Il Corriere della Città - Settembre 2018

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Anno 10 Numero 9

SETTEMBRE 2018

libertà informazione politica cronaca cultura sport

Estate a Pomezia e Ardea: flop o successo?

SPO

I balneari: "Una delle peggiori di sempre". Ma i Sindaci sono soddisfatti

Da pag. 14

PSICOSI DA PONTE

Dopo Genova tutto è a rischio. Lo speciale all'interno

"Fibrocapsa Japonica" nel mare di Ardea e Torvaianica

Interviste ai biologi Fabio Nobili e Giovanni Mattias

SAGRE AL TOP Funziona la ricetta dell'Associazione Sviluppo Torvaianica

Caso "acqua" Tanto rumore per nulla!

Pag. 22

Il Borgo di Pratica di Mare "scompare" dai luoghi di Enea: e sui lavori è 'mistero'

CERCA LE FOTO CON IL SIMBOLO

POMEZIA - TORVAIANICA

Professione eroe: Giampiero Ruggiero e la sua Fix a Genova Pag. 18

Autolavaggi 'sospetti': perché nessuno controlla?

Migranti a Rocca di Papa Pag 24

TORVAIANICA Scarica l'App Hp Reveal e Passaggio n.57 finalmente sistemato accedi a tanti contenuti speciali. Istruzioni a p.38



Sagre a Torvaianica: successo indiscusso SETTEMBRE 2018 NUMERO 9

Pag.4

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L'EDITORIALE

Era "solo"un'alga: ma i Sindaci hanno fatto bene

POLITICA ARDEA&POMEZIA Alga: tanto rumore per nulla.............................p.6 A tu per tu con i biologi Mattias e Nobili.....p.7-8 Stagione deludente: parlano i balneari...........p.10 Estate: parola a Savarese e Zuccalà .................p.12 CRONACA Wiki Loves Monuments senza il Borgo..........p.22 Tensione a Rocca di Papa per i migranti........p.24 Discarica abusiva a Pomezia...........................p.28 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG.32

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P.11

Fortitudo Futsal Pomezia e non solo: nuova stagione, si parte SPORT

SPECIALE DA PAG 14

Pag. 36

Quali sono i ponti a Pag. 10 rischio nel Lazio?


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EDITORIALE

Il Corriere della Città settembre 2018

L'alga della discordia estate 2018 a Pomezia ed Ardea è stata caratterizzata da un unico, grande evento focale: la comparsa dell'alga nel mare – che i tecnici poi individueranno nella Fibrocapsa Japonica – responsabile del parapiglia scoppiato sul litorale subito dopo Ferragosto. Probabilmente tra qualche mese nessuno si ricorderà di questa storia, eppure il “caso acqua” ha fatto tanto rumore, così tanto da far finire la costa a sud di Roma su tutti i media nazionali, spesso con toni allarmistici oltre il dovuto. Il mare, riscopertosi all'improvviso bruno, giallastro e maleodorante dopo un inizio di stagione promettente fatto di acqua limpida e cristallina, ha infatti spaventato tutti: spiagge affollate ma nessuno a fare il bagno, prenotazioni cancellate e un fuggi fuggi generale. A tenere banco sono state poi le due ordinanze dei Sindaci Savarese e Zuccalà firmate il 19 agosto che, instaurando il divieto di balneazione praticamente sull'intera costa e paventando un presunto sversamento di liquami, hanno dato il colpo di grazia a una stagione estiva che i balneari, complice il mix di maltempo e crisi, non hanno esitato a definire “una delle peggiori di sempre”, specie nella seconda parte. Da subito infatti il provvedimento ha sollevato un polverone soprattutto tra gli esercenti, i quali si sono ritrovati alle prese con una clientela, già di per sé in calo, improvvisamente in fuga. Ma le polemiche, neanche a dubitarne, hanno ovviamente preso piede in una parte delle opposizioni politiche; quando poi l'Arpa ha sentenziato che a causare il tutto era stata “solo”, si fa per dire, un'alga apriti cielo: gli “esperti” del giorno dopo pronti a urlare sui social l'incompetenza dei Sindaci e dei giornali (tanto per cambiare), con conseguente innalzamento dei toni contro le amministrazioni dei due Comuni. Diversi sono stati i toni di chi, esperto, vuoi solo anche per l'esperienza maturata (e non dietro una tastiera), lo è per davvero, come i tanti pescatori o balneari da generazioni, che di quel fenomeno erano ben a conoscenza portando con sé ricordi del passato; nonostante sapessero che di un'alga, per forza, si doveva trattare (il cosiddetto fenomeno delle “acque cotte”), non hanno mai urlato contro nessuno. Semmai si sono rammaricati – e come dargli torto? – per i mancati guadagni. Ma, al di là di questo, la domanda sorge spontanea: i Sindaci avrebbero potuto agire diversamente? No. Primo perché c'era l'autorevole parere della Capita-

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neria di Porto, secondo perché un Sindaco non può scherzare con la salute pubblica anche di fronte a un minimo rischio. E sì, anche riconoscendo un fenomeno come poteva essere quello dell'alga in assenza di analisi ufficiali. Pensate solo per un momento se invece della Fibrocapsa Japonica fosse stato altro, qualcosa di tossico, e i Sindaci non avessero firmato l'ordinanza: cosa sarebbe accaduto? E in questi tempi bui dove la prevenzione in Italia è merce rara - Genova dice niente? - non me la sento di buttare la croce addosso ai due Sindaci. Ben venga quindi un eccesso di precauzione. Qualcuno, politicamente parlando, lo ha pure riconosciuto benché all'opposizione: Pietro Matarese, a Pomezia, si è complimentato con Zuccalà, suo recente avversario alle elezioni. Ma archiviato l'affaire-alga è ora di tornare a parlare dei problemi, quelli veri. Le attività che vivono di turismo, alghe a parte, hanno lanciato, come visto, un pericoloso allarme: un calo del turismo quantificato in quasi il 20%. Un'enormità. A pesare è stato senza dubbio il maltempo - ad Agosto ha spesso piovuto il pomeriggio - l'impossibilità, purtroppo di competere talvolta con i prezzi non concorrenziali dei pacchetti vacanza all-inclusive e un'offerta di eventi e spettacoli ancora troppo legata al solo turismo gastronomico; quest'ultimo fattore, anche nell'estate 2018, si è rivelato di fatto trainante ma da solo, si capisce, non basta per fare del litorale un punto attrattivo all'altezza della concorrenza. Per capire cosa intendiamo basta spostarsi di

poco: nella vicina Anzio si respira aria di vacanza, grazie all’ottima organizzazione, ai negozi aperti fino all’una di notte, agli eventi sia gratuiti che a pagamento che attirano persone di tutte le fasce di età, mentre da noi sembra di stare, mi raccontano, – scusate l’estremizzazione che non vuole essere offensiva nei confronti degli anziani – a villa Arzilla di 30 anni fa, dove la noia la faceva da padrona. I giovani, altro termine sempre sulla bocca di tutti ma solo a parole, continuano a migrare altrove, senza i grandi eventi di richiamo presenti nelle altre località; e poi ci sono tutte le criticità ataviche legate alla viabilità, alla mancanza di parcheggi sul lungomare nel week-end e perfino all'assenza di marciapiedi nella zona sud di Torvaianica; per quanto riguarda l'Ardea dissestata incidono sicuramente le strade, alcune completamente da rifare, e un mare ancora da migliorare. Ad andare controcorrente e a recitare la parte dell'oste a cui si chiede com'è il vino sono stati allora i due Sindaci che hanno stilato un bilancio sostanzialmente positivo difendendo il lavoro svolto. La verità allora, come spesso accade, potrebbe stare nel mezzo. Ad ogni modo, sia che si voglia vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, di lavoro e di strada, per Ardea e Pomezia c'è n'è ancora da fare parecchia da fare. Luca Mugnaioli

L'acqua trasparente e cristallina è stata la piacevole sorpresa dell'inizio estate del 2018

Le attività che vivono di turismo, alghe a parte, hanno lanciato, come visto, un pericoloso allarme: un calo del turismo quantificato in quasi il 20%. Un'enormità. Di strada dunque ce n'è ancora da fare



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POLITICA

Il Corriere della Città settembre 2018

Acqua torbida a Torvaianica: tanto rumore per nulla nizio di agosto. Il litorale romano sta vivendo il culmine della stagione estiva: nel giro di poche settimane i villeggianti torneranno a casa, e le spiagge si svuoteranno. L’acqua a Torvaianica è bella, in alcuni giorni è quasi limpida; le temperature sono alte e il sole spacca le pietre. Un idillio che non è destinato a durare. Acqua giallastra: si pensa subito agli sversamenti illegali Non è solo il tempo impazzito a rovinare la fine dell’estate, con i forti temporali pomeridiani dalla puntualità svizzera, e le raffiche di vento che sembrano piccole trombe d’aria. Il 17 agosto il mare di Torvaianica e Ardea ha letteralmente cambiato colore: l’acqua appariva torbida e giallastra, addirittura maleodorante. Il colore del mare e la moria dei pesci hanno causato preoccupazione nei bagnanti, che hanno da subito evitato di rinfrescarsi. Nel frattempo, il Comune taceva – o meglio, affermava di non saperne niente – mentre la Guardia Costiera cercava di venirne a capo con dei sopralluoghi. La lentezza delle istituzioni ha trovato un contrappeso nel tam tam sui social: turisti e cittadini hanno dato la colpa agli sversamenti illegali nei fossi, scegliendo di abbandonare in anticipo le spiagge per non rischiare problemi di salute. Di fronte a una situazione così dannosa per l’economia locale, i Sindaci di Pomezia (Adriano Zuccalà) e Ardea (Mario Savarese) si sono mossi emanando il 19 agosto un’ordinanza con cui è stata vietata la balneazione in tutto il litorale dei due Comuni. Nelle ordinanze gemelle l’ipotesi degli sversamenti nell’Incastro e nel Rio Torto è diventata la motivazione principale del provvedimento: scavalcata l’Arpa, le cui analisi tardavano ad arrivare, si è dato così il crisma dell’ufficialità a quello che era sulla bocca di tutti. Una “tempesta perfetta”, che ha fatto svuotare gli stabilimenti pometini e rutuli, mandando su tutte le furie i gestori balneari. Le due ordinanze, che hanno avuto risalto sui media nazionali, hanno infatti convinto ad andarsene anche chi era rimasto nonostante il colore giallastro dell’acqua. Poi le analisi rivelano: “E' solo un’alga”. Rabbia di balneari e opposizione La rabbia dei balneari è cresciuta dopo che si è scoperto che i Sindaci avevano assecondato gli allarmismi, piuttosto che frenarli. Il 22 agosto, infatti, le analisi dell’Arpa hanno rivelato che il problema era dovuto a un’alga, la Fibrocapsa japonica, le cui fioriture causano la coloritura torbida osservata nei giorni precedenti, e che è associata in alcuni casi anche a morie di specie marine. La fioritura dell’alga è stata favorita dalle temperature rimaste molto alte per tutta la prima

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metà di agosto, e dallo scarso movimento delle acque. Adriano Zuccalà si è giustificato, dicendo di essere stato spinto ad emanare il divieto di balneazione dall’allarme lanciato dalla Capitaneria di Porto. “La Capitaneria di Porto ha invitato i comuni di Ardea e Pomezia a prendere provvedimenti al fine di scongiurare pericolo per l’igiene pubblica”, ha spiegato il Sindaco pometino. “Immediatamente dopo la comunicazione della capitaneria, in via precauzionale, ho emesso l’ordinanza di divieto di balneazione”. Nessun allarmismo, quindi, ma semplice buon senso: è certo che i Sindaci fossero in buona fede, vista l’incertezza della situazione e la lentezza delle analisi sulla qualità delle acque. Probabilmente si sarebbe potuto evitare di inserire nell’ordinanza l’ipotesi degli sversamenti, che non era avvalorata fino a quel momento da nessuna prova, ma che grazie a quei provvedimenti ha acquisito una semi-ufficialità. Proprio di questo particolare ha approfittato l’opposizione per scagliarsi contro il Sindaco di Pomezia. Il 20 agosto Stefano Mengozzi ha postato su Facebook una foto dell’acqua pulita – poi tornata sporca il giorno dopo – scrivendo: “Forse ieri sono state prese decisioni affrettate, o forse no: nel dubbio basta dare un’occhiata all’acqua cristallina per scegliere di farsi un bagno”. Dopo l’arrivo dei risultati delle analisi e la revoca dell’ordinanza, Andrea Cisternino (PD) ha espresso stupore per “l’approssimazione dell’amministrazione comunale. Non è concepibile, in piena stagione estiva, col litorale pieno di famiglie, lanciare improbabili allarmi non supportati da nessun dato scientifico”. In effetti, l’ipotesi inquinamento è stata la chiave per portare la notizia sulle prime pagine in tutta Italia. Un’alga avrebbe fatto meno rumore.

Controccorrente Ad ogni modo, chiudendo la nostra disamina, qualche voce a sostegno del Sindaco è arrivata. Sulla questione è infatti intervenuto anche il consigliere di opposizione Pietro Matarese che, contrariamente ad alcuni suoi colleghi di minoranza, ha preso le difese del sindaco Adriano Zuccalà. “Due anni fa, un caro amico residente a Pomezia, a fine estate, mi comunicò che aveva dovuto portare la propria figlia di pochi anni da un medico specialista a causa di una dermatite comparsa a seguito di bagni di mare effettuati sul litorale pometino”, ha dichiarato Matarese. “Il fatto sconvolgente – a detta del medico, che in quel periodo aveva in cura numerosi bambini con lo stesso problema – era che fosse noto che le acque marine di Torvaianica erano, in quel momento, inquinate ma che l’amministrazione comunale, pur a conoscenza della criticità, non avesse posto il divieto di balneazione. Alla luce del racconto del mio amico – ha proseguito l’esponente del centrodestra – quando qualche giorno fa il sindaco di Pomezia ha emesso in via precauzionale l’ordinanza di divieto di balneazione, mi sono compiaciuto del suo alto senso di responsabilità, indice di voler privilegiare la salute delle persone anche sacrificando, per alcuni giorni, gli interessi economici dei locali balneari. Il comportamento del Sindaco di Pomezia, come tra l’altro quello di Ardea, è stato quello del bonus pater familias (buon padre di famiglia, ndr), che per gli antichi romani era il modello dell’uomo, non solo libero e fornito di piena capacità (sui iuris) e, quindi, possibile capo di una particolare aggregazione di soggetti, ma anche consapevole dell’importanza della propria posizione e delle proprie azioni” Mario Di Toro

L'acqua giallastra che ha spaventato tutti: ma alla fine era solo un'alga

Il caso alga è stato una “tempesta perfetta”, che ha fatto svuotare gli stabilimenti pometini e rutuli, mandando su tutte le furie i gestori balneari


