Il Corriere della Città - Luglio 2015

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Anno 7 Numero 7

LUGLIO 2015

libertà informazione politica cronaca cultura sport

Un’estate al mare coli a t t e Sp

Rifiu ti

o Degrad

he c n a ti Bi t o N

Iniziata la stagione balneare, tra belle novità e note dolenti Storie “bestiali” PAG. 26 - 28

Un “Calcio” a Torvaianica: la presa in giro annunciata PAG. 16 - 17

Concerti

Torvaianica Alta: la chiesa della discordia PAG. 12



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POLITICA 3 Nel PD di Pomezia “Imperia” una donna Luglio 2015

La Zottola nominata capogruppo consiliare

È

la prima donna a ricoprire la carica di capogruppo consiliare nel PD di Pomezia. Imperia Zottola, alla sua prima consiliatura, è riuscita a raggiungere questo traguardo grazie alla serietà dimostrata e all’impegno messo nel ricoprire il suo ruolo. “Anche se è la prima volta che siedo sui banchi dell’aula consiliare, io faccio politica da sempre: sono anche tra i soci fondatori del PD a Pomezia. Il nostro partito ha visto vincere per due volte il suo sindaco nel periodo in cui io ero dirigente del PD e, dal mio ruolo, vedevo la distanza che c’era tra la segreteria e chi effettivamente amministrava. Questa mancanza di condivisione e partecipazione, ha provocato errori, al punto che nel 2013 i cittadini ci hanno puniti al voto. Faccio questa premessa per far capire che adesso il PD, anche se all’opposizione, è invece un partito che non separa la segreteria dai consiglieri: c’è un rapporto continuo di scambio e di dialogo, c’è apertura tra amministratori e dirigenza. Io ho una grande stima del segretario Stefano Mengozzi e degli altri membri della direzione e, a quanto pare, si tratta di un sentimento reciproco. Quando mi è stato proposto di diventare capogruppo non me lo aspettavo, perché venivo da un brutto periodo, durante il quale avevo allentato un po’ la mia attività in politica: io ero

molto amica di Corrado Capodimonti, abbiamo condiviso amicizia e politica e, nell’ultimo periodo della sua malattia, ho preferito stare vicino a lui piuttosto che dedicarmi ad altro. Ma la proposta è stata una sferzata di energia. In un primo momento, come mia abitudine e con grande umiltà, ho tentato di rifiutare l’offerta, cosciente della mia poca esperienza in Consiglio rispetto ad altri colleghi

più preparati. Ma, in seguito, ho accettato con entusiasmo, anche come una forma di tributo a Corrado. Mi impegnerò quindi al massimo per onorare questo ruolo nel nome dei cittadini e soprattutto dei giovani, ai quali bisogna dare speranze per il futuro”. Quali sono i suoi propositi? “Riguardo alla mia vita politica dentro il mio partito, mi impegnerò per rinnovare il PD all’interno, per arrivare alle prossime elezioni con una forza nuova e vincente, assolutamente pulita, senza correnti interne che prendano in ostaggio gli altri, ma tutti uniti per lo stesso scopo, ovvero una buona amministrazione della città”. Il PD, nell’ultima seduta di consiglio, non ha votato il PUA, strumento che i balneari attendevano da almeno 20 anni: perché? “Il PD non ha partecipato al voto in quanto noi consiglieri riteniamo che quella delibera sia illegittima, dal momento che il PUA non è mai passato in commissione, con la motivazione che aveva un carattere d’urgenza. Ma mi chiedo quale fosse questo carattere d’urgenza, visto che non è certo possibile che, il giorno dopo l’approvazione, questo regolamento diventi esecutivo per i balneari, dal momento che il provvedimento deve passare in Regione. (segue a pag. 4)


4 (da pag. 3) Perché non si è voluto trovare il modo di convocare l’apposita commissione - di discutere di questo importante piano in commissione? Eppure sono proprio gli esponenti del Movimento 5 Stelle a decantare l’importanza delle commissioni… quindi perché predicare bene e razzolare male? In commissione avremmo potuto vedere nel dettaglio cosa fare per rendere il Piano Utilizzo degli Arenili lo strumento migliore per rilanciare il turismo a Torvaianica, invece in questo modo è stata approvata senza discussione e senza partecipazione, con un’urgenza che non mi sembra tale, visto che non è immediatamente esecutiva. Mi è sembrato un atteggiamento provocatorio, poco democratico e scorretto da parte della maggioranza, che non avrebbe nessun motivo di comportarsi in questo modo visti i solidi numeri su cui può contare”.Ormai sono due anni che governa il Movimento 5 Stelle. Cosa non è stato fatto che invece doveva essere già stato fatto? Secondo lei Pomezia è una città ben amministrata? “Pomezia è un territorio complesso e molto particolare, al di là del colore o dei partiti che la governano. È un posto multietnico, con provenienze diverse sia interne all’Italia che dall’estero. Io credo che questa varietà ci arricchisca – ovviamente se chi arriva da fuori riesce ad integrarsi e rispettare le regole del territorio. Nel passato arrivavano anche più di 2 mila persone all’anno da fuori e serve bravura da ambo le parti: da chi arriva e deve capire che occorre adattarsi alle nostre regole, e da chi amministra, che deve essere capace di darle in maniera corretta, queste regole, e di farle rispettare. Fatta questa premessa, devo constatare che, in generale, questa Amministrazione è partita con tante promesse, che poi non sono state mantenute se non in piccolissima parte. La scusante finora è stata quella dell’inesperienza, che ha fatto dire a tutti “diamogli tempo, sono ragazzi,

POLITICA stanno imparando”. Ma adesso il tempo è passato e le cose non mi sembra che siano cambiate e l’inesperienza mi sembra stia lasciando posto ad una probabile incapacità, o meglio alla presunzione di non voler sentire nessuno. Vengono prese decisioni senza tenere in considerazione i cittadini, figuriamoci se prendono in considerazione quanto viene detto dall’opposizione! Decisioni spesso discutibili, fatte nel nome del risparmio, come licenziamenti, tagli e riduzioni di servizi”. A cosa si riferisce? “A tante cose, tra cui la riduzione dei trasporti pubblici, al taglio alla cultura con la soppressione dell’Università, alla mancanza di idee per organizzare più cultura sul nostro territorio, ai “possibili” futuri licenziamenti nella Pomezia Servizi - non dimentichiamo che questo Governo ha respinto degli Emendamenti da me presentati proprio per tutelare i lavoratori e i loro posti di lavoro - al volersi impuntare anche quando le cose sono chiarissime, come nel caso dei dipendenti comunali a tempo determinato, che alla fine verranno stabilizzati, ma nel mezzo ci sono state tante cause con conseguenti spese legali e conseguenti debiti del bilancio del Comune e quindi tanti costi in più per i cittadini. Parlo anche del riscatto del diritti di superficie alla 167, dove le proposte degli interessati non sono state ascoltate: non andando incontro alle loro esigenze, che erano più che lecite visto che si rifacevano alle tariffe di posti vicini, come Roma, alla fine il nostro Comune non incasserà nulla di quanto previsto, visto che a quel prezzo pochissimi hanno aderito e non aderiranno mai in futuro”. Lei mi sta dando l’opportunità di fare una triste constatazione: spesso si nota una grossa discrepanza tra la previsione fatta dall’Amministrazione e la realtà conseguente. Lo abbiamo notato non solo con il diritto di superficie, ma anche su vari bandi, come ad esempio quello delle macchinette “mangia-ri-

Il Corriere della Città Luglio 2015 fiuti” o quello dei mercatini, prima natalizi e poi estivi. Come mai succede questo, secondo lei? Eppure, se guardiamo il bando per l’occupazione del suolo pubblico da parte dei commercianti ambulanti, per loro sarebbe stato sicuramente vantaggioso aderire, soprattutto se si fa un confronto con il passato, quando per mettere le “bancarelle” si pagava, anche se non direttamente al Comune ma a chi prendeva “in gestione” il suolo pubblico… “È vero, quest’ultima cosa infatti è piuttosto strana. Rispetto a tutto il resto, invece, credo che nessuno aderisce ai bandi per lo stesso motivo per cui ai consigli comunali non assiste più quasi nessuno, nemmeno i giornalisti: perché questa Amministrazione ha allontanato tutti, dal momento che non c’è dialogo con nessuno. Eppure parliamo della “casa del popolo”, quella casa di vetro che invece sembra essere di cemento armato. Forse per questo i cittadini si sentono offesi e reagiscono di conseguenza”. Perché offesi? “Perché hanno creduto a quanto era stato detto loro, speravano in un governo che migliorasse la qualità di vita dei cittadini con maggiori servizi e più possibilità per tutti, invece non è andata così. Può anche darsi che le scelte fatte da Fucci e dalla Giunta siano ottime, se fossero partecipate con i cittadini, sarebbero sicuramente molto più accettate in maniera positiva. Invece non viene ascoltato nessuno: associazioni di categoria, comitati di quartiere, semplici cittadini, Lavoratori, Sindacati, sono tutti senza voce. E tutto questo per cosa? Per dimostrare che loro sono bravi e gli amministratori del passato erano tutti disonesti? Io credo che la mediazione con i bisogni dei cittadini sia essenziale per un buon governo. E questo, secondo me spiega la mancata partecipazione alle varie iniziative di questa Giunta: imposizione e mancanza di partecipazione”. Alessia Ambra Achille


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POLITICA

Il Corriere della Città Luglio 2015

Panem et circense D

ecimo Giunio Giovenale nacque ad Aquino, non lontano da qui, pochi anni dopo la morte di Cristo. Fu un poeta satirico che visse soprattutto all'ombra di uomini potenti, nella scomoda posizione di cliens, privo di libertà politica e di autonomia economica; e proprio questo suo stato fu probabilmente causa del pessimismo che traspare nelle sue opere. Amava descrivere l'ambiente in cui viveva, ed era quella un'epoca nella quale chi governava si assicurava il consenso popolare con regolari distribuzioni di grano, a volte integrate con elargizioni in denaro di cui, tuttavia, avevano diritto solo una parte dei cittadini di Roma, e con l'organizzare spettacoli pubblici diversi e grandiosi quel tempo assai apprezzati come le cruente lotte tra gladiatori, i combattimenti con gli animali e soprattutto le corse dei carri tirati da cavalli. La pratica di distribuire grano gratuitamente o a prezzi inferiori a quelli di mercato era iniziata ai tempi della Repubblica regolata dalle lex frumentaria. Anche nei periodi successivi elargizioni di cibo furono fatte da magistrati o da chi volesse fare carriera politica curando in particolare gli spettacoli. Marco Terenzio Varrone Lucullo nel 79 a.C. da semplice edile curò giochi sfarzosi e sei anni dopo fu il presentatore di una generosa lex frumentaria. “Panem et circenses”, (lat. «pane e giochi del circo»), così Giovenale sintetizza le aspirazioni della plebe romana nell’età imperiale nelle sue satire, e la ripete più volte ironicamente o anche in senso polemico, con riferimento a metodi politici bassamente demagogici. Questa locuzione è stata poi usata per definire criticamente l'azione politica di singoli o gruppi di potere volta ad attrarre e mantenere il consenso popolare mediante l'organizzazione di spettacoli e attività ludiche collettive, o ancor più specificatamente a distogliere l'attenzione dei cittadini dalla vita politica, per far sì che questa restasse appannaggio di una élite. Anche nella Napoli borbonica era usata un'espressione simile, “Feste, farina e forca”, per definire la vita in quel periodo, in cui all'uso di feste pubbliche e di distribuzioni di pane si accompagnava la pratica di numerose impiccagioni pubbliche come dimostrazione della capacità del potere politico di assicurare il mantenimento della legalità (oggi la terza “F” assumerebbe un diverso significato). L'espressione Panem et Circenses alludeva ad un meccanismo di potere che aveva una grande influenza sul popolo romano; era la formula del benessere popolare e quindi politico; un vero strumento in mano al potere per far cessare i malumori delle masse. Metodi politici di pura demagogia. In origine era giudicata l'arte di guidare il popolo; in seguito, già presso gli antichi Greci, padri indiscussi della democrazia, fu più propriamente intesa come la pratica politica tendente ad ottenere il consenso delle masse, lusingando le loro aspirazioni, specialmente economiche, con promesse difficilmente realizzabili. Nella storia del pensiero politico il termine risale alla tipologia aristotelica delle forme di governo, nella

quale rappresenta un aspetto degenerativo o corrotto della politèia, per cui si instaura un governo dispotico delle classi inferiori dominato dai demagoghi, che sono definiti da Aristotele «adulatori del popolo». Chi ha avuto la pazienza di seguirmi fin qui, in questo noioso prologo, anche se distrattamente, non potrà non aver riconosciuto molti dei personaggi che oggi, ad Ardea, sono gli indiscussi padroni della politica. Come non associare l'edile Marco Terenzio Varrone Locullo e i suoi epici giochi con il locale imprenditore edile dal non meno altisonante nome, dedito all'organizzazione delle feste con tanto elargizioni di pane e salsiccia venduti sottocosto. Con tanto di mercatino di sparute bancarelle di cineserie di infima qualità, balli di gruppo per ultrasessantenni in piazza del Popolo, a distinguersi è il solo Mons. Aldo Anfuso, l'amatissimo parroco della Chiesa di San Pietro Apostolo. Altri edili consiglieri e personaggi che di politica hanno fatto invece la loro professione avocheranno al loro patrocinio le numerose attività che il calendario degli eventi di questa estate annovera. Esaurita questa fase “circenses” ci attenderà un difficile autunno che potrebbe portarci, con l'ennesima crisi politica, anche a quell'ultima spiaggia in cui tutti i cittadini confidano: la caduta di questa consiliatura e del sindaco Luca Di Fiori. Da quei giorni rivivremo il periodo del “panem”, delle promesse impossibili, dei favori ad personam e perfino delle “mancette elettorali” ossia quella parte della regola demagogica non scritta che da quarant'anni soggioga i cittadini di Ardea. Un doveroso distinguo va fatto per talune iniziative che nulla hanno a che vedere con il po-

litico circenses. Autofinanziate dagli stessi cittadini, con l'intento di dar vita ad un'attività che, seppur ludica, abbia almeno nei contenuti uno spettacolo qualitativamente più elevato. Un sentito ringraziamento dei cittadini non può dimenticare l'impegno di Roberto Proietti che con la sua JR School Accademy di danza ha organizzato due serate di puro spettacolo di un arte spesso trascurata ma che mai smette di darci emozione; e come non citare le dancing funtains nello sfondo del grande palco dove acqua e fuoco si intrecciano in un avvincente gioco di luci laser e musiche. Un sentito grazie anche a Piero D'Angeli che con l'Associazione Nuova California 2004 anche quest'anno dal 9 al 12 luglio, seppur con un grande sforzo economico, ci regalerà quattro giorni di spettacoli e divertimento. Sabato 11 luglio la concomitanza della notte bianca a Tor San Lorenzo certo non gioverà in quanto il pubblico e gli stessi operatori tenderanno a dividersi tra le due manifestazioni e questa coincidenza è suonata un po' come un sgarbo volutamente perpetrato ai danni di una iniziativa non patrocinata. Qui di seguito alcune delle iniziative, oltre alle già citate notti bianche del sabato sera a Tor San Lorenzo, alcune delle feste e sagre • A cura della Parrocchia Regina Pacis Festa Patronale a Largo Strampelli dal 16/7/2015 al 19/7/2015 • A cura della Parrocchia San Gaetano da Tiene, Festa atronale San Gaetano da Tiene in via Reggio Calabria e Largo Imperia dal 23/7/2015 al 26/7/2015 • A cura dell'Associazione Il Mio Canto Libero, Sagra dei prodotti Locali in Via delle Palme, ang. L. mare delle Pinete dal 24/7/2015 al 26/7/2015 • A cura del Comitato Festeggiamenti TSL, Festeggiamenti San Lorenzo Martire in Viale San Lorenzo dal 7/8/2015 al 10/8/2015 • A cura dell'associazione Gocce D'Arte Festa della Musica "Ardea" on e Rock in Piazza del Popolo dal 20/8/2015 al 23/8/2015 • A cura dell'Associazione Il Mio Canto Libero, Sagra del Pescato Locale in Via delle Palme, ang. L. mare delle Pinete dal 21/8/2015 al 23/8/2015 • A cura dell'associazione Gocce D'Arte Ardea Film Festival Cortometraggi in Piazza Belvedere dal 28/8/2015 al 30/8/2015 Mario Savarese



