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Anno 7 Numero 9
SETTEMBRE 2015
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...Se si vuole... Si può
Il successo della Notte Bianca dimostra come si riesce ad attirare i turisti a Torvaianica riportandola agli anni d'oro anche se solo per un giorno Pomezia, arrivano le macchinette “mangiarifiuti” PAG. 11
Ardea e Pomezia circondate dagli impianti Biogas PAG. 12 - 16
Torvaianica Ghost Town o Torvaianica 2.0? PAG. 18 - 19
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EDITORIALE
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L’editoriale secondo Fucci Il sindaco di Pomezia ribatte a quanto scritto a pag. 3 il mese scorso l’effetto si è sentito nei bollettini TARI che rispetto allo scorso anno sono diminuiti di importo. Riguardo alla mensa, è falsa l’affermazione che sono più alte le rette. Esse si pagano in base al reddito e prevedono fasce di esenzione per le famiglie con disagio economico e famiglie numerose con più di un figlio che usufruisce del servizio. Inoltre, il nuovo affidamento del servizio ha anche una riduzione del costo unitario del pasto e l’esenzione per le persone con disabilità. Altro che aumento!”
L’editoriale del mese scorso, pur se scritto in un’ottica non polemica, ma solo di semplice raccolta dell’opinione di molti cittadini, e per questo utile per essere da sprone all’amministrazione comunale, non è piaciuto al sindaco di Pomezia Fabio Fucci, che ha replicato ai punti contenuti nell’articolo. Pubblichiamo integralmente le risposte del Primo Cittadino ai vari argomenti. SERVIZI Riguardo agli appalti, è stato spiegato dall’Amministrazione che adesso questi costano di meno rispetto al passato. Però si trascura il fatto che il minor costo è dovuto spesso ai minori servizi offerti: meno scuolabus, meno giorni di raccolta dei rifiuti e via discorrendo. Di contro, sono più alte le rette della mensa, così come maggiori rispetto al passato sono le imposte comunali. “Abbiamo mandato a gara servizi pubblici fondamentali che in passato hanno viaggiato per anni a suon di proroghe, proroghe salatissime per i nostri concittadini. Il Consorzio Formula Ambiente è l’unica ditta, vincitrice dell’appalto di igiene urbana, che era già a servizio dell’Ente. Con le nuove gare pubbliche c’è non solo un risparmio sul costo del servizio, ma un miglioramento della qualità del servizio stesso. Un esempio su tutti: l’estensione della raccolta differenziata porta a porta in tutto in
territorio. A questa aggiungiamo che è stata realizzata una nuova isola ecologica a Torvaianica e ne sarà realizzata una terza a S. Palomba. Abbiamo sfatato anche il mito che la differenziata costa di più della raccolta stradale. Il servizio che prevede la raccolta “porta a porta” costerà un milione di euro in meno e
BILANCIO Se parliamo di bilancio economico bisogna fare una considerazione: non sembrano esserci molte differenze rispetto al passato. Il bilancio di previsione del 2013, approvato quasi a fine anno, era la fotocopia di quello 2012, quando c’era ancora l’Amministrazione di centrosinistra; quello del 2014, anche stavolta approvato a fine anno, non è stato diverso da quello del 2013 e quindi da quello del 2012. Ed ora c’è il bilancio di previsione 2015 che prevede entrate – quantomeno anomale – riferite al recupero dell’evasione fiscale: si tratta di importi che arrivano a quasi un terzo di quelle correnti. Da qui il certo rischio che nel rendiconto ci sarà un forte disavanzo. Questo ricorda molto, forse troppo, il passato, con presunte entrate che non si tradurranno mai in soldi effettivi. (segue a pag. 4)
4 (da pag. 3) “I nostri bilanci sono decisamente differenti da quelli del passato. Intanto per un aspetto sostanziale: non sono più bilanci in perdita e non gettano al vento i soldi dei cittadini. Lo scorso anno abbiamo certificato il buon andamento del nostro governo chiudendo il bilancio consuntivo con un positivo di oltre 4 milioni di euro. Ogni affermazione basata su inutili ed incomprensibili tecnicismi non rende merito alla nostra azione e non fa comprendere alle persone come stanno effettivamente le cose. Oggi Pomezia è una città che tiene sotto controllo le spese e ha rafforzato la capacità di incassare i tributi. Non solo, finalmente i cittadini di Pomezia hanno la certezza che i soldi delle tasse vengono impiegati per realizzare opere importanti e per offrire servizi di qualità. Non c’è bisogno di essere acuti osservatori per comprendere quanti e quali cantieri abbiamo fatto partire in città. Abbiamo realizzato opere per la viabilità, portato acqua potabile in zone dove si attendeva da decenni, costruito nuovi parchi e sistemati quelli degradati, asfaltato strade, realizzato marciapiedi, scuole, piste ciclabili, sottopassaggi pedonali. Insomma, del passato, delle opere incompiute, dei soldi sprecati e dei bilanci in rosso non c’è più traccia. C’è solo tanto, tanto lavoro concreto e visibile. Certo, ancora ne abbiamo tanto da fare ma finalmente in questa città si riescono a programmare gli interventi e, novità assoluta, si portano a termine”. DIRIGENTI “In merito ai tagli degli stipendi dirigenziali, nel bilancio 2015 abbiamo dato evidenza della riduzione del costo del personale dirigenziale di 526.747,89 euro annui, derivanti dall’eliminazione dell’illegittimo incremento del fondo per la dirigenza e della retribuzione di posizione. Questo significa aver recuperato quasi 600 mila l’anno di risorse che possono essere impiegate per realizzare opere e servizi per la città”. SERVIZI PUBBLICI “Abbiamo mandato a gara servizi pubblici fondamentali che in passato hanno viaggiato per anni a suon di proroghe, proroghe salatissime per i nostri concittadini. Il Consorzio Formula Ambiente è l’unica ditta, vincitrice dell’appalto di igiene urbana, che era già a servizio dell’Ente. Con le nuove gare pubbliche c’è non solo un risparmio sul costo del servizio, ma un miglioramento della qualità del servizio stesso. Un esempio su tutti: l’estensione della raccolta differenziata porta a porta in tutto in territorio. A
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questa aggiungiamo che è stata realizzata una nuova isola ecologica a Torvaianica e ne sarà realizzata una terza a S. Palomba. Abbiamo sfatato anche il mito che la differenziata costa di più della raccolta stradale. Il servizio che prevede la raccolta “porta a porta” costerà un milione di euro in meno e l’effetto si è sentito nei bollettini TARI che rispetto allo scorso anno sono diminuiti di importo”. RIFIUTI E DEGRADO AMBIENTALE “Ricordo che non più di due anni fa, a cadenza regolare, Pomezia viveva un’emergenza rifiuti, con le conseguenze sull’igiene e la salute pubblica e sul decoro cittadino che tutti ricordiamo bene. Oggi il servizio di raccolta rifiuti è costantemente monitorato e controllato: il Nucleo Ambientale del Comune di Pomezia, in cui collaborano la Polizia Locale e l’Ufficio Ambiente, svolge un lavoro di controllo su tutto il territorio, sia sul corretto conferimento da parte dei cittadini che sulla ditta stessa. Inoltre abbiamo installato in vari punti della Città, in particolare in quelle zone più sensibili all’abbandono dei rifiuti, telecamere di videosorveglianza che ci hanno permesso di sanzionare 160 persone in soli 4 mesi”. LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO “Non ho mai detto che i lavoratori a tempo determinato del Comune non servissero, semmai ho sempre dichiarato il contrario. Ho dialogato costantemente con loro, tenendoli aggiornati su ogni atto e decisione dell’Amministrazione, in completa trasparenza, anche nei momenti di maggiore tensione. I lavoratori a tempo determinato sono una risorsa indispensabile per la Città e i suoi servizi: l’attenzione dimostrata dalla mia Amministrazione ha portato alla soluzione ottimale per i dipendenti e per il Comune”. CONFLITTO DI INTERESSI AVV. D’ANGELO “Le cause di incompatibilità sono strettamente normate dal Decreto Legislativo n. 39/2013, e nel caso degli avvocati anche delineate dalla cd. Riforma Forense – Decreto Legislativo n.
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247/2013. Parlare di conflitto di interessi è pura speculazione”. RAPPORTO CON I CITTADINI “In questi due anni abbiamo incontrato centinaia di cittadini e tutti i Comitati di Quartiere. Gli interventi e i servizi messi a bilancio derivano anche dal confronto e dalle indicazione di chi vive e abita il territorio. Ovviamente esistono dei confini, spesso tecnici, in cui una pubblica amministrazione deve operare. Il caso di largo Brodolini è uno di questi. Le soluzioni proposte dai comitati cittadini non erano tecnicamente ammissibili perché non consentivano di rispettare i canoni di sicurezza stradale a cui invece dobbiamo conformarci. Questo e molto altro è ciò che stiamo facendo per amministrare al meglio Pomezia. Lei chiede un cambio di rotta per soddisfare le esigenze della gente: benissimo, è proprio ciò che in questi due anni è stato fatto ed è proprio ciò che continueremo a fare. Restituire la Città ai cittadini, fornire servizi di qualità, tagliare le spese superflue, ottimizzare le risorse, utilizzare i soldi delle tasse dei cittadini per le opere pubbliche. Non si comprende quindi da quali indicatori abbia tratto una generalizzata insoddisfazione della cittadinanza verso la nostra Amministrazione. Devo invece dire che i nostri concittadini riconoscono che fin dal nostro insediamento abbiamo avviato decine di cantieri in città, realizzato opere anche importanti come quelle relative all’estensione della rete idrica per portare acqua potabile in quartieri dove l’attendevano da decenni. L’impronta del nostro Governo si vede in Città e tante altre opere vedranno la luce entro la fine del nostro mandato. Finalmente Pomezia può contare su un’Amministrazione che investe i soldi dei cittadini per opere e servizi”. Ringraziamo il sindaco per le risposte, ma vorremmo invitarlo, in nome della trasparenza, a far pubblicare i Cud dei dirigenti, fermi al 2013. Le riduzioni di cui parla infatti Fucci sono dovute gran parte al fatto che nel bilancio 2015 i sono due dirigenti in meno, Sorbino e Maceroni. I restanti dirigenti, al contrario, hanno potuto contare su Cud non di molto inferiori al passato… Per quanto riguarda invece i lavoratori a tempo determinato, invece, una domanda: se il sindaco ha sempre pensato fossero indispensabili, perché fare ricorso alle loro assunzioni. E perché affrontare tante spese legali, soprattutto dopo le prime sconfitte?
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Piani Particolareggia H
a suscitato da un lato scalpore e indignazione, dall’altro ironia e rassegnazione, il netto rifiuto da parte della Regione Lazio di avvallare la richiesta dell’amministrazione pentastellata pometina di annullare in autotutela la Variante al Piano Particolareggiato di Torvaianica Alta. Della questione parliamo con il consigliere di Forza Italia Luigi Lupo, tra i più forti oppositori della delibera presentata e approvata dal Movimento 5 Stelle lo scorso giugno e bocciata ad agosto dalla Regione. “Il problema è che non hanno neanche capito la differenza tra una delibera di adozione e un’approvazione. Il consiglio comunale non ha il potere di approvare la Variante, ma può solo adottarla, attraverso una delibera, che è soggetta alle osservazioni dei cittadini per il tempo previsto dalla legge. Dopo le controdeduzioni viene mandata in Regione, organo deputato a respingere o approvare la Variante. Nel nostro caso questo è avvenuto per silentium, quindi di fatto il piano era approvato dalla Regione a tutti gli effetti già dal 2009. Questo significa che la delibera comunale non aveva più nessun valore esecutivo, in quanto superata dall’approvazione regionale ed era assolutamente inutile annullarla in autotutela, perche questo non avrebbe avuto nessun effetto”. La cosa strana, secondo Lupo, è l’atteggiamento del Comune rispetto a questo Piano Particolareggiato. “C’è stato un ricorso al Tar da parte di un privato, che si è opposto al piano, chiedendone l’annullamento. Il Comune, inizialmente rappresentato dalla vecchia amministrazione, ha difeso in sede di giudizio il Piano. Nella sua sentenza il Tar ha riconosciuto la legittimità del piano, quindi già questo sarebbe dovuto essere sufficiente per far evitare altre iniziative del genere. Il privato decise invece di fare appello, ricorrendo al Consiglio di Stato. Ebbene il Comune, che questa volta era rappresentato da questa amministrazione, ovvero dalla Giunta a 5 Stelle, si è nuovamente schierato a favore del Piano. Il privato ha poi desistito, quindi la sentenza del Consiglio di Stato è diventata esecutiva, riconoscendo nuovamente – il 12 maggio 2015 – l’esecutività di questo piano che viene riconosciuto perfettamente legittimo. Il documento porta tra le altre la firma del sindaco Fabio Fucci. Ma, dopo appena 29 giorni, non si capisce perché, lo stesso Fucci cambia idea e decide, insieme alla sua Giunta e poi al Consiglio Comunale, di provare ad annullare la Variante adducendo come motivazione il mancato rispetto degli standard urbanistici. Motivazione che la Regione boccia una prima volta, dimostrando come i calcoli presentati dal Comune di Pomezia siano errati in quanto non tenevano conto che si trattava di un quartiere nato come nucleo spontaneo poi recuperato, ma che non fa desistere il Movimento 5 Stelle, che porta lo stesso in Consiglio la delibera e l’approva, anche se noi sapevamo con certezza come sarebbe andata a finire e lo abbiamo anche detto e ripetuto prima della votazione”.
