in modo gratuito. Ovvio che, se questi cittadini utilizzano attrezzature dei gestori come lettini, ombrelloni o altri servizi li devono pagare, ma tutto il resto no”. L’architetto Rocca tiene a ribadire che queste aree sono fruibili da tutti in modo gratuito, che nell’accordo i gestori si accollavano la pulizia dell’arenile e che gli unici costi che i bagnanti dovevano sostenere erano quelli di noleggio delle attrezzature di proprietà dei gestori stessi. Quindi, se qualcuno chiede soldi per altre finalità, fa segnalato alle autorità competenti, sempre che intervengano, visto che i cittadini – voce confermata anche all’interno dell’assessorato ai Lavori pubblici – lamentano la mancanza di attenzione da parte delle forze dell’ordine, soprattutto della Polizia Municipale, nei confronti di questo problema. “Se li chiamiamo segnalando questo tipo di abuso ci rispondono di avere cose più importanti da fare e di non poter intervenire”, dichiarano i cittadini. “Se davvero succede questo – conclude il Dirigente Rocca – segnalatecelo con dati precisi ed eventuali ricevute di pagamento. Ovvio che il cittadino deve insistere con la Municipale affinché intervenga, perché qui parliamo di abusi che vanno contrastati e puniti”. Alfredo Corrao

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Verde pubblico

GIARDINI DI POMEZIA: LA SITUAZIONE COM’È LA SITUAZIONE A TRE MESI DI DISTANZA DALLE NOSTRE SEGNALAZIONI?

re mesi dopo il reportage sui giardini pubblici, siamo nuovamente andati nei vari parchi giochi di Pomezia per verificare se qualcosa è stato fatto per migliorare la situazione dopo le nostre segnalazioni. Siamo quindi tornati a fare il nostro “Tour del Bambino”, ripercorrendo le tappe documentate nell’articolo di Giugno (Numero 6 del Corriere della Città). Partiamo quindi dalla Villa Comunale, dove la situazione era di grande sporcizia, e dove sotto il cartello “vietato l’ingresso ai cani” c’era tutto un raduno cinefilo. Ebbene, la situazione della pulizia del parco è notevolmente migliorata, pur rimanendo nelle discese verso i bagni pubblici (che rimangono inutilizzati e chiusi) ancora non del tutto bonificata. Il colpo d’occhio ci regala un sorriso, perché il verde è curato e non ci sono cani (forse perché siamo ancora ad Agosto, chissà..). Allora, fiduciosi, andiamo nei giardini di via Filippo Re, dove avevamo documentato la pavimentazione divelta e pericolosa per i bambini e i loro accompagnatori. Purtroppo, come documentano le foto, la situazione è

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addirittura peggiorata, in questo che è il più frequentato giardino della città. Il pavimento rialzato almeno in venti punti diversi, i mattoncini si stanno staccando, e potrebbero diventare pericolosi “giochi” per bambini. Notiamo inoltre la mancata copertura delle radici degli alberi, che fanno da trappola perenne a chi corre intorno agli scivoli e alle altalene. Peccato; comprendiamo che qui non bastano una scopa e un rastrello per risolvere, ma non vorremo che si facessero i lavori in tutta fretta dopo qualche incidente perché sarebbe davvero imperdonabile. Pulitissimi sono invece i due parchi di via Varrone e di Via Augusto Imperatore, che a Giugno avevamo trovato pieni di sporcizia. Nel parco di via Varrone, chiamato parco della Rimembranza, registriamo con molta soddisfazione che dopo la nostra segnalazione, è stato (come documentiamo nella foto) prontamente riparato il tombino rotto vicino alla fontanella, che poteva creare pericoli essendo molto profondo. In sintesi, qualcosa è stato fatto, ma molto deve esser ancora speso, specie nel giardino di Via Filippo Re,

dove sotto gli occhi della statua di Padre Pio, se non si interviene immediatamente, i bambini corrono costantemente pericoli di vario genere. La pulizia dei parchi è decisamente migliorata, e registriamo con molta soddisfazione anche la disponibilità dello staff dell’assessorato all’ambiente del Comune, che, chiamato in causa, ci è sembrato attento e disponibile rispetto alle segnalazioni di degrado e di sporcizia della città. Questa affermazione può essere verificata da tutti i cittadini: vi indichiamo come poter segnalare qualsiasi situazione in cui riteniate necessario l’intervento dell’assessorato all’Ambiente scrivendo a assessore.ambiente@comune.pomezia.rm.it oppure telefonando al centralino del Comune allo 06 911461. Segnalare e richiedere assistenza, per non abituarci mai alla sporcizia e per aiutare chi opera nel territorio a localizzare e ripulire può restituire decoro alla città, senza contare che segnalare quello che non va è un dovere morale, e vivere in un ambiente pulito è un diritto di tutti. Mauro Valentini


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Pomezia

CAMPO JEMINI IN FESTA IL QUARTIERE CRESCE ED HA VOGLIA DI DIVERTIRSI ine Agosto, tra il caldo ancora presente ed il pensiero che già corre all’autunno, Campo Jemini è ancora al centro dell’attenzione. Sabato 28 e Domenica 29 si è svolta infatti la tradizionale festa di quartiere, che ormai da tre anni è stata ribattezzata “Sagra della Bruschetta”. Ancora una volta questa comunità emergente – ricordiamo che solo ora la zona può iniziare a chiamarsi quartiere - ha saputo organizzare un bell’evento, grazie allo spirito di sacrificio dei suoi abitanti coordinati da un sempre più esperto Comitato di Quartiere. Ciò che colpisce di questa iniziativa è l’innovazione, il non lasciare che ogni anno si ripetano sempre le stesse cose, ma cercare, al contrario, di introdurre sempre piccole ma efficaci novità, in modo tale da colpire il pubblico in modo sicuramente positivo. E così è stato, con l’introduzione della Caccia al Tesoro, ma anche con la degustazione dei cornetti caldi dopo le 23.00. Il programma della kermesse prevedeva per il primo giorno l’incontro fra la popolazione locale e il primo cittadino Enrico De Fusco, per fare il punto sulla situazione attuale di Pomezia e ovviamente del quartiere, al quale abbiamo chiesto un commento a caldo sulla festa. Sindaco, cosa pensa di questa iniziativa e quali sono le sue impressioni su questo quartiere in continua espansione? “Devo dire che ogni anno mi stupisco sempre di più: è un piacere venire a manifestazioni di questo tipo. CampoJemini sta crescendo e si sta trasformando in una bella cittadina anche grazie a nuove abitazioni di pregevole fattura. Inoltre quello che si nota subito è lo spirito della comunità che permette socializzazione,

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unione ed è anche un modo per incidere sulle scelte della Pubblica Amministrazione. Complimenti davvero per il grande lavoro svolto”. Al termine dell’incontro i partecipanti si sono trasferiti agli stand per la cena, ovviamente ricca di bruschette! La serata è poi proseguita con musica dal vivo, corollario dello spettacolo di Massimiliano Rea fino al momento tanto aspettato: la cottura dei cornetti caldi che ha registrato un vero e proprio sold-out. La giornata successiva non è stata da meno perché oltre alla Caccia al tesoro, vinta per la cronaca dalla squadra de “I Rossi”, vi è stata l’esibizione della banda di S. Caterina, eccezionale aperitivo prima della nuova apertura della sagra. Ma senza dubbio il momento più esaltante è stato intorno alle 23, ora dell’estrazione della lotteria che vantava tra i numerosi premi un tv da 50’’ (1°), una lavatrice e un tavolo da ping pong.

