Il Corriere della Città - Settembre 2017

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Corriere Città

libertà - informazio il politica - sport - cro Il Corriere della Città www.ilcorrieredellacitta.com

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Anno 9 Numero 8

SETTEMBRE 2017

libertà informazione politica cronaca cultura sport

Benventuti all’Ecomostro Resort “Viaggio” all’interno della struttura di Torvaianica

Ecco cosa c’è all’interno

Nell’Hotel un covo di ‘abusivi’

“Fatti più in là”: spiagge libere... che non lo sono?

Pag. 10

Terremoto del centro Italia un anno dopo. Ricordiamo le ‘nostre’ vittime

Pag.4

ANCORA VANDALI NELLE SCUOLE DI ARDEA. E IL SINDACO PERDE LA PAZIENZA

VERGOGNATEVI!

Pag.29

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SETTEMBRE 2017 NUMERO 9

www.ilcorrieredellacitta.com Pomezia, parcheggi a pagamento: flop degli abbonamenti

Alla scoperta della Via Pag. 26 Francigena

Lo sport a Pomezia è ancora Pag.16 in ritardo SOCIETA’ ANCORA SENZA CAMPI Pag. 37

CIRCO NERO Polemiche sui costi...........................................P.11 ARDEA Assistenza bambini disabili, confronto aperto..............................................P.18 Il punto sulle scuole........................................P.22 TORVAIANICA Io, aggredita in Via Danimarca.......................P.24

We Volley Pomezia, è caccia al titolo Pag. 38


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Il Corriere della Città

EDITORIALE

Settembre 2017

Terremoto del centro Italia un anno dopo: ricordiamo le ‘nostre’ vittime

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cuginetti Elisa Cafini e Gabriele Pratesi, le nonne Irma Rendina e Rita Colaceci, la 15enne Arianna Masciarelli, i coniugi Andrea Cossu, Wilma Piciacchi, Paolo dell’Otto, Federico Ascani e sua moglie Giuliana Cellini, i coniugi Egidio Valentini e Pasquetta Gianni. E poi ancora Alba Pazienti, papà Ezio Tulli con i figli Leonardo e Ludovica, Fabio Graziani e sua moglie Aurelia Daogaru, Riccardo Jeri, Paola Rascelli e il marito Fabrizio Trabalza e la coppia di fidanzati Federica Corsaro. Sono le vittime che Pomezia, Ardea, Ostia, Anzio e Nettuno hanno pagato per il terremoto che ha sconvolto il centro Italia. A un anno di distanza dalla prima scossa, la redazione de Il Corriere della Città vuole ricordare loro e tutte le persone che sono rimaste sepolte dalle macerie del terribile terremoto che ha sconvolto l’Italia centrale. Un anno dopo la situazione dei paesi colpiti è ancora drammatica, con migliaia di sfollati ed economie in ginocchio. Preghiamo per chi ha perso la vita, quindi, ma anche per chi in vita c’è ancora: preghiamo che lo Stato la smetta di fare proclami e promesse che non vengono mantenute e rispettatate nei tempi e nei modi. Preghiamo che i nostri governanti non perdano più tempo e non permettano piàù le “procedure” del passato. Lo meritano i nostri morti e i nostri vivi.

Le vittime che Pomezia, Ardea, Ostia, Anzio e Nettuno hanno pagato per il terremoto che ha sconvolto il centro Italia

La realtà aumentata de Il Corriere della Città

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SPECIALE INVISIBILI

Il Corriere della Città Settembre 2017

L’Ecomostro di Piazza Ungheria po

Viaggio dentro il ‘famoso’ albergo di Torvaianica: sporcizia

F

inora ci eravamo occupati, più volte, dell’ormai famoso “hotel bridge”, il ponte sul lungomare delle Sirene che nasconde il rifugio di una decina di senzatetto. Persone innocue e “invisibili”, così come le avevamo soprannominate nella nostra prima inchiesta, effettuata nel 2011: perlopiù stranieri non solo senza casa, ma anche – ormai – senza identità, che vivevano (e ancora vivono) a Torvaianica estate e inverno. Stavolta, invece, ci occupiamo di un hotel più lussuoso, l’ “Ecomostro resort”. Già, proprio quell’ecomostro – nome dato alla struttura di piazza Ungheria anche dall’amministrazione comunale di Pomezia. L’ex albergo “Biagio”, dal nome del suo fondatore, di cui finora si è parlato principalmente per la sua bruttezza, che fa da orribile biglietto da visita per Torvaianica, e – meno insistentemente, per la possibile pericolosità che rappresenta. Proprio su queste pagine, circa due anni fa, avevamo segnalato la presenza di alcuni ragazzini che – incuranti del pericolo che stavano correndo – erano saliti sul tetto della struttura. Ma quello che vogliamo documentare questa volta è ben altro. È qualcosa che molti – per non dire tutti (e per tutti intendiamo l’amministrazione comunale, la polizia locale, i carabinieri e tanti altri) – sanno perfettamente: la struttura non è affatto abbandonata, ma abitata. Da mesi, almeno da maggio, ci vivono una ventina – a volte di più, a volte di meno – di stranieri: persone che vanno e vengono nel degrado e nella sporcizia più totale. Per non parlare del tanfo. Lo possiamo dire con cognizione di causa, perché noi lì dentro ci siamo stati, come dimostrano le foto e i video che abbiamo girato nel corso del nostro reportage. Entrare nella struttura è semplicissimo: c’è

un varco proprio dal lato della strada principale, a pochi metri dalla rotonda. Dopo infinite segnalazioni da parte di cittadini e commercianti, qualche giorno prima di Ferragosto il varco è stato chiuso dagli agenti della polizia locale con del nastro bianco e rosso. Ovviamente il “sigillo” è durato poco meno di un’ora. Il viavai di stranieri che entrano ed escono dalla struttura è continuo, anche se ci sono gli orari di punta, neanche fossimo sulla Pontina: verso le 8:30 la mattina di assiste all’uscita in massa, mentre verso le 19:00 al rientro. Poi dopo cena, intorno alle 21:00, tutti di nuovo fuori, per rientrare a notte fonda. Ma ci sono anche i fuori orario, con persone che transitano nell’arco dell’intera giornata. Non c’è mai un momento in cui si è sicuri che all’interno non ci sia nessuno. Anche nel corso delle nostre “incursioni” abbiamo sempre trovato qualcuno, e siamo stati costretti a fuggire prima che ci venisse, nella migliore delle ipotesi – tolta dalle mani l’attrezzatura da lavoro, ovvero i cellulari con cui abbiamo fatto foto e video. Prima di entrare abbiamo fatto diversi giorni di appostamenti, per capire quanta gente viva lì dentro. Una volta siamo stati “beccati” da un uomo che si è accorto che stavamo tenendo sotto controllo l’entrata. Invece di entrare si è fermato all’angolo del bar che si trova dall’altro lato della rotonda e ci osservava. Lo abbiamo detto agli agenti della polizia locale, che vedendo il nastro rotto hanno provveduto a riposizionarlo, stavolta più fitto. Durata del lavoro degli agenti: 5 minuti. Durata del “sigillo” prima di essere di nuovo infranto: 15 minuti. Visto che ormai era nuovamente aperto, qualche giorno dopo anche noi, era il 16 agosto, abbiamo deciso di varcare la soglia. Entrando nella struttura veniamo inve-

Ecco cosa abbiamo trovato dentro la struttura

stiti da un terribile tanfo di urina e di escrementi fecali. E non solo di quelli che fanno gli “abitanti” dell’Ecomostro resort. Infatti ogni giorno più di qualcuno – turisti? residenti? – ha preso l’abitudine di utilizzare la parte interna del portico come bagno d’emergenza: si entra, si fa pipì nella poca erba rimasta tra calcinacci e rifiuti, oppure si defeca in una delle stanze interne e si riesce nell’arco di due minuti. Alla faccia dell’igiene. E dell’aria salubre e profuInquadra il tablet mata di mare. con l’App Aurasma e (continua)

guarda cosa si nasconde all’interno dell’Hotel “Biagio”

Scarica l’App (istruzioni a pag. 4)


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SPECIALE INVISIBILI

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opolato da un mondo di abusivi

a, puzza insopportabile e un via vai continuo di “invisibili” Un odore pestilenziale avvolge la struttura. Non solo urina...

Tutti conoscono la situazione, perché allora nessuno interviene? (segue) Cercando di non fare caso alla puzza – che davvero stordisce, almeno fino a quando non ci si abitua - e di non fare nessun rumore percorriamo in lungo e largo il piano terra. Ci sono diverse sale ampie, piene di resti di cantiere, qualche bottiglia vuota e rifiuti di ogni genere. Esplorando il piano terra arriviamo fino a una rampa di scale nascosta dietro un muro. Saliamo al primo piano. Qui in due grosse stanze si ripete lo scenario di devastazione visto di sotto, ma in maniera molto peggiore. In due sale a terra ci sono “tappeti” di bottiglie, tra le quali si vedono resti di escrementi. Centinaia di bottiglie vuote. E centinaia di “cacche”, passateci il termine, ma queste sono. Ma c’è anche altro: in una stanza un po’più piccola vediamo, attraverso il vano di ingresso (ovviamente non ci sono porte) una sorta di giaciglio. Guardando meglio ci accorgiamo che sono due. Coraggiosamente facciamo un passo avanti per sbirciare cosa ci sia all’interno dell’intera stanza. Proprio in quel momento un fragoroso russare ci fa saltare in aria dallo spavento. Il rumore viene da quel locale, ma restando sul ciglio non riusciamo a vedere nessuno. Ancora un passo, e spuntano dei piedi e delle gambe alla nostra destra: un uomo sdraiato in un vecchio materasso (e sono quindi già tre nella stessa stanza)

L’hotel abbandonato è diventato un letamaio

sta dormendo della grossa. Ci voltiamo leggermente, sempre in silenzio, e ci accorgiamo che dal lato opposto della camera un altro uomo è seduto di spalle rispetto a noi. Per fortuna non ci ha sentiti. Di fronte a lui un tavolo con qualcosa sopra. Ma in quell’istante il russare cambia tono: l’uomo che dormiva si è svegliato e noi, un attimo prima di essere scoperti, riusciamo a fuggire. I due non fanno in tempo a vederci, a capire chi siamo: potremmo essere degli innocui ragazzini venuti a dare fastidio. Certo non poliziotti, altrimenti non saremmo fuggiti. Poi, da fuori, osserviamo cosa succede. Nessuno esce, quindi i due sono tranquilli. Ma noi non tanto, perciò decidiamo di andarcene e di ritornare qualche giorno dopo.

La seconda ‘incursione’ Domenica 20 agosto siamo tornati in piazza Ungheria. A Torvaianica c’era la sagra degli spaghetti con le telline: stand gastronomici erano posizionati davanti all’Ecomostro Resort, ma l’entrata per gli occupanti abusivi è stata lasciata

libera: un largo spazio tra un banchetto e l’altro consentiva infatti un agevole passaggio degli “invisibili”. E pure il nostro. Siamo entrati verso le 18:00, sperando che a quell’ora gli occupanti fossero ancora fuori. Una volta dentro, la stessa puzza e la stessa desolazione di quattro giorni prima ci ha accolti. Una bicicletta – nuovissima – era parcheggiata accanto al muro vicino alle scale, segno che qualcuno era dentro l’edificio. Armandoci di coraggio e incoscienza siamo saliti al primo piano: qui gli escrementi erano aumentati, così come le bottiglie ormai vuote. Girando a destra rispetto alle scale, quindi verso la grande stanza dove qualche giorno prima c’erano persone che dormivano o mangiavano, abbiamo sentito delle voci parlare in una lingua sconosciuta: erano presenti almeno tre uomini. Entrare in quella stanza non ci è sembrata una buona idea, quindi, sempre in assoluto silenzio, abbiamo proseguito sulle scale, salendo al secondo piano. (continua a p.8)


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SPECIALE INVISIBILI

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“commercio da spiaggia”. Come vivono, allora, queste persone? Quello che abbiamo notato è che la sera, dopo cena, molti di loro – soprattutto i più giovani - escono da qui “in tiro”, capelli gelatinati e maglietta diversa rispetto a quando erano rientrati qualche ora prima. Poi tornano a notte fonda, come fanno tanti giovani dalla vita più normale. La nostra

rotti, quadri elettrici che non si capisce se trasportino o no la corrente, finestre e porte smontate, oltre a tutto quello che abbiamo raccontato in precedenza). E poi ci sono “loro”. Scendendo sentiamo di nuovo le voci di queste persone. Dagli appostamenti fatti nei giorni precedenti ci siamo

All’interno vivono almeno 15 ‘invisibili’. Cosa fanno? Come sopravvivono? Svolgono attività lecite o no?

(segue da pag.7) Qui la scena che si presentava ai nostri occhi ricalcava quella dei due piani sottostanti, anche se le stanze erano meno sporche e molto più luminose. Anche qui muri imbrattati di scritte non sempre “gentili”. Dopo aver esplorato il salone più grande siamo andati in quella che anche in questo piano è stata scelta come “camera da letto”: giacigli stropicciati e sporchi a terra, tracce evidenti di vita vissuta, magari non proprio nel modo in cui farebbe la maggior parte di noi. Nelle altre stanze troviamo ancora bottiglie, stavolta poche, abiti e scarpe ammonticchiati in diversi punti. Qui la puzza non si sente: non sappiamo se è perché ormai il nostro olfatto si è abituato e non percepisce più il caratteristico tanfo di questo luogo o se perché effettivamente questo piano è meglio tenuto rispetto agli altri. Terminato il tour del secondo piano, dove in questo momento non ci sono ospiti, saliamo ancora, fino al terrazzo. Non siamo di certo i primi a farlo: anche qui scritte e segni di presenze si notano ovunque. Il panorama è bello, non c’è che dire: guardando fuori si può vedere il mare e un tramonto spettacolare. Peccato che, tornando con lo sguardo accorti che sono circa una quindiverso l’interno, ciò che si ha di fronte toglie cina, di età compresa tra gli tutta la poesia del momento e fa tornare alla apparenti 18 anni fino a realtà: un posto sporchissimo, pericocirca 60 anni. Cosa Inquadra il tablet lante e pericoloso (ci sono ascensori fanno per vivere?