“Vorrei fare una importante precisazione: il sindaco ha messo tra le motivazioni della delibera di annullamento in autotutela la mancanza di servizi. Credo che, annullando la variante, si ottenga esattamente l’effetto opposto, ovvero non si avranno mai i servizi che si potrebbero avere consentendo la costruzione così come previsto dalla variante stessa. I permessi sono infatti subordinati alla cessione a titolo gratuito al Comune di aree che potranno essere destinate a parcheggi, zone verdi e quant’altro necessario per rendere il quartiere più fruibile e vivibile dai residenti. L’alternativa sarebbe l’esproprio dei terreni dagli attuali proprietari, ma ricordo che la legge prevede questo ai costi di mercato e, oltre alle lunghe tempistiche, non mi pare che sia una soluzione conveniente per il Comune e per i cittadini. C’è poi da far capire che questa variante non nasce dalla volontà dei costruttori, bensì perché – come ribadiva una sentenza del Consiglio di Stato - erano scaduti i termini del piano particolareggiato e bisognava quindi ripianificare le aree del perimetro all’interno del quale c’era chi aveva già costruito, magari abusivamente, e chi – ligio alle leggi – no, restando penalizzato. Puntualizziamo anche che chi ha costruito in passato non ha ceduto nulla al Comune, chi invece costruirà adesso dovrà cedere gran parte delle aree all’amministrazione”. Lei ha anche presentato una denuncia riguardo alcune costruzioni in particolare… “No, si tratta per l’esattezza di una richiesta di verifica di alcune aree che si trovano all’interno del piano, dove sono state effettuate delle costruzioni sulle quali potrebbero esserci dei probabili – uso il condizionale fino a quando le verifiche non appureranno come stanno le cose – abusi edilizi, ovvero si sia costruito molto di più rispetto a quanto consentito e riportato nei progetti approvati dal Comune. In qualità di consigliere comunale ho chiesto all’organo preposto dalla legge 380 – ovvero al dirigente all’urbanistica – di effettuare nei tempi previsti dalla legge fare questi controlli. Qualora il dirigente non ottemperi al suo dovere, si può richiedere l’intervento della Regione Lazio, alla sezione abusi, cosa che io ho fatto visto che il dirigente, nonostante siano abbondantemente scaduti i termini di legge, non ha assolutamente risposto alla mia richiesta di verifica, adducendo come scusa la mancanza di tempo. Però lo stesso dirigente, che ricopre anche il ruolo di dirigente ai lavori pubblici, ha trovato il tempo di far fare proprio in quel lotto i lavori di asfaltatura della strada dopo che erano stati effettuati gli allacci alle utenze primarie. Mi chiedo come mai abbia trovato il tempo per una cosa e non per l’altra… visto che erano lì, si potevano pure organizzare i controlli… A maggior ragione visto che viene detto che a Torvaianica Alta è stato costruito di più rispetto al consentito. Quindi, perché non controllare quando vengono fatte delle precise segnalazioni? Forse ci abita o sono di qualcuno di importante, magari di qualche consigliere di maggioranza che non può essere disturbato? E che magari non avrebbe neanche dovuto votare la delibera di
giugno, avendo interessi diretti? Intanto il dato di fatto è che a oggi, alla faccia della trasparenza, nessun controllo è stato fatto”. Pensa ci sia mancanza di trasparenza? “Non solo, ma anche una serie di illegittimità, per le quali lo scorso gennaio ho fatto una relazione al Prefetto di Roma. Ancora non ho ricevuto risposta, ma attendo fiducioso”. A cosa si riferisce? “Faccio solo qualche esempio: dal pagamento delle fatture di debito che non vanno in ordine cronologico ad una cosa per me gravissima, che aggira la legge antiusura e la famigerata trasparenza, ovvero l’affidamento diretto per appalto sottosoglia. In questo modo sono stati dati milioni di euro per lavori “spacchettati”, ovvero suddivisi in tranche di poco inferiori ai 40 mila euro, anche di pochi euro, alle stesse ditte, fino ad arrivare a cifre molto importanti che sarebbero dovute andare in gara ad evidenza pubblica, invece che ad affidamento diretto a chi si voleva. Ma non solo: il vecchio albo dei fornitori scadeva a fine dicembre 2013 e la graduatoria non è mai stata rinnovata, quindi ancora vengono utilizzati solo quei fornitori e non si capisce perché, nonostante sia stata fatta una delibera apposita, la graduatoria non venga aggiornata”. Mi può fare un esempio di questi affidamenti diretti con importi “spacchettati”? “Uno tra tanti riguarda i lavori della strada di via Fratelli Bandiera. Dopo aver fatto la gara e stabilito il prezzo, sono usciti fuori dei lavori in più da fare per un importo di circa 150 mila euro. Invece di fare un’ulteriore regolare gara, si sono frammentati i lavori in tranche da poco meno di 40 mila fino ad arrivare all’importo totale, affidando direttamente alla ditta il servizio. Nel 2014 oltre un milione di euro è stato dato a trattativa diretta: mi sembra un ricorso abbastanza “allegro” a questa pratica, consentita invece solo in casi limitati”. Alessia Ambra Achille
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ti di Torvaianica Alta
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a Regione ha bocciato la delibera di consiglio comunale n. 33 del 11/06/2015 attraverso la quale i consiglieri di maggioranza hanno approvato l'annullamento in autotutela dell'approvazione fatta nel 2009 dai consiglieri dell'epoca alla Variante al P.P. di Torvaianica Alta - Campo Jemini dicendo che tale delibera faceva riferimento ad un atto "sostanzialmente incapace di produrre effetti concreti", dal momento che era già confluito nel successivo piano attuativo, ormai approvato ed efficace ai termini di legge. C'è quindi stato da parte vostra un errore grossolano di fondo nel chiedere l'annullamento di quella delibera e non, magari, di qualche altro atto che avrebbe potuto fermare la cementificazione a Torvaianica Alta e Campo Jemini? “A nostro avviso non c’è stato alcun errore procedurale. Il Comune è un ente autonomo dalla Regione e come tale può produrre gli atti che competono alla pianificazione del territorio comunale. Noi riteniamo che annullare quella delibera fosse un atto di buon senso, di amore nei confronti della città e dei residenti di un quartiere, Torvaianica Alta, che soffrono della carenza di servizi. Combatteremo ad ogni livello per assicurare ai nostri concittadini aree e spazi di vita che possano garantire loro un miglioramento nella qualità di vita. Quel piano urbanistico avrebbe ingolfato ulteriormente il quartiere senza prevedere parcheggi adiacenti alla scuola, parchi, aree giochi e una viabilità degna di una città moderna. La linea che sta indicando la Regione a nostro avviso è viziata da una scorretta interpretazione della normativa di riferimento e pertanto riteniamo che stia sviando dalle nobili finalità di ogni pubblica amministrazione: salvaguardare il prevalente interesse della collettività”. Ancor prima della discussione in consiglio della delibera ora bocciata, la Regione Lazio aveva già espresso parere negativo sostenendo che il calcolo degli standard urbanistici da voi fatto e calcolato come carenti, fosse errato in quanto gli stessi - trattandosi di un piano particolareggiato basato su una variante speciale per il recupero di nuclei spontanei - erano abbondantemente rispettati: come mai non è stata seguita l'indicazione della Regione e si è andato avanti con l'approvazione della delibera pur sapendo che si sarebbe andati incontro non solo ad una quasi certa bocciatura e ad altret-
tante quasi certe esose richieste di risarcimento danni da parte di costruttori e proprietari di terreni che si ritengono danneggiati da tale atto? “A nostro avviso la Regione sta commettendo un errore. D’altronde, nessuno è infallibile. Noi riteniamo di aver agito correttamente tutelando gli interessi di una comunità, quella di Torvaianica Alta, che non ha bisogno di appartamenti o villette bensì di parcheggi, di strade, di parchi e di giardini. Insomma, la città ha bisogno di spazi di vita, spazi che possano incidere positivamente nelle vite delle persone. Va detto però che la Regione, nell’analizzare questo piano urbanistico, sta adottando un atteggiamento contraddittorio, discontinuo. Infatti solo pochi anni fa criticava la formazione del piano urbanistico, addirittura comunicando al Comune di Pomezia una serie di difformità che rendevano il piano irregolare. Bene, oggi che noi abbiamo annullato quel piano sembrano invece “difenderlo coi denti”. Tra l’altro, una delle comunicazioni della Regione è arrivata a soli due giorni dall’annullamento che abbiamo operato in Consiglio Comunale. Un tempismo quantomeno sospetto che non mancheremo di sollevare in ogni sede per accertare se dovessero esserci state delle indebite pressioni. Sempre a proposito delle costruzioni di Torvaianica Alta e delle cubature, tra aprile e maggio 2015 il consigliere di opposizione Luigi Lupo ha fatto formale segnalazione, attraverso istante ed esposti, di costruzione di "fabbricati di presunta abusività" richiedendo copia della pratica edilizia dei fabbricati "sospetti". Tale documentazione non è mai stata consegnata al consigliere, che lo scorso 1° luglio, quindi quasi due mesi fa, ha inviato una lettera formale al dirigente all'Urbanistica Renato Curci e al Comandante della Polizia Locale Angelo Pizzoli, nonché per conoscenza al Sindaco, a tutti i consiglieri comunali, al Segretario Generale del Comune di Pomezia e alla Regione Lazio, una lettera di denuncia nella quale segnala che, in violazione delle norme di legge, il Dirigente ha omesso di consegnare copia della pratica edilizia dei fabbricati. Da quello che si legge nella denuncia del consigliere, sembra che il Dirigente, pur attestando che in zona ci sia un eccesso di cubatura - cosa che avrebbe generato una diminuzione degli standard pubblici - non abbia poi provveduto ad eseguire i dovuti controlli atti a verificare se i 7 fabbricati segnalati fossero stati edificati con una cubatura superiore a quella consentita. Come mai, visto che proprio l'eccesso di cubatura vi ha portati a deliberare l'annullamento in autotutela? Si può parlare, come sostiene il consigliere Lupo, di consapevole omessa vigilanza? “Devo dire che dalla domanda non si capisce di cosa si stia parlando. Non è una novità, Lupo parla con riferimenti che poco si comprendono. Ad ogni modo, Torvaianica Alta è stata costruita negli anni passati e quindi l’omessa vigilanza dovrebbe eventualmente essere imputata a dirigenti e funzionari che hanno operato in passato. Devo dire che questi argomenti non ci
appassionano. Preferiamo lavorare a tempo pieno per realizzare opere per la città ed erogare servizi di qualità ai nostri concittadini”. Altro fatto che, se vero, risulta grave, è che lo stesso dirigente all'urbanistica lo scorso 1° giugno, quindi dopo più di un mese dalla presentazione dell'esposto di Lupo, pur non avendo disposto i controlli sulla regolarità dei fabbricati che risultavano in vendita, in qualità di dirigente anche ai lavori pubblici, "si è invece premurato (riportiamo esattamente le parole della denuncia presentata dal Lupo) di far prontamente eseguire i lavori - a spese delle casse comunali - per opere di fognature proprio a servizio di detti villini": come commenta questa anomalia? Non si sarebbe dovuto verificare se c'erano abusi, ovvero una maggiore cubatura rispetto al previsto, prima di effettuare lavori a carico delle casse del Comune? “Anche qui non si capisce di cosa stia parlando. Non ci sono riferimenti precisi. Chi ha consapevolezza di abusi lo segnali alle autorità e, solo dopo le necessarie indagini, potranno accertarsi eventuali responsabilità. Non comprendo il tenore di queste domande che non fanno capire ai nostri concittadini il rischio che stiamo cercando di sventare: la compromissione del territorio che, una volta andato, non potrà più essere utilizzato per il bene della collettività”. Veramente nella denuncia di Lupo c’è l’indirizzo e la foto dei fabbricati, quindi si dovrebbe ben capire di cosa si sta parlando…. Comunque, c'è qualcosa che vuole dire al consigliere Lupo, agli abitanti di Torvaianica Alta o ai costruttori che si sentono - a torto o a ragione non è certo compito nostro stabilirlo – che si reputano lesi dalla delibera dello scorso giugno? “Voglio ringraziare i tantissimi cittadini che hanno ben compreso lo spirito dei nostri provvedimenti. Siamo impegnati in una difesa, che porteremo avanti in ogni sede, del territorio di Pomezia e dei suoi abitanti. Da due anni riceviamo attacchi, pressioni, minacce da parte di chi in passato sguazzava nell’“Urbanistica alla Pometina”, quella degli arresti, della corruzione, dei furbetti e degli amichetti. Abbiamo riportato legalità, trasparenza, tempi certi e procedure chiare in ambiti dove regnava la legge del più forte. Tutto questo non va giù ai malfattori che pensavano di fare affari d’oro alle spalle e a spese dei cittadini. Andremo avanti nella nostra opera. La città ed i suoi abitanti vanno tutelati con caparbietà”. Pensa che ci siano altri strumenti per fermare la cementificazione a Pomezia? “Il nuovo piano regolatore generale per la Città di Pomezia. Un piano su cui stiamo lavorando e che è ispirato a principi di buon senso che pensano ai parchi prima che alla palazzine, alle necessità di spostamento prima che ai villini, ad un corretto bilanciamento tra aree residenziali, commerciali, industriali e i necessari spazi di vita per le persone. Qualcosa che a Pomezia non si era mai visto. A qualcuno darà fastidio, ne siamo certi, ma noi siamo testardi nel voler pensare al bene dei nostri concittadini”. Giuseppe Marrone
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Il Corriere della Città
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Torvaianica Alta, si può costruire La Regione boccia l’annullamento della Giunta Fucci
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orvaianica Alta, stop allo stop. La Regione Lazio, infatti, dà torto alla Giunta Fucci riguardo l’annullamento d’ufficio in autotutela del piano particolareggiato esecutivo “Torvaianica Alta – Campo Jemini”, deliberato in consiglio comunale lo scorso 11 giugno tra mille polemiche, quindi i costruttori e i proprietari dei terreni edificabili che avevano visto bloccare i loro progetti possono ricominciare a costruire secondo quanto stabilito dallo stesso P.P. di zona. La notizia è stata protocollata al Comune di Pomezia dal Direttore della Direzione Regionale Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti, l’architetto Manuela Manetti e dal dirigente dell’area architetto Demetrio Carini l’11 agosto (anche se la data di redazione del documento è del 6 agosto) e adesso il rischio è – oltre alla temuta cementificazione – che il Comune debba pagare milioni di euro di risarcimento ai costruttori, già pronti con i le richieste. La delibera di consiglio comunale era stata trasmessa alla Regione Lazio “… per il conseguente annullamento in autotutela dell’approvazione della Variante al Piano Particolareggiato…”, ma la risposta è stata piuttosto secca: “Corre l’obbligo – si legge nel documento della Regione – di richiamare la nota n° 303712 del 08/06/2015, precedente alla D.C.C. in argomento (la deliberazione di consiglio comunale con la quale si chiede l’annullamento in autotutela, ndc) nella quale l’Area Urbanistica e Copianificazione Comunale Provincia di Roma, Rieti e Viterbo di questa Direzione già rilevava gli erronei presupposti posti a sostegno delle motivazioni per l’annullamento d’ufficio della Variante del P.P. Torvaianica Alta – Campo Jemini e che qui si ritiene ribadire e condividere”. Come a dire: noi lo avevamo già detto che stavate partendo da calcoli sbagliati, perché avete continuato su questa strada, che porterà solo spese per il Comune? E a rafforzare l’ipotesi delle spese – che arriveranno dalle richieste di risarcimento danni già all’epoca preannunciate da parte di costruttori e proprietari delle aree interessate, oltre che dalle spese legali che l’amministrazione dovrà
sostenere sia in sede civile che per i ricorsi al Tar già presentati o comunque in procinto di essere protocollati – la Regione conclude la nota con un ammonimento che fa capire come l’Ente di via del Giorgione non appoggerà di certo il Comune qualora i privati decidessero – e pare che abbiano già deciso di farlo - di fare ricorso chiedendo i danni. “Nel richiamare il parere reso dall’Area Legislativa e Conferenze dei Servizi – chiude infatti la nota – si rileva che (…) la D.C.C. 33/2015 deve a rigore configurarsi come inutiliter data, ossia quale atto sostanzialmente incapace di produrre effetti concreti”. Questo perché la Giunta Fucci ha votato l’annullamento di una delibera di adozione della Variante del Piano Particolareggiato, che di per sé non produce l’approvazione della
stessa. L’approvazione, infatti, è un atto successivo e completamente autonomo rispetto a quanto portato in aula dai consiglieri di maggioranza lo scorso giugno per l’annullamento in autotutela: quello che si voleva annullare era un atto che di per sé non poteva più produrre effetti, in quanto già confluito in quello successivo, ovvero nell’approvazione che ha reso esecutiva la variante al Piano Particolareggiato. Un autogol dovuto all’inesperienza o al mancato approfondimento dell’argomento – o meglio dell’iter burocratico seguito - prima di portarlo in discussione, che purtroppo porterà spiacevoli conseguenze per tutti i cittadini di Pomezia. Arianna Azzurra Achille
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POLITICA 9 Toccata (con eventuali danni…) e fuga Settembre 2015
Ardea, si dimette l’assessore all’area tecnica. Ma sarebbe comunque durato, vista la denuncia presentata su presunte irregolarità nell’assunzione?
