Il Corriere della Città - Settembre 2019

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Anno 11 Numero 9

SETTEMBRE 2019

libertà informazione politica cronaca cultura sport

Pio: un secolo di storia di Torvaianica

SPO

Tanti auguri a Pio Schiano Moriello: festa grande per i suoi 100 anni

MAFIA SUL TERRITORIO Minacce e intimidazioni: così il boss teneva in pugno i commercianti

Intervista a Velio Mele, il «San Francesco» di Ardea

VINCOLO MIBAC

Ultimo atto: attesa per la sentenza del Consiglio di Stato

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POMEZIA

Pochi dipendenti comunali, uffici in difficoltà

TRUFFATI! Decine di cittadini raggirati da un'Agenzia di viaggi. Interviene la Finanza

ARDEA

«Nessun uso improprio della Protezione Civile»

MEGA CANTIERE ALL'OPERA Social Housing a Santa Palomba: una "follia" edilizia nel nulla

SPECIALE VIA MONACHELLE Tutti i problemi del quartiere raccontati a puntate



SETTEMBRE 2019 NUMERO 9

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Settembre 'caldo' EDITORIALE

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POLITICA ARDEA-POMEZIA Santa Palomba, ancora speculazioni.................p.5 Social Housing, i pericoli.................................p. 6 Disabilità : Pomezia Senza Barriere lancia tre petizioni...........................................................p.14 CRONACA Pomezia: la truffa viaggia in Agenzia.........pp.20-22 Tanti Auguri Pio Schiano............................pp.24-25 Nuova California, sit-in di protesta....................p.26 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 28

MAFIA A POMEZIA E ARDEA I particolari sull'inchiesta "Equilibri"

PAGG. 16-17

SPORT

Il ritorno del calcio giocato Pag. 38

100% LATTE DI BUFALA


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EDITORIALE

Il Corriere della Città settembre 2019

Settembre 'caldo' ono stati mesi caldi, caldissimi, quelli appena trascorsi e non solo dal punto di vista delle temperature, quelle sì davvero bollenti. La politica nazionale ci ha riconsegnato di nuovo un clima di incertezza, con un Governo caduto ed uno che sta incontrando più di una difficoltà a nascere. Certo, considerando le trattative in corso, sta succedendo davvero di tutto, anche cose fino a pochi giorni fa impensabili, nemmeno fossimo al Calciomercato. Venendo ai fatti del territorio, per Pomezia si apre senza dubbio un mese molto caldo. Ci eravamo lasciati prima di Ferragosto con la questione del borgo di Pratica di Mare, tornata nuovamente al centro del dibattito pubblico dopo esser rimasta latente per un po': vediamo allora se nei prossimi giorni vi sarà qualche significativa novità. Capitolo Vincolo. Il 26 settembre il Consiglio di Stato dovrà esprimersi una volta per tutte sul provvedimento a tutela di circa 2.000 ettari di campagna romana. Dopo anni di battaglia, cittadini e associazioni, forti dei risultati legali ottenuti sin qui, confidano nel buon esito dell'udienza per un provvedimento che, se verrà lasciato intatto, bloccherà la realizzazione di due centrali di rifiuti, la costruzione di capannoni in-

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Social Housing a Santa Palomba, Vincolo e Pratica di Mare: mese caldo a Pomezia

dustriali impattanti, eviterà la distruzione della campagna verde, impedirà nuovo degrado e l'aumento vertiginoso di traffico veicolare. Sensazioni opposte invece si respirano sull'altro mega progetto in cantiere, guarda un po', sempre nell'area di Santa Palomba, stavolta in una zona di confine tra Albano, Roma e ancora a Pomezia. È stato però il Campidoglio, passando per ben tre Giunte differenti (e nel silenzio delle amministrazioni locali confinanti?), a volere fortemente la realizzazione del cosiddetto socialhousing in questa zona, ricadente nel IX Municipio. Case, in estrema sintesi, a prezzi calmierati, destinate alle persone più svantaggiate. Un progetto sospinto dalla Cassa Depositi e Prestiti che punta – figuriamoci – al «trasferimento di una periferia

come Santa Palomba al centro della città». Tante belle parole insomma, che cozzano però con una realtà deprimente. Questo nuovo centro residenziale si trova infatti a 30km dal centro di Roma, in un'area totalmente inadatta, vessata da una miriade di problemi a cui non serviva di certo un'iniezione di cemento. Se non ci credete, andateci. È in Via Cancelliera, strada che separa il Comune di Albano da quello di Roma per l'appunto, che vi giunge nella sua estensione più periferica. Qui ci sono solo industrie e capannoni a frammentare il paesaggio della campagna romana, per larghi tratti ancora vergine, che ora vedrà sorgere questo colosso immobiliare; in quel tratto specifico ci sono inoltre, per non farci mancare nulla, pure dei “forti odori” provocati dal lavoro di un'isola ecologica. Ce la fate voi a vederci in questi campi dei palazzi dove dovrebbero arrivare potenzialmente 4.000 nuovi residenti? Noi no. Poi ci chiediamo: senza servizi, una volta lì, cosa faranno queste persone? Dove andranno? E peggio ancora potrebbe andare, insorgono le associazioni,se nessuno dovesse comprarle quelle case (voi lo fareste?) perché ci ritroveremmo soltanto con un “ecomostro2 di cemento disabitato nel bel mezzo del nulla. E a chi potrebbe far gola un epilogo del genere? La risposta forse qualcuno la sa… Luca Mugnaioli


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POLITICA

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Santa Palomba, ancora speculazione edilizia Prosegue spedito il progetto della cosiddetta smartcity: 4.000 abitanti da mandare nel "nulla" è un luogo nell’area metropolitana tra Roma e Latina, i Colli Albani ed il mare, dove è in corso un “progetto urbanistico di smarthousing e smartliving”: questo luogo oggi di chiama Santa Palomba (anticamente Albunea). A ricordarcelo comitati e associazioni che hanno dato mandato ai legali per inoltrare richiesta di accesso agli atti riguardo il “Programma integrato n. 3 Santa Palomba facente parte del Comune di Roma al confine con i Comuni di Pomezia, Ardea, Albano e Ariccia, piano di lottizzazione società Co.Ge.San. S.p.a.”. Il mega progetto «Nella primavera del 2018 – si legge nella nota scritta a firma di “Ecomuseo Lazio Virgiliano” – il progetto fu presentato ufficialmente dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, come un “nuovo modo di abitare” che ruota intorno al cosiddetto welfare di comunità, ovvero un sistema di servizi all’abitare, coworking, spazi comuni e relazioni umane in grado di generare, appunto, una vera e propria comunità locale”(sic) Per sostenere questa “impresa sociale”, a carattere immobiliare, intervenne un colosso della finanza italiana: la Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Il direttore Marco Sangiorgio motivò l’intervento della CDP, che raccoglie il risparmio postale degli Italiani, con il fatto che l’iniziativa prevedeva addirittura il “trasferimento di una periferia come Santa Palomba al centro della città». Il progetto di Santa Palomba fu anche l’occasione, il 14 maggio 2018, per l’inaugurazione della mostra itinerante europea “New Urban Body” a Roma nella sede del palazzo degli esami (di proprietà della CDP a Trastevere) con una sezione dedicata alla “città dinamica” con al centro la periferia di Santa Palomba da intendere come un “Nuovo Organismo Urbano di rigenerazione sociale” Quattro giorni prima del grande evento, sempre a Roma ma all’EUR, si erano dati appuntamento, davanti al notaio Pietro Mazza, i tre protagonisti di questo piano urbanistico ideato dieci anni prima quando il sindaco era Walter Veltroni (e continuato poi

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Il progetto: mille appartamenti, per 4000 abitanti, nella zona industriale di Santa Palomba al confine di quattro comuni (Albano, Ariccia, Ardea, Pomezia) con annessi e connessi (qualche opera di urbanizzazione, un depuratore che scaricherà le fogne in un fosso affluente del fiume Incastro che sfocia nel mare di Ardea ed un po’ di verde destinato a parco pubblico locale come “mitigazione ambientale” a risarcimento di un altro pezzo bellissimo di Agro romano

con Alemanno e Marino): Roma Capitale (in persona dell’architetto Esposito Cinzia appena nominata da Virginia Raggi), Dea Capital Real Estate Sgr – S.p.A. come società di gestione del fondo immobiliare Roma Santa Palomba (in persona del dottor Bruno Mirko) ed infine l’artefice di tutto questo grande affare, cioè CO.GE.SAN. Costruzioni Generali Santarelli S.p.A (in persona della dottoressa Patrizia Maria Drago). Migliaia di nuovi residenti Le due donne e l’uomo firmarono una convenzione urbanistica che prevede sostanzialmente la costruzione di circa mille appartamenti, per 4000 abitanti, nella zona industriale di Santa Palomba al confine di quattro comuni (Albano, Ariccia, Ardea, Pomezia) con annessi e connessi (qualche opera di urbanizzazione, un depuratore che scaricherà le fogne in un fosso affluente del fiume Incastro che sfocia nel mare di Ardea ed un po’ di verde destinato a parco pubblico locale come “mitigazione ambientale” a risarcimento di un altro pezzo bellissimo di Agro romano con visuale sui colli albani che sta per essere devastato e consumato dalla speculazione edilizia)». Fiore all'occhiello: ma di cosa? «Un anno dopo la firma della convenzione urbanistica – prosegue Nella foto: la nota – nel mese di cittadini, comitati e marzo di quest’anno, il associazioni in progetto “Smartcity di protesta davanti al Santa Palomba” è stato cantiere di Via portato come un fiore della Cancelliera all’occhiello di Roma

Capitale a Cannes, in Francia, per la trentesima edizione del MIPIM la più importante fiera europea degli investimenti immobiliari. In questa vetrina internazionale l’assessore all’urbanistica del comune di Roma ha continuato a magnificare quello che, nel 2014, il movimento cinque stelle (quando era all’opposizione) aveva definito un “piano scellerato di speculazione, ghettizzazione e distruzione dell’agro romano per riempire le tasche di chi ha i terreni e per escludere dalla vita civile i poveri Cristi che vi andranno ad abitare». Cittadini in rivolta I cittadini dell’area metropolitana a sud di Roma, dai colli albani al mare, si sono mobilitati per fare luce sul Caso di Santa Palomba con la richiesta di un accesso agli atti rivolta a tutti gli enti che sono coinvolti a vario titolo in questa storia. Nella richiesta di accesso agli atti viene in particolar modo chiesto «se sussistano in zona, e particolarmente in quella interessata da piano di recupero, edifici o cubature non sanate e le motivazioni per cui non si sia proceduto a sanatoria e conseguente demolizione e acquisizione di aree a patrimonio del Comune», lasciando intendere che possano esserci strutture con abusi non sanabili. Ma i punti da chiarire riguardano anche l’impatto ambientale, i nulla-osta regionali in relazione ai vincoli e i pareri dell’Autorità di bacino ai fini dell’impatto idrogeologico. I timori che si possa trattare di una grossa speculazione edilizia, insomma ci sono. E le paure non sono solo per l’ambiente.

I timori che si possa trattare di una grossa speculazione edilizia, insomma ci sono. E le paure non sono solo per l’ambiente


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POLITICA

Il Corriere della Città settembre 2019

Social Housing a Santa Palomba: i pericoli Si temono ricadute pesanti sul territorio sia in caso di successo che di fallimento del progetto iamo a Santa Palomba, in Via Cancelleria, nel Comune di Roma ma a due passi da Pomezia. Cosa sta succedendo in questo cantiere? Ne parliamo con Giacomo Castro, Presidente dell'Ass. Latium Vetus... «In questo momento (si veda la foto, ndr) noi siamo ad Albano Laziale addirittura, con questa strada che ci sepera da Roma. Sullo sfondo si vede poi la Fiorucci, siamo infatti a due passi dai quartieri Roma Due e Santa Palomba di Pomezia. Insomma è una zona di confine che separa ben tre Comuni. Cosa sta succedendo. Sta nascendo alle nostre spalle un'altra follia urbanistica, il cd "social housing di Santa Palomba". Un progetto partorito molti anni fa dalla Giunta Alemanno, portato avanti da quella Marino ed ora concluso, definito, chiuso dal governo Raggi: si tratta di appartamenti (quasi 1.000 in tutto, ndr) in una zona completamente avulsa da qualsiasi contesto urbano, praticamente nel nulla e senza servizi. Qui il Campidoglio darà la possibilità alle persone in condizione di disagio economico di acquistare un alloggio». Parliamo di circa 4.000 potenziali nuovi residenti che verranno spediti in questa sorta di nulla. Ma problemi potrebbero esserci anche se il progetto dovesse fallire: è così? «La questione è molto delicata. Questo progetto prevede la costruzione di palazzoni di svariati piani, molto alti e a nostro avviso molto impattanti. Case costruite a scendere tra Via Cancelleria e Via dei Castelli Romani. Una fascia verde, agricola, vergine trasformata ora in residenziale a creare questa sorta di favelas periferica dove portare nuove persone. Ma quali sono le considerazioni che stanno facendo comitati di zona e associazioni? Ci si chiede: se il progetto non andasse in porto, cioè se nessuno acquisterà queste case a prezzo calmierato - e credeteci: la probabilità è molto alta perché chi comprerebbe casa in questa zona? - cosa ne sarà di questi appartamenti? A chi verranno destinati? Rumors parlano perfino di un "fallimento annunciato" dell'iniziativa che verrà così poi ridestinata per risolvere altre problematiche. E dato che c'è, ad esempio, un'emergenza campi rom da risolvere qualcuno sta già facendo 1+1. Stiamo dunque assistendo alla nascita di un nuovo "ghetto"? E' questa la domanda inquietante, terribile che ci stiamo facendo». Tre amministrazioni capitoline, come detto, hanno avallato questa iniziativa anche, se vogliamo, nel silenzio dei Comuni confinanti dato che nessuno ufficialmente ne parla...

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«Senza dubbio è un progetto di vecchia data, tirato fuori ora dai comitati e dalle associazioni ma che purtroppo risale a molti anni fa. Registriamo nuovamente il silenzio da Pomezia che non si è espresso su questo tema che, ripetiamo, toccherà la città da vicino. E questo è un problema, perché i cittadini sono

stati lasciati di nuovo soli in questa battaglia. E' uno choc urbanistico ripetiamo, né più, né meno: un quartiere, privo di servizi, decontestualizzato da tutto. E cosa faranno queste persone? Dove andranno?» Luca Mugnaioli Giacomo Castro: «Rumors parlano perfino di un "fallimento annunciato" dell'iniziativa che verrà così poi ridestinata per risolvere altre problematiche. E dato che c'è, ad esempio, un'emergenza campi rom da risolvere qualcuno sta già facendo 1+1...»

Il Social Housing: cos'è IL PROGETTO - L'iniziativa è finanziata dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, che ha investito 1 miliardo di euro. L’housing sociale darebbe una risposta a chi non può beneficiare delle case popolari per la propria condizione socio-economica. Ai finanziamenti ha aderito Roma Capitale, con il progetto “Santa Palomba Città Dinamica”. L'iniziativa prevede la realizzazione di oltre 950 alloggi, di cui più della metà in locazione calmierata per 15 anni, il 15% in locazione con riscatto e il 30% in vendita convenzionata. A beneficiare delle nuove abitazioni saNelle foto: (in alto) ranno famiglie mocantiere all'opera; noparentali e/o intervista con monoreddito, anGiacomo Castro; ziani, disabili, stu(a lato) tavola denti fuori sede, del progetto

giovani coppie. I soggetti interessati potranno partecipare a bandi riservati, destinati a chi soddisferà dati requisiti di reddito stabiliti in un’apposita convenzione sociale. Per associazioni e comitati di zona tutto questo è però solo un modo per spedire migliaia di cittadini in mezzo al nulla e senza servizi. Insomma: un progetto evitabile.



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POLITICA

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Pochi dipendenti comunali, SOS a Pomezia Al Comune una grave carenza di personale nei vari settori, specie all'urbanistica: uffici in crisi iù personale negli uffici comunali per rispondere alle esigenze, sempre maggiori, della città di Pomezia. Lo sanno (e lo ammettono) gli amministratori, lo chiedono gli stessi dipendenti. Crescono le pratiche, serve dare risposte in tempi ragionevoli al cittadino, ma non sempre si riesce a stare dietro a tutto. I lavoratori sono pochi, o comunque in un numero non idoneo a rispondere alle esigenze del territorio. Perché se è vero che “in copertina”, passateci l'espressione, ci sono sempre, a scendere, Sindaco, Giunta e Consiglieri Comunali vari, è altrettanto vero che le persone, quotidianamente, ora all'Anagrafe, ora all'Ufficio Tributi piuttosto che ai servizi sociali, fanno riferimento al personale dipendente, il vero motore che manda avanti la pubblica amministrazione.

