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Il Corriere della Città
Pomezia
Politica
Anno 4 Numero 11 NOVEMBRE 2012
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INCHIESTA: PEDOFILIA, BIMBI NEL MIRINO DEI MOSTRI PAG.18-20
LAVORO TRA LICENZIAMENTI E NUOVE POSSIBILITA’ PAG.22-23
POLITICA POMEZIA: APPROVATO IL BILANCIO
PAG.04-06
IL CORRIERE CRESCE: NASCE CITY WEB TV
PAG.26-27
VIVERE NELLE
CASE POPOLARI
Viaggio tra storie, paure, speranze, degrado e dignità
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REGALO DI NATALE GIA’ PRONTO: IMU PER TUTTI
Ma la stangata diventa minore per una categoria: le aree edificabili
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rmai siamo in pieno clima invernale. Il freddo di questi giorni fa pensare all’avvicinarsi del Natale. Ma che cosa ci sarà, quest’anno, sotto l’albero? In tempi di crisi pochi doni, ma sicuramente qualche sorpresa troveremo, visto che le date coincidono: importi IMU notevolmente aumentati rispetto a quando la tassa si chiamava ICI. A Pomezia ed Ardea l’aliquota base fissata dal Governo centrale non è stata aumentata, ma nemmeno diminuita: c’è da ricordare, infatti, che lo Stato ha dato facoltà ai Comuni di muoversi entro delle aliquote minime e massime, dando lo 0,4% come indicativo di base. Ma, visto che nel frattempo i parametri per il calcolo sulla rendita catastale è stato variato sempre dallo Stato, passando da 100 a 160 (ora l’importo va calcolato moltiplicando la rendita catastale per 160 e non per 100 come avveniva per l’ICI) la spesa per il cittadino è in partenza aumentata del 60%. Proprio per questo lo Stato ha dato la possibilità ai Comuni di abbassare leggermente le aliquote, cosa che la stragrande maggioranza delle Amministrazioni comunali, tra cui Ardea e Pomezia, non hanno fatto. Sicuramente per reali problemi di cassa, ma dare l’informazione che non ci sono aumenti non è propriamente corretta. Uno scrupoloso lettore ci ha inviato le tabelle con esempi di calcolo comparativi tra IC I ed IMU. Ecco cosa è emerso: ICI per abitazione principale classificata nel gruppo catastale A con esclusione A/10 e C/2, C/6, C/7: il calcolo veniva fatto stabilendo la base imponibile,ottenuta rivalutando del 5% la rendita catastale , moltiplicandola per 100, moltiplicandola per l’aliquota dello 0.4% a cui veniva sottratta la somma di 200€ . IMU per abitazione principale classificata nel gruppo catastale A con esclusione A/10 e C/2, C/6, C/7: il calcolo viene fatto stabilendo la base imponibile,ottenuta rivalutando del 5% la rendita catastale, moltiplicandola per 160, moltiplicandola per l’aliquota dello 0.4% (in vigore a Pomezia ed Ardea) a cui viene sottratta la somma di 200€. Anche non aumentando l’aliquota base, si ha un incremento della tassa di circa il 60%. Ma cosa succede per gli immobili di CAT A/10, uffici o studi privati, alberghi, opifici o banche? Ecco anche qui le differenze, che sono molto più
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elevate, visto che l’aliquota, sia a Pomezia che ad Ardea, è stata ritoccata verso l’alto, raggiungendo la quota massima a Pomezia, dove tocca l’1,06%. ICI: il calcolo veniva fatto stabilendo la base imponibile,ottenuta rivalutando del 5% la rendita catastale , moltiplicandola per 50, e poi moltiplicandola per l’aliquota dello 0.7%. IMU: il calcolo viene fatto stabilendo la base imponibile, ottenuta rivalutando del 5% la rendita catastale , moltiplicandola per 80, e poi moltiplicandola per l’aliquota dello 1.06%. Di fatto, in questo caso l’aumento complessivo è del 140% rispetto allo scorso anno. E per gli immobili di CAT. C/1, negozi e botteghe? Ecco i conti. ICI: il calcolo veniva fatto stabilendo la base imponibile, ottenuta rivalutando del 5% la rendita catastale, moltiplicandola per 34, e poi moltiplicandola per l’aliquota dello 0.7%. IMU: il calcolo viene fatto stabilendo la base imponibile,ottenuta rivalutando del 5% la rendita catastale , moltiplicandola per 55, moltiplicandola per l’aliquota dell’ 1.06%. Anche qui abbiamo quindi l’aumento della base imponibile del 60% e, per effetto dell’aliquota che aumenta del 50% circa rispetto a quella precedente, il totale complessivo è del 140% in più rispetto allo scorso anno. Ma la cosa curiosa è quella che riguarda i terreni edificabili, di solito in mano ai costruttori: per le aree edificabili quasi nulla è cambiato nella base imponibile (solo l’aggiornamento Istat dal 2007, che aumenta il valore dell’1.88%), mentre aumenta l’aliquota dal precedente 0.7 all’attuale 1.06%. Risultato? La tassa aumenta solo del 50%. Le riflessioni su questi calcoli le lasciamo fare ai lettori, premettendo che l’unica cosa che i Comuni avrebbero potuto fare per limitare gli aumenti al cittadino era quella di abbassare al minimo le aliquote IMU. Noi possiamo però suggerire cosa chiedere a Babbo Natale: trasformare le nostre case o i nostri negozi (per chi ce l’ha, ovviamente), in terreni edificabili. Diventiamo tutti costruttori e paghiamo meno tasse. Poi mettiamo una tenda nel terreno per poterci vivere, ma questo è un dettaglio. Nel Governo del bancario Monti forse questo è il futuro (impossibile) di noi Italiani.
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30/10/2012
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STAMPA: Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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Anche l’Italia dei Valori approva il bilancio, nonostante le critiche. Il perché lo spiega Fabrizio De Lorenzi
UN BILANCIO
no essere più adatti per un settore ma non per un altro”. Crede davvero che questo potrebbe risolvere i problemi di Pomezia? “Noi siamo stati chiari: per l’IDV è l’ultima chiamata. Se la svolta non avviene nel modo corretto, se non si riparte nel modo giusto, noi ci chiamiamo fuori. Ma sono fiducioso: anche nel corso della prima consiliatura di De Fusco, quando l’Amministrazione sembrava allo sbando, siamo riusciti a risorgere facendo autocritica e ripartendo di slancio. E’ possibile farlo anche adesso, se si mettono da parte i personalismi”. E magari se si inizia davvero a pensare ai problemi di questa città e a come risolverli? “Secondo me è arrivato il momento di fare delle scelte coraggiose, che non sono di certo quelle di tartassare ulteriormente i cittadini, perché mettere ancora le mani nelle tasche dei contribuenti significa provocare un black out totale dell’economia, come dimostra anche quello che sta succedendo con il Governo centrale. Dobbiamo quindi ricorrere all’inventiva, scommettere sul futuro in collaborazione con i privati, incentivandoli ad investire sul nostro territorio”. E come? “Noi lo avevamo già proposto, con la realizzazione del polo turistico. Si tratta di un nostro grande rammarico: non aver proseguito con il progetto, che invece altri Comuni come Roma stanno portando avanti, secondo me è stato un grave errore. Si è trattata di un’occasione persa con i grandi imprenditori, che avrebbero potuto favorire il rilancio di Torvaianica e, di conseguenza, di Pomezia. Si trattava di interventi a costo zero per l’Amministrazione, ma con una forte ricaduta positiva per tutta l’economia locale e per il mondo del lavoro, con accesso diretto ai finanziamenti europei”. Ma se offriva così tanti vantaggi, perché non è stato fatto? “Forse non è stato compreso. Finora Pomezia è stata governata in una certa maniera: quello che abbiamo pro-
(ESECUTIVAMENTE)
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opo tutte le esternazioni fatte nei giorni precedenti alla discussione del bilancio, di certo ci si aspettava un dibattito vero anche in aula, da parte dei consiglieri dell’IDV. Ma l’approvazione è filata liscia senza neanche uno degli emendamenti promessi e messi come condizione per il benestare all’importante atto politico. Perché? Lo chiediamo a Fabrizio De Lorenzi, che insieme al capogruppo Luigi Lupo e all’ex assessore David Tintinago, non erano stati di certo teneri con il sindaco De Fusco. “Bisogna partire dal presupposto che parliamo di un bilancio approvato a fine ottobre, che sarà effettivo solo dopo la pubblicazione, quindi per meno di un mese, visto che dal 1° gennaio non sarà più valido. Un bilancio esecutivamente inutile, visto che già l’anno è quasi finito, necessario solo in termini di legge. Bocciarlo avrebbe aperto una crisi dannosa soprattutto per la città”. Ma la crisi non era stata aperta proprio dall’IDV nel corso dell’assise che ha visto il reintegro di Antonini nel suo ruolo di consigliere? “In quell’occasione noi volevamo evitare che qualcuno, all’interno della stessa maggioranza, strumentalizzasse quello che doveva essere una semplice presa d’atto della decisione del Prefetto. C’è stato uno scontro che ha portato alla reazione “di pancia” del sindaco, il quale ha ritirato le deleghe agli assessori. Secondo me quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, un semplice pretesto che ha portato a galla le problematiche che da tempo c’erano in maggioranza”. Ovvero? “Diversi modi di concepire la politica e di affrontare temi presentati nel programma elettorale. Credo ci sia stata una disorganizzazione nel coordinamento della maggioranza, che ha provocato gravi ritardi nello svolgimento del programma”. Ed in effetti si potrebbe anche parlare di immobilismo… “Non cerco scuse, ma va considerato anche il particolare momento storico che viviamo: la mancanza di fondi – basta pensare ai mancati trasferimenti dallo Stato ai Comuni - impedisce la realizzazione delle opere e obbliga ad una riduzione dei servizi. In ogni caso, credo che Pomezia debba essere governata in un altro modo: è questo che chiediamo noi dell’IDV. Quello che abbiamo chiesto è un’autocritica dell’intera maggioranza rispetto all’anno e mezzo di Amministrazione già passato, azzerando i comportamenti errati e ripartendo in maniera diversa. Il sindaco ha compreso la nostra proposta, e nei prossimi giorni ci dovrebbe essere l’azzeramento della Giunta, atto che dimostrerebbe la volontà di voler cambiare le cose”. Quindi è solo una questione di poltrone? “No, l’intenzione è quella di trovare le migliori persone possibili per ogni singolo settore". Quindi una giunta di tecnici che conoscono bene l’argomento per il quale verrebbero nominati? “No, la scelta andrebbe comunque fatta all’interno dei partiti, ma valutando le capacità e le inclinazioni degli assessori, che posso-
“Abbiamo chiesto l’azzeramento della Giunta e l’approvazione previsionale 2013 entro Febbraio”
posto necessitava di un cambio culturale, un’apertura dei punti di vista. Capisco che il nuovo possa far paura, ma credo che si debba aver fiducia nei cambiamenti, perché, non si evolve restando fermi”. Resta il fatto che l’alzata di voce dell’IDV al momento ha prodotto solo l’approvazione di quello stesso bilancio che tanto era stato criticato: si tratta di un vostro passo indietro o di un passo avanti del resto della maggioranza? “E’ un passo ponderato da tutte e due le parti: nei giorni scorsi abbiamo parlato molto con il sindaco, che si è espresso a nome di tutta la maggioranza, trovando punti di intesa sulla programmazione futura. L’approvazione del bilancio è quindi stata una formalità. Ad essere sinceri l’intenzione iniziale era quella dell’astensione dal voto, ma la condizione particolare che si era creata quel giorno, con Cimadon che era uscito da Forza Pomezia, ci ha convinto a votare a favore, per non creare ulteriori problemi. Ci prendiamo la responsabilità di quanto fatto, ma precisiamo di aver chiesto l’impegno di portare in aula il bilancio previsionale del 2013 entro la fine di febbraio, per non essere costretti ancora una volta a lavorare in dodicesimi”. Veramente era stato detto anche lo scorso anno… “Ma stavolta saremo di parola: come ho detto prima, questa per noi è l’ultima chiamata. Io personalmente mi impegnerò ogni giorno affinché le cose cambino, fermo restando che con questo non voglio dire che tutto ciò che è stato fatto finora sia sbagliato. Si parla tanto dei mancati pagamenti da parte del Comune, ma poi siamo tra i pochissimi Enti in Italia che riescono a licenziare una rata da 700 mila euro alla ditta che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti, cosa che di questi tempi non è per niente facile”. Alfredo Corrao
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Il capogruppo del PDL Luigi Celori analizza le motivazioni dell’approvazione di un bilancio contestato soprattutto da una parte della maggioranza
porteranno sicuramente alla chiusura di altre aziende, con la conseguente perdita di altri posti di lavoro”. C’è stata, da parte del PDL prima del consiglio comunale, la speranza che il bilancio non venisse approvato? “Noi non ci siamo mai augurati né che il bilancio non passasse, né che si arrivi al dissesto finanziario, perché sappiamo perfettamente che tutte le aliquote arriverebbero al massimo, però crediamo che questa città meriti di più. Siamo poi convinti che un’amministrazione oculata, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, debba pensare al futuro attraverso investimenti mirati, ponendo in essere quelle condizioni che possano attrarre nuovi capitali e nuovi investimenti sul nostro territorio, che ci possano far mantenere, e magari anche aumentare, l’occupazione. Purtroppo così non è, visto che quella che vediamo a Pomezia è una politica di piccolo cabotaggio”. Colpa di chi? “Ci governano le persone che sono state elette. La scelta, nel maggio del 2011, è stata chiara, anche se l’astensionismo ha favorito la riconferma di questa Amministrazione che ha preso il suo consenso basato sul clientelismo e sulle aspettative, grazie alla spiccata capacità di raccontare menzogne”. Cosa succederà adesso? “Per quanto mi riguarda continuerò a fare un’opposizione puntuale, con proposte serie, pur sapendo che non verranno raccolte da questi personaggi, che procedono su una strada sulla quale c’è spazio solo per loro”. A breve ci saranno le elezioni regionali. Si ricandiderà? “Devo capire se ci sono le condizioni per farlo: questo è un momento di grossa crisi per la politica dei partiti, in modo particolare per il PDL. Vedremo quindi cosa accadrà dopo le primarie del 13 dicembre”. Restando a Pomezia, cosa manca alla politica per essere una vera politica? “La gente. Capisco che l’elettorato sia deluso, ma se le persone non si interessano attivamente a quello che succede, niente potrà mai cambiare e personaggi che ormai tutti conoscono continueranno a ricevere un sacco di voti, con i risultati che tutti vediamo”. Giudica così male
IL BILANCIO? UN FILM GIA’ VISTO
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ilancio di previsione o bilancio come da previsione? La sottile differenza è tutta racchiusa nello svolgimento dell’assise del 25 ottobre, data in cui sia il consuntivo 2011 che il previsionale, annuale e triennale, hanno ricevuto l’approvazione. “Nonostante tutto quello che era stato detto nei giorni precedenti – ha dichiarato Luigi Celori, capogruppo consiliare del PDL – ancora una volta è stata dimostrata la bravura di De Fusco a ricomporre le lacerazioni all’interno della maggioranza ed a trovare la quadra che permette di andare avanti con un’Amministrazione disastrosa”. Celori va giù duro. “Non esiste una maggioranza, ma un’accozzaglia di consiglieri che pensano solo ai loro problemi e fanno la voce grossa per trovare le soluzioni a loro più congeniali. Ma poi interviene il sindaco, che conosce bene i suoi polli e che è abilissimo a gestire queste situazioni. Infatti è stata una strategia perfetta l’andare alla conferenza dell’UDC e gettare l’amo della possibile apertura all’entrata in maggioranza, mentre era evidente che “parlava a nuora affinché suocera intenda”. E c’è chi ha inteso benissimo”. Nei giorni precedenti alla discussione del bilancio, infatti, l’Italia dei Valori si era dissociata dalla maggioranza, ponendosi in una posizione di appoggio esterno, proprio a causa della gestione finanziaria dell’Ente. Gli assessori dell’IDV avevano presentato le loro dimissioni dopo la revoca di tutte le deleghe all’intera Giunta e David Tintinago, in una lunga lettera, aveva criticato le voci di bilancio. “Ma le mosse e le promesse del Primo Cittadino hanno portato l’IDV ad un nuovo allineamento agli ordini. Comunque, i malumori non erano solo all’interno dell’IDV. Il primo a criticare la situazione economica era il capogruppo del PD, partito di maggioranza relativa, Fabio Mirimich, che prima ha sollevato il problema e poi, in aula, ha letto una dichiarazione che si può riassumere in un “va tutto bene, madama marchesa”. E così la maggioranza si è ricompattata, nel solito film già visto da quando al governo di Pomezia c’è De Fusco”. Eppure questa volta la crisi sembrava reale e quasi insanabile, visto che dopo il ritorno di Antonini in consiglio, la presa di distanza dell’IDV e l’uscita di Cimadon da Forza
Pomezia, i numeri non erano di certo a favore del sindaco. “Ed invece tutto prosegue come al solito. Il problema è che a farne le spese la città ed i suoi abitanti: questo è un bilancio senza investimenti, che non dà futuro al territorio”. Quali sono le maggiori critiche che fa a questo bilancio? “Parto dal presupposto che ho seri dubbi sulla veridicità delle cifre che ci hanno presentato. De Fusco dice che l’indebitamento complessivo del Comune è pari a circa 184 milioni di euro, ma che ne ha ereditati dall’Amministrazione Zappalà 189 milioni. Si prende quindi il merito di aver ridotto il debito, in 6 anni, di 5 milioni. Io non vedo quale sia, questo merito, visto che nei 6 anni della sua gestione, visto che sono state fatte pochissime opere riconducibili alla sua Amministrazione, peraltro finanziate dalla Regione, mentre in passato si sono aperti mutui per tante opere pubbliche, compreso l’acquisto del Selva dei Pini che ora ospita l’università. De Fusco ha solo tagliato nastri di opere o servizi iniziati da Zappalà. In questo bilancio si continua a vivere alla giornata, senza programmazione. L’urbanistica è in stand by in quanto ogni provvedimento adottato da questa Amministrazione non ha poi avuto l’approvazione in Regione, mentre sul fronte delle opere pubbliche siamo completamente fermi”.
