Il Corriere della Città - Marzo 2014

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Anno 6 Numero 03

MARZO 2014

libertà informazione politica cronaca cultura sport

POMEZIA ED ARDEA: L'ESTATE CHE I CITTADINI VORREBBERO In Toscana per non perdere il lavoro PAG 14

Le segnalazioni dei cittadini PAG 24 - 26

Lavoratori ex LSU: Proteste, critiche e polemiche PAG 16



Il Corriere della Città

EDITORIALE 3 Pomezia, storie di “ordinario squallore” Marzo 2014

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l febbraio pometino è stato caratterizzato da due eventi spiacevoli: il primo è l’ennesimo intervento della Magistratura, che ha ordinato gli arresti domiciliari per l’ex dirigente ai lavori pubblici Anna Ferrazzano, per il consigliere comunale ed architetto Gianni Mugnaini, per il geometra del Comune Oscar Pedruzzi e per l’imprenditore romano Maurizio Riccitelli, compagno dell’ex vice sindaco di Roma Sveva Belviso. Il secondo è la vicenda dei lavoratori ex Lsu che, disperati per i tagli alle ore lavorative ed agli stipendi, si sono barricati all’interno della scuola elementare Trilussa, dalla quale sono stati cacciati – a quanto pare a malo modo – dalla polizia. Due storie in cui a perdere (chi la fiducia, chi il lavoro) come al solito sono i cittadini. La prima vicenda vede protagonista un consigliere che, nel passato, non aveva mai fatto parlare molto di sé se non per le parentele, in quanto genero di Gaetano Penna, stratega (o vecchio volpone?) della politica pometina. Nella sua storia di amministratore, con cambiamenti di casacca legati sempre a quelli fatti dal suocero, non era mai emerso in maniera eclatante, né in positivo né in negativo, fino allo scorso anno, quando per un disegno voluto da una parte di esponenti del PD si presentò alle primarie del centrosinistra alla guida di una lista civica, non essendo tesserato del Partito Democratico e nonostante fino a pochi mesi prima fosse all’opposizione del governo di centrosinistra guidato da De Fusco. Le primarie – con le note vicende ad esse legate: sospetti di brogli e centinaia di persone notoriamente di destra in fila ai gazebi – portarono alla vittoria di Schiumarini e per Mugnaini rimase la scelta “obbligata” di concorrere per un posto di consigliere. Come finirono le elezioni lo sanno tutti, ma cosa sarebbe successo se le primarie le avesse vinte Mugnaini? Forse il risultato sarebbe stato diverso, e Pomezia oggi si sarebbe potuta trovare nella scomoda situazione di avere un sindaco agli arresti domiciliari con l’accusa (tutta da provare, ovviamente) di “abuso di ufficio, falsità materiale e ideologica”, come riportato dal comunicato stampa dei Carabinieri, nel quale si parla di “palesi incongruenze interne agli stessi elaborati progettuali, nonché precise e gravi violazioni degli strumenti urbanistici consistenti, nell’ipotesi più eclatante, nella produzione di un estratto del Piano Regolatore Generale dell’area di interesse assolutamente falso in quanto difforme, in punto di individuazione dei vincoli di inedificabilità assoluta di natura cimiteriale, da quello attualmente in vigore ed approvato con delibera della Giunta Regionale”. Già così il danno d’immagine per Pomezia ed i suoi abitanti non è irrilevante, visto che quasi ogni anno salta alle cronache nazionali per l’arresto di politici, dirigenti e dipendenti comunali, ma se Mugnaini fosse diventato sindaco la vicenda sarebbe stata ancor più imbarazzante. La seconda vicenda avrebbe dovuto avere per protagonisti il dramma dei lavoratori, ma, ancora una volta, a fare notizia sono i politici, anzi la diatriba tra i partiti del centrosinistra (affiancati dai sindacati) ed il sindaco Fabio Fucci (appoggiato dall’intero M5S). Della cronaca di quanto accaduto ai lavoratori parliamo nelle

prossime pagine, adesso vogliamo solo mettere il punto sul comportamento di chi, a prescindere dalla casacca che indossa, avrebbe dovuto cercare di difendere nel modo più corretto possibile i propri concittadini più deboli. Dopo l’occupazione della scuola Fucci ha scritto al Prefetto, il quale ha reagito mandando la polizia a sgombrare l’istituto. Immediate le critiche del centrosinistra. “L’ordine è stato ristabilito – ha scritto il neo segretario del PD Stefano Mengozzi – la scuola Trilussa è stata sgomberata ed i lavoratori ex-Lsu che manifestavano contro i tagli al salario imposti dal Ministero sono stati allontanati dalla celere. Il sindaco Fucci, che oggi non era presente nonostante sia la massima autorità a difesa dell’ordine pubblico, ha così raggiunto l’obiettivo che si era prefisso con la lettera al Prefetto: fermare la protesta. Negli occhi di chi era presente rimane l’immagine di uno spiegamento di forze sproporzionato rispetto alla situazione, 30 donne e uomini chiusi nei locali della scuola per difendere il proprio posto di lavoro. Quasi uno stato d’assedio, come sempre più spesso capita di vedere a Pomezia in occasione di manifestazioni sindacali. Molto presto gli alunni potranno tornare a scuola e questo è un bene. Rimane solo un dubbio: qualcuno, a Pomezia, continuerà a preoccuparsi del futuro di questi lavoratori? Il PD di Pomezia torna a chiedere al primo cittadino una nuova missiva al Prefetto che questa volta abbia ad oggetto non la tutela dell’ordine pubblico ma la difesa del lavoro”. Fucci ha replicato così: “In questi mesi il M5S si è battuto in Parlamento per i lavoratori ex LSU con proposte, emendamenti e ordini del giorno che volevano impegnare il Governo a trovare una soluzione che andasse verso l’internalizzazione del personale per garantire stabilità lavorativa e salario dignitoso ai lavoratori che in tutta Italia si trovano oggi ad affrontare questa crisi. Tutte proposte che il PD, al Governo con l’allora Pdl, ha bocciato. E’ per questo che mi stupiscono le preoccupazioni del neo segretario del Pd locale Stefano Mengozzi sul futuro di questi lavoratori, su chi continuerà ad

occuparsene. A lui rispondo che noi continueremo a farlo, sia a Pomezia che a Roma, ma è bene che il Pd locale indirizzi le proprie critiche verso il suo partito che, ancora oggi al Governo, dovrebbe fare un passo indietro rispetto ai tagli previsti che coinvolgono il personale dedicato alla pulizia delle scuole”. Il botta e risposta tra partiti, così come le accuse, sono proseguiti, ma il punto è uno: il sindaco non può essere così ingenuo da pensare che una sua lettera al Prefetto non obblighi lo stesso la far intervenire le forze dell’ordine per far eseguire lo sgombero forzato, mentre gli esponenti del PD che hanno espresso solidarietà ai lavoratori e criticato l’operato del Primo Cittadino non possono essere così ipocriti da non ricordare che la causa dei problemi di quei lavoratori risiede nelle decisioni prese anche dal loro partito a livello di Governo Centrale. E quindi, oltre a mandare alla stampa comunicati in cui ci si mette in mostra con l’occasione di offrire solidarietà, forse sarebbe stato il caso di fare qualcosa di concreto, di scrivere a Renzi e ai vertici del partito, invece che ai giornali, di chiedere un incontro per trovare soluzioni che possano soddisfare tutti. Eppure proprio a Pomezia in molti vantano contatti diretti con il Premier… Ma ancora di più, invece di perdere tempo, fiato e fatica in stupide liti, perché tutti i politici, di maggioranza e d’opposizione, che siedano in consiglio o che stiano nei circoli, non hanno invece deciso di unire le forze per fare qualcosa a favore dei lavoratori? E non solo per gli ex Lsu, ma anche per quelli dell’Arca o per i tanti altri che hanno perso o stanno per perdere il loro posto qui a Pomezia, dove la situazione è sempre più drammatica. “Questa mattina sono stato alla scuola elementare Siani per portare solidarietà agli ex Lsu che da ieri protestano. Ho espresso loro la mia vicinanza e il pieno supporto alla causa. Chiedo ai genitori degli alunni di avere pazienza, so che è un grosso disagio, ma non possiamo pensare che a dei nostri concittadini venga dimezzato lo stipendio da un giorno all'altro”. Ci sarebbe piaciuto sentire queste parole - dette da Giovanni Porcelli, sindaco di Mugnano di Napoli, nelle stesse ore in cui a Pomezia i lavoratori venivano fatti sgomberare dalla polizia – sia dal sindaco Fucci che da tutti gli esponenti politici pometini, in un comunicato congiunto che andasse al di là dei colori politici. Magari Porcelli non avrà ottenuto nulla, ma i lavoratori quantomeno non si sono sentiti abbandonati, anche perché quel sindaco ha promesso che seguirà la vicenda attivandosi in prima persona fino al 18 maggio, quando è previsto un incontro tra i lavoratori ed il Ministero. E i cittadini, i lavoratori, in fondo ai politici è questo che chiedono: la vicinanza ai problemi, non che questi diventino una volta di più una semplice occasione per mettersi in mostra. E magari – soprattutto vista la giovane età sia del sindaco che del segretario PD – che mettano davvero in campo un nuovo modo di fare politica, staccato non solo dalle vecchie logiche, ma anche dai pregiudizi, dai condizionamenti e dalle rigide indicazioni che arrivano dall’alto, oltre che dagli opportunismi di qualsiasi genere. Perché il rinnovamento non si fa se si è giovani solo anagraficamente.


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POLITICA

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Marzo 2014

La sfida per Pomezia: qualità e innovazione Rilancio dell’economia, urbanistica e lavori pubblici: intervista a tutto tondo a Veronica Filippone

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ncontro ravvicinato con Veronica Filippone, giovane assessore della Giunta Fucci che, prima di essere nominata assessore, non aveva mai ricoperto cariche di amministratore pubblico. Qual è stata la sua prima impressione dell'Amministrazione pometina? “La politica non mi ha mai interessata, l’ho sempre vista con diffidenza e distacco perché, a mio giudizio, non rispondente alle reali esigenze dei cittadini. La nuova Amministrazione sta dimostrando che è possibile “fare politica” in maniera semplice e trasparente coinvolgendo spesso i cittadini nei processi e nelle decisioni che determineranno il futuro della città. Devo ammettere che inizialmente non è stato semplice abituarsi alle procedure ed ai tecnicismi amministrativi ma, come ogni nuova attività che si inizia, è stato necessario un periodo di tempo per poter metabolizzare le mille informazioni quotidiane”. Dovendo tirare le somme di questi primi mesi, può raccontarci cosa ha fatto, cosa avrebbe voluto fare e cosa attualmente è in itinere? “Trasporto Pubblico Locale: sono stati rivisti i requisiti per accedere alla “Carta Oro”, per favorire gli utenti over 65 con un ISEE minore di € 15.000 annui e tutti i cittadini con invalidità non inferiore al 74%. Dopo aver coinvolto i cittadini in un questionario online e dopo aver raccolto le segnalazione degli utenti che utilizzano ogni giorno il servizio, è stato possibile iniziare a lavorare sulla riorganizzazione dei percorsi e degli orari insieme agli uffici competenti. Inoltre, visto l’incremento del pendolarismo e della popolazione e vista la vastità del territorio comunale abbiamo ritenuto opportuno richiedere alla Regione Lazio il riconoscimento di maggiori percorrenze, ma siamo ancora in attesa di una risposta. Urbanistica: visto l’impatto rilevante che i Programmi Integrati di Intervento potrebbero avere sul territorio e, dal momento che i P.I.I. sono uno strumento urbanistico il cui fine è quello di riqualificare il tessuto urbano, edilizio ed ambientale, sin dal nostro insediamento, sia io che l’Assessore Mattias stiamo verificando con l’aiuto degli uffici competenti che tutto l’iter approvativo di tali Programmi (sia già approvati che non) sia stato rispettato. Inoltre sto procedendo nel verificare che siano state rispettate tutte le convenzioni stipulate negli anni passati. Per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione e di costruzione, già da luglio scorso gli uffici competenti stanno provvedendo ad inviare solleciti di pagamento. Lavori Pubblici: ultimamente sto seguendo i progetti del PLUS e presto sarà possibile accedere ad un sito web dedicato sul quale verranno pubblicizzati tutti i lavori ed il loro stato di avanzamento. Sono quasi terminati i lavori che riguardano il giardino di Via De Gasperi, sono iniziati i lavori che prevedono l’ampliamento della biblioteca comunale e la strada di collegamento tra Via F.lli Bandiera e Via del Mare”. Guardando il suo curriculum si scopre che, come molti giovani, si è dovuta adattare anche a lavori non attinenti con il suo percorso di studio, pur

di avere un'occupazione onesta. Come giudica la situazione attuale dei giovani nel mondo del lavoro nel nostro territorio? “Siamo in un periodo di forti contrasti sociali, Pomezia è una città che sta trasformando la sua vocazione industriale, sull'impulso di una nuova realtà economica che purtroppo penalizza non solo il territorio ma tutto il paese. E' necessario a questo punto capire come stia cambiando il tessuto economico e reinventare un nuovo modo di fare produttività attraverso cui reinserire i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro”. Ci sono speranze per il futuro, viste le continue crisi aziendali che ogni giorno creano nuovi allarmi e nuovi disoccupati? “Oggi la competitività con i paesi emergenti è sostenuta da un visibile sfruttamento del lavoratore creando sacche di povertà dove mai si sarebbe pensato potesse arrivare. Essere competitivi, con mercati dove il lavoratore non è tutelato ed il costo del lavoro è dimezzato rispetto al nostro, risulta impensabile, a meno di pesanti tagli del costo del lavoro che massacrerebbe di conseguenza il potere d'acquisto delle famiglie. Pertanto è necessario rivedere la produzione. I paesi europei che riescono ad emergere hanno portato avanti una scelta economica che basa il proprio rilancio su investimenti in ricerca e sviluppo. In questo modo si porta all'interno delle fabbriche o delle aziende innovazione tecnologica e un unicum spendibile in mercati lontani. La sfida, a mio giudizio, è quindi sulla qualità e l'innovazione perché, se volessimo farla con i mercati emergenti puntando sulla quantità giocheremmo una partita persa in partenza”. Qual è la ricetta dell'Amministrazione a 5 Stelle per risollevare l'economia pometina? “I punti del programma condiviso prevedono diversi interventi che permetterebbero un miglioramento dell’economia locale. Per esempio l'occupazione potrebbe essere rilanciata con la fornitura di spazi “incubatrici” per giovani imprese, dando la possibilità di creare startup in si-

nergia con enti interessati. Un altro punto prevede la valorizzazione del territorio di Pomezia e Torvaianica, sul quale possiamo vantare la presenza di un patrimonio archeologico ad oggi inespresso e di pregio, che è un dovere valorizzare e rendere fruibile attraverso la tutela e creazione di percorsi turistici. E’ nostra intenzione promuovere il turismo culturale, balneare e agrituristico tutelando il territorio e riqualificando le strutture fatiscenti. Tutto questo può rappresentare un buon volano di rilancio del lavoro sul territorio, operando comunque nel pieno rispetto dello stesso e nel recupero dell'identità di appartenenza dei cittadini alla propria città”. Lei è un architetto. Può darci la sua opinione, sia tecnica che soggettiva, sulla vicenda che ha portato agli arresti domiciliari di un consigliere comunale, dell'ex dirigente all'urbanistica e di un dipendente dell'ufficio tecnico? “Non è mio compito esprimere giudizi sulla vicenda, eviterei quindi di dare un’opinione personale o tecnica su una questione su cui stanno già lavorando le Autorità competenti”. Quale sarà la posizione dell'Amministrazione nei confronti della dirigente ancora una volta coinvolta in uno scandalo che mette in cattiva luce il Comune di Pomezia? “E’ il Sindaco che valuta le azioni nei confronti dei dirigenti e a tal proposito è già stato preso un provvedimento di sospensione dal servizio”. Parliamo di urbanistica: come è stato trattato questo delicato argomento in questi mesi? “L’urbanistica è stata coinvolta da numerose indagini da parte del Tribunale di Velletri, questo non può che far pensare, anche a chi non sa nulla di urbanistica, che non tutte le procedure effettuate sono state in linea con quanto prescrive la Legge. Per questo motivo ci siamo concentrati nel far luce su numerose questioni risolte in passato forse con troppa superficialità: il lavoro da fare è molto ma abbiamo intenzione di continuare a verificare le eventuali irregolarità procedurali”. Ci sono piani che sono stati bloccati o che comunque state studiando per capire se siano da rifare, oppure quanto iniziato dalle precedenti amministrazioni procederà come previsto nel passato? “Riguardo l’Ex Feal è emerso un parere non favorevole da parte della ASL derivato dai potenziali effetti sulla salute pubblica che potrebbero provocare le attività di stoccaggio rifiuti, pericolosi e non, presenti nelle vicinanze”. Qual è la cosa di cui è più orgogliosa da quando è diventata assessore e quale invece avrebbe volentieri evitato? “È motivo di orgoglio avere un gruppo di lavoro formato da una maggioranza concentrata su un unico obiettivo: attuare il programma elettorale del M5S. Non ci sono interessi personali che influenzano le nostre scelte, tutto quello che viene votato in Consiglio Comunale o Deliberato in Giunta è finalizzato al miglioramento della Citta di Pomezia. Rifarei tutte le scelte fatte fino ad oggi, scelte dettate da una volontà ragionata”.


