Era il ricordo di un paesaggio_ Davide Giorgini

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Davide Giorgini

Era il ricordo di un paesaggio

poesie tratte da Cedi

la strada agli alberi di Franco Arminio





Davide Giorgini

Era il ricordo di un paesaggio poesie tratte da

Cedi la strada agli alberi poesie d’amore e di terra di

Franco Arminio


Cerca paesaggi onesti e chiari ora che le persone sono incomprensibili. Guarda ogni cosa come se fosse bella. E se non lo è vuol dire che devi guardare meglio. Considera che la cosa più difficile è vedere una cosa qualsiasi in un giorno qualsiasi.


L’ entroterra degli occhi


Pensa che si muore e che prima di morire tutti hanno diritto a un attimo di bene. Ascolta con clemenza. Guarda con ammirazione le volpi, le poiane, il vento, il grano. Impara a chinarti su un mendicante, coltiva il tuo rigore e lotta fino a rimanere senza fiato. Non limitarti a galleggiare, scendi verso il fondo anche a rischio di annegare. Sorridi di questa umanità che si aggroviglia su se stessa. Cedi la strada agli alberi.



Non solo dobbiamo morire, ma prima di noi assistiamo alla morte degli altri, lenta o improvvisa, sempre ingiusta, infame, orrenda. Chiarito che contro la morte nulla possiamo, non abbiamo altro da fare che stare attenti e donarci un attimo di bene, uno alla volta, uno per noi e uno per gli altri. Possono essere persone care o persone sconosciute, poco importa, quello che conta è rubare il seme del bene e piantarlo sulle facce della gente.



Diteci a che punto è il grano, come stanno le vacche, che fine faranno le api. Le nostre poltrone sono le montagne, i paesi sperduti e affranti, le rose che fra poco fioriranno.



Non ti affannare a seminare noie e affanni nelle tue giornate e in quelle degli altri, non chiederti altro che una gioia solenne. Non aspettarti niente da nessuno. E se vuoi aspettarti qualcosa, aspettati l’immenso, l’inaudito.



Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e che riconosce il vento. Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione. Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato. Oggi essere rivoluzionari significa togliere Più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio,alla luce, alla fragilità, alla dolcezza.



Io sono la parte invisibile del mio sguardo, l’entroterra dei miei occhi.



Sospeso sulle argille d’una vecchia collana, il paese perde le sue perle, frana.



Pregare è una buona cosa. Pregare nella quiete più che nella disperazione. Raccogliersi e guardare le cose e le creature che ci girano intorno. Siamo qui, soli e perduti Come tutto il resto: non c’è nessuno al timone dell’universo.



Un poco ci riguarda Il movimento della luna. Il nostro corpo d’acqua, di nuvole fra poco.



Concedetevi una vacanza Intorno a un filo d’erba, concedetevi al silenzio a alla luce, alla muta lussuria di una rosa.



Prendi un angolo del tuo paese e fallo sacro, vai a fargli visita prima di partire e quando torni. Stai molto di più all’aria aperta. Ascolta un anziano, lascia che parli della sua vita. Leggi poesie ad alta voce. Esprimi ammirazione per qualcuno. Esci all’alba ogni tanto. Passa un po’ di tempo vicino a un animale, prova a sentire il mondo con gli occhi di una mosca, con le zampe di un cane.



E poi arriva uno sguardo, un urlo in cui il mondo si scuce, ti guarda da dentro e non ti riconosce. Allora senti che non c’è accordo con nessuno. Dunque: esci per incontrare un albero, innamorati del mondo, ma non farne una storia, un vanto. E sappi che la miseria ti salva. E sappi che sei salvo quando si svela la tua pochezza. Pensa alla fortuna di non essere capito, pensa che c’è un punto in cui tutto si rompe. Non evitarlo mai quel punto, da lì puoi uscire dalla prigione in cui ti mette ogni volere, la prigione del benessere o del dispiacere.




Era il ricordo di un paesaggio poesie tratte da

Cedi la strada agli alberi poesie d’amore e di terra

di Franco Arminio Disegni di Davide Giorgini Fotografie di Stefano Simoncelli Edizione ideata e realizzata nel corso di Illustrazione tenuto da Serena Riglietti presso la Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle arti di Urbino

Urbino, Febbraio duemilaventuno





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