Segno
il
DA 19 ANNI DALLA PARTE DEI CITTADINI
Rocca malata AL VOTO chi ti guarirà? Anno
19 n. 4 - SETTEMBRE 2020
Il Segno di Rocca di Papa Rocca in cammino
Segno
to Un vilofuturo per
il
ROCCA DI PAPA
per scegliere il nuovo sindaco Sei i candidati
È una cittadina da visitare: la prognosi è riservata la diagnosi contaminata e la terapia inadeguata
Veronica Cimino
Elisa Pucci
Rocca di Papa va al voto in un momento molto difficile della sua storia moderna. Non è più un luogo turistico, non è più in grado di garantire un lavoro ai suoi giovani, non sa neppure gestire adeguatamente la risorsa boschiva e ambientale che possiede, non ha più nemmeno una sede municipale. E i soliti politici non sembrano all’altezza delle aspettative.
Massimiliano
Calcagni
ANTENNE
VIVARO
La Corte dei Conti sulla nuova società A PAGINA 3
I giudici al Comune: trova un sito alternativo
Andrea Croce
A PAGINA 4
Enrico Fondi
MONDO MIGLIORE
Come sono stati utilizzati i 120.000 € dati per la sicurezza del centro? A PAGINA
5
Sulle tracce di Albalonga
Il Prof. Grandazzi svela le origini A PAGINA 15
Marco D’Antoni
ALL’INTERNO TUTTE LE LISTE
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A Rocca di Papa neanche 1 € Non sappiamo fare i progetti
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il Segno - SETTEMBRE 2020
Chiuso il bando regionale da 780.000 euro L’A RG O ME NTO
di GIOVANNI MANCINI
Quanto sarà arrivato a Rocca di Papa dei 780.000 euro stanziati dalla Regione Lazio per la realizzazione di iniziative di promozione della cultura e dello sport, di animazione territoriale e di inclusione sociale? Zero.
L’avviso, pubblicato sulla Gazzetta Regionale del 18 giugno 2020 e chiuso il 20 luglio, si rivolgeva alle associazioni culturali e di categoria, a quelle sportive e alle cooperative a carattere sociale con lo scopo di sostenere progetti e iniziative di promozione, valorizzazione e animazione sul proprio territorio, con particolare riguardo ad alcuni ambiti quali quello culturale, sportivo, ambientale, della sostenibilità e dell’inclusione sociale. Decine di associazioni del Lazio hanno presentato proposte e progetti, tanto che Lazio Innova, la società regionale curatrice del bando, ha dovuto dichiarare anticipatamente chiusi i tempi previsti per la presentazione delle proposte. I 780.000 euro sono finiti in poche settimane.
Scorrendo l’elenco delle proposte, sia quelle ritenute idonee sia quelle giudicate dalla commissione non ido-
Per seguire le polemiche, le discussioni, i retroscena e ciò che nessuno ti vuol far sapere, segui su Facebook ROCCA IN CAMMINO, la pagina gestita dalla nostra Daniela Di Rosa, la polemista N. 1!
nee alla concessione del contributo, scopriamo che nessuna realtà associativa roccheggiana ha presentato progetti. Anche in questo caso: zero.
Allora bisogna iniziare a domandarsi che tipo di associazionismo esiste nel nostro paese se non è nemmeno in grado di avanzare idee per il territorio. Eppure sulla carta Rocca di Papa ha decine di associazioni. Ma evidentemente il discorso da fare è sulla qualità di queste associazioni. La sensazione è che la maggior parte di queste sia nata solo per attingere ai pochi contributi comunali e niente più. Se non si esce da questa logica localistica e non si capisce che ormai vanno avanti solo le idee innovative e in grado di attrarre finanziamenti regionali o addirittura europei, nessun
progetto di rinascita potrà riguardare Rocca di Papa.
Il bando regionale da 780.000 euro, stanziava contributi tesi a coprire il 100% dei progetti, fino a un massimo di 35.000 euro. Possibile che associazioni di Velletri e di altri comuni della Provincia riescano a ottenere contributi sostanziosi mentre qui a Rocca non riescono nemmeno a presentare le domande? Veramente si pensa che sia sufficiente conoscere questo o quel consigliere regionale per accedere ai fondi pubblici? Al massimo queste conoscenze possono portare qualche migliaio di euro ma finché non saremo in grado di avere delle belle idee e dei buoni progettisti in grado di scriverle, Rocca di Papa è destinata a restare ai margini del “mercato” culturale del Lazio.
la pagina F acebook più odiata d ai politici di Rocca di Papa
il Segno - SETTEMBRE 2020
Rocca di Papa
N OTIZIE
IN FOR M AZION E
PAGINA 3
ATTU AL ITÀ
Vivaro, la Corte dei Conti giudica inammissibile l’istanza del Comune
Per il Collegio giudicante la richiesta dell’amministrazione è tardiva
di ANDREA SEBASTIANELLI
Una panoramica del Vivaro
Avete fatto tutto da soli e adesso chiedete un nostro parere? Si potrebbe sintetizzare così la risposta della Corte dei Conti alla richiesta di parere inviata dall’amministrazione comunale sulle procedure atte a costituire la società di scopo per la gestione del centro equestre del Vivaro.
Una richiesta ritenuta semplicemente inammissibile dal collegio giudicante riunitosi il 13 settembre 2019. Ma che cosa chiedeva specificatamente la vicesindaco Cimino? Se il Comune di Rocca di Papa poteva costituire una società con la FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) a cui affidare, senza un bando di gara, la gestione del centro equestre del Vivaro. Il problema è che, in base all’accordo sottoscritto con la FISE stessa e con l’Agenzia del Demanio, entro il 31 gennaio 2019 il Comune avrebbe dovuto costituire questa società di scopo. Scadenza non rispettata. Malgrado questo la Cimino vorrebbe portare in consiglio comunale il punto sulla sua approvazione.
Eppure sulla richiesta di parere, la Corte dei Conti si è così espressa: “Il Collegio ritiene che la richiesta avanzata dal Comune di Rocca di Papa, così come formulata e articolata, sia oggettivamente inammissibile [...]. Il quesito posto appare del tutto generico e piuttosto rivolto a conoscere l’opinione della Sezione (la Corte dei Conti regionale, n.d.d.) sulla legittimità di un’operazione specifica che si colloca nella fase attuativa di una scelta strategico-gestionale già in-
trapresa dall’Ente (il Comune di Rocca di Papa, n.d.d.) con atti formali”. Insomma, il Comune si aspettava la benedizione della Corte dei Conti per dare il via libera alla costituzione di questa società di scopo e invece la Corte ha risposto picche. Circa il protocollo d’intesa sottoscritto ormai due anni fa, quest’ultimo nella sentenza viene definito “atipico” visto che il partner scelto in modo diretto, cioè la FISE, ha personalità giuridica di diritto privato.
Ancora una volta emerge un’incapacità di fondo dell’amministrazione comunale che dalla presa di possesso dei Pratoni del Vivaro avrebbe dovuto correre spedita verso la definizione dei punti contenuti proprio nel protocollo d’intesa con la FISE e con il Demanio, a cominciare dalla costituzione della società di scopo. A tal proposito, la stessa Corte dei Conti scrisse all’ammini-
strazione il 14 marzo 2019, chiedendo specifiche notizie circa la mancata costituzione di questa società di scopo. La giustificazione addotta dal Comune appare quantomeno forzata (per non dire ridicola): “A fronte della richiesta della Corte dei Conti del 22 gennaio 2019, veniva sospeso a fini prudenziali l’avvio dell’iter di costituzione della società”. Cioè, la colpa della mancata costituzione della società, secondo il Comune, è della Corte dei Conti, colpevole di aver chiesto notizie sul Vivaro il 22 gennaio 2019. Quello che emerge da questo goffo tentativo di giustificare un imbarazzante ritardo, è che al 22 gennaio l’amministrazione comunale non aveva ancora avviato l’iter per costituire la società di scopo, la cui scadenza era fissata una settimana dopo, il 31 gennaio. Non avendo fatto nulla per sei mesi (dal 31 luglio 2018 al 22 gennaio 2019), a sette giorni dalla
scadenza prevista dal protocollo d’intesa, il Comune avrebbe iniziato e addirittura concluso l’iter per costituire la società con la FISE. Se non ci fosse da ridere, si dovrebbe solo piangere!
E oggi il Collegio della Corte dei Conti ha dato la sua stoccata finale, rispedendo al mittente, cioè alla Cimino, la questione. E lo ha fatto rilevando, infine, come i dubbi mostrati dal Comune rispetto alla legittimità del proprio operato, siano anche tardivi. Scrive il Collegio: “L’istanza difetta in radice di quel carattere preventivo che ne consentirebbe la trattazione in sede consultiva”. Come a dire: vi siete svegliati troppo tardi. Un ritardo provocato da un’approssimazione amministrativa di cui il Vivaro non aveva proprio bisogno. E meno male che questi sono i competenti, se fossero stati incompetenti che cosa avrebbero combinato?
Il Tar invita il Comune a trovare un sito alternativo per le antenne 4
il Segno - SETTEMBRE 2020
La vicesindaco ha preso una sberla dai giudici ma non se ne è accorta R OCCA D I PA PA
di ANDREA SEBASTIANELLI
Il Tar del Lazio ha rigettato sette degli otto ricorsi presentati dalle aziende radiotelevisive di Madonna del Tufo a Rocca di Papa. La decisione è stata presa lo scorso 7 luglio ma le sentenze, al di là della soddisfazione manifestata dalla vicesindaco, dicono anche un’altra cosa, forse l’elemento più rilevante: «il Tribunale auspica che il Comune individui con rapidità un sito alternativo» come previsto dalla delibera regionale n. 492 del 2017 (delibera fortemente voluta dall’ex sindaco Crestini).
Traducendo in un linguaggio più concreto possiamo dire che i 6 box e i 9 tralicci abusivi non saranno rimossi fino a quando non sarà trovata un’area dove trasferirli. La soddisfazione espressa dalla Cimino, dunque, è incomprensibile alla luce di questo auspicio dei giudici. La vicesindaco può seguire due strade: ignorarlo o dirci come intende muoversi nella scelta di un sito alternativo (peraltro già individuato nel 2019 dal Ministero dello Sviluppo Economico presso l’ex cava di via Rocca Priora).
Nelle precedenti sentenze relative a monte Cavo i giudici, circa la mancata indivi-
duazione di un sito, si erano limitati a evidenziare che «è irrilevante il richiamo alla impossibilità di concreto trasferimento in un sito alternativo rispetto alla natura indubitabilmente abusiva dell’opera».
Anche oggi il Tar ribadisce che «la circostanza che l’amministrazione non abbia rinvenuto un sito alternativo non elimina l’abusività delle opere» ma ha ritenuto opportuno invitare il Comune a trovare con rapidità un’alternativa. La patata bollente torna così nelle mani dell’amministrazione che paga quattro anni di ritardo nelle decisioni da prendere.
C’è, infine, la questione degli affitti che le emittenti radiotelevisive di Madonna del Tufo pagano: a chi versano questi soldi? Ai Padri Trinitari o a qualche società? A quanto ammonta annualmente tale cifra? Tali versamenti sono messi in bilancio? Insomma, oltre agli aspetti puramente urbanistici ci sono anche quelli di natura più propriamente economica e fiscale a cui, stranamente, nessuno sembra interessarsi. E ancora: perché il Comune non ha mai chiesto il pagamento dell’Imu per le strutture metalliche di Madonna
del Tufo considerando che stanno lì da alcuni decenni e visto che fino al 2016 la normativa tributaria ne prevedeva l’incasso? A quanto ammontano questi mancati introiti? Chi ne è responsabile? L’unico che ha provato a
Tralicci a Madonna del Tufo
trovare delle risposte a queste domande è stato l’ex assessore al bilancio Vincenzo Rossetti, costretto poco dopo a dimettersi. Come vedete, anche per le antenne di Madonna del Tufo, al pari di quelle di monte Cavo, sono ancora molti gli aspetti su cui fare piena luce.