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Nella foto: la protesta dei dipendenti comunali nel novembre 2017

La situazione al Comune di Pomezia è nota e racconta, per ammissione anche dello stesso Sindaco Zuccalà, di una carenza di personale a cui si fa fronte con le risorse a disposizione E se qualcosa qui non funziona tutto si inceppa. La situazione al Comune di Pomezia è nota e racconta, per ammissione anche dello stesso Sindaco Zuccalà, di una grave carenza di personale a cui si fa fronte con le risorse a disposizione; “riorganizzazione” è una delle parole che ricorre più frequentemente ma tra pensionamenti, legittimi e sacrosanti periodi di ferie, congedi e quant'altro la coperta continua comunque a rimanere sempre cortissima. Il caso dell'urbanistica Per Pomezia il settore maggiormente sotto “stress” - ma ne sa qualcosa anche la vicina Ardea – sarebbe quello dell'urbanistica. E' qui che, stando a quanto raccolto dalla nostra redazione, si concentrerebbero i problemi maggiori. C'è chi parla perfino di personale ridotto all'osso: la carenza maggiore riguarderebbe i tecnici che andrebbero implementati con altre unità, così come gli amministrativi e i funzionari. Tradotto in numeri: servirebbero almeno 8 o 10 nuove unità solo qui per colmare il gap tra domanda e offerta dalla cittadinanza creatosi nel tempo. Ma sarebbe così per tutti gli uffici. Il Sindaco: «L'ente è sotto organico da diverso tempo ma comunque garantiamo i servizi a livelli più che sufficienti. Obiettivi? Migliorarli in termini di efficienza e qualità ricorrendo anche all’implementazione delle risorse»

I contrasti Negli ultimi anni non sono poi mancate a Pomezia le manifestazioni di protesta del personale dipendente per questi ed altri problemi. Nel 2017, a novembre, ci fu una grande iniziativa di Piazza, con uno sciopero a cui aderirono molti lavoratori. Al centro del contendere ci furono le questioni, tra le altre, riguardanti le assunzioni a tempo indeterminato, il mancato finanziamento dell’istituto delle (PEO) progressioni economiche orizzontali per l’anno 2017, finalizzato alla valorizzazione del personale dipendente, e in più il “caso Eco-X”, con le mancate verifiche e controlli sanitari ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro per il personale della Polizia Locale impegnato a supporto dei Vigili del Fuoconell’ incendio del 5 maggio dello stesso anno. I tavoli di confronto tra amministazione, quella passata, guidata da Fabio Fucci, e Sindacati non furono facili e la battaglia ebbe molta risonanza mediatica. Recentemente invece, adesso il Sindaco è Adriano Zuccalà a guidare il Comune ma il colore politico, quello del M5S, è rimasto lo stesso, nuove problematiche hanno riguardato stavolta i meccanismi di promozione dei dipendenti tanto che, anche qui, i sindacati avevano paventato l'ipotesi di un nuovo stato di agitazione. Al momento però, su questo fronte, la situazione sembra in stand-by. Parla l'Amministrazione

Sul tema abbiamo avuto un confronto con il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà. Sulla carenza quasi atavica di personale il primo cittadino ammette che «l’Ente è sotto organico da diverso tempo». «A questo – continua Zuccalà – si sono aggiunti numerosi pensionamenti negli ultimi anni e altri ce ne saranno nei prossimi. La carenza di personale è quindi una delle questioni che stiamo affrontando con una programmazione per step che prevede assunzioni nel prossimo futuro. Ad oggi il personale è stato distribuito nei vari settori per fronteggiare al meglio le necessità dell’Ente e della cittadinanza». Ma la mancanza numerica di personale non andrebbe ad inficiare i servizi offerti, ritenuti dal Sindaco comunque «a livelli più che sufficienti» anche se chiaramente l'obiettivo è quello di «migliorarli in termini di efficienza e qualità» ricorrendo «anche all’implementazione delle risorse». Sulle proteste e sul confronto con i Sindacati Zuccalà persegue invece la via della diplomazia: «Il rapporto di questa Amministrazione con le rappresentanze sindacali è buono», dichiara il Sindaco. «C’è un confronto aperto e rispetto tra le parti. Ovviamente i sindacati portano avanti le legittime richieste dei dipendenti e l’Amministrazione deve fare i conti con le possibilità economiche dell’Ente, ma per tutti la soddisfazione del personale impiegato e la qualità dei servizi prestati alla cittadinanza sono le priorità». Luca Mugnaioli


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Dipendenti comunali, parlano i Sindacati Michele Marocco (CISL): «Scuola e Polizia Locale i settori in maggiore difficoltà» er quanto riguarda la carenza di personale presso il Comune di Pomezia non possiamo fare altro che confermare questa esigenza, siamo riusciti a risolvere positivamente l’annosa vicenda del personale vincitore di concorso che per molti anni e’ stato utilizzato a tempo determinato dal Comune di Pomezia, ma che non è riuscito a colmare le numerose cessazioni di questi anni che si aggraveranno proprio quest’anno grazie alla possibilità della quota 100. A febbraio di quest’anno è’ stato approvato il fabbisogno triennale delle assunzioni che come organizzazione sindacale chiederemo di aggiornare affinché si possano colmare tutte le molte cessazioni previste nei limiti dei vincoli assunzionali previsti dall’attuale normativa a livello nazionale. I settori che riteniamo al momento più sofferenti sono senz’altro quello della polizia locale che quello del settore scolastico. Su quest’ultimo da tempo come CISL FP abbiamo chiesto all’amministrazione di procedere a stabilizzare il personale attualmente precario da anni oppure prevedere concorsi che valoriz-

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zino l’esperienza acquisita da questo personale. Altre situazioni che necessitano comunque di nuova linfa sono sia il settore tecnico che amministrativo. Riteniamo che le 71 assunzioni per il personale non dirigente previste attualmente nel triennio 2019-2022 e dei tre dirigenti previsti, debbano essere ulteriormente analizzate affinché l’amministrazione di Pomezia possa attingere a tutte le ultime norme approvate a livello centrale affinché tutte le risorse disponibili siano utilizzate, sempre nei limiti dei vincoli, a colmare queste esigenze assunzionali affinché possano essere erogati al meglio i servizi ai cittadini[14:01, 31/8/2019] Maria io: Nel 2017 le organizzazioni sindacali furono costrette a proclamare uno sciopero e a scendere in piazza per tre motivi principali, il primo era il definitivo passaggio a tempo indeterminato dei vincitori dei concorsi che finalmente è stato superato, il secondo era quello degli accertamenti del MEF per il quale i sindacati e l’amministrazione stanno continuando a monitorare ed il terzo era la contrattazione integrativa e la valorizzazione del personale attraverso l’istituto delle progressioni economiche orizzontali. Su questo ultimo punto

pur avendo sottoscritto per lo scorso anno un contratto integrativo che ha permesso una prima valorizzazione del personale comunale, proprio alla fine di luglio e’ stata presentata una piattaforma unitaria di tutti i sindacati e della RSU che riteniamo debba portare assolutamente entro la fine di settembre alla sottoscrizione del nuovo contratto collettivo integrativo di secondo livello dopo quello nazionale firmato a maggio del 2018. Punto però imprescindibile per quanto riguarda la CISL FP e’ la prosecuzione della valorizzazione del personale tramite l’istituto delle progressioni economiche orizzontali per il restante personale. Siamo comunque fiduciosi per il percorso sicuramente non facile da intraprendere intraprendere sindacalmente, ma crediamo che ci siano gli spazi per arrivare celermente ad una conclusione della trattativa per il benessere organizzativo dei lavoratori e l’ottimale erogazione dei servizi ai cittadini. Michele Marocco Responsabile Funzioni Locali della CISL FP Roma Capitale e Rieti e Dimasi paoloDirigente Sindacale CISL FP Roma Capitale e Rieti


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Vincolo sulla campagna romana, ultimo atto Il provvedimento del MiBac approda al Consiglio di Stato: le ultime notizie sulla vicenda l prossimo 26 settembre 2019 sarà il turno del Consiglio di Stato - ultimo grado della giustizia amministrativa - che sarà chiamato ad esprimersi definitivamente sulla legittimità del vincolo paesaggistico posto dal Ministero dei beni culturali su 2000 ettari verdi di Campagna Romana tra i Comuni di Pomezia e Ardea. Lo scorso anno fu il T.A.R. Lazio a riconoscere la validità di questo provvedimento di tutela. Il punto Si era svolta infatti nel febbraio scorso la camera di consiglio riguardante il vincolo apposto sulla campagna romana dal Ministero dei Beni Culturali. Dopo la sconfitta al Tar infatti, lo ricordiamo, le aziende avevano deciso di impugnare la sentenza ricorrendo al Consiglio di Stato. Nell’udienza di febbraio inoltre Cogea, la società che dovrebbe realizzare nell’area il tanto contestato impianto di compostaggio da 60mila t/a (e a futura possibile conversione a ‘bio’gas con l'ormai noto «secondo stralcio funzionale» mai tolto dai documenti), aveva chiesto la sospensiva della sentenza del Tar. Una mossa, c’è da dire, già tentata in passato che non aveva però sortito l’effetto sperato. Chiamato ad esprimersi il Tribunale aveva infatti comunicato di ritenere «insussistenti le esigenze cautelari», per la natura della causa, ed aveva fissato, previa rinuncia della domanda cautelare, l’udienza di merito per il prossimo settembre 2019, appuntamento al quale ormai siamo arrivati. In altre parole Cogea non aveva ottenuto la sospensiva della sentenza del Tar, che altro non era che un tentativo per cercare di stroncare il provvedimento. Fatto degno di nota erano state - riportiamo per dovere di cronaca - le assenze del Comune di Pomezia che al Tar, lo ricordiamo, si era invece costituito al fianco dei privati seppur con una posizione differente (no ad un annullamento in toto del vincolo, sì ad una rimodulazione dello stesso, ndr), e della Regione Lazio che fino a quel momento non si sono erano ancora costituiti. Il provvedimento a tutela del territorio Il vincolo, uno stop potente da parte del MiBAC ad attività speculative impattanti, è

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Il vincolo è uno stop potente da parte del MiBAC ad attività speculative impattanti. E' visto inoltre come una preziosa opportunità per riqualificare l'area in quanto vieta il sorgere di nuovi insediamenti edilizi, civili, industriali e, nello specifico, blocca la realizzazione di 9 capannoni e tre fabbriche a 'bio'gas, tra cui Cogea

visto inoltre come una preziosa opportunità per riqualificare l'area in quanto vieta il sorgere di nuovi insediamenti edilizi, civili, industriali e, nello specifico, blocca la realizzazione di 9 capannoni e tre fabbriche a 'bio'gas, tra cui Cogea. Viceversa il vincolo di Tor Maggiore apre la finestra su un nuovo modo di vedere il territorio, ripensandolo in chiave agricola e turistica. Per questo, è facile intendere, è stato osteggiato da più fronti. Associazioni in 'trincea' A difendere il provvedimento c'è sin dall'inizio l'Associazione Latium Vetus che anche in questa occasione, insieme ai comitati civici, come il Comitato di quartiere di Santa Palomba, il Comitato di zona Roma 2, il gruppo NO Biogas Pomezia, il comitato Vie Monachelle Pomezia, l' Associazione Culturale Tyrrhenum e i cittadini punta a difendere questo importantissimo provvedimento di tutela per la qualità della vita di tutti i cittadini e l'ambiente nel quale viviamo. L'udienza: ultimo atto al Consiglio di Stato «Il 26 settembre 2019 i nostri avvocati e tutti noi saremo al Consiglio di Stato per difendere il vincolo paesaggistico, come già avvenuto nel 2018 al T.A.R. Lazio, che riconobbe le nostre ragioni e la piena validità giuridica del vincolo, a tutela della Campagna verde di Pomezia ed Ardea, il nostro ambiente, che non dev'essere stuprato», dichiara Giacomo Castro, Presidente dell'Associazione Latium Vetus. Lanciata nuova Nella foto: raccolta fondi cittadini a difesa di «Abbiamo però ancora Tor Maggiore, bisogno dei cittadini. divenuta il simbolo La difesa legale di quedella battaglia a sto provvedimento difesa del Vincolo che vede assenti i due

Comuni di Pomezia ed Ardea - ha ingenti costi che possono essere sostenuti solo con l'apporto di tutti i cittadini, insieme. Abbiamo organizzato, nei prossimi sabati di settembre, una serie di banchetti per la raccolta delle donazioni da parte dei cittadini che vogliono manifestare la loro civiltà in questa battaglia giusta e contribuire alla difesa del loro territorio. Per le donazioni bancarie è invece attivo - come l'anno scorso - il c/c bancario intestato ad Associazione Latium Vetus IBAN IT72P0335901600100000138854. E' possibile versare qualsiasi cifra con causale: “Donazione per la difesa del Vincolo di Pomezia ed Ardea”». Luca Mugnaioli

I banchetti

IN PIAZZA - Latium Vetus sarà a Pomezia e Torvaianica nel corso del mese di settembre. Questo il calendario: Piazza Indipendenza (Pomezia), 31 Agosto, 07 e 14 Settembre 2019 (dalle ore 10.30 alle ore 13.00); Viale Danimarca (Torvaianica), 21 Settembre 2019 (dalle ore 10.30 alle ore 13.00).


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Ardea, nessun uso 'improprio' dei volontari Il Sindaco di Ardea: «Protezione Civile alle feste? Mai un utilizzo sbagliato». Lettera dalla CISL n presunto utilizzo 'improprio' degli uomini della Protezione Civile nel corso dei recenti festeggiamenti a Tor San Lorenzo. E' questa la polemica montata velocemente sotto la Rocca a margine dell'evento che è stata però subito smorzata con altrettanta solerzia dal primo cittadino Mario Savarsese, intervenuto in prima persona a chiarire l'accaduto: «L'amministrazione non ha mai fatto un uso improprio dei volontati della Protezione Civile, attribuendogli funzioni di sicurezza, di viabilità o di competenza della Polizia Locale nel corso delle feste, né ci sogneremo mai di farlo». Un messaggio chiaro e privo di fraintendimenti. Cosa è successo Ma qualcosa ha fatto scattare il campanello d'allarme. Secondo Savarese, in buona sostanza, potrebbe essere stato equivocato l'aver visto alcune persone che collaborano con la Protezione Civile, svolgere, in forma privata, spontaneamente e indossando un fratino con la scritta “staff ”, un semplice servizio di supporto e aiuto alla festa, in collaborazione con la Pro Loco di Tor San Lorenzo. Nulla a che fare, insomma, con servizi di Polizia, traffico e via discorrendo. La stessa secca smentita, per dovere di cronaca, è arrivata poi anche dalla stessa Protezione Civile (ad Ardea opera il Nucleo Airone, ndr). Nessun uso improprio dei volontari dunque e caso rientrato. La lettera dei Sindacati Ad ogni modo la voce filtrata, sebbene infondata secondo il Sindaco, aveva prodotto un atto da parte dei Sindacati datato 19 agosto indirizzato al Comune che però, è bene precisare, non conteneva alcun riferimento diretto a presunti fatti accaduti. Semplicemente, a questo punto, la CISL Fp Roma Capitale e Rieti ha voluto scrivere all'ente per fugare ogni dubbio sul tema in ottica futura; è vero che in un passaggio si legge che il Sindacato «diffida l'amministrazione a far svolgere funzioni destinate esclusivamente per legge alla Polizia Locale da figure non aventi le specifiche qualifiche necessarie e previste dalla legge vigente» ma il testo andrebbe inquadrato in un semplice monito anche perché manca, ripetiamo, qualsiasi tipo di riferimeno diretto ad accadimenti specifici. Oggetto della missiva, che ha prodotto comunque un confronto tra organizzazione dei lavoratori e primo cittadino, è stato, come si sarà capito, proprio l'eventuale utilizzo delle organizzazioni di volontariato all'interno di manifestazioni popolari per funzioni di ordine pubblico o di disciplina della viabilità. Secondo il Segretario Generale