“Non esiste una maggioranza, ma un’accozzaglia di consiglieri che pensano solo ai loro problemi”
E per quanto riguarda le altre voci? “Il dato eclatante è l’aumento del 15% della tassa sui rifiuti, a fronte di un servizio pessimo. A questo si aggiunge l’aumento della tassa di occupazione del suolo pubblico di oltre il 20% e l’aliquota IMU per le seconde case e per le attività produttive portata al massimo possibile, ovvero all’1,06%. Tutto questo creerà sicuramente problemi ai commercianti, alle imprese ed alle industrie del territorio: credo che in un momento come questo tutto ci voleva tranne che questi incrementi fiscali, che Novembre 2012
questa Amministrazione? “Io non voglio giudicare nessuno, ma sono costretto a prendere atto di una cattiva gestione. Mi meravigliano poi i vari Schiumarini, Ruffini, a cui si aggiungono gli assessori Maniscalco e Cruciani: quando erano all’opposizione gridavano allo scandalo e pretendevano la luna, sembrava fossero pronti a rivoluzionare Pomezia per migliorarla. Adesso che la stanno governando non hanno mai messo in campo un solo progetto importante”. Alfredo Corrao
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DI FIORI IN BILICO?
di Michele Lotierzo
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a realtà è spesso più complessa dell’immaginario; talvolta supera ogni più fervida fantasia e può presentarsi più audace di quanto si possa pensare. Un vecchio adagio popolare ci racconta che “al peggio non c’è mai fine!”. La comunità Rutula, dopo la nefasta esperienza del nettunese Eufemi, infervorato d’iniziative di interesse pubblico solo alla fine del suo mandato e campione della maggioranza bulgara (19 consiglieri su venti), dalla nuova consiliatura si aspettava una facilitazione della vicenda politico/amministrativa e una capacità nuova di proporsi rispetto alla complessa gestione della cosa pubblica. Si pensava a un quinquennio innovativo non solo nei numeri, ma anche nella sostanza, in altre parole nella capacità, appunto, di gestione delle gravi problematiche del territorio. La riduzione da venti a sedici consiglieri e da sette a cinque assessori avrebbe dovuto comportare rilevanti elementi di novità. Invece sembra tutto come prima, anzi, per certi versi anche molto peggio rispetto a prima. Ad appena cinque mesi dalle elezioni, la maggioranza già pare scricchiolare fortemente. L’unica novità positiva, una sorpresa, pensando alle pregresse situazioni, è quella della constatazione che in questo mandato l’opposizione non solo c’è, ma appare anche molto determinata, coesa e propensa a farsi sentire come mai prima e come avrebbe dovuto da sempre essere. Nella precedente consiliatura, sei consiglieri su sette furono risucchiati ben presto dalle capacità persuasive dell’ottimo Eufemi, noto pifferaio e incantatore di “anime pie”. Oggi invece, come detto, i sei sono compatti e questa è una novità, che pur se dovrebbe essere la norma, si aggiunge negativa-
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mente alle preoccupazioni del sindaco e della sua compagine. Cosicché arriviamo al nocciolo vero della questione, all’interrogativo che in tanti cominciano a porsi, soprattutto durante le riunioni del consiglio comunale: ma Di Fiori ce l’ha o no una maggiorana stabile e coesa? Noi vorremmo dire di sì, per il bene di Ardea, ma la risposta sta nei fatti anche recenti e non può essere negata: la maggioranza è già profondamente in piena crisi! Solo pochi giorni fa quattro consiglieri votarono con la minoranza su una questione molto dibattuta, relativa a quell’impiccio riguardante la società di riscossione dei tributi, assai improvvidamente appaltata da Eufemi in zona “Cesarini”, e corredata del gentile cadeau di un aggio di oltre il 18%. Poi, sempre i quattro (Fanco, Iacoangeli, Quartuccio e Montesi) hanno firmato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente del consiglio, salvo dissociarsi in tre in consiglio comunale e lasciare solo l’irriducibile Fanco, il quale ha inteso andare avanti su una strada di dissociazione che nell’ultima seduta consiliare ha conosciuto una fortissima accentuazione, e le cui conseguenze non sono facilmente pronosticabili. Ma il momento più bello (per non dire più ridicolo o assurdo) è un altro, verificato in piena seduta del consiglio comunale con la diatriba tra due eminenti personalità della maggioranza, entrambi appartenenti alla Lista Eufemi, un altro prezioso lascito del nettunese, i cui eletti si sono espulsi a vicenda. Prima Marcucci ha espulso Fanco e poi Fanco da capogruppo ha espulso Marcucci. La cronaca descritta non è frutto di una fantasia malsana, ma è la realtà pura e semplice e fa (almeno teoricamente, ma non poi tanto) il giro del mondo. Sì, perché i ragazzi che s’ispirano al Grillo del Movimento Cinque Stelle filmano le intere sedute del Consiglio e poi mandano i filmati su Youtube, il noto sito web che fa diventare di assoluto dominio pubblico tutto quello postato. Dunque la comunità di Enea, di Virgilio e dei Latini, per non dire di Turno e via discorrendo, è sbertucciata nel momento stesso in cui studiosi di molte parti del mondo ne sviscerano, divulgandole, le preziose testimonianze storiche e archeologiche. Ma tornando alla vicenda giornaliera della comunità Latina, non si può non esprimere una grande preoccupazione per lo stato della maggioranza che ormai da un paio di settimane è alle prese anche col rinnovo dei cinque assessori, già dovutisi dimettere per le beghe di “lor signori” ad appena quattro mesi dalla nomina. E poi sulla ribalta è entrata prepotentemente anche la grave questione della delibera per la realizzazione del mostro edilizio di 90.000 metri cubi in Tor San Lorenzo, la famigerata convenzione Puccini: dopo l’arroganza mostrata poche settimane prima, quando la maggioranza volle approvarla contro il parere della minoranza e di tantissimi cittadini, solo pochi giorni fa, sotto costrizione della volontà popolare, è stata revocata. Dunque, a giudizio di molti, il sindaco Di Fiori starebbe è già in bilico e taluno si spinge a sostenere che potrebbe non arrivare a “mangiare il panettone”. Ancora peggio: alcuni malevoli “cantori” delle gesta del Nostro, affermano con convinzione che il Di Fiori starebbe per rassegnare le dimissioni per concorrere alle imminenti elezioni regionali. La cosa, se dovesse essere confermata, sarebbe veramente molto grave, perché significherebbe che ancora una volta i politici locali privilegiano le ambizioni personali rispetto alle necessità e urgenze del paese. Certo a questo punto appare evidente che la sorte della nuova consiliatura, vuoi per una questione o per l’altra, sembra veramente già segnata, anche se le recenti “alchimie” amministrative del Tar del Lazio apparentemente ne hanno confermato la sua legittimità. In realtà anche quest'ultimo accadimento appare controverso, inverosimile, se non addirittura scandaloso. Infatti, le illiceità commesse alle elezioni comunali del maggio scorso sarebbero enormi, poiché corredate da testimonianze precise di esponenti del centrodestra, incentrate su irregolarità gravissime in fase preelettorale e successivamente nella gestione delle schede elettorali. Ma i cittadini di Ardea sembra si stiano organizzando per costituire un Comitato contro ogni broglio elettorale e sarebbero orientati a chiedere l’adesione anche al sindaco, ritenuto il primo interessato affinché la sua elezione sia sgombra da qualsiasi ombra di sorta e possa presentarsi alla comunità nel massimo della legittimazione giuridica e di fatto.
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Politica Ardea
AL DI LA’ DELLE CRISI POLITICHE Intervista a tutto campo con il Sindaco di Ardea Luca Di Fiori
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a è crisi o no, ad Ardea? Lo chiediamo direttamente al Sindaco Luca Di Fiori, momentaneamente “a riposo” a causa di un intervento al ginocchio. “E’ sicuramente crisi, ma la situazione non è come la vogliono per forza dipingere non solo i componenti della minoranza, ma anche alcuni giornali e giornalisti”. Però è vero che spesso e volentieri una parte della maggioranza si mette al fianco dell’opposizione, così come è vero che gli assessori hanno presentato le loro dimissioni, poi accettate proprio da lei, e che c’è stato un tentativo di sfiducia nei confronti del presidente del consiglio comunale Massimiliano Giordani… “Non nego niente di quello che è accaduto nei giorni scorsi, ma credo che tutto vada ricondotto alla voglia, sicuramente giusta e comprensibile, di visibilità da parte di qualcuno”. Quindi si tratta di una questione di poltrone? “Anche, ma al momento in cui si ragiona con la testa si capisce che ciò che è importante cercare la soluzione ai tanti problemi della città, acuiti da una crisi economica senza precedenti. Il blocco dei trasferimenti statali ed il rispetto del patto di stabilità ci impediscono di portare avanti tutte quelle opere pubbliche che sono già state iniziate e che avevamo promesso ai cittadini, ai quali voglio spiegare che il mancato proseguimento dei lavori in alcuni cantieri non dipende da una cattiva Amministrazione locale, ma dai fattori esterni che ho appena esposto”. Resta il fatto che finora la maggioranza non ha dato grandi prove di compattezza. “Le ha date quando servivano, come ad esempio quando è stata votata la revoca della proposta di accordo di programma e variante urbanistica di un’area a Campo di Carne, di proprietà della Ditta S.E.C.R., la cosiddetta “convenzione Puccini”. Io, parlando con i cittadini e con le varie associazioni presenti sul territorio, avevo garantito che, se solo ci fosse stato un solo motivo che avrebbe potuto creare delle problematiche ai cittadini, avrei fatto in modo di revocare la convenzione. E questo al di là di tutto ciò che ha detto o fatto l’opposizione”.
“Non mi faccio ‘tirare per la giacchetta’ da nessuno: voglio una Giunta fatta di persone competenti per il ruolo che dovranno ricoprire”
Allora perché non è stato fatto prima? Era già da qualche mese che ero in procinto di revocarla, ma ho voluto attendere l’insediamento del nuovo Segretario Generale. Appena la dott.ssa Marina Inches è arrivata ed ha preso in mano tutta la documentazione, il mio primo atto è stato proprio quello di indire un consiglio comunale per la revoca della convenzione. Purtroppo alla prima data scelta è stato fatto mancare, con poco senso di responsabilità, il numero legale, ma al secondo tentativo la revoca è stata votata all’unanimità dalla maggioranza”. Quindi non sentiremo più parlare di questa convenzione? “Al contrario, in futuro dovrà essere concertata tra maggioranza ed opposizione, insieme a tutta la popolazione, per trovare la soluzione ideale che porti solo benefici alla città”. Questa volta l’Amministrazione si trova davanti ad un’opposizione compatta: cosa ne pensa? “Sono contento quando ci sono critiche propositive, ma non mi sembra corretto adottare atteggiamenti, tipo la sfiducia al presidente del consiglio insieme a parte della maggioranza, solo per “tirare la giacchetta” al sindaco, anche perché io non me la faccio tirare da nessuno. Si tratta di azioni di disturbo che rallentano il regolare svolgimento della macchina amministrativa. Il presidente del consiglio fa parte di un accordo politico preso prima delle elezioni ed io sono una persona che rispetta i patti e la parola data. Se adesso i partiti hanno deciso di cambiare, deve prima esserci l’intesa tra tutti i componenti”.
Intanto Ardea è senza Giunta. Ha già idea di quali potrebbero essere i nomi che verranno proposti dai vari partiti? “Non voglio che la questione sia imperniata sui nomi, ma sulle capacità: le nomine dovranno essere fatte secondo dei criteri di competenza, come ad esempio un architetto all’urbanistica o un medico alla sanità. Una logica che finora non è stata applicata, ma che andrebbe a risolvere tanti problemi. I partiti della mia coalizione sanno benissimo qual è il mio obiettivo: mettere persone qualificate ai posti giusti. Questo è il criterio da rispettare”. E le quote rosa? “Io spero che vengano proposte diverse donne: per me andrebbe bene anche una Giunta tutta al femminile, avrebbe sicuramente una visione diversa rispetto a quella prettamente maschile che ha caratterizzato questo Comune in precedenza. Ma l’importante, ripeto, è la professionalità rispetto all’ambito che andrebbero a ricoprire”. A proposito di professionalità, ci sono state delle critiche nei confronti della precedente Segretaria Generale. Cosa ne pensa? “Sono rimasto ferito da queste critiche, anche perché quando si parla di persone credo sia più corretto prima chiudere la porta e poi parlarne con calma. Secondo me la dott.ssa Gloria Di Rini ha fatto un ottimo lavoro”. Di questi tempi si chiedono tanti sacrifici ai cittadini: ma cosa si fa per risparmiare sulle spese della politica locale? “Abbiamo tolto tutti i cellulari di servizio e l’autista: io personalmente mi sposto con la mia auto, uso il mio telefono personale, e così fanno tutti altri amministratori. Abbiamo rivisto tutte le spese, cercando di ridurre al minimo quelle indispensabili e di eliminare quelle che reputo superflue, cercando invece di mantenere i servizi primari alla città”. Tra le spese tagliate ci sono quelle relative alla ristrutturazione dell’edificio di via Crispi, che viene ristrutturato gratis da alcune ditte private. Ma è possibile? “Si tratta di contratti di sponsorizzazioni con imprenditori che hanno veramente a cuore la nostra città e che, come succede per le rotonde date in gestione ai privati, stanno sistemando quegli uffici senza spesa per l’Amministrazione. Ci sono state critiche su questo da parte dell’opposizione e di alcune associazioni, che cercano il lato “marcio” anche dove non c’è. Io invece sono ben lieto di portare avanti queste iniziative, anzi, magari ce ne fossero altri di imprenditori disposti a lavorare a costo zero in cambio della visibilità e della manutenzione ordinaria: questo si tradurrebbe in un innegabile risparmio per le casse comunali. Io ringrazio quegli imprenditori che orgogliosamente stanno facendo qualcosa per Ardea perché sentono di appartenere a questo territorio”. Pochi giorni fa è arrivata la sentenza del Tar del Lazio che ha respinto i ricorsi che mettevano in dubbio la validità della sua elezione. Come commenta questa notizia? “Malgrado i proclami dell’opposizione e, in particolare, del consigliere Tonino Abate, è stato dimostrato che le elezioni che si sono svolte lo scorso maggio erano regolari”. Si tratta di una vittoria di Luca Di Fiori o di una sconfitta di chi ha presentato ricorso? “Vince o perde chi gareggia. Io non ho cercato questo scontro…”. Alfredo Corrao
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VIAGGIO TRA LE CASE POPOLARI
Quartieri, palazzi, storie diverse, ma tutte legate da un unico filo: la speranza di andare via
C
Inchiesta di Maria Corrao
olle Fiorito, Via Singen e limitrofe, via Ugo La Malfa, via Fellini: sono solo alcune delle strade di Pomezia dove sorgono palazzine di edilizia pubblica, case popolari di proprietà del Comune o dell’Ater, ex IACP, perlopiù casermoni, dove il degrado sociale si scontra con la dignità e l’onestà. Un miscuglio di culture, intese come abitudini di vita: c’è chi lavora sodo tutto il giorno e chi invece non ha mai lavorato in vita sua, preferendo dedicarsi ad altre attività, magari non lecite ma molto più remunerative rispetto a quelle in cui si timbra il cartellino. Suv e utilitarie usate, un contrasto che rende bene l’immagine del contesto in cui si entra a far parte nel momento in cui si varca uno dei portoni di questi palazzi che sembrano tutti uguali, disegnati da architetti che, magari pensando di fare un’ottima cosa creando spazi comuni, cantine e locali al piano terra, di certo non immaginavano che quegli stessi spazi troppo spesso sarebbero stati utilizzati per usi completamente diversi.
