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Il Corriere della Città
Pomezia
Politica
Anno 4 Numero 10 OTTOBRE 2012
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INCHIESTA: LE SCUOLE DI POMEZIA E ARDEA
PAG.10/11
POLITICA: DI FIORI SENZA MAGGIORANZA
PAG.08
QUARTIERI POMEZIA: CAMPO ASCOLANO E S.PALOMBA PAG.16
QUARTIERI ARDEA: TOR SAN LORENZO E NUOVA CALIFORNIA PAG.20
SEMPRE INSIEME AI CITTADINI
Pomezia Lettera al News Direttore
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Il maltempo di questi giorni ha evidenziato uno dei problemi annosi della città, che mette in pericolo l’incolumità dei cittadini: l’attraversamento del sottopasso di via Pontina e della complanare della stessa all’altezza dell’Hotel Selene. A segnalare la difficoltà dei pedoni un lettore, che ha girato a Il Corriere una lettera indirizzata al Sindaco di Pomezia ed all’Amministrazione comunale.
“Scrivo per segnalare un disagio che interessa me, lavoratore pendolare proveniente da Aprilia, ma anche tanti cittadini di Pomezia – si legge nella missiva Tutti i giorni attraverso la strada, complanare alla Pontina, che collega il centro della città di Pomezia con la zona dell'Hotel Selene (da Via Spaventa, attraversando la complanare della Pontina si passa sotto il ponte della Pontina e si arriva all'hotel Selene). Purtroppo non ci sono strisce pedonali sulla complanare! Eppure dall'altra parte, dal lato dell'hotel Selene, c'è un marciapiede, quindi sarebbe previsto un passaggio per i pedoni. Come me, che prendo l'autobus Cotral per tornare a casa, ogni giorno attraversano quella strada un sacco di persone, a tutte le ore del giorno: signore con bambini o ragazzi che vanno alla palestra Olimpia, clienti dell'hotel Selene, lavoratori della Sigma Tau e di altre aziende ubicate in quella zona. Tutti i giorni noi pedoni rischiamo la vita perché non sappiamo dove attraversare e le macchine non si fermano. In questo periodo dell'anno c'è ancora abbastanza visibilità ma tra qualche settimana, con il cambio dell'orario, alle 17 sarà già buio e la situazione diventerà ancora più pericolosa. Bisogna provvedere al più presto e prima che accada un incidente. Deve essere realizzato un passaggio pedonale illuminato e consentire ai pedoni un attraversamento in sicurezza. Ho fatto presente questo problema ad altre persone che lavorano al Comune di Pomezia da parecchio tempo, varie volte ho sollecitato una risposta, ma non è stato fatto nulla. Mi è stato risposto, solo verbalmente, che deve provvedere la Provincia. Mi chiedo e le chiedo: è stato fatto presente questo problema alla Provincia? Cordialmente,
La Domanda...
Daniela Campanelli”
“Gentile direttore, vorrei tanto sapere perché non si ripristina l'illuminazione stradale di via Siviglia, dato che ormai sono mesi che più di metà via è al buio Mainini Pietro”
Alla sua domanda abbiamo fatto rispondere direttamente l’Ing. Renato Curci, Dirigente Settore LL.PP. del Comune di Pomezia. “In Via Siviglia – ha spiegato il Dirigente - alcuni mesi orsono è stato rubato da ignoti il cavo di alimentazione dell’impianto, per una lunghezza di ben 700 metri. Simili epi-
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Gentile Daniela, abbiamo girato immediatamente la sua segnalazione agli aministratori, ricevendo tempestiva risposta dal Dirigente ai Lavori Pubblici, ing. Renato Curci, il quale ha assicurato di “aver sollecitato più volte la Provincia di Roma, cui compete la manutenzione del tratto stradale in questione, e di cui ne ha evidentemente la responsabilità, ad apporre le strisce pedonali, oltre ai lavori di sistemazione della griglia delle acque piovane, causa di allagamenti e quindi di incidenti”. Il dirigente ha aggiunto che, per risolvere il problema, ha chiesto “che il Comune venga autorizzato ad apporre a proprie spese le suddette strisce, anche se non sarebbe corretto, visto che il Comune non è proprietario della strada in parola, e comunque in via d’urgenza per motivi di sicurezza, ordine pubblico e pubblica incolumità”. Purtroppo non è stata data risposta, da parte della Provincia di Roma, a questa istanza ed il Comune non può quindi intervenire in quanto, se lo facesse, il firmatario del provvedimento potrebbe essere denunciato per abuso d’ufficio. Questa purtroppo è la prassi amministrativa in Italia… Dopo la sua segnalazione è stato comunque fatto un ulteriore sollecito, e all’ufficio dei Lavori Pubblici sono fiduciosi in una rapida risoluzione, anche perche il 17 settembre il Sindaco ha inviato una lettera al Presidente della Provincia, Nicola Zingaretti per segnalare gli interventi necessari e più urgenti sui tratti di Strade Provinciali che attraversano il territorio comunale. Tra questi, il Primo Cittadino ha chiesto “un intervento straordinario di manutenzione della pavimentazione stradale, nonché di taglio laterale delle erbe infestanti e di risolvere definitivamente il problema dell’allagamento dei sottopassi alla medesima arteria, nei tratti di competenza provinciale, ed in particolare di quello esistente in corrispondenza dell’Hotel Selene, teatro di numerosi incidenti”. sodi si sono verificati anche in Località Santa Palomba (Via delle Arti, Piazza Nervi, Via della Stazione di Santa Palomba, serbatoio idrico) ed in altre strade del territorio. Il danno è ingentissimo, perché, per rubare il cavo, l’impianto interrato (muffole, etc.) è stato praticamente distrutto. Nel mese di luglio è subentrata nella manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione cittadini Enel Sole, che dovrà procedere alla progressiva sostituzione dei copri illuminanti con la tecnologia LED. Insieme a loro stiamo valutando la spesa per il rifacimento degli impianti danneggiati, per reperire i fondi necessari, in quanto il Comune non ha ancora approvato il bilancio di previsione per il corrente anno”.
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TRE ANNI CON I CITTADINI
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on questo numero inizia il quarto anno di vita de Il Corriere della Città. Abbiamo trascorso questi anni tra le strade di Pomezia ed Ardea alla ricerca di notizie, di problemi, di verità. Abbiamo commesso sicuramente molti errori, come ogni “nuova creatura” siamo inciampati e caduti,
abbiamo avuto i nostri momenti di sconforto, ma poi abbiamo sempre cercato di rialzarci e di ricominciare, ogni volta con il nostro scopo che diventava più chiaro: stare vicino ai cittadini, dare loro spazio ed una voce in più, crescere con loro, fare da tramite per cercare di arrivare alle soluzioni. Per questo il numero che state sfogliando è un po’ diverso: ci sono degli articoli più lunghi, approfondimenti ed inchieste, su argomenti che interessano la maggior parte delle persone. Parliamo della scuola, ma anche dei quartieri, che sono stati “monitorati” insieme ai loro abitanti in modo da andare al di la della semplice notizia. Il lavoro da fare è ancora molto, per questo già dai prossimi giorni ci saranno degli importanti cambiamenti che riguardano l’intera struttura del giornale, sia nella parte cartacea che, maggiormente, nella parte web, sul nostro sito internet www.ilcorrieredellacitta.com. Cambiamenti che necessitano delle vostre segnalazioni, che non necessariamente devono riguardare fatti negativi, ma anche quelli belli, di cui tutti, in periodo di crisi e di malcontento come questo, abbiamo bisogno. Segnalare, interessarsi ai problemi del proprio territorio, poi, trasforma i semplici abitanti in cittadini attivi, cosa indispensabile in questo momento in cui la politica in generale procura solo rabbia e sconforto. Ovviamente non si può e non si deve fare di ogni erba un fascio, ma le notizie che da un mese appaiono su tutti i media – televisione, giornali, internet – sullo scandalo della Regione Lazio, a cui pare stiano per seguire quelli su Sicilia, Piemonte ed Emilia, di certo non fanno crescere la fiducia nelle Istituzioni. Ed allora occorre reagire: non parliamo di rivoluzioni, che a quanto pare non interessano più gli italiani, ma di piccole cose che, tutte insieme, possono migliorare la nostra vita quotidiana e sociale. Se ogni cittadino non lasciasse più correre di fronte alle manchevolezze di chi lo governa, a livello locale fino a quello nazionale, passando per Provincia e Regione, se ogni cittadino facesse la sua parte interessandosi al bene comune, che riguarda quindi ognuno di noi, e partecipando almeno un po’ alla vita amministrativa, forse molte cose cambierebbero. Perché avere sempre gli occhi puntati addosso inibisce le azioni malsane.
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TROPPI DEBITI
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na situazione economica difficile. Molto difficile. “E non certo solo per la crisi economica generale”. Maria Rotonda Russo, capogruppo UDC, è preoccupata per le sorti delle casse comunali e per quello che potrebbe uscire fuori dal bilancio, da discutere obbligatoriamente entro la fine di ottobre. “Pomezia ha un indebitamento enorme: ci sono circa 140 milioni di euro di fatture emesse e non pagate. Alcune di importi relativamente bassi, altri sull’ordine di svariati milioni. Parlo dell’Innova, delle due società che gestiscono il servizio di raccolta dei rifiuti, dell’Enel e di tanti altri fornitori. Tra questi ce ne sono di piccoli che rischiano il fallimento a causa dei mancati pagamenti da parte del Comune: è inammissibile che una giunta di centrosinistra, che si vanta di essere sempre dalla parte dei cittadini, soprattutto quelli più disagiati, possa mettere in difficoltà i suoi stessi cittadini”. Si tratta di un debito sicuramente enorme, forse sottovalutato come responsabilità. Ma a chi vanno attribuite? Possibile che sia sempre e solo colpa dell’A.Ser? “Sicuramente la scelta scellerata dell’A.Ser ha avuto il suo peso, così come ce l’ha l’evasione fiscale, che ha raggiunto livelli preoccupanti. Ma credo che la situazione sia da imputare anche ad
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una gestione economica non perfetta. Troppi sprechi, che potevano essere evitati”. A cosa si riferisce? “Penso che sia mancata una razionalizzazione dei servizi e delle risorse. Anche se quello che dice il sindaco – ovvero che ha ereditato una situazione economica già difficile – è sicuramente vero, è altrettanto vero il fatto che durante i suoi due mandati il debito ha continuato ad aumentare”. Cosa avrebbe fatto Maria Russo al suo posto? “Una delle prime cose sarebbe stata una verifica del patrimonio immobiliare e, contemporaneamente, un censimento di tutti gli uffici comunali per i quali viene pagato l’affitto. La spesa complessiva è enorme: cercare di utilizzare immobili di proprietà, accorpare uffici e ripartire in maniera diversa le varie strutture sarebbe di sicuro stato utile per risparmiare centinaia di migliaia di euro l’anno”. Cos’altro avrebbe potuto consentire un risparmio? “In un momento come questo, in cui manca la liquidità, in cui ogni mese si rischia di pagare gli stipendi in ritardo, con i contributi degli ultimi mesi che non sono ancora stati versati e con creditori che quotidianamente ricorrono a decreti ingiuntivi, bisognerebbe anche rivedere alcuni servizi. Senza andare a toccare quelli primari, mi chiedo se sia indispensabile mantenere un consorzio per l’Università, vista la carenza di scuole materne e di nidi comunali. Quei soldi potrebbero avere altre destinazioni, dal momento che i nostri studenti hanno comunque la fortuna di avere prestigiose Università a pochi chilometri di distanza. Basta arrivare a Roma per trovarne di tutti i tipi”. Quindi lei è contro l’Università a Pomezia? “Non sono contro a prescindere: anche io penso che sia una comodità per i nostri figli e che dia lustro alla città, se ben sfruttata. Ma credo pure che questo non sia il Ottobre 2012
Maria Russo, capogruppo UDC, dice la sua su bilancio e Amministrazione
momento giusto. Si tratta di un progetto che va bene in tempi di sviluppo economico, non di crisi radicata. Questo è il momento di fare tagli, anche drastici, per poter ricominciare a sperare”. Prima parlava di evasione fiscale: ma come procede il recupero? “Ancora è presto per dirlo: non abbiamo ancora visto grossi risultati. Abbiamo una ditta esterna, che ci siamo ritrovati quasi senza capire come, ed ora un ufficio tributi interno che sta cercando di formarsi in modo da rendersi autonomo ed efficiente. Spero che la combinazione di queste due cose, ma soprattutto lo sviluppo della seconda, possa portare nuove entrate certe alle casse comunali”. Come vede l’andamento della Giunta De Fusco in questo momento? “Non troppo bene. Ma di questo non voglio dare tutta la colpa al sindaco: non si tratta di errori individuali, ma collettivi, con troppe persone che ancora “tirano la giacchetta” al Primo Cittadino, nonostante lui dichiari il contrario. Le liti interne al suo partito ed alla sua maggioranza non fanno altro che del male alla città”. Ed il suo, di partito, che fa? “Noi ci troviamo all’opposizione, ma questo non ci impedisce di votare proposte della maggioranza, quando le reputiamo utili per Pomezia ed i suoi abitanti”. Nei giorni scorsi c’è stato l’epilogo dello scandalo della Regione Lazio. Fino all’ultimo minuto il fondatore dell’UDC, Pierferdinando Casini, non si decideva a dare indicazioni ai suoi rispetto alle dimissioni in blocco per sfiduciare la Presidente Polverini. Questo atteggiamento perennemente in bilico corrisponde anche al suo modo di fare politica, oppure non è d’accordo con la mancata presa di posizione di Casini, che sembra sempre attendere di sapere quale sarà la parte vincente per potersi accodare? “Non credo che l’atteggiamento di Casini si debba imputare alla voglia di stare dalla parte del vincitore. La nostra è una forza di centro, un partito moderato che, appunto, cerca di “moderare”, di trovare un punto di incontro tra gli estremi. Se guardiamo ancora più in alto, Casini è stato colui che sin dall’inizio ha appoggiato apertamente il Premier Mario Monti, anche quando da parte di PDL e PD arrivavano le critiche. Per quanto riguarda la Regione Lazio la vicenda è complessa: credo che non si debba fare di ogni erba un fascio. Per prima cosa occorre distinguere tra Consiglio e Giunta. E’ stato dimostrato che gli sprechi venivano dal Consiglio regionale, mentre la Giunta operava in maniera diversa. Casini era quindi diviso tra la stima che comunque ha per la Polverini e la voglia di mandare a casa persone che avevano pensato solo ai loro interessi”. Ma se lei dovesse trovarsi nella stessa condizione, qui a Pomezia, cosa farebbe? “Penso che mi ci dovrei prima trovare. Anch’io pondererei bene la situazione, per capire se esiste magari il modo di cacciare eventuali mele marce lasciando invece le persone perbene. In ogni caso, cercherei, in tutta coscienza, di fare la cosa più giusta per i cittadini”. Alessia Ambra Achille
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SPRECHI E TAGLI: DALLO STATO FINO A POMEZIA ED ARDEA “
Mi chiamo Daniele Migliaccio, sono un ragazzo di Pomezia, chiedo scusa per l'eventuale disturbo, ma mi sentivo in dovere di far conoscere a tutti una situazione grave che è venuta a verificarsi nei confronti di 1886 vincitori di concorso nell'Arma dei Carabinieri di quest'anno, compreso il sottoscritto. Dopo sacrifici immani, ore di studio, preparazioni atletiche e rigide selezioni, noi ragazzi, tutti ex militari con un grande bagaglio professionale, siamo stati "tagliati" dalla "spending review" e ora non sappiamo se e come otterremo il posto conquistato. Riteniamo ci sia stato fatto un grave torto non solo a noi, ma a tutti gli italiani, perché li si priva di ciò che è più importante, cioè la sicurezza. Noi ragazzi ricordiamo tutti i carabinieri uccisi e che hanno dato la vita per difendere questo Paese, ora lo Stato li ricambia sminuendo questo lavoro. Io credo nel mio Paese, credo nella giustizia, credo nelle Istituzioni ed ora loro ci trattano così. Ce lo meritiamo? Da militari abbiamo servito la Nazione, abbiamo fatto immani sacrifici e con noi le nostre famiglie, le nostre ragazze: tutto è ruotato intorno a un sogno e ora che l'avevamo raggiunto ce lo vogliono togliere. Politici, non potete far finta di niente: avrei voluto guardarli negli occhi insieme a voi quegli eroi che hanno perso la vita per la Patria, e trasmettere loro il mio sguardo sgomento di quando ho capito che i rappresentanti di questa Repubblica ci avevano deluso, anche se il nostro compito sarebbe stato proprio quello di difenderlo, questo Stato. Si parla di sprechi, ma così non diventerebbero uno spreco anche i soldi che sono stati spesi per selezionarci tutti?”. Da una parte un ragazzo di 26 anni che chiede scusa per il disturbo, per aver denunciato la sua disperazione dopo che il concorso a cui ha partecipato è stato praticamente cancellato, e con esse le speranze di un lavoro e di un futuro. Colpa della spending rewiew. Dall’altra parte un consigliere regionale viene colto con le mani nel sacco. Si toglie il coperchio di un pozzo senza fondo, in cui Franco Fiorito non è certo da solo, dove milioni di euro venivano allegramente gestiti per fini personali, per accontentare amici, per vacanze e cene a base di ostriche e champagne.
