Il Corriere della Città - Luglio 2016

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Anno 8 Numero 07

LUGLIO 2016

libertà informazione politica cronaca cultura sport

Di Fiori ci riprova: nuova giunta e Bilancio approvato

Sarà la volta buona? TARI: è aumentata o diminutita? PAG. 08

Pomezia e Ardea: perché parliamo sempre di problemi? PAG. 12

“Barbara”: storia disperata di un senzatetto PAG. 14



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POLITICA

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La nuova squadra di governo targata Di Fiori: intanto è stato approvato il Bilancio previsionale

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l Comune di Ardea cambia ancora. Lo scorso 24 giugno il Primo Cittadino ha comunicato l'elenco della sua nuova squadra di governo con la quale cercare di dare un taglio netto al recente passato, contraddistinto da molteplici difficoltà anche e sopratutto nei numeri tecnici per amministrare il territorio; dopo la nomina che ha sollevato un vero e proprio polverone mediatico di Anna Lucia Estero come Visesindaco (che sarà anche Assessore all'ambiente) sono arrivate via via tutte le altre deleghe, ufficializzate lo scorso 24 giugno: Massimiliano Orakian ha ricevuto la delega ai Lavori Pubblici; a Gaetano Mastroianni, la delega a Sport, Cultura e Spettacolo, Parchi e Giardini, Manutenzione del verde, Attività Produttive, Personale, Polizia municipale; a Fabio De Marco la delega all’Urbanistica, a Riccardo Iotti, le deleghe ad Associazionismo, Turismo, Servizi sociali, Protezione civile, Archeologia. Al consigliere Francesco Paolo Corso è stata data la delega all’Uso civico, ad Alessandro Quartuccio quelle a Servizi educativi e scolastici, Trasporti, Delegazione anagrafica di Tor San Lorenzo, ed infine ad Andrea Meneghello le deleghe a Demanio marittimo, Sicurezza di spiagge e litorale, Rapporti con i consorzi. Volti noti e meno noti dunque nel panorama rutulo che avranno il compito non facile di rilanciare la città di Ardea. Nel frattempo è stato approvato il Bilancio di previsione 2016-2018, che ha incassato l'ok con 10 voti a favore, un astenuto (Umberto Tantari) e un contrario (Daniele Occhiodoro). Il documento, scrive l'Amministrazione, “è di poco più di 76 milioni di euro per il

2016, di circa 54 milioni di euro per il 2017 e di circa 60 milioni di euro per il 2018. Dei 76 milioni di euro sono 41 milioni di euro i fondi relativi alle spese correnti e dei quali poco più di 3 milioni sono quelli del fondo pluriennale vincolato di parte corrente. Inoltre, la spesa per le politiche sociali è rimasta grossomodo invariata rispetto agli anni precedenti (è intorno agli 8 milioni di euro).” Il Comune “ha poi aumentato la quota a suo carico a causa della riduzione alla contribuzione della Regione Lazio per alcuni specifici settori di intervento.” Infine “sono stati previsti maggiori fondi destinati per la manutenzione ordinaria e straordinaria soprattutto di strade e scuole”. Soddisfatto si è detto Luca Di Fiori che in una nota ha parlato del grande lavoro messo in campo per far “emergere tutti i debiti dell’amministrazione” togliendo “la polvere da sotto il tappeto”. Il primo cittadino ha

quindi sottolineato come si sia “fatto in modo di pianificare nel tempo la situazione debitoria, ereditata dal passato, persino dalla Prima Repubblica” non venendo però meno all'impegno con i cittadini “essendo riusciti ad aumentare le spese per le manutenzioni – sempre più necessarie – per poi fronteggiare un’altra emergenza, cioè quella del taglio dei fondi regionali per le politiche sociali”; il tutto, scrive ancora Di Fiori, “per compensare le minori risorse disponibili dalla Regione Lazio e per continuare a sostenere chi ne ha davvero bisogno”. E' dunque iniziata la nuova era Di Fiori che avrà il compito di risolvere ed intervenire su tutta una serie di questioni ormai non più procrastinabili, combattendo al contempo lo scetticismo di molti; per questo poniamo la fatidica domanda: sarà la volta buona?


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Approvazione... incondizionata Dalla crisi infinita ad un finale (forse) in discesa per l’Amministrazione Di Fiori

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uali sono i motivi che, nonostante il ripresentarsi di crisi politiche, tengono ancora in vita la maggioranza Di Fiori ad Ardea? Questi potrebbero, agli occhi del profano, apparire incomprensibili; presentate per ben due volte le dimissioni del Sindaco poi ritirate all’ultimo giorno utile, chiesta la mozione di sfiducia per lo stesso numero di volte, superata solo all’ultimo momento l’intenzione congiunta di dieci consiglieri a presentare le dimissioni, Di Fiori, l’indistruttibile, rimpastando per l’ennesima volta la sua giunta – la settima o l’ottava, abbiamo perfino perso il conto – resta saldo al suo posto di capo di questo comune ormai ridotto allo stremo. La crisi politica appena risoltasi è stata certamente la più lunga e quella che più di altre ha portato il Sindaco e la sua maggioranza vicini allo scioglimento del Consiglio. Quando lo scorso febbraio tre consiglieri di maggioranza – Acquarelli, Corso e Sperandio – annunciarono di essere determinati a firmare le loro dimissioni congiuntamente a quelle dei consiglieri di minoranza, la fine della consiliatura apparve cosa ormai fatta. Bastò un’incertezza della minoranza a far saltare tutto – ma alla luce dei fatti che in seguito accaddero, quell’incertezza può assumere una lettura diversa. Il Sindaco, molto astutamente, presentò le sue dimissioni e questo suo gesto bastò a raffreddare i bollori per poi far tornare tutto o quasi, alla normalità quando le dimissioni furono ritirate. Seguirono mesi d’incertezza e di assoluta immobilità amministrativa perché, oltre alle dimissioni del sindaco erano arrivate anche quelle dell’intera giunta e del presidente e vicepresidente del Consiglio. Ciò che ne è seguito è stato un tentativo di forzare la mano da parte della minoranza che, forte di uno statuto a dir poco fantasioso e un regolamento scopiazzato qua e là che, anziché chiarire alcuni aspetti dello statuto ne aumentava l’incerta interpretazione, mise in campo il suo consigliere anziano, di fatto, per bloccare la rielezione del Presidente e così impedire la ripresa dei lavori d’aula. Il piano era semplice: tirarla tanto alla lunga da far scadere i termini per la presentazione del bilancio ottenendo così l’automatico scioglimento del Consiglio. Il piano, già deboluccio per la forzata interpretazione dello statuto, è saltato definitivamente, e il problema si è risolto, quando un consigliere di minoranza ha deciso di porre fine alle incertezze e, garantendo la sua presenza in aula, ha consentito all’assemblea di raggiungere il numero legale necessario a procedere con l’elezione. Rieletto per la seconda volta alla carica di presidente del consiglio Massimiliano Giordani, ormai in sostanza orfano nel suo ruolo di consigliere della città Metropolitana di Roma dopo l’elezione del sindaco Raggi, la maggioranza ricostituita è finalmente ripartita e, come ha voluto rilevare in una sua nota alla stampa il consigliere Sperandio, “Finalmente si comincia a lavorare per il bene comune”. E deve essere evidentemente per il “bene comune” che con un’inconsueta alacrità il rieletto presidente sta portando in aula a botte di trenta delibere alla volta tutti i provvedimenti restati nel frigorifero e che la minoranza avrebbe voluto certamente controbattere. Luca Di Fiori ha finalmente completato le nomine della sua giunta e rilasciato deleghe anche a tre consiglieri di maggioranza. Può dunque contare su una forza di ben nove “espertissimi”

tecnici che lo guideranno – non è un lapsus – fino alla conclusione del suo mandato. Il Sindaco ha tenuto per se la sola delega al bilancio che, per quello che vale ad Ardea, conta meno che zero. Con queste nomine e con gli atti di governo che si sono succeduti in questi giorni, è chiaro che la nuova maggioranza esce rafforzata nei poteri e stabilizzata dalla ridistribuzione dei ruoli nel gestirli. Massimiliano Giordani è chi più di ogni altro è uscito vincitore dalle lotte interne e dalle diatribe. È stato invece messo definitivamente all’angolo Di Fiori. Giordani ha saputo superare non solo la crisi interna al governo dell’ente, ma anche quella scoppiata nel suo partito, Forza Italia, che esce distrutto e pesantemente ridimensionato dopo la pesantissima sconfitta elettorale alle amministrative di Roma. Forte di questa ritrovata leadership interna ha convinto i colleghi – ma non c’è voluto molto visto le poste in ballo – che fosse necessario riprendere il controllo del potere e “portare a casa” tutto quanto sarà possibile in questi pochi mesi che ormai ci separano da nuove elezioni amministrative ad Ardea. Tutto è stato reso possibile dall’incomprensibile mancato intervento del neo prefetto di Roma, Dottoressa Basilone, che dopo aver inviato già in ritardo una lettera in cui intimava “perentoriamente” i tempi per l’approvazione del bilancio, chiudeva prima un occhio e poi anche l’altro consentendo che questo arrivasse a sessanta giorni dalla scadenza. Calendarizzata l’approvazione del bilancio per lo scorso 28 giugno, Massimiliano Giordani ha iniziato il suo scientifico martellamento, portando in aula già il 17, delibere approvate all’unanimità della maggioranza presente, incamerando, senza discussione o verifica di responsabilità oggettiva, i debiti fuori bilancio e lo scandaloso atto d’indirizzo per la realizzazione di un assai sospetto parco divertimenti che sorgerà affianco al depuratore di Via Bergamo. Un’opera faraonica dal costo di decine di milioni di € che sarà realizzato da una società SRL appositamente costituita e capitale sociale di 10 mila €. L’opera richiederà il benestare della Regione Lazio per una variante urbanistica che interesserà oltre sedici ettari di terreno e i pesanti oneri concessori che l’azienda dovrebbe pagare saranno compensati con parte

delle opere cedute dalla proprietà al Comune di Ardea. Un colpo da maestro Giordani l’ha segnato con l’approvazione del bilancio. Non fosse stato per la presenza in aula dello sparuto Occhiodoro che ha sostituito in surroga il dimissionario Abate, il presidente avrebbe messo ai voti senza alcuna discussione la delibera (unico punto all’ordine del giorno). Con il mesto intervento dell’unico consigliere di minoranza presente in aula, un po’ infastiditi da quella che forse poteva apparir loro come una perdita di tempo, tanto da voltare le spalle all’oratore senza degnarlo della benché minima considerazione e rispetto, la maggioranza ha “liquidato la pratica” in quindici minuti di seduta, inno nazionale e commiato compresi. Nell’occasione il sindaco – a interim responsabile del bilancio – ha totalmente ignorato il suo obbligo di esporre ai consiglieri e hai cittadini il programma triennale che si andava ad approvare. Il 7 luglio si replica. 30 i punti all’ordine del giorno tra i quali spicca l’altro affaire: il project financing per l’ampliamento del cimitero di via Strampelli. L’approvazione di questa deliberà segnerà una pesantissima perdita di entrate utili alla realizzazione di opere pubbliche per i prossimi venti anni – gli stessi che occorreranno per pagare il contratto che si andrà a stipulare, ora senza ostacoli, con l’Hera Luce per l’efficientamento energetico. Finiremo di pagare quando la tecnologia sarà superata e occorrerà reinvestire di nuovo. È Ottimo il lavoro, dunque, di questa maggioranza rafforzata ancor più dalla scomparsa dell’opposizione. Rinunciataria sin dalla seduta del 17 giugno neppure si è presentata in aula in occasione dell’approvazione del bilancio. Quest'atto costituisce il momento cardine di tutta l’amministrazione; l’unico nel quale si fanno le scelte politiche che condizionano ormai per un triennio la vita dei cittadini; l’unico momento, soprattutto, in cui l’opposizione può con i suoi emendamenti correggere errori o condizionare scelte politicamente non condivise. Ormai con la testa solo nella campagna elettorale, rintronata dalla batosta delle elezioni romane e dalle pesanti ripercussioni nel partito centrale, il PD di Ardea si è sgretolato come terra arsa dal sole. Abate, attaccato dai suoi stessi compagni di partito, ha finito per dimettersi perfino dalla carica di consigliere; Ludovici, disconosciuto dalla sua stessa direzione, è ormai un “cane sciolto”; Tantari, l’agnello sacrificale dalla compagine, ha finito per farsi plagiare dal fratello da sempre schierato a destra e ora siede tra i banchi della maggioranza da indipendente; Mauro Giordani, inebriato dal ruolo di leader che più che conquistato sul campo gli è caduto addosso per l’inconsistenza dei suoi compagni, se e quando interviene in aula, si limita a urlare il suo perenne comizio elettorale; Rossi non c’è, anche se è presente. Solo Occhiodoro ormai rappresenta il Partito Democratico e molto apprezzato, anche se totalmente inutile, è stato il suo intervento in occasione dell’approvazione del bilancio. Di Cristina Capraro (PSI) non si hanno notizie. Dovendo attribuire le responsabilità dei danni che deriveranno dalla pessima amministrazione Di Fiori in quest’ultimo anno, c’è l’imbarazzo della scelta, e alla fin fine è proprio Luca Di Fiori, vittima più che regista, che ne uscirà meglio di tutti gli altri. Mario Savarese



