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FOLLIA, ISOLAMENTO e DIVERSITÀ
Attraversando le stanze di un manicomio.
Venerdì 28 Aprile nella cantina Ferrin di Camino al Tagliamento si è tenuta una serata di libri e vino. Nella splendida cornice del vitigno e cullati dall’abituale cortesia della famiglia Ferrin è stato presentato il saggio “Un manicomio dismesso”, Edizioni Ets, scritto a quattro mani da Mario Paolini, pedagogista che si occupa di persone con disabilità e della formazione di educatori e insegnanti, e Maria Antonella Galanti, professore di Didattica e Pedagogia Speciale all’Università di Pisa.
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Presente alla serata Mario Paolini che ha raccontato dell’ex manicomio Sant’Artemio di Treviso, inaugurato nel 1911. Le ricerche dei due autori si sono concentrate nel periodo dall’apertura fino alla Seconda Guerra Mondiale. L’excursus attraverso le vite dei pazienti che hanno attraversato le stanze del manicomio, per rimanerci a volte tutta la vita, hanno permesso di affrontare argomenti quali il concetto di follia e i motivi che portavano all’isolamento del “malato”.
Spesso i pazienti erano persone in difficoltà economiche oppure soggetti che non si conformavano alla morale sociale del periodo. Era più semplice darli in gestione alle istituzioni piuttosto che occuparsene all’in-
GIOVANI VOCI a CAMINO
Al Teatro Comunale si è svolta la 20^ edizione di Cantondo, rassegna di musica corale dedicata ai cori di voci bianche. L’iniziativa, promossa da Uscf Ud e Usci Fvg e organizzata con il contributo della Corale Caminese, è stata l’occasione per ascoltare tre cori di voci bianche provenienti dalla provincia di Udine.
Il concerto è stato aperto dai bravissimi “Apette e Gufi canterini” della Scuola dell’Infanzia di San Giovanni Bosco di Gonars diretti da Patrizia Dri che hanno eseguito una selezione di coloratissimi e fantasiosi brani tratti dalla produzione di Tullio Visioli.
terno della comunità. Le lettere trovate nelle cartelle dei pazienti, hanno dato voce a persone vissute nel silenzio. Il pubblico presente ha sospirato e inumidito gli occhi di fronte a certi racconti, ma non sono mancati momenti di ilarità, ad esempio quando si è parlato dei consumi di vino, il famoso Clinton, all’interno della struttura psichiatrica. Le domande rivolte alla fine all’autore hanno portato la sala a fare riflessioni sulla diversità al giorno d’oggi, con degli interessanti rimandi ai fatti che accadono quotidianamente intorno a noi e che troviamo nei giornali.
La società di un tempo isolava chiunque fosse diverso, oggi la nostra non-tolleranza si esprime a volte in uguali richieste di allontanamento di un soggetto che può turbare la nostra presunta “normalità”.
Dovremmo comprendere, sostiene Mario Paolini, che ignoranza e paura sono carburante e comburente della mancanza di inclusione e di cooperazione. Un libro per riflettere sulla condizione della diversità e sulla necessità di dare voce a chi viene lasciato nel silenzio.
Daniela Gatto
Si è poi esibito il locale Coro di Voci Bianche di Camino diretto dal maestro Francesco Zorzini che conta coristi di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Il loro repertorio è stato caratterizzato da canzoni a forma di canone a due e a tre voci che hanno spaziato dal celebre “Come, follow me” antico round del 1500 fino ai più ritmati e moderni “Chocolat” e “Quel fetente di Fetonte”.
È stata poi la volta del Piccolo coro Natissa di Aquileia diretto sempre da Patrizia Dri che ha presentato un’intensa lettura dell’Ave Maria di Saint-Saëns e proposto elaborazioni per coro di voci bianche di celebri canzoni tratte dal repertorio italiano come “La vita è bella” dall’omonimo film di Benigni e “Nel blu dipinto di blu” di Modugno. Per i giovani coristi è stata un’esperienza importante e formativa perché non solo hanno avuto la possibilità di far sentire la propria voce davanti ad un folto pubblico ma anche hanno potuto ascoltare ed apprezzare altri cori ed avere così uno stimolo di crescita.
La Corale Caminese ha con piacere ed entusiasmo partecipato all’iniziativa in quanto ritiene che le voci bianche rappresentino il miglior modo per progettare la futura coralità nella nostra regione.
Francesca Espen