Alla fine a spuntarla è stato il tagliando n° 1772, mentre gli altri premi sono stati assegnati rispettivamente ai biglietti: n° 0159 Computer notebook; n° 1028 Lavatrice; n° 0164 Tavolo da ping pong; n° 1162 Affettatrice; n° 0864 Convergenza ed autolavaggio presso PIT STOP; n° 0900 Canna da pesca sportiva; n° 1751 Prosciutto (i numeri sono elencati per permettere agli eventuali vincitori non presenti di ritirare il premio. Per info contattare il suddetto comitato). A chiudere la manifestazione i classici fuochi d’artificio e gli ultimi assalti alla pesca di beneficenza, che ha caratterizzato la “due giorni”. A chi non c’era il Comitato di Quartiere manda “un caloroso invito per l’anno prossimo”, affinché questa manifestazione popolare diventi ancor di più la festa di tutti. Luca Mugnaioli

SAGRA A SANTA PROCULA SI TERRÀ DAL 17 AL 19 SETTEMBRE LA FESTA DEL QUARTIERE POMETINO nche Santa Procula non vuole essere da meno degli altri quartieri, ed il suo Comitato ha deciso di riscoprire il passato ed i valori genuini della proprie tradizioni organizzando, con il patrocinio dell’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Pomezia, la “Sagra dei prodotti tipici locali”. La manifestazione avrà inizio il 17 Settembre e si articolerà in tre serate ricche di eventi, animate da un unico filo conduttore: la riscoperta dei valori della tradizione tramandata dai nostri avi e la valorizzazione dei prodotti genuini delle aziende agricole presenti sul territorio di Santa Procula. Nel corso dell’intera manifestazione, la piazza si colorirà dei prodotti frutto delle terre e del lavoro dei contadini locali. Stand gastronomici offriranno ai partecipanti la possibilità di assaporare la frutta, la verdura, i formaggi prodotti dai contadini del posto. Saranno

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presenti anche produttori di miele che esporranno la paziente arte della smielatura da un autentico alveare. Santa Procula è stato infatti il centro della cosiddetta tenuta di Sant’Eramo, chiamata anche tenuta di Mosone, che si estende sui territori di Pratica di Mare, Santa Procula, Solfatara e Petronella. Qui si narra vi fossero insediamenti dei Cavalieri Templari, di cui è però difficile ricavare una testimonianza del loro vissuto, in quanto la zona è stata stravolta da radicali cambiamenti, soprattutto a partire dagli anni trenta, proprio con la fondazione di Pomezia. La sagra non sarà solo all’insegna della cultura e dello spettacolo, ma anche dello sport e del divertimento. Tra i vari eventi, spicca il Concorso “ Miss Sagra 2010”, nella cui serata, oltre alle Miss, sarà possibile assistere ad uno spettacolo di cabaret, con artisti pro-

venienti direttamente dal laboratorio di “Zelig Off”, ed alle esibizioni ballerini del Concorso Nazionale Miss Muretto. Trattandosi dei Festeggiamenti in onore di S. Maria Ausiliatrice, nella Parrocchia Sant’Isidoro Agricoltore verrà celebrata la Messa Solenne, preceduta dal raduno in piazza Araldo di Crollallanza, di autovetture e moto d’epoca del “Clubcar Capitolino”. L’alternanza di sacro e profano si potrà notare anche dopo la Processione in onore di S. Maria Ausiliatrice, accompagnata dalla Banda S.Cecilia di Pomezia, visto che la manifestazione successiva sarà la “gara della pastasciutta e del cocomero”, in cui vincerà, ovviamente, chi avrà lo stomaco più resistente. A concludere un programma davvero ricco di eventi, ci sarà i classico spettacolo di fuochi pirotecnici. Luca Mugnaioli

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Estate 2010

TORVAIANICA TERRADI BELLEZZE CON BEN DUE CONCORSI ORGANIZZATI IN MENO DI 15 GIORNI, LA CITTADINA SI È RIEMPITA DI MISS

ellezze di Torvaianica. Non parliamo del mare o dell’entroterra, ma di ragazze. Quest’anno ci sono state ben 2 manifestazioni dove le giovani del luogo, ma anche dei dintorni, hanno potuto mettersi in mostra: il Concorso Nazionale di Bellezza di Italia 1, “Miss Muretto 2010”, giunto ormai alla sua 57°Edizione, che ha fermato la sua 4ª Tappa del Tour Regione Lazio proprio a Piazza Ungheria, e la I ª Edizione di “Miss Torvaianica”. La prima manifestazione si è svolta il 12 Agosto ed è stata condotta dalla coppia formata dall’attore e speaker di RCS 101.3 Marco Ciriaci e dall’attrice Nadia Rinaldi ed ha avuto come Madrina Alessia Fabiani. Tanta la gente che ha assistito all’evento, organizzato in modo che alle sfilate delle ragazze si alternassero momenti di spettacolo, con danza e sketch divertenti con i comici di Zelig Off “I Sequestratori”. Per parlare di questa manifestazione, segnaliamo alcune novità rispetto ai tradizionali concorsi: alle “uscite classiche”, quelle che hanno visto sfilare le ragazze prima con il costume da bagno ufficiale di “Miss Muretto”, poi con il completino “Miss Muretto Jeans”, si sono aggiunte tre “uscite speciali”: la prima in “abito della mamma”, dove ogni Miss indossava un abito della propria mamma, qualsiasi fosse l’epoca, il modello e soprattutto la taglia della propria genitrice; la seconda uscita in “camicia e cravatta del papà”, e l’ultima con l’“abito della notte”, dove le Miss si sono potute sbizzarrire non solo in fatto di abbigliamento

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ma anche con gli accessori. A vincere, quindi, non solo la bellezza, ma anche l’originalità e la disinvoltura sul palcoscenico. L’altra novità è che la tappa non prevedeva perdenti, perché ogni Miss poteva partecipare a quelle successive, acquisendo un punteggio, diverso a seconda del piazzamento ottenuto, che si poteva sommare fino alla fine delle selezioni regionali, che porteranno la vincitrice direttamente ad Alassio, di fronte al mitico muretto che ha dato nome al concorso. Più semplice ma ugualmente d’effetto l’elezione di Miss Torvaianica. La manifestazione, organizzata da Lucia Estero, ha visto la collaborazione di molte associazioni del territorio, con il patrocinio – come nel caso precedente – del Comune di Pomezia. Anche a questa serata il pubblico ha partecipato con entusiasmo, segno che il nostro territorio ha bisogno di eventi che possano rendere più piacevoli le serate estive. In questo caso, la più bella è stata Beatrice Gattuso. Il suo portamento altero e disinvolto allo stesso tempo ed i suoi lineamenti delicati hanno conquistato la giuria ed il pubblico, che ha accolto con un lungo applauso la scelta della miss n. 18, l’ultima in ordine di apparizione ma la prima nella classifica, che ha visto trionfare anche Elisa Di Carlo, vincitrice della fascia di Miss Eleganza, ed Alessia De Lellis, eletta Miss Sorriso soprattutto per le deliziose fossette che compaiono sul suo volto ogni volta che ride. Alle tre fasce previste se n’è aggiunta una quarta, Miss Fotogenia, scelta non dalla giuria, ma dal fotografo ufficiale della manifesta-

zione, che – lasciateci vantare – è anche il nostro fotografo, Giorgio Boschi. La più fotogenica è risultata essere Marika Risi, unica maggiorenne tra le premiate. La serata è stata un successo, ed ha visto le passerelle delle ragazze alternarsi a momenti di comicità, di danza e di canto, oltre ad una vera e propria sfilata di abiti da sposa e sposo. Organizzata da Lucia Estero, la manifestazione vuole essere la prima di una lunga serie, come annunciato scherzosamente ma non troppo anche dal Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, presidente di giuria.


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Ambiente

I GRILLI CHIEDONO, L’AMMINISTRAZIONE RISPONDE DOPO I COMMENTI APPARSI SUL NOSTRO GIORNALE ON LINE L’ASSESSORE FORNISCE SPIEGAZIONI Nei giorni scorsi i Grilli Pometini hanno protocollato ai competenti uffici comunali una segnalazione che riguardava l’isola ecologica. Il nostro giornale on line ha pubblicato integralmente la missiva, che riportava quanto riscontrato dai cittadini che si erano recati in Via Cincinnato. “Segnaliamo con preoccupazione che il 27/07/2010 ci siamo presentati diligentemente all’Isola Ecologica di Via Cincinnato in Pomezia per conferire materiali di diversa natura. L’operatore (molto diligentemente) ci ha indicato ove conferire i vari materiali, ma ci ha comunicato di NON conferire SOLVENTI, in quanto da ormai un mese esisteva una ordinanza del Sindaco che impediva tale smaltimento. Le domande sono: perché? Quando sarà ritirata tale ordinanza? Dove conferire i solventi?”. A seguito di quanto pubblicato, sono stati diversi i cittadini che hanno postato i loro commenti, chiedendo alla nostra redazione di girare le domande ai diretti interessati, visto che loro non erano riusciti ad avere una risposta. Abbiamo quindi accettato l’invito, girando le domande all’Assessore all’Ambiente Daniele Martinelli, che ci ha