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Giancarlo Cosentino, richiamando la normativa vigente, un Comune non può utilizzare «organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile, personale ausiliario del traffico, non dipendente dalle amministrazioni comunali quindi di aziende private o partecipate, e guardie zoofile, ambientali, ittiche, venatorie, per servizi di Polizia Stradale inerenti la regolazione della circolazione stradale e la chiusura delle strade ai veicoli» e più in generale in tutto ciò che non rientra «nelle loro specifiche funzioni disciplinate dalle leggi vigenti». La normativa Secondo le sigle sindacali le organizzazioni di volontariato di Protezione Civile hanno «il divieto di svolgere attività attinenti l'ordine pubblico, la sicurezza ed i servizi di Polizia Stradale». Su questi ultimi è prevista però un'eccezione: possono essere svolti infatti «esclusivamente nei casi e nelle modalità previste dalle circolari ed esclusivamente a supporto degli organi di Polizia Stradale, quindi mai da soli». Diversa la questione per il comparto degli ausiliari del traffico o delle guardie volontarie (zoofile, ambientali, ittiche, venatorie); in questo caso, sempre secondo Cosentino, il divieto è assoluto: «tali soggetti, non essendo inclusi tra i soggetti indicati nell'art. 12 del Codice della Strada, non potranno svolgere in alcun caso servizi di Polizia Stradale e ovviamente di regolamentazione della viabilità». E ancora: non è ammesso un utilizzo di tali soggetti per «funzioni diverse da quelle indicate dalla legge». Per il sindacalista si potrebbe perfino configurare, in caso di violazione, anche «la fattispecie di indebito esercizio di funzioni pubbliche». In tal senso eventuali convenzioni siglate con l'ente non avrebbero valore per Cosentino che poi aggiunge: «i Comuni non possono in alcun modo avvalersi, nell'esercizio delle funzioni di Polizia Locale ad essi spettanti, della collaborazione anche occasionale di guardie volontarie». La richiesta Alla luce di quanto esposto l'organizzazione

Nelle foto: il nucleo operativo Airone della Protezione Civile ad Ardea; sopra il Sindaco Mario Savarese e il Segr. CISL Roma Giancarlo Cosentino

sindacale ha chiesto all'amministrazione di Ardea, per ciò che riguarda le manifestazioni che prevedono l'impiego di barriere e new jersey, anche alla luce delle recenti misure anti terrorismo, che «in tutti i varchi siano presenti esclusivamente organi di Polizia Stradale, eventualmente supportati da personale delle organizzazioni di volontariato della Protezione Civile, rispettando quanto previsto dalle richiamate circolari». In caso contrario, «qualora si riscontrassero usi impropri del sopra citato personale o atti di spesa da parte dell'ente per il rimborso delle spese relative ad attività vietate il Sindacato segnelarà attraverso appositi esposti presso le autorità competenti gli eventali abusi». Come a dire: la situazione verrà costantemente monitorata. Ma il Sindaco di Ardea, archiviata la faccenda, si è voluto togliere un ulteriore sassolino dalla scarpa: «Se ci si attacca a questo per dar fastidio all'amministrazione tutto sommato vuol dire che stiamo lavorando bene».


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POLITICA

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Via delle Monachelle: problemi mai risolti Viaggio a puntate per raccontare i disagi di un intero quartiere. Chiesti interventi al Comune rosegue il nostro viaggio che vuole mostrare le difficoltà che hanno i cittadini a vivere nella periferia di Pomezia alle porte di Roma, in particolare a via delle Monachelle. Viabilità e non solo La strada collega Via Laurentina con Via delle Solfarate. Le immagini riguardano l’ingresso di Via Monachelle da Via Solfarate. Su questa strada, di dimensioni ridotte, transitano Tir, autocarri pesanti, bus di linea e privati, furgoni, autovetture, ciclomotori, biciclette e pedoni, oltre a pendolari e traffico di passaggio. La vegetazione si è impadronita di parte della sede stradale, la fermata del bus (servizio pubblico) è priva di segnaletica orizzontale, è presente il cartello che indica l’attraversamento pedonale ma la segnaletica orizzontale non è presente (molto pericoloso per i pedoni). La segnaletica verticale che indica la strada dissestata ed il limite di 30 km/h non è sufficiente. La raccolta differenziata fatta in modo anomalo: sacchi di plastica appesi per settimane intere alla recinzione, bottiglie di vetro, di plastica, carta e tovaglioli sul muretto oppure in terra. Oltre al decoro i cittadini chiedono al Sig. Sindaco (responsabile della sicurezza dei cittadini) ed ai preposti ai LLPP la messa in sicurezza della strada e protezione dei pedoni con banchina riservata o marciapiede.

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Il Comitato di Quartiere Monachelle Alta Il Presidente Aldo Miniati

Discarica abusiva

LA SEGNALAZIONE - In Via Selva Pisana, a Torvaianica Alta, ci sono rifiuti e buste ormai da un mese circa. Perché il Comune non interviene? - Da un lettore

Ad ottobre PROSSIMA PUNTATA - Il viaggio ci porta nel tratto di strada di circa 1 km dal civico 69 circa al civico 45 circa. Le immagini mettono a nudo l’ammaloramento e lo stato di abbandono in cui versa una strada che per traffico e caratteristica assomiglia a via Naro e v. Campobello (l’unione di due strade più importanti).

Lutto a Pomezia ADDIO A MARTINA TRONCA - Lutto nel mondo della politica a Pomezia che piange la scomparsa improvvisa di Martina Tronca. Già membro dell’attuale segreteria Pometina, con l’incarico di tesoriera, ha partecipato come candidata alle passate elezione Comunali, nelle Liste del PD ricevendo ben 190 voti. Recentemente, candidata nella lista Roma e Provincia Democratica per il Collegio Ardea Anzio Nettuno e Pomezia, seconda della Lista (capolista Abate Antonino di Ardea), era stata eletta in assemblea grazie all’impegno del gruppo dell’area di Astorre. La redazione si stringe al dolore della famiglia. Martina Tronca aveva appena 50 anni.



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POLITICA

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Pomezia Senza Barriere: lanciata petizione L’Associazione Luca Coscioni promuove a Pomezia l'iniziativa Popolare per l’Inclusione. ono tre petizioni, in realtà – fa sapere Pomezia Senza Barriere - che riguardano la realizzazione di una spiaggia attrezzata per le persone con disabilità, la revisione del contributo minimo per l’assistenza domiciliare, il miglioramento del servizio Amico Bus. E non ultimo la redazione del PEBA». Il primo testo Con la prima petizione chiediamo al Sindaco di avviare immediatamente la redazione del PEBA che, ricordiamo, è il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Esiste una legge del lontano 1986 che obbliga tutti i comuni di Italia a munirsi di questo strumento che è uno strumento fluido e di ampio respiro temporale. Non ci aspettiamo di certo che tutto si risolva in pochi mesi o in pochi anni. Ma di certo chi comincia è a metà dell’opera e ancora dal Comune Pomezia non

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attività ricreative proprie della sua età”. Un principio importante, quindi: non si tratta di concessioni che un amministratore sensibile può elargire nella misura in cui ritiene opportuno ma si tratta di diritti. Cioè qualcosa di cui nessuno può essere privato e quando si dice nessuno si intende anche chi ha limi-

inoltre, che “Amico Bus”, come riportato sul sito del Comune, non presta servizio per attività ludiche o simili. Lo chiariamo perché recentemente abbiamo sollevato al Comune la questione della navetta gratuita estiva che porta da Santa Palomba al mare. La navetta non era, e non è, dotata di rampa per le sedie con ruote. Di certo non è un punto a favore di un Comune che vuole vantare riconoscimenti per il turismo accessibile. Ma è ancora più grave che il Comune ci abbia risposto che non è stato previsto un servizio accessibile per questioni di natura economica, come se il bilancio venisse prima del diritto. Scrivere poi che comunque i soggetti con bisogni speciali possono usare il servizio bus per andare a mare è davvero inaccettabile perché falso. Davvero vorremmo dire basta a tutto questo. E chiedendo di firmare queste petizioni speriamo almeno di realizzare insieme un cambio di rotta. Priorità non più procrastinabili

Chiesta una spiaggia attrezzata per le persone con disabilità, la revisione del contributo minimo per l’assistenza domiciliare nonché il miglioramento del servizio Amico Bus. E non ultimo la redazione del PEBA hanno cominciato nulla. Eppure in campagna elettorale avevamo chiesto al Sindaco di firmare un cronoimpegno che accettò. Ma per ragioni incomprensibili durante un Consiglio Comunale, dopo il suo insediamento, ha dichiarato che non intendeva rinnovare l’impegno. Con questa petizione vogliamo sostenere e dare forza, nuovamente, al Sindaco per realizzare questo percorso importante e inderogabile. Anche perché il legislatore, successivamente al 1986 ha approvato un’altra legge che stabilisce che la mancata rimozione delle barriere architettoniche costituisce comportamento discriminatorio. La spiaggia attrezzata La seconda petizione è molto semplice: vogliamo che Pomezia abbia una spiaggia attrezzata e un mare accessibili e fruibili da tutte le persone di tutte le età anche e soprattutto da quelle con disabilità. Tra i diritti fondamentali dell’individuo esiste quello “all’inclusione sociale” ma anche “al riposo e allo svago” e la Convenzione per i diritti dell’Infanzia recita che la fanciulla (o il fanciullo) ha diritto “a dedicarsi al gioco e ad Le esigenze delle persone con fragilità non possono attendere nemmeno un’ora in più: non si tratta di lussi, ma di servizi che sono indispensabili per poter svolgere una vita dignitosa e in autonomia

tazioni motorie o problemi di vista o fragilità di altro tipo. Anche qui come sopra: se qualcuno viene privato di un diritto siamo di fronte ad un comportamento discriminatorio. E la legge su questo è molto chiara. La terza proposta La terza petizione nasce da richieste che ci sono pervenute negli ultimi mesi da parte di persone che vivono quotidianamente situazioni di disagio insostenibili. È una richiesta formulata su due punti: il contributo per l’assistenza domiciliare e il servizio Amico Bus. Il primo punto riguarda quella parte di spesa che è a carico dei cittadini che richiedono il servizio di assistenza domiciliare, un servizio senza il quale sarebbe impossibile ottemperare ad alcune esigenze quoditiane indispensabili. Con la petizione chiediamo al Sindaco di ridurre la parte spettante al cittadino con disabilità, fino ad arrivare ad annullarlo nei casi più estremi. Poi il secondo punto: il servizio “Amico Bus”. Abbiamo raccolto testimonianze sconcertanti. Alcuni mezzi non sono dotati di cinture di sicurezza o di sedili ergonomici e ciò rende tutto il tragitto un vero e proprio calvario. La petizione chiede pertanto che venga razionalizzato il servizio e reso adeguato allo scopo che si propone e che i mezzi utilizzati siano omologati per ospitare utenti con qualsiasi tipo di necessità in totale sicurezza e comodità. Va chiarito,

Le esigenze delle persone con fragilità non posso attendere nemmeno un’ora in più: non si tratta di lussi, ma di servizi che sono indispensabili per poter svolgere una vita dignitosa e in autonomia. Per questo abbiamo deciso di chiedere a tutti i cittadini di firmare e far firmare le nostre petizioni perché una città a misura di tutti è una città più civile. Non ci rassegniamo a dinieghi e giochi di forza e continuiamo a portare avanti con forza e rigore la nostra iniziativa politica che è volta unicamente al riconoscimento dei diritti di tutte le persone. Le nostre battaglie, di cui queste petizioni costituiscono solo una parte, non hanno colore politico, non sono contro nessuno ma semmai a favore di chiunque. Per questo speriamo che, come successo in passato, anche quelle realtà che al momento non vedono di buon occhio le nostre iniziative, presto le facciano proprie in nome dell’inclusione e del diritto. Dove e quando firmare Il 6 settembre a partire dalle ore 19 presso l’Associazione PunkRazio a Pomezia. Successivamente a partire dal 14 settembre ogni sabato dalle ore 10 alle ore 12,30 a Pomezia tra Piazza Indipendenza e Via Orazio. Tutte le informazioni sulla pagina facebook: Pomezia Senza Barriere oppure all’indirizzo email coscionipomezia@gmail.com


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CRONACA

Velio Mele, il «San Francesco» di Ardea Il cittadino rutulo, insieme a sua moglie, svolge un prezioso ruolo sul territorio na passione sconfinata e una “fama”, costruita negli anni, garanzia di tutela per gli animali che purtroppo si trovano in difficoltà. Il paragone con il celebre personaggio caro alla tradizione cattolica, San Francesco, gli calza a pennello: ma lui, programmatore informatico oggi in pensione, non è solo dato che si avvale della preziosa collaborazione dell'amata moglie. Nel loro piccolo cercano di dare una seconda possibilità alle bestiole ferite o malate portandole, spesso a loro spese, nei centri e nelle strutture di recupero specializzate. Nei casi più gravi ovviamente si fanno anche carico delle cure veterinarie necessarie. Ad oggi, ad Ardea e dintorni, tutti li conoscono. Se qualcuno trova un animale malconcio e chiede a chi portarlo la risposta è sempre la stessa: «Portalo a Velio, lui saprà cosa fare e a chi consegnarlo». E in oltre 30 anni di animali, tra le sue mani, ne sono passati davvero parecchi e d'ogni specie. Un alloggio temporaneo «Non so perché oggi tutti pensano a noi quando trovano una bestiola selvatica in difficoltà», ci racconta. La loro è “un'attività” nata quasi per caso che va avanti da anni. «Penso che le persone a volte non sappiano a quale centro rivolgersi e quindi li portano a me», scherza Velio. «Amo profondamente gli animali e conosco bene tutte le specie che vivono nella nostra zona. So quindi come trattarli non appena me li consegnano». Ma il loro, è bene precisarlo, è solo un alloggio temporaneo. «Una volta presa la bestiola in difficoltà vediamo a quale struttura specializzata rivolgerci. Si tratta chiaramente di fauna selvatica quindi facciamo riferimento primariamente a centri di recupero; se invece necessitano di cure sanitarie urgenti corriamo innanzitutto subito dal veterinario. Dopodiché, di concordo con i medici, decidiamo il da farsi». E il tutto totalemente a loro spese. Cosa fare quando si trova un animale in difficoltà Spesso chi trova una bestiola sul ciglio di una strada, in un campo o perfino in mezzo alla carreggiata si trova infatti spaesato. Anche i più benintenzionati talvolta possono trovarsi in difficoltà nel decidere cosa fare. Spesso poi le strutture più grandi e conosciute non hanno ramificazioni in tutte le zone, specie

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Alloggio temporaneo: «Una volta presa la bestiola in difficoltà vediamo a quale struttura specializzata rivolgerci. Si tratta chiaramente di fauna selvatica quindi facciamo riferimento primariamente a centri di recupero»

quelle periferiche, e dunque in certi casi è necessario portare l'animale al centro più vicino (per la LIPU ad esempio occorre recarsi a Roma). Soluzione che, chiaramente, non tutti sono in grado di percorrere. Possiamo però ricordare che nel quadrante di Pomezia e Ardea opera l’ENPA, l'Ente Nazionale per la Protezione degli Animali ONLUS, presente con una delegazione proprio sul territorio. Si

occupa, tra gli altri, anche di fauna selvatica e dunque chi dovesse trovare una bestiola in difficoltà può rivolgersi a loro. Altrimenti, ormai lo avrete capito, ci sono sempre Velio e sua moglie Rosanna, a fare da “tramite” per voi. Nel loro piccolo cercano di dare una seconda possibilità alle bestiole ferite o malate

Ardea:Via Pavia, ci risiamo

LO SCEMPIO - Ancora 'zozzoni' all'opera alla Nuova Florida: in Via Pavia, a fine agosto, è stato abbandonato davvero di tutto. Uno scenario desolante.