Escrementi e (resti di) indumenti sparsi ovunque

Il giro turistico prosegue...

con l’App Aurasma e guarda cosa si nasconde all’interno dell’Hotel “Biagio”

Chi sono? Da dove vengono? Le attività che svolgono sono lecite o no? All’interno della struttura non abScarica l’App (istruzioni a pag. 4) biamo visto merce che faccia pensare a venditori ambulanti. Certo, potrebbero averla messa da qualche altra parte, lontano da qui, ma sembra strano. I venditori abusivi che lavorano sulle spiagge di Torvaianica solitamente dormono nelle tendopoli, anche queste abusive e in pessime condizioni igieniche, che si trovano dietro via Zara, a poca distanza dal depuratore, oppure nei campi compresi tra via Danimarca (di fronte alle giostre) e via Siviglia, in pratica tutto il tratto parallelo a via Carlo Alberto Dalla Chiesa, e si portano sempre appresso i loro carrettini, per non perderli di vista e non farsi rubare nulla. Qui invece non c’è traccia di

inchiesta sull’Ecomostro Resort per il momento finisce qui: abbiamo cercato di documentare il più possibile cosa c’è all’interno. Per quanto riguarda tutto il resto (chi ci vive, sicurezza, problemi legati alla sanità) non è compito nostro andare oltre. Di certo ci sarebbe da prendere dei provvedimenti, non fosse altro per far bonificare il sito, che igienicamente parlando è in condizioni che definire pessime è un complimento. Vero è che si tratta di una struttura privata, ma forse è arrivato il momento che qualcuno – a livello istituzionale – cerchi e trovi sul serio una soluzione a un problema che non è solo estetico (anche se pure quello influisce: che razza di turismo può offrire un posto che come “cartolina” della piazza principale mostra una bruttura simile?), al di là dei proclami (troppi ce ne sono stati negli ultimi 7-8 anni!) e delle polemiche. Perché Torvaianica e i suoi abitanti, quelli regolari, che pagano le tasse, che lavorano onestamente, che vorrebbero il rilancio della propria città, se lo meritano. Maria Corrao


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POLITICA

Il Corriere della Città Settembre 2017

Torvaianica, spiagge libere...solo sulla carta In molti punti i bagnanti non possono mettere i propri lettini: ecco perché

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piagge libere, ma fino a un certo punto. Ovvero il punto (di vista?) di alcuni gestori di chioschi che utilizzano l’arenile comunale come se fosse una spiaggia in concessione demaniale. Tradotto in parole povere, come se fosse il “loro” stabilimento balneare, dove posizionare ombrelloni e lettini da noleggiare ai clienti, ovviamente a un prezzo ridotto rispetto ai “veri” stabilimenti, che allo Stato pagano parecchi soldini per avere la concessione demaniale. E che effettuano (a loro spese) la pulizia del tratto di spiaggia di loro competenza, mentre quella utilizzata da questi chioschi – trattandosi di spiaggia libera attrezzata – viene pagata dal Comune, ovvero dai cittadini. Succede un po’ ovunque, ma noi ci siamo soffermati su quanto a Torvaianica è diventata comune e radica questa pratica da parte di alcune persone. A segnalare le anomalie sono stati diversi bagnanti, che hanno dichiarato di essere stati addirittura cacciati perché avevano “osato” portare in spiaggia, nel tratto antistante questi chioschi, la loro attrezzatura (ombrellone e sedia). “Già prima delle 8 del mattino – racconta una donna anziana – la spiaggia è tutta occupata da fine di ombrelloni di proprietà del chiosco, anche se non c’è nessuno. Non resta quindi lo spazio per potersi mettere se si porta il lettino o l’ombrellone da casa. Io sono stata redarguita dal proprietario del chiosco, che mi ha detto che la spiaggia è riservata alle sue attrezzature e che se voglio stare qui e usufruire del bagno devo affittare il suo, di ombrellone. Io non ho voluto accettare e, per non litigare, ho preferito scegliere un’altra spiaggia. Ma non mi sembra giusto”. Polizia locale, Comune e carabinieri sono stati avvisati di quanto accade in più punti del litorale, ma – a stagione ormai finita – l’atteggiamento di questi gestori non è cambiato. Solo per una manciata di giorni, tra fine luglio e inizio agosto, forse a causa di un articolo pubblicato su un quotidiano nazionale, a qualcuno probabilmente è venuto un po’ il timore dei controlli e, invece di posizionare direttamente gli ombrelloni, ha lasciato sulla sabbia solo i bastoni degli stessi, occupando quindi di fatto comunque quel tratto di arenile per intero e impedendo alle persone di usufruirle come spiaggia libera. Questo “atteggiamento” giustamente non è gradito a chi, al contrario, paga regolarmente i canoni demaniali e tutte le tasse annesse e connesse a uno stabilimento balneare in piena regola. Noi abbiamo “tenuto d’occhio” il litorale per più di un mese, per cercare di capire chi avesse questa brutta abitudine e come veniva effettivamente messa in pratica. Nel corso delle nostre “passeggiate” mattutine ci siamo accorti che, soprattutto durante il week end, la situazione era effettivamente quella descritta dai nostri lettori in almeno 4 punti del litorale di Torvaianica: a ridosso della piazza centrale, in un punto, sempre abbastanza centrale, in direzione Ostia, nel tratto vicino al Villaggio Tognazzi e in un punto in direzione Anzio a circa un chilometro e

mezzo dal centro. Per mancanza di spazio, raccontiamo nel dettaglio solo di quanto visto nella nostra ultima “incursione”. Sono le 7:30 di mattina di un venerdì di fine agosto. Torvaianica si prepara a uno degli ultimi weekend della stagione: tra poche ore le spiagge saranno affollate di bagnanti romani che tenteranno di prendere un po’ di spazio sulle spiagge libere. Perché si tratta di una cattiva abitudine? Il motivo è semplice: queste strutture sono, appunto, chioschi, e non stabilimenti balneari. Solo gli stabilimenti possono occupare la parte di spiaggia a loro concessa, ovviamente recintata, con le classiche file di ombrelloni e lettini. Per tutti gli altri l’affitto di ombrelloni e lettini dovrebbe avvenire senza impedire ai non paganti di utilizzare la spiaggia. Per fare chiarezza sulla situazione, ci siamo recati in alcuni luoghi che ci erano stati segnalati. La prima tappa è il Lungomare delle Meduse, oltrepassato il fosso via Siviglia. Qui ci sono posti che potrebbero sembrare stabilimenti balneari ma non lo sono: l’accesso alla spiaggia è, giustamente, libero, in quanto spiaggia comunale. I bagnanti possono però piazzare i loro ombrelloni e teli solo su una striscia di spiaggia: il resto è già occupato da ordinate file di ombrelloni e di pali, strategicamente posizionati già prima delle 8 di mattina. Il visitatore che affitterà l’ombrellone per la giornata avrà così il posto pronto anche arrivando a mezzogiorno, senza rischiare di rimanere affiancato a chi porta l’attrezzatura da casa. È una pratica evidentemente scorretta, ma praticata nell’indifferenza generale. A completare il quadro, sulla battigia è disposta una serie di lettini chiusi, pronti per essere aperti in riva al mare. La stessa situazione si presenta quando ci spostiamo rapidamente verso nord, percorrendo il lungomare in direzione Ostia: arrivando in piazza, strada facendo abbiamo notato altri due chioschi che avevano utilizzato la stessa identica strategia del primo descritto. Superato il fosso della Crocetta (siamo ormai all’altezza del lungomare delle Sirene), stessa scena: un chiosco che dovrebbe semplicemente noleggiare su richiesta l’attrezzatura, che invece si comporta da stabilimento balneare, con file di ombrelloni e pali che occupano gli spazi teoricamente liberi. E anche qui in riva al mare ci sono i lettini ancora chiusi. Il bagnante che non vuole spendere i soldi per il noleggio ha poca scelta: il modo più semplice per godersi il sole è mettersi nella parte di spiaggia (poca) non occupata, che si andrà affollando sempre di più. Il modo più complicato? Cercare di far rispettare la legge. A suo rischio e pericolo. Proseguendo il nostro percorso arriviamo quasi fino al confine con il territorio comunale di Roma. Nel lungo tratto di spiaggia abbiamo no-

Spiagge “ristrette”? tato almeno un altro chiosco che aveva già posizionato i propri ombrelloni ancora vuoti e i lettini chiusi. Ma il meglio lo abbiamo visto nella spiaggia che si trova di fronte alle dune di Campo Ascolano. Se visto da strada c’è l’immagine poco edificante dei tanti parcheggiatori abusivi, visto dal mare la situazione non migliora molto. Da quanto abbiamo potuto appurare, sembra che solo uno dei chioschi abbia in realtà le carte in regola come stabilimento balneare, mentre gli altri sono - appunto – semplici chioschi per la somministrazione di cibi e bevande e noleggio attrezzature per la spiaggia. Ma tutto l’arenile, alle 8:45, è già pieno di ombrelloni e lettini (vuoti). Insomma, nei 9 chilometri di spiagge che Torvaianica può vantare, tra stabilimenti veri (che ben vengano: pagano le tasse, danno lavoro regolare, contribuiscono a far andare avanti l’economia locale) e “fasulli”, di arenili liberi ce ne sono davvero pochi.

I costi del Ci secondo Sch

Tra stabilimenti veri e “fasulli”, di arenili liberi ce ne sono davvero pochi

Mario Di Toro

Poca scelta per chi non vuol spendere soldi


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Circo Nero, è polemica sulle spese

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ono passati più di venti giorni da quel ‘fatidico’ 12 agosto, data in cui si è svolto il Circo Nero, ma la scia di polemiche, specie al livello politico, non accenna a placarsi. Nei giorni scorsi hanno tenuto banco le dichiarazioni del Consigliere Omero Schiumarini il quale ha attaccato l’amministrazione sul tema dei costi relativi all’evento: circa 100 mila euro la stima da fornita dall’esponente dell’opposizione contro i circa 12 mila euro dichiarati dalla Vicesindaco Elisabetta Serra lo scorso 5 agosto. Noi stessi, in un articolo, avevamo riassunto le varie voci di spesa del Circo Nero arrivando ad un totale di circa 36 mila euro, considerando l’elaborazione del piano d’emergenza (€ 12.688), il costo del format (€ 12.000 ma in realtà sono stati 10.900) e l’allestimento dell’area € 11.407. Oggi, allora, arriva un ulteriore precisazione da parte dell’amministrazione. Che però in realtà… non precisa niente.

irco Nero hiumarini

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RUBRICHE

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Il Comune: “Spese consultabili da chiunque sul sito del Comune” “Voglio ribadire ancora una volta che lo spettacolo “il Circo Nero” è costato circa 10mila

lla fine è stata “solo” una festa, con musica, colori e un bell’impatto visivo. La paura di molti cittadini di ‘disastri annunciati’ per fortuna si è rivelata infondata e tutto è filato liscio, dalla sicurezza alla viabilità, seppur con molti disagi per i residenti delle strade interessate alla modifica della circolazione e della sosta. In piazza erano in tanti i presenti, ma di certo non quanti se ne aspettavano gli organizzatori e l’amministrazione comunale. Forse a causa di una non ottimale comunicazione dell’evento, probabilmente per le contrastanti informazioni che arrivavano, oppure perché a molti un evento di questo genere non interessava. Adesso assisteremo di certo al balletto dei numeri, con cifre molto discordanti tra loro riguardo le presenze effettive. Di certo si è trattato di un evento diverso rispetto a tutti quelli fatti finora a Torvaianica, di portata molto più grande e che poteva essere sfruttato diversamente. (Sulla nostra pagina Facebook potete trovare tutti i video della serata). Il Sindaco: “Evento unico, fresco. Torvaianica deve essere ambiziosa”

euro (che però erano circa 12 mila il 5 agosto) – afferma la vicesindaco Elisabetta Serra. A questi abbiamo dovuto aggiungere gli altri costi annessi alla realizzazione di ogni spettacolo, ovvero la fornitura delle attrezzature e delle tecnologie necessarie per lo svolgimento dell’evento”. E qui ci fermiamo un attimo. Perché non ci sono cifre? Numeri come quelli postati da Schiumarini? Il comunicato prosegue: “Sono spese che accompagnano ogni nostro evento. Voglio ricordare – aggiunge la vicesindaco – che le spese sostenute per l’estate pometina e quindi anche per il circo nero, sono menzionate nelle determine che ogni cittadino può liberamente visualizzare e scaricare in ogni momento dal sito del Comune di Pomezia.” Anche qui allora, aggiungiamo noi, i cittadini devono armarsi di pazienza ed andare a ‘spulciare’ l’albo pretorio, quando basterebbe molto, ma molto meno. Insomma, ma in quanti farebbero (o fanno abitualmente) una cosa del genere? (senza contare che molte voci sono state rese note soltanto pochi giorni fa). Nel testo, tornando a noi, troviamo anche un passaggio ad opera del Sindaco Fucci. “Le maggiori spese che abbiamo sostenuto per gli eventi di questa estate sono andate a garantire la sicurezza dei cittadini (anche qui nessun numero, ndr) – afferma il Sindaco Fabio Fucci. Il Circo Nero è un evento di grande portata mediatica e popolare e, di conseguenza, ha bisogno di tutti gli accorgimenti affinché tutto si svolga in un ambiente “protetto” (e su questo siamo d’accordo e anche di più, ndr). Abbiamo quindi deciso di ricorrere

a tutte le misure precauzionali che la Questura ci ha indicato atte a garantire la massima sicurezza ai cittadini. Tra l’altro anche il comitato di cittadini residenti ci ha esortati a mettere in atto tutti i dovuti accorgimenti per svolgere al meglio l’evento. Ora, uno spettacolo può piacere o no – conclude il Sindaco – ma i soldi spesi per la sicurezza di chi ha voluto parteciparvi sono sempre soldi ben spesi (giustissimo ma di nuovo: quanti?). Tutto è andato bene in quella serata (non viene precisato, però, che le persone presenti sono circa un quarto di quelle previste, ndr) ed è il segnale evidente che abbiamo deciso di affidarci a servizi di qualità che, come è giusto che sia, hanno costi che devono essere sostenuti.” Questo è quanto insomma. L’amministrazione, anche giustamente, ha difeso dunque la scelta fatta, ovvero l’evento Circo Nero, non entrando però nello specifico dell’argomento; e qui la domanda: perché le risposte del Comune non sono mai precise, dirette e dritte al punto? Perché non dire semplicemente “Abbiamo speso ‘x’ soldi e siamo soddisfatti perché tutto è andato bene?” Poi si può essere d’accordo o no, il Circo Nero può essere piaciuto o meno (d’altro canto trovare un evento che accontenti tutti è praticamente impossibile): quindi, alla resa dei conti, se 12,36 o 100 mila euro siano giusti per il Circo Nero oppure no sta a solo a voi deciderlo.

Ora c’è da mettere in conto i pro e i contro, la spesa fatta e il risultato ottenuto, e tirare le somme, per capire i punti di forza e quelli invece negativi rispetto a questa iniziativa e a tutte quelle che si vorranno intraprendere in

abitando nelle vie interessate all’evento, sono partiti per le vacanze qualche giorno fa e ora, tornando, non troveranno più la loro automobile, portata via per un divieto di sosta che prima non c’era e di cui non si poteva immaginare la presenza?

