Il Corriere della Città - Marzo 2020

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Anno 12 Numero 3

MARZO 2020

USI CIVICI ARDEA Residenze negate e caos burocratico

I PERITI: «Terreni si possono affrancare»

libertà informazione politica cronaca cultura sport

I NUOVI INVISIBILI

STAZIONE DI POMEZIA

Santa Palomba è diventata 'terra di nessuno': furti anche in pieno giorno

SCRITTE ANTI-SEMITE Cancellare vie intitolate a fascisti: i cittadini dicono no

Editoriale Pag. 22

CAVALCAVIA CHIUSO Il nuovo piano di Anas: «Tre mesi per il progetto»

ARDEA: C'ERA UNA VOLTA IL MERCATO DI TSL

CARNEVALE 2020 Impazza la festa, guarda le foto più belle (pp. 20-21)

IN MEZZO A NOI, MA NASCOSTI

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on ci sono solo le persone che vivono al “Bridge hotel” (il ponte che si trova all’altezza di via S. Francisco, a Torvaianica), nei campi tra via Danimarca e via Carlo Alberto Dalla Chiesa o dietro al depuratore, in via Zara. E non si tratta solo di stranieri. I nuovi poveri, a Pomezia e Torvaianica, non sempre sono riconoscibili alla prima occhiata. Cercano di confondersi tra la gente, di passare inosservati. Sono persone che il destino ha voluto punire: c’è chi ha perso il lavoro, chi si è separato e deve far fronte a maggiori spese con minori entrate, chi ha avuto altri tipi di problemi. I soldi per pagare mutuo, o affitto, e bollette non sempre bastano, quelli per il cibo neanche. E allora si fruga nei cassonetti, magari cambiando zona, con la speranza che nessuno dei conoscenti possa vederli e riconoscerli. È un fenomeno in espansione, che si affianca a quello che abbiamo già testimoniato con le nostre precedenti inchieste sugli “invisibili” del territorio. (continua a pag. 4)



MARZO 2020 NUMERO 3

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Editoriale

Il volto nascosto della città POLITICA ARDEA-POMEZIA

Pag.4

Fosso Campo Ascolano: allarme inquinamento.....p.10

Borgo di Pratica di Mare: via il cancello..pp. 12-13 Equo compenso avvocati: diffida per l'ente.....p.14 CRONACA Vie provinciali dissestate.................................p.18 "Raffaellando", la mostra a Pomezia................p.19 Ponte chiuso sulla Pontina, le novità..............p.22 I nuovi invisibili [INCHIESTA]..................da p.26 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 30

FESTA GRANDE PER CARNEVALE Le foto più belle da Pomezia, Ardea, Torvaianica e Tor San Lorenzo (pp. 20-21)

SPORT

Gli ultimi risultati e le classifiche aggiornate Pp. 36-37

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EDITORIALE

Il Corriere della Città marzo 2020

I nuovi "invisibili" di Pomezia e Torvaianica (segue dalla copertina) Ci sono centinaia di famiglie in difficoltà economica nel solo Comune di Pomezia che si rivolgono a strutture come Caritas (e quindi alla Chiesa) o servizi sociali. Ma anche tante altre persone che, per vergona o sconforto, preferiscono non chiedere nulla e arrangiarsi da soli, vivendo alla giornata con quello che trovano. È un’immagine triste, quella che esce dal servizio che abbiamo fatto questo mese. Abbiamo visto uomini e donne, anche piuttosto anziani, frugare alla ricerca di qualcosa da mangiare. Non chiedono soldi, non si avvicinano a nessuno, non sostano davanti ai supermercati, non chiedono l’elemosina, anzi, al contrario, si allontano per la vergogna non appena qualcuno entra nel loro raggio visivo. Questa è l’altra faccia della città, l’ennesima. C’è quella della gente “normale”, che ha un lavoro e porta a casa uno stipendio, una famiglia, e riesce ad arrivare alla fine del mese senza grossi problemi, tra gli alti e bassi che tutti hanno. C’è quella “nascosta”, che emerge dalle inchieste delle forze dell’ordine, che ci fa scoprire un sottobosco di mafia, di suddivisione del territorio, di malavita, estorsioni, traffici droga e tanti, tanti soldi. E poi ci sono i disperati, quelli che vivono in strada, nelle strutture abbandonate, nei campi e sotto i ponti, ubriacandosi con i pochi spicci che riescono a rimediare

ogni giorno. E infine ci sono loro, quelli che nessuno vede. Di qualcuno riusciamo a scoprire qualcosa, altri sono come fantasmi. Invisibili. Ma la cosa brutta è che sono invisibili per la società, troppo impegnata a guardare uno schermo di cellulare per accorgersi di quel che succede intorno, per ricordarsi che a volte basterebbe un sorriso e una mano tesa per far diventare quell’invisibile di nuovo un essere umano. Maria Corrao

Questa è l’altra faccia della città, l’ennesima. Sono loro, quelli che nessuno vede. Di qualcuno riusciamo a scoprire qualcosa, altri sono come fantasmi. Invisibili. Nascosti alla società.



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POLITICA

Il Corriere della Città marzo 2020

Usi civici, residenze negate e caos burocratico Il Comune di Ardea attende intanto il responso della Regione sul lavoro dei periti: si potrà affrancare? ittadini esasperati all'ufficio anagrafe per non essere riusciti ad avere il certificato di residenza che attesti che vivono nell'abitazione di loro proprietà, dove peraltro abitano da anni. Stava per scoppiare una rivolta, ad inizio febbraio, a causa dei mancati rilasci. Ma ad Ardea anche ottenere un "vitale" certificato di residenza può essere un'impresa quasi impossibile, se l'indirizzo corrisponde a uno dei fabbricati sorti sui terreni gravati da usi civici demaniali, problema, mai risolto, risalente praticamente alla notte dei tempi (e non è una esagerazione), ma le cui conseguenze interessano ancora oggi migliaia di cittadini appesi da anni alle incertezze di leggi, politica e burocrazia. Oggi per molti di questi il problema principale si traduce nel non riuscire ad ottenere il certificato di residenza per l'appunto: senza di esso infatti non si possono richiedere tutta una serie di prestazioni o soltanto farsi assegnare un medico di base. Poi ci sono coloro in attesa di conoscere che fine farà la propria casa. Se riuscirà mai, o meno, a vederne riconosciuta la legittimità in quanto tale o se, al contrario, dovrà rinunciarvi per sempre. Senza dimenticare la sfera dell'abusivismo, ovviamente. In mezzo una vita da mandare avanti senza alcuna certezza sul futuro. Per non parlare del settore commerciale nell'area, altro aspetto critico, per il quale si attendono risposte concrete da parte delle Istituzioni. Su tale versante uno stop alle nuove licenze per attività commerciali alle Salzare era arrivato nel marzo 2018: la delibera fu firmata per evitare “nuovi insediamenti ricadenti nell’area delle Salzare, su immobili che non siano in regola con i requisiti urbanistici”, escludendo chiaramente Nella foto: il gli “aventi titolo che attesti Sindaco di la proprietà, il regolare Ardea Mario possesso o la regolare deSavarese; in alto tenzione dell’unità immoe in basso: i biliare”. Che dire però di terreni gravati chi invece continua l'attida uso civico vità di vendita o apre demaniale ad nuovi negozi? Al moArdea

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Caos all'anagrafe: dopo la legge del 2014 non si possono più rilasciare residenze a chi non ha un "titolo abitativo valido". Tantissime le situazioni "sospese" nell'incertezza mento non è dato saperlo. Tutto questo è, in parte, uno spaccato del caso mai risolto degli usi civici demaniali ad Ardea. Cosa è successo al livello normativo Negli anni '80 la Regione Lazio - lo Stato sin dagli anni '70 ha devoluto alle Regioni la regolamentazione della materia - aveva predisposto la possibilità di alienare e sanare, sotto il profilo urbanistico, le occupazioni di terreno gravati da uso civico e le costruzioni su di essi realizzate. La Corte Costituzionale ha dichiarato però illegittima questa norma - in effetti un articolo, l’8, - che consentiva, in pratica, agli autori degli abusi edilizi di divenire proprietari del terreno, estremizzando molto il concetto. Il primo effetto è stato allora quello del blocco delle pratiche di conciliazione con i Comuni, mediante le quali chi aveva fatto un abuso su un terreno gravato da uso civico poteva chiedere di diventare proprietario del terreno per poi

regolarizzare la propria posizione. Sarebbe stata in effetti la strada più facile: pagando un corrispettivo si sarebbe potuto ricondurre nella legalità un'area, parlando del caso di Ardea, rimasta per anni nel limbo della legge. Ma i Giudici hanno così motivato la loro decisione: «E’ evidente nel caso di esame l’irragionevolezza e l’incoerenza di un meccanismo normativo che fa discendere da un illecito, quale l’intervenuta edificazione su un suolo demaniale, il diritto di acquistare detto suolo e per di più ad un prezzo di favore, se non addirittura simbolico». Come a dire: non si può "premiare" chi ha violato la legge. (continua) I paradossi degli usi civici ad Ardea: perché non si rilasciano nuove residenze o nuove licenze commerciali, ma dall'altro lato continuano le attività di vendita o di apertura di negozi nell'area?


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marzo 2020 (segue) Il problema della residenza Ad ardea il fenomeno dell'abusivismo edilizio, riprendendo il filo temporale della questione, interessò non a caso anche gli affidatari di quelle terre gravate da uso civico. «Nell'area delle Salzare, gente che non aveva alcun diritto su quelle terre, perché non erano di proprietà, ma semplicemente avrebbero dovuto sfruttarle come pascolo, orto ecc. han pensato di costruirci su casa. E qualcuno ha pensato anche di poterli vendere, cosa ancor più assurda», dichiara il primo cittadino da noi interpellato. «Nel 2014 - prosegue Savarese - esce la legge per porre un freno a questa situazione. La norma (la n.80 del maggio 2014, ndr) impedisce agli enti locali di rilasciare certificati di residenza in presenza di un titolo abitativo valido. Una legge devastante per Ardea perché le migliaia di persone che oggi vivono in quei 700 ettari non hanno un titolo abitativo valido perché quel terreno, come da Piano Regolatore, è tutto agricolo, assoggettato ad uso civico, inalienabile in quanto demanio pubblico e quindi nessuno ha diritto ad edificarci sopra né case né capannoni. E' qui che nasce il problema. Prima di allora infatti molti la residenza l'avevano ottenuta regolarmente. Dopo, invece, le residenze in quei 706 ettari alle Salzare non si sono più rilasciate». Territorio demaniale ma di origine privata Al Sindaco Mario Savarese abbiamo chiesto quale può essere, alla luce di quanto visto, il futuro di quest'area precisando che, al livello normativo, il Comune di Ardea ha ben poco raggio d'azione. Deve essere lo Stato, come ribadito anche dalla stessa Corte Costituzionale, a dover intervenire sebbene finora non l'abbia mai fatto. «Le leggi vigenti ci consentono però di nominare una serie di periti (tre nel nostro caso) demaniale, gli unici deputati a gestire la situazione. E così abbiamo fatto. I periti demaniali affermano che quello non è “demanio civico” bensì un territorio demaniale sì, ma d'origine privata. Quindi l'uso civico rimane ma è privato, e dunque affrancabile, cioè attraverso il pagamento di una sorta di tassa-tributo si può togliere da quei territori il vincolo d'uso civico. Ma chi è che deve pagare? Deve pagare chi è proprietario del terreno: dal 2017 il proprietario di quei terreni è il Comune di Ardea perché il demanio dello Stato ha deciso di lasciare il tutto e passare al Comune tutto il problema, oneri e onori, cedendo la proprietà». «Ebbene – continua Savarese - abbiamo presentato in Regione il rapporto dell'analisi effettuata dai periti demaniali e siamo in attesa di una posizione in merito. Qualora ragionevolmente confermerà questa tesi,

POLITICA sbloccherà definitivamente la questione. Potremo affrancare e alienare i terreni in favore degli aventi diritto e quindi sanare le situazioni sanabili», ci spiega il Sindaco. Quali però resta tutto da vedere. «Si tratta di un enorme lavoro fatto, anche se non appare – continua ad ogni modo il primo cittadino – se venisse concesso il via libera andremo ad intercettare tutte le persone che vantano un diritto su quelle terre proponendogli l'affrancazione. Una volta fatto quelle persone potranno chiedere di acquistare quel terreno e il Comune di Ardea venderà loro questi terreni, ovviamente ad un prezzo al di sotto di quello di mercato e magari anche a rate anche perché il Comune non ha nessuna intenzione di speculare su quelle terre. Ma certo non le può regalare perché non si può regalare una proprietà che è di tutti i cittadini facendo un prezzo non idoneo ad altri. La parte più complicata sarà capire tuttavia chi potrà essere in grado di vantare lì un diritto perché, in teoria, potrebbero farlo solo gli Il Sindaco di Ardea: «Siamo in attesa di una posizione in merito da parte della Regione Lazio che, qualora ragionevolmente confermerà questa tesi, sbloccherà definitivamente la questione. Potremo affrancare e alienare i terreni in favore degli aventi diritto e quindi sanare le situazioni sanabili». originari assegnatari dell'epoca che negli anni 50 e 60 si videro assegnare quei terreni dal Commissario di Pomezia. E nessun altro se non gli eredi. E non certo però quelle persone che hanno acquistato un presunto diritto comprando quei terreni, proprio perché non si potevano vendere». Stando a quanto raccolto dalla nostra redazione inoltre esisterebbe un diritto di assegnazione, peraltro riferito al primo figlio maschio al quale veniva concessa la terra, essenzialmente, per lavorarla. L'uso civico prevederebbe infatti che l'area data in concessione al contadino supponiamo, vada in caso di morte per l'appunto proprio al primo figlio maschio e a nessun altro. Il (giusto) prezzo Prosegue ancora il Sindaco: «Quindi l'affrancazione dei 706 ettari a che prezzo deve essere fatto? Viene da chiedersi. Non può essere affrancato a quei famosi 20 centesimi della legge Storace che la Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile. Bisogna affrancare così come stabiliva la legge originale del 1927. Questo significa che i periti da noi nominati devono valutare il terreno nelle sue condizioni attuali: se è rimasto agricolo ad un prezzo relativo, se è stato edificato ad un altro prezzo e così via. A seconda, in estrema

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La scadenza LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA Il 20 febbraio 2020, ovvero esattamente tre anni dopo il trasferimento dal demanio al Comune dei 706 ettari, in teoria, è scaduta la clausola di salvaguardia contenuta nell'atto di cessione all'articolo 3. A sollevare la questione ad inizio del mese scorso era stata la Consigliera di minoranza di FDI Edelvais Ludovici che aveva lanciato l'allarme visto il superamento della “fatidica data”, quando cioè, sintetizzando, i 706 ettari sarebbero dovuti tornare allo Stato in assenza di un “utilizzo da parte del Comune”. Ma Savarese rassicura: «La clausola di salvaguardia (ART. 3) è di prassi nelle cessioni del demanio, e quindi è riportata di default in questi atti. Si da il caso che il comune di Ardea non si è trovato in carico una caserma o un bene immobile di egual stregua, bensì oltre 700 ettari di territorio abbandonato da decine e decine di anni. Lo stesso demanio ci ha rassicurato in un recente incontro riconoscendo che il lavoro che abbiamo fatto ad oggi è di per se già una valorizzazione del bene (così è intesa l'azione) e pertanto l'articolo in questione non ha motivo per essere considerato». sintesi, di quello che c'è sopra. Stabilire infine il valore d'affrancazione dell'uso civico. Parliamo di una forbice di alcune decine di centesimi fino a 2 euro al metro quadro. Non è una cifra enorme si capisce immediatamente, cifra che chiunque sarebbe ben lieto di pagare in quanto poi il valore reale di ciò che va ad affrancare è enormemente più alto». Demolizioni in vista? «E per chi ha già costruito? Se le leggi glielo consentiranno potrà richiedere una sanatoria. I problemi non finiranno: alcuni cittadini potranno affrancare, acquistare e condonare quello che c'è sopra; questi saranno a posto e potranno richiedere la residenza in quei luoghi. Altri però non potranno ottenere questo perché le loro abitazioni non saranno riconoscibili come tali. Rimarranno abusive e dovranno essere abbattute. Oppure dovranno essere acquisite al patrimonio del Comune con tutto il terreno che c'è sotto e con la casa che c'è sopra. E questa casa di proprietà comunale potrebbe essere abbattuta o usata dal Comune per scopi sociali. Poi c'è una terza categoria di persone. Altri infatti non potranno reclamare su quel terreno alcun diritto magari perché lo hanno acquistato con una carta privata e successivamente rivenduto e perfino frazionato da quelle che erano le dimensioni originarie».

