Il Corriere della Città - Maggio 2020

Page 1

Corriere Città

libertà - informazio il politica - sport - cro Il Corriere della Città www.ilcorrieredellacitta.com

della

Anno 12 Numero 5

MAGGIO 2020

CRISI ECONOMICA Il 40% delle attività in certi settori potrebbe sparire

libertà informazione politica cronaca cultura sport

COR SA CO NTRO IL TEMPO

SOLIDARIETA' Ancora donazione a Pomezia

PAROLA AI SINDACI

Misure anti-crisi per il territorio

ALBERGATORI, E' ALLARME Antonio Guido: «Ripartire non sarà facile, lavoro a rischio»

Editoriale CERCASI "FASE 2" (QUELLA VERA)

MARE & ESTATE Tutte le ipotesi al vaglio CAOS SALZARE Diffida al Sindaco Savarese

La voce dei commercianti del territorio

PARRUCCHIERI E ESTETISTI «Il Governo si è dimenticato di noi, assurdo tenerci chiusi un altro mese» PRO-LOCO POMEZIA Intervista a Claudio Mazza (p.21)

L

o scorso numero in prima pagina avevamo messo un grande appello ai nostri lettori: “Non molliamo!”. Ed era giusto così. Nel pieno dell'emergenza, con i contagi verso il picco e il numero dei morti che cresceva di giorno in giorno non poteva essere altrimenti. “Andrà tutto bene”, ci dicevamo. Sembra passata un’eternità da quel 9 marzo dal quale ci siamo ritrovati tutti dentro casa per la nostra salute e per difendere quella dei nostri cari. Oggi però, dopo due mesi di restrizioni rispettate con diligenza da tutti gli italiani, eccezion fatta per una bassissima percentuale di irresponsabili (o di criminali nel caso dei positivi al virus beccati in giro), l'incertezza del futuro inizia a pesare come un macigno. L'attesa spasmodica dell'annuncio della “Fase 2”, che avrebbe dovuto ricondurci lentamente alla normalità, si è rivelata una delusione perché in realtà, dalle parole di Conte, è emerso soltanto un prolungamento della “Fase 1”, con l'unica eccezione delle visite ai congiunti. (continua a pag. 4)



MAGGIO 2020 NUMERO 5

www.ilcorrieredellacitta.com

Editoriale

La parte mancante della Fase 2 CORONAVIRUS E POST-EMERGENZA

Pag.4

Intervista al Sindaco di Pomezia.........................pp. 6-7

Savarese: «La rigidità ha pagato»...............pp. 8-9 Economia, CNA: allarme a Roma e Provincia.p.10 Caos estate, facciamo il punto..................pp. 12-13 Parrucchieri, estetisti, albergatori: è SOS...da p.14 CRONACA Intervista a Claudio Mazza...............................p.21 Fondazione di Pomezia....................................p.22 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 24

IL "BRONX " DI ARDEA CASO "5G"

Il progresso tecnologico che fa discutere. Tra verità e "fake news" il dibattito arriva ad Ardea

Pag.18

Seguici sui nostri canali social! Metti "Mi piace" su Facebook


4

EDITORIALE

Il Corriere della Città maggio 2020

La parte mancante della “Fase 2” (segue dalla copertina) Già i congiunti, ma chi sono? Soltanto dopo una giornata di panico e ricerche disperate su Google i "congiunti" sono diventati anche i fidanzati, compagni e gli ‘affetti stabili’. Ma per il resto, praticamente, si dovrà stare ancora a casa almeno fino al 18 maggio e portare con noi l'immancabile autocertificazione. Ad approfittarne, purtroppo, saranno i "furbetti" considerando che sarà quasi impossibile per le forze dell'ordine andare a verificare tutte le situazioni. Al di là di questo tuttavia la sensazione generale è però quella che, nonostante i segnali inviati verso una parziale ripartenza del Paese, si stia soltanto prendendo tempo perché non si sa come agire o perché in altri casi si è agito troppo tardi. Tempo però che, come vedrete sfogliando il numero di questo mese, molti non hanno più: dipendenti, ristoratori, alber-

troppi. Ma una riflessione voglio farla. Mi spiego. A questa “Fase 2” sembra mancare tutta una parte fondamentale: ovvero una strategia concreta per “combattere” il virus e permetterci realmente di conviverci assieme. In tanti stanno sostenendo questa tesi, tra questi voglio menzionare il Professore Universitario dei Castelli Luca Andreassi, che ho seguito sin dall'inizio di questa emergenza. In poche parole, benché l'isolamento fermi i contagi, non appena le misure vengono allentate questi ultimi tornano a risalire, sembra inevitabile. Conte ha già detto di essere pronto a “nuove chiusure se necessario”. Non si può infatti sperare che il virus, improvvisamente, decida di andarsene da solo malgrado tutte le prescrizioni di sicurezza. Ma perché allora, accanto a quanto fatto sin qui, non seguire il modello della Corea del Sud? Stiamo parlando di test a tappeto, di isola-

A questa “Fase 2” sembra mancare tutta una parte fondamentale: ovvero una strategia concreta per “combattere” il virus e permetterci realmente di conviverci assieme. epidemia da Coronavirus, ma ciò che preme sottolineare è l'impronta data alla gestione di quella attuale sin dall'inizio, come detto, grazie a 20mila test al giorno in 500 cliniche specializzate con risultati in poche ore, e con la geolocalizzazione dei dispositivi mobili per monitorare gli spostamenti dei cittadini. Su quest'ultimo punto apro una piccola parentesi: attorno all'App “Immuni”, quella che l'Italia avrebbe dovuto impiegare in questo senso, è scoppiato il putiferio in nome della privacy. Una battaglia paradossale, nell'era in cui tutti noi accettiamo cookies in continuazione, dando inoltre libero accesso ai nostri

Se non facciamo un ulteriore passo in avanti, andando a cercare il virus annidato in mezzo ai nostri cari, noi possiamo pure continuare a restare a casa, ma il virus ci resterà con noi gatori lavoratori autonomi, parrucchieri, estetisti, balneari, sono solo alcune delle categorie delle quali abbiamo raccolto l'appello e che rischiano di rimanere senza un reddito con cui vivere. “Non è ancora il tempo di allentare le restrizioni”, ha detto Conte. E non possiamo dargli torto. Sappiamo bene che una nuova ondata di contagi potrebbe far saltare definitivamente il banco. E non voglio nemmeno entrare troppo nel merito dei provvedimenti assunti finora dal Governo perché di esperti improvvisati ce ne sono già Il tempo stringe: dipendenti, ristoratori, albergatori lavoratori autonomi, parrucchieri, estetisti, balneari, sono solo alcune delle categorie delle quali abbiamo raccolto l'appello e che rischiano di rimanere senza un reddito con cui vivere

mento delle linee di contagio e dell'utilizzo delle tecnologie di geolocalizzazione. Nulla di più, non cure risolutive, quelle speriamo arrivino presto col vaccino. Benché sia sempre complicato fare paragoni tra Nazioni profondamente diverse tra loro, il principio seguito è del tutto logico: io vado a inseguire, letteralmente grazie agli smartphone, il virus in tutta la filiera percorsa da persona a persona, isolando i soggetti positivi o asintomatici attraverso test a tappeto, evitando che i cittadini si trasformino in pericolose bombe di contagio. E i risultati sembrano pagare. Al 27 aprile in Corea del Sud c'erano appena 244 morti a fronte di “soli” 10mila casi dallo scoppio dell'emergenza. Sull'efficienza del sistema sanitario ha sicuramente pesato quanto vissuto 5 anni fa a causa di un'altra

dati sensibili (compresi quei giochini su Facebook che ci rivelano chi “eravamo nella vita precedente”), o ci facciamo geolocalizzare per condividere post sui social. Perché, allora, ci va bene che entrando in un bar appaia subito la notifica “Valuta la tua esperienza!” ma non vogliamo farci monitorare per la nostra salute? Mistero. Ecco: senza tutto questo non ci sarà isolamento che tenga malgrado la nostra bravura a rispettare le sacrosante misure di sicurezza imposte dalle autorità. Insomma, se non facciamo un ulteriore passo in avanti, andando a cercare il virus annidato in mezzo ai nostri cari, noi possiamo pure continuare a restare a casa, ma il virus ci resterà con noi. Luca Mugnaioli

Il caso della Corea del Sud: tamponi a tappeto e tracciamento degli spostamenti dei cittadini. Al 28 aprile c'erano "solo" 244 vittime



6

SPECIALE COVID-19

Il Corriere della Città maggio 2020

Zuccalà: «Allarme per mancati incassi» L'emergenza rischia di avere risvolti drammatici a Pomezia: «Oltre 700mila euro non entreranno» indaco ci risentiamo a distanza di un mese: a che punto siamo con l'emergenza Coronavirus sul territorio? «Siamo al lavoro, come in tutto il Paese, per l’avvio della Fase 2, un momento delicato in cui la Città dovrà ripartire in assoluta sicurezza, consapevole che questo è il tempo di convivenza con il virus. Attualmente i concittadini positivi sono 21, di cui 15 in isolamento domiciliare e 6 ricoverati presso strutture ospedaliere. Sono 30 le persone guarite in queste settimane, a testimoniare l’inversione di tendenza rispetto alla fase iniziale. Questo dimostra che la cittadinanza ha rispettato le regole, i controlli sono stati efficaci ed il controllo sanitario ha fatto un buon lavoro di contenimento. Anche i cittadini posti in isolamento domiciliare precauzionale diminuiscono. Purtroppo registriamo 4 decessi». Buoni spesa: quante richieste sono arrivate al Comune e a quante l'ente è riuscito a far fronte? Sono previsti stanziamenti ulteriori in tal senso per coprire tutte le richieste che rispettano i requisiti? «Finora sono arrivate 4725 domande. Il Comune ne ha lavorate circa 1667 erogando 460.000 euro di buoni spesa. Contiamo di riuscire ad evadere tutte le domande che saranno valutate come positive, utilizzando anche le varie donazioni arrivate. Inoltre ad oggi sono arrivate 700 domande per bonus affitti, ma il bando è aperto fino al 5 maggio». Quante sanzioni sono state comminate dall'inizio dell'emergenza? «Circa 200» Lo scorso mese aveva “promosso” i cittadini per il comportamento tenuto in questa emergenza: conferma il suo giudizio? «Direi di sì. Le sanzioni, a fronte dei controlli effettuati su tutto il territorio, sono una piccola percentuale. Segno che la cittadinanza ha compreso l’importanza dei provvedimenti adottati, a tutela della salute dell’intera comunità». Può darci qualche aggiornamento in merito alla cabina di regia attivata con tutte le forze politiche del Comune? «Abbiamo avuto il primo incontro con tutte le forze di opposizione per fare il punto e condividere proposte per affrontare al meglio la fase 2. Abbiamo avviato un percorso condiviso importante in un clima di assoluta collaborazione tra le diverse forze politiche, per gestire al meglio l’emergenza nel nostro territorio. È nostra intenzione lasciarci alle spalle questo brutto capitolo e avviare con decisione la ripresa, anche economica, delle nostre attività Sul tavolo idee per rimodulare

S

l’utilizzo dei mezzi pubblici e la fruizione dei luoghi aperti in piena sicurezza. Ampio spazio verrà dato a tutte quelle attività che è possibile svolgere da remoto, attraverso l’utilizzo delle piattaforme tecnologiche, per mantenere uno stile di vita nuove\temporanee». sano e salutare senza uscire di casa». Sempre su questo tema c'è la questione, priC’è modo di salvare, almeno parzialmente, la maria, dei controlli: ovvero, chi verificherà stagione estiva, sia lato cittadini, che giustal'insorgere di assembramenti in riva al mare mente hanno diritto di godersi l’estate e il mare, che lato commercianti e balneari, già (e non solo) e il distanziamento tra le perfortemente penalizzati da due mesi di lock- sone? «Stiamo chiedendo fondi agli enti sovraordidown? «E’ nostra intenzione farlo. E’ al vaglio del- nati per riuscire a programmare un piano di l’Amministrazione la possibilità di riprendere controlli dedicato, attraverso l’utilizzo di le attività balneari mantenendo il distanzia- mezzi idonei e personale aggiuntivo». mento sociale e il rispetto delle norme igie- Torvaianica ha Zoomarine ma Pomezia è anche vicina a Cinecittà World, due attrattive nico-sanitarie richieste: l’intenzione in termini di turismo per il territorio. Lei è di evitare assembramenti ofche idea si è fatto su una loro possibile La macchina frendo comunque a tutta la riapertura considerando che sadegli aiuti a Pomezia: cittadinanza la possibilità rebbe molto complicato far rispetdi usufruire del servizio. Abbiamo incontrato i Su 4725 domande per i buoni tare le misure di sicurezza al loro rappresentanti dei bal- spesa il Comune ne ha lavorate interno? «Su questo credo che sarà il Go1667 pari a 460.000 euro. neari per condividere verno a decidere. Si tratta di luo700 le domande arrivate con loro le linee guida della ripresa e siamo in invece per il "bonus affitto" ghi che per definizione vivono su grandi numeri e grandi eventi. attesa dell’ordinanza reSono sicuro che ci sarà un tavolo degionale che darà indicazioni dicato per valutare le possibili soluzioni. più precise sui tempi e sulla gestione. L’idea più praticabile al momento Potenzialmente qualsiasi attività potrebbe sembra quella di estendere le attuali conces- partire con un accurato piano di prevenzione sioni, consentendo a loro di aumentare le di- sanitaria e calcolo del rischio, ma questo destanze in spiaggia e quindi di non ridurre vono essere i tecnici a valutarlo». (continua) drasticamente le postazioni, e alla cittadinanza di usufruire della spiaggia in tutta sicurezza, garantendo sempre e comunque la possibilità di accesso libero alle spiagge. Dopo il 4 maggio resta vietato l’accesso alle Tutto questo dipenderà principalmente da spiagge del Comune di Pomezia, fatto salvo quanti fondi avremo a diNella foto: Il per (a) effettuare sessioni di allenamento di sposizione per effettuare i Sindaco di atleti, professionisti e non professionisti, ricontrolli e le possibilità che Pomezia conosciuti di interesse nazionale dal Comidarà la Regione di gestione Adriano tato Olimpico Nazionale (CONI), dal delle concessioni attuali e Zuccalà Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, sempre nel rispetto della distanza interpersonale di almeno 2 metri; (b) l’accesso alle attività aperte sulla base del DPCM del 26 aprile, esclusivamente per il tratto necessario al loro raggiungimento (esempio ristoranti che hanno accesso solo su area demaniale); (c) l'accesso degli operatori autorizzati per motivi di sicurezza, igiene e sanità nonché al personale impegnato in comprovate attività di manutenzione e vigilanza, anche relative alle aree in concessione o di pertinenza.

Novità spiagge


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

SPECIALE COVID-19

invece le minori entrate a cause dell’emer(segue) Come si riparte da questa situazione di pro- genza? fonda crisi che sarà soprattutto economica «Siamo ancora in fase preliminare di calcolo. nei prossimi mesi? Il budget per gli eventi del periodo previsto «Stiamo delineando una road map di inter- era di 125.000€, che potranno sicuramente venti, da mettere a punto sulla base essere utilizzati per fini di rilancio o di una scala di priorità, per poi supporto, o semplicemente riproprogrammare una ripartenza grammati in base alle attività Allarme conti pubblici con il necessario supporto che si potranno fare. Sulle endegli Enti sovra-comunali. trate sarà una fase complicata. 700.000€ di mancati incassi Dobbiamo prendere atto Sicuramente non arriverà tra tassa di soggiorno, che sta cambiando l'ordi- occupazione suolo pubblico e gran parte della tassa di sognarietà e dobbiamo adegiorno per cui stimiamo tassa sulla pubblicità. guarci a questa nuova mancati incassi per 500.000€, Incalcolabile il mancato gettito di Tari e Imu realtà. Il piano prevederà sialtri 100.000€ di occupazione curamente 3 priorità: immissuolo pubblico e altrettanti come sione di liquidità alle attività più tassa sulla pubblicità. Incalcolabile colpite dalle chiusure, quelle che non ad oggi il mancato gettito della TARI e hanno avuto il minimo incasso in questo pe- dell’IMU, che sapremo a giugno\luglio se ririodo; piano di abbattimento delle spese tri- marranno quelle le scadenze e non verranno butarie; piano di rilancio dedicato a Pomezia prorogate. In più c’è tutto il tema dell’indotto, e Torvaianica. Dipenderà tutto dai fondi a di- il mancato lavoro, anche quello della stasposizione. Inoltre è allo studio la possibilità gione, che porteranno mancate entrate da di ampliare l’uso di suolo pubblico per le at- IRPEF ad oggi non calcolabili. Se non arritività commerciali favorendo il consumo e la veranno aiuti statali ai comuni, non saremo fruizione dei clienti all’esterno. Stiamo stu- più in grado di portare avanti i servizi essendiando progetti innovativi per la cultura e lo ziali dell’ente. Per questo il nostro appello, a spettacolo, favorendo le attività all’aperto. chi ha mantenuto intatte le sue entrate nonoQuante sono le risorse stanziate in bilancio stante l’emergenza, è che chi può pagare le che non verranno spese (spettacoli ed eventi tasse lo faccia, anche se le scadenze sono state estivi, servizi non più necessari ecc.)? Quante prorogate».

