La luce come Comunicazione nella Fotografia

Page 1

IUAV - Facoltà di Design e Arti Corso di laurea specialistica in Comunicazioni Visive e Multimediali corso di Illuminotecnica e Acustica prof. Claudio Coloretti e Federica Pretto a.a. 2006-2007

LA LUCE COME COMUNICAZIONE NELLA FOTOGRAFIA: RIPRODUZIONE E ALLESTIMENTO DI TRE FOTOGRAFIE STILL LIFE

ILENIA MUSSOLIN

MONICA ZAMBOLIN



INDICE:

LA LUCE NELLA FOTOGRAFIA STILL-LIFE

01

01.1_ LA FOTOGRAFIA 01.2_ IL GENERE STILL-LIFE 01.3_ L’ILLUMINAZIONE

IL PROGETTO

02

02.1_ L’OBIETTIVO 02.2_ LE FOTOGRAFIE SCELTE 02.3_ L’AMBIENTAZIONE

LA REALIZZAZIONE

03

03.1_ LA LUCE NELLE FOTOGRAFIE SCELTE 03.2_ COLLOCAMENTO NELL’AMBIENTE 03.3_ RIPRODUZIONE E ANALISI DELLE FOTOGRAFIE 03.4_ LE OMBRE

PROPOSTA VIRTUALE DI UN ALLESTIMENTO MUSEALE

04

04.1_ LO SCHEMA LUCI 04.2_ LE LUCI NELLE TRE SCENE 04.3_ L’ILLUMINAZIONE DELL’AMBIENTE

03



L’USO DELLA LUCE NELLA FOTOGRAFIA STILL-LIFE

01


01.1_ LA FOTOGRAFIA Come altre scienze e tecniche sorte tra Sette e Ottocento, anche la fotografia porta un nome formato in epoca moderna con elementi di origine greca. Photo- in greco indica tutto ciò che ha a che fare con la luce, e -graphia significa scrittura, disegno. Il significato letterale di fotografia sarebbe dunque quello di tecnica di disegno per mezzo della luce. Più precisamente, si chiama fotografia qualsiasi procedimento, ottico, meccanico o chimico, che permette di riprodurre immagini della realtà grazie all’effetto che ha la luce su determinate sostanze. La parola, che proveniva dalla Francia ma esisteva già anche in inglese e in tedesco, compare in Italia intorno al 1840. Nel giro di pochi anni la parola ‘fotografia’ passa dal procedimento al suo risultato, cioè alle immagini stampate; verso il 1850 già si parla di fotografi, e qualche anno dopo di macchine fotografiche. L’abbreviazione foto inizia a essere usata negli anni Trenta. 01.2_ IL GENERE STILL-LIFE Letteralmente e secondo una ragionevole definizione, la natura morta si potrebbe definire come segue: fotografia nella quale si rappresentano una serie di nature inanimate, alimenti o simili, generalmente in piani corti, con inquadrature chiuse e caratterizzate da un’illuminazione particolarmente curata. 06


Lo still life deve molto, come ispirazione artistica e compositiva all’arte in natura morta, con il vantaggio dell’immediatezza. Il fotografo può riprendere la frutta o i cibi prima che siano avariati. Ciò che conta è curare la luce in funzione di: - una struttura superficiale dell’oggetto: una superficie rugosa riflette la luce in modo diverso da una liscia o lucida - colore del soggetto: se è chiaro proietterà di per sè luce, se è scuro creerà zone d’ombra - composizione del o dei soggetti: se la composizione è estesa e con molti dettagli, occorre una luce diffusa che eviti forti ombre. Quando invece occorre esaltare un particolare, la fonte di luce o l’eventuale flash devono essere angolati a 45°, questò darà un effetto di plasticità creato dal gioco luci-ombre. 01.3_ L’ILLUMINAZIONE L’illuminazione è uno degli aspetti più importanti della fotografia. Può essere effettuata in vari modi: dall’alto, dal basso, da dietro i soggetti (controluce), da un lato e frontalmente. Sono possibili infinite combinazioni nella disposizione delle sorgenti luminose artificiali, con in più la possibilità di filtrarle, di utilizzare direttamente la luce naturale del sole o la cosiddetta “luce diffusa” (con le ombre ridotte al minimo). È nell’uso della luce che entrano maggiormente in gioco le abilità artistiche del direttore della fotografia e la sua capacità di evidenziare le superfici, le prospettive, i contorni, la fisionomia di un oggetto, ecc. Inoltre, la quantità di luce sulla scena influisce sulla scelta del diaframma, con ripercussioni sull’ampiezza della profondità di campo. 07