Mario Savarese: «I periti affermano che tutto il territorio ad uso civico di Ardea è di tipo privato e quindi affrancabile secondo le leggi vigenti»


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POLITICA

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Usi civici: «Comune non può negare residenze» Secondo un esperto l'ente locale non può rifarsi alla legge n.80 del 2014 nella vicenda: «E' un errore» ul tema della residenza a chi vive nelle zone gravate da usi civici demaniali esistono tuttavia pareri contrastanti. Per un avvocato da noi interpellato le cose starebbo infatti in modo diverso. «Il diritto alla residenza, ovvero il diritto ad essere iscritti alle liste anagrafiche tenute dai comuni, è un diritto soggettivo e non un interesse legittimo», dichiara ai nostri microfoni. «La giurisprudenza in merito è molto corposa. Secondo la Corte di Cassazione la residenza è determinata dalla abituale e volontaria dimora del singolo consociato in un determinato luogo. Per l’individuazione di tale luogo di residenza debbono pertanto sussistere in capo al soggetto due elementi: uno oggettivo, ossia la sua permanenza fisica in un determinato luogo, ed uno soggettivo, ossia la volontarietà di tale permanenza, desumibile dal comportamento tenuto dal soggetto. Nel caso in cui sussistano entrambi gli elementi sopra richiamati sorge in capo al singolo un vero e proprio diritto soggettivo perfetto, nei confronti del quale la Pubblica Amministrazione ha solo un potere di accertamento e nessun margine di discrezionalità (Cass. Civ., Sent. n.108 del 1968)». Prosegue: «Rifiutare di iscrivere i cittadini nelle liste comunali anagrafiche poichè abitanti in immobili costruiti su terreni gravati da usi civici sarebbe da considerarsi pertanto a tutti gli effetti illegittimo e l’abuso di potere manifesto da parte dell’amministrazione. Ma oltre all’illegittimità di comportamento ed abuso di potere vi sarebbe anche una lesione di diritto soggettivo in quanto di questo trattasi come abbiamo visto». Il Caso di Ardea Dichiara il legale: «Nell’esaminare la vicenda che ci occupa sappiamo come lo Stato abbia devoluto alle Regioni la regolamentazione degli usi civici sin dagli anni '70. L’evoluzione normativa regionale aveva portato sino ad affermare la possibilità di sanare ed acquistare detti immobili anche a prezzi irrisori. Ma la Corte Costituzionale intervenne e dichiarò incostituzionale lo specifico articolo di legge. La Corte in realtà , ad una attenta lettura della sentenza, non ha chiuso la porta alla sanatoria ma ha solo dichiarato escluso la possibilità di farlo ad un prezzo irrisorio , come previsto dall’articolo in questione . Abbiamo quindi da una parte una norma generale dello Stato confermata dalla Corte di Cassazione a sezioni Unite, che rappresenta il massimo del riferimento Giurisprudenziale , ed assicura il diritto inalienabile al cittadino di essere iscritto nelle liste anagrafiche comunali , e dall’altra abbiamo solo una Legge Regionale che ha subito una censura dalla Corte Costituzionale che deve essere approfondita

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L'Ufficio Anagrafe del Comune di Ardea . La prima cosa che viene in mente a chiunque e dovrebbe essere così anche per il primo cittadino. è quella di richiedere un parere legale approfondito all’ Avvocatura della Regione Lazio in base alla quale verificare la bontà della scelta amministrativa». Residenze negate «Tale scelta – continua il legale - ci appare sbagliata. Il comune di Ardea per giustificare il proprio modus operandi fa riferimento ad una legge, la 80 del 2014 ed in particolare all’articolo 5 per ricavarne la legittimazione dell Ente Pubblico a negare la residenza a chi sia occupante senza titolo di un immobile, senza avvedersi che detto articolo fa riferimento esclusivamente agli occupanti gli immobili senza titolo, ossia coloro che si sono impossessati in maniera più o meno fraudolenta di immobili di proprietà di altri. La legge non può che essere letta in questo modo. Certo non può e non deve questa normativa essere rivolta essere rivolta a chi, con sacrifici di una vita ha costruito, lavorato, sudato il fondo gravato di usi civici. Le leggi vanno interpretate e sappiamo che la loro appicazione tout court può comportare delle serie problematiche come nella nostra fattispecie in cui abbiamo assitito al blocco delle pratiche presso il Comune per il rilascio della residenza su teerreni gravati da usi civici». La possibile soluzione «Tornando alla produzione normativa Regionale vi sono altri riferimenti normativi che aprono ad una soluzione razionale e legalizzata della questione come ad esempio la normativa contenuta nella legge n. 12 del 2016», prosegue l'Avvocato. «L’art.17 ha infatti introdotto la legittimazione d’ufficio delle “occupazioni senza titolo o con titolo non valido” dei terreni di proprietà civica stabilendo che il procedimento di legittimazione abbia luogo a seguito di determinazione del direttore generale competente. Al comma 5, sono indicate le condizioni necessarie perché si proceda alla

legittimazione, in conformità di quanto stabilisce l’art. 9, 1° comma, della legge statale n.1766 del 1927, e cioè: durata ultradecennale dell’occupazione, migliorie agricole sostanziali e permanenti in ragione dell’estensione del fondo; che la zona occupata non interrompa la continuità del demanio civico (v. parag. 1) Al comma 6, si precisa che impedisce la legittimazione la presenza di fabbricati con caratteristiche non rurali o oggetto di abusivismo edilizio. Ne consegue che possono essere legittimati anche i terreni in cui siano presenti fabbricati con caratteristiche rurali (anche se di fatto, destinati a residenza abitativa e/o utilizzati come tali). Il concetto di residenza rurale , poi, si presterebbe a differenti interpretazioni laddove “ rurale” è il fabbricato precipuo e unico del fondo , a prescindere se abbia lamiere sul tetto o portici lastricati d’oro». «Non si tratta di occupanti abusivi» Prosegue l'Avvocato: «Poi vi è anche l’altra Legge della Regione Lazio la n. 7 del 18 Luglio 2017. Questa legge è finalizzata a perseguire il recupero urbano delle aree in cui non sono state completate da parte del Comune le opere di di urbanizzazione primaria e secondaria. Crediamo che ci sia ampio spazio per il caso degli usi civici. In conclusione, pur in presenza di provvedimenti discordanti e spesso tra di loro in contrasto, riteniamo , comunque, che si possa procedere a sanare e regolarizzare l’annosa questione degli usi civici, soprattutto quando andiamo a considerare che i cittadini coinvolti sono cittadini meritevoli, laboriosi e produttori di un interesse collettivo e non certo “occupanti abusivi di immobili". Poi il fatto che dovranno versare qualcosa per la regolarizzazione è altro aspetto che appare comunque inevitabile e necessario. Alla luce della normativa attualmente vigente l’ Ente Pubblico deve riconoscere il diritto di residenza anche agli immobili gravati da uso civico, salvo poi la regolarizzazione di questi terreni».



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POLITICA

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Fosso Campo Ascolano, allarme inquinamento A Via di Vaccareccia sta per arrivare anche il "soil washing" che andrà a scaricare nel fosso i torna a parlare dell’impianto di soil washing che a breve dovrebbe entrare in funzione in via Vaccareccia. A rendere nuovamente attuale l’argomento è la preoccupazione, da parte di residenti e non solo, dello stato di salute del Fosso di Campo Ascolano, attuale e, soprattutto, futuro. In via Vaccareccia sorge, com'è noto, un complesso industriale, di proprietà della società Trevi Ambiente, utilizzato da tre aziende distinte: da un lato l’Officina Meccanica MAC, dall’altro il Consorzio Formula Ambiente e in mezzo la stessa Trevi Ambiente, che si è tenuta la parte più grande. Le aziende che operano nell'area L’Officina Meccanica Mac si occupa principalmente di manutenzione e riparazione mezzi pesanti e mezzi d’opera, effettuando molte lavorazioni anche sui piazzali scoperti del complesso industriale. Il Consorzio Formula Ambiente si occupa invece della gestione dei rifiuti solidi urbani del Comune e utilizza questo sito per il concentramento e il trasbordo di tutti i rifiuti raccolti nell’intero territorio comunale, oltre che per il lavaggio con acqua a pressione dei metti utilizzati per la raccolta. Trevi Ambiente, autorizzazioni a breve? La Trevi Ambiente al momento non opera, ma ha in corso, presso l'ex provincia, una richiesta di autorizzazione per un impianto di soil washing. Il proponente ha evidenziato che i terreni da sottoporre a bonifica saranno rifiuti speciali appartenenti alla famiglia dei CER 17 05: si tratta di terra (compresa quella proveniente da siti contaminati), rocce e pietrisco di vario tipo nonché materiale di dragaggio (anche fanghi). C'è già la VIA Per questa richiesta, la Trevi Ambiente ha già ottenuto favorevole pronuncia per la V.I.A. (Verifica Impatto Ambientale), senza nessun tipo di prescrizioni da parte dell’Ufficio Ambiente del Comune di Pomezia, appositamente interpellato da Città Metropolitana. Se l’Ufficio Ambiente si fosse consultato con l’Ufficio Urbanistica, magari si sarebbe accorto che nell’area in questione non sono ammesse industrie insalubri come sembra possa essere quella che si prospetta di fare. La questione degli scarichi In via Vaccareccia esiste una condotta per lo scarico delle acque nere, ma questa non è funzionante, mentre non esiste proprio una condotta per lo scarico delle acque chiare. Il Consorzio Formula Ambiente ha ottenuto dal Comune l’autorizzazione allo rilasciata nel 2017 per la “immissione di acque di prima pioggia e meteoriche nella scolina comunale di via Vaccareccia al fine di convogliarle al fosso di Campo Ascolano“. Ma tale autorizzazione non tiene conto che il piazzale unico, in comunione con la Trevi Ambiente e l’Officina MAC, non è idraulicamente separato tra le attività con appositi impianti di raccolta delle acque diffe-

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La Trevi Ambiente a breve potrebbe iniziare a lavorare in Via Vaccareccia renti e due muretti di separazione posti politana di valutare nel merito, evitando tra le tre attività. che l’ex Provincia di Roma archiIl sol washing è E per eventuali abusi? viasse la richiesta di A.U.A. e riuna tecnica di bonifica Detto in parole povere: se una mettesse la competenza delle tre attività dovesse inqui- del suolo contaminato che dell’autorizzazione allo scarico prevede il recupero della nare, come si potrebbe sapere al Comune di Pomezia, che inquale è stata, se non c’è separavece non può averla in questo parte pregiata del mezzo zione degli scarichi? A chi si attraverso un processo di caso specifico proprio perché dovrebbe imputare la colpa? confluisce nel fosso.Questo porseparazione fisica Non essendocene certezza, nesterebbe a pensare che lo scarico, dell’inquinante suno verrebbe mai punito per ipocosì come è attualmente, non ritetici abusi, cancellando ogni traccia spetti la normativa vigente, a causa di un prima di eventuali controlli in azienda. L’auto- errore dell’Ufficio Ambiente del Comune di Porizzazione allo scarico collettivo, così come sa- mezia. Il timore è allora quello che possano esrebbe in questo caso, visto che si tratta di tre serci inquinamenti del fosso di Campo aziende che operano nello stesso complesso in- Ascolano, soprattutto al momento in cui sarà dustriale, in un fosso non può essere rilasciata autorizzata l’apertura dell’impianto di soil waa un solo titolare. Il sistema stabile di collega- shing. mento deve collegare infatti, secondo la legge, “senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore acque superficiali…”, quindi ogni attività di produzione VIA DI VACCARECCIA - Il fosso di Campo deve avere il proprio tubo di collettamento, Ascolano rischia grosso visto l’ok rilasciato senza intercettazioni intermedie. Ma, così come alla Formula Ambiente, azienda di gestione è stata rilasciata l’autorizzazione da parte del dei rifiuti solidi urbani, dal Comune di PoComune di Pomezia, l’obbligo di legge non mezia per lo scarico in una scolina che poi fiviene rispettato. Inoltre, la stessa autorizzanisce nel fosso di liquidi innocui». A zione, pur sostenendo che lo scarico viene effetsostenerlo è il consigliere Paolo Zanin (PD). tuato nella scolina comunale, evidenzia la INQUINAMENTO? - «Purtroppo – spiega destinazione finale nel fosso di Campo AscoZanin - non si tratterebbe di soli liquidi inlano, il che significa che la sola autorizzazione nocui, dato che anche tre aziende diverse andel Comune non è sufficiente, ma – per scaridrebbero a utilizzare lo stesso scarico. Ma il care – serve ulteriore autorizzazione da parte di pericolo maggiore deve ancora arrivare, se si Città Metropolitana all’immissione di acqua nel considera che l’Area Metropolitana a breve fosso, ovviamente previe tutte le verifiche di dovrebbe rilasciare l’autorizzazione alla socompatibilità idraulica e igienico-sanitaria necietà Trevi Ambiente per un impianto di soil cessarie per verificarne la rilasciabilità. Appare washing: allora sì che ci troveremo nelle conevidente, allora, che l’azienda allo stato attuale dizioni di un rischio inquinamento non di non può scaricare, né potrà farlo in quanto non poco conto del fosso di Campo Ascolano e possiede uno scarico autonomo come previsto non solo» dalla legge, ma scarica in maniera collettiva in L'INTERROGAZIONE - «Chiedo allora al cunetta. L’autorizzazione a scaricare in cunetta, Sindaco se intende intraprendere i dovuti inoltre, era stata ottenuta a seguito di una oriprovvedimenti, visto che in sede di VIA il ginaria richiesta da parte di Formula Ambiente Comune di Pomezia non ha posto in essere a Città Metropolitana di A.U.A (Autorizzazione nessun tipo di prescrizione a tutela della saUnica Ambientale) alla quale, in corso di istrutlute dei cittadini, del territorio e soprattutto toria, era stato comunicata la variazione del redella qualità dell’acqua del mare visto che il cettore finale da “suolo” a “scolina stradale”, fosso di Campo Ascolano sfocia al mare. senza tuttavia menzionale l’esito finale in corpo Qualora nessun provvedimento in materia idrico superficiale, ovvero nel fosso di Campo verrà preso, mi troverò costretto a coinvolAscolano: esatta esposizione dei fatti da parte gere le autorità giudiziarie». del Comune avrebbe permesso a Città Metro-