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Caso alga e non solo: parla Giovanni Mattias uali sono stati i fattori che vato la presenza di un'alga ma senza il parere meno; senza contare che le mareggiate, per hanno contribuito alla pro- dell'Arpa comunque non avrebbe avuto la contro, sono sempre più importanti e a breve liferazione dell'alga? stessa valenza legale. C'è un protocollo da se- termine: in parole povere la spiaggia non fa “Ci sono stati fattori conco- guire in questi casi e quest'ultimo vede Arpa in tempo a “ricaricarsi”. Nell'adriatico hanno mitanti: l'elevato caldo, un Lazio deputata ad intervenire in questi casi. deciso di affrontare il problema mettendo grosso apporto di nutrienti Il resto sono parole vuote” centinaia di chilometri di scogliere artificiali – che non vengono fermati dai depuratori i Alga a parte qual è lo stato di salute del mare risolvendo, probabilmente, il problema punquali non fanno altro che abbattere la carica di Torvaianica? tuale ma di fatto causando danni enorme albatterica – e sicuramente un mare eccessiva- “Dal punto di vista chimico-fisico abbiamo l'ambiente: penso all'ecosistema presente nei mente calmo. Tenga presente che parliamo uno scenario costante negli anni. Abbiamo i primi metri 20, 30, 40 metri del mare dalla di organismi unicellulari in grado di molti- quattro fossi in divieto di balneazione – solo costa, completamente ammazzato per l'azzeplicarsi rapidamente, in brevissimo tempo e quello di Campo Ascolano non è soggetto a ramento delle correnti Senza contare che per in modo esponenziale. Non a caso, in poche tale provvedimento – per l'elevata presenza ciò che riguarda la forza del mare il problema di batteri e questo indipendentemente dai è stato semplicemente spostato altrove. Ecco ore, l'intera costa ne era ricoperta” Ci sono avvisaglie di questo feperché, ad esempio, uno scenario nomeno? Se ne può arrestare la del genere a Torvaianica: verrebbe diffusione? meno tutta quell'economia di cui in“Intervenire è praticamente imvece vive la nostra costa. Soluzioni? possibile. La dimensione di queInterventi possono esserci anche se ste alghe non arriva al solo tampone. Ad esempio accumumillimetro, quindi non c'è pratilare sabbia, non spianandola, rencamente margine d'intervento, dendo così più difficile il 'lavoro' al senza contare la vastità della mare; reticoli di pali in castagno a costa; sentori ci sono è vero: abmo' di scacchiera; studi scientifici biamo elencato le cause scatehanno dimostrato un'attenuazione nanti dunque, in presenza di quei del fenomeno in presenza di praterie fattori, si può ipotizzare uno scedi Poseidonia. Probabilmente nario teorico. Ma poi all'atto pral'unico vero modo di intervenire è tico diventa difficilissimo anche quello di pensare ad un intervento perché facciamo i conti con vadello Stato: serve agire a 360° altririabili non influenzabili, penso menti ogni soluzione, al di là di alle correnti marine ad esempio. L'assessore con delega all'ambiente Giovanni Mattias. Biologo, è alla qualche piccolissimo beneficio losua seconda esperienza al Comune di Pomezia e con il M5S L'unico intervento, anche qui racalmente, si rivela inevitabilmente gionando in linea teorica, safallace”. rebbe quello di creare – dato che non depuratori; i problemi vanno infatti ricercati Lei è alla seconda esperienza con il Comune possiamo agire sulla presenza dell'uomo – a monte. Fortunatamente l'effetto diluizione di Pomezia e con il M5S: le prime impresdei bacini di laminazione come successivo permette di ovviare a questo problema e ad sioni? step dove far confluire le acque dei depura- un margine di 250 metri a destra e a sinistra “Intanto rispetto alla scorsa volta ho la delega tori prima dell'ingresso in mare; in questo la situazione torna alla normalità. Proprio (ride, ndr). Abbiamo cercato di improntare modo, mettendo tutta una serie di piante per questo stiamo lavorando con Acea per il lavoro sulla base del nostro programma:

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Il Sindaco poteva agire in un solo modo, ovvero firmando l'ordinanza di divieto di balneazione come ha fatto. Alga? Fenomeno non prevedibile specifiche in grado di assorbire i nutrienti, potresti riuscire ad agire su uno dei fattori di cui parlavamo prima. Ma francamente si tratta di una strada che a Torvaianica è difficilmente, se non impossibile, percorribile” In molti hanno definito l'ordinanza firmata da Zuccalà troppo affrettata considerando che, tralasciando gli esperti improvvisati del giorno dopo, il fenomeno appariva chiaro: perché dunque 'chiudere' simbolicamente il mare a causa di un'alga? “Il Sindaco poteva agire in un solo modo, ovvero firmando l'ordinanza di divieto di balneazione come ha fatto. Chi amministra una città, di fronte anche al minimo sentore di un pericolo per la salute umana, deve agire tempestivamente; è il Sindaco infatti il massimo organo posto a tutela dell'incolumità e della salute pubblica. Dico di più: anche in presenza di autorevoli analisi da parte, che so, di un laboratorio privato che avessero compro-

una campagna di monitoraggio sui fossi per iniziare a capire cosa incide maggiorante sul fenomeno: penso all'eventuale presenza di scarichi abusivi, alla loro individuazione, a sanzionarli e poi provare a migliorare negli anni la situazione dei fossi” Veniamo al fenomeno dell'erosione. Quali strumenti può mettere in campo un'amministrazione locale di concerto con gli enti superiori? “Lo scenario è preoccupante, se non allarmante. Purtroppo le forze fisiche in gioco sono spaventose: il mediterraneo si alza da 1 a 3 millimetri l'anno, sembra niente ma in realtà provoca conseguenze incredibili. La potenza di entrata delle mareggiate sulla costa viene aumentata esponenzialmente rispetto al passato; questo è il problema prioritario le cui cause vanno ricercate, figuriamoci, al processo di scioglimento dei ghiacciai. Il normale ciclo di sedimentazione sta venendo

stiamo progettando interventi sul verde in città cercando di raggiungere un livello omogeneo su tutto il territorio a partire dallo studio, faccio un esempio, per individuare le piante più adatte - “l'albero giusto al posto giusto” - che richiedono meno manutenzione e in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici. Ci sono da porre in essere i nuovi bandi per il verde pubblico che vanno seguiti attentamente; l'obiettivo è quello di creare nei quartieri tante piccole oasi verde. Per quest'anno i fondi a disposizione sono stati leggermente ridimensionati ma conto dal prossimo di tornare a regime per così dire. Inciviltà di molti? Quello è il problema più grande da affrontare. Chi causa danni alle attrezzature o al verde non capisce che un intervento di riparazione toglie inevitabilmente fondi al resto, e dunque alla manutenzione straordinaria e ordinaria”


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POLITICA

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Alga ad Ardea, Fabio Nobili: "Vi spiego cosa è successo" l presidente della Commissione Ambiente del Comune di Ardea, Fabio Nobili, biologo e ricercatore del Crea, nonché membro di maggioranza del Consiglio Comunale ha fatto luce sul caso acqua torbida che ha interessato la costa rutula recentemente. Moria di pesci e alga episodi non collegati “La morte di alcuni pesci barbi nel Fosso della Moletta di qualche giorno fa e la fioritura algale tra Marina di Ardea e Torvajanica sono cronologicamente sovrapponibili, ma ambientalmente non associabili a causa comune”, ha dichiarato Nobili. "Questi due eventi hanno portato ad un’informazione completamente distorta, al punto da indurre alcuni bagnanti all’idea di un ipotetico inquinamento generalizzato dell’area – ha aggiunto – I risultati delle analisi fatte dall’Arpa hanno dipanato in maniera chiara l’origine di queste anomalie, dimostrando la loro origine naturale, che, ricorrentemente, anche in passato, ha coinvolto diverse parti d’Italia. Si è finalmente dimostrato che la colorazione giallo-marrone era dovuta ad un’abnorme proliferazione di un’alga bruna unicellulare, la ‘Fibrocapsa Japonica’ la cui componente cellulare jalina è colorata di bruno; la enorme biomassa proliferante di questa componente di fitoplancton ha provocato l’intensa colorazione dell’acqua marina; esempi eclatanti di queste abnormi proliferazioni le abbiamo avute nell’adriatico ma anche nelle acque interne dolci come quelle ricorrenti nel lago di Tovel, nel parco naturale dell’Adamello-Brenta. Per proliferare, questa alga ha bisogno di alcuni fattori di crescita, in particolare la temperatura pelagica (22-25 °C), e il grado di salinità che deve essere elevato (fatto questo assente nelle acque dolci), come accade per il fosforo e

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l’azoto, fattori (guarda caso) ubiquitari nella crescita di tutti gli organismi viventi. Gli eventi fin qui riconoscibili sono legati ad una situazione improvvisa di eutrofizzazione di un bacino idrico, determinate da particolari condizioni del suolo e del clima che favorisce la crescita di alcune varietà di fitoplancton rispetto ad altre conosciute. Queste alghe sono note fin dal 2000 quando, per la prima volta, fecero la loro comparsa nel livornese”. “Aggiungo, come è semplice riscontrare in base ad una banale ricerca su web, che, in questi stessi giorni, fenomeni analoghi si stanno presentando in diversi punti delle coste toscane ed abruzzesi, oltre che laziali – prosegue Nobili – Va aggiunto che, da più parti, si è sostenuto come il fenomeno abbia preso il via esclusivamente da alcuni fossi del territorio di Ardea imputando tale distribuzione, come già detto, a fattori specificamente legati all’inquinamento.Anche questo, vale la pena ribadire, non può corrispondere a verità, essendo dimostrato che a Torvajanica il fenomeno è stato contemporaneo alla sua apparizione ad Ardea, quando non addirittura in anticipo”. Il caso del Fosso della Moletta “Cosa diversa, invece, riguarda l’evento riscontrato nel fosso della Moletta, il cui corso non è costituito da acqua torrentizia ed è soggetto ad un escursione termica estrema, fattori che possono influire pesantemente sulla popolazione ittica endemica e sulla schiusa degli insetti di cui i pesci si alimentano – conclude Nobili – La moria contenuta di pesci che si è avuta è facilmente imputabile

Moria di pesci ad Ardea: per Fabio Nobili vi sono state cause naturali ad eventi di tipo naturale e non di tipo esogeno, come gli sversamenti fraudolenti. In aggiunta, l’elevata temperatura, favorita dalla presenza di acqua in stagnazione, ha colpito la popolazione della famiglia ciprinide (di cui fanno parte i barbi) che, non essendo specie estremofile, non sono riuscite a superare il vulnus critico prodotto dalla variazione morfologica repentina che ha interessato l’intero ‘Graben’ (in geologia: gradino) di Ardea, ovvero di tutta quell’area di origine tettonica a monte e a valle del territorio ardeatino, attraverso cui passano o si originano molti dei corsi d’acqua che poi vanno a sfociare nel nostro mare”.

La moria contenuta di pesci che si è avuta è facilmente imputabile ad eventi di tipo naturale e non di tipo esogeno, come gli sversamenti fraudolenti

Si chiama Fibrocapsa Japonica l'alga responsabile della colorazione giallastro-marrone dell'acqua ad Ardea e Torvaianica

L'ALGA- La Fibrocapsa Japonica è una specie tipica dei climi caldi e tropicali, ma negli ultimi anni è presente anche sulle coste italiane. La fioritura dell'alga è stata segnalata nelle acque del litorale di Massa Carrara fin dagli anni 2000 dal Laboratorio provinciale del Dipartimento ARPA Toscana di Massa (Mar Tirreno). Presente anche nel mar Adriatico (Emilia Romagna, Molise, Marche e coste della Sicilia (2012). La fioritura algale in estate si presenta con colorazioni delle acque giallo brune in vicinanza della costa. Le fioriture mostrano caratteristiche "risalite" sulla superficie nelle ore più calde della giornata. (Wikipedia) Fabio Nobili, Biologo


Le altre: 16-P.C.Pomezia; 13-PSI; 12-Uils; 11-P. Domani; 9-CPI; 8-Scarpone; 7-MSI;6-Millennium; 5-UDC; 4-FDI


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Estate, parlano i balneari: "Calo turisti, stagione difficile" ell'estate che passerà alla 'storia' probabilmente per il caso alga che ha caratterizzato il post ferragosto, con tanto di ordinanza di divieto di balneazione nel mare pometino e rutulo, al centro del dibattito pubblico ci sono state, tra le altre, le attività commerciali del litorale, balneari in testa; sono loro infatti che hanno subito in maniera maggiormente marcata gli effetti negativi dell'affaire acqua torbida. Roberto Tammone de “Il ragno d'oro” (Torvaianica): “Tempo e crisi hanno inciso molto. Serve attirare più turisti sul nostro litorale” “Agosto è stato un mese particolarmente disastroso per vari motivi. Innanzitutto il tempo che, a parte forse la prima settimana, non ci ha dato tregua con l'appuntamento fisso delle piogge pomeridiane; e poi l'ormai famosa ordinanza del divieto di balneazione, a seguito del presunto sversamento avvenuto nel canale di Ardea, che ci ha dato il classico colpo di grazia. Meglio è andato luglio anche se concentrato tutto nei weekend. Rispetto agli scorsi anni abbiamo notato un decremento delle presenze specialmente durante la settimana, non so se a motivo della crisi o degli sconti per le vacanze che si trovano su internet. Il resto è storia nota: Torvaianica continua ad avere enormi potenzialità specie come bacino d'utenza che però non vengono sfruttate; ci sono molte carenze sotto tanti punti di vista: se parliamo di iniziative estive è vero che ce ne sono ma probabilmente non sono ai livelli delle zone limitrofe ma anche del resto d'Italia. Di conseguenza molti concittadini preferiscono trascorrere altrove le loro vacanze. Cosa si potrebbe fare per rilanciare il litorale? Bisognerebbe partire dalla viabilità: i parcheggi sono solo sul Lungomare, sono a pagamento e nel weekend diventano “merce” rarissima; e poi bisognerebbe dedicarsi con maggiore impegno ad attrarre giovani che altrimenti continueranno ad andare altrove”. Angelo Cavola, stabilimento Roma (Ardea, Tor San Lorenzo): “Spero non si ripeta più una stagione del genere” Per Ardea abbiamo contattato Angelo Cavola che oltre ad essere titolare di uno stabilimento ricopre il ruolo di rappresentante del Sindacato Italiano Balneari per il Comune di Ardea. “Lo scorso anno la stagione, dal mio punto di vista, era stata eccezionale o comunque una delle migliori degli ultimi 15 anni; quest'anno il trend è stato diametralmente opposto: non ho problemi a definirla una delle peggiori di sempre. La perdita avuta in termini economici è stata intorno al 20% e il primo fattore è da imputare pur-

