IL PUNTO DEL DIRETTORE Politici strafottenti
di Andrea Sebastianelli
In questa campagna elettorale al cloroformio da cui uscirà il nuovo sindaco di Rocca di Papa ci sono poche cose che mi hanno fatto sobbalzare. Una di queste è l'arroganza che un candidato sindaco ha utilizzato per sbeffeggiare gli avversari. Si tratta di Francesco De Santis, candidato in una coalizione composta da "Italia Viva-Pd-e un po' di destra". L'umiltà non sembra essere la sua dote principale, ma questo lo avevamo già capito quando si autocandidò a sindaco annunciando la sua decisione a poche ore dalla tragica scomparsa del segretario regionale del Pd Bruno Astore, dimostrando una sostanziale mancanza di sensibilità e un cinismo da lasciare spiazzati. Ma De Santis non si è fermato qui e ha proseguito su questa strada. Ma solo sui social, sia chiaro, perché il confronto diretto non sembra essere il suo forte (la sua fuga dalla Cimino che lo accusava di averla fatta cadere perché era contro gli abbattimenti delle antenne e contro le denunce a favore della legalità, passerà alla storia).
Appena uscite le candidature a sindaco e le rispettive liste, ha subito sbeffeggiato la ex sindaca Cimino deridendola per essere riuscita a mettere insieme solo tre liste, mentre lui di liste ne ha ben cinque, ma solo perché bisognava presentarle entro il 14 aprile, altrimenti ne avrebbe presentate una ventina!
Poi è toccato al candidato di centrodestra Calcagni e alle sue quattro liste che, secondo il figlio d'arte (il papà Maurizio è un politico navigato di Rocca) sarebbero piene di incapaci e ignoranti, mentre i suoi candidati consiglieri sono tutti studiati, educati e capacissimi. Ovviamente non è vero perché tutte le liste presentano dei laureati. E tutte le liste presentano degli incapaci, comprese le sue. E che dire di Calcagni? Un idraulico che vuole fare il sindaco! Ma vi pare?
Lo spregio di questo giovane rampollo per chi esercita un lavoro normale e per chi non ha potuto o voluto studiare raggiunge cime da capogiro. Sarà che io, essendo figlio di un muratore, ho sempre valutato le persone per ciò che fanno e dicono e non per il ceto a cui appartengono. Offendere chi si candida essendo un idraulico, un muratore, un imbianchino, come se queste categorie significhino scarsa intelligenza, incapacità di analisi e pochezza di vedute è segno di strafottenza. La storia di Rocca di Papa è piena di politici strafottenti e arroganti che nel giro di pochi anni sono finiti nel dimenticatoio sepolti dalla loro strafottenza e dalla loro arroganza. Non auguriamo questo futuro al giovane rampollo di Italia Viva ma la strada intrapresa non sembra foriera di buoni propositi. Anche perché se un cittadino è chiamato a scegliere fra un sindaco-artigiano e un sindaco-strafottente, seppur laureato, non ho dubbi su chi sceglierebbe.
Dopo cinque mesi cominciano a emergere le prime verità
Ecco perchè hanno fatto cadere la Cimino
Quello che è accaduto alla fine di novembre è rimasto un mistero fino a oggi. Veronica Cimino dopo essere stata sfiduciata davanti a un notaio dai dissidenti della sua coalizione, in un video aveva accusato due assessori (Francesco De Santis e Paolo Gatta) di averla fatta cadere a causa della decisione di procedere all'abbattimento delle prime antenne di monte Cavo e per le denunce presentate dall'amministrazione comunale contro la corruzione. Accuse pesanti a cui i due assessori non hanno mai risposto.
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«Per me un dono inaspettato»
Nato a Rocca di Papa nel 1960, Tiziano Onesti ha ricoperto diversi incarichi presso le più importanti aziende italiane (tra cui Ferrovie dello Stato, Trenitalia, Eni, Telecom, L’Espresso, Aeroporti di Puglia) oltre a numerosi Enti non profit. Dal 2017 faceva parte del Collegio dei Revisori dei conti dell’Ospedale pediatrico e la sua nomina a presidente fa seguito alle dimissioni presentate nel febbraio scorso da Mariella Enoc. L'incarico affidato a Tiziano Onesti riempie di orgoglio tutti i cittadini di Rocca di Papa, sua città natale e in cui vivono i suoi genitori.
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L'ex delegato accusa la polizia locale per i mancati controlli
Il controllo sui tagli boschivi è finito al centro di una polemica politica che ha coinvolto l'ex delegato e l'ex comandante dei vigili urbani Di Bella.
A pag. 3
UFFICI COMUNALI
La riorganizzazione dimentica l'ufficio per abbattere le antenne
Nella nuova mappa approvata dalla commissaria prefettizia non ha trovato spazio l'ufficio voluto dalla ex sindaca Veronica Cimino. Perché?
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il Tocco di Ermanno Gatta
Massimiliano CALCAGNI
Veronica CIMINO
Francesco DE SANTIS
Pier Giuseppe PAOLONE
ALL'INTERNO TUTTE LE LISTE CON COMMENTI E ANALISI
Da pag. 6 a pag. 10
Cultura e dintorni
Antonio
Cederna
salva
M. Cavo
Monte Cavo, scontro per la proprietà del Belvedere
La proprietà del Belvedere della vetta di monte Cavo è motivo di un lungo contenzioso tra il Comune e la IDA Spa. Quando tutto sembrava essersi risolto a favore dell'Ente, una sentenza del TAR ha rimescolato le carte, con la responsabilità anche del Comune.
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A pagina 15
Allarme per l'Archivio Storico
Comunale
A pagina 14
«La Rocca di Papa che vorrei». L'appello di M. Pia Santangeli
egno
21 n. 1
2023
Anno
Aprile
ELEZIONI
COMUNALI 2023
Veronica Cimino
TAGLIO DEI BOSCHI
Quello che gli altri non scrivono
Il roccheggiano Onesti nominato presidente del Bambino Gesù
Sono quattro i candidati a sindaco
15
A pagina
Sparare nei parchi Ultimatum dell'Europa
all’Italia sulla caccia
Sparare agli animali nelle aree protette e fuori dal calendario venatorio: il governo italiano lo consente, le direttive europee no. A Bruxelles non piace la nuova normativa “caccia selvaggia”, in base alla quale le doppiette possono sparare per tutto l’anno anche dentro le aree protette e nelle aree urbane. La Commissione Europea, Direzione Generale Ambiente, ha inviato all’Italia una lettera dai toni perentori per chiedere spiegazioni sull’emendamento che rende possibile ai cacciatori abbattere la fauna selvatica anche nelle zone protette e nei periodi in cui la caccia è vietata. L’Italia quindi rischia una procedura d’infrazione. La Commissione ha in primo luogo richiamato l’attenzione sulla necessità che le autorità italiane rispettino gli obblighi di tutela derivanti dalle direttive Habitat e Uccelli e ha formulato domande specifiche alle quali il Governo dovrà dare risposte entro le prossime quattro settimane.
“La lettera della Commissione è una conferma di quanto abbiamo denunciato – dichiarano le associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente, LIPU e WWF Italia. Questa norma si pone in aperto contrasto sia con le direttive europee, sia con la Costituzione italiana e rende concreto il rischio di attivazione di una procedura di infrazione che peserà sulle tasche di tutti gli italiani. La portata di questa lettera va oltre l’ormai famoso emendamento “caccia selvaggia” e coinvolge l’intero approccio filo venatorio del Governo e di molte Regioni che porta ogni anno all’approvazione di calendari venatori che dopo essere impugnati dalle associazioni ambientaliste vengono puntualmente dichiarati illegittimi dai giudici amministrativi per violazione dei principi di tutela ambientale. È giunto il momento che la politica cambi radicalmente rotta, si occupi della tutela costituzionale dei beni comuni e non continui a farsi dettare l’agenda dai cacciatori e degli armieri".
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Il Segno non usufruisce di alcun
Tiziano Onesti nominato presidente del Bambino Gesù di Roma
incarico
che vivo come un dono inaspettato»
Nel 2016 ad Assisi Onesti espresse il suo impegno per lo sviluppo sostenibile incentrato sulla salva-
Il prof. Tiziano Onesti, tra le figure più illustri di Rocca di Papa, è stato nominato presidente dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Onesti, già professore ordinario di economia aziendale presso l'Università degli Studi Roma Tre, è stato scelto da papa Francesco per ricoprire questo delicato e prestigioso incarico. Ad informare il professore della nomina, che avrà una durata triennale, è stato il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin.
Nato a Rocca di Papa nel 1960, Tiziano Onesti ha ricoperto diversi incarichi presso le più importanti aziende italiane (tra cui Ferrovie dello Stato, Trenitalia, Eni, Telecom, L’Espresso, Aeroporti di Puglia) oltre a numerosi Enti non profit. Dal 2017 faceva parte del Collegio dei Revisori dei conti dell’Ospedale pediatrico e la sua nomina fa seguito alle dimissioni presentate nel febbraio scorso da Mariella Enoc (insieme a lui nella foto)
Nel 2016 il prof. Onesti, in quanto presidente di Trenitalia, venne premiato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell'ambito del premio nazionale per l'innovazione e, in questo stesso anno, partecipò come relatore alla cerimonia "Il grido della pace" promossa dal pontefice ad Assisi, la città di San Francesco. «In quell'occasione - ci dice il prof. Onesti - è scoppiata una scintilla. La sensibilità di papa Francesco per le tematiche
guardia dell'ambiente e sul rispetto della dignità dell'Uomo. Concetti che fecero breccia nel cuore di Ber-
ambientali e sociali ha sicuramente fatto breccia dentro di me visto che sono temi a cui sono da sempre legato».
Proprio ad Assisi Onesti, che parlava in qualità di presidente di Trenitalia, espresse il suo impegno per lo sviluppo sostenibile incentrato sulla salvaguardia dell'ambiente e sul rispetto della dignità dell'Uomo: «Nostra Madre Terra chiede e merita tutto il nostro rispetto, ci ammonisce sulla nostra debolezza e finitudine, ci invita a soffermarci su questo aspetto, che è l’ingrediente primo dell’umiltà francescana, spronandoci alla solidarietà. Parlarne qui, nella suggestione di questi spazi dove San Francesco pose le basi del Bene Comune - disse Onesti - mi rende, per così dire, doppiamente responsabile». Concetti che a sua volta fecero breccia nel cuore di Bergoglio che da poco aveva concepito l'enciclica "Laudato sì" incentrata proprio sul valore e il rispetto per la natura. «Sul mio cammino ho avuto la fortuna di incontrare persone dalla grande umanità che mi hanno sempre insegnato molto. Una di queste è sicuramente Mariella Enoc che mi ha preceduto in quest'incarico e che per me è stata un esempio di rettitudine e sensibilità e con la quale ho avuto un rapporto professionale e umano di grande spessore. Mai mi sarei aspettato che sarei stato scelto per questo delicato ruolo». Sì perchè il Bambino Gesù non è solo un ospedale pedia-
goglio che da poco aveva concepito l'enciclica "Laudato sì" incentrata proprio sul rispetto per la natura
trico ma è un insieme di attività, dalla ricerca scientifica alla cura fino all'accoglienza delle famiglie dei bambini, con impegni che varcano i confini nazionali. Ecco perché l'incarico affidato a Tiziano Onesti in queste ore riempie di orgoglio soprattutto i cittadini di Rocca di Papa, sua città natale e in cui vivono i suoi genitori. Ma non possiamo non esprimere un rammarico visto che Rocca di Papa sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili dal punto di vista amministrativo, scaturiti nell'arrivo di un commissario prefettizio. Il rammarico è dettato da una semplice evidenza: possibile che nessuna forza politica abbia pensato di contattare il prof. Onesti anche solo per chiedere dei consigli su quello che si potrebbe fare per tirare fuori da questo pantano Rocca di Papa? Possibile che nessuno abbia pensato di rivolgersi a
La tutela degli animali è una cosa seria ma a Rocca di Papa lascia forti dubbi
di Daniela Di Rosa
Parliamo di cani, quelli randagi e quelli padronali, quelli amati e benvoluti e quelli abbandonati o maltrattati. Rocca di Papa negli ultimi anni ha fatto un passo indietro per quanto riguarda il randagismo, non ci sono più state campagne di sensibilizzazione, di vaccinazione, di sterilizzazione, di controlli degli animali sparsi nei vari canili del Lazio, qualcuno sa dirmi quanti ce ne sono e se vivono in condizioni decenti? In altri paesi, delegati e associazioni in collaborazione con i comuni seguono
da vicino i cani catturati e rinchiusi, avviano campagne di adozioni, qui quando vengono accalappiati il più delle volte vengono dimenticati e spariscono. Anni fa, per non avviarli in canile, ci fu concesso un piccolo spazio abbandonato (vicino al parco Landsberg) dove alcuni randagi venivano custoditi, curati e sterilizzati da noi volontari. Il numero era sempre esiguo, sei al massimo sette perché ci impegnavamo con dedizione alle adozioni. Si parlò anche di un rifugio comunale gestito da una seria associazione animalista, poi tutto si bloccò, la causa? Un’assurdità tutta roccheg-
giana, da 15 anni c’è sempre lo stesso delegato, cambiano i sindaci ma lui resta e il motivo è squisitamente politico, avere un delegato che non pretende fa comodo alle amministrazioni, è il classico delegato di facciata. Il suo pessimo lavoro è sotto gli occhi di tutti, nessuna conoscenza delle leggi, poca propensione a multare comportamenti incivili dei proprietari di cani, nessuna seria politica per fermare gli abbandoni e i maltrattamenti, per fermare la cattiva abitudine di molti paesani di lasciare il proprio cane libero per le strade, cani che spesso vengono trovati investiti,
una personalità illustre come la sua, una delle poche risorse umane su cui Rocca potrebbe contare? Purtroppo è quello che è avvenuto. Abbiamo una classe dirigente talmente supponente che ritiene di avere le carte in regole per governare pur avendo combinato disastri su disastri.
A Tiziano Onesti va il nostro affettuoso saluto e, oltre alle congratulazioni, anche un caloroso incoraggiamento per questo nuovo incarico che oltre a richiedere grandi competenze dal punto di vista professionale, necessita anche di una sensibilità non indifferente, visto che i servizi resi dall'Ospedale pediatrico fin dalla sua fondazione sono da sempre rivolti ai bambini non solo italiani ma di tutto il mondo. Doti di sensibilità che Tiziano ha sempre avuto e ha saputo applicare anche nel suo lavoro.
Andrea Sebastianelli
feriti o morti, o cani padronali aggressivi lasciati incustoditi che attaccano cani tenuti a guinzaglio (uno purtroppo è morto qualche mese fa). Nel frattempo in tanti si rivolgono a me o ad altri volontari per tutte le emergenze che un territorio come il nostro comporta. Ma possiamo fare ben poco non avendo né gli strumenti, né l’autorità per intervenire e chi ce l’ha se ne disinteressa. Oppure scrivono al Segno segnalando vari abusi, cani tenuti perennemente a catena, cani senza cure, cibo, senza riparo dentro piccoli recinti con cucce fatiscenti, cani picchiati, sfruttati, l’ultima segnalazione è di pochi giorni fa, ci è arrivata una mail dove una decina di persone raccontano di due femmine pitt-bull che vi-
vono rinchiuse in condizioni precarie insieme ad un maschio della stessa razza, usate come fattrici. Ho chiesto di saperne di più, ho consigliato loro di rivolgersi ai vigili, lo faranno? Dalle loro risposte dubito. Questo è lo stato delle cose in materia di animali a Rocca di Papa, sarà arrivata l’ora di cambiare? È arrivata l’ora di coinvolgere un’associazione seria, riconosciuta e presente da anni sul territorio dei Castelli Romani? Ne conosco un paio, una lavora a Grottaferrata, spesso, troppo spesso si occupa dei cani di Rocca di Papa. Sono anni che nel “libro dei sogni” (il programma elettorale) scrivono “faremo questo e quest’altro”, ma l’unica cosa che fanno è rimettere al suo posto lo stesso delegato.
SEGNO
2 L'ARGOMENTO ilSegno Aprile 2023
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Alla base della sfiducia dei due ex assessori De Santis e Paolo Gatta
Legalità, antenne e gestione degli eventi: la Cimino stava per togliere le deleghe ai 2
Giorni frenetici per l'amministrazione comunale, che proprio nel momento decisivo per la lotta agli antennari ve-
di Andrea
Sebastianelli
Il 24 novembre 2022 accadeva qualcosa di importante nella storia recente di Rocca di Papa: dopo circa quarant'anni il Comune tornava in possesso del famoso Belvedere di monte Cavo, l'area panoramica più bella e suggestiva dei Castelli Romani, occupata abusivamente da decine di tralicci radio-televisivi. L'allora sindaca Veronica Cimino, unitamente alla Procura di Velletri, alla Asl Roma 6 e all'Ispettorato del lavoro, rimuoveva il cancello che impediva ai cittadini di accedere all'area pubblica. Ma in quegli stessi giorni qualcuno tramava per far cadere l'amministrazione comunale.
