Il Giornale nel tuo Comune
Barberino, Tavarnelle, San Casciano
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Giochi e scomesse Agenzia Ippica Slot machine APERTO TUTTI I GIORNI S.Casciano - Via P.zza Matteotti,3 Tel 055 82.94.669 Periodico d’informazione locale. Anno IV n.103 del 1 dicembre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
oGGi&DoMani san casciano
PRIMO PIANO
DICEMBRE 2010
Caro il mio babbo Natale Andrea Muzzi*
C Un 2011 Pieno genitori in mensa Di noVitÀ Mamme Dopo un e2010 papàdipotranno grandi partenze, “testare” ill’anno cibo distribuito che arriva porta ogni giorno con sè altri cantieri. ai bambini Manelle nonscuole solo PAGG.10-11 PAG.7
tavarnelle C’è un Chianti che investe e innova malgrado la burocrazia: producendo ad esempio stampanti 3D PAG.5
sPort
Le feste in tempi di crisi: difficili ma solidali
PAGG.2-3
Etciascuno A voilà, il Natale il suo capodanno è servito
luoghi Barberino
di Wiedenstritt di Puliti- e Nanni Zarrilli - Salusest
Q D
le VeritÀ Di Diego Della Valle è tornato a parlare, e ha detto la sua su tutto. Con una “minaccia” finale... PAG.36
Pallavolo Il Bisonte Azzurra cambia allenatore. Il nuovo mister è Mauro Masacci: 48 anni e tanta esperienza PAG.38
iciamo ualcunopure lo che aspetta se nona piovesse gloria, saremmo metà dell’opera, visti gli provaregiàa aripiantare. E poi ci sono scherzetti qualcun altro meteo magari dell’ultimo non è proSan Silvestro. questo,Due è tutto pronto. le grandiDetto abbuffate. vip nostraQuest’anno prio dell’umore il capodanno adatto e ne fiorentino farebbe offreni,eventi tuttie Andrea i gusti: pop o rock Katiaper Beni Agresti, ci in volentieri piazza della a meno. Stazione, Ma come jazzsiper mette timpaniraccontano raffinati in ipiazza della Repubblica, loro piatti preferiti. E musica si mette,folk il Natale e popolare è unoindegli Santissima appun- Annunziata. sonodistati seleziomentre laI progetti gran parte Firenze si nati tamenti dal Comune più sentitididell’anno. Firenze attraverso Quello unprepara bando pubblico di idee, sullaunscia di a festeggiare, esiste eserquanto che fa èsìavvenuto che in città per eventi arrivino come circa la Notte Bianca. A questo canovaccio vanno cito di 20mila persone, soprattutto però 200mila aggiunte abeti dritti le sorprese dritti dal dell’ultim’ora, Casen- straniere, che a quanto non mancheranno. chepare ha religioni diverse e E tino, per dove chi invece è nato ha voglia persinodi un bizzarrie, con- eccole: l’Antico del Bigallo orche per questoSpedale non celebra il 25. Anganizza sorzio per unavalorizzarli. cena medievale, Piante mentre ten-spostandosi po’ si incontrano che se, un chiedendo in giro, iniziative si scopre ancora denzialmente più originali, condannate come ila veglione una vita sul treno d’epoca Lecco-Mantova) che alla fine i(tratta doni ce li scambiamo PAG.32 obreve, la festa maanni che ‘50 i volenterosi di Riccione. possono E buon divertimento a tutti. PAGG.14-17 un po’ tutti...
Consiglio comunale, dibattiti su internet PAG.4
A spasso tra All’interno l’inserto ledell’amministrazione stranezze fiorentine comunale
AUGURA
PAG.12
aro Babbo Natale, quest’anno come regalo ti chiedo qualcosa di veramente grosso: portami un anno nuovo diverso da questo che sta finendo. Un anno dove i politici non siano più coinvolti in scandali sessuali. Come sono arzilli questi politici? Grazie a loro il sesso è diventato un business, lo fai solo se hai un profitto. La velina lo fa per fare carriera. Il politico per scegliere la candidata. Io, per convincere mia moglie, tutte le volte devo dirle che è per un’opera di beneficenza. Caro Babbo Natale, portaci un anno dove si torni ad investire sulla scuola. Ora c’è questa filosofia che per migliorare la scuola l’unica soluzione è tagliare. Due maestri? Se ne taglia uno! Sei banchi? Se ne tagliano tre! Due custodi invalidi al 50 per cento? Ne basta uno! Caro Babbo Natale, fa’ che nell’anno nuovo si smetta di buttare il petrolio in mare. Oggi c’è più petrolio in mare che in terra. Tempo fa una nave ha finito il carburante ed è affondata. Dopo 5 minuti è ripartita! Ma soprattutto, caro Babbo Natale, fa’ che nell’anno nuovo Moccia non pubblichi nessun libro. Prima l’amore era un sentimento privato. Lui scriveva una lettera “Cara ti amo”. Lei rispondeva “Io no”. Tutto finiva lì. Tra loro. Oggi grazie a Moccia l’amore è scrivere sui muri. Tempo fa un mio amico ha scritto sul muro della vicina di casa “Io e te 3mt sopra il cielo”. Lei gli ha risposto: “Avviati, c’ho le vertigini!”. So di chiederti un grande regalo, ma tutto sommato, caro Babbo Natale, ce lo meritiamo! Auguri! *Comico
BUONE FESTE!!! ...vai all'ultima pagina 1148916
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Dicembre 2010
il giornale nel tuo comune
l’inchiesta. Il portafogli vuoto cambia le tradizioni
Un Natale di crisi Ma sempre Natale Spendere il meno possibile è l’imperativo di queste festività. Perfino la Regina d’Inghilterra ha deciso di fare alcune rinunce... Ilaria Biancalani
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l Natale 2010 sarà sicuramente “in crisi”. Dovrà essere più austero, e non solo in Italia. Le cronache del Regno Unito, ad esempio, raccontano che Sua Maestà la Regina Elisabetta ha deciso di rinunciare alla tradizionale festa natalizia che si tiene ogni due anni, come dimostrazione di solidarietà ai sudditi afflitti da problemi economici. Insomma il Natale non farà certo eccezione alla regola che la crisi ci ha dettato: il low cost. Così pranzi e cenoni certamente non luculliani, alberi finti e riutilizzabili di anno in anno e regali ridotti ai minimi termini o addirittura riciclati. E in tema di regali, ce n’è uno che coniuga perfettamente il Natale e l’eleganza che le festa
impone con le difficoltà economiche del momento: il libro “Chic, vivere con eleganza ai tempi della crisi”. Utile e carino da donare a chi ama lo shopping sfrenato, ma non può più permettersi di spendere cifre da capogiro, il libro è stato scritto da Merjorie Hillis, ex dipendente di Vogue, nel lontano 1937. Riproposto quest’anno dalla Dalai Editore, è quanto mai attuale. E comunque non va tutto male. Un dato positivo, in controtendenza rispetto a ciò che la crisi racconta, giunge da Coldiretti che registra un + 34% nelle esportazioni in Francia dello spumante made in Italy. E allora, a cuor un po’ più leggero, facciamo almeno un bel brindisi...