7

L'Amministrazione comunale pensa di aiutare in qualche modo i piccoli commercianti e gli artigiani che, a causa delle attività ferme per due mesi e poi che riapriranno in "forma ridotta" a causa delle normative stringenti, adesso si trovano in difficoltà? L’Amministrazione comunale è al lavoro per recuperare i fondi necessari a sostenere quelle imprese che sono state costrette a chiudere in questi mesi. Come ho già detto seguiremo delle priorità che vedranno comunque al centro l’immissione di liquidità per le attività più colpite e l’abbattimento delle spese tributarie». Luca Mugnaioli

Cabina di regia Le priorità del post-emergenza: Immissione liquidità nelle attività più colpite dal "lockdown" Piano di abbattimento spese tributarie Piano di rilancio dedicato a Pomezia e Torvaianica Ampliamento suolo pubblico per attività commerciali Cultura e spettacolo all'aperto


8

SPECIALE COVID-19

Il Corriere della Città maggio 2020

Emergenza, Savarese: «La rigidità ha pagato» Ardea con il numero di casi più basso sul litorale. Amministrazione al lavoro sull'economia indaco ci risentiamo a distanza di un mese: a che punto siamo con l'emergenza Coronavirus sul territorio? «Sul fronte dei contagi la situazione è sicuramente migliore rispetto ai Comuni limitrofi. Ardea è al terzultimo posto riguardo al rapporto “infezioni per migliaia di abitanti” e anche come valori assoluti siamo tra i più bassi. Il contenimento dei contagi è anche frutto, e di questo sono molto soddisfatto, della rigidità con la quale sin da subito abbiamo gestito l'emergenza, applicando con scrupolo le direttive del Governo». Buoni spesa: quante richieste sono arrivate al Comune e a quante l'ente è riuscito a far fronte? «Al momento abbiamo ricevuto oltre 2.000 domande ma molte di queste, circa il 40%, Secondo il Sindaco la rigidità dei controlli ha pagato sul fronte del contenimento del virus non rispettano purtroppo i Sul fronte dei controlli? con lei. Cosa si pensa di fare su questo requisiti. Altre ancora Questa fase nuova si preannuncia carica fronte? sono state compilate Misure sociali di problemi soprattutto per il litorale. «Il problema è serio. Ardea, come Pomezia in modo errato: ci Su oltre 2.000 domande Paradossalmente i controlli dovranno del resto, ha per il 60% circa arenili liberi. E sono infatti richiepervenute per i buoni spesa aumentare ed essere ancora più capil- chi li controllerà? Dall'incontro con i Sindaci ste che, seppur accirca il 40% non rispettava i lari rispetto a quanto accaduto finora. del litorale (Nettuno, Anzio, Pomezia e il Precolte, non è stato requisiti. Si lavora anche sul Il Governo ha allargato le maglie e sidente del X Municipio Ostia) è emerso che, ancora possibile fronte "bonus affitti" e quelli dunque, di pari passo, dovranno essere in assenza di ulteriori indicazioni, le spiagge evadere per vari per le spese farmaceutiche intensificate le attività di verifica. Ma la non potranno che rimanere chiuse almeno motivi come l'irrecosa peggiore sarà il mare...» fino al 18 maggio. peribilità dei benefiE' infatti uno dei temi che volevamo trattare (continua) ciari o per altri errori riscontrati sui dati forniti. Ma al netto di queste problematiche il lavoro prosegue perché le domande, oltre a quelle già arrivate e in attesa di lavorazione, continuano a pervenire all'Ente. Inoltre stiamo lavorando anche sul fronte dei “bonus affitti” e sui buoni da destinare alle spese farmaceutiche per i quali stiamo approntando le relative modalità d'utilizzo. Siamo comunque orientati, per quest'ultimo aspetto, verso le Farmacie comunali in modo da aumentare i vantaggi economici per i cittadini».

S

Ardea è al terzultimo posto riguardo al rapporto “infezioni per migliaia di abitanti”. Al 1 maggio erano 25 i casi totali

Nella foto: Il Sindaco di Ardea Mario Savarese

Coronavirus sul litorale, casi complessivi: Nettuno (60), Pomezia (55), Anzio (51), Ardea (25)


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020 (segue) «E' inevitabile. Abbiamo bisogno che la Regione Lazio fornisca indicazioni su come gestire la situazione perchè le domande sono molte: chi fornirà le risorse necessarie? A chi sarà deputata l'attività di controllo? Il Comune, senza aiuti dello Stato, non può farsene carico. Sull'ipotesi di darla invece, in parte, ai gestori degli stabilimenti attigui ciò può reggere fino a un certo punto in quei tratti di costa dove gli stabilimenti sono molti e consecutivi. Di certo non è il nostro caso. Per gli stabilimenti si potrebbe pensare di allargare un po' gli spazi in modo da compensare il ridotto numero di persone che potranno accedere – ma anche qui ancora

SPECIALE COVID-19 Economia: «Il momento è drammatico. Chiaramente lo stop prolungato ha inciso in misura notevole sulle attività del territorio così come sui tantissimi lavoratori autonomi di Ardea» non se ne sa nulla – in virtù del distanziamento sociale. Qual è la situazione dal punto di vista economico? Cosa sta facendo il Comune per le attività in difficoltà? «Senza dubbio il momento è drammatico. Chiaramente lo stop prolungato ha inciso in misura notevole sulle attività del territorio così come sui tantissimi lavoratori autonomi. L'unico margine d'azione che ha il Comune

Misure per i commercianti ARDEA - L'assessore al Bilancio del Comune di Ardea Ulderico Querini ha spiegato cosa si sta facendo sul fronte Tari e Tosap. «Sono state previste, a valere sull’apposito Fondo Straordinario COVID 19, riduzioni TARI per tutte le utenze non domestiche interessate dai provvedimenti di chiusura che prevedono riduzioni del 90% sul dovuto per i primi due mesi di chiusura per arrivare al 45% nei successivi due mesi di maggio e giugno. E' attualmente allo studio una possibile riduzione anche della TOSAP così da non oltremodo penalizzare le attività legate soprattutto alla somministrazione che, a seguito dei provvedimenti governativi di avvio alla Fase 2, avranno sicuramente bisogno di maggiori spazi per poter garantire un adeguato servizio ai potenziali clienti».

9

è quello dell'aspetto fiscale e tributario: applicheremo sconti pesanti sulla Tari per i commercianti, una misura doverosa considerando la chiusura prolungata. Anche se non potremo arrivare ad una totale esenzione lavoriamo per estendere gli sconti anche fino al 90%. Per il resto la situazione dell'ente è nota: il Comune non ha risorse proprie, purtroppo, per aiutare i commercianti». Savarese: «La situazione dell'Ente è nota: il Comune non ha risorse proprieper aiutare i commercianti. Possiamo lavorare solo sull'aspetto fiscale e tributario»


10

SPECIALE COVID-19

Il Corriere della Città maggio 2020

Economia, allarme a Roma e provincia Dai bar ai ristoranti, ai negozi, è disastro: «Per alcuni settori il 40% delle attività non riaprirà più» na situazione drammatica. E' questo quanto emerge dai dati dalle rilevazioni effettuate dal Centro Studi della CNA sono davvero allarmanti. La Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Roma, è l'Associazione Nazionale di rappresentanza delle imprese artigiane, degli imprenditori e delle piccole e medie imprese e del commercio che in questi giorni ha lanciato un grido

U

tutto questo: un rischio elevato di perdite significative di professionalità ed eccellenze, di posti di lavoro con il risultato di avere sempre più imprenditori e famiglie costretti ad indebitarsi per sopravvivere. Per alcuni settori, inoltre, il calo del fatturato previsto al 30 aprile è allarmante. Basti pensare che gli alberghi prevedono una diminuzione dell’85%, seguiti dall’artigianato artistico, dal trasporto passeggeri su strada e dai servizi legati alla bellezza. Un'emergenza senza precedenti. «Servono aiuti concreti»

Melchionno, Presidente della CNA di Roma. I settori più a rischio I dati riguardano Roma e provincia. Tra i settori più a rischio, oltre a quelli sopra menzionati, vi sono quelli delle gelaterie e pasticcerie: 1.375 esercizi che potrebbero drasticamente ridursi del 40% a fine emergenza. Serrande cioè che potrebbero non rialzarsi più. Chi riuscirà a “sopravvivere” invece, sempre secondo queste stime, dovrà comunque fare i conti con un calo di fatturato addirittura dell'80% al 30 aprile, mitigato lie-

Tra i settori più a rischio quelli delle gelaterie e pasticcerie ma anche ristoratori, parrucchieri, estetisti e cura degli animali d'allarme: la stima delle imprese a rischio chiusura per alcuni settori si aggira anche al 40% e questo riguarda soprattutto commercio e gelaterie, ma non va molto meglio nemmeno per il comparto della ristorazione, dell’acconciatura, dell’estetica e della toelettatura di animali che si attesta intorno al 30%. Il mondo delle piccole e medie imprese In questa parte del Lazio le cifre sono considerevoli. Parliamo di oltre 170mila attività e un numero che oltrepassa le 400mila unità per i dipendenti prima dell'emergenza Coronavirus. E chissà quanti di questi riusciranno a mantenere il proprio impiego nel post Covid-19. Intanto però servono aiuti concreti da un lato ma soprattutto, al netto delle dovute precauzioni, la possibilità di riaprire. Gravi perdite in vista fino all'85% E' facile allora immaginare in cosa si tradurrà

«Abbiamo realizzato questo studio proprio per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle difficoltà reali che stanno affrontando quotidianamente i nostri imprenditori sul territorio di Roma e Provincia. Bisogna mettere in atto un piano di sostegno ben congegnato e attento e bisogna farlo ora, prima che si ricomincino ad aprire le attività, perché la semplice riapertura non sarà sufficiente questo a far ripartire l’economia. Gli artigiani, gli imprenditori e i commercianti sono fortemente provati da oltre un mese di lockdown che ha intaccato risorse economiche, fisiche e psicologiche. Hanno bisogno di iniezioni di fiducia e di liquidità, di avere la concreta percezione di vivere in un sistema che riconosca la loro importanza in termini economici e di valore sociale, non di essere semplicemente dei contribuenti da spremere con le tasse», dichiara così Michelangelo

vemente, forse, solo dalle consegne a domicilio per chi ha potuto farlo ma di certo non sufficiente a coprire il “buco” delle perdite. A seguire, in termini di ricadute economiche, vi è poi il settore del trasporto su strada (80% previsto di fatturato), quello della ristorazione e dei bar, così come quello di acconciatori, centri estetici e simili, per i quali si stima sempre al 30 aprile una perdita del 70% in termini di introiti. Va addirittura peggio per oreficerie e gioiellerie nonché per il comparto alberghiero come detto in apertura: -85% previsto di fatturato, anche se le stime per la chiusura delle prime attività si ferma “solo” al 20%, che sale al 30% per le strutture ricettive. L'allarme è per oltre 170mila attività e un numero che oltrepassa le 400mila unità per i dipendenti prima dell'emergenza Coronavirus



12

SPECIALE COVID-19

Il Corriere della Città maggio 2020

Stagione estiva nel caos: regna l'incertezza L'allarme del SIB: «Noi completamente dimenticati dal Governo». E il tempo ormai stringe a prossima stagione estiva rischia di chiudere i battenti ancor prima di cominciare. Non è un gioco di parole ma l'effetto, drammatico, che l'emergenza Coronavirus porta con sé dal punto di vista economico per il turismo. E tra i più colpiti ci sono loro, i balneari, alle prese, mentre scriviamo, ancora con la più totale incertezza di cosa accadrà la prossima estate. Sì perché, per ora, i gestori possono limitarsi solamente ad effettuare piccole manutenzioni come disposto dall'ultima ordinanza della Regione Lazio nel mese di aprile; ma per date di apertura, ma soprattutto modalità di lavoro – quante persone potranno accedere a lettini e ombrelloni? In quanti potranno fare il bagno? E per i chioschi? -

L

motivo è semplice: a pesare è l’incertezza di come, e soprattutto con quali risorse, do-

l'assenza di febbre; si discute anche di poter estendere l'orario di apertura fino a mezza-

Ardea e Pomezia, le ipotesi sul tavolo: chiusura spiagge almeno fino al 18 maggi. 1 giugno per apertura degli stabilimenti. Ma servono indicazioni da Governo e Regione vrebbe essere gestito il controllo delle prescrizioni di sicurezza in materia di Coronavirus specie sulle spiagge libere. Questo peraltro in concomitanza dell’allentamento delle misure restrittive iniziato lunedì 4 maggio, data dalla quale è possibile spostarsi anche per andare a trovare i “congiunti”. Chiesto incontro in Regione Mentre scriviamo ancora non è stata fornita nessuna indicazione dalla Regione Lazio che potrebbe stabilire direttive univoche e impeancora non se ne sa nulla. Di ipotesi però ne dire che ogni Comune proceda per sé (anche se, c'è da dire dall'inizio dell'emersono state avanzate di tutti i tipi: dal genza sulla costa ci si è mossi semplexiglass tra i bagnanti, ai “tuffi Le richieste pre nella stessa direzione). a numero chiuso” fino agli ine le ipotesi al vaglio: Federbalneari Italia ha intanto gressi contingentati. La verità Riapertura spiagge chiesto di poter avviare la è però che, arrivati all'inizio in sicurezza stagione il prossimo 18 magdi maggio, regna la più togio pena l'impossibilità di tale incertezza. Congelamento tasse salvarla. Per questo dunque Litorale romano chiuso Termoscanner all'ingresso il tempo delle decisioni si fa (almeno) fino al 18 maggio sempre più stretto. Intanto i Sindaci del litorale Consegna cibo e bevande al lettino Ardea e Pomezia: si studiano romano, di comune accordo, misure per sono corsi ai ripari con l'unico garantire l'estate ai cittadini strumento a propria disposizione: prolungare, almeno è questa l'ipotesi mentre an- A fine mese il Comune di Pomezia ha dato il diamo in stampa, il divieto d’accesso via agli incontri con i settori chiave del terriall’arenile almeno fino al prossimo 18 maggio torio per capire come muoversi. Tra questi (unica eccezione per gli atleti a Pomezia). Il sono stati ricevuti anche gli albergatori e i balneari. Su quest'ultimo fronte sono state diA pesare è l’incertezza di come, e verse le ipotesi avanzate: all'ingresso degli soprattutto con quali risorse, dovrebbe stabilimenti potrebbe essere misurata la temessere gestito il controllo delle peratura corporea dei clienti – un po' come prescrizioni di sicurezza in materia di avviene già nei supermercati – per verificare Coronavirus specie sulle spiagge libere

L'ipotesi di affidare il "controllo" delle spiagge libere agli stabilimenti attigui divide i balneari. Si potrebbe lasciare la decisione a iniziative volontarie notte (quasi impossibile andare oltre) per compensare i minori ingressi giornalieri a causa del distanziamento che dovrà essere applicato tra ombrelloni e lettini (almeno 2 metri si ipotizza). Cibo e bevande potrebbero essere consegnate direttamente all'ombrollone evitando calche e file al bar. Sulla gestione delle spiagge libere si è comunque parlato della possibilità di esercitare il controllo da parte degli stabilimenti attigui: la questione chiaramente divide, soprattutto perché si dovrebbe ragionare su ulteriori costi per i balneari; quest'ultima ipotesi potrebbe allora essere lasciata ad iniziative volontarie. Intanto è stata avanzata una prima data per la riapertura: il 1 giugno 2020. Da Ardea, tornando alle spiagge libere, l'Amministrazione sta studiando invece un sistema per monitorare eventuali assembramenti in spiaggia: attraverso la raccolta di dati anonimi, sfruttando i segnali emessi dai cellulari, si potrebbero evidenziare aree di maggiore presenza di persone e predisporre dei controlli. (continua) Ardea: l'Amministrazione sta studiando un sistema per monitorare eventuali assembramenti in spiaggia sfruttando, attraverso la raccolta di dati anonimi, i segnali emessi dai cellulari