A tramare contro la sindaca Cimino erano due suoi assessori, Francesco De Santis e Paolo Gatta. Ma non solo. La riconquista del Belvedere metteva in luce anche l'immobilismo da parte degli uffici comunali nella gesione della "questione monte Cavo". La visibilità ottenuta in quei giorni dalla sindaca Cimino non poteva essere più tollerata né da De Santis, che già aspirava a sostituire la ex sindaca, né da alcuni settori del Comune messi con le
deva finire ogni tentativo di fare giustizia dopo decenni di abusi e soprusi. La Cimino, insomma, andava isolata
spalle al muro. Così i due assessori, supportati da quattro consigliere comunali di maggioranza
(Linda Serafini, Paola Trinca, Ida Acciari e Tania Fondi) e da alcuni impiegati apicali del Comune, sciolsero ogni indugio: far cadere la sindaca era, dal loro punto di vista, l'unica via d'uscita. E così avvenne. Giorni frenetici per l'amministrazione comunale, che proprio nel momento decisivo per la lotta agli antennari vedeva finire ogni tentativo di fare giustizia dopo decenni di abusi e soprusi. Ancora oggi né i due assessori De Santis e Gatta, né le quattro consigliere, hanno dato la loro versione dei fatti, limitandosi a parlare di dimissioni causate dall'eccessivo potere dato dalla sindaca all'ex comandante della polizia locale, Gabriele Di Bella. Una giustificazione talmente ridicola da sembrare una scusa tanto per distrarre dai veri motivi. Così, mentre il gruppo dei rivoltosi (oggi tutti candidati nella stessa coalizione) parlava di quello che faceva o non faceva Di Bella, gli antennari abusivi di monte Cavo vetta ricominciavano a fare i loro interessi sulle spalle dei cittadini di Rocca di Papa e qualcuno provvedeva anche a rimettere il
al più presto con un fine chiaro: interrompere ogni tentativo di sanificazione condotto in nome della legalità
Strano a dirsi, mentre tutti i cittadini di Rocca di Papa accoglievano con grande soddisfazione questo ripristino della legalità, né l'attuale candidato sindaco De Santis, né l'ex assessore ai lavori pubblici Paolo Gatta, si congratulavano ufficialmente per il risultato ottenuto nel nome della giustizia e della legalità ripristinata. Tanto più che questa ditta edile da anni svolgeva lavori per conto del Comune.
La Cimino, insomma, andava isolata al più presto, con un fine chiaro: interrompere ogni tentativo di sanificazione condotto in nome della legalità.
Una foto scattata pochi mesi fa. Proprio in quei giorni gli assessori De Santis e Gatta, con il supporto della delegata Trinca e dell'altro assessore Romei (evidenziati col cerchio), stavano già studiando come mettere in atto il ribaltone
cancello abusivo sulla strada comunale impedendo così nuovamente l'accesso all'antico sacro monte. Ma non è tutto. In quei giorni cominciava ad entrare nel vivo anche una denuncia presentata proprio dall'allora sindaca Cimino e dallo stesso Di
Bella, contro una ditta edile locale accusata di corruzione. Un'accusa che dopo il processo presso il Tribunale di Velletri, verrà confermata con la condanna della ditta. Un segnale importante per Rocca di Papa, dove finalmente la legalità andava di pari passo con la buona amministrazione.
Disboscamenti: Francesco De Santis (ex delegato ai boschi) la spara grossa
Se un assessore ha il sentore che tali controlli non vengono effettuati per favorire qualche ditta boschiva, dovrebbe rivolgersi direttamente alla Procura! Invece
Sui tagli boschivi a Rocca di Papa le polemiche divampano ma questa non è una novità visto che da decenni la gestione del vasto patrimonio ambientale da parte del Comune lascia piuttosto perplessi. Le polemiche hanno preso piede a causa di un taglio indiscriminato all’interno di una particella forestale comunale in zona Faete (Campi d’Annibale) che ha visto eliminare decine di querce e di altre specie arbustive, senza il minimo rispetto per la biodiversità, compiendo un vero e proprio scempio ambientale, del tutto simile a quello che, una quindicina di anni fa, interessò l’area boschiva intorno alla Via Sacra (Monte Cavo).
Negli ultimi due anni a occuparsi di questo patrimonio, unitamente ad Anna Maria Fondi in qualità di responsabile di settore del Comune, è stato Francesco De Santis, candidato a sindaco, il quale dopo quasi cinque mesi di silenzio circa le cause che lo portarono a sfiduciare la ex sindaca Cimino davanti a un notaio (aspettiamo ancora che ci dica chi ha pagato la parcella dello studio notarile), si è lasciato scappare che “una delle precise ragioni per cui ho rassegnato le dimissioni [da assessore]” sono stati i “mancati controlli di polizia locale sul taglio bosco”. Al di là della imperfezione grammaticale, segno di distrazione (non sappiamo se sua o di chi ne cura la comunicazione), la spiegazione data dal candidato di Italia Viva fa acqua da tutte le
De Santis, di fronte a questi presunti mancati controlli della polizia locale, avrebbe preferito dimettersi senza denunciare l'eventuale omissione in atti d'ufficio
Ma il 24 novembre cominciavano a emergere anche una serie di anomalie nella gestione di due eventi costati molti soldi ai contribuenti: la sagra delle castagne e il "fuori Mondiale", la manifestazione legata ai mondiali equestri del Vivaro, entrambi gestiti dall'assessore De Santis. Il flop del FuoriMondiale fece drizzare i capelli all'allora assessora al Bilancio Simona Caricasulo (che insegna alla LUISS!) per i conti che non tornavano nella riscossione del suolo pubblico e nella gestione generale dell'evento. Idem per la sagra con alcune ricevute farlocche emesse dalla proloco. E dopo un confronto serrato con lo stesso De Santis e con l'altro assessore Paolo Gatta, sembra proprio che i due avessero i giorni contati perché la sindaca stava per togliere a entrambi le deleghe visto che si spalleggiavano l'un l'altro durante la giunta. Capendo quanto stava accadendo, si comprende la fretta di De Santis nel recarsi dal notaio e mandare a casa la Cimino. Senza passare in consiglio comunale.
d'atti d’ufficio avendo omesso di effettuare dei controlli, si può dire tutto ma non certo che non abbia esercitato le azioni di controllo e verifica che la legge affidava al suo ruolo istituzionale. Nel caso di Di Bella forse si potrebbe parlare di un eccesso nei controlli!
Piuttosto, da parte di un ex assessore, sarebbe stato più interessante analizzare le eventuali responsabilità nella gestione dei boschi e dei relativi tagli periodici da parte di Anna Maria Fondi che, per incarico comunale, gestisce gare d’appalto e d’affidamento. Ma De Santis se ne è guardato bene dal nominarla. Perché? Sarà forse per il fatto che si vocifera che la Fondi sia una sua accanita sostenitrice e che abbia in qualche modo favorito la decisione di De Santis di sfiduciare la Cimino e di candidarsi a sindaco?
Noi ovviamente non diamo credito a queste voci di piazza ma De Santis non può pensare di cavarsela con una sparata tanto grossa rispetto a un danno ambientale di queste proporzioni.
parti, visto che dovere di un assessore nel momento in cui scopre carenze nei controlli sui tagli boschivi, è quello di scrivere al sindaco e alla stessa polizia locale per chiedere spiegazioni. Non solo, se un assessore ha il sentore che tali controlli non vengono effettuati per favorire qualche ditta boschiva, dovrebbe rivolgersi direttamente alla Procura! Invece De Santis, di fronte a questi presunti mancati controlli da parte della polizia locale, avrebbe preferito dimettersi senza proferire parola per circa 150 giorni! Caro ex assessore, perché questa spiegazione non l’ha data il giorno dopo le sue dimissioni? Ci ha messo ben cinque mesi per partorir-
la? Se questi sono i suoi tempi di reazione, i cittadini possono dormire sonni tranquilli, gli stessi che evidentemente ha fatto lei durante il suo mandato da assessore.
Ovviamente i mancati controlli della polizia locale denunciati oggi da De Santis non trovano conferma in nessun atto comunale. Sembrano più che altro il tentativo di scaricare le proprie responsabilità su una gestione forestale che dovrebbe essere il fiore all’occhiello del Comune di Rocca di Papa e invece appare sempre più come il settore che mette in evidenza solo tanta approssimazione. Dell’ex comandante della polizia locale, Di Bella, che oggi De Santis accusa praticamente di omissione
Ma può anche darsi che effettivamente il rampollo di casa De Santis abbia scritto lettere indignate alla sindaca sullo stato dei controlli boschivi e quindi, essendoci sfuggite, lo invitiamo a fornircene copia, altrimenti potremmo pensare che sia il solito scaricabarile, un modo come un altro di accusare gli altri per assolvere se stesso e distogliere l’attenzione su una gestione del patrimonio boschivo che lasciava, e lascia, perplessi.
3 ilSegno Aprile 2023 NOTIZIE INFORMAZIONE ATTUALITÀ ROCCA DI PAPA
«Mi sono dimesso per i mancati controlli sui tagli boschivi da parte dei vigili»
La commissaria Caruso riorganizza gli uffici comunali Dovevano sparire le antenne invece è sparito l'ufficio!
Non spetta a noi dire alla commissaria ciò che può fare. Ma delineare la struttura funzionale di un Comune è un atto strategico
di Andrea Sebastianelli
Dovevano sparire le antenne e invece è sparito l'ufficio per abbatterle. Strane cose succedono dentro al Comune.
Dopo la sfiducia della Cimino si è notata una certa smania nella riorganizzazione degli uffici. Eravamo convinti che l’arrivo di un commissario avrebbe normalizzato la gestione corrente ma quanto sta avvenendo dimostra il contrario. Non che non ci sia stato qualche sentore, visto che uno dei primi atti della commissaria è stato quello di confermare l’addetto stampa assunto dalla ex sindaca con mandato fiduciario. Caduta la sindaca, Loisi avrebbe dovuto seguire la stessa sorte e invece, grazie a una decisione piuttosto bizzarra, è stato riconfermato: perché i cittadini devono continuare a pagare lo stipendio a un addetto chiamato come persona di fiducia di un sindaco sfiduciato? Questo primo atto della gestione Caruso ha portato alla luce però un progetto più corposo: riorganizzare la macchina amministrativa.
Non spetta a noi dire alla commissaria ciò che può o non può fare ma, consultando il portale del ministero degli Interni, è scritto testualmente che «il com-
missario unisce in sé tutti i poteri degli organi del comune: sindaco, giunta e consiglio. In virtù di tali poteri può compiere qualunque atto, sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione; tuttavia, non dovendo rispondere agli elettori, difficilmente assume decisioni di portata strategica». Delineare la nuova struttura funzionale di un Comune è l’atto più strategico che un’amministrazione possa fare. Un atto di tale portata, dunque, dovrebbe essere approvato da chi ha ricevuto un mandato elettorale. Il perché è ovvio: un sindaco può decidere per esempio se istituire un ufficio rispetto a un altro in base ad esigenze strategiche. Prendiamo il caso della ex sindaca Cimino che, poche settimane prima di essere sfiduciata, ha istituito l’ “Ufficio di progetto finalizzato alla demolizione delle antenne di Monte Cavo e Prato Fabio” (delibera n. 106 del 3 novembre 2022). Una decisione strategica in sintonia con l’attività condotta dalla giunta. L'istituzione di questo Ufficio è stato deciso dagli organi politici nel pieno del loro mandato popolare, e oggi è stato completamente stralciato dalla commissaria che, lo scorso 24 febbraio, ha approvato una delibera (n. 20) con cui ha deciso di «riorganizzare gli uffici e i servizi
approvando la struttura organizzativa articolata in sette aree».
Ma la domanda da farsi è: perché è stato cancellato in un batter d’occhio l’Ufficio strategico per gli abbattimenti delle antenne di monte Cavo deciso dal precedente organo politico? Speriamo che la commissaria Caruso possa illuminarci in tal senso o, al limite, speriamo lo facciamo la segretaria comunale e la Fondi perché i cittadini di Rocca di Papa hanno il diritto di saperlo!
che spetterebbe a chi ha ricevuto un chiaro mandato elettorale. Resta il mistero dell'ufficio-antiantenne istituito dalla Cimino di poter utilizzare le graduatorie dei concorsi pubblici svoltisi in quel Comune. Nello specifico hanno chiesto a Marino 6 istruttori amministrativi, 2 istruttori direttivi contabili e 7 istruttori di polizia locale. Quindi senza nessun concorso pubblico per assumere personale come ogni cittadino si aspetterebbe (e dire che qualche candidato sindaco già va promettendo concorsi a tutto spiano!).
Nelle 25 pagine di descrizione delle attività dei sette nuovi uffici approvati dalla commissaria non si cita mai la questione monte Cavo che non può certo essere inquadrata semplicemente nella gestione dei contenziosi. Secondo questo nuovo approccio un contenzioso tra il Comune e un cittadino è uguale a quello con un colosso delle telecomunicazioni! Dopo quarant’anni di lotte costate sacrifici e soldi ai cittadini, per qualcuno la “questione antenne” rientra nell’ordinaria gestione! Ma non è finita qui, visto che in questa nuova organizzazione degli uffici viene stabilito anche il numero delle persone da assumere, una ventina. Un problema che si è cercato di arginare già il 16 febbraio scorso quando il Comune di Rocca di Papa scriveva a quello di Marino per chiedere
Istituito il tavolo tecnico per coordinare le opere pubbliche
di Giovanni Mancini
L’attuazione dei progetti finanziati dalla Comunità Europea per i cosiddetti PNRR (Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza) entra nel vivo anche a Rocca di Papa con l’istituzione del tavolo tecnico che dovrà gestire tutte le fasi progettuali. Il tavolo tecnico è stato istituito dalla Commissaria del Comune di Rocca di Papa, Maria Cristina Caruso, lo scorso 20 febbraio. Si tratta di un organismo molto importante visto che dal suo lavoro dipenderà la realizzazione di ben cinque progetti risultati assegnatari di altrettanti finanziamenti.
Della struttura faranno parte la segretaria comunale Giulia De Santis in qualità di coordinatrice, il responsabile dei lavori pubblici Giuseppe Belligno, e la responsabile del servizio finanziario Silvia Scaramella. Sorprende l'assenza di Anna Maria Fondi, responsabile del settore affari generali. I compiti del neo-organismo saranno non solo quelli di presentare le istanze di finanziamento, visto che i contributi saranno versati in tranche annuali (fino al 2026), ma anche di monitorare e rendicontare le fasi di attuazione dei progetti.
Ma vediamo nel dettaglio i progetti finanziati nell’ambito del PNRR. In totale Rocca di Papa ha avuto accesso a cinque finanziamenti per un totale di 4 milioni 995 mila euro, così suddivisi: • 160 mila euro per la riqualifi-
• 185 mila euro per la copertura dell’area esterna della scuola elementare dei Campi d’Annibale;
• 500 mila euro per la ristrutturazione della palestra comunale della scuola del centro storico (danneggiata dall’esplosione del 2019);
• 2 milioni di euro per la ristrutturazione dell’ex hotel Europa (il rudere che fa bella mostra di sé sulla piazza principale di Rocca di Papa da oltre dieci anni);
• 2 milioni 150 mila euro per la riqualificazione dell’impianto sportivo dei Campi d’Annibale.
• Il compito del tavolo tecnico è fondamentale perché, come detto, in base alle fasi di avanzamen-
to dei progetti e alla loro esatta rendicontazione, dipenderà il versamento della varie rate del contributo: nel 2022 sono arrivati 347 mila euro ma da quest’anno cominceranno ad arrivare i fondi più
consistenti: 1,2 milioni di euro nel 2023, 1,5 nel 2024, 1 milione nel 2025 e 900 mila euro nel 2026. Sempre che tutto dovesse andare liscio. La gestione di questi progetti, dopo le prossime elezioni di maggio, passerà alla nuova amministrazione comunale ed è probabile che anche i componenti del tavolo tecnico verranno sostituiti da altri tecnici di fiducia. I finanziamenti hanno interessato anche altri comuni dei Castelli Romani. Ecco il quadro completo relativo ai contributi totali (PNRR + messa in sicurezza):
- Albano: € 10.331.000
- Frascati: € 4.500.000
- Genzano: € 5.344.000
- Grottaferrata: € 5.000.000
- Marino: € 6.655.000
- Velletri: € 10.280.000
- Rocca di Papa: € 4.995
Il Comune non ha perso tempo e, per ciascun responsabile di settore, ha anche stabilito la retribuzione di posizione (delibera commissariale n. 23) che si aggiunge allo stipendio: 7.300 euro per il settore affari generali; circa 13.000 per il settore finanziario e per quelli dei lavori pubblici, polizia locale e area amministrativa; circa 11mila euro per il settore urbanistica e per i servizi sociali. Ma questo nuovo modello organizzativo, che sembrerebbe fatto a immagine e somiglianza di alcune note figure apicali del Comune che da decenni fanno il bello e il cattivo tempo, starebbe provocando più di qualche mal
di pancia. È il caso del settore finanziario che, di punto in bianco, si è visto assegnare la rognosa questione della gestione del patrimonio comunale, tra cui la riscossione dei canoni su immobili comunali e la gestione dei beni demaniali. Un settore che da anni sembra pronto ad esplodere sotto tanti punti di vista
Di fronte a questo incremento di attività, l’attuale responsabile del settore finanziario del Comune, la dottoressa Silvia Scaramella, ha chiesto di essere rimossa dall’incarico e di tornare a lavorare presso il comune di provenienza, visto che era stata chiamata a Rocca di Papa per occuparsi esclusivamente della gestione finanziaria e non certo del disastrato patrimonio immobiliare del Comune.
Stando così la situazione, la sensazione è che si stia cercando di scaricare questo bubbone non alle figure apicali che lo hanno gestito (male) in questi decenni ma agli ultimi arrivati. Come a dire che il cetriolo va lasciato in mano alle figure più deboli (politicamente parlando).
