Milano, 25 e 26 giugno 2024 DIPINTI E SCULTURE
DEL XIX E XX SECOLO
In copertina particolare del lotto 110
In questa pagina particolare del lotto 70
In terza di copertina particolare del lotto 112
La partecipazione all’asta potrà avvenire esclusivamente tramite offerte scritte, telefoniche e online
1° Tornata Martedì 25 giugno 2024
ore 15.00
dal lotto 1 al lotto 113
2° Tornata Mercoledì 26 giugno 2024
ore 15.00
dal lotto 114 al lotto 2 5
20, 21, 22 giugno 2024 (ore 10-13 /14-18)
Dipinti e Sculture del XIX e XX Secolo
Per questa Asta: 666
I nostri Dipartimenti1° Tornata
Martedì 25 giugno 2024 ore 15.00 dal lotto 1 al lotto 113
Particolare del lotto 1091 Maestro del secolo XIX
"Ritratto di famiglia" olio su tela (cm 48x63) in cornice (difetti)
€ 550/750
2 Achille Formis Befani (Napoli 1832 Milano 1906)
"Guastalla" olio su tavola (cm 31x60) firmato in basso a sinistra al retro: titolato in cornice (difetti)
€ 600/800
3 Julius Muhr (Pless 1819 Monaco 1865)
"Gitani al crepuscolo" Roma, 1856 olio su tela (cm 100x135) firmato, iscritto e datato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 900/1.000
4 Guglielmo Ciardi (Venezia 1842 1917)
"In laguna" olio su tela (cm 15x30) firmato in basso a sinistra al retro sul telaio: timbro in cornice (difetti)
€ 550/600
5 Aleardo Villa (Ravello 1865 Milano 1906)
"Bambina e tacchini sul prato" olio su tela (cm 23x34) firmato in basso a destra in cornice in legno intagliato e dorato (difetti)
€ 550/600
6 Guglielmo Ciardi (Venezia 1842 1917)
"Il Vesuvio visto da Capri" 1867 olio su carta applicata su compensato (cm 16x29) firmato in basso a sinistra al retro al telaio: firmato, locato e datato in cornice (difetti)
€ 550/600
7
Eugenio Bonivento (Chioggia 1880 Milano 1956)
Coppia di Scorci veneziani raffiguranti il "Canal Grande" e un "Mercato"oli su tela libera (cm 56x36,5) firmati in basso al retro: iscritti in cornici intagliate e dorate (difetti)
€ 1.100/1.300
8
Pietro Fragiacomo (Trieste 1856 Venezia 1922)
"Paesaggio veneto con contadino" olio su tavoletta (cm 16x32) reca tracce di firma in basso a destra al retro: iscrizione per autentica e cartiglio in cornice (difetti)
€ 650/700
9
Adolfo Tommasi (Livorno 1851 Firenze 1933)
"Ritorno a casa" olio su tela (cm 31x58) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 750/800
10
Guglielmo Ciardi (Venezia 1842 1917)
"In laguna" olio su tavoletta (cm 14,5x25) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 1.100/1.200
11
Pompeo Mariani (Monza 1857 Bordighera 1927)
"Genova" 1886 olio su tavola (cm 23x42,5) firmato, locato e datato in basso a sinistra in cornice (difetti)
Opera archiviata presso l'Archivio Pompeo Mariani con numero PM0059
€ 650/850
12
Tancredi Venturini
(Brescello 1857 Post 1893)
"Nel Duomo di Cremona" 1893 olio su tela (cm 99x79) firmato e datato in basso a sinistra al retro: titolo e cartigli in cornice (difetti)
Provenienza Galleria Pesaro, Milano
Bibliografia
Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, Luigi Patuzzi ed. Milano, 1974, ill. p. 3409
€ 1.100/1.200
14
Anselmo Bucci (Fossombrone 1887 Monza 1955)
"Giro d'Italia Cartolina di Firenze" 28.5.1940 olio su compensato (cm 21,5x16,5) monogrammato, locato e datato in basso a sinistra al retro: firmato, titolato, locato e datato in cornice (difetti)
€ 350/400
13
Emilio Borsa (Milano 1857 Monza 1931)
"Ritorno a casa" olio su tela (cm 95x150) firmato in basso a sinistra al retro: iscritto in cornice (difetti)
Provenienza Collezione Bernasconi
€ 1.000/1.200
15
Giorgio Belloni (Codogno 1861 Azzano Di Mezzegra 1944)
"Ricordo di Montagnola" dicembre 1919 olio su tavola (cm 25,5x36) firmato in basso a sinistra al retro: firma, titolo, dedica, data e cartigli in cornice (difetti)
Provenienza Galleria Pesaro, Milano
Esposizioni
Mostra personale di Giorgio Belloni, Galleria Pesaro, Milano, 1919, n. 99
Bibliografia
Mostra personale di Giorgio Belloni, Galleria Pesaro, Milano, 1919, p. 10, n.99
€ 900/1.000
16
Carlo Pellegrini
(Albese con Cassano 1866 1937)
"Paesaggio montano innevato con croce campestre" tempera su cartone pressato (cm 39x42) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 550/600
17
Carlo Pellegrini (Albese con Cassano 1866 1937)
"Scialpinisti" tempera su cartone pressato (cm 42,5x29) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 550/600
18
Carlo Pellegrini (Albese con Cassano 1866 1937)
"Baite innevate" tempera su cartone pressato (cm 19x30) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 550/600
19
Carlo Pellegrini
(Albese con Cassano 1866 1937)
"La Grigna innevata" tempera su cartone pressato (cm 29x42,5) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 550/600
21 Carlo Follini (Domodossola 1848 Pegli 1939)
"Mareggiata invernale" 1926 olio su tela (cm 50x98) firmato e datato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 850/900
20
Annibale Scaroni (Brescia 1891 1983)
"Spiaggia a Viserba" 1948 olio su tela (cm 50x60) firmato e datato in basso a destra al retro sul telaio: firmato, titolato e datato (difetti)
€ 350/400
22
Annibale Scaroni (Brescia 1891 1983)
"Sulla Spiaggia" 1948 olio su tela (cm 50x60) firmato e datato in basso a destra al retro: firmato, titolato e iscritto (difetti)
€ 350/400
23
Giulio Salti
(Barberino di Mugello 1899 Carmignano 1984)
"Fanciulla addormentata" olio su masonite (cm 59x78)
firmato in basso a destra al retro al telaio: cartiglio e timbro in cornice (difetti)
Esposizioni
Mostra personale Giulio Salti, 2 novembre 2 dicembre 1942, Galleria d'Arte Firenze, Firenze, n. 91
€ 450/500
24 Umberto Lilloni (Milano 1898 1980)
"Mazzorbo" 1948 olio su masonite (cm 25x35,5) firmato e datato in basso a sinistra al retro: cartiglio, timbri ed iscrizione per autentica di Renata Lilloni in cornice (difetti)
Bibliografia R. Lilloni "Umberto Lilloni. Catalogo Ragionato dei dipinti e dei disegni Tomo secondo" Milano, Skira, 2002, p. 510 n. 648 ill.
€ 800/900
25
Ida Donati
(Modena 1881 Torino 1956)
"Composizione con limoni e asparagi" olio su compensato (cm 48x52,5) al retro: olio raffigurante "Paesaggio con toro" in cornice (difetti)
Provenienza
Eredi Ida Donati
€ 800/1.000
26
Carlo Pollonera (Alessandria d’Egitto 1849 - Torino 1923)
"Dolomiti a Santa Cristina" 1921 olio su cartone (cm 48,5x69) firmato e datato in basso a sinistra al retro: cartiglio ed iscrizione in cornice (difetti)
Provenienza Galleria Scopinich, Milano
€ 750/800
27
Alberto Salietti (Ravenna 1892 Chiavari 1961)
"Brisighella Ravenna" 1953 olio su carta (cm 50x60) firmato e datato in basso a sinistra in cornice (difetti)
Provenienza Galleria d’arte Cristina Busi, Chiavari
€ 550/600
28
Teodoro Wolf Ferrari (Venezia 1878 -1945)
"San Zenone degli Ezzelini"1935 olio su compensato (cm 45x58) firmato in basso a sinistra al retro:titolato, iscritto e datato in cornice (difetti)
€ 850/900
29
Giovanni Battista Tedeschi (Mergozzo 1883 - 1944)
"Il cocchiere addormentato" 1927 scultura in bronzo su base in marmo verde (cm 23x30) firmata e datata alla base (difetti)
€ 600/700
31
Giovanni Battista Tedeschi (Mergozzo 1883 - 1944)
"A passeggio" 1927 scultura in bronzo su base in marmo verde (cm 21,5x31) firma, data, dedica e timbro della Fonderia Artistica Battaglia alla base (difetti)
€ 600/700
30 Angelo Ferreri (Milano 1912 2010)
"Orfeo" scultura in bronzo (h cm 48) firmata alla base (gravi difetti)
€ 350/400
32
Bassano Danielli (Crema 1854 Milano 1923)
"Leone" scultura in bronzo (cm 30x46) firmata alla base (difetti)
€ 900/1.000
33
Paolo Troubetzkoy (Intra 1866 Pallanza 1938)
"Lo chignon" scultura in bronzo (h cm 48) firmata alla base (difetti)
€ 800/1.000
34
Valmore Gemignani (Carrara 1878 Firenze 1956)
"Il satirello e l'oca" scultura in bronzo (cm 31 x 60 x 22) su base in marmo (h cm 6) firmata alla base (difetti)
€ 800/1.000
35
Vincenzo Stanga (Milano 1874 1922) (Attribuito)
"9 al banco"
carboncino su carta, prima idea per l'incisione "Baccarat" (cm 56x80) titolato in basso in cornice (difetti)
€ 150/180
36
Vincenzo Gemito (Napoli 1852 1929)
"Giovane donna con cappello frigio" china su carta (cm 31x26) firmato e datato in basso a sinistra e al centro al retro: cartiglio in cornice (difetti)
Provenienza Galleria d'Arte Montecatini Terme
€ 950/1.000
37 Paolo Sala (Milano 1859 1924)
Coppia di acquerelli su cartone raffiguranti "Vedute di Verona" (cm 25x33,5) firmati in basso a destra in cornice (difetti)
€ 750/800
38 Ludovico Pogliaghi (Milano 1857 Varese 1950)
"Flaminio proclama la libertà della Grecia" olio su carta applicata a cartone, prima idea per la serie "Storia di Roma" (cm 40x55) monogrammato in basso a destra al retro: titolato in cornice (difetti)
€ 450/500
39 Jean François Raffaeli (Parigi 1850 - 1924 )
"Café concert Bobino" matite colorate su carta (cm 25x17) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 550/600
40
Vincenzo Cabianca (Verona 1827 Roma 1902)
"La gondola" 1880 acquerello su carta (cm 22,5x37) firmato e datato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 2.000/3.000
41
Antonio Mancini (Roma 1852 1930)
"La madre"
tecnica mista su cartoncino (cm 46,5x35) firmato in basso a sinistra al retro: cartiglio ed iscrizione per autentica di Enrico Somarè in cornice (difetti)
Bibliografia
C. Virno, "Antonio Mancini. Catalogo ragionato dell'opera. Repertori", De Luca Editori d'Arte, 2019, p. 515, fig. 24
€ 1.600/1.800
Si tratta dell’unico ritratto noto agli studi di Domenica Cinti, madre di Mancini.
Provenienza Galleria Pesaro, Milano
€ 3.500/4.000
Giovanni
"Donna con cappello" carboncino su carta (cm 23x31) reca timbro dell'Atelier Boldini in basso a sinistra al retro: iscrizione della moglie: n 58° Atelier Boldini Emilia Boldini Cardona in cornice (difetti)
€ 3.500/3.800
45
Marcello Dudovich (Trieste 1878 Milano 1962)
"La sarta" tempera su carta (cm 49,5x41,5) firmato in alto a sinistra in cornice (difetti)
€ 1.000/1.400
44
Marcello Dudovich (Trieste 1878 Milano 1962)
"La modella" carboncino su carta (cm 38x50) firmato in basso in cornice (difetti)
€ 250/300
46
Marcello Dudovich (Trieste 1878 Milano 1962)
"Figurini per Vogue" 1939 matita su carta (cm 35x47,5) firmato in basso a sinistra, iscritto e datato al retro: timbro "Studio M. Dudovich" in cornice (difetti)
€ 200/300
47
Ambrogio A. Alciati (Vercelli 1878 Milano 1929)
"Ritratto femminile" pastelli colorati su carta (cm 63x42) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 550/600
48 Sexto Canegallo (Genova 1892 1966)
"Putti" tecnica mista su carta (cm 35,5x50) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 1.400/1.600
49 Sexto Canegallo (Genova 1892 1966)
Lotto composto da quattro pastelli colorati su cartoncino raffiguranti Allegorie (Luce meridiana, Aurora, Luce lunare, Tramonto) (cm 49x34) firmati in basso al retro: titolati in cornici (difetti)
€ 2.000/3.000
Léonard Tsuguharu Foujita
, nato a Tokyo nel 1886, è stato uno dei pittori più affascinanti e influenti del XX secolo. Formatosi in Giappone e trasferitosi in Francia nel 1913, Foujita riuscì a creare una sintesi straordinaria tra la delicatezza e precisione dell'arte giapponese e l’estetica occidentale. Parte integrante della vibrante comunità artistica parigina degli anni Venti, Foujita si distinse per uno stile unico e la sua capacità di catturare l'essenza della bellezza e della vitalità nei suoi soggetti, che spaziavano dai ritratti ai paesaggi, fino agli amati gatti. Il suo talento lo rese uno degli artisti più ricercati del suo tempo, tanto in Europa quanto in Giappone. I lotti qui proposti comprendono una tipica rappresentazione di un gatto e un fine ritratto di una bambina. Il disegno del gatto, realizzato ad acquerello e china, rappresenta l'essenza della maestria di Foujita nell'unire l'eleganza dell'arte giapponese con le influenze occidentali. Il felino è raffigurato con un'attenzione meticolosa ai dettagli e un amore palpabile, che riflette la devozione di Foujita per questi animali. Le linee fluide e le delicate sfumature di colore esaltano la grazia e la personalità del soggetto. Foujita considerava infatti i gatti come creature eleganti e misteriose, in grado di evocare una gamma di emozioni umane attraverso le loro pose e sguardi. Questo affetto e rispetto si riflette nella delicatezza e precisione con cui li ritraeva, conferendo loro una presenza quasi magica e spirituale nelle sue opere. Nella cultura giapponese, i gatti occupano un posto speciale e simbolico, sono spesso associati alla fortuna e alla protezione, come rappresentato dal celebre "Maneki-neko", il gatto della fortuna con la zampa sollevata. I gatti sono visti anche come simboli di eleganza e grazia, attributi che risuonano profondamente con l'estetica giapponese tradizionale. La loro presenza nelle arti e nella letteratura giapponese è diffusa e variegata, riflettendo una connessione culturale che vede in questi animali non solo dei compagni, ma anche degli spiriti guardiani e portatori di buon auspicio.
Il disegno della bambina, eseguito a matita, mostra la straordinaria capacità di Foujita di catturare la purezza e l'innocenza dell'infanzia. Le linee morbide e il tratto delicato conferiscono alla figura una presenza dolce e contemplativa, dimostrando l'abilità dell'artista nel ritrarre le emozioni umane con profondità e sensibilità. L'infanzia rappresenta per Foujita un tema ricorrente e di profonda ispirazione. Nelle sue opere i bambini sono spesso ritratti con un'attenzione particolare alla loro innocenza e vulnerabilità, elementi che l'artista riesce a catturare con grande maestria. La delicatezza con cui tratteggiava le espressioni e i gesti dei bambini, utilizzando linee morbide e sfumature leggere, conferisce alle sue opere un senso di serenità e introspezione.
Foujita soggiornò a Milano all’inizio degli anni Cinquanta - si noti che il ritratto del gatto reca infatti una dedica a una Signora milanese - e durante questo periodo collaborò con il Teatro alla Scala lavorando alle scenografie per la produzione della "Madama Butterfly". Nel 2003 Fondazione Prada e il Teatro alla Scala hanno organizzato nell'Epicentro Prada di Tokyo una mostra nella quale sono stati esposti figurini e bozzetti di scena e i costumi dipinti a mano dall'artista giapponese. Questo incarico fu particolarmente significativo per Foujita, poiché "Madama Butterfly" è un'opera che intreccia elementi della cultura giapponese con quella occidentale, riflettendo lo stesso spirito di fusione culturale presente nelle sue opere.
