Il Quinto Arcano-Settembre 2010

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La Tempesta sedata, Rembrabdt 30


SOMMARIO Astrologia e Mito ..................................................................................... 4 Virgo Feste della Tradizione nel Ciclo della Natura......................... 18 La nascita della Vergine Scongiuri e Preghiere ............................................................................ 26 Alla Vergine contro il malocchio Per tagliare la coda di ratto (tromba marina) I Messaggeri Divini ................................................................................ 31 Le Virtù Rapahel -Potenza delle volontà e dell’elevazione Il Libro delle Erbe ................................................................................... 35 I fiori di Bach: Centaury La vite rossa Luna di Settembre . ................................................................................. 50 Calendario del Mese Luna della Vendemmia L’Erba Magica Cristalloterapia........................................................................................... 57 La giada Il Tarocco ...................................................................................................... 63 “VI” L’Innamorato La Natura a tavola ................................................................................... 71 Cosa bolle in pentola? La ricetta del mese L’esperto risponde.................................................................................... 76 I quesiti dei lettori

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REDAZIONALE Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: “Chi ha sete venga a me e beva; chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato. (Gv, 37, 38 e 39). Cari lettori, innanzitutto un affettuoso bentornato a quanti di voi hanno avuto la possibilità di staccare un po’ la spina per andarsi a rilassare al mare o in montagna. Ormai, man mano che il mese di settembre avanza, le giornate si accorciano sempre più e ci approssimiamo all’ultimo, il più importante in assoluto per sacralità e ritualità, raccolto offertoci dalla bella stagione. Chiaramente ci riferiamo all’uva, ma anche e soprattutto alla vendemmia e al vino, da sempre emblema del legame fra gli uomini e gli dei, prodotto ricco di una simbologia tramandata in scritti memorabili provenienti dalle culture di tutte le più antiche civiltà. Non a caso, quindi, alcune delle rubriche sono state dedicate a questo evento e, pertanto, approfondiremo nei dettagli le incredibili proprietà della vite rossa (o vitis vinifera) mentre il nostro esclusivo chef, Gino Bonaventura, ci suggerirà due gustose ricette per preparare l’uva: la mostarda di mosto ed il sorbetto di uva fragola. In questo numero andremo alla scoperta di una pietra leggendaria qual è la Giada, 2

considerata preziosa già migliaia di anni prima della venuta di Cristo, durante il regno del leggendario Imperatore Giallo, Huangdi, che dispose affinché i sigilli e le monete dello stato cinese fossero realizzate proprio in Giada. Nel tempo, il prezioso minerale è stato sempre più apprezzato specie per le sue influenze benefiche su reni, fegato, bile e dolori nevralgici, ma ai giorni nostri è impiegato pure nella risoluzione di numerose altre problematiche. Settembre è anche il mese della Vergine e ve ne parleremo, come forse mai ne avrete sentito parlare, negli spazi dedicati all’astrologia, agli scongiuri e preghiere e alle feste della tradizione nel ciclo della natura, dove onoreremo la Stella della Sera e le adoratissime Vergini nere. Questo e tanto altro per un numero che offrirà le risposte a tante domande, ma, inevitabilmente, ve ne farà sorgere delle nuove… Buona lettura! Fabio Cantarella redazione@ilquintoarcano.it


Rappresentazione della Vergine secondo le antiche carte del cielo

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a cura di Lorenzo La Spada

VIRGO dal 23 Agosto al 22 Settembre Elemento: Qualità: Polarità: Domicilio: Esaltazione: Esilio:

TERRA MOBILE FEMMINILE MERCURIO MERCURIO GIOVE

Colore: Metallo: Pietra: Erba magica: Profumo: Giorno:

VERDEACQUA METALLO GIADA LAVANDA GARDENIA MERCOLEDÌ

Punto debole: INTESTINO

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ASTROLOGIA

L’

ardore del Leone zodiacale è quello di Baal il Bruciante che tende a consumare tutto. Senza Tanith, la riconfortante dama della freschezza notturna e della rugiada vivificante, egli calcinerebbe la terra rendendo tutto in polvere arida. Di tale dea clemente gli astrologi hanno fatto la Vergine zodiacale, mietitrice dei raccolti maturati dal Leone. Ella amministra un segno di Terra, dove Mercurio trova sia il domicilio notturno che il proprio luogo di esaltazione. L’Astrologia spiega in questo modo la Terra Mercuriale degli alchimisti, che non è più il suolo resistente che