Dal tipo di luce presente nella scene dipende gran parte del risultato del lavoro, la luminosità caratterizza l’atmosfera di un’immagine, ne permette diverse letture e quindi è fondamentale conoscerla per sapere come comportarsi nelle varie situazioni in cui ci si può trovare. Nell’illuminazione di scene esistono due tipi di luce: luci dure e luci morbide. La luce dura è una luce intensa che, e proietta forti e profonde ombre dai contorni netti e definiti. Può essere utile per effetti drammatici o fotografie di oggetti ai quali va questo tipo di luce, ma per i ritratti o nature morte di solito non è ideale. La luce morbida o diffusa produce a malapena ombre, ottenendo toni soavi e sfumati. È perfetta per la fotografia di natura morta. Le ombre non sono fastidiose e per regola generale la ripresa trasmette la sensazione di un maggiore volume. Una luce diffusa, in particolare, è una luce che non lascia ombre e permette di apprezzare con dettaglio tutte le caratteristiche del soggetto. I piani si aprono sufficientemente affinché l’oggetto si veda nella sua totalità, gli sfondi sono di solito neutri, niente colori appariscenti che deviano l’attenzione, e la profondità di campo deve impedire l’apparizione di zone fuori dal fuoco. Altra differenza importante è quella tra luce naturale ed artificiale, la prima ha il vantaggio di essere estremamente economica ma ha lo svantaggio di non poter essere controllata, al contrario della luce artificiale delle lampade o dei flash, fondamentale per fotografare di notte o in interni. Il principale obiettivo per la rappresentazione fotografica di nature morte è quello di illuminare morbidamente i soggetti e la scena, con luce diffusa e senza ombre nette. 08


IL PROGETTO

02


02.1_ L’OBIETTIVO Come tema progettuale abbiamo scelto la fotografia still-life o natura morta, in quanto tema molto praticato dai professionisti a fini pubblicitari, scientifici, documentaristici e artistici, ma poco preferito dai i fotoamatori e appasionati di fotografia, che da sempre si sentono più attratti dalle istantanee, dai ritratti e dal paesaggio. Lo still-life è un genere fotografico affascinante, proprio perchè complesso sia dal punto di vista tecnico, che artistico-creativo. Essa comporta una sperimentazione delle luci, da controllare e gestire al pari delle ombre, e lo sviluppo di una sensibilità particolare nell’accostamento delle forme, come struttura e disposizione che poi andranno inserite in un contesto, lo sfondo, coerente con i soggetti rappresentati ma non invadente. Nello scegliere le tre fotografie, abbiamo tenuto conto di tre parametri fondamentali: - coerenza dei soggetti: gli oggetti-soggetti hanno una coerenza fra loro, di forma, di provenienza, di struttura o di ambito temporale; - luci ed ombre: l’illuminazione in entrambe le foto è piuttosto dura con ombre nette e ben delineate, per esaltare il significato delle fotografie, anche se non è la luce ideale per il genere delle nature morte; - lo sfondo: il contesto alla composizione in entrambi i casi non è prevaricante, ma capace di valorizzare. Le ombre molto profonde, come sfondo, sono l’ideale per soggetti chiari e dai colori sgargianti, che in questo modo si stagliano con efficacia. Al contrario soggetti scuri richiedono sfondi chiari o con toni tenui e sfumati. 10


Da questa analisi, abbiamo perciò deciso di approfondire il tema dell’illuminazione nel genere fotografico still-life, scegliendo accuratamente due fotografie d’autore e un render fotorealistico dove i soggetti rappresentati in entrambe le fotografie sono le mele, delle quali abbiamo analizzato la luce e le ombre in relazione all’ambiente e agli oggetti presenti in ogni scena. Date l’illuminazione differente, ogni foto rappresenta un momento della giornata differente: colazione, pranzo e cena. Ogni foto usa un tipo di luce differente per comunicare il significato che ha in sè: il nostro obiettivo è proprio quello di capire come vengono utilizzate le luci nelle scene per ottenere il significato voluto dalla foto originale. Dagli studi fatti, ci siamo perciò calate nella riproduzione delle fotografie scelte, per esaminare in modo approfondito come la luce viene utilizzata per rappresentare i punti di luce sugli oggetti e per rappresentare le ombre proprie e portate.

