Il Segno novembre-dicembre 2019

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Sul progetto energetico da 8 milioni di euro l’Anticorruzione apre un procedimento contro Comune e Saciem onews.com www.ilsegn

Anno XVIII, n. 4 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

Fb: Il Segno di Rocca di Papa

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ilpiccolosegno@libero.it

Non sono bastate le spiegazioni fornite dall’ufficio dei lavori publici. L’ANAC il 13 novembre ha scritto all’amministrazione annunciando l’apertura di un procedimento di verifica relativo al mega appalto sull’efficientamento energetico che impegna il Comune di Rocca di Papa fino al 2039. L’Agenzia vuole vederci chiaro anche su una costola di quest’appalto che prevede interventi sulla sicurezza di scuole, strade, parcheggi e giardini per altri 500.000 euro: manutenzioni affidate a un unico gestore. A PAGINA 3

SIAMO SEMPRE CONVENIENTI E TI OFFRIAMO:

ELEZIONI 2020 A regnare è la confusione A PAGINA 5

La sentenza del 2015

Il TAR sull’abuso di Romei A PAGINA 7

IL “CASO PUCCI”

Il Comune si costituisce parte civile contro la consigliera comunale A PAGINA

ROCCA DI PAPA - Via Campi D’Annibale 155 Tel. 06/94790761

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Alla ricerca di CABUM

Una storia millenaria A PAGINA 19

LE ALTRE NOTIZIE Vice sindaca

La Cimino sempre più sola A PAGINA

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IL DISASTRO

DELLE SCUOLE A PAGINA 13

4.200 € mensili

Autovelox quanto ci costi? A PAGINA

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3 mesi decisivi per le indagini

L’esplosione del 10 giugno di ANDREA SEBASTIANELLI

Serviranno altri 90 giorni per avere un quadro chiaro sull’esplosione causata da una fuga di gas avvenuta lo scorso 10 giugno a Rocca di Papa che costò la vita al sindaco Crestini e al suo delegato Eleuteri. L’incidente avvenne mentre erano in corso degli scavi per la messa in sicurezza del corso principale del paese. Per la vicenda sono indagati per disastro e omicidio colposo Emiliano Abballe, 45 anni, titolare della Tecnogeo di Monte San Giovanni CamSEGUE IN ULTIMA

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Segno

organo mensile dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007

Nel Lazio 906 i milioni evasi (121 € per abitante)

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

Sono 7,6 i miliardi sottratti dalle tasse locali LO STU DI O

gap al 21,7 per cento), la Lombardia (20,6 per cento), la Liguria (18,3 per cento) e l’Emilia Romagna (tax gap al 17,8 per cento) che è la Regione dove la propensione all’evasione è la più bassa in assoluto.

ilpiccolosegno@libero.it REDAZIONE

Bruna Benelli, Federico De Angelis, Daniela Di Rosa, Vincenzo De Rossi, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Giovanni Mancini, Noga (Gabriele Novelli), Roberta Puglisi, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Alessandro Tabellione ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Roma

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO:

Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani e del Tuscolo IBAN: IT-12-Q-07092-39230-000000110977

di MARCELLO MORRONE

Tra l’evasione dell’Imu-Tasi, della Tari e il mancato pagamento delle bollette dell’acgli italiani qua, “risparmiano” indebitamente 7,6 miliardi di euro all’anno. Un’enormità.

A pagare il conto sono soprattutti i Comuni e le società che si occupano della gestione dei rifiuti urbani o che erogano il servizio idrico, spesso controllate dalle stesse amministrazioni comunali dove queste aziende operano. A dirlo è una ricerca condotta dall’Ufficio studi della Cgia, l’Associazione srtigiani e piccole imprese di Mestre.

Geograficamente parlando, dei 5,1 miliardi di evasione per la sola Imu nel 2016, circa 1,87 miliardi sono scrivibili ai proprietari degli immobili delle regioni del Nord; 1,81 miliardi a quelli del Sud; e 1,4 miliardi a quelli del Centro Italia. Invece, per quanto riguarda la propensione all’evasione (o propensione alla cosiddetta tax gap) spicca il dato della Calabria che risulta pari al 43,2 per cento. La Campania non è da meno attestandosi al 38,5 per cento mentre il tax gap della Sicilia è pari al 36,6 per cento.

Le Regioni più virtuose in questa speciale classifica, invece, sono il Piemonte (tax

www.ilsegnonews.com

Ora passiamo alla nostra regione. Per il Lazio si parla di ben 906 milioni di evasione totale e di un tax gap del 33,5%. Una cifra non proprio irrilevante. Molto evidenti sono le differenze tra Nord e Sud anche per quanto concerne la stima dell’evasione della Tari, la tassa sui rifiuti. Secondo le stime su 9 miliardi di gettito complessivo registrato nel 2018, il mancato incasso a livello nazionale è stato di 2,1 miliardi di euro, di cui poco più di 1 miliardo in capo ai cittadini/imprese del Sud, 817 milioni a quelli del Centro e 286 milioni di euro a quelli del Nord.

A livello regionale svetta la mancata riscossione per abitante del Lazio con 121,8 euro. Una bella cifra che, nelle casse dei comuni, garantirebbe molti servizi.

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare l’archivio storico del nostro mensile collegandoti al nostro sito Internet. Troverai tutti i numeri a partire dal 2009. Buona lettura!


il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

Rocca di Papa

N OTIZIE

IN FOR M AZION E

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ATTU AL ITÀ

Efficientamento energetico, l’ANAC avvia un procedimento

All’Anticorruzione non sono bastate le risposte dei Lavori Pubblici

tità economica (8.000.000 di euro, cioè 14 miliardi delle vecchie lire), la durata contrattuale (20 anni) e i presunti risparmi per l’amministrazione che subito sono apparsi discutibili visto che il Comune avrebbe continuato a pagare fino al 2039 quasi la stessa cifra annuale che paga attualmente per il consumo energetico.

di ANDREA SEBASTIANELLI

All’ANAC, l’Agenzia Nazionale Anti Corruzione, non sono bastate le risposte fornite il 26 settembre scorso dal Responsabile del settore dei lavori pubblici del Comune, Luigi De Minicis, circa il progetto da 8 milioni di euro sull’efficientamento energetico. A chiedere l’intervento dell’ANAC era stato il consigliere comunale Lorenzo Romei, evidenziando i punti ritenuti non conformi alle disposizioni normative.

Nella sua risposta il tecnico comunale aveva fornito una serie di spiegazioni, inviate anche alla vicesindaca Cimino e all’assessore ai lavori pubblici Zitelli, che evidentemente non sono state giudicate esaurienti dall’Anac. Infatti, con lettera del 13 novembre 2019 (prot. 90733) l’Agenzia ha deciso di avviare un procedimento di vigilanza in materia di contratti pubblici nei confronti dell’amministrazione comunale e della Saciem Srl. Uno dei nodi riguarda l’entità del capitale sociale dell’azienda individuata dal Comune, la Saciem con sede a Giulianello. Un capitale sociale che, in base alle norme vigenti, “non deve essere inferiore ad un ventesimo dell’investimento previsto”. Requisito quest’ultimo che la Saciem non sembrava avere alla data del 9 ottobre 2018, quando il consiglio comunale approvava il progetto di fattibilità.

Nella già citata lettera (prot. n. 26244) l’Ing. De Minicis informava che la Saciem il 16 settembre 2019 “ha inviato la dichiarazione del Notaio

Zitelli, assessore ai lavori pubblici di Rocca di Papa

Carlo Pennazzi Catalani con cui attesta la deliberazione di aumento di capitale sociale ad € 80.000”. Una dichiarazione che invece di fornire una risposta al quesito dell’ANAC ha invece rappresentato una conferma sull’assenza, al momento dell’approvazione del progetto (2018), dei requisiti obbligatori per un progetto da 8 milioni di euro.

Ma non è tutto. L’Anticorrusione ha comunicato che sottoporrà ad accertamento l’intera “procedura di approvazione della proposta pre-

sentata dal promotore (la Saciem, n.d.d.) [...], l’asseverazione prestata dall’istituto di credito (per 72.900 euro, n.d.d.), [...] e le garanzie presentate dalla società Saciem Srl a supporto della proposta”. E non è esclusa la richiesta di “eventuali audizioni dei soggetti titolari dell’esercizio dell’attività amministrativa, da svolgere in una o più giornate”. Insomma, un vero e proprio altolà a un progetto che fin dalla sua stesura iniziale aveva lasciato più di qualche dubbio considerando l’en-

I NOSTRI ERRORI L’Anac non aveva scritto all’ass.re Zitelli ma al Resp.bile dei lavori pubblici

Sul numero scorso avevamo erroneamente riportato che l’ANAC, a proposito dell’apertura di un fascicolo circa la regolarità del progetto sull’efficientamento energetico approvato dal Comune di Rocca di Papa, aveva scritto all’assessore ai lavori pubblici, Gianluca Zitelli, invece che al Responsabile del settore lavori pubblici, Ing. Luigi De Minicis. L’assessore ci ha quindi chiesto di correggere questo errore e volentieri lo facciamo, scusandoci con lui e con i nostri lettori.

Ma c’è un ultimo aspetto di questo progetto che dovrà assere valutato. Riguarda il contenuto della delibera di giunta n. 65 del 4 luglio 2019, cioè tre settimane dopo l’esplosione del Comune, che obbligava la Saciem Srl di occuparsi non solo del progetto di efficientamento energetico, ma anche “l’effettuazione di interventi in ambiti diversi dalla pubblica illuminazione, rientranti in interventi di adeguamento e messa in sicurezza di strade, edifici scolastici e parcheggi comunali nonché di giardini pubblici per un importo di 500.000 euro”. Praticamente la giunta guidata dalla Cimino voleva mettere in mano a questa azienda di Giulianello la gestione di tutta la cosa pubblica di Rocca di Papa.

Una delibera di giunta votata all’unanimità, ossia dalla vicesindaco Cimino, dall’assessore ai lavori pubblici Gianluca Zitelli, da quello ai servizi sociali Danilo Romei, dal suo collega al bilancio, Pierpaolo Montalto, e da quello all’urbanistica Zecchinelli. Possibile che nessuno di questi abbia espresso qualche perplessità? Notizie e approfondimenti su questo argomento li trovate sul sito Internet: ilsegnonews.com e sulla pagina Facebook: Il Segno di Rocca di Papa.


La vicesindaco erede di Crestini bidonata dai politici smemorati 4

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

In vista delle elezioni nessuno sembra più apprezzare Veronica Cimino R OCCA D I PA PA

Come da tradizione arriva la stella sulla Fortezza

di DANIELA  DI ROSA

Dopo il crollo del 10 giugno e la tragica scomparsa del sindaco e di un suo delegato, il consiglio ormai sciolto si preparava alle nuove elezioni comunali. Fu immediatamente trovata nella vicesindaco Veronica Cimino il successore di Crestini. Per due mesi gli elogi e gli apprezzamenti alla stessa si sprecarono, gli incitamenti a continuare venivano da più parti, soprattutto dalla famiglia del defunto sindaco.

Poi all’improvviso due mesi fa tutto è cambiato, un "cerchio magico" ha riportato Rocca di Papa al Medioevo e l'ha resa "monarchia", dicendo che per meriti "dinastici" il candidato prescelto dovesse essere qualcuno della famiglia “reale”, a cominciare dallo zio, Gino Ferri, detto the forest (per via del nome del suo ristorante). A oggi non sappiamo se sarà effettivamente Ferri il candidato alla poltrona di primo cittadino ma sicuramente, vista l’interferenza che continua a esercitare sull’amministrazione, resta uno dei papabili.

Ma c’è un problema: come fare campagna elettorale contro la vicesindaco in carica, voluta dal defunto sindaco e che fino a due mesi

La vicesindaco Cimino e l’ex sindaco Crestini

prima apprezzavano? Ovvio: esaltare l'amministrazione comunale ma solo fino a luglio, tre anni e mezzo di "paradiso" rocchiggiano, e cinque mesi di catastrofi inimmaginabili.

