Il Corriere della Città - Ottobre 2017

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Corriere Città

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Anno 9 Numero 10

OTTOBRE 2017

libertà informazione politica cronaca cultura sport

Il ‘mistero’ del Borgo di Pratica di Mare Un anno senza poterci entrare: cosa devono aspettarsi i cittadini? V CO EST MP E G RI LET RAF NN A I OV ME CA N AT A ! TE

Mare inquinato, lo scandalo dei depuratori a Torvaianica

Dentro la Pomar Qual è la verità sull’impianto?

Pag. 18-19

Vincolo di Santa Palomba: il Comune di Pomezia “salva” Cogea?

Pag.16-17

C’era una volta il Borgo di Pratica di Mare...

SPECIALE SCUOLE: IL PUNTO SULL’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO

Calcio a 5, C1

Esordio a due volti per la Fortitudo Futsal Pomezia

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OTTOBRE 2017 NUMERO 9

www.ilcorrieredellacitta.com Torvaianica, perchè il mare è inquinato? Lo scandalo dei depuratori

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TANTI AUGURI A NOI L’editoriale del Direttore Maria Corrao............p.4

Un anno senza il Borgo di Pratica di Mare Pag. 10

Pomar di Ardea: tutti i temi in gioco sull’impianto CITTADINI IN PROTESTA PER LA PUZZA

POMEZIA - TORVAIANICA - ARDEA Se la Politica diventa un “ring”.......................p.22 Giocare con la città senza capirla....................p.24 TORVAIANICA Nuova visita al “Grand Hotel Ecomostro”......p.26

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Dilettanti, il punto sui campionati Pag. 38


4 EDITORIALE Tanti auguri a noi... Otto anni di informazione libera...

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anni: questo il tempo già trascorso da quella “prima volta”. 96 mesi in cui tante cose sono cambiate, tranne una: la voglia di fare bene il nostro lavoro. E questo comprende l’entusiasmo, l’intenzione di informare correttamente i nostri lettori, il voler andare a fondo alla notizia. Il 1° ottobre 2009 Il Corriere della Città esordiva timidamente a Pomezia e Ardea. Una nuova voce sul territorio, sconosciuta e guardata anche con una certa diffidenza. In questi anni la diffidenza e l’indifferenza si sono pian piano trasformate in fiducia: sempre più lettori ci seguono, sia nella tradizionale edizione cartacea che in quella online, che ormai sfiora i 25 mila “mi piace” su Facebook e vanta una media di 23 mila visualizzazioni al giorno, arrivate a una media di quasi 30 mila giornaliere negli ultimi tre mesi.Risultati per me – consentitemi di parlare adesso al singolare – incredibili e “frastornanti”. Quando ho preso la decisione di fondare questo giornale ero mossa da un sogno, nato tanti anni prima, quando la passione per la scrittura e il giornalismo era diventata parte del mio essere. Il mio percorso professionale in questo difficile campo aveva visto alti (pochi) e bassi (tanti): collaborazioni malpagate con prestigiosi quotidiani nazionali, momenti di esaltazione quando arrivavano i complimenti da parte di giornalisti ben più noti e preparati di me, parecchie fasi di incertezza a causa della crisi del mondo dell’editoria. Dopo un lungo periodo in cui avevo lavorato completamente gratis per diverse testate locali - un po’ per passione, un po’ illusa e presa in giro da personaggi a dir poco discutibili - l’idea di fare qualcosa per conto mio ha iniziato a prendere forma. Se dovevo perdere tempo, tanto valeva farlo per bene. Senza alcuna esperienza imprenditoriale ho chiesto anche collaborazione in questo senso a qualcuno, restandone (ovviamente…) delusa. Le difficoltà sono state davvero tante: all’inizio scrivevo il giornale praticamente da sola, potendo contare solo un paio di collaboratori fissi e di qualcuno “volante”. Ma non mi sono arresa. Nei momenti peggiori, quelli in cui credevo di

non farcela e volevo mollare tutto, mi dicevo: “Tieni duro per altri 6 mesi. Se le cose andranno ancora così male, rinuncerai senza rimpianti. Non devi resistere per sempre e per forza”. Passati i 6 mesi mi dicevo che, in fondo, potevo provare a resistere ancora un po’. Per tentare di dare una svolta, visto che all’epoca qui in zona non lo aveva ancora fatto nessuno, nel 2010 ho lanciato il giornale sul web. La fatica era aumentata, visto che il cartaceo era un mensile, mentre l’online un quotidiano, ma gli introiti erano comunque talmente scarsi da coprire a malapena le spese. E non sempre. Nel frattempo la “squadra” si arricchiva: ragazzini presi alle scuole superiori che volevano diventare giornalisti, grafici o qualsiasi altra cosa legata a questo affascinante mondo della comunicazione. Si accontentavano di poco o niente, ma il loro entusiasmo era contagioso. Vi faccio due nomi su tutti: Luca Mugnaioli, che adesso è il caporedattore del giornale, e Matteo Acitelli, che oltre a essere colonna portante della parte web è il social media specialist più giovane e ricercato d’Italia. Evidentemente sono stati “coltivati” bene, perché senza il loro preziosissimo lavoro non sarei mai riuscita ad andare avanti, né a portare Il Corriere oltre i suoi confini iniziali, arrivando a coprire con l’edizione cartacea tutto il litorale che va da Ladispoli a Nettuno per la provincia di Roma, e a Latina e Aprilia per il versante sud. Ma Luca e Matteo non sono i soli che devo ringraziare: questi risultati sono frutto di tutti i collaboratori e i giornalisti che scrivono con passione nelle nostre pagine. Marina Cozzo, Alessia Achille, Massimiliano Gobbi, Luigi Torreti, Samantha Morano. E poi Giacomo Andreoli, Mario Di Toro, Manuel Ferrara. Loro tre li ho messi a parte, perché anche loro sono stati “presi” a scuola. Anche loro giovanissimi, anche loro alla prima esperienza. E chissà se anche per loro, come spero possa succedere per tutti gli altri, potrà esserci un percorso di crescita all’interno della redazione: è la mia speranza, perché sottintenderebbe una crescita per il giornale. Un ringraziamento va anche a tutti i collaboratori del passato, che per un motivo o per un altro hanno lasciato Il Corriere: sono stati preziosi, ognuno a modo proprio. E un grazie va anche a mia figlia Arianna, che pur non ‘lavorando’ per il giornale ha sempre dato consigli e suggerimenti utili per la sua crescita.Ovviamente il ringraziamento più grande va agli sponsor privati e ad Alessandro De Paolis, il

Il Corriere della Città Ottobre 2017

mio bravissimo agente commerciale: senza di voi non starei a scrivere queste righe. Stessa cosa per i lettori: grazie per la vostra fiducia, grazie perché leggete il “vostro” giornale. Senza di voi, senza le vostre segnalazioni, i vostri commenti, i vostri suggerimenti, non esisterebbe. Vorrei poi dire grazie, ma anche scusa, a chi mi sta intorno e mi vuole davvero bene, per il tempo che ho sottratto a loro e ai loro bisogni per soddisfare quelli di persone che nemmeno conoscevo, ma che si rivolgevano a me vedendomi nella veste di direttore di una testata sempre più conosciuta, apprezzata e autorevole sul territorio, nella speranza di veder risolto il problema che avevano a cuore. Spegnere idealmente queste 8 candeline è come tagliare un traguardo che nel 2009 mi sembrava impossibile vedendo le esperienze di tanti altri che aprivano e chiudevano nello spazio di poco tempo, ma anche, al contrario, confrontandomi con competitor ben più grandi, attrezzati e – diciamola tutta – molto più “ben messi” di me economicamente. Non so cosa mi riserva il futuro, né quali saranno le sorti di questo giornale: spero però che tra un anno io possa essere ancora qui, tra queste pagine, con tutti i miei collaboratori attuali e magari qualcuno in più, a dirvi di nuovo grazie. Maria Corrao



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SPECIALE SCUOLE

Il Corriere della Città Ottobre 2017

Rientro a scuola: il punto sulla situa

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nche a Pomezia è partito il nuovo anno scolastico. I numerosi istituti del territorio hanno già accolto gli alunni, dalle scuole dell’infanzia fino alle superiori. Tra i problemi che in tutta Italia, e specialmente al nord, i dirigenti si sono trovati ad affrontare c’è quello dell’obbligo vaccinale. L’obbligo dei vaccini è stato introdotto dal Governo, per decreto poi convertito in legge, nella scorsa estate. La misura è volta a interrompere il ritorno di malattie che si pensavano eradicate, causato proprio dal calo delle vaccinazioni in Italia. La legge è stata però molto criticata da alcuni genitori, perché vieta l’ingresso nelle scuole materne e dell’infanzia ai bambini che non hanno effettuato le 10 vaccinazioni obbligatorie previste. Una misura severa, a cui si può in realtà sfuggire con una semplice autocertificazione. Ma in alcune scuole del nord Italia, specialmente in Veneto, diversi bambini sono stati rimandati a casa: colpa della protesta dei genitori no-vax, che si sono rifiutati di accettare la nuova legge (come se si possa aderire o meno a un obbligo imposto dallo Stato). A Pomezia non ci sono stati invece problemi. La responsabile della scuola dell’infanzia comunale “S. Francesco d’Assisi” di via Boccaccio ha segnalato anzi la soddisfazione dei genitori per l’inizio regolare dell’anno scolastico. Le famiglie hanno anche apprezzato la fornitura di materiale didattico da parte dell’amministrazione. “Va tutto a gonfie vele”: queste le parole, che farebbe piacere sentire sempre quando si parla di scuola. Nelle scuole di Pomezia c’è ottimismo anche per il progetto Pedibus, voluto dal Comune, che partirà il prossimo 2 ottobre. La reggente del C.D. Matteotti (Trilussa), la prof.ssa Laura Virli, ha ringraziato l’amministrazione per questa importante iniziativa di mobilità pedonale, confermata dagli scorsi anni, oltre che per il rifacimento del campetto della scuola elementare. La nuova preside, che si trova a dirigere per la prima volta una scuola primaria, dichiara che ce la metterà tutta per migliorare l’offerta formativa senza stravolgere quanto fatto in passato. Laura Virli ha presentato anche le ultime novità del liceo Pascal, dove ha ormai un’esperienza decennale da Dirigente Scolastico. La preside segnala con soddisfazione di aver potuto fornire un organico docenti completo già all’inizio delle lezioni, dopo i problemi dell’anno scorso che si sono trascinati per settimane a causa dei ritardi nell’applicazione della riforma Buona Scuola. Ma la nota di vanto maggiore è sull’internazionalizzazione del liceo: l’indirizzo Cambridge ha raggiunto l’adesione di 90 studenti, le cui famiglie hanno dimostrato una partecipazione attiva e interessata, in controtendenza rispetto agli anni precedenti. Ottima anche l’adesione al liceo internazionale, con docenti madrelingua che insegneranno materie in lingua straniera; partiranno inoltre a breve gli scambi culturali con Belgio, Finlandia e Polonia. Tra le novità c’è da segnalare la nascita della terza sezione di

Cividale del Friuli, una simulazione organizzata in occasione del centenario della battaglia di Caporetto. Mario Di Toro

Degrado all’asilo di Martin Pescatore: i genitori sono stufi” liceo classico e dell’indirizzo a curvatura biomedica, in cui saranno potenziate le ore di fisica e di biologia. Continua anche l’alternanza scuola-lavoro, che vede coinvolti diversi soggetti del territorio: da segnalare in particolare la collaborazione con la Riserva di Tor Caldara, che forma i ragazzi del liceo come guide ambientali. Gli studenti saranno poi coinvolti proprio come guide nelle visite delle scuole primarie di Pomezia e Torvaianica alla riserva. Tra le attività extracurricolari, il liceo ha ottenuto un finanziamento per dei moduli di inclusione sociale; ha attivato diversi corsi, tra cui quello di robotica e di fotografia; parteciperà al CFMUNESCO a

Cede il terreno nel giardino...

Problemi alla scuola di Via di Campo di Carne a Tor San Lorenzo Ragazzi in strada per prendere il bus

Buone notizie per gli studenti del qua S. Palomba. E’ infatti stata inaugurat sta mattina la palestra del compless lastico di via Ardeatina, l’IC Fabriz Andrè, chiusa e inagibile da quasi 10 I lavori di recupero e ristrutturazione titi a giugno scorso, hanno restituit l’inizio dell’anno scolastico la palest studenti.

La nuov “Zona 30 alla Castagnett L’assemblea pubblica sulle scuole ad Ardea

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Ottobre 2017

SPECIALE SCUOLE

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azione degli istituti del territorio

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i è svolta in sala consiliare la prima assemblea civica di Ardea. Il sindaco Mario Savarese ha illustrato alcune tra le problematiche affrontate in questi due mesi di amministrazione in merito all’anno scolastico 2017-2018. “L’amministrazione si è presa l’impegno di avviare procedimenti di partecipazione. Quello delle assemblee civiche è il primo”, ha sottolineato in apertura proprio Savarese. L’anno scolastico si è aperto per l’Istituto comprensivo Ardea 2 l’11 settembre, mentre per gli Istituti comprensivi Ardea 1 e 3 il 12, tranne per la primaria Manzù, che per lavori ha avuto l’apertura differita di una settimana. Il sindaco ha infatti spiegato come le prove di staticità dei solai della scuola arrivati questa mattina e “sono stati molto soddisfacenti”. “Tutti i solai della Manzù sono stabili e non hanno problema: c’è stata solo la necessità di fare un intervento per preservarli dagli ammaloramenti futuri. Il preside Carlo Eufemi è a conoscenza di tutto ciò e lo ringrazio per aver affrontato e individuato con noi le soluzioni gestionali – ha aggiunto – Nella Manzù verrà chiuso l’accesso dai corridoi alle aule interessate ai lavori e i bambini continueranno ad usufruire del resto dell’edificio. Sono coinvolte solo tre aule al primo piano e tre al pianterreno. I lavori dovrebbero durare circa due mesi. Un paio di aule resteranno al Manzù, le altre troveranno posto alla Virgilio al massimo fino a Natale. Poi tutto tornerà alla normalità”.

Il trasporto scolastico

“Il trasporto scolastico è la nota dolente – ha aggiunto il sindaco – Il commissario prefettizio, che ci ha preceduto, guardando i conti ha dovuto constatare che non c’erano soldi per pagare il servizio di trasporto ai bambini. Nel 2017 c’è stato uno stanziamento di 435mila euro. Da gennaio a giugno ne sono stati spesi 359.453,34: rimangono nel bilancio solo a il telefono 75.546,66 euro. Per completare il serurasma, clicca e vizio da qui alla fine dell’anno ce ne vogliono altri 180mila, con i cittarelazione del dini che pagano un terzo del costo. varese all’aperCome risolveremo questo problema? Voglio essere trasparente: ci nno scolastico stiamo ancora lavorando e stiamo truzioni a pag. 30) cercando di raggranellare fondi dovunque, a cominciare dalle spese di rappresentanza del sindaco. Il servizio di trasporto scolastico non è un obbligo di legge ma ad Ardea lo diventa nel momento in cui il nostro Comune non è in condizione di far fruire le scuole in modo normale”. Savarese ha precisato come il trasporto per i bimbi disabili sia stato invece garantito per tutti. Per quanto riguarda la mensa scolastica, il sindaco ha spiegato come lo scorso anno ci siano stati 1.093 utenti (329 all’infanzia e 764 per la primaria) per un totale di 760.821,52 euro di servizio. Di questi, 51.524,80 erano a carico del Comune e 709.296,72 a carico degli utenti. Ad oggi i cittadini hanno fatto incassare all’ente solo 261.132,79, cioè il 36,8%. “Ci siamo ritro-

vati questo appalto, ma vogliamo chiedere all’azienda di migliorare da subito alcuni aspetti, con la rivisitazione del menù e l’indicazione delle grammature, con la verifica sulla qualità del servizio fatta anche dal Comune e la sporzionatura a caldo del primo piatto”, ha aggiunto Savarese. Il sindaco ha anche illustrato alcuni aspetti legati all’assistenza educativa scolastica. Dei comma 3 della legge 104/92 si è passati da 92 utenti dell’anno scolastico 2014/15 a 107 dell’anno scolastico 2017/2018. Per i comma 1 si è passati da 34 a 45 sempre tenendo a riferimento lo stesso arco di tempo. “Da qui a dicembre servono 321.558,61 euro di totale presunto. Noi abbiamo individuato 330.000 euro per coprire tutto il servizio. Sono soldi disponibili che abbiamo individuato con molta fatica perché purtroppo la precedente amministrazione non aveva previsto un importo sufficiente. Già questo problema emerse lo scorso mese di maggio e il commissario andò a grattare il fondo del barile”, ha precisato il primo cittadino.