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TARI e raccolta differenziata: qualità del servizio e costi, i cittadini si dividono I dati del Comune Rifiuti in discarica: da 2.400 ton/mese a 1.500 ton/mese. Risparmio: 1.400.000 euro l’anno Plastica differenziata: da 50 ton/mese a 135 ton/mese. Ricavi dalla vendita: 120.000 euro l’anno Carta differenziata: da 65 ton/mese a 160 ton/mese. Ricavi dalla vendita: 36.000 euro l’anno Vetro differenziato: da 75 ton/mese a 145 ton/mese. Ricavi dalla vendita: 12.000 euro l’anno

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el corso del mese di giugno abbiamo svolto un'indagine esplorativa per capire come i cittadini stanno vivendo il passaggio alla raccolta differenziata “totale” in tutto il territorio. Il nostro lavoro si è incentrato su due aspetti fondamentali: il servizio nel suo complesso – anche e soprattutto in termini di gradimento – e la questione dei costi. Il Sindaco Fucci, lo scorso, 20 giugno, riuniva in una sol frase entrambi gli aspetti: porta a porta al 100%, “Città più pulita e risparmio per i cittadini”, con allegati tutta una serie di numeri atti a testimoniare non solo i benefici per la città, ma anche il risparmio, in bolletta, per i cittadini. Ma come si è tradotto tutto questo in pratica? Non è stato semplicissimo destreggiarsi tra i numeri e tra le procedure di calcolo della nuova tassa sui rifiuti, cosiddetta TARI, istituita nel 2014: il tributo si compone di una parte fissa e di una variabile, elementi questi ricavati, sintetizzando molto, sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare e della superficie dell'immobile occupato (per la parte fissa) e per la quota variabile considerando, tra gli altri, il volume di produzione dei rifiuti (rapportata sempre al numero dei componenti del nucleo familiare). Il Comune di Pomezia ha deciso, per quest'anno, di applicare la percentuale pari al 47% per i nuclei familiari e la percentuale pari al 53% per le attività economiche per la ripartizione dei costi variabili; c'è stata poi da considerare tutta la parte relativa alle detrazioni

(l'elenco completo si trova sul sito del Comune) di cui riportiamo le principali: 10% a chi utilizza la casa stagionalmente oppure, il 30%, riconosciuto a quelle abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all'anno, all'estero; quindi il 50% per la prima casa a coloro che abbiano all'interno del proprio nucleo familiare un soggetto diversamente abile con disabilità pari al 100%; altra detrazione (30%) è stata prevista per i titolari di un immobile iscritto all'albo dei “compostatori”, stessa percentuale di riduzione riconosciuta anche ai proprietari di un fabbricato rurale ad uso abitativo (altre misure sono state infine pensate per chi adotta un cane dal canile convenzionato con il Comune). Riassunto e rappresentato un quadro generale della situazione veniamo al nocciolo della questione: i costi. Rispetto al 2015 infatti ci sono stati aumenti o riduzioni negli importi da pagare? Partiamo dalle dichiarazioni del Consigliere Pignalosa rilasciate nel corso del Consiglio Comunale avente in oggetto la questione tributi: “A titolo esemplificativo e per esporre i fatti compariamo , tra i due anni, le tariffe relative ai nuclei familiari per una famiglia di tre componenti: nel 2015 una famiglia composta da tre soggetti ha avuto applicata la tariffa di parte fissa al mq per 0,93 centesimi di euro e la parte variabile 127,50. Adesso, a parità di condizioni, avrà applicata una parte fissa di 1,04 (quindi un aumento ndr) ma ben 114,61 nella parte varia-

bile (quindi una diminuzione).” Dunque era lecito attendersi – comparando i vari dati contenuti nei documenti anch'essi pubblicati sul sito del Comune – aumenti fino ad un massimo del 12% circa, o, considerando le varie riduzioni, diminuzioni sempre in un range contenuto (520 euro). Poi però sono iniziate ad arrivare le cartelle da pagare: benché qualcuno abbia provato a sminuire il nostro lavoro, come purtroppo accade talvolta quando si provano a sollevare perplessità, di aumenti ce ne sono stati e non certo del 12%. Alcuni cittadini infatti, a fronte comunque di un nutrito numero di quelli che hanno riscontrato una riduzione, (così come tanti sono stati quelli che hanno ricevuto una somma da pagare pressoché invariata rispetto allo scorso anno) hanno ricevuto cospicui incrementi (in particolar modo gli 'over 65 singoli occupanti' ma non solo) con cifre fino a 30 euro in più rispetto all'anno scorso. Evidentemente allora qualcosa non quadra: i documenti e i numeri dicono una cosa, la realtà ne dice un'altra, sebbene in parte. Come si spiega tutto questo? Convinti del fatto che una ragionevole spiegazione ci sarà pur stata confidiamo che i “malcapitati” a cui è stata recapitata una cartella fuori dagli standard possano ricevere dagli uffici competenti una spiegazione soddisfacente. Luca Mugnaioli

TARI: è aumentata o diminuita? Le vostre risposte Non solo costi: le segnalazioni sul servizio, tra dimenticanze e inciviltà

S

u Facebook è nato un gruppo dal titolo esemplificativo “Pomezia: io differenzio il Comune non raccoglie”, nato per segnalare per l'appunto eventuali disservizi nella raccolta. Tante le segnalazioni che arrivano in questa piazza virtuale, la cui maggioranza ri-

guarda, purtroppo, azioni di persone che della differenziata proprio non vogliono saper nulla

(a giudicare dalle loro “imprese” contenute in queste foto). Non solo però. Anche su chi dovrebbe gestire il servizio piovono lamentele: dal ritiro del vetro che ha scosso più di un sonno a Pomezia (si può svuotare un bidone tra le 4 e le 5 di notte?), al materiale non ritirato e soprattutto alle segnalazioni lasciate lettera morta. Sì perché i controlli, ormai è evidente, sono profondamente insufficienti a reprimere questi “criminali” della spazzatura che approfittano probabilmente del buio per mettere in azione i loro piani. Ed è proprio al Comune allora che si chiede di fare qualcosa in più, andando a pescare chi sbaglia (e non multando interi condomini ad esempio) con provvedimenti Luca Mugnaioli esemplari. (continua a pag. 10)



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TARI: il Comune risponde M

olti cittadini hanno segnalato una diminuzione dell'importo della TARI ma altrettanti, a parità di situazione e condizioni rispetto al 2015, hanno riscontrato aumenti anche di 20-30 euro (fino al 40%). Come è possibile? Cosa consigliate di fare a chi ha subito tali aumenti? Il Comune non ha inviato risposta a questa domanda. Cosa pensa l'Amministrazione del sistema cosiddetto a tariffazione puntuale, cioè un pagamento proporzionale in base alla quantità di rifiuti effettivamente conferiti come accade in alcune realtà soprattutto del Nord? (ad esempio il caso del Comune di Mira) “E' già previsto un progressivo passaggio al sistema di tariffazione puntuale a partire dal 2017, tanto che tutti i mezzi attualmente utilizzati per la raccolta dalla ditta appaltatrice sono già forniti di transponder in grado di leggere eventuali chip identificativi da apporre sulle buste, per il controllo dei conferimenti. Questo passaggio non si sarebbe potuto realizzare prima, in quanto condizione necessaria per il passaggio alla tariffazione puntuale è la copertura totale del territorio con il sistema Porta a Porta, obiettivo raggiunto da pochi giorni da questa Amministrazione. Il sistema di tariffazione puntuale consentirà di ripartire la TARI in modo più equo, facendo pagare in base alla quantità di rifiuti indifferenziati effettivamente prodotti. L'obiettivo è innescare un meccani-

smo virtuoso ed incentivante che andrà a premiare i cittadini che più si impegnano nella raccolta differenziata.” Lodevole è senz'altro il raggiungimento della copertura totale del territorio, tuttavia il servizio, in termini di qualità e controlli, presenta ancora notevoli margini di miglioramento. Tante sono infatti le segnalazioni raccolte tra i cittadini: sacchi non ritirati negli orari stabiliti, inciviltà che resta impunita, raccolta - per fare un esempio - del vetro nel cuore della notte che sta provocando disagi. Come si contrastano segnalazioni di questo tipo? “Attualmente ci troviamo in una fase di transizione da un sistema di raccolta all'altro. Le ultime zone in cui è stato attivato il Porta a Porta sono partite da una decina di giorni. In questo momento è normale che possano esserci dei leggeri ritardi nel servizio, anche se capisco che possano generare qualche piccolo disagio. Nel giro di poche settimane il servizio andrà a re-

gime per cui gli orari di raccolta dovranno essere rispettati. Nel caso in cui ciò non avvenisse sono previste sanzioni nei confronti della ditta appaltatrice. Per quanto riguarda in particolare la raccolta del vetro, sono state già date disposizioni alla ditta di posticiparla di qualche ora per evitare disturbi nelle primissime ore del mattino.” A giugno comunque avete ottenuto importanti risultati nella lotta contro chi non rispetta i dettami della differenziata (http://www.ilcorrieredellacitta.com/cronaca/pomezia-controlli-sulla -raccolta-differenziata-20-nuove-telecameredi-sorveglianza-e-14-condomini-multati-inun-giorno.html). E' giusto però far pagare, come sostengono alcuni, indistintamente tutto il condominio? Cosa pensa l'amministrazione del sistema porta a porta con codice (o badge) identificativo per ogni abitazione/utenza? E' una possibilità che state valutando per il futuro? “La soluzione alla problematica indicata è data proprio dal prossimo passaggio alla tariffazione puntuale. Nel prossimo futuro le buste saranno provviste di un sistema (chip o codice stampato) di riconoscimento della singola utenza, per poter calibrare la tariffa in base agli effettivi conferimenti. Con questo sistema sarà possibile riconoscere anche all'interno dei contenitori condominiali la singola utenza che viola le norme della raccolta differenziata, andandola a sanzionare direttamente.” Luca Mugnaioli



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A fuoco la discarica di Roncigliano Non solo fumo e fiamme: anche costi maggiori per i cittadini di Ardea e, soprattutto, Pomezia

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n incendio dalle proporzioni spaventose, visibile da Roma ad Aprilia, passando da Pomezia e Ardea: è quello divampato il 30 giugno alla discarica di Roncigliano, nel Comune di Albano ma al confine con il nostro territorio. Fiamme alte più di 20 metri, colonne di fumo che hanno fatto temere per la salute dei cittadini che abitano nei quartieri limitrofi, a partire da Montagnano e Santa Palomba. Fortunatamente i dati diffusi il giorno dopo dall’Arpa, l’ente deputato a effettuare le misurazioni della qualità dell’aria, sono risultati negativi, ma i danni restano ingenti sotto molti altri aspetti. Ad andare distrutto l’impianto per il Trattamento Meccanico Biologico, ovvero dove i rifiuti vengono separati, sminuzzati e destinati a seconda della tipologia all’interramento o all’incenerimento. In pratica, dove si porta l’indifferenziata. E, visto che a conferire i rifiuti lì sono anche Pomezia e Ardea, le ripercussioni ci sono state anche per i cittadini di questi due Comuni. Per i primi tre giorni, così come da indicazione della Regione Lazio, i rifiuti sono stati conferiti attraverso la Rida Ambiente di Aprilia, a costi di certo non bassissimi. Come si evince dalla delibera pubblicata dal Comune di Pomezia, infatti, ogni tonnellata di rifiuti viene a costare 126,57 euro, a cui vanno aggiunti i costi destinati al Comune di Aprilia e San Vittore e alla Provincia di Latina, per un totale di circa 10 euro. Quindi 137 euro a tonnellata, che per tre giorni equivalgono per Po-

mezia a quasi 40 mila euro. Meno pagherà Ardea (ma le cifre non erano ancora state pubblicate al momento di andare in stampa), perché il Comune rutulo, che ha iniziato molto prima il sistema di raccolta differenziata porta a porta, riesce a separare i rifiuti meglio di Pomezia (che oltretutto ha più abitanti e quindi produce più rifiuti), con residui di indifferenziata minori che le consentono di risparmiare parecchio. Pomezia, infatti, nei tre giorni dovrebbe conferire ad Aprilia quasi 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati, mentre Ardea, dai dati mensili

pubblicati sul sito istituzionale, in tre giorni ne produce poco meno di 116 tonnellate, quindi meno la metà di Pomezia. Una differenza non giustificata dal maggior numero di abitanti. Ancora non si sa cosa succederà al termine di questi 3 giorni di conferimento stabiliti dalla Regione, ma di certo ancora una volta si è dimostrato come i rifiuti siano “ricchezza”. Almeno per chi incassa i soldi dello smaltimento.

