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Anno 10 Numero 10
OTTOBRE 2018
libertà informazione politica cronaca cultura sport
Dopo 9 anni c'è ancora il Corriere in città
SPO
Ottobre 2009 - Ottobre 2018: un grazie speciale a voi lettori
Pag. 6
Caso Unicoop Tirreno: a rischio i due supermercati di Pomezia ARDEA - POMEZIA
Vincolo MiBact: il 16 prima udienza al Tar
Le posizioni a confronto: il Sindaco risponde sul ricorso (bocciato) costato 12.500€
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TRUFFA A POMEZIA?
Firme false per intascare i soldi dell'assistenza ai disabili
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L'inchiesta
Da pag. 14
Ardea, è boom di furti: tre domande al Sindaco
Pag. 18
POMEZIA LIGHT FESTIVAL
Pomezia Light Festival
2° edizione
OTTOBRE 2018 NUMERO 10
www.ilcorrieredellacitta.com
Da Pag. 26
L'EDITORIALE: 9 ANNI DEL CORRIERE
POLITICA ARDEA&POMEZIA Coop di Pomezia a rischio cessione..................p.6 Speciale scuola: la telenovela vaccini.......pp.12-13 Vincolo MiBact: posizioni a confronto........da p.8 CRONACA Ponte sulla Pontina pericoloso.......................p. 16 Largo Columella: tutti contromano!...............p.22 Distacchi Acea, ci risiamo...............................p.24 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG.28
Al via i campionati: il punto sulle squadre di Pomezia e Ardea SPORT
Pag. 36
Buche Ardea: torna il Pag. 10 bollettino che le "conta"
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EDITORIALE
Il Corriere della Città ottobre 2018
Nove anni di informazione libera: il Corriere è ancora in città ttobre 2009: per la prima volta i cittadini di Pomezia e Ardea si “ritrovavano” tra le mani Il Corriere della Città, che usciva con il suo numero zero. Da allora sono passati nove anni. 108 mesi in cui l’informazione che abbiamo voluto trasmettere con questo giornale si è trasformata, è cresciuta nei contenuti, nei mezzi (basti pensare al fatto che siamo stati il primo giornale di Pomezia e Ardea a sbarcare online come quotidiano) e nelle persone. Anni di novità anche incredibili, come i video sull’edizione cartacea e, ancor più, l’avatar con la lingua dei segni LIS negli articoli dell’edizione online, unici in Italia. Vorrei riportarvi, non tanto come direttore e creatrice di questo progetto editoriale, ma come persona appassionata del suo lavoro, le parole-sfogo che qualche giorno fa ho scritto sul mio profilo Facebook, perché riportano quello che è il mio sentimento verso questo giornale, i suoi collaboratori e i suoi lettori. “9 anni fa, proprio in questi giorni, stavo lavorando per costruire la mia "creatura". Un sogno che piano piano doveva essere trasformato in realtà, parole che dovevano essere messe su carta, nella speranza che fossero lette e apprezzate. In questi 9 anni spesso il sogno è stato sul punto di diventare un incubo. Sono stati 9 anni di sacrificio, di duro lavoro, di lacrime e sangue, di momenti esaltanti, di speranze e illusioni, di delusioni e sconforto. Di incoraggiamenti, ma anche di critiche feroci, di prese in giro, di tentativi di smontarmi. Di sensi colpa per il tempo sottratto a tutto il resto. Quante notti insonni, quante volte ho detto a me stessa: "Resisto altri 3 mesi, poi mollo tutto". E i 3 mesi passavano diventavano 6, 12... E poi ritornava il periodo critico e si ricominciava con il "Se non cambiano le cose entro altri 3 mesi, stavolta basta davvero. Chiudo tutto e vaffanculo". E invece resistevo ancora, stringendo i denti, ingoiando rospi e delusioni. Per orgoglio, per tigna, perché non mi piace mollare. Perché i sogni si inseguono fino ad acchiapparli, è vero, ma poi bisogna cercare di non farli morire, altrimenti averli presi non serve a niente. E ogni traguardo raggiunto era un balsamo che asciugava le lacrime e faceva scordare la fatica. Adesso, se mi guardo indietro, vedo che la determinazione, o meglio l'incoscienza, mi ha portato a dare un lavoro a giovani capaci e preparati. Mi ha portato a creare qualcosa dal niente. Mi ha portato ad avere migliaia di lettori che quotidianamente seguono la mia "creatura", che si affidano al team che nel frattempo ho costituito, che si rivolgono a noi per segnalare problemi, che chiedono aiuto, o che semplicemente vogliono rendere noto qualcosa. Purtroppo mi ha portato
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anche a perdere tanto a livello personale... Ma se mi guardo indietro capisco che non mollare mai non è stato del tutto sbagliato. E se guardo al futuro... ci sono altri traguardi che vorrei raggiungere, altri sogni che vorrei realizzare. Due su tutti... Stavolta non mi do 3 mesi: me ne servono almeno 6 per il primo, mentre per l'altro, forse il più importante della mia vita... chissà se mai si avvererà. Io ci proverò, nonostante tutto, nonostante tutti...” Vorrei concludere ringraziando i lettori: abbiamo iniziato questo decimo anno di
attività con una media di 1.000.000 visualizzazioni mensili sul nostro sito, un risultato inimmaginabile qualche tempo fa. Grazie per la vostra fiducia: continuate a seguirci, a mandarci segnalazioni, critiche, indicazioni. Perché il nostro giornale avrà senso fino a quanto lo sentirete vostro. Maria Corrao
Perché i sogni si inseguono fino ad acchiapparli, è vero, ma poi bisogna cercare di non farli morire, altrimenti averli presi non serve a niente. E ogni traguardo raggiunto era un balsamo che asciugava le lacrime
La copertina del primo anniversario: Il Corriere della Città di Ottobre 2010
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POLITICA
Il Corriere della Città ottobre 2018
Rischio cessione per le due Coop di Pomezia avoratori dei negozi Coop a rischio licenziamento: il Mise si schiera con loro. Il ministero retto da Di Maio intima all’azienda il blocco del nuovo piano industriale, che prevedeva la cessione di due punti vendita di Pomezia (Via Cavour e 16 Pini), oltre che a quelli di Frosinone, Fiuggi, Colleferro, Aprilia e Velletri. Ma la Unicoop Tirreno smentisce gli esuberi. Ballano 270 posti di lavoro Il primo round della battaglia sembrano averlo vinto loro: i 270 lavoratori a rischio licenziamento degli otto negozi Coop del basso Lazio, tra cui i due di Pomezia (a via Cavour e a 16 Pini), che l’azienda vorrebbe cedere ad altri operatori commerciali. Il Ministero dello sviluppo economico, retto dal vicepremier, nonché ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha infatti accolto la richiesta delle sigle sindacali: intimare il blocco del nuovo piano industriale e l’imminente cessione dei punti vendita e prevedere un tavolo con i rappresentanti della Cooperativa e le parti sociali per un nuovo accordo a tutela dei dipendenti. La bufera tra gruppo e Sindacati La bufera è scoppiata lo scorso 5 settembre, quando la decisione di “tagliare i rami secchi” è stata comunicata da Unicoop Tirreno (il distaccamento del sistema Coop per Toscana, Lazio, Umbria e Campania) ai sindacati durante una riunione con gli stessi. La causa dichiarata del taglio è la necessità di ridurre i costi per migliorare un bilancio in passivo di milioni di euro. Questo significa vendita degli otto negozi (con i saldi maggiormente in negativo) e revisione del contratto integrativo aziendale, con diminuzione dei compensi orari. La comunicazione ha colto di sorpresa dipendenti e soci della Cooperativa, che si sono detti in massa contrariati per non essere stati né avvertiti e né interpellati in merito a questa decisione. Gli scioperi Le sigle Uiltucs, Fisascat Cisl e Filcams Cgil hanno subito reagito annunciando lo sciopero nazionale dei lavoratori, che si è tenuto il 26 settembre. La loro posizione è stata da subito chiara: non si può far pagare interamente il conto di quella che considerano una “scarsa capacità imprenditoriale” ai dipendenti. Con l’occasione, inoltre, hanno denunciato i tentativi di cedere in franchising dei negozi e di terziarizzare i reparti pescheria, scelte che ritengono aver “prodotto contenziosi legali” e “danneggiato l’immagine della cooperativa” facendo “perdere i clienti”. Il Mise, vista la dichiarazione di agitazione, ha allora convocato un incontro in ministero con membri dell’azienda, lavoratori e sindacalisti per lo stesso 26 settembre.
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I dipendenti di Pomezia, intanto, il 22 sono scesi in piazza di fronte al Comune, per denunciare il loro stato di incertezza e chiedere l’appoggio del sindaco Zuccalà. La Regione Lazio si è subito schierata con loro, convocando un giorno prima dello sciopero un incontro presso il suo assessorato al Lavoro, guidato da Claudio Di Berardino, con tutti i
La versione di Unicoop Tirreno Subito dopo l’annuncio da parte dei sindacati dei “risultati” raggiunti, però, è arrivata una nota della Cooperativa. L’azienda ha respinto tutte le accuse, sostenendo di voler vendere ad un operatore commerciale “di primaria importanza nel panorama della grande distribuzione” e che “nessun dipendente sarà licenziato”. Inoltre ha spiegato di essere costretta a questa vendita anche per avere le risorse necessarie a ristrutturare i 20 negozi rimanenti nelle 4 regioni. Sul fronte dei salari, infine, ha annunciato la volontà di ridiscutere il contratto integrativo aziendale (“vecchio” di 12 anni) assieme alle parti sociali per costruirne uno nuovo, fondato “sul principio di equità nei trattamenti, sulla corrispondenza tra costi e risultati aziendali e funzionale al piano di rilancio della Cooperativa”. Giacomo Andreoli
Sopra: il punto vendita di Via Cavour a Pomezia; sotto: sit-in in Piazza Indipendenza sindaci delle città laziali coinvolte. In quell’occasione Zuccalà ha parlato di “confronto costruttivo” per venire incontro alle “necessità e le urgenze dei lavoratori”. Per questo una delegazione dei sindaci si è recata all’incontro al Mise, mentre all’esterno manifestavano pacificamente circa 1500 dipendenti Coop. A partecipare, infatti, non sono stati solo i pomentini e gli altri a rischio, ma anche i lavoratori dei negozi di Roma, che temono di subire prima o poi un destino simile ai colleghi del basso Lazio.
Il MISE ha accolto la richiesta delle sigle sindacali: intimare il blocco del nuovo piano industriale e l’imminente cessione dei punti vendita
Manifestazione dei lavoratori Coop sotto il MISE: il Ministero sceglie di stare con i dipendenti
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POLITICA
Il Corriere della Città ottobre 2018
Vincolo, bocciato il ricorso del Comune: la replica di Zuccalà stato bocciato clamorosamente dal Ministero dei Beni culturali il ricorso gerarchico presentato dal Comune di Pomezia il 21 dicembre 2017 avverso il provvedimento di vincolo denominato “Ambito delle tenute storiche di Torre Maggiore, Valle Caia ed altre della Campagna Romana nei Comuni di Pomezia ed Ardea”. Il Comune di Pomezia e il Vincolo Un atto, quello del vincolo MiBact posto a tutela del territorio di Pomezia e Ardea, mai digerito dal Comune di Pomezia che si era messo subito in moto per cercare di contrastare il vincolo con ogni mezzo. Se da un lato l’amministrazione a guida 5 stelle si era infatti dichiarata “in sostanza” a favore del vincolo MiBact dall’altro, nei fatti – chiedendo un ridimensionamento dell’area e delle modifiche ben specifiche (come ad esempio lo svincolo del lotto dove dovrebbe sorgere Cogea, ndr) – ne ha da sempre messo in discussione natura ed efficacia in nome “dello sviluppo economico ed occupazionale dell’area”. Il provvedimento del ministero di fatto, andando a tutelare l’unicum paesaggistico di grandissimo valore storico” che l’area dei 2.000 ettari rappresenta, blinda il territorio vietando “nuove costruzioni e attività industriali in quel territorio” in una zona già ampiamente sfruttata indiscriminatamente negli anni. E per questo è stato attaccato con decisione per chi – e parliamo non solo di privati ma anche di politici – in quella zona vorrebbe continuare a vedere solo capannoni, industrie pesanti (e di rifiuti), impianti a R.I.R. e null’altro. In barba a natura e storia. 12.500 euro per un ricorso "inammissibile" Tra le strade intraprese dall’allora Sindaco Fucci avverso il procedimento ministeriale, ma non l’unica, c’era stata, per l’appunto, anche quella del ricorso gerarchico (un'iniziativa con cui un ente contesta la decisione di un ente superiore, ndr). L’atto era stato inoltrato dall’allora giunta attraverso l’avvocato Leoncilli ma è stato definito “inammissibile” dal Ministero in quanto tale tipo di ricorso non può essere presentato contro un decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (come quello in oggetto, ndr) che è già “un atto definitivo”; senza contare che – proseguono le motivazioni – “l’istituto del ricorso gerarchico presentato
avverso vincoli paesaggistici non è contemplato dalla disciplina contenuta nella parte terza “beni paesaggistici del D.lgs n.42/2004 “Codice dei beni culturali e paesaggistici”. “Avverso tali atti”, chiosa la Direzione Generale Archeologia Belle Arti e paesaggio, “sono ammessi i ricorsi giurisdizionali al Tar oppure al Presidente della Repubblica”. Insomma, un’iniziativa, se davvero lo scopo del Comune di Pomezia era quello di far valere le proprie posizioni, che si rivela oggi del tutto inutile e illogica dal punto di vista tecnico-giuridico. Peccato però che, a causa di tale procedimento, siano stati spesi circa 12.500. Possibile che negli uffici comunali nessuno sapesse questa cosa? Ci pare davvero strano. Ma se così fosse i dubbi si sposterebbero semplicemente altrove: chi ha ricevuto l’incarico di produrre tali incartamenti, non sapeva a cosa sarebbe andato incontro? E allora ribadiamo il medesimo commento di cui sopra. Senza contare che quei 12mila euro confluiscono in quei famosi 65mila euro piovuti nelle tasche dello stesso avvocato con affidamenti diretti sempre per lo stesso motivo: contrastare il vincolo chiedendone un significativo ridimensionamento. Una scelta, quella del Movimento 5 Stelle prima con Fucci e proseguita poi con Zuccalà, secondo noi assai discutibile già sul piano ideologico – che ignora peraltro la posizione più volte sostenuta da cittadini e associazioni con raccolte firme e di fondi – figuriamoci su quello economico considerando tutti i problemi che affliggono la città: era infatti così necessario spendere quasi 70 mila euro (di cui 12mila totalmente gettati al vento come visto) per tentare di abbattere – è inutile girarci attorno – il vincolo? Senza contare che, qualora il Vincolo dovesse essere bloccato, si spalancherebbero le porte a tutta una serie di impianti (parliamo almeno di tre centrali a biogas di futura o possibile realizzazione) per il trattamento dei rifiuti, con Cogea in testa, oltre a tutta una serie di capannoni, l’ampliamento dell’interporto e una nuova area per lo scalo ferroviario. Parla il Sindaco di Pomezia Il Comune di Pomezia ha speso circa 12.500 euro per il ricorso gerarchico avverso il vincolo proposto dal MiBact che però è stato dichiarato inammissibile. Come è stato possibile commettere un errore del genere? "Il ricorso gerarchico viene inviato all’organo
sopra ordinato, in questo caso al Mibact, il quale, nello specifico, alla luce del fatto che nel frattempo sono stati proposti più ricorsi al Tar da parte di altri soggetti, ha rimandato la trattazione della vicenda in quella sede e alla presenza di tutte le parti, anche se l'interesse del Comune, come anticipato più volte, è ottenere una rimodulazione del vincolo in oggetto evidenziando e ribadendo le necessità di sviluppo, anche conciliandole con quelle del nostro patrimonio paesaggistico". L'iniziativa legale può considerarsi uno spreco di soldi pubblici? "Il ricorso gerarchico è uno strumento che offre la possibilità di interloquire tecnicamente con l’Ente sopra ordinato per richiedere una valutazione più approfondita delle osservazioni tecniche formulate appunto per rivedere la geometria/perimetro del vincolo per come ideato. Non vedo lo spreco di soldi pubblici, anzi era stata intrapresa questa iniziativa proprio per evitare gli ulteriori contenziosi che invece hanno proceduto per la loro strada. Il dialogo tra Enti dovrebbe essere sempre perseguito laddove possibile e l’Amministrazione comunale ha inteso appunto riproporre le proprie ragioni, che ribadisco non sono come quelle dei privati, cercando un puntuale confronto tecnico sull’estensione del perimetro del vincolo, che potesse far comprendere le aspettative di sviluppo del Comune di Pomezia, il quale non deve, e non può, essere ritenuto meno importante di altri Enti". Qualora il vincolo dovesse rimanere così come è stato concepito quali saranno le prossime mosse del Comune? "Proprio sulla scia di tutte le attività intraprese, abbiamo avuto un primo contatto sia con la Soprintendenza che con il Ministero per far comprendere e far valutare le necessità della zona industriale e studiare quindi possibili soluzioni di integrazione e valorizzazione dell’area a patrimonio paesaggistico con l’attuale contesto, ipotesi che si ritiene praticabile, potendo far conciliare i due profili, anche alla luce dell'attuale assetto dell'area territoriale in discussione". Il Comune di Pomezia, sin dall'inizio della vicenda, ha chiesto delle modifiche all'area sottoposta a vincolo. Ma è possibile pensare anche ad un piano "B"? Ovvero: se il territorio dovesse rimanere 'blindato', come si augurano cittadini e associazioni, perché non ipotizzare un Cogea e non solo: il Comune di Pomezia ha chiesto modifiche al vincolo: "Si blocca lo sviluppo" futuro, anche economico, di tipo diverso? Pensiamo al turismo enogastronomico, all'espansione dell'agricoltura oppure alla valorizzazione delle vie culturali: cosa ne pensa? "Chiaramente si, e non lo definirei un piano B perché la valorizzazione della vocazione agricola della nostra campagna, così come lo sviluppo del turismo culturale, paesaggistico, archeologico, storico ed enogastronomico è tra i nostri obiettivi. Come ho dichiarato più volte, considero il vincolo un’opportunità, a prescindere da come si concluderà la vicenda".
