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libertà - informazio il politica - sport - cro Il Corriere della Città www.ilcorrieredellacitta.com
della
Anno 7 Numero 10
OTTOBRE 2015
libertà informazione politica cronaca cultura sport
Tra passato e futuro, sei anni insieme ai nostri lettori
Selva dei Pini, sanitari nella chiesa: scoppia la polemica PAG. 08
Sigma-Tau, i licenziamenti sono illegittimi PAG. 07
Tor San Lorenzo, nasce la “Scuola Popolare” PAG. 18 - 19
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Ottobre 2015
EDITORIALE
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7° anno: Il Corriere tra passato e futuro, insieme ai lettori S
ono trascorsi 6 anni da quando, quel 1° ottobre 2009, Il Corriere della Città ha fatto il suo esordio per le strade di Pomezia e Ardea. Timidamente, ma con determinazione, si è affacciato nel mondo dell’informazione locale proponendo una voce nuova, offrendo impegno e professionalità e chiedendo ai cittadini di contribuire in due modi: leggendo il giornale e inviando alla redazione segnalazioni, spunti, idee. Adesso, a distanza di 72 mesi, con 75 numeri cartacei all’attivo, un’edizione online – nata a giugno del 2010 – che è arrivata a 7 milioni di visualizzazioni, di cui 1.850.000 nei primi 9 mesi del 2015, possiamo tirare le somme, con uno sguardo al passato e uno al futuro. Il giornale, e con questo termine si “nascondono” tutte le persone che hanno lavorato e lavorano per la creazione di ogni numero e la gestione quotidiana del sito, ha attraversato moltissime tempeste: è nato in piena crisi economica mondiale e ha proseguito nella perdurante crisi economica nazionale e locale. Ha vissuto momenti in cui la chiusura era l’unico rimedio alla mancanza di sponsor, stringendo i denti grazie a tutti coloro che, pur di non far morire questa idea editoriale, hanno rinunciato a qualsiasi guadagno, rimettendoci di tasca propria e sforzandosi ancora di più per far crescere il giornale.
Crescita che si è rappresentata con l’estensione – solo online – in altri Comuni, limitrofi ai nostri e quindi di interesse anche per noi, ma anche con i vari restyling grafici. Tutti sforzi che non sempre sono riusciti perfettamente, che non sempre sono stati graditi, ma che ci hanno comunque dato l’energia per andare avanti. In questi anni abbiamo ricevuto molte critiche dagli “addetti ai lavori”, o meglio dai politici e dai loro seguaci o simpatizzanti: scrivere un articolo che metteva in evidenza pecche e errori di qualche amministratore, oppure mostrare dissenso verso decisioni o situazioni, ci ha sempre attirato etichette che andavano in contrapposizione una con l’altra. Nel tempo, a seconda di chi governava - visto che abbiamo il “vizio”
di non essere filogovernativi ma sempre critici e pronti a mostrare gli sbagli di chi amministra (così come a dare il sacrosanto diritto di replica e di riconoscere le cose buone fatte dagli stessi amministratori, a prescindere dalla loro appartenenza politica) - siamo stati accusati di essere troppo di destra, troppo del Movimento 5 Stelle, troppo di sinistra. Salvo poi essere accusati esattamente del contrario da chi apparteneva alle “fazioni” opposte. Siamo stati – e lo siamo ancora - denigrati, presi in giro con finta satira, offesi anche pesantemente, in qualche caso anche minacciati. Ma tutto questo non ha scalfito la nostra voglia di continuare a essere una voce libera che dà spazio a tutte le voci, che non è sulla busta paga di nessun partito o politico e che non usufruisce di nessun finanziamento o agevolazione, che vive invece solo attraverso gli sponsor delle nostre pagine. Ed è proprio con la voglia di continuare a lavorare in modo libero che affrontiamo la sfida del futuro in questo “settimo anno” che ci auguriamo che non sia quello della nostra, di crisi. Per questo rinnoviamo ai lettori la richiesta fatta all’esordio: seguiteci. Leggeteci e segnalate disservizi, problemi, situazioni particolari. Ma anche cose positive e meritevoli. Noi ci impegneremo per non deludervi, sempre con onestà e voglia di migliorare.
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POLITICA
Il Corriere della Città Ottobre 2015
Ardea, “perfetto bilancio” tra informazione e disinformazione Inefficienza amministrativa spacciata per senso di responsabilità. E i cittadini pagano
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rdea si salva ancora una volta dal dissesto finanziario, ma il problema è solo rinviato. Con questa si potrebbe, in estrema sintesi, rendere un fotografia delle difficoltà che la politica locale si è trovata ad affrontare quest'estate e che si sono concluse con l'approvazione del bilancio previsionale. Che le finanze di questo Comune siano in situazione disperata lo percepiscono quotidianamente anche i cittadini disinformati sulle questioni della politica locale; l'aumento vertiginoso delle tasse che non è corrisposto in una maggiore o migliore qualità di servizi resi è percepibile da chiunque e l'insoddisfazione dei cittadini comincia a dare segnali inequivocabili di contrarietà all'amministrazione condotta dal Sindaco Luca Di Fiori. Informare degnamente i cittadini sui motivi che hanno condotto Ardea in questo stato è impresa altrettanto ardua, specie se ci si vuole cimentare nel ricercarne le cause nella scellerata politica nazionale che penalizza i bilanci degli enti locali applicando intollerabili balzelli sotto il nome di Fondo di Solidarietà Comunale; giornalisti della stampa locale, poco accorti, si limitano ad osservarne gli effetti senza tuttavia neppure tentare di capirne i motivi. E così mentre il cittadino di Ardea paga per alimentare il FSC un tributo di 162 €, quello del vicino comune di Nettuno, molto simile al nostro per vocazione e numero di abitanti, non solo non paga nulla, ma viene persino “premiato” con 10 €. La così detta “virtuosità” legata ai conti del Comune, in realtà, non c'entra assolutamente nulla: tutti i Comuni d'Italia contribuiscono ad alimentare il fondo in base alle loro capacità ovvero alla loro potenziale ricchezza derivante dalla quantità di tributi che potenzialmente derivano da IMU e TASI; lo Stato, nel ripartire il fondo, tiene conto del fabbisogno standard di ciascun Comune ovvero della necessità di rendere un adeguato livello di servizi per i cittadini residenti. Che Ardea sia un Comune potenzialmente ricco non è un mistero per nessuno, basti pensare al numero di famiglie che abitano nel territorio in raffronto al numero quasi doppio delle unità abitative che vi sono presenti; ciò si traduce in una forte capacità tributaria teorica e da qui il contributo richiesto per il fondo. Se poi nella situazione reale, e nonostante l'Ente abbia applicato le tariffe massime possibili per IMU e TASI, le entrate non compensano quanto calcolato dallo Stato, questo è un problema legato esclusivamente alla capacità di incamerare i tributi. Se ad Ardea, per i motivi più vari, si preferisce ignorare questo gravissimo problema, non si può poi dare la colpa allo Stato se le risorse reali sono troppo basse. A questa criticità ad Ardea se ne aggiunge quest'anno un'altra assai grave. È sempre stata una pessima abitudine per i Comuni condotti “allegramente” non tenere pru-
denzialmente sotto controllo i debiti contratti nello spendere rispetto alle entrate non sempre garantite. Negli anni si sono accumulati decine e decine di milioni di euro per impegni di spesa teoricamente coperti da previsioni di entrate non sempre rivelatesi certe. Quest'anno, proprio per mettere freno a questa pessima ed imprudente prassi amministrativa, il governo ha imposto ai Comuni una ricognizione straordinaria dei crediti e dei debiti obbligandoli a cancellare i crediti non più esigibili e i debiti insussistenti. Il saldo di questa ricognizione per Ardea ha costituito una ferita profonda, mettendo in evidenza l'incredibile saldo negativo di oltre 15 milioni di euro – soldi potenzialmente già spesi per i quali, tuttavia, non disponiamo di copertura. Lo Stato, magnanimamente, ha consentito agli enti deficitari di ripianare questo disavanzo “spalmandolo” in un periodo di 30 anni. Ad Ardea, tutto questo equivale ad un debito generazionale di oltre mezzo milione di euro all'anno. Perché è accaduto tutto questo ? Non certo per colpa del Governo, ma semplicemente per la necessità di far quadrare i conti a prescindere e per lo stesso motivo accennato prima riguardo al FSC, ovvero alla assoluta incapacità dell'ente a farsi pagare: basti pensare ai milioni di ICI, multe e tasse in genere mai incassate e non più esigibili. Un terzo “bubbone” ha rischiato di far saltare tutto nei conti del Comune: i debiti fuori bilancio contratti negli anni passati per un ammontare complessivo di oltre 5 milioni di euro. Il sindaco Luca Di Fiori, in merito, si è sempre giustificato attribuendo la responsabilità di questi debiti alle amministrazioni precedenti che si perdono nella notte dei tempi. Analizzando nel dettaglio i singoli debiti contratti in ciascun anno si scopre invece che quasi l'80% è stato contratto negli anni a cavallo tra la fine legislatura Eufemi – il precedente sindaco – ed il Di Fiori stesso. Nello scaricare le sue responsabilità, inoltre, il Sindaco dimentica di essere stato al governo cittadino con il sindaco uscente insieme a quasi tutta la sua attuale maggioranza. Oltre un milione e mezzo di debiti sono concentrati negli anni 2013 e 2014 con Di Fiori sindaco. Scaricarsi dell'inefficienza amministrativa dimostrata fino ad oggi attribuendo le re-
sponsabilità ora al governo Monti-Letta-Renzi di fazione opposta alla sua, ora al sindaco e giunta che lo hanno preceduto, certo non fa onore a Di Fiori. “È stato per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini e dei creditori dell'Ente che questa amministrazione ha voluto a tutti i costi evitare di dichiarare il dissesto”, ha detto il Sindaco. La verità è assai diversa: i cittadini non guadagnano nulla da questo scampato pericolo, perché un commissariamento non avrebbe potuto ulteriormente aumentare le tasse già al massimo delle aliquote consentite, né diminuire i servizi a domanda individuale già azzerati. Molti debiti fuori bilancio non sarebbero stati pagati, è vero, ma quanti di quei debiti sono realmente dovuti ? Se tanto a cuore stanno le sorti dei fornitori che vantano crediti, perché questi debiti non sono mai stati portati in discussione in Consiglio comunale ? Mancano ormai pochi mesi alla fine dell'anno e se i famigerati debiti non saranno riconosciuti entro il 31 dicembre, anche quest'anno come è accaduto per il 2014, non saranno pagati. Ne risulterà nuovamente un finto avanzo di gestione di cui il Sindaco si potrà vantare e ancora una volta si sarà scampato il rischio di trovarsi a discutere di debiti che non trovano giustificazioni e la cui responsabilità ricadrebbe personalmente su chi li ha provocati tra politici e dirigenti. Poi magari cesserà questa consiliatura e tutti dimenticheranno quanto pessima sia stata questa amministrazione. Tanto valeva allora impiegare una parte di quanto destinato ai debiti per pagare la mensa ai bambini delle scuole come aveva proposto il consigliere di opposizione Cristina Capraro, anziché quasi “sfotterla” per quella che è stata ritenuta solo una provocazione, evitando in questo modo di rispondere ai sui pesanti ed argomentati rilievi al bilancio che a questo punto solo la Corte dei Conti potrà valutare. Mario Savarese
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POLITICA
Il Corriere della Città
Ottobre 2015
Eravamo quattro amici al bar È una splendida mattinata di fine settembre, come faccio spesso mi fermo a prendere un caffè in un bar che frequento e, seduto ad un tavolino apro il giornale e comincio a sfogliarlo leggendo i titoli e commentando tra me e me le varie notizie di carattere nazionale . Vengo distratto dal rumore di uno scooter che si avvicina e parcheggia, da sotto il casco spunta il sorriso di un amico che si siede accanto e poggia sul tavolo un altro giornale, stavolta locale, accennando ad un articolo che riguarda la politica di Ardea. Prende forma così una conversazione che parte sì, da una polemica politica ma spazia poi a tutto campo su considerazioni generali della vita e di questa città. Il tavolo vicino a noi è occupato da due giovani, uno italiano l’altro probabilmente romeno, che interrompono la loro chiacchierata, evidentemente attratti da qualcosa che hanno sentito da noi e ci rivolgono una domanda entrando a pieno titolo nella nostra chiacchierata: - Ma voi, alla vostra età, ci vivete bene qui? Non avete mai pensato ad andarvene? A parte l’irriverenza per l’accenno alla nostra età, la cosa che più mi ha colpito è stata la considerazione che eravamo tutti e quattro afflitti dallo stesso problema, avevamo tutti fatto la scelta di venire a vivere ad Ardea mossi da differenti motivazioni ed ora a distanza di tempo più o meno lungo da quella decisione, nessuno era contento. Perché Ardea e perché scontenti? Veniamo tutti da Roma - so già che qualcuno potrebbe dire che ci potevamo rimanere - ma i motivi per cui abbiamo scelto di vivere qui sono diversi e, stranamente, la delusione è comune. Chi è venuto per stare più vicino ai figli che già erano in zona, chi alle soglie della pensione ha deciso di allontanarsi dal caos della grande città rimanendo però ad una distanza tale da non sentire nostalgia, chi attratto dalla possibilità di acquistare una casa a prezzi meno elevati, chi condotto dalle situazioni lavorative. Purtroppo solo vivendoci, in qualsiasi posto, si scoprono i pro ed i contro. Ardea, di suo, era dotata di quanto di meglio la natura e la storia potevano averle consegnato, una magnifica posizione vicino al mare ma con campagne rigogliose e diversi corsi d’acqua che attraversavano il suo bacino, una storia vicina a quelle che sono ritenute le origini di Roma ed
una archeologia addirittura antecedente all’epoca romana, un minuscolo centro storico ed un territorio esteso in cui trovano posto agglomerati urbani che alla loro nascita avevano avuto la presunzione di assumere nomi che rimandassero al clima caldo e benestante della Florida o della California, o alle nostrane marine e Capri. Tutto magnifico quindi, cosa non va allora? Quando trentenne andai ad abitare all’estrema periferia di Roma, il mio palazzo era l’ultimo prima della campagna, c’era un solo negozio di alimentari ed un ferramenta emporio, il sacerdote diceva la messa in un negozio non ancora affittato, alcune strade finite, altre non ancora asfaltate, una sola linea ATAC ci collegava al centro. Una situazione abbastanza simile a quella che trovai ad Ardea nel 1976 quando venni per la prima volta. Ora lì dove vivevo c’è un’altra città, piena di negozi, una parrocchia con tutte le attività per accogliere i ragazzi ed uno dei centri commerciali più grandi di Roma, le linee di autobus sono sette od otto e la gente gode di tutte le comodità. Speravo, ed anche i miei amici avevano lo stesso sogno, che anche qui l’evoluzione, seppur più contenuta, sarebbe stata la stessa. L’unica parvenza di somiglianza, invece, sta nell’indiscriminata crescita di costruzioni alle quali però non ha fatto seguito nessuna delle migliorie necessarie ad una popolazione in con-