Anna Maria Greco



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Pomezia, Torvaianica, Ardea: perché parliamo sempre di problemi

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onostante l’apparente immobilità della Città, negli anni le cose si evolvono. Molte in verso positivo, molte altre in negativo. Va detto, per onestà intellettuale, che le cose che si sistemano e si risolvono e, poi, funzionano pure, dopo un po’ diventano acquisite e non ci si pensa più, finché non c’è un guasto, magari per obsolescenza. Il cittadino osservatore e partecipe si trova, quindi, quasi sempre a parlare di problemi e seccature, vecchie o affiorate, di fronte a quanto non è mai stato fatto (scusate la contraddizione) e a quello che è stato fatto male. Sempre per pulizia di ragionamento, dobbiamo avere la maturità e la pazienza di capire che molto dell’irrisolto si è prodotto nel frattempo a fronte di mutate esigenze cittadine, all’evolversi delle tecnologie e delle comunicazioni. E a fatti che non dipendono da noi. Faccio due esempi: la Pontina la gestiamo o controlliamo in qualche minima misura? E se capita un altro condono edilizio nazionale o regionale, tutta la pianificazione urbanistica, che l’abbiamo fatta a fare? Non entriamo nei dettagli di questi aspetti ingombranti, come pure, fingiamo di sorvolare sulla vicenda, più attuale ed emergente, della raccolta differenziata/porta a porta, che è un fatto strategico (almeno) nazionale, risolta localmente con un sistema che funziona decorosamente solo per le villette e qualche “fortunato” condominio, che poi, proprio perché rispetta le regole, diventa vittima di indiscriminati scarichi “alieni” di quelli che buttano nel primo secchione che avvistano, e nemmeno guardano ai giorni del recapito e a quale contenitore, variamente colorato, conferire. La cosa è ampiamente dibattuta, il problema c’è, ma certe soluzioni proposte e attuate a Pomezia sono semplicemente surreali e dovranno essere tolte: va da sé. Inoltre La velleitaria pretesa del

Comune che il condomino debba fare la guardia ai secchioni violati è insensata: volete sapere quante volte ho sorpreso anche di notte, persone a scaricare abusivamente e gli ho fatto ricaricare tutto? Nel caso più clamoroso, uno che buttava copertoni di automobili in mezzo al parcheggio del campo sportivo di Torvajanica, provenienti da un vicino gommista, un vigile urbano mi redarguì perché mi ero esposto a un rischio: ci dovevano pensare loro! Grazie tante, ma, se chiamavo, arrivavano la settimana dopo, i copertoni starebbero ancora lì. Comunque più di uno mi ha minacciato, ma basta dire che già è stato fotografato e poco dopo, torna tutto in ordine. Non lo rifate a casa vostra. Sono situazioni spiacevoli. Altro tempo perso. Ma torniamo al tema: i problemi della città e del singolo cittadino. La mancata difesa dei passaggi verso il mare ha vanificato questo modello producendo forti e fortini pseudoprivati gestiti con colpevole ambiguità. E, per fortuna, esistono le persone educate che, davanti a un cancello chiuso o maliziosamente “aperto”, ma molto ben accostato, non prendono subito l’ascia, e allungano il percorso. Poi dicono che Torvajanica è inospitale… Anni fa, pochi, ma il problema era da sempre sul tavolo, e sul tavolo degli amici, suggerii all’Ufficio Tecnico: “ma almeno numeriamoli”, ci mettiamo un cartello numerato e il numero di telefono dei vigili urbani. L’Adriatico lo fa per centinaia di chilometri! Non si poteva fare perché “non c’erano gli espropri”. Da leggere “non sappiamo come muoverci”. Qualcosa sembra ora migliorare, speriamo bene. Ci sarebbe anche da tenere presente una notevole crescita demografica che ha portato Pomezia e Ardea a circa centodiecimila abitanti, il più dei quali si sposta giornalmente, andata e ritorno, in tutte le direzioni. Forse il Piano Regolatore Generale di Pomezia, varato nel 1967 e approvato nel 1974, non rappresenta più efficacemente il nostro territorio. Pare, addirittura, che alcune tavole originali del PRG siano andate smarrite “perché sequestrate dalla Procura”. Non approfondiamo, ché è un altro film: ma vi

pare possibile? Vi pare possibile dichiararlo in pubblico su carta intestata del Comune? Dichiarare che non si possono rilasciare certificati di destinazione urbanistica e, parallelamente, sullo stesso terreno, rilasciare Permessi di Costruire o Concessioni edilizie? Alla faccia dell’evoluzione della Città. Comunque la gente si dà da fare e cerca di lavorare e fronteggiare i problemi, anche in tempi di crisi economica, industriale, occupazionale, con prospettive illeggibili e poco appetibili o entusiasmanti: qual è l’alternativa? Cosa si propone agli spaesati giovani che escono ora dalle scuole superiori e si confrontano con infinite ambiguità? Forse un lavoro e un futuro che si faranno e inventeranno da soli, e di cui noi dovremmo solo ringraziarli. Concediamo che una certa ribellione al vecchio modo di fare politica a Pomezia si è avvertita nell’ultima consultazione elettorale amministrativa. Ma questa, innanzitutto, non è una vittoria di chi formalmente ha vinto le elezioni passando al ballottaggio su un vantaggio di voti molto esiguo: oggi saremmo al punto di partenza, che comunque non piaceva a nessuno, a parte i soliti “politici” che sguazzavano molto bene con la precedente amministrazione. Ci siamo salvati da una coalizione usurpata e impresentabile, e questo è stato un discreto risultato, ma per conseguirlo si è dovuto scegliere il male minore. Non per un promettente compromesso volto a nuovi utili progetti. E poi, ora, l’ubriacatura trionfalistica del dopo Roma. Quindi certi trionfalismi e rapporti andrebbero ridimensionati e riportati a sobrietà. Anche perché, passare da un estremo all’altro non è mai salutare, per questo ci dovrebbero essere il confronto e la democrazia, insieme alla trasparenza e alla competenza. Per oltraggiare Amleto: questo è il problema! Luigi Torreti



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“Barbara”: storia disperata di un senzatetto

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irca sessant’anni fa, in una famiglia contadina di quelle di una volta, dove i figli erano tanti (ben 9) perché tante erano le braccia che servivano per lavorare nei campi. Tra di loro c'è Giovanni. Giovanni è un bambino dal carattere difficile per quei tempi, esuberante e con una forte avversione per le regole e l’autorità in generale. I sui genitori cercano di raddrizzarlo nell’unico modo che conoscono, e cioè a suon di botte. Poi, quando neanche queste funzionano e visto che le bocche da sfamare sono tante, decidono di mandarlo in collegio. Giovanni odia quel collegio cattolico con tutto se stesso, le punizioni sono severe e le suore durissime con lui, così scappa per tornare a casa tutte le volte che può. Finché un giorno, dopo una delle tante fughe, il padre lo sorprende in casa mentre si prova i vestiti delle sorelle. E sono cinghiate. Una, due, cinque, dieci, venti. Giovanni non ce la fa più e decide di scappare di casa, stavolta definitivamente. Nulla di quello che può trovare per la strada, pensa, può essere peggio di casa sua. Giovanni ha solo 14 anni. Vivere per strada non è facile, soprattutto per un ragazzino di soli 14 anni che si sente e si veste come una ragazza. Finisce in brutti giri e fa amicizia con le persone sbagliate. Inizia a drogarsi e passa dal compiere piccoli furtarelli, a prostituirsi e a spacciare. Comincia a entrare e a uscire dalla prigione. Poi, come nelle favole, ecco che all’orizzonte compare lui, Gianluca (il nome è stato cambiato). Gianluca e Giovanni da quel momento diventano una cosa sola, ognuno dei due si prende cura dell’altro. Giovanni finalmente non è più solo. Ma la vita non è una favola e per Giovanni non c’è nessun lieto fine. Mentre sono in macchina insieme, sono

vittime di uno spaventoso incidente stradale. Gianluca muore sul colpo, Giovanni finisce in coma. Si risveglia dopo due mesi, ancora più solo di prima. Torna all’unica vita che conosce, la strada e ricomincia a frequentare cattive compagnie, via via sempre peggiori. Viene preso dalle forze dell’ordine con un grosso carico di droga e finisce di nuovo in prigione. Ma stavolta, quando esce, trova ad attenderlo un comitato di bentornato composto dai proprietari del carico di droga sequestrato, convinti che lo abbia fatto sparire Giovanni. Lo riducono in fin di vita. E’ qui che un esponente delle forze dell’ordine, tra coloro che lo avevano arrestato, ha pietà di lui e dietro quella maschera di sangue, vede solo tanto male di vivere. Così gli offre un lavoro onesto: fare il badante alla sua anziana madre. Giovanni scopre che gli piace occuparsi degli altri. Non solo. Scopre anche che è bravo a farlo e che gli viene naturale. Tutto fila liscio finché l’anziana signora non muore. Giovanni, purtroppo, torna di nuovo in mezzo alla strada. Ma quell’esperienza ha gettato un seme dentro di lui. Giovanni è stanco di quella vita. Così trova e occupa una vecchia cascina abbandonata, vicino alla zona in cui si prostituisce. Dopo poco tempo, a lui si unisce una bellissima corso, che chiama Tita. Paolo si prende cura di Tita e dei cuccioli che ha con il maremmano del pastore e di quelli che una delle figlie di Tita ha con un bellissimo labrador abbandonato nelle vicinanze. Di tutte queste cucciolate, Paolo tiene con sé tre dei nipoti di Tita, bellissimi e neri, che infatti chiama Diavoletto, Lucifera e Orsetta (lei perché è la più dolce e tutta storta). A questo strano gruppo si unisce un anno fa una cagnetta abbandonata la

notte dell’ultimo dell’anno, una mezza volpinetta, non più giovanissima e tanto affamata, che decide di chiamare Mary per sempre. Giovanni fa quello che può per prendersi cura di loro ma l’età avanza e con essa, gli acciacchi. Una sera però qualcosa cambia. Sente delle voci fuori dalla cascina e vede delle ombre muoversi alla luce dei fari di una macchina. Si veste alla bene e meglio e si trascina fuori a vedere.

Le vostre segnalazioni Rifiuti abbandonati Torvaianica Alta

Rifiuti abbandonati Torvaianica Alta

Problema “transennato” anziché risolto

Pomezia, tra via Boezio e via Copertino richiesta illuminazione


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Luglio 2016 Trova tre ragazze,(io, Valentina e Vanessa) tutte imbacuccate per il freddo, intente a dare da mangiare ai suoi cani. Si presenta, con il nome

con cui ormai tutti lo conoscono da anni: Barbara, detta “Barbarella”. Barbara ringrazia le ragazze e quando queste la vedono così magra e debilitata e le condizioni in cui vive (senza luce,

CRONACA acqua o gas), in una zona così brutta e isolata, le chiedono come possono aiutarla. Barbara si limita a chiedere aiuto per i cani, a lei non serve nulla, è abituata ad arrangiarsi, dice. Loro che da sempre aiutano gli animali bisognosi, non possono girarsi dall’altra parte di fronte a una persona in così grandi difficoltà. Ma come fare? Viene quindi deciso di nascondere l’esatta ubicazione della casa di Barbara e dei cani e di presentarla esattamente per quello che lei appare e che, alla fine, è: un’anziana signora, dai lunghi capelli grigi e dalle costole sporgenti che vive sola con i suoi cani. La macchina della solidarietà si attiva, le persone di zona si mostrano straordinarie; in breve tempo, le ragazze riescono a rimettere in sesto sia i cani che Barbara, che finalmente comincia a mangiare regolarmente e può dormire al caldo, sotto soffici coperte. Ma non può continuare comunque con quella vita, ha bisogno di un posto sicuro e pulito dove stare, potersi curare e ricominciare a vivere. Vengono interpellate le istituzioni ma nulla, dicono che i fondi non ci sono. Quando le ragazze cominciano ad essere scoraggiate e disperate, fa la sua entrata in scena un prete di zona, che offre il suo aiuto per trovare una sistemazione adeguata per Barbara. Questa la sua proposta: unire due situazioni disperate, mandando Barbara a vivere in una casa ‘’vera’’ con un senzatetto che sta seguendo, che per comodità chiameremo Luigi. Luigi riceverà a breve del denaro con cui potrà prendere in affitto un’abitazione ma dovrà lavorare per mantenersi e lui di lasciare la sua amata “cagnolona” sola,

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sia pure per qualche ora, non ne vuole sapere. Quindi, ecco la soluzione: mentre Luigi si recherà al lavoro, Barbara si occuperà della cagnolona, cosa che sa fare benissimo. I soldi dovrebbero arrivare a breve, assicura il prete, al massimo entro la fine del mese. Le ragazze parlano con Barbara che si mostra entusiasta all’idea: accetta e comprende di non poter però portare i suoi cani con sé ma le ragazze si offrono di trovare per loro delle buone famiglie. E così accade per Mary per sempre, che diventa compagna inseparabile di una signora da poco rimasta vedova. Orsetta, invece, viene portata in stallo in vista dell’operazione. Tutto sembra procedere per il meglio seppur tra mille ansie e difficoltà. Un giorno come tanti però, recandosi da Barbara trovano Luigi e la sua cagnolona. Luigi è stato portato lì dal prete, all’insaputa delle ragazze. Il prete, interpellato telefonicamente, parla di una soluzione transitoria. Ma la convivenza tra Luigi e Barbara non va per la meglio; Luigi si scopre essere un alcolista, in astinenza da 3 mesi, e una notte torna ubriaco fradicio. Barbara e Luigi hanno una lite furiosa, al termine della quale Luigi finisce al pronto soccorso. Luigi denuncia Barbara per lesioni gravissime. I carabinieri si presentano a casa di Barbara e la portano via, senza darle nemmeno il tempo di avvertire le ragazze. Fortunatamente, viene rilasciata di lì a poche ore. Barbara ha bisogno di una vita decorosa non può un essere umano vivere in quelle condizioni da più di 10 anni ormai senza che nessuno se ne prenda carico.