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POLITICA

Il Corriere della Città Luglio 2015

“Pomezia cambia”: ecco come, dove e quando Tra lavori già finiti ed altri ancora da iniziare, questa la situazione attuale del PLUS

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n questi giorni scadono i termini naturali di “Pomezia cambia”, ovvero della realizzazione delle opere pubbliche finanziate grazie ai fondi PLUS ottenuti nel 2012 dal Comune di Pomezia. Ma qual è il "bilancio" delle opere realizzate e quanto è realmente cambiata Pomezia? Lo chiediamo all’Assessore Veronica Filippone, che ha seguito l’iter dal suo insediamento nella Giunta comunale. “Il bilancio delle opere realizzato è molto positivo e già il quartiere Nuova Lavinium sta godendo di alcuni interventi già realizzati e altri che stanno per essere terminati”. Quali opere sono state effettivamente completate e sono già a disposizione dei cittadini, quali sono in fase di completamento ma rientrano comunque entro i termini del 30 giugno e quali invece sono in ritardo rispetto a questo termine? “Su 18 interventi, 1 partirà a breve perché si sta procedendo per l’affidamento dei lavori (realizzazione di marciapiedi e abbattimento delle barriere architettoniche), 8 sono in fase di ultimazione, 2 non sono stati finalizzati (Servizio Pedibus e Contributi alle PMI) perché al bando non hanno partecipato soggetti che avessero i requisiti richiesti e 7 interventi sono stati portati a termine. Tra quest’ultimi ci sono quelli che hanno richiesto più tempo, come la realizzazione di un parco comunale attrezzato in via Alcide De Gasperi, inaugurato il 18/05/2014, la nuova strada di collegamento Via F.lli Bandiera – Via del Mare, inaugurata il 9/11/2014, l’ampliamento della biblioteca comunale, inaugurata il 13/11/2014, che ha ospitato circa 150 ragazzi delle scuole elementari e medie del territorio comunale nel progetto "La casa di tutti", attività di doposcuola finalizzato a migliorare il rendimento scolastico e a ridurre il fenomeno della dispersione scolastica.Sono stati avviati tirocini formativi per 14 cittadini, tra i 21 ed i 61 anni, iscritti negli elenchi dei disoccupati presso il Centro per l'Impiego di Pomezia, presso aziende del territorio. Sono stati erogati 164 voucher e ci sono 122 istanze in istruttoria, (sono stati versati alle famiglie il primo trime-

tre) aiuti economici per accedere ad asili nido privati, che hanno permesso la riduzione della lista di attesa della graduatoria comunale e la conciliazione tra lavoro e famiglia. Inoltre, verso metà luglio, verrà inaugurata la nuova scuola per l’infanzia “Gianni Rodari” in piazza A. Moro dove verranno trasferiti tutti i bambini ed il personale addetto della scuola “S. Bonifacio” di Via Singen. Il bando per l’affidamento in concessione del chiosco-bar presso il Parco di Via De Gasperi è stato affidato e presto il gestore lo metterà a servizio dei cittadini. I lavori che permetteranno di realizzare un sistema di video sorveglianza e l’installazione di punti di accesso wifi gratuiti nel quartiere Nuova Lavinium partiranno a fine giugno. Il termine del 30 giugno per concludere gli interventi non è perentorio, infatti la Regione non ha mai uffi-

cializzato questa data, certo è invece che entro fine anno la Regione dovrà rendicontare alla Comunità europea quanto i Comuni hanno realizzato”. Cosa succederà riguardo alle opere non completate e ai relativi fondi? “Le opere dovranno essere tutte realizzate altrimenti si perderà il contributo comunitario, ma secondo le previsioni fatte dall’ufficio entro fine settembre dovrebbero terminare tutti gli interventi”. Ci sono state variazioni rispetto ai progetti iniziali? Queste eventuali variazioni potrebbero comportare la richiesta di restituzione di parte dei fondi dall''ente erogatore? “I progetti iniziali non hanno subito variazioni ma la nostra Amministrazione ha rimodulato ed utilizzato i fondi che erano a disposizione per gli interventi "Mi accompagno a scuola – Servizio Pedibus" e “Contributi alle PMI", insieme ai ribassi di gara di tutti gli altri interventi già realizzati, per migliorare la sicurezza stradale di via Alcide De Gasperi, tramite la realizzazione di una rotatoria con fontana a Largo Brodolini (i lavori dovrebbero partire presumibilmente a metà luglio) e di tratti ciclopedonali, di raccordo tra quelli già esistenti, permettendo finalmente una rete ciclopedonale (a breve si procederà sull’affidamento dei lavori). Inoltre nei prossimi mesi saranno piantati alberi e arbusti sui lati della nuova strada di collegamento via del Mare – via Fratelli Bandiera e verrà realizzato un impianto a verde sulle due rotatorie, installati giochi accessibili per tutti i bambini, anche per quelli con disabilità nei giardini di via Ugo la Malfa”. Matteo Acitelli

Cimitero Pratica di Mare Ad inizio aprile è stato presentato un esposto sia alla polizia locale che al Comune (servizi cimiteriali) relativi alla costruzione di alcune tombe abusive all'interno del cimitero di Pratica di Mare. Anche se si tratta di un cimitero privato, è comunque sottoposto alle regole dell'edilizia privata stabilite dal Comune, senza contare che, per la tumulazione, serve in ogni caso la documentazione relativa ai loculi che

devono essere regolari e non abusivi. Visto che sono passati quasi tre mesi, si può sapere se sono stati effettuati, da tutti gli organi comunali preposti, tutti i controlli relativi a questa situazione (l'esposto era corredato di foto molto esplicative). Risponde l’Assessore Veronica Filippone: “In una recente nota, il dirigente del Settore Lavori Pubblici-Urbanistica ha chiarito che tutti gli in-

terventi edilizi che sono stati eseguiti, o che verranno eseguiti, nel Cimitero di Pratica di Mare devono essere provvisti di idoneo titolo abilitativo. Ad ogni esposto segue un sopralluogo ed un’attività istruttoria operata dagli uffici competenti e tali attività vengono programmate secondo il carico di lavoro che gli stessi uffici organizzano autonomamente”.



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CRONACA

Il Corriere della Città Luglio 2015

Sigma Tau, i giudici continuano a dare ragione ai lavoratori Messi in mobilità 100 dipendenti, ma intanto il Tribunale giudica illegittima la CIGS

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a vicenda dei lavoratori Sigma Tau torna sotto i riflettori dopo le ultime sentenze legate alle cause inoltrate dalla quasi totalità dei dipendenti messi dapprima in cassa integrazione e poi in mobilità a causa di una presunta crisi aziendale della casa farmaceutica. L’ultima decisione presa dai giudici del Tribunale del Lavoro di Roma è stata pubblicata il 16 giugno e, come tutte le precedenti, dà ragione al lavoratore. Sul dispositivo si legge infatti che il Giudice “accerta e dichiara l’illegittimità dei provvedimenti in data 17 gennaio 2012 (data della prima CIGS, della durata di 12 mesi, ndr) e 17 gennaio 2013 (data della seconda CIGS, della durata di 24 mesi, ndr) con cui il ricorrente è stato collocato in CIGS senza rotazione per 24 mesi” e “condanna la società a corrispondere l’integrale trattamento retributivo ed economico dovutogli dalla data dell’illegittima sospensione”, oltre che “condanna la società a risarcirgli il danno alla professionalità e all’immagine professionale da forzata inattività conseguente all’illegittima sospensione in misura da pari a 5.000 euro” e “condanna la società al pagamento delle spese processuali” per un totale di 4 mila euro. “La domanda proposta dal ricorrente – scrive il Giudice nelle motivazioni della sentenza – si palesa fondata e come tale meritevole di essere accolta. Infatti l’istante è stato collocato in CIGS senza rotazione per 24 mesi dopo che già era stato oggetto di un provvedimento di cassa integrazione dichiarato giudizialmente illegittimo. La prassi aziendale si è rivelata come diretta ad operare una selezione tra il personale IFS anziché, come dichiarato dalla stessa, fra le diverse linee di prodotto, in violazione ai criteri di scelta dell’anzianità di servizio, carichi di famiglia ed esigenze tecnicoproduttive. Deve pertanto dichiararsi l’illegittimità dell’operato Sigma Tau che va condannata al pagamento delle differenze retributive tra quanto percepito dal singolo lavoratore e quanto avrebbe potuto percepire come stipen-

dio pieno, oltre ai danni alla professionalità che si quantificano equamente in euro 5.000”. Dello stesso tono anche le sentenze già emesse in precedenza dai vari Giudici per gli altri lavoratori: tutte concordano con l’illegittimità dei provvedimenti presi dalla Sigma Tau, il cui stato di crisi è tutt’ora messo in dubbio da parte degli ormai ex dipendenti, i quali si chiedono anche “se le due CIGS erano illegittime, lo sarà anche la successiva mobilità del gennaio 2015 per 187 persone, ma anche le 5 mobilità "incentivate" fatte negli anni appena trascorsi?”. Per dare voce ai lavoratori, pubblichiamo integralmente la lettera ricevuta da un gruppo di essi messi in mobilità, nella quale vengono espressi timori e rabbia per quanto successo. “Siamo un gruppo di dipendenti, anzi ex-dipendenti, che la società Sigma-Tau ha messo in cassa integrazione il 17/01/2012 prima per 1 anno, causa crisi, poi per ulteriori 2 anni causa riorganizzazione/ristrutturazione, e quindi in mobilità in data 18/01/2015 con lettera del 15/12/2014. Nel corso di questi 3 anni, che per noi si sono conclusi con il licenziamento, addirittura con soli 36 mesi di mobilità anziché 48 in quanto abbiamo scelto di non aderire volontariamente al licenziamento che azienda e sindacati ci propinavano - ma solo entro il 31/12/2014, dietro veramente modico riconoscim e n t o economico (se paragonato ovviamente a multinazionali dello stesso livello) abbiamo assistito a voci di ogni tipo, tutte aventi però un solo luogo comune: morto il Fondatore Dott. Claudio Cavazza, altro non era in vista che la

vendita di tutta l’azienda, ma occorreva semplicemente “alleggerirla”, specialmente di personale. Non ci credevamo, ma è successo. Ma non basta. Ci aspettavamo, in buona fede, un’azienda tutta in crisi o appena in pareggio, ma le voci che i colleghi ancora in servizio ci hanno fatto arrivare dicevano che il 2014 si era chiuso né in perdita né in pareggio. Come allora? Abbiamo voluto verificare e, sorpresa, abbiamo scoperto che la società ha chiuso il bilancio 2014 con un utile netto di ben Euro 51.514.774. E non basta: nei primi mesi del 2015 ha distribuito dividendi per Euro 207.000.000 tra gli eredi della famiglia Cavazza e Intesa Sanpaolo già azionista di Sigma-Tau che detiene quote del 5% fin dal 2006 e continuerà a mantenere. E non commentiamo altri dati inequivocabili… I dipendenti licenziati il 18/01/2015 sono stati circa 75 (circa 50 informatori e circa 25 di altre funzioni aziendali), che a un costo medio di circa Euro 65.000, fa circa Euro 5.000.000, ovvero veramente ben poca cosa se rapportato al risultato dell’anno 2014. È questa la responsabilità sociale di una società, anzi di un grosso gruppo aziendale, quando tutte le multinazionali, vedasi ad esempio la IRBM di Pomezia, al momento di chiudere/dimettere/ridurre il personale hanno dati incentivi all’esodo degni di questo nome per non mettere in difficoltà le famiglie? Ci chiediamo anche quale sia stato quale sia, ancora, il ruolo della RSU, che non poteva non sapere su che cifre stesse per definirsi il risultato del 2014, ossia lo stesso anno che li ha visti firmare l’accordo di mobilità per mettere sulla strada 100 dipendenti. O vogliamo credere che la mobilità è stata concordata negli ultimi mesi se non giorni del 2014 senza saper del’enorme utile del 2014 che sarebbe arrivato da lì a poco? Un errore di calcolo nelle stime del bilancio dell’anno? Noi ci impegneremo a far presente nelle aule dei Tribunali questo ulteriore evento e questo super risultato conseguito nello stesso anno in cui ha licenziato. Ad oggi i dipendenti in causa hanno pressoché vinto la totalità dei ricorsi contro la cassa integrazione illegittima, circa 60 di noi hanno visto riconosciuto il torto dell’azienda. E non parliamo poi del risultato del gruppo Sigma-Tau, che abbiamo sentito essere paurosamente positivo e per il quale stiamo verificando le indiscrezioni ricevute. Confidiamo nella pubblicazione del nostro appello. Abbiamo verificato le informazioni contabili, dalla visura CCIAA il risultato del bilancio 2014 e le informazioni sui dividendi in effetti appaiono corrette. Ci aspettiamo, da un’azienda radicata nel territorio da oltre 50 anni, ancorché oggi passata di proprietà, una risposta.



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CRONACA

Il Corriere della Città Luglio 2015

Torvaianica Alta: la chiesa della discordia È

scontro, a Pomezia, tra il parroco di Torvaianica Alta e l’Amministrazione comunale. Oggetto della discordia l’ampliamento della chiesa presente nel quartiere, unico punto d’aggregazione della zona e oggettivamente troppo piccola per le esigenze di una popolazione in continua crescita. I terreni intorno alla chiesta sono di proprietà della Curia, che aveva già stanziato i fondi per i lavori di ampliamento. Ma l’annullamento in autotutela del PPE di Torvaianica Alta deciso in consiglio comunale decreta di fatto che non è possibile costruire a causa delle criticità nel Piano Particolareggiato Esecutivo emerse in fase di analisi del piano stesso da parte della Giunta, che ha rilevato anomalie procedurali ed errate valutazioni delle cubature da realizzare, nonostante, dopo il ricorso dei costruttori interessati al piano, la Regione avesse dato indicazioni contrarie. Più volte e in diverse occasioni, Don Antonio Jorge Do Amor Divino, il parroco di Torvaianica Alta, ha denunciato il fatto che, a seguito dell'annullamento, la chiesa non si sarebbe più fatta, attaccando pubblicamente Sindaco e Giunta “colpevoli” di non aver saputo indicare una soluzione alternativa e di non aver nemmeno aver comunicato alcunché rispetto alla decisione presa dall’Amministrazione. “La parrocchia – aveva spiegato Don Antonio - è proprietaria di alcune aree per le quali ha presentato istanza di rilascio di permesso a costruire per l'ampliamento e l'adeguamento della chiesa casualmente si è appreso che il Comune avrebbe inviato ai proprietari una comunicazione per l'annullamento del PPE e sempre casualmente si è appreso che si sarebbe tenuta tra il Comune e i proprietari una riunione indetta dall'amministrazione per affrontare il problema. Alla parrocchia, pur proprietaria dei terreni, non è giunta alcuna comunicazione e alcun invito”. Abbiamo chiesto spiegazioni all’Assessore Veronica Filippone: non è possibile trovare, attraverso una delibera che deroghi l'annullamento, una soluzione che consenta la

costruzione di un luogo di culto? “Anche prima dell’annullamento della delibera che adottava la Variante del P.P.E. di Torvajanica Alta – Campo Jemini (Delibera di Consiglio Comunale n°33 dell’11/06/2015) la richiesta di permesso di costruire avanzata dalla Parrocchia Regina Mundi non poteva essere accolta – spiega l’Assessore Filippone - Infatti una comunicazione di preavviso di diniego, a firma del Dirigente del Settore Lavori Pubblici – Urbanistica ing. Renato Curci e del Responsabile del procedimento geom. Massimo Lauri, è stata inviata agli interessati già lo scorso febbraio. In tale comunicazione si esponevano i motivi che non permettevano l’accoglimento della domanda, assegnando un termine di 10 giorni per presentare osservazioni le quali sono pervenute agli uffici tecnici, ma ritenute non accoglibili in quanto le norme prevedono che le aree ricadenti nella zona og-

getto di richiesta di permesso di costruire debbano essere cedute gratuitamente all’Amministrazione comunale e destinate a servizi per i cittadini. Pertanto è stato confermato il diniego definitivo alla richiesta di permesso di costruire lo scorso aprile. L’annullamento della delibera di adozione della Variante del P.P.E. di Torvajanica Alta – Campo Jemini permetterà di procedere alla redazione di un nuovo Piano Urbano Comunale Generale prevedrà maggiori aree pubbliche dedicate ai servizi per i cittadini come parcheggi a servizio dalla scuola, parchi pubblici e aree attrezzate a giochi”. Quindi, almeno per il momento, niente ampliamento della Chiesa. Ma sicuramente ci saranno strascichi e ricorsi, oltre a possibili richieste di risarcimento danni. Alessia Ambra Achille



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Pomezia, farmacie comunali a rischio chiusura D

rato il sindaco – è che le farmacie comunali sono in perdita, mentre dovrebbero rappresentare un settore trainante per la nostra municipalizzata”. Riguardo ai licenziamenti, Fucci aggiunge che “non sono stati previsti: è prematuro parlare di tagli al personale. Si sta facendo una valutazione complessiva tesa comunque al fornire un servizio di qualità ai nostri cittadini a costi ragionevoli, nella tutela dell’interesse pubblico. La nostra amministrazione intende risolvere questo problema attraverso un piano di rilancio: si sta valutando proprio in questi giorni la sostenibilità di questo piano, che è basato sulla razionalizzazione dei costi, nei quali è ovviamente incluso anche quello relativo al personale”.

opo le proteste e lo sciopero dell’8 giugno da parte dei dipendenti della Pomezia Servizi impiegati nelle farmacie comunali, che rischiano il posto di lavoro per i tagli decisi dalla società in un’ottica di razionalizzazione, domenica 28 giugno gli esponenti pometini di SEL hanno organizzato in piazza Indipendenza una raccolta firme per scongiurare la chiusura delle farmacie appartenenti all’ente. Sulla questione farmacie si è espresso il sindaco Fabio Fucci. Il Primo Cittadino ha riferito di essere disponibile ad incontrare i sindacati per ascoltare le esigenze dei dipendenti delle farmacie, ma ha anche ammesso che non sono ancora pronte soluzioni definitive e ogni provvedimento verrà valutato nell'ottica del miglioramento del servizio. “Il dato – ha dichia-

E ancora matematica... che passione!