tra la gente. Le conseguenze delle difficoltà economiche
C’è chi rinuncia ai regali Ma al viaggetto no, mai I
l modo migliore per capire fino a che punto la crisi economica abbia “inquinato” anche il Natale, è quello di chiederlo ai diretti interessati. Alle famiglie, ai negozianti, alle agenzie che propongono viaggi ed iniziative legate ai giorni delle festività. “Quest’anno nella mia famiglia abbiamo deciso di ridurre al minimo le spese di Natale – dice Giuseppina, professione casalinga –. Per il pranzo, molto semplice, ci ritroveremo con pochi familiari e riguardo ai regali abbiamo pensato di abolirli, soprattutto perché qualsiasi cosa, nel periodo delle feste, costa di più”. “Forse – aggiunge Francesca, una studentessa di 21 anni – la crisi economica ed il Natale senza regali o all’insegna del risparmio potrebbero costituire
Commercianti preoccupati: “Vendite a picco rispetto a tutti gli anni passati”
un’opportunità per iniziare a riscoprirne il vero senso ed i valori religiosi che racchiude”. Ma c’è anche chi, in barba alla crisi, di rinunciare ai festeggiamenti proprio non ne ha voglia. “Da quando ho una figlia – racconta Mario, libero professionista di 42 anni – ho riscoperto la bellezza e la voglia di celebrare il Natale che, in fondo,
arriva una sola volta all’anno. In casa nostra non mancano il tradizionale albero con sotto i pacchi e il presepe. Facciamo sempre il cenone della Vigilia ed il pranzo con i parenti più stretti. Oltretutto quest’anno abbiamo deciso di concederci un piccolo viaggio per festeggiare Capodanno”. E, restando in tema di viaggi, da interviste a campione fatte alle agenzie emerge un dato comune: gli spostamenti a Natale e Capodanno sono dimunuiti. Le persone preferiscono, in linea generale, partire dopo il 1° gennaio, perché le tariffe scendono in modo considerevole. In controtendenza, i tradizionali mercatini natalizi, dai prezzi più accessibili, vanno sempre alla grande. Anzi, aumentando la domanda, negli ultimi anni è cresciuta anche l’offerta. Infine un altro importante indicatore del Natale sono gli esercizi commerciali: quelli dove le persone si recano per fare acquisti. “Rispetto ad alcuni anni fa – spiega una commerciante – le vendite di Natale sono andate decisamente a picco. All’inizio della crisi le persone hanno cominciato con l’acquistare prodotti meno costosi. Adesso invece la tendenza sembra più quella alla rinuncia al regalo. E ovviamente, noi negozianti non possiamo non risentirne”.“Le vendite pre-natalizie – dice invece il gestore di un esercizio di elettronica – non vanno così male: lo scorso anno abbiamo fatto un buon incasso, considerato il periodo. Secondo me la gente preferisce indirizzarsi verso regali utili e funzionali. E con la tecnologia e l’elettronica va /I.B. sul sicuro”.
L’intervista L’imprenditrice Biancamaria Ugolini
“Il 2010, l’anno peggiore”
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a crisi economica non risparmia neanche le imprese più solide. Fra queste, sul territorio sancascianese, si colloca senz’altro la Ugolini srl. L’azienda, nata 25 anni fa, si occupa della produzione di componenti elettronici per clienti del calibro di Autostrade e Telecom Italia. Sessanta i dipendenti suddivisi fra personale tecnico, amministrativo e di produzione. Ugolini è quindi perfettamente in grado di fare un paragone realistico fra i cosiddetti “anni d’oro” ed il periodo tutt’altro che felice che stiamo vivendo. Abbiamo chiesto alla titolare, Biancamaria Ugolini, un bilancio di questo 2010 che volge al termine. “L’anno più brutto di tutto il decennio – lo definisce – peggiore sicuramente del 2009. Per quanto attiene al nostro settore, abbiamo avuto soprattutto difficoltà legate agli ordini che sono nettamente calati, anche quelli dei nostri maggiori clienti che si avvalgono sempre più frequentemente di contratti brevi e gare di appalto europee, con le quali siamo poco competitivi, soprattutto nei confronti dell’est Europa”. Questa generalizzata situazione di crisi,
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Il Reporter del Chianti F.no raggiunge 13.050 famiglie Periodico d’informazione locale nei Comuni di Barberino, Tavarnelle, San Casciano Editore e Concessionaria Pubblicitaria: Copia in abbonamento postale
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Anno del 1tribunale dicembre 2010 N°reg 5579IVdeln.103 17/05/2007 di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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Biancamaria Ugolini
come si è ripercossa sui dipendenti? Ad esempio, con il Natale alle porte, come si sono evolute le vostre abitudini nei confronti della gratifica natalizia (la tredicesima) e le cosiddette strenne? “Per il Natale – conclude Ugolini – abbiamo sempre optato per omaggi “made in Italy” e prodotti del territorio, evitando assolutamente lo sfarzo. Questo ci consente di mantenere, con clienti e dipendenti, la tradizione del dono. Anche per quanto riguarda la tredicesima, nonostante le difficoltà oggettive, continuiamo ad erogarla. Il dipendente è tutelato /I.B. al 100%”.
Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.
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BARBERINO • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
UNA FESTA DIVERSA/1. Ecco il calendario delle iniziative di questo mese: molte hanno risvolti sociali
Tra doni (anti-mafia), mercatini e concerti A Tavarnelle, nel Palazzo consiliare, saranno preparati cesti con i prodotti alimentari che vengono dalle terre confiscate alla malavita. Per le strade due domeniche di shopping e solidarietà
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a scelta dei doni natalizi è un problema che assilla la maggior parte dei consumatori, soprattutto in momenti di crisi economica. Una buona idea regalo arriva però da Tavarnelle Val di Pesa, che propone cesti natalizi solidali, a sostegno della lotta alla mafia. Da mercoledì 8 dicembre, nel Palazzo di piazza Matteotti 4, i volontari del circolo Arci “La Rampa” metteranno in vendita i prodotti alimentari pro-
venienti dalle terre confiscate alla criminalità organizzata. Pasta, olio, vino, farina, passata di pomodoro e marmellata, sono alcune delle produzioni agricole, tutte rigorosamente biologiche e certificate, che arrivano dai 160 ettari gestiti dalla cooperativa siciliana “Lavoro e Non Solo”, tra Corleone e Monreale. Sarà possibile creare cesti natalizi o confezioni regalo e il ricavato della vendita andrà in favore di chi
lavora ogni giorno sui terreni che un tempo erano sotto il controllo della malavita. La cooperativa è nata nel 2000 e da anni porta avanti l’attività agricola grazie a 13 soci, oltre a sviluppare progetti con le scuole, come i campi di lavoro estivi. Accanto alla mostra mercato, Palazzo Torrigiani ospiterà una rassegna fotografica, per diffondere un messaggio di legalità. L’iniziativa, per il secondo anno consecutivo, è organizzata dal Comune di Tavarnelle, Arci Firenze e dal Circolo “La Rampa” e si inserisce nelle iniziative previste da un protocollo di intesa siglato nel maggio 2009 all’interno del progetto “LiberArci dalle spine”. Le associazioni del territorio di Tavarnelle saranno invece le protagoniste del doppio appuntamento con il mercatino di solidarietà, evento promosso per due weekend consecutivi dalla Proloco e
dal centro commerciale naturale “Di bottega in bottega”. Nella zona centrale prenderanno posto gli stand delle associazioni di volontariato, che faranno vendite di beneficenza e informeranno la cittadinanza, mentre i negozi rimarranno aperti, per una giornata di shopping. Si parte domenica 12 dicembre, per proseguire una settimana dopo, il 19 dicembre, in occasione della patrona Santa Lucia, giorno in cui è previsto anche il tradizionale mercato degli ambulanti. Non mancheranno le iniziative speciali. Il 12 dicembre la giornata sarà allietata, condizioni meteo permettendo, da una serie di mini-concerti sparsi per il centro e curati dagli allievi della Scuola di musica di Tavarnelle e Barberino. Durante tutto il periodo natalizio saranno infine presenti giochi per i bambini nella /G.C. centralissima Piazza Matteotti.