11


02.2_ LE FOTOGRAFIE SCELTE Colazione La prima fotografia scelta rappresentante la colazione, è un render foto-realistico. Intitolata “Still Life“, abbiamo scelto questo tipo di rappresentazione, in quanto ci sembra interessante studiare l’applicazione della luce virtuale alla foto, effettuata tramite un software 3D di modellazione e trattamento digitale delle superfici e delle luci, da riprodurre nella realtà naturale. Questo render fotorealistico è stato realizzato da Carlo Traversi con i software Bryce 5 e Adobe Photoshop.

Carlo Traversi, Still-Life

12


Pranzo La seconda fotografia rappresenta il pranzo, intitolata “Bowls and apples“ è stata realizzata con una macchina fotografica reflex nel 1916, dal grande fotografo americano Paul Strand vissuto tra il 1864 e il 1976. Strand fu molto influenzato dal cubismo, tanto che nelle sue fotografie, tenta di arrivare a rappresentare l’ombra per creare dei ritmi astratti, non dando più importanza alla rappresentazione dell’oggetto in sè. «Da allora imparai come costruire una fotografia, di cosa essa è fatta, quale relazione hanno le ombre tra loro, la maniera di riempire gli spazi e come l’insieme deve dare una sensazione di unità.» Paul Strand, a proposito delle opere di Picasso in mostra alle Little Galleries

Paul Strand, Bowls and Apples 1916

13


Cena La terza e ultima fotografia rappresenta la cena. “Natura morta con tre mele“, è stata realizzata nel 2001 da Mark Citret, nato nel 1949 a New York e tutt’ora operante in California come fotografo. La fotografia di Citret è una specie di meditazione del vedere; benchè non contenga forme umane, è comunque un testamento potente del rapporto fra la presenza umana e la natura transitoria. Il senso di consapevolezza che per Citret è un requisito preliminare per la fotografia, gli permette catturare piccoli flash quotidiani, che ci appaiono quando siamo aperti a loro, e di anticiparli prima ancora di poterli afferrare o valutare pienamente.

Mark Citret, Natura morta con tre mele 2001

14


02.3_ L’AMBIENTAZIONE Per ricreare lo scenario comune a tutte e tre le fotografie, abbiamo deciso di comporre gli oggetti all’interno di una rimessa attrezzi di un casolare della campagna padana. Il luogo suddetto si presta alla realizzazione per il suo aspetto rustico e naturale. Sito con prospetto principale rivolto verso ovest, ha favorito il nostro lavoro garantendoci un’apertura finestrata rivolta ad est per l’allestimento della scena “colazione”, avendo così la possibilità di cogliere in un’istantanea la luce del mattino. Il lato della stanza rivolto a sud, dove è presente una seconda apertura, ci ha facilitato nella creazione dello scenario per la seconda fotografia, il “pranzo”, garantendoci una luce diretta e di forte intensità. Infine, per la realizzazione dell’ultima foto, la “cena”, abbiamo sfruttato la presenza di una rientranza a lato della porta d’entrata, essendo la zona più buia della stanza e profonda per la disposizione delle luci.

15


Viste dell’ambiente

16


LA REALIZZAZIONE

03


03.1_ LA LUCE NELLE FOTOGRAFIE SCELTE Analizzando le tre fotografie, abbiamo dedotto che ogni fotografia ha una luce differente. COLAZIONE Nel primo caso, la colazione, anche se si tratta di una realtà virtuale, la luce è proveniente dall’ambiente esterno alla finestra,ovvero una simulazione della luce naturale del sole. La fonte di luce molto forte, è piuttosto bassa, infatti proietta delle ombre particolarmente lunghe e nette. Proprio per questa luce, abbiamo dato “colazione“ come tema alla foto. Il raggio di sole che entra dalla finestra e che va a colpire la caffettiera e la mela in primo piano, come un velo di luce, sembra quasi irreale, ma non impossibile. La mela in primissimo piano è in ombra, mentre quella dello sfondo è appena colpita dalla luce. La luce nella sua totalità, dà un senso di delicatezza alla foto, offrendo alla circostanza un senso di tranquillità e di mutamento.