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unedi 22 giugno, nel cortile della scuola San Giovanni Bosco, alla presenza di un foltissimo numero di bambini e genitori, la vice sindaco Sig.ra Elisabetta Serra ha premiato i bambini vincitori della XXVª edizione dei Giochi Logici Linguistici e Matematici. Sono ormai sei anni che gli alunni della scuola Primaria “San Giovanni Bosco” dell’I.C.S. Via della Tecnica partecipano con entusiasmo all’Olimpiade di matematica. Si tratta di un appuntamento di rilievo nazionale che si ripete ogni anno e che è promosso dall’associazione Gioiamathesis di Gioia del Colle (Ba), ente accreditato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, per la valorizzazione delle eccellenze, con il patrocinio dell’Università e del Politecnico di Bari. I quesiti di questa “olimpiade” consistono in “una serie di test che mettono alla prova la capacità degli studenti, non tanto di fare i calcoli, quanto di applicare i principi logici in qualsiasi situazione problematica: i test richiedono un buon livello di attenzione, ragionamento e capacità deduttive”. La XXV ª edizione di tale competizione ha visto la

partecipazione alla prima gara di selezione svoltasi nel mese di febbraio di circa 300 alunni, dalla prima classe fino alla quinta: tra questi 98 sono stati ammessi alla fase finale che si è svolta a Latina il 9 maggio. In questa gara finale 3 alunni, due di prima Vignone I., Nasini N. e una di quinta Tatalia J., hanno conquistato la medaglia d’oro, 13 quella d’argento, 4 di prima, Barigelli R., Casulli L., Malfitano L., Petteruti C., 7 di seconda e terza, Mangano E., Minchella P., Olaru D., Ruiu M., Santantonio S., Scappatura M.S., Serafini I., 2 di quinta, Gavrila R.A., e Tartaglione I., 11 quella di bronzo, 3 bambini

di prima Di Sarnio J., Formale N., Mangiavalori S., 6 di seconda e terza elementare, Licciardi V., Luzzo S., Ottavi V., Verticchio G. Soare G., Segata D., 3 di quinta, Bianconi D., Felicetti C.; 10 si sono classificati al quarto posto, di cui 7 di seconda e terza: Casaccia S., Blasi M.I., Iammarone E., Iannotta F., Ieva I., Varone S., Sigali D. e 3 di quarta e quinta: Santini Muratori L., Staiano F., Tarantino M. e 2 al quinto, Onorati D. della quarta e Blasi M. di quinta. Questa iniziativa, caldeggiata da tutti gli insegnanti del Plesso, è promossa per fornire agli alunni pari opportunità di confrontare e di determinare con attività ludico-creative, la consapevolezza delle proprie abilità, oltre a proporre opportune situazioni di esperienze significative anche al di fuori della scuola di appartenenza. Al di là dei risultati raggiunti, tutti gli alunni che hanno partecipato alla prima gara meritano i complimenti perché si sono messi in gioco accettando di buon grado il risultato della gara sostenuta, dimostrando maturità e sportività nell’accogliere il risultato. La referente Maurizia Danza

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Acqua potabile per tutti S. Palomba/Roma 2: un quartiere in festa per l’arrivo del prezioso liquido

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oma 2 - un quartiere in festa è stato il tema della giornata organizzata dal Comitato di Quartiere di Roma 2 sabato 27 giugno. Per la prima volta un'intera giornata di festeggiamenti organizzata al "Centro del Cuore", l'area verde che si trova appunto al centro del quartiere. Il motivo di tanta gioia? Tutto il quartiere è finalmente collegato all'acquedotto. Si è cominciato la mattina alle 09:30 con le attività ludiche per i bambini sul tema del ciclo dell'acqua. I bambini hanno disegnato, fatto collane e lavoretti con la pasta di sale. Musica di sottofondo, verde e aria aperta hanno fatto da cornice all'attività predisposta dalla maestra Maria. Poi il pomeriggio, caratterizzato dai giochi: dalla pallavolo al calcio, per proseguire con i

tradizionali tiro alla fune e corsa con i sacchi. Tutto questo in attesa del momento più atteso, alle 18:30, quando tutti insieme si è brindato all'arrivo dell'acqua potabile. Un bel brindisi liberatorio che segna per gli abitanti di Roma 2 la fine di un'ingiusta pena, durata ben 26 anni. Dopo il brindisi si è andati avanti con lo stand gastronomico e la musica fino a tarda serata, quando i fuochi d'artificio hanno segnato la fine della giornata. Una giornata memorabile per il quartiere e per il suo Comitato: stanchezza e soddisfazione era ciò che si leggeva negli occhi dei volontari a fine giornata. Una giornata fortemente voluta, faticosamente organizzata anche per far riflettere tutti sulle potenzialità di un quartiere che a pic-

coli passi esce dalla dimensione di quartiere "dormitorio" per divenire sempre più un luogo di aggregazione e di vita sociale. Grazie a tutti i volontari del Comitato di Quartiere! Diego Casubolo


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Un “Calcio” a Torvaianica: la presa in giro annunciata Cronaca di un progetto faraonico e impossibile

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crivo volutamente col minimo della documentazione, poi capirete perché. Come al solito ho tirato giù tutte le informazioni, come si deve fare, ma per ora voglio dare una visione soggettiva, in termini cinematografici, di fatti e di non fatti. In questa vicenda fui coinvolto dopo l’elezione del sindaco Tassile. I socialisti avevano raccolto sette consiglieri comunali: un notevole successo. Io ne conoscevo bene tre, loro si conoscevano poco. Mi riferivo a quella sponda politica e mi detti da fare per creare un po’ di coordinamento fra loro. E nacque un certo dibattito che sembrava promettente, sia perché Giancarlo Tassile era una novità grossa nel panorama politico locale, sia perché passava sopra a una precedente situazione “politica”che, in qualche modo, andava superata, anche perché la Cassa per il Mezzogiorno era ormai all’esaurimento, il mondo cambiava e il Comune di Pomezia si presentava ai residui potenziali investitori in modi imbarazzanti. Eravamo nel pieno di Mani Pulite. Tutto questo sempre dalla mia “soggettiva”. Ci demmo da fare per riattivare un rapporto di fiducia tra il Comune e la principale proprietà terriera di Torvajanica, che aveva grossi contenziosieconomici su precedenti espropri, allora ancora non definiti. S’iniziò a parlare e saltarono fuoriitre parcheggi, ufficio postale, piazza del mercato fronte Via Zara e campo sportivo. Come ho già scritto in un articolo dell’ottobre 2013, fu un miracolo e basta. Mi resta la soddisfazione di averlo proposto e poi è stato realizzato.Dopo questo, la proprietà si aspettava uno sforzo per la definizione delle destinazioni urbanistiche di molte aree, da fare in regime di convenzione urbanistica. E a quell’epoca dimostrò una certa pazienza. Poiché i primi contatti li avevoseguiti personalmente (non con tutta la proprietà), l’operazione fu targata PSI, partito al quale ero ideologicamente solidale, ma nella cui struttura non sono mai entrato. Quindi alcuni sedicenti socialisti cominciarono a intrigare e a fare conti e pensieri che, come sarà poi per tutto

il resto, portarono a nulla. Mi fecero sapere che si era perso troppo tempo, inutilmente, e siccome erano state avanzate proposte più definite e interessanti, sarebbe stata data un’opzione a termine a una società di Roma per sottoporre un progetto di pianificazione al Comune. A questo punto fu chiaro che c’erano state altre e più alte manovre su tavoli che non erano a Pomezia. E l’iniziativa si spostava a Roma, in mano ai “Comunisti”, che già si chiamavano PDS. Da lì in poi ci sono solo scadenti, ma rapaci, manovre della politica, anche miseramente, locali. In fondo, formalmente, si doveva decidere a Pomezia. Non vale la pena stare a ricostruire questa fase: stesse facce, stessi partiti e stessi accordi e influenze trasversali, naturalmente, anzi, pure innaturali. PDS, Forza Italia, AN…Scippati i cittadini dell’opportunità di partecipare criticamente e seriamente, finalmente arrivò un progetto, se così si può definire, con data 10.12.1996, che doveva trasformare questo territorio, in crisi endemica,nel paradiso terrestre. La copertina era una specie di elenco telefonico infiocchettato di nomi anche autorevoli. Per esempio Massimiliano Fucksas e Giorgio Tosatti (il mitico direttore del Corriere dello Sport- Stadio). La spiccata connotazionedi parte era evidente e confermata. Ci guardammo questo “progetto” e sul disappunto iniziale prevalsero l’ilarità e il sarcasmo. Uno stadio di calcio da 30.000 (trentamila!) posti, a Torvajanica! Un canale per il canottaggio che doveva dividere in due Torvajanica Nord Ovest con uno strappo di più di un chilometro da Viale Leonardo da Vinci a Via Bengasi, che sarebbe stato il regno delle zanzare. E poi: il canottaggio? E maneggi, galoppatoi, ippodromi, scuderie, campi di calcio più piccoli, alberghi, cliniche dello sport e tutto quello che passava per la mente. La cosa più spettacolare era l’angusta darsena, in zona Celori, dietro al depuratore Di Via San Paolo, accessibile dal mare passando sotto il ponte più basso di tutti (qualcuno si accorge che tra l’Albatros e Celori c’è un dosso?).

Mi fermo qui. Insomma un progetto che, anche per altri motivi, passava sulla realtà senza vederla. Che se l’avessero fatto tre architetti laureandi, avrebbe avuto una sua dignità e un senso “sperimentale”. Ma la proposta, che andò avanti parecchio nelle sedi politiche, se così le vogliamo chiamare, era un poco credibile, velleitario, attentato alla Città, complici molti personaggi locali. Naturalmente non ci credeva nessuno, ma “Il Villaggio del Calcio" ci prese tempo, perso, per un anno. Si arrivò addirittura a un ConsiglioComunale, il 23 dicembre del 1997, dove si doveva deliberare sulla proposta. In una situazione incredibile, innanzitutto perché si svolgeva all’Hotel Selene. Io ero il presidente dei liberi professionisti e un po’ ci dovevo andare per forza. Incontrai diversi consiglieri ai quali dicevo “Ma non è chiaro che è un’assoluta scemenza che non sarà mai realizzata?”. La risposta standard mi dava ragione, ma loro facevano politica: “È chiaro che non si farà mai, ma io voto sì perché quando non si farà io potrò dimostrare che non mi sono opposto, anzi, lo volevo!”. Tranquillizzato ma scoraggiato peril tempo perso e l’insulto teatrale imposto alla Città, smisi di fare domande. Il Consiglio Comunale approvò con 26 voti su 29. Com’è andata a finire lo vedete tutti da soli, anzi non lo vedete, perché nulla è successo dopo, come ampiamente prevedibile. Naturalmente, non si era trattato di una fantasiosa proposta di sviluppo, ma dietro c’era un ben preciso intento speculativo, sul quale non vale la pena di approfondire: semplicemente si voleva estrarre cubature commerciali da quel paese delle meraviglie. È difficile commentare una cosa che a seguito di un’esposizione mediatica finita nel nulla e nell’ennesima frustrazione, aveva anche entusiasti promotori e tifosi. Questo quanto segue si leggeva, nei giorni immediatamente precedenti l’approvazione, su Il Pontino Nuovo 16-31 dicembre 1997, pag. 3. Firmato MA.MOD.


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Luglio 2015 Il “Villaggio del calcio” è una grande occasione per il rilancio economico e la riqualificazione urbanistica del territorio. UN PARCO TEMATICO UNICO AL MONDO In questi Giorni la Commissione Urbanistica sta ultimando l’analisi di un progetto di carattere strutturale che darà al nostro territorio qualcosa di unico al mondo. Si tratta del parco tematico denominato”Villaggio del Calcio”, […]Questo progetto, proposto alla precedente legislatura, viene oggi rilanciato dall’Amministrazione Capriotti. La superficie complessiva interessata è di 141 ettari: 65 ettari resteranno alla zona privata, mentre gli altri 76saranno ceduti gratuitamente al Comune come standard urbanistici. La cubatura globale prevista è di 276.000 metri cubi. Il territorio interessato è molto vasto e può esseresuddiviso in tre aree distinte. A nord sono previsti il parco archeologico, il galoppatoio, lo stadio da 30.000posti, la mostra permanente della storia del calcio, l’albergo per gli atleti, il centro multimediale per collegarsi con gli stadi di tutto il mondo, la clinica dell’istituto di medicina dello sport, la darsena, il canale per le gare di canoa ed il complesso dei giuochi d’acqua. Al centro sono invece previsti il parco pubblico ed il centro che comprenderà il bowling, la discoteca, la multisala cinematografica e il centro di piccolo commercio per attività strettamente connesse a tutte queste iniziative, senza quindi creare una concorrenza con il commercio classico. A sud infine è previsto l’avveniristico “aquafun”, simile più ai complessi californiani che a quelli presenti sulla riviera romagnola. Già la semplice elencazione di queste cose, parti integranti del progetto, sarebbe sufficiente per comprendere l’incomparabile valore aggiunto che il parco tematico conferirà al nostro territorio. Tutto questo significherà occupazione (sono previsti almeno 1.000 addetti) nonché occasioni di sviluppo imprenditoriale (l’indotto, sia per la costruzione che per la successiva gestione del complesso, è al momento difficilmente quantificabile). Ma la realizzazione del “Villaggio del Calcio” comporterà anche benefici di altro tipo per la nostra comunità: l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale di 76 ettari che saranno utilizzati per verde pubblico e parcheggi; la costruzione di ponti sui fossi della zona che porterà a disporre di ben tre alternative di viabilità rispetto alla litoranea: possibilità di procedere immediatamente al piano particolareggiato della fascia costiera senza costosi espropri (nel precedente piano adottato solo per la zona centrale erano previsti [lire] 50 mi-