Il Circo Nero a Torvaianica

futuro per cercare di far crescere Torvaianica come cittadina turistica di richiamo. Molto bravi gli organizzatori dell’evento: la serata è trascorsa senza alcun intoppo, tra musica, lustrini, piume, colori e mini spettacoli degli artisti che lavorano al Circo Nero. Soddisfatto il sindaco Fabio Fucci, a cui abbiamo – a fine intervista – rivolto la domanda che molti lettori hanno fatto a noi: come la prenderanno quei cittadini che,

Inquadra la foto con l’App Aurasma e rivivi lo show spettacolare del Circo Nero! In alto invece l’intervista a Fabio Fucci Scarica l’App (istruzioni a pag. 4)


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Giocare con la città senza capirla - Prima parte Arrivederci? Intanto tutti a casa

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n questi sgoccioli di agosto, dopo tanti disagi e fatiche per raggiungere e godersi la spiaggia e il mare, la gran parte dei nostri compagni di viaggio estivi, i “non residenti”, rientra nei luoghi abituali. Noi, pur spostandoci molto meno, o per niente, e senza bagagli, facciamo lo stesso, ritrovando i problemi della nostra quotidianità di “residenti”. Non c’è dubbio che entrambe le categorie, in modi diversi, vivono un breve momentaneo sollievo. Con il sottile rimpianto, però, di essersi fatto sfuggire, ancora una volta, quel “qualcosa” che, dobbiamo rassegnarci, non tornerà mai più con le stesse occasioni, gli stessi incontri e, purtroppo, la stessa età. E’ il dramma di Lorenzo de’ Medici, nel Bacco e Arianna, dove già si rimpiange il fuggevole trascorrere della bellezza e della giovinezza di un uomo privilegiatissimo che sa di dover morire giovane. È quel che cominciano a vivere i giovani, alle prime sospirate libertà donate dalle lunghe serate ormai sempre più brevi. E già si danno appuntamenti per l’estate prossima, magari per capodanno, o a qualche altra fortunata occasione invernale. È vero che oggi, con i social, i computer e i mezzi di trasporto, su un territorio tutto sommato a misura di un’ora, molto è cambiato, e il piccolo dramma

del momento si stempererà nei nuovi impegni autunnali. Ma questo lo scopriranno da soli. Ho iniziato con occhio da adolescente, perché l’estate di questo luogo dovrebbe essere lo spazio e il tempo dei bambini, dei ragazzi, di nuove amicizie, di biciclette, dei giochi e quindi dei loro genitori e dei nonni, con occasionali ospitate, di amici e parenti. Quindi, anche spazio delle famiglie. Un tempo dove vivere avventure e piccole trepidanti trasgressioni, fatte di gigantesche insidie immaginarie, per costruire il bagaglio di ricordi ed emozioni ai quali ora, ormai invecchiati, attingiamo per fare questo discorso, ma anche, per i molti rimasti “a metà” tra il mare e la città, per costruire un comune fondamento d’appartenenza che tutti gli anni li riporta qui, al nostro stesso mare. Ma non dobbiamo confonderci con la facile, stucchevole nostalgia. Per la verità, fin qui, abbiamo adottato, uno sfondo buono per gli anni dai sessanta agli ottanta. Trent’anni dalle rotonde sul mare a Michael Jackson, passando per l’Equipe 84, isole di Wight, oleandri e baobab, figli delle stelle, sunshine reggae, Bob Marley, canti liberi e febbri del sabato sera. Ma dalla fine di quell’ambientazione, dopo quei

trent’anni, ne sono passati altri trenta. La febbre del sabato sera è un film del 1977. Prendiamolo come riferimento: quarant’anni fa! Partiamo spunto da queste suggestioni retrospettive per sviluppare alcuni pensieri ed elaborare le migliori conclusioni. I nostri luoghi ci sembrano sempre uguali a sé stessi [e forse lo sono davvero], anche se indirizzati a un inesorabile degrado. Le nostre abitudini sono mutate, insieme ai modelli di comportamento che si sono evoluti a livello globale. Quindi, basta con le banalità ’inutili e ripetere il discorso sui tempi che sono cambiati, le abitudini sono cambiate, la gente è cambiata: tutto è cambiato! E continuerà a farlo.

L’appello

Ancora nessuna risposta per l’accesso a mare n.45. I disabili e le persone anziane anche se accompagnati scendono in spiaggia con molta difficoltà, ci sono rocce sporgenti e spesso si cade. “Non chiedo di fare una passerella fino al mare ma almeno un piccolo tratto quanto basta per accedere all 'arenile non penso che sia una spesa eccessiva Torvajanica”, è allora l’appello al Sindaco da parte di un cittadino.



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Torvaianica, la palazzina diventa una ‘sala d’attesa’

Una fermata Cotral “fuori posizione” in Via Danimarca sta rendendo impossibile la vita ai residenti

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n condominio, tanti problemi. Così si riassume la storia di una palazzina di via Danimarca, a Torvaianica. Gli abitanti del condominio, posto proprio al centro del paese, all’altezza della fermata Cotral direzione Roma, vedono originare i loro “guai” proprio in quella palina che segnala il bus che – però – non dovrebbe esserci. Già, perché cercando sul sito ufficiale Cotral, ci si accorge che la fermata del bus che va verso Roma non è lì che deve stare, ma circa 200 metri prima, quasi di fronte a quella dove il pullman si ferma per poi ripartire in direzione Anzio e Nettuno. La fermata “errata” provoca notevoli disagi, raccontati direttamente dagli abitanti della palazzina. “Non ce la facciamo più a sopportare questa situazione – spiegano – ogni giorno ci sono persone che si sdraiano o si siedono davanti al nostro portone, oppure, nella “migliore” delle ipotesi, si appoggiano alle vetrine dei negozi. Spesso è capitato che quando qualcuno di noi residenti entra nel portone (purtroppo non facendo abbastanza attenzione) alcuni ne approfittano per entrare a loro volta e utilizzare l’androne come sala di attesa, sicuramente più confortevole dell’esterno, visto che si sdraiano a terra o si accomodano nei gradini”. Ma questo è solo uno dei disagi.

L’invasione dei rifiuti La presenza della fermata e delle persone che lì sostano ha fatto sì che il Comune non potesse installare la “gabbia” per gli scarrabili dei rifiuti. Inizialmente, per evitare che chiunque potesse gettarci di tutto, ovviamente senza neanche rispettare la differenziata, i secchi erano stati posizionati all’interno del portone, ma il puzzo dei rifiuti ha fatto ben presto cambiare idea ai residenti, che hanno riposizionato fuori i vari contenitori. Ma ecco che tanti, troppi, utilizzano i secchi condominiali di quella palazzina come

Ecco dove dovrebbe stare la fermata

discarica estemporanea. “ I secchioni dell'immondizia sono in "strada" in quanto il condominio non può tenerli nell'androne del palazzo per ovvi motivi di salute – fanno sapere i residenti della palazzina - Il Comune doveva fare la chiusura dei secchioni come è stato fatto in altri condomini, ma pare che a Regione abbia fermato i lavori ancora prima che iniziassero. Si dovrebbe procedere con il collocare i secchioni nel cortile in comune con il condominio accanto, ma ad oggi è ancora tutto fermo nella stessa situazione. Il problema è, come nella maggior parte dei condomini che hanno i secchi fuori, l'inciviltà delle persone che arrivano da tutte le parti, soprattutto dalle vie limitrofe: chiunque passi a piedi o in macchina, scarica l'immondizia (senza rispettare la giusta raccolta differenziata). Nei nostri

secchioni troviamo anche cartoni imputabili ad esercizi commerciali. Questo significa che i nostri contenitori si riempiono subito, restano pieni per giorni e a terra si forma un tappeto di rifiuti perché i secchioni sono pieni. Così, quando gli abitanti del palazzo devono gettare i rifiuti rispettando il calendario, si ritrovano con i secchioni non solo pieni, ma anche con a terra sacchi neri con all'interno di tutto. Chi aspetta l'autobus lì deve sopportare, soprattutto con questo caldo, un tanfo terribile, così come dobbiamo fare noi che ci viviamo”.

Chiunque passi a piedi o in macchina, scarica l'immondizia senza rispettare la giusta raccolta differenziata Il Comune di Pomezia risponde Abbiamo provato a segnalare al Comune di Pomezia la situazione, peraltro già conosciuta visti i tanti reclami fatti dai residenti. Questa la risposta che ci è pervenuta: “Il Comune è in attesa della conferma da parte di Cotral sullo spostamento della fermata dell’autobus. A quel punto sarà realizzata una mascheratura per il posizionamento dei secchi, come in altri condomini. Nel frattempo il condominio in questione può certamente richiedere all’Ufficio Ambiente i lucchetti per chiudere i secchi e impedire che chiunque getti rifiuti”. “La richiesta dei lucchetti – hanno replicato dal condominio – è stata già fatta più volte, ma la loro durata è effimera: già il giorno dopo li troviamo rotti e il problema persiste”. Possibile che non si riesca a trovare un’altra soluzione?



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Pomezia, parcheggi a pagamento: gli abbonamenti non decollano Solo in 16 hanno richiesto il tagliando. Ma il Comune tira dritto: “Tariffe vantaggiose”

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' stato ampiamente bocciato dalla cittadinanza il provvedimento dei tagliandi d'abbonamento per i parcheggi a pagamento sul territorio di Pomezia. Soltanto 16 cittadini infatti (dato aggiornato al 22 agosto) hanno scelto fin qui di usufruire della speciale tariffa prevista per i residenti - in realtà solo a Pomezia in quanto a Torvaianica il servizio non è ancora partito se non in una piccola parte – di 130 euro per un anno (a veicolo). E così, se da un lato il calenLa nostra proposta: dario con il quale è possibile di parcheggi privati abbonamenti per abbonarsi procede a passo che, come è noto, ‘quadranti’ o ad un spedito, da giugno fino ad hanno ben altri costi e oggi è stato possibile richieprezzo anche hanno ragione di esidere il tagliando scontato su stere esclusivamente maggiore, ma Via Roma, Via Orazio, Via nella privata provalidi sull’intero Filippo Re e in piazza Italia e prietà. Le strisce blu via Danimarca, nel tratto servono a garantire la territorio compreso tra piazza Unghefruibilità, tramite riria e via Zara (ZONA B), dalcambio dei veicoli, dei l'altro i cittadini hanno parcheggi pubblici per gli automobilisti, per chi deciso...di non seguirlo, 'snobbando' il servizio. circola in Città, per chi fa compere, per i turisti. A pesare, probabilmente, sono stati i tanti “con- Garantire un posto riservato ai residenti equitro” del provvedimento che abbiamo provato a vale ad annullare il senso stesso della sosta sulla far presente all'amministrazione. pubblica via. Tuttavia, per agevolare i residenti Il Comune ha deciso di procedere con un ca- abbiamo deciso di fornire la facoltà di usufruire lendario per gli abbonamenti relativi ai par- di abbonamenti a prezzi ragionevoli. Gli abbocheggi a pagamento. La scelta sta pagando? E' namenti previsti sono un’agevolazione per chi possibile conoscere il dato dei tagliandi rila- risiede nelle vie interessate dalle strisce blu, il sciati fino ad oggi? cui costo è nettamente inferiore rispetto a un “Sono stati rilasciati finora 16 tagliandi. Gli uti- ipotetico prezzo pieno per tutti i giorni dellizzatori dei parcheggi a pagamento possono l’anno o a un parcheggio privato”. L'amminiusufruire anche di questa forma aggiuntiva del strazione comunale prosegue dunque per la sua pagamento tramite abbonamento che si ag- strada e, almeno per il momento, non sembra giunge a quella classica delle “macchinette” in intenzionata ad apportare dei correttivi su strada e al pagamento tramite smartphone. quanto disposto fin qui. Ma qual è, ad oggi, il Stanno crescendo molto gli utenti che utiliz- bilancio della nuova regolamentazione degli zano lo smartphone. stalli blu? Dal punto di vista del “ricambio” Perché il litorale di Torvaianica (Zona C) non delle auto in sosta, e dunque dei parcheggi diè stato ancora inserito tra le date in pro- sponibili, è stato raggiunto lo scopo prefisso; gramma? Non era più logico partire da qui, specie a Pomezia è molto più facile trovare paranziché da Pomezia, trovandoci nella sta- cheggio, ma forse gli aspetti positivi si esaurigione estiva? scono qui, senza tralasciare ovviamente “Pomezia centro è stata la prima zona in cui è l'aspetto economico, ovvero le maggiori entrate stata istituita la sosta a pagamento e pertanto le che stanno confluendo nelle casse comunali in procedure erano già pronte per avviare la cam- questi mesi (anche con le multe). Tanti infatti, pagna di abbonamenti. Torvaianica è stata in- per contro, i punti critici dal punto di vista del vece l’ultima frazione ad essere inserita e cittadino, a partire dai costi, come è noto radpertanto le operazioni che hanno portato alla doppiati rispetto all'avvio del servizio, o in tercreazione della banca dati dei residenti è ovvia- mini di agevolazioni per i residenti, da mente arrivata dopo”. interpretare, come abbiamo visto, soltanto Le maggiori critiche sulla gestione delle stri- come un mero sconto; infine l'aspetto relativo sce blu hanno riguardato i seguenti aspetti: alla “convenienza” del provvedimento degli abposto non garantito (ma non potrebbe essere bonamenti: essere abbonato infatti non fornisce altrimenti), costo troppo elevato quando ini- alcun tipo di “privilegio” di parcheggio nei conzialmente l'amministrazione aveva parlato di fronti degli altri utenti e, in caso di posto occuesenzione per i residenti ma soprattutto il pato nella via di residenza, devo per di più fatto che l'abbonamento valga solo nella Via pagare “a parte” la sosta fuori zona. Insomma, di residenza e nemmeno nelle strade adia- una sorta di sconticino e poco più. Dal canto centi (non era meglio ipotizzare dei "qua- nostro, allora, continuiamo a sostenere altre tidranti" anziché singole vie?) pologie di intervento: in assenza dell'esenzione “Giustamente la domanda contiene anche l’ov- ad esempio, cosa che sarebbe stata comunque via risposta. Nei parcheggi pubblici non può es- più giusta (non ci stancheremo mai di ripesere garantito il posto. Si parlerebbe altrimenti

Abbonamenti, così non va

terlo), perché non ipotizzare abbonamenti per “quadranti” anziché per singole vie? O, ancora: perché non far sì che divenga davvero conveniente fare l'abbonamento magari ipotizzando una tariffa anche maggiore ma che consenta la sosta sull'intero territorio comunale?

Rientro a scuola

Luca Mugnaioli

I ragazzi delle scuole comunali della Città di Pomezia torneranno sui banchi di scuola lunedì 11 settembre. A comunicarlo sono il Sindaco Fabio Fucci e la vicesindaco Elisabetta Serra.“La scuola rappresenta un luogo di crescita dove i ragazzi possono esprimere le loro potenzialità ed i loro talenti – commenta la vicesindaco Elisabetta Serra – E’ per questo motivo che ci siamo impegnati a garantire loro e ai loro genitori i servizi necessari affinchè il nuovo anno scolastico abbia inizio con il piede giusto. Quest’anno poi – continua la vicesindaco – siamo particolarmente soddisfatti perché abbiamo ulteriormente ridotto il costo dei pasti del servizio di mensa scolastica.”“I ragazzi delle scuole comunali torneranno a scuola l’11settembre con i servizi di trasporto e di mensa immediatamente disponibili fin dal primo giorno – dichiara il Sindaco Fabio Fucci. – Quest’anno la mensa costerà meno e, durante i mesi estivi inoltre, – continua il Primo Cittadino – sono stati avviati una serie di lavori per migliorare le condizioni di alcune strutture scolastiche, anche a seguito di richieste specifiche che ci sono pervenute direttamente dalle scuole e dai genitori degli alunni. I lavori si concluderanno in questi giorni, prima dell’inizio delle lezioni. Ho indirizzato nei giorni scorsi una lettera al Ministero dell’Istruzione – continua il Sindaco – con la richiesta di una fattiva collaborazione, affinché anche i ragazzi delle scuole statali possano fin da subito usufruire del servizio di mensa scolastica. Rivolgo i migliori auguri per il nuovo anno scolastico – conclude il Primo Cittadino – a tutti gli studenti, alle loro famiglie e a tutto il corpo docente.”