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subito risposto. “In relazione al conferimento di alcuni rifiuti pericolosi presso l’isola ecologica comunale di via Cincinnato (solventi e lampade al mercurio) vorrei chiarire alcuni aspetti utili alla corretta gestione dei rifiuti da parte della cittadinanza - afferma l’Assessore Martinelli – “Le lampade a vapori di mercurio (quelle cioè a basso consumo) possono essere conferite all’isola ecologica; il provvedimento di autorizzazione dell’isola ecologica, infatti, prevede espressamente l’obbligo per l’impresa che gestisce il servizio di accettare tale tipologia di rifiuto pericoloso. Per quanto riguarda i solventi, premesso che si tratta delle ridottissime quantità che possono essere ragionevolmente prodotte dalle utenze domestiche, l’amministrazione sta provvedendo a risolvere il problema (sorto per difficoltà dell’impianto di destinazione), ed a giorni sarà possibile tornare a conferire anche i solventi presso l’isola ecologica. In proposito, va tuttavia evidenziato che ad oggi l’isola ecologica è un importantissimo presidio ambientale per il nostro territorio, ove è possibile conferire molte

tipologie di rifiuti urbani (pericolosi e non) che fino a qualche mese erano di difficile gestione da parte dei cittadini. Ringrazio i “Grilli Pometini” per la segnalazione effettuata, senz’altro utile per una sempre migliore gestione dei rifiuti nel nostro territorio. Approfitto inoltre per confermare a loro ed a tutta la cittadinanza che l’amministrazione condivide l’attenzione per l’aumento della raccolta differenziata, e sta alacremente lavorando all’ulteriore estensione del servizio porta a porta al territorio non ancora servito: dopo aver ottenuto il finanziamento provinciale ed approvato il bilancio 2010, l’avvio del porta a porta a Torvaianica, Campo Ascolano e Roma 2 è ormai molto vicino”. Sperando che quanto affermato dall’Assessore venga mantenuto e confermato nel tempo, invitiamo tutti i cittadini a presentarci segnalazioni e problemi che riscontrano quotidianamente. Il Corriere della Città sarà lieto di girare le segnalazioni agli uffici competenti ed a pubblicare l’eventuale risposta. Alessia Ambra Achille

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Quartieri Torvaianica

TORVAIANICA BILANCIO D’ESTATE I CITTADINI CHIEDONO MAGGIORE ATTENZIONE DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE

e la vicina Tor San Lorenzo invidia Torvaianica per la sua bella passeggiata, per la piazza che consente di ritrovarsi dopo cena, per il lungomare con i negozi aperti fino a tardi e per le manifestazioni estive che hanno rallegrato le serate di turisti e residenti, chi Torvaianica la vive costantemente non è esattamente dello stesso parere. Ma questa volta la colpa non viene addossata solo all’amministrazione, ma anche ai villeggianti. O, meglio, a quell’invasione di turisti “mordi e fuggi” che arriva la mattina e riparte la sera, ovviamente dopo aver occupato tutti i parcheggi disponibili, creato code di traffico interminabili, aver lasciato rifiuti sulle spiagge e nelle strade e, nella stra-maggioranza dei casi, non aver portato neanche un centesimo all’economia locale. A mettere nuovamente in evidenza questo problema il Comitato di Quartiere di Torvaianica, guidato dal Presidente Massimo Falco. Che estate è stata, questa del 2010? “A causa della crisi economica siamo tornati ai tempi in cui si andava al mare con il frigo portatile, per non comprare nulla sul posto. Questa tipologia di turisti non arricchisce, ma, sotto certi aspetti, arreca danni, ad esempio l’aumento esponenziale dei rifiuti, per il cui smaltimento pagano solo i residenti. Ben vengano i turisti che portano lavoro e soldi, ma dove sono? I commercianti lamentano un calo del fatturato di almeno il 30% rispetto agli anni precedenti, mentre i costi di gestione continuano ad aumentare”. Ma i problemi, secondo il Comitato, non si limitano a questo. “Uno dei più sentiti è sicuramente legato all’elevata presenza di stranieri, che lavorano – in nero - e guadagnano qui, ma spendono nel loro paese d’origine, impoverendo ulteriormente la nostra economia. D’estate a Torvaianica arrivano africani, pakistani, indiani e chi più ne ha più ne metta, spesso non i regola con i documenti, con il risultato che aumenta la

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microcriminalità. I numerosi arresti di questi mesi ne sono la prova, anche se rappresentano solo la punta dell’iceberg. Senza contare che ci sono persone che dormono tutta l’estate in auto o in tendopoli improvvisate, dietro al campo sportivo di Torvaianica, vivendo in condizioni igieniche pietose. Ci sono venditori di cocco, granite o di pannocchie al barbecue che svolgono la loro attività senza alcuna autorizzazione sanitaria. Ma prima di toccare la merce dove hanno messo le mani? Si sono lavati? In Italia si prendono provvedimenti contro le massaggiatrici cinesi e non si fa nulla per combattere questi fenomeni? Ma qualcuno si è mai chiesto quale acqua abbia formato il ghiaccio che viene usato per vendere le grattachecche in spiaggia?”. Come potrebbe essere risolto questo problema? “Aumentando i controlli sul territorio. Purtroppo le forze dell’ordine, che bastano a malapena nel periodo invernale, d’estate - tra le sacrosante ferie del personale e l’aumento esponenziale delle presenze sul territorio - sono fortemente insufficienti. Qualche mese fa il Sindaco De Fusco aveva garantito che la Municipale sarebbe diventata Polizia Locale, acquisendo la possibilità di dedicarsi anche ad incombenze che attualmente svolgono i Carabinieri, come gli incidenti con feriti, in modo che i militari potessero essere impiegati per una più accurata sorveglianza del territorio. A tutt’oggi, queste casistiche toccano ancora ai Carabinieri, mentre i “vigili” stanno in piazza a passeggiare. Il Primo Cittadino aveva anche promesso, sempre per la Municipale, il servizio estivo notturno H24, ma alle 7 di sera i loro uffici sono chiusi, ed personale, dopo il tramonto, si vede in giro solo quando c’è qualche festa e poi basta”. A creare disagio anche la cronica mancanza di parcheggi. “Questo causa due fenomeni: da un lato le multe che

fioccano a dismisura, dall’altra i parcheggiatori abusivi, che rappresentano una categoria a parte, che rasenta il paranormale. Non si riesce infatti a capire come mai gli automobilisti li vedano, soprattutto quando sono costretti a dare loro dei soldi per non farsi danneggiare la macchina, mentre la Polizia Municipale e le Forze dell’ordine in generale no. Infatti sono ancora tutti al loro posto, a chiedere il “dazio”. Perché non sono stati cacciati via? Per non parlare del fatto che, grazie a loro, è possibile parcheggiare anche dove ci sono i divieti di sosta, come sul lungomare Ugo Tognazzi…”. Quali potrebbero essere secondo voi le soluzioni? “Servirebbe un maggiore interessamento nei confronti del Litorale. Sembra invece che le varie amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 20 anni non abbiano avuto alcun interesse a far crescere questo posto o a valorizzarlo. Non sono mai state prese iniziative di raccordo e coordinamento con le varie associazioni e categorie presenti. Il Comune non ha soldi da investire e lo sappiamo, però potrebbe cercare di incentivare i privati ad investire a Torvaianica, dove mancano luoghi ricettivi come una discoteca, qualche locale particolare, un cinema e via dicendo. Se ci fossero le attrattive giuste e la corretta pubblicizzazione, Torvaianica potrebbe tornare agli antichi splendori, invece di scivolare verso il degrado. La vicinanza con la Capitale, le ricchezze archeologiche dei dintorni, le nostre spiagge: sono tutti tesori abbandonati, perché non c’è né valorizzazione né cura. Non è un caso, infatti, che da noi non ci siano mai stati riconoscimenti come le bandiere blu o l’Ecolabel europeo per il Servizio di ricettività turistica... Eppure adeguarsi ai parametri per ottenerli porterebbe prestigio, ed anche turisti che finalmente spendono”. Ma possibile che non ci sia niente di positivo? “Rispetto agli anni passati abbiamo notato una maggiore pulizia, sia sulle strade che nelle spiagge, anche se c’è ancora da migliorare, soprattutto per quanto riguarda il ritiro dei rifiuti dai cassonetti, troppo spesso stracolmi. Dopo essere stati in vacanza altrove, dobbiamo purtroppo riconoscere che questo posto, per essere un luogo turistico, è brutto: sul lungomare il mare non si vede, i servizi scarseggiano, la viabilità è pessima. Se poi ci si sposta dal centro... meglio non parlarne! Ma qualche passo avanti, in confronto a dieci anni fa, è stato fatto. Speriamo ora che questi passi accelerino, altrimenti i prossimi miglioramenti li vedranno solo i nostri figli”. Luca Mugnaioli