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liardi di spesa);altra cosa rilevante sarà la possibilitàdi sanare in maniera naturale l’area diMartin Pescatore Basso coi 25 ettari di parco pubblico recuperati di fronte. Incomparabile, infine, il ritorno d’immagine per Pomezia, Torvajanica, Pratica di Mare: per realizzare questo progetto verranno coinvolte grandi imprese di livello internazionale che inizierannoda subito a promuovere il parco tematico utilizzando tutte le più moderne tecniche di comunicazione, veicolando il nome e le immagini del nostro territorio attraverso tutti i canali informativi a disposizione. Tra l’altro questi grandi gruppi si sono già impegnati a fornire al Comune di Pomezia tutto il proprio sostegno al riguardo di un progetto complessivo di riqualificazione del nostro territorio, che potrebbe farci avere ingenti contributi dall’Unione Europea (basti pensare a tutto ciò che potrebbe diventare l’area storico-archeologica di Pratica di Mare). In conclusione non ci resta che confidare nel senso civico dei componenti della Commissione Urbanistica, che dovranno al più presto concludere l’esame del progetto per consentire al Consiglio Comunale di analizzarlo ed approvarlo prima che vada in porto un’analoga iniziativa a Civitavecchia (si tratta

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della città della musica, che vede tra i promotori addirittura Michael Jackson) sinceramente non crediamo che nella Regione Lazio ci sia spazio per due progetti di tale rilevanza. Quindi chi prima arriva… Ma.Mod. dicembre 1997. Non commento, sennò mi ripeto. Ovviamente altra stampa e molti cittadini la pensavano in modo molto diverso, con notevoli obiezioni. Ci si può tornare sopra, ma non vale la pena. L’importante è che quelli che oggi hanno vent’anni sappiano che le cose sono state condotte così in più occasioni e che quel che vediamo è l’eredità di una politica irresponsabile e inconcludente. Luigi Torreti


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Estate a Torvaianica: cosa c’è da fare? C

ome sarà l’estate a Torvaianica? Difficile pensare che possa essere peggiore di quella dello scorso anno, quando sia meteorologicamente che a livello di iniziative legate ad eventi e divertimenti non c’era proprio da stare allegri. Vediamo quindi come sta procedendo la stagione più attesa dell’anno, chiedendo informazioni su vari argomenti agli amministratori comunali. Quali sono i punti di forza dell’estate pometina? Il bando per i mercatini ha visto l'adesione di soli 5 commercianti: come si può spiegare questo ennesimo flop, visto che in passato Torvaianica si riempiva di “bancarelle” i cui titolari pagavano cifre molto consistenti, non al Comune, per poter lavorare? Se facciamo un confronto con "Tevere expo", la manifestazione romana che vede la presenza di centinaia stand, tra bancarelle di abbigliamento (artigianale o etnico, non roba cinese), oggettistica, ma anche pub, ristoranti, biblio-bar e simili, ci si chiede come mai non si riesca a organizzare qualcosa di simile, magari ridimensionato, per il nostro litorale: cosa si sbaglia a Pomezia rispetto a Roma? “Per quanto riguarda i mercatini estivi, alla scadenza del bando ci sono state richieste di partecipazione per soli 7 banchi – ha risposto l’Assessore Lorenzo Sbizzera - Tuttavia, molte altre richieste da parte dei commercianti sono iniziate ad arrivare dopo la chiusura del bando, e ne stanno continuando ad arrivare anche in questi giorni, tanto che gli uffici comunali hanno riaperto i termini per la partecipazione al mercatino. Se le richieste, come sembra, verranno confermate, è probabile che già dalle prossime settimane, nel periodo di maggior afflusso turistico, il mercatino sia molto più ampio rispetto ad oggi. Prima di definire "flop" l'iniziativa, attenderei quindi la fine della stagione, per poi fare un bilancio sulla riuscita o meno della stessa”. “I punti di forza dell’Estate pometina – ha aggiunto la Vice Sindaco Elisabetta Serra - sono rappresentati da un'offerta non solo generosa ma anche altrettanto variegata nelle proposte di intrattenimento, alcune delle quali di notevole risalto. Molte delle iniziative si svolgeranno sul litorale per dare la giusta attenzione a quella parte di territorio con maggiore vocazione turistica. A breve dovremmo riuscire ad attivare anche una navetta turistica in grado di collegare nei fine settimana le zone più periferiche con il centro e permettere ai cittadini una migliore fruizione delle nostre attrattive paesaggistiche e degli eventi in programma. Inoltre quest'anno la Polizia locale opererà anche nell’orario serale per tutto il periodo estivo”. Lo scorso anno ci sono state polemiche – oltre che un morto annegato – a causa della mancanza degli assistenti bagnanti sulle spiagge comunali. Quest’anno il servizio è stato affidato e, teoricamente, è partito a metà giugno, ma quali

sono veramente le condizioni del servizio visto che ad oggi mancano le torrette e le passerelle? “Le condizioni del servizio sono quelle già spiegate e previste dal bando. Il servizio andrà a regime, con torrette e passerelle, entro i prossimi giorni”. Che eventi di spicco ci saranno? “Per la prima volta – rispondono gli amministratori – abbiamo deciso di affidare la gestione di spettacoli ed eventi di richiamo ad una società esterna che fa questo di mestiere. Abbiamo, oltre ad un vasto programma dislocato in varie zone dell’intero territorio comunale, 4 eventi di spicco: il 4 luglio il “GiadaTour 2015”, ovvero il concerto della pometina Giada Agasucci, gratuito, in piazza Ungheria. Sempre a Torvaianica, ad Agosto ci saranno tre giorni consecutivi di spettacoli in piazzale Kennedy, questa volta con entrata a pagamento, ma al prezzo calmierato di 15 euro: l’8 il comico Max Tortora, il 9 il comico Maurizio Battista e il 10 il cantante Fabrizio Moro. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21:30”.

"Percorsi blu" alle secche di Tor Paterno: la magia dei fondali “di casa nostra” Secche di Tor Paterno promosse a pieni voti: a confermarlo il Commissario straordinario di RomaNatura, Maurizio Gubbiotti, in occasione dell’apertura della manifestazione per l’Expo 2015 “Saperi e sapori nel mare di Roma”, in corso alla Casa del Mare fino 24 ottobre. “Quindici anni di gestione, tra conservazione e valorizzazione, hanno dato un contributo fondamentale alla biodiversità dell’Area marina protetta delle Secche di Tor Paterno. Oggi l’Area marina è in buono stato di salute ed è la seconda in Italia per biomassa, dopo l’AMP Tavolara” - ha dichiarato Gubbiotti - Un modello di gestione basato sul dialogo con i portatori di interessi dell’area, quindi le comunità di pescatori artigianali e i diving center locali, per costruire un futuro sostenibile per il mare di

Roma”. L’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno, vera e propria “isola sotto il mare”, è situata a 5 miglia dalla costa tra Ostia e Torvaianica ed è l’unica in Italia interamente sommersa. Istituita nel 2000 dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è affidata in gestione all’Ente RomaNatura. Uno studio promosso dall’Ente e previsto dal Piano di gestione, condotto nel biennio 20132014 e conclusosi di recente, finalizzato allo sviluppo sostenibile del turismo subacqueo, ha portato al mappaggio e al monitoraggio delle risorse sottomarine dell’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno. Sono stati così descritti e cartografati in modo dettagliato i fondali delle Secche di Tor Paterno a partire dalle sei boe di ormeggio che i diving accreditati e i subacquei autorizzati utilizzano per le immersioni nell’area protetta, accessibile oggi a sub esperti per le sue caratteristiche di profondità e distanza dalla costa. Per ciascuna boa sono descritti i percorsi sottomarini alla scoperta della biodiversità dell’Amp, la durata e tipologia dell’immersione, la profondità minima e massima raggiungibile, le specie protette o rare presenti. Ma lo studio non è finalizzato solo alla fruizione, bensì anche al miglioramento della gestione dell’area marina. A questo scopo, in estate partirà una campagna di rilievi batimetrici di dettaglio per la mappatura integrale dei fondali in 3D con sonar e ecoscandaglio. In questi mesi verrà inoltre avviato il monitoraggio dei coralli presenti nell’Amp e il secondo monitoraggio della posidonia oceanica, fanerogama marina esclusiva del Mediterraneo, ormai rara nel mare laziale a causa dell'inquinamento e dei danni derivanti da ancoraggi e pesca a strascico. Le praterie di posidonia dell’Amp delle Secche di Tor Paterno sono un habitat ad alta biodiversità, con specie tipiche come il cavalluccio marino e la pinna (il più grande bivalve del Mediterraneo) e sono Sito di Interesse Comunitario (Sic), esteso alla parte centrale delle Secche. Il sito ha una superficie di 27 ettari. Dallo studio è emersa una vera e propria guida alle immersioni nell’Area marina, che a breve sarà resa disponibile in una App promossa da RomaNatura in occasione dell’Expo 2015. Giuseppe Marrone



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Con la danza nel cuore Simone Nolasco, 23enne di Torvaianica, è diventato ballerino professionista nella trasmissione “Amici” di Maria De Filippi

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omezia continua a “prestare” talenti ad Amici. Dopo la cantante Giada Agasucci, che lo scorso anno è arrivata alle semifinali del famosissimo talent show condotto da Maria De Filippi, questa è la volta di Simone Nolasco, che dallo scorso novembre è stato preso come ballerino professionista nel programma di Canale 5. Non in gara, quindi, ma come artista presente in tutte le puntate, fino a giugno. Nato e cresciuto a Torvaianica, Simone ad appena 23 anni vanta un curriculum di tutto rispetto: ha iniziato a fare i primi passi nel mondo nella danza a soli 9 anni, frequentando i corsi nella palestra vicino casa, dove ha capito – come ama ripetere – “che questa disciplina è la mia vita!”. Dopo due anni, in cui ha studiato danza classica e moderna, Simone cambia: va a Roma, dove – dopo aver frequentato diverse scuole, di diploma da Steve Lachance, al “Lachance Ballet”. La passione e l’impegno lo hanno portato alla Royal Accademy School of London e alla New York City Ballet, ma nel frattempo allo studio si alternavano piccoli lavori, come – a soli 13 anni – Giamburrasca, dove ballava, cantava e recitava. Ma come è iniziato questo feeling con il ballo? “Già ad appena 1 anno e mezzo di vita, ogni volta che sentivo una canzone alla televisione iniziavo a ballare! Sono cresciuto con la musica ed i balletti di “Non è la Rai”: imitavo le mosse che vedevo in tv. Mi è sempre piaciuto esibirmi e quindi, quando ero picco, partecipavo a tutti gli spettacoli organizzati dagli stabilimenti balneari in cui andavo con la famiglia e gli amici”. Ma hai praticato solo questa disciplina oppure anche altri sport? “Anche altri, tra cui il nuoto, che mi è sempre piaciuto molto e che mi piace tutt’ora, ma sapevo che non era la mia strada: ho sempre sentito chiaramente dentro di me quale fosse la mia passione”. Passione che lo scorso anno, quasi per caso, lo ha portato da Maria De Filippi. “Ero andato a Parigi per fare un’audizione con Giuliano Peparini per un altro spettacolo, una tournèe da fare in Francia. In-

vece, con mia grande sorpresa, sono stato preso per il cast di Amici. Una cosa fantastica!”. Com’è lavorare con Maria De Filippi ed il suo staff ’ “L’ambiente è molto positivo: Maria è una persona tranquilla. Tutto è molto organizzato e non ci si trova mai nella condizione di non sapere cosa bisogna fare. L’unica fonte di stress è il fatto che si sta tutto il giorno sotto gli occhi delle telecamere, cosa che inizialmente potrebbe inibire un po’, ma poi ci si abitua”. Adesso che è finito il programma, quali sono i tuoi, di programmi? “Per adesso voglio riposare un po’: dopo tanto lavoro senza alcuna interruzione ne ho proprio bisogno. Per questa estate faro solo piccoli lavori, come uno stage in Sicilia a luglio. Guardando un po’ più in là, la mia speranza per il futuro è di fare nuovamente parte del cast di Amici il prossimo anno. Per il futuro più lontano, invece, i miei obiettivi sono quelli di lavorare fuori dall’Italia, cosa che ho fatto anche in passato”. Perché? Non ti trovi bene nel tuo Paese? “All’estero la danza è più emancipata, mentre invece da noi sta morendo: assistiamo ad enti lirici che chiudono, compagnie teatrali che si sciolgono, ed è una cosa molto triste, perché l’arte è sempre esistita e sempre esisterà, ma qui in Italia la conoscenza dell’arte sta svanendo”. Chi è il ballerino a cui ti ispiri? “Sicu-

ramente Jiří Kylián, anche se non ho mai seguito un modello di riferimento. Ma quello di cui mi sono “nutrito” è la Compagnia Nederlands Dans eater, di cui lui è Direttore Artistico. Quello che lui fa è un lavoro sul corpo che mi rispecchia molto. Ma ho sempre preso qualcosa da ogni maestro che ho avuto come insegnante: bisogna guardare tutti, perché tutti hanno qualcosa da darti e da insegnarti”. La tua aspirazione è lavorare in tv o in teatro? “Io amo il teatro. Lavorare in televisione è bello, ma stare a contatto con il pubblico che ha pagato un biglietto per venire a vedere te è un’emozione indescrivibile. “L’odore” del teatro, poi, è qualcosa di stupendo, che emoziona. È davvero un altro mondo”. Tu sei nato e cresciuto a Torvaianica, un posto sicuramente “ristretto” rispetto ai tuoi orizzonti. Qual è il rapporto che hai con i ragazzi del posto, che spesso alla tua età non riescono a trovare nessun tipo di lavoro? “Io ho sempre avuto amici più grandi di me. A scuola andavo d’accordo con i miei compagni, ma mi sono sempre trovato un po’ fuori dai loro schemi. Sin da piccolo io avevo voglia di scappare e di crearmi una mia realtà ben definita ed organizzata. E tutt’ora le persone con cui mi confronto sono più grandi di me. Di amici coetanei se ne possono contare davvero pochi, e sono quelli di Torvaianica, con cui sono cresciuto”. Ma come sono le tue giornate qui a Torvaianica? “Come tutti i ragazzi della mia età, solo che in più c’è sempre la musica ed il ballo: passo le serate con gli amici, tra risate e tanto divertimento”. Sei fidanzato? “No, sono single”. Quindi, per fare una battuta, possiamo dire alle ragazze di Pomezia e dintorni che è aperta la “caccia”? “No – conclude ridendo Simone – in questo periodo sono felice di essere single, per potermi dedicare al massimo al mio lavoro, ma ancora di più a me stesso, perché adesso ne ho bisogno. Certo che se dovessi conoscere una persona che mi potrebbe far battere il cuore le cose cambierebbero, ma finora non l’ho incontrata”.





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INCHIESTA

Il Corriere della Città Luglio 2015

Storie “bestiali” Tre testimonianze di adozioni canine e feline con risvolti poco piacevoli o addirittura drammatici

Nei canili-rifugio pubblici o privati convenzionati con uno o più Comuni, il servizio veterinario dell’AUSL competente per territorio effettua la vigilanza sulle condizioni igienico-sanitarie, di benessere animale e sulle azioni di prevenzione e profilassi effettuate. L’assistenza sanitaria deve essere garantita dal gestore, sia esso pubblico o privato, della struttura, che individua a tale scopo un medico veterinario quale responsabile sanitario. Quest’ultimo redigerà un piano sanitario adeguato alle esigenze della struttura che sarà trasmesso all’Azienda USL competente per territorio per le necessarie valutazioni. Ai Comuni spetta di assicurare, nelle strutture di cui al paragrafo A, il ricovero, la custodia, il benessere degli animali, il rispetto dei termini della convenzione ed il mantenimento dei cani”. Questo è il punto B2 della delibera 43/2010 della Regione Lazio, che fornisce la direttiva delle funzioni amministrative e sanitarie in materia di animali di affezione e di prevenzione del randagismo. La delibera parla anche delle prestazioni sanitarie – controlli sanitari, vaccinazioni, sterilizzazioni e ogni altro intervento necessario per la cura e la salute degli animali custoditi – e stabilisce il ruolo delle associazioni di volontariato animalista, la cui presenza all’interno dei canili è indispensabile affinché si possa stipulare una convenzione o contratto di affidamento del servizio, in quanto servono anche da controllo sul corretto rispetto di quanto impone la normativa. Questa premessa è indispensabile per far capire che, intorno al mondo dei cani – e gatti – ricoverati nei canili ruotano regole severe che dovrebbero tutelare il benessere degli animali, per i quali le Amministrazioni comunali pagano molti soldi dei cittadini contribuenti. Ma il benessere degli animali è sempre tutelato oppure l’interesse maggiore è quello economico? Il dubbio spesso viene, soprattutto guardando servizi svolti da trasmissioni d’inchiesta o di denuncia, che mostrano situazioni a volte davvero estreme. Dopo aver ricevuto alcune segnalazioni dai nostri lettori, ci chiediamo quali siano le condizioni dei canili nostrani e se le associazioni che vi operano all’interno svolgano effettivamente e correttamente il loro ruolo di controllo. Ma ecco due storie raccontate dai protagonisti.

