Il Corriere della Città - Novembre 2010

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Anno 2 Numero 11

NOVEMBRE 2010

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LAVORO PERDERLO, DIFENDERLO, SOGNARLO VIAGGIO TRA PROTESTE, STATI DI AGITAZIONE, SIT IN E CONCORSI

STIPENDI D'ORO UN ANNO DOPO

LA POLITICA ESCE DAL LETARGO

TOR SAN LORENZO VIOLENTA

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Editoriale

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IL LAVORO MANCA...

I SOLDI SCARSEGGIANO, MA INTANTO...

na volta si diceva: “l’importante è la salute”. Ma visto come vanno le cose, sembra sempre di più che, alla fine, quello che conta siano i soldi. Che per molte persone non bastano mai, mentre per altre arrivano da tutte le parti, a gettito continuo ed in modo esagerato. Un esempio per tutti è l’avvocato Giovanni Pascone, rientrato a pieno titolo con la qualifica di Dirigente (ottimamente pagato) del Comune di Pomezia dopo un “esilio” di 6 mesi (il massimo applicabile secondo la legge, affermano al palazzo) a causa del processo a suo carico – partito ufficialmente il 20 Ottobre – per l’inchiesta sulla gestione dei campi da tennis all’interno del Campus Selva dei Pini. Forse per paura del futuro, il previdente avvocato nel corso della sua carriera ha pensato bene di lavorare – e guadagnare – il più possibile, collezionando ben 62 consulenze, spesso contemporanee, per Enti Pubblici e privati di vario genere. Tutti incarichi ben pagati, al punto che anche la Corte dei Conti ha voluto vederci chiaro, ipotizzando un danno erariale di circa 2 milioni di euro solo per le attività “non autorizzate”, ossia quelle che non avrebbe potuto svolgere in quanto dipendente da un’altra parte: basta pensare che è riuscito a ricoprire i ruoli di Magistrato del TAR, direttore della Siae, capo dell’Acquedotto Pugliese, dirigente dell’Agenzia Spaziale Italiana, funzionario dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica, Avvocato dei Comuni di Aprilia e Pomezia e consulente in svariate amministrazioni pubbliche. Ma non c’era nessun altro da mettere? O lui è davvero il più bravo in assoluto? Forse sì, visto che aveva il dono dell’ubiquità... Non vogliamo entrare nei particolari della vicenda, ma contro una persona che riesce ad avere 62 lavori, sempre a Pomezia ce ne sono un centinaio che lottano per mantenerne uno. Sono i dipendenti della Herla, a cui all’interno dedichiamo uno spazio per illustrare quanto stanno subendo da parte delle loro azienda. In mezzo a questi due estremi ci sono i lavoratori comuni, quelli che guadagnano mille euro al mese o poco più e che spesso stentano ad arrivare alla fine del mese. Ma

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ci sono anche quelli che guadagnano 12 mila euro al mese, tanto li paghiamo noi cittadini: è il caso degli Assessori regionali assunti per formare la Giunta Polverini, la quale – bisogna fare sacrifici, si sa – visto che non ci sono soldi pensa bene di tagliare posti letto negli ospedali: ecco perché si dice che l’importante è la salute! Del resto, bisogna pagare anche i consiglieri, che sono pure di più del numero previsto (73 contro 71): da qualche parte bisogna risparmiare, altrimenti dove si prendono i soldi? E’ quello che avranno pensato anche al Comune di Pomezia quando hanno dato “fondo al fondo” (scusate il gioco di parole) risorse decentrate, destinato a tutti i lavoratori, per dare soddisfazione – almeno secondo quanto affermato dai sindacati - alle posizioni organizzative, ovvero ai vice dei dirigenti, che non è che guadagnino così poco da aver bisogno di altre entrate. Così come i dirigenti, per i quali siamo andati a controllare se i loro stipendi sono ancora d’oro. Forse sarebbe il caso che per la prossima estate, invece di fare i concerti con i soldi dei fondi di riserva - che solitamente si mettono in bilancio a mò di salvadanaio per le emergenze - si proiettasse in piazza, praticamente a costo zero, il film di Robin Hood: forse l’esempio di rubare ai ricchi per dare ai poveri potrebbe essere da insegnamento per qualcuno che pensa sia giusto fare il contrario...

Numero 10 Anno 2 NOVEMBRE 2010 Distribuzione gratuita Via Danimarca, 57 00040 Pomezia

E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it

EDITORE: La Città

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao

E-MAIL: redazione@ilcorrieredellacitta.it direttore@ilcorrieredellacitta.it

IN REDAZIONE: Alessia Ambra Achille Mauro Valentini Luca Mugnaioli Matteo Acitelli Alfredo Corrao Luigi Simone Pietro Conti Claudia Sperduti

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Studio Grafico O.K.

CHIUSURA REDAZIONALE: Questo numero esce con meno pagine rispetto a quelli precedenti. Purtroppo l’argomento “soldi” tocca anche noi, che ci finanziamo solo con le pubblicità, troppo poche per poter mantenere una rivista come questa, che ha costi di stampa superiori alle entrate. Probabilmente i nostri detrattori vinceranno la loro battaglia, perché con i complimenti e basta non si può andare avanti. Se non arriveranno sponsor, saremo costretti a chiudere a breve e per questo ci scusiamo con chi invece ha creduto in questo progetto.

29/10/2010

STAMPA: Arti Grafiche Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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SINDACO? LO SCELGANO I CITTADINI SCHIUMARINI LANCIA LA SFIDA AI PARTITI pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia quasi mai, così esordisce Omero Schiumarini quando proviamo a parlare del futuro, ma soprattutto del presente, del PDL pometino. “Certi atteggiamenti mi fanno credere che quello che è successo a livello nazionale, ovvero la fuoriuscita di Fini dal Popolo delle Libertà, possa ripetersi anche qui: temo che qualcuno stia meditando un “traghettamento” verso altri lidi”. Parla del passaggio di alcuni di voi all’UDC, come ormai si vocifera da qualche tempo? “Assolutamente no. Mi riferisco invece ad una possibile adesione a FLI, ai danni del PDL, di alcune persone che hanno sempre dimostrato il loro attaccamento alla corrente finiana. Basta pensare ad Anzio, dove il Senatore Candido De Angelis, l’esponente maggiore di questo collegio, è passato già nella componente FLI, così come 7 consiglieri comunali. Nonostante si gridi allo scandalo quando si parla di correnti, sono proprio queste che consentono la ribalta di personaggi che altrimenti non avrebbero nessun rilievo e nessun seguito: quando non si riesce a rappresentare un partito, si forma una nuova corrente, per creare nuove nomine”. Dalle elezioni del 2006 ad oggi, a Pomezia si è registrata la maggiore crescita del PDL rispetto ai Comuni della Provincia. Di chi è il merito? “Questa crescita è legata soprattutto alla parte proveniente da Forza Italia e penso che il lavoro svolto in Consiglio Comunale da noi consiglieri di F.I. Abbia fatto

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la sua parte: sono in molti ad aver capito che abbiamo scelto di fare una netta divisione tra quelli che sono gli interessi “di bottega”, mascherati dicendo “di partito”, con quelli che sono i reali interessi dei cittadini. Ogni volta che abbiamo pensato che un atto fosse giusto per la città non ci siamo mai esentati dal sostenerlo, convinti del nostro ruolo di amministratori locali”. Quindi anche andando contro alle indicazioni del partito... “Il partito per è noi importantissimo, e la dimostrazione è nel fatto che siamo stati noi di F.I. ad organizzare i gazebo quando volevamo mandare a casa il Governo Prodi o quando si doveva cambiare nome. Oltre a Cruciani, Valentini, Ruffini e me chi c’era nei gazebo del PDL? Io non ho visto nessun altro! Oggi arrivano personaggi che hanno bisogno di un grosso contenitore dove sguazzare nella speranza di essere eletti e vogliono pure passare per i difensori della sigla”. Si riferisce al coordinamento del PDL? “Qui qualcuno si è autonominato responsabile locale arrecando danni al partito, visto che non fa altro che creare divisione, sopratutto a causa di chi sceglie di avere al suo fianco. Come stabilito dallo statuto comunale, unico documento valido, è partendo dagli eletti che si deve costituire un organismo interno - il comitato comunale - nelle percentuali stabilite ad Arcore nel momento della fondazione del PDL, ossia il 70% a F.I. Ed il 30% ad A.N.”. A Pomezia non è andata proprio così... “Di fatto Forza Italia è stata

estromessa dal coordinamento comunale del PDL”. Pensa ci sia modo di rimediare? “Sta per iniziare il periodo dei congressi, anche locali, che faranno sicuramente maggiore chiarezza. Il coordinamento comunale di Forza Italia ha già aderito ad un’idea che io definisco innovativa, perché ha invitato le forze sociali, i sindacati, i lavoratori ed i cittadini per chiedere loro quali sono le priorità. Questo perché, in vista delle elezioni, vorremmo costruire un programma che sia effettivamente rispondente alle esigenze reali della gente”. Le esigenze però esistono per tutto il mandato e non solo a ridosso delle elezioni, periodo in cui tutti sembrano svegliarsi dal letargo... “Infatti le risposte al cittadino si devono dare per i 5 anni della legislatura. La scadenza elettorale deve essere semplicemente il giudizio su come si è lavorato: bene o male”. E come pensa vi giudichino i cittadini? “Voglio partire da lontano: lei, da giornalista, è stata testimone di una vicenda tra le più dolorose della vita politica di questa città e l’ha giustamente riportata ai lettori, tra cui, come cittadino, mi inserisco. Leggendo le documentazioni inerenti a quella vicenda credo che si sia resa conto di cosa sia realmente accaduto e, soprattutto, del perché, così come penso abbia capito chi erano gli attori principali e chi ha invece cercato di dimostrare la sua estraneità a fatti in cui era stato trascinato. Si sarà fatta un giudizio, così come se lo saranno fatto i lettori che, essendo anche elettori, dovranno esprimersi su questi nomi. Ma il loro giudizio dovrà essere basato su quanto fatto ogni giorno, sul lavoro svolto per cercare di risolvere i problemi della città. E per fare questo non basta leggere solo le carte. Bisogna partecipare attivamente alla vita amministrativa, andando ai consigli comunali, vedere cosa viene fatto, chi ha voglia di impegnarsi sul serio e chi invece fa solo presenza. Se ogni cittadino verificasse con i propri occhi quello che succede, probabilmente non ci sarebbero tutte queste distorsioni d’immagine e non ci sarebbe spazio per chi, in prossimità delle elezioni, si inventa un ruolo. Per 5 anni tutti se ne infischiano, poi scoppia la querelle elettorale. Ma se negli ultimi 20 anni si sono succeduti circa un centinaio di consiglieri diversi, significa che l’elettore giudica. Ti dà la sua fiducia, ma se la tradisci non ti vota più. Se invece ti riconferma, significa che ha visto che nel territorio, tra la gente, ci sei veramente”. Lei chiede più partecipazione ai cittadini. Cosa pensa di tutti i movimenti e le associazioni nate in questi mesi? “Tutto il bene possibile. Accolgo positivamente ogni iniziativa di partecipazione, con un solo distinguo: che dietro a questo non ci sia qualcuno che, non sapendo sottostare alle regole dei partiti, cerca con sotterfugi e scorciatoie di manovrare nel buio, nascondendosi dietro facce e nomi nuovi”. Con chi vi alleerete? “Con quelli che sono i nostri alleati naturali, come La Destra e – se non rinnegano le loro origini – gli eventuali adepti di FLI”. E l’UDC? “E’ un punto interrogativo, perché tutti sappiamo che il partito di Casini sceglie di volta in volta da che parte stare”. E per quanto riguarda il candidato a sindaco? “Qui lancerei una sfida a tutti partiti, da destra a sinistra: facciamo le primarie due mesi prima delle elezioni. Invece di decidere noi il candidato sindaco, facciamolo scegliere ai cittadini, uno per ogni schieramento. Chi vincerà le primarie sarà il candidato per quel cartello”. L’idea è buona: in questo modo non ci sarebbero imposizioni da parte di santoni e non sarebbero i giochi di potere a dire chi ci dovrebbe governare. Ma forse questo spaventerebbe troppo chi ai giochi di potere non vuole rinunciare...

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MAGGIO 2011:

PRONTI, VIA! AL VIA LA CAMPAGNA ELETTORALE POMETINA, TRA ACCUSE E COLPI BASSI Pomezia la campagna elettorale, nonostante Maggio 2011 sembri ancora lontano, è in realtà già partita, anche se non in modo ufficiale. Il frenetico movimento di partiti e liste, ma soprattutto di persone, fanno capire che “l’obiettivo elezioni” è quello che motiva il comportamento di personaggi vecchi e nuovi della politica pometina. Dopo l’ufficializzazione, avvenuta il 5 ottobre, di Alba Rosa come candidato a Sindaco per Sinistra Ecologia e Libertà, le varie associazioni hanno fatto appello ai cittadini per avere sostegno, mentre nei partiti ufficiali ci sono stati spostamenti di vario genere. Sarebbe dovuto essere già stato ufficializzato il passaggio del consigliere Maurizio Battistelli da Sinistra Ecologia e Libertà al PD, ma per motivi ignoti la “presentazione” non è ancora stata fatta, nonostante Battistelli dia il suo sostegno al PD sin dallo scorso luglio, in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione 2010. Ad inizio ottobre una vecchia conoscenza della politica pometina, Walter Fedele, ha aderito all’UDC guidato da Gaetano Penna, che prima sosteneva invece la Giunta De Fusco. All’epoca (mica tanto lontana, parliamo di pochissimi mesi fa) l’UDC aveva come segretario Bruno Massaccesi, che ora ha formalizzato la sua adesione a FLI (Futuro e Libertà, il partito di Fini)

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ed ha costituito “con un gruppo di amici un circolo territoriale in qualità di Presidente”, dichiarando che “”Il nuovo progetto politico del Presidente Fini merita credibilità e supporto e per questo noi ci adopereremo affinché una pluralità di nuove persone e di idee possano contribuire a far tornare in questa Città la vera politica, quella nell’esclusivo interesse dei cittadini di Pomezia.” Anche il “Laboratorio Politico” si prepara alle elezioni, affidando “ad una commissione l’elaborazione del documento politico programmatico – analisi delle necessità e modalità di risoluzione dei problemi – stabilendo che la commissione dovrà fornire entro il 30 Novembre 2010 il documento che verrà fatto proprio e sottoscritto dalle liste che si presenteranno in coalizione nella competizione elettorale al Comune nella prossima primavera, per quella sarà sicuramente scelto anche il candidato a Sindaco”. Il Laboratorio, si legge nella nota che ha inviato a tutte le testate giornalistiche locali, “ha costituito anche una delegazione composta da Francesco Spano, Edoardo Petronio e Angelo D’Avino, con la missione di incontri esplorativi con tutte le forze politiche che si oppongono all’amministrazione De Fusco per verificare la possibilità di una sintonia propedeutica ad alleanze elettorali”. Ma i grossi partiti non stanno di certo

a guardare: le lotte intestine al PDL (ma esiste, a Pomezia?) non impediscono gli attacchi al centrosinistra, come quello fatto attraverso l’ennesimo manifesto contro De Fusco ed i suoi. Questa volta l’accusa è di sperpero del denaro pubblico. “I conti non tornano, milioni di bugie, debiti e sprechi”, è scritto a caratteri cubitali. Il fondo, secondo il Coordinamento direttivo del PDL di Pomezia, si sarebbe toccato con l’approvazione del bilancio 2010, dove i conti sono stati “fatti quadrare con la previsione di entrate impossibili, come il condono per le entrate locali di 15 milioni di euro, oppure con il credito verso l’Aser, che tutti sanno essere praticamente inesigibile, di oltre 21 milioni di euro”. Ma i Revisori dei Conti che hanno dato il via libera al bilancio non erano stati scelti – 2 su 3 – proprio dagli autori di queste accuse? “Purtroppo – continua il manifesto – i debiti sono veri e crescono a ritmo vertiginoso: oltre 50 milioni di euro per la gestione dei rifiuti, tanti altri per le gestioni clientelari dell’Università e della Pomezia Servizi e chissà quanti altri sono nascosti dalla mancata approvazione del consuntivo 2009”, mentre “la maggioranza di centrosinistra continua a sperperare i soldi che non ha e che non avrà, con l’onerosa “assunzione/stabilizzazione” di oltre 140 tra amici e parenti, e gettando centinaia di migliaia di euro in pessime “feste popolari” ed in altri inutili modi”. Accuse pesanti – vere o no non spetta a noi dirlo – ma che ci fanno pensare: ma tra i “sistemati” all’università ed alla Pomezia Servizi non ci sono anche parenti ed amici di politici del centrodestra e dell’UDC? Se spulciamo nomi, cognomi, parentele e quant’altro sembra proprio di sì. Chi prima, chi dopo, quasi tutti (qualcuno – a prescindere dall’appartenenza politica – non lo ha fatto, questo è da dire per onestà) hanno avuto modo di “dare una mano” ai bisognosi di casa propria. Ma questo non si dice. Si butta il fango sugli altri e si illustrano le proprie virtù. Questa è la politica, almeno a Pomezia. Ma se i big ripercorrono sempre le stesse strade, nuove vie vengono tentate dai cittadini, che propongono alternative alla politica tradizionale. E’ il caso di Giuseppe Raspa, del “Movimento 5 Stelle”, che propone alcune regole: “All’atto della candidatura e nel corso dell’intero mandato elettorale, ogni candidato non dovrà essere iscritto ad alcun partito o movimento politico, non dovrà avere riportato sentenze di condanna in sede penale, anche non definitive, non dovrà avere assolto in precedenza più di un mandato elettorale, a livello centrale o locale, a prescindere dalla circoscrizione nella quale presenta la propria candidatura e dovrà risiedere nella circoscrizione del Comune per il quale intende avanzare la propria candidatura. Si deve inoltre impegnare a rimettere il mandato elettorale ricevuto nel caso in cui, nel corso del suo svolgimento, perda uno o più dei requisiti minimi sopra descritti”. Raspa reputa importante anche che i candidati pubblichino su internet, in un apposito ed adeguato spazio, il proprio curriculum vitae, indicando anche le eventuali “noie” giudiziarie, seppur risolte con una prescrizione, in modo che “potremmo cominciare a non votare più chi viene prosciolto per decorrenza dei termini in processi quali G.F.M. Aser ed Arcalgas , nonostante non fossero emersi “elementi per assolvere nel merito gli imputati, ma emergendo anzi elementi di prova per affermare la penale responsabilità degli indagati”. In questo modo, i partiti forse non sceglierebbero alcuni personaggi solo perché portano tanti voti”. Maria Corrao


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CONTENUTI DI MAGGIORANZA CONCORSI, RISANAMENTO DEI CONTI ED URBANISTICA: TUTTO parlare della riunione che si è svolta il 27 ottobre tra i componenti della Maggioranza è Antonio Floris, uno dei protagonisti della serata grazie non solo alla sua qualifica di presidente della commissione urbanistica, ma anche per gli ultimatum dati ai suoi compagni di viaggio sin dal momento della sua nomina a consigliere, la scorsa primavera. Si parte dalla consapevolezza che in appena 4 mesi dovranno essere portate a compimenti tutto quello che non è stato fatto in 4 anni. La prima cosa che viene in mente è: come mai non si sono svegliati prima? “Io posso parlare solo per me: da quando sono diventato presidente della Commissione Urbanistica il mio settore ha lavorato senza fermarsi un attimo, producendo tutto il necessario affinché, entro novembre, vengano portati in consiglio tutti i punti ritirati tra la primavera e l’estate, innanzi tutto i comparti E ed F per l’edilizia convenzionata. Per quanto riguarda il comparto H, quello che si trova a S. Palomba, ci vorrà qualche giorno in più perché il Sindaco sta cercando un accordo, ormai in fase di definizione, con i proprietari del lotto. Appena i tre comparti saranno approvati, potremo far partire un