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troppo alle condizioni climatiche, non a caso quest'estate è stata definita una delle più piovose di sempre. Ad Ostia è andata anche peggio con un decremento nel volume d'affari tra il 30 e il 40%; il secondo fattore è da ricondurre sempre alla crisi, da noi ritenuta sempre più presente al di là di quanto sostenuto da una parte dei media. Veniamo allo specifico di Ardea. Qui mancano anche le cose essenziali, pensiamo alle strade: le promesse di riasfaltare le vie del territorio presentateci a maggio sono rimaste tali e questo non aiuto di certo il turismo; così come non ci sono state iniziative per attirare il turista che viene da fuori. Quindi il “caso acqua” che ci è cascata tra capo e collo. Questa mucillagine che ti arriva nel bel mezzo della stagione e ti provoca un fuggi fuggi dei clienti; gente che magari telefonava dalla mattina alla sera per disdire la propria prenotazione o chi era già sul posto che non ha esitato ad andarsene. La perdita è stata netta e palpabile. Poi, a mio avviso, c'è stato anche un errore commesso dai Sindaci di Pomezia e di Ardea: quello cioè di essersi affrettati a porre in essere il divieto di balneazione su indicazione, credo, della Capitaneria di Porto parlando di possibile presenza di liquami, ecc. Io sono nel mestiere da 45 anni e vi posso dire che situazioni analoghe si erano verificate già in passato; anche perché il presunto sversamento in un canale, ammesso che possa verificarsi come eventualità, non può determinare conseguenze così marcate, ovvero una colorazione marrone unitamente all'odore maleodorante, per 26 chilometri di costa. Gli esperti, chi conosce il mare, sapeva già di cosa si trattava: perché dunque correre a firmare l'ordinanza senza prima accertarsi? Anche perché alla fine dei canali ci sono le correnti ed esse sono soggetti comunque ai venti: gli effetti si sarebbero dovuti verificare ora in una direzione ora in un'altra, e non simultaneamente in tutta la costa. Insomma, l'intera vicenda si sarebbe potuta gestire in modo differente. L'ordinanza di non balneazione ha provocato un danno sia d'immagine ma anche e soprattutto economico non indifferente, finendo per condizionare la stampa nazionale che ha contribuito a diffondere un senso di allarmismo poi rivelatosi ingiustificato. Spero non si ripeta una stagione del genere” Marco Schiano: “Estate in due parti: bene fino a Ferragosto, tracollo nel finale” “Per quanto riguarda le presenze, fino a domenica 12 agosto posso dire che eravamo perfettamente in linea con il 2017 che era stato davvero positivo. E l'acqua di quest'anno, pulita, trasparente, ci ha regalato anche qualcosa in più; la nostra è stata una proposta indirizzata prevalentemente alle fa-

miglie e l'obiettivo era quello di predisporre tutti i comfort affinché le persone, grandi e piccoli, potessero godere di una bella giornata di mare. Animazione, il parco giochi, sono tutti fattori che ci hanno ripagato, siamo assolutamente soddisfatti per quanto realizzato. Purtroppo da Ferragosto in poi le cose sono cambiate: il tempo si è guastato ed è subentrato il caso acqua che, malgrado le chiacchiere che ci hanno davvero penalizzato, si è poi rivelato un nulla di fatto con la scoperta che era solo un'alga. Lì c'è stato un tracollo verticale e tutto ciò che gira intorno alle spiagge, il chiosco, l'attività ristorativa, ecc. è crollata in maniera vertiginosa; i turisti, i clienti, hanno preferito rivolgersi alle piscine data l'incertezza e questo soprattutto per chi aveva bambini. Il rischio ovviamente di uno pseudo-inquinamento, poi smentito, era comunque troppo alto. Disdette? Tantissime: da sabato 18 e domenica 19 abbiamo perso un afflusso del 70% considerando anche il maltempo. Come estate in generale vale la distinzione temporale già fatta: luglio e prima parte di agosto sensazioni molto positive, con una Torvaianica davvero piena di gente, pressapoco uguale allo scorso anno come detto. Proposte per il prossimo anno? Chi attacca l'amministrazione per quanto organizzato quest'estate non è proprio corretto considerando che il tempo che hanno avuto a disposizione era davvero poco; chiunque ci fosse stato si sarebbe scontrato con le medesime difficoltà, era impossibile proprio in virtù delle tempistiche. A volte non si organizza nulla quando c'è tempo figuriamoci chi il tempo nemmeno ce lo ha avuto; per il 2019 abbiamo in programma di instaurare una fitta collaborazione con il Sindaco: la prima impressione che ho avuto è quella di una persona molto disponibile quindi contiamo di progettare un'estate migliore di quella di quest'anno. Sicuramente servono più servizi per i cittadini al livello comunale e non solo al livello privato”.

Dopo il caso alga del post Ferragosto in molti hanno disdetto la propria prenotazione negli albarghi e negli stabilimenti. E chi era sul litorale ha fatto i bagagli in fretta e furia

L'estate del 2017 era stata più che positiva: i balneari contavano in un "bis"


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POLITICA

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Torvaianica: il "tris" di sagre funziona. Il cibo "tira" ancora ppure qualcosa in quest'estate complicata per balneari e albergatori ha funzionato: le sagre e più in generale gli eventi gastronomici. Ne sono un esempio gli eventi organizzati dall'Associazione Sviluppo Torvaianica che nei giorni scorsi ha stilato un bilancio della stagione. 7.000 piatti in 9 giorni di sagre "L’Associazione Sviluppo Torvaianica con le 3 sagre dei prodotti locali tellina, vongola e torvicello raggiunge risultati eccellenti", comunica il direttivo. "Oltre 7.000 piatti distribuiti nei 9 giorni di sagre, 8 quintali di mitili tra telline e vongole finiti in padella, 4 quintali di alici e altrettanti di moscardini, 1100 kg di pasta tra spaghetti e torvicelli, un fiume dell’eccellente birra artigianale Pometina Oxiana, oltre a numerosi litri di vino dei castelli", prosegue il comunicato. Il risultato economico Sono numeri importanti quelli fatti registrare dalla Sagra della Vongola, quella della Tellina nonché quella del Torvicello. Prodotti tipici che, a quanto pare, sono ancora capaci di attrarre residenti e turisti soprattutto della capitale; stando in fila non era raro sentire di clienti affezionati presenti a tutte e tre le manifestazione e tra le città di provenienza, chiedendo ai presenti, Roma è stata sicuramente la più gettonata. Tornando al bilancio dell'AST i numeri snocciolati parlano di "5000 euro versati in donazioni, 6000 euro pagati per l’impiego di operanti, più di 9000 euro versati nelle casse del Comune per gli oneri richiesti per l’occupazione di suolo pubblico tra aree sagre e esposizioni di artigianato". L'autofinanziamento: passione e sacrificio Chi ha esperienze nell'associazionismo e nei Comitati di Quartiere sa bene quanti sforzi ci sono dietro ad eventi simili. Certo, qualcosa si può sempre perfezionare ma il risultato finale è stato più che positivo. L'AST ricorda allora "che le sagre sono autofinanziate, e non hanno mai ricevuto contributi Comunali, ma solo il Patrocinio non oneroso. Quest’anno inoltre per mancanza di fondi da parte dell’Ente, l’associazione si è dovuta fare carico anche del costo dei new jersey per la chiusura al traffico delle strade, e per l’incolumità delle persone, ed è riuscita a sostenere questa ulteriore spesa (9000 euro), grazie ai contributi volontari versati

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Tutto esaurito: tavoli pieni per le tre sagre organizzate a Torvaianica dagli espositori dei mercatini e dal proprio fondo cassa". I disagi alla circolazione: ma lo impone la legge "Sappiamo - continua il direttivo - che queste chiusure stradali, hanno causato alcuni problemi, ma queste cose vengono imposte da ordinanze sindacali su richiesta della prefettura, noi come associazione siamo obbligati a rispettare tali regole, e siamo intervenuti prontamente quando gli orari di chiusura erano troppo anticipati, spostando alle 20.00 l’apertura al pubblico delle nostre manifestazioni. Oltre agli importanti risultati raggiunti, in termini di attrazione Turistica, ottenuti da dette manifestazioni, le uniche sino ad oggi in grado di raggiungere tali traguardi, con la partecipazione di migliaia di persone sul territorio nei giorni degli eventi, l’AST svolge attraverso i componenti del proprio Direttivo, un servizio sociale gratuito, dando lavoro a disoccupati giovani e meno giovani, studenti etc., attraverso prestazioni occasionali, prevedendo periodicamente donazioni a Parrocchia, Casa di accoglienza, Comitati e Associazioni che partecipano gratuitamente come volontari. Le modeste cifre di utili ottenuti da queste manifestazioni, vengono destinati, parte per la copertura delle spese di gestione annuali dell’associazione, e il restante per finanziare ulteriori iniziative sul territorio, come le attività del Natale, Carnevale, o altre iniziative richieste

e condivise. Torvaianica, ha bisogno anche di queste iniziative, per il rilancio Turistico, e quello economico locale, e l’AST sarà sempre in prima linea per questi obbiettivi. Un grande ringraziamento per la collaborazione alla nuova Amministrazione Comunale, che nonostante si sia insediata a luglio, ha rapidamente evaso le autorizzazioni per la realizzazione delle sagre, alle Cooperative dei pescatori di Torvaianica, nelle persone di Giovanni Conte, Jannelli Alessandro, Roberto Camerota, Conte Paolo, per la fornitura di telline e vongole, alla casa di Accoglienza, alla Parrocchia Beata Vergine, al Panificio Raggio di sole, al ristorante Bue Marino, a Carrefour market al Pastificio Giuliani, a Carta idea, a Ferramenta Mary 2, a 2G grafica, a birrificio Oxiana, a Ge.di.t. S3, a Fiamma 2000,a Giorgio’s Food, a Valerio Vescovo, a tutto il gruppo di artigiani che con i loro prodotti hanno realizzato una vetrina splendida, al Comitato Querceto colli di Enea colonna portante delle sagre, all’associazione il sorriso di Arianna, alla Protezione Civile, all’associazione Smemorella,al Comitato del litorale, al Comitato Nuova Lavinium, al gruppo musicale i Nuovi Volti, alla cover band Pink over, al team Sayonara caffè, che ha sponsorizzato per ogni giorno di sagra, eventi musicali di successo, a tutti i cuochi della cucina, che hanno prodotto dei piatti squisiti e di qualità, e non ultimi, a tutto il gruppo di volontari della sempre più nu-

I risultati delle Sagre: "5.000 euro versati in donazioni, 6.000 euro pagati per l’impiego di operanti, più di 9.000 euro versati nelle casse del Comune per gli oneri richiesti per l’occupazione di suolo pubblico"


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Estate 2018: parola ai Sindaci Savarese e Zuccalà sentire gli operatori si è trattata di un'estate un po' sottotono". A parlare è Mario Savarese Sindaco di Ardea. "Lamentale ci sono state per una certa riduzione dei clienti rispetto al passato o comunque perché la stagione non è andata secondo le aspettative. Il dato che posso fornire io è che i bed and breakfast, considerando che ad Ardea non ci sono alberghi purtroppo, sono stati praticamente sempre pieni e questo è sicuramente un elemento positivo; il tempo, fino a che è stato buono, è stato propizio per incentivare le vacanze al mare. Evidentemente le lamentale riguardano diversi fattori: sicuramente il turismo si sta trasformando, è molto più mordi e fuggi, si tende a spendere meno e si accorciano i periodi di vacanza. Lo

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mare che purtroppo sono pesantemente condizionate dalla quantità di acque che vi sfociano e vorrei invitare il Sindaco di Pomezia ad un tavolo congiunto, anche con i Castelli per cercare di alleggerire il carico soprattutto a monte. L'obiettivo comune deve essere quello di rendere il mare il più possibile sicuro e pulito” Adriano Zuccalà, Sindaco di Pomezia L'estate sta volgendo al termine. Siete soddisfatti di quanto organizzato in termini di eventi per Pomezia e Torvaianica nonostante il poco tempo a disposizione? Che bilancio si può fare della stagione? "Il bilancio è senz’altro positivo. Abbiamo lavorato per garantire un calendario di eventi ricco e di qualità e la partecipazione e il successo riscossi ce lo confermano. La stagione estiva è stata ottima, sia in termini di pre-

muni di Pomezia e Ardea a “prendere provvedimenti al fine di scongiurare pericolo per l’igiene pubblica”. Immediatamente, in via precauzionale, ho emesso l’ordinanza di divieto di balneazione: la salute pubblica è la priorità. I sopralluoghi e le analisi chimiche hanno scongiurato ogni pericolo e il divieto di balneazione è stato revocato non appena arrivati i risultati ufficiali. In qualità di Sindaco e garante dell’igiene pubblica ritengo di aver agito in maniera responsabile nei confronti della cittadinanza". Secondo lei ci potrebbero essere ripercussioni, in termini d'immagine, per il litorale in futuro? C'è modo di prevedere scenari simili? “Non credo sia possibile prevedere fenomeni naturali come la fioritura di alghe in mare. Spero però che in futuro si riescano ad evi-

Sull'alga. Savarese: "Sfortuna perdere 4 giorni di tempo bello" Zuccalà: "Tornassi indietro agirei esattamente nello stesso modo" vediamo anche nelle nostre vacanze, le abitudini ma soprattutto i tempi sono cambiati. Poi c'è stato, purtroppo, l'incidente del mare color marrone che ha costretto a chiudere (o quasi) anticipatamente la stagione balneare, rubando quattro giorni di tempo bello: un'enormità per chi svolge il proprio lavoro concentrato sostanzialmente in due mesi; il caldo, il sole, sono strati del resto i fattori che hanno fatto proliferare quell'alga, ed è stata solo sfortuna. L'affluenza comunque c'è stata,

senze sul litorale sia per quanto concerne la qualità delle nostre spiagge, sempre pulite, e del nostro mare che, a detta di tutti, è stato quest’anno particolarmente limpido. Tuttavia, gli eventi non sono finiti, attendiamo con grande fermento la Notte Bianca (8 settembre) e in chiusura dell’estate la seconda edizione del Pomezia Light Festival (21-23 settembre)".

Comuni a cinque stelle: entrambi i Sindaci sono del M5S, a sx Mario Savarese (Ardea), a dx il neo eletto Adriano Zuccalà (Pomezia) anche considerando il fattore della raccolta della spazzatura il quale è incrementato notevolmente; questo significa che la presenza sul territorio c'è stata e del resto l'affollamento nelle spiagge libere, fenomeno anch'esso da seguire, lo ha confermato. Per il prossimo anno promettiamo di metterci ancora più impegno; fare di meglio continuando a migliorare la qualità delle acque del

Veniamo al caso mare "torbido" dei giorni scorsi, la cui causa è stata poi individuata nella proliferazione di un'alga. La sua ordinanza, quella del divieto di balneazione, ha suscitato reazioni contrastanti: tornasse indietro agirebbe nello stesso modo? “Sicuramente! Come ho già avuto modo di spiegare, nella mattinata di domenica 19 agosto la Capitaneria di Porto ha invitato i Co-

tare strumentalizzazioni politiche o mediatiche, per il benessere della nostra Città e in

particolare del litorale di Torvaianica che, come detto, quest’anno si è presentato pulito, accogliente e attraente per migliaia di cittadini e turisti". Balneari, commercianti e pescatori sono stati probabilmente i più colpiti dall'intera vicenda. L'amministrazione ha in mente iniziative specifiche a beneficio di tali soggetti? "Sicuramente c‘è stato un disagio per gli operatori, ma non ne abbiamo una quantificazione economica, perché, nonostante l’acqua non fosse “invitante”, le spiagge erano affollate da turisti. Inoltre in quei pomeriggi si è scatenato il maltempo, per questo motivo è difficile valutare le eventuali perdite. Il nostro impegno per Torvaianica va sicuramente oltre il superamento di 3 giorni di difficoltà e vedrà interventi strutturali, non palliativi a copertura di quello che è stato un evento ec-

Mario Savarese: "B&B e spiagge libere affolati, dato inequivocabilmente positivo. Adriano Zuccalà: "Stagione estiva ottima"



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Il crollo del Ponte di Genova e cose che non dovevano esserci uando abbiamo saputo del crollo di Genova, forse azzardando, ci è tornato in mente un nostro articolo di quasi quattro anni fa. Il titolo era “E SE IL PONTE CROLLA? - aprile 2015” . Quella volta ci riferivamo al nostro litorale, preoccupati dalle criticità più evidenti, in una presa di coscienza che i pericoli ci sono, ma nessuno vigila o controlla. Rileggendo, ci siamo confermati nel nostro parallelo azzardato, anche perché la dimensioni dei disastri che vengono, non la moduliamo noi. Riprendiamo quella vecchia premura in un'altra parte di questa edizione. Un’occasione per riproporre allarmi sempre ignorati. Nel mondo calibrato sulla televisione e sui social, qualsiasi evenienza, gioiosa o tragica, si, adagia su un formato standard dove i professionisti o i figuranti hanno già il loro posto a sedere, a priori. Esperti, truccati e pettinati, opinionisti, giornalisti, testimoni, visitatori occasionali. Gli argomenti legati all’evento del momento ,quello da sviscerare e approfondire, è solo un onere aggiuntivo collaterale. Tutto a voce alta per sovrastare gli interlocutori educati. Campioni di questo costume sono quelli che definiamo “politici” ,insieme a noti giornalisti schierati a tempo pieno, non per opinione, ma (diciamo così) per contratto. Nei (primi) i “giorni del ponte” il sistema politico mediatico ha dato pessima prova di sé, con il vorticoso costruire ed elaborare informazioni imprecise e contraddittorie, su fatti che precisi devono essere. Parliamo del Ponte di Genova, ma anche della vicina, Ilva e dei recenti sviluppi del grave problema dell’immigrazione. Ma so-