Ares

Ares è un cucciolotto meticcio di circa 3 mesi. Riccardo Pierotti, un ragazzo di Pomezia, lo vede al canile e se ne innamora. Iniziano le procedure per l’affido e finalmente, il 9 giugno di quest’anno, il cane viene ufficialmente adottato e Pierotti lo può portare a casa. Prima che il cucciolo lasci la struttura, viene visitato dal veterinario della Asl in servizio presso il canile,

che rilascia un certificato medico nel quale viene certificato che il cane è in buono stato di salute. Ma il giorno dopo, però, il cucciolo non sembra avere un bell’aspetto: già nei giorni precedenti non era stato per nulla vivace – così come la giovanissima età richiederebbe – ma adesso ha proprio l’aria malata. Riccardo prende il cane e lo porta dal suo veterinario di fiducia, a Nettuno, il quale gli effettua le analisi del sangue e delle feci, il cui esito non è per nulla rassicurante: Ares, come viene scritto nel certificato stilato dal veterinario a cui si è rivolto Riccardo, presenta “una sintomatologia gastroenterica riconducibile sia alla giardia che alla parvovirosi”. Il 12 giugno il cucciolo viene messo in terapia intensiva con prognosi riservata e rischia la vita. Addirittura va in coma, ma le cure – tutte molto costose – riescono a scongiurare il peggio. Appena il cane non è più in pericolo di vita, anche se resta sotto osserva-

zione giorno e notte nello studio veterinario, Riccardo torna al canile per far sapere quanto accaduto: la parvovirosi, comunemente conosciuta come gastroenterite, e la giardia portano infatti molto spesso alla morte dei cuccioli che ne sono affetti e, trattandosi di malattie infettive, è molto probabile che gli altri cuccioli che si trovavano nello stesso box di Ares siano stati contagiati. “Io volevo semplicemente avvisare il medico che opera nella struttura di effettuare i controlli sugli altri animali, invece mi hanno chiesto se volevo ridare il cucciolo indietro. Ma non stavamo parlando di un capo di abbigliamento fallato da restituire! Si trattava di un cane, un essere vivente al quale io già volevo bene e che non avrei assolutamente abbandonato, nonostante mi stesse già costando parecchi soldi in cure mediche. Ho cercato di spiegare il motivo per cui ero tornato al canile, ma mi è stato risposto piuttosto malamente”. Tanto che il ragazzo ha deciso non solo di raccontare la sua storia, ma anche di presentare, non appena il suo cane starà bene, una denuncia penale. “Io volevo evitare che altri cani corressero il rischio di ammalarsi o addirittura di morire, perché queste sono malattie che, se non curate in tempo ed adeguatamente, portano alla morte i cuccioli”, commenta Riccardo, che da una settimana va ogni giorno a Nettuno, nello studio del veterinario che ha salvato Ares. “È assurdo che mi venga rilasciato un certificato che attesti le buone condizioni di salute del cane e poco dopo stia per morire: evidentemente Ares era già malato, ma nessuno se ne era accorto. Mi chiedo quindi come vengano fatti i controlli sanitari, se vengono fatte le analisi, se qualcuno si accorge quando gli animali hanno comportamenti riconducibili a possibili patologie”.


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Luglio 2015

INCHIESTA

Mito

Mito è un Pitbull adulto, adottato al canile di Pomezia da Valeria Capponi, una signora residente a Civitavecchia, il 22 aprile. “Il cane – racconta Valeria - dalle foto che avevamo visto prima di adottarlo, si presentava come un magnifico esemplare, in perfette condizioni di salute, invece quando me lo hanno portato a casa ci siamo accorti che aveva delle chiazze sulla pelle che facevano pensare a una malattia infettiva. Nel certificato di adozione rilasciato dalla struttura viene riportato che il cane aveva la dermatite allergica, per la quale la veterinaria del canile forniva anche una cura, che abbiamo scrupolosamente seguito come da indicazioni. Ma Mito non migliorava, così abbiamo deciso di portarlo il cane dal nostro veterinario di fiducia, che ha subito diagnosticato la rogna, malattia che nel frattempo si era trasmessa anche

a me. Ho iniziato ad avere prurito in alcune parti del corpo, poi mi sono comparse delle macchie rosse che sono andate peggiorando in pochissimo tempo. Mi sono davvero spaven-

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tata, ma non mi è mai venuto in mente di riconsegnare Mito al canile: per noi faceva parte della famiglia, quindi abbiamo iniziato insieme le nuove cure. Io e mio marito abbiamo sostenuto diverse spese per seguire le indicazioni dei medici, ma il problema non è quello, bensì la salute del cane, messa a rischio da una diagnosi sbagliata. E la mia salute: ho sofferto molto a causa di questa malattia, che solo in questi giorni sta definitivamente guarendo. Mi chiedo come sia possibile fare errori così macroscopici, visto che il cane ci è stato consegnato già con evidenti prove della rogna, che noi – da profani – non potevamo riconoscere, ma un veterinario sì. E come si possa prescrivere una cura per dermatite in un caso del genere. Io sono rimasta traumatizzata da questa storia: al momento sono arrabbiata e amareggiata, perché ho paura che anche altri animali possano avere lo stesso destino”.

La parola alla veterinaria del canile

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ugli episodi che ci sono stati segnalati abbiamo giustamente ascoltato la versione del direttore sanitario del canile rifugio Alba Dog, la dottoressa Lavinia Miceli, che ha effettuato le visite e rilasciato le certificazioni agli adottanti. Precisiamo che il canile si divide in “rifugio” e “sanitario” e quest’ultimo vede invece i controlli sulla salute degli animali gestiti direttamente dalla Asl. Dottoressa Miceli, partiamo dalla vicenda del cucciolo ammalato di giardia e parvovirosi. Come mai era stato considerato da lei in buona salute? “Riguardo questo cane, faccio presente che era stato adottato un mese prima da un’altra coppia che poi lo ha riportato in canile dopo appena tre settimane per cause che non conosco. È stato poi scelto dal signor Pierotti il giorno dopo. Nel fare la nuova adozione, come faccio ogni volta ho scritto nel certificato che era raccomandabile far effettuare all’animale una visita presso un veterinario di fiducia”. Perché, visto che il cane era già vaccinato e lo aveva comunque visitato lei, giudicandolo sano? “Perché, nonostante quella in cui opero sia una delle migliori strutture della zona, si tratta sempre di un canile, attrezzato quindi solo per le prime cure, come i vaccini o le sterilizzazioni. Ad esempio per le vaccinazioni siamo costretti a farle “alla cieca”, perché non possiamo fare le analisi delle feci a 350 cani: noi abbiamo un bacino di utenza enorme, da Nettuno a Lariano”. Quindi è vero, come dice il ragazzo, che quando è tornato da lei per comunicarle della malattia del cane, che gli è stato risposto che non si potevano fare le analisi ai cuccioli che si trovavano nella stessa gabbia di quello malato? “Vorrei prima specificare che, per quanto mi riguarda, il cane potrebbe essersi ammalato nel periodo in cui si trovava presso la prima famiglia adottante, visto che la giarda ha un’incubazione di circa due/tre settimane. Riguardo la contestazione del ragazzo, preciso che l’atteggiamento mostrato non sembrava essere di interesse verso i cani, bensì di provocazione nei miei confronti: almeno questa è stata la mia sensazione. Comunque è vero che ho risposto che non si potevano fare le analisi per la giardiasi, ma che avrei provveduto a fare la terapia alla

cieca, dando l’antibiotico per 10 giorni agli altri cani venuti in contatto con il suo. Per quanto riguarda la gastroenterite, il ragazzo non mi ha comunicato nulla. Comunque, dei cani che dividevano la gabbia con quello del ragazzo nessuno ha questa malattia”. Cosa ci può dire invece dell’altro caso che ci è stato segnalato, ovvero del cane a cui era stata diagnosticata una semplice dermatite e che invece era ammalato di rogna sarcoptica, ovvero quella più pericolosa, contagiata oltretutto alla persona che ha adottato l’animale? “Purtroppo di questo cane non sono riuscita a ritrovare i documenti, perché è stato adottato diverso tempo fa. Posso dire che quella di dermatite è una diagnosi generica, nel senso che la dermatite è un sintomo e la diagnosi va fatta a seconda della scoperta della causa ma, ripeto, noi abbiamo dei mezzi che sono limitati, per cui non ho potuto fare al cane gli accertamenti specifici per capire quale fosse, come ad esempio il “raschiato”, strumento adatto per diagnosticare la rogna”.

Ma cosa è stato fatto per questo cane, che comunque aveva dei sintomi evidenti? “Qui si lavora molto attraverso le visite cliniche, attraverso le quali si fanno dei tentativi di terapia. Nello specifico, a quel cane ho fatto un’iniezione di vermentina, che va a combattere la rogna. Siccome il cane non guariva, ho cominciato a somministrargli un’alimentazione particolare contro le allergie alimentari, ma

neanche così ci sono stati miglioramenti. Spesso i volontari del canile, che operano qui solo per amore nei confronti degli animali, li portano di loro iniziativa – concordata con me - in studi veterinari esterni per effettuare esami come il raschiato, ma in quell’occasione non è successo. Ho comunque provato tutti i tentativi possibili e durante la cura, durata due o tre mesi, ci sono anche stati periodi in cui il cane ha mostrato dei miglioramenti. Al momento dell’adozione ho scritto sul certificato che si suggerivano accertamenti diagnostici”. Ma la signora che ha adottato il cane pensava di aver preso un animale con una dermatite, invece dopo pochi giorni si è ritrovata ad essere contagiata dalla rogna… “A me piacerebbe sapere quando si è manifestata la malattia, perché io di questo non sono stata informata. Di solito, invece, se c’è qualche problema successivo all’adozione veniamo informati dagli stessi adottanti, come è successo per il caso del ragazzo di prima. Invece di comunicarlo ai giornali avrebbero dovuto dirlo a me, se si trattava di rogna. Vorrei poi far presente che questo tipo di malattia a volte si manifesta e diventa ancora più contagiosa quando c’è un abbassamento delle difese immunitarie, come nel caso di stress, che avviene quando c’è un cambiamento di ambiente e di alimentazione”. Ma il cane era già malato quando ha lasciato il canile e aveva una malattia non diagnosticata… “I cani del canile sono sicuramente più stressati di quelli che vivono coccolati in famiglia: vedono gli esseri umani circa 4 ore al giorno, mentre per il resto del tempo restano in gabbia. Anche se ci sono tanti volontari e anche se noi cerchiamo di dare agli animali tutte le attenzioni possibili, restano comunque molto tempo da soli e questo è per loro fonte di stress”. Quali sono le condizioni medie di salute dei cani che si trovano all’interno del vostro canile? “Sono sufficiente stato di salute, proprio a causa dello stress emotivo a cui sono sottoposti. In questo periodo stiamo facendo le analisi per la leishmaniosi e la disinfestazione da pulci, zecche e zanzare, cosa che avviene da aprile a ottobre: grazie al protocollo di prevenzione adottato abbiamo ridotto di molto l’incidenza di questa malattia nei cani del canile rispetto agli anni precedenti”.


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INCHIESTA 26 Un’altra testimonianza: cani e gatti Luglio 2015

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iguarda sia cani che gatti la storia di Rosanna Forcina, una signora di Aprilia molto amante degli animali: pur avendo già sei cani e quattro gatti, si era impietosita nel conoscere le storie degli ospiti del canile, tanto da decidere di prendere dapprima un altro cane, poi anche due gatti, uno dei due destinato però alla nipotina, la figlia di sua sorella. “Ad Aprile ho preso un maremmano di circa 6 mesi. Quando me lo hanno dato non era sterilizzato, come invece dovrebbe essere, ed era vaccinato solo a metà”. In che senso? “Nel senso che, pur stando in canile da qualche mese, non era stato sottoposto a nessuna vaccinazione: solo il giorno in cui l’ho preso io gli è stata fatta la prima dose, il cui richiamo va fatto dopo circa 20 giorni. Perché non era stato vaccinato in precedenza, visto che così ha corso il rischio di ammalarsi?”. E si è ammalato? “Io l’ho portato a casa e il mio veterinario, dopo aver fatto visita e test, gli ha immediatamente diagnosticato la giardia e la rogna. Un vero problema per me, che avevo già numerosi animali: il rischio era di contagiarli tutti. Sono infatti infuriata: se mi avessero detto che il cane era malato, avrei provveduto a farlo curare prima di portarlo a casa, evitando così di dover fare la profilassi per tutti gli altri”. Quindi la giardia già girava ad Aprile. E a giugno un altro esemplare ha manifestato la stessa malattia. Ora il cane come sta? “Lo sto ancora curando per la rogna, che è lunga da debellare”. Lei ha preso anche dei gatti? “Avrei dovuto prendere due gatti, ma ho potuto portarne a casa solo uno”. Perché? “La storia è questa: oltre al cane, dopo aver saputo che al canile c’erano gatti che vivevano chiusi in gabbia, ho richiesto

l’adozione di due micetti, uno per me e uno per la figlia di mia sorella. Ho tergiversato molto prima di prendere questa decisione, perché ne ho altri 4. Ma ho sbagliato, perché probabilmente ho perso del tempo prezioso che avrebbe potuto evitare tristi conseguenze. Uno dei due mici, una femminuccia, infatti è deceduto mentre veniva sterilizzato. Io vorrei sapere come sia possibile che sia accaduta una cosa del genere in un gatto giovane e – a quanto mi era stato garantito – perfettamente sano”. Quando è successo? “Il 24 giugno. Io credo che se si fosse fatto il test per la leucemia felina si sarebbe potuto salvare. Sono sia arrabbiata che avvilita per quanto è successo: mia nipote aspettava il gattino, ci eravamo affezionati a lui già prima di portarlo a casa, invece è morto in una maniera che non riusciamo a spiegarci e accettare. Io vorrei sapere perché questa gattina è morta: lo

chiedo al veterinario che l’ha operato, sperando che risponda in maniera chiara e soprattutto sincera”. E l’altro gatto? “Lui fortunatamente è vivo, ma mi è stato consegnato senza aver fatto nemmeno una vaccinazione. È stato soltanto sverminato il giorno in cui è stato raccolto e portato al canile, il 24 aprile: questo significa che è rimasto in gabbia due mesi senza neanche i vaccini. Aveva le orecchie piene di acari e neanche a lui è stato fatto il test per la leucemia, malattia fatale nei gatti. Sto spendendo tantissimi soldi per curare questi due animali: io non pretendo che in canile si prendano esemplari perfetti, ma almeno relativamente sani e, soprattutto, che vengano diagnosticate le loro malattie, perché devono essere comunicate a chi li prende in affido, per evitare che vengano contagiati ad altri animali”.

