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Palazzo d’Avalos e Castello Caldoresco

È questo il palcoscenico privilegiato del tessuto culturale comunitario per via della peculiare bellezza che lo caratterizza e per la straordinaria ricchezza dei suoi musei. Si trova a due passi da Piazza Rossetti ed è il simbolo della città, ma è anche uno dei più signifi cativi esempi di architettura rinascimentale abruzzese della seconda metà del Cinquecento di stampo romano costruito nel 1472 dal feudatario Giacomo Caldora su di una esistente struttura del 1300. Il Palazzo, dapprima devastato durante l’incursione delle armate turche di Pialy Pascia nel 1566, conobbe poi una rivisitazione ad opera della famiglia dei d’Avalos che prese il controllo della città trasferendo poi la sua corte a Palazzo dando così un forte impulso all’abbellimento e allo sviluppo del centro storico. Durante i tre secoli di signoria dei d’Avalos e fi no all’occupazione francese del 1799, il Palazzo assunse l’aspetto di una reggia. I lavori di restauro iniziarono quando il Comune di Vasto ne concluse l’acquisizione nel 1974. A piano terra del Palazzo è presente la Sala d’Arte “Roberto Bontempo” inaugurata nel luglio del 2021 dedicata all’illustre vastese che ha dedicato la sua vita alla valorizzazione culturale ed artistica della Città. Roberto Bontempo è stato infatti un Uomo che grazie alla sua tenacia e alla sua passione, ha dato vita a molte iniziative importanti a Vasto. A lui si deve il “Festival delle Sirene”, la “Rassegna Internazionale di musica d’organo”, la “Sagra delle Campanelle” di San Rocco. Ha voluto poi che si realizzasse il “Monumento alla Bagnante”, il simbolo della Città e anche il “Premio Vasto”, manifestazione di arte fi gurativa tra le più seguite nel Paese, portandola a livelli internazionali. Tornando invece al Palazzo d’Avalos c’è da sottolineare che il complesso dispone di sale ed ambienti predisposti e utilizzati per eventi e mostre temporanee e da circa due anni ospita anche nuovi preziosi reperti di proprietà del nobile casato. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli ha infatti disposto la consegna - in giudiziale custodia alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara - di dieci ante di porte caratterizzate da raffi nati decori che presentano immagini dipinte su lamine d’oro e raffigurano scene bucoliche ricche di colori e di particolari e di vari elementi architettonici in marmo policromo rintracciati nel corso di lunghe e meticolose indagini condotte dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che potrebbero essere parte di un altare che si presume fosse collocato nella cappellina interna di Palazzo d’Avalos. All’interno di Palazzo d’Avalos troverete poi il Museo Archeologico che, fondato nel 1849 come Gabinetto Archeologico Comunale di Vasto, è uno dei più antichi d’Abruzzo. Al suo interno potrete ammirare i reperti archeologici che testimoniano le fasi storiche dall’Età del Ferro al periodo frentano

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(dal IX al III secolo a. C.), ma anche quelli della fondazione e dello sviluppo della città romana di Histonium. Presenti inoltre anche reperti dell’Altomedioevo messi a disposizione dai cittadini ed ampliati successivamente dallo storico direttore Luigi Marchesani nel corso di rinvenimenti in città e nel territorio e i corredi funebri delle necropoli del Tratturo e di Villalfonsina oltre ai bronzetti votivi dei santuari locali tra cui il guerriero offerente con corazza anatomica. Tra i pezzi più significativi c’è il raro sarcofago bisomo di Publio Paquio Scaeva e una lastra di bronzo in lingua osca. Oltre al Museo Archeologico potrete visitare il Museo del Costume, la Pinacoteca e la Galleria d’Arte Contemporanea. Nel primo, istituito nel 2000 per iniziativa del Lions Club Host Vasto, potrete ammirare gli abiti preziosi ed i corredi abruzzesi risalenti al periodo compreso tra gli inizi dell’800 e i primi del ‘900 e che accompagnavano le spose che lasciavano la casa paterna. E poi ancora culle, port-enfants, corredini per neonati, attrezzi da lavoro femminile e manichini che indossano abiti da cerimonia oltre a una serie di splendide litografie dell’artista illustratore vastese Pier Canosa raffiguranti i tradizionali costumi d’Abruzzo. La Pinacoteca, fondata il 25 aprile del 1849 come antiquarium civico, ospita invece la ricca e preziosa Collezione Palizzi, opere donate alla città nel 1898 dai fratelli Giuseppe, Filippo, Nicola e Francesco Paolo Palizzi nati a Vasto ma anche le opere di Gabriele Smargiassi, Francesco Paolo Michetti e Giulio Aristide Sartorio. Infine nella Galleria d’Arte Contemporanea potrete ammirare due importanti collezioni che vi consigliamo di visitare: la Mediterrania e Segni d’Arte. La prima è composta da ottanta opere di quattro artisti italiani quali Bonichi, Carmassi, De Stefano, Falconi e di quattro artisti spagnoli - Mensa, Orellana, Ortega, Quetglas - frutto della donazione Paglione-Olivares alla città di Vasto che pur nella loro diversità testimoniano l’appartenenza ad uno stesso ambito geografico e culturale. La seconda invece riunisce in sé le opere non figurative a firma di artisti diversi, raccolte da collezionisti locali. Altra meraviglia da visitare è lo splendido e meraviglioso GIARDINO NAPOLETANO riportato all’antico splendore da un restauro che gli ha restituito l’originale impianto tardo settecentesco.

