CONSORZIO UNIVERSITARIO:
PARLA CICCOLINI Dagli sprechi del passato alla voglia di voltare pagina per dare un nuovo futuro al Selva dei Pini
el nuovo corso assunto dal Consorzio Universitario parla il Vice Presidente Massimo Ciccolini, che spiega le motivazioni delle scelte fatte in questi giorni dal CdA ed illustra le aspettative per il futuro. “Dopo aver passato le prime settimane studiando tutta la documentazione inerente alle attività del Consorzio ed i contratti che ci legano a vari fornitori, abbiamo cercato di dare un taglio alle troppe spese, limitando gli sprechi ed eliminando il superfluo”. Ovvero? “Partiamo da alcune precisazioni e dalla definizione di questa struttura. Si tratta di un edificio con finalità turistico-ricettive, quindi funge da hotel, con circa 50 stanze. Ci siamo accorti che questo patrimonio era stato gestito, negli anni passati, con una certa leggerezza, che adesso – in modo del tutto strumentale – si vuole far ricadere in parte sul Sindaco di Pomezia: da quello che ho potuto verificare, insieme ai nuovi amministratori, questo non è assolutamente vero, tant’è che il nostro operato viene non solo approvato dal Primo Cittadino, ma anche incentivato. E’ lui che incoraggia me ed il Presidente Giorgio di Micco ad andare avanti con l’analisi di tutta la situazione pregressa e che ci spinge a rimettere in sesto i conti e la macchi-
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na del Consorzio, eliminando gli sprechi della gestione passata. Ad esempio, ogni stanza dell’albergo è stata fornita di un monitor – e non di un televisore vero e proprio – per far seguire i programmi televisivi agli ospiti paganti. Dalle carte che stiamo analizzando abbiamo rilevato che per questi 50 monitor il Consorzio aveva stipulato un contratto che prevede il pagamento di 1500 euro al mese per 60 mesi, con
un totale di ben 90 mila euro. Facendo i conti spiccioli, se invece di prendere i monitor con questo leasing fossero stati acquistati dei televisori di media qualità, come quelli di cui si dotano gli altri hotel, il Consorzio avrebbe speso circa 150 euro a televisore, pagando al massimo 7500 euro. Perché spendere una cifra di 12 volte maggiore?”. E’ possibile rimediare? “Stiamo valutanto la possibilità legale di rescindere il contratto quanto prima, portando un notevole risparmio al Consorzio. Restando nell’ambito della tecnologia, è stato fatto un contratto che prevedeva il comodato d’uso di cellulari a chiamata interna, che praticamente funzionano come se fossero delle ricetrasmittenti tra le numerazioni del circuito, attribuite ai dipendenti ed ai collaboratori. Costo di questa comodità? 1100 euro al mese solo per la funzione di “interno”, più circa 4000 euro al mese di fattura per i telefonini. A cosa serve questo spreco quando con i telefoni di rete fissa esistono gli interni e si parla senza spendere un soldo? Senza contare che questa non è una grande città, dove è difficile raggiungersi: se non si è all’interno dell’ufficio, basta raggiungere un telefono o chiamare a voce la persona che ci interessa, quindi questo è stato un
altro taglio fatto alle spese inutili. Altra sforbiciata è stata data guardando alle collaborazioni esterne rescindendo dei contratti per ricercatori che erano stati assunti senza rispettare le normali procedure di legge, che prevedono l’evidenza pubblica. Dire che sono stati fatti degli sperperi è un eufemismo, ma questo non accadrà più”. Ma le perdite erano anche altrove: gli impianti sportivi, ad esempio, non hanno mai pagato il consumo dell’acqua, visto che in alcuni i contatori non erano mai stati installati, mentre in altri, anche se i contatori erano presenti, non sono mai stati verificati per addebitare i relativi consumi. Le spese, tra cui quella relativa alla depurazione, venivano sostenute per intero dal Consorzio, così come succedeva per la guardiania. “Sono tutte questioni che stiamo analizzando e sistemando: siamo al lavoro per calcolare il consumo effettuato finora per recuperare quanto perso, anche se il conto si può fare solo per gli ultimi anni e non quelli precedenti”. Dove sono stati registrati gli sprechi maggiori? “Probabilmente per il Ceas, per il quale sono state pagate una serie di prebende. Abbiamo scoperto che molte persone lega-