tinua crescita, le strade sono rimaste le stesse, ma proprio le stesse, di quaranta anni fa con manutenzione pressoché assente, ampie zone prive di acqua potabile o fognature o gas, un depuratore insufficiente a coprire le necessità nei periodi estivi con conseguenze nefaste sul nostro mare, la chiesetta non in grado di accogliere tutti i ragazzi che si avvicinano, due farmacie comunali in svendita, due uffici postali per quasi cinquantamila residenti, assenza di strutture sanitarie e di assistenza - qui si fa più viva la mia attenzione di aspirante alla vecchiaia -, assenza di una scuola superiore e pessime condizioni di quelle esistenti - e qui si fa più viva l’attenzione dei miei giovani amici -, assoluta mancanza di centri di aggregazione, sporcizia e mancanza di cura del territorio. La nota positiva è stata la maniera in cui si è sviluppato questo confronto generazionale, seduti al tavolo di un bar, tra due coppie di amici di differenti età e cultura; è stato bello scambiarsi pensieri e sentimenti davanti ad un caffè come succedeva tanto tempo fa quando le idee fervevano e le conversazioni divenivano una opportunità di scambio, partecipazione e apprendimento, nonché di preparazione all’azione sociale; altro che Facebook! Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo … Ugo Bonaccorso
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Ottobre 2015
Sigma-Tau, i licenziamenti sono illegittimi Il giudice ordina il reintegro immediato di 10 lavoratori
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icenziamenti illegittimi. Questa la motivazione con la quale nei giorni scorsi il giudice Alessandro Coco del Tribunale di Roma, I Sezione Lavoro, ha deciso il reintegro immediato nel posto di lavoro di 10 dipendenti, tutti con mansione di informatore scientifico, dapprima messi in cassa integrazione e poi licenziati dalla Sigma Tau. Per i dipendenti il giudice ha riconosciuto non solo l’immediato rientro nel posto precedentemente occupato, ma anche tutti i salari non percepiti negli anni passati a casa in cassa integrazione e in mobilità, condannando la Sigma Tau anche al pagamento delle spese processuali. La storia dei lavoratori Sigma Tau parte da lontano, già alla fine del 2011, con i primi provvedimenti di CIGS nonostante l’azienda farmaceutica sembrasse godere di ottima salute. “Avevano sempre avuto ragione i lavoratori della Sigma-Tau, quei lavoratori che inspiegabilmente ed improvvisamente dall’azienda erano stati posti in CIGS a fine 2011, senza rotazione e a zero ore, per ben trentasei mesi consecutivi – dichiarano ora i legali che hanno seguito sin dall’inizio la vicenda - Avevano avuto ragione a non credere a quella crisi denunciata dall’azienda, crisi che era sembrata un po’ una farsa, per un’azienda che in quello stesso anno stava addirittura per quotarsi in Borsa, per quell’azienda italiana che aveva appena comprato per 327 milioni di dollari un ramo d’azienda farmaceutica negli USA, con la fiducia, il consenso ed i soldi di BancaIntesa che possiede anche il 5% delle quote di Sigma-Tau”. E i lavoratori hanno smosso mari e monti: interrogazioni parlamentari, indagini e articoli sui media, trasmissioni televisive, manifestazioni di piazza a Pomezia, esposti alla Procura della Repubblica, diffide ai sindacati che si erano mostrati totalmente apatici, diffide al Ministero del Lavoro perché non approvasse quella CIGS che avrebbe rovinato oltre 600 fa-
miglie. Tutto sembrava, però, incredibilmente finire nel nulla, nel silenzio assoluto. Fino alla primavera di quest’anno, con la inattesa ma non imprevista fusione di quel che rimaneva della Sigma-Tau con la Alfa Wassermann, azienda italiana della famiglia Golinelli di Bologna che ha sborsato tra i 500 e i 1000 milioni di euro, nonché alla vendita della Sigma-Tau Pharmaceuticals in USA alla Baxter per oltre 900 milioni di dollari. “Dov’era allora la crisi? – proseguono i rappresentanti dei lavoratori dapprima cassaintegrati e poi licenziati - Finalmente, la magistratura, a cui i lavoratori si sono rivolti in massa, ha cambiato le carte in tavola. Nel corso degli ultimi tre anni, i ricorsi dei dipendenti della SigmaTau contro il collocamento in CIGS sono stati accolti, con la dichiarazione di illegittimità della procedura aziendale, da vari Tribunali del Lavoro distribuiti sul territorio italiano, con sentenze che hanno restituito ai lavoratori sia le differenze retributive, sia, in alcuni casi, il reintegro nel posto di lavoro, ma soprattutto la loro dignità. A gennaio di quest’anno, comunque, la
Sigma-Tau continuava nel suo percorso di macelleria sociale nei confronti dei lavoratori, anche di quelli che avevano vinto le cause: dopo tre anni di CIGS, agli stessi dipendenti veniva imposto il licenziamento e la collocazione in mobilità. Un’altra ponderosa serie di ricorsi si è ovviamente scatenata, ma il 22 settembre, il giudice Coco del Tribunale del Lavoro di Roma dichiarava illegittima anche la procedura di messa in mobilità per i primi 10 dipendenti che hanno presentato ricorso,ordinando l’immediato reintegro nel posto di lavoro. Altre numerose cause sono in corso in tutta Italia, ma questa prima sentenza non fa altro che avvalorare quello che i lavoratori avevano sempre sostenuto: la crisi era una farsa e le procedure erano illegittime. E hanno avuto ragione. E non finisce qui. L’accertamento dell’illegittimità dei licenziamenti è stato reso possibile grazie al supporto giuridico del Prof Avv. Antonio Pileggi Ordinario di Diritto del Lavoro che oltre ad essere un eccellente professionista della pratica forense, mostra quotidianamente un’umanità ed un’etica non comune di questi tempi”.
Il Corriere della Città
CRONACA 8 Mobilio e sanitari nella chiesa all’interno del Campus Selva dei Pini, scoppia la polemica
Ottobre 2015
“Sono mobili donati alle suore”, replica l’assessore Avesani
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opo le polemiche - non ancora sedate, visto che la decisione finale verrà presa dai giudici del TAR del Lazio – sull’ampliamento della chiesetta di Torvaianica Alta, ecco che l’Amministrazione Fucci entra nuovamente in conflitto con la religione cattolica. C’è infatti di nuovo una chiesa al centro delle critiche piovute addosso agli amministratori pometini negli ultimi giorni. Stavolta oggetto della discordia la chiesetta che si trova all’interno del College Selva dei Pini e a sollevare la questione non è un religioso, bensì l’ex assessore alle Finanze Antonio Maniscalco, che mal aveva digerito il fatto che dal suo ex ufficio fosse stato rimosso il crocefisso appeso nel muro. “Poco dopo l'insediamento al governo della Città di Pomezia dell'Amministrazione Fucci – ricorda infatti Maniscalco - nel novembre 2013 fu tolto dall'attuale Assessore il Crocifisso acquistato a mie spese e affisso sulla parete retrostante la scrivania dall'ufficio dell'Assessore alle Politiche Finanziarie, insieme allo stemma della nostra Città, all’immagine dell'ex Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, oltre ad una foto panoramica di Piazza Indipendenza; "offendendo" così in qualche modo l'intera comunità di Fede Cristiana Cattolica”. Ma i vecchi fatti per Maniscalco sono solo una premessa a quanto di più grave avvenuto in queste settimane. “A distanza di oltre due anni si è arrivati addirittura ad utilizzare come magazzino per il deposito di arredi e sanitari la Chiesa esistente all'interno della struttura principale del College Selva dei Pini, attualmente utilizzata ad uffici pubblici dell'Ente, come peraltro si evince chiaramente dalle immagini che ho scattato”, dichiara l’ex assessore. Nelle foto si vedono chiaramente, vicino l'altare, bidet, lavandini e gabinetti, oltre che mobilio di vario genere. “La Chiesa – prosegue Maniscalco - che si trova nei locali al piano terra della palazzina, era stata
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ull’argomento è arrivata la risposta dell’assessore Emanuela Avesani: “Il materiale che si trova lì dentro riguarda la cessione gratuita dei beni di proprietà comunale. Il Sindaco e la Giunta hanno deliberato la cessione gratuita degli arredi (reti, materassi, cuscini, copriletti, coperte, scarpiere, armadi e specchi) già presenti nella struttura di Selva dei Pini non più utilizzati per le esigenze dei nuovi Uffici comunali. I beni sono stati destinati alla Società Cooperativa Sociale "Centro per l'Autonomia Michele Iacontino - ONLUS" di Marino, presso le Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, che ha attivato, in convenzione con la Prefettura di Roma, un centro di accoglienza e servizi per i cittadini stranieri richiedenti asilo politico. Un avvio di collaborazione tra il Co-
voluta e consacrata dal Cardinale Monsignor Arrigo Pintonello (Ordinario Militare d’Italia), il quale in tale veste nei primi anni '60 realizzò a Pomezia l'attuale College Selva dei Pini, un seminario per cappellani militari con anche la chiesa annessa. Il 26 settembre del 1965 l'allora Papa Paolo VI incontra all'interno del College la comunità zingara e in quella occasione si ferma anche in preghiera nella chiesetta in oggetto. Inoltre, negli anni '90 il celebre attore Mel Gibson, cattolico tradizionalista, fa Cresimare da Monsignor Pintonello nella stessa chiesetta due dei suoi figli; anche molti cittadini di Pomezia hanno ricevuto i Sacramenti in quella chiesa. Dopo la morte di Mons. Pintonello la chiesa è stata aperta soltanto per particolari eventi, vedi la visita del Vescovo di Albano Semeraro”. Ma la chiesa non ha mai perso la sua destinazione d’uso né la sua sacralità. “Per concludere – dichiara infatti Maniscalco
rivolgendosi direttamente al sindaco Fabio Fucci, al quale chiede una risposta scritta alle richieste esposte - onde evitare eventuali conseguenze di carattere penale per vilipendio alla religione ed in particolare per aver "reso inservibile" tale luogo pubblico consacrato e destinato al culto, chiedo al Sindaco di intervenire immediatamente con lo sgombero dei locali di tutta la mobilia e i sanitari impropriamente depositati all'interno della Chiesa, dando nuovamente alla stessa il rispetto e la dignità che merita tale luogo di culto. Infine, senza presunzione alcuna, ritengo che la richiesta di cui sopra possa essere intesa quale espressione di tutti i cittadini di Pomezia e non soltanto come singolo cittadino di Fede Cristiana ed ex Amministratore Pubblico di questa Città, ma anche e soprattutto in nome dell’intera Comunità Cristiana Cattolica della Città di Pomezia, e non soltanto”.
mune di Pomezia e la Cooperativa che si svilupperà con progetti di utilità sociale volti al reinserimento lavorativo e ai soggetti con disabilità del nostro territorio”. Ma era proprio necessario “poggiarli” lì? “Nell’ambito dei lavori in corso nel seminterrato del Selva dei Pini e del trasloco, il mobilio donato alle Suore è stato messo dal personale del settore Lavori Pubblici nei locali della chiesa, che è in inutilizzata da anni e che non contiene al suo interno oggetti sacri come ostie o altro. Non c’erano altri posti disponibili, visto che per l’appunto sono in corso lavori di ristrutturazione dell’intero seminterrato, dove mettere gli arredi”.
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CRONACA
Il Corriere della Città
Ottobre 2015
Torvaianica Basket senza più campo di gioco Il presidente della squadra lancia un appello agli amministratori:
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l Torvaianica Basket rischia di scomparire per mancanza di posto dove allenarsi e disputare le partite. A spiegare quanto sta succedendo è Marco Ludovici, presidente della squadra, che parla a nome di tutto il direttivo, inviando alla redazione una lettera aperta indirizzata al sindaco di Pomezia Fabio Fucci che riportiamo integralmente nella speranza che il Primo Cittadino riveda le sue decisioni e dia alla squadra la possibilità di proseguire la sua storia di associazione sportiva di riferimento del territorio. Di seguito alla lettera la risposta dell’assessore Lorenzo Sbizzera alle richieste del direttivo dell’associazione sportiva. Egregio Sig. Sindaco, Le scriviamo questa lettera in riferimento alla sua delibera nr. 2015/191 del 27/8/2015, “assegnazione del palazzetto di Martin Pescatore alla scuola media Enea”. Sig. Sindaco, la nostra associazione opera sul territorio da ben 41 anni ed è sicuramente una certezza sportiva e sociale della nostra cittadina. Non ci allunghiamo in presentazioni noiose, se Vuole le prepareremo il nostro curriculum quarantennale in seguito. Per trent’ anni abbiamo lavorato nella scuola media Pestalozzi e gli ultimi dieci anni nel Palasport di Martin Pescatore. La situazione di Torvaianica città era chiara; una palestra scolastica in Via Gran Bretagna, assolutamente blindata dalla scuola (non entrano società sportive) e un Palazzetto a Martin Pescatore, dove la nostra associazione sportiva opera a livello scuola basket e basket agonistico. La sua delibera non manda più a bando per gli impianti sportivi il Palazzetto, considerandolo
palestra scolastica come via gran Bretagna , e non ci permette quindi di gareggiare per l’assegnazione di anni 5. Dopo 3 settimane di parole con vari consiglieri e assessori per cercare insieme una soluzione, non abbiamo ricevuto segnali positivi. Abbiamo proposto valide soluzioni senza togliere niente alla scuola, nello specifico: – che venga messo per iscritto su delibera che la scuola utilizzi l’ impianto fino alle ore 16.00 tutti i giorni per evitare che, come è accaduto per la scuola di Via Gran Bretagna, esso venga blindato pian piano; – mandare a bando come Impianto Sportivo di durata quinquennale le restanti ore pomeridiane; – installazione di contatori separati dalla scuola che quantifichino i consumi delle utenze; – assegnazione del terreno di Via Zara per 25 anni circa, riqualificandolo a nostre spese (credito sportivo), permettendoci di operare ancora nel palazzetto fino ad opera compiuta; Non possiamo accettare in silenzio che tutte le associazioni di Pomezia partecipino al bando per gli impianti sportivi e che a noi non sia con-
cesso. Non abbiamo forse pagato per dieci anni come tutti? Quindi era un palazzetto? Riconosciuto e catalogato dal Comune come Impianto Sportivo di Importanza cittadina, come il Basket Torvaianica è un’associazione di Importanza cittadina. Non abbiamo gli stessi diritti come associazione e come cittadini? La risposta più frequente è stata: partecipate al bando di gara degli impianti di Pomezia. Noi alla domanda rispondiamo che la nostra sopravvivenza non si può basare sul togliere impianti agli altri, e che non ha senso di esistere un basket Torvaianica a Pomezia. “Casetta nostra” è in Via Levante a Martin Pescatore, lì dove abbiamo la sede e dove abbiamo pianto di gioia quando il palazzetto è stato costruito. Sig. Sindaco, le soluzioni ci sono, se vuole, ma riveda gentilmente insieme a noi il tutto. Abbiamo speso in questo impianto, in dieci anni, 250.000 € circa tra canoni, pulizie e manutenzioni, pagati peraltro dai nostri tesserati cittadini di Torvaianica. Oggi Lei assegna gli impianti di Pomezia in forma gratuita per cinque anni alle associazioni che vinceranno il bando, pertanto le chiediamo che venga utilizzato lo stesso criterio di assegnazione anche per il palazzetto di Martin Pescatore, non chiediamo favoritismi ma giustizia. Per concludere, Sig. Sindaco, Lei ha una grande responsabilità: può decidere di portare questa storica Associazione alla festa dei 50 anni, oppure farla morire quest’anno.