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prattutto del Governo del giovane Triumvirato,animato solo da tracotanza, incompetenza, avventatezza, inesperienza, e nullo senso delle ,istituzioni e della misura ché, ora occorre mettersi a lavorare seriamente, su ,dati, informazioni, ,progetti, controlli fatti o non fatti, analisi chimiche e meccaniche sui materiali, rilievi tecnici e scientifici. Ricordando, ovviamente, di indagare anche la storia del sistema “ponte - bacino di interesse”. Non possiamo esaurire l’elenco, perché di aspetti di ineludibili ne avremo infiniti, tra poco. Poi ci sarà da parlare nelle aule giudiziarie, almeno per il dovuto rispetto alla Città (che, come al solito, pagherà sbeffeggiata , il totale delle innumerevoli mancanze e promesse, fatte e mancate. Ma prima, anche 43 vittime di tante nazioni, da spiegare. Perché è accaduto Il collasso del Ponte di Genova è un evento come tanti che ci colpiscono di tanto in tanto. Ne soffriamo le conseguenze, come ogni volta che cerchiamo un motivo plausibile, una spiegazione, un capro espiatorio. Perché sì, siamo vittime, ma anche giudici che devono dare sollievo ai nostri sensi di colpa, propri o collettivi. Per questo il colpevole, se non preso in flagrante, bisogna trovarlo presto. Anche provvisorio, dopo si vedrà, ma per ora basta che non sia colpa mia. E’ un modo consolatorio, ma fallace, di analizzare le dinamiche dei fatti e la realtà. D’altra parte questi eventi sono noti e catalogati, tanto da farne procedure quasi perfette che consentono ai Vigili del Fuoco e ad altri soccorritori, risultati straordinari. Straordinari, per modo di dire: lo fanno tutti i giorni, anche se li vediamo solo nelle catastrofi. Pensiamo che queste disgrazie siano d inconvenienti ‘una

tantum’, un castigo puntuale di un dio che sommerge l’umanità per rinnovarla e non pensarci più. Fino alla prossima. E’ una visione puntuale, a salti, del mondo, di quando il ricordo delle catastrofi si stemperava sfalsandosi tra le generazioni. Poi, morti tutti, la tragedia svaniva per sempre, sepolta dopo da infinite altre. Nel mondo globalizzato la catastrofe è permanente e, attenuandosene una, un'altra arriva subito, in un altro continente, senza soluzione di continuità. Con un effetto di compressione temporale. “Ogni giorno ce ne sta una! E’ una specie di illusione ottica , ma noi valutiamo il tempo così, su episodi più o meno importanti. La percezione soggettiva del tempo è soggetta a distorsioni, memoria individuale o collettiva, eventi” straordinari”. (continua)

Riccardo Morandi: è lui che progettò il Ponte che porta il suo nome. La struttura venne inaugurata nel 1967

La provocazione: e se crollasse il ponte di Torvaianica? IL PONTE - Tempo fa mi sono trovato a discutere di alcune situazioni del litorale di Torvajanica e Marina di Ardea. Sono stato sorpreso di sentire da altri un pensiero che già mi aveva stimolato delle considerazioni. Punto di partenza: se crolla o si deve chiudere il ponte sul fosso di Pratica di Mare (quello Celori/Albatros), come ci organizziamo? Questa è apparentemente la simulazione più drammatica: Torvajanica semplicemente segata in due. Se andiamo a esplorare le altre eventualità sui vari ponti, per esempio quello sul fosso della Crocetta (Via San Francisco), ci sarebbe la surreale alternativa di poter usare il ponticello, a senso unico alternato, di Via Zara, dove converge in maniera insensata la Via dei Romagnoli, nel punto e nel posto più sbagliato del mondo, tra l’impianto idrovoro del Consorzio di Bonifica e una stretta curva verso Via San Francisco, dove se si incontrano due pullman turistici, si blocca tutto. E capita, perché su via dei Romagnoli si scarica il flusso di mezzi del parco acquatico, oltre il traffico che da Pomezia scende verso Torvajanica e Ostia. Forse sul fosso dell’Orfeo (Via Siviglia) ci sarebbero meno problemi. Questa è solo una “annusata” della problematica, analizzata perché, a pensarci bene, questi ponti me li ricordo così da sempre, ma non ho mai visto interventi di manutenzione sulle strutture. Per altro di chi sono quei ponti: Provincia?, ANAS? Comune? Perché ci sono varchi predisposti per altri ponti, in Via Romania, in fondo a Via Olanda e da Via Germania a Via Svezia (se però organizzano una viabilità sensata)? Capiamo che l’emergenza non è attuale, ma lo diventerà. Ma non è di questo che vogliamo discutere. Questi ponti, inclusi quelli di Rio Torto e dell’Incastro, rappresentano bene le criticità del drenaggio delle acque a monte di questa linea di costa, per lo più provenienti dalle pendici del Vulcano Laziale, cioè dai Castelli Romani o Colli Albani.. E naturalmente derivanti pure dalle piogge che cadono sul territorio a valle. Non a caso siamo un territorio di bonifica. Se seghiamo verticalmente il nostro

territorio dal Vulcano alla spiaggia scopriamo roclastiche, rocce leggere perché prodotte dai tufi, pozzolane e peperino, anche un po di trav a circa ventimila anni fa (che per la geologia v effetti erosivi che hanno consumato le formazio scivolati verso valle e poi hanno costruito l’att vegetazione, che pure quella fa sedimento. Nat in maniera impetuosa, c’era (e c’è) l’acqua che, d centrano nei corsi d’acqua più importanti. Nel (la spiaggia e quello che c’è dietro) che conten sabbiosa ha quindi fatto da sponda all’accumu linea di costa c’è un accumulo di sabbia piuttos che ha raccolto materiali eterogenei e cedevoli vavano altri, hanno creato lo spazio per la palu muleto” sabbioso della duna litoranea costi cordone che separa la spiaggia dall'entroterra. al severo clima marino, caratterizzato da eleva complicare troppo un discorso che ho cercato d che incontrano sempre un problema comune: acque, sia naturalmente, sia per le opere di bon dono ai vari ponti della Via Litoranea, che son


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"Per questo il colpevole, se non preso in flagrante, bisogna trovarlo presto. Anche provvisorio, dopo si vedrà, ma per ora basta che non sia colpa mia"

(segue) Riccardo Morandi, Ingegnere Nei giorni seguiti al collasso del ponte è circolato questo testo. Non so ancora chi l’abbia compilato, ’ma è illuminante su diversi aspetti, tecnici, umani e tecnologici. Una buona sintesi che può rinfrescare qualche spiccio opinionista improvvisato ingegnere ed esperto di pochi giorni, complice il Ferragosto (c’entra, c’entra…). In questi tempi confusi, mi piace e condivido.[ Anche per tagliare corto, dove molti allungano brodi e discorsi, non sapendone di più. Il monito dell’ingegnere Riccardo Morandi: quel ponte si corrode, va protetto. Ritengo che prima o poi, e forse già tra pochi anni, sarà necessario ricorrere a un trattamento per la rimozione di ogni traccia di ruggine sui rinforzi esposti, per poi coprire tutto con elastomeri ad altis-

che in alto ci sono affioramenti di rocce laviche pigas che imprigionano (tipo il pop corn). Si tratta di vertino. L’ultima grande eruzione del Vulcano risale uol dire pochi minuti fa). Da allora si sono prodotti oni più recenti trasformandole in sedimenti che sono uale paesaggio, dando posto anche a una rigogliosa turalmente tra le cose che scendevano a valle, anche dove trova percorsi più facili, scava solchi che la concontempo sul fronte mare si formava la duna eolica neva tutti i materiali d’erosione e organici. La duna ulo dei sedimenti. Il risultato è che sulla fascia della sto compatta, all’interno si è invece creata una sacca i. Questi materiali, cedendo man mano che ne arriude. Tra il mare e l’entroterra a quote superiori. Il “tuituisce una barriera naturale alta pochi metri, un E vi cresce una caratteristica vegetazione resistente ata salinità, e ai sostenuti venti di Maestrale. Per non di semplificare al massimo, ritorno ai ponti e ai fossi, si incrociano. I fossi sono quelli che concentrano le nifica, il problema in punti precisi, che poi corrisponno le opere che consentono un traffico agevole o co-

sima resistenza chimica, perché la struttura viene aggredita da venti marini, dall’alta salinità, dai fumi dei camini del vecchio stabilimento Ilva. A scrivere la relazione nel 1979 è l’Ing. Riccardo Morandi, progettista del viadotto crollato a Genova e di molte altre strutture realizzate in Italia e nel mondo con il “Brevetto” che porta il suo nome. L’autorevole ingegnere, già 40 anni fa, lanciò un “allarme corrosione”, mettendo nero su bianco che, per i motivi sopra evidenziati, era già in atto una perdita di resistenza della struttura del viadotto.E’ vergognoso che oggi, anche molti ingegneri, parlando di errori di progettazione, gettino fango sull’eminente progettista, che quarant’anni fa aveva ampiamente previsto quello che sarebbe accaduto il 14 agosto 2018, ove non fossero attuati adeguati provvedimenti. Il viadotto Morandi di Genova,

Inquadra la foto con l’App Hp Reveal, clicca e guarda il video del crollo del Ponte Morandi

peraltro, era stato progettato e collaudato per sostenere un Scarica l’App (istruzioni a pag. 38) traffico veicolare di gran lunga inferiore a quello che si è sviluppato successivamente in maniera vertiginosa, incrementando anche le emissioni di anidride carbonica che determinano la pericolosissima carbonatazione del calcestruzzo: consiste in un fenomeno chimico che aggredisce il calcestruzzo degradandolo, influendo negativamente anche sui ferri di armatura che si ossidano arrugginendosi. (continua)

munque sostenibile. E’ pur vero che a volte ci sono problemi notevoli, anche per l’aspetto turistico ricettivo, ma soprattutto questo è il nostro ambiente. Strani fenomeni, morie di pesci nei fossi e nei canali, scarichi abusivi di reflui si verificano e sono documentati da anni. Spesso si sono sospettati spurghi di idrocarburi e poi chissà quante altre eventualità si possono essere prodotte senza farcene accorgere… O si propongono oggi. Questo, appunto perché è il nostro luogo, il nostro ambiente ed è una nostra risorsa, anche per un produttivo e positivo orgoglio cittadino, consapevole della nostra storia e della nostra geografia locale, cioè alla nostra topografia. Abbiamo chiesto al Consorzio di Bonifica di Pratica di Mare un’ intervista documentata, per farci dare dati e notizie ”ufficiali”, ché magari scopriamo che anche il Consorzio di Bonifica è una ricchezza e ci fa capire cosa ci succede intorno, magari pure per interloquire sui problemi specifici. C’è stata una disponibilità che però non poteva essere immediata. Da Il Corriere della Città - Aprile 2015 Noi ci lavoriamo anche di più.


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SPECIALE GENOVA

(segue) Dopo il monito lanciato per iscritto dall’Ing. Morandi quarant’anni or sono, quali sono stati i provvedimenti adottati per proteggere la struttura del ponte dalla corrosione aggressiva? Quanto si legge sopra, anche in considerazione dei pochi e avventurosi approcci diretti finora possibili, ((non dimentichiamo che siamo in una Zona Rossa… con rischio di maggiori collassi, ) è pregevole per la sintesi in poche parole e pochi asciutti concetti. Morandi ama e rispetta il suo ponte , nella prima imponenza e nella inevitabile caducità e fragilità. Quando potrebbe assaporare un intimo trionfo, si raccomanda, ancora, a più giovani colleghi, per averne cura, migliorandolo per il seguito della sua durata utile o vita.. Non è Poesia, ma puro mestiere di Ingegnere , compenetrato tra Scienza e Cultura. Stride con la delicatezza dell’ingegnere, la superficialità di coloro che hanno invaso immediatamente il campo nella più totale ignoranza di tutto. Ne abbiamo già detto, ma è necessario, alla luce di polemiche vuote e strumentali. Gli aspetti tecnici, giuridici e contrattuali non sono in

mano a chi dovrebbe e potrebbe risolvere il grande Problema: ricostruire il ponte. Lì o… dove? E qui non si possono dimenticare i tempi dei puntellamenti Dell’Aquila e le macerie di Amatrice. Il problema è diverso, se lo vogliamo credere, ma la procedura è la stessa. Intanto i giovani Triumviri pensano innanzitutto a estromettere la Concessionaria, l’ente, solo, che deve ridarci il ponte nel tempo più breve! , Oppure faremo il cantiere direttamente in Tribunale. Non sconfiniamo in esempi, ma ne sappiamo qualcosa, di eventi svaniti nell’oblio delle marche da bollo e della vecchiaia. Il ponte era appena collassato e qualcuno già “sapeva” tutta la intima dinamica del crollo. Altri sapevano in quanto tempo si potrà ricostruire. ,Qualcun altro azzardava, carte alla ,mano quanto costerà, ricostruire, Ma che cosa?, dove? , come? Ci sarebbe da sghignazzare, ma ne dovremo uscire, con persone consapevoli. E serie. In una parola: altre. Le cose vanno fatte con scrupolo e devono prendersi il tempo che ci vuole. Naturalmente, ce lo spiega, in questi giorni, proprio il Pubblico ministero: qualcosa significherà.

Il Corriere della Città settembre 2018

Controlli? Tra gli innumerevoli filoni dell’evento Crollo del Ponte, ad un certo punto , l’attenzione generale si è catalizzata sulla questione dei “controlli”, svolti o no.. Qualcuno deve aver pensato all’uovo di Colombo. Andiamo l’ sul posto e negli uffici coi Carabinieri, sequestriamo le carte e si fanno i dovuti controlli. Se qualcuno ha fatto il furbo, avrà i suoi guai. Esiste in matematica una teoria delle catastrofi che vuole individuare il limite oltre il quale attiva, senza ritorno, il collasso definitivo. Il solito discorso della farfalla che con un minimo di battito innesca un terremoto oltre l’oceano. Oppure: il ponte c’era e, svanito il polverone, non c’è più. Vogliamo dare la colpa l ponte? O al progettista morto da decenni? In questo ragionamento, che cosa si va a indagare o controllare . O meglio: qual era lo scopo del controllo? Qui possono essere scelte differenti opzioni tutte valutabili, se conosciute. Diciamo che il gioco è avvicinarsi al massimo senza toccare. (segue)

Psicosi da ponte: dopo Genova ora tutto è a rischio ATTENZIONE ALTA - Il crollo del ponte Morandi a Genova ha spezzato la vita degli italiani: in 43 hanno pagato il prezzo, il più alto, per le negligenze altrui. E oggi, a distanza di quasi un mese, improvvisamente ci si ricorda che di ponti come quello venuto giù ce ne sono tanti e che probabilmente necessitano anch'essi dei dovuti controlli. Prima di piangere l'ennesima vittima. Nel Lazio, ad esempio, almeno tra casi stanno tenendo banco nel post crollo del Ponte Morandi, oltre a tutta una serie di altre segnalazioni minori. Il Ponte della Scafa - Ostia e Fiumicino si sono ritrovate all'improvviso lontanissime a seguito della decisione di Astral, arrivata come un fulmine a ciel sereno, di chiudere il 20 agosto il Ponte della Scafa. Polemiche, corse bus saltate, appelli di sindacati, proteste dei cittadini hanno contraddistinto i mesi immediatamente successivi a ferragosto sul litorale romano; nel frattempo i lavori di alleggerimento e le verifiche