I lavori negli istituti Sul fronte degli istituti del territorio, Savarese ha spiegato come sia in atto un lavoro di efficientamento su quattro plessi scolastici. “Abbiamo recuperato per i capelli un progetto che purtroppo stava andando a finire nel dimenticatoio legato al fondo Kyoto – ha detto – Si realizzeranno pannelli solari e pompe di calore per la climatizzazione degli ambienti. Di questo dobbiamo ringraziare l’amministrazione precedente che ha avuto cura di presentare la richiesta e la Regione Lazio che ci sta finanziando le opere che si dovrebbero concludere entro la fine dell’anno. Dovremmo così risolvere il problema delle caldaie che non funzionano e dovremmo avere anche l’aria condizionata in estate”. Il sindaco ha spiegato come per i libri di testo in bilancio siano stati messi a disposizione 100.000 euro per affrontare le spese e ha illustrato, in conclusione e prima del dibattito con le domande dei cittadini, la questione della sicurezza degli istituti. “Per quanto riguarda la videosorveglianza queste saranno tutte operative entro dicembre 2017, e montate in tutte le scuole. Da qui a dicembre, invece, abbiamo attivato un servizio ponte con una società, incaricata direttamente attraverso il Mercato elettronico, che coprirà l’arco di tempo necessario alla definitiva installazione”, ha concluso.

‘Equivoci’ sul

servizio mensa

Ecco cosa è successo il 25 settembre

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n avviso da recapitare alle famiglie dei bambini dell’istituto comprensivo Ardea 3, a firma del dirigente scolastico Carlo Eufemi, ha annunciato che il servizio di refezione scolastica non inizierà come previsto da calendario in quanto – come riportato dalla circolare – “alla data odierna, ore 12.30, codesta Amministrazione non ha ancora comunicato il numero degli alunni autorizzati a fruire del servizio di mensa scolastica”. La nota è stata quindi trasmessa anche all’amministrazione comunale, che deve confermare alla scuola quanti (e quali) bambini abbiano la propria posizione in regola con i pagamenti degli anni precedenti. Come da regolamento, chi non è in regola non può usufruire del servizio. Ma, secondo la scuola, alle ore 12.30 il Comune non aveva ancora fatto sapere nulla in merito, da qui la decisione di inviare la circolare alle famiglie. Ma ecco che arriva, attraverso un comunicato stampa – la replica del Comune. “In risposta alla nota inviata dall’Istituto comprensivo Ardea 3 sul servizio mensa si precisa che oggi è stata inviata la lista degli studenti che sono stati autorizzati a usufruirne. Come da pec inviata il 21 settembre alla direzione scolastica le griglie sarebbero state trasmesse “entro la giornata di lunedì 25 settembre dall’Ufficio servizi educativi”. Così è stato. La scelta del termine ultimo delle ore 12.30 è stata individuata unilateralmente dalla scuola. L’amministrazione lo ha appreso dalla stampa. Per il Comune di Ardea il servizio può iniziare già domani, 26 settembre, come già concordato nei giorni precedenti e ribadito nella stessa pec”.

Genitori del Villaggio Ardeatino e Montagnano in protesta per i tagli allo scuolabus


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SPECIALE SCUOLE

Il Corriere della Città ottobre 2017

Parla la Preside del Picasso: “Dateci una nuova sede”

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opo il vulcanico anno scolastico passato del liceo artistico e linguistico “Pablo Picasso”, con la celebrazione dei suoi 50 anni di storia, abbiamo chiesto alla preside Alessandra Silvestri da dove riparte l’istituto quest’anno, tra problemi strutturali destinati ad esplodere e novità provenienti dal ministero dell’Istruzione. Lo scorso anno avete organizzato una bella manifestazione artistica (“Arte in Torre” n.d.r) per festeggiare l’anniversario dell’istituto. È soddisfatta dell’esperienza in coordinamento con il Comune e del comportamento dei ragazzi? Quali manifestazioni, progetti ed eventi avete in cantiere quest’anno? “Sono soddisfatta dell’ottima collaborazione col Comune, che veramente ci ha supportato tantissimo, ci ha dato fiducia e ha messo gli studenti in condizione di acquisire ed esercitare le competenze sociali e civiche, come le competenze relazionali e di responsabilità della sede. Il bilancio che abbiamo fatto a scuola è stato molto positivo. Quest’anno abbiamo intenzione di organizzare altre manifestazioni e, proprio in questi giorni, i dipartimenti si stanno riunendo per concordarle. Sicuramente proporremo le vetrine di Natale, ma soprattutto vorremmo realizzare una mostra a scuola, nella sede centrale, facendo vedere i manufatti che i ragazzi realizzano nel corso dell’anno (a Natale o alla fine dell’anno). Poi stiamo pianificando il “Progetto accoglienza” per i ragazzi delle classi prime: con loro vorremmo fare una gara allo stadio comunale, una gara sportiva mista a esercizi nelle varie materie, una sorta di staffetta. Questo sarà in unione ad un progetto che vede queste classi a Ventotene, in ottobre, per socializzare e conoscere gli insegnanti”. Sempre lo scorso anno ci aveva descritto i vari problemi strutturali della scuola: soffitti bassi, assenza dell’ascensore, necessità di adeguare gli spazi ai ragazzi portatori di handicap e di abbattere le barriere architettoniche. Tutte criticità per cui fa richiesta di intervento alla Città Metropolitana da anni. C’è qualche novità? “La Città Metropolitana ha studiato la possibilità di installare un ascensore nella sede centrale, però purtroppo non si riesce. Abbiamo anche cercato di montare un porta-persone, ma per questioni di sicurezza non appare una via percorribile. Diciamo la verità: è la struttura che non va e su questo io non posso chiudere gli occhi. La conformazione delle aule è strana, certe sono addirittura triangolari, andrebbe tutta completamente abbattuta e rifatta da capo. Noi facciamo il possibile: abbiamo riammodernato le aule, ci siamo comprati i banchi e le sedie da soli, abbiamo ripristinato alcuni spazi per avere ambienti più grandi. La struttura, però, è carente e non ci sono soluzioni, anche la Città Metropolitana non può fare più di tanto. Ma adesso tra Anzio e Pomezia siamo oltre 900, alla fine non c’entreremo neanche più. Speriamo che ci diano una sede nuova”. Ci aveva anche parlato della volontà di far diventare la sede di Via La Marmora un vero e proprio gioiello, con un’aula conferenze ed un

teatro nel seminterrato, a che punto è il progetto? “Abbiamo già parlato con la Città Metropolitana, abbiamo fatto delle perizie, ma il problema è il bilancio. L’ambiente sottostante va bonificato, ma per farlo ci vogliono tanti soldi: siamo in attesa che li trovino. Io, per questioni di sicurezza, finché non

“ Il cellulare a scuola? I ragazzi dell’artistico sono già abituati, cominciano a capire come va usato”

me la bonificano sotto i ragazzi non li mando”. Venendo invece alla grande novità di quest’anno scolastico: cosa ne pensa dell’uso del cellulare da parte dei ragazzi come strumento didattico? Ha paura che venga utilizzato in maniera impropria? Voi del Picasso come ne regolerete l’utilizzo una volta arrivata la circolare ministeriale? “Io non sono contraria all’uso del cellulare. I nostri ragazzi sono nativi digitali, il cellulare è poi diventato uno strumento di lavoro per tutti. Se usato con cognizione di causa può essere un utile strumento. Dipende sempre da come l’insegnate imposta il lavoro in classe, secondo me. Se li si rende consapevoli che quello è uno strumento di lavoro i ragazzi non sono stupidi, possono farne un uso intelligente. Aspetteremo le indicazioni ministeriali, dopo di che io generalmente regolamento tutto: se ci sarà la necessità regoleremo. Ma per quanto riguarda l’indirizzo artistico i ragazzi sono abituati già ad usarlo: devono ricercare le immagini, le devono trasportare sul computer, quindi non sarebbe uno

sconvolgimento per noi. Credo che i ragazzi comincino a capire”. Ma come lei sa gli smartphone vengono utilizzati soprattutto per scrivere sui social network. Le è capitato di leggere post sgrammaticati e privi di sintassi da parte di suoi ex o attuali alunni? In quei momenti ha pensato che gli insegnamenti abbiano avuto realmente riscontro su di loro? “Io sono una grande fan dei social, so come si utilizzano. Anche tra gli adulti è capitato di leggere queste frasi sgrammaticate, ma soprattutto commenti fuori luogo, per lo più da parte di qualche genitore degli alunni. Me ne ricordo uno anche molto offensivo. Laddove dovessimo introdurre a pieno regime l’utilizzo dello smartphone ed anche, perché no, dei social (di classe o di scuola), bisognerà senz’altro proporre delle azioni di formazione che rendano i ragazzi consapevoli dei rischi, li responsabilizzino e facciano capire che restituiscono un’immagine quando scrivono e l’immagine se non è positiva può ritorcersi contro di loro. Nei social, poi, si sintetizza in tre righe un concetto ed il dono della sintesi molti non lo hanno. Laddove i ragazzi riescono ad averlo sicuramente c’è stato dietro un insegnante che li ha impostati, ma se manca non vedo un problema. Quando leggo errori di grammatica, invece, mi viene un ragionevole dubbio che non l’abbiano imparata a scuola”. Giacomo Andreoli

Studenti ammessi alla classe successiva (%) - Liceo Artistico P.Picasso

A.s. 2014/2015

A.s. 2015/2016



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POLITICA

Il Corriere della Città Ottobre 2017

Quale futuro per il Borgo di Pratica di Mare?

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uale futuro si prospetta per il borgo di Pratica di Mare? Che idea si è fatto? Luca Paonessa: “Al momento ci sono dei lavori in corso. C'è un cancello e non si può entrare. Noi siamo fiduciosi anche se, essendo il Borgo privato, non si può escludere che poi si sceglierà di agire diversamente. La speranza è ovviamente quella di vederlo di nuovo accessibile a tutti” Giacomo Castro: “Noi a gennaio avevamo pubblicato un post dal titolo eloquente: “Quale futuro per Pratica di Mare?”. Il punto è che, attualmente, questo futuro ,banalmente, non c'è. La situazione è la stessa di gennaio, i lavori sono fermi ma quel cancello è ancora lì. E' un cancello di cantiere? Probabilmente sì, probabilmente no. E comunque i lavori erano scaduti, sono stati prorogati, quindi sono ri-scaduti. Andranno avanti in modo indeterminato? Per anni o per quanto? Di certo rinunciare al Borgo è un grave errore strategico secondo noi, ecco perché vorremmo avere maggior chiarezza sul suo futuro” Ciò che lascia perplessi è la questione "pubblico e privato". All'interno del Borgo di Pratica di mare dove finisce il privato, e dove inizia il pubblico? Luca Paonessa: “Penso che la questione sia da approfondire. Non essendo esperto in materia posso solo avanzare qualche considerazione partendo ad esempio dal Codice Civile o dalla costituzione della Repubblica Italiana. Tutto parte dall'atto di acquisto depositato nell'archivio segreto vaticano datato 1617 e questo atto legittima la proprietà della famiglia Borghese; l'art. 832 del codice civile dispone autorità sulla proprietà privata. ma c'è un altro punto da tener presente, un altro articolo ancora del Codice Civile, l'826: “[...] Fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato le […] le cose d'interesse storico, archeologico, paletnologico, paleontologico e artistico, da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo [...]”. Questo è un passaggio rilevante: sappiamo che il codice civile è del 1942 e dopo questa data è successo un fatto sorprendente. La seconda guerra mondiale, dalla quale il castello di Pratica di Mare uscì semi-distrutto, permise di scoprire, sotto la struttura, dei mosaici con decorazioni in bianco e nero pettinanti ad un pavimento di una villa romana risalente al 1°-2° secolo D.C.. Il mosaico è stato scoperto nel '48. Non sono esperto diritto ma la domanda che ci poniamo è questa: può tale mosaico essere considerato legittima eredità dei Borghese e dunque proprietà privata? Il mosaico non deve essere invece considerato come patrimonio dello Stato italiano? Poi Luca Paonessa c'è la libera circoPresidente di lazione all'interno del borgo. L'art. 16 della costituzione parla di

Pomezia Sparita

“Chi sostiene la ‘tesi’ della proprietà privata ha una visione ‘ottocentesca’ delle cose”

si entrasse nel borgo anche per tutte le attività commerciali presenti all'interno. Per tutti questi motivi crediamo che l'uso pubblico sulle strade non solo si sia consolidato, ma che sia un vero e proprio dato di fatto”. Da cittadino come giudica il comporterritorio nazionale, tamento dell'amministrazione? E che non statale: ecco, ruolo può avere secondo lei da qui in cosa si può intendere avanti nella vicenda? per “territorio”? Io Luca Paonessa: “Penso che il Comune credo si debba far riGiacomo Castro abbia un ruolo marginale perché ferimento ad uno dei Presidente quando si parla di proprietà privata le tre elementi necespossibilità di controllo da parte di un Latium Vetus ente sari affinché vi sia pubblico sono un po' limitate. Atuno Stato Indipentraverso accordi particolari però è posdente, ovvero sovranità, popolo e territorio: e sibile arrivare a grandi risultati, pensiamo a le strade “private” come quelle del Borgo che quanto accaduto con lo Stato del Vaticano: però hanno una denominazione sono parte del un'area cioè indipendente ma di accesso al pubterritorio nazionale oppure no? Invito i lettori blico, con ovvie limitazioni. Questo ad oggi non a consultare poi il regolamento comunale di accade con Pratica di Mare, ma potrebbe essere Pomezia all'art.17, i primi due commi: da queuno spunto per arrivare ad una soluzione” sta lettura non emerge allora che le strade del Giacomo Castro: “L'uso pubblico fa parte della Borgo di Pratica di Mare fanno parte del terrisfera degli interessi pubblici e chi dovrebbe tutorio nazionale e dunque rientrano nel quadro telarli è in effetti il Comune, in questo caso il delineato dal regolamento comunale? Comune di Pomezia. Ad oggi però, almeno per Giacomo Castro: “Questo è il vero nodo del il momento, l'ente sembrerebbe posizionarsi su contendere. Partiamo da un fatto: ogni volta quella visione ottocentesca di cui parlavamo che solleviamo la questione qualcuno risponde prima, ovvero della Proprietà Privata. Sembra che il Borgo di Pratica di Mare è privato, dunche però ci siano state delle voci ufficiose circa que, con buna pace, la proprietà fa ciò che un certo grado di ottimismo sulla riapertura , vuole. Chi ha questa visione però, mi dispiace prima o poi, del Borgo ma tutto ciò ha un vadirlo, ha una visione ottocentesca delle cose, lore? Se un domani la proprietà volesse “consouna visione che c'era forse con lo Statuto Alberlidare” un diritto per loro, cioè quello di tino, che però è stato sostituito nel '48 dall'atchiudere il Borgo, cosa accadrà? Tale 'diritto' tuale Costituzuione. La Costituzione Italiana non andrebbe a discapito dei cittadini? Per quenon parla di uno strapotere della proprietà pristo riteniamo che il Comune avrebbe dovuto vata, ma pone dei limiti e uno dei tanti è quello giocare un ruolo più incisivo nella vicenda, ma “dell'uso pubblico” ed è qui che viene fissata la ovviamente è solo una nostra considerazione. visione di Pratica di Mare. Noi, come altre asI giudizi li lasciamo ai cittadini”. sociazioni, crediamo che debba essere fatto un Minima la risposta del Comune, con nessun acdistinguo in particolar modo per le strade: pocenno sui “tempi” o sul tipo di lavori in corso. nendo infatti anche il caso che le strade siano “Attualmente nel Borgo di Pratica di Mare sono private quello che noi diciamo è che per 600 in corso una parte degli ingenti lavori necessari anni circa sono state aperte. In questo ampio per il restauro e messa in sicurezza del comlasso di tempo ci sono stati locali, tabaccherie, plesso immobiliare. Tutte le opere in corso e realimentari, poste, insomma di tutto. Le strade lativi pareri sono stati debitamente comunicate di Pratica di Mare hanno dei nomi, e hanno dei al Comune di Pomezia e autorizzate dalla comnomi perché qualcuno glieli ha dati, e questo petente Soprintendenza Archeologica, Belle qualcuno è il Consiglio Comunale di Pomezia Arti e Paesaggio per l'Area metropolitana di negli anni '50. Fino a sessant'anni fa c'era tutta Roma, la Provincia di Viterbo e l'Etruria Meriuna vita intorno al Borgo perché la città non dionale, Ente preposto alla tutela di beni di preera sviluppata così come la vediamo oggi; ecco gio come il Borgo”. perché sulle strade, è incontrovertibile, siano Luca Mugnaioli esse private o meno, che ci sia stato e ci sia un (intervista intergrale su uso pubblico. Questo uso pubblico è un diwww.ilcorrieredellacitta.com) ritto...pubblico dei cittadini: chiuderle vuol dire - Interviste realizzate presso limitare questo diritto. “Uso pubblico” che, ad l’Hotel Antonella di Pomezia esempio, non c'è nel castello: la famiglia proprietaria non ha mai aperto quindi tale uso pubblico non si è mai consolidato. Quindi noi non diciamo che in queste aree, il castello ma anche le varie abitazioni ecc., ci sia un uso pubblico ma parliamo di strade. La famiglia infatti, C’era una volta ed è un altro aspetto cruciale, non è poi che nel il Borgo di tempo ha “tollerato” chi entrava, o concedeva dei “permessi” per farlo; no, la famiglia ha semPratica di pre lasciato libertà di accesso, anzi voleva che Foto: Girolamo Monteleone- Giugno 2015

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Emergenza depuratori a Torvaianica ma il Comune “m “Acqua azzurra, acqua chiara…”: così cantava Lucio Battisti nel 1970. Chissà se tali parole verrebbero completamente modificate alla vista dell’acqua del mare di Torvaianica dell’estate 2017...