UNA FESTA DIVERSA/2. Anche un gemellaggio con i pensionati di Carrara: brindisi di fine anno tutti insieme
E il Comune offrirà il pranzo agli anziani È
una tradizione che va avanti da oltre 30 anni. Ogni Natale l’amministrazione comunale di Barberino Val d’Elsa offre un pranzo a cento anziani in un ristorante del territorio: un’occasione non solo per scambiarsi gli auguri, ma anche per essere vicini a una fascia di popolazione che viene lasciata sempre più sola. L’iniziativa, organizzata dagli uffici comunali dei servizi sociali, torna anche quest’anno e si svolgerà sabato 19 dicembre. In tavola antipasti, due primi, due secondi e gli immancabili panettoni e pandori, per un pranzo che vedrà la partecipazione di alcuni rappresentanti del Comune e del primo cittadino Maurizio Semplici. Chi vuole partecipare ha tempo fino al prossimo 15 dicembre per iscriversi e lo può fare recandosi direttamente all’uf-
ficio dei servizi sociali, in Municipio. In occasione del pranzo i volontari del servizio civile garantiranno il trasporto degli anziani. Un’analoga iniziativa si svolge sempre a Barberino per le festività pasquali, mentre ripartirà nella prossima primavera un altro progetto che riguarda gli over 65, il ciclo di proiezioni a loro dedicate presso il cinema Olimpia. Ospiti speciali invece a Tavarnelle, in occasione della notte di San Silvestro. Nella cittadina arriverà un gruppo di quaranta anziani direttamente da Carrara, per festeggiare l’ultimo dell’anno al circolo Arci “La Rampa”. L’iniziativa è il frutto di un gemellaggio, che nei mesi scorsi l’associazione ha stipulato con la Bocciofila pensionati Marina di Carrara, all’interno del progetto di Arci Toscana “Anziani in rete”.
Ogni 25 dicembre l’amministrazione di Barberino mette a tavola un centinaio di persone: un’iniziativa che va avanti da 30 anni e che non serve solo a scambiarsi gli auguri I quaranta ospiti arriveranno in pullman il 31 dicembre per poi ripartire il giorno dopo. In tutto saranno circa 60 le persone che brinderanno all’arrivo dell’anno nuovo nella sala principale del circolo in piazza
Matteotti, dove i volontari prepareranno il cenone, per poi concludere la serata con il ballo liscio. Il gemellaggio tra gli anziani di Tavarnelle e Carrara è iniziato lo scorso 11 settembre, quando si è svolto il primo incontro: il gruppo del circolo “La Rampa” ha visitato la città apuana e le sue famose cave di marmo. Lo scambio culturale è proseguito due settimane dopo, il 26 settembre: i pensionati della bocciofila sono stati accompagnati per le vie di Tavarnelle e San Donato in Poggio da una guida d’eccezione, il vicesindaco David Baroncelli. E se l’ultimo dell’anno sarà festeggiato a Tavarnelle, per la prossima estate c’è già in cantiere una gita degli anziani de “La Rampa” sulle spiagge di Marina di Carrara. Insomma, uno scambio in stile Erasmus... /G.C.
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Dicembre 2010
il giornale nel tuo comune
politica. Intanto Matteo Ceccatelli (Rifondazione) è stato nominato assessore al turismo
Tutto il consiglio minuto per minuto Dal 2011 sarà possibile riascoltare le sedute dell’assemblea di Barberino: su internet le registrazioni audio dei dibattiti Gianni Carpini
Dalla fattoria al supermercato
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A
rrivano novità dalla sala del consiglio comunale di Barberino. Dal prossimo anno le sedute saranno registrate integralmente per garantire una maggiore trasparenza nei confronti di tutti quei cittadini che non possono assistere direttamente al dibattito. Da anni il gruppo di opposizione Obiettivo Comune chiedeva un intervento in questo senso e lo scorso 26 ottobre il sindaco ha dato il suo via libera: tra le voci del bilancio 2011 comparirà la realizzazione dell’impianto di registrazione audio. Tempo qualche mese e sarà quindi possibile riascoltare su internet le discussioni avvenute in aula, mentre fino ad oggi i cittadini dovevano recarsi negli uffici comunali per consultare il verbale redatto durante le riunioni del Consiglio. “Siamo soddisfatti perché da tempo chiedevamo che le sedute fossero registrate e trasmesse tramite internet – commenta il capogruppo di Obiettivo Comune, Michele Bazzani –. Purtroppo da diversi anni ci sembra che i verbali non venissero redatti in maniera fedele rispetto alla discussione in aula. Inoltre, questa decisione porta un nuovo clima positivo tra maggioranza e opposizione”. Il costo del progetto si aggira sui 10mila euro, fanno sapere dagli uffici comunali. “Dopo 5 anni abbiamo trovato le risorse – spiega il primo cittadino Maurizio Semplici – non si tratta però di una priorità, soprattutto in un momento come questo di crisi economica e di tagli agli enti locali. L’installazione dell’impianto è stata comunque messa in conto per il 2011”. Dalla discussione in consi-
cibo. È stato aperto “L’angolo della filiera corta”
Obiettivo Comune: “Sono anni che lo chiedevamo” glio comunale è emersa la necessità di rendere disponibili le registrazioni via internet, seguendo l’esempio di grandi Comuni, come quello di Firenze, che da tempo ha ritagliato sul proprio sito web uno spazio dedicato alla diretta delle sedute. Intanto ci sono novità anche sul fronte della giunta comunale. Dopo mesi di lavoro, il sindaco ha nominato il quinto – attesissimo – assessore. A Matteo Ceccatelli, 30 anni, alla sua
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prima esperienza in questo ruolo, sono state affidate le deleghe a turismo, cooperazione internazionale, innovazione tecnologica, decentramento e partecipazione democratica. Il nuovo assessore proviene dalle fila di Rifondazione Comunista e in passato è stato consigliere comunale a Tavarnelle. La nomina è frutto dell’accordo siglato con il Prc in occasione delle scorse elezioni amministrative. “Sono contento di poter lavorare in una squadra già affiatata e positiva – ha commentato il neo assessore – e l’ingresso nella giunta di Barberino da parte di Rifondazione Comunista rappresenta il riconoscimento di un lavoro svolto all’interno dell’alleanza insieme a tutte le altri parti politiche”.