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020 (segue) Da Torvaianica: «Situazione in pericoloso stand-by» Della questione ne abbiamo parlato con Marco Schiano, titolare dell'omonimo stabilimento e rappresentante del SIB (Sindacato Italiano Balneari). «La situazione è in stand by, nel senso che attendiamo le indicazioni del Governo perché sono le uniche che contano, giuste o sbagliate che siano. Per quanto riguarda la struttura che gestisco è già stata sanificata e completamente igienizzata ma adesso decisive, ripeto, saranno le indicazioni dello Stato: prescrizioni, distanziamento sociale, ovvero tutti i parametri che dovremo rispettare nel bene e nel male. E' vitale per noi saperle e regolarci di conseguenza». Ma il problema è soprattutto economico. «C'è da verificare l'effettiva convenienza ad aprire», dichiara Schiano. «Bisogna tener conto infatti – prosegue – dell'incidenza dell'affitto demaniale, della Tari, dell'imposta Regionale del 15%, ossia di tutte quelle spese fisse, molto alte, che noi gestori dobbiamo sostenere; oltretutto ci sarà da considerare quelle che saranno le effettive possibilità per i clienti di accedere allo stabilimento: se infatti il distanziamento sociale sarà molto rigido e ridurrà in maniera sensibile la presenza del turismo, e quindi gli incassi, dovremo verificare se le spese risulteranno coperte – non dimentichiamoci che l'attività di uno stabilimento abbraccia tutto l'anno tra manutenzioni, attività di preparazione e così via – così come il bilancio familiare». Per questo i balneari hanno chiesto al Comune di Pomezia il congelamento delle tasse da giugno a dicembre. Poi c'è, come detto, la situazione delle spiagge libere. «Anche qui ne abbiamo sentite di tutti i colori», commenta Schiano. «La soluzione è

SPECIALE COVID-19 difficilissima da trovare perché non ci sono controlli in questi spazi. Sento parlare di un'attività di controllo che dovrebbe essere esercitata dagli stabilimenti adiacenti, ma con quale autorità? E' pensabile che un gestore dica a trenta persone, ipotizzo, di non stare vicine tra loro all'interno dell'arenile libero? No, a mio avviso non lo è. Il caso di Pomezia è poi ancor più complicato perché circa il 60% delle spiagge sono libere. Peraltro a sud e a nord alcuni tratti si estendono per interi km, il che rende ancora più complicato il raggio d'azione. Di sicuro le risposte non si possono cercare tra i balneari, penso che altrove possano esserci persone più preparate per gestire in modo adeguato questa situazione eccezionale, magari dando in gestione tali spazi a qualche agenzia regionale. Ma a Cavola: «Chi aprirà potrà al massimo puntare al pareggio economico». Schiano: «Troppi costi e incertezza sulle regole da seguire: così è un dramma» prescindere, appare evidente che tanto si giocherà sul buon senso delle persone e sull'auto disciplina». Angelo Cavola: «Situazione surreale, il Governo si è scordato di noi» Gli stessi problemi si vivono a qualche chilometro di distanza. Perché se è vero che gli stabilimenti «cercheranno di aprire a tutti i costi», come dichiara Angelo Cavola del SIB di Ardea, già Vicepresidente del Lazio e della Provincia di Roma, è altrettanto vero che convivere con l'incertezza di ciò che sarà sta diventando impossibile. «Lo scorso anno, di questo periodo, avevamo già iniziato a lavorare in occasione delle feste principali, penso a Pasquetta o al 25 aprile – commenta Cavola – adesso invece oltre a stare chiusi non pos-

13

siamo nemmeno impegnare i prossimi mesi perché ai nostri clienti, che vorrebbero versare un acconto prenotando, dobbiamo dire soltanto 'ancora non lo sappiamo'». Una situazione surreale. «Sono 47 anni che faccio questo lavoro (Angelo Cavola è proprietario dello stabilimento “Roma” ad Ardea, ndr) e mai mi ero ritrovato in questa condizione di incertezza. Bruciati già aprile e maggio, con giugno in forse, resterebbero solo luglio e agosto per lavorare, una condizione che ha già spinto molti stabilimenti in altre parti di Italia a rinunciare del tutto all'apertura. Chi deciderà di aprire, è già chiaro, avrà invece solo un obiettivo: pareggiare i conti». Per Cavola, al netto del dramma del Covid-19, le responsabilità sono anche del Governo. «Credo che lo Stato ci stia mettendo del suo. Attendevamo indicazioni per la “fase 2” e invece ci ritroviamo prolungata, di fatto, la “fase 1” di altri 15 giorni. Quindi cosa è cambiato? Assolutamente nulla. Le maglie della nostra libertà sono rimaste strette com'erano. Vogliamo sapere quando aprire, a che distanza mettere gli ombrelloni e così via». Anche il provvedimento per i ristoranti, che ora potranno lavorare in funzione dell'asporto, sul litorale perde di efficacia secondo il portavoce del SIB: «Senza turisti a chi consegniamo?», puntualizza Cavola. «Io credo che qualcosa si sarebbe potuto fare: sfruttando questo momento di restrizioni perché – ipotizzo – non si è pensato di allestire delle mini-comitive, sempre rispettando le distanze di sicurezza, e portare le persone al mare? C'è chi vive in appartamenti senza nemmeno una terrazza, sarebbe stata un'occasione di svago e intanto si sperimentava un graduale ritorno in spiaggia. Ma gli esperti sostengono altro». Sul fronte spiagge libere Cavola concorda invece con il suo collega di Torvaianica e giudica «impossibile» la proposta di affidare ai balneari il controllo degli arenili non in concessione. «Già sarà faticoso controllare lo stabilimento, figuriamoci pensare anche alla spiaggia libera», ci dice. Infine una battuta sull'indiscrezione, poi venuta meno, che vedeva nel Decreto di Aprile l'attuazione della proroga delle concessioni, in scadenza quest'anno. «Anche qui regna la confusione totale, per il momento il frutto di anni di duro lavoro resta appeso ad un filo».

Angelo Cavola e Marco Schiano, SIB Ardea e Pomezia

Per consegne a domicilio: 327/4723853


14

SPECIALE COVID-19

Il Corriere della Città

maggio 2020

SOS estetisti e parrucchieri: «Così moriamo» Fermare l'abusivismo e riaprire subito: «Misure di sicurezza seguite già prima del Covid-19» ntere categorie in ginocchio. L’emergenza Coronavirus ha colpito non solo nel modo più tragico possibile, ovvero portando via vite umane, ma anche a livello economico. E quello che all’inizio sembrava essere un sacrificio sopportabile, ovvero uno stop di qualche settimana, è diventato un fermo di tre mesi, troppi per poter resistere senza contraccolpi sia pratici che emotivi. In questo articolo parliamo di parrucchieri ed estetisti, ma ad essere colpiti sono i baristi, i ristoratori, i preparatori atletici, i proprietari di palestre e centri fitness, i parchi divertimento con tutti i lavoratori – fissi e stagionali – che adesso si ritrovano senza la possibilità di un’entrata su cui contavano. Le spese da sostenere che restano, gli incassi che non ci sono e quello che fa rabbia è vedere che ci sono “figli e figliastri” (perché il calcio sì, dal momento che è uno sport di

I

voglio certo parlarvi di me, bensì di tutta la nostra categoria, messa in ginocchio da questo virus. Abbiamo abbassato le nostre serrande con grande senso di responsabilità adottando preventivamente negli ultimi giorni che hanno preceduto la chiusura rigidi protocolli di sicurezza per tutelare noi e i nostri clienti. Dinanzi a questa emergenza non solo sanitaria ma anche economica abbiamo fatto squadra, unendoci in un gruppo e condividendo progetti, aspettative e speranze, mettendo sempre al primo posto la sicurezza, investendo le poche risorse rimaste in sanificazione di ambienti, dispositivi di sicurezza e tutto ciò che il protocollo sanitario prevede. Ci aspettavamo una risposta forte anche dalle istituzioni. Non possiamo di certo accontentarci del bonus di 600 euro, tra l’altro non arrivato a tutti. Abbiamo bisogno di risposte sui canoni di locazione, che assieme alle utenze devono essere sospesi, e di risposte sulla cassa integrazione in deroga, non

Alice Terzini, "Estetica Alice" (Ardea) gati, le commissioni delle banche anche! E il personale, che deve ancora vedere uno straccio di soldo di cassa integrazione? Ma poi non ho capito: per quale motivo tutta Italia deve essere bloccata quando ci sono regioni a contagio 0, comuni dove addirittura il virus non è mai arrivato? Perché non fate aperture

Assurdo aspettare fino a giugno per la riapertura: chi rispetta e vuole rispettare le regole finisce ancora una volta penalizzato. Le testimonianze dei commercianti di Ardea e Pomezia contatto e quindi a rischio medio-alto?) e che comunque qualcuno, nelle stesse categorie, lavora: sono i parrucchieri e gli estetisti dei divi che vanno in tv - e lo stesso Conte sembra sempre con i capelli in ordine…- , oltre ai “furbetti” che lavorano (così come facevano in precedenza) in nero a casa. Chi invece rispettava e vuole ancora rispettare le regole viene ancora una volta penalizzato. In questo servizio raccogliamo le voci di alcuni professionisti del settore, a rappresentanza di tutti gli altri, quelli che non vogliono andare contro le regole, ma chiedono rispetto e comprensione per il dramma che stanno vivendo. La testimonianza di Andrea Esposito A Pomezia e Ardea sono tantissimi i parrucchieri e le estetiste che alla notizia data da Conte hanno cominciato a temere di non poter più reggere economicamente. Ecco altre testimonianze. “Finirà anche la notte più buia e sorgerà il sole. Voglio iniziare così, con questa frase di Victor Hugo che racchiude i sentimenti e speranze di ognuno di noi”. A parlare è Andrea Esposito, un parrucchiere che da quasi 20 anni opera nel settore beauty, che con la sua famiglia gestisce a Pomezia due saloni, con 8 dipendenti. “Ma non Monta la rabbia perché qualcuno, nelle stesse categorie, lavora: sono i parrucchieri e gli estetisti dei divi che vanno in tv. E lo stesso Conte sembra sempre con i capelli in ordine…

ancora pervenuta ai nostri dipendenti. Siamo rammaricati e parlo anche a nome di tanti amici titolari di centri estetici, bar, ristoranti e centri sportivi, perché farci aprire il 1 giugno potrebbe per molti voler dire non aprire più. Estetica Alice Più “verace” lo sfogo di Alice Terzini, estetista di Ardea, titolare di Estetica Alice. Ha due saloni, uno alla Nuova Florida, un altro appena aperto a Roma, una decina di dipendenti. “Chi mi conosce sa la mia paura delle malattie, sa quanta paura ho e ho avuto, non vado nei luoghi affollati già da quando il #coronavirus era solo in Cina ma questa GALERA senza aver commesso crimini, mi sta cominciando a pesare, cavolo!”. Apriranno i musei, si potrà salire in 15 su un autobus, apriranno le metro, ricominceranno i campionati di calcio…E noi (con tutte le dovute precauzioni) che siamo disposte a mascherarci come i RIS non possiamo aprire? Noi che anche prima del Corona Virus disinfettavamo anche le ruote della sedia dove sedeva la cliente? Noi che abbiamo utilizzato una lima personale per ogni cliente anche prima della pandemia? Vorrei dire al signor Conte che con quei 600 euro che mi ha dato non ci pago neanche la luce dei miei due negozi, che senza lavorare ho delle spese fisse che nessuno mi ha bloccato! Le bollette arrivano, mutuo e affitto dei negozi vanno pa-

a zone e date la possibilità a qualcuna di noi di ripartire? Eh, no! Sarebbe troppo lavoro per voi, per decidere tre ca**ate vi ci sono voluti esperti di tutto il mondo e ore e ore di chiacchiere inutili, per decidere che, poi? Io sono delusa, amareggiata, triste... non starò a guardare, non è nel mio carattere, ma di certo quando tutto questo sarà finito non dirò grazie alla Stato che come sempre, invece di aiutarci ci dà la spinta verso il burrone! Ma dirò grazie a me stessa, perché io di periodi brutti ne ho passati e anche peggio di questo, ma non ho mai perso la voglia di lottare, reinventarmi e guardare avanti. Non importa quanto durerà la salita: io so salire fino lì. E vi ripeto, aiutiamoci tra noi, che qua non ci aiuta nessuno. E…com’era lo slogan? Andrà tutto bene? Cominciate a tirare su le manicheva’!". (continua)

VIP sempre "ordinati": categoria in rivolta


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

SPECIALE COVID-19

(segue) altri tipi di accortezze per evitare il contagio, Graziella Squillace da Pomezia mi sembra assurdo preferire un negozio al Più pacato, ma non per questo meno dolo- dettaglio,dove non è possibile effettivamente roso, lo sfogo di Graziella Squillace, parruc- distanziare i clienti, piuttosto che un centro chiera di Pomezia. «Gentili concittadini, estetico dove, avendo delle cabine, (perciò clienti, amici, amiche, curiosi, colleghi, ad- delle stanze chiuse), in cui eseguire un tratdetti ai lavori. È un momento di straordina- tamento, si può garantire in maniera impecria difficoltà emotiva, è innegabile. cabile e inequivocabile il distanziamento tra Ascoltando la conferenza stampa del nostro i clienti, e avendo già come prassi un operaPresidente del Consiglio Giuseppe Conte, ho tore per cliente non andiamo contro nessun avuto una reazione di sconcerto e incredulità decreto! Oltretutto operando solo su appunnel momento in cui sono state date le comu- tamento è possibile evitare che le clienti si innicazioni che noi tutti conosciamo. Sono an- contrino fra di loro all’interno del centro. data a dormire addolorata e quasi con le Penalizzare la nostra categoria sul presuppolacrime agli occhi. Il giorno dopo, ragio- sto che non possiamo garantire le misure nando a mente fredda, ho rimesso in ordine anti-contagio mi sembra oltre modo errato tutte le mie energie mentali, le stesse che ho ed insensato. Affrontare anche un altro mese sempre messo a disposizione del mio staff e di chiusura per molti significherà non riadei miei clienti, nonché delle persone che prire più e avere questo rischio sulla base di hanno sempre avuto a che fare con me. Eb- un decreto che non tiene conto effettivabene, penso che le misure restrittive siano mente delle procedure cornecessarie ed essenziali al fine di garanrette è veramente assurdo. Le rischieste dei tire una ripresa delle attività in totale Molti non hanno neancommercianti: sicurezza che decreterebbe la nostra che ricevuto i 600€, armonia e dovuta spensieratezza perciò non solo lo Riapertura prima del per eseguire dei lavori professioStato non ci sta soste1 giugno nali, convivendo in piena sinergia nendo ma ci sta anche con le regole che saranno stabilite impedendo di sosteLotta agli abusivi dalle autorità competenti. Tuttavia, nerci da soli. La cateAnnullamento tasse i miei pensieri più profondi, vanno goria dei centri estetici comunali ai miei dipendenti, ai fornitori, a tutte come anche dei parrucle persone con cui ho a che fare da anni chieri utilizza già delle norme nel mio settore: se tutelerete nel migliore dei igieniche molto alte. È assurdo pemodi noi, noi potremmo stendere una mano nalizzare il nostro settore senza motivazione. concreta verso queste persone. Io, personal- Il tutto senza tenere conto di tutti gli abusivi mente, sono fiduciosa che questo avverrà e che lavoreranno senza ovviamente poter gache riprenderemo non solo ad abbracciarci rantire nessuna norma anti-contagio! Fateci più forte ma anche a guardarci più serena- lavorare e fateci fare il nostro lavoro secondo mente negli occhi. “Non tutto ciò che viene la professionalità e l’etica che ci ha contradaffrontato può essere cambiato, ma niente distinto!». può essere cambiato finché non viene affron- Laura Capannini di #Glam a Pomezia «Non amo le polemiche però è ovvio che non tato”. La vostra Graziella...». ho condiviso minimamente questa scelta di Claudia Cicchetti "Marco Post" Pomezia Con noi si sfoga anche Claudia Cicchetti che riaprire a giugno. È un controsenso vedere a Pomezia ha portato il brand Marco Post. che possono entrare 15/20 persone in un au«Credo di parlare a nome di tutte le colleghe tobus, che è molto più piccolo di un negozio, del settore,dicendo che il nostro livello di ed io non posso lavorare rispettando tutte le igiene e sterilizzazione nei nostri centri era norme di sicurezza che comunque condigià molto alto prima dell’emergenza sanita- vido. Noi già sterilizzavamo spazzola, sedie e ria. Anche comprendendo che si richiedono superfici. Abbiamo postazioni ad un metro di distanza l'una dall'altra ed andiamo da sempre per appuntamento, quindi non capisco il senso di riaprire il 1 giugno. L'unica differenza è che non ind o s s a v a m o mascherine. Ma non è un problema usarle, basta che ci fanno lavorare. C'è il rischio che tante attiClaudia Cicchetti, "Marco Post" di Pomezia

15

vità non riapriranno più perché non possono ripartire indebitate fino al collo. Lo stato ci sta dando le briciole. Avrei preferito non ricevere 600€ ma iniziare a lavorare rispettando le norme. Se ci facessero lavorare, secondo le norme stabilite, già sarebbe un passo avanti ed un aiuto per ricominciare con serenità. In tanti paesi hanno aperto prima i parrucchieri...non le librerie. Fateci riaprire, e fateci lavorare con serenità. Chiediamo solo questo». Incontro in Comune Intanto a fine mese gli operatori della categoria hanno incontrato il Sindaco di Pomezia esponendogli le loro richieste. Tra questi è stata chiesta la possibilità di riaprire prima del 1º giugno, ma qui a pesare purtroppo sono le decisioni del Governo: si tenterà allora un'interlocuzione con la Regione se, come sembra, dal 18 i Governatori saranno liberi di commisurare le riaperture in base ai locali andamenti del contagio (non più dunque decisioni su scala nazionale); sul fronte delle tasse comunali l'Amministrazione si è detta disponibile a spostare la date – ad Ardea si lavora invece ad una forte scontistica della Tari – salvo nuovi fondi dal Governo. Ampia condivisione è emersa dall'incontro sul fronte della lotta contro l’abusivismo. Chiesto anche materiale di supporto (mascherine e altro) come avviene già per gli over 65. Attivata infine una email per estendere la rete dei parrucchieri e agevolare le comunicazioni tra la categoria (parrucchieri.barbieri.pomezia@gmail.com).