Una vita in mare: la testimonianza di Giovanni Conte “Il mio compito all’interno del Consorzio è quello di tenere costantemente monitorata la qualità dell’acqua di tutto il litorale della provincia di Roma, quindi anche di Torvaianica. Per avere sotto controllo la situazione relativa all’inquinamento, ogni 15 giorni facciamo analizzare le acque dalla ASL, mandando poi i ri-

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iù volte, infatti, i cittadini hanno segnalato colori e odori sospetti, filmando e fotografando melma, schiuma, pesci morti e tanto altro che a tutto fa pensare tranne a un mare pulito. Ma si tratta solo di un’impressione visiva (e olfattiva, calcolando i cattivi odori che spesso si avvertivano soprattutto alla foce dei vari fossi presenti a Torvaianica) oppure le lamentele dei bagnanti avevano fondamento? Per cercare di capire come stanno realmente le cose abbiamo intervistato due persone che possono essere considerate esperte in materia: Giovanni Conte, presidente del Consorzio Molluschi dell’intera provincia di Roma, e Paolo Fiorentini, Operatore Tecnico Subacqueo specializzato in condotte di depurazione. Entrambi vivono e lavorano da sempre a Torvaianica, uno come pescatore, l’altro come perito e manutentore per la parte riguardante le condotte sottomarine di scarico, incarico che ha ricoperto per anni anche per gli impianti di depurazione pometini, cosa che rafforza la loro credibilità. Ma ecco quello che ci hanno raccontato.

Danni al rivestimento dei tubi

La melma “invade” Torvainica

sultati alla Regione Lazio che, a sua volta, li trasmette al Comune di competenza”. Parliamo di Torvaianica: qual è lo stato di salute delle nostre acque? “Purtroppo per niente buono. Per quanto riguarda il 2017, le analisi hanno fatto emergere dei risultati preoccupanti: tutto il tratto che va dal fosso di Pratica di Mare, a Campo Ascolano, fino all’estremo sud, quindi al confine con Marina di Ardea, risulta fortemente inquinato. Le analisi vengono fatte dai tecnici ASL direttamente dalle nostre barche, che mettiamo a disposizione gratuitamente per effettuare i prelievi dei campioni di acqua”. A quanta distanza Inquadra lo dalla riva, e sopratsmartphone con l’App tutto dai canali di scarico, viene fatto Aurasma e guarda il il prelievo? video girato dai bagnanti “A 30 metri dalla riva e ad almeno lo scorso 1° settembre 500 metri dai caScarica l’App (istruzioni a pag. 30) nali. Inizialmente i prelievi venivano fatti molto più vicino ai fossi, ma i risultati relativi alla presenza di batteri e quindi di inquinamento venivano ovviamente amplificati dalle acque provenienti dai canali. È stato quindi deciso di “allargare” il raggio e di spostarsi per avere dati che tenessero conto solo dell’effettiva presenza di inquinanti in mare, a notevole distanza da possibili ‘interferenze’ che comunque sono invece percepibili stando a riva e nei pressi dei fossi, dove si registrano le criticità maggiori”. I monitoraggi che prima venivano effettuati davanti al fosso di S. Giuseppe sono quindi stati spostati all’altezza dei Tre Delfini, ma anche lì

la situazione era drammatica. “Ci siamo allora spostati ancora, arrivando man mano fino all’altezza dello stabilimento Tinga da un lato e Piccolo Porto dall’altro, ma i risultati non sono cambiati di molto: i valori dell’escherichia coli (batterio che porta anche la meningite, ndr) sono superiori di 6 volte al consentito”. Due domande: perché viene valutato solo questo batterio e quali sono i parametri di riferimento? “La Asl desume che, se presente l’escherichia coli, sono presenti anche tutti gli altri batteri. Riguardo i parametri, il limite che si dà per definire l’acqua non contaminata (zona classificata come A) è 300, mentre la concentrazione batterica a Torvaianica è compresa tra 1800 e 2000”. Cosa comporta l’eccessiva presenza di questo batterio? “Per noi pescatori di molluschi significa che tutto ciò che viene pescato nel mare di Torvaianica deve essere portato in un impianto di stabulazione per essere depurato (il processo dura una giornata, ndr) prima di essere messo in vendita. Torvaianica è sempre stata una zona classificata come A, quindi mare con valori batterici nella norma. Adesso, a causa di questo inquinamento, abbiamo avuto il declassamento in zona B. Quindi, per poter essere consumato, il nostro prodotto deve obbligatoriamente essere prima depurato”. Come si fa a essere sicuri che vuoi adempiate a questo obbligo sanitario? “Attraverso la tracciabilità obbligatoria del prodotto. Solo gli abusivi ne sono privi. E, parlando di questo, vorrei mettere in guardia tutti coloro che – soprattutto l’estate appena trascorsa – hanno acquistato telline e molluschi in genere da persone non autorizzate, persino ai semafori: si tratta di prodotti che non hanno fatto la depurazione, quindi pericolosi per la salute”. (continua)

La testimonianza dei bagnanti

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ome a dimostrazione che le parole del pescatore e del tecnico subacqueo siano veritiere, ci sono i video e le foto fatte dai bagnanti. Una delle testimonianze è stata da noi pubblicata sulla versione online del nostro giornale: il 1° settembre un fiume impetuoso di melma, sporcizia, rifiuti e chissà altro si era riversato nel pomeriggio, intorno alle ore 17, nel mare di Torvaianica, proveniente dal fosso di via S. Paolo. Gia da almeno tre settimane i cittadini segnalavano anomalie


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POLITICA

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minimizza”: e intanto il mare continua a peggiorare... (segue) Se lato pescatori il danno è soprattutto economico, quali sono i rischi dei bagnanti? Vedere l’acqua marrone, in particolar modo dopo un giorno di forte vento o di pioggia, è solo sintomo di mare mosso o c’è dell’altro? Quali sono i rischi? “Partiamo dal presupposto che fare il bagno nell’acqua inquinata non è il massimo per la salute umana. L’ARPA non valuta i batteri come l’escherichia coli, ma basa le sue analisi su altri dati, quindi il vero stato di salute del mare non è conosciuto dai più. Per quanto riguarda il fatto che i bagnanti abbiano notato più volte melma e acqua torbida, questo purtroppo dipende dai depuratori che secondo me non fanno correttamente il loro lavoro”. In che senso? “Ho visto con i miei occhi – e ho anche fotografato – cosa accade quando il mare è molto mosso e si suppone che nessuno esca per in barca per pescare. Dai canali, e quindi dai depuratori, fuoriescono liquidi che tutto sembrano tranne che depurati. Dalla mia ormai più che trentennale esperienza, mi sembrerebbero piuttosto fanghi sversati direttamente. I fanghi, se correttamente depurati, non producono l’effetto che invece è stato notato più volte anche dai bagnanti”. Che cosa significa “sversamento diretto”? “Significa ‘sparare’ direttamente il contenuto delle fognature in mare, senza effettuare i corretti – ma costosi – procedimenti di depurazione”. Cosa le fa supporre una simile ipotesi? “Posso solo raccontare la mia testimonianza diretta. Il 29 luglio sono passato con la mia imbarcazione davanti a uno dei canali, nonostante ci fosse mare mosso. Ho notato qualcosa negli scarichi, schiuma e cattivi odori, tanto che il 18 agosto gli esponenti di anche EcoItaliaSolidale avevano raccolto alcune lamentele, appurando come “nei pressi del fosso di Pratica di Mare, vicino via San Paolo, si registra un notevole cattivo odore all’altezza del depuratore tanto che abbiamo ricevuto numerose segnalazioni dei cittadini residenti ed in vacanza”. Il pericolo era quello di sversamenti dovuti a un eccessivo riempimento delle vasche del depuratore, ma anche l’ipotesi di erronei (voluti o meno) conferimenti dei fanghi stava prendendo piede tra cittadini, bagnanti e ambientalisti. E il 1° settembre, complice l’acquazzone di mezzogiorno, quello che in molti temevano è avvenuto in maniera eclatante e plateale: il canale è letteralmente straripato, facendo fuoriuscire dal letto acqua, vegetazione, rifiuti, fango puzzolente e chissà cos’altro. Dal video e dalle foto fatte “in diretta” si può capire – ma solo fino a un certo punto – la gravità di quanto accaduto. Facciamo presente che le immagini sono state riprese almeno 4 ore dopo il temporale, che non c’era vento e che il mare era calmo.

Lo stato di salute del mare di Torvaianica è sotto gli occhi di tutti... di strano e ho tutte le foto da poter mostrare a supporto di quanto dico. C’era una ‘bolla’ di sporcizia che arrivava dal canale. Le deduzioni su quello che è un mio convincimento dovuto all’esperienza le deve fare chi di competenza”. Cosa ha fatto nell’immediato? “Non volevo creare allarmismo nel pieno della stagione balneare rivolgendomi alla stampa, quindi ho chiamato l’assessore all’ambiente Riccardo Borghese per metterlo al corrente dei fatti. Premetto che questo di questo fenomeno ricorrente avevo già informato l’amministrazione comunale, e in particolare l’assessore, già a febbraio, quindi ben prima che iniziasse l’estate, ma non è stato fatto nulla di concreto. A luglio ho preteso risposte e mi è stato detto che l’amministrazione aveva verificato le acque, ma visto che i depuratori sono dell’Acea non si

poteva andare all’interno degli impianti per fare controlli anche lì”. Una risposta quanto meno sconcertante, visto che è vero che gli impianti sono in gestione all’Acea, ma di proprietà comunale, quindi essendo il Comune responsabile, un “controllino” all’interno si deve pur poter fare. “Il problema è che se il controllo alle acque o agli impianti si fa quando il mare è calmo, è ovvio che sembri, almeno in apparenza, tutto a posto. Se i controlli si facessero con il mare mosso non so cosa potrebbe risultare”. Ma se i risultati delle analisi dimostrano dati molto alterati rispetto alla norma, come è possibile che venga detto che è tutto a posto? “Ma lei immagina solo lontanamente quanto potrebbe costare mettere a norma quegli impianti, che sono stati costruiti più di 30 anni fa, quando le leggi erano diverse?”.

Noi lo immaginiamo, ma non per questo – qualora davvero ci fosse qualcosa che non è a norma o non funziona - si deve far finta di niente. “Innanzi tutto bisognerebbe dare un’occhiata alle distanze: per legge i liquami provenienti dai depuratori dovrebbero essere liberati a 1,6 miglia dalla costa, ovvero a circa 2,5 chilometri di distanza. Invece i “nostri” depuratori ‘sparano’ uno a circa 900 metri e l’altro a circa 1,6 chilometri. Anche il livello di profondità non corrisponde a quanto previsto dalla normativa, perché sono molto più superficiali. Questi due elementi ovviamente si traducono in mare più sporco a riva”. Può dimostrarlo? “Anche di questo abbiamo le foto, ma basta che un sub si immerga per verificarlo”. Lei all’inizio ha detto che i risultati delle analisi quindicinali che effettuate insieme alla Asl vengono poi trasmessi al Comune, quindi è impossibile che l’amministrazione locale non sappia che presentano valori altamente inquinati. È stato fatto qualcosa, che lei sappia? “Il Comune è perfettamente informato dei valori delle analisi (ci mostra e ci fornisce copia del documento che dimostra che in copia c’è anche l’amministrazione comunale pometina, ndr). Per prima cosa dovrebbe controllare se i depuratori, quando il mare è mosso, sversino o no direttamente. Altri elementi fortemente inquinanti sono il fatto che zone come Martin Pescatore sud non abbiano fogne e scarichino direttamente a mare attraverso il fosso di S. Giuseppe: anche questa è una cosa che il Comune sa. Nel fosso di Rio Torto, invece, scarica il cimitero di Pomezia. A dimostrazione di quanto affermo c’è il ritrovamento in mare, qualche tempo fa, di un copribara: per rimuoverlo era dovuto intervenire un carro funebre, perché si trattava di un rifiuto speciale. Un altro grosso problema che dovrebbe essere risolto dal Comune è quello relativo degli scarichi abusivi nei fossi. In più, nel corso della pioggia torrenziale del 10 settembre, si sono riversate nei fossi, e quindi nel mare, tonnellate di veleno: tutti i metalli pesanti utilizzati in agricoltura per avere frutta e verdura “perfetta”, sono finiti in acqua insieme alla terra e al fango. Tutto questo, messo insieme, sta uccidendo il mare”. (continua)


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POLITICA

(segue) Riuscire a rendere chiara e comprensibile in poche parole la situazione relativa ai depuratori e ai fossi che sfociano nel mare di Torvaianica non è semplice. Ci proviamo con quello che sul territorio è sicuramente il massimo esperto del settore, Paolo Fiorentini, subacqueo perito e manutentore per anni proprio di quelle condotte. Partiamo da una domanda scomoda: perché non lavora più al controllo di queste condotte? “Perché, per dirla tutta, ‘rompevo le scatole’”. Cioè? “Ogni volta che mi immergevo facevo relazioni su quanto non andava bene e chiedevo che venisse messo a posto. Davo fastidio, perché continuavo a pretendere cose che evidentemente nessuno voleva fare”. Fiorentini, proprio per la sua notevole esperienza, fu chiamato nell’inverno del 2013 dal Movimento 5 Stelle per prendere parte al Gruppo di Lavoro che si doveva occupare di ambiente e della salute del mare, elemento fondamentale anche per il rilancio turistico di Torvaianica. Le sue relazioni furono talmente serie e convincenti che l’allora candidato sindaco Fabio Fucci, supportato dai suoi più stretti collaboratori, inserì l’argomento al punto 22 del programma elettorale (Operazione mare pulito), cosa che spinse ecologisti e amanti del mare dare la propria preferenza ai grillini piuttosto che agli altri candidati. Riportiamo un estratto del punto in questione: “Verifica dello stato dei depuratori presenti nel territorio comunale e del loro sistema di scarico dei liquami trattati, sia relativamente agli impianti di smaltimento nei fossi, che per quelli che avvengono tramite le condotte sottomarine, con valutazioni accurate sull'impatto ambientale dei complessi stessi, per gli effetti sull'ecosistema e la balneazione della costa. Promuoveremo ed incentiveremo, dovunque sia possibile, gli impianti di fitodepurazione delle acque reflue anche a integrazione e completamento della depurazione tradizionale”. È stato fatto qualcosa in questi anni riguardo il punto in questione? “Da quello che posso vedere, assolutamente niente. È rimasto lettera morta”. E qual è la situazione adesso? “Non buona. Partiamo dalla cosa più semplice: per legge, il punto dove la condotta del depuratore termina, ovvero il punto in cui scarica i liquami, deve essere segnalato da una meda (una grossa boa, ndr). Ai tempi in cui le condotte furono costruite, una negli anni 70, l’altra negli anni 80, erano state messe, ma nel tempo si sono sganciate e sono sparite. Questo è successo sia perché le due condotte terminano troppo vicino alla riva (la legge dell’epoca lo permetteva, quella attuale no) sia perché gli ancoraggi evidentemente non erano stati fatti bene. Ma nessuno ha mai provveduto a rimetterle. Questo determina che quando passa un’imbarcazione che non sa dove sia esattamente la condotta, quest’ultima viene agganciata dagli ancoraggi delle barche e danneggiata. Il risultato di questi continui danneggiamenti sono dei fori da cui fuoriescono i

Una vita sott’acqua: la testimonianza di Paolo Fiorentini

liquami in maniera non corretta e l’allentamento della flangia che tiene i vari pezzi di cui è composta la condotta, facendo uscire anche da lì il liquame”. Ma non è tutto. “Le anomalie di queste condotte sono diverse: innanzi tutto sono troppo corte rispetto a quanto prevede l’attuale normativa. Una, quella del fosso della Crocetta, è lunga solo 900 metri, l’altra, quella del fosso di Pratica, 1600 metri, quindi ben al di sotto di quanto previsto dalla legge. Inoltre, alla fine della condotta non c’è il diffusore, anche questo obbligatorio per legge”. Di cosa si tratta? “Quando il liquame viene trattato, l’acqua reflua viene abbattuta nella carica batterica, che comunque resta. Il trattamento di depurazione finale lo fa il mare. E lo fa in maniera egregia se quello che arriva è un liquame trattato adeguatamente a monte e scaricato in maniera ‘graduale’. Faccio un esempio pratico: adesso le condotte sono tubi che sparano a velocità elevata i liquami, che restano in questo modo concentrati e densi. L’abbattimento della carica batterica da parte del mare non avviene quindi in modo efficace. Con i diffusori, invece, la fuoriuscita del liquame avviene nel modo corretto”. Queste che mi ha elencato possono essere le cause del cattivo odore e dell’aspetto “melmoso” dell’acqua notato da molte persone questa estate? “Sono concause che si sommano ad altri motivi, come ad esempio il trattamento che avviene a

Il Corriere della Città Ottobre 2017

terra, nei depuratori, che non avviene nella maniera migliore per la salute delle acque del mare”. È certo di quello che dice? “Mi spiego meglio: esiste tutto un passaggio di decantazione delle acque nere che deve essere fatto con un monitoraggio costante che valuti, a seconda della temperatura esterna, della stagione e di altri fattori importanti, il tipo di inquinanti, organici o inorganici, che prevale. Solo con analisi costanti che valutino questi parametri si può regolare adeguatamente la depurazione nelle vasche. Ma l’analisi costante non mi risulta che venga fatta. In più, vorrei segnalare che con l’ampliamento del depuratore di via Zara, nel 2008, era previsto che nella parte vecchia si facesse la depurazione chimica e poi i liquami venissero ‘sparati’ in mare dalla condotta, mentre nella parte nuova i liquami trattati chimicamente, invece di essere immessi nella condotta, venissero versati direttamente nel fosso: con questa procedura, il liquame percorre le ultime centinaia di metri prima di arrivare in mare nel canale, per poi sfociare a riva e non al largo. E se già 900 metri non sono sufficienti per garantire un risultato ottimale, figuriamoci questo tipo di procedimento cosa provoca”. (continua)

Conduttura Crocetta

Quale manutenzione negli anni?