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CRONACA 16 Ardea, istituito il registro della bigenitorialità: è tra i primi nel Lazio Luglio 2016

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l Consiglio comunale di Ardea sostiene i figli di coppie separate e lo fa approvando il registro della Bigenitorialità. Di fatto, con questo atto, viene introdotto il principio del doppio domicilio per i figli di genitori divorziati o separati. Entra ad Ardea, dunque, il concetto della Bigenitorialità, cioè il diritto soggettivo del minore di vedere ugualmente coinvolti i genitori nelle proprie scelte, sia in pendenza di giudizio di separazione o di divorzio, che successivamente, alla conclusione dello stesso, nelle decisioni relative la sua salute, l’educazione e l’istruzione. Al registro potranno essere iscritti i figli di tutti i genitori con residenze diverse, qualunque ne sia il motivo. La residenza del minore resterà una sola, ma le comunicazioni che lo riguardano dovranno fare riferimento ai due domicili indicati dai genitori. Il registro della Bigenitorialità è già presente in grandi città come Parma e Torino. Ardea è uno dei primi Comuni del Lazio ad aver raggiunto questo traguardo. L’iniziativa è stata promossa da ADIANTUM – Associazione di Aderenti Nazionale per la Tutela dei Minori. Per l’assessore proponente dell’atto, Riccardo Iotti «il registro garantisce ai minori, gli unici non responsabili nelle separazioni, il diritto di vedere coinvolti entrambi i genitori nelle decisioni relative alla sua salute, educazione e istruzione. E’ un momento importante nella vita della città. Per questioni varie le coppie scelgono di intraprendere cammini diversi ed è opportuno non dimenticarsi che, in questi

casi, sono proprio i bimbi a non doversi sentire contesi. Ringrazio per il suo impegno il delegato locale di Adiantum, Massimiliano Gobbi». «E’ un segnale democratico che il Comune vuole dare per tutelare principalmente i minori che sono figli di coppie divorziate o separate – ha spiegato il sindaco di Ardea Luca Di Fiori – Siamo tra i primi Comuni del Lazio ad approvare un atto del genere. E’ importante che l’esperienza di Ardea, realizzata grazie anche all’associazione Adiantum, possa essere replicata». «L’istituzione del registro – spiega il consigliere Nazareno Sperandio – è un atto fortemente voluto dall’amministrazione perché aiuta le famiglie ad affrontare in modo migliore il trauma della separazione, affermando il diritto e il dovere di ciascun genitore ad esercitare il proprio ruolo, cosa tutt’altro che scontata nella confusione legislativa attuale, che alimenta incomprensioni e dispetti nei momenti più difficili». «L’associazione esprime grande

soddisfazione – spiega Giacomo Rotoli, presidente di ADIANTUM – per l’approvazione del registro della Bigenitorialità ad Ardea. Si tratta di un apripista e speriamo che presto altri comuni lo imiteranno, in questo modo si formerà un’ampia rete di comuni nei quali il registro sarà attivo attuando di fatto il principio del doppio domicilio per i figli dei genitori separati. Un servizio a costo praticamente zero che però si pone finalmente nell’ottica del minore e del suo diritto ai rapporti con entrambi i genitori. Infatti il registro non è per i genitori come si potrebbe pensare in modo ingenuo, ma attua l’importante principio che un minore ha diritto a mantenere i rapporti con entrambi i genitori in ottemperanza alla convenzione di New York sui diritti dell’infanzia». «L’istituzione del registro nei comuni – dichiara Massimiliano Gobbi, consigliere nazionale ADIANTUM e delegato per il Lazio – è una prima significativa risposta reale ai pasticci legislativi che finora hanno impedito il libero esercizio della funzione genitoriale. E’ una delle sfaccettature della lotta di civiltà che stiamo combattendo contro chi si oppone al cambiamento. Continueremo a proporre l’istituzione del registro nei comuni limitrofi per poi spingerci fino a Roma, dove nostre realtà associative, a cui daremo tutto il nostro supporto, stanno lavorando per lo sviluppo dell’iniziativa».

Massimiliano Gobbi



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CRONACA

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Storie di successo: dal Campus Selva dei Pini a Los Angeles!

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manuele è un giovane imprenditore italiano che si è affermato e ha trovato la sua strada lontano dal nostro continente. Ha scelto di condividere la sua storia con noi nella speranza, ci dice, che possa essere utile ai giovani del nostro territorio. Il suo percorso inizia a metà tra il calcio, a livello semi-professionistico, e lo studio, in un Campus, a noi noto, quello della Selva dei Pini. Oggi rappresenta una grande azienda a Los Angeles: lui è dietro a “Crateful”, ovvero la rivoluzione che sta nascendo nel mondo della gastronomia “gourmet” a domicilio (e non solo). Scopriamo la sua storia. Raccontaci come tutto è cominciato, a partire dalla tua prima passione, il calcio... “Inizio la mia carriera da calciatore all'età di 17 anni trasferendomi in Puglia da Roma. Fino a 22 anni gioco a calcio a livello semi-professionistico, poi un infortunio grave spezza i miei sogni. Credevo molto in quel tipo di carriera. La delusione ed il dolore fisico hanno la meglio, perdo la vivacità e l'allegria tipici del mio carattere” Poi cosa succede? “Dentro di me scatta qualcosa: volevo rimettermi in gioco. Con mio fratello e mia madre apriamo un'agenzia di servizi legali. Siamo nel 2007. Il progetto va bene, cresciamo molto rapidamente e in breve tempo diventiamo una realtà conosciuta in gran parte d'Italia. Decidiamo allora di espandere il business alle operazioni immobiliari e creditizie. Qui entra in

gioco l'Università di Pomezia. Nel 2010 decido di iscrivermi presso il Campus scegliendo l’indirizzo “International Business Law”. Inizio ad appassionarmi in legge e sopratutto al diritto privato, in particolar modo agli aspetti contrattualistici; partecipo a diversi corsi sulla strategia di business, sulle modalità d'acquisizione delle clientele e sullo sviluppo dei brand. La laurea arriva quattro anni dopo: in mezzo fondo una seconda azienda – nel ramo dei servizi immobiliari – e inizio a collaborare con altre società nello sviluppo della clientela e nelle strategie di vendita. Nel 2014, infine, riesco ad espandermi anche a Malta prima del passo più importante della mia vita: io ed Olga, ora mia moglie, decidiamo di partire per l'America, destinazione Los Angeles” Come è stato l'ambientamento? “Direi difficile, poiché io non parlavo una parola d'inglese e mia moglie era incinta di 3 mesi. In ogni caso, tra scuola di lingua e lo studio del mercato, riusciamo a dar vita al progetto più importante della nostra vita, “Crateful”. Fondo questa azienda a Los Angeles con una Chef stellata italiana, Cristina Bower-

man, conosciuta a Roma grazie a mia moglie Olga. La società si occupa di tre settori principali: l'Event Catering and Corporate Catering, ovvero la creazione di eventi, il Meals delivery Program, ovvero cibo “gourmet” preparato e consegnato la notte dentro delle belle borse frigo (ordinabile via website) e la nuova generazione di Chioschi Automatici, macchinette automatiche che abbiamo fatto progettare e costruire da un designer importante, Ilan Dei, per fornire prodotti freschi. L'idea è quella di rivoluzionare il settore gastronomico avendo come ispirazione prioritaria la cucina italiana. “Dalle nostre cucine alle vostre tavole” è la frase che riassume al meglio il progetto che stiamo portando avanti.” Cosa ti senti di consigliare ai ragazzi che come te inseguono un grande sogno? “Cerco di trasmettere entusiasmo al nostro paese perché so che ne ha veramente bisogno. Voglio che i ragazzi come me, o anche più giovani, sappiano che dalle delusioni importanti possono scaturire comunque grandi cose. Se ci si mette impegno e voglia, il perseverare ed il mettercela tutta può e deve portare a grandi risultati.” Hai mai pensato di tornare in Italia? “Il mio obiettivo è proprio quello. Spero di rientrare un giorno e aiutare lo sviluppo di aziende italiane. Se riuscirò crescere molto anche a livello economico l'idea è quella di fondare un'associazione che aiuti la crescita economica per finanziare il business in Italia.”



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CRONACA 20 “DJ contest 2016”: una notte di musica e divertimento a Torvaianica

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i svolgerà sabato 9 Luglio dalle 20 fino a tarda notte, in Piazza Ungheria, il “Torvaianica DJ contest 2016”, evento musicale con il patrocinio del Comune di Pomezia e la Collaborazione di Radio Centro Suono 101.3. La manifestazione sarà condotta da Federica Elmi, voce di Radio Centro Suono, e vedrà come special guest il DJ Vortex. Con loro abbiamo parlato dell’evento, La presentazione di questo appuntamento sui social è stata: "Alcuni tra i migliori DJ emergenti del Lazio si sfidano a colpi di BPM per aggiudicarsi l'inserimento nel roster di DJ Booking Italia!". Cosa significa per i profani? Federica: “Con l'acronimo BPM si intende il numero di battiti per minuto di un qualsiasi pezzo musicale; i dischi si mixano contandone i battiti e mettendoli in sovrapposizione; saper mixare è fondamentale per essere un DJ! Il vincitore di Torvaianica DJ Contest 2016 sarà inserito nel parco artisti dell'agenzia DJ Booking Italia, oltre a portarsi a casa una coppa”. Vortex: “Significa semplicemente che il prossimo 9 luglio si terrà una gara tra DJ, alla fine della quale verrà eletto un vincitore che sarà inserito nella "squadra" di un'agenzia artistica; il pubblico dovrà quindi aspettarsi una sfida av-

vincente tra artisti emergenti che di certo non si faranno sfuggire questa occasione per mettersi in mostra e per dare il meglio di loro stessi”. Cosa si devono aspettare i concorrenti da questa serata? Federica: “Avranno prima di tutto la possibilità di mettersi alla prova e di fare un'esperienza che, a prescindere dal risultato, sarà divertente e formativa; sarà sicuramente emozionante per tutti loro, quindi gli consiglio di cercare di godersela più possibile, sono momenti che non si dimenticano, questi!” E cosa può significare cogliere questa occasione per i DJ che aspirano a farsi conoscere? Federica: “Sicuramente un'occasione di questo genere arricchisce il proprio bagaglio di vita e di esperienza, necessaria per ambire a diventare un professionista: questo è un mestiere che non si improvvisa! Poi voglio raccontare un aneddoto sull'edizione dell'anno scorso di Torvaianica DJ Contest: la musica di uno dei concorrenti è piaciuta particolarmente a un giurato che è proprietario di un'etichetta discografica, e questo ragazzo ha pubblicato alcune sue tracce su questa label… Non sempre il vincitore è l'unico che vince!”. Vortex: “Oltre all'ambito premio riservato al vincitore, questo contest dà a tutti i partecipanti la possibilità di vivere una grande esperienza: salire su un palco, suonare davanti ad un pubblico, confrontarsi con altri artisti. Sono cose che non capitano tutti i giorni a un DJ emergente”. Come ti è venuto in mente di organizzare que-

sto contest e di svolgerlo proprio a Torvaianica, luogo dove, purtroppo, non ci sono discoteche o locali in cui i giovani possano ascoltare musica e ballare, tranne qualche festa d'estate negli stabilimenti balneari? Vortex: “Innanzitutto perché vivo da sempre a Pomezia, quindi per me è un grande motivo d'orgoglio quello di promuovere le attività artistiche del territorio, e poi perché questa amministrazione ha da subito accolto la mia proposta con grande interesse ed entusiasmo, aiutandomi e supportandomi nella realizzazione dell'evento: è grazie a loro se il Torvaianica DJ Contest è già alla sua seconda edizione”. Federica, tu lavori in radio, ma nel contempo sei anche presentatrice di eventi musicali: quali sono i punti di contatto, oltre alla musica, tra queste due attività? Federica “La comunicazione è al centro di tutto: non a caso il verbo trasmettere si associa alla radio, così come alle emozioni!” Che consigli date ai concorrenti? Federica: “Fate dei bei respiri profondi e DIVERTITEVI: se volete che la gente si diverta dovete farlo voi per primi!” Vortex: “Quella di mettercela tutta, sotto ogni aspetto: non verrà valutato solo il livello tecnico, ma anche la scelta musicale, il carisma, la presenza in consolle; e già che ci sono, vi svelo anche una notizia in anteprima: il vincitore avrà la possibilità di esibirsi all'Holi & Fluo Festival, il grande evento di chiusura dell'estate pometina 2016, che si terrà sempre in Piazza Ungheria a Torvaianica”. Arianna Azzurra Achille



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Fabio Baldieri: con il duo “Ghetti e Baldieri” ha streg