Laura Capannini, #Glam di Pomezia


16

SPECIALE COVID-19

Il Corriere della Città maggio 2020

Comparto alberghiero: «Noi i più colpiti» Lunga intervista ad Antonio Guido, Capo delegazione di Pomezia per Federalberghi Roma ome si può “sopravvivere”, in termini economici, a questo virus? «Ormai è acclarato da qualsiasi orizzonte la si può vedere che il comparto tra i più colpiti è quello del nostro settore turistico – ricettivo. L’associazione Federalberghi ha sin dall’inizio di questa emergenza temuto che si potesse verificare quanto è ormai sotto gli occhi di tutti, ovvero che gli alberghi avrebbero pagato il prezzo più alto in termini di azzeramento di ricavi e il rischio chiusura per molte attività. “Sopravvivere” in termini economici è impossibile, poiché i costi fissi che un albergo deve sostenere sono cifre importanti, sia che esso accolga 10 o cento ospiti. L’unica strada possibile nell’immediato è quella di consentire attraverso finanziamenti e indennizzi a fondo perduto, un’iniezione di liquidità che ci permetta quantomeno di reggere qualche mese, prima che alcune insegne dei nostri Hotel si spengano definitivamente. Solo a Pomezia, ad oggi, contiamo oltre la metà degli Hotel chiusi ormai da quasi due mesi e quei pochi rimasti aperti hanno mediamente un’occupazione del 5/10 per cento». Secondo l'osservatorio della CNA tra Roma e Provincia potrebbe chiudere il 30% degli alberghi e al 30 aprile potrebbe verificarsi, in media, una perdita di fatturato dell'85%. Sono stime veritiere secondo lei? «Non solo sono veritiere ma sono tendenti al rialzo se non si verificano nell’immediato alcune condizioni. La prima è quella di rendere accessibile all’imprenditore alberghiero, la possibilità di usufruire oltre alla liquidità immediata a cui accennavo prima, anche a finanziamenti per il rilancio e la riqualificazione della sua struttura. O meglio, rendere più fluida e meno “burocratizzata” la possibilità di documentare i requisiti necessari per potervi accedere, poiché il fattore tempo in questo momento è vitale. Non dimentichiamo che grazie ad ogni albergo ci sono famiglie che, legate ai nostri dipendenti, costruiscono le loro vite e quelle dei loro figli,

C

Antonio Guido è il Direttore dell'Hotel Enea di Aprilia e Pomezia

Nelle foto: qui sopra, Antonio Guido e il Presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli

a cui all’improvviso gli abbiamo dovuto consegnare la lettera di sospensione dal lavoro. Più di 400 sono i posti di lavoro a rischio nel solo polo alberghiero di Pomezia. Quale sarà il futuro? Per quest’anno non si hanno certezze, ma quando si tornerà alla normalità per molti imprenditori forse sarà troppo tardi e sarà un vero peccato aver lasciato per strada valide figure formate in molti anni di collaborazione come camerieri, cuochi, barman, addetti al ricevimento ... questo penso sia il dolore più grande!» Come si può rilanciare il settore alberghiero? «Innanzitutto dobbiamo riconoscere che questa esperienza ci avrà molto cambiati, sia noi come consumatori che come operatori del settore. Il futuro cliente sarà più esigente, avrà più timori. Si porta dietro questa terribile esperienza che lo condizionerà nelle sue scelte future, cercherà alberghi dove si sentirà più protetto, più garantito, più tutelato. E noi avremmo questa grande responsabilità di rassicurarlo per un ritorno alla normalità. Detto ciò prima di parlare di rilancio bisogna essere consapevoli che per tornare ai livelli del 2019, secondo i dati dell’Agenzia Nazionale del Turismo occorreranno minimo 2 anni, e che prima di tutto sia fatta chiarezza sulla possibilità di viaggiare all’interno del nostro paese, perché altrimenti gli operatori del settore non potranno programmare i loro servizi e le loro offerte. A chi ci rivolgeremo se nessuno sa ancora quando e se può mettere piede nel nostro paese? L’unica certezza è il mercato interno che aspetterà sicuramente sotto data per prenotare ed il settore dovrà fare i conti con l’assenza dei turisti stranieri che rappresentano almeno il 35%, soprattutto nel periodo da Marzo a Ottobre. Quindi ci siamo ritrovati con quello che avrebbe dovuto essere l’inizio dell’alta stagione con il blocco del turismo». C'è possibilità secondo lei, se il virus rimarrà sotto controllo, di un colpo di coda nella parte finale dell'estate per consentire agli italiani di andare in vacanza, magari in Regioni

“più sicure” dove i contagi sono maggiormente sotto controllo? «Ha detto bene: se il virus sarà sotto controllo. Ma dipende anche da noi, poiché sì è vero che l’economia ed il Paese è bene che si riprenda ma ognuno deve fare la propria parte, rispettando le disposizioni, altrimenti si rischia una ripresa dei contagi. Si avverte oramai quasi inarrestabile la voglia di ricominciare, si percepisce la volontà forte di riaprire le attività. A patto che sia però in assoluta sicurezza, per questo è essenziale la collaborazione di tutti. E’ corretto farlo con la prudenza e l’attenzione necessaria, perché sarebbe davvero pericoloso se tra qualche settimana dovessimo richiudere. Detto ciò speriamo molto in qualche segnale per un colpo di coda nella parte finale dell’estate, il Lazio con Roma come città d’arte potrebbe essere molto ricercata dagli abitanti delle altre regioni. Ma non escluderei un’altra opportunità a breve, ovvero con i Musei che riapriranno si potrebbe riscoprire un nuovo modo per poterli visitare in condizioni irripetibili. Infatti costretti al distanziamento sociale, chi vi accederà potrà vedere le opere d’arte come in pochi le hanno viste; avrà la possibilità di sostare da solo, con calma e senza essere disturbato da voci di fondo o gruppi chiassosi, dato il divieto di assembramenti». Cosa chiederete come comparto alberghiero al Comune? «Pomezia rappresenta un polo alberghiero importante per il territorio con la presenza di strutture molto importanti sia in termini di qualità che di quantità. Infatti sono diversi gli alberghi di 3/4 stelle, che insieme alle altre strutture ricettive garantiscono ospitalità d’eccellenza con gli oltre 2.400 posti disponibili. Ma dopo quest’emergenza, quanti ancora rimarranno aperti? Sarà molto dura, ma chiudere è un pensiero che non ci tocca: abbiamo un obbligo con i nostri collaboratori e i nostri ospiti, oltreché una funzione sociale nel territorio, non possiamo sparire così all’improvviso. L’amministrazione comunale in particolare nella persona del Sindaco Adriano Zuccalà e la Vice-Sindaco Simona Morcellini, hanno colto il segnale di sofferenza del nostro comparto convocandoci per un incontro che si è svolto di recente dove abbiamo esposto i dati molto allarmanti del nostro settore. Ci si è confrontati su temi per noi di vitale importanza, quali ad esempio la sospensione dei tributi e tasse comunali come la TARI, chiedendone una nuova rimodulazione sulla base dell’effettiva presenza degli ospiti, che per la verità era già stata annunciata dal Sindaco attraverso la tariffa cosiddetta “puntuale”». (continua)


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

SPECIALE COVID-19

(segue) «Per l’IMU in particolare, essendo la spesa più onerosa ed immediata da pagarsi a breve, ci aspettiamo una sospensione per tutto il 2020, con una proroga di tutti gli adempimenti fiscali che arriveranno, tra i quali l’ IRES e IRAP dell’anno precedente che andrebbero pagati tenuto conto dei ricavi di quest’anno. Infine si è affrontato il dopo Coronavirus ritenendo necessario un progetto a più ampie vedute, con il coinvolgimento di tutte le risorse che il nostro territorio può offrire. Ripetiamo che ognuno deve fare la sua parte, offrendo il proprio contributo, creando strategie comuni che promuovano il concetto di “solidarietà” evocato più volte in questa quarantena. Abbiamo la fortuna di essere a pochi minuti da Roma, dai Laghi e dai Castelli Romani, dalle nostre, anche se ancora poco conosciute, bellezze della antica “Lavinuim”. E poi la grande fortuna di avere due grandi parchi tematici, quali Zoomarine e Cinecittà World che mai più di adesso sarebbe auspicabile una sinergia tra loro che permetta allo stesso ospite di visitare entrambi con un unico biglietto. Questo creerà sicuramente degli effetti immediati su tutto il comparto, infatti lo stesso ospite avrà l’opportunità di essere più attratto da un’offerta che gli faccia trascorrere non uno, ma due o più giorni sul nostro territorio, traendo vantaggio con un pacchetto completo da cui possono avere beneficio, non solo i parchi, ma anche gli alberghi e le altre attività del territorio, poiché le persone rimanendo più giorni hanno la possibilità di frequentare i ristoranti e i locali del luogo». Quanto perderà come introiti proprio la città di Pomezia secondo lei, nota per il turismo d'affari ma anche per quello relativo ai grandi parchi a tema (avendo vicino Zoomarine e Cinecittà World), in questa emergenza? «La perdita più importante, mi creda, è aver tolto la speranza di ritrovare il proprio posto Nella foto: di lavoro ai tanti nostri Federalberghi Roma: il presidente collaboratori che, per il momento, sono in cassa Roscioli, il Direttore Tommaso integrazione. Persone con le quali abbiamo Tanzilli e il Vice Direttore Gianluca condiviso la loro crescita personale, profesDe Gaetano

sionale e familiare e che purtroppo si sta delineando la quasi certezza che molti di loro saranno licenziati. Poi sì certamente ne soffrirà tutta la comunità per l’indotto che genera una struttura alberghiera come le imprese di pulizie, le lavanderie, i fornitori dei beni per la ristorazione ecc... E non da ultimo anche per il bilancio in quanto, non essendoci le presenze degli anni precedenti, ci saranno meno ospiti che pagheranno la tassa di soggiorno e quindi meno incasso per le casse comunali. Si pensi ad esempio, che negli ultimi anni il solo gettito di questa tassa si aggirava intorno ai 400.000,00 Euro. Infatti su questo punto l’amministrazione si è mostrata disponibile a valutare l’ipotesi di una sospensione per il prossimo futuro o in alternativa apporre modifiche alla norma per consentire l’utilizzo di questo gettito a favore di investimenti nel settore turistico. Infine siamo tutti in attesa di conoscere le date di apertura dei parchi a cui lei accennava, infatti Zoomarine e Cinecittà World con l’approssimarsi della bella stagione rappresenterebbero per il territorio e, soprattutto per noi albergatori, un filo di speranza per poter sopravvivere nei prossimi mesi. Infatti ci auguriamo che il governo possa dare al più presto le linee guida necessarie per consentire ai parchi di poter avviare le proprie attività, garantendo chiaramente come tutti i noi, le condizioni perché venga tutelata, sia con i dispositivi necessari che con il distanziamento sociale, la salute dei frequentatori». Da Stato e Governo cosa vi aspettate invece? «La nostra associazione si batte dal primo giorno per far conoscere lo “stato di crisi” in cui sta precipitando il settore turistico-ricettivo. Il Presidente di Federalberghi-Roma, Giuseppe Roscioli, ha attivato sin da subito una task-force a supporto di tutti gli albergatori, mettendo a disposizione i migliori consulenti per ogni comparto. Il Direttore Tommaso Tanzilli e Vice-Direttore Gianluca De Gaetano coordinano costantemente incontri periodici on line con punte di partecipazione di oltre 500 imprenditori del settore, informando e raccogliendo proposte e spunti di riflessione. Detto ciò, rispondo alla sua domanda indicando alcune priorità a breve, medio e lungo termine. A brevissimo l’esigenza primaria è dare liquidità alle imprese,

17

non inteso come prestito da restituire, anche se in un momento successivo, ma una sorta di indennizzo che ci permetta di coprire una parte dei costi fissi a cui comunque bisogna far fronte anche aver avuto nessun ricavo. Sono convinto che prima lo si fa e meno costa anche per lo Stato, infatti più i giorni passano e maggiore sarà la sua entità. Successivamente bisogna “sburocratizzare” l’accesso ai finanziamenti a medio-termine, ovvero l’eccesso di burocrazia richiesto soprattutto dagli istituti bancari che svilisce il senso dell’aiuto. Viene da sé che se consideriamo questa un’emergenza straordinaria, anche le modalità devono essere altrettanto straordinarie, altrimenti se viene usato l’iter normale, avrà credito solo chi lo avrebbe avuto in ogni caso in tempi normali, mentre a mio avviso in questa situazione lo Stato deve garantire ugualmente la possibilità di accesso al credito per scongiurare altre forme di finanziamenti illeciti. Ora più che mai lo Stato deve sì combattere i comportamenti scorretti ma anche mostrare ed avere più fiducia negli italiani e soprattutto nella classe imprenditoriale italiana, che hanno la volontà forte di riprendere le attività, certamente a patto che sia garantita l’assoluta sicurezza. Ed infine come obiettivo di lungo termine bisogna già cominciare a pensare al rilancio ed alla riqualificazione delle nostre aziende, che tenga conto di un piano di sviluppo per i prossimi anni, attraverso un finanziamento a lunga durata da cui lo Stato potrebbe successivamente raccogliere ingenti risorse su un progetto di ripresa condiviso. Per intenderci quasi come un “prestito d’onore” a scadenza di 20 o 30 anni con un tasso d’interesse molto basso, anche così trasformeremo questa emergenza in una grande opportunità. Ed Infine facciamo in modo che questa quarantena non sia stata solo un modo per contare i giorni in cui sarebbe finita o agli impegni saltati, ma invece ci abbia insegnato a dare un valore diverso alla nostra normalità e a non permettere che tutta questa sofferenza sia trascorsa invano e per questo è essenziale la collaborazione di tutti, istituzioni e cittadini, per non vanificare gli sforzi e i risultati ottenuti». Luca Mugnaioli


