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PRIMO SOCCORSO IN CASO DI PUNTURE D’INSETTI

In estate aumenta il rischio di essere punti da insetti: si va dalle zanzare in case agli insetti nella vegetazione in caso di passeggiate o scampagnate. Cosa fare nel caso di punture?

1. Come è intuitivo, prima di tutto rinfrescare rapidamente l’area colpita. Si può fare con acqua fresca, cubi di ghiaccio in un panno, ma anche gel o impacchi appositi in vendita in farmacia. Il raffreddamento può ridurre considerevolmente gonfiore, dolore e prurito (sintomi che a volte all’inizio sono lievi, ma si potrebbero sviluppare solo in seguito!).

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2. Se l’insetto era una vespa, un’ape o un calabrone, potrebbe aver lasciato (a seconda della particolare specie) il pungiglione. Se lo si riesce a vedere, conviene provare a rimuoverlo per fermare la diffusione del veleno. Tuttavia, in farmacia sono in vendita dispositivi a forma di penna-stick che in vari modi – spesso con l’uso del calore – indeboliscono il veleno. Non è una cattiva idea farne scorta se si prevede di passare molto tempo all’aperto.

3. Evitare assolutamente di graffiarsi. Pochi lo sanno, ma anche persone giovani e sane possono provocarsi in questo modo gravissime e pericolose infezioni nonché cicatrici permanenti, perché le ferite da grattamento permettono a diversi batteri di penetrare nella pelle. Piuttosto, disinfettare e lavare la ferita, e se necessario utilizzare

4. Nel caso di dubbi o situazioni sospette che potrebbero suggerire punture da ragni pericolosi (dolore eccessivo e persistente, sintomi neurologici come la perdita del tatto), zecche (l’aver camminato fra l’erba alta, o un’area arrossata circolare), o reazioni anafilattiche (difficoltà respiratorie dopo la puntura di zecca) non esitare mai a chiamare il 112 o a rivolgersi il più presto possibile a medico di famiglia, guardia medica, o farmacista.

L’emergenza cinghiali è stato al centro della riunione di coordinamento che si è svolta presso la Prefettura di Chieti per condividere, tra tutti gli Enti coinvolti, le misure più idonee a fronteggiare l’emergenza connessa alla presenza di ungulati selvatici nella specifica area territoriale di Atessa, ove maggiormente il fenomeno si è evidenziato. Con la occasione si è avuto modo di verificare anche la situazione nel resto della provincia. Nel corso dell’incontro, durato circa 2 ore, è emerso come tutti i soggetti istituzionali chiamati a fronteggiare l’emergenza connessa alla presenza di cinghiali in provincia siano consapevoli delle dimensioni assunte dalla problematica e si siano, da tempo, impegnati a porre in essere, ciascuno per quanto di competenza, tutte le misure idonee a fronteggiare la criticità e contenere i rischi per la collettività, tanto sul piano della sicurezza, quanto su quello sanitario, ricorrendo al supporto di cacciatori di selezione volontari, debitamente formati ed autorizzati. La presenza di ungulati selvatici è, infatti, foriera dell’incremento, nello scorso anno, di incidenti stradali dovuti all’impatto con gli animali selvatici, anche su strade urbane, mentre la proliferazione incontrollata del numero di cinghiali potrebbe accrescere il rischio di diffusione del virus della cosiddetta peste suina africana, costantemente oggetto di monitoraggio da parte dell’ISPRA ed al momento non presente in provincia. L’emergenza, ovviamente non limitata al solo Comune di Atessa, ma che su quel territorio ha raggiunto numeri allarmanti di segnalazioni di avvistamenti di cinghiali, coinvolge anche il settore agricolo, il quale, dai dati forniti dall’Ispra, avrebbe riportato danni alle coltivazioni nella sola provincia di Chieti, in quantità superiore a quelli registrati mediamente in altre province. Pertanto, il Prefetto Della Cioppa ha invitato il competente Servizio del Dipartimento Agricoltura Regione Abruzzo a continuare a fornire il proprio supporto ai sindaci della Provincia e, contestualmente, a sollecitare gli stessi a procedere ad una aggiornata analisi delle criticità locali, richiamando l’attenzione sulla necessità emanare ordinanze sindacali dettagliate.

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