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Il mistero dei 120.000 € dati per la sicurezza di “Mondo Migliore” il Segno - SETTEMBRE 2020
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Il contributo venne concesso dal ministero per il centro di accoglienza
di MARCELLO MORRONE
Abbiamo ritrovato tra i documenti di Bilancio del Comune di Rocca di Papa, un atto datato 30 luglio 2019, in cui si prendeva atto del contributo di 180.000 euro concesso dal Ministero dell’Interno (ministro era ancora Salvini) per il centro di Mondo Migliore. Questi soldi dovevano essere spesi così: 120.000 € per "la messa in sicurezza delle zone circostanti il centro di accoglienza" e 60.000 € per "i servizi socio-educativi degli ospiti del centro stesso". A distanza di un anno, notiamo che nessun politico di Rocca di Papa, sia di maggioranza sia di opposizione impegnati in campagna elettorale, si ricorda di questo sostanzioso contributo. Abbiamo quindi una domanda da fare: volete far sapere ai cittadini di Rocca di Papa come sono stati spesi
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questi soldi, visto che tutti siete oggi concordi nel dire che la sicurezza di “Mondo Migliore” è a rischio? Invece di accusare gli ospiti del centro di essersi presi il coronavirus (quando solo il 10% sarebbe risultato positivo al covid), cominciate a togliere la polvere dalle carte che riguardano i contributi arrivati a Rocca di Papa in virtù del fatto che ospita uno dei più grandi centri per migranti della provincia di Roma.
Tutti i candidati a sindaco di Rocca di Papa invocano oggi sicurezza e chiedono al Ministero dell’Interno di garantirla in ogni modo, ma dimenticano di dire che il Ministero inviò un contributo finalizzato proprio alla «messa in sicurezza delle zone circostanti il centro di accoglienza». Soldi che dunque avrebbero dovuto già garantire quella sicurezza tanto invocata. Nessuno sembra voler rispondere alla domanda su come sia stato
speso questo denaro, a cominciare dalla candidata a sindaco Veronica Cimino, attuale vicesindaco reggente. Se è comprensibile che la maggioranza rimanga in silenzio su questo tema, meno comprensibile è il silenzio dei suoi avversari. Andrea Croce, Elisa Pucci, Enrico Fondi, Marco D’Antoni e Massimiliano Calcagni, tutti candidati a sindaco, non sembrano intenzionati a scoprirlo visto che nessuno di loro ha rilanciato la do-
manda fatta dal Segno il 16 agosto scorso sulla sua pagina Facebook a proposito di questi 120.000 euro (eppure sarebbe un modo per mettere alle strette l’attuale maggioranza). Segno evidente che l’inciucio è già in atto e nessuno intende rompere le alleanze in vista dell’eventuale ballottaggio. Evidentemente preferiscono gridare slogan privi di senso invece di cercare risposte concrete. È sicuramente più facile e meno impegnativo! Il documento datato 30 luglio 2019
Stanno tutti bene i bambini del centro di accoglienza 6
Sono undici i piccoli risultati positivi al Covid RO CC A DI PA PA
Il centro di accoglienza “Mondo Migliore” è stato al centro dell’emergenza Covid. Tra gli ospiti risultati positivi ci sono anche diversi bambini, le cui condizioni non destano preoccupazioni. In totale si tratta di 11 bambini di età compresa fra i 4 mesi e i 7 anni. Il primo bambino nigeriano di appena un anno, venne portato al Bambin Gesù di Palidoro il 21 agosto dopo essere risultato positivo. Dopo le cure è stato dichiarato guarito e ora è stato trasferito in un’altra struttura dove sta concludendo la cura. Fra questi 11 bambini, cinque sono di origine nigeriana, due arrivano dalla Turchia e uno dal Pakistan. Ma ci sono anche 3 bambini (di 4, 5 e 7 mesi), nati proprio qui ai Castelli Romani, due ad Ariccia e uno a Genzano. Sui loro documenti i Castelli Romani sono già la loro identità geografica. Sono
Il centro di accoglienza di via dei Laghi
dunque castellani a tutti gli effetti, con buona pace dei razzisti nostrani che vorrebbero ripristinare la razza come elemento distintivo tra le persone. Per quanto riguarda le condizioni dei bambini risultati positivi agli esami, stanno tutti rispondendo bene alle cure e presto potrebbero essere dichiarati guariti del
tutto, così potranno riprendere il loro cammino nella vita che, a quest’età, dovrebbe essere fatto soprattutto di giochi. A questi 11 bambini, al pari di tutti gli altri, auguriamo un futuro felice e sereno, sia che rimangano nel nostro Paese sia che decidano di andare in qualsiasi altra parte del mondo. Daniela Di Rosa
il Segno - SETTEMBRE 2020
Asfalto a via Roma
Lunedì 14 iniziano i lavori di messa in sicurezza
Cominceranno lunedì 14 settembre i lavori per rifare il manto stradale di una delle strade principali di Rocca di Papa, via Roma. Da almeno un decennio questa strada aspettava un restyling completo, e adesso è stato possibile grazie al contributo di 154.000 euro concesso dalla Regione Lazio al Comune. Un contributo concesso a tempo di record considerato che fra la richiesta avanzata dall’amministrazione e il via libera della commissione è passato solo qualche giorno. Finalmente i numerosi roccheggiani che abitano lungo via Roma potranno tornare a sentirsi cittadini normali e non di serie B, visto che percorrere l’arteria era diventata un’avventura a causa delle numerose buche e dell’asfalto ormai in frantumi. Ci volevano le elezioni per rimetterla a nuovo!
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Un salto di qua e uno di là... La politica è un club di scambisti
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In scena il solito minestrone di politici legati agli imprenditori locali il Segno - SETTEMBRE 2020
R O CC A D I PA PA
disastroso connubio politica-imprenditoria che da decenni devasta il territorio (e di farlo rigorosamente da “civici”, perchè simboli di partito erano praticamente tutti in mano ai Galli/Ferri), iniziarono a “combattersi” tra loro per... accaparrarsi il simbolo di un partito! Uno qualunque! L'importante era entrare a far parte del club: “tutti gli uomini degli imprenditori”, da qui gli scandalosi cambi di casacca, di opinione, e il “leccaculismo” spinto fino alla nausea di molti candidati consiglieri. Un bel minestrone tra centrosinistra, centrodestra e la coalizione a sostegno della Cimino da far venire i brividi e mettere paura persino al re del thriller Dario Argento.
di DANIELA DI ROSA
Tutto cominciò a marzo, quando il governo, causa pandemia, posticipò a settembre le elezioni amministrative che si dovevano tenere a maggio.
In quei giorni nella nostra cittadina si consumarono tradimenti, accordi, inciuci, ritiri, rifiuti e unioni inquietanti. In riunioni più o meno segrete vennero scartati nomi e imposti altri, candidati del Pd diventarono candidati per Fratelli d'Italia, sostenitori della destra diventarono candidati piddini, sostenitori di “Insieme per Rocca di Papa” diventarono candidati per la Lega, grillini in cerca d’autore si spostarono da destra a sinistra, al centro.
Una sconosciuta neo-grillina annunciò la sua candidatura nel M5S, salvo poi ritirare tutto e minacciarmi di querela perchè avevo condiviso il suo annuncio, per un mese si trasformò in sponsor di “eventi” poi di nuovo riannunciò la sua candidatura nel M5S. Ma allora perchè denunciarmi? Mistero. Una ex vicesindaco che due anni prima definì Rocca di Papa “città mafiosa” dove politici e imprenditori “banchettavano” insieme a danno della collettività, si riavvicinò a quei politici e a quegli imprendi-
tori e si candidò con loro.
Due grossi imprenditori locali, Galli/Edilmostra e Ferri/La Foresta, imparentati tra loro, è come se si fossero divisi i partiti: all'imprenditore Galli (marito dell'imprenditrice Antonella Ferri) andò il centrosinistra (il candidato sindaco del Pd è suo nipote), all'imprenditore Ferri, tramite la moglie Cinzia Botti improvvisata coordinatrice della Lega, andò tutto il centrodestra, e fin qui ci siamo... Poi c'è l’altra sorella, Vanda Ferri, madre dell’ex sindaco che sostiene la Cimino. Tre fratelli e un
cognato, tutti imprenditori che sostengono tre coalizioni fintamente contrapposte e che si sono scambiati anche i candidati.
E fu a marzo che tutti quelli che per un anno avevano dichiarano di voler fermare il
Politici e imprenditori come sempre hanno fatto accordi per i loro interessi, il tradimento vero è stato verso gli elettori e il paese intero.
Io dopo dieci anni di appelli all’astensione, torno a votare, questa volta non voglio e non posso restare a guardare!
È arrivato il momento di chiudere l’isola ecologica di Valle Vergine 8
il Segno - SETTEMBRE 2020
A ridosso di un fosso naturale e delle abitazioni, deve essere sostituita RO CC A DI PA PA
Colto da un malore
di ROBERTA PUGLISI
Muore operatore della Del Prete Aveva 49 anni
L’isola ecologica di Rocca di Papa non sembra più in grado di restare dove si trova oggi, in via Borgo Valle Vergine Campagna, a poche decine di metri di via delle Barozze, in una posizione infausta e dall’accessibilità ridotta.
Il nostro paese ha raggiunto una popolazione di 18 mila abitanti ed è assurdo che nessuna amministrazione comunale abbia ancora pensato a un luogo alternativo dove collocare quest’area che, nel servizio di raccolta dei rifiuti, è diventata un elemento fondamentale per la sua organizzazione. Chi ha usufruito di questo servizio, magari portando i residui delle potature oppure per disfarsi di qualche vecchio elettrodomestico sa bene quanto sia inadeguata l’isola
L’isola ecologica di Rocca di Papa (foto d’archivio)
ecologica di Rocca di Papa. Uno spazio ristretto, gran parte in salita, pieno di cassoni scarrabili che rendono il movimento al suo interno difficile e pericoloso, considerato che gli utenti vi possono accedere con le automobili. Bisogna poi tener conto che quest’area si trova a ridosso
di un fosso naturale e di un depuratore delle acque, oltre che a confine di diverse abitazioni che da troppo tempo sopportano i rumori del movimento dei mezzi e dei miasmi che soprattutto d’estate, vuoi per la presenza di mezzi pesanti che trasportano rifiuti, vuoi per alcuni odori che i rifiuti comunque producono, si fanno sentire.
Per info:
Non c’è stato niente da fare per l’autista della ditta Del Prete, morto all’interno dell’isola ecologica di Rocca di Papa, mentre stava effettuando delle manovre con un mezzo pesante. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo, di 49 anni e residente a Lariano, stava uscendo dall’area mentre sarebbe stato colto da un improvviso malore. A nulla sono valsi i soccorsi e, giunto in ospedale, i medici hanno solo potuto constatarne il decesso. Lascia la moglie e due bambini. La vicesindaco di Rocca di Papa ha espresso il cordoglio dell’intera cittadinanza alla famiglia della vittima.
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Quattro anni di gestione Cosa ci lascia la Cimino? il Segno - SETTEMBRE 2020
fondazione farlocca Dal concorso ad personam all’Anac fino alla tragedia La San Giovanni Bosco
R O CC A D I PA PA
di DANIELA DI ROSA
Ci lascia una serie di complotti tra maggioranza e quasi tutta l’opposizione. Ci ha lasciato la fuga di nove segretari comunali in soli 3 anni, record negativo se non mondiale sicuramente nazionale di cui non andare troppo fieri.
Ci lascia la fuga dall'amministrazione di un delegato, due consiglieri, un presidente del consiglio comunale, tre assessori di cui una (la Barboni) scelta dall'opposizione Pd, cosa che in altri paesi avrebbe scatenato un putiferio, invece qui è passata sotto silenzio, e dire
Arpa Foundation
Come è arrivata a Rocca? Chiamata da chi?
Parco Landsberg
Il progetto originario di recupero chi l’ha visto?
Che cosa ci lascia quattro dopo anni l’amministrazione uscente Crestini/Cimino oltre all’amaro in bocca per un cambiamento che, come avevamo paventato fin dall’inizio, non si è avverato?
Sicuramente ci lascia un concorso ad personam per addetto stampa o di staff che vide la partecipazione di 200 giovani che, fiduciosi, inviarono il curriculum, ma che andò al nipote di un noto sostenitore nonché deus ex machina della coalizione “Insieme per Rocca di Papa”, oggi candidato lui stesso... due è meglio di uno.