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INCHIESTA

Il Corriere della Città settembre 2019

Mafia a Pomezia: come agiva la 'cupola' Ai Fragalà bastava far «intendere», così il boss Alessandro teneva in pugno gli imprenditori n rapporto di paura mista a sudditanza. È questo quello che emerge dalle indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia che lo scorso giugno hanno portato all’arresto di 34 persone per associazione mafiose riguardo il clan Fragalà – specialmente il “capo”, Alessandro – e gli imprenditori vittime di estorsione. Gli "affari" Una delle attività del clan, infatti, era proprio l’estorsione, spessa fatta anche a danno di “amici” o di “concorrenti”, ovvero persone vicine in qualche modo ad altri clan mafiosi. Il modus operandi aveva un filo conduttore che ricorre – mellifluamente – in tutti gli episodi accertati dagli inquirenti: l’ “amicizia” con il boss Alessandro, che dopo aver ricevuto i soldi estorti aveva anche la faccia tosta di chiamare le proprie vittime per ringraziarle per quanto erano state generose con

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ianica, luogo “sacro” per i Fragalà. “Verrà qualche amico mio e ti dirà soltanto ‘sono il Siciliano’… non c’è bisogno che dice nomi”. “Dovresti baciare per terra che ancora non ti ha ammazzato o non ti ha fatto ammazzare” “Ora vengono i siciliani, ti sparano in testa a te, a tua moglie, ai tuoi figli”. Queste sono alcune delle frasi con cui si rivolgevano alle loro vittime, con cui tentavano – riuscendoci – di incutere terrore. E loro pagavano, arrivando a indebitarsi, cercando di nascondere ai familiari, specie alle mogli, quello che stava succedendo. Pagavano a quelli che si spacciavano per “persone vere, oneste, giuste e di sani principi, fatti di sangue vincente e niente e nessuno riuscirà a fermarci”. E invece qualcuno li ha fermati, per fortuna. I Fragalà usano il “potere intimidatorio” del loro nome per mettere paura, paventando violenze terribili e facendo riferimento alla loro terra d’origine, la Sicilia. Non hanno remore a usare kalashnikov, a uccidere o rapire, ma nel

a degli amici”. A chiedere i soldi vengono mandate persone che “sanno parlare, sanno picchiare e sanno essere convincenti”. Così come convincente è lo stesso Alessandro Fragalà: a lui non serve minacciare o picchiare: basta “far intendere”. L’inchiesta “Equilibri” riporta indagini condotte a partire dal 2014. Negli affari del clan c’è di tutto: oltre alle estorsioni primeggia ovviamente il traffico di sostanze stupefacenti - che frutta centinaia di migliaia di euro - ma anche, come riportato nella nostra inchiesta precedente, l’usura. Ma non si disdegnano altri tipi di reati e, cosa ancora più ambita, la volontà di ascesa al potere politico e al conseguente controllo amministrativo della città. La Mafia nel territorio tra Pomezia, Torvaianica e Ardea Che la mafia a Roma e provincia ci sia è accertato. Così come sia ben radicata a Pomezia, Torvaianica e Ardea. Lo afferma chiaramente anche l’ultima Relazione del Mi-

Imprenditori, ristoratori, costruttori, ma anche un personaggio che ruota intorno alla politica locale: sono almeno 7 le estorsioni accertate dai carabinieri con l’operazione “Equilibri” lui.«Amico mio bello – soleva dire – volevo ringraziarti per la premura che hai avuto». Pagare i Fragalà veniva fatto passare quasi per un “riconoscimento” da parte del clan. Soldi, tanti, ma non solo: anche lavori di qualsiasi tipo e materiali vari, dalle finestre agli elettrodomestici, alle vittime veniva chiesto di tutto. Imprenditori, ristoratori, costruttori, ma anche un personaggio che ruota intorno alla politica locale: sono almeno 7 le estorsioni accertate dai carabinieri durante i lunghi mesi di indagini e di intercettazioni relative all’operazione “Equilibri”. Senza contare gli “avvertimenti” e i danneggiamenti fatti a scopo di intimidazione nei confronti di una nota famiglia di pasticceri che avevano deciso di aprire un loro locale a Torva-

contempo si professano persone “oneste e onorate”. Gli affari – non solo le estorsioni si gestivano dalla pasticceria “Caprice” di via Danimarca di Ignazio Fragalà o da casa di Alessandro. Non sapendo di essere intercettati, gli affiliati al clan parlavano liberamente anche dei loro collegamenti con le altre famiglie mafiose, ma anche delle contrapposizioni che potevano esserci. Con i Casalesi, per esempio, nonostante gli affari da centinaia di migliaia di euro, il boss Santo D’Agata consigliava di mantenere una linea di demarcazione netta, temendo che una eccessiva condivisione di interessi e obiettivi avrebbe potuto generare disguidi e conflitti. Le estorsioni dei Fragalà non venivano fatte solo in maniera diretta, ma anche per fare dei “favori

nistro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia. Roma, intesa come area metropolitana e non solo come città, rappresenta il centro nevralgico intorno al quale gravitano interessi, decisioni e forme autoctone di coordinamento tra i multipli flussi di criminalità organizzata, con un “sistema mafioso” che attraverso una strategia di sommersione ha progressivamente infiltrato attività imprenditoriali - apparentemente legali - operanti in molteplici campi. nel tempo registrate consolidate presenze di camorra, di ‘ndrangheta e di Cosa nostra, che mantengono i legami con il territorio d’origine e che, allo stesso tempo, agiscono relazionandosi tra di loro e con le organizzazioni criminali autoctone804. Un rapporto cementato da accordi finalizzati alla spartizione degli affari criminali più redditizi. Un territorio complesso, in cui si è assistito alla formazione di una sorta di “tavolo permanente” tra le mafie, unico nel suo genere, dove si incontrerebbero gli appartenenti di vertice delle diverse compagini, in una tipologia di aggregazione criminale non riscontrata in altre parti d’Italia. (continua) Pagare i Fragalà veniva fatto passare quasi per un “riconoscimento” da parte del clan


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settembre 2019 (segue) Così come nella Capitale, anche a Pomezia, Torvaianica e Ardea (e ovviamente Tor San Lorenzo), risultano, da tempo, operativi sia aggregati criminali di matrice locale, che proiezioni di gruppi mafiosi calabresi, campani e siciliani, perfettamente in grado di gestire qualsiasi tipo di illecito, rispecchiando le caratteristiche delle omologhe compagini delinquenziali operanti nei territori di elezione. Un elemento che accomuna i diversi gruppi può essere rintracciato nella strategia di ridurre progressivamente le componenti violente e militari, che cedono il passo alla promozione di proficue relazioni finalizzate, in definitiva, a una infiltrazione silente del territorio. Trame oscure e l'usura Questo significa che si commettono meno azioni violente, almeno alla luce del sole, agendo in maniera più subdola, con ricorso a prestanome, società fittizie, acquisizioni indebite. Ovviamente dopo essere riusciti ad acquisire in maniera poco pulita le aziende. Ma non solo: un’altra attività tra quelle “preferite” quella dell’usura, favorita proprio dall’interazione fra le varie “componenti” criminali, utilizzata anche come modalità di reinvestimento del denaro illecitamente accumulato. E qui l’usura viene dimostrata dalle numerose intercettazioni che vedono i protagonisti in varie occasioni. Ma sul litorale romano c’è una complessa evoluzione dei rapporti tra le famiglie mafiose che controllano i territori che vanno da Ostia a Nettuno: dai Fasciani agli Spada, passando dai Triassi ai Casamonica. “Anche l’area di Pomezia – si legge nel rapporto - non è esente da infiltrazioni mafiose. Si è registrata la presenza di esponenti delle ‘ndrine calabresi e della famiglia GANGEMI, impegnati per lo più nell’usura”. Al momento della stesura della relazione semestrale, ancora i carabinieri non avevano effettuato gli arresti relativi all’operazione “Equilibri”, quindi la DIA non poteva sbilanciarsi in merito al ruolo che ricoprono i Fragalà nella spartizione del litorale romano. Ma le famiglie citate non sono le sole a comandare. Nei rapporti delle forze dell’ordine ai magistrati ci sono altri nomi, alcuni a cui si può arrivare ragionando un po’, altri invece davvero insospettabili. Una fitta rete di rapporti Il tessuto che si è creato può essere spiegato così: “Quello che negli anni scorsi era apparso come un fenomeno criminale assolutamente innovativo, ma ancora in fase iniziale - e perciò tutto da verificare e ricostruire - ha trovato nell’ultimo periodo pluSul litorale romano c’è una complessa evoluzione dei rapporti tra le famiglie mafiose che controllano i territori che vanno da Ostia a Nettuno: dai Fasciani agli Spada, passando dai Triassi ai Casamonica

INCHIESTA

rime importanti conferme, sia a livello investigativo che processuale, che ne consentono ora una più sicura ed adeguata prospettazione, sia sul piano teorico che pratico. Tali organizzazioni si atteggiano quali associazioni di matrice autoctona che, diversificate tra loro quanto al modello strutturale adottato, ai “fatti costituitivi” del potere criminale che esercitano ed ai modelli operativi praticati, appaiono tuttavia accomunate dall’utilizzo del cosiddetto metodo mafioso per conquistare e dividersi il mercato illegale ed intervenire attivamente su quello legale, in tal modo ricadendo nel paradigma normativo degli articoli 416 bis e 416 bis.1 del codice penale (Associazione mafiosa, ndr). In secondo luogo, trova conferma che Roma, soprattutto il territorio metropolitano, ma anche l’area limitrofa e il basso Lazio, costituiscono, anche dal punto di vista mafioso, il teatro di una presenza soggettivamente plurima e oggettivamente diversificata, a carattere certamente non monopolistico. Non c’e un solo soggetto in posizione di forza e dun-

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Un elemento che accomuna i diversi gruppi può essere rintracciato nella strategia di ridurre progressivamente le componenti violente e militari, che cedono il passo alla promozione di proficue relazioni finalizzate, in definitiva, a una infiltrazione silente del territorio. que di preminenza sugli altri, ma sullo stesso territorio coesistono e interagiscono diverse soggettività criminali. Dunque, accanto alla vera e propria novità della presenza di organizzazioni mafiose di matrice autoctona, opera una composita galassia criminale, tanto nutrita quanto pericolosa, fatta di singoli o gruppi che costituiscono altrettante proiezioni, in senso ampio, delle organizzazioni mafiose tradizionali, della ‘ndrangheta, di diversi gruppi di camorra, ma anche di Cosa nostra”, come si legge nella Relazione del Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2019.


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CRONACA

Il Corriere della Città settembre 2019

«Tutti a tavola» col CdQ di Campo Jemini Un successo l'evento organizzato nella vallata Conforti. Allegria, giochi, tornei per stare inltro grande successo per il comitato di quartiere Campo Jemini con l’evento “Tutti a tavola” svoltosi nella vallata Conforti il giorno sabato 24 Agosto. Nonostante molti cittadini fossero in ferie, oltre un centinaio di persone presenti tra grandi e piccini, tornei e giochi, chiacchiere e risate, cena e karaoke, respirando un’aria fantastica, come fosse una grande famiglia. La festa Una splendida armonia e altruismo, valori che rendono certamente grande un quartiere, con la speranza che la mentalità e lo spirito di aggregazione dei presenti sia da esempio per gli altri. «Grazie a tutte le persone che hanno collaborato – dichiara il Presidente del CdQ Alex Gaspari – sia nella preparazione dell’evento che, con donazioni generose utilissime all’acquisto di materiali che rendono sempre più autonomo il comitato». Lavoro di squadra «Un ringraziamento speciale a: Manlio Conforti, Alessandro Rinna, Simone Rinna, Massimiliano Cosentino, Eleonora Zurlo, Luigi Cuofano, Anna Maria Corbellini, Irene Pepe, Nelle foto: Michele Conte, Stefa- alcuni momenti nia Maiutto, Valerio della festa a Micheli, Daniele Mor- Campo Jemini tellaro, Stefania Lauria, Paola Tacconi, Katia Bonifazi, Daniela Cecchetti, Simona Lilli, Anna Antonaci, Simona Treggiari, Silvia Giovannelli, Noemi Rogai, Katia Mazza, Andrea Dolcimascolo, Valeria Grandi, Stefania Ticconi, Andrea Francucci, Rudy Giuliani, Morena Berardo, Domenico Cometa, Luca Rengucci, Ferdinando Daniele Aiello, Silvia Moroni, Giovanni Cosentino, Gianna De Nava, Martina De Luca, sperando di non esserci dimenticati di nessuno, ci scusiamo se così fosse». Molti cittadini, in virtù della bella riuscita dell’evento, hanno già chiesto al Comitato di preparare un altro appuntamento: insomma, l’iniziativa organizzata ha colto nel segno. I risultati dei tornei Nel corso dell’evento si sono svolti anche alcuni giochi, sempre all’insegna dell’amicizia e del sano divertimento. Relativamente ai tornei, ad imporsi nel burraco sono stati la coppia Katia Mazza e Gianna De Nava, al termine di un girone all’italiana.

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Nonostante molti cittadini fossero in ferie, oltre un centinaio di persone presenti tra grandi e piccini, tornei e giochi, chiacchiere e risate, cena e karaoke, respirando un’aria fantastica, come fosse una grande famiglia

SS148, ponte ancora chiuso

MESSAGGIO ALL'ANAS - Il Comune di Pomezia scrive ad ANAS ed ASTRAL per sollecitare la ricostruzione di due cavalcavia della S.R. Pontina che insistono sul nostro territorio: quello al km 27+400 (altezza via Carlo Poma) di competenza ASTRAL e quello al km 28+000 (altezza via Vaccareccia) di competenza ANAS. Con una nota a firma del Dirigente ai Lavori Pubblici, l’Ente richiede di conoscere lo stato di attuazione dei progetti di ricostruzione dei due cavalcavia, il primo chiuso ad agosto 2018 per questioni di sicurezza e l’altro demolito nel 2016 perché ammalorato. «E’ necessario dare risposte ai cittadini – dichiara il Sindaco Adriano Zuccalà – La S.s. Pontina percorre trasversalmente l’intero territorio comunale, per cui i sovrappassi sono molto utilizzati dai pedoni. L’impossibilità di servirsene si trasforma da disagio in vero e proprio pericolo quando qualcuno decide di attraversare incautamente la stessa Pontina, mettendo a rischio la propria vita e quella degli altri. E’ già successo e non possiamo permettere che accada ancora».



