Il Corriere della Città - Luglio 2020

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Anno 12 Numero 7

LUGLIO 2020 ESCLUSIVO

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I PRIMI BILANCI

CORONAVIRUS Sierologici: boom di positivi al Comune di Pomezia IL SINDACO RASSICURA «Non sono preoccupato»

BUONI SPESA ARDEA «50% di domande respinte» Cittadini chiedono spiegazioni

MANZU' NON SI SPOSTA

La salma del Maestro resterà al Polo Museale

"ZONA 30" A ROMA 2 Amarezza e rabbia tra i residenti

ECCO LA TARTARUGA Un esemplare di "Caretta Caretta" è giunto sul litorale

Editoriale IL CAMBIENTO AD ARDEA? E' IN RITARDO

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tavolta cambia davvero». Ricordate il motto lanciato durante la campagna elettorale del 2017? Uno slogan senza dubbio efficace che permise al MoVimento 5 Stelle di aggiudicarsi la partita elettorale e di salire al governo cittadino. Dopodiché però sappiamo bene cosa accadde: anni evidentemente di una gestione “poco attenta”, dovuta anche a meccanismi tecnici di legge che consentivano, diciamo così, un'Amministrazione delle finanze pubbliche più “leggera” rispetto ad oggi, avevano prodotto una situazione debitoria non più eludibile: da qui la decisione, a dir poco impopolare, della appena insediata Giunta Savarese di intraprendere l'estrema ratio, ovvero la dichiarazione del dissesto finanziario. Una decisione di cui ancora si parla e per la quale, probabilmente, verrà ricordata anche negli anni futuri questa Amministrazione. (continua a pag. 4)



LUGLIO 2020 NUMERO 7

www.ilcorrieredellacitta.com COMUNE DI POMEZIA

Editoriale A rd e a , q u a l e c a m b i a m e n t o ? POLITICA

70 D I P E N DE N T I S U 1 50 POS ITIVI AL Pa g . 4 SI E RO LO G I CO

Intervista a Mario Savarese................................pp. 6-7

Ardea: parla l'opposizione............................pp.8-9 Caso buoni spesa ad Ardea........................pp.10-11 Marina di Ardea, buche e rifiuti.......................p.16 La "zona 30" a Roma 2 non è una "zona 30"...p.18 CRONACA La Tartaruga depone le uova a Torvaianica....p.24 I consigli per l'Estate 2020.......................pp.26-27 L'ultimo libro di Mauro Valentini....................p.32 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 33

P@STA

Le vostre segnalazioni a: redazione@ilcorrieredellacitta.it (P.38)

Pag. 22

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EDITORIALE

Il Corriere della Città luglio 2020

Il cambiamento ad Ardea? Per ora non c'è (segue dalla copertina) È bene comunque ricordare i numeri: il debito complessivo dell’ente al 31/12/2017 era stato quantificato in 21 milioni di euro circa, ridotto all'incirca della metà in sede di liquidazione dato che l’Organismo Straordinario di Liquidazione ha ritenuto equo proporre ai creditori (laddove consentito) accordi transattivi nella misura media del 50%. Dopo questa doverosa premessa è tempo però di fare i primi bilanci sull'Amministrazione a 5 stelle. Come leggerete nell'intervista al Sindaco, il primo cittadino ha riassunto questa prima fase del suo Governo come quella del “lavoro dietro le quinte che servirà per gettare le basi per il futuro” i cui effetti però, per sua stessa ammissione, “possono non essere visibili ai cittadini”. Niente di più vero: buche, scarsi servizi, illuminazione, sicurezza, sono ancora lì, perfettamente al loro posto nelle richieste pressanti della popolazione. Ma questo accade ormai da anni, e di certo tutte le colpe non possono ricadere soltanto sugli ultimi arrivati. A completare il quadro c'è poi nuovamente un passaggio sulla questione finanziaria: come più volte ribadito dal Sindaco, finché tutti “non si metteranno in testa di pagare le tasse” – stavolta però il bersaglio di Savarese si è spostato soprattutto quelli che ad “Ardea hanno le seconde case e non versano il dovuto” - “difficilmente si potrà avere una vera svolta”. E a parlare, secondo il primo cittadino, sono ancora i numeri più volte sventolati: un'evasione spaventosa che fa mancare nelle casse pubbliche circa 25 milioni di euro ogni anno, un “dramma” a cui, prosegue il primo cittadino, “l'Ente ha messo in campo tutta una serie di accorgimenti, tra cui Nella foto: nuovi strumenti inforil Sindaco di Ardea matici e il nuovo DiriMario Savarese

L'immagine di Ardea è sempre la stessa. E in copertina ci sono sempre loro: le buche gente”. Al netto di tutto questo però, appare evidente, che qualcosa in più si sarebbe dovuto e potuto fare. Dalla raccolta dei rifiuti, alla questione Salzare, fino ad arrivare alle annose vicende dei Consorzi o degli Usi Civici. Le aspettative della gente erano altissime e forse a Savarese viene rimproverato proprio questo: il non essere riuscito, almeno fin qui, a stare al passo con gli annunci elettorali (del resto l'unico atto “tangibile” sin qui è stato lo spostamento degli uffici comunali in fase di ultimazione proprio in questi giorni). Non solo. Come per Pomezia in certi casi si è venuto anche a spezzare quel filo che legava i cinque stelle ad esempio al mondo delle associazioni o a parte dei cittadini stessi, con la comunicazione istituzione-popolazione che in certi casi si è troncata bruscamente. Dal punto

di vista politico invece, il fatto che l'opposizione lamenti scarso ascolto delle proprie istanze non è certo una novità, considerando anche qui l'esperienza di Pomezia. Cosa è lecito dunque attendersi nei prossimi mesi alla luce di quanto visto? A domanda precisa Savarese – il quale ribadisce di non pensare minimamente “né alle prossime elezioni, né a ricandidarsi” - rilancia con nuovi annunci riguardanti tutta una serie di interventi alcuni dei quali si concretizzeranno già “entro l'anno in corso”. Anzi, qualcosa sarebbe dovuta già partire ma il “Covid ha interrotto tutto seppur temporaneamente”. Altre promesse? A voi la scelta se concedere ulteriore credito al Sindaco oppure no. I conti, nel bene e nel male, si dovranno fare necessariamente alla fine...

Situazione fuori controllo alle Salzare: è uno dei problemi più gravi ad Ardea

Le aspettative della gente erano altissime e forse a Savarese viene rimproverato proprio questo: il non essere riuscito, almeno fin qui, a stare al passo con gli annunci elettorali. Del resto l'unico atto “tangibile” sin qui è stato lo spostamento degli uffici comunali in fase di ultimazione proprio in questi giorni



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POLITICA

Il Corriere della Città luglio 2020

Savarese: «Pronte opere per 5 milioni» Il bilancio del Sindaco di Ardea dopo tre anni di Amministrazione del Movimento 5 Stelle ome riassumerebbe in tre provvedimenti chiave il lavoro svolto della sua Amministrazione sin qui? «Diciamo che sono anche più di tre. Ad ogni modo abbiamo realizzato provvedimenti importanti che magari non sono visibili agli occhi dei cittadini. Tuttavia sono azioni che gettano le basi per il rilancio della città sotto tutti i punti di vista: intanto abbiamo finalmente riportato in Comune una situazione finanziaria trasparente, chiara; il dissesto è stato un passaggio doloroso ma necessario che ci ha consentito di rimettere a posto i conti anche se inevitabilmente ha rallentato il processo di cambiamento; abbiamo risistemato gli uffici e li abbiamo ammodernati, anche dal punto di vista informatico dato che Ardea era rimasta indietro di anni. Così facendo abbiamo efficientato l'intero sistema. Adesso siamo in grado di lavorare molto più velocemente. Collegato a questo c'è il trasferimento della casa comunale che si sta ultimando in questi giorni. Adesso i cittadini potranno essere accolti in un luogo adatto e non come è stato fino adesso. Tali passaggi hanno preparato il terreno per le opere pubbliche che avremmo dovuto far partire quest'anno ma purtroppo è arrivato il Covid a bloccarci, anche se solo temporaneamente. Abbiamo investimenti pronti per 5 milioni di euro, un'enormità per noi, praticamente la metà delle entrate tributarie: rifacimento delle strade, non copertura delle sole buche ma tratti interi da riasfaltare, la riqualificazione del lungomare, realizzazione di infrastrutture, penso all'isola ecologica, e di scuole, i nido soprattutto». Quanto di questo vedrà la luce entro il 2020? «Ci sono oltre 3 milioni per il rifacimento di strade, poi due progetti importanti, quello della riqualificazione del Patio a Tor San Lorenzo e del lungomare a Marina di Ardea. Novità speriamo vi siano anche con il bando del verde dato che abbiamo ricevuto proposte estremamente interessanti che speriamo di vedere già entro la fine dell'anno». Veniamo ai problemi. Ardea dà la sensazione di non cambiare mai soprattutto nelle sue caratteristiche negative: buche, illuminazione,

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Nel 2017 la vittoria del Movimento 5 Stelle ad Ardea scarsi servizi, degrado e abbandono, le critiche sono sempre le stesse da anni. Ci si deve rassegnare a tutto questo? «Io direi di sì. Dobbiamo solo capire perché siamo in questa situazione. E' come una famiglia che ha una sola entrata economica, dove il capofamiglia fa un lavoro molto modesto porta pochissimi soldi. La famiglia allora ha fame e se tu chiedi ai figli di hanno bisogno loro ti risponderanno sempre che vogliono le cose da mangiare. E te lo continueranno a ripetere all'infinito fintanto che non aumenteranno le entrate. Queste cose che lei cita, essenziali, ci sono ancora oggi perché non è mai stato fatto niente per risanare economicamente questa città e di conseguenza non è mai stato possibile accontentare i cittadini. Per fare tali interventi servirebbero peraltro appena due tre milioni di euro all'anno, nulla in confronto all'evasione spaventosa di cui soffriamo, di circa 25 milioni. Noi dobbiamo rientrare in possesso di queste somme ed è quello che, attraverso l'ammodernamento del sistema informatico, il cambiamento del soware, il cambiamento di alcune figure chiave nell'Amministrazione (Dirigenti, Posizioni Organizzative nel settore Tributi), stiamo facendo. Se noi riuscissimo a recuperare la metà di quello che i cittadini di Ardea, o meglio di Roma, perché il cittadino di Ardea le tasse generalmente le paga, è chi viene da fuori e magari qui ha le seconde case che non

lo fa, beh noi saremmo un Paese felice e potremmo anche abbassare le tasse oltre chiaramente a risolvere i problemi». Molti cittadini lamentano problematiche legate al ritiro dei rifiuti e vediamo cosa accade all'Isola Ecologica alle Salzare. Cosa risponde? «Chi lascia la spazzatura in giro è un incivile. Altri magari la lasciano nel piazzale “in buona fede” ma il vero problema è che molti non possono usufruire del servizio di ritiro a domicilio perché non sono in regola con il pagamento della Tari. E non sono pochi: almeno il 40% della popolazione. Se la metà di questi butta per strade i rifiuti ecco lì che la città diventa un'enorme discarica. Poi va da sé che il Comune ha bisogno di isole ecologiche che possano funzionare tutto il giorno come a Pomezia. Noi quest'ano avvieremo la realizzazione di due isole ecologiche: una la realizzerà l'azienda che a breve inizierà il nuovo appalto, l'altra la inizierà il Comune. Vorremmo farne anche una terza ma dobbiamo scontrarci con un'altra atavica problematica del Comune: la mancanza di terreni idonei per realizzare infrastrutture. In questi 50 anni intere porzioni di territorio sono state letteralmente “rubate” al Comune, con imbrogli, con atti e documenti falsi, e ciò ti mette in difficoltà quando devi costruire qualcosa. Ma noi ci stiamo muovendo pesantemente anche su questo fronte». (continua)

«Perché ad Ardea ci sono sempre gli stessi problemi? E' come una famiglia che ha pochissime entrate: se tu chiedi ai figli di cosa hanno bisogno ti risponderanno sempre che vogliono da mangiare e te lo ripeteranno all'infinito fino a che non aumenteranno le entrate. Noi stiamo cercando di fare questo, recuperare l'evasione spaventosa e aumentare le entrate»


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luglio 2020 (segue) Ci sono state critiche per il bando per la concessione degli stabilimenti balneari, tra cui il fatto della gestione per una sola stagione e perché è stato fatto tardi ma ciò pensiamo sia stato inevitabile a causa del Covid. Cosa risponde? «Il fatto che si possa gestire la concessione per un solo anno non è a nostro avviso fattore di scoraggiamento. Ad oggi il concetto di “stabilimento” va inteso in un modo nuovo, non certo in termini di cemento e grosse strutture come forse avveniva in passato. Parliamo di attrezzature semplici e removibili che comportano investimenti minimi e che ti consentono anche di guadagnarci. Spero passi questo spirito perché pensiamo possa essere un'opportunità anche per il futuro e non solo adesso legato alla gestione post-emergenza dovuta al Coronavirus». L'accusa ricorrente verso il Movimento 5 Stelle, lo abbiamo visto prima a Pomezia e oggi ad Ardea, è quella di aver creato un divario quasi incolmabile tra opposizione, associazioni e talvolta perfino con i cittadini. Siete accusati cioè di non ascoltare mai le istanze che provengono al di fuori del MoVimento: si è dato una spiegazione? «Sicuramente c'è un fondo di verità ma dobbiamo cercare di capire perché questo succede. Ad Ardea il mondo dell'Associazionismo è composto da numerosissime realtà che spesso si sovrappongono tra loro; certo la loro è una funzione impor-

POLITICA «Abbandono dei rifiuti? Molti non possono usufruire del servizio di ritiro a domicilio perché non sono in regola con il pagamento della Tari. E non sono pochi: almeno il 40% della popolazione. Se la metà di questi butta per strada i rifiuti ecco lì che la città diventa un'enorme discarica» tante e tutte loro si aspettano in qualche modo di essere a loro volta parte del sistema. Ma poi purtroppo si deve fare i conti con la realtà. Le proposte che avanzano non è che non vengono ascoltate semplicemente ce ne sono altre più pressanti, tra cui quelle che abbiamo citato prima. E' una questione di priorità». Una domanda è obbligatoria: si ricandiderà a fine mandato? «Come ho detto più volte non è questo il mio obiettivo e non mi ricandiderò. Io sono qui per gettare le basi per un futuro diverso, “stavolta cambia davvero” significa questo, tracciare un solco per chi verrà dopo di noi. Ardea la possono risollevare soltanto i cittadini: spero che la nostra esperienza possa servire per il futuro anche in termini di scelta della classe dirigente, in modo da evitare gli sbagli del passato» Teme che la sua Amministrazione possa essere ricordata soltanto come quella che ha dichiarato il dissesto e nient'altro? «A noi non interessa questo. Ciò che conta è gettare le basi per il processo di cambiamento. Molti provvedimenti che abbiamo av-