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Luca Fanco eletto Presidente della Commissione Trasparenza Ad Ardea tiene banco la questione dell’assistenza ai bambini disabili

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’unica Presidenza di Commissione spettante all’opposizione è stata riservata, con voto unanime dei presenti, al Consigliere comunale Luca Fanco. La Commissione Trasparenza (Settima commissione – Controllo e Garanzia per verifica atti) è formata dai seguenti Commissari effettivi: Marcello Grillo, Franco Marcucci, Massimiliano Giordani, Fabrizio Acquarelli, Riccardo Iotti, Alfredo Cugini, Fabrizio Salvitti, Luca Fanco, Luana Ludovici, e dai seguenti Commissari supplenti: Supplenti: Paola Soldati, Edelvais Ludovici.Al neoeletto Presidente, è stato chiesto quale problematica intende portare per prima in Commissione: la risposta è stata precisa e diretta “nei prossimi giorni porterò in Commissione, l’assistenza educativa scolastica per gli alunni diversamente abili (Legge 5 Febbraio 1992 n. 104). La mia intenzione è quella di riuscire a far fornire l’assistenza a tutti i bambini disabili in tutto il periodo dell’anno e non come annunciato dalla nuova amministrazione solamente ad alcuni quelli ritenuti più gravi. Sicuramente, prosegue Fanco, approfondirò con leggi e sen-

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l giorno 24.08.2017 alle ore 11.00 si è tenuta presso la sala consiliare “Sandro Pertini” l’incontro, che la sottoscritta ha richiesto alla Commissione Consiliare Permanente “Servizi alla persona”, un incontro urgente, al fine di poter chiedere un ravvedimento alla pubblica amministrazione su questa problematica alquanto rilevante e necessaria per la vita scolastica e sociale dei bambini diversamente abili. Dall’incontro emerge un punto essenziale il servizio verrà erogato solo a coloro che avranno certificazioni attestanti e quindi solo agli “aventi diritto” cioè chi per legge gode di un particolare diritto, per coloro che non avranno certificazione si valuterà poi il da farsi. “Questo servizio essenziale deve essere erogato a tutti senza distinzione, anzi devono essere fatti investimenti a salvaguardia di tutti i bambini disabili che vivono in questo territorio e che la pubblica amministrazione ha il sacrosanto diritto di tutelare”, ha dichiarato il Consigliere Dott.ssa Edelvais Ludovici. Sul tema si sono espressi il Comitato per i diritti dei disabili e La Sinistra che vogliamo: “Su questa situazione intendiamo quindi vigilare e portare all’attenzione dei cittadini la realtà attraverso cui questa amministrazione porta avanti la sua politica. Nel prossimo consiglio comunale verrà ratificato quanto è stato discusso oggi, con l’assessore e durante i lavori della commissione. Attendiamo dunque che l’amministrazione ottemperi gli impegni presi in nome della trasparenza, formalizzando i tempi per l’attuazione dei diritti dei disabili”.

Ardea, Savarese: ‘Garantiremo servizio Aec ad aventi diritto’ La neo-eletta amministrazione comunale si era espressa sull’argomento lo scorso 14 agosto. “Non è volontà politica di questa amministra-

Dirigente dovranno spiegare il motivo del ritardo nell’espletare la Gara, e del perché dell’importo superiore agli anni passati di oltre 220.000,00 € tanto da arrivare ad un totale di € 330.000,00, chiederò spiegazioni del perché vorrebbero escludere un gran numero di alunni disabili dall’assistenza quelli che a loro dire, verranno ritenuti meno gravi. Il presidente conclude nel ribadire che quando si tratta di bambini ed in particolare di questi bambini diversamente abili, tutti i Ardea, Fanco: politici dotenze, la materia a me poco vrebbero as“Obiettivo prioritario è conosciuta, confrontando i sumersi la garantire l’assistenza a costi ed i servizi offerti negli responsabianni passati con quello offerto lità di non tutti bambini disabili” dalla nuova amministrazione disporre a “cinque stelle” e se troverò tagli, ma di incongruenze e/o omissioni perseguibili penal- incrementare con oculatezza i servizi, perché mente, sarà mia cura redigere apposita detta- anche se la legge non obbliga a farlo esiste la cogliata relazione da inviare con urgenza al vaglio scienza !”. dell’ Autorità Giudiziaria. In primis prosegue Luigi Centore il neo presidente Fanco, l’amministrazione ed il

Disabilità e assistenza ad Ardea

Il 24 agosto l’incontro con il Comune per parlare del tema

zione fare alcun taglio” - aveva dichiarato il primo cittadino - “Ci stiamo impegnando per trovare le risorse necessarie per concludere l’offerta dei servizi sociali per l’anno in corso. Certo è che garantiremo il servizio a tutti gli aventi diritto, cioè anche agli utenti del comma 1 della legge 104 che sul certificato Icd10 per l’integrazione scolastica abbiano l’esplicita richiesta di questo servizio”. “Sicuramente” aveva proseguito Savarese - “saremo più attenti e puntuali a partire dal 2018. Quello sarà l’anno in cui faremo il nostro primo bilancio, perché quello della precedente amministrazione non c’è piaciuto affatto – ha continuato – Le priorità del nostro progetto di città le abbiamo declinate più volte e sono legate anche al tessuto sociale del territorio. Come già ha descritto l’assessore al Bilancio in Consiglio la situazione finanziaria dell’ente è drammatica e dunque dovranno essere fatte scelte di priorità. La coperta è corta, la città si fa sempre più grande, le necessità sono sempre più impellenti. Ovvio che per riattivare servizi è necessario rimettere in moto la macchina e affrontare, momentaneamente, qualche sacrificio in più”. “Soluzioni demagogiche come quelle proposte in questi giorni sono risibili provocazioni rispetto allo sforzo che si sta facendo” – aveva chiosato il sindaco – “Il gettone

di presenza di un consigliere comunale pagherebbe l’Aec per poco più di un’ora. Dovremmo fare circa 520 Consigli comunali da domani, giorno di Ferragosto, fino al prossimo 31 dicembre – con la presenza di tutti, in ogni seduta, dall’inizio alla fine – per pagare con i gettoni di presenza l’intero servizio per i prossimi 4 mesi”.

Ambiente Ardea dice no al ‘Biogas’

La giunta comunale di Ardea ha approvato nella seduta di oggi una memoria ostativa in merito alla centrale biogas “Suvenergy” nel quartiere di Pescarella. “Con questa delibera abbiamo deciso di dare un netto ‘no’ a un impianto che andrebbe a colpire pesantemente lo sviluppo sostenibile del territorio – ha spiegato l’assessore ai Beni Culturali e Ambientali, Sonia Modica – Questo atto si va ad aggiungere al vincolo agricolo-pastorale del Ministero per i Beni e le Attività culturali per la tutela della Campagna romana”. La delibera è un atto che segue la discussione svolta in commissione Ambiente nel corso della quale è stato dato mandato al presidente, Fabio Nobili, di realizzare un dossier sul caso. “Diciamo ‘no’ alla Centrale Suvenergy per la profonda vocazione agricola di quel territorio e anche per motivazioni geomorfologiche e ambientali strettamente connesse a quell’area tra Pescarella e Montagnano. E’ una zona ad alta rilevanza paesistico-ambientale che, anche a causa dell’antropizzazione, vive in una situazione precaria”, commenta Nobili.





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Ardea, inizio anno scolastico: il punto della situazione

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i è svolto nei giorni scorsi in Comune un incontro tra l’amministrazione e le direzioni didattiche degli istituti comprensivi Ardea 1, 2 e 3. Il sindaco Mario Savarese e la giunta hanno illustrato la fotografia della situazione legata alle scuole alla vigilia dell’apertura dell’anno scolastico. I dirigenti scolastici si sono resi disponibili ad affrontare la questione della primaria Manzù di via Lazio. Il primo cittadino ha prospettato una serie di scenari a partire dal più semplice (che prevederebbe la chiusura di sole 6 classi) al più complesso (con la chiusura dell’intero plesso). I tecnici completeranno i lavori del calcolo statico per i primi di settembre, e da quel momento si potrà capire quale scenario seguire (che potrebbe portare anche al posticipo di una settimana dell’attività didattica della Manzù). L’azienda che è stata incaricata dal Comune è la stessa che sta lavorando nelle aree terremotate del Centro Italia e con tecniche innovative si occupa del risanamento di edifici compromessi. Dalle prime rilevazioni emerge come la situazione non sia critica come già segnalata in precedenza: ecco perché tra gli scenari prospettati si è presentato quello di una parziale chiusura limitata alle sole 6 aule interessate. L’amministrazione inoltre avvierà gli studi obbligatori per legge mai effettuati per tutti gli altri plessi con le valutazioni degli indici di vulnerabilità e per l’ottenimento dei fascicoli del fabbricato. L’ente ha comunicato alle direzioni scolastiche come non sarà previsto il trasporto scolastico per quest’anno e come sarà garantito invece il trasporto degli studenti disabili che hanno anche necessità di raggiungere i plessi delle secondarie di II grado fuori Comune. “Non abbiamo margini di manovra in

un’amministrazione lacerata da decenni, con tasse pagate da pochi e enormi sforzi condotti per cercare di accontentare tutti. Stiamo valutando anche l’idea di farci da intermediari per sostenere contatti tra privati e genitori per fare in modo di parcellizzare il servizio. La coperta è corta. Siamo all’anno zero: le nostre scuole non avevano neanche il fascicolo di fabbri-

questo bilancio: abbiamo ereditato una situazione drammatica – ha spiegato l’assessore al Bilancio del Comune, Giovanni Colucci – Siamo obbligati a percorrere una via indicata dal commissario prefettizio che non prevede il trasporto scolastico. Siamo riusciti invece a recuperare somme per l’assistenza educativa scolastica. Lavoriamo per un 2018 sicuramente migliore”.

Il trasporto scolastico Sul trasporto scolastico il sindaco Savarese ha sottolineato: “Le abbiamo tentate tutte, anche prolungando le tratte, ma sarebbero stati viaggi incredibilmente lunghi per i bimbi a un costo molto più alto per i genitori. Basti pensare che da nostre simulazioni si sarebbe viaggiato a cifre minime intorno ai 120 euro al mese con rette che in pochi forse si sarebbero potuti permettere. E questo avrebbe prospettato scenari più critici da 240 euro al mese. Sono soluzioni completamente fuori dal mondo. Il Comune è ridotto all’osso, stiamo lavorando per risanare

Savarese: “Coperta cort lavoriamo per un 2018 migliore” cato”. L’assessore all’Istruzione Graziella Maracchioni ha proposto ai direttori didattici il prolungamento del pre e post scuola a partire dalle 7 del mattino, proprio per aiutare tutti quei genitori pendolari che avrebbero così facoltà di accompagnare autonomamente i loro figli. Su questo punto i direttori hanno sottolineato una serie di difficoltà ad utilizzare il personale Ata abilitato all’apertura e alla chiusura degli istituti. Sulla questione mensa si è discusso della circolare ministeriale che permette di consumare a scuola pasti preparati a casa. L’amministrazione non ha dimostrato contrarietà nel farlo, anche per sostenere le famiglie con un particolare stato di difficoltà economica. Ma allo stesso tempo è cosciente dell’elevato ruolo educativo del pasto della mensa. Il sindaco ha sottolineato come l’attuale contratto del servizio mensa non consente un ulteriore calo degli utenti in quanto il Comune incorrerebbe a sanzioni da parte dell’azienda concessionaria. Per la manutenzione ordinaria l’intenzione dell’ente è di assegnare direttamente agli istituti comprensivi un budget economico, in modo tale da poter rendere più tempestivi gli interventi di piccole entità. Il sindaco ha annunciato come prima dell’anno scolastico organizzerà un incontro civico in sala consiliare per illustrare ai genitori gli elementi che caratterizzeranno l’anno. “Vogliamo essere chiari e rendere partecipi tutti, spiegare ai genitori la questione del trasporto scolastico e rassicurarli sulle cedole librarie e sulla mensa. Non mi spaventano le critiche: è giusto essere trasparenti”, ha concluso Savarese.


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Vandali ancora in azione ad Ardea

RUBRICHE agli uffici ai cittadini. Non sono ammessi più sconti perché il prezzo che paghiamo, qui è diventato troppo alto”. È quanto ha detto il sin-

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rdea come Ardea51: solo qui accadono cose dell’altro mondo. In due mesi gli attacchi vandalici alle scuole, forse meglio dire intimidatori, si sono susseguiti come fosse normalità. “Ma l’obiettivo è la scuola o la nuova amministrazione che ha spodestato quella vecchia politica radicata da anni ad Ardea? Qui non c’è da rimettere in piedi un paese ma c’è prima di tutto da rimettere in piedi un sistema lavorativo che non sa più come si fa. Le telecamere sono state predisposte, sono pronte ma si fanno i conti con una burocrazia che allunga troppo i tempi. Tutelare i minori, gli addetti ai lavori, difendere la cultura sono nostre priorità, ecco perché l’ordine d’installazione è partito con urgenza dopo il primo atto. Verificherò le dovute responsabilità e prenderò i necessari provvedimenti. La collaborazione e il bene del paese non ha colori, ognuno deve contribuire alla rinascita di Ardea, dall’amministrazione,

I malviventi non demordono daco di Ardea Mario Savarese in riferimento a un nuovo atto vandalico avvenuto nella scuola di via Campo di Carne.

Il Sindaco infuriato: “Non faremo sconti”

23 Nuovo assessore per Ardea

Il sindaco di Ardea Mario Savarese ha nominato assessore all’Urbanistica l’architetto Rossana Corrado. Laureata in Architettura all’Università Sapienza con una tesi in diritto urbanistico, ha un master di II livello in Urbanistica nell’amministrazione pubblica e un dottorato di ricerca in Pianificazione territoriale e urbana. Ha frequentato un corso di etica pubblica, nella Scuola superiore della pubblica amministrazione, concentrandosi sugli aspetti giuridici ed economici di prevenzione della corruzione. Dal 2006 e docente incaricato di Diritto urbanistico e Regolamentazione edilizia e urbanistica dell’Universita Roma Tre (ha insegnato anche alla Sapienza e alla Luiss). E’ componente della consulta degli esperti della commissione Finanze della Camera dei Deputati. Lavora nel Dipartimento programmazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale.