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POLITICA

Sguardo al futuro, con un occhio a sinistra Luigi Celori esamina la situazione attuale ed apre ad insospettabili alleanze

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ra “stoccate” e critiche all’amministrazione 5 Stelle, Luigi Celori, capogruppo di Minerva per il Territorio, prosegue le sue battaglie dai banchi dell’opposizione. “Sono passati ormi 9 mesi dalle elezioni. Nonostante le grandi promesse di cambiamento fatte in campagna elettorale, non mi sembra che ci siano novità positive per i cittadini e per il territorio: siamo ancora al “vedremo, faremo”. Oltre a una grande coesione, da parte della maggioranza non ho visto neanche un risultato positivo, ma solo un inasprimento della pressione fiscale. Sembra inoltre che ci sia una continuità con la vecchia amministrazione. Prendiamo ad esempio la Pomezia Servizi: esternalizzare la manutenzione del verde era una scelta di quel vecchio centrosinistra che prima l’ha gonfiata di personale e poi ha deciso di smembrarla. L’azienda è in deficit perché creditrice da parte del Comune di oltre 15 milioni di euro, situazione che penalizza anche le farmacie comunali, attività normalmente molto remunerativa a patto che si abbiano le capacità di acquisire medicinali direttamente e a prezzi vantaggiosi”. Una delle poche novità del panorama politico pometino di questi ultimi mesi è l’elezione – dopo un lungo periodo di assenza – del nuovo segretario comunale del PD, Stefano Mengozzi. Pensa che adesso potrebbe cambiare lo scenario della politica locale? “Non entro nelle dinamiche interne al PD locale. Dopo l’elezione, ho contattato Mengozzi per congratularmi e per dare la mia disponibilità a discutere dei temi che riguardano la città. Essendo alla guida di una lista civica, mi ritengo libero di operare a 360°, quindi anche di guardare a sinistra se questo può essere utile per Pomezia, ma solo se Mengozzi saprà rendersi autonomo dalle vecchie politiche locali e non farsi risucchiare da certi meccanismi che ben conosciamo”. Significa che lei – uomo storicamente di destra – potrebbe passare dall’altre parte della barricata? “Io continuo a portare avanti il nostro programma, in tutta libertà, quindi anche con un occhio alla sinistra, se questa volesse lavorare ad un progetto serio: da quello che sento sono molti i cittadini che si sono pentiti del voto espresso alle elezioni e che tornerebbero volentieri alle urne. Un’unione tra destra e sinistra ricalcherebbe quello che sta accadendo a livello nazionale. A Pomezia, poi, per alcuni “personaggi” i partiti non hanno mai avuto significato, ma sono stati considerati zattere per ottenere una poltrona, quindi non sarebbe certo questo lo scandalo: io resto una persona di centrodestra, ma il progetto che esprime la mia lista può tranquillamente sposare scenari diversi”. Altro fatto recente sono gli arresti domiciliari dell’ex dirigente all’urbanistica Anna Ferraz-

zano, del geometra Oscar Pedruzzi, dell’imprenditore romano Maurizio Riccitelli e del consigliere comunale Gianni Mugnaini, tutti indagati per abuso di ufficio, falsità materiale e ideologica in merito alla volontà di costruire un distributore di benzina con annesso fast food accanto al cimitero. Cosa pensa di quest’ennesima cattiva pubblicità per Pomezia, che stavolta coinvolge una persona che sarebbe potuta diventare il sindaco della città, se solo avesse vinto le primarie del centrosinistra? “Non è mio compito fare valutazioni sulla vicenda. Posso solo dire che da anni questo Comune si muove solo intorno all’urbanistica, che potrebbe anche andare bene se non diventasse speculazione selvaggia e, soprattutto, nel pieno rispetto delle leggi”. La cronaca degli ultimi giorni parla anche di nuove crisi nel mondo del lavoro. Se da una parte ci sono gli ex LSU, colpiti a livello nazionale e di riflesso anche a Pomezia – ricordiamo l’occupazione della scuola Trilussa, terminata con lo sgombero forzato da parte della polizia – dall’altra c’è la chiusura, a fine maggio, di un’azienda storica del territorio, l’Arca, che ha deciso di trasferire la produzione in Toscana mettendo di fatto i suoi 75 dipendenti pometini di fronte alla perdita del posto di lavoro. A questo si aggiungono i 18 lavoratori del Consorzio universitario, il centinaio della Pomezia Servizi,

Pomezia andrebbe rilanciata, ma per farlo serve esperienza e autorevolezza nei rapporti inter-istituzionali, doti che il sindaco non mi sembra che abbia, per inesperienza ed estrazione politica

ma anche tante altre piccole e medie realtà che riducono drasticamente la loro forza lavoro mandando a casa i dipendenti per contenere le spese. “Questo è un territorio che andrebbe rilanciato, ma per farlo serve esperienza e autorevolezza nei rapporti inter-istituzionali, doti che il nostro sindaco non mi sembra che abbia, per inesperienza ed estrazione politica. Io mi sono sempre messo a disposizione dell’Amministrazione per dare consigli e supporti, ma da parte loro c’è una chiusura totale, perché questa maggioranza pensa di essere autonomamente in grado di risolvere tutti i problemi”. Secondo lei cosa si dovrebbe fare? “Per aiutare a rimanere sul territorio le aziende che soffrono occorre riattivare i servizi, specialmente nella zona industriale. Ad esempio, va ripreso e completato il progetto del collegamento Pomezia-S. Palomba. Nel ’97 ero riuscito ad ottenere 100 miliardi di lire per il collegamento ferroviario in questa tratta, ma le FS, non ritenendola remunerativa, preferirono erogare il finanziamento alla Regione che, su mia richiesta, lo girò al Comune per realizzare strade a più corsie e una pista ciclabile. Ma, grazie i “fenomeni” che hanno guidato la città da allora, e che solo adesso si accorgono dell’importanza strategica di questa opera per la logistica e per il collegamento con la stazione, nulla è stato fatto, i fondi si sono ridotti a 19 milioni di euro ed ora rischiamo di perdere anche questi, se entro luglio non verrà completata la progettazione. Penso inoltre che le aziende andrebbero agevolate con una riduzione delle tasse e della burocrazia comunale, per invogliarle ad investire su questo territorio, ma un’amministrazione che punta sulla decrescita non penso che abbia intenzione di risolvere così i problemi di occupazione”. Siamo a marzo, il periodo giusto per programmare l’estate. Cosa si potrebbe fare per far andare bene la stagione? “Non ripetere quanto fatto lo scorso anno, quando abbiamo iniziato la stagione senza l’assistenza bagnanti nelle spiagge libere, con un divieto di balneazione esteso a 3 km e con i problemi legati alla raccolta dei rifiuti. Certo, c’era la scusante di essersi appena insediati, ma quest’anno non ci sono più attenuanti. Adesso si deve sapere quale sarà il programma ed iniziare a pubblicizzarlo. Se si fa qualcosa, come ad esempio la recentissima sfilata di giovedì grasso a Torvaianica, ma l’evento non si pubblicizza, chi viene a vederlo, oltre a qualche abitante del posto? Occorre invece invogliare i turisti che arrivano da fuori, in modo che si possa risollevare l’economia, dando risalto per tempo alle varie iniziative, che devono servire non solo per divertire i residenti, ma anche per attirare nuova gente e convincerla a tornare e a spendere nel nostro territorio”. Alfredo Corrao


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Ardea, polemiche sulla sicurezza

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egalità. È questa la parola chiave, l’argomento di discussione, il tema che ha monopolizzato il febbraio rutulo. Un mese fatto di botta e risposta tra maggioranza e opposizione, di incontri tra Sindaco e Regione, ma anche di un ennesimo episodio di intimidazione. A farne le spese anche questa volta un consigliere di maggioranza, forse IL consigliere di maggioranza per eccellenza, quello più votato: il capogruppo di Forza Italia Fabrizio Acquarelli. L’uomo di centrodestra ha visto incendiata la serranda della sua attività commerciale in viale Nuova Florida, che ha riportato solo qualche lieve danno: “E' stata messa benzina davanti alla serranda: io stesso ho spento le poche fiamme che c'erano, tanto che i vigili del fuoco sono arrivati ma dopo poco sono andati via perché non c'era bisogno di un loro intervento – ha affermato - Al di là di questo, comunque rimane l'atto intimidatorio che sembra essere il disegno di una strategia di destabilizzazione contro l'amministrazione comunale. Mi viene da pensare alla campagna elettorale del 2007 quando nei miei confronti, alla mia prima candidatura, fui bersagliato da atti 'intimidatori' blandi, con uova tirate sulle serrande del mio bar. Sembra una strategia che qualcuno sta facendo da tempo”. Non sembra avere fine la lista di politici e personaggi noti minacciati e intimiditi dalla lunga lingua di fuoco tipicamente rutula. Per questo e per altri motivi, vedi i tanti arresti per spaccio di droga sul territorio, è stato convocato su richiesta dell’opposizione, il 20 febbraio, un consiglio comunale straordinario incentrato su sicurezza sociale e ordine pubblico. Per l’occasione sono stati invitati i rappresentati delle forze dell’ordine locali: presenti il maggiore dei carabinieri Ugo Floccher, il vice commissario della polizia di Stato Carmen Canta, il capitano della guardia di finanza Alessandro Iezzi, il maresciallo della Capitaneria di porto Giuseppe Falato e il comandante della polizia locale di Ardea Giuseppe Sciaudone. Nessuno di loro però, seppur seduto tra i banchi abitualmente occupati dagli assessori, si è espresso pubblicamente durante la massima assise comunale. Hanno semplicemente raccolto i discorsi della minoranza, per la quale ha parlato Tonino Abate, e della maggioranza rappresentata da Alessandro Quartuccio. Anche la Regione Lazio ha partecipato ai lavori in aula, rappresentata dall’assessore alla Sicurezza Concettina Ciminiello, profondamente legata da ricordi di infanzia alla città di Ardea, che ha improntato il suo discorso sullo sviluppo sociale di una comunità che è chiamata a fare rete, ad unirsi per contrastare i fenomeni riconducibili alle infiltrazioni mafiose presunte che talvolta si verificano sul territorio. La Ciminiello ha inoltre garantito al primo cittadino Luca Di Fiori la volontà e l’impegno da parte della Regione, che supporterà i progetti presentati dai rutuli. Si parla nello specifico di videosorveglianza, ma anche di abbattimenti da portare avanti ancora alle Salzare e soprattutto nel complesso residenziale “Le Torri” di Tor San Lorenzo. Questi due luoghi, che rappresentano di fatto il cuore pulsante della criminalità locale, sono stati citati anche nell’intervento, di ben 40 minuti, sostenuto dall’ex candidato sindaco PD Abate, che ha anche ricordato la ca-

renza di personale dei Carabinieri e dei Vigili Urbani che costringono i due corpi d’arma a chiudere i battenti alle 19:30, lasciando così scoperti i cittadini per tutto l’arco della serata e fino al mattino seguente. Abate ha poi attaccato la maggioranza, rea di non aver affrontato con le dovute accortezze la problematica relativa alla sicurezza. Politicamente infatti, il consiglio comunale ha prodotto un qualcosa di singolare: sarebbe stato lecito e giusto aspettarsi che tutta l’aula, indistintamente dal colore politico o dal partito di appartenenza, approvasse la mozione all’ordine del giorno in maniera unanime. Un segno di coesione per combattere una piaga preoccupante. Ciò invece non è accaduto, poiché alla fine dei giochi il consiglio comunale ha approvato, a maggioranza e con l’astensione dell’opposizione, un atto in cui si dà mandato al sindaco e alla giunta di realizzare entro 60 giorni una serie di interventi. Inevitabile l’opzione da valutare per potenziare il servizio di pattugliamento della polizia locale, specie nelle ore serali e per la creazione di una centrale operativa della polizia locale. Ruolo importante per la crescita culturale è ancora occupato dalle scuole, dove saranno promosse iniziative di educazione alla sicurezza e alla legalità. È prevista anche l’adesione al Forum italiano per la sicurezza urbana, nonché la richiesta dell’ottenimento di una risposta scritta, ufficiale, al ministero dell’Interno, per l’istituzione di un commissariato della polizia stradale. Inoltre, con la mozione si chiede di far impegnare i dirigenti comunali per fare in modo che in 60 giorni sia completata l’area di amministrazione trasparente e quella di amministrazione aperta sul sito internet comunale. Il sindaco ha nei giorni seguenti nominato un assessore comunale alla sicurezza urbana, Maurizio Petricone, che insieme al primo cittadino dovrà proseguire nella fase di ascolto della città. Saranno inoltre incontrati i sindaci di Aprilia, Pomezia, Anzio per valutare le ipotesi di un percorso comune contro la criminalità, per la sicurezza e la legalità, con attività congiunte che possano coinvolgere le diverse polizie locali. Nell’atto viene poi dato mandato al dirigente della polizia municipale, e agli uffici competenti, per la realizzazione di un piano di viabilità che possa, in alcuni quartieri, modificare i sensi di marcia delle vie per ottimizzarne il controllo con pattuglie e videosorveglianza. Infine, nella mozione si chiede a sindaco e giunta a intraprendere campagne pubbliche sul tema della legalità e della sicurezza. Nonostante tutta questa serie di impegni, la minoranza si è scon-

trata aspramente con i colleghi, dal momento che l’assemblea ha bocciato due emendamenti: uno, presentato dall’intera opposizione, che chiedeva l’adesione alla Carta di Pisa, l’altro, presentato da Cristina Capraro, che chiedeva l’istituzione di una commissione di accesso. Non ha gradito questo atteggiamento di chiusura Stefano Ludovici, che a distanza di qualche giorno ha commentato così l’esito dei lavori in aula: “Credo sia doveroso da parte mia, in qualità di capogruppo del PD, fare il punto e soprattutto fare chiarezza su alcune inesattezze a mio avviso create ad arte. Un consiglio comunale convocato dalla minoranza preoccupata per gli ultimi accadimenti e stravolto dalla maggioranza, che lo ha reso inefficacie e fuori tema. Non mi è piaciuto che non siano state invitate le associazioni di cittadini a parlare. Cittadini che sicuramente hanno più a cuore la città di chi oggi governa Ardea. Mi è piaciuta ancor meno la presenza di alti funzionari delle forze dell’ordine senza dare loro possibilità di rassicurare la città esprimendo con chiarezza quanto hanno in programma. Il Presidente del Consiglio stravolge e addirittura ritira d’ufficio la mozione presentata e firmata dai capigruppo, per presentarne una loro. A parole il sindaco dice che la situazione è particolare ed ha bisogno del sostegno di tutte le forze politiche, ma raccoglie soltanto le istanze della sua maggioranza”. Ludovici ha poi affermato che nei prossimi giorni richiederà una commissione d’accesso, incontrando il vicepresidente della commissione antimafia Claudio Moscardelli. La riposta è arrivata per bocca del presidente del Consiglio Massimiliano Giordani, che si è detto anche pronto a ricevere Moscardelli: “Mi delude profondamente l'atteggiamento del capogruppo del Pd Ludovici, che prima firma una mozione con la maggioranza, dimostrando ampia collaborazione, e poi ne presenta un'altra. Stefano, dimostriamo nei fatti che insieme vogliamo rimboccarci le maniche”. Insomma, la questione politica alla fine ha prevalso su quella sociale. Ancora una volta, chi in aula dovrebbe rappresentare e tutelare i cittadini si è ridotto allo scontro verbale su un qualcosa che invece sarebbe dovuto essere ampiamente condiviso. Ai cittadini non resta che attendere e verificare se la mozione riuscirà a portare risultati tangibili sul territorio, riponendo massima fiducia nell’operato del Sindaco, che dal canto suo si muove giorno per giorno, lontano dalle polemiche dell’aula e forte della sua convinzione e delle sue idee. Alessandro Introcaso



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Marzo 2014

Dall’acqua al fuoco: Marcucci a tutto tondo ARDEA Il consigliere di maggioranza parla di cosa sta facendo per il territorio, ma anche degli attentati subiti

La maggioranza ha molta più coesione di quello che qualcuno si ostina a far credere ai cittadini”. Così esordisce Franco Marcucci, consigliere del gruppo misto dopo l’uscita dalla lista Eufemi. “Lo abbiamo dimostrato soprattutto attraverso votazioni importanti. E’ vero, siamo solo in 10, invece che 11, visto che Luca Fanco ha deciso di assumere una posizione diversa e di cui si assume ogni responsabilità. Noi proseguiamo per la nostra strada, seguendo le priorità e cercando di risolvere i numerosi problemi del territorio”. Allora perché non solo i consiglieri di opposizione, ma anche tanti cittadini vi accusano di cattiva amministrazione e di immobilismo? “Forse perché tante cose che vengono fatte passano sotto silenzio, senza grossi proclami. Certo che ci sono anche cose talmente evidenti che anche senza parlarne si notano lo stesso, come le demolizioni alle Salzare, che hanno consentito un abbassamento del tasso di criminalità nella zona. Eppure siamo stati criticati anche per questo”. Qual è una delle cose migliori fatte? “Non è qualcosa di tangibile per il cittadino, ma di sicuro le ripercussioni su tutta la popolazione sono ottime: abbiamo chiuso il bilancio in pareggio, cosa che poche Amministrazioni sono riuscite a fare. Basta guardare i Comuni a noi confinanti per rendersi conto dello stato drammatico delle casse comunali altrui. Siamo riusciti ad essere parsimoniosi e a non gravare sulle tasche dei nostri cittadini, pur cercando di garantire i servizi, soprattutto quelli rivolti alle fasce più deboli. Per fare questo abbiamo preso delle decisioni forse impopolari, come quella di vendere le farmacie comunali, che in questo momento non potevano reggere la concorrenza con i privati”. Ciò è accaduto perché non venivano rifornite a causa del grosso debito del Comune nei confronti del fornitore: ma decidere di vendere una delle poche fonti di sicuro guadagno – visto che in qualsiasi Comune le farmacie risultano sempre in attivo – non è controproducente? Di chi è la colpa dell’accumularsi del debito che ha portato il fornitore a bloccare le merci? “Io non so se si possa parlare di colpe: avendo a disposizione determinate cifre, si è preferito intervenire in altre situazioni, come quelle di assistenza sociale, rimandando questi pagamenti. Il risultato è stato che la situazione attuale vede, tra affitti e gestione, una perdita per il Comune, che invece potrà portare ossigeno alle casse pubbliche attraverso un’asta al rialzo per l’assegnazione delle farmacie”. Quali sono gli altri interventi importanti effettuati? “Parlo solo del settore che mi compete, ovvero l’ambiente. Sono iniziati i cantieri per la rete fognante del lungomare degli Ardeatini, dove a breve partirà anche la raccolta delle

acque chiare, per evitare che ogni volta che piove si formino veri e propri laghi. Anche per la Castagnetta è prevista la rete fognante, già deliberata e finanziata per 1.200.000 euro. Sono stati chiesti fondi alla Provincia per la raccolta differenziata, ottenendo 2.200.000 euro, da utilizzare anche per l’apertura di due isole ecologiche, una in via Pavia ed una a Tor San Lorenzo”. Quella di via Pavia sono ormai anni che sembra essere in dirittura d’arrivo… “Il problema non è dipeso dall’Amministrazione, ma dai privati che hanno fatto causa al Comune vantando diritti di proprietà su quella terra. Insieme alla ditta L’Igiene Urbana, ho già preparato un progetto che prevede il conferimento del materiale differenziato da parte dei cittadini, che in cambio riceverebbero dei “crediti” caricati su una speciale carta, che poi possono essere spesi in negozi convenzionati oppure scalati dal costo della Tarsu”. Un’altra emergenza è il depuratore di via Bergamo. A che punto siete? “I continui cambi di normative non ci hanno di certo facilitato: l’ultimo riguarda la modalità di abbattimento del liquame, per cui adeguarsi ai nuovi procedimenti richiederà circa tre mesi di lavoro ed un ulteriore impegno di spesa obbligato”. E per quanto riguarda le strade piene di buche? “Le continue piogge hanno impedito di effettuare i lavori così come avremmo voluto. Le continue lamentele e richieste dei cittadini ci hanno costretto a fare degli interventi straordinari anche sotto la piog-

gia su buche particolarmente pericolose, ma ovviamente il lavoro non ha tenuto proprio a causa dell’acqua. Adesso, man mano che le condizioni meteo lo consentono, verranno effettuati lavori di ripristino soprattutto nelle zone più danneggiate”. Nel frattempo fioccano le denunce da parte dei cittadini che chiedono il risarcimento dei danni subiti alle loro automobili a causa delle buche. A quanto ammonta la spesa che il Comune deve affrontare per queste richieste? “Non lo so esattamente, ma sicuramente ad una bella cifra, che viene messa come debito fuori bilancio. Ma questa è una cosa che, a causa di un persistente maltempo, accade dappertutto”. Faccia una critica alla sua amministrazione. “Penso che si sia sbagliato a non coinvolgere, attraverso incarichi od altro, tutte le forze – partiti o liste civiche - che hanno contribuito all’elezione del sindaco Di Fiori. E’ anche grazie ai voti portati da loro che abbiamo vinto, quindi sarebbe stato giusto riconoscere il loro ruolo all’interno della coalizione”. Perché non è stato fatto? “Il problema è che nessuno riesce a fare un passo indietro per fare posto ad altri”. Troppo protagonismo? “No, il fatto è che chi è stato eletto vuole rispondere a chi l’ha votato, e questo è possibile davvero solo avendo un rappresentante in Giunta o come presidente di commissione”. Un elogio? “Quello che è scaturito dall’ultima riunione: abbiamo deciso che ogni consigliere si sarebbe preso una delega su un determinato argomento, dandoci un termine per portarlo a termine. Io, oltre a seguire le isole ecologiche, ho preso l’impegno di installare sul territorio delle fontane di acqua fresca sia liscia che gassata, che i cittadini potranno acquistare a 5 centesimi al litro, attraverso schede magnetiche reperibili presso i commercianti di zona”. Quali sono i rapporti con l’opposizione? “Devo riconoscere che quella attuale è un’opposizione costruttiva, seria e preparata, forse la migliore che Ardea abbia avuto. In un caso specifico, io ho richiesto la consulenza di una persona vicina all’opposizione, perché credo che le buone idee non abbiano colore”. Dalle sue parole traspare molto buonismo. Allora perché qualcuno le ha bruciato per ben 3 volte l’automobile? “Forse proprio per il mio modo di essere: io sono propenso ad un’apertura generale, addirittura avrei voluto dare un assessorato all’opposizione. Non so perché sia stato fatto questo, forse si è cercato di destabilizzare la maggioranza, visto che non sono stato colpito solo io. Oppure si è trattato di invidia, non so. Ma, oltre al danno economico, quello che a me ha dato fastidio è stato il sarcasmo di alcuni esponenti politici, che hanno fatto battute che volevano far sottintendere chissà cosa”. Alessia Ambra Achille



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INCHIESTA

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“L’estate ch I desideri, i sogn dei cittadini d Ardea per le pro I commenti dei Cittadini “…Dato che il tempo in cui stiamo vivendo non ci permette di fare vacanze, sarebbe bello crearsela qui la propria vacanza, nella propria città.. sarebbe bello sentirsi in un "villaggio vacanze" di Pomezia..”