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Era così necessario spendere quasi 70 mila euro per contrastare il provvedimento del Ministero schierandosi con i privati?
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POLITICA
Il Corriere della Città ottobre 2018
Vincolo MiBact, conto alla rovescia per l'udienza al Tar: ma l 16 ottobre il Tar del Lazio si esprimerà nel merito su tre dei ricorsi presentati avverso il vincolo promosso dal MiBact e denominato “Ambito delle tenute storiche di Torre Maggiore, Valle Caia ed altre della Campagna Romana nei Comuni di Pomezia ed Ardea”. Si tratta delle istanze presentate da Cogea, Fial, Elma Real Estate srl - che non sono le uniche ma il Tribunale Amministrativo si esprimerà anche sulla Valutazione d’Impatto Ambientale rilasciata a luglio 2017 a Cogea per la quale Latium Vetus, il CdQ Santa Palomba e 15 cittadini avevano chiesto e ottenuto la sospensiva. Il Comune di Pomezia sarà di nuovo presente al fianco dei privati (per ribadire la sua posizione: una riduzione delle aree vincolate), tra cui Cogea, che chiedono lo stralcio del provvedimento; dall’altra parte, a sostegno del ministero, troviamo nuovamente Latium Vetus e il Comitato No Biogas Pomezia. Sentenza entro 90gg. Intervista doppia: i favorevoli al vincolo Ne parliamo con Giacomo Castro di "Latium Vetus" e Diego Casubolo di "No Biogas Pomezia". Il ricorso gerarchico presentato dal Comune di Pomezia è stato dichiarato inammissibile: è stato uno spreco di soldi pubblici? Castro: “Noi non siamo giudici, quindi noi non sappiamo se ci sia stato o meno uno spreco di soldi pubblici ma certo il dubbio rimane. L'avvocato del Comune, nonostante la legge sia chiara, ha scelto di prendere una strada diversa che però si è rivelata impraticabile; detto ciò crediamo sia materia da Corte dei Conti, pensiamo sia l'organo deputato ad esprimersi in merito” Casubolo: "A noi preme mettere l’accento sulla condotta tenuta dal Sindaco Fucci nella circostanza: a dicembre 2017 conferiva il mandato all’avvocato Leoncilli senza nessuna forma di pubblicità e trasparenza. Fucci ha poi sostenuto che la posizione del Comune di Pomezia era nota, ma questa fantomatica “posizione” non la troviamo in nessun atto ufficiale né di Giunta tantomeno di Consiglio comunale. Chi ha deciso? Non è chiaro. Per quanto attiene le valutazioni di natura economica, attendiamo che si pronunci il Sindaco Zuccalà; oltre 12.000 euro per un ricorso gerarchico giudicato inammissibile ci sembrano un fatto grave. Non si può tacere" Il prossimo 16 ottobre si terrà un'udienza importante per il futuro del vincolo: quali sono le vostre sensazioni? Castro: “Non abbiamo sensazioni. Insieme al nostro avvocato ci siamo costituiti, abbiamo preparato delle nostre memorie, le migliori possibili che si potevano realizzare su questo caso; abbiamo prodotto delle ragioni, motivandole, a nostro giudizio forti e valide. Ci siamo mossi in modo critico e scientifico: sappiamo che stiamo portando avanti una battaglia per un'area che merita di essere difesa. Poi saranno i giudici ad esprimersi. Certo, se non avessimo avuto validi motivi per difendere quell'area non
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avremmo portato avanti tutte queste iniziative” Casubolo: "Le nostre sensazioni sono quelle di essere dalla parte della ragione e di aver interpretato il sentimento comune. Chi, come l’Amministrazione a guida M5S si ostina ad attaccare il Vincolo conoscerà, ancora una volta, il sapore della sconfitta. Noi glielo abbiamo detto fino allo sfinimento" Chi è contrario al vincolo parla di perdita, in caso di conferma del vincolo, di sviluppo economico e lavoro. Quale potrebbe essere allora un futuro alternativo per l'area? Castro: “E' questo il tema centrale dell'intero dibattito. Questi temi sollevati continuamente, quasi a sfiancare l'opinione pubblica, non siano altro che uno specchietto per le allodole. La visione di chi propugna “soldi subito” è molto limitata e ovviamente muove in una sola direzione che è quella di cui parlavamo prima: consumo di suolo nel nome di posti di lavoro, economia di scala e via discorrendo. A noi basta fornire un dato: quanti capannoni sono stati fatti dal 2000 ad oggi? E a fronte di questi stabili ad uso industriale quanta ricchezza è stata prodotta? Poca. Quanto lavoro produce la logistica? Pochissimo. In queste operazioni c'è sempre e solo speculazione, non c'è ricchezza, è la solita visione piccolo-borghese limitata a favore dei soliti noti. La nostra proposta per quelle terre va in tutt'altra direzione perché, ribadiamo, ne conosciamo il valore e quello che possono dare. Oggi c'è la possibilità di sviluppare collegamenti turistici inter-territoriali con Roma, cammini, agriturismi e quant'altro ma serve anche la volontà di farlo, di provare a cambiare mentalità”. Casubolo: "Pomezia deve decidere una volta per tutte se puntare sul turismo e sulla valorizzazione agricola del territorio o puntare sulla logistica e sulle industrie. Entrambe le scelte sono legittime e porterebbero occupazione, sviluppo e crescita economica. L’unica compressione sul piano occupazionale si ha tenendo il piede in due staffe; Pomezia allo stato attuale non è un polo logistico di eccellenza e non è un polo turistico di eccellenza; oggi, è noto, i posti di lavoro si creano con progetti che puntino sull’alta qualità dei servizi offerti, siano essi di natura industriale o turistica". Un messaggio per il Sindaco Zuccalà in vista dell'udienza del prossimo 16 ottobre? Castro: “Non è nostro interesse lanciare messaggi al Sindaco. Mi auguro solo che, a margine di questa vicenda, si inizi a parlare seriamente di valorizzazione del territorio. La precedente amministrazione ci ha lasciato seri dubbi, con la nuova staremo a vedere. Per il resto continuiamo a sollevare tutte le nostre perplessità nei confronti di un Comune che, oltre al ricorso gerarchico, si è costituito a fianco dei privati al Tar. Noi siamo convinti che l'ente locale avrebbe dovuto pensare a governare il suo territorio, cercando di preservarlo e non tentando di distruggerlo in nome di quella visione che, come visto, secondo noi non è più sostenibile e soprattutto non dà nemmeno quello sviluppo e quel lavoro che dicono di voler salvaguardare!
Pensiamo al caso dell'Ilva: fin dove ci si può spingere in nome del lavoro? L'occupazione deve essere sana, rispondere ai criteri di sostenibilità, e non a quelli di distruzione del territorio, inquinamento, peggioramento delle condizioni di salute. Le due cose devono essere legate, non andare una contro l'altra. Non abbiamo bisogno di questo. Il Comune di Pomezia, avendo preso visione di un provvedimento di un ente superiore, non avrebbe dovuto prendere parte nella questione, lasciando ai giudici il compito di decidere". Casubolo: "Al Sindaco Zuccalà, come al suo predecessore Fucci, non abbiamo più nulla da dire, siamo e ci muoviamo su piani differenti e inconciliabili. L’unica cosa che gli chiediamo è onestà intellettuale, e conseguentemente, ribadiamo che attendiamo le sue valutazioni sul ricorso gerarchico giudicato inammissibile". Siamo all'indomani della sentenza: come proseguirà l'azione di Latium Vetus e No Biogas Pomezia in un caso o nell'altro? Castro: “Noi non organizziamo la nostra attività sulla base dell'udienza. Noi portiamo avanti la nostra battaglia consapevoli di essere di fronte ad un'occasione unica e irripetibile per salvaguardare e valorizzare il territorio. Questo treno non passerà più. E faremo lo stesso per tutti gli altri siti di Pomezia. Dobbiamo dire basta alla solita visione anacronistica del “sacco” del territorio, da spremere finché si può nel nome di una ricchezza istantanea, che non dà futuro, ed è a beneficio di pochi. La nostra azione continuerà portando avanti tali tesi e continueremo a farlo dopo il 16 ottobre, comunque vada”. Casubolo: "Questa questione finirà al Consiglio di Stato, qualunque sia l’esito del 16 ottobre. Resta da vedere solo chi sarà costretto a fare ricorso. Speriamo che, per il futuro, il Comune di Pomezia spenda meglio i soldi dei cittadini". (continua)
Sopra: Giacomo Castro di Latium Vetus; Sotto: Diego Casubolo di "No Biogas Pomezia"
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POLITICA
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a la battaglia è solo all'inizio. Le due posizioni in campo (segue) No al vincolo: l'altra posizione Nel dibattito pubblico in merito al vincolo c'è però anche chi lo definisce “inutile, dannoso” e “paradossale perfino sotto il profilo della tutela ambientale”; è questo il caso dell'architetto che ha progettato l'area industriale di Santa Palomba che abbiamo intervistato. “Il provvedimento del vincolo è assolutamente ingiustificato rispetto ai pochi punti di interesse e valore archeologico presenti nel Comparto Industriale “I”, dichiara ai nostri microfoni. “Peraltro, è bene dirlo, tali beni puntuali sono già tutelati dalla legge. Parlo ad esempio del Piano Territoriale Paesistico Regionale Tav. 387_B, in attuazione del decreto 42/2004 ("Codice dei beni culturali e del paesaggio”); insomma gli strumenti per la tutela e della preservazione di quanto presente nell'area esistevano già prima del vincolo”. “Il vero tema” prosegue - “che sta sfuggendo di vista è l'interesse pubblico: non si può porre un vincolo per un interesse paesaggistico laddove quell'interesse non esiste! Non si può, in nome di un presunto principio di 'lotta ambientalista', realizzare uno scempio simile, ed ignorare che il vero interesse pubblico é lo sviluppo sostenibile, fatto questo fondamentale per la rinascita economica di una città di 70.000 abitanti. “Dopodiché”- continua l'architetto - “ci sono tutta una serie di errori che mi preme sottolineare. La documentazione prodotta dal ministero presenta infatti, a mio avviso, delle contraddizioni inammissibili. Guardate ad esempio come hanno suddiviso le aree tra “paesaggio agrario di rilavante valore” e “paesaggio dell'insediamento storico diffuso”: sovrapponendo la tavola con l'indicazione dei tipizzati (beni puntuali diffusi, vedi foto) appare inspiegabile il perchè le area dell'ex Comparto 167/62 ”I”, piena di “tipizzati”, sia solo paesaggio agricolo di grande valore ed invece la zona, dove c'é solo qualche vincolo di questo tipo, che ricade nel comparto industriale é diventata paesaggio degli insediamenti storico diffusi. Cito poi il caso di un lotto, inserito anch'esso sotto la definizione di “paesaggio agrario di rilavante valore” dove in realtà insistono già da anni degli stabilimenti industriali. Insomma, questo fa capire la serietà con cui si sta portando avanti tutto questo”. Come si spiega allora - chiediamo noi - l'interesse mostrato per l'area e tutta la documentazione, copiosa, prodotta dal Ministero dei Beni Culturali? “Non me lo spiego, é sicuramente strano. Vengo alla letteratura prodotta: insignificante, ridicola, che scivola nell'assurdo con il riferimento al film “Uccellacci e Uccellini”. Se vale questo, vale tutto. Esiste una filmografia infinita penso per ogni posto d'Italia, ma vogliamo scherzare?”. Le accuse proseguono. “C'è stata una vera e propria mistificazione della realtà unita alla totale e più completa non co-
No al vincolo: il progettista del comparto industriale dà il suo punto di vista noscenza del territorio che si è andato a vincolare”. Perché secondo lei questo vincolo è così dannoso? “L'area è oggetto di poderosi investimenti, è la zona ad hoc per lo sviluppo della della TRANS EUROPEAN NETWORK TENT, la rete ferroviaria europea per il trasporto delle merci che collega la Scandinavia al Mediterraneo, oggetto di un imminente potenziamento da parte di Rete Ferroviaria Italiana, senza contare chi già oggi, avendo acquistato dei lotti nell'area, contribuisce a garantire entrate cospicue per la casse pubbliche anche solo pensando alla sola Imu, e parliamo di cifre milionarie. Senza contare la logistica. Ebbene, con questo vincolo si sta dicendo no a tutto questo: lo capiscono le persone che c'è in ballo il futuro di una città? Lo capiscono che se salta il polo logistico di Santa Palomba saltano 1500-2000 posti di lavoro che l'area è pronta offrire, perché gli investimenti sono già tutti sul tavolo? Poi da chi andranno a reclamare il lavoro per i loro figli? Non solo. Immaginate quante cause ci saranno se il vincolo dovesse rimanere, parliamo di un danno per la collettività milionario e su quali basi? Sul niente. Ripeto, tutto quello che era da tutelare era, ed è, già tutelato. Come per i c.d. “tipizzati” (beni puntuali, elementi di interesse culturale o archeologico, ndr): in caso di scavi, se si trova qualcosa fatta salva la fascia di salvaguardia di 100 metri, si ferma tutto e si deve migrare altrove”. Però il Ministero ha accolto alcune delle osservazioni presentate dai ricorrenti privati: pensiamo alla concessione dei lotti per la realizzazione dell'interporto o il corridoio per realizzare la nuova strada di collegamento d'ingresso al quartiere... “Tutte, grandissime, stupidaggini. Per il primo punto mi limito a dire che l'area è comunque ancora ampiamente insufficiente alla necessità di sviluppo dell'interporto; sulla strada è andata ancora peggio: inserendola nel bel mezzo dell'area vincolata, senza lasciare porzioni edificabili nei pressi, nessun privato la realizzerà mai considerando che per tali tipi di opere solitamente, considerando i costi notevoli spesso proibitivi per le casse comunali, si agisce sfruttando lo scomputo degli oneri di urbanizzazione, la