viene lavorato dal Toro, cioè una sostanza passiva in attesa di elaborazione. La Terra virginale è stata trasfigurata dalla maternità, laddove la gestazione l’ha sublimata purificandola. Conosciuto da Virgilio, il mistero della Vergine-Madre risale alle iniziazioni agricole anteriori al Cristianesimo. L’ANTIMONIO Dall’elemento Terra gli ideogrammi ermetici distinguono la Terra Esaltata, che chiamano Antimonio, designando così una sostanza eterica nella quale lo spirito mercuriale riposa (domicilio notturno),

Virgo

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trovandosi esaltato come su di un trono. A dire il vero il Mercurio si esalta glorificando l’Antimonio che egli solleva, come indica il rovesciamento del simbolo ordinario del Mercurio. In latino la parola antimonio o ante omnia, equivale alla traduzione “prima di tutte le cose”, descrivendo così la Sapienza come Architetto della Creazione, la Materia Prima fondamentale. Questi due grafismi si collegano all’Anima delle Cose, considerata come penetrante i corpi in quanto Mercurio; viceversa, considerata come svincolata dalla materia per sublimazione, in quanto Antimonio. La Vergine che posa il piede sulla convessità lunare diviene la Regina del Cielo, dominatrice delle forme manifestate. Cedendo alla tentazione di rovesciare l’arco lunare (quello con le punte all’insù), gli artisti si sono spesso allontanati dalla buona tradizione. Più anticamente la donna venne rappresentata con un semplice segno verticale sormontato da un piccolo cerchio, ma poi la base del tratto si è allargata e successivamente in Egitto sono state aggiunte le braccia. Indi Cartagine adottò Tanith che divenne il prototipo delle Vergini spagnole.

vincere tutto ciò che è inferiore. Questa palma, simbolicamente parlando, equivale al piede posto sulla testa del Serpente cosmogonico. Il rettile corrisponde agli istinti egoisti, necessari alla conservazione degli individui, ma che devono subordinarsi all’ideale generoso del bene di tutti e della salute della specie. La vittoria gloriosa, assicurata dalla Vergine, è quella che sormonta le difficoltà opposte alla sublimazione della natura umana. La Terra primaverile (Toro domicilio notturno di Venere) ci appesantisce al fine di trattenerci alla superficie del suolo che dobbiamo coltivare. Compiuta la nostra fatica di lavoratori, siamo ricompensati

LE ALI DELLA VITTORIA Quanto al simbolo della Vergine zodiacale, rappresentata alata, esso deriva da quella stessa figura di Tanith, le cui braccia divengono ali raccolte, con quella di sinistra che custodisce una spiga volta verso terra. Nelle figurazioni complete della dispensatrice di messi, talché la si colloca sulla sfera celeste, la mano destra della Vergine stringe la palma della vittoria, giacché l’idealismo che ella rappresenta è certo di 7


da una elevazione al di sopra della materialità, alla quale ci dobbiamo sacrificare. Mercurio ci presta le ali della sua fronte e dei suoi talloni così noi diveniamo capaci di pensare più incisivamente e di procedere meno pesantemente, giacché beneficiamo dell’assunzione spirituale della Vergine. Non siamo più delle bestie, ma degli umani divenuti coscienti della loro dignità. Notre Dame ci ispira l’ambizione di realizzare grandi e nobili cose. LA VERGINE È BETLEMME La Spiga della Vergine è una stella brillante, anticamente venerata dei mietitori. Il suo nome ebraico indica la via per scoprire in se stessi un astro analogo, quello della illuminazione che è frutto del lavoro, nonché nutrimento spirituale. Dalla spiga si trae il grano, semenza solare, che sublimato nella grotta terrestre darà il Cristo-Pane, nato a Betlemme e posto in una mangiatoia pronto per essere consumato come alimento delle nostre anime. Ora la parola Betlemme viene dall’ebraico Beit Lehem che significa letteralmente Casa del Pane, simbolo della Vergine quale portatrice della spiga, così come narra la tradizione quando annuncia che il Bambino nascerà dalla Vergine e il Messia verrà da Betlemme. Si tratta di un discernimento ideale che è terrestre, giacché dobbiamo distoglierci dalla terra per tendere al cielo. Oltrepassando la materia guardando oltre l’apparenza, scopriremo che Betlemme non è luogo fisico, ma il simbolo interiore dell’utero alchemico che produce l’oro. Colui che ha penetrato il senso del simbolo sa ciò che deve alla Madre nutrice di tutti. Egli non rinnega il culto di Iside, al quale si consacra, ma accetta 8