La risposta della struttura

Il nostro interesse maggiore è il benessere degli animali, che seguiamo nel migliore dei modi rispetto a quelle che sono le possibilità messe a disposizione dalla normativa e dagli enti che ci regolano, come la Asl o i Comuni”, spiegano dal canile Alba Dog di via delle Monachelle Vecchia, a Pomezia. “Abbiamo più di 320 cani, in questo momento, e molti gatti: quasi tutti sono in buono o sufficiente stato di salute, ma bisogna calcolare che da noi arrivano continuamente animali presi dalla strada e, nella maggior parte dei casi, questi presentano malattie di vario tipo, dalla rogna a malattie intestinali, senza parlare dei parassiti di cui sono ricoperti. Dopo che sono stati portati qui, vengono presi in cura dal Sanitario, che è la parte del canile di cui è responsabile la Asl, dove seguono la profilassi: c’è infatti un veterinario Asl che effettua le prime cure e gli interventi necessari sugli animali. Qui vengono fatti vaccini, trattamenti antiparassitari e verminazioni. Solo in un secondo tempo, variabile a seconda dello stato di salute di ogni singolo cane o gatto, vengono sistemati nel rifugio”. Cosa rispondete alle accuse fatte dalle persone che ci hanno contattati? “Vorremmo far presente che noi, al contrario di altri canili, diamo in adozione anche i cuccioli, nonostante ci sia il rischio di ricevere delle denunce come queste

per eventuali malattie incubate e non ancora diagnosticate. Ma per noi è importante, andando contro ogni interesse economico, che i cani trovino famiglia. I cuccioli sono i più ambiti da parte delle persone che decidono di prendere un animale. Purtroppo sono anche quelli più a rischio perché sono stati qui poco tempo e a volte si non è ancora avuta la possibilità di capire se soffrano di qualcosa in particolare”. Ma sono stati segnalati casi anche per cani adulti, senza contare che ci hanno riferito

di un gattino in buona salute morto durante la sterilizzazione. “Noi lavoriamo per salvare gli animali, non per farli ammalare o morire. Certo che, tra tantissimi cani e gatti, può capitare una piccola percentuale che abbia problemi, ma la maggior parte di loro sta bene e si trova bene in seguito nelle famiglie affidatarie. Stiamo molto attenti anche a cosa succede dopo l’adozione: i volontari restano in contatto con le famiglie e continuano a ricevere notizie degli adottati. Riguardo alla gattina morta durante l’intervento, questo è stato fatto dal veterinario Asl, pertanto eventuali richieste di chiarimenti vanno inoltrate lì. Invitiamo tutti a venirci a fare visita per vedere come vivono gli animali, come li teniamo e li curiamo. Non abbiamo nulla da nascondere”. Quanto venite pagati dai Comuni? “Dipende dalla convenzione che viene stipulata dopo una regolare gara d’appalto, quindi sono rimborsi variabili. Noi abbiamo convenzioni con moltissimi Comuni a importi differenti. Ovviamente, una volta che gli animali sono qui, non stiamo a guardare da dove provengano: tutti hanno le stesse cure e attenzioni”. Pomezia quanto paga? “Per i cani che si trovano al rifugio 3,50 euro al giorno per ogni animale, mentre per quelli al sanitario il doppio, perché necessitano di maggiori cure”.



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INFORMAZIONE

Il Corriere della Città Luglio 2015

Un calcio tra seno e pancia, questo non è amore C

hi dice che i colpi di fulmine non esistono non ne ha mai provato uno, altrimenti non negherebbe l’esistenza di quel qualcosa che mi ha cambiato la vita. Quando lo incontrai per la prima volta, sentii subito il bisogno che mi portava a voler imparare a conoscere ogni singola sfaccettatura del suo essere. Volevo comprendere cosa ci fosse dietro quello sguardo così spento, così stanco. Per lui fu lo stesso. Eravamo due solitudini. Uno scambio di parole, un caffè, una pizza, una settimana di camminate insieme, mai staccati, sempre mano nella mano, sempre a cercare il contatto,senza un bacio. “Perché tenersi per mano unisce più di uno sfiorarsi di labbra, così sento che sei già mia, così ti tengo stretta a me.”. Mi diceva così ed io non potevo capire, tutt’altro, fraintendevo felice, sorridendo. I primi mesi. La passione che prende il sopravvento, fare l’amore come due ragazzini, vivere con il suo profumo addosso e quell’essere sempre attento, presente, iperprotettivo. “Nessuno ti farà mai del male!”. Gli credevo, convinta che accanto a lui non potesse mai accadermi nulla di brutto. La voglia di stare insieme supera ogni ostacolo. I risparmi messi da parte da anni, quella casa che sembra un nido, le cene davanti alla tv, il suo cambiare modo di essere, giorno dopo giorno, mese dopo mese. Il vero amore. Quel sentimento che ti sconvolge la vita, offuscandoti la mente, la ragione, quasi accecandoti. Ed è così che ti ritrovi ad amare una persona che pensi di conoscere perfettamente, ma senza averne le prove. Accade da un momento all’altro. Quello che pensavi fosse un sentimento puro si rivela malato, vira al possesso, all’ossessione, ed colpa tua se si comporta

così; lo ripete ogni volta che colpisce e fa più male la convinzione di essere l’errore, che non quel calcio tra seno e pancia che sfonda il cuore più dello stomaco. La paura è compagna di vita. Si presenta tutte le volte che esco senza averlo avvisato almeno due ore prima, se rientro in ritardo o se incontro il vicino di casa quando ha voglia di fare due chiacchiere. Se lui vedesse fraintenderebbe e chi pagherebbe sarei solo io. Il panico è sempre presente, ma prende il sopravvento tutte le volte che rientra a casa alterato. Così mi ritrovo davanti ai fornelli a pregare che beva quel goccio in più e si addormenti prima di impazzire. Un terno a lotto non diventare il suo pungiball. È sufficiente un bicchiere spostato nel momento sbagliato, nel modo sbagliato, per scatenare la furia di quello che pensavo fosse l’uomo della mia vita e che invece si è trasformato nel mostro che nessuna donna dovrebbe mai incontrare.

Chiuderò gli occhi prima o poi, definitivamente, così non potrà più farmi del male.

29 maggio

Sarebbe bastato prendere quella birra dal frigo e portagliela come mi aveva chiesto e invece no, ho scordato il ghiaccio, l’ho fatto arrabbiare, di nuovo. “È colpa mia! È colpa mia! È solo colpa mia!”. Lo ripeto tutte le volte che mi chiudo in bagno per disinfettare i graffi. Domani non potrò andare a trovare i miei genitori. No, non posso farmi vedere in queste condizioni! Prenderò ferie a lavoro, non è la prima volta che accade. Tra cinque, sei giorni, i lividi non saranno più visibili e quel poco che rimarrà potrà essere stato causato dalla mia distrazione. I suoi alibi? L’essere sempre amorevole davanti agli altri e il mio essere maldestra; è questo quello che fino ad oggi non ha mai fatto insospettire nessuno.

30 maggio “Bea, sei sicura che vada tutto bene?”. Cosa dovrei risponderti Martina? Dirti la verità non cambierebbe le cose, anzi, forse le renderebbe ancora più complicate e pericolose. Conoscendoti parleresti subito con i miei genitori che morirebbero di dolore, per non parlare della reazione che potrebbe avere mio padre. Non voglio nemmeno pensarci. “Sì Marti, è tutto ok, sono solo un po’ stanca”. “Ok, non mi convinci, se hai bisogno di parlare fammi uno squillo, arrivo sotto casa tua in cinque minuti”. Sarebbe bello poterlo fare, ma lui non me lo permetterebbe e, a prescindere, con i lividi che ho in faccia, non posso farmi vedere da nessuno, nemmeno dal mio cane. Martina questo però non lo sa. Fermarsi alle apparenze è uno dei più gravi errori che si possano commettere, soprattutto in amore e amicizia, ma questa volta sono io che me la sono cercata.


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Luglio 2015

14 giugno L’ansia. Non riesco più a gestirla. Ho il terrore di muovermi, parlare, spostare le cose, persino respirare. Non posso stare al telefono con le amiche per più di dieci minuti e se sgarro il secondo, purtroppo, so quello che mi aspetta. Difficile mantere i rapporti con il prossimo, sono diventata scostante e sgarbata, con tutti. La mattina il risveglio è una condanna, vivere al suo fianco è una condanna, non riuscire a reagire è la mia fine. La sua voce mi dà fastidio, il suo odore mi dà fastidio. Si avvicina per fare l’amore, impossibile respingerlo. Voglio vomitare, voglio scappare, ma temo di non essere in grado di farlo. 18 agosto Gliel’ho detto, me ne voglio andare. Mi ha risposto “O con me o con me, queste sono le uniche due alternative.”. Mentre lo diceva mi teneva per il collo stringendolo ogni secondo sempre di più. Sì, ho avuto paura di morire, ma solo per pochi istanti; più stringeva guardandomi fisso negli occhi, più pregavo che Dio mi prendesse. Non merito di vivere così e non ho più la forza per sopravvivere. Ho perso i sensi, mi sono svegliata con il peso delle sue mani sul collo e la testa che girava. Lui non c’è, ma ha lasciato un biglietto sul tavolo, l’ennesimo: “Ho esagerato, perdonami. Il sol pensiero di perderti mi fa impazzire. Ti amo”. No. Non ci sto più. Barcollo verso la camera da letto, prendo la borsa, metto dentro un po’ di biancheria intima e la foto dei miei genitori. Esco di casa e corro da mia madre. Apre la porta, nota subito i segni sul collo. Scoppia a

INFORMAZIONE piangere, urla. L’abbraccio ed entro dentro casa senza che lei mi domandi nulla, come se sapesse già chi fosse l’artefice di quello scempio, come se non avesse il coraggio di avere delle conferme.

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pianto come mai avevo fatto in vita mia, per poi ridere, ma di una risata isterica, per poi tornare a piangere e crollare. Non mi reggevano più le gambe. Il maresciallo, quando siamo usciti, ha abbracciato i miei genitori. È un amico di famiglia, gli ha consigliato di farmi andare via da qui, per un po’.

8 Ottobre

Non esco di casa da giorni. L’ultima volta che l’ho fatto mi ha pedinata per 3 lunghe ore. No, non sono pazza, mi ha realmente seguita dovunque, anche al supermercato. “Eri la mia principessa e ti sei rivelata quello che sei, una maledetta puttana!”. Questo è l’ultimo sms che mi ha inviato. Ha smesso di minacciarmi solo perché ho cambiato numero di telefono e staccato quello fisso, ma adesso ha iniziato a muoversi in modo più subdolo, cercando di spaventare le persone che mi stanno aiutando. Papà ha trovato un vetro della sua macchina spaccato. Mio fratello, la sella dello scooter tagliata in due parti. Spesso citofonano di notte, a qualsiasi ora, ed io ho il terrore che per farla pagare a me, possa fare del male alle persone che mi vogliono bene.

La valigia. È la stessa che ho utilizzato per la mia ultima gita scolastica. Ho messo dentro pochissime cose perché ogni cosa mi ricorda lui, me, noi, anche se noi non siamo mai stati. Mia madre e mio padre sono devastati, non vorrebbero lasciarmi andare, ma comprendono che è la cosa migliore. Ho fatto un biglietto via internet, non sapevo nemmeno che fosse possibile, negli ultimi anni l’unica mia consapevolezza è stata la paura. Il treno parte stasera alle 20:15. Nessuno sa dove mi dirigo, nemmeno io so se mi fermerò a destinazione. Voglio andare dove c’è il mare. Dicono che lì si stia bene, dicono che lì gli orizzonti siano profondi e che le donne come me, finalmente, possano ricominciare respirare.

6 Ottobre

Numero verde contro la violenza sulle donne attivo 24 ore su 24: 1522

La denuncia. Non avrei mai pensato di poterlo fare. Sono entrata in caserma come si entra in Chiesa per un funerale, ma con lo stesso stato d’animo di chi sta per resuscitare. Dopo aver dato la mia versione dei fatti ho dimenticato tutto il male, ricordando solo quel po’ di bene che mi ha lasciato. Fuori da quell’edificio ho

Centri antiviolenza http://www.vitadidonna.it/salute/violenza/centri-antiviolenza.html Alessandra Crinzi www.crinzieacapo.com


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SPORT

Il Corriere della Città Luglio 2015

Michele Bilotta: “Sono pronto a rimettermi in gioco” L'ex tecnico di Aprilia e Matera torna dopo un anno “sabbatico” Mister, partiamo dal recente passato. Come è stato quest'anno lontano dal calcio giocato? Stare sul campo, la gestione ed il rapporto con i giocatori, la quotidianità del lavoro, sono un qualcosa che inevitabilmente ti manca. Però allo stesso tempo quest'anno lontano dal campo mi ha permesso di studiare e di aggiornarmi; ho seguito tantissime partite, soprattutto di Lega Pro, ed in particolare quelle dal vivo della Lupa Roma. Devo dire che ad inizio stagione c'era stata la possibilità di andare ad allenare a San Benedetto seguendo mister Paolucci (con il quale ho lavorato ad Aprilia) ma poi l'opportunità è sfumata perché non ho trovato l'accordo. Oggi guardo a questo con un pizzico di rammarico – forse anch'io ho commesso qualche errore – perché comunque sarebbe stata una esperienza importante. Veniamo alla sua ultima esperienza con l'Aprilia (2013/2014). Ci racconta quel periodo? Dal punto di vista del lavoro sul campo non ci furono particolari problemi. Purtroppo le difficoltà riguardarono l'aspetto emotivo e anche e soprattutto il fatto che la società non era abituata a gestire situazioni di classifica di quel tipo; l'Aprilia nella sua storia recente è stata quasi sempre al vertice, o in Serie D o in Lega Pro, basti pensare che solo nella stagione precedente la squadra arrivò a disputare il playoff per andare in Prima Divisione; ritrovarsi a lottare per non retrocedere fu un duro colpo. L'altro fattore che incise enormemente fu il cambio di regole delle federazione: niente più playout tradizionali ma ben 9 retrocessioni dirette cioè la metà delle partecipanti al girone. Insomma una serie di fattori che hanno, nell'insieme, prodotto quel risultato. Diciamo anche che, e lo dico a malincuore visto che sono di Aprilia, questa piazza non è forse pronta – anche in termini di pubblico – per poter affrontare determinate categorie a differenza magari di altre realtà. E' vero che per l'anno dopo, questa stagione in pratica, era stato contattato per allenare la squadra in Serie D?

Sì è vero sono stato contattato è la verità, ma poi la cosa è caduta e non se ne è fatto più nulla. Guardando al passato e alla sua carriera: qual è stata l'esperienza che le ha dato di più, non solo sotto il profilo calcistico, ma anche dal lato umano? Anche se tutte le esperienze sono state importanti, due in particolare le ricordo con piacere. Il primo anno di Serie D con l'Aprilia, dove, con una squadra molto ridimensionata, abbiamo raggiunto i plyoff in un girone praticamente di ferro. Tanti giocatori di quel campionato sono andati poi a fare i professionisti l'anno successivo, - addirittura qualcuno in serie B - a testimonianza del fatto che il livello del campionato era molto alto. L'altro ricordo è quello legato al

Matera dove al contrario ci siamo salvati ai playout anche lì in un girone davvero complicato; alla fine battemmo il Terzigno in uno spareggio secco e riuscimmo nell'impresa. Matera poi, oltre ad essere una bellissima città, è davvero una piazza importante, legata a doppio filo con il calcio, e chi viene da fuori lo capisce subito; anche il pubblico esigente ma sa darti tanto. A me per esempio fecero trovare nello spogliatoio una fotografia della squadra quando militava in Serie B (anni '70) quasi come se fosse un “avvertimento”... Quali sono i suoi progetti per il futuro? C'è qualche squadra in particolare che le piacerebbe allenare? Ho ricevuto dei contatti da categorie inferiori ma il campionato di appartenenza non è l'elemento determinante per me; a me interessa il progetto, una visione dove, non che si debba vincere per forza, ma che comunque sia presente la voglia di crescere e di puntare in alto. Il discorso della categoria si ferma solo laddove c'è in ballo o meno il tipo di lavoro che si vuole andare a fare: io sono abituato ad allenarmi cinque volte alla settimana, ritiri ecc., tutte cose che magari in categorie inferiori non si possono attuare; allo stesso tempo però, dato che ho avuto la possibilità di provare sia i dilettanti sia i professionisti, sono in grado di gestire al meglio entrambe le realtà. Come sogno nel cassetto, venendo alla seconda parte della domanda, sono sempre stato attratto dal Cynthia Genzano forse perché quando ero piccolo mio papà mi portava sempre a vederne le partite. E poi per lo stadio: mi ha sempre attirato. Tornerebbe all'Aprilia? Dire di no sarebbe una bugia perché comunque sono rimasto molto legato a questa società. Però so anche che nessuno è profeta in patria come del resto credo lo sia un po' da tutte le parti: se un esterno arriva quarto in classifica è un “mostro”, se tu che sei di Aprilia arrivi quarto è stato un fallimento, potevi fare di più. Luca Mugnaioli


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CRONACA

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18 anni di successi... in punta di piedi La JR School Academy Scuola di Danza, Ballo e Fitness ha celebrato la “maggiore età” con uno spettacolo innovativo e coinvolgente

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ue serate di successo, quelle organizzate dalla Ardea Danza – JR School Academy Scuola di Danza, Ballo e Fitness per celebrare i 18 anni di attività. Partita con soli 5 iscritti, la scuola di danza è cresciuta nel tempo in modo esponenziale, fino ad arrivare ai 350 allievi attuali. E 200 di loro si sono esibiti il 27 e il 28 giugno all’aperto, nell’area appositamente creata per uno spettacolo davvero indimenticabile, con balli di gruppo, danza del ventre, danze standard, latino-americano, hip hop, break dance, moderna, classica, contemporanea, modern fusion, coerograph team, show dance: un caleidoscopio di musica e movimento accompagnato dai giochi d’acqua del fountain show. “Siamo stati i primi a portare questo tipo di spettacolo nel centro-sud Italia – ha spiegato Roberto Proietti, titolare della scuola di danza e presidente nazionale dell’Associazione nazionale maestri di ballo – Abbiamo voluto festeggiare i nostri 18 anni con la dimostrazione della professionalità che contraddistingue la nostra

scuola, e facendo qualcosa di davvero particolare, di magico, con fontane che hanno accompagnato con giochi d’acqua i movimenti dei ballerini, che hanno presentato uno spettacolo caratterizzato da una coreografia esclusiva”. Il risultato è stato emozionante: 75 uscite nei due giorni – il sabato dedicato ai bambini fino a 14

anni, la domenica a ragazzi over 14 ed adulti – con tutti i campioni italiani di ogni singola disciplina che hanno mostrato il loro talento al numeroso pubblico presente. Solo due giorni prima i ballerini della JR School Academy si erano contraddistinti al campionato nazionale di Cervia, facendo man bassa di premi. “Siamo da 15 anni sul territorio di Ardea – spiega Proietti - Siamo Campioni Coppa del Mondo Team Dance 2011, Campioni Italiani dal 2008 in Danze Latino Americane e Liscio, 1 classificati al concorso di danza “Danzando per…” e vincitori del concorso di danza “e Dance Fusion Show”. Tutti i nostri maestri ed aiuto maestri sono altamente qualificati e pronti ad accogliervi”. La scuola è situata presso il Ristorante Pizzeria Forno a Legna “Il Casale delle Mimose” di Ardea. “Da noi – conclude Proietti si trova serietà e professionalità, con due sale,di cui una completamente rinnovata e l’altra, con pavimento in marmo, per il ballo di coppia e 12 insegnanti certificati e diplomati ognuno nella propria disciplina”.