L'interrogazione


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Strade intitolate ai fascisti: no a cancellazione Il 63% dei lettori si è detto contrario alla proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle di Pomezia otivazioni pratico-burocra- scioni colorati per urlare a tiche ma soprattutto ideo- tutti che Pomezia «non odia». logiche: i cittadini di All'evento ne è poi seguito un Pomezia, da noi interpel- altro: «Le persone sono i colati, hanno detto no in lori del mondo», un flash modo netto alla proposta mob, ancora in piazza, per riavanzata dal Movimento 5 Stelle locale di spondere direttamente agli procedere ad una nuova intitolazione delle episodi di razzismo. strade cittadine ancora oggi dedicate ad Ma per le strade i cittadini esponenti del fascismo. Il 63% ha infatti detto dicono no di essere contrario all'iniziativa. Come a dire: Alla luce di tutto questo il non è così che si risolve il problema dei nuovi partito di maggioranza cittadino ha voluto mandare un focolai inneggianti a razzismo e fascismo. Le scritte anti-semite segnale burocratico I lettori de Il Corriere della Città "bocciano" la proposta Tutto è iniziato lo scorso 12 febforte: rinominare braio quando di fronte a due quelle vie intitoI NUMERI DEL Pomezia, viste le sue origini....». Non manca istituti scolastici di Pomezia, NOSTRO SONDAGGIO late a persone direttamente il riferimento all'aspetto maggiormente prail Pascal e l'ISS Largo Brocoinvolte col fascismo. Pen- tico dell'intera vicenda: «Mi chiederei anche: dolini, sono comparse delle 13.312 persone raggiunte siamo ad esempio a Via Almi- che costo avrebbe per tutti i residenti in orrende scritte anti-semite. rante, intitolata al leader storico quelle strade, aggiornare i documenti perso1.878 reazioni «Calpesta l'ebreo», «Anna della destra, fondatore del MSI nali, le utenze domestiche, i documenti delle 192 commenti Frank brucia», tra le altre. Il nel ’48, parlamentare per 40 anni, auto di proprietà, i domicili bancari ecc. ecc. tutto a pochi giorni dalla Giorma soprattutto ex dirigente del re- ecc.?». Ma c'è stato comunque chi si è schienata internazionale della Memoria e gime fascista nonché autore di diversi rato a favore del provvedimento: «Che Tassile proprio quando all’Istituto Brodolini era in articoli definiti razzisti e antisemiti.Un altro e Capriotti (due ex Sindaci di Pomezia, ndr) programma un incontro con Gabriele Son- esempio è quello di Via Pino Romualdi, altro abbiano scelto di dedicare vie di questa città nino, testimone diretto di quel periodo buio esponente di spicco del regime fascista a cui a Romualdi o ad Almirante a me sinceradella storia nazionale e mondiale. Un moto a Pomezia è stata intito\lata una via nella mente poco importa, ciò che a me importa è di indignazione si è allora levato compatto zona della ‘167’. Per l'ANPI, ad esempio, sa- che ad una piazza o ad una via venga dato il dalla città e oltre alla ferma condanna da rebbe “un atto doveroso”. Ma i cittadini, come nome di un personaggio che ne abbia il meparte delle istituzioni, anche gli studenti visto, si sono schierati compatti contro l'ini- rito e che possa essere un esempio per le fuhanno voluto dire la loro espondendo nelle ziativa. «No, non sono d’accordo, la storia è ture generazioni, per quanto mi riguarda ore successive cartelli e striscioni di con- importante e non è cancellando le tracce del quei due non lo sono..», dice Enzo. «In ogni danna. Il caso ha fatto però scalpore tanto da passato che si risolveranno i problemi di do- caso l'intitolazione di vie a personaggi collusi attirare l'attenzione dei media nazionali (non mani. Anzi si alimenterà ancora di più la con razzismo o altro è una vergogna da canera ancora scoppiato il caso “Coronavirus”) fiamma dell’intolleranza e tutto per via di cellare prima possibile». «Ovvio devono spae portare in città perfino la troupe di “Striscia pochi idioti», commenta a tal propisto Giu- rire!», taglia corto un lettore. la Notizia”. liano. Molti riferimenti sono poi andati, Tutti in piazza come era prevedibile, alla storia stessa di PoDalle parole si è subito passato ai fatti. Il sa- mezia, fondata da Mussolini. Maria infatti bato successivo Pomezia è scesa in piazza per aggiunge: «Chi ha fatto quelle ignobili scritte, dire “no” ad ogni forma di razzismo e fasci- non sa neanche chi siano Almirante, Rosmo. Un corteo voluto mualdi o Berlinguer! Secondo questo ragioNelle foto: in fortemente dall'ANPI, dai namento, si dovrebbe distruggere la stessa basso, le scritte Sindacati e dagli stessi stuignobili apparse denti. Ampia la partecipadavanti alle zione della cittadinanza, scuole; a destra: con i cittadini che hanno la risposta della esposto nella principale città, Pomezia piazza cittadina tanti stri"non odia"

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Pratica di Mare, il cancello va rimosso Il Dirigente del Comune firma l'ordinanza: la Nova Lavinium dovrà ripristinare lo stato dei luoghi l Dirigente all'Ambiente e all'Urbanistica del Comune di Pomezia, l'Arch. Vincenzo Rosario Robuso, ha firmato l'ordinanza che impone alla Società Nova Lavinium, riconducibile alla famiglia Borghese, «il ripristino dello stato dei luoghi al fine di riportare il borgo di pratica di mare allo status quo ante i lavori di riqualificazione e/o riparazione delle reti tecnologiche passanti interrate e rifacimento delle sedi viarie, tramite il ripristino delle alberature» e infine, il passaggio più atteso, «la rimozione del cancello posto a chiusura del varco di accesso al borgo al fine di rendere il borgo aperto al pubblico transito». Una decisione invocata da tempo da associazioni e cittadini e che ora, finalmente, è stata messa nero su bianco. La Nova Lavinium avrà ora 90 giorni di tempo per ottemperare all'ordinanza. Le motivazioni L'atto dirigenziale fa seguito alla nota dell’Agenzia delle Entrate nella quale si portava a conoscenza il ripristino della situazione pregressa al tipo di frazionamento (prot. 269998/2017) e mappale (prot. 307338/2017) delle strade all’interno del borgo, avendo constatato la sottoscrizione “in assenza di titolo legale di proprietà”; alla luce dei fatti il Comune di Pomezia aveva già emesso nei mesi scorsi l'ordinanza di sospensione dei lavori all'interno del Borgo con la contestuale comunicazione di avvio del procedimento per violazioni urbanistiche-edilizie. Un'ulteriore nota risale al 9 dicembre con la quale il dirigente comunicava «la sospensione dei termini dell’atto ai fini istruttori e di verifica della titolarità». Contro il provvedimento, è utile ricordarlo, la Società ha fatto ricorso al Tar chiedendo l’annullamento, “previa sospensiva, sia della nota dell’Agenzia delle Entrate riguardanti le strade interne del Borgo, sia dell’ordinanza di sospensione dei lavori”,

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Il Borgo di Pratica di Mare oggi: l'area tornerà liberamente fruibile dai cittadini? sospensiva che è stata tuttavia negata dal Tribunale Amministrativo del Lazio il quale, contestualmente, ha disposto una trattazione del caso nel merito. Ma non finisce qui. Nel testo dell'ordinanza è stato inserito un ulteriore passaggio: «da ricerche effettuate presso l’amministrazione – si legge – con delibera di C.C. n° 59 del 22.10.1951, di revisione e aggiornamento della toponomastica del centro abitato di Pomezia, della frazione di Ardea e Frazione di Pratica di Mare, si è approvato il nuovo elenco di Vie e Piazze, nella quale risultano presenti le denominazioni attuali delle sedi stradali interne al borgo». Un passaggio chiaro ma non così scontato dato che la passata Amministrazione aveva definito la delibera come “una semplice menzione di strade cittadine”. Evidentemente allora, in attesa di ulteriori sviluppi, era qualcosa di più. Il cancello e i platani Nel testo si menziona poi il sopralluogo congiunto con la Polizia Locale, effettuato a novembre, dove si è potuto riscontrare «l’effettivo fermo dei lavori inerenti il rifacimento delle sedi viarie che alla data del sopralluogo risultavano completati» e la presenza del famoso «cancello della tipologia da cantiere, avente peraltro “carattere prov-

“È la vittoria dei cittadini, che in massa si sono mobilitati per riappropriarsi di un pezzo della città chiusa da un cancello abusivo. Insieme alle associazioni e all’ex consigliere comunale Mambelli abbiamo raccolto questa sfida ed oggi possiamo forse dire di averla vinta. Mi auguro che già prima della primavera quelle strade possano essere riaperte al pubblico. Sarà una festa, perché ha vinto il diritto collettivo davanti all’arroganza”

"E' un atto atteso da tanto tempo perché da secoli il borgo di Pratica di Mare è sempre stato un centro abitato che ha permesso la nascita della moderna città di Pomezia. Molti cittadini potranno così rivedere luoghi cari alla loro infanzia. Adesso auspico che con appositi accordi tra il Comune di Pomezia e la famiglia Borghese, il borgo possa tornare ad essere fruibile come lo è sempre stato"

Stefano Mengozzi, Pomezia Domani

Luca Paonessa, Ass.Pomezia Sparita

visorio”, per come dichiarato sia dalla proprietà che dal Direttore dei Lavori, al fine di evitare infortuni occasionali all’interno dell’area di cantiere». Non solo. Ciò che appare rilevante è che anche l'assunto che la totale proprietà degli immobili presenti all'interno del Borgo sia appannaggio della sola Nova Lavinium, come sostenuto dal privato, venga messo in discussione. Scrive di fatti il Dirigente: «Da verifiche catastali le proprietà delle unità immobiliari all’interno del borgo attualmente risultano essere riconducibili a diversi soggetti e non solo alla Nova Lavinium». Infine è stata riscontrata l'esecuzione di «opere in assenza di titolo giuridico» e «l’avvenuta rimozione di 13 platani, 3 pini ed una palma, come da precedente accertamento svolto dal personale del Corpo di Polizia Locale, attività per la quale non risulta essere stata richiesta alcuna autorizzazione da parte della Nova Lavinium Srl». Un aspetto quest'ultimo, già denunciato negli anni scorsi dalle Associazioni. Chiaramente adesso la Nova Lavinium avrà facoltà di impugnare il provvedimento entro i consueti 60 giorni previsti dalla legge. Luca Mugnaioli

In Tribunale DAVANTI AL GIUDICE - Sono due al momento i contenziosi in corso relativi al Borgo di Pratica di Mare. Il primo è quello al Tar dove si sta giocando la partita tra Comune di Pomezia e Nova Lavinium dopo lo stop ai lavori imposto dall'ente: nell'udienza del 4 febbraio scorso, com'è noto, il Tribunale ha negato la sospensiva del provvedimento richiesta dal Privato e ora si andrà pertanto nel merito. L'altra battaglia legale, in questo caso in sede civile, è quella promossa dall’Associazione “La Lente” contro La Nova Lavinium Srl e il Comune di Pomezia.


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Borgo di Pratica: «'Ombre' sull'ordinanza» L'unica ad andare controcorrente è l'Associazione Latium Vetus: «Siamo lontani dalla soluzione» e i cittadini (ma non solo) hanno esultato per l'ordinanza firmata dal Dirigente del Comune di Pomezia per il Borgo di Pratica, per Latium Vetus le cose starebbero diversamente. Anzi: il Presidente, Giacomo Castro, non esita a bollare come "paradossale" questo nuovo capitolo nella vicenda inerente il Nella foto: il Borgo di Pratica di mare. Presdidente Controccorrente, dell'Ass. le motivazioni Latium Vetus «Ci sara' la tanto agognata Giacomo rimozione del ancello che Castro

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ancora oggi impedisce l'accesso al borgo? E' drammatico dover dire che, ancora una volta, probabilmente questo non avverrà», dichiara senza giri di parole Giacomo Castro. «Ecco perché, seppure nell'ordinanza emessa ieri, il dirigente riconosca - positivamente che le opere edilizie all'interno del borgo siano avvenute "in assenza di titolo giuridico", lo stesso ordina, tuttavia, “il ripristino dello stato dei luoghi al fine di riportare il borgo di pratica di mare allo status quo ante i lavori di riqualificazione e/o riparazione delle reti tecnologiche passanti interrate e rifacimento delle sedi viarie, tramite il ripristino delle alberature e la rimozione del cancello posto a chiusura del varco di accesso al borgo al fine di rendere il borgo aperto al pubblico transito». Secondo Castro viene ordinato quindi, "anzitutto il ripristino dello stato dei luoghi (a seguito dei lavori che "risultano completati", com'è scritto nell'ordinanza) e solo subordinatamente viene intimata la rimozione del cancello". In altre parole le due cose, secondo Castro, andavano separate. Prosegue il Presidente di Latium vetus: «Per come è stato confezionato, se questo provvedimento - che ordina la rimozione del cancello solo in via consequenziale al ri-

pristino dei luoghi - venisse impugnato davanti al tar dalla società nova lavinium (come già avvenuto con la nota del catasto) allora potrebbe risultare sospeso nell'efficacia dal TAR e questo si tradurrebbe, in concreto, proprio con la possibilità di mantenere il cancello per tutta la durata della causa giudiziaria. In definitiva, il provvedimento non ci sembra avere la forza di condurre in tempi brevi alla riapertura delle strade del Borgo di Pratica». «Un'occasione persa» Conclude Latium Vetus: «Si tratta insomma dell'ennesima occasione persa. Preferiremmo essere in errore ma i toni trionfalistici appaiono fuori luogo: l'ordinanza del 26 febbraio sembra essere solo un ulteriore tassello di una battaglia ancora lunga, che sarà portata avanti con la consueta forza ed energia dall'Associazione La Lente e dall'Associazione Latium Vetus, fino ad ottenere non solo la riapertura del borgo ma anche l'identificazione dei responsabili di questa vicenda». Per Latium Vetus il provvedimento non sembra avere la forza di condurre in tempi brevi alla riapertura delle strade del Borgo di Pratica


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Equo compenso, avvocati diffidano il Comune Da Velletri chiesta la revoca del nuovo regolamento per gli incarichi legali a Pomezia ul nuovo regolamento per l'affidamento degli incarichi legali a Pomezia arriva una diffida dall'Ordine degli Avvocati di Velletri. L'iniziativa, sottoscritta dal Presidente Avv. Lia Simonetti unitamente al Coordinatore del Nucleo di monitoraggio territoriale per l'equo compenso Avv. Francesco Falco e formalizzata lo scorso 24 febbraio, punta a far revocare in autotutela il nuovo disciplinare adottato dall'ente con delibera di Giunta lo scoro dicembre. Le criticità Un testo, come trattato più volte tra queste pagine, che sarebbe «lesivo della figura del ruolo dell'avvocato in varie disposizioni». Ma è in particolare l'art. 8 a tenere banco: da Velletri sostengono infatti che tale passaggio – che riguarda le modalità di affidamento al “massimo ribasso” – «risulta in contrasto con la nuova normativa dell'equo compenso». In altre parole, offrire un preventivo ulteriormente ridotto rispetto al minimo tariffario di liquidazione previsto (come successo recentemente ad esempio nei contenziosi in essere per il Borgo di Pratica di Mare) esporrebbe i legali alla violazione del Codice Deontologico vigente che impone «il divieto di accettare un compenso iniquo e lesivo della dignità e del decoro professionale». Violare tale clausola può inoltre far nascere profili di rischio connessi a danni erariali, data la possibilità che gli «affidamenti degli incarichi legali e difensivi da parte del Comune – si legge nella lettera di diffida – determino l'iscrizione a Bilancio di importi per le spese sottostimati, non veritieri e comunque suscettibili di essere disattesi alla luce della sanzione della nullità prevista per le clausole vessatorie del legislatore a garanzia dell'equo compenso». Senza contare che, in questo modo, si favoriranno, sostengono gli avvocati, soltanto i legali più “forti” economicamente precludendo l'accesso ad esempio a quelli più giovani; inoltre, la sola discriminante della componente economica potrebbe far venir meno, come ribadito più volte, il criterio della pura e semplice competenza: tutto questo, ci chiedevamo, si tradurrà in-