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strutturali sono andate avanti per 9 giorni fino al 29, data in cui è stata stabilita la riapertura del Ponte anche se a senso unico alternato. Nel frattempo sono al vaglio le alternative: la realizzazione del nuovo ponte e la messa in opera di una struttura bailey, Ostia: il ponte sul canale dei pescatori è pericoloso - Rimanendo ad Ostia a fine agosto è stata la volta della struttura sita alla foce del canale dei pescatori. Per per quattro giorni è stato disposto il blocco al transito alle unità navali al di sotto del ponte; il provvedimento è arrivato a seguito di alcune criticità riscontrate dai Vigili del Fuoco nel corso di un sopralluogo sulla struttura che attraversa il canale. “Subito dopo il sopralluogo – si legge in una nota del Dipartimento SIMU Assessorato alla Mobilità del Comune di Roma– si è riscontrata la necessità di rimuovere il materiale di conglomerato cementizio in distacco dall’intradosso del ponte e successiva posa in opera della rete di contenimento, al fine di garantire la sicu-

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I ponti finiti nel mirino dei controlli: il viadotto della Magliana (1); il ponte della Scafa (2); i controlli sulla Pontina (3)

rezza del transito delle imbarcazioni”. Viadotto della Magliana: stop al restringimento della carreggiata e no rischio crollo- Sempre il 29 agosto è finito il periodo di sperimentazione delle corsie ridotte sul viadotto della Magliana, l'altro ponte a firma Morandi che è subito finito sotto i riflettori all'indomani della tragedia di Genova. Pareri contrastanti circolano sulla struttura: “La strutturadella Magliana “presenta da tempo gravi difetti, non è mai stato collaudato, non sono state fatte prove di carico e di tensione. E’ un ponte fuorilegge da quando è stato aperto nel 1950 . Lo ha dichiarato Remo Calzona, docente di tecnica della costruzioni alla Sapienza di Roma. Un allarme tuttavia subito smorzato dal Comune: i controlli effettuati sul Ponte evidenziano “alcune necessità di manutenzione, ma hanno permesso di escludere i rischi di crollo ventilati a più riprese in alcuni ambienti giornalistici, tecnici o imprenditoriali”. Anche la Pontina nel mirino - Astral ha comunicato l'avvio dei controlli sulle strutture insistenti sulla SR148 tra il km 28+400 e il km 68+400. Nei tratti interessati dai lavori è istituito il limite di 30km/h. I cantieri sono partiti lunedì 27 agosto alle ore 18,00 e termineranno il 7 settembre alle ore 24,00: nei tratti oggetti delle verifiche potrebbero verificarsi chiusure e restringimenti di carreggiata. I controlli fanno seguito al controllo eseguito – anche se si trattava solo di una verifica esterna – avvenuto sul ponte 32 all'altezza di Borgo Sabotino.


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settembre 2018 (segue) A certe farfalle capita di toccare, In realtà il gioco consiste in un mucchio di soldi, Risparmi, costi, dividendi, Potere e pregiudizio della salute pubblica e dell’,ambiente. Le norme tecniche per le costruzioni, recentemente emendate, hanno assorbito oltre cinquanta anni diconcetti ed esperienza. Le norme attuali recepiscono che le costruzioni devono rompersi con una ben precisa priorità e duttilità, evitando rotture fragili istantanee molto più pericolose. Insomma, la struttura intelligente deve consentire di uscire e allontanarsi, per salvaguardare la vita, e non altro. Le suppellettili e i ricordini hanno un’altra priorità, se si può. Sennò si abbatte. Questo approccio è maturato anche grazie a alle enormi potenze di calcolo disponibili per la modellazione e l’analisi delle strutture. E, a supporto esistono rilevatori di tutti i tipi e tecnologie, anche col GPS o con più specifiche applicazioni satellitarie e laser. Uno spostamento di un cm si può rilevare. Quindi ogni rilevatore può essere monitorato con i dovuti allarmi. Quindi il controllo è possibile e deve essere praticato perché ’alternativa è quello che abbiamo visto, in questa, e migliaia di altre tragedie.Ma, per chiudere il primissimo inizio di questa vicenda., diamo un po’ di attenzione al punto più de-

SPECIALE GENOVA bole della catena. L'uomo e i controlli Fare controlli è cosa più che altro noiosa, quindi non è improbabile che qualcuno si faccia qualche sconto su uno strumento che è stato controllato dieci volte di seguito con la stessa lettura (eventualità insidiosissima!, o che qualcuno si ricordi di tanto a firmare un bel mazzetto di schede arretrate, Ma il controllo è assunto, da altri per buono e cumulando negligenza, errori sviste, quel sistema non funziona più, Abbiamo sommato, ma questi inconvenienti si moltiplicano. Dovrebbero esserci ridondanze e controlli incrociati. L’errore c’è sempre, ma siamo ancora a livelli “domestici”, qualcosa si copre, qualcosa si aggiusta.E le cose vanno avanti tra parigrado. Ora pensiamo un tecnico di medio livello che si trovi a spiegare al suo amministratore delegato (non mettiamo nomi) o a un giovane ministro che il noto ponte deve essere chiuso. Per completare questo scenario immaginato e sapere dei controlli, vi consiglio la storia di Jack Godell, un ingegere immaginario che si trova a spiegare ai suoi capi che “l’impianto” (Una centrale nucleare) deve fermarsi. La storia di Jack Godell Ne La Sindrome Cinese (film del 1979), una grintosa telecronista (Jane Fonda) e il suo

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cameraman, (Michael Douglas), sono testimoni di un guasto tecnico della centrale nucleare di Harrisburg, in California ),che potrebbe provocare una esplosione atomica. Le autorità e la società vorrebbero insabbiare la notizia. Ma un ingegnere, Jack Godell, (impersonato da Jack Lemmon), ( che aveva partecipato anche al progetto, percepisce la gravità del problema. Prima indaga su varie anomalie dell’ impianto. Poi scopre gravi irregolarità sui controlli e sulle certificazioni delle radiografie delle saldature, sistematicamente falsifica te.. con la certezza che c’è una sola lastra per tutta la centrale,infine si rinchiude nella sala controllo blindata, fino a che non è viene ucciso dalla sicurezza privata della società proprietaria a della centrale che però, viene, fermata. Luigi Torreti

Scenario post-apocalittico a Genova


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Professione eroe: Giampiero Ruggiero e il cane Fix a Genova ra le squadre di intervento specializzate provenienti da tutta che sono intervenute a Genova a seguito del crollo del Ponte Morandi avvenuto lo scorso 14 agosto c'è stata anche l'unità cinofila di Roma-Capannelle. E' qui che presta servizio l'istruttore esperto Giampiero Ruggiero insieme alla sua Border Collie Fix: lui, come tutti i suoi colleghi, è tra gli eroi che ogniqualvolta mette a rischio la propria vita al servizio degli altri. A Genova è diventato famoso per l'abbraccio commovente, finito in diretta nazionale, con una mamma che aveva perso un proprio caro nel tragico crollo. La sua, così come quella dei suoi colleghi, l'abbiamo definita una “professione” ma èin realtà è molto di più: sono eroi, veri eroi, che si spingono oltre il dovere per salvare vite umane. Da quanto tempo fai questo lavoro? “Io faccio parte delle unità cinofile dal 2011, prima di allora ero in servizio come Vigile del Fuoco qui a Pomezia. La mia squadra fa capo al distaccamento di Roma-Capannelle:

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Inseparabili: Giampiero Ruggiero e il suo cane Fix al lavoro sul luogo del disastro quattro cantieri, e ci siamo messi a disposizione di chi era già al lavoro. Il nostro compito non è solo quello di fare la ricerca con il cane ma diamo anche supporto ai nostri colleghi: ad esempio, in caso di ulteriori crolli durante le operazioni di salvataggio o di incidenti siamo pronti ad intervenire per aiutarli”

scenari desolanti e spesso devastanti dal punto di vista emotivo ti mettono a dura prova; ma il funerale, i funerali, ti toccano nel profondo. Quella mamma, che purtroppo non so nemmeno chi abbia perso nel crollo, mi ha guardato e mi ha detto: 'grazie'. Lì per lì non ho saputo cosa rispondere. Però quell'abbraccio è stato in un certo senso liberato-

Dopo Rigopiano pensavamo di aver visto tutto. Ma Genova è andata oltre. Genova è stata un'esperienza che ci ha segnati. Era l'apocalisse dal 2012 ho iniziato esclusivamente il mio lavoro con il cane (Fix, una Border Collie di 9 anni, ndr)” Amatrice, Rigopiano, ed ora Genova ma non solo... “Sì, da Camerino a Norcia e poi Ischia, senza contare gli interventi che ci sono da fare sul territorio qui nel Lazio. La nostra squadra interviene in tutta Italia con la possibilità anche di andare all'estero. Nel nostro ambito di intervento c'è anche la ricerca di dispersi in superficie (boschi, ecc.)” Ora torni proprio da Genova. Cosa hai trovato appena arrivato sul posto? “Uno scenario diverso da tutti gli altri. Dopo Rigopiano, ovvero un Hotel travolto da una valanga e dunque neve su un crollo, situazione mai capitata prima, pensavamo di esserci confrontati con lo scenario più difficile per chi fa il nostro mestiere; e invece Genova è stata qualcosa di più, difficile da spiegare. Una situazione quasi da film, di quelli postapocalittici. Il primo pensiero è stato: 'Da dove comincio?' E' vero siamo sempre alle prese con crolli di case, alberghi, perfino paesi interi. ma il Ponte di Gebova, ridotto in quel modo, ti sconvolge”. Come è iniziato il lavoro non appena giunti sul posto e quali sono, di norma, i compiti della vostra squadra? “Arrivati sul posto abbiamo iniziato subito le operazioni considerando che avevamo i cani 'freschi'; ci è stata assegnata una zona, c'erano

Qual è l'aspetto più complicato da gestire, il fattore tempo? “Sì, chiaramente il tempo è determinate, ogni istante può fare la differenza tra la vita e la morte. Dal momento che arriva la chiamata c'è un solo pensiero: arrivare il prima possibile sul luogo dell'incidente per mettersi al lavoro” Durante i funerali hai abbracciato quella mamma e le hai detto: “Avremmo voluto fare di più” (nella foto in basso). E' questa la cosa più difficile del vostro lavoro? “Purtroppo è così. I turni, che sono massacranti, i giorni di lavoro e sopratutto le notti,

rio, mi è servito molto” Cosa ti porti dietro dopo Genova? “Sicuramente tanta esperienza, sia per me sia per Fix” Quando arriva la chiamata di pronto intervento cosa scatta nella tua mente? “C'è un unico pensiero: quello di arrivare il prima possibile sul posto e cercare di salvare quante più persone possibili” Il ricordo più bello legato al tuo lavoro? “Senza dubbio Rigopiano. Abbiamo estratto nove persone ancora in vita, tra cui quattro bambini”


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Wiki Loves Monuments: e il Borgo di Pratica di Mare? partito il 1° settembre 2018, il concorso intitolato “Wiki Loves Monuments”, competizione culturale fotografica del patrimonio culturale italiano a cui quest’anno aderisce anche il Comune di Pomezia, in collaborazione con la Soprintendenza. Il concorso I due enti hanno infatti rilasciato l’autorizzazione all’uso degli scatti fotografici dei monumenti di loro proprietà rappresentativi dei “luoghi di Enea” fra i quali il Museo Civico Archeologico “Lavinium”, il Santuario dei 13 Altari, il cd. Heroon di Enea, l’edificio arcaico e le fornaci, questi ultimi situati all’interno dell’area archeologica di Lavinium.Un’iniziativa che porterà la struttura del Museo civico archeologico “Lavinium” di Pomezia all’organizzazione di svariate visite guidate ai “luoghi di Enea” in modo così da permettere a tutti di poter conoscere ed immortalare i monumenti in questione. Una manifestazione con la quale, si legge nel comunicato diramato dal Comune, la moderna città di Pomezia celebra l’eredità culturale connessa alla leggenda di Enea, mitico fondatore di Lavinium (antica città situata in località di Pratica di Mare, a breve distanza da Pomezia) e “antenato” della stirpe che fonderà Roma, condividendo con tutti un patrimonio

E'

poi effettivamente ratificato con la Famiglia Borghese, per la “Valorizzazione del patrimonio archeologico, storico e ambientale dell’ambito territoriale dell’antica tenuta e Borgo di Pratica di Mare nel contesto del parco archeologico, naturalistico e agricolo dell’antica Lavinium quale elemento identitario della città di Pomezia, della famiglia Borghese e della Città Metropolitana di Roma Capitale”, lasciando correttamente intendere una stretta inscindibilità fra l’area archeologica dei XIII Altari e Pratica di Mare. Che fine hanno fatto tutte quelle buone intenzioni?Contrariamente a quanto prospettato, oggi ci ritroviamo in una situazione paradossale in cui l’antico borgo, il monumento probabilmente più evocativo dell’identità storica della Citta di Pomezia e della leggenda di Enea non solo non viene nemmeno menzionato fra i siti fotografabili nell’ambito del concorso fotografico, ma risulta tuttora inaccessibile – a quasi due anni di distanza dall’avvio di quelli che avrebbero dovuto esserne i lavori di restauro - nonostante l’acclarata normativa di uso pubblico sotto la quale ricadono le strade del borgo.I paradossi tuttavia non finiscono qui. Infatti solo pochi giorni fa sono state divulgate sui canali sociali fotografie che proverebbero l’interruzione dei lavori di ripavimentazione delle strade interne del borgo medievale; notizia

che – qualora confermata – non sarebbe di poco conto, dal momento che per come ci è stata sempre presentata, la chiusura del borgo si rese necessaria per permettere l’esecuzione dei lavori di restauro, oppure – ed è una domanda inquietante – si tratterebbe dell’esatto contrario, ovvero i lavori sarebbero stati eseguiti per arrivare alla chiusura del borgo? Quanto tempo dureranno i lavori interni al borgo di Pratica di Mare? Forse per sempre? Quello che è certo è che ad oggi la tanto decantata operazione di valorizzazione del borgo non è mai stata finalizzata. Unica conseguenza dei lavori è stata la cesura del borgo dal suo territorio e dai cittadini di Pomezia. Come se il borgo non esistesse più. Come se i cittadini dovessero forzatamente dimenticarne l’esistenza.Chi deve risolvere questa situazione? È l’amministrazione comunale di Pomezia, che a suo tempo siglò accordi con i privati, a dover tutelare gli interessi della collettività e quindi dev’essere lei a dover adempiere ai propri doveri, rispristinando l’uso pubblico delle strade, negato a suo tempo ai cittadini per l’esecuzione dei lavori, autorizzati ormai svariati anni fa, e mai terminati. Associazione Latium Vetus

Quanto tempo dureranno i lavori interni al borgo di Pratica di Mare? Forse per sempre? Quello che è certo è che ad oggi la tanto decantata operazione di valorizzazione del borgo non è mai stata finalizzata

Borgo di Pratica di Mare: dove sono finiti i lavori? Mistero su alcune foto finite sui social archeologico che si può considerare “unico”. Salta però agli occhi un’assenza eccellente fra i siti fotografabili connessi alla “leggenda di Enea”: il Borgo di Pratica di Mare, probabilmente il principale monumento di Pomezia collegato con l’antica leggenda di Enea. Il Borgo di Pratica di Mare “scompare” dai luoghi di Enea Il borgo infatti, come ben noto, era la sede dell’acropoli dell’antica città di Lavinium, miticamente fondata proprio dall’eroe troiano ed era anche la sede del tempio dei Penati, edificio immortalato addirittura nei rilievi marmorei dell’Ara Pacis augustea di Roma. Quello che lascia ancora più perplessi, è che in data 15 dicembre 2016 la giunta comunale di Pomezia approvò un protocollo di intesa,