Ti piacerebbe che i tuoi de (e messi in pratica) da

“…nel nostro quartiere, ogni Luglio, facevano la sagra della birra, che per noi ragazzi era veramente qualcosa di fantastico, perché ci permetteva di sentirci parte di una società …” “…Spero che il titolo del Suo giornale sia…. “Estate 2014: finalmente il mare”…” “…vorrei gare di dolci confezionati dai cittadini per poi premiare il più fantasioso e buono rispettando un tema obbligato…” “ …Vorrei di nuovo il Cinema in Piazza! [… ] era bello vedere gente che partiva da casa con la sua sedia sotto braccio (perché quelle messe a disposizione dal Comune erano sempre troppo poche per la tanta gente che vi partecipava!)…” “Egreg.dott. Il mio desiderio è quello di avere finalmente l'acqua a casa mia (S. Palomba) prima che arrivi l'estate distinti saluti “ “Gavettone party a Luglio” “Io vorrei che Giada, quella di amici, facesse un concerto a Pomezia o Ardea, sarebbe una bella idea; e poi un’estate con eventi delle varie associazioni e spettacoli per la gente di Pomezia.”

Inchiesta di Luca Mugnaioli

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on queste parole abbiamo deciso di lanciare, lo scorso 18 Febbraio, la nuova inchiesta del Corriere della Città con l’obiettivo di sondare l’opinione pubblica riguardo ai desideri per la prossima stagione estiva. Pubblicata sul nostro sito e sui vari profili “social”, l’iniziativa, attraverso la domandachiave "Per la prossima estate nel mio territorio vorrei.." , ha avuto l’obiettivo di raccogliere tutte le proposte della cittadinanza al fine di recapitarle per tempo alle due amministrazioni ed evitare di ritrovarsi, come purtroppo spesso accade, a lamentarci o a protestare per qualcosa che non c’è stato. Ma perché parlarne ora? Come riportato all’interno dell’articolo-lancio dell’inchiesta, pubblicato sul sito del Corriere (link diretto: al link http://www.ilcorrieredellacitta.com/inchieste-e-approfondimenti/lestateche-vorrei-partecipa-anche-tu-alla-nuova-inch iesta-del-corriere.html), la risposta si può individuare in due concetti-chiave: pianificazione e lungimiranza, parole ormai divenute utopia nel nostro paese. Per costruire un qualcosa di importante per una città infatti, serve muoversi

con il dovuto anticipo altrimenti i risultati non potranno che è essere scadenti. Cosa è emerso dunque dalla nostra indagine? Innanzitutto partiamo dal ringraziare tutti quelli che hanno partecipato - siete stati veramente tanti - dimostrando, nonostante il pessimismo di questi tempi, la grande voglia di fare e soprattutto di proporre. I contributi sono stati eterogenei e trasversali: c’è chi vorrebbe un concerto del cantante “x” o delle band locali, chi desidererebbe il cinema all’aperto (questo è stato uno degli spunti più gettonati) o ripetere l’estate del 2012. C’è chi propone nello specifico “tre cartelline”, distinguendo tra “cose da fare”, “cose che si possono fare” ed un “libro dei sogni”. In molti poi rimpiangono il passato o le iniziative vissute da bambini. Insomma proposte per tutti i gusti. Per questo motivo non mi dilungo oltre e lascio spazio a voi lettori. Come ultima cosa però voglio ringraziarvi anche personalmente: sì perché grazie a voi mi è venuta voglia di fare un salto nel tempo e andare alla prossima estate… Ne varrà la pena?


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he vorrei”: ni e le speranze di Pomezia ed ossime vacanze

esideri venissero ascoltati all'amministrazione?

Caffè centrale – Torvaianica Io credo che il punto da cui ripartire sia l’estate di due anni fa, parliamo del 2012. Penso sia stata forse la migliore organizzazione di sempre e ha richiamato tantissime persone. L’anno scorso invece è stato a dir poco un flop. Eventi troppo d’élite, scarsa attenzione verso i desideri e le aspettative del pubblico... insomma un vero disastro! Cosa farei? Manifestazioni in grado di attirare le famiglie e i bambini, magari riproponendo la notte bianca, sempre sul modello del 2012, ed eliminare le bancarelle. Un messaggio per il Sindaco? Assolutamente non ripetere il fiasco dell’anno passato.

Tabacchi Biagio – Torvaianica Piero D’Angeli – Presidente Comitato di Quartiere Tor San Lorenzo\Nuova California Partiamo da un giudizio su quella che è stata la gestione del periodo estivo fino a questo momento da parte delle varie amministrazioni. Secondo lei è stato fatto abbastanza per valorizzare il territorio? Assolutamente no. Nel corso del tempo non si è fatto praticamente nulla e se non era per le varie associazioni non ci sarebbero stati né eventi né attività per l’estate. Il Comune non ha mai realizzato niente! Questo ovviamente è sbagliato perché, i paesi vicini insegnano, un’amministrazione attenta e attiva in tal senso produce sviluppo, attira turismo e genera movimento; ovviamente serve una pianificazione da parte di chi ci governa ma fino ad oggi è rimasto tutto a carico delle associazioni come la nostra. Se lei facesse parte dell’amministrazione dove concentrerebbe gli sforzi per realizzare tutto

questo? Io mi occuperei primariamente del litorale perché noi non ne abbiamo uno degno di questo nome. Cercherei di realizzare punti aggregativi per i più giovani in modo tale da non costringerli ad allontanarsi sempre dalla zona in cui abitano. Voi come Comitato avete già in cantiere qualcosa? Sì, organizzeremo la XX edizione di “Estate con noi” che si terrà probabilmente dal 15 al 20 Luglio. Concludiamo con un messaggio per il Sindaco. Il messaggio è semplice: un Comune attento che vuole programmare deve partire dai giovani, dall’aggregazione sociale e non lasciare abbandonata, in tutti i sensi, la cittadinanza.

L’anno scorso non è stato fatto praticamente nulla quindi cercherei di proporre qualcosa di nuovo. Secondo me sono due i punti da mettere in pratica: primo, servono eventi ed intrattenimento, secondo c’è da risolvere il problema dei parcheggi. Io credo, per quest’ultima cosa, che si possa realizzare ad esempio uno spazio adibito per le macchine, custodito, collegato con il centro mediante navette.

Rock&Roll Beach – Torvaianica Si potrebbero realizzare Sagre per attirare i turisti coinvolgendo magari tutti i locali della zona. Inoltre credo vada risolto al più presto il problema del parcheggio perché così non si può più andare avanti. Un messaggio per il Sindaco? No comment.


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Marco Sacristano – Presidente ABC Albergatori, Balneari, Commercianti Torvaianica Secondo lei negli anni si è fatto abbastanza per valorizzare il territorio durante il periodo estivo? Direi di no. Purtroppo è sempre venuta a mancare una certa sinergia fra l’amministrazione e i commercianti, vuoi magari per una certa diffidenza nei confronti del Comune o per mancanza di volontà da parte loro, il punto è che tutto quello che è stato realizzato non ha mai soddisfatto pienamente il territorio. Ora con la nuova amministrazione abbiamo intenzione di ripartire: speriamo di riuscire a realizzare insieme qualcosa di importante. Lei vive in prima persona il litorale di Torva-

ianica. Come si spiega una differenza così marcata, solo per fare un esempio, con quello di Ostia? Io non credo che Torvaianica sia inferiore ad Ostia, anzi. Ci sono, è innegabile, alcune differenze soprattutto sul piano normativo – ad esempio per quel che riguarda la concessione del suolo pubblico per i commercianti – ma potenzialmente le due località si equivalgono. Il problema è che Torvaianica non viene valorizzata… Se lei facesse parte dell’Amministrazione da dove ripartirebbe? Il centro di Torvaianica è importante ma biso-

gnerebbe iniziare a decentrare le manifestazioni. Ovvio la piazza è importantissima ma ci sono anche numerosi altri locali che purtroppo rimangono tagliati fuori; per questo servirebbe maggiore attenzione anche verso queste realtà. Una delle idee potrebbe essere quella di realizzare eventi direttamente sulle spiagge in modo tale da attirare le persone. E poi cercare assolutamente di risolvere il problema dei parcheggi e della viabilità. Un messaggio da portare al Sindaco? Ascoltare i cittadini, i commercianti e gli imprenditori che hanno ancora voglia di fare e creare qualcosa di importante per il territorio.

Fabio Miatti – Presidente Pro Loco Torvaianica Presidente partiamo da un suo giudizio personale. Secondo lei negli anni si è fatto abbastanza per valorizzare il territorio durante l’estate? Io le posso rispondere in virtù di quello che è il ruolo dell’associazione che rappresento. Sicuramente noi abbiamo fatto molto per Torvaianica e abbiamo sempre cercato di fare il meglio per il nostro territorio. Il primo pensiero va all’estate 2012 che fu a dir poco straordinaria: realizzammo I love Torvaianica, ben 64 giornate di eventi e manifestazioni per tutti i gusti, ci fu la presenza di numerose associazioni e culminò con la notte bianca durante la quale, secondo ciò che ci dissero i carabinieri, erano presenti

quasi 40.000 persone. Anche in termini di costi fu un successo: le famose “bancarelle”, così osteggiate dall’attuale amministrazione, contribuirono in maniera decisiva alla divisione delle spese, tanto che alla fine, conti alla mano, per quell’Estate il Comune di Pomezia non sborsò nemmeno un euro. L’anno scorso invece purtroppo il Comune non accettò il nostro programma e il risultato è stato deludente: si è cercato infatti di puntare tutto sulla cultura, per carità intento lodevole e da mantenere, ma lo si è fatto nel modo più sbagliato arrivando a mortificare il territorio. Insomma un’estate da dimenticare…

Le idee dei lettori... Anonimo, via mail - Concerti gratuiti con le numerose band locali presenti sul territorio (sia musica originale che cover band) - Locali aperti almeno fino alle 2:00 magari incentivandoli a fare eventi "notturni", che inizino dopo la fine dell'evento principale in piazza. - Illuminazione del lungomare interno di Torvajanica e stand/bancarelle/altro per vivacizzarlo. - Portare stand originali e non le solite bancarelle che girano da 10 anni - Organizzare serate a tema: serata della birra con la partecipazione dei pub locali, serata rock, serata hip-hop etc etc. Ovviamente capisco che sono proposte molto lontane dalle possibilità del nostro territorio, la cosa importante è che si FACCIA QUALCOSA. Un giovane cittadino di Torvajanica

Anche se in parte ha già risposto le volevo chiedere: nello specifico cosa c’è in cantiere per il 2014? Il modello è quello del 2012. Vogliamo ripeterci magari integrando il programma con le proposte dell’amministrazione in modo tale da venirci incontro; il nostro desiderio è quello di sederci intorno ad un tavolo e discutere insieme per il bene del territorio. Ci tengo a dire però che se per il secondo anno consecutivo le nostre proposte non dovessero venire ascoltate io mi dimetterò da Presidente della Pro Loco. Un messaggio per il Sindaco? Non buttiamo via quello che di buono è stato fatto negli anni passati.

Eleonora, via mail Salve, abito a Campo Ascolano, quartiere dimenticato sempre, da tutto e da tutti. Dato che avete dato questo spazio, mi piacerebbe esporre qualche desiderio. Fino ad una decina di anni fa (forse qualcosa di più), nel nostro quartiere, ogni luglio, facevano la sagra della birra, che per noi ragazzi era veramente qualcosa di fantastico, perché ci permetteva di sentirci parte di una società che era (ed è tutt’ora) sempre abbandonata a se stessa (inteso come quartiere); sarebbe carino se si riuscisse ad organizzare di nuovo. Ricordo ancora l’anno in cui venne Califano: Via Lago Maggiore era gremita di persone, e fu veramente un bel concerto. Mi piacerebbe, inoltre, che venisse organizzato qualche concerto (magari chiudendo Via Lago Maggiore, come si faceva anni fa), qualche spettacolo di cabaret o comunque qualcosa che ci renda partecipi di questo Comune che, scusate la ripetizione, non mi capacito che venga sempre dimenticato da tutti. Vorrei far presente che Campo Ascolano è gremito di gente l’estate, quindi sarebbe carino fare queste cose anche per chi alimenta il nostro turismo. Butto lì anche l’idea del cinema all’aperto, dato che qui non viene fatto sempre (quest’ultima estate mi sembra proprio di no). Oltre a questo credo che andrei fuori tema. ;) Grazie per lo spazio che avete deciso di dedicarci e buon lavoro.


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Anonimo, via mail Gentile Direttore, Spett.le Redazione, la mia proposta si muove proprio nell’ottica dei principi di pianificazione e lungimiranza da Lei evocati sulle pagine del Corriere della città. Più che dell’estate che vorrei mi piacerebbe parlare delle estati che ci auguriamo verranno. La consapevolezza di poter contare su esigue risorse pubbliche rischia di far diventare questa rubrica un libro dei sogni. Cercherò di essere prudente. Immaginiamo di mettere sul tavolo tre cartelle: la prima con il titolo “quello che si deve fare”, la seconda “quello che si può fare” la terza “quello che mi piacerebbe si facesse”. Partiamo da quello che si deve fare, ed è l’intervento più scontato ma anche più complicato, ovvero garantire la qualità dell’acqua del mare. Estate per noi di Pomezia è, per fortuna, vivere il mare. Bi-

INCHIESTA sogna dare un impulso all’attività di prevenzione dai rischi di inquinamento, di monitoraggio costante e divulgazione dello stato di salute delle nostre acque. Non ci si può accontentare di esiti al limite della tolleranza. Dopodiché, e non per ordine di importanza, ci si deve occupare del recupero di quel che è rimasto delle dune e della macchia mediterranea, della pulizia dell’arenile e dell’accessibilità dei bagnanti. Infine occorre assicurare condizioni di sicurezza creando le giuste sinergie tra le Forze di polizia, il Corpo della Polizia locale e, perché no, magari con l’aiuto di qualche associazione di volontariato. Su questi aspetti non si possono fare sconti. La cartellina intitolata “quello che si può fare”, ha un sottotitolo che costituisce di per sé un limite, ovvero “… con le risorse pubbliche a disposizione”. Penso che sia utile continuare nel solco tracciato lo scorso anno. Organizzare manifestazioni culturali e gastronomiche forte-

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mente legate con il territorio. Oltre alle associazioni locali e ai rappresentanti delle piccole e medie imprese, potrebbero essere “stuzzicate” anche le grandi realtà imprenditoriali presenti nel territorio industriale (sarebbe un ritorno d’immagine anche per loro se associassero la produzione al rispetto del territorio circostante). E ora, il vero libro dei sogni. Sarebbe bello avere: - gli accessi pubblici al mare con servizi dedicati (bagni, fontanelle di acqua, cabine per nursery); - piste ciclabili illuminate, decorose, con servizi di bike sharing; - parcheggi in aree dedicate con servizi di navetta verso le spiagge; - aree pedonali estese; ... Quello che ho scritto non si discosta molto dal programma dell’attuale amministrazione comunale. Sarebbe sufficiente tradurre i buoni propositi in fatti concreti. Spero che il titolo del Suo giornale sia…. “Estate 2014: finalmente il mare”.

Emanuele Zegarelli, via Facebook

Silvia, via Facebook

Io comincerei a proporre subito una bella notte bianca tra Ardea Tor San Lorenzo Torvaianica Pomezia. Poi da non mancare Cinema all'aperto di sera, evento con bande musicali in piazza, (la disco penso che la faranno anche quest'anno ) serata con scuole di ballo, serate di letture di poesie/brani in piazza, mercatini vari.. Poi eventi nuovi: 1) torneo di beach soccer/volley a largo Genova; 2) serata della tombolata ; 3) serata in piazza "il teatro del mare" con artisti e scuole di teatro, serate in dialetto, serate per le donne, paesi stranieri; 4) serate gastronomia italiana ed estera; 5) serate di incontri con personalità sport/giornalisti/politica ecc.; 6) serata dedicata a Manzù con gara esposizione dipinti ecc.; 7) serata musica jazz; 8) serata a tema in spiaggia; 9) serata rap/hip hop; 10) bruschetta night con serata esposizione baratto "..vecchie cose in soffitta..."; o penso che la faranno anche quest'anno ) serata con.

Allora... Se torno indietro nel tempo mi vengono in mente bellissimi ricordi di quando ero bambina e l'estate qui a Pomezia era una gioia.. cinema all'aperto in piazza, feste popolari (senza santi di mezzo), locali aperti fino a tardi che proponevano cose nuove e diverse e tanto altro.. quindi per “l'estate che vorrei”, vorrei tornare indietro di qualche anno.. magari con un bel concerto.. non dico che Max Pezzali deve venire fin qui (anche se sarebbe un sogno di una vita!) però dato che a Pomezia, Ardea e Torva ci sono tanti gruppi emergenti di ragazzi, perché non organizzare dei concerti con loro? Magari una specie di sfida per decidere il gruppo più bravo di Pomezia.. una specie di reality. Dato che il tempo in cui stiamo vivendo non ci permette di fare vacanze, sarebbe bello crearsela qui la propria vacanza, nella propria città.. sarebbe bello sentirsi in un "villaggio vacanze" di Pomezia.. serate animate, comici, film all'aperto, cene a tema..