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rima Zelig, poi lo straordinario successo ad “Eccezionale Veramente” andato in onda su La7. Fabio Baldieri è nato a Roma ma da anni ormai è un cittadino di Pomezia “doc”. Nella nostra intervista si racconta a 360°, dagli esordi nel mondo della comicità fino ad arrivare ai personaggi che lo stanno rendendo famoso. Baldieri ha poi uno sponsor d'eccezione, una vera e propria garanzia: Alberto Farina. E' con lui che sta costruendo tutto questo. Come è iniziato il suo percorso nel mondo della comicità? “Come tanti altri miei illustri colleghi ho iniziato il mio percorso con l'animazione. Ero capo-animatore in un villaggio turistico e lavo-

ravo insieme ad Alberto Farina, che è una garanzia, esperienza che mi ha permesso di crescere tanto con la mia comicità. Un giorno, proprio Farina, mi chiede di accompagnarlo al “Cab 41” uno dei locali più famosi di Torino per il Cabaret (un po' come Zelig per intenderci). Chiedo ad Alberto: “Pensi che posso farlo anch'io?”. Da lì si apre un mondo: serviva un pezzo, e lo troviamo, e serviva una partner, che individuiamo in una nostra collega di Torino, Anna Laura. Questa prima compagna era un po'... “grande” diciamo ed insieme cuciamo un pezzo “ad hoc”: nasce così la famiglia “Sticozzi”. E così nel giro di un mese entro a Zelig”. Parliamo proprio di questo personaggio, il tuo, presentato a “Zelig Off ” all'interno della Famiglia “Sticozzi”: da dove partiva quel progetto? “In realtà è nato tutto di getto, una sorta di 'illuminazione'. Abbiamo pensato e creato questa donna “avvelenata” di sesso che tiene in scacco un marito, cioè io, che probabilmente, date le sue..diciamo...particolarità, l'ha sposata solo per i soldi o per qualche altro assurdo motivo. Lei sempre sesso, sesso e solo sesso mentre io soffrivo. Da qui è nato il noto “aiutatemeee”” Nel 2015 poi c'è stato l'incontro con "la Valery", Valentina Ghetti. Vi siete incontrati ad Ostia giusto? Come è andata e come vi siete messi d'accordo per dar vita al duo "Ghetti e Baldieri"? “Praticamente, finita l'esperienza con Zelig, è iniziata da parte mia la ricerca per un nuovo personaggio. Il modello era più o meno simile alla prima coppia ma volevamo fare qualcosa di specifico nel mondo del sadomaso, anche qui un'altra idea venuta di getto. Non è stato facile anche perché cercavo un identikit ben preciso:

donna di Roma ma non romana, altrimenti sarebbe uscito fuori un pezzo prettamente circoscritto alla sola Capitale, mentre noi volevamo qualcosa di più nazional-popolare. Alla fine la trovo. In una serata avevo in programma un pezzo con un mio amico, Tiziano Floreani, serata che era presentata da Valentina Ghetti. In più proprio Valentina faceva anche un pezzo in cui parlava in romagnolo; appena la sento in scena è scattata la molla: “ok è lei”, ho pensato. Ne parlo con Alberto che mi trova il pezzo. Nel giro di quindici giorni mi è arrivata la notizia che iniziavano i provini di “Eccezionale Veramente” a cui decidiamo di iscriverci nonostante il poco tempo a disposizione per perfezionare i nostri sketch. In poche parole il nostro pezzo è venuto a formarsi man mano che le puntate andavano avanti!”


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gato La7, ora è pronto per la definitiva affermazione

“Eccezionale Veramente”, in onda su La7, ha riscontrato un bel successo: quando avete deciso di partecipare ai provini vi immaginavate di arrivare addirittura alla super-finalissima? “No assolutamente, anche se è ovvio uno partecipa per provarci. Il nostro è stato un percorso “step by step” dove abbiamo messo in atto anche una specie di corsa contro il tempo per mettere a punto di volta in volta la nostra performance. Costruivamo le nostre battute praticamente poco prima di andare in scena. Ti dico solo che la notte prima della finalissima mi ha chiamato Alberto alle 2 di notte per modificare il nostro pezzo!”

A quel punto pensavate di vincere? C'è stato da parte vostra un pizzico di rammarico o, tutto sommato, è andato bene così? “L'unico mio rammarico è che negli annuali del programma risulterà solo il primo classificato ma in fondo va bene così, visto il successo che abbiamo riscontrato tra il pubblico” Tornando ai suoi personaggi, entrambi rappresentano un uomo un po' vittima e in qualche modo succube, sempre col sorriso s'intende, della moglie. Come mai? Secondo lei è lo stereotipo della famiglia italiana? “Beh sì dai un po' è questo (ride). Diciamo che lo spunto viene un po' da Fantozzi, operaio succube dei padroni, e io l'ho voluto riportare a moglie e marito. Noi pensiamo di comandare ma alla fine, chi comanda, è la donna” La domanda a questo punto è lecita: è più fortunato l'uomo della famiglia 'Sticozzi' o quello "frustato" dalla "Valery"? “Bella domanda. Il primo era succube di una cosa “brutta”, sempre scherzando ovviamente, l'altro, per carità, è sempre succube ma almeno ha una bella donna con cui stare e pur di rimanerci insieme accetta qualunque compromesso (anche se doloroso!)” Che rapporto hai con il nostro territorio? “Sono sicuramente molto legato a queste zone e mi piace far ridere la gente con la quale vivo. Ho già avuto modo di fare uno spettacolo a Torvaianica Alta con la famiglia “Sticozzi”insieme ad Alberto Farina ed un altro a Tor San Lorenzo. Ne approfitto allora per dirvi che il 16

luglio saremo a Nuova California per la festa e sarà l'esordio di “Ghetti e Baldieri” in queste zone. Se mi permette poi vorrei ringraziare i tanti ammiratori che ci seguono, in particolare il Fan Club “G&B” su Facebook” Per il futuro? Il duo Ghetti e Baldieri proseguirà? Cosa c'è in cantiere? “Sì l'intenzione è quella. In cantiere c'è molto, spero solo che questi personaggi tengano, altrimenti abbiamo già pronte altre idee. Ma sono sicuro che “Ghetti e Baldieri” faranno parlare di loro ancora molto a lungo”


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CRONACA 24 “U-Man”: la band pometina lancia il nuovo singolo “Sexy Lady”

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’ uscito il 4 giugno scorso la nuova traccia realizzata dal gruppo pometino “UMan”. Tre musicisti versatili – tutti e tre nativi del nostro territorio – ed una caratteristica fondante, ovvero la lingua inglese come elemento imprescindibile delle loro canzoni. La band, nata nel 2013, conta un nutrito numero di fan (oltre 10mila ad esempio i “seguaci” sulla pagina Facebook ufficiale del gruppo) e si sta progressivamente affermando negli ambienti di settore. Jacopo Di Giuseppe (31, vocalist/autore), Daniele Giannetti (28, Chitarra/Autore), Stefano Santoni (32, Basso), costituiscono il

“nucleo” del gruppo che si è però avvalso nel tempo di alcune importanti collaborazioni con grandi musicisti – tra l’altro presenti nel lavoro “Sexy Lady” – quali Sebastian Marino (Pianoforte), Luca Fareri (Batteria) e Fabio Longo (Testi). Al momento la band ha prodotto 8 brani inediti (clicca qui per visitare la playlist ufficiale del gruppo su YouTube) che, coprono, fanno sapere gli “U-Man”, diversi gusti musicali – avendo comunque come punto di partenza l’Arena Rock - per andare incontro ai molteplici interessi del pubblico.

Europei sotto le stelle: i vostri selfie



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INFORMAZIONE

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Te l’assicuro! Le risposte dell’esperto ai quesiti dei lettori riguardanti le assicurazioni

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hi di noi non si è mai trovato coinvolto, in maniera attiva o passiva, in un incidente stradale? Chi non ha mai avuto bisogno di un’informazione in merito all’oscuro mondo delle assicurazioni, su quali siano i nostri diritti e i nostri doveri? Per togliere dubbi e rispondere alle domande dei nostri lettori, da questo mese le nostre rubriche a favore del cittadino si arricchiscono della consulenza di un esperto, il consulente assicurativo Roberto Morbinati.

Egr. Sig. Roberto Morbinati, ho avuto un incidente stradale tamponando una vettura che mi precedeva, nell'urto il mio passeggero ha sbattuto la testa contro il parabrezza causandosi un trauma cranico. Il passeggero non indossava la cintura di sicurezza nel momento dell'incidente. La mia compagnia di assicurazioni mi ha comunicato che il danno fisico al terzo trasportato, non verrà pagato per intero, ma solo una parte. È corretta una liquidazione parziale? E perché? E in quale misura? Ringrazio e porgo cordiali saluti. B.B Gentile lettore, innanzi tutto va detto che è obbligo di legge ( n°172 del Codice della Strada ), avere le cinture di sicurezza allacciate quando si è in una macchina marciante, sia come conducente che come passeggeri. Eccetto che alcuni rari casi, tutti i passeggieri di un autovettura sono assoggettati a tale obbligo. Va ricordato inoltre, che in caso di presenza di minori trasportati, la responsabilità del rispetto di tale obbligo ricade sul conducente dell’autovettura, rendendolo quindi responsabile delle conseguenze di tale mancanza. Gli effetti possono essere di vario tipo: dalla sanzione amministrativa, alla decurtazione dei punti sulla patente o al ritiro temporaneo della stessa. In estremi casi, l’imputazione per omicidio stradale. Il caso di oggi tratta di un danno subito dal passeggero, in un sinistro dove la responsabilità dell'incidente ricade sul conducente dell'auto nella quale il soggetto danneggiato viaggiava.

Varie sentenze della Corte di Cassazione hanno stabilito che viaggiare senza cinture di sicurezza, si può equiparare ad un “concorso di colpa” nell'origine di un danno. Vale a dire: se il danno subito si fosse potuto evitare, o limitare, con l'uso delle cinture di sicurezza, il loro mancato utilizzo fa scattare una responsabilità a carico della stessa persona che il danno lo ha subito. Per cui, in questo caso, la condotta negligente del passeggero ha concorso all'accadimento dell'evento dannoso e/o comunque alla determinazione della sua entità. La procedura di liquidazione del sinistro che tiene conto della giurisprudenza di cui sopra, può contestare quindi al passeggero la responsabilità dell’aggravamento del danno o addirittura il verificarsi dello stesso. Semplificando: se la compagnia prova che l’uso delle cinture di sicurezza avrebbe potuto ridurre il danno subito del 30%, la somma liquidata sarà decurtata della stessa percentuale. Nei casi peggiori la compagnia potrebbe addirittura non risarcire affatto il danno. In altri casi invece, l’assicurazione potrebbe risarcire il danno per intero, senza applicazione di nessuna decurtazione, salvo poi fare un’azione di rivalsa nei confronti del conducente.

Ciò accade spesso nei casi in cui il terzo trasportato sia un minore per il quale, come abbiamo già detto, il conducente è sempre responsabile. Bisogna quindi fare molta attenzione; quante volte accompagniamo i nostri figli, magari insieme a qualche loro amico, a scuola o a fare sport? Praticamente tutti i giorni. Bene, alzi la mano chi fa mettere le cinture di sicurezza ai bambini che sono seduti nel sedile posteriore? QUASI NESSUNO!!! È chiaro che è difficile far capire loro l’importanza di mettere le cinture di sicurezza quando si scatenano nei loro giochi, ma se proviamo a raccontarglielo chiaramente, probabilmente capiranno e troveranno il modo di divertirsi ugualmente; i ragazzi oggi sono più maturi e responsabili, spesso molto più dei loro genitori.

Roberto Morbinati Consulente Assicurativo Iscrizione al Registro Unico degli Intermediari Sez. Agenti - n° A000058262

Invia i tuoi quesiti al nostro esperto all’indirizzo e-mail roberto.morbinati@morbinati.it


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INFORMAZIONE Il tuo piatto forte!

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Inviaci la tua ricetta a redazione@ilcorrieredellacitta.it o contattaci sulla nostra pagina Facebook. Potresti essere tu il prossimo chef de “Il tuo piatto forte!” Cari lettori e lettrici, da questo numero “Il Corriere della Città” vi propone una nuova rubrica. Si tratta di uno spazio dedicato alla cucina, con cui vi proporremo piatti facili e veloci da preparare in tutte le occasioni: no, non si tratta del solito format dedicato allo chef “pluri-stellato” di turno bensì a voi e alle vostre ricette in cui pensate di essere i migliori. Chi ama cimentarsi

ai fornelli infatti, sia per lavoro o più semplicemente per passione, di solito possiede sempre un'arma “segreta” con la quale stupire amici e parenti. “Come lo faccio io questo piatto non lo fa nessuno!” Vi ritrovate in questa affermazione? Bene, è arrivata l'ora di mettervi alla prova! Ogni mese in questa rubrica troverete una ricetta, dolce o salata, fatta da voi: potete sfruttare magari piatti di famiglia, qualcosa che

vi preparavano le vostre nonne, ricette “classiche” rielaborate da voi, insomma chi più ne ha più ne metta. Attenzione però: che siano buone, perché sotto metteremo il vostro nome! In attesa di assaggiare le vostre proposte, per questa prima edizione, intanto “offriamo noi”. Buona preparazione e buon appetito!

Torta verde alla menta Per questa ricetta occorrono: 3 uova, 1 vasetto di yogurt al cocco da 125 gr. (tutti gli altri ingredienti saranno misurati con lo stesso vasetto dello yogurt), 2 vasetti di zucchero, 1 vasetto di farina di cocco, 1 vasetto di olio di semi, 3 vasetti di farina, 1 vasetto di sciroppo alla menta, 1 bustina di lievito. Per decorare occorrono Nutella e un altro vasetto circa di farina di cocco. Montate a neve la chiara delle uova, poi con uno sbattitore elettrico montate i tuorli con lo zucchero. Una volta ottenuto un composto omogeneo unite tra di loro tutti gli ingredienti,

facendo attenzione a setacciare la farina, affinché non si formino grumi e lasciando come ultimo ingrediente il lievito. Versate il tutto in una tortiera del diametro di circa 26 cm che avrete prima imburrato e spolverato con lo zucchero, per evitare che la torta si attacchi. Infornate per 40 minuti a 160°. Una volta sfornata, ricoprite la parte sopra, ancora calda, con abbondate Nutella e ricoprite il tutto con la farina di cocco (non solo darà an-

cora più sapore alla torta, ma la farina di cocco, ricoprendo la Nutella renderà facile gustare questo dolce senza sporcarsi le mani). Oltre ad essere una vera delizia per il palato, questa torta è una delizia anche per gli occhi, perché tagliandola a fette si noterà l’interno verde e il bianco del cocco all’esterno, e i bambini ne vanno pazzi!! Se proprio non vi piace, potete sostituire lo sciroppo di menta con quello all’amarena e lo yogurt alle ciliegie, rendendo la torta rossa al suo interno, magari ricoprendola di crema pasticcera e meringhe sbriciolate, o con lo sciroppo all’arancia e lo yogurt agli agrumi, rendendola arancione dentro e ricoprendola con crema al limone e fette molto fine di arance rosse. Buon divertimento!