strda d'accesso al terminal delle ferrovie é stata costruita dai privati ed é ancora loro. Ora: la cosa più logica sarebbe stata quella di arretrare il perimetro del vincolo prima della strada e invece non è stato fatto con il risultato che quella via, assolutamente necessaria, non verrà mai fatta a meno che il Comune non agisca per conto proprio espropriando i terreni e il che mi sembra uno scenario davvero poco plausibile. Io mi domando: e se dovesse accadere un incidente nel comparto? La nuova strada consentirebbe interventi rapidi, in assenza rimangono gli attuali percorsi lunghi, altamente trafficati e in condizioni spesso precarie in termini di buche. Di questo, prima o poi, qualcuno dovrà rispondere nelle sedi competenti”. Eppure il vincolo fermerebbe la costruzione di ben tre impianti per il trattamento di rifiuti (Cogea più i due impianti biogas ad Ardea, ndr), questo vorrà pur dire qualcosa? “Io sono un tecnico, mi limito a parlare degli aspetti che conosco. Qui non ho la competenza per parlare. Quello che posso dire è che, in nome di una microscopica fabbrica (Cogea) se relazionata al resto del comparto, si sta conducendo una battaglia assolutizzante ingiustificata. L'interesse in gioco è molto più alto e soprattutto da tutt'altra parte: facendo coincidere da parte di qualcuno le due cose si è prodotto un quadro completamente distorto della realtà”. Uno dei temi è quello dello sviluppo economico e del lavoro. Possibile che l'unica strada sia quella dei capannoni e delle industrie? Non si potrebbe ripensare l'area in termini di turismo o agricoltura? “Allora, se vogliamo scivolare nel ridicolo facciamolo pure. Chi sostiene queste tesi non sa minimamente di cosa sta parlando e vive alienato dalla realtà. Ad ogni modo voglio comunque rispondere. Quel territorio ha una vocazione ben precisa, che è quella industriale, della logistica, dell'area ferroviaria; parlare di turismo per Pomezia è fantascienza considerando che, malgrado i suoi punti di interesse, è, e sarà sempre all'ombra di Roma. Qui le possibilità sono altre e le ho elencate. Il resto sono sterili chiacchiere”. Cosa accadrà, in conclusione, il 16 ottobre? “Nulla. E' una data come le altre. Dal punto di vista amministrativo il percorso è solo all'inizio: avendo poi scelto i privati di ricorrere singolarmente ci saranno tante sentenze e tante battaglie a sé. Sono curioso di capire poi cosa succederà per Cogea: non entro nel merito, né nella bontà o meno della faccenda non mi interessa come detto. Ma dal punto di vista burocratico-amministrativo qualcuno dovrà spiegare come sia stato possibile fornire dapprima un parere, anche dalle belle arti, favorevole all'impianto salvo poi fare dietro-front. Staremo a vedere”. Luca Mugnaioli
Attesa per la sentenza del Tar: per il momento sono tre i ricorsi trattati dal Tribunale Amministrativo, più quello relativo alla VIA di Cogea
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SPECIALE SCUOLA
Il Corriere della Città ottobre 2018
Telenovela vaccini: qual è la situazione sul territorio? ra agosto e settembre si è acceso nuovamente il dibattito politico sui vaccini obbligatori. Il tema è delicato, non solo poiché si svolge sulla pelle dei bambini, ma poiché incide sul bilanciamento tra la libertà delle famiglie e le esigenze di salute pubblica. In un Paese in cui l’interesse pubblico viene spesso associato alla cattiva gestione e – paradossalmente – ai privilegi della “casta”, è inevitabile che parte della società veda come eccessiva e sospetta l’imposizione di 11 vaccini, senza i quali i bambini non vengono fatti entrare a scuola. Di fronte alla crisi di fiducia delle famiglie, però, il Governo dovrebbe essere in grado di tenere ben saldo il timone e orientare tutti verso il bene comune. Proprio questo elemento fondamentale è venuto a mancare nella gestione della faccenda da parte del governo Conte. Ad agosto rinviato l’obbligo di certificare i vaccini La barca “Italia” sembra infatti viaggiare senza un timoniere, cercando di assecondare le onde – cioè le richieste della parte di popolazione più rumorosa – e cambiando così direzione un giorno sì e l’altro pure. Ad agosto, il governo 5 Stelle-Lega, che si era presentato come un governo che avrebbe rimesso al centro l’interesse dei cittadini a discapito dell’establishment, ha inserito nel decreto Milleproroghe una norma che rinviava all’anno prossimo l’applicazione del discusso decreto Lorenzin. L’ex Ministra della Salute, uscita di scena dopo il disastroso risultato elettorale di Civica Popolare e del centrosinistra, aveva infatti stabilito un principio molto semplice per rispondere al ritorno di malattie che sembravano sconfitte: i bambini dovranno essere vaccinati o non entreranno a scuola. Una scelta dura, ma anche per questo solidissima, che aveva scatenato una lunghissima protesta delle mamme no-vax, sostenitrici della tesi per cui 11 vaccini sarebbero pericolosi per la salute dei bambini. Il rinvio dell’obbligo aveva tutto l’aspetto di un gesto fortemente simbolico, con cui il Governo dimostrava di essere vicino alle richieste della gente, con la promessa da parte della nuova Ministra Giulia Grillo di studiare la situazione con più calma e cercare un compromesso. Placata una parte della popolazione, però, se n’è scatenata un’altra: i genitori di bambini non vaccinabili, ad esempio perché immunodepressi, hanno messo il Governo di fronte alla responsabilità di dover tutelare la salute di tutti attraverso l’immunità di gregge. In parole povere, i vaccini obbligatori
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Vaccini sì, vaccini no: il caso nazionale sarebbero necessari per garantire il diritto all’istruzione di chi altrimenti non potrebbe entrare in classe perché più esposto alle malattie. In questo, i genitori sono stati sostenuti dall’opposizione e dalla comunità scientifica, che hanno fatto pressioni sul Movimento 5 Stelle affinché modificasse il decreto. “Le colpe dei padri ricadono sui figli”: ma quello era l’Antico Testamento A sorpresa, il 6 settembre i deputati del M5S hanno annunciato la modifica attesa: con un nuovo emendamento al Milleproroghe, il decreto Lorenzin sarebbe rimasto in vigore, visti anche i tempi molto brevi prima dell’inizio della scuola. Obbligo vaccinale sì, dunque: una scelta responsabile che ha suscitato il plauso di gran parte del Paese, e di nuovo l’ira delle famiglie contrarie. La nave “Italia”, però, non riesce a seguire la rotta, e neanche una settimana dopo c’è una nuova sorpresa. Il Governo decide di chiedere la fiducia sul Milleproroghe, per giungere a un testo definitivo evitando le lungaggini dell’infinita “navetta” tra Camera e Senato. Tra gli emendamenti modificati c’è anche quello sui vaccini, che introduce una curiosa via di mezzo tra l’obbligo e il non obbligo. Fino a marzo, infatti, i genitori potranno autocertificare di aver vaccinato i figli – con la conseguente fioritura di false dichiarazioni, già segnalate in diverse scuole in tutta Italia, e la perdita di senso (sanitario) di tutta l’operazione “obbligo vaccinale”. Dopo marzo, però, dovrà essere presentata la certificazione ufficiale: in sua assenza, i bambini si ritroveranno a non poter entrare a scuola, ad anno scolastico inoltrato. La soluzione trovata dimostra come la partita si giochi davvero sulla pelle dei bambini, che potrebbero trovarsi a espiare le colpe dei genitori perdendo il diritto all’istruzione. “Le colpe dei padri ricadono sui figli”, recita l’Antico Testamento. Peccato che sia stato scritto migliaia di anni fa. Regione: c'è l'anagrafe unica vaccinale Nel Lazio i Dirigenti scolastici potranno comunque contare sulla banca dati online per monitorare la situazione dei piccoli alunni. Tra i sostenitori degli obblighi vaccinali in molti hanno salutato positivamente l'inizia-
tiva considerando che in questo modo, al netto di chiarire compiti e competenze specifiche, sarà possibile smascherare eventuali dichiarazioni non veritiere (che comunque già di per sé possono far scattare denunce) magari ben prima del prossimo marzo. Le scuole e i servizi vaccinali delle Asl potranno infatti accedere online all'Anagrafe unica vaccinale regionale e consultare i dati nella fascia di età 0-6 anni. I dati riguardano lo stato vaccinale di oltre 134 mila bambini iscritti presso asili e le scuole materne di tutta la regione. Le scuole e i servizi vaccinali delle Asl potranno consultare i dati accedendo dal portale Salutelazio.it. Precisa l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato: "Lo strumento dell'Anagrafe unica vaccinale regionale - aggiunge - è utile per agevolare il servizio dei centri vaccinali, indipendentemente dalla Asl di residenza, dei pediatri e del personale di supporto amministrativo delle scuole. Per quanto riguarda invece la fascia di età 0-16 anni a oggi 4.723 plessi scolastici hanno immesso nell'anagrafe i dati dei propri iscritti che sono oltre 500mila e questi dati sono stati confrontati con i dati dei servizi vaccinali delle Asl". Pomezia e Ardea: la situazione Sul territorio sono diversi gli istituti, parliamo sempre di nidi e materne, interessati dal tema vaccini. Per ciò che riguarda gli alunni più piccoli il Comune di Pomezia, che dispone di due strutture, gli asili nido “Piccole Orme” e “L'isola che non c'è”, fa sapere che non si sono verificate particolari problematiche e che le iscrizioni sono avvenute senza criticità degne di nota. Sono invece 12 le scuole dell'infanzia appartenenti ai vari circoli didattici, 4 invece quelle comunali. Roberto Toro, reggente dell'Istituto di Via della Tecnica che comprende all'interno l'infanzia di Via dante Alighieri, fa sapere di “non aver riscontrato fortunatamente problematiche nella gestione delle pratiche d'iscrizione riguardante gli obblighi vaccinali”. “Sarà mia premura”, ha aggiunto il Preside, “incontrare gli altri Dirigenti Scolastici del territorio considerando che l'argomento, e soprattutto la legge in materia, è in continuo divenire”. Per Ardea ha parlato con noi il Preside Carlo Eufemi a capo del circolo didattico Ardea I che comprende la scuola media Virgilio, l'elementare Manzù, e due scuole dell'infanzia la Baita e ancora la Virgilio. L'argomento toccava da vicino le due scuole materne: “La situazione è regolare, non abbiamo casi da segnalare”, ha dichiarato il Dirigente Scolastico. “Aggiungo che, rispetto al passato abbiamo anche meno alunni in lista d'attesa”.
La soluzione trovata dimostra come la partita si giochi davvero sulla pelle dei bambini, che potrebbero trovarsi a espiare le colpe dei genitori perdendo il diritto all’istruzione
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SPECIALE SCUOLA
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Ardea, intervista al Preside del IC Ardea 1 n occasione dell'inizio dell'anno scolastico 2018-2019 abbiamo intervistato il Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo Ardea I, Carlo Eufemi. Il Preside gestisce la scuola media “Virgilio”, l'elementare “Manzù”, e le due strutture per l'Infanzia “La Baita” e “Virgilio”. Ci sono state particolari criticità in questi primi giorni di scuola? “In buona sostanza no. L'ufficio scolastico regionale sta ultimando le graduatorie dopodiché procederemo con l'assunzione del personale docente. Abbiamo già cominciato con un orario provvisorio, ma in realtà manca una sola ora, e ritengo che nei prossimi giorni si possa già entrare a regime. Questo per quanto riguarda la primaria e la media. Ormai abbiamo una gestione consolidata quindi particolari problemi non li abbiamo riscontrati.” Sul fronte AEC? Nei primissimi giorni c'erano state alcune difficoltà... “Siamo in attesa che il Comune ci mandi
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tutte le assistenti educative per tutte le ore ma ritengo che anche qui che nei prossimi giorni il quadro possa completarsi. Noi comunque abbiamo assicurato il sostegno ai ragazzi con disabilità, a partire da quelli più gravi” “La Baita” aveva avuto alcuni problemi legati alla derattizzazione proprio il primo giorno di scuola: tutto rientrato? “Assolutamente sì. Avevamo segnalato i problemi già durante l'estate ma evidentemente il Comune ha avuto delle difficoltà ad intervenire subito. Il disagio è stato solo quello di posticipare l'inizio di anno scolastico di tre giorni” Per quanto riguarda la scuola media Virgilio quali sono le novità in termini di iniziative? “La scuola ha oramai un programma ben consolidato di attività. E' un istituto aperto al territorio con tante iniziative, da quelle culturali, a quelle scientifiche passando per quelle sportive. Continueremo questo lavoro, e il primo passo è stato quello di confermare tutti i progetti che c'erano lo scorso anno cominciando dalle certificazioni delle lingue, come la “Cambridge”; l'idea, dato l'ottimo ri-
La scuola Virgilio ad Ardea
scontro fra i ragazzi, è allora quella di estenderle anche al francese e allo spagnolo. Proseguiranno i progetti per ciò che riguarda la musica riattivando i corsi, tra gli altri, di pianoforte, percussioni e vediamo se vi sarà la possibilità di estendere l'inziativa ad altri strumenti. E poi insomma i progetti come quelli legati al giornalino e molto altro ancora”. Il piano in gite è ancora in definizione? “Sì, nel corso dei prossimi giorni ufficializzeremo tutti gli appuntamenti. Ci saranno i campi scuola per tutte le classi, dalle elementari alle medie, e posso già anticipare che confermeremo l'attività di gemellaggio per il sesto anno consecutivo”.
Istituto Via della Tecnica
POMEZIA - Il reggente dell'Istituto Via della Tecnica, il Prof. Roberto Toro, ha parlato con noi circa l'inizio d'anno scolastico. L'I.C. comprende una scuola media, un'infanzia e un'elementare. "Non abbiamo avuto particolari difficoltà, eccezion fatta per la copertura totale del personale docente. Non ho ancora tutti i numeri sottomano ma è questione comunque di giorni per entrare a regime", dichiara il Preside. Sulla manutenzione e sicurezza: "E' un argomento che mi sta molto a cuore: per me la sicurezza viene al primo posto. Conto di poter avere un quadro completo delle strutture entro un ragionevole periodo di tempo per poi muovermi sulla base di quanto trovato".