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Salme fuori dal cimitero per una notte Botta e risposta tra agenzia funebre e il Sindaco di Pomezia

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on ci stanno, ad essere accusati di negligenza, i proprietari dell’agenzia funebre “la Migrazione” che il 13 gennaio scorso hanno vagato tutta la notte con una salma nel carro a causa del diniego da parte dell’amministrazione comunale di aprire la camera mortuaria per l’accettazione della stessa perché il cimitero era chiuso. Un fatto mai accaduto in questi anni sul territorio, mentre in Italia sembrerebbe avvenuto solo nel ’55. Il 13 gennaio, con autorizzazione comunale n. 22/2014, la salma in custodia a “La Migrazione”

doveva essere trasportata presso il cimitero pometino alle 14,30. Anche a fronte dell’ordinanza emessa dal sindaco Fabio Fucci a ottobre del 2013, che stabilisce la chiusura pomeridiana del cimitero di lunedì, la camera mortuaria dello stesso deve accogliere - senza tumulazione - le salme, che non possono rimanere incustodite a tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Dopo la messa funebre, parenti e amici del defunto sono stati costretti a tornare a casa perché nessuno ha aperto la camera mortuaria per l’accoglienza della salma. Il proprietario dell’agenzia ha dovuto sostare tutta la notte davanti al piazzale del cimitero in attesa dell’apertura del sepolcreto prevista per il giorno successivo. Anche la salma in custodia ad un’agenzia di Aprilia ha dovuto sostare nel carro presso il piazzale di un autogrill. “Una situazione inverosimile – ha commentato Monica Tartaglia proprietaria de “La Migrazione” – non è mai successo che due salme rimanessero a spasso per la città tutta la notte. Ho voluto attendere prima di divulgare l’accaduto perché mi sono informata sulla normativa. Abbiamo contattato il dirigente che non ci ha permesso l’entrata, abbiamo sollecitato il Presidente del Consiglio Comunale, ma lui ci ha rimandato al dirigente. Poi abbiamo avvertito la Polizia Municipale sotto la quale ricade la competenza in assenza del responsabile dell’apertura del cimitero”. Il 14 febbraio scorso Monica Tartaglia, dopo un mese di silenzio durante il quale ha effettuato ricerche e chiesto consigli, ha protocollato una lettera al Comune di Pomezia e per conoscenza ai Vigili Urbani al fine di evidenziare le conseguenze inerenti alla mancata accoglienza della salma: violazione della salute pubblica e problemi morali nei confronti della famiglia del defunto. La risposta dell’amministrazione comunale è arrivata per mezzo di un comuni-

cato stampa a seguito del nostro articolo apparso sul sito del Corriere della Città. “I titolari dell’agenzia funebre – chiarisce il Sindaco di Pomezia – erano a conoscenza dell’ordinanza sindacale che stabilisce la chiusura del cimitero il lunedì pomeriggio, ma l’hanno completamente ignorata mettendo in difficoltà non solo gli Uffici comunali ma soprattutto i familiari del defunto. I contenuti dell’ordinanza erano già stati ampiamente diffusi e prevedono per le ore di chiusura il divieto di tumulazione e l’impossibilità di accogliere le salme all’interno del cimitero vista l’assenza del servizio di custodia. Mi dispiace per il disagio che hanno vissuto i familiari e voglio invitare la titolare dell’agenzia funebre ad avere in futuro maggiore rispetto per il dolore delle persone e per le ordinanze e i regolamenti comunali vigenti”. Una missiva secca e decisa che però non risponde al problema dell’accoglienza che deve essere garantita anche durante il periodo di chiusura del cimitero. “Nessuno ha chiesto cosa ne è stato della salma – ha replicato Monica Tartaglia – non volevamo tumulare, anche se avevamo un’autorizzazione a farlo, ma lasciare la salma in una sede appropriata, ossia nella camera mortuaria del cimitero. Forse il sindaco ha confuso le due cose. Per quanto riguarda i familiari, ci hanno espresso solidarietà e hanno capito che non è stato un nostro sbaglio”. Francesca Poddesu



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L’Arca se ne va. E la lasciano andare...

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n sopralluogo a Poggibonsi per vedere da vicino lo stabilimento dove saranno costretti a traferirsi per non perdere il posto di lavoro. Il 4 marzo una nutrita delegazione di dipendenti della storica azienda pometina “Arca”, che produce camper e caravan, si è recata in Toscana per un anticipo di quella che sarà la loro nuova realtà a partire dal 1° giugno. Perché il 31 maggio la sede di Pomezia, dove l’azienda è nata e cresciuta, verrà chiusa. Ed i suoi lavoratori verranno trasferiti o licenziati. Questa l’unica alternativa per i 75 dipendenti dell’Arca, i cui vertici hanno deciso di trasferire tutta la produzione da Pomezia in Toscana. “Vi sono momenti, nella vita di un’organizzazione, che rappresentano passaggio, trasformazione. Trasformazione per adattarsi a uno scenario che cambia. Questo è il filo del nostro pensiero. Rinnovarsi mantenendo Identità della Marca e Valore dell’offerta, Eccellenza dei Concessionari, Posizionamento nella mente del Cliente. Questa è la missione che il gruppo Trigano affida a Arca. In un mercato domestico colato a picco per immatricolazioni, Arca ha una quota del 5% in gennaio 2014 rispetto al 3,7% di gennaio di un anno fa. È un dato. È la cifra del lavoro svolto quest’anno insieme ai nostri Concessionari Premium, superando con l’azione pigrizie e depressioni ambientali. Tale consapevolezza di mercato, però, si deve accompagnare alla continua e ragionata ricerca di assetti tecnologici in grado di generare un equilibrio economico complessivo. In questo quadro, la politica di sviluppo europeo di Trigano si materializza nell’acquisizione del polo SEA. Esso si affianca a preesistenti strutture del gruppo in un distretto che consente di perseguire economie di scala, il necessario equilibrio finanziario e processi coerenti alla missione di Arca. Il progetto di trasferimento della sede e della struttura produttiva da Pomezia a Poggibonsi, in Italia, ha questa logica. Non è un dettaglio, ma non è la “chiusura” di Arca. Non successe quando traslocammo, non successe quando un incendio mandò a fuoco la fabbrica.

Non succederà ora. Questa è la consapevolezza che desideriamo trasferire. Insieme alle Concessionarie Arca faremo del nostro meglio per trovare soluzioni e massimo sarà il nostro impegno per salvaguardare il patrimonio più grande che abbiamo: la Marca e i Clienti”. Con questo comunicato diffuso dal “Team Arca”, che parla di identità aziendale, di profitti, perdite e nuovi programmi, si condanno – senza ovviamente evidenziarne le conseguenze – tutti i dipendenti della sede Arca di Pomezia, ovvero quella storica, che ha dato il via allo sviluppo dell’azienda, a rimanere senza lavoro. Infatti lo spostamento della produzione da Pomezia a Poggibonsi significa che chi, tra i lavoratori, non può accettare il trasferimento in Toscana, dovrà licenziarsi, senza alcun diritto. “Massimo sarà il nostro impegno per salvaguardare il patrimonio più grande che abbiamo: la Marca e i Clienti”, recitano i vertici aziendali. E la salvaguardia dei lavoratori, che sono coloro che hanno consentito alla Marca di esistere e l’acquisizione dei Clienti? Non rappresentano un patrimonio, ma solo un peso di cui disfarsi? “Per noi è stato un duro colpo – hanno dichiarato i dipendenti durante un presidio in strada per attirare l’attenzione sulla loro vicenda - Impensabile il trasferimento così lontano: abbiamo tutti le famiglie qui, molti di noi hanno un mutuo ancora da pagare, figli che vanno a scuola. Abbiamo provato ad aprire delle trattative con l’azienda, proponendo alternative alla chiusura dello stabilimento pometino, ma non abbiamo avuto riscontro alle nostre istanze. Siamo disperati: se non accettiamo il trasferimento dovremo licenziarci, senza così poter godere di nessun ammortizzatore sociale se non la mobilità”. “Abbiamo provato a chiedere almeno una buonuscita all’azienda, per poter avere il tempo di trovare un’altra occupazione – sempre che ci si riesca, con questa crisi - ma anche su questo i vertici sono stati sordi”, hanno spiegato i lavoratori, in cassa integrazione a rotazione ormai da due anni. Il primo in regime

ordinario, il secondo in cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale. A questi sarebbero potuti essere aggiunti altri sei mesi, ma solo se si fosse presentato un piano di rilancio. Piano che, per la sede di Pomezia, non c’è stato, avendo l’azienda preferito spostarsi a Poggibonsi. I dipendenti sono entrati in sciopero ad oltranza il 14 febbraio, ma ad oggi, nonostante due incontri avvenuti alla Federlazio, non hanno ottenuto nulla. E, dopo due settimane di protesta senza risultato, le loro convinzioni hanno cominciato a vacillare. “Insieme alle nostre famiglie stiamo valutando ogni alternativa ed alla fine ci stiamo rendendo conto che l’unica possibilità di sopravvivere è quella di accettare il trasferimento – hanno commentato - Per questo siamo andati a Poggibonsi il 4 marzo. Qui a Pomezia non ci sono possibilità di trovare un nuovo lavoro: le aziende sono tutte in crisi. Stessa cosa nel resto della provincia, anche se qui il problema è più sentito perché parliamo di quello che fino a poco tempo fa era il primo polo industriale del centro Italia. Il rimpianto, ma anche la rabbia, che resta è nel vedere che un’azienda nata qui, che a Pomezia ha raggiunto il suo apice e si è fatta conoscere in tutto il mondo, adesso vada via senza che nessuno muova un dito. Abbiamo provato a chiedere udienza al sindaco, ma pare che fosse stato troppo occupato con altri problemi per riceverci. Ma nessun politico, né di maggioranza, né dell’opposizione, si è fatto vedere o si è interessato alla nostra vicenda, probabilmente perché questo non è periodo di elezioni. Si sta quindi buttando un pezzo di storia di questa città senza che nessuno abbia provato a difenderla. Come lavoratori e come cittadini di Pomezia ci sentiamo abbandonati ed anche offesi. Forse anche per questo stiamo rivalutando il trasferimento. Inizialmente faremo avanti ed indietro, lasciando qui le nostre famiglie, ma nel prossimo futuro, se non ci saranno novità, dovremo trasferirci definitivamente in Toscana. L’alternativa è la disoccupazione, quindi…”. Giuseppe Marrone


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La storia dell’azienda U

na storia tutta pometina, quella dell’Arca. Un’azienda che, mentre guadagnava credito e lustro, dava lustro anche alla città, portandone il nome al di fuori dei confini nazionali come centro d’eccellenza per la produzione di veicoli per il tempo libero. L’azienda fu fondata nel 1959, grazie alla passione per il turismo all’aria aperta dei Signori Cogliati e Barbieri. Come riporta lo stesso sito aziendale, “essi, con spirito pionieristico e creatività, ebbero l’idea di produrre roulotte e successivamente di montare la cellula abitativa del veicolo trainato, sul cassone di un veicolo commerciale: il camper. Negli anni del boom italiano, l’autocaravan, più comunemente camper, fu la più grande innovazione nel settore del turismo all’aria aperta. Arca, insieme a poche altre aziende europee, fu tra le aziende protagoniste di quella stagione di sviluppo del paese e del settore del turismo libero, en plein air. Nel febbraio del 1961 Arca presenta al Salone nautico di Genova il motorcaravan l’Arca Noè, pietra miliare della storia del Motocarvan italiano”. L’escalation continua e sembra inarrestabile. “Nel 1968 fu lanciato l’Arca Superjolly, nel 1971 il Noè 350 M. Essi inaugurarono formule abitative innovative, mai sperimentate. Nasceva il veicolo integrale, nel quale cabina di guida e cellula abitativa costituiscono un unico volume e il veicolo mansardato, veicolo diffuso, dedicato alla famiglia, che alloggia la camera da letto sopra la cabina, icona della parola camper.

Nacquero veicoli rimasti nella storia del settore: l’Arca Pick-Up 260 (1972), l’ Arca Scout 4×4 (1977). Arca conobbe il successo e continuò ad essere un punto di riferimento per il Mercato Italiano”. Alla fine degli anni novanta, l’azienda – che in quel periodo passo da Arca Nord, ad Arca Sud ed infine ad Arcadia, anche se sostanzialmente la società era sempre la stessa, così come i dipendenti – “attraversò una crisi fortissima, coeva alla transizione generazionale delle famiglie eredi dei fondatori. Nel 2001 fu ceduta al gruppo francese Trigano, presente in Italia con iniziative industriali del settore a Poggibonsi, a San Gimignano, ad Atessa. Trigano, leader del settore europeo, rilanciò la fabbrica e il marchio Arca, investendo in management, innovazioni, tecnologie che consentirono nel decennio 2002-2012 di riportare l’azienda ai livelli del

passato, per notorietà e importanza”. Nel 2002 il gruppo Trignano decide di ridare all’azienda il suo nome originale, Arca, ed essa – sempre come si legge nel sito ufficiale – “oggi offre una gamma completa di motorcaravan che comprende veicoli Profilati, Mansardati e Integrali, concepiti, progettati e realizzati a Pomezia, noti per Qualità, Comfort, Design Italiano. I camper Arca sono sinonimo di Qualità del progetto, dei materiali, dell’assemblaggio. Nella fabbrica di via Naro 71 a Pomezia lavorano settantacinque persone. Quarantaquattro persone in linea di produzione, tre persone nella direzione della linea produttiva e della sicurezza, una persona responsabile della qualità del processo, sei persone nella logistica, quattro persone negli acquisti, tre persone nell’ Arca Lab – Centro stile Arca, due persone nel customer care, servizio post vendita e trouble shooting (assistenza), cinque persone in amministrazione, pianificazione, controllo, management delle risorse umane, direzione generale, cinque persone nell’area commerciale e vendita ai concessionari Arca. Lavoratori osannati solo apparentemente, visto che oggi vengono tranquillamente messi da parte, preferendo spostare l’intera produzione da Pomezia a Poggibonsi entro il 31 maggio, creando difficoltà e disagio a tutti i dipendenti pometini. Giuseppe Marrone

Sigma Tau, i lavoratori fanno ricorso al Tar contro la CIGS

Università, i dipendenti contestano i licenziamenti

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on ci stanno, i dipendenti del Consorzio per l’Università di Pomezia, ai licenziamenti collettivi decisi dal liquidatore, che avranno effetto a partire dal prossimo 1° luglio. A febbraio 8 di loro hanno presentato, attraverso l’avvocato Piero Lorusso, una diffida al Comune di Pomezia, alla Giunta comunale e al Consorzio stesso “ad annullare e sospendere in via di autotutela le procedure di liquidazione del Consorzio e di sospendere i preannunciati licenziamenti collettivi dei dipendenti del Consorzio”. In più, invitano il Prefetto e la Procura della Corte dei Conti a controllare e a sanzionare la legittimità delle procedure attivate e ad accertare le conseguenti responsabilità. Il provvedimento è stato preso dai lavoratori in seguito alla decisione da parte dell’Amministrazione del Consorzio di licenziare 18 dipendenti su 21, di cessare tutte le attività e di aprire la fase di liquidazione. “Il motivo addotto – hanno spiegato i lavoratori che si sono rivolti ai sindacati per impugnare la decisione – è una situazione di eccedenza di personale che si riconduce essenzialmente alla volontà del Consorzio di cessare le proprie attività e di procedere alla liquidazione del medesimo, dichiarando, inoltre, l’impossibilità di porre rimedio al licenziamento e alla messa in mobilità delle 18 unità in quanto “non esiste un’altra unità produttiva nella quale collocare i dipendenti”, per i quali sostiene di non trovare “la possibilità di riallocazione”, limitandosi così alla semplice attivazione della legge n. 147/2013 sulla mobilità del personale delle partecipate pubbliche”.

lavoratori Sigma Tau ormai in CIGS da oltre due anni hanno depositato il ricorso al TAR di Roma avverso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il decreto di concessione della CIGS per l’anno 2013, che si aggiunge alle diverse istanze di riesame dell’approvazione della Cassa Integrazione concessa per crisi nel 2012 presentate al MLPS e alla Direzione Territoriale del Lavoro di Roma. Inoltre, sono state presentate ripetute diffide a non approvare il nuovo programma di CIGS 2013-2015 per pretesa “riorganizzazione”, nonché ad avviare ogni iniziativa per verificare la sussistenza di tutti i presupposti addotti a fondamento della richiesta. “L’ultimo ricorso - spiegano i cassaintegrati convogliati ne Comitato per la tutela della rete di informazione medico scientifica Sigma-Tau – è stato presentato nella speranza che il Tribunale Amministrativo possa verificare se le richieste da parte di Sigma-Tau e le successive concessioni degli ammortizzatori sociali non possano e non debbano essere semplicemente considerati una tempestiva difesa del reddito dei lavoratori, come in effetti dovrebbero essere, ma viceversa una conveniente strumentalizzazione da parte di un’azienda privata, che in tal modo può così scaricare sullo Stato i costi di un licenziamento collettivo”. L’accusa che i lavoratori ipotizzano è quella di “abuso e indebita percezione di un ammortizzatore sociale che non potrebbe essere utilizzato nel caso specifico, abuso che fa sì, tra l’altro, che i lavoratori restino in questa posizione per 3 anni consecutivi, invece di essere aiutati realmente a trovare una nuova occupazione”.

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Lavoratori ex LSU: Proteste, critiche e polemiche

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no stipendio che passa da 700 a 200 euro. Questo l’effetto dei tagli fatti dal Governo centrale e che vanno a colpire i lavoratori ex LSU attualmente occupati come addetti alle pulizie dei locali scolastici. A Pomezia la protesta contro questo provvedimento ha assunto toni più duri rispetto al resto d’Italia, arrivando a prendere connotazioni prettamente politiche non richieste di certo dai lavoratori. Ma ricostruiamo la storia. La sera del 17 febbraio una quarantina di lavoratori hanno occupato la scuola elementare Trilussa di Pomezia con l’intenzione di restare ad oltranza, impedendo l’entrata agli alunni, circa un migliaio, per porre l’attenzione sul loro dramma. Solo a Pomezia si registrano 62 persone (24 mila in tutta Italia) vittime di un’ulteriore riduzione del 25% delle ore di lavoro e di conseguenza dello stipendio. Il taglio sale dal 58% al 90%. Durante la protesta della prima sera il sindaco Fabio Fucci, insieme ad altri amministratori comunali, ha provato a parlare con i dipendenti per cercare un accordo ed evitare la chiusura della scuola, ma gli operatori della cooperativa della “Romana Petrus” e della “Activity” hanno de-

torità per ogni eventuale provvedimento che si intenda necessario adottare per assicurare l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, nonché il ripristino delle attività scolastiche nel plesso interessato”. La conseguenza è che il mattino dopo, intorno alle 7:00, arriva la polizia con due camionette per sgomberare di forza la scuola. “Sono dovuta arrivare a 55 anni per farmi maltrattare dai poliziotti e trattare come

ciso di andare avanti e alzare i toni per sensibilizzare l’opinione pubblica. “Non possiamo andare avanti così- ha dichiarato una operatrice ex Lsu – mio marito e io facciamo lo stesso lavoro: dopo i primi tagli guadagniamo 1600 euro in due. Ora dobbiamo aspettarci 600 euro in due? Abbiamo una figlia: dobbiamo dirle che non può più studiare? E il mutuo come lo pagheremo? La nostra voce non è mai stata ascoltata, perché non interessa a nessuno che fine faranno le persone che hanno tenuto per anni le scuole pulite”. La protesta prosegue per tutto il 18 febbraio. Arriva la solidarietà dei partiti di centrosinistra e dei sindacati, ma nel contempo anche la rabbia di alcuni genitori che non possono mandare i propri figli a scuola. Il sindaco decide allora di scrivere al Prefetto di Roma Pecoraro per informarlo sulla situazione. “Si rappresenta – si legge nella nota – che le autorità locali preposte alla pubblica sicurezza, quali la Compagnia dei Carabinieri e la Polizia Locale di Pomezia hanno eseguito delle operazioni preliminari di monitoraggio della situazione, rilevando che al momento i manifestanti non si dimostrano disponibili a lasciare l’istituto per permettere il normale svolgimento delle attività didattiche. Mi rivolgo, pertanto, a codesta Au-