50
Léonard Tsuguharu Foujita (Tokyo 1886 Zurigo 1968)
"Ritratto di fanciulla, Hommage du peintre" carboncino su carta (cm 27x18,5) firmato due volte e iscritto in basso al retro: iscrizione per dedica in cornice (difetti)
€ 4.000/5.000
52
Léonard Tsuguharu Foujita (Tokyo 1886 Zurigo 1968)
"Scorcio parigino da "La Rivière enchantée"" incisione (cm 33x23,5) (difetti)
€ 350/400
51
Léonard Tsuguharu Foujita (Tokyo 1886 Zurigo 1968)
"Il gatto" tecnica mista su carta (cm 29x19) firmato due volte e dedicato in basso in cornice (difetti)
€ 3.000/4.000
53 Carlo Canella (Verona 1800 Milano 1879) (Attribuito)
"L'arrivo del temporale" olio su tela (cm 73x96) in cornice d'epoca intagliata e in pastiglia
€ 1.600/2.000
54
Horace Van Ruith (San Pietroburgo 1839 Londra 1923)
"Il paravento giapponese" olio su tavola (cm 33,5x23,5) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 1.300/1.400
55 Mosè Bianchi (Monza 1840 1904)
"Temporale in laguna" olio su compensato (cm 38x59) tracce di firma in basso a destra al retro: bozzetto per "Flora" a carboncino ed iscrizioni in cornice (difetti)
Provenienza Collezione Bernasconi
Opera archiviata presso l'Archivio Mosè Bianchi con numero PM0082
€ 2.000/2.200
56 Giuseppe Ponga (Chioggia 1856 Venezia 1925)
"Capriccio veneziano" olio su compensato (cm 71x58,5) firmato in basso a sinistra in cornice
€ 2.000/2.500
57 Giuseppe Ponga (Chioggia 1856 Venezia 1925)
"Barche a vela nel Bacino di San Marco" olio su tavola (cm 18,5x25,5) firmato in corrispondenza della barca in cornice (difetti)
€ 1.200/1.400
58
Attilio Pratella (Lugo 1856 - Napoli 1949)
"Costa napoletana d'inverno" olio su tela (cm 42x57) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 2.000/2.200
59
Vincenzo Caprile (Napoli 1856 1936)
"Piazza San Marco, Venezia" olio su cartone telato (cm 45x62,5) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 2.000/2.200
60
Attilio Pratella (Lugo 1856 Napoli 1949)
"Ritorno dalla pesca con scorcio di Napoli" olio su tavola (cm 22,5x35) firmato in basso a destra (difetti)
€ 2.000/2.200
61
Virgilio Ripari (Asola 1843 Milano 1902)
"Il profumo"
olio su tela (cm 120x185) firmato in basso a destra al retro sul telaio: iscrizioni in cornice (difetti)
€ 2.500/3.000
62
Giuseppe Palanti (Milano 1881 1946)
"Composizione con fiori e cineseria"
olio su tela applicata a cartone (cm 69,5x86)
firmato in basso a sinistra al retro: iscritto in cornice (difetti)
€ 2.000/2.200
63
Plinio Nomellini
(Livorno 1866 Firenze 1943)
"La ciociara" olio su tela (cm 115x47) in cornice (difetti)
Provenienza Pandolfini, 1991, lotto n. 141
Esposizioni
Plinio Nomellini. Dal Divisionismo al Simbolismo verso la libertà del colore, Seravezza, Palazzo Mediceo, 14 luglio - 5 novembre 2017
Bibliografia
N. Marchioni, Plinio Nomellini. Dal Divisionismo al Simbolismo verso la libertà del colore, cat. della mostra, Maschietto Editore, Firenze, 2017, n. 15 p. 178
€ 4.000/5.000
Nomellini ha ricordato le lezioni di Fattori in un articolo del 1935: «Il Fattori di tanto in tanto visitandoci non faceva che ripetere: cari miei io non so cosa insegnarvi, altro che dire di lavorare con amore. A volte veniva in compagnia di Diego Martelli, quasi perché Diego ci dicesse qualcosa di più di quello che lui ci potesse palesare»1. Tra i compagni di Nomellini presso la scuola di Fattori figurano, tra gli altri, Lodovico Tommasi, Mario Puccini e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Pellizza era giunto a Firenze dopo l’esperienza insoddisfacente dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Come ha evidenziato Aurora Scotti, alla scuola del Fattori, realizzò i suoi primi grandi studi di figura e nudo dal vero2 In occasione della mostra dedicata a Plinio Nomellini, nel 2017, è stato ricomposto un ideale e suggestivo pendant composto da due ritratti di una ciociara realizzati da Plinio Nomellini e Pellizza da Volpedo nel 1888 nell’ambito delle lezioni della Scuola del Fattori3 Il confronto tra i due ritratti, eseguiti entrambi di profilo, propone un affascinante campo-controcampo della ciociara. Nomellini lavorò al dipinto dando le spalle ad una sorgente luminosa, quindi la sua Ciociara è illuminata a piena luce; mentre Pellizza lavorò controluce, e la sua ciociara – il dipinto è conosciuto con il titolo di Attesa – è lumeggiata solo nelle parti del corpo più frontalmente esposte. Come ha notato Aurora Scotti, il confronto tra i due dipinti lascia emergere una comune sicurezza nel porre la figura nello spazio, cui vengono infuse «forza e dignità», secondo l’insegnamento di Fattori. Al contempo affiorano già le peculiarità dei due giovani pittori: da un lato, pur dimostrando una sensibilità cromatica molto raffinata, Pellizza si dimostra attento soprattutto alla costruzione plastica della figura, perseguita per il tramite di volumetrie rigide; d’altro lato Nomellini ha una pennellata più fluida e sciolta, mostra una spiccata capacità nella traduzione degli effetti di luce.
1 P. Nomellini, La tradizione e i macchiaioli, «La Nazione», 13 luglio, 1935.
2 A. Scotti, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Milano, 1986, scheda 359, p.149. Si veda inoltre G. Pellizza da Volpedo, Copialettere e minutari per il 1888. f.3.
3 Si conosce un ulteriore pendant di lavoro di Nomellini e Pellizza: si tratta di uno ritratto a mezzobusto della stessa modella. Il dipinto di Pellizza è noto come Studio di testa (1888), mentre quello di Nomellini ha il titolo di Ciociara. Quest’ultimo dipinto è visibile in una foto di Nomellini ritratto nel suo studio intorno al 1890.
Giuseppe Pellizza da Volpedo, L’attesa, 1888; olio su tela, 110 x 57 cm; Collezione privata64 Mario Puccini (Livorno 1869 Firenze 1920)
"Covoni" olio su tela (cm 50x60) firmato in basso a destra al retro sul telaio: monogramma in cornice (difetti)
€ 1.600/1.800
65
Ruggero Panerai (Firenze 1862 Parigi 1923)
"Contadina con gregge" olio su tela applicata a cartone (cm 38,5x55) reca firma non coeva in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 1.100/1.200
66
Plinio Nomellini
(Livorno 1866 Firenze 1943)
"Il Pellerossa" olio su piatto in legno (cm d. 35) firmato in alto a destra in cornice (gravi difetti)
L'opera sarà inclusa nel catalogo ragionato di Plinio Nomellini a cura di Aurora Barbara Nomellini
€ 1.200/1.400
Il Pellerossa è un dipinto di grande freschezza cromatica e scioltezza disegnativa, un’opera che ci consegna un Nomellini pronto al superamento degli insegnamenti fattoriani attraverso le evoluzioni della pittura di Telemaco Signorini e di Silvestro Lega. Quest’olio fa parte di una serie realizzata alla fine degli anni Ottanta nell’ “accampamento” del circo itinerante di Buffalo Bill, il Wild West Show, esibitosi in Italia nel 1888.
€ 4.000/5.000
67 Andrea Marchisio (Torino 1850 1927) "La danza continua" olio su tela libera (cm 178x472,5) firmato in basso a sinistra (difetti)68
Arturo Tosi (Busto Arsizio 1871 Milano 1956)
"Vaso con fiori" olio su compensato (cm 52x41,5) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
Opera registrata presso l'Associazione Arturo Tosi con il n. 00332
€ 1.200/1.400
69
Arturo Tosi (Busto Arsizio 1871 Milano 1956)
"Paesaggio" olio su tela (cm 50x60) firmato in basso a destra al retro: cartiglio
Provenienza
Galleria La Bussola, Torino Collezione privata, Milano
Opera registrata presso l'Associazione Arturo Tosi con il n. 00335
€ 550/600
70
Giorgio Kienerk (Firenze 1869 Fauglia (PI) 1948)
"Sera toscana" 1898 olio su tela applicata a cartone (cm 43x52,5) firmato e datato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 500/600
Giorgio Kienerk nacque a Firenze nel 1869, il suo primo maestro fu un amico del padre, lo scultore Adriano Cecioni. Alla metà degli anni Ottanta Kienerk frequentò i corsi di disegno dal vero dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, tuttavia si esercitava sul motivo insieme ad un altro amico di famiglia, Telemaco Signorini. Il percorso artistico di Kienerk andò di pari passo a quello di Plinio Nomellini, di cui era amico. Insieme meditarono sulla lezione macchiaiola rielaborandola in una pittura di tocco fondata sulla rappresentazione del dato luminoso. A tal proposito, nel 1891 Diego Martelli definì Kienerk: "l'anello vero, per cui dalla Macchia resasi sempre più blanda e luminosa, si passa all'Impressione"1 Successivamente Kienerk si dedicò anche alla grafica secondo soluzioni che si rifacevano allo Jugendstil, in questo torno di anni la sua fama si consolidò all'estero. Data invece alla fine degli anni Novanta la sua svolta simbolista. Il dipinto qui presentato è un inedito, una primizia della produzione di Giorgio Kienerk, che data 1898. L'opera mostra pennellate veloci, fulminei passaggi di tono e una grandissima sicurezza acquisita nella pittura di tocco, una pittura priva di disegno ma al contempo solidissima. Risulta interessante notare le affinità di questo dipinto con l’opera di Plinio Nomellini Mattino d’Aprile, conservata presso la Pinacoteca del Divisionismo di Tortona, e realizzata dal pittore livornese a Genova tre anni prima.
1 D. Martelli, L'Esposizione nelle sale della Società Promotrice di belle arti, in Il Corriere italiano, 12 marzo 1891
72
Ugo Celada da Virgilio (Virgilio 1895 Varese 1995) (Attribuito)
"Composizione con versatoio, bicchiere e tazzina" olio su compensato (cm 40,5x33,5) in cornice (difetti)
€ 650/700
71
Adriano Spilimbergo (Buenos Aires 1908 Milano 1975)
"Paesaggio innevato" olio su tela (cm 50x60) firmato in basso a destra al retro: firmato ed iscritto in cornice (difetti)
€ 1.100/1.200
73
Umberto Lilloni (Milano 1898 1980)
"Bocca di Magra" olio su tela (cm 70x100) firmato e titolato in basso a destra al retro: timbri in cornice (difetti)
Provenienza Galleria Schubert, Milano
€ 1.000/1.200
74
Umberto Lilloni (Milano 1898 1980)
"Boschetto"
olio su tela (cm 38x50) firmato in basso a sinistra al retro: cartigli e timbri in cornice (difetti) sotto la bese: cartigli
Provenienza
Galleria dell'Annunciata, Milano
Esposizioni
Umberto Lilloni, Mostra del pittore, Galleria dell'Annunciata, Milano, 25 novembre 8 dicembre 1942
€ 1.200/1.400
75
Luigi Broggini (Cittiglio 1908 Milano 1983)
"Donna chinata" scultura in bronzo (h cm 24) firmata alla base sotto la base: cartigli (difetti)
Provenienza Galleria delle Ore, Milano
Esposizioni
XXXI Esposizione Biennale Internazionale d'Arte 1962, Venezia; Esposizione Quadriennale Roma, 1959/60 (?)
Bibliografia
31. Esposizione Biennale Internazionale d'Arte: catalogo, 2. ed., Venezia, 1962, p. 45.
€ 1.500/2.000
76
Michele Cascella (Ortona 1892 Milano 1989)
"Dintorni di Pescara" Pescara 1924 acquerello su cartone (cm 55x75) firmato, locato e datato in basso a destra in cornice (difetti)
Bibliografia
G. Bonini, Catalogo ragionato generale dei dipinti di Michele Cascella, Giorgio Mondadori & Associati, 1988, p. 163, n. 24/6 e p. 59
€ 850/900
78
Umberto Lilloni (Milano 1898 1980)
"Medole" 1930 olio su tela (cm 78x63,5) firmato e datato in basso a destra al retro: firmato, titolato, datato, iscrizione per autentica del pittore, firma per autentica di Renata Lilloni, cartiglio e timbro in cornice (difetti)
Provenienza
Galleria Giuseppe Berlanda, Milano
Esposizioni
Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano
Bibliografia
R. Lilloni "Umberto Lilloni. Catalogo Ragionato dei dipinti e dei disegni Tomo secondo" Milano, Skira, 2002, p. 339 n. 104 ill.
€ 1.400/1.500
77 Tommaso Cascella (Ortona 1890 Pescara 1968)
"Contadina con carro di buoi" 1941 pastelli colorati su carta applicata a cartone (cm 57x97) firmato e datato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 550/600
79
Sexto Canegallo (Genova 1892 1966)
"Paesaggio con alberi" olio su tela (cm 45x65) firmato al retro in cornice (difetti)
€ 1.400/1.600
80
Pio Semeghini (Quistello 1878 Verona 1964)
"Giovane tennista" olio magro su compensato (cm 61x51) firmato in basso a destra al retro: bozzetti ad olio magro e iscrizione per autentica di Gianna Semeghini del 10/11/1967, Verona in cornice (difetti)
€ 2.000/2.200
81
Giuseppe Biasi da Teulada (Sassari 1885 Andorno Micca (BI) 1945)
"Donna velata" olio su compensato (cm 28,5x23) firmato in basso a destra al retro: iscritto in cornice (difetti)
€ 1.400/1.800
82
Pio Semeghini (Quistello 1878 Verona 1964) (Attribuito)
"Madonna di profilo" olio magro su compensato (cm 71x61) al retro: bozzetti ad olio magro al telaio: titolato in cornice (gravi difetti)
€ 1.000/1.200
83
Giuseppe Cominetti (Salasco 1882 Roma 1930)
"Ragazza" olio su tela (cm 50x40) al retro: cartilgio in cornice (difetti)
Bibliografia
Arte Italiana, Il Novecento, n. 2, Mondadori, 1992, p.76
Opera accompagnata da certificato di autenticità rilascito in data 26/6/1992 da Gianfranco Bruno
€ 1.100/1.200
84
Beppe Ciardi (Venezia 1875 Quinto 1932)
"Bagno nel fiume" Quinto, 1899 olio su tavola (cm 35x56) firmato in basso a destra al retro: firmato, locato e datato in cornice (difetti)
€ 1.500/2.000
Provenienza Galleria Arte 121, Torino; Collezione d'Arte Colombo Giordano
€ 2.500/3.000
€ 1.000/1.200
87
olio
Provenienza Eredi Albertini, Besano
€ 1.600/1.800
Oreste Albertini (Torre Del Mangano (PV) 1887 Besano 1953) "Scorcio lacustre con albero" 1952 su tela (cm 128x98) firmato e datato in basso a destra in cornice (difetti)88
Cesare Maggi (Roma 1881 Torino 1961)
"Il Cristallo" Cortina d'Ampezzo olio su compensato (cm 50x70) reca tracce di firma in alto a destra al retro: titolato e locato in cornice (difetti)
€ 6.000/8.000
89
Oreste Albertini
(Torre Del Mangano (PV) 1887 Besano 1953)
"Catinaccio, Sasso Piatto e Sassolungo visti dalla Val di Fassa" olio su tela (cm 120x180) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
Provenienza
Eredi Albertini, Besano
€ 10.000/12.000
L’opera oggetto di questo lotto appartiene alla fase ultima della carriera artistica di Oreste Albertini e raffigura i massicci dolomitici del Catinaccio, del Sasso Piatto e del Sassolungo, visti dalla Val di Fassa. Il dipinto è caratterizzato da una pittura di tocco e da toni chiari, elementi tipici della maturità del pittore e fase in cui la sua maestria tecnica raggiunse l'apice. I massicci del Catinaccio, del Sasso Piatto e del Sassolungo dominano la scena, stagliandosi contro un cielo limpido e sereno. Albertini ha saputo rendere in immagine l’idea delle rocce calcaree che cambiano colore con la luce del giorno passando dal grigio chiaro ai toni del rosa. La luce gioca sulle sue superfici, creando delicatissimi contrasti variando il colore delle rocce dal bianco al grigio con sfumature di blu e viola. La combinazione di una tavolozza chiara e luminosa, tipica della sua produzione tarda, e la maestria tecnica dell'artista catturano la maestosità e la bellezza della natura alpina con grande sensibilità artistica.