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Tor San Lorenzo

TOR SAN LORENZO: UN ALTRA ESTATE DA DIMENTICARE DAL PASSAGGIO A MARE A PAGAMENTO ALLA MANCANZA DI SERVIZI, STORIA DI UN POSTO CHE VORREBBE ESSERE TURISTICO amos a la Playa, cantavano nel 1983 i Righeira e cantano oggi i Flaminio Maphia. Sono trascorsi 27 anni, ma la musica non è cambiata. E nulla è cambiato neanche sul litorale di Tor San Lorenzo, dove i problemi di allora si ritrovano in quelli di oggi: mancanza di una passeggiata a mare, di strade illuminate, di centri di aggregazione o semplici punti di ritrovo, impossibilità ad andare in spiaggia liberamente per colpa dei cancelli dei consorzi. Possibile che tutto sia rimasto uguale? “No, qualcosa è anche peggiorato – commenta amaro Piero D’Angeli presidente del CdQ Nuova California Tor San Lorenzo – soprattutto se si fanno i confronti con i paesi limitrofi che, nel loro piccolo, fanno dei passi avanti per raggiungere lo status di cittadine di mare. Noi abbiamo un’unica spiaggia libera accessibile senza pagare i “pedaggi” pretesi dai consorzi, e si trova alla fine di Viale Marino. Peccato che percorrere quella strada sia un vero rischio per la vita, visto che – nonostante le continue richieste all’amministrazione – non c’è ancora un semaforo che consenta l’attraversamento in modo sicuro”. Della pericolosità di quel tratto di litoranea se ne era parlato tanto quando fu investita ed uccisa una ragazzina. Non è stato fatto nulla da allora? “Assolutamente no. A Torvaianica, per un fatto analogo, hanno messo i semafori “intelligenti”, che diventano rossi quando si supera il limite di velocità o per consentire l’attraversamento pedonale. Qui non sanno neanche cosa siano. Forse stanno aspettando qualche altra disgrazia. A Viale Marino, poi, è stata finalmente data l’illuminazione, ma non i marciapiedi. Mi chiedo come faranno con i lampioni se e quando decideranno di mettere i marciapiedi: abbatteranno i pali o ci gireranno intorno?”. Se si ha la fortuna di attraversare con l’automobile Viale Marino indenni, sorge un altro problema: dove parcheggiare? Su un lato c’è il divieto di sosta, sull’altro, tra buche e sporcizia, trovare un posto è davvero un’impresa. “A meno che non si vada dietro alle dune, dove proliferano i parcheggi abusivi, dove basta pagare per avere un posto. Non riesco a capire come mai la municipale sia così solerte nel fare le multe a chi parcheggia sul lato sbagliato del lungomare e non si accorga, nonostante le apposite chiamate, degli abusivi che infestano le dune chiedendo 5 euro ad automobile. Senza contare che tutte queste “multe del week end” danneggiano il turismo, perché chi viene qui trova solo le contravvenzioni e la volta successiva va altrove”. Volendo andare al mare altrove, quali sono le difficoltà che lamentate? “Tutto il lungomare è bloccato dai consorzi, che impediscono il libero accesso alle spiag-

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ge. Volendo passare al di là della sbarra si deve pagare una sorta di preingresso agli stabilimenti. Se si prendono lettini ed ombrellone i 10 euro richiesti vengono scalati dal totale, altrimenti sono a fondo perduto. Questo alla faccia dell’ordinanza firmata dal Sindaco Eufemi che stabiliva l’abbattimento delle sbarre”. Il Sindaco sta però lavorando alla riqualificazione del lungomare di Ardea, sono stati fatti i marciapiedi, la nuova illuminazione ed è stato consegnato il primo lotto di lavori che prevedono anche l’arredo urbano e le piste ciclabili... “E per chi stanno facendo tutti questi bei lavori? Per chi ha costruito abusivamente? La riqualificazione è stranamente partita proprio da quel tratto di Marina di Ardea dove le case sono tutte costruite sul demanio, e pertanto abusive. Quindi si premia chi ha fatto abusi dando loro dei servizi che a noi sono negati”. Ma ci sarà qualcosa di positivo? “Pur pensandoci, non riesco a trovare degli aspetti che mi facciano pensare a Tor San Lorenzo come ad un posto di mare. Alle otto di sera c’è il coprifuoco: tutti i negozi chiusi, nessun posto dove andare, niente da fare. Bisogna per forza “emigrare” verso Anzio e Nettuno oppure Ostia e Torvaianica. Quest’ultima, per quanto criticata, ha un

bel centro con una passeggiata degna di questo nome, la sera i negozi sono aperti fino a tardi, in piazza vengono fatte manifestazioni quasi tutte le sere. Le strade ed i marciapiedi sono pieni di gente, c’è vita: qui, invece, è tutto morto”. Guardi che si lamentano anche a Torvaianica, perché quello che c’è non basta. “Fanno bene a volere di più, ma noi cosa dovremmo dire? La sera, dopo che i negozi hanno chiuso, il nostro quartiere passa in mano ai rom, che si divertono con i loro sport nazionali: gare a chi si ubriaca di più, a cui seguono spesso e volentieri risse e liti varie, corse folli in automobile e lancio della spazzatura. Il risultato è la totale mancanza di sicurezza per i cittadini onesti e strade sporche. Senza contare che, quando si divertono a tirare i sacchetti dell’immondizia o le bottiglie di birra, lo fanno anche colpendo i giardini delle abitazioni”. Ma le forze dell’ordine e l’amministrazione queste cose le sanno? “Secondo lei? A meno che non vivano sulla luna, debbono accorgersi per forza di quello che succede, anche perché le denunce da parte dei cittadini sono continue. Ma non succede nulla. Le multe agli stranieri non si fanno perché tanto non le pagano. Il complesso delle Torri, che genera i problemi più grandi, non viene mai risolto. Come pensano questi signori di far crescere il territorio e l’economia? Comincio a temere che ci sia qualcuno che preferisce che le cose restino così, per poter avere un maggiore controllo e potere. Magari vorrebbero che invece di cittadini pensanti ci fossero delle pecore che non contestano, non protestano e che continuino a votarli alle elezioni, unico momento in cui i politici si ricordano del nostro quartiere. Non è possibile che in 30 anni nessuno abbia mai pensato di puntare sul turismo per risollevare le sorti di questo Comune, magari invogliando dei potenziali investitori con agevolazioni e progetti vincenti. Ma forse per avere nuove idee servirebbero nuove persone, non sempre le stesse, visto che hanno fallito miseramente. Bisognerebbe trovare il coraggio di cambiare, ma prima ancora bisognerebbe che i giovani si interessassero di più al sociale ed alla politica, proprio per dare un futuro a questo territorio. I giovani, con il loro entusiasmo ed i loro ideali ancora incontaminati potrebbero dare quella spinta necessaria al cambiamento, perché è dalle loro stesse esigenze che potrebbero trovare gli spunti giusti per capire cosa manca e come realizzarlo”. Tornando ai Righeira, “L’estate sta finendo”... “E meno male! Il problema è che, se le cose restano così, possiamo solo aspettarci un autunno ed un inverno peggiori dell’estate e si sa che l’inverno è lungo...”. Alfredo Corrao