all’agricoltore direttamente allo scaffale del supermarket vicino casa, risparmiando denaro e rispettando l’ambiente. E’ l’idea da cui nasce il progetto “L’angolo della filiera corta”, promosso dal Comune di Barberino Val d’Elsa, che a partire da questo mese di dicembre darà la possibilità ai consumatori di acquistare prodotti tipici a chilometri zero, provenienti da circa 20 aziende del territorio, all’interno del supermercato Pam in località Ponte Spada. Nel punto vendita sarà allestita una zona tutta dedicata alla filiera corta. Sugli scaffali arriveranno le produzioni tipiche del territorio: formaggio, insaccati, miele, ma soprattutto olio e vino. E ci sarà anche la possibilità di conoscere da vicino le fattorie, i frantoi e le aziende vinicole. Nei giorni di maggiore affluenza sarà allestito uno stand con degustazioni e distribuzione di materiale informativo. Chi volesse approfondire la conoscenza delle fattorie potrà inoltre consultare un totem, presente sempre all’interno del corner dedicato alla filiera corta, mentre su due maxischermi scorreranno le news sul territorio di Barberino. “E’ il primo esperimento di filiera corta che applichiamo in una grande distruzione organizzata – commenta l’assessore comunale al commercio e alle attività produttive, Silvano Bandinelli – in un momento economico difficile, questa iniziativa dà la possibilità alle aziende agricole di trovare il proprio mercato. Nell’ultimo anno si è registrato un crollo esponenziale delle vendite in fattoria. E’ quindi importante riuscire a intercettare quel 70% dei consumatori che fa spese nella grande distribuzione”. Accorciare la filiera porta benefici anche a livel-
La
filiera corta parte da qui
lo ambientale: comprare prodotti a chilometri zero significa abbattere drasticamente le emissioni di anidride carbonica, causate dal trasporto su lunghe distanze della merce. A questo si accompagnano i vantaggi economici. Secondo la Coldiretti è proprio lungo la filiera che si verificano i principali processi speculativi, per cui il prezzo basso pagato all’origine si moltiplica, alcune volte per 5, prima di arrivare sullo scaffale del supermercato. Dal campo alla tavola, insomma, i prezzi si gonfiano e non poco. La Confederazione dei coltivatori diretti ha fatto
I prodotti arrivano da 20 agricoltori del territorio e finiscono alla Pam due conti in tasca ai consumatori: per ogni euro speso nell’acquisto di generi alimentari, 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all’industria di trasformazione e /G.C. solo 17 al produttore.
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BARBERINO • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
ECONOMIA. L’impresa di camper stabilizza 16 operai e prolunga l’orario lavorativo
Le bollette? Ci pensa la tua azienda La Laika Caravans inventa un nuovo servizio per i dipendenti: i lavoratori consegnano i conti di casa e la ditta pensa a pagarli, detraendoli dagli stipendi Gianni Carpini
I
l settore della camperistica si rimette in moto, crescono gli ordinativi e Laika Caravans di Tavarnelle Val di Pesa assume 16 nuovi operai. Oltre a prolungare l’orario di lavoro dei dipendenti. Se da una parte aumentano le ore passate sulle linee produttive ogni giorno (da otto a nove), i lavoratori hanno meno tempo per sbrigare le faccende di casa. E allora basta con le code alla posta, adesso le bollette si pagano in azienda. La singolare iniziativa lanciata in via sperimentale da Laika, leader in Europa per la produzione di autocaravan, si unisce a una notizia ben più importante, soprattutto in periodi neri per l’economia mondiale: il settore del camper vive in questi mesi una leggera ripresa. L’uscita dalla crisi è ancora lontana – puntualizzano dall’azienda – ma arrivano buoni segnali, soprattutto sul fronte export. La quota di esportazioni è passata dal 50% dell’anno scorso al 70%. Ad alimentare
questo trend positivo sono principalmente i nuovi mercati: sono 19 i concessionari aperti negli ultimi 12 mesi in giro per il vecchio continente, a partire dai paesi scandinavi (Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca), fino all’Europa dell’Est (Repubblica Ceca, Lituania e Bosnia). La lista degli ordinativi si allunga e la società accresce il suo numero di dipendenti. Da novembre sono arrivati sulle linee produttive 16 operai in più. Si tratta di stabilizzazioni: alcuni lavoratori sono passati da un contratto a termine a un’assunzione a tempo indeterminato, altri erano interinali, mentre adesso sono a tempo determinato. Laika Caravans è una delle realtà industriali più importanti del Chianti, inserita all’interno di un vero e proprio distretto camperistico, che si trova tra la provincia di Firenze e il senese. Lo stabilimento di Tavarnelle occupa 210 persone, ma la cifra raddoppia, se si aggiunge chi lavora nell’indotto. Intanto, a seguito di un
L’ingresso
dello stabilimento della
Laika
accordo siglato con le rappresentanze sindacali, l’orario di lavoro per tutti gli addetti alla produzione di Laika Caravans è stato prolungato da 8 a 9 ore giornaliere. Così si sta più in azienda e meno in casa: come fare, quindi, a gestire le incombenze di tutti i giorni, tra cui
le tanto odiate bollette? Ci pensano gli uffici amministrativi della società, a cui i dipendenti possono affidare i conti di acqua, gas, luce e telefono. Niente più code alle poste: del pagamento si occuperà Laika e gli importi saranno detratti direttamente dalla busta paga.
tecnologia. Stampanti tridimensionali e fibra di carbonio: le società (e le economie) del futuro abitano qui
Il Chianti che investe e innova. Malgrado la burocrazia C
hianti terra di vino e olio, ma anche di innovazione. In una delle zone più conosciute al mondo per le produzioni enogastronomiche, crescono tecnologie all’avanguardia. Qui si produce il “materiale del futuro”, la fibra di carbonio, e vengono creati prototipi tridimensionali grazie a complesse stampanti 3D. Alcune di queste eccellenze del territorio hanno partecipato recentemente a “Chianti Idee”, iniziativa organizzata dal Comune di Tavarnelle per promuovere le realtà imprenditoriali innovative. Nella zona esiste un piccolo indotto, composto da ditte che sviluppano prodotti in fibra di carbonio, un materiale leggero ma allo stesso tempo molto robusto e resistente. Inizialmente era usato per i componenti dei veicoli spaziali o degli aerei ad alta tecnologia, oggi sono molti gli ambiti di applicazione. La “ZMM Compositi” di Sambuca
Val di Pesa esiste da quattro anni e con i suoi 15 dipendenti produce oggetti in fibra di carbonio: si va dalle comuni penne, alla componentistica per auto, moto e biciclette, fino ai gioielli. Tra i suoi clienti figurano grandi nomi, come Ducati o importanti marchi di biciclette. Da Tavarnelle vengono prodotti fianchetti, carenature e parafanghi per la casa motociclistica di Borgo Panigale, oltre ai telai in carbonio destinati alle bici di alta gamma firmate dal Re Leone, Mario Cipollini, e dal campione belga di ciclismo Eddy Merckx. La crisi però non risparmia chi investe in materiali innovativi. “Il 2009 è stato l’anno peggiore per gli ordinativi – racconta Franco Magnani, uno dei titolari della società – quest’anno si intravedono flebili segnali di ripresa. Le aziende hanno meno risorse e di conseguenza gli investimenti hanno subito un rallentamento”.
Altre eccellenze del territorio si trovano sempre nella zona industriale di Sambuca. Cad Manager e Prora realizzano prototipi tridimensionali: le aziende vi si affidano per creare un oggetto, molto simile a quello che uscirà dalla produzione in serie, per farvi dei test o per presentare il modello a clienti e finanziatori. Il procedimento si basa su alcune stampanti 3D, che tramite un progetto tridimensionale (per esempio di un edificio in scala, di una maniglia o di un bicchiere) fondono un particolare materiale plastico, generando un oggetto fisico. Ma qual è il principale problema per un’azienda che investe in innovazione? “L’eccessiva burocrazia – spiega Giambattista Semplici, a capo delle due società che impiegano in tutto 8 persone – anche perché perdiamo il 30% del nostro tempo in /G.C. pratiche burocratiche”.