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Dopo la crisi “Diciotti” 100 migranti dividono Rocca di Papa entotto di agosto, dopo dodici giorni dal loro salvataggio in mare e dieci di stallo a bordo della nave Diciotti, 100 migranti arrivano a Rocca di Papa, in provincia di Roma. È sera e si vede il primo pullman. Alle due di notte lo raggiunge il secondo, dopo aver risolto un guasto meccanico. La loro destinazione è il centro di accoglienza straordinaria (CAS) “Mondo Migliore”, gestito dal Vaticano, dove finalmente i profughi troveranno un letto (ce ne sono 400, di cui 130 inutilizzati), in attesa di essere ricollocati in varie diocesi italiane. Alta tensione: tra 'Benvenuti' e 'Andatevene', il comitato d'accoglienza Ad attendere il primo gruppo di profughi due fazioni contrapposte: da un lato decine

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sicurezza” e definisce la sua Rocca di Papa “sempre pronta ad accogliere”, grazie ad una “rete di solidarietà formata da cittadini e associazioni locali sostenuta dal Comune”. Comunque, specifica, i migranti resteranno nel centro solo pochi giorni, così come è stato confermato dalla Santa Sede. Ma come si è arrivati a tutto ciò? È il 16 agosto quando 190 profughi vengono soccorsi a largo di Lampedusa dalla oramai famosa imbarcazione della nostra Guardia Costiera. Ci si trova nella zona di competenza di Malta, ma La Valletta non interviene e all’insaputa del Ministero dell’Interno (così dirà poi Salvini) avviene il recupero. Allora il governo italiano chiede all’Europa di redistribuire i migranti, minacciando di non farli sbarcare fino al raggiungimento di un accordo (altrimenti, visto il Trattato di Du-

protesta dell’opposizione di centro-sinistra sotto e sopra la nave. A quel punto scende anche chi sta peggio: 6 uomini e 7 donne (altre 4 si rifiutano per stare vicine ai loro cari). La Procura di Agrigento apre un fascicolo sulla vicenda. Siamo arrivati al 26 agosto: Salvini viene indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio (la nave Diciotti è territorio italiano e, dicono i pm, non si può trattenere qualcuno in Italia senza il suo consenso e senza provvedimento dell’autorità giudiziaria: lo dicono il Codice penale e la Costituzione). Nel frattempo, però, arriva la soluzione: si muovono il ministro Moavero, convincendo l’Albania ad accogliere 20 migranti (ma servirà il loro consenso non trattandosi di un paese dell’UE) e la Chiesa, che si fa carico dei 100 citati e ne fa accogliere 20 all’Irlanda. 4

Dieci giorni bloccati sulla nave della discordia Italia-UE, i profughi ospiti della Chiesa a sud di Roma accolti da abbracci e proteste di persone con cartelli di benvenuto e di apertura all’accoglienza, dall’altra altrettante decine che protestano, tra cui esponenti di CasaPound e di Fratelli d’Italia. I contestatori intonano l’inno di Mameli e alcuni urlano “andate a casa!”, chiamando “anti-italiani” chi si mostra ospitale. Dalla parte opposta, in tutta risposta, si canta “Bella Ciao”, con qualche pugno chiuso. La tensione è palpabile e deve intervenire la Polizia, serrando le fila del cordone ai lati del pullman (ma ci sono anche un paio di macchine ed un furgone delle forze dell’ordine all’ingresso del centro). Il giorno dopo proseguono proteste e controproteste: tutti i manifestanti vengono schedati dalla Digos. La cittadinanza di Rocca di Papa, intanto, è spaccata: nel centro del paese, a pochi chilometri dal CAS, si dicono tutti tranquilli e affermano di non aver mai avuto problemi. A Tre Coni, la frazione comunale con un centro residenziale confinante con la struttura della Chiesa, montano invece le proteste. Si sostiene che ci siano troppi profughi in rapporto ai 1.500 residenti locali. Inoltre si sottolineano le passate lamentele per episodi di degrado e sporcizia, di cui sono ritenuti responsabili alcuni migranti e per una manifestazione di protesta degli stessi che bloccò una strada provinciale. Con loro l’associazione “Laboratorio una donna per la tutela dei diritti dei deboli” che, in una lettera inviata al Ministero dell’Interno ed al Vaticano, parla di tante persone che bivaccano, vivono in condizioni di degrado e non si integrano nel territorio. Interviene il Sindaco A stemperare interviene il sindaco Emanuele Crestini, che parla di “Mondo Migliore” come di “un fiore all’occhiello a livello internazionale, specialmente sotto il profilo della

blino, devono restare tutti da noi). La nave arriva a Lampedusa e scendono solo in 13, bisognosi di cure. Quindi, il 21 agosto, la Diciotti entra nel porto di Catania e attracca, ma i 177 profughi rimasti vengono trattenuti a bordo. Due giorni dopo Di Maio minaccia l’UE: o c’è una redistribuzione o l’Italia metterà in discussione i soldi da mettere nel bilancio comunitario. Nelle stesse ore sbarcano i minori: una ventina. Il giorno dopo la Commissione Europea non riesce a convincere gli 11 stati convocati ad una condivisione e il governo porta avanti la linea dura. È stallo e si moltiplicano le manifestazioni di

vengono riconosciuti come presunti scafisti e fermati. Futuro Nei prossimi mesi si vedranno gli echi di quanto successo con l’eventuale processo a Salvini e la ridiscussione del bilancio UE. Intanto i cento malcapitati, quasi tutti eritrei (e quindi probabilmente futuri rifugiati politici), dopo le torture in Libia e la confusione determinata dal trattenimento subìto, si ritrovano a pochi chilometri da Pomezia nell’occhio di un enorme ciclone. Giacomo Andreoli

Pro e contro migranti: due cortei accolgono i pullman, alta tensione a Rocca di Papa



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Pomezia, autolavaggi "sospetti": dove sono i controlli? iamo seguito su queste pagine a quanto pubblicato lo scorso numero. Il tema è sempre lo stesso: ci sono sufficienti - nonché efficaci - controlli sul business sempre più fiorente degli autolavaggi? Ebbene c'è chi, dopo il nostro articolo, ha deciso di uscire allo scoperto segnalando tutte le difficoltà incontrate nel cercare di sollevare il problema presso le autorità competenti. In particolare un lettore si è rivolto a noi scrivendoci la seguente lettera: nel testo si parla di un esercizio in particolare di cui abbiamo preferito tuttavia omettere l'indirizzo specifico; tante le criticità riscontrate dal cittadino ma nessun accusa indiscriminata verso i titolari dell'attività: piuttosto però una richiesta quantomeno di controlli da chi di dovere che però nessuno sembra ascoltare. Il motivo? Non lo sappiamo. Del resto, anche recentemente, proprio il Comune di Pomezia aveva temporaneamente chiuso un autolavaggio sempre a Torvaianica per poi farlo riaprire una volta sistemato il problema riscontrato (la perdita all'ingresso di un depuratore, ndr). E allora perché non si agisce sempre nello stesso modo? La lettera “Ho letto il vostro articolo sul corriere della città cartaceo sul fenomeno autolavaggi. Ho inviato personalmente numerosi esposti agli uffici comunali di Pomezia, alla Guardia di Finanza di Pomezia, all'Ispettorato del Lavoro (EMAIL), con numerosi solleciti per un esercizio commerciale sul lungomare di Tor-

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vaianica, in direzione Ardea”, ci scrive il lettore. “Ritengo che i controlli non vengano fatti regolarmente, o quanto meno con efficacia, visto che alla luce del sole operano lavoratori in nero di origine extracomunitaria, sorpresi a dormire nell'autolavaggio di notte, cosa questa da me segnalata alla Stazione Carabinieri di Torvaianica”. Ma è cambiato qualcosa? “No. Ad oggi non è cambiato nulla e anzi non ho trovato una certa motivazione degli uffici preposti a risolvere il problema”. Sei domande Il lettore rivolge dunque agli uffici preposti sei domande ben specifiche: (1) Come si fanno a rilasciare autorizzazioni ad aprire esercizi commerciali che utilizzano macchine di lavorazione all'interno dei condomini quando sussiste l’art. 659 c.p. (Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone) secondo cui è sanzionabile «chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche” rechi disturbo? (2) Perché le varie segnalazioni, ed esposti scritti, segnalando la presenza di operai in nero, non hanno sortito nessun effetto? (3) La questione degli alberi sul marciapiede del nostro

condominio. Nel 2013 tramite segnalazioni agli uffici competenti del Comune di Pomezia i tecnici appuravano il buono stato degli alberi, mentre nel 2017 i lavori di rifacimento del marciapiedi hanno previsto l'abbattimento dei suddetti alberi agevolando, di fatto, l'ingresso delle autovetture nell'autolavaggio. Come è stato possibile tutto questo? (4) La sosta selvaggia dei clienti dell'autolavaggio più volte segnalata dal sottoscritto, con l'aggiunta della pericolosità verso i pedoni dell'uscita delle autovetture non segnalata in nessun modo, costituisce un grave pregiudizio per la pubblica sicurezza: perché non si fa nulla? (5) Sussiste il non corretto smaltimento dei rifiuti differenziati da parte degli operatori dell'autolavaggio, probabilmente mai sanzionato, visto che sono in possesso dei vecchi contenitori sprovvisti della chiusura a chiave, quindi nelle ore di chiusura dell'autolavaggio vengono riversati ogni tipo di rifiuti nei contenitori. I cittadini comuni prendono le multe, e loro? (6) Come è possibile dopo tutte queste segnalazioni da parte mia su un singolo autolavaggio, il fenomeno di apertura di nuovi autolavaggi non accenna a diminuire?

Sosta selvaggia, caos rifiuti, impatto acustico e personale in nero: perché allora le denunce e gli esposti restano inascoltati?


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Torvaianica, passaggio a mare 57 finalmente sistemato utto è bene quel che finisce bene, almeno per ora. Anche quest'anno, come lo scorso, il passaggio a mare n.57 era tornato a creare non pochi grattacapi a turisti, residenti e, per estensione, anche al vicino centro anziani “I Gabbiani”. Nel 2017 a tenere banco erano state le tempistiche relative al completamento dei lavori dell'accesso a mare, con un cantiere inizialmente rimasto fermo e che impediva l'accesso in spiaggia; poi, in seguito, la questione riguardò la qualità dei lavori stessi, con diverse criticità che emersero nell’opera dopo l’apertura a luglio 2017. Cumuli di sabbia in prossimità dell'accesso su strada, un gradino che rendeva praticamente impossibile l'accesso alla passerella ai diversamente abili e, non ultimo, il dislivello alla fine del tracciato in legna i problemi riscontrati. A contattarci per segnalare l'intera vicenda fu il signor Marcello, papà proprio di un ragazzo disabile; ebbene, quest’anno ancora Marcello ha deciso di rivolgersi nuovamente a noi. Il salto nel vuoto Le difficoltà infatti, anche in questo 2018, non sono mancate, anche se di altro tipo. “A causa delle mareggiate, la spiaggia con passerella per disabili relativa all’accesso 57, sul Lungomare delle meduse, presenta un dislivello di oltre un metro (nella foto), proprio alla fine della passerella, che essendo in discesa, potrebbe causare degli incidenti pericolosi”, ci scriveva Marcello a fine luglio. Abbiamo quindi provveduto ad inoltrare la segnalazione al Comune di Pomezia: l'ente, a stretto giro di posta, si è messo in moto predisponendo una prima soluzione. L'intervento però non è bastato a risolvere una volta per tutte il problema. Il lieto fine...in due step Per ovviare al problema della passerella che terminava con un forte dislivello, che ne rendeva pericoloso l’utilizzo da parte dei disabili, il Comune aveva deciso infatti inizialmente di rimuovere il tratto finale del percorso in legno creando una sorta di scivolo per consentire di arrivare al mare in sicurezza. Soddisfazione, ma a solo a metà, ci era arrivata però dai bagnanti: posto che in questo modo si evitava “il salto nel vuoto”, il problema sicurezza – hanno fatto notare i lettori – in un certo senso restava, ripresentandosi qualche passo più avanti. Per ovviare, allora, anche a questo secondo aspetto l'ente pometino ha deciso di predisporre un ulteriore corridoio a tutela dei frequentatori della spiaggia: la passerella è stata quindi deviata di lato e il dislivello con la battigia protetto con una staccionata di legno. Luca Mugnaioli

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La cronistoria del passaggio a mare n.57: (1) la spiaggia prima delle mareggiate estive; (2) il salto nel vuoto alla fine della passerella installata dal Comune; (3) il primo intervento: rimosso il tratto finale del percorso in legno; (4) e (5) il risultato finale

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Pomezia, discarica abusiva a due passi dal centro na discarica abusiva nascosta a pochi passi dal centro di Pomezia. Questo è stato scoperto durante una passeggiata sui sentieri della Riserva Naturale della Sughereta. L’area incriminata è un piazzale retrostante il nuovo cimitero urbano, al quale si accede tramite uno sterrato che sbocca su via Cincinnato da una parte, e su un sentiero della Sughereta dall’altra. Nel piazzale sono ammucchiati rifiuti di ogni tipo, come si vede nelle foto: ci sono materiali di risulta, mobili rotti, oggetti metallici, vari sacchi blu, e addirittura il rottame di un tagliaerba. La scoperta ci ha lasciato a bocca aperta per diversi motivi. Il primo: a pochissimi metri si alzano le mura della parte nuova del cimitero di Pomezia, e poco oltre riposano i defunti del Cimitero Militare Tedesco. Due luoghi dedicati alla memoria, i cui dintorni dovrebbero essere risparmiati dall’inciviltà e dall’incuria. Il secondo motivo: scendendo dalla collinetta del cimitero e proseguendo su via Cincinnato, si va verso l’isola ecologica, dove questi rifiuti potrebbero essere correttamente smaltiti. I due luoghi sono vicinissimi, eppure qualcuno ha ritenuto di ignorare le regole. Terzo motivo: l’area coperta da rifiuti ricade con tutta probabilità nella Riserva Naturale della Sughereta. Infatti, secondo la L.R. 10 agosto 2016, n.12, che istituisce l’area protetta, “il limite del perimetro coincide con il confine del cimitero comunale e dell'attiguo cimitero militare tedesco”. Se la strada sterrata che sbocca nella discarica facesse effettivamente parte della Riserva, sarebbe un notevole danno d’immagine per il territorio;

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lo stesso, d’altronde, succederebbe se appartenesse al cimitero urbano. Va detto che la strada è delimitata da un cancello aperto, a ridosso del quale appaiono due cartelli: il primo segnala che l’area è protetta come Riserva Naturale – avvalorando la tesi che la strada ricada nel suo confine; il secondo (coperto da piante e praticamente invisibile) pone un divieto di abbandono di rifiuti. L’amministrazione che ha posto quel cartello era dunque a conoscenza del fenomeno? Se sì, perché nell’area vengono ancora abbandonati scarti di ogni tipo? Mario Di Toro

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Discarica abusiva alla Sughereta: (1,4) rifiuti di ogni sorta stazionano nel piazzale; (2) l'ingresso alla discarica a cielo aperto; (3) oltre al danno la beffa: il cartello con il divieto di gettare rifiuti coperto dagli alberi

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Nel piazzale sono ammucchiati rifiuti di ogni tipo, come si vede nelle foto: ci sono materiali di risulta, mobili rotti, oggetti metallici, vari sacchi blu, e addirittura il rottame di un tagliaerba



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L'avvocato risponde: la consulenza legale per i lettori

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na lettrice ci richiede se in Italia è possibile stipulare dei patti prematrimoniali, come avviene in altre Nazioni.