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Luglio 2016

Adolescenza consapevole V

iviamo in un’epoca in cui tutto va velocemente. I giorni sembrano troppo brevi e i mesi e gli anni ci sfuggono dalle dita senza rendercene conto e all’improvviso siamo troppi vecchi per diventare genitori, per cambiare lavoro o semplicemente per passare la notte in bianco con gli amici e non accusare il colpo. I bambini vivono bombardati da mille stimoli e crescono troppo in fretta, a volte bruciano le tappe e tenere il passo non sempre è facile, ecco perché s’impone la necessità di porre particolare attenzione all’educazione sessuale tra gli adolescenti, con lo scopo di proteggerli dal rischio di gravidanze indesiderate, ma soprattutto dalla trasmissione di malattie gravi quali per es. l’HIV e dal rischio di compromettere la propria fertilità. L’ adolescenza è senza dubbio un periodo molto critico per ogni soggetto. Avvengono cambiamenti importanti a livello fisico e psicologico e il confronto con altri adolescenti può essere un ulteriore motivo di stress. Il maturare prima o dopo rispetto ai compagni può esporre al rischio di bullismo, sia come vittima che come carnefice, e può comportare una maggiore sensibilità che si esplica in debolezza psicologica. Con l’adolescenza diventano evidenti i desideri sessuali. Il corpo è maturo abbastanza per poter svolgere le sue funzioni riproduttive e la curiosità verso il proprio corpo, il sesso e il corpo degli altri diventa prepotente. Il cambiamento è così repentino ed improvviso che diventa difficile ristabilire gli equilibri nei rapporti con la famiglia, con gli amici e nella scuola osservando tutto da un nuovo punto di vista. Un cambiamento così radicale può provocare timore, aggressività e senso di conflitto. Tutto quello che ci succede cambia la nostra visione di quello che ci circonda e non sempre è facile capire e comprendere i segnali che vengono da dentro di noi, figuratevi quanto può essere sconvolgente per un adolescente interpretare le pulsioni sessuali che sta scoprendo per la prima volta. In questa fase è bene rispondere alle domande e ai dubbi dei ragazzi nella maniera più sem-

plice e diretta possibile spiegando che si tratta di una tappa fisiologica del crescere, che il sesso farà parte della loro vita, ma che ha delle regole da rispettare per la propria e l’altrui sicurezza nel rispetto reciproco. Quando ci troviamo di fronte a ragazzi particolarmente restii ad esporre le proprie perplessità può essere utile far volontariamente cadere il discorso sull’argomento per cercare di fornire informazioni corrette anche se non direttamente richieste. Non dimenticate che oggi tutti gli adolescenti hanno accesso ad internet più o meno liberamente ed è facile incappare in luoghi comuni e informazioni errate. Provate a fare un giro nel web e scoprite come i giovanissimi parlano di sesso tra loro e quanto a volte le loro convinzioni li conducano a comportamenti pericolosi. I cambiamenti fisici sono il primo segnale forte del cambiamento e può creare imbarazzo nei rapporti con gli altri ragazzi. Da qui nascono le domande più difficili da fare “ A che servono i peli?”, “ i cambiamenti del mio corpo sono normali?” “ perché la mia amica ha il seno e io no?”, “ Cos’è lo sperma?” “ e il sangue mestruale?” Alcuni di questi eventi causano paura e senso

di smarrimento , alcuni ragazzi li vivono come una vergogna, alcuni come un vanto, altri li rifiutano, la risposta al cambiamento è molto eterogenea. Il linguaggio stesso dei ragazzi fa capire quanto si sentano insicuri, quanto siano in bilico tra gioco e responsabilità, quanto a volte con l’aggressività e la volgarità provino a nascondere, seppur malamente, un profondo senso di incertezza e inadeguatezza. Questo tipo di educazione andrebbe portato nelle scuole, eppure non sempre si è riusciti in questo intento, per l’opposizione di alcuni presidi, di alcuni genitori, per una mentalità chiusa che pensa ci sia qualcosa d’insano nel spiegare ed insegnare ai ragazzi la sicurezza ed il rispetto per le stessi e per gli altri. Le informazioni che andrebbero fornite ai ragazzi dovrebbero intanto rassicurarli sulla fisiologia dei cambiamenti che stanno vivendo, sul funzionamento dell’apparato riproduttivo maschile e femminile,sui meccanismi della riproduzione, sui metodi contraccettivi esistenti e soprattutto sull’esistenza di malattie sessualmente trasmissibili e sul modo di proteggersi dalle stesse. Frequentare gli adolescenti e confrontarsi con loro su questi temi permette anche di individuare i soggetti più esposti a subire o a esercitare violenza sugli altri. Per cui in conclusione l’educazione sessuale degli adolescenti parte dalla famiglia, viene consolidata da interventi di professionisti, nell’ ambito dei consultori, degli ambulatori medici, ma di sicuro più efficacemente in ambito scolastico e viene supportata dagli insegnanti che offrono spazi di contestualizzazione e approfondimento. Quindi si tratta di un programma di sviluppo psicofisico ottimale che punta a dare sicurezza e strumenti per affrontare un momento molto difficile della vita di un ragazzo e costruire le basi per un futuro consapevole e protetto. Anche questo è uno dei miei compiti: sono un’ostetrica!

Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it



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L'Avvocato risponde La consulenza legale per il lettori del Corriere della Città

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i viene inviato il seguente quesito. Vorrei acquistare in multiproprietà un appartamento in un complesso turistico per trascorrervi le vacanze, quali consigli utili può fornirmi riguardo alle tutele esistenti in favore dell'acquirente? Il complesso di norme che regolano la multiproprietà ha origine comunitaria. Il nostro paese ha prima recepito la Direttiva Europea con il D.l.gs n. 427/1998, il cui contenuto è stato trasfuso nel codice del consumo, successivamente, il D.lgs 79/2011 ha prodotto delle innovazioni alla preesistente disciplina conformando il nostro ordinamento alla direttiva 2008/122/CE relativa ai contratti di multiproprietà, agli accordi relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, ai contratti di rivendita e di scambio. E' evidente che gli stati membri della Comunità vengono sollecitati a colmare alcune lacune presenti all'interno dei rispettivi ordinamenti giuridici al fine di aggiornare il complesso normativo che dispone la commercializzazione e vendita della multiproprietà. Tuttavia la regolamentazione della multiproprietà attuata dal legislatore comunitario non risolve il problema della natura giuridica di questo istituto, che per alcuni è una proprietà turnaria, per altri condominio atipico, oppure comune comproprietà . Nella pratica commerciale emerge espressamente che la multiproprietà immobiliare è qualificata come diritto di proprietà. La Corte di Cassazione e numerose pronunce giurisprudenziali seguono la tesi che suggerisce la multiproprietà come forma di comproprietà sostenendo che “ il carattere turnario del godimento non dà luogo a una proprietà limitata nel tempo, ma semmai ciclica nel concorso con altri aventi diritto. In riferimento alla predetta utilizzazione, pertanto, la quota di multiproprietà costituisce la concreta ed effettiva partecipazione di ciascun comproprietario al godimento dell'alloggio oggetto di comproprietà”. Per la validità del contratto è richiesta l'indicazione della quota nella sua effettiva misura, i criteri per la sua determinazione millesimale, così come l'identificazione dell'immobile. Tali requisiti incidono sulla determinatezza o determinabilità dell'oggetto del contratto ai sensi dell'art. 1346 c.c., con conseguente nullità del

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Numero 07 Anno 8 LUGLIO 2016 EDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

contratto dove mancassero. Esistono all'interno della categoria “ multiproprietà “ diverse tipologie, quali “la multiproprietà immobiliare “, “la multiproprietà alberghiera “ e “la multiproprietà azionaria “. Pertinente a tutte queste fattispecie è la disciplina dedotta dall'art. 69 del codice del consumo il quale specifica la nozione del contratto di multiproprietà come “un contratto di durata superiore a un anno tramite il quale un consumatore acquisisce a titolo oneroso il diritto di godimento su uno o più alloggi per il pernottamento per più di un periodo di occupazione“. Il contratto deve essere redatto per iscritto, su carta o altro supporto durevole a pena di nullità, e deve contenere tutti gli elementi già trasfusi obbligatoriamente nel documento informativo di cui all'art. 71 codice del consumo. Infatti, le informazioni precontrattuali sono parte integrante del contratto e non possono essere modificate eccetto che vi sia esplicito accordo delle parti o per cause dipendenti da circostanze eccezionali e imprevedibili. Innovazioni interessanti sono state, inoltre, introdotte dal D.l.gs n. 79/2011 in tema di diritto di recesso. Infatti, adesso per esercitare tale diritto il consumatore ha 14 giorni, non più 10, dalla conclusione del contratto. Anche le modalità per esercitare il diritto di recesso sono più semplici. Il consumatore può usare a tal fine il formulario di recesso allegato all'accordo e non è tenuto in nessun caso a pagare spese, penalità e non deve nulla per il servizio resogli prima del recesso. Inoltre, il diritto di recesso comporta automaticamente la risoluzione di tutti i contratti accessori eventualmente stipulati dal consumatore. Se poi il formulario separato di recesso, fornito dall'operatore al consumatore nel momento della stipula, non sia stato compilato in modo adatto e consegnato, quest'ultimo può esercitare il diritto di recesso in un anno e 14 giorni. Lo stesso diritto di recesso, nelle nuove norme sulla multiproprietà, diventa di tre mesi e 14 giorni quando vengono a mancare altre informazioni precontrattuali. Sempre nella prospettiva di agevolare e tutelare il consumatore nell'esercizio del diritto di recesso il codice del consumo, aggiornato alla normativa vigente disposta dal D.L.gs n. 79 / 2011, vieta il versamento di somme di denaro E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763

a titolo di acconto, prestazione di garanzie, l'accantonamento di denaro sotto forma di deposito bancario, riconoscimento esplicito di debito e ogni altro onere a favore dell'operatore o di un terzo prima del decorso del termine per l'esercizio del diritto di recesso. In buona sostanza, il legislatore attua la tutela dell'acquirente della multiproprietà, in maniera concreta, con una serie di regole di comportamento attribuite al venditore sin dalla fase della promozione commerciale dell'operazione, anche con la previsione di disposizioni capaci di garantire una superiore effettività del diritto di recesso. Avv, Antonio Aquino

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392-6939763 PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 04/07/2016

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Alessia Ambra Achille, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Elisa Benazzi, Alfredo Corrao, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Giuseppe Marrone, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti

STAMPA: Tipografia Graffietti Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009



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Evangelo di Fede in Fede

“Gesù stando in piedi esclamò: se qualcuno ha sete venga a me e beva” Iniziando da questo verso e avvalendoci di un contesto biblico più ampio cercheremo di comprendere meglio ciò che Gesù stesso voleva comunicare ai suoi interlocutori, ed ancora oggi a ciascuno di noi. L’interesse di Cristo. La scrittura ci porta a conoscenza che Cristo dopo aver fatto la purificazione dei peccati: “si è seduto alla destra del trono di Dio” (Ebrei 12:2).Ma poi più volte e in differenti momenti troviamo scritto che Gesù è “in piedi”. Perché è in piedi? Perché il momento è di grande importanza, in un certo senso viene espresso l’interesse e la partecipazione del Cristo stesso all’evento e a ciò che sta accadendo. Un esempio di ciò che stiamo dicendo è Stefano l’evangelista, il quale dopo aver esposto l’evangelo secondo verità, incontra l’opposizione dei giudei anziani e dei scribi, un’opposizione così forte e violenta che lo condusse ad essere lapidato; ma poco prima Stefano vide i cieli aperti, e il figlio dell’uomo “in piedi” alla destra di Dio (Atti 7:56). L’insegnamento incoraggiante che ne possiamo trarre è che nei momenti di difficoltà Cristo Gesù non è lontano, anzi egli è “in piedi” con lo sguardo fisso su di noi per aiutarci , per liberarci o come nel caso di Stefano per accoglierlo in gloria. Ancora in Apocalisse sta scritto: “Poi vidi, in mezzo al trono… un Agnello “in piedi” che sembrava essere immolato (Ap. 5:6). Secondo la visione di Giovanni verrà il tempo del giudizio di Dio; la morte sacrificale di Cristo per i peccatori lo ha reso degno di prendere il libro sigillato con sette si-