18

POLITICA

Il Corriere della Città maggio 2020

Per il “Bronx” di Ardea c'è la diffida al Sindaco L'Avv. Falco scrive al Prefetto e diffida Mario Savarese a prendere provvedimenti urgenti he l'emergenza alle “Salzare” ad Ardea abbia oltrepassato il punto di non ritorno da tempo non è certo una novità. E la cronaca recente non ha fatto altro che confermarlo: due grossi incendi si sono sviluppati dapprima a Pasqua e poi qualche giorno dopo, causando “nuvoloni” tossici ad appestare (di nuovo) l'aria della zona. Dopodiché, il 22 aprile, niente fiamme ma una rissa fermata all'ultimo secondo soltanto grazie all'intervento dei Carabinieri; in questo caso le tensioni sono state rese ancor più gravi da alcune violenze perpetrate da giovanissimi sugli animali (gli stessi che saltellano in mezzo alla spazzatura), a testimoniare che nell'area, a tutti i livelli, ormai la situazione è profondamente degenerata. L'unico presidio di sicurezza è lasciato infatti ai solo agenti dei comandi locali che però non basta. Risse, schiamazzi notturni, incendi di rifiuti, depositi di auto rubate, furti e spaccio restano così all'ordine del giorno. La lettera dei Vigili del Fuoco al Prefetto: «Le Salzare come Castel Romano» Per questi motivi un appello al Prefetto è arrivato, sul fronte incendi, direttamente dai Vigili del Fuoco. «La condizione di degrado e trascuratezza in cui versa l’area in premessa richiede una attenzione particolare in quanto, a seguito di numerose e continue segnalazioni della cittadinanza, i Vigili del Fuoco sono stati impegnati nello spegnimento di roghi tossici sprigionati dal materiale bruciato ivi accumulato», scrive il Sindacalista Ciofi. «Di fatto – prosegue il Sindacato – tale situazione, nonostante il lavoro costante dei Vigili del Fuoco, potrebbe produrre, nel breve periodo, una emergenza ambientale, igienico sanitaria e di sicurezza paragonabile a quanto accaduto nella zona di Castel Romano». L'iniziativa legale patrocinata dall'Avvocato Falco Ultima in ordine di tempo, ma non certo per importanza, è stata l'iniziativa di due cittadini, tra cui il giornalista Luigi Centore, patrocinata dall'Avvocato Francesco Falco che ha Nelle foto: in alto, minori che coinvolto, oltre al Sindaco e al Prefetto, anche la Sogiocano tra i printendenza Archeolorifiuti; sotto, «Nell'area si rissa sfiorata al gica. riscontrano condizioni Serpentone e igienico-sanitarie allarintervento dell'ENpa; a lato manti, accompagnate dal degrado urbano, devastal'incendio zione ambientale, dissesto spaventoso del idrogeologico e danni irrigiorno di mediabili al patrimonio Pasqua

C

storico-archeologico, con insorgenza di gravi fenomeni criminosi dovuti all’occupazione senza titolo degli immobili abusivi ivi insistenti sul sito ed acquisiti al patrimonio comunale di Ardea», si legge nella lettera fatta recapitare alle autorità, ognuna per la sua sfera di competenza. Nel testo, che ripercorre anni di denunce, esposti, articoli di giornali e segnalazioni cadute purtroppo nel vuoto, si evidenzia come nel sito «non vi sia vigilanza» e che ogni giorno si verifichino «attentati alla salute pubblica e all’ambiente, stante l’incontrollato accatastarsi di ogni genere di rifiuti». L'area inoltre, divenuta «“regno” incontrastato di senza dimora protagonisti di incendi nocivi e attività delittuose, che aumentano il senso di insicurezza della città di Ardea», è ormai conosciuta con l'appellativo di “Bronx”, nemmeno fossimo nell'omologa zona oltre oceano. Disperati, ai limiti della rassegnazione, sono pertanto i residenti della zona che ammettono: «Ogni volta che denunciamo ciò che accade abbiamo la sensazione di sbattere contro un muro di gomma». Alle Salzare non manca nulla: dalle condizioni igienico-sanitarie allarmanti, accompagnate dal degrado urbano, alla devastazione ambientale, fino all'insorgenza di gravi fenomeni criminosi dovuti all’occupazione senza titolo degli immobili abusivi

Al Sindaco dunque, conclude la missiva, «quale rappresentante della Comunità locale […] si chiede, in relazione all’urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria e degrado del territorio e di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana» un intervento per «reprimere i comportamenti sopra descritti»; alla Dottoressa Prefetto di Roma, Sig.ra Gerarda Pantalone, si chiede invece «di adottare il procedimento previsto dagli artt. 4, 5 e 6 de testo del Decreto Legge 20.02.17 n. 14, coordinato con la Legge di conversione n. 48 del 18.04.17 recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città». Luca Mugnaioli


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

POLITICA

19

Riqualificazione urbanistica ad Ardea La pandemia deve farci ripensare al modo di concepire le città, limitando il degrado del territorio e c’è una lezione che questa pandemia ci sta impartendo è l’evidente collegamento delle malattie infettive con il degrado dell’ambiente: virologia ed ecologia saranno scienze sempre più unite nei prossimi anni. L’inquinamento delle falde acquifere, lo smaltimento dei rifiuti in modo corretto, il consumo del territorio, la salute dell’aria, diverranno non realtà lontane ma reali e cogenti imperativi socio-politici da perseguire da parte di ogni Ente politico e territoriale nonchè dalle comunità di cittadini locali. Tutti i Comuni dovrebbero studiare ed attuare una programmazione urbanistico-ambientale capace di evitare il degrado del territorio. Nell’agenda del dopo pandemia dovrebbe iscriversi a chiare lettere un piano Marshall per il risanamento dei territori. A maggior ragione per il “caso Ardea”. Demolizioni ad Ardea: ce ne è per anni La vicenda delle demolizioni per le migliaia di abusi edilizi insistenti sul territorio di Ardea implicherebbe prestiti dal Fondo di Rotazione Regionale per oltre 3 milioni di Euro. Con un programma di demolizioni che si estenderebbe per anni. Ma a tali indicative stime si aggiunga il fatto che Ardea, dal 2018, è in dissesto finanziario e pertanto non può chiedere, per le normative contabili-erariali, l’attivazione del Fondo Rotativo come si è espresso il Parere della Corte dei Conti Campania 2019. Va comunque rilevato che non tutte le demolizioni spettano al Comune: quelle ordinate da Sentenze del Giudice penale, infatti, sono di competenza della Procura della Repubblica. Ma non si è a conoscenza di questi procedimenti ai fini demolitori per Ardea. I vincoli urbanistici C’è da dire che la maggior parte degli abusi edilizi del Comune di Ardea, trovano la loro ragion d’essere per l’esistenza di vincoli urbanistici quale il paesistico (uso civico) su ter-

nelle casse del Comune. Eppoi anche risanamento ambientale, variante urbanistica di grande respiro e nuovo P.R.G. che individui zone artigianali ed industriali. Al contrario ci sarà dopo il COVID 19 il Covid di Ardea, vale a dire un lungo periodo di depressione economica, disordine urbanistico ed impossibilità - dati i costi - a demolire. In sintesi: un impoverimento generale della popolazione di Ardea.

S

Incivili all'opera reni demaniali e/o privati. Nella foto: l'Avv. Francesco Tale sussistenza del vincolo rende impraticabile, Falco senza il nulla osta della Soprintendenza, lo snellimento delle pratiche di condono edilizio (a migliaia giacenti presso il Comune) almeno per quelle sulle “Salzare”. E così, pur ammettendo che si riuscisse a dimostrare la natura privata dell’uso civico con relativa affrancazione, sempre il vincolo paesistico rimarrebbe ex Legge 184/2017 (c.d. Legge Gentiloni). Occorrerebbe, pertanto, un secondo livello di autorizzazione. Senza contare che l’Agenzia del Territorio nulla ha comunicato ufficialmente circa il futuro della clausola di salvaguardia che riguarda la destinazione finale dei 706 ettari delle “Salzare”, clausola inserita in un negozio pubblico sulla base di una precisa richiesta del 2013 da parte dell’allora Sindaco di Ardea. Richiesta motivata dal fatto che si doveva “bonificare e sgomberare”. Il caso "Salzare" Orbene: proprio sull’aspetto bonifica occorre mettere l’accento: proprio nel bel mezzo della pandemia, continuano nella zona “Salzare”, fuochi che inquinano l’aria con fumi tossici, e ciò dimostra che l’opera di bonifica risulta complicata. Che fare? Vincoli obsoleti vanno rimossi, il patrimonio immobiliare sanato, le attività commerciali salvate. Ed inoltre: pratiche di condono smaltite con relativi introiti

CAMPO JEMINI - Il CdQ chiede al Comune di Pomezia l'installazione di cestini per consentire agli indisciplinati padroni di cani di gettare via e nel rispetto del decoro urbano le deiezioni degli animali. «Purtroppo è una problematica che affligge il nostro quartiere in tutte le vie, dovuta all'inciviltà di alcuni cittadini incuranti del rispetto per il prossimo e per il territorio», ci dice il Presidente del direttivo locale Alex Gaspari. Molti cittadini se le ritrovano anche davanti ai cancelli delle proprie abitazioni e oltre all'odore sgradevole, persiste il rischio di calpestarle, considerando anche la presenza di bambini nel nostro quartiere».

Derattizzazione TOPI - Sempre nel quartiere Campo Jemini sono state posizionate nei giorni scorsi diverse esche con sistema di geolocalizzazione per risolvere il problema delle vere e proprie “invasioni di topi” riscontrate nella zona. La ditta incaricata dal Comune, insieme al Presidente del CdQ Alex Gaspari, ha effettuato gli interventi dove si sono riscontrate le maggiori segnalazioni; inoltre verrà chiesto ai proprietari di lotti incolti, compreso al Comune per le zone pubbliche, di provvedere a tagliare l'erba alta in modo tale da prevenire il fenomeno.


20 SPECIALE COVID-19

Il Corriere della Città maggio 2020

Antenne “5G” ad Ardea? Lettera al Sindaco “La voce del Popolo” ha richiesto un accesso agli atti: «Bisogna tutelare la salute dei cittadini» l dibattito attorno alla tecnologia denominata “5G”, ovvero le tecnologie e gli standard di "quinta generazione" con prestazioni e velocità superiori a quelli della precedente tecnologia 4G/IMT-Advanced, arriva sul territorio rutulo. A sollevare il problema, in questi giorni, è stata l'associazione “La voce del popolo” in merito alla presunta comparsa di installazioni, che sarebbero da ricondurre, per un'ipotetica e futura riconversione, proprio al 5G, in alcuni punti della via principale di Tor San Lorenzo. Per questo è stato richiesto un accesso agli atti per poter visionare la documentazione avente per oggetto il “Regolamento d'installazione antenne con varie modifiche in essere approvato nell'anno 2007. Istruttoria installazione antenne 5G sp95b viale San Lorenzo”. La lettera e i possibili pericoli per la salute «L'installazione e l'esercizio di antenne 5G può mettere a rischio la salute pubblica. La frequenza in questione deve avere un seguito di sperimentazione e studio della radiofrequenza alta, che non danneggi l'essere umano o gli esseri viventi sulla terra», scrive nella lettera indirizzata al Comune il portavoce dell'Associazione Antonio Anastasio, sostenuto dall'Avvocato di Pomezia Francesco Falco che ne ha patrocinato l'iniziativa. Le polemiche intorno al “5G” e alle sue conseguenze potenzialmente dannose per la salute è esploso di recente. In Italia la “rivoluzione 5G” non sarà compiuta prima del 2022 ma alcune città hanno già avviato una sperimentazione; ciò è bastato, come per la verità avvenuto in passato per le altre tecnologie, a creare panico molto spesso ingiustificato. Ma c'è chi vorrebbe un'accelerata, come nel caso di Jeffrey Hedberg, Ceo di WINDTRE, che dalle colonne del Sole 24 ore, sollecita risposte alle richieste del settore Tlc, Ma «ci sono tanti ostacoli», ammonisce Hedberg che provocano ritardi malgrado il «buon lavoro fatto ad esempio a L'Aquila e a Prato» con le prime sperimentazioni. C'è in primis la questione «autorizzazioni». Centinaia di Comuni «hanno detto ‘no’ in vario modo agli impianti 5G. Senza parlare delle fake news sul legame Covid-5G», continua Hedberg. «Inoltre, abbiamo limiti elettromagnetici in Italia che sono molto piu’ stringenti rispetto al resto dell’Europa», conlude il Ceo

I

Tante le "fake news" attorno alla tecnologia 5G (specie quelle legate al Covid-19). Molti Sindaci tuttavia hanno deciso, con apposite ordinanze, di vietare l'installazione delle antenne in attesa di studi specifici. Ad Ardea è stata chiesta la stessa cosa al Sindaco Savarese

di Windtre. “5G” e fake news Nella sua derivazione più violenta alcuni complottisti, sulla base delle fake news relative ad una sua implicazione della diffusione (o perfino la causa stessa) del Covid-19 proprio grazie a queste antenne, ha preso d'assalto le installazioni arrivando perfino ad incendiarle. E' successo ad esempio in Inghilterra ma anche in Italia dove in provincia di Caserta un improvvisato piromane ha appiccato il fuoco ad alcuni ripetitori, peccato che fossero quelli di vecchia generazione con il risultato che tantissimi cittadini sono rimasti isolati e senza segnale al cellulare. «L'idea che il 5G abbassi le difese immunitarie non sta in piedi», spiega su Focus.it Simon Clarke, professore in microbiologia cellulare all'Università di Reading (UK). Gli scienziati, su questo, hanno le idee chiare, e hanno definito queste teorie «fesserie biologicamente impossibili». Ma che dire delle onde elettromagnetiche prodotte? La verità è che non ci sono ancora dati che permettono di capire se provochi effetti dannosi: “non ci sono risposte chiare e definitive neanche sulle tecnologie precedenti, figuriamoci sul 5G che è ancora agli albori”, precisa l'associazione Altroconsumo. Il motivo è piuttosto intuitivo: servono anni per misurare eventuali effetti nocivi, il che complica analisi e rilevazioni. Ad ogni modo, sostengono alcuni esperti, sappiamo che il 5G utilizzerà sì frequenze maggiori ma la rete di antenne, in realtà, utilizzerà segnali dotati di potenza inferiore. E comunque non in grado “penetrare” nei tessuti umani a tal punto da provocare danni. Il principio precauzionale seguito da molti Sindaci Anche per Ardea tuttavia, così come accaduto in altri Comuni d'Italia, i cittadini invocano prudenza. C'è chi è andato però oltre tra i Sindaci come recentemente a Civitavecchia dove il primo cittadino ha subordinato «la possibilità di autorizzare l’installazione di impianti e la sperimentazione della tecnologia 5G sul territorio» alla realizzazione di «studi scientifici volti a smentire i possibili rischi delle micro radiofrequenze sulla salute delle persone adottando il principio precauzionale di salvaguardia della salute pubblica» ha dichiarato il Sindaco Ernesto Tedesco. Per

far fronte ad una possibile e massiccia installazione di nuove antenne che vanno a sommarsi agli impianti esistenti è necessario, sostiene il primo cittadino, “che agenzie indipendenti effettuino studi preliminari lunghi e approfonditi sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivante”. Ad Ardea il pensiero dei cittadini è il medesimo: «Non siamo contrari al futuro ma vogliono certezze che non vi siano ripercussioni alla salute delle persone; se vi saranno caratteristiche positive e innocue non ci sarebbero problemi ad iniziare i lavori». Ma allo stesso tempo, puntualizza “La voce del Popolo”, «l'invito è a valutare azioni amministrative finalizzate ad impedire l'esposizione della popolazione comunale a fonti addizionali di inquinamento elettromagnetico» dato che, per il momento, «secondo tutte le fonti pubbliche sinora consultate e disponibili, non esistono prove che l'uso del 5G si possa considerare sicuro per la salute e, dunque, sembra che queste frequenze siano state concesse all'industria senza che il Governo si sia preoccupato dei rischi per la salute pubblica e per l'ambiente, esponendo la vita umana e animale ad una vera e propria sperimentazione vista l'assenza di prove di assenza di danno, e l'assenza di studi in corso». La richiesta è molto semplice: un'ordinanza che vieti, almeno per ora, qualsiasi tipo di installazione.


