Il piccolo 33 08-09-2018

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PICCOLO

il punto, la virgola e anche i due punti.

IL

CREMONA

www.issuu.com/ilpiccolocremona Anno 2 • n. 33 • sabato 8 settembre 2018

Settimanale di informazione • Non riceve alcun finanziamento pubblico

Periodico • € 0,02 copia omaggio

Direttore responsabile: Daniele Tamburini • Società editrice: Kairos adv srl, via Madoglio 11- Bonemerse (CR)• Amministrazione e diffusione: via San Bernardo 37 - Cremona tel. 328 0493888 - fax 0372 597860 • Aut. del Tribunale di Cremona n° 5/2017 del 26/10/2017 Direzione e redazione: via S. Bernardo 37, Cremona - tel. 0372 1982590 • redazioneilpiccolo@gmail.com • Stampa: I.G.E.P. Srl - Industria Grafica Editoriale Pizzorni - Cremona • Pubblicità: Kairos adv srl • 0372 435474 • 335 208695 kairosadvsrl@gmail.com

Intervista al direttore di Oncologia Rodolfo Passalacqua: «Una terapia fantastica»

Car-t, la svolta sui tumori e cremona e’ protagonista

Raineri a pagina 7

sicurezza

arriva il taser in 12 citta’

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Galletti a pagina 6

sanita’

vaccini, regna la confusione scuole nel caos con il rinvio Pani a pagina 3

storia

60 anni fa la legge merlin ma chi fu lina? Poli a pagina 8

basket

Varesi a pagina 23

Stasera la Vanoli cerca conferme contro Cantù

f a c e b o o k

Raineri e Galletti alle pagine 4-5

“non vorrei, ma posto” le condivisioni facili calcio

Volpi a pagina 25

Volley Raineri a pagina 24

Campionato a 22? Decisione rinviata Martedì la sentenza

Pomì al completo dopo l’ingaggio di Kenia Carcaces

f at e m i cap i r e . . . Avreste mai pensato che un giorno sarebbe stato convocato in Nazionale un giocatore senza alcuna presenza in prima squadra, di nessuna campionato al mondo? Quel giorno è arrivato grazie a Roberto Mancini, che anche così ha voluto lanciare l’allarme: troppi stranieri, e pochi giovani italiani utilizzati dai suoi colleghi seduti sulle panchine di serie A. Un trend iniziato nei primi anni del millennio. Fu nel 2005 che per la prima volta una squadra di serie A scese in campo con 11 stranieri. L’allenatore di quella squadra si chiamava Roberto Mancini. Vanni

casalasco

piazza comaschi e via madonnina lavori a gussola

Articolo a pagina 13

c u l t u r a

Da dicembre al teatro ponchielli

Grandi orchestre protagonistE della nuova stagione Anticolo a pagina 21

l’editoriale

Il suicidio anomico del nostro calcio di Fabio Varesi

Sapete cos’è l’anomia? Letteralmente l’assenza o mancanza di norme. E tale situazione porta al suicidio anomico, teorizzato dal sociologo Émile Durkheim. Nel nostro Paese assistiamo a molte situazioni di anomia, l’ultima riguarda il calcio italiano e precisamente il campionato di serie B, che sta tentando di suicidarsi. In questo caso, però, le norme c’erano, ma un bel giorno qualcuno ha deciso di modificarle in nome di una riduzione del numero delle squadre, da tutti auspicato, ma solo sulla carta. Sfruttando la mancata iscrizione di tre squadre per problemi economici, la Lega ha preso la palla al balzo, azzerando i ripescaggi e organizzando un campionato a 19 squadre, anziché a 22. Il tutto con il benestare delle società, che così avevano maggiori introiti dalle televisioni. Tutti d’accordo, meno chi avrebbe potuto beneficiare del ripescaggio. A volte sarebbe bello mettersi nei panni di chi viene penalizzato da una decisione, invece di invocare principi di cambiamento, solo perché riguarda gli altri. Personalmente sono favorevole a tornare al format a 20 squadre, come è sempre stato, ma sarebbe ora che in Italia si votasse il cambiamento seguendo le regole e non perseguendo soltanto l’interesse personale. L’azzardo della Lega non ha pagato, anzi ha creato maggior confusione, in un calcio che è sempre più lo specchio fedele nel nostro Paese. Una volta si andava alla partita per fuggire dalle preoccupazioni della vita quotidiana ed invece si scopre che il calcio ha più problemi degli altri settori. Tornare indietro non è possibile, ma chi rimpiange il calcio di una volta, non deve più essere additato come un inguaribile nostalgico, ma una persona che non gradisce il mondo attuale. Ancora una volta, insomma, abbiamo fatto una brutta figura. Ma ormai, siamo abituati...


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