La pressione fiscale aumenta, i servizi diminuiscono. C’è chi si arricchisce, e chi resta senza lavoro
Centinaia di milioni spesi in pochi anni, ma soprattutto sottratti ai servizi dei contribuenti del Lazio, cioè ovvero noi, anche quel D a n i e l e Migliaccio che chiede scusa, mentre Fiorito non solo non ci pensa nemmeno, a chiedere scusa, ma si vorrebbe pure ricandidare, perché “non ha fatto niente di vietato”. Forse dai codici civili e penali non era vietato, ma dalla morale? Ma in fondo, esiste una morale, in questa politica di moralisti e predicatori? Parliamo di cifre: dal 2001 le Regioni, intese come gli Enti che avrebbero, nelle intenzioni dello Stato, dovuto gestire in maniera più diretta, ma soprattutto migliore, le risorse dei cittadini trasformandole in servizi, hanno aumentato la pressione fiscale del 50%; dalla loro nascita ad oggi è passata dal 27% al 44,7%. Nello stesso arco temporale lo Stato non è di certo rimasto a guardare: qui l’aumento è del 31,6%. Maggiori entrate = maggiori servizi alla popolazione? Ovvio che no: nell’identico periodo le spese per le indennità, i gettoni di presenza ed i rimborsi – per non parlare dei vitalizi, discorso a parte - sono aumentati, per le Regioni, del 98%. La caccia al guadagno supplementare era poi semplicissima: esco dal mio gruppo, ne faccio un altro da solo e divento capogruppo di me stesso. Tanto i soldi li tolgo dalla scuola, dai trasporti, dai posti letto a livello regionale, anche dai concorsi per i Carabinieri a livello nazionale. Dove, invece, si mettono a bilancio ben 70 mila euro per pagare il lavaggio di 12 auto blu. Ci chiediamo che detersivo usino… Ma cosa c’entra tutto questo con Pomezia ed
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Ardea, visto che dello scandalo della Regione Lazio ne hanno parlato e riparlato ormai tutti? A parte il fatto che allo sdegno non c’è fine, visto che esce sempre qualche magagna nuova, e quindi anche noi volevamo esprimerlo, il conto è presto fatto: con la delocalizzazione e la decentralizzazione, ma anche a causa dei continui sprechi e ruberie varie ormai accertate (non tiriamo fuori sempre gli stessi discorsi, come il ristorante del Senato o il barbiere del Parlamento…), lo Stato ha stretto sempre più i cordoni della borsa nei confronti degli Enti sottoposti (non ci sono soldi: ma che strano), che tanto potevano spremere i cittadini per conto loro, con tasse ed imposte regionali e comunali. Ma gli ultimi arrivati, i Comuni, sono quelli che ci hanno rimesso di più. Le entrate su cui possono contare attraverso tasse come le ormai vecchie Tarsu ed l’Irpef ed ora con l’Imu, non arrivano a compensare i trasferimenti statali, ed hai voglia a cercare di ritoccare le cifre per far tornare conti che, soprattutto a Pomezia, chissà se torneranno mai. Ed allora, se non si riescono ad aumentare più di tanto le entrate, anche perché alla fine a pagare sono sempre i soliti, mentre gli altri evadono alla grande, si tagliano le uscite. E non togliendo i benefit come i cellulari, ovviamente di ultima generazione, elargiti a piene mani a troppe persone (ma poi, con quello che guadagnano, non se lo potrebbero pagare da soli, almeno il telefono? Va bene una scheda aziendale, ma con i numeri bloccati, in modo che possa essere utilizzata davvero solo per lavoro…) o premi di produzione anche quando la produzione è oggettivamente discutibile, e neanche evitando di affidare consulenze e servizi a costi assurdi (ma questo adesso sembra molto più difficile da fare), ma tagliando sui servizi. Cercare di risparmiare è giustissimo, anzi d’obbligo, accorpando, riducendo, razionalizzando. Ma si faccia partendo con il buon esempio. Qualche consigliere e qualche assessore a Pomezia l’ha già fatto: ha riconsegnato il cellulare aziendale ed ha rinunciato ai gettoni di presenza. Qualche gesto eclatante servirebbe anche per far riacquistare ai cittadini un minimo di fiducia nelle persone che hanno eletto. Un compito certamente difficile, perché mai come adesso i cittadini si sentono traditi dai politici e dagli amministratori, che a loro volta reagiscono (ovviamente non tutti, ancora una volta non vogliamo fare di ogni erba un fascio) con comportamenti che li fanno allontanare ancora di più dalla gente comune. I politici, gli amministratori, soprattutto quelli che adesso stanno facendo un pensierino alle prossime elezioni regionali, riflettano bene sui loro comportamenti: le campagne elettorali per le comunali di Pomezia ed Ardea sono troppo recenti per aver dimenticato le promesse fatte. I cittadini, anche quelli con la memoria corta, ancora le ricordano, e sanno se sono state mantenute. Maria Corrao
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GRAVE CRISI DEL GOVERNO DI FIORI: MAGGIORANZA GIÀ ALLO SBANDO
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rdea per certi aspetti è talvolta meravigliosa. E’ in grado, nel bene e nel male, di sorprenderci assai facilmente ed è proprio quello che è avvenuto nei giorni scorsi. Noi avevamo ben presto scritto che Di Fiori non aveva una maggioranza solida e per svariati motivi, primo fra tutti quello che “accontentare” tanti candidati ed ex consiglieri sarebbe stato impossibile e poi perché c’è nel centrodestra un diffuso senso di considerazione della cosa pubblica come più prossima a quella privata. Dunque la notizia vera ed eclatante è di quelle che fanno tremare i polsi: quattro consiglieri, estremamente determinati e secondo alcuni molto responsabili, non solo hanno votato contro Di Fiori e i sei consiglieri rimasti a sostenerlo, ma hanno anche abbandonato l’aula facendo mancare il numero legale. Nulla di nuovo, se non si fosse trattato della discussione d’importanti argomenti all’ordine del giorno, tra i quali l’approvazione del bilancio comunale e una serie di tariffe di forte impatto sui cittadini. E’ inutile negarlo o minimizzare: con il consiglio comunale del 28 settembre si è aperta una grave e profonda crisi politica dagli esiti assolutamente imprevedibili. Questa volta non si tratta di bizze per ottenere qualche posticino in più dove conta esserci. I quattro, che ormai vengono definiti “responsabili”, Fanco, Iacoangeli, Quartuccio e Montesi, non paiono propensi a fare sconti e intendono proce-
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dere sulla via delle facilitazioni ai cittadini, per combattere le rendite di posizione e alcuni affarucci non ben celati. La partita si è aperta sulla questione dell’affidamento dell’incarico di riscossione dei tributi alla società Aipa, il cui contratto, “casualmente”, fu firmato dalla precedente amministrazione poco prima della sua cessazione. In un momento di gravissima crisi economica, checché ne dica il simpatico ma imbarazzato dirigente preposto, riconoscere un aggio di oltre il 18 per cento per l’esazione dei tributi è un’enormità. Basti pensare che l’aggio di Equitalia che era al 9% oggi è all’8% e dovrebbe ridursi fino al 4%. La minoranza e i quattro consiglieri aggregati avrebbero voluto sospendere l’esecutività contrattuale in attesa di un riesame delle condizioni e di una verifica di legittimità. Dopo ben quattro ore di discussioni, a volte anche patetiche ed estremamente prolisse e ripetitive, e dopo la reprimenda di alcuni consiglieri, forse eccessivamente preoccupati dall’iniziativa di sospensione, al voto c’è stato il patatrac: in sei si sono astenuti e dieci hanno votato a favore. Fatto, come ripetiamo, ancora più grave, è stato che il consigliere Fanco abbia chiesto la verifica del numero legale, che è puntualmente mancato, e quindi tutti a casa senza l’approvazione del bilancio annuale comunale. E’ vero che ci sono ancora trenta giorni, ma la domanda nasce spontanea: riusciranno i nostri “eroi” a ricompattarsi e
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approvare il bilancio nei termini per non far arrivare il Commissario prefettizio? I prossimi giorni forse ci diranno qualcosa in più; se dovessimo giudicare dalle facce affrante di ieri sera diremmo che la situazione è insanabile. Ma poi ci sono altri problemi: pare che “l’affaire” Puccini debba ritornare in aula per delle correzioni di legittimità. Poi si avvicina la data di pronuncia del Tar Lazio sui ricorsi per i presunti brogli elettorali presentati dall’opposizione e infine ci sono anche le preoccupazioni di qualche processo penale che potrebbe entrare nel vivo. Da non dimenticare, ovviamente, che sono molti i delusi e gli arrabbiati che non hanno ricevuto alcun gesto di “comprensione” da parte del sindaco e, cosa del tutto nuova e non ininfluente, è che la regione Lazio è al palo, e dunque sono venute meno delle opportunità di copertura o relazione. Se si aggiunge anche che il PDL nazionale ha dichiarato che nessun consigliere già in carica sarà ricandidato alle prossime regionali, si comprende che il quadro è più complesso, e nel giro di soli quattro mesi l’amministrazione comunale non solo ha perso i pezzi, ma si trova davvero a mal partito. Infine, non meno importante, è che la riduzione dei consiglieri da 20 a 16 e degli assessori da 7 a 5, ha complicato maledettamente tutto. Infatti, anche se il sindaco riuscisse a riconciliarsi con tutti o qualcuno dei quattro, certamente dovrebbe scontentare altri oggi al “caldo”. Dunque la situazione non è per niente tranquilla: Di Fiori e la sua tornata non appaiono neanche minimamente parenti a quella precedente, dove rimase in minoranza un solo consigliere. Oggi i sei della minoranza sono fortemente compatti e non mostrano neanche lontanamente possibilità di ritorno alle pratiche del passato. Peraltro, Di Fiori e la sua maggioranza stretta non hanno pensato di dover almeno aprire una discussione con la minoranza e anche con i cittadini, soprattutto per una questione delicatissima come quella della convenzione Puccini. Insomma, ci pare di poter affermare tranquillamente che il periodo di “luna di miele” del sindaco sia definitivamente finito e ora il suo cammino sarà sempre più in salita. Non è affatto da escludere che già a novembre possa arrivare il commissario di governo, anche sotto l’influenza del pronunciamento del Tar (che le previsioni danno positivo per il centrosinistra), anche se il Comune potrebbe prendere tempo proponendo il ricorso al Consiglio di Stato. Di Fiori, quindi, potrebbe davvero non magiare “il panettone”? Michele Lotierzo
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Politica Ardea
SANITA’: PIU’ DISASTRO O VERGOGNA..?!
d Ardea è da sempre difficile pensare di doversi curare una malattia. Oltre alla preoccupazione per la patologia e alla battaglia per sconfiggerla, c’è sempre la preoccupazione del dove andare. I cittadini, obtorto collo (come direbbero i progenitori latini), si sono rassegnati a dover correre a Roma principalmente, oppure a Ostia, o Anzio e in estrema "ratio" a Pomezia.
Sì, perché in un comune di circa quarantacinquemila abitanti come Ardea, non sono presenti strutture ospedaliere e neanche presidi sanitari degni di questo nome. Ostia e Roma sono oggettivamente in grado di proiettare il cittadino in strutture talmente grandi da far accapponare la pelle, con tutte le conseguenze per quanto attiene i familiari dell’ammalato. Il presidio di Anzio è maggiormente a “misura d’uomo", ma appena sia richiesto un esame un po’ più complesso, ecco che puntuale arriva lo spettro dell’ambulanza che deve dirottare il paziente verso dorate cliniche private romane non sempre all’altezza della situazione. Anzio, poi, è afflitta da personale medico carente e precario oltre ogni ragionevolezza e spesso gli stessi primari sono precari.
Esemplare è il caso del reparto cardiologia, per il quale addirittura è stato chiuso l’ambulatorio per mancanza di fondi e, la grande Polverini, nel suo stile, non sa nulla, pur essendo stata informata da oltre un anno e mezzo. A Pomezia siamo sul privato/pubblico, nel senso che il presidio è giuridicamente privata ma il trattamento è un misto: gli specialisti visitano con grande sufficienza il paziente a causa dello stimolo che non va oltre il pagamento di un ticket che pure è fortemente aumentato.
Tornando ad Ardea, la situazione è davvero allucinante, non sono possibili paragoni con nessun centro abitato di tali dimensioni. Se un cittadino almeno una volta l’anno voglia compiere un semplice esame del sangue è costretto a subire una sconfortante umiliazione scaturente da ragioni ambientali e aggravata dall’assoluta mancanza di sicurezza.
Il centro prelievi di via Legnano può essere considerato una sorta di “ammassatoio” di gente, dove non esiste la pur minima organizzazione. Non si distribuiscono numeretti e neanche a parlarne di quelli automatici. Non è presente un addetto alle informazioni, per cui si deve peregrinare tra la gente arrabbiata sperando di incontrare un malcapitato che già edotto. Il tutto in tre stanze prive di elementari misure di sicurezza, nessun tipo di aerazione e men che meno adeguate sono perfino le finestre, alte e pensate prevalentemente per un servizio di garage.
Un ingresso con un box di due persone alle quali pagare il ticket, per l’accettazione e per distribuirne gli esiti. Un solo bagno e da terzo mondo, sprovvisto di carta igienica e coperchio della tazza. Nel mentre in una stanzetta angusta per i prelievi si acconciano due bravi professionisti (un medi-
co e un’infermiera) che con dedizione assoluta, grande volontà e comprensione, cercano di mandare avanti la “baracca” pur tra un imbarazzo che non riescono a nascondere. Al fianco c’è addirittura un ambulatorio, organizzato sempre nell’assoluta carenza di requisiti minimi per un presidio sanitario. Ovviamente anche l’altro centro prelievi di via De Tassi non è da meno.
A questo punto, caro sindaco Di Fiori, lei che ci considera immotivatamente di parte, potrebbe spiegare ai suoi disamministrati concittadini (per usare un eufemismo) come mai ad Ardea non ci siano locali idonei al servizio in oggetto? Se però le venisse in mente di rispondere che è sindaco da quattro mesi la prevengo: lei è da vent’anni nell’amministrazione dunque..! E poi, qualora volesse, comunichi anche il nome del proprietario dell’immobile. Non per niente, ma per sapere se questo signore vada o meno a fare i prelievi nella sua angusta.
IL NODO DELLE STRADE IMPOSSIBILI..!
Attraversare Tor San Lorenzo è diventato davvero imbarazzante. La verve elettorale aveva indotto la “magistrale” amministrazione Eufemi a rifare i marciapiedi, casualmente durante la campagna elettorale e, come volevasi dimostrare, ora e tutto fermo e incompiuto. La cosa preoccupante è che al primo accenno di acquazzone la strada è diventata un “fiume” in piena e non osiamo immaginare cosa succederà durante l’imminente inverno. Ma ancora più angosciante è il manto stradale: avvallamenti al centro della carreggiata talmente profondi che oltre all’irritazione dei cittadini potrebbe provocare anche seri danni e complicanze al traffico.
APPELLO AL SINDACO DI FIORI
Caro Sindaco Di Fiori, lei è persona gradevole e dotata di grande simpatia, noi vorremmo cominciare a parlare benissimo della sua giunta e della sua maggioranza, ci aiuti a farlo! Cominci a introdurre elementi di forte trasparenza nell’amministrazione; ascolti maggiormente i cittadini tutti e non solo i suoi elettori, e poi si distingua, faccia delle opere pubbliche degne di questo nome. Cominci col regalare ad Ardea ambienti più adeguati per i servizi sanitari. Faccia un piano anche pluriennale per portare l’acqua potabile in tutti i quartieri; pensi di meno a orribili mostri edilizi, come i circa 90.000 mq del cosiddetto complesso Puccini e vedrà che saremo tutti dalla sua parte, orgogliosi di sostenerla, poiché ci avrà convinti che abbia operato nell’interesse esclusivo dei suoi concittadini.