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Università

DIRITTI UMANI: PER TUTTI NON PER MOLTI IL CAMPUS UNIVERSITARIO OSPITA LA Iª EDIZIONE DELL’INTERNATIONAL FESTIVAL ON HUMAN RIGHTS

iritti umani: per la maggior parte di noi il problema non si è mai posto; viviamo in una società libera, pur tra i suoi mille difetti, che non ci limita azioni o pensieri. Ma questa non è la realtà di tutti gli esseri umani: ci sono posti in cui la vita vale meno di zero, in cui la parola “diritto” appartiene solo a categorie privilegiate. Per porre l’attenzione su questo argomento il professor Alessandro Ceci, Presidente del Comitato Scientifico, ha ideato addirittura un festival. Certo, questa parola può far pensare al puro divertimento, ma in questo caso la parte “ludica”, composta da significative rappresentazioni teatrali e cinematografiche, si unisce alla volontà di individuare gli strumenti per uscire dalla situazione apparentemente irrimediabile della violazione dei diritti umani. E per fare questo, si vogliono coinvolgere non solo le Istituzioni Nazionali ed Internazionali, i grandi esperti, i Professori ed i Relatori migliori sull’argomento, ma anche la società civile, le associazioni di volontariato, la gente comune, che può dare la spinta ad un necessario cambiamento. Il “I° Festival Internazionale sui Diritti Umani” si svolgerà a Pomezia, presso il Campus Universitario “Selva dei Pini” dal 24 al 30 Settembre e sarà strutturato intorno ai 7 peccati capitali, intendendoli però non come violazione della legge divina, bensì dal diritto internazionale. Ogni giornata avrà per argomento un peccato, associato alla violazione dei diritti umani. A spiegarci meglio lo svolgimento e le finalità del Festival la responsabile del progetto, la dott.ssa Loredana Bonazzoli. “Inizieremo, venerdì 24 Settembre,

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dalla superbia, chiedendoci se rappresenta la mistificazione del potere o il potere della mistificazione. Il gioco di parole porta alla domanda “Esiste una politica ragionevole”?, che sarà il tema della giornata, introdotta dalla cerimonia di apertura presentata dal Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, dal Presidente del Campus Universitario Piergiorgio Crosti e dal Presidente del CeAS – Centro Alti Studi per la lotta al terrorismo ed alla violenza politica – il Senatore Maurizio Calvi”. La prima sessione di lavori tratterà della democrazia multiculturale, con la libertà di pensiero e religiosa nelle società multiculturali e della conseguente necessità di un bilanciamento tra i diritti anche tra le minoranze religiose. La seconda, invece, porterà l’attenzione sulla criminalità organizzata, che sfida la democrazia e viola i diritti umani. Il 25 si passerà all’avarizia: esiste un diritto alla solidarietà? “L’avarizia è un male politico – spiega la dott.ssa Bonazzoli – una dimensione culturale, il vizio dell’accumulazione e della forza, ma non necessariamente del potere. E’ una rinuncia alla vita per il piacere perverso dell’avere, costruito sull’assenza di solidarietà rispetto al disagio dell’altro. L’avarizia ha diviso il mondo tra una minoranza ricca ed una maggioranza povera, generando tutti i conflitti”. Al mattino si parlerà della “dimensione interna della solidarietà”, con “L’Elogio alla marginalità” di Aldo Morrone, dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà, mentre nel pomeriggio verrà affrontata la cooperazione allo sviluppo: il dovere internazionale alla solidarietà tra i popoli. Domenica 26 sarà la volta della lussuria, ovvero del mal@more. “Si tratta dell’amore malato, maledetto, malefico, malvagio. Il piacere della violenza, dell’invadenza e dell’usurpazione, che passa dalla prostituzione allo stalking, fino ad arrivare alla pedofilia. Non si tratta quindi solo dell’eccesso, ma di sfruttamento della persona privata della propria personalità, un atto dove uno soccombe alla volontà del più forte ed al suo godimento”. Nella sessione antimeridiana l’argomento saranno “Gli attentati all’integrità psico-fisica dei minori e delle donne, mentre in quella pomeridiana “La sessualità e le relazioni tecno-mediate”, ovvero le condotte comportamentali dei soggetti in internet. Lunedì si parlerà dell’invidia: quando il vero sé non viene riconosciuto. “Questo sentimento è la logica rivalsa, la volontà di appropriazione dello status altrui o addirittura la riduzione dell’altro al proprio stato di privazione – chiarisce Loredana Bonazzoli – Quant’è la contestazione, e quanta invece l’invidia dei terroristi che attaccano i simboli della ricchezza occidentale? Ma non si tratta di una prerogativa dei poveri, perché l’invi-

dia è il vizio di chi vive una vita privata di riconoscimento di sé stessi. Non è mai una spinta al miglioramento, ma una sorta di vendetta contro chi sa, chi è e chi può; una sorta di autodistruzione nel labirinto degli specchi della comunicazione”. I lavori saranno aperti con “L’infanzia negata”, mentre nella sessione successiva verrà discusso del “diritto al riconoscimento di sé”, trattando ad esempio l’omosessualità come l’impossibilità di manifestare liberamente il proprio amore come impedimento alla realizzazione della propria felicità. Il 28 il peccato discusso sarà la gola, dalla fruizione al consumo, dall’uso all’abuso. “E’ la compulsione del godimento nelle droghe, nel cibo ed in ogni piacere orale. E’ il consumo portato all’esasperazione, l’ossessione della moda, la nevrosi del comprare oggetti, soggetti e Nazioni. Una parte dell’umanità si è gettata sulle risorse del nostro pianeta come su di una torta, convinta di averne una sempre più grossa. Ciò non è ovviamente possibile, visto che le risorse sono sempre più limitate”. Nella Iª sessione si parlerà quindi dell’uso e abuso delle ricchezze del nostro pianeta, nella IIª si proverà ad andare “Verso un sistema di produzione, distribuzione e consumo del cibo più equo”, mentre nella IIIª l’argomento sarà “Cibo e integrazione”. Mercoledì 29 sarà l’ira a farla da padrona, con “Dalle ragioni della forza alla forza delle ragioni”, che ci spiega sempre la Bonazzoli. “L’ira è la violenza incontrollata e incontrollabile, l’assenza di tolleranza, l’irruenza che spinge molti Stati alla guerra, le popolazioni a distruggere altre popolazioni. Il rischio è che, per difendersi, si possa arrivare all’offesa, lasciandosi accecare dall’ira dimenticando i diritti umani che spettano a tutti, a prescindere dalle proprie condotte. Questo significa che la giustizia deve essere senza vendetta”. A spiegare nel dettaglio l’argomento, nella prima sessione troviamo la “Lotta al terrorismo e diritti umani violati”, mentre nella seconda “L’ira nei confronti dei delinquenti”. Per l’ultimo giorno, giovedì 30 settembre, rimane l’accidia, vista come indifferenza verso lo Stato. “Si può scegliere di non fare – illustra la responsabile del progetto – ma si può anche scegliere di fare. La cosa peggiore è l’indifferenza, soprattutto nei confronti dei diritti dei più deboli, contro la morte per fame e sete di bambini inermi, contro il dolore degli altri, che si esprime nelle molteplici forme dell’ingiustizia globale. Restiamo indifferenti a proteggere i nostri privilegi che fondano la loro forza sulla povertà di altri mondi”. In questa giornata la sessione sarà unica e tratterà del diritto alla salute. Ogni sera alle 21:00, tranne che nel giorno di chiusura del Festival, si terrà uno spettacolo teatrale o cinematografico inerente agli argomenti trattati. Alfredo Corrao


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Calcio

IL REAL POMEZIA RIPARTE DA TORVAIANICA DOPO UN’ESTATE BOLLENTE IL CLUB DI MANCINI SI PREPARA AD UNA NUOVA STAGIONE uovi sogni, nuove speranze, nuove fatiche, nuove gioie o delusioni: insomma, tutto quello che può regalare una nuova stagione sportiva. Dopo la pausa estiva le società di calcio tornano al lavoro per affrontare al meglio l’anno calcistico che verrà, con l’obiettivo comune di raggiungere i più prestigiosi traguardi. Per Pomezia però questa è stata un’estate caldissima, non solo per il clima , ma soprattutto per le vicende che hanno interessato, e spesso travolto, i maggiori club della nostra città nel bene ma a volte nel male. Così la vicenda della Stella Polare costretta improvvisamente a scomparire per sempre dal panorama calcistico dopo un anno esaltante, riconsegnando il titolo al CR del Lazio, o del Pomezia Calcio passato dalla delusione della semifinale play-off ,persa a Matera, allo storico ripescaggio in Lega Pro seconda divisione, l’ex C2. Ma c’è un’altra società che non ha dormito sonni tranquilli: il Real Pomezia del presidente Mancini. Terminata la passata stagione si erano da subito inaspriti i rapporti già non idilliaci con lo staff del Divino Amore, con cui avevano condiviso, mediante fusione, la stagione 2009-10, arrivando ad un’inevitabile rottura; la prima squadra, quasi tutta “fedele” al mister Mosciatti (DA) ha fatto armi e bagagli trasferendosi a Nemi dando vita ad una nuova società e lasciando solo Mancini con alcuni ragazzi e qualche “fedelissimo”. Da dove ripartire? Lasituazione non era delle migliori. Come se non bastasse anche all’interno dell’assemblea dei soci del Real Pomezia sono emersi verso la metà di Luglio profondi contrasti, tanto da convincere il presidente a lasciare la società che egli stesso aveva contribuito a fondare. Il nome “Real Pomezia” con il titolo dell’eccellenza è rimasto comunque al presidente. Anche la “base operativa” della squadra non poteva restare quella della Selva dei Pini