Il piano dell'Amministrazione: nuove isole ecologiche, rifacimento strade, scuole, riqualificazione del Patio a Tor San Lorenzo e del Lungomare di Marina di Ardea, bando del verde

Nella foto: il Sindaci di Ardea Savarese: a fine mandato non si ricandiderà Ardea, l'abbandono dei rifiuti in strada è una piaga a cui non si riesce a far fronte

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viato sono irreversibili a prescindere da chi verrà dopo, se sarà cioè ancora il Movimento 5 Stelle a governare o meno». Questione delle “Salzare” (sia per la vicenda Usi Civici che per il “Serpentone”), trasparenza sui consorzi, bando per la raccolta dei rifiuti e re-inseriamo la questione delle strade colabrodo. Da qui a due anni sarà cambiato qualcosa o chi verrà dopo di lei comunque si ritroverà a partire pressoché sempre dallo stesso punto? «Posso dire che per tutte queste cose è stato tracciato un percorso. Forse non si riuscirà a portarlo a compimento ma sicuramente la strada intrapresa è quella giusta» Savarese lancia l'allarme sulle scuole: «Ad Ardea abbiamo istituti scolastici che non saranno in grado di rispettare le direttive del Governo sul distanziamento» Adesso la gestione dell'emergenza ha anche un assessore dedicato: quale sarà il ruolo di Possidoni? «Gli Assessori vengono chiamati per gestire le cose più urgenti. L'Assessore Possidoni si occuperà anche del personale del Comune dato che con il trasferimento degli uffici sorgeranno sicuramente nuove situazioni da affrontare. Sul fronte dell'emergenza è una figura chiave perché non ne siamo ancora fuori, anzi. Il rischio Covid è tutt'altro che cessato, anche nel Lazio. Possidoni è un medico e dunque il suo ruolo sarà determinante anche perché ad Ardea tra pochi mesi scoppierà un altro caso, quello relativo alle scuole: abbiamo delle direttive Ministeriali per la scuola che ci metteranno terribilmente in crisi. Ad Ardea non solo non abbiamo scuole ma quelle che abbiamo sono piccole. Alla Nuova Florida c'è una scuola, a Via Varese, con le aule da 25 metri quadri l'una, con i bambini che stanno tutti attaccati. Come faremo noi a rispettare quello che ci impone il Governo o, se vogliamo, la prudenza? L'Assessorato di Possidoni è di vitale importanza e sarà una figura, sensibile, preparata e colta che saprà dare un grande apporto oltre che ad essere vicina ai cittadini».


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POLITICA

Il Corriere della Città luglio 2020

L'opposizione: «Tre anni di nulla 'a 5 stelle'» I consiglieri di minoranza non salvano niente dell'operato dell'Amministrazione Savarese bbiamo chiesto ai consiglieri di minoranza del Comune di Ardea un giudizio sull'operato dell'Amministrazione Savarese in questi primi tre anni. Franco Marcucci (Civica): «Dovc sono finite le soluzioni a tutti i problemi?» «La città sta pagando, come era prevedibile, la scelta di aver dichiarato il dissesto finanziario atto per il quale avevo presentato peraltro anche un ricorso al Tar. L'ho fatto perché sapevo a cosa saremmo andati incontro, e infatti così è stato. Adesso ci ritroviamo con questa spada di Damocle sulla nostra testa – il tutto è avvenuto anche a cifre ben diverse da quelle che avevano 'sventolato', senza contare che parte di quella cifra noi l'avevamo già dilazionata - che impedisce alla città di muoversi in autonomia. Detto questo i risultati fallimentari di questa Amministrazione sono sotto gli occhi di tutti: i problemi sono rimasti gli stessi – dalle strade, alla questione Salzare e così via - anzi, si sono perfino accentuati. Ciò che sorprende è vedere come questo Sindaco e la sua maggioranza, quando stavano seduti in “platea”, avessero, a parole, una soluzione per tutte le cose mentre ora, a conti fatti, improvvisamente sono svanite tutte. Come mai? Penso ad esempio ad una battaglia che lui rivendicava, quella sulla ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti. Non solo non è stata cambiata ma il contratto è stato prorogato di altri tre anni, oltre a quello che era già stato accordato, e ci apprestiamo ad entrare nel quinto. Ad oggi, dopo tre anni, io non ho visto nulla, nemmeno un atto concreto e le poche cose fatte, penso all'ampliamento del cimitero – di cui me ne ero interessato in prima persona - o i lavori per la rete fognaria sul lungomare, provengono dall'Amministrazione precedente. Concludo con la tanto sbandierata “trasparenza”: il Sindaco prometteva massima trasparenza, una “casa di vetro” sull'operato dell'Amministrazione per dar modo a tutti di vedere come lavorava il Governo cittadino. Ebbene quei vetri oggi andrebbero puliti e anche a fondo

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Marcucci: «Il Sindaco e la sua maggioranza quando stavano 'seduti in platea' avevano una soluzione pronta per tutto. Dopo tre anni dove sono finite?»

dato che nessuno, tanto meno la minoranza, sa cosa fanno lì dentro. Cosa serve per Ardea? In vista delle prossime elezioni occorrerà innanzitutto, parlo come centrodestra, ripensare al passato per evitare di ripetere gli errori commessi; in secondo luogo si dovrà cercare una grande personalità manageriale di spicco, con esperienza e caratura nazionale, in grado di saper attirare nuovi investitori ad Ardea e dare modo a chi invece lo ha fatto in passato quantomeno di recuperare i Capitali immessi. Questa è la strada da percorrere per togliere ad Ardea la nomina di “fanalino di coda” del litorale». Simone Centore (Cambiamo): «Sono l'immobilismo a cinque stelle» «Il pensiero su questi tre anni? Sono stati tre anni di nulla assoluto. Hanno dichiarato il dissesto finanziario peraltro gestendolo male. Zero progetti, zero proposte concrete, via vai continuo di Assessori, litigi interni e sono perfino riusciti a portare via gli Uffici da un luogo simbolo per portarli nel dimenticatoio di Rio Verde, sprovvista peraltro di servizi. Di sicuro del cambiamento tanto sbandierato non c'è nulla, ma soltanto un immobilismo a “cinque stelle”. E gli effetti, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. Ad Ardea continua a non esserci nulla e il rilancio, che tanto servirebbe al territorio, è lontano anni luce. Proposte? Io credo che sia più facile di quanto lo rende la maggioranza. E' vero, abbiamo a che fare con un territorio abbandonato da anni,

da tutti, e sicuramente gestito male perché è nato cinquant'anni fa sicuramente con altre idee; abbiamo un Piano Regolatore vecchio, sfruttato che non dà servizi e non dà nulla. Ecco io ripartirei da quello per rilanciare il Paese in tutti i suoi comparti». Luana Ludovici (Lega): «Maggioranza assente e insensibile» «Una maggioranza assente, insensibili ai problemi del paese. «Stavamo meglio quando stavamo peggio», mi verrebbe da dire. La commissione trasparenza e verifica atti, che Presiedo, non riesce ad espletare il suo ruolo per la mancanza continua di documenti, benché richiesti. Un bilancio su questi anni? Nessuna delle promesse fatte è stata mantenuta. L’uso civico dimenticato, il “Serpentone” è una mega discarica i cui fumi sprigionati dai continui incendi mettono a rischio la salute dei cittadini; personale, uffici comunali e commercio sono allo sbando, le strade sono dissestate che sembrano più un paesaggio lunare; la nuova sede comunale da 130.000,00 € all’anno è servita solo per realizzare stanze e locali per Assessori, Consiglieri, Presidente del consiglio e Sindaco con spazi tolti ai lavoratori costretti a dividersi le scrivanie per lavorare. Abbiamo un lungomare da terzo mondo, con servizi inesistenti. Il mio giudizio non può che essere gravemente negativo». (continua)

Le interviste: per l'opposizione di Ardea il Governo del M5S si è rivelato un fallimento su tutta la linea

Da sx a dx: Franco Marcucci (civica); Simone Centore (Cambiamo); Luana Ludovici (Lega); Edelvais Ludovici (FDI)


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luglio 2020 (continua) Edelvais Ludovici (Fratelli D'Italia): «Amministrazione totalmente inadeguata» «Dopo il primo, dopo il secondo ed ora dopo il terzo anno di questa amministrazione pentastellata, direi solo ed esclusivamente inadeguata. Molti sono stati i motivi che hanno determinato la chiusura totale di un governo, che poteva e doveva come in campagna elettorale gridare ed amministrare in "un palazzo comunale di vetro" trasparente. Trasparente cosa? Trasparente dove? Il cambiamento è arrivato da tre anni, ed è arrivato un cambiamento irresponsabile. Riassumo le principali note dolenti: oltre all'incomprensibile decisione di dichiarare il dissesto finanziario, è stata chiusa la Delegazione di Tor San Lorenzo da ottobre 2017. Il governo pentastellato è riuscito a trasferire gli uffici comunali, in un isolato dove si paga un affitto abbastanza consistente a differenza dei canoni precedenti delle altre locazioni degli uffici comunali, situazione presa in carico dalla sottoscritta già all’inizio di questa decisione del governo pentastellato. Inoltre, così facendo, si è toltsa la casa comunale dal centro storico di Ardea. Abbiamo un territorio abbandonato all'incuria, l'immondizia ha superato ogni ordine di civiltà; il lungomare di Ardea, unica risorsa economica di questo territorio, è in uno stato indecente. Si sono

POLITICA messe a bando 10 concessioni demaniali, in ritardo, e per una sola stagione: chi farà un investimento così importante per poi dover smontare tutto dopo pochi mesi? Veniamo al mercato rionale di Tor San Lorenzo, un rebus senza soluzione. Usi civici: altra pedina importante per questo territorio gestita di male in peggio. Piano regolatore generale? Non si sa nulla. La concessione dell'Idrica che scadrà prima di fine anno per passare ad ACEA, cosa si sa? Nulla. Strade devastate, il problema dei Servizi Sociali, il caso dei vigilanti “Covid 19” ai varchi, per i quali sono stati spesi 33.783,63 Iva compresa + altri euro 39.500,00 + Iva 22%, per far identificare i cittadini ai varchi, in una zona come Ardea non definita zona rossa, non identificata come

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zona ad alto rischio contagio covid 19. I cittadini dei Consorzi Lido dei Pini Lupetta e Colle Romito che attendono risposte. Il canile sanitario è una struttura che il Comune non ha e si configura come servizio sanitario essenziale; per non parlare delle vicissitudini e le dimissioni di Assessori e vice sindaci. E' utile infine ricordarci di cosa parlava e cosa trasmetteva al popolo il M5S? È stato trasmesso ai cittadini di voler cambiare un sistema politico amministrativo di antica tradizione. Bene ora ci vivono all'interno, ci stanno bene e sono orgogliosi, praticamente non è cambiato nulla. Una macchina amministrativa deviata, una maggioranza che arranca senza un progetto e senza risposte».

La minoranza: "Dopo tre anni i problemi sono ancora al loro posto, anzi si sono accentuati"


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POLITICA

Il Corriere della Città luglio 2020

Buoni spesa Ardea: no al 50% delle domande Quasi la metà di chi lo ha richiesto non ne aveva diritto. Il Sindaco: «Rammaricati per i ritardi» e l'emergenza Covid-19 raccontato le proprie esperienze. C'è chi, ad stata troppa discrezionalità anche nel concesembra aver finalmente esempio, ha lamentato «l'assenza di comuni- dere i buoni», commenta una signora. Senza concesso una tregua anche cazione da parte dell'Ente circa l'esito contare i ritardi: alcuni beneficiari ad Ardea, lo stesso non si della domanda inoltrata. «Il hanno ricevuto adesso i tickets può dire per gli strascichi danno maggiore è stato quello quando ormai la fase emergenpolemici che la gestione di non sapere nemmeno se ne ziale, almeno nella sua fase I NUMERI proprio dell'emergenza ha portato con sé. Il avevamo diritto», commenta più acuta, è finita. A me Al 26 maggio erano state caso più discusso è stato senza dubbio quello a tal proposito una donna inhanno chiesto di rifare la dolavorate circa 1.900 domande relativo ai buoni spesa: non a caso, a metà tervenuta alla riunione del 17 manda: come è possibile?», su 2.586 arrivate al Comune giugno, alcuni cittadini hanno indetto una giugno. «I requisiti non erano racconta poi un signore. L'alchiari, e il Comune non riunione pubblica proprio per far luce tro problema sollevato è stato ha spiegato bene su come sono stati erogati i ticket quello dell'ormai noto “scatocome funzionava il che consentono di fare spesa nei lone” (inizialmente addirittura apmeccanismo per accedere supermercati o nelle farmacie peso fuori al cancello della sede della BUONI SPESA ai buoni spesa», aggiunge un Polizia Locale) dove i cittadini, che non avecomunali. Sì perché qualAd Ardea sono cuno, ad oggi, ancora non lo arrivati 388mila euro dallo altro cittadino. «Ho trovato vano la possibilità di compilare la domanda ha ricevuto e ha deciso di Stato e 197 mila euro dalla ingiusto essere sottoposto a online, dovevano recapitare le proprie così tante domande da parte istanze. Si discute da un lato se ciò possa aver protestare contro il Comune. Regione Lazio I cittadini: «Poca chiarezza dei servizi sociali, mi hanno creato problemi relativi alla privacy di chi indal Comune» richiesto perfino di esibire seriva la domanda, dall'altro se questo possa Nel corso dell'incontro, tenutosi un'autocertificazione per sapere se aver creato inoltre disparità in termini di presso il Cavallino Verde in Via Pralavorassi in nero o meno», è una delle presa in carico dell'istanza rispetto a chi, per tica di Mare, i cittadini intervenuti hanno testimonianze raccolte. «Crediamo ci sia contro, l'aveva inviata telematicamente. Fondi e requisiti Una delle accuse mosse verso l'Amministrazione Savarese, come avete letto, è stata quella di aver gestito in modo poco chiaro l'assegnazione e la distribuzione dei buoni spesa tra i cittadini. Intanto è bene ricordare che ad Ardea sono arrivati dallo Stato circa 388 mila euro ai quali aggiungere i 197mila euro erogati dalla Regione Lazio (più altri 50mila euro circa per i piani di zona). Per inoltrare la domanda era necessario rispettare tutta una serie di requisiti (tabella a lato) e, qualora idonei, a quel punto, si sarebbe ricevuto «il contributo economico e/o medicinali fino ad esaurimento del Fondo». (continua)

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I requisiti per il buono spesa

Per quanto riguarda i requisiti questi erano i parametri indicati nella Determina 421 dello scorso 4 aprile: (1) avere la residenza e/o domicilio nel Comune di Ardea; (2) non aver presentato istanza di contributo ad altro comune; (3) presentare, se cittadini stranieri non appartenenti all’UE, anche il titolo di soggiorno in corso di validità; (5) essere in carico ai Servizi Sociali Comunali, qualora il nucleo non fosse conosciuto il Servizio Sociale Comunale procederà ad accertare lo stato di bisogno attraverso colloquio telefonico e procederà all’eventuale presa in carico al fine della concessione del beneficio; (6) trovarsi in uno stato di bisogno in seguito al contenimento dell’epidemia da Covid 19, previa autocertificazione che ne attesti tale condizione (da allegare all’istanza); (7) non essere beneficiari di altre forme di sostegno al reddito e alla povertà erogati da Enti Pubblici quale ad esempio il reddito di cittadinanza; (8) dichiarare che il proprio nucleo familiare non è titolare di conti in banca o conti postali dal saldo complessivamente superiore ad €. 5.000,00 alla data del 30 marzo 2020. Sopra: requisiti e modalità di erogazione dei buoni spesa ad Ardea