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

CRONACA

21

“Tutti a casa” ma in compagnia della Pro Loco Claudio Mazza ha realizzato oltre 130 interviste in diretta Facebook per raccontare l'emergenza on le sue interviste ha tenuto compagnia ogni giorno ai cittadini in questi momenti così difficili per l'emergenza Coronavirus. Da dove è nata l'idea? «Prima dell'emergenza avevamo iniziato un percorso volto a conoscere le altre realtà territoriali attraverso le locali Pro Loco. Avevamo già intervistato quelle di Priverno e Veroli e il calendario sarebbe proseguito con altri Comuni. Poi è scoppiata la pandemia. E allora abbiamo deciso di continuare, ma per telefono: all'inizio le interviste erano quoti- prire vere e proprie perle del territorio; abdiane e siamo andati avanti così per due set- biamo fornito uno spaccato unico del territimane, dopodiché abbiamo rallentato un po' torio anche mostrando le differenze che perché era diventato davvero troppo impe- esistono tra le grandi città e i paesi più picgnativo riuscire a mantenere quel ritmo. Sa- coli. Per i Sindaci è stato lo stesso, e ancora pete meglio di me quanto lavoro c'è dietro ad una volta sono state le realtà più piccole a reuna singola intervista. Adesso, salvo alcune galare più emozioni: quelle dove davvero un eccezioni particolari, come per il 25 aprile, primo cittadino parla della sua città come di abbiamo tre appuntamenti settimanali. una famiglia, aspetto questo che inevitabilL'idea della diretta Facebook invece è nata mente viene meno nelle grandi città. 'Non per confezionare un prodotto quanto più possiamo permetterci di perdere le memorie spontaneo, non artefatto, per cogliere tutte le storiche del territorio', mi ha detto uno di sfumature, anche umane, dettate dal partico- questi Sindaci. Credo che questa frase raclare momento che stiamo vivendo. Il per- chiuda lo spirito di tali testimonianze». corso delle interviste ha seguito due strade: «'Non possiamo permetterci di perdere da un lato abbiamo voluto proseguire l'inile memorie storiche del territorio', mi ha ziativa delle “botteghe storiche” - che abdetto uno di questi Sindaci. Credo che biamo lanciato noi per primi - contattando questa frase racchiuda lo spirito di chi già aveva avuto il riconoscimento per poi tali testimonianze». passare, anche se solo virtualmente, a quelli che lo avrebbero dovuto ricevere a breve; la seconda strada ha riguardato Sindaci ed altre E' un'iniziativa che proseguirà anche nei autorità di settori specifici, come Direttori sa- prossimi mesi? nitari o giornalisti, partendo sempre da Po- «Non vedo perché no». mezia ma spostandoci poi anche in altre Lei è il Presidente della Pro Loco, un'aszone. La motivazione è semplice: sociazione che fa degli eventi e l'emergenza ha portato tanta disindella partecipazione delle performazione e volevamo, nel nostro sone la sua stessa ragion d'esTra marzo e aprile piccolo, dare spazio a contributi sere. Il virus ha però bloccato ufficiali in grado di fornire indi- oltre 130 interviste a tutto questo: come ha reagito? cazioni chiare alla popolazione. Sindaci, commercianti «Innanzitutto non mi sono Da marzo abbiamo intervistato e "voci del territorio" perso d'animo. Le dico solo che circa 30 Sindaci e 60 “voci del ternoi avevamo come Pro Loco 20 ritorio” di settori specifici, un'iniziaComuni che avevano già richiesto tiva che è stata molto apprezzata anche la nostra partecipazione per l'evento “Pedall'UNPLI Lazio. Inoltre i nostri contributi peroncino che passione”. Non si è potuto vengono trasmessi anche in due radio, un ul- fare? Allora abbiamo battuto altre strade certeriore riconoscimento per il lavoro che cando di cogliere, seppur nell'enorme diffistiamo svolgendo». coltà, un'opportunità. La sua domanda mi dà Cosa le ha lasciato questa esperienza? lo spunto per dire un'altra cosa: troppo «Sicuramente tantissime emozioni. Non spesso il concetto di “Pro Loco” si fonde con sono un giornalista né pretendo di esserlo. Il le sole feste e sagre ma noi crediamo che nostro spazio è stato pertanto incentrato sul serva andare oltre. Promuovere un territorio profilo più spontaneo dei rappresentanti è infatti anche molto altro. Noi abbiamo delle Amministrazioni che si sono sentiti li- quattro rubriche che da tempo portiamo beri di parlare in un momento così delicato. avanti, le botteghe storiche, il coraggio “oltre Dalle Pro Loco mi porto dentro invece i bel- il rossetto”, “di fare” e “di investire”. Iniziative lissimi racconti – di vita vissuta – che hanno che, nel loro insieme, contribuiscono a ricupermesso a me e a chi ci ha seguito di sco-

C

Nelle foto: cire l'intero tessuto sociale di una città e la Pro Loco di Pomeche peraltro si pos- zia, qui nell'iniziativa "Da pro loco a pro sono fare perfino di loco" a Priverno; questi tempi. Perché il territorio si pro- Claudio Mazza, Premuove anche rac- sidente della Pro Loco Città di Pomezia contando l'operato di una singola persona che magari sono 60 anni che ha scelto Pomezia per la sua attività, piuttosto che il centro commerciale o il negozio; intorno a questi soggetti ruota tutta una rete di contatti i quali, insieme, creano aggregazione tanto quanto un evento di piazza. Tutto questo è diventato un modello anche per altre Pro Loco». Pomezia e Torvaianica vedranno compromessa la prossima stagione estiva. Cosa può fare il Comune secondo lei per aiutare le realtà del territorio in difficoltà? «Ragionando per logica mi verrebbe da dire che le tasse per i commercianti andrebbero o sospese, ma il problema verrebbe solo spostato, o congelate almeno per il momento. Un'idea, se fosse possibile perché non sono un tecnico, potrebbe essere quella di rimandare capitoli di spesa non urgenti adesso – penso al rifacimento di una strada piuttosto che realizzare un tratto di una pista ciclabile – e destinare tale somme ad aiutare le realtà commerciali del territorio. Reperire risorse insomma laddove possibile. Del resto è inutile, a mio avviso, e parlo anche da titolare di un'attività, che Stato, Regioni e Comuni continuino a chiedere soldi a chi non ne ha perché è dovuto gioco forza rimanere chiuso o lo è ancora. Il concetto è semplice: se le serrande rimangono abbassate la città muore, non si scappa. Per il resto credo che serva ora più che mai grande pragmatismo, senza aspettarsi miracoli: ragionare 1,2,5,10 volte prima di agire. Sia per impegnare denari pubblici, sia per prendere decisioni. Serve stare fermi e pianificare bene ogni mossa per il futuro». Luca Mugnaioli


22

CRONACA

Il Corriere della Città maggio 2020

Pomezia: 25 aprile 1938-25 aprile 2020 Celebrazioni per l'82° anniversario della fondazione della città con la posa della prima pietra l 25 aprile è festa nazionale della Liberazione e a Pomezia è anche festa locale: si ricorda la fondazione della città avvenuta simbolicamente il 25 aprile 1938 con la posa della prima pietra. Nell’arco di un anno e mezzo si sviluppò un centro abitato la cui popolazione aveva circa 3000 abitanti: poco tempo dopo la posa della prima pietra, il 3 giugno 1938, venne istituito con regio decreto il Comune di Pomezia e la città fu inaugurata il 29 ottobre 1939. A Pomezia, a via Pier Crescenzi, esiste un monumento che ci consente di capire meglio che cosa successe in quel periodo: il monumento è dedicato ai Coloni Fondatori di Pomezia e fu inaugurato l’8 dicembre 1990 alla presenza dell’ex sindaco Pietro Bassanetti, colono del podere 2911, Padre Pietro Alessio e Pietro Guido Bisesti. Soltanto l’anno precedente Pietro Guido Bisesti aveva Nelle foto: fondato l’associazione sopra, le celebrazioni dello culturale Coloni Fondatori di Pomezia della scorso 25 aprile; quale è stato Presidente sotto il dettaglio fino alla sua morte avdella campana della torre civica venuta il 14 luglio 2017. La crescita della città di Pomezia ed il Pietro Guido Bisesti, monumento ai Coloni Fondatori nato a Pomezia nel podere 2904, il 13 dicemdi Pomezia bre 1941, figlio di coloni inaugurato l’8 trentini, fondò una redicembre 1990

I

Il Corriere della Città Numero 5 Anno 12

www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

EDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

altà culturale tuttora attiva nel territorio, ponendo molta passione ed impegno nel mantenere viva la storia e le tradizioni di Pomezia sia conservando ed esponendo foto ed oggetti d’epoca sia organizzando apposite manifestazioni culturali: anche quest’anno, ma ovviamente in forma ridotta e con le misure dovute all’emergenza, l’amministrazione comunale di Pomezia ha permesso il tradizionale svolgimento dell’omaggio al monumento dei Coloni Fondatori di Pomezia. La ricorrenza al tempo del Coronavirus Lo scorso 25 aprile erano presenti il sindaco Adriano Zuccalà, il vicesindaco Simona Morcellini, la polizia locale ed una rappresentanza dell’associazione culturale Coloni

Fondatori di Pomezia con la Presidente Emilia Bisesti figlia del compianto Pietro Guido Bisesti: tutti partecipi al tradizionale gesto della posa del cesto di rose sul monumento ai Coloni Fondatori di Pomezia. Anche quest’anno un momento molto toccante che si è potuto vivere tramite i canali sociali del Comune di Pomezia: tramite l’omonimo gruppo pubblico Facebook, l’associazione culturale Pomezia sparita vi ha partecipato tramite condivisioni dei post del Comune di Pomezia tra i quali il videomessaggio del sindaco e ha condiviso e realizzato video per festeggiare l’anniversario. Il Presidente dell’associazione culturale Pomezia sparita, Luca Paonessa ha ricordato più volte il Presidente Pietro Guido Bisesti ricordando il suo operato finalizzato a mantenere viva la storia e le tradizioni di Pomezia: l’associazione da lui fondata, ci fa comprendere chi ha fondato Pomezia. I fondatori sono stati i coloni di Pomezia, coloro che vissero per primi nella nuova città, rendendola abitata, lavorando la terra, facendo funzionare tutti i servizi necessari per la città, fondando la prima comunità pometina. Dove c’è una comunità che condivide storia e tradizioni, c’è una città forte ed unita. Questi ricordi possano essere un motivo in più per andare avanti, per guardare al futuro con ottimismo anche in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. Ass. culturale Pomezia Sparita

E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao

STAMPA: Tipografia Graffietti

TELEFONO: 392.6939763

IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Alessandra Crinzi, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti, Alessia Achille, Giacomo Andreoli, Federica Rosato

CHIUSURA REDAZIONALE: 02/05/20

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

CRONACA

23

25 aprile: la lettera della partigiana Vergalli Il Sindaco ha incontrato il Presidente dell'ANPI per ricordare il ruolo dei partigiani nella liberazione l Sindaco Adriano Zuccalà ha incontrato oggi Valentina Giusti, Presidente della sezione A.N.P.I. di Pomezia “Teresa Mattei e le altre”. Un incontro volto a ricordare e celebrare il ruolo dei partigiani e delle partigiane nella liberazione dell’Italia dal regime fascista, con uno sguardo sul presente e soprattutto sul futuro. Per l’occasione pubblichiamo la lettera che la partigiana Teresa Vergalli ha dedicato alla nostra Città in occasione della Festa della Liberazione dello scorso anno. La lettera Carissimi amici, vi sono grata di sapervi qui, giovani e meno giovani, per ricordare il 25 aprile, giornata della Liberazione. Chi vuole sminuire e ignorare questa data significa che vuole nascondere il valore della libertà, perché è proprio da quella data che è avvenuto il passaggio dalla dittatura alla democrazia. Ed è bene ricordare oggi la differenza tra libertà e non libertà. Quelli che tanto tranquillamente cercano di rivalutare il fascismo, si organizzano, manifestano o sfilano, possono farlo perché i partigiani, i resistenti, gli antifascisti, hanno donato anche a loro la libertà, il diritto di esprimersi. E dovrebbero ringraziarli. È stata data la libertà anche agli oppositori. Con un limite, però. Il limite di non intaccare i valori fondanti sanciti dalla nostra bella Costituzione. Il limite di non tornare indietro. Qui a Pomezia si ricorda, anche e giustamente, la fondazione della città e la trasformazione agraria del territorio. Certamente una città che nasce, una terra che è dissodata, dei cittadini che escono da una atavica miseria e arrivano ad avere un futuro, sono cose da ricordare. È un dovere ricordare. Ma è anche un dovere conoscere l'altro lato della realtà. In quei tempi chi si opponeva al fascismo, perdeva il lavoro. Questi coloni venivano dal nord, dal nord povero. Anch'io vengo dal nord, terra padana, provincia di Reggio Emilia. Lì ricordo mio padre, cacciato nel 1932 dopo quattro giorni da un posto di lavoro, perché dall'alto si era accertato che non aveva la tessera del fascio. Anzi, più grave, che era stato tra i fondatori e difensori della Casa del Popolo e della cooperativa, poi bruciate dai fa-scisti. Cioè era stato tra quegli ex combattenti della prima guerra mondiale che, per paci-fismo e voglia di giustizia, avevano militato nelle file dei socialisti e poi dei comunisti. Ovviamente era stato "opportunamente" manganellato. Questa era la non-libertà. Nessun giornale libero, nessuna possibilità di libero sindacato o libera associazione, andare in carcere per una barzelletta, non poter ascoltare certa musica o leggere certi libri, non poter espatriare e

I

nemmeno trasferirsi in città, andare in galera o al confino solo per un sospetto, per un nonnulla, per religione diversa, per omosessualità, o per qualsiasi pretesto. E torno sulla storia di mio padre, che viene trascinato in galera lo stesso giorno della nascita di mio fratello. Io non avevo ancora cinque anni, ma lo ricordo chiaramente. Torna-va dall'aver denunciato la nascita del figlio e quei due tipi in spolverino se lo portavano via. Era fine giugno, e lui, stranamente, si portò la mantellina militare che gli era rimasta dalla «Ricordare tutto, però. Ricordare bene! Insegnare la storia nelle scuole. Conoscere per evitare di ricadere in antichi inganni e antichi veleni» guerra. Era accusato di aver diffuso volantini, volantini che ricordavano la data del primo maggio e i diritti dei lavoratori. Quando è tornato per amnistia e per mancanza di prove, era gennaio e mio fratello quasi camminava. Ed ora entra in scena mia madre, rimasta sola con noi due. Quindi il tema delle donne. Le donne non avevano nessun diritto. Solo dei doveri. Crescere tanti figli per la grandez-za della patria e per le tante gloriose guerre. All'antico maschilismo si è aggiunta un po' di retorica, con qualche sport per le giovani benestanti, ma poi a casa, a sospirare per fi-gli e mariti in guerra in Africa o in Albania, obbligate a dare la fede d'oro per la guerra. E nelle necessità di guerra, sostituire gli uomini, figli mariti fidanzati, nelle fabbriche e nei campi, con abilità uguali, ma con paga quasi la metà. Ecco perché molte donne hanno partecipato o sostenuto la guerra di Liberazione. Ecco perché, anch'io a sedici e diciassette anni ho scelto di impegnarmi. Con me c'era mia madre, mia zia, due cugine, altre zie, vicine di casa, tutte non riconosciute come combat-tenti o patriote. Tutte aiutavano in mille modi cioè rendevano possibile la lotta dei ragazzi partigiani. Le operaie delle fabbriche, le braccianti agricole, le contadine. Nello stesso tempo, tutte volevano quel cambiamento che chiamiamo liberazione, o ancor meglio liber-tà. E per le donne

si sognava quello che, con parola moderna, chiamiamo emancipazione e che ancora è da conquistare del tutto. Ecco perché è necessario ricordare.Ricordare tutto, però. Ricordare bene! Insegnare la storia nelle scuole. Conoscere per evitare di ricadere in antichi inganni e antichi veleni. Ricordare che il coraggio non è violenza. Ci vuole più coraggio ad accogliere che a re-spingere. Ci vuole più forza a comprendere che ad escludere. Perciò grazie di essere qui, sotto le bandiere della Repubblica democratica, della pace e dell'Europa unita. Teresa Vergalli

Ciao Pasquale

«Ero piccolo avrò avuto 13 anni e tutti i giorni lo vedevo con la sua Fiat 850 celeste imbrattato dalle scarpe al cappelletto. Faceva allora il pittore edile. Carattere frizzantino con la battuta sempre pronta. Poi uscì il bando per Vigili Urbani e parlando con la buon'anima di Antonio Dragonetti che allora faceva il barbiere decisero di far domanda. Serviva però la licenza di terza media, fu così che la presero al Ferro con un corso breve. Racconto in breve un episodio, come vigile tra le varie mansioni andava pure con la moto d'ordinanza una Guzzi fiammante. Sfrecciava su e giù per le vie pometine finché un giorno facendo la rotatoria in piazza a Pomezia andò lungo. Immaginate la scena, la piazza piena di gente in fermata sia davanti la chiesa sia sotto i portici dove allora c'era il chiosco di Tonina e Gianni e l'edicola della Sig. Adriana. C'era ancora la fontana al centro e l'asfalto era bagnato. Non so se per quel motivo ma la fontana fu tolta. Ricordo che in moto non lo vidi più. Son passati tanti anni è andato in pensione e diversi mesi fa lo incontrai ad un supermercato eravamo tutte e due alla cassa, uno sguardo e lui mi dice : io a te ti conosco...era cambiato, un po ingrassato, senza baffi lo riconobbi dalla voce. Lo vidi più volte in bicicletta. Poi ieri da un suo ex collega la triste notizia che essendo il 1 Aprile sapeva di scherzo ma purtroppo era l'amara realtà. Ciao Pasquale riposa in pace». Franco Zanotti