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fatti automaticamente in una garanzia per la tutela degli interessi dell'Ente davanti al Giudice? Altre criticità riguardano l'articolo 11 riguardante la liquidazione dei compensi: in questo caso nel disciplinare manca la previsione della circostanza che nel caso in cui nel giudizio il Comune riceva una somma a titolo di spesa legale superiore a quella concordata in convenzione tale eccedenza «venga riconosciuta – scrivono gli Avvocati – direttamente al legale incaricato e non rimanga nelle casse dell'Amministrazione» o, ancora, venga corrisposta soltanto dopo l'effettivo pagamento della parte soccombente che diventa così un'ulteriore responsabilità a carico dell'avvocato il quale, in nome e per conto del- Nella foto: l'ente, «dovrà svolgere l'at- dall'alto in basso, tività di recupero crediti l'Avv. Lia senza ulteriore com- Simonetti, Pres. penso». Tradotto: alcune Ord. Avvocati attività legali alla fine ri- Velletri; Avv. sulteranno gratuite, senza Francesco Falco, contare che il legale inca- Coord. Nucleo di ricato si troverà inoltre ad monitoraggio anticipare delle spese. Pas- territoriale per saggi, alla stregua dei pre- l'equo compenso

Per i legali accettare un incarico con la formula del "massimo ribasso" andrebbe in contrasto con la normativa sull'equo compenso

cedenti, che sarebbero nuovamente in contrasto con la normativa vigente in materia. Luca Mugnaioli



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Il Corriere della Città marzo 2020

Stazione di Santa Palomba regno di nessuno Ladri liberi di agire indisturbati: vetri infranti e auto saccheggiate. Molti furti in pieno giorno di nuovo alta l'emergenza alla stazione ferroviaria di Santa Palomba a Pomezia dove a febbraio è andata in scena una nuova escalation di furti. Numerose auto sono finite nel mirino dei malviventi i quali, approfittando degli orari “morti” quelli cioè in cui il passaggio dei pendolari è ridotto al minimo – saccheggiano le vetture parcheggiate e, nei casi più gravi, smontano intere parti di automobili per rifornire chissà chi. Senza dimenticare le gomme: ad inizio mese una Smart è stata infatti ritrovata sui “classici blocchetti”. Anche su questo fronte insomma non mancano le segnalazioni. Pendolari in “rivolta” Lasciare l'auto parcheggiata è diventato quindi un vero rischio a Santa Palomba. C'è chi si rivolge al parcheggio privato custodito - ma è comunque un costo che non tutti possono permettersi - chi ha abbandonato del tutto la stazione scegliendo altre alternative per raggiungere Roma (ci rendiamo conto?), o altri che, costretti, continuano a rischiare la sorte. Per questo a febbraio abbiamo incontrato come “Corriere della Città” i pendolari e i comitati di zona, tra cui quello di Santa Palomba e il gruppo dei pendolari, raccogliendo le loro testimonianze. Difficile fare una stima delle vetture colpite ma basta fare un giro per le strade limitrofe alla stazione per accorgersi dei tanti vetri ancora presenti lungo i marciapiedi e nell'area di parcheggio principale. Esiste anche un gruppo Facebook (Comitato pendolari stazione Pomezia) che è praticamente un bollettino di guerra. C'è chi ad esempio ha subito il furto del «seggiolino del figlio», ma la maggior parte delle volte il costo della riparazione supera quello dei pochi oggetti arraffati all'interno della macchina, tranne in qualche caso dove dei ladri “nostalgici” se la sono presa con l'intramontabile autoradio. Oppure, a finire bersaglio dei criminali, sono le parti delle macchine: mascherine, borchie, tergicristalli, perfino uno sportello della benzina, antenne. Insomma, come se al supermercato si dovessero spuntare gli articoli da una lista della spesa. Il secondo parcheggio I fatti appena riportati sono stati registrati principalmente lungo Via dell'Ecologia, dove le auto si incolonnano sul lato destro (dando le spalle alla Stazione), e nel relativo grande

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C'è chi si rivolge al parcheggio privato custodito, chi ha abbandonato del tutto la stazione scegliendo altre alternative per raggiungere Roma (ci rendiamo conto?), o altri che, costretti, continuano a rischiare la sorte

parcheggio. Eppure una seconda area di sosta ci sarebbe pure: quella situata in Via della Siderurgia, considerata però insicura malgrado qualcuno ci abbia riferito di non aver mai avuto problemi, né danni, parcheggiandoci l'auto. «Lì non metto più la macchina», ci racconta però una ragazza. «Per noi donne è troppo isolato e spesso mal frequentato. Alcune pendolari mi hanno riferito di essere state infastidite e inseguite con

l'auto. Ho provato a parcheggiare lì ma al momento di riprendere l'auto ero sola e c'erano due tipi fermi in fondo al parcheggio. Così son tornata indietro e ho chiesto ad una ragazza di scortarmi sino alla mia auto. Lei mi ha accompagnata e poi mi ha detto di evitare di parcheggiare che anche lei era stata molestata e inseguita». (continua)

A finire bersaglio dei criminali sono anche le parti delle macchine: mascherine, borchie, tergicristalli, perfino uno sportello della benzina, antenne

Nelle foto: quale sicurezza? Le prostitute usano le cassette dove passano i cavi della corrente come ripostigli

Il Comune punta a riqualificare uno degli edifici abbandonati per farne un "presidio partecipato"


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marzo 2020 (segue) Servono soluzioni I pendolari chiedono allora un intervento concreto da parte del Comune e delle Istituzioni che per il momento, come peraltro denunciamo da tempo, non vanno oltre i controlli-spot. La Stazione è così il regno di nessuno e lo abbiamo constatato anche noi con mano: già verso le 9.30, passata cioè la prima “ondata” di pendolari, ci si accorge subito del senso di abbandono che avvolge l'area. Non appena ci dirgiamo verso il grande parcheggio di Via dell'Ecologia, non a caso, notiamo alcuni individui i quali, alla

La Stazione è così il regno di nessuno e lo abbiamo constatato anche noi con mano: già verso le 9.30, passata cioè la prima “ondata” di pendolari, ci si accorge subito del senso di abbandono che avvolge l'area

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I parcheggi principali della Stazione: il secondo (a destra) è lontano e ritenuto "non sicuro" nostra vista, si dileguano rapidamente. «Tutti i giorni è così», ci dicono i pendolari. «Fino alle 17 praticamente non c'è un'anima, se non le prostitute e qualche cliente». La prova ce la danno le cassette al cui interno passano i cavi della corrente che, come mostrano le foto, sono piene di effetti personali delle lucciole in barba a qualsiasi norma minima di sicurezza. Questo soltanto per inciso. Incontriamo infine un altro pendolare visibilmente in ritardo: «Io arrivo sempre lungo con i tempi, ma cerco di parcheggiare sempre accanto al muro: in questo modo almeno mi rubano solo due gomme!». Rimedi fai-da-te contro l'emergenza. Le risposte del Comune Per quanto riguarda la videosorveglianza esiste un "piano B" dato che del "bando periferie" ormai non si sa più nulla? «Il bando periferie prosegue. Qualche giorno

fa sono stato in Città Metropolitana dove ci hanno informato che è pronta la convenzione che porterà all’indizione della gara pubblica. Intanto stiamo valutando di anticipare la procedura per la realizzazione dei parcheggi sorvegliati che vorremmo avviare prima del completamento dell’iter del bando periferie, che prevede tempi più lunghi». In attesa delle telecamere perché non è possibile predisporre un presidio della Polizia Locale almeno per le ore diurne? «La Polizia locale passa quotidianamente per il controllo e la sorveglianza della zona. In accordo con RFI stiamo valutando la possibilità di acquisire in comodato d’uso gratuito uno degli edifici abbandonati presso la stazione per ristrutturarlo e farlo diventare un presidio partecipato e quindi un punto di riferimento per residenti e pendolari». Luca Mugnaioli

Zona 30 a Roma 2: «Previsti i semafori» IL CANTIERE - Sono ripresi a metà febbraio i lavori per la realizzazione della “zona 30” a Santa Palomba nel quadrante di Roma 2. Un'opera attesa con impazienza nel quartiere ma che aveva subito uno stop inatteso nei giorni scorsi. Per questo il Comitato di Zona, sempre attivo per portare avanti le istanze dei cittadini, aveva inviato una lettera al Comune chiedendo spiegazioni. Del resto il cantiere è già in ritardo: i lavori infatti, partiti a luglio dello scorso anno, sarebbero dovuti finire già a settembre e invece, arrivati a marzo, siamo ancora lontani dalla loro conclusione. Il Comune, in una nota di risposta, ha detto che i lavori sono rimasti fermi a causa di tutta una serie di problematiche non meglio specificate – citati soltanto “maltempo” e “ritardi nei fornitori” ma senza fornire elementi più specifici – ma comunque non imputabili al lavoro svolto dall'Amministrazione. Ad ogni modo, giustificazioni a parte, i lavori sono infine ripartiti. Il Comune: «I lavori sono completati secondo il progetto originario. L’ultimo step sarà l’installazione dei semafori per gli attraversamenti pedonalisemafori per gli attraversamenti pedonali»

QUALE PROGETTO - Riprese le attività è subito scattato però un altro campanello d'allarme. Secondo il CdZ infatti il progetto in via di realizzazione sarebbe diverso da quello originario predisposto dalla passata amministrazione. Nato con l'obiettivo fondamentale di proteggere gli attraversamenti pedonali esistenti, in particolar modo quello vicino al plesso scolastico, l'opera mira a ridurre le velocità di attraversamento lungo via Fiorucci, in modo da garantirne la mobilità in condizioni di sicurezza e creare condizioni di permeabilità trasversale della strada, e impedire il passaggio e la sosta dei mezzi pesanti nel controviale est

della via. Diversi gli interventi contenuti nel progetto: percorsi perdonali protetti, segnaletica orizzontale e verticale, il posizionamento di due semafori a chiamata pedonale (uno vicino alla scuola, l'altro vicino al parco), delimitatori di altezza, tra gli altri. Costo totale: poco più di 50mila euro. RICHIESTA D'INCONTRO - Intanto il Comitato di Zona presieduto da Rossella D'Orazio ha inviato al Comune la richiesta di un incontro al fine di conoscere in primo luogo le nuove tempistiche dei lavori e in seconda battuta, se presenti, conoscere le modifiche apportate in corso d'opera al progetto. Sì perché, stando a quanto raccolto, dopo pochi giorni di lavoro, gli operai, a fine mese, erano già in procinto di effettaure lavori accostabili a delle rifiniture quando però del corpo centrale del progetto non sembra essercene traccia. Ma come stanno allora le cose? A domanda precisa l'Amministrazione ha risposto: «I lavori sono completati secondo il progetto originario. L’ultimo step sarà l’installazione dei semafori per gli attraversamenti pedonalisemafori per gli attraversamenti pedonali». Sui tempi però nessun commento.


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Strade provinciali dissestate, niente fondi L'area attorno a Pomezia e Ardea necessiterebbe di interventi contro buche e voragini ra il 2017 quando Via della ticità abbiamo chiesto conto alla Città MeSolfarata, importante via tropolitana che però, ad oggi, non ha ancora strategica che collega Po- risposto alle nostre domande. mezia alla Stazione ferro- Pendolari “a rischio” viaria di Santa Palomba, Tutte strade altamente percorse da centinaia ma anche crocevia verso di lavoratori che percorrono queste vie per Roma e i Castelli, veniva interdetta al traffico raggiungere Roma, i Castelli Romani o il lia causa delle enormi buche che si erano torale, nonché il polo industriale di Pomezia, aperte lungo la carreggiata. Decine le auto rischiando di distruggere le proprie automoche rimasero “vittime” dei crateri e delle bili. Innumerevoli sono infatti gli automobispaccature del manto stradale tanto che, listi che quotidianamente forano ad un certo punto, la Città Metropopneumatici e/o rompono i cerchi litana fu costretta ad intervenire delle ruote per la presenza di d'urgenza per tutelare, e non è voragini pericolosissime in SOS BUCHE un'esagerazione, l'incolumità queste tratte. A peggiorare la pubblica. Ebbene oggi, sebbene situazione ci sono indubbiaVia della Solfarata, non si sia tornati a quei livelli, Via Ardeatina e Via di Valle mente i mezzi pesanti e i Tir nuovi interventi servirebbero che, di fatto, hanno nel corso Caia tra le arterie sulla strada per coprire nuovadegli anni contribuito a dimaggiormente mente le buche. Almeno per il struggere il manto stradale, già ammalorate momento però, l'unico rimedio di per sé non consono per la tiposembra essere quello dell'ormai onniprelogia dei mezzi che la percorrono. La sente limite dei 30km/h. richiesta è sempre la stessa: strade sicure per Le criticità recarsi in tranquillità a casa o al lavoro. Alcuni interventi, ad onor del vero, sono stati Pochi fondi eseguiti in un tratto di Via Solfarata. Ulteriori I problemi però sono sempre gli stessi, i soldi. criticità si riscontrano tuttavia lungo la strada in special modo tra la via Ardeatina alla via Laurentina, soprattutto dal Km 11.400 (bivio via delle Monachelle), fino al Km 12.500 (rotatoria Via Laurentina). Ma non solo. Buche e voragini si registrano anche sulla stessa Via Ardeatina, da via Falcognana fino a Santa Palomba e soprattutto negli ultimi 200-300 metri prima della rotatoria di Santa Palomba dove per evitare le numerose e profonde buche si rischia di prendere mezzi (anche pesanti) che vengono dalla direzione opposta. Non va meglio sulla Via Via Laurentina del tratto che va dall'incrocio di via Pontina Vec- A gennaio ha fatto discutere l'intervento di chia, fino ad Ardea. e da Ardea fino a Tor San Teresa Zotta, Vicesindaco della Città MetroLorenzo. Chiude Via di Valle Caia che an- politana, proprio in merito ai fondi da destidrebbe rifatta praticamente tutta. Di tali cri- nare alla manutenzione stradale. «Disponiamo di 3 milioni di euro l’anno per 2000 km di strade e 5 milioni per le scuole, insufficienti per garantire i servizi minimi e talvolta per tappare qualche buca», ha dichiaASFALTO PER L'ARDEATINA- Nel rato la Zotta. Lo sa programma delle opere di quest’anno la bene il Comune di Città Metropolitana di Roma Capitale ha Ardea che attrainserito i lavori di ripavimentazione e verso il Sindaco messa in sicurezza della strada provinciale Savarese aveva Ardeatina, nei tratti che vanno dal km provato a chie9,500 al 20 e dal 23,200 al 27,200. Diciotto dere, invano, gli chilometri del nuovo pavimento stradale stessi interventi. di un’arteria tra le più importanti della Gli unici lavori viabilità metropolitana, percorsa ogni previsti, faceva sagiorno da migliaia di cittadini. Ad annunpere il primo citciarlo è stata la stesse Città Metropolitana tadino rutulo, a fine febbraio. I tempi degli interventi sono quelli che si non sono ancora noti. faranno sul tratto

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Buone notizie

Nelle foto: comunale (sempre di dissesto stradale in Ardea) di via LauVia della Solfarata rentina e un piccolo tratto di via di Valle Caia. «Dovremo aspettare forse l’inizio dell’estate per vedere in opera i cantieri, ma almeno quest’importante arteria, nel tratto di competenza provinciale, sarà sistemata», concludeva il primo cittadino.