Il pittore nell'atto di dipingere l'opera90
Plinio Nomellini
(Livorno 1866 Firenze 1943)
"Isola d'Elba selvaggia" olio su tela (cm 70x80) firmato e iscritto in basso a destra in cornice (difetti)
L'opera sarà inclusa nel catalogo ragionato di Plinio Nomellini a cura di Aurora Barbara Nomellini
€ 6.000/8.000
Fu Carlo Ludovico Ragghianti a riscoprire nel 1966 un Nomellini fino ad allora praticamente sconosciuto, avviato nel solco degli insegnamenti fattoriani e approdato in seguito a un paesaggismo di tipo lirico e intimista, che sta a testimoniare una produzione “altra” rispetto a quella ufficiale, causa della ripulsa da parte della critica nel Secondo dopoguerra e primo motivo di incomprensione della sua parabola artistica1. Da sempre per il pittore livornese il paesaggio ha rappresentato un banco di prova fondante: dagli insegnamenti di Fattori, fino al loro successivo rifiuto, intorno al 1890, in favore di una pittura più attenta alla descrizione della luce attraverso il tocco a discapito del disegno. Alla mostra di Ragghianti era seguita nel 1985 la monografica di Gianfranco Bruno alla Permanente di Milano, in quella occasione si schiudevano definitivamente le porte del talento cromatico e immaginativo di Plinio Nomellini e, in particolare, di una sensibilità lirica nei confronti del paesaggio. Dapprima il legame d’amicizia e reciproca stima con Giovanni Pascoli successivamente l’influenza di Gabriele d’Annunzio avevano contribuito a radicare in Nomellini una visione e una rappresentazione metaforica del dato naturale. In particolare, in questo dipinto sembra prendere forma quella visione di panismo dannunziano: un desiderio di un ritorno all'essenza primitiva e incontaminata dell'esistenza, attraverso un rapporto simbiotico e quasi mistico con la natura. Nomellini adopera quindi una tavolozza ricca e vibrante per rappresentare la rigogliosa e ardente natura dell'isola in un giorno estivo. Il paesaggio è dominato da una vegetazione lussureggiante che sembra ondeggiare per mezzo delle sinuose pennellate del pittore livornese in una mimetica rappresentazione del calore di un mezzogiorno di agosto. Il dipinto di Nomellini non è solo una rappresentazione fedele del paesaggio dell'Isola d'Elba, ma anche una celebrazione della luce e del colore, catturando la bellezza naturale e l'atmosfera serena e vigorosa dell'isola.
1 Plinio Nomellini, a cura di G. Nudi, R. Monti, cat. della mostra (Livorno, Villa Fabbricotti, 30 luglio-21 agosto 1966, Firenze, Palazzo Strozzi, 115 settembre 1966), Formatecnica, Firenze, 1966.
91
Giuseppe Amisani (Mede Lomellina 1881 Portofino 1941)
"Odalisca" olio su compensato (cm 84x122) al retro: firmato in cornice (difetti)
Opera accompagnata da certificato di autenticità rilasciato in data 20/01/2011 dal Professor Paul Nicholls
€ 8.000/9.000
Plinio Nomellini
(Livorno 1866 Firenze 1943)
"Grande nudo"
olio su tela (cm 200x100) firmato in basso a destra al retro: cartiglio della Biennale di Venezia del 1924 in cornice (difetti)
L'opera sarà inclusa nel catalogo ragionato di Plinio Nomellini a cura di Aurora Barbara Nomellini
€ 10.000/12.000
Tra il 1915 e il 1920 Plinio Nomellini fu probabilmente il pittore più celebre in Italia. Durante il «radioso maggio» il suo Garibaldi (1907), accompagnato dai versi di Gabriele D’Annunzio, era riprodotto in manifesti affissi nelle principali città e distribuito in formato di cartolina nelle scuole. L’esperienza artistica di questo pittore incontrava l’interesse sia della critica specializzata che del popolo, richiamando inoltre in più occasioni l’attenzione di alcune delle personalità più insigni del panorama culturale italiano, in ambito non solo pittorico ma anche letterario e musicale, facciamo riferimento tra gli altri a Grazia Deledda e Giacomo Puccini. A conferma di ciò, nel 1920 in occasione della XII Biennale di Venezia si tenne una mostra personale di Nomellini che poteva contare più di quaranta opere. Nel quadro del «pluralismo estetico» fascista Nomellini godeva dell’approvazione di Mussolini, di committenze di nobili e figure eminenti della cultura italiana, tuttavia dopo la sua morte, avvenuta nel 1944, e al termine della Seconda guerra mondiale, la sua figura, troppo compromessa con il regime fascista, scomparve dalla letteratura critica; e le sue tele furono accantonate nei depositi dei musei. La storia della riscoperta di Nomellini cominciò nel 1966, quando Carlo Ludovico Ragghianti, spinto da ciò che egli stesso definì un sentimento di aprioristica «ripulsa» e di «negazione totale del passato» condiviso da parte della nuova generazione di critici, organizzò una mostra su Plinio Nomellini affidandone la curatela a due suoi allievi: Giacinto Nudi e Raffaele Monti. La mostra rivelava un percorso artistico fino ad allora praticamente sconosciuto. Nel corso degli anni Sessanta e Settanta la ricostruzione della personalità artistica di Nomellini proseguì su due ulteriori fronti: il filone di studi sui postmacchiaioli aperto dalle ricerche di Jolanda Pellegatti e di Riccardo Tassi e successivamente perfezionato dagli studi di Raffaele Monti, e la ricostruzione storico-critica del Divisionismo italiano culminata nella pubblicazione degli Archivi del Divisionismo (1968) e nella mostra sul Divisionismo nel 1970. Bisogna in effetti tener conto del fatto che il giudizio storico-artistico sull’esperienza di Nomellini fu a lungo condizionato, oltre che dalla damnatio
memoriae che colpì il pittore per la sua compromissione con il regime fascista, da una comprensione a lungo parziale e incompleta del Divisionismo. Nel 1985 Gianfranco Bruno curò un’importante mostra dedicata a Nomellini presso il Palazzo della Permanente di Milano. Attraverso l’esposizione di più di centocinquanta opere era così ricostruito quasi per intero il lungo iter artistico del pittore livornese. Nelle successive mostre su Nomellini curate da Bruno, il discorso storico ritrovò la sua importanza grazie agli studi di Umberto Sereni e di Eleonora Barbara Nomellini, che con le sue ricerche ha contribuito in misura determinante ad arricchire il quadro di conoscenze dell’attività di suo nonno. Tali aggiornamenti hanno orientato la mostra I colori del Sogno e la redazione di contributi per cataloghi dedicati al Divisionismo e alle relazioni tra Nomellini e le arti. L’ultima mostra su Plinio Nomellini risale al 2017 ed è stata curata da Nadia Marchioni. L’alta qualità degli interventi degli studiosi che hanno preso parte al progetto ha contribuito a precisare la complessità della personalità di Nomellini ponendo ulteriori interrogativi.
Il grande nudo qui presentato è uno degli esempi più significativi della pittura di Nomellini: noto per la sua abilità di catturare la luce e il colore, il pittore livornese ha creato anche opere che esplorano la bellezza del corpo umano attraverso il nudo. Il dipinto raffigura una donna nuda in piedi, una figura che domina la tela con la sua presenza imponente e armoniosa. La donna è posta al centro della composizione, con il suo corpo esposto in una posa naturale e rilassata. La sua postura è fiera ma allo stesso tempo aggraziata, con una leggera flessione delle ginocchia e una curva dolce nei fianchi che evidenzia la bellezza delle forme femminili. In questo dipinto, Nomellini dimostra la sua abilità nel combinare realismo e una forte sensibilità cromatica, riuscendo a trasmettere non solo la bellezza esteriore del corpo umano, ma anche un senso di profondità emotiva e spirituale. La figura femminile in piedi diventa così un simbolo di forza e grazia, celebrata nella sua naturalezza e serenità.
93
Ugo Celada da Virgilio (Virgilio 1895 Varese 1995)
"Composizione con vaso, vetro e rose" olio su masonite (cm 86x65) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 2.500/3.000
94
Ugo Celada da Virgilio (Virgilio 1895 Varese 1995)
"Composizione con argento e mele" olio su compensato (cm 64x50) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 2.500/2.800
95
"Composizione con strumenti musicali, vasi e ritratto di Raffaello" olio su masonite (cm 75x65) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 2.500/3.000
Composizione con libri, candela e francobolli è un’opera inedita di Gregorio Sciltian realizzata nei primi anni Quaranta a Milano nel suo atelier in via della Spiga distrutto durante i bombardamenti del 1942, la notte tra il 24 e il 25 ottobre 1942. La busta azzurra affrancata inclusa nella composizione reca infatti la firma dell’artista lasciando intendere l’indirizzo in parte ricoperto dalla lente di ingrandimento che riflette la finestra da cui proviene la luce. Un espediente illusionistico adottato anche in altri dipinti, l’artista non riporta la propria firma a margine del dipinto ma lascia che un oggetto inserito nella realtà pittorica l’esprima all’interno della composizione costituita da oggetti apparentemente sistemati alla rinfusa.
L’ascesa di Sciltian incomincia sul finire degli anni Trenta con la partecipazione alla Biennale del 1936 da cui scaturisce l’attenzione di un collezionismo via via sempre più altolocato che sfocia nella realizzazione di una mostra nel 1939 presso la Galleria Gianferrari nella sua prima storica sede in via Clerici 8 a Milano. Altro momento importante fu il successo conseguito come ritrattista dopo la realizzazione, nel 1941, dell’ritratto in posa da fantino di Luigi Grazzano Visconti, fratello di Luchino. Lavoro che gli aprì le porte della ricca aristocrazia come testimoniano successivi ritratti a lui commissionati, come quello di Ginevra Colonna, del principe Castelbarco Albani e del Conte di Castelbesozzo fino al misterioso ritratto mai consegnato di Galeazzo Ciano che l’artista conservò nascosto nella propria casa per tutta la vita. Ma la consacrazione definitiva per il pittore si deve all’articolo che comparve sul Corriere della sera il 25 di febbraio del 1942 a firma dell’influente uomo di cultura, scrittore e saggista Ugo Ojetti. Nel testo si lanciava Gregorio Sciltian come difensore della migliore tradizione pittorica e novello Caravaggio facendo riferimento alla forza plastica e all’attento rilievo della sua pittura, soffermandosi sulla sua tecnica limpida e «arcifinita». Aspetti che, a suo dire, riconducevano alla memoria le glorie pittoriche dei grandi maestri del passato quali Crivelli, Mantegna e Bellini, tanto la pittura di Sciltian si ornava «di marmi, di fiori, frutta a festoni, di intagli, drappi, oreficerie, però senza fede e senza commozione, così che il rispetto del vero e delle insistite apparenze del vero, formi tutta la religione del pittore». Il primo però ad accorgersi della sua tecnica pittorica tutta proiettata verso la lezione della grande pittura antica fu Roberto Longhi che nel saggio introduttivo alla prima mostra in Italia del pittore russo di origine armena alla Galleria Bragaglia di Roma nel 1926 osservava in questi termini “la veracità palmare, un portento di evidenza stiano dinanzi agli occhi dello Sciltian come metro costante della natura e della vita”. Un credo pittorico non soltanto estetico ma anche etico che si plasma attorno alla resa mimetica della realtà e a un diligente riferirsi ai modelli per lui imprescindibili offerti dall’eredità caravaggesca, dalla grande pittura fiamminga e da quella spagnola con una riflessione particolare per gli eccellenti esempi espressi da Zurbarán e da Velázquez. Carlo Carrà, in una recensione del 1933 sull’Ambrosiano, annotava quanto la sua insistenza realistica fosse “una franca e sincera adesione al fatto plastico”, mentre Filippo de Pisis a proposito dei suoi trompe l’oeil ammetteva con sincerità che “avrebbero, credo, rappresentato il massimo della perfezione per un contemporaneo di Parrasio o di Apelle”, ancorché Giò Ponti si soffermava sulla sua natura di narratore “restano della pittura solo le cose descritte, al di là del loro aspetto vero e visivo, con una sorta di entusiasmo, di impegno narrativo, che ce le fa guardare” I primi anni Quaranta sono un momento proficuo per l’artista, nascono, oltre ai già citati ritratti, diversi lavori fondamentali come: Il pensatore (1940) che inaugura la serie dei mestieri che culminerà con il Filatelico (1947), diversi inganni come Il San Sebastiano (1940) ma soprattutto il dipinto che fu donato a Roberto Longhi il Tavolo del critico d’arte (1940), oltre a una straordinaria e ispirata sequenza di nature morte, composizioni calibrate e studiatissime che fecero la fortuna dell’artista tanto che nel dopoguerra divennero ambite e alla moda per una rete prestigiosa di collezionisti non soltanto a Milano.
Composizione con libri, candela e francobolli è sicuramente da inserire tra questa produzione anche se non inclusa tra le opere catalogate dall’artista nell’Opera Omnia pubblicata da Hoepli nel 1986, progetto editoriale a cui l’artista sovraintese fino alla scomparsa avvenuta l’anno precedente. L’opera è di certa attribuzione, un’attenta analisi avvenuto presso la sede de Il Ponte Casa d’aste in via Pontaccio 12 a Milano mi porta a collocare il lavoro nei primi degli anni Quaranta. Sciltian si dedicava alla pratica
pittorica con metodo e con lunghe sessioni quotidiane di lavoro ma proprio per la rifinitezza e la cura nella realizzazione micrografica i tempi di realizzazione potevano allungarsi anche di mesi. È dunque lecito immaginare una produzione annuale limitata; l’artista però lavorava simultaneamente su più opere per far fronte alle tante commesse che gli giungevano parzializzando tempi e modi di realizzazione a seconda della tipologia di collezionismo con cui si relazionava.
Piuttosto singolare la costruzione di quest’opera per come si discosta con uno sviluppo verticale dalla produzione del periodo che invece indugia su uno sviluppo orizzontale in cui si dispongono in un gioco di apparente casualità libri e oggetti di varia natura. Rispetto alle prime nature morte di Sciltian realizzate negli anni Venti a Roma e nel decennio successivo, più sintonizzate sui bodegones spagnoli del 600, durante la guerra l’artista affranca uno stile sempre più personale e riconoscibile che lo renderanno un pittore ricercato e alla moda.
In questa natura morta, l’artista dimostra tutta la sua implacabile aderenza al dato reale, offrendoci una straordinaria prova della sua capacità nella resa tattile degli oggetti rappresentati. Lo sguardo è tutto catturato dalle caratteristiche dei materiali e dalla descrizione del più piccolo dettaglio, la luce calibratissima che giunge da sinistra ci svela la pila dei volumi sovrapposti in tutta la sua salda plasticità. Si tratta di tomi antichi consumati tra le cui pagine rigonfie di umidità fuoriescono circospetti segnalibri: piccole cordicelle rosse o nastri di raso azzurro. Con la stessa funzione una collana di perle rosse fuoriesce dal libro isolato in primo piano in basso. Un candelabro con una candela spenta e per metà consunta sormonta la composizione con il suo evidente significato di vanitas. Me intuiamo perfettamente il materiale osservandone la modellazione e l’opacità tipica del peltro. In basso a destra un piccolo vaso di ceramica contiene un paio di matite colorate; sebbene in penombra, l’artista ne rende al meglio la superficie smaltata. L’opera si caratterizza dalla presenza di diversi francobolli secondo una modalità che aveva reso celebre l’artista da quando i giornali del tempo riportarono la notizia di una sua opera realizzata in copia con Fabrizio Clerici e andata persa durante la guerra. Un mobile con un trompe l’oeil che valse ai due una medaglia d’oro alla VII Triennale di Milano del 1940. L’intervento pittorico era talmente ben riuscito da ingannare il re Vittorio Emanuele III in visita alla kermesse che, accorgendosi del dettaglio del francobollo dipinto, tentò di rimuoverlo con le unghie pensando fosse vero, provocando ilarità tra i presenti. Questo amore verso il piccolo dettaglio esemplificato dalla presenza di francobolli porterà alla realizzazione qualche anno più tardi del già citato Filatelico (1947), capolavoro dell’arte di Gregorio Sciltian riprodotto su poster e manuali dedicati al collezionismo filatelico e in ultimo su un francobollo della Repubblica cubana del 1968. È una missiva di provenienza francese quella che riporta la firma dell’artista, è possibile determinarlo dall’affrancatura in uso in quegli anni. Sciltian abbozza la tipica figura femminile di quella serie sui tre francobolli dal colore blu di cui possiamo determinare il valore di 25 centesimi cadauno. Ricordiamo che prima di stabilirsi a Milano, Sciltian dimorò per cinque difficili anni a Parigi dal 1927 al 1932. Altri francobolli si trovano sul tavolo, nel sottovaso, in prossimità della spugnetta per inumidirli e all’interno di un tipico album da collezionisti aperto e con alcune pagine spiegazzate sui cui in equilibrio troviamo la tipica pinzetta per afferrarli. Il tavolo verde e soprattutto la lente di ingrandimento che riflette la finestra da cui proviene la luce, altro strumento in uso ai filatelici, avvicinano questo lavoro al Tavolo del critico d’arte ora conservato presso la Fondazione Roberto Longhi di Firenze. Un rotolo di carta appoggiato alla colonna dei libri sul fondo asseconda la disposizione piramidale, a sinistra una tenda di velluto blu tirata per metà scorre su una cordicella rossa fissata a destra con una puntina. Sul piano stilistico, va annotato come il dipinto non presenta il solito grado di rifinitura a cui l’artista ci abituerà a partire proprio da quegli anni. Paradossalmente questo modo di stendere il colore senza concentrarsi eccessivamente sul dettaglio conferisce al dipinto una maggiore vividezza alla visione non ravvicinata. Si tratta dunque di un’opera di un certo interesse che lascia intendere come Sciltian stesse in quel momento codificando il proprio stile inconfondibile e che proprio a partire dall’articolo di Ojetti del febbraio del 1942 lo fece apprezzare e desiderare da importanti collezionisti nel Secondo dopoguerra fino alla scomparsa avvenuta nel 1985.