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ottobre 2017 (segue) Ma si può fare una cosa del genere? “La legge lo consente, perché il fatto viene giustificato dicendo che l’ultimo passaggio dei liquami prima di raggiungere il fosso lo fanno passando sotto al ‘trattamento UV’, ovvero ai raggi ultravioletti. Questo potrebbe avere un senso su quantità minime di liquami e su acque sufficientemente chiare, perché il trattamento UV funziona solo quando il liquido non presenta torbidità”. Quindi, per assurdo, la depurazione fatta dal nuovo impianto sarebbe peggiore di quella fatta dal vecchio impianto. Ma di chi sono questi depuratori? “Vengono gestiti da Acea Ato2, a cui furono affidati nel corso dell’amministrazione De Fusco”. Il Comune ha la facoltà di intervenire per verificare cosa viene fatto e come? “Il Comune è proprietario dell’impianto e responsabile della depurazione delle acque, è praticamente il garante di un servizio svolto da terzi. Ha quindi l’obbligo di controllare. L’attuale amministrazione ha la responsabilità da quando è entrata in carica”. Che lei sappia sono stati fatti i dovuti controlli, nella maniera corretta? “Non mi risultano esserci relazioni che attestino la situazione in modo trasparente e completo, o azioni volte a migliorare la situazione, nono-

a del Fosso della a vicino alla riva stante fosse questo uno dei punti forti del loro programma elettorale”. Ma rispetto a quattro anni fa, la situazione è migliorata o peggiorata? “Purtroppo peggiorata, perché i problemi che ho elencato prima, come le fuoriuscite dalle condotte rovinate, non sono stati risolti. Io continuavo a dirlo ogni volta che mi immergevo per una piccola riparazione, facendo relazioni che inviavo al Comune, alla capitaneria di Porto e a tutti gli uffici competenti. Ma evidentemente questo mio continuo grido d’allarme non era accolto nella maniera giusta, visto che non mi hanno più chiamato. Ma questo non significa che io non abbia continuato a seguire, da privato cittadino, la situazione, continuando a immergermi e a verificare se erano avvenuti cambiamenti”. Lei può dimostrare quello che dice? “Le foto e i video che ho fatto lo possono dimostrare meglio di me”. Le relazioni su questo argomento ci sono, le foto e i video anche. In più, ci sono le testimonianze di tanti bagnanti che hanno visto arri-

POLITICA vare dai canali liquidi sospetti, come scritto anche dagli esponenti del movimento ecologista Italia Equosolidale. Forse è arrivato il momento di fare davvero qualcosa di serio per la salute del nostro mare: gli spot elettorali non servono a eliminare l’inquinamento, la melma e la puzza.

La replica del Comune di Pomezia Per il Comune di Pomezia, nonostante le lamen-

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lità delle acque del mare attraverso le analisi di Arpa Lazio e Asl. Come ogni anno le analisi di Arpa Lazio hanno stabilito il divieto di balneazione a 250 metri a destra e sinistra dei fossi, mentre hanno classificato come buono ed ec-

Le tubature logore del Fosso di Pratica

Che fine ha fatto la promessa “Mare pulito”, contenuta nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle?

tele dei bagnanti, le testimonianze da noi raccolte, le foto e i video che testimoniano una situazione non certo rosea, il mare di Torvaianica non ha problemi. Abbiamo inoltrato – attraverso l’ufficio stampa del Comune – le seguenti domande all’assessore Borghesi, chiamato in causa nel corso della nostra inchiesta. Nel 2013 uno dei punti forti del programma elettorale era il n. 22 (Operazione mare pulito): niente di quanto scritto in quel punto risulta essere stato fatto in quattro anni. Perché? E perché sono stati ignorati i segnali di allarme arrivati non solo da fonti autorevoli ma anche dai cittadini che puntualmente mostravano un mare sporco, melmoso e puzzolente? Perché non si fa nulla per mettere a norma le condotte, che sono troppo corte rispetto alla legge attuale? E questa la risposta dell’assessore Borghesi: “In questi anni abbiamo monitorato costantemente la situazione del nostro mare. Non è assolutamente corretto dire che nulla è stato fatto. Come noto, i depuratori sono gestiti da Acea, che ci comunica regolarmente i progetti, le iniziative e le migliorie apportate e da apportare. Nel corso della stagione estiva ci sono stati numerosi incontri tra l’Amministrazione e i responsabili Acea, oltre a diversi sopralluoghi fatti personalmente in loco. Per i depuratori Pratica 1 (via san Paolo) e Crocetta 1 (via Zara), a maggio 2017 è stato messo in esercizio il sistema di disinfezione con acido paracetico in sostituzione del vecchio sistema che utilizzava ipoclorito di sodio, per garantire una maggiore efficacia dell’abbattimento degli Escherichia Coli. Sul depuratore San Paolo 1, durante la stagione estiva, sono state rinnovate le 2 vasche di sedimentazione per ottimizzarne l’efficienza. L' intervento ha interessato anche una vasca del depuratore di Crocetta 1. Per i depuratori di Pratica 1 e Crocetta 1 è già stato definito un progetto per il rifacimento delle condotte di immissione che porteranno ad un aumento delle distanze, attualmente a circa 900 metri. Il Comune di Pomezia monitora la qua-

cellente il resto del litorale. Se si sono verificati nel corso della stagione estiva sversamenti abusivi nei fossi, sono stati immediatamente segnalati agli enti e alle autorità competenti: nessun allarme è stato ignorato. Lo dimostra il fatto che il Sindaco ha emesso un’ordinanza il 18 aprile scorso, su indicazione di Asl Roma 6, con il divieto della vendita in forma itinerante dei molluschi bivalvi, a causa del declassamento temporaneo della zona marina di Pomezia da A a B, che impedisce di fatto ai pescatori di vendere direttamente i molluschi. Abbiamo seguito con solerzia tutte le indicazioni fornite da Asl e Arpa Lazio, enti competenti in materia, sia per quanto riguarda la balneazione che per quanto concerne l’attività di pesca”. Siamo contenti che l’assessore abbia risposto, ma alcune cose non ci convincono: se a maggio è stata garantita una maggiore efficacia all’abbattimento dell’Escherichia Coli come mai i valori sono rimasti gli stessi (ovvero un inquinamento di 6 volte superiore rispetto a quanto previsto per la classe di appartenenza di Torvaianica, che pertanto è stata declassata qualitativamente)? Come mai nessuno degli amministratori, nonostante le immediate segnalazioni, si è accorto che diverse volte, in particolar modo quando c’era mare mosso – l’ultima volta a settembre – dai canali fuoriusciva qualcosa che non poteva essere classificato come un normale scarico già depurato? Le analisi Arpa, poi, da sempre vanno in contrasto con quelle di Legambiente, che ogni anno fornisce classificazioni delle nostre acque molto diverse da quelle date dalla Regione, perché i punti di campionamento e le date delle analisi sono differenti: prendere i campioni ad Aprile in punti molto distanti dalla riva (cosa che fa l’Arpa) ovviamente fornisce risultati diversi rispetto a campionare l’acqua a Luglio in punti più vicini alla costa (cosa che invece fa Legambiente). Perché quanto promesso nel programma elettorale non è ancora stato fatto? Noi continueremo a tenere sotto controllo la situazione del mare, forse la maggiore fonte di ricchezza del nostro territorio. Maria Corrao


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Pomezia, l'amministrazione salva l'impianto Cogea? Il Comune presenta le osservazioni al vincolo del ministero ma chiede di escludere un'area ben precisa: e la mappa sembrerebbe lasciare davvero pochi dubbi in merito...

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ono state da poco rese note nuove osservazioni alla proposta di vincolo denominata “Ambito delle tenute storiche di Torre Maggiore, Valle Caia e altre della Campagna Romana”, con il quale lo Stato ha avviato l’iter per il riconoscimento di una vasta area di notevole interesse pubblico sui territori di Pomezia ed Ardea tra via dei Castelli Romani, Santa Palomba, Tor di Bruno e ancora oltre, fino a via di Montagnanello e al confine comunale fra Ardea ed Aprilia. A parlare stavolta è stato il Comune di Pomezia: l’ente ha espresso un sostanziale parere favorevole all’iniziativa chiedendo però alcune modifiche (di non poco conto come vedremo).

Quell'area in viola... L’amministrazione di Pomezia ha però inviato una mappatura della zona, in cui ricadrebbe il vincolo del ministero, evidenziando però una porzione da escludere (in viola), ritenuta prioritaria “per non compromettere lo sviluppo della città”. Cosa significa tutto questo? Da un'analisi infatti, ottenuta comparando due mappe satellitari (nella foto), sembrerebbe infatti che nell’area da escludere ricadrebbe proprio il complesso medievale di Tor Maggiore nonché l’area destinata alla realizzazione dell’impianto Cogea che, lo ricordiamo, ha già ottenuto l’ultimo ok (comprensivo anche dello stralcio funzionale relativo al ‘Bio’gas) dalla Regione Lazio per la sua realizzazione. Noi ovviamente speriamo di sbagliare, ma in caso contrario a cosa servirebbe il vincolo del ministero se l’area principale da tutelare (sì piccola rispetto al resto del territorio che verrebbe preservato dal vincolo, ma probabilmente la più importante) venisse esclusa dal provvedimento? Come può l’amministrazione “Preservare e valorizzare il territorio” spianando la strada ad un nuovo impianto in una zona già satura di stabilimenti industriali? E, così facendo, non verrebbe meno anche il punto 5 del

programma elettorale partecipato del Movimento 5 Stelle a Pomezia del 2013 che prevedeva, tra le altre cose, la “salvaguardia dei beni in pericolo (es. Sistema delle torri di Santa Palomba)”?

Le osservazioni del Comune sul vincolo del ministero E' d'obbligo allora riprendere in mano il lungo testo reso noto dall'ente pometino e trasmesso al Ministero. Testo che esordisce con una frase eloquente - “Modificare il vincolo per non bloccare lo sviluppo produttivo della Città” - che delinea alla resa dei conti il pensiero che l'amministrazione comunale di Pomezia ha per la zona di Santa Palomba. Le osservazioni presentate dall’Amministrazione Comunale di Pomezia si basano “sulle linee di indirizzo per il nuovo Piano Urbanistico Comunale Generale (PUGC)” il quale, partendo dal principio della tutela del territorio, al tempo stesso intende perseguire “il consolidamento e lo sviluppo delle attività produttive e logistiche del polo di S. Palomba” ritenuti “elementi strategici di sviluppo del territorio”. E questo, secondo il Comune, con il vincolo non sarebbe possibile: “A Santa Palomba dovrebbe nascere un centro intermodale di riconosciuta valenza europea, a servizio della TRANS EUROPEAN NETWORK TEN-T, rete ferroviaria europea per il trasporto delle merci che collega la Scandinavia al Mediterraneo” - spiega il Sindaco - “inoltre l'area dovrebbe ospitare la nuova Via di Valle Caia. Preservare e valorizzare il nostro territorio sono azioni che portiamo avanti fin dal nostro insediamento. Accanto a questo obiettivo diventa ugualmente importante assicurare che possano svilupparsi tutte le potenzialità del territorio”, è la sintesi del pensiero dell'amministrazione. Nel dettaglio, ancora, sono tre, riassumendo, gli obiettivi che il vincolo modificato secondo le osservazioni del Comune di Pomezia intende perseguire: “(1) la piena realizzabilità degli interventi di potenziamento del terminal intermodale previsti da RFI; (2) l’accessibilità stradale; (3) l’insediamento di attività, oggi consentito dalla vigente strumentazione urbanistica, produttive e logistiche anche nelle aree, ad oggi non urbanizzate, ricomprese nel perimetro del comparto “I”.

'Bio'gas sì, 'Bio'gas no: Cogea ha già avuto il “Via” dalla Regione Sulla base di quanto letto sembrerebbe chiara dunque la volontà dell'amministrazione di snaturare la proposta di vincolo andando ad esclu-

Il Comune di Pom modifich dere, in nome di quanto sopra, una delle aree più 'sensibili' dell'intera area attenzionata dal Ministero, in particolare quella dove ricadrebbe Tor Maggiore (perfino il complesso medioevale verrebbe sacrificato!) e dove dovrebbe sorgere l'impianto Cogea, il cui lotto sembrerebbe essere stato “salvato”, come visto, dall'area interessata dal vincolo. Già Cogea, E' opportuno sottolineare che l'impianto, che potrebbe portare a Pomezia almeno 60mila tonnellate l’anno di rifiuti, ha già incassato il “Via favorevole” della Regione Lazio per la sua realizzazione nella campagna di Tor Maggiore a Santa Palomba. Ma con o senza il 'bio'gas? Il ritornello che ormai accompagna il progetto continua a dividere l'opinione pubblica. (continua)

Alcuni passaggi della documentazione di“Via”pubblicati sul sito della Regione Il M5S rinuncia ad un punto del programma elettorale?

(Dal B.u.r. 2017-58-2, supplemento 2)


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Ottobre 2017

POLITICA

(segue) Se da un lato infatti l'amministrazione comunale continua a ribadire, ora ufficialmente, ora “ufficiosamente”, che il 'Bio'gas non si farà, dall'altro la documentazione ufficiale

Pomezia deve rinunciare a Tor Maggiore? continua a menzionarlo. Spulciando infatti l’atto citato in apertura (il Via, ndr) ecco che “riappare” l’ormai famosissimo “secondo stralcio funzionale”: “La sezione di trattamento anaerobico con produzione di biogas – si legge – potrà essere oggetto invece di un futuro 2°

mezia chiede he al vincolo

stralcio funzionale, sempre se l’opera risulterà compatibile con il RIR del Comune di Pomezia”, scrive la Regione Lazio nella determinazione con cui Cogea, di fatto, sarebbe già stata autorizzata in assenza del vincolo. I cittadini a difesa del vincolo. Recapitate anche le osservazioni di Latium Vetus Ad ogni modo, è bene ricordare come la presa di posizione dei cittadini, specie quelli di Santa Palomba, nonché delle associazioni ambientalistiche, era stata netta sin da subito: no a Cogea in ogni caso (con o senza ‘Biogas’) e soprattutto sì al vincolo. Sono state infatti oltre 2500 le firme raccolte da associazioni e comitati di quartiere per sostenere la proposta di vincolo, segno tangibile che i cittadini di Pomezia hanno scelto uno schieramento “diverso” a

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quello dell'attuale amministrazione; al loro fianco c'è però anche il Comune di Ardea che ha espresso la piena condivisione della proposta di vincolo, così come, ancora, Latium Vetus che ha depositato le proprie osservazioni a sostegno della proposta del Ministero. Vincolo: che succede ora? Scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni il procedimento prosegue il suo iter e, nei prossimi giorni, tutta la documentazione pervenuta verrà attentamente analizzata. La speranza di chi si è schierato a sostegno del vincolo è allora quella, ovviamente, che, alla fine, si arriverà alla ratifica del provvedimento. Luca Mugnaioli

I cittadini dicono sì al vincolo


18 Dentro la Pomar di Ardea POLITICA

L'azienda: “Pronti a venire incontro alla popolazione, impianto naturale al 100%”. Il Comune: “Controlli mirati, vigileremo costantemente”

“l’identificazione e l’eliminazione delle eventuali cause di inquinamento e l’istallazione o il ripristino della funzionalità di idonei impianti per la corretta gestione delle acque di dilavamento che insistono sull’area di stoccaggio richiedendo inoltre l’autorizzazione degli scarichi e delle aree di stoccaggio sui rifiuti all’autorità competente”. In seguito agli accertamenti tuttavia, e avendo l'azienda ottemperato a quanto richiesto dal Comune, circa venti giorni dopo, l’impianto venne riaperto.

