Il Corriere della Città - Luglio 2010

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della Anno 2 Numero 7 LUGLIO 2010

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Politica

PROBLEMI IN COMUNE TRA DIMISSIONI, RIPENSAMENTI, ACCUSE, 0 AVVISI DI GARANZIA E TANTO ALTRO I POLITICI DI POMEZIA ED ARDEA NON VANNO DI CERTO IN FERIE

In questo numero:

• PARCOMETRI: BRACCIO DI FERRO TRA COMMERCIANTI ED AMMINISTRAZIONE PAG.14 • INCHIESTA ESTATE: MA CHI VIENE ANCORA SULLE NOSTRE SPIAGGE? PAG.16 • ARDEA: SPORT E CENTRI ESTIVI NON PER TUTTI PAG.26

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Editoriale

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LE DIMISSIONI?

SONO CONTAGIOSE MA SI PUO’ GUARIRE IN POCHI GIORNI HANNO RINUNCIATO AL LORO INCARICO IL SINDACO ED IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI POMEZIA, OLTRE ALL’ASSESSORE GAETANO PENNA. POI È INIZIATA LA MARCIA INDIETRO, VISTO CHE DE FUSCO LE HA RITIRATE... lla fine il Primo Cittadino ci ha ripensato ed ha ritirato le sue dimissioni. Che sia stato un atto di responsabilità verso i suoi elettori e verso la città, che altrimenti sarebbe finita in mano al Commissario Prefettizio, con conseguente immobilità amministrativa, per quasi un anno, o che siano state le pressioni e gli inviti dei partiti e dei consiglieri a lui vicini, oltre che alla Giunta ed agli organi provinciali e regionali (pare che si sia scomodato addirittura Bersani, per convincere De Fusco a riprendere lo scettro) sono “dettagli” che nessuno potrà mai sapere con certezza. Quello che è certo è che, negli ultimi tempi, con la politica a Pomezia non ci si annoia. Facendo la cronistoria delle ultime settimane, ci si accorge che le crisi dei mesi scorsi, con emorragie continue dalla maggioranza, al confronto di quanto successo sembrano inezie. Nel giro di pochi giorni si sono dimessi l’11 Giugno il Sindaco Enrico De Fusco, poi, il 18, l’Assessore alle Attività Produttive Gaetano Penna e per ultimo (almeno per ora) il Presidente del Consiglio Marco Mesturini, il 22 dello stesso mese. Tutte figure centrali, spesso in contrapposizione, che, con le loro azioni, stanno determinando il futuro prossimo della nostra città. In questo triangolo da una parte abbiamo un “ex dimissionario” Sindaco che, quando ha protocollato la lettera con cui lasciava il suo incarico, aveva affermato di non avere alcuna intenzione di ripensarci. “Ho xfatto il

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possibile per Pomezia, sacrificando anche la mia vita familiare. Purtroppo il 90% del tempo l’ho dovuto passare a cercare di sedare le liti tra i consiglieri di maggioranza, smaniosi di protagonismo e vogliosi di una visibilità che va ben oltre al ruolo di consigliere comunale. Tutto tempo che avrei potuto dedicare ai problemi della città e che invece non sono stati risolti per colpa di atteggiamenti irresponsabili. Sono stufo di questa situazione: prendo atto di non avere più i numeri per governare e, prima che qualcuno possa sfiduciarmi, me ne vado da solo”. Ma che la situazione fosse questa lo sapeva da tempo: ormai i consiglieri sembravano soubrette che sgomitavano per essere al centro del riflettore. La scintilla va perciò ricercata nel “tradimento” di 3 consiglieri che, un attimo dopo aver preso gli accordi con il resto della maggioranza per la votazione dei revisori dei conti, hanno invece dato la preferenza ad uno dei nomi portati dal centrodestra, schierandosi di fatto con la minoranza. “Si sono venduti all’opposizione - ha commentato De Fusco nel sentire i risultati – e questo significa che non esiste più una maggioranza”. Dall’altra parte c’è Gaetano Penna, che passa dall’altra parte della barricata, visto che ha consacrato la sua preferenza all’UDC. Le voci sulle sue dimissioni giravano ormai da tempo, ma l’ex Assessore ha atteso fino all’arrivo a Pomezia del segretario nazionale Lorenzo Cesa

per mettere tutto nero su bianco. “Il sottoscritto rassegna le dimissioni – si legge nella lettera protocollata – ciò è dovuto perché nella mia persona, da 15 giorni, si sommano le cariche di Assessore e di Commissario dell’UDC di Pomezia. Diversamente da quanto accade abitualmente ho optato per le responsabilità politiche rispetto a quelle istituzionali, in quanto cosciente che oggi, specialmente nel nostro Comune, senza la politica la governabilità è un’utopia”. Peccato non abbia aggiunto che, con una politica come quella attuale, governare è un disastro. Il suo gesto ha portato a fare una scelta simile anche a Gianni Mugnaini: vista la parentela che li lega, il consigliere di maggioranza ha salutato la coalizione di centrosinistra ed è entrato tra le file dell’UDC, portandosi dietro anche Nicolò Barone. Ad essere maligni, avremmo suggerito di non fare questa mossa: con una persona a destra ed una a sinistra modo le possibilità di vittoria in famiglia erano assicurate. Ma forse anche così... bastas pendere di volta in volta dalla parte giusta. Sull’ultimo lato c’è Mesturini. Spesso additato come arrogante, presuntuoso, impossibile da gestire, malvisto sia dall’opposizione che da una parte della maggioranza, criticato da tutti per la sua scelta di nominare i Revisori dei Conti senza la votazione in consiglio. Non entriamo nel merito della vicenda Revisori, perché è stata già sviscerata da tutti i giornali e tutti, noi compresi, siamo stanchi di sentirla, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata proprio quella. I nuovi Revisori non andavano bene a qualcuno – a torto o a ragione che sia – così come non andavano bene quelli che li hanno preceduti. Adesso ne abbiamo altri 3 e fanno riferimento per 2/3 all’opposizione. Il voto dato contro dai tre tiratori franchi si può quindi collegare proprio a Mesturini, nel senso che era lui che si voleva colpire, non l’intera maggioranza. Infatti, dopo le dimissioni del Primo Cittadino sia i consiglieri – e tra questi anche due dei “traditori” che la Giunta, così come i Partiti, hanno fatto riunioni e stilato documenti in cui chiedevano al Sindaco di ripensarci, mostrando “quasi” di essere uniti. Quasi, appunto, perché, per ricompattarsi, bisognava mettere sul piatto qualcosa. E, tra questo qualcosa, c’era anche la testa di Mesturini. Al Presidente del Consiglio è bastata una settimana o poco più per decidere. “Nessuna posizione personale può essere anteposta al bene collettivo, quindi mi dimetto, sperando che ora questa maggioranza riesca finalmente a lavorare bene”. Certo è che Mesturini, con il suo gesto, ha dato su un piatto d’argento a De Fusco la possibilità di ripensarci. Ma nel mezzo, tra parti seppur brevemente analizzate, cosa c’è? Le colpe non possono essere esclusivamente di una persona, anche se può avere la maggiore responsabilità di quanto accaduto. Vanno quindi ricercate nel profondo del tessuto politico pometino, che ha una trama talmente intrecciata da far girare la testa. Si dice una cosa e se ne pensa un’altra; ci si candida a sinistra e si traghetta a destra e viceversa, si litiga in pubblico e si brinda in privato. Le persone che hanno dimostrato una certa coerenza sono poche. Le dimissioni del Primo Cittadino potevano essere interpretate come un segnale, quel “sono stufo” magari significava “Non mi faccio manipolare, almeno non più. Se volete continuare questo concerto, cantatevela da soli”. Ma potevano essere anche qualcos’altro. Cosa lo vedremo da oggi in poi. Maria Corrao


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DE FUSCO DI NUOVO AL COMANDO SONO BASTATI 18 DEI 20 GIORNI CHE AVEVA A DISPOSIZIONE PER RITIRARE LE DIMISSIONI PRESENTATE LO SCORSO 11 GIUGNO. INSIEME AL RITIRO, SONO ARRIVATI IMPORTANTI SEGNALI DI APERTURA VERSO SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ omezia ha di nuovo il Sindaco. Enrico De Fusco, durante la conferenza stampa indetta per oggi alle 18:00 insieme a tutta la maggioranza, ha annunciato che domattina protocollerà il ritiro delle dimissioni, scongiurando così l’arrivo del Commissario prefettizio. La conferenza si è svolta in un gremitissimo hotel Antonella, alla presenza non solo di politici e giornalisti, ma anche varie associazioni onlus e di tanti semplici cittadini, rappresentanza delle varie categorie sociali, tutti curiosi di sapere quale futuro attendeva Pomezia. E proprio i cittadini presenti hanno supportato la scelta, visto che, a fine discorso, De Fusco ha dichiarato: “In questo momento non ho ancora preso una decisione, quindi non ritiro né confermo le dimissioni, ma lascio a voi la scelta”. A queste parole si è levato un coro quasi da stadio, con i presenti che chiedevano a gran voce il ritiro delle dimissioni. Ma facciamo un piccolo passo indietro: De Fusco ha iniziato il suo discorso parlando delle motivazioni che lo hanno spinto ad un gesto tanto eclatante, dalla mancanza dei numeri all’aria di sfiducia che si respirava. Ha poi elencato quanto fatto in questi quattro anni dal centrosinistra da lui guidato, Aser in testa, ricordando che, se Pomezia fosse nata nel 2006, non solo non avrebbe avuto i debiti che ha, ma vanterebbe addirittura un disavanzo positivo di 2 milioni di euro. “Non capisco quindi perché si accaniscono contro di

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me dicendo che è stata fatta una cattiva gestione economica; forse non si sono accorti che, in questi anni, abbiamo anche pagato 39 milioni di debiti lasciati dal centrodestra. Io ho cercato di lavorare per i cittadini ed è a loro che devo rendere conto, sia a quelli che mi hanno eletto che a tutti gli altri. Per questo non vorrei tirarmi indietro, ma portare avanti, con una crescita ed uno sviluppo sano, l’intera città”. “Vorrei leggervi due lettere – ha proseguito – la prima viene dal PDL, che mi invita a non ritirare le dimissioni, per il bene della città. Ma qual è il bene di Pomezia? Un futuro incerto nelle mani di un Commissario Prefettizio? Qui si parla solo di ipotetici progetti futuri del PDL, ma non mi sembra ci sia nessuna proposta concreta”. De Fusco ha ribattuto punto per punto a tutte le accuse riportate nella missiva, ed è poi passato alla seconda lettera. “E’ stata inviata dai sindacati: nelle loro parole trasuda la comprensione per il lavoro svolto da me e dalla mia amministrazione. Bene, io preferisco ascoltare la gente e non chi fa solo politica opportunistica”. Il discorso del sindaco si è portato poi nuovamente sulla questione Aser. “Se chi mi ha preceduto, e sono gli stessi che adesso fanno tanti proclami, avessero provveduto prima alla revoca del contratto, Pomezia avrebbe avuto tutta un’altra storia”. Nella sua accusa De Fusco punta il dito su Pietro Salfi. “Adesso non fa altro che criticare quanto stiamo facendo, accusan-

doci di spendere troppo, soprattutto per il personale: a parte il fatto che una città come Pomezia, che è cresciuta sia demograficamente che territorialmente con i nuovi quartieri, ha un ovvio bisogno di maggiori persone al suo servizio, vorrei capire come mai proprio da lui viene la predica: si è forse dimenticato che nel 2004, quando era Assessore al Bilancio, invece di trovare il modo di cacciare l’Aser, che da tempo ometteva degli atti nei confronti del Comune, pensò bene di prendere due avvocati per “rivedere le condizioni contrattuali”? E cosa significa rivedere? Lì c’era solo da agire, visto che la vita amministrativa di un comune si regge sul bilancio. Dal 2004 fino al 2009, anno in cui abbiamo mandato via l’Aser, avremmo potuto incassare almeno 40 milioni di euro in più, se solo non avessimo dovuto pagare l’aggio”. De Fusco passa poi ai tanto temuti numeri. “E’ vero, la maggioranza in questo momento può contare solo su 14 persona, me compreso, ma l’opposizione ha numeri indefiniti, visto che dei 12 che hanno firmatola mozione di sfiducia solo in 2 si sono presentati alla convocazione pomeridiana del consiglio da loro stessi richiesto. Mettiamo poi il fatto che, pur riconoscendo che due consiglieri di maggioranza sono passati all’UDC, gli stessi, insieme a Maria Russo, la loro capogruppo, sono rimasti in aula per fare numero legale. Questo dimostra che i numeri non sono tutto, quello che conta è la volontà di volere davvero il bene di Pomezia e di lavorare per ottenerlo. E, per ottenerlo, non basta mandare lettere...”. Il discorso è durato quasi un’ora e, per ovvi motivi, è impossibile riportarne tutti i passaggi. Vogliamo però raccontare un momento simpatico che ha interrotto il monologo del Sindaco. Ad un certo punto si è avvicinata una persona che ha consegnato un foglio al vicesindaco Cenacchi. Dopo averlo letto, l’ha passato a De Fusco, chiedendogli di renderlo pubblico. Ma quella che poteva sembrare una notizia importante si è poi rivelata una semplice comunicazione di servizio: bisognava spostare alcune auto che ostruivano il passaggio davanti all’hotel. L’interruzione ha reso l’aria più conviviale, con i cittadini che, tra una risata ed un coro all’insegna di “Enrico uno di noi”, hanno chiesto a De Fusco di ufficializzare il ritorno alle sue funzioni. Invito che il Primo Cittadino ha colto ben volentieri, tra le congratulazioni dei presenti. Fuori dalla conferenza, il sindaco, riprendendo quanto detto da un’esponente dell’opposizione – ovviamente in senso diametralmente opposto – ha commentato: “Vorrei per un attimo paragonare la nostra città con una grande nave, che inizialmente aveva tante cose che andavano risolte e sistemate e che, nel tempo, le ha viste risolvere e sistemare. Una nave che potrebbe andare in porto e che molti vorrebbero che ci andasse. Una nave composta dai passeggeri, che sono gli abitanti di questa città, e dall’equipaggio. Questa nave ha ancora marinai ed ufficiali che hanno voglia di arrivare fino alla fine, di portarla a destinazione. Non oso immaginare che sia proprio il capitano a tirarsi indietro. Se dobbiamo affondare, affonderemo tutti insieme, io per primo”. Ma crede che questa nave possa affondare subito o pensa che l’UDC possa essere una buona ancora di salvezza? “Diciamo che una posizione chiarissima da parte del gruppo non c’è, visto che – anche se si dichiarano all’opposizione – sono rimasti in aula a fare numero legale ed hanno affermato che, sulle questioni importanti per la città, non si tireranno di certo indietro. Dobbiamo quindi stare a vedere”. Ed allora staremo a vedere, anche per verificare se si tratta davvero di un’ancora o di una semplice ciambella di plastica... Maria Corrao

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E L’OPPOSIZIONE? REAZIONI E COMMENTI A CALDO ALLA DECISIONE DI DE FUSCO D’AVINO

Angelo D’Avino era l’unico consigliere di opposizione presente alla conferenza indetta dal sindaco per annunciare il ritiro delle dimissioni. “Costavo meno di una cimice, che tra l’altro poteva anche non funzionare bene”, scherza. Ma cosa pensa di quanto ha visto e sentito? “Mi uguro che questo gesto sia ben valutato da De Fusco, ma credo che sia solo il rimandarsi di un destino segnato, che potrebbe compiersi già con la prossima seduta di Consiglio. Infatti non penso che i numeri siano relativi; al contrario, in politica sono molto importanti e, al momento, la maggioranza non li ha. In ogni caso io personalmente continuerò a comportarmi con coscienza”.

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Più duro Pietro Salfi che, appena saputo dell’attacco diretto nei sui confronti ha tenuto a fare delle precisazioni. “Parto dal presupposto che, se il Sindaco ha fatto solo il io nome significa che vede solo me come reale opposizione. Io giudico De Fusco una persona sensata e non certo un kamikaze, quindi, se ha deciso di continuare questa avventura di sicuro sa non solo quello che fa, ma è anche sicuro di avere delle “pezze d’appoggio” all’interno della maggioranza. Chi siano sarà facile scoprirlo al prossimo consiglio: visto che i numeri al momento favoriscono l’opposizione, bisognerebbe stare molto attenti a tutto quello che si fa e soprattutto a quello che non si fa. Quindi, se qualcuno dei nostri il 5 Luglio non si presenterà in Consiglio sapremo chi ha convinto il sindaco a restare, dandogli il “puntello” necessario, che secondo me arriva dal PDL. Per quanto riguarda l’Aser, quando

ricoprivo la carica di Assessore al Bilancio non avevo la possibilità di mandare via quella società, visto che il contratto – fatto durante l’amministrazione di centrosinistra guidata da Aureli - non si poteva sciogliere se non con determinati presupposti, tra cui l’arbitrato. All’epoca c’erano già dei contenziosi e stavamo attendendo l’arbitrato, che poi ha portato alla vittoria del lodo da parte del Comune. Ma all’epoca avevamo le mani legate, per questo ho cercato una soluzione bonaria, che rivedesse almeno le condizioni contrattuali portandole più a favore dell’amministrazione. Io non ho nulla da rimproverarmi né da nascondere, tant’è vero che ho agito attraverso delle delibere, quindi in modo assolutamente trasparente, al contrario di quanto fatto precedentemente da qualcun altro. Bisogna poi valutare il fatto che nel 2004 l’Aser era ancora una società florida, non come adesso”. Quindi le cose dovevano per forza concludersi così? “Purtroppo io temo che non si siano ancora concluse. Vedo molto difficile recuperare il credito e, giusto per rendere ancora più chiara la mia posizione, voglio far notare che, pur mettendo i soldi dell’Aser ogni volta in Bilancio come entrate, in realtà questo denaro non è mai esistito, ma è stato ugualmente speso. Quello che chiedo è quindi un maggior rigore nelle spese, che devono essere rapportaste alle reali entrate e non a quelle ipotetiche. I debiti pregressi che De Fusco vanta di aver saldato sono una logica conseguenza di qualsiasi amministrazione: basta vedere quanto accaduto con la Pontina Ambiente: se nel 2006 il debito era di soli 88 mila euro, adesso è salito a più di 13 milioni, che resteranno a carico di chi vincerà le prossime elezioni”. Salfi conclude così il suo commento: “De Fusco ha dimostrato ancora una volta di essere un ottimo

commediante: potremmo paragonarlo addirittura a Eduardo De Filippo, se la vita reale fosse una commedia. Gli piace l’acclamazione popolare, ma i fatti dimostrano che con i numeri su cui può effettivamente contare non riuscirà mai a governare la città. Deve anche ricordarsi che il bilancio fatto era e resta falso, così come da me denunciato alla Magistratura ed alla Corte dei Conti. Quindi credo che avrebbe fatto meglio a rimanere sulla sua posizione, quindi a casa”.

CRUCIANI

Anche Massimiliano Cruciani ha commentato gli eventi delle ultime giornate, con un occhio rivolto all’immediato futuro. “Nei giorni scorsi avevo dichiarato ad un quotidiano che il Sindaco stava facendo affondare una nave composta da mezzi marinai, in uno scenario ormai penoso che coinvolgeva l’intero centrosinistra. Avrebbe potuto cogliere l’occasione per uscire bene da questa situazione confermando le dimissioni, perché la colpa maggiore del fallimento sarebbe ricaduta sulla coalizione e non su di lui. Ritirarle mi fa pensare che ci sia una pseudo maggioranza che si sta ricostituendo, perché il prossimo atto di questo film è l’approvazione del bilancio e questa volta il centrodestra, che non ha emendamenti da presentare, non ha alcuna intenzione di rimanere in aula per consentire la votazione”. Proprio lei in passato ha presentato degli emendamenti in fase di approvazione del bilancio. Perché questa volta no? “Perché è palese che non ci sono i soldi per fare le opere ed i servizi, a prescindere da chi li propone e da quale possa essere l’ordine di attuazione. La conferma ce la danno le relazioni fatte dai revisori dei conti”. Ma non pensa che la maggioranza riuscirà ugualmente a votarlo?”Bisogna


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vedere se ci arriva, alla votazione. Dobbiamo ricordare che prima di quella, c’è l’elezione del nuovo Presidente del Consiglio: sarà la prima prova del fuoco, in quanto questo voto, assolutamente segreto, è di natura prettamente politica. Se non si sfaldano lì, hanno comunque buone possibilità di farlo con il bilancio. Astutamente hanno messo già la seconda convocazione, ma anche lì bisogna vedere se ci sono i numeri. Potrebbe anche darsi, vista la situazione di quasi parità, che l’assenza studiata a tavolino di qualche componente dell’opposizione aiuti la maggioranza ad uscire dai guai. Ma a quel punto si saprebbe chi

sta facendo il doppio gioco”. Ma non eravate tutti uniti? “Forse lo siamo stati per un brevissimo periodo, quando abbiamo raccolto le firme, ma l’unione è durata ben poco. Questo perché non esiste un vero gruppo, ma tante piccole realtà spesso in contrapposizione tra loro. Si è trattata di una grossa occasione persa, perché sfiduciare il sindaco adesso che alla Regione governa il centrodestra avrebbe significato moltissimo. Purtroppo devo constatare che ancora una volta qualcuno si è tirato indietro, forse per calcoli personali”. Tra questi calcoli rientra anche la candidatura a Sindaco alle prossime elezioni? De Fusco ha

detto che il centrosinistra almeno su questo è unito, visto che riconosce solo lui come leader, mentre il centrodestra pare abbia almeno 5 o 6 aspiranti candidati. “E’ verissimo: da noi tutti vogliono la massima carica cittadina, per questo non riusciamo a trovare un’egemonia”. Anche lei vuole ricandidarsi, magari per riproporre la stessa sfida del 2006? “Non ci penso proprio. L’occasione l’abbiamo avuta, io e Pomezia, ma non è stata colta. Adesso lascio agli altri l’onere e l’onore, magari sapranno fare di meglio, soprattutto se non avranno, in fase di ballottaggio, chi gli rema Maria Corrao contro...”