18

Studio delle ombre


PRANZO La seconda fotografia, pranzo, realizzata da Paul Strand, raffigura una ciotola in primo piano con all’interno una mela e sullo sfondo un piatto posizionato in verticale con a fianco un’altra mela. La fonte di luce principale è alta, molto forte, posizionata a sinistra della composizione, e ad un’altezza tale da creare delle ombre molto nette sugli oggetti. Molto probabilmente si tratta di una luce artificiale posizionata a lato della composizione. L’effetto ottenuto è una composizione quasi astratta, evidenziata soprattutto dal gioco di ombre creato dalla rotondità degli oggetti colpiti dalla luce.

Studio delle ombre

19


CENA La terza fotografia, la piÚ affascinante secondo noi, rappresenta tre mele affiancate poste in primo piano con a lato un piatto allungato contenete probabilmente dei sassi dalle forme rotondeggianti. Il tema della foto è la cena, dato dalla fonte di luce molto bassa che simula un tramonto. Vi sono principalmente due luci principali e una luce ambiente molto soffusa. Le due luci principali vicini alla composizione, sono molto basse, poste sullo stesso livello di altezza, leggermente ruotate fra di loro e distano di qualche decina di centimetri tra di loro. Queste formano un gioco di ombre allettante: le ombre nette delle tre mele sono incrociate fra di loro e sono molto evidenti le sovrapposizioni create. Gli oggetti sono quasi totalmente coperti dalla loro ombra propria e sono illuminati invece i sassi e la parte superiore delle mele, evidentemente colpiti dalle luci. Vi è comunque una soffusa luce ambientale che illumina leggermente la scena, soprattutto il piano opaco su cui sono appoggiati gli oggetti. Questo gioco di ombre da un senso di teatralità alla scena: gli oggetti raffigurati sembrano degli attori, ognuno dei quali recita una parte nella rappresentazione.

20

Studio delle ombre


03.4_ LE OMBRE I raggi di luce uscenti da una sorgente luminosa, incontrando un oggetto, determinano sul piano l’ombra dell’oggetto stesso, definita dai punti di incidenza che i raggi passanti per gli spigoli dell’oggetto individuano sul piano. L’ombra è una proiezione che assumerà differenti caratteristiche in funzione dell’andamento dei raggi luminosi, del posizionamento del piano su cui si proietta e dall’andamento della sua superficie, conservando comunque una diretta conformità con la forma dell’oggetto. Se i raggi luminosi provengono da una sorgente a distanza finita, si diffondono, dall’origine, seguendo le regole delle proiezioni coniche. L’ombra, in questo caso, oltre che adattarsi al piano di proiezione, si ingrandisce secondo i rapporti di distanza intercorrenti fra i tre elementi sorgente- oggettopiano. Allontanando progressivamente il piano degli altri due elementi otteniamo un’ombra sempre più grande; allontanando invece la sorgente luminosa, i raggi di luce tenderanno al parallelismo, con conseguente riduzione delle dimensioni dell’ombra. Al limite, quando la sorgente si trova a distanza infinita, i raggi luminosi, divenuti paralleli fra loro, non definiscono più l’ombra come il risultato di una proiezione conica, ma come quello di una proiezione parallela. Ombra Propria, Ombra portata e Autoportata Nel caso in cui il fascio di raggi luminosi investe una figura complessa si determina un’ombra del solido sul piano (ombra portata); risulteranno in ombra propria alcune facce ed inoltre può verificarsi, in presenza di oggetti complessi che su al cune parti si proietti un’ombra autoportata 21


Analisi della foto “colazione�: corpontamento delle luci e delle ombra

22


Analisi della foto “pranzo�: corpontamento delle luci e delle ombra

23


Analisi della foto “cena�: corpontamento delle luci e delle ombra

24


03.2_ COLLOCAMENTO NELL’AMBIENTE Per la disposizione degli elementi architettonici e per l’ampiezza della stanza , abbiamo deciso di riprodurre le foto in tre zone diverse. Vista la posizione delle finestre e la presenza di una nicchia incavata nel muro, abbiamo scelto di usare lo spazio sotto la finestra posizionata a sud, per riprodurre la foto rappresentante la colazione, l’angolo a sud-est per riprodurre la foto rappresentante il pranzo e usare il piano rialzato della nicchia, per riprodurre la foto rappresentante la cena. In questo entrando dall’ingresso della stanza, si crea un senso di lettura antiorario, partendo dalla colazione, proseguendo con il pranzo e terminando con la cena. Studio della disposizione delle foto riprodotte