una delinquente solo perché, insieme ai miei colleghi, stavo tentando di difendere il mio diritto al lavoro - Così racconta una delle dipendenti degli “Appalti Storici” - Già venivamo impiegati poco, adesso verremo a lavorare per un’ora e mezza al giorno e non si sa neanche per quanto tempo ancora…”. Gli agenti, in tenuta antisommossa con caschi e manganelli, intimano ai lavoratori di uscire, ma i circa 40 dipendenti che da due giorni cercano di far sentire la propria voce non vogliono raccogliere l’invito. “I poliziotti sono allora entrati, ci hanno identificati come se fossimo dei criminali e poi ci hanno costretto, certo non in modo gentile, ad uscire”, spiega una lavoratrice. Sembra infatti che tre lavoratrici siano state colpite dagli agenti, tanto che sono dovute intervenire due ambulanze che le hanno condotte al pronto soccorso. "Un gravissimo atto di violenza è stato compiuto dalle forze dell'ordine nei confronti delle lavoratrici addette al servizio di pulizia delle scuole di Pomezia – dichiara nel pomeriggio del 19 febbraio Vittorio Pezzotti, segretario generale della Filcams Cgil di Roma e del Lazio - la Polizia ha duramente colpito le lavoratrici che protestavano per difendere il loro posto di lavoro, messo a rischio dalla gara di appalto na-

zionale gestita dalla Consip; una gara che irresponsabilmente e irrealisticamente ha tagliato il 40% del corrispettivo economico destinato al servizio. Un taglio che va ad aggiungersi a quelli già intervenuti negli anni precedenti che hanno determinato una riduzione dell'orario di lavoro delle addette alle pulizie e del salario di oltre il 25% ma non hanno diminuito l'entità e la quantità del lavoro, generando così un duplice danno: minor salario, maggiori carichi di lavoro". Dura la condanna dei sindacati per l’atteggiamento preso dalle forze dell’ordine. "Condanniamo pertanto l'inaudita violenza con cui la Polizia è intervenuta contro le lavoratrici e facciamo appello al prefetto e al questore di Roma affinché non si ripetano tali episodi. Chiediamo inoltre che si intervenga nei confronti del sindaco di Pomezia: oltre ad aver chiesto l'intervento delle forza pubblica, egli ha beffardamente invitato le lavoratrici a cercarsi un avvocato annunciando che procederà con denunce penali contro la loro protesta. In una fase così difficile e delicata non abbiamo bisogno di sceriffi improvvisati, ma di un più alto senso di responsabilità soprattutto in chi ricopre cariche istituzionali e pubbliche”. La tensione tra le parti si inasprisce dopo che la trasmissione Matrix fa un collegamento in diretta da Pomezia, il 28 febbraio. Le lavoratrici mostrano i referti del pronto soccorso e dichiarano di essere state malmenate, poi l’attenzione del conduttore viene spostata sul fatto che, senza la lettera del sindaco al Prefetto, non si sarebbe arrivati a trattare come delinquenti delle inermi lavoratrici che stavano semplicemente tentando di difendere il loro diritto al lavoro. I cittadini si spaccano a metà: quasi tutti sono solidali con i lavoratori, ma alcuni criticano l’occupazione della scuola perché in questo modo si lede il diritto allo studio dei bambini, mentre altri criticano il sindaco per non essersi schierato pienamente dalla parte dei dipendenti ex Lsu. Le forze politiche di sinistra si mostrano compatte a favore dei lavoratori e contro l’Amministrazione comunale, mentre dal centrodestra non arrivano segnali degni di nota. Matteo Acitelli


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La versione del Sindaco R

itengo doveroso controbattere alle fandonie che sono state dette in questi giorni sulla stampa ed in tv. Premessa 1: i lavoratori oggetto del provvedimento di riduzione dell'orario lavorativo, con conseguente riduzione dello stipendio di oltre il 60% SONO LAVORATORI CHE DIPENDONO DAL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE e quindi sottostanno alle decisioni che prende il Governo a Roma. Premessa 2: il M5S in Parlamento è stata l'unica forza politica ad interessarsi al problema di questi lavoratori che hanno prima rischiato il posto e poi una forte riduzione della retribuzione. Il parlamentare M5S Luigi Gallo ha ribadito anche in questi giorni il lavoro fatto dal gruppo parlamentare. Ripercorriamo i fatti della vicenda per far capire quanto la mia amministrazione si sia dimostrata, nei fatti e non con le chiacchiere da bar, interessata all'evoluzione della vicenda. A dicembre i lavoratori oggetto dei tagli sono intervenuti in un consiglio comunale di Pomezia e sono stati ascoltati, ricevuti da me il giorno

degli alunni che non erano, ovviamente, a conoscenza della chiusura della scuola. La polizia locale mi ha riferito di accesi scontri verbali tra i genitori degli alunni e gli occupanti della scuola, causato dall'impossibilità di entrare. Nella stessa mattina ho inviato una nota alla Prefettura di Roma per informare dell'occupazione e per evitare ricadute sulla pubblica sicurezza. La Prefettura si è dimostrata da subito collaborativa ed abbiamo convenuto sulla necessità di intervenire in maniera pacifica per far cessare con il dialogo l'occupazione del pubblico edificio. La Prefettura avrebbe provveduto a contattare gli occupanti. Nel pomeriggio del 18 ho parlato telefonicamente con un referente degli occupanti ribadendo l'importanza di un loro gesto volontario nel liberare l'edificio e di parlare anche con gli altri occupanti sensibilizzandoli sulle conseguenze dell'occupazione e dell'ormai avvenuta interruzione del pubblico servizio. La Prefettura, di concerto con la Questura, evidentemente in seguito al fallimento dei tentativi di sgombero "bonario" della struttura, hanno ri-

successivo, e l'intero consiglio comunale con me ha prodotto e firmato una lettera indirizzata al Ministero competente per chiedere di risolvere la questione in modo di tutelare i lavoratori coinvolti. In quella occasione si è ottenuta una proroga trimestrale dei contratti. Il 17 febbraio scorso sono stato chiamato intorno alle 21.30 per essere avvisato che alcune persone avevano occupato una scuola del Comune di Pomezia. Io, insieme a parte della giunta ed alcuni consiglieri comunali di maggioranza ci siamo immediatamente recati sul luogo per parlare con gli occupanti, lavoratori ex-lsu impiegati nel servizio di pulizia degli edifici scolastici, gli stessi che avevamo ricevuto un paio di mesi prima. Gli stessi oggetto dei provvedimenti del Ministero dell'Istruzione. Quella sera ho ancora una volta parlato con gli occupanti ed ho offerto di nuovo la collaborazione istituzionale per riportare la questione sui tavoli della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ho chiesto in quella occasione di liberare la scuola, per non interrompere il servizio scolastico e per evitare a loro le nefaste conseguenze derivanti dall'interruzione di un pubblico servizio. Gli occupanti non hanno voluto sentire ragioni e, dopo circa un'ora di colloquio, ci hanno costretto a lasciare l'edificio sotto la "minaccia" di azioni di autolesionismo. Per la mattina successiva ho disposto un servizio di vigilanza operato dalla Polizia Locale comunale per evitare ripercussioni sulla viabilità e per evitare che si creassero spiacevoli situazioni di attrito tra gli occupanti ed i genitori

tenuto di intervenire con lo sgombero nella mattina del 19 febbraio. Ad operazioni concluse sono stato contattato dal dirigente della Polizia di Stato che ha seguito le operazioni, il quale mi ha comunicato che la procedura era terminata senza problemi e resistenze da parte degli occupanti. Versione confermata dalla Polizia Locale comunale, presente in loco la mattina dello sgombero. Questi sono i fatti. Ora veniamo alle falsità che sono state dette in questi giorni. 1- Lo sgombero è stato ordinato dal Sindaco. FALSO! Lo sgombero lo dispone la Questura. 2- Il quotidiano "Il Manifesto" del 20 febbraio riporta le dichiarazioni di Vittorio Pezzotti, segretario generale della FILCAMS CGIL, che riferendosi a me: "Oltre ad aver chiesto l'intervento della forza pubblica, ha invitato le lavoratrici a cercarsi un avvocato annunciando che procederà a denunce.". FALSO! Mai dette queste parole agli occupanti e, soprattutto, mai proceduto con alcuna querela. Se denunce ci sono state, è la Polizia ad aver pro-

ceduto d'ufficio in seguito all'intervento di sgombero. 3- La trasmissione di Matrix di ieri sera ha ricondotto la linea della trasmissione alla vicenda dello sgombero, ancora una volta FALSAMENTE insinuando che l'ordine sarebbe partito da me. Mi dispiace per i lavoratori che speravano in un approfondimento sulla questione che a loro sta a cuore: il lavoro e la necessità di continuare ad avere una fonte di reddito. In tutta questa vicenda, ripresa e strumentalizzata non solo dalle forze di opposizione della città, PD in testa, ma anche dalla stampa e dalla tv nazionale, gli unici ad essere stati presi per il naso sono stati i lavoratori. Ancora una volta, la mia amministrazione ha prodotto fatti concreti, dapprima sostenendo le ragioni di questi lavoratori, e poi, pur continuando a comprendere le ragioni della protesta, arginando i problemi legati all'interruzione del servizio scolastico, consentendo a giovani studenti e famiglie di poter continuare a coltivare il diritto allo studio. Chi vuole continuare a strumentalizzare la disperazione dei lavoratori sia consapevole della sua vigliaccheria e bassezza morale. Fabio Fucci


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Centro anziani... per tutte le età P

er la prima volta il centro anziani della Nuova Florida, e di Ardea in generale, ha eletto un presidente donna, Rita Serino: cosa cambierà nella gestione, che negli ultimi tempi è stata molto tribolata ed al centro di discussioni anche di tipo politico? “Si dice che le donne hanno una marcia in più e… allora ingraniamola! E questo vuol dire molto: penso che alla base di ogni “impegno” ci debba essere educazione, rispetto, stima ed un po’ di buon senso! Certo, sono consapevole di aver intrapreso un percorso non semplice, cosparso di imperfezioni, di chiacchiere, di maldicenze, di invidie e anche di un po’ di cattiverie! Le mie intenzioni sono varie iniziando dal far ritornare in auge questo nostro Centro, rispettando e facendo rispettare – per prima dalla sottoscritta e proseguendo da tutti i frequentatori del Centro - sin dall’inizio il Regolamento comunale dei Centri Anziani di Ardea, che sicuramente non è il top, ma per il momento questo è e questo si deve rispettare, volenti o nolenti! Riconosco che alcune regole dovrebbero essere rivisitate, ma questo non è un mio compito, bensì dell’Amministrazione Comunale che – sono certa – ne è ben consapevole! Il mio slogan e di tutta la squadra che mi ha accompagnato fin qui è: “Il Centro è di tutti, con tutti e per tutti!”. Per quanto riguarda la “turbolenza” degli ultimi tempi non sono certo la persona che può giudicare il comportamento dei miei predecessori; certo sono stata una dei primi dieci iscritti nel 2005 e fin dal principio ho indossato sia l’abito di tesoriere che quello di consigliere nel Comitato di Gestione, quindi ho vissuto sulla mia pelle le varie stravaganze degli inizi, dove c’era la possibilità di avere un supporto economico da parte del Comune, e credo di essere in grado di distinguere il periodo delle “vacche grasse” da quello delle “vacche magre”: ora siamo in quest’ultima fase cioè dell’autogestione, cosa che in altri centri di tutta la penisola già è in vigore da anni;

vedremo cosa si potrà fare. Per l’aspetto politico non posso commentare in quanto anche fare il Presidente di un Centro Anziani è come fare un po’ di politica”. Lei ha già ricoperto una carica di presidente, ma di un Comitato di Quartiere, sempre alla Nuova Florida: quale dei due ruoli pensa presenti problematiche più difficili da gestire? E quanto la sua precedente esperienza, durante la quale lei si è contraddistinta come donna battagliera ed indomabile, potrà servirle adesso? “Vorrei precisare che la mia vita lavorativa si è svolta interamente in una società privata, dove vigevano delle regole da rispettare. Ho iniziato accettando qualsiasi incarico mi veniva proposto e quindi ho acquisito tante nozioni che mi sono state utili nel rapporto con varie categorie di persone. Devo dire, non per vanto, che tale voglia di imparare mi ha portato avanti nella carriera in un momento in cui le donne non erano ben viste come “capo”, per poi arrivare alla proposta della stessa società all’onorificenza della Presidenza della Repubblica come “Maestro del Lavoro” che mi fu consegnata dall’allora Presidente Ciampi con tanto di Decreto presidenziale. Premesso questo, devo precisare che per me i ruoli di Presidente dell’ex Comitato di Quartiere Nuova Florida e Presidente del Centro Anziani di Nuova Florida si affiancano e si intersecano tra di loro. La mia esperienza come Presidente del Comitato di Quartiere di Nuova Florida mi ha portato a contatto con tante persone, con tanti problemi tecnici e pratici; nel CdQ – logicamente non da sola ma insieme ad altri volenterosi cittadini - ho percorso fin dal 2003 tutte le strade del quartiere per rilevare dove

passava il gas, quanti pali della luce erano installati, quanti e dove erano posizionati i chiusini delle fogne, ho redatto più di 1500 domande per l’alienazione dell’uso civico, ho raccolto tante firme contro l’installazione delle antenne dei telefonini, ho fatto in modo che l’Agenzia del Demanio si attivasse per consegnare al Comune il bene demaniale della villa Nicoletti, ho partecipato alle varie iniziative comunali per quanto riguarda l’inizio della “Raccolta differenziata”, ho cercato di spingere per quanto riguarda la scuola superiore interloquendo con la Provincia e la Regione, ho fatto sì che il nostro Comitato fosse un punto di riferimento sia per i cittadini che per la stessa Amministrazione. Certo l’esperienza nel CdQ mi ha insegnato cose che senz’altro mi saranno di aiuto nei rapporti con le Istituzioni, e di una cosa posso essere fiera: non ho mai mancato di rispetto verso i vari componenti dei vari Enti, anche quando uscivo sconfitta da un incontro. Sono forse una persona all’antica: infatti sono convinta che si ottiene di più con l’educazione, la calma e senza mai alzare la voce piuttosto che urlando e sbraitando. Certo, ci sono state e ci potrebbero anche essere circostanze in cui si dovrà alzare il tono di voce, ma sempre in modo civile”. Quali sono le prospettive per gli anziani, ad Ardea? “Ma perché diciamo “anziani”? Siamo solo dei “ragazzi o ragazze un po’ cresciuti, con le loro idee, i loro sogni, con tanta voglia di ballare, di divertirsi ora che non hanno più la loro vita legata alle lancette dell’orologio: certo abbiamo più incontri con i dottori, ma questo è un particolare da non tener sempre in conto. In questo periodo di crisi le prospettive sono poche: tenterò di non farli fossilizzare con le carte, cercherò di scuoterli con varie attività, dal ballo alla ginnastica al computer, dal teatro alla visione di film, proverò a farli socializzare tra di loro anche se sono di idee diverse. Vorrei riuscire a farli entusiasmare per una mostra, a farli partecipare ad uno spettacolo in diretta tv, ad una visita nella nostra città che è più antica di Roma ed ha una storia ancora da riscoprire”.


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Febbraio 2014 "Centro Anziani": ma solo per chi ha una certa età oppure nel "suo" centro si darà spazio anche ai giovani del quartiere, che non hanno alcun punto di ritrovo né di riferimento? “Come già accennato prima, per me il Centro dovrebbe essere il punto di riferimento della Nuova Florida, non solo per gli anziani ma anche per coloro che sono in età lavorativa. Se ci pensiamo bene dietro ogni anziano c’è una famiglia, figli, nuore, generi, nipoti che potrebbero avere a che fare con problemi burocratici di scartoffie e non avere il tempo per recarsi in determinati uffici per avere notizie oppure rivolgersi a specifici centri per avere risposte. Approfitto in questo contesto per comunicare che un’Associazione onlus, con cui collaboro da più di 10 anni, ha ottenuto il patrocinio del Comune di Ardea per l’assistenza fiscale GRATUITA per la compilazione dei mod. 730 e l’ISEE a tutti gli iscritti ai Centri Anziani di Ardea. Ma contemporaneamente la stessa Associazione assisterà gli iscritti per qualsivoglia delucidazione in merito a varie richieste di vari Enti. Tra gli iscritti del Centro di N.F. io stessa seguo da tempo le persone nelle varie chiarificazioni in merito a richieste che loro pervengono da diversi uffici tipo INPS, Agenzia delle Entrate, etc. Ho in mente di far partecipare al Centro con opportuni eventi tutti i componenti del contorno familiare dell’anziano. Non dobbiamo dimenticare che ogni anziano ha un fardello della sua vita lavorativa che potrebbe essere da insegnamento per i giovani che hanno voglia di apprendere qualche nozione sui vari lavoretti domestici. Tra i nostri iscritti ci sono pittrici, scultori, registi, scrittori, anche ben conosciuti, restauratori, idraulici, elettricisti che potrebbero far scuola ai giovani del nostro

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quartiere”. Quali sono le prime tre cose che farà per rinnovare il centro? Su quali attività punterà per migliorare la qualità di vita degli anziani del quartiere? “E’ una domanda difficile! Intanto cercare di renderlo più gioioso, allegro; dare per quanto possibile una sistemata estetica sia all’esterno che all’interno; con tanti volenterosi che si sono proposti per aiutarmi cercherò di sistemare le piccole anomalie che sono ormai presenti da anni: so benissimo che il Centro è di proprietà del Comune e per quanto riguarda la manutenzione straordinaria è di sua competenza, ma si sa che in questo momento tutti i Comuni hanno le casse vuote e occorre darsi una mano l’un con l’altro. All’esterno occorrerebbe intervenire drasticamente sul tetto. All’interno ci possiamo pensare noi, sempre con il permesso dell’Amministrazione, in quanto non dimentichiamoci che la responsabilità di qualunque cosa accada nel Centro è responsabile l’Amministrazione. Ho intenzione di far partire il campo di bocce per poter attirare persone a cui piace tale gioco; cercherò di trovare degli sponsor che possano darci una mano nelle varie iniziative; tenterò di inserirmi nei vari bandi della

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Provincia e/o della Regione per progetti adatti ai Centri Anziani. Le idee sono tante e a volte sono costretta ad “installare” un semaforo per mettere un po’ di freno”. Qual è il suo invito ad avvicinarsi alle attività del centro, per chi non si è mai iscritto? “Occorre pensare prima a far tornare quelli che sono andati via per vari motivi, dopodiché non avrò bisogno di fare alcun invito: basterà il passa parola di commenti favorevoli!”. Alessia Ambra Achille

Alla Nuova Florida rivoluzioni in vista con la nuova presidente, Rita Serino


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22 SEGNALAZIONI Buio, buche, bus, parcheggi, sottopasso: i problemi di S. Palomba

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I Cittadini segnalano, nella speranza che l’Amministrazione comunale e le Ferrovie intervengano… Salve, da Agosto ho fatto più segnalazioni ad Enel Sole, riguardo il guasto dell'illuminazione nel parco pubblico di S. Palomba, in via Fiorucci. Nella fattispecie, sono state montate le lampade LED, ma ancora è tutto al buio. Infine faccio presente che le stradine pedonali all'interno del parco, vengono percorse quotidianamente da centinaia di persone che si recano alla Stazione di Pomezia. Con il buio, la situazione è molto pericolosa. Chiedo che venga quanto prima attivata l'illuminazione pubblica. Grazie. M. S.

Gentile direttrice, sono un cittadino di Pomezia, residente a Roma due, che quotidianamente si reca alla stazione di Pomezia - S. Palomba. Vorrei sollevare la vostra attenzione sullo stato di abbandono in cui la stazione versa oramai da anni. Le strade sono dissestate e piene di buche (segnalate più volte al Comune). Sono presenti macchine abbandonate, probabilmente rubate. Rifiuti lasciati dalle diverse prostitute. Andando verso uno dei due parcheggi (anch'essi abbandonati: non sarebbe meglio riqualificarli e renderli sicuri, magari con una convenzione che potrebbe portare anche soldi nelle casse comunali?) i rami delle diverse piante oramai sono su strada o comunque risultano pericolosi soprattutto per i pedoni. Tutto ciò prima di arrivare alla stazione, dove ci si ritrova con bagni chiusi e mancata possibilità di accesso per i disabili al secondo binario. Non nomino il famosissimo e storico sottopasso, dato che è più un'utopia piuttosto che una realtà auspicabile. Cordiali Saluti, E.D.R.