Stefano Sbarbaro
Sciltian (Rostov 1900 Roma 1985)
"Composizione con libri, candela e francobolli" olio su tela (cm 68x45) firmato a sinistra in corrispondenza della busta in cornice (difetti)
Opera accompagnata da certificato di autenticità rilasciato dal dott. Sbarbaro in data 22/4/2024
€ 3.500/4.500
97
€ 2.000/3.000
Domenico Morelli (Napoli 1823 1901) "Maria ai piedi della croce" olio su tela (cm 72x52) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)€ 3.000/3.500
Telemaco Signorini (Firenze 1835 1901)
"Chiesa medievale a Solferino" olio su carta applicata a compensato (cm 19,5x11,5) monogrammato in basso sinistra al retro: cartiglio e iscrizione per autentica di Mario Galli in cornice (difetti)
€ 3.000/5.000
100 Giovanni Boldini (Ferrara 1842 Parigi 1931)
"Nello studio di Giuseppe Abbati" olio su cartone pressato (cm 22x16) firmato in basso a sinistra al retro: iscrizioni e cartiglo (difetti)
Parere verbale di autenticità rilasciato dalla dott.ssa Francesca Dini
€ 4.000/6.000
101
Carlo Canella (Verona 1800 Milano 1879)
"Naviglio nella Strada dell'Ospedale, La consegna della legna" olio su cartone pressato (cm 48x40) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 6.000/7.000
L’opera oggetto di questo incanto è un affascinante raffigurazione del Naviglio realizzata dal veronese Carlo Canella. Intorno al 1830 Canella si specializzò nella realizzazione di vedute urbane prospettiche, privilegiando Milano, dove viveva dopo aver studiato all’Accademia di Brera, e la natia Verona. Lo scorcio che qui proponiamo raffigura il naviglio in prossimità della cosiddetta strada dell’Ospedale, oggi via Francesco Sforza. Sono infatti riconoscibili le architetture neoclassiche dell’Ospedale Maggiore, la Cupola della Chiesa dell’Annunciata e più sullo sfondo il tiburio e il campanile della Basilica di San Nazaro in Brolo, mentre l’edificio in primo piano sulla destra è l’ala ovest del Palazzo già Trivulzio di via della Signora, poi divenuto per lascito testamentario l’ospizio dei Vecchioni. Il quadro parrebbe essere stato dipinto da una inquadratura corrispondente al prospiciente palazzo Sormani. La composizione e la resa prospettica dell'opera sono attentamente studiate, la diagonale delle architetture e del naviglio guidano l'occhio dello spettatore attraverso la scena, creando una profondità che conferisce al dipinto una sensazione di spazio e realismo. Gli edifici lungo il naviglio, con le loro facciate riccamente dettagliate, mostrano l'abilità di Canella nel catturare l'architettura e l'atmosfera del tempo. La luce gioca un ruolo cruciale nell'opera, con toni caldi che illuminano la scena e creano un contrasto suggestivo tra le ombre e le zone illuminate. Le pennellate precise e la tavolozza di colori equilibrata contribuiscono a creare un'opera che è sia realistica che intrisa di un senso di nostalgia e bellezza senza tempo. Il naviglio è animato da piccoli dettagli di vita quotidiana, in primis la scena degli uomini che scaricano la legna, poi ancora il particolare di una donna che cammina da sola e di un’altra affacciata dal balcone e ancora più lontano le lavandaie affaccendate. Questi elementi non solo arricchiscono la composizione, ma conferiscono anche un senso di vitalità e autenticità al dipinto, rendendolo non solo una preziosa rappresentazione visiva, ma anche un documento storico.
Incisione di Marc’Antonio Dal Re del palazzo Principe Triulzi (Trivulzio)102
Giuseppe De Nittis (Barletta 1846 Saint Germain en Laye 1884)
"I capanni dei pescatori" olio su tavoletta (cm 13x23) firmato in basso a destra al retro: cartigli ed iscrizioni in cornice (difetti)
Opera in corso di archiviazione presso la Fondazione Giuseppe De Nittis di Barletta
€ 4.000/6.000
103
Giuseppe De Nittis
(Barletta 1846 Saint Germain en Laye 1884)
"Betulle, Bois de Boulogne" olio su tavoletta (cm 29x19) firmato in basso a destra al retro: iscrizione per dedica in cornice (difetti)
Provenienza
Fortuny Y Carbò Carlo Mariano; Collezione privata, Milano
Bibliografia
Catalogo Generale dell'opera di Giuseppe De Nittis, a cura di E. Piceni, vol II, Bramante Editrice, 1982, n. 142
Opera accompagnata da certificato di autenticità rilasciato su base fotografica da Enrico Piceni in data 1981
€ 6.000/8.000
104
Mosè Bianchi (Monza 1840 1904)
"Ritratto di Carolina Marignani La moglie del pittore" olio su tela (cm 130x100) firmato in basso a destra in cornice antica in legno intagliato (difetti)
Provenienza
Collezione Clerici, Milano; Collezione Simone Lutomirski, Milano
Esposizioni
Mostra Commemorativa di Mosè Bianchi, 1924, Monza, sala XXI XIX Esposizione Biennale Internzionale d'Arte, 1934, Venezia, n.273
Galleria Pesaro, Milano, 1936, n.100
Prima Fiera Nazionale dell'Ottocento. Celebrazione bicentenario stradivariano, Cremona maggio ottobre 1937
Bibliografia
Mostra Commemorativa di Mosè Bianchi, 1924, Monza, sala XXI, p.63, n. 3; Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia Catalogo, Venezia, 1934, p.78; P. Biscottini, Mose' Bianchi. Catalogo ragionato, Federico Motta Editore, 1996, p. 58 e 223 n. 241
€ 12.000/14.000
L’opera che qui proponiamo ritrae la moglie del pittore, Carolina Marignani, in un momento di tranquilla introspezione che al contempo ci consegna un’immagine dell’eleganza femminile nell’Ottocento, riflettendo anche la capacità di Mosè Bianchi di catturare l'intimità e l'emozione dei soggetti che dipinge. Mosè Bianchi e Carolina Marignani si erano incontrati a Milano agli inizi degli anni Settanta, quando la donna si era trasferita da Udine per perfezionarsi nella danza. Così viene narrato dal Marangoni nel catalogo della mostra commemorativa del 1924, quando anche questo celebre ritratto fu esposto.
L’opera è caratterizzato da una notevole attenzione ai dettagli e da una raffinata tecnica pittorica. Come evidenziato da Paolo Biscottini: “si distacca rispetto alla ritrattistica familiare del Bianchi, palesando intenti celebrativi e una certa grandeur, estranea al tono confidenziale e domestico di altre opere”. La figura della moglie è raffigurata assisa come una donna di corte, una gran dama dall’espressione serena e pensierosa. Il viso è illuminato da una luce morbida che accentua i tratti delicati e il calore umano del soggetto. I dettagli del vestito e degli oggetti circostanti sono resi con cura, si noti in particolare la mantiglia di merletto a tombolo, evidenziando la padronanza tecnica dell'artista. Attraverso questo dipinto, Mosè Bianchi riesce a trasmettere un senso di vicinanza e affetto, rendendo omaggio alla figura della moglie non solo come soggetto artistico ma anche come parte integrante della sua vita e del suo mondo creativo. In questo dipinto, l'abilità di Bianchi nel combinare realismo e sensibilità emotiva si manifesta pienamente, rendendo l’opera un esempio significativo della sua produzione artistica e della sua capacità di introspezione psicologica. Secondo le ricerche di Paolo Biscottini, il ritratto è stato realizzato tra il 1874 e il 1877, probabilmente come dono per il trentesimo compleanno di sua moglie.
Oggetto di questo incanto è l’eccezionale ritrovamento di un dipinto inedito di Antonio Fontanesi, l’affascinante Plenilunio con veduta di Superga. Nel catalogo della mostra su Fontanesi del 1997 Rosanna Maggio Serra sottolineava “la problematicità della ricostruzione filologica del percorso dell’artista. (...) Ci sono giunti spesso titoli delle opere esposte, ma ad essi non corrispondono dipinti noti. (...) Il problema più grave è la dispersione delle opere”1. Questo ritrovamento si pone dunque come tassello ulteriore per l'affinamento del catalogo delle opere della tarda produzione di Fontanesi, oggi reputata dalla critica quella di maggior rilievo. Considerato il formato grande e la firma, il dipinto doveva verosimilmente essere destinato ad un’esposizione, per soggetto e caratteri stilistici esso è riferibile al primo soggiorno torinese, dall’anno 1869 al 1876, prima della partenza per il Giappone. Fontanesi era giunto a Torino grazie ai buoni uffici di Ferdinando di Breme, suo primo collezionista, direttore dell’Accademia Albertina e gran ciambellano del Re Vittorio Emanuele II. Era stato certamente di Breme a influenzare gli acquisti dei dipinti del Fontanesi da parte di Casa Savoia. A seguito di un inquieto e formativo girovagare, Fontanesi si era stabilito a Torino con il titolo di “Professore di Paesaggio”: la nuova cattedra era stata fortemente voluta da Ferdinando di Breme nonostante i dissensi espressi all’interno dell’ambiente artistico italiano, cionondimeno, l’insegnamento di Fontanesi aveva incontrato il largo apprezzamento dei suoi studenti, quasi al limite della venerazione. Al di là dell’attività didattica, questo torno di anni torinesi è considerato come periodo tardo della produzione dell’artista: si assiste ad uno scurirsi della tavolozza e ad una drammatizzazione di contrasti luministici di cui questo dipinto è uno degli esempi più puri. Come rilevato da Maggio Serra “dal 1870 Fontanesi pare ossessionato dalla suggestione turneriana della luce frontale, protagonista, di valenza quasi simbolica”2. Ci piace pensare che il tema del plenilunio evochi anche i celebri precedenti della pittura di Constable, d'altronde Fontanesi aveva avuto modo di vedere opere di Turner e Constable durante il suo soggiorno londinese presso la National Gallery e l’allora South Kensington Museum.
Autodidatta e girovago, Fontanesi era stato nominato professore di una materia, il paesaggio, da sempre considerata un genere minore della pittura e che invece lo ha visto testimone e partecipe a livello nazionale e internazionale di una delle ricerche figurative che hanno schiuso le porte dell’arte moderna. A partire da una definizione topografica del paesaggio, Fontanesi aveva rielaborato la lezione del Calame arricchendole degli spunti francesi, grazie anche alla vicinanza con la scuola di Lione, ma soprattutto studiando al Louvre i dipinti di Lorrain e dell’amato Corot, per poi trasferirsi a Londra, senza dimenticare le meditazioni su i grandi paesaggisti fiamminghi del Seicento, fino al ritorno in Italia, battezzato dall’incontro con i macchiaioli.
Fontanesi è stato probabilmente il migliore paesaggista italiano dell’Ottocento ma di italiano la sua pittura aveva davvero poco, forse per questa ragione la critica non ha saputo riconoscergli i giusti meriti. Fontanesi è stato certamente un pittore colto e complesso e resta ancora oggi una personalità sfuggente:
prendendo le mosse da una rappresentazione topografica del paesaggio, giungeva alla fine della sua carriera ad una rappresentazione della natura che preconizzava significazioni simboliche, una natura che come nel caso del nostro dipinto non ci consegna “l’immagine del vero, ma il sogno del vero.”
Si deve all’allievo Marco Calderini il lavoro di archiviazione e studio grazie al quale nel Novecento la figura del Fontanesi è stata riabilitata: tuttavia la sua pittura è stata malintesa persino dal Maltese, non da Roberto Longhi, che era scivolato invece sull’equivoco dell’impressionismo del Reycend, tuttavia l’atto critico più intelligente verso Fontanesi è stato quello di Henri Focillon, il quale ha considerato la sua pittura come: “un des beaux poème naturalistes qui aient été peints au cours du siècle” e gli ha dedicato il giusto tributo nell’impeccabile volume dedicato alla pittura dell’Ottocento3
Il dipinto descrive una veduta notturna della campagna torinese in una notte di plenilunio, la luna diffonde la propria luce nel cielo scuro schiarendo persino le nubi più nere, che appaiono trascinate nel cielo da un vento portentoso che investe la veduta scuotendo gli alberi. La composizione è impostata su di un ardito gioco tra pieni e vuoti e appare debitrice del paesaggismo inglese: la chioma degli alberi sulla destra occupa gran parte del paesaggio con profili scuri, l’alberello sulla sinistra invece è descritto con un disegno ad arabesco e deliziose pennellate di tocco, esso ribilancia compositivamente il vuoto del primo piano dell’area di sinistra della tela, così come lo fanno le nuvole e la luna sullo sfondo, dove ancor più in lontananza troneggia la sagoma scura ma riconoscibilissima della Basilica di Superga, conclusa nel 1731 su progetto dell’architetto Filippo Juvarra e simbolo del potere di Casa Savoia. Il tratto pittorico delle pennellate di Fontanesi in questo dipinto varia in funzione di ciò che descrive: abbiamo già notato le pennellate di tocco per il magro albero sulla sinistra, ma la pittura si fa più sostanziosa nella resa della chioma degli alberi sulla destra, in una sontuosa resa del controluce sulle foglie, e poi ancora le stesure del colore si fanno gioiosamente pastose nella definizione del disco della luna anche se a stupire maggiormente è l’audacia nella resa della luce che si diffonde nel cielo scuro, in un’anticipazione delle pennellate divisioniste di Pellizza da Volpedo e persino di quelle di Giacomo Balla. Non a caso Pellizza fu strenuo ammiratore della pittura di Fontanesi, i cui paesaggi definiva veri e propri “stati d’animo”.
Di altissima qualità e sapienza pittorica è poi la tavolozza, che con un giro ristretto di colori riproduce fedelmente il senso di un plenilunio in una ventosa notte piemontese, si direbbe con una resa musicale.
1 Fontanesi 1818-1882, a cura di R. Maggio Serra, Umberto Allemandi Torino, 1997, p. 78
2 Ivi, p. 82
3 H. Focillon, La peinture au XIX siècle. Du réalisme à nos jours, Parigi, 1927
105
Antonio Fontanesi (Reggio Emilia 1818 Torino 1882)
"Plenilunio con veduta di Superga" olio su tela (cm 95x117) firmato in basso a destra al retro: iscrizioni per autentica di Marco Calderini di cui una in data 21/12/1934 e cartiglio al telaio in cornice (difetti)
Provenienza Galleria d'Arte Finstermacher, Roma € 15.000/18.000
106
Pompeo Marchesi (Saltrio 1790 Milano 1858)
"Busto di vestale" 1836 scultura in marmo (cm 43x24) firmata e datata alla base (difetti e mancanze)
€ 18.000/20.000
Pompeo Marchesi nacque in una famiglia di scultori, in un paese della pietra: Saltrio, in provincia di Varese. A Milano frequentò l’Accademia di Brera ma grazie all'intercessione di Giuseppe Bossi nel 1804 ottenne un alunnato di sei anni a Roma presso Antonio Canova. Rientrò a Milano nel 1811 e presto iniziò a lavorare al cantiere del Duomo, al quale rimase legato tutta la vita e per il quale realizzò più di quaranta statue. A partire dal 1813 fu coinvolto anche nel programma decorativo dell’Arco della Pace, per il quale modellò in gesso L’ingresso di Napoleone a Berlino poco prima della caduta di Bonaparte. Se durante l’Impero Marchesi rientrava nel novero dei giovani scultori di talento, con la Restaurazione raggiunse la fama, quella delle lodi di Stendhal - “Marchesi, le sculpteur à la mode de Milan” - e dell’iperbolico soprannome: “Fidia meneghino”. In quegli anni il suo studio, che fu poi devastato da un incendio, fu frequentato da Stendhal, Honoré de Balzac, Vincenzo Monti e Hayez. A dimostrazione di questo successo, nel 1818 realizzò il cenotafio per Giuseppe Bossi, in collaborazione con due campioni del neoclassicismo: Pelagio Palagi e Antonio Canova. Nel 1819 il Marchesi fu protagonista di una delle prime scaramucce tra classici e romantici a Milano, nella fattispecie nel dibattito per la progettazione del monumento funebre per Andrea Appiani, che al termine della disputa fu assegnato a Thorvaldsen. Lo scultore si dimostrò successivamente versatile nell'accogliere le committenze di una platea sempre più ampia, che lo portò a oscillare tra classicismo e romanticismo in base alle circostanze, Marchesi emerse come un artista eclettico e capace di modularsi in base alle necessità delle commissioni e della posta in gioco.