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bando di concorso per 100 cooperative”. Ieri sono stati illustrati ai consiglieri ed alla Giunta i progetti dei due comparti situati sulla via del Mare. Ci può anticipare qualcosa? “Posso solo dire che l’accordo che siamo riusciti a spuntare prevede la costruzione di ben due centri sportivi, di una scuola materna che darà posto a 180 piccoli studenti ed un asilo nido per 60 bambini”. Non è che finisce come per tutte le altre convenzioni? “L’accordo prevede che, entro due anni dalla firma, le opere devono essere completate. Aggiungendo anche la materna che stiamo finalmente per ottenere da Mezzaroma (che ha costruito il Querceto, ndr), possiamo credere di aver risolto il problema delle liste d’attesa”. Per la prossima settimana saranno convocate altre due commissioni, una solo per l’urbanistica ed una congiunta con il settore attività produttive, per definire nei particolari tutto il programma da presentare nei vari consigli comunali, nei quali la parte del leone la farà il Piano Regolatore, sul quale però Floris non si sbottona. Altri due temi toccati ieri sono i concorsi ed i conti pubblici. “Per i concorsi siamo sicuri di poter portare a termine

tutta la procedura nei tempi richiesti dalla legge, alla quale, nonostante le accuse che ci sono state rivolte, ci siamo sempre attenuti”. E per i conti? “Abbiamo stabilito di portare in Consiglio l’approvazione del consuntivo 2009 entro i primi 10 giorni di Dicembre, ma la notizia vera è che per quella data vorremmo aver approvato anche il previsionale del 2011”. Mi scusi ma qui, come direbbe qualcuno, “mi scappa da ridere”, visto quello che è successo con il bilancio del 2010... “Non eravamo reduci da un’esperienza così disastrosa, che sicuramente ha lasciato i segni e non avevamo lo spettro della scadenza di mandato. Se si tiene conto che per la fine di febbraio, con una dilazione massima di un’altra decina di giorni, non potremo più fare nulla di operativo, si capisce come sia importante prendere queste decisioni adesso, per non rischiare di lasciare un Comune in crisi economica che coinvolgerebbe anche la Pomezia Servizi e l’Università”. Lei sembra convinto di tutto quello che sta dicendo, ma gli altri? “Io ho visto persone compatte, che hanno condiviso positivamente quanto esposto dal Sindaco, con il quale, ognuno per le sue competenze, nei giorni precedenti aveva avuto lunghi e chiarificatori colloqui. Penso quindi che questa sia l’occasione buona per dimostrare di non aver fallito. Adesso dobbiamo fare una lotta contro il tempo, per la quale io sono disposto a lavorare anche di notte. Ovvio che devono essere della mia stessa idea tutti, perché serve uno sforzo collegiale per poter raggiungere il traguardo”. Oltre agli argomenti citati, il Primo Cittadino ha annunciato che la vicenda Pettirosso è ormai in via di definizione e molte altre questioni in sospeso saranno risolte a breve. Da quello che è stato detto sembra che da qui a breve Pomezia verrà invasa dai cantieri: quanto e quale sarà il disagio per i cittadini? “Nessun disagio, anzi, solo vantaggi, perché aprendo i cantieri si darà lavoro a molte persone, smuovendo l’economia”. Ed il traffico che notoriamente i cantieri aumentano a dismisura? “E’ stata la prima cosa a cui abbiamo pensato. Il piano regolatore prevede infatti un’attenzione particolare alla viabilità: se saremo in grado di lavorare così come abbiamo programmato, stupiremo tutti positivamente”. Quanto crede in quello che ha detto, in percentuale reale? “Prima della riunione di ieri ho incontrato il Sindaco, con il quale abbiamo discusso in maniera seria ma serena. La volontà di fare tutto quello che le ho detto è forte, perché andare a casa senza aver completato questi punti significa lasciare con disonore. Ed io il mio onore lo voglio mantenere intatto, senza contare che altrimenti si sarebbero buttati al vento 5 anni”.

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CITTADINI IN MOVIMENTO

I GRILLINI DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE LANCIANO LA SFIDA AI PARTITI TRADIZIONALI

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Odiano le etichette, non si identificano né con la destra né con la sinistra, preferiscono le idee alle ideologie. E le idee non hanno colore. Sono cittadini comuni, che hanno scelto di far sentire la propria voce, che troppo spesso differisce da coloro che li rappresentano a livello amministrativo. Nelle scorse settimane sono passati da associazione cittadina – i “grilli pometini” - a Movimento 5 Stelle, per gettare le basi di una politica che sperano possa essere diversa. Dell’evoluzione dei “grillini” parliamo con il Presidente del Movimento, Fabio Fucci, ed il suo vice, Giuseppe Raspa, con i quali cerchiamo di capire chi siano questi cittadini che cercano di scardinare un sistema ormai solidamente radicato. Cosa vi differenzia dai partiti tradizionali? “Le rispondo facendo un paragone: in questi giorni i partiti proclamano la creazione di commissioni che stileranno il programma elettorale. In pratica, una cerchia ristretta di persone che decideranno cosa è meglio fare per tutti. Il nostro approccio è completamente differente: noi cerchiamo di coinvolgere quanti più cittadini possibile per fornire suggerimenti per un eventuale programma di governo della città. Chiunque si può iscrivere per fare proposte e adare il proprio apporto sui temi pratici e sui problemi che quotidianamente tutti noi affrontiamo. Fino a dicembre raccoglieremo tutte le proposte, poi da gennaio partirà la fase di elaborazione”. Al momento quanti siete? “Gli iscritti al nostro sito sono un centinaio, mentre nel Movimento siamo circa 30”. Giusto gli

occorrenti per fare una lista da presentare alle prossime elezioni... “L’obiettivo è quello: da qui a fine dicembre è nostra intenzione diffondere il Movimento, le sue iniziative ed idee a tutti i cittadini attraverso una serie di attività che porteremo avanti ogni fine settimana”. Ma quali sono queste idee? “Partiamo dagli argomenti che più ci stanno a cuore, che sono ambiente, acqua, sviluppo, connettività e trasporti. Su questi temi ci si confronta, si pensano e propongono soluzioni sostenibili ed attuabili, come nel caso dell’inceneritore di Albano, contro il quale stiamo lottando con tutte le nostre forze. Abbiamo fatto una proposta di delibera all’amministrazione comunale: proprio nei giorni scorsi è stata accettata dalla Giunta, che il 19 Ottobre 2010 ha deciso all’unanimità di ricorrere al TAR per impedire la costruzione dell’inutile dell’inceneritore di rifiuti della COEMA, che verrebbe costruito proprio al confine tra Albano e Pomezia, portando a noi pometini solo disagi, vista l’inutilità di un impianto che brucerebbe materiali che sarebbero destinati al recupero tramite raccolta differenziata”. Quello dei rifiuti è uno dei temi più ricorrenti nei vostri discorsi... “Certo, perché pensiamo che la raccolta differenziata porta a porta sia il mezzo principale per una corretta gestione dei rifiuti, se abbinata ad impianti di compostaggio per la frazione umida dei rifiuti e impianti di trattamento “a freddo”, che consente di raggiungere livelli di differenziazione e recupero dei materiali prossimo al 100%. Il porta a porta andrebbe quindi poten-

ziato, estendendolo a tutto il territorio comunale”. Su cos’altro puntate? “Sulla mobilità ciclopedonale, per la quale chiediamo piste ciclabili su tutto il territorio”. Questo può andar bene solo sui brevi percorsi, certo non sulle grandi distanze. Come pensate di risolvere il problema del pendolarismo con la Capitale? “Abbiamo già pronte proposte di trasporto leggero, oltre che di potenziamento della mobilità ferroviaria e dei bus locali. Raggiungere Santa Palomba non è semplicissimo e molti rinunciano in partenza. Se ci fossero collegamenti migliori con la stazione molte più persone prenderebbero il treno invece dell’auto”. Parliamo di economia: qual è la vostra idea di rilancio? “Vorremmo che le produzioni locali venissero valorizzate, per questo una delle nostre proposte è quella di riservare dei banchi dei mercati settimanali ai produttori locali, in modo si possa disporre di prodotti ad impatto ambientale pari a zero, dal produttore al consumatore. Si dovrebbero far rispettare una serie di standard qualitativi ed anche economici – perché si tratterebbe di costi calmierati – dai quali non ci si potrà discostare. I benefici che l’amministrazione darebbe al produttore, magari non facendo pagare l’occupazione del suolo pubblico, dovrebbero ovviamente ricadere anche sul consumatore, avvantaggiando così entrambe le categorie”. Il Movimento va anche oltre. “Noi proponiamo addirittura una certificazione, un “bollino” che identifichi i prodotti del nostro territorio, tracciandone la provenienza”. Quali sono invece le vostre idee sul turismo? “Al contrario di quello che dicono gli altri, noi punteremmo sull’entroterra, guardando Pomezia da un altro punto di vista. Quando si parla di turismo si pensa solo al mare, ma qui ci sono delle ricchezze ancora sconosciute che vale la pena di scoprire e far risaltare. Alcune delle risorse nascoste verranno svelate attraverso la prossima pubblicazione del libro “La Pomezia Segreta”. E proprio per imparare a conoscere ed amare quello che ci circonda noi stiamo già organizzando una gita per vedere tutte le cose straordinarie che Pomezia ci può offrire e che la maggior parte di noi ignora. Solo così potremmo diventare dei buoni promotori di noi stessi. Abbiamo dei posti straordinari: basta parlare di questa città come un posto invivibile. Certo, i problemi ci sono, ma abbiamo anche tante cose belle. E per mostrarle agli altri, dobbiamo prima conoscerle noi, attraverso percorsi specifici. Punteremmo anche sulla microimpresa, dando le autorizzazioni necessarie per aprire dei piccoli bed and brealfast, che potrebbero ospitare quei turisti che vogliono una via di mezzo tra l’hotel e la casa in affitto. Questa forma di turismo al momento è tra le più fattibili”. Per quanto riguarda le prossime elezioni, per avere qualche speranza di vittoria pensate di allearvi con qualcuno? “No, nessuna alleanza con i partiti tradizionali. Come dice il nostro slogan, l’unico alleato è il cittadino. Quindi la sola possibilità è l’eventuale avvicinamento di altri movimenti di cittadini, l’importante è che non siano le solite facciate che nascondono, dietro volti nuovi, nomi vecchi. Non vogliamo allearci ai partiti anche perché questi tendono sempre alle scelte di compromesso, invece che di buonsenso, oltre al fatto che non mettono filtri alle candidature, cosa per noi indispensabile”. Ed i paletti fissati dal Movimento sono talmente rigidi che difficilmente qualcuno dei politici attualmente o precedentemente in carica rientrerebbe... Maria Corrao



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DISASTRO ARDEA! TRA INADEGUATEZZE, SPRECHI E LIBRO DEI SOGNI l sindaco di Ardea Carlo Eufemi, al suo secondo mandato al giro di boa (e dopo un primo mandato durato solo due anni), si riconoscono buone doti di comunicazione, ma spesso ne approfitta per raccontare alcune inesattezze risibili, a cominciare dalle sue promesse elettorali che ormai possono essere tranquillamente archiviate come libro dei sogni. Il disastro amministrativo è sotto gli occhi di tutti e la sua ampiezza ha raggiunto livelli preoccupanti, tale da ricomprendere aspetti vitali della cittadina rutula che spaziano da quelli economici, a quelli sociali; dalla mai debellata questione morale, ai servizi mancanti di veste zone del territorio; dalle opere pubbliche promesse e mai iniziate, allo spreco di risorse finanziare con il conseguente corollario di negatività che potrebbe mettere a rischio il futuro delle prossime generazioni. Quando si fa della sicurezza e della legalità la propria bandiera e si guarda all’Ardea attuale, si rimane sgomenti; quando si promettono scuole, porti, metropolitane leggere e si “regalano” decine di milioni per insipienza amministrativa a società cui i Tribunali non riconoscono averne diritto si rimane perplessi; quando non si riesce a recuperare neanche un

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ettaro di terreno pubblico in mano agli incalliti ladroni, spesso imparentati con noti esponenti politici locali, si rimane sbigottiti e la conclusione è una soltanto: o si perviene a un radicale cambiamento nel modo di amministrare, oppure il buio cadrà definitivamente su Ardea. A un approccio disattento alle questioni di Ardea questa sintetica diagnosi potrebbe sembrare da catastrofisti, in realtà non sono pochi gli argomenti tangibili che ci portano a valutazioni da estreme conseguenze e per quanto non si voglia infierire, le attenuanti sono davvero poche. Non passa giorno che Ardea non sia sui giornali per la delinquenza che la fa da padrona: accoltellamenti, rapine, uccisioni, molestie, abusivismo, discariche in ogni luogo, mancanza di servizi. Ogni opera sulla quale la macchina amministrativa ha messo le mani ha conosciuto problemi creati, a parere del sindaco, non da lui ma da altri. Analizziamo alcuni aspetti inquietanti. Partiamo dall’isola ecologica di Via Laurentina (illegalmente realizzata), sostituita dall’isola ecologica di Via Pavia, anch’essa illegalmente realizzata, ora entrambe divenute discariche a cielo aperto e spesso incendiate cre-

ando fumi cancerogeni a cielo aperto. Dei cimiteri basta rammentare le bare galleggianti e i sequestri più volte disposti dalla magistratura. Alcune opere sono state finite, ma non si riesce a utilizzarle, come la vecchia struttura ex C.I.M. che sarà adibita a museo, visto che divenuta un avanzo archeologico e ci sono voluti ben quattro sindaci di centrodestra per realizzarla. La rotatoria all’incrocio di via Laurentina/via Campo Selva era finita ed è stata sfregiata per altri lavori fermi da mesi e non se comprendono le ragioni. L’agognata scuola superiore doveva essere terminata già da anni se solo le quattro amministrazioni di centro destra che se sono occupate fossero state in grado di assegnare alla provincia di Roma qualche centinaio di metri quadri di terra per poterla edificare. Sul piano sanitario la situazione non è certamente migliore: molta parte del territorio è privo di fogne, acqua, gas, luci, asili nido, scuole superiori e strutture sportive degne di questo nome. Il depuratore di Montagnano, iniziato nel 2008, doveva entrare in funzione nel maggio 2010, ma è rimasto solo il cartello con la data d’inizio è fine dei lavori. Di recente Eufemi si è lamentato degli scarsi contributi statali che giungono nelle casse di Ardea come causa degli errori (per non usare un altro termine!) degli autori del Censimento. E’ la solita propensione di Eufemi a non raccontare le cose come stanno veramente. I contributi statali sono effettivamente erogati in base al numero di abitanti residenti secondo gli esiti del Censimento. L’ultimo fu nell’anno 2001 e Ardea in quel momento contava su circa 37.000 abitanti registrati all’anagrafe, ma ne furono censiti soltanto 26.000 come mai? La domanda andrebbe posta agli amministratori dell’epoca che già da molti anni erano di centrodestra e molti dei quali sono ancora al loro posto. Il danno per Ardea e i suoi cittadini è immenso se paragonato alle risorse disponibili di altri comuni, come ad esempio Albano. I cittadini queste malefatte le devono sapere, poi si regoleranno secondo inclinazione e ragionevolezza. Se taluno avesse notizie difformi può contattarmi, ne prenderemo atto. Michele Lotierzo


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L’AMMINISTRAZIONE RISPONDE AL VICE PREFETTO

CONCORSI IRREGOLARI?

L’ISPETTORATO ALLA FUNZIONE PUBBLICA SCRIVE AL COMUNE a cosa dice esattamente la lettera inviata il 12 ottobre dall’Ispettorato alla Funzione Pubblica al Comune di Pomezia sulle presunte irregolarità dei bandi di concorso? Riportiamo alcuni stralci della lunga missiva scritta dal Vice Prefetto, la Dott.ssa Cristina Pirro, la quale si è interessata alla vicenda dopo aver ricevuto una denuncia – ne abbiamo parlato nel numero di Ottobre – da parte dell’ex Sindaco Pietro Angellotto. “Dall’esame delle segnalazioni pervenute, al di là di ogni valutazione di regolarità sui vari provvedimenti adottati, questo Ispettorato non può preliminarmente non esprimere perplessità sull’indizione di un pubblico concorso avvenuta da parte di codesto Comune contemporaneamente all’espletamento della procedura di mobilità volontaria... Il previo esperimento delle procedure di mobilità che le Amministrazioni hanno l’obbligo di attivare fornendo adeguata pubblicità, è infatti riconosciuto strumento prioritario nell’ambito dei sistemi di acquisizione delle risorse umane rispetto alle ordinarie forme di reclutamento e ad esso devono conformarsi tutte le pubbliche amministrazioni in osservanza dei principi di efficienza, ottimizzazione delle risorse e razionalizzazione del costo del lavoro. Pur riconoscendo l’esercizio della potestà regolamentare dell’Ente come espressione del più ampio potere di autorganizzazione, il Legislatore ha infatti precisato che “le norme... non consentono l’elusione del rispetto dei principi enucleabili dalle norme statali”, tra cui rientra … quello del

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“previo esperimento delle procedure di mobilità”. E il comma 5 dell’art. 34 bis, secondo cui “le assunzioni effettuate in violazione di quanto previsto dallo stesso articolo sono nulle di diritto” conferma proprio la previa obbligatoria attivazione della procedura di mobilità in attuazione dei principi di imparzialità e buon andamento. In definitiva, codesta Amministrazione soltanto dopo aver proceduto “a rendere pubbliche le disponibilità in organico da ricoprire attraverso passaggio diretto del personale da altre Amministrazioni, fissando preventivamente i criteri di scelta” avrebbe potuto procedere all’indizione del concorso in premessa”. A questo punto il Vice Prefetto rimanda ad una circolare diramata dal Dipartimento della Funzione Pubblica sulla decisione 5830/2010 del Consiglio di Stato, con la quale il TAR dell’Emilia Romagna “ha ritenuto illegittimo bandire un concorso pubblico prima di aver espletato la procedura di mobilità, poiché solo l’esito infruttuoso di tale procedimento riespande la facoltà di indire la procedura concorsuale, ovviamente nel rispetto delle cogenti disposizioni finanziarie del contenimento della spesa pubblica”. La lettera si conclude con l’invito all’osservanza della norma che stabilisce che “il punteggio finale è dato dalla somma della media dei voti conseguiti nelle prove scritte o pratiche o teorico-pratiche e della votazione conseguita nel colloquio”.