te a questa sigla hanno alloggiato qui gratuitamente, per un totale di mancati introiti di circa 100 mila euro. Questo non sarà più possibile. Adesso, invece, questo non è più possibile: chiunque prende una stanza o effettua una consumazione all’interno di queste strutture deve corrispondere il giusto prezzo. Per il pregresso, stiamo facendo le opportune verifiche, al termine delle quali le fatture del dovuto verranno addebitate al Ceas stesso e che comprenderanno anche le spese fatte per le migliaia di manifesti, locandine, carte intestate e libretti vari che giacciono ancora buttati nei bungalow all’interno dei quali il Ceas aveva la sua sede operativa e che sono stati chiusi per ordine dell’Amministrazione comunale in quanto pericolanti. Per non parlare dei Master e dei convegni, che non sono di competenza del Consorzio e che invece venivano organizzati dal Ceas nonostante l’interesse non fosse diretto al territorio, ma trattassero argomenti riservati a nicchie di addetti ai lavori: ci sono stati convegni che hanno vistola partecipazione di appena una decina di persone, ma che hanno avuto costi molto elevati. Dulcis in fundo, abbiamo trovato tutta una serie di contratti di lavoro fatti circa un mese prima che cambiasse il CdA, quando l’ex presi-
dente era già stato sfiduciato e si sapeva che sarebbe cambiata totalmente la gestione. Oltre alle date “sospette” , ci sono anche i nomi, che sono molto vicini a chi li ha avallati, ovvero alcuni dipendenti di spicco del Consorzio”. Ma qual è la reale situazione finanziaria – e quindi debitoria – del Consorzio? “Ancora non lo sappiamo con esattezza. Per avere la certificazione del debito ci siamo rivolti ad una società specializzata, che sta agendo con professionalità e obiettività, senza alcuna influenza esterna, e che ci fornirà un quadro esatto di quanto successo finora a livello economico e di quale sia effettivamente il bilancio attuale”. Ma la contabilità non era gestita direttamente dal Consorzio? Che bisogno c’era di rivolgersi ad una società privata? “Quando noi siamo arrivati, abbiamo trovato un caos incredibili: la persona che avrebbe dovuto seguire la contabilità – una dipendente del Consorzio – era stata relegata ad altri incarichi”. E chi teneva i conti? “Mi consenta di non rispondere fino a quando non verrà fatta completa luce sull’intera vicenda”.
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AL CAMPUS DI POMEZIA L’AUTO CHE FA PIU’ DI 200 KM CON 1 LITRO DI BENZINA Un’auto rivoluzionaria pensata da studenti laureati a Pomezia n’auto che può percorrere più di 200 km con 1 solo litro di benzina: non è fantascienza, ma lo studio di un gruppo di giovani studenti laureati nella sede universitaria di Pomezia, che avrebbero voluto partecipare, dal 26 al 28 maggio 2011, al concorso “Shell Eco-Marathon 2011” che si è tenuto a Lausitz, in Germania, portando in alto la bandiera di Pomezia. Le caratteristiche per arrivare alla vittoria del maggior numero possibile di premi, fra cui quelli relativi al miglior design, minimo costo, miglior estetica e maggiori prestazioni, c’erano tutte, ma la bandiera non è mai stata issata: sono mancati i fondi euro necessari per perfezionare la partecipazione. Come mai? Semplice, il Consorzio per l’Università di Pomezia, pur pubblicizzando l’incredibile progetto dei sui studenti, non ha mai approvato la delibera per il finanziamento dello stesso. “E’ una delle tante anomalie del passato – spiegano dal