La consacrazione del Marchesi avvenne intorno alla metà degli anni Venti con il Monumento a Carlo Della Bianca del 1825 e con la Venere pudica per il duca Pompeo Litta Visconti Arese, opere oggi conservate alla Galleria d'Arte Moderna di Milano. Alla fine del decennio, Marchesi tornò a dedicarsi al genere del busto ritratto, con il Cesare Beccaria, 1828, collezione privata, e il Vincenzo Monti, donato all'Imperatore e oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Per Marchesi, questi furono anni di fervida produzione e intensa attività espositiva, principalmente nelle rassegne braidensi, egli organizzò il proprio studio, all'interno del salone dei giardini pubblici, secondo logiche imprenditoriali. Si veda a tal proposito l'incisione che riproduce lo studio, nel quale è peraltro visibile il modello della scultura oggetto di questo incanto.
Dettaglio della Veduta prospettica del Gabinetto particolare di Pompeo Marchesi
L’iconografia della Vergine Vestale è una meditazione del Marchesi sul classico e in particolare su Canova, questo modello è infatti direttamente collegato alla Vestale di Antonio Canova, scultura visibile alla Galleria d’Arte Moderna. La più antica tra le versioni marchesiane della Vestale data al 1831, questo è infatti l’anno scolpito sulla scultura venduta nel 2006 da Sotheby’s, datata 23 dicembre 1831; è invece conservata presso il Castello Ducale di Agliè la versione del 1834, proveniente dalle collezione dei Duchi di Genova, questa è stata esposta nel 1980 alla mostra Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna1 e recentemente nella mostra monografica alla Galleria d’Arte Moderna; proseguendo in ordine cronologico incontriamo la versione proposta in questo catalogo, datata 1836; in ultimo citiamo l’esemplare di Praga, alla Narodní Galerie ma proveniente dal castello di Kynžvart, vero e proprio sancta sanctorum della cultura neoclassica2 È verosimilmente la versione viennese ad essere descritta ne le pagine de Le Glorie delle Belle Arti esposte nel Palazzo di Brera nell’anno 1834: “la vaga ermetta di una vestale per S. E. il sig. Conte Hartig sullodato. Se tratta non fosse da quella famosa di Canova, che già tante volte fu imitata da altri e da questo stesso Artista, doppio sarebbe il pregio di sì bell’opera, per una compiuta originalità. Ma le nuove fogge che suol lo scultore concedere agli ornamenti di questo soggetto, compensano in parte l’imitazione del viso. E qui una corona di papaveri, tratti dal marmo con mirabile leggerezza ed amore, sì fattamente allettano lo sguardo d’ogni riguardante, che grande onore procacciano allo scalpello che li produsse”3
1 Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna 1773 - 1861, a cura di M. Rosci e E. Castelnuovo, vol II, Stamperia artistica Nazionale, 198, p. 585 n. 621
2 è nota anche una versione in alabastro battuta presso Morton a Città del Messico nel 2014, di formato ridotto e recante la firma “P. MARCHESI F”
3 Le Glorie delle Belle Arti esposte nel Palazzo di Brera nell’anno 1834, Milano, 1834, pp. 19-21
€ 6.000/7.000
107 Emilio Gola (Milano 1851 1923) "Lavandaie" 1896 olio su tela (cm 80x78) firmato a datato in basso a sinistra in cornice (difetti)108
Carlo Fornara (Prestinone 1871 1968)
"La fine dell’inverno a Prestinone" 1934 olio su compensato (cm 24x31) firmato in basso a destra al retro: firmato e datato in cornice (difetti)
€ 3.000/4.000
Le sue opere sono caratterizzate da una meticolosa attenzione ai dettagli e da una ricerca costante di effetti luminosi e cromatici. Fornara applicava i principi del Divisionismo con una padronanza tecnica che gli permetteva di trasmettere non solo la bellezza visiva dei paesaggi, ma anche le loro atmosfere emotive. I suoi dipinti non sono semplici rappresentazioni della natura, ma vere e proprie esperienze sensoriali che invitano l'osservatore a immergersi nella scena. Questa opera non solo incarna la maestria tecnica di Fornara, ma anche la sua profonda connessione emotiva con i paesaggi della Val Vigezzo.
Quello proposto nel nostro catalogo è un dipinto di piccole dimensioni che esemplifica perfettamente l'abilità tecnica e la sensibilità artistica di Carlo Fornara. L'opera raffigura un paesaggio invernale di Prestinone, con la neve che lentamente si scioglie, rivelando i primi segni della primavera imminente. Le pennellate divisioniste, caratterizzate da piccoli tocchi di colore puro, creano un effetto di brillantezza e luminosità che dona al paesaggio una qualità quasi eterea. Il dipinto cattura l'istante di transizione tra l'inverno e la primavera, un momento carico di speranza e rinnovamento. La neve, rappresentata con toni freddi e blu, si dissolve gradualmente sotto i raggi del sole, che riscaldano la scena con sfumature di giallo e arancio.
109
Daniele Ranzoni (Intra 1843 1889)
"La principessa Ada Troubetzkoy col figlio Gigi" olio su tela (cm 100x56) firmato in basso a sinistra al retro: timbri e cartigli in cornice (difetti)
Provenienza Troubetzkoy, Ghiffa; Troubetzkoy, Milano; Collezione Marzotto, Valdagno; Collezione privata, Monza
Opera sottoposta a Notifica in data 18 maggio 1987, con dichiarazione di notevole interesse artistico e storico. Il lotto pertanto dovrà permanere sul territorio italiano e non può essere esportato
Esposizioni
Intra, 1911, n. 77; Milano, 1913, n.35; Milano, 1923; Mostra individuale di Daniele Ranzoni, in cat. XV Biennale di Venezia, sala 25, Venezia, 1926; Mostra inaugurale dei ritrattisti italiani dell'Ottocento, Galleria dell'Esame, Milano, 1932; L'anima e il volto, Palazzo Reale, Milano, 30 ottobre 1998 – 14 marzo 1999
Bibliografia
AA.VV., Daniele Ranzoni Ottanta riproduzioni delle sue migliori opere, Alfieri & Lacroix, Milano, 1911, p.34; R. Giolli (a cura di) Mostra individuale di Daniele Ranzoni, in cat. XV Biennale di Venezia, Venezia, 1926, p.103, tav.6; A. M. Comanducci, I pittori italiani dell'Ottocento, 1934, p.579; M. Sarfatti, Daniele Ranzoni, 1935, p.173; E. Somarè, I maestri italiani dell'Ottocento della raccolta Marzotto, L'Esame, Milano, 1937, p.314, n. 164, tav. 11; A. P. Quinsac, Daniele Ranzoni. Catalogo ragionato dei dipinti e dei disegni. Ediz. a colori, Skira, 1997, p. 135 e 139 F. Caroli, Catalogo mostra L'anima e il volto, Milano, Palazzo Reale, 30 ottobre 1998 14 marzo 1999
€ 8.000/10.000
Nato a Intra, sul Lago Maggiore, Ranzoni frequentò l'Accademia di Belle Arti di Brera sviluppando un talento precoce per il disegno, in seguito si trasferì a Torino all’Accademia Albertina, terminando il proprio cursus honorum a Brera come allievo di Mosè Bianchi e Tranquillo Cremona. Dopo un successivo periodo trascorso a Intra, nel 1868 Ranzoni tornò a Milano dove iniziò il suo sodalizio con Tranquillo Cremona divenendo inoltre uno dei principali animatori della Scapigliatura milanese. Il dipinto "La principessa Ada Troubetzkoy col figlio Gigi" è uno dei lavori più rappresentativi della produzione di Ranzoni ma più in particolare proprio degli anni d’oro che tra 1873 e il 1877 lo vedono ospite con maggiore assiduità dei principi Troubetzkoy nella Villa Ada di Ghiffa. Qui la famiglia aristocratica di origine russa si era stanziata nel 1868, affidando al Ranzoni l’educazione artistica dei tre figli Piero, Paolo e Luigi e diventando presto tra i maggiori mecenati e amici del pittore. Rapporto d’eccezione era proprio quello con la nobildonna Ada Troubetzkoy, indagata più volte nei ritratti dell’artista e qui rappresentata insieme al figlio Gigi.
Annie Paule Quinsac data al 1875 la realizzazione di questo grande olio, preceduto nello stesso anno da un acquerello su carta e un “piccolo olio” oggi dispersi ma noti alla critica grazie al primo tentativo di catalogazione del 1911.
La scena intima e domestica, con la madre che tiene amorevolmente il bambino seduto sulle proprie gambe e cinto dal braccio destro, rivela una profonda capacità di introspezione del pittore, che riesce a cogliere e rendere mirabilmente le atmosfere colme di affetto e premurosa cura materna.
Le pennellate fluide e libere, proprie della pittura scapigliata, conferiscono un senso di spontaneità e leggerezza. I contorni sfumati, quasi evanescenti, contribuiscono a porre il gesto in un’atmosfera eterea. La luce gioca un ruolo fondamentale, illuminando delicatamente i volti e i vestiti, e creando un contrasto morbido con lo sfondo.
110
Angelo Morbelli (Alessandria 1853 Milano 1919)
"Pergolato, Colma di Rosignano" 1917 olio su tela (cm 40x32,5) firmato e datato in basso a sinistra al retro: cartiglio in cornice (difetti)
Provenienza Collezione privata, Milano
Il dipinto, preso in esame dal comitato scientifico dell’Archivio Angelo Morbelli, è stato inserito tra le opere dell'autore e verrà pubblicato sul Catalogo ragionato di Angelo Morbelli a cura di Giovanni Anzani e Elisabetta Chiodini.
€ 8.000/12.000
Il dipinto qui presentato è un’opera inedita del maestro divisionista Angelo Morbelli. Il pergolato rientra nella ben nota serie di scorci paesaggistici sui quali il pittore si cimenta prendendo spunto dal giardino della Villa Maria alla Colma di Rosignano Monferrato, residenza di villeggiatura d’elezione per l’estate della famiglia Morbelli. L’opera si presenta come risultato esemplare di un esercizio tecnico sul quale il pittore alessandrino produce per anni. Le vedute dalla Colma sono infatti un soggetto ricorrente nella produzione dell’artista, le cui prime prove risalgono al decennio 1880-1890, per poi intensificarsi particolarmente a partire dal 1909 e non abbandonare la produzione dell’artista fino agli ultimi anni. Il dipinto qui esposto, datato 1917, ne è una testimonianza completa e matura. La serie sul tema degli angoli di giardino costituisce “una specie di diario intimo, visivo ed emozionale, che lega in uno stretto rapporto i singoli episodi”1
Seppur differenti per la scelta di angolazione, per le varie condizioni climatiche e quindi luministiche e cromatiche, e per la presenza di diversi elementi in primo piano, il dato reale è spesso risolto ricorrendo ad una consueta modalità calcolata e geometrica. E’ interessante notare come nella quasi totalità dei casi, il pittore alessandrino si serva di un primo piano con il fine di accentuare la
scansione dei piani spaziali per arrivare in occasione dell'opera qui esposta a servirsi degli elementi naturali per accompagnare lo schema prospettico delle linee di fuga. Le siepi laterali e il sentiero centrale permettono di accompagnare l’occhio dell’osservatore verso il punto di fuga, in un escamotage che regala l’occasione a chi osserva l’opera di sentirsi immerso nello stesso giardino e, incedendo, fermarsi all’arrivo del muretto in pietra e osservare l'orizzonte collinare del Monferrato. Morbelli riesce a slegarsi dal “naturalismo” lombardo e dalla resa veristica, raggiungendo l’apice della sperimentazione sul colore. Tra i grandi maestri del Divisionismo, si è sempre distinto, fin dal concludersi degli anni ottanta dell’Ottocento, per il rigore scientifico con cui indaga la realtà. “La tanto derisa teoria dei puntini altro non è che un esercizio pratico, come le scale del pianoforte, dal momento che permette di ottenere risultati maggiori: aria, luce, illusione dei piani e toni!!”
1 L. Caramel, “Angelo Morbelli”, Mazzotta, Milano, 1982, p. 19
111
Emilio Longoni
(Barlassina 1859 Milano 1932)
"Pace"
olio su tela (cm 41x64) firmato in basso a destra al retro: cartigli in cornice (difetti)
Provenienza
Dalla moglie dell'artista agli eredi; Collezione privata, Milano
Esposizioni
Museo Poldi Pezzoli Milano, 1970, n. 560
Bibliografia
Milano 70/70. Un secolo d'arte, Catalogo della mostra, Museo Poldi Pezzoli Milano, Milano, 1970, n. 560, p. 155 ill. G. Ginex, "Emilio Longoni. Catalogo ragionato", Federico Motta Editore, Milano, 1995, fig. 374, p. 296.
€ 20.000/25.000
L’opera qui presentata, nota anche con i titoli Ore beate e Pace vespertina, è un celebre dipinto ad alta quota di Emilio Longoni, datato da Giovanna Ginex al 1911 circa.
Il soggetto si rifà all’iconografia del dipinto Alte solitudini realizzato nell’anno precedente, nel quale per la prima volta, a differenza della produzione di soggetto alpino precedente, viene inserita la figura della pastorella sdraiata su un masso in compagnia del gregge. Sempre Ginex sottolinea come “queste modifiche iconografiche su un soggetto pittorico già esistente, finalizzate a rendere abitato e idilliaco un paesaggio d’alta montagna altrimenti puramente oggettivo e ancorato al vero, caratterizzano il metodo pittorico e la poetica di Longoni negli anni racchiusi tra il 1901 e il 1916.”13 L’armonia tra uomo e natura raffigurata in questo dipinto appare quindi una versione alternativa, realizzabile, a quella più direttamente simbolista protagonista di opere dei primi anni del Novecento.
La composizione è caratterizzata da un orizzonte altissimo: il profilo roccioso rappresenta una quinta e il simbolico palcoscenico di fiori è occupato dal gregge e dalla pastorella distesa. Longoni riesce a
Dettaglio della firma
rendere i profili della montagna senza ricorrere ad un disegno evidente ma attraverso i chiaroscuri. Oltre al toccante lirismo, frutto della capacità di Longoni di infondere ai suoi paesaggi montani il senso del silenzio delle vette, è da rilevare la finezza degli accordi cromatici e, in particolare, dei toni dei complementari con i quali è reso il prato in fiore, così come il gusto per una gestualità del tocco pittorico, particolari che rendono il pittore di Barlassina uno dei maestri del Divisionismo italiano. Il dipinto è sapientemente orchestrato nel rapporto cromatico tra i complementari verdi e rossi: così sul prato compaiono macchie di fiori di differenti toni: dal magenta al rosa. Nella fattispecie la pittura di Longoni risulta in questo dipinto altamente sperimentale e caratterizzata da una materia spessa ma al contempo uniforme stesa a strati sovrapposti a partire dai toni più scuri a quelli più luminosi della superficie.
1 G. Ginex, "Emilio Longoni. Catalogo ragionato", Federico Motta Editore, Milano, 1995, p. 294.
112
Angelo Morbelli (Alessandria 1853 Milano 1919)
"Marina ligure (Veduta di Vado Ligure)" 1908 olio su tela (cm 26x40) firmato e datato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 15.000/20.000
Il dipinto, preso in esame dal comitato scientifico dell’Archivio Angelo Morbelli, è stato inserito tra le opere dell'autore e verrà pubblicato sul Catalogo ragionato di Angelo Morbelli a cura di Giovanni Anzani e Elisabetta Chiodini.