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A Pomezia la mostra "Raffaelando" Il Labspo7 si prepara a celebrare il 500esimo anniversario dalla morte del celebre artista il Maestro artista di Urbino ad essere al centro delle celebrazioni artistiche del 2020. Se il 2019 è stato dedicato a Leonardo, con la ricorrenza del 500esimo anniversario dalla morte di Raffaello Sanzio, anche il Labspo7 il Laboratorio d’Arte di via Spoleto 7 a Pomezia, questo anno si mette in gioco. “Raffaellando, a caccia di particolari”, è il titolo della mostra collettiva che si terrà il 22 e 23 marzo. In occasione della mostra, è stato raccolto un vastissimo corpus di opere

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di mano degli artisti che hanno aderito, e come dice il titolo, dipinto particolari delle opere meravigliose del grande artista rinascimentale. «Non ci siamo fatti mancare nulla, c’è un grande fermento, dipinti e disegni interpretano particolari, pose, gesti, con rifacimenti classici ma anche in chiave In occasione della mostra è stato raccolto un vastissimo corpus di opere di mano degli artisti che hanno aderito e dipinto particolari delle opere meravigliose del grande artista rinascimentale contemporanea. Dopo il successo delle altre mostre, aspettiamo un bel flusso di visitatori e appassionati d’arte», ci riferiscono i maestri di Laboratorio Paolo Sommaripa e Rossana Urbani. Il vernissage sarà domenica 22 marzo alle 17.00, ma la mostra sarà aperta al pubblico interessato già dalla mattina alle 10,30 e si potrà visitare con in-

gresso libero per tutta la settimana, anche lunedì 23 dalle 16.00 alle 19.00, mercoledì dalle 10.00 alle 12.00, giovedì dalle 17.00 alle 20.00 e sabato dalle 10.00 alle 12.00. Per informazioni chiamare il 328/4636294.


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Tutti in maschera a Pomezia e Ardea Carri e sfilate, tutto da copione: la festa impazza sul territorio anche con iniziative dei Cdq emmeno la paura per il Coronavirus ha fermato i festeggiamenti. E' stata così un successo la 44esima edizione del Carnevale pometino: musica, divertimento, animazione e laboratori per bambini hanno animato dapprima piazza Ungheria il lungomare di Torvaianica (domenica 23 febbraio) poi le vie centrali di Pomezia (martedì 25 febbraio). Protagonisti di quest'anno sono stati i carri di Nemo, il Clown, Peter Pan, La Giungla e Lavinium Circus, partiti dal lungomare delle Meduse (altezza stazione Carabinieri), per ciò che riguarda Torvaianica, e giunti, dopo aver seguito il seguente percorso, viale Francia - piazza Ungheria - viale Spagna, di nuovo in piazza Ungheria. Martedì 25 la festa si è invece spostata nelle vie di Pomezia per poi concludersi alle ore 17.30 con il tradizionale falò di Re Carnevale a sancire la chiusura del programma. «Anche quest’anno la Città ha partecipato con entusiasmo ai festeggiamenti del Carnevale – ha dichiarato la vice Sindaco Simona Morcellini – Il lungomare di Torvaianica e il centro di Pomezia si sono animati con musica, divertimento e animazione dimostrando ancora una volta che la collaborazione tra il Comune e le realtà del territorio è la via più virtuosa per raggiungere grandi obiettivi». «Voglio ringraziare tutte le associazioni e i comitati di quartiere che hanno dato vita alle sfilate di Pomezia e Torvaianica - aggiunge il Sindaco Adriano Zuccalà – Un ringraziamento doveroso agli Uffici comunali, alla Polizia Locale e alla Protezione civile per il loro lavoro». (continua)

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Po m e z i a

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To r v a i a n i c a E' stata un successo la 44esima edizione del Carnevale pometino: musica, divertimento, animazione e laboratori per bambini hanno animato dapprima piazza Ungheria il lungomare di Torvaianica (domenica 23 febbraio) poi le vie centrali di Pomezia (martedì 25 febbraio)

To r v a i a n i c a Po m e z i a

Oltre al programma per Pomezia e Torvaianica altre iniziative si sono tenute al livello locale, promosse dai comitati dei cittadini


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(segue) Pomezia in festa nei quartieri Oltre al programma per Pomezia e Torvaianica altre iniziative si sono tenute al livello locale, promosse dai comitati dei cittadini. A Roma 2 i bambini e i genitori, rigorosamente in maschera, si sono dati appuntamento nella palestra scolastica della scuola Fabrizio De André: all'evento ha preso parte anche l'ASD S.Palomba con i suoi giovani atleti, e il Comitato S.Palomba, oltre al CdZ Roma 2. Campo Jemini ha scelto invece la splendida location di Villa Sanna, già sede in passato di eventi realizzati dal CdQ. Cibo e animazione di “Tata Jaja” di primo livello hanno così caratterizzato la festa dei residenti organizzata sempre domenica 23 febbraio. Ardea in festa Anche la Rocca è stata animata dai tradizionali festeggiamenti in maschera. In particolare la scuola Manzù, appartenente all'IC Ardea 1, ha riempito con i propri alunni, suddivisi in turni, Piazza del Popolo, con tanti giochi e colori. Tra i temi scelti vi è stato quello delle 4 stagioni. Grande divertimeno e gioia hanno così invaso la piazza

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CarneNatale "OGNI SCHERZO VALE" - “Carnevale incombe: che effetto farebbe vedere sfilare i carri allegorici in mezzo agli alberi di Natale?” (dal Corriere della Città, Febbraio 2020). Detto, fatto. principale del Comune. Grande festa, ancora alla Rocca, con i tradizionali carri in sfilata e per le vie di Tor San Lorenzo.

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Cavalcavia chiuso a Pomezia, verrà sostituito Il ponte pedonale sulla Pontina, chiuso da agosto 2018, verrà demolito e ricostruito, i tempi isognerà pazientare ancora un po' ma forse arriverà la soluzione al problema della chiusura del ponte pedonale sulla Pontina all'altezza di Pomezia. Sì perché, avvenuto il passaggio di consegne tra Astral e Anas in termini di competenze, i tempi per giungere all'abbattimento e alla sostituzione del cavalcavia “pericolante” dovrebbero essere più chiari. Intanto però, la recenzione è Il ponte è pericolante ma si continua ad stata nuovamente spostata (ricordiamo che è usarlo: per attraversare la Pontina non vietato salirci a causa delle sue condizioni esistono alternative noto, non ci sono soluzioni “B” per andare precarie) e il fenomeno del suo attraverda una parte all'altra della Pontina samento, capita la pericolosità di in quel quadrante della città. Lo sfidare la sorte attraversando a I TEMPI sanno bene i residenti della piedi la Pontina, non si è certo Nei prossimi tre mesi sarà zona che ormai da quasi due arrestato, anzi. Inesorabile, completata la progettazione anni o percorrono a piedi la invece, il suo declino con i dei due cavalcavia (Via parallela della Statale 148 utisegni del tempo e dell'usura Vaccareccia e Via Poma) poi lizzando un sottopasso privo a far crescere, inascoltato, l'alsi passerà alla di marciapiedi - con evidenti larme per la sua tenuta. realizzazione rischi e con in più il problema Nessuna alternativa dell'allungamento dei tempi (30-40 E' presente «uno stato di diffuso min contro i 10 dell'attraversamento ammaloramento del cavalcavia pedonale in ferro”; “nello specifico, l’opera pre- del ponte) - oppure continuano a violare l'orsenta aree del piano di calpestio dinanza di chiusura salendo sul cavalcavia. completamente ossidate, come dimostrato Ricordiamo peraltro che anche l'altro cavalanche da un saggio effettuato sotto la guaina cavia (altezza Via Vaccareccia) fu demolito di protezione che ha scoperto un’area total- nel 2016 e non più sostituito. Risultato: nesmente disgregata», questo recitava la rela- suna alternativa se non quella di sfidare, in zione dei tecnici ormai due anni fa. ogni caso, la sorte. Figurtiamoci adesso. Ma del resto, come è Comune assente C'è da dire che in questi anni il Comitato di Quartiere 2P (Poma-Pisacane) ha più volte sollecitato l'Amministrazione di Pomezia per trovare una soluzione tampone. Una proposta era stata avanzata anche dall'ex Sindaco Fabio Fucci il quale, su indicazione dei residenti, chiedeva l'istituzione di una navetta per consentire l'attraversamento della Pontina. Ma quell'iniziativa – non poche furono le polemiche che ne seguirono – fu bocciata perché “troppo dispendiosa”. Nemmeno gli incidenti, che hanno provocato anche due feriti e perfino un morto a causa dallo scelleNelle foto: ecco rato attraversamento a piedi della statale, i segni del tempo: le hanno sortito qualche effetto. Da Piazza Incondizioni strutturali del ponte continuano a peggiorare

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dipendenza infatti non è arrivato alcun segnale, se non qualche sporadico tentativo di sollecito – l'ultimo risale all'agosto scorso – inoltrato agli enti gestori. Il progetto Veniamo ad oggi. Anas, da noi interpellata, fa sapere quanto segue. «Il cavalcavia pedonale che sovrappassa la strada statale 148 “Via Pontina” a Pomezia, all’altezza di via Poma, è stato oggetto di accurate indagini da parte dei tecnici Anas (Gruppo FS italiane) che hanno accertato la necessità di provvedere alla sua demolizione e ricostruzione», fa sapere l'ufficio stampa. «Al momento sono in corso le procedure di affidamento dell’incarico di progettazione del nuovo cavalcavia, che sarà inoltre accessibile anche ai disabili, diversamente da quello esistente», prosegue la nota. «La progettazione procederà in contemporanea con quella dell’altro cavalcavia pedonale già demolito all’altezza di via Vaccareccia, per il quale la progettazione e la realizzazione sono a cura di Astral S.p.a. con finanziamento della Regione Lazio. Il tempo previsto per la progettazione di entrambi i cavalcavia pedonali è di circa tre mesi. Terminata la progettazione potranno essere avviati i lavori di realizzazione». Sarà la volta buona? Staremo a vedere. Luca Mugnaioli Dal Comune nessun segnale: soltanto qualche - non meglio specificato sollecito agli enti gestori



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C'era una volta il mercato di Tor San Lorenzo Dal virtuale al reale: nata su Facebook oggi l'Associazione è ancora un luogo di condivisione era una volta il mercato rionale di Tor San Lorenzo, un mercato bellissimo, ricco di artigiani e bancarelle e soprattutto tantissimi cittadini che la frequentavano. «Oggi quel mercato non esiste quasi più e vedere quelle poche bancarelle fa molto male. Una volta il mercato rionale si svolgeva lungo tutto Via del Pettirosso, una via comunque al centro di tutto il quartiere, oltre che ad essere vicino alla strada principale, Viale San Lorenzo», scrive l'Associazione Nuova California.«In passato è stato deciso di spostarlo da Via del Pettirosso a Via Taro e Largo delle Marmore, nel quartiere della Nuova California. E qui son cominciati i problemi: la strada è fuori mano, i mezzi comunali sono pochi e le persone devono per forza prendere la propria vettura per recarsi al mercato rionale. Via Taro, oltretutto, è una strada dissestata, piene di buche, avvolta dalla spazzatura gettata dai soliti ignoranti e da terreni con vegetazione incolta, priva di negozi e attività commerciali, e quindi neanche la presenza dei servizi igienici minimi». Si cerca una soluzione «In data 07.03.2019 abbiamo presentato un

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Quale futuro per il mercato di Tor San Lorenzo? Cittadini costretti a fare lo slalom tra buche e rifiuti

Nella foto: a luglio dello scorso anno avevamo fatto un sopralluogo in Via Taro: oggi purtroppo la situazione è invariata A Tor San Lorenzo non c'è nemmeno una banca o uno sportello per prelevare: i residenti chiedono aiuto istanza (Ardea-2019-0014573), per chiedere a questa amministrazione di trovare una soluzione che possa dare un nuovo slancio al territorio. Noi abbiamo avanzato già delle proposte, come ad esempio Largo dei Germani, un luogo visibile e con la presenza di servizi igienici. Capiamo le difficoltà economiche comunali, ma crediamo che ne beneficerebbe anche l’amministrazione. Ci

rendiamo disponibili per qualsiasi soluzione, purché si trovi un rapido rimedio che possa agevolare i cittadini stessi, anche dei paesi limitrofi», prosegue l'Associazione. «Il tessuto economico va “ricucito”, si stanno perdendo tante occasioni per far ripartire il territorio. Abbiamo già perso la delegazione comunale (che speriamo riapra), non abbiamo uno sportello bancomat e neanche una banca (un quartiere con oltre 20000 abitanti). Noi come Comitato di Quartiere, vogliamo affrontare questa drammatica situazione e chiediamo perciò un incontro con l’amministrazione».

Auto incendiata ARDEA - Attentato incendiario ai danni della Consigliera Comunale Anna Maria Tarantino (Cambiamo) a fine mese. Resta ancora ignota l’identità di chi ha appiccato il fuoco alla sua auto, una Hunday Santa Fe a Tor San Lornzo. Chi ha agito ha rotto il finestrino posteriore destro dell’auto e gettato all’interno una boccetta con del liquido infiammabile, dando poi

fuoco. I commercianti della zona, che hanno visto l’auto prendere fuoco, sono immediatamente accorsi per spegnere le fiamme utilizzando gli estintori dei vari negozi.

Il Corriere della Città Numero 3 Anno 12

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CHIUSURA REDAZIONALE: 01/03/20

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009



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INCHIESTA

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I nuovi invisibili a Pomezia e Torvaianica La povertà si nasconde - ma non troppo - in mezzo a noi. Ecco l'altra faccia della città ono i nuovi invisibili. Persone che fino a qualche tempo fa avevano una vita normale, potevano fare acquisti nei negozi e nei supermercati, ma che adesso per mangiare rovistano nei bidoni dei rifiuti degli scarti alimentari dei supermarket. Un piccolo esercito di nuovi poveri, che si sono uniti ai “classici” senzatetto nella lotta quotidiana per conquistare del cibo e l’essenziale per vivere. Un fenomeno che occhi distratti non notano, magari persi sullo schermo di un cellulare, ma che è diventato fin troppo presente nelle strade del nostro territorio, tra Pomezia, Torvaianica, Ardea e Tor San Lorenzo. Agli stranieri si sono aggiunti gli italiani, ai clochard si affiancano persone che una casa ce

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A caccia di cibo e altri oggetti utili: supermercati ma anche forni le attività più frequentate