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Sulla carta doveva diventare un Parco da sogno
che la Barboni che si occupò di perimetrazioni pare, stando alla versione dell’ex sindaco, se ne andò portandosi via il lavoro iniziato.
Ci lascia un commercio nel centro storico che passa da moribondo a deceduto. Un paese che non ha visto nessuno dei progetti turistici presentati nel programma di quattro anni fa realizzato. Ci lascia qualcosa che a Rocca di Papa non era mai avvenuto; l’arrivo dell’ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione) per bloccare un progetto con una fondazione farlocca e in odor di mafia. Nessuno della giunta se ne era accorto? Il delegato alla trasparenza e anticorruzione, Luigi Piero Martina, dove stava? E ci lascia una tragedia do-
Veronica Cimino
vuta a lavori ritenuti urgenti per mettere in sicurezza il centro storico dalle cavità naturali, cavità che ci sono sempre state, tanto che viene da chiedersi: ma erano veramente urgenti quei lavori? Perché se è così, il pericolo ci sta ancora tutto.
Ci lasciano domande ancora senza risposta: chi, alla fuga di gas segnalata intorno alle 9,30 non ha dato l’ordine di evacuazione, ordine arrivato solo un’ora dopo? Chi, stando a quanto denunciato dalla mamma dell’ex sindaco, ha fatto sparire documenti, cellulare e computer del primo cittadino? Ma la cosa peggiore che ci lascia come amministrazione è un Comune crollato, macerie, feriti e purtroppo due morti.
Il turismo
Tante promesse ma di turisti neanche l’ombra
Centro storico sempre vuoto e commercio in declino
Segretari comunali
Mai come in questi 4 anni:unova e uno viene
Una città di 18 mila abitanti merita di avere un suo segretario
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Un filo lega Ponzo, Boccia e Croce Tutti e tre lavorano per la Regione 10
il Segno - SETTEMBRE 2020
Anche l’ex consigliere regionale è tornato a occuparsi di Rocca di Papa RO CC A DI PA PA
C’è un filo rosso che lega il candidato del Pd, Andrea Croce, a due ex sindaci di Rocca di Papa: Carlo Ponzo e Pasquale Boccia. Quel filo rosso si chiama Regione Lazio. Tutti e tre, infatti, hanno una caratteristica che li accomuna: lavorano in Regione. Ma non in quanto dipendenti, in quanto politici, nel senso che sono stati chiamati direttamente a ricoprire un incarico regionale dagli apparati di partito. Ma a pagarli siamo ovviamente noi cittadini. L’ex sindaco Boccia (alla guida ininterrotta di Rocca di Papa dal 2005 al 2016) ha un contratto di lavoro a tempo determinato con la Regione Lazio da circa sette anni: dal 2013 al 2018 ha lavorato presso l’Assessorato ai Servizi Sociali, poi dal 2018 a oggi presso l’Ufficio Relazioni Internazionali e Affari Comunitari, che fa capo all’Ufficio di Gabinetto del Presidente Zingaretti. Non conosciamo l’entità del compenso perché sul sito regionale non c’è. L’ex sindaco Carlo Ponzo (primo cittadino dal 1997 al 2005 e consigliere regionale dal 2005 al 2013) risulta dal 2018 in forza alla Regione Lazio. Per un anno e mezzo (fino al novembre 2019) è stato Capo della Segreteria dell’Assessorato allo Sviluppo Economico, per poi approdare (come Boccia) all’Ufficio di Gabinetto di Zingaretti (incarico che ricopre ancora oggi) con il ruolo di Responsabile del Coordinamento dei Fondi Comunitari e delle Attività di Comunicazione. Compenso annuo: 70.000 euro. Sarà per salvaguardare questo nuovo incarico che dopo una decina d’anni di assenza, è tornato a
fare campagna elettorale a Rocca? Conoscendolo, la risposta è no.
Poteva il candidato del Pd Andrea Tutti e tre sono Croce essere da stati assunti rimeno? Certo che spettando la no, visto che la legge sia chiaro. caratteristica Nessun illecito. per essere sinMa resta il daci Pd di fatto che, seRocca di Papa condo noi, i politici desisembra proderosi di fare prio quella di essere carriera polistitica dovrebpendiati dalla bero limitarsi, Regione. Croce nel come si fagiugno del ceva una 2018 (subito volta, a fare politica nei dopo le eleterritori e non zioni regionali) nei Palazzi, vera approda al Consiglio Ree propria scorgionale del ciatoia per trovare Lazio, chiamato un’occupazione dalla consigliera pagata dai cittadini Ponzo Boccia del Pd Eleonora e, allo stesso tempo, Mattia. Nello speciper trovarsi nel posto fico è uno dei consugiusto al momento giulenti della Commissione sto quando il partito è Lavoro. Una chiamata dialla ricerca di candidati retta da parte della Mattia da presentare. appena diventata consigliere regionale e presiDa oggi nel Pd c’è quedente di commissione. È sta nuova regola: sindaco può diventare solo colui ovviamente un caso che a Croce che già lavora alla Regione. quelle elezioni regionali Croce (in tandem con la Sciamplicotti) Astenersi perditempo, nullafafece campagna elettorale per la Mat- centi e senza sponsor (politico). (A.S.) tia. Ma queste sono le coincidenze
Due candidati del Pd con simpatie a destra
L’Anpi denuncia un candidato di Fratelli d’Italia per apologia ma nel Pd la destra fa capolino In questa campagna elettorale non mancano i colpi di scena. L’Anpi, l’associazione dei partigiani, ha denunciato per il reato di apologia del fascismo un candidato della lista di Fratelli d’Italia, Massimo Chialastri, reo di aver postato sulla sua pagina Facebook dei ritratti di Mussolini. Ovviamente postare la foto di Mussolini e manifestare apprezzamento per il
della vita: tu voti un candidato e quello casualmente ti chiama a lavorare.
Duce non è un reato, perchè il diritto di libertà di espressione vale anche per quelli di destra e per quelli che rimpiangono il ventennio. Noi la pensiamo diversamente da loro, ma la libertà di pensiero viene prima di tutto e vale per tutti. Più in sordina è passata invece la scoperta che due candidati che sostengono Andrea Croce (Pd), Arturo
De Santis e Roberto Taglioni (nella lista civica RoccaForte), sono stati pizzicati uno a strizzare l’occhio alla leader di Fratelli d’Italia, Meloni, mentre l’altro a inneggiare alla canzone fascistissima Giovinezza, sbeffeggiando Bella Ciao, da sempre inno della sinistra. Arturo De Santis appare insieme alla Giorgia nazionale con una dedica: “Al Salone delle Fontane con Giorgia Meloni e mia mamma” con tanto di cuoricino. Invece Roberto Taglioni ha condiviso il post: “La maestra voleva farmi cantare Bella Ciao ma a me piace Giovinezza”. Altro che guerra fra destra e sinistra!
Segno Un voto per il futuro
il
SPECIALE ELEZIONI
TUTTE LE LISTE
INSERTO SPECIALE
Settembre 2020
Quando si vota Si vota domenica 20 settembre dalle ore 7 alle ore 23, e lunedì 21 settembre dalle ore 7 alle ore 15. È obbligatorio indossare la mascherina
Il 20 e il 21 settembre si vota per scegliere il nuovo sindaco
Sei candidati a sindaco e 300 aspiranti Consiglieri Comunali Veronica Cimino
Nata a Velletri il 25/8/1979
ANNI 41
Andrea Croce
Massimiliano
Calcagni
Elisa Pucci
Enrico Fondi
Burattini, burattinai e cittadini
Nato a Marino il 29/8/1987
ANNI 33
di Andrea SEBASTIANELLI
I cittadini non dovrebbero premiare il programma elettorale più bello ma utilizzare il voto per dare la pagella alle politiche degli ultimi 20 anni. Vent’anni che, tolti i primi tre dell’era Ponzo (1997- 2000), hanno prodotto poche cose buone. Rocca di Papa non è più un luogo turistico, non è più in grado di garantire un lavoro ai suoi giovani, non sa neppure gestire adeguatamente la risorsa boschiva e ambientale che possiede, non ha più nemmeno una sede municipale. In una frase, Rocca di Papa in questi 20 anni è stata amministrata senza un’idea chiara sulle cose da fare e sul come farle. Ma lo hanno fatto benissimo. E allora come si fa a riconsegnare
Nato a Marino il 03/7/1975
ANNI 45
Nata a Frascati il 8/3/1985
ANNI 35
il paese a chi l’ha ridotto così? Quattro anni fa ci fu una valanga fra astenuti e schede nulle/bianche: 4.788 al primo turno (il 39% del totale) e addirittura 5.558 al ballottaggio (il 45%). Nel 2011 gli astenuti furono 3.554 (il 30%). In cinque anni il non voto è cresciuto del 15%.
Rispetto a questi dati i i politici dovrebbero rispondere a una sola domanda: che cosa abbiamo fatto per fare tanto schifo ai cittadini? Invece hanno risposto alla solita maniera: organizzando la guerra per accaparrarsi i simboli elettorali, accordarsi sottobanco per essere candidati dagli apparati regionali dei partiti. Sul numero di luglio e su questo che state leggendo, abbiamo presentato i ritratti dei sei candidati a sindaco. Tre di loro (Croce, Cimino e Pucci) non hanno risposto alle
Nato a R.di Papa il 17/3/1949
ANNI 71
Marco D’Antoni
Nato a Roma il 16/9/1963
ANNI 57
critiche mosse e questo denota l’assenza di coraggio, dote fondamentale per chi vorrebbe fare il sindaco. Se non si ha nemmeno il coraggio di rispondere a un giornalista figuriamoci il resto! D’Antoni invece ha inviato (non a noi ma a un giornale online di Marino) una replica condita di insulti. Calcagni e Fondi vedremo se risponderanno.
Veniamo ora alle coalizioni. Croce è supportato dall’apparato controllato dal trio del Pd composto da PonzoBoccia-Sciamplicotti che ha governato ininterrottamente Rocca di Papa per 19 anni (dal 1997 al 2016). Enrico Fondi è stato già sindaco tra gli anni Ottanta e Novanta.