Via Ugo La Malfa
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Il nostro giro inizia in via La Malfa, dove da pochi giorni hanno inaugurato la sede della onlus “La cicala e la formica”, un centro dove i volontari, tra cui oltre al personale specializzato spiccano i giovanissimi studenti del Liceo Scientifico Blaise Pascal, intrattengono i ragazzini, dando loro ripetizioni nelle materie in cui sono carenti, facendoli giocare nella ludoteca o semplicemente tenendo loro compagnia nelle lunghe ore in cui restano da soli. Un’isola felice ancora tutta da scoprire e sfruttare per gli abitanti delle case popolari, ma il
tempo gioca a favore dei promotori, sempre che qualcuno non decida prima di distruggere tutto per un semplice dispetto. Le case hanno visto i loro primi inquilini nel 1988, anno in cui gli assegnatari dell’Istituto Autonomo Case Popolari hanno potuto avere un alloggio ad un prezzo irrisorio. Ma, insieme a loro, anche tanta gente che non aveva i requisiti o che comunque non rientrava nelle graduatorie IACP: alcuni furono indirizzati in via La Malfa direttamente dai politici dell’epoca, altri occuparono gli appartamenti in barba ai legittimi assegnatari. Porte sfondate, serrature rotte e poi cambiate, muri bucati da un appartamento all’altro, per poter agguantare quanto più possibile per sé, per i parenti, per i bambini, così “hanno già la casa quando crescono”. Peccato che le case non fossero le loro. E, non essendo le loro, gli occupanti abusivi, o almeno la maggior parte di essi, quelli a cui non è neanche interessato molto provare a regolarizzare la propria posizione, non hanno mai pagato né l’affitto all’Ente, né le spese comuni per la luce o l’acqua, o tantomeno per le pulizie. Eppure il canone mensile non è certo caro: 80 euro al mese. Se si sommano anche tutte le altre spese, si arriva più o meno a 200. Niente, paragonato ai costi di mercato. Per questo si fa di tutto per avere una di queste case: persone che prendono la residenza in casa di famiglie che nemmeno conoscono o che si prestano al gioco, “avvoltoi” che attendono che la vecchietta che vive sola venga ricoverata in ospedale per usurparle l’appartamento e cambiare la serratura, gente che occupa le case e le rivende in nero a chi non vuole subire tutta la “trafila dell’occupazione”, giorni e giorni in cui si deve resistere ai continui controlli delle forze dell’ordine. Le testimonianze – Ma come si vive alle case popolari se non lo si fa per scelta, ma perché costretti dalle circostanze? “Bisogna imparare a farsi i fatti propri”, racconta una coppia. “Noi fortunatamente non abbiamo avuto mai problemi direttamente, ma ne abbiamo viste di tutti i colori. Gente che spaccia, che organizza atti delinquenziali, bulli di tutte le età il cui divertimento è quello di danneggiare le cose altrui, anche quelle che potrebbero utilizzare anche loro, perché a disposizione di tutti. Quando va bene scrivono sui muri, sia interni che esterni, delle palazzine. Ma capita che distruggano porte, finestre o panchine. Ci sono diverse persone agli arresti domiciliari, che della misura cautelativa se Novembre 2012
ne infischiano: dopo l’eventuale controllo da parte dei carabinieri escono indisturbati per proseguire i loro traffici illeciti”. Ma avete mai denunciato quello che vedete ogni giorno? “Ci abbiamo pensato, e qualche volta anche provato. Ma poi subentra la paura. Dai carabinieri devi dire nome e cognome, e quelli ti conoscono, sanno in quale scala abiti, quali sono le tue finestre, chi sono i tuoi figli. E allora ci ripensi e torni indietro, cercando di dimenticare quello che hai visto, anche se di tratta di qualcosa di grave, come un minorenne che spaccia droga”. Di integrazione neanche a parlarne. “Sono asociali, stanno solo tra di loro. Con noi che lavoriamo onestamente non hanno rapporti. Qualche volta abbiamo provato a coinvolgerli in qualche attività, ma non ci siamo mai riusciti, in tutti questi anni”. Eppure è capitato che qualcuno ci sia riuscito. “Quando sono arrivata qui – racconta una signora – c’era una tizia che con me faceva sempre la prepotente. Io ho sempre evitato di replicare, perché pur venendo dal basso e da una famiglia senza soldi, ho ricevuto in dote una grande educazione, forse anche troppa. Ma una volta, all’ennesimo atto che adesso si chiamerebbe di bullismo, ho deciso di reagire. La donna si trovava all’interno della sua auto, io mi
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Seguici sul sito web per rimanere informato su tutte le ultime news sono avvicinata e l’ho presa per il colletto della camicia, rispondendole a muso duro per farle capire che ero educata, non scema. Da quel giorno mi ha portato rispetto, anzi, alla fine siamo anche diventate amiche. Ma non è sempre così. Con molte persone non si può proprio parlare. Pur abitando tutti in queste case popolari, la palazzina dove vivo io è denominata “i Parioli”, perché in molti siamo reali assegnatari, paghiamo l’affitto regolarmente, lavoriamo onestamente e non disturbiamo nessuno. Ma basta spostarsi di qualche passo ed i Parioli cedono il passo al Bronx, con i vandali che fanno danni in continuazione. Non si sta mai tranquilli”. Uno di questi è rappresentato dalle scritte oscene negli androni. “Dove viviamo noi – commentano altre persone – c’è ancora l’odore della vernice utilizzata per ricoprire le ultime frasi scritte dai soliti ignoti. Noi ci tassiamo per cercare di rendere più vivibile queste palazzine, ma c’è chi si diverte a rovinare tutto. Il fatto è che non c’è il rispetto, né nei confronti delle cose, né verso le persone”. “Io ho tre figlie – dichiara una donna - e ringrazio il Cielo che siano delle brave ragazze, perché qui ne ho viste tante, di ragazze che si rovinano la vita a causa delle cattive compagnie”. Passa una coppia: in due non arrivano a 40 anni, ma hanno già un bambino. Si tratta di un altro dei problemi di questo posto – spiega Rosaria Del Buono, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pomezia ed ex abitante proprio di queste palazzine – io ho vissuto qui per circa 15 anni, sono arrivata nel 1988 con la mia famiglia monoreddito, papà operaio con 40 anni di fabbrica alle spalle, uno sfratto esecutivo dalla casa in cui avevano sempre abitato e nessuna possibilità economica di prenderne una con i prezzi di mercato, figuriamoci se potevamo permetterci di acquistare una casa tutta per noi. Questo è un posto da cui si vorrebbe scappare, per andare altrove, per vivere una realtà diversa. Sono in tanti a sognare di andare via, in una casa più bella, in un posto meno
degradato, per vivere una vita più appagante. Ma tornando a quella coppia, qui è normale vedere cose del genere: ragazzi giovanissimi che si ritrovano genitori senza avere un lavoro, o una casa”. Ed allora si “provvede” con nuove occupazioni. “Conosco gente che ha addirittura 4 appartamenti e gira con i macchinoni”, confida un uomo. “Per avere una casa popolare bisogna possedere i requisiti ed entrare in graduatoria – chiarisce la Del Buono - presentando una documentazione che attesti il reddito basso ma che nel contempo
La cicala e la formica, l’aiuto che serviva E’ stata un’inaugurazione all’insegna dei giovani e dell’allegria, quella del 20 ottobre in via Ugo La Malfa, che ha visto l’associazione La Cicala e la Formica prendere possesso di alcuni locali al piano terra messi a disposizione dall’Ater attraverso il comitato inquilini. Di cosa è e cosa farà l’associazione parliamo con la sua presidente, Rita Gentile. La Cicala e la Formica: perché proprio questo nome? “Facendo riferimento alla famosa favola di Esopo, noi cerchiamo di accumulare tutta l’esperienza possibile e tutte le nostre risorse, rappresentate soprattutto dai volontari, per dare agli altri una presenza continua per tutte le loro necessità”. Perché proprio qui, nelle case popolari di via Ugo La Malfa? “Siamo qui grazie a quanto ci è stato offerto, grazie alla disponibilità dell’assessore Rosaria Del Buono, dal presidente del comitato inquilini Ater, che ci ha fatto un dono immenso, mettendoci a disposizione una sede, senza la quale non avremmo potuto lavorare. Si tratta di un posto centrale e facile da raggiungere, una grande opportunità per la nostra associazione, che vogliamo sfruttare al massimo con diverse iniziative ed attività”. Che tipo di attività? “Cominceremo già a novembre con una ludoteca, uno sportello di
sostegno gestito dalla nostra psicologa e delle attività di doposcuola per i bambini ed i ragazzi, che saranno assistiti, oltre che dagli psicologi, anche da alcuni insegnanti volontari”. I volontari, tra i quali ci sono moltissimi giovani, frequentano corsi di formazione, che dallo scorso anno si sono inquadrati come “officine spontanee”, già note per le varie attività svolte sul territorio, che hanno coinvolto anche gli studenti del liceo classico e scientifico Pascal di via Pietro Nenni. “Il numero delle richieste di adesione a questo progetto è stato talmente alto da farci arrivare già alla quarta edizione del corso, che sta per partire proprio in questo periodo. I ragazzi del Pascal hanno poi creato dei settori: l’area verde, dove si impara a coltivare verdure ed ortaggi, l’area del giornalismo, l’area della pittura e l’area di sostegno all’associazione Life. Tutti laboratori davvero spontanei e frutto esclusivamente del volontariato più vero”. Quindi il problema sociale è sentito, qui a Pomezia? “Sicuramente sì. Il sociale è sentito, ma finora era sempre mancato un punto di incontro e di aggregazione tra le varie associazioni presenti sul territorio. Noi esistiamo da cinque anni, arrivare fin qui è stato faticoso, perché Novembre 2012
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tuteli l’Ente sui pagamenti dei canoni. Purtroppo molti degli inquilini sono abusivi, quindi non c’è stato il controllo preventivo sul reale stato sociale di queste persone”. Persone che non sono non hanno il diritto di occupare quegli appartamenti, ma che sono spesso le stesse che provocano i problemi e lo stato di degrado. “Gente che ruba, ragazze che si prostituiscono, uomini che spacciano: abbiamo di tutto. Quello che mi fa rabbia è che poi questo posto è conosciuto come un luogo brutto a causa loro, mentre ci vive anche tanta gente onesta, che farebbe di tutto per andare via o almeno per renderlo migliore”, dichiara una donna. Di fronte alle case popolari di via Ugo La Malfa ci sono le due palazzine oggetto del contenzioso Pettirosso. “Quando si è aperto il contenzioso con il Comune – ci viene raccontato – ci fu un consigliere comunale non più in carica che invitò alcune persone a prendere gli appartamenti liberi di quelle palazzine, causando il giusto malumore degli acquirenti che avevano sborsato fior di soldi per acquistarli. Gli appartamenti furono quindi dati dal Comune a determinate persone, e non ad altre, tra cui gente con precedenti penali o addirittura ai domiciliari. Oltre ai disagi legati a queste ingombranti presenze, già più volte segnalati dai condomini delle case Pettirosso, queste persone hanno pensato bene di distruggere la rete di recinzione, in modo da poter andare da quegli appartamenti alle case popolari, dove vivono i loro parenti, senza fare il giro dell’isolato”. “Per non avere problemi bisogna farsi i fatti propri – dichiara un’anziana donna – perché il rischio è quello di essere picchiati, com’è già successo. E’ meglio rinunciare a qualche diritto, tipo il proprio posto auto o il proprio spazio, che finire all’ospedale pieni di contusioni. Tanto, anche denunciando, cosa che è già successa, le cose si trascinano talmente per le lunghe che si fa in tempo a morire prima di avere un po’ di giustizia”. non abbiamo mai ricevuto aiuti se non dai volontari: quello che auspico è che le varie Onlus possano unirsi, ed a loro altri volontari, creando una rete di associazioni. Attualmente le varie realtà sono scollegate tra loro, e questo danneggia il lavoro di tutti, fa perdere energie e di conseguenza demotiva i volontari. Noi speriamo che questa nuova sede possa essere un punto di partenza per un discorso più ampio, che coinvolga anche altre associazioni, che possono affiancarsi a noi”. L’altra metà dell’iniziativa sociale è svolta dal comitato inquilini, come spiega il presidente Armando Scucchia. “Noi siamo qui per tutelare gli interessi di tutti gli abitanti di queste palazzine, ma anche per salvaguardare l’ambiente in cui viviamo. Faremo attività sindacale e cercheremo di aiutare i residenti, seguendoli nelle pratiche necessarie per ottenere la sanatoria, battaglia che l’assessore Del Buono sta cercando di portare avanti. Sanatorie che mancano dal 2000 e di cui abbiamo davvero necessità. E’ poi nostra intenzione portare avanti i progetti dell’associazione La Cicala e La Formica: sono convinto che insieme possiamo migliorare questa zona, che potrebbe avere finalmente un buon futuro”.
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Via Singen
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Se in via Ugo La Malfa c’erano evidenti tracce di degrado, in via Singen la situazione che abbiamo trovato è anche peggiore. I palazzoni che formano il comprensorio gestito dall’Ater sono malridotti, necessitano di interventi di ristrutturazione e di bonifica. La pulizia dell’intero isolato ricade sulle spalle di uno degli abitanti, “Ma sono io che mi sono offerto di farlo – ci tiene a precisare – perché non sopporto di vedere questo posto peggiore di quello che dovrebbe essere per lo standard con cui si etichettano le case popolari”. Ha organizzato una cantina con tutto il materiale necessario: rastrello in ferro per la pulizia del cortile interno e per le foglie che cadono sul marciapiede, scopa in saggina e tanti altri attrezzi, che utilizza anche per la manutenzione e la riparazione delle parti comuni “per quello che ho imparato a fare negli ultimi 15 anni”. Massimo Dionisi vive qui dal 1982: un pioniere, visto che le costruzioni risalgono al 1981, ma sono state consegnate – e molte occupate abusivamente – l’anno dopo. In questi anni ha visto di tutto, “anche se io i particolari di certe vicende di certo non li conosco”. E le vicende sono quelle che in molti sanno, quantomeno perché le vedono: compravendite di appartamenti, occupazioni abusive, spaccio di droga. “Ma questo riguarda solo una parte delle persone che vivono qui – precisa Massimo – Possiamo dire che ci sono due categorie: quella delle persone buone e quella della gente cattiva. I buoni sono la maggior parte”. La disperazione, la miseria di alcuni, sia tra i “buoni” che tra i “cattivi” si nota dal fatto che quelli che una volta dovevano essere esercizi commerciali, negozi di vario tipo, adesso sono stati occupati abusivamente. Ci vivono persone sole, ma anche famiglie, senza luce, senza acqua, senza riscaldamento. Peggio ancora al 4° piano, dove dovevano esserci gli uffici. Inizialmente li avrebbe dovuti prendere in consegna la Asl, poi forse il Comune, ma di fatto sono stati abbandonati. Occuparli è stato facilissimo: persone senza residenza, perlopiù sconosciute all’anagrafe ma magari note ai servizi sociali. Anche qui niente acqua, luce, gas. In compenso, tanta, tanta sporcizia. “Il quarto piano - spiega Massimo – è diventato una vera e propria discarica, dove viene buttato di tutti, dai semplici rifiuti ai mobili vecchi, compresi frigoriferi e materassi”. Viene da pensare che non è possibile, ma man mano che ci avviciniamo al 4° piano, per il quale è stata inibita la fermata dell’ascensore, ci si rende conto che deve essere tutto vero: un terribile tanfo arriva già sulle scale e l’aria si fa insopportabile non appena si entra nel piano. In diversi punti si vedono rifiuti ingombranti che occupano intere stanze. “Attenti ai topi”, ci viene detto. Già, perché i numerosi rifiuti hanno attirato i roditori, che spesso entrano anche negli appartamenti. “In un anno ne ho uccisi una sessantina – dichiara Massimo – ma
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se non viene fatta una bonifica ed una reale disinfestazione vinceranno sempre loro”. In questo piano abita anche una famiglia con due figli piccoli. Nessuno è mai venuto a controllare in che stato è la loro “casa”, né come fanno a stare senza i servizi primari. Arriva un uomo. Abita lì dal 2001. E’ abusivo anche lui, ma non si nasconde, anzi, ci viene incontro. E’ appena tornato dal lavoro, i pantaloni ancora sporchi di vernice, che ci mostra come segno tangibile che svolge un mestiere onesto. “Sono felice di vedervi. Finalmente qualcuno ha il coraggio di entrare qui
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dentro. Spero che il vostro intervento possa essere d’aiuto per risolvere questa situazione. Io non posso fare denunce, non ho la residenza, sono venuto a vivere qui perché non ho altri posti dove stare. Il mio sogno è andarmene, ma non ne ho la possibilità, quindi devo restare qui”. Poi esce fuori la rabbia. “Sono mancato per tre anni. Ad agosto sono tornato ed ho trovato quello che state vedendo: sporcizia e rifiuti ovunque. Non so chi ce lui ha messi e continua a metterceli, visto che io e Massimo periodicamente riempiamo interi sacchi di spazzatura e li andiamo a gettare nelle aree apposite. Fate qualcosa voi, per favore. Fate venire i vigili del Fuoco, la Asl, qualcuno: qui per colpa di qualcuno rischiamo di ammalarci tutti”. L’immondizia non è solo al quarto piano. “Purtroppo – racconta Massimo mentre proseguiamo il giro delle palazzine – si ritorna alle due categorie di persone. Quelle cattive sono anche maleducate, e gettano i loro rifiuti dalle finestre. Ogni giorno raccolgo di tutto, nel cortile interno: ho trovato siringhe e qualsiasi altra brutta cosa vi possa venire in mente”. In alcuni punti le grandi mattonelle del pavimento esterno sono completamente rovinate e traballanti e all’altezza di un tombino c’è addirittura un buco. “Ho avvisato più volte l’Ater della pericolosità di questo punto, ma nessuno ha fatto nulla”. Interviene una ragazza. “Non fanno nulla neanche per rendere meno pericoloso questo posto per i bambini: ci sono cancelli arrugginiti, muri scrostati. Il giardinetto interno è in condizioni pietose”. Ma come vive un bambino in questi palazzoni? “Se uno vuole, bene. Io ci sono cresciuta. Ho 32 anni e sono arrivata qui quando ne avevo due. Adesso qui stanno crescendo i miei nipotini. I bambini di questi palazzi non corrono pericoli, nessuno li tocca. Gli unici pericoli derivano dall’incuria delle palazzine, con il conseguente rischio di farsi male mentre giocano”.
L’intera inchiesta - che parla anche delle case di via Fellini può essere vista, con le interviste e le immagini integrali, sulla Web TV de “Il Corriere della Città”, City Web TV, all’indirizzo www.ilcorrieredellacitta.com
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VIVERE IN QUESTE CASE POPOLARI
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a come si vive, nelle case popolari di via Singen? “Male - risponde un uomo - ma non mi faccia domande, preferisco non parlare. Del resto, non c’è bisogno di tante parole, basta guardarsi intorno”. Una coppia di ragazzi è affacciata ad una finestra, incuriosita dalla presenza dei giornalisti. Chiediamo loro alcune informazioni, rispondono gentilmente, indicandoci il luogo che cercavamo: una ex cartoleria usata come casa, ovviamente senza luce né altri servizi. Il 1° settembre qui è morto un uomo. L’hanno trovato dei vicini in un lago di sangue, inizialmente si era pensato ad un omicidio, ma si trattava di morte naturale, anche se non troppo: ulcera perforante, che lo ha portato a morire dissanguato. Nella sua solitudine non è riuscito a trovare aiuto. Sono arrivati i carabinieri ed un’ambulanza; la mancanza di corrente li ha costretti ad utilizzare le torce per svolgere il loro lavoro. Nell’ex cartoleria il degrado più assoluto, tracce di una vita vissuta senza nessuna comodità e probabilmente senza nessun affetto. Ma la triste sorta toccata a quest’uomo non ha impedito ad una giovane coppia di occupare, qualche giorno dopo, lo pseudo appartamento. Una ripulita, soprattutto dalle tracce di sangue, e finalmente un tetto sulla testa, anche se oltre a quello c’è poco altro. Eppure, tra questi ex negozi abbandonati, ce ne sono alcuni dai quali spuntano i cavi delle antenne della televisione, che si vanno ad attaccare a chissà quale altro appartamento. Massimo Dionisi è la memoria storica. “Si vive male davvero, in queste case popolari dimenticate da tutti. In 30 anni le cose sono notevolmente peggiorate, mentre il disinteresse da parte degli Enti preposti è al massimo. Mi ricordo che mia madre non ci voleva venire: stavamo tanto bene a Torvaianica, dove vivevamo prima…”. E perché ve ne siete andati? “Perché erano baracche abusive lato spiaggia, che dovevano essere abbattute”. E lei ci vuole stare, qui? Come si trova? “Vedete queste piante? – chiede a sua volta, mostrandoci alcuni alberi del cortile interno – quando è servito le ho potate io. Ora sono malate, piene di parassiti che le stanno distruggendo. Ho chiesto all’Ater di intervenire decine di volte, ma non mi hanno mai risposto. Bene, questi alberi rappresentano me, ma anche molti altri inquilini: se nessuno interviene, moriremo nel degrado. Con questo penso di aver risposto”. “Io – prosegue – mi do’ da fare per cercare di offrire un certo decoro: pulisco dentro e fuori le palazzine, curo il giardino, aggiusto quello che si rompe, anche
l’ascensore, quando ci riesco. E questo l’Ater lo sa. Da ben 15 anni”. In cambio, gli inquilini, quelli buoni, lo ricompensano con una cifra forfettaria. E se le capitasse di farsi male? “La colpa sarebbe dell’Ater, visto che io faccio quello che non fanno loro”. Ma per l’Ater probabilmente Massimo nemmeno esiste.
L’appartamento in cui vive, infatti, era originariamente stato assegnato alla mamma, deceduta poco tempo dopo. Il contratto era quindi passato a nome del padre, vittima di un incidente stradale nel 1985. “L’ha ammazzato un pirata della strada a Torvaianica, mentre svolgeva il suo lavoro di operatore ecologico”, precisa Massimo. Da quel momento si susseguono le domande all’Ente per formalizzare il passaggio del contratto, ma la pratica non è mai stata conclusa. “Proprio qualche giorno fa ho litigato nuovamente con alcuni funzionari dell’Ater, a Roma: possibile che io debba pagare l’affitto a nome di mio padre, morto da 27 anni?”. Ma, mentre Massimo Novembre 2012
l’affitto lo paga, molti altri sono completamente estranei a questo obbligo e non versano nelle casse dell’Ente neppure un centesimo, né per l’affitto, né per i servizi comuni. “Infatti l’Ater, quando chiediamo qualche riparazione, risponde di non avere i soldi. Queste sono abitazioni non coibentate: basta un po’ di pioggia per fare danni, mentre il freddo e l’umidità penetrano nelle case indisturbati”. “Non siamo abbandonati solo dall’Ater – interviene una ragazza – ma anche dal Comune. Nessuno dell’Amministrazione si è mai preso la briga di cercare di capire cosa succede qui dentro. Eppure questo posto è pieno di bambini: si riempiono la bocca con le iniziative in favore dei bambini, ma dei nostri, di figli, chi si è mai interessato? Non esiste uno spazio per giocare, anzi, rischiano in continuazione di farsi male o di prendere qualche malattia a causa della sporcizia, della ruggine, dei topi. Quando piove dobbiamo stare attenti a dove mettiamo i piedi: le mattonelle sono tutte rialzate e pericolose. Peggio ancora sui tetti, dove mancano le guaine di protezione per l’acqua piovana”. Le scritte sui muri e i fili scoperti completano il quadro desolante di questi edifici, dove i cunicoli si intrecciano, diventando un ottimo nascondiglio per chi non vuole essere trovato. Passa qualcuno dall’aria truce, che ben si intona con quanto ci è stato mostrato. Ma poi, quando stiamo per andare via, arriva una vecchietta. Aria distinta, un bel completo, ben pettinata ed un accenno di trucco. Con lei il carrello della spesa appena fatta. Ci sorride e ci saluta educatamente, dimostrandoci con le poche parole espresse che anche passando tutta la vita in queste case popolari la dignità personale può essere conservata nel migliore dei modi.