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VIAGGIO NEL MONDO DELLA SCUOLA “Colgo l’occasione per inviare a tutti, alunni, genitori, personale docente e non, un augurio di buon lavoro per questo inizio del nuovo anno scolastico”. (Luca Di Fiori, Sindaco di Ardea) “[...] a nome mio, della Giunta e del Consiglio Comunale, un sentito augurio a tutti gli alunni che dopo la pausa estiva, si accingono a tornare o ad accostarsi per la prima volta con impegno agli studi. Auguri che vanno estesi ai genitori, ai docenti, ai Dirigenti Scolastici e a tutti gli operatori dei vari plessi che, come noi Amministratori, hanno a cuore il successo formativo dei giovani” (Enrico De Fusco, Sindaco di Pomezia)
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Inchiesta di Luca Mugnaioli
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Istituto Tecnico Commerciale Industriale a nostra inchiesta sul mondo della Scuola Emilio Cavazza (2011) quest'anno parte da qui, dai messaggi d'au- PROBLEMATICHE - “[...] la palestra non è l'uni- Economico Copernico(2011) gurio inviati dalle due massime cariche citta- ca mancanza di questo edificio perché a questa PROBLEMATICHE – “Per quanto riguarda dine a tutti coloro che vivono questo mondo, dagli va aggiunta anche l'aula Magna; purtroppo que- l'aspetto strutturale – dichiarava il Dirigente alunni ai dirigenti scolastici. Come sempre però, sta scuola non è mai stata completata a causa di Scolastico Patrizia Desideri in una nostra intervic'è da capire cosa si cela dietro queste parole e un contenzioso legale fra Comune e Provincia (a sta – la situazione, rispetto agli anni passati, è se, agli auguri, seguiranno i servizi, l'assistenza, quest'ultima spettava la gestione del plesso negli migliorata, ad esempio con la copertura industriale infrastrutture adeguate, insomma tutto il neces- anni '90) sorto per motivi diversi a quelli scolasti- le del tetto giunta ormai al 70% che dovrebbe sario per affrontare, ma soprattutto per vivere, un ci , ma i cui effetti si sono riversati anche sull'isti- risolvere l'annosa questione delle infiltrazioni anno scolastico soddisfacente. Caliamoci dun- tuto con i lavori che non sono mai partiti. Sono 4 d'acqua. Come vede le impalcature per i lavori que nella realtà del territorio, con il preciso obiet- anni che mi batto per questa causa e, dopo innu- sono tutt'ora presenti e gli operai si stanno occutivo di verificare il reale stato di salute dei nostri merevoli tentativi, sono riuscito ad ottenere lo pando dell'ala orientale dell'istituto. Stiamo aspetIstituti, concedendo, in quello che rappresenta stanziamento di un fondo per la realizzazione di tando gli infissi anche se per il momento ne camuno dei maggiori punti di forza del Corriere della queste due aree; questo però è successo due bieranno solo sette; insomma di problemi ce ne Città, ampio spazio a voi lettori; affronteremo tanti anni fa e ad oggi non abbiamo visto neanche sono eccome – la scuola è stata trascurata per temi, dai problemi strutturali alla questione eco- l'ombra di operai. Sembra (forse) che in primave- troppo tempo – ma stiamo cercando di risolverli nomica, passando per le parole dei protagonisti ra dovrebbe partire il tutto.” - Il Preside, Giuseppe quanto prima. Per le aule piccole invece non abbiamo soluzione perché gli studenti sono del settore, per darvi un quadro davvero a 360° di Aliberti. aumentati ma lo spazio a nostra disposizione è quella che è, al momento, la situazione nei comurimasto lo stesso. […]. Per quanto riguarda ni di Ardea e Pomezia. Novità importante sarà poi quella della Guida ai testi scolasti- Come è iniziato il nuovo anno l'organico la situazione è molto difficile, ci con tutte le informazioni, le normative in scolastico? Cosa è cambiato soprattutto per il personale dei laboratori dove è scomparsa la cruciale figura dell'Assistente, materia di spesa per le famiglie; non manrispetto al 2011? Abbiamo lasciando i professori soli a gestire le lezioni cherà infine il confronto con “Settembre 2011”: l'inchiesta sulla Scuola infatti non è provato a rispondere a queste con evidenti problemi sia per la didattica sia per noi una “prima volta”, bensì un vero e e ad altre domande analizzando per la manutenzione dei laboratori stessi. contare il drastico ridimensionamento proprio appuntamento tradizionale che la situazione nei Comuni di Senza del personale ATA che ci sta creando non ogni anno accompagna il rientro in classe Ardea e Pomezia pochi problemi” degli studenti e che, in qualche modo, conBILANCIO COMPLESSIVO: Nel dare un tribuisce a portare alla luce i grossi problevoto non si poteva andare oltre il 5, per giunmi – ormai sistemici - dei nostri complessi. Non ci resta dunque che augurarvi buon viaggio, BILANCIO COMPLESSIVO - Queste erano le ta con molte riserve, considerando soprattutto le nella speranza, ancora una volta, di essere riusci- uniche due note negative per un istituto comun- numerose segnalazioni che ci giunsero da parte degli studenti. Insomma assolutamente un istituti a confezionare un prodotto vicino alle vostre que in ottime condizioni, senza ulteriori criticità. to da rivedere. esigenze. Emilio Cavazza (2012) PROBLEMATICHE - L’IPSIA ha registrato un ITC Industriale Economico GLI ISTITUTI SUPERIORI – POMEZIA Iniziamo dalla situazione delle scuole superiori calo di iscrizioni: attualmente ci sono circa 600 Copernico (2012) proponendovi delle interessanti “radiografie” dei alunni, contro i 650 dello scorso anno. Questione PROBLEMATICHE - “Si tratta di un edificio che vari Plessi con un elenco delle principali note Palestra, ancora non realizzata: “Da tempo sto ha più di 40 anni – informa il vicepreside – che positive e negative riscontrate durante la nostra facendo continui solleciti alla Provincia – ha necessita di una manutenzione che purtroppo indagine; per ogni Istituto sarà presente inoltre la dichiarato il Preside - ma senza esito, per l’ulti- non è sempre puntuale: attualmente ci sono situazione registrata nel 2011 (I dati sono tratti dal mazione del III lotto, che comprende la palestra e parecchie infiltrazioni e gli infissi esterni andrebbero sostituiti. Abbiamo sollecitato più volte la Corriere della Città Anno 3, Numero 12, Ottobre l’aula magna”. 2011 ndr), così da poter disporre di un puntuale BILANCIO COMPLESSIVO - L’Istituto, a livello Provincia, ma senza risultato”. Per completare confronto con quella di quest'anno al fine di veri- strutturale, è in ottime condizioni e non necessita l’organico, mancano ancora 8 insegnanti, che ficare cosa è cambiato – o, peggio, cosa non è di manutenzione, con i due lotti che offrono una dovrebbero però arrivare entro la fine della prosbuona fruibilità agli studenti ed aule a sufficienza. sima settimana. cambiato – nelle dichiarazioni dei vari dirigenti. Ottobre 2012
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BILANCIO COMPLESSIVO – L'istituto, che ha visto l’apertura di 3 sezioni in più per far fronte alle nuove iscrizioni, ha risolto almeno parzialmente la questione aule, integrate tra l'altro dai numerosi laboratori. Restano però le mancanze infrastrutturali praticamente le stesse di un anno fa. Da rivedere (ancora una volta). Liceo Biagio pascal (2011) I dirigenti scelsero di rimanere in silenzio stampa.
Liceo Biagio pascal (2012) PROBLEMATICHE – In questi giorni sono in fase di ultimazione i lavori di ristrutturazione della succursale di via Lamarmora, che consentirà di evitare sia la rotazione delle classi che i doppi turni. I recenti sopralluoghi con relativi interventi da parte della Provincia hanno consentito la sistemazione anche della sede di via Pietro Nenni. BILANCIO COMPLESSIVO - Il numero di alunni, circa 1200, è rimasto costante sia per lo scientifico che per il classico e gli insegnanti sono al completo: situazione ottimale, quindi, per il liceo più frequentato di Pomezia.
Inchiesta Scuola
delle temperature: in questa scuola c’è un gran freddo d’inverno e gran caldo da maggio in poi – comunicano dagli uffici di presidenza – a causa del malfunzionamento dei sistemi di riscaldamento, che si aggiungono a quelli strutturali: molti intonaci stanno cedendo a causa di infiltrazioni. Per questo temiamo le prime intemperie. Altro problema è quello dello spazio: le aule esistenti non soddisfano le attuali esigenze, che vedono un elevato numero di iscritti, in costante crescita. Finora siamo riusciti a tamponare con la rotazione, utilizzando i laboratori “atelier” per gestire le varie classi, ma ora non sono più sufficienti”. BILANCIO COMPLESSIVO – Se da un lato la mancanza di problemi riguardanti l'organico può far propendere verso un giudizio positivo dell'istituto, dall'altro le suddette mancanze infrastrutturali non ci consentono di andare oltre il 5. Sicuramente servono provvedimenti urgenti.
Con il liceo artistico si conclude il focus sugli istituti superiori, e, di conseguenza, la prima tappa del nostro viaggio. Come avete potuto notare abbiamo evitato di aggiungere commenti o giudizi personali – limitandoci ad una sottolineatura dei passaggi più rilevanti per facilitare la lettura – perché la nostra vuole essere un'inchiesta sostanzialmente “descrittiva”, priva cioè di “intromissioni” di alcun tipo, al fine di lasciare a voi lettori la facoltà di trarre le opportune conclusioni. Spostiamoci ora verso gli altri Istituti di Pomezia.
per tutti, con una contribuzione minima per le famiglie che rientrano in prima fascia, che ci permette però di responsabilizzare i genitori in ordine al servizio di cui beneficiano” (dichiarazioni tratte dal nostro sito ndr). Emblematico, a tal proposito, il commento di un lettore: “Chiedere anche un solo centesimo a chi ha un ISEE miserrimo significa avere pelo sullo stomaco. Abolite lo sconto per i redditi più alti” Altro problema, se vogliamo trascinato dallo scorso anno, la delicata questione del servizio Mensa con le voci, da una parte, di un possibile sciopero della Società che ne gestisce l'appalto a causa dell'insolvenza cronica del Comune, e le rassicurazioni, ancora dell'Assessore, dall'altro, che invitano alla tranquillità perché, alla fine, tutto inizierà regolarmente. Passiamo ora alla situazione della “Don Bosco” finita nel vortice delle polemiche dopo la chiusura della Palestra a causa della mancanza dei sostegni del tetto. La Scuola – la più “giovane” di Pomezia considerati i suoi tre anni – è stata dichiarata “interdetta a qualunque utilizzo, ed in particolare alla permanenza a qualsivoglia titolo di persone non autorizzate al loro interno, della palestra, dei locali di servizio e delle
POMEZIA: LE ALTRE REALTA'
Liceo statale d'arte Capogrossi" (2011)
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Liceo statale d'arte Capogrossi" (2012)
"Giuseppe
I Dirigenti scelsero di non rilasciare dichiarazioni motivando tale comportamento con l'impossibilità di fissare un appuntamento a causa di impegni istituzionali considerata l'imminente riapertura dell'anno scolastico.
PROBLEMATICHE - Non soddisfacente la situazione strutturale: l’edificio necessita di numerosi interventi e le aule sono carenti rispetto alle reali esigenze. “Abbiamo principalmente il problema
Nei giorni della riapertura del nuovo anno scolastico ha tenuto banco – riferendoci nello specifico agli Asili Nido – la questione Rette ed in particolare al loro aumento, definito “minimo” dall'assessore Del Buono, dichiarato assolutamente fuori luogo da parte delle famiglie. Lo scorso 11 settembre infatti, la Giunta comunale ha deliberato la “fissazione della retta e delle quote di contribuzione mensile a carico delle famiglie in ordine alla fruizione del servizio di asilo nido comunale per l’anno educativo 2012-2013”, variando, rispetto allo scorso anno scolastico, la contribuzione a carico delle famiglie con ISEE da 0 a 5.000 mila euro, passata dallo 0% al 10% della retta, e ampliando l’ultima fascia di contribuzione (75%) passata da 15-18.000 euro a 15-20.000 euro. “La variazione in merito alla prima fascia, quella da 0 a 5.000 euro – ha dichiarato l’Assessore alla Politiche Sociali Rosaria Del Buono – comporterà per le famiglie con questo ISEE una contribuzione minima, di 49 euro mensili, pari appunto al 10% della retta. [...] Le fasce ora sono le stesse, Ottobre 2012
annesse aree esterne” . Logico lo scoramento dei cittadini di fronte all'ennesimo caso di lavori pubblici scadenti con un'aggravante che lascia davvero poco sperare per il futuro: come si può, infatti, autorizzare l'apertura di un edificio – dove tra l'altro sarebbero dovuti entrare dei bambini – non a norma? Di chi sono le responsabilità? Ma soprattutto chi pagherà questi nuovi lavori? A quest'ultima domanda la risposta conseguenziale dovrebbe essere una ditta scelta dal Comune, tuttavia con un'importante, forse cruciale, precisazione: si dovranno infatti anticipare i soldi delle operazioni, dunque trovare i fondi adeguati, per poi addebitarli alla ditta appaltatrice.
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Pomezia Inchiesta News Scuola
ARDEA – LA FOTOGRAFIA DEGLI ISTITUTI AL RIENTRO IN CLASSE
Nel comune del Sindaco Di Fiori la situazione è sostanzialmente analoga a quella pometina, nel senso che, a fronte di Istituti quasi privi di criticità se ne presentano altri dove di problemi da risolvere ce ne sono eccome, come ad esempio la questione Aule nel Plesso di Via Varese, e il problema mensa. Analizziamo dunque le varie realtà del territorio. COSA VA – La Scuola Media Statale Virgilio nel complesso, salvo qualche problematica per così dire fisiologica, non presenta particolari criticità. Il Dirigente Scolastico Eufemi, in una nostra intervista, ha fatto il punto della situazione a pochi giorni dalla prima campanella: “L'anno scolastico è iniziato regolarmente senza particolari difficoltà organizzative o di altro tipo” Ci sono problemi relativi alla struttura? “Assolutamente no. L'edificio, dal punto di vista strutturale, è in ottime condizioni e non necessita di alcun intervento. Dal punto di vista dell'organico, qual è invece la situazione? “Come ogni anno siamo partiti con l'orario ridotto ma Già da Lunedì prossimo (24 ndr) avremo a disposizione l'organico completo, anche perché, da quest'anno, abbiamo la facoltà di nominare direttamente i professori, dunque, laddove il provveditorato non dovesse arrivare, interverremo noi”. Promosso anche il Plesso Sant'Antonio dove, anche dai commenti dei genitori, non sono stati segnalati disservizi. COSA NON VA – Sempre per quel che riguarda il plesso situato in via Laurentina molti genitori lamentano la difficoltà di viabilità nell'orario di entrata ed uscita; l'ampio spazio di fronte all'edificio risulta insufficiente a gestire la contemporanea presenza di quattro “popolazioni” scolastiche nel raggio di pochi metri l'una dall'altro. Ardea si era poi resa protagonista del caos
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“Esenzioni” per i servizi della mensa e del trasporto scolastico; ad esempio si legge in uno dei bandi presenti sul sito istituzionale del Comune che “Tutti i richiedenti l’esenzione dovranno dimostrare ( ESIBENDO LE RICEVUTE) il pagamento della tassa di smaltimento dei rifiuti e di essere in posizione regolare con la fiscalità locale IMU ed i pagamenti delle annualità precedenti, fotocopia del documento di identità in corso di validità” Cosa c'è di strano? Semplice, la richiesta della ricevuta IMU. E per chi non è proprietario di un immobile bensì in affitto? A questa domanda hanno faticato a rispondere gli impiegati del Comune, i quali hanno respinto numerose richieste di persone in queste condizioni. Fortunatamente la situazione – come si legge in un nostro articolo pubblicato on-line – si è risolta anche se l'imbarazzo per la gaffe commessa rimarrà. Questione Mensa. Soprattutto i genitori della Scuola Elementare di Via Varese lamentano
CARO LIBRI: TUTTO QUELLO CHE C'E' DA SAPERE SUI TESTI SCOLASTICI
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Ogni anno, al rientro in classe, il problema della spesa per i testi scolastici torna prepotentemente d'attualità. Ma quanto costa mandare a scuola i propri figli per l'anno scolastico 2012-2013? In questi tempi di crisi la risposta appare scontata: “tanto” o “troppo” a prescindere dall'effettivo importo della spesa. Da una recente indagine svolta da Skuola.net su un campione di istituti Superiori e pubblicata dal sito di Tgcom24, tuttavia emerge un quadro sostanzialmente diverso da quello comunemente ipotizzato considerato che solo una classe su dieci ha sforato il limite fissato dalla legge 169 del 2008; ovvio, il problema poi si sposta a monte, nel senso che l'equità o l'adeguatezza di una norma, soprattutto in materia economica, resta sempre opinabile. Comunque, tornando ai dati emersi dallo studio, un dato negativo resta ed è quello, particolarmente significativo, dei Tre Istituti su Dieci che oltrepassano la tolleranza del 10% fissata in materia di spesa totale. In sintesi: sei Scuole su Dieci sono in regola; tre superano il limite di spesa consentito, rimanendo però entro il limite del 10% fissato dalla legge; una eccede tale limite. Questi di seguito i range stabiliti per la Scuola Secondaria di II grado per il primo anno: Liceo scientifico, 320 euro; Liceo classico, 335 euro; Istituto tecnico, settore tecnologico, indirizzo informatica e telecomunicazioni, 320 euro; Istituto tecnico, settore economico, indirizzo amministrazione finanza e marketing, 304 euro; Istituto professionale, settore produzioni industriali e artigianali, indirizzo manutenzione e assistenza tecnica, 244 euro; Istituto professionale, settore servizi, indirizzo servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera, 299 euro; liceo artistico, 274 euro. Grazie a questi dati possiamo comparare la situazione dei nostri istituti per verificarne la loro virtuosità o meno. Eccone alcuni esempi: l'Istituto Via Copernico, prendendo una classe a campione, registra una spesa com-
una pessima qualità del servizio – cibi mal cucinati, spesso freddi e insipidi solo per citarne alcuni aspetti – accompagnata, come se non bastasse, dal rincaro di un euro a pasto, che alla fine dell'anno si tradurrà in un sostanzioso ammanco nei portafogli delle famiglie. Sempre nello stesso Istituto per alcuni bambini andare a scuola significa anche avere problemi di spazio, data la presenza di mini-classi sicuramente non adatte ad ospitare il grande numero di alunni; ma se per questo problema i tempi di risoluzione dovrebbero essere brevi – così almeno ci hanno detto alcuni genitori – non si hanno ancora notizie circa la mancanza di insegnanti, con posti vacanti ancora da assegnare. Tuttavia “il problema – ci spiega una mamma – non è tanto quello di trovare una maestra, perché alla fine sicuramente l'assegneranno, piuttosto è quello di assicurare la continuità didattica ai bambini, cosa che a mia figlia, purtroppo, è sempre mancata”.
plessiva pari a 361,20 (I-II anno indirizzo economico) dunque quasi 30 euro sopra il limite del 10% anche se dobbiamo segnalare la presenza di alcune voci valide per il biennio; il Liceo Classico registra un totale, per i testi da acquistare, pari a 343,60€, eccedente il limite stabilito ma comunque entro la ormai nota fascia di tolleranza.
I TETTI SPESA DEGLI ALTRI GRADI DI ISTRUZIONE Per quanto riguarda la scuola elementare la spesa per il primo ed il secondo anno deve rimanere al di sotto dei 20€; la cifra passa a 26€ nella terza classe, e al di sotto dei 43€ per gli ultimi due anni. Passando alle scuole medie, la spesa ovviamente cresce in modo sensibile. Vi ricordiamo che agli importi di seguito riportati deve essere applicata la percentuale di tolleranza pari al 10% del tetto stabilito. Con il decreto decreto ministeriale 11 maggio 2012 n. 43 viene ufficializzato che per il primo anno il totale a carico delle famiglie non deve eccedere i 294,00 euro, cifra che scende a 117,00 euro per l'anno successivo. Per un alunno di terza media invece non dovranno esserci spese superiori ai 132,00 euro fissati dalla legge. Questi dati daranno modo a voi lettori di confrontare le vostre particolari situazioni con quanto riportato al fine di verificare se i vostri sforzi economici risultino essere giustificati oppure no. In caso di quest'ultima ipotesi segnalateci i vostri casi, in modo tale da avere il quadro generale della situazione del nostro territorio.
Ottobre 2012
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LA VOCE DEI CITTADINI
Veniamo ora alla parte più importante, ovvero lo spazio interamente dedicato alle segnalazioni, ai commenti, e alle problematiche riscontrate da voi lettori.