Il nodo del contendere

Il Corriere della Città Ottobre 2017

Biogas. In seguito all’accertamento, il Sindaco emise un'ordinanza di chiusura, che poco dopo revocò, e la centrale – come visto – riaprì”. Ncs, per dovere di cronaca, è tra i più contrari all’impianto ed è tornata nuovamente a chiederne la chiusura pochi giorni fa attraverso una nota.

L'impianto: i dati forniti dall’azienda

All'interno della Pomar troviamo l'azienda agricola e l'impianto a uando si accendono i riflettori sulla Biogas. L'azienda dispone di circa Pomar ad Ardea gli animi spesso si 550 bufale, 230 delle quali, ad oggi, surriscaldano. Tante sono infatti le producono latte destinato alla venVasche di proteste che montano intorno ad un sito - che, dita diretta di mozzarelle o che il residuo ospita un impianto a Biogas (dal 2012) ed viene venduto ad altre imprese un'azienda agricola - ritenuto spesso l'unico reE’ la seco della filiera; nei campi viene coltisponsabile dei forti odori che, in certi momenti dei forti o vato principalmente mais di cui della giornata, “avvolgono” il quartiere Nuova una parte, quella maggiore, viene Florida ad Ardea; tali rimostranze hanno asusata per “alimentare” l'impianto a sunto talvolta connotati molto forti e hanno Biogas (il 75%), mentre ruotato intorno ad un unico obiettivo: la restante, insieme a chiederne la chiusura definitiva. Cosa finisce nell’impianto a Biogas* farina di soia, rappreI controlli, i lavori, la chiusura senta la fonte d'alimentempranea tazione per gli animali. Nel 2014 l'azienda divenne oggetto di Oltre al mais nell'imMais prodotto in azienda e deiezioni un'ordinanza di sospensione delle attività: pianto a Biogas finianimali l'allora Sindaco Di Fiori aveva chiesto scono tutta una serie di sottoprodotti provenienti da attività alimentari e agroindustriali (nella Sottoprodotti foto) pari al 25% del provenienti dalle attività alimentari e “fabbisogno” della agroindustriali struttura; la fermenta*Dati forniti dalla Pomar srl zione all interno di perarono per richiedere controlli strutture assolutamente sigillate produce gas metano I prodotti mirati; in merito alla questione, ci il quale, convogliato usati per fu successivamente l’intervento del Consorzio di Boattraverso tubature alimentare di Pratica di mare sotterranee, viene Inquadra il tablet il Biogas nifica che riuscì ad ottenere un trasformato in con l’App Aurasma e controllo alla centrale di energia elettrica guarda la nostra mediante l'impiego di due gevisita in azienda neratori che lavorano fino a Scarica l’App (istruzioni a pag. 30 500kw/h. Il “lavorato” che rimane dal processo viene inviato in vasche di decantazione.

Q

“Il fulcro della questione nasce dal fatto che l’impianto sorge in un punto della zona Nuova florida in cui non ci sono solo abitazioni private, ma c’è anche un asilo” - scriveva a tal proposito “Noi Con Salvini” ad aprile 2016 in una nota che ben focalizza le questioni in gioco Gli odori che, soprattutto nel periodo estivo rendono pesante l’aria, già tre anni fa fecero organizzare gli abitanti della zona che raccolsero numerose firme, coinvolgendo nell’atto anche alcuni consiglieri comunali, i quali si ado-

75%

25%

Il tour nella Pomar

(continua)

Due genarato convertono il g metano energia elettri


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POLITICA

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Il Comune di Ardea

Il sito di stoccaggio delle materie del Biogas: la copertura riduce (parzialmente) gli odori

i decantazione: qui finisce o della lavorazione Biogas. onda causa odori

ori gas in ica

(segue)

La questione salute e l'impatto ambientale dell'azienda

Il latte prodotto dalla Pomar viene acquistato da grandi marchi nazionali

Sulla questione Pomar abbiamo ascoltato anche il Sindaco Mario Savarese che già con gli Amici di Grillo si era interessato della vicenda. “Tutto nasce dal fatto che quell'impianto lì non andava fatto costruire. Non si può realizzare una struttura di quella portata a meno di 150 metri dalle abitazioni”, spiega il Primo Cittadino. “Essere a norma o in regola non vuol dire avere il diritto di “appestare” letteralmente la popolazione: quegli odori così forti sono una fonte di stress inquantificabile e non possono essere tollerati. Una delle soluzioni per ridurre l'impatto odorigeno sarebbe quella di 'sigillare' sia le aree di stoccaggio, dove vengono scaricate le materie prime in attesa di essere inserite nei digestori, sia quelle delle va-

L’azienda: “Investiti fin qui 150.000 euro e faremo ulteriori interventi. Pronte altre misure anti-odori”

Uno degli argomenti centrali che ruotano intorno alla vicenda è sempre stato la questione della salute. Alcuni cittadini infatti (non tutti per la verità), talvolta con toni esasperati, hanno nel tempo sollevato la questione della nocività degli odori respirati e, in seconda battuta, dell'impatto ambientale causato dall'impianto. L'azienda, come avrete modo di leggere più avanti, precisa che “nell'impianto tutto è naturale al 100%” e che per questo non ci sarebbe alcun pericolo per la salute. Tra i dati uffciali disponibili ci sono quelli sullo stato di salute delle acque (a differenza di quelli qualità dell'aria, ndr) che scorrono vicino all'impianto, in particolare quelle del fosso di Rio Torto, ritenute da Legambiente (per il sesto anno su sette) fortemente inquinate, rilevazioni poi confermate anche dall'Arpa a metà agosto. Anche qui tuttavia: la Pomar può essere ritenuta responsabile di un inquinamento che ad Ardea, è bene precisare, è stato riscontrato in ben 6 prelievi su 14 dall'Arpa e anche nella foce del Fosso Grande, con i medesimi inquinanti, ancora da Legambiente? Per saperne di più abbiamo provato allora a contattare il Consorzio di Bonifica di Pratica di Mare, che proprio in passato si era occupato della Pomar, ma al momento di andare in stampa ancora non abbiamo ricevuto risposta (il Consorzio è sotto commissariamento e ciò non facilita l’accesso ai dati, ndr).

Pomar, se ne parla Venerdì 6 ottobre: convocata la commissione controllo e garanzia del Comune di Ardea

sche dove finisce il digestato dell'impianto a biogas. Finché resteranno aperte gli odori ci saranno, è inevitabile”. Poi un messaggio alla popolazione: “Il Comune di Ardea vigilerà costantemente sulla Pomar: intensificheremo i controlli avvalendoci di tutti gli strumenti a nostra disposzione. L'ente ha un solo obiettivo: quello di tutelare non solo la salute dei cittadini ma anche la vivibilità del territorio”.

La Pomar auspica un confronto

ultimi anni ha investito moltissimo, oltre 150.000€, con l’unico obiettivo di abbattere l’impatto odorigeno, e questo al fine di ridurre al minimo ogni possibile disagio per la comunità. Con questi sacrifici, si è mantenuta in vita un’azienda agricola che ha 60 anni (gestita dalla Pomar da 30), mantenendo posti di lavoro ed un importante indotto, senza aver mai distribuito un euro di utile. Crediamo nelle energie rinnovabili,unica speranza per arrestare il surriscaldamento creato dall' energia da Carbone o combustibili. Dobbiamo riuscire, trovando le soluzioni insieme alla cittadinanza ed al comune, a continuare a produrre energia pulita da biomasse, limitando ancora di piu i cattivi odori. Siamo disposti, in un clima di collaborazione,anche ad investire ancora per questo obiettivo (ad esempio coprendo le vasche). Per questo cercheremo un confronto con la cittadinanza e con il sindaco, per cercare di difendere un’azienda agricola che può essere un punto di orgoglio per il territorio. La società non si è mai rifiutata di aprirsi ad un dialogo costruttivo con la cittadinanza ed anche oggi rinnoviamo l’invito a contattarci per visitare l’azienda, così da capirne il funzionamento e rincuorarsi sull’assenza di materiale dannoso e di qualunque rischio per la salute; al tempo stesso tuttavia dobbiamo anche tutelare la nostra immagine e difenderci da accuse diffamatorie che non corrispondono a verità. Per questo valuteremo di intraprendere eventuali azioni legali nelle sedi più opportune contro questi attacchi che riteniamo del tutto ingiustificati”.

Ma nella vicenda potrebbe esserci un punto di svolta. L'azienda ha deciso infatti per la prima volta di “uscire allo scoperto” nel tentativo di spezzare il circolo vizioso che si è venuto a creare nel tempo intorno all'azienda; secondo i proprietari e i lavoratori dell’azienda infatti ciò che viene lavorato “è naturale al 100%” e, malgrado i disagi talvolta causati, tutto ciò che viene respirato non sarebbe in alcun modo pericoloso per la salute. “L’impianto a biogas – spiegano dalla società - producendo energia pulita da fonti 100% Biologiche, può produrre durante la movimentazione di letame, triticale (simil grano) o alcuni tipi di scarti alimentari (es sansa)un odore che può risultare spiacevole. Ad oggi questo avviene saltuariamente e per periodi di tempo limitati durante una settimana. L’azienda nel corso degli - Un lettore di Nuova Florida

L’azienda riuscirà a far cambiare idea ai cittadini?

“La puzza che arriva dalla Pomar srl è nauseabondo. Dobbiamo vivere molto spesso con le finestre chiuse e non possiamo goderci lo spazio all'aperto”


Rigenerazione urbana di siti dis Ecco come un’area degradata torna a ‘vivere’

E

ra lo scorso 11 luglio quando veniva presentata alla Regione Lazio la nuova legge sulla rigenerazione urbana. La norma, approvata dal Consiglio regionale, “ha chiuso una fase drammatica nella quale lo sviluppo urbanistico era sinonimo di distruzione del suolo e di aumento quantitativo”, scriveva proprio la Regione all'indomani dell'ok definitivo. Ma di cosa si parla nello specifico? Sintetizzando molto, ma in fondo è questo lo spirito della legge, si tratta di andare a privilegiare, nell'ambito dell'urbanistica urbana, il recupero di siti dismessi o abbandonati presenti sul territorio anziché utilizzare suolo “ex novo”, dando così una seconda vita a strutture in disuso. Due i grandi obiettivi che la normativa intende perseguire: primo, la “qualità”, con interventi nelle zone più degradate, dando facoltà ai comuni di individuare gli ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio e prevedere premialità per il rinnovo del patrimonio edilizio esistente, per le opere pubbliche e per le cessioni di aree aggiuntive; secondo, “sicurezza e sostenibilità”, dando modo ai consigli comunali di inserire negli strumenti urbanistici generali vigenti ampliamenti, a questi scopi, del 20% della volumetria o della superficie utile esistente degli edifici a destinazione residenziale, per un incremento massimo di 70 mq. I comuni, inoltre, potranno accordare sconti sugli oneri di urbanizzazione se gli interventi riguarderanno la prima casa. “La nuova legge - che prevede uno snellimento delle procedure al fine di garantire tempi certi d'intervento - è molto differente dal vecchio Piano Casa per varie ragioni: perché dà strumenti e più poteri ai Comuni, permetterà ai Comuni non solo di autorizzare ma di avere una idea sullo sviluppo della propria comunità. In secondo luogo perché si superano le norme che prevedevano deroghe al normale iter amministrativo", commentava così Michele Civita, assessore regionale alle Politiche del Territorio.

Pomezia 'pioniera' nel campo: così la società Maga ha ridato lustro al territorio Quella che ora, finalmente vien da dire, è una

legge regionale, per il Presidente del Gruppo Immobiliare Roma Mario Serafinelli è “ordinaria amministrazione” da almeno 20 anni. L'imprenditore ha fatto della riqualificazione urbana il fattore trainante delle sue attività ed in particolare a Pomezia i suoi interventi hanno permesso di recuperare numerosi siti dismessi portandoli a nuova vita: il Centro Cavour è la sua “impresa” più recente, ma

(6700m2 saranno invece quelli calpestabili tra realizzazioni nuove e aree già esistenti, ndr) e ospiterà un ampio parcheggio posizionato su due livelli (uno “altezza” Pontina, l'altro al livello della Via del Mare che andrà a migliore la viabilità cittadina, consentendo ad esempio di lasciare la macchina e proseguire a piedi in città) oltre a varie attività nel campo dei servizi e del commercio. Il parcheggio, circa 400 posti posizionati peraltro in un punto strategico per Pomezia, ovvero proprio all'ingresso della città, rientra nei requisiti della sfera d'utilità pubblica richiesti dal Comune di Pomezia per l'approvazione del progetto; l'ente, inoltre, come

Come era prima...

L’area del ‘Bivio’ di Pomezia si rifà il look

tra i suoi successi troviamo gli ormai ex stabilimenti dismessi della Via del Mare e Via dei Castelli Romani, dove sorgono oggi ristoranti, supermercati e bar, e alcune aree di Via Campobello. Questo tipo di interventi, è opportuno sottolinearlo ulteriormente, hanno consentito di recuperare aree abbandonate senza il consumo di suolo “ex novo”, proteggendo il territorio dal rischio cementificazione.

La riqualificazione del 'Bivio' di Pomezia Dopo diversi anni finalmente – anche qui dopo un lasso di tempo molto lungo – anche quest'area abbandonata avrà nuova vita. In cosa consiste il progetto? Il centro si svilupperà su un'area complessiva di 16 mila metri quadrati

secondo aspetto avrà a disposizione anche alcuni uffici che saranno ospitati all'interno di una palazzina di tre piani (circa 250mq l'uno). tando alle normative vigenti infatti, facendo riferimento in particolare al piano d'intervento integrato (o PII), per realizzare un progetto di riqualificazione urbana è necessario che a prevalere sia comunque l'utilità pubblica, che in questo caso sarà garantita dalla realizzazione dei parcheggi e degli uffici comunali come visto. (continua)


messi: una grande opportunità (segue) Il nuovo centro, il cui nome è ancora in fase di studio, garantirà un incremento importante nelle entrate comunali (si parla al momento di almeno 200mila euro/anno di Imu) e consentirà anche un eventuale aumento del livello occupazionale, dando la possibilità – altro aspetto cruciale a nostro avviso - di riqualificare un'area a “km 0. In pratica, grazie ad opere di questo tipo, i servizi tornano in città, dando nuovamente la possibilità ai cittadini di spostarsi senza per forza dover ricorrere all'uso dell'automobile.