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compagno di scuola perché avevo difficoltà con i compiti: la risposta che mi arrivava era sempre “non li ho ancora fatti, perché non li ho capiti neanch’io, ma quando arriva papà, o mamma, me li spiega”. Io non avevo nessuno, a casa, che poteva spiegarmeli. Ma all’improvviso un comitato di inquilini decise di impegnarsi per i più piccoli, ospitando in alcuni locali abbandonati un centro sociale, L’Isola che non c’è, che dedicava del tempo per seguire gli studenti in difficoltà e per aiutare i residenti nella compilazione di moduli. La stessa cosa succede ora. Se questi bambini avranno qualcuno che spiegherà loro i compiti, se verranno aiutati a superare le difficoltà, avranno la possibilità di andare avanti e di migliorare la loro vita, di aspirare a qualcosa di più che ad una casa popolare, magari occupata abusivamente. Il messaggio che vorrei dare a questi ragazzini è che con l’impegno possono andare lontano. Io sono l’esempio vivente che da qui si può andare via a testa alta”. L’incontro di cui parla la Del Buono è tra la presidente dell’associazione La Cicala e la Formica, Rita Gentile, ed il presidente del C.I.A., comitato degli inquilini Ater, Armando Scucchia.
L’ESPERIENZA DIRETTA DELL’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI L
a Cicala e la Formica – illustra Rosaria Del Buono - è un’organizzazione sociale che ha scelto questo posto per aiutare i bambini, soprattutto i figli delle persone che, mancando da casa tutto il giorno per lavoro o per altro, non li possono, o non li vogliono, seguire da vicino. I volontari li aiuteranno con i compiti, ma non solo: ci sono gli psicologi che ascolteranno i loro sfoghi, i giovani che li faranno giocare, gli educatori che li spingeranno verso attività culturali. Sono
particolarmente felice di questo progetto, per il quale io non ho nessun merito, visto che mi sono limitata a far incontrare le persone giuste nel posto e nel momento giusto: tornando alla mia esperienza personale, io non avrei mai potuto fare il percorso di studi che ho fatto e che mi ha portato ad essere la donna che sono se non avessi avuto un aiuto esterno. Probabilmente, invece di laurearmi, mi sarei fermata alle scuole dell’obbligo. Ricordo quando chiamavo qualche
NASCE IN VIA SINGEN IL RIFUGIO AMBIENTALISTA
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i è svolta il 27 ottobre in via Singen l’inaugurazione del “Rifugio Ambientalista”, sede nella quale tre associazioni del territorio ed il Movimento 5 Stelle hanno deciso di far partire le loro “azioni comuni” a difesa dell’ambiente e dei cittadini. “Abbiamo l’onore di condividere questa sede di via Singen con associazioni che da anni lavorano a difesa del territorio, della città e dei cittadini – ha commentato Fabio Fucci, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle – Un punto di contatto con i cittadini che ora potranno avere, oltre alle nostre numerose attività di piazza, un punto di riferimento anche fisico per partecipare alle nostre numerose iniziative. La nostra presenza in un quartiere popolare che ospita realtà sociali difficili, da cui in genere gli altri fuggono, ci consentirà anche di smentire i pregiudizi che lo riguardano. Molti abitanti ci hanno accolto con il calore che si riserva agli amici più cari e da subito si sono messi a disposizione per contribuire con proposte che riguardano il quartiere e la città. La risposta di partecipazione delle persone intervenute alla giornata ci riempie di speranza per le nostre attività future orientate, come nostro solito, alla presentazione di proposte migliorative per la città e a contrastare chi
invece la città vuole affossarla”. “ Ora le tre associazioni Fare Verde onlus, CPPS – Comitato Promotore del Parco del Sughereto, Grillini Pometini e il Movimento 5 Stelle di Pomezia già fanno i piani per le attività che si potranno realizzare nel breve periodo grazie alla sede stabile – ha invece dichiarato Salvatore Pignalosa – Il Gruppo di PomeziaTorvaianica di Fare Verde continua la sua azione di ripiantumazione della duna di via Ischia con il progetto regionale, cerca collaborazioni tra gli scout del territorio e promuove il convegno sui rifiuti in collaborazione con il Comitato Novembre 2012
NO discariche NO inceneritori. Il CPPS si attiva presso la Regione Lazio sulla mancata Valutazione di Impatto Ambientale che a tutt’oggi ancora non è stata realizzata per le devastanti costruzioni intorno al Sughereto. I Grillini Pometini, nel quadro della mobilità ciclabile sul territorio di Pomezia, chiede alla Provincia di Roma la verifica del rispetto della normativa della pista ciclabile di via Arno che costeggia la tenuta del Presidente ed arriva fino a Campo Ascolano. Infine il Movimento 5 stelle di Pomezia si adopera affinché la raccolta differenziata Porta a Porta si estenda a tutta la città di Pomezia. Essa è l’unico sistema già collaudato che può innalzare considerevolmente i deludenti risultati fino ad ora ottenuti con la raccolta tradizionale. Dal Movimento segnalano che, se entro il 31 dicembre 2012 non si dovesse raggiungere il 65% di raccolta differenziata, dalle casse comunali dovranno uscire i soldi dei cittadini per coprire le previste sanzioni che ci commisurerà la Comunità Europea. Le altre iniziative annunciate sono la richiesta di una indagine amministrativa sulla copertura delle spese delle mense scolastiche e l’estensione del monitoraggio della presenza del gas Radon in tutti gli istituti scolastici comunali”.
Pomezia News Cultura
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BUON COMPLEANNO, POMEZIA!
on un giorno di anticipo sulla data reale, il 28 ottobre Pomezia ha festeggiato il 73° anniversario dell’inaugurazione dei primi insediamenti da parte dei coloni. Ad un anno e mezzo dalla posa della prima pietra, avvenuta il 25 aprile del 1938, ci fu l’insediamento dei nuclei familiari giunti dapprima dalla Romagna, poi dal Veneto e dal Friuli. I loro discendenti hanno quindi celebrato con una mostra fotografica ed una di pittura,
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accompagnati dalla Banda musicale e dalle Majorettes. In piazza anche il Comitato Locale di Pomezia della Croce Rossa Italiana, che ha celebrato il 1° anno di attività. I volontari dell’associazione hanno incontrato i cittadini per la sensibilizzazione della cultura di uno stile di vita sano e della coscienza trasfusionale accanto ai valori umanitari. La mattinata si è conclusa con la deposizione di una corona di alloro al monumento dei Coloni.
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POMEZIA FESTEGGIA ANCHE A NAPOLI I
n occasione dell’anniversario dell’inaugurazione di Pomezia, il Gruppo Storico Lavinium dell’ass. Tyrrhenum si è recato a Napoli presso il Mausoleo di Publio Virgilio Marone. Le decine di volontari presenti hanno inteso rendere omaggio al grande poeta dell’antichità che, attraverso l’Eneide, ha reso famoso in tutto il mondo il nostro territorio e le sue origini. Inoltre, si è voluto ricongiungere idealmente il suo passato con il suo presente, sicuri che questo aiuti a guardare con più fiducia al futuro. Sono stati, in un primo tempo, visitati i luoghi cari al poeta, dove ha ambientato passi importanti della sua opera, come l’Antro della Sibilla, il Lago d’Averno, la Solfatara (naturalmente accompagnati da una guida che vestiva i panni di Virgilio). Il momento più importante si è avuto nella realizzazione di un’emozionante “cerimonia” nel bellissimo Parco Vergiliano di Napoli, che ospita le tombe di Virgilio e di Leopardi (il quale aveva chiesto di essergli sepolto accanto). All’interno del mausoleo, intorno ad un braciere, si sono radunati i “suoi” personaggi, protagonisti dell’Eneide (Enea, Lavinia, Fauno, Latino, Turno, Giuturna, Amata, Ilioneo, Caieta, ecc.), che hanno letto significativi brani dell’Eneide e suoi celebri epigrammi. Sono state deposte fronde di alloro (la pianta simbolo del nostro antico territorio, detto appunto Laurentum) insieme alla terra proveniente dall’acropoli di Troia ed alla sab-
bia raccolta sul litorale latino: partenza e arrivo del travagliato viaggio di Enea e luoghi ora gemellati (Pomezia/Lavinium con Canakkale/Troia, in Turchia). E, quindi, nell’occasione si è voluta ricordare anche la concomitante festa della nascita della moderna Repubblica di Turchia: il 29 ottobre, guarda caso come Pomezia. Sono stati anche letti i messaggi augurali del Sindaco di Pomezia, De Fusco, del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, dell’Assessore alla Cultura di Napoli, Antonella Di Nocera, e dell’archeologa Maria Fenelli, già responsabile dello scavo di Lavinium. L’omaggio si è concluso con l’accensione di una grande fiaccola e con una libagione con la quale si auspica che l’iniziativa abbia la meritata ricaduta positiva sul tessuto sociale cittadino. Le giornate “Sulle Orme di Virgilio” si sono concluse con la visita di Castel dell’Ovo, simbolo della devozione partenopea nei confronti di Virgilio. Infatti, il poeta veniva considerato mago, taumaturgo e grande protettore della città (almeno fino all’avvento di San Gennaro). L’uovo in questione, inventato da Virgilio, sarebbe nascosto nelle fondamenta del castello a protezione di Napoli, la sua perdita significherebbe la fine della città. Da sottolineare la simpatia e la partecipazione con la quale i napoletani hanno accolto l’iniziativa, con domande e auspicando una maggior informazione per eventuali eventi futuri ai quali non vorrebbero mancare.
AL MUSEO LAVINIUM LA ONLUS “KARIBUNI” ALLA SCOPERTA DEL KENYA
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Problemi, tradizioni, cultura, progetti: ecco cosa fanno i volontari
l Museo Lavinium di Pratica di Mare ha aperto le sue porte domenica scorsa al Kenya, con un appuntamento culturale e sociale organizzato dai volontari di “Karibuni”, che in lingua keniota significa Benvenuto, ed è il nome scelto da un gruppo di imprenditori e professionisti per la Onlus nata nel 2004 dopo un viaggio vacanze, al fine di aiutare in modo concreto la crescita delle popolazioni dei villaggi interni del Kenya. A Malanga è stato costruito un asilo per 100 bambini – ha spiegato con estrema positività e serenità Rita, una delle volontarie della Karibuni Onlus sezione Lazio - e non ci sono strutture simili nel raggio di 30 chilometri. Nello stesso villaggio insiste l’unica scuola secondaria femminile islamica di Malindi con una biblioteca, il laboratorio di chimica e fisica e l’aula computers. Anche a Marafa la Onlus è riuscita a edificare un asilo per oltre 140 bambini, una foresteria per medici e operatori che collaboreranno nel vicino ospedale dove è stato ristrutturato il reparto di maternità e costruito uno di pediatria. A Gede sono stati inaugurati il pronto soccorso, la maternità, la sala chirurgica e la radiologia del nuovo ospedale. Non manca la scuola calcio, grazie alla collaborazione con Genoa C.F.C.
“Karibuni” punta anche sulle donne keniote, attraverso il microcredito. Vengono erogati 200 euro, da restituire senza interessi dopo due anni, per l’apertura di piccole attività. Durante l’evento al museo Lavinium, dove è avvenuta l’ esposizione di oggetti d’arte del Kenya, sono stati presentati anche dal delegato dell’ambasciata i numerosi progetti che “Karibuni” sta portando avanti in favore del Kenya. Anche se sembra una goccia in mezzo al mare- ha riferito il delegato- l’associazione sta cambiando la vita delle popolazioni, soprattutto delle donne, che possono sfamare i loro figli, importante l’impegno- ha poi proseguito- nei confronti della sanità. Tutto ciò rafforza anche il rapporto tra l’Italia e il Kenya. I volontari di “Karibuni” partiranno a breve per portare nei villaggi kenioti i fondi raccolti, grazie alle donazioni anche degli abitanti di Pomezia e Ardea. Fondi controllati e riversati nelle casse dei villaggi. Per chi volesse sostenere le popolazioni del Kenya con un contributo può trovare le informazioni sul sito www.karibuni.org
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Pomezia Inchiesta News
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A dicembre si terrà il processo nei confronti di un uomo che, a Pomezia, ha abusato di una bambina di soli 11 anni. Ma quanti pedofili si nascondono nel nostro territorio?
GIU’ LE MANI DAI BAMBINI! “
Inchiesta di Maria Corrao
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Non dar retta agli sconosciuti”, “Se qualcuno ti si avvicina e ti vuole toccare, urla e scappa, oppure dì che sta arrivando la mamma”. Quante volte abbiamo detto queste frasi ai nostri bambini per metterli in guardia contro “gli adulti cattivi”? Di certo tante, ma spesso lo abbiamo fatto con la convinzione che ai nostri figli non può succedere nulla di male, non possono essere proprio loro le vittime di un pedofilo. Eppure la pedofilia esiste anche a Pomezia e Torvaianica. Dopo il caso degli abusi commessi da padre Marco Agostini sui ragazzi dell' oratorio di Torvaianica tra il 1993 e il 2004, il problema sembrava sopito, ma la notizia che a dicembre si terrà il processo di un uomo accusato di aver abusato di una bambina adesso 13enne ha riportato a galla orrori e paure. Orrori e paure che ben conosce Fabrizio Cicchini, Presidente dell'Associazione “Chiara e Francesco” Onlus, da quasi dieci anni in prima linea per aiutare i bambini maltrattati fisicamente o psicologicamente e quelli che hanno subito violenza sessuale. A pochi mesi dal decennale – la Onlus è stata fondata a gennaio del 2002, ma l’associazione ha iniziato ad operare ad agosto dello stesso anno – Cicchini fa un bilancio dell’attività svolta finora, che ha portato ad avere tre case famiglia dislocate in vari punti di Torvaianica. La prima, quella storica, all’interno degli edifici di proprietà della Chiesa, in viale Francia, adesso
ospita i cosiddetti “junior”. I “baby”, dai 5 anni in su, vivono invece in una villa confiscata alla mafia al Villaggio Tognazzi, che l’allora sindaco Stefano Zappalà diede in gestione all’associazione nel frattempo cresciuta. L’ultima, donata sempre dall’Amministrazione pometina sotto la guida dell’attuale Primo Cittadino Enrico De Fusco, è la sede che si trova all’interno dell’ex ostello della gioventù, nella quale si trovano i “senior”, adolescenti fino a 18 anni ed oltre, ragazzi che seguono un vero e proprio percorso di vita fino alla loro completa indipendenza. “Non è stato facile arrivare a questo punto – racconta Fabrizio Cicchini – dieci anni di esperienza su questo territorio vogliono dire davvero tanto. Abbiamo fatto molto, ma ancora non è abbastanza: vogliamo continuare ad offrire ai bambini ed alle famiglie un servizio di alta qualità, migliorando laddove necessario”. Cicchini si adombra facendo riferimento alle voci sentite in giro che indicano la Onlus come un mezzo per fare soldi a spese dei bambini. “Io sfido chiunque a mandare un controllo accurato non solo del lavoro svolto, ma di tutte le spese fatte, che sono registrate con precisione assoluta. Non abbiamo mai utilizzato un euro in più del necessario, ma non abbiamo neanche mai cercato di risparmiare sulla pelle dei bambini. Ci chiedono perché non accettiamo vestiti e cose usate. Rispondo in modo molto semplice: questi sono Novembre 2012
Ne parliamo con Fabrizio Cicchini, che da 10 anni si batte a favore dei minori
bimbi e ragazzi che già vengono da situazioni difficili, che vivono in una casa famiglia e non con i loro genitori. Pensate che non si sentano già abbastanza diversi dai loro coetanei, dai loro compagni di scuola? Perché dobbiamo acuire questa differenza mandandoli in giro con roba vecchia e smessa? Loro hanno necessità, più degli altri, di sentirsi parte di un gruppo, di essere uguali agli altri. Penso che, come si fa con i nostri figli, far togliere anche a loro ogni tanto uno sfizio, come lo zaino bello o le scarpe che hanno tutti i loro coetanei, sia necessario per aiutarli nel percorso psicologico che stiamo facendo. E se questo attira le critiche di qualcuno, ma aiuta i nostri ragazzi… beh, mi tengo le critiche, ma anche il sorriso di questi bambini”. Tra i 40 ospiti passati dalle strutture gestite dalla “Chiara e Francesco Onlus” – al momento i ragazzi ospitati sono 20 - ce ne sono due che sono arrivati dietro affidamento del giudice per violenza carnale già accertata. Vittime di pedofili che hanno il volto di un familiare, bambini abusati proprio dalle persone da cui avrebbero dovuto avere protezione. Ma di bimbi o ragazzi abusati sessualmente ce ne sono anche altri, ben 11, giunti alla casa famiglia per problemi diversi, come maltrattamenti o incuria. Solo dopo un lungo percorso di terapia psicologica si è arrivati a scoprire anche il reato sessuale di cui sono state vittime. Le violenze vengono espresse attraverso disegni, frasi scritte su un quaderno o confidate ai vari terapeuti dopo un lungo lavoro finalizzato a conquistare la loro fiducia, garantendo che non verrà mai tradita. Tutti bambini e ragazzi del nostro territorio, con violenze subite in famiglia. Perché ancora oggi la maggior parte di questi aberranti reati si manifesta in famiglia. “Non voglio creare allarmismi parlando della presenza di questi fenomeni sul nostro territorio, ma non posso di certo dire che i Comuni di Ardea e Pomezia ne siano immuni. Purtroppo le nuove tecnologie non consentono più di.
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quantificarne con esattezza la portata: mentre noi camminiamo, i pedofili corrono, scegliendo metodi sempre più sofisticati e meno tracciabili. Se prima la polizia postale riusciva a controllare gran parte del traffico della pedopornografia e degli adescamenti in rete, perché si utilizzavano computer fissi che rispondevano ad un determinato indirizzo, adesso, con i cellulari, i tablet e tutte le varie tecnologie che consentono di collegarsi ad internet attraverso il wi-fi, questo controllo è ormai quasi nullo. I reati si scoprono sempre quando è troppo tardi, per questo è fondamentale puntare sulla prevenzione.
tale, sia nella prevenzione che nella cura. La nostra associazione collabora con le scuole del territorio per informare i bambini e le loro famiglie dei pericoli che si corrono e come fare a riconoscere un pedofilo o un tentativo di adescamento in rete. Grazie a questi insegnamenti proprio qualche giorno fa una bambina ha raccontato ai genitori di aver ricevuto delle attenzioni particolari. Dopo aver ricevuto assistenza da parte nostra, la famiglia è stata in grado di presentare denuncia ai Carabinieri, sempre rispettando i tempi e la sensibilità della bambina”. In casi di violenza i minori vengono ascoltati in
Il pedofilo è camaleontico, utilizza le tecnologie più avanzate per non farsi scoprire e le tecniche sempre più affinate per agganciare i giovanissimi”. Ma qual è l’identikit del pedofilo seriale, quello che non si limita all’abuso in famiglia? “Scordiamoci il vecchio: i pedofili di oggi hanno un’età tra i 35 ed i 45 anni, sono benestanti, visto che spendono tantissimo per coltivare questa morbosa passione, hanno l’aspetto rassicurante. Puntano sulle carenze affettive del minore, troppo spesso lasciato solo a causa degli impegni di lavoro dei genitori, o comunque su debolezze comuni all’età infantile o dell’adolescenza. Non sono mai brutali, ma convincenti, affettuosi, comprensivi. Colmano i vuoti,- affettivi ed economici, con regali ed attenzioni - delle loro vittime, che entrano in una spirale perversa: si sentono in colpa e per questo non dicono cosa sta succedendo. Il disagio di manifesta poi in altre forme”. Forme che non sempre è facile cogliere. Il bimbo si chiude in sé stesso, può avere scatti di violenza e reazioni inaspettate. “Il dialogo è fondamen-
apposite sale attrezzate per le audizioni. Ci sono macchinari complessi ed anche costosi, che rendono possibile l’ascolto in maniera non traumatica dei piccoli. “Della nostra attrezzatura si servono anche le Forze dell’Ordine.
