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MERCATI, a che PUNTO SIAMO?

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TIZIANO TESSITORI

TIZIANO TESSITORI

Un’analisi delle prime mensilità dell’anno.

aumentato i tassi dello 0,25%. I titoli obbligazionari, invece, hanno vissuto un mese difficile, poiché le speranze di un cambio di rotta della Fed si sono affievolite a fronte di dati economici più solidi.

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L’umore positivo è stato sostenuto anche dalla fine delle restrizioni Covid da parte della Cina e dai segnali di un possibile sostegno fiscale e monetario da parte di Pechino. L’economia statunitense è cresciuta battendo le previsioni, mentre l’area Euro ha evitato una contrazione nell’ultimo trimestre del 2022.

Il mese di febbraio è stato un mese di risultati contrastanti per i mercati azionari globali. In continuità con il forte inizio del 2023, i mercati europei e britannici hanno registrato un mese positivo grazie soprattutto al miglioramento degli utili, mentre negli Stati Uniti le azioni hanno perso terreno.

La Banca Centrale Europea e la Bank of England hanno aumentato i tassi di interesse dello 0,5%, mentre la Fed ha straordinarie per garantire un’adeguata liquidità a livello nazionale, tra cui il completamento della risoluzione della Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation, ente per la salvaguardia dei depositi bancari) per proteggere completamente tutti i depositanti e l’avvio da parte della Fed di un nuovo programma di finanziamento a termine per le banche, nonché l’aumento della frequenza delle linee di swap in dollari con le banche centrali estere.

Poi è arrivato il mese di marzo, quando i mercati sono stati scossi da eventi inaspettati e da una forte volatilità. All’inizio del mese, il presidente della Fed, Powell, ha preparato il terreno per un rialzo dei tassi più elevato e possibilmente più rapido; successivamente, il crollo della Silicon Valley Bank, con sede in California, ha creato scompiglio nei titoli bancari e, pochi giorni dopo, è stata ordinata la chiusura della Signature Bank, con sede a New York.

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A peggiorare la situazione, la First Republic Bank che è finita sotto osservazione per depositi non assicurati e la crisi di Credit Suisse.

La banca svizzera è stata acquisita da Ubs per 3,3 miliardi di dollari in un accordo mediato dal governo svizzero, ma i mercati sono rimasti insoddisfatti per un dettaglio importante: mentre gli investitori azionari di Credit Suisse hanno ottenuto dall’accordo un rimborso trascurabile, 17 miliardi di dollari di obbligazioni Tier 1 aggiuntive di Credit Suisse sono stati svalutati fino a zero.

All’indomani dei fallimenti bancari, le autorità statunitensi hanno adottato misure

Dopo un paio di settimane di aspettative contrastanti, la Federal Reserve ha aumentato il tasso sui Fed Funds dello 0,25% nella riunione di marzo. Il presidente Powell ha ribadito che “il nostro sistema bancario è solido e resistente, con capitale e liquidità forti”.

Ma potrebbe non essere l’ultimo aumento, così come non lo sarà quello della Bce che storicamente segue a ruota le scelte d’oltre oceano. Il contagio è sempre difficile da prevedere e non cercheremo di farlo in questa sede.

Detto questo, la natura idiosincratica di questi fallimenti bancari e il rapido intervento delle autorità statunitensi suggeriscono che il contenimento potrebbe essere il risultato probabile di quanto accaduto.

Ora la prossima scommessa sarà quella del tetto al deficit pubblico degli Stati Uniti. Speriamo che la storia si ripeta!

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