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e così è stato. Della squadra, al Campus, è rimasta soltanto l’insegna all’esterno della struttura destinata presto a scomparire. Considerando tutte queste componenti è davvero un mezzo miracolo che il club sia sopravvissuto e che si stia preparando per un nuovo anno. Appoggiandosi temporaneamente al campo della Virtus Pomezia, la squadra ha potuto così iniziare la preparazione per il campionato in attesa che i lavori al nuovo stadio di Torvajanica si ultimassero. Già proprio così. Lo splendido impianto che doveva prendere vita più di un anno fa è stato finalmente completato ed è lì che siamo andati per incontrare i calciatori ma soprattutto la nuova guida tecnica scelta per questo nuovo progetto. Ed il nome è di tutto prestigio: Alfonso Greco ex calciatore di Lazio, Cagliari nonché di alcune squadre di serie B, C1 e C2. A lui abbiamo rivolto diverse domande per conoscere meglio questo nuovo ambiente ed analizzare prospettive e progetti. Mister, buona parte del lavoro di preparazione è stato svolto e l’inizio del campionato si avvicina sempre di più… Un giudizio su quanto fatto finora? “Di sicuro positivo. Sono pienamente soddisfatto di quanto hanno fatto i miei ragazzi fino a questo momento”. L’11 Agosto c’è stata l’amichevole disputata contro il Latina, persa 4-1.. Come ha visto la squadra, considerata ovviamente la caratura dell’avversario?

“È stato certamente un buon allenamento. Giocare contro formazioni di categorie superiori è utile per capire come reagisce la squadra di fronte ai grandi impegni; nel primo tempo abbiamo disputato un’ottima gara tenendo bene il campo e chiudendo la frazione sotto di un gol. Nella ripresa, con i tanti cambi effettuati ci siamo un po’ disuniti, ma questo è normale. Comunque nel complesso sono ampiamente soddisfatto”. Cosa prevede il programma di preparazione per i prossimi giorni? “Ancora una fase di “carico”, necessaria se vogliamo trovarci pronti all’inizio del campionato, il 5 settembre”. Un’ultima domanda, la più classica. Qual è l’obiettivo stagionale? “Un campionato tranquillo. Anche perché ora come ora non saprei neanche cosa dire; abbiamo un gruppo nuovo, che sta insieme da troppo poco tempo per capire le nostre reali potenzialità”. Dunque ancora lavori in corso. Per il momento possiamo dire che l’ambiente sembra sereno e che vi sia una gran voglia di lottare e perché no, stupire; anche i ragazzi con i quali abbiamo scambiato due parole sembrano entusiasti del nuovo progetto e sono ansiosi di ricominciare a fare sul serio. Appuntamento al 5 settembre allora, da lì inizierà, o meglio ripartirà, la nuova avventura del Real Pomezia. Luca Mugnaioli

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Cinema

SI APRE A VENEZIA LA MOSTRA DEL CINEMA

FATE LARGO AL CINEMA ITALIANO

i sta svolgendo in questi giorni – è iniziata il 1° e terminerà l’11 Settembre - la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, la famosa “Biennale”, che come per tradizione farà “riaprire” le sale cinematografiche dopo le “chiusure estive” obbligate, dovute alla penuria di nuove e belle pellicole nella bella stagione, purtroppo tornata di moda praticamente in tutto il mondo. Quest’anno grande spazio al cinema italiano, sia quello oramai conosciuto anche fuori dai confini nazionali, sia con una “Sezione Speciale” che ospita nuove tendenze di giovani autori, chiamata per l’occasione “Controcampo Italiano”. Questa competizione darà un premio al più creativo tra i 18 Film o Cortometraggi in concorso ed avrà come Presidente della Giuria il bravissimo Valerio Mastandrea, che siamo di certo valorizzerà prodotti dal forte contenuto ironico e brillante.

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Nel concorso ufficiale della Mostra, che avrà come Presidente della Giuria Quentin Tarantino e, tra i giurati, un certo Gabriele Salvatores - amatissimo a Venezia - ci sono invece 4 film italiani in concorso. Carlo Mazzacurati partecipa con “La Passione”, commediante rappresentazione di un cinema in crisi di idee con un già premiato Silvio Orlando come protagonista. Ascanio Celestini, straordinario autore teatrale, al suo primo lungometraggio, presenta invece “La Pecora Nera”, drammatica e farsesca rappresentazione del problema dei malati di mente in Italia. Mario Martone mostra al pubblico “Noi Credevamo”, colto e patriottico Film sul Risorgimento italiano, interpretato dal fuoriclasse Toni Servillo. Saverio Costanzo porta in gara la trasposizione cinematografica del best seller “ La solitudine dei Numeri

Primi”, interpretato da Alba Rorhwacher, che dà prova della sua bravura in una storia molto complessa e intimista. Riuscirà qualcuno dei nostri eroi a vincere il Concorso e portare il Leone d’Oro quale miglior Film in Italia? Da sempre avara di riconoscimenti verso il cinema nostrano, Venezia infatti non vede un italiano con la statuetta d’Oro dal 1998, quando a vincere fu Gianni Amelio con il film “Così ridevano”, vera sorpresa della Mostra di quell’anno. I favoriti di questa edizione sono i cineasti orientali, che presentano due film giapponesi e uno cinese, di cui vi risparmiamo gli improbabili titoli in lingua originale, ma che molto probabilmente porteranno un Premio importante a casa, e il solito folto drappello di film americani, addirittura 8 in concorso, che potrebbero anche solo per una questione di probabilità numerica vincere premi importanti, bissando il successo del 2008 di “Wrestler” . Nella sezione fuori concorso, molto rumore farà “Vallanzasca,” di Michele Placido, già regista di “Romanzo Criminale” e quindi ormai a tutti gli effetti collaudato narratore della cronaca nera Italiana. Come sia venuto in mente poi alla Biennale di assegnare il Leone alla Carriera, in genere consegnato a grandissimi narratori cinematografici, a John Woo, rimarrà un mistero. Il regista cinese, infatti, con il suo curriculum di “corri, spara e fai tanti effetti speciali” alla “Mission Impossible” non ci sembra degno erede degli Ermanno Olmi, o dei Clint Eastwood, tanto per citarne alcuni, che lo hanno preceduto. La manifestazione apre con lo statunitense “Black Swan” il Primo Settembre alle 21:00. Buona Visione! Mauro Valentini

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Rubrica Bon Ton

LA MENTE “MENTE” MA IL CORPO NO LA COMUNICAZIONE NON VERBALE CONTA PIU’ DI MILLE PAROLE

n un mondo in cui a volte l’apparire conta più dell’essere, spesso ci sfuggono dei particolari interessanti che potrebbero farci capire meglio con chi abbiamo a che fare. Uno dei modi per “catturare” informazioni vere e non costruite ad arte è quello di stare molto attenti alla comunicazione non verbale, ovvero ai gesti inconsapevoli che tutti noi compiamo soprattutto in determinate occasioni. Con ciò intendiamo quel particolare modo di scambiare informazioni tra persone, al di là delle parole, che ci fanno comprendere, ad esempio, se la persona che abbiamo davanti a noi è davvero rilassata o se sta fingendo e non vede l’ora di fuggire. Molte volte una buona parte dell’insuccesso, sia nel campo sentimentale che in quello lavorativo, è dovuto ad una cattiva gestione