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opo soli otto mesi lascia il Comune di Ardea il dirigente dell'area tecnica Bonaventura Pianese. L'architetto, forte del suo curriculum professionale che lo ha visto ricoprire incarichi apicali ad Opera, Fondi, Giuliano in Campania, Provincia di Barletta Adria Trani, Gaeta, Fondi, Castel Volturno, Ardea, approda ora a Terracina dove dirigerà il dipartimento Urbanistica, Lavori pubblici, Ambiente, Viabilità e Protezione civile. Solo sfiorato di recente da una vicenda che ha visto menzionare il suo nome nella gestione della raccolta dei rifiuti nel comune di Gaeta dove venne associato a quello di altri 16 tra politici e dirigenti dello stesso comune quali indagati invitati a comparire nel procedimento penale in corso che vede coinvolte le società De Vizia e Ecocar colpita da interdittiva antimafia dalla Procura di Cassino, ad Ardea ha preferito evitare ogni coinvolgimento nella locale vicenda rifiuti, glissando letteralmente la domanda ufficialmente rivoltagli in una interrogazione dal Consigliere di opposizione Cristina Capraro. La Capraro intendeva fare chiarezza sulla estensione contrattuale perfezionata nel 2013 dall'allora dirigente Luca Scarpolini, che ha avuto pesantissime ripercussioni sui costi della gestione rifiuti, di anno in anno aumentata fino a quasi vederne raddoppiare i costi. Per effetto di quello sciagurato contratto oltre l'ottantacinque per cento della cifra impegnata è destinata all'azienda campana l'Igiene Urbana che ha visto così triplicare il proprio fatturato iniziale. La società percepisce oggi dal Comune di Ardea oltre all'unica remunerazione iniziale costituita dal contratto base, un canone aggiuntivo stipulato due anni or sono, un rimborso per lo smaltimento dei rifiuti differenziati di molto superiore agli attuali prezzi di mercato, gli utili derivanti dalla vendita dei prodotti riciclabili, ed infine un consistente “bonus” su ogni chilogrammo di rifiuto differenziato. Toccava a Bonaventura Pianese rispondere alla scottante domanda ma il dirigente preferì non esprimersi affermando che, data la complessità della questione che si era venuta a creare, lui stesso non era in grado di dare un parere; una risposta che aveva l'aria di quello che non voleva esprimersi con una “sentenza” che avrebbe coinvolto politici, ex assessori e dirigenti; inaspettata e poco credibile quella risposta da parte di un tecnico così qualificato e blasonato qual è l'architetto. In soli otto mesi l'architetto è però riuscito a portare a segno alcuni progetti assai graditi ai locali consiglieri di Forza Italia; primo tra tutti, nonostante una precisa delibera del Consiglio comunale che dava indicazioni assai diverse, ha portato all'attenzione del sindaco e dei suoi fidi un progetto di riefficientamento energetico riguardante la pubblica illuminazione che fa acqua da tutte le parti. Senza considerarne i
costi illogicamente elevati blocca per vent'anni ogni possibilità di ricavare benefici dal risparmio energetico ottenibile con i corpi illuminanti di nuova tecnologia in grado di “consumare” meno della metà dell'attuale energia elettrica. Pianese ha tenuto a sottolineare che il progetto sarà sottoposto a gara aperta ma già si sa che non ci saranno ditte interessate a partecipare “realmente” alla gara in quanto una qualunque offerta congrua eventualmente vincitrice può essere fatta propria dalla ditta proponente. Difficile immaginare come un'azienda concorrente possa investire tempo e danaro per partecipare ad una gara persa in partenza compromettendo oltretutto i rapporti con un colosso come Hera che potrebbe contraccambiare lo sgarbo in occasioni analoghe. L'abile architetto ha così accontentato FI ma lascia il campo prima di compromettersi con una gara che potrebbe creargli problemi o macchiargli il curriculum. Lascia il campo Pianese prima che abbia conseguenze la denuncia del consigliere Luca Fanco che attribuisce alla sua nomina irregolarità tali da poterla invalidare con la conseguenza di rendere nulli tutti gli atti da lui firmati in questi otto mesi. E lascia il campo senza, buon per lui, entrare nel merito del progetto Happy Park che in quanto ad “happy” ha l'aria di rivolgersi solo ad esigenze di parte; si tratta di un grande parco a tema che dovrebbe essere realizzato in Via Bergamo proprio di fronte al depuratore. Innovativa la tecnica di costruzione dei manufatti che sarebbero realizzati interamente con container navali ed è proprio questo l'aspetto che crea dubbi: trasformata l'area da agricola ad edificabile nel momento in cui il parco si manifestasse una scelta non proprio “happy” sarebbe semplicissimo smontare tutto in pochi giorni e far partire la solita cementificazione selvaggia di tipo residenziale. Tornando alla questione rifiuti resta oscura la valutazione dell'ex dirigente da cui è derivato il bilancio 2014 e l'attuale proposta nel previsionale 2015. Nonostante l'azienda Igiene Urbana
abbia preventivato con precisione costi dell'intero servizio per quasi 10 milioni di euro nel 2014 ed oltre i 10 milioni nel 2015, la richiesta che il dirigente ha presentato agli uffici finanziari pare sia sempre stata incomprensibilmente più bassa finendo in questo modo per provocare difficoltà nei pagamenti della ditta e della discarica e probabili debiti fuori bilancio che tuttavia ufficialmente non sono ancora emersi. Perché questa valutazione così ottimistica? Pensava forse il dirigente che quello stanziato fosse secondo lui il giusto importo da riconoscere all'azienda? Perché visto l'insorgere del problema nel 2014 non ha provveduto a correre ai ripari nel 2015 ed ha invece ripetuto la stessa troppo ottimistica valutazione di costi? Delle conseguenze di queste difficoltà stanno pagando pesantemente il prezzo i 45 dipendenti della società che percepiscono a singhiozzo ed in ritardo i loro stipendi e sulla vicenda pare si siano attivati i soliti consiglieri che intenderebbero risolverla andando alla risoluzione forzata ed anticipata del contratto per far intervenire nell'appalto una nuova ditta. Pianese lascia, e lascia letteralmente nei guai gli uffici di cui curava la direzione in un momento difficilissimo di stesura di un bilancio previsione impossibile da far quadrare. Ma al contrario di quanto si potesse immaginare una quadratura alla fine la politica pare l'abbia trovata anche se ancora incerto è l'esito della votazione. Nove “si” con quello del sindaco – ovviamente – sette “no” ed un assente, questa è la previsione più quotata al totobilancio e a turarsi il naso saranno in molti tra assessori e consiglieri della stessa maggioranza nella sadica logica di continuare a fare esclusivamente i loro interessi a scapito di quelli dei cittadini. Ma basterà che un solo consigliere di maggioranza, incapace di resistere ai morsi del risveglio della propria coscienza cambi idea e con il risultato di otto a otto il bilancio sarebbe bocciato. Mario Savarese
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CRONACA
Il Corriere della Città
Settembre 2015
Aggressione ad assessore e dipendente comunale a Pomezia. Anzi, no Versioni discordanti su quanto accaduto negli uffici del Settore Urbanistica
È
“giallo” sulla presunta aggressione avvenuta la mattina del 20 agosto a Pomezia, intorno alle 11.00, presso gli Uffici del Settore Urbanistica. Attraverso un comunicato stampa l’amministrazione comunale ha reso noto che si era verificata un’aggressione verbale ai danni di una dipendente comunale e dell’Assessore Veronica Filippone, che è in stato di gravidanza. “Ero nel mio ufficio – ha spiegato l’Assessore nella nota diffusa dal Comune – quando ho sentito forti urla provenire dal Settore Urbanistica. Un noto costruttore stava aggredendo una dipendente comunale accusandola di non rilasciargli un documento richiesto. La funzionaria, che stava svolgendo regolarmente il proprio lavoro, aveva già spiegato al cittadino che il documento richiesto sarebbe stato prodotto nei termini previsti da legge, in scadenza il 27 agosto prossimo, ma le continue urla ostacolavano il lavoro di tutti i dipendenti presenti. Sono quindi intervenuta nella discussione invitando il cittadino ad adottare un comportamento consono e a lasciare l’Ufficio. Sono stata aggredita a mia volta e sul posto sono intervenuti due agenti della Polizia Locale. Visto lo stato di agitazione che le urla e l’atteggiamento aggressivo mi hanno causato, sono stata accompagnata al pronto soccorso per verificare che lo scontro non abbia avuto ripercussioni sulla mia gravidanza. Prenderò provvedimenti in tutte le sedi opportune per tutelare la mia persona”. “Un episodio increscioso – ha aggiunto il Sindaco Fabio Fucci – che segue all’aggressione di due anni fa a me a alla vice Sindaco e a una serie di comportamenti minacciosi e intimidatori che hanno accompagnato tutto il nostro mandato. Nessuna aggressione o minaccia ai danni di dipendenti comunali e componenti dell’Amministrazione sarà tollerata e provvederemo a denunciare ogni atto intimidatorio. L’azione di ripristino della legalità che da oltre due anni portiamo avanti non sarà scalfita da atteggiamenti di questo tipo. Stiamo restituendo ai cittadini i servizi che meritano e il nostro lavoro, volto esclusivamente all’interesse
della collettività, dà evidentemente fastidio a chi nella melma oscura dell’illegalità ha sguazzato per troppo tempo. Ho accompagnato personalmente l’Assessore al pronto soccorso per assicurarmi delle sue condizioni di salute”. Ma di diverso parere è il costruttore coinvolto, Andrea Rossi, che dopo aver letto le parole dell’Assessore si è rivolto ai Carabinieri della Compagnia di Pomezia e della Stazione di Torvaianica, presentando una denuncia nella quale viene riportata la sua versione dei fatti, supportata da una registrazione audiovisiva. Il costruttore smentisce la ricostruzione fatta nel comunicato diffuso dall’amministrazione comunale. “Precisamente – spiega Rossi – non mi è stato consentito di ottenere in modo compiuto le informazioni da me richieste con gentilezza e cortesia al funzionario preposto, nonostante avessi inoltrato regolare istanza di accesso agli atti ai sensi della Legge 241/1990, proprio perché l’Assessore Veronica Filippone è intervenuta nella stanza interrompendo e richiedendo espressamente il motivo della mia presenza negli uffici comunali, malgrado fosse giorno e orario di ricevimento al pubblico, e a quale istanza di accesso ad atti e informazioni facesse riferimento la mia richiesta, oltre alla data di presentazione”. La richiesta, come spiega lo stesso Rossi, riguardava i dati volumetrici di un lotto di terreno che si trova a Torvaianica Alta dove insiste un immobile di proprietà del capogruppo del Movimento 5 Stelle Giuseppe Raspa, per il quale Rossi voleva verificare se ci fossero irregolarità. “Nel momento in cui l’Assessore è entrato nella stanza e si è rivolta a me – ha
spiegato il costruttore – ho provveduto a registrare con il mio telefono quello che stava accadendo a riprova della verità. L’Assessore, e non capisco perché, visto che se si fosse veramente trattato di un’aggressione nei suoi confronti la registrazione sarebbe stata molto più utile a lei che a me, mi ha invitato a spegnere la telecamera del telefono, dicendo che avrebbe chiamato il comandante della Polizia Locale Pizzoli. Io, sempre usando un tono moderato e cortese come fatto fino a quel momento, ho immediatamente interrotto la registrazione e ho apostrofato con “benissimo” l’affermazione di chiamata a Pizzoli per richiesta di intervento. Se ci fosse veramente stata un’aggressione da parte mia, non vedo perché l’avrei dovuta testimoniare con delle riprese, che ho fatto proprio a tutela di eventuali problemi successivi all’intervento inopportuno dell’Assessore”. “Il file audio/video, che ho messo a disposizione degli inquirenti – ha concluso Rossi – testimonia chiaramente la strumentalità della chiamata da parte dell’Assessore Veronica Filippone al Comandante della Polizia Locale, in quanto né la dipendente comunale né la stessa Filippone avevano in alcun modo subito forme di aggressione fisiche o verbali da parte mia, né oggi né in precedenza. Al contrario, l’intervento della Filippone ha avuto l’effetto di interrompere la mia legittima richiesta di informazioni a di accesso agli atti che aveva per oggetto una questione di interesse pubblico, visto che riguarda un esponente della maggioranza che sostiene il sindaco Fabio Fucci, di cui l’Assessore Veronica Filippone è notoriamente la compagna convivente. Ho voluto fare queste precisazioni, riservandomi di intraprendere ogni iniziativa legale a tutela della mia persona, ad onore della verità, che nel comunicato stampa diffuso oggi è stata sicuramente interpretata in maniera non corretta rispetto a quanto effettivamente accaduto”. Sulla vicenda adesso faranno chiarezza i Carabinieri, ai quali spetta il compito di ricostruire con esattezza quanto avvenuto.