24

CRONACA

Il Corriere della Città maggio 2020

Ancora donazioni alla Caritas di S.Bonifacio Non si ferma la macchina della solidarietà a Pomezia: altre donazioni da parte delle aziende ato che l'emergenza Coronavirus non è ancora finita le aziende di Pomezia, malgrado le difficoltà del periodo, hanno deciso di continuare a sostenere chi ha più bisogno. Anche ad aprile, per questo, sono proseguite le raccolte di generi alimentari in particolare a beneficio della Caritas della Parrocchia di San Bonifacio. Ancora una volta il Parroco Don Marco Cimini ha ringraziato tutte le attività per queste nuove donazioni. Il caseificio “San Pio” Sabato 11 Aprile 2020 c'è stata una grandissima donazione di mozzarelle di bufala da parte del Caseificio San Pio, consegnate da Nicola Saulle e Maria Teresa Giusti. I prodotti, noti per la loro eccezionale qualità, sono stati molto apprezzati dalla locale sezione parrocchiale della Caritas. Prodotti di prima necessità dalla "ASD Podistica Solidale" Mercoledì 22 Aprile 2020 è stata la volta di una società sportiva molto attiva sul territorio. Stavolta la donazione ha riguardato prodotti di prima necessità, quali spazzolini, dentifrici e così via, consegnati dall'ASD Podistica Solidale grazie al Presidente Giuseppe Coccia e all'interessamento di Claudio Ubaldini. A recapitarli presso la Parrocchia di S.Bonifacio è stato uno degli Atleti della società sportiva MicheleMascolo. "Frutt Land" e Ospedale Veterinario Ma non sono mancati anche altri generi alimentari. Karim e Alessandro di “FRUTT LAND”, situato in Via dei Castelli Romani 24 Pomezia, hanno donato infatti nei giorni scorsi un grosso quantitativo di frutta e verdura. I prodotti, anche qui, sono stati consegnati alla Parrocchia. Sulla stessa falsa riga anche l'ospedale veterinario, il presidio medico per gli animali h24 di Via dei Castelli Romani, e la Botteguccia di Sabrina Sbarbati, che hanno donato ulteriori generi alimentari recapitandoli alla Caritas.

D

Osepdale veterinario POMEZIA - Anche l'ospedale Veterinario di Pomezia, presidio H24 situato in Via dei Castelli, ha donato generi alimentari alla Caritas della parrocchia di S. Bonifacio.

Chiama ora per la tua pubblicità!


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

25

POLITICA

Le perle di latte durante l'allattamento La loro comparsa genera preoccupazione nelle mamme. Vediamo di fare chiarezza sul tema ì, è proprio come pensate. non parleremo di gioielli, ma di piccole vesciche di latte, elegantemente definite perle, che possono comparire come per magia su capezzoli o areole durante l’allattamento e che spesso generano ansia e preoccupazione nelle mamme. Il loro nome deriva dal loro aspetto: piccoli puntini bianchi perlacei e lucidi che assomigliano a perline, ma non sono altrettanto carine, causano bruciore, prurito o un vero e proprio dolore localizzato soprattutto durante la suzione. In genere la causa è un’ostruzione di un dotto galattoforo in conseguenza alla crescita dell’epidermide a livello del suo sbocco per effetto di una risposta infiammatoria. La causa più frequente è quando il bambino chiude violentemente la bocca e strattona il capezzolo creando una specie di abrasione ed è questa che determina l’infiammazione che altro non è che la risposta dell’organismo materno ad una ferita, per cui nel punto della lesione comincia a riformarsi la pelle che accidentalmente ostruisce un dotto. Altre circostanze, che giocano un ruolo potenzialmente colpevole creando le stesse condizioni, possono essere un’elevata frequenza delle poppate, oppure un problema di attacco con uno scorretto posizionamento della lingua intorno al capezzolo o ancora una scorretta posizione assunta da mamma, bambino o entrambi durante la poppata. Tutte queste cause sono di natura traumatica, ma le perle di latte possono anche essere conseguenza di un’alterazione della flora microbica del seno. In linea generale la prima strategia di attacco potremmo definirla “casalinga”, perchè non richiede particolari procedure, ma piuttosto 4 fasi: (1) l'applicazione di caldo umido prima della poppata. Applicare il calore umido rende la pelle che fa da tappo al dotto molto più morbida il che fa si che possa cedere sotto la pressione della suzione del bimbo, lacerandosi e lasciando nuovamente libero il latte di fluire verso l’esterno. Aggiungere del sale all’acqua può migliorare l’efficacia del rimedio, facilitando l’apertura del dotto e la sua guarigione. Basta scioglierne 2 cucchiaini da tè in una tazza di acqua. L’acqua deve essere calda, ma non bollente, quindi va bene far sciogliere il sale in pochissima acqua molto calda e poi raggiungere la giusta temperatura allungandola fino alla quantità di una tazza. In alternativa si può usare una soluzione salina pronta riscaldata, oppure si può sostituire il sale da cucina con solfato di magnesio o sale di Epsom. (2) Liberazione del dotto dalla pelle che lo ostruisce. Per ammorbidire la pelle si può anche usare un ba-

S

Il loro nome deriva dal loro aspetto: piccoli puntini bianchi perlacei e lucidi che assomigliano a perline, ma non sono altrettanto carine, causano bruciore, prurito o un vero e proprio dolore localizzato soprattutto durante la suzione tufolo di cotone imbevuto di olio d’oliva. L’azione di sfregare delicatamente la vescicola con il batuffolo di cotone o con un panno caldo e umido può aiutare a rimuovere meccanicamente la pelle che si è formata sullo sbocco, ma questo potrebbe non essere necessario in quanto spesso sono sufficienti il caldo umido e la suzione del neonato, oppure la spremitura del seno manuale o l’utilizzo di un tiralatte. È importante resistere alla tentazione di forare la vescica con un ago perché questo potrebbe esporre al rischio di una infezione e peggiorare la situazione. Qualora, seguendo queste fasi, la perla non scompaia nel giro di qualche giorno, oppure il dolore ed il bruciore siano diventati insopportabili, tanto da non permettervi di allattare serenamente, allora chiedete alla vostra ostetrica o al vostro medico e saranno loro eventualmente a forare la vescicola con una tecnica sterile e con le opportune accortezze per evitare il rischio di infezione. (3) Applicazione di pressione al capezzolo attraverso suzione del bambino oppure uso di un tiralatte o attraverso spremitura manuale. (4) Medicazione per favorire la guarigione. Per facilitare la guarigione dopo la poppata occorre immergere di nuovo il seno in una soluzione fisiologica per alcuni minuti per essere certi che penetri in tutti gli spazi della cute, ma non superiore a 5-10 minuti per non iper idratare la pelle, cosa che al contrario rallenterebbe la guarigione, asciugare poi tamponando con carta assorbente, applicare sul capezzolo latte spremuto ce sappiamo possedere potere antibatterico e cicatrizzante e poi eventualmente idratare la pelle con olio o lanolina. Nulla di impossibile quindi! L’impegno maggiore è la costanza, bisogna infatti continuare a ripetere queste quattro fasi a tutte le poppate e per alcuni giorni. Possono essere utili anche alcuni integratori come pure massaggiare il seno con oli e vari estratti

e miscele di cui meglio potrà dirvi e consigliarvi un buon erborista. Queste gocce di madreperla quindi in genere sono delle formazioni fastidiose e dolorose, ma sicuramente anche transitorie ed occasionali e che con piccoli accorgimenti casalinghi, scompaiono in qualche giorno, ma non sempre le cose vanno così … qualche volta infatti si ripresentano frequentemente o si associano ad altri sintomi come per esempio febbre o forte e persistente infiammazione del seno. In questi casi possono nascondere un ‘infezione, la loro causa non è traumatica, non è conseguenza di un insulto locale, ma piuttosto di qualche microrganismo, ed è in questo caso che diventa necessario fare una visita dal medico per eseguire un tampone e successivamente ricevere la prescrizione per una terapia antibiotica mirata. La condizione che si può instaurare infatti è quella di una mastite subacuta in cui il batterio che la causa riesce a scendere in profondità nel dotto galattoforo e questo spiega ancora meglio perché forare la vescicola da sole a casa non è una scelta risolutiva o saggia. A questo punto è doverosa una rassicurazione sull’uso di antibiotici: questo non sempre significa necessariamente che bisogna interrompere l’allattamento, bisognerà decidere caso per caso, in base al batterio responsabile e alla situazione specifica, facendo un bilancio rischio-beneficio. In conclusione, come vi avevo anticipato non abbiamo parlato di vere perle o di gioielli di grande valore, ma alla fine, se ci pensate bene, quale perla potrà mai essere tanto preziosa quanto i momenti in cui stringete i vostri cuccioli sul cuore e li guardate ciucciare dal vostro seno? Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it


26

RUBRICHE

Il Corriere della Città maggio 2020

La sorveglianza al tempo del Coronavirus Dati sensibili, l'App "Immuni" (ma non solo) e privacy: "oltre ai buoni intenti" quali rischi corriamo? a Corte di Giustizia Europea dal 1 Ottobre 2019, in considerazione della particolare invasività dei “cookie” nella sfera privata degli utenti, ha richiesto il consenso esplicito all’uso dei dati personali, rendendo necessario il consenso attivo da parte degli utenti di Internet. Non era più sufficiente una fleg preselezionata, di conseguenza sono stati costretti a raggirarci in qualche modo, anche impedendoci di procedere nella navigazione, in mancanza di accettazione dei “cookie”, attraverso i quali le aziende raccolgono i nostri dati. I “cookie” tecnici possono anche rendere più veloce la navigazione, quelli analytics, di profilazione, in pochi istanti sono utilizzati dai gestori di siti web per raccogliere informazioni, monitorare e profilare gli utenti durante la navigazione, studiarne i movimenti, le abitudini di consultazione, di consumo. Una pagina web può ospitare anche “cookie” provenienti da altri siti, oscuri destinatari, definiti “terze parti” o “partner”, indicati a caratteri minuscoli nelle informazioni sulla privacy, che interferiscono nella navigazione con banner pubblicitari, immagini, video. Il 1 gennaio è entrata in vigore la nuova privacy police di un editore americano che pubblica riviste in tutto il mondo, nella quale si chiede di accettare l”Oba” online (behavioral advertising), una pubblicità soggettiva che si adatta al comportamento individuale, che per essere efficace deve consentire a tutti i partner , editore etc. di sapere tutto di ognuno, marca del telefonino, del pc, browser preferiti, reazioni, il tempo di sosta su un messaggio, quante volte ci si ritorna, il luogo, l’ora. Ai tempi del Coronavirus, nascono applicazioni destinate a monitorare i probabili contagiati, la prima è quella governativa “Immuni”, è della Bending Spoons, una Spa partecipata da Luigi Berlusconi - figlio di Silvio –, Gianni Tamburi - imprenditore finanziario dagli anni ’70,già gruppo Bastogi, Euroimobiliare -, e da una holding di investimenti di Hong Kong Psi/Chang), con sede in Svizzera, il cui progetto è stato scelto tra 319 proposte. Poi c’è la

L

Covid-19: è giusto farsi monitorare?

rivale” Sm Covid-19”, già scaricata su Apple e Android da più di 10mila utenti (non appena è circolata la notizia che l’altra poteva essere a pagamento), entrambe con policy di privacy non ancora definite. Al di là delle dichiarazioni di buoni intenti, qualche interrogativo sulle modalità di raccolti di dati sensibilissimi quali quelli sanitari, sul loro utilizzo, sulla garanzia della loro cancellazione successiva, sarebbe il caso di porselo. Un ricercatore ha già rassegnato le dimissioni denunciando l’inaffidabilità del soware per quanto attiene alla tutela della privacy, e il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), si è convocato d’urgenza per vederci più chiaro. Tali sistemi di sorveglianza, risultati anche molto utili in Cina, in Corea del sud, Singapore, paesi già abituati al controllo e a punizioni anche estreme per i trasgressori, applicati in Paesi dove la privacy è ancora un diritto, impongono l’obbligo di difenderla. E’ sufficiente un futile dato condiviso con una smart tv a creare il più capillare sistema di sorveglianza che l’umanità abbia mai conosciuto, il telefonino, vero e proprio braccialetto elettronico che già traccia i nostri spostamenti, ora è pronto a tracciare anche il nostro stato di salute. C’è il rischio di offrire alla piattaforma globale informazioni delicate che in futuro, con l’ausilio di leggi apposite, potrebbero anche essere utilizzate per rendere obbligatori i vaccini più svariati, subordinando, ad esempio, l’ingresso nei supermercati, nelle palestre, nei cinema, ovunque, alla loro previa somministrazione. E’ bene ricordare che i vaccini sono la nuova frontiera delle multinazionali farmaceutiche, attualmente un po’ deluse dal freno subito nella vendita di farmaci, a causa delle elevate tossicità collaterali. La sorveglianza sanitaria obbligatoria, già prevista per alcune categorie di lavoratori, estesa alla popolazione del mondo potrebbe rappresentare un dono davvero prezioso, quanto insperato, ai vari “partner oscuri”. Si spera nella veridicità delle promesse di cancellazione dei dati a fine pandemia e, in par-

ticolare, nel caso in cui l’applicazione, non raggiungendo il minimo di adesioni (pare il 70%), così come è probabile, non funzionasse, in tal caso, i dati comunque forniti resterebbero davvero solo un gentil dono, posto direttamente tra le mani dei “partner”, cosiddetti oscuri. La pigrizia , la “paresse” di Proust, uno dei peggiori vizi capitali, insieme con la vanità, è lo stato nel quale siamo spinti sempre più nella società moderna ove la fatica pare essere diventata il principale nemico da sconfiggere. Tra martellanti pubblicità che offrono comodità in cambio di tanti prodotti che faticano al posto nostro, e l’attrazione esercitata dai vari schermi, pc, telefonino, non si lotta più per nulla, oltre alla salute è a rischio anche la libertà, e quando si capirà bene sarà troppo tardi. Il vaccino è nel nostro sistema immunitario, a parte l’incidenza della genetica, esso è rafforzato da una vita sana, da una buona alimentazione ricca di vitamine, così indispensabili all’organismo per contrastare le infezioni, regolare la coagulazione, la formazione di globuli rossi nel sangue, etc.. Il virus attecchisce su situazioni compromesse, immunodepressi, immunocompressi, immunosoppressi, infatti nelle zone calde dell’Africa, dove i bambini vivono all’aria aperta, giocano a terra, prendono il sole (che sviluppa la vitamina “D”, così importante per la salute di muscoli, ossa, sistema immunitario), esso non ha attecchito. Siamo fatti per la maggior parte di virus, 380 trilioni a fronte di 6 trilioni di cellule, e di 64mln di batteri, (compresi quelli buoni che ci proteggono), è una battaglia alla quale siamo predisposti, ma occorre essere forti per sopravvivere nella vita. “Se hai un orto vicino ad una biblioteca, nient’altro ti occorrerà” scriveva Marco Tullio Cicerone. Con la scusa dell’orto anche gli adulti possono tornare a giocare a terra, a sporcarsi le mani, così si fanno gli anticorpi, come dicevano i nonni, oltre che nutrirsi con prodotti più buoni, anche perché frutto della propria fatica. Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Ass.ne “Amici di Singen” Corso di Psicologia – merc.h.17,00 18,30 Cell. +39 3271363539 (h. 8/9; 13/14)

Tali sistemi di sorveglianza, risultati anche molto utili in Cina, in Corea del sud, Singapore, paesi già abituati al controllo e a punizioni anche estreme per i trasgressori, applicati in Paesi dove la privacy è ancora un diritto, impongono l’obbligo di difenderla