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il giornale nel tuo comune
mondo scuola/1. Un programma finanziato dalla Asl e rivolto ai bimbi di età tra uno e 6 anni
A tavola senza glutine (e ben informati) Così si chiama il progetto partito nelle mense di San Casciano: l’obiettivo è offrire pasti sicuri ai bambini affetti da celiachia e fare un’opera di sensibilizzazione sulla malattia. L’assessore: “Ne soffrono in una decina, molti più che in passato”
Ilaria Biancalani
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i chiama “A tavola senza glutine”. E’ il progetto con cui San Casciano e gli oltre 1300 bambini che pranzano nelle mense scolastiche toccano con mano un problema che sembra essere sempre più vivo tra la gente: la celiachia. Con questa iniziativa, sapori e gusti uguali per tutti nei refettori consentono un’integrazione alimentare che può diventare una lezione di vita da mettere in pratica
focus Prima edizione
Sport, la festa è anche solidale
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l grande successo della prima edizione della “Festa del gioco e dello sport” è decretato anche dall’importante cifra raccolta: 10.400 euro, che saranno destinati alle associazioni che sul territorio si occupano di attività a carattere sociale. All’iniziativa, promossa dai comuni di Barberino, San Casciano e Tavarnelle, a seguito di un’idea lanciata dal Lions Club in collaborazione con le associazioni del territorio, hanno partecipato centinaia di giovani. Centinaia di cittadini uniti nel nome dello sport. Nei campi sportivi, nei parchi e nelle scuole dei tre territori ragazzi abili e diversamente abili, studenti e adulti, appassionati di sport, si sono sfidati nelle discipline più disparate. L’iniziativa ha centrato l’obiettivo sia sul piano dell’integrazione, valore che ha caratterizzato la tre giorni dedicata al mondo delle disabilità, sia su quello umanitario e legato alla raccolta fondi. Una menzione speciale la meritano sicuramente tutte le associazioni che hanno preso parte: Unione Polisportiva Tavarnelle, Pallamano Tavarnelle, Pallavolo Tavarnelle, Asd Calcio San Donato-Tavarnelle, Muay Thai Chianti, Azzurra Volley, Sancascianese Calcio, Sancascianese Ciclismo, Podistica Valdipesa, Asd Il Gabbiano, Asd Basket San Casciano, Ass. dilettantistica C.I. Casanova, Karate Ken Shin Khan, Uisp judo, Gruppo Pentagramma, Wheelchairsport Firenze, Cooperativa Valle del Sole, Casa famiglia Meijer, Misericordia di Barberino, Tavarnelle e San Casciano, Associazione Per crescere Insieme Il Borgo di Elisa, Ass. Genitori Ragazzi Disabili Onlus Certaldo, Associazione Senza Barriere Onlus Castelfiorentino, Gruppo Incontriamoci Tavarnelle, Associazione Sipario, CUI – I ragazzi del sole onlus, Ass. Auser di Barberino-Tavarnelle e San Casciano , Gruppo sportivo Unità /I.B. spinale Onlus Firenze.
anche al di fuori dell’orario scolastico. “A scuola senza glutine” è un vero e proprio programma che comprende incontri di sensibilizzazione e informazione, rivolti agli insegnanti e alle famiglie, ed un ciclo di giornate in cui tutti i bambini mangeranno gli stessi alimenti. Il progetto, promosso dall’assessorato alla Pubblica istruzione, è stato realizzato grazie al finanziamento ottenuto dal Comune attraverso la partecipazione al bando emesso dalle Asl 3 e 10 per l’assegnazione di contributi ai soggetti erogatori di pasti senza glutine. Il valore e l’obiettivo del progetto è duplice e coinvolge i bambini di tutte le scuole di età compresa tra 1 e 6 anni. Ad illustrarlo l’assessore alla Pubblica istruzione, Chiara Molducci. “L’iniziativa – spiega – mira da un lato a garantire ai bambini che soffrono di questa patologia un pasto sicuro dal punto di vista igienico, adeguato dal punto di vista della quantità e della qualità, variegato come quello degli altri bambini. Dall’altro è orientata a divulgare informazioni corrette ai cittadini e agli oltre 1300 bambini iscritti alle scuole primarie, alle scuole per l’infanzia e agli asili nidi del territorio comunale”. La fase informativo-educativa, che è iniziata a novembre e si concluderà questo mese, prevede una serie di incontri in cui un pediatra, un dietista, uno psicologo, inquadrano sul piano medico, nutrizionale e psicologico il problema della celiachia. In questa fase, fondamentale si rivela il coinvolgimento degli insegnanti che possono sensibilizzare la scuola alla proposta di interventi educativi in merito alla patologia. Ai bambini, dal canto loro, è stata invece offerta la possibilità di comprendere nel concreto gli aspetti alimentari e le problematiche legate alla gestione giornaliera della celiachia, mangiando – durante tre giornate suddivise fra asili nido, scuole dell’infanzia e scuole primarie – gli alimenti che per natura sono privi di glutine e quelli cui il glutine è stato tolto. Insomma quegli stessi cibi che normalmente mangiano i loro compagni celiaci. “I bambini celiaci presenti nelle scuole sancascianesi – conclude Molducci – sono circa una decina, un numero che è cresciuto nel corso degli anni sul nostro territorio. Per questa ragione riteniamo utile questo percorso che, con l’ausilio di esperti e professionisti, può educare adeguatamente grandi e piccini”.
Previsti incontri con dietisti e psicologi. La prima fase si sta per concludere
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BARBERINO • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
mondo scuola/2. Sarà poi istituita una commissione che potrà avanzare suggerimenti
...e arriva anche il genitore-assaggiatore Mamme e papà potranno verificare di persona la qualità del servizio di refezione e degli alimenti serviti agli alunni, andando in qualsiasi istituto. Al termine del sopralluogo dovranno compilare una dettagliata scheda di valutazione
Ilaria Biancalani
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osa mangeranno i nostri figli a mensa? Da oggi è possibile saperlo, grazie all’istituzione della figura del genitore-assaggiatore. Nell’intento di coinvolgere attivamente le famiglie nel servizio di refezione scolastica, il Comune ha autorizzato un papà o una mamma a verificare di persona la qualità del servizio e degli alimenti offerti nelle mense scolastiche. Il progetto prevede che il genitore, al momento del pasto, possa recarsi in un qualsiasi plesso scolastico dove si svolge il servizio, possa muoversi liberamente tra i refettori e assaggiare il cibo che viene distribuito ai bambini. Una volta effettuato il sopralluogo, al genitore viene consegnata una scheda di valutazione nella quale riportare rilevazioni e suggerimenti relativi alle pietanze, alla situazione del refettorio ed alle modalità di svolgimento del servizio. La valutazione delle schede compilate rappresenta il primo passo verso il miglioramento del servizio. “Il momento del pranzo e della mensa – spiegano dall’assessorato alla Pubblica istruzione – è uno dei modi con cui l’amministrazione “pensa” ai bambini della scuola. E’ un momento importante, educativo e di socialità e condivisione, ma soprattutto è un modo di prendersi cura di loro, che va al di là della semplice erogazione del pasto”. “Per il Comune pensare alla crescita del bambino – proseguono – significa anche fornire un servizio mensa in cui l’alimentazione è curata e pensata nella qualità dell’approvvigionamento, nella preparazione con le cuoche presenti all’interno della scuola e nel momento della refezione stessa, seguito da personale qualificato”. La parte conclusiva del progetto è il vaglio delle schede di valutazione ad opera di un’apposita commissione, composta dai rappresentanti dei genitori e degli insegnanti, da un dipendente dell’ufficio scuola e dalla dietista incaricata dall’amministrazione comunale. Il compito della commissione, che si riunisce tre-quattro volte l’anno, è quello di verificare l’andamento del servizio, rilevare e affrontare problematiche, proporre soluzioni per migliorarne la qualità. Per informazioni chiamare lo 055.8256268 o 269 o 270.
