BATO scritto e illustrato da Karina Vasiliu
Testo e illsutrazioni di Karina Vasiliu
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In un bosco chiamato Foglie Blu vivono diverse famiglie di ricci, volpi e leprotti. Una però, è davvero particolare. Infatti, il figlio di mamma e papà lepre non ha lunghe orecchie e nemmeno denti sporgenti o la coda a batuffolo. Anzi, lui una coda non ce l’ha proprio.
Si dice che sia stato portato dal vento, lasciato davanti alla loro porta e che non fu soltanto un caso.
Bato è il suo nome.
Bato cresce senza porsi tante domande. Sa che i suoi genitori lo amano.
E questo gli basta.
Un giorno però, giocando in soffitta, trova un enorme baule. “Chissà quali tesori può nascondere” pensa Bato incuriosito.
Ci sono un vecchio libro di fiabe e qualche vecchio giocattolo, probabilmente appartenuti al papà. Ciò che però attira la sua attenzione è una fotografia.
- Certo che il nonno da giovane era proprio uguale a papà! - esclama quasi sorpreso. A Bato viene allora naturale pensare una cosa: lui non assomiglia né alla sua mamma, né al suo papà. Come ha potuto non rendersene mai conto?
“E allora, io a chi assomiglio?” si domanda. Sa che i suoi genitori lo amano, ma questo non gli basta più.
- La risposta si trova là fuori, da qualche parte, ed io la devo trovare! - dice. Dopo aver abbracciato il papà e dato un bacio alla mamma, inizia il suo viaggio.
- ATCHU! - Salute! - risponde qualcuno. Bato si accorge di essere in compagnia. - Sto cercando qualcuno simile a me! Mi potresti aiutare? - chiede. - Non so bene come aiutarti, ma so di sicuro che a te non assomiglio. Tu hai occhi grandi e neri, li hai visti i miei? Sono due sottili antenne! Scommetto che la tua casa è lontana. La mia invece la porto sempre con me, perché sono una chiocciola! - Ma forse se continui il tuo viaggio, qualcuno troverai! - lo incoraggia la chiocciola.
BZzZz BzZz Bato viene attirato da un irresistibile ronzio.
- IO SONO COME VOI? -
Urla il più forte possibile per essere ascoltato. Ma niente. Sono tutte troppo occupate per preoccuparsi anche di lui.
- Noi siamo api rispondono alcune in coro. E siamo delle gran lavoratrici! -
- Se vuoi sapere se sei come noi, prova ad aiutarci! -
Bato tenta all’istante, ma finisce col rovesciare un secchio pieno di nettare. No, decisamente non può essere un’ape.
- Ciao, io sono come te? - chiede allora ad un’altra creatura lì vicino. - Non proprio. - risponde subito. E poi aggiunge con aria compiaciuta: - Le tue ali sono così piccole, guarda invece le mie! Non vedi come sono grandi e coloratissime? Il mio corpo è sottile e leggero, il tuo è paffuto e peloso. -
- Di certo una farfalla come me non puoi essere. -
Arriva la sera. Bato è un po’ triste. Incontrerà mai qualcuno come lui? Ben presto si accorge che c’è qualcuno che lo sta osservando. Lo intravede nella penombra.
Sarà la volta buona?
-Credo proprio che tu ti stia sbagliando. Io sono un lemure. Vivo sugli alberi di notte e dormo di giorno. Tu non mi sembri un animale notturno, stai già sbadigliando! Si affrettò a dire, come se stesse ascoltando i suoi pensieri.
Bato arrossisce. Decide di raccontargli del suo lungo viaggio. “Mio buffo amico, non hai bisogno di assomigliare a qualcuno per essere felice. Puoi scegliere tu chi vuoi essere!” lo rassicura il lemure.
Bato vuole tornare a casa, è stufo di cercare qualcosa che non troverà mai.
Proprio in quel momento si accorge di una presenza quasi familiare e decide di seguirla.
Quello che trova è davvero incredibile! É un luogo abitato da tante creature mai viste prima. Lì in mezzo Bato non era più quello diverso, perché lì, erano tutti un po’ bizzarri, proprio come lui.
Gli bastò poco per far amicizia con gli abitanti di quel luogo.
Ad un certo punto le parole del piccolo lemure gli ritornano in mente e finalmente capisce cosa volevano significare, ma soprattutto,
Bato trova la risposta a quella domanda tanto difficile.