Il piccolo n15 del 14-04-2018

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PICCOLO

il punto, la virgola e anche i due punti.

IL

CREMONA

www.issuu.com/ilpiccolocremona

Settimanale di informazione • Non riceve alcun finanziamento pubblico

Anno 2 • n. 15 • sabato 14 aprile 2018

Periodico • € 0,02 copia omaggio

Direttore responsabile: Daniele Tamburini • Società editrice: Kairos adv srl, via Madoglio 11- Bonemerse (CR)• Amministrazione e diffusione: via San Bernardo 37 - Cremona tel. 0372 435474 - fax 0372 597860 • Aut. del Tribunale di Cremona n° 5/2017 del 26/10/2017 Direzione e redazione: via S. Bernardo 37, Cremona - tel. 0372 454931 • redazioneilpiccolo@gmail.com • Stampa: I.G.E.P. Srl - Industria Grafica Editoriale Pizzorni - Cremona • Pubblicità: Kairos adv srl • 0372 435474 • 335 208695 kairosadvsrl@gmail.com

Nuova puntata nella diatriba tra Libera e Coldiretti. Il Comune, chiamato in causa, glissa

agricoltori, la fiera e’ terreno di scontro

Articolo a pagina 3

l a v o r o

home banking che fine fa il bancario?

Articolo a pagina 4

fatemi capire... Alla fine come previsto anche Pavia entra a far parte della nuova Camera di Commercio della Bassa Lombardia, assieme a Mantova e a Cremona. E’ stata raggiunta l’intesa per un’equa ripartizione dei poteri: a Mantova la sede, a Pavia l’azienda speciale e a Cremona la presidenza. Un po’ come se le tre società di calcio, Cremonese, Mantova e Pavia si fondessero e a Mantova ci fosse la sede, a Pavia il campo di gioco e l’allenatore cremonese. Equa? Vanni calcio

economia

camcom, intesa a tre: cremona sorella minore Articolo a pagina 5

disabilita’

u l t i m o

l’esercito dei furbetti della “104” Articolo a pagina 9

pagina 23

Cremo a Palermo per interrompere una crisi profonda

c a s o

i n

c i t t a ’

Articolo a pagina 6

semafori e autovelox, quando la frenata crea il pericolo CANOTTAGGIO

pagina 24

Valentina Rodini prova a ripetersi nel 32º D’Aloja

basket

La Vanoli vuole scalare le Dolomiti per la post season

casalasco

piadena-drizzona la fusione salta per il nome? Articolo a pagina 13

m o t o r i

Nei mondiali di Formula 1 e motogp

Ferrari e vale rossi infiammano ancora i tanti appassionati Speciale alle pagine 18 e 19

pagina 25

inquadra il QR CODE e leggi su smartphone e tablet la versione digitale e gratuita del giornale

l’editoriale

L’impresa arriva solo se abbiamo l’acqua alla gola di Vanni Raineri

Le grandi rimonte, una coronata dal successo l’altra mozzata nel finale, di Roma e Juventus, inducono qualche riflessione su come siamo noi italiani, nel calcio ma in fondo anche nella vita. E’ sempre stato così: quando serve l’impresa, siamo i più difficili da affrontare, perché imprevedibili e capaci di tutto. Quando siamo favoriti, ci adagiamo e facciamo di tutto per rendere vano il vantaggio e spesso subiamo la beffa. A Roma e Juventus serviva il 3-0 contro le due squadre più forti del pianeta, una addirittura nella sua casa. La Roma è scesa in campo con una formazione inedita, offensiva ma soprattutto capace di imporre un gran ritmo all’incontro e con un pressing molto alto sui difensori del Barcellona. Non avendo nulla da perdere, ha giocato per (stra) vincere. E ce l’ha fatta. Diciamo la verità: se l’andata fosse finita 0-0, probabilmente i catalani avrebbero vinto il ritorno a Roma. Pure la Juventus ha aggredito il Real Madrid, colpendolo ai fianchi fino al 3-0 al Bernabeu. Poi, piano piano, la squadra ha arretrato sino alla barricata finale e al gol subìto. Purtroppo il tris è arrivato troppo presto: invece che inseguire il quarto gol, che tra l’altro sarebbe valso doppio, tutti a difendere il risultato maturato. Una cosa simile avvenne in Baviera due anni fa: dovendo vincere, la Juve andò sul 2-0, poi nei minuti finali tutti arroccati a sparare campanili fuori area e due gol puntualmente subìti. Noi italiani siamo così, più che pragmatici siamo sparagnini e solo con l’acqua alla gola capaci di grandi imprese, con quella capacità di fare squadra che arriva solo quando non abbiamo più nulla da perdere. Ci provò Arrigo Sacchi nel calcio a cambiare mentalità, ma a conti fatti senza esito. Più che un allenatore, serve uno psicologo. Anzi, serve un ipnotizzatore che convinca chi scende in campo, mister compreso, che gli avversari sono avanti 2-0.


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