DIMISSIONI SI, DIMISSIONI NO, COSA NE PENSANO I CITTADINI PICCOLA INDAGINE TRA LE ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO La crisi politica e le dimissioni del Sindaco non sono passate inosservate tra la cittadinanza, che tra i suoi mille problemi ha comunque trovato il tempo di ragionare su cosa potrebbe succedere nel caso non le avesse ritirate e a Pomezia fosse arrivato un Commissario Straordinario. Per sapere cosa pensa la gente comune, quella che vive la città sotto ogni aspetto tutti i giorni, abbiamo fatto un mini sondaggio tra le associazioni, cercando di racchiudere un campionario di persone rappresentativo dell’intera popolazione. La domanda rivolta a tutti era la seguente: De Fusco ha fatto bene a ritirare le dimissioni o così ha perso di credibilità? Nonostante sia stata rivolta praticamente a tutte le associazioni onlus del territorio, oltre ai centri anziani, non tutti hanno voluto o potuto rispondere, dando sempre la stessa motivazione: “Non possiamo esporci, parlare di politica per noi non è mai conveniente: i governi cambiano e noi abbiamo bisogno dell’amministrazione a prescindere dal colore che riveste. Ovvio che ognuno di noi ha una sua idea, ma preferiamo non riferirla anche per non avere problemi”. Rispettiamo questa posizione e riportiamo esclusivamente il commenti di chi ha potuto darci una risposta. Una curiosità: c’è stata un’associazione che ci ha dato la risposta, ma ha chiesto di fare in modo che non si risalga a loro. Abbiamo deciso quindi di inserire il loro commento ugualmente, perché rappresentano una bella fetta eterogenea di cittadini, evitando però qualsiasi riferimento che possa far capire di quale associazione si tratti. “In generale pensiamo che il Commissariamento di un Comune sia sempre un danno per la città ed una sconfitta anche per i cittadini, che evidentemente avevano scelto male. Il Commissario dovrebbe sostituire Sindaco e Giunta solo in casi gravi, dove deve intervenire la Magistratura a fare chiarezza. Non ci sembra questo il caso, anche se non sappiamo e non vogliamo sapere quali siano i motivi politici che avevano spinto il Sindaco a dimettersi. Crediamo che abbia

fatto benissimo a ritirare le dimissioni inanzi tutto perché, essendo stato eletto dai cittadini, sono loro che dovranno giudicare, e potranno farlo solo con le prossime elezioni. Fino a quel momento il Primo Cittadino deve continuare a lavorare per dimostrare le sue capacità e rendere conto a chi lo ha eletto. Poi, come associazione, siamo felici della sua decisione perché vorremmo continuare la bella collaborazione che è stata instaurata tra noi e questa amministrazione”. Quelli che hanno dimostrato più rammarico per le dimissioni del Sindaco sono stati i Centri Anziani. A Pomezia i commenti sono stati seguenti: “Quello che affermiamo è libero da ogni retorica e non è legato a nessun ritorno: lasciare la città in mano ad un Commissario è una follia, soprattutto se si calcola che alle nuove elezioni manca un anno. Pomezia si bloccherebbe, tutti i progetti in corso subirebbero una paralisi che non porterebbe del bene a nessuno. Il Primo Cittadino non deve farsi spaventare o condizionare da nessuno: è stato eletto dai cittadini, ed è a loro che deve rispondere. Se ha problemi politici, questi vanno affrontati e risolti in sede politica. Se invece i problemi sono altri, chi si dissocia dovrebbe avere il coraggio di parlare chiaramente, dicendo che sono state fatte determinate cose che non vanno bene. Perché non lo fanno sul serio, invece di limitarsi alle chiacchiere ed ai manifesti? Esistono degli organi come la Magistratura che sono sempre pronti ad intervenire, qualora le cose non siano state fatte bene. Se la Magistratura ancora non si è mossa, allora siamo portati a pensare che questo Sindaco abbia dato semplicemente fastidio ed hanno tentato di farlo andare via portandolo all’esasperazione. Meglio che ci abbia ripensato, la sua credibilità non si è persa, ma è anzi aumentata, perché ha messo la faccia su eventuali attacchi, e poi perché ci sembra una persona che prende a cuore i problemi dei cittadini ed in particolar modo quelli delle categorie deboli come gli anziani. Diciamo questo nonostante non siamo ancora riusciti

ad ottenere tutti i contributi che ci sono necessari: capiamo le circostanze e siamo vicini a De Fusco, solidarizzando con lui”. Ancora più deciso l’intervento del Centro Anziani di Torvaianica, dove il presidente Sebastiano Scirè: “Io sarei stato disposto anche a fare una petizione pur di tenermi questo Sindaco, e così l’intero Centro che rappresento, anche perché l’alternativa sarebbe stata il commissariamento: ma ci rendiamo conto di quello che significa per una città come Pomezia? Per me sarebbe stato davvero un dolore se fosse andato via, visto che, anche se piano piano e non in tutti i campi, finora ha lavorato bene ed ha fatto molte cose per il paese. Se parliamo del nostro Centro Anziani, basta dare un’occhiata alla struttura che è stata inaugurata meno di due mesi fa, un fiore all’occhiello che tutti ci invidiano. Se siamo riusci a realizzarla è grazie a questa amministrazione ed al Sindaco che la giuda. Ma non voglio che la mia sia un’opinione personale, voglio che anche gli iscritti possano esprimere la loro idea”. Scirè ci ha quindi accompagnato per il Centro, dove gli anziani hanno fatto a gara per esternare il loro pensiero. “Non se ne deve assolutamente andare, si è sempre comportato benissimo nei nostri confronti, ha fatto certamente di più di chi lo ha preceduto. Ha fatto bene a non darla vinta a chi si diverte a danneggiare la città”, hanno commentato all’unisono Luisa Angeli, Maria Antonia Covelli, Carmine Mannu, Giovanna Covelli, Luciana Bianconi, Milena Sbaraglia e Giulia Bossi. “De Fusco non deve lasciare fino a quando non scade il mandato, è la cosa peggiore che potrebbe fare”, ha dichiarato il sig. Benito Milieri. “In questi 4 anni abbiamo riscontrato dei miglioramenti, perciò anche per me ha fatto bene a ripensarci e a restare alla guida della città”, ha rincarato la dose Raffaele Sardella. Di parere diametralmente opposto Gianfranco Lanzone, dell’associazione Fare Verde: “Le crisi politiche di Pomezia, e di conseguenza le

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dimissioni di De Fusco, non ci avevano toccato più di tanto, così come non ci cambia nulla il fatto che sia tornato. Come associazione, con questa amministrazione non siamo riusciti mai a dialogare, anche se devo riconoscere che con il Sindaco – inteso come persona - abbiamo sempre parlato civilmente. E’ il rapporto associazione-istituzione che non esiste. Noi, nonostante i tentativi, non abbiamo avuto risultati sperati da questa amministrazione, perciò preferiamo interfacciarci con la Provincia e la Regione. Io personalmente non vado all’ufficio ambiente da mesi: Fare Verde aveva un ottimo rapporto con l’ex assessore Arciero, che ci sembrava una persona molto sensibile ai nostri problemi, ma l’hanno tolto subito. Se non avesse ritirato le dimissioni l’unica cosa che avrebbe potuto preoccuparci era il fatto che non potevamo sapere se dopo De Fusco ci sarebbe stato qualcosa di meglio o di peggio. Se fosse arrivato il Commissario prefettizio e questi avesse bloccato l’urbanistica, noi avremmo di certo preferito che De Fusco se ne fosse

restato a casa, perché quello che ci interessa è la tutela dell’ambiente, mentre la politica di Pomezia è sempre stata sorda ai problemi ambientali. Con questi politici non siamo mai riusciti ad avere un rapporto concreto: scrivi e non ti rispondono, parli e non ti ascoltano. Non saprei quindi quale potrebbe essere il male minore per questa città, se tenerci quello che abbiamo e già conosciamo o se sperare nel futuro, sempre che non ci riservi brutte sorprese”. Dello stesso tono anche l’Associazione Tyrrhenum: “Visto che il Sindaco non ci riceveva da 2 anni e mezzo, noi non ci siamo resi conto delle sue dimissioni né del suo ripensamento, perché non ci siamo accorti neanche della sua esistenza, così come non ce ne accorgeremo di quello che farà in futuro. Crediamo che fare di meno di quello che ha fatto lui con la sua amministrazione, almeno per quanto riguarda il nostro mondo, sia difficile. Dobbiamo però pensare che ogni Comune ha gli amministratori che si merita. La colpa della situazione politico-amministrati-

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va non è solo dei politici, ma anche di chi li vota. Se da decenni al governo ci sono sempre le solite persone significa che, alla fine, votiamo sempre gli stessi e ce li vogliamo tenere. E allora teniamoceli, ma poi non ci lamentiamo!” La pensa allo stesso modo Carmela Pavone, che fa subito una precisazione: “Voglio esprimere un opinione personale, che nulla c’entra con l’associazione “Amici di Singen” di cui sono vice presidente. Secondo me il Sindaco ha fatto benissimo a dare le dimissioni e non avrebbe dovuto ritirarle. Tanto in questi 4 anni mi sembra che per il mio quartiere, ma anche per tutta la città, non abbia fatto granché. Almeno con il Commissario lo avremmo saputo già in partenza che non sarebbe stato fatto nulla e non ci saremmo arrabiati più di tanto”. Di parere abbastanza neutro l’Associazione Coloni, per i quali parla il presidente Pietro Bisesti. “Noi eravamo rimasti interdetti da queste dimissioni, perché pensiamo che un Sindaco, quando viene eletto, debba rimanere per tutti i 5 anni del suo mandato e non gettare la spugna lasciando tutto in mano ad un commissario che non potrebbe fare niente oltre all’ordinaria amministrazione. Non possiamo neanche pensare che il proseguimento di questa amministrazione possa danneggiare la città, perché i danni sono già stati fatti, sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Meglio quindi che De Fusco abbia deciso di riprendere a lavorare, sperando che stavolta lo faccia senza farsi coinvolgere e pressare da persone che hanno solo pensato al loro tornaconto e non al bene della città: per essere chiari, mi riferisco all’urbanistica. Per tutto il resto, credo che il Sindaco abbia lavorato bene”. Concludiamo con la Croce Rossa, sentendo la responsabile Angela Marrocchini. “Credo che, indipendentemente dalle motivazioni, che non conosco, le dimissioni di un Sindaco siano sempre una sconfitta. Bisogna avere il coraggio di terminare il mandato, per poi essere giudicati dai cittadini. Con l’elezione, De Fusco si è assunto degli impegni e delle responsabilità che adesso deve portare fino in fondo, lasciando alle urne il verdetto su come ha svolto il suo lavoro. Ha quindi fatto bene a ritirare le dimissioni, ora deve dimostrare di saper continuare a governare”. Alessia Ambra Achille

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E-MAIL: CHIUSURA REDAZIONALE: 30/06/2010

IN REDAZIONE: Alessia Ambra Achille Cristina Lucci Luigi Simone Pietro Conti Milena Salini Claudia Sperduti Oscar Perrotta

STAMPA: Arti Grafiche Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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REGALI D’ESTATE

PER ARDEA VANNO FERMENTI GIUDIZIARI (I SOLITI!) E POLITICI i risiamo! Ancora una volta l’amministrazione Eufemi finisce in “pasto” al vorace “appetito” di legalità della magistratura di Velletri. Reati, errori, esagerazioni? Non sappiamo e non c’importa in questo momento; saranno gli inquirenti a portare avanti il loro lavoro in attesa della chiusura dell’inchiesta per le valutazioni conseguenti. Sta di fatto, però, che il ritmo d’intervento della Procura penale è diventato assai sostenuto e c’è da chiedersi se si fermerà o se dobbiamo attenderci altri sviluppi. Più d’uno, nel paese, è pronto a giurare che il “bello” non è ancora arrivato: il famigerato strumento delle intercettazioni (quanto mai prezioso nel nostro territorio) sembra sia all’opera da molto tempo e il vero “bubbone giudiziario” starebbe per raggiungere una soggettività piuttosto ampia. Una cosa è ormai certa e incontestabile: il cavallo di battaglia del sindaco Eufemi, la legalità, sta diventando il suo vero cruccio, la sua croce! Il sindaco è la persona eletta dal popolo sovrano che deve effettuare le scelte delle persone giuste, possibilmente competenti, per amministrare la cosa pubblica. Non ci vuole molto per capire che le scelte dell’attuale amministrazione ubbidiscono prevalentemente a logiche di appartenenza e che non implicano serene valutazioni meritocratiche. Quando poi nella faccenda vengono coinvolti anche consiglieri, dirigenti e funzionari la questione diventa davvero incandescente e non può

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che preoccupare la cittadinanza. E cosa dire di certi cambi in corsa, anche recenti, che risultano incomprensibili? Se il metro di giudizio è la “fattività”, nel grigiore generalizzato che caratterizza il momento dato, perché taluni sono andati a casa e altri no? La mappa dei personaggi sottoposti a indagini giudiziarie comincia ad essere molto estesa e quel che preoccupa maggiormente è la constatazione che non è in gioco qualche accertamento per abuso d’ufficio, ma ipotesi di reati molto gravi. In una tale situazione, non stupisce affatto che l’ottimo Eufemi ora pensi al porto di Ardea e lo annunci con strilli di trombe. Se lo fa con le medesime intenzioni proclamate in campagna elettorale per la legalità, considerata come valore assoluto e in cima ai suoi obiettivi, allora possiamo stare tranquilli, è archiviare come butade di belusconiana memoria. Per essere seria l’enunciazione doveva essere accompagnata dalla necessaria prospettazione di ordine economico/finanziario, da riscontri regionali, elaborati progettuali e buon ultimo, ma non ultimo, la localizzazione. Sul piano politico, invece, rispetto a questioni o scelte che possono ingenerare inquietudine, ci sono anche segnali, o meglio fermenti, che potrebbero essere giudicati molto positivamente se dalle buone intenzioni si passasse ai fatti.

Quanto al primo aspetto, ci riferiamo al neo assessore ai lavori pubblici, che desta perplessità che sovrastano la novità. Se ad Ardea la politica avesse ancora un senso e se contassero le scelte anche dure compiute nell’ultima campagna elettorale comunale, dovremmo convenire che tutto poteva accadere a distanza di circa due anni, tranne che coloro che hanno decretato la sconfitta del competitor di Eufemi si facciano rappresentare in giunta da un esponente della coalizione perdente. Poi però ci sovviene la questione relativa ai sei consiglieri comunali che sono passati con la PDL e allora tutto si placa e si compendia nella consapevolezza che ad Ardea può succedere davvero di tutto. E’ in questo filone di “non meraviglia” che può essere inquadrato anche quello che sta succedendo all’interno del Partito Democratico. Dopo mesi di divisioni, prese di distanza, contrapposizioni anche durissime e una certa stasi di attività politica, finalmente un gruppo di persone maggiormente avvedute ha ritenuto di accogliere l’invito, lanciato su questo periodico, ad aprire un tavolo di confronto per rilanciare l’azione del partito e valorizzare la presenza del proprio rappresentante in consiglio comunale attraverso la ripresa di un percorso di fattività, coesione e abbandono pregiudizi e pregiudiziali nei confronti di quelli che solo alcuni mesi fa venivano vissuti come antagonisti da combattere poiché rappresentanti diretti o indiretti di questo o quel dominus. Le intenzioni sono ottime e non ci resta che attendere che alle intenzioni seguano i fatti. Michele Lotierzo


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NUOVI AVVISI DI GARANZIA AD ARDEA POLITICI ED AMMINISTRATORI TRA I PROTAGONISTI DI QUESTO ULTERIORE SCANDALO GIUDIZIARIO e indagini è giusto che si facciano e bene fa la Magistratura a farle, ma un avviso di garanzia è un avviso di garanzia, non una condanna, e fino a che non ci sia prova provata è diritto di ogni indagato dimostrare l’estraneità ai fatti ed è dovere di ogni cittadino di presumerne l’innocenza. Tutto il resto è strumentalizzazione politica che fa male alle Istituzioni e alla stesse Autorità Giudiziarie che hanno il diritto di lavorare senza che ci siano interferenze e amplificazioni. Sembra un’affermazione recentissima, quella fatta dal Sindaco di Ardea Carlo Eufemi, ma, al contrario, è stata pubblicata sul sito istituzionale del Comune di Ardea il 12 Febbraio scorso, in risposta ad attacchi fatti all’amministrazione da Parte dell’esponente dell’IDV Valtere Roviglioni. A distanza di 4 mesi quella dichiarazione è straordinariamente d’attualità, visto che sia a Maggio che a Giugno alcuni politici ed amministratori di Ardea sono star colpiti da un’ulteriore raffica di Avvisi di Garanzia. Ormai sembra che il Sostituto Procuratore Travaglini dal Tribunale di Velletri debba mettere una sede vacante tra Ardea e Pomezia, vista la grande mole di lavoro che questi due Comuni gli procurano. Ma atteniamoci ai fatti, trattando solo quelli più recenti, visto che degli Avvisi di Garanzia emessi dalla Procura della Repubblica lo scorso 21

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Maggio abbiamo ampiamente parlato nello scorso numero: il 16 Giugno i Carabinieri hanno effettuato perquisizioni negli uffici dell’Assessorato all’Ambiente e nelle abitazioni di alcuni politici, amministratori e tecnici comunali. Il risultato è stato di 7 avvisi di garanzia, tutti riferiti a vicende legate al cimitero di Via Strampelli. I fatti che la Magistratura sta analizzando sono compresi tra il 2008 ed il 2009 e riguardano due distinti filoni d’indagini: il primo sulla la presunta cessione di loculi nel periodo in cui il Comune aveva bloccato le vendite a causa della mancanza di posti liberi nel Cimitero, causata dal ritardo dell’avvio dei lavori di ampliamento dello stesso. Nonostante il divieto da parte dell’amministrazione, sarebbero stati venduti in una sorta di mercato nero alcuni loculi che dovevano invece essere assegnati solo post-mortem. L’altro filone scava invece su una presunta turbativa d’asta per l’assegnazione di un appalto per l’esecuzione di lavori all’interno del cimitero, atta a favorire una specifica ditta. Tra i politici oggetto dell’avviso di garanzia ci sono l’attuale assessore all’Ambiente e politiche cimiteriali Nicola Petricca, che ricoprendo l’incarico da soli otto mesi non sembra avere molto a che fare con la vicenda, il suo predecessore Cassio Roccafiorita, il consigliere comunale del PDL Luca Di Fiori, l’ex dirigente

dell’ufficio Ambiente Mario Porreca, due dipendenti comunali – Emilio Murano e Mauro Rossi – ed un imprenditore, Stefano Valeri, che opera nel campo delle pompe funebri. Siamo riusciti ad intervistare Luca Di Fiori, il quale vuole subito precisare che “Con le presunte vendite dei loculi provvisori non ho nulla a che fare,così come sono estraneo a qualsiasi ipotesi di turbativa d’asta”. L’accusa che gli viene rivolta riguarda delle tangenti. “E’ una cosa stranissima, che non riesco a capire nemmeno io. Sembra che io abbia, in cambio dell’appalto per i lavori all’interno del cimitero, fatto assumere dalla cooperativa assegnataria il figlio dell’ex Assessore Cassio Roccafiorita. Specificando che il ragazzo ha lavorato alla cooperativa per soli sei mesi, prendendo uno stipendio di circa 700 euro al mese, vorrei capire come possa venire in mente a qualcuno che questa “assunzione” sia frutto di una tangente. Innanzi tutto non stiamo parlando di mio figlio, quindi non avevo nessun interesse nella vicenda, poi come tangente mi sembra davvero misera!”. Di Fiori è comunque fiducioso: “Sono certo che la Magistratura, in cui ho piena fiducia, chiarirà tutto. Spero solo che lo faccia in tempi brevi, per poter far sapere a tutti la verità, cioè che io non c’entro nulla con questa vicenda”. Non ha invece voluto rilasciare alcuna dichiarazione Nicola Petricca, ma da indiscrezioni sembra talmente amareggiato – i fatti contestati risalgono a prima che venisse nominato Assessore – da aver pensato anche alle dimissioni. Non siamo riusciti a sentire le altre persone coinvolte, né le Forze dell’Ordine – Carabinieri e Guardia di Finanza – hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. Seguiamo però la vicenda in attesa di nuovi sviluppi, per capire quanto e cosa ci sia dietro questi avvisi di garanzia. In ogni caso, che quello inerente alle imprese di pompe funebri sia un business non sempre limpidissimo è risaputo, ma il Camposanto di Pian di Frasso supera in negativo le medie nazionali: nel recente passato è infatti stato più volte al centro di indagini, come quando sono stati ritrovati resti umani, provenienti proprio dal campo di inumazione di questo cimitero, nella campagna al limitare di Tor San Lorenzo, insieme a pezzi di lapidi. Per non parlare dei sigilli messi ultimamente sui loculi previsti dai lavori di ampliamento, in quanto non in regola con le autorizzazioni. Alla base del sequestro un errore di trascrizione dei calcoli sul cemento armato nel progetto esecutivo presentato al Genio Civile. Un’inesattezza che ha bloccato i lavori per circa 100 mila euro. Insomma, morire è già Alfredo Corrao brutto, ma ad Ardea di più.