Caro direttore, Le scrivo per porLe l'attenzione sulla questione Sottopassaggio pedonale a S. Palomba - Roma 2. Da progetto, doveva essere realizzato un sottopasso pedonale per fare in modo che noi abitanti di Roma 2, avessimo l'accesso diretto alla Stazione, passando attraverso il Parco Comunale. Ovviamente non è mai stato realizzato, e tutte le amministrazioni precedenti e l'attuale, sembrano non volersi interessare del problema. Faccio presente che si è sempre parlato di responsabilità degli attori coinvolti (Comune ed RFI), nel solito scaricabarile all'Italiana, con il solito risultato che noi abitanti di Roma 2 siamo penalizzati. Infatti per poter accedere alla Stazione senza dover usare l'automobile, siamo costretti a passare in un cunicolo, che altro non è che lo scarico delle fogne, che in estate è "agibile", ma in inverno è costantemente allagato, pertanto siamo costretti a questo punto a far e un percorso "alternativo" e anche pericoloso, poiché siamo costretti a passare di fianco i binari di parcheggio della stazione ed attraversare gli stessi, con tutti i pericoli del caso. Qualcuno potrebbe obbiettare che ci sono i bus Troiani, ma Vi rendo noto che non tutte le corse dei treni sono servite dalle coincidenze del bus. Infatti ci sono molti "buchi", e la sera l'ultima partenza dalla Stazione per Pomezia è alle 21.05, dopo di che il nulla. Inoltre nonostante i numerosi solleciti fatti ad ENEL Sole, l'illuminazione al Parco pubblico (dove ricordo si passa per andare alla stazione), è buio da mesi. Infine scovando in rete, ho visto in questo documento: http://issuu.com/movimento5stellepomezia/docs/piano_triennale_2012-2014, a Pag. 3, 12esima riga, si parla di uno stanzia-

mento di 500.000 euro per tale opera, ma evidentemente sinora non è stato fatto nulla. Infine, faccio notare che si potrebbero liberare molti posti auto nei parcheggi della stazione, se noi di Roma 2 avessimo questo accesso diretto. Per tutto questo sono state chieste info al Comune più di una volta. Ovviamente non abbiamo mai avuto risposta S.M.

Buongiorno, quotidianamente ormai da più di 5 anni prendo il treno per raggiungere il luogo di lavoro dalla stazione di Pomezia Santa Palomba e da quando ho iniziato alcune traversine della linea in direzione Roma sono nelle condizioni che vedete in foto. Progressivamente i danni aumentano, ma non sembra che ad alcuno interessi lo stato di queste traversine fino a quando poi non sarà più possibile il transito dei treni (nella migliore delle ipotesi). M.T.


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SEGNALAZIONI

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Passeggiando in bicicletta... ... con una pista così, si rischia di farsi male

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ista ciclabile di nuovo a pezzi, a Pomezia. Dopo la segnalazione pubblicata sul nostro giornale (vedi numero Settembre 2013), il sindaco Fabio Fucci rispose così alla nostra richiesta: “Conosciamo bene lo stato di degrado che sta vivendo il parco, peraltro supportato dalle numerose testimonianze dei cittadini che quotidianamente ci sollecitano sui difetti che stanno emergendo. Nelle scorse settimane i tecnici dei nostri uffici hanno effettuato un sopralluogo e inviato all'impresa che ha realizzato i lavori la lista degli interventi da realizzare per ripristinare la sicurezza e lo stato dei di efficienza luoghi”. I problemi sembrava nascessero infatti da una cattiva esecuzione ini-

ziale, che sarebbe dovuta essere sanata. “Noi monitoreremo l'esecuzione dei lavori”, aveva assicurato alla fine di Agosto il Primo Cittadino. Ed infatti i lavori sono stati eseguiti pochi giorni dopo: alla fine di settembre le buche erano state riparate e gli interventi richiesti dall’Amministrazione eseguiti dall’impresa appena che tre anni prima aveva realizzato la pista ciclabile. Ma forse nessuno ha controllato la qualità di questi lavori, visto che poche settimane dopo – negli stessi punti – si sono registrati nuovi cedimenti, nuove frane e nuovi danneggiamenti della pista, come dimostrano le foto. Le ultime immagini, scattate il 23 febbraio, rendono bene l’idea di come la situazione

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sia peggiorata rispetto all’agosto del 2013: ormai il fondo ha ceduto, mostrando al di sotto una voragine. Le staccionate sono nuovamente crollate, lo stato della pista non è assolutamente sicuro per chi volesse frequentarla. A protezione dei punti più pericolosi sono state messe delle transenne, ma questo di certo non assicura che non possa succedere qualche disgrazia. A chi vanno imputate le colpe, questa volta? Sicuramente alla ditta che nuovamente non ha lavorato nella maniera corretta rispetto a quanto c’era da fare, ma probabilmente anche chi avrebbe dovuto controllare. Un lavoro fatto a regola d’arte dovrebbe durare qualcosa di più di poche settimane…

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SEGNALAZIONI

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La Macchiozza, quartiere a “buchi” “

Caro sindaco, il Comitato di Quartiere La Macchiozza, istituito nel 2007, con un lavoro di pazienza e di perseveranza è riuscito ad ottenere sotto l’amministrazione De Fusco l’illuminazione pubblica, con la collaborazione della società Edison la pubblica distribuzione del gas e con la Regione Lazio l’inizio dei lavori della rete fognaria e in seguito l’asfaltatura delle strade del quartiere. I suddetti lavori dovevano terminare entro il 2012. Da giugno 2013 è in vigore l’amministrazione Fucci: il CdQ La Maccchiozza ha ottenuto un incontro all’inizio del mandato, incontro che è risultato piuttosto superficiale, poi sono stati richiesti altri incontri per far conoscere le problematiche del quartiere, ma a tutt’oggi, nonostante le richieste inviate per e-mail sia al Sindaco che agli assessori, è risultato vano. Si richiedevano questi incontri perché speravamo che il Sindaco andasse alla Regione Lazio per

perorare l’ultimazione della rete fognaria, lavoro eseguito in più quartieri dalla stessa Regione. Siamo delusi, perché quest’amministrazione in campagna elettorale aveva promesso di stare vicini ai cittadini e cercare di risolvere i loro problemi, e invece ci si accorge che non solo li ignora ma che li ha aumentati sia sotto l’aspetto fiscale sia dei servizi. Si documenta con foto come sono ridotte le strade del quartiere la Macchiozza, ma ci sono altri quartieri che vivono le stesse condizioni. Signor Sindaco, vogliamo rammentarle che ci sono persone che in alcuni quartieri vivono una realtà problematica, che richiede interventi e non chiacchiere. Venga a fare un giro qui da noi per costatare di persona, perché dagli uffici comunali tutto questo non si può vedere.

A questa lettera, che abbiamo leggermente ridotto per problemi di spazio, la segreteria del sindaco ha risposto comunicando che il 24 febbraio al signor Bove è stata inoltrata copia della lettera inviata dal dirigente ai Lavori Pubblici alla Regione Lazio per la messa in sicurezza delle buche e il ripristino del manto stradale in

concomitanza dei tombini inseriti con i lavori della rete fognaria. “Per i restanti problemi prosegue la segreteria del sindaco - la Pomezia Servizi e una ditta incaricata stanno quotidianamente intervenendo per ripristinare il manto stradale devastato dalle recenti piogge”. Ma la risposta non è stata ritenuta sufficiente

Piero Bove, presidente CdQ La Macchiozza” dal presidente del Comitato di Quartiere. “Non basta inviare una lettera, alla quale peraltro la Regione non ha dato seguito. Occorre muoversi, andare di persona, pretendere, darsi da fare. Solo così, forse, si potrà ottenere qualcosa”.

Buone Notizie I

n mezzo a tanto malcontento, qualche buona notizia c’è. Nei giorni scorsi sono infatti state riparate diverse buche sia ad Ardea che a Pomezia, dove sono anche stati riposizionati alcuni dei tombini rubati che rendevano pericoloso il transito sia automobilistico che pedonale. Ci auguriamo che questo sia solo un inizio, perché sono ancora moltissimi i tratti di strada, anche quelli dove è stata magari riparata una sola buca su cinque, che necessitano di interventi urgenti e, possibilmente, maggiormente risolutivi rispetto a quelli fatti finora, che rischiano di saltare – per alcuni è già successo – alle prossime piogge. Più incisivi i lavori fatti dalla Provincia, che ha riasfaltato via Arno, nel tratto di rettilineo che costeggia l’aeroporto di Pratica di Mare, via dei Castelli Romani dopo l’incrocio con via di Campobello e via Laurentina tra il bivio "Scalella" e S. Procula.

Suggerimenti per i prossimi interventi: i cittadini di Martin Pescatore segnalano tombini aperti, grandi buche nell’asfalto e rifiuti sui cigli delle strade, soprattutto su via Misilmeri.


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CRONACA

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Rapine con ostaggi: due giorni di paura a Torvaianica

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ue rapine in due giorni, entrambe con ostaggi. Storie diverse, contesti diversi, finali diversi, ma in comune il terrore vissuto da persone innocenti che si sono trovate faccia a faccia con criminali senza scrupoli. E’ successo a Torvaianica, dove il 14 febbraio un uomo è riuscito ad entrare nella filiale Unicredit del Lungomare delle Sirene con il volto coperto ed una pistola in mano, prendendo in ostaggio la direttrice, incinta di 7 mesi, e quattro dipendenti, legandoli con delle fascette di plastica. Il rapinatore, entrato proprio nel momento in cui la filiale avrebbe dovuto chiudere per la pausa pranzo, prima di legare gli ostaggi ha ordinato agli impiegati di svuotare sia le casse che il bancomat, riuscendo a racimolare un totale di 240 mila euro. L’uomo stava per fuggire indisturbato quando l’allarme automatico della banca è scattato, allertando i carabinieri: il rapinatore ha tentato la fuga, ma si è trovato la strada sbarrata dai militari della stazione carabinieri di Torvaianica e del nucleo radiomobile della Compagnia di Pomezia. Non volendosi arrendere, l’uomo è ritornato all’interno dell’agenzia, credendo che di riuscire a far perdere le proprie tracce attraverso un’ipotetica uscita di sicurezza. Tentativo andato a vuoto, visto che nel frattempo gli uomini dell’arma avevano ormai circondato l’intera palazzina, facendo allontanare tutti i passanti. Dopo circa una decina di minuti di trattative, con gli ostaggi in preda al terrore, l’uomo - un 46enne italiano, già noto alle forze dell’ordine, originario di Cagliari - si è arreso e si è consegnato ai carabinieri. Solo grazie alle verifiche effettuate dai carabinieri si è scoperto che l’arma utilizzata per la rapina era

una “scacciacani”, ovvero una replica a salve di una pistola. L’uomo è stato tratto in arresto. Ancora più tragico il secondo episodio, avvenuto la sera del 15 febbraio: quello che doveva essere un “semplice” furto in villa si è trasformato in una rapina con il sequestro quattro cugini, una bambina di 12 anni, una ragazza di 16 ed una coppia di maggiorenni. Quattro malviventi, presumibilmente di nazionalità rumena, sono entrati nella villa forse sapendo che per quella sera sarebbe rimasta incustodita. Ma, verso le 21:00, la figlia 12enne dei proprietari, affidata ad alcuni parenti in quanto i genitori erano all’estero, è tornata casa insieme ai cugini, tra cui una ragazza di 16 anni. Appena varcata la porta d’ingresso, i cugini sono stati assaliti dai rapinatori che, sotto minaccia delle armi, chiedevano di sapere dove fosse la cassaforte. Non ricevendo risposta, in quanto nessuno dei quattro giovani era in possesso di tale informazione, i banditi, tutti armati e con il volto travisato da passamontagna per non farsi riconoscere, hanno dapprima puntato una pistola contro la bambina, poi, visto il tentativo di ribellione da parte degli altri tre – dopo aver

tolto loro i telefoni cellulari – hanno chiuso i ragazzi in uno dei locali dell’abitazione per circa un’ora e mezza, tempo necessario per mettere a soqquadro l’intera villa e portare via quanto possibile: soldi, gioielli, oggetti di valore. I malviventi erano riusciti ad entrare sfondando il vetro blindato di una delle finestre utilizzando una mannaia di ferro. L’allarme è stato dato poco prima delle 23:00. Il padre della 16enne era andato nella villa per riprendere la propria figlia ma, suonando al citofono, non aveva ricevuto risposta. Insospettito dal fatto che sia il cancello che la porta fossero aperti, è entrato e si è accorto di quanto era appena avvenuto. Chiamando a gran voce la figlia ha individuato la stanza dove i ragazzi erano stati rinchiusi, li ha liberati ed ha subito chiamato le forze dell’ordine. Immediatamente sono arrivate diverse pattuglie dei carabinieri da Torvaianica e da Pomezia, ma i rapinatori erano ormai fuggiti. Il proprietario della villa è l’ex consigliere comunale Fiorenzo D’Alessandri, al quale un mese prima ignoti avevano dato fuoco – gettando delle bottiglie incendiarie nella tettoia che funge da rimessa all’aperto per le auto di famiglia – a tre vetture: una Porche Cayenne, un’Opel Corsa e una Smart. “Non ravvisiamo nessun nesso tra le due cose – ha dichiarato il Colonnello Luciano Magrini, Comandante del Gruppo Carabinieri di Frascati – Questo è il classico furto del sabato sera, purtroppo trasformato in rapina a causa dell’inaspettato rientro a casa delle quattro persone, che ha disturbato i piani della banda”. A distanza di 20 giorni, ancora nessuna traccia degli autori della rapina.

Rissa con accoltellamenti ad Ardea

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omenti di paura, il 28 febbraio nella piazza principale di Ardea, dove una lite è degenerata in una rissa che ha portato all’accoltellamento di due giovani stranieri da tempo residenti nel Comune rutulo. E’ accaduto intorno alle 18:30, quando una coppia di fratelli bosniaci, che si trovavano all’interno del bar che affaccia su piazza del Popolo, sono stati raggiunti da due connazionali, appena scesi da un’auto guidata da una terza persona rimasta a bordo. Gli ultimi arrivati si sono seduti allo stesso tavolo, hanno ordinato da bere per tutti ed hanno iniziato una discussione nella loro lingua. Inizialmente i toni erano normali, tanto che al gestore del bar i quattro erano sembrati un gruppo di amici. Ma, terminato di bere, gli stranieri si sono alzati ed hanno iniziato ad alzare la voce ed a spintonarsi, andando a sbattere contro la vetrata del bar che, non essendo bloccata, fortunatamente si è aperta ed ha permesso ai quattro di finire in strada senza arrecare danni al locale. Appena fuori, la lite tra i bosniaci è degenerata in una vera e propria rissa con calci e pugni. Secondo il racconto di alcuni testimoni oculari, sembrava che i due fratelli stessero avendo la meglio, tanto che il

quinto uomo, alto e dalla corporatura robusta, dall’età apparente compresa tra i 40 ed i 50 anni, è sceso dall’auto per dare man forte ai suoi amici utilizzando un’ama da taglio, con la quale ha pugnalato ripetutamente all’addome i due fratelli, lasciandoli a terra in una pozza di sangue, per poi fuggire in auto insieme ai suoi amici. Nel frattempo il titolare del bar aveva avvertito i carabinieri della rissa in corso, ma quando i presenti si sono accorti dell’accoltellamento è stato chiamato anche il 118. Ma sia i

militari dell’Arma – impegnati in altri servizi ed arrivati dopo circa un’ora dalla prima chiamata – che l’ambulanza sono giunti in ritardo: nel frattempo anche i due fratelli, nonostante le ferite, si erano dileguati. Le successive ricerche dei carabinieri hanno fatto scoprire che i due feriti si erano recati da soli al pronto soccorso della clinica S. Anna, dove sono stati ricoverati in prognosi riservata, anche se non in pericolo di vita.


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CRONACA

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Copernico “Libera” Tutti. Primo Incontro con la Legalità

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nomia e Gestione Aziendale’ è stato in grado di chiarire a fondo le molteplici dinamiche del Gioco D’Azzardo; una piaga che non trova crisi e che riesce a fatturare miliardi di euro/anno <<…questo fenomeno non si ferma a razze, sesso o religione. Il gioco d’azzardo sequestra le nostre capacità celebrali rendendoci marionette…>>. Di seguito al suo intervento, con un Coffee Break di mezzo, parola all’immigrazione; più correttamente ai flussi migratori e sfruttamento annesso. A Continuare quest’ultimo tema, Marco e Sara che hanno dato la possibilità agli studenti di partecipare con dibattito acceso. Fra i dubbi colmati dei ragazzi e l’eccitante dimostrazione di una generazione iperinformata, si è concluso l’incontro con l’invito a tornare nuovamente al prossimo colloquio che si terrà il 7 Marzo 2014 in Aula Magna “Mario Antonio Sergio” del Copernico. La chiave di volta che scaturisce un connubio “perfetto” fra la sofferenza e l’illegalità è la MAFIA ma noi abbiamo la forza e la morale dalla nostra parte, gli interessi e i valori che condividiamo l’unì con gli altri, ed essi congiunti in un unico emblema, formano un sola parola: Legalità. Riccardo Romano Marino

i sente parlare spesso di sofferenza e illegalità nel paese in cui viviamo ma forse non è abbastanza per LIBERA che si è alzata e lo ha spiegato a giovani studenti e insegnanti. Il 14 Febbraio 2014 è stato organizzato un incontro presso l’aula magna dell’I.I.S. “Via Copernico” di Pomezia , dove si è discusso e illustrato il panorama di sdegno, attuale e non, sulla malavita in Italia. Libera, riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale, impegnata contro la corruzione, combatte affinché ci sia l’educazione alla legalità democratica. Assai gradita la partecipazione su invito del nuovo movimento politico e culturale “Alternativa” che ha fornito interessanti letture sulle vicende di Rosarno e soprattutto delucidazioni sulla tematica della prostituzione. In entrata, fuori i cellulari e un Web-Quiz in forma qualitativa anonimo con domande generiche/soggettive sulla Mafia da far completare ai ragazzi del quinto anno scolastico, facendoli incuriosire al momento del riepilogo dei risultati. Fra le questioni proposte, spicca fra i primi piani, il dossier su “Azzardopoli”, presentato da uno dei membri. Sotto forma di Tesi di laurea di ‘Eco-

Qual ‘è il ruolo dei Consiglieri nel Condominio?

l codice civile, così come riformato dalla Legge 11.12.2012 n.220 entrata in vigore il 18.06.2013, ha apportato grosse novita ̀ in ambito condominiale. Per quanto riguarda il ruolo dei consiglieri, l’art. 1130-bis prevede, tra l’altro, che “L’Assemblea puo ̀ anche nominare, oltre all’amministratore, un Consiglio di condominio composto da almeno 3 condomini negli edifici di almeno 12 unita ̀ immobiliari. Il Consiglio ha funzioni consultive e di controllo”. La legge, dunque, non stabilisce alcun obbligo nella nomina dei consiglieri ma, vista la loro indubbia importanza, molti regolamenti di con-

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Numero 03 Anno 6 MARZO 2014

dominio prevedono la nomina annuale di un Consiglio di condominio e ne stabiliscono anche i poteri. Questo accade, soprattutto, nei complessi immobiliari di notevoli dimensioni dove l’importanza dei consiglieri viene maggiormente in rilievo, in quanto essi provvedono a raccogliere proposte o lamentele dei singoli condomini rendendo piu ̀ fluida la comunicazione tra questi ultimi e l’amministratore. Del resto, essendo essi stessi dei condomini, rappresentano “l’occhio vigile” sul Condominio e, pertanto, sono in grado di informare tempestivamente l’amministratore dei problemi pre-

senti nello stabile, consentendo un intervento piu ̀ immediato. Il Consiglio di condominio, dunque, supporta l’amministratore aiutandolo nella gestione condominiale. Il suo ruolo, pertanto, benche ́ sia solo consultivo, ricopre un’importanza notevole, sia per il Condominio stesso che per l’Amministratore che puo ̀ avvalersi dell’aiuto dei consiglieri nell’espletamento del suo mandato.