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

27

RUBRICHE

L'amicizia virtuale al tempo del Covid-19 Grazie ai social siamo rimasti in contatto con i nostri amici più cari durante l'isolamento forzato i abbiamo criticati, trattati male, snobbati ma non avremmo mai immaginato quanto utile ci sarebbero stati in questi momenti di “reclusione forzata”. Stiamo parlando dei social e di questi strumenti incredibili, che ci hanno permesso di comunicare con il resto del mondo. Abbiamo finalmente quasi tutti iniziato ad usare i social in modo utile, condividendo esperienze, informazioni e traendo beneficio da questa opportunità, soprattutto immaginando che se questo Covid-19 fosse arrivato qualche tempo fa, questo periodo di quarantena sarebbe stato ben più triste. Ma questo ha anche comportato un esposizione eccessiva dei nostri dati, delle nostre preferenze ed amicizie che sicuramente ci esporrà a qualche inaspettata intromissione nelle scelte del nostro privato e non solo. Si è proprio cosi! E’ nato il mondo digitale e diventerà una presenza inevitabile nella nostra vita. Glielo abbiamo permesso ed eccolo prepotente che controlla e vigila su tutte le nostre decisioni e che governerà tutte le nostre scelte; sarà lui a decidere in quale ristorante o cinema mandarci la sera, su quale compagnia aerea prenotarci il volo, che marca di vestiti farci indossare e cosi via. Sarà capace di leggere le nostre mail per controllare se abbiamo appuntamenti importanti in arrivo, dossier lavorativi ai quali dare precedenza. L’ascesa della tecnologia è tale da diventare sempre più potente, capace di superarci e sostituirci lentamente, ma inesorabilmente, si ridurrà a nostra insaputa lo spazio del libero arbitrio, quello che siamo davvero noi a decidere di fare. Il tutto è iniziato da quando abbiamo cominciato a ricevere questi messaggi al nostro computer: “Tizio ti ha inviato una richiesta di amicizia”. E’ cosi che Facebook, il più famoso dei social network, ti annuncia l’arrivo di un nuovo contatto. A questo punto cosa si fa? Si accetta o si rifiuta? Certo, è più facile che facciamo amicizia con persone più o meno coetanee e più o meno affini a noi, che per ragioni di vicinanza materiale possiamo incontrare più di frequente, con cui troviamo interessi e passioni comuni. Ma non basta. Nell’amicizia cerchiamo anche un modo per sentirci rafforzati nella nostra identità o, in altre parole, cerchiamo conforto per la nostra autostima. L’ amicizia esiste in

L

L’amicizia arriva inaspettata, ma quando c’è diventa una delle più travolgenti relazioni personali, perché il vero amico raddoppia le gioie e divide le angosce a metà forme molto diverse: alcune nascono da bambini, giocando insieme, altre facendo sport, altre ancora durante gli studi. Le vere amicizie nascono e si evolvono da quando due persone che si incontrano per la prima volta svelano poche informazioni personali. Dubitate di quelle conoscenze che da subito diventano dei libri aperti nei vostri confronti poiché lo farebbero con chiunque altro, ovvero non hanno scelto voi quali depositari dei loro più stretti segreti. La vera amicizia richiede tempo e riservatezza. Quando il primo scambio risulta piacevole, a poco a poco ci si manifesta sempre più per quel che si è davvero. Ma perché questo scambio si metta in moto all’inizio c’è bisogno dell’occasione adatta, bisogna affidarsi anche un pò al caso. E poi bisogna anche sfatare il mito che si fa amicizia solo con le persone con le quali, necessariamente, condividiamo molti interessi. Anzi, a volte, bastano pochissimi punti in comune come l’età, la situazione attuale, la provenienza geografica, l’atteggiamento o gli interessi. Questi elementi ci danno solo la sensazione di essere sulla stessa lunghezza d’onda dell’altro. Il paradosso di questo fenomeno sta nel fatto che i caratteri degli amici intimi non si somigliano mai molto. Ma nel

rapporto di amicizia, è questa la cosa bella, non ce ne rendiamo conto di questa differenza. Ma quante sono veramente le persone che possiamo ritenere essere veri amici? Non più di uno o due al massimo possiamo ritenere davvero intimi. Questo perché la scelta è molto selettiva, in quanto non si sceglie in base alla frequenza degli incontri o della durata del tempo che si dedica all’altro, ma scegliamo come migliore amico chi rispetta di più la nostra identità e non perché l’altro sia davvero il migliore, il più bravo, il più formidabile, bensì perché da a noi la sensazione e l’impressione di esserlo. Viene da se che questa fiducia non può essere condivisa con un gran numero di persone. Il vero amico sa stare al suo posto, sa non infrangere le regole, tra cui quella di poter confidare all’altro informazioni personali e di poter contare su di lui. Che si soffrano pene d’amore, che si piange un lutto o che si cerchi lavoro, un buon amico è sempre pronto a confortare. Nel trambusto della vita di tutti i giorni, spesso i buoni amici sono la nostra ancora di salvezza. Il solo pensare a loro può far si che la montagna che dobbiamo scalare ci appaia meno ripida. Non c’è nulla da meravigliarsi, quindi, se gli amici vengono considerati messaggeri di felicità. Forse per questo il Piccolo Principe chiede con insistenza alla volpe: “ Cosa vuol dire amicizia?” e si sente rispondere: “ E’ una cosa da molti dimenticata. Vuol dire creare dei legami…. tu per me finora non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me”. Ecco, non è che l’amicizia sia qualcosa che si concede a richiesta. L’amicizia arriva inaspettata, ma quando c’è diventa una delle più travolgenti relazioni personali, perché il vero amico raddoppia le gioie e divide le angosce a metà. Antonio GUIDO (dirguido@libero.it)

Dubitate di quelle conoscenze che da subito diventano dei libri aperti nei vostri confronti poiché lo farebbero con chiunque altro, ovvero non hanno scelto voi quali depositari dei loro più stretti segreti


28

RUBRICHE

Il Corriere della Città maggio 2020

Cantare dal balcone 'quarantena mood' La vita al tempo della "reclusione forzata": cosa fare per trascorrere al meglio le giornate hiusi in casa, padroni del divano e del telecomando. Il nostro modo di vivere in un attimo è stato rimodulato dalla quarantena che ci fa ritrovare rinchiusi in casa per combattere un virus pericoloso. Sempre di corsa per incastrare tutti gli impegni giornalieri, stressati, dormendo poco e male, per essere sempre in prima linea, senza pause rilassanti, pur di fare tutto. Ed ecco che arriva per tutti una grande opportunità: ritrovarsi in famiglia, con più ore a disposizione durante la giornata, per leggere, sentire musica, parlare del più e del meno. La fortuna di vivere in un era tecnologica ci aiuta a non sentirci soli, facendo chiamate agli amici con skype call, face time, instagram se non addirittura lavorare da casa con lo smart working. Sentirsi isolati è solo una percezione! Ma cosa fare durante la giornata? Cercare prima di tutto di essere creativi iniziando magari la mattinata con un po’ di ginnastica dolce perché si sa che lo sport muove il corpo e produce le endorfine che aiutano

C

il benessere psicofisico. Leggere o ascoltare audiolibri, anche in lingua straniera, cucinare con calma una bella lasagna o mettere in pratica una nuova ricetta, dipingere, riordinare cassetti e armadi, tinteggiare le pareti di casa, organizzare un viaggio che si farà, darsi al giardinaggio il tutto mentre si ascolta la musica preferita. Tenere un diario che un giorno potremmo rileggere per ricordarci di come ci sentivamo, creare un album fotografico, divertirsi con un talent show familiare o anche una caccia al tesoro per i bambini e concludere una serata cinema ricca di pop corn per tutti! Quindi gustare il pieno relax, apprezzando le piccole cose e le opportunità del momento e pensare che andrà tutto bene.

Siamo uno tra i paesi più belli al mondo, ricco di abitanti creativi e pittoreschi, e ce lo confermano le canzoni cantate fuori dai balconi alle 18 del pomeriggio, uniti negli applausi dedicati a noi stessi e ai medici in prima linea, e romantici per tutte quelle luci che abbiamo acceso per un selfie-Italia dall'alto. La casa è vero che ci rinchiude ma allo stesso tempo ci protegge, regalandoci la possibilità di ritrovare armonia in famiglia magari davanti ad un bel gioco di società. Laura Piacentini Quindi gustiamo appieno pieno il relax, apprezzando le piccole cose e le opportunità del momento e pensiamo che andrà tutto bene

Noi di Cipriani Utensiltecnica, in questo momento di crisi da Coronavirus, abbiamo creato un sito internet per velocizzare gli acquisti dei beni di prima necessità. Gli articoli si potranno acquistare direttamente su sito e con soltato un minimo di €30 di spesa, verranno consegnati direttamente al vostro domicilio, rispettando le regole sanitarie in vigore. Pagamento con carta di credito, bancomat, paypal e contrassegno.

HTTPS://CIPRIANIUTENSILTECNICA.COMPANY.SITE


www.ilcorrieredellacitta.com

maggio 2020

RUBRICHE

29

L'alimentazione nella "Fase 2" dell'emergenza Non siamo ancora fuori dal tunnel: i consigli di igiene alimentare per affrontare il periodo ome penso tutti hanno capito, anche se alcune restrizioni si stanno allentando, il virus non ha ancora perso la sua mortale carica aggressiva e può rimanere in agguato e colpirci quando meno ce lo aspettiamo. Non è ancora arrivato il momento di allentare la guardia, l’emergenza non è finita, potrebbero esserci centinaia di migliaia di positivi asintomatici, quindi rispettiamo tutte le indicazioni che abbiamo ricevuto ed in particolare quelle che riguardano l’igiene degli alimenti. Convivere con il virus non è facile, Il virus purtroppo permane a lungo sulle superfici, bisogna quindi essere disposti a cambiare radicalmente le nostre abitudini per salvaguardare la salute di noi stessi e dei nostri cari, soprattutto se in casa abbiamo anziani, immunodepressi o comunque persone più fragili, ecco quindi alcuni consigli: (1) Attenzione quando facciamo la spesa, i supermercati sono tra i luoghi in cui è più facile contrarre l’infezione. Preparate in anticipo la lista della spesa per limitare al massimo i tempi di permanenza al loro interno. Evitate i locali in cui vedete entrare gente senza mascherina, in cui non si rispetta il distanziamento o in cui i clienti toccano frutta e verdura senza guanti (segnalate eventuali irregolarità ai responsabili). Anche se indossiamo i nostri guanti, su di essi dobbiamo indossare sempre anche i guanti usa e getta per la frutta la verdura e gli alimenti sfusi. Ricordiamoci che oltre al contagio diretto attraverso le goccioline di saliva nell’aria, se qualcuno tossisce o starnutisce può contaminare le superfici degli imballaggi degli alimenti sulle quali il virus potrebbe permanere per ore e persino per settimane in base al tipo di materiale ed alla temperatura. (2)Attenzione al banco frigo. Pochi sanno che in base ai dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, alla normale temperatura di refrigerazione il virus può rimanere stabile per settimane, mentre i tempi di permanenza si riducono da alcuni giorni ad alcune ore a temperatura ambiente, in base al tipo di superficie ed alla temperatura (più elevata è più facilmente il virus si distrugge). Bisogna quindi evitare di toccare inutilmente prodotti in esposizione, soprattutto nel banco frigo, e limitarsi a prendere solo gli articoli che si intende acquistare. (3) Prima e dopo aver fatto la spesa, occorre disinfettarsi le mani. Prima della spesa bisogna utilizzare gli spray o i gel messi a disposizione per disinfettare anche il manico del carrello o del cestino. Dopo aver finito occorre disinfettarsi le mani prima di toccare le chiavi della macchina o di prima di entrare in macchina. (4) Attenzione quando rientriamo dalla spesa, meglio lasciare le scarpe e gli indumenti fuori casa (ove naturalmente è possibile), o almeno in una sola stanza, ma ricordatevi che si pos-

C

sono contaminare le superfici domestiche semplicemente poggiando su di esse le buste o i prodotti appena acquistati. Per quanto riguarda la possibilità che il virus si trovi anche sulla superficie degli alimenti che abbiamo acquistato va fatta una distinzione. l’Istituto Superiore di Sanità ritiene che le norme per la produzione commercializzazione ed acquisto degli alimenti siano sufficienti e che quindi non sia necessario procedere alla loro disinfezione. Tuttavia, tali norme purtroppo non sono sempre rispettate, soprattutto dai clienti dei supermercati. Ho visto personalmente clienti incivili, senza mascherina o con la mascherina indossata senza coprire il naso, tossire o starnutire dentro gli scaffali o peggio ripararsi la bocca ed il naso con la mano (con regolare guanto) e poi con la stessa mano toccare i prodotti alimentari. Come Biologo ritengo che la prudenza nel caso di un virus cosi subdolo deve prevalere quindi: (1) Rimuoviamo dagli alimenti appena acquistati le pellicole e gli altri involucri ed imballaggi che non sono essenziali (tenete comunque nota delle scadenze). Inoltre bisognerebbe sempre evitare di mettere imballaggi di carta e cartoncino nel frigo (come ad esempio quelli degli yogurt, o delle uova), non solo su di essi il virus può permanere fino a molte ore, ma sono un veicolo di molti altri microorganismi che possono contaminarlo. (2) Disinfettiamo ove possibile le superfici di tutti gli alimenti conservati all’interno di confezioni impermeabili di plastica o di vetro prima di riporli in frigo o nella dispensa, utilizzando sempre prodotti specifici e non tossici. Ricordiamoci tuttavia che ci sono alimenti come le uova che non devono essere lavate perché il lavaggio aumenta la porosità del guscio e favorisce la penetrazione dei microrganismi. In alternativa possiamo mettere gli alimenti, ed in particolare i surgelati, dentro delle buste e chiuderle prima di riporle, stando poi molto attenti a non toccare l’involucro interno quando si aprono per cucinare il cibo. (3) Laviamo accuratamente tutta la frutta e la verdura appena acquistata, aggiungendo un po’ di aceto e/o di bicarbo-

nato prima dell’ultimo risciacquo sotto abbondante acqua corrente, tenendo conto che tuttavia questi prodotti non è provato che possano neutralizzare il virus, mentre più efficace sembra il tempo di lavaggio e l’azione meccanica dell’acqua. Potete aggiungere anche uno specifico disinfettante per alimenti, ma in questi casi fatevi consigliare dal Farmacista e rispettate le indicazioni e le dosi consigliate. (4) Prima di maneggiare qualunque oggetto o alimento bisogna lavarsi le mani in modo accurato, non solo il COVID19, ma anche la maggior parte degli altri diffusissimi batteri e virus viene eliminata con il lavaggio frequente delle superfici degli utensili e delle stoviglie. (5) Separiamo gli alimenti crudi da quelli cotti e non usiamo gli stessi utensili che abbiamo usato per gli alimenti crudi per gli altri alimenti senza averli prima accuratamente lavati. (6) Evitiamo cibi crudi o poco cotti, solo una uniforme cottura a temperatura superiore ai 70° è in grado di assicurarci che il virus venga rimosso. (7) Attenzione alle distrazioni quando si cucina, evitate di toccare lo schermo del cellulare, chiavi, portafoglio o altri oggetti potenzialmente contaminati. (8) Attenzione alle spugnette ed ai panni che utilizziamo in cucina per pulire stoviglie e superfici, ricordiamo di lavarli e disinfettarli spesso con candeggina. (9) Infine, ricordo che in questo periodo tendiamo ad acquistare moltissimi alimenti, intasando frigoriferi e dispense. Quindi oltre a queste indicazioni, in un certo senso specifiche, per evitare una infezione da COVID19, ricordiamoci di rispettare anche le norme sulla normale conservazione degli alimenti per evitare anche banali infezioni ed intossicazioni alimentari. Attenzione soprattutto al frigo, controllate la sua temperatura, non sovraccaricatelo con alimenti che possono essere conservati a temperatura ambiente e rispettate la distribuzione degli alimenti nei giusti settori. Pulite il frigorifero con una certa regolarità, evitate che il cibo entri in contatto con le pareti, tenete sempre gli alimenti cotti in contenitori chiusi per evitare il contatto con gli alimenti crudi. Rispettate comunque le temperature di conservazione degli alimenti e soprattutto le loro date di scadenza. (9) Indicazioni più dettagliate rispetto alla sintesi di questo articolo le trovate sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, dove potete scaricare gratuitamente il Rapporto ISS COVID-19 n. 17/2020 che contiene indicazioni “tecniche” sull’igiene degli alimenti durante questa pandemia. Monica Grosso Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 monicagrosso1@tiscali.it

I


30

SEGNALAZIONI

Il Corriere della Città maggio 2020

Torvaianica alta «Via della Selva Pisana: ma è normale buttare rifiuti in mezzo al prato?»

Il virus "dell'inciviltà" è sempre presente ad Ardea e Tor San Lorenzo (Segnalazioni di Piero D'Angeli, del CdQ Nuova California)

redazione@ilcorrieredellacitta.it

.com




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.