Alessia Ambra Achille
“Abbiamo solo restituito la palestra agli studenti” L'assessore Lorenzo Sbizzera risponde al Torvaianica Basket
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Il 9 settembre scorso (quindi precedentemente all’invio della lettera, ndr) ho incontrato personalmente il Presidente Ludovici e gli altri dirigenti della squadra Torvaianica Basket presso il palazzetto di Martin Pescatore. Ho spiegato loro le motivazioni che hanno portato l’Amministrazione comunale alla scelta di assegnare il palazzetto alla scuola media Enea (Delibera di Giunta n. 191 del 2015). Stiamo parlando di una palestra scolastica, pensata, progettata e costruita come palestra della
scuola. Nove anni fa, quando inspiegabilmente si è deciso di affidare la struttura al Consorzio, si è venuta a creare una situazione paradossale in cui la scuola si è trovata a dover chiedere l’autorizzazione a un soggetto esterno, il Consorzio appunto, per far utilizzare la palestra agli studenti. Con questa delibera abbiamo voluto restituire la palestra agli studenti, garantendo, come per le altre strutture della Città, la possibilità di utilizzo da parte delle associazioni sportive. Aggiungo infatti che il Preside della
scuola ha già comunicato che il palazzetto sarà disponibile ogni giorno a partire dalle ore 16.00; di conseguenza le attività associative sportive sono garantite. Inoltre, come ho spiegato al Presidente Ludovici, in ogni caso la struttura sarebbe andata a bando, per cui, anche in assenza della nostra delibera, l’associazione non avrebbe avuto la certezza della disponibilità dell’impianto, così come per tutte le associazioni sportive di Pomezia”. Alessia Ambra Achille
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CRONACA
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Ardea, colpo alla banca: rapinatori tengono sotto ostaggio clienti e dipendenti per più di un’ora
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adri gentiluomini, che offrono acqua e lasciano una “mancia” a due pensionati. È stata una rapina piuttosto anomala, quella avvenuta il 29 settembre ad Ardea, all’agenzia della Banca di Credito Cooperativo di Roma di viale Nuova Florida, dove il bottino accertato ammonta a circa 40 mila euro, tra i soldi prelevati dalla cassa del bancomat e quelli presi direttamente dai clienti. Dai racconti dei testimoni e delle vittime, pare che due rapinatori, con il volto mascherato da un cappuccio, siano entrati attraverso un foro fatto alla parete posteriore durante prima dell’alba. I malviventi hanno atteso dentro l’istituto bancario l’arrivo dei dipendenti che, una volta entrati, si sono ritrovati sotto la minaccia delle armi. Alcuni impiegati e il direttore sono rimasti sotto tiro di uno dei banditi, mentre i cassieri sono stati obbligati ad andare al loro posto, con l’ordine di svolgere il proprio lavoro come se nulla stesse accadendo. All’orario di apertura della filiale sono infatti stati fatti entrare i clienti che, man mano che entravano, trovavano l’altro rapinatore che li invitava a stare calmi, spiegando che avrebbero dovuto fare normalmente il loro versamento e ritirare la ricevuta dal cassiere, in modo che non avrebbero perso nulla, mentre l’assicurazione avrebbe risarcito la banca. I rapinatori avevano previsto tutto, addirittura erano forniti di bottiglie d’acqua per dissetare
chi si fosse sentito male. I clienti hanno quindi effettuato versamenti e pagamenti “normalmente”, solo che i soldi, invece che essere depositati nella cassaforte della banca, venivano consegnati al rapinatore che teneva in ostaggio sotto la minaccia delle armi i funzionari nelle stanze adiacenti. Gli stessi malviventi sembra abbiano addirittura tranquillizzato i clienti dicendo che, una volta raggiunta la cifra che a loro occorreva, avrebbero lasciato la banca senza far del male a nessuno, come del resto è stato. Cosa ancora più anomala, hanno persino lasciato a due anziani pensionati duecento euro a testa, per integrare la loro pensione. Intanto le auto che man mano si parcheggiavano sulla strada creavano intralcio, visto che nessuno poteva uscire dalla banca, tanto che qualcuno, fuori, aveva richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per risolvere il problema della viabilità. Una delle vittime ha riferito che all’interno della banca tra i clienti c’era agente anche di sicurezza in borghese che, per eccesso di zelo, sa-
rebbe voluto intervenire, ma è stato convinto dagli clienti a non mettere a repentaglio l’incolumità sua e dei presenti, considerando che i rapinatori avevano armi e non davano segno di cattiveria. La rapina è durata oltre ottanta minuti, durante i quali clienti e dipendenti hanno comunque temuto per la loro sicurezza, nonostante l’atteggiamento calmo dei ladri. I rapinatori, preso quanto di loro gradimento, hanno abbandonato la banca facendo perdere le proprie tracce. Quando finalmente si è potuto dare l’allarme, intorno alle 10:00, sul posto sono intervenuti fulminei i carabinieri della locale tenenza al comando del comandante Tenente Simone Carloni e della Compagnia di Anzio guidata dal Maggiore Ugo Floccher, che ha immediatamente disposto i posti di blocco e i controlli sui pregiudicati della zona, mettendo in atto il possibile per arrivare alla cattura dei “rapinatori gentiluomini”, come li hanno definiti alcuni clienti per la premura che hanno avuto verso alcune donne che stavano svenendo dalla paura e dalla tensione, servendo loro dell’acqua. I rapinatori, con chiaro accento romano, sono stati descritti come uno alto e magro e uno più basso e un po’ cicciottello. Le ricerche dei due malviventi proseguono. Di aiuto saranno sicuramente i filmati delle telecamere di sicurezza non solo della banca, ma anche degli esercizi commerciali della zona. Luigi Centore
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CRONACA 12 Scuola D’Orazio a S. Palomba, genitori contro amministrazione comunale
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Mamme e papà contestano la mancanza di sicurezza nel plesso, ma vicesindaco e assessore minimizzano
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enitori contro amministrazione comunale a Pomezia, in un botta e risposta che sicuramente avrà ulteriori strascichi. Un nutrito gruppo di mamme e papà degli alunni della scuola dell’Infanzia e Primaria plesso “G. D’Orazio” di Via Ardeatina, a S.Palomba, visto che le loro lamentele rimanevano inascoltate, il 23 settembre ha inviato una diffida al sindaco di Pomezia Fabio Fucci, oltre che al comandante della Polizia Locale, ai dirigenti dei settori Lavori Pubblici e Servizi alla Persona, al dirigente scolastico e al Responsabile Servizio di Prevenzione e Protezione della Siropa S.p.A. una diffida riguardo le condizioni di sicurezza nel piazzale antistante l’ingresso dell’istituto lamentando criticità sia nella praticabilità che nella circolazione stradale, ma anche nel servizio di scuolabus. Assenza di sicurezza per pedoni e veicoli, assenza di segnaletica, nessun dissuasore di velocità, nessuna delimitazione circa aree riservate a parcheggio ed aree destinate a transito, nessuna delimitazione di protezione circa gli spostamenti in sicurezza dell’utenza scolastica e nessuna segnaletica di individuazione stallo di sosta per servizio Scuolabus. “L’ingresso pedonale della scuola – hanno spiegato i genitori– si affaccia direttamente sul piazzale antistante confinante col tratto comunale della Strada Provinciale Ardeatina e l’ingresso del tutto promiscuo con l’azienda Siropa SpA, entrambe le due fortemente interessate da traffico veicolare di mezzi pesanti in transito, in entrata ed in uscita in contemporanea con la presenza di pedoni e utenza scolastica sul piazzale: ne consegue che l’accesso presenta condizioni di sicurezza estremamente critiche, non essendo garantito uno spazio protetto per la sosta degli scolari nel periodo di entrata ed uscita dalla scuola. Inoltre, alle testimonianze raccolte presso gli Autisti del servizio Scuolabus sono emerse criticità, tra cui si evidenzia una inesistente protezione dell’ingresso della scuola, il quale risulta privo dei necessari elementi di delimitazione e di separazione fisica dalla sede stradale a difesa dell’utenza”. I genitori non si sono limitati alle lamentele, seppur giustificate: hanno infatti stilato una serie di proposte che hanno sottoposto all’amministrazione sotto forma di richieste di intervento. Il 25 settembre la vice Sindaco Elisabetta Serra e l’Assessore Federica Castagnacci si sono recate presso la scuola di Santa Palomba in via Ardeatina per un sopralluogo. “Il piazzale antistante la scuola – ha poi dichiarato Castagnacci – è di proprietà privata. Il Dirigente ai Lavori Pubblici ha già provveduto a sollecitare la proprietà all’asfaltatura del piazzale interessato e a disciplinare il transito e la sosta degli automezzi. Contemporaneamente ha sollecitato la Città Metropolitana di Roma Capitale, ente competente, a valutare e assumere i conseguenti provvedimenti volti alla sicurezza del tratto stradale via Ardeatina, in particolare in corrispondenza
dell’ingresso della scuola. A ciò si aggiunge la richiesta a Edison Spa a provvedere con la massima urgenza alla riasfaltatura della rampa di accesso al plesso recentemente interessato dai lavori di posa della nuova condotta idrica”. “Ci siamo confrontate con le insegnanti – ha aggiunto la vice Sindaco – che ci hanno riconfermato la volontà, già espressa lo scorso anno attraverso il Consiglio di istituto, di rimanere in quell’edificio scolastico, e non trasferirsi nella struttura di via Fiorucci, perché in buone condizioni e molto più adeguato alle attività didattiche e ludiche dei bambini della scuola dell’infanzia e primaria. È volontà dell’Amministrazione garantire la sicurezza degli studenti, nel rispetto delle competenze delle singole istituzioni coinvolte”. Ma la risposta non è piaciuta e non ha convinto i genitori, che hanno subito replicato. “Rimaniamo basiti e increduli di fronte alla risposta pervenuta dall’Assessore Castagnacci, la quale liquida con un lapidario “il piazzale antistante la scuola è proprietà privata”, la situazione di fatto documentata ed estremamente pericolosa per l’utenza e da lei stessa constatata. Rileviamo come questo fattore sia un’aggravante e non una scusa per l’ente comunale il quale, in accordo con la società Onorati che gestisce il trasporto scolastico, riscuote una quota per il servizio scuolabus senza assicurarsi che lo stesso sia poi effettuato in sicurezza, in spazi idonei e privi di pericoli a tutela dei bambini che ne usufruiscono. Questo vuol dire che la Onorati può “scaricare” i bambini in qualsiasi posto e senza controllo da parte del Comune? L’aver banalmente sollecitato la società Siropa Spa alla messa in sicurezza del parcheggio, non esonera il Comune dalle proprie responsabilità ma anzi le accresce in quanto non vi è certezza (ma anzi forti dubbi) che la società procederà a quanto richiesto”. “Ci chiediamo come mai il Comune non proceda con l’acquisizione del terreno garantendone la manutenzione, oppure non venga spostato l’ingresso dalla parte opposta dell’edificio, dove vi è un parcheggio idoneo in termini di sicurezza e fruibilità – hanno poi aggiunto i genitori – Il dirigente ai Lavori Pubblici Ing. Curci non può ricordarsi di sollecitare la Siropa Spa solo a seguito della nostra missiva, in quanto il parcheggio prospiciente la scuola risulta essere in queste condizioni da oltre 10 anni. Cosa è stato fatto nel frattempo per tutelare la salute e la sicurezza dei bambini e dei genitori? Come intende procedere l’ente comunale qualora la Siropa Spa non procederà alla messa in sicurezza? Chi si farà carico di
eventuali incidenti che potrebbero occorrere all’utenza, ai lavoratori della Onorati o agli stessi agenti della Polizia Locale che di fatto entrano e sostano all’interno di questo terreno privato? Inoltre ci chiediamo quale plesso abbiamo visitato la Vice Sindaco Serra e l’Assessore Castagnacci ed in quale struttura lavorino le insegnanti che definiscono “in buone condizioni e molto più adeguato alle attività ludiche e didattiche dei bambini”. Come si può definire così una struttura dove vi è una palestra ormai inagibile e chiusa da oltre 5 anni? Come si può definire “in buone condizioni” una struttura il cui accesso è nella situazione documentata dalle foto della nostra indagine? Come si può definire “in buone condizioni” una struttura dove nei giorni scorsi sembrerebbe essere caduto dell’intonaco dal soffitto di una delle aule? Le foto scattate nel plesso dimostrano che questa non è una struttura “in buone condizioni”. Ci chiediamo perché le insegnanti, che ci hanno impedito di fare foto anche durante l’open day, siano fermamente contrarie e di intralcio alla volontà dei genitori e dell’amministrazione comunale che, come dichiarato dalla Vice Sindaco Serra, è ferma nella “volontà di garantire la sicurezza degli studenti”. Che sia forse la vicinanza con i servizi come bar e bancomat ad impedirne il trasferimento, o più semplicemente un fattore emotivo e nostalgico in quanto qualche insegnante della prima ora risiede in zona?”. “Qualunque sia il motivo che osti ad un possibile parere favorevole al trasferimento, non sarà mai più importante della tutela e della sicurezza dei nostri figli – hanno concluso i genitori – Nessun interesse personale dovrà d’ora in poi essere anteposto alla sicurezza e alla salute dei nostri figli. Ci batteremo già da oggi affinché la volontà della maggioranza dei genitori sia sempre rispettata, anche e soprattutto in seno al consiglio di istituto di cui la Dirigente Scolastica è responsabile. Ci batteremo affinché i plessi dell’I.C. Santa Procula siano destinatari delle stesse attenzioni, delle stesse cure e degli stessi finanziamenti. A proposito, che fine ha fatto la Dirigente Scolastica? Che anche lei batta un colpo, in quanto le ricordiamo essere la Legale Rappresentante dell’Istituto. Ci sono questioni che non possono attendere e sulle quali non si può transigere ulteriormente, ad oggi il plesso della scuola primaria è ai limiti dell’agibilità; per quest’ultimo motivo e per tutto quanto già esposto, attenderemo una risposta ufficiale dell’amministrazione entro i 15 giorni dettati dalla prima missiva, dopodiché, se disattesi, passeremo alla diffida e alla messa in mora. Nel frattempo ci attiveremo presso il Comando dei Vigili del Fuoco per avere un parere circa l’agibilità della struttura e presso la competente ASL RMH per i requisiti igienico-sanitari. La questione è chiara e di semplice risoluzione: o si mette in sicurezza il plesso attuale o ci si sposta in quello nuovo. Delle due l’una, e su questo i genitori saranno intransigenti”.
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Il mondo nuovo: ci sarà anche da noi?