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CRONACA

Il Corriere della Città settembre 2019

Pomezia, la truffa viaggia in agenzia Viaggi pagati ma inesistenti: la titolare del tour operator già oggetto di un decreto di condanna a valigia è già pronta. La vacanza aspettata tutto un anno è finalmente arrivata. Il viaggio atteso da una vita è realtà. Per molte persone tutto questo si è però trasformato in un incubo davanti a una receptionist d'albergo piuttosto che a un operatore all'aeroporto: «Mi dispiace, ma non ci risulta alcuna prenotazione». Improvvisamente si sono sentiti crollare il mondo addosso. Niente agognata partenza, niente viaggio o albergo da sogno, niente di niente. E di storie strane ce ne sono state davvero tante: biglietti aerei pagati e non emessi, vacanze tutto compreso che in realtà non comprendevano nulla, persone arrivate al porto o in aeroporto che non sono potute partire perché non risultava alcuna prenotazione a loro nome o, ancora peggio, persone arrivate a destinazione che non hanno trovato la stanza

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Il più eclatante, per la risonanza mediatica che ebbe grazie all'intervento del nostro giornale, fu quello legato agli studenti dell'Istituto tecnico Via Copernico, con gli studenti che pagarono in anticipo il proprio scambio culturale da tenersi a Paiporta (Valencia) salvo poi ritrovarsi il giorno prima della partenza

e con le ulteriori rassicurazioni date dalla titolare a causa dei ritardi ad esempio con la consegna dei biglietti (circostanza quest’ultima riscontrata in più di un caso), dall’altra parte le prenotazioni non vengono però inoltrate alle strutture scelte. Oppure vengono effettuate ma cancellate subito dopo,

Una beffa colossale insomma, scoperta talvolta, come accaduto il giorno stesso della partenza (perfino all’aeroporto!) da alcuni ignari cittadini rimasti vittima di questa che sembra configurarsi a tutti gli effetti come una vera e propria truffa d’albergo o hanno dovuto pagarla. Oppure chi ha dovuto fare ex novo, in aeroporto, biglietti per aerei e prenotazioni alberghiere. Sarebbero almeno una trentina i cittadini infuriati per aver perso i propri soldi dopo aver prenotato la vacanza presso una nota agenzia di viaggi di Pomezia. Un viaggio già pagato in anticipo chiaramente, talvolta anche profumatamente, ma che in realtà non esisteva. E ora si scopre che la titolare, finita nel mirino della Guardia di Finanza di Pomezia, si era già beccata lo scorso anno un decreto penale di condanna per una vacanza pagata ma mai realizzata da una cliente. Vacanze fantasma e prenotazioni fittizie Aerei, alberghi, macchine a noleggio, pensioni e quant’altro. Tutto sembrava in regola ma la prenotazione, purtroppo, era solo “sulla carta Tutto questo è successo a fine agosto, ma si teme che vi possano essere altri casi con viaggi prenotati per i prossimi mesi. Al centro di questa presunta truffa, che chiaramente ora dovrà essere accertata dalle autorità competenti, come detto una nota agenzia viaggi di Pomezia che già in passato si era resa protagonista di episodi analoghi. La titolare, finita nel mirino della Guardia di Finanza di Pomezia, si era già beccata lo scorso anno un decreto penale di condanna per una vacanza pagata ma mai realizzata da una cliente

senza i biglietti per il ceck-in. Anche in questo caso non c'era stata alcuna prenotazione. A salvare il viaggio dei ragazzi ci pensò, come ricorderete, un'altra agenzia viaggi di Pomezia, che in qualche modo, nonostante il poco tempo a disposizione, riuscì a far partire gli studenti. Il presunto meccanismo Del resto il modus operandi sembra essere sempre lo stesso: a fronte dei pagamenti effettuati regolarmente presso l’agenzia viaggi,

verosimilmente per trattenere una sorta di ricevuta, benché temporanea, da girare al cliente come “riprova” dell’avvenuta transazione. Una beffa colossale insomma, scoperta talvolta, come accaduto il giorno stesso della partenza (perfino all’aeroporto!) da alcuni ignari cittadini rimasti vittima di questa che sembra configurarsi a tutti gli effetti come una vera e propria truffa. (continua)


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settembre 2019 (segue) Le testimonianze Sono davvero tante le storie raccolte dalla nostra redazione. Intanto al telefono dell'agenzia, dove dal 23 agosto ogni giorno gli aspiranti turisti raggirati si recano per chiedere spiegazioni e soprattutto per riavere indietro i soldi, non risponde nessuno. New York, la Grecia, le suggestive Isole Azzorre. Tutte mete rimaste purtroppo solo nelle fantasie delle persone, sogni diventati incubi, considerando soprattutto le ingenti somme sborsate. I più “fortunati” sono riusciti a partire, ma la rabbia e lo sconcerto sono solo stati posticipati di qualche ora, e palesati magari proprio davanti all'albergo dove dovevano soggiornare, all'oscuro del loro arrivo. Altri ancora si sono visti “svanire” il volo di ritorno, magari trovandosi anche all'estero. Insomma di tutto e di più. In mezzo chiaramente la perdita dei risparmi magari di mesi, forse anni, finiti chissà dove. «Siamo in aeroporto dalle 4:00 del mattino! All'imbarco per la valigia risultano annullati i nostri biglietti, per Lisbona e Terceira per le Isole Azzorre», racconta una ragazza rimasta vittima del raggiro. Anche sul web in pochi giorni, dopo la pubblicazione del nostro articolo, sono comparse numerose recensioni negative sotto il nome dell'agenzia di viaggi. «Dopo averci richiesto 2.260 euro per la nostra vacanza (agosto 2019), è sparita nel nulla, fornendoci prenotazioni inesistenti e senza emettere alcun documento fiscale», scrive un utente. «Ci ha lasciati un giorno intero senza albergo (in Francia), con nostra figlia piccola, per poi sparire nel nulla. A tutt'oggi non risponde alle chiamate e non ha nemmeno aperto l'agenzia. Da evitare, sconsigliatissima». E ci mancherebbe altro. Ma non finisce qui. La titolare dell'agenzia sembra non voler guardare in faccia nessuno, nemmeno i clienti affezionati. «Siamo clienti della signora da molto tempo anche se questo che vi sto per raccontare sarà sicuramente l’ultimo viaggio che faremo con la sua compagnia». Non abbiamo dubbi. Prosegue il racconto: «Abbiamo prenotato i biglietti un mese prima dalla partenza, i biglietti aerei d’andata sono stati emessi la sera prima dell’imbarco solo attraverso varie richieste dell’emissione. Appena atterrati a Tunisi, abbiamo ricevuto la brutta notizia dall’hotel: non c’è stata nessuna prenotazione, quindi nessun pagamento della camera da parte dell’agenzia». Titolare recidiva? Già oggetto di un decreto penale di condanna 7.000 euro, pena sospesa. È questo ciò che emerge da un documento in nostro possesso firmato dal Tribunale di Velletri che ha staL’ammontare – ovviamente momentaneo – delle truffe è di circa 50 mila euro: si tratta di somme che vanno dai 1.500 ai 3.000 euro a coppia o famiglia, per una quindicina di denuncianti

CRONACA bilito la sanzione nei confronti della titolare dell'agenzia per un viaggio mai realizzato da una cliente. L'imputata, si legge nelle carte, era accusata di «aver, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso mediante artifizi e raggiri […] indotto in errore la cliente, inducendola a prenotare un tour dell'Andalusia per l'importo di 3500 euro senza addivenire mai alla realizzazione dello stesso, restituendo solo in parte la somma incassata». Questo accadeva nel 2017: e ad aprile di quest'anno il Tribunale ha dato ragione alla vittima del raggiro emettendo il decreto di condanna nei confronti della titolare dell'agenzia, una donna di Ardea che vive nella frazione di Pian di Frasso. Il blitz della Guardia di Finanza Le truffe ammonterebbero, ma solo negli ultimi mesi, a circa 50 mila euro. Dopo l’articolo da noi pubblicato in esclusiva il 24 agosto in cui parlavamo degli imbrogli perpetrati ai danni di cittadini di Pomezia e Ardea dall’agenzia, sono state almeno 15 le persone che hanno trovato il coraggio di recarsi nella caserma della Guardia di Finanza di Pomezia per denunciare quanto a loro accaduto. Di storie strane ce ne sono state davvero tante come visto. L’ammontare – ovviamente momentaneo – delle truffe è di circa 50 mila euro: si tratta di somme che vanno dai 1.500 ai 3.000 euro a coppia o famiglia, per una quindicina di denuncianti. La

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mattina del 28 agosto, all’alba, è scattato il blitz della Guardia di Finanza che ha deciso di vederci chiaro: i finanzieri sono andati nell’abitazione della donna, ad Ardea, nella frazione di Pian di Frasso, e ne sono usciti con la titolare dell’agenzia e un faldone di documenti. Tutti insieme sono andati nella caserma di via Cavour. Poi i finanzieri si sono spostati, insieme al comandante, nella sede dell’agenzia di viaggi, dove stanno ponendo sotto sequestro i computer e i documenti cartacei, per cercare di trovare riscontro a tutte le denunce fatte da parte dei cittadini che si reputano truffati. Tanti, in effetti, gli aspetti da definire e sui quali far luce. Innanzitutto c'è da capire la reale posizione assicurativa del tour operator sulla scorta dell'art. 19 del codice del turismo, che prevede l'obbligo assicurativo per le agenzie di viaggio; in questo caso ci sarebbe un'opportunità per le vittime di rivalersi proprio sull'assicurazione. Resta poi da comprendere cosa abbia spinto la titolare ad agire in questo modo mandando all'aria, a conti fatti, anni di lavoro sul territorio. Ma soprattutto: dove sono andati a finire tutti quei soldi? E dato che la titolare non era nuova a certi “comportamenti”, c'è qualcuno che avrebbe dovuto controllare o non l'ha fatto? Domande a cui solo le indagini potranno dare una risposta. (continua)

La mattina del 28 agosto, all’alba, è scattato il blitz della Guardia di Finanza: i finanzieri sono andati nell’abitazione della donna, ad Ardea, nella frazione di Pian di Frasso, e ne sono usciti con la titolare dell’agenzia e un faldone di documenti


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curamente la strada maggiormente incisiva in questi casi è la causa civile collettiva. Riunire tutte le vittime all'interno di un unico provvedimento assume un peso giuridico di gran lunga maggiore rispetto alla presentazione di una singola istanza dinanzi al Giudice; dopodiché, se vi sarà un processo, è bene che le persone chiamate in causa nella vicenda si costituiscano all'interno del procedimento: è senza dubbio un modo per far valere i propri diritti e chiedere giustizia per quanto subito».

(segue) Causa civile collettiva: si può Intanto però le vittime chiedono se e in che modo potranno ottenere un risarcimento che, ipotizziamo, potrebbe anche andare oltre il mero valore economico del pacchetto vacanza acquistato considerando gli ingenti danni morali. Per questo abbiamo contattato gli avvocati Antonio Aquino e Francesco Nelle foto: Falco che ci hanno for- (da sx) gli avvocati nito il loro parere: «Si- Francesco Falco e Antonio Aquino

Gli avvocati: «La strada più incisiva in questi casi è la causa civile collettiva. Dopodiché, se vi sarà un processo, è bene che le persone chiamate in causa nella vicenda si costituiscano all'interno del procedimento



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Torvaianica, buon compleanno Pio! Grande festa sul litorale di Pomezia per i 100 anni del bagnino più longevo del mondo on c’è nessuno, a Torvaianica, che non conosca – almeno per nome – Pio Schiano. Nonno Pio, uomo dei record, pioniere di Torvaianica e primo bambino nato ad Ostia, è l’assistente bagnanti più longevo del mondo: quest’anno si festeggiano infatti i suoi 100 anni. Festa in grande E, per celebrare questo importante traguardo, si è optato per una doppia festa: una il giorno del suo compleanno, il 19 novembre, con la numerosissima famiglia, l’altra, in netto anticipo, il 17 agosto, sulla spiaggia del suo stabilimento balneare, in compagnia non solo dei figli, ma anche degli amici e di tutti quelli che, come lui, amano il mare. La festa del 17 agosto è stata un successo di cui hanno parlato in tutta Italia, visto che la notizia è stata riportata anche da testate nazionali sia giornalistiche che televisive. Questo speciale vuole essere un tributo a quella che per Torvaianica è un’istituzione, una una leggenda vivente. Ai presenti sono state distribuite 500 magliette – t-shirt bianche e canotte rosse – con raffigurato un pattino, simbolo della vita di mio padre con la scritta ‘Classe 1919’, che è l’anno di nascita di Pio, e la sua firma. Il brindisi – rigorosamente con bicchieri di cartone riciclabile, visto che lo stabilimento è plastic free – è stato a base di spumante per tutti tranne che per Pio, che ha brindato con acqua minerale e con un cappuccino. Poi, per mostrare che la vita salutare rende bene, è entrato in acqua con il pattino per la consueta traversata: 6 chilometri, tra l’entusiasmo dei bagnanti. Pio Schiano, un secolo di storia Pio, pescatore e marinaio di salvataggio, venne arruolato nella Regia Marina durante la Seconda Guerra Mondiale come Nostromo Sommergibilista. La sua foto dell’epoca è riportata anche nella copertina del libro che uscirà il 20 novembre e che ripercorrerà la vita di Pio, uno dei pochissimi naufraghi superstiti dopo l'affondamento della sua unità. Dopo essersi congedato, verso la fine degli anni '50, si trasferì dal Borghetto dei Pescatori di Ostia a Torvaianica. «La mia famiglia viveva in una capanna proprio sulla spiaggia di Ostia – racconta con una lucidità che fa invidia ai ventenni – Quando sono nato mio padre mi ha messo nell’acqua di mare per lavarmi: quello è stato il mio battesimo, da quel momento io e il mare siamo una cosa sola».

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Nonno Pio, pioniere di Torvaianica e primo bambino nato ad Ostia, è l’assistente bagnanti più longevo del mondo: ha festeggiato 100 anni

Nelle foto: (sopra) un momento della festa a Torvaianica; (sotto) Copertina del volume in corso di stampa dal titolo "Correnti Costiere. Pio SchianoMoriello Storia di un Marinaio di Salvataggio", pubblicato da Palombi Editori «Correnti Costiere - Pio Schiano Moriello, storia di un marinaio di salvataggio» Alla festa è stata annunciata l’uscita del libro “Correnti Costiere – Pio Schiano Moriello, Storia di un marinaio di salvataggio”, scritto da Claudia Montano, specialista in Beni Culturali e Ambientali, ed edito dalla Palombi Editori: la presentazione ufficiale avverrà il 20 novembre alla presenza di diverse autorità civili e militari. Abbiamo incontrato l’autrice del libro, la dottoressa Claudia Montano, proprio in occasione dei festeggiamenti in spiaggia. Come è stato scrivere la storia di Nonno Pio, raccontare gli episodi salienti di questi 100 anni di vita? «Emozionante, perché quella di Pio Schiano Moriello è una vita vissuta appieno. Il libro nasce con l’intento di celebrare la vita di questo uomo in occasione dei suoi 100 anni. Ogni racconto è supportato da documentazione archivistica e da immagini fotografiche inedite a partire dalla storia della sua infanzia trascorsa nel Borghetto dei Pescatori di Ostia, per proseguire con gli anni dell’adolescenza vissuti accanto a suo padre Giuseppe, pioniere di Ostia, pescatore e noto marinaio di salvataggio del litorale romano. Poi si continua con le vicende legate alla seconda guerra mondiale, con la sua esperienza nel Mar Egeo a bordo dei sommergibili, per concludersi con l’ultima sua grande tappa di vita, la realizzazione di un sogno, il trasferimento a Torvaianica negli anni ‘6’, dove fonda il complesso balneare “Schiano”. Pio Schiano Moriello quindi, pescatore, marinaio, imprenditore, recordman, ma soprattutto marinaio di salvataggio, con il suo vissuto può

considerarsi a pieno titolo un bene culturale del litorale romano». La presentazione del libro avverrà il 20 novembre: sarà subito disponibile per chi volesse avere una copia? «Sì, la Palombi Editori lo mette a disposizione già da quel giorno». Di tutto quello che Pio ha raccontato, cosa l’ha colpita di più? «La perseveranza, la grande forza di volontà che lo ha incoraggiato a vivere il ‘900, un secolo difficile e contrassegnato da eventi eccezionali e da tragedie inenarrabili, che lui ha sempre vissuto con il sorriso sulle labbra grazie ai suoi grandi amori: la famiglia, suo padre e il mare». (continua)


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(segue) Che effetto fa celebrare, seppur con un po’ di anticipo, il traguardo dei 100 anni? «Un effetto bello, ma pensi pure che stai vicino a un altro traguardo, quello finale. In questa giornata, in particolare, mi sento da una parte felice e dall’altra spaventato per quello che può succedere. Vedi questo?” (Pio mi mostra l’orologio che porta al polso, ndr) “Sai quanti anni ha? Fai il calcolo: l’ho vinto quando avevo 16 anni, ero arrivato primo a una importante regata. Era la terza a cui partecipavo, ma la prima in cui ero vincitore assoluto. Pensa che, all’epoca, quando ricevetti questo premio ci rimasi pure male, ero deluso: al secondo e al terzo classificato avevano dato delle coppe bellissime che io avevo invidiato molto, senza capire il valore – dapprima solo materiale, poi affettivo e simbolico – di questo orologio. Te ne parlo in questa giornata perché questo orologio ha scandito praticamente tutta la mia vita e, quando lo guardo, non vedo tanto l’ora della giornata, quanto il tempo che passa». Avrà quindi segnato gli episodi più importanti della sua vita. Ma quali sono gli avvenimenti che hanno inciso di più? «Sicuramente quelli legati alla Grande Guerra. Sono stato in guerra, in Marina, per tre anni e mezzo. Ho sempre creduto molto alla Madonna del Divino Amore e in quel periodo, tra gli orrori della guerra, ho pregato. Io ero un sommergibilista. Durante tutto il periodo della guerra ci sono stati tanti epiNelle foto: (in alto a sx) Canale dei Pescatori di Ostia, anni Trenta. Schiano Moriello, in canotta bianca, posa con gli amici colleghi pescatori; (in alto a dx) il Marinaio di Salvataggio Pio Schiano Moriello, Lido di Ostia 1936. Sullo sfondo il celeberrimo stabilimento balneare "Roma" inaugurato da Benito Mussolini nel mese di agosto del 1924 e distrutto dalle truppe tedesche in ritirata nel mese di dicembre del 1943; (a lato) Pio Schiano Moriello, Torvaianica 1964, inaugurazione del Ristorante "Schiano" all'epoca chiamato "Il Pescatore"