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IL LEONE MARINO SFIDA L’AUTISMO A ZOOMARINE È PARTITO UN PROGETTO PILOTA, IN COLLABORAZIONE CON L’IDI-SAN CARLO DI NANCY, PER LA TERAPIA DEI BAMBINI AUTISTICI.

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A volte una grande emozione può sbloccare un bambino che, per disabilità o altri motivi, fatica a rapportarsi con l’esterno aiutandolo ad emergere dal suo mondo sommerso e facendo affiorare una nuova capacità relazionale”. Così Zoomarine e l’IDI, Istituto Dermopatico dell’Immacolata, hanno comunicato l’inizio di un percorso di “terapia assistita dagli animali” (TAA), che ha preso vita, sotto forma di progetto pilota, lo scorso 10 Aprile, per la cura e l’assistenza ai bambini autistici. Il programma della sperimentazione, della durata di un anno, prevede un’interazione diretta tra bambini e animali come la foca grigia ed i leoni marini californiani, sudafricani e sudamericani. L’annuncio è stato volutamente dato con quasi due mesi di ritardo, come spiega il direttore generale di Zoomarine, Stefano Cigarini, perché si voleva prima essere sicuri che l’iniziativa fosse realizzabile dal punto di vista pratico. “Siamo i primi in Europa a tentare la Pet Teraphy con i pinnipedi, “bestiole” di oltre 400 kg. Non potevamo essere sicuri che questo tentativo potesse trovare riscontro presso i bambini, che potevano anche essere spaventati dalla mole di questi animali, oppure, al contrario, che a reagire male fossero proprio i leoni marini”. Invece è andato tutto bene, così come sperava e credeva Davide Moscato, professore di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Roma e responsabile del Centro Cefalee all’ospedale San Carlo di Nancy-IDI di Roma. Il gruppo di lavoro guidato dal professore si è incontrato e consultato con il personale di Zoomarine Portogallo, che ha messo a disposizione tutta la conoscenza acquisita in 20 anni di gestione dei mammiferi marini. Le due parti sono arrivate alla conclusione che l’effetto che un “bestione” come un leone marino avrebbe fatto su un bambino autistico.

I dati dell’IDI, che da sette anni ha al suo interno un’autentica fattoria con cani, caprette, conigli e pony, hanno finora dimostrato l’efficacia della pet therapy nel 90% dei casi di bambini affetti da cefalea, nonché la capacità di migliorare la vita relazionale dei pazienti affetti da disturbi comportamentali, ritardi mentali e autismo, tra i quali si sono verificati miglioramenti significativi: alcuni bambini autistici, dopo aver preso confidenza con dei cagnolini, per la prima volta in vita loro hanno parlato e comunicato con l’esterno. “I buoni risultati ottenuti in questi anni, su un campione di 500 bambini – ha spiegato il prof. Moscato - ci inducono a estendere l’esperienza ad animali senza dubbio più impegnativi, ma anche più affascinanti. I grandi, buoni e socievoli mammiferi marini sono, in se stessi, delle vere metafore: così come essi entrano ed escono dall’acqua, così cerchiamo di aiutare i bambini autistici a emergere dal loro mondo sommerso, facendo affiorare in loro una nuova capacità relazionale”. “L’autismo, almeno con le conoscenze mediche e scientifiche attuali, non si può curare – ha aggiunto Cigarini – ma si può sicuramente tentare di dare una qualità di vita migliore a questi ragazzini, per fare in modo che diventino adulti più consapevoli e più reattivi alla realtà che li circonda”. Quanti bambini stanno seguendo questo progetto? “Ne abbiamo 12, dai 6 ai 13 anni, tutti già in cura presso l’ospedale San Carlo, con vari gradi di gravità della malattia. Sono stati suddivisi in due gruppi e, una volta a settimana, quando il parco è chiuso, passano l’intero pomeriggio con i nostri animali. Questo, ovviamente, sempre in compagnia dei loro genitori, dello staff scientifico-terapeutico dell’IDI, di una logopedista e degli addestratori specializzati di Zoomarine”. Dopo appena 7 settimane si vedono già dei timidi risultati: quando un leone marino ha schizzato un po’ d’acqua, i bambini hanno dimostrato chiari segni di divertimento e gioia. Ciò che è banale e scontato per i loro coetanei «normali», per questi ragazzi vuol dire un grande progresso. Ma perché i pinnipedi e non i delfini, che sembrerebbero la scelta più naturale? “Innanzi tutto perché il delfino non ha autonomia motoria fuori dall’acqua, e quindi non potrebbe interagire con il bambino sulla terraferma. Non tutti i bambini, poi, vogliono entrare in vasca: alcuni di loro potrebbero aver paura, almeno all’inizio, quindi abbiamo pensato ad animali altrettanto socievoli ed intelligenti. Sono poi alquanto diversi dagli animali domestici, come cani o gatti, che tutti sono abituati a vedere. L’impatto con un mammife-

ro marino così grande e, nel frattempo, così docile, suscita nei bambini con problemi delle reazioni e delle emozioni positive, che li aiutano ad uscire dal guscio in cui sono chiusi. Il percorso dovrebbe portare i bambini che non hanno paura dell’acqua ad interagire fino ad entrare in vasca con i pinnipedi”. I bambini, quando arrivano al parco, si avvicinano agli animali in modo graduale, utilizzando tecniche messe a punto appositamente per loro. E, ad ogni passo verso la foca o il leone marino, sul volto dei bimbi si legge lo stupore. Stupore che si trasforma in interesse e interesse che evolve fino a diventare cura. E se questa cura dovesse ottenere i risultati sperati, alla fine dell’anno sperimentale si potrebbero aprire le porte del parco a tanti altri bambini. “Con le relazioni e gli studi fatti nel corso di questo anno, potremmo proporre una convenzione allo Stato, per fare in modo che la cura possa essere in carico al Sistema Sanitario Nazionale – ha dichiarato il direttore generale di Zoomarine – e quindi alla portata di tutti”. Alessia Ambra Achille

LE NOVITA’: DALL’INAUGURAZIONE DELL’ACQUAPARK ALLE MONTAGNE RUSSE Oltre al nobile progetto per i bambini autistici, il parco divertimenti di Torvaianica offre quest’anno diverse novità per i suoi ospiti: alle attrazioni esistenti si è infatti aggiunto un Acquapark di 12.000 mq con due piscine da 4000 posti, 5 scivoli – tra cui kamikaze e toboga – per un totale di 800 metri di “scivolate”. L’Acquapark è stato inaugurato sabato 26 Giugno alla presenza di Valeria Marini, madrina della manifestazione, e di numerose autorità. Sempre votato al puro divertimento è Vertigo, un roller coaster (montagne russe) con una caduta verticale di 30 metri, durante la quale si arriva alla velocità di 80 km orari, il classico “giro della morte” e 3 loop di diversa intensità ed inclinazione. Si tratta di un giro che due poco più di due minuti, molto intensi ma non estremi, tanto che possono andare anche i bambini di altezza superiore al metro e 20. C’è poi il nuovo stadio dei rapaci, progettato in modo che si possano osservare al meglio i voli e le picchiate di splendidi animali come l’aquila delle sterpe o il falco reale, difficilmente avvistabili in natura. Ci sono quindi tutti i presupposti per fare di Zoomarine una delle attrazioni della costa laziale, che potrebbe mettere Torvaianica in primo piano nei confronti dei turisti che arrivano da fuori Regione. Ora serve solo attrezzare tutto quello che è fuori dal parco.


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STRISCE BLU: GRATTINI O PARCOMETRI? I COMMERCIANTI CHIEDONO IL RIPRISTINO DEI “GRATTA E PARCHEGGIA”, MA L’AMMINISTRAZIONE PREFERISCE AFFIDARSI AD UNA DITTA CHE INSTALLI LE MACCHINETTE archeggi: a pagamento o no? Il dilemma delle strisce blu a Pomezia, anche se al momento non è certo il pensiero principale di cittadini e politici, rimane. Dopo l’esperimento dello scorso anno, quando su Via Roma ed alcune strade centrali è stata immessa una tariffa oraria – pari a 50 centesimi di euro l’ora – per il parcheggio, l’amministrazione aveva deciso di riproporre l’esperienza, ma con qualche “piccola” variante che ha fatto imbufalire i commercianti e che, presumibilmente, farà arrabbiare anche gli automobilisti. Le differenze con l’estate scorsa sono le seguenti: non più grattini venduti dai commercianti ma macchinette distributrici di ticket; non più solo tariffa oraria ma anche giornaliera, oltre che a frazioni, e costo del parcheggio lievitato alla cifra tonda di 1 euro l’ora. L’ultima novità è quella che ha scatenato l’ira dei commercianti, che temono il drastico ridursi dei loro affari proprio a causa del notevole aumento del prezzo della sosta. “A gennaio – spiega Luigi Schettini della tabaccheria Visani di Via Roma – abbiamo protocollato in Comune una raccolta di firme attraverso la quale chiedevamo il ripristino dei grattini allo stesso prezzo dello scorso anno. Non abbiamo

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avuto alcuna risposta”. “I commercianti, proprio lo scorso anno, non hanno fatto altro che lamentarsi dei grattini: la maggior parte di loro si rifiutava di venderli per non avere fastidi, quindi abbiamo dovuto pensare ad un’alternativa”, ribatte il dirigente dei Lavori Pubblici Renato Curci. “Forse è vero che qualche commerciante lo scorso anno si è rifiutato di prendere il servizio, per il quale il guadagno era pressoché nullo, ma ora siamo tutti, tranne rare eccezioni, compatti: le macchinette non le vogliamo, perché comportano un aumento del servizio davvero impensabile. Io stesso sono andato dai miei colleghi per raccogliere le firme e ho trovato tutti sulla stessa lunghezza d’onda: aumentare le tariffe significherebbe far diminuire la clientela. I problemi dello scorso anno dipendevano in parte dalla novità ed in parte dalla modalità di emissione delle fatture che ci arrivavano dal Comune, che ci tassava i ticket al 20% quando l’IVA doveva essere a carico dell’amministrazione. Una volta chiarito questo punto, per noi il servizio poteva tranquillamente continuare”, spiega Schettini. Ma, nonostante siano passati 7 mesi dalla richiesta protocollata, nessuna risposta è arrivata dal-

l’ufficio preposto, che ha invece continuato per la strada che porta alle macchinette. “Questo è un doppio, anzi triplo, danno per Pomezia, innanzi tutto perché in tutto questo tempo il Comune ha avuto dei mancati guadagni che possono essere calcolati intorno ai 100 mila euro, che vanno ad aumentare man mano che il tempo passa senza che vengano ripristinate le strisce blu, poi perché, se davvero si porterà la tariffa ad un euro, i cittadini dovranno pagare il doppio rispetto allo scorso anno e, ultimo ma non per importanza, perché in questo modo a guadagnarci non saranno le casse comunali, ma i gestori delle macchinette, a cui sembra andrà il 40% delle cifre incassate”. Se questo fosse vero sarebbe da capire bene chi e perché vuole assolutamente dare il denaro dei cittadini in mano a dei privati. Proviamo quindi a girare l’accusa direttamente al neo Assessore ai Lavori Pubblici Edgardo Cenacchi. “Non conosco bene la vicenda, che è stata seguita dall’apposita commissione e dal Dirigente, ma di sicuro vi andrò a fondo. Se veramente i commercianti sono tutti d’accordo possiamo sempre rivedere quanto deciso finora, facendo riunire nuovamente la commissione. Non volgiamo però che il servizio resti scoperto: l’automobilista deve avere la possibilità di acquistare il ticket”. Ma questo non significa che ogni commerciante deve venderli: ne basterebbero un paio ogni cento metri, magari affidandosi a quelli con orari d’apertura più lunghi come bar, edicole e tabaccai. “Dobbiamo valutare bene la cosa, perché oltre al rischio di avere carenze di biglietti, bisogna calcolare anche il costo del personale del Comune addetto alla consegna. Lo scorso anno due impiegati, un giorno sì ed uno no, si recavano dai commercianti per rifornirli di ticket: anche questa è una spesa, soprattutto perché vengono tolte due risorse in un ufficio già carente di personale”. Ma con il 40% del guadagno che si vorrebbe dare alla ditta appaltatrice delle macchinette si potrebbe pagare lo stipendio a nuove persone, magari risolvendo il problema della disoccupazione per qualcuno (certo pochi, due o tre, ma sempre meglio di niente!) dei lavoratori che ultimamente stanno soffrendo la crisi economica, invece di far arricchire una società... “Al momento – spiega Curci – la commissione ha deciso di far espletare una gara per l’affidamento dell’appalto, preferendo le macchinette proprio per evitare i problemi che si sono presentati lo scorso anno, ma la percentuale ancora non è stata stabilita, in quanto dipenderà dall’esito della gara stessa. Quello che è stato deciso sono le tariffe: un euro per un’ora, 3 euro per 5 ore di sosta e 5 euro per l’intera giornata. Per chi si ferma poco, c’è la possibilità di pagare le frazioni, che sono di 20 centesimi ogni 12 minuti. Questo consente agli automobilisti anche di risparmiare, se la loro sosta è di durata diversa dall’ora piena, visto che prima, anche se parcheggiavano per poco tempo, dovevano comunque pagare per 60 minuti”.


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Ma le spiegazioni fornite dall’assessorato non convincono i commercianti, che vedono in questa operazione il modo di “agevolare” qualcuno. “Visti i precedenti – la tangentopoli del 2001 è solo un esempio – ci viene spontaneo pensare male: chiediamo quindi di essere ascoltati. Non è vero che non siamo uniti”, sostiene Schettini. “Il fatto che su ogni grattino i commercianti prendessero solo 5 centesimi e che spesso la vendita causasse fastidi - tipo dare resto in monete che non avevano senza alcun ritorno sul giro d’affari dell’attività, aveva causato malumori che vogliamo evitare nel futuro. Anzi, tengo a sottolineare che erano stati addirittura alcuni commercianti a suggerire l’installazione delle macchinette. Vorrei inoltre far notare che nei Comuni limitrofi, come Albano, Ariccia o Roma, si paga 1 euro l’ora già da tempo”, si difende Curci. Riportiamo quindi l’attenzione sul costo: se lo scorso anno i commercianti prendevano il 10% sul costo del

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grattino (5 centesimi su 50), quanto prederà la ditta che installerà le macchinette? Il Comune darà davvero il 40% ? “Non lo sappiamo ancora – risponde il Dirigente – dipenderà dall’esito della gara, che ovviamente andrà al miglior offerente”. Ma quali saranno i tempi? “Per i completamento dell’iter passeranno dei mesi, quindi per tutta l’estate i parcheggi rimarranno liberi”. Ma se i commercianti rimarcassero la loro intenzione di vendere i ticket? “Se i commercianti – tutti, non solo il 20% degli interessati – ci facessero una proposta valida noi saremmo pronti a valutarla in commissione”, assicura Cenacchi. Lo stesso discorso vale anche per Torvaianica: anche qui i grattini hanno incontrato delle difficoltà, ma non per i commercianti che, spiegano all’assessorato “si sono dimostrati tutti molto disponibili”, bensì nella consegna dei tagliandi da parte degli addetti comunali, che erano costretti a tralasciare altre importanti attività per seguire quella dei ticket. “Al limi-

te potremmo verificare se questo servizio può essere svolto dalla Polizia Municipale”, lancia la proposta l’Assessore ai Lavori Pubblici. “Proprio per verificare tutte le possibili soluzioni posso dire già da subito che mi impegno a fare quanto prima un incontro le varie parti istituzionali, compresa la Polizia Municipale”. Saranno invitati anche i commercianti? “Dopo che avremo valutato quali siano le strade percorribili a livello amministrativo sicuramente provvederemo a convocare anche i commerciati, per stabilire una conclusione soddisfacente per tutti”. Magari anche per gli automobilisti.... Intanto un suggerimento vogliamo darlo noi: occupatevi anche dei parcheggi attualmente gestiti dagli abusivi: l’amministrazione non potrà che trarne ritorno non solo economico, ma anche d’immagine. Alessia Ambra Achille

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UN ESTATE AL MARE C’È ANCORA CHI VIENE AL MARE A TORVAIANICA, TOR SAN LORENZO E MARINA DI ARDEA? TRA AGENZIE IMMOBILIARI, STABILIMENTI BALNEARI E COMMERCIANTI, ABBIAMO CERCATO DI CAPIRE COME SARÀ LA STAGIONE TURISTICA 2010 Le Agenzie Immobiliari