Municipio esploso di corso Costituente
Nominato il geometra incaricato dei rilievi
Dopo l’esplosione del 2019 a causa di una fuga di gas, che provocò il danneggiamento del municipio oltre alla morte dell’ex sindaco Crestini e del delegato Eleuteri, si era in attesa del progetto per il restauro dell’edificio essendo trascorsi quattro anni. Ora qualcosa comincia a muoversi visto che il responsabile del settore lavori pubblici del comune, Giuseppe Belligno, ha pubblicato una determinazione per affidare a un tecnico la realizzazione di “rilievi planoaltimetrici propedeutici per gli interventi di recupero della sede comunale di corso della costituente” per un importo di circa 5.300 euro. «Il suddetto importo - si legge nel documento - è stato determinato sulla base del presunto ammontare dei lavori pari ad € 1.000.000» per l’esecuzione delle opere necessarie per recuperare l’edificio pubblico.
Ammontare dei lavori già inserito nel piano triennale delle opere pubbliche 2022-2024. Il professionista incaricato è il geometra Marco Grante iscritto all’Albo dell’Ordine dei geometri de L’Aquila. Una pratica di affidamento iniziata dall’amministrazione comunale guidata dalla ex sindaca Veronica Cimino e proseguita con l’insediamento della commissaria Maria Cristina Caruso. Si tratta certo di un primo piccolo passo per dare avvio al progetto vero e proprio di restauro, ma è un passo obbligato ed è un bene che sia stato deciso ora così che la nuova amministrazione che si insedierà dopo le elezioni del prossimo maggio, potrà concentrarsi sull’approvazione del progetto definitivo e sull’intricato iter per l’affidamento dei lavori, che dovrebbe restituire alla collettività l’ex municipio.
4 ROCCA DI PAPA ilSegno Aprile 2023
Ex Hotel Europa e palestra della scuola del centro storico
Nel paese sono il 12% della popolazione, a Frascati appena il 6,8% Nel
2022 è boom di stranieri residenti ma la scuola di Rocca è un'eccellenza
Nel 2022 l’Istat ci dice che a Rocca di Papa la popolazione scolastica (da un anno fino ai 18) era composta da 3.149 individui di cui 417 stranieri, ossia il 13,24%.
Rocca di Papa al 1° gennaio 2022 ha superato i duemila residenti stranieri (fra comunitari ed extracomunitari).
Un dato che porta la percentuale di ospiti al 12,4% rispetto all’intera popolazione. Qualcuno potrebbe pensare che questa crescita statistica, basata sulle rilevazioni dell’Istat (l'Istituto nazionale di statistica), sia condizionata dal centro di accoglienza di "Mondo Migliore" ma è sufficiente osservare il grafico dal 2003 a oggi per comprendere che il CAS di via dei Laghi non c’entra nulla.
Questa struttura, infatti, è operativa a Rocca di Papa dal 2016 quando i residenti stranieri erano 1.842, cioè il 10,8% della popolazione. Nel 2021 i residenti stranieri erano 1.875, ossia l’11%. In crescita di appena lo 0,2%. Un anno dopo, invece, si registra un vero e proprio boom demografico: +1,4% con 2.163 stranieri.
IL DATO DEI CASTELLI ROMANI:
ROCCA E MONTE COMPATRI IN TESTA
Nei Castelli Romani, soltanto Monte Compatri ha fatto registrare un risultato superiore a quello di Rocca di Papa (12,8% di stranieri rispetto ai monticiani) mentre tutti gli altri centri si piazzano fra il 4,6% di Monte Porzio e il 10,8% di Colonna. La maggior parte ben al di sotto del 10 percento. Rocca Priora, al fine di confrontare un paese più tipicamente montano dalla caratteristiche simili a Rocca di Papa, i residenti stranieri superano di poco le mille unità per un totale di 8,5% rispetto ai roccaprioresi.
La tabella che segue fotografa la situazione dei Castelli Romani.
Un compito di integrazione e insegnamento sulle spalle di insegnanti, operatori di sostegno e dipendenti scolastici che merita un plauso da parte nostra
Per quanto riguarda i 2.163 residenti stranieri a Rocca di Papa, la nazione più rappresentata è quella della Romania con 837 persone, seguita dalla Moldova (113) e dall’Albania (100).
Egiziani, somali, nigeriani e polacchi sono circa 80 mentre gli ucraini 56. Ben rappresentati anche i cittadini provenienti dall’India (61) e dal Bangladesh (46).
In totale gli ospiti in arrivo dai Paesi europei sono 1.407 (il 65,5%), quelli provenienti dall’Africa 397 (18,35%), dall’Asia 252 (11,65%) e dalle Americhe (soprattutto Brasile e Perù) solo 107 (cioè il 4,95%).
LA POPOLAZIONE SCOLASTICA:
IL RUOLO DELLA SCUOLA
Questi dati, nel loro insieme, ci dicono che la società sta cambiando velocemente e quindi di pari passo anche le politiche demografiche e di integrazione dovrebbero essere aggiornate con l’applicazione di criteri in grado di dare risposte capaci di interagire il più possibile con i nuovi arrivati.
Nel centro accoglienza di via dei Laghi
A Mondo Migliore continuano a "sparire" i migranti
Sono in costante aumento i cosiddetti allontanamenti volontari dal centro di accoglienza per migranti di Mondo Migliore sulla via dei Laghi a Rocca di Papa. Solo nel mese di febbraio sono ben 24 le persone cancellate dall’anagrafe comunale poiché allontanatesi dal centro senza farvi più ritorno.
Dalla sua entrata in funzione, avvenuta nel giugno del 2016, sono centinaia i migranti “spariti” dal CAS (Centro di Accoglienza Straordinario) e di cui non si sa praticamente più nulla fra la disattenzione della politica e l’applicazione di norme che sembrano scritte solo per evitare di occuparsi seriamente di queste persone che entrano nel nostro Paese per le cause più disparate.
Il centro di Mondo Migliore venne aperto per sopperire all’emergenza venutasi a creare proprio sette anni fa, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri adottato allo scopo di mettere in atto "misure di protezione temporanea da adottarsi per rilevanti esigenze umanitarie, in occasione di conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in Paesi non appartenenti all'Unione Europea". Protezione temporanea diventata nella pratica definitiva.
L’allontanamento volontario è una formula che serve a descrivere un fenomeno dalle proporzioni piuttosto significative e ancora poco studiato, perché alla fine, che un certo numero di migranti faccia sparire le proprie tracce, conviene un po’ a tutti.
Non essendo i CAS (giustamente) centri detentivi ma esclusivamente di accoglienza, gli ospiti possono uscire e rientrare quando vogliono e spesso questi centri sono visti dagli stessi migranti come punto di partenza da cui spostarsi per raggiungere altri luoghi, altri paesi europei, magari per riunirsi ai familiari stanziatisi in altre città.
Tra i 24 migranti allontanatisi volontariamente nel mese di febbraio da Rocca di Papa, figurano undici somali, cinque egiziani (di cui un’intera famiglia con tre bambini di 12, 10 e 2 anni), due del Gambia, un siriano, un pakistano, un eritreo, un ghanese, un libico e un palestinese.
Dove saranno andati? Nessuno può dirlo ma sarebbe importante cominciare ad analizzare questo fenomeno anche per descrivere gli itinerari di chi entra in Italia e, dopo qualche mese presso i centri di accoglienza, si allontana verso destinazioni per lo più ignote.
Silvio Cajonello
Il ruolo più importante in questo senso lo svolge sicuramente la scuola, che è chiamata a uno sforzo notevole. Nel 2022 l’Istat ci dice che a Rocca di Papa la popolazione scolastica (da un anno fino ai 18) era composta da 3.149 individui di cui 417 stranieri, ossia il 13,24%. Un compito di integrazione e insegnamento sulle spalle di insegnanti e operatori scolastici e di sostegno che merita un plauso da parte nostra. Per comprendere meglio quest’ultimo dato è sufficiente citare ciò che accade a Grottaferrata e Frascati. Nel primo di questi comuni su una popolazione scolastica di 3.461 individui, solo 240 sono stranieri (il 6,93%) mentre a Frascati su 4.009 studenti appena 256 risultano originari
Isola ecologica di Valle Vergine è il momento di spostarla
L’isola ecologica di Rocca di Papa non sembra più in grado di restare dove si trova oggi, in via Borgo Valle Vergine Campagna, a poche decine di metri di via delle Barozze, in una posizione infausta e dall’accessibilità ridotta. Il nostro paese ha raggiunto una popolazione di 19 mila abitanti ed è assurdo che nessuna amministrazione comunale abbia ancora pensato a un luogo alternativo dove collocare quest’area che, nel servizio di raccolta dei rifiuti, è diventata un elemento fondamentale per la sua organizzazione.
Chi ha usufruito di questo servizio, magari portando i residui delle potature oppure per disfarsi di qualche vecchio elettrodomestico
sa bene quanto sia inadeguata quest’isola. Uno spazio ristretto, gran parte in salita, pieno di cassoni scarrabili che rendono il movimento al suo interno difficile e pericoloso, considerato che gli utenti vi possono accedere con le automobili. Bisogna poi tener conto che quest’area si trova a ridosso di un fosso naturale e di un depuratore delle acque, oltre che a confine di diverse abitazioni che da troppo tempo sopportano i rumori del movimento dei mezzi e dei miasmi che soprattutto d’estate, vuoi per la presenza di mezzi pesanti che trasportano rifiuti, vuoi per alcuni odori che i rifiuti comunque producono, si fanno sentire. (R.P.)
di altri Paesi (cioè 6,39%). In entrambi i casi la percentuale di bambini stranieri in età scolastica è meno della metà di quelli presenti a Rocca di Papa. L’integrazione e il rispetto, insomma, cominciano dalla scuola ed è lì che molti di questi bambini costruiranno le basi per il loro futuro. (A.T.)
L'AVIS torna nelle scuole
L’Avis, l’associazione dei donatori di sangue, torna a coinvolgere le scuole di Rocca di Papa con un progetto finalizzato a sensibilizzare anche i cittadini più piccoli sull’importanza della donazione. Il progetto, che in questi giorni ha ottenuto il patrocinio del Comune di Rocca di Papa, prevede lo svolgimento di una serie di incontri nei quali gli alunni delle classi quinte delle scuole primarie verranno coinvolti dai volontari e dal personale medico nelle attività e nell’approfondimento delle tematiche che l’associazione porta avanti ormai da decenni.
Quest’anno, infatti, l’Avis festeggerà i suoi primi quarant’anni, essendo stata fondata nel lontano 1983 grazie all’impegno di tanti roccheggiani, a cominciare dal compianto Enzo D’Alessandri, che ne fu presidente per tanto tempo, rimasto nel cuore dell’intera cittadinanza.
I ragazzi saranno coinvolti nell’elaborazione di disegni dedicati alla tematica del volontariato e dei donatori di sangue nei mesi da marzo fino ad aprile, e poi il 25 maggio sarà allestita la manifestazione finale con l’esposizione delle opere realizzate.
I progetti dell’Avis nelle scuole di Rocca di Papa sono diventati un punto di riferimento per l’intero territorio, una buona prassi che testimonia l’importanza di coinvolgere anche i più giovani nella sensibilizzazione del volontariato a favore del prossimo. Allo stesso modo, bisogna inviare un plauso anche alla dirigenza scolastica di Rocca di Papa, sempre pronta a sostenere questo tipo di iniziative. Pasquale Neri
5 ROCCA DI PAPA ilSegno Aprile 2023
COMUNE STRANIERI RESIDENTI % Monte Porzio 396 4,6 Frascati 1.548 6,8 Grottaferrata 1.598 7,8 Ariccia 1.430 7,9 Nemi 150 7,9 Genzano 1.859 8,1 Rocca Priora 1.026 8,5 Albano 3.444 8,7 Castel Gandolfo 790 9,1 Velletri 4.897 9,3 Marino 4.321 9,4 Colonna 458 10,8 Rocca di Papa 2.163 12,4 Monte Compatri 1.521 12,8
La sinistra e i 5 stelle hanno
detto no
«Abbiamo deciso di non partecipare con queste aggregazioni politico-partitiche inaffidabili». Non ha usato mezze parole Gennaro Spigola, sindacalista di Rocca di Papa e rappresentante de La sinistra bene comune, un'organizzazione politica che da anni lavora sul territorio pur non avendo una rappresentanza consiliare. Il mancato accordo con la coalizione che sostiene il candidato di Italia viva, Francesco De Santis, è stato determinato proprio dall'assenza di un confronto democratico e di partecipazione, visto che la candidatura è piovuta dall'alto senza alcun confronto aperto.
Ma non è il solo no raccolto da De Santis a sinistra, visto che anche Articolo 1 (Bruno Petrolati) e Sinistra italiana (Aldo Morana e Piero Fondi) si sono tirati fuori da una coalizione che evidentemente non ha saputo costruire un'alternativa credibile e autorevole.
Sulla stessa scia anche il Movimento 5 stelle che, dopo alcuni incontri con lo stesso De Santis, ha deciso di andare da un'altra parte sostenendo la ex sindaca di Rocca di Papa Veronica Cimino. Alla base della scelta anche il silenzio da parte di De Santis sui motivi che lo portarono a far cadere la giunta evitando un confronto in consiglio comunale.
Una candidatura a sindaco piena di opacità e ombre De Santis e le risposte che non ha ancora dato ai cittadini
A cinque mesi dalla caduta della sindaca , De Santis non ha ancora spiegato i motivi che lo hanno portato a sfiduciarla attra-
La candidatura di Francesco De Santis (Italia Viva) a sindaco, sostenuta da Pd e dai soliti imprenditori Galli/Ferri, ha dei punti deboli che è bene analizzare. Innanzitutto c’è un aspetto politico legato al Pd, visto che questo partito, evidentemente carente di dirigenti credibili, si limita ormai a proporre i candidati renziani. Nemmeno l’elezione a segretaria nazionale della Schlein gli ha fatto avere un sussulto d’orgoglio!
L'ABBRACCIO DEI SOLITI NOTI
Il primo punto debole è rappresentato dall’abbraccio letale del famoso duo roccheggiano: Boccia/Sciamplicotti. Non contenti dei danni provocati negli ultimi vent'anni le cui ferite le vediamo ancora oggi, hanno deciso di rimettere le mani in pasta facendo da garanti alla candidatura del giovane rampollo (Maurizio De Santis, il padre, è stato assessore in varie giunte Ponzo-Boccia).
L’ex sindaco Pasquale Boccia, inoltre, ha deciso di rientrare non in punta di piedi ma sbattendo i pugni sul tavolo, pretendendo il riconoscimento del suo lavoro da sindaco. Forse il buon Pasquale dovrebbe girare un po’ di più il paese. Che ancora oggi non si renda conto dei danni prodotti (dall’ex hotel Europa alla vendita
verso un atto notarile. Restare in silenzio non è certo la strada giusta per proporsi alla guida di una città come Rocca
di quasi tutte le proprietà comunali; dalla perdita della sede del comitato Campi allo sfacelo del centro del Vivaro; dall’immobilismo sulla questione tralicci radio-tv all’opera monstre del parcheggio del Carpino; dal degrado del centro storico allo scambio di una scarpata inutilizzabile, appartenente a un privato, con un'area comunale fronte via dei Laghi: dobbiamo continuare o basta così?) è un problema proprio per De Santis.
LE ACCUSE DELLA CIMINO
Il secondo punto debole riguarda la trasparenza dei comportamenti: a cinque mesi dalla caduta della ex sindaca Cimino, De Santis non ha ancora spiegato i motivi che lo hanno portato a sfiduciarla attraverso un atto notarile. Eppure i motivi per fornire il suo punto di vista li ha avuti considerato che Veronica Cimino lo ha accusato apertamente di averla mandata a casa perché era contrario all’abbattimento delle antenne e al contrasto all’illegalità (vedi la denuncia contro una ditta edile per un tentativo di corruzione).
Un politico che ha la presunzione di candidarsi a sindaco senza rispondere a queste pesanti accuse non promette niente di buono. I cittadini hanno diritto di sapere
Andrea Croce e Paolo Gatta nella stessa coalizione
Da acerrimi nemici a indivisibili compagni
Così come San Paolo venne folgorato sulla via di Damasco, anche l’ex consigliere comunale Andrea Croce (Pd) è stato folgorato su una via… quella che porta a Paolo Gatta. Ma quale sarà stato quest’evento tanto sconvolgente da far cambiare in modo significativo il suo pensiero? La domanda sorge spontanea perché circa un anno fa Croce (unitamente all’altra consigliera piddina Gloria Silvestrini) inviava una lettera urgente al prefetto di Roma per denunciare un possibile conflitto di interessi di un membro della giunta Cimino. Chi sarà stato secondo voi questo fantomatico membro?
Ovviamente lui, l’ex vicesindaco “crestiniano di ferro diventato d’alluminio” Paolo Gatta, che in quel momento risultava ricoprire anche il ruolo di componente del consiglio di amministrazione di una cooperativa affidataria di appalti per conto del Comune di Rocca di Papa (tra cui quello sul centro estivo del 2021 per 40 mila euro).
Ecco allora che l’ex consigliere del Pd chiedeva al prefetto «se ricorra la causa di incompatibilità essendo il vicesindaco Gatta dipendente con poteri di rappresentanza e, comunque, amministratore, di un soggetto giuridico sovvenzionato dal Comune di Rocca di Papa in modo continuativo». Questo avveniva il 26 ottobre 2021 e, appena dodici mesi dopo, Croce, ormai folgorato, firmerà un patto di alleanza proprio con Paolo Gatta per sostenere l’autocandidatura di un altro ex assessore della giunta Cimino, Francesco De Santis. Che sia stato proprio questo dono dell’ubiquità (la facoltà cioè di essere presenti nello stesso momento in due o più incarichi) ad averlo folgorato sulla via di Damasco? Non lo sappiamo e, al di là di quello che avrà risposto il prefetto, ciò che emerge è l’an
datura in direzioni opposte ma anche convergenti di Andrea Croce, autore di vere e proprie serpentine degne del miglior pilota di Formula Uno. E infatti Paolo Gatta, da possibile assessore in odore di conflitto d’interesse è diventato l’alleato con cui costruire un progetto politico.