Ambientato in Liguria, regione frequentata da Angelo Morbelli fin dalla metà degli anni ottanta dell’Ottocento, quando, come rivela il medesimo pittore alessandrino in alcune lettere indirizzate a Vittore Grubicy, vi soggiorna anche durante i mesi autunnali e invernali per dipingere en plein air e “vedere se c’è modo d’effettuare una qualche marina assai in burrasca o quanto meno un piccolo spegascio imitante lo infuriar delle onde marine” (Lettera a Vittore Grubicy, 28 ottobre 1887, MART, Archivio del ‘900, Fondo Grubicy – Benvenuti, Ben.V.4.6.), il dipinto qui presentato, sconosciuto fino ad oggi alla critica, datato 1908, è una delle primissime vedute condotte dall’autore lungo la costa savonese. Il tratto compreso tra Albisola e il promontorio di Capo Noli ritorneranno più volte nella pittura di Morbelli del secondo decennio del Novecento, sia in piccoli lavori ad impasto eseguiti su tavolette ricavate da scatole di sigari, realizzati sul motivo per fermare il variare delle condizioni di luce in differenti momenti della giornata, sia in dipinti di dimensioni più ampie condotti in tecnica divisa quali, ad esempio, Veduta di Capo Noli (1915, olio su tela, 40x68 cm, collezione privata) o l’ultima redazione nota de Il telegramma (19171918, olio su tela, 90x140, collezione privata), ambientato sulla terrazza di una villa prospiciente il mare.
Dalla metà del primo decennio del Novecento, il confrontarsi con il paesaggio diventa per Morbelli una necessità pressante, se non addirittura, l’unico modo possibile per approfondire quello studio della luce, delle vibrazioni luminose e dei rapporti tonali che, da sempre al centro dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni, aveva fortemente caratterizzato i dipinti ambientati nelle stanze semibuie del Pio Albergo Trivulzio, dando vita, tra l’altro, ad alcuni capolavori assoluti; ultimi, in ordine di tempo, quelli costituenti Il poema della Vecchiaia presentati alla Quinta Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, nel 1903.
Esigenza di confrontarsi con la luce en plein air che si concretizza in una serie di opere di piccole dimensioni che dal 1905 sono inviate, numerose e con continuità, alle mostre natalizie organizzate a Milano dalla Famiglia Artistica e dalla Società Patriottica, alle esposizioni della Società delle Belle Arti di Firenze e a quelle della Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma, dove riscuotono ogni volta un grande successo e vengono regolarmente vendute. Scorci del giardino di Villa Maria, la residenza di famiglia alla Colma di Rosignano Monferrato; vedute di alta montagna, alcune ambientate in Valtellina, altre nel cuore dello Stelvio, nei pressi di Santa Caterina Valfurva, località dove Morbelli aveva cominciato a soggiornare fin dall’estate del 1895; vedute marine e, più tardi, scorci della laguna veneziana e paesaggi lacustri. Tutte tele “piene di aria e di luce” (La mostra alla Patriottica, in “Corriere della Sera”, n. 353, 24 dicembre 1905), caratterizzate da un deciso taglio fotografico - Morbelli, come è noto, si serviva abitualmente della macchina fotografica come strumento di lavoro, utilizzo che spiega il taglio delle sue immagini e chiarisce l’effetto di accentuazione del primissimo piano, evidente anche nell’opera qui presentata -, condotte mediante una tecnica divisionista ormai collaudata ed efficace, funzionale alla resa della luce naturale ma, al contempo, anche molto raffinata.
Per la maggior parte paesaggi puri, senza alcuna presenza umana, dove unica e assoluta protagonista è proprio la luce naturale; piccoli preziosi lavori nei quali “c’è aria, sole, forza, vita, una grande forza e un superbo contrasto di colori” (Esposizione intima alla Patriottica, in “Natura ed Arte”, a. XX, fasc. 4, 15 gennaio 1910, p. 265).
L’inedita Veduta di Vado ligure in oggetto, condotta mediante un fitto e calcolato intrecciarsi di sottili tratti e filamenti di colori - tra i quali, nel cielo, è presente anche l’oro -, ne è splendido esempio.
Elisabetta Chiodini
113
Emilio Longoni
(Barlassina 1859 Milano 1932)
"Il canto del ruscello" pastelli colorati su carta (cm 68x100) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
Esposizioni
Esposizione Annuale di Primavera, Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano 1904, n. 107
Bibliografia
G. Ginex, "Emilio Longoni. Catalogo ragionato", Federico Motta Editore, Milano, 1995, fig. 274, p. 254.
€ 10.000/15.000
L’opera qui presentata è una versione a pastello appartenente al ciclo raccolto attorno al titolo della Voce del ruscello o Il canto del ruscello, culmine assoluto della produzione simbolista di Longoni. Questo nucleo appartiene ad un periodo maturo dell’artista, più in particolare è tra il 1901 e il 1904 che Longoni si dedica alla pittura di paesaggio del massiccio del Bernina unendo al dato reale una visiona simbolista panica di influenza segantiniana. Il tema in certa misura wagneriano non è da escludere sia stato suggerito dal critico Gustavo Macchi, storico sostenitore dell’artista. Nondimeno Longoni abbandona le tematiche socialiste: è interessante la testimonianza di Ersilia Majno Bronzini, a seguito del rifiuto del Giurì della versione ad olio destinata alla Biennale del 1903, che sottolinea come la natura (ed in particolare la montagna) sia vista, in antitesi alla civiltà industriale, come luogo di purezza a cui l’anima anela e come spinta al miglioramento delle azioni umane.
“Longoni sa rendere il pensiero delle bellezze della natura in un modo davvero sorprendente. Egli vive parecchi mesi dell’anno solo, errando dove più solenne, grandiosa e pura, non profanata dall’opera dell’uomo, la natura dispiega le sue meraviglie. [...] Egli rende le impressioni, che sembrerebbero intraducibili, di luce, di immensità, di solitudine, di giocondità serena e profonda che dalle bellezze della natura emanano… La suggestione soave e profonda di Suono del ruscello afferra, fa pensare alla voce semplice e vera della natura, dalla sua incensante attività ed evoluzione, noi dovremmo ritrarre il consiglio, l’esempio pel compiacimento perseverante e sereno dei doveri che alla nostra forma sono assegnati.”1
Se, come anticipato, la versione ad olio viene rifiutata nel 1903, il tema del Canto del ruscello riesce ad ottenere finalmente il meritato apprezzamento in occasione dell’Esposizione Annuale di Primavera alla Permanente di Milano nel 1904 proprio tramite questa versione a pastello datata da G. Ginex tra il 1901 e il 1903. L’opera di grande formato orizzontale restituisce una veduta grandiosa del Lago Bianco del Bernina, in Engadina (Svizzera) al cui centro siede una giovane donna dalla chioma scarlatta e dal fascino preraffaellita intenta a suonare il violino. Come è ininterrotto il suono dello strumento musicale così lo è anche quello naturale del ruscello scaturito dalla sorgente alpina che fluisce alla destra della figura. L’opera si risolve in una grande allegoria dell’Armonia.
1 Majno-Bronzini, E. Longoni, Solidarietà di amici in nome dell’arte ideò questa pubblicazione in risposta ad un verdetto che colpiva in Emilio Longoni la coscienza artistica collettiva, s.e. Milano, 1903, pp.11-13
2° Tornata
Mercoledì 26 giugno 2024 ore 15.00 dal lotto 114 al lotto 255
Particolare del lotto 148114
Edouard Manet (Parigi 1832 1883)
"Baudelaire" acquaforte (cm 10x8) (difetti)
€ 120/140
115
André Iacovlevitch Beloborodoff (Tula 1886 Roma 1965)
"Piazza San Pietro Roma" tecnica mista su carta (cm 18,5x25) firmato in basso a destra (difetti)
€ 250/300
116
Pietro Bouvier (Milano 1839 1927)
"Ritratto di fanciulla" carboncino su carta (cm 14x7,5) firmato in basso a destra al retro: disegno preparatorio (difetti)
€ 100/150
117
Cesare Viazzi (Alessandria 1857 Predosa 1943)
Lotto composto da tre carboncini su carta di cui uno firmato, di diverse misure (cm max 47x33) (difetti)
€ 110/120
118
Mosè Bianchi (Monza 1840 1904)
Lotto composto da tre disegni a tecnica mista su carta raffiguranti "Figure femminili" (cm 22x18) al retro: cartigli in cornice (difetti)
Esposizioni
Mostra commemorativa di Mosè Bianchi, Villa Reale di Monza, maggio ottobre 1924
€ 200/250
119
Angiolo Tricca (Sansepolcro 1817 Firenze 1884)
Lotto composto da due caricature tecniche miste su carta (cm 24,5x16) e (cm 25,5 x 18) di cui uno firmato e titolato in basso a sinistra e l'altro reca timbro "Simonelli, Pisa" e iscrizione in cornice (difetti)
€ 220/240
120
Albert Morand (Francia XIX - XX)
"Aux Halles" tecnica mista (cm 30x21) monogrammato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 120/140
121
Leon Lebegue (Orléans 1863 Le Mans 1930)
Album contenente numerosissimi disegni a carboncino e tecniche miste raffiguranti studi di varie misure (difetti)
€ 350/400
122
Charles Jouas (Parigi 1866 1942)
"Saint Sulpice, Saint Séverin, le vieil Hôtel Dieu, Quai Montebello" tecnica mista su carta (cm 24x17) firmato in basso a destra (difetti)
€ 150/200
123
Albert Morand (Francia XIX - XX)
Due album contenenti numerosi disegni e tecniche miste alcuni dei quali raffiguranti scene della Prima Guerra Mondiale, di varie misure (difetti)
€ 150/200
124
Léonard Tsuguharu Foujita (Tokyo 1886 Zurigo 1968)
Lotto composto da tre incisioni: Autoritratto, Ritratto di Héron de Villefosse da "La Rivière Enchantée" e Paesaggio da "Eaux de vie. Esprit de la fleur et du fruit" di diverse misure (difetti)
€ 250/300
125
Adolfo Tommasi (Livorno 1851 Firenze 1933)
"Scorcio di paese toscano" tecnica mista su carta (cm 50x35) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 250/300
126
Ruggero Panerai (Firenze 1862 Parigi 1923)
"Loggia del mercato nuovo a Firenze" tecnica mista su carta (cm 37x20) firmato e datato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 160/200
127
Silvio Bicchi (Livorno 1874 - Firenze 1948)
"I fusti per la vendemmia" tecnica mista su carta (cm 16,5x14,5) firmato e titolato in basso a sinistra al retro: studio in cornice dorata (difetti)
€ 180/200
128 Anselmo Bucci (Fossombrone 1887 Monza 1955)
"Milano Piazza della Scala" 1914 inchiostro su carta (cm 17x24,5) firmato e datato in basso al retro a chiusura del telaio: cartiglio e timbri in cornice (difetti)
Provenienza
Galleria Ponte Rosso, Milano
€ 150/200
129
Anselmo Bucci (Fossombrone 1887 Monza 1955)
"Parigi Sacré Coeur" incisione a puntasecca (cm 31x21) firmata in basso a destra e locata in basso a sinistra (difetti)
€ 110/120
130
Anselmo Bucci (Fossombrone 1887 Monza 1955)
"Parigi, Place Blanche" incisione a puntasecca (cm 47 x 62) foglio (cm 58x78) firmata sulla lastra, iscritto e datato in basso a sinistra, dedicato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 350/450
131
Mosè Bianchi (Monza 1840 1904)
Lotto composto da tre tecniche miste su carta raffigurati "Studi di figure" (cm max 41 x 25) in cornice (difetti)
€ 350/400
132
Pieretto Bianco (Trieste 1875 Bologna 1937)
Lotto composto da due tecniche miste su carta raffiguranti "Scorci veneziani" (cm 30x14) firmati in basso in cornice (difetti)
€ 550/600
133
Mosè Bianchi (Monza 1840 1904)
Lotto composto da quattro tecniche miste su carta raffiguranti "Studi di figure" (cm max 45 x 31) due dei quali disegnati anche al verso
uno monogrammato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 450/500
134
Ida Donati (Modena 1881 - Torino 1956) "Ritratto della signora C." olio su compensato (cm 79x50) firmato in basso a destra al retro: titolato in cornice (difetti)
Provenienza Eredi Ida Donati
€ 300/350
135
Mosè Bianchi (Monza 1840 1904)
Lotto composto da quattro tecniche miste su carta raffiguranti "Studi di figura" (cm max 34 x 24,5) disegnati anche al verso in cornice (difetti)
Provenienza Collezione Bernasconi; Collezione privata
€ 450/500
136
Attilio Andreoli (Chiari 1877 Cavaglio Spoccia 1950)
"La giovane musicista" tecnica mista su carta (cm 47x32) firmato in basso a sinistra al retro: iscritto (difetti)
€ 330/350
137
Mosè Bianchi (Monza 1840 1904)
Lotto composto da quattro disegni a carboncino su carta raffiguranti "Studi" (cm max 49 x 37) in cornice (difetti)
Provenienza Collezione Bernasconi; Collezione privata
€ 450/500
138
Michele Cascella (Ortona 1892 Milano 1989)
"Portofino" 1949
tecnica mista su carta (cm 30x38) firmato in basso a destra al retro: iscrizione per autentica e data in cornice (difetti)
€ 450/500
139
Giovanni Lessi (Firenze 1851 1922)
"Lungo la Senna"
olio su tavoletta (cm 6x21) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 150/200
140
Emilio Borsa (Milano 1857 Monza 1931)
"Canale della Giudecca Venezia" olio su tavoletta (cm 14,5x22) firmato in basso a destra al retro: titolato, locato e iscritto in cornice (difetti)
€ 250/300
141
Emilio Borsa (Milano 1857 Monza 1931)
"Nel parco di Monza" olio su tavoletta (cm 13,5x19) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 250/300
142
Emilio Borsa (Milano 1857 Monza 1931)
"Veduta di Monza a febbraio" 23 febbraio 1916 olio su tavoletta (cm 13,5x19,5) firmato in basso a destra al retro: titolato e datato in cornice (difetti)
€ 250/300
143
Federico Faruffini (Sesto San Giovanni 1833 Perugia 1869)
"Il Cardinale Ascanio Sforza esamina il progetto per il Duomo di Pavia" olio su tela (cm 32x40) reca firma non coeva in basso a sinistra al retro: timbri in cornice (difetti)
Provenienza
Galleria Edmondo Sacerdoti, Milano
Bibliografia
E. Piceni e M. Monteverdi, "Pittura Lombarda dell'Ottocento", Cassa di risparmio delle provincie lombarde, 1969, fig. 119
€ 550/600
144
Scuola francese del secolo XIX