SEGUE IN IV PAGINA
II
TUTTE LE LISTE
Candidata a Sindaco
Veronica CIMINO*
Candidati al Consiglio Comunale
Ida (1) ACCIARI
Natascia BARLONE
Francesco Luis (14) DE SANTIS BERGTER
Silvia CIVETTA
Marco
CARACCI
Francesca Stella Stefano DIGIAMPIETRO BEEBERINI
Tania (2) FONDI
Laura (8) FICO
Adriano CEPALE
Veronica CETRONI Mirella DOSI
Paolo (3) GATTA
Tiziana (7) EMILI
(6)
Bruno (9) FONDI
Maria Giovanna Sara IACOBINI FONDI
Luigi (4) MONTINARO Matteo ORSOLINI Enza POTESTÀ Andrea PROIETTI Annarita (5) RUFINI
Fabrizio SANTARELLI Francesca SELLATI
Roberto SINIBALDI Alfredo ULIZI
Flaminia FORMICA
Lorena (10) GATTA Enzo (11) LABASI Mauro
Roberto
PIZZICANNELLA
Danilo (12) ROMEI
Paola (13) TRINCA Paolo
Andrea CROCE*
Candidati al Consiglio Comunale Lorenzo BATTISTI
Stefano (6) GALLI
Luca D’ERRICO
Adriano
Simone CORRAO
Marzia
Manuel D’URBANO
Anna (1) FONDI
Isabella
Noemi (15) FARROTTI
Nicolò FRANCIOSI
Jacopo LUBICH
Francesco
Paolo
Federica BRUNETTI
Sabrina
CHIALASTRI
Norma DI MARCO
Sabrina Loredana DI BARNABA FAZI Giorgia GIUGLIANO
Erika LUCCI
MASCAMBRONI MAISTO
Margherita MELANESI Tiziano
MONTAGNOLI PERONI
Federico MORONI
Candidato a Sindaco
Cristina BATTISTI
Marianna Ylenia CALICCHIA ARCADU
Angelo SERAFINI
Linda SERAFINI
Matteo SILVESTRINI Angelo VERDINI
Daniele VINCIGUERRA ZITELLI
Cristiana
MATARRELLI
Florentina PAGNEJER
Andrea PINCI
(16)
Mirco
ROMANELLI
Filippo SCAVO
Giancarlo SUPPA
Solange URIZAR
NOTE: * Assessore all’ambiente e vicesindaco (dal 19 giugno 2019 facente funzioni di sindaco) dal 2016 a oggi. Nel 2016 prese 123 voti. 1) Consigliera comunale uscente (nel 2016 prese 89 voti), 2) Nel 2016 candidata con “Rocca in comune” prese 52 voti. 3) Consigliere comunale uscente (nel 2016 prese 100 voti). 4) Consigliere comunale uscente (nel 2016 prese 80 voti). 5) Consigliera comunale uscente (nel 2016 prese 135 voti). 6) Nel 2011 candidato con “Rocca futura per De Santis” prese 59 voti. 7) Nel 2016 candidata con “Territorio e partecipazione” prese 25 voti. 8) Consigliere comunale uscente (nel 2016 prese 76 voti). 9) Consigliere comunale uscente (nel 2016 prese 137 voti). Candidato consigliere nel 2011 con “Rocca futura per De Santis” prese 131 voti. 10) Consigliera comunale uscente (nel 2016 prese 117 voti). 11) In passato ha ricoperto il ruolo di segretario del Pd Rocca di Papa. Dal 2016 a oggi ha ricoperto il ruolo di delegato ai Campi d’Annibale. 12) Ass.re ai servizi sociali uscente (nel 2016 prese 201 voti). Nel 2011 con “La castagna per Fondi” prese 210 voti; nel 2002 con “La casa delle libertà” prese 127 voti; nel 1997 con “Polo Rocca” prese 86 voti. 13) Candidata nel 2016 con “Apertamente per Crestini” prese 88 voti. 14) Ex segretario dei Giovani Pd, poi aderente a Italia Viva di Renzi. 15) Candidata nel 2016 con “La castagna per E. Fondi” prese 6 voti. 16) Candidata nel 2016 con “Laboratorio per Sciamplicotti” prese 25 voti.
Andrea BOTTI
il Segno SPECIALE - Settembre 2020
Solange BRONZINI
Arturo DE SANTIS Mara FRANZESE Michela LUCARINI
Simona MOLINARI Cristiana MUSU Giulia ONESTI
Agostino PICCIONI
Daniele POSSANZA Marco PROIETTI
Simonetta (2) SILVESTRI Roberto TAGLIONI
Emanuele BLASI BOTTI
(3)
Leonardo CEPALE
Fiammetta CASTRI Franco DI PIETRO
CIAMBERLANO
Andrea FILOGNA
Davide DE LUCA
Sarah MANTELLA
Martina
Giancarlo
Leonardo POLIDORI
Chiara PIZZICONI
Rosa (Cristina) CARACCI CARNEVALI
Sabrina CECCHETTI Federico
(7)
Fiorella
(8)
CIANCIARUSO
Gianmarco Maria Teresa Adriano CROCE GENTILINI CRISAFI Giannino Stefano (4) GIANCARLI MECONI GIOVANETTI NOVINO
Claudia PALOMBI
Francesco PALOZZI
Maria Eufemia Simone
RUFINI
Valentina SELLATI Gloria
PROIETTI Giorgia QUERINI Marta
SILVESTRINI SELLATI
Adriano
TINAZZO
Raffaella (5) TAGGI
Alessandra Fabrizio ZAMPILLONI TRINCA
DE SANTIS
Silvestro DE VIETRO Silvia FORONI Angelo (9) MARTINI Mario MASSARO
Alessandro (Wolf)
PIA
Palma (10) PRETE Veronica
DE LA VEGA
Rosa
(11)
SCARAMELLA
Antonio (12) SOLE
NOTE: * Candidato consigliere comunale nel 2016 con la lista “Laboratorio centro storico per Silvia Sciamplicotti”, prese 207 voti (non eletto). 1) Candidata nel 2016 con “Territorio e partecipazione per Crestini” prese 19 voti. 2) Candidata nel 2006 con “Amore per Rocca di Papa per Gino Del Nero” prese 26 voti. 3) Candidato nel 2016 con “Sinistra roccheggiana per Silvia Sciamplicotti” prese 13 voti. 4) Candidato nel 2016 con “Laboratorio centro storico per Silvia Sciamplicotti” prese 31 voti. 5) Ex segretaria del Pd, poi aderente a Italia Viva di Renzi. 6) Candidato nel 2016 con “Bene comune la sinistra per Gennaro Spigola” prese 42 voti. 7) Candidato nel 2014 e nel 2019 a Ciampino. 8) Candidata nel 2016 con “Bene comune la sinistra per Gennaro Spigola” prese 17 voti. 9) Candidato nel 2019 a Ciampino. 10) Candidata nel 2016 con “Sinistra roccheggiana per Silvia Sciamplicotti” prese 1 voto. 11) Candidata nel 2016 con “Sinistra roccheggiana per Silvia Sciamplicotti” prese 4 voti. 12) Candidato nel 2002 con “Rifondazione per Giulio Croce” prese 15 voti.
TUTTE LE LISTE
il Segno SPECIALE - Settembre 2020
Candidato a Sindaco
Massimiliano CALCAGNI*
Cinzia (1) BOTTI
Candidati al Consiglio Comunale
Roberto (2) TRINCA Valentina BASILI
Carlo CARNEVALI
Donatella (3) CASCIOTTI
Giorgio Maria (4) COPPOLA
Enrico (8) BOTTI
Ottavio Barbara (10) ATRIPALDI ALBANESE
Alessio
Angelo BRUNETTI
Alessandro BLASI BRANDANI Gianmarco BRUNETTI Rodica
Marco ASSENI
Massimo
CHIALASTRI
BUZDUGAN
Sara DE LUCA
Simona
Raffaele
Marco
(9)
(11)
Adolfo CALCAGNI
Francesco CASCIOTTI
Fabio LUCIANI
Gianluigi CASCIOTTI
Guglielmo BLASI
Luca ACCIARI
Lorenzo VERDINI
Marco (3) BELLINA
Federico CAMPOLI
Daniele Celestino Franco ACCIARI PETROLATI
CASSANELLI
Gianmarco TRINCA
Giuseppe (Zi Pino) Giorgio GIOVANAZZI COTICHINI
Luisa (1) CARBONE
Ivana DE NADAI
Cinzia
DE ANGELIS DEL CAMPO
Francesca CROCE
Giorgia DIADEI Gino FEI
Stefano DI STEFANO GABRIELLI Giulia Veronica (13) FONTANI GIANNONE
Gloria DESIATO Giuseppe GATTA
Roberta MECONI
Elena MOLINARI
Giovanni MARTELLI
Carlo MECONI
Marco PESSIA
Ilenia Fabrizio MEZZATESTA SELLATI
Cristina GATTA
Alessandro (Claudio)
Mariano Alessio MANSUETO IADECOLA
Massimo (7) ONESTI
Valentina MARTELLA
Maria Elena ROMANI
Roberto
Ines PERLINGIERI Matteo TRINCA
Patrizia FAVARA
SILVESTRINI
Stephane SPATARO
Eleonora MASSERA Anna
Piero (Stocallo)
DE LUCA
Valentina GUAZZOLI Edoardo PALOZZI Daniele
PIERANTOGNETTI SILVESTRINI
Francesca TRINCA
Candidati al Consiglio Comunale
Federica BASILI
Massimo (Carlo) Martina (12) CAVARRETTA DE SANTIS CIPPITELLI
Eleonora DE SANTIS
Elisa PUCCI*
Alessandro Aristide MOHAMED AZMY CASCIOTTI
Giulio Andrea (5) DE SANTIS Simone (6) DEL NERO
Candidata a Sindaco
Paolo BASILI
Fabrizio BOTTINI
Adriano (14) TRINCA
NOTE: * Presidente del Consiglio Comunale dal 2016 a oggi. Nel 2016 candidato con “Insieme per Rocca di Papa per Crestini” prese 337 voti. 1) Coordinatrice della Lega di Rocca di Papa. 2) Consigliere comunale uscente (nel 2016 con la lista “Ricostruiamo Rocca per Grasso” prese 119 voti). Candidato nel 2011 con “La castagna per Enrico Fondi” prese 172 voti; nel 2006 candidato “Con noi per Rocca per Francesca Vittucci” prese 70 voti. 3) Candidata nel 2016 con “Ricostruiamo Rocca per Grasso” prese 94 voti. 4) Candidato nel 2011 con “La castagna per Fondi” prese 45 voti; nel 2006 con “Amore per Rocca di Papa per Gino Del Nero” prese 37 voti. 5) E’ stato assessore alla sicurezza da ottobre a dicembre 2019. 6) Candidato nel 2016 con “Apertamente per Crestini” prese 37 voti. 7) Candidato nel 2016 con “Apertamente per Crestini” prese 21 voti. 8) Candidato nel 2016 con “Difesa del territorio per Grasso” prese 9 voti. 9) Candidata nel 2016 con “Apertamente per Crestini” prese 11 voti. 10) Consigliere comunale uscente (nel 2016 con “Laboratorio centro storico per Silvia Sciamplicotti” prese 235 voti). 11) Candidato nel 2016 con “Rocca in comune per Crestini” prese 39 voti. 12) Candidato nel 2011 con “Rocca futura per M. De Santis” prese 81 voti. 13) Vicesindaco e assessore all’urbanistica dal 2016 al 2018 (nel 2016 con “Insieme per Rocca di Papa per Crestini” prese 99 voti). 14) Candidato nel 2016 con “Laboratorio per Sciamplicotti” prese 81 voti.
III
Lorenzo LESI
Maria Paola PALOZZI Marianna MIDDEI
Manuela TIBALDI
Massimiliano MECONI
Simone COTICHINI
Roberto ROMEI
Vania MANCINI
Mario GATTA
Roberta DE FILIPPI
Valdimiro (Milo) GENTILINI Arianna ACCIARI
Piero COMANDINI Stefano BRUNETTI
Lucrezia TICCONI
Massimiliano MORELLI Matteo GIUBILO
Maura ROSSETTI Piero BOTTI
Piero GATTA
Virginia SERAFINI
Stefano CIPPITELLI
Enzo (2) DE ANGELIS
Giulia EVANGELISTI
Jessica
Tania
SCATTONI DE FUSCO ZITELLI
NOTE: * Consigliere comunale uscente (nel 2016 candidata nella lista “Pd per Silvia Sciamplicotti” prese 286 voti). 1) Candidata nel 2016 con “Laboratorio centro storico per Silvia Sciamplicotti” prese 83 voti. 2) Candidato nel 2002 nella lista “L’Ulivo per Ponzo” prese 115 voti; nel 1997 nella lista “L’Ulivo per Ponzo” prese 98 voti. 3) Candidato nel 2016 con “Ricostruiamo Rocca di Papa per Massimo Grasso” prese 13 voti; nel 2006 con “Amore per Rocca di Papa per Gino Del Nero” prese 29 voti.
CITTADINI AL VOTO Sono 13.171 gli aventi diritto
In queste elezioni i cittadini di Rocca di Papa aventi diritto al voto sono 13.171. Quattro anni fa, nel 2016, erano 12.767. Significa che 404 cittadini sono chiamati a esprimere il loro voto per la prima volta. Un numero che può fare la differenza tra un candidato che vince e uno che perde.