I quattro fattori essenziali del progetto: 1) Riqualificazione urbana 2) Introiti nelle casse comunali adesso (oneri concessori) ed in futuro (imposte e tributi dalle attività del centro) 3) Occupazione, con creazione di nuovi posti di lavoro 4) Pubblica utilità per il Comune: una palazzina per gli uffici ed un ampio parcheggio L'apertura del centro, concludendo, è prevista per i primi mesi del nuovo anno: gli immobili saranno assegnati non appena terminati i lavori. Luca Mugnaioli

...Come diventerà

“La rigenerazione urbana permette di recuperare siti in disuso senza consumare nuovo suolo”

Il sito prima dell’inizio dei lavori


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POLITICA

Il Corriere della Città Ottobre 2017

Ardea, i consiglieri di minoranza: “Nessuna giustificazione alla violenza” L’opposizione: “Presidente tuteli dignità del Consiglio Comunale”

niamo tale episodio che ha profondamente offeso il sentimento democratico dell’intera comunità ed auspichiamo che il Presidente del Consiglio agisca con autorevolezza per restituire dignità all’intera Assise ”. Lo esprimono, La violenza non può mai essere ammessa. Va in una nota, i consiglieri comunali di minocondannata senza se e senza ma. Nessuna giu- ranza di Ardea. stificazione può concedersi alle azioni di chi Il M5S – ma non il consigliere – chiede scusa pretende di esercitare le proprie ragioni ricor- Il Movimento 5 Stelle, incappato nel deprecarendo alle vie di fatto, tanto più se si ricopre una bile episodio, ha inviato una nota su quanto accarica pubblica. Il comportamento tenuto da un caduto. Nel testo si porgono le scuse e, nel consigliere comunale, durante l’adunanza del contempo, si mette in evidenza la presunta Consiglio del 21 settembre e il giorno dopo scorrettezza della controparte della “diatriba”. nello spazio antistante la sala consiliare nel La nota è però solo a nome del Movimento, corso dei lavori della commissione controllo e mentre nessuna parola arriva da parte del congaranzia meriterebbe una censura forte e decisa sigliere protagonista dell’accaduto. “Nel corso e non una banale, connivente e paternalistica del Consiglio comunale del 21 settembre 2017, difesa da parte della maggioranza. Noi condan- un nostro consigliere ha avuto un gesto di stizza a seguito di ripetute provocazioni pervenute Se il Consiglio diventa dalla platea che lo hanno portato a trascendere un “ring”... dal ruolo che riveste.Per questo motivo, il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle Ardea chiede venia a tutta la cittadinanza rilevando però che il consigliere, nella stessa seduta, ha immediatamente provveduto a fornire le proprie personali scuse. Nella giornata odierna (ieri, ndr), lo stesso consigliere ha provato a chiedere spiegazioni a quel cittadino nel tentativo di chiarire. La discussione ha avuto toni accesi e l’epilogo non ha avuto l’esito sperato, trasformandosi rapidamente in una discussione sopra le righe. Il Movimento 5 Stella Ardea ripudia questi comportaInquadra il telefono menti ritenendoli intollerabili. con l’App Aurasma, C ontemp ora-

clicca e guarda cosa

'Ekoclub international a s s o c i a z i on i è accaduto ad Ardea onlus sbarca a Pomezia. ambientaliste è Scarica l’App (istruzioni a pag. 30) L'Associazione, nata negli la centralità anni '70, che persegue lo scopo di ridell’uomo rispetto costruire un modo corretto di vivere e all’ambiente e di conpensare la natura, ora avrà un dislocaseguenza la sua possibimento anche sul territorio pometino: si è lità di raccogliere i frutti costituito infatti ufficialmente il direttivo che vegetali ed animali della terra, ha visto l'elezione di Valter Monti quale Pre- con rispetto e per reale necessità. In attuasidente, di Savioli Eugenio come vice, e dei zione dei propri fini istituzionali, la sez. di PoConsiglieri Arrigoni Italo, Benedetti Alberto mezia, istituirà un proprio settore di vigilanza e Tonelli Germano come Consiglieri. Ma Ecologico-ambientale Ittico Venatoria e di cos'è nello specifico il gruppo Ekoclub? L'as- protezione degli animali costituito da Guardie sociazione è assolutamente senza scopo di Giurate Volontarie. Le attività di sorveglianza lucro ed è stata annoverata tra le Onlus del sono organizzate dai coordinamenti di riferinostro paese; fiore all’occhiello del gruppo, mento. Per ulteriori informazioni è possibile che conta migliaia di iscritti, è l’oasi di Can- rivolgersi alla sede di Pomezia sita in Via delneviè, che rappresenta lo sforzo maggiore l'Aurora n° 4 o chiamare i numeri profuso da Ekoclub per l’ambiente: un posto 339/5391791 o 06/9110257. dove si può stare a contatto con la natura a 360°, sicuramente da vedere e vivere (per maggiori dettagli: http://ekoclub.bio/oasi-dicannvie/). La differenza di Ekoclub da altre

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Pomezia, apre la sede dell'Associazione ambientalista Ekoclub

neamente non possiamo più tacere su quello che oggi appare come un normale “cittadino”. Non è proprio così. Anzi…Questo “cittadino“ non è nuovo a questi comportamenti. Infatti, dopo mesi di provocazioni, calunnie e volgarità contro ogni rappresentante del M5S Ardea (e non solo) che, finora, avevano prodotto solo indifferenza o querele, è riuscito ad individuare chi tra i consiglieri non è riuscito a resistere alle sue provocazioni. E, finalmente, quell’azione istintiva che da sempre questo “cittadino” cercava, sia quando faceva parte di noi, allora Amici di Grillo Ardea, sia ora che, cacciato soprattutto per le sue posizioni violente ed estremiste, è arrivata. Non dimentichiamo nemmeno le intimidazioni ad una dipendente del Comune o aggressione ad un dipendente dell’Idrica. Sia chiaro, qualsiasi tipo di violenza va ripudiata senza se e senza … no, solo senza se, nel suo caso. Già, un ma questa volta lo dobbiamo sollevare: era il suo obiettivo, lo dimostrano i suoi post così come gruppi Facebook dello stampo di “Guerriglia Antigrullina”. Guerriglia… un vero pacifista, insomma! Siano comprensivi quindi i cittadini se in questo caso specifico ci stringiamo attorno al nostro collega e, pur condannandone la reazione, cerchiamo di capire bene cosa sia accaduto davvero. La situazione non va sottovalutata, né risparmiamo note di biasimo per il comportamento del nostro compagno e eventuali misure sanzionatorie ma ci riserviamo di comprendere e valutare, non possiamo regalare un punto così facile a chi ha un solo obiettivo dichiarato: distruggerci. No caro “cittadino”, non può essere così facile, e, comunque vada a finire, devi trovare di meglio per vincere la tua assurda guerra”.

Un anno fa l’incendio all’edicola del ‘bivio’ di Pomezia...

E

ra il 3 ottobre 2016 quando un incendio distrusse una delle edicole storiche di Pomezia, quella della famiglia Micheli. Nel giro di pochi giorni tuttavia la vecchia struttura venne sostituita dal nuovo chiosco. Ad un anno di distanza la famiglia proprietaria, attraverso queste pagine, vuole nuovamente ringraziare la cittadinanza per la solidarietà ed il sostegno, sia “pratico” che economico, ricevuti durante quei giorni non facili.



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CRONACA

Il Corriere della Città Ottobre 2017

Ottobre 2017 : Giocare con la città senza capirla (seconda parte) Arrivederci? Intanto tutti a casa

(continua dal mese precedente)

sere un’occasione di riflessione progettuale, diventeranno a un’infinita schermaglia di meriti

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alle nostre considerazioni settembrine, vogliamo solo arrivare a capire come dovrebbe ripensarsi la Città Litorale nella Società iquida, visto che molte situazioni sono oggi affrontate in modo insufficiente e deludente. Cerchiamo di non fare elenchi di esempi e situazioni risapute, ché ciascuno ha le sue, tutte urgenti e importantissime. Per esempio la buca dell’asfalto all’angolo dei civici uno e l’altro: tutte cose importantissime e strategiche, ma quello che pare interessare di più è farsi e risolvere i casi propri. La stagione balneare è più o meno esaurita ora; si rinnova una delle più radicate tradizioni della Città, il pianto dei commercianti, ma non solo loro, ovvio. C’è la crisi, naturalmente, ma c’è da sempre. Qualcuno, fuori dal coro, azzarda un “così così”, per quelli fortunati, c’è il “discretamente” o, “si tira avanti”. Statistiche vere non ne abbiamo mai viste., Quindi si va a memoria e lì ci si perde nei ricordi e nei sogni, nelle leggende e nelle bufale, intenzionali o già subìte. In sette decenni ognuno si fa la sua memoria soggettiva, spacciata poi, per collettiva e certificata. Quindi non trovi mai uno che ti sappia dire come andò davvero la stagione balneare del 1977 o la grande mareggiata del settantaquattro… eh gli anni sessanta! Quelli, sì! Sicuramente era andata molto meglio di “adesso”, che, vuoi scherzare?? La colpa è, di volta in volta, l’Euro, Ryanair e i low cost, la crisi (a volte ce l’hanno anche gli altri), gli alberghi che hanno chiuso quaranta anni prima…, i supermercati e i Centri Commerciali, i vucumprà, gli stranieri che ci rubano il lavoro, quelli che riaprono i negozi sfitti, quelli che dovevano fa’ la Città del calcio, e poi, i trasporti, ci vorrebbe la Metropolitana, la Gente che non investe, la Pontina è sempre un casino, mo pure ‘sti incendi, quelli che non ristrutturano le case per affittarle ai villeggianti, i villeggianti che qui non lasciano una lira e si portano il fagotto e l’acqua minerale, i vigili della polizia locale che fanno le multe. Lo stile vorticoso e caotico di queste citazioni è intenzionale. Basterebbe così. Ma siamo un po’ più precisi. C’erano gli alberghi e non ci sono più. C’erano delle piscine e non ci sono quasi più, c’erano i campi da tennis e ne è rimasto uno o forse due, c’era un cinema e c’hanno fatto un piccolo supermercato, addirittura ce lo chiudono proprio in questi giorni. C’, c’erano diversi negozi e negozietti pregiati, c’erano molti e variati negozi “di quartiere”, ma valli a ritrovare. Naturalmente, poi, c’è la piaga” politica” dell’amministrazione Comunale, sia come istituzione continuativa, sia che come espressione della volontà popolare e temporanea attraverso i periodici avvicendamenti tra le differenti maggioranze. In questo ennesimo bilancio di fine stagione, incide anche l’avvicinarsi delle elezioni amministrative. Queste, invece di es-

e, demeriti da spartire o rinfacciare tra la precedente, l’attuale e la ventura amministrazione. Lo sappiamo e ci incapperemo tra qualche mese. Quel che interessa qui è che mai la politica del Comune di Pomezia, segnatamente quella di interesse del Litorale, quindi Torvajanica, ha dato un qualche indirizzo alla Città Litorale. Uno qualsiasi: la pesca, un fantomatico porto, la ricezione, la villeggiatura, l’edilizia, le infrastrutture gli edifici scolastici, la cultura, lo sport il turismo, la residenza, la nautica, la vela, la scuola, la pesca. Mai Torvajanica ha potuto negoziare le sue opportunità con l’aeroporto militare e gli eventuali potenziamenti, con il Parco Acquatico o il grande centro commerciale di 16 Pini o o con strutture affini. In compenso, disagi, inquinamento, traffico che nulla lascia qui, e poi nessuna scuola superiore e diversi sparsi mostri ecologici. E, infine: chi erano quelli che in queste trattative rappresentavano a Città, lungo i decenni? Cominciamo a scrivere anche questa storia. Sarà istruttivo. Adesso, finalmente, vediamo cosa c’entra il preambolo sulla Società Liquida con La Città Litorale che continua a deluderci da almeno quarant’anni, se non dalle origini. Abbiamo dimostrato, ci pare, che la Citta Litorale è vecchia, incompleta, ferma a quaranta anni fa, mai arricchita nel tempo e, anzi, addirittura impoverita di quello che c’era e ora non c’è più o è diventato “rudere”. Abbiamo costatato, altresì, che la Città è e resta, attraverso i decenni, priva di progetto di guida, senza politica, né imprenditorialità. Chi se ne occupa dimostra mancanza di conoscenza e di coordinamento e del territorio, della sua storia, del regime e della qualità delle acque, delle strade principali e la viabilità di dettaglio. E non parliamo ancora di edilizia, infrastrutture primarie e secondarie, urbanistica e competenze tecniche. Ma è sufficiente per questa breve trattazione. Quindi la Città Litoranea è ferma da 40 anni, mentre i nuovi modi di vivere e le nuove filosofie globali impongono da decenni tutto il contrario: flessibilità, fantasia, tempismo, spregiudicatezza, disponibilità, autonomia. Noi stiamo rincorrendo ancora un fallace simulacro perdente, per tentare di ripeterlo pari pari all’infinito. Un mondo che abbiamo ipotizzato collocato nel vecchio 1977.Un tempo in cui la villeggiatura

durava quattro mesi e anche qualcosa in più, con i villeggianti che venivano qui a fine maggio e tornavano a casa con l’inizio delle scuole che, allora, iniziavano il primo ottobre. E, per questo, si acquistava la casa delle vacanze. E nel frattempo la vita si svolgeva lì, con qualche avvicendamento dentro le case e nelle famiglie, spesso raggruppate in case affollatissime, con tanta gente che faceva la spesa, andava a fare la fila all’alimentari, comprava qualcosa di abbigliamento, frutta e verdura, pesce, si andava al ristorante costoso, si prenotava l’ombrellone e la sdraio per tutta la stagione. Insomma un afflusso di grande portata e lunga durata, con molte famiglie residenti che affittavano casa loro, anche nuova. e andavano a dormire nelle vecchie baracche. È chiaro che non c’è paragone con quello che è oggi. Purtroppo, non pochi, sono rimasti lì. E lì sono da almeno quarant’anni, a pensare di riproporre ancora un soggetto che non convince più nessuno. Infatti l’ironia è che quelli che abitano a Torvajanica, presi singolarmente, in famiglia o sul lavoro, sono perfettamente allineati al nuovo che ci ha coinvolti tutti che, bene o male, anche se non la chiamano Società Liquida, ne hanno presenti tutti i dettami e tutte le regole. E vivono, spendono e sognano nel 2017. Luigi Torreti

Rimossi i rifiuti dal piazzale dell’Eco-x

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imossi tutti i rifiuti che erano stati accatastati nel piazzale antistante il sito Eco X dopo l’incendio del 5 maggio scorso. il Comune di Pomezia ha provveduto alla pulizia dell’area dopo le ripetute ordinanze e diffide nei confronti dei proprietari della ditta, tutte rimaste disattese. Il costo dell’intervento sarà messo in carico ai proprietari di Eco X, responsabili della bonifica del sito e della pulizia dell’area. Come noto, la società non ha in questi mesi provveduto in alcun modo alla messa in sicurezza e alla bonifica, così come richiesto dall’ordinanza sindacale emessa il 10 maggio scorso. A questo punto è necessario che intervengano le istituzioni preposte: il Comune ha provveduto a rimuovere i rifiuti e ripulire il piazzale del sito; la Regione Lazio, in quanto beneficiaria della polizza fidejussoria stipulata dalla società, deve ora provvedere allo smaltimento dei rifiuti, alla messa in sicurezza, alla bonifica e al ripristino ambientale. Quando si parla di salute dei cittadini, Zingaretti cosa aspetta a intervenire?”.



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CRONACA

Il Corriere della Città Ottobre 2017

Grand Hotel Ecomostro: angoli nuovi e nuove scoperte

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entornati al Grand Hotel Ecomostro: quest’oggi il tour prevede la visione di angoli inediti e suggestivi. Attraverso le nostre foto potrete immergervi in un’atmosfera esclusiva e difficilmente riproponibile altrove. Cumuli di capi di abbigliamento vecchi e sporchi, escrementi vari, pezzi di bicicletta, avanzi di cibo, bottiglie vuote di ogni tipo, addirittura una bombola del gas, una ciotola a terra con dentro una forchetta e qualcosa che sembra

Nuovi “inquilini” all’Ecomostro ‘Resort’

tranquillità: erano vuote, così abbiamo potuto fotografare tutti i materassi che si trovano all’interno, l’angolo cottura (un fornello da campo), la dispensa (un tavolino pieno di scatolame vario), gli armadi (panni gettati a terra in maniera disordinata). Siamo poi ripassati dal “bagno” (il grosso salone pieno di escrementi puzzolenti) per poi scoprire che ci sono un paio di stanze utilizzate da magazzino di panni vecchi: cataste altissime di maglie, pantaloni e stracci informi. Ovunque il degrado più assoluto, la sporcizia peggiore, l’odore più nauseabondo.La struttura è ormai una vera e propria bomba a orologeria, anche nel senso letterale del termine. Cosa potrebbe succedere se disgraziatamente la bombola che abbiamo visto dovesse esplodere per un motivo o per un altro? Interessa a qualcuno sapere chi sono le persone che abitano all’interno di questa struttura e cosa fanno per vivere? Di tutte le forze politiche del territorio, maggioranza o opposizione che sia, solo CasaPound ha reagito all’inchiesta che abbiamo pubblicato il mese scorso, andando a vedere di persona per denunciare a sua volta lo stato di degrado.Noi invitiamo tutti gli altri partiti o movimenti a farlo, perché nessuna foto o video potrà mai rendere abbastanza l’idea di cosa ci sia qui dentro.