gilli, i quali aperti uno dopo l’altro daranno corso al giudizio divino. Cristo Gesù è in piedi vicino alla sua chiesa, è in piedi nel futuro periodo di giudizio su tutta la terra; possiamo affermare che ancora oggi è “in piedi”, egli continua a mostrare tutto il suo interesse all’umanità ed esclama: “se qualcuno ha sete venga a me e beva”. Cristo è fonte di acqua viva; egli vuole dissetare i cuori aridi, talvolta simili al deserto. “Se”. Se qualcuno ha sete; chi come Dio conosce il cuore dell’uomo e la sua aridità? Eppure egli dice: “Se”, non perché egli non conosca i cuori degli uomini, piuttosto come per creare un punto di riflessione o come voler dire: io conosco tutto di te ma non ti forzerò. “Io sono alla porta e busso se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”(Ap 3:20). Se il cuore è assetato ed arido, Cristo è fonte di acqua viva. Venga a me e beva. Nella vita fisica ci si disseta con svariate bevande; ma non è forse vero che la migliore bevanda è l’acqua? Molto spesso nella vita dello spirito avviene la stessa cosa; si cerca di dissetarsi alla fonte della religiosità, della sensualità, del materialismo, tutto questo ed altro ancora affonda le sue radici in un terreno il quale non porta un frutto duraturo e disseta solo in parte. Cristo Gesù fa un invito chiaro e personale: “venga a me e beva”; ciò che può dissetare il tuo cuore ha un nome Cristo Gesù. Quante volte ci si contenta nella vita, il che non è male se ciò è legato ad un concetto di sobrietà; ma perché contentarsi quando è Dio stesso che ci offre l’acqua della vita? Perché continuare a bere ciò che disseta in parte mentre Cristo appaga pienamente e disseta il tuo cuore fino nelle sue stanze più segrete? Cristo è la fonte che disseta; il suo vangelo , le sue parole, ancora oggi possono dissetare e portare vita; il deserto fiorisce, il luogo arido torna ad essere irrigato, egli è fonte di acqua viva che scaturisce

in vita eterna. Cristo come nel caso della donna samaritana conosce tutto di me e di te; Egli desidera dialogare con la sua creatura; un dialogo che può portare alla luce gioie e dolori, fallimenti, mezze verità, situazioni di compromesso; il dialogo di Gesù con la samaritana non fu un girare intorno al problema in un modo inconcludente. Egli ha la soluzione del problema, anzi, egli è la soluzione del problema. Cristo desidera instaurare un dialogo sincero, dove in un crescendo si avanza verso una comprensione maggiore della sua rivelazione: “ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna” (Giov 4:14). E’ il dono di Dio. “Chi ha sete venga; chi vuole prenda in dono dell’acqua della vita” (Ap 22:17). Cristo offre gratuitamente e in dono, a chi ha sete, e a chi vuole l’acqua della vita, la quale rigenera l’anima e la introduce nel regno dei cieli e della vita eterna. L’acqua di Dio è in dono; non è per i possidenti o per i meritevoli ma è per tutti coloro che rendendosi conto dell’arsura nella quale giace la propria anima si rivolgono a Dio per essere dissetati. Il ladrone sulla croce era ormai al termine della sua esistenza terrena; era in croce non per aver perseguito fino alla fine una nobile causa, ma perché era un ladrone; egli in quelle ultime ore della sua vita, si rivolse a Gesù come a colui che poteva dissetare la sua eternità dicendogli: “Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”( Luca 23:42). La risposta di Gesù non tardò: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43). Io e te non possiamo acquistarci l’acqua della vita e non abbiamo nulla da offrire come per guadagnarci il favore di Dio. E’ Dio stesso che in Cristo ci offre l’acqua che scaturisce in vita eterna. Per info: 3358131014 Email: evangelodifedeinfede@gmail.com



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Chi si ciba di libri vive tra le nuvo T

empo d'estate, tempo di ferie, di mare, montagna, campagna, insomma, relax. Staccare la spina è l'obiettivo e non so voi, ma personalmente provo ancora più piacere se con me ho uno o più libri da leggere. Ed è così che vi voglio immaginare; sotto un ombrellone, con sei strati di crema solare sul naso e un bel romanzo tra le mani, una storia che vi prenda e vi trascini via. Ho selezionato alcuni dei libri che ho letto nell'ultimo anno; sono quelli che mi sono piaciuti di più, quindi eccoli qui, visto che qualche spunto non guasta mai e noi che amiamo vivere 5000 vite, ne abbiamo sempre bisogno.

Adesso di Chiara Gamberale. È una storia scorrevole, piacevole, l'ho letta in un due nottate di 'non sonno'. Mi ha coinvolta molto perché per l'intero libro ho sentito quello che sentiva Lidia, e negli ultimi capitoli mi sono immersa in lei, completamente. Non è facile parlare d'amore, soprattutto se si ha l'ambizione di partire dall'inizio di un rapporto, descrivendone i primi incontri, le sensazioni, il sesso, rendendolo intenso, ma senza cadere nel volgare. Non è facile spiegarlo soprattutto se chi lo prova possiede animo inquieto, problematico; sempre in cerca di emozioni forti lei, introverso e prigioniero del passato lui. Lidia e Pietro, si incontrano, si riconoscono, non si fermano per paura, si prendono perché non possono farne a meno. Mi ha emozionata alla fine, ho anche pianto, probabilmente perché mi sono riconosciuta in alcuni passi o più probabilmente perché la Gamberale, questa volta, è riuscita veramente a toccare le corde del mio romanticissimo e stupidissimo cuore. 13,60 € su lafeltrinelli.it. L'amica geniale di Elsa Ferrante. Ho acquistato questo libro dopo aver letto un articolo sull'autrice; pare che ad oggi non si sia ancora rivelata al pubblico non presentandosi nemmeno a delle premiazioni. Alcuni pensano addirittura sia un uomo o che forse non voglia

uscire allo scoperto perché non può - misteri insomma, mi ha incuriosita. L'amica geniale è ambientato nella periferia della Napoli anni 50, in un quartiere dove tutti si conoscono e dove tutti sanno bene cosa significa sudare, sacrificarsi, farsi rispettare, dove rinunciare all'istruzione dei figli è normale, perché è molto più importante che imparino a lavorare. Questo è un libro che descrive in modo approfondito le dinamiche di un'amicizia che nasce tra due bimbe caratterialmente diverse, che per lungo tempo percorrono lo stesso cammino, e che pur scegliendo strade differenti, rimarranno comunque legate in un rapporto che si evolverà nell'adolescenza e oltre. L'intera costruzione del romanzo non annoia, perché oltre a narrare della crescita, del modo di influenzarsi, dei problemi delle due - tra le due protagoniste - descrive anche le vicissitudini di personaggi minori che accompagnano assiduamente l'intera storia rendendola più vivace. Bello, m'è garbato, anche se l'ho trovato un po' lento nelle ultime pagine, probabilmente perché mi aspettavo un finale differente, ma credo che mi rifarò acquistando gli altri volumi che proseguiranno raccontando la giovinezza, la vecchiaia e la maturità di queste due cazzutissime amiche che, in queste 300 pagine, sono riuscite a diventare anche un po' amiche mie. 11,99 € su amazon.it.

E volo da te di Maria Corrao. "...ma questo non è un film, così io sono sola, senza te. Facebook potrebbe anche essere distrutto, Whatsapp sparire in un buco nero, Instagram potrebbe far sciogliere nell'acido tutte le foto del mondo e non m'interesserebbe affatto. Anzi, ne sarei contenta, perché tutti questi programmi non servono a niente se non mi permettono di comunicare con te." Una storia meravigliosa che nasce in modo virtuale per svilupparsi nella vita reale grazie ad un amore folle che Giada, disillusa dalle esperienze negative vissute in passato, non pensava nemmeno di poter mai provare. Due anime che arrivano da realtà completamente differenti,

che vivono migliaia di chilometri di distanza, ma che rimangono uniti anche quando non riescono a sfiorarsi. Una storia d'amore che mi ha profondamente colpita, un libro scorrevole, appassionante, che ti fa conoscere nel dettaglio i sentimenti ed il carattere della protagonista, al punto da fartela amare come se fosse un'amica, al punto da farti arrabbiare con lei tutte le volte che commette un errore. "E volo da te" è un libro che ogni donna dovrebbe leggere, perché tocca l'animo femminile e lo fa con la delicatezza che solo una donna può palesare, rendendo impossibile non immedesimarsi, qualsiasi età si abbia. Complimenti a Maria Corrao; altro che 50 sfumature, queste pagine sì, ci raccontano impeccabilmente, quante cavolate può farci compiere il vero amore. Lo trovate su www.ereticaedizioni.it a 9,99 €


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ole; 10 libri da portare in vacanza visa, non solo perché lettura piacevolissima grazie all'abile penna di Irene Vella - ma anche perché dona spunti di riflessione, sorrisi, risate, lacrime, emozioni forti, ma soprattutto coraggio e forza, gli stessi che spesso vengono sopraffatti dal dolore e che dimentichiamo di possedere. Che ve lo dico a fare? Consigliatissimo. 14,77 € su lafeltrinelli.it. Accabadora di Michela Murgia. Emozionante, pieno di buoni sentimenti che sembrano prendere vita anche nel cuore del lettore. Una storia che fa riflettere sui "mai dire mai" e su quanto possa essere doloroso ma necessario scegliere. Ed è proprio così che Bonaria Urrai sceglie di prendersi cura di Maria, nello stesso modo in cui la terrà all'oscuro di quel segreto che peserà sulla sua vita fino all'ultimo respiro. Accabadora è un libro che consiglio per la trama coinvolgente, gli spunti di riflessione, e per il profumo della Sardegna, mia amata ex terra adottiva, che viene emanato prepotentemente da ogni singola pagina. 9,35 € su Mondadori.it. La verità sul caso di Harry Quebert di Joël Diker. Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente senza che le indagini della polizia diano esito. 2008, Marcus Goldman, giovane scrittore di grande successo, sta subendo quello che spesso accade a chi intraprende questa carriera: è bloccato. Non riesce più a scrivere una sola pagina del nuovo romanzo che, nel giro di pochi mesi, dovrà consegnare alla sua casa editrice. Nel frattempo però, nella sua vita accade qualcosa di inverosimile. Il cadavere della giovane Nola - la ragazzina scomparsa anni prima - viene ritrovato nel giardino di casa del suo caro amico Harry, che ovviamente viene accusato di omicidio. In breve? Nel momento in cui inizierete a leggere la prima pagina sarete fregati. Non ci sarà momento libero della vostra giornata che non vedrà questo romanzo tra le vostre mani. Se non lo comprate siete pazzi. Garantito. 11,90 € su lafeltrinelli.it. Sarai regina e vincerai di Irene Vella. Amore è superare ogni difficoltà insieme. Irene e Luigi l'hanno compreso fin da subito. Giovani, tremendamente innamorati, una bimba nata da poco. Una rapporto perfetto, fino a quando Luigi, un uomo dinamico, atletico e sportivo, si sottopone ad una visita medica. La diagnosi, devastante, è insufficienza renale cronica; i suoi reni non funzionano più, dovrà fare la dialisi a vita o sottoporsi ad un trapianto. Anche questo libro mi ha profondamente toccata. Prima di tutto perché storia realmente vissuta - e non ci sono azzi, ci si emoziona il doppio - in secondo luogo perché trasmette, capitolo per capitolo, l'amore, la forza ed il coraggio emanato da Irene, una donna devastata dalla paura di perdere la propria famiglia, ma che ciò nonostante non perde, nemmeno per un solo giorno, la forza e la speranza di poter ricominciare ad essere felice insieme al suo grande amore. È una storia che merita di essere conosciuta e condi-

Io prima di te di Jojo Moyes. L'ho letto perché incuriosita dalle recensioni e devo ammettere che, sinceramente, non avrei mai pensato potesse prendermi a tal punto da lasciarmi insonne per mezza nottata, commossa e soprattutto colma di pensieri e sentimenti contrastanti; questo significa che quello di cui vi sto per parlare è veramente un buon libro. Non è una storia banale, ma un storia che racconta di due vite e lo fa egregiamente. Allora, Louisa non sa quello che vuole dalla vita. In verità non si è mai posta il problema di capire se in lei esistano dei dubbi su quel che è, su quel che vorrebbe, su quel che sarà. Will, invece, al contrario di Louisa, viveva di certezze e di desideri da realizzare, questo prima di un incidente che lo costringe su una sedia a rotelle. Due caratteri opposti, due persone diverse che s'incontrano. In verità, Louisa irrompe nella vita di Will insieme alla vitalità e l'allegria che la contraddistinguono e nessuno dei due sa che quel l'incontro cambierà entrambi, per la vita, per l'eternità. Un libro che mi ha sconvolta e che consiglio a chiunque abbia voglia di ridere, arrabbiarsi, piangere, sorridere, riflettere. Maledetta me che ancora, quando ci ripenso, mi sciolgo in lacrime. Su ibs.it a 12,66 €. L'eleganza del riccio di Muriel Barbery. Due esistenze, quella di Renée, una portinaia di 54 anni e quella di Paloma, 12 anni, figlia di una famiglia della Parigi bene. Entrambe vivono nello stesso palazzo, entrambe hanno animi complicati, nascondono al mondo i loro veri pensieri, la loro eccezionale intelligenza. Un giorno avranno la fortuna d'incrociarsi, riconoscersi e salvarsi. Un libro a tratti sofisticato - per certi versi anche difficile - che sfodera sentimento e lo fa con un eleganza che non avevo mai trovato. Mi ha lasciato addosso la piacevole sensazione di chi impara, e la tristezza di chi ha perso qualcosa , perché romanzi di questa bellezza dovrebbero avere pagine infinite e nessuna fine. L'eleganza del riccio è entrato nella mia top ten

e non la lascerà mai più. Su lafeltrinelli.it a 8,41 €. Sotto l'ombra del gufo di Marco Mercatelli. Siamo in Pennsylvania, precisamente nella piccola cittadina Eagles Mere. Un bimbo viene rapito e, nel luogo della scomparsa, viene trovato un ciondolo con un Cristo sulla croce appeso a testa in giù. Ed è così che lo sceriffo Mark Rovere, incaricato delle indagini, si ritroverà ad aver a che fare con un mondo parallelo totalmente lontano dal razionale vissuto fino a quel momento, un mondo fatto di antichi riti esoterici, intrighi massonici e l'iniziazione del Nuovo Ordine Mondiale. Un thriller originale, carico di suspese e con quei colpi di scena che portano ad un finale che lascia a bocca aperta. Poco dopo aver iniziato la lettura, ci si rende conto che non si può fare a meno di andare avanti, perché si ha fame di verità. 4,91 € su amazon.it! Meglio soffrire che mettere nel ripostiglio il cuore di Susanna Casciani. C'erano una volta un ragazzo e una ragazza legati da un sentimento forte ed intenso, ma dopo qualche anno smisero di esistere, proprio un giorno di aprile in cui lui si ritrovò a piangere davanti a lei facendogli capire che quelle lacrime equivalevano alla fine dell'amore. Quando una storia volge al termine è sempre doloroso, spesso per entrambi, forse più frequentemente per uno dei due, ed è proprio Anna quella che dovrà cercare di riprendere in mano la sua vita, consapevole che Tommaso non tornerà più, facendo i conti con un dolore potente e assordante. Si aiuterà scrivendo un diario segreto, che poi, non sarà altro che un modo per continuare a parlare con l'uomo che ama. Un libro che parla di ognuno di noi, di chiunque abbia vissuto la fine di un amore, e lo fa con delle parole che toccano il cuore nel profondo, rendendo la lettura piacevole ma soprattutto emozionante. Susanna Casciani, con la sua scrittura, palpa l'animo delle persone o almeno, con me c'è riuscita alla grande. Splendido. 12,75 € su Ibs.it.