Da poco abbiamo ricevuto in dono tutte le apparecchiature nuove; quelle che usavamo precedentemente le abbiamo girate ad un’altra associazione del territorio, i modo che questo delicato lavoro possa essere fatto direttamente nella sede in cui il bambino viene accolto inizialmente, evitandogli così lo stress di recarsi in posti sconosciuti, davanti a persone di cui non ha fiducia”. La collaborazione tra associazioni di volontariato è importantissima, per creare una rete di protezione per i minori. Ognuna è poi specializzata in qualcosa di particolare. “Noi abbiamo scelto di seguire personalmente e in maniera continua, 24 ore su 24, questi bambini. Da noi trovano comprensione, affetto, ascolto. L’impegno è economico, morale e psicologico”. Quanto resta di questi bambini nella mente di chi lavora per voi dopo aver finito il proprio turno? “Questi bambini te li porti nel cuore sempre. Non puoi far finta che siano pratiche da lasciare in ufficio dopo aver timbrato l’ufficio. Ti ci affezioni, soffri con loro e per loro ogni volta che scopri cosa hanno dovuto subire. Qui ci sono due nostri ospiti che tentano il suicidio in continuazione: è terribile vedere quanto stanno male. Il nostro compito è quello di stare loro vicini sempre, cercare di ridare un senso alle loro giovani vite. Come puoi non farti coinvolgere da tutto questo?”. Ma un certo distacco è necessario per operare bene. “Certo, sappiamo che ci sono dei confini da non oltrepassare. Per questo anche noi siamo seguiti periodicamente, altrimenti non potremmo mai sopportare il peso di tanto dolore. Sapere che un bimbo, o una bimba, di pochi anni è stata violentata nella sua carne nei modi più brutali, venire a conoscenza dei maltrattamenti fisici e psicologici che hanno dovuto subire ti spezza il cuore, ma sai che devi comunque mantenere un po’ di distacco per poter offrire l’aiuto migliore”. Ai colloqui con gli psicologi, con i terapisti e con i volontari, segue un percorso di integrazione che deve servire al bambino a non sentirsi in colpa per quello che gli è accaduto, ma anche per cercare non di dimenticare, perché sarebbe impossibile, ma almeno di convivere con il passato con la consapevolezza che non si ripeterà mai più.
Pedofilia che viaggia su internet. Quanto pesa nel contesto? “Quando sente qualcuno che parla di mondi virtuali mi arrabbio moltissimo. Non esistono mondi virtuali. Si può dire che ci sono adescamenti in rete, che le immagini ed i filmati vengono scambiati attraverso internet, ma i bambini di quelle immagini sono reali, hanno subito violenze vere che in casi estremi portano alla morte. Tutti i bambini che ogni anno scompaiono, le cui foto trovano posto sul sito della Polizia di Stato, dove vanno a finire? Non facciamo finta di nulla: quei bimbi hanno un’altissima possibilità di essere finiti nel giro della pedofilia estrema. Queste sono informazioni che ci arriva-
no direttamente dalla Polizia postale. Sa cos’è uno snap? Sono dei video dove viene ripresa la violenza sul bambino: nel 20% di questi filmati si arriva alla morte del bambino al raggiungimento dell’orgasmo da parte del pedofilo. Questi filmini sono reperibili a costi altissimi, anche di 20 mila euro. In un periodo di crisi economica come questo, il mercato della pedopornografia e della pedofilia ha incrementato il suo volume d’affari del 37,5%. Questo dimostra che si tratta di un fenomeno talmente ampio che fornire dati precisi, numeri esatti su quanto accade sul nostro territorio è praticamente impossibile. Ormai, a causa di internet, non ci sono più confini”.
LA PEDOFILIA ON LINE, DALLE FOTO AI FILMINI ESTREMI
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Pomezia Inchiesta News
Un percorso verso la normalità fatto anche di materialità, come la maglietta alla moda, o di una vacanza da poter raccontare al rientro a scuola. “Questi bambini devono potersi confrontare con i loro coetanei alla pari. Quando gli altri bambini raccontano delle loro vacanze estive, perché i nostri devono sempre dire di essere stati al mare di fronte alla casa famiglia? Per loro è già difficile accettare tutto questo, quindi penso sia necessario metterli almeno in condizione di non doversi vergognare, anche se non ci sarebbe nulla di cui vergognarsi, ma mi sto mettendo nei panni del ragazzino e dell’adolescente, dicendo che non è andato in vacanza con mamma e papà ma è rimasto nella casa famiglia per tutta l’estate. Invece, grazie alla generosità di tanti volontari, di aziende amiche, di eventi di beneficienza, più volte siamo riusciti a partire con i nostri ragazzi, portandoli lontano da Torvaianica, in posti di cui
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poi avrebbero potuto parlare con i loro compagni di scuola. Se per qualcuno questo è uno spreco di denaro forse non ha capito bene di cosa stiamo parlando. Due volte l’anno, a gennaio e a giugno, da noi arrivano i controlli dei Carabinieri e del Tribunale dei Minori, che vogliono conoscere nel dettaglio la situazione di ogni singolo bambino e cosa si fa per lui, proprio per monitorare la qualità del nostro lavoro. Non siamo più ai tempi dell’Istituto o dell’orfanotrofio, con tutto il rispetto ed il riconoscimento di quanto fatto da quelle strutture, ma noi non ci possiamo limitare a mettere abiti usati ai bambini e far mangiare loro minestrina, pane e formaggio. Vogliamo che si sentano uguali agli altri”. Cicchini torna ancora sull’argomento soldi. “La nostra associazione deve ancora ricevere dai vari Enti, Comuni ed Asl, che dovrebbero versare la retta per ogni bambino ospitato, più di 390 mila euro. Stiamo
Dall’abuso al processo
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Ma cosa succede quando si viene a sapere che un bambino ha subito degli abusi? “Non si può generalizzare, dipende sempre dal singolo caso – spiega Fabrizio Cicchini - Ci sono indagini, accertamenti. Il problema è che non sempre vengono condotte nel modo giusto, come accaduto per esempio a Riano, nel caso che ha visto coinvolte delle maestre. I bambini vanno ascoltati, attraverso le audizioni, in determinati modi e maniere, non possono sentirsi né braccati né forzati. Quando parlano di determinati particolari, quasi mai stanno mentendo. Eppure molti casi vengono archiviati, mentre il pedofilo prosegue nel reiterare il reato. La giustizia italiana, poi, non aiuta, visto che ci possono volere anche 11 anni per arrivare ad un processo di primo grado, durante i quali l’accusato potrebbe adescare altri bambini”. Oltre a questo, c’è da valutare che non tutti i casi di pedofilia vengono denunciati, soprattutto se consumati in famiglia. “Ognuno di noi deve stare con gli occhi aperti e cercare di cogliere eventuali disagi. Non è facile, ma nemmeno impossibile, perché un bambino abusato cambia il suo modo di
vivere, condizionato dalla paura”. A volte gli abusi vengono scoperti solo in seguito, su bambini segnalati per altri tipi di difficoltà. “Vengono a galla storie terribili, che non si possono neanche immaginare. Quando si parla di pedofilia, bisogna focalizzare l’attenzione sui bambini e su quello che provano, non sui pedofili. Quando Novembre 2012
facendo i salti mortali per andare avanti senza questi soldi. Dobbiamo ringraziare i tanti commercianti del posto, che anche in un periodo economicamente terribile come questo non ci fanno mancare il loro sostegno. Noi non paghiamo il pane o le merendine per la scuola, riusciamo a mandare i nostri ragazzi a fare sport gratis: abbiamo davvero il sostegno di tante persone perbene”. E l’associazione ricambia come può, a partire dai progetti di prevenzione sia nelle scuole che in piazza – ricordiamo la grande festa che si svolge ogni anno a cavallo del 25 aprile – fino all’ascolto psicologico anche di adulti in difficoltà, che non trovano posto nei consultori o ai servizi sociali. “Quest’anno, per la seconda volta, abbiamo vinto il bando di concorso del Ministero delle Politiche sociali: si tratta di un grande riconoscimento per il lavoro fatto, segno della qualità dei nostri progetti. Da noi lavorano 27 persone, tutte laureate, che si prendono cura dei bambini oltre misura. E quando questo viene riconosciuto dall’esterno per noi è una grande soddisfazione, soprattutto perché, come già detto, c’è ancora gente che pensa che il nostro sia un business”. Il giro d’affari della pedofilia parla di cifre impressionanti. “Sul “mercato” una bambina, a seconda di quello che le viene fatto, ha un costo che va dai 3.500 euro fino ai 15/20 mila. Mediamente si spendono sui 7500 euro. Quello che voglio far capire è che, se c’è qualcuno disposto a spendere queste cifre per distruggere la vita di un minore, occorre trovare tante persone per raggiungere gli importi necessari per salvare quelle stesse vite. Ci si deve scandalizzare su quanto viene speso per massacrare questi bambini, non per quello che si investe per salvarli”.
sento parlare di castrazione chimica mi viene da ridere: basta mettere una certa pillola sotto la lingua per annullarne gli effetti. Senza contare che ci sono stati casi in cui l’organo sessuale del pedofilo è stato sostituito da un bastone…”. Quando l’abuso è stato compiuto da un estraneo, la famiglia, seguendo il percorso insieme ai terapisti, è sempre a fianco del bambino, che vive nella sua casa. Ma quando la violenza è stata consumata tra le mura domestiche tutto si complica, anche il recupero del minore. Ma quanti di questi ragazzi, una volta che hanno terminato il loro percorso di recupero, devono rientrare nelle famiglie d’origine, quello dove vive il “mostro” che ha rubato la loro infanzia? “In media il 30%, su ordine del Giudice. Se vuole sapere cosa ne penso… beh, io non ce rimanderei nemmeno uno”.
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SIGMA TAU, ARRIVA IL PIANO INDUSTRIALE, TRA INVESTIMENTI ECONOMICI E NUOVE RIDUZIONI DI PERSONALE
Deludente, per i lavoratori, l’incontro del 29 ottobre tra i sindacati e l’azienda farmaceutica
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peravano che dalla riunione del 29 ottobre venisse definita una linea chiara e che venisse presentato, così come promesso 6 mesi fa, un piano industriale che rilanciasse l’azienda. Ma le speranze dei dipendenti della Sigma Tau, sia quelli già in cassa integrazione che quelli rimasti al loro posto di lavoro, sono andate deluse. Le parti, CDA e rappresentanze sindacali, hanno aggiornato l’incontro al 5 novembre, ma le poche notizie verbalizzate dopo il tavolo del 29 ottobre non sono certo confortanti. L’Amministratore Delegato Montevecchi ha presentato un piano industriale che prevede, nel prossimo triennio, una “maggiore focalizzazione sul alcune Aree strategiche per l’azienda”. “La situazione nazionale del settore farmaceutico – riportano nella loro nota ufficiale le RSU – comporterà per la Sigma Tau una riduzione del margine operativo lordo di 43 milioni di euro nel periodo 2012/2013. L’Amministratore Delegato ha illustrato le linee strategiche del gruppo necessarie per la sopravvivenza nel mercato italiano: accen-
tramento della produzione nel sito di Pomezia con riqualificazione di impianti e personale; accentramento della logistica; focus sullo sviluppo di alcuni progetti mirati; modello bio-tech della ricerca; riorganizzazione R&D; mantenimento del potenziale commerciale; potenziamento del canale farmacie e la creazione di una linea oftalmica”. Il piano prevede un investimento di 125 milioni di euro nei prossimi 3 anni, suddivisi in 75 milioni per la Ricerca e Distribuzione, 25 per il settore T.O., 22 per il settore commerciale e 3 per il canale RIS informatica e comunicazione. L’azienda ha poi comunicato di voler produrre e commercializzare farmaci generici a marchio Sigma Tau. Se da un lato le organizzazioni sindacali hanno accolto con favore l’impegno economico illustrato dall’azienda, dall’altro hanno espresso forti perplessità sulle scelte riorganizzative e le relative ricadute occupazionali del piano. Ci saranno infatti forti riduzioni di personale, giustificate dall’azienda come necessarie per la sopravvivenza
della Sigma Tau. Verranno quindi esternalizzati servizi come le attività sperimentali farmaco-tossicologiche e la gran parte delle attività chimico biologiche di discovery ed alcune attività amministrative. Per i dipendenti coinvolti si prospettano quindi gli ammortizzatori sociali. L’azienda ha comunicato di volere privilegiare la mobilità ordinaria sia per i dipendenti già in CGIS che per i nuovi esuberi che si verranno inevitabilmente a creare. Ovvia la reazione negativa dei lavoratori che già sono in cassa integrazione, ma anche di chi, pur essendo ancora tra chi può ancora recarsi al lavoro ogni giorno, vede grosse difficoltà per il prossimo futuro: dalle prime stime, infatti, si parla di almeno altre 100 persone in per le quali l'azienda inizierà le procedure per il ricorso agli ammortizzatori sociali, oltre ad un numero al momento imprecisato di lavoratori che verranno esternalizzati.
CECCONI: FINE DI UN’EPOCA I
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l 29 ottobre è stato siglato l’accordo, negli uffici dell’ Assessorato al Lavoro Regione Lazio, per gli ammortizzatori sociali per i 42 dipendenti della Cecconi, lo storico marchio dei salumi di Ardea, che ha avviato nel settembre scorso la cessazione di tutta l’attività e 42 licenziamenti collettivi. A comunicarlo Gianfranco Moranti, Segretario Generale della Flai Cgil Pomezia Castelli, e Massimo Persiani, della Segreteria Provinciale Roma e Lazio. A poco più di un anno dal passaggio dell’azienda dagli eredi Cecconi alla famiglia Scarfoglio Ferrara, si cessa così un’importante attività industriale del territorio della provincia e con essa 40 padri e madri di famiglia perdono il posto di lavoro. “L’accordo sottoscritto in sede Regionale - dicono i sindacalisti - prevede la richiesta di Cassa Integrazione Straordinaria per 12 mesi al fine di attenuare l’impatto sociale del licenziamento, alla fine della quale i dipendenti saranno licenziati, quindi messi in mobilità”. Intanto, comunicano le Organizzazioni Sindacali, sono state depositate presso il Tribunale di Velletri le ingiunzioni di pagamento per gli stipendi arre-
trati, compresa la quattordicesima, “perché i dipendenti non intendono rinunciare neanche ad un centesimo del denaro sudato e guadagnato”. Ma c’è forte preoccupazione per il T.F.R., che ammonta complessivamente a circa 1 milione di euro. Nel frattempo saranno analizzate e verificate alcune proposte di imprenditori interessati al sito, che eventualmente permetterebbero la ricollocazione di alcuni dipendenti Novembre 2012
Alessia Ambra Achille
sospesi in Cassa Integrazione. Dall’8 novembre inizieranno una serie di incontri tecnici nella sede della Federlazio, che affronteranno e sviscereranno in tal senso le questioni economiche e le questioni legate ad eventuali società cessionarie.