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Eventide: mandole e violini ai tempi del 2.0 Parte da questo numero una nuova rubrica, che tratterà di musica: protagonisti gruppi e solisti del nostro territorio, fino a coprire l’intera provincia di Roma e oltre, senza disdegnare – in alcune occasioni – i grandi big della musica italiana. Un viaggio tra le note forse sconosciute ai più, che vuole mettere in risalto quelli che forse saranno i successi del futuro

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olk's not dead.

Dimenticate le sonorità contemporanee di cupi amplificatori Marshall, dimenticate i poghi selvaggi a bordo palco e l'immediatezza di un riff pop. Per abbracciare a pieno la dimensione musicale degli Eventide (nome non banalmente preso in prestito dall'inglese arcaico, lett. "sera"), occorre ritornare a mondi storicamente e geograficamente da noi distanti. Il sound dei ragazzi provenienti da Roma e da Oriolo Romano, che non di poco si discosta dalle correnti mainstream, lascia trasparire lampanti echi celtici, richiami ad un folklore tipico dell'area nord-europea, ricco di figure epiche e mitiche, che si concretizza al massimo durante i live nella reinterpretazione e nella riproposizione di brani presi in prestito da quel contesto così variegato. Sono loro stessi, nella loro pagina uffi-

ciale di facebook, a definirsi "un giovanissimo progetto acustico folk a tema mitologico e fiabesco". E sulle note di "Brume", primo singolo rilasciato tramite Soundcloud dalla band nel gennaio 2015, l’impressione è esattamente quella di aggirarsi smarriti fra le nebbie di Avalon. Un viaggio onirico che ha come guida la voce decisa di Livia Montalesi, cui spetta inoltre l'onere di far vagare leggiadro l'arco fra gli intervalli di quinta dell'accordatura del proprio

violino; un polistrumentismo ricorrente nel gruppo, che caratterizza anche le presenze imprescindibili di Elia Di Padova e Andrea Remoli, i quali, oltre a far vibrare l'ugola nei cori, si destreggiano tra flauto, mandola e basso. Le mani ben calibrate di Federico Allegrini guidano una scarna ma essenziale sezione ritmica. Punto di raccordo basilare fra le suddette realtà, il plettro esperto di Lorenzo Diana, che alla chitarra acustica - in verità una Fender, svuotata tramite l'innesto di un piezo delle velleità del rock classico - garantisce la giusta armonia fra i diversi elementi. Al confine fra originalità e tradizione, fra un LP dei Jethro Tull e una ballata di W.B. Yeats, di confini gli Eventide non sembrano volersene porre, con l'ambizione anzi di dimostrare che andare oltre, essere più alternativi degli alternativi, forse in musica è ancora possibile. Andrea De Luca



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Non trovo lavoro: questione di strategie di comunicazione Il ruolo dei Centri per l'Impiego

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Sono iscritto al Centro per l'Impiego da tanto tempo, ma non mi hanno mai chiamato" - questa una frase sentita tante volte. Nulla di più sbagliato. I Centri per l'Impiego sono dei mediatori. Una volta iscritti al proprio CPI di competenza ed aver sottoscritto il Patto di Servizio, che serve al Centro per monitorare l'attività dei propri iscritti, bisogna controllare periodicamente le offerte di lavoro, sia attraverso la banca dati online del CPI che recandosi direttamente in sede, cercando quelle in linea con il proprio profilo. Dopodiché è possibile candidarsi recandosi per un colloquio di preselezione in Centro, il quale valuterà competenze e obiettivi e provvederà ad inoltrare le candidature direttamente alle aziende. Pensate che solo il 20% delle aziende assumono tramite CPI, agenzie interinali, inserzioni, il restante 80% lo fa per conoscenza diretta e cv caricati sulla propria banca dati. A dimostrazione di ciò è indicativo vedere quali sono le tecniche di chi cerca lavoro e quali quelle di chi assume. Normalmente le persone mandano curriculum random, rispondono ad annunci ed inserzioni, spargono la voce che stanno cercando lavoro, vanno al CPI e alle agenzie per il lavoro e si iscrivono ai vari siti internet. Spesso le aziende, invece, cercano prima tra le persone conosciute, guardano il loro database, sondano il proprio network e solo in ultimo si

affidano alle banche dati di CPI e agenzie per il lavoro, agli annunci sui giornali e alle società di ricerca e selezione. Occorre, dunque, armarsi di una chiara ed efficace strategia comunicativa proprio a partire dalla stesura del proprio curriculum vitae, che non va assolutamente lasciata al caso. Ricordiamoci che il cv è il mezzo per ottenere il colloquio di lavoro. Innanzitutto è necessario porre in rilievo le proprie competenze e chiedersi quali siano effettivamente i propri obiettivi. Fatto ciò, è buona norma adeguare il curriculum in modo pertinente alle richieste di lavoro alle quali ci candidiamo, tenendo conto delle richieste specifiche dell'azienda. Risulta, per tale motivo, molto utile scrivere più cv da utilizzare a seconda delle esigenze. Grazie alla rete è ormai diventato semplice in-

formarsi sulle aziende e sulle peculiarità delle stesse e questo costituisce un punto a nostro vantaggio. Avere il maggior numero di informazioni sull'azienda può fare la differenza. La ricerca attiva del lavoro richiede tempo, determinazione, entusiasmo e perseveranza. Inoltre, non bisogna dare per scontate le persone che si conoscono, anzi, partire proprio da esse per allargare in modo esponenziale la propria cerchia di conoscenze, il proprio network. E' essenziale, in questo passaggio, cambiare il proprio atteggiamento da- cerco un lavoro- a -offro una soluzione- ossia trasmettere la nostra effettiva utilità ai potenziali datori di lavoro. I Centri per l'Impiego, anche se non tutti ne sono a conoscenza, offrono dei percorsi di orientamento al lavoro finalizzati all'acquisizione di tali strumenti comunicativi, oltre che colloqui individuali mirati. Dei tutor specializzati sono a disposizione degli iscritti che ne fanno richiesta. I corsi di orientamento al lavoro vengono organizzati a cadenza periodica e hanno posti limitati. Chi ne volesse usufruire può rivolgersi al proprio Centro per l'Impiego. Essere in grado di destreggiarsi nell'utilizzo di tali strategie comunicative può realmente aiutarci nella ricerca del lavoro e farci arrivare preparati (e un po' più sereni) al famigerato colloquio di lavoro. Maria Virelli

La formazione dell’autostima

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’autostima è un concetto molto complesso, ma in generale si può affermare che essa corrisponda in larga linea all’ “orgoglio di sé”. La base della formazione di una buona autostima è la consapevolezza che abbiano di noi, che permette di conoscere i nostri limiti, ma soprattutto le nostre risorse, come l'aspetto fisico, le capacità relazionali e affettive, le nostre abilità e capacità cognitive. Questa consapevolezza è un primo passo, ma non è sufficiente in quanto deve essere accompagnata da una successiva valutazione di tali caratteristiche. Ciò vuol dire valutare quanto riteniamo importanti le “doti” che abbiamo e quanto riteniamo importanti quelle che non abbiamo. Ad esempio se ritengo fondamentale nella vita essere bella e magra, ma magari sono un po’ in sovrappeso questo non gioverebbe alla mia autostima poiché il mio peso andrebbe contro un mio valore personale. Ne consegue che per avere una buona autostima bisognerebbe sfruttare e valorizzare i nostri punti-forza e i nostri valori/interessi. Per quanto riguarda i punti-deboli, è certamente importante migliorali, se hanno valore per noi, ma non se lo hanno per gli altri. Oltre quindi alla consapevolezza è necessaria una valutazione delle proprie capacità e dei pro-

pri limiti e l'accettazione di entrambi. Questa serie di operazioni mentali in realtà non è cosi semplice e automatica, perché nel normale percorso evolutivo noi non ci conformiamo solo ai nostri valori e interessi, ma spesso accade che siamo influenzati dalle aspettative e dalle pressioni esterne che ci spingono a conformarsi ai desideri degli altri e non ai propri. Il valore della magrezza riportato sopra è l’esempio di come un valore sterno della società possa essere assimilato come un valore interno e se non raggiunto incidere sull’autostima. Se si confondono i valori esterni con quelli interni, è molto improbabile che si riesca ad avere una buona autovalutazione. L’autostima è importante perché incide su molte

arre della vita, in primis nelle relazioni affettive. Chi ha una bassa autostima tenderà infatti a ricercare nell'altro un complemento di sé e no farà all’altro delle richieste affettive adeguate poiché non conosce quali sono i suoi bisogni e valori. Il rischio è che le relazioni di persone con bassa autostima possano essere caratterizzate dalla ricerca di qualcuno che abbia la stessa intenzione, cioè di trovare conferme al proprio essere. Accade poi che chi ha una bassa autostima ha delle aspettative negative sulla propria vita, è quindi poco motivato nell’affrontare le esperienze e inevitabilmente va incontro a dei fallimenti peggiorando ancora di più l’idea che ha di sé. Una buona autostima permette invece di essere positivi e realistici rispetto alle aspettative e di mettere l’impegno necessario per arrivare ad un obiettivo. Per avere una buona autostima è necessario quindi avere una conoscenza precisa di sé, impegnarsi in ciò che realmente ci interessa e attribuire a noi stessi i nostri successi. Dott.ssa Elisabetta Paoletti Psicologa paoletti-elisabetta@libero.it www.paoletti-psicologa.com



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La danza del ventre in gravidanza O

k! Me ne rendo conto! Può sembrare un po’ da pazze o quanto meno da “alternative” o stravaganti, ma la gravidanza è un momento particolare della vita, in cui bisognerebbe avere una particolare cura per il proprio corpo e anche per il proprio spirito. Bisognerebbe continuare a fare esercizio fisico per mantenersi attive, conservare il benessere del corpo e vivere serenamente i cambiamenti che coinvolgono la propria vita in ogni loro sfaccettatura. Tra le attività fisiche è ovvio che conviene evitare tutte quelle che comportano traumatismi, diciamo che sono al bando tutti gli sport da contatto, mentre sono da preferire tutte le attività dolci come il nuoto o il ballo e la danza del ventre è un ballo! Arcaico, sensuale, femminile e anche materno. Le origini di questa danza non sono del tutto note, ma per certo nei paesi orientali hanno trovato terreno fertile per le loro radici e grazie alle danzatrici zingare si sono arricchite di nuove movenze e hanno girato il mondo. Anche quando si è cercato di bandirle perché eccessivamente sensuali, tanto da sconvolgere persino le truppe di Napoleone sbarcate al Cairo, sono comunque sopravvissute tra i veli degli Harem e nelle feste private di sole donne, fino ad arrivare a conquistare il mondo del cinema americano negli anni ’30 e ’40 e con il grande schermo anche le donne occidentali. Le prime testimonianze parlano di una danza dedicata alla Divinità quando ancora era considerata madre e generatrice. La danza del ventre da sempre quindi accompagna le donne e racconta la storia del loro essere. Veniva praticata per invocare la benevolenza di Madre Terra e per accompagnare le donne durante il travaglio ed il parto, tutte disposte in cerchio danzavano intorno alla partoriente ricordandole le movenze capaci di alleviare le sofferenze dovute alle contrazioni, accompagnandola con il ritmo di un respiro lontano e ancestrale, quasi soffiato dal profondo della terra. La danza del ventre si serve infatti di una continua alternanza tra contrazioni muscolari e rilassamenti che sembrano imitare l’onda di marea di ogni contrazione. Inoltre gli ormoni della gravidanza, special-

mente il progesterone, hanno l’effetto di rendere le articolazioni più elastiche, soprattutto a livello del bacino e quindi rendono la gravidanza il momento migliore per imparare la danza del ventre, caratterizzata da movimenti tanto sinuosi e sensuali. Questa danza è capace di concentrarsi su un singolo gruppo muscolare tralasciando gli altri, permettendo alla donna di prendere maggior consapevolezza del proprio corpo in generale e di regioni particolarmente importanti, nello specifico, per il travaglio e per il parto,ma anche per una serena vita di donna, come il perineo. Non a caso, oltre che per la preparazione al travaglio, il perineo può essere allenato anche nel post partum per rieducarlo o per sopperire ad alcuni disturbi urinari, come l’incontinenza!!! Inoltre durante questo ballo vengono allenati anche i muscoli della colonna vertebrale insieme a gruppi muscolari che di solito non usiamo e la cui debolezza determina l’accentuazione della lordosi con il crescere del pancione e gli eventuali dolori associati. Quindi ballare al ritmo della musica orientale serve anche a mantenere o recuperare una migliore postura … La musica orientale: sapevate che è terapeutica? Ebbene sì e non lo è solo nella comune accezione della musicoterapia in generale, ma lo è in particolare, in relazione alla mono strumentalità, tanto lontana dai suoni elettronici occidentali, che ricorda la ritmicità del respiro o del battito cardiaco e che quindi dispone lo spirito all’ascolto della propria interiorità. Quindi un’attività utile e divertente che allo stesso tempo obbliga le donne a mettersi in discussione, direi a pren-

dersi un po’ meno sul serio, mentre tuttavia sperimentano un nuovo io. Non bisogna dimenticare che quando una donna rimane incinta nei primi mesi tutti si prendono cura di lei, s’interessano, domandano, ma dopo la nascita del bimbo a volte le attenzioni si spostano di colpo sul bebè e le mamme si sentono un contenitore vuoto, vedono un corpo enormemente segnato, sentono la stanchezza e combattono con il senso di inadeguatezza di fronte ad un fagottino esigente ed urlante e ad una nuova dimensione di coppia, in qualche modo da riscoprire e ricostruire. La danza del ventre aiuta a tornare in forma, e permette di trovare un nuovo equilibrio con il proprio corpo. Regala alle neo mamme una nuova immagine di sè stesse, se vogliamo anche più sensuale e comunque molto femminile, aiutandole a riscoprire la stessa donna , ma arricchita dall’esperienza della maternità. Un’altra peculiarità importante riguarda infatti le movenze e la parte meditativa che di solito aprono e chiudono ogni seduta, questi momenti ricordano la pratica dello yoga e dispongono l’animo al dialogo con il proprio bimbo e quindi all’istaurarsi di un primo dialogo con lui. Cullarlo mentre è ancora nella pancia permette di cominciare a creare un rapporto di attaccamento con il proprio figlio ancora prima di tenerlo fisicamente tra le braccia. Forse allora possiamo parlare di “meditazione in movimento”! Insomma alla fine: perché non mettersi in gioco? Questa danza così antica e apparentemente appartenente solo ad una categoria di donne fuori dalle righe, in realtà è patrimonio femminile! Può essere divertente e stimolante lanciarsi in qualcosa di insolito e poi è un modo per fare attività fisica, che male non può fare né al bimbo , né alla mamma. Ridere non può che ben disporre verso gli altri e verso il mondo, ridere sentendosi sexy anche con il pancione o anche dopo il parto è un’esperienza che ogni donna dovrebbe fare! Dott.Ost. Cariuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it



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Racconti dal Nepal Nicola Maiani, fotografo “nostrano”, presenta un emozionante reportage dal Nepal post terremoto

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on è semplice raccontare l’esperienza che ho vissuto in Nepal.