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della comunicazione, soprattutto di quella non verbale. Il modo di muoversi, di vestirsi, le espressioni facciali, gli spostamenti più piccoli, il toccare gli oggetti, addirittura il modo di grattarsi aree precise del volto, costituiscono quello che un esperto della comunicazione definisce “linguaggio sotterraneo”. Questa modalità comunicativa fornisce molte più informazioni di quante se ne possano ricavare dalle semplici parole; si possono cogliere gli aspetti più segreti e vari del carattere di una persona e in parte prevedere le sue reazioni.Mentre parlate con qualcuno vi sarà capitato di vederlo giocherellare distrattamente con qualche oggetto, una penna, gli occhiali, una sigaretta, i capelli… Ogni gesto è spesso denso di significato e anche gli oggetti che tocchiamo possono dare informazioni sullo stato d’animo che proviamo in quel momento. Ovviamente per ragioni di spazio tratteremo solo alcuni gesti tra i più significativi con le loro interpretazioni, riservandoci di continuare nelle prossime edizioni. Per esempio, durante una conversazione mentre siete seduti al tavolo per pranzare oppure parlare di affari con il vostro interlocutore: vi sarà probabilmente capitato di “spazzare” via le briciole di pane o della polvere. Un atto che, superficialmente, sembra privo di importanza, ma che nasconde invece significati molto interessanti per chi li sa interpretare. Quando si “spolvera” con una mano si possono verificare due situazioni: nella prima si allontanano le briciole mandandole nella direzione del vostro interlocutore: ciò, con molta probabilità, significa che il discorso non vi interessa, simbolicamente gli state dicendo

di riprendersi quelle “robe”, ovvero ciò di cui sta parlando. Se capitasse che qualcuno, mentre sta parlando con voi, esegua senza rendersene conto questo movimento, cambiate discorso. Nella seconda situazione si “spazzano” le briciole avvicinandole a sé. Il discorso interessa: simbolicamente, chi effettua questo movimento è come se volesse tenere per sé quanto state dicendo…. Altro esempio riguarda l’uomo, che in alcune occasioni si tocca la cravatta. Quando succede durante una conversazione può avere diversi significati. Se il soggetto si aggiusta il nodo o si infila un dito nel colletto per allargarlo significa che la sua attenzione è massima e che sta raggiungendo un alto livello di emozione per quello di cui si sta conversando. In questo caso l’interlocutore sta dicendo o facendo qualche cosa che colpisce profondamente il soggetto. Mentre quando si tende ad aggiustare, modificare, toccare o accarezzare il tessuto della cravatta è evidente la necessità di essere rassicurati e spesso questo capita in presenza soprattutto di una serata galante. Per concludere, con questo articolo abbiamo provato ad incuriosire chi di comunicazione gestuale sa poco o niente, in modo da imparare a riconoscere qualche segnale che le persone con le quali interagiamo ci trasmettono. Si scoprirà senza dubbio un nuovo modo di comunicare, che vi permetterà di conoscere meglio i vostri amici, colleghi e familiari. Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale

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Viaggi

SETTEMBRE TEMPO DI OKTOBERFEST LA CELEBRE FESTA DI MONACO DI BAVIERA COMPIE 200 ANNI ettembre è sicuramente un periodo ideale per viaggiare: il clima è perfetto, senza gli eccessi del caldo estivo, i costi sono inferiori all’alta stagione, il servizio offerto è superiore perché i turisti sono di meno rispetto a Luglio ed Agosto, quindi ogni destinazione può essere quella giusta. Ma Settembre è anche il mese di una delle feste più celebri al mondo, l’Oktoberfest, che si tiene a Monaco di Baviera a partire da sabato 18 fino a lunedì 4 Ottobre. Festa che quest’anno celebra addirittura il suo duecentesimo compleanno, dato che è nata nel 1810 per celebrare il matrimonio tra il Principe Ludwig I° con Teresa di Sassonia. E, visto che Monaco è appena stata eletta la città dove si vive meglio al mondo, perché non fare un salto a visitarla, immergendosi nell’atmosfera tutta particolare della festa della birra? Per capire come mai Monaco ha ricevuto il prestigioso riconoscimento dalla rivista specializzata Monocle, bisogna sapere quella bavarese è una città con molto verde e con servizi davvero efficienti, da cui sarebbe utile prendere insegnamento. I trasporti urbani sono uno dei fiori all’occhiello, con i suoi tram e metropolitane – o trenini leggeri – che in ogni momento portano ovunque si voglia andare. Le piste ciclabili sono moltissime e fanno tappa nei tanti, bellissimi parchi comunali. Durante l’Oktoberfest Monaco prende un aspetto tutto particolare: gli abitanti, ma anche i turisti, indossano i costumi tipici, che per gli uomini sono rappresentati dai pantaloni corti di cuoio e la camicia bianca, le donne con il dirndl. Spiccano poi i giganteschi tendoni che vengono montati dalle sei storiche birrerie bavaresi all’interno del parco Theresienwiese, che per 17 giorni diventa un immenso luna park. Il primo giorno la festa viene aperta dalla sfilata inaugurale formata dalle famiglie degli osti, le carrozze d’epoca tutte decorate, i carri che si usavano nelle fabbriche di birra tirati dai cavalli. Il tutto condito dalla musica suonata dalle orchestrine dei tendoni. Il giorno dopo la sfilata si ripete, stavolta arricchita, visto che attraversa tutta la città e vede la partecipazione di 7000 figuranti vestiti con costumi storici e tradizionali. Durante la festa tutti portano in mano, almeno una volta, un cuore di zucchero, che viene venduto anche come ricordo della festa, e che solitamente viene regalato da chiunque voglia bene a qualcuno: il dono si scambia tra coniugi, fidanzati, genitori, figli. Ovviamente, oltre allo zucchero, va gustata la regina della festa: la birra. Ci si potrà deliziare di un sapore particolare, che è inutile ricercare nelle bottiglie e nelle lattine acquistate al supermercato. Ma Monaco, ovvia-

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mente, non è solo birra e non è solo Oktoberfest, altrimenti come avrebbero fatto a nominarla la città in cui si vive meglio? Le sue bellezze vanno scoperte con calma. Dal centro della festa si può quindi prendere la metropolitana ed andare ad un altro centro, quello della città. Marienplaz, la piazza del Municipio, è situata nella parte vecchia (il quartiere si chiama Alstadt) ed è circondata da stradine dal sapore retrò, accentuato quando si arriva al Viktualienmarkt, il mercato più antico della città, situato tra Petersplatz e Fraunestrasse. Qui è d’obbligo fermarsi a mangiare nei tipici chioschetti. Da lì è facilmente raggiungibile a piedi Frauenstrasse, la piazza dove sorge la chiesa gotica di Frauenkirche, caratteristica per i campanili gemelli con i tetti a cipolla. Altra tappa da non mancare assolutamente è la Residenz, una dimora principesca nella quale ci sono una sala delle cerimonie, l’Antiquarium, ed un teatro, il Cuvillie, fra i più spettacolari al mondo. L’unico problema che si può incontrare qualora si voglia visitare Monaco durante l’Oktoberfest, è la mancanza di posti sia sui voli che negli alberghi. Questo perché ormai sono migliaia le persone che si sono segnate queste date come appun-

tamento fisso, e ogni anno tornano a Monaco affascinate dall’atmosfera che si respira in ogni angolo della città. Il rimedio? Prenotare per tempo! Mauro Valentini



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Giochi

GAMECON SI E’ CONCLUSA A COLONIA LA PIU’ GRANDE FIERA DEL VIDEOGIOCO D’EUROPA

i è concluso Domenica 22 Agosto l’evento videoludico che ogni anno richiama più di 250.000 visitatori da tutte le parti del mondo e che dà la possibilità di provare in anteprima titoli che vedranno luce sugli scaffali solo mesi e mesi dopo. Stiamo parlando della GamesCom, la fiera del videogioco più grande d’ Europa, la quale ha luogo, per il secondo anno consecutivo, in Germania, a Colonia, all’interno del grandissimo polo fieristico Koelnmesse. L’edizione di quest’anno è stata sicuramente meno interessante rispetto alla quella precedente, ma nonostante tutto non possiamo negare l’eccitazione per la presenza di titoli molto attesi, sia per Console che per PC. Un intero padiglione è stato riservato ai videogiocatori su Personal Computer, i quali hanno avuto la possibilità di testare, in anteprima, titoli dal calibro di “Crysis 2”, che si è presentato per la prima volta anche nella modalità multiplayer. Impossibile inoltre non citare titoli che tutti gli Hardcore Gamers aspettano da anni quali “Rage”, “The Witcher 2”, “Diablo III”, “Deus Ex: Human Revolution” e “Bulletstorm”. Sicuramente più numerosi i titoli che compongono le line-up delle console. Basti pensare ai numerosi giochi che Sony e Microsoft hanno deciso di destinare alle loro rispettive nuove periferiche, Move e Kinect (ex Project Natal). In entrambi i casi si parla, comunque, di “riedizioni” di grandi prodotti, come se il motion controller dovesse aggiungere profondità al gameplay di FPS e simili. Cerchiamo ora di elencare nel dettaglio i principali