nuovo CdA – quando venivano approvate spese enormi per cose inutili e bloccate iniziative importanti. Ma per fortuna, almeno questa volta, è possibile rimediare. E’ infatti nostra intenzione rimettere mano quanto prima ai documenti relativi a questo progetto e deliberare positivamente per poter consentire a questi ragazzi di partecipare ad uno dei concorsi più prestigiosi al mondo sulla mobilità sostenibile”. Ma parliamo del progetto. Secondo Luis Kacmoli, 29 anni, laureato in Industrial Design al Campus di Pomezia e frequentante il corso di laurea magistrale in Industrial Transportation and Automotive Design della facoltà di Architettura dell’Università “Sapienza” di Roma, uno dei quattro giovani – gli altri sono Valerio Sibilia, Matteo Priori e Daniele Mastriddi –
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autori dell’ambizioso progetto, il veicolo da loro messo a punto, la Kalu (questo il nome del progetto scelto per indicare il minimo consumo) è un prototipo ultraleggero, con il design che sposa la forma di un’auto e quella di un motoscafo, costruito interamente in alluminio e con una aerodinamica molto particolare, che privilegia il risparmio energetico in maniera drastica: il consumo di 1 solo litro di benzina permette a questa autovettura monoposto di percorrere più di 200 km, risolvendo i problemi energetici e di inquinamento che oggi stanno rendendo problematici gli spostamenti all’interno delle città e stanno creando notevoli problemi alla salute. Questa rivoluzionaria monoposto, larga 120 cm, alta 1 metro e lunga 3,50 metri con un peso di 100 kg ed un motore di 50 cc, può sviluppare una velocità massima di 90 km/h rispettando i limiti di velocità e tutti gli standard di sicurezza per le autovetture
di questo tipo. Il consumo sarà praticamente zero, perché, con le modifiche in atto in questo periodo, si sta mettendo a punto la possibilità di far muovere la macchina ad energia solare. Ma cos’è esattamente la Eco Marathon? Si tratta di una competizione mondiale organizzata ogni anno dalla azienda petrolifera Shell e patrocinato dal Commissario dell’Unione Europea per la Scienza e la Ricerca. Questo concorso, orientato a dare ai futuri ingegneri e tecnici la possibilità di cimentarsi nell’esplorazione e nella ricerca dell’auto del futuro, rappresenta una necessità mondiale di creare nuove forme di trasporto ecocompatibili per le generazioni a venire, dal momento che la popolazione mondiale è più che raddoppiata dal 1950 ad oggi e si prevede un incremento del 40% entro il 2050. Alla competizione, costituita da diversi eventi che si svolgono nel Regno Unito, in Finlandia, nei Paesi
Bassi, in Germania, nel Giappone e negli Stati Uniti, i concorrenti provenienti da tutto il mondo gareggiano quindi con spe-
ciali veicoli costruiti con l'obiettivo di ottenere i più bassi consumi possibili. A questo evento partecipano diverse tipologie di
team, dai semplici entusiasti alle squadre di studenti universitari, fino a grandi case automobilistiche con le loro varietà di design. L’importante progetto internazionale di ricerca nel campo automobilistico portato avanti dal “Vector Team” – questo il nome che si sono dati i quattro ragazzi – si è però fermato al prototipo, che giace dimenticato in un angolo del Selva dei Pini. “E’ nostra intenzione riprendere il discorso, per far partecipare i ragazzi alla competizione del prossimo anno – dichiarano dal Consorzio – Un progetto simile porterebbe il nome di Pomezia in giro per il mondo, dando lustro e visibilità non solo al Selva dei Pini, ma all’intera città. Se poi il giovane team pometino dovesse vincere qualche premio, cosa in cui crediamo visto il pregio del progetto, la soddisfazione sarebbe enorme. L’unica modifica che probabilmente chiederemo è sul nome della vettura, che ci piacerebbe ricordasse il nostro territorio e la nostra città”.