Carla Mariani, la Dirigente del settore Personale, non ha perso tempo, rispondendo il 21 ottobre alle osservazioni fatte dalla dott.ssa Cristina Pirro con una lettera di chiarimenti indirizzata al Dipartimento della Funzione Pubblica. “Tali chiarimenti – si legge – avranno certamente l’effetto di evidenziare l’esistenza di un malinteso in merito sia agli atti adottati che alle intenzioni del Comune nell’affrontare, con i tempi brevi necessitati dalle attuali normative, l’intero svolgimento dei concorsi banditi”. La Mariani parte dalla mobilità sulla quale, afferma, “questa Amministrazione è pienamente consapevole e a conoscenza delle norme...” E proprio “il fine di conciliare la celerità e la concentrazione dell’attività amministrativa con il rispetto i tali norme ha determinato il Comune a bandire contestualmente gli avvisi di mobilità relativi ai posti a concorso e la procedura concorsuale ordinaria”. Per dimostrarlo, la Dirigente riporta l’art. 27 del bando. “L’Amministrazione Comunale si riserva la facoltà di annullare il presente bando in caso di esito positivo alla procedura di mobilità rispetto all’avvio del procedimento concorsuale”. In questo modo, scrive la Mariani, “l’Amministrazione ha chiarito preventivamente il fatto che si sarebbe svolta prima la procedura di mobilità rispetto all’avvio del procedimento concorsuale”. Nessuna deroga alla legge, quindi: il Comune di Pomezia “è ben consapevole del fatto che la mobilità esterna va espletata prima ed al riguardo sta provvedendo attraverso un avviso pubblicato sul sito internet del Comune”. Nella lettera viene anche indicata la quantità di richieste di mobilità esterna pervenute, che “in realtà non sono superiori a 50, fatto per cui si potrà rapidamente esaurire la disamina delle stesse”. Secondo piazza S. Benedetto, quindi, “l’azione svolta dall’Amministrazione è perfettamente in linea anche con quanto precisato sia dal TAR dell’Emilia Romagna che dal Consiglio di Stato”, dal momento che in quel contenzioso il Comune di Rimini aveva proceduto all’assunzione dei dipendenti vincitori del concorso nonostante mancasse completamente lo svolgimento della fase di mobilità. La dirigente risponde poi anche all’invito del rispetto delle norme per quanto riguarda la valutazione dei candidati. “Essendo i concorsi banditi qualificati come concorsi per titoli ed esami, per gli stessi trova applicazione la norma secondo cui la votazione complessiva è determinata sommando il voto conseguito nella valutazione dei titoli al voto complessivo riportato nelle prove d’esame”. Che il criterio adottato – quello di “concorso per titoli ed esami” - sia giusto o sbagliato nei confronti dei 10 mila candidati che non hanno mai avuto la fortuna di lavorare in un Ente Pubblico non spetta a noi dirlo, ma se la legge lo permette... Luca Mugnaioli

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LA RABBIA DEI DIPENDENTI SCESI DI NUOVO IN PIAZZA, CHIEDONO SOLDI E CHIARIMENTI ipendenti comunali di nuovo sul piede di guerra: dopo lo stato di agitazione di marzo, sono di nuovo scesi in piazza il 13 ottobre, dalle 8:30 alle 10:30, per esprimere il proprio disappunto nei confronti dell’amministrazione, colpevole di non aver mantenuto le promesse fatte proprio in occasione delle precedenti proteste. Si contesta la sostanziale disapplicazione della Parte Pubblica delle norme del contratto di lavoro relativamente alle procedure di concertazione e contrattazione, attraverso l’emissione di atti unilaterali (facendo riferimento alle delibere 98, 99 e 100 di cui abbiamo parlato nei numeri scorsi) e, soprattutto, la mancata sottoscrizione del Contratto di Lavoro del 2009, per il quale i lavoratori non hanno ricevuto i premi di produttività. Questo perché l’apposito Fondo è stato azzerato a causa dell’utilizzo del denaro per finalità diverse da quelle a cui era destinato. “L’amministrazione non ha rispettato gli accordi sottoscritti per il Contratto Integrativo del 2008, dove si stabiliva la costituzione del Fondo di Produttività e la modalità di distribuzione di tali somme, che invece sono state utilizzate per coprire lo sforamento di spesa delle Posizioni Organizzative, aumentate a dismisura. Per queste era stato contrattato un limite di spesa di 137 mila euro per il 2008, mentre per l’anno successivo, senza alcun consenso sindacale, sono state prelevate somme aggiuntive – parliamo di altri 100 mila euro - dal Fondo di Produttività di tutti i

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dipendenti, azzerando di fatto le somme destinate alla produttività individuale del 2009. Il rischio è che questa situazione si ripeta anche per quest’anno, lasciandoci di nuovo a bocca asciutta”, spiegano gli impiegati. Ma il personale protesta anche la mancata sottoscrizione del contratto del 2010, la mancata retribuzione degli emolumenti previsti dal contratto integrativo, per i quali sono stati presi solo degli acconti, il mancato pagamento degli straordinari da giungo ad oggi per molti lavoratori, mentre per alcuni settori “privilegiati” sono state erogate somme ingenti a titolo di “Progetti di produttività” senza alcun accordo sindacale. “Queste somme – spiegano le OOSS – vengono erogate anche ai dirigenti ed ai titolari posizioni organizzative, in violazione delle norme del Contratto Nazionale di Lavoro. Stiamo praticamente vedendo ripetersi i comportamenti che hanno portato lo scorso anno all’azzeramento dei nostri fondi”. Le “ingiustizie” elencate dai rappresentanti sindacali sono anche altre: “Contestiamo le assunzioni del prof. Maceroni come dirigente e della dott.ssa Schiavone come funzionario, in quanto violano la normativa (art. 34bis D. Leg.vo 165/2001 per Maceroni, ex arti 110 Dl Leg.vo 267/2000 per la Schiavoni), oltre al mantenimento dell’incarico dirigenziale a contratto per la dott.ssa Marino e la dott.ssa Veglia, nonostante la conclusione, l’espletamento e l’assunzione di dirigente a seguito del concorso pubblico del settembre

2009. Stessa cosa per l’attribuzione dell’incarico di dirigenziale al geom. Gallucci da parte della Dirigente Marino, in violazione di numerosi articoli dei decreti legislativi 267/2000 e 165/2001”. Oggetto delle critiche anche il personale di staff, che per le organizzazioni sindacali ha raggiunto un numero che va oltre al doppio di quanto previsto dalla norma e deliberato dalla Giunta. “Per non parlare – continuano i dipendenti – delle liquidazioni dell’indennità di risultato date al personale che ricopre posizioni organizzative: si tratta di 150 mila euro dati senza alcuna valutazione della pesatura economica da parte del nucleo preposto, e quindi in aperta violazione del vigente regolamento degli Uffici e Servizi. Le organizzazioni sindacali, poi, non hanno potuto avere l’accesso alle fonti documentali richieste, il che ha reso impossibile il controllo dell’attività amministrativa dell’Ente in merito alla gestione dei fondi destinati al pagamento del personale. E, mentre noi ancora aspettiamo quello che ci spetta, il Comune ha approvato dei progetti di produttività, ovviamente non concordati con le organizzazioni sindacali, che riportano cifre sproporzionate dirette solo a pochi dipendenti”. E qui si fanno gli esempi, come il progetto dell’ufficio Personale e Protocollo per inserire le domande del concorso pubblicato lo scorso agosto, che è costato 60 mila euro per soli 10 dipendenti o il progetto di un ufficio Tributi, per la cui costituzione – che prevede sei risorse, di cui tre a tempo determinato – per un valore di 35 mila euro, quando poi la riscossione dei condoni ed il recupero dell’evasione viene data in appalto a società esterne. Tanto da una parte e nulla dall’altra, insomma, come dichiarano anche gli agenti della Polizia Municipale, che da cinque anni aspettano il nuovo vestiario e che ora sono costretti a fare numerosi servizi in borghese. “La Giunta non ha finanziato la gara d’appalto, e noi siamo costretti a lavorare con le divise rattoppate o con i nostri abiti”, sostengono gli agenti. “Il Sindaco in persona, insieme ai Dirigenti competenti, aveva promesso lo scorso marzo, forse perché a ridosso delle elezioni regionali, la sistemazione della situazione economica del personale – affermano i rappresentanti del Diccap/SULPM, il sindacato della municipale – con accordo formale per rifinanziare il capitolo e per ripristinare l’erogazione delle indennità. Invece si è trattato di promesse non mantenute. Anzi, a giugno la Giunta ha ratificato la sospensione delle indennità, senza avvisare le organizzazioni sindacali e provocando un nuovo stato di agitazione. Gli straordinari non ci vengono retribuiti, ed i buoni pasto spesso non vengono erogati perché le società che li emettono non ricevono i dovuti pagamenti. Ma se non ci sono soldi, perché si fanno le feste, utilizzando addirittura i fondi di riserva?”. E soprattutto, si chiedono, come mai si pensa di aumentare l’indennità dei politici amministratori comunali da 450 mila a 600 mila euro, di mettere a disposizione della presidenza del consiglio 60 mila euro per le spese di comunicazione, viaggi e rappresentanze, di portare le spese per lo staff fino a sfiorare i 500 mila euro e si programma di spendere 20 mila euro per acquistare un mosaico? Ce lo chiediaAlfredo Corrao mo anche noi...


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L’AMMINISTRAZIONE

RISPONDE IL CITY MANAGER DEL COMUNE PROVA A SPIEGARE LA SITUAZIONE i fronte alle accuse dei dipendenti, l’amministrazione comunale si difende dando la propria versione dei fatti e lo fa attraverso le parole del dott. Gianluca Gerosa, Direttore Generale del Comune di Pomezia, che parte dalla difficoltà economica che l’Ente subisce a causa soprattutto dell’Aser, che ha provocato dei mancati introiti accertati per più di 50 milioni di euro. “Non possiamo negare la veridicità di molte delle accuse che ci fanno i dipendenti. Purtroppo la vicenda Aser ci ha messo di fronte ad una realtà non prevista al momento della stipula della convenzione, creando ammanchi sostanziosi”. Ma se le casse sono in rosso e si devono fare sacrifici, perché a farli devono essere solo i lavoratori “normali”, mentre alcuni privilegiati, come i dirigenti e chi ricopre posizioni organizzative, riescono ad ottenere per intero quanto spetta loro, se non addirittura qualcosa in più, come accusano le organizzazioni sindacali? Perché l’amministrazione non ha mantenuto la parola data a marzo, quando è stato promesso ai lavoratori che i premi di produttività riferiti al 2009 sarebbero comunque stati pagati, nonostante il fondo preposto fosse stato svuotato per allocamenti diversi rispetto a quanto previsto? “E’ vero che sono state fatte promesse, ma è anche vero che abbiamo fatto di tutto per mantenerle. Purtroppo i fondi del 2009 non possono essere aumentati in modo retroattivo, perché rientrano nel bilancio dello scorso anno, che non è modificabile. Abbiamo passato mesi a studiare una soluzione per cercare di ridare quei soldi ai lavoratori, ma a livello giuridico questa soluzione non c’è, perché non è possibile produrre gli atti amministrativi necessari”. Eppure in passato, in situazioni analoghe,qualcuno il

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modo lo ha trovato. “E poi è stato denunciato alla Corte dei Conti dalle stesse persone che avevano chiesto la “sistemazione”. Proprio perché l’esperienza insegna, adesso i tecnici che dovrebbero firmare gli eventuali provvedimenti non si prenderebbero mai la responsabilità di fare qualcosa che non sia assolutamente regolare”. Quindi quelli del fondo 2009 sono soldi che i lavoratori hanno perso per sempre... “Secondo me sì, anche se a tutt’oggi si sta cercando il modo di venire incontro in altri modi ai lavoratori, ovviamente con i fondi del 2010. Si cerca una soluzione che sia prima di tutto legale e funzionale alle esigenze dei dipendenti, oltre che davvero praticabile e realizzabile”. Esiste? “Stiamo lavorando per trovarla e contiamo di dare delle risposte definitive ai lavoratori entro la prima metà di novembre. Vogliamo portare al tavolo sindacale una proposta concreta e fattibile, perché se riusciamo a sanare questa situazione che ci pone in torto, possiamo poi pensare ad avanzare delle richieste – che ci sembrano giustissime – nei confronti dei lavoratori, cosa che finora non abbiamo potuto fare”. Ad esempio? “Sono tante le cose che ci piacerebbe chiedere alle rappresentanze sindacali durante il tavolo delle trattative”. Tra queste figura sicuramente una maggiore professionalità da parte di alcuni dipendenti, che sembra non rendano quanto richiesto, rallentando l’operato di interi uffici. Come ad esempio quelli che passano gran parte della giornata giocando con il computer, o quelli che sono sgarbati con gli utenti (questo ci è stato riferito da diversi cittadini). “E’ proprio quello a cui mi riferisco: nel momento in cui l’amministrazione riuscirà ad essere irreprensibile sotto il profilo di quello che deve dare, potrà anche chiede-

re. Il fatto è che ci siamo arenati sulla problematica dei fondi mancanti, per cui ogni volta che si inizia una riunione sindacale va a finire che si parla solo di quello. Non voglio togliere importanza al lato economico e retributivo dei lavoratori, soprattutto in un periodo di crisi come questo, però è anche vero che sarebbe giusto pretendere determinati standard qualitativi sul posto di lavoro. Ma, quando proviamo a prendere provvedimenti contro qualcuno – per un lavoratore avevo chiesto come provvedimento disciplinare il licenziamento a causa dei suoi reiterati comportamenti – ci troviamo di fronte ad un muro di gomma. Di fronte alla mia richiesta, infatti, i sindacati mi hanno risposto che è dai tempi dell’unità d’Italia che non si licenzia un dipendente comunale. Questo la dice lunga su come stanno le cose, ma è qualcosa non è che succede solo nel Comune di Pomezia. E’ proprio la “macchina pubblica italiana” che fa sì che si cerchino dei modi per trovare consensi, invece di utilizzare gli stessi strumenti del privato, dove chi lavora di più guadagna di più, mentre per chi lavora di meno si trovano altre soluzioni. Adesso stiamo cercando di creare una sorta di habitat più positivo creando nuovi posti di lavoro, sia a progetto che attraverso i concorsi, proprio per dare un impulso nuovo, sperando che chi arriva porti quella voglia di crescere che troppo spesso manca a chi fa lo stesso lavoro nello stesso posto da decenni, dove possono addirittura crearsi fazioni o “faide” interne. Dal di fuori tante cose non si vedono, non si conoscono e sicuramente non riguardano il cittadino, ma a volte è davvero difficile, anche se noi stiamo cercando di mantenere alto lo standard qualitativo di tutti i servizi che, in una città come Pomezia, sono davvero tanti, come tante sono le problematiche che si devono affrontare. Basta pensare che, oltre ai suoi più di 60 mila abitanti, ogni giorno la popolazione raddoppia con l’arrivo di tutti i pendolari che vengono a lavorare nelle industrie e nelle fabbriche del nostro territorio. Persone che a noi non danno nulla, visto che non sono residenti, ma per le quali bisogna comunque predisporre servizi, come la viabilità. Oppure guardare alle politiche intraprese dai Sindaci dei Comuni limitrofi, come Roma, che hanno ben pensato di mandare quanto più possibile vicino a noi quello che loro non vogliono”. Chiaro è il riferimento ai campi nomadi della Pontina, agli assegnatari delle case popolari o al temuto inceneritore di Roncigliano. Ma questi standard qualitativi vengono rispettati? “Secondo me sì, anche se è chiaro che siamo tutte persone, quindi ci può essere chi lavora in maniera ottimale e chi lo fa meno bene. Ma questo succede dappertutto, non solo a Pomezia e non solo nell’amministrazione pubblica”. Tornando alle lamentele dei dipendenti, è grave che non si riescano a trovare i fondi per le divise della polizia municipale ma si riescano a rimediare quelli per il concerto di Gigi Finizio... “Si tratta di due attività completamente diverse, che non si possono paragonare. E’ come dire: non compri la carne ma ti mangi il pane. Anche il pane è necessario, così come anche lo svago serve per una cittadina”. Sarà ma a noi, visti i costi, più che il pane sembra sia stato comprato il caviale, che peraltro non a tutti piace... E allora forse sarebbe stato meglio acquistare Maria Corrao la carne.

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STAFF: SCANDALI E PREGIUDIZI IL SINDACO RIBATTE ALLE ACCUSE SU PERSONALE E CONCORSI problemi riguardanti il settore personale non riguardano solo i dipendenti stessi, ma anche le Forze dell’Ordine, che con tutto il vespaio sollevato (e qualche esposto denuncia presentato) hanno deciso di vederci chiaro. Il 21 Ottobre i Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno fatto una “visitina” in Comune ed hanno acquisito tutta la documentazione relativa alle assunzioni fatte per il personale di staff dal 2006 ad oggi. Mentre che c’erano, si sono portati via anche quella del personale che ricopre posizioni organizzative e quella del dirigente Giovanni Pascone, rientrato in servizio effettivo dopo la sospensione del servizio di 6 mesi (aspettativa non retribuita) applicata dopo le note vicende giudiziarie legate ai campi da tennis del College “Selva dei Pini”. L’andirivieni degli uomini dell’Arma è subito stato commentato da tutti, ma alcune delle versioni date dagli organi di stampa non sono piaciute né al Sindaco De Fusco né ai responsabili del settore personale, la Dirigente Carla Mariani, l’Assessore Cinzia Marinelli ed il presidente della Commissione del Personale Luigi Lupo, che le hanno reputato “false e tendenziose” decidendo di

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denunciare per calunnia l’autore del servizio e la testata di appartenenza. Quella che per il Comune di Pomezia ormai è diventata quasi una routine (l’acquisizione di documenti da parte delle Forze dell’Ordine), unita alle dichiarazioni di alcuni esponenti sindacali, hanno fatto mettere nero su bianco notizie che il Primo Cittadino ritiene errate. “Pomezia nel 2001 contava circa 41 mila abitanti. Dieci anni dopo ne ha più di 61 mila, ben 20 mila in più. Ognuno ha delle legittime aspettative sulla qualità e quantità dei servizi, ma per l’erogazione degli stessi serviva un aumento del personale. Basta pensare alla rapidità con cui a Pomezia si ottiene una carta d’identità, o alla sede distaccata della Polizia Municipale a Torvaianica, per capire come il personale in più sia stato impiegato per migliorare la qualità di vita di tutti gli abitanti”. Il Sindaco precisa che il Comune si è attenuto fedelmente a ciò che la normativa prevede in materia di dotazione organica, che ora contempla circa 200 dipendenti a tempo indeterminato e 107 a tempo determinato, oltre a 30 persone di staff. “In tutto ci sono circa 330 persone, contro le 460 previste. Stiamo perciò sotto organico di

130 unità”. Le critiche hanno colpito soprattutto il personale di staff, troppo e troppo pagato. “Innanzi tutto non esiste un limite di assunzioni del personale di staff. Dire che la legge ne prevede 11 è assolutamente falso. Noi abbiamo preso meno personale della precedente legislatura, dove lo staff arrivava a 41 unità. Ma la cosa grave è stata affermare che siano state fatte delle “spese pazze”. Ma non è con questa Giunta che si è data la carica di dirigente ad una persona di staff o maggiorazioni mensili ad personam tra il 50 ed il 70%. Noi riconosciamo maggiorazioni che vanno dal 20 al 50%, mentre con Zappalà queste arrivavano al 100%. E tornando al dirigente, che prendeva una base di 120 mila euro lordi l’anno, la maggiorazione porta ad una spesa di ben 240 mila euro per una sola persona, mentre noi utilizziamo la stessa cifra per retribuirne 7”. Le proteste arrivano, stavolta su più fronti, anche per l’indizione dei concorsi, ritenuti mera campagna elettorale se non peggio. “A fine anno scadono i contratti dei 107 dipendenti a tempo determinato, che vanno sostituiti. Abbiamo aggiunto 41 persone in più perché le riteniamo necessarie per migliorare. Mi sembra assurdo che ci sia qualcuno che faccia di tutto per impedire lo svolgimento dei concorsi, cercando di rallentare il nostro lavoro per far sì che non si rispettino i tempi massimi previsti dalla normativa. Qui ci sono persone che si stanno adoperando affinché non vengano creati nuovi posti di lavoro. Questo è assurdo”. Le contestazioni riguardano le modalità, perché sono stati pubblicati contemporaneamente i bandi di mobilità e di concorso. Lo dice anche il Ministero della Funzione Pubblica: il Vice Prefetto, la dott.ssa Cristina Pirro, ha infatti inviato una lettera nella quale si esprimono “perplessità sull’indizione di un pubblico concorso avvenuta da parte di codesto Comune contemporaneamente all’espletamento della procedura di mobilità volontaria”, visto che “le assunzioni effettuate in violazione di quanto previsto .. sono nulle di diritto”. “Posso assicurare che le procedure sono state seguite attenendoci fedelmente alle norme. La dottoressa dà una sua interpretazione, facendo riferimento ad una sentenza della Regione Emilia Romagna per il Comune di Rimini, che non aveva proprio fatto le procedure di mobilità. Cosa assolutamente diversa da quello che succede a Pomezia, dove il 22 ottobre è stata nominata la commissione per valutare le domande della mobilità, che ovviamente anticipa quelle il concorso. La contemporaneità degli avvisi non inficia quelle che sono le procedure che stiamo seguendo, che rientrano tutte abbondantemente nei termini di legge”. Oltre a fornire spiegazioni, De Fusco è passato ai fatti, dando mandato ai suoi legali di presentare degli espostidenunce verso coloro che hanno diffuso quelle che il Primo Cittadino reputa essere notizie false e fuorvianti per i cittadini “e che ledono non solo la mia immagine, ma anche quella di tutti coloro che hanno invece solo svolto correttamente il loro lavoro e verso coloro che hanno presentato domanda di partecipazione a questo concorso, riponendo in esso le loro speranze per un futuro lavorativo stabile”.