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sodi. Te ne voglio raccontare due, uno più “leggero”, l’altro sicuramente con conseguenze più drammatiche. Per il primo devo fare una confessione: sono stato in prigione. Non è stata una bella esperienza, era una prigione militare». Per quale motivo? Per quanto tempo? «Sono stato condannato a 6 giorni di reclusione per aver trasgredito alla ‘franchigia’. In pratica, noi potevamo uscire solo in orari ben precisi, di mattina o di pomeriggio. Durante il periodo in cui io dovevo restare a bordo, un Ammiraglio mi chiese se potevo fargli il favore di andare a portargli dei panni in lavanderia; io lo feci, ma mi fermò una ronda. Furono intransigenti: non sarei dovuto uscire fuori dagli orari consentiti per nessun motivo. Mi fecero rapporto e non ci fu Ammiraglio che tenne. Per questo mi fecero passare 6 giorni in carcere. Da qui ho imparato il valore della disciplina, che non deve avere deroghe». E il secondo episodio? «Riguarda una persona che avevo conosciuto, insieme ad altri commilitoni. Si trattava di un principe, una persona che sembrava davvero a modo, mentre invece era

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una spia inglese. Approfittando delle conoscenze che aveva fatto all’interno della caserma, un giorno aveva posizionato negli angoli della terrazza della caserma stessa dei bidoni con dell’acqua: questa doveva servire a riflettere la luce degli aerei da bombardamento, per fare in modo che prendessero bene la mira. Infatti quella notte arrivarono i bombardieri che attaccarono la nostra caserma: ci furono 39 morti. Nella confusione dell’accaduto mi sono trovato faccia a faccia con l’inglese. Eravamo al terzo piano. Sono andato verso di lui, che nel frattempo era indietreggiato fino a finire fuori, senza accorgersi, nel buio, che stava precipitando. È morto così, dopo aver fatto morire 39 dei nostri ragazzi». Cos’altro ha segnato la sua vita? «Il grande amore per la mia famiglia. Se oggi sono qui, circondato da tutte queste persone, è perché i miei figli e i miei nipoti l’hanno voluto. Ho dedicato tutta la mia vita alla mia famiglia, a mia moglie. Abbiamo avuto 6 figli. Se esiste questo stabilimento, se abbiamo creato qualcosa di bello, è grazie al duro lavoro che abbiamo fatto tutti insieme, senza mai allontanarci l’uno dall’altro». Non sono però sempre state rose e fiori... «Certo che no, ho avuto anche momenti difficili, come quando volevano mettermi in mezzo come capro espiatorio nella vicenda Montesi». Pio, infatti, fu tra i primi a vedere il cadavere della giovane Wilma, sulla spiaggia di Torvaianica. Con la sua motoretta andò fino a Pomezia per chiamare i carabinieri, che lo seguirono in bicicletta. Peccato che in seguito un giudice volesse per forza trovare in lui un colpevole che invece andava cercato altrove. Ma da allora di tempo ne è passato e il mare è stata una costante della sua vita. E quante di loro le sono state riconoscenti? «Poche. Anzi, mi è capitato di persone che, dopo il salvataggio, non mi hanno più guardato in faccia. La gente è strana…». Maria Corrao


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Nuova California, sit in di protesta Cittadini scendono in Piazza a Tor San Lorenzo (Ardea) per il degrado a Largo delle Marmore abato 7 settembre alle ore 10 il CdQ Nuova California ha organizzato un sit in per le condizioni igienico sanitarie in cui versa Largo delle Marmore (Tor San Lorenzo), piena zeppa di rifiuti abbandonati ormai da diverse settimane. «L'iniziativa punta anche a denunciare lo stato di completo abbandono dei due parchi esistenti a Tor San Lorenzo, e lo schifo che persiste nelle vicinanze di quello che sta nei pressi di risparmio casa», scrive il Presidente Piero D'Angeli. «Saranno avvisate tutte le testate giornalistiche e reti tv. Vi aspettiamo a Largo delle Marmore dalle ore 10; ci auspichiamo una partecipazione numerosa, siamo stanchi di vedere il nostro quartiere sempre più im-

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Il Corriere della Città Numero 9 Anno 11

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settembre 2019

EDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

merso nel degrado. A tutto questo diciamo basta vogliamo vivere in un quartiere migliore!».

Degrado e rifiuti, i cittadini sono stanchi. Il 7 settembre sit-in di protesta

E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao

STAMPA: Tipografia Graffietti

TELEFONO: 392.6939763

IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Alessandra Crinzi, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti, Alessia Achille, Giacomo Andreoli

CHIUSURA REDAZIONALE: 01/09/2019

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009



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Cenerentole in tacchi a spillo L'argomento del mese: «Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?» iamo arrivati a settembre, l’autunno è alle porte e un nuovo anno sta per iniziare. Già, perché se il calendario fissa l’inizio dell’anno con il 1° gennaio, le vere ripartenze si fanno solitamente al rientro delle vacanze: è adesso che, riposati e pieni di buona volontà, si fanno magari progetti per il futuro, oltre che qualche bilancio di quanto passato. Quindi, archiviate (ahinoi) le giornate più lunghe, le serate in spiaggia, le ferie tanto sospirate, i manicaretti freschi e gustosi, le uscite con il partner o con gli amici, si torna alla realtà quotidiana, che, tra le tante cose serie, lascia spazio anche a qualcosa di meno “grave”, ma che per noi donne (ma ormai anche per gli uomini) è comunque importante, come magari l’aspetto fisico. Ed ecco che a settembre (ma del resto l’avevamo fatto anche a maggio, prima dell’estate) si fanno i conti con la bilancia, perché magari ci siamo lasciate andare un po’ troppo durante le vacanze. E allora adesso si ricomincia con le diete dimagranti, i trattamenti di bellezza, le creme miracolose e i massaggi. Ma quello di cui vogliamo parlare si spinge oltre qualche leggero rimedio fai da te o andare dall’estetista. Vogliamo capire fin dove le donne possono spingersi per poi domandare al magico specchio: “specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. e sentirti rispondere “Sei tu!”. Parliamo di “ritocchini” più o meno invasivi. Andiamo però in ordine: quanti anni hanno le donne che pensano di ricorrere al chirurgo e non solo ad una crema antirughe? Vi stupirà sapere che in Italia il 62% delle donne tra i 18 e 22 anni decidono di fare un intervento al seno (mastoplastica) che quasi sempre mira a un aumento di misura, ma a volte anche a una riduzione o a un modellamento. Tra le 18enni, il 47% si rivolge al chirurgo estetico per liposuzioni e interventi di riduzione delle cosce e glutei, per l’eliminazione del grasso in eccesso. È soprattutto questa fetta di giovani, giovanissime, donne che molto spesso deve avere il permesso e il so-

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stegno dei genitori, a volersi rivolgere ai chirurghi per apparire sempre più belle, spesso entrando in una spirale senza fine. Perché a un primo intervento spesso ne segue un altro di diverso tipo, per correggere un altro “difetto”, alla ricerca di una perfezione da mostrare soprattutto sui social network. È invece importante capire l’entità del bisogno e soprattutto se c’è una reale necessità. Un naso con un’importante “punta di iceberg”, che tanto fa “strega cattiva di Biancaneve”, può essere davvero un complesso importante ad ogni età. Un seno giovane, ben proporzionato, che non ha ancora subito danni di un allattamento, ma che chiede solo di essere aumentato, spesso a dismisura rispetto all’armonia del corpo, forse è una richiesta che il chirurgo per primo, se professionista, dovrebbe rifiutare. Molti psicologi sono d’accordo nell’affermare che la “parte” che una donna vuole modificare, viene vista da lei come difettosa, quindi si percepisce l’esigenza di modificarla per superare “l’ansia del non vedersi bella”. Curioso però sapere che, sempre parlando per statistiche, il 70% delle

In Italia il 62% delle donne tra i 18 e 22 anni decidono di fare un intervento al seno (mastoplastica) che quasi sempre mira a un aumento di misura, ma a volte anche a una riduzione o a un modellamento. E Tra le 18enni, il 47% si rivolge al chirurgo estetico

donne non si riconosce soddisfatta al risveglio da un intervento chirurgico. Pare infatti che il problema sia che molte di loro, dopo, non si riconoscano proprio! “Come se - dice il Prof. Luca Saita, psicologo sistemico relazionale - tutto sommato si capisca troppo tardi che il “difettuccio” fosse parte integrante di noi, perché in effetti è cosi!”. Ma le donne che ricorrono al ritocchino sono le donne “bruttine”? Altro esito sconvolgente… pare proprio di no! Anzi! Sono invece le “belle” a voler ricorrere al bisturi, o anche al filler, nonché al botox. Queste ultime, infatti, fanno della loro bellezza uno “status symbol” e molto spesso, soprattutto dopo i “fantastici 40” ricorrerebbero ad ogni mezzo, pur di preservarla, conservarla, congelarla. Donne quindi tutto sommato sicure di sé stesse, che vogliono continuare a piacere e piacersi. Il 35% di queste, nelle fascia delle quarantenni, invece, dichiara di voler modificare il proprio aspetto per compiacere il proprio partner, magari chiedendo interventi al viso che le facciano somigliare a quella determinata attrice o cantante che tanto piace al marito. I medici avvertono che queste donne sarebbero le più pericolose. Si può infatti cambiare infatti con l’intento di migliorarsi, ma sempre con garbo, rivolgendosi a seri professionisti del settore, senza stravolger i nostri “tratti essenziali”, ma soprattutto per piacere di più a noi stesse! E voi? State pensando che cambiare qualcosa fuori, vi aiuti a stare bene dentro? Vogliamo sentire la vostra! Scriveteci a redazione@ilcorrieredellacittà.it specificando la rubrica Cenerentole in tacchi a spillo Maria Grazia Gentile Barbara Conte



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Interruzione della gravidanza: IVG o ITG? Un tema sempre spinoso da affrontare: «Ma le scelte altrui non si possono giudicare» el parlare comune quando tocchiamo lo spinoso argomento “aborto” siamo portati a considerare solo due possibilità e cioè: o l’aborto spontaneo, da sempre visto come una tragica evenienza o l’interruzione volontaria di gravidanza, detta anche IVG e da sempre guardata con un atteggiamento di sospetto a metà tra la condanna del peccato e la rivincita dell’indipedenza femminile. Eppure non è tutto qui! Infatti la legge che sancisce il diritto delle donne ad interrompere volontariamente la propria gravidanza entro il 90° giorno di gestazione e cioè la legge 194 del 1978, tanto discussa, non dice solo questo, ma parla anche di ITG cioè “Interruzione Terapeutica di Gravidanza” la quale sposta il limite massimo di intervento a 25 settimane in caso di grave patologia materna o fetale! Follia???? Navigando su internet ho letto tante storie proprio tra cui quella commovente di una mamma alla seconda gravidanza a cui è stata diagnosticata una grave malformazione cardiaca fetale, incompatibile con la vita, e a cui veniva consigliato un aborto terapeutico, ma che all’improvviso, tra operatori obiettori di coscienza, ignoranza e mancanza di informazioni si è trovata sola e, peggio ancora, giudicata ad affrontare un evento terribile! La legge recita che l’ITG è consentita se: la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna; siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna. In media considerando la capacità di vita autonoma del feto in Italia l’aborto terapeutico viene praticato fino a 22 settimane compiute. Dopo questa data bisogna uscire dai confini italiani per ottenere aiuto! L’iter procedurale non è semplice, passano giorni, bisogna attendere la risposta definitiva degli esami diagnostici e nel frattempo… occorre fare i conti con i propri “mostri nella testa”… non ricevere informazioni chiare deve essere terribile! Pensate a quanto possa essere spaventoso per una mamma in dolce attesa venire a conoscenza che il proprio bambino, atteso, desiderato, voluto, e cercato… non potrà nascere e crescere come gli altri bambini. In un momento di gioia, in cui tutto rallenta e ci si guarda dentro più che intorno, all’improvviso la vita prende il sopravvento e ci si trova a correre a 100 all’ora senza capire bene cosa sta succedendo e di fatto si sta correndo per interrompere un sogno … e poi? Cosa accadrà dopo? Ci si trova di nuovo fermi, immobili, sospesi a fare i conti con tutto quello che è capitato.

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Un incubo di portata inimmaginabile! Pensateci per un attimo, immedesimatevi, chiedetevi cosa fareste voi, come reagireste alla notizia che vostro figlio ha una malformazione tale che dopo la nascita non vivrà, oppure che voi stesse potreste perdere la vita dandolo alla luce, morire entrambi… Io ci ho provato … mi sono venuti i brividi e sono stata felice di non dover prendere una simile decisione. Non riesco a schierarmi… ammiro e forse un pelino invidio chi, anche in un contesto come questo, saprebbe cosa fare! La procedura pratica per l’ IVG o l’ ITG è la stessa fino a 12- 13 settimane, la pancia non è ancora così evidente, si può procedere in anestesia generale con un raschiamento della cavità uterina o un’isterosuzione, ma dopo? Quando la pancia è più grande, mamma sente i movimenti fetali ed un raschiamento non è più attuabile? Bisogna indurre un travaglio abortivo! Bisogna partorire! Esistono due protocolli: 1. Protocollo con Prostaglandine: consiste nella somministrazione nell'arco di 12 ore di Prostaglandine per via vaginale. Questo protocollo è in uso in tutti i centri che effettuano ITG e IVG. 2. Protocollo con RU486: consiste nella somministrazione preliminare di Mifepristone. Questo farmaco dimezza i tempi di induzione del travaglio rispetto all'assunzione di prostaglandine, ma purtroppo non è sempre disponibile. Ovviamente in entrambi i casi bisognerà poi attendere l’insorgenza del travaglio attivo ed arrivare alla dilatazione sufficiente all’espulsione del feto come si farebbe in caso di parto a termine secondo i tempi dettati dalla risposta che ogni donna dimostra nei confronti dei farmaci somministrati. E come ogni travaglio è doloroso, ma si può chiedere l’epidurale, perché una mamma che ricorre ad un’ITG non ha nessuna colpa, è solo una vittima di quello che le è successo,

non merita di una “punizione” . Ci tengo a sottolineare che anche se un operatore sanitario obiettore non è tenuto ad indurre il travaglio, è comunque tenuto ad offrire tutta l’assistenza di cui necessita una paziente in corso di ITG e soprattutto a fornire tutte le informazioni necessarie per affrontare un momento tanto difficile, soprattutto perché spesso in questi casi il ricovero non viene in ostetricia, ma in ginecologia e ciò comporta il non poter avere qualcuno di fiducia accanto durante il travaglio. In genere si tende a preferire un parto abortivo spontaneo anche se la mamma ha subito precedenti cesarei per ridurre i rischi legati ad un intervento chirurgico e per velocizzare la ripresa post partum. Ognuno ha diritto alle proprie convinzioni, ma nessuno ha diritto di ergersi a giudice e giuria specialmente in un momento tanto doloroso. E’ facile puntare il dito ed esprimere pareri dall’alto del proprio “essere al di fuori” di una determinata condizione… ma come diceva Pirandello…“Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi i miei dolori, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.” A volte il rispetto si dimostra solo con un sorriso, uno sguardo, una carezza o semplicemente rimanendo in silenzio. Molte donne sono passate per questa triste esperienza, ed è devastante leggere la solitudine in cui hanno dovuto affrontare la loro notte …Io sono un’ostetrica, celebro il miracolo della vita, ma conosco anche il dolore e ho visto la malattia e la morte … posso non condividere, ma non mi sento di giudicare le scelte altrui. Dott. Ost. Catiuscia De Renzis Dovevolalacicogna@libero.it


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L'avvocato risponde ome sono regolamentati i contratti turistici? Quali tutele hanno I turisti di fronte all’inadempimento di intermediari ed organizzatori? Il legislatore europeo ha previsto nuove e più moderne regole per la gestione dei pacchetti turistici e dei servizi collegati. Il Decreto Legislativo 21 maggio 2018, n. 62, pubblicato sulla G.U. n. 129 del 6 giugno 2018, che dà attuazione alla direttiva (UE) 2015/2302, in linea col documento europeo, prevede una nozione maggiormente ampia di pacchetto turistico, comprensiva non solamente dei contratti conclusi nel territorio dello Stato, bensì anche dei contratti on-line, dei pacchetti su misura e anche dinamici: Pacchetti già preconfezionati, ovvero quelli già disciplinati dalla normativa, ove un operatore turistico prenota almeno due elementi della vacanza: ad esempio trasporti, hotel e/o autonoleggio; Pacchetti personalizzati, cioè composti liberamente dal consumatore e acquistati da un’unica impresa, che sia online o offline; Servizi turistici assistiti, e cioè combinazioni di servizi turistici venduti da un’agenzia viaggi tradizionale o da un operatore online che fa da intermediario. In ipotesi siffatta, l’operatore vende servizi differenti in transazioni distinte.