Giuseppe Marrone
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Settembre 2015
CRONACA
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Pomezia, arrivano le macchinette “mangiarifiuti”. Ma ai cittadini costano 257 mila euro in 5 anni
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osterà quasi 257 mila euro ai pometini riciclare le bottigliette di plastica e le lattine di alluminio nelle macchinette mangia rifiuti”. Quello che doveva essere un servizio a costo zero per il Comune di Pomezia, grazie alla determinazione del dirigente dell’ufficio ambiente Anno 2015 Numero 1756 del 27 agosto 2015 si è trasformato in una costosa prestazione “offerta” direttamente, senza alcuna gara d’appalto, in quanto quella precedentemente bandita era andata deserta, alla ditta Formula Ambiente, la stessa tanto chiacchierata che si occupa della raccolta dei rifiuti a Pomezia. Ma ricapitoliamo la storia. Lo scorso inverno la notizia che sul territorio comunale sarebbero apparse, come già succede in molti Comuni del nord Italia e soprattutto del resto d’Europa, le macchinette dove inserire plastica ed alluminio per avere in cambio soldi o, nel caso di Pomezia, buoni spesa. Ma al bando di gara non risponde nessuno, perché il Comune specifica che non verrà erogato nessun contributo economico da parte dell’ente per l’installazione e la gestione delle macchinette. Unico guadagno sono gli stessi rifiuti da riciclare, che diventa di proprietà della ditta appaltatrice. Visto che nessuno aderisce, il sindaco Fabio Fucci e l’assessore Lorenzo Sbizzera, assicurando che il servizio sarebbe comunque partito dopo la fine dell’estate, annunciano che lo stesso
sarebbe stato assegnato con affidamento diretto ad una delle società che già gestiscono questo tipo di prestazione. E invece ora il colpo di scena. Affidamento diretto sì, ma alla Formula Ambiente, che non ha mai fatto cose del genere e, soprattutto, non a titolo gratuito come era stato a gran voce e più volte confermato dagli amministratori, bensì alla “modica” somma di 51.389,30 euro annui per 5 anni. Soldi che, ufficialmente, servono per ammortizzare la spesa delle attrezzature (10 macchinette ecocompattatrici installate sul territorio). Ma non sarebbe
stato più economico, anche se la Formula Ambiente ha offerto un ribasso del 2,20%, agire come era stato annunciato, ovvero senza oneri economici per il Comune? Il timore è che questi soldi, che sempre dalle casse comunali devono uscire, debbano come al solito essere presi dalle tasche dei cittadini. E quale modo migliore, in questo caso, con un ritocco – ormai il prossimo anno – alle tariffe sulla tassa dei rifiuti? Vista così, invece che un risparmio, sarebbe quasi una beffa. Alessia Ambra Achille
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Il Corriere della Città
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Ardea, sempre più vicina la realizzazione della centrale biogas più grande del Lazio Nonostante la mancanza di valutazione tecnica, oltre 300 tonnellate di liquami ed escrementi attraverseranno via Montagnano
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on è giunta ancora a conclusione la conferenza di servizi che si è svolta lo scorso 24 agosto e che avrebbe dovuto definire la procedura abilitativa semplificata per il rilascio delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione di un impianto per la produzione di biometano nel territorio di Ardea. Si tratta dell'impianto che, se realizzato, avrà il poco invidiabile primato di essere il più grande del Lazio. Tratterà quasi 120 mila tonnellate di rifiuti all'anno che, vista l'ingente quantità, arriveranno da diverse parti d'Italia. La terribile sansa di olive che procura un odore nauseabondo sarà utilizzata per un totale di 20.000 tonnellate e arriverà dalla Puglia. Oltre 60 camion al giorno percorreranno quel viottolo che è la Via di Montagnano per trasportate oltre 300 tonnellate di liquami, escrementi, sorgo, bucce di patate e qualunque altro tipo di deiezioni ani-
mali, che saranno depositati in un enorme piazzale in attesa di essere “digeriti” dall'impianto che produrrà 1200 metri cubi di biogas ogni ora, un quantitativo 6 volte superiore a quello prodotto dalla Pomar in prossimità del quartiere della Nuova Florida e che tanti disagi sta provocando ai cittadini. L'impianto, proposto da Suvenergy, una società di Livorno ancora inoperativa, sorgerà a meno di 300 metri di distanza dalle abitazioni in località Tor di Bruno, in prossimità del Villaggio Ardeatino. Ancora un nulla di fatto, dunque, nel procedimento autorizzativo; il motivo principale è costituito dalla mancanza di una valutazione tecnica che avrebbero dovuto realizzare proprio i tecnici del Comune di Ardea. Da febbraio, data di presentazione del progetto, sono passati oltre sei mesi e nulla è stato prodotto. I cittadini temono che a questo punto l'azienda possa avvalersi della clausola di silenzio assenso, che già dopo 30 giorni avrebbe consentito di iniziare i lavori. Il Comune non dà giustificazioni per l'enorme ritardo e l'opinione diffusa è quella che sia in atto una vera e propria strategia
volta a far sì che l'impianto sia realizzato senza tuttavia compromettere agli occhi dei cittadini l'operato di dirigenti e politici superficialmente permissivi o interessati per vari motivi. È proprio questo che deve aver pensato Antonino Abate, capocartello di opposizione, che ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio richiedendo l'urgente convocazione della commissione competente perché si possano chiarire i veri motivi di questo ritardo. Abate fa sua la preoccupazione dei cittadini di Montagnano, già tediati dalle problematiche della discarica e del depuratore che pare non veda mai fine. Intanto un sassolino nell'ingranaggio autorizzativo è stato messo dalla ASL locale, che ha presentato una pesantissima richiesta di chiarimenti in merito al progetto ed alla sua operatività. La ASL teme incidenti che possano causare irreparabili danni ambientali ed emissioni sia odorigene che di sostanze liquide e gassose estremamente inquinanti e pericolose per la salute pubblica. Questo ultimo aspetto dovrebbe preoccupare anzitutto il Sindaco, che è il primo dei presidi sanitari responsabili del territorio, ma pare che Luca Di Fiori sia un fan di questo tipo di impianti e che non abbia alcuna intenzione di intervenire a sostegno dei suoi cittadini. Ricordiamo come in occasione delle lagnanze presentate dagli abitanti della Nuova Florida per i miasmi maleodoranti che fuoriuscivano dall'impianto a biogas della Pomar avesse per ben due volte inviato i suoi vigili urbani a controllare la salute delle bufale allevate nell'impianto zootecnico annesso all'azienda, ignorando del tutto la vera natura del problema. Mario Savarese
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Il Corriere della Città
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Smaltimento rifiuti. Quale alternativa per Pomezia? S
i riapre un nuovo scenario nella zona di Santa Palomba, dove riemerge la conflittualità tra Regione e cittadini per la costruzione del nuovo stabilimento di biogas. Nei mesi passati, il Comune di Pomezia con il suo sindaco Fabio Fucci avevano espresso totale dissenso verso tale iniziativa ma pochi giorni fa la Regione Lazio ha dato il via libera in prima istanza alla stesura del progetto del maxi impianto che sorgerà in zona Roma Due. Tale decisione ha suscitato malcontento portando i cittadini ad un’attiva presa di posizione, in particolar modo da parte del Comitato Roma Due, da anni attivo sul territorio, che ha preso a cuore tale tematica organizzando riunioni ed iniziative per sensibilizzare ed informare al meglio i cittadini. I residenti non sono contrari all’installazione sul territorio di impianti che aiutino lo smaltimento dei rifiuti, ma questo tipo di impianto ha fatto sorgere diverse domande e preoccupazioni rispetto all’impatto ambientale, sanitario ed economico che potrebbe comportare. Inoltre a norma di legge (decreto Ministero Sanità 5 settembre 1994) le industrie insalubri di I classe necessitano dell'osservanza dei limiti di distanza; 1000 metri dalle case sparse e di 2000 metri dai centri abitati e dagli edifici sede di servizi pubblici. L’impianto che sorgerà a circa 1000 metri da Roma 2, ha suscitato così un interrogativo su come sia stato classificato il centro abitato, dato che a breve verrà inaugurata anche la nuova scuola media in via Fiorucci. Altro fatto da non trascurare è che la zona è già interessata da numerosi impianti a Rischio Incidente Rilevante ai sensi del decreto legislativo n°334 del 17 agosto 1999 e s.m.i., tra i quali il deposito di carburanti Eni che disterebbe a pochi metri dalla centrale di biogas, e la Liquigas S.p.a. Inoltre l’impianto si troverebbe a ridosso di Tor Maggiore, complesso medievale fondamentale per la riqualificazione culturale e turistica di quella zona. Ma cos’è effettivamente questo biogas? Il biogas è ricavato dallo sfruttamento di residui provenienti da allevamento (liquame, letame e avanzi di mangime), produzione alimentare (avanzi di frutta e verdura, resti della lavorazione di carne, pesce e latte, avanzi della fabbricazione della birra, avanzi di cibo, ecc.) e da acque reflue di depuratori industriali e comunali. Secondo alcuni studi se queste centrali fossero perfettamente regolamentate, darebbero un apporto nettamente migliore rispetto alle discariche a cielo aperto, un modo alternativo per produrre energia elettrica e materie plastiche data la durata limitata dei combustibili fossili convenzionali. È evidente d’altra parte, il fatto che siano impianti rumorosi, maleodoranti e non privi di emissioni nocive. Per capire al meglio la posizione del Comune ci siamo rivolti al sindaco Fabio Fucci. Come considera la situazione di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Pomezia ? “Stiamo seguendo assiduamente il servizio. Abbiamo addirittura costituito un nucleo speciale di controllo dell’ufficio ambiente che tiene con-
tinuamente sotto controllo sia l’operato della ditta incaricata della nettezza urbana che l’attività dei nostri concittadini”. Dall’insediamento di questa nuova Amministrazione, è possibile affermare che ci sono stati dei miglioramenti? Quali? “Dal nostro insediamento il servizio ha fatto notevoli passi in avanti. Solo pochi anni fa i cittadini di Pomezia erano soliti assistere ad indecorosi spettacoli con cassonetti trasbordanti di rifiuti e distese indecorose di immondizia fino al centro città. Oggi la città è generalmente più pulita e, con l’arrivo della raccolta differenziata “porta a porta” che entro fine anno coprirà tutta Pomezia puntiamo a diventare un punto di riferimento virtuoso per tutto il centro Italia. Stiamo già ricevendo incoraggianti risultati di differenziazione dei rifiuti che non potranno far altro che migliorare. A questo aggiungiamo anche che da quest’anno, grazie al nuovo servizio che costa meno del precedente e le numerose detrazioni che abbiamo inserito, i bollettini TARI che i cittadini hanno ricevuto sono risultati più “leggeri” ed hanno previsto un pagamento minore”. Può ricordare ai cittadini la motivazione del vostro no alla costruzione dell'impianto di biogas in termini di tempi di realizzazione, impatto sulla salute, ambiente ed a livello economico? “Sostanzialmente tale impianto andrebbe ad incidere negativamente in una zona, quella di S. Palomba, già interessata da numerose aziende cosiddette “a rischio di incidente rilevante”. Il deposito di carburante Eni e la Liquigas già impongono di intraprendere misure di prevenzione straordinarie per mitigare i rischi nei confronti della popolazione in caso di incidenti. Inserire in quel contesto un’ulteriore elemento di rischio come un impianto biogas è una scelta insensata e poco attenta alle caratteristiche del territorio. A questo aggiungiamo anche che l’impianto utilizzerebbe il metano prodotto come combustibile e questo non farà altro che peggiorare la qualità dell’aria che i cittadini della zona respirano. Inoltre, la viabilità
del quartiere, già messa a dura prova dal transito di mezzi pesanti e già al collasso, risulterebbe definitivamente danneggiata dal passaggio di camion da e verso la biogas”. L’Amministrazione farà qualcosa per tentare di opporsi alla costruzione della centrale biogas a Pomezia, visto il primo parere positivo della Regione in tal senso? “Io stesso sono stato ricevuto in Regione Lazio dalla commissione regionale che stava esaminando il progetto ed in quella sede ho espresso tutta la contrarietà dell’amministrazione comunale di Pomezia alla realizzazione dell’impianto. La Regione sembra orientata ad approvare il progetto ed in questo sembra voler affossare definitivamente i cittadini di Pomezia noncurante della loro salute. Io e tutta l’amministrazione tenteremo ogni strada praticabile per impedire che l’impianto si realizzato e proprio in questi giorni stiamo studiando le contromisure da intraprendere contro la Regione Lazio. Noi vogliamo difendere e tutelare i nostri cittadini e la loro salute, la Regione evidentemente no”. Quali sono le vostre alternative per lo smaltimento dei rifiuti negli stessi termini? “La realizzazione di impianti di compostaggio dove poter conferire il rifiuto “umido” della raccolta differenziata. La Regione sa bene che nel Lazio ci sono pochissimi impianti di questo tipo ed andrebbero incentivati maggiormente. Purtroppo la linea politica di Governo e Regione è quella di spingere verso la realizzazione di inceneritori e impianti biogas che, ormai è risaputo, sono macchine di morte. Noi spingeremo affinché questa linea cambi ma è chiaro che la barra del comando, in questo caso, è nelle mani del binomio Governo-Regione Lazio. Saranno in grado di avviare una svolta a tutela dei cittadini?” La situazione è molto complessa. Noi continueremo a monitorarne gli sviluppi e tenervi informati.
Elisa Benazzi
Il Corriere della Città
16 CRONACA L'alternativa "sana" alla centrale biogas
Settembre 2015
I Ribelli di Montagnano non si danno per vinti e controbattono con una loro proposta ad una legge assurda che finirà per favorire solo le lobby dell'energia a discapito della salute dei cittadini
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l governo italiano, infatti, ha finito per fissare con una legge gli obiettivi per la produzione di biocarburanti avanzati con una quota obbligatoria del 20% entro il 2020. Un primato normativo che il nostro paese condivide al mondo solo con gli Stati Uniti e pochi altri Paesi. Secondo le stime del Consorzio Interuniversitario delle Biotecnologie, la filiera del biogas-biometano potrebbe consentire la creazione di 13mila green jobs al 2020, con investimenti per oltre 2 miliardi di euro. Molto allettanti gli incentivi alla produzione del biometano, più allettanti perfino di quelli riconosciuti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dove, fino ad oggi a far la parte del leone erano proprio gli impianti che producendo biogas lo utilizzavano come carburante per i cogeneratori di energia elettrica. Ma mentre per produrre energia elettrica la legge fissa per i piccoli impianti (quelli più incentivati) un tetto di produzione elettrica di 1 Mwatt, ossia una produzione di biogas equivalente di circa 100 normalmetricubi di metano, per chi sceglierà di produrre biometano il tetto è fissato 5 volte più in alto. In pratica questo significa che verranno trattati in un impianto di questo tipo rifiuti e scarti dall'agricoltura per oltre 120 mila tonnellate l'anno. Per rendere un'idea di una dimensione di questa portata si pensi alla frazione organica dei rifiuti urbani (una delle fonti preferite da questi impianti), ci vorrebbe una città grande due volte Firenze o come Palermo (la quarta per abitanti in Italia) per alimentarla. Questi impianti sono potenzialmente molto pericolosi e per questo la legge impone regole assai restrittive per la loro realizzazione. Anche una centrale elettrica nucleare è sicura su ben condotta e manutenuta ma il costo che deriva dalla sicurezza imposta è comunque conveniente ai fini della produzione elettrica. Diversa è la situazione per queste centrali a biogas. I costi di manutenzione e prevenzione sono troppo alti ed inevitabilmente, come sta accadendo in Germania, i produttori finiscono per trascurare i controlli e la manutenzione ed inoltre, per lucrare ulteriormente sui costi, utilizzano materiali provenienti dai rifiuti organici di ogni genere quali fanghi di depurazione proveniente da ogni genere di trattamento industriale e di conseguenza con significative presenze di metalli pesanti ed inquinanti pericolosi. Si stanno verificando casi in cui centrali condotte con pochi scrupoli utilizzino perfino materiale recuperato da vecchie discariche in disuso. È importante considerare che se questi impianti non godessero dei benefici delle incentivazioni governative non sarebbero convenienti sotto il profilo economico ed è per questo motivo che questa tecnologia, seppur nota da decenni, non ha mai preso piede. Gli incentivi saranno garantiti per 20 anni e poi ? Quello che accadrà è scontato e lo si può perfino leggere sul progetto presentato: l'impianto
verrà smantellato perché non più produttivo di utili. Ma chi paga gli incentivi infine ? Tutti i cittadini Italiani naturalmente, che potrebbero godere di qualche beneficio fiscale in più se lo stato non avesse deciso di fare questo regalo alle lobby. La legge vorrebbe favorire le aziende agricole che possono in questo modo utilizzare i liquami animali e gli scarti dei prodotti agricoli lavorati, ma, come accadrà nel caso della centrale di cui stiamo parlando, di “agricolo” nell'azienda ci sarà solo la parola contenuta nello scopo sociale della società: si tratta infatti di una SRL senza dipendenti, un solo socio, 10 mila euro di capitale sociale e che attualmente risulta essere inattiva. Lo stesso terreno in cui sorgerà non prevede neanche un orticello ma tutto il materiale arriverà dalle più svariati parti d'Italia. L'attività non avrà ricadute positive per l'occupazione né vantaggio alcuno per i cittadini di Montagnano e di Ardea ai quali resteranno solo i rischi per la salute, le emissioni maleodoranti e la deturpazione del territorio ad alta valore agricolo. Inviandola a tutti i rappresentanti delle istituzioni del comune di Ardea e della regione Lazio, i Ribelli di Montagnano – un'associazione nata per dare voce ai cittadini di quel quartiere già ampiamente offeso dalla presenza di un vicinissimo impianto T.M.B., una discarica e un depuratore – giocano la carta del progetto alternativo e presentano una loro proposta che qui riportiamo integralmente Carissimi Rappresentanti dei Cittadini, sono qui a scrivere questa lettera a nome del Comitato "Ribelli di Montagnano" e di tutta la popolazione del Territorio, per proporre un'idea che innalzerebbe di sicuro l'economia di Ardea e, indirettamente, di tutti i suoi cittadini. In questo periodo si parla molto della volontà di costruire un mega-impianto per la produzione di biogas o biometano che, a detta di alcuni di voi, potrebbe dare lavoro a qualche residente nel Comune (credo 5 o 6 persone al
massimo); ma tutto questo a che prezzo? Voglio sperare che voi tutti siate ben informati sui pro e i contro di questo tipo di impianti: vale la pena dare lavoro a un pugno di residenti mettendo a rischio la vita di migliaia di Cittadini nell'arco di pochi anni? Spero voi sappiate cosa siano la formaldeide, il botulino e la salmonella e quello che possono causare! È vero che esistono dei sistemi di filtraggio in grado di abbattere notevolmente (ma non del tutto!) certe sostanze, ma è pur vero che il costo di queste apparecchiature è di gran lunga superiore a quello che può produrre un impianto di biogas (o biometano che sia), ergo: un industriale non adotterà mai questi sistemi di filtraggio altrimenti andrebbe a rimetterci soldi di tasca propria! L'idea che vogliamo proporre invece, darebbe lavoro a centinaia di persone e farebbe entrare nelle casse del Comune parecchi soldi! Sì tratterebbe semplicemente di lanciare un bando per poter realizzare, in zona Montagnano (al posto dell'impianto di cui sopra), un parco acquatico sul modello Acquafàn o AcquaPiper in grado di attirare clienti anche dagli altri comuni vicini o lontani che siano, portando al nostro Comune vagonate di soldi. All'interno del parco si potrebbero anche organizzare esercizi commerciali di vario tipo: bar, ristoranti, bazar e perché no? Anche un cinema/teatro, delle aree ristoro, un mini-park per i più piccoli (magari con delle baby-sitter che li controllano), negozi di vestiario, scarpe, etc. tipo Outlet, un ambulatorio di Pronto Soccorso (che manca a Montagnano e non solo) e chi più ne ha, più ne metta! Nel periodo invernale, all'interno del parco, alcune vasche potrebbero essere utilizzate sia come piscine comunali coperte per corsi di nuoto, acqua terapia, etc., ma anche eventualmente per far allenare qualche squadra di pallanuoto locale, nuoto sincronizzato o altri sport acquatici (o addirittura una squadra di canottaggio, se esiste, attrezzando una delle piscine con l'effetto della corrente contraria). Per quanto riguarda l'energia atta a far funzionare il tutto, si potrebbero allestire delle aree adibite a parcheggi, sormontandole da pannelli fotovoltaici che fungerebbero anche da tettoie per tenere le auto all'ombra. Comunque queste sono solo alcune idee e voi, sicuramente, riuscirete a trovarne altre ed altre ancora per far crescere il nostro Comune, senza necessariamente dover gravare sulla salute dei Cittadini. Vorremmo ne parlaste tra voi in qualcuno dei vostri Consigli Comunali per valutare seriamente la cosa; non siamo noi a chiederlo ma tutta la popolazione del Territorio e crediamo anche di tutta Ardea. Nella speranza che voi Consiglieri valutiate la nostra proposta in una Interrogazione Comunale, salutiamo rispettosamente. Mario Savarese
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CRONACA
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Notte Bianca a Torvaianica, rilanciare il turismo si può Un successo per le strade e sulle spiagge della cittadina
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orvaianica come Rimini. E, almeno per una volta, non si tratta di ironia o di un paragone azzardato. Quello che si è visto la notte di Ferragosto, infatti, è stato uno spettacolo davvero incoraggiante per il turismo della cittadina che da troppo tempo arranca alla ricerca del turismo perduto. Peccato solo che si sia trattato di un episodio isolato, ma che fa capire che è questa la strada da intraprendere per poter cambiare le cose. Parliamo della “Notte bianca dei balneari”, organizzata dall’Associazione Sviluppo Torvaianica con il patrocinio del Comune di Pomezia, alla quale hanno aderito la quasi totalità degli stabilimenti balneari e moltissimi locali, soprattutto del centro cittadino. Torvaianica per una sera si è trasformata in una discoteca a cielo aperto, con eventi e musica per tutti i gusti, dagli anni ‘70/’80 ai giorni nostri passando per il rock. Strade piene – unico neo il non aver trasformato almeno il centro in isola pedonale, come normalmente avviene in questi casi: la circolazione sia pedonale che automobilistica ne ha risentito tantissimo – locali stracolmi, turisti e residenti soddisfatti, perché finalmente c’era qualcosa da fare lungo le strade e le spiagge di Torvaianica, proprio come nella riviera romagnola. Si è trattato della dimostrazione che con inventiva e coordinazione si può fare davvero qualcosa per risollevare il turismo a Torvaianica, riportando i giovani nel territorio e non costringendoli ad andare sempre altrove per cercare quello che qui non c’è, ma anche dando agli adulti e ai bambini l’occasione di divertirsi e di fare qualcosa di diverso. Basterebbe organizzare un paio di serate di questo tipo a settimana – pubblicizzandole adeguatamente per far arrivare turisti da Roma e dai Comuni limitrofi – per avere un sensibile incremento delle presenze e, di conseguenza, dell’economia legata al turismo. “L’idea della notte bianca dei balneari – spiega Massimo Falco, presidente dell’Associazione Sviluppo Torvaianica - è nata 2 anni fa, dalla Considerazione che il giorno di Ferragosto, con la tradizione della Processione a mare della Ma-
donna, a Torvaianica si riversano migliaia di persone, che dovevamo trattenere e intrattenere: una grande opportunità da sfruttare. Da qui la nostra proposta alla categoria dei balneari e all’Amministrazione Comunale: creare una grande festa sulle spiagge”.