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STIPENDI ANCORA D’ORO? ABBIAMO CONFRONTATO I REDDITI DEI DIRIGENTI DELLO SCORSO ANNO CON QUELLI ATTUALI E SCOPERTO CHE... poco più di un anno di distanza dalla “scoperta” degli stipendi d’oro dei dirigenti pometini ed in piena bagarre tra i dipendenti e l’amministrazione comunale a causa dei mancati pagamenti dei premi di produttività per “esaurimento misterioso dell’apposito fondo”, siamo andati a vedere se, come era stato annunciato dalla stessa amministrazione, sia stato trovato il modo per ridurre quelle che sembravano vere e proprie esagerazioni, soprattutto se confrontate con le retribuzioni dei pari grado dei Comuni limitrofi e non solo. Per prima cosa abbiamo verificato sul sito del Comune di Pomezia, dove nella sezione trasparenza sono pubblicate le cifre percepite dai dirigenti: purtroppo per i cittadini - che avrebbero preferito far risparmiare qualcosa all’Ente pubblico – sono rimaste identiche a quelle dello scorso anno. Che si tratti di un file vecchio? Siamo andati a domandarlo direttamente al Segretario Generale, il dott. Angelo Scimè, che per inciso è colui che tiene testa alla classifica con i suoi 194.133.89 euro annui. Lordi, s’intende, ma pur sempre tanti per un Comune con le casse che fanno acqua da tutte le parti. “Questi stipendi, così come spiegato già nel 2009, sono frutto di accordi sindacali presi tra

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il Commissario Prefettizio ed i sindacati di categoria. All’epoca le condizioni economiche di Pomezia consentivano tali spese, all’interno delle quali bisogna considerare che sono inclusi, oltre all’importo tabellare, anche la posizione fissa, quella posizione variabile, l’indennità di risultato ed altre voci”. Ma qualsiasi siano le motivazioni, si tratta sempre di stipendi altissimi, a partire dal suo... “Il mio, che prima di questo accordo era nettamente inferiore, è stato ritoccato per obbligo, in quanto il compenso contrattuale del Segretario Comunale deve essere superiore a quello dei Dirigenti, che sono comunque dei sottoposti rispetto alla figura del Segretario. Si è poi parlato di scandalo, della vicenda hanno parlato tutti, ma nessuno ha sentito i diretti interessati”. Lo stiamo facendo ora: cosa ci dice? “Nessuno di noi ha mai avanzato pretese sugli stipendi. Il limite era stato fissato in base al budget a disposizione, e gli incrementi corrispondevano alle caratteristiche del Comune. C’era quindi una percentuale di aumento che si poteva concedere”. E voi vi siete concessi il massimo di questa percentua-

le? “No, una via di mezzo, intorno al 50%, 60%. Era comunque consono al fondo disponibile al momento”. Ma quei soldi non potevano essere utilizzati per qualcos’altro, viste le carenze del territorio? “No, erano vincolati a quella destinazione e non potevano avere nessun altro utilizzo, anche perché si veniva da un periodo di stasi, i contratti non venivano rivisti da circa 5 anni ed andavano pagati gli arretrati, mai percepiti. Con la contrattazione, giusta o sbagliata che fosse, è stato deciso di non avanzare rivendicazioni sugli arretrati e di inserire quelle cifre nel Fondo, facendo così arrivare, grazie alle indennità, gli stipendi alle cifre attuali” Adesso che le casse comunali sono in “rosso fisso” immaginiamo che il fondo sia esaurito e di conseguenza i vostri stipendi verranno tagliati come promesso... “Parto dal fatto che il contratto è già scaduto da due anni, in cui non ci sono quindi stati i normali aumenti. Quello che so è che, quando il contratto verrà rinnovato, lo sarà solo nella sua forma giuridica e non economica, il che significa che tutti i mancati incrementi tabellari sono già in effetti un decremento”. La spiegazione non ci convince, visto che si era parlato espressamente di riduzione degli stipendi per adeguarli alla crisi economica in atto. “I Dirigenti rinunceranno anche alle indennità di risultato, quindi alla fine una riduzione ci sarà”. Intanto quello che noi vediamo sono cifre completamente identiche da un anno all’altro, che siano poi prodotte dal solo stipendio o dalla somma di quest’ultimo con i premi, le indennità o quant’altro poco importa. Chiediamo quindi maggiori spiegazioni anche al Direttore Generale, o City Manager, del Comune, Gianluca Gerosa. “Io non considero gli stipendi come alti o bassi, ma come meritati o non meritati”. Partendo dal presupposto, che ovviamente non confermiamo, che queste cifre possano essere meritate, servono davvero tutti questi dirigenti o ne sarebbero bastati molto meno, magari accorpando qualche competenza? “Il numero necessario è quello che garantisce uno standard qualitativo dei servizi alto. Pomezia è cresciuta in modo esponenziale, e con essa anche le problematiche. Facendo un esempio, fino a qualche anno fa bastava un solo dirigente al settore demografico e personale. Adesso, con l’arrivo di almeno 6 mila stranieri regolari, è stato necessario dividere i due settori, perché le problematiche ed il lavoro conseguente sono aumentati. Il numero dei Dirigenti che Pomezia ha è quindi adeguato sia al numero degli abitanti che alla struttura del Comune stesso, che voglio ricordare essere tra quelli con il maggior numero di industrie ed aziende del Centro Italia. Io posso garantire che in una città come Pomezia i problemi e le tematiche da affrontare sono moltissime e tutte vengono affrontate con serietà e competenza, senza contare che la responsabilità giuridica degli atti prodotti ricade comunque su di loro. Le lamentele sugli stipendi, secondo me, possono essere fatte solo se gli standard qualitativi offerti ai cittadini non siano soddisfacenti”. Questo quindi non dobbiamo chiederlo qui dentro, ma fuori, nelle strade, ai cittadini, che invitiamo a dare un giudizio sul lavoro dei Dirigenti, che sarà pure impegnativo, ma che offre sicuramente anche tante soddisfazioni, perlomeno economiche... Maria Corrao

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HERLA ARRIVA LA CASSAINTEGRAZIONE I DIPENDENTI, CHE SPERANO DI RECUPERARE GLI STIPENDI NON PAGATI, PRESIDIANO SENZA SOSTA L’AZIENDA IN ATTESA DELLA CONCILIAZIONE otto il segno dell’attesa. E’ questa l’attuale attività che caratterizza i lavoratori della Herla, il call center di Pomezia che gestisce in outsorcing commesse per diverse società, che ormai da più di un mese protestano perché l’azienda non paga gli stipendi ai dipendenti ormai da un anno. Le ultime novità, scaturite dall’incontro che si è svolto il 28 ottobre nella sede della Regione Lazio, riguardano la possibilità di una cassa integrazione in deroga, richiesta dalla stessa Herla. L’incontro, a cui erano presenti l’assessore Mariella Zezza, il Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL – ricordiamo Gianni Leonetti e Dino Oggiano (SLC) per la CGIL e Mauro Pollini (UILCOM) e Stefano Farisato per la UIL - è iniziato con quasi due ore di ritardo, facendo temere ai lavoratori che non si sarebbe mai tenuto a causa dell’assenza dei rappresentanti della società. Ma alla fine ci si è seduti al tavolo delle trattative e, dopo tre ore e mezza di discussione, si è arrivati ad una prima conclusione: la Herla provvederà al pagamento delle retribuzioni attraverso la conciliazione concordata con la Direzione Provinciale del Lavoro ma, date le difficoltà economiche in cui versa, ha fatto richiesta alla Regione ed all’INPS per il ricorso alla cassa integrazione in deroga. Per questo punto l’assessore regionale al Lavoro

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Mariella Zezza ha dato nuovamente appuntamento alle parti per il 3 novembre per la firma, mentre per quanto riguarda i pagamenti la situazione è più complessa, perché la società ha detto che riconoscerà gli stipendi arretrati agli “aventi diritto”. Ma chi ne ha diritto, visto che da febbraio nessuno ha mai ricevuto una busta paga o quantomeno una sorta di documentazione che attesti il lavoro svolto? Tutti coloro che prestano o hanno prestato la loro opera nel call center vogliono giustamente che venga riconosciuta la retribuzione pattuita, ma la strada sembra non priva di ostacoli. La società, infatti, il giorno prima aveva mancato l’appuntamento fissato dagli Ispettori della Direzione Provinciale del Lavoro per iniziare una conciliazione monocratica attraverso la quale si sarebbero stabilite singolarmente le modalità di recupero degli stipendi non pagati. L’assenza del legale che avrebbe dovuto portare avanti le trattative ha fatto infuriare ancora di più gli operatori telefonici, che hanno anche pensato ad un’azione eclatante come bloccare la Pontina. Ma la notizia che la DLP era riuscita a fissare un nuovo appuntamento, questa volta direttamente presso i suoi uffici, per il 2 novembre ha fatto ritornare la calma. L’accordo che gli Ispettori della Direzione Provinciale del Lavoro era riuscita a spuntare durante

un confronto “faccia a faccia” con Marco Vilone, l’avvocato che rappresenta l’azienda, prevedeva che, a partire dal 27 Ottobre, l’azienda avrebbe incontrato singolarmente i lavoratori trovare una soluzione personalizzata. In pratica, ogni lavoratore – sia attualmente in servizio che in malattia, aspettativa o maternità – avrebbe dovuto discutere con la società della propria posizione: l’azienda doveva fare una proposta economica individuale, che il lavoratore sarebbe stato libero di accettare o meno, sapendo già in partenza che l’importo che la Herla avrebbe potuto offrire non avrebbe coperto l’intero pregresso, ma scirca il 50%, oltretutto suddiviso in 5 rate: la prima al momento dell’accettazione della proposta e le altre a scadenza mensile. “Ed è proprio questo che ci preoccupa – sostiene Raffaella a nome dei 34 lavoratori che presidiano la sede giorno e notte – l’esperienza vissuta con l’azienda ci fa temere che, pagata la prima rata, “dimentichi” le altre, lasciandoci di nuovo a bocca asciutta. E’ quello che ha sempre fatto, è il motivo per cui ci troviamo adesso in questa condizione: pagamenti sempre rimandati, spezzettati, mancati. Quindi continueremo in ogni caso il presidio fino al termine dei pagamenti”. In pratica resterete qui altri 4 mesi... “Sì, non ci muoveremo finché non ci verrà dato quanto ci spetta di diritto, feste comprese. Noi non vogliamo nulla che non ci competa, ma solo il frutto del nostro lavoro. Un lavoro logorante, che solo chi non ha mai prestato la sua opera in un call center può capire”. I lavoratori hanno accolto bene la notizia degli ammortizzatori sociali. “Al momento – continua Raffaella – noi risultiamo in servizio, anche se non stiamo lavorando: non abbiamo mai ricevuto né una lettera di licenziamento né altre comunicazioni in merito. Da un giorno all’altro ci siamo ritrovati con le porte degli uffici chiuse e nell’impossibilità di svolgere i nostri compiti, ma per noi il rapporto di lavoro non si è mai interrotto, quindi vorremmo che ci venissero riconosciuti anche gli stipendi di settembre ed ottobre, che sono al di fuori delle trattative in corso, e che si definisca il nostro futuro. La cassa integrazione è quindi già una buona notizia, perché trovarsi da un momento all’altro senza nessuna certezza e senza speranze per il futuro immediato non è certo piacevole”. Soddisfatti dell’incontro svoltosi in Regione anche i sindacati, che terranno comunque sotto controllo la situazione anche per quanto riguarda tutti quei lavoratori licenziati “per giusta causa”, per i quali viene suggerita una vertenza sindacale. Inoltre, se non verranno riconosciuti loro i pagamenti degli arretrati, sarà fatta un’ingiunzione di pagamento nei confronti della società, con relativa causa civile.

L’INCOMPRENSIBILE Una delle cose più brutte di questa vicenda è stata vedere, il 28 ottobre, la protesta dei lavoratori attualmente in servizio che si svolgeva all’interno del cortile dell’azienda, mentre quella dei lavoratori che attualmente non prestano la loro opera al di fuori. L’unione per la stessa causa è stata spezzata da un cancello rimasto ostinatamente chiuso.


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HERLA: LA STORIA La protesta è iniziata il 3 ottobre, con i 34 lavoratori attualmente in servizio alla Herla che, arrivati davanti allo stabile che ospita gli uffici, hanno trovato le porte chiuse. Appena capito il significato di questa chiusura, i dipendenti sono saliti sul tetto, minacciando azioni estreme. L’intervento delle Forze dell’Ordine ha convinto l’azienda ad inviare il suo legale, ma, tra promesse e minacce, l’unico traguardo ottenuto è stato il pagamento di un acconto di 900 euro, nulla in con-

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fronto ai 12 stipendi che i lavoratori non hanno ancora ricevuto. Alla vicenda si sono interessati i sindacati. La GCIL ha preso in mano la situazione organizzando e sollecitando gli incontri tra le parti in presenza delle istituzioni, come amministrazione comunale, provinciale e regionale, oltre al Prefetto di Roma e all’Ispettorato del Lavoro. Alla protesta iniziale, dopo qualche giorno, si sarebbero voluti unire tutti quei lavoratori, circa 60, che al momento non prestano servizio in quanto in malattia, maternità o aspettativa, ma non sono stati fatti entrare, così come non sono rientrati nella trattativa che ha portato al pagamento dei 900 euro. E’ quindi intervenuta la UIL, che ha deci-

so di rappresentare questa parte di lavoratori, i quali, non riuscendo a trovare un accordo con i colleghi, hanno deciso di fare un sit in di protesta pacifica davanti all’azienda proprio per il 28 Ottobre, nell’orario in cui le parti in causa si incontravano nella sede della Regione Lazio. Ma chi ha ragione? Da una parte i 34 dipendenti sostengono che sia troppo comodo presentarsi solo al momento di battere cassa, dimenticando la latitanza dei mesi precedenti, dall’altra i 60 lavoratori ricordano che anche a loro non sono stati pagati gli stipendi e che, tutti insieme, si potrebbero ottenere risultati migliori. Di certo la divisione va a tutto vantaggio dell’azienda.

SACRIFICI? LI FACESSERO I CITTADINI... I PARLAMENTARI PREDICANO BENE E RAZZOLANO MALE: MENTRE SI FANNO TAGLI AI SERVIZI, SI CONSERVANO I LORO PRIVILEGI e notizie arrivate nei giorni scorsi dal mondo della politica a livello nazionale hanno lasciato incredule ed indignate molte persone: se da una parte il Governo chiede ai cittadini sacrifici nell’interesse della Nazione, dall’altra si nota che l’interesse è più che altro personale. Partiamo da un emendamento presentato alla Camera il 21 settembre dall’on. Antonio Borghese, che per conto del suo partito, l’IDV, chiedeva l’abolizione uno dei maggiori privilegi della cosiddetta “casta”, ossia il vitalizio che i parlamentari ricevono dopo appena 5 anni di legislatura. Borghese nel suo intervento affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto per i lavoratori “normali”, che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione. Si tratta di una notizia “vecchia”, ma che non ha trovato risalto tra i media nazionali (chissà perché) e della quale vale la pena parlare perché riguarda tutti noi. Di seguito riportiamo il testo della discussione e la votazione che – chissà come – ha bocciato la proposta. “Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in

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Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata. Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno”.