Ovviamente la qualità dei politici di Rocca di Papa (tolte le dovute eccezioni) è sotto gli occhi di tutti, e Croce non ha mai brillato per coerenza nelle posizioni politiche, basta leggere ciò che scriveva contro lo stesso Francesco De Santis pochi mesi fa in merito, per esempio, alla gestione del museo di geofisica di Rocca di Papa. Sono trascorsi pochi mesi ma tutto sembra essere cambiato e... dimenticato.
E i cittadini? Nessuno se ne interessa e sono proprio questi comportamenti ad allontanarli dalle urne a favore dell'astensionismo.
la sua versione dei fatti, oppure teme che la ex sindaca possa contro-ribattere? Restare in silenzio di fronte ad accuse di questo tipo non è certo la strada giusta per proporsi alla guida di una città. Rocca di Papa ha bisogno di tante cose ma non di un sindaco che scappa.
LA QUESTIONE DEL NOTAIO
Il terzo punto debole è la questione di rivolgersi a un notaio per mandare a casa la Cimino. Perché andare da un notaio invece di affrontare la ex sindaca in consiglio comunale? C’era forse il timore che dopo qualche giorno le quattro consigliere comunali di maggioranza (Ida Acciari, Paola Trinca, Tania Fondi e Linda Serafini) ci avrebbero ripensato e quindi De Santis si sarebbe trovato fuori da tutto? Anche in questo caso Francesco De Santis dovrebbe chiarire tre aspetti: tra tanti notai presenti nei dintorni perché è stato scelto proprio quello di Marino? Quando è stato contattato (e da chi) questo notaio per predisporre l’atto di rinuncia dei consiglieri comunali? Chi ha pagato la parcella notarile visto che alcuni consiglieri d’opposizione hanno detto che loro non hanno versato un centesimo? Qualcuno aveva forse garantito a De Santis che se
avesse fatto cadere immediatamente la giunta Cimino, e senza aspettare il consiglio comunale, sarebbe stato premiato con la candidato a sindaco?
Noi siamo molto terra-terra nei ragionamenti: se insieme ad altri decidiamo di sfiduciare un sindaco, ci incontriamo e decidiamo come farlo: se decidiamo di rivolgerci a un notaio, lo cerchiamo insieme e versiamo una quota-parte ciascuno per pagare la parcella.
Questo a quanto pare non sarebbe avvenuto, dando l’impresione che De Santis abbia visto i consiglieri che dovevano presentare la sfiducia come dei semplici passacarte. Tanto più che lui, non essendo consigliere comunale, con il notaio non avrebbe dovuto proprio avere rapporti, sempre che li abbia avuti! Il che dimostrerebbe una certa spregiudicatezza politica da parte sua.
Il Pd appare come l'amico sfigato del calcetto
Un partito senza identità in balìa di noti capibastone
L’ingresso del Pd nella coalizione che sostiene Francesco De Santis certifica lo stato in cui versa il partito a Rocca di Papa: privo di dirigenti qualificati, incapace di avanzare proposte, approssimativo nei contenuti, assente sul territorio. In sintesi: un partito allo sbaraglio che pur di tornare a governare si è sottomesso ai voleri di De Santis la cui auto-candidatura, è bene ribadirlo, resta piena di opacità. Opacità su cui lo stesso Pd non ha avuto il coraggio di fare chiarezza.
Ai dirigenti locali piddini è stato sufficiente che il candidato sindaco garantisse loro «un’efficace rappresentanza del partito democratico all’interno della coalizione» e l’accordo è stato firmato. Si è dunque verificato ciò che non ti aspetti: un candidato a sindaco che rappresenta solo se stesso, per di più un candidato che fino a pochi mesi prima ricopriva il ruolo di assessore nella giunta guidata da Veronica Cimino, ha dettato la linea al partito della neosegretaria nazionale Schlein. Un bell’inizio per il nuovo Pd.
Questo fa emergere palesemente la scarsa qualità dei dirigenti che questo partito produce localmente, sulla scia dei vecchi apparati che hanno dettato le regole per decenni come Pasquale Boccia e Silvia Sciamplicotti (nelle foto), a partire da un segretario che a Rocca di Papa nessuno conosce. Se provi a chiedere a un qualsiasi cittadino chi sia il segretario del Pd ti risponde: Boh! Avere scarsi dirigenti locali e pressoché sconosciuti significa non solo che sono dirigenti autoreferenziali e che giocano un ruolo solo per avere contatti con i vertici provinciali e regionali del partito, ma anche che il partito si limita a giocare le partite che gli altri propongono. Un po’ come l’amico sfigato che spera
di essere chiamato alla partita di calcetto quando mancano i titolari. Si può ridurre un partito dalle grandi tradizioni in questo stato larvale? Ma questo è oggi il Pd di Rocca di Papa e all'orizzonte non si intravede nulla di buono.
Che i vertici provinciali e regionali del partito tollerino questa situazione e che adirittura la sostengano perché dal loro punto di vista un partito localmente debole è un partito prono alle loro esigenze rispetto a quelle dei cittadini, è un altro segnale che al momento l’elezione della Schlein non ha prodotto nulla di nuovo nei territori, dove i vecchi capibastone continuano imperterriti a dettare la linea e a muovere le pedine in base alle proprie convenienze.
Eppure anche noi eravamo stati ottimisti circa uno scatto d’orgoglio del Pd. Illusioni destinate a sciogliersi con la promessa di futuri incarichi.
6 LA CITTÀ AL VOTO ilSegno Aprile 2023
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Massimiliano Calcagni vince il braccio di ferro con chi lo voleva fuori
Questa volta il centrodestra ha saputo dire no all'abbraccio dei "poteri forti"
Rispetto a due anni fa Calcagni ha giocato meglio le sue carte, estromettendo le figure ingombranti e
Per Rocca di Papa è sicuramente una novità, visto che il centrodestra nella sua storia non è mai riuscito a conquistare la guida della città a causa di uno strumentale uso delle correnti interne ai partiti e di presenze che definire ingombranti è dir poco. La candidatura di Massimiliano Calcagni (nella foto) ricalca quella del 2020 ma in due anni pare essere cambiato il mondo.
I cosiddetti poteri forti rappresentati in questo caso dalla famiglia Ferri (Gino è uno dei patron del ristorante La Foresta) con interessi anche nel settore dell'urbanistica, hanno sempre condizionato la coalizione (ricordiamo che Cinzia Botti, ex consigliera e moglie di Gino, ricopre tutt'ora il ruolo di coordinatrice della Lega, anche se in via di commissariamento) e bisogna dare atto a Calcagni di essere riuscito a resistere ai numerosi tentativi di estromissione condotti fino all'ultimo momento, rivolgendosi anche ai piani alti dei vari partiti (soprattutto Fratelli d'Italia e Lega).
Non sono mancati poi i partiti fantasma, quelli cioè che non si vedono mai ma si materializ-
ricucendo con gli altri (Gino Del Nero, Simone Pizziconi, ecc.). A quel punto i Ferri hanno spostato le loro
attenzioni sul candidato di Italia Viva e Pd, Francesco De Santis, che ha subito detto di sì al loro ingresso
Destra che chiede asilo al Pd
Danilo Romei e Roberto Trinca alla ricerca di una nuova poltrona... Ma a sinistra
di Andrea
Sebastianelli
Tra i molti salti della quaglia (cioè cambiare partito e coalizione a seconda dell'interesse del momento) che stanno caratterizzando le elezioni amministrative di Rocca di Papa, quello che ha destato più scalpore è la decisione di Alessandro
Ferri di candidarsi in una lista a sostegno del candidato sindaco Francesco De Santis, sostenuto da Pd e alcune liste civiche.
Alessandro Ferri, solo due anni fa, era un fervente sostenitore di Massimiliano Calcagni e della Lega di Salvini, tanto che la mamma, Cinzia Botti, ricopre tutt'ora il ruolo di coordinatrice della Lega Rocca di Papa. Il rampollo di casa Ferri non era un semplice osservatore delle questioni politiche roccheggiane. Anzi, era in prima linea nella destra, come testimoniano alcuni suoi post su Facebook in cui osannava Matteo Salvini e invitava la sinistra a preparare le valigie, domandandosi "capite il gioco delle carte della sinistra, quando per evidenti scopi politici vuole ostacolare la Lega e Matteo Salvini con l'aiuto della magistratura italiana nel nome del metodo Palamara?". Niente male come giovane esordiente!
Ma a destare scalpore non sono queste ad altre decine di affermazioni di Alessandro Ferri che tutti a Rocca di Papa conoscono per le sue posizioni di destra, a sorprendere è soprattutto l'at-
zano solo a un mese dalle elezioni. È il caso dell'Udc, che ha provato a condizionare la scelta del candidato sindaco con sotterfugi di ogni tipo. Eppure Calcagni, forte solo della sua popolarità e del sostegno di Fratelli d'Italia, è andato avanti spedito lasciando che i partiti svolgessero i loro incontri per definire una posizione unanime con un'unico collante: no alla candidatura a sindaco di Calcagni. Le alternative proposte avevano tutta l'aria di voler imporre figure minori, poco conosciute. A pensar male verrebbe da dire che erano figure scelte proprio per la loro duttilità, cioè a disposizione dei soliti noti, convinti che prima o
poi Calcagni avrebbe ceduto di fronte alle pressioni. Se questa strategia fosse andata a buon fine, si sarebbe ripetuto ciò che accadde nel 2020 quando i poteri forti riuscirono a mettere propri candidati sia a destra sia a sinistra. Chiunque avesse vinto, loro sarebbero caduti in piedi. Poi invece vinse Veronica Cimino, rompendo le classiche uova nel paniere, dimostrando che le strategie fatte a tavolino finiscono sempre in modo diverso rispetto ai piani previsti perché alla fine a decidere sono i cittadini. Gli ultimi due anni sono dunque serviti a Calcagni per capire questo meccanismo e per prendere le dovute precauzioni così da arginare il peso dei Ferri. Ottenuta la candidatura a sindaco è avvenuto quello che molti si aspettavano (almeno noi del Segno): i Ferri avrebbero abbandonato la coalizione non potendo più dettare la linea come nel 2020. Evidentemente Massimiliano Calcagni, grazie soprattutto all'esperienza acquisita nei quattro anni in cui ha ricoperto il ruolo di presidente del consiglio comunale, questa volta ha saputo giocare meglio le sue
carte, estromettendo le figure ingombranti e ricucendo con gli altri (Gino Del Nero, Simone Pizziconi, ecc.). A quel punto i Ferri hanno spostato le loro attenzioni sul candidato di Italia Viva e Pd, Francesco De Santis, che ha subito detto di sì al loro ingresso nella coalizione. Almeno questa volta, se De Santis dovesse perdere le elezioni, i poteri forti rimarrebbero a bocca asciutta! Su queste basi il centrodestra ha deciso di ripartire e questa iniezione di coraggio potrebbe favorire quel processo di rinnovamento che nella destra roccheggiana, al pari del centrosinistra, è sempre mancato. Basti ricordare che il Pd, con gli ex sindaci Ponzo e Boccia, ha governato dal 1997 al 2016, potendo contare sull'appoggio esterno di una parte della destra. Cosa che De Santis spera di ripetere avendo aperto le porte ai Ferri e ad altri esponenti della destra roccheggiana (Danilo Romei e Roberto Trinca). Ma i tempi sono mutati e questi giochetti che un tempo potevano fare la differenza tra chi vince e chi perde le elezioni, oggi possono diventare un'arma a doppio taglio. (A.S.)
Fra i transfughi dalla destra passati nella coalizione di Pd e Italia Viva, oltre ad Alessandro Ferri ci sono anche Roberto Trinca e Danilo Romei. Quest'ultimo, in realtà, è un assessore uscente della precedente giunta Cimino e non risulta essere tra i firmatari della sfiducia della sindaca. Per cui i motivi del passaggio nella coailizione di De Santis appaiono ancora più ambigui. Nel 2011 e nel 2016 Romei si candidò nel centrodestra ottenendo rispettivamente 210 e 201 voti; alle elezioni del 2020 a sostegno della Cimino prese 162 voti. Per quanto riguarda l'altro esponente di destra, Roberto Trinca, che in passato è stato anche il referente locale di Forza Italia, alle ultime elezioni del 2020 si candidò nella Lega prendendo 118 voti; nel 2016 ne prese 119, ben 53 in meno rispetto al 2011, quando toccò il suo massimo: 172 voti.
teggiamento del candidato di centrosinistra Francesco De Santis e dello stesso Pd, sempre pronti ad aprire le porte a tutti al di là delle idee che professano e con buona pace della Schlein. Anche se in politica, si sa, uno più uno non fa mai due, perché chi ti porta qualche voto potrebbe fartene perdere il doppio.
Anche perché Alessandro Ferri non è che esprimesse le sue idee anti-sinistra dieci anni fa, ma addirittura pochi mesi fa. Leggere per credere. Guardate chi ha imbarcato il Pd nella sua coalizione!
In un post dell'11 settembre scorso il giovane Ferri così descriveva le "genti di sinistra" (quelle che oggi stanno insieme a lui): «Termine che peraltro poco vi si addice considerato il fatto che da quando siete al governo, non fa che aumentare il divario tra ricchi e poveri... dovete cominciare a preparare le valigie».
Nel 2020, in pieno Covid, Alessandro Ferri attaccava ancora i suoi attuali alleati dicendo niente di meno che erano «i peggiori dittatori della storia altro che fascisti» perché avevano emesso il decreto sulla chiusura delle attività commerciali.
E che dire di ciò che esprimeva nel 2021 quando il suo leader Matteo Salvini veniva indagato per la gestione degli sbarchi degli immigrati? Così si esprimeva Ferri: «Capite il gioco delle carte della sinistra quando per
evidenti scopi politici vuole ostacolare la Lega e Matteo Salvini». Ma la famiglia è sempre la famiglia. E allora eccolo con la mamma Cinzia Botti coordinatrice della Lega in occasione delle elezioni comunali del 2020 quando entrambi sostenevano Calcagni con lo slogan: "Oggi non si sbaglia! Forza ragazzi, Lega Rocca di Papa per Calcagni".
D'altrone
mamma Cinzia in quelle elezioni era proprio candidata con la Lega addiruttura da capolista, ottenendo 126 preferenze.
Non poteva mancare il ringraziamento per i cittadini che avevano votato Lega alle comunali del 2020 a sostegno di Calcagni con un vero e proprio attacco alla sinistra che, scegliendo di votare al ballottaggio la Cimino (poi diventata sindaca) aveva decretato la sconfitta del centrodestra roc
cheggiano. Scriveva Alessandro Ferri: «Il rispetto, quello vero, è cosa di pochi. Dovete ringraziare Pd, Movimento 5 stelle e liste
civiche filo sinistra». E pensare che proprio in una di queste liste civiche il giovanotto di casa Ferri è candidato a sostegno di Francesco De Santis.
Pochi giorni fa, per placare le polemiche, Alessandro Ferri ha pubblicato un post su Facebook per far conoscere le ragioni della sua scelta. In sostanza ha detto che Calcagni non era idoneo (ma non ha spiegato perché invece lo fosse due anni fa) e che ha preferito la coalizione di De Santis perché la destra ai Castelli è poco organizzata. Eppure ci risulta che alle elezioni regiona-
li abbia vinto, ma può darsi che siamo noi ad averlo sognato!
Poi, per far comprendere ai suoi possibili elettori il motivo del trasloco, ha elogiato Francesco De Santis perché è un suo amico ed è giovane come lui, ribadendo però ancora una volta la vicinanza alle idee della Lega e di Matteo Salvini (!).
Come pensate che sia finita? Che Francesco De Santis gli ha risposto sentendosi orgoglioso di averlo in squadra. Ah, i giovani di sinistra di oggi, farebbero di tutto per un pugno di voti... pardon: per un saluto romano di voti!
7 LA CITTÀ AL VOTO ilSegno Aprile 2023
Alessandro Ferri, da leghista ad alleato del Pd Salto della quaglia per il rampollo dei ristoratori
-
Alle urne il 14 e 15 maggio per eleggere il nuovo sindaco
Chi vincera?
Quattro candidati sindaco e 196 aspiranti consiglieri
12 seggi elettorali Dove si vota e come si vota
Rocca di Papa è divisa in 12 seggi elettorali così distribuiti per zona:
- Centro Storico, sezioni dalla n. 1 alla n. 4;
- Zona Zalcare-Barozze, sezione n. 5;
- Campi d'Annibale, sezioni dalla n. 6 alla n. 8;
- Quartiere Vigne-Sacramento, dalla n. 9 alla n. 11;
- Frazione Vivaro, sez. n. 12.
A Rocca di Papa, essendo un comune con più di 15mila abitanti, è possibile esprimere un voto disgiunto. Si può quindi votare per un candidato sindaco e poi esprimere una preferenza per una lista collegata a un diverso candidato sindaco. Sulla scheda elettorale si può tracciare una X sul nome del sindaco per dare solamente a lui il voto, oppure sul simbolo di una delle liste per dare il voto sia al candidato sindaco che alla lista. Nel nostro paese gli aventi diritto al voto sono 13.402 (dato riferito al 12 dicembre 2022) ed è il quinto comune più grande della provincia di Roma sui diciassette che vanno alle elezioni. L'eventuale ballottaggio si terrà domenica 28 e lunedì 29 maggio.