Visto come sono andate le cose, qual è il suo giudizio sull’evento e sul rilancio del turismo? “Il successo della seconda edizione conferma che avevamo ragione, c’è un’unica via da perseguire per il rilancio di Torvaianica, che è la partecipazione e collaborazione di tutti. Il rapporto con i balneari si è consolidato rapidamente, quest’anno abbiamo portato a compimento diverse iniziative con loro e con altre categorie, dai pacchetti delle offerte dei servizi alle convenzioni con gli alberghi di Pomezia; dalla promozione del territorio, alla Navetta dei parcheggi, fino alla notte bianca sulle spiagge e altro. Tutte iniziative improntate per l’incremento del turismo. Quando c’è trasparenza e democrazia partecipata, i risultati sono garantiti!”. Ma una sola notte non basta di certo per portare turisti tutta la stagione. Quali sono i progetti futuri? “L’Associazione Sviluppo Torvajanica, dopo un anno di lavoro sulla realizzazione di un “Prodotto Turistico” promozionale del nostro territorio, sollecitata anche da alcune strutture ricettive di Pomezia sta lavorando sulla partecipazione ad una grande fiera turistica italiana. Com’è chiaramente intuibile, il Giubileo, che parte l’8 di dicembre prossimo, porterà a Roma milioni di turisti sia nel corso del primo anno che nei due successivi, così come riportano i dati di quanto già accaduto in passato, indicatore questo che ci spinge a cogliere l’occasione dell’evento, vista la competitività dei nostri prezzi rispetto a quelli del mercato della Capitale. Abbiamo delle risorse forti e di qualità da offrire, come gli oltre 8 km di spiagge, le decine di attività balneari con i loro servizi, i tanti ristoranti e locali su tutto il territorio, le case vacanze e l’albergo diffuso che l’associazione ha creato con dei proprietari di immobili, e non ultimi, due nuovissimi alberghi. C’è molto lavoro ancora da fare, ma Torvaianica rinascerà, questo è certo!”. Anna Maria Greco
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CRONACA
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Torvajanica Ghost Tow N
el mese di Agosto avevamo fatto delle considerazioni sulla conservazione e valorizzazione di un particolare ritrovamento archeologico (Il Sol Indiges), pressoché abbandonato, lasciato a sé stesso e alla rivincita della vegetazione spontanea. Questo per l’improvvida affissione di un cartello turistico, ben fatto, che, dove è posto, non serve a niente. La “scoperta” del cartello e la ricognizione sul sito venivano alla fine d’una “passeggiata” partita da Rio Torto, dall’estremo sud della litoranea di Pomezia, ma anticipammo quella parte. Riprendiamo oggi la passeggiata dall’inizio. Ci interessava vedere ciò che si trova a monte della Litoranea, dietro le prime file di case e palazzine e non si aveva, come ora, nessuna velleità di completezza. Via Polonia è una strada molto larga con costruzioni solo sul lato mare. Mare che ovviamente da lì non è visibile. È dotata di marciapiedi e si può parcheggiare anche sui bordi delle carreggiate. In teoria una di esse potrebbe essere adibita a parcheggio, disponendo il doppio senso di marcia sull’altra. A parte queste considerazioni descrittive, ancora più all’interno, qualche anno fa, l’amministrazione fece realizzare un ulteriore parcheggio che doveva consentire lo scambio (?) tra automobili e biciclette. Non so se abbia mai funzionato in tal senso, almeno il giorno dell’inaugurazione, per fare le foto di rito. Lo vedo oggi inutilizzato, in stato di abbandono, debitamente infestato di vegetazione e guarnito dalla solita immondizia. Riprendo la marcia. Nella campagna si vede qualche casale abbandonato, sullo sfondo ci sono i Castelli e Pomezia. Giungendo alla fine di Via Polonia, verso il centro, si rinvengono i resti di quelli che erano i campi da tennis di Corsetti, con qualche residuo pericolante manufatto murario. Alla fine degli anni settanta era uno degli impianti più frequentati. Ora ritrovo al posto dei terreni di gioco una sterpaglia del tutto omogenea a quello che c’è intorno, in più, dove c’erano, i campi di gioco, oggi ci sono degli alberi già grandi.
Andando avanti si vede sulla destra l’impianto idrovoro di Via Siviglia, ma giro a sinistra per attraversare il ponte sul Fosso dell’Orfeo. Alla svolta su Via Svezia si presenta un’accozzaglia di guard rail, segnali stradali e vegetazione. Lì c’è l’allineamento con Via Germania (prima anche Via Svezia si chiamava “Germania”…) dove qualcuno vorrebbe fare il ponte sul fosso, che con l’attuale segnaletica stradale locale produrrebbe una catastrofe viaria di rara insensatezza. E siamo così arrivati a Via Carlo Alberto Dalla Chiesa, con le stesse caratteristiche di Via Polonia (ne sarebbe il naturale prosieguo), molto più trafficata per la presenza delle scuole fino alla terza media e dell’ufficio postale, senza contare un non trascurabile discount. Ma sono fatti noti. Ci interessava, dopo i casali abbandonati già segnalati, raccontare che su Via Dalla Chiesa, prima definita “Via del Piano Regolatore” (toponomastica superficiale e ignorante perché lì c’era da fare una strada ancora non intitolata, ma prevista dal Piano Regolatore, come molte altre)si affacciano due casali “storici. Il casale “Valentini”, ancora in buone condizioni e quello “Jacobini”, purtroppo ormai in prossimità di collasso. Sembra marginale, ma tutti questi casali agricoli, non erano della bonifica dell’Opera Nazionale Combattenti, ma di iniziativa privata. Più importante è che sono testimonianza di un passato agricolo e di allevamento sul nostro territorio. Torvajanica viveva di pesca e di mare, ma dietro la duna, mentre proliferavano le palazzine, ci si dava da fare su un terreno selvaggio o incolto per fare agricoltura e portare gli animali sui prati: mucche, pecore. I maiali c’erano, ma, ovviamente non venivano portati in giro, la sera era pieno di lepri e gli si sparava anche fuori i termini di legge. C’era anche una buona produzione di latte. Tutto questo non c’è più, per il semplice motivo che quell’agricoltura volenterosa e coraggiosa oggi non avrebbe senso economico, dovendosi confrontare con aziende di scala molto più grande. Diciamo pure che era inevitabile. Scavalchiamo Viale Danimarca, la strada che è il principale accesso a Torvajanica, percorriamo Via Zara, che porta al Parco Acquatico e al campo sportivo, sfociando sulla Litoranea in direzione Ostia. Si tratta di uno “stradone” di poco meno di un chilometro, probabilmente è la prima strada interna di Torvajanica, fatta per unire la strada da Pomezia e Pratica di Mare, l’attuale Viale Danimarca, all’impianto idrovoro della Bonifica. E lì finiva, fino all’inizio degli anni settanta. Oggi, ancora priva di marciapiede, è trafficatissima e chiaramente insufficiente, quindi pericolosa. Proprio nel periodo più caldo di questa estate vi si incontravano lunghe file indiane di famiglie, bambini ragazzi, sul bordo della strada, aggirate sempre con qualche imbarazzo dalle auto, dai pullman turistici e da mezzi pesanti. Ci torneremo. Superato il Parco e il Villaggio Laurentum (pure quegli impianti sportivi hanno avuto una terribile fase di degrado, fortunatamente superata), si percorre Via Casablanca, il naturale
sbocco di via Zara. Qui c’è un’edilizia recente, sviluppatasi su terreni per i quali il Comune di Pomezia non rilasciava, non poteva rilasciare, certificati di destinazione urbanistica a chi li chiedeva, col motivo che l’originale del piano regolatore era stato sequestrato dalla Procura e non è mai tornato. Al contempo, però, rilasciava i Permessi di Costruire, documenti molto più impegnativi. Vai a capire… Ma c’è veramente poco da capire. Il risultato è una congestione di traffico avventuroso, auto mal parcheggiate, un finto marciapiede confinato da transenne metalliche bianche e rosse: un carcere. L’unica consolazione è che in fondo c’è l’ultimo lembo di macchia mediterranea urbana, confinato tra la detta via, Via Brasilia, Via Pola e Via Toledo. Andrebbe valorizzato, anche perché è molto prossimo all’arioso giardino pubblico di Piazza San Salvador.
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wn o Torvajanica 2.0?
Finalmente superiamo anche Via Pola e arriviamo alla zona dei Tre Grattacieli, ufficialmente Centro Elisabetta. Le tre torri sono condominii e non interessano, se non come ri-
ferimento riconoscibile anche da lontano. Quel che dispiace sta dietro alle torri: il vecchio Centro Sportivo Elisabetta in completo abbandono in quella che si chiama Via Varna. In quell’isolato c’erano due campi da tennis in cemento con tribunetta, una discreta piscina a fagiolo, una pista di pattinaggio che poi venne usata per il prestigioso basket di Torvajanica (in attesa, si fa per dire, della tensostruttura coperta e riscaldata di via Zara),spazi ricreativi coperti e addirittura una discoteca ben attrezzata e arredata. Oggi ne resta ben poco o meglio, si riconosce bene tutto, grazie alla tenacia del cemento armato, ma di fatto è tutto devastato, impraticabile, sia per l’abbandono che per le intrusioni “umane”. E naturalmente la vegetazione fa trionfalmente il suo mestiere. La beffa finale è che proprio la vegetazione, con delle siepi fiorite bellissime, fa sembrare tutto (quasi…) in ordine. Qui finisce la passeggiata. Potremmo attraversare il Fosso di Pratica di Mare, ma lì si rifarebbe il percorso, già descritto, del Sol Indiges. Finito il giro il bilancio è certamente negativo. Probabilmente condividiamo questa sorte con molte altre realtà urbane, ma è chiaro che ci sono passate sopra tante cose e altre ci sono state sfilate sotto il cuscino della sedia. Molte realtà sono cambiate completamente, i negozi
non ci sono più o vendono cose aliene. La città è rimasta a un’epoca in cui non c’erano i cellulari, i cd e i dvd, i personal computer, internet, i tablet e tutte quelle cose che a suo tempo non si vedevano nemmeno su Star Trek. A ben vedere ho descritto tutta roba vecchia, tutto vintage, tutti ruderi e sconfitte, magari qualche nostalgico ricordo personale. Chiaro che a livello di finanza mondiale Torvajanica conta e decide abbastanza poco, e poco c’è da fare. Ma qui, noi, che occasioni abbiamo avuto, tra un’amministrazione e l’altra? Che ne abbiamo fatto lasciando Torvajanica in una nostalgica visione neorealistica o, peggio, pseudohollywoodiana dei poveri illusi con la canottiera consumata e ingiallita che si ricordano che sessant’anni fa il tal attore americano gli ha dato la mancia per il gelato? Qui non servono una politica e un pensiero condivisi, ma una cultura e un orgoglio cittadino condiviso sì. E’ facile accampare che ci vuole un salto di mentalità: ma , il salto verso dove farlo? Certamente ci si deve rendere conto, al più presto, che certe strade non sono più praticabili, per fare una nuova Torvajanica consapevole delle sue radici e delle sue prospettive.
Luigi Torreti
Il Corriere della Città
CRONACA 22 Pomezia, il Sindaco Fucci non fa sconti a nessuno sul decoro urbano: 90.000 euro di multa all’A.S.D. Racing Club Settembre 2015
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Gli accertamenti che la nostra polizia locale ha svolto in questi giorni hanno portato ad accertare oltre 420 manifesti affissi abusivamente in città. Gli è costato caro: la società sportiva e la società a cui è stata commissionata l’affissione sono state multate per un importo di 90.000 euro. A Pomezia chi sporca deve pagare. Non permettiamo ad alcun soggetto di rovinare il duro lavoro di ricostituzione del decoro urbano che da due anni a questa parte abbiamo avviato. Rilancio l’appello: non iscrivete i vostri figli in questa scuola calcio. Chi non ha rispetto per i beni comuni, per il decoro cittadino, quali insegnamenti potrà mai dare ai giovani che hanno bisogno del buon esempio?” Massimiliano Gobbi
l Sindaco di Pomezia, Fabio Fucci attraverso una nota pubblicata sui social network dichiara di non fare sconti a nessuno sul decoro urbano e multa 90.000 euro la società A.S.D. Racing Club accusata di aver imbrattato la città di Pomezia con manifesti abusivi. Dure le accuse del Primo Cittadino – che riportiamo integralmente – il quale rilancia l’appello ai cittadini di non iscrivere i propri figli al Racing Club. “A #Pomezia sul #decoro non facciamo sconti. A nessuno! 90.000 € di multa ad una società di calcio che imbratta da anni la città. E’ la ASD Racing CLUB di Ardea. Lo scorso anno li abbiamo sanzionati e quest’anno… pure!