Rassetto quotidiano delle stanze... pappa per cani: queste alcune delle cose che abbiamo trovato nella nostra nuova incursione nella struttura degradata di piazza Ungheria, al centro di Torvaianica. Questa volta siamo entrati accompagnati dagli attivisti di CasaPound: anche loro, qualche giorno prima, avevano denunciato il gravissimo stato di degrado che riguarda l’intera area, fotografandone tutta la parte esterna e mettendo in evidenza la staccionata crollata sul lato del lungomare, ennesimo pericolo e nel contempo “tentazione” per i ragazzini della zona che hanno un vero e proprio varco per l’hotel degli orrori. Insieme ad Andrea Cincotta e altri cinque attivisti, abbiamo perlustrato la struttura in lungo e largo, forti del fatto che in gruppo non correvamo il rischio di essere aggrediti. Nella nostra esplorazione abbiamo scoperto due stanze che ci erano sfuggite nelle precedenti incursioni: entrambe utilizzate da camere da letto, sono completamente diverse tra loro. Una, al primo piano, ma in un’ala diversa rispetto a dove si trovano gli stanzoni, è l’unica che ha una vera porta: contiene un letto matrimoniale con trapunte colorate, un mobiletto, un tavolino con sopra un po’ di tutto. Il pavimento è completamente ricoperto da tappeti. A terra, appoggiata a una parete, un piatto con quello che sembra cibo per cani e una ciotola con dell’acqua. Ai piedi del tavolino addobbi natalizi, pacchi di pasta e una bombola del gas piena. L’altra stanza, invece, è più piccola e contiene un materasso con delle coperte buttate sopra, mentre per terra si notano capi di abbigliamento e scarpe, buste di plastica e rifiuti, oltre a una panca di legno messa per traverso.La prima stanza sembra quasi appartenere a un “capo”: rispetto a tutte le altre è quasi lussuosa.Continuando con il nostro giro ci imbattiamo in una persona che dorme per terra, avvolta da coperte. È un uomo talmente ubriaco da non accorgersi della nostra presenza neanche quando ci avviciniamo a pochissima distanza. Siamo quindi tornati nelle stanze già visitate ad agosto. Stavolta siamo entrati con più

Cura degli esterni...

E i cittadini si “adeguano”...

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rosegue l’iniziativa spontanea dei cittadini in merito al presidio antidegrado nella zona centrale di Torvaianica. CasaPound Italia Pomezia appoggia in pieno questo progetto e continuerà ad affiancare i residenti. Grazie al presidio svolto regolarmente la sicurezza per le strade di Torvaianica è aumentata con maggior controllo da parte delle autorità, sperando che, alla fine di questa iniziativa, il nostro territorio torni ad essere vivibile come un tempo. A settembre l’iniziativa è stata ripetuta due volte.



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INFORMAZIONE

Viva l’Italia, un paese dove sport e moda contano di più della morte di un militare in servizio...

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abriele Orlandi, 36 anni, è la vittima del tragico incidente verificatosi all'Air Show lo scorso 24 settembre. Il Capitano dell'aeronautica militare è morto alla guida dell’Eurofighter Typhoon schiantandosi nel mare di Terracina. Il caccia era decollato dall’aeroporto di Pratica di Mare quattro minuti prima dell’incidente. Ma questa non è la cronaca dei fatti, bensì l’amarezza per la scala dei valori dei media nazionali. Ho sempre sentito criticare la mia generazione (ho 19 anni) perché non abbastanza patriottica, per il poco rispetto che noi giovani abbiamo verso chi dedica la sua vita a proteggere e a portare avanti il nostro Paese. Domenica 24 settembre un Militare di soli 36 anni è morto mentre pilotava un aero-fighter durante l’airshow di Terracina e, come già successo con i due poliziotti morti in servizio per un incidente stradale a Ravenna, i TG nazionali, da quelli Rai a quelli Mediaset, passando per Sky, hanno trattato la notizia con una pochezza disarmante. Militari e forze dell’ordine, in Italia, fanno notizia solamente quando si stratta di scandali, quando è stato commesso un errore e mai quando, al contrario, ci sono avvenimenti da lodare o disgrazie che li colpiscono mentre stanno svolgendo il loro lavoro.

L’Italia s’è desta? Non credo proprio A quanto pare, per l’Italia, è più importante

parlare delle elezioni in Germania, di sfilate di moda o dell’insediamento di un vescovo. I voli annullati Ryanair sono più importanti di una vita spezzata per intrattenere noi cittadini. E così la notizia di un pilota militare, lo stesso che ci avrebbe difeso in caso di guerra, morto in volo durante un’esibizione dell’Aeronautica (quindi non mentre stava folleggiando per fatti suoi) passa in secondo piano dopo l’elezione della Merkel in Germania, delle sparate di Trump, dei continui blateramenti di Renzi, di Grillo e chi più ne ha più ne metta. Notizie importanti, certo, ma esistono anche le priorità legate al rispetto di quella che è la nostra Nazione e di chi la difende per mestiere. Come ci si può aspettare una nuova generazione patriottica quando il patriottismo non viene insegnato? Come ci si può aspettare una nuova generazione patriottica quando ci fanno capire che la moto GP o il calcio sono più importanti di una vita? Non sto chiedendo il lutto nazionale per un incidente in volo, non sto neanche chiedendo la prima pagina, sto però pretendendo che la notizia venga trattata con rispetto e dignità, non detta negli ultimi minuti dei vari telegiornali spendendoci meno parole dei caratteri permessi su Twitter. In questo momento ci sono genitori che piangono e una fidanzata in stato di shock per la perdita di un ragazzo che ha dedicato la sua vita alla nostra Nazione, morto in divisa, mentre noi vediamo

Il Corriere della Città Ottobre 2017

servizi dettagliati sul ritorno di Naomi Campbell e delle top degli anni ’90 nell’ultima sfilata di Versace. Ma d’altronde, in Italia, le notizie degne della TV sono solamente quelle in cui è possibile fare un approfondimento da Barbara D’Urso. Ciò che non mi fa completamente perdere la speranza nei confronti di questo Paese alla deriva è il cordoglio arrivato da Ministri e forze dell’ordine, sperando che sia sincero e non dettato dall’obbligo dell’etichetta. Ma ancor di più la speranza me la danno i tanti giovani che, come me, questa sera sono veramente dispiaciuti per questa vita spezzata mentre rappresentava l’Italia e a lui hanno rivolto un pensiero. Arianna Azzurra Achille “Forse il mare saprà un pò di cielo, adesso. E il cielo avrà un sapore più salato d'ora in poi. Non importa se spuma di onda o nuvola, perchè comunque l' incessante moto sarà culla per il suo riposo. Avrà ali che non lo tradiranno e sole forte che pizzicherà agli occhi di chi lo cerca col naso all'insù, ancora una volta. Perchè chi ha vissuto di volo non puoi salutarlo chinando il capo. Sarà rugiada e, a volte, vento freddo. Quella prima goccia di pioggia che ti fa capire che presto verrà giù il diluvio e poi scirocco all'improvviso. Ma non apparterrà mai alla terra. Chi ha vissuto di volo appartiene al cielo”. di Samantha Morano



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“ LA BELLEZZA DEI SOGNI”

RUBRICHE

“Il loro scopo non è quello di farti raggiungere una meta, ma di renderti felice giorno per giorno”

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Il Corriere della Città

gnuno pensa di avere sogni unici, originali ed esclusivi. Poi quando ci si confronta con gli altri ci si rende conto che questa illusione svanisce perché i sogni più diffusi tra le persone sono quasi identici, piuttosto prevedibili. Tutti sogniamo di avere più successo, di stare bene in salute, un lavoro per chi non l’ha ed uno migliore per chi già lo possiede. Negli uomini i soldi vengono visti come uno strumento per godersi di più la vita, mentre per le donne sono le basi per costruire un solido futuro. Un buon lavoro è per l’uomo quello che permette di fare carriera e di avere successo, per la donna lo strumento per realizzare se stessa. Importante è capire come vengono da noi usati e costruiti questi sogni. Per alcuni rimangono immobili nel proprio immaginario senza fare nulla perché si realizzino, li tengono lì nel cassetto come una specie di isola che non c’è, che ci serve solo per renderci più apposto con la nostra coscienza e soprattutto per giustificare i nostri insuccessi. Diverso è l’atteggiamento di chi nel realizzare un sogno, un

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desiderio, cerca di perseguirlo programmandolo nei minimi dettagli, ma poi una volta raggiunto lo scopo (..il sogno) automaticamente ne rimane totalmente deluso. Perché succede tutto ciò? Perché non hanno saputo creare, attorno al sogno, quell’alone di mistero, di desiderio che è la fase più affascinante del percorso per raggiungere la meta prefissata. Per qualcuno però, fortunatamente, le cose stanno diversamente: i sogni per loro sono un’oasi rigenerante, il momento in cui fare qualcosa che davvero piace. E’ a loro che dovremo rivolgerci per capire davvero quali sogni ci fanno bene. Spesso il vero sogno nel cassetto arriva come una specie di voce che ti chiama: di colpo, magari senza averci pensato prima, ti rendi conto che la tua strada è quella. Questi sogni si riconoscono facilmente, non sono molto elaborati, non contengono una ricetta fatta di tappe già preordinate, non sono una consolazione che usi nei momenti di crisi: sono come un fuoco, piccolo o grande, che senti dentro di te e che, ogni volta che lo assecondi, ti fa stare bene. Non sarà bello soltanto il giorno in cui si realizza ma è bello già adesso mentre è ancora in formazione perché ti fa fare cose che ti rendono felice. A occhi chiusi, immagina di scendere una scala che va in una cantina profonda, scendi sempre più in basso fino ad arrivare in una stanza immersa nel buio. Ora immagina che in fondo al buio cominci a delinearsi la forma di un oggetto: è il tuo “cassetto” nel quale sono riposti i sogni più autentici. Il cassetto è chiuso, non

puoi aprirlo, anzi non devi aprirlo e questo ti provoca un sottile piacere perché sai che all’interno ci sono riposti i tuoi più profondi desideri che nessuno può vedere.Ma attenzione a non lasciarsi prendere dai cosiddetti sogni “sbagliati”, poiché non sono davvero quelli che sentiamo “nostri”, sono sogni acquisiti, copiati da luoghi comuni, da mode passeggere, da desideri altrui: diventare un bravo avvocato come tuo padre, avere una famiglia felice come quelle che esistono solo in tv, vivere un amore romantico di quelli che si leggono nei libri. Il problema di questi sogni è che non sono tuoi: è come se uno sognasse di tornare a casa e invece che nella propria finisse in quella di un altro! Anche se lo realizzi, con molti sforzi, giunto alla meta ti senti vuoto, non provi quello che credevi avresti provato. Ci sono sogni nel cassetto che sono perfetti per te; sono come una fioritura, arriva senza fatica quando è primavera, perché quel seme c’era già e aspettava solo il momento giusto. Questi sogni puntualmente si realizzano e ti fanno stare bene, perché il loro scopo non è quello di farti raggiungere una meta, ma di renderti felice giorno dopo giorno. “Un desiderio ti fa bene se puoi anche lasciarlo lì nel tempo: si realizzerà quando sarà il suo momento”C.G. JUNG Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it

La realtà aumentata de Il Corriere della Città

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RUBRICHE 32 L'Avvocato risponde

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La consulenza legale per i lettori del Corriere della Città Il quesito del mese

“Invitato a festeggiare il compleanno di una amica presso la sua abitazione, sono giunto alla festa con la macchina nuova, una Porsche Coupè che ho parcheggiato nello spiazzo retrostante la casa. Ho incontrato al ricevimento vecchi compagni di liceo, tra i quali Carlo che alla vista della Porsche ha manifestato, da subito, il desiderio di guidarla per farci un giro. A tale richiesta ho espresso la mia contrarietà essendo nota la temerarietà e spericolatezza del mio amico alla guida di automobili. Purtroppo, a fine serata venivo avvertito che Carlo, alla guida della mia macchina, era andato a sbattere contro un’autovettura che stava parcheggiata in strada e riportava danni. Pertanto, Carlo si è messo alla guida della mia macchina nuova senza alcun consenso, senza avvertire, anzi prendendo furtivamente le chiavi del mezzo poste da me sopra un ripiano del mobile accanto al guardaroba. Vorrei sapere se sono responsabile io, proprietario della macchina, per i danni cagionati dal mio amico”.

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l suo caso specifico è disciplinato dall’articolo 2054, 3°comma c.c. La norma regola l’ipotesi di responsabilità del proprietario di un veicolo per i danni cagionati dalla circolazione del mezzo, anche quando non fosse lui a condurlo al momento del sinistro. In particolare, il 3° comma prevede che il proprietario del veicolo sia responsabile in solido con il conducente e cioè sia presuntivamente tenuto a risarcire il danno insieme e nella stessa misura del conducente, a meno che non provi che la circolazione del veicolo sia avvenuta contro la sua volontà. Quindi, dalla ratio legis della norma si evince che il proprietario sia chiamato a rispondere in via presuntiva dei danni provocati dal veicolo non già per l’effettiva disponibilità del mezzo, ma per la qualità formale di proprietario (o di usufruttuario o di acquirente con patto di riservato dominio). Pertanto, la prova della perdita volontaria della disponibilità materiale del veicolo in favore di altri soggetti (famigliari, dipendenti, amici) non dovrebbe mai essere tale da esonerare il proprietario dalla responsabilità di cui al 3° comma. Di conseguenza, il proprietario in presenza di una condotta colposa, presunta o accertata, del conducente, risponde del

sinistro perché la colpa del conducente si estende de plano sul proprietario. Si tratta, nei confronti del proprietario, di un’imputazione di responsabilità di carattere oggettivo che prescinde del tutto dal requisito della colpa di quest’ultimo. Tuttavia, ogniqualvolta non sia dimostrata la mancanza di colpa del soggetto alla guida del veicolo, la prova liberatoria sancita dal 3° comma sarà fondamentale per il proprietario per poter escludere la sua responsabilità. Riguardo a tale prova non basta l’unica dimostrazione che la circolazione del veicolo sia avvenuta senza il consenso del proprietario (invito domino) oppure in conseguenza di un affidamento imprudente, ma è necessaria la prova positiva che la circolazione sia avvenuta contro la volontà di questo (prohibente domino). La Suprema Corte ha in più occasioni chiarito la diversa rilevanza della suddetta distinzione. Infatti, la circolazione “prohibente domino” integra la sola ipotesi in cui il proprietario può invocare l’assenza della propria responsabilità e diverge dalla prima “invito domino”, perché esige l’ulteriore requisito dell’adozione di misure idonee ad evitare che terze persone possano fare uso del veicolo (Cass. Civ. sez.VI, gennaio 2016 n.1820 ). Più chiaramente, il proprietario può liberarsi dalla presunzione di responsabilità per i danni cagionati dalla circolazione del suo veicolo dando la prova del fatto di aver adottato tutte le misure idonee a prevenire che altre persone potessero entrare nel veicolo e quindi mettersi al volante dello stesso. Nel caso specifico viene a mancare da parte sua un inequivoco ed idoneo comportamento ostativo che effettivamente impedisca l’uso della macchina al suo amico. Perché lei possa ritenersi sollevato da ogni responsabilità per i danni cagionati dalla circolazione della sua automobile, dovrà fornire la prova non solo del fatto di aver espresso verbalmente il suo diniego alla richiesta di Carlo di utilizzare la macchina, ma anche dovrà dimostrare di aver adottato appropriate misure di prudenza idonee a prevenire la sottrazione e l’uso dell’automobile da parte dello stesso. Tuttavia, lei mi riferisce di aver posto le chiavi della macchina sopra un ripiano di un mobile vicino al guardaroba, in un luogo accessibile a tutti e questa condotta non è tale, secondo l’orientamento più risalente della giurisprudenza, da liberarlo dalla responsabilità che ha, come proprietario del mezzo. È doveroso ricordarle che anche in questo caso è pur sempre operante la garanzia assicurativa che la libererà dalla obbligazione risarcitoria.

Avv. Antonio Aquino


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RUBRICHE

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Evangelo di Fede in Fede “Predichiamo Cristo crocifisso”

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uesta era la predicazione dei primi apostoli e della chiesa nascente, questa continua ad essere priorità assoluta della chiesa del terzo millennio. Per esteso il verso dice così: “ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i giudei è scandalo, e per gli stranieri è pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 corinzi 1:23-24). I Giudei la ritenevano una morte obbrobriosa la morte sulla croce; Per gli stranieri e per i filosofi greci l’evangelo del Cristo morto in croce era senza senso, pazzia. Il messaggio della croce è inaccettabile e rimane estraneo alla mente naturale; ma per coloro che credono, la predicazione della croce produce salvezza, in essa è manifestata tutta la potenza e la sapienza di Dio.