La rincorsa dei candidati consiglieri: un esercito ma pochi eletti
di Giovanni
Mancini
Tra i quasi 200 candidati al consiglio comunale che figurano nelle varie liste, si scorgono nomi per lo più sconosciuti. Una volta chi si candidava veniva da un'esperienza politica sul territorio e per un cittadino era facile conoscerlo e riconoscerlo: Ah sì, 'sto ragazzo è quello del partito che faceva volantinaggio; oppure: questa ragazza l'ho vista partecipare a un
dibattito!. Oggi non è più così. Si candidano tutti perché tutti credono di essere pronti a gestire la cosa pubblica. Un'assurdità, visto che gestire un comune richiede non solo voglia di fare ma anche tanta competenza. Se si facesse questa semplice domanda ai candidati consiglieri (qual è la differenza tra una delibera e una determinazione) sono sicuro che la maggior parte non saprebbe rispondere. Eppure sono due atti amministrativi distinti da cui dipende il 90% della gestione di un
ente. Forse un po' di umiltà in chi ritiene di potersi candidare pur non avendo nessuna conoscenza di base, sarebbe un bel passo in avanti. Ovviamente nelle liste ci sono anche tanti giovani preparati. Recentemente Francesco De Santis ha detto che le sue liste sono piene di giovani preparati e laureati a differenza delle liste degli altri. Eppure un suo omonimo, ma ingegnere, è candidato in una lista per Calcagni. Stessa cosa per altri giovani presenti in quelle della
Dopo Sciamplicotti e Croce... avanti un altro I candidati sindaco hanno la scadenza... come lo yogurt
C'è il ritorno da retrocessa di Silvia Sciamplicotti (dopo il flop alle ultime regionali) magari un posto da assessora il De Santis
di Daniela Di Rosa
A Rocca di Papa vuoi per una tragedia, vuoi per tradimenti che producono cadute di giunte, le amministrative arrivano ogni tre anni o poco meno. Oggi siamo di nuovo chiamati alle urne, vediamo allora dove si riposizionano gli eterni competitor in queste stanche elezioni locali. Cosa è cambiato nello scenario politico? Quasi niente, per mesi è calato un assordante silenzio, nessuno degli attori in campo si è sentito in dovere di coinvolgere i cittadini, ma il silenzio più imbarazzante è stato quello del promotore della caduta della Cimino, l’ex assessore De Santis, che invece di riferire in consiglio comunale e far conoscere a tutti i motivi della scelta ha preferito andare in sordina dal notaio per certificare la sua uscita dalla maggioranza, e quella di quattro consigliere, non proprio un esempio di trasparenza. Eppure fino a pochi anni fa i candidati sindaci si presentavano ai cittadini mesi prima, renden-
non glielo nega, bisognerebbe conoscere gli accordi fatti con il prima recalcitrante Pd e poi stranamente accondiscendente
do gli elettori partecipi del loro programma e permettendogli di conoscere per tempo la squadra che li sosteneva. Addirittura si organizzavano incontri pubblici tra i vari candidati dove i cittadini potevano porre domande e confrontare le risposte. Questo è il metodo per scegliere un candidato, non con un post su Facebook a un mese dalle votazioni, perciò cari politici non stupitevi se cresce il numero degli astenuti!
Finalmente circa un mese fa sono uscite le coalizioni, e solo pochi giorni fa le liste con i nomi dei candidati consiglieri, tanti nomi di "perfetti sconosciuti" che servono solo a far entrare in consiglio i soliti noti, tanti “matrimoni d’interesse”, c’è il Pd che sostiene chi gridava “finalmente il Pd fuori da Rocca di Papa, avete commannato voi, mo comannamo noi” (Paolo Gatta) vorrà gridare: “uniti commannamo ‘nzieme”?
Tanti cambi-casacca, c’è chi passa dal centrodestra al centrosinistra e viceversa come se niente fosse. Tanti “figli d’arte”, c’è il rampollo dei Ferri (La Foresta)
che da leghista si ritrova in coalizione col Pd con mamma Cinzia Botti (coordinatrice locale della Lega) a fare il tifo.
C’è il politicante più furbo di Rocca di Papa, quel Danilo Romei da me soprannominato la "stampella" di tutti i sindaci, di lui non si ha memoria se non che dalle file della minoranza non disturbava mai la maggioranza, fino a salvarla passando dall’opposizione in maggioranza e diventando poco tempo dopo assessore… se non è furbo lui, chi?
C'è il ritorno da retrocessa di Silvia Sciamplicotti (da candidata sindaca a candidata consigliera dopo il flop alle ultime regionali) magari un posto da assessora il De Santis non glielo nega, bisognerebbe conoscere gli accordi fatti con il prima recalcitrante Pd e poi stranamente accondiscendente.
Ma tanto per il Pd di Rocca di Papa un candidato sindaco è come lo yogurt, ha la data di scadenza incorporata. Nel 2016 candidò una "giovane" ex amministratrice, la Sciamplicotti
Cimino. Anche perché se cominci a dire che i tuoi sono più preparati degli altri, potresti incappare in qualcuno che consideri un laureato alla privata Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) di molto inferiore a uno che si è laureato a La Sapienza di Roma! Questo per dire che ci sarà sempre uno più preparato di te. Purtroppo, la rincorsa a riempire tante liste è un fenomeno corrosivo per la partecipazione. Si è alla ricerca forsennata di candidati credendo di incrementare i voti
della coalizione. Vedere i risultati delle precedenti elezioni comunali è deprimente. Oltre il 50% dei candidati consiglieri non ha superato le 20 preferenze. Con decine di candidati che si sono fermati sotto i 10. La storia recente ha dimostrato che quando prometti poltrone e poltroncine a decine di persone, ti ritroverai a fronteggiare un esercito di delusi. Delusi che saranno stati però molto utili per far eleggere i soliti furbacchioni, quelli che le poltrone le occupano da decenni.
appunto. E giù lodi superlative, perse al ballottaggio e da quel momento è relegata a far da “porta voti” dato che è l’unica politica conosciuta in paese.
Nel 2020 il Pd presentò il "giovane" Andrea Croce, e anche qui giù con le lodi superlative. Nessuno era meglio di lui per governare il paese. Arrivò quasi ultimo (su quattro candidati), oggi è retrocesso a ruolo di "comparsa speranzosa di una poltrona", Oggi, 2023, è il turno di un altro "giovane" Francesco De Santis (a sostenerlo c'è tutta la vecchia politica che ha depredato e degradato Rocca di Papa negli ultimi due decenni, in primis il babbo Maurizio De Santis ex vicesindaco Pd). Anche per lui i superlativi sono d'obbligo non considerando che proprio lui due anni fa si
candidò contro il Pd. Qual è la sua data di scadenza?
Al contrario il centrodestra, dopo litigi e riappacificazioni e contro il parere degli "soliti imprenditori", ha ridato fiducia al candidato che poco più di due anni fa li portò a un soffio dalla vittoria, con un ballottaggio al cardiopalma. Questo dimostra coerenza e rispetto, sia per Massimiliano Calcagni, sia per gli elettori, perché un candidato non è uno yogurt. Infine si segnala il ritorno di Enrico Fondi, già sindaco per svariati anni, candidato consigliere nel centrodestra e che ha subìto nei giorni scorsi un atto dalle modalità intimidatorie, con il danneggiamento dell'automobile. Questo per dire che fare politica nel nostro paese può essere anche pericoloso.
8 LA CITTÀ AL VOTO ilSegno Aprile 2023
Veronica Cimino Massimiliano Calcagni Francesco De Santis Pier Giuseppe Paolone
Accade anche questo: la ex consigliera Cetroni cambia autobus in corsa
Prima firma l'appello per la ricandidatura della Cimino ma poi sostiene l'avversario
Che cosa avrà fatto cambiare idea alla ex consigliera? C’è chi parla di una promessa per un futuro asses-
di Luigi Serafini
In queste elezioni comunali i voltagabbana la stanno facendo da padroni: leghisti che vanno a sinistra con il tacito assenso del Pd; ex amministratori detrattori di “quelli che c’erano prima” e che oggi si presentano insieme per il futuro del paese. Insomma, Rocca di Papa non pare stia messa proprio bene dal punto di vista della coerenza politica. Quindi non ci si può sorprendere se durante queste conversioni si verifichino dei veri e propri voltafaccia, dei testa-coda al limite della decenza. Prendiamo il caso della ex consigliera comunale Veronica Cetroni, nota soprattutto per essere stata la compagna dell’ex sindaco Emanuele Crestini.
Che cosa ti combina la ex presidente della commissione bilancio? Che poche settimane fa firma un appello per invitare la Cimino a ricandidarsi sindaca e quando la ex sindaca lancia la sua candidatura invia una dichiarazione a una testata giornalistica per indicare la sua preferenza politica. A favore della Cimino penserete… e invece no ma a favore di Francesco De Santis.
sorato, o chi di una scelta dettata da fattori personali. Ciò che a noi interessa è questa trasformazione
Che cosa avrà fatto cambiare idea alla Cetroni visto che nemmeno figura tra i candidati consiglieri?
C’è chi parla di una promessa per un futuro assessorato, o chi semplicemente di una scelta dettata da fattori personali che non spetta a noi indagare. Ciò che a noi interessa, invece, è questa trasformazione degna del noto personaggio creato da Stevenson alla fine del 1800: Dottor Jekyll e mister Hyde
La faccenda, nel caso di Veronica Cetroni, è ancora più problematica visto che prima della caduta della Cimino era entrata in uno scontro piuttosto acceso
degna del personaggio creato da Stevenson alla fine del 1800: Dottor Jekyll e mister Hyde
Così nel 2020
con un esponente politico della sua maggioranza. Secondo voi chi sarà stato questo esponente? Ovviamente l’ex assessore alle politiche giovanili, allo sport e al turismo Francesco De Santis.
Di questo scontro ne parlammo in un articolo riguardante le rendicontazioni dell’ultima sa-
Che figura di M...
gra delle castagne e del famigerato FuoriMondiale, la serie di eventi legati ai campionati mondiali di equitazione del Vivaro (leggi qui). In quell’occasione la Cetroni, essendo presidente della commissione bilancio, esprimeva diverse perplessità circa la gestione di queste due iniziative da parte dell’allora assessore De Santis, il quale di fronte alle insistenze della Cetroni pare sia andato su tutte le furie dicendo che il ruolo dei consiglieri non dovrebbero essere quello di
Chi "ruba" gli iscritti della vecchia pagina Fb creata da Crestini?
Una pagina Facebook che fa gola, visto che aveva oltre 4mila iscritti. Stiamo parlando del profilo social creato dall'ex sindaco Emanuele Crestini in occasione della campagna elettorale del 2016. Una pagina creata dai suoi comunicatori che oggi, dopo averla mantenuta in vita soprattutto per ricordare il sindaco rimasto vittima dell'esplosione del 2019, la starebbero riutilizzando a favore di un altro candidato sindaco, Francesco De Santis.
Ma che c'entra De Santis con Crestini? Niente, però i suoi comunicatori sono gli stessi che utilizzò Crestini. Invece di ricominciare da zero, creando una pagina Facebook a misura del candidato di Italia viva, che cosa hanno pensato? Prendiamo la Pagina di Crestini e del suo gruppo "Insieme per Rocca di Papa", gli cambiamo nome, così ci troviamo belli e pronti più di 4mila iscritti a cui possiamo veicolare la nostra propaganda. Però la mamma dell'ex sindaco, Wanda Ferri, è andata su tutte le furie denunciando il comportamento di De Santis e dei suoi comunicatori. Come dargli torto?
controllare in modo eccessivo le attività di un assessore. Pare che esista una vera e propria chat in cui i due battibeccano piuttosto energicamente su questo tema. Tanto che a un certo punto la Cetroni, sempre più indispettita dall’atteggiamento dell’assessore, scrive insistentemente anche alla segretaria comunale per segnalare queste anomalie nell’invio delle rendicontazioni alla commissione da lei presieduta. In quell’articolo
chiedevamo alla Cetroni di darci la sua versione dei fatti e rimanemmo stupiti che restasse invece in silenzio. Ma oggi quel silenzio ha un suo perché, visto che la Cetroni di giorno chiedeva alla Cimino di ricandidarsi per le sue qualità e per la sua competenza, mentre di notte trafficava con Francesco De Santis. Comunque se la ex presidente della commissione bilancio ha qualcosa da dire, noi siamo qua!
Politici che parlano e straparlano e sui social danno il meglio di loro... si insultano e si minacciano ma oggi stanno nella stessa coalizione. Ecco una panoramica sui loro sproloqui... da ridere e da piangere!
Commenti al vetriolo fra Maria Chiara Cecilia e Paolo Gatta... ma oggi stanno nella stessa coalizione!
Così la coordinatrice della Lega Cinzia Botti un anno fa... ma oggi sta col Pd!
Croce a Zitelli: "Informati meglio!" Zitelli a Croce: "Raccomandato!". E ora? Stanno insieme!
Per questa non servono commenti. Era solo due anni fa!
Poi attacca Renzi... ma oggi sostiene il candidato renziano!
Stefano Meconi contro l'allora segretario del Pd Massimo Litta: ma oggi stanno nella stessa lista!
Poi anche contro Zitelli che, secondo Meconi, non capiva niente di turismo!
E che dire di Stefano Meconi che gioisce per la fuoriuscita dal Pd di Francesco De Santis? Una chicca!
10 LA CITTÀ AL VOTO ilSegno Aprile 2023
LA COERENZA
Alessandro Ferri (Lega) contro Andrea Croce (Pd) che minaccia di denunciare i cittadini!
Il
Comune ha nominato il legale dieci giorni dopo la sentenza del TAR
Belvedere di monte Cavo, no al ricorso contro il TAR che annullò l'ordinanza
In quella sentenza i giudici hanno scritto che «di fronte a tale prospettazione (cioè la rivendi-
Cose da pazzi! Nella nota vicenda del Belvedere di monte Cavo vetta restituito dalla recente sentenza del TAR Lazio (leggi qui) alla IDA Srl (società riconducibile al gruppo Caltagirone), c’è qualcosa che non torna non solo dal punto di vista della verità storica dei fatti (cioè la proprietà pubblica del Belvedere) ma anche dal punto di vista formale. I giudici del tribunale amministrativo, con presidente il dott. Pietro Morabito, si sono riuniti in camera di consiglio il 14 febbraio scorso ma solo sei giorni dopo (il 20 febbraio) è datata la delibera n. 17 della commissaria straordinaria di Rocca di Papa con cui l’amministrazione decideva di costituirsi nel ricorso presentato dalla IDA. Le date, come vedete, non tornano. Come ci si può costituire dopo che già c’è stata una sentenza? Poiché ci hanno sempre insegnato che nella pubblica amministrazione la forma è sostanza, questa storia delle date merita di essere chiarita e bene farebbe la commissaria Caruso a farlo al più presto.
La cosa va chiarita perché in quella sentenza, tra le altre cose, i giudici hanno scritto testualmente che «di fronte a tale prospettazione (cioè la rivendicazione da parte della IDA della proprietà del Belvedere, n.d.r.), […] il Commissario prefettizio del Comune di Rocca di Papa, benché costituitosi, non ha contestato specificatamente tale circostanza». Come è possibile? Non lo
di Giovanni Mancini
Sui tralicci abusivi a monte Cavo vetta la giustizia continua a produrre decisioni inequivocabili. Una nuova sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata due settimane fa, dà ragione ancora una volta all’Ordinanza Ponzo del 2003 e rigetta il ricorso presentato dal Centro Produzione Spa. I giudici del tribunale amministrativo di secondo grado hanno giudicato infondati tutti i motivi del ricorso che puntavano a stracciare la precedente decisione del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) risalente al 2018. Per il Comune di Rocca di Papa si tratta dell’ennesima vittoria in tribunale, mentre i tralicci stanno ancora lì visto che nessuno assume la decisione di eseguire quanto stabilito dalla giustizia. Questa sentenza del Consiglio di Stato (la venticinquesima in ordine di tempo) non solo ha ritenuto privi di fondamento i cinque rilievi presentati dai legali del Centro Produzione Spa, ma ha anche evidenziato che l’abuso perpetrato riguarda «la postazione di trasmissione sul traliccio 10 che insiste sulla particella comunale n. 905 in Foglio 11, ed utilizza il box 11 ubicato su una striscia di terreno catastalmente rubricata come “strade pubbliche”».
Il traliccio in questione, dun-
cazione da parte della IDA della proprietà del Belvedere), il Commissario prefettizio del Comune di
sappiamo e ancora oggi la commissaria Caruso non ha ancora fatto sapere ai cittadini se l’amministrazione ricorrerà al Consiglio di Stato, come peraltro chiesto dall’associazione ambientalista
Rocca di Papa, benché costituitosi, non ha contestato specificatamente tale circostanza»
# BREVI # MA INTENSE
COMUNE
CONDANNATO
A PAGARE 115mila EURO
Il Comune di Rocca di Papa è stato condannato a pagare la somma di circa 115mila euro alla società Madelon Srl, cessionaria dei crediti dovuti al San Raffaele Spa. La società aveva emesso un decreto ingiuntivo in seguito al quale l'amministrazoine comunale aveva presentato opposizione. La Corte d'Appello di Roma ha respinto l'istanza e ora il Comune dovrà riconoscere un debito fuori bilancio.