Sandro Tovalieri risponde al Sindaco Fucci D
opo la denuncia del Sindaco Fucci riguardante l’affissione abusiva di una nota scuola calcio, arriva la replica di Sandro Tovalieri pubblicata sul suo profilo Facebook che riportiamo integralmente:
“Non è nel mio stile, e chi mi conosce lo sa, esternare pubblicamente pensieri su critiche che potrebbero essere risolte in privato. Ma non essendo riuscito a parlare con il sindaco della mia città credo questo sia l’unico modo. Sono nato a Pomezia e nonostante per lavoro io abbia girato l’Italia il mio cuore è sempre stato in questa città. Oggi vivo ad Ardea e lavoro a Pomezia. Il sindaco di Pomezia @FabioFucci pubblica un post di denuncia contro chi imbratta la nostra città, e lo fa facendo il mio nome e legandolo alla società sportiva Racing Club. So che è un sindaco attento e che probabilmemte è solo
frutto di un informazione sbagliata che deriva anche del logo non cambiato (non per mia volontà) ma ci tengo a sottolineare che io non faccio più parte di questa società da svariato tempo e che da due anni il presidente ha un nome e cognome che non è il mio. Anzi da qualche mese sono il responsabile del settore giovanile del Po-
mezia Calcio dopo la fusione con il Selva dei Pini. Trovo sbagliato peraltro parlare del mio lavoro come calciatore e sopratutto mettermi a confronto con un collega stimato come Bruno Conti, associare poi il mio nome a degrado e sporcizia è poco corretto soprattutto se l’informazione è sbagliata come in questo caso. Da cittadino che ama la sua città, ma soprattutto da persona a cui hanno insegnato valori come l’educazione civica invito il sindaco a fare informazione corretta sulla sua pagina facebook. Invitandolo comunque a tutelare la nostra città cosi come sta facendo, rimanendo a sua disposizione e invitandolo cosi come ho gia fatto privatamente ad un colloquio che mi piacerebbe avere anche in virtù del fatto che tra qualche mese uscirà la mia autobiografia dove Pomezia e Ardea ne sono parte integrante. Grazie”
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CRONACA
Il Corriere della Città
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L’ASD Racing Club si difende e replica a Fucci e Tovalieri
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on si spegne la polemica legata alle affissioni abusive dei manifesti che pubblicizzano l’iscrizione ad una nota scuola calcio di Tor San Lorenzo. E questa volta, dopo le comunicazioni fatte dal sindaco di Pomezia Fabio Fucci e dall’ex calciatore Sandro Tovalieri attraverso le proprie pagine e profili Facebook, a intervenire, rivolgendosi direttamente alla nostra redazione, è il presidente del club, Antonio Pezone. “E’ bene chiarire – ha
precisato Pezone – che il sig. Tovalieri, sebbene dichiari di non essere parte dell’associazione da “svariato tempo”, non ne è più parte integrante solo dal 13 giugno 2015, avendo avuto un ruolo attivo fino a quel momento e regolarmente retribuito sia per la mansione di direttore tecnico (forse sono stati soldi regalati), sia per la mansione di tecnico dei giovanissimi regionali. Occorre infine rettificare l’ulteriore informazione errata, concernente la presunta identicità del logo, asseritamente “non cambiato”. Quest’ultimo è stato chiaramente modificato nella parte grafica, tramite l’eliminazione di simboli che lo potessero ricondurre al precedente, inserendo le iniziali del territorio in cui l’Associazione opera”. In merito alle affissioni abusive, Pezone ha inviato al sindaco di Pomezia una lettera che riportiamo integralmente. “Egregio sig. Sindaco, è con stupore e rammarico che leggo i comunicati indirizzati all’ASD Racing Club, che da sempre si batte a favore della legalità dello sviluppo di principi di correttezza e di sportività dei ragazzi, sia più giovani che non. Il triste episodio che si è verificato in questi giorni che vede coinvolto, nostro malgrado, il nome dell’associazione, non può e non deve mi-
nare il lungo lavoro educativo e propositivo che tutti noi ci siamo posti. È opportuno chiarire per chiarezza di informazione finora evidentemente distorta che la società affidataria del servizio di affissione è stata diffidata si dal momento in cui sono state notate da parte del nostro personale affissioni “fuori luogo”. Sempre al fine di fornire una corretta ricostruzione dei fatti, la predetta società affidataria, a fronte del suo immobilismo, è stata nuovamente diffidata con rinnovo della richiesta di rimozione immediata dei manifesti abusivamente apposti. L’ADS Racing Club non può e non vuole essere associata ad eventi censurabili, tantomeno può permettere che il lavoro educativo di numerose persone venga minato dalla diffusione, tramite comunicati, di notizie riguardanti l’associazione chiaramente false e tendenziose, prima ancora di aver acquisito un minimo di informazioni. Sarà pertanto cura dell’ASD Racing Club continuare a fornire un contributo alla sana crescita dei minori lottando per l’educazione dei più piccoli, perseguendo eventuali illeciti e tutelando la propria immagine presso le sedi più opportune”. Massimiliano Gobbi
Manifesti abusivi a Pomezia, non solo ASD Racing Club
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anifesti abusivi e scuole calcio, non solo ASD Racing Club. Girando per le strade di Pomezia se ne possono trovare anche di altre società, addirittura sotto gli occhi vigili delle telecamere di sorveglianza che riprendono gli “sporcaccioni” multati dal Comune, notizia data pochi giorni fa dagli amministratori pometini. Chissà se gli stessi amministratori si sono accorti del manifesto abusivo che fa bella mostra di sé proprio di fronte alla telecamera ed abbiamo preso i dovuti provvedimenti…
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Bollettino delle buche di NuovaFlorida/Ardea I cittadini segnalano, ma il Comune che fa?
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rosegue senza sosta il lavoro di raccolta delle segnalazioni provenienti dagli utenti Facebook del gruppo “Il bollettino delle buche di Nuova Florida e di Ardea. Ormai da diversi mesi ogni settimana, tranne che nel periodo dal 27 luglio al 23 agosto, che ha visto accorpare tutte le segnalazioni in un unico invio, gli amministratori del gruppo inviano attraverso un’e-mail all’amministrazione comunale il resoconto di quanto osservato. “Gentilissimo Signor Sindaco, Segretario Comunale, Ufficio URP – si legge nell’e-mail - inviamo un allegato file con le segnalazioni relative alle buche sulle strade di Ardea, segnalate da un gruppo di cittadini a questo scopo riunitosi sul social network Facebook con il nome “Il bollettino delle buche di Nuova Florida e di Ardea. L'intento di tali segnalazioni è di fornire una collaborazione spontanea e positiva, senza nessuna vena polemica, ma al solo scopo di aiutare le istituzioni e noi cittadini ad affrontare questo problema delle strade. Fiduciosi della vostra cortese attenzione porgiamo distinti saluti”. Ma la fiducia, visto che già si è arrivati alla sedicesima settimana senza grossi cambiamenti nelle strade comunali, pare non stia avendo un ritorno molto positivo…
Via Livorno nelle vicinanze supermercato Gesad Nuova Florida
Via Rimini
Via Forlì
Via Cattolica zona Nuova Florida
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SEGNALAZIONI
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Lettera al direttore G
entile direttore, prendo spunto dall'incidente mortale accaduto la notte del 28 agosto sul lungomare di Ostia in direzione Torvaianica per porre alla sua cortese attenzione un potenziale caso che potrebbe purtroppo accadere in Via Zara, nel pieno centro di Torvaianica, in un contesto quasi analogo. Ho letto che il suo giornale, su segnalazione di un altro cittadino, si ė già occupato di questo caso, ma ad oggi non si vede soluzione. Sono oramai trascorsi quasi due mesi da quando é stata transennata dal Comune la buca sita appunto in via Zara, altezza civico n. 11. Nell'articolo da lei pubblicato nel mensile di agosto, ho preso atto che la problematica é stata anche segnalata agli organi preposti del Comune, ma noto che fino ad oggi nessuno é intervenuto per tappare la "buca" e a rimuovere la transenna (che forse non é nemmeno a norma di sicurezza), che blocca una intera corsia di una strada così importante. Naturalmente, una situazione così siffatta ha arrecato enormi disagi alla circolazione stradale. Basti pensare che la strada in questione é l'arteria principale che porta allo "ZooMarine" e al parcheggio di Torvaianica, utilizzato giornalmente per tutto il periodo estivo dai turisti, che sono venuti a prendere il sole sulle nostre spiagge (e a spendere), e da coloro che il martedì sostano
per andare al mercato che si svolge settimanalmente nell'adiacente piazza Kennedy; proprio il martedì le auto che nell'arco della mattinata utilizzano il parcheggio superano abbondantemente il migliaio di vetture. Ma é possibile che nessuno si accorga o veda le interminabili file di auto che sistematicamente, soprattutto nel pomeriggio dopo la chiusura dello ZooMarine, sono bloccate dalla predetta "buca", che giocoforza rende la strada a doppio senso alternato
per la circolazione? Detto questo, come cittadino del Quartiere, mi aspettavo e mi aspetto ancora che il Comune intervenga al più presto per rimettere a posto la strada, prima che qualcuno si faccia veramente male. O per davvero si aspetta il morto per intervenire poi d'urgenza? Spero nella lungimiranza nei nostri governanti. Grazie dell'ospitalità.
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Si riparte! A settembre torna in campo il calcio locale: in Eccellenza grande attesa per il debutto del Cedial Lido dei Pini e della nuova Pomezia Calcio Selva dei Pini. Promozione: Pomezia ed Ardea schierano tre squadre nel Girone C. Prima e Seconda Categoria al via solo ad Ottobre ECCELLENZA: LE PRIME 4 GIORNATE DI POMEZIA E LIDO DEI PINI
PROMOZIONE: LE PRIME 4 DELLE NOSTRE COMPAGINI
1a giornata Cassino – Pomezia Lido dei Pini – Roccasecca
1a giornata Unipomezia – Libertas Casilina TNF – Alberone Grottaferrata – Racing Club
2a giornata Città di Minturno Marina – Lido dei Pini Pomezia – Audace S. Vito Empolitana 3a giornata Lido dei Pini – Colleferro Morolo – Pomezia 4a giornata Nettuno – Lido dei Pini Pomezia – Vis Artena
2a giornata Fortitudo Acad. - Unipomezia Virtus Racing Club - TNF 3a giornata TNF – Libertas Casilina Unipomezia Virtus – Pro Roma Vigor Perconti – Racing Club 4a giornata Falasche – Unipomezia Virtus Fortitudo Acad. - TNF Racing Club – Velletri
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on la fine di Agosto torna grande protagonista il calcio del nostro territorio. Per i tornei dilettantistici è arrivato infatti il momento di tirare su il sipario: come di consueto, il primo atto è andato in scena a Tivoli dove, lo scorso 24 Agosto, sono stati ufficializzati i campionati di Eccellenza e Promozione con i relativi abbinamenti per le coppe di categoria. Alla vigilia, diverse erano state le sorprese: il Terracina non si è iscritto lasciando spazio all'Arce, squadra questa che si è unita al novero di compagini ripescate formate da Cedial, A. Vescovio, Civitavecchia e Boreale. Ancor più ingarbugliata si era presentata la situazione in Promozione. Qui, oltre alle 56 società aventi diritto, altre 16 ne sono state inserite “d'ufficio” per un totale di 72 squadre che sono state poi suddivise in 4 gironi. Con queste premesse si è svolta la cerimonia che ha riguardato da vicino cinque società del nostro territorio: Pomezia Calcio Selva dei Pini e Cedial Lido dei Pini in Eccellenza, Racing Club, Unipomezia Virtus 1938 e Team Nuova Florida in Promozione. Alle massime rappresentanti della nostra zona è toccato – come largamente preventivato dagli addetti ai lavori – il girone B, mentre tutte le nostre società impegnate nel torneo di Promozione si sono ritrovate nel Girone C. Il Pomezia farà il suo esordio Domenica 6 Settembre a Cassino per poi inaugurare la stagione in casa contro l'Audace San Vito Empolitana alla seconda giornata; il Lido dei Pini invece, alla sua storica prima apparizione nella serie, se la vedrà con la Roccasecca all'esordio prima di far visita alla Città di Min-
turno Marina. Passando in Promozione ecco il primo turno per le nostre squadre: Team Nuova Florida – Alberone, Unipomezia Virtus – Libertas Casilina e Grottaferrata – Racing Club.
medesime due date – l'Agora avendo però, a differenza del Lido dei Pini, il piccolo vantaggio di disputare la prima sfida in trasferta per poi giocarsi il passaggio del turno tra le mura amiche.