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Giugno è passato come una burrasca sui cieli del litorale di Pomezia ed Ardea: tra il maltempo, le scuole non ancora terminate per tutti, i mondiali e la crisi economica l’affluenza dei turisti è stata pressoché nulla, tranne qualche raro giorno, visto che - neanche a farlo apposta – nel week end ci pensava la pioggia a sconsigliare ai bagnanti di venire al mare. Le case in affitto sono rimaste praticamente tutte vuote, nonostante i prezzi competitivi, i marciapiedi ed negozi – soprattutto bar, gelaterie e ristoranti – si sono riempite solo dal venerdì alla domenica, mentre passeggiare di sera durante il resto della settimana era quasi come girare in un paese deserto. Le speranze vengono quindi riposte tutte su Luglio ed Agosto, condizioni meteorologiche permettendo. Per avere un’idea dell’estate che verrà abbiamo fatto una mini indagine tra i commercianti di Torvaianica e Marina di Ardea, partendo dalle agenzie immobiliari, che solitamente iniziano ad affittare gli appartamenti estivi già da febbraio. “La richiesta di appartamenti in affitto è stata praticamente nulla per quanto riguarda Giugno, che è andato molto peggio degli anni passati, ma possiamo

ritenerci più che soddisfatti per i mesi di Luglio ed Agosto – spiega Rosalba Traghetti, titolare dell’agenzia immobiliare Alfa – Per questo periodo, rispetto al 2009, abbiamo avuto un incremento di almeno il 15% di appartamenti affittati. Andando nello specifico, per il mese di Luglio ha avuto maggiori richieste rispetto ad Agosto, cosa che non mi era mai capitata. E’ vero che per prendere la casa ad Agosto c’è ancora tempo, ma al momento posso affermare che gli appartamenti che avevamo in gestione per Luglio sono sono stati affittati in una percentuale che arriva all’85 – 90%, mentre per quelli di Agosto siamo ancora fermi al 70%”. Leggermente diversa, tranne che per il mese di Giugno, disastroso anche qui, la situazione che ci prospettano Emilia Galli e Rita Piani dell’Onda Immobiliare. “Il freddo e le piogge che hanno caratterizzato questa primavera hanno rovinato il mercato immobiliare, perché a nessuno veniva voglia di fare una passeggiata al mare per cercare la casa in locazione. Ora stiamo recuperando, ma per farlo abbiamo anche dovuto dividere i mesi in quindicine, in modo che più persone potessero permettersi di affittarle. La tipologia del mese intero resta, ma è molto meno richiesta. Per quanto riguarda le disponibilità abbiamo quasi terminato Agosto, soprattutto gli appartamenti

al piano terra e quelli in riva al mare, mentre per Luglio c’è rimasto un buon 15% di case ancora libere. Siamo quindi sugli stessi livelli dello scorso anno, ma abbiamo fatto più fatica e siamo dovuti ricorrere al frazionamento. Per quanto riguarda settembre, invece, la richiesta è bassissima. Noi abbiamo anche tentato di fare convenzioni con l’estero, pubblicizzando la zona e fornendo gli appartamenti anche sopo per una settimana, ma la cosa non ha preso piede”. Lo stesso esperimento lo ha fatto anche il titolare dell’immobiliare Conte, che ha addirittura proposto al Comune una collaborazione, per promuovere la nostra costa all’estero, puntando sia sul mare che sulla vicinanza alla Capitale. “Purtroppo non abbiamo trovato riscontro nell’amministrazione, alla quale chiedevamo un aiuto pratico, degli uffici preposti ed una Pro Loco efficiente”. Per quanto riguarda il mercato, Mario Conte ha riscontrato dati invariati allo scorso anno per quanto riguarda Giugno e Settembre: “Poche erano le richieste nel 2009 e poche sono state quest’anno”. Peggio ancora per i due mesi centrali. “Mi sono accorto che magari telefonavano da fuori per prenotare ma che poi arrivati sul posto, rinunciavano a causa dello stato pietoso che trovavano, soprattutto di domenica: cassonetti stracolmi, con i rifiuti anche per terra, aiuole incolte, strade sporche, nessun


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tipo di divertimento, barriere architettoniche ancora in troppi posti. Perché dovrebbero prendere casa qui? Hanno messo i cartelli di benvenuto, ma manca tutto il resto. Io ho registrato un calo degli affitti del 50%, costante nel tempo negli ultimi anni”. Ma quanto costa affittare una casa a Torvaianica nei mesi centrali dell’estate? Le agenzie sono tutte concordi: i prezzi sono rimasti stabili rispetto allo scorso anno, ma variano a seconda della posizione rispetto al mare ed al piano. A Luglio un appartamento di due stanze più servizi costa da 1400 a 1700 euro, mentre in Agosto il prezzo si aggirato tra ai 1600 ed i 1800 euro. Anche sulla tipologia di affittuari la risposta è praticamente unanime: non esiste più l’abitudine tutta italiana di prendere una casa da dividere tra più famiglie, perché a prendere la casa per le vacanze è la famiglia-tipo, con genitori, uno o due figli e, al massimo, la nonna o entrambi i nonni, da utilizzare anche come baby sitter. Diverso il discorso per Marina di Ardea, dove la maggior parte degli appartamenti vengono affittati privatamente. Girando per il lungomare, si possono notare ancora la maggior parte dei cartelli con tutti i mesi liberi. “Gli affitti sono calati di oltre il 50%, nessuno vuole venire in un posto dove non c’è nulla se non degrado”, commenta un commerciante che vuole restare anonimo. Pur girando per le agenzie, non riusciamo a trovarne nessuna che tratti gli affitti estivi: solo compravendite o, al limite, affitti annuali. Per capire la situazione al momento basta però guardarsi intorno: le case hanno quasi tutte le serrande abbassate e l’aria abbandonata. Resta solo la speranza per i prossimi mesi...

Gli Stabilimenti Balneari Iniziamo il nostro giro per gli stabilimenti partendo dal centro di Torvaianica. Proprio all’altezza della piazza c’è lo storico “Bagni Belvedere” di Capobianco.

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Entriamo domenica 20 Giugno, bardati come se dovessimo andare in montagna, visto che piove e fa pure freddo. Gli ombrelloni sono ovviamente tutti chiusi e sulla spiaggia non c’è nessuno. Lo scorso week end lo stabilimento era pieno, perché splendeva il sole. “Purtroppo i nostri affari dipendono dalle condizioni del tempo, ma non solo – spiega la titolare Anna Giuliani – Quest’anno abbiamo registrato un notevole calo, che può essere considerato intorno al 50%, di abbonamenti mensili, quelli che solitamente venivano sottoscritti già a gennaio/febbraio, quando ovviamente non si sa ancora che tempo farà d’estate. La colpa è anche delle mareggiate, che si sono mangiate parecchi metri di spiaggia: se prima avevamo 8 file di ombrelloni, più i lettini vicini alla riva, adesso dobbiamo limitarci a quattro file e non sempre possiamo mettere i lettini. Speriamo quindi nelle presenze giornaliere, anche se già sappiamo che potremo contare soprattutto nei week end”. Quali sono i prezzi? “ Anche quest’anno, per combattere il caro vita, abbiamo deciso di non fare aumenti: il lettino costa 5 euro, la sdraio 4. Per ombrellone e due lettini si spendono 17 euro”. E qual è la tipologia di cliente? “Durante la settimana principalmente mamme, o nonne, con i bambini. Il sabato e soprattutto la domenica intere famiglie e tanti giovani. Abbiamo notato un notevole incremento degli stranieri, specialmente polacchi e rumeni: tutte persone tranquille, che spendono addirittura più degli italiani ”. Spostandoci di pochi metri, fino alla Perla Nera, il discorso non cambia. “Giugno, tranne un paio di domeniche, lo abbiamo passato a guardare il mare – commenta amareggiato il titolare Adolfo D’Antonio – ed anche per quanto riguarda Luglio ed Agosto non mi sembra che si sia molto da stare allegri. Gli abbonamenti confermati sono circa la metà dello scorso, quando già gli affari non è che andassero benissimo. Ormai la tendenza è in negativo, sono almeno tre anni, da quando è iniziata la crisi, che non si registrano più presenze da record. Ormai si vive con i week end, quando le spiagge si riempiono di giornalieri, ma noi i dipendenti li paghiamo per l’intera settimana!”. Le cose vanno meglio da “Corsetti Mare”, forse anche

perché lo stabilimento è dotato di piscina e sala da ballo. “Abbiamo registrato un lieve calo rispetto alle prenotazioni dello scorso anno di circa il 10% – spiega il responsabile Giovanni Spadoni – ma confidiamo ancora sull’arrivo della vera estate e, di conseguenza, dei bagnanti. Per invogliare i turisti abbiamo anche diversificato le offerte, lasciando invariati alcuni prezzi e diminuendone altri”. Meglio degli altri è andato lo stabilimento “Schiano”, dove le prenotazioni sono rimaste invariate rispetto al 2009. “A Luglio abbiamo meno abbonamenti e più pendolari, mentre ad Agosto contiamo di più sugli abbonati e siamo a volte in difficoltà, la domenica, nell’accogliere tutte le richieste dei pendolari. Ma, anche se il nostro stabilimento non ha registrato grossi cali, nelle poche giornate di sole di Giugno, che è stato un disastro, ho notato che le persone, per risparmiare, si portano il frigo portatile o i panini da casa. Il ristorante e la tavola calda, così come il bar, hanno infatti registrato un calo dei consumi intorno al 40%. Si cerca di risparmiare dove si può, senza però rinunciare ai servizi di base”. Lo stabilimento “Schiano”, completamente privo di barriere architettoniche, è stato oggetto di un bellissimo gesto nei confronti dell’associazione “A Tutto Tondo”: ha offerto la spiaggia ed i propri servizi gratuitamente per tutto maggio e fino al 24 giugno, riservando la parte attrezzata anche per chi è costretto alla sedia a rotelle. “Purtroppo il tempo non è stato clemente ed i ragazzi hanno potuto approfittare della spiaggia poche volte. E’ stata comunque un’esperienza molto coinvolgente”. Per Torvaianica concludiamo il giro degli stabilimenti dal presidente del SIB Angelo Fusaro, responsabile del “Lido”. “Il 2010 ci ha portato una flessione nelle prenotazioni pari al 20%, sia per luglio che per agosto. Ma abbiamo imparato a vivere alla giornata, cercando di non prendercela troppo e sperando che domani possa andare meglio e che il sole finalmente si decida ad uscire! A Marina di Ardea gli stabilimenti sono davvero rari, perché la maggior parte del litorale è spiaggia libera. Ci fermiamo quindi al Sayonara, dove la titolare, la signora Angela Coppari, ci spiega che le prenotazioni per Luglio ed Agosto sono rimaste le stesse dello scorso anno. “Il problema è che nemmeno lo scorso anno il lavoro è andato benissimo, perché la spiaggia si riempiva a metà. Solo la domenica riuscivamo a fare il tutto esaurito”. Diverso il discorso dello al Centro Gorizia Beach. “Quest’anno abbiamo aumentato il numero degli abbonati, nonostante la crisi - afferma Diego Sarrecchia - credo sia merito del lavoro svolto lo scorso anno, che ha avuto riscontro positivo tra i clienti, che hanno portato qui i loro amici”. In entrambi gli stabilimenti non si sono registrati aumenti. “Manteniamo gli stessi prezzi da 7 anni”, conclude Sarrecchia. A Tor San Lorenzo, invece, oltre ai Consorzi ed alle sbarre c’è anche qualche stabilimento. Per farsi notare ed attirare clienti devono puntare sulla qualità, che riconosciamo essere davvero buona, sia come servizi che come attrezzature. Ci fermiamo allo stabilimento Roma, dove incontriamo il proprietario, Angelo Cavola, che è anche presidente del SIB (Sindacato

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autonomo balneari) di Ardea. “Come balneari stiamo attraversando un periodo particolare, che vede coincidere la crisi economica, che porta un inevitabile calo degli introiti, all’aumento dei canoni demaniali. Questo ci pone nella condizione di dover comunque mantenere, o addirittura abbassare i prezzi al cliente, nonostante i costi che sosteniamo siano più alti, pur di cercare di mantenere la clientela. Malgrado tutti i nostri sforzi, notiamo un calo costante delle presenze che si aggira intorno al 20% annuo. Oltre al calo delle presenze c’è la diminuzione della spesa che il cliente fa, vuoi perché si ferma meno tempo – 15 giorni invece di un mese, una settimana invece di 15 giorni – vuoi perché si attrezza per spendere di meno, portandosi i panini da casa o limitando l’attrezzatura tipo lettini o

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sdraio. Questo è un fenomeno che tutti i balneari, chi più o chi meno, vivono e contro cui devono combattere. Il problema più specifico del litorale di Ardea è la mancanza di infrastrutture, dagli alberghi ai luoghi di divertimento fino alle strade di collegamento, che fanno davvero passare la voglia di venire qui. Se guardiamo ai nostri vicini, come Ostia o Anzio, notiamo che anno dopo anno migliorano la loro offerta turistica, anche grazie alla fattiva collaborazione con le rispettive amministrazioni. Qui, invece, il Comune credo che neppure sappia che c’è il mare, visto il disinteresse dimostrato. Eppure le nostre spiagge potrebbero, se giustamente rivalutate in un contesto che comprenda, oltre al mare, anche la storia, l’archeologia, la vicinanza con la capitale ed un po’ di divertimento –

che qui non esiste - diventare fonte di ricchezza per l’intero territorio. Fare delle mere statistiche non serve a molto se poi non c’è l’interesse a migliorare le cose. Noi privati, nonostante i grossi sforzi, da soli non possiamo farcela. Io organizzo serate, animazione, gare sportive, ma a che serve se poi la gente preferisce andare in posti dove c’è una diversificazione di offerta che va dalla passeggiata in un corso pieno di negozi aperti anche di sera, alla discoteca, al concerto in piazza? L’amministrazione dovrebbe interagire di più e meglio con noi, ne avrebbe un ritorno non solo d’immagine, ma anche economico e di sviluppo sociale”. Alessia Ambra Achille

L’aumento demografico

lle diverse voci sentite, bisogna aggiungere un dato oggettivo che influenza molto il turismo: sia Torvaianica che Marina di Ardea, un po’ meno Tor San Lorenzo Lido, hanno registrato un incremento di presenze stabili notevole. I nuovi abitanti, soprattutto a

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Torvaianica, hanno occupato molte delle abitazioni che prima venivano date in affitto solo per l’estate. Ecco perché, nonostante l’aumento delle percentuali, visto che sono diminuite le case da affittare, in realtà le presenze restano pressoché uguali alla scorsa estate. E chi abita qui tutto l’anno non può avere le stesse abitudini di chi ci viene in vacanza: magari la passeggiata se la fa tutti i giorni, ma non sempre prende il gelato o la ciambella; va al ristorante o in pizzeria sicuramente meno spesso del turista e magari, per passare un’ora in riva al mare, sceglie la spiaggia libera invece dello stabilimento. Poi, se può, per divertirsi e spendere i propri soldi prenota una crociera o una vacanza a Sharm El Sheikh, oppure a Rimini o in Calabria. Ci sarà un motivo? Pensiamo proprio di sì. La ormai cronica carenza di offerta turistica, la mancanza di un programma estivo di richiamo, ma non per questo per forza costoso per le casse comunali,

l’assenza di punti di ritrovo ed intrattenimento, oltre all’assenza di infrastrutture, hanno sicuramente il loro peso e portano ad avere soprattutto un turismo “mordi e fuggi”, quello della domenica, che non solo non produce ricchezza sul territorio - spesso ci si porta ombrellone e panino, acquistato a Roma, da casa – ma porta solo disagi, quali il traffico e l’aumento dei rifiuti. Questi sono problemi che non nascono adesso, ma sono ormai radicati nel tempo. Da almeno quindici anni ogni fine settembre, quando si tirano le somme, ci si accorge che va sempre peggio, ma nessuno, né le varie amministrazioni che si sono succedute, né tantomeno i privati – che potrebbero consorziarsi almeno per proporre iniziative valide – ha mai provato a cambiare lo stato delle cose. Ed allora speriamo che quest’anno vada meglio, ma non lamentiamoci troppo se sarà ancora un anno di magra.

E la sicurezza? Torvaianica dal 19 giugno, quindi con qualche giorno di ritardo rispetto a quanto previsto inizialmente, è iniziato il servizio di sorveglianza sulle spiagge libere, organizzato e gestito dalla “Pomezia Servizi”. Per garantire la sicurezza il Comune ha messo a disposizione una ventina di assistenti bagnanti, tutti tesserati Fin, che saranno in servizio tutti i giorni fino al 15 settembre, controllando le spiagge dalle torrette di legno posizionate lungo i tratti di spiaggia libera. Le postazioni sono in totale 8, ma la prima settimana ne sono state utilizzate solo la metà, visto che le altre non erano ancora state montate. Appena terminato il lavoro di montaggio, le torrette verranno numerate, insieme a quelle degli stabilimenti, dalla Capitaneria di Porto. Tra quelli pubblici e quelli privati i bagnanti potranno così contare su almeno 50 punti di salvataggio in tutta la costa di Torvaianica. Non ci sono invece torrette a Marina di Ardea, dove la

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sicurezza dei bagnanti è legata esclusivamente ai controlli della Capitaneria di Porto e della Protezione Civile, che assicurano il monitoraggio delle spiagge. Invece a Tor San Lorenzo, per tutta l’estate, sarà in servizio l’ambulanza del Nucleo Operativo della Protezione Civile “Airone”, che affiancherà il 118 in caso di necessità. Questo grazie al Consorzio “Non solo shop” ed il Sib (Sindacato Italiano Balneari). “Con il pagamento del premio di assicurazione per tutto l’anno – hanno detto Cavola e Occhiodoro, rispettivamente presidente del SIB e del Consorzio – abbiamo garantito che l’ambulanza in dotazione alla Protezione Civile “Airone” di Tor San Lorenzo, possa operare, secondo lo spirito del volontariato che ha sempre contraddistinto l’impegno della Protezione civile sul territorio, ad effettuare quegli interventi anche a carattere sanitario in caso di emergenza. Si tratta di un impegno importante per la nostra associazione di

volontariato che, nel corso della sua ultra ventennale storia, è stata sempre presente e attivamente solerte a fronteggiare qualsiasi evento critico”. “L’Unità mobile di soccorso – ha detto il responsabile del Nucleo Operativo della Protezione Civile “Airone”, Giovanni Fois – sarà a disposizione dei residenti e dei turisti, ed affiancherà nella sua opera di soccorso la struttura del 118. La nostra associazione conta su diversi iscritti, di cui 54 operano sia per interventi di protezione civile sia per quelli sanitari. Grazie ad una rete di collegamento radio, i volontari possono arrivare sul luogo dell’incidente in pochi minuti. Qualche difficoltà s’incontra a Tor San Lorenzo per interventi di emergenza sul lungomare per la presenza dei varchi di accesso ai consorzi, con sbarre e cancelli, che delimitano il perimetro delle varie aree consortili”. Nonostante l’ordinanza del sindaco Carlo Eufemi che ha ordinato l’abbattimento di tutte le sbarre che ostacolano il passaggio a mare...


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E...STATE CON NOI TRIBUTO AD ALEX BARONI ED OSPITI A SORPRESA ALLA NUOVA CALIFORNIA ’ nata quasi per caso, solo per festeggiare l’anniversario della fondazione dell’Associazione Nuova California 2004 ma adesso, a distanza di pochi anni, è già diventata un appuntamento atteso da migliaia di persone. “E...state con noi”, Festa in California, è probabilmente la manifestazione estiva migliore del litorale ardeatino ed è frutto dell’impegno degli iscritti al comitato di quartiere e del loro presidente, Piero D’Angeli. “Già a maggio del 2005 abbiamo cominciato a pensare come festeggiare il “primo compleanno” della nostra associazione. Cercavamo un’idea che ci permettesse di coinvolgere il più alto numero possibile di persone e, tra le tante, la migliore ci è sembrata quella di organizzare una vera e propria festa, con ospiti più o meno illustri e, visto che ormai eravamo nel pieno della bella stagione, abbiamo pensato di chiamarla “E...state con noi”. Forse avremmo dovuto chiamarla “dilettanti allo sbaraglio”, vista la nostra inesperienza, ma è stato molto meglio così. Pur essendo dei neofiti, siamo riusciti a trovare ottime collaborazioni e tanta disponibilità, sia da parte dell’amministrazione comunale che dei privati: c’è stato chi ci ha prestato il palco, chi ha offerto il proprio lavoro, chi ha fatto da sponsor e chi ha procurato gli ospiti. ” E come è andata? “E’ stato un successo, visto che all’evento erano presenti circa 15 mila persone. Questo ci ha talmente galvanizzati che abbiamo deciso di ripetere l’esperienza negli anni successivi ed ora siamo alla 6ª edizione”. Cosa proporrete quest’anno? “Giovedì 8 Luglio partiremo con la “Corrida”, mentre il