GESTIONE STRISCE BLU
ALLA SCHIAFFINI TRAVEL
Italia Nostra in una lettera inviata proprio alla commissaria (leggi qui). Il sospetto è che, dal punto di vista formale, ci si sia proprio dimenticati della circostanza, cioè di nominare ufficialmente l’avvocato che doveva seguire il ricorso la firmava), ossia dieci giorni dopo la sentenza.
e rispondere colpo su colpo alle argomentazioni della IDA circa la proprietà del Belvedere. Peraltro, la notifica sul ricorso della IDA è stato notificato al Comune il 20 gennaio (prot. N. 2169) ma è stato necessario un mese intero per predisporre la delibera che doveva «dare mandato al settore urbanistica e patrimonio affinché provveda al conferimento dell’incarico per la difesa dell’Ente nel giudizio» e per «fornire al professionista tutta la documentazione utile ad improntare la difesa del Comune». Una difesa che, a giudicare dalla decisione dei giudici del TAR, non si è verificata. Non solo, la delibera del 20 febbraio diventava “immediatamente eseguibile” solo il 24 febbraio (data in cui la segretaria comunale De Santis
que, occupa parte della strada comunale, per cui potrebbe essere abbattuto immediatamente.
Viene il sospetto che qualcuno (la segretaria comunale? Gli uffici preposti?) si sia completamente dimenticato del giudizio in corso e all’ultimo momento, dopo aver nominato non si sa come (per telefono in attesa degli atti ufficiali? Per mail?) si sia ricordato che mancavano la delibera e l’atto di nomina dell’avvocato. Se per una causa di tale importanza c’è stata una tale superficialità, figuriamoci che cosa potrebbe accadere per quelle di minore entità! Purtroppo, a causa di questa superficialità, i giudici non hanno potuto far altro che annullare l’ordinanza firmata dalla Cimino che sanciva il ripristino pubblico del Belvedere, area di prima-
Tralicci Monte Cavo Altra sentenza favorevole al Comune
Oltre a questo, i giudici hanno ribadito che «il Piano Regolate Generale tuttora vigente è quello del 1974 che qualifica l’area del monte Cavo Vetta come Zona V2 “area verde con inedificabilità assoluta”; [e] “boscata non compromessa” [e] su di essa esistono diversi tipi di vincoli: ambientale, paesaggistico, idrogeologico, storico monumentale e sismico». Ci sono poi altri due aspetti da evidenziare, che mettono la parola fine ad altrettante scuse spesso accampate dai proprietari dei tralicci radio-tv e da alcuni politici ed ex amministratori roccheggiani: il carattere di pubblica utilità delle parabole riconosciuto da una vecchia delibera comunale del 1996 (sindaco Enrico Fondi) e l’attuazione del Piano territoriale di coordinamento approvato dalla Regione Lazio nel 2002 che stabiliva la nuova localizzazione degli impianti di trasmissione. Circa il primo aspetto (pubblica utilità delle
antenne), il Tribunale ha chiarito che «il diritto reclamato non esiste [poiché] La sentenza 69 del
2010 del Tribunale di Velletri ha dichiarato risolto l’accordo transattivo stipulato tra l’appellante (Centro Produzione Spa) ed il Comune di Rocca di Papa in data 24 maggio 2002 che era
ria importanza non solo dal punto di vista paesaggistico ma anche economico, visto che su di essa ci sono diversi tralicci che trasmettono il segnale radiotelevisivo verso Roma.
Un giro d’affari, tra affitti e manutenzioni, che raggiunge cifre da capogiro e che qualcuno avrebbe intascato indebitamente al posto del Comune. Intanto pare proprio che l'amministrazione non abbia presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR. In caso contrario, speriamo che qualcuno informi i cittadini poiché i giorni passano e non vorremmo che ancora una volta, per sbadataggine o altro, ci si possa trovare a commentare ulteriori sentenze contro il Comune. (A.S)
l’atto su cui si fonda il preteso diritto di superficie». Anche il secondo appiglio è stato ritenuto infondato perché «la mancata approvazione del Piano Nazionale di assegnazione delle frequenze radiofoniche in tecnica analogica non poteva impedire al Comune di adottare provvedimenti sanzionatori in materia edilizia».
Resta solo da capire che significato abbiamo queste sentenze visto che, al di là del principio, non producono alcunché di significativo e concreto, cioè la rimozione degli impianti costruiti senza alcun permesso.
La Schiaffini Travel Spa si è aggiudicato il bando di gara per la gestione delle strisce blu nel Comune di Rocca di Papa. L'azienda ha ottenuto l'appalto per aver presentato un ribasso d'asta pari al 45,11% che equivale a un importo netto di circa 44mila euro. Il costo annuale del servizio sarà di 98mila euro invece dei 150mila previsti.
POLIZIA LOCALE, LA GIUNTI NOMINATA VICE COMAND.TE
La vice commissario della polizia locale di Rocca di Papa, Marina Giunti, è stata nominata vice comandante dei vigili urbani. La Giunti dovrà coadiuvare il comandante Sergio Ierace nello svolgimento delle numerose attività che fanno capo a questo settore. Alla neo vice comandante va il nostro augurio di buon lavoro.
NUOVO ASILO NIDO PROGETTAZIONE AL VIA
Il settore dei lavori pubblici del Comune di Rocca di Papa ha affidato la progettazione defintiva ed esecutiva per i lavori di realizzazione del nuovo asilo nido di Colle delle fate (viale Europa) allo studio tecnico Masucci con sede a L'Aquila. Lo studio si è aggiudicato l'appalto per quasi 120mila euro.
IL COMUNE DI ROCCA ASSUME A... ZAGAROLO
Il Comune di Rocca di Papa in carenza di personale pesca nelle graduatorie del Comune di Zagarolo. La richiesta è stata presentata il 21 febbraio scorso per l'assunzione di un impiegato amministrativo contabile a tempo pieno e indeterminato. Il Comune di Zagarolo si è detto disponibile nel mettere a disposizione la propria graduatoria e lo schema di accordo tra i due comuni è stato approvato. Ma non dovevano svolgersi dei concorsi pubblici propri per assumere personale?
AFFARI GENERALI, MARCIA INDIETRO SULLA RESP.LE
La dott.ssa Daniela Galluzzo era stata nominata dalla commissaria prefettizia del Comune di Rocca di Papa, responsabile del settore affari generali fino al 2026. Ma subito dopo è arrivato un decreto di sospensione in autotutela a causa dell'annullamento della commissione esaminatrice, compresi gli atti da questa prodotti, tra cui proprio la nomina della Galluzzo. Al settore affari generali fanno capo il servizio segreteria, quello delle risorse umane, delle pari opportunità, dei contratti e della formazione. La Galluzzo era stata nominata il 27 marzo scorso.
AL VIVARO APRONO
DUE UFFICI COMUNALI
La giunta guidata da Veronica Cimino nel 2021 aveva deciso l'apertura di alcuni uffici comunali distaccati presso la frazione del Vivaro, all'interno del centro equestre federale, in accordo con la FISE. Ora la commissaria prefettizia del Comune ha approvato la proposta definitiva che prevede l'istituzione di due uffici decentrati e di una sala riunioni che potrà essere utilizzata per le esigenze dell'amministrazione comunale e per lo svolgimento di attività istituzionali, soprattutto a servizio dei cittadini residenti.
11 ROCCA DI PAPA ilSegno Aprile 2023
Ai Campi d'Annibale il Centro Universitario Sportivo dell'Ateneo romano
Sport e salute, il progetto che coinvolge la terza età a ritmo di ballo e divertimento
«Il progetto - ha spiegato Manuel Onorati, presidentye del CUS - è finalizzato a proporre attività mira-
di Alessandro
Tabellione
Cento partecipanti fra iscriti al centro anziani e appartenenti a categorie svantaggiate, insegnanti e professionisti al servizio della salute attraverso lo sport. Sono questi gli ingredienti del progetto condotto dal CUS (Centro Universitario Sportivo) del prestigioso ateneo romano di Tor Vergata, finanziato dalla Regione Lazio e da Sport e salute, l'ente ministeriale con sede al Foro Italico di Roma e proprietario, tra l'altro, dello stadio olimpico.
L'iniziativa, dal titolo "Sport Lover", è partita nel marzo scorso coinvolgendo il centro anziani di Rocca di Papa che ha messo a disposizione i locali associativi dei Campi d'Annibale per ospitare le lezioni di insegnanti professionisti laureati in scienze motorie di Tor Vergata. A dirsi soddisfatto per i risultati fin'ora ottenuti è innanzitutto il presidente del CUS Tor Vergata, Manuel Onorati (nella foto in alto a destra insieme a Sellati), il quale
te agli adulti over 65 anni al fine di diffondere la cultura del movimento nella terza età e promuovere lo
ha ringraziato soprattutto il centro sociale nella persona del suo presidente Roberto Sellati, per aver aderito al progetto. "Il progetto - ha spiegato Onorati - è finalizzato a proporre attività mirate agli adulti over 65 anni al fine di diffondere la cultura del movimento nella terza età e promuovere lo sport come strumento di prevenzione per migliorare il benessere psico-fisico. Ma lo scopo è anche quello di sviluppare concretamente il principio del diritto allo sport per tutti, supportando sia gli adulti che, a causa delle difficili condizioni economiche non possono sostenere i costi dell’attività sportiva, sia le associazioni e società sportive che già svolgono attività di
sport come strumento di prevenzione per migliorare il benessere psico-fisico»
carattere sociale sul territorio".
Un progetto ambizioso a cui gli iscritti al centro di Rocca di Papa hanno risposto in massa, con circa cento adesioni.
Le lezioni, a ritmo di ballo e del movimento, dovranno concludersi dopo dodici settimane, completando il ciclo progettuale previsto. Alla fine del corso è
IN BIBLIOTECA SABATO 27 MAGGIO ORE 17
L'autrice è la roccheggiana Roberta Zanzonico
prevista una cerimonia di chiusura che vedrà la partecipazione delle più alte cariche di Sport e salute, della Regione Lazio e di esponenti dell'Università di Tor Vergata e del CUS. Inizialmente questa cerimonia si sarebbe dovuta svolgere presso il centro anziani di Rocca di Papa e il vicino parco comunale dei Campi
Il romanzo candidato al prestigioso Premio Strega
Il curriculum di Roberta Zanzonico ci parla della sua storia di psichiatra ed è la chiave di lettura per decifrare questo romanzo arrivato ad essere candidato al Premio Strega, la competizione letteraria più importante a livello nazionale e non solo.
Chi è dunque Roberta Zanzonico? Originaria di Rocca di Papa fin da giovanissima dimostra una certa propensione per le storie degli altri, ossia verso quella capacità innata di mettersi un po' nei panni di chi vive intorno a noi che poi, a ben guardare, significa anche osservare noi stessi e ciò che ci ccondiziona.
Così, appena laureata in psichiatria, consegue la specializzazione a Boston (Stati Uniti) dopo aver svolto un importante periodo di ricerca al Massachusetts General Hospital/ Harvard Medical School
Un'esperienza fondamentale per la sua professione ma in grado anche di farle toccare con mano le cosiddette vite degli altri con i traumi, le paure e le difficoltà che spesso lasciano tracce indelebili nella mente. Ed è proprio sulla mente che ruota il romanzo "La bellezza rimasta".
Chiara - la protagonista del libro - è una donna anziana che da circa dieci anni ama vivere nel passato es-
sendo afflitta da una malattia che non le permette di vivere la quotidianità.
Una condizione singolare che, come qualche volta accade, ha un risvolto inatteso: chi parla con la signora Chiara riesce a tornare indietro nel tempo ritrovando i momenti in cui la vita appariva gentile.
E proprio intorno alla gentilezza si snodano i ricordi. ma anche ciò che invece viene in qualche modo rimosso.
La donna non ricorda, per esempio, che Gioacchino, l’unico figlio del signor Morbidelli, è guercio poiché ha perso il senno e in un episodio psicotico si è strappato via un occhio.
Giacché la Signora Chiara ignora il presente, continua a chiedere al padre di quel figlio bello di pochi anni prima. Mentre la gente del paese sogghigna alla vista del signor Morbidelli, la donna è l’unica a riservargli la stessa cortesia di una volta.
Sarà così che l’uomo si troverà a cercare la smemorata nella speranza di rivivere attraverso lei i giorni andati. A uno a uno, gli abitanti del paesino si sederanno al tavolo della signora Chiara per ricevere la stessa consolazione: tornare indietro a quando si era (o si pensava di essere) felici.
Daniela Di Rosa
d'Annibale per l'esecuzione di alcune attività all'aperto, ma essendo Rocca di Papa avvolta in un clima elettorale, Sport e salute ha preferito svolgere tale iniziativa direttamente presso l'università Tor Vergata. Soddisfazione per il coinvolgimento del centro roccheggiano, che vanta circa 700 iscritti, ha espresso anche il suo presidente Roberto Sellati, che ha voluto poi ringraziare i tanti cittadini che hanno aderito all'iniziativa partecipando attivamente alle attività motorie. "Siamo onorati - ha aggiunto Sellati - che il CUS abbia scelto Rocca di Papa per questo importante progetto". La speranza è che tali progetti coinvolgano i Castelli Romani anche nei prossimi anni.
a rischio la nuova gestione del servzio
Lo scorso 21 marzo la Sarim Spa, un'azienda che si occupa di servizi di igiene ambientale e che aveva partecipato alla nuova gara d'appalto per l'affidamento degli stessi a Rocca di Papa, ha notificato al Comune il ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).
La Sarim chiede l'annullamento degli esiti di gara che hanno aggiudicato il bando alla società L’Igiene Urbana Evolution Srl per un importo di oltre 12 milioni di euro, perché a loro dire l'assegnazione dei punteggi per l'offerta economica e per quella tecnica sarebbero viziati da errori di valutazione.
Il TAR, riunitosi in camera di consiglio lo scorso 12 aprile, dopo aver preso atto della richiesta avanzata dalla Sarim di rinunciare alla domanda cautelare, cosa che avrebbe interrotto un servizio ritenuto di
Novità in arrivo? Forse
Funicolare e strada di collegamento
Qualcosa sembra stia ricominciando a muoversi per quanto riguarda l'entrata in funzione della nuova funicolare di Rocca di Papa, dopo quasi dieci dalla possa della prima pietra. Era il 29 ottobre 2013 quando l'allora presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, diede l'avvio simbolico ai lavori di ripristino e rimessa in funzione dello storico impianto. Dieci anni in cui il Cotral, tra problemi di ogni tipo, ha dovuto modificare strada facendo il progetto.
A complicare il tutto anche le autorizzazioni per la nuova strada di collegamento tra la stazione della funicolare e via Frascati, che hanno determinato ulteriori ritardi. Insomma, la strada resta in salita ma uno spiraglio sembrerebbe essere tornato a far capolino. Il Cotral sta infatti proseguendo nelle sue attività di verifica
estrema delicatezza interessando il settore igienico-ambientale, ha emesso un'ordinanza tesa a fissare un'udienza per la definizione del giudizio. Udienza pubblica che si terrà il prossimo 5 luglio. (L.S.)
e una data per l'inaugurazione del servizio potrebbe essere quella del 2024. Resta il nodo dell'apertura della via di collegamento che, malgrado sia finita da un pezzo, è ancora chiusa al transito in attesa delle autorizzazione obbligatorie per l'entrata in funzione. Della vicenda si era anche occupata Striscia la notizia, il giornale satirico di Canale 5, che aveva indagato i motivi che stanno determinando i ritardi nella messa in funzione della funicolare. Speriamo sia la volta buona. Massimiliano Brunetti
12 ROCCA DI PAPA ilSegno Aprile 2023
La bellezza rimasta parla di noi e di ciò che rimane della felicità
La bellezza rimasta Roberta Zanzonico Morellini Editore novembre 2022 pagg. 143 €14,90 (disponibile anche nel formato e-book)
Roberta Zanzonico
Appalto rifiuti, la Sarim ricorre al TAR del Lazio Gara contestata,
Si può ancora frenare il declino del paese?
Le potenzialità del centro storico vanno recuperate al più presto
Rocca di Papa da quasi 20 anni è in continuo e inesorabile declino, non offre più nulla ai visitatori, se non un paese “vec-
di
Daniela Di Rosa
Da cosa deriva il declino di Rocca di Papa, il paese dove vivo da sempre? Arrivai verso la metà degli anni '70, ero una ragazzina spaventata per la scelta di trasferirci qui, i miei amici di Roma mi salutarono come se dovessi partire per qualche luogo lontano e sperduto. Pensavamo non ci saremmo più rivisti, invece il paese era a soli venti minuti dalla città, e era un bellissimo paese pieno di verde, di boschi, di attività commerciali, di feste che richiamavano gente dalla capitale e da tutti i Castelli romani, di villeggianti, al punto che era fiorente l’affitto di appartamenti per i tre mesi estivi, e gli alberghi si riempivano di turisti fino a settembre.
In questi decenni però l’ho visto trasformarsi, l’ho visto diventare da un paese di sette mila anime a cittadina di quasi ventimila abitanti, ma invece di essere il suo bene quest’incremento di popolazione nel tempo si è strasformato nel suo male. Ho visto il centro storico spopolarsi e crescere a dismisura due quartieri, quello più “ricco” in basso (le Barozze e le Vigne) e quello più povero in alto, i Campi.
Li ho visti crescere senza un serio piano regolatore, senza infrastrutture, senza nessun freno all’abusivismo selvaggio, senza dettare un minimo di regole per il decoro del luogo. Pezzi di bosco scomparivano sotto una coltre di case, di cemento. Il centro storico ormai svuotato dalle famiglie del posto preso d’assalto da pen-
chio e stanco” a cui non basta una sagra l’anno per riportarlo agli splendori di un passato ormai dimenticato
L'ingresso adibito a parcheggio dell'Ape
La biblioteca non può
diventare il magazzino del nostro Comune
E che dire del distributore di caffè?
L'ingresso di ogni biblioteca dovrebbe essere degno del luogo a cui permette l'accesso. Un po' dappertutto è così ma a Rocca di Papa questa regola fa eccezione.