Eccellenza, Coppa: il Lido dei Pini trova la Boreale, per il Racing Club l'ostacolo è l'Agora – Durante la Festa dei Calendari – questo il nome attribuito alla cerimonia svoltasi a Tivoli – sono stati svelati anche gli abbinamenti dei turni preliminari sia per quel che riguarda il torneo di Eccellenza sia per quello di Promozione. Il Lido dei Pini affronterà nella duplice sfida la Boreale: si parte il 9 settembre in casa della formazione rutula, ritorno fissato per il 23. Venendo invece al Racing Club, la squadra affronterà – nelle
Calcio di Categoria: si parte ad ottobre – Attraverso un comunicato ufficiale della Lega Nazionale Dilettanti (Comitato Laziale) sono state ufficializzate le date di inizio campionato per i tornei di Prima, Seconda e Terza Categoria. Le prime due vedranno i semafori verdi il prossimo 4 ottobre – ultima giornata 8 maggio 2016 – mentre per l'ultima si dovrà aspettare il 20 dello stesso mese. I gironi, mentre scriviamo, non sono ancora stati definiti. Luca Mugnaioli
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Le classifiche
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INFORMAZIONE
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Notizie Tascabili
di Luca Mugnaioli
“CORRIERE DELLA CITTA', INFORMARE PER INFORMARSI” Conti pubblici, Renzi: “Taglio tasse facendo 17 miliardi di deficit”. Cottarelli: “Così non è credibile”. Il premier cerca di forzare la mano a Bruxelles rivendicando di aver già ottenuto flessibilità sui conti per 17 miliardi. Ma per ora il via libera della Commissione è per soli 6,4 miliardi. In più l'ex commissario alla spending review e oggi direttore esecutivo del Fmi ammonisce: "La quota prevalente della manovra deve essere finanziata da tagli alla spesa". Posizione identica a quella del ministro Padoan. Ora è ufficiale: per compensare il mancato gettito di Tasi e Imu sulla prima casa, che ha promesso di eliminare, Matteo Renzi intende aumentare il disavanzo dei conti pubblici. E’ stato lo stesso premier ad annunciarlo: intervistato dal Corriere, il segretario del Pd afferma infatti che per tagliare le tasse “cercheremo di Gran Bretagna, stop all'Ue sulla libera circolazione. May: "Stranieri entrino solo se hanno lavoro". Editoriale del ministro dell'Interno sul Sunday Times: "Immigrazione non sostenibile". E all'Unione europea contesta: "Schengen ha alimentato la crisi dei migranti" - LONDRA Il sistema di immigrazione interno all'Unione europea è fuori controllo, secondo eresa May. Il ministro britannico dell'Interno chiede una riforma della libera circolazione comunitaria, in modo da autorizzare la permanenza in Gran Bretagna soltanto a chi possiede un lavoro e chiudendo invece le porte ai disoccupati che provengono da altri paesi Ue, che sono in deciso aumento nel Regno. Secondo dati diffusi nei giorni scorsi, il saldo migratorio nel Paese ha infatti raggiunto il "massimo storico" su dodici mesi (da marzo 2014 a marzo 2015), pari a 329mila persone. (repubblica.it) Catania, coppia massacrata in casa: la polizia ferma un profugo ivoriano ospitato al Cara di Mineo – È stato fermato dalla polizia per omicidio l'ivoriano di 25 anni sospettato di avere ucciso Vincenzo Solano, 68 anni, e la moglie Mercedez Ibanez, di 70, nella loro villa di Palagonia. (ilmessaggero.it)
usare parte” della flessibilità sui conti pubblici concessa da Bruxelles. Flessibilità che secondo Renzi vale l’1% del pil, pari a “circa 17 miliardi di euro”. Peccato che quegli spazi di manovra siano in gran parte ancora oggetto di negoziazione con la Commissione Ue. Non solo: la decisione di sfruttare in modo così disinvolto la leva del deficit, come i governi erano soliti fare ai tempi della Prima Repubblica, lo mette in di-
retta rotta di collisione con il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan, che pochi giorni fa dal palco del Meeting di Rimini ha avvertito che per essere credibile “il taglio delle tasse deve venire da un taglio di spesa“ e “serve un orizzonte medio lungo“. No secco, dunque, al finanziamento in deficit di oltre metà delle spese che saranno previste dalla prossima legge di Stabilità, compresa appunto la copertura dei mancati introiti fiscali. Un ammanco che peserà sui conti pubblici per circa 4,3 miliardi, sui 25-30 complessivi della manovra per il 2016 che il governo deve presentare entro metà ottobre. Mentre dal taglio delle uscite dello Stato, stando al piano a cui sta lavorando il nuovo commissario alla spending review Yoram Gutgeld, dovrebbero arrivarne circa 10. (continua su IlFattoQuotidiano.it, link diretto http://tinyurl.com/qa4djre) New York per incontrare il sindaco De Blasio: «Ma vi pare? In questi due anni ho smantellato la politica consociativa tra il Pd e la destra romana, il governo ha formalmente riconosciuto la discontinuità rispetto a quel sistema collusivo, l’ex sindaco Alemanno è indagato per mafia e il dibattito pubblico cosa fa? Si orienta a discutere della mia vacanza!» (lastampa.it)
Marino: “Gabrielli non ha poteri speciali. La diarchia non esiste”. Il sindaco: il governo non metterà un euro per il Giubileo mentre l’Expo di Milano è costato un miliardo e mezzo - Per Ignazio Marino sono state due settimane indimenticabili, ogni giorno il sindaco di Roma è stato pesantemente chiamato in causa, più o meno a proposito, su tantissime questioni, dai funerali Casamonica al «commissariamento» da parte del governo. E lui, negli Stati Uniti per un periodo di riposo (in una località che conosce soltanto il Viminale perché il sindaco è sotto protezione), ha preferito non replicare mai. Un silenzio quasi sovrumano, anche sulla base del più elementare codice della comunicazione: se cercano di demolirti, tu replichi con un argomento convincente. Un codice sconosciuto a Ignazio Marino, che della sua «prima vita» da chirurgo del fegato ha mantenuto un distacco da sala operatoria. Naturalmente, ai collaboratori che dall’Italia via via lo informavano su tutte le polemiche, Marino ha spiegato le sue ragioni, quelle che tornerà ad esporre pubblicamente sin da dopodomani, quando sarà a
Altre in breve: CINEMA: Incassi Usa, primo Straight Outta Compton (ansa.it) link diretto http://tinyurl.com/p563n9a – MODA: Focus on sneakers: Le sneakers sfoggiate dalle star e in passerella. Fotogallery link diretto http://tinyurl.com/ntjkt8h
Curiosità & Life Style
La bici a scatto fisso degli hipster fa impazzire la Google car. Il soware della macchina senza guidatore è andato in tilt e ha provocato un insolito "balletto" alla vettura di Mountain View. E' avvenuto ad Austin, in Texas - ROMA - Una Google car (di quelle senza guidatore in via di sperimentazione) è impazzita quando a un grande incrocio ad Austin, in Texas, le si è affiancato un hipster in bici. Lo ha scritto ieri Business Insider. Ora, gli hipster sono approssimativamente quella tribù il cui stile è contrassegnato (tra le altre cose) dal doppio taglio, le barbe lunghe e curate, i tatuaggi "old school", i pantaloni skinny e corti. Nonché dalla passione vintage per la bici a scatto fisso. Questo tipo di bici si distingue dalle altre per avere un solo rapporto possibile e nessun meccanismo di ruota libera. Considerando che la pedalata segue il movimento della ruota posteriore, non è possibile pedalare a vuoto all'indietro né smettere di pedalare a meno di non frenare bruscamente. Naturalmente questa due ruote nel secolo scorso - quando vennero applicati i freni - sparì dalla circolazione perché pericolosa e scomoda, rimanendo una particolarità da velodromo. (repubblica/tecnologia)
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Il Corriere della Città
Settembre 2015
Il dolore del parto bisogna provarlo “ Non si permette alla donna moderna di fare esperienza cosciente delle sue sensazioni fisiche e della loro eco emotiva, derubandola così della ricompensa data dalla consapevolezza della forza del suo parto” (1930 Dott. Grantly Dick Red)
I
l parto rappresenta un momento estremamente impegnativo, che richiede concentrazione, dedizione, sopportazione e pazienza, perché comporta dolore e potenziale pericolo, perché alimenta paure ed ansie. La paura più grande è relativa al dolore, poi seguono tutte le altre! Il dolore antropologicamente si associa ai riti di passaggio e d’iniziazione, che seppur non più contemplati, conservano ancora una connotazione psicologica e sociale. Oggi, in Occidente il dolore del parto è descritto come il più intenso e insopportabile, ma solo perché non se ne conoscono i meccanismi e le funzioni. In realtà parliamo di un dolore fisiologico e come tale, non può essere insopportabile, ma solo se viene capito e rispettato! La nascita di un figlio supera qualsiasi altra esperienza di vita: trasforma una figlia in una madre e, in poche ore, la rende dedita a suo figlio per sempre. Il travaglio con il suo dolore serve a superare il limite, come una metamorfosi, ad acquistare una nuova coscienza, un nuovo ruolo, una nuova consapevolezza. Questo dolore è unico perché è ritmico,non è associato a malattia e perché ad ogni pausa, grazie alle endorfine, regala un pò di riposo. Le endorfine sono sostanze organiche, prodotte dal cervello e con effetti analgesici simili a quelli di morfina e oppio. Quando il nostro corpo viene stressato oltre i propri limiti il cervello ne produce. Durante la gravidanza i livelli di stress fisico e psicologico crescenti generano endorfine inducendo un benessere generalizzato. Quando in travaglio le endorfine diventano abbastanza, l’atteggiamento della donna cambia: diventa trasognata, ricerca la solitudine ed il silenzio e tra una contrazione e l’altra riposa. Nella fase espulsiva si ha il picco massimo tale da far “tralasciare” il dolore e concentrarsi sulla spinta. Questi elevati livelli di endorfine fanno si che il ricordo del parto sia confuso e non sempre attinente alla realtà! Concluso il parto, il dolore sparisce e resta il ricordo di un evento strepitoso: la mamma si sente appagata, felice, ricompensata ed è pronta per accogliere suo figlio. Ogni donna che ha vissuto positivamente il proprio parto ne ha ricavato un beneficio psicologico: un’accresciuta autostima. Il dolore quindi ha una funzione essenziale nel parto fisiologico: stimola il cervello a rilasciare gli ormoni che guidano il travaglio, attiva il riflesso di autoconservazione e l’istinto materno, spinge a muoversi, tutelando l’integrità di tessuti e ossa del bacino, permette di mettersi alla prova sperimentando il massimo delle proprie
potenzialità, prepara ad accogliere il bambino e ad instaurare con lui una relazione d’amore. In nessun altro momento dell’esistenza vita e morte s’incontrano come durante la nascita. Se una donna non sperimenta il travaglio, le contrazioni e il dolore, la produzione di endorfine sarà ridotta e lo sarà anche il loro potere. Anche il feto beneficia delle endorfine materne grazie agli scambi sanguigni a livello placentare, ma se non ne riceve non può esserne protetto. Quindi è importante che la donna sperimenti tutto questo, ma anche che si senta a suo agio, sicura e supportata. La produzione di endorfine è infatti inibita dall’ adrenalina indotta dalla paura, oltre che dall’uso di alcuni farmaci. Accertato che partorire fa male e che il dolore ha un fine, perchè qualcuna sembra soffrire più di altre? Bisogna tener conto della componente psicologica, dello stato d’animo e della componente sociale, cioè del come viene considerato dalla società quel dolore e lo sforzo fatto per affrontarlo. La paura del dolore accresce il dolore. Ma quale mammifero renderebbe la nascita di un figlio e quindi la sopravvivenza di una specie così terribile? Si rischierebbe l’estinzione! Colpa della nostra intelligenza! Ciò che ci distingue dagli altri mammiferi è il pensiero critico che ha sede nella corteccia cerebrale. La parte più arcaica del cervello durante travaglio compete con la corteccia, permettendoci, nelle giuste condizioni, di lasciarci andare. Un surplus di dolore potrebbe quindi essere conseguenza di un eccesso di pensiero critico! Per sentire meno dolore bisogna disattivare la corteccia cerebrale e seguire l’istinto in un’atmosfera di totale intimità, calore e affetto. Questa atmosfera permette di “apprezzare” la componente dolorosa, ma anche le pause di riposo.
Per controllare il dolore si può usare l’acqua, elemento al femminile: “la grande madre” (ma ne parleremo nel prossimo articolo!). Il massaggio, usa un linguaggio non verbale e aiuta a lasciarsi andare. Controllando il respiro si può controllare il dolore. Muoversi è utile e istintivo, diciamo che il dolore guida il travaglio. Cantare o ascoltare una musica familiare e rilassante aiuta a mantenere disattivata la corteccia. Trattenere le emozioni per paura di essere giudicate amplifica la percezione del dolore e il senso di inadeguatezza, ma le donne nascono biologicamente e geneticamente determinate per essere madri e non c’è niente di inopportuno nel travaglio di nessuna. Durante il parto fisiologico mamma e bambino vivono le stesse emozioni, faticano e soffrono insieme comunicando con un linguaggio ormonale perfetto. Questo equilibrio manca nel parto medicalizzato, in quanto solo la madre beneficia dell’effetto analgesico, e non sentendo dolore, non produce endorfine ne per sé ne per il bimbo. Il bimbo perde il contatto emotivo con la mamma. Come ostetrica, non sono contraria all’epidurale, ma penso che ogni donna dovrebbe provare a travagliare secondo il proprio istinto, se poi il dolore è davvero così ingestibile, ben venga la parto analgesia. Insomma, il mio consiglio è : provate a superare i vostri limiti! “Il parto prende le paure più profonde che una donna ha nei confronti di se stessa e mostra che lei è più forte di esse!” (anonimo)
Dott.Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
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Che cosa sono le fobie? L
e fobie sono dei disturbi molto diffusi nella popolazione, ma anche molto sottovalutati in quanto i sintomi che essa provoca possono essere facilmente aggirati evitando di venire a contatto con l’oggetto della propria paura. La fobia è infatti una paura sproporzionata, intensa, persistente e duratura per un qualcosa che non rappresenta un reale pericolo, ma viene percepita dalla persona come incontrollabile poiché ad essa si associano ragionamenti “irrazionali”. I soggetti fobici non sanno spiegare la motivazione della loro preoccupazione e non riescono ad essere tranquillizzati da nessuna rassicurazione logica. Le fobie possono avere diversi livelli di gravità e di invalidazione delle normali attività quotidiane, ma i sintomi sono generalmente caratterizzati da tachicardia, vertigini, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza oltre che ai vissuti emotivi di paura e ansia. Questi si manifestano alla vista della cosa temuta o al pensiero di poterla vedere. Ciò comporta che il soggetto fobico tende ad evitare tutte le situazioni nelle quali potrebbe venire a contatto con l’oggetto della sua paura ed è chiaro come questo possa incidere sulla qualità della vita del soggetto. Ad esempio, avere una fobia dell’ascensore non sarà molto invalidante per una persona che vive in una casa in campagna e fa il contadino, mentre può esserlo molto di più per una persona che vive in città e lavora in un ufficio al settimo piano.
Il processo di evitamento delle situazioni o condizioni che associano alla paura, costituisce un circolo vizioso: ogni evitamento, infatti, conferma la pericolosità della situazione evitata e l’incapacità del soggetto di affrontarla, aumentando la probabilità di un evitamento successivo. Si crea così un meccanismo che porta a essere sfiduciati nelle proprie capacità e a compromette le relazioni sociali, perché pur di evitare la cosa temuta si è pronti a rinunciare anche ad un’uscita con la famiglia. Ad esempio chi ha la fobia dell’aereo può rinunciare a dei viaggi; chi ha paura degli aghi e delle siringhe può rinunciare a controlli medici. Le fobie più diffuse riguardano la paura degli spazi aperti, la paura di esporsi in pubblico (entrambe fortemente invalidanti), la paura degli animali, la paura di agenti metereologici, del buio, delle altezze, dell’acqua, di sangue, inie-
zioni, ferite, dei luoghi chiusi o di situazioni specifiche. Generalmente tutte le fobie sono legate ad esperienze di apprendimento errato involontario, non necessariamente ricordate, per cui l’organismo associa involontariamente la pericolosità a un oggetto o situazione oggettivamente non pericolosa. È un processo di associazione che avviene tra pensiero e oggetto, mantenuto nel tempo a causa dell’evitamento messo in atto per non provare quella terribile emozione di forte ansia che ne consegue.