Accordi prematrimoniali: cosa dice la legge Si rende necessario, innanzi tutto, andare a precisare cosa si intende per “patti prematrimoniali” nell’ambito dell’attività negoziale, sempre più ampia, che coinvolge la famiglia ed i coniugi. Detti patti sono accordi tra i (futuri) coniugi destinati a regolare l’eventuale crisi del matrimonio, contemplando sin dalla conclusione degli stessi quali saranno gli obblighi, di natura patrimoniale, a carico dell’uno o dell’altro coniuge. Viene poi fatta una distinzione, in riferimento al momento in cui il patto viene stipulato, tra accordi stipulati prima della celebrazione delle nozze, o durante il matrimonio, quindi in un momento in cui non è ancora sorta la fase patologica del rapporto di coppia, con i quali le parti stabiliscono le condizioni di una eventuale crisi coniugale (Separazione, Divorzio e/o

giuridico. Queste sono le convenzioni matrimoniali e le convenzioni sulla vita matrimoniale destinate a regolare i rapporti nella fase naturale del matrimonio e non in quella di frattura dello stesso. Le prime possono essere stipulate per la tutela degli interessi patrimoniali della famiglia e delle esigenze di ciascuno dei coniugi e posso riguardare, sia l’apporto contributivo di ciascuno dei coniugi ai bisogni della famiglia, secondo il principio della proporzionalità, previsto dall’art. 143, 3 comma, c.c., ossia “in relazione alle sostanze ed alla capacità di lavoro professionale o casalingo di ciascun coniuge”, sia la scelta del regime patrimoniale della famiglia (Comunione Legale, Separazione dei Beni, Comunione Convenzionale e/o Fondo Patrimoniale) nel rispetto dei limiti imposti dal codice civile. Le seconde, ossia le convenzioni sulla vita matrimoniale, sono accordi tra coniugi stipulati prima o durante il matrimonio al fine di regolamentare tratti della loro convivenza, come la suddivisione dei compiti nell’organizzazione domestica, la gestione dei figli, il loro accudimento e la loro

L'avvocato Antonio Aquino sprudenza, che ha ritenuto validi detti accordi caratterizzati da prestazione e controprestazioni tra loro proporzionali, “in quanto (nel caso di specie) il fallimento del matrimonio è degradato a mero evento condizionale, ed il patto “è retto da una autonoma causa, costituita dallo scambio sinallagmatico di prestazioni proporzionate tra loro” così si è espressa la cassazione, nella sentenza

Tornando ai patti prematrimoniali, come abbiamo detto, pur non esistendo una disciplina che li vieti platealmente, la giurisprudenza pressoché costantemente ne ha sancito la invalidità Annullamento), ed accordi stipulati in occasione della separazione personale consensuale, ovvero tra la separazione ed il divorzio, cioè quando già si è verificata la patologia del rapporto di coniugio, con i quali i coniugi intendono stabilire le condizioni del futuro divorzio. Nell’ordinamento italiano non esiste una norma che disciplini questo tipo di accordi, come non esiste una norma specifica che ne vieti l’adozione. Invero, la presunta invalidità viene dedotta dai principi giuridici che sono posti a fondamento dell’istituto giuridico della Famiglia. A contrario, esistono alcune convenzioni che possono essere stipulate tra i coniugi, le quali sono espressamente previste dal nostro ordinamento

educazione, il tutto nei limiti inderogabili dei diritti e doveri fondamentali previsti dal codice civile. Tornando ai patti prematrimoniali, come abbiamo detto, pur non esistendo una disciplina che li vieti platealmente, la giurisprudenza pressoché costantemente ne ha sancito la invalidità, fondando le proprie decisioni su vari aspetti (Illiceità della causa del patto, inesistenza del diritto oggetto del patto, assenza di un giudizio di equità da parte del Giudice, indisponibilità dell’assegno divorzile, inammissibile deroga ai diritti e doveri sorti per l’effetto del matrimonio). Tali tesi della giurisprudenza vengono contrastate da una parte della dottrina Soltanto negli ultimi anni vi è stata un’apertura della giuri-

del 13/01/2012, n° 387. Dunque alla luce di quanto detto e a fronte dell’orientamento giurisprudenziale succedutosi nel tempo si può affermare, in una ottica di una più ampia negozialità familiare, che i patti prematrimoniali potrebbero essere considerati validi solo se abbiano la capacità di superare il vaglio giurisprudenziale. Quindi, il segreto sarà di creare un contratto ben strutturato, equilibrato, non frutto di compromessi, che faccia risaltare il fatto che lo stesso abbia la finalità di prevenire contenziosi e mantenere un rapporto equilibrato tra i coniugi, anche dopo la crisi del matrimonio a beneficio dei figli.



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Il Corriere della Città settembre 2018

Come divertirsi costruendo un calligramma arte di mettere in fila le parole purtroppo con l'utilizzo massivo di computer, tablet e smartphone si sta sempre più perdendo. Una frase divertente dice che: "L'arte di scrivere sta nel saper coniugare l'ottimismo del temperamatite col pessimismo della gomma da cancellare". Scrivere è molte cose. E' utile per raccontare una storia ma anche e soprattutto per trasmettere emozioni come la gioia, la passione, la rabbia o la delusione, mantenere un ricordo o per spedire una semplice lettera d'amore. Ancora per descrivere un evento, esplorare il domani o per appuntarsi una ricetta! Al di là dell'utilità è necessario insegnare ai bambini a scrivere correttamente a mano, in quanto è stato provato che vengono attivate delle zone del cervello che sono completamente diverse da quelle che si attivano scrivendo invece utilizzando la tastiera del al computer. Cos'è un calligramma? Letteralmente parlando è la fusione di due parole CALLIGRAFIA (bella grafia) e IDEOGRAMMA ( simbolo grafico). Guillaume Apollinaire, scrittore nato a Roma nel 1880 ideò questa stilosa forma d'espressione dove sono le parole stesse che vanno a creare con il movimento la forma dell'oggetto prescelto. Le parole formano un disegno e guardando il disegno si legge la scritta … .altro non è che, definiamolo così, un "testo pittorico". Testo e foto di Laura Piacentini

L'

L'arte di scrivere sta nel saper coniugare l'ottimismo del temperamatite col pessimismo della gomma da cancellare LA CLESSIDRA (parole di Laura Piacentini) Lasciare impronte sulla sabbia dove il passare non è negato segno del nostro andare mentre camminiamo lasciamo come barca una scia zoccoli di cavallo che corre trotta e galoppa mantello sudato e nari stanche nella pista d'arena tracce di passaggi per corse affannate o camminate lente e confuse come mete del nostro fluire passo dopo passo come destino stampato andiamo avanti seguendo linee di orizzonti incerti sul futuro dell'amata vita


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settembre 2018

RIMORSO O RIMPIANTO ?

“ FA SOFFRIRE PIU’ UN’AZIONE NON COMPIUTA CHE UNA FATTA IN MODO SBAGLIATO” rimpianti sono parte della vita di ognuno, soprattutto quelli in amore e nella vita lavorativa. Rimpiangere il passato aiuta ad affrontare meglio il presente. Il rimpianto non è sempre un male, anzi, ha un potere terapeutico e talvolta rimpiangere il passato non è una cosa negativa, può addirittura riaffiorare proprio quando siamo felici, anzi spesso è proprio stimolato da emozioni forti e torna a galla per ricordarci che abbiamo un passato e dunque non si tratta di una debolezza ma di una risorsa. La sensazione che si prova di fronte ad una vecchia foto, all’incontro con un vecchio amore, quando si torna indietro con il tempo…si prova rimpianto per le scelte fatte, soprattutto per quelle in amore che, ammettiamolo, pesano davvero molto di più, ma anche per quelle non fatte e per le cose non dette. Ma quando parliamo d’amore intendiamo anche quello per le persone care, che forse è il rimpianto che pesa di più, che rimane un po’ come una lacrima, per le cose che non sono state dette magari a persone che adesso non ci sono più. Ma il rimpianto non sempre è utile, in quanto è utile se lo si usa come una toccata e fuga, come una spinta per vivere meglio il momento attuale, altrimenti se lo si usa per rimuginarci fa stare ancorati in un passato impedendoci di vivere

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in pieno il presente. Infatti ci sono persone che vivono rimpiangendo costantemente il passato e questo non è un bene, perché dobbiamo pensare che quello che stiamo perdendo in questo momento, mentre ci guardiamo alle spalle, diventerà poi il rimpianto di domani. Quindi vivere adesso, sulle basi delle nostre esperienze passate, quello che sarà il nostro domani. Ma la cosa che purtroppo spesso accade è che quasi nessuno prova lo stesso rimpianto verso ciò che non ha potuto fare per migliorare se stesso, ovvero nessuno o pochissimi rimpiangono di non aver dedicato abbastanza tempo ad approfondire la conoscenza di se stesso, perché presi e distratti dalle necessità materiali, ma se si pensasse di più nelle nostre giornate a migliorare e a diventare più consapevoli di quello che siamo, sicuramente potremmo evitare poi di fare quegli errori che ci hanno creato o ci creano dei rimpianti. Ma, a mio avviso, l’aspetto più importante è avere la

Si prova rimpianto per le scelte fatte, soprattutto per quelle in amore che, ammettiamolo, pesano davvero molto di più possibilità di scelta. Chi rimpiange spesso ha scelto, ma succede invece che c’è chi non ha potuto scegliere. Nel fatto di aver avuto o non aver avuto questa libertà di scegliere fa una grande differenza. Il problema è che a monte prima di fare una scelta immaginiamo uno scenario ipotetico che, per chi sceglie, contrasta con quello che noi ci creiamo come scenario ideale, ma in realtà non sappiamo, per la maggior parte delle volte, cose sarebbe veramente successo se avessimo fatto o meno una determinata scelta. Noi non abbiamo emozioni inutili, tutte sono importanti per la nostra vita, per il nostro crescere, per il nostro sentirci ed essere uo-

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mini. L’ importante è l’uso che ne facciamo, se usiamo i rimpianti come leva positiva per vivere meglio il presente e crearci un buon futuro, altrimenti diventa una catena che tende a soffocare sul nascere qualsiasi nostra scelta. Ricordarsi sempre che la vita è fatta di piccole sfumature e il rimpianto è una di quelle, che considereremo anche tenera, poiché rispetto al rimorso che può farci star male emotivamente, il rimpianto addolcisce spesso i ricordi più belli della nostra vita. L’importante è rimanere ancorati alla realtà, al presente che viviamo senza chiudersi in noi stessi, mentre bisogna imparare a condividere con gli altri ed anche il rimpianto, perché no, può essere un grande momento di crescita. Mentre invece se vissuto continuamente come un tormento interiore anche la nostra salute potrebbe risentirne. Se avessi fatto, se potessi avere…fanno nascere un sentimento di frustrazione che ci porta a star male perché noi alimentiamo tutte queste emozioni negative che ci porta inevitabilmente ad una condizione di stress che condiziona tutto il resto della vita anche sotto l’aspetto della nostra salute. Ricordiamoci che non è mai troppo tardi per dare una svolta importante alla nostra vita, soprattutto nelle piccole cose, accettando anche gli errori che si commettono, essere più indulgenti con noi stessi, volersi più bene, essere più affettuosi, considerando la nostra fragilità e la possibilità anche di sbagliare. Tutto può farci crescere, anche il più grande sbaglio a qualunque età, perché ogni giorno va vissuto come un nuovo inizio e quindi ogni momento della nostra vita ha in se stesso il seme del cambiamento e questo è vero a vent’anni come può essere vero a ottanta. Quindi ricordarsi che volersi bene vuol dire accettare i propri limiti, riconoscendo anche la propria infallibilità e vivere più intensamente il nostro presente e progettare più allegramente il nostro futuro. Antonio Guido Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it


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Evangelo di Fede in Fede Uscite da Babilonia a prima babilonia della storia è da ricondurre a Nimrod: “e il principio del suo regno fu Babilonia” (Genesi 10:10), la quale aveva chiamata Bab-Il (letteralmente “porta dei cieli”). Era nelle sue intenzioni di farne una roccaforte religiosa da cui l’uomo avrebbe sfidato il Dio dei cieli. Ma Dio intervenne confondendo il linguaggio dei costruttori della torre di Babele, e fu così che il progetto non ebbe esito positivo e il nome stesso della città fu cambiato in Bab-Al (letteralmente “confusione”). Babilonia diviene il simbolo della confusione, d’un mondo allontanato dalla benedizione e dal governo di Dio. All’alba del terzo millennio, la confusione religiosa della Babilonia spirituale è in fase avanzata di costruzione; ma ecco che Dio da parte sua esorta pressantemente il suo popolo ad uscire fuori e separarsi dalla confusione religiosa: “Uscite da essa o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi” (Apocalisse 18:4).

L

Uscite da essa o popolo mio Rimanendo a Sodoma, Lot in qualche modo approvava gli atti abominevoli che venivano commessi. Lasciandosi circuire dal sistema di Babilonia, ovvero da una religiosità dove di fatto regna la confusione e non più il pensiero di Dio, chiaramente rivelato dalla Bibbia, il cristiano di oggi partecipa ai suoi peccati. Il Nuovo Testamento è esplicito: “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele” (Efesini 5:11). Coloro che vogliono camminare con Dio devono considerare l’appello di Dio, il quale esorta ad una vita fondata sulla Sacra Scrittura, scevra dallo scendere a patti con la confusione e con l’errore. Uscite, separatevi dalla confusione. Anche nella santificazione il concetto di Dio è lo stesso, in quanto la pa-

Il Corriere della Città Numero 9 Anno 10

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EDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

rola santificatevi significa separatevi. Ma per quale motivo Dio esorta l’uomo ad uscire e separarsi dalla confusione religiosa e a santificarsi? Ne ha forse un suo tornaconto personale? O piuttosto è un suo cercare il dialogo con la sua creatura affinché possa vivere al meglio la propria esistenza?

Separatevi, Santificatevi L’esortazione di Dio alla santificazione ci giunge in modo chiaro dalla Scrittura: “Or il

Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo (1 Tessalonicesi 5:23). Dio vuole il nostro bene, ed è per questo che cerca di farci comprendere l’importanza di separaci dalla semplicistica e infruttuosa confusione e di santificarci. Separati in Cristo Cristo Gesù è venuto in carne, e dice la Scrittura che egli ha condiviso la nostra stessa natura, però senza peccare. Cristo ha vinto sulla morte e sulla croce e noi siamo resi partecipi della sua risurrezione e in lui otteniamo vittoria. Con le proprie forze anche l’uomo più volenteroso, spesso non riesce a separarsi da ciò che è male e devastante per la sua anima; ma in Cristo siamo resi vittoriosi per mezzo dello Spirito Santo; siamo resi partecipi delle sue virtù. L’esperienza del credente cristiano non è relegata ad un vivere in un’attitudine di religiosità esteriore, piuttosto è l’esatto contrario, è rinnovamento e libertà interiore. “e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatto seE-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Samantha Morano, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Massimiliano Gobbi, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti

dere nel cielo in Cristo Gesù” (Efesini 2:6). Separati da tutto ciò che è confusione, santificati secondo la sua volontà, e conoscerai la bellezza e la gloria di Dio.