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INCHIESTA
Il Corriere della Città ottobre 2018
Assistenza disabili, la denuncia di una donna di Pomezia: " on solo importi da capogiro per l’assistenza domiciliare alle persone affette da disabilità: quello che aleggia a Pomezia adesso è qualcosa di molto più grave, visto che – se accertato dalle autorità competenti – si tratterebbe di una truffa bella e buona. A portare alla luce una vicenda a dir poco sconcertante la figlia di una donna gravemente disabile, deceduta nel febbraio 2014. La donna, sposata con un uomo anch’egli disabile al 100%, usufruiva sin dal 2007 insieme al marito dell’assistenza domiciliare offerta dal Comune di Pomezia in maniera gratuita, grazie all’ISEE talmente basso da sfiorare la povertà. Alla morte dell’uomo, i figli – due donne e un uomo, anche lui disabile al 100% - dimenticano di presentare la documentazione relativa all’ISEE della madre, che resta così coperta dalla dichiarazione precedente solo fino a marzo 2013. La malattia della donna, i problemi legati sia alla salute che agli aspetti economici fanno completamente sfuggire questo aspetto, anche perché l’aggravarsi delle condizioni dell’anziana spingono una delle due figlie, Antonella, a lasciare il suo lavoro – comunque precario e malpagato – per dedicarsi completamente alla madre e al figlioletto nato nel frattempo. Questa nuova condizione porta la donna già nel 2012 a chiedere all’allora Pomezia Servizi, che gestiva l’assistenza domiciliare, una riduzione delle ore di assistenza. Da parte dell’ente nessuna comunicazione sulla mancanza di documentazione relativa all’ISEE. Facciamo adesso un salto in avanti nel tempo. Nel Marzo del 2017 i Servizi Sociali del Comune di Pomezia comunicano
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alla figlia della donna - che nel frattempo è deceduta il 27 febbraio 2014 - che la signora nel 2013 ha usufruito di ben 296 ore di assistenza domiciliare, per le quali andavano versati 5.402 euro, ai quali andavano sommati gli 876 euro relativi alle 48 ore di assistenza domiciliare per i mesi di gennaio e febbraio 2014. Guardando la richiesta, Antonella viene colta da alcuni dubbi: le ore segnate dal Comune le sembrano troppe, sia perché lei stessa ha lasciato il lavoro per dedicarsi maggiormente alla madre malata sia perché negli ultimi mesi di vita l’anziana donna è stata ricoverata in ospedale molto spesso per lunghi periodi, compresi gli ultimi giorni di febbraio (dal 19 al 27), che invece risultavano come oggetto di assistenza da parte di una operatrice che diligentemente aveva segnalato le sue presenze nell’apposito foglio. La donna, d’accordo con la sorella, decide di andare a fondo alla vicenda. “Facendo dei controlli sulle cartelle cliniche di mia madre – racconta Antonella – mi sono accorta che sia nel 2014 che nell’anno precedente i conti non tornavano: le ore che il Comune voleva farci pagare erano sicuramente maggiori rispetto a quelle effettivamente svolte, visto che molti giorni tra quelli segnati mia madre era ricoverata in ospedale e il Comune non fornisce assistenza domiciliare ospedaliera. Ho quindi voluto fare controlli ancora più accurati, richiedendo copia dei fogli firma, ovvero tutti i rapporti di servizio degli operatori dell’azienda comunale che avevano svolto assistenza domiciliare in favore di mia madre, nei quali venivano indicati i giorni e ore in cui tali assistenze venivano svolte”. La donna protocolla la richiesta, ma per oltre un anno, nonostante i ripetuti solleciti sia verbali che
Assistenza ai disabili a Pomezia: la vicenda era finita anche a "Striscia la Notizia"
scritti, non riceve risposta dagli uffici competenti. L'ingiunzione di pagamento In compenso, il 17 luglio 2018 IL Comune pensa bene di notificare un’ingiunzione di pagamento proprio in relazione all’assistenza domiciliare del 2013. “A quel punto, arrabbiatissima, ho nuovamente sollecitato l’Amministrazione comunale alla consegna dei rapporti di servizio, che mi sono stati consegnati il 7 agosto, ma solo per il periodo da gennaio 2013 a febbraio 2014, nonostante io abbia chiesto anche quelli precedenti”. E qui l'assurda scoperta Nei rapporti di servizio appaiono assistenze anche nei giorni in cui l’anziana donna era in ospedale, compreso il giorno del decesso: l’assistenza, secondo quanto riportato nel documento ufficiale consegnato dall’assistente sociale al Comune, sarebbe avvenuta dalle 8:00 alle 10:00. Peccato che a quell’ora la donna fosse attorniata dai medici che stavano facendo di tutto per evitare che la crisi respiratoria che l’aveva colpita fosse letale, come invece è stato, portandola alla morte alle ore 11:00. Tutto questo accadeva all’ospedale S. Andrea di Roma, quindi a circa 50 chilometri da Pomezia, posto in cui l’assistente domiciliare non sarebbe potuta andare neanche volendo. Ma questo non è il solo caso strano che si nota nei rapportini: le presenze delle varie operatrici che si sono susseguite nel tempo risultano sempre quando la donna è in ospedale, fuori dal Comune di Pomezia. E le firme della paziente, che devono essere presenti nel foglio di servizio, sono di volta in volta diverse rispetto alla firma originale della signora Rosa che, seppur disabile grave, è sempre stata fino al suo ultimo respiro in grado di intendere e volere, oltre che di firmare, come spiega la figlia. “Quando ho visto i fogli di servizio non volevo credere ai miei occhi: c’erano almeno quattro tipi di versi di firma a nome di mia madre e nessuna di queste era originale. Ho fatto presente questa cosa sia ai servizi sociali che alla società che ha preso il posto della Pomezia Servizi, che allora gestiva l’assistenza domiciliare. Questa è una cosa gravissima: mi sono stati addebitate ore di servizio mai svolte, che ho contestato, e per le quali sospetto ci sia un reato penale contro me e contro la pubblica amministrazione. Quello che mi chiedo è: si tratta di un modus operandi consolidato o il mio è un caso isolato? Chi sapeva di questo, visto che per oltre un anno sono andata nei vari uffici facendo “casino” affinché venisse fatta giustizia e nessuno mi rispondeva, anzi, nessuno mi dava i documenti che richiedevo?”. (continua)
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INCHIESTA
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"Firme false per prendersi i soldi". La ditta: "Verificheremo" (segue) Come pensa di agire adesso? “Mi sono rivolta a un avvocato, al quale ho esposto tutti i fatti e ho mostrato i vari documenti. Mi ha consigliato di fare un esposto, che ho già presentato alla Guardia di Finanza nei giorni scorsi. Adesso integrerò l’esposto con i documenti ricevuti – finalmente, visto che non me li volevano dare – rispetto agli anni precedenti al 2013. A quanto pare le anomalie emergono anche in questi rapportini. Voglio che si vada a fondo a questa vicenda, per capire dove e quale sia il problema: venivano registrate ore mai fatte che poi venivano fatte pagare agli ignari pazienti o allo Stato nel caso di ISEE basso? Nel mio caso sembra evidente, ma ovviamente lascio l’ultima parola ai giudici. Di certo io non mi fermerò fino a quando non verrà fatta giustizia e invito tutti i familiari dei disabili a fare i controlli per evitare che ci siano situazioni come la mia”. La parola alla Pomezia Servizi Sulla questione abbiamo sentito il dott. Spinelli, direttore generale della Pomezia Servizi, al quale – non presente all’epoca dei fatti – abbiamo riepilogato quanto accaduto, ovvero che l’Ente ha chiesto 5400 euro per assistenze quasi mai avvenute (firme non
La sede della Pomezia Servizi. L'azienda: "Verificheremo subito tutte le carte" sottoscritte dalla donna, periodi in cui l’anziana era in ospedale…), specificando che la figlia aveva avuto serie difficoltà ad ottenere i rapportini che certificassero quelli che
Il Comune di Pomezia ha chiesto 5400 euro per assistenze quasi mai avvenute: firme non sottoscritte dalla donna e periodi in cui l’anziana era in ospedale. La ditta: "Se fosse vero agiremo prontamente verso quei dipendenti"
erano i suoi dubbi, ovvero che nell’intero 2013 nemmeno una firma corrispondeva a quella di sua madre, così come ne 2014. La figlia, con un documento presentato alla Pomezia Servizi, ha disconosciuto le firme nei rapportini, presentando invece il documento olografo materno e i documenti che testimoniano i ricoveri ospedalieri della donna. “Si tratta di una situazione di cui sono venuto a conoscenza da poco – ha dichiarato Spinelli – in quanto non ero in questa azienda all’epoca dei fatti. I soggetti che hanno effettuato attività per questa signora, qualora emergesse qualcosa di illecito, sarebbero da noi immediatamente perseguiti anche per danneggiamento di immagine”. “Se qualcuno avesse – come sembrerebbe da una ricostruzione da verificare – dichiarato di aver lavorato e di non averlo fatto e qualora emergessero il danno materiale e il danno d’immagine, verso queste persone verrebbero immediatamente presi i dovuti provvedimenti per la tutela della nostra azienda. Da quando sono arrivato io non è la prima volta che agiamo a difesa dell’azienda, fornendo alle autorità competenti tutti i documenti necessari per le indagini necessarie per capire se qualcuno abbia lavorato male. Se bisogna avere un’eticità nel lavoro “normale”, ancora di più occorre averlo nel sociale, pertanto sono per il pugno duro su questo, pertanto voglio che ci venga scrollato di dosso ogni marchio infamante proveniente dal passato”.
Nei rapporti di servizio appaiono assistenze anche nei giorni in cui l’anziana donna era in ospedale, compreso il giorno del decesso
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Il Corriere della Città ottobre 2018
Pomezia, chiuso il cavalcavia sulla Pontina: “E' pericoloso” l 10 agosto scorso l'Astral, l'ente regionale che detiene la gestione della Pontina, ha firmato un'ordinanza con la quale disponeva la chiusura del cavalcavia in corrispondenza di Via Carlo Poma. “Nel corso di ispezioni sulla viabilità l'impresa competente […] segnalava uno stato di diffuso ammaloramento del cavalcavia pedonale in ferro”; “nello specifico, l'opera presenta aree del piano di calpestio completamente ossidate, come dimostrato anche da un saggio effettuato sotto la guaina di protezione che ha scoperto un'area totalmente disgregata” . Insomma un quadro per nulla rassicurante. Per tale motivo Astral ne ha disposto la chiusura immediata fino al termine dell'attività “di verifica e manutenzione”. Il problema è che, ad oggi, la situazione è rima-
L'ordinanza parla di "diffuso ammaloramento del cavalcavia pedonale in ferro", di "aree completamente ossidate e di altre completamente disgregate"
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guenza, le domande che restano in sospeso: se il ponte è ammalorato – accusano dalla zona – non è pericoloso anche per chi ci passa sotto? Dobbiamo aspettare che succeda qualcosa per attirare l'attenzione o dobbiamo metterci tutti per strada a bloccare la pontina? Possibile che si senta dire in giro sol-
cora comunicazioni ufficiali al riguardo”, non fornendo tuttavia ulteriori dettagli. Una PEC è stata dunque da noi inoltrata all'ufficio stampa ma al momento di andare in stampa non era pervenuta ancora nessuna risposta. Luca Mugnaioli
Per i più coscienziosi in realtà il dubbio è solo fra quale sia il rischio più alto: tentare la sorte sul ponte pericoloso o rischiare di finire investiti al di sotto della Pontina? sta pressoché la stessa e nessun intervento è stato fatto. Non solo. Essendo il ponte pedonale l'unico modo per raggiungere la parte opposta della Pontina in molti, evitando la recinzione, continuano ad usare il ponte con evidente stato di pericolo per la pubblica incolumità. I pendolari e i residenti: “La nostra vita è diventata un incubo” Il ponte, come è facile intuire, ha un peso sulla vita di centinaia di persone che tutti i giorni devono affrontare disagi per portare i figli a scuola o prendere gli autobus. “Per tutti noi l'unica soluzione per attraversare la pontina è passarci sotto e fino qui ci siamo”, ci raccontano i residenti. “Peccato che per far ciò ci si impieghino circa 30/40 minuti percorrendo i tratti di strada in questione, peraltro senza dei marciapiedi, con i soliti piloti al volante tronfi di sé ed incuranti dei pedoni”. I rischi per chi ci passa sopra...e sotto Le transenne poste ai due ingressi della struttura, come visto, non impediscono l'accesso agli avventurieri di turno che non vogliono fare il giro o più semplicemente non hanno tempo. Per i più coscienziosi in realtà il dubbio è solo fra quale sia il rischio più alto: tentare la sorte sul ponte pericoloso o rischiare di finire investiti al di sotto della Pontina? Il risultato è che il via vai sul cavalcavia chiuso, in un modo o nell'altro, sta continuando. “Abbiamo scritto e telefonato all'Astral, al Comune, ai Vigili del Fuoco, non ottenendo risposte. Sembrava che i lavori dovessero iniziare a fine agosto ma, ad oggi, nessuno si è visto”, protestano i cittadini. Tante, di conse-
tanto la frase “non è di mia competenza”? Da Astral nessuna notizia Il comitato di quartiere di Via Pisacane - che è pronto ad avviare una raccolta firme - fa sapere di aver provato a contattare Astral ma di non aver ottenuto alcuna risposta. Anche la nostra redazione ha provato ad ottenere informazioni: attraverso il canale Twitter dell'azienda, Astral comunica di “ non aver an-
IL QUESITO - Dove passare? Il cavalcavia rappresenta l'unico passaggio per attraversare la Pontina; l'alternativa è il percorso lungo la parallela della SR148 senza marciapiedi e con i veicoli che sfrecciano a tutta velocità. E i tempi si allungano: in questo modo ci vogliono circa dai 30 ai 40 minuti in più per completare il tragitto.
Cavalcavia all'altezza di Via Carlo Poma chiuso dal 10 agosto: Astral non risponde
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CRONACA
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Ardea, mese nero per i furti: ladri sempre più sfrontati ese nero sotto la Rocca per quanto riguarda i reati commessi sul territorio. Negozi, tabaccherie, banche, supermercati fino alle case private, tanto da far parlare molti ad Ardea di una vera e propria emergenza sicurezza. A commettere il maggior numero di furti, purtroppo, sono spesso cittadini stranieri e l'attività di contrasto delle forze dell'ordine di sicuro non basta per frenare il fenomeno in preoccupante ascesa; il rischio, molto alto, è quello di far passare il territorio rutulo come una “zona franca”, dove si può perpetrare qualsiasi atto criminale.Servono dunque provvedimenti, e anche alla svelta. Due colpi, uno sventato, il 10 settembre Sono stati colti sul fatto, inseguiti e poi arrestati: ha “detto male”a due stranieri che avevano tentato il colpo in un’abitazione di Tor San Lorenzo. I due erano riusciti a entrare nel giardino di una villetta e si stavano accingendo a intrufolarsi all’interno della casa quando il proprietario, allarmato dai rumori provenienti dalla sua proprietà, ha chiamato il 112. I carabinieri, rapidamente intervenuti, hanno sorpreso i due malviventi mentre erano all’interno de giardino dell’abitazione. Accorgendosi dell’arrivo dei militari, i ladri hanno provando a scappare a piedi. Senza esitare i militari si sono gettati all’inseguimento: dopo una breve fuga i due sono stati raggiunti ma, per sfuggire all’arresto, hanno provato ad aggredire i carabinieri. Ne è nata una breve colluttazione finita con l’arresto dei due, entrambi rom di etnia serba, uno del ’96 e uno dell’87, quest’ultimo nato in Italia, entrambi con precedenti specifici. I due rom sono quindi stati arrestati con l’accusa di tentato furto resistenza e lesione pubblico ufficiale. A poca distanza dall’abitazione presa di mira i carabinieri hanno trovato l’auto con cui erano arrivati: si tratta di una vettura ru-
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E' emergenza sicurezza ad Ardea?