Matteo Acitelli
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FONDAZIONE ITS PER LE NUOVE TECNOLOGIE DELLA VITA
Settore chimico, cosmetico - nutraceutico e biotecnologico: un’opportunità di studio e lavoro per i giovani
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a Fondazione ITS per le Nuove Tecnologie della Vita è una delle 59 fondazioni che si sono costituite su iniziativa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con le Regioni per rispondere ai bisogni di sviluppo e occupazione. Sono esempi di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica, costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria che risponde alla domanda delle imprese che cercano nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche per pro-
muovere i processi di innovazione. L’Alta Formazione Tecnica offerta gratuitamente ai giovani offre percorsi formativi che allineano il nostro Paese ad altri Paesi Europei e che garantiscono un elevato tasso di occupazione. Nel Lazio, grazie alla Provincia di Roma, all’Associazione Tecnici Industria Artigianato Servizi e Terziario Innovativo, all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, all’IPSIA E. Cavazza di Pomezia e all’ENGIM Lazio, opera in collegamento tra le filiere produttive, cluster tecnologici, aree tecnologiche ed è impegnata nella promozione dei poli tecnico-professionali per sostenere lo sviluppo di
piani multiregionali di intervento mirati a valorizzare la complementarietà tra filiere produttive e filiere formative. La Fondazione ha sottoscritto accordi di collaborazione con aziende presenti nel territorio regionale e nazionale, in una realtà territoriale in cui si trovano molte industrie afferenti al settore chimico – farmaceutico, ed opera in un settore, quello delle biotecnologie, che non sta tagliando posti di lavoro, ma ne crea di nuovi. È in questo contesto che si colloca il percorso formativo di “Tecnico superiore per la ricerca e lo sviluppo di prodotti e processi a base biotecnologica” che rappresenta una assoluta novità nel campo della formazione post diploma e costituisce una alternativa ai percorsi universitari. La struttura del percorso formativo è di 2000 ore (di cui 1400 ore teorico [420] – pratiche [980] e almeno 600 di stage in aziende), la metodologia didattica prevalente è di laboratorio. Possono accedere solo 25 allievi, previo superamento della prova di selezione. I Docenti provengono dalle aziende, centri di ricerca, università, istituti di istruzione e formazione. Per lo svolgimento delle attività di laboratorio gli allievi possono usufruire di laboratori attrezzati di microbiologia, di chimica generale, analitica e strumentale; biotecnologia e biologia molecolare, aree per lo sviluppo di masse microbiche e colture di cellule eucariote, laboratori multimediali. Al termine del percorso formativo gli allievi saranno in grado di operare nei settori industria e servizi come tecnici specializzati nelle aziende di ambito chimico-farmaceutico, chimico, cosmetico e cosmeceutico, alimenti funzionali, prebiotici e probiotici, ambientale e di partecipare alla pianificazione, realizzazione gestione e controllo di progetti, processi, attività ed impianti, alla gestione del sistema qualità per l’ottenimento /
mantenimento di certificazioni e assicurazioni di qualità. L’inserimento lavorativo è previsto sia in forma di dipendente che in forma autonoma tramite creazione di impresa, valorizzando quanto approvato dal Governo Monti in merito alla costituzione di Srl costituita da giovani under 35, o utilizzando altre forme di finanziamento per l’imprenditoria giovanile. L’inserimento lavorativo è favorito dalle attività poste in essere, finalizzate a portare la Fondazione al centro di un sistema di relazioni con le Aziende del settore e gli Enti pubblici e privati di ricerca per favorire il trasferimen-
to tecnologico e lo sviluppo di nuove linee di produzione. Le attività di laboratorio e le competenze acquisite dagli allievi sono utilizzate anche per la definizione di un piano di impresa e/o di attività, comprensivo delle documentazioni necessarie per ottenere le autorizzazioni all’immissione nel mercato dei prodotti/servizi favorendo, attraverso l’integrazione tra i sistemi, l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Per ulteriori informazioni www.fondazioneits-ntv.it, info@fondazioneitsntv.it, a.cocchini@fondazioneits-ntv.it, tel. 069121822. Giorgio Maracchioni
UNA REALTA’ IN ESPANSIONE: L’IRBM S e da un lato la Sigma Tau presenta il suo piano industriale che prevede riduzioni, dall’altra parte - anche logisticamente, visto che le due realtà sono fisicamente una di fianco all’altra – c’è la IRBM, figlia proprio della Sigma Tau, che cresce e rilancia le sue attività nonostante la grave crisi attraversata qualche anno fa a causa dei tagli fatti dalla Merk, colosso americano del farmaco. L’unione tra l’azienda d’oltreoceano e la Sigma Tau, nel 1990, aveva dato vita all’Istituto di Ricerca di Biologia Molecolare, ma nel 2009 arriva la crisi economica, con il conseguente rischio chiusura del polo d’eccellenza, per il quale la Regione Lazio stanzia 12 milioni di euro (mai arrivati a Pomezia) per tentare il salvataggio, che invece arriva grazie all’imprenditore Piero Di Lorenzo, che a due
anni dall’investimento fatto ha già raggiunto il pareggio ed ora punta al rilancio, anche grazie ai 100 ricercatori assunti in questi 24 mesi. L’IRBM adesso lavora per il CNR e per l’Istituto Superiore di Sanità – con i quali è stato creato il Novembre 2012
Consorzio CNCCS, da cui è nato il progetto della “Banca Europea dei composti molecolari”, che raccoglie, conserva e archivia molecole non ancora utilizzate e che si dedica anche a malattie come la tubercolosi, la malaria ed il dengue, che colpiscono soprattutto i paesi poveri - per la fondazione CHDI (che finanzia la ricerca sul morbo di Huntington) e per tante altre società straniere, tanto da pensare ad ingrandirsi attraverso nuove acquisizioni e nuove assunzioni: altri 100 ricercatori nei prossimi 3 anni, mantenendo il bilancio in attivo, senza correre il rischio, come la vicina Sigma Tau, di dover mandare in cassa integrazione quegli stessi lavoratori che hanno fatto crescere l’azienda. Matteo Acitelli
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RIFIUTI, TRA SERVIZIO SCADENTE E FURTI DI CARBURANTE
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he il servizio di raccolta rifiuti a Pomezia non funzioni è risaputo: basta guardarsi intorno per vedere strade sporche, cassonetti troppo spesso non svuotati, differenziata a singhiozzo, discariche abusive a cielo aperto che sorgono dalla sera alla mattina, queste a causa sia dell’inciviltà di alcuni cittadini che di un mancato controllo, anche con severe sanzioni, soprattutto in determinati punti del territorio. Se a questo ci aggiungiamo il forte tasso di assenza dal servizio da parte di alcuni lavoratori delle ditte che hanno in gestione l’appalto, il problema dei mezzi carenti e quasi sempre guasti, e gli stati di agitazione del personale ogni volta che gli stipendi vengono pagati in ritardo, abbiamo quasi una fotografia esatta della situazione. Quasi, perché manca uno dei tasselli: quello della sparizione del carburante dai mezzi di raccolta, che impedisce che i giri previsti dal capitolato vengano completati, così come impedisce la seconda uscita, quella del pomeriggio. La vicenda, da indiscrezioni, dura ormai da almeno un anno, ma è venuta alla luce solo qualche giorno fa, con il blitz della Guardia di Finanza di Pomezia nella sede della Aimeri. Dalla denuncia fatta da anonimi, sembra che la ditta paghi 100 euro di carburante al giorno per ogni mezzo utilizzato per la raccolta degli RSU, ma, al momento di effettuare il servizio, nel serbatoio si trovi solo la metà del gasolio. Un truffa ai danni dell’azienda che danneggia anche l’intera comunità pometina, sia in soldoni, visto che in questo modo il rifornimento dei camion costa il doppio e la cifra si riversa nei costi d’appalto, sia come servizio, che viene svolto per metà. Le indagini ordinate dal Sostituto Procuratore di Velletri dott. Carlo Morra, fanno presupporre un giro di furti direttamente dai serbatoi, dopo che sono stati riempiti al distributore convenzionato. I furti di gasolio potrebbero essere avvenuti di notte, con tubi e taniche, nonostante la presenza di telecamere a circuito interno. “Sono mancati seri controlli – ha dichiarato un dipendente che ovviamente vuole restare anonimo - e questa gente, parlo di questi operai disonesti, guadagnavano fior di quattrini. E' mancata poi, cosa grave, l'applicazione del Decreto legislativo 231, che avrebbe permesso al personale in tutta sicurezza di poter svelare certi furti in forma assolutamente anonima. Invece le persone oneste, che sono sicuramente tante, hanno avuto paura, perché con certa gente non si scherza, e non hanno avuto il coraggio di svelare quanto hanno visto”. Ma qualcuno ha parlato
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Scoperta una presunta truffa ai danni dell’Aimeri. Ed intanto il Comune di Pomezia vuole passare l’intero servizio alla Formula Ambiente
ed è stato convincente, visto che lo scorso gennaio sono partite le indagini delle Fiamme Gialle, che, dopo mesi di controlli ed appostamenti, il 19 ottobre hanno acquisito nella sede dell’azienda materiale utile per capire nel dettaglio il meccanismo della truffa, oltre ai dati di tutto il personale, che verrà ascoltato a breve. Il tutto avviene in un momento particolare della storia dell’Aimeri, con l’azienda che pochi giorni prima aveva annunciato il licenziamento su tutto il territorio nazionale di 219 persone, di cui 9 a Pomezia, a causa di una riorganizzazione interna. L’Aimeri gestisce il servizio di raccolta RSU in moltissimi Comuni d’Italia, ma sono molte le Amministrazioni che lamentano disservizi e carenze. Mezzi che vengono spostati da un territorio all’altro per far fronte all’emergenza del momento, stipendi pagati in ritardo: e la conseguenza è quasi sempre un servizio non rispondente ai parametri richiesti dall’appalto. Alfredo Corrao
E il Comune cosa fa?
Per far fronte all’emergenza rifiuti, il sindaco Enrico De Fusco ha emesso un “provvedimento contingibile ed urgente per assicurare la tutela igienico-sanitaria ed il decoro urbano” per obbligare l’A.T.I. Consorzio Nazionale Servizi soc. coop. a r.l. – Aimeri Ambiente s.p.a., titolari dell’appalto, “all’eliminazione di tutti i rifiuti presenti sul territorio comunale mediante svuotamento dei contenitori e rimozione dei rifiuti esistenti a terra intorno agli stessi, ivi compresi i rifiuti abbandonati sul territorio comunale a causa della loro mancata rimozione in tempo utile” e di “di procedere immediatamente alla regolarizzazione del servizio come contrattualmente previsto”. Il provvedimento non ha però sortito effetti entro i termini stabiliti, per cui la società Formula Ambiente, ovvero la seconda ditta che compone il consorzio vincitore dell’appalto, ha
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assunto a tempo determinato 15 lavoratori, che presteranno servizio, utilizzando anche dei mezzi appositamente noleggiati, fino a quando la situazione non rientrerà nella normalità. Lo scopo dell’Amministrazione è quindi quella di liquidare per inadempienza di contratto l’Aimeri e di lasciare l’intero servizio alla sola Formula Ambiente. Pur avendo annunciato nel corso dell’ultimo consiglio comunale che il nuovo capitolato d’appalto è già pronto, è impossibile che il 6 dicembre, data di scadenza della proroga concessa lo scorso giugno, si possa già avere una nuova ditta vincitrice, visto che le procedure di gara richiedono molto più tempo. Il servizio verrà quindi nuovamente prorogato, stavolta solo alla Formula Ambiente, ma al momento non si sa per quanti mesi. A.C.
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BENVENUTA, WEB TV!
l mondo corre, e noi cerchiamo di stargli dietro. Dopo la carta stampata, “Il Corriere della Città” ha preso piede con la versione on line, divenuta in breve tempo il quotidiano locale più letto del territorio. Ma l’evoluzione prosegue: grazie all’esperienza maturata dalla collaborazione con Telepontina attraverso la trasmissione “La pagina del Corriere” ed al continuo scambio con la redazione della TV locale più seguita a Pomezia ed Ardea, si è formata l’idea di una Web TV che consenta un’ancora maggiore presenza sul territorio ed una maggiore vicinanza al cittadino. Da questa idea è nata “CITYwebTV”, una televisione sul web - ospitata nelle pagine del sito de “Il
Corriere della Città” - dove avranno spazio inchieste, incontri con i cittadini, approfondimenti sugli argomenti più importanti. Notizie sempre aggiornate, curate da uno staff giovane ma già esperto, al quale lascio la parola.
Ai lettori, invece, rivolgo un invito, che è lo stesso fatto quando l’avventura de “Il Corriere della Città” è iniziata, nel 2009: seguiteci! L’appuntamento con la Web Tv è a partire dal 5 novembre all’indirizzo www.ilcorrieredellacittà.com. Buona visione! Maria Corrao
NASCE “CITYwebTV”. LA VIDEO-INFORMAZIONE DOVE E QUANDO VUOI I
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nformazione e immagini video fruibili da tutti in qualsiasi momento, tramite pc, tablet o altri dispositivi tecnologici che la maggior parte di noi può avere facilmente a disposizione in ogni momento della giornata. Questo è in poche ed essenziali parole “CITYwebTV”. La già sperimentata collaborazione tra “Il Corriere della Città” e “Telepontina” ha portato a creare in maniera spontanea e naturale un progetto caratterizzato allo stesso tempo da tradizione e innovazione. Il contatto con le persone, l’inchiesta laddove gli eventi realmente accadono, la presenza concreta sul territorio, rappresentano la vera, collaudata e usuale essenza del giornalismo e del dare risalto agli eventi grandi e piccoli che caratterizzano l’entità di una comunità sociale. Ma i tempi corro-
no, e sempre più in fretta! E’ ormai chiaro che il futuro appartiene al web e alla comunicazione che si fa attraverso questo mezzo potentissimo e senza confini. A questo punto perché, anche riguardo alla più piccola realtà locale oltre che nazionale, non portare il solito schermo televisivo direttamente in rete, in modo che chiunque possa usufruirne senza restrizioni dettate da mezzi ed orari, scegliendo su cosa e quando informarsi? Questo mix di passato e futuro nella formula di “CITYwebTV” è la logica soluzione alla quale noi siamo arrivati. Abbiamo iniziato ad avvicinarci al mondo del giornalismo passando attraverso la realtà televisiva locale meglio collaudata sul territorio. Noi di “CITYwebTV” siamo cresciuti professionalmente negli studi di “Telepontina”, impariaNovembre 2012
mo ogni giorno che non c’è verità più reale e notizia più fondata della testimonianza diretta attraverso parole ed immagini di addetti del settore e non. E forse la nostra fortuna e la volontà di crescere ancora creando qualcosa di diverso e collegato alla tv è dovuta anche alla capacità di lavorare insieme portando a compimento singoli format realizzati da più mani simultaneamente.
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livelli propone settimanalmente, tutti sintomatici di un fervore propositivo e positivo.
Tante le inchieste ed i temi già trattati ed altrettanti quelli da affrontare a breve, seguendo come sempre da vicino la politica locale, i suoi protagonisti ed i suoi meccanismi e retroscena. Già nei primi contributi di “CITYwebTV” affronteremo le situazioni politiche di Ardea e Pomezia che al momento sembrano viaggiare su binari paralleli in una condizione di caos ed incertezza.
Ancora e sempre in primo piano il sociale, con uno speciale sulla Zona Popolare meglio nota come 167. Qui abbiamo incontrato i cittadini ed ascoltato quali sono i loro disagi e le loro necessità.
Come non parlare, inoltre, in una contingenza così negativa per economia e lavoro, di quanto sia cambiata la realtà di Pomezia ed Ardea. La città, da sempre uno dei poli produttivi più importanti della provincia Sud di Roma, sta vivendo
una crisi industriale devastante, purtroppo perfettamente in linea con l’andamento nazionale. Aiazzone, Dima, Sigma-Tau ed ora ultima l’azienda Cecconi sono solo alcuni dei nomi più noti emblematici delle avverse situazioni occupazionali ed imprenditoriali di Ardea ed ancor più di Pomezia.
Città in crisi, ma anche città con la voglia di superare questa crisi. Di ciò è testimonianza la continua spinta all’impegno sociale, portata avanti con forza dalle molteplici realtà associative che insistono sul territorio, da quelle già collaudate a quelle che stanno pian piano emergendo. In una zona che nel corso degli ultimi anni ha visto la sua popolazione lievitare in maniera esponenziale, questo settore ha via via un ruolo sempre più fondamentale come riferimento per i cittadini che ne divengono protagonisti, alle volte per vocazione alle volte per bisogno.
E così come la realtà sociale, anche quella culturale è in continuo fermento. Basta guardarsi un po’ intorno e vedere la ricchezza che c’è. Tra Ardea e Pomezia e sull’intero territorio si contano innumerevoli artisti di ogni genere. Musicisti, scrittori, poeti e pittori che si danno da fare e danno libero sfogo alla loro creatività. Altrettanto numerose le iniziative che li vedono protagonisti e gli appuntamenti che l’associazionismo a diversi
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Stessa cosa per lo sport, non solo per quelli maggiori, da sempre centrali e più seguiti, ma anche per quelli minori, che nelle provincia pontina danno soddisfazioni ad alti livelli. Parliamo del nuoto, dell’atletica, del rugby e magari dei neonati ed ogni giorno più diffusi sport di strada. Anch’essi tutti sintomatici di un territorio in continuo fermento ed evoluzione. Temi probabilmente già noti, ma un modo di affrontarli, differente grazie all’immediatezza che il web consente di raggiungere ed alla facilità di fruizione per gli utenti. Utenti, sì, ma anche protagonisti. Mai come ora, e mai come con il web, sarà possibile raggiungere un così ampio livello di interazione. Chiunque può segnalare una tematica e renderla nota ad un numero elevatissimo di altre persone in maniera istantanea. Tante volte un problema o una questione irrisolta rimane tale perché non amplificata abbastanza, non condivisa e non portata all’attenzione dei più. “CITYwebTV” potenzia la facoltà per i cittadini di interagire con chi sta dall’atra parte, in redazione, segnalando problematiche da approfondire, eventi da seguire, appuntamenti da non perdere. In tempi difficili come quelli attuali ed in una realtà sempre più complicata, crediamo fermamente nell’importanza della comunicazione. L’informazione, mai come ora, è l’unico modo per creare consapevolezza del presente e per rendere libero il pensiero di ogni singolo individuo. Tutto questo vuole essere “CITYwebTV”, la nuova avventura comunicativa, che più semplicemente si può chiamare “CITYTV”. Tutto questo siamo noi e tutto questo siete voi. La Redazione
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LETTERA AL SINDACO DI POMEZIA
cognome non fa “Briatore”. Come possiamo permetterci di pagare 980 euro al mese per mandare le bambine all’asilo nido? C’è forse qualcosa da rivedere? Le voglio portare un esempio (ma potrebbero essere a decine) di cosa succede altrove: una mia amica sempre di Torvaianica, che lavora così come il marito, ha portato il suo bimbo all’asilo comunale di Ostia. Non essendo residente a Roma, paga la quota intera, ovvero 150 euro al mese. Le sembra giusto dover portare i nostri figli in altri Comuni? Sempre a proposito di bambini, un’altra cosa scandalosa è rappresentata dai giardini pubblici a loro dedicati. Questa estate ho portato le mie figlie nei giardini di via Rumenia: dopo un paio di volte ho dovuto rinunciare, perché non c’è un solo albero, né qualunque altra cosa che faccia ombra ed i bambini, così come i loro genitori, rischiano un’insolazione! Ho quindi provato con i giardini di piazza Italia: qui, al contrario, di alberi ce ne sono in abbondanza, peccato che il parco sia ovunque – nelle panchine, nei giochi, per terra - pieno di escrementi di uccelli. E non parliamo del parco di via Gran Bretagna, dove gli escrementi sono delle persone…
Questo mese la lettera non è indirizzata al direttore del giornale, ma al Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco. La invia la mamma di due gemelline, che da quando ha partorito non riesce più a far quadrare i conti. “Caro sindaco, sono una cittadina di Torvaianica, le scrivo per informarla di alcune situazioni a dir poco spiacevoli che ci sono nel Comune di Pomezia. Ho due gemelle, nate nel 2010 e sin dai primi mesi del 2011 ho fatto domanda d’iscrizione all’asilo nido comunale, senza alcun esito. Nel 2012, dopo essermi informata più volte, mi è stato risposto che devo rifare la domanda entro il 20 aprile. E così ho fatto. Ad agosto ho consultato il sito internet del Comune e mi sono accorta che le bambine sono entrate in graduatoria; ho chiesto maggiori informazioni e il personale dei servizi sociali mi ha comunicato che, in base ai documenti presentati ed al modello ISEE, dobbiamo pagare l’intera quota per ogni bambina, ovvero 490 euro al mese per ognuna. Ma stiamo scherzando? Più di un asilo nido privato? Le volevo far presente che nel frattempo io ho perso il lavoro, perché non avevo nessuno che stesse con le bambine. Ora dobbiamo portare avanti una famiglia di 4 persone con il solo stipendio di mio marito, che di
Quiz del mese
Ma questi bambini dove devono giocare? Ora, gentile sindaco, le chiedo: chi si deve occupare della pulizia dei giardini? Gli operatori ecologici devono solo svuotare i cestini e raccogliere di tanto in tanto le foglie secche? E le bottiglie vuote di birra o di vino lasciate dagli stranieri che affollano i giardini ad ogni ora e senza alcun controllo, chi li deve pulire? E chi deve controllare che non ci si ubriachi in posti dedicati ai bambini? Ma gli agenti di polizia locale devono essere impiegati solo per multare le auto o possono fare anche altro? Si faccia una passeggiata a Torvaianica: vedrà che tutto quello che le ho scritto corrisponde a verità. Ricordi che la città non va pulita solo in determinate occasioni, come prima delle Notti Bianche, per le quali le faccio comunque i miei complimenti, ma necessita di decoro sempre. So che probabilmente questa lettera non verrà mai letta da lei e non mi aspetto di ricevere riscontro, ma se nessuno si lamenta, se nessuno rivendica il diritto di vivere in un posto migliore, forse lei certe cose neanche le immagina. Le chiedo quindi di rispettare questi diritti, soprattutto quelli dei bambini, che sono il futuro di questo paese. Le auguro buon lavoro e colgo l’occasione per inviarle distinti saluti. Stefania Batistoni”
inviato da Luigi Torreti: qual è Torvaianica, in queste quattro foto tutte caratterizzate dalla presenza di una bandiera nazionale? Noi forniamo le didascalie, a voi gli abbinamenti tra le lettere dell’alfabeto e le foto numerate!
