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Elezioni, parola agli sconfitti

Elezioni, il post-voto: parola agli sconfitti

L’analisi di Lucio Zito, Luca Vita e Giampiero Castriciano dopo la vittoria di Cremonini

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ll'indomani del ballottaggio che ha visto trionfare ad Ardea il candidato del centrodestra Fabrizio Cremonini abbiamo analizzato il risultato con gli altri candidati usciti sconfitti alle urne.

Lucio Zito

Ragionando a mente fredda pensa di aver commesso qualche errore nella campagna elettorale o rifarebbe comunque le stesse cose? «Certo, uno scarto così esiguo spinge a rimuginare su eventuali errori di strategia che possiamo aver commesso e senza i quali avremmo potuto vincere. Ma la campagna elettorale è stata entusiasmante ed appassionata, da parte mia e della mia squadra e se qualche errore è sato fatto, ne discuteremo a mente fredda. Intanto ci prepariamo a fare una attenta opposizione che sarà comunque propositiva e disposta a collaborare sui temi che ci sono cari». Il dato più inquietante resta quello dell'astensione... «Il problema dell’astensionismo non è nuovo ed è di scala nazionale. Ad Ardea, però, assume dimensioni davvero preoccupanti. Le cause sono in parte da ricondursi allo scollamento della politica dai cittadini ed in parte anche allo scarso interesse verso il territorio di una fetta di popolazione “vancanziera” che frequenta il nostro mare per brevissimi periodi all’anno. Ci assumiamo la nostra parte di responsabilità per aver scarsamente comunicato con i cittadini nei 5 anni impiegati a recuperare i disastri lasciati dagli stessi che ora i cittadini hanno rimesso al governo della città e stiamo già lavorando per non perdere ed anzi rinsaldare quel rapporto che abbiamo costruito durante la campagna elettorale». Il voto ha sancito un crollo di consensi abbastanza netto nel M5S rispetto a cinque anni fa: vi siete dati una spiegazione? «Il “crollo dei consensi rispetto a cinque anni fa” è una logica conseguenza di tutto quello che è accaduto a livello nazionale nella vita di un giovane Movimento che si sta evolvendo con profondi cambiamenti. Le ricordo, però, che il Movimento 5 Stelle ad Ardea ha raccolto la percentuale più alta d’Italia in termini di consenso nell’ultima tornata elettorale. Di questo siamo fieri e lo riteniamo un segnale chiaro del fatto che una fetta di elettorato ha capito cosa è stato fatto in questi cinque anni per Ardea». Al livello personale, archiviata la sconfitta, quali saranno i suoi progetti politici futuri? «5.480 elettori ci hanno chiesto di difendere le nostre posizioni e di portare avanti i nostri progetti per Ardea, dunque faremo una opposizione chiara e netta contro tutto quello che abbiamo combattuto in questi anni. Nel frattempo cureremo il rapporto con i cittadini e riorganizzeremo il Movimento sul territorio, secondo le indicazioni del Presidente Conte».