ED ECCO COME È ANDATA LA VOTAZIONE: Presenti 525 - Votanti 520 - Astenuti 5 Maggioranza 261 Hanno votato sì 22 Hanno votato no 498 I 22 che hanno votato a favore dell’emendamento sono: Barbato, Borghesi, Cambursano, Di Giuseppe, Di Pietro, Di Stanislao, Donadi, Evangelisti, Favia,

Formisano, Aniello, Messina, Monai, Mura, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Razzi, Rota, Scilipoti e Zazzera. Tutti gli altri hanno preferito tenersi ben stretti i loro privilegi, alla faccia di chi, dopo 40 anni di lavoro, prende una pensione di 700 euro al mese, senza contare che, con i 150 milioni di euro l’anno qualche servizio in più o qualche tasse in meno ci potevano pure scappare… Passando ad altri privilegi, spicca anche l’approvazione, con 15 voti a favore e 7 contrari, da parte della Commissione Affari Costituzionali l’emendamento del PDL al lodo Alfano che sancisce la retroattività delle norme contenute nel provvedimento per i processi che riguardano il Presidente del Consiglio ed il Presidente della Repubblica. L’emendamento, presentato dal presidente della Commissione Giustizia, Carlo Vizzini, prevede che “i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare”. La norma è stata fortemente osteggiata dall’opposizione, che ha gridato al “mostro giuridico”, ma intanto è passata, grazie ai voti, oltre che del PDL e della Lega, anche dei finiani e dell’Mpa. Non vogliamo entrare nella discussione tra maggioranza e opposizione, né dare giudizi sull’emendamento, che comunque favorisce in maniera spudorata un singolo cittadino che, qualora infranga la legge e debba essere giudicato per questo, se diventa Presidente del Consiglio o della Repubblica vede sospeso ogni processo a suo carico per tutta la durata del mandato (e se i mandati sono più di uno, magari passando da una carica all’altra? Alla fine dei mandati “il cittadino” potrebbe essere talmente in là con gli anni che qualsiasi processo lo lascerebbe indifferente)

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NOTTI VIOLENTE

DUE TENTATI OMICIDI IN 24 ORE, FURTI E SPACCIO DI DROGA: COSA STA SUCCEDENDO? aura a Tor San Lorenzo. La criminalità ha fatto un “salto di qualità” ed è passata dal piccolo spaccio di sostanze stupefacenti ai tentativi di omicidio finalizzati al controllo del grande mercato della droga. Le notti di violenza si sono concentrate nel tristemente noto complesso residenziale de “Le Salzare”, tra il 21 ed il 22 ottobre: nell’arco di sole 24 ore ci sono infatti stati una brutale rapina e due tentati omicidi. Il primo crimine vede coinvolte tre persone, due marocchini ed una donna italiana. Uno dei due nordafricani, il trentunenne H.A., in compagnia di una quarantacinquenne di Ardea, ha aggredito a scopo di rapina un suo connazionale, colpendolo violentemente alla testa presumibilmente con il calcio di una pistola. Il trentunenne voleva sottrarre alla vittima droga e denaro che sapeva essere in suo possesso. Attirati dal trambusto, alcuni vicini hanno chiamato le Forze dell’’Ordine, che – prontamente intervenute – hanno soccorso l’uomo, ormai in fin di vita. I medici del 118 hanno portato il ferito alla clinica Sant’Anna di Pomezia, dove le gravissime condizioni hanno reso necessario il trasferimento all’ospedale S. Camillo di Roma, per essere operato urgentemente. Dichiarato fuori pericolo, l’uomo è comunque tutt’ora in prognosi riservata. Le indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Anzio, guidati dal Maggiore Emanuele

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Gaeta, che ha fatto ricorso anche agli uomini delle Stazioni di Ardea e Tor San Lorenzo, hanno portato nel giro di poche ore al magrebino ed alla sua compagna. I due sono stati perquisiti, così come l’abitazione dell’uomo, dove sono stati trovati tre panetti di Hashish del peso di circa 160 grammi probabilmente sottratti, insieme a diverso denaro contante, al connazionale rapinato poco prima. Nell’appartamento sono stati trovati inoltre tutti gli strumenti necessari per la preparazione ed il confezionamento della droga. L’accusa per entrambi è di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre per il marocchino grava anche quella di tentato omicidio. A poche ore di distanza, E.M.Y., un marocchino ventunenne, ha tentato di uccidere un suo connazionale di 22 anni. Erano le 2:30 di notte quando tra i nordafricani, che si trovavano sulla strada antistante le abitazioni del complesso “Le Salzare”, è scoppiata una violenta lite, molto probabilmente a causa di una partita di droga che i due, rappresentati di bande diverse, si stavano contendendo. Il ventunenne, nel culmine della discussione, ha rotto una bottiglia di birra che si trovava per terra e, con il vetro aguzzo, ha tagliato violentemente la gola all’avversario, provocandogli un taglio lungo e profondo. Solo il pronto intervento dei medici del 118, chiamati da alcune persone presenti nonostante l’ora,

gli ha salvato la vita: il colpo inflitto aveva infatti provocato una ferita proprio all’altezza della carotide. Il giovane è stato portato immediatamente alla clinica di Sant’Anna di Pomezia, dove la profonda ferita da taglio al collo gli è stata chiusa con 40 punti di sutura. Il marocchino è stato giudicato guaribile in circa 30 giorni, salvo complicazioni. Nel frattempo i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Anzio, tramite la Stazione di Marina di Tor San Lorenzo ed il nucleo operativo svolgevano le prime indagini, interrogando i presenti e facendo rilievi sul luogo del tentato omicidio. Grazie alle prove raccolte dagli investigatori, che sono riusciti a far emergere la verità tramite le testimonianze, i riconoscimenti fotografici e le tracce ematiche trovate sulla bottiglia rotta e sugli indumenti ritrovati poco distante - occultati nel tentativo di non farsi scoprire – sono riusciti a risalire al colpevole, che è stato tratto in arresto con l’accusa di tentato omicidio. I sospetti si erano inizialmente concentrati su alcuni marocchini, portati in Caserma per essere ascoltati, ma grazie agli elementi raccolti per gli investigatori è stato relativamente facile arrivare al ventunenne. Il giovane, dopo l’identificazione ed i consueti rilievi, è stato messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Velletri, in attesa di processo. Il tentato omicidio segue di sole 24 ore quello precedente. In entrambi i casi il pronto intervento delle forze dell’ordine ha consentito l’identificazione e l’arresto dei malviventi, ma non si può negare che la situazione a Tor San Lorenzo abbia ormai raggiunto dei limiti inaccettabili per la popolazione, che ormai teme il peggio in qualsiasi momento. Lo stato di allerta ha convinto i Carabinieri della Compagnia di Anzio a fare un altro controllo alle Salzare all’alba della mattina successiva: durante l’ennesimo blitz sono stati controllati decine di stranieri e tre di essi sono stati condotti in Caserma per ulteriori accertamenti. Quello che in molti temono è che in questi giorni ci sia in ballo una grossa partita di sostanze stupefacenti, che ha provocato una specie di faida interna tra bande criminali, formate da nordafricani – in prevalenza marocchini – che per prevalere non disdegnano di arrivare anche ai reati più gravi. L’impressione è infatti che i due tentativi di omicidio commessi in due notti consecutive possano essere legate da un unico movente, che di certo non è quello passionale. Ma su questo le Forze dell’Ordine, coordinate dal sostituto procuratore di Velletri Giuseppe Strangio, non si sbilanciano. “Ci sono indagini in corso. E’ ovvio che stiamo seguendo delle piste ben precise, ma di più non possiamo dire”, è il commento che viene da Anzio, dove il Maggiore Gaeta può comunque vantarsi di un primato: in due anni di servizio nella zona da lui coperta ci sono stati 13 episodi tra omicidi e tentati omicidi e per tutti il colpevole è stato trovato nell’arco di poche ore. Un record di risultato, dovuto sia alla conoscenza del tessuto sociale e del territorio, sia a circostanze fortunate, come alla tecnica di investigazione adottata. Ma questo record, se da una parte ci rassicura sull’efficienza degli investigatori, dall’altra ci dà la certezza che il nostro non è più un posto tranquillo.


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IL SERPENTONE Quello de “Le Salzare”, il complesso residenziale di via Ancona, a Tor San Lorenzo è un luogo senza pace dal momento della sua costruzione, dal momento che ben tre delle sette palazzine che formano il “Serpentone” sono realizzate su terreno con vincolo archeologico e quindi abusive. Le altre quattro sono invece regolari e per queste il Comune di Ardea sta cercando una soluzione che metta al riparo i proprietari che hanno acquistato gli appartamenti. Esiste quindi una netta divisione all’interno del complesso: da una parte le palazzine, a rischio demolizione in quanto abusive, occupate illegalmente da extracomunitari di diverse etnie, da criminali stranieri ed italiani che lo hanno trasformato in una zona franca del territorio, dove spaccio di droga,

violenza e prostituzione sono all’ordine del giorno. Dall’altra, i “regolari”, vittime del fallimento della società che ha costruito l’immobile, che si trovano a vivere in una situazione di pericolo costante, nonostante il susseguirsi quasi quotidiano dei controlli delle forze dell’ordine, che purtroppo non bastano a sanare questa situazione che andrebbe invece risolta in modo molto più drastico. “Le palazzine A, B e C – ha affermato Carlo Eufemi - andrebbero solo demolite, sono abusive e non sanabili. Sgomberare non basta, serve un intervento radicale e per questo cerchiamo il sostegno delle autorità superiori, dal momento che per farlo occorre affrontare dei costi che il Comune da solo non Alfredo Corrao può permettersi”.

I NUMERI DEL CRIMINE

E A POMEZIA?

La media arriva quasi a due arresti al giorno nell’intero territorio di competenza. Nel giro di un mese i Carabinieri della Compagnia di Anzio hanno arrestato, nella sola Tor San Lorenzo, più di quaranta persone. La maggior parte di queste sono straniere, con prevalenza di marocchini e rumeni. I crimini commessi sono prevalentemente legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, ma sono frequenti anche le evasioni dagli arresti domiciliari e le rapine, passando anche da un tentativo di stupro. Carabinieri e Polizia Municipale quotidianamente effettuano controlli in tutto il Comune di Ardea, con maggiore attenzione per i due luoghi “caldi” per eccellenza, “Le Salzare” e “Le Torri”. Centinaia le autovetture e le persone controllate ed identificate ogni settimana, soprattutto nel week end e nella notte. Ma sembra che tutto questo non basti: i criminali sono sempre di più rispetto a chi deve controllare un territorio troppo vasto per non dare la possibilità di rifugio a coloro preferiscono stare, ed agire, nell’ombra.

Anche nel territorio pometino gli arresti sono frequenti, ma la media è più bassa rispetto a quella di Ardea e la tipologia di crimine meno violenta. Lo spaccio di droga è il reato più frequente, seguito da furti e risse, specialmente tra ubriachi, spesso di nazionalità rumena. Si registrano numerosi casi di mancato rispetto delle regole di permanenza nello Stato italiano (stranieri clandestini), legati anche al mondo della prostituzione. Vengono poi le rapine ed i furti, soprattutto negli appartamenti di Martin Pescatore e di Torvaianica, oltre che nei negozi dell’outlet di Castel Romano e nei supermercati. La maggior parte di questi vengono compiuti da Rom. Sembrano invece essere diminuiti rispetto al passato i furti di automobili, mentre resta elevato lo scasso ed il danneggiamento delle stesse, magari per rubare quello che si trova all’interno dell’auto incustodita.

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Cronaca

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CAPITALE

METROPOLITANA CHE RUOLO PER ARDEA E POMEZIA? PRESENTATO IN PROVINCIA IL RAPPORTO DI STUDIO SULLA CONDIZIONE SOCIALE, ECONOMICA E TERRITORIALE entre da Roma si scappa, nella cintura metropolitana si trova rifugio. E’ questo il risultato del rapporto di studio sulla condizione sociale, economica e territoriale emerso dall’incontro “Capitale Metropolitana. Periferie Comuni: presentazione del rapporto di studio sulla condizione sociale, economica e territoriale”, che si è svolto il 14 ottobre a Palazzo Valentini grazie ad un’iniziativa promossa dalla Provincia di Roma. Il risultato che più dà all’occhio e che più ci riguarda è che i Comuni che hanno avuto una crescita demografica maggiore siano proprio Ardea e Pomezia. La media dell’incremento degli abitanti dell’intera Provincia è stato del 12,2%, ma il dato è assolutamente non indicativo della realtà: nella “prima cintura”, ovvero nei Comuni a ridosso della Capitale, la percentuale si alza al 22,4 mentre nei punti più distanti è ferma al 8,9%. Ad Ardea il dato è esponenzialmente più alto, visto che la crescita demografica dal 1991 al 2006 è stata del 267%: si è infatti passati da 15 mila a 42 mila abitanti in soli 15 anni. Pomezia, anche se in maniera leggermente inferiore, ha seguito lo stesso trend, con un aumento che ha portato la popolazione dai 41 mila abitanti del 2001 ai quasi 62 mila del 2009: 20 mila in più in soli 8 anni. Il problema, però, non è nei numeri, ma nelle carenze: la crescita dei residenti, infatti, non è stata corrisposta da un adeguato aumento dei servizi, anche a causa dei finanziamenti statali di cui i due Comuni possono usufruire: solo 46 euro ad abitante, contro i 150 di Albano (notevolmente più piccolo

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rispetto a Pomezia ed Ardea) e di moltissimi altri Comuni dell’hinterland romano. Questo perché lo Stato utilizza ancora come parametro le tabelle risalenti al 1984, quando i numeri erano completamente diversi. Le amministrazioni – senza voler dare giustificazione alcuna – devono quindi fare i “salti mortali” per poter garantire quel minimo di servizi che altrove vengono erogati senza affanni economici di sorta. Cultura, svago e aggregazione sociale, sanità, trasporti e scuole sono i servizi che mancano di più. Tra gli esiti della ricerca anche la mancanza di spazi pubblici come le piazze. Nel complesso, infatti, nei Comuni di prima cintura si contano 0,8% per ogni 1.000 abitanti. Altra carenza è l’accessibilità e la velocità di connessione alla rete Internet: le infrastrutture telematiche sono ancora inadeguate a soddisfare la domanda e, secondo il rapporto, “rappresentano un freno alle potenzialità di sviluppo del territorio”. Ma una delle note più dolenti per i due Comuni pontini è sicuramente quella che riguarda la mobilità, visto che il 40,2% delle persone intervistate e’ costretto a recarsi quotidianamente nella Capitale per raggiungere il proprio posto di lavoro. Il dato e’ ancora più marcato (53,6% del totale) tra gli studenti delle scuole superiori e universitari. Il pendolarismo su Roma e’ particolarmente accentuato tra i componenti delle famiglie di recente insediamento, che da noi sono la maggior parte. Calcolati tutti i disagi, perché sempre più persone si spostano nei nostri Comuni? Le ragioni sono tante, prima fra tutte i costi delle case,

sia in acquisto che in affitto. Incide anche la vicinanza del mare, la buona qualità dell’aria e la dimensione più umana rispetto alla grande metropoli. Purtroppo c’è da indicare anche un altro motivo: Pomezia e ancor di più Ardea hanno dei territori vastissimi, spesso difficilmente controllabili da Forze dell’Ordine ed Autorità. Aggiungendo che in nessuno dei due Comuni è presente un Commissariato di Polizia, si crea un’attrattiva fortissima per immigrati irregolari, pregiudicati italiani e stranieri, microcriminali e bande di spacciatori di droga, che trovano la possibilità di passare inosservati e di nascondersi meglio rispetto ad altre zone, dove il rapporto tra Forze di Polizia ed abitanti è senz’altro migliore. Tornando ai dati emersi alla Provincia, ci si chiede se ci sono soluzioni. Nell’immediato ovviamente no. E’ inutile sperare che con un colpo di bacchetta magica tutti i problemi possano essere risolti, ma è obbligatorio fare al più presto qualcosa, pensando bene a quello che si fa, come spiega lo stesso Presidente Zingaretti. “C’è stata un’esplosione di residenzialità senza servizi con un eccesso di mobilità di fronte alla quale occorre investire. Si deve puntate al trasporto su ferro e ad una mobilità più efficace. E poi dobbiamo esaltare la vocazione dei territori perché l’economia si trova sui territori ma spesso non viene utilizzata. Lo sviluppo demografico ha distrutto i paesaggi ed i territori. Dobbiamo invertire la tendenza: l’economia cresce se rilanciamo le vocazioni turistiche, archeologiche ed enogastronomiche, una ricchezza molto diffusa che spesso non e’ conosciuta”. Sembra la fotografia di Pomezia ed Ardea, dove questi elementi sono tutti presenti. Alfredo Corrao


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LA CURA EUFEMI

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l Sindaco di Ardea Carlo Eufemi, presente alla conferenza, ha snocciolato dati e proposte. “Nonostante l’aumento demografico i fondi statali per il nostro Comune sono rimasti fermi a prima degli anni ‘90, come se avessimo lo stesso numero di abitanti: in pratica, l’assistenza delle Istituzioni nella fornitura dei servizi al cittadino da noi è pari allo zero, mentre l’amministrazione locale deve trovare il modo di arrangiarsi come può, oltre che “difendersi” dagli attacchi esterni: siamo anche costretti assolvere a molti bisogni della Capitale, visto che nel periodo estivo e nei fine settimana sopperiamo ai bisogni di migliaia di persone che da Roma si spostano sul nostro territorio”. Su questo Eufemi la pensa come il Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco. “Le scelte fatte dalla Capitale ci hanno visto solo subire, basti pensare a quelle ambientali, con l’ipotesi di realizzazione dell’inceneritore di Albano, o alla forte presenza di campi nomadi al confine comunale di Roma”. Ma se

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CHI ASPETTA IL TRENO RICHIESTI A TRENITALIA MAGGIORI CONVOGLI E PIÙ CARROZZE n attesa di nuove possibilità di trasporto, come la metropolitana leggera – di cui si parla ormai da quarant’anni – o i collegamenti via mare, i quattro sindaci dei Comuni di Pomezia, Anzio, Nettuno ed Aprilia stanno tentando di convincere Trenitalia a venire incontro alle esigenze dei pendolari, che viaggiano – soprattutto nelle ore di punta – in condizioni davvero disagevoli nella tratta Roma – Nettuno. L’11 Ottobre, in conseguenza al primo confronto avvenuto il mese precedente ad Aprilia, si è infatti svolto un importante incon-

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tro in Regione, al quale hanno partecipato tutte le parti in causa. I quattro rappresentanti delle amministrazioni locali – De Fusco (Pomezia), Bruschini (Anzio), D’Alessio (Aprilia) e l’assessore Bianchi (Nettuno) – dei territori interessati al passaggio della linea ferroviaria Roma-Nettuno sono stati ricevuti dall’Assessore regionale ai Trasporti e mobilità Francesco Lollobrigida, che ha accolto la “richiesta d’aiuto” partita proprio dai primi cittadini in prima fila per trovare rimedio ai quotidiani disagi dei pendolari. Una risposta è arrivata diret-

su alcuni temi è impossibile intervenire, il Primo Cittadino ha le idee chiare riguardo alla mobilità: “Si discute solo della Super Pontina, ma non penso che possa essere questa la soluzione ai problemi di collegamento con Roma. Io punterei su una mobilità sostenibile, che si basi innanzi tutto sul progetto di una metropolitana leggera che colleghi Ardea e Pomezia con l’Eur, ma lancerei anche l’idea di una sorta di “superstrada del mare” che colleghi tutti i Comuni costieri della Provincia romana attraverso collegamenti lungo il litorale, con una serie di battelli che potrebbero percorrere la tratta Anzio-Civitavecchia”. Ed è su questo che Eufemi vuole porre l’attenzione sia dell’amministrazione rutula che delle più alte Istituzioni. Per farlo, sta partendo da via Garibaldi una campagna di mobilitazione a tutto campo, per cercare sostegno al fine di arrivare ad una mobilità adeguata alle reali esigenze della popolazione. A.C.

tamente da Trenitalia, presente all’incontro con un rappresentante, promettendo che a breve arriverà l’ottava carrozza per le corse più ‘affollate’ della linea, ma dimenticando che a volte nei treni manca anche la settima, di carrozza, cosa che provoca ancora più disagi di sovraffollamento. Durante l’incontro Trenitalia ha inoltre garantito che entro la fine del 2011 arriveranno 75 nuovi treni per tutto il Lazio – e quindi anche per la tratta Nettuno-Roma – in sostituzione di quelli attuali, ormai obsoleti. Sarà impegno dell’assessore regionale – così come lui stesso ha assicurato – affiancare i Sindaci e ‘pretendere’ una buona parte dei nuovi treni sulle linee più in sofferenza, e tra queste senza ombra di dubbio proprio quella che interessa pometini ed ardiesi. Una “promessa” che questa volta ci si augura possa essere mantenuta. “Ricordo – ha detto il Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco – che qualche anno fu sottoscritto un protocollo d’intesa tra Regione e Trenitalia proprio per l’arrivo di nuovi convogli in occasione dell’entrata in funzione dell’alta velocità. Parole però rimaste ad ora su carta”. “Vogliamo – hanno dichiarato all’unisono i Sindaci – uscire da qui dando risposte concrete ai nostri cittadini”. E forse questa volta un primo passo concreto è stato fatto. L’occasione è stata buona, inoltre, per esporre le esigenze di ciascun territorio. Per Pomezia, De Fusco ha posto l’attenzione sulla questione sicurezza, essendo la stazione di Santa Palomba distante dal centro cittadino. “I nostri pendolari salgono su treni che arrivano già zeppi – ha detto il Sindaco – quindi senza dubbio l’opportunità di avere carrozze in più è già una prima risposta. Ma per la nostra stazione i problemi sono anche altri, primo tra tutti quello legato alla sicurezza. Per questo chiedo ufficialmente a Trenitalia che il Comune di Pomezia abbia la possibilità di gestire direttamente la stazione, così da poter prevedere un servizio di vigilanza e pulizia quotidiana”. Il Comune, che dal canto suo ha già investito realizzando nel tempo parcheggi per i pendolari, ha anche chiesto nuovamente la realizzazione del sottopasso, che consentirebbe ai passeggeri di arrivare alla stazione senza dover passare da strade pericolose o, peggio ancora, attraversando i binari. Luca Mugnaioli