IV
Candidato a Sindaco
Enrico FONDI*
Giulia MANZI
TUTTE LE LISTE
Candidati al Consiglio Comunale
Flora FARNETTI Federica PALMIERI
Malika ES SAHHAL
Alessia Pina ALIMONTI
Lucrezia ALOIA
Sonia MOGLIONI
Patrizia ARMENI
Patrizia CORGNALI
Monica ALTAMURA
Patrizia PROIETTI
Maria Rita MACERONI Maria Stella PANDOLFI
Daniela COCOCCIA
Luca VITTUCCI
Paolo DI MAURO
Giannamaria (Gianna) PINCI
Andrea FEI
Sabrina COZZOLINO
Nadia MATNANE
Giovanni BUZI
Alessandro DI GIOVANNI
Luigi DE SANTIS
Gabriele SILVESTRINI
Mario PELLICCIONI
Gualtiero PINCI
Franco RUGGIERI
Marco POLIDORI
Marcello BENASSI
Antonino (1) GASPARO
Luca SALTARELLI
Tullio BURZACHECHI Giuseppe ESPOSITO
Massimo Filippo MARCIANO Stefano BENVENUTI
Adriano CUPELLINI Roberto MIDDEI
Fabio PERNA
Antonello PORCARI
Letizia VALENTINI
Daniele FEI
Claudia BRUNETTI Enzo (2) BOTTI
Marco D’ANTONI
Teresa CAMMARATA
Helen Sanatkar MODABBER Francesca MINIERI
Candidato a Sindaco
Candidati al Consiglio Comunale
Paolo (3) POMPILI
Maria GALLI
il Segno SPECIALE - Settembre 2020
Alessandro (Emilio) ALBANESE Rodolfo BRAVI
Gabriele CAMBARERI Pasquale CIRILLO
Giorgio LAMBERTI
Marco POZZUOLI Alessio OROFINO
Carmelo MODELLO
NOTE: * E’ stato Sindaco di Rocca di Papa dal 1980 al 1982, dal 1985 al 1990 e dal 1993 al 1997. Candidato consigliere nel 2016 con “La castagna per Grasso” prese 136 voti. Già candidato sindaco nel 2011 con “La castagna” prese 2.419 voti; candidato sindaco nel 2006 con “La castagna” prese 1.312 voti. 1) Candidato nel 2006 nella lista “La castagna per Fondi” prese 20 voti. 2) Candidato nel 2011 nella lista “La castagna per Fondi” prese 96 voti; nel 2006 nella lista “Amore per Rocca per Gino Del Nero” prese 87 voti; nel 2002 nella lista “La casa delle libertà per Pizzicannella” prese 108 voti. 3) Candidato nel 2016 nella lista “Difesa del cittadino per Massimo Grasso” prese 0 voti.
Marta RESTUCCIA
Serenella CASCIOTTI
Roberto CICCHETTI
Alessandro (1) TRINCA
NOTE: 1) Candidato nel 2011 nella lista “Rocca futura per Maurizio De Santis”, prese 30 voti.
Segue da pagina I
Burattini, burattinai e cittadini
La Cimino rappresenta l’amministrazione uscente che non è stata in grado di risolvere nessun problema ereditato, anzi, alcuni problemi sono peggiorati con l’aggiunta di nuovi. In più ha il sostegno di un ex vicesindaco Pd di Boccia, Maurizio De Santis, e dell’ex segretario Pd Massimo Litta. Insomma, questa coalizione l’ abbiamo già vista all’opera e ogni cittadino può dare un voto sul suo operato.
La coalizione di Calcagni, dal punto di vista dei partiti che la compongono, non ha mai governato Rocca di Papa eppure ex assessori e consiglieri della giunta CrestiniCimino (Andrea Giulio De Santis, Veronica Giannone e Roberto Trinca) sono candidati lì. Anche a loro i cittadini possono dare un voto avendoli già visti all’opera, considerato che non
basta cambiare coalizione per rifarsi una verginità.
Il Movimento Civico di Elisa Pucci, l’unica consigliera uscente avversata dalla giunta, ha ricevuto il sostegno esterno del gruppo radicato intorno a Mauro Fei, ex assessore Pd desideroso di guidare la destra ma cacciato per far posto a Calcagni. Alla fine, per fargli dispetto e per far dispetto agli ex amici del Pd, Fei porterà i suoi voti alla Pucci. Com’è quel detto? Tra i due litiganti il terzo... prende i voti!
Da vent’anni Rocca di Papa è nelle mani dei soliti burattinai che tirano i fili delle marionette a cui cambiano solo la faccia. E ai cittadini non resta che turarsi il naso e votare il candidato o la candidata più credibile, sperando che le volpi mollino la presa. Andrea Sebastianelli
il Segno - SETTEMBRE 2020
«I vecchi politici continuano a dettare legge. È inaccettabile»
Parla Spigola, il leader della sinistra che ha rotto con Croce L’uso del dialetto R OCC A D I PA PA
A un mese dal voto la coalizione di centrosinistra che sostiene Croce ha subìto una spaccatura dovuta all’uscita di un gruppo di sostenitori della lista La Sinistra Bene Comune. Leader di questo gruppo è Gennaro Spigola che proprio nel 2016 si candidò a sindaco con questa lista. Per capire le ragioni di questa scelta gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Perché avete rotto con il Pd decidendo di non sostenere più il loro candidato Croce? Abbiamo lavorato per mettere in piedi un programma in grado di evidenziare le criticità di Rocca di Papa per poi intervenire su quelle. Dalle antenne alla funicolare, dall’ex hotel Europa all’abusivismo edilizio. Per ognuna di queste voci abbiamo evidenziato la situazione attuale e le possibili soluzioni. Ma qualcuno non ha gradito pretendendo addirittura che di questi temi, soprattutto l’abbattimento delle antenne che qualcuno vorrebbe solo delocalizzare, e l’ex hotel Europa che ha precise e chiare responsabilità, non figurassero nel programma di Croce. Fino all’ultimo abbiamo provato a far convergere l’intera coalizione su questi punti, invece il centrosinistra, o meglio la sinistra del centro, ha preferito presentare un programma vacuo e senza impegni chiari. Un programma di questo tipo non
pale piazza del paese? Evidentemente no, meglio far finta che l’ex hotel non esista.
Gennaro Spigola
serve a nessuno, tantomeno ai cittadini di Rocca di Papa”
L’ex consigliere regionale Carlo Ponzo, in un video ha preteso che il candidato a sindaco Croce riconoscesse per iscritto il buon governo delle sue passate amministrazioni e di quelle targate Boccia. Questo aut-aut ha avuto un peso sulla vostra decisione? Con questa discesa in campo abbiamo capito che dietro Croce c’erano i soliti politici i quali, evidentemente, hanno impedito l’inserimento dei nostri punti nel programma. Potevano fare il mea culpa sull’ex hotel Europa che da un decennio abbellisce la princi-
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Eppure alcuni aderenti alla lista La Sinistra Bene Comune hanno accettato comunque di restare nella coalizione. Come mai? Queste persone hanno avuto una metamorfosi inspiegabile. In particolare uno di loro, che ha condiviso tutte le nostre critiche alle amministrazioni Boccia, ha avuto una trasformazione difficile da capire. In pochi giorni è riuscito a metabolizzare tutti gli anni precedenti come se niente fosse. Credo che il vecchio gruppo di Sel si sia ricompattato desideroso di entrare in giunta a tutti i costi.
Vi hanno accusato di aver usato il loro simbolo. E’ un’accusa infondata. Loro hanno usato impropriamente quel simbolo, visto che La Sinistra Bene Comune l’ho presentato io per la prima volta nel 2016. Ritengono che chi lo ha disegnato graficamente ne è anche il proprietario. Assurdo.
Lei e gli altri cinque esponenti che avete firmato la lettera per spiegare i motivi della rottura con Croce per chi voterete? Abbiamo rotto con il centrosinistra e non abbiamo altri candidati da sostenere. (A.S.)
11
nei programmi elettorali. Ma Rocca ormai è una cittadina di 18mila abitanti
di MARIACHIARA CECILIA Una campagna elettorale in dialetto. Stiamo assistendo da settimane sui social e ora anche sui programmi cartacei a una gara fra chi è più roccheggiano. Ormai si misurano parentele (so’ la figlia della nipote della nuora di mia zia), linee di sangue (soprannomi impronunciabili), una rincorsa alla purezza della razza, ci si misura a suon di frasi in dialetto, come se Rocca di Papa fosse ancora il paesello di alcuni decenni fa, quando si conoscevano tutti ed erano tutti imparentati. Come se l’essere roccheggiano (scritto volutamente in italiano) fosse di per se garanzia di buon governo. Già questo la dice lunga sulle loro ambizioni da amministratori (qualcuno di loro poi ci ha già abituato a consigli comunali in dialetto) di fatto dimostrano di non sapere che molti abitanti della loro cittadina sono “forestieri”, e che il loro dialetto e le loro tradizioni le apprezzano magari durante la Sagra ma non mentre sfogliano un programma elettorale. Cari candidati scendete dalla Rocca e lasciate il dialetto alle divertenti rappresentazioni teatrali, piuttosto cominciate a spiegare come intendete risolvere i problemi di una Rocca di Papa ormai agonizzante e fanalino di coda dei Castelli Romani.
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Calcagni perdonato dai Forest Il ritorno del figliol prodigo
12 12
ilil Segno Segno - SETTEMBRE 2020
Seconda puntata sui “ritratti d’autore” dei candidati a sindaco R OCC DITPA G UI DA A USO D EIA LE TOPA RI
La coerenza è già una qualità difficile nella vita, figuriamoci in politica. Pensate a dei politici che fino a ieri si sono accusati senza risparmiarsi insulti (leggere sotto per credere). E ora immaginate di rivederli insieme, con tanto di baci e abbracci. Di più: sostenere lo stesso progetto. Questo è quello che è accaduto al candidato del centrodestra Massimiliano Calcagni. Pochi mesi fa diceva peste e corna di chi lo aveva purgato da coordinatore della Lega (cioè Cinzia Botti) dopo un incontro riservato presso il ristorante dei Forest. Un aneddoto raccontato da lui stesso in un’intervista di pochi mesi fa. E ora, nel vederli insieme, fanno tenerezza. Evidentemente i Forest hanno perdonato le sue esuberanze e, come ogni figliol prodigo, lo hanno riaccolto a casa servendogli il vitello più Grasso.
Calcagni è stato scelto da Ferri e il trappolone è stato servito
Pare sia stato Gino Ferri in persona a volere a tutti i costi Calcagni come candidato sindaco, a discapito del consigliere Massimo Grasso (Forza Italia) che a quel punto ha dovuto fare le valigie. In quel momento Calcagni e Ferri sono diventati un corpo e un’anima. Che cosa sarà successo affinché il Ferri nostrano sancisse un’alleanza col Calcagni dopo che se ne sono dette di tutti i colori? Nessuno lo ha spiegato. Ho anche il dubbio che il Calcagni candidato sindaco non sia il Calcagni presidente del consiglio comunale che conosco. Quello era fiero delle sue lotte contro i Forest, mi disse addirittura che non si sarebbe mai potuto candidare con la Lega perché i suoi elettori non lo avrebbero capito. E invece quei due Calcagni sono la stessa persona e la sensazione di oggi è esattamente quella che disse lui mesi fa: i suoi elettori non sembrano averlo capito.
Il centrodestra è unito, non si capisce su che cosa ma è unito
Nel centrodestra il caso Calcagni non è isolato. Nella lista ci sono persone che hanno condotto guerre all’ultimo sangue (sempre contro lo strapotere dei Forest) eppure ora stanno insieme. E’ il caso di Veronica Giannone, la ex vicesindaco che denunciò vecchi affari e nuovi appetiti, additando proprio i Forest tra i protagonisti di questo connubio tra affari e politica. E che dire di un certo Iadecola che denunciava pubblicamente e in consiglio comunale gli abusi edilizi commessi (sue testuali parole) dai parenti dell’ex sindaco Crestini? E ora sta con loro. Fortuna che di
quelle sceneggiate esistono dei filmati altrimenti i marziani non crederebbero a una parola di quello che scriviamo!