Agli stranieri si sono aggiunti gli italiani, ai clochard si affiancano persone che una casa ce l’hanno, ma che non riescono comunque ad avere abbastanza soldi per poter pagare tutto, tantomeno il cibo adesso li vedo così». l’hanno, ma che non riescono comunque ad Le possibili cause avere abbastanza soldi per poter pagare tutto, Perdita del lavoro, separazioni, divorzi: sono tantomeno il cibo. E allora frugano nei bi- tante le cause che portano all’indigenza. E in doni marroni dei supermercati, alla ritutte c’è un comune denominatore: la cerca di avanzi: confezioni di mancanza di vero sostegno, acaffettati, anche se scaduti, pane compagnata spesso da un forte DOVE vecchio, barattoli di pomodoro Si rovista nei bidoni della senso di vergogna da parte di o lattine di tonno. «Ogni chi vive questa situazione. spazzatura nel Todis di giorno vedo tanta gente che Certo, a volte ci sono ragioni Piazza Italia e negli altri viene a rovistare nei bidoni – supermercati del litorale. A diverse e meno empatiche racconta la commessa di un volte sono i dipendenti a dalle ludopatie alle dipennegozio – Non si tratta solo dei denze da sostanze stupefacenti dare loro qualcosa classici barboni, quelli che ho o da alcol - ma è incredibile sempre visto, da anni. Ultimamente quante possano essere le persone in si sono aggiunte altre persone, sia uomini difficoltà che, pur avendo bisogno di aiuto, che donne, tutti italiani. Si tratta di persone non chiedono nulla e per questo sono semche fino a poco tempo fa venivano in negozio pre più invisibili. Abbiamo tenuto sotto cona fare acquisti, poi non sono venuti più e trollo i supermercati del territorio, concentrandoci – per questa volta – su Pomezia e Torvaianica. A Torvaianica, davanti ai cassonetti del supermercato Todis di piazza Italia, ogni giorno c’è una processione di persone che cercano cibo e rovistano nei bidoni fino a quando non trovano qualcosa. A volte capita che qualche dipendente offra qualcosa da mangiare – un panino, un pezzo di pizza calda – ma solitamente quando vedono arrivare qualcuno preferiscono allontanarsi. Un paio di persone vengono aiutate dal panificio che si trova poco distante. Alla chiusura prendono pane e pizza, e con quelli riescono almeno a riempire lo stomaco. La stessa cosa avviene davanti agli altri supermercati di Torvaianica, anche se in modo

meno evidente. L’Eurospin, così come il Carrefour, hanno i secchioni in punti molto trafficati (il Todis invece li ha nella stradina laterale) e questo fa da deterrente perché crea imbarazzo. Le richieste d'aiuto in Chiesa: l'intervista a Don Andrea Grazie al reddito di cittadinanza, rispetto al passato meno persone si rivolgono alle organizzazioni riconosciute come la Caritas, dichiara Annamaria Perduto, responsabile per la zona di Martin Pescatore. Ma questo non significa che la situazione sia rosea, anzi. L’intervista fatta a Don Andrea, Parroco della Chiesa Beata Vergine Immacolata di Torvaianica, mostra invece un panorama alquanto scoraggiante: solo al centro della cittadina ci sono almeno 40 nuclei familiari che si sono rivolte alla parrocchia per poter avere un aiuto concreto: soldi, cibo, vestiario. E questi sono solo i casi “emersi”. Poi ci sono i “sommersi”. Tutti quelli che, per un motivo o per un altro, preferiscono evitare chiedere aiuto alle istituzioni. Per vergogna, imbarazzo, oppure semplicemente perché preferiscono risolvere in altro modo. E sono molti di più di 40. E se nella prima categoria trovavamo quasi esclusivamente stranieri, in quest’altra ci sono prevalentemente italiani. (continua) Perdita del lavoro, separazioni, divorzi: tante le cause che portano all’indigenza. E in tutte c’è un comune denominatore: la mancanza di vero sostegno



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(segue) L'intervista a Don Andrea Che tipologia di persona chiede aiuto alla vostra parrocchia? «Spesso sono uomini e donne che chiedono aiuto perché all’interno della loro famiglia all’improvviso moglie o marito, o entrambi, hanno perso il lavoro e si trovano in difficoltà economiche, perché non hanno i soldi per pagare il mutuo o l’affitto. Si tratta quasi sempre di stranieri, di origine rumena, albanese, moldava e polacca. Gli italiani sono pochissimi, solitamente hanno situazioni di monoreddito, vivono magari grazie alla pensione di invalidità di un parente, come può essere un nonno o un genitore che hanno accolto a casa, ma questa non è sempre sufficiente, anzi, non lo è quasi mai». Don Andrea è a Torvaianica da 6 mesi. È arrivato lo scorso settembre e già ha scoperto quali sono i posti dove si rifugiano alcuni disperati del territorio. Edifici abbandonati, baracche, ponti: nulla è sfuggito ai suoi occhi attenti, anche se non tutti si sono rivolti a lui per chiedere aiuto. Le sono capitati casi particolari? «Ho in mente una situazione di una persona sola e ammalata, in condizioni di grave disagio e difficoltà personali, affettive e sociali. Di lei nessuno si occupa, o perlomeno non quanto servirebbe per arrivare a una soluzione. Ogni tanto viene in parrocchia e cerco

di aiutarla per quanto possibile. Per il resto si tratta ti casi più “normali”: prevalentemente anziani, persone sole, oppure agli arresti domiciliari. Qualche volta segnalo delle situazioni ai Servizi Sociali, con cui c’è una bella intesa, così come con le Caritas Diocesane delle altre parrocchie del territorio». Ma quante sono le persone che si rivolgono a lei per un aiuto? «Io posso parlare solo per la parrocchia di Torvaianica centro: qui ci sono almeno una quarantina di nuclei familiari che hanno bussato alla nostra porta perché si trovano in difficoltà». Non sono certo poche, se si considera che parliamo solo di una parte di Torvaianica. Bisogna infatti considerare le famiglie che si rivolgono alle parrocchie di Martin Pescatore, Campo Ascolano e Torvaianica Alta, solo per restare in zona. E poi tutte le chiese di Pomezia e delle varie periferie. Ed ecco che esce fuori un esercito di nuovi poveri che fanno capire come il livello di povertà sia aumen-

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tato rispetto a qualche anno fa. Senza contare tutti quelli che non si rivolgono alla chiesa per varie ragioni... «E questo è un numero certamente elevato: sono persone davvero ‘nascoste’, a volte bisogna andarle a cercare, se si viene a sapere delle loro condizioni di disagio». Gli italiani sono più restii a chiedere aiuto? «Forse non vengono da noi perché preferiscono rivolgersi a genitori, ai parenti, magari anche invalidi, stringendo la cinghia il più possibile. L’italiano poi è più facile che abbia la casa di proprietà e riesce meglio ad arrivare alla fine del mese, chiedendo appunto aiuto ai genitori, mentre gli stranieri non hanno nessuno e vengono in chiesa. E poi a volte non hanno nemmeno i documenti in regola, quindi non hanno alternative». Qual è il suo messaggio? «Io dico alla comunità di Torvaianica che la carità è il centro della comunità parrocchiale. Ci giochiamo la nostra credibilità sulla carità operosa e concreta, fatta di gesti, vicinanza e sensibilizzazione. La comunità deve prendersi a cuore le persone più fragili e disagiate e bisognose: insieme alla fede servono le opere, perché la fede senza le opere è morta». (continua) Don Andrea è a Torvaianica da 6 mesi. È arrivato lo scorso settembre e già ha scoperto quali sono i posti dove si rifugiano alcuni disperati del territorio

La testimonianza: la storia di Luca Luca ha 45 anni e da ormai un anno e mezzo è un invisibile. «Mi sono sposato nel 1995. Dopo 33 anni, tra fidanzamento e matrimonio, mia moglie ha deciso di lasciarmi. Ci sono stati diversi problemi e disagi di varia natura a seguito di questa sua decisione, infatti al momento della separazione i nostri tre figli sono stati portati in una casa-famiglia. Dopo ho fatto di tutto per portarli in un altro appartamento e io sono rimasto da solo in una casa qui a Torvaianica, in via Olanda». Era in affitto? «No, era di un parente, ma poi lui è morto ed io sono dovuto andare via perché gli eredi lo hanno voluto indietro». E dove è andato? «Ho vissuto per un anno in giro tra la spiaggia, il ponte vicino l’ex anagrafe, in mezzo al parco, un po’ ovunque, dove trovavo un angolo dove stare. Poi un amico di Ostia – io sono originario di lì – mi ha ospitato nella sua casa di Nuova Florida, dove ancora dormo la notte. La mattina, quando lui va a lavorare, mi accompagna qui, a Torvaianica, e la sera torno lì». E cosa fa durante il giorno? «Mi arrangio: cerco da mangiare, fumo qualche sigaretta, penso alla mia vita che è andata male, malissimo». Lei lavorava, in passato? «Sì, facevo il pittore edile. Solo che per una serie di problemi di salute ho perso il lavoro. Ho un enfisema polmonare, soffro di epilessia e di pressione alta, ho l’osteoporosi e la labirintite. Non posso più salire sulla scala né fare

sforzi». Ha provato a rivolgersi ai servizi sociali? «Sì, ma senza esito». Lei dove ha la residenza? «Ce l’avevo qui, a Pomezia. Ma non abito più in via Olanda da un anno e mezzo. Ho anche perso i documenti e non so come fare a rifarli, visto che non ho una residenza». Quindi lei è un invisibile…«Sì, non esisto» E se dovesse avere bisogno di un farmaco? «Per fortuna il dottore è un amico, mi prescrive lo stesso le medicine, come se fossi ancora residente in via Olanda». Che speranze ha per il futuro? «Di fare una vincita. Scherzi a parte, non lo so, davvero. Forse non ho speranze». E i suoi figli? «Stanno cercando di farsi una vita, non voglio dare loro impiccio. Uno vive in un monolocale

a Spinaceto con la ragazza, un altro vive con la mamma, mentre la femmina sta a Ostia, dove convive con il fidanzato in una casa piccola. Preferisco stare qui, magari quei due, tre euro al giorno riesco a rimediarli, così come un pezzo di pane o di pizza per mangiare, qualche sigaretta. A Torvaianica conosco tanta gente». Ha pensato di rivolgersi nuovamente ai servizi sociali? «Ma l’ho fatto, diverse volte. E il risultato è stato sempre lo stesso: niente di fatto. Io chiedo al sindaco di interessarsi almeno un po’ al mio caso. Non vorrei fare come quelli che si incatenano al Comune, anche se non mi mancherebbe il coraggio. Adesso una persona ha detto che avrebbe provato a farmi parlare con il nuovo parroco di Torvaianica, per avere un posto per fare una doccia o per dormire. Vediamo che succede…» Vogliamo provare a fare un appello ai nostri lettori? Che tipo di lavoro vorrebbe trovare? «Purtroppo con le mie patologie posso aspirare solo a un lavoro che non sia faticoso: l’ideale sarebbe fare il garagista, risolverebbe tutti i miei problemi. Mi offro per il turno notturno, dalle 18 alle 8 del giorno dopo. Ma anche altri turni vanno benissimo. E anche altri tipi di lavori compatibili con le mie patologie. L’importante sarebbe avere un’opportunità per ricominciare. E togliermi dalla strada».


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marzo 2020 (segue) Pomezia Ciò che abbiamo potuto constatare è che esiste una differenza tra il centro e il litorale. Se a Torvaianica ad esempio le associazioni come la Caritas danno sostegno a persone senzatetto a Pomezia, parlando con la sezione di San Benedetto, non ci sono situazioni di questo tipo. Non si riscontra poi, almeno per ora, il fenomeno riguardante la ricerca di cibo nei cassonetti della spazzatura adiacenti ai supermercati. Anche i panifici o i forni operano soprattutto con le associazioni fornendo loro in particolare la rimanenza di giornata; diverso è il discorso per i negozi di frutta e verdura: in questo caso c'è qualcuno che si avventura a raccogliere ciò che viene buttato. La Caritas di San Benedetto Incontriamo la signora Marinella, referente della sezione parrocchiale con sede alle spalle di Piazza Indipendenza, che ci spiega come funziona la loro attività. «Il nostro lavoro si basa essenzialmente sull'aiuto dei volontari. Assistiamo circa 230 persone tra fisse, quelle cioè che si recano da noi regolarmente, e saltuarie. Tra queste un centinaio sono straniere. Parliamo nel complesso di 70 famiglie più o meno, con nuclei che possono variare dal monocomponente a quelli più grandi, composti anche da 8-9 individui. Per iscriversi alla nostra Caritas chiediamo pochi documenti; è una prassi necessaria perché in questo modo siamo sicuri di assistere le persone effettivamente bisognose». Come funziona la vostra attività? «Per pane, pizza o prodotti da forno abbiamo la distribuzione due volte alla settimana, grazie a quattro forni che collaborano con noi che ci danno la rimanenza di giornata. Noi prepariamo poi dei pacchi di egual contenuto in base a quante persone si presentano. Dal banco alimentare riceviamo altri beni di prima necessità (olio, pasta, ecc.) ma anche dai parrocchiani. Devo dire che la nostra comunità è molto attiva anche per provvedere qualcosa di più sfizioso: l'appello lo lancia sempre Don Giuseppe e le risposte vanno sempre oltre le nostre aspettative». Ricevete anche frutta e verdura o prodotti alimentari freschi? «Sì. I generi alimentari prossimi alla scadenza vengono donati da un grosso magazzino che ha sede a Santa Palomba mentre, mentre per frutta e verdura veniamo riforniti da aziende che trattano soprattutto prodotti biologici». Per gli indumenti come funziona? «Sempre attraverso la rete dei volontari. Anche in questo caso i vestiti vengono consegnati alle persone bisognose due volte al mese: man mano che li riceviamo, li ordiniamo per “età”, taglia e così via. Le persone poi vengono qui e si scelgono quello che preferiscono».

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Capita che qualcuno voglia donare del de- cui svolgono il loro lavoro quotidianamente». naro? Quante sono le persone assistite? «Qualche volta succede. I fondi che abbiamo «Attualmente i nuclei familiari che usufruinon sono molti ma a volte è successo che con scono dei servizi offerti dalle Politiche Sociali il denaro raccolto abbiamo pagato le bollette dell’Ente sono 3073». a chi non ne aveva la possibilità. Devo Avete il dato sul Reddito di Cittadidire che, anche per questo, i nostri nanza? «Sì, certamente. I cittadini che parrocchiani sono sempre I NUMERI molto disponibili». 3.073 - nuclei familiari hanno accesso al Reddito di Negli ultimi anni le persone Cittadinanza sono 939. Il Coassistiti dal Comune che assistite sono aumentate mune ha dato l’adesione per 230 - Le persone assistite o diminuite? dalla Caritas S. Benedetto l’attuazione dei Progetti Utili «Da tre anni a questa parte i alla Collettività (PUC) da 939: RDC erogato a numeri sono rimasti sempre parte dei beneficiari di RDC da cittadini di Pomezia più o meno gli stessi. Tra quelle attuarsi in diversi ambiti di interpersone che decidono di non vevento: sociale, ambientale, artistico, nire più o altre, nuove, che vogliono formativo, culturale, tutela dei beni coiscriversi, il trend è rimasto pressoché inva- muni. Negli ultimi mesi, con il nuovo Ufficio riato, sempre attorno alle 200 unità. Un cam- di Piano per i servizi sociali del Distretto RM biamento però è stato registrato: alcuni di 6.4, e la programmazione partecipata dei coloro che stanno beneficiando del Reddito Piani di Zona, condivisa con tutte le realtà di Cittadinanza sono venuti a comunicarcelo, sociali del territorio, è stato possibile avviare dicendoci che non avrebbero più usufruito gli interventi previsti dal Piano Attuativo Lodei nostri servizi per lasciare spazio ad altre cale (PAL) di contrasto alla povertà». persone maggiormente nel bisogno. E' stato Cosa ha comportato questo? un comportamento corretto che abbiamo «E’ stato innanzitutto predisposto il rafforzamento del Segretariato sociale e del Servizio molto apprezzato». I servizi sociali del Comune di Pomezia sociale professionale con il reperimento di 11 Nella nostra inchiesta abbiamo coinvolto assistenti sociali (6 a Pomezia e 5 ad Ardea), anche l'Amministrazione comunale. « A so- 2 psicologhe e 2 educatori per la presa in castegno di chi è più in difficoltà, l’Ente mette rico dei beneficiari di RDC. E’ stata attivata a disposizione una serie di servizi dedicati inoltre la formazione per i beneficiari di che consentono l’avvio di percorsi di soste- RDC e partiranno a breve i tirocini lavoragno e accompagnamento, sia dal punto di tivi. Ampliato il servizio di sostegno alla gevista economico che sociale, fino all'assegna- nitorialità e mediazione familiare in fase di zion di case di edilizia popolare», fa sapere il affidamento dei minori; avviati interventi e Comune. «Stiamo svolgendo un grande la- servizi per cittadini in condizioni di povertà voro di coordinamento nell’ambito dei ser- estrema e senza dimora». vizi sociali del distretto sociosanitario – Maria Corrao e Luca Mugnaioli aggiunge l’Assessore Miriam Delvecchio – L’obiettivo è implementare i servizi in maniera organica con investimenti adeguati, sia in termini di fondi che di risorse, e la strada intrapresa è quella giusta. Colgo l’occasione per ringraziare il Comune di Ardea, con cui lavoriamo in stretta collaborazione in quest’ambito, tutti i Dipartimenti dell’Asl RM 6.4, Nella foto: Miriam Delvecchio, Ass. la Dirigente ai Servizi Sociali e l’Ufficio di Servizi Sociali del Comune di Piano per la professioPomezia nalità e passione con