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CRONACA

Il Corriere della Città Settembre 2017

Aggredita a Torvaianica: il drammatico racconto di una 25enne

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a ancora i segni addosso, fisici e psicologici, Z. G., la ragazza pometina di 25 anni aggredita la notte tra mercoledì 3 e giovedì 4 agosto a Torvaianica, mentre percorreva via Danimarca. Le ginocchia hanno croste appena formate, su ferite che si rimargineranno molto prima di quelle lasciate nell’anima di questo scricciolo di ragazza. “Era mezzanotte e mezza – racconta – e, dopo una serata a Torvaianica con gli amici e il mio fidanzato, avevo deciso di tornare a casa, perché la mattina dopo dovevo alzarmi presto per andare a lavorare. Non so come, nella confusione della piazza ho perso di vista il mio ragazzo. Ho provato a chiamarlo, ma il cellulare non prendeva. Ho deciso quindi di incamminarmi su via Danimarca, continuando ogni due minuti a provare a chiamarlo”. Ma il cellulare in quel momento non prende. La giovane arriva all’altezza delle giostre, le oltrepassa e si dirige verso Martin Pescatore, quando, dopo che decine di metri, avverte dei passi dietro di sé. “Inizialmente non ho avuto alcuna paura: essendo estate era normale che ci fosse gente in giro. Ma, proseguendo in direzione dell’entroterra, mi sono accorta che i passi restavano dietro di me, avvicinandosi sempre di più. Mi sono quindi messa in allarme: io faccio arti marziali, frequento da tempo un corso di difesa personale, e il mio insegnante ripete sempre quanto sia importante stare attenti e non sottovalutare il pericolo. Mi sono quindi messa in posizione difensiva. Ho messo il telefono, che avevo nella mano destra, con il retro rivolto verso lo sconosciuto per due motivi: il primo era che volevo riprenderlo in faccia, il secondo invece era che volevo proteggere il telefono, perché lo avevo acquistato solo pochi giorni prima. Avevo la borsa sul lato sinistro: l’ho spostata in modo che stesse sul davanti, proprio attaccata al mio tronco, e l’ho protetta con la mano sinistra. Dopo qualche istante mi sono resa conto che la persona dietro di me aveva iniziato a correre nella mia direzione, avvicinandosi sempre di più. Istintivamente l’ho fatto anche io, per scappare, ma in pochi istanti mi ha raggiunta, agguantandomi da dietro le spalle e puntando al mio lato sinistro, dove c’era la borsa. Ha messo il suo braccio intorno al mio collo per cercare di immobilizzarmi, mentre con l’altro mi ha stretta in vita, poggiando la sua testa contro di me e impedendomi di girarmi per guar-

darlo in viso”. Tu cosa hai fatto? “La prima cosa che ho imparato con il corso di autodifesa è che non bisogna mai farsi atterrare sulle spalle da un eventuale assalitore. Mi sono quindi girata alla mia sinistra, riuscendo a togliergli l’equilibrio per

“Ho la sua immagine impressa nella mente, non riesco a dimenticare quegli attimi di terrore” un istante. Ma a cadere sono stata io. Sono però riuscita a tenere stretta la borsa, coprendola con il mio corpo, anche quando l’uomo ha tentato, mentre ero per terra, di portarla via. Vedendo che non mollavo, l’uomo ha deciso di desistere, forse per paura che arrivasse qualcuno, ed è fuggito imboccando via dei Gemelli. Mi sono rialzata e l’ho visto scappare”. Sei riuscita a vederlo in faccia? “No, solo di spalle. Era un ragazzo di colore, penso nordafricano, molto magro e con i capelli corti. Mi ha dato l’impressione di essere molto giovane, anche dalla velocità con cui è scappato. Indossava una maglia a righe orizzontali nere e fondo bianco, un paio di pantaloncini corti e delle scarpe nere da ginnastica. Ho la sua immagine impressa nella mente, non riesco a dimenticare quegli attimi di terrore”. La paura ancora traspare dalle sue parole, mentre le mani vanno inavvertitamente a toccare le ferite ancora evidenti alle ginocchia. “Ho avuto paura che tornasse, quindi sono salita sul marciapiede opposto della parte interna di via Danimarca, in pratica nello spartitraffico del vialone, in modo che se ci avesse ripensato e fosse tornato – da solo o con qualcun altro – avrei avuto qualche attimo in più per vederlo e

Torvaianica, è di nuovo

problema sicurezza?

Le ferite ancora

visibili

fuggire. Ho provato nuovamente a chiamare il mio ragazzo e, dopo un tentativo andato a vuoto, ci sono riuscita. Per fortuna era poco distante: anche lui mi stava cercando e in pochissimi minuti mi ha raggiunta. E’ stato lui ad accorgersi che avevo entrambe le ginocchia sanguinanti. Io, con l’adrenalina a mille per lo spavento, non mi ero resa conta di essermi ferita con l’asfalto”. I due ragazzi sono quindi andati dai carabinieri, alla stazione di Torvaianica, dove la 25enne ha raccontato al militare di guardia quanto accaduto. “Mentre raccontavo tutto al carabiniere piangevo e tremavo, perché finalmente mi ero resa conto del pericolo che avevo corso. Lì per lì, infatti, in me non aveva prevalso la paura, ma la rabbia per non essere riuscita a bloccarlo e a guardarlo in faccia. Il mio primo istinto, infatti, era quello di inseguirlo e dargli una lezione”. Cosa improbabile, visto che la vittima è una ragazza minuta, magrissima, anche se coraggiosa. I carabinieri hanno mandato subito una pattuglia nella zona dove era successo il fatto, per vedere se riuscivano a rintracciare l’assalitore, ma di lui non c’era traccia. Perché hai deciso di raccontare la tua storia? “Perché voglio avvisare le altre ragazze di stare attente, di non andare in giro da sole con il buio. E purtroppo anche in coppia non è mol sicuro: il giorno dopo, raccontando quanto mi era accaduto a una collega, mi ha riferito che solo una settimana prima lei e il fidanzato erano stati derubati del cellulare, in maniera analoga a quanto era accaduto a me, sempre all’altezza di Martin Pescatore. Anche in questo caso esiste una denuncia presentata ai carabinieri. Adesso ho dentro tanta rabbia, perché questa persona va ancora in giro tranquillamente, e magari farà la stessa cosa ad altre ragazze, forse più indifese di me”. Hai paura? “Sì, ancora sento la sensazione di quelle mani che mi bloccavano, il terrore che mi era preso lo rivivo nei momenti più impensati. E ti assicuro che è davvero una brutta sensazione. Ti fa sentire fragile, indifesa. Ma, ripeto, al tempo stesso ho anche tanta rabbia e penso che avrei voluto trovare la maniera di fermarlo. Mi sento quindi al tempo stesso sfortunata per non aver avuto modo di identificarlo per evitare che faccia del male a qualcun altro, e fortunata perché so che poteva andarmi molto peggio, soprattutto se fosse stato armato”.



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INFORMAZIONE

Il Corriere della Città Settembre 2017

A piedi sulla via Francigena da Siena a Roma (e oltre)

L’intervista

sibilità di prendersi un mese di ferie per affrontare percorsi lunghi)?” Che differenze hai trovato rispetto al cammino di Santiago?

Da dove è nata l'idea di affrontare queGiacomo Castro, Presidente sto viaggio? dell'Associazione Latium “Il percorso è stato da sempre un mio Vetus, ha percorso 300km sogno e quest'anno, dopo l'esperienza del 2016 con il cammino di Santiago di dalla provincia toscana fino Compostela, finalmente l'ho coronato. a...Torvaianica. Principalmente l'idea è partita dal fatto Con lui tre amici che, essendo guida turistica del Lazio nonché Presidente di un'associazione che proprio dell'area laziale si occupa, volevo Il gruppo studiare e vedere sotto un'ottica diversa il terin ritorio. Senza contare l'aspetto ovviamente “luviaggio dico” e personale dell'esperienza. Oltre a questo volevamo saggiare in prima persona l'esperienza dei cammini per vedere quanto questo possa essere per esempio ripensata per Pomezia ed Ardea” Cioè? “Io intendo parlare di “cammini” nella nostra zona ma per far questo avevo bisogno di toccare con mano la materia. Le possibilità ci sarebbero e si potrebbe ipotizzare una 'deviazione' della Francigena stessa – che ri- “Purtroppo abissale. Lo scorso anno mi avecordo non si ferma a Roma ma arriva fino a vano sconsigliato di partire con la Via FranciSanta Maria di Leuca in Puglia – che tra l'altro gena ed iniziare paradossalmente con il passa qui vicino nella sua direzione sud; ovvia- cammino di Santiago che, pur essendo notevolmente il il percorso è ancor meno organizzato mente più lungo (circa 800km), è molto più serrispetto alla sua consorella al nord, quella che vito e frequentato. Ad oggi posso dire di essere abbiamo percorso noi nel tratto da Roma a contento di aver seguito quei consigli” Siena. E tuttavia ci potrebbe muovere in tal Come era strutturata la vostra giornata tipo? senso, pensando una tappa al Divino Amore ad “Ovviamente il periodo non era il più adatto (il esempio (cosa peraltro al vaglio anche dell'as- gruppo è partito lo scorso 27 luglio ed è arrivato semblea capitolina che sta ragionando proprio a destinazione il 10 agosto, ndr) – quindi abin merito ad “un cammino del pellegrino”) e biamo fatto di necessità virtù. Sveglia molto perché no arrivare fino ad Ardea. Abbiamo la presto, intorno alle 5 e cammino fino all'ora di fortuna di poter disporre del vincolo dell'agro pranzo per poi godersi una bella pausa. Diromano del 2010 e, speriamo, di quello nuovo ciamo che il bello di quest'esperienza è la totale di Tor Maggiore e Valle Caia. Insomma predi- personalizzazione: sei tu a decidere quanto e sporre un percorso fino al territorio di Pomezia come spostarti, se fermarti un giorno a visitare e Ardea non è utopia e si potrebbe investire in una città piuttosto che scarpinare per 40km fital senso. Del resto la tendenza del turismo ul- lati” timamente è molto chiara e spinge molto in Qual è stata la vostra media? questa direzione. Perché non puntarci allora, “Circa 20-25 km al giorno di media” magari con un piccolo cammino “nostrano” di Per dormire? pochi giorni (del resto non tutti hanno la pos- “Lungo il cammino si trovano strutture essen-

Il percorso fino a Torvaianica

La Via Francigena

zialmente religiose, essendo queste esperienze strettamente correlate ai pellegrinaggi. In Spagna la rete è molto fitta, e si possono trovare anche strutture non religiose, noi abbiamo trovato essenzialmente suore o comunque punti d'accoglienza di questo tipo. Di solito con 10-

Il lago di Bolsena

15 euro a notte, previa esibizione delle credenziali da “pellegrino”, te la cavi. Per mangiare talvolta c'è la cucina altrimenti si può mangiare nei ristoranti” Il percorso è facile da individuare? “Anche qui il confronto con Spagna e Francia è impietoso, anche se comunque la Via Francigena è ben segnalata. E nei pochi punti “incerti” grazie alla tecnologia si riesce a proseguire senza sbagliare strada” Roma però non ti bastava, hai voluto proseguire fino a Torvaianica. La domanda sorge spontanea: dove sei passato? “Allora qui le cose si sono fatte complicate perché, non essendoci un percorso, alcuni tratti sono altamente pericolosi e molti di essi sono su strada, per questo sconsiglio vivamente di passarci. Ad ogni modo la mia scelta ha anche un senso culturale perché dopo Roma ho “puntato” la Laurentina, dopo esser passato per le Tre Fontane, dunque un altro punto di notevole interesse, poi Via di Trigoria fino a Castel Romano; quindi via di Pratica di Mare – i 3km probabilmente più pericolosi in assoluto - fino a Campo Ascolano. 31 Km precisi”. Luca Mugnaioli

Castiglion D’O Piazza S.Pietro a Roma


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RUBRICHE Meteo, sgoccioli d’estate

Settembre 2017

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Uno sguardo a ciò che ci attende a settembre

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opo un mese all’insegna del caldo estremo, l’Italia si prepara alle ultime settimane di estate. È ancora presto per sapere quando finirà davvero l’estate percepita, per usare un termine che ha avuto fortuna di recente. Sicuramente l’inizio di settembre non fornirà una tregua agli accaldati cittadini romani. Si prevedono temperature sopra la media almeno per la prima metà del mese: la tendenza è che si aggirino ancora intorno ai 30 gradi. Non si dovrebbero però ripetere ondate di caldo intense come quella delle prime due settimane di agosto. Rimarrà

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Ancora caldo nei primi giorni del mese

bbiamo intervistato la pometina Flavia Panfili, classe ’97, la ragazza più in voga del momento. Ha infatti vinto recentemente il titolo di Miss Tricologica Lazio 2017 a Castelforte. La manifestazione, selezione del 78° concorso nazionale per Miss Italia ed organizzata da Delta Events, ha visto sfidarsi 30 concorrenti; Flavia in virtù del successo ottenuto davanti a Sara Borghi ed Elisa Rinalduzzi, rispettivamente seconda e terza classificate, volerà a Jesolo per le prefinali nazionali dove si sfideranno in 210. Ma solo per 30 di esse si spalancherà lo scenario finale (in programma dal 27 al 30 agosto) ovvero il palcoscenico finale TV, in onda il prossimo 9 settembre su La7. Flavia Panfili non è nuova a questo tipo di vittorie: nel 2015 si è classifica seconda al beauty contest di Cotril (promosso in collaborazione con Belen Rodriguez), a cui hanno partecipato oltre 1000 ragazze nelle tre tappe di Milano, Roma e Napoli. Ha, inoltre, vinto nello stesso anno il contest per diventare la Testimonial dello Shopping Village Castel Romano (Rm). Nel 2016 ha vinto “Miss Mondo Lazio” accedendo alla finale nazionale di “Miss Mondo Italia” dove, l’11 giugno, a Gallipoli , ha ottenuto il secondo posto assoluto. Flavia oltre ad essere una bella ragazza, va sottolineato, ha ottenuto 100/100 nel conseguire il diploma di maturità al Liceo Scientifico ed è quindi anche molto attenta allo studio.

Orcia

Ciao Flavia, innanzitutto che tipo di ragazza sei? Quali sono gli obiettivi della tua vita?