Le proteste: requisiti poco chiari, ritardi nella lavorazione delle pratiche, Uffici troppo "invadenti". I cittadini chiedono al Sindaco spiegazioni


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Il Sindaco sulla vicenda "scatolone": «E' una polemica davvero pretestuosa» (segue) Risponde il Sindaco: «Il 50% delle domande è stato respinto» «Ad Ardea non c'è un “caso” buoni spesa», esordisce Mario Savarese da noi interpellato sulla questione. «Ammetto che alle urgenze che ci sono state non siamo riusciti a rispondere degnamente. Probabilmente il fatto di essere andati in ordine temporale per elaborare le istanze non ha consentito di erogare i buoni subito a chi forse ne aveva maggior bisogno», prosegue Savarese. Sui ritardi però il Sindaco spiega: «Mi rammarico per i ritardi che ci sono stati. Gli Uffici, pur essendo gravemente sotto organico e con le altre funzioni ordinarie da mandare avanti, hanno lavorato senza sosta e con molta attenzione. Del resto non eravamo preparati ad una situazione così eccezionale. Devo dire però che la 'macchina' è stata rallentata da persone che, pur sapendo benissimo di non aver diritto al buono, hanno presentato la domanda, magari anche più volte, e questo ci ha fatto perdere tantissimo tempo. Purtroppo io auspicavo di mettere in campo dei controlli a campione soltanto dopo l'erogazione del ticket ma se avessimo fatto così oggi ci ritroveremmo ad inseguire tantissime persone per cercare di recuperare i soldi dati ingiustamente. Ci sono casi eclatanti di chi ha presentato istanza 30 volte, figuriamoci». A far Sui ritardi: «Anche se ora la persona magari non ne ha più bisogno, ma ne ha avuto negli scorsi mesi, i buoni spesa comunque saranno erogati. I fondi verranno utilizzati al 100%, su questo non c'è dubbio»

«Il cittadino, quando ha presentato la domanda sapeva benissimo se rientrava tra i requisiti. Il fatto di non aver ricevuto risposta dipende da due motivi: o la pratica ancora non è stata lavorata, oppure l'istanza non rispettava i requisiti» scalpore è però l'enorme percentuale delle domande respinte, praticamente la metà. «Il 50% delle domande non sono ricevibili», dice il Primo Cittadino che non ci fornisce però nel dettaglio il numero esatto aggiornato delle istanze ricevute (l'ultimo numero ufficiale in nostro possesso è allora quello del 26 maggio scorso quando erano state lavorate 1.900 domande su 2.586 pervenute in Comune). E chi invece ne ha diritto ma ancora non ha ricevuto il buono? «Anche se ora la persona magari non ne ha più bisogno, ma ne ha avuto negli scorsi mesi, i buoni spesa comunque saranno erogati. I fondi verranno utilizzati al 100%, su questo non c'è dubbio». Perché chi non rispettava i requisiti non è

stato avvisato? Chiediamo. «Il cittadino, quando ha fatto la domanda, sapeva benissimo se ne aveva diritto o meno perché “i paletti” erano chiari. Il fatto di non aver ricevuto risposta dipende da due motivi: o la pratica ancora non è stata lavorata, oppure l'istanza non rispettava i requisiti. In casi come questi l'esito è automatico, ulteriori comunicazioni sarebbero state ridondanti». L'ultima battuta l'abbiamo riservata alla questione del famoso “scatolone”: «Violazione della privacy? Dico solo che è una polemica davvero pretestuosa», commenta il Sindaco. «Non si è creata alcuna disparità in termini temporali – aggiunge Savarese – anche perché le domande cartacee sono state le prime ad essere lavorate dato che venivano raccolte più volte al giorno». Savarese: «La 'macchina' è stata rallentata da persone che, pur sapendo benissimo di non aver diritto al buono, hanno presentato la domanda, magari anche più volte, e questo ci ha fatto perdere tantissimo tempo»

Cittadini in assemblea: «Voglioamo chiarezza» ARDEA SOLIDALE - Mercoledì 17 giugno dalle ore 17.30 presso il Cavallino Verde in via Pratica di Mare 23 Ardea Solidale ha organizzato una riunione cittadina per far chiarezza sulla questione dei buoni spesa. La riunione è stata rivolta a tutti coloro che, alla data dell'incontro, ancora non avevano notizia della loro richiesta oppure avevano ricevuto una chiamata dal Comune ma poi più nulla. Promotrice dell'evento è stata Ardea Solidale, gruppo nato per dare un aiuto ai cittadini in difficoltà durante l'epidemia da Covid-19. «In questi mesi abbiamo dato prova di assoluta trasparenza e coerenza, per questo ci siamo presi carico di questa battaglia che non è politica ma di civiltà. Bisogna che certi argomenti e certi disagi vengano affrontati con serietà e noi lo dobbiamo far capire». All'incontro hanno preso parte anche gli Avvocati Alessandra Cantore e Francesco Falco. I legali hanno

raccolto le istanze dei cittadini al fine di verificare la sussistenza o meno di elementi idonei a predisporre eventuali iniziative legali, anche risarcitorie. Sono attese pertanto, su questo fronte, novità nei prossimi giorni. I legali hanno raccolto le istanze dei cittadini al fine di verificare la sussistenza o meno di elementi idonei a predisporre eventuali iniziative legali, anche risarcitorie

L'Avv. Falco

L'Avv. Cantore

R. Neocliti (FDI)

S. Centore (Cambiamo)


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Il Corriere della Città luglio 2020

Posto da Dirigente ad Ardea, si ricomincia Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune dopo il ricorso (vinto) presentato da Cucuzza diventata a tutti gli effetti una vera e propria soap opera la vicenda relativa all'incarico da Dirigente al Comune di Ardea. Il Consiglio di Stato, recentemente, ha aggiunto una “nuova” puntata pronunciandosi sull'ennesimo ricorso andato in scena in questi dieci anni. Stavolta a spuntarla è stato il Comune che aveva impugnato nei mesi scorsi la sentenza, chiedendone l'annullamento, con la quale il Tar aveva bocciato il provvedimento di rettifica della graduatoria del concorso dando ragione a Giovanni Cucuzza. Insomma, si riparte da zero (o quasi). La vicenda Giovanni Cucuzza era stato licenziato dal Comune di Ardea lo scorso anno a seguito della sentenza n.472/2015 del TAR del Lazio (Sez. ter), che aveva accertato che al concorso a cui aveva partecipato nel 2010 una delle prove scritte era stata copiata in parte riproducendo alcuni brani di un testo di diritto. A fare ricorso era stato il secondo classificato, il Dott. Giovinazzo, che aveva ritenuto illegittima l'assegnazione del posto; il Tar, dopo anni, aveva ritenuto fondati i dubbi del secondo classificato ma proprio Giovinazzo - che oggi peraltro vive altrove aveva rinunciato al posto chiedendo, in sintesi, soltanto un risarcimento (accordato poi in circa 50mila euro a fronte di una richiesta estremamente più alta, ndr). Risarcimento che l'Ente locale accordò «ritenendo estremamente difficoltoso sostenere l’assenza di colpevolezza del Comune ed ottenere una sentenza ancora più favorevole al Comune». Il Consiglio di Stato dà ora ragione al Comune Il licenziamento di Cucuzza allora, avvenuto mediante provvedimento in autotutela con apposita Determina giusto un anno fa, sembrava aver messo fine alla vicenda senonché ancora Cucuzza aveva impugnato l'atto che era andato a rettificare la graduatoria concorsuale, presentando nuovamente ricorso al Tar. Ricorso che lo aveva visto nei mesi scorsi uscire vincitore, motivo che ha spinto il Co-

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mune di Ardea ad impugnare la sentenza come visto. Il Tribunale Amministrativo del Lazio aveva infatti accolto le rimostranze nella fattispecie presentate da Cucuzza: tra le altre, la domanda di annullamento della determinazione di rettifica della graduatoria è stata accolta, perché, si legge nel testo, «viziata da carenza di comunicazione di avvio del procedimento e della conseguente fase del contraddittorio procedimentale». Osservava inoltre il Tribunale che «il ricorrente era stato deprivato della possibilità di rappresentare elementi “a sostegno delle sue ragioni e della sua permanenza a servizio dell’Amministrazione”, che riteneva necessari ai fini dell’adozione della decisione amministrativa, tenuto conto del lungo tempo trascorso dall’approvazione della graduatoria oggetto di autotutela e dalla stipulazione del contratto, nonché della complessità delle problematiche discendenti dall’attuazione dei giudizi svoltisi dinanzi al Tar e al Consiglio di Stato, che avevano formato oggetto di contrastanti pareri da parte dei diversi professionisti interpellati dal Comune». L'Amministrazione rutula allora, nel ricorrere al Consiglio di Stato, aveva «segnalato la pressante esigenza dell’Amministrazione di provvedere al ripristino della legalità violata in conformità alle decisioni del giudice amministrativo»; il 9

giugno scorso è arrivato il verdetto: i Giudici del Consiglio di Stato hanno dato ragione all'Ente Locale annullando la sentenza con cui era stato bocciato il provvedimento di rettifica della graduatoria, riportando la vicenda a dove si era interrotta un anno fa. Cosa potrebbe accadere ora Alla luce di questo nuovo pronunciamento allora, potrebbe rientrare in corsa il terzo classificato al concorso, il Dott. Aniello Palumbo. Attualmente infatti restano in vigore e sono validi l'annullamento dell'atto nomina di dirigente del Dott. Cocuzza e il suo licenziamento: il Consiglio di Stato, senza esprimersi nel merito, ha rimesso la causa al TAR per competenza per un nuovo processo e per integrare il contraddittorio nei confronti di Palumbo, il vero controinteressato nella vicenda in quanto, a tutti gli effetti, è ora lui il primo e quindi legittimo aspirante al posto messo a concorso. Attualmente restano in vigore e sono validi l'annullamento dell'atto nomina di dirigente del Dott. Cocuzza e il suo licenziamento: il Consiglio di Stato, senza esprimersi nel merito, ha rimesso la causa al TAR per competenza per un nuovo processo e per integrare il contraddittorio nei confronti del terzo in graduatoria

Il concorso risale al 2010 ma ancora la vicenda non si è conclusa. Lo scorso anno il Comune aveva licenziato Giovanni Cucuzza rettificando parzialmente la graduatoria ma il Tar aveva dato torto al Comune. Ora però il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza: adesso potrebbe tornare in corsa il terzo classificato considerando che il secondo ha rinunciato, 'accontentandosi' di un risarcimento economico



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Manzù non si sposta, la salma resta al Museo Il Comune di Ardea ha sbloccato a fine mese la situazione inviando una lettera al Tar del Lazio d Ardea, ormai da due anni, si era riaccesa la vicenda legata alla salma del maestro che già in passato era stata al centro di un tentativo di spostamento – poi non andato a buon fine - dalla sua “storica” sede, quella del Polo Museale sito sotto la Rocca lungo la Via Laurentina dove giace precisamente dal 22 maggio 1992, verso Bergamo, sua città natale. Stavolta invece la destinazione non sarebbe poi così distante: Colle Manzù, sede della Fondazione privata dove i figli vorrebbero portare le ceneri del padre, è in Via Apriliana al civico numero 1, a meno di un km in linea d'aria; ma a cambiare, come è noto, sarebbe il Comune, non più Ardea ma Aprilia. Questo perché gli eredi, nello specifico, i figli Giulia e Mileto, hanno presentato al Sindaco Mario Savarese un testamento inedito, in parte dattiloscritto e in parte manoscritto di Giacomo Manzù, con quest'ultimo che davanti ad un notaio avrebbe affermato «di voler essere sepolto nel terreno circostante la casa dove attualmente abito in Ardea, Colle Manzù n.1». Parole inedite e mai trapelate fino a quel momento nemmeno da parte degli eredi che fino allo scorso anno non avevano mai reso pubblico tale documento. Adesso però il Comune ha rotto gli indugi sbloccando la situazione. «Giacomo voleva essere sepolto ad Ardea» «Tutti sanno che l’ultima volontà di Giacomo Manzù, morto il 17 gennaio 1991, fu quella di essere sepolto nel parco giardino del suo museo che donò allo Stato italiano esattamente 40 anni fa. Inge Manzù, vedova dell’artista, lo disse, lo scrisse e lo confermò più volte quando chiese i permessi e le autorizzazioni allo Stato per seppellire Manzù nella tomba monumentale che si trova all’ingresso del museo di Ardea», a parlare è Giosuè Auletta del Comitato popolare Pace per Manzù che si è battuto per mantenere la salma dell'artista ad Ardea. Del resto anche la stessa Inge, moglie amata e musa del Maestro, che ogni giorno si recava al suo memoriale, aveva sempre affermato che la volontà del marito fosse quella di essere sepolto ad Ardea. Ecco infatti cosa affermava appena 4 anni fa con tanto di testimonianza video e audio a Bergamonews (consultabile online): «Giacomo aveva espressamente chiesto di essere sepolto accanto alle sue opere ad Ardea. E le volontà vanno rispettate. No?». E' la storia che si ripete Proprio il Comitato per Manzù ha raccolto in questi mesi circa 20 mila firme attraverso una una petizione al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per «lasciare riposare

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in pace Giacomo Manzù ad Ardea, dove aveva scelto di essere sepolto, rispettando e facendo rispettare gli impegni presi dallo Stato». Ad ogni modo a fianco del Comitato, oltre alla cittadinanza di Ardea, si sono già schierate nei mesi scorsi altre associazioni tra cui citiamo Latium Vetus e il Movimento Ardea Domani mentre il senatore Bruno Astorre aveva indirizzato al Ministro per i beni e le attività culturali volta a bloccare il suo trasferimento. Senza contare che lo stesso Consiglio Comunale di Ardea aveva approvato all'unanimità una mozione che impegnava l'amministrazione comunale ad impedire lo spostamento delle spoglie dell'artista. A seguito della votazione venne inviata anche una accorata lettera del Sindaco ai figli del maestro per chiedergli, in buona sostanza, di rivedere le proprie richieste. Lettera rimasta ad oggi inascoltata. Le richieste degli eredi Intanto però la vicenda era finita in Tribunale. I due figli avevano incaricato un legale per chiedere ai giudici amministrativi di pronunciarsi e accertare l'obbligo dell'amministrazione di Ardea «di provvedere sulla procedura avviata il 23 maggio 2019 avente a oggetto l'autorizzazione per la cremazione dei resti mortali del defunto padre Giacomo Manzoni, noto come Maestro Giacomo Manzù, presso il crematorio del cimitero comunale di San Benedetto del Tronto e l'autorizzazione al trasporto del feretro nel detto Comune nonché alla successiva traslazione delle ceneri nel Comune di Aprilia». Nei documenti si citava anche il nulla osta rilasciato dal polo museale del Lazio, gestore del museo Manzù, per la traslazione della salma «considerate le volontà testamentarie dei defunti» si leggevaa nella nota datata 15 aprile 2019 della direttrice del Polo. Non solo. I due figli di Manzù, inoltre, chiedevano al Comune di Ardea un risarcimento per le spese già sostenute per incaricare un’agenzia di servizi per l’avvio della procedura autorizzativa presso il Comune, nonché per la programmazione operativa per l'estumulazione e traslazione della salma. Il conto presentato era salato: quasi 50mila euro. Il Comune di Ardea rompe gli indugi In tal senso, il 24 giugno, si è svolta al Tar un'importante udienza nel corso della quale