Ma non bastava, serviva l'aiuto dei partiti, dei movimenti e dei politici locali, che inchinandosi al nuovo re, come prima si inchinavano all’altro... sono diventati bipolari e schizofrenici oltre che smemorati. Guai a ricordare tre anni e mezzo di "inciuci, concorsi per addetti stampa ad hoc, deleghe regalate ad amici e amici degli amici, intimidazioni, complotti tra maggioranza e opposizioni, discriminazioni tra cittadini di serie A e quelli di serie B. Politica amministrativa al limite del lecito, conflitti d'in-

SPAZIO ADOTTATO DA GENNARO

teresse con consiglieri costretti alle dimissioni, documenti sulle perimetrazioni "sottratti" da assessori uscenti. Ecc. ecc.

Da destra a sinistra, passando per il MoVimento, sono tutti proni ai voleri del padrone di turno, e si occupano solo degli ultimi cinque mesi di amministrazione, come se le scelte portate avanti dalla giunta guidata dalla Cimino non siano in perfetta sintonia con quanto fatto da Crestini dal 2016. Tutte scelte che non hanno risolto un solo problema che davvero stava e sta a cuore ai cittadini di Rocca di Papa, i quali hanno bisogno di un’amministrazione in grado di risolverli. Perché di chiacchiere, in questi anni, ne abbiamo sentite fin troppe.

L’8 dicembre si è ripetuto il “miracolo” dell’accensione della stella sulla Fortezza. Parliamo di “miracolo” perché ogni anno sembra che manchino i soldi per installarla e invece, all’ultimo momento, questi soldi compaiono come per… miracolo. Eppure il Comune e la Proloco cittadina potrebbero ottenere un apposito finanziamento dalla Regione Lazio che, annualmente, distribuisce fondi per i progetti più qualificanti. Le premesse ci sarebbero eccome visto che la stella di Rocca di Papa è diventata un simbolo per migliaia di cittadini della provincia, considerato che la si vede anche da Roma. E invece anche quest’anno la Regione ha bocciato la richiesta avanzata dal Comune. O meglio, la proposta si è classificata agli ultimi posti della graduatoria dei comuni che hanno chiesto un finanziamento per le iniziative natalizie. Siamo dunque alle solite, l’amministrazione comunale (e con essa la Proloco) non riesce a presentare progetti in grado di ottenere i fondi sperati. Sarà per il prossimo anno!

SPAZIO ADOTTATO DA LAVINIA


Le grandi manovre sono iniziate in attesa di sorprese il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

L’uscita di scena (ma sarà proprio vero?) di Massimo Saba dalla candidatura a sindaco (vedi l’ultimo numero del Segno), ha rimescolato le carte in tavola tra le forze politiche in campo.

Nel centrodestra, malgrado l’apparente calma, è ancora tutto in gioco. In queste settimane si segnala un particolare attivismo della Lega, la cui portavoce è Cinzia Botti, nota soprattutto per essere moglie del patron de La Foresta. Ma che questo attivismo possa significare una sua candidatura o quella del consorte Ferri, è ancora presto per dirlo, visto che ormai i rapporti con la vicesindaco Cimino sembrano piuttosto burrascosi. A sostenere questa coalizione ci sarebbero gli assessori Gianluca Zitelli e Danilo Romei, oltre all’ex sindaco Enrico Fondi e a diversi consiglieri uscenti. Nel centrosinistra la situazione appare più variegata. Il Pd commissariato starebbe cercando di allargare la lista ad altre forze partendo dall’ex assessora Silvia Sciampli-

RO CC A D I PA PA

cotti (già battuta nel 2016) e da Andrea Croce, che al momento resta il candidato a sindaco. Sarà difficile comunque aprire un dialogo con il gruppo che fa capo alla consigliera Elisa Pucci e a Bruno Petrolati, i quali stanno lanciando un progetto più allargato a cui starebbero guardando alcuni esponenti del centrosinistra. La candidata potrebbe essere proprio la Pucci. Poi c’è l’ala più radicale della sinistra cittadina rappresentata da tre storici esponenti: Gianfranco Brunetti, Giancarlo Trombetta, e Gennaro Spigola. I tre potrebbero decidere di andare alle elezioni con un proprio candidato.

Infine c’è il gruppo che fa capo a tre consiglieri in carica: Lorenzo Romei, Massimiliano Calcagni (presidente del consiglio) e Ottavio Atripaldi. A cui si aggiungerebbe l’ex consigliera Roberta Carnevali. Un gruppo che, elettoralmente parlando, almeno sulla carta, potrebbe pesare molto. Ma chi sarà il loro candidato sindaco? La scelta potrebbe confluire

ROCCA DI PAPA 2020

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IL BORSINO DEI CANDIDATI

sullo stesso Romei, su cui però pesa la giovane età che, in un momento molto complesso per il paese, potrebbe essere un handicap.

Infine il metup locale dei 5 Stelle che ha aperto la caccia ai possibili assessori. Della serie: meglio iniziare dalla fine. Si ride o si piange?


Poche idee (e sbagliate) hanno provocato il disastro 6

di DANIELA DI ROSA Il commercio nel centro storico di Rocca di Papa è in crisi da 20 anni, una crisi che ha colpito molti centri storici, la tragedia del giugno scorso ha dato solo il colpo di grazia a un commercio morente. Basta rileggersi il Segno di dieci anni fa per rendersene conto. Eppure puntualmente con l'avvicinarsi delle elezioni comunali tutti i politici hanno la soluzione in tasca, senza mai ricordarsi che esiste anche il commercio nella parte bassa e alta del paese, le Vigne e i Campi, che sono i quartieri più popolosi.

Persino quelli che hanno amministrato per un decennio (e del commercio del centro storico ne hanno visto la decadenza), hanno la soluzione giusta, ma perchè non l’hanno tirata fuori mentre amministravano? Anche chi ha guidato il paese in questi ultimi quattro anni, decretandone la fine, ha nuovi progetti nel cassetto. Infine, anche chi non se ne è mai interessato, a ridosso delle elezioni ha idee per ritornare ai bei tempi andati e riportare il commercio ai fasti del passato, senza comprendere che i piccoli negozi non sono spariti in una notte a causa di un meteorite, ma c’ è stato un ‘inesorabile abbandono da parte della gente.

Ma come potrebbe avvenire la rinascita se il centro storico nel frattempo si è svuotato? Cari amministratori presenti e passati (e futuri) possibile non riusciate a capire che il commercio così come è concepito non si risolleverà mai più? I centri commerciali hanno preso il posto dei negozi, rassegniamoci e inventiamoci altro. Oggi, gli stessi politici che in questi anni hanno fatto morire il commercio sembrano aver scoperto la cura per salvarlo... l'assurdo è che i pochi commercianti rimasti nel centro storico, sembrano

Serrande abbassate in via del Duomo

credere alla cura miracolosa, oppure fingono solo di crederci? E se fingono, perchè? Come possono dar fiducia a chi ha già amministrato e queste “meraviglie” non le ha fatte vedere? E perchè i politici ogni cinque anni si occupano così insistentemente dei commercianti del centro storico? Forse per il pacchetto voti (sempre più piccolo) che alcuni di loro distribuiscono? E in base a quale assurdo principio li distribuiscono agli stessi politici che da anni non mantengono le promesse? Il motivo non potrebbe stare nel fatto che alcuni di loro hanno avuto e rivogliono parenti in consiglio comunale per ottenere benefici personali? Magari anche piccoli contributi per "feste", perchè molti, oltre che commercianti fanno parte di associazioni che si occupano di organizzare “eventi”.

Feste e eventi che, a parte la sagra, non hanno mai portato turismo.

Il centro storico è morto quando non si è compreso che senza un drastico rinnovamento, senza idee dall'esterno, tutto è destinato a restare tra "pochi intimi". Miro, artista roccheggiano con idee innovative, fu un precursore nell'aprirsi al mondo e nello scegliere eccellenze, peccato che chi l'ha sostituito ha pensato solo ad appagare la propria vanità, se non il proprio portafoglio. Il centro storico è morto quando le "eccellenze" nei vari settori sono diventate esclusivamente appannaggio di parenti e amici di amministratori e, come in "Aspettando Godot", da 20 anni ripetono la stessa scena... buona la prima, ma cambiate almeno la dodicesima.

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La morte dei Comitati di Quartiere è stata una calamità

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

Il Centro Storico e la crisi decennale del commercio RO CC A DI PA PA

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Tra i disastri che stanno alla base dei problemi di oggi c’è sicuramente la fine dei Comitati di Quartiere. Si tratta di organismi di volontariato che per anni hanno rappresentato un sistema di mediazione fra l’amministrazione comunale e i cittadini. Organismi che in appena cinque anni sono stati completamente disgregati per colpa di una politica desiderosa di spazzare via ogni forma di organizzazione che limitasse il loro rapporto diretto con gli elettori.

A Rocca di Papa fino a qualche anno fa i Comitati avevano addirittura una sede. Quello dei Campi d’Annibale, fondato e presieduto da Gianfranco Silvestrini, era un vero punto di riferimento per tutti i cittadini che volevano segnalare un problema concreato. E il Comitato dava voce a tutti, segnalando al Comune gli interventi prioritari. Poi la sede venne perduta a un’asta e il Comitato, dopo oltre trent’anni, si sciolse. Stessa cosa per il Comitato di quartiere delle Vigne che conobbe presidenti del calibro di Aldo Maria Marchese e di Simonetta Spaccia, fino a quando la politica cominciò a mettere bocca. Fu l’inizio della fine.

Sorte analoga per il Comitato del Centro Storico che in passato ha visto l’impegno di presidenti come Maurizio Gatta, recentemente scomparso, e che oggi appare un’entità estranea al quartiere stesso. Nessuno lo vede e nessuno ne avverte l’esistenza. E che dire del Vivaro? Stessa identica fine.

Eppure nel programma dell’ex sindaco Crestini c’era proprio la rinascita dei comitati di quartiere. Tante promesse finite nel dimenticatoio, un po’ come tutto il resto.


L’assessore Romei e la casa abusiva di cui nessuno parla il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

Il TAR del Lazio nel 2015 ha annullato la domanda in sanatoria R O CC A D I PA PA

di ANDREA SEBASTIANELLI

Al centro dell’ inchiesta “Il Palazzo dei segreti”, pubblicata sul numero scorso, vi è una riunione convocata presso il municipio per affrontare il tema dell’abusivismo edilizio. Una riunione che, oltre a tre membri vicini al Comitato Pro Case, vedeva la partecipazione dell’ex sindaco Crestini, dell’assessore all’urbanistica Zecchinelli e dell’assessore ai servizi sociali Danilo Romei, il quale durante l’intera riunione non ha spiccicato parola, nemmeno quando una cittadina ha iniziato a parlare di case abusive costruite da dipendenti comunali mai oggetto di demolizione.

Chissà, forse all’assessore si saranno drizzati i capelli, o forse proprio per questo ha preferito tacere. Il perché lo abbiamo scoperto leggendo la sentenza del TAR del Lazio n. 741 del 16 gennaio 2015 con cui il Collegio respinse il ricorso presentato da un cittadino roccheggiano che nel 1998 si era visto annullare il parere favorevole rilasciato dalla Regione Lazio, necessario per sanare una palazzina di 400 metri quadrati in zona vincolata. Sapete chi era questo cittadino? Ma proprio lui, l’assessore Romei.

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tro il ministero ma anche contro il Comune di Rocca di Papa. Comune che, nella circostanza, non si costituì in giudizio. Perché?

L’assessore ai servizi sociali Danilo Romei

Il ricorso presentato da Romei e dalla consorte (che è anche una dipendente del Comune) chiedeva al tribunale di verificare se il ministero dei beni culturali e ambientali avesse il diritto di intervenire sulla vicenda revocando il parere favorevole concesso dalla Regione che avrebbe dato il via libera alla domanda in sanatoria del 2015. Il TAR ha ribadito che «l’immobile da sanare insiste su di un lotto di soli mq. 800 pertanto se sanato verrebbe a determinare un notevole impatto ambientale» visto che il parere favorevole della Regione «comporta un’alterazione dei tratti caratteristici della località protetta». Non sappiamo perché la Regione diede

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questo parere favorevole ma sarebbe interessante saperlo. Ora, al di là dell’abuso specifico, la vicenda pone una serie di domande. La prima riguarda la richiesta di sanatoria presentata dall’assessore Romei. Che fine ha fatto? È stata respinta? È dormiente? È stata riattivata la procedura di acquisizione? Poi c’è un aspetto tutto politico. Quando Danilo Romei presenta questo nuovo ricorso (quello del 2013 era stato dichiarato perento) ricopriva il ruolo di consigliere comunale. Questo significa che avrebbe dovuto fare una scelta: dimettersi da consigliere o rinunciare alla causa contro il Comune, visto che il ricorso non era soltanto con-

Romei, quindi, incappò nell’art. 63 del TUEL (il Testo Unico degli Enti Locali) che stabilisce l’incompatibilità di un consigliere nel caso in cui abbia una causa pendente con il Comune. Fotocopia di quanto accaduto alla consigliera Annarita Rufini che presentò un ricorso al TAR contro il Comune di Rocca di Papa sempre per un’opera abusiva. La Rufini, per quello che si sa, decise di rinunciare al ricorso preferendo restare consigliere.