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n uno splendido film del 1982, “Il Mondo Nuovo”, Ettore Scola ci racconta del 1791, dell’estremo tentativo di fuga di Luigi XVI per salvare la sua vita e quella dei suoi familiari. Su una diligenza poco indietro, uscendo da Parigi, si incontrano e discutono, ignari del resto e di quella vicinanza, alcuni personaggi: Giacomo Casanova, lo scrittore Restif de la Bretonne, un reduce dalla rivoluzione americana, una misteriosa aristocratica, una cantante italiana e un giovane giacobino, nel turbine della Rivoluzione. Il titolo esprime bene lo stordimento, anche inconsapevole, del trovarsi al limitare di un mondo completamente “nuovo”, tutto da esplorare e capire, senza riferimenti comprensibili o prevedibili. Senza nemmeno capire che il “mondo”, quel giorno, cominciava davvero ad essere un “altro” mondo. Quella era una rottura molto potente e drammatica della quale risentiamo, in bene e in male, ancora oggi. Quel giorno, ma si sarebbe capito più tardi, iniziò un nuovo mondo. Il mondo in realtà si rinnova tutti i giorni, con continuità e con passaggi “storici” che capiremo solo e sempre dopo: gli storici sono i profeti del passato, per capirsi con un esempio, un giorno si è cominciato a parlare di Internet. Certamente non se ne accorse nessuno, ma eccoci qua, in un altro “altro mondo”, parlandoci con Internet. Parliamo di noi, che viviamo nel mondo globale, ma anche nel nostro “piccolo” locale che, forse sbagliando, ci interessa di più. Non è certo la stessa cosa, a livello mondiale o globale influiamo pochissimo, ovviamente, ma sul nostro territorio, noi, proprio noi, ci dovremmo difendere con orgoglio, dedizione e fantasia innovativa e competitiva. Di mondi nuovi e poi sfumati ne sono passati molti altri, prima e dopo. Guardiamo ai nostri
luoghi, alla scomparsa dell’agricoltura (la bonifica fu realizzata per fare agricoltura), degli insediamenti legati alla Cassa per il Mezzogiorno, che hanno lasciato tante scatole vuote, oggi pure pericolanti e mal utilizzate, deprivate della ricchezza della competenza sul lavoro, di ogni know how ormai perduto. In parallelo sono scomparsi indotto, esercizi e centri commerciali, sportelli bancari, attività artigianali, con le relative professionalità. Selezione naturale? Spieghiamolo a chi ha perso il lavoro, a chi vorrebbe restare o tornare nel mondo del lavoro. Spieghiamolo ai benzinai e ai bancari, che una volta erano invidiatissimi. Oggi, sportelli che ricevevano ogni giorno centinaia di persone, a furia di fusioni e accorpamenti di banche, sono deserti. Il senso è che i bancari, i benzinai e i cassieri dei supermercati devono essere, possibilmente, azzerati in un’economia competitiva e spietata. D’altra parte i soldi sono smaterializzati, si fa tutto con l’home banking e il bancomat. Potremmo parlare anche dell’ormai incomprensibile servizio postale che vivacchia in attesa di quotarsi in borsa, un altro sistema che cambia, con risvolti occupazionali sempre rivolti a tagliare… le teste e le persone. Ed anche del recente caso Volkswagen, che potrebbe ridisegnare drammaticamente gran parte dell’economia industriale e tecnologica del pianeta. Consideriamo pure il risvolto petrolchimico della vicenda, ancora economia globale: pensate se sparisse il ciclo diesel sul mercato mondiale… avete mai visto un camion? Ora ci resta da indovinare come sarà il mondo, quello nostro di tutte le mattine, dopo questa “crisi”, capire che cosa resterà, cosa sparirà e cosa si inventerà. Cosa potremo fare noi, piccolissimi, in un mondo ormai liquido, nemmeno più ”nuovo”, che certo non potremo governare, ma nel quale dovremo intelligente-
mente ritagliare degli spazi e delle botte di fantasia seria e originale, proprio dove viviamo. Qui: Pomezia, Ardea, Torvajanica. E quelli vicini. Insomma dovremo resistere e inventare, anche qui, cose nuove. Per fare questo occorre un’operazione di autocoscienza, cioè capire quali sono le nostre peculiarità, le nostre risorse, le nostre bellezze, i nostri difetti. E questo dovrebbe passare anche attraverso la scuola che sta ripartendo: ha poco senso studiare l’Orlando Furioso, il Parini, o i nomi dei fiumi della Lombardia, se non ti fanno intravedere anche dei sogni e delle prospettive, sennò, magari attrezzati un po’ meglio, ci troveremo su barconi che qualcuno ha già utilizzato ultimamente con esiti tragici. In questo inizio di mondo nuovo, però, si dovranno abbandonare tutti i retaggi di una crescita selvaggia, disordinata e ormai remota. E le schermaglie tra i balneari, i commercianti, i costruttori. E la vecchia abitudine di fare una politica basata su accordi trasversali, clientelismo, raccomandazioni, squallide proposte come le leggendarie “fabbrica dei tappi”, la “Città del Calcio”, la “Metropolitana Ostia- Torvajanica”, interdizioni reciproche, e comportamenti e vicende come i noti fatti del giugno 2001. In sostanza bisognerà espellere le scorie di cinquanta o sessanta anni. E se non lo faremo accadrà da sé, ma saremo affondati tutti, soprattutto i più giovani e promettenti. Tutti dovremmo capire che bisogna cercare un’onesta visione comune, una direzione condivisa, guardando avanti con orgoglio, forza e speranza, come rappresentato ne Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, consapevoli che sarà dura, comunque. Mica sarà facile, ma l’alternativa qual è?
Luigi Torreti
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Le “Biblioteca Tor San Lorenzo” riparte alla grande con il patrocinio del Comune di Ardea Anche quest’anno riparte la stagione della Biblioteca Tor San Lorenzo dell’Associazione “Nuova California 2004” e già si preannuncia una stagione ricca di conferme e piena di grandissime novità
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rima fra tutte è la concessione del Patrocinio da parte del Comune di Ardea per tutte le attività della Biblioteca, che ha sede in via delle Meduse 3. “Un riconoscimento importante che sicuramente premia il lavoro svolto in questi tre anni per offrire ai cittadini grandi e piccoli un servizio utile e indispensabile – dichiara la coordinatrice della Biblioteca Tor San Lorenzo Francesca Romana Piroli - per il quale ringraziamo il Sindaco Di Fiori e l’Assessore Iotti, da sempre attenti alla nostra attività”. Come gli scorsi anni, le attività saranno suddivise tra i laboratori per i bambini e il prestito dei libri, entrambi curati dall’Associazione Tana Libera Tutti, e i corsi e le attività gestite dall’Associazione Nuova California: una sinergia, questa tra le due realtà associative, sicuramente vincente che ha consentito alla biblioteca di svilupparsi ogni anno di più. Per i più piccoli, grande risalto hanno le letture animate con Maria, Rosana e Anna, che si tengono ogni giovedì pomeriggio, a partire dal 1 ottobre, e che sono da due anni un pilastro fisso della biblioteca. Un’esperienza sicuramente entusiasmante per i bambini, che potranno fare un viaggio nella fantasia attraverso piccoli racconti animati che catturano sempre la loro attenzione e li trasportano in regni magici, storie divertenti e grandi emozioni. A settimane alterne, dopo la lettura animata, ci sarà un piccolo laboratorio creativo con il tema prescelto nella lettura. “Proseguono – spiega la Piroli - anche le collaborazioni con gli istituti scolastici di tutto il territorio per consentire ai piccoli alunni di visitare gratuitamente la biblioteca ogni martedì mattina, previa prenotazione, per capire come funziona una piccola biblioteca, il prestito dei libri e assistere ad una lettura animata. Per le prenotazioni è possibile contattare la
Sig.ra Maria al numero 333 4683004 a partire dal 14 settembre. In ambito didattico la Biblioteca presenterà ai vari istituti comprensivi del territorio anche dei progetti mirati per gli studenti delle scuole medie, inerenti il programma dell’anno in corso”. “Per quanto concerne i corsi e le attività che si svolgeranno in biblioteca – prosegue la coordinatrice -quest’anno avremo due nuove sorprese: un laboratorio manuale di fimo per i bambini con Simona, nel quale si potranno modellare e creare piccoli oggetti e decorazioni, ogni volta con temi diversi in base alla stagione ed alla ricorrenza (Halloween, Natale, Pasqua), e “Sfarinando”, un corso di pasta fresca per bambini tenuto dal Mastro Pastaio Roberto Tugliani nel quale i piccoli cuochi potranno mettere le mani in uova e farina, creare diversi tipi di pasta e portare a casa le loro creazioni per gustarle. Il corso insegnerà le basi dell’impasto, la sfoglia e la creazione dei tipi di pasta. Infine anche quest’anno organizziamo, come da due anni a questa parte, corsi di inglese e spagnolo ma con una grandissima novità esclusiva: ognuno sarà tenuto da una insegnante madrelingua e, in particolare per il corso di inglese, il
corso sarà finalizzato alla Certificazione Cambridge. In collaborazione con la prestigiosa scuola di lingue Speaker’s Corner di Anzio, il corso di inglese è rivolto ai ragazzi delle scuole elementari e prevede libro didattico, due incontri settimanali, lezioni interamente svolte in lingua inglese per migliorare ascolto, comprensione e pronuncia ed esame finale a giugno per il conseguimento del certificato Cambridge. Inoltre, durante l’anno saranno pianificati degli incontri dei genitori con l’insegnante per monitorare e verificare il livello conseguito dai ragazzi”. “È questa una novità assoluta per il nostro territorio, un corso di alto livello, alla portata di tutti, che fornisce una certificazione riconosciuta in ambito europeo come credito formativo – conclude Francesca Romana Piroli – Un’opportunità sicuramente da cogliere al volo e per questo motivo la Biblioteca Tor San Lorenzo ringrazia pubblicamente Speaker’s Corner per averci scelto come partner e per la professionalità messa a disposizione”.
Anna Maria Greco
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A Tor San Lorenzo nasce la “Scuola Popolare” Un progetto di grande valore sociale e culturale completamente gratuito per aiutare studenti da 6 a 18 anni
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n progetto per sognatori che è diventato realtà, emozionando ed entusiasmando per le sue finalità assolutamente altruistiche e di condivisione. È questa la “Scuola Popolare” nata a Tor San Lorenzo grazie alla volontà e alla caparbia della sua fondatrice, la giovane insegnante Alice Trastulli, 26 anni, laureata in filosofia. La scuola ha inaugurato la sua nuova sede domenica 27 settembre. “In un territorio in cui difficilmente a bambini e ragazzi sono offerte prospettive di tipo culturale – spiega Alice - incontrare un insegnante che sappia coinvolgere e trasmettere passione è qualcosa che può fare la differenza: da questa convinzione nasce il progetto della Scuola Popolare, uno spazio gratuito dove giovani e giovanissimi possono non solo colmare le loro lacune alle varie materie, ma imparare ad amare la cultura sotto i suoi mille aspetti”. “La Scuola Popolare - prosegue Alice - è un’associazione culturale non a scopo di lucro nata nel 2015 dalla passione di giovani laureati, creata per essere uno spazio libero in cui studiare con l’aiuto di insegnanti preparati e scoprire la capacità di analisi, pensiero critico, creatività e scrittura. La Scuola è a libero accesso per studenti dai 6 ai 18 anni. La missione è combattere la dispersione scolastica e mostrare che tutti possono realizzare obiettivi importanti, se solo viene insegnato loro a coltivare le proprie possibilità. La Scuola intende costruire una rete efficiente di volontari per garantire un servizio che sia funzionale, completo e accessibile a tutti”. “Il giorno dell’inaugurazione della nuova sede – commenta Alice Trastulli - i volontari della Scuola hanno iniziato a lavorare sin dalle prime luci del mattino, allestendo gli spazi per accogliere i bambini e le loro famiglie. Abbiamo visto il piccolo cortile della scuola riempirsi rapidamente di persone di tutte le età. In centinaia hanno partecipato alla festa d'apertura
grazie a un incredibile passaparola e senza alcuna pubblicità "concreta": i pochi fondi a disposizione degli insegnanti non hanno consentito la stampa e la divulgazione cartacea dell'iniziativa. Era previsto un piccolo intervento di ballerini di salsa per intrattenere gli ospiti ma, con grande sorpresa, i volontari si sono resi conto che non ce ne era nessun bisogno: le persone parlavano tra loro, si conoscevano, conoscevano i volontari della scuola e consultavano i programmi dei laboratori e dei corsi, sfogliavano i libri, mentre i bambini giocavano e correvano di qua e di là per il cortile: c'era già tutto. Per un pomeriggio Tor San Lorenzo è sembrato uno di quei posti dove la gente esce ancora sorridente e fiduciosa e con grande voglia di fare insieme. Per tutta la durata della festa, c'è stato un grande ricambio di persone, che entravano e uscivano in continuazione, chied e n d o informazioni e iscrivendo i propri ragazzi ai "pomeriggi studio". Ora la Scuola Popolare di Tor San Lorenzo è dunque ufficialmente aperta, con i suoi pomeriggi studio gratuiti e accessibili a tutti. Ma la scuola non ha visto il suo esordio in questi giorni:
già nel gennaio 2015 i primi studenti avevano iniziato a frequentare la Scuola ogni venerdì pomeriggio, dalle 16 alle 19. L’esperimento ha avuto successo, gli studenti sono diventati sempre di più, e già a marzo gli insegnanti Alice, Jacopo e Tiziana, hanno dovuto iniziare a respingere le richieste. Per questo nuovo anno scolastico è in atto un programma di inserimento volontari e un nuovo calendario settimanale, per aumentare il numero di ore e poter finalmente aprire la Scuola a tutti.
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“Per l’anno scolastico 2015/2016 - prosegue Alice - sono previsti una serie di appuntamenti settimanali gratuiti e a libero accesso. L’organizzazione prevede classi di studio pomeridiano, in cui sono presenti insegnanti sia di area umanistica che di area scientifica, durante le quali gli studenti possono ricevere attenzione individualmente quando ne hanno bisogno, e dare una mano agli altri quando ne hanno la possibilità. La Scuola Popolare lavora con insegnanti volontari, giovani laureati che assistono gli studenti nello svolgimento dei compiti e nel recupero delle materie scolastiche, e sono a disposizione degli studenti dalle ore 16.00 alle ore 19.00. Il primo appuntamento della settimana è il mercoledì a Tor San Lorenzo, presso la sede principale della Scuola Popolare, in Via
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Astura 2. Il giovedì pomeriggio, nello stesso orario, la Scuola Popolare si sposta ad Ardea, a Largo Strampelli, dove svolgerà le attività in un’aula della Parrocchia Regina Pacis, gentilmente concessa al progetto dal parroco Don Marco. Le due zone, Ardea e Tor San Lorenzo, sono state scelte in base alla vicinanza con gli istituti scolastici. Durante le tre ore di Scuola Popolare gli insegnanti aiuteranno gli studenti nello svolgimento dei compiti, nel recupero di debiti e insufficienze, e saranno a disposizione per spiegazioni, chiarimenti, e approfondimenti. Chiunque abbia tra i 6 e i 18 anni può portare i suoi compiti o i suoi progetti, iscriversi, e troverà tutta la disponibilità, l’attenzione, l’aiuto e la passione che cerca”. Principio fondamentale: lo studente deve essere
19 autonomo nella volontà di frequentare la Scuola Popolare, di svolgere i propri compiti e di chiedere aiuto. In questo sta la differenza con la scuola dell’obbligo, e con un servizio privato di ripetizioni. Imprescindibile sarà l’autonomia dello studente: Sarà lui a chiedere l’aiuto specifico da parte degli insegnanti, in base alle proprie necessità. Il venerdì pomeriggio, invece, è riservato ad alcuni laboratori mensili della durata di due ore: – il primo venerdì del mese si terrà il laboratorio di Scrittura Creativa: vogliamo far scoprire ai bambini e ai ragazzi come ci si sente a saper esporre con sicurezza i propri pensieri, ad esprimersi correttamente nella propria lingua e a non pensare di non avere nulla di dire, che scrivere può essere un piacere e una conquista, e non soltanto un compito; – il secondo venerdì del mese è dedicato alla lettura: si legge, si racconta, si parla di libri e letture; – il terzo venerdì del mese è dedicato alla Scienza e alla Biologia: attraverso illustrazioni, video e schede, il mondo animale e vegetale verrà presentato a bambini e ragazzi sotto una luce nuova. Inoltre la Scuola Popolare intende attivare un laboratorio di Filosofia con i bambini, per il quale è richiesta la collaborazione con gli istituti scolastici della zona. In base alla disponibilità di presidi e docenti delle scuole elementari e medie di Ardea e Tor San Lorenzo, l’intento di questo progetto è di allenare la mente, far provare a studenti tra i 6 e i 13 anni un modo di fare domande e dare risposte diverso dalle lezioni tradizionali.
