Sorella Ombra
Testo e Illustrazioni di
Jessica Morbidelli
Sorella Ombra
testi e Illustrazioni di Jessica Morbidelli
Cosa fareste se in un certo momento della vita, la vostra ombra si svegliasse e decidesse di vivere lontano da voi...costringendovi a rincorrerla ovunque? Bene, se pensate che questa cosa sia impossibile, siete nel posto giusto! Mi chiamo Olly e ora vi racconterò la mia incredibile avventura.
Tutto iniziò un giorno nel bel mezzo di un temporale, un forte temporale, con lampi e tuoni che squarciavano il cielo. Ne avevo contati molti negli ultimi giorni, ma non gli diedi troppo peso, diedi la colpa al cambiamento climatico che ormai attanagliava il pianeta da anni. Quel giorno stavo giocando ad uno videogioco al computer, perché mi stavo proprio annoiando in casa, quando ad un certo punto forti scintille colorate iniziarono a saltare fuori dallo schermo, raggiunsero la tastiera in un attimo, che a contatto con le mie mani mi trasmise una forte carica elettrica, facendomi svenire all’istante.
Quando mi risvegliai il temporale era ormai finito e una luce strana entrava dalla mia finestra. Confusa e ancora sbigottita mi alzai cercando di tornare piano piano alla realtà. Notai subito un’atmosfera insolita e nel girarmi la vidi… una massa scura esattamente di fronte a me. Inizia a tremare di paura quando questa fece per venirmi incontro allungando quello che forse era un suo braccio.
Mancava così poco che mi sfiorasse il viso, quando si ritrasse velocemente e scivolò fuori dalla mia finestra con un’agilità non comune. D’istinto mi affacciai alla finestra, ma pur sporgendomi al massimo delle mie possibilità, non riuscii più a vederla.
Da quel momento mi ci volle ben poco a realizzare che quella cosa che era appena scappata era la mia ombra. Presa dal panico iniziai a girare velocemente su me stessa per cercare di capire se fosse vero, se ne ero rimasta senza, fino a quando non persi l’equilibrio e caddi a terra stremata. Come era possibile che la mia ombra mi avesse abbandonata e improvvisamente avesse deciso di vivere la sua vita?! Cosa avrei dovuto fare? L’unica cosa che mi veniva in mente in quel momento era di rincorrerla fino a che non me la sarei riattaccata con la forza alle suole delle scarpe!
Decisi quindi di correre dietro a quella che ormai era la mia ex ombra. Uscita di casa vidi qualcosa che non mi aspettavo, e che mi sconvolse ancora di più: lei era arrampicata sul ramo del grosso albero che cresceva davanti a casa mia, immobile, sembrava una statua.
“Scendi immediatamente! Non dovresti essere lontana da me!”urlai, sicura che questa non potesse rispondermi. Ad un tratto però, sentii come un’ eco nella mia testa: “Non se ne parla proprio! Io non appartengo a nessuno!” Di riflesso urlai spaventata. Cosa stava succedendo?! Oltre ad avere vita propria, la mia ombra aveva anche la capacità di parlarmi mentalmente! Non ci potevo credere… “Come hai fatto a parlare?! Non è possibile!” “Ecco Olly, forse sono più reale di quello che credi. Finalmente, dopo anni legata a te, costretta a seguirti ovunque, ora posso fare quello che ho sempre sognato! Viaggerò in lungo e in largo e visiterò i luoghi più belli del mondo e poi…” “Ehi, ferma questo fiume di parole insensate!” dissi “Non puoi staccarti da me, senza di te nessuno vorrà più essere mio amico! Penseranno che io sia una specie di strana creatura!”
Ma l’ombra non si intenerì di fronte al mio evidente disagio, anzi, saltò giù dall’albero e si mise a correre velocissima verso la campagna che circondava la mia casa, prendendo la direzione della città. Sarebbe stata un’impresa trovarla tra gli edifici! Dovevo riprenderla il più presto possibile! Iniziai a correrle dietro più veloce che potevo.