Ecco l’armata Brancaleone ma senza Vittorio Gassman
Appena diventato candidato della Lega (“il nostro partito” ha detto Calcagni all’incontro con Salvini ad Albano) ha subito annientato Forza Italia, facendola diventare una listarella senza capo né coda. La sensazione è che Calcagni sia caduto in un grande trappolone e che ci sia cascato con tutte le scarpe. Molti pensano che qualcuno abbia sconquassato il centrodestra col solo intento di indebolirlo. Fatto fuori Enrico Fondi, fatto fuori Mauro Fei, fatto fuori Massimo Grasso, il compito è stato assolto con diligenza e impegno, tanto che Calcagni ha dovuto adottare uno slogan alla Brancaleone: Ce la possiamo fare! E’ la frase che ripetono gli sfigati ai loro amici quando devono affrontare una sfida persa in partenza: Ce la possiamo fare! Non “Ce la faremo!” ma “Ce la possiamo fare!”. E c’è anche chi dice che, scoperto il trappolone, a Calcagni sia venuto il coccolone! Ov-
Calcagni
viamente in quest’armata Brancaleone non c’è Vittorio Gassman ma, al suo posto, è arrivato l’onorevole Gasparri. Se qualcuno pensava di potercela fare, dopo aver visto Gasparri ha capito che il centrodestra anche questa volta dovrà rassegnarsi a fare opposizione. Andrea Sebastianelli
C’eravamo tanto odiati... non ricordo come fu gennaio 2020 Cinzia Botti il 28
Calcagn i a genn aio 2020
il Segno - SETTEMBRE 2020
R O CC A DI PA PA
Il ritorno di Enrico Fondi L’ex sindaco tenta il colpaccio E L E ZIO NI - GU IDA A US O D E I L E TTOR I
Sarò sincero fino in fondo. Sul candidato a sindaco Enrico Fondi non riesco a essere impietoso. Quando ho iniziato a fare il giornalista (era il 1988), Fondi era sindaco di Rocca di Papa e, leggendo le mie critiche, non esitava a rispondermi. A differenza dei politici di oggi che ti ignorano e ignorano ciò che scrivi su di loro, lui ci teneva a farti sapere come la pensava, anche se sapeva che tu non avresti cambiato idea. Enrico Fondi è stato sindaco tra gli anni Ottanta e i Novanta, un’epoca distante anni luce da oggi. Nel 1997 (quando cominciò l’ascesa di Ponzo) rappresentava il sindaco da abbattere a tutti i costi, il re delle cooperative edilizie, il sindaco del potere, il politico legato ai poteri forti. Poi, sconfitto sul campo, lui rimase coerentemente politico e i poteri forti trovarono casa da Ponzo. La sua tenacia, ancora oggi, sta proprio in questo: non si abbatte mai,
nemmeno di fronte alle sconfitte. Resta in prima linea a dire la sua. A n c h e quest’anno è candidato a sindaco dopo averci provato nel 2006 e nel 2011. Tra tutti i candidati è l’unico che non usa i social ma punta tutto sul “porta a porta” di antica scuola politica. Una campagna elettorale senza Enrico Fondi è come una partita di calcio senza pallone.
Lo incontri alle sette di mattina in piazza, il pomeriggio al centro storico e, quasi contemporaneamente, ti sembra di avvistarlo alle Vigne. Tanto che mi viene
La comunità di Rocca di Papa dice grazie alla maestra Maria Sellati
Con affetto, stima e ammirazione facciamo i nostri migliori auguri per il pensionamento raggiunto alla Maestra Maria Sellati che con instancabile passione e dedizione ha contribuito alla crescita e alla formazione di tante generazioni di bambini di Rocca Di Papa. Sicuri di trovarci in sintonia con la comunità roccheggiana ti esprimiamo un dovuto ringraziamento per l’amore investito e diffuso verso tutti. Auguri a cui si associa il direttore del Segno e l’intera redazione. Fabio, Francesco, Valeria e Alessandro
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Liquidata la ditta di Genzano con 780 €
I fiori per i nostri cari
Il cimitero comunale
Fondi
da pensare: ma a 71 anni chi glielo fa fare? Perché non se ne sta tranquillo? “Il mio elettorato è fatto di vecchi amici e anziani, l’esperienza è importante”. In fin dei conti, finché Enrico Fondi è in campo, anch’io posso dire di sentirmi ancora giovane e forte. Come nel 1988. (A.S.)
Ricordate l’iniziativa in pieno lockdown per il Covid-19, promossa dal Comune di Rocca di Papa, relativa ai fiori da collocare sulle tombe del cimitero comunale di via San Sebastiano? Lo scorso 7 luglio il settore “Staff del segretario generale” ha disposto il pagamento dell’acquisto dei fiori a favore dell’azienda di Genzano di Roma Fratelli Marianecci, per la somma di 780 euro. L’impegno spesa era stato determinato il 14 maggio e inserito nel bilancio di previsione. Ora il saldo.
Corso Costituente n. 33 - Rocca di Papa (Rm) Tel. 06.83546231 - Cell.re 338.9245961
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Cominciamo a trovare un posto per i bus turistici
La Rocca di Papa che vorrei Un’idea per il futuro del paese
di MARIA PIA SANTANGELI Comincio con un’asserzione che troverà tutti d’accordo: Rocca di Papa è un bellissimo paese, il suo centro storico è certamente il più caratteristico dei Castelli Romani, il panorama ineguagliabile… E si può continuare. Per questo motivo meriterebbe un turismo numeroso e costante tutto l’anno. Però i turisti da tempo non si vedono. Ricordo la Rocca estiva degli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, affollata di villeggianti che passeggiavano per le vie del paese o nei sentieri dei boschi, il rossastro campo da tennis alla fine dei giardini pubblici, l’albergo Europa con i clienti seduti ai tavolini, i colorati pullman turistici in piazza della Repubblica. Era viva Rocca allora. Ma non si può tornare indietro e neanche vivere di ricordi. Lo sappiamo bene che da allora è cambiato tutto. La villeggiatura stanziale del passato è improponibile ora, il turismo di oggi non sarà che quello del “mordi e fuggi”, una serata o al più una giornata intera trascorsa in paese. Abbiamo pensato una strategia per questo tipo di turismo? Non bastano l’aria pura e il panorama, non c’illudiamo. Una soluzione realistica potrebbe essere quella di fare dell’intero centro storico di Rocca un museo diffuso (o itinerante se vogliamo) come ce ne sono tanti in Italia. Immagino che la parola museo faccia subito arricciare il naso, perché si pensa a una cosa antiquata. Al contrario i musei diffusi possono diventare luoghi vivaci, dove il sabato e la domenica si fa musica, si offrono buoni cibi, ci sono mostre di pittura e di fotografia, attori che recitano, bambini trovano giochi e animatori e i negozi restano aperti oltre l’orario consueto. Ma noi, oltre tutto questo, abbiamo altro da offrire (questo è
RO CC A DI PA PA
quello che si può definire letteralmente museo diffuso, con tanto di piccola guida scritta che guidi, appunto, i turisti lungo il percorso): la visita ai murales e al Museo Geofisico, una mostra permanente dei vecchi lavori nei boschi con strumenti e fotografie d’epoca (vent’anni fa ho steso il progetto di un museo del bosco, mai considerato dalle varie amministrazioni). Inoltre il vecchio lavatoio un pezzo di storia delle donne- un museo del vino in una bella cantina -al momento privata- nella quale si trova già tutto quello che serviva una volta per fare il vino. La stessa cantina potrebbe anche essere utilizzata come centro di documentazione degli anni di guerra, essendo stata un rifugio durante la seconda guerra mondiale. E non dimentichiamo i sentieri dei boschi e la Via Sacra già frequentati da molti amanti della natura che però spesso non entrano proprio in paese. Offriamogli il modo di pernottare per qualche notte nelle piccole case del centro storico, nella modalità che va sotto il nome di “albergo diffuso” (il comune di Nemi lo ha organizzato). Inoltre ogni attività, a cominciare dai contenitori per i cibi, non dovrebbe contemplare la plastica, ma essere plastic free. Questo ci darebbe una connotazione particolare, unica almeno nei Castelli. Sogni? Sono sicura di no. In questo momento ci sono finanziamenti europei e regionali da utilizzare. Certo bisogna seguire i bandi, fare i progetti, un po’ di fatica bisogna pur farla (Velletri ha creato una rete di associazioni -si chiama proprio Rete- che ha rice-
vuto molti finanziamenti dalla Regione). Io stessa con il progetto della Notte verde (2007) ho ricevuto, tramite l’associazione l’Osservatorio,
il Segno - SETTEMBRE 2020 che fondai nel 1996, un finanziamento dalla Regione. Intanto, per cominciare, troviamo un posto per i pullman turistici in piazza della Repubblica. Non sono brutti i pullman, anzi portano allegria, denaro e molti vacanzieri. Un luogo adatto potrebbe essere il piccolo tratto che costeggia via di Marino, per esempio. Verrebbero eliminati solo due posti auto. Per la prossima estate intanto pensiamo a un inizio con “le cantine aperte” lungo una o due strade, come ho visto all’Isola del Giglio. Possono essere utilizzati anche molti negozi dismessi. Non potendo scendere nei particolari termino con un augurio al sindaco o alla sindaca che guideranno Rocca di Papa per i prossimi anni: che vogliano ascoltare i cittadini che hanno idee anche se non appartengono alla loro area politica. Questo naturalmente se si cerca il bene comune. E a tutti i candidati futuri consiglieri o assessori un altro augurio: che si chiedano, parafrasando J. Kennedy il giorno del suo insediamento alla Casa Bianca: non ti domandare che cosa Rocca di Papa farà per te, ma chiediti che cosa farai tu per Rocca.
Si sposarono il 6 settembre 1970
50 anni di matrimonio tra Romolo e Anna Maria
Romolo Brunetti e 1970 Anna Maria Melchiorri festeggiano i 50 anni di matrimonio. Si sono sposati a Rocca di Papa il 6 settembre 1970 presso il duomo dell’Assunta con la celebrazione di don Luigi De Angelis. Cinquant’anni dopo hanno ripetuto il rito del matrimonio presso la chiesa del Crocifisso, celebrato da don Saverio. Il figlio Angelo con la moglie Dora e i nipoti Serena e Luca, e il figlio Roberto con la moglie Cinzia, gli inviano i loro più calorosi auguri. A cui si associano quelli dell’intera redazione del Segno. Felicità a tutti voi per questo bel traguardo.
2020
La chiave della Torre
il Segno - SETTEMBRE 2020
Albalonga, Alexandre Grandazzi svela il mito della civiltà latina
PAGINA 15
CU LT U RA e... di n tor n i
di ANDREA SEBASTIANELLI
Da oltre duecento anni archeologi, filologi, studiosi e appassionati vari cercano di rispondere a una domanda: dove si trovava la mitica città di Albalonga? A far luce sulla questione ci ha pensato Alexandre Grandazzi, professore di letteratura latina e civilizzazione romana presso l’Università di Parigi La Sorbona (nel 2017 vincitore del prestigioso “Premio Chateaubriand” per il libro: “Storia della città di Roma, dalle origini alla morte di Augusto”), con un’opera che definire monumentale è poco. Grandazzi è un archeologo francese che per molti anni ha fatto parte della Scuola Francese di Roma, ed è proprio grazie a questa storica istituzione fondata nel 1873 (con sede a piazza Navona) che si deve la pubblicazione di un volume che, mettendo insieme i ritrovamenti archeologici, le fonti storico-letterarie e le nuove analisi metodologiche, per la prima volta pone al centro della storia laziale il ruolo dei Colli Albani.
Si tratta di un volume di quasi mille pagine dal titolo evocativo: “Albalonga, storia di una leggenda”. Il testo (in francese) è stato stampato nel 2008 ma dal 2013 è possibile consultarne la versione integrale (www.books.openedition.org /efr/2192). Il sito offre l’opportunità di effettuare una rapida traduzione in italiano, però, essendo un’opera con termini prettamente archeologici, presenta una serie di imperfezioni a cui bisogna fare molta attenzione. L’altro aspetto importante da con-
siderare è che questa consultazione è totalmente gratuita, a dispetto di chi in questi anni ha pescato dal lavoro di Grandazzi producendo testi e libri anche a pagamento.
Il volume è suddiviso in undici capitoli, ciascuno dei quali è un libro a se. L’interdisciplinarietà fa del lavoro di Grandazzi un’opera imprescindibile per chiunque voglia accostarsi alla questione della civiltà laziale e preromana, in una parola: protostorica. La prima parte del libro (capitoli dal primo al quinto) è dedicata alla geografia con uno studio approfondito sul settore delle acque, dell’ambiente naturale, dell’agricoltura (compreso un paragrafo sul vino: semplicemente spettacolare!) e del clima, elementi determinanti nella scelta degli antichi popoli di stanziarsi proprio nell’area dei Colli Albani. Non poteva mancare l’intuizione sull’importanza del “bosco sacro”, di pertinenza di Giove, su cui Grandazzi fa un excursus erudito di forte spessore storiografico. Vi assicuro che dopo averlo letto guarderete i boschi di Rocca di Papa in modo nuovo.