Nella foto: Giacomo Manzù e sua moglie Inge Schabel il Comune ha sbloccato la situazione. Il Sindaco Savarese, in qualità di Pubblico Ufficiale di Governo di Stato Civile, insieme al Segretario Generale e al Responsabile dello Stato Civile, ha firmato un documento nel quale il Comune si dichiara incompatibile con la richiesta di estumulazione e cremazione del corpo di Manzù dalla sua tomba. «Cade così la richiesta fatta dalla famiglia – scrive Savarese – che ora dovrà, qualora lo ritenesse necessario, ricorrere in Tribunale ma per altre motivazioni non per quelle con il quale è stato citato il Comune di Ardea». Nel documento si legge: «L'istanza non trova riscontro in nessuno dei punti previsti dalla legge 130 del 2001 in materia di cremazione e dispersione delle ceneri ed impedisce allo Stato Civile del Comune di Ardea di poter adempiere a quanto richiesto». L'ufficio dello stato civile di Ardea rilevava, inoltre, “che nella documentazione presentata da Giulia Manzoni viene citato un testamento del maestro Manzù, in parte olografo, in parte scritto di proprio pugno dall'avvocato Manuela Silvestri, notaio in Roma, nel testo del quale non appare nessuna delle quattro ipotesi di autorizzazione alla cremazione previste dalla legge”. Pertanto chiedeva, un anno fa, agli eredi Manzoni “di integrare la documentazione” salvo poi firmare il “diniego giustificato dall'art. 95 comma 1 del DPR 396/2000” precisando “che la parte istante, in ragione del rigetto, potrà ricorrere al tribunale di Velletri il quale potrà promulgare un provvedimento nella forma del decreto, dell'ordinanza o della sentenza per imporre ex lege quanto richiesto da Giulia Manzoni.”«Questo era quello che volevamo un anno fa - esulta il Comitato Per Manzù adesso Giacomo riposerà, per sempre, in pace ad Ardea».



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Ardea, al mare tra buche e spazzatura Cumuli di sabbia sulla carreggiata e sui marciapiedi, strade colabrodo per il lungomare orniamo a parlare della situazione del litorale di Marina di Ardea che si è presentato al via della stagione estiva in maniera tutt'altro che impeccabile. Già ad inizio giugno erano stati segnalati problemi con la pulizia della spiaggia, con la sabbia ancora piena di detriti malgrado l'ok al ritorno al mare nel post lockdown. E ancora: la sabbia accumulatasi nei mesi scorsi aveva iniziato a creare non pochi problemi ai residenti, data la massiccia presenza in strada, sui marciapiedi nonché nelle vie interne. Senza contare che alcune fontanelle erano rimaste coperte e dunque inutilizzabili. A fine mese, parzialmente, possiamo dire che la situazione è migliorata, non certo però sul fronte delle buche e della presenza dei rifiuti lungo le strade. La situazione peggiore, ancora una volta, è quella di Viale Forlì, strada costellata da voragini e spazzatura lungo il ciglio della carreggiata: eppure sarebbe una delle principali vie d'accesso al mare – peraltro molto bella al livello di paesaggio - che collega l'entroterra direttamente al lungomare. Il caso delle strisce pedonali Come se non bastasse a fine giugno è arrivata anche la “beffa” delle nuove strisce pedonali sul manto stradale logoro e disastrato. «Strisce nuove su manto stradale vecchio pieno di buche e mucchi di sabbia sui margini della strada e sull’unico marciapiede del litorale. Quindi per deduzione il litorale non verrà più asfaltato», sentenzia Michele Di Stefano, presidente dell’Associazione di Volontariato “RivalutiAmo Marina di Ardea-OdV. «Chissà quanti anni ancora dovremo continuare a circolare su questa strada totalmente dissestata con buche e avvallamenti, che quando piove ci costringe ancora a camminare sul marciapiede con la strada allagata come un torrente in piena, mentre il continuo spostamento dell’acqua provocato dalle auto bagnano senza rispetto i poveri cittadini che sono costretti a percorrerla quotidianamente per prendere il Cotral, aspettando poi alla fermata anch’essa allagata». «La mia non è una polemica – aggiunge ai nostri microfoni Di Stefano – anche se sono stufo dell’assenza dell’amministrazione comunale e del sindaco riguardo ai problemi che abbiamo sul litorale di Ardea. Rendo pubbliche le immagini della situazione in cui versiamo per sensibilizzare non solo i cittadini, ma anche i nostri amministratori».

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Sul lungomare la sabbia sta creando disagi ad auto e persone, per non parlare della spazzatura agli angoli delle vie. Inoltre la 'strategica' Via Forlì è un colabrodo. E anche qui i rifiuti

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Comune assente «Io ho votato questo sindaco – prosegue il presidente dell’Associazione di Volontariato “RivalutiAmo Marina di Ardea-OdV” – ma adesso devo riconoscere che è totalmente assente rispetto ai problemi che noi cittadini viviamo. Parlando dell’argomento attuale, ovvero delle strisce pedonali disegnate sull’asfalto disastrato, vorrei capire una cosa: questo lavoro avrà avuto un costo? Perché “sprecare” dei soldi, quando lì sarebbe stato necessario prima fare dei lavori indispensabili? Ci sono delle buche che rendono la strada come quella non del terzo, ma addirittura del quarto mondo: non appena piove ci sono degli allagamenti assurdi, non si riesce proprio ad attraversare o ad andare alle fermate dei bus, quindi queste strisce pedonali le vedo come una presa in giro. Sarebbe stato molto più utile fare prima dei lavori di ripristino, per poi disegnare le strisce». La richiesta al Sindaco Cosa vuole dire al sindaco? Chiediamo. «Che deve essere più ‘raggiungibile’. Io non voglio parlare bene del precedente Sindaco e male di quello attuale, però devo riconoscere che Di Fiori era disponibile al dialogo, ogni volta che volevo parlare di problemi del territorio mi riceveva e ne discutevamo. Questo è il ‘rimprovero’ che faccio a Savarese: l’assenza e la mancanza di dialogo. Questa sua latitanza sta logorando il rapporto di fiducia con i cittadini. Vorremmo parlare di pista ciclopedonale, degli allagamenti, della sabbia che invade la sede stradale rendendo pericoloso

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il transito alle auto… invece niente. Io ho creduto di poter fare qualcosa di buono, ho creduto di poter vivere in un posto che poteva migliorare, ma qui siamo in un posto dove – grazie al fatto che manca anche l’illuminazione pubblica, come in via Forlì – ci ritroviamo le discariche di materiale pericoloso, oltre a tutti gli altri problemi che ho già elencato e a tutti gli altri di cui non ho parlato».

4 Nelle foto: (1 e 2) cumuli di sabbia sul litorale; (3 e 5) buche e rifiuti in Viale Forlì; (4) spazzatura sul lungomare. A lato Michele di Stefano (R. Marina di Ardea)

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Ardea, appalto per le buche da 200mila euro Il Comune mette a gara il servizio di manutenzione delle strade: lavori da ultimare in un anno uche ad Ardea qualcosa (finalmente) potrebbe cambiare nei prossimi mesi. Una delle maggiori criticità del territorio ha ricevuto alla fine del mese di giugno un nuovo interessamento da parte dell'Amministrazione che con una Determina (la 1258/2020) pianifica i lavori di manutenzione ordinaria delle strade e degli spazi pubblici comunali. Si tratta di un appalto da 200 mila euro che servirà quantomeno a riportare in uno stato “accettabile” le vie più ammalorate del territorio. L'elenco delle strade Allegato al bando di gara vi è un elenco, non esaustivo, delle principali arterie comunali che necessitatano di lavori urgenti. Nello specifico, si legge, i lavori dovranno interessare tutte le strade comunali adibite a pubblico transito e nello specifico a solo scopo indicativo ma non esaustivo le seguenti strade : via Laurentina, via del Tempio, viale Nuova Florida, via Pisa, via Napoli, via Sassari, via Livorno, via Firenze, via Piave, via Ticino, via Tanaro, viale Marino, via delle Pinete, via Litoranea, Via Lungomare, via Campo selva, viale Nuova California. Cosa dovrà fare il vincitore della gara L’appalto ha per oggetto l’esecuzione di opere, prestazioni di mano d’opera e fornitura dei materiali necessari alla manutenzione delle opere stradali del Comune di ARDEA e delle relative aree di pertinenza. «I lavori in appalto si possono riassumere come segue: Ordinaria manutenzione stradale con ripristino

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Via Modena

sede stradale con otturazione Buche; Pulizie caditoie o griglie ostruite; Pulizia di tratti di strada a ridosso del ciglio; Pulizia e sagomatura cunette laterali; L’esecuzione dei lavori è sempre e comunque effettuata secondo le regole dell’arte e l’appaltatore deve conformarsi alla massima diligenza nell’adempimento dei propri obblighi». I lavori andranno a chi offrirà il minor prezzo per le opere richieste.

DA ASTRAL - Sotto la Rocca arriveranno anche fondi da Astral, la società della Regione Lazio che si occupa della gestione e della manutenzione delle strade (di competenza). Si tratta di un cifra attorno ai 91mila euro da destinare a Via Modena, una delle strade maggiormente disastrate dal punto di vista del manto stradale. Stando a quanto si apprende il finanziamento dovrebbe bastare per risistemare circa un km, o comunque una parte, di strada.

Apertura mercato settimanale a Tor San Lorenzo OK AL TRASFERIMENTO - Da lunedì 29 giugno 2020, sarà operativo, a seguito trasferimento, il Mercato Rionale di Tor San Lorenzo. In attesa di una collocazione definitiva, probabilmente Largo dei Germani, l’Amministrazione comunale ha individuato di comune accordo con il SUAP, la Polizia Municipale ed i Banchisti, la collocazione temporanea in Largo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (già Largo Nuova California). Il comando della Polizia Municipale ha dato parere tecnico favorevole alla trasformazione della suddetta piazza in isola pedonale così da consentire il posizionamento dei 34 banchisti risultati aventi diritto a conclusione dell’istruttoria e conseguente assegnazione effettuata dal SUAP nei giorni scorsi. «L’Amministrazione - si legge in una nota - avrebbe potuto dare avvio alla riapertura del nuovo mercato già dall’inizio del mese di giugno ma la necessità di rimodulare l’isola pedonale, per tutelare alcuni

commercianti che avrebbero subito una limitazione dell’attività commerciale a seguito della pianificata riapertura, ha fatto slittare l’inaugurazione del nuovo mercato di Tor San Lorenzo solo a domani in occasione delle festività del santo patrono. L’Amministrazione tutta si augura che questo risultato, ottenuto in un periodo di grande difficoltà e che fa parte di un più ampio disegno di rilancio del nostro territorio, consenta a tutti gli operatori commerciali

interessati di affrontare con maggior serenità il periodo difficile che stanno vivendo causa l’emergenza epidemiologica e a tutti i cittadini ed ai moltissimi vacanzieri che in questi giorni affollano il nostro Comune di potersi finalmente godere, in tutta sicurezza, quella Piazza che, da poco intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, può rappresentare il simbolo della rinascita e valorizzazione di questa nostra piccola ma importante frazione».


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Il Corriere della Città

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La “Zona 30” a Roma 2 non è una “Zona 30” Il progetto è cambiato in corso d'opera ma nessuno lo sapeva: «Lavori così servono a poco» stato svelato il “giallo” riguardante i lavori per la realizzazione della “Zona 30” nel quadrante Roma 2 alla periferia di Pomezia. Una zona – siamo a Santa Palomba – dove di certo i problemi non mancano. Ecco perché il progetto per la “Zona 30” era stato accolto con favore dai residenti soprattutto perché sarebbe dovuto andare a mitigare il problema dell'alta velocità e del transito costante dei mezzi pesanti specie in prossimità di scuola e parco. Ma qualcosa non è andata per il verso giusto: adesso scopriamo inoltre che il progetto presente sul sito del Comune di Pomezia ha subito delle modifiche e, dietro nostra segnalazione, l'Ente si è anche affrettato a cambiare l'infografica presente. Un dettaglio non di poco conto considerando che nel marzo scorso a nostra domanda diretta il Comune ci aveva risposto che “il progetto era rimasto quello originale” e che “i semafori sarebbero stati installati”; in realtà parlavamo – noi e i residenti rappresentati dal

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CdZ Roma 2 – di cose differenti perché il progetto preliminare, l'unico noto e pubblicato online, era stato superato dal definitivo e poi dall'esecutivo di cui ora il Comune ci fornisce due tavole grafiche. Ma nessuno lo sapeva. La vicenda Ma andiamo con ordine. Intanto parliamo di un piano di interventi - dal costo totaledi circa 50 mila euro - per la zona che risale al 2017. Il cantiere, ricorderete, aveva subito intanto dei ritardi: i lavori infatti, partiti a luglio dello scorso anno, sarebbero dovuti finire già a settembre e invece, a marzo, poco prima del 'lockdown', eravamo ancora lontani dalla loro conclusione. Ad ogni modo, i lavori erano ripartiti. Sì ma come? Secondo il CdZ infatti il progetto in via di realizzazione era diverso da quello originario predisposto dalla passata amministrazione. E infatti era proprio così. La situazione oggi I timori si sono poi rivelati fondati. Con la ripresa delle attività degli operai non c'è stata più traccia. «Ad oggi la situazione è rimasta

pressoché invariata», ci diceva il Presidente del CdZ Roma 2 Rossella D’Orazio giusto un paio di settimane fa. «Prima del Covid il Comune aveva ripreso i lavori – anche se a modo suo – e noi aspettavamo un incontro. Ma poiché nel frattempo il cantiere è stato rimosso e se ne deduce che i lavori per il Comune risultano conclusi, abbiamo scritto, oltre un mese fa, direttamente all’Ing. Curci, responsabile dei lavori per il Comune di Pomezia, mettendo in evidenza tutto ciò che era previsto e che non è stato fatto e chiedendo di nuovo spiegazioni. A questa lettera non è mai arrivata alcuna risposta, né si è mosso niente di nuovi lavori». «Noi vogliamo far capire ai cittadini che non ci stiamo battendo o lamentando per un “capriccio”. Questi lavori servivano per garantire la sicurezza dei bambini e delle persone che vogliono spostarsi a piedi. Invece i risultati sono sotto gli occhi di tutti», commentano oggi i residenti.