Dott.ssa Elisabetta Paoletti Psicologa paoletti-elisabetta@libero.it www.psicologa-paoletti.com
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Il Corriere della Città
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Lo stupro della Fortezz sentenza, le motivazioni Firenze, luglio 2008. Greta – la chiamerò così – 22 anni, denuncia la violenza subita; sei giovani hanno abusato sessualmente di lei. Dopo i dovuti accertamenti, i ragazzi vennero fermati – con qualche mese di domiciliari - e nel gennaio 2013, furono condannati a 4 anni e 6 mesi di reclusione per stupro di gruppo, aggravata dal fatto che avessero abusato della giovane quando ubriaca, approfittando quindi delle sue “condizioni di inferiorità fisiche e psichiche”. Secondi i giudici di primo grado, la ragazza fu bloccata ed immobilizzata per poi essere trascinata in un’auto parcheggiata in un luogo appartato di Fortezza da Basso. Fu costretta con violenza fisica e con atteggiamenti intimidatori a sdraiarsi sul sedile posteriore dell’autovettura, dove l’avrebbero violentata. Gli altri dettagli potete leggerli nella parte di sentenza qui pubblicata. A seguito della condanna, i difensori dei sei ricorsero in appello e, qualche mese fa, proprio la Corte di Appello di Firenze ha ribaltato la prima sentenza, assolvendo tutti perché “il fatto non sussiste”. La notizia ha scatenato l’opinione pubblica portando ad un’indignazione generale manifestata anche tramite social network – con l’hashtag #nessunascusa - e questo perché quello che è stato evidenziato, soprattutto dai media, è che sì, la sentenza sì è basata sulle molte incongruenze del racconto della vittima - “il centro antiviolenza di Careggi non denotava un intensità di lesioni e violenze così come descritte dalla parte lesa”, “il tampone nelle 12 ore successive dava risultati negativi sulle tracce di liquido seminale”, “il disturbo post traumatico da stress diagnosticato e la prostrazione, per il Collegio, potevano derivare sia da pratiche di gruppo non consenzienti che consenzienti, soprattutto se da parte di persona alla prima esperienza del genere”, il resto delle sentenza è consultabile su https://abbattoimuri.wordpress.com/2015/07/2 3/firenze-testo-sentenza-di-assoluzione-perstupro-di-gruppo-alla-fortezza-da-basso/ - ma anche sulla sua vita privata, le sue abitudini – non trascurando quelle sessuali – e addirittura la personalità della stessa, definita “un soggetto femminile fragile, ma al tempo stesso creativo, in grado di gestire la sua (bi)sessualità, di avere rapporti fisici occasionali, di cui nel contempo non era convinta…”,
In conclusione, per i giudici, il fatto è risultato “increscioso, non encomiabile”, ma “penalmente non censurabile” perché Greta, per loro, non ostacolò la violenza, e la denuncia doveva servire solo a cancellare dalla sua vita quello che era stato un momento di debolezza e fragilità. Dopo le motivazioni che hanno portato all’assoluzione delle persone da lei denunciate, la ragazza di Fortezza da Basso ha scritto questa lettera: <<Vorrei riuscire a scrivere qualcosa che abbia un senso ma non posso perché un senso, questa vicenda, non ce l’ha. Sono io la ragazza dello stupro della Fortezza, sono io. Esisto. Nonostante abbia vissuto anni sotto shock, sia stata imbottita di psicofarmaci, abbia convissuto con attacchi di panico e incubi ricorrenti, abbia tentato il suicidio più e più volte, abbia dovuto ricostruire a stenti briciola dopo briciola, frammento dopo frammento, la mia vita distrutta, maciullata dalla violenza: la violenza che mi è stata arrecata quella notte, la violenza dei mille interrogatori della polizia, la violenza di 19 ore di processo in cui è stata dissezionata la mia vita, dal tipo di mutande che porto al perché mi ritengo bisessuale. Come potete immaginare che io mi senta adesso? Non riesco a descriverlo nemmeno io. La cosa più amara e dolorosa di questa vicenda é vedere come ogni volta che cerco con le mani e i denti di recuperare la mia vita, di reagire, di andare avanti, c’è sempre qualcosa che ritorna a ricordarmi che sì, sono stata stuprata e non sarò mai più la stessa. Che siano state le varie fasi della lunghissima prima udienza, o le sentenze della prima e poi della seconda, ne ho sempre avuto notizia dai social media piuttosto che dal mio avvocato. Come mai questo accada non lo so. So soltanto che è come un elastico che quando meno me l’aspetto, mentre sono assorta e impegnata a affrontare il mondo, piena di cicatrici, ma cercando la forza per farcela, questo maledetto elastico mi riporta indietro di 7 anni, ogni maledetta volta. Ogni maledetta volta dopo aver lavorato su me stessa, cercato di elaborare il trauma, espulso da me i sensi di colpa introiettati, il fatto di sentirmi sbagliata, sporca, colpevole. Dopo aver cercato di trasformare il dolore, la paura, il
pianto in forza, in arte, ecco un altro articolo che parla di me. E io mi ritrovo catapultata di nuovo in quella strada, nel centro antiviolenza, nell‘aula di tribunale. Tutto questo mi sembra surreale come un supplizio di Tantalo. La memoria è una brutta bestia. Nel corso degli anni si dimenticano magari frasi, l’ordine del prima e dopo, ma il corpo sa tutto. Le sensazioni, il dolore fisico, il mal di stomaco, la voglia di vomitare, non si dimentica. Che poi quanti sforzi ho fatto per ritornare ad avere una vita normale, ricominciare a studiare, laurearmi, cercare un lavoro, vivere relazioni, uscire, sentirsi a proprio agio nel proprio corpo, nella propria città. E quante volte sono stata invece redarguita dal mio legale, per avere una “ripresa”. Per sembrare andare avanti, e non sconfitta, finita. “La vittima deve essere credibile”. Forse se quella volta avessi inghiottito più pasticche e fossi morta sarei stata più credibile? Forse non li avrebbero assolti? Essere vittima di violenza e denunciarla è un’arma a doppio taglio: verrai creduta solo e fin tanto che ti mostrerai distrutta, senza speranza, finché ti chiuderai in casa buttando la chiave dalla finestra, come una moderna Raperonzolo. Ma se mai proverai a cercare di uscirne, a cercare, pian piano di riprendere la tua vita, ti sarà detto “ah ma vedi, non ti è mica successo nulla, se fossi stata veramente vittima non lo faresti”. Così può succedere quindi che in sede di processo qualcuno tiri fuori una fotografia ricavata dai social network in cui, a distanza di tre anni dall’accaduto, sei con degli amici, sorridi e non hai il solito muso lungo, prova lampante che non è stato un delitto così grave. Fondamentale, ovviamente. A sette anni di distanza ancora ho attacchi di panico, ho flashback e incubi e lotto giornalmente contro la depressione e la disistima di me.
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za da Basso; la seconda i e la lettera della vittima
Non riesco a vivere più nella mia città, ossessionata dai brutti ricordi e dalla paura di ciò che la gente pensa di me. Prima la Fortezza da Basso era un luogo pieno di ricordi positivi, la Mostra dell’Artigianato, il Social Forum Europeo, i numerosi festival e fiere. Adesso é un luogo che cerco di evitare, un buco nero sulla mappa della città di Firenze. Mi è stato detto, è stato scritto, che ho una condotta sregolata, una vita non lineare, una sessualità “confusa”, che sono un soggetto provocatorio, esibizionista, eccessivo, borderline. C’è chi ha detto addirittura che non ero che una escort, una donna a pagamento che non pagata o non pagata abbastanza, ha voluto rivalersi con una denuncia. Perché sono bisessuale dichiarata, perché ho convissuto col mio ragazzo un anno prima che succedesse tutto ciò, perché amo viaggiare e unito al fatto che non sono riuscita a vivere nella mia città dopo l’accaduto, ho viaggiato molto, proprio per quella sensazione di essere chiunque e di dimenticare la tua storia in un posto nuovo. Perché sono femminista e attivista lgbt e fin dai 15 anni lotto contro questo schifo di patriarcato che oggi come sette anni fa, cerca di annientarmi come ha fatto e fa continuamente, ovunque. Perché mi vesto non seguendo le mode, e quindi se seguo uno stile alternativo, gothic o cose del genere, sono automaticamente tacciata per promiscua. Perché sono (?) un’attrice e un’artista e ho fatto happening e performance usando il corpo come tavolozza di sentimenti e concetti anche e soprattutto legati al mio vissuto della violenza (e sì, la Body art è nata negli anni 60, mica ieri. Che poi, qualcuno si sognerebbe forse di augurare o giustificare chi stuprasse Marina Abramovic perché si èmostrata nuda in alcuni suoi lavori?). Ebbene sì, se per essere creduta e credibile come vittima di uno stupro non bastano referti
medici, psichiatrici, mille testimonianze oltre alla tua, le prove del dna, ma conta solo il numero di persone con cui sei andata a letto prima che succedesse, o che tipo di biancheria porti, se usi i tacchi, se hai mai baciato una ragazza, se giri film o fai teatro, se hai fatto della body art, se non sei un tipo casa e chiesa e non ti periti di scendere in piazza e lottare per i tuoi diritti, se insomma sei una donna non conforme, non puoi essere creduta. Dato che non hai passato gli anni dell’adolescenza e della giovinezza in ginocchio sui ceci con la gonna alle caviglie e lo sguardo basso, cosa vuoi aspettarti, che qualcuno creda a te, vittima di violenza? Sono stata offesa non solo come donna, per ciò che sappiamo essere accaduto. Ma come amica, dal momento in cui il capetto del gruppo era una persona che consideravo amica, e mi ha ingannato. Sono stata offesa dagli avvocati avversari e dai giudici come bisessuale e soggetto lgbt, che hanno sbeffeggiato le mie scelte affettive e le hanno viste come “spregiudicate”. Sono stata offesa come femminista e attivista lgbt quando la mia adesione a una manifestazione contro la violenza sulle donne é stata vista come “eccessiva” e non idonea a una persona vittima di violenza, essendomi mostrata troppo “forte”. Sono stata offesa dalla corte e dagli avvocati avversari per essere un’artista e un’attrice (o per provarci, ad ogni modo), un manipolo di individui gretti che non vedono oltre il loro naso e che equiparavano qualsiasi genere di nudità o di rappresentazione che vada contro la “norma” (per es. scrivere uno spettacolo sulla prostituzione) alla pornografia. Mi hanno perfino offeso in quanto aderente alla moda giapponese delle gothic lolita (e hanno offeso il buon senso), quando hanno insinuato che fosse uno stile che ha a che fare con pornografia, erotismo e chissà cos’altro. Hanno offeso, con questa assoluzione, la mia condizione economica, di gran lunga peggiore della loro che, se hanno vinto la causa possono dir grazie ai tanti avvocati che hanno cambiato senza badare a spese, mentre io mi sono dovuta accontentare di farmi difendere da uno solo. E condannandomi a dovere essere debitrice a vita per i soldi della provvisionale che ho speso per mantenermi negli ultimi due anni, oltre al fatto che nessuno ripagherà mai il dolore, gli anni passati in depressione senza riuscire né a studiare né a lavorare, a carico dei miei, e tutti i problemi che mi porto dietro fino ad adesso. Rischio a mia volta un’accusa per diffamazione, anche scrivendo questa stessa lettera. Ciò che più fa tristezza di questa storia che mi ha cambiato radicalmente, è che nessuno ha vinto. Non hanno vinto loro, gli stupratori (accusati e assolti in II° ndb), la loro arroganza, il loro fumo negli occhi, le loro vite vincenti, per esempio l’enorme pubblicità fatta ai b-movie splatter del “capetto” del gruppo, sono andate avanti nonostante un’accusa di stupro.
Abbiamo perso tutti. Ha perso la civiltà, la solidarietà umana quando una donna deve avere paura e non fidarsi degli amici, quando una donna è costretta a stare male nella propria città e non sentirsi sicura, quando una giovane donna deve sospettare quando degli amici le offrono da bere, quando si giudica la credibilità di una donna in base al tacco che indossa, quando dei giovani uomini si sentiranno in diritto di ingannare e stuprare una giovane donna perché è bisessuale e tanto “ci sta”. Quello che vince invece, giorno per giorno attraverso quello che faccio, è la voglia di non farmi intimidire, di non perdere la fiducia in me stessa e di riacquistarla nel genere umano, facendo volontariato, assistendo gli ultimi, i disabili, le persone con disturbi psichici (perché sì, anche quando si è sofferto di depressione e forse soprattutto per questo, si è capaci di essere empatia e d’aiuto). Se potessi tornare indietro sapendone le conseguenze non so se sarei comunque andata al centro antiviolenza, da cui è poi partita la segnalazione alla polizia che mi ha chiamato per deporre una testimonianza tre giorni dopo. Ma forse si, comunque, per ripetere al mondo che la violenza non è mai giustificabile, indipendentemente da quale sia il tuo lavoro, che indumenti porti, quale sia il tuo orientamento sessuale. Che se anche la giustizia con me non funziona prima o poi funzionerà, cambierà, dio santo, certo che cambierà.” Non eravamo lì, non possiamo comprendere né tantomeno giudicare. Possiamo rimanere indignati dinnanzi ad una sentenza o meno, possiamo credere a Greta o meno, l’unica certezza è che, dove non dovesse funzionare la giustizia terrena, si spera sempre che un giorno, colpisca – brutalmente - quella divina.
Alessandra Crinzi www.crinzieacapo.com Facebook: Alessandra Crinzi Twitter: @crinzieacapo Instagram: @crinzieacapo
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Il Corriere della Città
Settembre 2015
Il rimpianto Fa soffrire più un’azione non compiuta che una fatta in modo sbagliato
I
rimpianti sono parte della vita di ognuno, soprattutto quelli in amore e nella vita lavorativa. Rimpiangere il passato aiuta ad affrontare meglio il presente. Il rimpianto non è sempre un male, anzi, ha un potere terapeutico e talvolta rimpiangere il passato non è una cosa negativa, può addirittura riaffiorare proprio quando siamo felici, anzi spesso è proprio stimolato da emozioni forti e torna a galla per ricordarci che abbiamo un passato e dunque non si tratta di una debolezza ma di una risorsa. La sensazione che si prova di fronte ad una vecchia foto, all’incontro con un vecchio amore, quando si torna indietro con il tempo…si prova rimpianto per le scelte fatte, soprattutto per quelle in amore che, ammettiamolo, pesano davvero molto di più, ma anche per quelle non fatte e per le cose non dette. Ma quando parliamo d’amore intendiamo anche quello per le persone care, che forse è il rimpianto che pesa di più, che rimane un po’ come una lacrima, per le cose che non sono state dette magari a persone che adesso non ci sono più. Ma il rimpianto non sempre è utile, in quanto è utile se lo si usa come una toccata e fuga, come una spinta per vivere meglio il momento attuale, altrimenti se lo si usa per rimuginarci fa stare ancorati in un passato impedendoci di vivere in pieno il presente. Infatti ci sono persone che vivono rimpiangendo costantemente il passato e questo non è un bene, perché dobbiamo pensare che quello che stiamo perdendo in questo momento, mentre ci guardiamo alle spalle, diventerà poi il rimpianto di domani. Quindi vivere adesso, sulle basi delle nostre esperienze passate, quello che sarà il nostro domani. Ma la cosa che purtroppo spesso accade è che quasi nessuno prova lo stesso rimpianto verso ciò che non ha potuto fare per migliorare se stesso, ovvero nessuno o pochissimi rimpiangono di non aver dedicato abbastanza tempo ad approfondire la conoscenza di se stesso, perché presi e distratti dalle necessità materiali, ma se si pensasse di più nelle nostre giornate a migliorare e a diventare più consapevoli di quello che siamo, sicuramente potremmo evitare poi di fare quegli errori che ci hanno creato o ci creano dei rimpianti. Ma, a mio avviso, l’aspetto più importante è avere la possibilità di scelta. Chi rimpiange spesso ha scelto, ma succede in-
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Numero 9 Anno 7 SETTEMBRE 2015 EDITORE: La Città
via Odessa 41 - 00040 Torvaianica
vece che c’è chi non ha potuto scegliere. Nel fatto di aver avuto o non aver avuto questa libertà di scegliere fa una grande differenza. Il problema è che a monte prima di fare una scelta immaginiamo uno scenario ipotetico che, per chi sceglie, contrasta con quello che noi ci creiamo come scenario ideale, ma in realtà non sappiamo, per la maggior parte delle volte, cose sarebbe veramente successo se avessimo fatto o meno una determinata scelta. Noi non abbiamo emozioni inutili, tutte sono importanti per la nostra vita, per il nostro crescere, per il nostro sentirci ed essere uomini. L’ importante è l’uso che ne facciamo, se usiamo i rimpianti come leva positiva per vivere meglio il presente e crearci un buon futuro, altrimenti diventa una catena che tende a soffocare sul nascere qualsiasi nostra scelta. Ricordarsi sempre che la vita è fatta di piccole sfumature e il rimpianto è una di quelle, che considereremo anche tenera, poiché rispetto al rimorso che può farci star male emotivamente, il rimpianto addolcisce spesso i ricordi più belli della nostra vita. L’importante è rimanere ancorati alla realtà, al presente che viviamo senza chiudersi in noi stessi, mentre bisogna imparare a condividere con gli altri ed anche il rimpianto, perché no, può essere un grande momento di crescita. Mentre invece se vissuto continuamente come
un tormento interiore anche la nostra salute potrebbe risentirne. Se avessi fatto, se potessi avere…fanno nascere un sentimento di frustrazione che ci porta a star male perché noi alimentiamo tutte queste emozioni negative che ci porta inevitabilmente ad una condizione di stress che condiziona tutto il resto della vita anche sotto l’aspetto della nostra salute. Ricordiamoci che non è mai troppo tardi per dare una svolta importante alla nostra vita, soprattutto nelle piccole cose, accettando anche gli errori che si commettono, essere più indulgenti con noi stessi, volersi più bene, essere più affettuosi, considerando la nostra fragilità e la possibilità anche di sbagliare. Tutto può farci crescere, anche il più grande sbaglio a qualunque età, perché ogni giorno va vissuto come un nuovo inizio e quindi ogni momento della nostra vita ha in se stesso il seme del cambiamento e questo è vero a vent’anni come può essere vero a ottanta. Quindi ricordarsi che volersi bene vuol dire accettare i propri limiti, riconoscendo anche la propria infallibilità e vivere più intensamente il nostro presente e progettare più allegramente il nostro futuro. Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it
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DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Alessia Ambra Achille, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Elisa Benazzi, Alfredo Corrao, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Giuseppe Marrone, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti
STAMPA: Tipografia Graffietti Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009