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RIFIUTI DEL MESE, ECCO ALCUNE DELLE VOSTRE FOTO:
“Vivo in via Verona. I cassonetti più vicini sono all’incrocio di via Padova. Sono solo due, troppo pochi per tutte le famiglie ormai residenti in questa nuova zona di Pomezia. La strada è tutti i giorni in queste condizioni, quando va bene. Christian”.
“Vi invio queste foto, che dimostrano che nel parco della Minerva invece che una zona residenziale sta sorgendo una discarica a cielo aperto… Eileen”
“Questa immondizia puzzolente si trova di fronte ad un asilo….va bene che è privato…ma anche i bimbi da 0 a 3 anni sono cittadini ed hanno diritto a vivere in un posto pulito. Alessandro De Paolis”
A: Missione Apollo 11, la prima a portare un essere umano sulla superficie della Luna. B: La Russia prende possesso della metà Est di Berlino e della Germania, alla fine della Seconda Guerra Mondiale C: Monumento ai caduti in guerra, Washington, DC D: Via Zara, alle spalle del campo sportivo di viale Italia
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MOVIMENTO DI FRANCOFORTE, I GIOVANI SFIDANO LA CRISI
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In prima linea anche il consigliere comunale di Ardea Riccardo Iotti
' un percorso iniziato nel novembre 2011, con lo slogan “Sfida la Crisi!”, quello che ha sancito la nascita del Movimento di Francoforte. Un movimento che riunisce giovani imprenditori, studenti, rappresentanti delle istituzioni ed esponenti del volontariato. Il movimento, costituitosi lo scorso 21 settembre a Francoforte, ambisce a diventare il punto di riferimento di tutte le nuove generazioni europee che vogliono affrontare e dare un contributo significativo per il superamento della crisi economica ed occupazionale che sta investendo il vecchio continente. Lontani delle logiche del “popolo del no” i giovani intendono avanzare proposte concrete e partecipare attivamente ai processi decisionali dei vertici in un'ottica di collaborazione con le istituzioni europee e nazionali. L'ultimo appuntamento del Movimento, dal titolo “Tante crisi, un'unica sfida”, si è tenuto lo scorso 24 Ottobre nelle università italiane dove, in contemporanea da Roma, Napoli e Padova, i ragazzi hanno coinvolto gli studenti e i docenti delle facoltà di economia per discutere, condividere e accogliere spunti sulle proposte per la crescita e la stabilità avanzate a Francoforte. I giovani, in questo anno di intensa attività, hanno promosso una serie di iniziative rivolgendo particolare attenzione alla disoccupazione giovanile. Stimolando e sollecitando le istituzioni europee e i governi sulle tematiche sopra esposte, hanno fatto tappa a Roma, Atene, Bruxelles e Francoforte costruendo un programma di sei punti tra i quali il Patto Europeo per i Giovani (European Youth Guarantee), la riforma della Banca Centrale Europea come prestatore di ultima istanza ai governi, l'istituzione della Tobin Tax per contenere i fenomeni speculativi che hanno generato la crisi economica, l'eleggibilità del Presidente della Commissione Europea per ridurre il deficit democratico, l'“European Social Investment Pact” uno schema di incentivi e penalità per gli Stati membri in termini di raggiungimento degli obiettivi relativi a occupazione e politiche sociali. Il movimento a vocazione europea mira dunque ad avvicinare i cittadini alle
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istituzioni europee coinvolgendoli nel processo decisionale come spiega il Vicepresidente del Parlamento Europeo On. Roberta Angelilli: “Il Movimento di Francoforte è la risposta dei giovani alla crisi economica e occupazionale. Un movimento che vuole affrontare il dramma della disoccupazione giovanile avanzando proposte concrete da raccogliere in una iniziativa legislativa popolare che, così come previsto dal trattato di Lisbona, potrà essere presentata dopo che avrà raccolto un milione di firme in almeno sette Paesi Ue.” Matteo Acitelli
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LA MAREMMA? E’ A TORVAIANICA
Al ristorante “La Cepponaia” si riscoprono i sapori più genuini e tradizionali, senza rinunciare alla fantasia culinaria
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angiare sano è importante. Mangiare sano e bene, scoprendo o riscoprendo sapori antichi e genuini, elaborati per palati moderni, lo è ancora di più. Se poi si tratta di sapori della maremma, luogo tradizionalmente ricco di storia culinaria, gli ingredienti per un pasto indimenticabile ci sono tutti. E per chi ne ricorda i sapori (perché li conosce e li vuole ritrovare anche con nuovi assaggi) e/o per chi non li ha mai provati e vuole scoprire “nuovi sapori del passato” , non c’è bisogno di arrivare fino in Toscana: a Torvaianica, in via Dublino 42/44, un pezzo di quella terra ha preso piede grazie all’iniziativa dei titolari del ristorante “La Cepponaia”. Da tre anni il ristorante La Cepponaia porta avanti questo progetto di mantenere e far conoscere tradizione, qualità e genuinità vincendo ogni giorno la sfida con una non felice dislocazione del locale (via Dublino, seppur facilissima da raggiungere, non è molto conosciuta e non ha un intenso passaggio). Si può dire quindi che chi viene qui lo fa esclusivamente perché sa di poter trovare un ambiente dall’atmosfera suggestiva, dove poter gustare dell’ottimo cibo, accolto da personale professionale ma amichevole. “In maremma, precisano i titolari, non esiste la cultura dell’allevamento intensivo: gli animali crescono in modo naturale, pascolando in terreni incontaminati. “E questo fa la differenza sui sapori”. Ma la differenza la fa anche il tocco creativo dello chef, che con sapiente cura riesce a creare abbinamenti tradizionali ed insoliti che deliziano il palato dall’antipasto al dessert. Ma mille parole non potrebbero mai rendere bene l’idea del gusto di questi piatti: dai formaggi ai salumi, dai primi piatti alle zuppe, dal pesce alla carne, occorre provarli!
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POMEZIA E ARDEA REGINE DEI CAMPIONATI
Le compagini del territorio protagoniste di una partenza sorprendente: Unipomezia Virtus e Nuova Florida si spartiscono la vetta del girone C di Prima Categoria; il Lido dei Pini in Promozione è quarto. Negli altri gironi bene il Torvajanica, ancora a secco di vittorie il Montegiordano
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l mese di Ottobre consacra le società calcistiche dei nostri comuni, portando il calcio locale a livelli forse impensabili ad inizio stagione. Ovviamente è ancora troppo presto per azzardare previsioni – i Campionati sono iniziati da appena un mese, due per l'Eccellenza e la Promozione – tuttavia, analizzando il ruolino di marcia di alcune squadre, fra tutte Airone Ardea, Unipomezia Virtus, Nuova Florida e Lido dei Pini, è del tutto comprensibile manifestare un certo ottimismo, al quale speriamo di dare continuità nei prossimi mesi. Anche noi, nello scrivere questa Rubrica, abbiamo fatto notevole fatica ad eleggere la “compagine del mese”, considerate le tante pretendenti; la scelta alla fine è ricaduta sull'Unipomezia Virtus 1938 che ha chiuso questo primo novero di partite con il sorprendente bilancio di cinque vittorie su cinque, concludendo il mese, motivo principale per il quale abbiamo deciso di premiarla, con l'importante successo strappato nel Derby contro i rivali dell'Airone. Sul secondo gradino del podio finisce invece il Team Nuova Florida nonostante un cammino sostanzialmente identico a quello dei cugini, con il classico en-plein nelle partite disputate; per il gruppo guidato da Mister Ciciani infatti, il salto di categoria, così come per i ragazzi di Bussi, non ha sortito alcun effetto, anzi non ha fatto che confermare quanto di buono mostrato durante la precedente stagione. Ineccepibile, salvo qualche piccola, e “umana” eccezione, il cammino delle altre tre: il Real Pomezia chiude a centro classifica ma a sole cinque lunghezze dalla capolista; il Lido dei Pini in Promozione è attualmente quarto, mentre l'Airone manda in archivio questo primo scorcio di Campionato con nove punti conquistati, sufficienti sì a rimanere in scia delle grandi del girone, ma sui quali pesa il rammarico di aver ceduto la posta in palio, anche per la doppia inferiorità numerica, proprio alla Virtus nell'ultima uscita di Ottobre. Passiamo in rassegna ora le altre realtà del territorio con i primi Top e Flop della stagione. CHI SALE – BENE TORVAJANICA, ENEA POMEZIA E TOR SAN LORENZO; INDOMITA
POMEZIA A DOPPIO VOLTO Nel girone G di Seconda Categoria Russo e compagni chiudono questo primo scorcio di Torneo al quinto posto in graduatoria a soli tre punti dalla prima della classe Fonte meravigliosa; il bilancio dei pometini risulta inoltre impreziosito, dopo un inizio di stagione a dir poco altalenante, dalla vittoria esterna ottenuta nell'ultimo turno ai danni della Lamaro Cinecittà, una delle “big” del girone, al termine di un incontro disputato davvero con grande maturità. Passando alla Terza Categoria, buona la partenza dell'undici guidato da Mister Benedetti che consegna agli archivi un bottino di quattro punti in due giornate (la squadra ha riposato nel terzo turno ndr), a seguito della vittoria riportata all'esordio contro l'ACDS Group ed il pareggio, non senza rimpianti, ottenuto fra le mura amiche con il Real Aurora 3000. Sempre nello stesso girone troviamo al quarto posto il Tor San Lorenzo, ancora imbattuto con una vittoria e due pareggi. Chiude la rassegna l'Indomita Pomezia, parliamo in questo caso della Prima Categoria Girone C, nonostante un cammino costellato di alti e bassi, con i ragazzi guidati dal duo Marinelli - Ciasca capaci di regalare ai propri tifosi prestazioni maiuscole, vedi il Derby contro la Città di Pomezia, accompagnate da passaggi a vuoto inspiegabili, come ad esempio la sfida
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disputata contro l'Aranova; tuttavia, per una squadra completamente rinnovata nell'organico e con nuovi dettami tattici da assimilare, un bilancio provvisorio di sei punti dopo cinque giornate, può considerarsi tutto sommato positivo. CHI SCENDE – LA CITTA' DI POMEZIA ANCORA ALLA RICERCA DELLA FORMA MIGLIORE; IN TERZA PARTE MALE IL MONTEGIORDANO Fa davvero effetto trovare la compagine di Mister Sebastiani fra le note, per così dire “stonate”, considerato quello a cui ci aveva abituato questa squadra negli ultimi anni; la compagine pometina infatti, nelle sfide sin qui disputate, ha messo in cascina appena quattro punti, vincendo una sola volta lasciando, momentaneamente, le zone nobili della graduatoria ad altre realtà. In effetti, se per squadre come il Team Nuova Florida, l'Unipomezia piuttosto che il Lido dei Pini, il salto di categoria non ha prodotto alcun effetto, diversa è la situazione della squadra del Presidente Maniscalco ancora alla ricerca della condizione migliore. Passando alla Terza Categoria, nello stesso girone dell'Enea Pomezia e del Tor San Lorenzo, Roma Gir. E, il Montegiordano chiude il mese di Ottobre con un bilancio decisamente negativo con un solo punto conquistato su nove disponibili, al quale si aggiunge, di conseguenza, il peso di non aver centrato ancora una vittoria.
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Un po' di numeri – Vediamo, prima di passare in rassegna le ultime notizie, alcune statistiche. (dati riferiti al 29 Ottobre ndr) La squadra del territorio con il miglior attacco è il Cedial Lido dei Pini con 17 centri, il quale spartisce tuttavia il primato con l'Unipomezia Virtus; da contraltare, ovvero la compagine meno prolifica, fa il Montegiordano, quattro gol messi a segno, anche se va ricordato che la squadra ha un numero di partite disputate molto inferiore rispetto alle altre. Passiamo alla difesa. Il Torvajanica e l'Enea Pomezia, anche per quest'ultima vale lo stesso discorso sopracitato, sono le squadre meno battute del territorio
con appena tre reti subite mentre, come rovescio della medaglia, Indomita e Real Pomezia condividono il titolo, per niente ambito, della difesa più perforata (11 reti incassate).
Le altre notizie - Coppe: Out il Team Nuova Florida - Ciccolini e soci non riescono a ripetersi nella massima competizione laziale lasciando il passaggio del turno ad un organizzato Calcio Sabaudia abile a chiudere il discorso qualificazione già nel turno d’andata, grazie alla vittoria per 4-1 riportata in terra pometina; nella gara di ritorno alla squadra guidata da Mister Ciciani sareb-
be servita davvero un’impresa, ma i rutuli, nonostante una prova generosa, non sono andati più in là dell’uno a uno, uscendo in tal modo dal torneo. L’altra compagine ancora in corsa nelle Coppe era il Lido dei Pini impegnato nei sedicesimi di finale nella competizione Nazionale di Categoria; la squadra ha perso di misura (1-0 ndr) la sfida d’andata contro il Tor di Quinto rimettendo alla gara di ritorno, disputata lo scorso 31 Ottobre, gara questa non riportata per esigenze di stampa, le speranze di passare il turno.
Luca Mugnaioli
POMEZIA CALCIO A5: BUONA LA PRIMA
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sordio vincente per la compagine guidata dal duo Passabì - Formicola che ha inaugurato nel migliore dei modi, lo scorso 27 Ottobre, la nuova stagione disputando la prima di una serie di amichevoli in vista dell’avvio dei campionati. La squadra ha affrontato, presso il palazzetto dello sport dell’Olimpia, la rappresentativa di casa in tre mini-partite dalla durata complessiva di 40 minuti ciascuna, ottenendo, oltre ogni più rosea aspettativa, il classico “en-plein”; nella sfida inaugurale, che ha visto protagonisti i bambini del 2003, la squadra del Presidente Bruscolotti si è imposta di misura strappando la posta in palio agli avversari con un emozionante 5-4. Ad andare a segno, fra le fila ospiti, sono stati Vultaggio, fra i migliori in campo a fine partita, Croci, Biagini, autore di una doppietta e Bidoli, i
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quali hanno legittimato, grazie alle loro realizzazioni, una maggiore supremazia territoriale manifestata nell'arco dell'incontro. Il secondo match è stato invece all'insegna dei “2004”, altrettanto bravi, come i precedenti compagni, a portare a casa la vittoria. Il punteggio finale, un netto 5-2 a favore degli ospiti, rappresenta il giusto risultato per quanto mostrato dalle due compagini durante la gara; a suggellare il successo ci hanno pensato, nell'ordine, Bidoli, autore di due gol, Conforti, Vidiri e Lizza. Nel terzo ed ultimo incontro, disputato fra i più piccoli, i bambini del 2005, il risultato è stato ancora più rotondo: 6-2 a favore degli ospiti grazie alle reti di Vidiri, due centri per lui alla fine dell'incontro, Salvatore, Passabì, Focolini e Papaccio. Luca Mugnaioli
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NOTIZIE TASCABILI di Luca Mugnaioli
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Finmeccanica, arrestato ex-dirigente Pozzessere per corruzione- L'ex-dirigente di Finmeccanica Paolo Pozzessere è stato arrestato con l'accusa di corruzione internazionale nell'ambito di un'inchiesta della procura di Napoli su forniture all'estero da parte del gruppo aerospaziale. (FONTE: Reuters) Regione, bis per Formigoni «Nuova giunta,ma a tempo» Vice il leghista Gibelli. Salvini: siamo lì a fare la guardia. La compagine resterà in carica fino alle prossime elezioni, forse in primavera. (FONTE: ilCorrieredellaSera.it)
Fornero: "Giovani troppo schizzinosi". Costretta a lasciare convegno - Il ministro del Lavoro Elsa Fornero contestato a Torino: Urla e fischi, poi lei se ne va: «Sono avvilita». Al dibattito in un circolo sociale ha usato il termine inglese "choosy" per rivolgersi ai giovani. (FONTE: WallStreetItalia)
Presidenziali USA- Barack Obama ha vinto il terzo e ultimo dibattito per la Casa Bianca sferrando duri colpi a Mitt Romney sulla politica estera, ma il rivale repubblicano non e' andato al tappeto. E' questo l'esito della sfida finale andata in scena a Boca Raton, in Florida, di cui i sondaggi assegnano la vittoria al presidente americano. (FONTE: AGI)
Altre flash - Stampa: Diffamazione, sì unanime in Commissione Niente carcere, rimangono le sanzioni Politica: Berlusconi lascia e fissa le primarie per il partito. Tuttavia rimangono gli scettici Sanità: Vaccino antinfluenzale, Novartis: "Agito con correttezza" Giustizia: Sanità, pm di Bari: condannare Vendola. Chiesto un anno e 8 mesi Cronaca: Scossa di magnitudo 5 nella notte del 26 Ottobre, l'epicentro nella zona del massiccio del Pollino, al confine tra Basilicata e Calabria. Molte le repliche: crolli ad Altomonte, danneggiati edifici a Mormanno Giustizia: Diritti tv, Berlusconi condannato: quattro anni per frode fiscale – Cronaca: Roma: funerali morto in Afghanistan. Napolitano e Monti, omaggio a Chierotti
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Curiosità Style
&
Life
Arriva il bacon.. da bere! - Gli americani sono noti per avere dei gusti alimentari non esattamente “sani”, e per una passione estrema per pancetta e bacon. Ma questa passione può arrivare al punto di voler anche bere il bacon? Evidentemente sì, dato che la Rocket Fizz Soda Pop & Candy Shop ha lanciato dal Texas una linea di bevande analcoliche al gusto di bacon, ali di pollo, mais dolce, burro di noccioline e marmellata. (FONTE: notizie.delmondo.info)
Cina: Taglio di capelli “numerato” per quattro gemelli, altrimenti indistinguibili l'uno dall'altro! I genitori, in accordo con gli insegnanti, hanno preso questa decisione poiché i bambini venivano continuamente scambiati, creando non poca confusione. (FONTE: notizie.delmondo.info)
Facebook traditore! - Se avete due mogli, evitate almeno di avere un unico profilo sul Social Network più diffuso al mondo altrimenti potreste finire con l’essere scoperti, come è successo ad un uomo d’affari cinese. (FONTE: notizie.delmondo.info) Il formaggio: l'alimento più rubato al mondo - Si calcola che ogni anno vada perduto oltre il 3% dei prodotti destinati alla vendita al dettaglio, soprattutto a causa del taccheggio e di furti da parte dei dipendenti. (FONTE: CENTRE FOR RETAIL RESEARCH, UK)
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I rischi dei colpi di testa – Secondo alcuni ricercatori dell'A. Einstein College of Medicine di New York questa abitudine “aumenta il rischio di riportare lesioni al cervello e danni a livello cognitivo”.
Milionario cinese diventa minatore per smettere di scommettere - Le scommesse possono diventare una vera e propria dipendenza, e per uscirne può essere necessario un radicale cambio di stile di vita per uscirne. Ne sa qualcosa il milionario cinese Qijang Zhang Yongqiang, proprietario di una catena di supermercati che aveva sviluppato una vera e propria dipendenza dal gioco d’azzardo, al quale puntava enormi quantità di denaro. Ad un certo punto si è reso conto di dovere fare qualcosa per mettersi alle spalle la dipendenza. La soluzione è stata da un certo punto di vista abbastanza normale: si è trovato un hobby. Quel che è insolito è che l’hobby che si è trovato è… fare il minatore.