Invece Danilo Romei rimase al suo posto poiché nessuno pose in evidenza il suo conflitto, né l’allora sindaco Boccia, né l’allora consigliere d’opposizione Crestini (che proprio nel 2015 farà con Romei un gruppo unico consiliare) né gli uffici comunali chiamati a vigilare. Eppure in Comune questa sentenza doveva per forza essere nota. A questo punto le dimissioni di Danilo Romei da assessore sarebbero un atto dovuto, mentre la sentenza del TAR diventa l’ennesimo tassello che va a completare un puzzle, quello dell’abusivismo edilizio, che appare sempre più confuso, complesso e pieno di ombre.


Viaggio nel grande quartiere Vigne che la politica sembra dimenticare 8

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

Oltre al centro e ai Campi d’Annibale c’è un quartiere di 6.000 abitanti RO CC A DI PA PA

di MARIACHIARA  CECILIA

Sono passati molti anni da quando con la mia famiglia decidemmo di approdare ai tanto agognati Castelli Romani, in quella che secondo noi poteva essere considerata una perla: Rocca di Papa. L'approdo fu al Quartiere Vigne, per i roccheggiani “Rocca bassa”, zona abitata da circa 6.000 persone di cui molte provenienti da Roma, e costituisce una fascia di confine con Grottaferrata con cui condivide molte infrastrutture. Ai tempi la bellezza del posto faceva passare in secondo piano le difficoltà pratiche: carenza di "posti" nelle scuole innanzitutto. Allora la scuola materna ed elementare “Colle delle fate” era un prefabbricato piccolo e molto carino, ma con l'aumento degli abitanti non bastava più a contenere i bambini che facevano richiesta d'iscrizione determinando l'emigrazione verso i comuni limitrofi.

Dopo qualche anno si inaugurò il nuovo plesso scolastico “Giardino degli Ulivi”, una scuola più grande, inserita in un progetto molto ampio che vedeva una completa riqualificazione della zona. L'offerta commerciale in zona era ed è poco variegata. Ma anche riguardo agli

Piazza Alcide De Gasperi nel quartiere Vigne

altri servizi la situazione è carente e stagnante. La lottizzazione Giardino degli Ulivi prevedeva il rifacimento della chiesa dei Passionisti e la costruzione di un locale polifunzionale a servizio dei cittadini, con annessi parco, verde attrezzato e parcheggi: di tutto questo nulla si è visto! Già negli anni passati si era sentita l'esigenza di creare dei punti di aggregazione in questo quartiere che rischiava di diventare un dormitorio e l'occasione della lottizzazione offriva l'opportunità di avere nuovi e migliori servizi per i cittadini, ma così non è stato.

E' indubbio che un quartiere ove le infrastrutture e i servizi sono sottodimensionati se non inesistenti diventi un "corpo estraneo" facendo in modo che le persone si orientino sempre più a fre-

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quentare i comuni limitrofi esportando, con questo, anche economia. Per non parlare delle nuove generazioni che, frequentando la scuola altrove, finiscono per frequentare anche in oraio extrascolastico le cittadine limitrofe. Tra l'altro, da annoverare nelle carenze di servizi, l'assenza della rete di metanizzazione. Gran parte della zona di via Frascati, tutto l'ambito di via delle Barozze e zone limitrofe non sono servite dalla rete del metano costringendo gli abitanti all'uso del gas GPL (carissimo) o ad altri metodi di riscaldamento. Sul finire della scorsa consigliatura sembrava che il problema si stesse risolvendo ma poi non se ne è saputo più nulla. Negli ultimi anni c’è stata perfino la carenza idrica, specialmente d'estate. Anche la viabilità soffre:

strade e illuminazione pubblica lasciano parecchio a desiderare, quasi dimenticate, come se gli amministratori non scendessero mai a "Rocca bassa"; forse perché prediligono da sempre il bacino elettorale di "Rocca alta"? Nelle ore di punta le strade come via Frascati diventano il collo di un imbuto, basti pensare che per arrivare a Frascati e percorrere 4 chilometri servono circa 30 minuti.

Vorrei che la prossima amministrazione prendesse in considerazione la zona delle Vigne, Colle delle fate, via delle Barozze facendosi carico dei problemi e della carenza dei servizi che penalizzano i suoi abitanti, che magari, siccome sono ancora considerati 'forestieri' nonostante molti siano Roccheggiani doc e molti risiedano a Rocca da più di 25 anni, non sono considerati. Molti, così maltrattati, si disinteressano, non conoscono personalmente il politico di turno e non hanno la possibilità di chiedergli personalmente di intervenire, ma pure loro votano e pagano le tasse, come tutti i restanti cittadini Auspico Roccheggiani. anche azioni importanti che possano far integrare il tessuto sociale di "Rocca bassa" con il resto della città, organizzando eventi anche in questa zona.


Lavori ex hotel Europa, si va verso l’accensione di un mutuo da 1 mln

Dopo la sentenza che ha condannato il Comune a pagare la FAM il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

R O CC A D I PA PA

di ANDREA SEBASTIANELLI

Dopo la sentenza del Tribunale di Velletri che ha condannato il Comune di Rocca di Papa a versare la cifra di 1.060.000 euro alla società Fam Srl per i lavori di messa in sicurezza dell’ex Hotel Europa di piazza della Repubblica, che doveva diventare la nuova sede municipale, l’amministrazione comunale corre ai ripari. E lo starebbe facendo accendendo un nuovo mutuo che impegnerà le casse comunali per i prossimi due decenni.

La vicenda dell’ex Hotel Europa merita di essere ricostruita nelle sue fasi più importanti, a testimonianza di come una pubblica amministrazione non dovrebbe comportarsi in appalti del genere. Il tutto comincia nel giugno del 2005 (sindaco Ponzo) quando il Comune di Rocca di Papa decide di acquistare lo stabile. Sette mesi dopo le funzioni di sindaco le prende Boccia perché Ponzo viene eletto in Regione e l'operazione va in porto per la cifra di 2,8 milioni di euro, con l'idea di trasformarlo nella nuova sede comunale. Il costo dei lavori necessari nel 2006 ammonta a € 1,5 milioni. Tre mesi dopo siamo già a 1,7 milioni di euro. A settem-

L’ex hotel che doveva diventare la nuova sede comunale

bre del 2007 (sindaco Boccia) si dà vita al cosiddetto appalto integrato che prevede un giro di tre appalti che riguardano la scuola materna dei Campi d'Annibale, il municipio del Corso (che doveva essere ceduto per farci degli appartamenti) e la nuova sede del Comune presso l'ex hotel. All'inizio del 2008 la gara d'appalto viene aggiudicata alla società FAM Srl. La cifra intanto è già lievitata a 2,2 milioni di euro per l'intero appalto integrato (non solo per l'hotel Europa).

La costruzione della nuova scuola materna procede a ritmi veloci e infatti nell'ottobre del 2010 (sempre sindaco Boccia) viene terminata (costo: circa 1 milione di euro). Intanto nel

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2008 il Comune (sempre Boccia) aveva sottoscritto il contratto d'appalto per i lavori alla nuova sede comunale (ex hotel) ma in seguito all'intervento del Genio Civile di Roma risultò necessario apportare delle modifiche che comportarono nuovi lavori oltre a quelli già previsti, tra cui la sostituzione dei solai in legno e il rinforzo degli stessi solai. I lavori comunque iniziano e vengono presentate le prime fatture per circa 600.000 euro.

Nel maggio del 2009 (sindaco Boccia) viene decisa la sospensione dei lavori perché una perizia stabilisce che la struttura presenta danni talmente gravi da essere necessario un adeguamento strutturale. Il nuovo progetto prevede un ulteriore esborso e su questo il meccanismo dell'appalto integrato comincia a incepparsi. I lavori così riprendono nel luglio del 2009 ma due mesi dopo vengono di nuovo interrotti.

Da quel momento comincia di nuovo una diatriba fra il Comune, la ditta e la direzione lavori da cui non se ne uscirà più. Successivamente la FAM e il Comune si diffidano a vicenda fino alla causa in tribunale. Le udienze si susseguono tra perizie, controperizie e in-

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contri per cercare di trovare una soluzione. Già nel 2014 l'avvocato del Comune, Rolando Grossi (parcella totale: 70.000 euro), scrive a Rocco Di Filippo (responsabile area urbanistica del Comune) per dirgli che "sulla scorta dei documenti forniti e depositati presso la cancelleria del giudice competente, la difesa del Comune risulta essere piuttosto complicata e con scarse possibilità di esiti positivi". Non solo, l'avv. Grossi consiglia il Comune di "raggiungere un accordo transattivo che sia vantaggioso per entrambe le parti". A quel punto la giunta Boccia, su proposta dell’allora assessore Fei, nomina un nuovo avvocato, il Prof. Avv. Alessandro Botto, per la cifra di 40.000 euro. Cominciano così una serie di incontri con la FAM per addivenire a un accordo. Poi le elezioni di giugno del 2016 cambiano il quadro politico. Viene eletto Crestini che conosce molto bene la questione, avendola seguita come consigliere d’opposizione. E infatti un mese dopo la sua elezione, a luglio 2016, incontra i vertici della FAM, i quali si dicono disponibili a un accordo che preveda il saldo dei lavori già eseguiti che, stando ad alcune perizie, ammontavano a circa 700.000 euro. La FAM avrebbe però rinunciato a interessi e tutto il resto.

Sembra ormai fatta per addivenire a un accordo ma a quel punto Crestini decide di non accordarsi preferendo la strada del tribunale. La posizione di Crestini avrebbe potuto trovare una giustificazione plausibile solo a fronte della presentazione di un'azione di responsabilità verso i precedenti amministratori, cioè la giunta guidata da Boccia. Cosa che invece non è stata fatta. E un mese fa la sentenza di condanna per il Comune ha messo la parola fine.


Nove segretari comunali in 3 anni a Rocca di Papa è record nazionale 10

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

Lascia anche Caterina Cordella dopo appena due settimane di mandato RO CC A DI PA PA

di GIOVANNI MANCINI

Il consigliere comunale Lorenzo Romei ci ha informato che anche la nuova segretaria comunale Caterina Cordella, insediatasi poche settimane fa, ha gettato la spugna. La ex-neo-arrivata ha già fatto un record: è rimasta al suo posto solo una settimana. Si tratta del nono segretario comunale in appena 1.260 giorni, cioè 3 anni e mezzo. Non risulta che esista un caso simile nel resto dell’Italia. O forse nel resto del mondo, chissà! La fuga è ormai inarrestabile. Che cosa spinge i segretari comunali ad abbandonare questo importante e delicato ruolo? Viste le continue ritirate appare evidente che il clima amministrativo giochi il suo ruolo nel determinare la decisione di andare via il prima possibile da Rocca di Papa. L’amministrazione comunale di Rocca di Papa, a cominciare dalla vicesindaco reggente Veronica Cimino, su questo argomento non dice una parola, quasi fosse un fatto normale che una citta-

dina di 20.000 abitanti cambi 10 segretari in meno di quattro anni. A questo punto qualcuno dovrebbe dare delle spiegazioni plausibili ai cittadini. La colpa è dei politici che amministrano dal 2016, visto che questa "morìa" di segretari è nata con l'elezione dell'ex sindaco Crestini? Oppure dei Responsabili degli uffici comunali? O dei dipendenti comunali? O forse del clima piovoso che caratterizza Rocca di Papa? O del freddo insopportabile? Una risposta sarebbe doverosa.