“I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole." Luigi Pirandello Buon nuvole, buon relax, e ovviamente buona lettura!

Alessandra Crinzi www.crinzieacapo.com www.instagram.com/alessandracrinzi www.facebook.com/alessandra.crinzi


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SPORT 36 Dilettanti: il punto sul calciomercato

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hi va e chi viene – E' stato sicuramente un Giugno molto caldo sotto il profilo del mercato giocatori ma non solo. Archiviata la stagione sportiva 2015-2016 anche per le squadre del nostro territorio, come del resto per i professionisti, è arrivato il momento di gettare le basi per l'anno che verrà. Partiamo dall'Unipomezia Virtus 1938. A guidare la squadra in Eccellenza non ci sarà più Fabrizio Mancini bensì Flavio Catanzani, fresco del successo riportato con l'Anzio condotto addirittura in Serie D; per quanto riguarda i giocatori, Erik Laghigna ha separato la propria strada da quella del Patron Valle (su di lui è piombata la Vigor Acquapendente) che ha invece annunciato, oltre al ritorno già ufficializzato di Luca Italiano, Copponi, Morici Casciotti e Monteforte, e confermato importanti talenti quali ad esempio quelli di Lupi, Valle, Santi, Barbarisi, e Morelli. Fervono inoltre i lavori per allestire un folto e tecnicamente valido gruppo di giovani: in tal senso, lo scorso 28 giugno, la società ha organizzato al Comunale un importante stage per visionare gli atleti dal '97 al '99 al quale ha preso parte, tra gli altri, anche l'ex bomber di Serie A Riccardo Zampagna. Anche il Cedial

Leonardo Aiello continuerà infatti a guidare la squadra del Presidente Padula anche nella stagione 2016-2017 con un'importantissima novità: la società sta infatti allestendo una rosa per partecipare alla categoria Juniores e in tal senso sta effettuando proprio in questi giorni i provini di selezione per i calciatori classe '96'97-'98-'99. Intanto proprio alla corte di Aiello è arrivato il centrocampista Giovanni Ronca.

Lido dei Pini ha sistemato gran parte della sua rosa, come riporta il sito Gazzetta Regionale, confermando tra l'altro diversi giovani, Poltronetti e Barberi in testa. Fresca e Andrea Screti completano per il momento il quadro dei volti nuovi a disposizione del tecnico Panicci. Restando in Eccellenza, campionato che si preannuncia davvero emozionante considerando le tante squadre presenti tra Pomezia ed Ardea, il Pomezia Calcio ha ufficializzato il nuovo tecnico: sarà Andrea Persia, un ritorno dunque, che rileverà così Punzi. Chi invece ha scelto di non cambiare in panchina è l'Indomita Pomezia fresca del salto nel torneo di Promozione.

In vista della Stagione Sportiva 2016-2017 l'indomita Pomezia seleziona giocatori classe 96-97-9899 da inserire nell'organico della Prima Squadra (Promozione) e della Juniores. Per info: 338 1518774

Volley: le ragazze U14 dell’ASD Tor San Lorenzo volano in seconda divisione FIPAV

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difficoltà fisiologiche che sono tipiche di un esordio. Ma le straordinarie ragazze del volley Tor San Lorenzo ci hanno abituato alle piacevoli sorprese ed anche in questa circostanza non si sono smentite, regalando una soddisfazione immensa, prima di tutto a se stesse e poi alla società, alle famiglie ed a chi ha fortemente creduto in loro. Di seguito i dati che più di ogni parola confermano l’eccezionalità dell’impresa per un’esordiente: prime classificate con 33 punti in 12 partite disputate, 11 partite vinte ed una sola persa, 34 set vinti, concedendone solo 4 totali alle avversarie. Numeri straordinari che resteranno nei ricordi di chi li ha vissuti costantemente e faticosamente.

opo la netta vittoria nel Promozionale conclusosi qualche mese fa ed il lusinghiero quarto posto nel campionato Under 16, coach Cillis ha voluto cimentarsi in qualcosa di più audace che mettesse alla prova il reale livello di competitività della sua squadra e, da tale considerazione, la scelta di partecipare ad una terza divisione Under 14. Il girone “Z”, cui il Tor San Lorenzo è stato assegnato, vedeva la presenza di squadre autorevoli e probabilmente più esperte, tra le quali alcune spiccavano per la partecipazione a campionati di categoria d’Elite, che lasciava immaginare quanto potesse essere complicato, per una squadra esordiente in una competizione di livello, riuscire ad imporsi senza incappare nelle

Altre in breve ATLETICA: ILENIA DRAISCI AGLI EUROPEI IN SCENA DAL 6 AL 10 LUGLIO - Rientra nella squadra azzurra composta da 75 atleti Ilenia Draisci che volerà ad Amsterdam per i Campionati Europei. L'atleta parteciperà alla staffetta 4x100.

ARDEA: SUCCESSO PER LA PRIMA GIORNATA DEL CORSO DI MANAGEMENT SPORTIVO ORGANIZZATO DAL CONI – Si è svolto lo scorso 25 giugno il primo appuntamento dello stage formativo dedicato al “Management Sportivo” promosso dalla Scuola Regionale dello Sport del Coni Lazio in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Ardea. Nonostante il caldo, eccellente è stata la risposta dei partecipanti presenti in sala. L’incontro si è incentrato sulla formazione del personale e sugli aspetti economici e finanziari che attengono alla gestione di una società sportiva – relatori il Dott. Luigi Maggi (Formatore Aziendale e Presidente FSI) e il Dott. Celestino Bottoni (Docente SRdS) – con particolare riferimento agli adempimenti fiscali e alle ultime direttive dell’Agenzia delle Entrate. La seconda parte invece, in calendario il 10 settembre, af-

fronterà il discorso intorno alla pianificazione, alla progettazione e alla gestione degli impianti sportivi e alla comunicazione esterna a una ASD.



Il Corriere della Città

38 INFORMAZIONE “Povero non è colui che tiene poco, ma colui che già La ricchezza possiede tanto e desidera ancora di più e più”

Luglio 2016

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isogna quindi porsi questa domanda: è questo il destino della mia vita? Dobbiamo convincerci che tutto ciò che ci circonda deve essere a favore della felicità umana poiché lo sviluppo non può essere contrario alla felicità. Cominciare ad apprezzare le piccole gioie della vita, coltivare relazioni piacevoli e, soprattutto,accontentarsi del giusto. Qualche tempo fa si è tenuto un importante incontro a livello internazionale per discutere sul futuro del nostro pianeta e dei suoi abitanti. Vi hanno partecipato i maggiori leader mondiali per definire le scelte e le azioni per ridurre la povertà nel mondo, per promuovere l'equità sociale, per garantire la tutela dell'ambiente, per raggiungere il futuro che vogliamo. In due parole: per uno sviluppo sostenibile. In particolare il Presidente dell'Uruguay Josè Alberto fece un discorso straordinario di cui ne riportiamo alcuni stralci per l'immenso valore umano. Ha iniziato ponendosi questa domanda: cosa succederebbe al pianeta se gli Indù avessero la stessa quantità di auto per famiglia che abbiamo noi? Quanto ossigeno resterebbe per poter respirare? Più chiaramente: possiede oggi il mondo gli elementi materiali per rendere possibile che sette o otto miliardi di persone possano sostenere lo stesso grado di consumo e sperpero che hanno le più opulente società occidentali? Sarà possibile tutto ciò? Certo che no, poichè abbiamo creato questa società nella quale stiamo che è figlia delle regole del mercato e della competizione, che ha portato un progresso materiale portentoso ed esplosivo. Stiamo governando la globalizzazione o la globalizzazione ci governa? E' possibile parlare di solidarietà e dello stare tutti insieme in una economia basata sulla competizione spietata? Fino a dove arriva la nostra fraternità? La sfida che abbiamo davanti è di una enormità di carattere colossale e la grande crisi non è ecologica, è politica!!! L'uomo non governa oggi le forze che lui ha sprigionato, ma queste forze governano l'uomo.... Dobbiamo partire dalla considerazione che non veniamo alla luce per svilupparci solamente ma nasciamo per essere felici, perchè dobbiamo tenere sempre in mente che la vita è corta e se ne va via rapidamente e nessun bene

vale come la vita stessa. Invece la sprechiamo correndo sempre dietro a produrre ciò che consumiamo, perché il mercato questo vuole: produrre per consumare in maniera inarrestabile perché, in definitiva, se si paralizza il consumo si ferma l’economia. Per questo bisogna produrre cose che durano poco , perché si deve vendere tanto. Una lampadina elettrica, quindi, non può durare più di 1000 ore accesa. Però esistono lampadine che possono durare 100mila ore accese! Ma questo non è consentito perché dobbiamo lavorare e dobbiamo sostenere una civilizzazione dell’usa e getta che crea questo terribile circolo vizioso che sta aggredendo il pianeta. Non si tratta di immaginarci il ritorno all’epoca primitiva, però non possiamo continuare ad essere succubi del mercato, dobbiamo cominciare noi a governare il mercato. E questo lo si comincia a fare se riusciamo a modificare il nostro modo di vivere! Passiamo la nostra vita a lavorare per pagare una quantità di rate: casa, moto, auto ecc.. per poi arrivare a ritrovarsi già vecchi con la vita che ci è sfuggita davanti! Proviamo a riflettere su cosa ci accade quando siamo felici, abbiamo la sensazione che tutto è perfetto, che ogni cosa giri nel verso giusto. Ma per essere veramente felici bisogna star bene con se stessi e pensare che questo sia possibile, sforzandoci a credere che dipende solo da noi senza star lì a pensare che debbano essere gli

altri a renderci felici. Per fare ciò bisogna innanzitutto conoscersi profondamente, ma bisogna riconoscere che molte persone, probabilmente, non sanno bene come sono dentro, o meglio sotto sotto nessuno si piace veramente così com’è. Magari molti ritengono di avere un buon carattere, hanno successo nella vita professionale e con gli altri, ma, nei momenti in cui sono soli con se stessi, sentono che manca qualcosa. Questo senso di insoddisfazione è proprio il contrario della felicità. Infatti, quando siamo felici, ci sentiamo all’improvviso pieni, non ci manca niente, all’improvviso svaniscono tutti i problemi. Sembra un paradosso ma, se siamo capaci a riconoscerla,la felicità scorre dentro di noi anche quando ripensiamo alle cose dolorose che ci succedono e alle ferite che abbiamo subito; per il solo fatto che ce ne siamo liberati e che le abbiamo superate ci provocano un leggero piacere, come una delicata eccitazione emotiva. Una sensazione che viene dal nulla, da nessuna causa, che arriva senza pensare a una situazione o a una persona in particolare. La felicità non è più solo un problema personale, ma ormai si tratta di una questione sociale, si misura utilizzando la categoria di benessere economico e sociale. Certo, quando si soffre di una malattia o quando non si hanno i mezzi materiali per il proprio sostentamento, è molto difficile essere felici. Ma fortunatamente nessuno ci impedisce di desiderare e di sognare e grazie a ciò si sprigionano energie che ci fanno attraversare momenti, se non di felicità, almeno di gioia. Non esiste una strada unica che ci porta verso la felicità, ma ognuno deve cercare la propria, abbandonandosi talvolta anche al caso, ricordandoci che ci si deve impegnare per vivere pienamente ogni istante di serenità, perché sebbene la felicità non dipenda esclusivamente da noi, spetta a ognuno scegliere come affrontare le gioie e i dolori che la vita ci riserva. Antonio Guido Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it

“Tutte le persone felici si somigliano, ma ogni persona infelice lo è a modo suo”




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