IL PAESE DELLA SERA_2_2018

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OO o O o O Oo O o o Escluse... al centro MICHELA MURGIA*

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siste un mondo abitato da donne e da uomini dove però solo questi ultimi possono raccontare la politica e l’economia. Non è ai confini della galassia: è l’Italia, dove il livello di marginalità dell’opinione delle donne sui temi che fanno dibattito in una democrazia sana è altissimo. Le giornaliste, pure non poche, scrivono soprattutto di costume, ma per molti questo non è un problema: se è una notizia ben data - dicono - che importanza ha chi la scrive? Sarebbe

vero se i giornali con redazioni di sole donne non venissero chiamati “periodici femminili”, rivelando che laddove tutte donne si rivolgono solo alle donne, tutti uomini possono invece spiegare il mondo a chiunque. La barriera del sessismo impedisce di riconoscere l’autorevolezza delle donne non solo per il generale maschilismo italiano, ma anche perché nelle scuole di giornalismo per anni il grado zero della comprensione degli articoli è stato la donna ignorante, la famigerata casalinga di Voghera, e mai il bracciante di Roncobilaccio. Nel mentre in libreria la divulgazione

La cultura dei valori e dell’impegno responsabile www.fondazionebracco.com

scientifica diventava efficace solo quando l’argomento complesso riusciva a semplificarsi fino a poter essere spiegato “a mia madre/mia nonna/mia figlia”. In un paese dove la donna incarna il punto più basso della comprensione, a molti sembrerà ovvio che persino nel 2018 il mondo continuino a spiegarlo gli uomini, ma ovvio invece non è. Insistere nel farlo notare suonerà certamente antipatico, ma non è con la simpatia che si fanno le rivoluzioni. * Scrittrice


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821 MILIONI DI PERSONE SOFFRONO LA FAME, L’11% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE. IN AFRICA SAHARIANA 1 PERSONA SU 4 HA SOFFERTO LA MANCANZA D

#EDITORIALE

#INPRIMOPIANO

Sopra Tutto

Ambiente, sicurezza e solidarietà: le buone pratiche di Italo per l'Agenda 2030

LUCA MATTIUCCI

«Nel secolo appena passato c’è una storia di guerra dove vinti e vincitori hanno perso di senso. Dove la vittoria si festeggiò a furia di lacrime mentre si rovistava nei campi di concentramento tra montagne di scarpe, occhiali, vestiti. Montagne che gli stessi nazisti nell’imminente disfatta avevano provato a bruciare, coscienti che ciò che era stato fatto lì era aver dato forma concreta al male. Eppure mica tutti i tedeschi erano nazisti, anzi. Ne potremmo citare centinaia, ma qui richiamiamo solo la contessa Maria Von Maltzan, così pura di quella razza ariana che suo fratello era tra le orride SS. Lei al contrario passò quegli anni bui a falsificare visti e documenti per i tedeschi ebrei, spingendosi a nasconderli in casa ad un passo dalla Gestapo o addirittura ad accompagnarli camuffata oltre confine. Era una criminale la contessa, o un'eroina? Oggi nessuno oserebbe optare per la prima scelta. Ma i tedeschi la guerra l’hanno persa. Immaginate se oggi l’Europa avesse come propria bandiera una svastica. Quanti le riconoscerebbero il tratto eroico? Perché a seguire la legge quella donna aveva falsificato, mentito, imbrogliato lo stato sovrano del tempo. Eppure sono certo che l’avreste chiamata eroina, nonostante tutto. Vi credo, mi credo. Ci credo. E al di là di questa o quella parte politica che riduce tutto ad un teatrino, e senza azzardarmi a commentare il lavoro di una Procura, se il Sindaco Lucano ha falsificato, mentito, imbrogliato non mi importa ed esprimo solidarietà per quella forza mostrata con tanta perseveranza nell’aiutare chi è più debole, chi un campo di concentramento l’ha vissuto oltremare, nell’anno 2018. La legge ad ogni costo, sì. L’umanità prima di essa, sopra ogni altra cosa. @lucamattiucci Da non perdere Domenica 14 ottobre al Festival della Partecipazione dell'Aquila la giornalista Teresa Ciabatti intervista Michela Murgia, in occasione dell'uscita del suo nuovo romanzo "L'inferno è una buona memoria", edito da Marsilio. 1

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Soluzioni del cruciverba del numero in distribuzione dal 18 al 30 settembre 2018