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Coronavirus e gravidanza: facciamo il punto ono giorni difficili, si’, ci ridiamo sopra, ci scherziamo intorno, i social sono pieni di battute e prese in giro, ma quel tipo seduto sulla metro accanto a noi che tossisce tanto, attira la nostra attenzione e qualche ansia in più ce la mette… non succede, ma se fosse… che male c’è a comprare qualche pacco di pasta in più… un po' di disinfettanti di scorta e perché no, qualche mascherina? No, non parlo delle mascherine colorate dell’appena trascorso carnevale, ma di quelle che dovrebbero proteggerci dal famigerato Coronavirus di cui ormai parlano tutti tra verità, falsi miti, qualche ombra di follia e tanta paura. Ma cos’è il coronavirus? Un virus appunto, simile a quello della comune influenza, si trasmette attraverso il contatto diretto da persona a persona, per ingestione delle goccioline di saliva che espelliamo respirando, parlando, tossendo oppure starnutendo. Può essere inoltre trasportato alla bocca o agli occhi se ci tocchiamo il viso con le mani contaminate dopo il contatto con una persona infetta. Si diffonde facilmente quindi ed ecco perché fa tanta paura! In più potremmo definirlo un opportunista capace di causare danno maggiormente in questi soggetti più deboli, in quelle persone che fanno parte di quella che definiamo “popolazione a rischio”. In questa popolazione rientrano i bambini fino a 5 anni, gli anziani dopo i 65 anni, i soggetti immunodepressi, cioè quelle persone il cui il sistema immunitario non è del tutto competente, e purtroppo anche le donne in gravidanza. Studi diversi attestano infatti una maggiore suscettibilità delle donne in gravidanza nei confronti delle infezioni respiratorie virali, come quella causata proprio dal coronavirus. Questo è anche il motivo per cui si consiglia alle future mamme di vaccinarsi

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contro l’influenza all’inizio del picco stagionale. Lo stesso però non può essere fatto per il nuovo virus per il quale ancora non è stato testato un vaccino efficace. Allora cosa si può fare? Intanto partiamo con le buone notizie: a tutt’oggi non esistono casi di trasmissione verticale del virus, cioè non esiste nessun caso in cui mamme infettate e che presentavano i sintomi clinici durante la gravidanza abbiano trasmesso il virus ai loro bambini. Non è stato ritrovata traccia del virus nè nel liquido amniotico, né tantomeno nl sangue neonatale prelevato da cordone ombelicale. Certo non abbiamo a disposizione un gran numero di casi (19 descritti in letteratura), ma quelli in nostro possesso sono pur sempre confortanti! Il virus non è stato ritrovato neanche nel latte materno, quindi anche le mamme infette hanno potuto allattare al seno rispettando le comuni norme igieniche per la prevenzione della trasmissione e utilizzando la mascherina durante la poppata. A conferma di ciò il Ministero della Salute raccomanda di incoraggiare la mamma ad avviare l’allattamento anche in caso di infezione e di aiutarla a mantenere la produzione del latte qualora dovesse essere separata dal bambino per qualsiasi motivo e ovviamente di allattare il bimbo con il latte spremuto o tirato. Tutto questo ci fa tirare un piccolo sospiro di sollievo, ma non dob-

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TORVAIANICA NORD - Vendesi attico mq 100 ristrutturato: camera da letto, due camerette, doppio salone, cucina, due bagni. Due terrazzi panoramici (uno vista mare, l’altro vista castelli romani) per un totale di 260 metri quadri. Garage di 22 metri quadri con serranda elettrica. Prezzo €200.000 trattabili. Esposizione su quattro lati. No agenzie. Per informazioni telefonare al 328/3033143.

biamo abbassare la guardia e infatti, da un lato non abbiamo ancora una casistica tale da escludere un minimo di rischio di trasmissione verticale e dall’altro siamo ancora in attesa che si arrivi ad un vaccino sicuro per tutti. Per questo motivo l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ci fornisce importanti consigli comportamentali da adottare per ridurre al minimo il rischio di trasmissione dell’infezione e alcuni di questi sono pensati esclusivamente per le donne in gravidanza. La regola base vale per tutti: lavarsi spesso le mani ed evitare il contatto con i soggetti potenzialmente malati. Per le future mamme non c’è nessuna evidenza scientifica che faccia preferire il parto cesareo ad un parto spontaneo in quanto la via di trasmissione, come già detto, è aerea e non per via ematica e il canale del parto non costituisce fonte di infezione da coronavirus. ovviamente le donne in gravidanza che risultino infette e che si aggravano al punto da dover essere ricoverate in ospedale dovranno ricevere lo stesso trattamento degli altri pazienti infetti e quindi se necessario, dovranno essere isolate, solamente loro o anche i loro bambini. Vale quanto già detto per l’allattamento a cui però vorrei aggiungere un dato non trascurabile e cioè che nel latte di almeno una mamma infettata da coronavirus, non è stato isolato il virus, ma sono stati trovati invece anticorpi protettivi contro lo stesso e quindi utili al neonato per rimanere protetto contro l’infezione. Rimane comunque importante usare la mascherina durante l’allattamento! Insomma nessuna pozione magica al momento è disponibile per mettersi al riparo dal contagio, fatta eccezione per un’abbondante dose di buon senso, smacchiata con un’adeguata ripetizione di lavaggi delle mani con acqua e sapone. Si parla di comuni regole dl vivere sociale! Viviamo una realtà talmente tanto in movimento che era impossibile non aspettarsi che il coronavirus uscisse dai confini dell’Asia e venisse a bussare fino alle nostre porte ed ora che è qui dobbiamo guardarlo bene in viso per fronteggiarlo e sconfiggerlo! Care mamme vivete questo momento con la giusta attenzione, che non è né allarmismo, né ansia, ma come sempre consapevole partecipazione. La gravidanza è un momento unico e speciale, molto impegnativo, che cambierà voi e la vostra vita per sempre, concentratevi su questo, tenete magari un diario, dedicatevi al vostro mondo interiore, limitate le uscite nei luoghi affollati, preferite invece una bella passeggiata nel verde e non fatevi sopraffare dalla paura! E se non siete convinte dei consigli forniti fin qui pensate solo che dal 1877 il solo accorgimento di lavarsi le mani ha salvato la vitale a tantissime donne fin a quel momento morte per sepsi puerperale. Dott.Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it



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Panicovirus ed esaurimento nervoso a reazione globale allo stress fu identificata nel 1936 da Hans Selye, un medico canadese, che la definì SGA - Sindrome generale di adattamento , meglio nota come Esaurimento nervoso. Essa indica un complesso di alterazioni fisiologiche dovute a stress fisici, chimici, sociali e psicologici, detti anche “stressors”. Il termine stress mutuato dalla fisica per descrivere la tensione a cui viene sottoposto un materiale, indica la risposta generalizzata di un organismo a stimoli negativi. Per dimostrare la sua tesi l’endocrinologo Selye condusse esperimenti su animali, iniettava quotidianamente a dei ratti una sostanza riscontrando la formazione di ulcere peptiche, atrofia dei

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senza neanche applicarlo troppo alla lettera. I segnali del corpo vanno ascoltati ed affrontati in tempo per poter attuare opportuni cambiamenti. Un livello di ansia moderato è funzionale alla ricerca di una strategia di difesa di fronte ad un pericolo, attacco o fuga, sin dall’età della pietra l’uomo ha manifestato grande attenzione ai segnali esterni, suoni, rumori, restare indifferenti di fronte ad un leone, potrebbe risultare molto pericoloso. Considerato che il livello di attivazione dell’organismo non è mai statico, cambia durante le ore del

Panico da virus e bombardamento mediatico: quanto sta influendo su di voi? Ecco cosa dice la scenza losi, anzi, il leone almeno si vede. Anche un oggetto neutrale come un semaforo può es-

Restare indifferenti davanti a un pericolo può risultare pericoloso, ma l'ansia deve essere sempre moderata: "l'ansia moderata" è funzionale alla ricerca di una strategia di difesa tessuti del sistema immunitario e ingrossamento delle ghiandole surrenali. Ad un altro gruppo di topi iniettò una soluzione fisiologica, cioè innocua, e in loro si producevano le stesse patologie dimostrando quindi che le patologie erano una risposta dell’organismo al solo fatto di avere subito quotidianamente delle iniezioni. Un altro gruppo di topi furono sottoposto a rumori forti, scosse elettriche, temperature elevate o troppo basse, pasti irregolari, etc. ed anche questi produssero le stesse patologie, sempre riconducibili alla reazione al fastidio proveniente dall’ esterno, con risvolti anche cronici. Il medico diede così avvio alla disciplina fisiologica dello stress, con estensioni al campo della medicina psicosomatica e della psicologia. Egli individuò tre stadi successivi nella evoluzione della SGA, nel primo, “Stadio della “Reazione di allarme”, descrisse le prime difese fisiologiche mobilitate dall’organismo contro lo stress, sudorazione, aumento della frequenza cardiaca, della pressione del sangue, dell’ adrenalina etc.; nel secondo, “Stadio di resistenza”, notò l’incremento della produzione ormonale (ACTH ormone adrenocorticotropo) per sopperire all’eccezionale dispendio energetico richiesto per affrontare uno stress cronico e nel terzo, “Stadio dell’esaurimento”, ravvisò le conseguenze del perdurare eccessivo dell’esposizione dell’organismo agli “stressors” quando non è più in grado di rispondere neanche ad uno stress moderato né di tornare allo stato normale, con conseguenze anche nefaste. Non bisogna mai lasciar accumulare la polvere sopra gli specchi diceva un vecchio proverbio cinese, forse

sere avvertito come un nemico e provocare reazioni emotive, non è raro pensare “si fa rosso sempre quando passo io”, in una deriva paranoica alla quale gli “stressors” moderni ci stanno avviando, rumori, bombardamento di notizie catastrofiche miranti a farci sentire responsabili di ogni problema del mondo, senza scrupolo per le conseguenze di tali iniezioni quotidiane di stati di allarme, tra le quali, last but not least, quelle di panicovirus, apparentemente innocue, come le soluzione fisiologiche iniettate agli ignari topolini. giorno, al mattino il metabolismo è più lento e potrebbe favorire maggiormente la creatività, la sera potrebbe essere più semplice risolvere un problema, (sempre secondo il proprio cronotipo, serotino o mattutino, gufo o allodola), sarebbe bene adeguare le attività che si intraprendono assecondando tale predisposizione al fine di evitare inutili sprechi di energie. L’ansia moderata, ovvero uno stato vigile e attento è necessario alla prevenzione dei pericoli, ancor più oggi nella società moderna, mediatizzata e globalizzata, ove i pericoli non si presentano più sotto la veste di un leone ma non per questo risultano meno perico-

Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Amici di Singen Corso di Psicologia – merc.h.17,00 18,30 3271363539 (h. 8/9; 13/14)

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L'aggressività Saper gestire il conflitto con gli altri e come litigare senza farsi male

on è facile trattare questo argomento che riguarda un aspetto importante delle relazioni tra le persone, poiché la rabbia e l’aggressività hanno dei tratti poco comuni, in quanto ognuno ha un proprio modo di sfogare i propri sentimenti conflittuali, talvolta trasformandoli in rancore se non addirittura in odio. Siamo tutti, chi più chi meno, pieni di rabbia che non vediamo l’ora di sfogare col primo che ci capita sotto tiro. Uomini apparentemente tranquilli che urlano, col volto stravolto dall’ira, per un semplice problema di traffico alla guida della propria automobile. Signore impeccabili che esplodono e inveiscono con parole irriferibili per un posto che ritengono rubato in una qualsiasi fila. Ma perché ci succede tutto ciò? Perché il nostro rapporto con l’aggressività non è sano: siamo pieni di rabbia repressa, ma non la sappiamo tirare fuori quando serve: di solito ci facciamo mettere i piedi in testa, poi di colpo sbottiamo e travolgiamo tutto, con il risultato che poi stiamo peggio di prima. Quindi, in realtà, pochi vivono quei momenti di sfogo come una liberazione. Sembriamo pentole a pressione: non facciamo che accumulare, reprimere e quando poi scoppiamo ci ritroviamo pieni di sensi di colpa e quindi invece che farci bene, questi litigi, ci creano altra amarezza. Quindi qualcosa non funziona nel nostro rapporto con la rabbia, ma una cosa è certa: l’aggressività non si può eliminare e allora abbiamo bisogno di imparare come si fa a litigare in modo sano, senza farci del male. Si comincia dal considerare che il conflitto, se gestito in maniera civile, potrebbe diventare una risorsa, un’onda di energia che ci aiuta a rinnovarci, a non essere sempre fermi sulle nostre convinzioni. Interessante citare quello che diceva il filosofo greco Eraclito che “la vera armonia è quella che si raggiunge tra persone che inizialmente la pensano in maniera opposta”. Quindi i rapporti devono essere vivi e pazienza se qualche volta sono

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turbolenti o conflittuali. Non si può rinunciare a esprimere le proprie idee in nome del quieto vivere: si ha un rapporto sincero con una persona solo se puoi anche litigare con lei! Non c’è niente di peggio di una bontà costruita. Se posso arrabbiarmi con te vuol dire che ho la libertà di poter essere sincero. Se devo essere sempre buono e chiedere subito scusa, il rapporto è artificiale, è un andare d’accordo puramente di facciata, pieno di compromessi che non ci aiutano a realizzarci.

Il nostro rapporto con l’aggressività non è sano: siamo pieni di rabbia repressa, ma non la sappiamo tirare fuori quando serve Mentre il conflitto è salutare se è spontaneo e non si accumula, non deve essere creato poiché in questo caso vogliamo solo le scuse per scaricare sugli altri le nostre insicurezze personali. In secondo luogo, i conflitti sani li riconosci dal cambiamento che ti portano, ti fanno sentire più leggeri quando si placano, ti lasciano bene come se ti depurassi, rompono la staticità, ti rimettono in gioco, portano i rapporti a un livello superiore. Infine poi ci sono quelli che sono sempre pronti a litigare, a reagire in modo aggressivo e scattare alla minima cosa, anche immaginaria. La persona facile al litigio è spesso preda di un eccesso di difesa: si sente sempre come se fosse attaccato, minacciato, mentre invece alla base di tutto c’è una profonda insicurezza. E’vero, purtroppo, che alcune coppie usano lo stato di guerra permanente per tenere in vita un rapporto che altrimenti sarebbe finito da un pezzo, tipico delle persone deboli che usano il conflitto per difendersi dalle difficoltà perché non sanno vivere un rapporto adulto tra persone libere e autonome, che hanno bisogno del litigio per tenere in piedi rapporti ormai esauriti da tempo. Succede a tutte le coppie, prima o poi, di pronunciare la fatidica frase: “Noi siamo diversi, a noi non capiterà di litigare come gli altri, perché noi siamo speciali e unici”. Lo afferma ogni coppia, soprattutto all’inizio della loro relazione. E sono sinceri: in quel particolare momento in cui sta nascendo il rapporto, loro si sentono davvero così straordinariamente capaci di affrontare

il tempo e le difficoltà in modo diverso; solo che in effetti, dopo qualche tempo più o meno lungo, spesso si finisce nel mondo dei conflitti da cui non se ne esce bene. Si diventa la classica coppia con argomenti insolubili, “a rischio”, sui quali si discute e si litiga sempre allo stesso modo e si finisce con lo stesso finale in cui non si è risolto niente, ci si è detti cose brutte e si è aggiunto al rapporto un altro tassello di rabbia e di malessere. A questo punto che si fa? Come uscirne da questo calderone che genera dubbi e frustrazioni? Proverò a questo punto a dare una mia personale interpretazione di questi comportamenti. Chiarisco in anticipo che non sono uno psicologo ne tantomeno psicoterapeuta, ma una persona che vive le situazioni di coppia come chiunque di voi, curioso per natura ed attento a quello che gli gira intorno. Ebbene, io penso che il problema vada affrontato all’origine, ovvero partendo dal fatto che ognuno di noi ha una propria personalità ed un proprio carattere e che non potrà essere in simbiosi con quello del partner. Ognuno di noi è un entità individuale e tale deve rimanere, mentre invece l’errore che spesso fa la coppia è quello di sentirsi, per forza, un singolo organismo, una sola persona, quasi ostinatamente a credere che si sta bene insieme solo condividendo gli stessi pensieri, le stesse passioni, interessi, amicizie ecc…Quando questo accade è come se la coppia fosse un singolo individuo, una sola persona; quindi in pratica quando ci sono dei problemi, che sfociano in litigio, non sono due partner presi individualmente ad avere problemi, ma un’unica entità che discute senza controparte, come se lo facesse con se stesso, avendo incastrato le due persone in un singolo specifico organismo. Avere coscienza di ciò è sicuramente più scomodo perché porta entrambi a togliersi ogni maschera e mettersi davvero in gioco, senza strategie di potere o giochi di forza, come singoli e come coppia. Ma assai vantaggioso, quando riesce, perché grazie a questo dialogo la coppia può arrivare ad un nuovo equilibrio e a una migliore qualità dello stare insieme. Antonio Guido dirguido@libero.it