Le strisce sono diventate a raso anziché rialzate

I delimitatori sono stati spostati in altri punti. Il CdZ: «C'erano soluzioni più idonee»

(continua)


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luglio 2020 (segue) Cosa manca E in effetti all'appello mancano opere ed interventi cruciali. «Mancano due importanti impianti semaforici, uno all’altezza della scuola De André e l’altro in corrispondenza del parco Comunale. Le strisce non sono rialzate (oggi scopriamo che erano previste solo nel progetto preliminare, ndr), né evidenziate e tutta Via Fiorucci è un colabrodo. Appunto “Zona 30”, ma per dissesto!», proseguono dal CdZ. E peraltro le buche non sembrano scoraggiare i mezzi pesanti che continuano a “sfrecciare” indisturbati lungo la via, compreso nella zona adiacente alla scuola. Questo comporta anche un incremento dell'inquinamento acustico, fanno sapere ancora dal Comitato, “praticamente h24 con le voragini che non fanno altro che amplificare il rumore del passaggio di tir e camion”. Risponde il Comune Oggi, a conti fatti, Roma 2 si ritrova con una “non Zona 30”. Del resto basta mettere a confronto gli altri interventi analoghi realizzati sul territorio, come quelli a Pomezia Centro piuttosto che alla Castagnetta, che ci si accorge subito delle differenze. Ad ogni modo il Comune ha spiegato il tutto così: «Il progetto originario (2017) prevedeva attraversamenti pedonali a raso (non rialzati, in considerazione del traffico pesante che scorre sulla strada); installazione di due portali metallici limitatori di altezza nel controviale della strada (uno in corrispondenza del giardino pubblico e l’altro in corrispondenza dell’isola spartitraffico fra entrata e uscita Dal Comune: problemi di "budget" per l'installazione del semaforo a chiamata pedonale. Per il momento allora non è stato installato, così come quello vicino al parco del quale resta soltanto un cartello carrabile del residence); installazione di un semaforo a chiamata pedonale in corrispondenza del plesso di scuola secondaria di 1° grado; sola predisposizione di un ulteriore semaforo lato giardino pubblico. Per il semaforo a chiamata al momento dell’esecuzione dei lavori (2019) l’Ufficio tecnico ha effettuato una ricerca di mercato per acquistare le attrezzature occorrenti e il costo della

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POLITICA La domanda: non era meglio mantenere a fondo quelle risorse e aggiungere poi solo la differenza per l'acquisto del semaforo? fornitura del semaforo a chiamata si è dimostrato raddoppiato rispetto alla previsione di progetto (20.000 euro a fronte di 10.000 previsti). L’Ufficio ha quindi valutato di procedere realizzando in quella fase solamente la predisposizione (canalizzazioni). Attualmente l’Ente sta valutando l’acquisto del semaforo a chiamata per procedere all’installazione». Sul posto restano infatti soltanto i fori, tappati, dove forse, un giorno, vedranno la luce questi impianti. Ma andiamo avanti. «In merito ai portali metallici limitatori di altezza invece, è stato valutato, in corso d’opera, di eliminare quello in corrispondenza del giardino pubblico poiché non avrebbe consentito il passaggio dei mezzi di rifornimento destinati al residence». Anche questo passaggio è stato tuttavia criticato dal CdZ: «La soluzione alternativa c'era eccome senza pregiudicare per questo il delimitatore di altezza in prossimità del giardino che sarebbe stato molto utile per proteggere l'ingresso al parco dai mezzi pesanti. Più avanti infatti c'è tutto lo spazio per ricavare un secondo accesso a servizio del residence». Prosegue il Comune: «Il portale previsto in corrispondenza dell’isola spartitraffico fra entrata e uscita carrabile del residence è stato invece istallato più avanti, verso via dei Castelli Romani, per impedire il transito e la sosta di mezzi pesanti in prossimità della scuola». Sulla questione delle risorse economiche non utilizzate per il semaforo il Sindaco Zuccalà aggiunge: «I fondi non utilizzati per il semaforo e il portale sono stati impiegati per incrementare le superfici di pavimentazioni bituminose, i cigli per marciapiedi, il getto di conglomerati cementizi e la segnaletica stradale». Noi abbiamo fatto un giro nella zona e, francamente, non abbiamo capito come siano stati utilizzati. Ciò fa sorgere peraltro altre domande: non era meglio mantenere a fondo quelle risorse e aggiungere poi solo la differenza per l'acquisto del semaforo? A quanto pare no. Conclusioni La pecca più grande del progetto appare senza dubbio essere quella relativa alle strisce pedonali che nel “lotto nord” sarebbero dovute essere rialzate: il fatto che il Comune sostenga di aver optato per quelle a “raso” anziché rialzate come previsto inizialmente nel preliminare fa decadere, in parte, il concetto stesso di “zona 30”,

perché la pavimentazione rialzata avrebbe sicuramente contribuito alla causa. Nulla da dire invece sui percorsi pedonali realizzati a cavallo delle carreggiate che consentono così di avere quantomeno un percorso tracciato per spostarsi da un lato all'altro di Via Fiorucci. Peccato però che, senza semafori, e senza sopratutto quello a chiamata pedonale (parliamoci chiaro: era questo il vero fulcro del progetto), tutto resta un po' sospeso, tra quello che poteva essere e quello che ancora non è, visto che bisognerà aspettare “condizioni di mercato più favorevoli”. Manca poi per inciso ancora lo stallo riservato alle persone disabili e relativa cartellonistica di cui non abbiamo rinvenuto traccia malgrado l'inserimento nelle tavole del progetto aggiornate. Ad ogni modo è evidente che gli interventi realizzati sin qui hanno un loro ruolo funzionale ma sono ben distanti da quella che dovrebbe essere una “Zona 30”, soprattutto in termini di moderazione della velocità del traffico che così non viene scalfita in nessun modo. Inevitabile, infine, non menzionare la poca chiarezza mostrata dal Comune sin qui che soltanto a giochi fatti ha comunicato le modifiche al progetto (per evitare proteste a cantiere ancora aperto?) senza peraltro precisare la nuova ripartizione dei costi relativa al progetto esecutivo. L.M. Perché il Comune, nonostante i solleciti, non ha comunicato subito che il progetto aveva subito delle modifiche in corso d'opera?

"Zona 30" alla Castagnetta

E' evidente che gli interventi realizzati sin qui hanno un loro ruolo funzionale ma sono ben distanti da quella che dovrebbe essere una “Zona 30”, soprattutto in termini di moderazione della velocità del traffico che così non viene scalfita in nessun modo




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Covid, boom di positivi ai test sierologici Risultati sorprendenti al Comune di Pomezia, 70 dipendenti su 150 positivi al test sierologico un risultato quanto meno sorprendente, quello emerso dai test sierologici effettuati da 150 dipendenti del Comune di Pomezia, su base volontaria, nei giorni scorsi. Sono infatti ben 70, quindi quasi il 50%, quelli che sono risultati positivi al test effettuato con il prelievo del sangue. Il risultato ottenuto dal test non vuol dire che questi dipendenti siano positivi al Coronavirus in questo momento, ma potrebbe significare che abbiano contratto il virus Covid-19 nei mesi scorsi senza neanche accorgersene, in forma lieve – scambiandolo magari per un semplice raffreddore – o asintomatica ed essere adesso perfettamente guariti. Oppure, in qualche caso, avere effettivamente il virus. Le rassicurazioni del Sindaco «Tutte le persone risultate positive», spiega il sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà, «stanno seguendo la prassi indicata dalla Asl, che nei casi previsti indica l’isolamento preventivo in attesa dei risultati dei tamponi. A

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Coronavirus: esiti sorprendenti per i sierologici tra i dipendenti comunali a Pomezia vaccini, almeno nelle sue forme più lievi e nelle persone con difese immunitarie nella media e senza altre patologie gravi che possano causare morte (quante volte abbiamo letto di persone decedute con Coronavirus ma che in realtà erano malati terminali di tu-

Per il Comune di Pomezia, non è stato preso alcun tipo di provvedimento precauzionale come la chiusura degli uffici e la sanificazione degli ambienti in cui lavorano i dipendenti risultati positivi

Il risultato ottenuto dal test non vuol dire che questi dipendenti siano positivi al Coronavirus in questo momento, ma potrebbe significare che abbiano contratto il virus Covid-19 nei mesi scorsi senza neanche accorgersene, in forma lieve o asintomatica ed essere adesso perfettamente guariti tutti viene infatti fatto, nei tempi dati dalla Asl stessa, il tampone. Finora abbiamo avuto solo alcuni risultati e fortunatamente sono negativi, segno che, se queste persone hanno contratto il virus, ne sono ormai guarite». Non si sa se gli altri dipendenti del Comune siano positivi o meno: il test, come detto, è su base volontaria e non tutti hanno voluto aderire. Alta percentuale di positivi Ma la cosa che lascia riflettere è comunque l’alta percentuale di positività rispetto al numero di test effettuati: quasi la metà. Se rapportato all’intera popolazione di Pomezia, porterebbe a pensare che quasi 30 mila persone potrebbero aver contratto il virus senza neanche essersene accorte, perché preso in forma leggera. Il dato si potrebbe leggere in una doppia chiave: il virus è sicuramente molto contagioso, ma – di contro – guarisce anche da solo, senza particolari farmaci o Non si sa se gli altri dipendenti del Comune siano positivi o meno: il test, come detto, è su base volontaria e non tutti hanno voluto aderire

more o cardiopatici ultranovantenni per quali qualsiasi tipo di complicazione influenzale avrebbe dato il colpo di grazia?). Tornando al Comune di Pomezia, non è stato preso alcun tipo di provvedimento precauzionale, come la chiusura degli uffici e la sanificazione degli ambienti in cui lavorano i dipendenti risultati positivi. Tutto il contrario di quanto fatto al Comune di Roma, che invece ha preferito chiudere per una giornata (nello specifico quella del 30 giugno) gli uffici della sede dipartimentale di Roma Capitale di via Ostiense dopo aver saputo che alcuni dipendenti (molti meno di 70…) erano risultati positivi proprio al test sierologico. «La maggior parte dei dipendenti era comunque in smart-working già da marzo – precisa il sindaco Zuccalà - pertanto sono tranquillo su questa situazione: lavorando da casa non hanno trasmesso il virus ai cittadini, almeno non durante l’orario di lavoro». La situazione a Pomezia Al momento (29 giugno), da fonte SERE- Nella foto: il Sindaco di Pomezia SMI – Servizio Adriano Zuccalà Regionale per la sor-

veglianza delle malattie infettive - la situazione dei contagi a Pomezia, dall’inizio della pandemia, è la seguente: abbiamo avuto 68 persone positive, di cui 56 sono per fortuna guarite. 6 sono le persone decedute, mentre attualmente sono altri 6 i pazienti che ancora hanno il virus.

Il Sindaco: «La maggior parte dei dipendenti era comunque in smart working già da marzo pertanto sono tranquillo su questa situazione»


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Arresto Lomasto, rettifica e le precisazioni Alcune precisazioni sull'articolo pubblicato in data 7 giugno 2020 sull'arresto dell'ex pugile ualche giorno fa, precisamente il 7 giugno 2020, ho pubblicato un articolo dal titolo “così Francesco Lomasto vessava l’imprenditore di Pomezia: tassi altissimi e quei favori personali…”, nel quale narravo le cronache di un procedimento penale avviato nei confronti di Francesco Lomasto, ex pugile di Pomezia, arrestato il 12 maggio scorso per una vicenda di usura ai danni di un imprenditore locale. Ho ricevuto la richiesta di rettifica da parte del Legale del Signor Lomasto, l’Avv. Veronica Paturzo, in quanto l’articolo in questione recherebbe alcune inesattezze, sia con riferimento alla affermazione per cui “la vittima dell’usura paga rate da 25 mila euro al mese”, sia laddove ho scritto che “non è la prima volta che Francesco Lomasto ha a che fare con le forze dell’ordine. Su di lui gravano diversi precedenti penali, mentre nel 2014 è stato vittima di aggressione da parte di due fratelli argentini a seguito di una lite avvenuta a Torvaianica…”, sia, da ultimo, laddove ho scritto che “è conosciuto alle dalle forze dell’ordine anche il

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fratello Vincenzo, 27enne, arrestato nel marzo del 2019 dai carabinieri a Torvaianica, a Campo Ascolano, per spaccio di droga. Ora è all’obbligo di firma”. Nel dare atto al Legale della correttezza dei rilievi e della conseguente legittima richiesta di rettifica con riferimento a questi ultimi due asserti, devo tuttavia ribadire la veridicità del primo rilievo. Invero, così si legge nell’addebito provvisorio formulato nell’ordinanza di custodia cautelare spiccata nei confronti di Francesco Lomasto, risulterebbe esatta l’affermazione per cui la vittima dell’usura avrebbe pagato rate da 25 mila euro al mese, atteso che l’imprenditore sarebbe stato obbligato a corrispondere mensilmente il 10% di 250.000,00 euro. Devo invece raccogliere l’invito a correggere l’asserto per cui il Lomasto avesse precedenti penali, poiché effettivamente non ne ha. Così come devo correggere l’asserto che il fratello Vincenzo Lomasto sia ad oggi all’obbligo di firma, in quanto lo stesso risulta libero e non sottoposto ad alcuna misura cautelare, essendo queste già ottemperate.

Sul nostro sito

CAMPO ROM - Un anno e mezzo dopo il nostro servizio sul cimitero delle auto rubate, siamo tornati al campo rom di via Pontina, a Castel Romano, dove le da due giorni consecutivi i vigili del fuoco sono impegnati a spegnere incendi di rifiuti di varia natura. Questa volta siamo entrati scortati da polizia e vigili del fuoco. Dentro l’aria è acre, il fumo viene spinto dal leggero vento che continua ad alimentare le fiamme sotto quelli che sembravano focolai già spenti. La “vallata dell’inferno”, rispetto a 19 mesi fa, ha assunto un colore diverso: è molto meno verde. Tanta vegetazione – ricordiamo che questa è una riserva naturale protetta – in questo lasso di tempo è andata distrutta e insieme ad essa carcasse di auto, frigoriferi, pneumatici, divani, poltrone. E scarti di tutti i tipi.