Enti promotori

Quando i treni viaggiano sui binari della sostenibilità

PAOLA GRECHI

Treni costruiti con materiali riciclabili fino al 98%, tecnologia all’avanguardia per la riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, strategia anti spreco nell’uso della carta. Ma non solo ambiente. Le parole chiave per fare la differenza sono sicurezza, tecnologia, persone, governance, territorio. È così che Italo ha deciso di sposare cinque dei Sustainable Development Goals lanciati dall’ONU con l’Agenda 2030 e innovare le proprie scelte aziendali per contribuire a raggiungere risultati concreti per la sostenibilità. Dati e buone pratiche raccontate nel primo report aziendale sul tema, a partire proprio dalla sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori. Come ad esempio nel marzo 2016 quando sono stati forniti per la prima volta su treni in Italia i defibrillatori, accompagnati da corsi di formazione per tutti i dipendenti dedicati alla rianimazione cardiopolmonare ed alle manovre di disostruzione. O come per il Simulatore di condotta altamente tecnologico, da pochi mesi inaugurato presso la stazione di

Roma Termini che consente di riprodurre fedelmente le condizioni di difficoltà di fronte alle quali il macchinista potrebbe trovarsi per testare le proprie capacità di reazione. Dare attenzione ai lavoratori significa anche assicurare formazionecontinua, parità di genere e accesso a posizioni manageriali e tecniche per le donne. Portare in viaggio lungo tutta la penisola milioni di persone comporta anche la responsabilità di tutelare e prendersi cura del territorio nazionale e di chi

vive in difficoltà. Italo ha scelto di sostenere progetti di crowdfunding per il restauro delle opere artistiche di Pompei, di solidarietà sociale insieme a Telethon, Airc, Aism, Actionaid. Inoltre, da tre anni Il Paese della Sera è distribuito sui treni Italo da oltre 20 ragazzi italiani e migranti in condizioni di fragilità economica, un impegno che li aiuta a studiare e a costruire un futuro migliore. Perché sostenibilità vuol dire anche preoccuparsi della propria comunità.

@Paola_Grechi

#SOLIDARIETÀ

L’amore e la “maternità” nello sguardo del giornalismo sociale EMILIANO MOCCIA

Essere madre, padre, genitore anche senza avere avuto dei figli, senza il senso procreativo del termine. Perché la maternità può avere mille sfumature e ruota intorno ad un concetto di «filosofia di vita» che invita a guardare sempre con attenzione l’altro, chi vive ai margini, in difficoltà. «Ciascuno di noi può avere una missione nella vita, come prendersi cura delle persone che hanno bisogno, di chi vive nella sofferenza. E donare amore al prossimo è anche una forma di maternità». Isabella Schiavone dosa bene le parole. Le affila con cura. Conosce il loro peso e la loro responsabilità. Non a caso, di mestiere fa la giornalista, volto noto del Tg1, e proprio di recente a Napoli ha ricevuto il Premio Lamberti per il Giornalismo Sociale. Ma la stessa Con la collaborazione di

Con il patrocinio di

attenzione alle parole e alle tematiche sociali, Schiavone l’ha riversata nelle pagine di “Lunavulcano”, il libro edito da Lastaria Edizioni candidato al Premio Strega 2018. Un libro che mescola finzione e realtà, che racconta la storia di due donne che diventano amiche e confidenti lasciandosi travolgere in un intreccio che tocca la maternità, l’omosessualità, l’adozione internazionale e la disabilità. «La storia è un pretesto per dare una declinazione differente alla maternità e all’amore, per capire che siamo tutti esseri umani – spiega Schiavone. Oggi, invece, l’altro, il diverso, è percepito come un pericolo, come qualcuno da evitare. Invece, con il mio lavoro voglio continuare a raccontare il sommerso, quello che gli altri non vedono, l’umanità che non

Città dell’Aquila 11-14 ottobre 2018 ingresso libero

#fdp2018

bisogna mai dimenticare». Un percorso di solidarietà che va oltre la storia: i diritti d’autore sono devoluti in beneficenza a favore di progetti per bambini in difficoltà in Africa, che l’autrice segue direttamente. @emimoccia

#iopartecipo

www.festivaldellapartecipazione.org


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DI CIBO PER TUTTO IL 2017. EVENTI CLIMATICI ESTREMI E SICCITÀ SONO LE PRIME CAUSE DI CALO DELLA PRODUZIONE AGRICOLA IN AFRICA.