EDITORE: La Città

CityWebTv: Francesca Poddesu, Mattia Bassi, Giulia Presciutti, Alessandro Introcaso

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

Dott.ssa Silvia Santi

E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it redazione@citywebtv.it

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao

STAMPA:

CHIUSURA REDAZIONALE: 03/03/2014

IN REDAZIONE: Il Corriere della Città: Alessia Ambra Achille, Luca Mugnaioli, Matteo Acitelli, Alfredo Corrao, Claudia Bartolini, Giuseppe Marrone

Arti Grafiche Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009



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INFORMAZIONE

Cannabis terapeutica: una soluzione che per alcuni nel nostro paese diviene “problema” “Il mio è il male del secolo, comune a tanti. Il tumore colpisce molti e colpisce duro e molto spesso chiama inevitabilmente a sé la parola chemioterapia”. Emanuela Dell’Uomo abita a Pomezia e per anni ha combattuto contro il cancro. “ Se potessi scegliere se legalizzare o meno la cannabis io direi si. Non mi vergogno a dire che è il mio stesso oncologo che mi ha consigliato di fumare prima di sottopormi ai trattamenti di chemio. Tutti sanno quali sono gli effetti collaterali di questa cura: nausea, vomito, stanchezza, inappetenza, difficoltà nel dormire. Da quando ho seguito il consiglio del medico, dopo la terapia invece di accasciarmi di fronte al wc andavo a mangiare un panino. Mi rilassavo, riuscivo a dormire e qualcosa che inizialmente sembrava insopportabile cominciava ad essere “vivibile”. Ovviamente il dottore mi disse espressamente che non aveva la minima intenzione di aiutarmi a procurare la cannabis o dei medicinali con lo stesso principio attivo per vie legali. Non era una battaglia che era intenzionato a combattere ed a quei tempi nemmeno io. Non prendiamoci in giro, l’erba non è difficile da trovare e quando si tratta della salute non si guarda in faccia nessuno. E’ però davvero indecente che in un paese civile esista un Parlamento così cieco che fa guadagnare alla mafia 30 milioni l’anno. Voglio un paese meno ipocrita e più controllato. Non sapevo cosa c’era esattamente nelle sostanze che fumavo e magari non erano nemmeno le più salubri e naturali, ma mi facevano stare meglio: riuscivo a mangiare, a stare con mio figlio, a sorridere. Qualcuno prova ancora a dire che è reato ma il vero reato è negare la libertà alle persone, anche la libertà di stare bene. Oggi le cose sono un migliorate rispetto a qualche anno fa ma la burocrazia italiana con la sua lentezza uccide anche i migliori propositi”. Da Pomezia questo è solo uno dei tanti appelli che vengono fatti in favore delle cure cannabinoidi e anche se l’Aifa (agenzia italiana del farmaco) ha inserito farmaci come il Sativex (nome commerciale di uno spray contenente alcuni principi attivi della cannabis) o il Bedrocan (marijuana vera e propria, selezionata geneticamente per estrarne la tipologia più adatta all’uso terapeutico) nella tabella dei farmaci autorizzati già dal 2007, solo nel 2013 è stata possibile la distribuzione presso le farmacie, con due pesanti limitazioni: la dichiarazione del medico che affermi il fallimento di tutte le altre terapie e l’onere della spesa a carico del malato, una spesa esilarante dati gli alti costi dell’esportazione. Si continua così a combattere per il diritto alla salute, per il rimborso delle cure almeno nelle famiglie indigenti con soggetti affetti da patologie gravi come la sclerosi multipla ( la cannabis riduce infatti gli spasmi muscolari e l’insonnia) e a cercare di ridurre i costi eliminando l’esportazione e producendo direttamente in Italia. Claudia Bartolini

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Marzo 2014

E’ davvero l’inizio della fine dell’era del proibizionismo?

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assata inosservata per otto anni, la FiniGiovanardi, figlia del governo Berlusconi viene dichiarata incostituzionale dalla Consulta il 12 febbraio 2014. Ritorna così la differenza tra droghe leggere e pesanti dopo anni di dibattiti nei confronti di una norma che aveva portato all’inasprimento della pena non solo per la produzione ed il traffico di droghe leggere ma anche per il consumo personale, per il quale erano previste severe sanzioni amministrative (sospensione del passaporto, del porto d’armi, della patente di guida, inserimento in un programma terapeutico). A sollevare la questione di legittimità è stata la terza sezione penale della Cassazione. Tale sentenza deriva dalla violazione dell’art. 77 secondo comma della Costituzione che regola la procedura di conversione dei decreti legge, come si legge nel comunicato integrale della Consulta. Perché incostituzionale? La Corte di Cassazione ha- non possiamo dire tempestivamente- rilevato che le norme giuridiche successivamente censurate, non facevano parte del testo originario del d.l. firmato dal Capo di Stato e che inoltre veniva a mancare il presupposto di necessità ed urgenza che aveva ispirato il decreto stesso, dato che pone in essere nuove disposizioni estranee a situazioni già esistenti. Queste per di più insite in un tessuto normativo avente contenuti e finalità del tutto estranei ad esso, essendo tale decreto varato per «prevenire e contrastare il crimine organizzato ed il terrorismo interno e internazionale, anche per le esigenze connesse allo svolgimento delle Olimpiadi invernali,( Torino 2006 )» e per «garantire l’efficacia dei programmi terapeutici di recupero per le tossicodipendenze anche in caso di recidiva». Quindi? A tornare in vigore dopo l’abrogazione è la legge Jervolino Vassalli, come modificata dal referendum radicale del 1993 che prevede la distinzione tra droghe leggere e pesanti e soglie più ampie di consumo personale, non penalmente punibile. Da oggi la legge per le droghe leggere prevede una pena dai 2 ai 6 anni con una multa dai 5164 ai 77468 euro contro la precedente che prescriveva dai 6 ai 20 anni accompagnata da una sanzione dai 26000 ai 260000 euro. Oltre al calo della somma da pagare per

chi spaccia decade anche la parte della legge che andava a colpire il consumo di gruppo. Effetti? Le stime sembrano affermare che l’impatto della legge si dispiegherà su circa 10 mila detenuti ma discordanti sono i giudizi sulle condanne già passate in giudicato. Per sapere se tale modificazione avrà effetto solo sui processi in corso o anche sulle condanne in via definitiva si dovranno aspettare le motivazioni della Corte che saranno scritte dal giudice Marta Cartabia. Ed ora? Si riaccende la lotta tra proibizionisti e non. A capitanare il primo gruppo è sicuramente Serpelloni con lo slogan, condivisibile o meno: “ chi semina cannabis raccoglie eroina” e che in merito alla sentenza parla di “una ben orchestrata campagna promozionale”. Anche la Jervolino è stata piacevolmente sorpresa da questo dietro-front ma si dichiara ancora lontana dalla volontà di legalizzare. A inneggiare una liberalizzazione imminente è invece il leader di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola che riparte all’attacco dopo la decisione della Corte. Significativo è sicuramente l’intervento dell’oncologo Umberto Veronesi che ci parla del fallimento del proibizionismo per tre ragioni: favorisce il mercato nero, aumenta il costo delle sostanze, inducendo alla criminalità chi ne fa uso e in più queste sono maggiormente dannose perché meno controllate. Senza dimenticare che le casse statali guadagnerebbero 8 miliardi di euro e si risparmierebbero i costi per la repressione del fenomeno. Testimonianza di almeno una parte della volontà popolare è stata la manifestazione dell’ 8 Febbraio a Roma che ha coinvolto 30/35 mila persone di ogni età ed estrazione sociale. Un evento pacifico e apolitico intenzionato ad unire i cittadini nella lotta contro il proibizionismo che si è dimostrato utile solo ad un aumento della criminalità e del consumo di una sostanza i cui studi rivelano danni minori o equiparabili a quelli di alcool e tabacco. Ora in Parlamento avanzano le prime ipotesi di regolamentazione della coltivazione domestica da parte di esponenti di diversi partiti. Sarà realmente finita l'era del proibizionismo? Claudia Bartolini


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CRONACA

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Sperimentazione animale: L'Ue deferirà l'Italia C

ontinua a far discutere il tema della sperimentazione animale nel nostro Paese che, negli ultimi mesi, figura nella scena europea come fanalino di coda. L'italia è, infatti, l'unico tra gli Stati membri a non aver recepito la Direttiva Europea 63, emanata il 22 Settembre 2010 per regolamentare la "protezione degli animali usati a fini scientifici". La scadenza per l'introduzione della normativa nel Diritto nazionale era fissata entro il 10 novembre 2012, e già lo scorso giugno da Bruxelles era arrivata una prima ammonizione, ma l'Italia ha ignorato anche il termine ultimo per la sua approvazione fissato per il 10 novembre 2013. La Commissione europea sta valutando le contromisure, deferendo l'Italia alla Corte di Giustizia dell'Unione. Se quest'ultima dovesse decidere per la condanna, si prospetta una multa di oltre 150 mila euro per ogni ulteriore giorno di violazione. Eppure, ancora oggi, il nostro decreto legislativo destinato a recepire la Direttiva europea è bloccato al Senato. Punto dolente, per l'Italia, sembra infatti lo stesso Emendamento Brambilla, il cui Art. 13 fa parte della legge di Delegazione europea, prima approvato alla Camera dei Deputati ora calpestato dal Governo visto che, su 13 precetti previsti, i Ministri della Salute Lorenzin e degli Affari europei Moavero ne hanno stravolti ben 10 punti svuotandone del tutto la portata. L'Art. 13 introduce restrizioni alla sperimentazione con una serie di divieti e obblighi per i ricercatori e incentiva il ricorso ai metodi sostitutivi: vieta gli xenotrapianti (Trapianto tra organi di specie diverse), l'uso di animali per i test sulle sostanze d'abuso (Droghe, alcool, tabacco) e per gli esperimenti bellici, gli esperimenti e le procedure senza l'uso di anestesia e analgesia, vieta di allevare in Italia cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione (L'ultimo è stato Green Hill) e di usare gli animali per test didattici (Ad eccezione dell'alta formazione veterinaria) , obbligando altresì di orientare buona parte della ricerca e dei suoi fondi all'impiego di metodi alternativi al modello animale e di operare maggiori controlli nei luoghi di ricerca. -In Italia certe multinazionali e certe lobby si fanno le leggi da sole. Quando, poi, sono in ballo interessi economici, le coincidenze non esistono!- Dichiara l'Onorevole Brambilla sostenendo l'opinione delle numerose associazioni animaliste che vedono come unica causa del ritardo le pressioni esercitate dalla lobby vivisettoria e dalle multinazionali del farmaco che, grazie alla mistificazione della sperimentazione animale, si assicurano un proficuo business. Il testo Brambilla prende atto dei 900 mila animali sacrificati ogni anno in Italia non solo per la ricerca medica ma anche per la messa a punto di pesticidi, detersivi, droghe e quant'altro. All'estero la sperimentazione animali è una pratica usata sempre meno grazie all'impiego

della robotica e dei sistemi computerizzati, l'italia invece sembra voler restare nelle retrovie del progresso scientifico pur di mantenere alto lo strapotere di aziende che allevano e forniscono gli atenei, di multinazionali che grazie al modello animale possono produrre risultati manipolabili all'infinito (Il 92% dei farmaci che ha dato risultati sugli animali non passa poi la sperimentazione sull'uomo, poichè il modello umano e quello animale sono diversi), dei baroni della didattica universitaria che portano avanti una prassi ormai radicata permettendo, invece di produrre nuovi progressi, solo proficue pubblicazioni per mantenere attivi l'interesse e la fiducia dei cittadini nei confronti della ricerca (Basti pensare ai soldi e alle vite animali sacrificate per il vaccino preventivo contro l’AIDS, che ancora non esiste, o agli studi condotti su scimmie in chiave anti-Sclerosi multipla). Quale protrebbe essere il motivo di tanta preoccupazione nel mantenere forte lo status quo della sperimentazione animale se non evidenti collusioni e commistioni tra politica e lobby? Non appare anomalo che il Ministro della salute Lorenzin sia iscritta a Vedrò, il "think tank" da cui nasce la rete di potere del premier Letta finanziata maggiormente da Farmindustria? E che lo stesso Ministro abbia bloccato, senza un'istanza legale, il Tavolo ministeriale sui metodi sostitutivi alla sperimentazione animale inaugurato dal precedente Ministro Balduzzi, nominando una commissione scientifica faziosa ( Esponenti dell' Agenzia Italiana del Farmaco, dell'Istituto Superiore di Sanità e di Telethon, fondazione piuttosto interessata a mantenere il monopolio delle ricerche sulle malattie neuro-degenerative) ed escludendone i rappresentati degli stessi metodi alternativi? Si tratta di un evidente conflitto di interessi da parte di chi, nella sua carica istituzionale, dovrebbe porsi super partes e tutelare unicamente la salute pubblica. Non trovo neanche così casuale il fatto che in questo clima di accese proteste, in cui è venuto a galla quanto si vuole taciuto, i media abbiano tentato di condizionare l'opinione pubblica con il "commovente" caso di Caterina Simonsen, studentessa di Padova malata di Sclerosi multipla, dichiaratasi sui social network -Viva grazie

alla sperimentazione animale e alla ricerca di Telethon- e insultata per questo da "presunti" animalisti. Finito il clamore suscitato in rete e appurato che queste spregevoli persone fossero tutt'altro che attivisti per i diritti degli animali, non saprei spiegare l'eccessiva attenzione dei media (In particolare della RAI, finanziata da Bnl e sostenitrice accanita di Telethon) verso la storia di una ragazza, una delle tante, troppe persone malate che si affidano senza possibilità di scelta e alternativa alle cure imposte da una ricerca univoca e unidirezionale che continua ad allontanare le soluzioni e la guarigione portando avanti un metodo fuorviante e lontano dall'uomo; ad oggi, infatti, nonostante anni di ricerca sulla Sclerosi multipla, non esistono ancora cure per le forme progressive che sono anche le più diffuse (Fonte: AISM). Sento puzza di strumentalizzazione! Non si è altro che sfruttato il coinvolgimento emotivo dell'opinione pubblica nei confornti di questa ragazza invitata ad ogni tipo di trasmissione, intervistata su tutte le testate giornalistiche, ritratta con una flebo attaccata alla vena e un sondino nasogastrico, per demonizzare il movimento contrario alla sperimentazione animale e screditare le sue denunce verso un sistema governativo colpevole di favorire logiche di profitto anziché tutelare la vita sotto qualsiasi forma si manifesti. Adesso in gioco ci sono la vita di quasi 900 mila animali l’anno e la possibilità di una ricerca più attendibile e sicura. Se il Governo italiano non dovesse rispettare la volontà dei cittadini e del Parlamento, modificando la legge di Delegazione europea, compirà un gravissimo atto incostituzionale. Alessia Campoli

O l'animale non è come noi, nel qual caso non c'è ragione di eseguire l'esperimento; oppure l'animale è come noi, nel qual caso non dovremmo eseguire su di lui un esperimento che verrebbe considerato atroce su uno di noi. (P. Singer)


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INFORMAZIONE

RUSSIA-UCRAINA: EFFETTO URSS DI GIAMPIERO GRAMAGLIA

Guai a chi tocca la cortina! Arretrato rispetto ai tempi non lontani della Guerra fredda, il cordone di protezione intorno alla Madre Russia non è più di ferro, ma resta un confine d’influenza per Mosca invalicabile: Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Georgia. E che la Russia faccia sul serio, quando qualcuno non rispetta le convenzioni della geopolitica, lo dimostra la guerra di Georgia del 2008: i

territori russofoni sottratti a Tblisi con le armi, non le sono stati restituiti. Ora, la decisione di Putin di chiedere alla Duma l’autorizzazione all’invio di truppe in Crimea sorprende chi dimentica che, nel 2002, il presidente George W. Bush si fece autorizzare dal Congresso Usa l’attacco all’Iraq; e che, soltanto sei mesi fa Obama voleva sollecitare al Congresso il via libera per l’intervento in Siria (e lì fu la Russia a fornirgli una via d’uscita). Il fatto che Washington e Mosca abbiano, nel loro dna di superpotenze, l’uso della

Il Corriere della Città

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forza non lo giustifica di certo. Ma l’accento non va ora posto sulla sorpresa, che non può esserci, né sull’indignazione, che è ipocrita, ma piuttosto sugli strumenti per evitare un conflitto in Europa: di morire per

Notizie Tascabili

Kiev, non ha voglia nessuno; ma morire a Kiev si può e s’è appena visto. Il mantra dell’integrità territoriale dell’Ucraina, cui per ora s’attengono Ue e Usa, Nato e Onu, non è assoluto. Il totem della scelta europea dell’Ucraina è un falso idolo. Che la Crimea decida con chi vuole stare, Kiev o Mosca o per conto suo. Senza tornare alle tragedie della ex Jugoslavia, dove il diritto all’autodeterminazione valeva per tutti, meno che per i serbi fuori dai confini della Serbia. - Il Fatto Quotidiano, 2 marzo 2014.

di Luca Mugnaioli

“CORRIERE DELLA CITTA', INFORMARE PER INFORMARSI”

Curiosità & Life Style

Mi vuoi sposare? - Un uomo di Londra ha attraversato l’Atlantico a remi per chiedere alla sua amata di sposarlo. Harry Martin-Dreyer ha sfidato 3.000 miglia di oceano, tra onde, tempeste, squali e temperature tropicali, assieme al compagno di viaggio Alex Brand. (notizie.delmondo.info)

twitter!twitter!twitter!

Ladro si addormenta mentre svaligia una casa, arrestato - E’ stata la polizia a svegliare Frankie Flannigan nel letto della casa che aveva appena svaligiato, peraltro l’abitazione del vicino di casa di sua madre. I proprietari dell’abitazione sono rientrati prima di cena e, trovando la casa a soqquadro, hanno immediatamente dato l’allarme. Gli agenti speravano di trovare qualche indizio sul furto ma hanno trovato molto di più: il ladro che dormiva ignaro in una camera al secondo piano. (nostra rielaborazione da notizie.delmondo.info)

Dal numero di Settembre 2013 la rubrica Curiosità&Life style si è arricchita di una nuova sezione: si tratta dello spazio “twitter!twitter!twitter!” dove raccoglieremo i tweet contrassegnati dall'hashtag #NotizieT. pubblicati nel corso del mese.