Lei era agilissima e in un batter d’occhio cominciavo a vederla sempre meno mentre correva tra gli alberi che segnavano il sentiero per arrivare in città. “Fermati, ti prego!” Urlai, ma l’ombra continuò la sua corsa verso gli edifici che ormai si stagliavano davanti a noi. Il sole stava tramontando e senza luce sarebbe stato impossibile poterla ritrovare.
Appena entrata in città la persi definitivamente nella piazza principale e mi resi conto quasi subito che le persone intorno a me avevano iniziato a guardarmi in modo strano, diverso: chi impaurito, chi curioso e chi addirittura con disprezzo. Il fatto di non avere un’ombra era diventato un problema evidente e tutti mi stavano fissando mormorando fra loro.
Nella piazza si era creato un vuoto, dove al centro c’ero solo io, immobile….Ero diventata un mostro, una creatura orribile. Mi vergognavo...e piangevo. Una mano mi afferrò per il braccio e mi tirò lontano. Non realizzai subito chi mi stava salvando da quella situazione orribile.
Raggiungemmo un vicolo buio dietro ad un palazzo e finalmente vidi chi mi stava davanti: “Stai bene? Mi chiamo Mou e penso di sapere cosa ti è successo…” “ Non penso tu possa capire, è una cosa troppo surreale!” Dissi convinta che non avesse la minima idea di ciò che mi stava accadendo. Ma senza neanche farmi finire di pronunciare tutta la frase sussurrò: “Per caso, dopo il temporale di qualche ora fa, la tua ombra ha improvvisamente iniziato ad avere vita propria?” Mi sembrava impossibile che sapesse la verità, ma non feci in tempo a controbattere che riprese a parlare: “Sai, sono successe cose simili in questi giorni, a causa degli strani temporali che stanno avvenendo ultimamente. Altri, come te, hanno perso la loro ombra. Ma grazie a me sono riusciti a recuperarla.” Non sapevo cosa dire, o meglio, avrei avuto così tante domande che non sapevo da dove iniziare e probabilmente la mia faccia esprimeva perfettamente il mio tormento, perché Mou mi prese per mano e mi fece cenno di seguirlo.
Entrammo in un edificio non troppo lontano dal posto dove eravamo prima, era vecchio e logoro, non sembrava per niente un posto accogliente. Attraversammo un paio di tendoni, quando ci ritrovammo in una stanza enorme super attrezzata, molto tecnologica.
Dietro di noi, voltandomi, vidi alcuni strani personaggi che stavano seduti su un divano: erano vestiti come se gli fosse scoppiato addosso l’armadio… insomma, ma del resto anche io non ero molto più elegante di loro! Sembrava proprio ci stessero aspettando. “Questi saranno i tuoi compagni per i prossimi giorni…Vuoi dirci come ti chiami?” Esordì Mou. “Oh, scusate… che maleducata. Mi chiamo Olly e beh… penso che le nostre storie siano simili visto che ci troviamo tutti qui.”
Tutti annuirono silenziosamente e Mou iniziò a spiegarmi le loro storie: “Happy si trovava al supermercato durante un dei temporali quando un cortocircuito lo ha colpito e la sua ombra è scappata.”
“Lui è Roger, mentre stava dando da mangiare alle sue piante carnivore nella serra il temporale ha colpito pure lui. Sia Roger che la sua ombra rischiarono di essere mangiati dalle piante carnivore, una scena terribile.”
“Susy, invece, era in piscina ad allenarsi quando un fulmine fortissimo finì nell’acqua colpendo anche lei, la sua ombra fuggì nuotando più veloce della luce.”
E lei è Elettra, questa piccola creatura stava giocando nel giardino di casa, quando purtroppo un fulmine colpì la palla che teneva in mano, e la sua ombra decise di giocare altrove.”