La tabaccheria Iacoangeli ad Ardea
bata. E' andata peggio, nella stessa notte del 10 settembre, al Tabaccaio sulla Via Laurentina Iacoangeli che già qualche mese fa aveva subito la “visita” dei ladri. In questa occasione i malviventi hanno portato via i tabacchi dal deposito mostra del retrobanco, avvalendosi di cestini e scatoloni come contenitori per la refurtiva, per poi concentrarsi sulla cassaforte cambiavaluta delle slot machine. Il furto stato perpetrato verso le 23.00: stando a quanto raccolto la banda potrebbe essere formata da almeno 4 individui, che si sono dati alla fuga a bordo di un’autovettura grigio scura. Da indiscrezioni sembrerebbe la stessa utilizzata in precedenza per altri furti commessi sul territorio nei giorni scorsi. Faccia a faccia coi ladri alla Banditella Tra la mezzanotte e l’una e mezza di sabato e domenica scorsi (8-9 settembre, ndr), al rientro da Pomezia, una famiglia, padre, madre e figlia proprietari di un Bar Tabacchi in zona Banditella, si sono ritrovati a tu per tu con i ladri che stavano svaligiando il loro locale. Il proprietario è allora entrato nel parcheggio e ha cominciato ad urlare per far scappare i malintenzionati; per tutta risposta uno dei tre malviventi incappucciati e con guanti alle mani gli è andato incontro minacciandolo con un piccone ed un piede di porco col solo scopo di far guadagnare tempo ai complici al fine di salire in auto, una Golf grigia, e darsi alla fuga. Il parapiglia, come era prevedibile, ha svegliato i residenti che hanno subito allertato i Carabinieri. I malviventi però, a quel punto, avevano già fatto perdere le proprie tracce e alla loro identità si cerca di risalire anche attraverso i filmati della videosorveglianza del Bar. Macchina come ariete contro la banca Nel novero dei furti commessi nel mese appena trascorso c'è anche quello perpetrato ai danni della Banca di Credito Cooperativo situata a Lido dei Pini, tra i Comuni di Ardea e Anzio. I malviventi hanno usato la macchina come ariete da sfondamento per aprirsi un varco nell'istituto; il gruppo ha agito a volto coperto intorno alle 2.30 scassinando il contatore automatico che si trova accanto agli sportelli bancari. Una volta presa la macchinetta, che alla fine si è rivelata vuota, i malviventi sono fuggiti a bordo di un’Audi station wagon di colore scuro. Furto alla Conad alla Nuova Florida Il supermercato Conad di Nuova Florida, in Largo Udine, è stato preso di mira il 20 settembre da 5 banditi che riusciti ad entrare sfondando la porta d’ingresso con un piccone. Dopo essersi aperti il varco, i malviventi hanno puntato le casse blindate, le hanno scassinate e svuotate, per poi darsi alla fuga a bordo di un’auto. Da quanto emerso dai video registrati dalle telecamere, gli scas-
sinatori avevano i volti travisati da passamontagna per non farsi riconoscere. Ardea, allarme sicurezza: i cittadini pensano ad una marcia di protesta A proposito dell’escalation dei colpi sul territorio i residenti di Tor San Lorenzo stanno pensando ad una marcia di protesta aperta a tutti i quartieri del Comune. L'iniziativa è partita dal CdQ di Nuova California ed ha rapidamente ottenuto adesioni. Al momento la data scelta è quella di sabato 24 novembre: il corteo dovrebbe partire da Via di Campo di Carne per attraversare Tor San Lorenzo e fino a via dei tassi, dove si trova la sede della caserma dei carabinieri. Ulteriori modifiche potrebbero essere apportata nei prossimi giorni.
TRE DOMANDE A MARIO SAVARESE
Sindaco, c'è un'emergenza sicurezza? "A volte le sensazioni ingannano e fanno travisare la realtà. Onestamente non credo ad una recrudescenza della criminalità ma neppure me la sento di fare affermazioni azzardate e per questo ho chiesto dati oggettivi a carabinieri e pubblica sicurezza. Mi hanno risposto di essere del mio stesso parere ma avrebbero chiesto dati ufficiali alla prefettura che ancora non hanno ricevuto" Cosa può fare un Comune? "Al di là di disporre della polizia locale che autonomia ha il comune in merito? Praticamente zero. La nostra ppll non può fare turni serali notturni e al di là di chiedere più attenzione alla prefettura, purtroppo inascoltati, che altro possiamo fare? Per reati legati al patrimonio una grossa mano c'è la sta dando la finanza e i risultati delle loro indagini si cominciano a vedere. Speriamo siano un deterrente per altri. Ma per quei reati che la gente comune percepisce sulla propria pelle tutto questo non basta. Stima montando telecamere speciali con varchi targa un po' in tutto il territorio. Chi è tre esce o si muove nel comune verrà registrato e riconosciuto e questo è un sistema che aiuterà gli inquirenti ma sarà per altri un deterrente? Noi ci puntiamo". Forse a Novembre ci sarà una manifestazione dei cittadini. Che ne pensa? "Novembre è ancora lontano"
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Ardea: torna il bolletino delle buche. Ecco le segnalazioni
Via Livorno ad Ardea
(Sopra e sotto): crateri in Via Legnano
(a sx) Buca segnalata in Viale Nuova Florida in zona Rio Verde, poco dopo la rotonda accanto al Bar IL GRUPPO FACEBOOK: UNA MAPPATURA DELLE BUCHE
Via Venezia: attenzione alla buca killer
Si chiama il "Bollettino delle buche di Nuova Florida e Ardea" il gruppo Facebook che raccoglie le segnalazioni dei cittadini sui casi di dissesto stradale. "Non c'è polemica in questa iniziativa e neppure voglia di crititcare per criticare, ma solo la volontà di offirre un strumento per aiutare, noi cittadini,a migliorare la qualità quotidiana del nostro vivere", si legge nella descrizione della pagina. Con cadenza periodica le segnalazioni raccolte vengono inviate alla stampa locale e al Comune di Ardea.
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Pomezia, tutti contromano a Largo Columella opo la ripresa dei lavori nel manovre di chi non voleva fare il “giro cantiere di Largo Colu- lungo”); ma il doppio senso venutosi a creare mella a Pomezia il Co- su Largo Columella, forse proprio per il suo mune di Pomezia ha carattere di novità, sta creando solo confupredisposto una nuova via- sione tra gli automobilisti: chi viene infatti bilità. La novità, rispetto al da Via Plinio e svolta a sinistra lo fa praticapassato, è sostanzialmente una: adesso, chi mente non considerando il duplice senso di procede dal senso unico di Via Catullo, può marcia rischiando continuamente collisioni svoltare anche a sinistra scegliendo poi di frontali. Di incidenti, fino ad ora, se ne sono proseguire dritto per Via Varrone o impe- verificati diversi e del resto basta trascorrere gnare a destra Largo Columella. L'idea, sep- qualche minuto nell'area per rendersi conto pur sulla carta valida, sta però creando che urgono interventi urgenti prima che canotevoli disagi al traffico anziché risolverli, pitino incidenti di natura ben più grave. Una compreso l'aumento degli incidenti che, dal soluzione possibile, considerando i sopralmomento dell'istituzione della nuova segna- luoghi effettuati in vari momenti della giorletica – lo scorso 13 settembre – sono au- nata, potrebbe essere allora quella di mentati in modo preoccupante. installare una rotonda temporanea che conLa prima 'svista' poi risolta: il conflitto tra sentirebbe di aggirare il problema. i segnali Il primo problema era sorto per il mancato Luca Mugnaioli adeguamento tra la segnaletica verticale su Via Catullo con quella provvisoria da canUna soluzione possibile, considerando i tiere di colore giallo. Il cartello fisso indicava sopralluoghi effettuati in vari momenti della l’obbligo di proseguire dritto o di svoltare a destra, mentre la segnaletica orizzontale giornata, potrebbe essere allora quella di temporanea apposta dal Comune dava la facoltà di svoltare anche a sinistra (ma non di installare una rotonda temporanea andare dritto anche se, essendoci il cantiere, il problema non si poneva). Il codice della strada su questo specifico aspetto precisa: “Nei sistemi di segnalamento temporaneo ogni segnale deve essere coerente con la situazione in cui viene posto e, ad uguale situazione, Inquadra la foto devono corrispondere stessi segnali e stessi criteri di con l’App Hp Reveal, posa. Non devono essere clicca e guarda il video posti in opera segnali temdi quanto accade a poranei e segnali permaLargo Columella nenti in contrasto tra loro. Scarica l’App (istruzioni a pag. 38) A tal fine i segnali permanenti devono essere rimossi o oscurati se in contrasto con quelli temporanei. Ultimati i lavori i segnali temporanei, sia verticali che orizzontali, devono essere immediatamente rimossi e, se del caso, vanno ripristiIl primo problema riguardava un cartello: il Comune ha sistemato la situazione nati i segnali permanenti”. Sussisteva dunque un conflitto tra i due segnali: il Comune di Pomezia, a seguito della nostra segnalazione, ha dunque provveduto a sistemare la situazione, predisponendo un nuovo segnale verticale in armonia con quello orizzontale. Un altro grave problema: il via vai di macchine contromano Risolto il primo problema, che ad onor del vero era comunque veniale, ne resta un altro di natura ben più grave e pericolosa. La nuova viabilità, come visto, consente ai veicoli provenienti da Via Catullo di svoltare anche per Largo Columella cosa che prima – anche dopo l'installazione del cantiere di Acea – non era permessa (salvo avventate
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Distacchi selvaggi dell'acqua: “Noi umiliati da Acea” ontinuano i distacchi idrico ha però fissato una nuova scadella fornitura idrica denza per il saldo totale – circa 1800 nella Città di Pomezia euro – per il prossimo 22 ottobre: doed, in particolare, nel podiché il rischio per i condomini, tutti quartiere di Santa Paquanti, è quello di vedersi nuovamente lomba. Il modus opeprivati di un bene primario quale l'acrandi del gestore Acea è ancora una qua. volta quello di staccare la fornitura del I distacchi “facili” e la battaglia legale bene primario acqua prima del termine Ma questo è solo l'ultimo caso a Pomeindicato nel solito foglio lasciato nelle zia. Anche nella zona della Pontina vecbacheche dei condomini. In questo chia, incrocio con via della caso sono state coinvolte oltre 30 famiCastagnetta, i commercianti e le famiglie che sono costrette a pagare importi glie ivi residenti lamentano che la forelevatissimi per ricevere la fornitura e nitura idrica viene a mancare senza possibilità di alcun confronto col completamente più volte a settimana e gestore idrico. Questi condomini rifeche ACEA non riesce a risolvere il proDistacchi a cuor leggero: a Pomezia fioccano i casi riscono che da oltre 1 anno hanno riblema della scarsa fornitura ormai da chiesto ad Acea Ato 2 il distaccamento dal un documento in nostro possesso relativo a mesi. Riferisce una parrucchiera del posto contatore centrale condominiale, ma sol- questo caso specifico, veniva annunciata l'in- che il più delle volte quando viene a mancare tanto in pochi ci sono riusciti, mentre per gli terruzione dell'acqua a partire dal 25 settem- l’acqua e ha i clienti sotto trattamento di coaltri c’è un continuo ostruzionismo da parte bre, ma i condomini già dal 18 si sono lore è costretta a ricorrere a rimedi estremi, ritrovati all'improvviso all'asciutto, privati come l’utilizzo delle bottiglie dell’acqua midel gestore idrico. perfino del tempo utile necessario per fare nerale per sciacquare i capelli e non creare Niente acqua, l'incubo di stare 7 giorni scorte o comunque trovare una soluzione al- danni. Nonostante ciò, le salate bollette vensenz'acqua ternativa. “Siamo stati letteralmente umiliati gono pagate con tutti i servizi per intero, Il caso del condominio di Santa Palomba è da Acea. Io mi sono organizzato andando a senza sconti. Ricordiamo che della questione davvero paradossale. Qui vivono circa una stare dai miei genitori, ma chi non può?”, ci delle bollette dell’acqua di ACEA ATO 2 si sessantina di famiglie di cui la metà è riuscita racconta un residente, che poi aggiunge: stanno interessando un pool di legali, Aua farsi installare un contatore dell'acqua in“Oltre al danno abbiamo anche la beffa. L'as- tieri-Centoducati-Falco, che a tutela della citdividuale ma solo, ci dice un residente, “dopo surdo è che noi siamo in regola, ma siamo tadinanza in estate hanno depositato un lunghe peripezie burocratiche”; l'altra metà, impotenti: abbiamo pagato, non abbiamo esposto per far valutare le condotte del gein realtà sono un po' di più, circa 39 utenze l'acqua e non ci permettono nemmeno di store idrico sotto il profilo penale e che il in tutto, sono allacciate al contatore centrastaccarci dal contatore centralizzato”. Inlizzato e di queste alcune, 7-8, risultano moprocedimento è stato iscritto a ruolo e asserose con Acea. E allora il gestore idrico ha somma, una situazione surreale che si fa per- gnato al Procuratore Capo della Repubblica deciso di tagliare l'acqua, ma a tutti indistin- fino fatica a credere. Ad ogni modo, almeno di Velletri, Dott. Prete, il quale sta svolgendo tamente, e senza nemmeno garantire una per il momento, Acea e l'amministrazione le indagini per approfondire eventuali resorta di servizio minimo, un po' come accade condominiale hanno raggiunto un accordo: sponsabilità del gestore idrico. quando non si paga la bolletta della corrente. dopo 7 giorni di interruzione idrica la mat- Risponde il Comune di Pomezia Il distacco coatto è avvenuto peraltro, ma tina del 24 settembre i tecnici Acea hanno Cosa può fare il Comune per mediare non è una novità, non rispettando nemmeno provveduto a riattivare l'impianto, a fronte, quando sorgono tali tipi di contenziosi? L'acle date indicate dalla stessa Acea: infatti, da stando a quanto raccolto, del pagamento di qua, essendo un bene primario, non douna parte del debito pregresso; il gestore vrebbe comunque essere sempre garantita?