Il record di resistenza continua a detenerlo la dottoressa Roberta Fusco (540 giorni) seguita da Maria Chiara Toti, rimasta sulla sua poltrona per un anno intero, mentre la più rapida ad andarsene, prima della Cordella, era Giuditta Silvia Liantonio, rimasta in carica appena 28 giorni. Un approfondimento per capirne le ragioni sarebbe auspicabile, non fosse altro per ridare autorevolezza a un ruolo basato soprattutto sulla continuità. A questo punto sono aperte le scommesse: quanto resisterà il decimo segretario comunale di Rocca di Papa? Puntate signori, puntate!

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Case popolari,pubblicato il bando per assegnare 12 alloggi ai Campi il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

C’è tempo fino al 7 gennaio 2020 per presentare la domanda

di DANIELA DI ROSA

Parte la corsa per l’assegnazione delle 12 case popolari in zona Monti ai Campi d’Annibale. L’avviso è stato pubblicato il 13 novembre sul sito del Comune di Rocca di Papa e i cittadini interessati dovranno far arrivare entro il 7 gennaio 2020 la domanda di adesione, compilando e firmando i relativi moduli che prevedono una marca da bollo di 16 euro. Una cosa importante da dire è che la graduatoria che scaturirà dalla valutazione delle domande pervenute da parte della commissione, non è legata alla data di presentazione della domanda. «I richiedenti -si legge sull’avviso- devono avere la residenza o svolgere attività

R O CC A D I PA PA

lavorativa nel Comune di Rocca di Papa da almeno cinque anni rispetto alla data di presentazione della domanda e non devono essere titolari del diritto di proprietà, di usufrutto, di uso o di abitazione nel Comune di Rocca di Papa». Elemento essenziale è il cosiddetto requisito di priorità, ossia la condizione socio-economica della persona e del nucleo familiare che chiede l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica.

Nella determinazione del settore urbanistica del Comune (n. 1006), che ha curato la stesura dell’avviso pubblico, viene specificato il percorso burocratico delle domande presentate: «nel termine massimo di cinque giorni dal ricevimento della domanda, il Comune comu-

nica ai richiedenti il numero progressivo identificativo ed il punteggio provvisorio loro assegnato; entro 5 giorni successivi alla notifica della raccomandata i richiedenti potranno presentare eventuali osservazioni; la Commissione esaminerà entro e non oltre 10 giorni dall’inoltro della documentazione i

Per info:

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ricorsi presentati e provvederà alla graduatoria definitiva; la graduatoria definitiva sarà approvata con provvedimento dirigenziale e pubblicata all’albo pretorio dell’Ente, sul sito internet www.comune.roccadipapa.r m.it e inoltrata alla Regione Lazio ed alla commissione consultiva».

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Torniamo a parlare degli autovelox per i quali paghiamo 4.200 € mensili 12

L’appalto voluto dal Comune per un servizio rimasto inutilizzato R O CC A D I PA PA

A novembre 2017 l’amministrazione comunale decise di affidare il servizio di noleggio dell'autovelox e della gestione dei verbali tramite una gara d'appalto europea (visto l'importo consistente) valida per due anni, aggiungendo anche il noleggio di due apparecchiature targa system fisse (installate in via dei Laghi e in via Frascati). Il bando parlava anche di una terza apparecchiatura mobile di tipo targa system per controllare il flusso delle auto in altre strade del paese, ma di questa non si è avuta più alcuna notizia.

Poi, forse a causa di un refuso di gara o forse per disattenzione, non lo sappiamo, l'appalto fu affidato a un prezzo leggermente più basso a un'azienda che proponeva il noleggio delle apparecchiature senza l'ausilio dell'operatore (ecco il motivo per cui questa offerta risultò più economica rispetto alle altre). Questo avvenne nonostante una delle aziende partecipanti chiese specificatamente che tipo di noleggio si richiedesse, se con l’ausilio di un operatore o senza, sentendosi rispondere dalla stazione appaltante: “lo stesso servizio effettuato fino a oggi”. Cioè con l’ausilio di un operatore. Perchè vi raccontiamo tutto questo? Perchè proprio que-

sto aspetto fece sì che l'amministrazione comunale potè strombazzare pubblicamente la notizia di aver ottenuto un notevole risparmio per i cittadini di Rocca di Papa rispetto al servizio di autovelox precedente.

Ma, si sa, i nodi vengono al pettine e quello annunciato come un risparmio si è in verità trasformato in un esborso maggiore. Dopo circa due anni di servizio, infatti, abbiamo potuto appurare che l'autovelox non viene quasi più utilizzato e alcune strade sono diventate molto pericolose (tipo via delle Barozze e via delle Calcare, ormai simili a piste da corsa). Ma, vi starete domandando, perché non viene più utilizzato? Semplice. Perché la gestione diretta da parte della polizia locale non ha mai funzionato al meglio (ricordiamo che il comando possiede una sua apparecchiatura).

Non possiamo quindi non notare come questa gestione non sia assolutamente più economica della precedente, visto che col nuovo appalto il Comune spende la bellezza di 4.263 euro (+ iva) per il noleggio mensile di due apparecchi

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(targa system) e di un autovelox depositato presso il comando dei vigili e, per quanto ne sappiamo, non utilizzato. Cioè un costo mensile che il Comune paga e da cui, per quanto ne sappiamo, non ricaverebbe praticamente niente.

Andando a sbirciare sulla piattaforma Mepa Consip (una sorta di Amazon della Pubblica Amministrazione dove si possono acquistare prodotti e servizi da aziende prequalificate e davvero con notevoli risparmi per i Comuni) non possiamo non notare come il noleggio di simili apparecchiature si aggiri tra i 600 e gli 800 euro mensili cadauna, cioè la

metà di quanto invece paga il Comune di Rocca di Papa dopo la nuova gara d’appalto. Con un rapido calcolo, infatti, si capisce perfettamente che il costo reale di questo servizio è quasi il 50% in meno di quello effettivamente pagato dall’amministrazione comunale (e quindi dai cittadini).

Sarebbe interessante capire quanto il Comune abbia pagato negli ultimi due anni per questo servizio (circa 100.000 euro?) e quanto abbia realmente incassato dal servizio. E chissà che l’argomento non possa interessare la Corte dei Conti. (A.S.)

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La scuola colabrodo di Pocek Ma le strutture non erano a posto?

Il Comitato dei genitori continua a pretendere risposte chiare il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

di ANDREA SEBASTIANELLI

Sarebbe troppo facile dire: l’avevamo detto. Dopo la classe primaria spostata un mese fa in un’altra aula per le infiltrazioni di acqua piovana dal soffitto, è stata la volta di altre due aule, una frequentata da un’altra classe primaria (sempre al secondo piano della scuola di Pocek) e la seconda di una classe secondaria (scuola media) al primo piano. In questo caso l’acqua non è penetrata dal soffitto ma direttamente dagli infissi, vetusti e inadeguati, rendendo la vivibilità delle due aule al limite della sopportazione. Oltre allo zaino e ai libri, dunque, sarebbe consigliabile fornire ai bambini anche un ombrello e un bel paio di calosce.

R O CC A D I PA PA

glie degli alunni devono rassegnarsi sperando che, per i prossimi cinque mesi, non piova più?

Sappiamo che il comitato “Insieme per la scuola”, costituito da genitori e insegnanti dopo l’esplosione del 10 giugno che ha determinato l’inagibilità della scuola centro urbano, il 10 novembre scorso ha inviato al Comune tramite Pec (la posta certificata) una segnalazione per evidenziare alcune

Viene da domandarsi: quanto valgono il benessere e la sicurezza dei bambini che quotidianamente frequentano l’edificio della scuola in località Pocek? Sicuramente il benessere e la sicurezza degli alunni valgono molto meno Sopra: l’ingresso dell’Istituto Leonida Montanari a Poceck. di quelle dei dipendenti comunali che lavorano presso il A destra: la palestra della scuola municipio provvisorio di viale centro urbano dopo l’esplosione del 10 giugno 2019 Enrico Ferri per il quale l’amministrazione comunale ha deciso l’esecuzione di una serie di lavori utilizzando i fondi stan- criticità presenti presso l’edificio scoziati per l’efficientamento energetico lastico di Poceck, costretto a ospitare pari a 90.000 euro. altri 180 alunni oltre a quelli presenti Soldi presi non dal capitolo di bilancio normalmente. In questa Pec il comidel municipio (per quelli ci sono i tato ha portato a conoscenza l’ammi250.000 euro concessi dalla Regione) nistrazione che «in occasione delle ma per l’efficientamento energetico di prime recenti piogge si sono verificate edifici pubblici generici. Quindi, la vi- delle infiltrazioni di acqua dal soffitto cesindaco di Rocca di Papa, Veronica in un’aula della primaria ed infiltraCimino, avrebbe potuto tranquilla- zioni di acqua dalle finestre in varie mente dirottare verso la scuola questa aule sia della scuola primaria che della somma e invece ha preferito utilizzare secondaria. Sempre in questa occaanche questi per il “nuovo” Comune. sione - si legge ancora nella nota - l’acTra i lavori previsti c’è anche la sosti- qua scende come un fiume dalla tuzione di tutti gli infissi e la messa in discesa di via Cesare Battisti e si va a sicurezza delle vetrate esistenti, men- convogliare davanti al cancello di actre quelle della scuola fanno acqua da cesso della scuola dove bambini e getutte le parti. Adesso è chiaro perché nitori sostano in attesa dell’orario di quasi tutti i politici di Rocca di Papa i entrata ed uscita, con conseguenze faloro figli li mandano a studiare nelle cilmente immaginabili: il piazzale scuole dei paesi vicini. Mentre gli sfor- della scuola, già dissestato, diventa tunati roccheggiani devono adattarsi. estremamente scivoloso e la passerella Caro assessore ai lavori pubblici, Gian- non è sufficiente per consentire il pasluca Zitelli, ha intenzione di fare qual- saggio al numero elevato di bambini cosa per risolvere il problema che la percorrono contemporaneadell’edificio scolastico oppure le fami- mente».

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Il comitato dei genitori ha poi fatto presente che «in alcune aule si sono verificati degli episodi di malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento e, per quanto sopra esposto, chiediamo di intervenire urgentemente ed in modo definitivo al fine di garantire degli ambienti sicuri, sani e dignitosi sia per i bambini che per tutto il personale scolastico. Chiediamo inoltre a chi ci legge, ognuno per le proprie competenze, di verificare: la stabilità della terrazza in quanto, da diversi anni, subisce abbondanti e copiose infiltrazioni d’acqua; e la salubrità e la sicurezza di tutti gli ambienti scolastici sia interni che esterni». Non sappiamo se l’amministrazione comunale abbia risposto a questa segnalazione ma il comitato Insieme per la scuola ha ricordato che una precedente Pec, inviata il 6 settembre 2019, sarebbe rimasta senza risposta. Una comunicazione piuttosto importante visto che chiedeva una serie di documenti riguardanti «i lavori da eseguire per lo spostamento delle 8 classi della scuola primaria Centro Urbano presso il plesso sito in via Cesare Battisti».

Tra questi documenti richiesti c’era quello con le prescrizioni dei vari enti preposti (Asl e Vigili del fuoco); i progetti relativi alla realizzazione di tutte le opere interessate all’adeguamento; i piani di sicurezza e i risultati delle rilevazioni del gas radon. Oltre a tutto questo il comitato chiedeva di conoscere la data della pubblicazione delle approvazioni, dei collaudi e delle certificazioni «necessarie per l’apertura della scuola per l’inizio dell’anno scolastico». Domande e richieste che, a quanto pare, sarebbero ancora in attesa di risposte. In caso contrario invitiamo la vicesindaco a darcene documentazione così da poter rassicurare, attraverso un altro articolo, le famiglie roccheggiane sulla sicurezza dei loro bambini.


Il Comune vince il braccio di ferro con la Tosinvest-Clinica S. Raffaele 14

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

L’azienda aveva annunciato di non poter pagare i dipendenti R OCC A DI PA PA

di MARCELLO MORRONE

Alla fine la Tosinvest si è arresa. L’amministrazione comunale di Rocca di Papa ha vinto il braccio di ferro con la più importante attività produttiva di Rocca di Papa: la clinica San Raffaele. Alla base dello scontro tra la vicesindaco Cimino e la Tosinvest, la finanziaria proprietaria della struttura sanitaria, c’è il pagamento delle annualità pregresse dell’Imu, la tassa locale sugli immobili, a partire dal 2015, in seguito al quale l’amministrazione ha proceduto a una serie di accertamenti attraverso la società di riscossione Maggioli.