“Sono una ragazza semplice, con la testa sulle spalle e sono molto determinata. Inoltre cerco di essere sempre ottimista e questo mi rende la vita più semplice! Ho appena terminato gli studi scientifici ed ora mi sono iscritta al corso di laurea di Scienze dell’alimentazione e nutrizione umana presso il Campus Biomedico, poiché mi interessa tutto ciò che riguarda la sana

nel frattempo scarso il livello di precipitazioni. Se ad agosto le piogge sono stati inferiori al solito, cioè praticamente assenti, anche a settembre

non si dovranno aprire gli ombrelli. Le precipitazioni torneranno nella media stagionale, che però nel centro Italia si attesta su valori bassi per questo mese. Inoltre la tendenza annuale della siccità non fa ben sperare. Buone notizie, dunque, per la stagione balneare; un po’ meno per chi dovrà tornare a lavoro.

alimentazione ed un corretto stile di vita. Parallelamente agli studi in questi ultimi anni ho maturato un’altra passione: amo stare sul palcoscenico e specialmente davanti la macchina fotografica. Spero di avere al più presto la possibilità di affermarmi anche in questo settore”

Quando e come hai cominciato a sfilare sulle passerelle? “Nel 2016 mi sono iscritta a Miss Mondo Italia per provare una nuova esperienza… e da lì è cominciato questo mio percorso. Conquistare il secondo posto a livello nazionale è stato per me un grande traguardo. Ció che è iniziato come un gioco sta diventando per me una passione in cui metto sempre tutta me stessa: grande impegno e professionalità. Appena finita la maturità ho deciso di partecipare a Miss Italia per mettermi nuovamente alla prova. Ottenendo il titolo di Miss Tricologica Lazio 2017 mi sono qualificata per le prefinali nazionali a Jesolo e il 27 Agosto partirò per questa nuova avventura!”

Hai partecipato a diversi eventi in tutta la penisola italiana, classificandoti quasi sempre sul podio. Come ci si sente ad essere una delle ragazze più belle della penisola?

Intervista a Flavia Panfilili

“Beh…non mi sento di certo a questi livelli… Mi sento una ragazza come tante, che studia e conduce una vita normale ma allo stesso tempo si impegna per raggiungere un grande sogno”

C’è qualcuno in particolare che ti sostiene e vuoi ringraziare? “Sicuramente la mia famiglia che mi segue ovunque e mi sostiene in tutte le mie scelte, e poi il mio ragazzo William e la sua famiglia, che sono i miei più grandi fans!” Manuel Ferrara


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RUBRICHE

Il Corriere della Città Settembre 2017

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ome promesso questo mese parliamo ancora di gemelli! Ci siamo fermati a quanto è difficie all’inizio accettare l’idea dell’arrivo di due bimbi invece che uno e a come affrontare la gravidanza ed il parto... quello che viene dopo è molto più impegnativo ancora!Di recente ho avuto modo di seguire ben due mamme che hanno avuto due gemelli e ho pensato di chiedere loro di parlarvi della loro esperienza.Per me sono due mamme fantastiche! Anna Maria: “ Quando il ginecologo ha dettto “sono due” per noi è stato uno shock. I primi pensieri, la macchina è piccola, la casa ancora di più, la primogenita è piccola, tre pannolini da cambiare... la prima notte della notizia INSONNE... poi raziocinio.La prima figlia abbiamo lottato e aspettato tanto per averla, il secondo lo volevamo però mai avremmo pensato che sarebbe stata una doppietta! La gravidanza nonostante i primi due mesi di vomito e stanchezza continua, è stata serena e tranquilla.Quello che soraggia e soprattutto stressa nel caso di gemelli è il mondo intorno... tutti si sentono autorizzati ed in diritto di dire la loro. Ne ho sentite di ogni “ non ti sfozare, devi stare a letto, non puoi camminare, non prendere Adele in braccio ( ho vissuto tutti e nove i mesi con l’ansia del parto prematuro) non dormirai, avrai bisogno di aiuto” Per non parlare poi dell’ argomento allattamento!!!! “non puoi allattare, sarà troppo difficile, non ce la farai” ( litania che continua ancora oggi dopo 5 mesi di latte esclusivo mio)... sono state rare le parole di incoraggiamento. Noi abbiamo fatto il taglio cesareo ed è stato emozionante sentirne piangere due e vederne arrivare due che seppure piccole 2700 e 2300 hanno subito riconosciuto la loro tetta ed il loro territorio. Quello che è difficile con i gemelli, secondo la mia esperienza e considerando che le mie sono seconde, è che sono proprio due!! Non hanno l’eclusiva! Da un lato si fanno compagnia, dall’altro dovranno sempre dividersi tutto anche il tempo per le coccole e l’affetto... ecco perchè io non ho quasi mai allattato in tandem perchè almeno quel momento voglio viverlo in esclusiva. Due pianti, due pannolini, doppi denti, doppio spannolinamento e doppi problemi... questo è stancante, stressante e spesso estenuante. In realtà siamo quasi a sei mesi, non ancora le ho godute fino in fondo, perchè è una vera e propria catena di montaggio... prima una poi l’altra non c’è mai fine e se un giorno fa i capricci una, il giorno dopo tocca all’altra. Non mi sento una super mamma... sono consapevole che ho, almeno per il momento, rinunciato a me stessa, mi consolo dicendo che passerà... un unico

Ancora gemelli

complimento sento di fare a me stessa: quello di aver ignorato il mondo esterno e di aver seguito l’istinto di mamma, anche quando probabilmente ho sbagliato. La mia fortuna? La primogenita! Per noi è stata una palestra durissima, per cui le gemelle in alcune situazioni sembrano una passeggiata.” Anna Maria è la dimostrazione che la volontà e la determinazione sono la cosa più importante! La natura è perfetta deve solo essere assecondata! Questo non vuol dire che sia facile, ma solo che bisogna crederci e affrontare le difficoltà in vista di una ricompensa più grande. Io Anna Maria l’ho conosciuta quando abbiamo fatto il baby massage con la prima bimba Adele al mare ed è stato subito feeling, mi ricordo quando mi ha chiamato per dirmi che aspettava le gemelle e anche se era ancora in attesa già mi chiedeva aiuto per allattarle da sola al seno ... da come parlava sapevo già che ce l’avrebbe fatta brillantemente... io mi sono limitata ad un pò di supporto a distanza!! La seconda mamma si chiama Sofia, anche per lei il percorso è stato lungo e difficile, ma ha dimostrato di essere anche lei all’altezza dei propri sogni. Sofia aveva il desiderio di fare un parto spontaneo nonostante la convizione che i gemelli possano solo nascere con cesareo e alla fine ci è quasi riuscita. Solo uno sfortunato concatenasi di eventi le hanno impedito di raggiungere il traguardo, ma ci tengo a dire che comunque ci ha provato travagliando fino ala dilatazione completa! L’ho vista arrivare al corso di accompagnamento al parto incerta e con tanti dubbi e poi uscirne carica e molto sicura di sè, tanto da sfidare una serie di scelte convenzionali che a volte è difficile sradicare anche in contesti più “semplici” I suoi bimbi sono stati trattenuti in ospedale dopo il parto e quindi l’inizio dell’allattamento è stato un pò complicato, tuttavia sta facendo un grosso lavoro per recuperare il tempo perso e scrive.“ Io al momento sto facendo allattamento misto

Mamme, non abbiate paura di sognare

perchè non riesco ancora a sopperire al bisogno di entrambi i bimbi. Li attacco alla sisa a richiesta, ma dopo neeanche un’ora loro piangono disperati, allora cerco di attacarli più spesso, alle volte passo pomeriggi interi sul letto con loro attaccati anche in tandem, alle volte invece cedo e gli do l’aggiunta perchè non ce la faccio più. In ogni caso sempre prima sisa e poi biberon. Averli attaccati, anche se fatioso, è la oa più bella del mondo e quindi non mollo e sono sicura che presto arriverò a fare un allattamento esclusivo al seno”! Ho deciso di non cambiare niente di quello che mi è stato inviato da queste due mamme perchè dalle loro parole si evince la faticosità di crescere due bimbi invece che uno, la difficotà di scontrarsi con le convinzioni e i luoghi comuni, ma anche la determinazione di voler dimostrare che si può fare, che non si deve partire già rassegnate a vivere una gravidanza, un parto, un allattamento ed una maternità medicalizzata come se ci trovassimo di fronte ad una gravidanza patologica! Due bimbi, doppia fatica, doppio lavoro, doppio impegno, ma anche doppio amore e doppia ricompensa! Come dico sempre: mamme non abbiate paura di sognare, quello che potete fare è molto oltre quello che pensate di essere in grado di fare. Scegliete l vostra strada e seguitela con coscienza e consapevolezza! La maternità è un evento troppo speciale per non viverlo fino in fondo. E poi ricordate che l’amore di mamma non si divide per ogni figlio, ma si moltiplica per abbracciarli tutti quanti insieme. Dott.Ost.Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it



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RUBRICHE

La fortuna...

E voi? Quanto vi sentite fortunati?

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gnuno di noi, ammettiamolo, speriamo che prima o poi la “Dea Bendata” giri dalla nostra parte. Alcuni ne sono totalmente convinti che bisogna rincorrerla continuamente e che bisogna saperla afferrare e chi fa strane cose per propiziarsela. Donald Trump, per esempio, è superstiziosissimo, infatti ha l’abitudine di gettarsi un pizzico di sale dietro la spalla dopo aver mangiato. Certo non è serio sostenere che i portafortuna o le scaramanzie accrescano le possibilità di successo ma, di sicuro, attenuano l’ansia e infondono sicurezza. Alcuni esperimenti hanno offerto risultati sorprendenti: a metà dei giocatori viene consegnata una comune pallina da golf; mentre all’altra metà viene data una pallina identica alla prima, ma gli si dice che è una pallina fortunata. Ebbene il secondo gruppo riesce più del primo ad imbucarla, credendo appunto nella destrezza del tiro causata dalla pallina più fortunata. Questo ci fa capire perché talismani e portafortuna sono presenti da sempre, in moltissime culture: funzionano un po’ come la coperta di Linus, dopotutto, anche l’effetto placebo funziona allo stesso modo. “La fortuna quindi è una condizione mentale”: vincere alla lotteria, per esempio, è solo un caso e

le persone che si credono fortunate non hanno più probabilità di vincere, anche se sono convinte del contrario. La questione interessante è un’altra. Ovvero, che tipo di personalità hanno coloro che si ritengono più fortunati. Alcuni studi hanno dimostrato che tra “fortunati” e “sfortunati” non c’è differenza per quanto concerne l’essere cortesi ed altruisti, tenaci e scrupolosi. Ma su altri tratti della personalità le differenze sono invece accentuate: le persone “fortunate” sono più estroverse, sorridono più spesso, guardano più frequentemente gli altri negli occhi, incontrano più gente e mantengono i contatti. E poi, le persone fortunate sono meno nevrotiche, cioè meno ansiose e più rilassate e questo permette loro di essere più disponibili agli stimoli esterni ed a cogliere le opportunità che si presentano. Sono più aperti alle nuove esperienze: viaggiano di più, evitano la routine, l’imprevisto non li spaventa. Infine i “fortunati” notano gli aspetti positivi semplicemente perché se li aspettano. Ed a proposito di routine, immaginate di vivere in mezzo ad un frutteto di pere e di dover riempire un cesto di pere ogni giorno. All’inizio non importa dove andate: ci sono pere dappertutto, ma dopo un po’ chi va sempre negli stessi punti trova meno pere. Solo cambiando posti le probabilità di trovarne altre aumentano. Un’ altro significativo modo di come può essere diverso il comportamento è dato da quest’altro esempio. Siamo in un bar, ai tavoli c’è solo un avventore seduto e per terra ci sono 5,00 euro. Entra lo “sfortunato- pessimista” va dritto al banco, chiede un caffè ed esce subito senza dire o no-

Il Corriere della Città Settembre 2017

tare nulla, riferendo di un ambiente squallido, senza nessuno e di un pessimo caffè. Dopodichè entra invece una persona più ottimista e quindi più “fortunata”, si accorge della banconota e tutto felice comincia a curiosare se trova qualcuno con cui condividere questa piccola fortuna, si accorge di questa persona seduta al tavolo e gli offre da bere. Lui è contento perché ha trovato dei soldi e incontrato una persona interessante con cui conversare. Così, la medesima situazione si trasforma in due storie differenti. Questo diverso atteggiamento fa scaturire, come è del tutto evidente, un meccanisco diverso di percezione della propria fortuna: si chiama “pregiudizio di conferma”. Consiste nel fatto che, quando le persone cominciano a convincersi di qualcosa, prestano più attenzione a tutto ciò che rafforza la convinzione. Dunque, le persone che si reputano fortunate stanno più attente a ulteriori eventi potenzialmente fortunati e trovano spunti positivi anche quando le circostanze sono avverse. Prendiamo ad esempio i vincitori di medaglie di bronzo: loro sono solitamente soddisfatti e grati poiché sono saliti comunque sul podio, mentre i vincitori di medagle d’argento sono più infelici poiché per un soffio hanno mancato il primo posto. Tutto ciò è paradossale.. Quindi, per concludere, bisogna imparare a prestare attenzione alle proprie fortune piccole o grandi che siano, è un modo per regalarsi aspettative positive e prospettive migliori. Antonio Guido Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it



RUBRICHE 32 L'Avvocato risponde

Il Corriere della Città Settembre 2017

La consulenza legale per i lettori del Corriere della Città Il quesito del mese

“Mio figlio sulla bicicletta, mentre percorreva una via comunale, è stato assalito da un cane randagio che, oltre a farlo cadere a terra, lo ha morso ad un polpaccio. Il ragazzo ha riportato ferite causate sia dall'incidente che dal morso. Posso ottenere i danni subiti da mio figlio a causa delle ferite e chi è il responsabile tenuto al risarcimento?”