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9 ci sarà una sfilata di moda e tanto divertimento con Gianluca Fubelli e Luciano Lembo di Colorado Cafè. Sabato 10 ci sarà Carmine Faraco, sempre di Colorado Cafè, con la sua band dal vivo. La serata conclusiva, domenica 11, ci sarà il tributo ad Alex Baroni. Avremo come ospiti gli artisti che lo hanno accompagnato nella sua carriera. Tra i tanti presenti voglio ricordare Luca Napolitano e Samantha Discolpa di Amici, Daniele Vi di X Factor e Fulvio Tomaino. Ci sarà poi una sorpresa: una cantante italiana famosa a livello internazionale, che è stata molto vicino ad Alex Baroni”. L’associazione mentale con Giorgia viene naturale, ma D’Angeli non vuole confermare. “Si tratta di una sorpresa, se dicessi chi è rovinerei tutto, posso solo anticipare che si tratta di una persona speciale”. Saranno 4 giorni davvero intensi, quindi... “Sì, e ne sono davvero dispiaciuto”. In che senso, scusi? Fino ad ora ha sostenuto di essere felice ed orgoglioso di questa festa... “Sono dispiaciuto che duri solo 4 giorni, perché per i restanti 361 la gente e le istituzioni si dimenticano che esistono due quartieri, Nuova California e Tor San Lorenzo, che contano una popolazione di circa 6 mila abitanti e che hanno 6 mila problemi. La cosa peggiore è che i primi a dimenticarsi di questi quartieri sono proprio coloro che ci vivono”. Cioè? “La nostra è un’Associazione senza fini di lucro. A fronte di un’iscrizione annuale di 20 euro si hanno in

cambio una serie di servizi, che vanno dalla compilazione dei moduli amministrativi allo sportello di ascolto, che conta due avvocati, uno psicologo ed un pedagogista, fino a sconti vari in una serie di negozi del luogo. Nonostante questo e nonostante tutti i nostri sforzi per migliorare il territorio – perché il nostro compito è quello di portare alla luce i problemi e proporre iniziative per risolverli – vediamo che c’è scarsa collaborazione da parte dei cittadini. La dimostrazione è che abbiamo solo 500 iscritti. Eppure basterebbe dedicare al quartiere una briciola del proprio tempo, anche senza pagare l’iscrizione. Vedo che alle riunioni che organizziamo sono presenti al massimo una cinquantina di persone, mentre dovremmo essere molti di più. Tutti insieme riusciremmo a farci ascoltare, a dare forza alle nostre richieste, che troppo spesso cadono nel vuoto perché isolate. Ci battiamo per la sicurezza, per i servizi, per migliorare la qualità di vita, ma la nostra è spesso una battaglia persa, perché siamo troppo pochi. Cosa sono 500 persone di fronte alle 15.000 che verranno ogni sera alla nostra festa? La gente deve capire che, finito il divertimento, restano i problemi e che per risolverli bisogna agire. Serve maggiore senso civico e di responsabilità. Non basta segnare il proprio figlio alla sfilata di moda per sentirsi parte del quartiere”. Vi sentite quindi abbandonati? “Sì, sia dall’amministrazione che dalla gente comune. Mi piacerebbe ricevere più collaborazione, vorrei far capire che, se entrano i ladri nell’abitazione accanto alla nostra, è più utile chiamare le forze dell’ordine o scendere in strada tutti insieme invece di chiudere meglio le porte e le finestre della propria casa. Non si può pensare “basta che non succede a me”, perché la volta successiva il vicino derubato potremmo essere noi. E questo vale per tutto. Bisogna amare questo quartiere, che ha delle potenzialità incredibili. Io lo reputo uno dei più belli di Ardea, senza nulla voler togliere agli altri, perché si trova leggermente in alto rispetto al mare, ha una conformazione ideale e, prima che i costruttori lo attaccassero in massa, aveva anche una struttura incredibilmente bella. Credo che ogni cittadino debba amare il proprio quartiere per renderlo migliore. L’indifferenza, il richiudersi nelle proprie quattro mura causa il degrado. Forse bisognerebbe fare un passo indietro, per tornare a quando i bambini potevano scorrazzare tranquillamente per le strade, sicuri di non correre pericoli perché tanto erano “figli di tutti” e tutti controllavano che non succedesse loro nulla di male. Adesso se vediamo qualcosa ci giriamo dall’altra parte e questo mette davvero tristezza”. L’esempio lampante è proprio di qualche giorno fa, quando a Tor San Lorenzo è annegata una bimba di 8 anni e, nonostante il suo corpicino fosse sulla spiaggia in attesa del medico legale, i bagnanti hanno continuato a prendere il sole come se nulla fosse. Ma per parlare di tutti i problemi – ed anche delle possibili soluzioni – della Nuova California e di Tor San Lorenzo occorrerebbe l’intero giornale, quindi diamo appuntamento al presidente dell’associazione a dopo lo svolgimento della festa, per vedere se, dal 12 luglio in poi, qualcuno si ricorda che esistono anche questiAlfredo Corrao due qui.

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CANCELLI AL MARE: TUTTI PRESENTI! L’ORDINANZA EMESSA DA EUFEMI AL MOMENTO È SOLO SULLA CARTA. ED ALLORA SI ORGANIZZA UN SIT IN DI PROTESTA

onostante l’ordinanza emessa dal Sindaco di Ardea Carlo Eufermi ormai da quasi due mesi, nessuno dei cancelli che ostruiscono il passaggio al mare è stato ancora abbattuto. Ed è per questo che i partiti di opposizione, tutti favorevoli all’ordinanza, hanno organizzato lo scorso 28 giugno un sit-in, che si è svolto davanti l’ingresso del Consorzio di Marina di Tor San Lorenzo. La storia di questa sbarra

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vede un abbattimento dei cancelli e dei blocchi di cemento che impedivano l’accesso al mare nel corso della prima amministrazione Eufemi. Ma l’operato di Eufemi fu vanificato da una sentenza del TAR del Lazio, a cui erano ricorsi i consorziati. Il Tribunale ordinò al Comune il ripristino del cancello come in origine, ed i cittadini non residenti furono nuovamente obbligati a cercare altrove un varco per la spiaggia.

Affinché queste barriere vengano eliminate al più presto, i manifestanti hanno chiesto, in maniera civile e democratica, l’attuazione dell’ordinanza, sottolineando che fino ad oggi l’accesso al mare è sempre stato un privilegio di pochi fortunati, che impunemente ed abusivamente avevano chiuso con costruzioni e cancelli non autorizzati ogni passaggio a mare in danno di un’intera popolazione. Ma ora, se l’ordinanza verrà eseguita, il mare diventerà finalmente un bene di tutti, anche grazie alla lunga serie di abbattimenti delle case abusive che l’amministrazione sta portando a termine. Sull’argomento, il presidente del consiglio Policarpo Volante ha commentato: “Noi nativi del posto abbiamo rispettato il mare ed i cittadini, lasciando a tutti la possibilità di accedervi. Non permetteremo quindi a nessuno di continuare a mantenere costruzioni abusive e cancelli sul mare in danno di tutti. Ci sarà quindi “tolleranza zero”: andremo avanti spediti con la liberazione della battigia, affinché il mare ritorni in uso alla collettività”. Anna Maria Greco

NON SOLO SHOP!

NASCE LA PUNTOCARD, PER FAVORIRE IL COMMERCIO LOCALE

a finalmente preso il via una delle iniziative del Consorzio “Non solo Shop - Centro Commerciale Naturale” più attese dai cittadini, quella della Carta Fedeltà, che consentirà un risparmio in numerosi esercizi commerciali. Il presidente del Consorzio ha consegnato la prima Carta fedeltà al Sindaco di Ardea, Carlo Eufemi. L’iniziativa s’inserisce nell’ambito del programma di sviluppo del centro commerciale naturale che, attraverso questa card, vuole premiare gli acquirenti che scelgono di fare shopping nei negozi aderenti all’iniziativa presenti nell’area del Ccn. “E’ uno dei momenti significativi della nostra attività – ha detto il presidente del Consorzio Non Solo Shop Centro Commerciale Naturale Daniele Occhiodoro – per favorire i nostri clienti che si recano presso i nostri negozi a fare degli acquisti. La carta fedeltà è un modo più efficiente per fidelizzare i clienti e consenti-

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re loro di ricevere quell’attenzione particolare nel momento in cui entrano in uno nei nostri negozi associati, in un circuito multi commerciale dove, non sono monotematici, ma si differenziano in negozi di abbigliamento, estetica, ottica. Concentrando i propri acquisti a Tor San Lorenzo, in brevissimo tempo, si potranno collezionare favolosi regali. Utilizzando la Puntocard nel nostro circuito di negozi associati riceverai punti elettronici per ogni tuo acquisto, che ti permetteranno di scegliere i regali illustrati sul catalogo completamente gratis e senza limiti di tempo. Inoltre grazie alla Puntocard si potrà partecipare anche a speciali iniziative promozionali”. “Abbiamo già avviato una serie di interventi per abbellire il centro commerciale naturale di Tor San Lorenzo – ha detto l’assessore al commercio del Comune di Ardea, Fabrizio Velocci -, in quanto dalla prossima settimana saranno installate delle nuove panchine e dei

totem informativi”. Questa iniziativa mira anche a sviluppare l’economia locale: trovando un ottimo rapporto qualità-prezzo, il consumatore non sarà più “obbligato” a scegliere altri posti per le proprie spese. Il denaro dei residenti resterebbe quindi in zona, favorendo la crescita del quartiere a livello economico e sociale. Alla cerimonia di consegna della prima card erano presenti, oltre al il sindaco di Ardea Carlo Eufemi, l’assessore al commercio Fabrizio Velocci, l’assessore all’ambiente, Nicola Petricca, il consigliere comunale, Fulvio Bardi, il presidente del Consorzio Non Solo Shop – Centro commerciale naturale, Daniele Occhiodoro, Astrid Fragalà presidente del Confcommercio Litorale Sud ed alcuni commercianti aderenti all’iniziativa della Carta Fedeltà. Alfredo Corrao

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L’IMPRESA DI PORTARE UN BAMBINO NEI GIARDINI COMUNALI IL DEGRADO DELLE STRUTTURE LUDICHE PER L’INFANZIA A POMEZIA na domenica come le altre, in questo Giugno soleggiato: Pomezia in genere si svuota per trasferirsi a Torvajanica, ma molti rimangono in città, specie chi ha bambini in età pre-scolare, e allora cosa c’è di meglio che approfittare della giornata in cui Papà e Mamma non lavorano per divertirsi insieme in uno dei giardini comunali? Sembra facile, ma… è l’inizio di una impresa complicata e pericolosa che abbiamo deciso di documentare per solidarietà verso i genitori dei piccoli e per denunciare il grave stato di degrado dei giardini di Pomezia. Partiamo nel nostro “tour” con la Villa Comunale, lo storico spazio verde che è nato insieme ai primi nuclei urbani nel 1939, e che colora Piazza Indipendenza. Qui in realtà di bambini ce ne sono solo due, che giocano con una palla nello spazio appena prossimo all’ingresso, mentre i loro Papà discutono della Nazionale di calcio sulla panchina. Il gruppo di giochi di legno che era montato sullo spazio erboso alla sinistra non c’è più, rimosso da qualche mese perché completamente distrutto da vandalismi (degli adulti), e su quello spiazzale ora come documenta la foto è una spianata di rifiuti abbandonati li da chissà quanto. Questa struttura solo dieci anni fa fu dotata di scivoli per portatori di Handicap e di bagni pubblici. Ma i servizi igienici sono chiusi, e a valutare dallo stato delle scale di accesso sarà anche molto che nessuno si avvicina a quelle porte. Sullo sfondo della Villa, vicino al monumento, scorazzano due cani di enorme taglia, stimolati alla corsa dai loro padroni che sui vialetti li chiamano a gran voce. Tutto questo in barba al cartello che è appeso al cancello della Villa stessa che vieta l’ingresso ai cani in base alla norma numero 18 del 24 Agosto del 2001 e

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che vale per TUTTI gli spazi verdi della Città. Risaliamo le scale e in piazza chiediamo lumi a due vigili urbani che sono proprio davanti al cancello di ingresso. “I bagni non sono mai stati utilizzati, e le chiavi non le hanno in Comune” ci dicono i due Vigili “forse le ha la Pomezia Servizi” …forse, di fatto si tratta di soldi del Comune buttati e servizi inutilizzabili. Facciamo notare ai nostri tutori della legge comunale che ci sono dei cani in una zona vietata (e per giunta senza museruola) ed in effetti, ora li vedono anche loro, quindi si consultano e ci dicono che chiameranno una pattuglia via radio per fare un controllo. Decidiamo di non aspettare la pattuglia, e andiamo a parlare con i genitori dei bimbi che giocano al giardino denominato “di Padre Pio” per la statua del Santo che troneggia nello spazio attrezzato tra via Ovidio e via Filippo Re. “Questo è il parco più frequentato di Pomezia” ci dice Marianu, un giovane Papà Rumeno, a Pomezia da dieci anni. Sta passando un po’ di tempo giocando a calcio con suo figlio Andrei, cinque anni, nella pista di pattinaggio in cemento. “Lo porto sempre qui –spiega - da quando aveva un anno, perché per arrivarci non devo prendere la macchina”. Ci notano con la macchina fotografica in mano, e allora si avvicinano due mamme, che con “sense of Humour” ci indicano quella che a loro dire sembra “il selciato dell’Appia antica”, tanto è sconnesso il pavimento di mattoncini all’interno del giardino: “Qui i pericoli per i bambini più piccoli e per le persone anziane che accompagnano i nipotini sono tantissimi; si può inciampare nel pavimento e nelle radici scoperte degli alberi che sono intorno agli scivoli ed alle altalene del parco”. Un cane entra con la sua padrona e si abbevera alla fontanella dei bambini mentre stiamo parlando. Ci per-

mettiamo di farle notare che è vietato portare cani all’interno del parco, ma la risposta è rassicurante “Non morde mica! A Dingo i bambini piacciono, è abituato, gioca sempre con i miei nipoti”. Bene meglio così, lo lasciamo mentre lecca avidamente la cannella della fontanella dove poi dovranno bere i bambini accaldati, e a piedi andiamo al “Parco delle Rimembranze”, di recente restauro, alle spalle dello Stadio Comunale di Via Varrone, dove trova posto anche il Monumento ai Caduti di tutte le Guerre di Pomezia, opera bella e suggestiva pur nella sua semplicità. Qui la situazione è decisamente migliore: brecciolino bianco al posto del terriccio di via Filippo Re, spazi molto ombreggiati e uno scivolo nuovo su cui con grande impegno si cimenta Giuseppe, due anni, mentre la mamma lo controlla seduta in una delle panchine di fronte. “Llo porto qui perché è più tranquillo, e non corre il pericolo di cadere o di esser colpito da pallonate dei ragazzi più grandi” ci dice Maria, giovanissima mamma del Sud da pochi anni a Pomezia con il marito ufficiale dell’Aeronautica. Maria ci fa notare un tombino rotto proprio vicino alla fontanella, che crea una buca molto profonda, che potrebbe esser di pericolo per i bambini, cosa che documentiamo immediatamente, rammaricati del fatto che anche questo piccolo spazio verde non abbia tutto in regola come ci era apparso appena arrivati. Finiamo il nostro piccolo Tour andando a visitare il nuovissimo spazio verde attrezzato tra via Augusto Imperatore e Via Plutarco. Purtroppo qui non c’è nessuno, eppure lo spazio è nuovissimo, c’è la pista ciclabile per i bambini, i giochi sono tutti belli e l’erba che lo circonda è di certo ideale per giocare all’aria aperta.


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Il sole però è implacabile: non essendoci alberi alti è praticamente impossibile frequentarlo in estate senza rischiare un colpo di calore. In un angolo, purtroppo, dobbiamo annotare una grande quantità di cartoni di pizza, palloncini, piatti e bicchieri di carta, resti evidenti di una festicciola che nessuno poi ha pensato di portar via. E qui stavolta il Comune non c’entra nulla. La convinzione che la pulizia della Città passi soprattutto per la civiltà di chi ci vive è tutta davanti a questa immagine. Fino a che lo spazio pubblico sarà considerato di nessuno e non di tutti, sarà anche impossibile vederlo rispettato. Amaramente pensiamo a che cosa avrà imparato il bambino (sempre che di un bambino si tratti e non di un adulto) festeggiato in questo Party all’aperto dai suoi genitori, che hanno lasciato lì sull’erba tutti i residui della sua festa di compleanno. Il Comune deve fare molto per mettere in sicurezza gli spazi verdi e per far rispettare le leggi a tutela dei più piccoli, ma certo anche i cittadini devono crescere sia nella consapevolezza dei diritti che in quella dei doveri del vivere civile, ed in entrambi i casi c’è tanto da lavorare. Mauro Valentini

IL “CORRIERE” COME STRISCIA DOPO LA NOSTRA SEGNALAZIONE È STATA SISTEMATA LA ROTONDA DI PRATICA DI MARE. CERTO, SARÀ UN CASO, MA... seguito del nostro articolo “Così non va”, pubblicato a pag. 23 del numero di Giugno, nel quale ci lamentavamo del pessimo stato del manto stradale della nuova rotatoria di Pratica di Mare, dando del “genio” a chi l’aveva fatto a tappe, anzi, a toppe, abbiamo ricevuto le seguenti precisazioni da parte dell’architetto Toce, il direttore di cantiere, il quale specifica che “lo stato di dissesto e quindi di “montagne russe” deriva dal fatto che i lavori non sono ultimati, anzi, sono sospesi in attesa che la Provincia di Roma quale committente dell’opera paghi alla ditta quanto fin qui realizzato. Se e quando riprenderanno i lavori, verrà “fresata” l’intera sede stradale e posato un “tappetino” ove si possa transitare molto più agevolmente; con la relativa segnaletica che faccia “capire” il da farsi. Per quanto riguarda l’ampiezza del bordo della rotatoria, si precisa che le disposizioni di legge, leggasi Codice della Strada, prevedono nelle rotatorie una “fascia sormontabile”, appunto”. Noi siamo felici della precisazione che ci ha reso più informati, perché – sarà un caso, ma vogliamo pensare che sia anche un po’ merito della nostra segnalazione – pochi giorni dopo l’uscita del giornale sembra siano improvvisamente usciti fuori, visto che i lavori sono ripresi immediatamente, come testimoniano le foto, nonostante l’architetto stesso non sapesse se e quando sarebbero stati ultimati. Cogliamo quindi l’occasione per invitare tutti i lettori a segnalarci problemi, ingiustizie, abusi e vi dicendo. Pubblicando il tutto, anche più volte se necessario, forse riusciremo a dare quel fastidio necessario per far sì che le cose vengano rimesse a posto.

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LO SPORT E’ UN DIRITTO DI TUTTI? NON AD ARDEA LE MAMME DEI BIMBI DIVERSAMENTE ABILI DELL’ASSOCIAZIONE “LA TARTARUGA” SPIEGANO I PROBLEMI E LE UMILIAZIONI A CUI SPESSO SONO SOTTOPOSTI I LORO FIGLI QUANDO VOGLIONO PRATICARE UNO SPORT

n proverbio recita: “Vi sono tre specie d’ignoranza: saper niente, saper male, saper ciò che non serve sapere”. Quello che stiamo per raccontare, ha le sue radici in questi tre aspetti. Solo l’ignoranza, ovvero, la mancanza di una conoscenza sufficiente, infatti, può essere alla base dell’emarginazione di chi è diversamente abile. Vogliono sottolinearlo le mamme dell’Associazione “La Tartaruga Onlus” di Ardea, in difficoltà nel trovare un luogo e, soprattutto, un ambiente sereno per far praticare l’attività sportiva ai loro figli. Sì, perché fare sport insieme ai loro coetanei, per i bambini che hanno una disabilità, è davvero una conquista. “C’è la storia di mamma Maria e del suo bimbo di 7 anni, con un disturbo dell’attenzione; alla scuola cal-

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cio non è stato accettato perché “troppo vivace” - racconta Monica De Angelis, presidente dell’Associazione - C’è la storia di Cristina e della sua bambina down di 5 anni che adora il nuoto; è stata rifiutata da un grande e moderno centro sportivo di Aprilia, perché quando entra in acqua, la vasca “inspiegabilmente”si svuota. C’è poi la storia di Monica, mamma di un bambino down di 6 anni, che ha portato via il figlio dalle lezioni di pallavolo, in lacrime, dopo un invito non poco indiretto”. In queste storie, possiamo assicurare, non sono presenti episodi di violenza verso altri bambini o di una irrequietezza superiore al solo fatto di essere bambini, ma solo la mancata conoscenza e coscienza del problema. Potrei raccontare storie per ore, spiega De Angelis, che sottolinea come “nessun genitore di un bambino diversamente abile metterebbe il proprio figlio in una situazione non compatibile con la sua “condizione” e, sicuramente, in situazioni difficilmente sostenibili dagli altri bambini o ragazzi, ma nei casi sopra citati - ribadisce - non c’era alcun minimo impedimento allo svolgimento in gruppo dell’attività sportiva... se non l’ignoranza”. Per queste mamme, infatti, il grave impedimento non è solo trovare delle strutture pronte a far integrare i bambini con disabilità con i loro coetanei, ma anche incontrare dei genitori pronti ad insegnare ai loro figli che un bambino diversamente abile non va emarginato, perché è un bambino come loro. Speranza disattesa anche da molti allenatori, che prima ancora di questo dovrebbero essere degli educatori. Crescendo, questi bambini, questi ragazzi, non si troveranno a

vivere in un mondo edulcorato e protetto, ma affronteranno la vita con e tra gli altri e dovranno essere pronti. Ogni madre ed ogni padre, degni di questi nomi, con tutte le ansie e le paure del caso, lavorano per offrire un futuro positivo ai propri figli. Per chi ha un figlio diversamente abile, il futuro fa ancora più paura, perché finché ci saranno loro a proteggerlo, al loro bambino non mancherà nulla. Però cosa accadrà dopo? Per questi bambini, anche praticare lo sport con gli altri è uno strumento di forte crescita e socializzazione. Parliamo soprattutto dei primi anni, quando i bambini ancora piccoli si affacciano nel mondo dello sport. Ci aspettiamo davvero che i nostri figli imparino subito a primeggiare o a ricercare a tutti i costi la vittoria? O fargli praticare sport serve soprattutto ad insegnare loro a socializzare, ad imparare il valore delle regole, a crescere insieme agli altri, superando paure, imparando a conoscere le proprie capacità, sviluppando passione ed impegno? Vincere è importante, ma comprendere il valore di una vittoria forse lo è ancora di più. “Non dimentichiamoci - afferma la Presidente della Tartaruga - che lo sport porta allo sviluppo del benessere psico-fisico dei bambini. Eppure, pseudo - allenatori hanno allontanato i nostri bambini da palestre di: mini-volley, calcetto, karate,nuoto,ecc… e senza motivazioni pertinenti”. Per rompere queste barriere, le mamme della Tartaruga stanno cercando polisportive sensibili a questi temi, “qualcuna c’è e lavora con serietà”, affermano, ma anche altri devono farsi avanti, per mostrare che lo sport è davvero un bene accessibile a tutti. Claudia Sperduti