Coppia di dipinti raffiguranti "Soggetti orientalisti con cavalli" olio su cartone (cm 29x42) al retro: iscritti in cornice (difetti)
€ 550/600
145
Francesco Didioni (Milano 1839 Stresa 1895)
"Il solfeggio" 1877 olio su tavoletta (cm 25x20) firmato e datato in basso a sinistra al retro: firmato e iscritto in cornice (difetti)
€ 450/500
146
Angelo Ribossi (Milano 1822 1886)
"La lettera" olio su tela (cm 44,5x33) firmato in basso a destra al retro sul telaio: cartiglio in cornice in legno intagliato a volute
Provenienza Villa Ducale di Stresa 1890, n. 688
€ 500/600
147
Giovan Battista Crevatin (Trieste 1837 - 1910)
"La curiosa" olio su tavola (cm 32x23,5) firmato in basso a destra al retro sul telaio: cartigli in cornice (difetti)
€ 550/600
148
Giovan Battista Crevatin (Trieste 1837 - 1910)
"La pittrice" olio su cartone (cm 26x22) firmato in basso a destra al retro sul telaio: cartigli in cornice (difetti)
Provenienza Raccolta E. Imbert, Milano
€ 650/700
149
Domenico Morelli (Napoli 1823 1901) (Attribuito)
"Bozzetto per Sacrificio" olio su carta applicata a tela (cm 45x58,5) in cornice (difetti)
€ 650/700
150
Maestro del secolo XIX
"Le ombre di Paolo e Francesca" olio su tela (cm 121x100) (difetti)
€ 1.000/1.200
151
Maestro del secolo XIX
"Scena storica" olio su tela (cm 105x140) monogrammato "D.C." in corrispondenza della gamba del tavolo in cornice (difetti)
€ 1.000/1.200
152
Leonardo Roda (Racconigi 1868 Torino 1933)
"Valtournanche" olio su cartone pressato (cm 48x64) firmato in basso a destra al retro: titolato in cornice (difetti)
€ 650/700
153
Adolfo Tommasi (Livorno 1851 Firenze 1933)
"Cascina toscana" olio su tavoletta (cm 12x28) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 550/600
154
Eugenio Bonivento (Chioggia 1880 Milano 1956)
Coppia di scorci di "Chioggia" olio su compensato (cm 20x25) firmati in basso a sinistra al retro: iscritti e locati in cornice (difetti)
€ 650/700
155
Emma Ciardi (Venezia 1879 1933)
"Scena galante" olio su cartone (cm 13x19,5) firmato in basso a sinistra al retro: iscrizione per dedica di Emma Ciardi del 5 marzo 1921, Venezia in cornice (difetti)
€ 350/400
156 Luigi Scrosati (Milano 1814 1869)
"Composizione con cacciagione, sardine e frutta" olio su carta applicata a tela (cm 50x70) firmato in corrispondenza del vaso in cornice (difetti)
€ 550/600
157
Attilio Pratella (Lugo 1856 Napoli 1949)
"Marina" olio su tela (cm 19x18) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 650/700
158
Giovanni Battista Todeschini (Lecco 1857 Milano 1938)
152
"La raccolta delle ciliegie" olio su tela (cm 50x70) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 250/450
159
Luigi Ashton (Firenze 1824 Milano 1884)
"Paesaggio fluviale con viandanti" 1847 olio su tavola (cm 47x60) firmato e datato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 900/950
160
Ignoto di inzio secolo XX
"La danza" olio su tela (cm 100x170) al retro sul telaio: iscrizione per attribuzione in cornice (difetti)
€ 2.000/2.500
161
Maestro del secolo XIX
"Paesaggio brianzolo con fiume, figure e monti innevati sullo sfondo" olio su tela (cm 62x89,5) in cornice (difetti)
€ 550/600
162
Ludovico Cavaleri (Milano 1867 Cuvio 1942)
"Il raccolto" 1893 olio su tela (cm 57x44) firmato, datato e dedicato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 900/1.100
163
Eugenio Gignous (Milano 1850 Stresa 1906)
"Scorcio del Lago Maggiore" olio su tela (cm 29x37) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 550/600
164
Riccardo Pellegrini (Milano 1863 Crescenzago 1934)
"Sulla scala di una chiesa in un mattino festivo" olio su cartone pressato (cm 21,5x30) firmato in basso a destra al retro: firmato, titolato ed iscritto in cornice (difetti)
€ 450/500
165
Giuseppe Sacheri (Genova 1863 Pianfei 1950)
"Marina ligure" olio su carta (cm 50x65) firmato in basso a sinistra al retro: iscritto al telaio: cartiglio in cornice (difetti)
€ 600/700
166
Eugenio Bonivento (Chioggia 1880 Milano 1956)
Coppia di scorci veneziani raffiguranti
"Scene di mercato"olio su compensato (cm 24x20) firmati in basso al retro: locati in cornici (difetti)
€ 650/700
167
Lorenzo Gignous (Modena 1862 Porto Ceresio 1958)
"Il Ticino a Sesto Calende" olio su tela (cm 57x95) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 550/600
162
168
Giovanni Biggi (Roma 1947 1913)
"L'Unità" Roma, 1879 scultura in bronzo (h cm 38) su base in marmo nero (h cm 2) firmata, datata e locata in corrispondenza della cartella (difetti)
€ 500/600
169
Giuseppe Palanti (Milano 1881 1946)
"Vele a Cervia" olio su compensato (cm 33,5x55) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 950/1.000
170
Eugenio Pellini (Marchirolo 1869 Milano 1934)
"Il broncio" scultura in bronzo (h cm 25) su base in marmo (h cm 3,5) firmata alla base (difetti)
€ 350/400
171
Eugenio Cecconi (Livorno 1842 Firenze 1903)
"Lungo il Tirreno" olio su tavoletta (cm 22x43,5) firmato in basso a sinistra al retro: iscrizione per autentica di Plinio Nomellini in cornice (difetti)
€ 900/1.000
172
Costantino Barbella (Chieti 1852 Roma 1925)
"Idillio"
scultura in bronzo (h cm 22) su base in marmo nero (h cm 2) firmata in basso a destra (difetti)
€ 850/900
173
Ida Donati
(Modena 1881 Torino 1956)
"Composizione con uova" olio su compensato (cm 47x49) firmato in basso a sinistra al retro: bozzetto ad olio per "Paesaggio" in cornice (difetti)
Provenienza
Eredi Ida Donati
€ 250/350
174
Giorgio Belloni
(Codogno 1861 Azzano Di Mezzegra 1944)
Quattro dipinti ad olio su cartoncino raffiguranti "Paesaggi" in un'unica cornice (cm 9x12) firmati in basso a sinistra di cui uno datato al retro (difetti)
€ 350/400
175
Scuola lombarda del secolo XIX
"Invito" gruppo scultoreo in due corpi in bronzo su basi in marmo (h cm max 33) (difetti)
€ 550/600
176
Ida Donati (Modena 1881 Torino 1956)
"Dal balcone" 1931 olio su compensato (cm 51,5x48) firmato e datato in basso a sinistra in cornice (difetti)
Provenienza Eredi Ida Donati
€ 300/350
177
Mario Pobbiati (Milano 1887 1956)
"Madonna con Bambino e Angeli" olio su tela (cm 70x120) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 500/600
178
Francesco De Matteis (Lecce 1852 Napoli 1917)
"Il suonatore"
scultura in bronzo (h cm 29) firmata alla base sotto la base: timbro della fonderia "Laganà Napoli" e numerazione (difetti)
€ 450/500
179
Francesco Gioli (San Frediano A Settimo 1846 Firenze 1922)
"La partenza" olio su cartone pressato (cm 47x54) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 600/700
180
Francesco De Rocchi (Saronno 1902 Milano 1978)
"Interno" 1973
olio su tela (cm 40x30) firmato in basso a destra al retro: firma, titolo, data e cartiglio; sul telaio: timbro in cornice
Provenienza
Galleria Maggiolini, Parabiago
Bibliografia
G. Mascherpa, R. Modesti, "Francesco De Rocchi", Catalogo generale ragionato dei dipinti, ed. Giorgio Mondadori e Associati, Milano, 1987, opera citata e riprodotta a p. 196, n. 670
€ 500/600
181
Ernesto Bazzaro (Milano 1859 1937)
"Maternità beduina" scultura in bronzo (cm 55x50) firmata alla base (difetti)
€ 900/1.000
182
Francesco Ferruccio Crespi (Busto Arsizio 1861 1891)
"In vedetta" scultura in bronzo (cm 40x55) firmata alla base (difetti)
€ 600/650
183
Annibale Scaroni (Brescia 1891 1983)
"Nudo allo specchio" 1939 olio su tela (cm 55x65) firmato e datato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 350/400
184
Ernesto Bazzaro (Milano 1859 1937)
"Contadina" scultura in bronzo (h cm 70) firmata alla base (difetti)
€ 800/1.000
185
Ida Donati (Modena 1881 Torino 1956)
"Nudo di schiena" olio su compensato (cm 70x50) al retro: olio raffigurante "Paesaggio fluviale" in cornice (difetti)
Provenienza Eredi Ida Donati
€ 350/400
186 Ignoto di inizio secolo XX
"La danza" scultura in bronzo su base in marmo (cm 70x45) (difetti)
€ 450/500
187
Annibale Scaroni (Brescia 1891 1983)
"Donne allo specchio (nudi)" olio su masonite (cm 44,5x54,5) firmato in basso a destra al retro: firmato e titolato (difetti)
€ 250/300
188
Augusto Murer (Falcade Di Belluno 1922 Padova 1985)
"Arlecchino" 1981 scultura in bronzo, multiplo 15/30 (h cm 36) su base in legno (h cm 3)
alla base: firma, data, tiratura e timbro della Fonderia Venturi Arte (difetti)
€ 450/500
189
Attilio Andreoli (Chiari 1877 Cavaglio Spoccia 1950)
"Il bacio sotto la pioggia" olio su tavola (cm 43x28) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 500/600
190
194
Da Paolo Troubetzkoy
"La pattinatrice" Parigi 1935 scultura in bronzo (cm 25x26) firmata, datata e locata alla base (difetti)
€ 400/450
195
Raffaello Gambogi (Livorno 1874 Antignano 1943)
Bozzetto per "Incontri"olio su tela (cm 35x26)
firmato, dedicato e datato in basso a desta in cornice (difetti)
€ 750/800
196
Tancredi Pozzi (Milano 1864 - 1924)
"Ballerina" scultura in bronzo su base in legno (h cm 48) (difetti)
190
Marc Aldine (Francia 1870 1956)
"Venezia" olio su tela applicata a cartone (cm 45x65) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 850/900
191
Ida Donati (Modena 1881 Torino 1956)
"Composizione con bottiglia e sculture in gesso" olio su compensato (cm 49x52,5) al retro: composizione ad olio raffigurante "Libri, sessola e pianta" in cornice (difetti)
Provenienza Eredi Ida Donati
€ 450/500
192
Oreste Labò (Piacenza 1865 Milano 1929)
"Cesare Battisti in divisa da Alpino" scultura in bronzo (h cm 48) firmata e dedicata alla base all'O. n.le Battisti (difetti)
€ 500/550
193
Annibale Scaroni (Brescia 1891 1983)
"Mammina" 1937 olio su tela (cm 65x80) firmato e datato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 400/450
€ 350/450
197
Donato Frisia (Merate 1883 1953)
"Venezia, Canal Grande" 1934 olio su tela applicata a compensato (cm 34x65) firmato e datato in basso a destra al retro: cartiglio in cornice (difetti)
Provenienza Galleria Pesaro, Milano
€ 250/350
198
Oreste Labò (Piacenza 1865 Milano 1929)
"Il poeta" scultura in bronzo (h cm 64) firmata alla base (difetti)
€ 800/1.000
199
Felice Giardano (Napoli 1880 Capri 1964)
"Rio veneziano" olio su tela (cm 70x48,5) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 700/800
200
Achille Tominetti (Milano 1848 Miazzina 1917)
"L'arrivo del temporale sul Lago Maggiore" olio su tela applicata a compensato (cm 35x55) firmato in basso a sinistra al retro: cartiglio in cornice (difetti)
€ 450/500
201
Vittorio Cajani (Milano 1890 - 1940 )
"Le tre punte di Lavaredo" olio su compensato (cm 70x99) firmato in basso a destra al retro: titolato e firmato sul telaio: cartiglio in cornice (difetti)
€ 750/850
202
Riccardo Galli (Milano 1869 Barzio 1944)
"Porto Venere" olio su compensato (cm 73x93) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 650/700
203
Riccardo Galli (Milano 1869 Barzio 1944)
"Luci sulla Senna" Parigi olio su tela applicata a compensato (cm 50x60) firmato e locato in basso a destra al retro: cartiglio dell'artista con titolo in cornice (difetti)
€ 450/500
204
Annibale Scaroni (Brescia 1891 1983)
"Colonne e Caffè della Piazzetta, Venezia" 1954 olio su tela (cm 80x65) firmato e datato in basso a destra al retro sul telaio: locato e titolato (difetti)
€ 350/400
205 Bernardino Palazzi (Nuoro 1907 Roma 1987)
"La Chiesa di San Marcuola Venezia" 1939 olio su cartone telato (cm 45,5x65) firmato e datato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 800/1.000
206
Da Paolo Troubetzkoy
"Carla Erba" scultura in bronzo (cm 36x30x28) firmata a destra e al retro in basso a sinistra timbro della fonderia "Barigozzi, Milano" (difetti)
€ 1.100/1.200
207
Maximilien Luce (Parigi 1858 1941) (Attribuito)
"Contadino" olio su tavoletta (cm 27x22) al retro: iscrizione, timbro e cartigli in cornice (difetti)
Provenienza Galleria d'Arte Pirra, Torino; Nuova Brera Arte, Milano, 22 maggio 1990
Esposizioni
10 Maitres Post Impressionistes, maggio giugno 1974
Bibliografia
"10 Maitres Post Impressionistes", Edizione d'arte Galleria Pirra, Torino 1974, n. 25
€ 550/650
208
Alberto Dressler (Milano 1878 1949)
"Sassolungo e Sassopiatto" 1938 olio su tela (cm 95,5x135,5) firmato e datato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 750/800
209
Pietro Gaudenzi
(Genova 1880 Anticoli Corrado 1955)
"Pesche"
olio su tela (cm 44x55) firmato in basso a destra al retro: cartigli e timbro in cornice (difetti)
Provenienza
Collezione Franco Marinotti, Milano
Esposizioni
XXIII Esposizione Biennale Internazionale d'arte di Venezia, 1942; Mostra d'arte Italiana Contemporanea Linz, 1942
Bibliografia
XXIII Esposizione Biennale Internazionale d'Arte, catalogo, ed., Venezia, 1942, p. 107, n. 6
€ 200/250
Per una combinazione di ragioni artistiche e ideologiche, durante gli anni Trenta Pietro Gaudenzi era considerato uno degli artisti più importanti del Paese. Dal 1930 espose le sue opere alla Biennale di Venezia fino alla Seconda Guerra Mondiale e nel 1936 l'Accademia d'Italia gli conferì il Premio Mussolini per le arti. L'opera oggetto di questo incanto fu proprio esposta a Venezia, nel 1942, durante la "Biennale di guerra", quando fu dedicata a Gaudenzi una sala personale con più di venti opere nella quale figurava anche un ritratto del Duce. La personale di Gaudenzi fu in seguito traslata a Linz, la città natale di Adolf Hitler, per una Mostra d'arte italiana contemporanea e dove il Fuhrer sognava di realizzare il grande museo delle Arti germaniche su progetto del suo Ministro Albert Speer. Di particolare rilievo storico è anche l'allora proprietario di questo dipinto: Franco Marinotti, direttore centrale della SNIA,vice podestà di Milano e podestà di Torviscosa, collezionista di opere d’arte e pittore dilettante.