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stesso legislatore interno che contenga le informazioni sulle principali caratteristiche dei servizi turistici offerti. In definitiva, e sinteticamente, tra le maggiori novità della nuova disciplina si possono annoverare: Se al momento di corrispondere il prezzo di acquisto, l’importo sia lievitato rispetto al momento della prenotazione, a causa di eventuali aumenti di carburante, tasse e oscillazioni dei tassi di cambio, la nuova disciplina prevede che questi non debbano superare il 10% e che, in ipotesi di aumento superiore dell’8%, sia possibile recedere gratuitamente. L’azienda deve indicare in modo chiaro se il servizio che sta offrendo è un pacchetto e quali sono le tutele previste in ipotesi di problematiche. Acquistando on line su portali differenti, infatti, non sempre si ha l’impressione di aderire a un pacchetto perché non sempre risulta esplicito il legame commerciale tra una compagnia aerea e una di noleggio auto. In ipotesi di disservizi il responsabile risulta in ogni caso l’organizzatore, e pure quando i servizi non vengono erogati direttamente dal medesimo. L’organizzatore ha l’onere di gestire tutti i reclami e le denunce, poiché viene tutto raccordato in un punto di contatto unico. Gli Stati membri possono, in aggiunta, inserire anche il venditore tra i responsabili. Quando ricorrano le “circostanze

zioni, le società del settore dovranno pagare le medesime sanzioni previste per i pacchetti. La legge espressamente prevede le ipotesi di responsabilità e dei conseguenti danni, definendo l’inesatto adempimento quale difformità dagli standard qualitativi del servizio promessi o pubblicizzati. Il danno risarcibile non è solo quello alle cose, bensì anche quello alla persona cagionato sia dall’inadempimento, sia dall’inesatta esecuzione delle prestazioni ricomprese nel pacchetto turistico. Il turista chiaramente potrà richiedere oltre alla risoluzione del contratto, un risarcimento dei danni correlato al tempo di vacanza invano trascorso ed alla irripetibilità dell’occasione perduta (danno da vacanza rovinata). Inoltre, l’organizzatore o l’intermediario che si avvale di ulteriori servizi è, in ogni caso, tenuto a ri-

Agenzie di viaggio: la legge espressamente prevede le ipotesi di responsabilità e dei conseguenti danni, definendo l’inesatto adempimento quale difformità dagli standard qualitativi del servizio promessi o pubblicizzati Ad esempio, la compagnia aerea, dopo aver venduto un biglietto al viaggiatore, propone al medesimo anche un hotel o un autonoleggio attraverso compagnie convenzionate. Si osserva che i viaggi organizzati erano infatti già stati oggetti di regolamentazione comunitaria, limitatamente a quelli preconfezionati, scelti all’interno di un catalogo, senza possibilità di personalizzazione. Nel frattempo la rete internet ha cambiato le abitudini e, attualmente, la maggioranza dei consumatori europei acquista vacanze a pacchetto, non necessariamente da un medesimo operatore, e neppure all’interno di un’unica operazione. A ciò si aggiunga che molti prenotano le proprie vacanze online e non più presso le agenzie di viaggio. Per tali motivi sono state riconosciute maggiori tutele ai viaggiatori attraverso l’intensificazione della responsabilità dell’organizzatore e del venditore. Vengono esplicitamente escluse dalla disciplina dei pacchetti turistici tutte le combinazioni in cui i servizi turistici diversi dal trasporto, alloggio e noleggio veicoli siano di scarsa rilevanza. L’organizzatore e il venditore devono fornire ai viaggiatori, prima della conclusione del contratto, un modulo informativo standard, indicato dallo

eccezionali e inevitabili”, il viaggiatore ha diritto all’annullamento del pacchetto senza pagare alcuna penale. In altri casi, la direttiva prevede maggiore flessibilità, previo pagamento di un indennizzo all’azienda che ha organizzato il viaggio. Qualora il tour operator fallisca, il consumatore deve essere totalmente rimborsato e, nel caso in cui la vacanza sia già iniziata, rimpatriato senza spese aggiuntive. Se il consumatore non può tornare a casa nel giorno stabilito per catastrofi naturali o disordini civili, questi ha diritto a un massimo di tre notti supplementari senza ulteriori costi. Si allungano i termini di prescrizione per valere i propri diritti: 3 anni per il danno alla persona e 2 per gli altri danni, a fronte del termine di 2 anni e 1 anno rispettivamente previsti dalla previgente normativa. La nuova disciplina introduce i “servizi turistici collegati”, ovvero due differenti tipologie di servizi turistici, che tuttavia non costituiscono un “pacchetto” e comportano la conclusione di contratti distinti. A tali servizi turistici collegati sono estese le misure di protezione in ipotesi di insolvenza ovvero di fallimento, e vengono previsti obblighi di informazione sulla circostanza che non si tratti di pacchetti turistici. In ipotesi di viola-

sarcire il danno patito dal turista, salvo il diritto a rivalersi nei loro confronti. Il turista ha l’onere di contestare immediatamente ogni mancanza nella esecuzione del contratto a mezzo un qualunque strumento che dia la prova dell’avvenuto ricevimento all’organizzatore e/o all’intermediario della contestazione. In ogni caso all’organizzatore ed all’intermediario incombe l’obbligo di dotarsi di apposita assicurazione per la responsabilità civile, in favore del turista, a copertura dell’eventuale risarcimento dei danni. La legislazione italiana ed europea, quindi, prevede una attenta disciplina a tutela del turista che possa subire un danno a causa di comportamenti scorretti da parte dell’organizzatore o intermediario nella vendita di prodotti turistici, disponendo altresì un pesante apparato sanzionatorio che può arrivare alla sospensione e/o cessazione dell’attività. Avv. Antonio Aquino

All’organizzatore ed all’intermediario incombe l’obbligo di dotarsi di apposita assicurazione per la responsabilità civile, in favore del turista, a copertura dell’eventuale risarcimento dei danni


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L'ARFID, cos'è e come si manifesta Focus sul disturbo evitante restrittivo dell'assunzione di cibo alla luce di nuovi studi e scoperte ARFID, (Avoidant Recstritive Food Intake Disorder), è un disturbo alimentare introdotto dal 2013 nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali), definito anche disturbo emotivo di evitamento del cibo per la co-presenza di difficoltà emotive, tristezza, preoccupazioni, tipo la paura di soffocare, di non riuscire a deglutire, etc. Il suo esordio è nell’infanzia intorno ai 2/3 anni o nella prima adolescenza e riguarda soggetti soprattutto maschi, in molti casi si risolve spontaneamente nell’adolescenza. Chi ne soffre evita il cibo o se ne disinteressa, o lo seleziona in modo molto accurato, mangiando solo cibi di un certo colore, di una certa consistenza o di una certa temperatura, non ama sedersi a tavola, potrebbero sembrare bambini “schizzinosi”. Dalla diagnosi di Arfid sono esclusi i casi di indisponibilità del cibo o di pratiche culturali specifiche, intolleranze alimentari, celiachie e anche comportamenti passeggeri dovuti ad un temperamento timido, o a reazioni personali a persone che si occupano dell’alimentazione, personale dell’asilo, parenti indesiderati. Sono escluse anche situazioni dove, sebbene mangino selettivamente solo 5 o 6 alimenti, ciò è dovuto a pochi cibi nuovi offerti durante lo svezzamento, un periodo cruciale per l’educazione a nuovi gusti dove, sebbene intervengano fattori genetici nella maggiore o minore sensibilità verso alcuni gusti, amari, acidi, dolci, salati, ciò non esclude che i gusti si possono e si devono anche educare per garantire un equilibrato apporto nutritivo, senza ricorrere a imposizioni indiscriminate del cibo, con la conseguenza di appiattire col gusto anche l’identità dei figli-. La diagnosi di Arfid è legata alla perdita di peso e a carenze nutrizionali evidenziabili dagli esami del sangue, necessita di un monitoraggio medico e nutrizionale ma è diversa da altri disturbi quali l’anoressia, che aggiunge alla perdita di peso la paura di ingrassare, assente nell’Arfid, ed inoltre è riferita più ai maschi, diversamente dall’anoressia che resta maggiormente appannaggio del genere femminile. Cause biologiche, sociali e psicologiche intervengono nella formazione dell’Arfid, il rifiuto del cibo può assumere l’incidenza di una fobia del cibo causando limitazioni nella vita sociale, essa può anche seguire a tensioni familiari o a disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione. I disagi del comportamento alimentare sono sempre disturbi multideterminati che si esprimono in via finale sul corpo in assenza di una via diversa di espressione. Un fattore causale di rilievo può essere individuato nell’alimentazione moderna, merendine in-

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dustriali, cibi veloci, preconfezionati, inodori, che attirano per la confezione e non per l’olfatto, il tatto, si mangia anche con gli occhi. La restrizione delle modalità sensoriali coinvolte nei cibi riduce il concetto dell’alimentazione al solo nutrimento fisico laddove il rapporto con il cibo è molto complesso, è sempre collegato alla sfera affettiva. I bambini lasciati soli a mangiare davanti alla televisione o rinfilzati mentre la guardano distratti, non imparano ad apprezzare il cibo, a sentire la sazietà, il desiderio; vedono tutti intorno che hanno fretta, che non hanno

tempo da dedicare al rito del pranzo, alla preparazione di cibi naturali, il piacere è nell’attesa, lo diceva Leopardi ne “Il sabato del villaggio”; è anche nella sacralità del rito come disse la volpe al piccolo principe di A. de Saint-Exupéry, che tardò all’appuntamento : “Sarebbe meglio tornare sempre alla stessa ora, se tu vieni sempre alle quattro del pomeriggio io alle tre comincerò ad essere felice, più si avvicinerà il momento più sarò felice, alle quattro già sarò in apprensione scoprendo qual è il prezzo della felicità! Ma se tu vieni quando ti pare , non saprò mai quando preparare il mio cuore… c’è bisogno di riti.” E alla domanda : Che cos’è un rito?” rispose “E’ ciò che fa un giorno differente dagli altri, un’ora differente dalle altre”. Quando nelle campagne c’era un giorno dedicato al ballo, si attendeva tutta la settimana quel giorno, diverso sarebbe stato tutti i giorni, oggi si è tutti più tristi nonostante la società detta del benessere, ogni cosa può cambiare all’ultimo minuto grazie ai telefonini, non c’è più la certezza di nulla. Questo disturbo colpisce gli anelli più deboli della catena, i bambini, ma anche gli adulti, segnala il disagio per la mancanza di qualcosa di importante per l’essere umano che non è fatto di solo pane, la gioia delle piccole cose. Un vecchio esperimento dell’etologo Konrad Lorenz sull’imprinting (la prima forma di apprendimento) dimostrava che alcuni piccoli d’oca se vedevano nelle prime 48 ore di vita una televisione, la sceglievano come primo

oggetto d’amore e la seguivano al posto della mamma oca. L’imprinting, irreversibile almeno negli animali, (negli esseri umani in una certa misura, alcuni apprendimenti possono anche essere modificati da esperienze successive) è come una finestra temporale che si apre subito dopo la nascita, entro la quale il cervello è geneticamente predisposto a riconoscere e stabilire un attaccamento. L’onnipresenza della televisione nelle case, promossa ad educatore dei bambini lasciati soli a seguirla, condiziona anche gli adulti dettando l’agenda del giorno mentre mangiano silenziosi, privando dei momenti di silenzio, indispensabili alla nascita di una conversazione, forse anche di un litigio ma non discutere certo non aiuta a risolvere i problemi. Poi c’è il telefonino, ospite fisso che disturba anche se tenuto nell’altra stanza, strumento che ha ridotto la capacità di concentrazione degli esseri umani di un secondo rispetto a quella di un pesce rosso, 8 a 9 secondi a favore del pesce. E tutto questo… fuori da un esperimento. Con la sindrome di Hikikomori , (più di centomila casi in Italia di giovani che non escono di casa neanche per andare a scuola, di cui il 90% maschi, in numero anche crescente in quanto a forte rischio di cronicizzazione), l’Arfid lascia esprimere maggiormente ai maschi il disagio diffuso, confermando il diverso grado di allerta che si innesca culturalmente quando l’isolamento sociale riguarda un maschio. Sui maschi in genere ci sono aspettative più alte, sia in famiglia sia da parte dell’intera società, rispetto alle femmine, inoltre, l’uomo, da sempre più rivolto al mondo esterno per la caccia, la difesa del territorio, etc. appare un indicatore maggiore del disagio, anche se una donna che passa più tempo in casa desta meno sospetti in quanto è stato il suo destino per troppo tempo. Forse i bambini erano più felici quando, al posto dei tanti regali, avevano sempre qualcuno intorno da osservare mentre lavorava, cucinava, spettegolava con i vicini, tornare a coinvolgerli, a preparare insieme i cibi, ad apparecchiare la tavola, a fare la spesa, potrebbe aiutare. Essere genitori è un compito delicato dal quale non si sfugge senza conseguenze, ricordando che la cosa peggiore non è quando danno fastidio ma quando non lo fanno più. Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Incontri culturali di psicologia, aperti a tuttisenza limiti di età nè di titoli di studio ogni mercoledì h.17,00/18,30 c/o Ass.ne Culturale Tyrrhenum,V.F.Turati,12 Pomezia.Per inf.e iscr. Cell. 3317996787 (Pres. Ass.ne)


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La gioia di vivere

I brutti ricordi sono come gli stracci vecchi, bisogna buttarli via ggi è un altro giorno!” Ormai storica questa frase pronunciata da Rossella O’Hara, che potremmo sicuramente adottare come regola. Ma immagino la vostra reazione: facile a dirsi, arduo da mettere in pratica, perché ognuno porta dentro ferite che fanno fatica a rimarginarsi e che continuano a proiettare la loro ombra sul nostro presente. Chi ha vissuto una relazione fi-

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nita dolorosamente, chi ha conti in sospeso con la famiglia, un’amica o un collega, chi non riesce a superare amarezze con i figli, il tutto vissuto tra silenzi e incomprensioni. Ma ora, quasi per gioco, se provassimo ad immaginare di svegliarci una mattina e d’improvviso tutti i nostri rancori, rimpianti, amarezze fossero scomparsi? Ma se davvero ci alzassimo scoprendo che tutti quei pesi si sono dissolti e la nostra memoria si è liberata al punto che c’è tanto, tantissimo spazio per vivere e sorridere? Delusioni e risentimenti, rabbia, persino odio appesantiscono il presente perché alcune offese s’imprimono dentro di noi e non riusciamo a liberarcene. Accade a moltissime persone, perché non

Le persone che non ci hanno amato abbastanza e che non hanno risposto ai nostri bisogni, dobbiamo accettare che non erano in grado di fare altrimenti: ci hanno dato quello che potevano

siamo capaci di dimenticare quelli che riteniamo torti subiti, da persone spesso a cui volevamo molto bene. Ma bisogna trovare un modo per uscirne, per cercare di liberarci da questo macigno per poter vivere più serenamente. Ammettiamo pure che dietro a presunte mancanza degli altri, ci sono sempre motivazioni, magari non facili da comprendere quando ci coinvolgono. Bisogna fare lo sforzo di ragionarci sopra e iniziare a prendere le distanze dalla rabbia che coviamo e cominciare a ragionare sui motivi di chi ci ha fatto un torto e, se possibile, cercare di avviare un percorso di giustificazione che porti al perdono. Si, è il perdono che cambia la vita e quando arriva quello vero: a quel punto il ghiaccio che si è formato dentro di noi, comincia lentamente a sciogliersi e ci lascia liberi. Bisogna impegnarsi molto per superare questa fase e cercare di capire che se una persona si è comportata in un certo modo, l’ha fatto perché aveva i suoi motivi, seppur non condivisibili. Le persone che non ci hanno amato abbastanza e che non hanno risposto ai nostri bisogni, dobbiamo accettare che non erano in grado di fare altrimenti: ci hanno dato quello che potevano. E’ logorante sperare sempre che gli altri comprendano le nostre ragioni; siamo fatti per l’armonia, per l’incontro e non per lo scontro. Infatti stiamo bene quando siamo in pace con noi stessi, in equilibrio con gli altri e con l’ambiente che ci circonda e non quando ci portiamo dentro tutti i fatti negativi che ci sono capitati. Come se avessimo uno zaino sulle spalle pieno di tutti i brutti ricordi. Andrebbe svuotato poco per volta ogni giorno, invece tendiamo ad alimentarlo continuamente di risentimenti. I brutti ricordi che ci fanno male sono come gli stracci vecchi, bisogna buttarli via: non servono più a niente e ricordiamoci che i ricordi belli ci fanno star bene, cosi come quelli brutti fanno male. Solo con uno zaino più leggero si può arrivare fino in cima alla vetta della felicità. Antonio Guido