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"Abbiamo affrontato questa questione con Acea chiedendo di procedere gradualmente nella riscossione delle morosità, ma non possiamo chiaramente entrare nel merito delle azioni di una società privata, a meno che non siano violate le norme. Il Comune ha già mediato con Acea chiedendo la rateizzazione delle bollette che è stata accolta. A breve si terrà la conferenza dei Sindaci dove verranno decisi gli investimenti da effettuare e, di conseguenza, le tariffe da applicare agli utenti. In quella sede porterò avanti gli interessi dei cittadini di Pomezia per garantire la realizzazione delle opere non ancora realizzate da Acea e provare ad inserire forme di tutela superiori per garantire quello che è il principale bene primario in assoluto, fermo restando che sia l’azienda che i cittadini devono rispettare gli obblighi reciproci". Una delle sedi Acea a Roma
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La luce torna a far brillare Pomezia: il light festival notturn econda edizione del Pomezia Light Festival, la kermesse all'insegna di arte, eventi, musica tutti a tema “luminoso” che ha acceso Pomezia nelle serate dal 21 al 24 settembre. Un percorso lungo un chilometro e mezzo, con oltre 15 opere artistiche multimediali, digitali, analogiche, interattive realizzate da più di 27 artisti nazionali e internazionali ispirate al tema di quest’anno, la Smart City, ovvero la città intelligente che già gli intellettuali del Rinascimento immaginavano fondendo insieme estetica, funzionalità e ideali. Il format, c'è da dire, funziona e il colpo d'occhio del pubblico intervenuto sicuramente può ritenersi un successo per gli organizzatori della manifestazione, Opificio in partnership con il Comune di Pomezia. Tre giorni di luce notturna (e non solo) Giochi di luce, danze, fuochi d’artificio e proiezioni spettacolari di video mapping sulla Torre comunale di Piazza Indipendenza hanno dato il via, la sera del 21 settembre, davanti agli occhi stupiti di migliaia di adulti e bambini presenti, alla seconda edizione del Pomezia Light Festival. Pregevole lo spettacolo inaugurale messo in campo nell'area della torre civica, con gli artisti presenti sia sulla terrazza che all'interno dell'edificio ad alternarsi alle ormai classiche proiezioni sulla facciata e agli spettacolari fuochi d'artificio. Certo, in paragone alla passata edizione, quando ci furono le fontane danzanti ad aprire la kermesse, la “prima” del festival di quest'anno perde sicuramente un po' di verve
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ma comunque il risultato finale può considerarsi più che positivo. Sicuramente notevole e d'alto valore il pacchetto di opere e artisti selezionato dagli organizzatori per l'edizione 2018 del Light Festival. Dal lampadario “caduto” e sonante dell’artista tedesco Tilman Küntzel, alle immagini cangianti della bicicletta autoalimentata con batterie e pannelli solari dei FanniDada; e ancora: dall’installazione con lampade led a basso consumo di Andrea Mammucari e Biancamaria Centaroli, alla stampante 3D utilizzatada Faber Sorrentino per realizzare il suo trittico ispirato a Tiziano, passando per i quadri luminosi fatti di tubi di neon di Marco di Napoli, nonché alle immagini generate dal vapore della fontana di bambù giapponese di Mediamash studio posizionata nel parco di Via Filippo Re (a nostro giudizio la migliore opera dell'intero festival). Interessante e degna di nota l'opera, più un vero e proprio mini-spettacolo, allestita all'interno della scuola San Giovanni
Bosco riempita di luci e suoni dal duo estone Nerd Team; il rumore dei passi accompagnato dall'accensione in sequenza delle finestre, un bambino che piange, l'effetto dell'auto in transito con l'illuminazione a seguirne i movimenti ipotetici, insomma un'opera d'arte davvero ben concepita e senz'altro tra le migliori dell'intero festival. Hanno completato il quadro le videoproiezioni sul mondo del linguaggio televisivo di Francesco Elelino e Rakele Tombini, alle geometrie che si evolvevano nel tempo e nello spazio di “Neutro” di Simone Sims Longo, alle immagini oniriche che creano l’illusione di tante lucciole di Carlo Flenghi, al "Flaneur”, di High Files, ovvero un uomo alla ricerca delle bellezze della sua città. Il pubblico si è poi divertito giocando con opere interattive come PKK” (Proiezione Kon Kinect) di HackLab. (continua)
L'opera: "Shishi Odoshi", la sagoma di un uomo in meditazione appare dopo l'attesa (Ph. Curti)
La scatola del vento (Ph. Curti)
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Colpo d'occhio: occhi all'insù per guardare la Torre Civica illuminata dalle proiezioni del Pomezia Light Festival (Ph. Silvia Fradeani)
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o è un format che funziona. Ma c'è da migliorare qualcosa (segue) Grazie all’utilizzo di un doppio sensore a raggi infrarossi, gli spettatori hanno attivamente partecipato alla realizzazione dell’opera con i movimenti del corpo proiettati su uno schermo, o come “I+I=III” del collettivo Crono: un “termometro” che registra la frequenza delle presenze degli spettatori modificando le luci in base ai partecipanti generando un’esplosione di colori. Per non dimenticare l'analogico In mostra non c'è stata però solo l'arte digitale ma anche alcuni lavori di pittura tradizionale come quelli di Controllo Remoto, con opere realizzate con colori e spray acrilici mediante l’uso di stencil e proiezioni; il progetto fotografico “SEVEN MILLIONS” di Fabio Mignogna o ancora l’opera “ALVEUS NC” di Vito Marco Morgese, alias Seed, in cui si alternano giochi di ombre e light show glitch. Da migliorare Sicuramente la manifestazione, come per il primo anno, continua a risultare troppo lunga. Due giorni, considerando il pubblico notevolmente in calo durante la terza e ultima serata, sarebbero più che sufficienti; se da un lato poi abbiamo sottolineato la grande varietà, sia in termini strettamente numerici che qualitativi, delle opere presentate, dall'altro il festival, nel suo percorso, continua a risultare ancora troppo slegato. Alcune installazioni infatti, essendo posizionate lontano dal cuore della manifestazione, Via Orazio e Piazza Indipendenza, risultano essere come veri e propri corpi estranei. Pensiamo ad esempio all'opera nel Parco di Via Filippo Re: per arrivarci le persone si sono dovute incamminare lungo le strade praticamente deserte, con la netta sensazione di essere usciti dal Festival per poi rientrarci all'improvviso. Lo stesso dicasi per l'opera in Via Salvo d'Acquisto e paradossalmente anche per la scuola Don Bosco: usciti dagli archi di Piazza Indipendenza infatti c'era di nuovo la sgradevole sensazione di aver abbandonato l'area della manifestazione. La nostra proposta è allora quella di ipotizzare un percorso più coinvolgente, magari aggiungendo bancarelle e per-
formance di artisti di strada sempre a tema, in grado davvero di tenere unite assieme tutte le anime del Festival. Altro appunto lo riserviamo per la cura di alcune aree della città nelle quali si è svolto il festival: tornano di nuovo i giardinetti di Padre Pio, ancora ben lontani dall'apparire accettabili come più volte abbiamo segnalato (erba incolta, sporcizia, ecc.), ma anche l'area dinanzi alla Biblioteca, con la sua pavimentazione irregolare e alcuni elementi d'arredo urbano evidentemente da sistemare. Ad attenuare tutto ciò, magra consolazione, per fortuna c'è stato il buio. Intervista alla vicesindaco Simona Morcellini Un bilancio? "Sicuramente buono. Non possiamo che ritenerci soddisfatti, soprattutto considerando i tempi ridotti con cui si è dovuto organizzare il tutto. 23 artisti di cui 7 internazionali, 13 interventi artistici, 1 chilometro e mezzo di percorso, più di 50 universitari e liceali del territorio al lavoro. E poi il coinvolgimento dei commercianti, degli albergatori e delle scuole: sono stati 3 giorni in cui si è respirata un’aria di vivacità e grande attesa che vorremmo percepire più spesso in Città. Sulle presenze siamo in attesa dei dati degli orga-
Sopra: "Fallen Chanelier", l'oggetto danneggiato diventa strumento musicale; sotto: PKK, l'opera a tecnologia Kinect (Ph. Curti)
quadra le foto ’App Hp Reveal, ca e rivivi la tre rni del Pomezia Light Festival
’App (istruzioni a pag. 38)
Da migliorare il decoro urbano
nizzatori, ma possiamo dire che, come lo scorso anno, le strade e le piazze erano piene". Qual è stato l'impegno economico da parte del Comune di Pomezia? "L’impegno economico totale è il risultato della collaborazione di diverse forze: circa 40mila euro sono legati a un finanziamento SIAE vinto dal Comune e 10mila euro sono finanziati dal budget dell'estate pometina. Gli Sponsor hanno poi finanziato molte opere ed i commercianti alcune specifiche attività (ad esempio l'illuminazione di via Orazio)". Alcune opere sono rimaste troppo slegate dal cuore del Festival: le persone che hanno deciso di raggiungerle non hanno trovato nulla, se non strade deserte e poco altro. E il decoro urbano non è parso eccezionale... "Tutto è sempre migliorabile e confidiamo che eventi come questo crescano e migliorino anno dopo anno. Il Pomezia Light Festival ha solo due anni di storia e il modello ha margini di crescita, anche attraverso il completamento del format con ulteriori iniziative che ne riescano a valorizzare l’unicità e la levatura artistica. L’opera nel Parco di Via Filippo Re è effettivamente risultata tra le più apprezzate e, nello specifico, richiedeva spazi adeguati". Sabato sera ha avuto luogo l'evento con i palloncini luminosi. Anche se si è trattato di una iniziativa privata, organizzata dai commercianti, non pensa che sarebbe dovuta essere vietata, visto l'enorme inquinamento che plastica + led provocano una volta che si liberano nel cielo (e praticamente sono volati tutti)? "L’iniziativa era privata e comunque non ci risulta che siano volati tutti. Famiglie e bambini hanno trovato il regalo talmente bello e con alto valore percepito da conservarlo e portarlo a casa. Era chiaro, a chiunque fosse sabato in Città, che i palloncini venivano fissati al polso o ai passeggini per non perderli. Si è inoltre realizzata una sorta di opera luminosa diffusa con protagonista la cittadinanza". Cosa si può fare per rendere più coinvolgente il percorso delle persone lungo il Festival? "Come già fatto quest’anno con il coinvolgimento della Rete dei Commercianti che hanno illuminato via Orazio, avvieremo collaborazioni con le realtà del territorio per rendere il festival un appuntamento sempre più ricco e vivace per la Città". E' in cantiere un'altra edizione? Se sì, l'amministrazione valuterà la possibilità di riproporre le fontane danzanti che avevano stregato letteralmente il pubblico nella prima edizione? "Per questo tipo di previsioni è davvero troppo presto" Luca Mugnaioli
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l bullismo nasce in adolescenza ma l’età nella quale si verifica va sempre più abbassandosi, sino a casi registrati anche nel corso della terza elementare. Il fenomeno si sviluppa in ambienti extrascolastici ed extrafamiliari ma è molto differente dai conflitti tra coetanei, i litigi tipici dell’adolescenza legati alla difficoltà di trovare un ruolo, la propria identità. Il bullismo va inquadrato in una prospettiva sistemica, in una relazione di potere tra la vittima e il carnefice tale da creare vittime predestinate, esso è caratterizzato da violenza fisica o psicologica del cosiddetto forte sulla vittima prescelta, e comporta l’intenzione di far del male e di ripeterlo. Entrambi, vittime e bulli, sono sfiduciati negli adulti dai quali prendono le distanze pensando solo di irritarli, non credono che essi possano arrivare sino a preoccuparsi di loro e comprenderne i disagi. Gli adulti significativi di riferimento, genitori, insegnanti, non vengono percepiti in grado di fare fronte alla situazione e ciò favorisce l’instaurarsi di una subcultura della violenza, un po’ come quando in uno Stato ci si fa giustizia da soli non avendo alcuna fiducia nelle istituzioni, e nascono sottopoteri invisibili, sottostati di fatto, sempre più potenti. Per quanto riguarda l’adolescenza, essa, come tutti sappiamo è un’età critica. Infatti, il raggiungimento della maturità sessuale fa spesso sentire i ragazzi, di fronte alle sfide della nuova condizione, fragili e con un sentimento di sé insicuro. Per questo motivo essi, difensivamente, possono assumere identità rassicuranti, prese a prestito dalla cultura del momento e dall’ambiente d’origine. La percezione di una società litigiosa e indebolita nei suoi valori, non in grado di assicurare un futuro certo, individualista e poco convincente nella sua capacità di accoglienza dall’altro da sé, pensiero o persona che sia, non favorisce né aiuta la crescita personale dei giovani. In altri termini, viene a mancare uno “Stato virtuoso” in cui identificarsi, esponendo le nuove generazioni al rischio di
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Dott.ssa Francesca Tomasino divenire facili prede di modelli che rispondono al paradigma del primitivo sopra accennato. Caratterizzano il bullismo comportamenti intenzionali e ripetitivi violenti di natura fisica (parolacce, prese in giro, spintoni, angherie sempre più raffinate, etc.) e di natura psicologica, umiliazioni, derisioni, pressioni sempre più intense piuttosto che più frequenti per infondere una maggiore tensione nei soggetti identificati dalla Società e dallo stesso “bullo” come deboli e incapaci di difendersi, e goderne. Spesso il “bullo”, o la bulla, il termine deriva dall’inglese bullyng, che identifica in una categoria unica aggressori e vittime, è sostenuto da un gruppo che gli infonde la forza che da solo non avrebbe. Frequentemente è un soggetto affettivamente deprivato che vive i margini della società e che dalla cultura di provenienza apprende come unica via di riscatto quella della supremazia del forte sul debole, illudendosi, così, di essere vincente. Un modo di pensare e fare primitivi, animaleschi, ove il più forte si ‘nutre’ del più debole traendone facoltà dalla “legge naturale della sopravvivenza”. E’ per questo che tale gruppo viene definito branco, come nel caso dei cani o dei lupi, il ‘branco umano’ esprime al massimo la sua primitività violenta: è esaltato dalla sua presunta supremazia, dalla capacità di vincere sull’altro per rinforzare la propria autostima, senza pietà per il presunto de-
Il bullismo