Il dodicenne sepolto a S. Lorenzo Vecchio
Il sesto capitolo (circa 150 pagine) è composto da una prima parte dedicata agli studi che hanno interessato la zona dei Colli Albani fin dall’Ottocento, e da una seconda parte incentrata sui ritrovamenti archeologici veri e propri. Una mole di ritrovamenti impensabile. Ed è proprio in questo settore specifico che Grandazzi dà il
La tomba di S. Lorenzo Vecchio
meglio di se, reinterpretando vecchi e contestati ritrovamenti alla luce delle moderne analisi e fornendo anche notizie sorprendenti, come per esempio il fatto che le ceneri contenute nell’urna a capanna della tomba scoperta a Rocca di Papa nel 1940 in località San Lorenzo Vecchio (datata al X sec. a.C.), appartenevano a un bambino di circa 12 anni.
Con il settimo capitolo entriamo più propriamente nella “questione Albana”, cioè la nascita e lo sviluppo della civiltà laziale che avrà un ruolo determinante nella fondazione di Roma, mentre in quello successivo si affronterà il problema di Albalonga, definita “città fantasma”. Grandazzi prende in esame le teorie più accreditate sul posizionamento della mitica città Albana, ma lo fa (a differenza di molti autori) mettendo in relazione tutte le fonti storico-letterarie (proprio tutte!), la cultura materiale e la cronologia di riferimento, arrivando così a restituire all’antico mons Albanus (l’odierno monte Cavo) la centralità che il complesso sacrale merita nella storia della latinità e per troppi anni dimenticato anche a causa del degrado ambientale che lo ha caratterizzato negli ultimi decenni.
Uno studio nello studio: le Ferie Latine
Il capitolo più affascinante del lavoro di Alexandre
Grandazzi è quello sul rito delle Ferie Latine (il IX), a cui l’autore dedica quasi 250 pagine. Si rammarica, Grandazzi, che la storiografia antica e moderna abbia dimostrato poco interesse verso questo rito ancestrale, che rimane la più antica e longeva testimonianza di una festa che ha accompagnato la storia della latinità (dall’XI sec. a.C.) fino alla fine stessa di Roma, proseguito anche dopo l’editto di Teodosio che poneva fine al paganesimo (380 d.C.). Un rito annuale su cui il professore della Sorbona fa piena luce sotto tutti i punti di vista, compresi i fasti che testimoniano la complessità e l’importanza di questa primigenia istituzione religiosa.
Gli ultimi due capitoli prendono in esame l’elenco dei mitici Re albani così come ci è arrivato dalle fonti antiche, per finire con l’interpretazione sull’esistenza o meno di Albalonga. Dove si trovava, dunque, la città dei latini? E soprattutto: è esistita davvero oppure è stata un mito creato ad arte per valorizzare l’antagonismo e la forza di Roma? Non ve lo diremo. Per scoprirlo dovrete consultare l’opera di Grandazzi, mentre invitiamo il Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani, qualora non lo avesse ancora fatto, ad acquistare la versione cartacea del volume mettendola a disposizione del territorio. Grazie anticipato.
Di acqua ce n’è sempre meno 16
PAG IN A A P E RTA
di MARTA TARANTINO
riodiche, che permetteranno di contenere i disagi in Nessuno ne parla alcune ore della e le istituzioni giornata o in alcuni non sembrano intenzionate giorni della settia diffondere la notizia. Epmana”. pure il 15 luglio scorso l’OsIn risposta a questo servatorio permanente per allarme la Regione gli utilizzi idrici della ReLazio ha pubblicato gione Lazio è tornato a ocil 24 luglio lo stato cuparsi della crisi di di calamità naturale disponibilità idrica dei vari dovuto proprio a Ato regionali. Allo stato si questa carenza registra un significativo deidrica. Scrive la Reficit pluviometrico nel semeParticolare del fontanile del Duomo gione: “Sull’intero stre gennaio-giugno 2020 periodo di ricarica rispetto alle condizioni nostante tutti gli interventi delle sorgenti, quello cioè medie di lungo termine. in corso, il trend delle preci- che va da ottobre 2019 al “Pertanto -scrive l’Osserva- pitazioni registrato eviden- giugno 2020, le precipitatorio- si delinea una condi- zia la possibilità di una zioni sono state significatizione di deficit carenza idrica diffusa, in vamente sotto la media su relativamente alle cumulate particolare nell’area a Sud tutta la dorsale carbonatica. pluviometriche del corrente Est di Roma (Colli Albani) È stato inoltre evidenziato anno idrologico e conse- alimentata dagli acquedotti che la maggior parte delle guentemente delle relative Simbrivio e Doganella; in sorgenti presenti nel Diportate minime attese dalle tale zona potrà essere neces- stretto dell’Appennino Cenfonti di approvvigionamento sario quindi ricorrere a tur- trale presenta una gestite”. Questo significa che nazioni della distribuzione diminuzione delle portate “il Gestore segnala che, no- idrica mediante manovre pe- nel mese di giugno 2020, rispetto al mese di maggio 2020”. Tra i comuni interessati alla contrazione del deficit idrico ci sono anche quelli dei Castelli Romani, Rocca di Papa compresa, segno evidente che la situazione sta raggiungendo livelli drammatici. Ora la Regione Lazio ha chiesto alla di ENEA TRINCA Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, considerati i danni causati, la dichiaPer sapere invecchiare bene, bisogna trovare un accordo razione dello “stato di con il tuo volto da vecchio e il tuo cervello giovane. emergenza”. L’acqua, quindi, non va sprecata. L’amore ubriaca come il vino, la differenza è che la prima Nemmeno una goccia. offusca la ragione per poco tempo, il secondo per sempre.
La vita nei modi di dire
Due uova, appartandosi per fare l’amore... uno dice all’altro: “Caro, finalmente... So...di”.
Amore, se veramente siamo fatti l’uno per l’altra bisogna essere una dei Pesci e l’altro dell’Acquario. Vivere senza lavorare è riprovevole, però è sempre meglio che lavorare senza vivere. Senz’altro il peggior periodo per i farmacisti fu la Rivoluzione Francese, dove ci fu un notevole calo di mal di testa tra la popolazione.
il T o c c o
di Ermanno Gatta
il Segno - SETTEMBRE 2020
Una storia per non dimenticare
IL LIBRO DEL MESE
Questo libro ha la capacità di farti entrare pian piano nel dramma di un popolo con tutte le conseguenze che ne derivano. Sembra quasi di entrare nella mente del personaggio e di comprenderne persino le scelte più drammatiche. La vicenda è ben narrata dalla Colasanti (nella foto) che utilizza un linguaggio asciutto, in grado di raggiungere subito le corde dell’emotività attraverso cui il terrorista inesistente prende le sembianze di una vittima sacrificale nel grande gioco della politica internazionale. Sullo sfondo resta il dramma vissuto dalle vittime che, nella geopolitica, occupano la posizione più bassa, quasi fossero solo un numero da consegnare semplicemente alla storia. Un libro che consiglio davvero di leggere. Una storia vera. Un terrorista. Un attentatore palestinese che scoprirà i motivi che l’hanno portato a eseguire, nel 1985, l’attentato a Fiumicino che è costato la vita a 13 persone. Una storia che potrebbe essere vera quella romanzata che parla di un intreccio politico e sociale: i servizi segreti useranno quindi una loro agente per scoprire le verità di questo “terrorista inesistente”. Un lavoro lungo e incessante porterà il terrorista, per anni sottoposto a restrizione forzata, a raccontare la sua storia senza freni, da quando era bambino e viveva nei campi profughi, passando all’arrivo all’aeroporto di Fiumicino fino alla consapevolezza di oggi. Una vicenda dolorosa che, a distanza di decenni, continua a nascondere molte verità. (M.M.)
il Segno - SETTEMBRE 2020
CU LT URA
La Fede e la Ragione nella storia umana L’angolo della storia
di VINCENZO RUFINI
Molti anni fa Giovanni Paolo II, licenziò una delle encicliche filosofiche, la “Fides et Ratio”, destinate a rimanere delle pietre miliari della Filosofia e della Teologia. I due rami della letteratura fantastica, come asseriva il Maestro Borges. La struttura dell’opera ripercorre l’antica dicotomia che dall’inizio dell’alto Medioevo ha cominciato a tediare gli animi. Val la pena di significare la loro esatta accezione. La Fede è essenzialmente una totale dipendenza verso il concetto di Assoluto, identificato in un Essere Superiore, proprio delle religioni monoteistiche. La Ragione rappresenta l’indipendenza di giudizio, il “libero arbitrio” dell’essere umano avente come supporto le fonti della conoscenza empirica. La
Gnosi (conoscenza) dell’antica ed eterna Filosofia greca, avente come pilastri inamovibili Platone e Aristotele. Codeste dicotomie furono assemblate, verso la fine dell’Impero Romano d’Occidente e all’approssimarsi dell’alto Medioevo, dal più grande pensatore cristiano: Agostino d’Ippona. Nella sua riflessione filosofica seppe dare dei punti di incontro alla Fede, frutto della Rivelazione
Divina, e alla Ragione filosofica, compendio assoluto della ricerca razionale. Il tutto avente come base l’assunto platonico della dimensione delle idee, come concetto di vicinanza alla teologia cristiana in quanto contrapposizione esistenziale al mondo materiale. Nel secolo decimo terzo un altro pensatore cristiano, Tommaso d’Aquino, puntualizza il pensiero di Agostino estendendolo verso una forma di concomitanza cerebrale, prima che filosofica, della Fede con la Ragione. Le due ali del pensiero umano, asseriva l’aquinate, hanno un bisogno primario intercambiabile: “La Fede che cerca l’Intelligenza e la Ragione che cerca la Fede”, in una simbiosi complementare. La fine del Medioevo, inteso innanzitutto come la “Societas Christiana” per eccellenza, apre lo spiraglio a quell’Umanesimo trionfante che pone al centro della riflessione filosofica la teoria antropocentrica (in cui l’uomo è il centro dell’universo), la quale annulla la medievale visione teocentrica (che pone Dio al centro). Il successivo Rinascimento con la riscoperta del politeismo antico e del Platonismo apre l’orizzonte al secolo del Razionalismo (il Seicento) in cui l’essere umano viene esaltato in toto.
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Celebre l’espressione di Cartesio: “Penso, dunque sono”. Il secolo decimo ottavo con i suoi Lumi rischiaranti darà il colpo definitivo al comune cammino di Fede e Ragione, confinando la Fede nell’alveo delle credenze mitologiche e nella superstizione pura. La Modernità, etimologia coniata da Charles Baudelaire, ha poi sospinto la Fede in angoli remoti dello scibile umano. Nei nostri giorni contemporanei la Ragione supportata dal materialismo granitico e consumistico e dal bisogno di godere tutto in tempo reale ha apparentemente sconfitto, almeno in Occidente, il concetto di Fede. Un giudizio definitivo nessuno è in grado di darlo; ci può venire in supporto l’antico Sofista Gorgia da Lentini, il quale nel V secolo a.C. asseriva che la verità è inconoscibile. Onde per cui la Fede e la Ragione anche se non possono proseguire insieme il cammino dell’esistenza, possono cavalcare il sentiero dell’essere in modo parallelo. Ognuna col suo bagaglio di sapienza e di supporto intellettuale e spirituale, in cui il libero arbitrio e la credenza ultra dimensionale possono, quando ne avvertono il bisogno, dissetare il cuore e la mente.