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videogiochi che invaderanno il mercato videoludico da qui fino ai primi mesi del 2011. Si parte subito con un grande match tra i due rivali calcistici: “PES 2011” e “FIFA 11”, entrambi in uscita nel mese di Ottobre. Sicuramente la serie PES sta riconquistando terreno ma ci vorrà ancora qualche anno prima di pareggiare il “risultato” con il rivale di casa EA Sports. Novembre sarà invece il mese di “Call of Duty: Black Ops” e “Medal of Honor”, due titoli che si contenderanno il titolo soprattutto per le loro rispettive modalità multiplayer. Altro titolo di punta é “Assassin’s Creed Brotherhood” che si presenta con un interessante sistema di gestione della setta degli assassini, nonché con un incremento esponenziale delle possibilità di azione e interazione. Non sono mancati inoltre titoli per gli amanti dei Rhythm Game come “Dj Hero 2”, che si presenta fin da subito in maniera ottimale sia dal punto di vista del gameplay sia per l’ottima tracklist. Grandi novità anche per il titolo di casa Electronic Arts, “Rock Band 3”, che introduce gli strumenti Pro e quindi l’utilizzo di vere e proprie chitarre elettriche grazie all’adattatore MIDI. Va segnalato inoltre l’ingresso di un nuovo strumento, la tastiera, che porta il titolo ad un livello più in alto rispetto al rivale “Guitar Hero”. Grandi novità anche da casa Sony che annuncia, attraverso un filmato, l’ uscita di “Resistance 3” e di un nuovo episodio di “Ratchet & Clank”. Durante questa GamesCom abbiamo anche avuto la possibilità di provare la nuova tecnologia su cui Sony ha deciso di puntare molto, il 3D, grazie a una demo di Killzone 3,

FPS che arriverà sugli scaffali il prossimo anno ma che mostra fin da subito un’ottima e ben articolata modalità single player. Di impatto minore “Motorstorm Apocalypse” che presenta un gameplay ancora poco definito ed un uso del 3D superfluo. Altro titolo che ha “deluso” il pubblico dell’affollata kermesse tedesca è stato sicuramente “LittleBigPlanet 2”, che, dopo la novità del primo episodio, risulta un po’ troppo ripetitivo, senza novità di rilievo escludendo una corposa estensione dell’editor. Chiudiamo la line-up Sony con


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Giochi

un piccolo cenno alla demo di “inFamous 2”, il quale offre un gameplay rifinito in tutti i suoi punti e quindi un ottimo presupposto per un futuro acquisto. Nintendo sicuramente non è stata da meno, presente in fiera con un’ottima line-up: si parte dall’ attesissimo “The Legend of Zelda: Skyward Sword”, passando per “Kirby’s Epic Yarn” e “Donkey Kong Country Returns”, giochi che faranno sicuramente la felicità di tutti i retrogamers, fino ad arrivare a “Rabbids: Travel in Time”. Microsoft ha destinato la quasi totalità dello showfloor ai futuri titoli per Kinect, lasciando ai pad “solamente” “Halo Reach” e “Fable III”. Il nuovo capitolo della serie Halo sembra seguire le orme del suo predecessore, con un engine grafico di ottimo livello ed un single player solido e ben bilanciato. Infine si è mostrato al pubblco un titolo che può essere definito come “Migliore

della Fiera”, “Bioshock Infinite”, con un lungo filmato di gioco che fa davvero ben sperare. Nel padiglione di Electronic Arts - oltre ai già citati “FIFA 11”, “Medal of Honor” e “Rock Band 3” - fanno comparsa “Need for Speed Hot Pursuit”, “Dragon Age 2” e “Dead Space 2”. Quest’ ultimo ha lasciato tutti a bocca aperta, con un gameplay molto più dinamico rispetto al primo capitolo che però non soppianta lo stile Survival Horror classico. Senza ombra di dubbio la GamesCom ci ha permesso di testare con mano tutti i futuri titoli che ci aspettano nei mesi a venire. Appuntamento quindi al prossimo anno, dal 17 al 21 Agosto 2011. Matteo Acitelli www.cyberludus.com

Libri

IL BAMBINO NELLA VALIGIA i legge tutto d’un fiato il primo episodio di una nuova trilogia proveniente dal Nord Europa E’ senz’altro d’attualità “Il bambino nella valigia”, il romanzo d’esordio di due scrittrici danesi, Lene Kaaberbol e Agnete Friis, autrici di numerosi libri per bambini e sensibili al tema dell’infanzia e dell’immigrazione clandestina, che per la prima volta si cimentano in un thriller che lascia senza fiato e che dopo pochi mesi dalla sua pubblicazione è diventato un apprezzato bestseller. Acreare curiosità interno all’opera anche le storie che aleggiavano intorno ai nomi delle autrici: forse per trovata pubblicitaria, di era addirittura ipotizzato che dietro le loro firme si celasse addirittura lo scomparso Stieg Larsson, l’autore di quel “Millenium Trilogy” che nei due anni appena passati ha scalato le classifiche di tutto il mondo sia nella versione cartacea che in quella cinematografica. Ma tornando alla realtà, l’Accademia danese ha conferito a questo romanzo il premio “Thriller dell’anno” e le scrittrici sono arrivate finaliste persino al Glass Kay Award, uno dei premi letterari scandinavi più ambiti, vinti da scrittori del calibro di, guarda caso, Stieg Larsson, Andres Roslund e Borge Hellstrom. Altra analogia è il fatto che Il bambino nella valigia dovrebbe essere il primo di una trilogia. Stavolta abbiamo una protagonista donna, l’infermiera della Croce Rossa Nina Borg: il secondo romanzo della serie, intitolato Et stille umærkeligt drab, è in fase di lavorazione. Il bambino nella valigia è uno dei trhiller più venduti di questa estate.Ambientato in Danimarca, nella bellissima Copenhagen, il romanzo ha come protagonista Nina Borg, infermiera impegnata professionalmente e

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socialmente nel campo dell’immigrazione clandestina e sensibile al problema del traffico illegale dei bambini. Nina Borg è sposata ed è madre di due bambini: il suo forte impegno lavorativo, però, la rendono una moglie distratta e una madre a volte poco affidabile che dimentica persino di andare a prendere i figli all’uscita della scuola. Purtroppo Nina non riesce a separare nettamente la vita domestica da quella lavorativa: la sua emotività e la sua sensibilità, infatti, spesso superano la sua razionalità, rendendola fragile e vulnerabile. Nina, però, è anche una donna che s’impegna al massimo nel suo lavoro e che fa di tutto per aiutare i più deboli e indifesi. L a Tr am a Un giorno come tanti Nina si reca alla Stazione centrale di Copenhagen per ritirare un bagaglio per conto di una sua collega. Subito, però, si rende conto che quel bagaglio ha qualcosa di strano. Decide di aprirlo e scopre che al suo interno è nascosto Mikas, un bambino di tre anni circa, drogato e privo di abiti, proveniente dall’Est europeo e fortunatamente ancora in vita. Come molti altri bambini Mikas è vittima di traffici illegali che hanno come protagonisti bambini di ogni età provenienti dai paesi più poveri del mondo, venduti, prestati e barbaramente uccisi da trafficanti senza scrupoli. Nina è cosciente di tutto ciò e conosce bene anche le leggi danesi sull’immigrazione clandestina e sui bambini non accompagnati: senza il suo aiuto Mikas sarà inserito in uno dei tanti centri di accoglienza e lasciato a se stesso; forse potrebbe diventare lui stesso uno dei tanti bambini non accompagnati rapiti

dai centri d’accoglienza e diventati invisibili. Nina decide quindi di prendersi cura di Mikas da sola, di salvarlo da un futuro terribile e di riportarlo a casa, in Lituania, da sua madre senza chiedere aiuto alla polizia e alle istituzioni. Il loro viaggio, tuttavia, non sarà semplice: sovrastati da qualcuno più forte di loro, si troveranno intrappolati in un intreccio apparentemente senza via d’uscita che finirà per mettere a rischio le loro stesse vite.

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