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Giocare con le parole uguale...scrivere Penna, inchiostro, la carta. Un'emozione che nemmeno il (comodo) cellulare può toglierci in da quando ero una bambina il veder uscire dalla punta di una penna l'inchiostro era per me come una magia che si trasformava in lettere e parole, così quando non sapevo cosa fare e la noia prendeva il sopravvento, prendevo un libro e cominciavo a ricopiarlo seguendo incantata il fluire del mio scrivere. La mente dei bambini e' paragonabile ad un vulcano colmo di fantasia e grandi capacità di apprendimento ed e' per questo che va stimolata sempre con giochi nuovi, divertenti e coinvolgenti sulla scrittura e sulla lettura, per seminare il campo della conoscenza, che nel prossimo futuro si rivelerà' utile e costruttivo. L'alfa-

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Diversi studi psicoanalitici hanno messo in evidenza gli ottimi risultati ottenuti con l'uso terapeutico della scrittura

beto e' un sistema di scrittura dove i segni grafici rappresentano i suoni. La parola Al-

lare i propri problemi. Parlare, scrivere o giocare fanno parte di quei modi che permet-

«Scrivi qualcosa degno di essere letto o fai qualcosa che sia degno di essere scritto», Benjamin Franklin fabeto deriva dall' unione delle prime due lettere dell'alfabeto greco "ALPHA e BETA" ed e' il sistema di scrittura formato da segni grafici ( i grafemi) che rappresentano i suoni delle lingue. Basato su un sistema di scrittura geroglifica costituita da più' di 1.000 segni, dove ognuno rappresenta una sillaba o addirittura una parola. Scrivere era sin dai tempi più' antichi una necessità istintiva. Il bisogno di comunicare, di trasmettere agli altri ed anche il bisogno di esprimere i propri pensieri, le proprie emozioni e' un bisogno di tutti noi. Diversi studi psicoanalitici hanno messo in evidenza gli ottimi i risultati ottenuti con l'uso terapeutico della scrittura, lo stesso Carl Jung sosteneva che lo scrivere aiuta ad esprimere in maniera inconscia le proprie paure, i propri desideri e ad estrapo-

tono ad ognuno di essere attivamente protagonista, per non più' essere passivo di fronte a un computer o alla televisione. L'uso dei cellulari e' comodo e tempestivo e purtroppo sta sempre più cancellando quell'emozione che si prova nel ricevere un messaggio scritto a mano e lasciato sul comodino … la sorpresa nel trovare una lettera nella cassetta postale e la curiosità' di leggerne le righe. Foto e testi Laura Piacentini L'uso dei cellulari e' comodo e tempestivo e purtroppo sta sempre più cancellando quell'emozione che si prova nel ricevere un messaggio scritto a mano e lasciato sul comodino

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Tutti a scuola, ma con quale merenda? Ecco cosa dobbiamo mettere nello zaino dei nostri bambini e ragazzi per i loro spuntini utti i genitori dovrebbero sapere che una corretta alimentazione è fondamentale non solo per crescere bene i propri figli e mantenerli in buona salute, ma anche per ottenere un adeguato rendimento scolastico. Infatti, soprattutto nel delicatissimo periodo della età scolare, non basta mangiare quello che capita, ma occorre nutrirsi in modo equilibrato. Affinché ciò avvenga, sono di fondamentale importanza non solo le calorie, ma soprattutto i nutrienti, sostanze che sono diversamente distribuite negli alimenti e che debbono essere assunte in modo adeguato, per garantire non solo una sana crescita ed un armonioso sviluppo muscolare, ma anche per supportare l’importante impegno intellettuale che lo studio comporta. Il cervello infatti è l’organo che

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La regola è quella di scegliere con cura alimenti di alta qualità, naturali, semplici e possibilmente biologici consuma maggior energia, tra tutti quelli presenti nel nostro organismo, ma è anche quello che necessita di tantissimi nutrienti che possono essere forniti solo da una alimentazione varia ed equilibrata. Tra i vari nutrienti alcuni possono essere definiti “strategici”, in quanto sono essenziali per la salute e lo sviluppo dei bambini e dei ragazzi. Questi nutrienti si trovano normalmente nel regime alimentare della cosiddetta “Dieta Mediterranea” che è parte integrante delle nostre tradizioni alimentari ma è anche il più idoneo a qualsiasi età, come è stato dimostrato da una impressionante mole di studi scientifici. Tra questi nutrienti troviamo le proteine nobili contenute in uova, latte, formaggi carne e pesce, alcuni grassi essenziali contenuti nel pesce, le vitamine, importantissime, contenute in frutta e verdura, ma anche in latticini e carne. Vi sono poi antiossidanti come il licopene contenuto nel pomodoro, polifenoli e flavonoidi contenuti in molti vegetali, i grassi insaturi contenuti nell'olio di oliva. Inoltre, non bisogna trascurare l’importanza dei sali minerali (calcio, ferro, fosforo, zinco ecc.) e delle fibre, contenute nei cerali integrali (pane e pasta), nella frutta, nella verdura e nei legumi (fagioli piselli ceci lenticchie fave, ecc.). Insomma, bisogna abituare i nostri figli a mangiare un po’ di tutto. Non dimentichiamoci l’acqua. Infatti, trascorrendo varie ore al caldo ed al chiuso in aule affollate, il corpo si disidrata e compaiono sintomi come ad esempio mal di testa, ed irritabilità

Per comprendere l’importanza dei micronutrienti, basti pensare, ad esempio, che sostanze come le vitamine, sono fondamentali anche per rafforzare le difese dell’organismo nei confronti di malattie come raffreddore ed influenze, favorite dagli ambienti scolatici caldi ed affollati; mentre altri micronutrienti, come ad esempio i sali minerali, servono per compensare le perdite prodotte durante la sudorazione e mantenere la piena efficienza psico-fisica durante lo sport e lo studio. Meglio quindi evitare alimenti industriali ricchi di grassi saturi, zuccheri, conservanti, coloranti, ecc. e privilegiare, anche per la colazione e le merende, cibi naturali a basso contenuto calorico, ma con elevato contenuto di vitamine fibre, antiossidanti, sali minerali, ecc. Per i più piccoli bisogna seguire naturalmente le indicazioni del pediatra, ma per tutti occorre tener conto anche di eventuali allergie o intolleranze alimentari, purtroppo sempre più diffuse. È necessario educare i ragazzi non solo ad evitare o limitare il più possibile il consumo di cibi e bevande “spazzatura”, talvolta forniti dai distributori automatici, presenti anche in molte scuole, ma anche a leggere attentamente le etichette dei prodotti che mangiano. Ogni regime alimentare andrebbe naturalmente personalizzato in funzione della età, delle caratteristiche fisiologiche e del tipo di attività fisica o sportiva praticata, ma per i ragazzi come per gli adulti, non ci sono alimenti “magici”, ma solo alimenti sani. Occorre quindi prestare attenzione anche al consumo di alimenti, casalinghi o artigianali,

contenenti con un eccesso di zuccheri semplici o di grassi (come ad esempio cornetti, creme al cioccolato, ecc.). Analogamente bisogna sapere cosa si sta facendo anche quando si consumano barrette, pasti sostitutivi, integratori ed altri preparati industriali, molto diffusi tra i ragazzi che frequentano palestre, praticano sport agonistici o seguono diete “commerciali” (ovvero basate su alimenti appositamente prodotti a scopi dietetici). La regola è quella di scegliere con cura alimenti di alta qualità, naturali, semplici e possibilmente biologici. La frutta (ben lavata) può ad esempio rappresentare un’ottima soluzione per le merende e gli spuntini, durante le brevi pause concesse dalle attività scolastiche. Ricordate tuttavia la varietà ed associate alla frutta che normalmente si compra e si mette direttamente nello zaino (mele, banane, ecc.), anche quella che richiede solo di essere affettata e posta in contenitori (ananas, cocomero, melone, ecc.). Ma non dimentichiamoci l’acqua. Infatti, trascorrendo varie ore al caldo ed al chiuso in aule affollate, il corpo si disidrata e compaiono sintomi come ad esempio mal di testa, ed irritabilità. Mettete quindi sempre una bottiglietta di acqua nello zaino ed accertatevi al ritorno che sia stata bevuta. Monica Grosso - Biologo nutrizionista (Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it)


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SPORT

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Dilettanti, via ai campionati: si torna in campo E' tempo di riaccendere i motori, squadre ai nastri di partenza. Il punto dopo la prima giornata eam Nuova Florida Beffa nel turno preliminare di Coppa Italia contro il Trastevere per la squadra allenata da mister Bussone, gli ardeatini riescono a passare per ben due volte in vantaggio, prima con Ferrara e poi Calisto ma Lorusso risponde con una doppietta costringendo il match ai calci di rigore. Dopo il primo rigore sbagliato tra le fila del Trastevere, il Team Nuova Florida si blocca ad un passo dal passaggio del turno, sbagliando con Montella e Alfonsetti l’ultimo penalty ed il successivo, il primo ad oltranza. Nella prima giornata di campionato, la squadra del presidente Marcucci perde di misura fuori casa contro il Racing Aprilia, Spano condanna gli ardeatini con un gol a metà primo tempo. Indomita Pomezia Dopo aver annunciato la conferma in blocco di tutti i principali protagonisti nella vittoria del campionato di Prima Categoria nella scorsa stagione, la società del binomio Padula-Spina si è messa nuovamente al lavoro andando a limare il discorso under. La società ha annunciato l’arrivo di 4 nuovi pezzi pregiati: Nicholas Laoretti (esterno difensivo classe 2000), Matteo Fenu (difensore centrale classe 2000), Jacopo Mambrin (centrocampista classe 2001) e Giordano Semeoli (esterno offensivo classe 2001). La squadra darà il via al suo campionato di Promozione domenica 8 settembre, allo Sport’s Campus del Selva dei Pini alle ore 11 contro il Pescatori Ostia. Uni Pomezia La società del Presidente Valle ha ufficialmente iniziato la stagione con un ritiro fuori porta in Friuli Venezia Giulia, durato dal primo al 12 agosto. I pometini si sono concessi un amichevole di lusso al Nereo Rocco di Trieste contro l’US Triestina, militante in Serie C.Dopo un’autorete che ha portato la Triestina suo 2-0, nel finale bomber Morelli ha provato anche a riaprire il match piazzando la zampata del momentaneo 2-1 su assist di Francis Gomez. A tempo scaduto la Triestina chiude i giochi sul 3-1 finale. La

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presentazione ufficiale della squadra si è svolta all’Hotel Selene il 31 agosto mentre l’esordio è previsto domenica 8 settembre contro lo Sporting Genzano alle 11. Pomezia Calcio Grande fermento attorno alla società di patron Bizzaglia, dopo la notizia dell’avvenuto ripescaggio in Serie D per la stagione 2019/20. La società ha voluto, attraverso un comunicato stampa, ringraziare il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà, l’Assessore allo Sport Giuseppe Raspa tutta l’Amministrazione Comunale per l’impegno profuso al fine di consentire alla squadra di giocare di fronte alla propria gente al Comunale di Via Varrone. La squadra di Bussi ha iniziato ufficialmente la stagione con il ritiro a Cascia, dove i pometini hanno sostato fino all’8 agosto. La prima

uscita ufficiale nel turno preliminare di Coppa Italia ha visto i pometini capitolare all’Anco Marzio di Ostia contro l’Ostiamare: Massella era riuscito a portare avanti i suoi con una punizione magistrale ma i padroni di casa sono riusciti a ribaltare il match ed ad eliminare il Pomezia. Esordio strabiliante nella prima giornata di Serie D per la società di patron Bizzaglia: 1-2 a domicilio al Tuttocuoio grazie alle reti in rimonta di Alessio Fatati e bomber Massella.



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Il Corriere della Città settembre 2019

Miss Italia 2019, una finalista è di Pomezia Chiara Filippi, 18 anni è stata eletta Miss Sorriso 2019. Tra poco inizierà a frequentare il V° ra poco meno di una settimana avrà inizio l’80esima edizione di Miss Italia. Le 80 finaliste provenienti da tutte le regioni d’Italia sono già state scelte e si stanno preparando affrontare le sfide del concorso di bellezza più ambito e prestigioso a livello nazionale. Dal Lazio sono state elette ben 8 finaliste e, tra queste, 2 ragazze provengono rispettivamente da Pomezia e da Anzio. Ecco chi sono. Da Pomezia: Chiara Filippi. Chiara è stata eletta Miss Sorriso 2019. Ha 18 anni, è alta 1.73, ha i capelli biondi e gli occhi verdi. Tra poco inizierà a frequentare il V° anno di liceo scientifico e, nel futuro, sogna di diventare una brava stilista. Da Anzio: Lucilla Nori. Lucilla è stata eletta Miss Miluna Lazio. Ha 19 anni, è alta 1.78 e ha i capelli castani e gli occhi marroni. Si è appena diplomata al Liceo Scientifico, e ora inizierà a studiare Scienze della Moda e del Costume a La Sapienza. Ha la passione per il nuoto. Nel futuro sogna di fare la modella o di aprire un’azienda di moda. Scopriamo chi sono le altre finaliste del Lazio. Da Roma (Ardeatina): Flavia Natalini. Flavia è Miss Lazio

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2019. Ha 23 anni, è alta 1,70 e ha i capelli biondi e gli occhi verdi. I suoi hobby sono la palestra, la lettura e i viaggi. Si è appena diplomata al Liceo Linguistico e ora frequenterà l’Accademia di Moda e Costume. Per il futuro il suo sogno è diventare stilista o aprire un rifugio per gli animali. Da Cerveteri: Lucrezia Terenzi. Lucrezia è Miss Etruria 2019. Ha 20 anni ed è alta 1.74, ha i capelli castani e gli occhi castani. E’ diplomata all’Istituto Tecnico per il Turismo. I suoi hobby sono la fotografia e i viaggi e sogna di fare l’attrice. Da Roma (Eur): Susanna Giovanardi. Susanna è Miss 365. Ha 20 anni, è alta 1.80 e ha i capelli castani e gli occhi verdi. E’ diplomata al liceo scientifico sportivo e ora si è iscritta al al primo anno si scienze motorie. Gioca a tennis a livello agonistico dall’età di 5 anni, legge libri gialli, ascolta musica, passeggia per Roma e sogna di diventare una campionessa di tennis. Da Rieti: Ilaria del Vescovo. Ilaria è Miss Cinema Lazio. Ha 20 anni, è alta 1.73 e ha i capelli castani e gli occhi azzurri. Studia giurisprudenza, è appassionata di cinema, suona il pianoforte. Per il futuro non ha un sogno preciso ma vive la vita giorno per giorno. Da Roma (Testaccio):

Valentina Pesaresi. Valentina è Miss Cinema Roma. Ha 18 anni, è alta 1.73 e ha i capelli biondi e gli occhi verdi. Frequenta l’istituto Tecnico per il Turismo e studia danza classica, moderna e contemporanea. Per il futuro sogna di diventare attrice, sfondare nel mondo del cinema e fare di questo lavoro un’arte. Da Roma (Olgiata): Francesca Tramice. Francesca è Miss Rocchetta Bellezza Lazio 2019. Ha 19 anni, è alta 1.76 e ha i capelli castani e gli occhi azzurri. Ha frequentato il liceo scientifico, ama ballare, soprattutto hip hop. Per il futuro il suo sogno è affermarsi come fotomodella.




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