Il Giardino Napoletano ha una forma di croce con vialetti ortogonali coperti da un pergolato e al centro, dove prima sorgeva un padiglione sorretto da colonne e due fontane ornamentali con giochi d’acqua che rendevano ancor più gradevole le passeggiate e le soste nel giardino, ora è presente un pozzo circondato da quattro panchine in maiolica. Accanto al verde ornamentale e lungo il muro che costeggia il Palazzo, potrete ammirare anche molti reperti archeologici. Da non perdervi assolutamente è la camminata tra siepi di bosso e cespugli di rose che vi condurrà all’incantevole e romantica terrazza panoramica che si affaccia sul suggestivo Golfo d’Oro.

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Nella centralissima Piazza Barbacani e a due passi dal Municipio troverete invece il maestoso Castello Caldoresco, uno dei monumenti più rappresentativi della città di Vasto che venne fatto edifi care da Giacomo Caldora sui resti di una precedente fortificazione. La sua parte più interessante ed antica è quella che si affaccia su piazza Barbacani, mentre il lato opposto, in stile neoclassico, “guarda” piazza Rossetti.

Nel 1494 il Castello subì però un assedio durato tre mesi conto le truppe del Re Ferdinando I d’Aragona. Nel corso dei secoli subì diverse trasformazioni: tra il 1605 e il 1697 fu adibito a carcere, nel 1713 venne rafforzato e restaurato e verso la metà dell’Ottocento venne infi ne utilizzato come abitazione residenziale. La parte più antica è quella che si affaccia su piazza Barbacani. Il Castello è inserito nella serie fi latelica ordinaria italiana degli anni ottanta denominata “Castelli d’Italia”. Il Castello non è però visitabile al suo interno perché in parte è proprietà di privati ed in parte è adibito ad uso residenziale e commerciale. Altra bellezza da visitare e che arricchisce Vasto, è il nuovo POLO BIBLIOTECARIO, uno spazio culturale di grande valore inaugurato qualche anno fa nelle Scuderie di Palazzo Aragona a due passi dallo stadio Aragona ed intitolato a Raffaele Mattioli il banchiere, economista e accademico italiano che per il suo impegno a favore della cultura è ricordato come il banchiere umanista. Grazie alla intuizione dei tecnici del Servizio Lavori Pubblici ed alla intelligenza e duttilità dell’arch. Roberto Sforzini, hanno trasformato le Scuderie dell’Aragona in uno spazio unico nel suo genere, accogliente e pratico. L’antico ed il moderno hanno trovato il giusto accostamento. Nel Polo Bibliotecario “Raffaele Mattioli” è stata ricavata anche una sala riunioni che potrà ospitare iniziative di carattere culturale. Gli spazi interni sono stati arricchiti da una donazione di quadri raffi guranti scrittori e poeti di tutto il mondo realizzati dal Maestro Raffaele Berardini ed ospitano alcune sculture di Lucilla Serafi ni. Dieci i principi ispiratori che hanno portato alla redazione del progetto: valorizzare la struttura architettonica esistente, conservare un carattere unitario dello spazio storico declinandolo in base alle diverse aree funzionali, semplifi care gli elementi addizionati nel tempo, avvicinare alla luce naturale i tavoli e i percorsi principali, allontanando dalle fi nestre i libri, facilitare la fruizione della scelta dei libri fornendo degli appoggi per la prima consultazione, creare uno spazio per mostre ed eventi, legato alla struttura, ma da adesso svincolabile come orari di fruizione, tramite una bussola vetrata d’ingresso, minimizzare l’utilizzo di nuovi materiali: legno e laminato protettivo antracite, in continuità del colore degli infi ssi e delle strutture metalliche di partizione, valorizzare con la luce lo spazio in base alla funzione: area scaffalatura libri, area studio, are ingresso, migliorando per quanto possibile l’illuminazione naturale integrandolo con tre tipologie di corpi illuminanti, localizzare un’area dedicata ai bambini, riorganizzare razionalmente gli spazi bagni e gli uffici esistenti rendendoli facilmente fruibili e eliminando le barriere architettoniche presenti.

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