Antonio Di Lisa (commento tratto dal sito) 1) La foto che accompagna l'inchiesta lanciata dal giornale ritrae il plesso storico dell'ex 1° circolo didattico di Via Pier Crescenzi. Ricordo al Sindaco, al vicesindaco, all'assessore competente, al Dirigente del settore, ai consiglieri di maggioranza, che da tre anni si attendono i finanziamenti per mettere in sicurezza l'edificio e di vedere riconsegnate al Dirigente scolastico l'agibilità di tutte le aule, come più volte promesso e più volte oggetto di specifiche determine di giunta. Le aule in questione furono dichiarate inagibili in concomitanza dell'inaugurazione del nuovo plesso scolastico di Piazzale Aldo Moro e su quel confuso e pasticciato avvio furono raccolte ed inviate al Sindaco 1400 firme di cittadini che attendono ancora una risposta. Aggiungiamo anche questo ennesimo episodio ai commenti suscitati sul precedente articolo "scrivi al Sindaco e non al giornale" 2) Mi risulta che la palestra del nuovo plesso scolastico di Piazzale Aldo Moro (edificio collaudato non più di 2 anni or sono) è stata dichiarata inagibile. E' alquanto singolare che un edificio collaudato da 48 mesi si trovi già in queste condizioni. DOMANDE: Quali sono i motivi tecnici che hanno portato alla chiusura della palestra? Il Sindaco ed il Dirigente del settore hanno avviato qualche procedura di assunzione di responsabilità nei confronti di eventuali inadempienze in fase di realizzazione e/o di collaudo? Quando saranno riconsegnate le aule attualmente chiuse nel plesso di Via Pier Crescenzi ? E' garantita la sicurezza sul resto della struttura? Graziano (commento tratto dal sito) Alla materna comunale s.bonifacio dobbiamo portare: matite colorate, pennarelli, gomma da cancellare, temperino, raccoglitore, brandina per far dormire i bambini, bicchieri di plastica, e pure l'acqua da bere! In tutto ciò ho saputo che se per caso il bambino, dovesse farsi qualche “bisognino sotto”, loro non lo cambiano, ma chiamano i genitori o il delegato per venirlo a cambiare. E se nessuno può venire perché è a lavoro? Lo lasciano così? Boh! Bravi! Massimo (commento tratto dal sito) Alla materna noi genitori dobbiamo portare le matite i pennarelli la gomma la cartellina il temperino la brandina per il sonnellino pomeridiano i bicchieri di plasticse persino l'acqua da bere! che caspita le pago a fare le tasse!!!! mi vergogno di essere italiano. fanno bene coloro che emigrano verso paesi più civili e dove le tasse servono ad aiutare la collettività. qui è vergognoso! Ciancio Antonella (post nella pagina Facebook)
"Al plesso ardea 3 di Via Varese-N. Florida non solo bisogna portare tutto il materiale per l'igiene, l'acqua, la carta ecc. ma quest'anno credo che dobbiamo portarci da casa anche le maestre, visto che in classe di mio figlio con grande stupore nostro e dei bambini, hanno trasferito la maestra di italiano senza richiesta e con un ricorso non andato a buon fine, senza però preoccuparsi di incaricare chi la deve sostituire. Voglio sapere quanto altro ancora devono togliere alla preparazione per la cultura il nostro futuro! Perché i bambini delle elementari sono proprio questo" Manuela, Maria, Alessandra sulla Scuola dell'infanzia Sant'Antonio di Ardea (intervista) “Per il momento non possiamo lamentarci, tutto è iniziato nel migliore dei modi” “Nessun problema, è la scuola ideale” “Problematiche? No nessuna. L'anno è iniziato in modo regolare” Alcuni genitori sulla Scuola Virgilio (intervista) “Mancano i professori, in particolare alla classe di mia figlia non sono stati ancora assegnati i professori di Italiano e Spagnolo; speriamo di non rivivere quello che è successo l'anno scorso” “Il problema principale è il parcheggio, la mattina la situazione è invivibile. Per il resto non posso lamentarmi, al contrario della signora mia figlia ha già tutti i docenti” “E' ancora troppo presto per dire se va tutto bene. Aspettiamo qualche giorno e poi tireremo le prime conclusioni” “La questione libri? La spesa più o meno dovrebbe aggirarsi sopra i 350 Euro se non ricordo male. Il problema è che, pur restando gli stessi titoli, hanno fatto edizioni diverse; inoltre alcuni professori hanno detto di non conoscere qualche testo presente nella lista, dunque, per il momento, aspettiamo a comprarli.” Una mamma, in merito alla Scuola dell'infanzia interna alla Virgilio (intervista) “Abbiamo avuto problemi solo i primi giorni, più che altro di carattere organizzativo vista la carenza di aule a fronte di una notevole presenza di iscritti. So che hanno dovuto ricavare una classe da una segreteria, il che testimonia come servirebbe davvero un ulteriore struttura sul territorio” Emanuela, sulla questione libri “Mia figlia frequenta la Scuola Media P.V. Marone ed è al secondo anno; per noi il problema libri non riguarda tanto il cambio delle edizioni o dei titoli ma alcune decisioni alquanto discutibili dei docenti. In pratica la situazione è questa: ci hanno chiesto di non vendere i libri del precedente anno scolastico in quanto non sono stati completati; questo comporta aspettare, per venderli, Ottobre 2012
almeno Dicembre ma a quel punto gli alunni del primo anno avranno già acquistato altrove i testi lasciandoceli in tal modo a carico senza possibilità di rientrare delle spese sostenute. Bisogna tener presente che per i libri, quest'anno, ho già speso quasi 170,00 euro ma contavo di riprendere qualcosa vendendo i testi del primo, cosa che non potrò fare. Allora mi chiedo: se gli argomenti sono troppi da non poter essere completati in un anno, o si adottano testi più piccoli, oppure, cosa più ragionevole, si fanno comprare libri validi per due anni venendo incontro così alle esigenze delle famiglie”.
LA DISPERAZIONE DI UNA MAMMA
Alessandra è la mamma di Beatrice, 9 anni, affetta da sindrome del “QT lungo”, una rara anomalia cardiaca a causa della quale necessita dell’assistenza di persone che sappiano effettuare manovre cardiopolmonari. La bambina non ha potuto frequentare l’asilo (“non l’hanno voluta”, ha dichiarato la madre, “anche perché a due anni ha avuto un tumore all’occhio, in seguito al quale ha dovuto subire una grave operazione”), ma alle elementari ha potuto iniziare a socializzare con i compagni e provare ad avere una vita quasi normale. A causa della chiusura della scuola di S. Palomba per il problema del radon scolastico Beatrice è stata trasferita a Pomezia centro, in un plesso dove c’è un’assistente che sa effettuare queste manovre e dove esiste un defibrillatore. Ma il problema è il tragitto: sul pullmino nessuno saprebbe prendersi cura della bambina qualora dovesse avere una crisi. Per questo la mamma ha richiesto un’assistente a bordo, ma senza esito. “La facciamo portare a scuola da un’ambulanza”, le è stato risposto alla ASL. “Sarebbe un trauma gravissimo non solo per mia figlia – ha spiegato Alessandra – ma anche per i suoi compagni, che inizierebbero a vederla come “diversa”. Mi sono rifiutata, con il risultato che ho dovuto firmare una liberatoria con la quale mi assumo ogni responsabilità se dovesse accadere qualcosa a mia figlia durante il tragitto. E’ vergognoso traumatizzare così una bambina di 9 anni, e nel contempo sottrarre, ad orari fissi, un mezzo che potrebbe salvare la vita a qualcuno. Faccio un appello al Sindaco: intervenga lei per salvare mia figlia in caso di necessità”. “Mia figlia, come tutti gli altri bambini, è rimasta per 4 anni nella scuola di Santa Palomba a respirare aria contaminata dal radon: lei ha già problemi oncologici, perché non ci hanno avvisati prima di questo pericolo?”. Matteo Acitelli
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MENSE: TORNA IL PERICOLO DELL’INTERRUZIONE DEL SERVIZIO L’avvocato dell’Innova lancia l’allarme pagamenti
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embrava passato il “rischio panini” per i bambini di Pomezia, ma, dopo appena una settimana dall’incontro tra la dirigenza dell’Innova, la società che gestisce il servizio di mensa per le scuole comunali, e l’Amministrazione, che aveva portato i genitori a tirare un sospiro di sollievo. Il 24 settembre il servizio era partito regolarmente, con pasti caldi, grazie all’accordo trovato tra le parti. Ma si era trattato solo di una breve tregua. I 6 milioni e 200 mila euro di debito del Comune nei confronti della società privata pesano come un macigno e i 250 mila euro pagati dal comune non sono riusciti a risollevare, se non quel poco necessario per far partire il servizio nei primi giorni di scuola, una situazione che adesso rischia di precipitare da un momento all’altro. A lanciare l’allarme l’avvocato che rappresenta la ditta, Amedeo Apicella. “Ci hanno versato appena il 4% del credito da noi vantato: una somma che non è assolutamente sufficiente per consentirci di continuare a pagare i fornitori per poter avere la merce necessaria a garantire il servizio, né tantomeno i dipendenti, che questa volta rischiano di vedere i loro stipendi slittare, cosa che finora siamo riusciti ad evitare con uno sforzo enorme e con grande senso di responsabilità da parte nostra, ma che ora non riusciamo più a sostenere”. Circa 3000 pasti al giorno serviti, 500 dipendenti: tante spese, poche entrate. Difficile riuscire a garantire il servizio ancora per molto tempo. “Non vogliamo creare allarmismi, ma solo illustrare una realtà incontestabile: senza soldi non riusciamo più ad approvvigionarci delle derrate alimentari necessarie, a stipendiare i lavoratori, a rientrare con le banche, e tutto di certo non per colpa nostra”. I tentativi di dialogo con l’Amministrazione sono stati tanti, ma i risultati pochi. “Da parte degli Assessori e dei Dirigenti c’è molta disponibilità, il problema è che manca la liquidità e da questa empasse non si riesce ad uscire”. “Si tratta di un problema che va risolto da un punto di vista strutturale – ha proseguito l’avvocato Apicella – e correlato alla mole del credito, di certo non con un versamento minimale e versato solo dopo che è stato reso noto in maniera eclatante che non avremmo potuto garantire il servizio. Noi abbiamo fatto partire il servizio solo perché abbiamo un grande senso di responsabilità nei confronti dei bambini, ma così non riusciamo più ad andare avanti. Abbiamo proposto alternative per smobilizzare questo enorme credito, ma finora abbiamo ricevuto solo tante rassicurazioni e pochi fatti concreti, con l’importo che man mano lievitava fino a raggiungere questa cifra esorbitante”. Ma dall’Amministrazione fanno sapere che, grazie al Mensamat, in pochi mesi vi è stato versato un milione di euro. “E’ vero, ma poi i pagamenti si sono nuovamente interrotti. Sono ormai due anni che il debito del Comune aumenta in continuazione, anche se devo ammettere che nel 2012 qualche pagamento in più è stato fatto. Ma, per poterci consentire di riprendere a lavorare in maniera serena, affrontando fornitori, dipendenti e banche senza rischi il Comune dovrebbe versarci un importo molto più consistente”. Da un calcolo approssimativo, alla Innova servirebbe una cifra compresa tra uno e due milioni di euro: per trovarla nelle casse comunali servirebbe un mira-
colo. Cosa succederà, dunque? “Per noi la situazione è oggettivamente difficile: non esiste un piano di rientro, non c’è un documento che ci garantisce dei versamenti sicuri”. In questi giorni i genitori stanno acquistando i ticket per i pasti attraverso il Mensamat. Potrebbe essere l’occasione giusta per poter avere un altro acconto? “I soldi pagati dai cittadini, giustamente, finiscono nelle casse comunali. Noi staremo comunque molto attenti a che fine faranno: ci sembra giusto che vengano girati a chi questo servizio lo fornisce a proprie spese. Voglio però precisare che si tratta di cifre che non arriveranno mai a quello che realmente chiediamo per non essere costretti a cambiare strategia”. Quanta autonomia economica ha ancora l’Innova? “Sicuramente molto poca. Non posso quantificare in maniera esatta: un giorno, una settimana, dieci giorni, magari un mese: ma se il problema non si risolve alla radice, con un piano serio e, soprattutto, mantenuto nel tempo, è ovvio che si riproporrà con una ciclicità impressionante e fastidiosa per tutti, a partire dal noi. Se il Comune non ci garantisce pagamenti puntuali si innescheranno una serie di conseguenze a cascata il cui esito non è possibile prevedere né garantire. Vorrei che fosse ben chiaro che il nostro non è un ricatto, ma una necessità: se non ci vengono versati i soldi nella misura congrua rispetto al debito, non abbiamo modo di fornire un servizio di alto livello. Abbiamo tutti bisogno di guardare al futuro con maggiore tranquillità: noi, i dipendenti, i nostri fornitori e di conseguenza le famiglie che fanno mangiare i loro bambini a scuola”. Qual è il rapporto tra la società ed i lavoratori, in questo momento? “I nostri dipendenti continuano ad avere fiducia in noi, perché hanno potuto constatare che, pur tra mille difficoltà, abbiamo sempre garantito, almeno finora, il pagamento dei loro salari. Ma, d’altro canto, sanno anche che le nostre spalle non posso essere così forti da poter reggere per sempre questa situazione. Di certo è venuta meno la loro fiducia nei confronti dell’Amministrazione”. Ma l’Innova, partecipando nuova-
mente alla gara d’appalto, ha invece dimostrato di credere ancora in essa… “Noi abbiamo preso nuovamente parte alla gara perché ci erano state date delle rassicurazioni anche con soluzioni finanziarie che consentissero di smobilizzare il nostro credito, che però, con il nuovo contratto, sono state disattese. E se qualcuno dice che anche noi non abbiamo fatto la nostra parte, non impiantando i centri di cottura nei plessi, deve sapere che era impossibile farlo senza soldi. L’Amministrazione si deve rendere conto che quello che svolgiamo è un servizio importante e che deve darci una mano per uscire da questa grave situazione. In caso contrario ci saranno sicuramente delle conseguenze”. Da parte dei lavoratori nessuna dichiarazione ufficiale, ma il timore di non ricevere lo stipendio li ha ovviamente spaventati dipendenti. Da indiscrezioni, pare che nei prossimi giorni verrà indetto lo stato di agitazione del personale, azione che porterebbe automaticamente al ritorno dell’ipotesi “cestino”, ovvero panino e frutta, per i bambini delle scuole di Pomezia. Alessia Ambra Achille
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IL CONCORSONE A CATTEDRE
Scuola e precari: il punto di vista di un insegnante
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irca 11.500 "cattedre" messe a concorso ad alimentare le speranze per un posto fisso di un esercito di precari della scuola e di migliaia di neo-laureati, costituiscono il succo dell'ennesima decisione governativa sulla scuola. Da anni si succedono provvedimenti che vengono presentati come risolutivi degli annosi problemi della scuola! In particolare, tra questi, il problema del precariato assume aspetti persino grotteschi che, a dispetto delle soluzioni definitive sperimentate, si vanno sempre più ingarbugliando. Ora vedremo fianco a fianco contendersi le agognate cattedre: 50enni "precari storici”; 30enni con specializzazione alle SIS, gestite dalle principali Università italiane e costosissime per il contribuente e gli studenti e poi improvvisamente chiuse; 20enni appena laureati che per "vocazione" o opportunità non vorranno perdere questa occasione. Ma il problema del precariato come si è affrontato (o meglio non si è affrontato) in Italia ha dato sempre luogo ad enormi pasticci: periodiche sanatorie o sanatorie mascherate da cosiddetti "concorsi riservati" hanno creato recriminazioni a volte giuste a volte strumentali. L’impossibilità di definire in modo univoco lo status di precario ha fatto tante volte sentire la linea di demarcazione che ogni provvedimento sanatorio ha pur sempre dovuto fissare tra gli eletti destina-
ti OPE LEGIS alla cattedra e gli esclusi, come una autentica ingiusta mannaia. Ciò anche per chi poteva vantare anche solo una supplenza di una quindicina di giorni.... Questa volta pare che non si tratti di una sanatoria e questo senza dubbio costituisce una novità. Si sta procedendo a ritmo serrato, tutte le operazioni dovrebbero concludersi entro la fine di gennaio 2013. Le domande sono già 120.000, ma le previsioni dicono che potrebbero addirittura raddoppiarsi! Questo enorme numero corrisponde all'esercito dei precari che già lavora più o meno stabilmente nella scuola con incarichi a tempo determinato dei Provveditorati e dei presidi, e che si sentono costretti a partecipare per non veder ritardato ulteriormente il loro passaggio nei ruoli, previsto a scorrimento dall'attuale normativa in vigore. Non sembra però che così si risolva il problema annoso e anche vergognoso del precariato né che si imposti in maniera nuova, saggia e soprattutto definitiva il problema delle regole del reclutamento. Le prove nella preselezione prevedono quiz a risposta multipla di logica, informatica e inglese, nella selezione c’è un questionario a risposte aperte sulla specifica disciplina, e nella fase orale una lezione simulata davanti a tre commissari. Se sono da apprezzare sicuramente l'introduzione di materie come informatica e inglese, non appare curato l'aspetto attitudinale, psicologico e motivazionale che rendono la professione docente molto "particolare". Perché? Forse perché si pensa che l'aumento del carico nozionistico di per sé garantisca una scuola più seria e competitiva o forse perché non si hanno idee forti per il futuro di questa istituzione in fondo così giovane nella storia umana e già così piena di rughe e di affanni? L'ultimo grande ministro della pubblica istruzione - a mio avviso - che abbiamo avuto in Italia, Giovanni Berlinguer, diceva che la Scuola non avrebbe bisogno neppure di essere riformata se tutti i suoi protagonisti passassero da una mentalità che li porta a fare solo ciò che è prescritto dalla normativa ad una mentalità che li porta a fare anche ciò che non è vietato. Pasqualino del Grosso docente di Filosofia liceo classico B. Pascal
LICENZIAMENTI ALLA CECCONI
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, mentre i precari della scuola sperano, chi invece si dispera sono i lavoratori della Cecconi, lo storico salumificio di via Laurentina, ad Ardea, che il 25 settembre si sono addirittura incatenati ai cancelli dello stabilimento che, su decisione dei proprietari, chiude per inattività, licenziando i 42 dipendenti. La protesta è stata inscenata, dopo più di un mese di presidio e trattative andate a vuoto, il giorno della riconsegna delle chiavi dello stabilimento al vigilante, delegato della società titolare: in modo civile e pacato cinque operai si sono incatenati ai cancelli, mentre altri saliti sul tetto dell’edificio che fino a un mese fa era il loro posto di lavoro. Volti disperati, che cercano soluzioni pur sapendo che non ce ne sono. “Incatenarci è un gesto simbolico, sappiamo che non servirà a nulla – hanno spiegato i 42 dipendenti, per i quali il prossimo 16 novembre scatteranno i licenziamenti per cessazione attività – ma era necessario: vogliamo dimostrare che il nostro attaccamento all’azienda, alla quale abbiamo dato non solo il nostro lavoro, ma anche la nostra dedizione, è reale e tangibile e che faremmo di tutto per salvarla dalla chiusura”. Ma la famiglia Scarfoglio Ferrara, che poco più di un anno fa aveva acquisito lo storico salumificio dagli eredi Cecconi per rilanciarlo, non sembra voler sentire ragioni. “La società praticamente non esiste più dal 27 agosto. Sono intenzionati a chiudere e basta – hanno proseguito i lavoratori – da più di un mese non si fanno più né vedere né sentire. Non abbiamo interlocutori reali con cui intavolare un discorso serio. Da ormai tre mesi non prendiamo lo stipendio, non
abbiamo ricevuto la quattordicesima, ma questo è nulla rispetto alla certezza di aver perso le speranze di a avere ancora un lavoro. Noi, comunque, ci sentiamo ancora sotto contratto, almeno fino a quando non arriveranno le lettere di licenziamento, e per questo ci aspettiamo una retribuzione anche per i giorni passati davanti ai cancelli, visto che siamo ancora, legalmente, dipendenti della Cecconi. Fino a quel giorno, anche a stabilimento chiuso, noi verremo qui ogni giorno, davanti ai cancelli, per coprire il nostro orario di lavoro. Siamo disponibili a riprendere la produzione in qualsiasi momento”. “Non abbiamo più fiducia nelle istituzioni - ha dichiarato un dipendente – I politici locali si sono fatti vedere solo la prima settimana, poi sembra che si siano dimenticati di noi”. Sempre in prima linea, invece, i sindacati, che domani pomeriggio si incontreranno con la famiglia Cecconi a Roma, in Prefettura. “Ma non siamo per nulla ottimisti – ha spiegato Massimo Persiani,segretario della Uila-Uil di -Roma e Provincia – Innanzi tutto speriamo che qualcuno si presenti, poi vedremo il da farsi. Lo scioglimento della Giunta regionale, poi, non ci facilita di certo le cose, visto che era previsto un altro incontro presso l’assessorato al lavoro della Regione Lazio, nella speranza di arrivare ad un accordo che consentisse la riapertura del salumificio. Adesso dobbiamo rivedere le nostre strategie: il sindacato resterà a fianco dei lavoratori, alla ricerca di una soluzione”. “La preoccupazione dei lavoratori che sono tutt’ora a disposizione dell’azienda è che lo stabilimento venga chiuso immediatamente e che vengano portati via merci e macchinari”, ha dichiarato Gianfranco Moranti, segretario della Flai Cgil Roma Sud-Pomezia-Castelli, presente alla Cecconi durante la protesta. “Ricordiamo che ai dipendenti, fra tfr e stipendi arretrati, devono essere ancora pagati in totale più di un milione di euro. I lavoratori temono di restare senza garanzie, ora possiamo solo aspettare l’incontro in Regione Lazio fissato per il 4 ottobre, per parlare di ammortizzatori sociali”. Matteo Acitelli
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SANTA PALOMBA E ROMA 2 TRA ACQUA (POCA) E PROBLEMI (TANTI)
“Buonasera. Vi scrivo a nome di tutti gli abitanti di Santa Palomba/Roma2. Dire che siamo stanchi del totale abbandono del nostro quartiere è dire poco...attendiamo da anni l'arrivo dell'acqua potabile e quando sembrava ad un passo si è fermato tutto. Viale delle Arti è al buio da giugno causa furto di rame ed ancora nessuno si è degnato di sistemare la cabina elettrica! La cosa che più ci avvelena è la totale indifferenza da parte del Comune! Finirà questa storia?”.