La differenza tra le nostre storie era che loro avevano già ritrovato le proprie ombre e, se così si può dire, se le erano anche riattaccate addosso. Come avrei fatto io, che non sapevo neanche dove si era cacciata quell’insensibile della mia? Mou non fece tardare la risposta a questa mia domanda silenziosa. “Allora Olly, io sono colui che ti aiuterà a ritrovare la tua ombra. Probabilmente ti starai chiedendo come farò...io ho creato un sistema di tracciamento delle onde elettromagnetiche emanate dalle ombre ogni volta che si mettono in movimento. Ed è proprio grazie a questo che sono riuscito a trovarti.” “Quindi sai dove si trova la mia ombra ora?” Chiesi un po’ troppo esaltata, e Mou mi indicò il grande schermo dall’altra parte della stanza, dove un piccolo puntino luminoso si muoveva come se fosse la pallina di un flipper.
“Perfetto! Andiamo a prenderla!” Feci per girarmi e correre verso l’uscita quando Mou mi fermò e mi disse: “Sai Olly non è così semplice. La tua ombra non tornerà mai con te se non le offri qualcosa in cambio.” Iniziai ad essere ancora più confusa di prima. Cosa le dovrei offrire, lei è mia di diritto! “Ecco vedi Olly, quando la scarica elettrica del fulmine ti ha colpito, ha donato vita alla tua ombra, che ha avuto la possibilità di staccarsi da te e vivere indipendentemente. La sua libertà è diventata ad un tratto fondamentale per lei, ed essendo cosciente che, tornando ad essere la tua ombra, perderà questa indipendenza, di certo il pensiero non l’alletterà. Come puoi vedere i tuoi nuovi amici hanno avuto indietro la propria ombra, ma non di certo senza dare nulla in cambio. Sono riuscito a stipulare un contratto con le loro ombre, secondo il quale durante il giorno sono obbligate a rimanere insieme ai loro proprietari, mentre di notte, fino alle prime luci dell’alba, possono vivere indipendenti e indisturbate.”
Quindi l’unico modo che avevo per poter ritornare ad essere una persona pressoché normale era sottoscrivere questo maledetto contratto…Che situazione! “Bene… insomma poteva andare peggio, ma ho una domanda.. i temporali che hanno causato questa anomalia, da cosa sono dovuti?” Chiesi ormai in preda ad un flusso disordinato di pensieri e domande. “Da quello che ho potuto notare, questi temporali hanno iniziato a manifestarsi qualche settimana fa, senza una causa precisa. Me ne sono reso conto grazie alla mia strumentazione per il controllo del meteo e della sua influenza sulle reti elettriche del paese. Così ho riprogrammato una parte di essa per controllare l’andamento dei flussi elettromagnetici e insomma, eccoci qua.” “Questo tipo è veramente un cervellone, non ho capito neanche una parola di ciò che ha detto, ma farò finta di aver capito, perché se lo spiegasse di nuovo non ci arriverei comunque.” pensai e perciò dissi: “Capito…qual’è la prossima mossa?”
Iniziammo a delineare un piano per portare la mia ombra in un posto in cui non si sarebbe sentita attaccata e dove avremmo potuto arrivare ad una sorta di patto, così che entrambe avremmo avuto quello che desideravamo. Il posto più tranquillo era la spiaggia su cui si affacciava la città, inoltre l’ombra continuava ad aggirarsi proprio da quelle parti, forse a causa dell’energia proveniente dal mare. Decidemmo tutti insieme di agire durante le prime luci del mattino così che avremmo avuto tutta la giornata per poterla convincere, senza la paura dell’avvento della notte. Preparammo una mappa della città segnando le posizioni che avremmo tenuto per evitare di far fuggire l’ombra. Ovviamente io ero l’unica a poter comunicare con lei, essendo legate dalla nascita, quindi mi spettava il lavoro più duro. Quando finimmo di organizzare il tutto, decidemmo di riposarci per essere pronti a ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo.
Ero molto agitata e continuavo a pensare a tutte le possibili conseguenze: “Se non riusciremo a convincerla, che cosa succederà? Sarò costretta a vivere per sempre lontana da tutti, perché verrò considerata un mostro…” Nonostante i pensieri peggiori mi invadessero la mente, non mi ci volle molto per sprofondare in un sonno profondo, probabilmente a causa della giornata frenetica e assurda che avevo appena vissuto. Sembrò che quella notte passasse in un attimo e il momento di entrare in azione arrivò molto presto.