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CENTRI ESTIVI? COME LO SPORT NON PER TUTTI A SOPPERIRE ALLE MANCANZE DEL COMUNE, LE CUI CASSE LANGUONO, LA BONTÀ DEI CITTADINI...

entri estivi sì, ma non per tutti. Tra le mille difficoltà, che una famiglia con un bambino diversamente abile deve affrontare, c’è quella di come superare il periodo estivo, quando la scuola finisce e le ore di assistenza, nell’arco della giornata, diminuiscono. Ad Ardea, il problema è davvero serio. Se da un lato, infatti, tre famiglie rutule hanno ottenuto le tanto agognate ore di assistenza domiciliare, previste nel progetto educativo e di sostegno alla genitorialità, mai ottenute in passato, dall’altro, per il periodo esti-

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vo, non sono garantite attività, né la mattina né il pomeriggio. A sollevare il problema, sono stati i genitori dell’Associazione La Tartaruga Onlus, che come altri genitori molto spesso lavorano e, quando finisce la scuola, non sanno a chi affidare i propri figli. “Qui ad Ardea – racconta Monica De Angelis, presidente della onlus di via Taormina 12/b – in tal senso, non abbiamo nessun sostegno economico da parte dell’amministrazione, mentre, in altri comuni limitrofi, il centro estivo per i bambini diversamente abili è totalmente garantito, compresa l’onerosa spesa per le assistenti”. L’Assessorato ai servizi sociali di Ardea non ha potuto finanziare alcun progetto in merito, in quanto non ci sono i soldi. Le casse comunali piangono e ancora di più però lo fanno i cittadini. “Avevamo chiesto un aiuto economico, anche solo per pagare le assistenti – spiega De Angelis - Il soggiorno lo avremo spesato noi, ma pagare un’assistente, per sette ore al giorno, per cinque giorni, è davvero gravoso per le famiglie. Dal Comune – continua - ci dicono che i soldi non ci sono, perché il caso SPE sta pesando ancora sulle casse comunali, ma per quanto ancora?”. Sarà davvero fino al 2011 come è stato più volte detto? In attesa che questo paravento dell’amministrazione cada, il titolare dei Servizi Sociali Massimiliano Gobbi ha comunque tentato di aiutare le mamme ed i papà a trovare una soluzione. “È nato così il Progetto per centro estivo bambini e ragazzi diversamente abili, - spiega Monica De Angelis – che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Ardea, perché “iniziativa che ha ricoperto una notevole rilevanza sociale”. Dall’amministrazione, quindi, nient’altro di più. I soldi,

infatti, le mamme ed i papà dovranno ottenerli da quei cittadini pronti a sponsorizzare il progetto. Quest’ultimo, stilato dall’associazione, vede programmate le attività di un centro estivo per bambini e ragazzi dai 4 ai 15 anni, e prevede tre diverse attività: quelle di tipo espressivo e creativo, quelle ludiche e quelle motorie. Grande importanza viene poi data ad alcuni momenti cruciali nella vita dei gruppi, come la prima accoglienza ed il gioco collettivo. “Gli obiettivi – spiega la presidente della Tartaruga – sono stimolare le capacità specifiche dei nostri figli e potenziare la loro autonomia, sviluppare le loro capacità relazionali, apprendere il valore e l’importanza delle regole, migliorare il contenimento e l’elaborazione del disagio”. Destinatari del progetto saranno 15 bambini e ragazzi, residenti ad Ardea, diversamente abili, non carrozzati ed in grado di compiere i più elementari atti quotidiani della vita, con invalidità non inferiore al 75%. Il centro estivo è stato individuato ad Aprilia. Il costo totale del progetto è di 24 mila 630 euro. “Purtroppo stiamo avendo grandi difficoltà nel reperire i fondi – spiegano alcuni genitori – Il Patrocinio ha un valore aggiunto importante, ma non è una bacchetta magica che trasforma la pioggia in soldi”. Per chi volesse aiutare l’onlus La Tartaruga, può farlo mediante bonifico bancario c/o banca di credito cooperativo di Roma, Ag 113 Ardea IBAN: IT69 IO83 2739 5410 OOOO OOO1 887 CAUSALE: DONAZIONE LIBERALE PER CENTRO ESTIVO Claudia Sperduti

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NUOVA FLORIDA VECCHI PROBLEMI

LA PRESIDENTE DEL CDQ PUNTA IL DITO SULL’AMMINISTRAZIONE

’ passato quasi un anno da quando avevamo parlato, sulle pagine di questo giornale, del quartiere Nuova Florida. A distanza di 10 mesi incontriamo nuovamente la presidente del Comitato di Quartiere, Rita Serino, per scoprire se e cosa è cambiato in questo periodo. “Quasi nulla. Sono cambiati alcuni assessori, ma i problemi sono sempre gli stessi, anzi, sotto certi aspetti sono anche peggiorati, come per la raccorta dei rifiuti”. Ma se adesso avete la differenziata... “Appunto. Un raccolta che ancora non funziona bene e che per i cittadini non ha alcun vantaggio, visto che non ci saranno riduzioni delle tariffe per i prossimi anni, dal momento che i soldi che paghiamo quest’anno servono per andare a coprire gli importi lasciati scoperti relativi ancora al 2008. In compenso i disagi sono molti: dai sacchetti che non si trovano all’impossibilità di conferire il verde o i rifiuti ingombranti. Parliamo poi di un’azienda che ancora non ha un regolare contratto con il Comune. Con la storia dell’isola ecologica diciamo che ci sentiamo abbastanza presi in giro ed i motivi li abbiamo più volte esternati sia al Sindaco che ai nostri concittadini”. Per quanto riguarda gli altri problemi, da cosa vogliamo cominciare? “Partiamo dalla legalità: vorrei sapere dove abita, di certo non qui. Alla Nuova Florida la gente ha paura, i furti nelle abitazioni sono tantissimi e non sempre risultano nelle statistiche delle caserme locali, in quanto per fare le denunce si preferisce andare ad Anzio o Roma, visto che qui ci hanno più volte risposto “Che le fate a fare?”. Quindi il tasso di microcriminalità reale è di molto superiore a quello ufficiale”. Avete delle proposte per combattere questo fenomeno? “Vorremmo maggiore sorveglianza, più forze dell’ordine e polizia municipale nelle strade. Crediamo poi

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molto nella prevenzione, quindi ci stiamo battendo per creare dei punti di aggregazione per i giovani, in modo che non siano tentati dallo stare in strada e dal frequentare cattive compagnie: la paura è che la droga arrivi ai nostri ragazzi senza che ce ne rendiamo conto. Dobbiamo dare ai ragazzi delle alternative sane, ma noto che ogni progetto che proviamo a proporre viene stranamente osteggiato. Sempre parlando di giovanissimi e di sicurezza, vorrei far notare ancora una volta che il Comune ha a sua disposizione uno spazio confiscato alla mafia dove sorge una villa con una piscina pericolosissima, perché non controllata. Anche se i genitori dicono ai propri figli di non andarci, si sa come sono i ragazzini: più si nega una cosa e più la fanno. E allora cosa facciamo, aspettiamo che succeda una disgrazia prima di mettere in sicurezza l’intera area? Forse si attende di trovare il modo di far diventare la villa un ristorante per i due consiglieri che già da tempo le hanno messo gli occhi addosso?”. Parliamo di tematiche più visibili: qual è lo stato delle strade? “Disastroso. Il manto sconnesso, le buche, la poca visibilità ad alcuni incroci e la pericolosità di alcune strade, come quella di Campo Selva, causano frequenti incidenti, che vanno dalla semplice – ma sicuramente fastidiosa, visto che è molto frequente – foratura della gomma o rottura del cerchione, fino ad arrivare al sinistro grave, con feriti. Proprio per far mettere in sicurezza Via Campo Selva abbiamo fatto una denuncia alla Procura della Repubblica, ma in risposta, l’unica cosa che il Comune ha fatto è stato prendere due operai e, a mano, disegnare una striscia con un barattolo di vernice che o non era di quelle regolamentari, cioè fosforescente e resistente a tutti, o era messa su un asfalto non a norma, visto che già dopo pochissimo tempo in alcuni punti si era staccata”. Lei proprio pochi giorni fa ha nuovamente attaccato

l’amministrazione sui tempi di realizzazione della scuola superiore. Come mai? “Perché è molto probabile che il nostro Comune riuscirà a perdere i contributi finanziati dal Governo Centrale, che ha emesso un decreto che recita: “Le autorizzazioni di spesa i cui stanziamenti annuali non risultano impegnati sulla base delle risultanze del Rendiconto generale dello Stato relativo agli anni 2007, 2008 e 2009 sono definanziate. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze da adottare entro il 30 settembre 2010 sono individuate per ciascun Ministero le autorizzazioni di spesa da definanziare e le relative disponibilità esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge. Le disponibilità individuate sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al fondo ammortamento dei titoli Stato”. Se Ardea non si muove, è facile che la Provincia decida di destinare i fondi per la scuola ad altre opere. Proprio per scongiurare questo, il 10 Aprile il CdQ aveva scritto al Sindaco Eufemi, il quale aveva risposto che la vicenda sarebbe stata presa immediatamente in considerazione e che “Resta da definire l’atto di permuta relativamente alla cessione dell’area per la costruzione della scuola alla Provincia di Roma in cambio della cessione al Comune di Ardea dell’edificio di via Crispi, definiti i rispettivi valori e compensazioni. E’ da diverso tempo che l’Amministrazione sta definendo questi parametri con la Provincia e il tutto è in fase di avanzata definizione e ritengo che nel primo Consiglio Comunale utile possa essere portato all’approvazione l’atto definitivo”. Allora perché non è stato fatto nella seduta del 15 Giugno e non è stato previsto neanche per quella del 1° Luglio?”. Parliamo ora del metano, altro argomento che sta a cuore alla presidente. “Ci stanno prendendo in giro, proclamando di aver fatto la delibera. Peccato che questa dica che la stessa avrà vigore dal momento in cui l’atto allegato verrà firmato e che, ad oggi, non sia ancora stato firmato. L’ultimo incontro tra il Comune e l’Italcogim, il 16 Giugno, è stato l’ennesimo buco nell’acqua, quindi perché ci assicurano che il metano sta per arrivare, se non è vero?” Rita Serino conclude l’intervista facendo lei una domanda, a cui sinceramente non sappiamo dare risposta. “Di fronte a tutto questo e a molto di più, tutto documentato, lo Stato dov’è? Le Istituzioni che dovrebbero controllare, perché qui non fanno nulla? Chi è che vuole che ad Ardea non ci sia la legalità e la trasparenza assoluta ed il conseguente bene dei cittadini?” Maria Corrao


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UNA GIORNATA DIVERSA IL RAGAZZI DELL’ASSOCIAZIONE FUTURO HANNO AFFRONTATO LA GRANDE SFIDA DEGLI ESAMI DI JU JITSU n questa giornata di inizio giugno i ragazzi dell’Associazione Futuro di Pomezia hanno affrontato una grande sfida: gli esami di ju jitsu. Insieme al maestro Mauro De Gennaro, V Dan, fondatore dell’Omikami sport e insieme all’istruttore Daniele Boldini, I Dan, che ha allenato i ragazzi per tutto questo tempo. Ho avuto anche io, praticante di questa Arte Marziale da tre anni, l’occasione di assistere a questo evento, non avevo ancora mai incontrato i ragazzi dell’Associazione, ma avendo in comune la grande passione per il ju jitsu sono stata entusiasta di partecipare. Se devo essere sincera ieri in macchina sulla via Pontina che mi conduceva a Pomezia ero agitata. Non ho mai avuto modo di confrontarmi con una realtà diversa dalla mia quotidianità se non per qualche sporadico episodio, e l’idea di passare un intero pomeriggio immersa in quello che consideravo un universo parallelo mi spaventata. Scese le scale che portano all’entrata dell’Associazione è stato come se tutti questi pensieri non mi fossero mai passati per la testa. Non parlo di diversità, di situazioni delicate e di quanto tutto questo mi abbia emozionato, ma parlo della condivisione di uno sport, parlo di brusii e di preoccupazioni per l’esame che dovevano sostenere. Parlo di un affetto incondizionato che mi hanno dimostrato appena varcato la soglia. Questo affetto l’ho visto nei sorrisi e nell’aiuto che i ragazzi mi chiedevano nell’allacciare la cintura. Nelle loro preoccupazioni nel non ricordare una mossa o una posizione. Nei loro occhi ho visto una grinta che noi raramente mettiamo se non dopo cazziatoni o richiami all’ordine. Ho visto i loro occhi brillare nel ricordarsi il nome di un calcio, e li ho visti esultare uno per uno per il diploma di jujitsu che hanno conquistato. Questi ragazzi mi hanno fanno sentire parte di un tutto prima di allora per me sconosciuto. Venivano a chiedermi di scattare una foto con i loro attestati, orgogliosi di aver ricevuto i complimenti dal maestro, che per tutto questo tempo si è impegnato a fare di questo sport un punto di incontro fra storie diverse, insegnando prima di tutto le regole di un dojo che ieri, tutti, hanno dimostrato di conoscere, nel saluto, nello stare in posizione di attesa, nella guardia. La foto più bella, come accade spesso, è quella che non ho scattato, quella degli abbracci e di loro che mi chiamavano per farmi vedere il loro nome sul diploma, che mi hanno ringraziato per essere andata lì. Ma io non sento di dover essere ringraziata, quanto piuttosto di ringraziare. Sarebbe troppo facile e riduttivo scrivere che dovrei essere io a ringraziare loro per tutto quello che mi hanno trasmesso. Tuttavia per qualcosa devo dire grazie. Entrando in quella sala pensavo di dover affrontare un esame.

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Pensavo di dovermi mettere alla prova cercando di comportarmi al meglio in una situazione che non conoscevo. Invece ho trovato una parte di quella famiglia di cui i miei maestri mi hanno sempre parlato, che semplicemente ancora non avevo incontrato. Tornando a casa continuava a tornarmi in mente una poesia che mi aveva fatto leggere una ragazza, Giulia, poco prima di andare via dedicata ad una volontaria dell’Associazione. C’era una frase di quella poesia che continuava a girarmi in testa che diceva “grazie, perché rendi questa vita un po’ più bella”, ecco io la cosa più importante che ho imparato ieri è stato dire grazie perché anche loro hanno reso la mia vita un po’ più bella, perché penso che nessuno mi abbia mai sorriso in quel modo. Tornando a casa ho provato una felicità che non riuscirei a spiegare. L’ho sentita dentro. L’ho sentita nel condividere un qualcosa di nostro, qualcosa che solo io e loro avevamo in comune, nessun altro: non c’erano barriere, non c’erano diversità ma c’erano solo atleti, uniti per il jujitsu, per uno sport che mi ha messo alla prova continuamente da quando l’ho iniziato, e ieri mi ha messo davanti a quella più grande che senza il loro aiuto non avrei mai superato. Roberta Zenobi

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MATURITA’: CHE FACOLTA’ SCEGLIERE? PICCOLA GUIDA PER GLI STUDENTI NEODIPLOMATI CHE ANCORA NON SANNO QUALE STRADA PRENDERE

n una società dove trovare lavoro è sempre più difficile e dove, al contrario, le notizie più frequenti riguardano licenziamenti, mobilità e cassa integrazione, i giovani guardano spaventati al loro futuro. Chi è proprio in questi giorni alle prese con gli esami di maturità deve decidere cosa fare il prossimo autunno: proseguire gli studi oppure no? E, se sì, quale potrebbe essere la facoltà che offre maggiori opportunità di lavoro? Si deve poi calcolare che studiare richiede sacrifici anche economici, quindi chi si iscrive non deve farlo a cuor leggero. In Italia sono ancora troppi gli studenti che lasciano già al primo anno, con l’unico risultato di aver perso tempo e soldi. Una maggiore consapevolezza di quello che ci si deve aspettare può essere utile per fare la scelta giusta. Se analizziamo la situazione dal punto di vista delle prospettive di lavoro i dati registrati nell’ultimo anno indicano che, vista la crisi, le imprese che operano nel mondo economico-statistico hanno ridotto le assunzioni del 30%, con picchi del 38% per gli ingegneri. Di contro, sono aumentati i posti di lavoro offerti agli psicologi – addirittura del 154% - ed ai letterati in genere (24%). si assiste poi ad un ritorno di richieste di medici, sia generici che specialisti, e si stanno aprendo interessanti opportunità nei settori delle nuove e bio-tecnologie, dell’ambiente e delle energie alternative. Secondo le ricerche effettuate da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario punto d’incontro tra e orientamento tra

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laureati e mondo del lavoro, una delle figure più ricercate è quella di infermiere, soprattutto con la specializzazione in emergenze e per l’assistenza domiciliare. Medici, ostetriche, odontoiatri e tecnici della riabilitazione, ad un anno dalla laurea, hanno trovato lavoro nel 97,7% dei casi. Alte le percentuali anche per i laureati in Ingegneria, nonostante il calo di assunzioni: dopo un anno lavorano il 70,2% degli ingegneri, mentre dopo 5 hanno trovato occupazione il 93,7%. Le aree dove c’è più richiesta sono quelle della chimica, elettronica, meccanica, energia, tutela e valorizzazione dell’ambiente. I dati confortano anche chi si laurea in lettere o in lingue: ad un anno dalla fine degli studi l’80% ha trovato lavoro come insegnante. Bisogna però tenere conto della riforma e del blocco delle assunzioni. In questi ultimi anni a trovare maggiori difficoltà sono stati i i laureati in Scienze della Comunicazione, soprattutto se cercavano lavoro nel mondo dell’editoria o della pubblicità. Maggiori possibilità, invece, con lavori collegati ad internet o nelle pubbliche relazioni. Chi sceglie Giurisprudenza deve sapere che il percorso sarà duro: dopo un anno dalla laurea ha trovato lavoro solo il 19% dei giovani, ma, dopo 5 anni, soprattutto se si è svolto del praticantato, la percentuale degli occupati sale ad un bel 83%. Anche chi sceglie Architettura non avrà vita facile, visto che al momento il settore non offre grandi opportunità, anche se, adattandosi, dopo un anno avrà tro-

vato lavoro il 70% e dopo 5 anni l’89% degli architetti. I commercialisti, esperti contabili, economisti e statistici riescono a trovare lavoro dopo un anno nel 62% dei casi, e dopo 5 nel 88,6%. I settori che offrono opportunità migliori sono quelli della consulenza tributaria e gestione legale, la mediazione civile, la gestione delle crisi aziendali e degli aspetti ambientali, l’economia sanitaria e le nuove tecnologie. Chi vuole iscriversi alla facoltà di Scienze Politiche e Sociali deve sapere che, ad un anno dalla laurea, lavora il 61,5%, che sale all’87% dopo 5 anni. I maggiori sbocchi sono negli enti pubblici e nell’editoria, ma bisogna calcolare un forte calo delle assunzioni sempre a causa della crisi. Chi vuole fare il ricercatore sa già che probabilmente il suo futuro sarà all’estero: dopo un anno trovano lavoro, a paghe molto basse, solo il 32% dei laureati. Meglio fare l’informatico, il fisico o il matematico: soprattutto grazie a corsi post laurea, queste figure sono sempre più ricercate da banche, assicurazioni ed enti pubblici. Insomma, iscriversi all’università per essere più colti, più preparati e competitivi per entrare nel mondo del lavoro, ma anche perché, in questo preciso periodo, dove nessuno assume, non ci sono molte alternative a quella di restare a casa a guardare la TV.