Ma per quelli che sono chiamati… Ma chi sono i chiamati? Cristo Gesù ha percorso la terra della Giudea, della Samaria e della Galilea, ed in ogni luogo predicava l’evangelo della grazia; diverse volte nella Scrittura notiamo la chiamata del Messia: “Seguimi”. Così fu anche per i primi discepoli, andavano predicando nelle sinagoghe, nelle città, nelle case. Tutto ciò accade ancora oggi; la predicazione dell’evangelo di Gesù Cristo sta raggiungendo ogni angolo della terra; Dio continua a chiamare. Molti continuano a non credere, ma ciò non dipende da Dio, Dio non ha stabilito una predestinazione decidendo chi sarà partecipe della vita eterna e chi della sofferenza eterna, tutt’altro. Nel comando che diede ai suoi discepoli disse: “andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”; la chiamata di Dio è rivolta “ad ogni creatura”. Ed ancora in uno dei versi più conosciuti, così troviamo scritto: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”; (Giovanni 3:16); come dice il testo: “chiunque”, ovvero, è rivolta a tutti. Ogni uomo, nel corso della propria vita ascolta la voce di Dio. “Dio

Il Corriere della Città Numero 10 Anno 9

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EDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada” (Giobbe 33:14). La predicazione del Cristo crocifisso, risorto e vivente traccia la via che conduce alla vera vita e alla vita eterna. Dio chiama l’uomo ad uscire fuori dalla vita peccaminosa. Il sacrificio propiziatorio e la predicazione del Cristo crocifisso hanno cambiato il tempo e l’eternità di ogni uomo; in lui chi crede riceve redenzione ed è riconciliato con il Padre. C’è da dire che non esiste una posizione neutrale; il non scegliere Cristo è comunque una scelta che conduce a conseguenze eterne. E’ scelta sensata fermarsi ad ascoltare la Parola di Dio, la predicazione del Cristo crocifisso.

Potenza di Dio L’evangelo di Gesù Cristo va oltre l’essere un bel messaggio, oltre il semplice riscaldare il cuore, oltre il soddisfare la mente con belle parole; è la potenza di Dio. E’ nella potenza di Dio che Cristo Gesù nel deserto uscì vittorioso dalle tentazioni. E’ nella potenza di Dio che operò miracoli; il cieco recuperò la vista, il paralitico tornò a camminare, il lebbroso fu guarito; diverse risurrezioni ebbero luogo durante il suo ministero terreno. Uomini di Dio nel corso della storia del cristianesimo hanno operato miracoli per la potenza di Dio. Ancora oggi nelle chiese ove è predicato Cristo crocifisso, segni e miracoli accompagnano l’annuncio dell’evangelo. Ma la predicazione della croce non si limita alle potenti guarigioni le quali si manifestano nella potenza di Dio; la sapienza di Dio va oltre il periodo del tempo ed offre all’umanità salvezza eterna.

Paolo scrisse: “avete ricevuto lo Spirito”; colui che si accosta a Dio per mezzo del Cristo, riceve lo Spirito Santo e di fatto diventa il tempio di Dio; “non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio?” (1 Corinzi 6:19). Ricevendo nel proprio cuore la predicazione della croce l’uomo ritorna a camminare con Dio. Incolmabile differenza vi è tra colui che non conosce Cristo e colui che lo conosce; tra l’uomo naturale e l’uomo spirituale; vediamone la differenza tra l’uno e l’altro come espressa dalla Scrittura. Ecco l’uomo naturale: “ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sette, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso; chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio” (Galati 5:19-21). Ed ecco l’uomo rigenerato è liberato da ciò che abbruttisce il cuore umano ed è reso partecipe della natura divina: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c’è legge (Galati 5.22-24). La predicazione del Cristo crocifisso può produrre un profondo cambiamento nella tua vita; un cambiamento di natura, una nuova vita, la quale è inizio dell’eternità con Cristo. Scegli Cristo e la luce di Dio illuminerà il tuo cuore e ti condurrà a vita eterna. Per info 3358131014 evangelodifedeinfede@gmail.com

Una nuova vita Predichiamo Cristo crocifisso, il quale è risorto il terzo giorno; egli ci rende partecipi della sua risurrezione, della sua vittoria sul peccato e sulla morte, e ci conduce in un’esperienza soprannaturale; ci rende partecipi dello Spirito di Dio e di una nuova vita. Ma cosa significa essere essere resi partecipi dello Spirito di Dio? Lasciamo parlare la Parola. In Galati 3:2 l’apostolo E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Samantha Morano, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Massimiliano Gobbi, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC

CHIUSURA REDAZIONALE: 31/08/2017

STAMPA: Tipografia Graffietti

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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Mamma o manager?

M

a quanto è difficile in Italia essere una mamma lavoratrice? La legge in teoria tutela questo momento della vita di una donna, ma davvero è tutto così trasparente? Intanto cominciamo con il dire che una donna dipendente che resta incinta non può essere licenziata dal primo giorno di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bimbo. Esiste poi un periodo definito congedo di maternità obbligatoria della durata di 5 mesi, che va da due mesi prima del termine di gravidanza e tre dopo e fino al primo anno di vita del bimbo la mamma ha anche diritto a due pause di 1 ora oppure ad una pausa di 2 ore per far fronte all’allattamento. Tutto facile, che ci vuole? Non volgio entrare nella miriade di varianti relative alla gravidanza a rischio o del lavoro a rischio... la faccenda è già abbastanza articolata pure nella versione base!!! Allora dopo tre mesi le mamme dovrebbero rientrare a lavoro con la possibilità di avere la pausa allattamento.... bene... L’O.M.S. raccomanda un allattamento esclusivo al seno per almeno i primi 6 mesi.... quindi a posto: abbiamo a disposizione un anno di pause allattamento, si ma... pause di 1 ora due volte al giorno, ma teo-

ricamente mio figlio non ha orari per essere allattato, quando ha fame lo metto al seno, e poi in un’ora dovrei uscire da lavoro, arrivare a casa, attaccarlo, riuscire e tornare a lavoro, magari devo guidare e parcheggiare. Difficile, ci sto un pò stretta.... Va bene, unisco le due pause e me ne prendo solo una di due ore... e le altre poppate? Mi porto il tiralatte e magari mi chiudo 10 minuti in bagno e mi svuoto un pò il seno durante la giornata, poi il latte lo metto nella borsa frigo, lo congelo stasera e magari domani qualcuno lo darà a mio figlio con il biberon. Immaginate la scena di una routine quotidiana fatta di borse, tiralatte, contenitoiri, corse, ansie e sensi di colpa, le occhiate a metà tra la compassione e il disprezzo dei colleghi e colleghe. Quasi sempre ben presto l’allattamento si esaurise, pre stanchezza, per comodità, per praticità...per mancanza di sostgno. Dovrei pensare a lasciare il mio lavoror, ma purtroppo oggi è impensabile che un solo stipendio possa mantenere una famiglia e se prima il “non lavoro” portava a non fare figli, oggi “il lavoro” porta a non poterseli permettere per mancanza di tempo. Nel resto d’Europa esistono delle realtà consolidate che garantiscono alle donne la possibilità di vivere la propria maternità e la propria affermazione professionale senza scintille emozionali. Nel resto d’Europa (Germania, Olanda, Norvegia) esistono sussidi e agevolazioni per le mamme, ma anche lunghi periodi di congedi per maternità e paternità spesso obbligatori, esistono contratti di lavoro part time opportunamente studiati, le scuole restano aperte fino alle 18, durante le vacanze esistono attività sportive a basso costo... insomma fare 3 o 4 figli diventa una scelta possibile. Addirittura in Norvegia la mamma può scegliere se rimanere con il proprio bimbo per un anno intero, percependo comunque il suo stipendio,

Il Corriere della Città Ottobre 2017

oppure se sfruttare un asilo gratuito!! Sembra un paradiso!! In Italia la realtà è ben diversa, succede adirittura che una volta rientrate a lavoro si venga considerate come appena guarite da una malattia potenzialmente letale o addirittura di dover ricominciare dal basso a fare carriera perchè il proprio ruolo è stato abolito, sostituito o coperto da altri. Senza contare e, questo è davvero sonvolgente, che a volte alle giovani donne assunte viene chiesto di impegnarsi a non rimanere incinte per un certo numero di anni, o addirittura si chiede di firmare direttamente una lettera di licenziamento da usare al momento giusto. In un contesto in cui le donne non ricevono aiuti e sostegni reali, conciliare la nuova condizione di mamma, le eventuali emergenze, magari visite mediche, la normale gestione famigliare con il bisogno di riaffermarsi sul posto di lavoro diventa una lotta titanica. Senza contare il rischio di divetare vittime di mobbing sottile o dichiarato una volt rientrate a lavoro. E poi vogliamo parlare dei commenti di amici, parenti e sconosciuti? Eh si’, parliamone! La situazione è quella che è e i genitori che non possono contare sull’aiuto di nonni e zii si affidano ad un asilo. Si sa che entrare in un asilo comunale non è così ovvio e quindi per necessità ci si rvolge ad asili provati con un costo non sempre così accessibile e la prima domanda che ci si pone è “Ne vale la pena?” “Che senso ha lavorare per poi spendere tutti i soldi per l’asilo?”” E questi figli con chi crescono?” “Non si mettono al mondo figli per poi non occuparsene!” Ci stiamo confondendo! Signori e signore la maternità non prosciuga il cervello di una donna, anzi ne incrementa le capacità di problem solving, di organizzazione, le competenze e la fiducia nei porpri mezzi! Alcune aziende hanno fatto delle loro mamme un valore aggiunto e non un peso. Sicuramente il mondo femminile è una realtà complicata, in una donna si racchiudono tante “personalità”. Una donna ha bisogno di affermarsi come donna, come moglie o compagna, come madre, ma anche come donna in carriera! La nascita di un figlio è un momento unico che sancisce la nascita di un nuovo ruolo, quello di madre, ma questo non esclude tutti i precedenti ruoli esistenti... sideve integrare. Una mamma che vuole mantenere un proprio ruolo nel mondo del lavoro non è una madre meno attenta di quella che sceglie di dedicarsi completamente alla crescita dei figli, ma semplicemente una mamma. La qualità del tempo che si passa con i propri bimbi non ha niente a che vedere con la quantità. Una donna serena ed appagata, sarà anche una mamma più serena e attenta. Il vero problema non sono le ambizioni delle donne, ma i pregiudizi, l’ignoranza e la società non a misura di mamma e bambino, ma forse anche di donna, in cui viviamo. Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it


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SPORT

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Dilettanti: il punto sull’Eccellenza

Foto: Fiatti.com

Pomezia Calcio La squadra allestita da patron Bizzaglia è sicuramente la più accreditata per la vittoria finale del Girone B di Eccellenza. Il Pomezia inizia il campionato con una bella vittoria fuori casa contro l’Aces Casal Barriera dove passa per 13, le reti sono messe a segno da Panella, Scacchetti e Gamboni. La seconda giornata da che si sarebbe dovuta disputare il 10 settembre contro il Latina Scalo Sermoneta è stata rimandata al 4 ottobre, la gara è stata rinviata a causa del nubifragio che si abbatté su Pomezia e non solo. La terza giornata del Pomezia Calcio è quella che fino ad adesso fa più notizia, infatti i ragazzi di mister Gagliarducci sono stati battuti fuori casa contro l’Almas per 0-1 da un gol di Colasanti, viziato da un fuorigioco abbastanza evidente. I rossoblù però, non si sono abbattuti, anzi, hanno reagito subito alla quarta giornata con la malcapitata Roccasecca: i biancoazzurri sono stati travolti da ben 6 gol messi a segno da Tajarol (doppietta), Scacchetti, Panella, Gamboni e Giannone. La quinta giornata, che sulla carta sarebbe dovuta essere abbastanza ostica, è stata pura formalità al comunale di Maranola

contro il Formia: il punteggio finale è stato di 0-4 con i soliti marcatori, ovvero Scacchetti, Fanasca, Giannone e Tajarol. Il bottino è di 9 punti in 5 giornate, di cui una ancora da recuperare.

Unipomezia

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Calcio a 5 - C1 Fortitudo Futsal Pomezia, esordio a due volti

na vittoria e una sconfitta. Gioia a metà per la F.F. Pomezia nel girone B di C1: dopo aver battuto all'esordio la Vigor Perconti per 3-1 (Cavalieri, Lippolis, Zullo) il sodalizio pometino non è riuscito a ripetersi contro la Italpol, cedendo il passo per 5-3. Classifica: solo Anziolavinio e Minturno a punteggio pieno dopo i due turni disputati.

T

orna Pontina Calcio a La società di Valle nemmeno scherza 7, una delle principali nel girone A. La prima giornata è in manifestazioni sportive casa e i crimsini non hanno difficoltà sul territorio dedicata ai giocatori non tesserati. Alnel battere la matricola Monte Grotte l’esordio vincono Bochiccio Porte, Birringham City, Celoni con i gol di Tozzi, Valle e Sa- Tabularasa, Sky Garden, Aston Birra e Ofip. Non è anvone. La seconda giornata, su un data oltre il pari la Cavallino Car Service, fermata sul campo abbastanza ostico come quello 2-2 da Coiffeur da Graziella: il sodalizio guidato da del Cynthia, i rossoblu fanno 1-1 con Alessandro Vita si è portato per due volte in vantaggio, un punteggio riacciuffato nella ri- dapprima con D’Angeli, poi segnando con il solito Gupresa dal solito Marco Lupi. Anche glielmi, ma è stato in entrambi i casi raggiunto. A pel’Unipomezia ha un’ossatura molto sare anche l’assenza del portiere Grossi. forte su cui puntare e lo dimostra anche nella terza giornata con il 3-1 per 4-1, l’unico gol messo a segno dal solito sul Boreale Don Orione con le marcature di Tozzi. I ragazzi di mister Totò Cangiano però, Lupi (doppietta) e Tozzi. L’Unipomezia ha an- si rifanno subito in casa con un netto 4-0 sul cora qualcosa da mettere sui binari giusti visto Real Monterotondo che si fa un autogol e subilo scivolone nella quarta giornata fuori casa con sce le reti di Spaziani, Tozzi e Lupi. Dopo 5 il Città di Ciampino con una sconfitta rovinosa giornate la classifica dice 10 punti in classifica e secondo posto in classifica a pari punti con l’Eretum Monterotondo e dietro il Città di Ciampino.

Nuova Florida La compagine ardeatina è la vera rivelazione del girone B di Eccellenza. I biancorossi trovano il primo successo stagionale alla prima giornata in casa contro un’attrezzata Cavese, grazie al gol di Cesaro. Le grandi qualità della società presieduta da Franco Marcucci vengono fuori nella vittoria fuori casa contro il Montespaccato per 2-3, con le marcature di Mangiapane, Cassetti e Di Bari. Il Nuova Florida impatta alla terza giornata contro un duro Virtus Nettuno Lido, dopo il vantaggio messo a segno da Mariani si fa riagguantare il punteggio e finisce 1-1. Gli ardeatini non sono sazi e vincono per la seconda volta in trasferta alla quarta giornata per 1-3, questa volta sul campo del Play Eur dove vanno a segno Mucili (doppietta) e Visconti. I biancorossi impattano nuovamente alla quinta giornata contro una quadrata Arce per 1-1 ed è il solito Di Bari ad andare a segno. Dopo 5 giornate il Nuova Florida è secondo nel raggruppamento B di Eccellenza dietro solo alla Virtus Nettuno Lido. (continua)


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Promozione, buon avvio per l’Airone Calcio

SPORT

Foto: Fiatti.com

(segue) Airone Calcio La squadra allestita alla corte di Mister Salotti non è per niente male e lo dimostrano i risultati. Alla prima giornata, gli ardeatini si impongono per 0-3 sul campo del SS Michele e Donato grazie ai gol di Piccini, Sammarco e un’autorete. L’Airone impatta alla seconda giornata con un pirotecnico 3-3 contro i biancoverdi del Dilettanti Falasche: a mettere il nome sul taccuino ci pensa ancora una volta Sammarco, Celiani e Seferi. I ragazzi di Mister Salotti si rifanno subito e vincono in casa all’inglese contro il Pranaeste Carchitti grazie al classe 96’ Giordano Ranucci ed al ’98 Alessio

Berardi. La gioia in casa ardeatina viene subito smorzata alla quarta giornata fuori casa contro il Frascati, Bilancini e Feola non bastano e finisce 4-2. La quinta giornata sembrerebbe quella del riscatto ma il Fonte Meravigliosa e non regala nulla e riagguanta il risultato di 2-0 con le marcature di Sammarco e Oliva, la partita finisce 2-2. Dopo 5 giornate l’Airone Ardea è quinto, in piena corsa per l’Eccellenza. Manuel Ferrara

Torvaianica: Andrea Balzer campione europeo Vela Sunfishil

Francesco Lomasto Campione”

Francesco Lomasto supera ai punti Randazzo e riconquista il titolo italiano dei superleggeri. L’incontro si è svolto Al Palasport di Viale Tiziano a Roma.

Il Corriere della Città Ottobre 2017

Palalavinium allagato

Palalavinium chiuso per un mese a Pomezia. La struttura non ha infatti “retto” alle forti piogge che hanno interessato il territorio dieci giorni fa ed è attualmente inutilizzabile. Straordinarietà delle avverse condizioni meteo? Scarsa manutenzione nel corso del tempo? Ormai è senz’altro troppo tardi per interrogarsi sulle cause fatto sta che, prendendo atto di quanto successo, non resta che sperare che i lavori di manutenzione - costo stimato 25.000 euro circa - possano sistemare una volta per tutte uno dei migliori impianti del territo-




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