25


Studio della disposizione della foto rappresentante la colazione, con la posizione delle luci

26

Studio della disposizione della foto rappresentante il pranzo, con la posizione delle luci


Studio della disposizione della foto rappresentante la cena, con le luci

27


03.3_ RIPRODUZIONE E ANALISI DELLE FOTOGRAFIE COLAZIONE Utilizzando tre mele ed una caraffa in porcellana, abbiamo ricreato la scena della foto presa a riferimento. Posizionando gli oggetti secondo lo stesso schema, su di un tavolo di legno grezzo posto al di sotto del davanzale della finestra, abbiamo sfruttato la luce mattutina per ottenere le ombre lunghe e nette, prodotte dagli oggetti. Attraverso questa sperimentazione, abbiamo constatato che il render foto-realistico realizzato da Carlo Traversi, non è coerente con la manifestazione naturale della proiezione dei raggi solari sugli oggetti aventi, circa, le stesse dimensioni di quelli riprodotti nel render. Inoltre, la presenza della luce solare di media intensità posta alle spalle di un oggetto, preclude la possibilità di poter osservare i particolari posti tra la fonte luminosa e l’oggetto in primo piano; ecco perchè ci è possibile affermare che l’edificio raffigurato alle spalle della teiera del render, non può essere così netto e dettagliato.

Fotografia originale

28


Fotografia della scena riprodotta

29


PRANZO Dopo aver collegato a circa 50 cm di altezza rispetto al piano d’appoggio e a 20 cm da due piatti e due mele, una lampadina di 150 Watt, abbiamo proceduto col mascherare la luce. Il risultato ottenuto rispechia quasi totalmente la foto di partenza.

Fotografia originale

30


Fotografia della scena riprodotta

31


CENA Posizionando gli oggetti all’interno della rientranza presente nella stanza e illuminandoli con due fonti di luce, abbiamo realizzato la terza foto. Di grande utilità in questo caso ci è stata l’oscurità racchiusa all’interno di questo spazio, favorendo un’illuminazione diretta degli oggetti senza la dispersione nell’intorno. Per ottenere delle ombre così nette e incrociate, abbiamo variato il cono di luce che investiva gli oggetti. Per realizzare lo scatto fotografico, abbiamo posizionato l’apparecchio al di sopra del piano su cui appoggiavano gli oggetti, per poter catturare l’intera estensione dell’ombra portata. Abbiamo posizionato le due fonti luminose di 150 Watt, rispettivamente tra loro a circa un metro di distanza e rispetto gli oggetti a circa 50 cm.

Fotografia originale

32


Fotografia della scena riprodotta

33



PROPOSTA VIRTUALE DI UNALLESTIMENTO MUSEALE

04


04.1_ LO SCHEMA LUCI: PIANTA E SEZIONI Per il progetto d’illuminazione dell’ambiente museale, abbiamo considerato il catalogo di prodotti luministici iGuzzini, in particolare le luci della linea Tecnica. 100 70

580

sezione A_A

sezione B_B

36

350

70 100


sezione A_A

270

sezione B_B

37


04.2_ LE LUCI NELLE TRE SCENE

Ottica flood: quest’ottica consente una distribuzione omogenea e uniforme della luce su superfici e soggetti di notevoli dimensioni. E’ fornita di un dispositivo che permette di adattare le emissionialle diverse soluzioni, attraverso la regolazione manuale del fascio luminoso. Un accorgimento utile in tutte le occasioni e i luoghi (showroom, mostre ed esposizioni) in cui all’illuminazione è chiesto di variare con la massima velocità e semplicità, per esaltare soggetti che cambiano nel tempo. 38


Render delle tre scene

39


04.3_ L’ILLUMINAZIONE NELL’AMBIENTE

40


41


Render dell’ambiente museale

42


43


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.