Fin qui tutto regolare, se non fosse che tra la Tosinvest e il Comune nei mesi scorsi si sarebbero svolti diversi incontri per risolvere definitivamente la questione. E quando sembrava che tutto fosse stato risolto, con la San Raffaele che aveva garantito il pagamento degli arretrati attraverso una dilazione dei pagamenti, è avvenuto quello che la Tosinvest definisce un «clamoroso grave e scorretto Vostro (del Comune, n.d.d.) comportamento assunto in violazione dei più elementari principi di correttezza e buona fede. Mentre infatti -prosegue la

nota dell’azienda datata 19 novembre- ci avevate garantito l’accoglimento delle nostre istanze, dall’altro avete furbamente notificato, proprio in data 13 novembre, un nuovo avviso di accertamento questa volta relativo all’Imu 2017, con ciò facendo scattare nuove ed onerose

sanzioni del 30%».

pagate, afferenti gli anni 2015 e 2016».

Il colpo basso della Tosinvest ha però riguardato un altro aspetto che oggi, fortunatamente, sembra rientrato: il pagamento degli stipendi e delle tredicesime mensilità ai dipendenti della

La clinica San Raffaele di via Ariccia

Una circostanza, questa, smentita dalla stessa Cimino, che in un comunicato ha chiarito che «nei confronti della società Finanziaria Tosinvest S.p.A., proprietaria degli immobili, è stata avviata – da parte del concessionario della riscossione dei tributi – la procedura esecutiva presso il Tribunale per il recupero coattivo delle somme IMU non

clinica. Nel suo comunicato, infatti, l’azienda aveva paventato questo rischio a causa del pignoramento dei conti da parte del Comune, circostanza però smentita energicamente dalla stessa vicesindaco: «Non risulta alcun atto di pignoramento di somme nei confronti della società San Raffaele S.p.A. destinate al pagamento degli stipendi dei dipendenti della Casa di Cura». Una vera e propria guerra a suon

di comunicati verrebbe da dire!

La posizione della Tosinvest, stando al loro comunicato, trarrebbe giustificazione dal fatto che l’ex sindaco di Rocca di Papa, Crestini, avrebbe chiesto alla Tosinvest durante il suo mandato, la costruzione dell’impianto fognario che intercorre tra la struttura sanitaria di via Ariccia sul fronte di via dei Laghi e l’impianto comunale, per la lunghezza di circa 1,5 chilometri. Opera per la quale, scrive la Tosinvest, «sussisteva un accordo con l’Amministrazione che prevedeva la cessione di tale opera al Comune che ne avrebbe rimborsato l’onere mediante compensazione del credito vantato a titolo Imu». Che si tratti del tratto fognario realizzato tra il 2016 e il 2017 e che portò notevoli benefici al complesso residenziale Rocchetta d’Elvira? In questa fase critica per Rocca di Papa, che sta vivendo una crisi socio-economica mai vista prima, tutto serviva tranne uno scontro tra il Comune e il più importante operatore economico del territorio. A riprova che dopo la tragica scomparsa di Crestini sarebbe stato meglio per tutti l’arrivo di un commissario prefettizio.

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il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

Contro la consigliera Elisa Pucci forti pressioni degli eredi di Crestini

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Sollecitazioni al Comune per costituirsi in giudizio. E la giunta si adegua RO CC A D I PA PA

La giunta dovrebbe attenersi solo al parere del suo ufficio legale di ANDREA SEBASTIANELLI

Il 5 dicembre presso il tribunale di Velletri si è svolta la prima udienza che vede imputata la consigliera comunale di Rocca di Papa, Elisa Pucci. La Procura aveva deciso il suo rinvio a giudizio con l’accusa di aver affisso firme false su un atto pubblico. La vicenda risale al giugno del 2017 ed è bene effettuare una ricostruzione di quanto accaduto, fermo restando che la giovane consigliera eletta nel centrosinistra, ha commesso una grave leggerezza. Perché in effetti, dal punto di vista comportamentale, si è trattato solo di una leggerezza. Ecco perché.

Da pochi giorni c’era stata una sentenza storica per i cittadini di Rocca di Papa: il Consiglio di Stato, con 14 anni di ritardo, aveva sentenziato che i tralicci radio-tv di monte Cavo erano abusivi e andavano abbattuti. Questa sentenza è stata pubblicata l’11 maggio 2017 e dopo un mese l’amministrazione non aveva ancora convocato un consiglio comunale. Vista la lentezza con cui la giunta procedeva, la consigliera Pucci decise di prendere l’iniziativa avviando l’iter per convocare un consiglio straordinario unitamente agli altri membri dell’opposizione (come prevede il regolamento comunale). Anche perché nel frattempo la pressione dei cittadini aumentava giorno dopo giorno e, con la mancata convocazione di un Consiglio comunale da parte della maggioranza, i malumori cominciavano ad essere avvertiti in tutto il paese.

Che cosa ha fatto dunque la Pucci? Semplice: poiché i consiglieri comunali (soprattutto quelli di opposizione) non vivono perennemente in Comune, la Pucci ha pensato bene di telefonare a quelli ir-

reperibili in municipio chiedendo se fossero d’accordo nel convocare un consiglio straordinario sulle antenne. Tutti quelli contattati, compresi i consiglieri d’opposizione poi passati in maggioranza, hanno dato il loro assenso, dopodiché la consigliera (visto che i tempi per convocare il consiglio erano stretti) ha pensato bene di porre lei una sigla sui nomi dei consiglieri (ovviamente dietro loro assenso verbale, il che dimostra l’ingenuità) salvo poi far firmare successivamente la richiesta di convocazione straordinaria in originale. Per quanto possa sembrare un azzardo per chi non segue le vicende amministrative, questa a Rocca di Papa è una prassi consolidata negli anni.

Seguo le vicende istituzionali di questo Comune dall’età di 17 anni (ora ne ho 50) e posso affermare con certezza che è una prassi consolidata nelle convocazioni dei consigli comunali straordinari (quelli cioè convocati da un certo numero di consiglieri su vicende ritenute eccezionali): i consiglieri irreperibili danno il loro assenso telefonicamente, qualcuno mette una sigla al loro posto e poi firmano il documento originale che va a sostituire quello precedente. Il tutto per accelerare i tempi. Questo ovviamente non significa che è giusto che funzioni così. Ma tutti nel Comune di Rocca di Papa hanno sempre sorvolato su questo modus operandi ritenendolo consolidato. Modus operandi su cui invece l’ex sindaco Crestini, per motivi che ignoriamo (visto che nessun consigliere firmatario ha dichiarato di non essere stato informato dalla Pucci), ha ritenuto di presentare una denuncia. Ma è proprio l’atteggiamento tenuto dalla consi-

I consiglieri Danilo Romei, Ottavio Atripaldi ed Elisa Pucci

gliera comunale a dirci che, nella sua ingenuità ad appena un anno dalla prima nomina politica, ha dato evidentemente retta a qualcuno che potrebbe avergli suggerito che, per convocare un consiglio comunale straordinario, si poteva procedere in questo modo. E lei, ritenendola appunto una prassi, si è subito adeguata. Sbagliando, sia chiaro. E questa è stata la sua ingenuità.

Sinceramente (è sempre il giornalista che parla) non me la sento di tatuargli addosso un marchio d’infamia. Non sarebbe giusto. Anzi, sarebbe del tutto sbagliato, perché allora qualcuno dovrebbe spiegarmi perché il Comune non ha chiesto l’intervento della Procura nella vicenda di un ex consigliere rimasto al suo posto per oltre un anno pur essendo in evidente conflitto di interessi. Peraltro per una causa da svariati milioni di euro contro lo stesso Comune di cui quel consigliere era rappresentante. Sono proprio questi due diversi metri di valutazione a dirci che l’atteggiamento dell’allora sindaco Crestini, di denunciare la Pucci, era dettato solo da ragioni strumentali. C’è un altro aspetto che va considerato ed è una sorta di pressione, denunciata pub-

blicamente da un familiare della Pucci, secondo cui gli eredi dell’ex sindaco (attraverso un legale) avrebbero esercitato nei confronti dell’ammnistrazione comunale guidata da Veronica Cimino affinché il Comune si costituisse parte civile nel processo. Una forzatura, se la circostanza dovesse essere confermata, del tutto fuori luogo ed esercitata attraverso l’invio di una mail certificata (PEC) alla vicesindaco (prot. comunale n. 30690 dell’11 novembre 2019). Così adesso il Comune di Rocca di Papa, che dal punto di vista economico naviga già in pessime acque dopo l’esplosione del 10 giugno, dovrà spendere anche i soldi per farsi rappresentare da un avvocato. Un’amministrazione comunale, in casi come questo, per non dare la sensazione di perseguire “vendette” di tipo politico, dovrebbe attenersi esclusivamente alle indicazioni del proprio ufficio legale. Indicazioni che non sono state rese pubbliche e che invece dovrebbero esserlo. Non fosse altro per togliere un’ombra: che la giunta si muova agli ordini di una famiglia che, quando chiede una cosa, ci si sente in dovere di dargliela. Questo sì un modus operandi che, se confermato, non ci piacerebbe affatto.


Al Vivaro i campionati mondiali di Completo e Attacchi del 2022 16

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

La frazione di Rocca di Papa è stata scelta durante l’assemblea di Mosca

Buone notizie per il centro equestre del Vivaro, la frazione di Rocca di Papa. La Federazione Equestre Internazionale ha assegnato all’Italia i Campionati del Mondo di Completo e i Campionati del Mondo di Attacchi del 2022. La decisione è stata comunicata lo scorso 16 novembre ai delegati di tutte le Federazioni all’apertura dell’Assemblea Generale in corso di svolgimento a Mosca in Russia.

Sarà infatti proprio il Centro Equestre Ranieri di Campello ai Pratoni del Vivaro a ospitare i Campionati del Mondo di Completo (in programma dal 14 al 18 settembre 2022) e i Campionati del Mondo di Attacchi (dal 21 al 25 settembre 2022). Per i Pratoni del Vivaro, già sede dei Giochi Olimpici del 1960, non è certamente la prima volta. Il Centro equestre a sud di Roma ha già ospitato, tra l'altro, i World Equestrian Games del ‘98, due edizioni dei Campionati del Mondo singoli di Attacchi nel 2006 e nel 2010 e i Campionati Europei di Completo nel 2007.

La Federazione Equestre Internazionale ha deciso di assegnare i Campionati del Mondo per le discipline del Salto ostacoli, Dressage, Paradressage e Volteggio a Herning, in Danimarca. Al momento è invece stata sospesa l'assegnazione dei Campionati del Mondo di Endurance e Reining, in attesa di importanti decisioni in merito alle due discipline, che dovranno essere votate proprio nell’ambito della stessa Assemblea Generale di Mosca. "Un doveroso ringraziamento alla FEI - ha detto il Segretario Generale della FISE, Simone Perillo presente a Mosca in rappresentanza della Federazione Italiana Sport Equestri - che ha voluto premiare l'impegno dell'Italia in questa maratona verso i Campionati del

R OCC A DI PA PA

Mondo 2022". Anche la vicesindaco di Rocca di Papa, Veronica Cimino si è detta molto soddisfatta poiché “ospitare un evento di tale portata costituirà sicuramente un’ulteriore occasione di rilancio per Rocca di Papa e tutti i Comuni dei Castelli Romani ai quali si richiederà un sempre maggiore coinvolgimento, soprattutto per il comparto turistico-ricettivo, che se ben gestito potrà beneficiare di questa prestigiosa occa(M.M.) sione.”