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Università

UNIVERSITA’ DI POMEZIA: QUALE FUTURO? BLOCCATE AL MOMENTO LE NUOVE ISCRIZIONI, SONO COMUNQUE GARANTITI I CORSI GIÀ INIZIATI. NEL FRATTEMPO SI CONTINUA A LAVORARE PER FAR DIVENTARE IL CAMPUS UN CENTRO DI ECCELLENZA UNIVERSITARIA

a Pomezia cosa succede? L’anno accademico è appena terminato, ma già bisogna guardare al prossimo. Il Campus Universitario Selva dei Pini sta vivendo una fase di transizione non indifferente: dal rischio chiusura paventato alla fine dell’inverno, ai progetti di ampliamento illustrati in primavera, per approdare ad una preoccupante fase di stallo ad inizio estate. Gli incontri e le intese che stavano rafforzando i rapporti con la sede centrale della Sapienza di Roma si sono bloccati anche a causa della crisi politica e delle dimissioni del sindaco De Fusco, il quale – insieme al presidente del Consorzio Universitario Piergiorgio Crosti – aveva gettato i ponti per una proficua collaborazione con il Rettore Luigi Frati. Per capire quale sarà il futuro del Polo Universitario di Pomezia abbiamo parlato proprio con il dott. Crosti, il quale esordisce tranquillizzando gli studenti. “Voglio chiarire che tutti i corsi già iniziati proseguiranno almeno fino al loro termine naturale, quindi i ragazzi potranno arrivare fino alla Laurea frequentando il nostro Ateneo. Diverso è il discorso che riguarda i nuovi corsi in programma: per quelli, almeno al momento, non prevediamo iscrizioni”. Come mai? “Stiamo rivedendo l’accordo con la Sapienza: intendiamo dare un’importanza diversa alla nostra sede, che altrimenti non avrebbe ragione di esistere. Per questo vogliamo renderla un centro di eccellenza, un punto di riferimento del quale non si possa fare a meno, un valore aggiunto all’intero territorio”.

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In che modo ci si potrebbe riuscire? “Riprendendo il discorso con le aziende della zona, per capire quali siano le figure lavorative di cui necessitano, in modo da articolare percorsi di studio adatti ad entrare direttamente nel mondo del lavoro. Il Consorzio vuole agire in piena collaborazione con l’amministrazione comunale, che deve poter decidere sulle scelte da fare. Per avere maggiore stabilità economica stiamo richiedendo, grazie anche all’intervento di alcuni consiglieri provinciali, la partecipazione come soci sia della Provincia di Roma che della Regione Lazio. Questo garantirebbe più ampie prospettive di crescita per l’Università di Pomezia”. C’è il pericolo che i problemi politici si ripercuotano sull’Università, visto che è di proprietà del Comune? “Non credo, perché il percorso intrapreso va al di là della politica, ma riguarda la cultura ed il mondo del lavoro. Comunque vadano le cose adesso e alle prossime elezioni, bisogna ricordare che la cultura è un bene di tutti, sia di destra che di sinistra, che dà possibilità di sviluppo e prestigio a tutta Pomezia. Come afferma anche l’OCSE, nell’arco della vita lavorativa i laureati hanno un tasso di occupazione più alto di 10 punti rispetto ai diplomati, oltre ad una retribuzione più alta di circa il 55%. Questo deve far capire a tutti che investire sull’Università è importantissimo: quando si uscirà dalla crisi economica che ha travolto l’intero mondo e ci sarà la ripresa, ad essere premiati saranno coloro che hanno investito di più e meglio nell’istruzione. In ogni caso, l’impostazione degli accordi con La Sapienza ci consente di proseguire la strada che dovrebbe portare il Campus a diventare un vero e proprio Polo Universitario alternativo a Roma per tutti quegli studenti che vengono dalla provincia sud. Ricordiamoci che ora Pomezia è conosciuta a livello internazionale anche per la sua Università, grazie ad iniziative come il CEAS, ai convegni interuniversitari ed alle varie manifestazioni che vengono periodicamente organizzate”. A proposito di manifestazioni, è previsto qualcosa per questa estate? “Assolutamente sì. Partiremo con un progetto di “Orientamento matricole”, atto ad indirizzare gli studenti delle scuole superiori che ancora non hanno ben chiare le idee sul loro futuro scolastico e lavorativo. Si tratta di una “tre giorni” durante i quali ogni facoltà mette a disposizione uno stand illustrativo, con professori, studenti e personale amministrativo che risponderanno a tutti i quesiti che verranno posti dai neo diplomati. Ci sarà la possibilità di valutare le prospettive di

lavoro che i vari corsi offrono ed il loro grado di difficoltà. Avremo l’Università aperta, in modo che i ragazzi possano vedere con i loro occhi quale ambiente troveranno e di quali servizi potranno usufruire. Vogliamo impostare questa iniziativa come una festa dei giovani e per i giovani, che, oltre a ricevere informazioni, troveranno nel Campus un punto di aggregazione. Se il progetto riscuoterà il successo che ci aspettiamo lo ripeteremo anche negli anni a venire, ampliandolo sia come durata che come servizi”. Altre iniziative che partiranno a breve? “Anche quest’anno la nostra Università è stata scelta come sede per il Global Village. E’ la prima volta che succede, solitamente la location viene cambiata ad ogni edizione, ma l’ottima riuscita del settembre scorso ha spinto gli organizzatori a rivolgersi a noi anche per questa edizioni. Siamo ovviamente fieri ed orgogliosi di questo, perché significa che abbiamo lavorato bene non solo per l’Università, ma anche per la città, che viene conosciuta da studenti provenienti da tutta Italia. Ricordo che questa manifestazione offre ai migliori laureati – tutti con votazione superiore a 100 – di interfacciarsi con il mondo del lavoro, grazie ad incontri mirati con le aziende di tutto il territorio nazionale e grazie anche all’intervento di illustri esponenti del mondo dell’economia, che metteranno la loro esperienza a disposizione dei ragazzi”. Per finire, sempre questa estate il Campus ospiterà la festa organizzata dall’ONU sui Diritti Umani. Si svolgerà a settembre e metterà Pomezia sotto i riflettori per l’importanza dell’avvenimento. Alessia Ambra Achille

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Cinema

PRINCE OF PERSIA IL VIDEOGAME DIVENTA FILM ELIO GERMANO VINCE LA PALMA D’ORO COME MIGLIORE ATTORE E AFFIANCA MOSTRI SACRI DEL CINEMA COME TOGNAZZI, GASSMAN E MASTROIANNI

he sia un segno dei tempi difficili della cinematografia americana di intrattenimento, o solo una trovata straordinaria della Disney per battere la concorrenza, stavolta è il cinema che ruba l’idea all’industria dei videogames e non, come accade sempre, il contrario. Se infatti, abbiamo visto trasformarsi in gioco elettronico i vari eroi cinematografici non era ancora mai accaduto (se non per il noiosissimo Tomb Raider che volentieri avremmo voluto dimenticare) che un personaggio così popolare tra i giovanissimi come l’eroe del gioco Prince of Persia diventasse un film.

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Ambientato nella Persia medievale, il film racconta le avventure del Principe Dastan, che fa coppia con la principessa rivale Tamina per fermare un sovrano arrabbiato che vuole scatenare una tempesta di sabbia che può distruggere il mondo. Diciamo subito che a noi il film ha divertito: alternando bellissimi effetti speciali e magistrale ironia che strappano risate in sala, scorre benissimo nei suoi 116 minuti e la mano sapiente di Mike Newell, che ha un passato da commediante inglese, ma che ha diretto il miglior Harry Potter che si ricordi, quello del Calice di fuoco, si sente.

Alcune idee sono davvero notevoli, in sagacia e allegoria storica, come quando l’esercito persiano invade la città santa di Alamut, perché si vocifera che là si preparano armi terribili contro i nemici del Paese ( forse qualcuno penserà a Bush che cercava l’arma di distruzione di massa di Saddam?) ed divertentissime sono anche le arrampicate sul palazzo nemico usando come appigli le frecce e la corsa degli struzzi, con grande soddisfazione per tutti gli amanti del genere cinematografico “passo due ore in allegria” . Il principe Dastan è interpretato da Jake Gyllenhaal, affascinante mascalzone che avevamo amato in ruoli molto diversi come Donnie Darko e Brokeback Mountain e che qui è bravissimo in un ruolo non facile, mentre la Principessa Tamina è Gemma Arterton bella, molto bella, solo bella. Ma il cast si arricchisce di due grandissimi sparring partner, due Lord inglesi che rubano la scena come Ben Kingsley e Alfred Molina, che regalano al un tocco Shakesperiano. Insomma ci si diverte, tutto scorre fino all’atteso lieto fine, che del resto, nei videogames come nelle storie Mauro Valentini della Disney, c’è sempre!

CENTO ANNI DI STORIA DI PRATICA DI MARE

ANTONIO SESSA PRESENTA IL SUO ULTIMO LIBRO ’ stato presentato lo scorso 27 Giugno, ovviamente nella suggestiva cornice del Borgo, il libro “Cento anni di storia di Pratica di Mare e dintorni (1910-2010)”, scritto da Antonio Sessa, insegnante ora in pensione e giornalista de “Il Pontino”. La prefazione è stata fatta da Luigi Celori, che nel Borgo di Pratica è nato è cresciuto. Il libro vuole documentare la storia straordinaria del Borgo, iniziata con una leggenda antica nel corso dei secoli e proseguita con grandi avvenimenti fino ai nostri giorni. Ma è soprattutto la testimonianza degli abitanti del luogo, protagonisti oculari di questa storia, che emerge nella lettura di questa pubblicazione. Alla cerimonia di presentazione erano presenti, oltre ai rappresentanti istituzionali, anche i Principi Borghese, Pierfrancesco e Grazia, che hanno un rapporto d’amore infinito verso questo piccolo paese, tanto che stanno attivamente contribuendo alla ristrutturazione, partita dalla Chiesa. “Ho visto la Principessa Grazia armata di spugna tam-

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ponare delicatamente la parete di quello che una volta era l’altare – ha ricordato il Sindaco De Fusco – tutta impolverata, non si curava certo del proprio aspetto,ma aiutava fattivamente le restauratrici nel loro lavoro”. “Ho scritto questo libro perché dobbiamo far scoprire ai giovani la nostra storia e le nostre origini, e ricordare quanto accaduto nel passato a chi questa storia l’ha vissuta”, ha dichiarato Antonio Sessa. “Devo ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato a reperire il materiale, che mi hanno raccontato le loro storie e mi hanno fatto partecipe delle loro vite. Scrivere di questo Borgo è stato come fare un salto nel passato, la stessa impressione che può avere quel visitatore che non era mai stato in questo bellissimo posto. Al libro abbiamo aggiunto un CD, che racconta con un mix di parole ed immagini la magia degli anni passati”. “Ho avuto la fortuna di vivere la mia infanzia nel borgo – ha aggiunto Luigi Celori - dove ho appreso da quella

gente semplice e forte, importanti valori della vita: quelli del lavoro, del sacrificio e del rispetto della natura. Erano uomini e donne arrivati agli inizi del ‘900 da tutte le parti di Italia che posero le basi per una società dell’accoglienza che d’allora è stata una peculiarità importante del territorio. Era quindi doveroso che non la storia del borgo ma di queste persone fosse conosciuta. E’ soprattutto importante che la conoscano i nostri giovani a cui purtroppo cattivi maestri hanno insegnato che tutto è facile e tutto si può avere senza fatica. Una volta non era così, ed è bene che le nuove generazioni lo sappiano. Mi auguro, quindi, che questo libro induca ad una riflessione su quello su cui si basava il vivere quotidiano e a trarne insegnaAlfredo Corrao mento”.


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Sport Calcio

POMEZIA CALCIO: SFUMATO IL SOGNO DELLA SECONDA DIVISIONE I ROSSOBLU, DOPO AVER VINTO LE SEMIFINALI DEI PLAY OFF PER 1-0, HANNO PERSO 3-0 CONTRO UN MATERA DECISISSIMO A SUPERARE IL TURNO

’ terminato con un brusco risveglio il sogno a lungo cullato dal Pomezia Calcio: la finale dei Play Off della Serie D è sfumata infatti a Matera lo scorso 20 Giugno, perdendo sempre più consistenza man mano che ci si avvicinava al fischio finale dell’incontro di ritorno delle semifinali. La partita dell’andata aveva visto trionfare i ragazzi del Mister Claudio Lanza per 1-0. Il risultato dava buone speranze ai pometini, visto che per passare il turno sarebbe bastato un pareggio. Ma il punteggio ottenuto nella città dei sassi è andato oltre ogni più funesta previsione: Il Matera ha infatti vinto per 3 -0. Le speranze dei rossoblu sono durate per un’ora, ma, quando ormai giocatori e tifosi cominciavano a crederci, ci ha pensato l’attaccante del Matera Diego Albano, che con il suo gol, siglato al 19’ del secondo tempo, ha azzerato il vantaggio del gol siglato all’andata da Salvatore Novembrino. La partita fino a quel momento era stata

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abbastanza equilibrata, con i padroni di casa che osavano di più in quanto costretti a vincere con almeno due gol di scarto e gli ospiti che si difendevano senza troppi affanni ed ogni tanto si spingevano fino alla porta avversaria. Al 9’ minuto della ripresa, a causa di un fallo netto in area da parte di Colantoni, il Matera ha avuto la possibilità di passare in vantaggio ma l’ha sprecata con Albano, che ha colpito il palo. Ma il bomber biancazzurro ha deciso di farsi perdonare quasi subito, visto che è il suo il primo gol. Il Pomezia non riesce a reagire e, al 35’ si fanno segnare da Antonio Conte. A questo punto i pometini potrebbero reagire, visto che un gol in trasferta regalerebbe loro il passaggio alle finali, ma la squadra sembra imbambolata, non riesce a reagire agli attacchi degli avversari, che non mollano la presa proprio per paura di subire una rete per loro deleteria. Ed il loro impegno viene ancora premiato, visto che il terzo ed ultimo gol arriva proprio a ridosso del fischio finale, grazie ad un tiro di Mirko Carretta. Peccato per il Pomezia, che ha disputato un ottimo campionato ed ha mancato il passaggio all’ex serie C, ora Seconda Divisione, solo per un soffio, ma gli avversari hanno dimostrato di essere più forti, almeno in questa partita. Alla squadra rossoblu va comunque l’affetto dei tifosi, che l’hanno seguita con passione per tutto il campionato, trasferte comprese. Al rimpianto del risultato sfumato si aggiunge anche la tristezza dell’addio del Mister Claudio Lanza,

che lascia la squadra per approdare ad altri lidi. Ma i ragazzi del Pomezia sono ormai abituati ai cambi di allenatore e di modulo di gioco, dimostrando di sapersi adattare in fretta e con ottimi risultati. Risultati che speriamo riescano nel prossimo campionato a premiare questi giovani atleti che portano alto il nome della nostra città. Per dimostrare quanto la squadra sia benvoluta, riportiamo il pensiero di un giovane tifoso, che attraverso un blog parla anche a nome di tutti quelli che domenica erano presenti allo stadio di Matera: “Abbiamo fatto 1000 km , 12 ore di viaggio , abbiamo attraversato la Basilicata , abbiamo avuto il tempo di dare un sguardo alla nazionale e comprare pesche ed albicocche del posto , abbiamo avuto il piacere di arrivare a Matera scortati dalla Polizia , abbiamo avuto il piacere di viaggiare e vedere la partita insieme ai parenti dei ragazzi , abbiamo avuto il piacere di vedere la nostra squadra in un vero stadio , abbiamo avuto il piacere di vedere le lacrime di Andrea Marano e la disperazione di Fiumanò, abbiamo avuto il piacere di ricevere un maglietta in regalo, abbiamo avuto il piacere di aver partecipato a questa serata storica della nostra squadra”. Non dobbiamo infatti dimenticare che il risultato raggiunto dalla squadra quest’anno è davvero storico, da record: mai il Pomezia era arrivato così in alto, superando ogni previsione iniziale. Ma i record sono fatti per essere battuti... Alfredo Corrao

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Sport Volley

MEMORIAL MARCO MAZZUCCHI A VENT’ANNI DALLA TRAGICA SCOMPARSA DEL RAGAZZO, ARDEA GLI RENDE UN CALOROSO TRIBUTO

alcio, ma soprattutto tante, tante emozioni durante la bellissima manifestazione svoltasi a cavallo dei mesi di Maggio e Giugno, che ha visto protagoniste numerose società della nostra regione. Teatro dell’evento il campo dell’Airone Ardea, dove militava Marco prima della tragica nonché prematura morte che aveva sconvolto tutti; oggi, a 20 anni di distanza, amici, parenti e genitori si sono ritrovati ancora una volta per dire a tutti che nessuno l’ha dimenticato e che è ancora nei loro cuori. A fare da cornice il calcio e i bambini, in alcuni casi ragazzi, che si sono contesi i prestigiosi trofei sia collettivi che individuali, con 2 statuette di miglior bomber e miglior portiere consegnate al termine delle finali. Il torneo, suddiviso per fasce d’età, si è articolato in due gironi, ognuno dei quali composto da quattro squadre; come di consueto, le prime due classificate hanno avuto accesso alle semifinali, incrociandosi con le seconde. La giornata conclusiva dell’intera manifestazione è stata Domenica 6 Giugno, iniziata alle ore 15 con la partita degli amici di Marco e terminata con le ultime due finali disputate dai ragazzi del 1996 e 1997, rispettivamente appartenenti alle categorie Giovanissimi ed Esordienti della Federazione; purtroppo, per motivi organizzativi, non abbiamo potuto seguire la prima delle due partite, quella vinta dal Pomezia Calcio ai danni del Valle Aurelia, ma eravamo presenti e abbiamo potuto documentare la seconda, disputata tra Real Pomezia e Trigoria. Per quanto riguarda la cronaca il match ha visto surriscaldarsi gli animi in campo con il passare del tempo anche a causa di una prova non brillantissima del direttore di gara, un po’ distratto in alcune situazioni; il primo

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tempo è stato totalmente ad appannaggio della squadra pometina, passata meritatamente in vantaggio al 32° con un gol di Grieco, dopo numerose occasioni sprecate. Nella ripresa il Real trova addirittura il raddoppio con un’azione spettacolare sull’asse PieriniGrieco-Gagliardi, quest’ultimo realizzatore materiale con uno splendido tiro al volo. Probabilmente già con la testa al trofeo, i pometini si rilassano, scoprendo il fianco alle ripartenze degli avversari, che accorciano le distanze al 22°; ma l’episodio della svolta arriva in pieno recupero nell’area del Real Pomezia quando Capitini, attaccante del Trigoria, viene atterrato clamorosamente in area ma l’arbitro, anziché concedere il giusto penalty, fischia la fine decretando il successo dei bianco-blu e facendo letteralmente infuriare gli avversari. Il tutto è comunque rientrato nel giro di pochi minuti. Per il resto è stata festa grande in campo ma soprattutto sugli spalti, dove le mamme hanno srotolato un lungo striscione in onore dei propri figli, a testimonianza che il calcio, aldilà delle tante polemiche, è ancora uno sport meraviglioso. I calciatori si sono poi trasferiti in un’apposita area per procedere alle premiazioni e ai dovuti ringraziamenti ai genitori di Marco, veri protagonisti della giornata. Infatti prima dei premi sportivi sono state consegnate due splendide targhe commemorative, una da parte degli amici e una da parte della società, simbolo di un affetto che non si è smarrito nel tempo. Inevitabili le lacrime che hanno accompagnato le foto di rito, alleviate almeno in parte dagli applausi del numeroso pubblico che ha voluto, per quanto possibile, essere vicino alla famiglia. Il dolore non si può cancellare, è vero, ma se viene condiviso è più facile da affrontare anche a

diversi anni di distanza. Tornando al calcio, oltre ai trofei assegnati alle formazioni vincitrici, le statuette individuali se le sono aggiudicate Matteo Palazzo e Stefano Di Nardo per quanto riguarda i cannonieri, Stefano Salerno e Dario Mugnaioli come migliori portieri. Al termine ci siamo avvicinati al presidente dell’Airone Ardea sig. Sergio Boeri - organizzatore del torneo insieme al suo staff ed alla famiglia di Marco a cui vanno i nostri complimenti per l’eccellente lavoro svolto. Presidente, anche quest’anno siamo arrivati alla fine.. “E’ stata una bellissima manifestazione che sta ancora proseguendo; l’importante è che i ragazzi si siano divertiti perché questa principalmente è una festa di sport.” Cosa vuol dire dopo venti anni ricordare un ragazzo che non c’è più? “Per noi è importantissimo; tutta la famiglia è ancora all’interno della società, come ad esempio il fratello o il papà, che gestisce il bar. Marco è e resterà per sempre nei nostri cuori.” Un’ultima domanda..L’anno prossimo sarete ancora qui? “Certo, proseguiremo ogni anno questa ricorrenza. Purtroppo era stata interrotta negli anni passati, ma ci sembrava giusto riprenderla e ricominciare in occasione del ventesimo anno dalla tragica scomparsa”. Avremmo potuto rivolgere qualche domanda anche alla famiglia, ma non ci è sembrato corretto; la festa per loro significa anche rievocare il dolore, un vuoto lasciato da un figlio che non c’è più. Tutto questo merita rispetto, perché tali sentimenti non si possono esprimere a parole e né tanto meno ad un microfono. Questa è stata soltanto la festa di Marco e di tutti coloro che hanno voluto partecipare per rendere omaggio, grazie a questo nobile sport, ad un ragazzo che non c’è più ma che non deve essere dimenticato. Luca Mugnaioli