La piscina più profonda del mondo - Avete una passione per i tuffi? Allora forse il vostro sogno è un salto dentro la piscina più profonda del mondo, inaugurata a Bruxelles. La piscina è profonda ben 34,5 metri, e contiene 2,5 milioni di litri d’acqua, trattati attraverso un sistema di filtraggio senza cloro e mantenuti alla temperatura di 30 gradi. (FONTE: notizie.delmondo.info)
LO SAPEVATE CHE.. IL PRIMO SUPERMERCATO IN ITALIA E' STATO APERTO NEL 1957 A MILANO.
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ASSASSIN’S CREED III: LIBERATION
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opo l'arrivo nei negozi di Uncharted: L'abisso D'oro, abbiamo seriamente pensato che il parco titoli Playstation Vita sarebbe stato arido come un deserto, data l'assenza di successivi titoli di un certo spessore. Ma dopo parecchi mesi sono arrivati Gravity Rush e Little Big Planet a consolarci e a farci nuovamente sperare in un futuro radioso per la nuova console portatile Sony. Non a caso, l'attesa di Assassin's Creed III: Liberation è a dir poco spasmodica: lontano anni luce dal non proprio memorabile Bloodlines per PSP, il nuovo episodio della serie Ubisoft, sviluppato da Ubisoft Sofia, promette una trama avvincente e collegata alla storia di Connor e di Assassin's Creed III, e tutta l'atmosfera tipica della serie riprodotta su piccolo schermo, senza contare naturalmente l'utilizzo dei controlli touch, che cambieranno sensibilmente il nostro modo di vivere le avventure con gli Assassini. Un cambio già di per sé radicale grazie all'introduzione della prima ed evidente novità: giocheremo per la prima volta nei panni d una seducente ragazza. Ma non illudetevi, Aveline ha tutte le carte in regola che conquistare gli appassionati della serie, cosi come questo nuovo capitolo, che potrebbe rivelarsi un acquisto obbligato e asso nella manica per Vita. Scopriamo insieme tutto quello che c'è da sapere su Liberation. Tanto per cominciare, Ubisoft ha voluto sottolineare il fatto che Liberation non è uno spin-off, ma un vero e proprio capitolo della serie, che non avrà nulla da invidiare agli episodi usciti su console maggiori. Ambientato nella splendida New Orleans del 1771, il gioco vede la cittadina americana, che pullula di famiglie francesi, passare sotto il controllo della Spagna, gettando cosi le basi per tumulti e rivoluzioni che ne segneranno il destino per sempre. In questo scenario interessante, spicca la figura di Aveline, mulatta di origini francesi e appartenente ad una famiglia ricca e agiata. Ma la sua infanzia non si può certo considerare tra le più tranquille e serene: senza spoilerare troppo sul prologo della vicende, basterà dire che ben presto la giovane donna farà della vendetta la sua forza e le sue abilità diventeranno lo strumento perfetto per punire i colpevoli che attanagliano gli oppressi. Una paladina che si fa giustizia da sola e che non mancherà di incrociare la propria strada con quella di Connor, il protagonista di Assassin's Creed III. Entrando in contatto con gli Assassini, la nostra eroina acquisirà gli insegnamenti e le tattiche necessarie per agire in silenzio e indisturbata tra i tetti della città. Sarà inoltre in grado sfruttare i travestimenti e agire a basso profilo e cercherà di adattarsi ad ogni situazione estrema. Dimenticate quanto avete visto nei capitoli precedenti: in Liberation non ci saranno solo città e campagne da setacciare palmo a
palmo, ma anche distese ghiacciate inospitali, come paludi abitate da alligatori e fiumi in piena da attraversare. Sia la guerra che la natura saranno ostacoli da non sottovalutare in questo titolo. Nonostante le primissime immagini e sequenze video non ci avessero fatto gridare al miracolo tecnico, oggi Liberation vanta una veste grafica decisamente notevole e in grado di sorprendere anche il più scettico sulle potenzialità di Playstation Vita. Merito questo di AvilNext, il motore grafico utilizzato anche per la versione console di Assassin's Creed III. Il risultato è non solo gradevole, ma per certi versi anche impressionante. Strade della città dettagliate e ricche di particolari e rifiniture, tantissimi modelli poligonali in movimento, colori brillanti e vividi. Un level design vario ed intrigante, che offre campagne, borghi, paludi e tantissimi altri scenari impreziositi da diversi agenti atmosferici. Il tutto infarcito da una dinamicità e uno stile unici. Promosse anche le animazioni di Aveline, fluide e dettagliate, che ci fanno ben sperare sull'immediatezza del gioco in movimento. Ci auguriamo che la bella protagonista sia scattante e agile, sia nell'atletismo che nel combattimento, come ogni Assassino degno di essere chiamato tale, dovrebbe essere del resto. Poco abbiamo ascoltato del comparto tecnico, ma in questo contesto Ubisoft non ci ha mai deluso; perciò confidiamo in una colonna sonora epica ed evocativa durante le fasi di esplorazione e in un Novembre 2012
tripudio di effetti da cardiopalmo nelle fughe e negli scontri. Infine speriamo in un doppiaggio in italiano come vuole la tradizione della serie. Assassin's Creed III: Liberation ha tutte le carte in regola per diventare un degno capitolo della serie e un'ennesima killer application Playstation Vita. La trama, collegata in un certo senso a quella di Connor, sembra davvero avvincente e anche Aveline sembrerebbe avere abbastanza tempra per dimostrare che anche una donna di nobili origini sa il fatto suo quando si tratta di compiere il proprio destino. Tecnicamente la nuova console Sony sembra sapere il fatto suo, grazie anche al motore AnvilNext. Il gameplay miscela sapientemente vecchio e nuovo e siamo sinceramente ansiosi di mettere le mani sul prodotto finale. Marco Delle Fave www.cyberludus.com
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ANNA MAGNANI, PROTAGONISTA DEL 2013 In occasione del 40° anniversario della sua scomparsa,
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tante le iniziative per ricordarla
el 2013 Roma ricorderà Anna Magnani. L’ “Associazione Amici di Anna Magnani”, in occasione del 40° anniversario dalla scomparsa dell’attrice, annuncia un anno a lei interamente dedicato: progetti per le scuole elementari-medie-superiori, università, mostre, retrospettive, incontri, la seconda edizione del Premio Anna Magnani, la biografia completa. Per il 40° anniversario dalla scomparsa di Anna Magnani, che ricadrà il 26 settembre del 2013, è pronto un calendario delle celebrazioni che coinvolgerà scuole elementari, medie e superiori, università, mostre e retrospettive in tutta Italia, incontri con chi ha conosciuto e lavorato con la Magnani. Il tutto si concluderà con la seconda edizione del “Premio Anna Magnani” che quest’anno ha premiato la grande attrice Franca Valeri, il Maestro Franco Zeffirelli, ed un’attrice emergente Lidia Vitale. Il calendario delle celebrazioni verrà presentato alla stampa nazionale tra circa un mese. Motore dell’iniziativa è il giovanissimo Matteo Persica, presidente dell’associazione a lei dedicata, a cui rivolgiamo alcune domande. Sei molto giovane e la Magnani non è certo un’attrice dei tuoi tempi…da dove nasce la passione per questa straordinaria attrice? “La Magnani l’ho “incontrata” nell’ottobre del 2007 quando, per caso, organizzai un evento in occasione del centenario, che poi si svolse alla Sala Umberto di Roma nel 2008, e per l’occasione girai un documentario di ben tre ore sulla sua vita, intervistando tante persone che la conobbero, tra cui il figlio, Luca Magnani. Da lì è partito tutto, come un domino in cui i pezzi, invece di cadere, si rialzano in piedi. E’ vero, la Magnani non è anagraficamente vicina alla mia generazione. Ma l’Arte e gli Artisti non si possono limitare ad una data di nascita o di morte.
Chi lascia un’opera artistica, che può essere un film, un dipinto, un testo teatrale o musicale eccetera, qualcosa di valido e di emozionante, perché non bisogna aver paura di parlare anche di emozioni, è come la sposa che lancia il bouquet alle damigelle: qualcuno afferra quel mazzo profumato e pieno di speranze, forse anche di illusioni. Io mi sento fortunato ed onorato di aver preso quel metaforico mazzo di fiori, di averlo posato in un bel vaso pieno di acqua fresca, visto che la stiamo mettendo sull’esempio botanico, pronto ad essere travasato in un vaso ancora più bello ed ancora più grande”. Che cosa rappresenta per te la Magnani? “A livello artistico, vedo la Magnani come una grande opportunità mancata, mancata per gli altri, naturalmente. Perché lei - mentre i registi la snobbavano, i produttori la consideravano un ostacolo per il successo al botteghino e le altre attrici la vedevano come un’era passata e fuori moda - è rimasta nei cuori della gente con i suoi capolavori e le sue interpretazioni studiate ma vera allo stesso tempo”. E’ importante che i giovani conoscano la storia del cinema e quindi la nostra storia: è questo l’obiettivo del tuo impegno? “Far conoscere la figura umana ed il cinema di Anna Magnani ai ragazzi e alle ragazze delle scuole è sicuramente l’obiettivo primario ed anche la responsabilità che da presidente dell’ “Associazione Amici di Anna Magnani” mi assumo appieno. E’ un progetto che, da due anni, è già attivo in Argentina. Ora partirà anche in Italia. Anche perché il cinema e la storia si intersecano perfettamente, specialmente il cinema dagli anni ’40 agli anni ’60 è pura vita e storia del nostro Paese”. Rossella Smiraglia www.ilprofumodelladolcevita.it
rriva dall’Australia il lungometraggio proiettato in via del tutto straordinaria alla Camera dei Deputati. Solo dopo aver visto 33 Postcard si comprende la motivazione di un tale onore. 33 Postcard è una favola dei nostri giorni, narrato con la poesia e la sensibilità della regista e sceneggiatrice Pauline Chan. Pauline Chan è considerata ‘nome di spicco della cinematografia australiana’ dalla rivista francese Cahier du Cinema e come ‘regista premier australiano’ dai maggiori magazine asiatici di settore. I suoi film sono stati distribuiti in tutto il mondo e hanno partecipato ai più importanti festival internazionali dove sono stati insigniti di riconoscimenti prestigiosi. Mrs. Chan, da sempre fattiva sostenitrice degli scambi culturali internazionali, con 33 Postcards firma, dopo L’Ultimo Dragone, il suo secondo progetto pioneristico di co-produzione Australia/Cina, ed entrambi i film sono stati recentemente campioni d’incassi nelle sale cinesi. L’anteprima del film è stata premiata al Fiuggi Family Festival con una menzione d’onore imponendosi all’attenzione dell’Onorevole Binetti che si è fatta promotrice della presentazione alla Camera dei Deputati per l’alto valore del film. Il film narra del profondo legame affettivo nato dallo scambio di cartoline tra un uomo detenuto e la bambina a cui ha fatto da benefattore permettendo-
le di studiare musica. Mr Randall vive in una prigione australiana, dove sconta la pena per aver causato la morte di un uomo durante un tentativo di rapina. I profondi sensi di colpa lo inducono a utilizzare il suo denaro per aiutare i bambini cinesi che vivono in orfanotrofio. Mei Mei, orfana dalla nascita, inizia una corrispondenza con l’uomo che immagina come il suo papà, confidandogli i suoi pensieri nella certezza che lui l’ascolti. Diventata adolescente, il coro dei bambini orfani che Mei Mei dirige inizia una tournée in Australia e il desiderio di conoscere il “padre” la porta fino a lui. Per nulla spaventata dalla condizione di detenuto cerca di farsi accettare da Mr Randall. La vita della prigione è dura e Mr Randall decide di testimoniare per poter raggiungere la piccola Mei Mei. Ritornato in prigione viene ferito gravemente ed è l’affetto di Mei Mei a dargli la forza di riprendersi. Notevole e commovente è la scena in cui Mr Randall dice alla bambina che ha un nome per lei: May. La bambina risponde: “da noi in Cina solo i genitori possono dare il nome ai bambini…”. Mr Randall le risponde che il suo nome è May. Provare a raccontare la storia non rende la delicatezza dei sentimenti dei personaggi e la bellezza delle scene. Il film non ha ancora una distribuzione, speriamo che questa bella favola moderna possa essere condivisa presto con il grande pubblico. Rossella Smiraglia www.ilprofumodelladolcevita.it
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IL SIGNIFICATO DEI GESTI
apire gli altri attraverso i gesti: con ciò intendiamo quel particolare modo di scambiare informazioni tra persone, al di là delle parole. E’importante premettere che non si incorre nel pericolo di commettere errate valutazioni sulla persona con la quale si interagisce, in quanto non è possibile tracciare un profilo di personalità o comunque giudicare l’altro solamente da un gesto. Il modo di muoversi, di vestirsi, le espressioni facciali, gli spostamenti più piccoli, il toccare gli oggetti, addirittura il modo di grattarsi aree precise del volto, costituiscono quello che un esperto della comunicazione definisce “linguaggio sotterraneo”. Questa modalità comunicativa fornisce molte più informazioni di quante ne possiamo ricavare dalle semplici parole; si possono cogliere gli aspetti più segreti e veri del carattere di una persona e in parte prevedere le sue reazioni. Mentre parlate con qualcuno vi sarà capitato di vederlo giocherellare distrattamente con qualche oggetto, una penna, gli occhiali, una sigaretta, i capelli….. Ogni gesto è spesso denso di significato e anche gli oggetti che tocchiamo possono dare informazioni sullo stato d’animo che proviamo in quel momento. Per ragioni di spazio tratteremo solo alcuni gesti tra i più significativi con le loro interpretazioni. Per esempio, durante una conversazione mentre siete seduti ad un tavolo, vi sarà sicuramente capitato di “spazzare” via le briciole di pane o della polvere. Un atto che sembra privo di importanza, ma nasconde invece significati molto interessanti che possono risultare comodi per chi li sa interpretare. Quando si “spolvera” con una mano si possono verificare due situazioni: nella prima si allontanano le briciole mandandole nella direzione del vostro interlocutore, ciò, con molta probabilità, significa che il discorso non vi interessa, simbolicamente gli state dicendo di riprendersi quelle “robe”, ovvero ciò di cui sta parlando. Se qualcuno, mentre sta parlando con voi, esegue senza rendersene conto questo movimento, cambiate discorso. Nella seconda situazione si “spazzano” le briciole avvicinandole a sé. Il discorso interessa: simbolicamente, chi effettua questo movimento è come
se volesse tenere per sé quanto state dicendo… Altro esempio riguarda l’uomo, che in alcune occasioni si tocca la cravatta. Se ciò succede durante una conversazione può avere diversi significati. Se il soggetto aggiusta il nodo o infila un dito nel colletto per allargarlo significa che la sua attenzione è massima e che sta raggiungendo un alto livello di emozione. In questo caso l’interlocutore sta dicendo o facendo qualche cosa che colpisce profondamente il soggetto. Mentre quando si tende ad aggiustare, modificare, toccare o accarezzare il tessuto della cravatta è evidente la necessità di essere rassicurati: questo capita in presenza soprattutto di una serata galante. Un ulteriore apporto di informazioni riguardante la persona che abbiamo di fronte ci viene dato dalla posizione degli arti. Se ha le braccia conserte, oppure se siede con le gambe accavallate in modo stretto, vuol dire che è poco propenso alla comunicazione, con atteggiamento ostile, quasi antipatico. Quando la persona assume questa posizione significa che dobbiamo stare attenti a quello che stiamo dicendo! Probabilmente non condivide le nostre idee e si sta chiudendo, barricando, sia mentalmente che fisicamente, utilizzando il suo corpo. Quindi, quando dialogate con una persona che, stando seduta, ha le gambe incrociate e magari anche le braccia conserte, prendete con le molle quello che vi sta dicendo; non è il momento di fare richieste o di proporre qualche nuovo progetto. E’ divertente osservare queste dinamiche, al fine di allenare l’occhio, durante le conferenze o più semplicemente nei dibattiti televisivi. Se ci fate caso, nel corso di una discussione dove ci sono persone che espongono delle teorie personali contrapposte noterete che le persone presenti nel parteggiare per l’una o per l’altra teoria assumono lo stesso linguaggio del corpo. Se accavalla le gambe l’uno lo fa anche l’altro e così via… Facendo queste osservazioni, si scoprirà senza dubbio un nuovo modo di comunicare, che vi permetterà di conoscere meglio i vostri amici, colleghi e familiari. Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale
“Come scoprire cosa nascondono i gesti e come interpretarne il significato”
VIAGGIO VERSO LA LIBERTA’ Ha solo 16 anni ed è di Pomezia l’autore su cui H
ha scommesso la casa editrice “Book Sprint”
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a solo sedici anni, ma ha già pubblicato il suo primo libro e, in questi giorni, sta terminando il secondo. Andrea Leoni, pometino puro, è un ragazzo come tanti, ama lo sport ed il divertimento con gli amici, ma il suo interesse principale è la scrittura. Ma come mai un adolescente passa ore davanti ad un foglio per riempirlo di emozioni, invece di chattare o giocare alla playstation? “Solo scrivendo riesco a far arrivare agli altri quello che provo e a mostrarmi per quello che sono, facendo capire veramente cosa penso. Questo con un videogioco non è possibile. Sin da piccolo ho avuto questa passione, ovvero far arrivare agli altri la percezione del mio mondo”. Nel tuo primo libro, “Viaggio verso la libertà”, parli di tre argomenti: l’amore, la droga e la prigione. Possiamo capire il primo, ma che esperienza hai degli altri due? “Diretta nessuna, per fortuna! Ma purtroppo
sono argomenti con cui stiamo in contatto quotidianamente, sia nel nostro quotidiano sia guardando le notizie in Tv o sulla rete. Purtroppo la droga è un fenomeno che coinvolge molti giovani e non solo. Ed i reati commessi in relazione all’utilizzo delle sostanze stupefacenti, oltre a tutti gli altri crimini ovviamente, possono portarti in carcere, dove ti viene privato il bene più prezioso, la libertà”. Quanto c’è di Andrea nel protagonista del libro? “C’è la mia esperienza quotidiana, la mia sensibilità, il mio modo di stare al mondo e di immaginare una vita senza più libertà, che secondo me non è più vita. Ovvio che la punizione ad un crimine deve esserci, ma quello che vorrei far capire ai miei coetanei è che nessuna ricchezza è paragonabile alla propria libertà”. Il libro è stampato dalla Book Sprint Edizioni, una casa editrice che punta molto sui giovani. “Sono davvero felice che gli editori abbiano scommesso su di me e cercherò di non deluderli. A breve consegnerò loro anche il secondo libro, che parla di solidarietà e di sociale. “Ognuno di noi, anche il più povero, ha qualcosa da donare a chi è meno fortunato: il suo tempo, le sue attenzioni, una parte di sé. Aiutare gli altri fa stare bene anche sé stessi. Ci credo talmente che è stato naturale scrivere il mio secondo libro su questo argomento”. Ma oltre a scrivere, cosa fa Andrea Leoni? “Tutto quello che fanno gli altri giovani, magari con priorità leggermente diverse: studio, cosa che reputo fondamentale, gioco a calcio, esco con gli amici. Ma, invece di passare ore davanti ad uno schermo, scrivo”. Matteo Acitelli
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