È arrivato il nuovo comandante dell’Arma

Il centro equestre del Vivaro a Rocca di Papa

Si tratta del maresciallo maggiore Giosuè Di Marino

Il maresciallo maggiore Di Marino

La Stazione dei Carabinieri di Rocca di Papa ha un nuovo comandante. Si tratta del maresciallo maggiore Giosuè Di Marino, 49 anni, con una lunga esperienza nell’Arma. Di Marino arriva dalla vicina Frascati, dove ha svolto servizio per diversi anni. In questi mesi la Stazione roccheggiana è stata retta dal giovane maresciallo Angelo Borrelli, che ha sa-

puto gestire con impegno e competenza una Stazione per niente facile, gravando su un territorio piuttosto vasto e difficile che interessa circa 20.000 abitanti. Il primo a congratularsi con Di Marino è stato il comandante storico di Rocca di Papa, il sottotenente Ottavio Atripaldi, che oggi ricopre il ruolo di comandante del

Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri presso l’Aeronautica militare di Ciampino: «Esprimo le mie congratulazioni al maresciallo maggiore Di Marino per questo importante incarico. Con lui sono legato da profonda e sincera amicizia, costruita in tanti anni di lavoro. Del nuovo comandante di Rocca di Papa apprezzo le qualità e la competenza sempre dimostrate in ogni circostanza. Oltre a salutare Di Marino -aggiunge Atripaldi- è doveroso da parte mia ringraziare colui che in questi mesi ha tenuto il comando della Stazione, il maresciallo Angelo Borrelli, che ha svolto il suo lavoro in un momento molto difficile per la comunità roccheggiana, soprattutto dopo i tragici fatti di giugno. Angelo Borrelli sarà dunque un validissimo collaboratore del nuovo comandante in qualità di vice». Al neo comandante Giosuè Di Marino va il nostro in bocca al lupo per questo nuovo incarico. (A.S.)


Il nuovo libro di Massimo Saba Un gioiello della ricerca storica il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

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Lo studioso roccheggiano indaga i rapporti tra Santa Sede e Stati Uniti

di ANDREA SEBASTIANELLI

Ha richiesto anni di ricerca e studio l’ultima opera letteraria edita da Massimo Saba, scrittore roccheggiano, giornalista, collaboratore della cattedra di Storia delle relazioni internazionali dell’Università Lumsa di Roma e funzionario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il libro (Santa Sede e Stati Uniti 1797-1942 - Edizioni Studium € 14,50) è un saggio frutto di un corposo lavoro di ricerca basato essenzialmente sulle fonti archivistiche, molte rimaste ignote fino a oggi. Il tema ripercorre oltre un secolo di storia nel tentativo di comprendere le ragioni politicoculturali di un rapporto complesso e a tratti condito di reciproca diffidenza. Massimo Saba individua due momenti esatti (i cosiddetti anni del disgelo) in cui queste relazioni diplomatiche cominciano a dare i frutti sperati: il primo è datato 1936, quando l’allora cardinale Pacelli (che poi diventerà Papa con il nome di Pio XII) si reca in visita negli Stati Uniti. Il secondo porta la data del 1940 con la visita a Roma di Myron Taylor in rappresen-

LA STOR I A

Massimo Saba in un recente inserisce anche la poincontro con il Cardinale Pietro litica di Mussolini da Parolin, Segretario di Stato Vaticano un lato e di Hitler dal-

l’altro.

tanza del Presidente americano Roosevelt in un momento particolare.

Il quotidiano del vaticano, L’Osservatore Romano, ha dedicato un’intera pagina all’opera di Massimo Saba che, per la prima volta, fa chiarezza su un argomento che storicamente è sempre stato poco indagato e, diciamolo, anche un po’ scomodo poiché nelle relazioni diplomatiche del periodo si

Non sorprende dunque che questo lavoro meticoloso si arricchisca dalla prefazione di un accademico della statura del professor Giuseppe Dalla Torre, luminare negli studi della giurisprudenza canonica a livello internazionale. E non sorprende nemmeno che l’opera abbia attratto la curiosità dei diplomatici statunitensi presenti a Roma, tra cui mons. Peter Bryan Welles, desiderosi di approfondire il periodo analizzato che, ricordiamolo, ha al suo interno la prima guerra mondiale del 1914-1918 e i primi tre anni della seconda guerra mondiale. Momenti cruciali del secolo scorso.

Per Saba, che ha anche collaborato con la trasmissione di Raitre “La Grande storia”, si tratta di un altro importante tassello di ricerca da aggiungere alla sua già ricca biblioteca personale.

Fino al 10 gennaio “Costellazioni” di Anna Onesti

E’ stata inaugurata lo scorso 12 dicembre presso il Teatro Basilica di Roma di Porta San Giovanni (luogo delle arti sceniche di prima eccellenza) la mostra dal titolo “Costellazioni”. Un’esposizione tutta al femminile con tre artiste di valore, tra cui la roccheggiana Anna Onesti, che espone insieme a Beatrice Scarpato ed Enrica Biscossi. La mostra resterà aperta fino al 10 gennaio 2020 (dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20, escluso sabato e festivi). Sarà l’occasione per ammirare ancora una volta le opere di Anna Onesti, che in questi anni abbiamo imparato ad apprezzare per la sua sensibilità d’artista e per la sua capacità di sperimentare tecniche e atmosfere sempre nuove e affascinanti.

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STOR I E

i disegni del Maestro

Franco Carfagna Il maestro Carfagna vuole farvi scoprire “le recaie”. Quelli che non sono più tanto giovani sanno di che cosa parliamo ma alle nuove generazioni bisogna spiegarlo visto che non possono andare su Internet per cercarne il significato. Molti anni fa, in tempi di carestia (in cui tutto era buono per mangiare), i salumieri ma anche i semplici cittadini, prima di incominciare a lavorare il famoso coscio del maiale, lo pulivano per bene, togliendo gli scarti (cotiche, rifili e grassi), per arrivare all’affettamento.

Gli scarti dei prosciutti (cioè le recaie), però, non venivano buttati ma messi gelosamente da parte, custoditi nella carta “straccia” color ocra che assorbiva il grasso in eccesso, e poi consumati a tavola. Questo avveniva perché il coscio, ancora troppo fresco, doveva restare su una tavola ricoperta di sale per qualche giorno. Poi bisognava capovolgere il coscio e ripetere l’operazione finché il prosciutto non si asciugava del tutto, per poi insaporirlo con pepe, peperoncino e altri ingredienti. Insomma, bisognava aspettare un bel po’!

Nel frattempo ci si poteva consolare con gli scarti. Ai nostri giorni questi scarti non sono più mangiabili poiché le industrie usano cospargere il cosciotto con il grasso, mettendolo frettolosamente ad asciugare. Queste “recaie” all’epoca erano una ghiottoneria, venivano consumate a casa (a pranzo o a cena) e anche nelle osterie erano una vera specialità. I boscaioli, i vignaioli e i coltivatori, infatti la sera, quando si

Le recaie di ieri e quelle di oggi

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

incontravano, le consumavano davanti a un buon bicchiere di vino rosso. Il vino non bastava mai visto che gli “scarti” erano piuttosto saporiti e allora un bicchiere andava e uno veniva. Questi lavoratori portavano di solito con loro “u cortelluzzu” (un coltellino) per “raschiare” (pulire) gli scarti e capitava molto spesso che mandassero “i riazzi a pià ‘e cartate de’ recaie” o da Achille Cocciarelli in via Duomo (al n. 11), o da Maceo in Corso Costituente 40, o da Vittoriettu in piazza Garibaldi 20, o da Cippitelli sempre al Corso n. 8, o infine da Baldo in piazza Duomo al n. 9.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami

Via dei Monti 24, 00040 Rocca di Papa (Rm) - ilpiccolosegno@libero.it

STRADE DISSESTATE: UNA VERA EMERGENZA Ormai le strade dissestate non si contano più. In alcune zone di Rocca di Papa sta diventando un’avventura uscire con la propria macchina a causa di buche e voragini e dell’asfalto completamente frantumato. Non dico che le strade debbano essere perfette ma chiedere che vengano sistemate di tanto in tanto non mi pare di pretendere la Luna. Sento parlare di crisi del turismo e sinceramente mi viene da ridere. Ma che vengono a fare a Rocca? A rompersi le automobili per non vedere un bel niente? Senza parlare della segnaletica stradale fatiscente da anni. Sve-

gliatevi!

@

I venditori, insomma, non mancavano di certo! Anche l’osso bisognava prenotarlo e, sempre col famoso cortelluzzu, lo si “sporpava” fino a raschiarlo. Inutile dire che nel piatto, a parte le ossa, non rimaneva quasi niente.

Lettera firmata

AI CAMPI D’ANNIBALE LE LUCI SONO FUORI-ORARIO Caro direttore, vorrei farle una domanda. Ma le luci pubbliche che illuminano le vie del paese come funzionano. Ai Campi, per esempio, dove abito io, queste luci si accendono verso le ore 20. Questo significa che dalle cinque della sera, che è già buio, fino alle 20 non si vede niente. Credo che dipenda dal fatto che esista un dispositivo a tempo che qualcuno ha regolato con gli orari di accensione. Riesce a dirmi da chi dipende questa gestione, se dal Co-

mune o se dalla ditta che cura l’illuminazione? Ogni sera dobbiamo girare con le lampadine tascabili. Ma è normale tutto questo? Poi dicono che noi cittadini ci lamentiamo di tutto, ma vivere con questi malfunzionamenti non è da paese normale. Luigi Mariani (anni 86)

MIRACOLO IN VIA FRASCATI: SONO INIZIATI I LAVORI AL MURO Caro Direttore, come faremo adesso che il simbolo di Rocca di Papa verrà ricostruito? Ovviamente la mia è una battuta ma ormai i roccheggiani si erano abituati a vedere le macerie. Tutto è bene quel che finisce bene. A. Gatta


La chiave della Torre

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Dove si trovava il villaggio protostorico di Cabum? CU LT U RA e... di n tor n i

Breve riassunto della prima puntata: Perché si è arrivati a posizionare un antico villaggio protostorico, Cabum, a Rocca di Papa? Nel primo articolo pubblicato abbiamo ricostruito le tappe ottocentesche di questa affascinante ricerca storicoarcheologica, partendo dall’intuizione dello studioso Theodor Mommsen in base all’analisi delle fonti. Una ricerca proseguita dai fratelli De Rossi, Giovanbattista (nella foto a lato) e Michele, antesignani delle ricerche archeologiche nei Colli Albani. (La prima parte è stata pubblicata sul numero di luglio 2018)

di ANDREA SEBASTIANELLI

Nel 1874 Giovanni Battista De Rossi pubblica un libro dal titolo «Ricerche archeologiche e topografiche nel monte Albano e nel territorio tusculano» in cui riprende l’argomento di Cabum e dei Cabenses, aggiungendo un altro elemento: l’albo dei sacerdotes Cabenses. «L’odierno nome di Monte Cavo dunque è antichissimo vocabolo: sull’alto del monte Albano […] abitarono i Cabani o Cabenses; e di sì antico popolo poi scomparso rimase nel tempio di Giove il sacerdozio». Il De Rossi a sostegno di questa ricostruzione cita il ritrovamento sulla vetta (a destra), tra i frammenti dei fasti delle ferie latine, una base in pietra «dedicata a Tacito Augusto dai Cabenses sacerdotes feriarum latinarum montis Albani».

Dopo aver districato la complessa matassa sulla scoperta letteraria di Cabum resta da districare un’altra: dove si trovava Cabum? Sulla cima di monte Cavo? A Prato Fabio? Ai Campi d’Annibale? E qui emerge l’obiettivo che gli studiosi di storia e archeologia si sono dati: dare un luogo esatto al villaggio di Cabum, unitamente all’altra grande città di Alba Longa. Il primo a provarci fu proprio Giovanni Battista De Rossi con l’aiuto del fratello Michele Stefano. «In un taglio delle macchie che cingono i prati oggi detti d’An-

nibale, presso il margine del cratere è stato testé visto e in parte demolito un tratto di antica cerchia di mura di grandi massi quadrilunghi di pietra locale, e ne è stata ravvisata l’interruzione ed il vano della porta». La descrizione ci fa pensare ai grandi blocchi che ancora oggi si trovano sulla vetta di monte Cavo realizzati in pietra sperone, tipica dei nostri luoghi. Alcune di queste pietre lavorate, fregi decorativi del tempio, sono oggi conservate presso il museo delle navi di Nemi. Per individuare il luogo esatto Giovanni Battista cita il fratello: «Il mio fratello Michele Stefano ha rinvenuto un arcaico loculo quadrato, che racchiudeva parecchi vasi d’etrusca officina simili a quelli […] trovati nelle terre circostanti e nella valle Marciana (zona di Grottaferrata, n.d.d.). Entro il loculo erano separatamente riposte ossa ambuste di animali da un lato e ceneri umane dall’altro. Che cotesto sepolcro non sia un fatto isolato ma indizio di antichissima necropoli in quell’altura, lo comprova una rozzissima stele di pietra locale precipitata dalle sponde dei prati di Annibale. È di forma conica sopra base elissoidale, senza epigrafe, tipo quelle delle necropoli prenestina e ceretana. In

quella medesima sponda, ove giaceva la stele, è stato raccolto un frammento di vaso di famiglia arcaica laziale; e in tutto il tratto dei prati un numero d’armi in pietra, molto neolitiche, con un’ascia bellissima di giadeite e con relitti ed indizi certi di officina di utensili di pietra, del tutto estranea alle rocce del Monte Albano».