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bole. Questi non è tanto chi nella società ha difficoltà a realizzarsi quanto chi mostra più paura della legge del branco fondata sulla violenza. Il branco, infatti, odia la debolezza fisica e psicologica e soprattutto la paura, perché è in realtà composto da individui deboli e impauriti i quali si difendono illudendosi di condurre una vita da superuomini, fatta di azioni gagliarde frutto di pensieri veloci e risolutivi. E’ come se il branco fosse un gruppo animalesco e non umano: quando è riunito non ragiona più. Tuttavia il singolo “bullo” può agire anche da solo perché si porta dentro il pensiero del proprio branco, anche se in solitudine la sua azione può risultare meno incisiva. Il fenomeno del bullismo, studiato negli USA fin dagli anni ’50 del secolo scorso, dopo alti e bassi si è andato negli ultimi decenni incrementando nel mondo cosiddetto “occidentale”, anche sotto la forma del cyberbullismo, ed in modo tangibile in Italia, ma va anche detto che parallelamente si è acuita la sensibilità sociale verso tali condotte un tempo meno percepite e assunte quasi come una ‘fisiologia sociale’ (vedi ad esempio il “nonnismo” in caserma). Occorre inoltre sottolineare che tale fenomeno, ormai da tempo, è trasversale rispetto alle diverse fasce sociali. Il suo rafforzamento viene collegato a processi di decadimento dei valori sociali stessi, con indebolimento delle Istituzioni democratiche e del loro riconoscimento da parte dei cittadini. Viene percepito quindi come segnale del lento declinare di una Società in parte mutilata dei suoi valori fondativi, e, di conseguenza, del parallelo prender piede di un pensiero rudimentale, arrogante, mirante a un benessere effimero e individualista.Si presuppone che nel clima in cui le nuove generazioni si formano, la “legge del branco” abbia buone possibilità porsi come alternativa a quella della civiltà e i più deboli, facilmente illudibili, se ne possano appropriare. Che fare? Possiamo fare qualcosa direttamente quando si tratta di fenomeni di così ampia portata sociale? Un’ipotesi percorribile è realizzare o rinforzare condizioni aggregative per le famiglie e per gli adolescenti, percorsi che vanno dall’aiuto in strada, o in casa con i compiti, per trovare in ambienti protetti la possibilità di giocare, studiare, stare in gruppo, parlare. Tali nuove opportunità di sostegno dovrebbero entrare in un rapporto collaborativo intenso. Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Ass. Culturale Tyrrhenum, Via F. Turati, 12 Pomezia Tel. 3317996787 Corso di psicologia mercoledì h.17/18,30 (costi associatici)
Il fenomeno nasce in adolescenza ma l’età nella quale si verifica va sempre più abbassandosi, sino a casi registrati anche nel corso della terza elementare
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L'avvocato risponde: la consulenza legale per i lettori i viene inviato il seguente quesito da un nostro lettore. Ho saputo dell'esistenza di una legge creata apposta per le famiglie, in grado di ridimenzionarne i debiti, potrei avere dei chiarimenti su tale legge. Il parere Si tratta della legge n. 3/2012 che nasce come rimedio per le famiglie sovraindebitate. Infatti, il mutuo, le tasse, il finanziamento per la macchina possono determinare una situazione debitoria che se particolarmente gravosa può portare a una crisi da sovraindebitamento. Tale stato è definito dalla legge come “una situazione perdurante di squilibrio tra le obbligazioni assunte ed il proprio patrimonio prontamente liquidabile, nonché la definitiva incapacità di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni”. Spesso, il sovraindebitamento è conseguenza di eventi indipendenti dal volere di chi lo subisce, come ad esempio la perdita del lavoro, una grave malattia, una crisi familiare. La legge n. 3/2012, anche conosciuta come legge
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minato colposamente il sovraindebitamento. Inoltre, è necessario il requisito della convenienza del piano rispetto all'alternativa liquidatoria di tutto o di parte del patrimonio del debitore. Quindi, accertata la sussistenza dei requisiti della meritevolezza e della convenienza il piano può essere omologato dal giudice e i creditori non hanno la possibilità di approvarlo, ma possono contestarne solo la convenienza. Proprio per questo, il comma 3bis, dell'art.9, legge n.3/2012, impone a garanzia di questi ultimi che alla proposta si alleghi una particolare e dettagliata relazione dell'OCC (Organismo di composizione della crisi). Gli OCC, infatti, rivestendo il ruolo di ausiliari del giudice, svolgono funzioni di consulenza legale e finanziaria. Inoltre, se l'accordo è raggiunto, l'organismo di composizione della crisi risolve le possibili difficoltà sorte nell'esecuzione dell'accordo e vigila sul giusto adempimento dello stesso. La terza procedura è la liquidazione del patrimonio del debitore, alla quale si ricorre in caso di insuccesso delle due procedure sopra enunciate o in alternativa a esse. Questa ultima è
L'avvocato Antonio Aquino la soluzione più gravosa e più svantaggiosa, perché il debitore deve rinunciare a tutti i suoi beni, liquidando di fatto il suo intero patrimonio. In conclusione, si può certamente affermare che la finalità della legge sul so-
La legge n. 3/2012, anche conosciuta come legge “salva suicidi”, deve considerarsi improntata alla tutela del debitore con la prospettiva di garantire a quest'ultimo il diritto alla prosecuzione dell'esistenza “salva suicidi”, deve considerarsi improntata alla tutela del debitore con la prospettiva di garantire a quest'ultimo il diritto alla prosecuzione della esistenza, dopo il pagamento dei debiti, per quanto sia possibile. Fino a qualche anno fa l'esdebitazione, cioè la liberazione dai debiti, era prevista solo a soggetti fallibili (imprese e aziende). In seguito la suaccennata legge ha previsto, con un' interpretazione estensiva del concetto di “debitore”, la possibilità di esdebitazione anche per soggetti non fallibili e cioè consumatori, professionisti, artigiani e piccole imprese. L' accordo di composizione della crisi, il piano del consumatore e la liquidazione del patrimonio, sono le tre procedure, espressamente previste dalla legge n. 3, del 2012, per risolvere una situazione di sovraindebitamento. L'accordo di composizione della crisi è un accordo con i creditori, nel quale viene proposto lo stralcio di una certa percentuale del debito. È necessario, comunque, l'assenso di almeno il 60% dei creditori perché, in caso positivo, l'accordo che è omologato dal giudice diventa vincolante anche per i creditori non aderenti. Il piano del consumatore è un altro procedimento a cui il consumatore può fare ricorso. Può essere omologato se il debitore sia meritevole, cioè abbia assunto le obbligazioni con la ragionevole prospettiva di poterle adempiere oppure non abbia deter-
vraindebitamento è quella di consentire ai debitori non fallibili di poter uscire dalla loro situazione debitoria con un equilibrato sacrificio fra creditore e debitore, evitando al debitore di cadere nell'usura cercando di mantenere la propria casa di abitazione e conservando, altresì, la banca creditrice l'ipoteca sull'immobile sino alla estinzione del piano. Avv. Antonio Aquino
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Il muro è una grande arma o asserisce Banksy, l'artista di strada dal volto sconosciuto a tutti, divenuto famoso in quando e' riuscito con la sua spray paint ad illumina le menti e l'anima di tutti noi, con i suo capolavori d'arte moderna. Enigmatico e sfuggente writer inglese che scrive e dipinge ovunque e a volte è riuscito addirittura ad intrufolarsi con coraggio nei musei di alcune città ed appendere le sue opere su tela tra gli altri dipinti. E' così che senza ambizione è divenuto il massimo esponente a livello mondiale nel suo settore. Sembra sia nato a Bristol e con le sue bombolette spray è riuscito come a fermare il tempo sottolineando momenti di vita semplice e quotidiana, ma anche rappresentando l'urlo del popolo. “Mobile Lovers”: due amanti che si abbracciano e allo stesso tempo guardano il loro smartphone e che rappresentando la mancanza di comunicazione nella moderna società digitale, dove purtroppo il romanticismo e la passione del momento vengono sopraffatti dall'uso del cellulare. Opera tristemente reale. “Armored Dove”: una colomba della pace con addosso
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un giubbotto antiproiettili, un ramo di ulivo in bocca e un mirino puntato al cuore. Murales realizzato in un area ad alto rischio, per protestare contro il conflitto Palestina-Iran, sottolineando la crudeltà della guerra. La sua e' un arte che predilige lo stencil e la utilizza per rappresentare con effetto l'immediato del momento da lui scelto ed il significato profondo e satirico delle frasi che scrive e con cui comunica. Un suo lavoro e' stato addirittura valutato e venduto ad un prezzo più' alto di una tela di Van Gogh. L' arte d' Avanguardia pur collegata all'arte moderna e' basata principalmente sul presente, con innovazioni semplici ma opposte alle idee conservatrici, perché si ha la necessità di inventare cose nuove e adeguate a questo mondo che corre. Laura Piacentini
"A wall is a very big weapon" (1) Heart Doctor; (2) Armored Dove; (3) Mobile Lovers
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Colloquio di lavoro: Come Presentarsi
Tenete bene in mente che non conta solo quello che dite, ma anche come lo dite! e telefonate, gli appuntamenti, le riunioni, gli impegni che scandiscono la nostra giornata ci fanno spesso dimenticare le buone maniere. Essere educati non è indispensabile solo al lavoro, lo è ovviamente anche nella vita privata, ma sicuramente nell’ambito lavorativo costituisce un fattore di successo così come lo sono le competenze tecniche ed i titoli di studio. Con i colleghi una divergenza di opinioni può essere costruttiva, ma affrontatela a tu per tu e non in pubblico. Alzare la voce o usare espressioni improprie è segno di debolezza, a maggior ragione verso chi è in posizione inferiore. Se lavorate con correttezza, dedizione e intelligenza, sia i colleghi, sia i superiori se ne renderanno conto.In questi brevi incontri, anche se solo virtuali, abbiamo affrontato alcune situazioni che spesso incontriamo durante la nostra attività sia essa lavorativa che sociale, senza avere la pretesa di essere additati quali unici depositari delle buone maniere ma il nostro unico scopo è stato quello di suggerire alcuni comportamenti corretti da tenere in determinate situazioni che possono generare un migliore e più proficuo rapporto con gli altri. Iniziamo da quello che, probabilmente, interessa la maggior parte di coloro che si trovano nella si-
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tuazione di dover affrontare un colloquio di lavoro, soprattutto in questo periodo. Quale comportamento usare quando si viene convocati da un datore di lavoro? Innanzitutto bisogna dire che cercare un impiego è in ogni caso un lavoro duro, che richiede volontà, grinta, flessibilità, capacità di auto-analisi e soprattutto fornire informazioni vere e sincere. Per cominciare bisogna avere un curriculum ben fatto, deve saper destare interesse. Non renderlo generico ma personalizzarlo adattandolo alle esigenze dell’azienda a cui state rivolgendovi e della quale cercherete di sapere il più possibile. Dovete presentarvi come la migliore soluzione del problema che quell’azienda si è posta cercando qualcuno per quella data posizione. Non si tratta di dire bugie su di sé ma solo di valorizzare al meglio i vostri punti di forza: si tratta, insomma, di “vendersi bene”. In poco spazio dovete concentrare il meglio di voi e invogliare chi vi legge a conoscervi di persona.
“Tutti pensano di cambiare il mondo ma nessuno pensa a cambiare sé stesso” Leone Tolstoj Prima del colloquio siete carichi di aspettative, ma provate a stare tranquilli: compostezza nell’apparire, stretta di mano sicura, sguardo diretto, sorriso comunicativo. Soprattutto cellulare spento!!! Attendete che la persona che vi riceve, una volta accolti, si sieda per prima e solo a quel punto sedetevi. Se vi offrono un caffè o altro, prendete ciò che sceglie l’intervistatore: è una buona mossa. Rispondete alle domande riflettendo e soprattutto ascoltate. Non promettete ciò che sapete di non poter mantenere ma parlate con semplicità e sinceramente. Sapere quanto valete vi infonde certo sicurezza, ma
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questa vostra convinzione non deve mai sfociare in presunzione o arroganza, altrimenti rischia di nuocervi. Ricordate che un’azienda non cerca il più intelligente, il più bravo ed il più competente, ma la persona più indicata per quel dato posto e quindi un’eventuale giudizio negativo non riguarderebbe la vostra persona nel suo complesso, ma soltanto le vostre specifiche competenze e attitudini per quel dato compito: non abbattersi troppo facilmente è il primo consiglio da dare a chi cerca lavoro. In ognuno di noi è presente un talento nascosto. Portarlo alla luce è compito nostro, ma in molti casi ciò avviene in maniera imprevedibile ed inaspettata. Bisogna sapersi osservare, percepire in quale situazione ci si trova più a proprio agio, quando non si sente la fatica per le cose che si fanno, quando ci si perde in quello che facciamo senza avere più la cognizione del tempo che passa: questi sono segnali che indicano che stiamo sulla strada giusta e se tutto ciò non accade è il caso di attendere che qualcosa di più emozionante e convincente si manifesti. … in bocca al lupo!
Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale
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Evangelo di Fede in Fede
Dio guarisce a guarigione divina è una verità certa, e cercheremo di annunciarla secondo l’evangelo di Gesù Cristo. Essa naturalmente è argomento molto dibattuto e spesso suscita pensieri di scetticismo, d'altronde come potrebbe essere altrimenti, il cuore dell’uomo naturale tende all’incredulità. Persino il potente ministero di Cristo Gesù, fu limitato da coloro che non credevano; così sta scritto: “…e li a causa della loro incredulità non fece molte opere potenti” (Matteo 13:58). E poi alla naturale incredulità dell’uomo si aggiunge la forviante mezza verità che Dio guarisce, ma non ovunque. Bisogna forse andare in qualche luogo particolare, magari meta di pellegrinaggio ben conosciuta? Assolutamente no. Gesù rispose ad una domanda simile, la quale gli fu posta da una donna samaritana: “credimi, l’ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre…i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità” (Giovanni 4:21-23). Non è una questione di luoghi particolari; ogni angolo della terra è buono per incontrare Dio con il cuore e in piena sincerità. Siamo sempre nella presenza di Dio: “difatti in lui viviamo, ci muoviamo e siamo” (Atti17:28).
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Guarigione divina L’intera Bibbia, attraverso i secoli, presenta varie guarigioni divine; naturalmente la più alta concentrazione la troviamo nei Vangeli attraverso il ministero del Cristo, a seguire nel ministero degli apostoli e poi nella chiesa attraverso i secoli. Cristo Gesù ci ha fatto conoscere la natura e il carattere dell’invisibile Dio. Egli, dice la Scrittura, pianse presso la tomba di Lazzaro, e chissà quante volte dovette constatare con cuore addolorato, le pro-
Il Corriere della Città Numero 10 Anno 10
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EDITORE: La Città
via Odessa 41 - 00040 Torvaianica
fonde sofferenze dell’umanità. Egli incontrò uomini e donne, sofferenti, molte volte colpiti da lunghe malattie; la donna dal flusso di sangue fu guarita dopo dodici anni, il paralitico dopo trent’otto anni. In Cristo il paralitico tornò a camminare, il lebbroso fu
parte della Chiesa nascente. Ma la guarigione di Dio non termina con l’era apostolica, ancora oggi la Chiesa di Gesù Cristo ha l’ordine di andare in tutto il mondo e predicare l’evangelo ad ogni creatura, rivestita delle virtù del Cristo risorto, tra le quali vi è la guarigione divina. Se ci avventurassimo in un lungo viaggio tra le nazioni, scopriremmo che in tutto il mondo ci sono persone che possono testimoniare di essere state guarite dal Cristo risorto.
Dio guarisce
mondato, l’indemoniato liberato, i morti risuscitarono…Durante tutto il suo ministero egli andò attorno cercando a chi poter fare del bene. Ma le guarigioni divine sono forse terminate con il ministero di Cristo? Assolutamente no.