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Evento straordinario a Torvaianica Una tartaruga "Caretta Caretta" ha scelto le spiagge di Pomezia per deporre le uova n evento straordinario quello avvenuto ieri notte sulla spiaggia di Torvaianica: una tartaruga marina (Caretta Caretta) di oltre un metro ha deposto circa 90 uova in un nido che ha scavato a circa 40 metri dalla battigia. Il personale della Capitaneria di porto di Torvaianica è intervenuto immediatamente e, insieme ai volontari del Centro Studi Cetacei di Sea Shepherd e altri volontari locali, ha circoscritto la zona e messo in sicurezza il nido. Il Sindaco di Pomezia ha emesso in questi minuti un’ordinanza che, a salvaguardia delle uova, vieta fino a 30 metri a destra, sinistra e fronte del nido (lungomare delle Sirene nei pressi del fosso della Crocetta) qualunque attività ludico-ricreativa, il passaggio di automezzi e l’illuminazione notturna. Attesa febbrile La schiusa, prevista per la prima metà di agosto, seguirebbe quella del 2018 a Montalto di Castro. La deposizione delle uova sulle coste laziali si ripete invece per la quinta volta in cinque anni. “La nidificazione della tartaruga nel Lazio è un segnale della risalita della specie lungo le coste settentrionali del Tirreno, quasi certamente dovuta al riscaldamento del mare”, spiegano da Tartamare di Grosseto, uno degli enti coinvolti che seguirà il nido nelle prossime settimane per garantirne l’inviolabilità, sotto la sovrintendenza scientifica dell'istituto Anthon Dohrn di Napoli. “Le nostre dune sono state scelte da un esemplare di Caretta Caretta per deporre le uova – commenta l’Assessore Giovanni Mattias – Ce ne prenderemo cura con la speranza che possano schiudersi in agosto e prendere il largo”.

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Le foto di Maurizio Massetti e Giulio Tartarini, i due pescatori che hanno assistito all'evento

“Un evento straordinario per la nostra costa – aggiunge il Sindaco Adriano Zuccalà – Voglio ringraziare Tartalazio, la rete della Regione Lazio che si occupa dello studio e il recupero delle tartarughe marine, per il coordinamento dell’intera operazione e tutti i volontari che seguiranno il nido in queste settimane”.

Il Vice Pres. Lega Navale Pomezia



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Ecco dove passeranno l'estate gli italiani Puglia, Sicilia e Sardegna le mete più gettonate. Solo il 20% andrà oltre i confini nazionali Invito tutti i cittadini a fare le vacanze in Italia. Scopriamo le bellezze che ancora non conosciamo, e torniamo a visitare e a godere di quelle che conosciamo. È il modo migliore per contribuire al rilancio della nostra economia in questa fase di emergenza’, lo ha detto il premier Giuseppe Conte durante una delle sue informative alla Camera. Un discorso, come tutti del resto, che non è di certo passato inosservato e che ha scatenato l’ira di tanti italiani in difficoltà economica. I lunghi mesi di lockdown hanno messo in crisi intere famiglie, lavoratori, imprenditori e di certo quello di fare la vacanza estiva è l’ultimo dei pensieri per molti. ‘Come facciamo ad andare in vacanza? Con quali soldi? - domande di questo tipo si sono rincorse in ogni dove. E alcuni ancora aspettano risposta. Ma che la burocrazia sia lenta e che ci siano dei ritardi non è di certo una novità. Non è, però, neppure una novità che l’Italia sia uno dei paesi più invidiati per le sue tradizioni, la sua storia, il suo cibo, da Nord a Sud. E chi può ora ha l’occasione di scoprire o ‘riscoprire’ il nostro Paese in tutta la sua ‘Grande Bellezza’.

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La Puglia resta una delle mete più gettonate per gli italiani Estate 2020: ecco le mete più gettonate in Italia Attualmente, come approfondito dall’istituto Demoskopika, solo il 51% degli italiani si sarebbe concesso quest’anno una vacanza. Quello che è certo è che, la maggior parte di chi può andare in vacanza viaggerà in Italia. ‘L’ 80% degli italiani che questa estate si concederanno una vacanza rimarrà entro i confini nazionali, la villeggiatura avrà una durata media inferiore rispetto al trend registrato negli ultimi anni e sarà all’insegna del relax’

Puglia, Sicilia, Sardegna: sono le tre Regioni più gettonate per l’estate 2020 e non c’è neanche da chiedersi il perché. Mare cristallino e sabbia fina e dorata rappresentano un connubio perfetto per chi vuole rilassarsi e lasciarsi alle spalle i lunghi mesi di lockdown

La Sardegna con i suoi splendidi paesaggi

– lo dichiara Codacons. La Puglia è sul podio delle mete più gettonate per l’Estate 2020 e sarà scelta, come riferisce un’indagine di Codacons dal 28% degli italiani. Segue la Sicilia con il 24% e la Sardegna con il 18%. Per la montagna e le attività escursionistiche in vetta prima Regione su tutte il Trentino, meta scelta dal 15% degli italiani. Puglia, Sicilia, Sardegna: un’estate 2020 in totale relax Puglia, Sicilia, Sardegna: sono le tre Regioni più gettonate per l’estate 2020 e non c’è neanche da chiedersi il perché. Mare cristallino e sabbia fina e dorata rappresentano un connubio perfetto per chi vuole rilassarsi e lasciarsi alle spalle i lunghi mesi di lockdown, durante i quali non si è fatto altro che parlare di Coronavirus. Per la Puglia, le zone più ricercate sono quelle del Gargano e del Salento. Da Vieste, alle Isole Tremiti, al Salento. Otranto, Lecce, Gallipoli, Santa Maria di Leuca. Tutte località balneari che da sempre accolgono migliaia e migliaia di turisti. Da ogni parte del mondo. E che questa estate vedranno passeggiare nei loro vicoli così caratteristici anche tanti italiani. (continua)

L’ 80% degli italiani che questa estate si concederanno una vacanza rimarrà entro i confini nazionali, la villeggiatura avrà una durata media inferiore rispetto al trend registrato negli ultimi anni e sarà all’insegna del relax


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luglio 2020 (segue) Ecco poi la Sicilia che spicca tra le mete ambite. San Vito Lo Capo, Favignana, la maestosità della Cattedrale di Palermo. Una regione che non offre solo mare, ma anche una vasta offerta di città storiche. E perché no? Chi può si rilasserà prendendo il sole sulla spiaggia dei Conigli a Lampedusa o si farà una passeggiata nel centro di Taormina mentre si gusta una buona granita con brioche. La Sicilia è una terra dai sapori e dai colori tutti da scoprire. Sul podio delle mete più gettonate anche la Sardegna con il suo mare limpido e i suoi paesaggi mozzafiato, da cartolina. Gli ingressi in spiaggia, come in tutto il resto d’Italia, saranno scaglionati. E per godersi quel mare bisognerà prenotarsi con largo anticipo. Ma ne varrà la pena. Estate 2020, le vacanze all’estero: ecco le mete straniere E per le vacanze all’estero? Come riferisce Codacons, solo il 20% di chi va in villeggiatura si recherà fuori dai confini nazionali. Grecia, Spagna, Egitto e Tunisia si confermano le mete straniere preferite dagli italiani, che per quest’anno hanno optato per un ‘turismo di prossimità’. Le vacanze in Italia ai tempi del Covid-19 E’ tutto ormai ‘ai tempi del Covid-19’. Anche le vacanze in un’estate un po' anomala. Il virus ha sconvolto le nostre abitudini e le nostre vite. Ci ha dato modo di reinventarci. E

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tra le tante difficoltà economiche, ma non solo, il Coronavirus ha risvegliato in tutti noi italiani un sentimento patriottico non indifferente. Dai balconi di casa era diventato consuetudine l’appuntamento per intonare l’inno, perché in quel modo seppur distanti ci siamo sentiti tutti vicini. E ora chi può ha l’occasione di viaggiare e riscoprire il nostro Paese. Perché non serve girare il mondo per trovare la bellezza. Ce l’abbiamo qui, nella

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nostra terra. E forse solo ora, da Nord a Sud, ci siamo accorti del grande tesoro e del bene prezioso. Che dobbiamo custodire, difendere, tutelare e preservare. Federica Rosato Grecia, Spagna, Egitto e Tunisia si confermano le mete straniere preferite dagli italiani


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«Mio figlio Marco», il libro di Mauro Valentini Il caso Vannini raccontato dalla mamma, Marina, con la narrazione dello scrittore pometino ella morte di Marco Vannini hanno parlato tutti i giornali. Locali, nazionali e internazionali. Della vicenda del giovane di Cerveteri si sono occupati giuristi, politici, ma soprattutto cittadini, che hanno preso a cuore i genitori di questo ragazzo appena ventenne strappato alla vita per chissà quale oscuro motivo che, per chissà quale ancora più oscura ragione, non riesce ad avere piena giustizia per quello che gli è stato fatto. Parla la mamma di Marco: l'intervista Della sua morte, dicevamo, hanno parlato tutti. Ma della sua vita possono parlare in maniera corretta e precisa solo i loro genitori. Lo fa la mamma Marina, con l’aiuto del giornalista-scrittore Mauro Valentini, e ne viene fuori un libro che è una storia da leggere tutto d’un fiato, che prende e commuove, che fa salire le lacrime e la rabbia insieme, oltre al dolore devastante, anche se non sarà mai il dolore che ha provato e che continua a provare questa famiglia da quel maledetto 18 maggio del 2015, quando venne ucciso da un proiettile sparato all’interno della villetta di casa Ciontoli, a Ladispoli. Mamma Marina racconta la sua vita, dall’amore per Valerio, suo marito e padre di Marco, alla nascita del loro bambino, fino al giorno della tragedia. Parla di Martina Ciontoli, la fidanzata di Marco, dell’impressione che le ha fatto sin dal primo momento che l’ha vista, del rapporto che ha instaurato con quella ragazza bellissima ma dagli occhi di ghiaccio. E poi della morte di Marco. Delle stranezze che ne sono seguite, delle anomalie. E dei processi, fino a quel “Non in mio nome”. Non stiamo qui a raccontarvi il libro, perché vale davvero la pena leggerlo. “La verità sul caso Vannini” è una fotografia di quanto realmente accaduto, raccontato dai protagonisti. Marina, quanto le è costato a livello emotivo tirare fuori tutti questi ricordi e renderli pubblici? «Molto, perché in quel libro c’è la vita di Marco, la mia e quella di Valerio, mio marito. Marco era una persona molto riservata, che non avrebbe mai voluto che uscisse mai

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Il Corriere della Città Numero 7 Anno 12

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EDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

niente su di lui, ma io l’ho fatto con l’intento di far rimanere mio figlio nella storia, nel senso che venga conosciuto per quello che veramente era e non solo per la sua morte. Quando si parla di Marco esce sempre fuori il processo, il “caso Vannini”, ma poi nessuno sa chi fosse veramente questo ragazzo, il suo vissuto, i ricordi di 20 anni di vita. In tanti mi avevano chiesto di scrivere un libro su di lui, ma non mi ero mai decisa a farlo. Solo quando ho conosciuto Mauro, di cui ho avuto immediata fiducia, ho capito che era la persona giusta per trasmettere attraverso un libro la vita di mio figlio, la sua morte e le fasi del processo». Nel libro, oltre alle parti dolorose, ci sono anche i ricordi belli, che fanno conoscere la vita di Marco sotto aspetti completamente diversi rispetto a quelli a cui eravamo abituati: come mai questa scelta? «Proprio perché volevo che ci si avvicinasse a Marco come persona e non solo come al ‘caso Vannini’, perché volevo far conoscere mio figlio come un ragazzo di 20 anni che amava la vita, che amava studiare e la cultura, che aveva progetti per il futuro. Adesso i proventi del libro saranno destinati ai Comuni di Cerveteri e Ladispoli per attività sociali, per aiutare altre persone giovani come lui, altri progetti, nel nome di Marco. In questo modo, attraverso il libro, conosceranno di mio figlio non solo la vicenda giudiziaria, ma anche il carattere, il modo di fare e tanto altro». Cosa le fa più rabbia? “La rabbia è un sentimento che non posso far

trasparire, perché con la rabbia non si arriva a niente, però pensare che, a distanza di 5 anni, stiamo ancora lottando per ottenere giustizia e sapere che la verità giudiziale non è la verità storica… non è confortante. Ma chi avrebbe potuto dire la verità era solo Marco e lui non c’è più». Non in suo nome, ma neanche in nome di tantissimi italiani che sono dalla parte della famiglia Vannini: la consola il fatto che ci siano state tante manifestazioni contro la sentenza pronunciata dai giudici? «È stata una sentenza vergognosa, a mio avviso, la sentenza pronunciata in appello dai giudici, dando solo 5 anni a Ciontoli. Evidentemente avranno fatto tutto un ragionamento che li avrà portati a quella conclusione che per me non è giusta, perché la vita di mio figlio no può valere 5 anni. E il messaggio che arriva alla gente è questo: si può uccidere chiunque e farla praticamente franca, perché 5 anni, tra sconti di pena e permessi, quanti sono realmente di carcere? Secondo me si passa un messaggio sbagliato». Qual è la sua speranza adesso? «Avere giustizia per mio figlio. E la Cassazione mi ha ridato questa speranza. Ho sempre lottato, insieme a mio marito e alla mia famiglia, e sempre lotterò fino a quando non ci sarà giustizia per Marco, perché non si può ferire in quel modo una persona e lasciarla morire per 110 minuti, invece di salvarla. Perché Marco si poteva salvare, invece non hanno fatto niente, c’è stata una ‘condotta omissiva’ che ha portato mio figlio alla morte». Quali sono i suoi sentimenti nei confronti della famiglia Ciontoli adesso, a distanza di 5 anni? «Io quella famiglia l’ho cancellata dalla mia mente. Penso solo ad avere giustizia per Marco e loro devono pagare per quello che hanno fatto. I sentimenti a volte sono di rabbia, perché hanno ucciso mio figlio e tutti noi, perché noi siamo morti tutti quel maledetto 18 maggio 2015. Spesso ho problemi quando devo firmare e mettere la data: per me è sempre il 2015». (continua)

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IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Alessandra Crinzi, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti, Alessia Achille, Giacomo Andreoli, Federica Rosato

CHIUSURA REDAZIONALE: 28/06/2020

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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(segue) Intervista con Mauro Valentini Mauro Valentini, scrittore di Pomezia, lo abbiamo già conosciuto in passato: questo è, almeno a mio giudizio, avendo letto tutte le tue opere, il miglior libro che tu abbia scritto. Oltre all’impatto emotivo, si nota una crescita professionale. Complimenti a parte, come sei arrivato a questo risultato? «Il libro è nato da un incontro. Ci siamo conosciuti durante la cerimonia del Premio Piersanti Mattarella 2019 dove io ero stato premiato per il libro "Marta Russo - Il mistero della Sapienza". Marina e Valerio erano ospiti. Poche parole ma è nata una amicizia. E la settimana dopo mi hanno chiesto di raccontare questa loro storia. Io mi sono messo al loro servizio, Ho cercato con lei, con loro, di narrare la vita di questa famiglia e il loro legame fortissimo che neanche la morte così tragica ha potuto separare. Insieme a questo poi ho cercato e trovato tante incongruenze, tante domande che due processi non sono riusciti a chiarire». Ascoltare direttamente dalle parole della mamma la storia di Marco fa sicuramente un effetto diverso rispetto che a leggerla da un giornale o sentirla in tv: cosa ti ha lasciato questa esperienza? «Io credo che Marina e Valerio mi abbiano dato una lezione di vita e d'amore. Entrare nella loro casa, leggere le carte e sfogliare i loro ricordi mi ha fatto sentire uno di famiglia. Ho capito che la ricerca della Giustizia è un percorso morale prima che materiale. È onorare la vita di Marco. E con essa quelle di tutte le vittime inascoltate». Valentini: «Ho capito che la ricerca della Giustizia è un percorso morale prima che materiale. È onorare la vita di Marco. E con essa quelle di tutte le vittime inascoltate»

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Rispetto ai tuoi precedenti libri che trattano sempre di omicidi più o meno irrisolti, ci sono differenze nel modo in cui hai trattato la storia che hai narrato? «Credo che per certi aspetti questo libro segua la linea del precedente libro: Mirella Gregori, Cronaca di una scomparsa. Anche in quello c'era un sentiero della memoria da percorrere con la sorella della povera Mirella. Credo anche che questo libro sia oltre l'inchiesta, sia appunto dentro la storia che si vuole narrare. Crediamo, io e Marina, di esser riusciti a prender per mano il lettore e averlo accompagnato in casa Vannini. Dove,

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ti assicuro, la presenza di Marco è tangibile e forte nonostante tutto. Lo abbiamo fatto per Marco».