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osì inizia la lettera arrivata in redazione de Il Corriere della Città da parte di un cittadino, Fabio Andreozzi, che ha chiesto l’interessamento della redazione per capire come mai il quartiere sia ancora costretto a convivere con problemi storici come la mancanza di acqua potabile, l’invasione di prostitute ormai “doc”, l’assenza di luce nelle strade e la presenza di gas radon, che ha costretto la chiusura temporanea della scuola elementare con il conseguente trasferimento di cinque classi in altri plessi di Pomezia. Per capire meglio come si vive in questo quartiere periferico che conta ormai 840 famiglie, siamo andati sul posto insieme a due consiglieri comunali, uno di maggioranza ed uno di opposizione, per metterli a confronto con i cittadini. L’incontro è stato ripreso dalle telecamere di “Cronache di Provincia” (a breve l'intero servizio sarà disponibile sul sito www.ilcorrieredellacitta.com, ndr), davanti alle quali gli sfoghi dei cittadini si sono alternati alle domande dei giornalisti ed alle risposte dei consiglieri Fabio Mirimich del PD e Fabio Fucci del Movimento 5 Stelle. Argomento iniziale la tanto sognata acqua potabile: doveva scorrere dai rubinetti delle case del quartiere già almeno da un mese, invece niente. Facciamo la cronistoria degli ultimi 3 mesi. Il 28 Giugno di quest’anno l’acqua è arrivata alla torre piezometrica. Quel giorno, tra brindisi ed allegria generale, l’Amministrazione comunale
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aveva annunciato che in quel momento partiva il lavaggio del serbatoio – durata prevista e confermata: 45 giorni - al termine del quale gli abitanti del quartiere, che nel frattempo avrebbero dovuto procedere alla contrattualizzazione del servizio con l’Acea, avrebbero visto scorrere l’acqua dai loro rubinetti. Di giorni ne sono passati il doppio, e di acqua nemmeno una goccia. Perché? Le motivazioni date inizialmente dal Comune sono state le seguenti: “L’Amministrazione ha fatto tutto il dovuto. L’acqua alla torre piezometrica è infatti arrivata regolarmente. Adesso il problema è legato alla parte contrattuale tra l’Acea e gli amministratori dei condomini, poi tra la società e l’utente finale”. Ma le cose non stavano proprio così. A luglio, infatti, alcuni malviventi hanno rubato i cavi di rame che portano l’elettricità, e di conseguenza hanno impedito il passaggio dell’acqua nelle condotte. La ditta appaltatrice dei lavori ha dovuto installare nuovi cavi per ripristinare il servizio elettrico ed il lavaggio della torre è quindi proseguito e terminato, igienizzando il fungo e verificando la tenuta del serbatoio, ma non è successa la stessa cosa con l’anello idrico di via delle Arti, dove ancora manca il lavaggio della condotta circolare. A fine agosto – quindi già ben oltre i 45 giorni preannunciati trionfalisticamente a giugno – i “soliti ignoti” hanno nuovamente rubato i cavi di rame, bloccando nuovamente i lavori. Solo dopo il secondo furto è stato pensato ad un sistema di allar-
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me, installato tra metà e fine settembre. Appena l’impianto sarà completato, la ditta che ancora ha in gestione i lavori dovrà nuovamente provvedere alla sostituzione dei cavi di rame trafugati, per consentire all’Enel di fornire l’elettricità e all’Acea l’acqua. Acqua che, però, non arriverà direttamente nelle case dei cittadini: manca infatti l’igienizzazione della condotta circolare, che impiegherà, dal momento in cui verrà iniziata, altri 45 giorni. Insomma, se tutto dovesse andare bene, l’acqua dovrebbe sgorgare dai rubinetti delle case di S. Palomba tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre. Ma le date sono relative: “Sulle tempistiche di ogni passaggio verranno pubblicate informazioni tempestive”. Così si legge nel messaggio inviato il 25 settembre – la stessa data in cui siamo andati a Santa Palomba per il nostro articolo dal dirigente ai Lavori Pubblici, l’ing. Renato Curci, ai Comitati di Quartiere interessati. “Gent.mi Signori – riporta l’e-mail - in risposta ai Vs. cortesi messaggi pari oggetto, Vi comunico qual è, ad oggi, l’iter che sarà seguito per raggiungere l’obiettivo dell’allaccio idrico delle utenze alla rete acquedottistica ACEA: 1) è stato istallato l’impianto di allarme presso la torre piezometrica, dopo il furto di 100 metridi cavo elettrico; 2) va riattivata l’utenza ENEL della torre, sospesa per motivi di sicurezza dopo il furto del cavo; 3) va riposizionato un nuovo cavo (a cura dell’Impresa costruttrice della torre); 4) va iniziato il lavaggio del serbatoio della torre e della rete ad anello di Via delle Arti (durata circa 40 giorni); 5) se si è svolto tutto positivamente, torre e rete di tubazioni vanno consegnate formalmente ad ACEA ATO 2 S.p.A.; 6) effettuata la suddetta consegna, ACEA ATO 2 stipulerà i contratti di fornitura con gli amministratori di condominio (i documenti propedeutici li ho già mandati io ad ACEA)”. Ma questo non è l’unico scambio di corrispondenza tra l’Amministrazione e i CdQ. Dall’ufficio tecnico dei Lavori Pubblici erano infatti partite ad inizio settembre, in risposta a precise richieste inoltrate dagli amministratori dei condomini e dai comitati di quartiere, delle lettere nelle quali veniva spiegato perché ancora dell’acqua non c’era traccia. Nelle lettere il dirigente dichiarava che all’impianto elettrico del serbatoio idrico “sono stati nuovamente rubati circa 100 metri di cavo elettrico, per cui le pompe non sono
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PROSTITUTE, RANDON E…
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alimentate, e l’acqua può pervenire al serbatoio con la sola pressione del partitore ACEA”. Il dirigente aggiungeva che “lunedì 3 settembre è stata aperta la valvola al piede del serbatoio, per cui l’acqua ha riempito la tubazione ad anello di Via delle Arti, implementata da Edison con scarichi e sfiati aggiuntivi richiesti da ACEA, ed alimenta altresì il depuratore, che durante il mese di agosto è stato potenziato da ACEA con alcuni moduli aggiuntivi di trattamento delle acque reflue; in questo modo, intanto, possiamo provare se la rete ad anello tiene correttamente”. Curci, come spiegato nella missiva, aveva poi “contattato una azienda specializzata nostra fornitrice per realizzare con urgenza un impianto di allarme all’interno dell’area del serbatoio, collegata con un istituto di vigilanza privato, come già lo sono i plessi scolastici, gli uffici comunali, i centri anziani e gli impianti sportivi, prima di ricollocare un nuovo cavo, che farebbe la stessa fine senza protezione; devo però confrontarmi con le risorse finanziarie disponibili, perché non è stato ancora approvato il bilancio comunale dell’anno 2012. Appena tornati a regime, l’ACEA inizierà i necessari cicli di lavaggio del serbatoio e della rete, così da poterla fornire finalmente alle utenze”. Finita la cronistoria, passiamo all’attualità. “Il 21 settembre – ha dichiarato Fabio Mirimich davanti ai cittadini – il Comune ha versato 50 mila euro alla ditta che ha in carico l’impianto per il ripristino dei cavi di rame. Si tratta di una cifra che comunque l’Amministrazione doveva alla società che ha in carico i lavori, e che è stata detratta dall’importo totale. I cittadini devono sapere che non è colpa del Comune se ancora non hanno l’acqua nelle loro case. Noi abbiamo fatto quanto ci competeva: dal 28 giugno tutto è in mano all’Acea ed all’Edison, ma gli imprevisti – non legati assolutamente all’Amministrazione comunale – hanno portato a questi ritardi”. “Male ha fatto questa Amministrazione a cantare vittoria troppo presto e a farsi bella con promesse che non si era sicuri di poter mantenere – ha invece ribattuto Fabio Fucci – sono anni che si sente parlare di acqua ormai in dirittura di arrivo, che poi invece non arriva mai. Sarebbe stato più onesto non parlare di date, non illudere i cittadini e spiegare soltanto l’avanzamento dei lavori. E’ ovvio che adesso gli abitanti del quartiere siano infuriati, anche perché quello dell’acqua non è certo l’unico problema che hanno. La Giunta De Fusco, poi, non dice che molti di questi problemi non saranno mai risolti per mancanza di soldi: il debito accumulato è enorme, anche per questo noi del Movimento 5 Stelle abbiamo provato a mandare a casa questo sindaco”. “L’opposizione parla sempre di quello che non si riesce a fare, ma non ammette quanto invece viene fatto: ricordo ai cittadini che, per fare la torre piezometrica in questo quartiere, abbiamo speso 3 milioni di euro: senza questo grosso impegno, adesso non staremmo di certo a parlare di un ritardo di qualche mese, ma l’acqua sarebbe davvero solo un miraggio”, è stata la risposta di Mirimich. Alfredo Corrao
d eccoli, gli altri problemi di Santa Palomba: raccolta differenziata che funziona poco e male - anche se il giorno della nostra inchiesta il piazzale era pulitissimo e tutti i contenitori della differenziata completamente svuotati - strade senza illuminazione da mesi a causa del furto dei cavi di rame (ma per questo il consigliere Mirimich ha assicurato che si stanno stanziando 36 mila euro per il ripristino della centralina elettrica), nessun posto dove ritrovarsi, ma solo un parcheggio, senza panchine né riparo per il sole o la pioggia. I ragazzini giocano tra le auto ferme ed i secchioni. Poco più avanti, infatti, uno spiazzo verde con soli due giochini “a molla”, senza altalene o scivoli per gli oltre 300 bambini che vivono nella zona, ma in compenso nel quartiere ci sono ben 47 prostitute e 3 transessuali. Alcune cittadine si sono “divertite” a contare le prostitute che riempiono il quartiere. “E’ una cosa indecente – raccontano – Adesso, da quando la scuola elementare è stata chiusa a causa del radon, si mettono pure lì davanti. E la cosa terribile è che utilizzano il giardino della scuola per fare i loro bisogni. Restano lì davanti anche alle 3 del pomeriggio, quando tornano i bambini con il pullmino scolastico. Noi genitori non sappiamo più cosa inventare per giustificare la presenza di queste donne quasi nude ai nostri figli. Adesso, poi, sono arrivati anche i trans, tanto per non farci mancare nulla. Giorno e notte, c’è un traffico di clienti incredibile: possibile che non si riesca a trovare una soluzione?”. La chiusura della scuola a causa della presenza del gas radon sopra i livelli di sicurezza ha creato problemi ai genitori soprattutto per quanto riguarda i trasporti, seppur garantiti con il bus scolastico, tanto che è stata scritta una lettera al Primo Cittadino per illustrare i disagi quotidiani. “Signor Sindaco – si legge nella missiva inviata dai Comitati di Quartiere Roma 2 e Santa Palomba – con la presente è nostra intenzione porre alla Sua attenzione e a quella dell’intera Città la grave situazione di disagio che stanno vivendo i bambini
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e le famiglie che avrebbero dovuto frequentare le classi elementari presso la struttura scolastica di Santa Palomba”. “Ebbene sì, avrebbero – specificano i cittadini – E’ infatti ormai noto a tutti che la ASL ha negato la fruibilità dei locali a causa della presenza di gas radon oltre i livelli consentiti dalla legge e che gli “accorgimenti tecnici” messi in atto dall’Amministrazione comunale per garantire la fruibilità dei locali sono stati giudicati insufficienti a garantire il corretto svolgimento delle lezioni. E ora? I bambini sono stati destinati e sparpagliati in altre strutture sul territorio comunale, dove vengono accompagnati con un servizio bus appositamente predisposto”. Pur consci della comodità del pullmino, i genitori riscontrano difficoltà oggettive legate soprattutto agli orari, che sono sempre condizionati dal forte traffico di via dei Castelli Romani, rendendo incerto il momento dell’arrivo del bus. “Converrà con noi – prosegue il documento – che questa soluzione può essere considerata assolutamente provvisoria e che occorre, con la massima urgenza e tempestività, intervenire per ripristinare le condizioni affinché la scuola elementare di Santa Palomba sia nuovamente fruibile. Riteniamo superfluo porre in evidenza che lo stato attuale delle cose non consente ai giovani studenti di frequentare la scuola con la necessaria serenità, nonché i grandi disagi che vivono e vivranno i genitori, in buona parte lavoratori, stante la mancanza di orari certi di andata e ritorno, ormai essenziali nell’organizzazione della giornata”. “Le chiediamo dunque – concludono i firmatari – di porre in essere tutto quanto necessario affinché i bambini possano tornare a frequentare la scuola del loro quartiere nel più breve tempo possibile e che alle indicazioni generiche finora trapelate dal Comune segua una chiara e inequivocabile indicazione della data entro la quale I’Amministrazione si impegni a risolvere questa ennesima emergenza che ha colpito il nostro territorio”. Alfredo Corrao
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CAMPO ASCOLANO, TRA INQUINAMENTI E LOTTIZZAZIONI Il quartiere visto dai cittadini del Comitato
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’ un quartiere balzato agli onori delle cronache per un fatto di certo non voluto e non gradito agli abitanti, che ne pagheranno le conseguenze ancora per parecchio tempo, lo sversamento di idrocarburi, provenienti da una cisterna della Guardia di Finanza dell’Aeroporto militare di Pratica di Mare, nel fosso che lo attraversa a metà. Stiamo parlando di Campo Ascolano, zona ad alta densità abitativa nella periferia nord di Torvaianica. Più di 3000 residenti, tante villette, pochi servizi. Da qualche anno c’è la chiesa ed il centro anziani, ma mancano ancora punti di aggregazione per i giovani, una farmacia, una piazza, una scuola, magari una biblioteca o una palestra. I membri del comitato di quartiere si sono riuniti il 15 settembre per fare il punto della situazione, per parlare anche del disastro ambientale legato alla fuoriuscita di cherosene, che ancora galleggia sulle acque del canale, ma anche per discutere del futuro della zona. Campo Ascolano è uno dei quartieri più antichi del territorio pometino, visto che nasce il 6 Maggio del 1957, giorno nel quale il Consiglio Comunale di Pomezia, con delibera n.32, approva il piano di lottizzazione di Ha.68.97.33 presentato dalla signora Marcella Bonanni. Nella convenzione, ricorda il CdQ, è contemplata la cessione in patrimonio al Comune di Pomezia di aree per la superficie pari al 4 per mille, al netto di strade e piazze, computate sull'intera superficie lottizzata e l'impegno a cedere le aree destinate ad edifici pubblici (scuola, chiesa, mercato). Ma questa parte importante della convenzione non ha mai avuto attuazione né da parte dell'Amministrazione comunale - che nel passato non si è mai attivata in tal senso né ha mai eseguito controlli o verifiche sulla regolare esecuzione della lottizzazione - né da parte della ditta lottizzatrice, che aveva l' interesse del tutto evidente a non eseguirla. Nel 2008 le parti, tra le quali nel frattempo ci sono stati infiniti contenziosi, finalmente si incontrano e siglano una proposta di accordo di riclassificazione urbanistica che prevede la cessione al Comune delle aree pubbliche necessarie al rispetto degli standard e di tutte quelle destinate alla rete viaria (da realizzarsi in massima parte a spese dell’Amministrazione comunale), la rinuncia da parte della famiglia Bonanni a tutte le vertenze e la riduzione delle volumetrie delle aree oggetto di riclassificazione, che passano dall’indice di fabbricabilità di 0,50 allo 0,32. In cambio della cubatura, alla famiglia Bonanni viene concessa una cubatura di 55.718 mc, con la possibilità di edificare 26.742 mq, di cui poco più di 4 mila di edilizia commerciale ed il resto residenziale, a cui va aggiunto il verde privato con attrezzature sportive. I privati devono, come prevede l’accordo, cedere all’Amministrazione comunale