Il cimitero di Cabum, dunque, stando ai fratelli De Rossi, si trovava in qualche punto dei Campi d’Annibale mentre resta ignoto il luogo esatto del villaggio.

Anche Franco Arietti sta approfondendo la questione e ritiene che «le case dei Cabensi di Tremila anni fa sono state identificate presso la vetta di monte Cavo, sul lato dei Campi d’Annibale». Alcuni archeologi dei Castelli Romani invece, la pensano diversamente da Arietti. È il caso di Riccardo Bellucci autore del libro “Alba Longa, studi e ricerche sull’ubicazione della madre di Roma” pubblicato nel 2015. In questo studio, però, Bellucci tratta un po’ superficialmente la questione di Cabum, convinto (a differenza di Mommsen e De Rossi) che «il Monte Cavo abbia dato il nome alla città latina Cabum, poiché esso era un’antichissima miniera» demolendo con spicciole argomentazioni le interpretazioni dello studioso tedesco.

Quest’affermazione di Bellucci mi ha fatto tornare alla mente un articolo di Gianfranco Botti pubblicato sul numero di dicembre 2009 del Segno. In quest’articolo Botti completa le intuizioni a cui era pervenuto nel 1861 il Mommsen.

Scrive Gianfranco: «Via delle Cave, dove Cave manco per niente indica luoghi dove si estraggono materiali, sta -appunto- per Cabum, ed è la via che ad esso portava». Se così fosse, Cabum si troverebbe sull’attuale Fortezza. Ma Botti va oltre: «Ecco Vicolo delle Cave, che inerpicandosi era u viuzziellu sfociante nella via principale». E poi la parte che rappresenta una seconda intuizione dopo quella del Mommsen: «Rotte ‘e Cave (= grotte di pertinenza di Cabum), località appartata, senza risalto archeologico, né turistico né giornalistico, nota solo ai locali, solo da loro praticata, solo da loro nominata. Proprio per questo -conclude Botti- con denominazione vergine a noi da secoli arrivata. Non corrotta da quanti, avendo studi classici in gioventù, vollero apparir belli sopraffacendo la storia. Quelli che hanno strapazzato Monte ‘e Cave (o Monte ‘e Cava) in uno squallido, anticulturale, spelacchiato Monte Cavo». Queste conclusioni dell’amico Gianfranco, a cui prima o poi Rocca di Papa dovrà pur manifestare riconoscenza, mi hanno sempre fatto pensare a quel piccolo monte che stà sopra Rotte ‘e Cave e che porta un nome ambizioso: Monte Ara.

Botti insomma demolisce la tesi di Bellucci il quale, dovendo dimostrare che l’antico mons Albanus non corrisponde all’attuale monte Cavo ma all’Artemisio, ha la necessità di dimostrare che in realtà monte Cavo era appunto patria di un’altra città, più antica di Alba ma meno importante, Cabum appunto. Tesi affascinante e che, lo ammetto, ha aperto una breccia nelle mie convinzioni e forse proprio per questo, dovendo rimettere tutto in gioco, ho voluto togliere dalla polvere un vecchio scatolone di ricerche sulla storia Albana dei tempi universitari tutto dedicato a Cabum e ad Alba Longa. 2/Fine


Dai dinosauri alle farfalle 20

PAG IN A A P E RTA

di ANNARITA ROSSI

Fiorellini bianchi che spuntano da una roccia proprio davanti casa, un abete rosso alto cinque metri di quasi diecimila anni che si innalza nel territorio svedese, un coleottero nordamericano che resiste a temperature di 58°C ma anche di -100°C senza congelare, agli opposti, una formica del deserto che riesce persino ad alimentarsi con temperature di 50°C senza bruciare. Come sarà possibile per la flora e la fauna sopportare temperature così estreme, condizioni e variazioni climatiche repentine? La risposta la si può trovare in una citazione di Charles Darwin: “Non è la più intelligente delle specie quella che sopravvive; non è nemmeno la più forte; la specie che sopravvive è quella che è in grado di

adattarsi e di adeguarsi meglio ai cambiamenti dell'ambiente in cui si trova”. Tyrannosaurus Rex, Velociraptor, Brontosauro sono soltanto alcuni tipi di dinosauro che si estinsero alla fine dell’Era Mesozoica e che si continuano a studiare a scuola come pure ad ammirare nei film di fantascienza. Ma la realtà dei fatti è che diverse specie in natura si sono estinte dopo i dinosauri, alcuni mammiferi come anche grandi felini che vivevano persino fino a qualche decennio fa in questo Pianeta, non torneranno più e purtroppo tante altre sono in via di estinzione. Distruzione degli habitat naturali, commercio illegale, bracconaggio, inquinamento e cambiamenti climatici mettono sempre più a repentaglio la vita di molte specie quali l’orso polare, la tigre, il giaguaro, la tartaruga marina, il rinoceronte,

Ricordando Maurizio Gatta Ci ha lasciato un amico

di PIERO BOTTI

Sorridente ma fiero e deciso; combattivo, sempre rivolto verso il bene comune. Se ne va un grande uomo: cristiano, parrocchiano, impegnato da sempre nel sociale. Regista ed attore di Sacre rappresentazioni, organizzatore di importanti manifestazioni culturali. Amico fraterno dei parroci, un aiuto importante per loro. Maurizio Gatta era un esempio buono per tutti. Lo ricordo mite ma sempre convinto delle sue idee, battagliero quando era necessario e pieno di fede. Mille volte abbiamo lavorato insieme in una Chiesa dell’Assunta completamente diversa da quella attuale. Mille presepi, messe cantate, riunioni, incontri con giovani e meno giovani. Rocca di Papa nel cuore, la fede come sostenta- di Ermanno mento. Ciao Maurizio, in questi mo- Gatta mento difficili per Rocca di Papa sarebbe stato molto utile il tuo spirito combattivo e la tua energia. Un abbraccio alla famiglia dall’intera redazione del Segno.

il T o c c o

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

il gorilla e l’elefante; il loro benessere infatti deriva dall’equilibrio globale del Pianeta! Ma non solamente questi grandi animali sarebbero a rischio, pure il 40% delle specie impollinatori lo sono, come api e farfalle, estinzione non da poco dato che l’uomo se ha a disposizione la frutta di cui cibarsi lo deve agli insetti impollinatori. Le isole di plastica che sempre più stanno emergendo inesorabilmente non fanno che, condannare, soffocando letteralmente, una grande quantità di esseri viventi. Questo Pianeta è il solo che abbiamo, sottovalutare la scomparsa di una specie animale piuttosto che una vegetale non aiuta neanche l’essere umano, il quale non è sempre in grado di adattarsi e adeguarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova.

Elisa Gatta Laurea, specialistica ed esame di Stato. Tutto in pochi giorni

La giovanissima Elisa Gatta

Dopo Francesca, che due anni fa si laureò ad appena 24 anni in cardiochirurgia pediatrica, è la volta di Elisa Gatta, la sorella più piccola che lo scorso 27 novembre, a soli 23 anni, ha discusso la sua tesi ottenendo 110 con lode. La laurea, conseguita nell’ambito del corso triennale in “terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva” si è svolta presso la facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Tor Vergata alla presenza dei genitori e degli amici di Elisa. Una grande soddisfazione per papà Piero (noto per il suo tipico negozio di alimentari in via Europa) e mamma Laura Marcotulli, ripagati ampiamente dei sacrifici fatti. Ma c’è di più. Non contenta della laurea, Elisa pochi giorni dopo ha superato anche il test per la specialistica nonché l’esame di Stato con il massimo dei voti. Che altro aggiungere? Facciamo anche noi i nostri complimenti alla neo-laureata roccheggiana che alla sue giovane età ha già raggiunto importanti traguardi.


il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

CU LT URA

Nell’Italia del Sommo Poeta in viaggio dentro l’Inferno L’angolo della storia

di VINCENZO RUFINI

In un’epoca ingiustamente definita buia hanno avuto la sapienza e la capacità di elevarsi grandi figure umane, frutto di uno scibile impastato nella sapienza e nella conoscenza, nonché intriso di un’intelligenza superiore. L’epoca in questione è il Medioevo, per precisione la tarda età del Basso Medioevo; già l’aurora di quello che sarà il Rinascimento, o Rinascenza come veniva apostrofata quell’età nei secoli andati, cominciava a innescare bagliori di un’apparente luce e l’età di mezzo esalava le ultime folate di sapienza avvolte in un apparente buio. Un canto del cigno di una elevatezza sesquipedale pervase le umane genti del tempo.

L’asserzione canora, poetica, teologica e ultra dimensionale ebbe l’incarnazione in un figlio dell’antica Florentia, poi ripudiato: Dante Alighieri. Fu un uomo di vaste esplorazioni culturali, la sua sapienza spazia dal trattato politico esposto nel “De Monàrchia”, al grande manifesto della vita vissuta come civiltà che costituisce il nerbo del “Convivio”, alla produzione poetica riversata nelle “Rime”, fino alla esaltazione della nuova linguistica del “De vulgari eloquentia”. Non per niente viene definito Padre della Lingua italiana e apostrofato come il Sommo Poeta. Dante ebbe espressione elevata anche nella vita sociale; se l’Azione non è fatta per i pavidi il Sommo Poeta, uomo dal bello scrivere, dall’alto ingegno e dalle conoscenze dimensionali molto profonde ed elevate, seppe trasferire la sua Sophia dalla penna d’oca e dal calamaio alla realtà pratica. Fu combattente sul campo

a Campaldino contro Arezzo; fu tenace oppositore di Bonifacio VIII, si schierò con la fazione dei Guelfi Bianchi, anche se nell’Ottocento un altro grande della letteratura universale, Ugo Foscolo, lo definì “Ghibellin fuggiasco”. Fu bistrattato ed esiliato

ingiustamente. L’Opera, però, che lo ha immortalato nel tempo è la “Commedia”, da Giovanni Boccaccio definita “Divina”. In questo capolavoro Dante eleva se stesso e la letteratura negli Aedi dell’Olimpo; in tre Cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), il Poeta

21 esplora con sagacia, sapienza e fede l’umanità vissuta, coloro che furono. Essi vengono giudicati con un metro di giudizio che racchiude in sé soggettività, oggettività e una gran fede in una giustizia ultraterrena umana e giusta.

Il culmine alto della sua sapienza l’Alighieri lo esprime nell’Inferno, luogo ultra dimensionale per antonomasia. L’autore lo percorre dapprima impaurito e poi rasserenato dalla presenza di una delle più grandi figure dell’antichità e quindi di sempre: il sommo poeta Publio Virgilio Marone, che sarà la sua guida. Codesto luogo, presente anche nelle religioni antiche e nei monoteismi contemporanei (l’Ebraismo lo chiama “Gehenna” e per l’Islam è il “Jahannam”) è, per il Cristianesimo, la dimensione dell’espiazione eterna per ciò che si è stati e per come ci si è comportati nella dimensione terrena (anche se il teologo Von Balthasar asserisce, senza cognizione di causa, che potrebbe essere vuoto). L’Alighieri lo riempie di ciò che fu e di chi fu.

Il libro sarà presentato al centro anziani il 14 dicembre

Gianfranco Botti e la sua storia d’amore con un paese chiamato Rocca di Papa Il titolo è “Dialetto d’onore” e già questo la dice lunga sul tipo di lavoro dato alla luce da Gianfranco Botti (classe 1937), studioso e cultore delle cose rocchiciane con un passato da politico di razza avendo ricoperto per molti anni il ruolo di consigliere comunale. Il libro sarà presentato sabato 14 dicembre alle ore 17 nella sala del centro sociale degli anziani ai Campi d’Annibale (a fianco della Chiesa del Sacro Cuore) e si annuncia già il pienone. Si tratta di una raccolta di poesie in dialetto locale che, però, possono essere lette anche da chi non comprende pienamente la “lingua” roccheggiana. Un dialetto piuttosto complicato ma proprio per questo ancora affascinante e misterioso. Infatti, ogni poesia è correlata da una traduzione in italiano. Ma il libro di Gianfranco Botti presenta anche altre chicche, come per esempio una breve analisi sul sito protostorico di Cabum (di cui ci occupiamo proprio in questo numero del Segno). Un appuntamento con la cultura da non perdere.