«Crediamo, io e Marina, di esser riusciti a prender per mano il lettore e averlo accompagnato in casa Vannini. Dove, ti assicuro, la presenza di Marco è tangibile e forte nonostante tutto. Lo abbiamo fatto per Marco»

Nelle foto: (sopra) il libro e lo scrittore Mauro Valentini; a lato Marco Vannini


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Pomezia: il Covid non ferma gli eventi Sarà un'estate sì diversa ma comunque ricca di appuntamenti all'insegna di cultura e divertimento omezia e Torvaianica ripartono dall'estate 2020. L'emergenza Coronavirus non ha fermato la cultura in Città: in questi mesi, con l'hashtag #laculturanonsiferma e #anteprimaestate2020, il Comune di Pomezia ha proposto on line spettacoli teatrali, letture animate per bambini, musica e viaggi museali tra storia e leggenda. Ma è ora è tempo di tornare a vivere le piazze, in piena sicurezza e nel rispetto delle misure per il contenimento del contagio da Covid-19. La Città è pronta: due le arene che ospiteranno gli eventi, una in piazza Indipendenza a Pomezia e una in piazzale Kennedy a Torvaianica, per un programma ricco di serate che partirà il prossimo 9 luglio per concludersi a fine agosto. Gli accessi alle arene saranno controllati e contingentati, i posti a sedere limitati nel rispetto delle distanze di sicurezza e la Polizia Locale vigilerà sul divieto di assembramento. Cinema, teatro, spettacoli dal vivo, mercatini dell'artigianato e le immancabili sagre dei prodotti locali animeranno l'arena di Torvaianica che ospiterà da giovedì 9 luglio un evento ogni sera. A Pomezia si parte con la tradizionale Festa patronale di San Benedetto il 10, 11 e 12 luglio per prose-

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Il programma dell'Estate 2020: www.comune.pomezia.rm.it/estate2020

Eneadi Festival a Pomezia lo scorso anno. Quest'anno ci sarà il protocollo Covid da rispettare guire tutti i weekend del mese di luglio con la rassegna Pomezia in Musical e Pratica Jazz. Grande novità di quest'anno un evento dedicato all'attore e regista Ugo Tognazzi, in collaborazione con la famiglia, a 30 anni dalla morte. “Sarà un'estate diversa, ma molto ricca – spiega la vice Sindaco Simona Morcellini – Vogliamo fortemente che i cittadini di Pomezia e i turisti che arriveranno a Torvaianica possano trascorrere serate piacevoli dopo i tanti sacrifici affrontati in questi mesi. Ci impegniamo a regalare loro cultura e di-

Grazie di cuore maestre!

«Carissime maestre Sonia e Silvia vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me in questi cinque anni, sarete sempre nel mio cuore», da Daniele De Paolis.

vertimento, mantenendo alta la qualità degli eventi che la Città ha imparato a conoscere”. “Siamo felici di essere riusciti a organizzare l'Estate 2020 nonostante tutto – aggiunge il Sindaco Adriano Zuccalà – Ripartiamo da qui insieme a tutti i soggetti del territorio coinvolti: dagli albergatori ai ristoratori, dalle attività commerciali ai pescatori, dalle associazioni culturali agli artisti. L'emergenza Coronavirus ha colpito fortemente diversi settori del Paese, primo fra tutti il turismo: vogliamo che in questi mesi Pomezia e Tor-

Un anno di attività

OSPEDALE VETERINARIO POMEZIA - Primo anniversario per l'Ospedale Veterinario di Pomezia. La strutturas è nata a Maggio 2019 e fa parte di Vet Friendly Group. Oltre alle visite ambulatoriali, abbiamo il pronto soccorso veterinario attivo H24 tutto l’anno. In poco tempo si è conquistata la fiducia dei cittadini e dell'hinterland di Pomezia diventando un punto di riferimento per ogni tipo di emergenza.



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Barriere architettoniche, ecco i «tutorial» Brevi video di formazione realizzati dalla cellula di Pomezia dell'Associazione Luca Coscioni ontributi video per spiegare (ed informare) i cittadini sulle problematiche riguardanti le barriere architettoniche. E’ questa l’iniziativa lanciata dalla cellula di Pomezia dell’Associazione Luca Coscioni che, insieme all’Architetto Paolo Moscogiuri, esperto sul tema e autore del libro “La città fragile”, spiegherà in modo chiaro e semplice tutte le difficoltà che le persone con disabilità affrontano per spostarsi sul territorio. Lo scopo è quello di fornire ai cittadini consapevolezza per l'analisi del territorio. Il primo video: il codice «Loges» Dopo il filmato introduttivo postato a metà giugno, all'interno del quale l'iniziativa è stata presentata, la prima “pillola” ha riguardato il codice tattile, nel gergo tecnico chiamato Loges (Linea di orientamento guida e sicurezza). Un codice tutto italiano anche se alcune parti sono diventate internazionali. Il Loges, spiega l'Architetto Moscogiuri nel video, è previsto dalla legge: parliamo della l. 236 del 1989 e della 503 del 1996. Si tratta di prescrizioni che consentono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo quali i segnali di orientamento, piastrelle con scanalature che indicano il senso di percorrenza, e i segnali di arresto, con calotte sferiche rialzate che segnalano la necessità di fermarsi in quanto in presenza di un pericolo. Nella foto che vedete è descritto un

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Esempio di progettazione di un percorso sicuro per non vedenti e ipovedenti esempio pratico di come dovrebbe essere concepito il codice tattile per garantire la sicurezza dei non vedenti. Dove vedere i video I tutorial verranno pubblicati sulla Pagina Facebook "Cellula Coscioni Pomezia Senza Barriere". Saranno anche disponibili sul canale You Tube di Paolo Mascogiuri.

I contributi video spiegheranno (e informeranno i cittadini sulle problematiche riguardanti le barriere architettoniche

L'Associaione Luca Coscioni CHI SONO - L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’ac-

cesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione. A Pomezia si è da poco costituita una cellula al livello locale. L'Architetto Paolo Moscogiuri

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Quando la dolce attesa è troppo dolce Perché si sviluppa (e cos'è) il diabete gestazionale principali cause e come si affronta ome ho sempre detto la gravidanza è un momento fisiologico della vita di una donna che non comporta grosse limitazioni per la futura mamma se non quelle legate al peso del pancione che cresce e ad alcuni accorgimenti che possono essere considerati di normale buon senso. Si può continuare a seguire le proprie abitudini insomma, ma adattandosi alla nuova condizione. Tuttavia non sempre tutto fila liscio, alcune mamme infatti potrebbero sviluppare, per esempio, quello che chiamiamo diabete gestazionale. Si tratta di un aumento dei livelli di zucchero nel sangue che non si era mai presentato prima della gravidanza. In genere si manifesta nel secondo trimestre di gestazione e per questo motivo lo screening viene eseguito tra la 24° e la 28° settimana, anche se in caso di presenza di fattori d rischio come donne obese, con indice di massa corporea superiore o uguale a 25 oppure con precedente storia di diabete gestazionale, può essere anticipato a 16-18 settimane. Se i livelli di glicemia risultano più alti già nelle prime settimane di gravidanza in genere si tratta di un diabete già presente prima della gravidanza, ma non ancora diagnosticato. Il diabete gestazionale non dà sintomi, ma ha i suoi effetti soprattutto sul bambino. Un feto usa lo zucchero a sua disposizione per crescere, per lui è indispensabile, e gli elevati livelli di glicemia materna stimolano il suo pancreas a produrre insulina in grandi quantità. Ciò può portare ad avere neonati cicciottelli, con peso superiore ai 4 kg in quanto l’iper-insulinemia porta ad accumulare tessuto adiposo a livello dell’addome del bimbo. Questo inevitabilmente si ripercuote sul parto, potrebbe infatti essere necessario un taglio cesareo o un’induzione intorno alla 38esima settimana per evitare complicazioni. Inoltre i feti che per nove mesi hanno avuto a disposizione troppi zuccheri, dopo la nascita potrebbero avere episodi di ipoglicemia, perché l’eccesso di insulina non è più giustificato dall’eccesso di zuccheri materno. I figli di madri con diabete gestazionale, secondo alcuni studi, potrebbero anche andare incontro ad obesità infantile o adolescenziale oppure sviluppare diabete in età adulta. Ma qual è la causa del diabete gestazionale? Diciamo che ci sono due fattori determinanti. Il primo è che potrebbe essere conseguenza di una ridotta produzione di insulina da parte del pancreas il che determina elevati livelli di glicemia post prandiale, oppure potrebbe esserci un’aumentata resistenza dei tessuti periferici all’azione dell’insulina e questa forma in ge-

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nere si riscontra nelle mamme in sovrappeso e obese o che hanno preso troppi chili con la gestazione. In questi casi l’insulina aumenta digiuno. Tutte le donne quindi possono sviluppare diabete gestazionale, ma esistono dei fattori predisponenti come: obesità, età superiore a 25 aa, familiarità, gravidanza gemellare, eccessivo aumento di peso, pregresso diabete gestazionale e vista la mancanza di sintomi evidenti, per fare diagnosi occorre fare un test di screening con carico di glucosio. Praticamente viene fatto bere alla mamma una soluzione di acqua e glucosio (75g) e poi vengono fatti prelievi seriati per il controllo della glicemia. Basta un solo valore discordante da quelli di riferimento per fare diagnosi. Oggi lo screening è raccomandato solo alle donne che presentano almeno un fattore di rischio. Una volta fatta la diagnosi le mamme devono controllare la glicemia almeno 3 o 4 volte al giorno, prima di colazione e poi due ore dopo i pasti principali, tenendo un diario da portare con sé alle visite di controllo. I valori non dovrebbero superare i 95mg/dl a digiuno e i 120 mg/dl dopo i pasti. La cura per il diabete gestazionale parte da una corretta alimentazione. La dieta deve essere bilanciata, povera di zuccheri semplici (zucchero, miele, biscotti, marmellata, frutta) e con zuccheri complessi (pane, pasta, riso legumi), con abbondanti verdure cotte e crude suddivisi in tre pasti principali e due spuntini. Non si eliminano del tutto i carboidrati quindi, ma si scelgono in quantità e qualità e questo da solo già basterebbe a regolarizzare la glicemia in pochi giorni, tuttavia in alcuni casi può essere necessario

somministrare insulina per via sottocutanea in quanto gli ipoglicemizzanti orali non sono ammessi in gravidanza. Anche l’attività fisica è importante per ridurre i livelli di glicemia, ovviamente in assenza di controindicazioni ostetriche e dopo aver fissato con il diabetologo il momento migliore per praticare sport rispetto ai pasti ed eventuale terapia insulinica. La terapia deve essere iniziata il più precocemente possibile e continuata fino al momento del parto. Durante il travaglio ed il parto la mamma brucia grandi quantità di energie sotto forma di glucosio pertanto non è necessario somministrarne ipoglicemizzanti, occorre però continuare con i controlli della glicemia ancora per un po'. Tra le 6 e le 12 settimane dopo il parto è inoltre consigliabile eseguire un nuovo controllo con curva da carico di glucosio. Mi preme ricordare che diabete gestazionale non è sinonimo di taglio cesareo, bisognerà valutare caso per caso. Se il diabete è ben compensato e il bambino ha un peso stimato normale, si potrà tranquillamente attendere l’inizio del travaglio ed espletare un parto spontaneo, se invece risultasse troppo grande, si potrebbe decidere di indurre il parto a 38 settimane. Solo quando il diabete non è controllato e il bambino risulta sproporzionato rispetto alle capacità del bacino materno (cioè un macrosoma) allora si dovrà ricorrere ad un taglio cesareo. Lo stesso vale per l’allattamento al seno: il diabete gestazionale non costituisce una controindicazione all’allattamento! Insomma il diabete gestazionale impone alla mamma di avere una maggiore cura per la propria alimentazione, di fare attività fisica e di controllare la sua glicemia costantemente, in alcuni casi le impone di fare qualche punturina di insulina, ma non le impedisce di vivere pienamente e fisiologicamente la propria gravidanza, parto e maternità! dovevolalacicogna@libero.it Dott.Ost.Catiusca De Renzis


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Achille e la tartaruga La voglia di evasione si accompagna alla sensazione di essersi risvegliati da un brutto incubo ’estate appena iniziata, una benedizione per le conseguenze stressanti di un inverno parecchio severo che ha messo a dura prova la libertà dei cittadini, la scuola, l’economia, la sanità, attesa come un farmaco in grado di opporsi alla potenza del virus (nei suoi effetti medici e psicologici), sarà un’estate diversa dal solito. Al bisogno di evasione che accompagna di norma le belle giornate, si aggiunge la piacevole sensazione del risveglio da un incubo. L’aspettativa, la motivazione verso la vita che ci aspetta rappresenta una forte spinta alla guarigione dalla stanchezza e dalla pigrizia che hanno aperto la strada alla rassegnazione, alla rinuncia, al predominio dell’ansia. Un corpo attivo e motivato a guarire, favorisce l’intero benessere psico-fisico in quanto mente e corpo sono in continua comunicazione. Il movimento, che comprende anche quello del pensiero autonomo, l’unico che conserva le capacità di critica, (così importanti specie nella società moderna che pare averlo preso di mira a favore di una pericolosa assuefazione e omogeneizzazione delle menti per scopi consumistici), è la vita, è l’immagine di un fiume che scorre rispetto ad un pantano stagnante. Le ipotesi esplicative che stanno alla base dei miglioramenti dovuti alla distrazione da eventi stressanti e dalla routine o all’attività fisica, riguardano fattori fisiologici (rilascio sul Sistema nervoso centrale e periferico di endorfine con innalzamento del tono dell’umore e riduzione dell’ansia attraverso l’attivazione di naturali meccanismi fisiologici che accompagnano lo sforzo fisico e inducono la sensazione psicologica rassicurante che tutto funziona), e fattori psicosociali (aumento dei sentimenti di competenza, che contrastano i sentimenti di minorità fisica o psichica, e dei sentimenti di autoefficacia, è difficile interagire con gli altri sentendosi stupidi, goffi, inadeguati). Tali fattori, uniti a quelli psicologici, interagiscono tra loro, prove sperimentali sono alla base dei risultati. Covid-free sembra il bollino di qualità più ricercato del momento per vivere un’esperienza nuova sentendosi in sicurezza. Una recente indagine mostra una flessione degli italiani (circa 10.000 persone) che hanno in programma una vacanza, forse perché spaventati dalle restrizioni, dall’incertezza clinica, dalla paura di restare bloccati nella località di vacanza, semmai scelta anche da un virus impavido anche al sole e pronto a fomentare un nuovo cluster . Sembra di essere catapultati dentro un film degli anni ’60, quando le vacanze non accendevano automaticamente il desiderio di evadere verso la-