la vita con tutti i suoi carichi e si dedica al lavoro con coraggio, poiché mediante questo partecipa alla Grande Opera della perfezione. L’ETERNO MOVIMENTO Poco gli importa della sua individualità. Noi non siamo niente in rapporto a noi stessi, ma diveniamo apprezzabili in quanto operai del lavoro incessante, dal quale si enuclea il meglio. Noi ci immortaliamo identificandoci con l’attività che non può avere fine. Il riposo eterno equivarrebbe ad un annientamento, giacché per essere bisogna agire. Nulla si concepisce di strettamente inerte e non operante. Tutto lavora, anche in fase di riposo, perché non ci riposiamo che per lavorare diversamente alla riparazione dei nostri organi ed alla restaurazione delle nostre forze. Anche la dissoluzione di un aggregato non si traduce in riposo, poiché gli elementi dissociati proseguiranno ciascuno la loro indistruttibile attività. La sostanza sempre vivente e produttiva


è dunque questa Terra Verginale, nella quale Mercurio si esalta di notte occultamente. Tale Mercurio misterioso della Vergine non è più quello dei Gemelli che è un segno aereo e trasparente, ove nulla si nasconde e Mercurio vi brilla e fa brillare con più frivolezza superficiale che profonda solidità. Non è più così sotto gli auspici della Vergine che rende Mercurio serio e penetrante di intelligenza, capace di compiere le meraviglie di una sapiente sottilità. LA DIVINA SOPHIA Riassumendo possiamo affermare che la Vergine zodiacale è la mediatrice che unisce lo spirito alla materia, l’intelligenza alle necessità della vita, l’uomo a Dio. Impregnata della potenza mercuriale diventa il simbolo della Sophia, cioè della Sapienza divina che così parla ai suoi diletti: “Io sono la Madre della Conoscenza, Madre dell’Amore e della Verità. Chi mi ascolta non sarà deluso, chi compie le mie opere non peccherà, chi mi rende onore avrà la vita eterna”. Ella ci rivela il nostro compito di agenti vitali e si rifiuta di soddisfare la curiosità degli indiscreti che vorrebbero tutto sapere… ma ci aiuta a comprendere ciò che è utile che sappiamo. Ella è pratica e non astrattamente speculativa. I suoi favori vanno ai sapienti positivi, agli uomini la cui intelligenza si collega alla realtà; ella arricchisce sovente e preserva sempre dalla povertà. I suoi favoriti non si perdono mai e trionfano nelle scienze applicate. Il Sole transita nel segno della Vergine dal 23 Agosto al 22 Settembre circa, segnando il tempo dell’ultimo raccolto prima del declino autunnale.

Il Tophet Salammbo 9


Maria architetto della Creazione B. Trotti detto il Malosso - 1603 10


MITO

M

isteriosa è l’origine di questa figura zodiacale: nulla, nella disposizione delle stelle, suggerisce l’immagine d’una fanciulla, per di più alata. Forse questo personaggio umano è stato creato per sorreggere la spiga di grano che si era anticamente vista nella zona sudest della futura costellazione della Vergine, parte che i Babilonesi chiamavano Ki-Hal, spiga per l’appunto. In effetti, frequente fu la tendenza a dare l’aspetto d’esseri viventi ad oggetti celesti, sia per rendere più verosimile la loro influenza astrologica, sia per facilitare certi sviluppi mitologici. Il glifo del segno è una specie di m con una zampetta in più che tende a rientrare nel corpo della lettera: . In questa sigla è stata sempre vista, in effetti, una M, ad indicare il termine Mater madre, poiché la Vergine in principio simboleggiava la fecondità in rapporto con la stagione estiva di cui

questo segno è chiusura. E’ indizio di ciò la spiga ostentata dalla fanciulla che in greco fu chiamata parthènos, vergine. La sigla verginina è stata anche intesa come onda, simile a quella che, raddoppiata, identifica la figura stilizzata dell’Acquario , ciò in collegamento col rapporto tra le Grandi Madri e l’acqua. Nella zampetta rientrante, poi, si è anche individuata la Luna, governatrice delle acque, sulla scia dell’iconografia mariana che, spesso, mostra la Madonna con la falce lunare ai suoi piedi. Non si dimentichi che la festa cristiana della Natività di Maria Vergine cade l’8 settembre, proprio sotto il segno della Vergine. Non manca poi chi, nel glifo rovesciato del segno, ha ravvisato una navicella, insegna della città di Parigi, posta sotto la protezione della Vergine zodiacale e di Maria.