111.689 mq, oltre alle strade. Le strade di Campo Ascolano – spiega Lucia Campese, vicepresidente del CdQ – sono ancora di proprietà della famiglia Bonanni, perché ad oggi l’acquisizione non è avvenuta. La lottizzazione prevede costruzioni nell’area che va dalla fine di via Tirso verso l’aeroporto e obbliga la proprietà alla realizzazione di tutte le opere e infrastrutture primarie, dalla rete fognaria alla viabilità. terreni che vanno al Comune sono destinati ad edilizia sociale, quindi alla realizzazione di scuole, centri multifunzionali e di pubblica utilità. Ma nella zona ci sono dei vincoli, anche archeologici, per cui tutti i progetti sono fermi alla Regione in attesa di approvazione. Quello che auspichiamo è una rapida definizione, in modo che il nostro possa diventare un quartiere a tutti gli effetti e con tutti i servizi necessari. Una volta definita la “questione Bonanni”, infatti, l’Amministrazione non avrebbe più scuse e sarebbe costretta a darci, o farci dare, i servizi che da sempre invochiamo”. Ma quali sono i problemi della zona per i quali richiedete una soluzione immediata all’Amministrazione comunale? “Sicuramente la sistemazione delle strade, che sono piene di buche, senza marciapiedi e scarsamente illuminate. Vorremmo anche che fossero rivisti gli indici di edificabilità: al momento sono troppo alti, con il rischio che molte strutture che adesso sono ville uni o bifamiliari, diventino palazzine o villini a schiera con cubatura di molto maggiore rispetto a quella attuale. Agli Enti superiori, invece, chiediamo maggiori trasporti pubblici: la domenica siamo praticamente isolati, visto che né il Cotral né l’Atac effettuano le loro corse”. Ma le richieste presentate nel corso dell’assemblea annuale sono stata anche altre: una scuola materna ed una elementare, una farmacia, un
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parco giochi per i bambini, parcheggi auto comprensivi di posti per riservati ai portatori di handicap, pensiline alle fermate dei bus. Ma anche la sistemazione della spiaggia, con un campo polivalente e l’allestimento di passerelle in legno che facilitino l’accesso, i passaggi a mare, un parco per portare i cani a spasso, visto che nel quartiere quasi tutti hanno animali, maggiore vigilanza per scongiurare i furti nelle abitazioni. “Il nostro quartiere, soprattutto d’estate, ha una cronica mancanza di posti auto. Per questo chiediamo, oltre ad un parcheggio, anche l’istituzione delle strisce blu per i non residenti. Sempre riguardo alle strade, oltre alla loro sistemazione, vorremmo che fossero costruiti i marciapiedi per tutelare la sicurezza dei cittadini, che rischiano di essere investiti. Serve poi un bau-park dove portare i nostri quattrozampe, che qui sono tantissimi”. Altro problema sentito è quello della pulizia delle strade. Come in molti altri quartieri, il servizio di raccolta dei rifiuti non funziona sempre a dovere e non si vedono spazzatrici né spazzini. Il problema della pulizia riguarda anche il canale oggetto di inquinamento il 3 settembre. “L’inquinamento del fosso dovuto allo sversamento di idrocarburi è solo una parte del problema. Il canale è infatti spesso ostruito dalle canne, che non vengono tagliate con regolarità e in tutto il percorso dal Consorzio di Bonifica, al quale abbiamo più volte fatto presente il problema. Lungo il fosso si trova di tutto: dai water ai rifiuti più variegati, per colpa di cittadini incivili. Ma è pur vero che l’Ente di bonifica non svolge correttamente il proprio compito: è vergognoso che intervenga solo dopo continui solleciti da parte nostra e ripulendo solo una minima parte del fosso, trascurando il resto. Per quanto riguarda il fosso, noi avevamo anche proposto all’Amministrazione di sistemare il camminamento da via Ofanto fino al mare, lungo il fosso, creando un vero e proprio percorso pedonale protetto da una ringhiera in legno, per consentire ai cittadini di raggiungere la spiaggia senza correre pericoli e senza dover per forza fare il “giro largo”, passando da via Arno o da via Campo Ascolano. E’ un progetto non solo fattibile, ma anche molto bello, perché consentirebbe di osservare la natura e l’ecosistema di quell’area, che è davvero meravigliosa. Ci sono diverse specie di animali che vi vivono, o almeno vi vivevano prima dello sversamento di idrocarburi: dalle libellule alle rane, dai merli alle nutrie, dalle anguille al germano reale. Adesso stiamo controllando che, piano piano, si ricostruisca l’equilibrio perso a causa di quello che è stato un nuovo disastro ambientale e a causa del quale chiediamo nuovamente che venga effettuata una seria bonifica da parte delle autorità militari”. Alfredo Corrao
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TOR SAN LORENZO E NUOVA CALIFORNIA, TRA PROBLEMI ATAVICI ED UNO SGUARDO AL FUTURO
’ sempre in prima linea Piero D’Angeli, presidente dell’Associazione Nuova California 2004, che da anni si batte per il miglioramento dei quartieri di Tor San Lorenzo e Nuova California. “E’ passata un’altra estate e la maggior parte dei problemi sono rimasti purtroppo irrisolti – ha dichiarato D’Angeli - come Comitato di Quartiere ci battiamo da anni per migliorare la qualità della vita dei cittadini: da quando siamo nati il nostro impegno è stato costante, abbiamo sempre cercato il dialogo con l’amministrazione comunale e molte volte ci siamo sostituiti anche ad essa, organizzando manifestazioni che potessero in qualche modo rivalutare il nostro territorio e regalare momenti di aggregazione tra i cittadini”. Un esempio è sicuramente la manifestazione che si svolge a Luglio, diventata ormai un appuntamento ricorrente dell’Estate Ardeatina, ma si possono ricordare anche le numerose feste di Natale organizzate dall’associazione, a cui partecipano centinaia di bambini. “Il più delle volte riceviamo in cambio indifferenza e ostruzionismo, anche da parte dei cittadini che dovrebbero essere i nostri primi supporter. Un comitato di quartiere nasce per migliorare il posto in cui si vive e per regalare momenti di aggregazione, indispensabili per una realtà disgregata come la nostra, ma questo non credo sia stato compreso completamente. Il nostro scopo è quello di risolvere, ovviamente attraverso le Istituzioni preposte, i tanti problemi esistenti nel nostro quartiere”. Quali sono i più gravi? “Il più serio in assoluto è rappresentato dal complesso delle Torri: ormai sono tantissimi i rom che hanno invaso completamente la parta alta del quartiere, occupando illegalmente degli immobili, commettendo ogni genere di illecito, dalla prostituzione allo spaccio di droga, dai furti al racket. Restando nell’ambito della sicurezza, ci sono automobili di grossa cilindrata che sfrecciano nel nostro quartiere a folle velocità, incuranti del pericolo e delle conseguenze che ne potrebbero derivare. Molte di queste auto, poi, sono prive di assicurazione e non si capisce a chi realmente appartengano. Tutti conoscono questa situazione, eppure nessuno fa nulla. La domanda che più frequentemente viene spontaneo si fanno i cittadini onesti è come facciano persone che magari risultano nullafacenti, o comunque con redditi talmente bassi da avere bisogno dell’aiuto dei servizi sociali, ad avere automobili così costose. Soprattutto in un momento di grande crisi economica, dove la maggior parte delle persone fatica ad arrivare a fine mese, ci si chiede come facciano a guidare bolidi da 60.000 euro”. Ma i problemi sono anche altri. “Se parliamo di ambiente, viene naturale pensare a via Tronto, dove ci sono cumuli di spazzatura in terra, macchine distrutte ed abbandonate. Lì ogni sera vengono accesi fuochi per bruciare di tutto, dai pneumatici delle auto agli oli esausti, dai resti di fili alla spazzatura. Ovviamente noi siamo costretti a respirare tutto questo”. La convivenza con alcune persone, poi, diventa difficile per forza di cose. “Ci sono alcune attività commerciali vicino all’ex Patio, in quella che per i cittadini di Tor San Lorenzo e Nuova California dovrebbe essere una piazza, ma che purtroppo non lo è, che vendono fiumi di birra, e non solo, dalla mattina alla sera, senza un minimo controllo, con la conseguenza di vedere persone ubriache e traballanti già dalle prime ore del mattino. Sempre lì vicino ci sono macchine distrutte parcheggiate da settimane: nonostante siano pericolose per la circolazione, non vengono rimosse. La nostra zona, poi, è piena di bambini sbattuti davanti ai supermercati tutto il giorno a chiedere l'elemosina, mentre molte delle ragazze rom che vivono alle Torri escono la sera con abiti succinti e vanno sul nostro litorale a prostituirsi”. E sul litorale ci sono altre lamentele. “Abbiamo un litorale che fa pena: basta andare sul lungomare dei Troiani, ed il nome non poteva essere più azzeccato, viste le frequentazioni serali, per vedere lo schifo che c'è vicino alle dune: bottiglie, mobili, rifiuti di ogni genere, distese di preservativi”. In entrambi i
quartieri, lamenta D’Angeli, mancano luoghi di aggregazione per i giovani che, “sempre più emarginati, finiscono per intraprendere strade sbagliate e purtroppo si imbattono nel consumo di alcol e droga, troppo spesso anche in età adolescenziale”. Non ci sono parole di elogio neanche per le scuole appena ricominciate. “Per la maggior parte gli edifici scolastici della nostra zona sono fatiscenti ed obsoleti. La speranza è che il restyling che ha avuto la scuola media Virgilio di Ardea possa toccare anche a quella di Campo di Carne. Qui c’è bisogno di nuove aule, di asili nido e di scuole materne comunali, ma soprattutto c’è bisogno di scuole superiori per i nostri ragazzi, costretti ogni mattina ad “emigrare” nei Comuni limitrofi, con servizi pubblici inadeguati alla sempre maggiore affluenza di giovani che ogni mattina si spostano per andare a studiare, il più delle volte caricati sugli autobus locali come merce da bestiame”. Ma ci sono solo cose brutte? “No, non dico questo. L’amarezza nasce dalla constatazione che non riusciamo a vedere i cambiamenti di cui necessita il nostro territorio. Da parte nostra ce la mettiamo tutta e vorrei precisare che il mio non è un attacco all’Amministrazione, ma, al contrario, una mano tesa per una collaborazione più fattiva. Tra pochi mesi sarà Natale, anche quest’anno proveremo ad organizzare qualcosa di bello nella speranza che si uniscano a noi tutte le associazioni e tutti i commercianti del territorio, per regalare dei momenti piacevoli a tutti i bambini e a tutti i cittadini che vivono ad Ardea. La nostra ambizione è quella di coinvolgere tutti i quartieri, con i loro comitati, in modo da poter vivere questa festa in tutto il paese. Questa pseudo città stenta a crescere, o forse non crescerà mai, se restiamo con le mani in mano ad attendere chissà cosa. Sta a tutti noi contribuire a farla diventare grande. Quante volte abbiamo sentito dire dalle varie Amministrazioni comunali che si sono succedute: “ora ci rimbocchiamo le maniche e ripartiamo”, ma ad oggi non è mai successo in modo concreto. Credo che davvero ci sia bisogno di ripartire, ma per farlo bisogna mettere da parte dualismi, simpatie, colori di partito, perché la città appartiene a tutti coloro che ci abitano, a prescindere dal loro credo politico”. Alfredo Corrao
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PETTIROSSO, A BREVE DAVANTI AI GIUDICI Il 5 dicembre verranno nominati i CTU: quanto costerà alla collettività?
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ono sempre più sconsolati, gli acquirenti degli appartamenti della “Pettirosso”. Tra due mesi, il 5 dicembre, il giudice nominerà i CTU per cercare di sbrogliare la complicata matassa che vede coinvolti la società ormai fallita, l’Amministrazione comunale che ha stipulato la convenzione e tutte le persone che, dall’inizio della vicenda, hanno acquistato casa in una delle due palazzine di via Alcide De Gasperi. “Sono passati 16 mesi dalla promessa pubblica del sindaco De Fusco in merito alla risoluzione rapida “ entro fine mese”della vertenza, fatta durante il consiglio comunale che ha segnato l’insediamento al suo secondo mandato – hanno dichiarato alcuni acquirenti – Ma sono anche trascorsi più di cinque anni da quando la precedente Amministrazione, sempre guidata da De Fusco ha messo in calce sul proprio programma la risoluzione della vertenza e sono trascorsi otto anni dall’inizio della vicenda legale. In tutto questo tempo, tantissimi sono stati i nostri inviti ad una soluzione rapida del contenzioso per evitare, come invece è successo, la lievitazione esponenziale delle spese legali e di consulenze varie”. I rappresentanti dei “proprietari” degli appartamenti non vogliono più credere nelle favole. “Troppe sono state in questi anni le promesse da parte di molti politici locali, soprattutto in prossimità di ogni elezione amministrativa e solo dopo manifestazioni eclatanti da parte nostra abbiamo ricevuto una rispondenza politica apparentemente risolutoria. Ma, in concreto, nessuna proposta ufficiale di risoluzione è stata presentata ai nostri legali”. Legali che adesso sono impegnati in vista del 5 dicembre. “In quella data il Comune, e quindi tutti i cittadini di Pomezia, dovranno anticipare qualche centinaio di migliaia di euro per far fronte alle spese di tribunale. Forse in quella data il giudice emetterà qualche sentenza che, se avversa al Comune, provocherà la polverizzazione finanziaria delle casse comunali, visto che la vertenza riguarda più di 90 cause separate, attualmente in corso”. E questo, vista la disastrosa situazione economica dell’Ente, sarebbe di certo un colpo di grazia. Ma se voi acquirenti doveste perdere? “Se l’esito dovesse essere favorevole all’Amministrazione pubblica, sarebbe sicuramente una “vittoria di Pirro”, in quanto provocherebbe un impatto sociale e umano senza precedenti; le famiglie coinvolte si vedrebbero “scippare” dal Comune di un bene primario acquistato con tanti sacrifici e in buona fede, con tanto di atto notarile, pertanto questa amministrazione di fatto risulterebbe responsabile di imprevedibili conseguenze sociali dettate dalla disperazione di intere famiglie”. Come a dire, siamo pronti a tutto pur di difendere le nostre case. “In tutta questa vicenda, come ribadito più volte, il Comune è rientrato già in possesso di mezzo lotto, dello scheletro di via Alcide De Gasperi, di 14 appartamenti e 5 o 6 locali commerciali di proprietà ex Pettirosso, di un tratto di strada già realizzata, di un centro commerciale, che corrisponde all’ex ufficio delle entrate. Secondo noi, quindi, è già abbondantemente rientrato, economicamente, rispetto al danno subito dal costruttore, visto che da stime fatte dagli esperti da noi consultati sembra che il valore commerciale degli immobili appena citati sia quasi tre volte superiore al danno economico subito”. Gli acquirenti, insieme alle accuse, vogliono però anche fare i dovuti ringraziamenti a chi ha lavorato alla loro causa, anche se con le dovute precisazioni. “Noi comunque ringraziamo i componenti della commissione patrimonio, che negli ultimi mesi si sono fatti carico della vicenda, riunendosi più volte. Purtroppo, nonostante abbiano in mano soluzioni tecniche, proposte e aggiustamenti logici e docu-
menti dedicati, il tutto formulato da tecnici comunali qualificati, consiglieri e ambienti vicini alla corte dei conti, nessuna proposta concreta e risolutiva è stata posta al consiglio comunale né tantomeno ai nostri legali. Ci sorge pertanto il legittimo dubbio che l’Amministrazione stia facendo, parlando con un linguaggio calcistico, “melina”, e non capiamo per quale ragione. La nostra preoccupazione è che la proposta ufficiale arrivi sul tavolo dei nostri legali il 4 dicembre, così non avranno il tempo per trattare: se ciò dovesse succedere si tratterebbe di una scorrettezza penosa. O peggio ancora, vista la non rosea situazione del bilancio comunale, un ipotetico “tutti a casa anticipato” solleverebbe gli amministratori da ogni problema, lasciando però – e ci scusiamo per l’espressione – “in mutande” intere famiglie”. Da indiscrezioni sembra che i preposti dall’Amministrazione stiano trattando con le assicurazioni dei notai, anche loro parte in causa, per cercare di avvantaggiare gli acquirenti. “Ma questo non giustifica ritardi e lungaggini per un motivo fondamentale: il notaio in questione è stato citato da una parte di famiglie truffate e non dal Comune. Gli attori principali della trattativa con le assicurazioni debbono essere i legali di queste famiglie. Se l’Amministrazione vuole instaurare un tavolo di trattative con le assicurazioni, dovrebbe come minimo avere l’educazione di coinvolgere i nostri legali. Invece, forse ragionando come se già avesse vinto la causa, ci ignorano e trattano con le assicurazioni scavalcando di fatto i nostri legali. Inoltre la quasi totalità dei consiglieri in seno alla commissione patrimonio ha interloquito solo con l’avvocato di parte, Avv. D’Angelo. A nostro avviso, visto che anche noi siamo cittadini di Pomezia, sarebbe stato giusto ascoltare anche i nostri legali”. Qual è la vostra speranza? “Più che una speranza, un appello: per l’ennesima volta chiediamo a gran voce al sindaco De Fusco, al presidente del consiglio Ruffini e al presidente della commissione patrimonio Mirimich, per i quali il 20 settembre abbiamo protocollato in Comune una richiesta di convocazione della commissione, maggiore sensibilità riguardo la nostra vicenda e soprattutto una rapida proposta valida e ufficiale da sottoporre all’attenzione dei nostri legali”.