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L'arte del narrare favole Per tutta la nostra vita, l'arte del narrare aleggia intorno a noi: scopriamo meglio questo mondo iamo cresciuti con le favole che ci leggevano i nostri genitori, facendoci vivere momenti pieni di magia, stimolando la nostra immaginazione con i racconti di fate, boschi, orchi e principi azzurri. La morale della favole, a nostra insaputa, andava imprimendosi nelle menti lasciandoci scoprire il significato dei pregi e dei difetti dei personaggi, facendoci considerare la differenza tra il buono ed il cattivo, tra il bello e il brutto e anche aprendo dei grandi spazi nella nostra fantasia perché, proprio mentre quel qualcuno leggeva, la nostra mente elaborava personaggi, scenari e situazioni. Ma ecco che da grandi le favole lasciano spazio alle novelle, ai racconti e ai romanzi scritti per noi lettori da instancabili mani e insaziabili menti. Così ci facciamo rapire da quel libro che esposto in vetrina non aspetta altro che d'essere comprato, per regalare nuovi

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E come asserisce il noto critico e teorico della letteratura Northrop Frye nato in Canada nel 1912 : "La macchina tecnologicamente più efficiente che l’uomo abbia mai inventato è il libro"

colpi di scena, storie e vicende reali od irreali, in cui ci possiamo tuffare estrapolandoci per un momento dal mondo. Il romanzo ha le più antiche origini nei poemi di Omero come l'Iliade e l'Odissea,

ma è solo nel 1500 che avvenne il grande cambiamento in quanto oltre agli aristocratici anche il popolo borghese cominciò ad avvicinarsi alla lettura. Testo e foto di Laura Piacentini

Le tipologie Il romanzo può essere: Realistico: quando narra fatti reali o che potrebbero accadere; Fantastico: quando narra fatti immaginari e che non possono accadere; Autobiografico: se raccontato in prima o terza persona, e parla della sua vita; Biografico: se, attraverso il ricordo di luoghi, sensazioni e vicende, descrive la vita di qualcun altro; Fiaba: E' un racconto di fatti inverosimili che accadono a personaggi fantastici con protagonista, antagonista ed aiutante; Favola; E' un racconto inverosimile su animali con comportamenti umani ma, a differenza della fiaba contiene una morale; Mito: Spiega l'origine del mondo, di uomini, cose o di esseri sovrannaturali; Leggenda: spiega l'origine di animali piante e fenomeni tramite persone, animali ed oggetti.


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Una sana alimentazione al tempo del 'Virus' Difendiamoci dalle malattie anche mangiando correttamente: gli errori da non commettere n questi giorni siamo assistendo alla seconda grave epidemia di questo secolo il cosiddetto “Coronavirus” (COVID 19), a circa 17 anni di distanza dalla SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) che ha rappresentato la prima minaccia globale del XXI secolo (con 813 decessi secondo l’OMS). Anche la SARS è iniziata in Cina nel 2002 (provincia del Guangdong), approdando poi a Hong Kong e Hanoi ed infine nel 2003 anche in Italia. Ma SARS e COVID 19 hanno avuto dei precedenti molto più letali. Nel secolo scorso, come forse ricorderanno i nostri nonni, ci furono ben tre pandemie influenzali molto gravi, che sono state identificate in base alla presunta area di origine come: Spagnola, Asiatica e Hong Kong. Si stima che un terzo della popolazione mondiale fu infettato (virus H1N1), durante la pandemia del 1918–1919, la cosiddetta “spagnola”. La malattia fu eccezionalmente severa, con una letalità maggiore del 2,5% ed oltre 50 milioni di decessi. Negli anni ’50, si sviluppo un nuovo virus (A/H2N2) che diede luogo all’Asiatica del 1957, con circa due milioni decessi, ma in questo caso le morti si verificarono soprattutto nelle persone affette da malattie croniche, mentre furono meno colpiti i soggetti sani. La terza grande epidemia (virus A/H3N2) venne annunciata in Hong Kong dal Times di Londra nel 1968 e si stima che uccise dalle 750 mila ai 2 milioni di persone (in Italia l’eccesso di mortalità attribuibile a polmonite ed influenza associato con questa pandemia fu valutato in circa 20.000 decessi). Ci furono inoltre epidemie “minori” come l’Influenza suina del 1976, l’influenza Russa del 1977 o l’Influenza Aviaria tra il 1997 ed il 2004. Perdonatemi questa lunga premessa ma è solo per ricordarvi che i virus, purtroppo, da sempre fanno parte della nostra vita. Inoltre, con i cambiamenti climatici in atto e la distruzione sistematica dei biosistemi naturali, non possiamo certo sperare che le cose migliorino in futuro. Per difenderci oltre che attenerci in modo scrupoloso alle indicazioni che in questi giorni stiamo ricevendo dalle Autorità Sanitarie competenti è bene curare in modo ottimale anche la nostra alimentazione, perché se ci alimentiamo in modo adeguato, rafforziamo le nostre difese immunitarie, le uniche che possono proteggerci da questo virus, in assenza di un vaccino di farmaci specifici. Questo è il momento di ricordare che il cibo che mangiamo non è fatto solo di energia (calorie) ma in una alimentazione equilibrata contiene anche tutti i micronutrienti di cui abbiamo bisogno è

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soprattutto le indispensabili vitamine. Ma è inutile imbottirsi di integratori e vitamine in pillole, se il nostro medico non le ha prescritte. Quello che ci occorre non è solo la quantità ma la straordinaria varietà dei micronutrienti e delle numerosissime vitamine contenute naturalmente negli alimenti, varietà che nessun integratore è ancora in grado di riprodurre in modo efficiente. La nostra dieta mediterranea con la sua ampia gamma di alimenti sani e genuini rappresenta ancora la migliore “sussistenza” per la prima linea di difesa del nostro organismo che, nelle prossime settimane e nei prossimi «A mio parere, chi pensa di proteggersi chiudendosi in casa e facendo incetta di cibi in scatola e prodotti conservati, in realtà non agisce molto saggiamente» mesi, potrebbe essere impegnato in “battaglie” molto difficili contro un nemico invisibile ma infido ed implacabile. Se siete abituati ad intossicare il vostro organismo con alcol, fumo o sostanze stupefacenti questo è il momento buono di smettere, perché che possa piacere o meno, non solo queste sostanze provocano grandi danni alla salute a medio e lungo termine, ma abbassano le nostre difese immunitarie, cosa che in questo momento non possiamo permetterci. Stesso discorso vale per il sonno e per lo stress: se dormiamo poco e male o se siamo stressati e preoccupati, produciamo una serie di so-

stanze che, per complessi meccanismi biochimici, finiscono comunque per abbassare le nostre difese immunitarie. A mio parere, chi pensa di proteggersi chiudendosi in casa e facendo incetta di cibi in scatola e prodotti conservati, in realtà non agisce molto saggiamente. Consumare per settimane o mesi cibi in scatola non farà bene né alla vostra salute né al vostro sistema immunitario. La frutta e la verdura di stagione con i loro preziosi fitonutrienti, sono straordinari alleati contro le malattie e lo stesso discorso vale per le uova fresche per il pesce, per la carne, il latte, ecc. Viviamo in tempi in cui la disinformazione regna sovrana ed in cui ci facciamo suggestionare anche troppo da false notizie che circolano sui social-media, mentre dovremmo ricordarci delle nostre tradizioni, anche alimentari, che hanno permesso ai nostri nonni che erano in buona salute, di passare attraverso le spaventose pandemie del secolo scorso. Probabilmente dovremo imparare a convivere con il COVID 19 che difficilmente sparirà nel giro di poche settimane. I vaccini forse arriveranno tra qualche mese, forse ci vorranno anni. In ogni caso dobbiamo proteggerci incominciando a seguire un regime alimentare sano ed equilibrato che permetta al nostro organismo di affrontare nel miglior modo possibile anche il contatto con il virus, nel malaugurato caso che accada. Esistono delle linee guida per una sana alimentazione (quelle pubblicate dal CREA, Ente di Ricerca pubblico che fa capo al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) e qualificati professionisti (iscritti ad un ordine Professionale) in grado di aiutarvi a riacquistare uno stile alimentare più sano. Dovreste sempre diffidare di chi vi consiglia “stravaganti” piani alimentari. Evitate comunque di seguirli soprattutto in questo momento, in cui in ballo potrebbe esserci molto di più di qualche chilo di troppo. Monica Grosso - Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it

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SPORT

Il Corriere della Città marzo 2020

Dilettanti, i risultati del mese di febbraio Pomezia Calcio, torna lo spettro dei playout. Indomita, si continuano a sognare i playoff omezia Calcio - Sono 4 i punti racimolati dalla squadra di patron Bizzaglia nelle ultime 5 uscite di campionato: frutto di 1 pareggio, 1 vittoria e 3 sconfitte. Il pareggio è maturato tra le mura amiche nello scontro con il Flaminia dell’ex mister del Pomezia Francesco Punzi mentre le tre sconfitte sono arrivate con Monterosi (0-1), Sangiovannese (1-0) e Cannara (3-1), quest’ultima che vince con ben 3 rigori asse-

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gnati dal direttore di gare in favore dei locali. L’unica vittoria della squadra allenata da mister Bussi è arrivata in casa contro lo Scandicci con le reti di Lisari, Arduini e Cestrone che piegano lo Scandicci. Lo spettro dei playout potrebbe essere minaccia concreta peri pometini che risiedono al quindicesimo Prosegue la corsa per un posto utile nei play-off per l’Indomita Pomezia. Sono ben 10 i punti conquistati negli ultimi 5 match frutto di 3 vittorie, 1 pareggio ed una sconfitta posto a 26 punti, la zona salvezza ormai dista 7 punti ma il Pomezia se la potrà giocare comunque nelle ultime 8 gare rimanenti. Uni Pomezia Nelle ultime 4 partite, i pometini sono riusciti ad ottenere 6 punti: risultato di 2 vittorie e 2 sconfitte. I ragazzi del presidente Valle sono riusciti a prendersi la massima posta in palio nelle ultime due gare al Comunale di Pomezia: prima con 3-1 all’Eretum Monterotondo, grazie alla doppietta di Ganci e rete di Nsumbu, e poi con il 4-1 al Tivoli, il quale subisce le reti di Ganci, Adamo, Nsumbu e Casciotti. Le sconfitte, entrambe fuori casa, sono maturate sui campi di Ottavia (3-2) e

Aranova (2-1), quest’ultima partita nella quale una rete è stata segnata dall’ex Uni Pomezia Luca Italiano. A 9 partite dal termine, i rossoblu si ritrovano sesti con 38 punti all’attivo. Indomita Pomezia Prosegue la corsa per un posto utile nei playoff per l’Indomita Pomezia. Sono ben 10 i punti conquistati negli ultimi 5 match frutto di 3 vittorie, 1 pareggio ed una sconfitta. Le vittorie sono arrivate con Monte San Biagio (0-3), grazie alla doppietta di Mariani e la rete di Frezza, con la diretta concorrente Primavera (1-0), grazie ad un gol di Di Canio allo scoccare del 94’, ed in fine con l’Ostiantica fuori casa, dove Medei e Seferi hanno confezionato la vittoria. I ragazzi di Aiello sono riusciti a spezzare la striscia di 15 vittorie consecutive del W3, costringendoli al pareggio allo Sport’s Campus con una rete di Mariani. L’unica sconfitta arriva in casa contro il Santa Maria delle Mole per una sfortunata deviazione di Ugolini verso la propria porta. La squadra del binomio Spina-Padula risiede ora al quarto posto con 52 punti all’attivo, con una distanza di 1 punto dal terzo posto e soprattutto 9 gare ancora da giocare.


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SPORT

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Fortitudo Futsal, lotta punto su punto Serie D Girone G

Serie D Girone E

Eccellenza Girone A

Promozione Girone C

Prima Categoria Girone G

Seconda Categoria Girone H

Calcio a 5 - Serie B/E

Calcio a 5 - Serie C1/B

Calcio a 5 - Serie C2/D

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Vendesi a Semproniano (GR), a 10km dalle Terme di Saturnia, appartamento di mq. 51 composto da cucina, salottino, bagno e camera da letto. Da arredare. Dispone anche di un piccolo locale magazzino. La casa è nel centro storico. Per informazioni chiamare 3476256951 (Paolo). Prezzo: â‚Ź50.000 trattabili


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LA POSTA

RIFIUTI ABBANDONATI A POMEZIA - "Buonasera, segnalo che tra via Boezio e via fratelli bandiera percisamente il passaggio pedonale del supermercato IN'S, c'è sempre abbandono di rifiuti. Spero che interveniate prima possibile e di risolvere il problema definitivamente per evitare che non accade più".

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ABITI USATI CON PUBBLICITA' - A Torvaianica Alta nel contenitore per gli indumenti usati nei pressi della scuola è apparso un cartello vendesi. Si può fare una cosa del genere?

CAMPO JEMINI Pezzi di auto buttati al di là del ponticello di Via dei Fiordalisi.

Vuoi segnalarci un problema? Scrivi a: redazione@ilcorrieredellacitta.it PERDITA D'ACQUA - Vorrei segnalare questa situazione di spreco ed incuria a S. Palomba, in via Tor del Vescovo (comune di Pomezia). A metà gennaio ci contattano i tecnici Acea per segnalarci che esiste una perdita in corrispondenza del contatore: ci informano verbalmente, ossia sul posto, che la perdita è all’interno del muro e loro “non possono operare perché farebbero danni” ergo ci consigliano di chiamare una ditta affinché si possa raggiungere il giunto che “perde”. Quindi, abbiamo chiamato un muratore per aprire il muro e una volta messo in luce il problema abbiamo contattato nuovamente ACEA ATO2 al

fine di inviare i medesimi tecnici per provvedere alla riparazione… abbiamo chiamato, richiamato, fatto chiamare da altri, richiamato ancora ed ancora e la risposta è sempre “abbiamo fatto il sollecito”: è passato oltre un mese e l’acqua continua ad uscire e a penetrare nel terreno fino a riuscire da altre parti intorno casa. Senza considerare i danni che l’acqua potrebbe causare insinuandosi sotto le fondamenta delle case mi chiedo come sia possibile continuare con questo spreco assurdo di acqua? Acea Ato2 continua a non mandare alcun tecnico e si limitano a “fare i solleciti” (o forse “il solletico”)… ergo molto probabil-

mente l’acqua non è importante e tantomeno sprecarla così. Noi attendiamo fiduciosi.




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