Primo perché, visto il mio mestiere, sono abituato a raccontare con le immagini, e secondo perché è una terra così piena di contrasti che riuscire a spiegarli è decisamente complicato. Ma cominciamo dall’inizio. Sono arrivato a Kathmandu il 13 Maggio, ossia il giorno successivo la terza forte scossa di terremoto che ha colpito la regione (la prima e la seconda sono del 25 e del 26 Aprile) che, nonostante sia stata la più debole delle tre, è stata quella che ha maggiormente scalfito l’animo delle persone, in quanto avevano da pochissimo ricominciato a riprendere fiducia e a riaprire le attività e, di conseguenza, si sono nuovamente viste crollare tutto attorno perdendo ogni fiducia e speranza. La cosa che mi ha subito colpito sono state le decine e decine di container di aiuti umanitari fermi in aeroporto che mi hanno spiegato essere lì poiché il governo ancora non era stato in grado di smistarli e destinarli alla popolazione. Kathmandu è una città molto viva, frenetica, caotica, ma si capiva che c’era nell’aria una sensazione di attesa, di smarrimento. I negozi erano per la maggior parte chiusi, la gente riversata nelle strade che vagava senza una meta precisa, ogni metro di verde disponibile era adibito a tendopoli o a ospedale da campo. Sembrava di stare in uno spazio senza tempo, dove non accadeva nulla e dove, la gente, non poteva fare altro che aspettare. Aspettare che ci fosse un’altra scossa, aspettare che le autorità dicessero loro cosa fare, aspettare che gli eventi si evolvessero nel bene o nel male. Spostandomi poi ai villaggi della valle di Kathmandu, ho capito cosa volesse dire essere colpiti da un terremoto di quella potenza, perché è vero che a Kathmandu c’erano moltissimi palazzi crollati o gravemente danneggiati, ma nulla in confronto allo scenario a cui mi sono trovato davanti uscendo dalla capitale. Sankhu, Harissidi, Magargau, ovunque sono andato mi sono trovato di fronte alla devastazione totale. Non esiste più nulla, più del 95% delle case sono crollate e quelle rimaste in piedi, sono comunque inagibili. Gli abitanti, che avevano adibito delle tendopoli di fortuna, non facevano altro che passare le giornate a cercare tra le macerie quel poco che si era salvato, scavando tra i mattoni e rischiando che crollasse loro tutto addosso solo per poter riavere qualche ricordo o qualche coperta da poter utilizzare per la notte. Ecco perché ho deciso di realizzare un racconto che si focalizzasse sui volti, sulle facce, sulle espressioni, perché nonostante le macerie, i palazzi lesionati, le tendopoli o i feriti, nulla più dei loro occhi possono raccontare il dramma che ha colpito il Nepal e che, per molti anni, si ripercuoterà sulla sua storia. Nicola Maiani


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Notizie Tascabili

di Luca Mugnaioli

“CORRIERE DELLA CITTA', INFORMARE PER INFORMARSI” Spese pazze Calabria, peculato e falso: ai domiciliari assessore De Gaetano - In totale sono però sono otto le misure firmate dal gip - tre arresti domiciliari e cinque divieti di dimora nei confronti di altrettanti consiglieri regionali che ha disposto sequestri per 2 milioni e mezzo a carico di 27 indagati. Tra le richieste di rimborso anche il biglietto per uno spettacolo di lap dance, vini, viaggi ingiustificati in Italia e all'estero, e come già successo per altre inchieste ai gratta e vinci. È ormai una storia nota quella dei rimborsi chiesti dai consiglieri regionali. Nel caso della Regione Calabria, secondo le indagini della Guardia di Finanza, c’era chi ha presentato anche una doppia documentazione

per ottenere soldi pubblici che non gli spettavano. L’inchiesta, per peculato e falso che riguarda gli anni 2010, 2011 e 2012, ha portato anche l’attuale assessore ai Lavori pubblici Antonino De Gaetano a finire agli arresti domiciliari. Stessa misura per l’ex parlamentare di Forza Italia e del Pdl Luigi Fedele. Per il senatore Giovanni Bilardi (Nuovo centrodestra) i magistrati dovranno ottenere l’autorizzazione del Parlamento. Il divieto di dimora è scattato per un ex autista di Bilardi e per quattro ex consiglieri. In totale sono però sono otto le misure firmate dal gip – tre arresti domiciliari e cinque divieti di dimora – che ha disposto sequestri per 2 milioni e mezzo a carico di 27 indagati.

Intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari hanno consentito di individuare diverse discrasie tra le movimentazioni e i saldi in conto corrente dei Gruppi consiliari regionali e quanto documentato mediante le presentazioni del rendiconto annuale, celando il corretto impiego istituzionale per cui i fondi pubblici erano stati destinati. Tra le richieste di rimborso anche il biglietto per uno spettacolo di lap dance, vini, viaggi ingiustificati in Italia e all’estero, e come già successo per altre inchieste ai gratta e vinci. (ilfattoquotidiano.it)

(26-06) Francia, uomo provoca esplosione in impianto di gas. Un morto e diversi feriti. Arrestato un sospettato. L'attentato avvenuto in una fabbrica di Saint-Quentin-Fallavier, vicino Lione. Ritrovato un corpo decapitato nella fabbrica con accanto drappo dello Stato Islamico. Primo ministro Valls ordina "vigilanza rinforzata" su tutti i siti della regione - LIONE - Un attentato, forse di matrice islamica, scuote il sud-est della Francia: un uomo a bordo di un'auto ha fatto irruzione nell' impianto di gas industriale Air Products a Saint-Quentin-Fallavier, a 30 km da Lione, e ha colpito bombole di gas provocando un'esplosione. Poco dopo all'interno del complesso industriale è stato ritrovato un corpo decapitato vicino l'impianto. L'uomo avrebbe mostrato un drappo dello Stato Islamico. Il Primo ministro francese Manuel Valls ha ordinato una "vigilanza rinforzata" su tutti i siti sensibili del Rodano-Alpi. (repubblica.it) Vertice Ue, accordo nella notte: 40mila migranti ridistribuiti in 2 anni - Dopo un'ennesima maratona negoziale, segnata da scontri e discussioni «emotive», i capi di Stato e di governo dell'Ue hanno raggiunto nella notte un accordo sulla redistribuzione dei migranti. «I leader - ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk - hanno deciso che 40mila persone saranno redistribuite da Italia e Grecia negli altri Paesi nei prossimi due anni. I ministri degli Interni finalizzeranno lo schema entro la fine di luglio». (ilmessaggero.it)

Il tribunale risarcisce chi ha investito nei bond della Grecia - Può essere risarcito il risparmiatore che ha investito in bond greci. A condizione che la banca non lo abbia adeguatamente informato della pericolosità dell'investimento che era a forte rischio sin dal 2010. (continua su ilsole24ore.com) Roma ci riprova e dice sì ai Giochi del 2024 . Per un giorno il Campidoglio mette da parte Mafia Capitale. La candidatura passa con 38 sì. Il sindaco: sfida da vincere insieme - Roma ci riprova. Ieri pomeriggio (25-06) il sindaco Ignazio Marino ha ricevuto il mandato dall’Assemblea Capitolina di presentare la candidatura della Capitale d’Italia per i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024. La mozione è stata approvata a larga maggioranza, con 38 voti favorevoli, 6 contrari e 0 astenuti. A votare contro sono stati M5S, Noi Con Salvini e Radicali. A favore Pd, Sel, Fratelli d’Italia, Forza Italia e liste civiche. Non partecipano al voto e quindi formalmente non risultano astenuti i 3 consiglieri della lista che fa riferimento ad Alfio Marchini e Ncd. Lo stesso testo definitivo è stato frutto di una mediazione importante fra il capogruppo del Pd, Fabrizio Panecaldo, e il suo collega di Fdi, Fabrizio Ghera, inizialmente divisi su sostenibilità delle opere e «compatibilità economico-finanziaria rispetto alle risorse che saranno effettivamente disponibili». Sul fronte della compattezza politica, Roma partirà con un piccolo vantaggio sulla principale avversaria, Parigi, che ha approvato la sua mozione con 31 voti contrari su 163 consiglieri, il 19% contro il 12% del Campidoglio. (iltempo.it)

link diretto: http://tinyurl.com/nre323m) – MODA: Pre-collezione primavera 2016 (http://tinyurl.com/oxcgy8y)

Altre in breve

CINEMA: Casa Sordi, al via omaggio rassegna film. Dal 27 giugno curata da Luca Verdone 'Alberto il grande!' (ansa.it/cinema -

Curiosità & Life Style

Gmail, adesso si può annullare l'invio di una mail. l mittente avrà fino a 30 secondi di tempo per "tornare sui suoi passi" dopo la pressione del tasto invio - PER ANNI è stata una funzione di Labs, la sezione sperimentale di Google, ed era già possibile utilizzarla a patto di sopportare qualche malfunzionamento (in realtà rarissimo). Ora è entrata ufficialmente in produzione, con rilascio programmato entro un paio di settimane. È la funzione "annulla invio" di Gmail, che permette di recedere dall'invio di una email fino a trenta secondi dopo la decisione di mandarla. Si attiva - o si attiverà a breve a seconda dei tempi di rilascio - direttamente dalle impostazioni della casella di posta. Da quel momento quando si invierà un messaggio apparirà la scritta "Invio in corso... annulla" con un conto alla rovescia. Se si decide di stoppare l'invio della mail sarà sufficiente cliccare su annulla e poi tornare all'editing del messaggio. Comoda per le persone impulsive o per chi si accorge di non aver scritto tutto quello che doveva, la funzione "annulla invio" è attivabile a piacere e con una finestra di tempo regolabile. Certo è che dopo i trenta secondi quello che è fatto è fatto. Ma il "diritto di ripensamento" di Gmail è finalmente uscito da una lunga beta, e ora gli indecisi non hanno più scuse. (repubblica.it/tecnologia)



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Le vacanze "... arrivando in ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva di avere..."

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e vacanze per alcuni sono già finite ma per molti altri, probabilmente, devono ancora cominciare ma in ogni caso per entrambi arriva quel fatidico momento in cui bisogna rientrare nella normalità della vita e degli impegni che avevamo lasciato. Rientrare negli affanni quotidiani non è facile nè indolore per nessuno, ma è necessario rientrare col piede giusto, essere più rilassati ci aiuta a guardare quello che ci circonda con occhi diversi e a riprendere la propria attività senza aspettarsi che ciò che abbiamo lasciato in sospeso sia cambiato. L'importante è partire con la voglia ed il desiderio di ricaricarci in modo che tutto poi ci appaia meno pesante di prima. Il tempo dedicato al riposo deve servire per fare il punto sulla nostra vita, ritornare a parlare di noi, dei nostri obbiettivi, delle nostre reali possibilità. Rimettere al centro NOI, valutare le nostre scelte, rivalutando le piccole cose guardandole attraverso una diversa angolazione; ritornare a provare quella grande passione che muove il mondo e che ci fa essere anche migliori, inoltre ritornare a credere in una forza interiore che ci aiuta ad accettare il presente perché così noi possiamo realmente costruire il nostro futuro. Per fare tutto ciò ci si deve necessariamente spostare fisicamente, poiché le idee si formano anche in seguito allo spostamento del corpo che ha bisogno di ritrovarsi in un posto diverso per generare nuove idee, proprio mentre ci godiamo il cosiddetto "dolce far nulla". Ed è cosi che, nel caso delle vacanze, abbiamo la possibilità di riempire questo "nulla" coi nostri desideri, in quanto il nostro sguardo vede magari anche le stesse cose ma in maniera diversa, poiché le sentiamo diversamente, offrendoci un'emozione nuova ed imprevedibile. E sappiamo bene che gli aspetti più interessanti della nostra vita sono le emozioni ed i luoghi dove queste si sentono, perché noi non proviamo paura, gioia, afflizione in linea generale ed in maniera astratta, ma io provo questo tipo di emozioni quando sono in una determinata situazione, ovvero quando la mia mente ed il mio corpo incontra delle cose, delle persone e quindi se io durante le vacanze ho avuto la pos-

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sibilità di fare degli incontri emotivamente interessanti, questi diventano ossigeno che la mente adesso ha per evocare e ricordare tutto il bello che ha immagazzinato. D'altronde è proprio il fare nuove e diverse esperienze che ci fa crescere sempre di più come persone, infatti vi è bisogno di uscire da un ambiente per entrare in altro posto nuovo che fa generare nuove emozioni. Quindi la vacanza come carburante per uscire dalle proprie abitudini. Si deve approfittare quando si è in vacanza e ci si sente più tranquilli di pensare di più a se stessi, alle proprie scelte, ai propri obiettivi, alle nostre reali possibilità, sforzandoci ad analizzarli con più obiettività e da più punti di vista, scoprendo talvolta che attraverso una diversa osservazione dei fatti, le cose e le emozioni assumono un diverso significato. Bisogna cercare sempre di ritrovare quella grande passione nel fare le cose, quella veramente autentica che sta dentro di noi e che è capace di muovere ogni cosa che ci circonda e che ci fa anche essere migliori. Ritornare a credere in quella forza che ci aiuta ad accettare il presente e che è l'unica vera certezza per costruire solo noi il nostro futuro. Paradossalmente in vacanza anche i nostri pensieri assumono forme diverse, ecco perchè poi al rientro non ci ritroviamo, almeno inizialmente, con ciò che avevamo lasciato. La vacanza di per sè è fatta proprio per concedersi la possibilità di riempire la nostra mente di desideri che durante l'anno è più difficile esaudire, ma ciò non vuol dire che non si faccia proprio

nulla in quel periodo e che quindi il tempo sfugga, tant'è che si ritorna spesso con l'insoddisfazione di non aver potuto realizzare tutto ciò che ci si era ripromessi di fare al momento della partenza. Questo provoca uno stato di disagio che porta ad accumulare una certa dose di stress compromettendo sicuramente un ritorno tranquillo alla normalità. Invece bisognerebbe accettare tutto quello che di buono per se stessi si è riusciti a fare durante il periodo di riposo senza riempire la propria mente di tante aspettative che portano, inevitabilmente, ad avere continuamente l'assillo delle cose non fatte piuttosto di quelle realizzate. Ritrovare il piacere di tornare dalle vacanze per riprendere le proprie attività, rivedere colleghi ed amici, sarebbe l'assoluta ricetta per un rientro piacevole e sicuramente meno stressante. Quindi cerchiamo di cogliere il vero beneficio del periodo di riposo, ovvero aver immagazzinato dentro di noi bei ricordi legati a luoghi visitati, a profumi ed emozioni che ci hanno coinvolto e che ci danno la carica e l'ossigeno per superare questo malessere che proviamo quando torniamo ai nostri ruoli. Infine bisogna avere la consapevolezza che le vacanze sono una conquista proprio di chi affrontando con serietà e dedizione la propria attività lavorativa, conserva dentro di se l'energia acquisita nell'attesa proprio di riprogrammare nuovi progetti. Buone vacanze a tutti i nostri lettori. Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it

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CHIUSURA REDAZIONALE: 29/06/2015

www.ilcorrieredellacitta.com Numero 7 Anno 7 LUGLIO 2015 EDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Il Corriere della Città: Alessia Ambra Achille, Luca Mugnaioli, Matteo Acitelli, Alfredo Corrao, Giuseppe Marrone, Luigi Torreti, Alessandra Crinzi

STAMPA: Tipografia Graffietti Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009




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