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Alessia Ambre Achille
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POMEZIA: CALCIO A5 AL VIA
port, divertimento, educazione. Ma anche studio, formazione e crescita tecnica. Sono questi alcuni dei pilastri del nuovo progetto societario lanciato dalla dirigenza pometina per la nuova stagione, all'interno di un piano di crescita che avrà come obiettivi principali lo sviluppo del settore giovanile e la crescita dei giovani calciatori, non solo sotto il profilo sportivo, ma anche e soprattutto sotto quello umano. Il taglio rispetto al passato è stato netto: via categorie come l’U21, la Juniores e gli Allievi, per concentrare tutti gli sforzi sulla formazione dei “piccoli atleti” alle prime esperienze con il mondo del calcio. Ecco perché, in virtù di quanto sottolineato, si può legittimamente parlare di un vero e proprio “anno zero” per la Società pometina, dal quale ripartire per poi programmare le gestioni avvenire; il fine è quello di creare, nel corso del tempo, un punto di riferimento per tutti i ragazzi del territorio, unendo alla passione per lo sport la voglia di stare insieme, di vivere una comunità, di divertirsi con amici e parenti. Il tutto ovviamente inserito nel tradizionale percorso di crescita tecnica che porta i ragazzi ad acquisire le capacità e gli insegnamenti fondamentali del gioco del calcio. Di questo e di altri temi abbiamo parlato con il Mister dei Pulcini (anni dal 2003 al 2005 ndr) Maurizio Passabì e con il suo vice Emiliano Formicola durante la Festa dello Sport svoltasi a Pomezia lo scorso 23 settembre. Mister Passabì come è iniziato questo nuovo anno anche in virtù dei tanti cambiamenti a livello societario?
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Direi molto bene. Questo appena iniziato sarà un anno davvero particolare perché la Società ha deciso di investire tutto sul settore giovanile compiendo una vera e propria rivoluzione; noi, come allenatori, non possiamo far altro che impegnarci al massimo per svolgere al meglio il nostro ruolo facendo crescere questo bellissimo progetto. Cosa vuol dire allenare bambini alle prime esperienze con il mondo del calcio? E’ sicuramente un impegno molto importante. Bisogna avere tanta passione ma soprattutto si deve essere preparati. Quest’ultimo punto è davvero fondamentale: allenare dei bambini significa principalmente “insegnare” e se si vuole intraprendere un lavoro come questo lo si deve fare con la consapevolezza di gestire ragazzi in un’età molto particolare. Ecco perché non si può lasciare dav-
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vero nulla al caso, improvvisando o agendo solo di istinto”. Serve già una certa severità nella gestione degli allenamenti o è preferibile lasciar correre e chiudere un occhio? “Diciamo che servono entrambe le cose. Bisogna capire che sono pur sempre dei bambini ma al tempo stesso serve una certa disciplina per non farsi sfuggire la situazione di mano”. Qualcosa che non mancherà mai nei vostri allenamenti? “Cureremo molto la coordinazione, la tecnica e soprattutto il possesso palla; ma quello che non mancherà mai sarà la “partitella” di fine allenamento, che rappresenterà il giusto premio per il lavoro svolto”. Sulla stessa linea di pensiero anche il tecnico in seconda Formicola“L’anno è iniziato davvero nel migliore dei modi. Il nostro gruppo già l’anno scorso ha ottenuto grandi risultati pur disputando un campionato sotto-età, segno che un buon lavoro è stato fatto; il nostro obiettivo dovrà essere dunque quello di migliorarci per far crescere ancora questi bambini”; “Allenarli, giocare con loro durante la settimana – ha proseguito poi il Mister – è per noi una vera gioia e una vera emozione; insegnargli questo sport poi dà enorme soddisfazione ma al tempo stesso richiede competenza e preparazione , per questo è fondamentale lo studio e l’impegno quotidiano”. Luca Mugnaioli
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Al via anche i campionati di prima e seconda categoria, ancora attesa per la Terza
REAL POMEZIA E LIDO DEI PINI: GIOIA A META’ Ad un mese dall'inizio della nuova stagione, il punto della situazione sulle compagini del nostro territorio
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i è da poco concluso il mese di Settembre e per tutti gli appassionati del calcio locale è arrivato il momento di analizzare quanto accaduto in queste prime gare ufficiali. Il Real Pomezia ed il Lido dei Pini mandano in archivio le prime quattro gare di Campionato (la quinta, non riportata per esigenze di stampa, si è svolta il 30 Settembre ndr) con un bilancio praticamente identico, date le due vittorie e le due sconfitte ottenute da entrambe; il Real, impegnato nel Girone A d'Eccellenza, dopo aver perso il match d'esordio si era prontamente ripresa infilando un promettente bis da tre punti salvo poi cedere, nel turno del 23 Settembre, la posta in palio alla capolista Villanova. Percorso diverso, le due vittorie e le due sconfitte si sono alternate in modo perfetto, ma esito identico per il Lido dei Pini, inserito nel raggruppamento A di Promozione; la squadra, neo-promossa, ha comunque fatto intravedere spunti interessanti a testimonianza che il salto di Categoria non ha inciso più di tanto. Il Campionato tuttavia non è stata l'unica preoccupazione per le due compagini del territorio. Real Pomezia e Lido dei Pini hanno dovuto infatti fare i conti anche con la Coppa Italia, che, se da un lato rappresenta un innegabile motivo di orgoglio, considerata l'importanza della competizione, dall'altro toglie preziose energie fisiche e mentali al normale appuntamento settimanale. Vediamo dunque come è andata, analizzando nel dettaglio i risultati ottenuti dalle due formazioni. Coppa Italia: Real Pomezia, che beffa! Lido dei Pini ok: vittoria ma attenzione al ritorno – Il Real Pomezia esce clamorosamente dalla competizione dopo essersi aggiudicato, con un netto 2-0, il match d'andata contro il Terracina fra le mura amiche; nella gara di ritorno tuttavia, la compagine pometina è crollata sotto i colpi dell'avversario uscendo sconfitta dal campo per 4-1 con un'ulteriore beffa: sarebbe bastata infatti una sola realizzazione in più per superare il turno in virtù del punteggio dell'andata. Passando al Cedial Lido dei Pini, la squadra ha superato, seppur a fatica, il primo ostacolo, vincendo la gara d'esordio per 3-2; le due reti segnate dagli avversari, l'undici della Nuova Itri,
tuttavia non consentono ai rutuli di dormire sonni tranquilli, anche se la formazione partirà comunque in vantaggio nella gara di ritorno il prossimo 3 Ottobre. Settembre è stato inoltre il mese della Prima e della Seconda Categoria, che proprio nell'ultima Domenica del mese ha inaugurato ufficialmente la stagione 2012-13; le uniche due squadre ad essere scese in campo prima di questa data erano state il Team Nuova Florida e l'Airone impegnate nella Coppa Lazio. La competizione però ha portato gioie e dolori, con Mancini e soci eliminati subito al primo turno. Questo, nel dettaglio, il resoconto di quanto accaduto. Coppa Lazio: Ciccolini e soci avanti. L'Ardea esce subito di scena – Il Team Nuova Florida, inserito nel tabellone ad eliminazione diretta con formula andata-ritorno, ha dovuto fare i conti con il Montenero: nella prima gara, disputata in trasferta, l'undici rutulo ha superato brillantemente l'avversario con un netto 2-0 per poi amministrare in casa il vantaggio, accontentandosi dello 0-0. Il doppio risultato ha consentito al Team Nuova Florida di passare il turno, sicuramente una bella iniezione di fiducia in vista dell'inizio di Campionato. L'Airone Ardea invece, inserito in uno dei mini-gironi a tre squadre, rappresentante l'altra modalità di svolgimento della prima fase (le vincenti dei raggruppamenti e degli scontri diretti si incroceranno in seguito per dar vita alla rush finale ndr) ha steccato l'appuntamento d'esordio cedendo il passo, fra le mura amiche, per 1-0 alla Romulea. Male anche il secondo match contro il Lepanto Marino, perso per 2-0, decisivo al fine di decretarne l'eliminazion dalla competizione Prima categoria, girone C: Pomezia ed Ardea protagoniste con ben 5 formazioni nel raggruppamento - AIRONE ARDEA, TOR DE CENCI, PASSOSCURO, CITTA' DI POMEZIA, VIRTUS LADISPOLI, SOCCER S.SEVERA 1988, CAERE, DRAGONA, REAL MARCONI ANZIO, ALLUMIERE, CENTRO GIANO, BORGO MASSIMINA, INDOMITA POMEZIA, TEAM NUOVA FLORIDA, UNIPOMEZIA VIRTUS 1938, ARANOVA. Seconda Categoria, il Torvajanica inserito nel Ottobre 2012
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raggruppamento G – Queste le squadre del girone: ACILIA, ATLETICO DON PAYO ACILIA, BRAVETTA, CASAL BERNOCCHI, FONTE MERAVIGLIOSA, ISOLA SACRA2011, LAMARO CINECITTA', MUNICIPIO ROMA III, PRIMAVALLE, PRO APPIO,RES BLU92, ROMAN, SALINE, TORVAJANICA, VIGOR MELLIS. Il campionato è iniziato il 30 Settembre e, salvo impedimenti, terminerà il 19 Maggio; quest'anno tuttavia sarà presente un'importante novità: la pausa di due turni prevista per il mese di Febbraio al fine di evitare complicazioni, nonché eccessivi prolungamenti di calendario, qualora si ripresentasse, come nella passata stagione, il pericolo neve. Per motivi concernenti i tempi di stampa, la cronaca ed il resoconto di questo primo turno di campionato, iniziato subito all'insegna del derby Indomita Pomezia Team Nuova Florida, non sono presenti nel numero odierno della nostra rubrica; l'appuntamento è dunque fissato per il prossimo mese, dove stileremo il primo bilancio della stagione, con tutti i numeri, le statistiche, i top e i flop delle cinque giornate d'apertura.
Luca Mugnaioli
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Sandro Tovalieri, ex bomber romanista: la scuola calcio, il Roma Club e…
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a sua scuola calcio è ormai diventata una solida realtà per il territorio. Sandro Tovalieri, ardiese doc, dopo aver smesso la sua carriera di calciatore – tra le squadre in cui ha giocato ricordiamo non solo la Roma, ma anche il Pescara ed il Bari – è tornato alle origini. “Ma l’amore per il calcio non poteva essere archiviato. Il mio futuro, a 36 anni, non riuscivo a vederlo lontano dal campo verde. Non potendo più scendere in campo come giocatore, mi sono dedicato alla carriera di allenatore”. Ed anche qui è tornato alle origini, perché i suoi primi passi da “mister” li ha fatti nella sua Roma, dove adesso guida la categoria degli Allievi Nazionali. “Dall’inizio del campionato, quest’anno, abbiamo disputato tre partite, tutte vinte”, dichiara con orgoglio paterno. Già, perché per questi ragazzi, così come per quelli – circa 200, dai 5 anni in su - che frequentano la sua scuola calcio a Tor San Lorenzo, la A.S.D. Racing Club, gli allenamenti, lo sport e la squadra sono insegnamenti di vita. “Per un giovanissimo è molto importante praticare uno sport, a maggior ragione se di squadra. Lo sport toglie i ragazzi dalle strade, dove potrebbero perdersi, cosa che purtroppo nel nostro territorio capita di frequente. Il sacrificio che lo sport impone, ma anche il rispetto delle regole e degli avversari, è una scuola di vita, che insegna a crescere nel modo giusto. Con i compagni di squadra si impara ad avere valori, ad essere leali, a condividere, a lottare per vincere. Il mio scopo è quello di dare a questi ragazzi non solo indicazioni tecniche per diventare degli sportivi veri, ma soprattutto educarli, ovviamente insieme alle loro famiglie, per farli diventare uomini veri, con sani principi”. Lei ha iniziato da piccolissimo a tirare calci ad un pallone, in un paese dove la carenza di impianti sportivi, che purtroppo ancora si registra, era dav-
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vero lampante. “Infatti non potevo allenarmi vicino casa. Inizialmente giocavo a Pomezia, poi, ad 11 anni, sono stato preso dalla Roma. Lì è iniziata la mia nuova vita: uscivo prima da scuola per poter prendere il pullman ed andare ad allenarmi alle Tre Fontane. Tornavo a casa la sera tardi, stanchissimo ma felice”. Ma l’impegno, da solo, non sarebbe mai bastato. “Serve innanzi tutto la bravura, le qualità tecniche, ma anche un indispensabile pizzico di fortuna. Questo valeva 30 anni fa come adesso”. Ed adesso, tra i suoi allievi, ce n’è qualcuno con queste doti? “Da quando alleno ho visto tanti ragazzini con ottime doti: magari non tutti riusciranno a ripercorrere la mia stessa carriera, o a superarla, diventando grandi campioni, ma tra piccoli calciatori del Racing Club ce ne sono stati diversi che sono passati alla Roma ed uno al Pescara, mentre tra quelli che alleno nella Roma c’è già qualcuno, come Alessio Romagnoli, passato alla prima squadra: devo dire che è un piacere ed una grande soddisfazione veder crescere questi ragazzi non solo fisicamente, visto che da bambini diventano adulti, ma anche calcisticamente”. Ma tolto il calcio, che per fortuna in qualche modo, anche grazie alla sua iniziativa, riesce ad essere praticato, cosa offre Ardea ad un giovane? “Sicuramente molto poco. Non ci sono sbocchi né opportunità, di qualsiasi genere. E se a questo aggiungiamo la crisi economica, possiamo capire che i nostri ragazzi non se la passano proprio bene. Credo comunque che nel prossimo futuro le cose possano migliorare. Ho fiducia in questa nuova Amministrazione, spero che mantenga le promesse elettorali e faccia crescere la città a partire proprio dai giovani, che sono il nostro futuro. Per quanto riguarda il mio ambito, mi auguro che finalmente possa diventare realtà il progetto della
Cittadella dello Sport, che comprenda varie discipline, in modo da poter coinvolgere quante più persone possibile. E’ un qualcosa che si deve fare insieme: da parte mia c’è tutta la disponibilità, ma serve l’impegno dell’Amministrazione e di altri imprenditori. Non sarebbe mai possibile individualmente portare a termine un progetto così importante, che darebbe sicuramente lustro all’intero paese”. Ma il suo, di paese, non le va stretto, dopo aver vissuto in città molto più grandi e con molte più prospettive? “Magari all’inizio, ma il malessere era dovuto soprattutto al dispiacere di aver dovuto abbandonare il calcio giocato. Riabituarsi ai ritmi di Ardea non è stato difficile: sono tornato alle mie origini, alla mia famiglia, ai miei amici di sempre. Ho poi cercato di dare il mio contributo fondando la scuola calcio, che dà l’opportunità di avvicinarsi allo sport anche a ragazzi economicamente disagiati grazie a speciali “borse di studio” che vengono date attraverso il “Memorial Nardoni”, il torneo che ho voluto per ricordare mia moglie”. Quest’anno al torneo hanno partecipato anche squadre straniere, per la precisione tre club spagnoli. Come mai? “Ci stiamo facendo conoscere: l’iniziativa è stata accolta molto bene per quanto riguarda il calcio giovanile: il fatto che squadre blasonate, pur nella loro versione “baby” abbiano accettato l’invito significa che il lavoro fatto finora è stato apprezzato”. La novità di questi giorni è la fondazione del “Roma Club Sandro Tovalieri”. “Si tratta di un’enorme soddisfazione: potrò vedere nuovamente il mio nome allo stadio Olimpico, tra i tifosi che ne faranno parte. L’inaugurazione si terrà il 18 ottobre e sarà una vera festa. Nel Roma Club si potranno ovviamente vedere tutte le partite dei giallorossi”. A questo punto la domanda è d’obbligo: cosa pensa del ritorno di Zeman sulla panchina della Roma? “L’ho visto come un fatto positivo. Zeman è stato capace di ricaricare lo spogliatoio, di ridare lo spirito di squadra e l’entusiasmo che mancava. Credo che farà molto bene il suo lavoro”. Ma finora i risultati non sono stati eclatanti… “Penso che i punti persi finora per strada siano più imputabili a singoli errori, episodi che possono capitare. Ma il gioco c’è, le prestazioni non sono mai sottotono. Adesso c’è una squadra molto giovane, che non può che migliorare”. Matteo Acitelli
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30/09/2012
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Arti Grafiche
Alessia Ambra Achille, Luca Mugnaioli, Matteo Acitelli, Alfredo Corrao, Claudia Sperduti, Michele Lotierzo Ottobre 2012
STAMPA: Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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NOTIZIE TASCABILI di Luca Mugnaioli
“CORRIERE DELLA CITTA', INFORMARE PER INFORMARSI”