zoom Centocinquanta metri quadri in più
“Il Melograno” cresce
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on un intervento di ristrutturazione promosso e finanziato dalla Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni, l’impianto sportivo “Il Melograno” di San Casciano, che include la piscina o lo spazio fitness, è stato ampliato di 150 metri quadrati. In questo modo la palestra, posta al primo piano dello stabile, si presenta rinnovata e consente adesso di svolgere un’ampia gamma di attività motorie, grazie a nuovi spazi che hanno consentito l’installazione di altri macchinari. L’opera è stata realizzata recuperando e coprendo lo spazio della terrazza attigua. Alla presentazione pubblica dell’intervento c’erano, oltre al sindaco Massimiliano Pescini, gli assessori allo sport e all’ambiente Renzo Masi e Carlo Savi, il presidente del comitato provinciale Coni Eugenio Giani, il presidente della Fondazione della Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni Paolo Bandinelli, il presidente della Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni Claudio Corsi, e il presidente dell’associazione che gestisce l’impianto, l’Asd Aquatica, Franco Bonciani. “Uno spazio rinnovato che ha un’alta rilevanza sociale, oltre che sportiva – dice il
sindaco Massimiliano Pescini –. Mi preme infatti evidenziare l’importanza che l’impianto ha come punto di riferimento per il territorio chiantigiano al quale si rivolgono centinaia di cittadini di tutte le età. Una realtà dotata di personale qualificato e un alto numero di attrezzature necessarie allo svolgimento di un’ampia gamma di attività motorie fuori e dentro l’acqua”. L’opera finanziata dalla Banca del Chianti fiorentino e di Monteriggioni, che è anche proprietaria della struttura, ha richiesto un investimento pari a /I.B. circa 600 mila euro.
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Barberino cultura le attività di “casa merini” Inaugurata lo scorso 20 novembre, entra nel pieno delle attività la Casa della Cultura di Baberino Val d’Elsa, che è stata intitolata alla poetessa Ada Merini. Sono circa 10mila i libri che i cittadini possono prendere in prestito, oltre a cd e dvd. E’ possibile richiedere libri in prestito interbibliotecario, direttamente dalle altre strutture che fanno parte del sistema documentario integrato dell’area fiorentina. A disposizione degli utenti c’è anche una sala multimediale con tre postazioni pc collegate a internet. La biblioteca è aperta lunedì, mercoledì e giovedì dalle ore 15.30 alle 19.30; il martedì, venerdì e sabato al mattino, dalle 9 alle 13. Tra le iniziative, martedì 14 dicembre alle 21.30, la presentazione de “La Memoria dei Pesci”, il nuovo libro del sociologo e giornalista Pippo Russo. musica un barberinese sul podio C’è un barberinese doc fra i primi tre vincitori del prestigioso “Concorso nazionale di borse di studio dell’Umanitaria di Milano”. Si tratta del sassofonista Riccardo Guazzini che potrà così partecipare il prossimo anno alla seconda edizione europea che si svolgerà nel capoluogo lombardo. Il musicista, 30 anni, ha iniziato a suonare nell’orchestra di Marcialla e attualmente è direttore della “Filarmonica Vincenzo Bellini” di Colle Val d’Elsa. In tutto erano 93 i musicisti che hanno partecipato al bando. Riccardo Guazzini ha ricevuto i complimenti dell’amministrazione comunale di Barberino Val d’Elsa. Scuola l’olio raccontato con le foto Le fasi produttive dell’olio - dalla raccolta nei campi, fino al frantoio - raccontate attraverso gli scatti dei piccoli fotografi delle scuole elementari barberinesi. Si tratta di una delle iniziative del progetto “Olio della mia terra”. Dopo le visite guidate svolte nei mesi scorsi all’interno di fattorie e frantoi, le migliori immagini sono esposte da mercoledì 8 a giovedì 23 dicembre alla Casa della Cultura Ada Merini. Sono circa 60 gli scatti in mostra. L’iniziativa rientra negli eventi di “Olio Sapiens”, la rassegna interamente dedicata all’oro giallo in corso tra Barberino e Tavarnelle.
Dicembre 2010
San Casciano
impianti fotovoltaici “Diamo Gas all’energia” è il progetto promosso dalle amministrazioni comunali di Barberino Val d’Elsa, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle
Tavarnelle
servizi un pool di avvocati a disposizione di tutti Diventa concreta l’idea elaborata dal sindaco Massimiliano Pescini di mettere a disposizione dei cittadini un pool di avvocati. Effettuata la selezione pubblica per l’affidamento dell’incarico, il progetto che mira ad erogare alla popolazione un servizio di consulenza legale gratuita diventa a tutti gli effetti un servizio promosso dal Comune, in accordo e con la supervisione del bando effettuato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di di Firenze. Il servizio di consulenza, attivo fino alle fine del 2011, sarà disponibile il giovedì nella sala riunioni di via del Cassero 21 nella fascia oraria 14.30-18.30. I cittadini saranno ricevuti esclusivamente dopo aver preso appuntamento e potranno richiedere pareri verbali su quattro diverse materie: diritto civile, diritto penale, diritto amministrativo, diritto del lavoro. Per avere informazioni ed effettuare le prenotazioni: Urp 055.8256224, numero verde 800771999, email: info@ comune.san-casciano-val-di-pesa.fi.it. BENESSERE una “luna nuova” per le neo-mamme Per la seconda edizione prende il via “Luna nuova”. Un ciclo di otto incontri, ideato e organizzato dall’assessorato alla Pubblica Istruzione, che si terrà gratuitamente tra novembre e maggio a San Casciano, nei locali del Centro sociale di Cerbaia e in alcune aree della campagna circostante. Prevenire le classiche depressioni post-partum, orientare e supportare le donne travolte dal vortice della maternità, aiutarle ad affrontare difficoltà, sciogliere dubbi e incertezze legate all’esperienza della gestione del bimbo soprattutto nei primi mesi di vita sono alcuni degli obiettivi dell’iniziativa. Una delle tecniche che la conduttrice degli incontri (la psicopedagogista Marzia Gentilini)utilizzerà nell’intento di restituire benessere psicofisico alle partecipanti, è l’abbraccio agli alberi. Questo perché, secondo una tradizione orientale, abbracciare gli alberi fa bene allo spirito e all’istinto materno. Per maggiori informazioni telefonare allo 055.8256269 o inviare una email a p.bordone@comune.sancasciano-val-di-pesa.fi.it. etica e cultura un ciclo di incontri sul testamento biologico Testamento biologico: il rispetto di una volontà, il valore di una scelta, la tutela del diritto all’autodeterminazione. Fare cultura attraverso l’incontro, il confronto, la discussione, aperta e tesa alla partecipazione attiva del territorio, su un argomento serio, complesso, attuale. E’ l’esperimento culturale messo in piedi dal Comune di San Casciano, che si è proposto di coinvolgere la comunità chiantigiana stimolandola a capire, conoscere, riflettere i vari aspetti che ruotano intorno al tema del testamento biologico. Grazie alla collaborazione del docente universitario Maria Grazia Sandrini, il Comune di San Casciano ha organizzato nella saletta della biblioteca comunale un primo ciclo di incontri, parte di un progetto più ampio che proseguirà con la realizzazione di iniziative incentrate sul tema della laicità. Le iniziative, che hanno registrato una massiccia partecipazione da parte del pubblico, sono state condotte dagli esperti Alfredo Zuppiroli (direttore del Dipartimento cardiologico, Azienda Sanitaria di Firenze), Lorenzo Boncinelli (geriatra), Andrea Saccardi (medico palliativista F.I.L.E./ASL10) e Luigi Aricò (notaio).