UN PROGETTO PER L’UNIVERSITA’ Gli studenti delle scuole superiori protagonisti del Campus del futuro idare l’Università, o meglio il Consorzio che gestisce il Campus Selva dei Pini, ai cittadini di Pomezia e dintorni. Questo uno degli scopi che il nuovo CdA si è prefissato da quando ha preso in mano la sede di Via Pontina. “Abbiamo deciso di tracciare una linea di confine tra il passato ed il futuro – ha spiegato il vice presidente del Consorzio per l’Università, Massimo Ciccolini – Se fino a ieri questo posto era una realtà isolata, che poco o niente aveva a che fare con il contesto cittadino, adesso la nostra intenzione è quella di avvicinare ed amalgamare le potenzialità del Selva dei Pini con le esigenze locali, facendone un motivo di orgoglio. A questo scopo, insieme al Presidente Giorgio Di Micco, stiamo perfezionando un progetto che coinvolgerà tutte le scuole medie superiori non solo di Pomezia, ma anche dei Comuni limitrofi.
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Inizialmente si tratterà di un progetto pilota, che vedrà il coinvolgimento di Anzio, Ardea e Nettuno: tutti gli studenti del quarto e quinto anno di questi territori, insieme a quelli di Pomezia, potranno partecipare. Ci rivolgeremo ai giovani prossimi al diploma, e quindi maggiormente interessati ad una futura iscrizione universitaria”. In cosa consiste questo progetto? “I ragazzi parteciperanno ad un concorso attraverso il quale si chiederà loro di descrivere il territorio in cui vivono, utilizzando varie tecniche rappresentative, che possono essere figurative – quindi pittura o scultura – letterarie, con racconti e poesie, o attraverso rappresentazioni teatrali. La fase finale del progetto vedrà una settimana di attività all’interno del Campus, dove – grazie ad una giuria, presieduta dal Sindaco di Pomezia, formata da “tecnici”, ossia da personaggi di spicco della cultu-
ra, e dalle più alte cariche amministrative dei quattro Comuni coinvolti – saranno decretati i vincitori. La “Settimana del territorio”, così sarà denominata, avrà luogo tra Aprile e Maggio del prossimo anno”. Quali saranno i premi e come verranno assegnati? “Per partecipare al progetto le scuole riceveranno un contributo di circa 500 euro in materiale didattico che la scuola stessa indicherà. Per quanto riguarda il concorso vero e proprio, verrà innanzi tutto scelta la scuola vincitrice di ogni Comune, che riceverà come premio da quantificare. Le finaliste si contenderanno un premio ancora maggiore, che sarà sempre convertito in materiale utile per lo studio e l’istruzione, perché uno degli scopi di questa iniziativa è quello di far crescere la cultura. L’altro scopo è valorizzare e la promuovere il nostro territorio, far risaltare le sue ricchez-
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ze, che traggono origine dall’antichità – quindi mettendo in risalto i beni archeologici e storici – e dalla conformazione geografica. Si dovranno esaminare gli aspetti economici ed il loro mutamento, dall’agricoltura e la pesca fino all’industrializzazione ed al boom economico, trattando anche la crisi che sta coinvolgendo le aziende del territorio in questi ultimi anni. Si tratterà quindi di un percorso storico-economico messo in arte. Saranno gli alunni a scegliere il tema ed approfondirlo: si otterrà così il doppio intento di far svolgere un lavoro di gruppo con finalità didattiche diverse da quelle standard e di scoprire aspetti nuovi dei luoghi in cui si vive. Per tutti gli alunni partecipanti ci sarà poi uno sconto nelle tasse d’iscrizione qualora decidessero di frequentare l’università nel nostro Campus. Si tratta quindi un modo per promuovere le Università che offrono i loro corsi all’interno del Selva dei Pini. Quello che è mancato finora, infatti, è stata la pubblicizzazione dell’offerta: noi, e parlo a nome del Consorzio, non siamo l’Università, ma coloro che devono dare impulso e risalto alle attività che gli Atenei svolgono”. Come si chiamerà il progetto? “Stiamo scegliendo tra alcune proposte. Quello che è certo è che avrà un nome legato al territorio, per far riconoscere agli studenti un senso di appartenenza. Allo stesso scopo abbiamo deciso di cambiare la denominazione alla struttura, che non si chiamerà più “Campus degli studi e delle università di Pomezia”, ma avrà un nome che ricorderà tutta l’area che da Pomezia arriva fino a Nettuno”. Come mai? “E’ nostra intenzione coinvolgere le Amministrazioni limitrofe, rendendole