Giornata dell'ira in pakistan: 26 morti e 200 feriti Si è conclusa con un bilancio di 26 morti e 200 feriti in Pakistan la 'giornata dell'ira', contro il video considerato blasfemo 'the innocence of muslim' e contro gli Stati Uniti, che ha sconvolto almeno quattro città: Karachi, Peshawar, Islamabad e Lahore. Lo hanno riferito Sabato 22 Settembre i media pachistani. (FONTE: RaiNews24 Foto: da Repubblica.it (AFP)) Dal Lazio alla Campania, si allarga lo scandalo dei fondi - Mentre si cerca di far luce sui conti del Consiglio regionale laziale spunta un’inchiesta a Napoli. Intanto la Polverini resta e Fiorito annuncia: “Restituisco i soldi”. Repubblica: “Saccheggio iniziato nel 2010”. Corriere: “Aperitivi da 1.450 euro” (FONTE: Sky.it) Benzina: allo Stato 24 Miliardi in 8 mesi - Il prezzo del petrolio è lo stesso di inizio anno, ma in Italia il carburante è aumentato del 20%. La differenza la fanno le 14 accise applicate. Intanto Eni stacca dividendi per 4 miliardi di euro (FONTE: IlFattoQuotidiano.it) Di Pietro 'chiama', Bersani lo stoppa. Vendola: 'La coalizione si può fare solo se si capovolge l'agenda Monti. Casini? Incompatibile' - Non c'è Pier Luigi Bersani quest'anno alla festa Idv di Vasto, dove l'anno scorso fu scattata la foto che immortalava l'alleanza di centrosinistra tra il segretario del Pd, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola. Il leader Idv prova a rilanciare quell'alleanza e si dice pronto a fare "un passo indietro" per promuoverla. Ma Bersani lo ferma: "Di passi indietro - dice - ne ho visti troppi". (Fonte:Ansa.it) Manifesti contro gli aumenti: della droga Affissioni choc a Roma: «Eroina più 16%» - Sconcerto
nella Capitale per i messaggi apparsi in decine di manifesti il 20 Settembre scorso al quartiere Pigneto, periferia sudest di Roma. «Basta con gli aumenti» recita il poster, che elenca con una grafica da brivido il +12% della Cocaina, il +20% della marijuana, il +16 dell'eroina e addirittura un balzo record per il costo dell'Mdma: + 25% ELEZIONI USA - Romney "cede" e pubblica i redditi 2011 "Ho pagato tasse per 2 milioni di dollari" - Il candidato repubblicano cerca di recuperare il ritardo nei sondaggi "arrendendosi" alle richieste di trasparenza sulle imposte sui cui lo attaccavano i democratici. Aliquota del 14,1% su guadagni per quasi 14 milioni di dollari. (FONTE:LaRepubblica.it)
Curiosità & Life Style
Telefoni, telefoni, telefoni! - All'inizio del 2011 c'erano in tutto il mondo 5,4 miliardi di contratti per la telefonia mobile. (FONTE: Un Chronicle, USA) Arriva l'urna biologica, che trasforma le ceneri dei defunti in una pianta - Il designer spagnolo Martin Azua ha ideato un'urna eco-compatibile per le ceneri dei defunti, dalla quale può nascere un albero. Il contenitore funerario è realizzato in materiali biodegradabili (tra cui gusci di noci di
BON-TON: 50 ANNI Q
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uest’età è una fase della vita che, se prima era vista come l’inizio della vecchiaia, oggi è l’età in cui si hanno sempre più impegni. I cinquantenni sembrano i 30/35enni di una volta, con in più una buona dose di maturità, voglia di vivere e di continuare a mettersi a la prova. Al censimento del 1901 l’età media era di 43 anni, quindi 50 erano sette in più della vita media. Oggi una donna di 50 anni ha la probabilità di vivere ancora in media 35 anni e l’uomo 30, quindi a 50 anni si spera di avere avanti a se una vita molto lunga ancora; nel contempo i problemi sorgono perché molti negano il fatto che comunque si invecchia: insomma si è un po’ in balia tra la speranza di vivere a lungo ed il fatto che il tempo passa. E questo per molti è inaccettabile! E’ vero che abbiamo anche una struttura fisica più robusta perché la rivoluzione igienica e sanitaria ci ha reso molto più forti di un tempo, perché siamo più informati e abbiamo accumulato più esperienza, però sappiamo che lentamente si perdono dei colpi, che si hanno sempre meno energie e questa contraddizione non tutti riescono ad accettarla. Il rapporto con gli anni viene spesso vissuto in maniera più conflittuale dalle donne, perché confrontarsi con quello che la moda, la TV e la stessa società impone alimenta il desiderio dell’eterna giovinezza, rendendo più
cocco, fertilizzanti organici) e il seme di un albero a scelta. Una volta aggiunte le ceneri del caro estinto, l’urna può essere piantata nel terreno, ed in breve tempo il seme germoglia e inizia la crescita della pianta. Il Multitasking non paga, soprattutto quando c'è di mezzo la tecnologia – Fare più cose contemporaneamente, eseguire mansioni diverse nello stesso momento produce..risultati di scarsa qualità! Secondo il docente Clifford Nass, direttore del laboratorio sulla Comunicazione fra umani e Media, chi fa più cose nel medesimo istante è più stressato, si lascia distrarre facilmente e può trascurare particolari importanti. Le finestre, un lusso per pochi! Nel 1696 in Inghilterra, durante il Regno di Guglielmo III d'Orange (1650-1702), possedere una finestra era considerato un vero e proprio lusso. Il Re infatti le usò come oggetto di una tassa ad hoc, studiata per rimpinguare le casse in rosso colpendo di fatto le classi più agiate. (FONTE: Focus Storia) Parole di altri tempi.. Sposando una bella iniziativa promossa qualche tempo fa dal settimanale Topolino per i suoi lettori abbiamo deciso di pubblicare, non sempre ma una tantum, alcune parole ormai desuete o forse di sempre più rado uso. L'obiettivo? Farle rimanere in vita. La parola di questo mese è Vivagno, ovvero il “Margine laterale di una pezza di stoffa, Riva di un corso d'acqua, sponda; anche, stagno”. (da Dizionario del Corriere della Sera.it) Lo sapevate che... La prima testimonianza scritta dell’esistenza di un cacciavite si trova in un manoscritto risalente al 1475-1490.
“Una persona che a 50 anni vede il mondo come lo vedeva a 20 anni, ha sprecato 30 anni della sua vita”
difficile superare quella che può definirsi “l’ansia dell’età”. Una donna di 50 anni ha veramente tanto da dare e da progettare, invece spesso viene colta dalla paura che non riguarda solo la voglia di fare, l’energia nel sentirsi ancora giovani, bensì quella che definiremo ansia d’aspettativa fisica, che è fonte di stress in maniera esagerata. Ed in questo i media hanno grandi responsabilità, perché raccontano molte bugie, come quando si legge sui giornali che alcune cinquantenni sembrano ancora delle ventenni; ma non è proprio così! Quello che si vede in foto non sempre corrisponde al vero, o quantomeno non a quello che sarebbe vero senza interventi e trucchi esterni e lontani da madre natura. Ciò può creare nelle persone più fragili e meno strutturate delle false aspettative, perché invece il corpo comunque muta, cambia. Bello invece sarebbe prendersi un pochino in giro dei propri acciacchi Ottobre 2012
e dei mutamenti del proprio fisico, piuttosto che aspirare ad avere il dono dell’eterna giovinezza che non esiste. Voler dimostrare un’età che non è la propria è una causa di stress che, alla lunga, può far ottenere effetti contrari a quelli desiderati. Ma, fortunatamente, non per tutte è così. Infatti ci sono molte cinquantenni che non hanno questo atteggiamento competitivo con l’esistenza: essere sempre all’altezza, belli, presentabili, innamorati, di successo, ecc. Avere cinquant’anni significa essere al centro della vita, dove la maturità di accettarsi per come si appare è un valore e le imperfezioni, i nostri difetti, sono da considerarsi frutto del nostro essere unici. Bisogna saper accettare il passare del tempo, perché ogni età della vita ha i suoi momenti da coltivare con saggezza, scoprendo che c’è anche una dolcezza nell’invecchiare lentamente, data dalla maturità del vissuto precedente, accettando il passare degli anni sapendo che prima o poi tutto finirà, senza rifiutare i primi cedimenti che ci sono ad ogni età e che rendono la vita imperfetta e proprio per questo bella. Non a caso chi scrive questo mese diventerà anch’egli un cinquantenne……
Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale
Pomezia News Videogiochi
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SLEEPING DOGS PC, PS3, XBOX 360 U n bel giorno mi alzo, scelgo dal guardaroba la tutina giallonera, salgo sulla motocicletta smarmittata, mi reco al punto prestabilito della missione, meno l'ennesima banda di spacciatori a colpi di Jeet Kune Do, qualche volta li riempio pure di piombo, sempre il solito interminabile tran tran. Almeno così sembrerebbe. Perché nonostante Sleeping Dogs sia derivativo sotto tanti aspetti di gameplay si tratta pur sempre di un videogioco con un'identità propria, poco importa alla fine se sono sotto copertura e per sgominare la triade Sun On Yee mi cimento nell'arrotare i passanti per le strade di Hong Kong. Chi è prevenuto non noterà le impercettibili (ma sostanziali) differenze presenti in Sleeping Dogs, così come l'estimatore di un qualsiasi Grand Theft Auto, Saints Row o Mafia continuerà ad utilizzare quest'ultimi come metro di paragone. Eppure ci sono. Se è innegabile che la serie di Rockstar abbia cambiato per sempre il mondo dei videogiochi, è altresì vero che il titolo di United Front Games sia riuscito laddove GTA IV ha miseramente fallito: guidarmi per l'intera esperienza ludica con la sua libertà di scelta senza mai annoiarmi. Le novità "derivative", già decantate da un manipolo di appassionati e critici del videoludo (me compreso), spiccano per un sistema di combattimento marziale (giacché l'opportunità di utilizzare armi da fuoco viene introdotta più tardi nel gioco e non assumerà mai un ruolo predominante negli scontri) che ricalca meccaniche ampiamente sviscerate nella serie Batman e Yakuza trasformando una semplice scazzottata in una rissa brutale e al contempo galvanizzante. Menare è davvero un piacere, specie se mi presento vestito come Bruce Lee entrando in scena a gamba tesa, infilzando un malcapitato ad un gancio da macellaio oppure prendendolo (in senso letterale) a pesci in faccia, in virtù delle molteplici interazioni con lo scenario circostante e di un sistema di combo e prese potenziabili. Allo stesso modo, inseguire un individuo sospetto (nelle missioni dalla parte della legge) oppure il "morto di fame" in arretrato con i pagamenti (nei panni dell'addetto alle riscossioni della malavita) Sleeping Dogs dribblando i passanti intenti all'adempimento delle più disparate attività (dal rispondere al cellulare al tornare a casa sotto la pioggia riparandosi con un giornale) è appagante, poco importa se quest'ultimo sembra quasi aspettarci mentre lo raggiungo compiendo evoluzioni di parkour che fanno invidia persino a Ezio Auditore. Di nuovo, guidare per le (poco) affollate strade di Hong Kong è piacevole, complice un sistema di guida di stampo puramente arcade,
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che allevia la fatica di spostarsi da un punto all'altro della mappa in barba alla necessità di guidare tenendo la sinistra. Perché speronare un'auto ed effettuare una derapata alla Driver mentre si è in fuga dalla polizia o si sta cercando di vincere una gara (una delle tante attività secondarie del gioco) ha sempre un suo fascino, arricchito dalle
notifiche social che indicano la nostra posizione rispetto agli amici. Sleeping Dogs delude le aspettative quando si tratta di sparare: che mi ritrovi dietro una copertura, in procinto di abbandonarla con un salto attivando il classico bullet time di Max Payne o su un veicolo in corsa, si tratta sempre di fare piazza pulita allo stesso modo dei nemici presenti nello scenario, muniti di tutto fuorché di un cervello (oltre a non curarsi della propria incolumità piazzandosi proprio dietro quella bombola di gas o barile esplosivo). Certo si tratta pur sempre di ricreare situazioni che strizzano il più Ottobre 2012
possibile l'occhio ai film d'azione cinesi, si pensi al saltare da un'auto in corsa all'altra oppure provocare spettacolari esplosioni dopo aver sparato alle gomme del veicolo. Il crimine in Sleeping Dogs non è l'unica scala sociale da scalare sino a raggiungere la vetta della crudeltà, poiché di pari passo all'accumulo di punti triade se ne totalizzano altrettanti risolvendo casi per conto della polizia o semplicemente elargendo favori a perfetti sconosciuti (sfruttati a volte per introdurre nuove funzionalità come la fotocamera del cellulare, il karaoke o altri minigiochi di turno). Si tratta di situazioni che alla fine non hanno un volto preciso, ma ricompensano il giocatore sempre e comunque il giocatore. Ciascuna attività infatti permette di potenziare uno o più aspetti del gameplay, potendo contare ora su uno "schiavetto personal" per consegnarci la moto a qualsiasi ora della giornata ad una maggiore resistenza ai colpi degli avversari. Purtroppo dedicando maggior tempo ad incarichi ed attività secondarie, raccogliendo i collezionabili (che per una volta portano benefici tangibili, come l'ampliamento del parco mosse riportando statuette nel dojo, aumentare la salute pregando dinnanzi agli altari o semplicemente incrementare il conto in banca aprendo valigette) e con un po' di cibo da strada sullo stomaco, anche la peggiore delle situazioni può trasformarsi in una missione senza rischi. Troppo facile? Sicuramente, soprattuto se venite colti dalla sindrome da com-
pletismo come il sottoscritto. Se chiudo gli occhi e ripenso a Sleeping Dogs dopo averlo terminato non mi sovviene nient'altro. Ma quando li riapro, però, mi tornano alla mente sensazioni che somigliano parecchio a quelle degli altri giochi free-roaming open world. Chissà, forse non si avverte più il bisogno di reinventare il genere, ma sicuramente Sleeping Dogs rappresenta un altro possibile candidato da imitare o scopiazzare per lo sviluppo di videogiochi analoghi. Giuseppe Saso www.cyberludus.com
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VERONESI: L’ULTIMA RUOTA DEL CARRO
Le riprese a Roma, dal 27 settembre
G
iovanni Veronesi attore, regista e sceneggiatore interrompe, almeno momentaneamente, il sodalizio con Leonardo Pieraccioni, con cui ha scritto numerose sceneggiature, per realizzare un suo nuovo film “L’ultima ruota del carro”, di cui è sceneggiatore e regista. Le riprese cominciano il 27 settembre a Roma e verrà distribuito nelle sale nell’autunno 2013 dalla Worner Bros. Il film è un sincero omaggio alla commedia all’italiana dal retrogusto amaro. “L’Ultima ruota del carro” è un racconto corale e disteso, amaro e graffiante, allegro e commovente. Alla sceneggiatura infatti hanno collaborato, insieme con Veronesi, Ugo Chiti, Filippo Bologna ed Ernesto Fioretti. Il lungometraggio prevede un cast notevole: Elio Germano nel ruolo di Ernesto, il protagonista della commedia, Alessandra Mastronardi in quello di Angela, la compagna di vita del protagonista, Ricky Memphis in Giacinto, l’amico di sempre del protagonista, ed inoltre Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber, Ubaldo Pantani, Francesca Antonelli, Maurizio Battista, Francesca D’Aloja, Massimo Wertmuller, Elena Di Ciocco, Luis Molteni, Dalila Di Lazzaro. Le vicende tragicomiche di Ernesto, un sempli-
ce autista di camion che per 40 anni ha girato in tutta l’Italia, su e giù per le scale, a caricare e scaricare mobili, mille traslochi, duemila case, sono un viaggio nella storia italiana: dall’Italia della TV in bianco e nero anni ’60 a quella a tinte cupe anni ’70, dal rampantismo degli anni ’80 a quella degli anni ’90 di Berlusconi. Attraverso il suo sguardo semplice e nella sua posizione “accanto al finestrino” Ernesto vede scorrere il tempo come fosse sul ciglio della strada. Tra scandali e malaffare, speranze e delusioni, burrasche e schiarite, è uno dei tanti eroi del quotidiano che nonostante tutto sono
VALERIA GOLINO SARÀ ARMIDA MISERERE V
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riusciti a schivare gli ostacoli più insidiosi restando fedeli alla famiglia, agli amici ed ai propri ideali. E’ il 15° film di Veronesi, tutto girato a Roma, ha la fotografia di Fabio Cianchetti, il montaggi odi Patrizio Marone, le scene di Tonino Zera, i costumi di Gemma Mascagni ed il suono di Remo Ugolinelli.
Rossella Smiraglia www.ilprofumodelladolcevita.it
Al via le riprese del film “Come il Vento”
aleria Golino sarà la protagonista del nuovo film di Marco Simon Puccioni, dal titolo provvisorio “Come il vento”, le cui riprese partiranno il 26 settembre. Il film porterà sul grande schermo, per la prima volta, la storia di Armida Miserere una delle prime direttrici donna. Una donna considerata dura, che è stata direttrice di penitenziari considerati più “caldi” d’Italia e speso è stata chiamata per risolvere controversie dovute ad esempio all’evasione di Vincenzo Curcio dal carcere le Vallette di Torino. Armida è stata una donna forte che ha espresso pareri pesanti sulla possibilità di rieducazione del carcere. Successivamente poi ha rivisto le sue posizioni addirittura sostenendo dei percorsi di riabilitazione e dei, corsi scolastici in carcere per i detenuti di alta sicurezza.
Ottobre 2012
Una donna dura all’apparenza che doveva nascondere una grande fragilità. Si tolse la vita sparandosi un colpo di pistola, con a fianco solo il suo cane. Ad averla segnata per sempre è stata la morte del suo compagno, Umberto Mormile, ucciso in un agguato di camorra a Milano. Valeria Golino interpreterà la donna che fu a contatto con i peggiori criminali, terroristi e mafiosi del nostro tempo, affiancata da Filippo Timi, Francesco Scianna e Chiara Caselli. Sette settimane di riprese tra Pianosa, Grosseto, Civitavecchia, Palermo e Roma, prodotto da Intelfilm con il contributo di Mibac, Regione Toscana, Regione Sicilia e Regione Puglia in collaborazione con Rai Cinema. Rossella Smiraglia www.ilprofumodelladolcevita.it