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entile lettore, per poter dare risposta al suo quesito è' necessario, in primo luogo, individuare le norme che l'ordinamento giuridico detta a tutela del diritto soggettivo alla vita, alla salute ed alla integrità fisica, e, nella specie, quando a lederli è un cane randagio. Il fenomeno del randagismo degli animali domestici è stato disciplinato dalla Legge Statale, cd. Legge quadro, n° 281/91, la quale ha demandato alle Regioni l'istituzione dell'Anagrafe canina e l'adozione di programmi per la prevenzione ed il controllo del randagismo. Nel nostro caso, la Regione Lazio con L. R. n° 34, del 21/07/1997, denominata “Tutela degli animali di affezione e prevenzione del

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randagismo” ha disciplinato la materia. L'art. 3 (competenze dei servizi veterinari delle aziende USL) prevede tra l'altro al comma 3: “i servizi veterinari delle aziende USL, oltre a svolgere i compiti di cui al comma 1, assicurano sul territorio a) il servizio di accalappiamento di cani vaganti, la relativa comunicazione al Comune interessato e la consegna dei cani catturati o restituiti alle strutture di ricovero, previa effettuazione delle profilassi previste...”; mentre, l'art. 2 (competenze dei Comuni e delle Comunità Montane) prevede al comma 2: “gli enti di cui al comma 1 (Comuni) mettono a disposizione del servizio veterinario dell'azienda USL, competente per territorio, strutture adeguate per lo svolgimento delle funzioni di cui all'art. 3 (tra cui il servizio di accalappiamento)”. Inoltre, la Regione Lazio, con Delibera di Giunta, n° 43/2010, ha previsto al punto C (Servizio di cattura dei cani vaganti) dell'Allegato alla stessa: “i cittadini che rinvengono un cane vagante, comunicano le informazioni utili al suo rinvenimento al Comune e/o ad un Organo di Polizia. I Servizi Veterinari delle USL assicurano il servizio di cattura e recupero di cani vaganti previa segnalazione da parte del Comune interessato e di altri Enti od organi di polizia con funzione di controllo del territorio...”. A ciò si aggiunga che il Decreto Legge 503/1992, all'art. 3, comma 14, ha previsto che il Sindaco verifichi l'andamento generale dell'attività delle ASL attraverso l'attività di vigilanza, quale rappresentante dell'Ente territoriale e non quale Ufficiale di Governo. Infine, l'art. 2043 del Codice Civile stabilisce: “qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”. Dunque, all'esito della normativa richiamata, si può precisare che nell'ipotesi di incidente con cane randagio, il presupposto della responsabilità a carico dell'Ente Pubblico è di tipo extracontrattuale e trova la sua premessa nell'art. 2043 del codice civile. Pertanto, ricorrendo tutti gli elementi previsti dalla fattispecie astratta, ossia a) l'evento dannoso, b) l'ingiustizia del danno, c) il nesso di causalità, d) la riferibilità psichica dell'evento al suo autore in termini di dolo o colpa, il danneggiato potrà ricorrere all'autorità giudiziaria per l'ottenimento del risarcimento del danno subito. Nel caso di specie, in caso di incidente con cane randagio, la responsabilità extracontrattuale (cd. Aquiliana)

deve ritenersi sussistere in tutti i casi di mancata adozione di misure di controllo del fenomeno del randagismo da parte degli Enti preposti. Nella Regione Lazio, in base alla normativa sopra richiamata, l'obbligo di controllo sul randagismo grava anche sull'Azienda Sanitaria oltre che sul Comune. I due Enti hanno obblighi distinti; la ASL è tenuta a catturare i cani randagi, mentre il Comune è tenuto a vigilare il territorio e denunciare la presenza di animali vaganti (a seguito delle segnalazioni dei cittadini), a custodire gli animali una volta catturati ed a vigilare e controllare l'attività della ASL. Pertanto, non può non riconoscersi anche in capo al Comune, oltre alla ASL, nel momento in cui viene meno ai propri doveri ed obblighi in materia di randagismo, una responsabilità aquiliana basata sul generale principio del neminem laedere laddove, dal mancato o insufficiente assolvimento dei predetti doveri, derivino danni ai cittadini. Viene così a delinearsi e configurarsi un intreccio legislativo e funzionalmente connesso di responsabilità sia del Comune che della ASL che non può avere altra conseguenza che quella di tenere affiancati i due enti sul piano della responsabilità. Orbene, anche la Cassazione, con la sentenza 2741, del 12/02/2015, ha riaffermato che, in base al principio del neminem laedere la P.A. è responsabile dei danni riconducibili all'omissione dei comportamenti dovuti, che costituiscono il limite esterno alla sua attività discrezionale e integrano la norma primaria di cui all'art. 2043 C.C. Nella specie il Supremo Collegio ha rilevato che “il Comune deve rispondere dei danni patiti da un ciclomotorista aggredito da un cane randagio durante la marcia del mezzo, atteso che l'Ente territoriale -ai sensi della legge 281/91 e delle leggi regionali in tema di animali di affezione e prevenzione del randagismo- è tenuto, in correlazione con gli altri soggetti indicati dalla legge, al rispetto del dovere di protezione e controllo del randagismo sul territorio di competenza”. In conclusione, i danni patiti dal ragazzo, che veniva aggredito da un cane randagio, mentre conduceva la bicicletta, sono dovuti e potranno essere richiesti, sia al Comune, sia alla ASL, atteso che detti enti -ai sensi della Legge quadro 281/91 e della Legge Regione Lazio 34/97, in tema di animali di affezione e prevenzione del randagismo- sono tenuti al rispetto del dovere di prevenzione e controllo del randagismo sul territorio di competenza.

Avv. Antonio Aquino


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Il Corriere della Città Settembre 2017

Evangelo di Fede in Fede “Mogli… Mariti…”

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ogli…Mariti…Il nostro pensiero va subito alla famiglia, argomento complesso e certamente non esauribile in poche righe. Esistono famiglie di vario genere: sposate, coppie di fatto, allargate, multiraziali ecc. Diversi sentimenti possono vivere nella cellula famiglia; come amore o indifferenza, gioia o tristezza, rispetto o disprezzo; sentimenti che fortificano o indeboliscono la famiglia o ancora la nutrono o la feriscono. Con grande tatto cercheremo di dire, qual è il pensiero di Dio sulla famiglia, rivelato attraverso la sua Parola, la Bibbia. Dicevo con grande tatto, consapevoli che sentimenti importanti avvolgono o troppo spesso possono stravolgere l’esistenza di ognuno di noi. Il pensiero di Dio sulla famiglia è tracciato da una sana teologia la quale non vive nel compromesso del peccato; ma è altresì importante ricordare che Dio ama il peccatore; anche quando non siamo al centro della volontà di Dio, è vero, la scrittura ci chiama al ravvedimento, ma lo fa con amore.

Stabilita da Dio Fin dal principio della creazione Dio creò l’uomo e la donna, e fu così che nacque la prima famiglia: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne” (Genesi 2:24). A seguire troviamo le famiglie patriarcali, come Abramo e Sara, Isacco e Rebecca, e così via nei libri storici e profetici. Ed ancora il sublime libro “Cantico dei Cantici”, con la sua poesia unica ci trasporta in una visione dove ognuno di noi vorrebbe essere protagonista, (assolutamente da leggere). La famiglia è stabilita da Dio; ciò non significa che si vive in un’oasi dove non si accosta mai la tempesta; ristrettezza economica, malattia, problemi di vario genere da affrontare; ma troppo spesso quando la tempesta infuria l’unico desiderio è uscirne fuori e uscirne subito.

Cristo solido fondamento Non ci piace passare per la tempesta. Voglio essere felice; è un pensiero che nel bel mezzo

Il Corriere della Città Numero 9 Anno 9

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settembre 2017 EDITORE: La Città

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della burrasca trova forza e cerca il suo raggiungimento; costi quel che costi. Adamo diede la colpa ad Eva, ed Eva la diede al serpente; insomma se non sono felice è colpa dell’altro. Ma è proprio così? Viviamo in una società dove centralità dell’uomo e benessere è ciò che conta; la visione dell’uomo moderno, troppo spesso, non va oltre il vedere ciò che è mortale e ciò che è pura vanità. Voglio essere felice. Ma cos’è felicità? Dove risiede la felicità? Si trova forse nell’agiatezza e nel successo? In una relazione granitica che non incontra mai problemi? No, il punto è un altro. Nicodemo andò a Gesù e cominciò a dire: “Rabbi, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio…” (Giovanni 3:3). Ma Gesù lo fermò e cambiò completamente argomento; il punto era un altro. L’uomo ha la profonda necessità di abbassare le armi e da egocentrico diventare Cristocentrico. Cristo Gesù è colui che può rigenerare il cuore; è nel tornare a Dio che le parole di Cristo diverranno concrete e saranno un balsamo per il cuore. Gesù disse: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo da; il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27). Ci focalizziamo su mille cose alla ricerca della felicità; ma il punto è un altro; Cristo Gesù è la fonte della vera pace e della felicità. Non ci sono scorciatoie o alternative.

Mogli… Mariti… E il titolo di questa meditazione la quale prende spunto da due versi della Sacra Scrittura: “Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti come si conviene nel Signore. Mariti amate le vostre mogli e non vi inasprite contro di loro” (Colossesi 3:18-19). Viviamo in un tempo dove amore e sottomissione vivono in un tono basso; l’inasprimento va alla grande. Quando la Bibbia parla di sottomissione, non allude certamente a sopraffazione, e schiavizzazione; assolutamente no. E’ una sottomissione da intendere nell’ambito di ruoli assegnati da Dio stesso. Non è forse vero che nell’ambito della famiglia, il figlio ha il suo ruolo, questo vale anche per il padre, e così via? Così è anche per la moglie e

E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Samantha Morano, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Massimiliano Gobbi, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC

il marito. Dio ama la donna quanto l’uomo; la moglie quanto il marito. La seconda parte del verso dice: “Mariti amate le vostre mogli”. Amate; ma qual è lo spessore richiesto a questo amore? C’è un altro verso che illumina maggiormente l’argomento: “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei” (Efesini 5:25). Cristo ha amato la chiesa fino al sacrificio estremo della morte sulla croce. Un marito che ama la moglie, come intende la Scrittura, è pronto al sacrificio, in qualche modo abbraccia teneramente la sua anima, la protegge, spende se stesso per renderla felice. Quale moglie rifiuta una simile cura nei suoi confronti? Non farà anche lei ciò che il piano di Dio la incoraggia a vivere? Viviamo in una società dove vi è la profonda necessita di tornare indietro. Ciò che è intorno a noi sembra voglia comunicarci una libertà crescente, ma può la libertà avere come frutto il dolore e la devastazione? Un verso dal libro Cantico dei Cantici: “Io sono del mio amico, verso me va il suo desiderio” (7:11). Quale sublime amore e complicità di sentimenti è descritta in questo verso. La Scrittura traccia i confini per un vivere secondo Dio; nella via di Dio vi è il giusto equilibrio di un vivere sano e felice. Per info 3358131014 evangelodifedeinfede@gmail.com www.facebook.com/evangelodifedeinfede

CHIUSURA REDAZIONALE: 31/08/2017

STAMPA: Tipografia Graffietti

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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I più letti sul nostro sito www.ilcorrieredellacitta.com Torvaianica, botte da orbi in mezzo alla strada: autista bus si azzuffa con un automobilista - 7 Agosto 2017

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Arsenico nell’acqua, confermato divieto di consumo dopo l’incendio: ecco dove non si deve utilizzare - 14 agosto 2017

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cosiddetti nativi digitali sono i bambini nati all’epoca del World Wide Web, Web in breve. Essi crescono lontani dalla necessità di dare un significato alle cose che vedono, dalla profondità e dalla ricchezza della lingua madre, affettiva, quella dei sentimenti, della spontaneità, conformano il loro linguaggio a quello freddo dell’informatica. Internet è una grande opportunità ma per far sì che sia tale occorre una regolamentazione generale ma anche individuale per non lasciare troppo soli in balia di chimere e false promesse provenienti da ogni dove, i giovani “naviganti” (termine sottratto in modo subdolo al linguaggio marinaro alludendo al fascino del lupo di mare comoda-

I nativi digitali

mente seduti in poltrona). Il web, inoltre, è diventato una piattaforma fondamentale per i traffici più disparati, terrorismo islamico, pornografia, sempre alla ricerca di adepti e nuove prede. Oltre il 60% dei dodicenni dispone di uno smartphone divenuto quasi il loro alter Ego e sono anche più bravi dei genitori nell’uso degli apparecchi tecnologici, (non era mai successo nella storia che i figli ne sapessero più dei genitori) sanno come sfuggire ai loro controlli, col rischio di cadere schiavi in meccanismi di controllo e di manipolazione. Cedono facilmente alle lusinghe, ricordano quelle delle loro mamme che strabiliavano ad ogni balbettio del loro bebè, comportamento che se utile da piccoli per infondere la fiducia necessaria ad affrontare la vita in una fase dove l’ impotenza è reale, da grandi, lusinghe a sproposito possono fare seri danni. Le società occidentalizzate stanno provocando un ritardo sempre maggiore nello sviluppo psichico mentre in altre zone del mondo pare verificarsi il contrario. Tramite il Web si ha accesso ad una quantità incredibile di informazioni, immagini, ma tale accumulo di dati, tra bufale e cose vere, sono impossibili da fissare, passivizzano la mente invece di stimolarla. L’uso del telefonino e della connessione permanente ha generato una nuova manifestazione patologica riferita alla difficoltà a gestire la nuova condizione detta di ”sovrabbondanza comunicativa permanente”. Oltre all’apprendimento, a pagarne le spese sono anche altre funzioni cognitive quali la memoria, l’intelligenza, il pensiero che appare sempre più povero e concreto, il linguaggio, ridotto a faccine e tvb, sembra di essere tornati all’uomo delle caverne (i moderni siti) che si esprimeva con segni e figurine sulle pareti. L’uso massivo di Internet può creare dipendenza, la Internet dipendenza, meglio conosciuta come IAD (Internet Addiction Disorder), un disturbo del controllo degli

Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa e Psicoterapeuta impulsi comparabile al gioco d’azzardo patologico - è sperimentale la diagnosi di Internet Gaming disorder- Dal 2009 al Policlinico Gemelli è stato aperto il primo ambulatorio ospedaliero italiano specializzato nella dipendenza da In-

ternet a significare la crescente diffusione della patologia. Dal ’95 è stato inquadrato il disturbo PIU (Pathological Internet Use), tra i sintomi ossessione, disordini comportamentali, disturbi fisici, stanchezze ingiustificate, stress, difficoltà nello studio, nel lavoro e anche nelle relazioni. Sempre connessi e sempre più sconosciuti, i giovani di oggi (e forse non solo i giovani) si prendono e si lasciano con un sms, il primo approccio è facilitato inviando un messaggio, evita l’ imbarazzo di un rifiuto, l’eterna paura, ma nella vita le delusioni esistono e fanno crescere più delle conquiste facili. Oggi pare che fare nuovi incontri sia diventata una meta da perseguire, 4/5000 amici (senza nessun sollievo dal senso di solitudine che anzi si acuisce); “amici” poi, una parola abusata, molti neanche si conoscono; è sempre difficile trovare un amico vero, non basta definirlo tale, impallidirebbe colui che disse “chi trova un amico trova un te-

Il Corriere della Città Settembre 2017

soro” di fronte a 5000 amici tutti d’un botto. La comunicazione solo scritta, senza l’ausilio dell’espressione, del tono, dello sguardo, comportamenti non verbali che aiutano a chiarire gli intendimenti, a scegliere il momento giusto per parlare (anche nelle aziende la risposta del capo è condizionata dalla scelta del momento più opportuno per avanzarla), può dare luogo a notevoli fraintendimenti, una virgola può cambiare il significato di una frase e aprire la strada allo sviluppo di tanti film personali sui vari significati possibili.Internet è anche il mezzo privilegiato dai più disturbati che trovano coraggio solo dietro un monitor, persone che non oserebbero mai avvicinare una persona in carne ed ossa; il suo uso può anche fungere da catalizzatore di patologie preesistenti per molte persone apparentemente normali. Insomma, ci sono buoni motivi per utilizzare questo nuovo potente strumento cum grano salis per dirla con Plinio il Vecchio, egli diceva che ogni cosa funziona solo se presa con un grano di sale, e ci sono ottimi motivi anche per tornare a privilegiare gli incontri che si fanno nella realtà, nella vita di tutti i giorni. L’incontro è il cuore della relazione, è bello proprio perché casuale, coglie all’improvviso, dà l’illusione di essere stati scelti; dopo 50anni di vita insieme, le coppie non smettono mai di ricordare come si sono incontrati. Non è così negli incontri programmati, non si rivela mai con piacere di essersi conosciuti sul web, o di aver trovato compagnia con chi, per natura o per necessità avrebbe detto sì a tutti, e non solo a te, il proprio narcisismo, segretamente, lo vive come una macchia indelebile. Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta


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SPORT & BUROCRAZIA

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Lo sport a Pomezia è ancora in ritardo palestre)? “Le graduatorie saranno pubblicate presumibilmente nei primi giorni di settembre” Nel bando veniva però indicato che la gestione, di un anno, sarebbe dovuta partire il 1° agosto: perché questi ritardi? Le società che si stanno allenando in questi giorni hanno ottenuto una deroga o un'autorizzazione provvisoria per usufruire delle strutture (la precedente concesLe concessioni si on e Per la manutenzione sarebbero dovute pars c ad e va si farà come nei infatti il tire il 1° agosto ma le 31 luglio, condomini graduatorie definitive ndr)? port, trasparenza, burocrazia “Sono e strutture comunali: esiste un arriveranno solo a state conmodo per far coincidere tutti settembre. Intanto ci si cesse dequesti aspetti su un territorio? Cerroghe a allena in “deroga”... tamente è questo l'obiettivo che l'atchi le ha tuale amministrazione sta cercando richieste di portare avanti ma finora, al di là per evidenti necessità, valutando di caso in dei nobili intenti, pochi sono stati i risultati po- caso”. sitivi raccolti sin qui. In questo lasso di tempo La critica che rivolgiamo è soprattutto legata si sono susseguiti addirittura quattro bandi - ai tempi, perché le scadenze fissate dall'amspesso “ritirati” per poi essere ripubblicati ministrazione sono largamente incompatibili anche a stretto giro di posta – che non hanno con le tempistiche dello sport (iscrizione ai fatto altro che suscitare polemiche; la parola campionati, preparazione atletica, ecc). Perfine, lo ricordiamo, sembrava tuttavia essere ché il bando non è stato fatto allora ad aprile stata apposta lo scorso febbraio quando venne o a maggio? Per il prossimo anno l'amminifatta – tra l’altro nel bel mezzo della stagione strazione prenderà in considerazione tale sportiva, il che causò non pochi problemi (ri- ipotesi? cordate le “furibonde liti” a Torvaianica?) – l’as- “Conosciamo i tempi dello sport, che pursegnazione definitiva fino al 31 luglio per troppo male si conciliano con i tempi della bul’utilizzo degli impianti comunali da parte delle rocrazia. Tuttavia, garantire trasparenza e pari società sportive. Logica voleva dunque che, tra opportunità a tutti i soggetti interessati alle nola fine della concessione annuale e l'inizio della stre strutture dilata i tempi delle procedure”. successiva, venisse pubblicata la graduatoria Il Sindaco di Pomezia si è espresso anche sulla con le nuove assegnazioni o con le eventuali ri- questione manutenzione, altro tema “caldo” conferme; questo, ovviamente, per garantire considerando che molte strutture del territorio, anche da un punto di vista pratico alle società come più volte segnalato dal nostro giornale, sportive, che devono comunicare, solo per fare necessiterebbero di interventi piuttosto urgenti. un esempio, i campi da gioco alle varie federa- “La manutenzione degli impianti sportivi è zioni, una programmazione adeguata della sta- ormai un’attività di cui ci occupiamo interagione sportiva. Ma chi si aspettava tutto questo mente”, ha dichiarato il primo cittadino. “Abè rimasto deluso: a fine agosto infatti, le gradua- biamo già avviato un calendario degli torie per la concessione in uso delle strutture interventi. I costi di manutenzione saranno risportive (palestre) e dei locali (aule-androni) partiti tra i soggetti utilizzatori degli impianti, scolastici e degli impianti sportivi comunali proprio come avviene nei condomini. Chi non non sono state ancora pubblicate. paga perde il titolo ad utilizzare l’impianto e dovrà lasciarlo ad altri”.

S

Pomezia: lo sport va in “deroga”

Dato che lo sport non può seguire la burocrazia, durante l'estate, stando a quanto comunicato dal Comune, sono state concesse delle deroghe per consentire alle varie squadre di affrontare i ritiri precampionato e svolgere gli allenamenti. La concessione annuale infatti sarebbe dovuta partire il 1° agosto ma a causa di “ritardi burocratici”, questa la spiegazione ricevuta dall'ente, ciò non è stato possibile. Sul tema ci siamo allora confrontati nuovamente con l'amministrazione comunale. Quando vedremo pubblicate le graduatorie per la gestione degli impianti sportivi (e delle

Il Palalavinium della “discordia” Ma l'estate (sportiva) 2017 verrà ricordata anche per l'affaire Palalavinium, al centro di un caso esploso nel mese di luglio. Aveva infatti fatto scalpore la notizia della sua ‘scomparsa’ dall’ultimo bando pubblicato dal Comune di Pomezia per la concessione all’utilizzo degli impianti sportivi comunali; la struttura, secondo i rumors, era finita nell’orbita di una blasonata squadra sportiva di Roma che sarebbe dovuta subentrare nella gestione dell’impianto facendosi carico delle spese di adeguamento dello stesso; ma quanto di vero c’era? Seppur in ri-

tardo, il Comune ha deciso finalmente di fare chiarezza sull'argomento. “Per il Palalavinium – ha dichiarato ancora il Sindaco ai nostri microfoni - siamo stati per un periodo in trattativa con una società che pratica sport a livello professionistico che intendeva utilizzare il nostro impianto. Purtroppo l’accordo non si è perfezionato perché la struttura - al momento - non ha la capacità di pubblico richiesta dalle federazioni per campionati di alto livello. Peccato, la nostra città avrebbe ospitato sport di prestigio. Magari in futuro”. Al di là dell'esito della trattativa ancora una volta non possiamo esimerci dal criticare la gestione temporale della vicenda riguardante la struttura per la quale, lo ricordiamo, è stato poi predisposto un bando ad hoc con scadenza fissata per il primo settembre. E anche qui: e chi intendeva presentare domanda proprio per il Palalavinium, perché dovrà farlo con un mese di ritardo? Insomma sport, trasparenza, burocrazia e strutture comunali anche nel 2017 non hanno trovato la loro quadra. Speriamo allora che, almeno, il gioco – nel nome di quella trasparenza e della meritocrazia dichiarata dall'amministrazione – sia valso la candela...

Il caso

SPORT GRATIS A POMEZIA, SI PUO’?

Una lettera in attesa di risposta

Ricordate la proposta delle associazioni Fortitudo Basket Pomezia e Associazione Culturale Onlus Ac Pomezia 2000 per garantire lo sport (gratuito) a tutti? Le due società avevano predisposto un protocollo d’intesa per realizzare un progetto destinato all’attività sportiva agonistica e promozionale con un’unica spesa per chi vorrà aderire: il tesseramento alla federazione di riferimento. “Siamo convinti che lo sport debba essere per tutti e a Pomezia questo si può fare”, avevano fatto sapere le due associazioni. A tal proposito, in data 31 maggio, entrambe le realtà avevano comunicato al Comune di Pomezia mediante lettera scritta la volontà di dar forma concreta a tale progetto, chiedendo un impianto dove poter praticare attività sportiva destinata, per l’appunto, ai diversamenti abili e alle fasce sociali economicamente più deboli. A tale richiesta tuttavia, hanno comunicato le due società, ancora non è pervenuto riscontro.


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Ripartono Eccellenza e Promozione

SPORT

ECCELLENZA – GIRONE B 1° GIORNATA Aces Casal Barriera – SSD Pomezia Calcio Prima giornata fuori casa per i rossoblù che dopo 4 amichevoli vinte su 4 si apprestano ad iniziare con i migliori auspici questo campionato. I pontini sono motivati e sicuramente ben allenati visto che hanno iniziato la preparazione verso fine luglio rispetto all’avversario che ha iniziato a muovere le gambe verso metà agosto. Comunque un match difficile su un campo ostico, la squadra di Mister Gagliarducci dovrà essere lo stesso cinica e spietata contando sull’esperienza di diversi giocatori come Baylon,

Tajarol e Giannone. Team Nuova Florida – Cavese. La compagine ardeatina è sicuramente carica anche se dovrà vedersela con un avversario molto difficile sulla carta. Dopo i vari colpi di mercato, tra i quali Giordani e negli ultimi giorni il classe ’98 Appodio cresciuto nelle giovanili della AS Roma, comunque i biancorossi potranno certamente dire da loro in un ambiente entusiasta e galvanizzato giustamente dopo l’impresa dell’anno scorso. ECCELLENZA – GIRONE A 1°: GIORNATA Unipomezia – Monte Grotte Celoni. La squadra del Presidente Valter Valle avrà il fattore campo a proprio favore per questo inizio di campionato, affronterà infatti il Monte Grotte Celoni, società nata quest’anno del quartiere romano Tor Bella Monaca. La squadra di Mister

Tensione alta in casa del we volley: le pometine hanno iniziato in anticipo la stagione 2017/2018 e già nel mese di agosto si sono ritrovate in palestra con obiettivo le finali nazionali open femminili che si disputeranno dall’ otto al dieci settembre nella splendida cornice della riviera romagnola in quel di Cervia. Queste finali sono il coronamento di una annata di grande livello che ha visto la squadra primeggiare nelle finali provinciali disputatesi ad Alba Adriatica a maggio staccando con grande merito il biglietto per le finali nazionali tricolore. Obiettivo, ovviamente non facile da raggiungere, un titolo che a Pomezia manca ormai da anni, titolo che sarebbe un grandissimo riconoscimento per una società che, presente nel territorio da oltre dieci anni, ha dimostrato di essere un importante riferimento pallavolistico per il territorio. L’impegno della società e dell’intero staff è volto comunque

We Volley Pomezia

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ella cornice della Pineta dei Liberti di Tor San Lorenzo ha preso ufficialmente il via la terza edizione del Memorial Cristina Varani, torneo internazionale di calcio organizzato dall’Asd Racing Club e dedicato ai Giovanissimi 2004. La cerimonia d’apertura di lunedì 28 agosto ha permesso di dare l’ideale benvenuto alle dieci compagini partecipanti, chiamate a darsi battaglia sul campo a partire da domani. Si tratta delle straniere Barcellona e Weston, delle professioniste italiane Inter, Juventus, Lazio, Racing Club Fondi e Roma e delle dilettanti Lodigiani, Racing Club e Urbetevere. Il vernissage è stato succeduto dalla sfilata dei giocatori della prima squadra della Racing Club Fondi, reduci dal brillante pareggio ottenuto in quel di Catania nel debutto in campionato, e scandito dalle parole del padrone di casa, Antonio Pezone, che si è così rivolto al nutrito pubblico assiepato sugli spalti dell’impianto ardeatino: “Colgo l’occasione per salutarvi tutti e ringraziarvi per la partecipazione. Ringrazio queste squadre, che ritengo essere le migliori del panorama giovanile professionistico. Un ringraziamento particolare alla mia prima squadra che ci ha fatto l'onore di essere presente. Vorrei che questa settimana fosse all’insegna del sorriso, come era quella di Cristina che ci segue da

Il Corriere della Città Settembre 2017

Cangiano sembra la favorita ai nastri di partenza anche perché ha allestito una squadra che ambisce al salto di categoria a differenza della matricola romana che, stando alle dichiarazioni dei massimi dirigenti, punta ad un campionato con una salvezza tranquilla. PROMOZIONE – GIRONE C 1° GIORNATA SS Michele e Donato – Airone Calcio. La squadra ardeatina si presenta ad inizio campionato con tutti i pronostici dalla propria parte. Il DS Licata ha allestito davvero una bella squadra alla corte di mister Francesco Salotti con l’arrivo di Barbarisi e Bacchiocchi ha di fatto blindato il centrocampo. Tuttavia, il campo non dalle grandissimi condizioni del SS Michele potrebbe influire sullo stampo tecnico degli ardeatini che possono contare anche sulla fisicità dei propri giocatori, come ad esempio Schiumarini.

anche nei riguardi della stagione che è ormai alle porte. La We Volley, come tutte le società sportive del territorio, a fronte comunque di una pianificazione programmata dell’attività, è in attesa di conoscere la disponibilità degli spazi di palestra utilizzabili per poter iniziare l’attività, disponibilità che non saranno note prima di settembre; presentate infatti le domande di richiesta di utilizzo degli impianti, in considerazione dei bandi comunali pubblicati nel mese di Luglio, bisognerà attendere infatti l’inizio di Settembre per avere l’assegnazione degli impianti, prerogativa questa che rende difficile la programmazione di tutte le società sportive del territorio che operano nelle palestre scolastiche ed impianti sportivi comunali. La dirigenza, comunque, come dicevamo ha, per quanto possibile in considerazione di quanto detto, pianificato al meglio l’attività per la stagione 2017/2018: per qualsiasi info in merito si puo’ contattare il sig. Armando Monti (cell.3382902951) che svolge il ruolo di team menager della societa’. Non ci resta che concludere augurando un grande in bocca la lupo alle ragazze di coach Rinaldi.

lassù da tre anni”. A seguire l’intervento dell’ex capitano della Roma e nazionale azzurro, Giuseppe Giannini, oggi allenatore della compagine rossoblu: “Sono onorato di essere qui presente in questa

Memorial Varani

rassegna. È un torneo che copre un'età importante dei ragazzi. Faccio loro un grosso in bocca al lupo, quando potrò sarò presente perché mi piace veder giocare i giovani, come testimonia la nostra filosofia”. PRIMA GIORNATA – Martedì 29 agosto verrà dato il via alle gare. Ogni giorno scenderanno in campo 8 delle 10 squadre presenti e distribuite in due girone, con fischi d’inizio alle 15, 16.30, 18 e 19.30 e una esponente di ciascun raggruppamento ad osservare quotidianamente un turno di riposo. Apre le danze l’A con Inter-Racing Club seguita da Urbetevere-Barcellona, con il programma completato dal B che propone WestonRoma e Lodigiani-Juventus. Accederanno alle semifinali, in programma nella mattinata di domenica 3 settembre, le prime due classificate di ogni girone. La finalissima è prevista domenica 3 settembre alle

ore 19.PARTNERSHIP – Nelle scorse ore si è consolidata un’importante partnership, quella tra Sportube e il Memorial Cristina Varani. Sulla WebTV dello Sport, nota al grande pubblico per la trasmissione di eventi Live ed OnDemand in streaming come il campionato di Serie C, saranno visibili gli highlights di tutte le partite e sarà inoltre trasmessa in live streaming la finalissima. Gustosa novità per quanto riguarda le premiazioni. Sarà infatti Marco Amelia, campione del Mondo nel 2006, a mettere in palio attraverso il suo sito www.soccerhouse24.com i guanti riservati al miglior portiere e gli scarpini per il miglior realizzatore e il miglior giocatore della competizione, oltre a garantire a tutti i partecipanti il 15% di sconto sui prodotti in vendita. COME SEGUIRLO - Gli aggiornamenti in tempo reale saranno garantiti dal sito www.memorialcristinavarani.com , dalla pagina Facebook e dai profili Twitter e Instagram dedicati all’appuntamento. Sul portale verranno inserite le cronache e le sintesi video di tutte le partite. È inoltre attivo il cliccatissimo canale YouTube dedicato alla manifestazione, sul quale saranno inseriti tutti i servizi dei match, le interviste e la top five delle reti di giornata. Ufficio Stampa 3° Memorial Cristina Varani




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