Dati: FAO

#FILANTROPIA

#ALTRIMONDI

Generosità, la gente crede nei territori

Le Scuole di lingua italiana per integrarsi

ANNA TORO

MASSIMILIANO SIGNIFREDI

È una generosità che non conosce crisi quella promossa dalle Fondazioni di Comunità, che dal 1999 al 2017 hanno raccolto 168 milioni di euro per sostenere iniziative culturali, sociali e di tutela ambientale. Progetto creato da Fondazione Cariplo, si tratta di enti non profit che promuovono la cultura del donare attraverso la filantropia, ponendosi come intermediari tra donatori e beneficiari, e attivando energie e risorse capaci di realizzare progetti ed interventi nei territori. Quelle costituite da Cariplo in Italia sono 15, presenti in Lombardia, più Novara e Verbania. Proprio a Novara, ad esempio, la filantropia del donatore Luciano Torgano promossa dalla Fondazione Comunità Novarese Onlus ha regalato alla città il reparto di Terapia Intensiva Neonatale presso l’ospedale locale. A Cremona, invece, il progetto “QUARK- quarantacinquenni OK” realizzato dalla Fondazione

Una scuola per tutti. Non solo per gli studenti italiani che hanno ormai ripreso i loro posti sui banchi. In tante città cominciano le lezioni anche per chi, da adulto, è giunto in Italia e ha bisogno, come primo, necessario, atto di integrazione, di imparare la nostra lingua. Sono le Scuole di Lingua e Cultura della Comunità di Sant’Egidio, che hanno riaperto in questi giorni le loro porte ai tanti stranieri “nuovi europei” desiderosi di imparare i primi rudimenti o di approfondire gli studi fino ai livelli più alti. La prima scuola venne aperta nel 1982 a Roma con un piccolo gruppo di donne, soprattutto collaboratrici domestiche, che avevano chiesto di imparare. Da allora ne sono nate tante altre: oltre alla Capitale, anche a Genova, Napoli, Milano, Firenze, Pisa, Catania e Messina. Soltanto nelle scuole di Roma di Sant’Egidio hanno studiato fino ad oggi oltre 60 mila studenti che in larghissima parte si sono integrati nella nostra società, non solo con

Comunitaria insieme alla Provincia, ha offerto un’opportunità di riscatto a una tra le categorie più colpite dalla crisi economica, ovvero i disoccupati over 45: sono 500 le persone che, grazie al progetto nato nel 2015, sono riuscite a reinserirsi nel mondo del lavoro. E ancora: asili riabilitati, doposcuola attivati, apertura di luoghi di cultura, sentieri di montagna resi percorribili per insegnare la natura e il rispetto dell’ambiente ai bambini, cure domiciliari per rendere gli anziani ancora attivi e indipendenti, sostegno alle famiglie e molto altro. Un modello, quello delle Fondazioni di Comunità, che Cariplo ha mutuato dagli Stati Uniti, adattandolo con successo alle esigenze dei nostri territori. @annaftoro

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la residenza e il lavoro ma anche – alcuni – ottenendo la cittadinanza. Il funzionamento è semplice, ma non dilettantistico. Maestri e professori della Scuola, tutti volontari, svolgono corsi di formazione (certificati) per l’insegnamento dell’italiano adottando un metodo comunicativo-situazionale testato negli anni, uno strumento valido per l’apprendimento della lingua ma anche per l’integrazione degli immigrati. Un bagaglio culturale ed esperienziale che ha prodotto anche un manuale, “L’italiano per amico”. Tutti insegnano a titolo gratuito. La Scuola è, infatti, uno spazio di totale gratuità. Gli studenti non pagano, ma contribuiscono, insieme ai loro maestri, a fare della scuola un luogo accogliente. www.santegidio.org

#INNOVAZIONE

Diagnostica d’avanguardia e restauro, la nuova vita del violino Storioni GIULIA POLITO

Cremona, culla dell’antica tradizione liutaria. Qui sorge il Museo del Violino, dove sono raccolti cinque secoli dell’antica arte italiana degli strumenti ad arco riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Ma il Museo non nasconde solo i tesori della liuteria cremonese: al suo interno c’è anche il laboratorio Arvedi di Diagnostica non Invasiva dell’Università di Pavia,

impegnato oggi in un importante progetto multidisciplinare. “I cantieri del suono” nasce dalla sinergia tra Comune cremonese, Fondazione Bracco e Museo con l’obiettivo di recuperare e restituire al pubblico il violino “Piccolo” di Lorenzo Storioni, uno degli ultimi grandi maestri liutai. Realizzato nel 1793, lo Storioni è di dimensioni ridotte perché prodotto originariamente per un bambino. «Uno dei motivi - spiega Marco Malagodi, responsabile

del laboratorio - per cui si tratta di una testimonianza storica formidabile: non essendo stato sottoposto ad altri interventi di restauro è originale in tutto». Il “Piccolo” racconta un pezzo di storia della liuteria ancora oggi poco conosciuta perché la tradizione delle antiche botteghe era soprattutto orale. E acquista quindi un grande valore formativo per gli studenti. Dopo un accurato studio organologico, filologico e la campagna diagnostica, lo Storioni sarà esposto al pubblico nel

marzo 2019. Il restauro conservativo lo riporterà all’antico splendore così che, pur non suonando più, potrà ancora raccontare una delle storie più belle del Made in Italy: la liuteria cremonese.

