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La Gioconda
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APRILE 2009
Periodico d’informazione locale. Anno III n.21 del 1 aprile 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
Primo maggio, festa tra intimi
PRIMO PIANO
CURIOSITÀ
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RISOLVIAMO TUTTI I VOSTRI PROBLEMI CON I PREZZI PIÙ BASSI DI FIRENZE!
Andrea Muzzi*
P
UN TOUR “SPETTRALE” In città circolano tante leggende sulla presenza di fantasmi: eccone una singolare rassegna PAGG.16-17
L’ARGINGROSSO CHE SARÀ Da finire la riqualificazione dell’area, ma i dubbi non mancano
PAG.2
Lo sguardo attento de Il Reporter sulla quotidianità fiorentina
PAG.22
SPORT
Microcriminalità e crisi, le “paure” del quartiere Il popolo dei senza lavoro
Sondaggio
di Puliti-Wiedenstritt
L
e cifre della crisi sono agghiaccianti, le storie di chi ha perso il lavoro lo sono ancora di più. Abdulaye, facchino in un albergo, dopo 20 anni deve ricominciare daccapo, e con il settore turistico in crisi l’impresa non è semplice. Gianni, disegnatore progettista, lavorava all’Enseco: poi la dichiarazione di fallimento dell’azienda, e ora un limbo
angosciante. Ancora: Luca, addetto al supporto tecnico in una società che si occupa di telefonia, ha paura di essere costretto a “emigrare” al Nord. E poi Serena, ex commessa, e come loro tanti altri: la crisi picchia forte. E c’è chi allora si adatta a fare mestieri messi nel cassetto: vedi quello di badante, che non è più solo appannaggio delle straniere. PAGG.10-11
Giovanni Carta
Vietata la vendita di alcolici da asporto in centro dopo le 22. Cosa ne pensi?
PAG.39
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“MARTINO” SI RACCONTA Il danese Jorgensen è tornato dopo sei mesi di stop: ora parla di sé, tra passato e futuro PAG.38
di
PAG.3
rimo maggio, festa dei lavoratori. Una volta era la festa di tutti, oggi, grazie alla disoccupazione, è diventata una festa per intimi. Una volta il Primo Maggio si festeggiava nelle piazze, oggi basta il salotto di casa. I tempi sono cambiati. Una volta il Primo maggio era la festa degli operai che votavano comunista. Oggi i comunisti sono in via di estinzione. Quelli del WWF hanno cambiato simbolo, al posto del panda nella bandiera hanno attaccato una fotografia di Bertinotti. Una volta un uomo tornava a casa stanco dal lavoro, oggi un uomo torna a casa stanco….e basta. La verità è che oggi il lavoro non c’è e se c’è è precario. Quindi è meglio non trovarlo. Mio fratello aveva un lavoro precario e viveva nell’insicurezza. Ora che l’ha perso è sicuro. Sicuro che non lo ritrova. Poi ci si lamenta se i figli abitano fino a quarant’anni in casa con i genitori. La colpa non è mica dei figli! La colpa è dei genitori che non se ne vogliono andare! Largo ai giovani, pensate in che situazione vivono: a Firenze otto professori su dieci sono precari. I professori precari sono come dei maghi: appaiono e scompaiono. Non è un trucco, è il contratto a termine! I contratti a termine spesso sono brevissimi. Giorni fa un professore è entrato in classe, ha fatto l’appello e già gli era scaduto il contratto. Il sostituto, invece, ha aperto la porta ed è stato subito sostituito! Ieri sul giornale ho letto di una scoperta sensazionale: dietro una lavagna, alcuni scienziati hanno ritrovato l’ultimo insegnante di ruolo, sembra che risalga all’era del paleozoico. Ora è esposto nell’aula di scienze con un cartello al collo “Specie di professore estinta!”. *Comico
REPORTAGE. Non solo Rom: viaggio nell’insediamento dell’Argingrosso
I
n questo periodo s’è fatto un gran parlare di “nomadi”, “rom”, “zingari”, “rumeni” spesso confondendoli, spesso etichettandoli. E allora Il Reporter ha deciso di passare una giornata con gli abitanti del Poderaccio, per fotografare “da dentro” un mondo che di solito è lasciato all’immaginazione e ai luoghi comuni. Risultato: il villaggio non è un ammasso di rottami e sporcizia ma una fila di casette dignitose, molte ben tenute. Quelli che vengono chiamati “zingari” sono
persone ospitali, piene di bambini, e soprattutto, lavorano in tanti e dunque si presume abbiano meno bisogno di corrispondere a quel luogo comune che li vuole ladri. Certo, non è un mondo tutto roseo: ha le sue contraddizioni e certe usanze particolari, qui le donne si sposano bambine e il matrimonio risponde alle leggi del mercato più che a quelle del cuore. Capita che arrivino al Poderaccio ragazzine da altri campi d’Italia, e che vivano nella clandestinità (imposta
dalla famiglia ospitante, di solito quella del futuro marito) finché non si trovano a partorire. L’Ufficio Immigrazione, quando le scopre, ne segnala la presenza, ma capita spesso- raccontano- che la macchina burocratica s’inceppi e che queste ragazze restino senza un tutor. Un altro capitolo invece è quello della comunità rumena che vive in città: sono 4.453 persone, la metà del totale degli immigrati comunitari. Ma l’integrazione c’è e non PAGG.8-9 c’è.
EDIZIONE DEL QUARTIERE 4 • 26.534 COPIE DISTRIBUITE DA
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Una giornata al Poderaccio