Chiesa della Natività, Betlemme

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LA GRANDE DEA Abbiamo parlato di Grandi Madri, figure sacre nel mediterraneo come Demetra, Iside, Cibale, Astante e Atargatis. La Potnia, la Signora, è la Grande Dea. Demetra, la Madre Terra, è strettamente unita, nel culto come nel mito, alla figlia Persefone, detta anche Kore, esse sono madre e figlia e le Dee per eccellenza. Kore è il suo nome e vuol dire ragazza, fanciulla, vergine, mentre Padre le è il possente Zeus. E cresce felice Kore, tra le ninfe, con altre vergini giovinette, figlie del suo stesso padre: Athena e Artemide. Poco o nulla esse si curano del matrimonio, non sognano un giovane fiorente che le porti lontano. Ma se Athena è destinata ad essere sempre parthènos, sempre vergine, e se sempre vittoriosamente difenderà Artemide la sua verginità, altra è la sorte di Kore. È suo zio Ade, signore degli inferi, fratello di Zeus, avendola veduta, a concupirla e ad innamorarsi di lei. Ma nessuna dea o figlia di dea consentirebbe, se non costretta a forza, a vivere nell’Averno, per sempre lontana dalla luce del Sole, bene supremo dei vivi e, quindi, a maggior ragione, di quei vivi per l’eternità che sono gli dei. E allora….. MATER DOLOROSA Coglie tranquilla gigli e narcisi, Kore, nella ridente piana della sicula Enna. Ed ecco, all’improvviso, aprirsi la terra e dalla voragine balzare fuori sul suo cocchio dorato, trainato da immortali cavalli, Ade. Il dio afferra, rapido, alla vita la giovinetta e sparisce nel suo oscuro regno. Un disperato grido di Kore si perde nell’aria. Lo avverte Demetra e l’angoscia le stringe il cuore. Accorre, ma la figlia non c’è, è introvabile. Nove giorni e nove notti vaga Demetra, mater dolorosa, e non mangia né beve, non si bagna né s’ab-

biglia; erra per il mondo la Desolata. Gioia e dolore, morte e vita si toccano. Siamo alla fine dell’estate, l’autunno è alle porte, presto il Sole scomparirà sotto l’orizzonte e il buio calerà sul mondo. La Vergine conclude gioiosamente la stagione della fecondità, festeggiando la sua nascita quale promessa della futura rinascita annuale in primavera. La luce del Sole non resiste più così tanto, il buio avanza sensibilmente e la gioia lascia il posto al dolore del 15 settembre con la festa dell’Addolorata che annuncia tristemente la perdita del figlio amato, crocifisso sulla croce celeste e sepolto sotto l’orizzonte terrestre. VIRGO Vergine e poi sposa, Kore; madre Demetra. Sempre vergine Athena, sempre vergine Artemide. Madre Era, che però riacquista la verginità immergendosi nella fonte di Canato. Misteri della Vergine che si raccolgono tutti nelle lunghe litanie che tessono le lodi di Maria. Virgo, in latino, termine invero, legato a vireo (verdeggio, sono vigoroso), a viridis (verde), a vir (uomo compiuto, eroe, non semplice homo), a virtus (virtù, valore); nonché a virga (verga, ramoscello, bacchetta e anche organo maschile). Vergine feconda che è anche madre. Mater-materia, materia prima incontaminata (macula non est in te), quindi vergine. “Quando disponeva i cieli io ero presente, quando tracciava con legge inviolabile un cerchio nell’abisso; quando fissava le fondamenta della terra, io ero con lui, come artefice di ogni cosa” (Proverbi 8). Si allude alla Sapienza divina, quella sapienza che poi è il Verbo, la persona del Figlio. E chi, tra l’altro, è detta Sedes Sapientiae se non Maria? Misteri! E fondatrice dei 13



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