Da qualche anno, infatti, l'area di accesso è adibita a posteggio dell'apecar del Comune con annesso immagazzinaggio delle transenne e di altro materiale che di volta in volta occorre alla squadra manutenzione.
Ma non si potrebbero utilizzare i locali posti sotto al ponte di piazza della Repubblica per assolvere a questa necessità?
Possibile che debba essere il piazzaletto antistante la bibioteca comunale a essere utilizzato per depositare il materiale e i mezzi?
dolari romani che qui trovavano affitti molto più bassi, gente che usciva la mattina e rientrava di sera e non viveva il paese che nel frattempo piano piano iniziava a morire. Le attività chiudevano una dopo l’altra, eppure ricordo tanti negozi in via Gramsci, al Corso, tutto sparito, Rocca da quasi 20 anni è in continuo e inesorabile declino, non offre più nulla ai visitatori, se non un paese “vecchio e stanco” a cui non basta una sagra l’anno per riportarlo agli splendori passati.
Di chi è la colpa di tutto questo se non di una politica che si è disinteressata del futuro del paese, che non ha avuto una visione così grande da salvaguardare e prevenire il declino, ma ha pensato solo a salvaguardare se stessa permettendo scempi e non attuando una politica atta a di-
fendere il paese e le sue bellezze? Monte Cavo e le antenne sono lì a dimostrarlo. Una classe politica a cui interessava solo coltivare il proprio orticello, chiudendo un occhio sui tanti obbrobri che avvenivano, che invece di proteggere i boschi li ha decimati, priva di un vero amore per il paese e per la collettività. Ormai non è più tempo di rimpiangere un passato che almeno in quelle modalità non potrà più tornare, ma si può tentare di porre rimedio e frenare il declino. Giorni fa mi è capitato di incontrare due persone, suppongo turisti, che uscivano dal B&B Il Mosaico, poco prima del comune di viale Enrico Ferri, un vero gioellino, segno evidente che le potenzialità per riportare il turismo a Rocca di Papa ci sono, basta solo offrire ai visitatori un paese curato e accogliente.
Lasciarlo dov'è o spostarlo in piazza Claudio Villa?
Ma non c'è solo questo. Appena entri in biblioteca ti trovi di fronte la macchinetta a gettoni
per il caffè e le merendine. Qui si crea spesso un affollamento di persone. Saranno i fruitori della biblioteca, penserete. E invece no, sono i dipendenti del vicino municipio che, non avendo un distributore automatico nella loro sede, prendono d'assalto la biblioteca. Nei pressi ci sono anche i servizi igienici, anche questi presi d'assalto! Perché dobbiamo tollerare questo stato di cose nella nostra biblioteca? Basterebbe spostare il distributore di vivande sotto i portici del palazzo comunale e il problema sarebbe risolto in men che non si dica. Se tale situazione dovesse continuare non è esclusa una raccolta di firme per chiedere che la biblioteca torni a essere solo una biblioteca con un ingresso decente.
Il sindacalista Cgil Gennaro Spigola raccoglie firme La sinistra in piazza per un presidio sanitario
La petizione popolare sarà inviata alla Regione
Quale futuro per il mercato settimanale di Rocca di Papa? Ogni amministrazione che giunge a guidare il municipio sembra non voler affrontare quest’enorme argomento che pure appare centrale per la nostra cittadina. Da una parte ci sono i commercianti del centro storico che pretendono che i banchi continuino a restare dove sono sempre stati, tra piazza Garibaldi e il distributore di benzina. Dall’altra ci sono quelli che vorrebbero una soluzione più idonea per il mercato in termini di posizione comoda, di parcheg-
gio e di fruibilità. Al centro si trovano gli amministratori che dovrebbero trovare la soluzione migliore per tutti. Per tutti e non solo per una parte. Una cosa, però, al di là di come la si pensi, va detta: così com’è il mercato settimanale è destinato a esaurirsi presto. I banchi espositivi sembrano sempre di meno e anche le merci esposte non sembrano rispondere a quei criteri di ampiezza di scelta che dovrebbero essere garantiti ai cittadini. Vale la pena assistere inermi a quest’agonia silenziosa? Una decina di
anni fa, a sentire quelli che il mercato lo frequentano, il venerdì le strade del centro storico si intasavano, oggi a mezzogiorno sono quasi vuote. Appare anche inutile ricercare colpe e responsabilità per spiegare questo continuo precipitare del mercato settimanale. Se tutti i comuni qui intorno hanno spostato i mercati dai centri storici a zone più idonee ci sarà pure un motivo. O no? Se lo hanno fatto, forse una ragione c’è! Però, in alternativa, si può anche decidere di continuare come è sempre stato, ma allora servono interventi a sostegno del centro storico e delle sue attività produttive. Quello che non serve a Rocca di Papa è il non decidere, lasciare che le cose accadano da sole senza determinarne la scelta e il punto d’arrivo. E l’indecisione è proprio la prima responsabile di quanto accade oggi. Servono scelte chiare, forse dolorose, ma è necessaria una svolta.
Giovanni Mancini
Per fare attività politica non è necessario stare nei palazzi del potere, né tantomeno candidarsi alle elezioni quando ci si rende conto che non ci sono spazi per proporre idee di sinistra. La dimostrazione arriva dal gruppo della Sinistra Bene Comune che a Rocca di Papa è rappresentato da Gennaro Spigola, sindacalista della Cgil.
Nelle scorse settimane il nutrito gruppo di attivisti ha organizzato una raccolta firme nelle piazze del paese per chiedere l'apertura di un presidio sanitario.
«Rocca di Papa - ha detto Spigola - è uno dei pochi comuni dei Castelli a non avere un presidio sanitario degno di questo nome.
Questa è una vera vergogna perché stiamo parlando di una cittadina che sfiora i 20 mila abitanti e i cittadini in caso di necessità e urgenze devono percorrere decine di chilometri».
Le firme dei cittadini saranno poi consegnate alla Regione affinché provveda
a istituire un presidio medico-sanitario in grado di rispondere alle esigenze dell'intera popolazione.
«La cosa che ci stupisce - ha poi aggiunto il sindacalista della Cgil - è che nessun'al-
tra forza politica abbia in questi anni posto l'attenzione su questo importante aspetto da cui dipende la salute di tutti i cittadini. Come dargli torto? Luigi Serafini
13 ROCCA DI PAPA ilSegno Aprile 2023
Roberta Puglisi
I politici non trattano l'argomento perché scomodo
Il mercato del venerdì di cui nessuno parla più
La chiave della Torre
CULTURA E DINTORNI
di Emanuele Ciavarella
Da diversi mesi, se non anni, avevo in cantiere di parlare a qualche testata giornalistica di questa tematica. La mia scelta ricadeva sul vostro giornale fin da quando questa tematica era iniziata a circolare tra i miei pensieri.
Non voglio ovviamente trattare in maniera particolare il problema, non credo ne mancherà occasione, ma solamente voglio esporre le difficoltà che un comune cittadino come me interessato agli archivi e studiando archivistica all'università ha riscontrato nell'accedere a quei documenti che per legge dovrebbero essere di dominio pubblico. Due anni fa per un esame di archivistica, decisi di svolgere una ricerca per vedere quando e secondo quale iter la strada cittadina Via Achtermann, fosse stata attribuita allo scultore bavarese.
Il quesito all'inizio mi sembrò troppo semplice, avendo studiato la teoria archivistica, fatta di archivi perfetti, ordinati, inventariati. Ovviamente, neanche a dirlo, la ricerca non ha sortito alcun effetto, dal momento che l'archivio comunale, al momento, non si sa che fine abbia fatto. Ubicato nei locali sotterranei del fu comune in corso costituente, nessuno in questi anni che sono trascorsi dal fatidico incidente, sembra aver mai sollevato la questione della documentazione storica che, per legge, deve essere conservata permanentemente, pena gravissime conseguenze civili e penali. La mia ricerca si è svolta nella biblioteca comunale, consultando dei registri di consulte comunali antecedenti al 1899. Interrogata la bibliotecaria, mi venne detto che la maggior parte dei documenti perì
Quali e quanti documenti sono andati distrutti nel 2019?
Stato dell'Archivio storico, è ora di prendersene cura
nell'incendio del comune, nel 2019. È davvero mai possibile?
È mai possibile che non sia possibile accedere agli atti in alcun modo, né de visu né tramite il portale istituzionale del comune che nella sezione "Accesso agli atti" si limita a presentare un copia e incolla delle disposizioni legislative nazionali?
Per un comune cittadino è normale doversi accontentare di poche decine di registri consunti e mal organizzati? Prendiamo Velletri ad esempio: ha una sezione distaccata del proprio archivio adibita proprio a istituto culturale, in cui ospita l'Archivio storico, in cui confluisce quella documentazione che dopo essere decorsi obblighi di legge e scarti della documentazione ritenuta inutile, viene conservata permanentemente, Il fu sindaco Crestini nel 2016 fece addirittura un video in cui denunciava le condizioni disastrose dell'archivio comunale, non è davvero cambiato nulla a quasi dieci anni di distanza?
Presso un progetto specifico della Regione Lazio rivolto alla digitalizzazione degli archivi, compilato nel 2009, risulta a Rocca di Papa un ricco inventario delle carte storiche, tra cui diversi stradari. Capirete il mio rammarico a leggere della presenza di stradari ricordando l'obiettivo
La poesia del mese di Anna
Giovanetti
I briganti e l'Unità d'Italia
della mia ricerca. Tutto questo per chiedervi, come si può parlare di digitalizzare un patrimonio che a sentire molti sembra essere andato distrutto o quanto meno in fortissimo disordine? Siamo tutti consapevoli delle potenzialità del digitale, non riconoscerle
sarebbe anacronistico e oscurantista quasi. Ma la digitalizzazione senza criterio, senza uno studio archivistico delle carte e soprattutto senza una inventariazione non farebbe altro che traslare la situazione di disordine analogico in una situazione di disordine digitale che, al contrario del cartaceo, necessita di continui interventi di preservazione, conservazione attiva e trasmigrazione nel tempo a software più aggiornati. Molti studiosi con il proliferare della digitalizzazione selvaggia senza
Nostalgia di mio padre
Ogni giorno sei nei miei pensieri e ogni notte ti cerco nei miei sogni troppo presto papà te ne sei andato in quel mondo da cui più non ritorni, troppo presto lasciasti la mia mano e mi privasti del tuo dolce sorriso, quando ancor di te avevo tanto bisogno ma poche lacrime bagnarono il mio viso.
Mi volevi forte e coraggiosa e mi dicevi sempre “Piccola mia la vita è molto bella quanto avara, quanti dolori, quanta sofferenza ci chiede in cambio per ciò che ci regala.
Ma tu sii sempre fiera di
te stessa, non ti arrendere mai vai sempre avanti puoi farcela ad arrivare in alto tu sei mia figlia, non sei una fra i tanti!”
Ma poi senza di te mi son perduta come un cerbiatto impaurito di tutto mi sono chiusa stretta per difendermi da un mondo che mi sembrava troppo brutto.
Ti chiedo scusa papà se ti ho deluso, se ora non sono come tu volevi, non ce l’ho fatta senza la tua guida ad essere felice in questo mondo, a godere in pieno della vita.
le apposite cautele conservative a lungo termine, parlano del futuro documentario come di un "medioevo digitale", in cui sembra paradossale dirlo, non avremo a disposizione i documenti del nostro presente perché non più leggibili, cerchiamo allora di recuperare il recuperabile, gli addetti comunali diano contezza dello stato delle carte storiche, perché se fosse vero il peggiore degli scenari, Rocca di Papa dal 2019 non dispone più del proprio passato remoto.
M.P. Santangeli intervista il nostro direttore La sommossa del 1867 che sconvolse Rocca di Papa e portò a una decapitazione
In biblioteca giovedì 11 maggio ore 17,00
Sarà la scrittrice Maria Pia Santangeli a colloquiare con il nostro direttore Andrea Sebastianelli in qualità di autore del libro "1867 garibaldini contro papalini, l'insurrezione finita nel sangue", edito dal Segno (pag. 274, € 11,90). Il libro ricostruisce storicamente i fatti drammatici di una sommossa che provocò un omicidio e una successiva condanna a morte. L'incontro si terrà presso la biblioteca comunale di viale Enrico Ferri giovedì 11 maggio alle ore 17,00. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.
Giorni e orari della biblioteca comunale
La biblioteca comunale di Rocca di Papa, istituita il 10 ottobre del 1975, aderisce alla rete del Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani, di cui è anche fondatrice. La biblioteca è ospitata in un palazzetto storico sito in via-
le Enrico Ferri, ed è aperta al pubblico tutta la settimana (con esclusione del sabato e della domenica) secondo i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13; il martedì e il giovedì dalle 15 alle 18.
di Vincenzo Rufini
Nei vari contesti storici che determinano l’esistenza del genere umano si è sempre accompagnato un movimento che ha agito ai margini della storia, quel fenomeno particolare va sotto il nome di Brigantaggio. La maggiore visibilità di tale movimento la si può riscontrare soprattutto nell’Italia post unitaria. Il processo di unificazione della penisola italica è stato infarcito per molto tempo da quell’alone retorico che alla lunga si è rivelato controproducente. Far credere che l’intera penisola anelasse a liberarsi degli autocrati che governavano i singoli staterelli è stato un macroscopico errore. La stragrande maggioranza degli abitanti della penisola era costituita da plebi analfabete, timorose e superstiziose; le quali non avevano la più pallida idea dei progetti cavourriani in merito a una confederazione italiana.
L’unità nazionale fu il processo realizzato dei propositi annessionistici del Regno di Sardegna, supportato dalla condivisione di una minoranza massonica e dall’aiuto di intelligence, finanziario e militare delle potenze europee (Gran Bretagna e Francia), le quali volevano favorire la creazione di uno stato unitario italiano in funzione anti austriaca. Quando l’avventura garibaldina ebbe termine e l’unificazione della penisola divenne un fatto acclarato e compiuto, il nuovo stato italiano stabilizzò la sua presenza nei territori che erano stati dei Borbone, tradendo le promesse fatte alle popolazioni meridionali aventi come base la riforma agraria e la conseguente distribuzione delle terre. I popoli del Sud si ritrovarono, dopo aver appoggiato in massa il passaggio dell’armata di Garibaldi, a dover sottostare a padroni vecchi e nuovi, con l’aggiunta di sempre nuove gabelle ed in più, elemento scatenante la ribellione, la coscrizione obbligatoria.
Ciò favorì l’estensione del brigantaggio meridionale a fenomeno di massa alimentato oltreché da false promesse disattese, dal revanchismo della nobiltà borbonica spodestata e dal clero reazionario. Il brigantaggio, con le sue azioni di guerriglia, segnò il passo di una vera e propria guerra civile. Fu represso in modo autoritario e quasi sempre furono calpestati i diritti della persona in nome della centralizzazione. Una definizione assoluta del fenomeno sarebbe impossibile formularla, tanto è vasta la complessità che lo crea e lo alimenta, ma una definizione parziale può essere data con le parole di Giustino Fortunato, il quale ebbe a definire il brigantaggio: “Un movimento spontaneo, storicamente rinnovantesi ad ogni agitazione, ad ogni cambiamento politico, perché sostanzialmente di indole primitiva e selvaggia, frutto del secolare abbruttimento di miseria e di ignoranza delle nostre
14 ilSegno Aprile 2023
LA STORIA RACCONTATA DA NOI
Il
grande archeologo ambientalista pubblicò un articolo sul Mondo di Mario Pannunzio
Fu così che Antonio Cederna, nel lontano 1956, impedì lo sventramento della vetta di monte Cavo
Un'associaizone fantasma avrebbe voluto costruire quest'opera e il tocco finale nella vicenda è dato da «una
di Andrea Sebastianelli
Rocca di Papa, per la sua altura e la sua bellezza, ha sempre attratto progetti spericolati, sostenuti da progettisti altrettanto spericolati e da politici incapaci di comprendere i danni che queste opere, se realizzate, avrebbero comportato per la vetta sacra agli antichi romani. Fortunatamente questi personaggi hanno sempre incontrato sulla loro strada degli intellettuali e studiosi pronti a fronteggiare, colpo su colpo, le bizzarrìe di architetti e ingegneri. Fu così alla fine del 1889 quando Giuseppe Tomassetti, topografo e professore di antichità medievali, impedì la vendita della Fortezza a un privato cittadino già decisa dall’allora amministrazione comunale. Allo stesso modo verso la metà degli anni Cinquanta del secolo scorso un altro grande intellettuale, studioso e ambientalista della prima ora, Antonio Cederna, si oppose allo sventramento di monte Cavo per la realizzazione di una statua in bronzo alta circa 150 metri (proprio così: 150!) rappresentante un Cristo con la croce. Cederna, che di mestiere faceva anche il giornalista, scrisse un bel resoconto (dal titolo inequivocabile: Il Cristo deriso; che trovate alla fine di quest'articolo) sul settimanale Il Mondo diretto da Mario Pannunzio, in cui metteva in evidenza l’assurdità di quest’opera definita un “Mostro Monumentale”, progettata dagli architetti Bellina, Salvagni e Simoncini e disegnata dallo scultore Torre. Per realizzare questo monumento ossario (nelle intenzioni avrebbe dovuto ospitare le ossa
lunga lettera epistola indirizzata al Sindaco di Rocca di Papa da una dama di Vienna, la quale intimava al
primo cittadino di non rappresentare Cristo con la croce bensì con il Sole, simbolo del Dio Celeste Ariano.
esistente all’Eur sempre all’interno della statua del Cristo.