Val di Pesa in collaborazione con Confindustria Firenze, Cna e Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni. La proposta, indirizzata ai cittadini residenti, è quella di formare un GAS (gruppo di acquisto solidale) per gli impianti fotovoltaici. Per aderire occorre rivolgersi ad uno degli Urp dei tre Comuni: Barberino 055.80521-207; San Casciano 055.8256224; Tavarnelle 055.8050824. san casciano
il giornale nel tuo comune
restaurato il tabernacolo Concluso l’intervento di restauro effettuato per il tabernacolo della Madonna del Latte. Un dono che Maura Masini, restauratrice di professione e presidente dell’associazione A.B.C. Bambini cri du chat, con il supporto della collega
Emanuela Peiretti, ha offerto alla popolazione in segno di gratitudine per il sostegno ricevuto in questi anni dal volontariato locale. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione Amici dei Musei Marcello “Marcello Possenti” di Impruneta e San Casciano, il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, la supervisione della Soprintendenza per i Beni architettonici e Patrimonio storico artistico delle Province di Firenze, Prato e Pistoia e la collaborazione del Comune. Barberino interventi sulle strade Il Comune di Barberino Val d’Elsa ha stanziato circa 70mila euro per
misericordia “nuovi giorni” per i disabili C’è anche la Misericordia di Tavarnelle Val di Pesa e Barberino Val d’Elsa tra le associazioni che hanno aderito a “Nuovi giorni”, la Fondazione di partecipazione per aiutare le persone con disabilità, nata grazie a un accordo tra la Società della Salute Sud Est di Firenze e i 15 Comuni della zona. L’obiettivo è quello di creare una rete di strutture in grado di dare risposte concrete in favore dei diversamente abili. Alla Fondazione possono partecipare enti pubblici, enti ecclesiastici, istituti di credito, fondazioni, imprese e famiglie. Per informazioni e adesioni: www.sds-sudest. fi.it; email sds.sudest@asf.toscana.it; telefono 0552496267-250. stazione ecologica “recupera” cambia orario La stazione ecologica “Recupera” del Pontenuovo ha un nuovo orario: la struttura, gestita da Safi, è aperta il lunedì e il venerdì dalle ore 14.30 alle 18.30, il mercoledì dalle 8.30 alle 12.30. I cittadini possono portare alla stazione ecologica tutti quei rifiuti che per dimensione e tipologia non possono essere gettati nei tradizionali cassonetti stradali: pneumatici usati, elettrodomestici , vecchi mobili, farmaci scaduti, olii fritti, olii per motori, contenitori di materiali tossici. Il servizio è gratuito per tutti i rifiuti urbani provenienti da superfici soggette a tassazione. Per informazioni telefonare allo 055.8070351, email ecostazione.pontenuovo@safi-spa.it. SAPORI TIPICI LE “MERENDE DI PRIMAVERA” In vista delle prossime feste natalizie, la Scuola di Musica di Tavarnelle e Barberino propone tante iniziative. Due le principali. Mercoledì 8 dicembre al circolo MCL, in via Roma 121, un doppio concerto: a un soprano, che eseguirà arie operistiche e della tradizione napoletana, si alterneranno musiche del ‘900 con l’ensemble “I Sincopati”. L’appuntamento è per le 17.30 circa. Domenica 12 dicembre, in occasione dell’apertura straordinaria dei negozi del centro, gli allievi della scuola eseguiranno musiche di Schumann, in occasione del 200esimo anniversario dalla nascita del compositore, oltre a miniconcerti nelle vie principali.
la messa in sicurezza delle strade del territorio. Gli interventi, alcuni già partiti nelle scorse settimane, riguardano l’intero territorio comunale. In particolare sono in programma lavori di riasfaltatura, di sistemazione delle massicciate e pulitura dei pozzetti fognari. Tra le aree interessate la strada di Poneta. collegamento pedonale E’ stato approvato il progetto per il collegamento pedonale lungo la strada regionale 429 in località Zambra. Il piano di lavori prevede la costruzione di un marciapiede per la sicurezza dei pedoni. Intanto, sempre lungo la strada regionale 429, è stato riattivato l’autovelox, danneggiato da un incendio doloso alla fine di ottobre.
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ieri, oggi...
Dicembre 2010
aDDio 2010. Viaggio a ritroso tra i fatti e gli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi 12 mesi
Dal tram a prandelli, un anno di partenze a febbraio il battesimo del Sirio, a maggio l’ultima del tecnico di orzinuovi sulla panchina viola. e ancora: ad agosto l’abbattimento della pensilina della Stazione, a novembre la rivoluzione della sosta. ecco il bilancio di questi 365 giorni Ivo Gagliardi
L’
anno del tram? Macché, quello dell’addio di Prandelli. Anzi no, l’anno in cui è sparita la pensilina di Toraldo di Francia da piazza Stazione. O ancora quello della rivoluzione della sosta, del piano strutturale a “volumi zero” o di Firenze “capitale” dello sport. Provate a chiedere ai fiorentini il motivo per cui ricorderanno questo 2010 ormai a fine corsa, e otterrete un mix di risposte diverse. Molto diverse. Perché sono stati tanti, e differenti tra loro, i fatti, gli eventi e le novità che il 2010 ha portato in dono a Firenze e ai suoi abitanti. Procedendo in ordine cronologico, il primo (e attesissimo) momento saliente è arrivato sulle rotaie. Era il 14 febbraio, un San Valentino molto particolare per la città: la prima corsa della prima linea del tram. Dopo anni di cantieri e polemiche, attese e discussioni, i fiorentini sono potuti finalmente salire sul Sirio, dando ufficialmente il via all’era tramvia. Un mese e mezzo dopo è iniziata un’altra era, quella di Enrico Rossi alla guida della Regione. Dopo 10 anni targati Claudio Martini, il 28 e 29 marzo l’ex assessore toscano alla sanità è stato eletto governatore, incarico che ricoprirà fino
al 2015. Per due ere che iniziano una che finisce. Era il 16 maggio quando Cesare Prandelli sedeva per l’ultima volta sulla panchina della Fiorentina. Trentottesima giornata di campionato, Bari, viola sconfitti 2-0 e fuori dall’Europa (ma questo già si sapeva): quello che nessuno ancora sapeva, nonostante le voci e le polemiche di un’annata difficile, era che dopo cinque anni il tecnico di Orzinuovi avrebbe lasciato le rive dell’Arno (pur rimanendoci a vivere) per diventare ct della Nazionale. Veste in cui è tornato a sedere sulla panchina del Franchi (7 settembre, Italia-Isole Far Oer 5-0), ma ormai non più da allenatore dei viola. Restando in ambito sportivo, le novità non sono certo mancate per Firenze nel 2010. La più gradita è arrivata a fine settembre direttamente dall’altra parte del mon-
A ottobre è iniziato l’iter del nuovo piano strutturale, che sarà a “volumi zero”
do: è stato a Melbourne che la città del giglio è stata scelta (insieme a Lucca, Montecatini Terme e Pistoia) come sede dei Mondiali di ciclismo del 2013. Un evento prestigioso, che trasformerà Firenze nella “capitale” dello sport mondiale, ma non l’unico che ha visto la città protagonista: a ottobre il capoluogo toscano ha ospitato alcune partite dei Mondiali di volley, a novembre sull’erba del Franchi è scesa per la prima volta la Nazionale italiana di rugby, contro l’Australia. Ha qualcosa a che fare con lo sport anche un’altra delle grandi novità di quest’anno che sta per finire: l’abbattimento della pensilina di Toraldo di Francia in piazza Stazione. La costruzione – per la verità mai troppo amata dai fiorentini – aveva visto la luce grazie ai fondi di Italia ‘90: venti anni dopo, ad agosto 2010, è stata demolita. E ancora: a ottobre è iniziato l’iter del nuovo piano strutturale a “volumi zero”, mentre novembre è stato il mese della rivoluzione della sosta, con la riduzione del numero delle Zcs da 14 a 5, ma non solo. Finito qui? Macché. Perché se il 2010 è ormai ai titoli di coda, dietro l’angolo c’è già il 2011, col suo bel carico di lavori e novità. Leggere la pagina qui a fianco per credere.