Ed essi guariranno Cristo Gesù prima di ascendere al cielo, ordina ai suoi discepoli: “andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura”. E poi ancora, disse ai suoi discepoli e a seguire ai discepoli di tutti i tempi: “imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno” (Marco 16:15,18). La Scrittura ci riporta storie come la guarigione del paralitico, presso la porta del Tempio: “Ma Pietro disse: …nel nome di Gesù il Nazareno, cammina… E con un balzo si alzò in piedi e cominciò a camminare” (Atti 3:1-11). Nel libro “Atti degli apostoli”, ci sono molte altre guarigioni compiute da uomini di Dio, facenti E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763
DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Samantha Morano, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Giacomo Andreoli, Alessandra Crinzi, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE:
Dio è il creatore, chi più di lui conosce l’uomo nei suoi più piccoli dettagli? Cristo Gesù sulla croce si è caricato dei nostri peccati, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia vita eterna; ma è altresì vero che egli si è caricato delle nostre malattie: “…erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato” (Isaia 53:4). Cristo per mezzo del suo sacrificio ci dona guarigione; non soltanto quella del corpo. Vi è una guarigione estremamente superiore e dai risvolti eterni. Spesso l’anima ha un profondo bisogno di guarigione; nelle battaglie della vita, molte volte è ferita; profonde e sanguinanti lacerazioni la fanno languire e la lasciano senza forza; Dio guarisce le ferite dell’anima, egli può guarire completamente, a tal punto che non rimarranno nemmeno i segni delle cicatrici. L’intero nostro essere, anima, corpo e spirito ricevono guarigione accostandoci a lui. Dio non è lontano, anzi egli è proprio accanto a noi, e nel suo grande amore ama guarire. Per info 3358131014 evangelodifedeinfede@gmail.com www.facebook.com/evangelodifedeinfede
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CHIUSURA REDAZIONALE: 01/10/2018
STAMPA: Tipografia Graffietti
Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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ottobre 2018 iao sono Silvia, sono incinta alla 28 esima settimana e sono qui perché mia cugina ha tanto insistito e alla fine mi ha regalato questo incontro con un’ostetrica, anche se il mio ginecologo mi ha già detto che il corso pre parto non serve a niente, perché alla fine voi insegnate solo a respirare!!”. Sorrido, distolgo lo sguardo per nascondere la frecciata che mi arriva dritta al cuore, poi penso “ sono più i ginecologi che hanno insegnato a me a respirare a fondo e lentamente che le mamme a cui l’ho insegnato io”, ma mi limito a dire “ ragazza intelligente tua cugina, pensa che ti racconterò di un sacco di cose che forse non sai, ma sicuro non t’insegnerò come respirare, piuttosto, raccontami chi c’è nella tua pancia e cosa ti aspetti da questo incontro”. Piano piano cominciamo a chiacchierare e ancora una volta mi scopro a raccontare chi sono e qual è il mio lavoro e ogni volta penso quanto sia difficile far capire che ostetriche e ginecologi si occupano di due cose diverse… parallele, vicine, vicinissime magari, ma due cose diverse. Il ginecologo è un medico e come tale cura le malattie, promuove la prevenzione… diciamo che in qualche modo “fa cose”. Le ostetriche accolgono, ascoltano , vigilano che tuto proceda secondo fisiologia, promuovono la prevenzione e in qualche modo “aspettano cose”. Che strano! Rileggendo mi sono accorta di aver scritto al singolare parlando del ginecologo e al plurale parlando di ostetriche. Non credo sia un caso… il rapporto che c’è tra medico e paziente è sicuramente un rapporto di fiducia, di rispetto reciproco, ma in qualche modo sempre sbilanciato… quando diciamo “il medico ha detto che …” è come se stessimo ribadendo una verità assoluta. Il rapporto tra un’ostetrica e una donna che sta partorendo è un rapporto alla pari fatto di una fiducia e di una sintonia quasi magica. Probabile che la nascita di un bambino sia un momento molto più speciale della scoperta del microorganismo che causa quel fastidioso bruciore di stomaco… non lo metto in dubbio… ma sarà quello, sarà la luna, saranno le stelle, in ogni caso è un’altra cosa! L’ostetrica non ha la presunzione di insegnare niente a nessuno. I bambini nascono da soli e tutte le donne sanno partorire da sole, il problema è che lo hanno dimenticato e la dimenticanza nel tempo si è vestita di paure, di miti, di superstizioni, di racconti molto colorati. Come ostetrica non ho la presunzione di insegnare ad una donna ad essere una donna, ma ho la “missione” di raccontare la verità!! Lo scopo
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RUBRICHE del corso di accompagnamento al parto e alla nascita è proprio quello di fornire alle mamme tutte le informazioni utili a fare scelte consapevoli. Quando una donna si trova in travaglio la parte critica del suo cervello si spegne e affiora il suo essere un “animale mammifero”. Tutto sa di antico, di segreto, di ancestrale, non servono parole, tutto diventa sussurro, respiri, lamenti, si amplificano le sensazioni, il contatto, il calore, le carezze i massaggi, il buio che poi diventerà di nuovo, luce, rumore e grida di una vita nuova. Tutto questo non si può spiegare, non si può insegnare come del resto non si può insegnare a respirare! Ognuno di noi ha un suo ritmo , un suo modo di farlo e questo modo cambia se siamo felici, se stiamo male, se dormiamo, se corriamo, se sentiamo dolore. Respirare è qualcosa che facciamo inconsciamente non ce ne rendiamo conto… ma se per esempio proviamo a fare un’immersione e siamo costretti a prendere aria attraverso un boccaglio allora ecco che non ci sembra più tanto scontato, almeno all’inizio dobbiamo farci attenzione, dobbiamo concentrarci. L’acqua che ci abbraccia ci costringe a prendere coscienza dei muscoli e dello sforzo che facciamo per espandere il torace e riempire i polmoni d’aria. Diciamo che travagliare è un po’ come fare un’immersione… senza pesci colorati… ma con la stessa attenzione al “bisogno” di respirare. La contrazione è un’onda che ha un inizio, un picco massimo e poi scende gradualmente per concederci qualche minuto o solo qualche secondo di riposo per poi tornare a spingere forte e quest’onda per quanto potente non la possiamo contrastare, la dobbiamo lasciare fluire e perché ciò avvenga dobbiamo continuare a respirare… secondo il nostro ritmo…Pensate davvero al mare quando da bambini, ma neanche tanto bambini, giocavamo a cavalcare le onde più lunghe per arrivare fino sulla battigia, la sensazione potente dell’acqua che comunque ci soste-
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neva e ci spingeva sinuosa senza farci del male eppure capace di sbatterci sott’acqua se sbagliavamo i tempi! Provate a pensarci… quando tratteniamo il respiro è come se fossimo paralizzati, i nostri muscoli sono immobili e tutto il nostro corpo lotta contro qualcosa di innaturale… abbiamo bisogno di ossigeno per vivere. Senza ossigeno diventiamo statue contro le quali l’onda s’infrange e scarica la sua furia amplificando la sua potenza in mille spruzzi, ma se collaboriamo con l’onda, l’assecondiamo con movimenti dolci e respiri lunghi e lenti, ci lasciamo trasportare senza pensare… scivoliamo su di lei o dentro di lei e la contrazione ci avvolge, ma non ci affonda! Io immagino il travaglio come una danza lenta e sinuosa, in cui si accavallano pensieri brevi e mai del tutto a fuoco, il travaglio nella mia testa ha i colori del tramonto, è caldo e avvolgente, non ammette niente oltre i confini della donna che lo attraversa e sa di metamorfosi… una figlia che diventa madre, una ragazza che diventa donna. Ovvio che tutto questo non accade sempre, non è solo poesia, il travaglio è anche dolore, conquista, fatica, sforzo, sudore, paura, incertezza e lacrime, ma quello che c’ è alla fine del sogno è realtà! La mia presunzione di ostetrica non è quella di raccontare che faccio nascere i bambini, ma quella di raccontare alle mamme la fisiologia del travaglio e del parto… in qualche modo mi sento di raccontare loro la verità. Mi è sempre piaciuto pensare che le donne nascono geneticamente e biologicamente determinate per essere madri… il modo in cui scelgono di farlo è un viaggio sempre diverso, sempre unico, sempre speciale… non esistono parti perfetti, non esistono travagli perfetti… esiste il parto ed il travaglio perfetto per ogni donna… basta sapere quello che si vuole!! Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
Respirare
La verità è che succede sempre meno frequentemente di diventare genitori senza aver prima riflettuto bene sull’impegno psico-emozionale ed economico legato all’arrivo di un nuovo erede
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SPORT
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Calcio, dilettanti: il punto sull'inizio di stagione omezia Calcio La squadra di patron Bizzaglia comincia il campionato col piede sbagliato: perde infatti, con pesante passivo di 4-1 sul campo della matricola Ottavia dopo che era passata in vantaggio con Laghigna al 32’, da sottolineare un’espulsione nel primo tempo di De Santis che ha influenzato inevitabilmente l’andamento del match. La seconda giornata è di rivalsa, almeno sul campo, per il Pomezia che
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veramente non essere stata traumatizzata dal cambio di girone visto che gli ardeatini sono ancora imbattuti nel girone A di Eccellenza. Il Team Nuova Florida comincia il campionato impattando a Montespaccato per 1-1, a segno va Teti. Stesso risultato nella seconda giornata al Mazzucchi dove va nuovamente a segno Teti contro il Cynthia. Nella terza giornata i biancorossi rifilano 5 gol al Real Monterotondo ed al suo estremo difensore Santi, l’ex portiere dell’Unipomezia ha subito una tripletta dall’inarrestabile Piro, un gol da
Teti ed infine uno da Rossi. La quarta giornata è quella del derby contro l’Unipomezia, dal quale i ragazzi di Bussone ne escono con la massima posta in palio grazie ad un autogol della squadra ospite. Alla quinta giornata il Nuova Florida vince all’inglese sul campo del Villalba Ocres Moca ed i sigilli sono di Troccoli e De Marchis. Avvio molto simile a quello che è stato l’exploit dell’anno scorso, i biancorossi sono ora secondi a 11 punti, a sola una lunghezza dall’Astrea. (continua)
La squadra di patron Bizzaglia comincia il campionato col piede sbagliato. Unipomezia: il mese si chiude con la "manita" ai danni della Città di Palombara vince 2-0 contro il Latina Scalo Sermoneta ma, in seguito ad un reclamo della squadra ospite, è stata aggiudicata la sconfitta a tavolino per 0-3 per i pometini a causa di una posizione irregolare in campo di un giocatore che avrebbe dovuto scontare una squalifica. Alla terza giornata la squadra di mister Gagliarducci vince all’inglese sull’ostico campo dell’Arce per 0-2, a segno il solito Laghigna e Ruggiero. Il Pomezia inanella due vittorie consecutive, visto che alla quarta giornata batte di misura l’Insieme Ausonia al Comunale grazie ad un gol dell’ex Rieti Lo Pinto ed il seguente sigillo di bomber Laghigna. Nella quinta e ultima giornata del mese di settembre la squadra del presidente Cerusico capitola sul campo dell’Audace per 2-1, a segno va Bussi per i pometini. Dopo quattro giornate, la classifica vede il Pomezia Calcio in undicesima posizione a 6 punti, contando anche la penalizzazione inflitta dalla Giustizia Sportiva, nel girone B di Eccellenza Unipomezia La società del presidente Valle inizia il campionato con piglio autoritario, rifila 4 reti all’Almas, alla Pineta dei Liberti vanno in scena i gol di Ventura, Spinola e la doppietta di Alvarez Castellano. Nella seconda giornata i crimsini impattano fuori casa per 0-0 contro lo Sporting Genzano. Il ritorno al Comunale è positivo perché alla terza giornata, l’Unipomezia vince di misura per 2-1 grazie alle reti di Delgado e Spinola. Il derby è sfortunato per la squadra di mister Baiocco: al Mazzucchi di Ardea il Team Nuova Florida passa grazie ad un’autorete di Casciotti. L’Unipomezia reagisce subito alla quinta giornata con una manita ai danni del Città di Palombara, a segno vanno Casciotti, Spinola, Morelli e Delgado. La classifica sorride alla squadra di Valle, i rossoblu sono terzi a 10 punti e ne distano solo due dalla capolista Astrea nel girone A di Eccellenza. Team Nuova Florida La squadra del presidente Marcucci sembra
Lo stadio comunale di Pomezia
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ottobre 2018 (segue) Indomita Pomezia – Selva A.P. Il sodalizio Indomita P./Selva Academy P. è partito in maniera inarrestabile sin dalle
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prime amichevoli precampionato vinte con Lanuvio Campoleone (2-0), Unipomezia U19 (5-0), Trigoria (5-1) ed infine Atletico Torvaianica (0-3). L’Indomita Pomezia può
Indomita Pomezia-Selva A.P.: adesso per la squadra del Direttore Ricci la stagione è in discesa
contare su una linea verde di tutto rispetto formata da Ranucci, Cipolletta, Spina (solo per citarne alcuni) magistralmente guidata da giocatori di esperienza come Cristofari, Bacchiocchi, Oliva, Giacoia e Innocenzi. Questo mix bollente ha dato i suoi frutti già nella prima gara di Prima Categoria vinta per 1-3 sul campo del CS Primavera, ad Aprilia. I pometini vanno addirittura in vantaggio per 0-3 grazie ad un delizioso pallonetto di Cristofari, un’indecisione difensiva sfruttata da Cipolletta e ad un gran colpo di testa di Angelelli nella ripresa. Solo nel finale arriva il gol della bandiera per la squadra locale, Rubino sfrutta di testa un calcio piazzato. Da sottolineare nel Primavera le presenze di Celiani e Scalibastri, giocatori noti nell’ambiente pometino avendo vestito varie casacche del territorio. Adesso per la squadra del Direttore Ricci la stagione è in discesa ed il prossimo appuntamento è al Comunale di Torvaianica domenica 7 ottobre alle ore 11. A sinistra: buona la prima per l'Indomita Pomezia
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Il Corriere della Città ottobre 2018
S.A. Pomezia–Indomita Pomezia: parla il direttore Ricci bbiamo incontrato il Direttore del binomio Selva Academy Pomezia – Indomita Pomezia Massimiliano Ricci, per raccontarci questa nuova realtà calcistica del territorio che sembra essere partita con dei chiari obiettivi, ma soprattutto con dei rigorosi principi da rispettare. Ecco le parole del direttore pometino: Direttore, come nasce il progetto targato Selva Academy Pomezia – Indomita Pomezia, e che progetti ci sono per il futuro? “Il progetto nasce da due idee ed esigenze complementari: da una parte il Selva Academy Pomezia, noto per il suo settore giovanile e dall’altra parte un’ottima e organizzata prima squadra quale è l’Indomita Pomezia che necessitava di attingere giocatori da un settore giovane solido. Il progetto è volto a dare un’opportunità ai giovani del territorio che una volta finito il percorso di crescita nel settore giovanile, si trovano spesso nella scomoda posizione molte volte di non avere una possibilità in una prima squadra per poter mettersi in mostra..” L’Indomita Pomezia ha svolto un mercato importante per un campionato come la Prima Categoria prendendo giocatori importanti e di categoria superiore come l’attaccante Flavio Cristofari, i centrocampisti Bacchiocchi e Oliva, i difensori Giacoia e Innocenzi, solo per citarne alcuni, quali sono gli obiettivi? “L’obiettivo è arrivare in Promozione il prima possibile, senza ombra di dubbio. Abbiamo creato una squadra variegata sotto il punto di vista delle caratteristiche tecniche ma abbiamo tenuto e terremo parecchio conto anche del discorso comportamentale dei no-
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Il direttore del binomio Selva Academy Pomezia – Indomita Massimiliano Ricci stri giocatori: noi come società daremo tutto non facendo mancare nulla a nessuno per poter far bene, ci potrà stare l’errore tecnico da parte di chiunque ma non passeremo sopra a comportamenti non consoni e rispettosi verso il prossimo che può essere un compagno come un avversario. Abbiamo puntato sul mix linea verde-esperienza, puntando su giocatori che sono stati nel recente passato in sfere alte del dilettantismo e non solo, per poter donare equilibrio e solidità mentale". Avete allestito uno staff societario di primo livello anche per quanto riguarda l’agonistica e la scuola calcio…. “Sappiamo che l’adolescenza, così come l’età infantile, sono fasi di vita molto delicate. E’ per questo che abbiamo puntato ad assemblare persone che abbiano un curriculum corposo nel campo della psicologia e del calcio: il Responsabile della Scuola Calcio sarà Mario Casodi e dell’Agonistica Stefano Or-
landi. Siamo convinti dell’importanza anche delle figure tecniche ed i nostri coach cercheranno di trasmettere i valori umani, come divertimento e rispetto di tutte le figure che ruotano attorno ad un giocatore come arbitri, compagni e mister, dopo viene il discorso tecnico. Il nostro Responsabile della Comunicazione sarà Manuel Ferrara, che si occuperà di aggiornare costantemente le nostre pagine social con le attività di tutti i componenti della società, non abbiamo trascurato nessun dettaglio, ci divertiremo.”
Indomita Pomezia, mercato da top club: "L’obiettivo è arrivare in Promozione il prima possibile, senza ombra di dubbio"