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Rugby

IT’S A BEAUTIFUL DAY SI È SVOLTA A POMEZIA LA FESTA DEL RUGBY

’anno sportivo è terminato da qualche giorno, per cui le associazioni del territorio hanno fatto a gara per premiare gli atleti e le squadre più meritevoli nelle proprie rispettive discipline. Queste iniziative sono un momento di sintesi e di verifica del lavoro svolto, nonché un appuntamento per divertirsi e per stare insieme dopo aver passato un anno sportivo vissuto a tutto sprint. A Pomezia, presso il Cinema Teatro S. Benedetto, il Pomezia-Torvaianica Rugby si è riunito per premiare i migliori, organizzando “IT’S A BEAUTIFUL DAY- Festa del Rugby” con video, coppe, medaglie , diplomi e…tanti regali per i più fortunati, con l’intento di valorizzare e far conoscere i migliori rugbysti della stagione. Un momento molto speciale è stato quando sul palco sono saliti i ragazzi che partecipano all’Accademia Federale, tutti atleti locali che sono stati inseriti nel corso dell’anno nelle squadre giovanili azzurre o nelle attività federali di prestigio. Nella foto

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vediamo proprio loro, assieme al Presidente Claudio Liberatore e a Marco Mesturini, ormai ex Presidente del Consiglio Comunale, mentre vengono acclamati dal pubblico presente in sala. Sono ritratti: da sinistra Roberto Catalini, premiato con il Pallone d’Oro per essere stato il miglior Dirigente Societario della stagione, Claudio Liberatore, Cesare Meneghetti, Giordano Succurro, Adriano Daniele, Sami Drissi, Marco Mesturini e Federico Fraigola. Per l’occasione tutti hanno cantato l’Inno Nazionale, mentre alle loro spalle il video appositamente elaborato alternava le immagine delle frecce tricolori con quelle della squadra azzurra di rugby. E’ stato emozionate vedere con quanta partecipazione tutti i presenti , piccoli e grandi, hanno interpretato l’Inno di Mameli. Sul palco poi sono saliti, guidati dal Capitano Marco Orsara, sotto una autentica ovazione, i ragazzi della squadra del Liceo Pascal, vincitori del Torneo Studentesco Città di

Pomezia, accompagnati dalla loro insegnate di Educazione Fisica Rosanna Ferrario, poi quelli dell’IPSIA Pomezia, seconda classificata, e infine quelli dell’Istituto Albafor, giunti al terzo posto. La parte migliore l’hanno ricevuta i ragazzi delle scuole della DON MILANI di Torvaianica, quelli del 2° Circolo Didattico di Pomezia e quelli delle giovanili del Torvarugby, tutti “mischiati” insieme, come un solo gruppo di fratelli. E’ stata una ondata di gioventù, una botta di adrenalina e di allegria per tutti. Anche per loro c’è stata la sorpresa di vedere il video delle loro imprese proiettato direttamente sullo schermo dietro le loro spalle, e di riceve il diploma di partecipazione dalle mani dei loro istruttori. Per ultimo è stato premiato il Pallone d’Oro per la categoria Atleti, ovvero il miglior giocatore in assoluto di tutta la stagione, l’esempio per tutti, sia come impegno che come dedizione alla squadra: Gianluca Gozzi della categoria under 18. “Questi ragazzi sono la meglio gioventù!... ” ha esclamato alla fine il Presidente Liberatore, ringraziando tutti gli atleti e tutti i dirigenti intervenuti, mentre più di una mamma, alla fine, aveva gli occhi rossi per l’emozione. C.L.

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Sport

CRESCERE CON LA DANZA COS’È LA DANZA? UNO SPORT, UNA DISCIPLINA, UN’ARTE? n effetti, la danza è tutte queste cose insieme, ma soprattutto è uno strumento di grande efficacia per guidare e migliorare la crescita psico-fisica di un individuo. Purtroppo, la realtà del nostro paese è fatta di una gran confusione, scatenata dalla mancanza di norme che indichino parametri utili a riconoscere i pochi professionisti abilitati a questa materia, motivo per cui esistono numerose realtà di sedicenti scuole/accademie di danza, inserite in contesti incompatibili con la danza stessa, o comunque privi delle minime caratteristiche necessarie ad un giusto svolgimento delle attività didattiche, oltre che gestite da personale non qualificato e, in troppe occasioni, impostate dando priorità ad un cospicuo guadagno piuttosto che alla realizzazione di un percorso serio. Cosa succede in una sala di danza? Come previsto dai programmi accademici, i primi approcci dovrebbero avvenire in età scolare, ovvero con il compimento dei 6 anni di età. Questo per due motivi fondamentali: la necessità che i bambini abbiano già avuto un approccio con la figura dell’insegnante ed il raggiungimento del minimo indispensabile sviluppo corporeo che consenta la possibilità di un utilizzo non più libero del proprio corpo. In altre parole: se il bambino non ha già l’abitudine a seguire la figura del maestro nella scuola dell’obbligo, non potrà accettare quella del maestro di danza, visto il naturale istinto di qualsiasi ragazzino a muoversi liberamente quando ascolta musica; questo momento coincide naturalmente con la definizione di un apparato muscoloscheletrico in grado di sostenere i primi sforzi dati dal lavoro proposto nella sala di danza. In effetti, nel tempo questa età minima si è spostata ai 5 anni, visto l’inserimento più precoce dei bimbi nel sistema scolastico, nonché l’appurata velocizzazione dello sviluppo corporeo. Rimane comunque il fatto che, prima di tale età, non ha alcun senso parlare di lezioni di danza: la necessità, nei primissimi anni di vita, di dare libero sfogo alla fantasia e creatività senza freni inibitori non può essere compatibile con il rigore, seppur proporzionato all’età, necessario in una classe di danza. Insomma, tutti questi “corsi per bambini dai 2 ai 4 anni” non hanno altro risultato che confondere i giovanissimi con l’illusione che la danza sia qualcosa di molto più simile ad una ludoteca, un posto dove “giocare alle ballerine”. Un sano percorso, invece, prevede un approccio fatto

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di esplorazione gradualmente cosciente del proprio corpo e dello spazio circostante, attraverso stimolazioni sonore e musicali; si educa l’orecchio ad un più attento ascolto della musica, così come si esplorano le varie parti del corpo, seguendo un preciso programma didattico che parte dall’utilizzo del pavimento ad accompagnare una corretta impostazione della postura, in una fase della crescita in cui si definisce l’assetto di tutta la colonna vertebrale. Niente è lasciato al caso; ogni specifica parte del corpo, in maniera progressiva e sempre più capillare, viene curata e sollecitata ad evolvere. Naturalmente, nella coscienza dei più piccoli, questo percorso viene percepito con un’iniziale illusione di gioco alternato a lavoro, in un crescendo di abitudine ad interagire con se stessi in maniera sempre più esigente quanto gratificante. Le tempistiche evolutive delle difficoltà inserite nelle lezioni sono a cura del maestro, che dovrebbe avere la competenza di adeguare il programma da svolgere alle risposte di ogni gruppo di allievi: si parla comunque di esseri umani, pertanto caratterizzati da differenti capacità di apprendimento e di percezione istintiva del proprio corpo. E proprio perché si parla di persone, altro aspetto fondamentale della classe di danza è il percorso di approfondimento interiore, molto più complesso rispetto a quello fisico. La sola stimolazione del controllo così capillare del proprio corpo, infatti, sprigiona un mondo vastissimo fatto di incertezze, paure, muri da superare che possono diventare insormontabili se non accompagnati dal giusto supporto di una guida competente. Mettersi alla prova vuol dire scoprire i propri limiti e decidere di lavorare duramente e con costanza per superarli, per questo la danza è a tutti gli effetti una disciplina, che come tale offre la possibilità di migliorarsi “da dentro” ogni giorno. Pensando alla delicatissima fase della crescita, in un’epoca in cui la società regala ai ragazzi l’illusione di una realtà fatta di facili vittorie senza lotte, la danza offre l’opportunità di uscire dall’opprimente condizione di possedere cose per ottenere le quali non si è fatto assolutamente nulla, il che equivale alla possibilità di trovare dentro se stessi la forza e la voglia di sfidarsi per migliorarsi, quindi mettere persone migliori a disposizione di questa società. E’ necessario, dunque, affidarsi a strutture serie e personale qualificato: professionisti che abbiano la capa-

cità e l’interesse di stimolare giorno per giorno, nei modi adeguati al particolare momento fisico ed interiore di ogni ragazzo, la voglia e la forza di superare i propri limiti. Tutto ciò ovviamente necessita, come spiegato inizialmente, di ambienti con caratteristiche tali da permettere il necessario livello di concentrazione ed aggregazione: sale con pavimenti elastici specifici per il delicato corpo dell’allievo in fase di crescita come di potenziamento, locali che non offrano nessun tipo di distrazione o sguardo dall’esterno. Durante la lezione ci si mette a nudo con la propria anima, pertanto perde di qualsiasi significato l’ambiente che può essere attraversato o osservato dall’esterno. Possiamo dedurre senza ombra di dubbio che la danza non può essere considerata uno sport agonistico: non è un concorso a premi! In un percorso di esplorazione del proprio corpo e stimolazione della creatività, che senso ha il concetto di “gara”? Negli sport agonistici, vince chi segna più punti, chi va più veloce, salta più in alto, eccetera… la danza evidentemente non può rientrare in queste categorie. La realtà è che, nell’era del consumismo, le aziende che si occupano della produzione di materiale di consumo per la danza hanno trovato questo facile sistema di diffusione: i concorsi, in cui si vincono coppe o gadget di vario tipo. Naturalmente, chi si occupa di danza in maniera commerciale trova giusto far partecipare assiduamente i propri allievi a queste situazioni, dove si snatura la fondamentale caratteristica di condivisione della passione per la più antica delle forme d’arte, sottraendo tempo prezioso al percorso di approfondimento che necessita una regolarità nello studio in sala; tempo che viene assorbito totalmente dalla preparazione delle coreografie da portare ai concorsi. Se non si studia non si affina la tecnica, se non ci si esplora dentro non si è in grado di produrre arte, quindi che senso ha? “Chi non conoscerà mai il piacere di entrare in una sala con delle sbarre di legno e degli specchi, chi smette perché non ottiene risultati, chi ha sempre bisogno di stimoli per amare o vivere, non è entrato nella profondità della vita, ed abbandonerà ogni qualvolta la vita non gli regalerà ciò che lui desidera. E’ la legge dell’amore: si ama perché si sente il bisogno di farlo, non per ottenere qualcosa od essere ricambiati, altrimenti si è destinati all’infelicità” (Rudolf Nureyev) Laura Sechi


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Rubrica Bon Ton

ESSERE EDUCATI E’ UN ARTE SOPRATUTTO D’ESTATE NON VANNO AFFATTO DIMENTICATE LE BUONE MANIERE

“E’ periodo di vacanza, ma non nego che sono terrorizzata dall’inciviltà di alcuni, in particolar modo nelle nostre spiagge affollate . . .” Anna Maria Sensini i è vero, l’estate è arrivata e per alcuni sembra che anche le buone maniere siano andate in vacanza. Noi proveremo a dare qualche consiglio nella speranza che possa servire quantomeno a pensare che il sogno di tutti è trascorrere delle giornate di riposo in piena libertà, senza essere disturbati dalla maleducazione altrui. Quindi sarebbe il caso di non dimenticarsi del galateo e non abbandonarsi a comportamenti incivili anche in vacanza, come se tutto il resto dell’anno si fosse stati costretti in una pri-

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gione di buone maniere e si fosse finalmente liberi di mostrare la propria “VERA” natura un po’ troppo selvaggia. Per esempio al mare ricordarsi sempre che: - tutti i rifiuti vanno riposti nel cestino o, se non disponibile, messi in un sacchetto e portati a casa. - non bisogna invadere lo spazio dei vicini con asciugamani e altro e mai sfruttare i loro ombrelloni e sdraio quando sono assenti. - se ci si allontana momentaneamente, si può chiedere ai vicini di badare alle proprie cose, ma solo se l’assenza è veramente breve: non sono certo venuti in spiaggia per fare i guardiani alla roba altrui. - evitate di gridare e ascoltare la musica ad alto volume. - non organizzate partite a pallone, a racchettoni o altre gare in mezzo alla gente: possono essere pericolose o fastidiose per gli altri, che hanno meglio da fare che assistere a presunte prodezze sportive. - è vero che al mare i bambini hanno diritto a più libertà, ma d’altra parte si dovrebbe anche impedire che i loro giochi sfrenati si trasformino in una vera e propria tortura per i vicini, che sicuramente non amano essere presi a pallonate o a spruzzate di acqua e sabbia. - infine un richiamo va fatto sull’uso del telefonino, che può essere molto invadente e fastidioso, sia per chi lo usa, che non può godere della privacy necessaria, sia per chi sta intorno, che è costretto involontariamente

ad ascoltare brandelli di conversazioni altrui: andrebbe perciò usato con estrema moderazione, soprattutto per non disturbare i vicini, magari avendo la cura di allontanarsi per discrezione. Vi sono poi alcuni suggerimenti di ordine estetico: - ormai il topless non dovrebbe più dare scandalo, eppure esistono spiagge “per famiglie” dove potrebbe offendere la sensibilità altrui. Valutare bene il contesto, quindi, prima di abbandonarsi all’abbronzatura integrale e, se necessario, scegliere un posto dove sia tollerata o, almeno, al riparo dagli sguardi altrui. - le donne dovrebbero rinunciare al trucco pesante e ai gioielli vistosi. - per le coppie si consiglia di non ostentare l’amore sempre e comunque, stando avvinghiati in pubblico o chiamando il partner davanti ad altri con nomignoli dell’intimità.. Ed infine…è certamente questione di gusto personale, ma il costume da bagno dovrebbe essere scelto innanzitutto in base alla propria corporatura, se ci si vuole mettere al riparo da possibili commenti malevoli. “…e noi abbiamo una vera missione, in questa spaventosa miseria italiana, una missione non di potenza o di ricchezza, ma di educazione e di civiltà” (Pasolini) Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale


Corriere10

30-06-2010

15:40

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Giochi

SUPERMARIO GALAXY 2 Genere: Platform Piattaforma: Nintendo Wii Publisher: Nintendo Distributore: Nintendo Sviluppatore: Nintendo

VOTO 9.5

no dei personaggi (se non “il personaggio”) più famosi a livello internazionale del mondo del videogioco è indubbiamente Mario. La principale mascotte Nintendo ha fatto la sua prima apparizione nel lontano 1981 sui cabinati da sala giochi tipici di quegli anni e come protagonista di Donkey Kong. In quella occasione il giocatore prendeva le vesti di quell’omino molto caratterizzato (almeno per l’epoca) che fu identificato dal pubblico americano con il nome di Jump-man. Il noto idraulico (sebbene anche questo mestiere gli fu attribuito quasi spontaneamente dai giocatori solo nei mesi successivi alla sua uscita) aveva il compito di salvare l’amata (colei che diventerà nei titoli Mario successivi la Principessa Peach) dalle grinfie di un terribile gorilla (Donkey Kong). Il successo di Mario continuò poi con Super Mario Bros., in cui subentrò anche suo fratello Luigi. Da lì in poi la strada del successo fu tutta in discesa per ogni nuovo episodio di Super Mario e Nintendo non perse tempo nel trasformarlo in un brand di successo. Fu così che al classico sistema a livelli cosidetto “platform” succedettero vari spin-off (ovvero prodotti derivati dalla serie madre e con sviluppi e risvolti del tutto differenti) come Mario Kart, dove i personaggi dell’universo “Mario” sono impegnati in frenetiche e divertenti gare di go-kart.

U

La nuova generazione di console (notoriamente Nintendo accompagna il lancio di una nuova tecnologia di gioco con un nuovo capitolo della serie Mario) ha portato poi alla creazione di un nuovo capitolo di grande successo dedicato a Mario: Super Mario Galaxy. Il titolo ha letteralmente evoluto il gameplay della passata edizione e mostrato un notevole miglioramento grafico che vantava un level design totalmente originale. Ma non è finita qui per la console Nintendo Wii perché, ricollegandoci direttamente ai nostri giorni, grazie anche al grande successo ottenuto dal primo episodio, è finalmente disponibile Super Mario Galaxy 2. Avete capito bene, si tratta del primo Super Mario 3D con il numero 2 che segue al suo nome. In questo (primo) nuovo sequel il “compito” di Mario è quello di salvare, ancora una volta come in ogni Super Mario che si rispetti, la principessa Peach dal mostruoso Browser. Per questo motivo si è costretti ad esplorare le varie galassie alla ricerca delle SuperStelle, necessarie per avanzare nell’avventura e quindi raggiungere il covo del nemico Browser dov’è tenuta prigioniera la principessa. In modo del tutto identico al precedente episodio, durante la nostra avventura spaziale, Super Mario acquisisce nuovi potenziamenti (tra cui Mario Nuvola e Mario Roccia) che portano delle sostanziali variazioni al gameplay. Ad esempio, Mario Nuvola consente, scuotendo il Wiimote, di salire su una nuvola ed essere trasportati per alcuni secondi. Al contrario con Mario Roccia si può rendere Mario una vera e propria roccia che rotolerà prepotentemente in avanti abbattendo i nemici nel suo cammino. Oltre questi due nuovi potenziamenti troviamo quella serie mosse più

“classiche”, già conosciute nel primo episodio come Mario Ape e Mario Molla. Altra grande novità è sicuramente la reintroduzione di Yoshi, il piccolo dinosauro verde tanto amato da (quasi) tutte le generazioni di giocatori. I potenziamenti non mancano neanche per il dinosauro verde che può mangiare diversi tipi di frutti per ottenere, ad esempio, effetti come quelli provocati dal frutto azzurro che lo rigonfia fino a farlo volare, o di quelli del frutto rosso che lo fa correre a velocità supersonica o infine come quello del frutto dorato che gli consente di illuminare zone altrimenti buie. I livelli si dimostrano da subito molto più variegati e propongono sfide sempre nuove e divertenti, passando dal 2D al 3D, invertendo la gravità, con nemici e boss sorprendenti e dalle caratterizzazioni uniche. In alcuni livelli vi è anche la possibilità di sostituire Mario con Luigi, mantenendo comunque invariato il gameplay. Dal punto di vista tecnico Super Mario Galaxy 2 sfoggia un motore grafico ai massimi livelli consentiti della console casalinga Nintendo Wii, dimostrando di essere in grado di riprodurre immagini particolareggiate che animano le avventure di Mario come non era mai avvenuto prima. Di grande impatto anche la colonna sonora che riesce a farsi forza e imporsi come protagonista in più frangenti di gioco grazie a brani orchestrati unici nel loro genere. Inoltre per i fan della serie sono state rimasterizzate vecchie tracce presenti nelle passate edizioni di Super Mario e che aiutano i giocatori ad immergersi maggiormente nel magico mondo di Mario. Concludendo Super Mario Galaxy 2 rappresenta un nuovo sicuro standard per quanto riguarda i titoli platform, grazie ad un comparto tecnico che sfrutta al limite la console Wii e a una longevità assolutamente sbalorditiva che, oltre alle tradizionali 10-12 ore per finire la storia principale, offre quasi 40 ore di divertimento totale aggiuntivo per chi scegliesse di avventurarsi tra le galassie di gioco. Consigliato a chiunque, senza alcun tipo di riserva o limite di sesso, età o

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Corriere10

30-06-2010

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