Uscite, senza indugiare Purtroppo è consuetudine il non fermarsi a considerare il consiglio di Dio e le sue amorevoli esortazioni. Noè profetizzò per molti anni, ma chi considerò l’avvertimento di Dio? Quando l’arca fu chiusa solo otto persone entrarono nell’arca e scamparono al giudizio del diluvio universale. Quando Sodoma e Gomorra città oltremodo peccatrici e perverse furono arse dal fuoco di Dio, quante persone scamparono? La Scrittura ci dice che scamparono solo Lot e le sue due figlie. E noi ascolteremo ciò che Dio ci comunica attraverso la rivelazione della Scrittura, ovvero la Bibbia? Viene il tempo nel quale Dio giudicherà con giusto giudizio questo mondo, e l’impero religioso, la babilonia apocalittica riceverà la giusta retribuzione. La grande misericordia di Dio ci esorta ad uscire di mezzo ad essa e non renderci partecipi delle sue opere malvagie. Dio pazientò lungamente ai tempi di Noè e ai tempi di Sodoma e Gomorra, ma poi venne il giorno del giudizio. Dio ancora oggi, negli ultimi giorni della sua pazienza desidera che ogni uomo non sia giudicato, ma piuttosto salvato. Cristo è la Via la Verità e la Vita, e la nostra salvezza è nel rifugiarci in lui. Stiamo considerando l’amore e la giustizia di Dio? Corri a Cristo, fuggi via dalla confusionaria religiosità della Babilonia spirituale, abbraccia il sacrificio di Cristo Gesù alla croce, in esso troverai la tua redenzione eterna. Ricevi il Cristo risorto nel tuo cuore, ed egli abiterà in te, con la sua verità, la sua luce, la sua pace; e la tua anima risplenderà della sua gloria eterna. Per info 3358131014 evangelodifedeinfede@gmail.com www.facebook.com/evangelodifedeinfede PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 01/09/2018

STAMPA: Tipografia Graffietti

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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settembre 2018 iciamoci la verità oggi avere un figlio diventa sempre più spesso un atto programmato e ben ragionato. Eh si’! La verità è che succede sempre meno frequentemente di diventare genitori senza aver prima riflettuto bene sull’impegno psicoemozionale ed economico legato all’arrivo di un erede. I dati a disposizione sulla popolazione italiana ci dicono che solitamente il primo figlio arriva dopo i 30 anni e comunque non prima che una coppia abbia raggiunto una certa stabilità economica e lavorativa e già questo inserito nella realtà italiana attuale non è certo roba da poco. Se infatti ci fermassimo già solo a questo “piccolo” dettaglio si potrebbe lungamente discutere sul numero crescente di casi di infertilità e di coppie che si rivolge a centri di riproduzione medicalmete assistita e su come spesso queste “maternità ritardate” portino con sè una lunga serie di problemi che colpiscono mamme e soprattutto i nascituri. Di tutti i bimbi nati in Italia infatti, circa 90.000 all’anno viene al mondo con un difetto congenito conseguente a cause che hanno agito prima della nascita. I difetti congeniti , secondo la letteratura, vengono inglobati nella categoria degli “Esiti Avversi della Riproduzione” e includono appunto tutti i problemi di infertilità, le patologie gravidiche, l’aborto spontaneo, la prematurità e la scarsa crescita fetale. Per quanto tutto questo possa spaventare e forse spingere qualche futura mamma a desistere dall’idea di avere un figlio, fortunatamente tra le principali cause di questi eventi ci sono stili di vita scorretti, come l’abuso di alcool e il fumo eccesivo, oppure esiti di malattie infettive cotratte durante la gravidanza o di patologie croniche non correttamente trattate. Alla luce di questo è deducibile come molti di questi eventi avversi possano essere prevenuti modificando il proprio stie di vita, le proprie abitudini , informandosi e fondamentalmente ... pensandoci prima! Diciamo che se avere un figlio è una scelta tanto ponderata dal punto di vista economico e della stabilità emozionale alla fine dovrebbe esserlo altrettatnto anche dal punto di vista della prevenzione intesa non solo come abbandono di abitudini che rendano difficile lo sviluppo di una gravidanza, oppure dannose per il bambino in arrivo, ma anche come attuazione di una serie di accortezze che limitino l’insorgere di problemi durante la gestazione. Detto così può sembrare scontato e ovvio , ma se pensiamo che in un embrione gli organi cominciano a formarsi molto presto, il cuore, per esempio, inizia a

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RUBRICHE battere già tra 18 e 21 giorni dal concepimento quando la mamma forse ancora non sa di essere in dolce attesa, a maggior ragione se non era in cerca di una gravidanza, allora tutto diventa più ingarbugliato! La prima visita in genere si fa intorno a 7 o 8 settimane di gestazione, cioè quando ormai quasi tutti gli organi dell’embrione sono quasi formati... e si sa... il primo trimestre di una gravidanza è quello più delicato, quello in cui la maggior parte degli insulti esterni hanno come conseguenza effetti disastrosi, Qualcosa non torna... come poter allora prevenire gli Esiti Avversi della Riproduzione? Bisogna intervenire prima del concepimento... diciamo in fase di programmazione. La prima buona abitudine sarebbe quella di mettere un pò di regole e di ordine nelle proprie abitudini come per esempio mangiare bene e ridurre, se non eliminare del tutto, il fumo e l’assunzione di alcool e questo non vale solo per la futura mamma , ma anche per il futuro papà, perchè si sa... una famiglia si costruisce dalle basi! Ci sono studi che dimostrano che l’adozione di una dieta mediterranea nel periodo preconcezionale e in gravidanza riduce il rischio di spina bifida e di parto prematuro di circa il 50%. Ma quante sono le coppie che sanno queste cose? Quanti conoscono l’importanza dell’l’implementazione di acido folico non appena si comincia a programmare una gravidanza per ridurre il rischio di difetti di chiusura del tubo neurale? Quanti sono i professioniti che suggeriscono alle donne di assumere acido folico per tutto il periodo fertile se non escludono la possibilità di rimanere incinte? Quante mamme in epoca preconcezionale (e non dopo la prima visita dal ginecologo una volta accertata la gravidanza) conoscono il proprio stato immunologico relativo per esempio a rosolia, toxoplasmosi, varicella ecc

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ecc. Vogliamo parlare poi della rimessa a punto di una terapia in caso di una patologia cronica pre esistente alla gravidanza? Questi ovviamente sono solo degli esempi, gli interventi a scopo preventivo possono essere molteplici e al di là di quelli generici, tipo accertarsi di non essere in gravidanza prima di sottoporsi ad indagini radiografiche, gli altri vanno studiati e pianificati su ogni singola coppia. Tuttavia il vero problema risiede nell’elaborare un piano strategico coordinato pe rinformare a tappeto tutta la popolazione in età fertile... uomini e donne! A tale scopo il Ministero della Salute negli anni passati ha finanziato, tramite il Centro nazionale per la prevenzione e cura delle malattie, due progetti che hanno portato a “Pensiamoci Prima”. In quest modo, grazie all’attivazione di un sito web e alla diffusione sui social network si è cercato di promuovere e diffondere la cultura della salute preconcezionale. Nonostante i molti risultati ottenuti ancora la strada da percorrere è lunga in quanto manca una vera diffusione del concetto a tutti i livelli assistenziali e non solo a quelli strettamente legati all’area della maternità e della cura del bambino. L’obiettivo è quello di creare a qualsiasi livello un’occasione di counselling anche informale, ma comunque accessibile ed efficace! Quindi cari futuri genitori, oltre a preoccuparvi della macchina da comprare per la famiglia che cresce e della casa con la stanza per i bambini... preoccupatevi anche di gettare le basi per una gravidanza sana e consapevole! Cominciate ad essere responsabili nei confronti dei vostri figli!!! Ah! Anche il counselling preconcezionale è roba da ostetriche... facciamo due chiacchiere??? Dott. Ost Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it

Gravidanza & figli: facciamo due chiacchiere

La verità è che succede sempre meno frequentemente di diventare genitori senza aver prima riflettuto bene sull’impegno psico-emozionale ed economico legato all’arrivo di un nuovo erede


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SPORT

Il Corriere della Città settembre 2018

Calcio, dilettanti: tutto pronto per la nuova stagione

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i ricomincia: le squadre del territorio sono pronte a scendere di nuovo in campo per la stagione 2018/2019. Ecco tutte le novità.

Pomezia Calcio En plein di vittorie in amichevole in questo mese di agosto il per i rossoblù. Il Pomezia Calcio vince per ben 4 reti a 0 contro il Fiumicino 1926, stessa sorte per il Montespaccato Audace che si arrende alla squadra di Gagliarducci per 1-0. Dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio con gli aeroportuali, grazie alla rete di Moriero, i rossoblù sommergono con una prestazione prestigiosa il Fiumicino nella seconda parte della ripresa grazie al raddoppio di un giovane di prospettiva come De Falco ed ad una doppietta dell’esterno Tommaso Gamboni. Come anticipato, il Pomezia riesce anche a sconfiggere la quadrata Montespaccato Audace: il primo tempo si conclude a reti inviolate, mentre nel secondo tempo è bomber Erik Laghigna, fresco di vittoria del campionato con la Vis Artena, a girare il pallone di testa e trafiggere il portiere romano. La squadra di patron Bizzaglia esordirà nel girone B di Eccellenza, il 2 settembre fuori casa contro l’Ottavia. Unipomezia La società del presidente Valle anche quest’anno ha deciso di presentare la stagione in grande stile. All’Hotel Selene di Pomezia, l primo a prendere la parola è stato proprio il presidente Valter Valle: “Anche quest’anno vogliamo la D. C’è un allenatore preparato che già ha dimostrato di far meglio di chi lo ha preceduto. Rosa confermata, ma anche tanti giocatori nuovi importanti. Sono tutti quanti pronti ad iniziare la nuova stagione: alziamo questo sipario e giochiamo”. Il presidente continua analizzando i nuovi gironi e lo fa smorzando ogni eventuale polemica: “Penso siano proporzionati: la difficoltà dipende dalla mentalità delle squadre che vi partecipano. Niente derby col Pomezia? Un match sempre affascinante, spero di incontrarli in Coppa Italia”. Il patron poi analizza la scorsa stagione: “Abbiamo subito molti in-

Flavio Cristofari, Indomita Pomezia

fortuni, fra tutti quelli di Delgado e Ciaramelletti, che ci hanno penalizzato. Quest’anno vedo molta compattezza e una rosa vogliosa e giovane, costruita grazie al grande lavoro di Maurizio Proietti. Anche gli allenamenti che ho visto fare a Baiocco e al suo staff tecnico mi hanno stupito positivamente”. Valle chiude parlando della crescita del brand. Il nuovo logo e un pullman nuovo di zecca gli esempi migliori: “Ho sentito battute di nostri ex calciatori del tipo ‘Hanno il pullman e nessun trofeo’. Vorrei ricordare che abbiamo vinto la Coppa Italia e per un’azienda, che anche quest’anno ha chiuso in positivo, la cura dell’immagine è fondamentale”. L’Unipomezia giocherà la prima in casa al Comunale la prima di Eccellenza Girone A, contro la squadra romana dell’Almas Roma. Team Nuova Florida La squadra di mister Bussone è pronta a fare molto bene anche quest’anno. La squadra ardeatina è stata collocata nel girone A di Eccellenza in compagnia dell’Unipomezia, a differenza dell’anno scorso, in cui era stata collocata nel B. A fare chiarezza in quest’estate dal sapore dolce, visto il brillante terzo posto ottenuto l’anno scorso, ci ha pensato il presidente Marcucci che ha dichiarato di voler raggiungere il prima possibile i 44 punti e la salvezza matematica. Di certo quest’anno i biancorossi non sfigureranno visto che potranno ripartire dalla solida base dell’anno scorso e si potranno affidare a nuovi innesti di grande spessore come il centrocampista Emanuele Mancini, l’estremo difensore ex Racing Manni, il centrocampista classe ’97 Giordani ed il 2000 Moretti, il quale ha giocato con il Frosinone primavera l’anno scorso. Indomita Pomezia – Selva A.P. Il sodalizio Indomita P./Selva Academy P. ha preso forma quest’estate assemblando quella che è la prima squadra dell’Indomita, con il settore giovanile qualificato del Selva Academy, così da poter iniziare insieme un progetto a lungo termine che abbia come punto di riferimento la crescita dei giovani. Il direttore Massimiliano Ricci, con l’aiuto del vicepresidente Spina, ha assemblato una squadra, da mettere a disposizione di Mister Aiello, che può considerarsi un lusso per la Prima Categoria: presi infatti Bacchiocchi, con un passato nei professionisti, bomber Cristofari il quale è stato uno dei principali protagonisti, nella scorsa stagione, della storica promozione in Eccellenza del Lavinio Campoverde. Inoltre sono stati ufficializzati i difensori Oliva e Giacoia, il primo ha un passato in grandi realtà del territorio come Aprilia, Unipomezia e Racing mentre Giacoia ha vestito le maglie di Unipomezia, Nuova Florida e Città di Pomezia. Per quanto riguarda la

CALCIO A 5 - SERIE B La Fortitudo Futsal Pomezia pensa in grande

TOP CLUB - La squadra di patron Bizzaglia non scherza. I direttori Aiello e Loscrì hanno messo in piedi per questo campionato di Serie B di C5, un vero e proprio bolide a disposizione di mister Stefano Esposito. I colpi più rilevanti sono senz’altro quelli di: Maina, il quale ha portato a casa in passato una medaglia di bronzo conquistata con la nazionale argentina nella Coppa America del 2008, ed è stato, inoltre, un giocatore della selezione albiceleste dal 2003 al 2016; Mauricio Paschoal, arrivato direttamente da San Paolo, sul quale si è pronunciato il patron pometino: “Abbiamo preso un giocatore che può spostare gli equilibri nella nostra categoria precisa il patron Bizzaglia - Ad essere sinceri ci aspettiamo grandi cose da tutti i componenti della rosa. Anche se siamo una neopromossa, possiamo contare su un organico di assoluto valore. Da domani dobbiamo soltanto pensare a lavorare. I risultati arriveranno…”. L’unica cosa negativa riguarda il campo di gioco. A metà settembre la Fortitudo debutterà in Coppa di Divisione contro il Savio, ma “non possiamo preparare al meglio la sfida con i capitolini in quanto non possiamo allenarci al PalaLavinium, sede delle nostre sedute di allenamento settimanali e delle gare ufficiali. Confidiamo che l’amministrazione Comunale venga quanto prima incontro alle nostre esigenze. Abbiamo tutto il diritto di usufruire di una struttura conforme alle regole della nostra categoria ha dichiarato il direttore Loscrì. linea verde, sono stati ufficializzati gli ex Pomezia Calcio: l’esterno Ferrara, il difensore Angelelli, il centrocampista Cipolletta e il forte portiere Leonardo Spina, il quale ha fatto bene nell’ultima stagione con la Promozione dell’Airone Calcio.

Squadra per squadra gli affari dell'estate



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Il Corriere della Città settembre 2018

Pomezia, lettera all'Assessore Giovanni Mattias i chiamo Benedetti Massimo, sono nato a Roma il 19/06/1964, sono stato residente a Pomezia per circa 25 anni, da qualche anno risiedo nella vicina Ardea. In realtà sono un senza fissa dimora, in quanto circa due anni fa sono rimasto senza

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alcun diritto sull'animale e lei darà le eventuali spiegazioni solo alla mia ex compagna (nel frattempo dileguata) in quanto ritenuta unica proprietaria della cagnetta. Io non sono d'accordo e ritengo nonostante tutto (Carlotta non è microchippata ma mi sono impegnato a pagare il conto corrente) di avere tutti i diritti a sapere dove si trova Car-

lotta per accertarmi delle sue condizioni di salute e contribuire per quello che posso al suo mantenimento. Mi auguro da parte sua l'immediata soluzione del problema, per quel che mi riguarda inizierò da subito uno sciopero della fame, se non basta questa lettera sarà di dominio pubblico e se necessario mi incateneró davanti la sede comunale".

Voglio sapere come sta il mio cane "Carlotta": sono pronto ad incatenarmi al Comune se necessario lavoro e di conseguenza non sono stato in grado di poter avere una casa. Premesso questo ho avuto per 12 anni una cagnetta di nome Carlotta che purtroppo viste le mie condizioni non ho più potuto avere cura di lei e l'ho affidata ad una persona di mia conoscenza. Per ben due volte Carlotta è riuscita a scappare, la prima volta sono riuscito a recuperare Carlotta, la seconda volta è stata prelevata dai vigili e sistemata in una struttura di Ardea. La "signora" dell'ufficio tutela animali si rifiuta di comunicare dove si trova tale struttura, affermando che io non ho

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