Arianna Azzurra Achille
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L’urbanistica ed i piani integrati a Pomezia Riceviamo e pubblichiamo un’interessante analisi dell’urbanistica a Pomezia fatta dall’ex sindaco Pietro Angellotto
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e c’è un settore dove tutto è difficile da capire, è quello della pianificazione urbanistica e a Pomezia in questa materia ci sono stati dirigenti maestri dell’inventiva. Da ex amministratore, ma soprattutto da attento cittadino, ho fatto delle riflessioni proprio su alcune vicende di urbanistica: se un aspirante Sindaco (De Fusco), fa una campagna elettorale contro l’edificazione nella zona del Parco della Sughereta, (lottizzazione approvata dal commissario prefettizio), e poi viene eletto, come fa a non rispettare gli impegni presi? Prende tempo, nomina 3 saggi per avere un parere, mentre avrebbe potuto revocare immediatamente in consiglio comunale la delibera del commissario prefettizio. Invece non lo ha fatto, dando il tempo ad un dirigente solerte di firmare la convenzione. Dopo diversi mesi i saggi e dotti esperti professori danno il loro parere favorevole, ma uno di loro afferma che “bisogna prima però ottenere il parere regionale per la V.I.A. (valutazione di impatto ambientale, prescritta dalla normativa Europea recepita dall’Italia)”. E chi se ne frega del parere e della norma; ricordo le battaglie del comitato per il parco della sughereta,in particolare di Paolo Saietti; a quel tempo mi feci parte diligente e raccolsi tutti i documenti, la corrispondenza, la normativa, gli articoli, il programma elettorale, ne feci un dossier di circa 70 pagine e lo consegnai a giornalisti e consiglieri di opposizione, compreso Fucci del Movimento 5 Stelle. Con quale risultato? Soldi di fotocopie e tempo buttati al vento. Nessuno fece o disse nulla, a parte il geometra Roberto Mambelli, che raccolse 2.000 firme per un referendum mai tenuto. Il proprietario della lottizzazione vendette tutto ad un noto costruttore di Pomezia, e tutti vissero felici e contenti nel silenzio generale dei consiglieri comunali di minoranza. Meno contenti furono le tante persone coinvolte poi nel crack finanziario del Re Mida di
Pomezia, e ai cittadini ora non rimane neanche il parco della Sughereta, previsto in convenzione da cedersi a titolo gratuito al Comune. Tra i documenti consegnati all’allora consigliere 5 Stelle Fucci ed agli altri c’era tutto lo scambio epistolare con la Regione Lazio, che asseriva di non saper nulla di concessioni edilizie rilasciate in assenza di V.I.A. o V.A.S. (nel frattempo era cambiata la normativa). Io mi sarei aspettato che, una volta divenuto Sindaco, 2 anni fa, Fucci mettesse mano a quella situazione, ma - campa cavallo - i poteri forti non li tocca nessuno, e la sughereta sta ancora lì, bisognosa di salvaguardia solo a parole, anzi strumentalizzata proprio dai grillini. Veniamo ora ad una lettera del 27 agosto 2015, la n. G10262 della Regione Lazio area V.A.S., che dopo 3 anni risponde ad una richiesta di parere del Comune di Pomezia di valutazione ambientale strategica (che per legge avrebbe dovuto precedere l’approvazione di un piano integrato) e dice che bisogna procedere alla verifica per una serie di ragioni, tra cui l’impatto sul traffico dei nuovi, udite udite , 150 abitanti sulle 2 strade di collegamento, con l’insediamento da edificare, e di fatto blocca l’iniziativa edificatoria.
Questi fatti lasciano intendere che - con ritardo - forse adesso la legge verrà rispettata. Ma non è cosi per i numerosi piani integrati per oltre un milione di metri cubi, pari ad oltre 10.000 nuovi abitanti, tutti riversati sulla stessa strada, sulla Albano- Torvaianica. Attualmente questo è lo stato dei piani approvati: uno è stato progettato su area a rischio e quindi bloccato, un altro ha rinunciato, altri dormono in attesa di tempi migliori…, ma uno, il più invasivo dal punto di vista viabilità, è stato approvato con il silenzio assenso. E la V.A.S.? Perché il Sindaco Fucci non è intervenuto quando un dirigente del Comune di Pomezia ha modificato la collocazione degli edifici con una semplice determina, invece di predisporre una delibera di consiglio comunale? Forse per far cambiare il parere non favorevole della A.S.L.? Troppa confusione e poca volontà di fare ordine in queste cose. Non so chi sia l’assessore che segue il Settore urbanistica, perché il Sindaco Fucci non ha assegnato deleghe, ma mi pare che il suddetto incaricato non dimostri molta preparazione, vista la figuraccia rimediata con la revoca del Piano particolareggiato di Torvaianica Alta, di cui ancora non ho capito le ragioni. L’ urbanista sembra essere elastica, le norme si applicano se si ha voglia di intervenire, è un po’ come i processi, ci sono quelli che vedono conclusi i 3 gradi di giudizio in 2 anni e quelli che vanno in prescrizione, come capita spesso a Pomezia e nel paese Italia. A Pomezia ci sono piani industriali adottati dal Comune fermi nei cassetti della Regione Lazio e mai restituiti, con il risultato che in quei comparti “speciali” si possono costruire alberghi e residence, mentre altri no. Il Sindaco Fucci lo sa,ma non fa nulla. Chissà perché. Pietro Angellotto
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Il Corriere della Città
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Lettera al direttore I
llustre direttore,
Sono un pensionato ultrasessantenne che vive a Pomezia da tanto tempo, e soffro di una strana malattia: mal sopporto l’arroganza del potere ed i politici di professione. Ne ho visti alcuni che hanno migliorato la loro condizione economica grazie alla militanza politica ed amministrativa, altri che hanno fatto assumere direttamente in Comune o nelle società collegate mogli, figli, cognati, generi, causandomi tante ulcere gastriche. Il tempo, galantuomo, ne ha spazzato via la stragrande maggioranza con il concorso fondamentale di tanti cittadini che come me si sono ribellati ed hanno votato contro i vecchi partiti ed i loro intrallazzi, scegliendo la freschezza della novità e della speranza nei giovani del Movimento 5 stelle e del candidato Sindaco Fucci, che visto da consigliere mi era parso un bravo ragazzo. Pochi mesi dopo l’insediamento, vengo a sapere che il Sindaco Fucci ha lasciato la moglie ed il figlio piccolino, per andare a convivere con l’assessora Veronica Filippone. Il fatto non mi è piaciuto. ma mi sono detto: “sono questioni personali e non dovrebbero influenzare il mio pensiero, occorre guardare solo alla correttezza amministrativa”. Nel mese di giugno l’assessora Veronica Filippone rassegna le dimissioni, ma a far data dal 1 novembre, ed ho pensato che fosse strano; vengo a conoscere la verità vista dalla ex suocera del Sindaco ed è che “la Signora assessora Filippone sia incinta ed il padre del nascituro sarebbe proprio il Sindaco Fucci” . Sulla vicenda mi viene girato su Facebook un post dell’avvocato Veccia, dal quale capisco che forse c’è incompatibilità tra il Sindaco e l’assessora e mi chiedo: dove sta il rispetto della legge? Le regole dovrebbero valere sempre e per tutti e gli amministratori dovrebbero dare l’esempio. Domenica passata ero ospite a casa di amici, tra i quali un dipendente comunale, ed al caffè gli ho chiesto se anch’egli era soddisfatto dei tanti lavori pubblici in esecuzione e un’opinione sull’operato degli amministratori, dopo oltre 2 anni di gestione.
La persona in questione era riluttante a rispondere e alle mie insistenze si è fatto promettere di non essere chiamato in causa, poiché un suo collega si era visto sanzionare dalla commissione di disciplina 4 ore di multa solo per aver criticato l’amministrazione 5 Stelle. Solo dopo mie rassicurazioni ha esplicitato il suo pensiero, di seguito riassunto. Molti dei lavori in esecuzione era stati pensati e progettati dalla precedente amministrazione, vedi giardini pubblici ed asilo in via Alcide De Gasperi. L’enorme spesa per avvocati circa 2 milioni di euro l’anno continua, come nel passato, ad essere in gran parte affidata ai soliti 2 avvocati , sponsorizzati da un assessore e da un dirigente. Riguardo ai legali mi racconta la storia di una sua collega che ha dovuto fare 6 o 7 cause al T.A.R. ed al Consiglio di Stato per essere finalmente assunta a tempo indeterminato dal 1 ottobre 2015: il comune ha speso decine e decine di migliaia di Euro per pagare gli avvocati, ed il Sindaco non ha preso alcun provvedimento disciplinare nei confronti del dirigente al personale che aveva sbagliato a fare la graduatoria, anzi le ha pagato il premio di risultato. Mi racconta lo sperpero di danaro allo scuolabus e – incredibile - mi dice che, dopo numerose proroghe, la ditta Troiani del trasporto pubblico locale sta operando senza contratto dal 31 dicembre dello scorso anno e che il sin-
daco e gli assessori lo sanno e non fanno niente. Mi racconta con dovizia di particolari la vicenda di Torvaianica Alta, che avevo letto già sui giornali, dove si nega la costruzione della chiesa e dell’oratorio, e mi spiega che le chiese possono essere edificate anche su terreni agricoli, perché soggette a deroga alla normativa ordinaria. Secondo il suo pensiero, il sindaco potrebbe essere ateo, vista anche la guerra fatta alla parrocchia di Santa Procula lo scorso anno. Mi spiega la battaglia di ostracismo fatta ad un costruttore per impedirgli di edificare un centinaio di appartamenti, battaglia protrattasi per oltre 2 anni, richiamando addirittura la scusa di mancanza di acqua (l’imprenditore ha dovuto fare numerose cause per vedere il suo diritto a costruire riconosciuto); nello stesso tempo a un altro costruttore, amico del Sindaco Fucci e del capogruppo 5 Stelle Raspa, si lasciavano costruire e vendere, senza problemi e controlli, tanti minivillini con serre solari, e ora chi pagherà i danni per questi ritardi? Saremo noi cittadini a pagare il conto salato dei danni che ci verranno richiesti… L’ultima vicenda che mi illustra riguarda i numerosi abusi edilizi esistenti sul nostro territorio, per i quali il dirigente non fa nulla, come la storia delle palazzine del comparto D dove sono stati realizzati 2 piani in più del consentito. Ora i grillini vogliono sanare l’abuso, ma sapete chi ci abita in quella palazzina ? La famiglia dell’assessore Sbizzera: ora chi glielo spiega il doppio pesismo alle 100 famiglie delle palazzine ex Pettirosso, che hanno pagato senza ottenere nulla? Ci lasciamo nel tardo pomeriggio, ed il dipendente mi confessa rammaricato di aver votato alle ultime lezioni Movimento 5 Stelle e di essere deluso perché il nuovo che avanza non è poi molto diverso dal vecchio, solo che questi si autoproclamano onesti. Tornando a casa, intristito, mi accorgo che sono tornati i bruciori di stomaco e decido di prendere in seria considerazione l’idea di ritirarmi nella mia amata Romagna.
Lettera firmata
Dopo aver ricevuto la lettera del cittadino, abbiamo ricercato il post pubblicato nel mese di agosto dall’avvocato Veccia sul Facebook, che riportiamo interamente:
Il trave nell’occhio dell’Assessore Filippone (e del Sindaco) e la pagliuzza del costruttore
Q
uesta la pagliuzza:
Notizia di qualche giorno fa. L' Assessore - incinta - Filippone , compagna "more uxorio" da tempo del Sindaco Fucci, ha denunciato (o forse vorrebbe denunciare) un costruttore pometino per avere questi "alzato la voce" ed averle cosi creato un malessere in relazione al proprio delicato "stato interessante". In primis vorrei anteporre la considerazione che se si vuole avere cura del nascituro converrebbe astenersi dal lavoro, come prevede la legge, almeno tre mesi prima del termine di
gravidanza e quindi l'assessora per il suo malanno dovrebbe prendersela solo con sé stessa e la sua imprudenza. In secondi: quale sarebbe la norma di legge violata? Alzamento di voce? Lesa maestà del principe delfino futuro nascituro di Sua Maestà Napoleone Fucci? Vorrei dare alla nostra amministratrice pubblica una cattiva notizia. Grillo non ha ancora fatto introdurre questa particolare fattispecie di reato, mi dispiace. Forse tra tre quattro anni ci sarà, ma oggi alzare la voce contro la compagna di un sindaco, seppure incinta, non è reato.
Ecco invece il trave: Una norma di legge violata, sia dall'assessore che dal Sindaco Fucci (tutte e due insieme come conviene ad una coppia unita) esiste. Art. 64, comma 4, TUEL Testo Unico Enti Locali (così come modificato dall’art. 7, comma 1, lett. b-ter), del d.l. 29 marzo 2004, n. 80, conv., con modif., dalla l. 28 maggio 2004, n. 14025), secondo cui “Il coniuge, gli ascendenti, i discendenti, i parenti e affini entro il terzo grado, del sindaco o del presidente della giunta provinciale, non possono far parte della rispettiva giunta né essere nominati rappresentanti del Comune e della Provincia”.
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Ottobre 2015 Orbene, oramai si sa che le "compagne conviventi" hanno tutti i diritti equiparati alle più fortunate "mogli ufficiali" . La sostanza della legge, il suo bene giuridico essenziale, sono stati quindi gravemente violati dal Sindaco e dall'assessore. Eh sì, perche la "ratio", il motivo giuridico per cui la norma viene imposta, è quello di impedire conflitti di interessi, inciuci familistici, mafiosi e paramafiosi, inopportune ed illeciti percezioni di stipendi doppi o tripli nell'ambito familiare del sindaco. Ratio legis che è stata, ed è, pienamente violata da Fucci e Filippone, che insieme portano sotto lo stesso tetto, dentro la stessa (equiparata dalla legge) famiglia di fatto ben DUE stipendi pubblici. In barba alla legge. Non solo, ma la legge non vuole amorali legami familistici tra Sindaco e Giunta perché un Assessore è un pubblico ufficiale e in presenza di irregolarità compiute dalla Giunta o dal Sindaco, egli/ella deve essere imparziale e distante. E viceversa il Sindaco nei confronti del suo assessore. Distanza vuol dire trasparenza ed imparzialità, secondo la legge. Giustamente. Mi immagino il povero Fucci (come tutti noi mariti, di fatto o no) dopo aver bocciato in Giunta un progetto della Filippone tornare a casa e trovare la sua assessora con il mattarello in mano: "Bravo, eh! Sei stato proprio bravo stamattina!". "Ma , cara non si poteva fare, lo dice anche il Segretario!". "Il Segretario! Allora vai a convivere con lui se lui è più importante di me! Stasera a letto senza cena! , Anzi nemmeno a letto, sul divano! E domani lo ripropongo, ve-
CRONACA
diamo che fai !". Poi, volendo stare anche alla "lettera" della legge che vieta di nominare "parenti", credo ci sia ben poco da dubitare che la madre sia in qualche modo "imparentata" con il padre del proprio figlio. Oppure vogliamo prendere in giro non solo il buon senso comune, ma anche la Legge ed i motivi di superiore interesse pubblico che sono alla base delle norme sulla incompatibilità degli assessori comunali? Sussistono pertanto, a mio modesto parere, i reati di abuso (art. 323 cod.pen.) ed omissione di atti di ufficio (art. 328 cod.pen.) a carico di "Giulietta" Filippone e "Romeo" Fucci (eventualmente anche a carico dei membri della giunta e/o i consiglieri comunali che ne avessero votato eventualmente la nomina), reato contabile e danno erariale per gli stipendi per-
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dall'assessore in stato di cepiti incompatibilità/ineleggibilità. Il momento di "consumazione" (è proprio il caso di dirlo) del reato deve farsi risalire al momento in cui i due "fidanzati" (ma lui non era sposato?) cominciano la propria esperienza di stabile convivenza andando a vivere sotto lo stesso tetto. Convivenza stabile che è oggi testimoniata senza ombra di dubbio dal piccolo Fucci in arrivo. Suggerirei al costruttore ed alle forze politiche locali di portare alla locale stazione dei carabinieri insieme alla pagliuzza anche il trave dei coniugi (de facto) Fucci-Filippone, percettori sotto lo stesso tetto di due pubblici stipendi.