@GiuliaPolito

IL 29 OTTOBRE IN EDICOLA... ...GIÀ da oggi in MEZZO a voi! segui @ilpaesesera e scopri le riunioni di redazione itineranti


Direttore responsabile: Luca Mattiucci - mail@ilpaesedellasera.it - www.ilpaesedellasera.it | Edito da WSC - Via Fiume delle perle, 11 - 00144 Roma - www.whitestonecompany.org | Stampa Arti grafiche Boccia Spa - Via Tiberio Claudio Felice, 7- 84131 Salerno | Grafica a cura di: Giovanna la Forgia | Testata registrata presso il Tribunale di Roma n° 58 del 5 aprile 2016 Iscrizione ROC n° 26419

anno 3 numero 2|2018 (8 ottobre - 21 ottobre 2018) Quindicinale in distribuzione gratuita. | Questa pubblicazione non si avvale di contributi statali e favorisce l’inserimento lavorativo di giovani in condizioni di svantaggio economico | L’Editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte |

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#SCELTIPERVOI A cura della redazione di

'Cervelli in fuga... verso Sud' La Fondazione Con il Sud apre il nuovo bando ‘Cervelli in fuga verso Sud’ per attrarre giovani ricercatori, stranieri o italiani, nei centri di ricerca e nelle università meridionali. A disposizione 4 milioni di euro (massimo 400mila euro per progetto); il bando scade il 28 novembre. Aree verdi in cerca di sponsor Dalle aiuole in viale Fratelli Rosselli alla rotatoria di via Aretina, fino all'isola spartitraffico in largo Brambilla. É partito il progetto di adozione, da parte di privati, di alcune aree verdi della città: l’avviso pubblico è sul sito del Comune di Firenze. Sei vincitori per culturability ConMe Convento Meridiano di Cerreto Sannita, Da Grande sarò un teatro! di San Vito dei Normanni, Fare Scuola di Modena, Imbarchino di Torino, Landworks Plus di Sassari, Spazio Franco di Palermo. Sono i 6 progetti selezionati dal bando culturability 2018: a ciascuno va un contributo di 50mila euro e l’accompagnamento di un pool di esperti. 150 progetti per adolescenti Contrastare l'abbandono scolastico e la dipendenza dai social. A questo obiettivo guardano i 150 progetti finanziati da Regione Emilia-Romagna (600mila euro) con il bando 'Giovani generazioni', e dalla Cassa di Risparmio di Bologna (400 mila euro) per 'I grandi assenti del welfare'. Scopri tutte le notizie sociali su www.adnkronos.com/sostenibilita

#SOSTENIBILITÀ

Arredi e filati green, la ricerca punta sulla ginestra calabrese Far diventare la ginestra selvatica calabrese materia prima per il tessile e gli arredi. È l’obiettivo di un progetto di ricerca tutto italiano nato per sfruttare una risorsa molto diffusa sul territorio producendo vantaggi economici e ambientali. «Il progetto - spiega Giuseppe Chidichimo, del dipartimento di Chimica e Tecnologie chimiche dell’Università della Calabria - dà seguito ad altri già realizzati per la valorizzazione della ginestra in termini di produzioni

industriali». Già oggi è nato un impianto pilota per la produzione di fibra di ginestra per il tessile e di vari materiali compositi utili anche per altre industrie manifatturiere. Diversi - spiega l'esperto - i partner: l’azienda Camillo Sirianni di Soveria Mannelli (Catanzaro) coinvolta nella sperimentazione di processi produttivi di pannelli per arredi in fibra di ginestra, la Sunfil di Castrovillari (Cosenza) per la sperimentazione di processi di ammorbidimento

della ginestra per l'impiego nel tessile di qualità e il Consorzio Tebaid (Rende) per nuove metodologie chimico fisiche per il trattamento delle fibre tessili. La ginestra è una risorsa largamente disponibile sul territorio calabrese. «Si stima che vi siano 20.000 ettari di ginestreti nati spontaneamente che potrebbero essere sfruttati in modo adeguato», spiega Chidichimo. L’impiego a livello industriale della fibra di ginestra offrirebbe reddito a terreni

marginali attualmente non utilizzati e un presidio di difesa ambientale riducendo lo sviluppo di incendi e la franosità dei terreni scoscesi.


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