Luca Vita

Il suo invito al voto al ballottaggio a favore di Lucio Zito alla fine non è stato ascoltato. In tantissimi hanno poi scelto di non votare. Perché secondo lei? «Perché non hanno percepito differenze tra le due proposte in campo. O semplicemente perché hanno ritenuto che in caso di vittoria dell’uno o dell’altro poco sarebbe cambiato. Penso che questo sia in linea con il grande astensionismo che abbiamo registrato in questa tornata elettorale, un grido nei confronti della politica e di ciò che ha saputo (o non ha saputo) mettere in campo in questi anni. Va anche detto che il mio non era un invito al voto, ma semplicemente la condivisione di chi personalmente avrei votato e soprattutto del perché. Un ragionamento condiviso pubblicamente dopo aver detto a chiare lettere che noi non eravamo disponibili ad alcun accordo, con nessuno. È chiaro che non basta neanche questo, se una proposta non convince. Del resto, gli elettori non sono “proprietà” di nessuno: bisogna saperli ascoltare, convincere, coinvolgere. Ed era un’operazione non certo possibile in due giorni e di fronte ad uno schema come quello. Io spero onestamente che qualcuno a sinistra impari la lezione assumendosi le responsabilità di ciò che è accaduto: quella che ci lasciamo alle spalle non è stata la vittoria del centrodestra, ma la sconfitta di una proposta alternativa. E io credo che se si vuole costruire o ricostruire un campo progressista e alternativo, occorre partire dal coraggio di dire “abbiamo sbagliato, voltiamo pagina”. Occorre recuperare credibilità e non trincerarsi ancora una volta dietro ad alibi, a cui i cittadini non sono disposti a credere. Se le forze politiche di centrosinistra sono in grado di chiudere quella pagina e andare oltre, io sono disponibile a fare la mia parte. Altrimenti, il nostro percorso è comunque già tracciato». Al livello personale lei ha ottenuto un notevole successo. In che modo condurrete la vostra attività di opposizione? «Sì, è stato un bel successo. Ma non è stato e non è abbastanza. Io penso che sia un buon punto di partenza, per costruire uno schieramento ampio e alternativo, chiaramente distinguibile dalle logiche che hanno governato la città fino ad oggi e che – temo – caratterizzeranno anche questa fase di ritorno al passato. Penso che la parola chiave per descrivere l’opposizione che abbiamo in mente sia “rigore”. Non ci metteremo a fare scenate o colpi di teatro, non crediamo sia questo ciò che serve alla città. Abbiamo ricevuto un mandato chiaro dalle elettrici e dagli elettori: vigilare, studiare (tanto), produrre atti con i quali provare ad incidere nelle scelte della futura amministrazione. Lo faremo con pragmatismo e serietà, con la giusta severità nei confronti della maggioranza ma anche di noi stessi. E poi sarà importantissimo il lavoro fuori dal consiglio comunale. C’è una città che non crede più nella politica, che va raggiunta, ascoltata e coinvolta nelle scelte. Solo così la politica diventa utile alla vita di tutti i giorni e non semplice esercizio del potere. Sarà un lavoro lungo e faticoso, ma è questo il motivo per cui è nato il nostro movimento politico. E possiamo contare oggi su una bella squadra di persone, pronte a mettersi alla prova insieme a noi».

Giampiero Castriciano

Oltre a Cremonini a vincere è stata anche la fuga dal voto: perché secondo lei? «Ardea ha il suo nuovo sindaco nonostante il palpabile disgusto dei cittadini sempre più avversi alla politica. E’ sintomatico il fatto che, sia al primo turno che al ballottaggio, l’affluenza degli elettori in questa città è stata forse la più bassa d’Italia. Ciò indica, chiaramente, come un’intera collettività sia rimasta delusa anche dall’ultima amministrazione monocolore M5S. Gli amministratori uscenti non sono stati in grado di imprimere quella svolta che tutti si aspettavano» Come giudica la vostra esperienza? «Amici Per l’Italia, per la prima volta, si è quindi presentata agli elettori con un programma realistico, facilmente attuabile e, per tanti versi, fortemente innovativo. Il risultato ottenutonon ci ha consentito di ottenere una rappresentanza in Consiglio comunale ma ha suscitato interesse da parte delle due forze politiche che si sarebbero sfidate al ballottaggio». Al ballottaggio avete espresso una preferenza per Cremonini. Può ribadirne i motivi? «Ci siamo chiesti: potevamo riconsegnare la città a chi aveva già dato prova di inefficienza e incapacità? Oppure potevamo giocare la carta di una collaborazione trasparente e disinteressata? Alla fine abbiamo deciso di appoggiare lealmente il candidato Cremonini, a cui vanno i nostri più sinceri auguri e apprezzamenti anche per il coraggio con il quale ha accolto le nostre proposte programmatiche unitamente al suo gruppo pronto a mettersi al lavoro»

Da sx: i candidati Zito, Vita e Castriciano

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