Alberto Veccia
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CRONACA
Il Corriere della Città
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Retake Roma2, resoconto di una giornata emozionante 2 6 e 27 settembre - La nostra è stata un’idea chiara fin da subito: impegniamoci a recuperare una superficie urbana danneggiata, come risposta concreta ed efficace al degrado attraverso la realizzazione di un’azione forte e dal grande impatto, che valorizzi il territorio in cui abitiamo e restuisca al quartiere quel senso di comunità così importante. Il nuovo Regolamento sulla Cittadinanza Attiva quindi, è stata per noi l’occasione, la rampa di lancio per presentare la nostra idea sotto forma di progetto utile a trasmettere quei valori sani alla comunità ed educare, attraverso il recupero del muro e la sua successiva conservazione, al rispetto, alla tutela e alla salvaguardia dei beni pubblici, naturali e urbani. L’idea è stata accolta subito favorevolmente sia dai soci del Comitato che dall’amministrazione che, grazie all’impegno dell’Ing.Curci che ringraziamo, ha lavorato per rendere possibile la realizzazione del progetto con il Regolamente di Cittadinanza Attiva e finanziare così l’acquisto dei materiali di consumo necessari all’attività. E così, grazie all’aiuto dei meravigliosi ragazzi del movimento Retake Pomezia coordinati da Riccardo Di Tommaso e accorsi numerosi a darci una mano, abbiamo dato vita a quello che possiamo definire con orgoglio ed immensa soddisfazione, il primo intervento di questo tipo mai realizzato nella Città di Pomezia. Qualche giorno prima dell’evento abbiamo però cercato di aggiungere un ulteriore tassello per noi molto importante, quella componente umana e solidale che fa la differenza: l’integra-
ambiente.Dunque, invece di piangere sulle situazioni difficili e dare sfogo a facili lamenti, risvegliamo la forte determinazione di trasformarle." Ecco cosa è stato realizzato con il Retake di Roma2. Insieme abbiamo trasformato in meglio la nostra comunità. “ Erika “Sono tornato a casa con la consapevolezza di aver contribuito a migliorare non solo il quartiere o l’ambiente, ma soprattutto me stesso. Un’esperienza che crea dipendenza!” Simone
zione. In un quartiere come il nostro, dove vi è una forte espressione multirazziale, non potevamo non tener conto dei ragazzi del centro di accoglienza 3C che da diverso tempo sono ospiti nel nostro quartiere; abbiamo cosi deciso di contattarli e di renderli parte attiva nell’iniziativa. Il riscontro umano è stato immenso ed emozionante, vedere questi ragazzi darsi da fare per la comunità e lavorare gomito a gomito insieme a loro, ha regalato a tutti i partecipanti una grande gioia. Gioia che ci piace lasciare alle parole e ai volti di alcuni volontari intervenuti. “Quando siamo partiti, ho avuto l'impressione che non saremmo riusciti nell'impresa. Poi i tanti volontari, i ragazzi del residence 3C, il lavoro in armonia. Emozionante.” Diego “Ogni cosa è in costante trasformazione. Le persone possono sempre cambiare in meglio. E possono cambiare in meglio anche il proprio
“Una splendida iniziativa! Sin dalla mattina di sabato si è creato un clima di affiatamento e serenità che ci ha permesso di lavorare sotto al sole con il sorriso sulle labbra. Abbiamo lavorato con entusiamo ed il risultato raggiunto è impressionante. E' un capolavoro! Grazie a tutti!” Irene “Una due giorni per riprenderci, letteralmente, gli spazi che ci appartengono; per lavorare insieme e migliorare; per collaborare e conoscere i ragazzi ospiti del centro di accoglienza, che hanno dimostrato volontà e dedizione. Una due giorni per smettere i panni di chi sa solo lamentarsi e indossare quelli di chi concretamente fa, di chi concretamente diviene il cambiamento che vuole vedere nel mondo." Francesca “La voglia di migliorarsi non ha colore né bandiere. IN ambedue le giornate l’intento è stato uno solo: ridare splendore al quartiere. L’emozione più grande è stata quella di vedere la voglia di fare e di integrarsi dei ragazzi del 3C. Le loro risate le porterò sempre con me.” Enrico Comitato di Quartiere Roma 2
Gentile redazione, sono un cittadino di Pomezia. Queste sono le condizioni in cui versano i marciapiedi di viale delle Arti. Se qualcuno volesse farsi una passeggiata, o se qualche mamma dovesse passare con il passeggino o se a volerlo fare fosse un disabile con carrozzina, sarebbe impossibilitato a farlo. Sarebbe invece costretto a passeggiare sulla carreggiata, mettendo in pericolo la propria sicurezza. Ho scritto in Comune, ma nessuno mi ha risposto. Distinti saluti, Massimo Stefani
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SPORT
Il Corriere della Città
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Unipomezia Virtus che avvio! Inizia con due successi consecutivi la stagione dei pometini nel girone C di Promozione, battute Libertas Casilina (5-0) e Fortitudo Academy (0-2). Nello stesso raggruppamento, dopo aver vinto entrambe all'esordio, Team Nuova Florida e Racing Club si spartiscono la posta in palio (2-2) nel primo derby stagionale. Eccellenza: Pomezia Calcio Selva dei Pini ancora a secco di vittorie, soltanto due punti in quattro giornate. Calcio di categoria: finalmente si parte! Domenica 4 ottobre le sfide inaugurali
C
alcio locale: il punto - Non è iniziata nel migliore dei modi la stagione per il Pomezia Calcio S.d.P. costretta, dopo 4 turni, ad accontentarsi del magro bottino di due lunghezze, frutto di due pareggi e di altrettante sconfitte; la squadra – per quanto possa contare considerando che siamo appena l'inizio – si ritrova terzultima e già dal prossimo turno, in programma per il weekend del 4 ottobre, dovrà fare di tutto per mettere in cascina i tre punti (anche se la trasferta ad Anzio non è tra le più facili). Nello stesso girone è iniziata sicuramente meglio la stagione per la matricola Lido dei Pini, attestata al quinto posto con 7 punti all'attivo (-5 dalla vetta); qui le vittorie sono invece arrivate, due per l'esattezza, a cui si somma il pari ottenuto contro il Colleferro lo scorso 20 settembre, e la sconfitta rimediata nella tana del Minturno. Chi invece può decisamente sorridere è l'Unipomezia Virtus 1938. La compagine si è resa protagonista di una partenza sprint ed è a punteggio pieno dopo due giornate (il torneo di Promozione è partito soltanto il 20 settembre ndr). Non solo. Guardando ai numeri, il primato - per carità vale lo stesso discorso fatto per il Pomezia – assume maggior rilievo in virtù delle sette reti messe e dell'inviolabilità della propria porta, ancora in attesa di incassare
la prima marcatura avversaria. Nello stesso girone anche la Nuova Florida ed il Racing Club sono partite con il piglio giusto: due vittorie all'esordio, rispettivamente contro Alberone e Grottaferrata, ed un pari tra di loro nel primo derby della stagione. Chiudiamo con il calcio di categoria. Anche qui è tempo di tornare a fare sul serio: domenica 4 ottobre si accenderanno infatti i semafori verdi sul campionato per Indomita Pomezia (girone A), Città di Pomezia e Airone Ardea (girone F). Coppe: Lido dei Pini avanti nel turno preliminare di Coppa Italia, Indomita Pomezia fuori dalla Coppa Lazio – Si è qualificata al turno successivo della Coppa Italia il Cedial Lido dei
Pini, matricola sì della categoria, ma decisa a farsi notare sin da subito. A fare le spese della compagine rutula è stata la Boreale eliminata col punteggio complessivo di 4-2: dopo il pareggio nel match d'andata per 2-2 (il Lido dei Pini giocava in casa) al ritorno la squadra ha espugnato il campo dell'avversaria per 2-0 accedendo di diritto al turno successivo. Non è andata altrettanto bene invece all'Indomita Pomezia che è stata eliminata in Coppa Lazio. Inserita nel mini girone a 3 insieme al Campoverde e all'SP Calcio, la compagine del Presidente Padula ha chiuso infatti il giorone a zero punti uscendo sconfitta dal campo in entrambe le sfide. Luca Mugnaioli
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INFORMAZIONE
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Halloween nel borgo fantasma di Calcata H
alloween si avvicina, e con esso escono dall’armadio scheletri, fantasmi e costumi che ci faranno compagnia fino alla magica notte del 31 ottobre, la notte delle streghe. Per rimanere in tema, e stuzzicare il lato facilmente spaventabile che c’è in ognuno di noi, perché non andare a scoprire alcune delle città fantasma più belle d’Italia? Ad appena 40 km da Roma, in un piccolissimo borgo medievale, immerso nel parco regionale della Valle Del Treja in provincia di Viterbo, sorge la città fantasma di Calcata. È uno dei pochi centri medioevali meglio conservati in Italia, un giocattolo che sembra essere uscito direttamente dalla scatola dei Lego, un luogo dove il tempo, a causa di eventi naturali o soprannaturali, si è fermato incredibilmente da secoli. Rimasto inagibile dopo la prima guerra mondiale, il borgo è rimasto disabitata per molti anni. Poggiato su un masso tufaceo, ora questo luogo incantato attrae come un flauto magico generazioni di scrittori e poeti che, incantati da tanta bellezza ed energia, vivono alla giornata attraverso la produzione di oggetti artigianali. Un paese di artisti, ma anche di streghe e leggende che torneranno a vivere nel mese di Ottobre e precisamente nel weekend di Halloween. Si racconta che la notte del 31 ottobre in questo luogo le streghe si dessero appuntamento sulla collina di Narce, il monte dirimpetto a Calcata, per trasmettere le loro nenie, con l' ausilio della eco della valle, a tutti gli abitanti del borgo, che per una notte rivivevano il brivido della magia pagana. E così ogni anno la città ospita grandi festeggiamenti per la notte della streghe, con le strade del centro storico che si illuminano di misteri e maschere, per la gioia di grandi e piccini, e che contribuiscono senza dubbio a definire ancora meglio i contorni di un borgo già di per sé
piuttosto assimilabile al buio e al mistero. Per l’occasione ecco arrivare cappelli, zucche, scope e quant’altro per una notta dal sapore magico. Dal pomeriggio del 31 Ottobre fino all’alba, il borgo aprirà le porte all'orrore festaiolo in un'atmosfera lugubre e unica in tutta Italia. Centinaia di artisti, tra musicisti, attori, poeti, pittori e artigiani, si esibiscono in piazza e nei locali dal tramonto fino a notte fonda. In giro per le viuzze e i vicoli del centro ci sarà una vera e propria sfilata di maschere ma non solo… non mancheranno stand dove poter truccare spaventosamente i più piccoli, spettacoli a loro dedicati, possibilità di girare casa per casa per il famoso dolcetto o scherzetto. Alle ore 15.30 la festa comincia con gli artisti di strada che animeranno la piazza. I bambini saranno invitati allo spettacolo del mago Alessio nel suo teatrino, inoltre ci saranno cartomanti e truccabimbi. Alle ore 18.00 si terrà la premiazione per la zucca piu' orrenda per poi acco-
gliere i tanti bambini in giro per il paese con caramelle e dolci casarecci. Alle ore 20.00 musica in piazze e locali aperti fino all’alba. Chi vuole può rimanere a dormire in questo piccolo paesino, approfittando delle case in affitto. Per una serata fuori dal normale si può prenotare la Grotta della Strega Nilde, la Stanza della Fata Nimir o il rifugio di Trilly Campanellino, camere fantasiose offerte dall’unico hotel del paese. Se si rimane per qualche giorno, nei dintorni di Calcata ci sono le cascate di Monte Gelato, piccole e suggestive cascate da raggiungere a piedi. Vicinissimi Sutri e Nepi per una gita fuoriporta. Interessante l’Opera bosco Museo di Arte nella Natura, un percorso nel parco del Treja alla scoperta di opere realizzate con i materiali della foresta, assolutamente da provare. Massimiliano Gobbi
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Il Corriere della Città
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Notizie Tascabili
di Luca Mugnaioli
“CORRIERE DELLA CITTA', INFORMARE PER INFORMARSI” Volkswagen, così funziona il "trucco" delle emissioni. Ecco come il soware modificava automaticamente le prestazioni dei motori Le automobili di oggi sono per metà meccanica e per metà, ormai, elettronica. La centralina della vettura è ormai un cuore importante quanto il motore, ed è attraverso questa che il costruttore tedesco ha potuto intervenire sui parametri che certificano le emissioni inquinanti. L'idea dietro al sofisticato soware che modificava i dati si basa sulle differenti situazioni d'impiego di un motore, in questo caso diesel. In condizioni di test, e quindi con i parametri "buoni" per il mercato americano e le certificazioni Epa, e in condizioni di normale utilizzo, con emissioni decisamente più sostanziose. Un programma particolarmente intelligente che per attivare la modalità "buona" Sondaggi politici: Pd e M5S in crescita, Lega in calo. Aumenta fiducia nel governo - Il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle mantengono la tendenza e registrano rispettivamente +0,5 e +1,1 per cento nell'ultima settimana. Il leader politico più apprezzato è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Crescono il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle. Cala ancora la Lega Nord. Secondo un sondaggio dell’Istituto Ixè di Roberto Weber, il partito del presidente del Consiglio Matteo Renzi si attesta al 34,7% (+0,5% in una settimana). Il M5S si consolida secondo partito, balzando al 24,2% (+1,1%) mentre la Lega Nord cala dal 14,9% al 14,6%. Se si votasse oggi, l’affluenza sarebbe al 60 per cento. (ilfattoquotidiano.it) Papa Francesco all’Onu: « Casa, lavoro, libertà e terra per tutti» Bergoglio, quinto pontefice nella storia, parla nella sede delle Nazioni Unite, accolto dal segretario generale Ban Ki-Moon. «Siate una famiglia unita», le sue prime parole
verifica una serie di condizioni e variabili tipiche degli ambienti di test, e solo alla verifica di condizioni multiple entra in azione. Di fatto il soware Volkswagen lavora come i programmi di rimappatura istantanea del motore che ormai diversi veicoli montano (modalità city, sport, ecc.), solo in automatico e abbassando prestanizzazione delle Nazioni Unite, a New York. Accolto all’arrivo dal Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-Moon e dalla moglie, dopo l’omaggio floreale di due bambini, figli di funzionari dell’Organizzazione caduti per servizio, è iniziato l’incontro privato con Ban, al 38esimo piano, nell’ufficio del Segretario. I bambini che hanno accolto il Papa sono Emile e Maxime Antoine Laberge, rispettivamente di sette e sei anni, canadesi, figli di un membro della missione di pace delle Nazioni Unite ad Haiti morto durante il terremoto del 2010. La visita alle Nazioni Unite è la terza «tappa» del viaggio papale negli Stati Uniti, dopo l’arrivo a Washington e il saluto con Obama alla Casa Bianca di mercoledì e il discorso al Congresso Usa, giovedì. L’ultima tappa sarà Philadelphia, al Meeting delle famiglie, dove l’attende anche un concerto di Aretha Franklin e Andrea Bocelli. (corriere.it)
Altre in breve: CINEMA: Gabriele Muccino: "In 'Padri e figlie' racconto la paura di amare". In sala dal 1 ottobre il film con Russel Crowe e Amanda Seyfried (ansa.it) – MODA: Milano Fashion week: i best look dalle sfilate della PE 2016 (vogue.it, link diretto: http://tinyurl.com/oelmqge)
Curiosità & Life Style
- Esclusione, iniquità, terra e libertà. Poi narcotraffico, nucleare, corruzione, l’Isis e i cristiani. C’è tutto nelle parole chiave del discorso (LEGGI qui - http://tinyurl.com/nmlferf - LA VERSIONE UFFICIALE) di Francesco all’Onu, quinto Pontefice a visitare il Palazzo di Vetro. Con dieci minuti di anticipo sull’orario previsto delle 8.30, il Papa è arrivato alla sede dell’Orga-
La libreria senza commessi, dove ognuno paga quello che vuole (ed è un successo) - Una libreria molto particolare ha aperto da qualche tempo a Nanjing, in Cina: non ci sono commessi, e gli avventori sono invitati a leggere i libri e poi pagare, decidendo loro quanto, quelli che scelgono di portarsi via. Appropriatamente, il negozio è stato battezzato “La Libreria degli Onesti”. Gli ideatori considerano la libreria una sorta di esperimento sociale, che mira a sensibilizzare i cittadini sull’importanza dell’onestà e della correttezza. (notizie.delmondo.info)
zioni e valori. Ad esempio, durante le verifiche alle auto viene applicato un connettore Obd, presente in quasi tutte le vetture contemporanee, che "dialoga" con la centralina e scarica nei computer i dati del veicolo in test. Il soware era in grado di riconoscere se l'auto ad esempio era sui rulli di prova a velocità zero, con l'Odb connesso e misurando questi dati assieme a parametri di marcia, decideva se intervenire o meno. Ed evidentemente ha funzionato a perfezione. Fino a poco tempo fa. La centralina caricava quindi una modalità "remap" che commutava la funzionalità del veicolo da "condizione normale" a test. E così i parametri risultavano molto più bassi di quelli in condizione di impiego reale. (t.t.) (repubblica.it/tecnologia)
La stampante 3D più grande del mondo - L'ha costruita un'azienda italiana leader nella stampa tridimensionale, per realizzare case a basso costo all'interno di un modello produttivo ecosostenibile.giorni. Alta 12 metri e con un diametro di 6, BigDelta è la stampante 3D più grande del mondo, pensata per realizzare case in argilla a basso costo. Il progetto è frutto dell'ingegno dell'azienda ravennate WASP ed è diventato realtà nei giorni scorsi, quando la tecnologia è stata inaugurata a Massa Lombarda (Ravenna) durante una tre giorni battezzata "La realtà del sogno". Bassi costi e consumi. Nel video in apertura potete apprezzare la gigantesca struttura attraverso le riprese aree realizzate da un piccolo drone. Nonostante la mole imponente, BigDelta è estremamente efficiente, in quanto assorbe solo 100 watt. L'idea di base è di impiegare la mega stampante per costruire abitazioni in tempi rapidi e con costi quasi nulli, grazie anche all'utilizzo di materiali "poveri" a chilometro zero, come ad esempio il fango. BigDelta potrebbe facilmente trovare applicazione nelle aree colpite da un disastro naturale, ma anche fornire supporto al crescente fabbisogno di alloggi a prezzi accessibili, che secondo le stime delle Nazioni Unite nei prossimi 15 anni sarà di 100mila unità abitative al giorno. (focus.it) Che cos'è il malware che ha colpito Apple. E come debellarlo Violato per la prima volta l'Apple Store, da un malware in grado di ottenere password e dati degli utenti. Ecco come mantenere al sicuro iPhone e iPad. Per la prima volta un virus ha colpito l'ecosistema Apple, finora mai violato: il 17 settembre 85 applicazioni presenti sull'Apple Store sono state infettate da un malware, un soware malevolo che, generando pop up e false richieste di informazioni, è in grado di ottenere password e dati sensibili degli utenti. Fra queste ci sono anche alcune app di grande diffusione, come Angry Birds 2 e WeChat, che in Cina (in apparenza il punto di diffusione del virus) ha oltre 500 milioni di utenti.