210
Donato Frisia (Merate 1883 1953)
"Dall'Isola Comacina" 1948 olio su tela (cm 65x100) firmato e datato in basso a destra al retro: cartiglio in cornice (difetti)
€ 750/800
211
Dante Montanari (Porto Sant'Elpidio 1896 Milano 1989)
"Ritorno dalla pesca" olio su cartone telato (cm 49,5x65,5) firmato in basso a destra reca cartiglio espositivo in basso a sinistra in cornice (difetti)
Esposizioni
Esposizione Sociale della Permanente, Milano, 1931
€ 650/700
212
€ 1.800/2.000 209
Domenico De Bernardi (Besozzo 1892 1963)
"La stazione marittima, Genova" 1929 olio su cartone (cm 21x27) firmato e datato in basso a sinistra al retro: timbro dell'artista, titolato, locato, datato, firmato e iscritto in cornice (difetti)
€ 550/600
213
Oreste Albertini (Torre Del Mangano (PV) 1887 Besano 1953)
"Pianina di Assisi" olio su tela applicata a cartone (cm 39x49) firmato in basso a destra al retro a chiusura del telaio: iscritto e titolato in cornice (difetti)
Provenienza
Eredi Albertini, Besano
€ 600/800
214
Giuseppe Renda (Polistena 1859 Napoli 1939)
"Estasi" scultura in bronzo (cm 60x45) reca timbro dell'artista e della Fonderia Laganà, Napoli (difetti)
215
Odoardo Borrani (Pisa 1833 Firenze 1905)
"Paesaggio toscano" olio su tela (cm 52x72) firmato in basso a destra al retro: timbro e cartiglio in cornice (difetti)
€ 2.200/2.400
216
Ernesto Rigamonti (1864 1942)
"Vecchio ulivo, Lenno (Lago di Como)" olio su tela (cm 70x100) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
Esposizioni
Società Permanente di Belle Arti Milano, Esposizione Primaverile, 1931
€ 850/900
217
Giorgio Oprandi (Lovere 1883 1962) (Attribuito)
"Impressione" olio su tela (cm 72x72) al retro: cartiglio in cornice (difetti)
€ 500/600
218
Ugo Bernasconi (Buenos Aires 1874 Cantù 1960)
"Nasturzi" olio su compensato (cm 73x60) monogrammato in basso a destra al retro: firma, titolo e cartigli in cornice (difetti)
Provenienza
Galleria Pesaro, Milano; Galleria Biaros; Collezione avv. Verdirame
Bibliografia
Claudia Gian Ferrari, Natura morta natura viva nella pittura del Novecento, Ed. S.I., Milano 2003, pag. 26
€ 600/800
219
Orlando Sora (Fano 1903 Lecco 1981)
"Ritratto femminile" 1942 olio su cartone pressato (cm 55x41,5) firmato in basso a sinistra al retro: firmato, datato e iscritto in cornice (difetti)
€ 700/800
220
Silvio Consadori (Brescia 1909 Burano 1994)
"San Marco, Milano" olio su tela (cm 70x50) firmato in basso a destra al retro: firmato, titolato e iscritto in cornice (difetti)
€ 450/500
221
Marius Ledda (Cagliari 1880 Roma 1965)
"Il noce"
olio su tela (cm 65x54) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 650/700
222
Emma Ciardi (Venezia 1879 1933)
"Il castello disabitato" olio su tavoletta (cm 26,5x20) firmato in basso a destra al retro: firma, titolo e timbro in cornice (difetti)
Provenienza Galleria d'Arte Sianesi, Milano
€ 550/600
223
Domenico Induno (Milano 1815 1878)
"L'ora dei compiti" olio su tela (cm 21,5x26,5) firmato al retro al retro al telaio: cartigli in cornice (difetti)
Provenienza
Emilio Dragoni, Milano
€ 1.100/1.300
224
Achille Funi (Ferrara 1890 Appiano Gentile 1972)
"Bosco"
olio su masonite (cm 50x70) firmato in basso a destra al retro: timbri ed iscrizioni in cornice (difetti)
Provenienza
Galleria Ponte Rosso, Milano; Colombo Luigi, Carate Brianza; Galleria Carini, Milano
€ 900/1.200
226
Giuseppe Barbaglia (Milano 1841 Santa Maria Della Selva 1910)
"Di nascosto" olio su tela (cm 76x45) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 1.100/1.200
225
Costantino Rosa (Bergamo 1803 1878)
"La raccolta del latte" olio su tela (cm 60x84) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 1.200/1.400
227
Riccardo Pellegrini (Milano 1863 Crescenzago 1934)
"Il bucato" olio su cartone telato (cm 50x35) firmato in basso a destra al retro: firmato e titolato in cornice (difetti)
€ 1.000/1.200
228
Costantino Rosa (Bergamo 1803 1878)
"Soldati su strada di campagna" olio su tela (cm 60x84) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 1.200/1.400
230
Alfredo D'andrade (Lisbona 1839 - Genova 1915)
"Sera sulla Bormida" olio su tela (cm 34,5x55,5) monogrammato in basso a destra al retro: cartigli in cornice (difetti)
Esposizioni
L'alba del vero, Pittura del Secondo Ottocento in Ligura, Accademia Ligustica di Belle Arti, 2 aprile 30 maggio 1993, Genova; Alfredo D'Andrade, L'opera dipinta e il restauro architettonico in Valle d'Aosta, Castello di Ussel, 3 luglio 19 settembre 1999, Chatillon
Bibliografia
Arte Italiana dell'Ottocento, n. 21, Mondadori, 1992, p.110
Opera accompagnata da centrificato di autenticità rilascito in data 26/6/1992 da Gianfranco Bruno
€ 1.100/1.200
229
Luigi Nono (Fusina 1850 Venezia 1918)
"Ritratto di fanciulla di profilo" 1910 olio su tela (cm 40x32) firmato e datato in basso a sinistra al retro sul telaio: iscrizione per autentica di Regina Nono in cornice (difetti)
Opera accompagnata da autentica rilasciata dalla nipote dell'artista Regina Nono in data 11/8/2010
€ 1.600/1.800
231
Silvio Poma (Trescore Balneario 1840 Turate 1932)
"Scorcio lacustre con barche" olio su tela (cm 60x101,5) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 2.000/2.500
232
Llewelyn Lloyd (Livorno 1879 Firenze 1949)
"Stradina toscana" 1930 olio su cartone (cm 32,5x41) reca firma e data non coeve in basso a destra in cornice (difetti)
€ 850/900
233
Lucia Ponga degli Ancillo (Venezia 1887 Vittorio Veneto 1966)
"Piazza San Marco a Venezia" olio su tela (cm 105x130) firmato in basso a destra in cornice (gravi difetti)
€ 2.600/2.800
234
Maestro francese del secolo XIX
"Scena orientalista" olio su tela (cm 77x69) in cornice (difetti)
€ 1.600/1.800
235
Silvio Poma (Trescore Balneario 1840 Turate 1932)
"Lago Maggiore, veduta di Baveno" olio su tela (cm 65x100) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 2.000/2.500
236
Constant Troyon (Sèvres 1810 - Parigi 1865)
"Toro al pascolo" olio su tela (cm 65x81) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
Parere verbale di autenticità di Michelle Schulmann
€ 1.100/1.200
237
Cesare Biseo (Roma 1843 1909)
"Alla fontana" olio su tela (cm 58x105) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 2.200/2.400
238
Renato Vernizzi (Parma 1904 Milano 1972)
"Autoritratto allo specchio" 1958 olio su tela (cm 47x32) firmato e datato in basso a destra al retro: timbri ed iscrizioni in cornice (difetti)
Provenienza Galleria del Saggittario, Milano
€ 550/600
239
Adriano Spilimbergo (Buenos Aires 1908 Milano 1975) (Attribuito)
"Composizione con vaso e fiori" olio su tela (cm 60x50) in cornice (difetti)
Per tradizione familiare acquistato direttamente dall'artista
€ 900/1.000
240 Pio Semeghini ( Quistello 1878 - Verona 1964 )
"Natura morta N. 6" 1929 olio magro su compensato (cm 45x59) firmato in basso a destra al retro: bozzetto ad olio magro, data e cartigli al telaio: titolato in cornice (difetti)
Provenienza Ermanno Pitigliani
Esposizioni
Mostra dei pittori chiaristi: Semeghini, Lilloni, Del Bon, Facciotto. 20 settembre - 10 ottobre 1968, Circolo La Rovere, Mantova; Mostra dei pittori chiaristi: Semeghini, Lilloni, Del Bon, Facciotto. 19 ottobre - 4 novembre 1968, Comune di Castiglione Delle Stiviere;
€ 1.000/1.200
241
Ugo Vittore Bartolini (Firenze 1906 Milano 1975)
"Natura morta grande" 1950 olio su tela (cm 60x80) firmato e datato in basso a destra al retro al telaio: titolato in cornice (difetti)
€ 850/900
242
Enrico Reycend (Torino 1855 1928)
"Quiete nel Canavese" olio su tela (cm 120x83) firmato in basso a destra al retro al telaio: cartiglio in cornice (difetti)
€ 1.800/2.000
243
Arturo Tosi (Busto Arsizio 1871 Milano 1956)
"Paesaggio" olio su tela (cm 32x40,5) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
Opera registrata presso l'Associazione Arturo Tosi con il n. 00333
€ 1.000/1.200
244
Arturo Tosi (Busto Arsizio 1871 Milano 1956)
"Campo al tramonto" olio su tela (cm 32x40,5) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
Opera registrata presso l'Associazione Arturo Tosi con il n. 00334
€ 1.000/1.200
245
Umberto Lilloni (Milano 1898 1980)
"Chiaravalle, campanile e trattoria San Bernardo" 1940 olio su tela (cm 50x65) firmato e datato in basso a destra al retro: timbro in cornice (difetti)
Provenienza Raccolta Aldo Rabolini
€ 1.200/1.400
246
Adriano Spilimbergo (Buenos Aires 1908 Milano 1975)
"Bosco in Versilia" 1940 olio su tela (cm 65x55) firmato e datato in basso a sinistra al retro: cartiglio in cornice (difetti)
Provenienza Il Chiostro Arte Contemporanea, Saronno
€ 1.100/1.200
247 Francesco Sartorelli (Cornuda 1856 Udine 1939)
"Il ritorno della pastorella" 1902 olio su tela (cm 124x144) firmato e datato in basso a destra al retro sul telaio: timbri in cornice (difetti)
€ 1.300/1.400
248
Arturo Tosi (Busto Arsizio 1871 Milano 1956)
"Paesaggio con Santuario di Sommaprada" olio su tela (cm 50x60) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
Opera registrata presso l'Associazione Arturo Tosi con il n. 00303
€ 1.600/1.800
250
Ugo Celada da Virgilio (Virgilio 1895 Varese 1995)
"Ritratto di signora" olio su compensato (cm 92x78) firmato in basso a sinistra in cornice (difetti)
€ 2.500/2.800
249
Adriano Spilimbergo (Buenos Aires 1908 Milano 1975) (Attribuito)
"Punta della Dogana" olio su tela (cm 60x80) in cornice (difetti)
Per tradizione familiare acquistato direttamente dall'artista
€ 1.600/1.800
251
Umberto Lilloni (Milano 1898 1980)
"Feriolo sul Lago Maggiore" olio su compensato (cm 33,5x43,5) firmato in corrispondenza della barca al retro: iscrizioni per autentica di Renata Lilloni e di Giuseppe Berlanda, timbri e cartiglio in cornice (difetti)
Provenienza
Galleria d'Arte Cairola, Milano; Galleria Giuseppe Berlanda, Milano
Bibliografia
R. Lilloni "Umberto Lilloni. Catalogo Ragionato dei dipinti e dei disegni Tomo secondo" Milano, Skira, 2002, p. 464 n. 488 ill. e titolato come "Paesaggio Lombardo"
€ 1.100/1.200
252
Llewelyn Lloyd (Livorno 1879 Firenze 1949)
"Veduta livornese" olio su tela (cm 44,5x34,5) firmato in basso a destra in cornice (difetti)
€ 1.600/1.700
253
Michele Cascella (Ortona 1892 Milano 1989)
"Campi in Primavera" olio su tela (cm 34,5x59,5) firmato in basso a sinistra al retro: iscrizione del pittore per autentica in cornice
Provenienza Quadreria d'arte contemporanea, via Lanzone Milano
€ 1.400/1.500
254
Cesare Breveglieri (Milano 1902 Milano 1948)
"Autoritratto nello studio" 1947 olio su tela (cm 70x60) firmato e datato in basso a sinistra al retro: studio per "Paesaggio portuale" dipinto a olio, timbri ed iscrizioni in cornice (difetti)
Provenienza Galleria del Milione, Milano; Galleria Bergamini, Milano
€ 1.400/1.600
255
Aimé Nicolas Morot (Nancy 1850 Dinard 1913)
"Signora in giardino" olio su tela (cm 112x190) reca firma non coeva sul centro sinistra in cornice (difetti)
€ 2.600/3.000
Autoren. di catalogo
Adriano Spilimbergo71, 239, 246, 249
Albertini, Oreste87, 89, 213
Alciati, Ambrogio Antonio47
Aldine, Marc190
Amisani, Giuseppe91
Andreoli, Attilio136, 189
Angelo Ferreri30
Ashton, Luigi159
Barbaglia, Giuseppe226
Bartolini, Ugo Vittore241
Bazzaro, Ernesto181, 184
Belloni, Giorgio15, 174
Beloborodoff, André Iacovlevitch115
Bernasconi, Ugo218
Bianchi, Mosè55, 104, 118, 131, 133, 135, 137
Bianco, Pieretto132
Biasi da Teulada, Giuseppe81
Bicchi, Silvio127
Biggi, Giovanni168
Biseo, Cesare237
Boldini, Giovanni43, 100
Bonivento, Eugenio7, 154, 166
Borrani, Odoardo215
Borsa, Emilio13, 140, 141, 142
Indice degli autori
Bouvier, Pietro116
Breveglieri, Cesare254
Broggini, Luigi75
Bucci, Anselmo14, 128, 129, 130
Cabianca, Vincenzo40
Cajani, Vittorio201
Canegallo, Sexto48, 49, 79
Canella, Carlo53, 101
Caprile, Vincenzo59
Carlo Pollonera26
Cascella, Michele76, 138, 253
Cascella, Tommaso77
Cavaleri, Ludovico162
Cecconi, Eugenio171
Celada da Virgilio, Ugo72, 93, 94, 95, 250
Cesare Viazzi117
Ciardi, Beppe84
Ciardi, Emma155, 222
Ciardi, Guglielmo4, 6,10
Cominetti, Giuseppe83
Consadori, Silvio220
Costantino Barbella172
Crespi, Francesco Ferruccio182
Danielli, Bassano32
De Bernardi, Domenico212
De Matteis, Francesco178
De Nittis, Giuseppe102, 103
De Rocchi, Francesco180
Didioni, Francesco145
Donati, Ida25, 134, 173, 176, 185, 191
Dressler, Alberto208
Dudovich, Marcello44, 45, 46
F G
Faruffini, Federico143
Follini, Carlo21
Fontanesi, Antonio105
Formis Befani, Achille2
Fornara, Carlo108
Foujita, Léonard Tsuguharu50, 51, 52, 124
Fragiacomo, Pietro8
Frisia, Donato197,210
Funi, Achille224
Galli, Riccardo202, 203
Gambogi, Raffaello195
Gaudenzi, Pietro209
Gemignani, Valmore34
Gemito, Vincenzo36
Giardano, Felice199
Gignous, Eugenio163
Gignous, Lorenzo167
Gioli, Francesco179
Gola, Emilio107
Induno, Domenico223
Jouas, Charles122
Kienerk, Giorgio70
Labò, Oreste192, 198
Lebegue, Leon121
Ledda, Marius221
Lessi, Giovanni139
Lilloni, Umberto24, 73, 74, 78, 245, 251
Lloyd, Llewelyn232, 252
Longoni, Emilio111, 113
Luce, Maximilien207
Maggi, Cesare85, 88
Mancini, Antonio41
Manet, Edouard114
Marchesi, Pompeo106
Marchisio, Andrea67
Mariani, Pompeo11
Montanari, Dante211
Morand, Albert120, 123
Morbelli, Angelo110, 112
Morelli, Domenico97, 149
Morot, Aimé Nicolas255
Muhr, Julius3
Murer, Augusto188
Nomellini, Plinio63, 66, 90, 92
Indice degli autori
Nono, Luigi229
Oprandi, Giorgio217
Palanti, Giuseppe62, 169
Palazzi, Bernardino205
Palizzi, Giuseppe98
Panerai, Ruggero65, 126
Pellegrini, Carlo16, 17, 18, 19
Pellegrini, Riccardo164, 227
Pellini, Eugenio170
Pobbiati, Mario177
Pogliaghi, Ludovico38
Poma, Silvio231, 235
Ponga degli Ancillo, Lucia233
Ponga, Giuseppe56, 57
Pratella, Attilio58, 60, 157
Puccini, Mario64
Raffaeli, Jean François39
Ranzoni, Daniele109
Renda, Giuseppe214
Reycend, Enrico242
Ribossi, Angelo146
Rigamonti, Ernesto216
Ripari, Virgilio61
Roda, Leonardo86, 152
Rosa, Costantino225, 228
Sacheri, Giuseppe165
Sala, Paolo37
Salietti, Alberto27
Salti, Giulio23
Sartorelli, Francesco247
Scaroni, Annibale20, 22, 183, 187, 193 204
Sciltian, Gregorio96
Scrosati, Luigi156
Semeghini, Pio80, 82, 240
Signorini, Telemaco99
Sora, Orlando219
Stanga, Vincenzo35
Tedeschi Giovan Battista29, 31
Todeschini, Giovanni Battista158
Tominetti, Achille200
Tommasi, Adolfo9, 125, 153
Tosi, Arturo68, 69, 243, 244, 248
Tricca, Angiolo119
Troubetzkoy, Paolo33
Vernizzi, Renato238
Villa, Aleardo5
Von Ruith, Horace54
Wolf Ferrari, Teodoro28
Zandomeneghi, Federico42
TERMINOLOGIE
Ogni asserzione riguardante autore, attribuzione, origine, data, età, provenienza e condizione dei lotti in catalogo, è da ritenersi un dato d’opinione e non un dato di fatto. Il Ponte si riserva il diritto nell’esprimere la propria opinione, di dare piena fiducia agli esperti ed autorità che ritenga opportuno consultare.
1. POMPEO MARIANI
(con luogo e data di nascita o secolo di appartenenza) a nostro parere opera dell’artista.
2. POMPEO MARIANI (ATTRIBUITO)
è nostra opinione che sia probabilmente opera dell’artista, ma con meno sicurezza della categoria precedente.
3. Stile di...; seguace di POMPEO MARIANI
A nostro parere opera di un pittore che lavora nello stile dell’artista, contemporaneo o quasi contemporaneo, ma non necessariamente suo allievo.
4. Maniera di POMPEO MARIANI
A nostro parere nello stile dell’artista di epoca più tarda.
5. Da POMPEO MARIANI
A nostro parere copia di un dipinto conosciuto dell’artista.
6. Il termine firmato e/o datato significa che, a nostro parere la firma e/o la data sono di mano dell’artista.
7. Il termine “firma non coeva” significa che, a nostro parere, questa sembra aggiunta in epoca successiva all’opera.
8. Le dimensioni indicano prima l’altezza e poi la base, senza l’ingombro della cornice.
(*). Lotto proveniente da impresa, l’IVA verrà esposta in fattura.
Fotografie:Pietro Scapin
Maria Teresa Furnari