La Settimana Incom (un cinegiornale che veniva trasmesso in tutti i cinema italiani prima della proiezione del film) il 17 settembre 1855 così annunciava l’opera grandiosa: «Il Cristo leva la mano destra nel saluto romano e con la sinistra si appoggia a un’altissima croce […] nel basamento vi sono una cinquantina di saloni, una chiesa e un anfiteatro. La statua è divisa in quattordici piani collegati con venti velocissimi ascensori. Immaginiamo i ristoranti, le sale da gioco, le camere da letto». «Ma il Cristo si farà o non si
La proposta della scrittrice
farà?» si domandava a un certo punto Cederna. Ecco allora emergere una sorta di scontro tra l’Associazione Christus, fautrice del secondo progetto, e una tal Imelda Spender di Vienna, «ispirata da Dio e fondatrice della nuova religione ariana universale». Da cui si comprende il saluto romano che il Cristo avrebbe dovuto avere nella fantomatica gigantesca statua! In questo marasma non poteva mancare l’allora amministrazione comunale di Rocca di Papa che, ci fa sapere il Cederna, il 1° agosto 1955 approvò in consiglio comunale (a maggioranza socialcomunista) una delibera con cui
roccheggiana
La Rocca di Papa che vorrei idee per il futuro del paese
di Maria Pia Santangeli Comincio con un’asserzione che troverà tutti d’accordo: Rocca di Papa è un bellissimo paese, il suo centro storico è certamente il più caratteristico dei Castelli Romani, il panorama ineguagliabile… E si può continuare. Per questo motivo meriterebbe un turismo numeroso e costante tutto l’anno. Però i turisti da tempo non si vedono. Ricordo la Rocca estiva degli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, affollata di villeggianti che passeggiavano per le vie del paese o nei sentieri dei boschi, il rossastro campo da tennis alla fine dei giardini pubblici, l’albergo Europa con i clienti seduti ai tavolini, i colorati pullman turistici in piazza della Repubblica. Era viva Rocca allora. Ma non si può tornare indietro e neanche vivere di ricordi. Lo sappiamo bene che da allora è cambiato tutto. La villeggiatura stanziale del passato è improponibile ora, il turismo di oggi non sarà che quello del “mordi e fuggi”, una serata o al più una giornata intera trascorsa in paese. Abbiamo pensato una strategia per questo tipo di turismo? Non bastano l’aria pura e il panorama, non c’illudiamo. Una soluzione realistica potrebbe essere-
quella di fare dell’intero centro storico di Rocca un museo diffuso (o itinerante se vogliamo) come ce ne sono tanti in Italia. Immagino che la parola museo faccia subito arricciare il naso, perché si pensa a una cosa antiquata. Al contrario i musei diffusi possono diventare luoghi vivaci, dove il sabato e la domenica si fa musica, si offrono buoni cibi, ci sono mostre di pittura e di fotografia, attori che recitano, bambini trovano giochi e animatori e i negozi restano aperti oltre l’orario consueto. Ma noi, oltre tutto questo, abbiamo altro da offrire (questo è quello che si può definire letteralmente museo diffuso, con tanto di piccola guida scritta che guidi, appunto, i turisti lungo il percorso): la visita ai murales e al Museo Geofisico, una mostra permanente dei vecchi lavori nei boschi con strumenti e fotografie d’epoca (vent’anni fa ho steso il progetto di un museo del bosco, mai considerato dalle varie amministrazioni). Inoltre il vecchio lavatoio -un pezzo di storia delle donne-, un museo del vino in una bella cantina -al momento privata- nella quale si trova già tutto quello che serviva una volta per fare il vino. La stessa cantina potrebbe anche essere utilizzata come centro di documentazione degli anni di guerra, essendo
dava il benestare all’opera. Non solo, il 2 ottobre di quello stesso anno, presso il Cinema Cavour (dove oggi si trova Acqua e sapone) «un tal avvocato Rizzo, in qualità di presidente-fantasma dell’associazione Christus, tiene l’annunciata conferenza di cui ignoriamo l’andamento e l’esito». Ma dopo un anno, scriveva sempre il Cederna sul Mondo, «gli ambienti responsabili di Rocca di Papa non ne parlano volentieri. Da tempo la zona dei Castelli è vittima di volgari iniziative: altra volta abbiamo parlato dello sgangherato e indecente “complesso alberghiero” intitolato a Traiano, che un non meglio identificato ing. Caroni sta costruendo sotto le mura dell’Abbazia di Grottaferrata». Segno evidente che le mani dei cementificatori erano già al lavoro in tutti i Castelli Romani già dopo la fine della guerra. Il tocco finale nella vicenda della statua di monte Cavo, è dato da «una lunga lettera epistola indirizzata quest’anno (1956, n.d.a.) al Sindaco di Rocca di Papa da una dama di Vienna (si tratta di quell’Imelda Spender di cui sopra, n.d.a.) la quale dice di ricevere, ormai da venti anni, la rivelazione dello Spirito Santo, e intima al sindaco di Rocca di Papa di non rappresentare Cristo con la croce [bensì con] il Sole, simbolo del Dio Celeste Ariano. Quindi - concludeva Cederna - da brava razzista mistica e decadente, consiglia di onorare Cristo con pure costruzioni di colonne greche e termina invitando il signor sindaco a recarsi da lei a Vienna per essere catechizzato nella nuova religione ariana». Ma come rispose il sindaco? «Non sappiamo cosa abbia risposto il primo
di tutti i 200 mila caduti della seconda guerra mondiale) venne formato anche un comitato promotore a cui aderirono anche «i senatori e onorevoli Vittorio Emanuele Orlando, Luigi Gasparotto, Giuseppe Romita (che proprio sotto monte Cavo aveva un villino, n.d.a.), Giuseppe Micheli, Guido Gonella e Camillo Corsanego. A un certo punto questo progetto cedette spazio a un secondo che invece dell'ossario prevedeva la realizzazione di un Museo della Civiltà sul modello di quello cittadino di Rocca di Papa, che ci dicono sia ora democristiano, e quanto alla singolare associazione Christus, ci siamo recati venti giorni fa alla sua sede romana in via del Tritone 53 per aver maggiori e definitive informazioni. La portiera, corrugando la fronte in uno sforzo di memoria, ci ha risposto che da molti mesi l’associazione è scomparsa senza lasciare indirizzo».
Venti anni dopo, verso la metà degli anni Settanta, altri progettisti-stregoni dai grandi capitali avrebbero messo le mani sulla vetta di monte Cavo e, questa volta, senza un Cederna o un Tomassetti a vigilare, le cose andarono come tutti sappiamo.
plare la plastica, ma essere plastic free. Questo ci darebbe una connotazione particolare, unica almeno nei Castelli. Sogni? Sono sicura di no. In questo momento ci sono finanziamenti europei e regionali da utilizzare. Certo bisogna seguire i bandi, fare i progetti, un po’ di fatica bisogna pur farla (Velletri ha creato una rete di associazioni -si chiama proprio Rete- che ha ricevuto molti finanziamenti dalla Regione). Io stessa con il progetto della Notte verde (2007) ho ricevuto, tramite l’associazione l’Osservatorio, che fondai nel 1996, un finanziamento dalla Regione. Intanto, per cominciare, troviamo un posto per i pullman turistici in piazza della Repubblica. Non sono brutti i pullman, anzi portano allegria, denaro e molti vacanzieri. Un luogo adatto potrebbe essere il piccolo tratto che costeggia via di Marino, per esempio. Verrebbero eliminati solo due posti auto. Per la prossima estate intanto pensiamo a un inizio con “le cantine aperte” lungo una o due strade, come ho visto all’Isola del Giglio. Possono essere utilizzati anche molti negozi dismessi.
stata un rifugio durante la seconda guerra mondiale. E non dimentichiamo i sentieri dei boschi e la Via Sacra già frequentati da molti amanti della natura che però spesso non entrano proprio in paese. Offriamogli il modo di pernottare per qualche notte nelle piccole case del centro storico, nella modalità che va sotto il nome di “albergo diffuso” (il comune di Nemi lo ha organizzato).
Inoltre ogni attività, a cominciare dai contenitori per i cibi, non dovrebbe contem-
Non potendo scendere nei particolari termino con un augurio al sindaco o alla sindaca che guideranno Rocca di Papa per i prossimi anni: che vogliano ascoltare i cittadini che hanno idee anche se non appartengono alla loro area politica. Questo naturalmente se si cerca il bene comune.
E a tutti i candidati futuri consiglieri o assessori un altro augurio: che si chiedano, parafrasando J. Kennedy il giorno del suo insediamento alla Casa Bianca: non ti domandare che cosa Rocca di Papa farà per te, ma chiediti che cosa farai tu per Rocca.
15 CULTURA ilSegno Aprile 2023
disegni del maestro Franco Carfagna
Butta butta... il padrone contadino
La vita nei modi di dire
A cura di Enea Trinca
Se gli ignoranti volassero, ai nostri politici bisognerebbe dargli da mangiare con la fionda. Non c’è differenza tra credere ai politici e credere a Babbo Natale. Ma è pur vero che c’è una bella differenza fra i politici e Babbo Natale! Non provare mai rimorso per quello che hai pensato dei tuoi amici; loro hanno pensato di te cose peggiori.
Ho conosciuto uno talmente avaro che in punto di morte ha rimpianto i soldi della bara.
Chi va con lo zoppo... arriva tardi!
Due ciechi si incontrano e se le danno di santa ragione perché non si potevano vedere.
Temo le cambiali e i pidocchi perché mi creano troppi grattacapi.
Quando si divorzia, la colpa è sempre di tutti e tre.
Rocca di Papa, nel corso della sua storia, ha conosciuto tanti personaggi particolari, degni di essere ricordati nella memoria di tutti i roccheggiani: boscaioli, fiorai, vignaioli, contadini, mulattieri, impresari. Con questo disegno il maestro Franco Carfagna ne vuole ricordare uno in particolare, noto per la sua bontà e, proprio per questo soprannominato “Butta butta”. Tra poco capirete perché.
Lui era un produttore di vino, olio, frutta, olive e miele e i suoi terreni erano diffusi un po’ dappertutto a Rocca di Papa: dalle “Galegara” (odierne Calcare) a “Catorzu”, da “Colle delle streghe” (oggi chiamato Colle delle fate) a ‘e rotte ‘ell’acqua, fino
“dello a Sebastiani”. Insomma, era un vero signorotto di paese che dava lavoro a tanta brava gente. Alcuni erano operai fissi, altri stagionali, a seconda del lavoro che c'era da fare. Soprattutto gli impiegati a lungo termine, conoscendo il suo carattere che potremmo definire un po' bonaccione, gliene combinavano di tutti i colori. Vogliamo ricordare, in particolare, uno scherzo rimasto nelle menti di diverse generazioni di roccheggiani.
Ogni squadra di lavoratori doveva svolgere una mansione specifica sotto gli ordini di un caporale, detto “capoccetta”, nominato dallo stesso imprenditore. C’erano le squadre adibite alle vigne, quelle ai bo-
schi e altre ancora agli orti e agli animali come pecore, capre e cavalli. Poi c’erano le squadre che dovevano provvedere alla pulizia delle stalle e alla cura delle cantine che dovevano ospitare il prodotto dei raccolti. Infine c’erano gli operai che si occupavano della produzione del vino e dell’olio. E proprio da loro partì lo scherzo che aveva anche una finalità di guadagno (ovviamente per loro stessi).
Che cosa fecero? Dopo aver catturato un “soricicchiu” (un piccolo topo), “piènnulu pe ‘a coda” (prendendolo per la coda) lo inzuppavano per bene durante lo svasamento del vino o dell’olio, facendo credere al padrone che l’avevano trovato dentro la dami-
giana che stavano travasando. Allora lui, senza un minimo di esitazione, gridava loro la sua decisione: “Butta, butta!”, intendendo che potevano gettare il contenuto della damigiana poiché non poteva essere venduto per questioni igieniche. A quel punto però, gli operai-furbacchioni, invece di svuotarla “au fuossu du Carpinu”(si tratta del fosso che si trova in piazza Valeriano Gatta, dove oggi c'è un parcheggio multipiano e dove all'epoca il padrone-bonaccione aveva le sue cantine (praticamente dove oggi ci sono le “moniche tedesche”), la nascondevano in un posto sicuro per poi dividersi il contenuto la sera stessa.
Fu così che al brav’uomo toccò la nomèa di “Butta butta” per tutta la vita.
A PROPOSITO
DI MONTE CAVO
Ho seguito recentemente l'iniziativa dell'associazione Italia Nostra presso la biblioteca sull'area di monte Cavo fatta oggetto di un contenzioso tra il Comune e una società. Quello che ho visto non ha giustificazioni. Perché il nostro Comune non risolve finalmente questo contenzioso riprendendosi ciò che è sempre stato suo? Non riesco a comprendere quali ragioni possano aver provocato un tal misfatto ai danni di tutti noi cittadini. Io ricordo il monte Cavo dei tempi belli, quando lassù ci si sentiva come in paradiso. Chi pagherà per tutto questo?
Ci sarà la parola fine? E perché il Comune sembra fregarsene così platealmente?
Leandro Ranucci
CONFRONTO TRA
I CANDIDATI SINDACI
Sto seguendo come tutti i miei concittadini questa campagna elettorale tra i candidati sindaci.
Devo dire che questa campagna elettorale non mi sta piacendo. Io in famiglia ho addirittura due candidati nelle liste e quello che dico ai miei nipoti è che il voto si dividerà senza dei vantaggi per nessuno. Loro non saranno eletti mentre quelli che hanno più esperienza ce la faranno. Secondo me era molto meglio quando non c'erano tutte queste liste e i candidati sindaci erano sostenuti ciascuno da uno schieramento. Era tutto più semplice e anche più comprensibile. Speriamo bene per la nostra Rocca bella. mail firmata
DISCARICHE ABUSIVE
E ALBERI TAGLIATI
Caro direttore, ho appreso con gioia che il Segno è tornato dopo tanto tempo. Noi cittadini dobbiamo conoscere le cose che accadono e senza il tuo giornale è tutto più complicato perché nessuno fa sapere che succede nel paese e nel Comune. In
piazza, con gli amici del bar, parliamo per esempio di quello che sta capitando nei boschi, dove i tagli degli alberi stanno provocando grandi disastri. Si taglia sempre di più, si taglia tutto. Pri-
ma ci si limitava a tagliare i castagni mentre adesso non si ha rispetto per niente. Però mi domando se sia lecito tutto questo o se qualcuno se ne sta approfittando. Il bosco che noi ricordia-
Aiutatemi a ritrovare la gattina Nala
Spettabile Redazione, mi permetto di scrivervi perché spero possiate darmi un briciolo di speranza. Dal 12 Aprile è sparita da casa la nostra adorata gatta Nala. Ho fatto ricerche approfondite su tutto il territorio, consegnato moltissimi volantini, ma di lei nessuna buona notizia. Sono profondamente preoccupata, come potete immaginare, perché non so cosa possa esserle successo. Scrivo pertanto a voi chiedendovi, con tutto il cuore, se fosse possibile pubblicare il mio appello:
“Cerchiamo disperatamente la nostra adorata gatta Nala, pelo corto bianco e tigrato grigio/ nero, razza europea, smarrita il 12 Aprile 2022 a Rocca di Papa in via Focicchia, vicino a via Frascati. È molto affettuosa e socievole. Ha 3 anni ed è sterilizzata. Sono disposta a una ricompensa a chi mi restituirà la nostra micia Nala. Siamo in pensiero e forte apprensione. Se la vedete
contattatemi, oppure scattategli una fotografia e datemi la posizione. Accorrerò al più presto. Per favore, controllate le vostre cantine, box, soffitte, locali chiusi, ecc. Inoltre, vi chiedo di segnalarmi eventuali colonie feline in zona, o persone che in genere offrono cibo ai randagi. Potete contattarmi al 3482267778. Grazie.
Roberta
mo ormai non c'è più, c'è solo voglia di guadagnare soldi. E che dire poi delle discriche che deturpano l'ambiente. Alle Faete ormai se ne contano a decine mentre quelli del Parco non si vedono. Solo le multe e le denunce possono fermare questo schifo. Saluti direttore.
Antonio Botti
CENTRO STORICO
E RIFIUTI
Abito sotto piazza Vecchia e volevo segnalarvi affinché possiate occuparvene, ciò che si sta verificando negli ultimi tempi. Le strade qui non vengono più spazzate e i rifiuti rotolano per giorni. Poi ci sono quelli che gettano i materassi dove gli capita. E anche in questo caso rimangono per intere giornate prima che la ditta li porti via. Il centro storico di Rocca di Papa è sempre stato pulito anche perché chi ci abita ci tiene. Fatemi sapere a chi posso segnalare questa situazione affinché possa in-
tervenire. Grazie Felicetto Calvisi
VIAGGIARE È UN'ODISSEA
Prendere i bus del Cotral sta diventando un'odissea. Qualche giorno fa sono rimasta in attesa della corsa per oltre mezz'ora rispetto all'orario previsto. L'autista ha poi detto che c'era stato un inconveniente non dipeso da lui. Però io sono arrivata tardi al lavoro e questo mi ha provocato dei disagi. Per avere un servizio funzionante che bisogna fare? I cittadini che viaggiano tutti i giorni, i cosiddetti pendolari, non possono farsi il segno della croce tutte le mattine sperando che il bus parta regolarmente. Questa situazione va risolta. Già il traffico è motivo di continui ritardi, se poi ci si mette anche il Cotral non ne usciamo più. Perché non promuovete una raccolta di firme per segnalare l'accaduto?
Monica Giannini
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LETTERE PROPOSTE PROTESTE E RECLAMI Via dei Monti 24, 00040 Rocca di Papa (Rm) - ilpiccolosegno@libero.it - ilsegnonews.com @
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