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Campo Jemini

UN QUARTIERE CHE SI RINNOVA OLTRE AL NUOVO COMITATO ANCHE UN NUOVO NOME AL QUARTIERE? DECIDERÀ VENERE... l 17 Ottobre scorso si sono svolte, presso la piazza del quartiere pometino, le elezioni per il rinnovo del Comitato di Quartiere Campo Jemini, giunto al termine del mandato; il seggio, rimasto aperto per tutta la giornata, ha registrato una notevole affluenza, ben oltre i risultati sperati. L’elettore poteva indicare fino a tre preferenze all’interno di una lista di 19 candidati, per andare a comporre l’organigramma definitivo di undici membri, in sostituzione a quello uscente. Al termine della votazione lo spoglio dei voti che ha decretato la vittoria dei seguenti nominativi: Battistelli, Boazzelli, Carcangiu, Colonna B., Colonna I., Di Vivona, Frillocchi, Patti, Pavone, Pennazzi, Specchio. I neo eletti, ovviamente soddisfatti, si sono dati appuntamento alla prima riunione ufficiale dove verranno discusse e votate le cariche da assegnare, completando così l’iter burocratico; dopo questa assemblea l’organo sarà considerato operativo. Ma il Comitato probabilmente non sarà l’unica cosa a cambiare nei prossimi mesi, perché la zona sta vivendo un momento davvero particolare: è stata presentata infatti al Comune la richiesta di cambiare addirittura la

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denominazione del quartiere in “Campo Venere”, alla luce di una preziosa scoperta archeologica, che vede nel British Museum di Londra un piccolo pezzo di questo territorio. Si tratta di una statua, più precisamente una “Venere” in marmo bianco, ritrovata nell’attuale

Via Siviglia circa due secoli fa, che ha poi intrapreso un viaggio senza ritorno verso la celebre galleria anglosassone, dove è esposta ancora oggi. La notizia è emersa in seguito alle pubblicazioni, di qualche tempo fa, del professor Antonio Sessa ed ha subito fatto il giro della popolazione suscitando più che altro stupore e meraviglia. Ma questa storia, purtroppo, non è soltanto rose e fiori: alcune indiscrezioni, infatti, riportate da un’altra testata giornalistica locale, sembrerebbero dar torto a tale ricostruzione storica sostenendo invece che mai Campo Jemini avesse avuto un altro nome e che, quando si parla del termine “Iemini”, esso sarebbe riferito ai gemelli più famosi della storia - Romolo e Remo - e non al quartiere omonimo. Invenzione? Verità? Una via di mezzo? Ulteriori indagini e approfondimenti ci daranno risposte più chiare. Per il momento la questione rimane con un bel punto interrogativo e probabilmente sarà oggetto di discussione anche nelle prossime riunioni. Insomma tante novità all’orizzonte per il neonato Comitato, che avrà il compito di gestirle al meglio per permettere a Campo Jemini di crescere ancora. Luca Mugnaioli

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Colle Fiorito

UN ISOLA QUASI FELICE SERVIZI E TRANQUILLITÀ, ALTRO CHE QUARTIERE POPOLARE!

’ nato come uno dei primo quartieri di quelle che una volta erano chiamate semplicemente “case popolari”, isolato dal resto del paese, circondato da prati che, per raggiungere il centro, si attraversavano tra l’erba alta, per “fare prima”. Adesso, a distanza di trent’anni, Colle Fiorito è al centro di Pomezia, che è cresciuta intorno a questi nove palazzoni dall’aria un po’ dismessa, che nascondono invece appartamenti grandi e spaziosi. E, a distanza di trent’anni, le problematiche si sono mantenute più o meno le stesse. Ne parliamo con Luigi Giuliani, che per tutti questi anni ha fatto parte del Comitato di Quartiere. Già, perché questa piccola realtà – parliamo di 148 famiglie raggruppate in pochi ettari di terreno, sempre le stesse persone – si è subito accorta che, per far sentire la propria voce, è meglio essere in tanti. Ma come si vive in un quartiere “popolare”? “Bene – commenta Giuliani – almeno qui, soprattutto confrontandoci con le altre realtà simili alla nostra, è un posto tranquillo, che con il tempo ha raggiunto certe comodità, come la vicinanza con un supermercato, un bar ed altri negozi. Tutti servizi, peraltro privati, che si danno troppo spesso per scontati, ma che noi prima non avevamo, pur essendo in linea d’aria vicinissimi alla piazza centrale”. Sotto questo punto di vista quindi le cose sono migliorate. Ma cosa è rimasto uguale al passato, allora? “L’abusivismo. Sono anni che gli occupanti abusivi, che qui contano circa una cinquantina di famiglie, tentano di mettersi in regola, cercando di approfittare delle varie sanatorie fatte nel corso degli anni. Peccato che abbiamo trovato sempre degli impedimenti di tipo burocratico. Nel 2006, anno dell’ultima sanatoria, tutti gli irregolari hanno fatto

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domanda di sanatoria che, per competenza, doveva essere gestita dall’amministrazione comunale, la quale doveva analizzare, attraverso una commissione appositamente nominata, i redditi dei richiedenti per verificare se rientravano nei parametri degli aventi diritto e per stabilire il canone di locazione. Peccato che, da quattro anni, le domande giacciano ancora in qualche cassetto, di cui forse si è persa la chiave, perché non si è saputo più nulla. Questo provoca un doppio danno: ai richiedenti, che non hanno la sicurezza dell’alloggio per il futuro, e agli assegnatari, che dovono sobbarcarsi le spese anche di chi non è in regola. Senza contare che, quando non sai per quanto tempo ancora avrai la possibilità di vivere in quella casa, è normale che non hai nemmeno la voglia di spendere denaro per la manutenzione, andando così a discapito di tutto il resto del condominio”. Anche l’Ater ha le sue responsabilità, perché non ha un controllo puntuale delle sue proprietà. “Nessuno si interessa di far pagare i morosi, per i quali siamo sempre noi che dobbiamo accollarci le spese. Cosa ancora peggiore, non viene curata in modo adeguato la manutenzione. Da anni segnaliamo la perdita di acqua nelle tubature di un punto specifico: dal soffitto il liquido scende fino al cortile pavimentato, dove ormai si è formato un lago perenne. Eppure basterebbe poco per riparare la tubazione, soprattutto se si calcola lo spreco di acqua nel tempo. L’Ater ha provato a dire che la competenza è dell’inquilino, il quale ribatte di non avere la possibilità di economica di riparare il guasto: tra questo palleggiarsi di responsabilità sono passati anni, e la situazione è solo peggiorata”. Passando tra i cortili che collegano le palazzine si nota comunque che i

giardini sono abbastanza puliti. “Perché ce li puliamo da soli – puntualizza Giuliani – a turno, siamo sempre gli stessi, una quindicina di persone, prendiamo la ramazza e liberiamo i cortili da cartacce e fogliame. Periodicamente, visto che l’Ente lo fa solo un paio di volte l’anno, ci occupiamo anche della manutenzione del verde, potando e curando le piante”. Com’è il rapporto con l’Amministrazione comunale? “Abbastanza buono, anche se stiamo ancora aspettando che vengano mantenute alcune promesse elettorali”. Quali? “Nel 2006, prima delle elezioni, l’attuale Sindaco ci aveva promesso che finalmente l’area verde antistante i palazzi sarebbe diventata un parco attrezzato, dove portare i nostri bambini e dove passare un po’ di tempo all’aria aperta. Si tratta di una richiesta che avevamo fatto anche alle precedenti amministrazioni, ma quella del 2006 sembrava cosa fatta, con i progetti già pronti, invece niente da fare, stiamo ancora aspettando: forse ci andrà meglio nella prossima primavera...”. Ma quella del parco non è l’unica richiesta che i residenti hanno fatto al Comune. “Qui davanti c’era un campo sportivo che era il nostro fiore all’occhiello. A causa delle lottizzazioni è stato fatto abbandonare ed ora sta scomparendo sotto l’erba e l’immondizia. Sarebbe stato invece bello se, nelle varie convenzioni tra pubblico e privato, fosse stata inclusa quell’area, da dare in gestione a qualche società sportiva”. Altro cruccio è l’illuminazione del piazzale: diventato un parcheggio, è ormai gestito dal Comune, ma i contatori dei lampioni sono ancora a carico degli inquilini Ater. “Non capiamo perché dobbiamo essere noi a pagare la luce quando ad usufruirne possono essere tutti i cittadini di Pomezia”, si lamenta Luigi Giuliani. Ma è una lamentela flebile, perché capisce di essere, nonostante tutto, tra i cittadini fortunati: qui non manca nessun servizio primario, lo stato delle strade è buono, la raccolta dei rifiuti abbastanza puntuale, “anche se troppo spesso vediamo persone di altri quartieri arrivare qui per fare il lancio dei rifiuti dalle macchine verso i nostri contenitori”, ci sono le campane per la differenziata. E, cosa da non poco conto, all’interno dell’area Ater c’è una grande sala, che l’Ente ha messo a disposizione degli inquilini: viene utilizzata per le riunioni, ma anche per le feste e le ricorrenze. “E’ vero, la utilizziamo per stare insieme, come sala da ballo e da riunioni. E’ la nostra marcia in più, il posto che ci fa sentire uniti e parte di un’unica realtà”. Quasi quasi si sta meglio qui che in certi quartieri “residenziali”... Alessia Ambra Achille


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Montagnano

SI INIZIA A CRESCERE ALCUNI DEI SOGNI DEL CDQ STANNO DIVENTANDO REALTÀ

’ il momento di Montagnano di Ardea. Il quartiere sta infatti vivendo un periodo positivo anche grazie alla nomina ad Assessore ai Lavori Pubblici di quello che fino a poco tempo fa era il presidente del comitato di zona, Daniele Bosu. I riflettori dell’amministrazione si sono quindi accesi anche qui, portando alcuni di quei risultati che i cittadini da tempo speravano. A parlarne è l’erede di Bosu, Anna Laura Di Biagio, che per prima cosa vuole ringraziare i suoi concittadini per la massiccia partecipazione alla “Giornata Ecologica” organizzata per il 10 Ottobre dal Comitato al fine di sensibilizzare gli abitanti del quartiere alla Raccolta Differenziata e per evitare l’abbandono degli ingombranti. “La manifestazione è stata un successo: tutti hanno contribuito alla sua riuscita ed alla fine il quartiere era più pulito e tutti noi più informati, anche grazie agli opuscoli che abbiamo distribuito, sia sulle modalità di raccolta dei rifiuti quotidiani che di quelli speciali o ingombranti. A tal proposito, nella nostra zona sono presenti i cassonetti per la carta, la plastica, il vetro e l’indifferenziata, visto che è prevista la raccolta porta a porta, ma il numero è ancora insufficiente rispetto agli abitanti: chiediamo pertanto all’amministrazione di potenziare il servizio dotandoci di altri cassonetti”. Rispetto ad un anno fa, sono state accolte diverse richieste, già deliberate in Via Garibaldi: la prima è quella della Delegazione, necessaria soprattutto perché il quartiere è molto lontano dal centro cittadino. La seconda è l’apertura di una Farmacia, anche questa indispensabile – forse ancora di più – per lo stesso motivo. “Sembra che entrambi i servizi arriveranno a breve, tempi tecnici e burocratici permettendo. La cosa importante è che

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siano state comprese le nostre esigenze: finora abbiamo vissuto senza i più elementari servizi e vedere che qualcosa si sta muovendo ci sprona ad andare avanti in questa direzione”. Gli sforzi del comitato hanno dato anche altri frutti. “La raccolta di firme che abbiamo fatto nei mesi scorsi ha suscitato l’attenzione ed il successivo impegno da parte del Comune, che ci ha promesso l’acquisizione di due aree – ha spiegato la presidente del CdQ - una delle quali da adibire ad area ecologica. Per quanto riguarda la seconda zona, noi vorremmo avesse come destinazione la creazione di un luogo di culto. Vista la prevalenza religiosa, ci auguriamo che la scelta ricada sulla “Santa Croce”, dove durante l’estate si è sempre svolta la S. Messa, mentre nel periodo natalizio noi abitanti abbiamo ogni anno realizzato l’albero di Natale ed il Presepe. Per far sì che questo avvenga il Comitato ha raccolto le firme dei residenti, che chiedono la realizzazione di una piccola cappella che soddisfi i bisogni spirituali di molti cittadini”. Anche l’aspetto del quartiere è migliorato: da pochissimo sono infatti state asfaltate due strade, la parte finale di Via Fosso di Torre Bruno e Via S. Marinella. Il rifacimento di entrambe è un’ opera che i cittadini attendevano da 40 anni. “Ringraziamo per questo l’amministrazione, ma ne approfittiamo per ricordare che l’asfalto, da solo, non basta: serve anche l’illuminazione. Non facciamo questa richiesta per capriccio, ma per la nostra sicurezza, sia stradale che personale. La mancanza di luci rende infatti rischiosissimo l’attraversamento stradale al buio, soprattutto perché – specialmente su via Montagano – sono molte le vetture che passano a velocità troppo elevata per un centro urbano. Inoltre perché ultima-

mente la nostra zona è oggetto di frequentissimi furti nelle abitazioni: si tratta di un fenomeno che sta dilagando in modo davvero preoccupante. Pensiamo quindi che l’illuminazione possa fare da deterrente. Se poi, compatibilmente con le esigenze degli altri quartieri, le Forze dell’Ordine – Carabinieri e Polizia Municipale – riuscissero a fare maggiori controlli, ne saremmo felici. Noi siamo consapevoli delle loro difficoltà, dovute sia alla mancanza di mezzi che di personale, ma i cittadini vogliono la sicurezza, e da noi non c’è più. Forse è l’isolamento del quartiere che favorisce certi fenomeni, ma la tranquillità è un diritto di tutti, anche di chi vive in periferia”. Per quanto riguarda l’illuminazione il Comune ha già programmato i lavori su via Montagnano, quindi un altro passo avanti è stato fatto... “Io aspetterei a parlare di passi, visto che ancora tutto è fermo sulla carta – commenta Anna Laura Di Biagio – E’ vero che il Sindaco e la Giunta hanno dato il loro benestare e che esiste già il progetto, ma l’esperienza insegna che, nonostante la buona volontà, non sempre le cose si riescono a fare. Quindi ci domandiamo quando questi lavori verranno fatti. Noi aspettiamo fiduciosi, come attendiamo anche che finalmente si possa avere un depuratore che ci consenta di bere l’acqua che esce dai nostri rubinetti. Sono anni che si parla di inizio lavori, è stato detto anche durante l’ultima conferenza dei servizi, ma qui non si vede nulla. Quello che vogliamo precisare è che l’acqua deve arrivare in tutto il quartiere, non solo in parte di esso, perché i cittadini che lo abitano hanno tutti gli stessi diritti”. E, mentre si attende che il Comune faccia la sua parte - anche se il Comitato stesso precisa che in questo periodo c’è una presenza fisica e fattiva delle autorità comunali mai vista in passato – i cittadini cercano di sopperire alle mancanze con il fai da te. “Ci autotassiamo per finanziare attività destinate a tutti, dalle manifestazioni di carattere sociale alle feste di quartiere, organizzando rappresentazioni teatrali e corsi di autodifesa, ai quali hanno partecipato gratuitamente e con entusiasmo molte donne tra i 15 e i 65 anni. Cerchiamo di rendere più accogliente la nostra zona e di far crescere il senso di appartenenza al territorio, creando momenti di conoscenza ed aggregazione”. E ci state riuscendo? “Noi speriamo e crediamo di sì, visto che il quartiere sta piano piano cambiando, in positivo, il suo aspetto. Certo, c’è ancora molto da fare, ma con la collaborazione di tutti, Comune in primis, ce la possiamo fare”. Mauro Valentini

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LA GELMINI TAGLIA POMEZIA AGGIUNGE PRESENTATO AL “SELVA DEI PINI” L’ANNO ACCADEMICO DELLA LUM entre la Gelmini taglia fondi e risorse destinate all’Università, Pomezia aumenta la sua offerta formativa, andando coraggiosamente controcorrente ed investendo sulla cultura. Il “Campus degli studi e delle Università di Pomezia” ha infatti presentato il 18 Novembre la sua nuova offerta formativa, quella gestita dall’Università privata LUM – Libera Università del Mediterraneo – Jean Monnet. L’inaugurazione dell’Anno Accademico è avvenuta in modo semplice e diretto, perché semplice e diretta sarà l’impostazione che si vuole dare a questi nuovi corsi, la cui peculiarità – a prescindere dal tipo di facoltà scelta – sarà quella della vicinanza allo studente, che sarà il fulcro attorno al quale la didattica verrà impostata. “Abbiamo scelto di concentrarci sulla didattica e sulla conoscenza – ha spiegato Piergiorgio Crosti al momento della presentazione dei nuovi corsi – e non sul possibile fatturato, come troppo spesso invece succede altrove. Gli studenti sono persone e non iscrizioni numeriche. Per questo ci siamo posti degli obiettivi da raggiungere nel tempo: la prima tappa è quella che riguarda questo anno scolastico, durante il quale non saremo ancora autonomi, ma avremo un “tutoraggio” da parte della sede centrale di Bari. Sarà compito nostro dimostrare l’eccellenza dei corsi, garantire e accrescere lo standard qualitativo, realizzare un circuito vitale e reale di conoscenza. Il secondo passo sarà quello dell’internazionalizzazione del Campus, con l’adesione di altri 15 Atenei, prevalentemente del Sud America, al circuito che ha come fulcro proprio Pomezia e che, con le nuove entrate, conterà ben 60 Università internazionali, tutte valide e prestigiose. Il traguardo che ci prefissiamo è quello di far diventare Pomezia una vera e propria “città degli studi e della conoscenza”, dove i giovani potranno trovare un ambiente stimolante e produttivo e che, soprattutto, dia un vero sbocco nel mondo del lavoro”. Dello stesso avviso il Prof. Nicolò Pollari, che ha rappresentato il Rettore De Gennaro, assente per impegni istituzionali. “La nostra – ha dichiarato riferendosi alla LUM – è un’università certamente piccola, ma con grandi ambizioni. Siamo nati con il chiaro intento di voler offrire al centro-sud Italia un’offerta didattica che coprisse le lacune dello Stato. Abbiamo continuato cercando di stare al passo con le esigenze degli studenti con proposte congrue, che rispondessero alle reali esigenze e vocazioni del territorio, senza creare una “fabbrica di disoccupati”, ma, al contrario, cercando di creare occupazione guardando sia al pubblico che al privato e cercando di non deludere le aspettative dei nostri iscritti. Allargare i nostri orizzonti arrivando a Pomezia è stato un bel passo avanti, perché si tratta di un ambito geografico-territoriale ideale per la tipologia di studi che proponiamo in questa sede”. La casualità ha voluto che, mentre a Pomezia si presentava il nuovo Anno Accademico della LUM, alla “Normale” di Pisa, che festeggiava i suoi 200 anni di