Renzi parte con 5 indagati e 24 riciclati. Alla Giustizia nomi graditi a Berlusconi - Nella squadra di governo son presenti un ex giudice, Cosimo Ferri, e un avvocato, Enrico Costa, che rappresentano un favore al Cavaliere. Ci sono poi gli indagati - quattro del Pd e il ministro Lupi di Ncd - e infine ben 18 sottosegretari già presenti nell'esecutivo di Enrico Letta. (ilfattoquotidiano.it) Fisco, Squinzi: “Ho visto i numeri della Tasi, mi sembra un’altra botta” - Il presidente di Confindustria: il taglio dell’Irap rispetto all’Irpef darebbe un impatto più forte sulla competitività delle imprese e sul costo del lavoro. (fonte LaStampa.it link diretto: http://tinyurl.com/qa7qjv5 ) La pesca, i supermercati, i casinò, ecco gli affari della mafia in Europa. Una ricerca di Transcrime, il centro studi sulla criminalità dell’Università Cattolica di Milano - Patrimoni che escono dall’Italia e invadono l’Europa per fondare aziende di pesca nelle Asturie, alberghi a Valona, palazzi in Costa azzurra. Così investono le mafie. Oggi più che in passato. (Corriere.it articolo completo al link: http://tinyurl.com/nremm6a )

Altre in breve:

MODA: Marchio Krizia a cinesi, entro aprile passa a Shenzhen Marisfrolg (Agi.it http://tinyurl.com/o933rm4) CINEMA: Morto regista francese Resnais uno dei padri della Nouvelle Vague, aveva 91 anni (ansa.it http://tinyurl.com/nsh9339 )

Luca Mugnaioli @Lu_mugna 1 h #NorizieT "@CorSport: Premier League, testata Pardew: multato per 100mila sterline! http://bit.ly/1hwZz9q #primopiano" Luca Mugnaioli @Lu_mugna 1 h #NorizieT "@NonLaSai: Camminare scalzi aiuta a rendere i muscoli e i tendini delle gambe più forti” #NorizieT "@repubblicait: Occhiali, camicie a scacchi e niente cravatte. Sono gli Spirit Award http://larep.it/1hStEyp "

Contravvenzioni da guinness! - Multa record per Jennifer Fitzgerald, una donna di Chicago che si è vista comminare un totale di 105.000 dollari per divieto di sosta. L’auto era stata lasciata dal suo ex fidanzato nell’area riservata ai dipendenti dell’aeroporto O’Hare, dal 2009. Solo a metà 2012 l’auto è stata rimossa dal carro attrezzi, collezionando nel frattempo ben 678 multe. (Nostra rielaborazione da notizie.delmondo.info)

Milioni di videochat nel mirino: Gb e Usa spiavano Yahoo! e forse Kinect - Nuovo capitolo delle rivelazioni di Edward Snowden: il Guardian pubblica documenti dell'agenzia governativa d'oltremanica che svelano il programma Optic Nerve. Milioni di fermi immagine dalle webcam del Messenger di Sunnyvale. In mezzo anche enormi quantità di foto a sfondo sessuale. (repubblica.it\tecnologia leggi l’articolo completo qui http://tinyurl.com/nmhtw9o ) Kepler scopre 715 nuovi pianeti come la Terra - L'Universo pieno di mondi: migliaia di pianeti simili alla Terra ruotano attorno a stelle simili al Sole: È la nuova mappa dell'Universo disegnata dal telescopio spaziale Kepler. (focus.it)


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RUBRICA

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“Lei”: un’amore oltre la fantascienza 5

nomination agli Oscar sono il biglietto da visita di “Lei”, il film di Sike Jonze in uscita in Italia dal 13 Marzo. Il film – titolo originale “Her” - immagina un futuro non troppo lontano dal nostro, in cui gli uomini vivranno in simbiosi con la tecnologia, nel quale macchine, computer e telefonini saranno in grado di provare emozioni, di suscitarle e rielaborarle. La pellicola è stata presentata in prima mondiale al New York Film Festival e successivamente ha partecipato, in concorso, all'ottava edizione del Festival internazionale del film di Roma. eodore è impiegato di una compagnia che attraverso internet scrive lettere personali per conto di altri, un lavoro grottesco che esegue con grande abilità e a tratti con passione. Da quando si è lasciato con Catherine, la donna amata sin dall'infanzia e poi divenuta sua moglie, non riesce più a rifarsi una vita, resta ancorato al pensiero dell’amore passato. Quando arriva sul mercato una nuova generazione di sistemi operativi, animati da un'intelligenza artificiale sorprendentemente "umana", eodore acquista un sistema operativo parlante progettato per adattarsi ed evolversi. Nella procedura di settaggio del sistema, decide di optare per una voce femminile, e il sistema si dà il nome di "Samantha". eodore rimane af-

fascinato dalla sua abilità di apprendere e di crescere psicologicamente. I due instaurano un legame sempre più forte, parlando di vita e di amore, e eodore le spiega come stia evitando di firmare i documenti per il divorzio, proprio perché non è sicuro di voler lasciare Catherine. Samantha - la cui voce nella versione originale è quella di Scarlett Johansson, talmente intensa,

divertita, sofferta, in una parola, reale, da essere premiata al Festival di Roma come migliore attrice - si dimostra sensibile, profonda e divertente. Il rapporto di eodore e Samantha crescerà e l’amicizia si trasformerà in amore ma… “L’amore è una specie di pazzia socialmente accettata”, afferma uno dei personaggi del film, e il punto è che tutto ciò suona talmente vero, talmente reale da poterci credere profondamente. Dopotutto, in una società in cui lo smartphone e i social network sembrano il centro di gravità delle relazioni umane, è davvero così strano pensare ad un futuro in cui finiremo per innamorarci del sistema operativo del nostro computer? Spike Jonze racconta la sua versione del futuro a tinte pastello, in cui solitudine e malinconia procedono di pari passo nel cammino verso il crepaccio dei ricordi. Se però è vero che “il passato è solo una storia che ci raccontiamo”, il futuro è qualcosa di talmente indefinito che da un lato ci affascina, dall’altro ci spaventa. Attraverso la sua versione estrema della società in cui viviamo, “Lei” supera la dicotomia classica della fantascienza tra spirito e materia. E quando una storia d’amore incontra un talento visionario e geniale come quello di Spike Jonze, rimanerne affascinati è solo una naturale conseguenza.

SPORT Consorzio Pomezia Sport: al via il primo torneo multidisciplinare tra le scuole pometine

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’ sempre con maggiore impegno che il Consorzio Pomezia Sport cerca di diffondere la cultura sportiva nel territorio, a partire dai bambini. Ed è proprio in quest’ottica che è stato organizzato il primo torneo multidisciplinare destinato alle scuole di Pomezia, al quale parteciperanno l’Istituto Comprensivo di via della Tecnica, l’Istituto Comprensivo di via Fratelli Bandiera, l’Istituto comprensivo di via Matteotti, l’Istituto Comprensivo Pestalozzi di via Danimarca, più tutti gli istituti superiori del territorio: il liceo scientifico e classico Pascal, l’ITIS Copernico, l’IIS Cavazza ed il Liceo Artistico Capogrossi. La manifestazione, denominata “1º Trofeo Pomezia Sport scolastico” avrà inizio il 24 marzo presso gli impianti gestiti dal Consorzio e vedrà i giovani atleti impegnati in gare di calcio, volley, basket e rugby. Ma le attività per chi ama lo sport non si fermano qui: il consorzio ha infatti organizzato il primo torneo nazionale di mini basket, con squadre provenienti da tutta Italia, che si svolgerà a Pomezia dal 1 al 3 maggio.

Sempre nel mese di maggio un’altra “chicca” del Consorzio, che avrà come ospite - dal 12 al 19 la nazionale italiana di basket femminile, che sarà impegnata in quei giorni per la qualificazione agli europei. “Portiamo avanti questi progetti – ha spiegato il presidente del Consorzio Mario Massaroni - perché crediamo nel valore dello sport, che è davvero maestro di vita: divertendosi si imparano le regole, il rispetto verso gli altri, ma anche a fare gruppo e a solidarizzare”. Tutti i programmi del Consorzio, incluso quanto viene già fatto e quanto ancora si potrà fare nelle scuole, sono illustrati nel convegno del 6 marzo “Riparte lo Sport”. “Abbiamo scelto questo titolo – conclude Massaroni – perché Pomezia ha bisogno di ripartire su tutti i fronti. Da parte nostra ci impegniamo a migliorare il territorio insegnando valori fondamentali ai ragazzi: lo sport va a scuola perché vuole essere parte di questo paese, che vuole crescere e migliorare e può farlo puntando soprattutto sui giovani”.


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SPORT

Il Corriere della Città

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Tor San Lorenzo e Torvaianica non mollate! Le due compagini pometine (2° Cat. Gir. I), appaiate al quarto posto in classifica, continuano la rincorsa al terzetto di testa composto, nell’ordine, da Real Velletri, Campoverde, e Divino Amore: il primato dista solo 4 lunghezze. La Garbatella frena la rincorsa dell’Indomita (2° Cat. Gir. D): nel primo turno di Marzo la compagine del Presidente Padula non va oltre il pari. In Promozione (Gir. A) rischia grosso l’Unipomezia, la zona calda è ad un passo. Prima Categoria (Gir. F): Città di Pomezia e Ardea si mantengono a distanza di sicurezza, +6, dalla terzultima.

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opo la sosta di due settimane nel mese di Febbraio, pausa che però non ha interessato allo stesso modo tutti i campionati, le squadre del nostro territorio sono tornate di nuovo in campo nei rispettivi tornei. I risultati di quest’ultimo mese tuttavia non sono stati positivi per le nostre città: seppur con qualche eccezione infatti – fra tutte la bella favola dell’Indomita o il cammino del Tor San Lorenzo e del Torvaianica – per la maggior parte delle compagini Febbraio si è rivelato un vero e proprio mese da incubo, dove il termine “sconfitta” è stato all’ordine del giorno. Ma andiamo con ordine. Analizziamo dunque nel dettaglio quanto accaduto in queste settimane partendo, come di consueto, dall’Eccellenza. Real Pomezia, va bene così – Nello scorso numero di questa rubrica, consultabile come sempre nel nostro archivio on-line all’indirizzo http://issuu.com/ilcorrieredellacitta/docs, ci interrogavamo circa il giudizio da dare al Campionato della squadra fino a questo momento. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, si era detto. La risposta, purtroppo, è arrivata a Febbraio: una vittoria ed un pari a fronte di due sconfitte, che salgono a tre considerando anche il primo turno di Marzo. La posizione in classifica tuttavia consente ai pometini di gestire il finale di stagione in assoluta tranquillità ed eventuali discorsi o progetti più ambiziosi non possono che essere rimandati alla prossima stagione. Promozione: Unipomezia Virtus 1938 a rischio retrocessione? – Non è soltanto un gioco di parole quello riguardante il destino dell’Unipomezia, ma, purtroppo, un’amara realtà. La squadra

allenata da Alì Lolli infatti è reduce – mentre scriviamo – da tre sconfitte ed un pari nelle ultime quattro giornate, ruolino di marcia che ha fatto precipitare il gruppo a sole 4 lunghezze dalla zona retrocessione. Nei prossimi turni servirà dunque invertire la rotta per evitare di sprofondare nella lotteria dei play out. Capitolo Nuova Florida e Lido dei Pini. Anche per le altre due squadre impegnate nel Girone A di Promozione il bilancio non è dei migliori anche se nell’ultimo mese sono arrivati alcuni risultati incoraggianti. La prima si mantiene ad un prudente +7 dai play out, margine di poco diverso da quello dei rutuli: il team del Presidente Montioni infatti, uscito tra l’altro vittorioso dal derby proprio contro la Nuova Florida (2-1 lo scorso 23 febbraio ndr), ha un solo punto in meno dei cugini biancorossi (33pt Nuova Florida, 32 Cedial Lido dei Pini ndr). Città di Pomezia e Airone: le due squadre provano a salvarsi insieme – Sei punti per evitare il peggio. E’ questo il margine di sicurezza accumulato dai due team di Pomezia ed Ardea sulla zona retrocessione fino a questo momento. Le due squadre dunque, entrambe appaiate a quota 25 punti, nei prossimi turni saranno chiamate allo scatto decisivo per evitare di rimanere impantanate nelle torbide acque delle ultime posizioni e condurre così in porto l’agognata salvezza. Indomita Pomezia che peccato! Tor San Lorenzo e Torvaianica alla caccia del primato – Sembrava non potesse interrompersi mai la splendida cavalcata del team guidato da coach Aiello che, da Dicembre ad oggi, aveva collezionato ben otto vittorie consecutive, segnando

Appuntamenti Marzo: ECCELLENZA (GIR. B 18squadre): 9/3 Morolo (12°) – Real Pomezia (7°); 16/3 Real Pomezia – Ceccano (ult.); 23/3 Formia (13°) – Real Pomezia PROMOZIONE (GIR.A 18squadre): 9/3 Unipomezia (11°) – Casalotti (10°); S.Severa (pen.) – TNF (8°); Lido dei Pini (9°) – D.Falasche (16°). 16/3 P. Ostia (6°) – Unipomezia; TNF – Vis Aurelia (quartult.); S. Marinella (5°) – Lido dei Pini. 23/3 Unipomezia – Focene (4°); Ostiantica (14°) – TNF; Lido dei Pini – Casalotti (10°). 1° CATEGORIA (Gir. F 16squadre): 9/3 Ardea (10°) – TorbellaMonaca (8°); Montello (7°) – Città di Pomezia (10°). 16/3 Città di Aprilia (ult.) – Ardea; Città di Pomezia – F. Meravigliosa (9°). 23/3 Ardea – Lariano (6°); Genzano (4°) – Città di Pomezia. 2° CATEGORIA (GIR. D 16 squadre): 9/3 Stagni di Ostia (6°) – Indomita Pomezia (2°). 16/3 Bravetta (10°) – Indomita. 23/3 Indomita – Città di Dragona (11°). 2° CATEGORIA (GIR. I 16 squadre): 9/3 Norma (14°) – Tor San Lorenzo (4°); Torvaianica (4°) – Real Velletri (1°). 16/3 TSL – SS. Pietro e Paolo (9°); Sporting Velletri (11°) – Torvaianica. 23/3 Sa.Ma.gor (10°) – TSL; Torvaianica – A. Bassiano (7°) 26 reti e subendone appena 2. Nel primo turno di Marzo tuttavia la squadra è incappata nel terzo pareggio stagionale, un rocambolesco 44 con la Garbatella dove è successo praticamente di tutto, che ha così frenato la poderosa rincorsa del club alla vetta della classifica. Ora il gruppo è al secondo posto, +1 sulla terza, ma il gradino più alto del podio dista 9 lunghezze, forse troppe per credere ancora nella rimonta. Per quanto riguarda T.S. Lorenzo e Torvaianica il discorso è sempre il medesimo: si tratta di due ottime squadre alle prese con un Campionato rivelatosi più ostico del previsto, con almeno 5 squadre in lotta per soli tre posti. Le due compagini, entrambe al quarto posto, dovranno pertanto compiere il definitivo salto di qualità se vorranno entrare in Prima Categoria dalla porta principale. Uno sguardo alla terza. Montegiordano (Roma Gir. E), nulla è perduto. Free Club e Enea osservano dal basso – E’ una stagione davvero particolare quella vissuta dalla squadra guidata da Massimo Caporaletti. Nonostante qualche passaggio a vuoto di troppo infatti la compagine è ancora in corsa per le posizioni nobili del raggruppamento e potrà dire la sua, a patto di migliorare ovviamente la continuità di risultati, nel finale di stagione. Al momento il secondo posto è lontano appena tre punti, gap totalmente sufficiente per continuare a sognare. Poco da dire infine sulle altre due squadre impegnate nel campionato di Terza: il Free Club, coinquilino del Montegiordano, è quartultimo, così come l’Enea Pomezia nel Girone A di Latina. Luca Mugnaioli (@lu_mugna)


I NOSTRI APPUNTAMENTI: 24 MARZO: INIZIO 1° TROFEO POMEZIA SPORT SCOLASTICO 1 / 3 MAGGIO: 1° TORNEO NAZIONALE MINI BASKET 12 / 19 MAGGIO: LA NAZIONALE FEMMINILE DI BASKET OSPITE DEL CONSORZIO

Dal mese di Gennaio tutte le scuole di Pomezia partecipano all’iniziativa School Sports organizzata dal Consorzio Pomezia Sport e dalle associazioni sportive del territorio


BON-TON

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Il Corriere della Città

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L’invidia

“PROVOCA TRISTEZZA E NON DA NESSUNA FORMA DI GRATIFICAZIONE”

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’ l’odio degli stupidi. E’ un sentimento che fa star male solo per il fatto di desiderare quello che un’altra persona ha oppure addirittura desiderare che l’altro perda quello che ha. Nella religione cattolica l’invidia è uno dei sette peccati capitali, quelli cioè che prevedono la consapevolezza di nuocere ad altri e generano altro male. Lo svogliato è quasi sempre un invidioso poiché non avendo voglia e forza per competere, desidera soltanto che l’altro perda ciò che lui invidia. Poi c’è il soggetto che non riuscendo a capire le ragioni per cui l’altro ottiene un certo risultato è irrazionalmente invidioso. Nella persona debole invece l’invidia è anche frustrante perché è conseguente ad un suo fallimento. Nessuno può fornire un riparo contro questo

Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno

male oscuro, morboso, doloroso, perfido, che nessuno confessa. Siamo di fronte ad una persona ambigua che punta a mettere solo glia altri in cattiva luce e a gioire nel vedere le disgrazie altrui. L’invidia è quello spasmo doloroso che ci afferra, nostro malgrado, e ci fa provare un tale risentimento da vivere tutto come fallimento e sconfitta. Provoca tristezza in quanto le persone che la provano spesso arrivano addirittura alla depressione; è forse l’unico vizio senza piacere, in quanto non ha per chi la prova nessuna forma di gratificazione. Eppure l’invidia è un sentimento ambiguo, perché in sostanza viene invidiato qualcuno che profondamente si ammira, di cui si vorrebbe l’approvazione. Come nella favola di Fedro della volpe e l’uva dove siccome non riesco ad averla la denigro e dico che è acerba, che non è mai abbastanza dolce …. Ma come si fa a riconoscere l’invidioso, questa persona che si appaga del naufragio degli altri, che si nutre di rancore e che si maschera in falsa benevolenza? Effettivamente è molto difficile riconoscere l’invidioso, forse un indizio potrebbe essere il suo sguardo malevolo ed ambiguo, che si traduce in quella gioia maligna che investe l’altro spesso vittima inconsapevole. E’ vero pure che bisogna accettare che fa parte dell’umana esistenza questo sentimento di cui spesso ne soffriamo un po’ tutti senza riconoscerlo. E’ infatti molto difficile ammettere di essere invidiosi, si pensa che siano gli altri ad essere cattivi; c’è la percezione

che il bene dell’altro possa costituire una minaccia per noi. Per liberarsi di ciò, quindi, bisogna partire proprio dal riuscire ad ammettere di essere un po’ invidiosi, in quanto sentimento universale e nessuno ne è davvero esente. Soprattutto nella società di oggi dove l’invidia dilaga e ci si chiede continuamente “perché lui sì ed io no” se siamo tutti uguali, perché l’altro deve avere tanto successo ed io no? L’altro viene considerato sempre di più il nostro rivale, quello con cui competere. Si pensi ad esempio ad alcuni programmi televisivi ispirati proprio all’idea della sfida, dell’eliminazione dell’altro.. Si potrebbe anche pensare che l’invidia spinga a migliorarsi, perché se io invidio qualcuno tendo poi ad imitarlo, quindi a fare meglio. Mentre sul fatto se sono più le donne a provare questo sentimento rispetto agli uomini è uno stereotipo in quanto si tende a pensare che mentre per l’uomo è sana competizione guardare all’altro come una sfida, per la donna è semplicemente invidia. Per concludere bisogna ammettere che comunque alla base della persona invidiosa vi è questo sentimento di sentirsi inferiori e quindi uno dei modi per venirne fuori è cercare di valorizzare quello che in noi c’è di assolutamente unico, nonostante le paure, le ansie e il non essere all’altezza. Antonio Guido dirguido@libero.it Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale




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