Attualità
Sabato 19 Febbraio 2022 Il Galletto
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Mugello
E se Borgo si unisse a Scarperia e San Piero?
Intervista al sindaco Federico Ignesti: “Con l’unione dei miei comuni i risultati si sono visti”
Scarperia e San Piero sulla stessa isola. Felice. Lo spiega bene il sindaco Federico Ignesti. Un tutt’uno bello, ricco di piani programmati. E dopo otto anni realizzati, o in certi ambiti siamo vicini al completamento dell’opera. Un ‘binomio comunale’ circondato dal verde. Dalle attività produttive. Sede del centro nevralgico nazionale delle due ruote, l’Autodromo. Un comune dalle strade e piazze eleganti, storiche. L’etica diventa traino del profitto. L’ambiente: carburante per lo sviluppo. Il futuro prossimo: la ruota che tutto fa girare. Ironia della sorte, è che uno straniero abituato a far visita da queste parti per eventi ed occasioni sportive, festaiole o artistiche, ancora oggi si confonde sul distinguere la geografia dei comuni. A San Piero c’è questo, vado a Scarperia per assistere a quest’altro. I nomi delle strade cambiano, ma il comune è uno: Scarperia e San Piero. Un solo contenitore con offerte tradizionali, ma i due paesi oggi si parlano. Ci sono scambi. Co-
municano. Passo dopo passo, consapevole del proprio ruolo e di essere esempio di modernizzazione responsabile, il sindaco Ignesti è diventato “l’uomo che ha unito due comuni sotto lo stesso cielo” come aveva detto il senatore Riccardo Nencini in una nostra intervista. Ha generato un paradigma di crescita economica diverso dal passato. È cresciuto un nuovo polo del Mugello. Il pensiero va ai risultati ottenuti, alle promesse mantenute. Ridato slancio e novità al territorio. Ma non bastano i soldi e i progetti per restituire fiducia. L’associazionismo a Scarperia e San Piero è vivace espressione di quel senso di comunità che tiene vivi tutti, comprese le frazioni. Ci si aiuta a vicenda, ci si conosce, i centri sono salotti dove ci si incontra e si prova a diventare cittadini responsabili. Interscambi non totalizzanti, ci mancherebbe. Qualcuno tiene ancora alla sua natura originaria. Però capita di più che oggi un residente di San Piero attinga alla propria storia per acco-
gliere e anche mescolarsi. Scarperia e San Piero oggi si sperimenta per trovare il proprio posto nel Mugello. Abbiamo incontrato il sindaco Ignesti (sul nostro sito www.ilgallettodelmugello. com la versione integrale dell’intervista). Chi sarà il candidato o quali caratteristiche deve avere per prendere il suo posto nel 2024? La pulizia ambientale nel comune con particolare riferimento alle fototrappole a infrarossi, il rapporto con le opposizioni, la qualità della vita oggi nella sua comunità saranno gli argomenti. Ma dopo questa premessa iniziale, ci poniamo una domanda: e se Scarperia e San Piero puntasse a qualcosa di più che essere un nuovo polo del Mugello? Sentite Ignesti: “Noi abbiamo fatto un qualcosa di epocale, mettere insieme due comuni. E quando la Ballini e la Galazzo furono le precursori del piano strutturale unitario dei due ex comuni forse in fondo non ci fu la volontà di Borgo San Lorenzo di unirsi. Il piano strutturale unico poi si fece con l’Unione dei Comuni. Ma forse avrebbe dato un impulso già diverso alla metà degli abitanti del Mugello. Servizi e aziende forse si arriva all’80% di tutto quello che c’è nel territorio. E il mio comune insieme a Borgo si fa più di 30.000 abitanti”. Allora ci poniamo questa domanda: se Borgo San Lorenzo si unisse a Scarperia e San Piero? Ignesti analizza che “Borgo è il comune più numeroso. È in dubbio che l’aver messo insieme due comuni ha dato un’importanza e un valore anche di peso politico più alto che essere da soli. Scar-
peria e San Piero ha l’area produttiva più grande territorio del Mugello. Cioè se si mettono insieme i metri quadrati di attività produttive, il nostro comune ha la metà dei lavori in manifattura del Mugello”. Che qualità dovrebbe avere il candidato futuro a rilevare il suo posto? Lei ha un nome? “Deve avere un amore smisurato per la cosa pubblica. L’importante è spiegare e dire cosa e perché si fa. Non farlo così tanto perché è premuto o pressato da un’opinione pubblica. C’è da prendere in considerazione le sollecitazioni, fare delle valutazioni e scegliere, logicamente con l’avallo del consiglio comunale. Dalla Giunta dovrebbe uscire il prossimo candidato sindaco, se vorrà candidarsi per prendere il mio posto e se avrà voglia di impegnarsi”. Le fototrappole a infrarossi. Ci spieghi meglio questa novità, potrebbe essere utile anche ad altri suoi colleghi: “L’operazione fatta delle associazioni di volontariato, che bisogna solo che ringraziarle, è unica. Lavoravano separate e poi si sono unite in Puliamo Scarperia. I cittadini si sono aggregati. Il comune non è tenuto male però dove c’è più vegetazione trovi di tutto. Alla Città Metropolitana avevo chiesto di occuparsi degli abbandoni. Vorremo installare delle fototrappole a infrarossi. Nel comune di Prato è stato fatto. C’è stato un incontro con il presidente di Alia e con l’Amministratore delegato per altri discorsi. Abbiamo proposto di studiare un progetto e definire alcuni luoghi dove intanto speri-
mentare e capire quello che avviene”. Lotta all’evasione: “L’abbandono dei rifiuti in passato, accanto ai cassonetti, ci costava 30-40 mila euro l’anno. Con il ‘porta a porta’ sono emerse più di 800 utenze non dichiarate. Facendo la dichiarazione per avere il bidoncino collegato con un chip, come a Borgo, sono venuti fuori dei numeri importanti. Migliaia di metri quadrati che fino al 2020 non entravano nel conteggio della divisione. Abbiamo contrastato l’evasione. Si è spalmato un piano finanziario su più metri quadrati cosa che prima con i cassonetti era difficile fare. Non è uno stato di polizia, con le fotocamere a infrarossi. Va bene la prevenzione, va bene l’aspetto culturale, però poi alla fine bisogna mettere in campo tutte le azioni”. Il rapporto con le opposizioni: ci soffermiamo sulle dimissioni dei consiglieri del M5S “A me è dispiaciuto un aspetto: qui ci siamo candidati al consiglio comunale del proprio
comune. Si può abbandonare un gruppo però si poteva restare nel consiglio per affrontare e discutere dei temi per costruire il presente e il futuro. Queste persone sono state votate dai cittadini – spiega Ignesti - La problematica? Loro si sono dimessi, si sta scorrendo tutta la lista. Dal quarto nome dei 5stelle, da chi ha preso più voti e siamo arrivati in fondo alla lista e di chi ha lasciato il consiglio solo uno ha dato la sua disponibilità a rientrare in consiglio comunale. Il rischio invece è che il Consiglio composto da 17 persone diventi da 16. Non è un problema di andare avanti però è un discorso di serietà e di candidatura. È una lista di riempitivi, di persone che volevano dare effettivamente un contributo? Se si è andato a chiedere il voto al cittadino, perché avete preso questi voti? Mi hanno detto: ‘Non rientro per solidarietà della Viviana Rossi’, che vuol dire? Non diamo un bel segnale, anche per la politica”. Filippo Ciampolillo