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vita, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano criticasse proprio i tagli all’Università, sostenendo l’importanza dello studio e della ricerca. “Condivido la forte preoccupazione di studenti e docenti per le difficili condizioni del sistema universitario che nessuno può fingere di ignorare. Conto sul vostro sentimento di responsabilità al di là di ogni momento di comprensibile frustrazione – ha dichiarato a 300 km di distanza da Pomezia il Presidente della Repubblica - Senza interferire sulle decisioni del Governo e sulle discussioni parlamentari, sento di dover riaffermare, e non cesserò di farlo, che occorre rafforzare il rilievo prioritario che va attribuito, non a parole ma con i fatti, alla ricerca, all’alta formazione e dunque all’università”. Non sono mancati nemmeno i riferimenti ai tagli sulla ricerca: “Il ruolo strategico della ricerca e della formazione non può essere a lungo negato e contraddetto. Si imporrà, ne sono certo, al di là di ogni temporanea miopia. Prima si imporrà, meglio sarà”, ha detto Giorgio Napolitano, aggiungendo un appello a tutte le forze politiche e sociali a riflettere con lungimiranza su questo punto. Ma anche a Pomezia hanno parlato le Istituzioni. A rappresentare l’Amministrazione comunale il vicesindaco Edgardo Cenacchi e l’Assessore alla Cultura Stefano Arciero. “Tutti noi abbiamo creduto in questa realtà – ha spiegato Cenacchi – e fatto di tutto affinché non ci venisse strappata dalle mani. Abbiamo investito in tempo, impegno, risorse economiche, ma vedere come questa Università sta crescendo ci fa capire che la strada intrapresa è quella giusta”. “Da oggi a Pomezia e nei Comuni limitrofi si apre una pagina nuova nel settore della formazione universitaria – ha commentato Arciero – Le scelte operate dal Governo hanno limitato le possibilità delle Università statali di garantire gli interventi necessari a sedi come la nostra per crescere, ed i tagli – espressi con soppressione di corsi, accorpamento di cattedre, ulteriore precarizzazione dei ricercatori e dei lavoratori del settore – hanno messo a serio rischio la

nostra esperienza locale, fortemente voluta dalle forze politiche locali e difesa fino alla fine dal Sindaco, che nel corso degli ultimi mesi è stato impegnato in incontri con il Rettore della Sapienza prof. Luigi Frati e con la Provincia di Roma, per vincere una battaglia che era di tutti i nostri giovani. Di fronte a questo quadro non proprio roseo, ci è venuta incontro la LUM, che si è messa a disposizione perché quel sogno diventato realtà non dovesse svanire”. La scelta fatta riempie di soddisfazione anche il prof. Alessandro Ceci, direttore didattico. “Abbiamo scelto di creare un’Università “individualizzata”, in cui lo studente è un valore aggiunto su cui puntare ed a cui affiancare dei tutor che ne seguiranno la formazione. Da parte nostra i ragazzi devono sapere che c’è la massima disponibilità, le loro domande avranno sempre una risposta. E la prima che vogliamo dare è quella che riguarda il loro futuro lavorativo. Per questo abbiamo scelto di fare un percorso insieme non solo alla LUM, ma anche con la CONFAPI, la confederazione delle piccole e medie imprese private, che darà l’opportunità agli studenti di abbinare la pratica alla teoria. La crescita dei nostri studenti sarà anche la nostra, che aspiriamo a diventare, dopo il primo anno in cui un team di controllo opererà insieme a noi, una sede distaccata, un’Università completamente autonoma”. Anche se in modo silenzioso, i protagonisti della giornata sono stati gli studenti, che sono intervenuti numerosi alla presentazione dei corsi ed alla Lectio Magistralis “Finirà la crisi?” tenuta dal docente ordinario di Economia Politica dell’Università LUM Dominick Salvatore. La lezione, accantivante e coinvolgente, tra spiegazioni ed illustrazioni sullo schermo, è stata seguita con interesse dai ragazzi, che hanno così avuto un piccolo assaggio di quello che potranno vivere durante un anno accademico dove la cultura, l’umanità ed il rapporto diretto studenti-docenti possono convivere in modo ottimale. Alessia Ambra Achille


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UNIVERSITA’ I NUOVI CORSI ECONOMIA a Facoltà di Economia, guidata dal Preside Antonello Garzoni, propone un programma in tre corsi di laurea triennale e tre corsi di laurea magistrale, orientati allo sviluppo delle conoscenze e delle competenze necessari per l’introduzione nel mondo del lavoro, con lo studio degli strumenti di analisi per comprendere l’evoluzione dei mercati e dell’economia internazionale, oltre che delle varie tecniche di gestione aziendale, come strategia, organizzazione, marketing, bilancio, programmazione e controllo. “Quello che l’Economia nazionale e mondiale ci dimostra attualmente è che, per riuscire ad essere competitivi occorre necessariamente un’internazionalizzazione. Bisogna essere aperti alle novità, alle nuove tecniche e strategie, guardare lontano. Anche l’Università deve fare questo, senza arroccarsi nelle sue convinzioni ataviche, ma entrando in competizione e mettendosi in discussione, facendo partecipi di questa sfida . L’anima, la “mission” della Facoltà di Economia è la crescita internazionale, intesa non solo come materiale od economica, ma anche e soprattutto di competenze e conoscenze. Noi guardiamo non solo all’Europa, all’Oriente o all’America, ma anche al Nord Africa, che oggi ha molto da insegnare al resto del mondo”. Il Prof. Garzoni spiega poi che la Facoltà di Economia si vuole porre come un percorso di studi moderno e dinamico, che pone lo studente al centro del sistema universitario grazie all’utilizzo di metodologie didattiche innovative, partecipative e coinvolgenti, alla base delle quali deve esserci sempre il rapporto docente/studente con lezioni frontali, discussione di casi aziendali, laboratori, esercitazioni, simulazioni e business games come leve per sviluppare le capacità individuali di teamworking, di analisi e presentazione di dati, di problem solving. “Concludo nominando alcuni dei docenti che ci accompagneranno in questo percorso: Dominick Salvatore, ordinario di Economia Politica ed economista di fama mondiale, Michele Cifarelli, ordinario di Statistica presso l’Università Bocconi, Sandro Castaldo, ordinario di Marketing presso l’Università Bocconi, Maurizio Dallocchio, ordinario di Finanza aziendale presso l’Università Bocconi, Felice Santonastaso, già ordinario di Diritto Commerciale presso l’Università La Sapienza di Roma, Liliana Rossi Carleo, ordinario di Diritto Privato presso l’Università Roma Tre”. Alfredo Corrao

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GIURISPRUDENZA d illustrare il corso per i futuri Avvocati, Magistrati, Notai o consulenti legali è il Preside della Facoltà, il Prof. Roberto Martino, che vuole subito specificare come quella che è una Facoltà “antica” possa diventare non solo moderna, ma addirittura “futurista” se indirizzata nella giusta direzione. I corsi guardano molto al Diritto Internazionale e mirano a formare, oltre ai legali di casa nostra, degli specialisti che possano muoversi nel resto del mondo con competenza e capacità. “La filosofia della nostra Facoltà, che portiamo a Pomezia come sede di tutoraggio, è quella di guardare al futuro della professione forense e legale, che vede una ridefinizione ed una specializzazione della stessa. Per questo puntiamo sull’interazione tra l’Accademia ed il mondo delle posizioni legali: il percorso che si potrà fare per arrivare alla Laurea Magistrale prevederà non solo la parte “istituzionale”, quella classica delle Facoltà di Giurisprudenza delle varie Università italiane, ma anche una formazione “sul campo”, con esperienze ed esercitazioni che riteniamo indispensabili per una preparazione completa, da fare attraverso stage formativi negli uffici giudiziali di vario grado, compresa la Corte di Cassazione”. Le specializzazioni consentiranno di tentare la carta delle imprese, perché una delle materie che si studiano è il Diritto Contrattuale Europeo, che apre le porte alla professione di giurista

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per l’impresa. Ed è in quest’ottica che è stata siglata l’intesa con la CONFAPI, che consentirà agli studenti di fare pratica anche all’interno delle aziende consorziate. “Si tratta di un aspetto da non sottovalutare, perché questa nuova figura professionale può essere esercitata anche con la laurea triennale, sia come consulente che come personale interno all’azienda. Questa specializzazione comprende nozioni sia di carattere giuridico che economico, e fornisce la formazione ideale per questo tipo di lavoro, perché risponde perfettamente alle esigenze soprattutto delle piccole e medie imprese. Ma questo percorso di studi non mira solo al privato: una formazione giuridica di questo tipo va bene anche per lavorare nella pubblica amministrazione, settore che si va evolvendo al pari di quello privato”. Il Prof. Martino pone poi l’attenzione sul rapporto che intercorre tra gli insegnanti e gli studenti. “L’impegno dei docenti, che vogliono trasmettere in modo non impersonale le loro conoscenze, trova corrispondenza nei ragazzi, per i quali non può essere sufficiente parlare con l’insegnante una volta al mese, negli orari di ricevimento. Noi cerchiamo di improntare un rapporto più diretto, dove lo studente si senta parte di un meccanismo che senza di lui non può funzionare, dove lo scambio sia reciproco, unico modo che garantisce una formazione davvero “personalizzata”. Per questo mettiamo a disposizione anche dei Tutor, che aiuteranno i giovani nel loro percorso universitario”.

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Rugby

RUGBY: RIPARTE IL CAMPIONATO I RAGAZZI DEL TORVAIANICA RUGBY PARTONO ALLA GRANDE E SOGNANO…

giovani atleti. Lo stesso è accaduto a Cisterna di Latina, dove da un’area dismessa hanno ricavato un nuovo centro sportivo dedicato al rugby. Semplice, ma estremamente funzionale. Stessa cosa a Roma, per la precisione a Corviale: lì il Comune di Roma ha costruito un nuovo campo da rugby interamente in sintetico, di quinta generazione. Noi in 15 anni non abbiamo mai avanzato richieste o pretese, però qualche miglioria sul nostro campo andrebbe proprio fatta!!”. Partita categoria under 16 Torvaianica Rugby contro Point Bet Rugby Segni 58 a 5

FORMAZIONI : arte il campionato di rugby, ed è tutto un fermento in casa del Torvaianica. Roberto Catalini e Marco Pitoni, dirigenti dell’associazione, ci illustrano le principali novità in casa nero-verde. Durante l’intervista a bordo campo del Centro Sportivo Fausto Autiero di Pomezia, sul terreno di gioco si disputa l’incontro della squadra under 16 del Torvaianica contro il BET SEGNI RUGBY, e le parole sono sommerse dal frastuono dei sostenitori, genitori in testa, che incitano i propri beniamini... “Abbiamo scelto di vivere un anno di transizione per rinnovarci e crescere bene – spiega Catalini – Siamo in una fase di cambiamento e transizione, necessaria per sostenere la crescita tecnica dei nostri ragazzi, principale obiettivo della stagione. Oggi c’è un nuovo modo di entrare nel campo, nascono ogni giorno motivazioni diverse”. A dimostrazione di quanto viene detto, sul campo i ragazzi della squadra giovanile si impegnano al massimo, macinando gioco e realizzando mete su mete contro il malcapitato Segni. “Abbiamo cambiato strategia – continua Marco Pitoni - perché vogliamo fare un rugby di qualità. Dobbiamo costantemente rinnovarci, se vogliamo tenere il passo con le migliori squadre laziali. Abbiamo intenzione di migliorare soprattutto nella qualità tecnica. Oggi focalizziamo il nostro lavoro soprattutto su questo obiettivo e sui giovani, e proprio per questo abbiamo scelto come Direttore Tecnico il Prof. Silvestro Spampinato,

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esperto di valore nazionale, ed è lui a condurre le linee guida del nostro progetto”. Intanto il gioco sul campo prosegue, e la partita volge al termine, 58 a 5 per Torvaianica. Le squadre si salutano, escono dal campo con disciplina. A vederli si capisce subito che sono degli ottimi atleti, ben strutturati fisicamente, con un’ottima organizzazione di gruppo. Quella che vediamo è una pagina di sport che si apre davanti ai nostri occhi, e che racchiude sogni, allenamenti, trasferte, progetti sportivi e di vita. Marco Pitoni ci spiega che bisogna fare gruppo, rispettare le regole, non avere paura della sconfitta, sostenere i compagni in difficoltà, guardare al futuro con ottimismo. Insomma, è una bella pagina da leggere. Unica nota stonata la lamentela di Roberto Catalini sul degrado dell’impianto. “Da 15 anni portiamo i nostri ragazzi a giocare sui migliori campi da rugby d’Italia. Svolgiamo un ruolo sociale e sportivo di sicuro valore. Eppure il nostro campo sportivo è dimenticato dall’Amministrazione Comunale. Giochiamo su un impianto fatiscente, privo di tribune, senza una club house, senza una sala per la muscolazione. Sappiamo che il Comune di Pomezia ha tanti problemi da risolvere, e che il nostro non è prioritario, ma è difficile tenere il passo con le migliori squadre senza questi strumenti essenziali. Ad Aprilia l’Amministrazione Comunale ha addirittura assegnato un nuovo impianto alla Garibaldina Rugby, lasciando loro come unica preoccupazione quella di riempirlo di

Torvaianica Rugby

Pitoni Massimiliano, Catalini Marco, Scafetti Valerio, Tuttolomondo Giovanni Luca, Sulli Christian, Massaroni Simone, Succurro Giordano, Gogliali Leonardo, Di Gioacchino Diego, Buccini Giammarco, Laurenti Alessandro, Liberatore Andrea ( cap), Chtioui Maurenne, De Luca Leonardo, Fois Matteo. Allenatore : Romano De Floridi

Point Bet Rugby Segni

Rocchi Filippo, Tabolacci Andrea, Guidaldi Cristiano ( cap), Fiori Patrizio, Di Murro Simone, Rossini Giulio, Navacci Jacopo, Belvedere Gianluigi, Voletti Daniele, Tedeschi Lorenzo, Brizzi Manuel , Capristo Gabriele, Fanfarillo Michele, Cataldi Luca,. Allenatore Navarra Mario


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Sport

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Boxe

BOXE, SPORT E SCUOLA DI VITA IL CAMPIONE ITALIANO VITTORIO OI INSEGNA QUESTA ANTICA DISCIPLINA AI GIOVANI a boxe come scuola di vita. E’ questo il pensiero costante di Vittorio Oi, trentaseienne campione italiano dei pesi super leggeri, che lo ha spinto a trasmettere la sua esperienza ai giovani insegnando loro non solo regole sportive. Dal 22 ottobre il pugile iridato può contare un posto d’eccellenza dove far esercitare i suoi ragazzi: lo stadio comunale. Nell’impianto sportivo, che proprio in questi giorni vede il termine dei lavori che consentiranno al Pomezia Calcio di giocare finalmente davanti al suo pubblico le partite di campionato, è stata infatti ricavata una palestra dove il ring è l’attore principale, insieme a punchball ed attrezzi vari per l’allenamento. Vittorio Oi, pugile professionista, ha avuto una vita particolare. Giovane promessa dilettantistica agli inizi degli anni ‘90, ha lasciato il ring per una decina d’anni per problemi personali. Una storia umanissima, costellata di errori che hanno segnato il corso della sua vita, ma che non vuole raccontare nei particolari, anche se sono in molti ad averla condivisa. “E’ stato un periodo che preferisco lasciarmi alle spalle. Qui a Pomezia sono molti quelli che mi conoscono e che sanno quello che ho passato. E’ grazie ad alcuni di loro, tra cui metto anche diversi amministratori comunali, che sono nuovamente un pugile vero. Ed il pugilato è il motivo per cui ho ripreso la giusta via”. Ed è proprio perché conosce bene gli errori che un giovane può fare che il suo impegno è votato verso tutti coloro che vogliono capire che attraverso lo sport si può uscire da diversi tunnel. Ma come mai proprio qui al Comunale, che tutti associano al calcio? “Chi abita a Pomezia da poco tempo non può saperlo, ma è pro-

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prio tra queste mura che, 30 anni fa, ho iniziato ad allenarmi. Questa è stata la prima palestra di boxe del territorio, poi persa nel tempo anche a causa della scomparsa del mio allenatore. Parlando con gli amministratori comunali, ho proposto di mandare avanti la prestigiosa tradizione pugilistica nata proprio in questo impianto. Cogliendo l’occasione dei lavori di rinnovamento, il Comune ha accolto positivamente la mia idea e questo è il risultato”. Vittorio Oi pensa ad un futuro per sé e per i giovani. “Quello che posso fare è insegnare l’unica cosa che

so praticare bene, la boxe, ma andando oltre gli allenamenti: vorrei trasmettere ai ragazzi le regole di vita ed il rispetto, spiegando loro che buttarsi via significa fare del male soprattutto a sé stessi. Spero quindi che tanti ragazzi che ora stanno in giro a fare cose non proprio piacevoli possano scegliere di lasciare la strada ed andare in palestra”. Qual è l’età giusta per iniziare uno sport come questo? “Io sono salito sul ring ad appena 7 anni, ma penso che è sia meglio cominciare verso i 9, quando il corpo è strutturato meglio”. Non è uno sport violento per dei bambini? “Assolutamente no. Innanzi ai piccoli atleti si fanno svolgere solo attività motorie adatte alla loro età. Poi, con tutte le tecnologie che ci sono, è quasi impossibile farsi male, tra caschetti protettivi e guanti antishock. I bambini sono controllati attentamente per evitare qualsiasi rischio. Bisogna inoltre sfatare un preconcetto: la boxe non insegna la violenza, ma il rispetto dell’avversario. Sul ring si combatte, ma appena suona il gong che decreta la fine dell’incontro si torna amici. In più, sai sempre cosa aspettarti dall’avversario, perché esistono delle regole ferree che vanno rispettate ed i colpi bassi – che invece puoi trovare altrove – qui sono vietati”. Non solo botte, quindi... “Assolutamente no. Dietro ad ogni combattimento c’è sudore e sacrificio. Ma anche tanta soddisfazione. Secondo me la boxe è perfetta per sfogare la propria rabbia, le frustrazioni, il dolore che la vita ti può dare. Ti insegna a difendere e ad attaccare, e questo in tutti i sensi, non solo per la durata del match”. Mauro Valentini

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Sport

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Calcio

NASCE LA POLISPORTIVA ENEA POMEZIA

IL CENTRO SPORTIVO “LA MACCHIOZZA” SI PREPARA AD ABBRACCIARE NUOVE DISCIPLINE

a anni tutti lo conoscono come il quartier generale del Torvajanica Rugby, ma da oggi non sarà più così; l’impianto sportivo situato lungo la Via del Mare ospiterà infatti anche una squadra di calcio e, in futuro, altre popolari discipline come ad esempio il judo, già praticato all’interno delle nostre scuole. Insomma una vera e propria rivoluzione, che mira a far diventare la neonata Polisportiva uno dei maggiori centri di aggregazione sportiva di Pomezia. Le ragioni che hanno spinto la dirigenza ad affrontare un passo così importante sono da ricercare innanzitutto nei risultati ottenuti con il rugby e in secondo luogo dalla necessità di costruire un qualcosa di diverso dalle altre realtà presenti sul nostro territorio. In tal senso ci ha molto colpito una lettera inviata alla nostra redazione da parte del presidente dell’Enea Pomezia, sig. Claudio Liberatore, dalla quale è emersa chiaramente la volontà di fondare l’intero progetto su valori forti, quali il fair-play ma soprattutto il rispetto, merce decisamente rara di questi tempi. Ne riportiamo di seguito un estratto: “Sono molto lieto di fare questa esperienza nel mondo del calcio dopo oltre 15 anni di rugby. [..] La polisportiva Enea oggi ha come unico scopo quello di promuovere le attività sportive fra i giovani facendo del rispetto delle regole, del fair-play, degli ideali olimpici il suo punto cardine. [..] Vogliamo provare ad introdurre inoltre anche nel calcio la pratica del “terzo tempo”: finita la partita tutte e due le squa-