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Un pezzo di storia tutto da recuperare
il Segno - SETTEMBRE 2020
Le carrozze della storica funicolare di Rocca
di DANILO FONDI
Sono passati circa sei anni dal momento che un pezzo della nostra storia è stata portata via da Rocca di Papa. Le carrozze della funicolare giacciono malconce a Velletri in un deposito del Cotral. Ci sono stato personalmente; poiché stanno all’aperto le loro condizioni sono allo stremo; ad una hanno tolto tutte le panche di legno, ossia la cosa più bella. Io mi occupo da tempo di restauro di mobili antichi. Se riusciamo tutti insieme a riportarne almeno una a Rocca di Papa, magari la meno rovinata, possiamo formare un gruppo di volontari, senza ovviamente percepire un euro, e procedere al restauro vero e proprio, di certo non mancheranno amore e passione. Speriamo che qualche dirigente del Cotral, o chi potrà
IL RI CO R DO
Le due carrozze della funicolare di Rocca di Papa nel deposito all’aperto del Cotral a Velletri
Così è ridotto l’interno di una delle due carrozze
aiutarci, abbia il buon cuore di darci una mano.
Nota: Quest’articolo è stato scritto prima della notizia che il Cotral ha comunicato al Comune di Rocca di Papa che, a breve, avvierà a restauro una delle due carrozze della storica funicolare.
La funicolare negli anni Sessanta
Il romanzo storico a puntate di Franco Antonucci/9
Gasperone diventa brigante
AGOSTO 1814 In pochi attimi tutto gli era crollato addosso: il lavoro, Maria, Giustina, la casa paterna, la prospettiva di mettere su famiglia, una vita felice. In poche parole, aveva perduto tutto. Avrebbe ricordato quel giorno per tutta la vita. Ora che era un omicida, non aveva altra prospettiva che vivere alla macchia e, se voleva avere qualche possibilità di salvezza, avrebbe dovuto unirsi quanto prima alla banda di Domenico il Calabresotto. Sapeva come fare per mettersi in contatto con loro. In un baleno si ritrovò circondato da una decina di briganti, era la banda di Domenico il Calabresotto, gli ex commilitoni di Angelo e Gennaro. Tra loro si fece largo un figura tozza e barbuta, che portava in spalla un fucile a tromboncino.
”Ti stavo aspettando Anto'!”disse. Era incredibile come fossero subito sempre al corrente degli avvenimenti. “Claudio de Marchis è rimasto secco, stecchito”. Disse, passandosi l'indice sotto il mento. “Ma se l'è pure meritata, tanto voleva imparentarsi col panundu gendarme...”. “... Se vòi esse dei nostri, devi stare a certe regole. La prima, è che comando io. Chi comanda nun se pò contraddì. Io ti do le armi ma poi mi trattengo la tua parte al prossimo bottino. Quando c'è da spartì, il capo, che so' io, prende il doppio de tutti gli altri”. Pe sta' con noi bisogna prima de tutto ave' ammazzato n'omo e fin qua ci stiamo”. Poi elencò con voce stentorea tutti i requisiti che bisognava avere per l'ammissione. Antonio aveva
Ecco la carrozza all’esterno
Il coperchio del diavolo
Un racconto costellato di miti e leggende popolaresche del brigante piu’ famoso dello Stato pontificio: Gasperone
pensato che fosse una cosa automatica, ma sbagliava. “Non bisogna avere più di trent'anni. Quanti anni hai? Ah vabbuò. Una salute perfetta, e ci stiamo. Niente studi superiori e buone maniere, non vogliamo pappamolla, nessun parente poliziotto o spioni in famiglia e niente sevizio militare in gendarmeria”. “Ecco, questa è la tua padroncina, sei fortunato, è una delle migliori, la gemella di quella di Lisandro”. Gli porse una sorta di cinturone-cartucciera tutta ricamata, ammiccando all'uomo al suo fianco che ne indossava una identica, ”e questo è il tuo due-botte” disse, mentre gli consegnava un fucile a doppia canna corta. Ma ricordati che al primo bottino questi li devi scontare, ah dimenticavo!” fece per dargli un pugnale ma Antonio lo fermò.
”Scusate vossia ma il pugnale già ce l'ho” e prese dalla sua sacca quello di Gennaro, che gli aveva dato Giustina. “Quand'è così, abbiamo finito allora, andiamo”. Percorsero diversi chilometri nel bosco e Antonio s'accorse che stavano facendo un giro molto largo, ma sempre in tondo, forse volevano vedere come se la cavava nelle marce, avrebbero subito capito di che pasta era fatto! Si stava già adattando a questa nuova vita. Ma non doveva pensare a tutto il resto e soprattutto a Maria. Continua
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Stampata la seconda edizione del libro Boscaioli a Carbonai della Santangeli
LA STO RI A
Bosco, terra fatica umana Un epico affresco dei mestieri scomparsi dei Castelli Romani
La recensione dello scrittore D’Agata
di ROSARIO D’AGATA*
“Nella foschia mattutina i tronchi grigiastri dei castagni si innalzavano dritti e slanciati… dal terreno saliva l’inconfondibile odore di legno, di terra umida e di muschio… i boscaioli avvertivano il sottile piacere di trovarsi tra quegli alberi, respirare l’aria fredda e il silenzio, schiacciare sotto gli scarponi le foglie giallastre dell’anno, ancora coriacee”.
Sono abili pennellate di parole, di frasi in grado di trasportarci in un mondo speciale, incantato, in un tempo non troppo lontano, ma quasi dimenticato, ricco di suggestioni, di semplicità e di umana fatica. Maria Pia Santangeli ci riconduce per mano in mezzo ai boscaioli durante gli anni ‘30, ai giovani di Sarnano e di Cappadocia che, lasciato il loro paese, raggiungevano i boschi dei Castelli Romani, per tagliare tronchi e rami destinati all’industria di trasformazione. Insieme alla manodopera locale, questi “immigrati” con i loro strumenti descritti accuratamente dall’autrice, scrivevano tra i castagni la loro epopea, silenziosa, umile e nello stesso tempo grandiosa, e la Santangeli, in questo prezioso libro Bosca-
ioli e carbonai nei Castelli Romani (seconda edizione Edilazio Editrice, Roma 2020) agisce come una sorta di inviata speciale in un tempo andato.
E come una inviata speciale che si rispetti, non manca di documentarsi con scrupolo, di raccogliere testimonianze di uomini e donne che hanno vissuto quei tempi e svolto quei mestieri, ricostruendo così un vivace e nello stesso tempo accurato caleidoscopio di persone, ambienti, mes t i e r i , abilmente ravvivato da descrizioni di cose e ambienti, durante il lavoro e nei momenti di riposo e di festa. Puntuale ed efficace anche la descrizione del lavoro dei carbonai, quando la Santangeli dimostra di saper usare la penna come una pennello, tanto che al lettore, nello scorrere le pagine, sembra di vedere con gli occhi della fantasia ciò che vi è raccontato. La citazione degli strumenti e delle fasi del lavoro, delle specia-
Un boscaiolo di Rocca di Papa tra gli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso (Foto Alinari)
lizzazioni e dei ruoli, usando anche le espressioni dialettali, oltre che costituire una straordinaria documentazione storica, che avrebbe corso il rischio di essere dimenticata, aspirata dai vortici del tempo, assicura al racconto una vivacità ed un realismo davvero inconsueti in questo genere di scritti. Ma c’è di più: ampi stralci di canti, poesie, addirittura di poemi, sia di origine popolare sia classici, che i boscaioli usavano recitare durante il riposo di fronte ad ascoltatori attenti e affascinati arricchiscono il testo di materiale prezioso e di citazioni che richiamano nel lettore ricordi di letture sui banchi di scuola. Guerin Meschino, Pia de’ Tolomei, la Gerusalemme Liberata, si intrecciano così con scorzine,
facciatori e muiari, come contrappunto alla loro fatica quotidiana…
Una capacità descrittiva questa che si ripete con non minore efficacia quando la Santangeli racconta le feste di paese. Un vero capolavoro di parole capaci di evocare scene, suoni, colori come un documentario filmato non potrebbe fare meglio.
Il libro di Maria Pia Santangeli è quindi qualcosa di inusuale, nel campo nelle opere d’inchiesta e di rievocazione, perché riesce a dare a chi legge informazioni, documentazioni e citazioni abilmente mescolate ad una forte carica emotiva in un impasto di rara efficacia. È un libro che lascia il segno, che fa riflettere e che alla fine suscita un sottile sentimento di gratitudine verso quegli uomini e quelle donne che in condizioni difficile, negli anni tra il trenta e il primo dopoguerra sono stati silenziosi e oscuri protagonisti della vita economica e sociale della nostra Regione. * Scrittore
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I Grandi Maestri d’Arte
a Rocca di Papa
A CURA DI SIMONE GATTA
Il Centro Storico
IL SEGNO dei tempi
Filiberto Petiti nacque a Torino nel 1845. Con un destino comune a molti artisti dell’Ottocento, compiuti gli studi tecnici Petiti trovò lavoro come impiegato a Torino, dedicandosi alla pittura solo nei giorni festivi. Seguì i consigli di Felice Cerruti Beauduc, presso il quale era stato introdotto dal padrino, il conte Filiberto Avogadro di Collobiano, e dal quale apprese le prime nozioni di disegno e acquerello. Lo studio del paesaggio, genere particolarmente apprezzato e coltivato tra gli artisti in Piemonte, lo aveva affascinato sin dalla prima giovinezza. A Torino non restò insensibile alla pittura di Angelo Beccaria e Carlo Piacenza, formatisi nell’alveo del calibrato lirismo paesaggistico, denso di suggestioni romantiche, dello svizzero Alexandre Calame. Annessa Roma al Regno d’Italia, Petiti, che nel frattempo aveva perso entrambi i genitori, dovette nuovamente spostarsi, raggiungendo nel 1874 la Capitale. Qui incontrò due artisti piemontesi, Vittorio Benisson e Carlo Pittara, quest’ultimo tra i protagonisti della così detta Scuola di Rivara, votata al superamento delle regole del bello accademico attraverso un verismo di soggetto rurale. La pittura di Petiti, che sembra tenere conto almeno in parte di queste indicazioni, si aggiornò via via sull’esempio del paesaggismo romano, da quello d’effetto, denso di connotazioni atmosferiche di Achille Vertunni,
il Segno - SETTEMBRE 2020
Filiberto Petiti
al lirismo pacato e introspettivo della scuola di Nino Costa. L’artista predilesse le ampie distese di campagna, gli angoli solitari, i cieli percorsi da nubi, le paludi e i boschi autunnali, rivelando talvolta, nella loro interpretazione, retaggi francesi derivanti dalla sua formazione piemontese. Petiti disegnò questo paesaggio di Rocca di Papa nel 1904, colpito dall’amenità del luogo. Per un artista così innamorato dei paesaggi laziali, fu naturale l’ingresso – da collocarsi attorno al 1907–, nel gruppo dei XXV della Campagna romana (con il soprannome di “gatto soriano”).
Lettere, Proposte, Proteste e Reclami
Via dei Monti 24, 00040 Rocca di Papa (Rm) - ilpiccolosegno@libero.it
LA STRADA CON IL BINARIO E NESSUNO CONTROLLA
Via Vecchia di Velletri ai Campi
Rocca di Papa, il paese dove i controlli vengono fatti con droni ed elicotteri, ma nessuno controlla una ditta che fa i lavori per la fibra e lascia le tracce
dove passano i cavi aperti e sabbia ovunque. Ciò porta problemi alla circolazione e pericolo per chi va in moto o in bici... ma anche a piedi. Mail firmata
SE FOSSI UN MURATORE VERREI A VIVERE A ROCCA DI PAPA Qualche giorno fa, dopo aver potato una siepe del giardino, sono andato all’isola ecologica ed ho scoperto che è possibile conferire massimo 20 sacchetti al mese. Poi, scaricando un modulo dal sito del comune, scopro come il cittadino possa conferire su delega cento sacchetti di inerti al mese! Penso innanzitutto che quando il cittadino scelga di fare una ristrut-
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turazione, i costi di smaltimento (che peraltro vengono anche detratti fiscalmente), non devono essere certo posti a carico della collettività, mentre la manutenzione delle siepi è un preciso obbligo sancito da disposizioni comunali e quindi appare assurdo il solo concetto di imporre un limite alle potature da conferire. Invece questa amministrazione ha scelto di rifiutare il ventunesimo sacchetto di potature e di accogliere gratuitamente 1.200 sacchetti all’anno di inerti per ogni utente. Una cosa è certa: se io fossi un muratore che lavora in nero, prenderei subito la residenza a Rocca di Papa... Post firmato