La mattina seguente preparammo degli zaini con qualche attrezzatura al suo interno come walkie talkie, reti da pesca, che servivano per bloccare l’ombra in caso cercasse di scappare, e altri oggetti. Inoltre prendemmo una sorta di cellulare che aveva la funzione di localizzare l’ombra così da rendere più semplice il suo ritrovamento, e vedemmo anche che in quel momento si trovava proprio in un boschetto di palme ai margini della spiaggia. Il luogo perfetto. Ci dirigemmo verso la posizione indicata sul localizzatore cercando di non dare troppo nell’occhio. In realtà eravamo abbastanza vistosi, Happy e Roger sembravano usciti da una telenovela spagnola, con tanto di baffi finti e vestiti che sembravano di un’altra epoca.
Cercammo comunque di proseguire la missione andando nei luoghi prestabiliti. Io e Mou ci dirigemmo verso il bosco di palme dove si trovava l’ombra. Non fu così difficile trovarla, infatti addentrati nell’oasi la notammo in cima ad un albero che stava allegramente giocando con un paio di noci di cocco. Una domanda mi sorse spontanea a quel punto…Tutto questo trambusto per poter giocare con due noci di cocco?! Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa molto più divertente e invece ci ritroviamo qui! Che noia!
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che la mia ombra ci aveva visti e stava cercando di scappare, ma Mou gridò: “No! Aspetta vogliamo solo parlare!” Ma lei scese dall’albero velocemente e corse nella direzione opposta alla nostra. Per fortuna avevamo previsto che vedendoci avrebbe provato a scappare, infatti non appena l’ombra mise piede fuori dall’oasi Susy ed Elettra la catturarono grazie all rete da pesca, costringendola a fermarsi ed ascoltare.
“Ciao, bello rivederti. Penso tu sappia perché siamo qui.” Chiesi alla mia amata ombra, “Ascoltami per favore, non sarei mai voluta arrivare a questo punto, ma tu non mi hai dato scelta! Voglio solo parlare e farti una proposta.” Dissi con tutta la calma che mi rimaneva. “Ascolta Olly, io voglio solo vivere liberamente e non stare attaccata alle suole delle tue scarpe per sempre!” Disse l’ombra. “Ecco sono qui proprio per proporti un patto che comprenda le esigenze di entrambe. Che ne diresti se tu dovessi rimanere con me durante le ore del giorno e poi durante la notte avessi tutto il tempo per poter fare quello che vuoi?” L’ombra mi guardò incuriosita ed interessata, e mi chiese di spiegarmi meglio. “Vedi, il mio amico Mou, ha scoperto che ad aver causato la nostra separazione è stato il fulmine che ha colpito il nostro computer e ad altri è successa la stessa cosa. Così li ha aiutati a ricongiungersi con le loro ombre stipulando una sorta di contratto, se tu accetti durante il giorno dovresti essere semplicemente la mia ombra, mentre durante la notte potresti vivere liberamente, tornando da me alle prime luci dell’alba permettendomi di vivere una vita normale… Che ne pensi?”
Sembrava che fosse passato un tempo infinito quando finalmente l’ombra si decise e rispose: “Devo dire che questa idea non è per niente male, avremo l’opportunità entrambe di vivere le nostre vite normalmente, anche io di giorno potrei creare qualche problemino… Ci sto Olly, firmerò questo contratto!” Non ci potevo credere, finalmente sarei tornata alla normalità, si una normalità un po’ diversa da quella convenzionale, ma ero comunque felice.
La mia vita tornò quella di sempre e devo dire che questa strana esperienza, oltre ad avermi fatto impazzire di paura, mi ha lasciato anche delle cose belle: nuovi amici fantastici e anche una specie di sorella, la mia sorella ombra, con cui posso parlare ogni volta che ne ho bisogno e sa esattamente quello che provo. Di notte sorella ombra esce ed esplora il mondo, ma la mattina quando mi sveglio la ritrovo accanto a me, e così sarà per sempre.