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dre mangiano insieme, festeggiano insieme perché in fin dei conti la partita è solo un gioco, un bel gioco che tale deve rimanere anche dopo la gara. [..] Noi ci proviamo. Non so se riusciremo a cambiare in profondità le abitudini ai nostri ragazzi, ma secondo me vale la pena tentare”. Per questo l’idea, la voglia di realizzare un qualcosa di importante per il futuro che coinvolga attivamente la popolazione e che allo stesso tempo riesca a trasmettere qualcosa di positivo. Il primo passo è stato il calcio, con la creazione di un organico in vista della partecipazione al torneo di terza categoria; fra qualche tempo poi seguiranno tutte le altre discipline. Per conoscere meglio questa nuova realtà ci siamo rivolti al Direttore Sportivo, Sig. Vaccavello Antonio e all’allenatore della formazione calcistica, Massimo Benedetti. Direttore, presentiamo questo nuovo progetto calcistico: quali sono le sue considerazioni sul lavoro svolto? Sicuramente positive. Le premesse per disputare una buona stagione ci sono tutte, inoltre sono stati fatti passi importanti soprattutto per quello che riguarda l’organico; mister Benedetti ha saputo mettere in atto una giudiziosa scrematura per ottenere un gruppo solido che rimarrà fedele fino alla fine dell’anno. Il tutto per evitare gli errori del passato. Come giudica l’operato della società? La società è seria e senza ombra di dubbio sana. Hanno fatto di tutto per farci sentire a nostro agio

venendoci incontro per ogni nostra esigenza. Sono davvero soddisfatto. Mister, ci fa un bilancio di questo pre-campionato e delle amichevoli disputate? Allora abbiamo ottenuto due vittorie e un pareggio con formazioni di pari categoria, per poi perdere 4-3 con il Nuova Florida all’ultimo minuto e 3-1 con l’Unipomezia, dopo aver dominato il primo tempo. Un bilancio direi abbastanza positivo. Un commento sul girone che state afforntando: teme qualcuno in particolare? Sulla carta la squadra più temibile è il Fonte Laurentina, che l’anno scorso ha sfiorato la promozione in seconda categoria; per il resto vedo un sostanziale equilibrio. Per affrontare questo tipo di torneo, che tipo di organico avete scelto? Improntato sull’esperienza o sulla forza giovanile? Tutte e due. Abbiamo giovanissimi 92-93 fino ad arrivare a calciatori di esperienza dai 32-33 anni. La squadra è completamente nuova? Diciamo che questa formazione nasce dalle ceneri della Vigorpomeziaardea con il gruppo che mi segue da ormai tre anni, più qualche nuovo innesto concordato con la società. Le aspettative stagionali riguardano la promozione ed il passaggio di categoria? Certamente si. Il nostro obiettivo minimo è quello di entrare nel lotto di formazioni che passeranno la categoria; nella migliore delle ipotesi puntare a vincere il torneo. Il campionato è poi iniziato il 17 Ottobre, e l’Enea Pomezia conta ad oggi, dopo due giornate, due vittorie ottenute contro l’Atletico Ostia e l’Arco di Travertino. La prima, tra l’altro disputata fuori casa, ha visto i pometini trionfare di misura per 1-0 soffrendo solo in occasione del rigore sbagliato dagli avversari, mentre nella seconda la compagine guidata da mister Benedetti ha mostrato grande cinismo liquidando gli ospiti con un deciso 2-1. Insomma, una partenza davvero straordinaria che vale il primato in classifica condiviso con altre tre squadre in attesa degli scontri diretti; certo è passato troppo poco tempo per stabilire le reali potenzialità di questo gruppo, ma se queste sono le premesse, ben venga l’attesa. Luca Mugnaioli


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Cinema

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FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA

IL FESTIVAL DELLA CAPITALE FESTEGGIA QUEST’ANNO LA SUA QUINTA EDIZIONE

uasi senza accorgersene è arrivato alla sua 5ª edizione, il Festival Internazionale del Film di Roma, l’evento Cinematografico della Capitale fortemente voluto dall’allora Sindaco Walter Veltroni e che scuote il torpore filmico romano, sempre romanticamente legato al ricordo di quello che fu con troppa nostalgia e poca iniziativa. Cinecittà, infatti, seppur ancora forte nelle produzioni cinematografiche, si è da tempo convertita troppo alle produzioni televisive e questo genera nei veri cinefili un melanconico Amarcord, come dimostrato anche delle locandine pubblicitarie del Festival stesso, dove c’è il richiamo

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ad immagini di Sordi e di Gassman, tra “Sorpassi” e “ Americani a Roma” . La manifestazione è iniziata il 28 ottobre e durerà fino al 5 novembre. Come nelle edizioni precedenti, si svolge presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, il complesso architettonico firmato da Renzo Piano, che con la sua eleganza a volte mal si sposa alle passerelle e ai tappeti rossi delle Star. La manifestazione viene rappresentata in tutte e cinque le sale del complesso, Santa Cecilia, Sinopoli, Petrassi, Teatro Studio e Studio 3, mentre negli spazi esterni ci sarà come al solito la vivacità del mondo che attornia il Cinema Italiano, con proiezioni gratuite mostre e Live show.Anche quest’anno nei Cinema che aderiscono al progetto – Festival, patrocinato dal

Comune di Roma, Regione e Provincia di Roma, vengono trasmesse le proiezioni in contemporanea con l’evento, così da coinvolgere – come nell’intento degli organizzatori - più pubblico possibile sia alla gara dei film in concorso che nelle anteprime delle pellicole fuori concorso.La giuria, presieduta dal bravissimo Sergio Castellitto, si avvale tra gli altri di Natalia Aspesi, critica cinematografica e giornalista, e di Ulu Grosbard, regista teatrale belga, con importante curriculum holliwoodiano ( suo lp’indimenticabile “Innamorarsi” con Robert De Niro e Meryl Streep) e dovrà decidere tra i 16 film in concorso, di cui ben quattro Italiani: Una vita tranquilla di Claudio Cupellini, con Toni Servillo; La scuola è finita di Valerio Jalongo, con Valeria Golino, che racconta il disastro della nostra scuola con un titolo neanche troppo metaforico, Io sono con te di Guido Chiesa, storia del rapporto tra Maria di Nazareth e suo figlio Gesù, parlato in arabo, che incuriosisce per la trama e lo stile, e Gangor di Italo Spinelli, viaggio nell’India profonda tra tradizioni e sentimenti Sono sette i film che arrivano invece dall’America, che la fa come sempre da padrone, con in testa l’atteso film sulla genesi di Facebook, The social Network di David Fincher: quasi sicuramente prenderà almeno un premio, consentendo una cassa di risonanza al Festival anche negli Stati Uniti. Il premio alla carriera quest’anno va a Julianne Moore, interprete intensa e drammatica, che tutti additano ad erede della citata Meryl Streep, ancora senza paragoni. Mauro Valentini

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Viaggi

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VIENNA: TRA IL NATALE E L’ARTE RINASCIMENTALE QUESTO È IL PERIODO IDEALE PER VISITARE LA CAPITALE AUSTRIACA ’ arrivato il freddo e, per consolarsi della brutta stagione, il pensiero va all’avvicinarsi delle feste natalizie. Quale modo migliore che andare in giro per mercatini per calarsi meglio nell’atmosfera? Anche se siamo solo a novembre, ci sono posti dove questa tradizione prende il via proprio in questo mese. Quello che vi consigliamo è Vienna, dove al girovagare tra le bancarelle piene di addobbi e dolci tradizionali si può affiancare la visita di una città tra le più belle d’Europa. La Vienna Imperiale ha infatti un fascino senza tempo che colpisce tutti, grandi e piccini, ed ha il vantaggio di poter essere visitata tutta – date le sue dimensioni ridotte rispetto alle altre capitali europee – in soli tra giorni. Se poi aggiungiamo che ha anche ottenuto il riconoscimento di città con la più alta qualità di vita al mondo si capisce quanto valga la pena fare un salto alla ricerca delle tracce lasciare dalla della monarchia asburgica, facendo un bellissimo tuffo nel passato. A proposito degli Asburgo, è impensabile non vedere, nel centro della città, il palazzo Hofburg, residenza della famiglia imperiale durante l’inverno per 6 secoli. La sua imponenza lascia stupiti: gli edifici che la compongono sono collegati da grandi cortili ed ospitano gli appartamenti, dove si possono rimirare, oltre alle varie stanze ed agli enormi saloni, anche preziose collezioni, tra cui la corona del Sacro Romano Impero. Nelle teche che conservano i vari oggetti troviamo i servizi di piatti e bicchieri utilizzati dalla famiglia imperiale, uno per ogni occasione. Per dare la giusta importanza all’ospite e all’occasione che lo aveva portato nel Palazzo Imperiale, veniva fatto ed utilizzato un servizio diverso, sul quale era raffigurato un elemento che riportava all’evento stesso. E se d’inverno gli Asburgo risiedevano in questo luogo sfarzoso, non è certo da meno la residenza estiva: Schönbrunn, amatissima dalla principessa Sissi, che si trova appena fuori Vienna ed è raggiungibile con la metropolitana. Considerato come la versione austriaca di Versailles, il castello è immerso in parco enorme, con annesso orto botanico, ed è un capolavoro di arte barocca, con i suoi soffitti verniciati in bianco con ornamenti in lamina d’oro, le sue sale illuminate da lampadari in cristallo di Boemia e le preziose stufe di maiolica bianche. La grandiosità e lo sfarzo delle sale di rappresentanza – tra le quali bisogna ricordare quella degli specchi, dove un giovanissimo Mozart,

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aveva appena sei anni, si esibì al pianoforte davanti ad un pubblico estasiato - contrastano con la sobrietà delle stanze utilizzate per dormire e per lavorare dall’imperatore Francesco Giuseppe, quasi spartane nella loro semplicità. Tornando in città, è d’obbligo dare un salto nella chiesa di S. Maria degli Angeli: lì sotto c’è la Cripta Imperiale - Kapuzinergruft, “Cripta dei Cappuccini” – dove riposano le spoglie di tutti gli imperatori e delle loro famiglie a partire dal 1633. Tornando alla luce, gli amanti degli animali non devono perdere lo spettacolo offerto dalla Spanische Hofreitschule (Scuola di equitazione spagnola), dove si può osservare l’arte del dressage così come veniva praticata dall’alta scuola del Rinascimento. Gli eleganti cavalli lipizzani e i loro cavalieri sono un emblema internazionale della cultura viennese. Altre chiese che meritano una visita sono quella di San Carlo Borromeo, che si trova proprio davanti al parco che ospita uno dei mercatini di Natale. Per gli amanti dell’arte Vienna è eccezionale: dalla musica alla pittura, la capitale austriaca è stata amata e vissuta dai più grandi artisti e pensatori di fama mondiale, dal pittore Klimt fino al padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, passando da numerosi

musicisti (Vienna è conosciuta anche come Città dei Musicisti) come Strauss, Mozart, Beethoven, Schubert, Brahms ed tanti altri. Ancora oggi si respira un’aria “culturale” grazie ai più di 100 musei che ospitano collezioni importanti e di rilevanza mondiale, oltre che alla famosa “Opera” e ai numerosi ed imponenti teatri. Per avere poi un insieme della città, basta farsi un giro sul Prater, la ruota gigante diventata ormai uno dei simboli di Vienna, magari gustando una fetta della famosa sacher torte, il dolce tipico di Vienna. Mauro Valentini



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Bon Ton

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IL SORRISO E LA STRETTA DI MANO COME SCOPRIRE COSA NASCONDONO I GESTI E COME INTERPRETARNE IL SIGNIFICATO

icordiamoci del proverbio “Sorridi alla vita e la vita ti sorriderà”. Ma come far sapere agli altri che sei sempre di buon umore? Semplice, sorridendo. Sorridere sempre nonostante tutto. Sorridere quando si incontrano le persone che conosciamo, amici, colleghi ecc.. Sorridere quando le cose si fanno difficili. Sorridere quando tutto sembra andare a scatafascio. Sì, ma che tipo di sorriso dobbiamo adottare? Cordiale e autentico, che coinvolga anche gli occhi, sincero, franco, onesto, aperto e felice. E il sistema

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più semplice per ottenere un sorriso così è crederci. Non si può fingere o si viene immediatamente “beccati”. Per sembrare autentici, un sorriso deve essere autentico. E’ importante sorridere anche quando si stringe una mano. Ci scambiamo spesso strette di mano e di solito lo facciamo in maniera abbastanza inconsapevole, ponendo scarsa attenzione. In realtà, con quella breve stretta di mano trasmettiamo una miriade di segnali, pertanto dovremmo renderla eccezionalmente decisa e rassicurante. Quando qualcuno ci stringe la mano, dovrebbe trarne un’impressione di forza, fiducia, autorevolezza. Pertanto esercitiamoci a migliorarla e renderla energica, senza chiaramente esagerare, evitando di far trovare il nostro interlocutore con le dita doloranti. Possiamo sempre adattare la nostra stretta di mano per renderla più personale, più memorabile. Le regole di “Bon Ton” suggeriscono che sarebbe meglio evitare lo “scambio del cinque” o il palmo della mano a cucchiaio. Restiamo fedeli alla stretta di mano tradizionale e saremo ricordati come persone sicure ed autorevoli. I bravi stringitori di mano sono quelli che, oltre ad avere una buona stretta, porgono le mani per primi. Emanano sicurezza annunciando il loro nome e contemporaneamente porgendo la mano; così facendo, esprimono entusiasmo, cordialità, un approccio rilassato e sicuro. Inoltre, ti guardano negli occhi e ripetono il tuo nome, dopo averlo ascoltato. A tutti piace ascoltare il proprio nome, dà un senso di intimità. Quando ci presentiamo, faccia-

mo precedere il nostro nome da un bel “Buongiorno”; per sentirci più moderni e affabili, si può anche dire “Salve”, ma chi segue bene le regole deve dire “Buongiorno”. Poi si scandisce il proprio nome. Certo, non c’è dubbio e le statistiche lo confermano: le persone belle hanno più successo. Le persone belle devono impegnarsi meno per fare progressi. Ma che cosa rende attraente o bella una persona? Sicuramente non solo l’aspetto fisico. Conta molto avere carisma, fascino ed un atteggiamento disinvolto. Queste persone hanno vitalità, presenza e personalità anche se non sono propriamente avvenenti. Tutte queste caratteristiche sono presenti in ognuno di noi, bisogna crederci ed esserne consapevoli. E, in ogni caso, sono più semplici da acquisire di quanto sembri. Se ci si presenta bene, prestando attenzione alla nostra persona, coltivando il sorriso giusto, essere sempre cordiali, affabili, spigliati e attenti saremo anche attraenti. L’immagine è totalmente racchiusa nel sorriso e negli occhi. Ci sono sorrisi che illuminano in maniera magnetica ed esercitano un forte potere, proprio come la stretta di mano, chiara, trasparente, soddisfatta e sicura. Questo è attraente.

Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale


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Giochi

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BATMAN: ARKHAM CITY

Versione: PS3, Xbox 360, Pc Genere: Action Sviluppatore: Rocksteady Studios Publisher: Eidos PEGI: 16+ Data di uscita: Autunno 2011 l mondo dei fumetti e quello dei videogiochi sono da diversi anni a stretto contatto, infatti, sono sempre di più le trasposizioni “virtuali” che vedono i personaggi dei fumetti sbarcare sulle nostre console, seppur davvero poche quelle che riescono a trasmettere fedelmente l’atmosfera e il fascino delle controparti cartacee. Ad oggi, la migliore trasposizione da fumetto riguarda sicuramente Batman: Arkham Asylum, vincitore del titolo di “miglior action” del 2009, grazie a personaggi fedeli alla storia dell’uomo pipistrello, a delle ambientazioni cariche di fascino ed un gameplay complesso, che offre diverse tecniche d’approccio per superare le missioni. E dopo aver venduto più di 3 milioni di copie in tutto il mondo, non potevamo che aspettarci il seguito, Batman: Arkham City, titolo che uscirà su PlayStation 3, Xbox 360 e Pc durante l’ Autunno 2011. Arkham City sarà ambientato circa un anno e mezzo dopo le vicende di Arkham Asylum. Il direttore del manicomio, Quincy Sharpe, riesce a manipolare abilmente i media ed il successo lo porta ad essere eletto sindaco della città. Una volta sindaco decide di unire tutti i quartieri più malfamati in una sorta di città posta sottocontrollo 24 ore su 24, che comprende anche

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Arkham e Blackgate, gestita dal poco raccomandabile psichiatra Hugo Strange. Questo porterà ad una rivolta dei detenuti ed il conseguente ritorno di Batman. Anche in questo nuovo episodio non mancheranno colpi di scena e finali alternativi, oltre alla presenza di personaggi chiave, come Joker, Due Facce e Catwoman. Per quanto riguarda il comparto tecnico il nuovo Arkham City utilizzerà, come il predecessore, l’Unreal Engine 3; inoltre, secondo quanto annunciato dagli sviluppatori, questo seguito vanterà scenari più vasti, animazioni rinnovate ed un dettaglio grafico migliorato, grazie ad una maggiore fluidità ed effetti speciali degni delle migliori produzioni presenti oggi sul mercato. Arkham City sarà quattro volte più grande rispetto all’isola-manicomio esplorata l’anno scorso. Non abbiamo informazioni riguardo il comparo sonoro, ma conoscendo il team è più che probabile che la loro ultima fatica sarà contornata da una soundtrack di alto livello, adatta ad ogni contesto di gioco che si spera sarà accompagnata da un doppiaggio all’altezza del carisma di ciascun personaggio. La demo che ci è stata mostrata ci ha fatto notare subito quanto gli sviluppatori abbiano lavorato sul titolo, cercando di rivisitare ogni singolo particolare del primo episodio. In Arkham City troviamo infatti un Batman ancora più agile nel planare ed atterrare sui tetti della città. Tra le nuove abilità vanno menzionate la capacità di camminare sui fili e la possibilità di

darsi uno slancio quando si è appesi al rampino. Mentre plana, il protagonista può atterrare tuffandosi, in modo da attutire il colpo, o stordendo i nemici nelle vicinanze grazie al mantello. Oltre a queste abilità tecniche Batman potrà servirsi di diversi strumenti tecnologici che lo aiuteranno a capire cosa succede nella città: un codificatore audio che consentirà a Batman di infiltrarsi nelle frequenze della polizia e un particolare programma radio che offrirà suggerimenti su come portare a termine le varie missioni. Grande novità quasi certa sembra essere la presenza di una modalità cooperativa, che potrebbe vedere Catwoman nelle vesti di co-protagonista. Rimane invece il dubbio sulla possibilità di pilotare veicoli, variante che accrescerebbe il divertimento e accorcerebbe le distanze tra un obiettivo e l’altro. L’attesa è ancora lunga, ma attenzione perché Batman sta per tornare! Matteo Acitelli www.cyberludus.com

VOTO: 9 PRO: - DOPPIAGGIO - COLONNA SONORA - GRAFICA CONTRO: - LONGEVITÀ - LINEARITÀ

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