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socie, pur lasciando al Comune di Pomezia l’attuale quota”. Che vantaggio ne riceverebbero gli altri Comuni, visto che il Selva dei Pini è a Pomezia? “Con una quota societaria fissa avrebbero la possibilità di far iscrivere i loro residenti pagando degli importi di gran lunga inferiori a quelli reali. Questo significherebbe che, con importi che per le Amministrazioni non sarebbero assolutamente eccessivi, potrebbero offrire ai loro cittadini un servizio eccezionale, favorendo l’innalzamento culturale e dando la possibilità a molti più ragazzi di iscriversi ad
un corso di laurea”. Perché, allora, non fare un’indagine tra gli studenti degli ultimi due anni delle superiori e capire quali sono le facoltà maggiormente richieste in questa zona? “Abbiamo pensato anche a questo, ma si tratta di un’arma a doppio taglio. Se dovessimo limitarci alle caratteristiche del tessuto sociale di questa zona, faremmo un’azione alquanto riduttiva, visto che dovremmo fermarci agli indirizzi chimici o farmaceutici: la nostra intenzione è invece quella di concentrare in questa struttura 5 o al massimo 6 facoltà, ma di eccellenza, che non si basino sulle reali possibilità di sbocco nel mondo del lavoro, per il quale devono essere il più appetibili possibile. Dobbiamo dare a questi ragazzi delle occasioni vere, sfruttare quei segmenti di mercato che ancora offrono buone opportunità di impiego, soprattutto se si ha una base formativa solida come quella che abbiamo intenzione di offrire. Questo non va ovviamente ad escludere corsi specialistici che corrispondono alla tipologia di aziende che insistono sul territorio”. In un contesto come quello del Selva dei Pini si può unire la didattica ad attività extrascolastiche? “Quello che io sogno è un Campus universitario di tipo americano, dove lo studente possa trovare tutto ciò di cui ha bisogno, comprese le attività sportive e ludiche, sentendosi parte di un microcosmo completo, una cittadella degli studi a tutti gli
CONSORZIO PER L’UNIVERSITA’ DI POMEZIA: PRIMA DI PASSARE DAGLI ALTRI…VIENI DA NOI U n importante studio di una famosa università americana sottolinea come gli studenti che frequentano corsi universitari all’interno di strutture immerse nel verde, lontano da smog e dai rumori della città hanno un’elevata possibilità di laurearsi e di affrontare l’accesso al mondo del lavoro con maggiore dinamismo proprio perché il loro percorso di studi universitario si è svolto in questo particolare tipo di ambiente: e questo è l’ambiente dove vivono quotidianamente gli studenti che frequentano i corsi di laurea in Economia, Giurisprudenza ed Infermieristica presso il Consorzio per l’Università di Pomezia. Gli studenti universitari che gravitano all’interno del Consorzio per l’Università di Pomezia hanno infatti la possibilità di seguire le lezioni di primari docenti di livello nazionale ed internazionale immersi nel verde,tra alberi secolari di querce e sughere,tutto questo lontano dai rumori e dallo stress della città. Non c’è problema di parcheggio,non c’è smog ed inquinamento, il silenzio regna sovrano dando la possibilità di seguire facilmente le lezioni, di studiare nel tempo libero tra le verdi colline e persino di pernottare all’interno della struttura alberghiera. E’ attivo infatti il servizio ricettivo del Park Hotel Selva dei Pini che offre
così agli studenti la possibilità dopo le lezioni di rimanere a dormire presso la struttura evitando così lo stress di spostarsi per andare e tornare a seguire le lezioni. Inoltre di ottima qualità è anche la mensa che svolge servizio sia a pranzo che a cena tantochè in poco tempo è diventata un punto di ristoro fisso non solo per gli studenti ma anche per gli impiegati delle aziende limitrofe che hanno la possibilità di pranzare o cenare in un parco naturale come è quello del Consorzio per l’Università di Pomezia. Per studiare è stata realizzata una spaziosa ed elegante biblioteca e per collegarsi ad internet o lavorare al personal computer è disponibile una ipertecnologica sala informatica per tutti gli studenti. E qualora si volesse