Il calcio di Gianfranco Guazzoli alla ricerca dei talenti del futuro 22

SPO RT

di ANDREA SEBASTIANELLI

Rocca di Papa riesce sempre a stupirmi perché tra i suoi cittadini si nascondono dei veri e propri gioielli. Persone che con impegno, passione e caparbietà riescono ad imporsi nel loro settore. Un aspetto non trascurabile in quest’Italia dove il merito e le competenze spesso passano in secondo piano. Prendiamo per esempio Gianfranco Guazzoli, 54 enne roccheggiano, che nel settore calcistico ha trovato un suo spazio. E che spazio! Guazzoli l’ho incontrato al Bar Europa di piazza della Repubblica e la prima cosa che mi ha colpito è la sua determinazione nel parlare della sua professione. La seconda è la passione. La terza è la franchezza. Ma chi è Guazzoli? Tra gli sportivi di Rocca di Papa è molto noto ma per chi non lo conoscesse diciamo che Gianfranco da alcuni anni ricopre un ruolo di grande responsabilità: gira il mondo selezionando i fu-

Gianfranco con il fratello Stefano

turi talenti del calcio mondiale. E lo fa avendo conseguito le credenziali di direttore tecnico, direttore sportivo e allenatore UEFA nella categoria dei professionisti. «Attualmente -ci dicericopro il ruolo di business executive per la Infinity Global Sports, una società con sede a Lussemburgo che si occupa a 360° di calcio sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici sia quelli più commerciali».

il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

Da qualche giorno Gianfranco Guazzoli è tornato dalla Nigeria, dove ha trascorso un mese intero girando in lungo e in largo questo grande Paese africano alla scoperta di talenti in erba.

E lo fa per società del calibro della Juventus, del Barcellona, dell’Atletico Madrid e del Bedis Siviglia. Insomma, per le squadre di calcio più importanti del mondo. «Il progetto è partito sei anni fa e da quattro mesi anch’io ne faccio parte. Abbiamo avviato una collaborazione con il marchio Wyscout, la più grande società mondiale in tema di scouting calcistico». Per Guazzoli ha significato impegnarsi in un settore in cui devi dare il meglio di se.

Scoprire talenti, individuare chi può sfondare nel calcio di oggi, dai ritmi spesso esasperati, è molto diffciile e lo puoi fare solo se hai delle solide basi tecniche e una propensione a capire psicologicamente gli altri. «Sono consapevole delle mie responsabilità e proprio per questo nel lavoro mi applico al 100% togliendo ogni spazio alle distrazioni. Quando devi compilare la scheda tecnica di un giovane calciatore devi farlo basandoti su dati concreti ma anche su valutazioni di tipo personale che spesso fanno la differenza». Pensate che la società Wyscout dispone di oltre mezzo milione di schede di calciatori di tutto il mondo e i grandi club si rivolgono proprio a loro per tenere sotto controllo, e per soffiare alle squadre rivali, i talenti del futuro. Ecco perché un atleta e un tecnico come Guazzoli è stato scelto, non solo per le competenze tecniche acquisite in una carriera ventennale che lo ha portato a ricoprire anche il ruolo di direttore generale dello Sliema Wanderers di Malta, ma anche per queste sue caratteristiche: determinazione, passione e schiettezza. In Nigeria Guazzoli, che è

Gianfranco Guazzoli

stato responsabile del pro- Ma dopo ogni viaggio, Giangetto, insieme ad altri tecnici franco Guazzoli torna semha visionato centinaia di pre nella sua Rocca di Papa. giovani calciatori dai 16 ai 23 Anche qui sta dando il suo anni, e ora le loro schede contributo aiutando il fratecniche saranno messe a tello Stefano nel progetto disposizione delle grandi so- della RDP, una squadra di cietà mondiali che sono alla calcio nata quasi per gioco ricerca del nuovo Cristiano ma che sta diventando un Ronaldo. Ma i progetti di punto di riferimento imporGianfranco sono proiettati, tante per la città. «Mio fraverrebbe da dire, oltre il fu- tello si sta impegnando turo più immolto in mediato. È il questo procaso del getto perché Qatar, lo anche lui, stato arabo come me, dove sta lavive lo sport vorando per con la pasconto delsione e con il l’Academy sacrificio, inJuventus, il gredienti nesettore giocessari senza vanile della i quali non si più imporpossono ragtante società giungere traitaliana. Ma il Con il presidente guardi». mondo per della Lazio Lotito Guazzoli è Non potevo sempre molto piccolo: Tur- chiudere l’incontro con chia, Colombia, Africa, Emi- Gianfranco senza chiedergli rati Arabi, Kuwait, Cina. di qualche giovane talento «Proprio in Cina sono stato a roccheggiano. «Ho indiviun passo dal firmare un con- duato un calciatore dalle tratto milionario con una grandi potenzialità. Si tratta importante società di calcio di Matteo Trinca, classe di serie A. Questo perché in 2000, esterno sinistro, che si Cina, che da anni attrae sta facendo le ossa nel Barmolti campioni, il campio- gor City, una squadra gallese nato di calcio sta crescendo che milita in serie B. Ha le a vista d’occhio in termini di qualità e la testa per emerqualità e tecnica». gere». Grazie Gianfranco.


Simone Inzaghi a Rocca di Papa inaugura il suo primo fans club il Segno - NOVEMBRE-DICEMBRE 2019

di ALESSANDRO TABELLIONE

Festa grande a Rocca di Papa per mister Inzaghi, arrivato ad inaugurare il suo primo fans club biancoceleste. Ai 200 che hanno partecipato all’iniziativa è stata regalata la t-shirt ufficiale del nuovo club. Un simpatico siparietto si è verificato tra Inzaghi e un tifoso: quest’ultimo

è un vero collezionista avendo tutte le maglie indossate da Inzaghi quando era giocatore della Lazio. Il ragazzo ha colto l’occasione per immortalarsi con il suo idolo, donandogli anche un libro. Che tra mister Inzaghi e la città di Rocca di Papa stesse per scoppiare un amore si era già visto il 23 maggio scorso quando la prima squadra della Lazio incontrò

Foto di Fabrizio Brunetti

in amichevole a Formello la RDP di Stefano Guazzoli e company. Un allenamento speciale per il club di Inzaghi con una rappresentativa composta da calciatori roc-

Il romanzo storico a puntate di Franco Antonucci/5

Gasperone incontra Maria

SONNINO, MARZO 1812

Erano circa le nove del mattino quando Antonio si diresse nell'ansa del fiume Amaseno, dove era solito andare a pescare. Con i pantaloni tirati su fin sopra al ginocchio, s'addentrò nelle gelide acque turbinose per un paio di metri dalla riva, per sistemare le nasse. Erano queste dei recipienti che si autocostruiva con i vimini, con un ingresso ad imbuto, che, grazie ad un'esca, invitavano i pesci ad entrare, per poi ingabbiarli rendendone impossibile l'uscita. Antonio ci metteva dentro un pezzettino di formaggio e poi le disponeva in modo che l'ingresso risultasse facile ai pesci. Le avrebbe ritirate il giorno dopo, quasi sempre piene di una, due od anche tre trote. Mentre era tutto intento ad osservare fisso le acque trasparenti, udì una voce limpida cantare una melodia bellissima, che non aveva mai ascoltato prima, ma che

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PAG IN A A P E RTA

cheggiani. Chi fosse interessato a tesserarsi al fans club Simone Inzaghi di Rocca di Papa, può rivolgersi al Bar Europa di piazza della Repubblica.

Il coperchio del diavolo

Un racconto costellato di miti e leggende popolaresche del brigante piu’ famoso dello Stato pontificio: Gasperone

poteva indovinare, tanto era restare a bocca aperta. “Sei Luciano de Marchis. Abibello quel canto morbido ed mica Antonio tu?” “Sei tu tiamo laggiù” disse alzando elegante, era indubbia- che porti il latte dei Gasbar- un braccio con l'indice punmente il canto d'amore che rone. Alto come sei, ti si ri- tato verso un bianco casoun' innamorata rivolge al conosce a un chilometro di lare . Il cuore di Antonio suo amato. Antonio si avvi- distanza”. “Sì certo sono il esultò; era riuscito a sapere subito tutto ciò che desidecinò alla sorgente sonora e lattaro. Ma tu chi sei?” Continua rimase …. senza fiato! Non “Io sono Maria, la figlia di rava. era una ragazza: era una... visione. Vestita d'azzurro con un fazdi Anna Giovanetti zoletto candido in testa, i capelli neri ondulati ad incorniciarle il volto, per riChissà quando l’uomo smetterà di rincorrere cadere sulle spalle di quella agognata pace, che mai sembra arrivare, un corpo femmineo sarà mai possibile un giorno fare in modo che i popoli esile e fragile ma al possano annullare la parola odiare. tempo stesso sodo e Ma è proprio così difficile vivere d’accordo vigoroso. Su questa nostra terra già da tempo maltrattata Il turbamento che e godere appieno di tutte le sue bellezze aveva provato alla debellando finalmente questa inutile guerra disgraziata. vista di Maria Grazia non era altro che una Guerra che induce a uccidere con odio e con violenza copia sbiadita riche toglie la libertà a tanta gente innocente spetto all'esplosione in nome di un Dio o di un ideale, cosa questa che stava provando che non può giustificare ne perdonare niente. ora e s'accorse in Ora che siamo prossimi alla festa del Natale quel momento che possano tutti gli uomini aprire i loro cuori doveva essere lettelasciandovi entrare dentro tanto e tanto amore ralmente inebetito, e non comprare armi, ma miliardi di fiori! perché proprio in quell'istante quella Possa finalmente l’umanità ritrovare la pace meravigliosa appariquella pace bistrattata e perduta purtroppo in tantissime zione le stava rivoloccasioni e possa questa terra ritornare a vivere gendo la parola. Non lo dobbiamo tutti alle future… generazioni! seppe far altro che

La poesia del mese Un Natale di pace


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ABBONAMENTO “GLADIATORE” (ANNUALE)................€ 100 ABBONAMENTO “SOSTENITORE” (ANNUALE)...............€ 50 ABBONAMENTO “AMICI DEL SEGNO” (ANNUALE)......€ 25 pano (Fr); il fratello Norman, di 46, geologo e responsabile tecnico della società, che si trovava sul posto nel momento in cui i tre operai della ditta hanno trivellato per errore la tubatura dell’Italgas; e Leonardo Nolasco, 51, anche lui geologo incaricato dal Comune. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Nicola Ottaviani (sindaco di Frosinone) e Franco Moretti. Lo scorso 29 novembre si è svolto il cosiddetto incidente probatorio presso il Tribu-

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Tre mesi decisivi per le indagini SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

nale di Velletri, nel corso del quale doveva essere acquisita la relazione del perito incaricato dal Gip (il Giudice per le indagini preliminari), la professoressa Mara Lombardi, con il compito di stabilire le cause dello scoppio. Il perito, però, ha chiesto altri 90 giorni perché ci sono ancora alcuni aspetti poco

chiari. Due in particolare. Innanzitutto è emerso che tra il momento in cui è stato perforato il tubo che ha poi causato la fuoriuscita di gas e quello dello scoppio sarebbe passata circa un’ora e un quarto. La difesa sostiene che la perdita di gas sarebbe stata segnalata, quindi c’è da chiarire chi avrebbe dovuto

fermare il pompaggio o eventualmente far evacuare i palazzi circostanti. In secondo luogo, sulla base dei quesiti posti dalla difesa, il perito nominato dal Tribunale dovrà anche verificare se erano stati previsti i sistemi di sicurezza per fermare il pompaggio del gas in caso di incidente. L’udienza per la prosecuzione dell’incidente probatorio è stata fissata per il 20 febbraio 2020. Andrea Sebastianelli


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