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titudini remote ma avevano contorni più familiari, la spiaggia vicina, la casa dei nonni, rivelando a un tempo anche i vecchi vizi e difetti degli italiani, ben evidenziati nei film di Aldo Fabrizi, Sordi, Gassman che hanno fatto la storia del cinema italiano. Un turismo sostenibile, soggiorni in agriturismi dove si ritrovano modi di vita che sembravano sorpassati, dove si mangiano prodotti locali, la riscoperta di vecchi borghi montani o rurali dove il tempo sembra essersi fermato, cammini per entrare in contatto con tradizioni immuni dall’accelerazione della società contemporanea. Stessa spiaggia stesso mare dunque, con conseguente restringimento del perimetro dell’esperienza e buona pace sulla polemica relativa al termine “congiunti”, anche stessi affetti allora, rigorosamente “stabili”. Concentrati di scene familiari che comportano di confrontarsi con le dinamiche affettive di famiglie non più allenate a passare tanto tempo insieme senza i diversivi di mete esotiche. Scenari tra lidi familiari e viaggi lenti - “slow coast” più che “low coast”- , ove si vive lentamente, senza affanno, con l’ obiettivo puntato più sull’esperienza che sulla meta, che consente di guadagnare il percorso facendolo passo dopo passo. Ci saranno meno foto da postare, meno voglia di mostrarsi ma una maggiore intimità è un invito a divenire più riflessivi, se non si cade nella trappola della noia. Dopo un incidente ci si rialza piano piano, si controlla di essere tutti interi, ci vuole tempo per imparare dall’esperienza, per fronteggiare lo shock appena subito con una reattività meno psico-

tica, balzare su e rimettersi in corsa come se niente fosse stato crea solo l’illusione di salvezza per cadere di nuovo tutto d’un botto al prossimo ostacolo. Nel paradosso più famoso di Zenone, quello di Achille e la tartaruga, il paradosso proposto da Zenone ad Elea per difendere le tesi del suo maestro Parmenide che sosteneva che il movimento fosse un’illusione, Achille, detto pié veloce, venne sfidato a raggiungere la lenta tartaruga alla quale però fu concesso un vantaggio di dieci metri. Secondo Aristotele il tempo e lo spazio sono divisibili all’infinito in potenza ma non in atto, una distanza infinita solo nella considerazione mentale ma che in concreto può essere percorsa, dimostrando, pertanto, che il più lento sarà sempre un po’ più avanti. Non abbiamo detto che dobbiamo rallentare? Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Ass.ne “Amici di Singen”, Via Cincinnato, 4 I Corsi di Psicologia riprendono il 9 settembre Mercoledi h.16,00 17,30 (Princ.) h.17,30 -19,00 (Avanz.) Per inf. e iscr. Cell. +39 3271363539 (tel h. 8/9; 13/14)


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L'impazienza «In quest’epoca della fretta ogni inizio è una fine in fremente attesa» iviamo in preda all’impazienza, vorremmo recuperare tutto d’un fiato il tempo perduto negli ultimi mesi dove il metro di valutazione è solo il cronometro, rincorrendo qualcosa che neppure noi stessi sappiamo descrivere: il tempo, gli affetti, le amicizie...come quel bambino impaziente che desidera sempre “qualcosa di nuovo” e che non conosce i tempi dell’attesa. Tutto sta freneticamente velocizzandosi dove si ha sempre meno tempo a disposizione, ci si concede giusto pochi secondi per soffermarci su ciò che gira intorno alla nostra vita. Pochi minuti per ascoltare ed altrettanti per trarre conclusioni affrettate. In una ricerca dell’Università Bocconi venne fuori che il tempo medio di valutazione di un sito da parte di un utente internet era di 8 secondi. Il giornalista canadese Malcolm ha dedicato un saggio alla capacità di capire “in un batter di ciglia” chi abbiamo davanti. A Vic Braden, allenatore di tennis, bastava vedere la palla lanciata in aria per pronosticare la sua traiettoria. Un istinto figlio dell’esperienza che Gladwell chiama” il potere di pensare senza pensarci” . Non si ha pazienza neppure con se stessi e con il proprio destino, dove la misura di ogni cosa è il tempo, non più concesso a nessuno. L’uomo prova da sempre ad afferrare il tempo che passa inesorabilmente fino a tentare di cogliere l’attimo, spesso ci si riesce ma, come si sa, a volte fallisce. Il tempo è come il denaro: ci rende schiavi, prigionieri e non basta mai. Ognuno è spaventato all’idea di non farcela a fare tutto; siamo un po’ confusi dalla velocità di organizzare, decidere, scegliere, gestire. E’ sbagliato dire che il tempo passa, mentre invece siamo noi che passiamo, che ci invecchiamo, che cominciamo a consumarci da quando siamo venuti al mondo. Tutto ha bisogno del suo tempo come un albero che aspetta la primavera e l’estate per i fiori e i frutti. Quello che noi possiamo fare è creare un ambiente favorevole a questa crescita paziente, grazie alla cura che poniamo nelle cose in cui siamo impegnati e all’attenzione verso chi ci circonda.

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Non c’è nessun dubbio che la grande angoscia dell’uomo è proprio questa certezza, che una volta nati un giorno tutto s’interromperà bruscamente senza sapere quando! Naturalmente fino a 60 anni si pensa di essere immortali mentre dopo, invece, il tempo comincia a scorrere velocemente e si assiste impotenti alla metamorfosi del nostro corpo. A cinquant’anni tiriamo i primi bilanci, ce la prendiamo per gli obiettivi che non abbiamo raggiunto e andiamo in crisi. Ci si rende conto di invecchiare, si guarda indietro alla propria esistenza e magari si cerca di cambiare rotta, ma dopo vent’anni non si possono avere le stesse aspettative che avevamo da giovani come fossero una lista della spesa e spuntare quelle che abbiamo raggiunto da quelle ancora da conquistare, poiché le motivazioni dell’individuo evolvono nel corso della vita e di conseguenza i nostri obiettivi si adeguano alle condizioni del momento. A subire questa trasformazione sono anche le nostre motivazioni personali: nella mezza età preferiamo mantenere quello già conquistato, mentre i giovani al contrario, si pongono più spesso obiettivi orientati al profitto e vogliono risultati che diano loro successi immediati. Ciò non dipende soltanto dal

fatto che chi ha raggiunto questi traguardi ha già ottenuto qualcosa dalla vita, ma anche dalla percezione del ridursi delle risorse, come il tempo e le energie. Al posto degli anni vissuti dalla nascita cominciamo a contare gli anni che ci restano. Quindi è inutile sperare di fermare o rallentare questo processo, poiché sarebbe contro natura, bensì bisogna convincersi che non si può pensare di avere tempo per tutto e di questo esserne pienamente consapevoli. Si deve capire che la vita è piena di mete e correre continuamente dietro al tempo sarebbe una gara persa in partenza. Non essere ossessionati da quello che potevamo fare in passato e non siamo riusciti a concludere. Fateci caso che quando siamo felici di un momento che viviamo il tempo si annulla improvvisamente, ciò significa che scompare se rendiamo la nostra vita intensa ed appassionata. Soprattutto in questo periodo estivo dovremmo cercare di vivere queste giornate di vacanza cercando di modificare totalmente gli schemi entro cui viviamo tutto l’anno, ricercando il modo per entrare in un tempo di qualità. Ed invece, molto spesso, desideriamo più tempo per stare senza far niente mentre poi lo riempiamo di cose inutili. Questo perché anche il non fare nulla ce lo imponiamo come sforzo. Malgrado le nostre giornate siano interamente condizionate da orari e scadenze, dovremmo essere capaci comunque di ritagliarci degli spazi vuoti solo per noi, convincerci a non ritenere che il vivere significhi solo produrre. Ogni cosa ha il suo tempo, basta saper aspettare gustandosi quello che si sta vivendo in quel momento senza rincorrere affannosamente quello che dovrà accadere in futuro. Essere saggi ed equilibrati vuol dire proprio riuscire a stare nel tempo presente, che è l’unico tempo che c’è, poiché guardando al passato, il più delle volte, ci porta sofferenza dato che, purtroppo, i conti non tornano mai. Antonio Guido


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Mani come tavolozze L'artista iperrealista che incrocia l'arte delle ombre cinesi al body painting. Ecco le sue opere o conoscete Guido Daniele nato a Soverato nel 1950? E' un pittore iperrealista e Body painter che nel 2000 ha delineato le sua linea "MANIMAL" incrociando l'arte delle ombre cinesi al suo saper dipingere corpi e mani, ed il risultato è stato stupefacente. L'effetto visivo sorprende ed incanta ed è riuscito a trasformare in maniera creativa i palmi delle mani, come fossero delle tavolozze di pittore, dando vita ad una grande varietà di animali che vanno dalla zebra all'aquila, dal cigno al coccodrillo. Il suo modo di dipingere non è passato inosservato tanto che i suoi dipinti sono stati utilizzati sia in campo pubblicitario che in alcune campagne ecologiche. Nasce a Firenze nel 1936 ma ci lascia giovanissimo alla sola età di 61 anni l'artista Mario Mariotti che nel suo libro "ANIMANI" in maniera artistica e divertente concretizza dei dipinti sulle mani creando ironiche e giocose figure di calciatori, pianisti o atleti. Infine voglio citare la giovane pittrice Iantha Naicker che con grande abilità dipinge con la destra la sua sinistra, realizzando originali e di grande effetto visivo dipinti tridimensionali, come il piccolo panda raffigurato nella figura sotto-

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stante che, aggrappandosi al suo dito sembra quasi reale. Laura Piacentini


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Perché le diete falliscono Se non capiamo le cause per cui siamo ingrassati nessun miracolo potrà salvarci dagli effetti assata la fase peggiore dell’emergenza Covid-19 probabilmente vi sarete già resi conto di quanto possa essere difficile eliminare quei chili e quel grasso superfluo che i mesi trascorsi, di forzata inattività, ci hanno fatto accumulare. Molti di voi avranno provato, ma probabilmente senza grande successo, qualcuno tra i tanti metodi, a volte bizzarri, proposti su siti internet, social, giornali ecc. Altri, suggestionati dalle martellanti pubblicità, staranno pensando di utilizzare i prodotti dimagranti in vendita un po’ ovunque, soprattutto sul Web o peggio, scoraggiati dai primi fallimenti, saranno stati indotti a rivolgersi ai nuovi “santoni” che, senza nessuna qualifica, si spacciano per esperti di alimentazione e di salute. Non fidatevi, questi personaggi ed i loro prodotti, vi faranno perdere sicuramente dei soldi ma difficilmente i chili superflui, soprattutto in modo duraturo. Inoltre, diffidate dei prodotti acquistati sul web, oltre che inutili possono essere anche pericolosi per la salute a causa delle frequenti truffe e contraffazioni. Per comprendere perché è così difficile perdere peso, dobbiamo innanzitutto capire i motivi che ci hanno fatto ingrassare. Se non interveniamo sulla causa, nessun miracolo potrà salvarci dagli effetti. Nella stragrande maggioranza dei casi, il motivo per cui si ingrassa è banale: mangiamo troppo e male. Chi pensa di ingrassare a causa di presunti “problemi ormonali” o a causa delle famose intolleranze alimentari, che adesso vanno molto di moda, o per altri motivi non meglio definiti, dovrebbe rivolgersi al proprio medico, che è l’unico qualificato, per stabilire se soffriamo o meno di qualche patologia. Comunque vi assicuro, in base alla mia personale esperienza, che di casi di questo tipo ce ne sono veramente pochi. Inutile girare intorno al problema o cercare scappatoie o giu-

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stificazioni. Se mangiamo troppo rispetto all’attività fisica che facciamo inevitabilmente ingrasseremo. Se inoltre mangiamo male potremmo andare incontro anche a patologie su base alimentare. In tutti i casi è meglio rivolgersi ad un qualificato professionista per farci elaborare una dieta ben bilanciata e personalizzata, che ci fornirà indicazioni su quello che dobbiamo mangiare per ridurre gradualmente la nostra massa grassa fino ad arrivare a ritrovare il nostro peso ideale. Se la seguiremo otterremo sicuramente i risultati desiderati. Tuttavia, il problema è quello di riuscire a seguire la dieta. Le motivazioni che ci hanno spinto a mangiare troppo, purtroppo rimangono attive anche quando decidiamo di metterci a dieta ed in modo subdolo vanno a vanificare i nostri sforzi. Se la dieta fallisce nella maggioranza dei casi è perché non ci si è limitati a mangiare ed a bere quello che ci è stato indicato. La tentazione di introdurre delle piccole variazioni è troppo forte. Inconsciamente banalizziamo tutto e consumiamo, quasi senza accorgercene, cibi e bevande ad altissimo contenuto calorico che, nonostante la loro apparenza ”innocua“, sono in grado di sabotare qualsiasi dieta. Se non si associa ad una dieta un programma di educazione alimentare che ci porta ad avere consapevolezza degli errori

che facciamo, il fallimento è assicurato. Possiamo cambiare dieta, possiamo spendere i nostri soldi intossicandoci con prodotti inutili ma comunque non risolveremo il problema. Le diete miracolose non esistono, ci sono dei piccoli trucchi che ci possono permettere di perdere peso più velocemente o prodotti che ci scombinano al punto tale da confondere anche le nostre pessime abitudini alimentari, ma nessuna di queste soluzioni è duratura e può essere mantenuta a lungo termine. I chili persi ingannando noi stessi ed il nostro organismo, si riprendono quasi subito e con gli interessi. C’è una ampia letteratura scientifica che spiega nel dettaglio i meccanismi attraverso i quali si riacquista peso dopo una dieta, addirittura ingrassando ulteriormente. Un buon professionista non è quello che elargisce “ricette magiche” ma quello che ti segue e ti sostiene durante un percorso complesso fatto da fasi alterne di successi ma anche di tanti piccoli o grandi inevitabili fallimenti. Monica Grosso - Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it

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Discariche abusive a Torvaianica Alta Torvaianica Alta, Via selva Pisana: rifiuti abbandonati e sembra una discarica ma dove sono i controlli? - Daniele




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