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I soldi non fanno la felicità, ma pagano l’affitto e questo non è poco S
iamo nati e cresciuti in una società che ci insegna che dobbiamo essere leoni, che non dobbiamo abbassare la testa davanti a nulla, che non dobbiamo arrenderci e dobbiamo lottare, che non possiamo fermarci, che dobbiamo andare avanti, che dobbiamo manifestare i nostri ideali e non dobbiamo mai negare le nostre opinioni, dobbiamo portarle avanti ed essere primi in tutto, sempre. Ed è così che in mezzo a queste regole ci fanno studiare, ci fanno diplomare, laureare e poi si contraddicono, negandoci quello che ci spetta di diritto. Ci chiudono la porta in faccia facendoci perdere la nostra identità, e non parlo, purtroppo, solo di quella professionale. Abbiamo poca esperienza, ne abbiamo troppa, non andiamo bene perché siamo troppo giovani o forse troppo vecchi, perché non siamo quello che cercano, perché “pretendiamo” che ci vengano pagati i contributi o uno stipendio che ci permetta di andare via da casa prima dei 30 anni. Quando non ci riusciamo proviamo anche a metterci in proprio, ma non veniamo agevolati, tutt’altro; veniamo massacrati da talmente tante tasse che per i primi anni sono poche le entrate e troppe le uscite. E davanti a tutto questo scempio, che definirlo tale pare riduttivo, non ci si può fermare, perché noi siamo i giovani leoni di un’Italia che si sta riprendendo dalla crisi – come no?! - manifestare il nostro sconforto è da deboli e i deboli in questa società non sono ben accetti.
Ci dicono che non dobbiamo smettere di combattere per i nostri sogni, e mentre affermano queste parole sono consapevoli che riuscirci è un’impresa, soprattutto dinnanzi ad una realtà priva di meritocrazia, composta da incompetenti che prendono il nostro posto perché figli dello zio, del nipote, dell’amico del pezzo grosso, contratti inesistenti, contributi non pagati, stipendi da fame e pensioni che chissà se e quando riusciremo ad arrivarci. Non dobbiamo rinunciare ai nostri sogni, ma è già tanto se riusciamo ad arrivare a fine mese, e alla classe politica, di questo dettaglio, non gliene può fregare di meno. Loro con i loro stipendi da 15/20 mila euro al mese, parlano di traguardi e sogni perché se lo possono permettere, inconsapevoli nel loro limbo, che quando si arranca per riuscire a pagare ogni spesa, i sogni vengono chiusi in un cassetto e la chiave buttata nel cesso. Esagero? Non penso. Affitto/mutuo, luce, gas, acqua, condominio, linea telefonica e internet, rata auto, posto auto - altrimenti mi tocca parcheggiare a Londra e prendere l'aereo per tornare a casa - assicurazione della stessa una volta all'anno, bollo. A gennaio il canone Rai - mortacci loro - rata mobili - sì, da qualche parte bisognerà pur sedersi e dormire - beni di prima necessità dallo spaz-
zolino da denti al cibo per nutrirsi. Quindi fai la spesa a tappe: la frutta la compri al mercato che costa meno, i detersivi da Risparmio Casa, la pasta nell'altro discount, quello che ha sempre sconti, così da per evitare di spendere 50,00 € per un sacchetto biodegradabile pieno di "niente". Una pizza ogni tanto la vuoi mangiare? Va bene anche un cinese - non in carne ed ossa - ma non è detto che si possa fare. Sky lo vogliamo? Aggiungiamo anche Sky per vedere Grey's Anatomy e X-Factor e pure qualche spesa imprevista, come quelle per sistemare il portone del palazzo che si è rotto proprio a fine mese, il veterinario per gli amici pelosi o magari un cavolo di mal di denti. Ok. Da ragazzina ero una sognatrice, una di quelle vere, molto più di oggi che, nonostante tutto, non riesco a smettere di fantasticare ad occhi aperti. Ero una di quelle che "i soldi non fanno la felicità", "due cuori e una capanna" etc. Ci credevo, sul serio! Crescendo, quella stessa capanna è stata abbattuta dalla società che mi vuole leonessa e ho capito che sì, la favoletta è pure carina, ma la realtà dei fatti, purtroppo, è n'altra roba. E ok, non dobbiamo rinunciare ai nostri sogni, dobbiamo combattere, i soldi non fanno la felicità e bla, bla, bla… Com’è anche
vero che i soldi non regalano la salute, ma senza un lavoro non hai stipendio e senza stipendio non hai il denaro utile per curarti in caso di malattia, e nemmeno quelli per pagare l'affitto o il parcheggio dell'auto per andare a fare una passeggiata in centro al sabato pomeriggio; quindi poi prendi la multa, imprechi, e dopo qualche mese Equitalia nella cassetta delle lettere. Smettiamola di farci prendere in giro, ma soprattutto mettiamo fine quest'ipocrisia spicciola che ci fa sentire in colpa ogni volta che desideriamo quella piccola serenità di cui ci hanno privato ma che ci spetta di diritto. Diciamo le cose come cavolo stanno: stiamo continuando a farci fottere il futuro, perché senza soldi spesso passa la voglia di realizzare i propri sogni. Il lavoro è dignità, il futuro è il diritto di ogni singolo. E ok, il denaro non farà la felicità, ma paga l’affitto e le bollette, alleggerendo realmente la vita ed i pensieri. E scusatemi, ma al giorno d'oggi questo non è poco.
Alessandra Crinzi www.crinzieacapo.com www.instagram.com/crinzieacapo www.facebook.com/alessandra.crinzi www.twitter.com/crinzieacapo
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A Pomezia l’alimentazione guarda al passato “Tutto esurito” alle convention del consulente nutrizionale pometino Flavio Leonori
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lavio Leonori a Pomezia è sicuramente un nome e un volto noto: insegnante di educazione fisica, allenatore di calcio, è stato per diversi anni impegnato in politica. È inoltre un commerciante, quindi sono poche le persone che non lo conoscono. Ma di sicuro molti ignorano la nuova vita di Leonori, che da qualche anno – dopo aver studiato le più moderne ricerche relative alla Genetica, all’Epigenetica, alla Nutrigenomica, all’Evoluzione dell’Uomo, alla Biologia Molecolare e allo Sviluppo delle malattie – è diventato consulente nutrizionale, oltre che personal trainer, e si dedica completamente al benessere corporeo attraverso l’alimentazione, il movimento e il controllo dello stress. I risultati, testati innanzi tutto su sé stesso, sono stati riscontrati rapidamente dalle numerose persone che hanno sposato lo stile di vita proposto da Leonori, che spiega le sue teorie attraverso convegni in tutta Italia. Recentemente si sono svolti due appuntamenti proprio a Pomezia, che hanno visto il pienone. Ci spiega in cosa consiste la sua teoria e come mai ha dato questa svolta alla sua vita? “Quando ho compiuto 50 anni mi sono dovuto rendere conto di avere diversi disturbi fisici ed ho deciso di prendermi cura di me stesso in maniera diversa, più approfondita e più consapevole. Non mi volevo più accontentare di prendere farmaci per curare il sintomo, volevo arrivare alla causa dei miei malesseri per sconfiggerli o quantomeno, laddove non possibile, rallentarli. Mi sono quindi rimesso a studiare: ovviamente l’approccio è stato molto diverso rispetto a quando frequentavo l’università, grazie alle nuove tecnologie che permettono una più ampia conoscenza e un approfondimento prima impensabile. Attraverso questi studi, ho capito l’importanza fondamentale dell’alimentazione. Tutto lo sport che avevo sempre fatto era comunque un qualcosa di incompleto se non unito ad una corretta alimentazione che non è quella che avevo sempre creduto “giusta”. Credevo di mangiare in modo sano e invece sbagliavo”. Che vuol dire? “Ho scoperto che i carboidrati, così come li consumiamo abitualmente, sono dannosi, perché si trasformano in zuccheri che creano dipendenza. Consultandomi con luminari dell’alimentazione e studiando a fondo i vari tipi, ho unito – calibrandoli in modo ottimale - il meglio dei fondamenti della Dieta Mediterranea, della Paleodieta, della Dieta Vegetariana, della Dieta a Zona e della Paleozona, componendo dei menù, che ovviamente sono personalizzati a seconda del soggetto a cui si rivolgono, attraverso i quali l’intero organismo si disintossica e si depura, perdendo non solo tossine, ma anche peso intaccando solo la parte grassa e non la massa magra. Con questo regime alimentare che non voglio definire dieta perché è uno stile di vita e non una punizione, si riesce a guarire
anche dalle infiammazioni, da molte malattie della pelle e dell’organismo, semplicemente perché il nostro corpo si riappropria delle funzioni per le quali è stato creato. Dopo circa 15 giorni di questa alimentazione i miei disturbi hanno iniziato a scomparire e ora non so più cosa sia l’acidità di stomaco, il mal di testa o un raffreddore e non prendo più farmaci. La stessa cosa è accaduta agli amici e ai parenti che hanno seguito il mio esempio. Per questo ho deciso di diffondere tutto ciò”. Il cibo come cura, quindi? “Assolutamente sì, anche se per stare in perfetta forma dobbiamo comunque unire almeno un po’ di attività fisica”. L’alimentazione di cui lei parla si basa sulla dieta mediterranea? “No, è totalmente diversa, perché questa tanto decantata dieta si basa principalmente sui carboidrati, limitando le proteine. Le percentuali dei macronutrienti sono le stesse dei “papponi” che vengono dati agli animali all’ingrasso negli allevamenti intensivi. Per cui è quasi impossibile non ingrassare e non sviluppare infiammazioni seguendo alla lettera questo tipo di dieta”. Ma è quella che consiglia sia il nostro Ministero della Salute che l’OMS… “Certo, perché è quella che fa comodo alle multinazionali del farmaco, dove girano milioni di miliardi di euro ogni anno. Non dicono che per evitare l’insorgere di molte malattie basterebbe riequilibrare il rapporto tra i macronutrienti, portandoli a un terzo di carboidrati, ovvero di zuccheri, invece del 65%, un terzo di proteine invece del 15% e un terzo di grassi invece del 20%”. Un terzo di grassi? Ma non sono proprio quelli che fanno male, oltre che ingrassare? “Quello che fa ingrassare è l’esagerazione, senza contare che il nostro corpo non è fatto per avere come carburante gli zuccheri, che sono appunto prodotti dai carboidrati. E gli zuccheri in più vengono accumulati sotto forma di trigliceridi. I cibi grassi vengono digeriti molto più lentamente e danno un senso di sazietà più lungo, mentre con gli zuccheri l’appetito torna già dopo due o tre ore, costringendo nuovamente a mangiare.
Il carico glicemico è fondamentale nella composizione di una dieta”. Qual è lo sbaglio più comune? “Per assurdo l’evoluzione. Faccio un esempio: l’agricoltura è stata scoperta solo 12 mila anni fa, solo da allora l’uomo ha iniziato a mangiare cereali e legumi, mentre nei due milioni di anni precedenti l’uomo, cacciatore e raccoglitore si era nutrito di carne, pesce, uova, bacche, frutta e verdura spontanee. L’uomo non ha ancora avuto il tempo per adeguarsi geneticamente al cambiamento di alimentazione dovuto all’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento, senza contare che fino a un centinaio di anni fa si mangiava un terzo di quanto si mangia oggi – e i cibi erano sani - e ci si muoveva il triplo, compensando così lo squilibrio che adesso è invece evidente. Serve quindi maggiore informazione e maggiore consapevolezza nell’alimentarsi”. Ci può dare qualche consiglio generale? “Dobbiamo innanzi tutto liberarci dalla schiavitù dello zucchero, che è una sorta di droga che condiziona la nostra insulina. Per farlo bisognerebbe abituarsi ad una colazione salata anziché dolce e questo forse è il punto più “difficile” rispetto alle abitudini di noi italiani, ma che si supera facilmente già dopo pochi giorni abituandosi ai nuovi sapori e scoprendo nuovi abbinamenti. Bisogna poi eliminare o diminuire quei cibi che non potrebbero essere consumati crudi in natura”. Ovvero? “Mangiare carne, pesce o uova crude non fa male, mangiare il grano o i legumi crudi sì”. Un’alimentazione quindi diversa rispetto a quella a cui siamo abituati da sempre, ma anche gli altri pasti vedono cambiamenti rispetto alle tradizioni tricolori: la pasta, infatti, diventa quasi un ricordo, da mangiare solo ogni tanto. “All’inizio può sembrare un sacrificio, ma il fisico si sente subito meglio e, dopo un po’ di tempo, ci si abitua talmente bene a questo nuovo tipo di dieta che riprendere le vecchie abitudini è davvero difficile”.