anche svolgere attività fisica o ludica, memori del celebre motto di latina memoria Mens sana in corpore sano all’interno del Consorzio vi sono anche 4 campi da tennis di ultima generazione, un campo di calcio regolamentare, un campo da calciotto e due campi di calcio a 5 che possono essere utilizzati da tutti gli amanti dello sport. Ma anche per gli amanti del jogging sono disponibili 5 km di percorsi in mezzo al verde che possono essere anche utilizzati per esercizi ginnici all’aria aperta e per finire sono aperte nel periodo estivo anche due piscine, una per grandi ed una per piccini per coccolare gli studenti dopo gli esami estivi. E tutto questo è disponibile a Pomezia grazie all’impegno del Consorzio per
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l’Università di Pomezia che è attivo ormai dal 2004 nello sviluppo della cultura accademica nella zona pontina. Il Consorzio per l’Università di Pomezia ha la propria sede all’interno del Campus “Selva dei Pini”,un parco naturale di 27 ettari, sito in Via Pontina al km. 31,400 nei pressi di Pomezia (Roma) dotato di strutture ricettive e sportive di primissimo piano, laboratori, ed aule attrezzate di ultima generazione che offrono la possibilità di vivere una esperienza formativa orientata alla valorizzazione della creatività e dello scambio culturale. Partner istituzionale è la Citta di Pomezia, la quale è anche il maggior azionista del Consorzio ed è impegnata per favorire esperienze sociali utili per la cittadinanza. La popolazione studentesca globale è inferiore alle 1000 unità con una percentuale in continua crescita proveniente dalle zona pontina e dalla provincia di Roma ma l’indotto copre un territorio potenziale di 250.000 persone. Il Park Hotel Selva dei Pini è composto di un plesso immobiliare dotato di circa 20 aule dotate di Videoproiettore, wireless Internet Lan, e sistema audio, per una capienza compresa dai 30 ai 200 posti ed una modernissima aula tecnologica collegata ad una wireless Lan con sistema operativo Open Source. Inoltre è anche struttura alberghiera comprensiva di circa 50 camere con servizi ed ogni tipo di comfort ed un corner Bar ed una mensa ospitante circa 250 posti. Per promuovere all’esterno le attività interne ma anche per informare sui fatti d’attualità locali e nazionali è nato il periodico “La Gazzetta del Campus di Pomezia” diffuso nell’area di Pomezia, Ardea, Torvajanica, Aprilia, Anzio, Nettuno, Ostia e Castelromano. Molteplici sono anche i canali telematici utilizzati dalla nostra
testata ai fini promozionali: attraverso l’account istituzionale Consorzio per l’Università di Pomezia, l’account Gazzetta del Campus di Pomezia ed il gruppo su Facebook degli Amici della Gazzetta del Campus di Pomezia. Inoltre sono in via di attivatazione i siti www.unipomezia.it , www.unipomezia.eu e www.unipomezia.com per conoscere tutte le attività presenti all’interno del Campus Selva dei Pini e attraverso cui è anche possibile leggere la versione della Gazzetta del Campus di Pomezia. Ma la struttura non è solo per gli studenti ma si da anche la possibilità di usufruire degli spazi interni ed esterni, alle aziende che possono affittare le aule come per conferenze, meeting e conventions ed hanno anche la possibilità di poter desina-
re a pranzo ed a cena e di poter pernottare all’interno della struttura stessa. Tutto questo fa del Consorzio per l’Università di Pomezia un ambiente ideale dove si fonde cultura e verde,università e sport, riposo e buona cucina,relax e attività fisica a disposizione di tutti coloro che vogliono accostarsi all’eccellenza universitari con il surplus di un ambiente a misura di studente. Per informazioni sulle iscrizioni, didattica e sui corsi attivi si può telefonare allo 0691255309 o inviare una email a p.idin@unipomezia.it ; j.fedele@unipomezia.it ; r.ciarla@unipomezia.it Per informazioni sulla disponibilità ricettiva del Park Hotel Selva dei Pini si può telefonare allo 06912550 oppure 0691255402 o inviare una email a r.cardillo@unipomezia.it”.