Arianna Azzurra Achille
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L’acqua e la vita
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ome promesso lo scorso mese, in questo numero parliamo di acqua!
L’arrivo di un bimbo è un momento della vita in cui la femminilità scoppia in tutta la sua prorompente bellezza e complessità, il momento in cui il corpo di una donna cambia insieme alla sua anima, un momento in cui diventa fondamentale trovare un nuovo equilibrio con sé stesse e con la nuova condizione di mamma. L’acqua aiuta a conciliare la nuova immagine corporea con la nuova condizione psicologica, associando i benefici effetti di un’attività fisica atraumatica, con quelli rilassanti di un massaggio continuo, riportando la mente al concetto più basilare ed ancestrale di nascita e vita. Il grande miracolo del corpo femminile è proprio la sua capacità di procreare e questa consapevolezza viene amplificata dall’acqua, elemento al femminile per eccellenza al punto da essere definita “la grande madre”. Molte donne traggono benefici dal travagliare in acqua riuscendo a gestire meglio sia la componente dolorosa che le pause tra le varie contrazioni. L’acqua calda o tiepida infatti rilassa i muscoli, facilita il rilascio di endorfine che proteggono dal dolore e diminuisce il peso corporeo. Grazie al rapporto bioenergetico con l’acqua, la gestante entra in contatto con la propria parte interiore, riuscendo ad arrivare allo stato di raccoglimento richiesto dal travaglio. Corpo, psiche e anima sono in equilibrio inducendo la produzione di altre endorfine e di ormoni che, nel rispetto dei ritmi fisiologici, fanno progredire il travaglio. L’immersione in acqua inoltre aumenta la privacy riducendo le manovre inopportune, come per esempio le eccessive esplorazioni vaginali.. La vasca quindi dovrebbe essere comoda (almeno 600 litri) e permettere alla futura mamma di cambiare agevolmente posizione, di entrare, di uscire e di poter essere massaggiata sulla schiena. La leggerezza indotta dall’acqua spinge a cam-
biare posizione e quindi a prendere confidenza con le possibili posizioni della fase espulsiva e ad assumere così un ruolo attivo. Se tuttavia non disponete di una vasca tanto comoda può bastare anche un getto d’acqua calda diretta sul punto più dolente. A 37° l’acqua aiuta a percepire meno il dolore della contrazione un po’ per il continuo massaggio che esercita sul corpo ed un po’ per gli stimoli cerebrali che invia. In questo modo le vie nervose s’ingorgano ed essendo troppo impegnate a trasmettere gli stimoli positivi trasmettono più lentamente quelli negativi con effetto che il dolore viene percepito meno. A tutto questo si aggiunge anche il fatto che l’acqua calda oltre ad aumentare la produzione di endorfine riduce anche quella catecolamine generate dalla paura e dallo stress. Le fibre muscolari si distendono più facilmente e quindi si riducono i tempi di dilatazione e fase espulsiva. L’episiotomia non è quasi mai necessaria. Forse proprio per tutti questi motivi, vale la pena di sottolineare che l’acquaticità durante tutta la gravidanza e non solo in travaglio si rivela molto utile. E’ un metodo per rimanere in forma adattandosi ai cambiamenti progressivi del corpo e abbassando i livelli di stress fisico e mentale. È provato ormai che un lieve esercizio fisico aiuta il corpo a prepararsi al parto, velocizza il recupero psico-fisico dopo la nascita del bambino e allevia i dolori e i fastidi legati alla gravidanza come nausea, dolori articolari, mal di schiena, gonfiore agli arti e insonnia. Per allenarsi in acqua non serve saper nuotare e frequentare altre mamme è utile per confrontarsi e ridimensionare alcune ansie. In acqua non si hanno problemi di peso e le articolazioni che in genere sono ammorbidite dalla produzione di relaxina e tendono a far male, non vengono sollecitate come a terra, ma anzi sono alleggerite e possono “riposare”. In acqua quindi è più facile prendere confi-
denza con il proprio corpo e con le posizioni del travaglio perché ci si sente più agili ed elastiche. Facendo esercizio in acqua si bruciano più calorie rispetto al lavoro a terra anche se il tutto è più dolce e piacevole e quindi l’acquaticità può essere un buon modo per mantenere sotto controllo il peso. L’immersione aiuta anche il ritorno venoso e aumenta di conseguenza la diuresi per il suo effetto idrostatico e questo non è da sottovalutare se si pensa agli edemi declivi che si formano in conseguenza dal peso che l’utero gravidico esercita sulla vena cava inferiore soprattutto nell’ultimo trimestre. L’acquaticità in gravidanza , con o senza musica che segni il tempo, non ha lo scopo di tonificare i muscoli, ma quello di rilassare, e per questo è perfetta l’acqua ad una temperatura tra i 28° e i 31°, e di migliorare la funzionalità dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio. Inoltre inducendo la produzione di endorfine ne accumula una scorta per il travaglio riducendo la percentuale di ricorsi all’epidurale. Insomma l’acqua sembra essere davvero una preziosa alleata della gravidanza e del parto. Dalla XII settimana di gestazione si può cominciare ad entrare in acqua e, se si desidera, si può rimanere a “mollo” fino a dopo il parto. E’ un’esperienza piacevole durante tutta la gravidanza: può considerarsi una sorta di corso di accompagnamento al parto alternativo, visto che di acquaticità in gravidanza se ne occupano comunque le ostetriche, che al tempo stesso fa bene al corpo e alla mente e offre occasione di confronto e chiacchiere con altre mamme. Può trasformarsi in un’esperienza intensa se si decide di travagliare nella vasca e unica se si arriva a dare alla luce il proprio bimbo avvolti dall’abbraccio caldo della “Grande Madre”.
Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
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L'Avvocato risponde La consulenza legale per il lettori del Corriere della Città
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purtroppo, con il mio stipendio, non sono in grado di pagare l’assegno di mantenimento per mio figlio che vive con la madre. La mia ex moglie ha un lavoro e quindi un proprio reddito. A questo punto ciò che domando è se, non essendo in grado di provvedere al mantenimento di mio figlio, la mia ex moglie possa legittimamente reclamare il pagamento dell’assegno di mantenimento ai nonni paterni.
a questo numero una nuova rubrica arricchirà le pagine del Corriere: “Parlatene al legale”, curata dall'Avv. Antonio Aquino, che prenderà spunto dai quesiti legali posti dai lettori nelle materie di loro interesse. A tal fine, pur nella consapevolezza che ogni problema giuridico ha caratteristiche peculiari, le pubblicazioni non dovranno ritenersi pareri specifici ai casi concreti prospettati, ma solo considerazioni di interesse della generalità dei cittadini. “Vorrei ringraziare – ha commentato l’Avvocato Aquino nel presentare questo nuovo servizio la redazione del giornale per avermi sollecitato nella realizzazione di questa rubrica, nonché i miei colleghi di studio (Laura Grana, Alessandra Pardo e Giuseppe Sessa) che collaboreranno alla concretizzazione del progetto editoriale. Infine un ringraziamento anticipato a tutti i cittadini che vorranno contribuire segnalando direttamente alla redazione problematiche sulle quali si potrà dare un commento”. “L'AVVOCATO E' UN GRANDE AVVOCATO QUANDO E' UTILE AL GIUDICE PER FARLO DECIDERE SECONDO GIUSTIZIA ED E' UTILE AL PROPRIO CLIENTE PER FAR VALERE LE SUE RAGIONI" P. Calamandrei. Sono un inquilino in affitto in un condominio costituito da 18 unità immobiliari. Da due mesi circa nel nostro garage si verificano, tutte le volte che piove, delle infiltrazioni di acqua dal soffitto e dalle pareti. Di detto inconveniente ho immediatamente informato sia l’amministratore, sia il proprietario, ma ad oggi nulla è stato fatto. Anzi, l’amministratore mi ha detto che per ovviare con celerità al problema sarebbe opportuno che io vi provveda a mie spese. Premetto che all’interno del garage ho l’automobile, degli strumenti ed altro materiale. Cosa devo fare?
Quanto alla questione prospettata sarebbe opportuno per lei denunciare la sussistenza delle infiltrazioni e i danni che queste provocano mediante l’invio al proprio locatore di una raccomandata. Infatti, secondo quanto disposto dall’art. 1575 del Codice civile, spetta al locatore, e non al condominio, mantenere la cosa locata in stato da servire all’uso convenuto, salvo il risarcimento dei danni. Sarà poi dovere del locatore agire giudizialmente contro il condominio, nel caso in cui le infiltrazioni siano dovute a cause di natura condominiale. Per il conduttore vale la norma dell’art. 1577 Cod. civ, secondo cui “quando la cosa locata abbisogna di riparazioni che sono a carico del conduttore, questi è tenuto a darne avviso al locatore. Se si tratta di riparazioni urgenti, il conduttore può eseguirle direttamente, salvo
rimborso, purché ne dia contemporaneamente avviso al locatore”. Con riguardo al risarcimento dei danni la Suprema Corte ha precisato che in materia di danni generati dalla struttura originaria della cosa locata, poiché sul proprietario locatore incombe l’obbligo, imposto dall’art. 1575 c.c., di consegnare al conduttore la cosa locata in buono stato di manutenzione e di conservarla in condizioni che la rendano idonea all’uso convenuto, sullo stesso grava una presunzione di responsabilità. Tale presunzione di responsabilità può essere superata soltanto mediante la prova da parte del locatore dell’imputabilità dell’evento dannoso al caso fortuito e/o al fatto illecito del terzo (Cass. Civ. n° 10389/05). ° °°° ° °°° ° Sono divorziato e
L’articolo 148 del Codice civile afferma che “quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, gli altri ascendenti legittimi o naturali, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire ai genitori i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli”. Quanto sopra sta a significare che il diritto di chiedere ai nonni un contributo per il mantenimento sussiste solo ove i genitori si trovino in stato di bisogno. Lo stato di bisogno, però, va valutato con riguardo a tutto il nucleo famigliare cui i nipoti fanno parte. Quindi nel nostro caso non solo il padre, ma anche la madre. Ne consegue, che stante le difficoltà economiche del padre, solamente se i redditi della madre non sono a loro volta sufficienti a provvedere al mantenimento dei figli, si può ricorrere all’aiuto economico dei nonni. In proposito, tuttavia, deve farsi una specificazione. Infatti, la legge non dice che quando a non avere mezzi sufficienti al mantenimento è il padre allora ad intervenire devono essere i nonni paterni o quelli materni quando ad essere in difficoltà è la madre. Al contrario la legge prevede una solidarietà di tutti i nonni a prescindere da quale sia il genitore in difficoltà. In definitiva, tutti i nonni, una volta dimostrata l’insufficienza dei mezzi dei genitori, complessivamente considerati, devono intervenire per prestare il loro aiuto economico. Naturalmente, in ogni caso, solamente se a loro volta essi ne abbiano i mezzi.
Avv. Antonio Aquino
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Il valore dell’onesta: il caso Volkswagen Essere onesti è una forma d’intelligenza e di forza e non di debolezza
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La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che essere onesti sia inutile…..” Alla luce degli ultimi eventi è ormai assodato che la Volkswagen ha manipolato i dati per superare i rigidi controlli in Usa ed in Europa. Vogliamo però soffermarci sulle immediate reazioni? Il capo azienda si è dimesso dopo essersi scusato (anche se con ben 60.000.000 sessantamilioni di super liquidazione). Qui in Italia abbiamo assistito a moltissimi scandali, ma quando mai qualcuno si è dimesso ed ha chiesto scusa? Domandare scusa e dichiarare la propria colpa è un segno di umiltà e di maturità. Oggi più che mai si avverte la necessità di una rivoluzione culturale che ponga l’onestà come valore centrale. La cronaca quotidiana ci parla sistematicamente di storie di ordinaria disonestà ad ogni livello. Essere onesti è un grande valore che ci aiuta a trovare equilibrio con se stessi; lealtà, rettitudine, sincerità sono qualità umane che contraddistinguono chi vuole comportarsi in modo corretto e trasparente in base a principi morali ritenuti universalmente validi. L’onestà individuale porta inevitabilmente a creare un meccanismo dove chi viene in contatto con noi, spontaneamente sente di porci fiducia, creando i presupposti di intesa reciproca non solo nel lavoro, in famiglia, negli affari, ma anche nel rapporto di coppia. Purtroppo oggi ci troviamo ad assistere a fatti banalmente disonesti o, meglio, gravemente disonesti. Bisogna riconoscere l’importanza che bisogna educarsi ad essere onesti. Questo compito non può essere solo relegato alla scuola o alle istituzioni ma soprattutto alle famiglie, sin da quando si è bambini. Insegnare l’onestà rende più unite le persone, altrimenti ci si sgretola favorendo l’individualismo e l’isolamento. Essere onesti ci fa sentire più forti, ci fa avere più fiducia in noi stessi. Conoscere una persona che cerca di attenersi ai suoi valori, agli ideali della sua vita, dovrebbe essere degna di ammirazione, mentre invece si
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Numero 10 Anno 7 OTTOBRE 2015 EDITORE: La Città
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viene considerati degli ingenui e sprovveduti, quasi inadeguati a vivere in questa società facendoti sentire un perdente. I disonesti si ritengono più bravi solo perché sanno meglio mascherarsi, costruirsi false verità e inventare scuse e giustificazioni per salvare in qualche modo la faccia senza provare minimamente neppure il sentimento della vergogna. Cominciamo col chiederci come mai da un pò di tempo a questa parte è venuta meno l’attitudine ad essere onesti, cortesi, ad applicare le buone maniere. Perché molti pensano di poter gestire i loro comportamenti con gli altri con disonestà? Sarebbe troppo semplice dire che si tratta solo di maleducazione. Invece una spiegazione più profonda potrebbe suggerire un’altra chiave di lettura di quest’atteggiamento, ovvero che l’uomo in quanto individuo non accetta che altri possano, in qualche modo, ostacolare i suoi bisogni e quindi cercano attraverso la forza e la disonestà di prevaricare sugli altri. Quindi per uscire fuori da questo tunnel dobbiamo pensare che la nostra natura è connessa e legata con le altre persone, altrimenti è ovvio che io mi sento in diritto di far prevalere la mia individualità contro gli altri. Alcuni credono che per avere successo nella vita ci si deve mostrare invulnerabili e onnipotenti, essere duri e non provare compassione per nessuno, non fidarsi mai degli altri e con-
tare solo su di sé. Ma così facendo si diventa individualisti ed egoisti e ciò si manifesta con la mancanza di solidarietà verso gli altri. Noi tutti abbiamo bisogno di ritrovarci in un clima di fiducia dove mettersi al servizio degli altri dia un senso alla nostra vita per sentirsi davvero felici. Infatti, quando siamo felici, ci sentiamo all’improvviso pieni, non ci manca niente, all’improvviso svaniscono tutti i problemi. Non esiste una strada unica che ci porta verso la felicità, ma ognuno deve cercare la propria, abbandonandosi talvolta anche al caso, ricordandoci che ci si deve impegnare per vivere pienamente ogni istante di serenità, perché sebbene la felicità non dipenda esclusivamente da noi, spetta a ognuno scegliere come affrontare le gioie e i dolori che la vita ci riserva. Spesso chi predica la moralità e l’onestà è lui per primo a non praticarla, mentre chi si comporta onestamente non ha bisogno di sbandierarlo a chicchesia, ma applica questa virtù in maniera umile e silenziosa, favorendo la conoscenza di persone altrettanto oneste con cui si prova piacere a frequentarsi poiché coerenti con la nostra natura di persone umili e gentili. “ La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che essere onesti sia inutile…..” Antonio GUIDO (dirguido@libero.it) Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale
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STAMPA: Tipografia Graffietti Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009