foCuS Lo storico mercato prova a stare aperto tutto il giorno, mentre la Firenze by night ritrova un luogo simbolo
Spesa pomeridiana a Sant’Ambrogio. E l’anfiteatro è tornato a vivere
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on solo tram, non solo parcheggi. Sono stati molti altri – tra quelli che hanno avuto più visibilità e quelli passati sotto silenzio o quasi – i cambiamenti piccoli e grandi vissuti da Firenze in questo 2010. A cominciare da quello che ha interessato Sant’Ambrogio: dalla fine di ottobre (e in via sperimentale fino al prossimo giugno) lo storico mercato di piazza Ghiberti è aperto anche il pomeriggio due volte la settimana, il mercoledì e il venerdì. Ma non solo: da metà novembre anche i banchi esterni, quelli di ortofrutta e generi vari, possono stare aperti fino alle 18, in questo caso tutti i giorni della settimana. Poi c’è
il capitolo Ztl. A novembre, insieme alla rivoluzione delle Zcs, è arrivata anche quella della zona a traffico limitato: i settori sono passati da 5 a 2 (A e B) e, rispetto alla precedente, la nuova Ztl è stata ampliata per comprendere tutta l’area della stazione di Santa Maria Novella e via Tripoli. Il settore A è rimasto sostanzialmente invariato (con l’inglobamento della zona del mercato centrale di San Lorenzo fino a piazza dell’Unità e della piazza di Santa Maria Novella), mentre il B ha riunificato i vecchi settori B, C, D ed E. Nessun cambiamento, invece, per quanto riguarda gli orari di validità: dal lunedì al venerdì dalle 7.30
PRONTI PER UN PO’ DI SPIRITO NATALIZIO!!! CAPODANNO A PORTOROSE
dal 30/12/2010 al 02/01/2011
Quota di partecipazione
Euro 510,00
per persona
La quota include: hotel 3 stelle superior, mezza pensione, viaggio in pullman GT, accompagnatrice, visita guidata a Pirano, Cenone di fine anno.
SALISBURGO KUFSTEIN INNSBRUCK
10/12 dicembre 2010 Quota di partecipazione
Euro 340,00 La quota comprende: partenza in pullman GT da San Casciano V.P. e Firenze, sistemazione in camera doppia con trattamento di mezza pensione bevande incluse, 1 pranzo in ristorante tipico e accompagnatrice.
MERCATINI A MERANO
domenica 05/12/2010 Quota di partecipazione
Euro 75,00 a persona
PRESEPI E MERCATINI
DI NATALE A NAPOLI
dal 17 al 19 dicembre 2010 Quota di partecipazione:
Euro 260,00 a persona.
La quota comprende: viaggio in pullman gran turismo andata e ritorno, hotel 4 stelle, pensione completa il 1 ed il 2 giorno con bevande ai pasti inclusi, guida dove prevista e accompagnatrice per tutto il tour.
Tel. 055 8228127
E-MAIL: GIULIA.ILMONDOINUNASTANZA@GMAIL.COM
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VIA A. MORROCCHESI, 44 S. CASCIANO
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alle 19.30, il sabato dalle 7.30 alle 18. Passando dalla viabilità al tempo libero, a giugno, dopo dieci anni di attesa, è tornato a vivere l’anfiteatro delle Cascine, uno dei luoghi simbolo delle notti fiorentine. La riapertura ha coinciso con il festival di musica elettronica Muv, cui sono seguiti gli spettacoli “low cost” del Maggio Musicale, il festival di danza Alambrado, il festival au Desert dedicato all’Africa e la festa giapponese Natsu Matsuri. Ma è stato solo l’inizio: l’obiettivo è infatti quello di far tornare l’anfiteatro, fin dalla prossima estate, uno spazio permanente /I.G. per gli spettacoli all’aperto.
...e domani
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cosa ci asPetta. Ricominciano i lavori della tramvia. Ma le linee 2 e 3 saranno pronte in mille giorni
Un 2011 all’insegna dei cantieri e dell’arte Due corsie in meno in viale Strozzi, transenne anche a novoli e in viale Belfiore. In compenso a giugno aprirà il Palagiustizia. e i fiorentini potranno rifarsi gli occhi a suon di mostre Francesca Puliti
S
i aprirà a suon di cantieri l’anno che verrà. Dopo le feste natalizie, presumibilmente proprio dal 7 gennaio, avrà inizio una delle opere più imponenti per la città: la realizzazione delle linee 2 e 3 della tramvia. Detto con le parole del sindaco Renzi, “tecnicamente parlando, in alcuni tratti sarà un macello”. Ma il primo cittadino lancia la sfida: i lavori si concluderanno in mille giorni, circa 3 anni. Insomma, a fine 2013 dovremmo essere in grado di saltare sulla T2 e sulla T3, che ci porteranno da Peretola a San Marco e da Santa Maria Novella a Careggi. Confermati i tracciati previsti (non ci sarà il tanto contestato passaggio da piazza Duomo), i tre cantieri “monstre” occuperanno tre punti nevralgici per la circolazione cittadina: tra viale Strozzi (dove si mangeranno un paio di corsie) e viale Milton, viale Guidoni e viale Belfiore. A parziale rassicurazione della cittadinanza affetta da crisi da ingorgo, c’è da dire che i tracciati saranno suddivisi in 22 microlotti, ognuno dei quali sarà “affidato” alle cure di un consigliere comunale, sorta di referente per l’andamento dei lavori al quale anche gli stessi fiorentini potranno chieder conto e spiegazioni. Perché non si dica più che sull’operazione tramvia è saltata la cinghia di trasmissione tra Palazzo Vecchio e città. Entro l’estate 2011, inoltre, dovrebbero
entrare in azione le talpe dell’Alta velocità, anche se tuttora non è dato sapere che fine farà la Stazione Foster e i No Tav continuano a dar battaglia a suon di manifestazioni. A partire da febbraio, invece, il Comune dovrebbe adottare in pianta stabile il nuovo Piano strutturale, faticosamente partorito dopo un percorso durato anni e sconvolto nel giro di 365 giorni di mandato renziano. Dunque, niente nuove costruzioni (il mantra è quello dei volumi zero), sì ai recuperi degli edifici dismessi. Da qui comincia la nuova vita di contenitori rimasti a lungo inutilizzati, come l’ex Meccanotessile o il Panificio militare. Un’altra partita si aprirà invece sul fronte degli immobili abbandonati dalle forze armate, in cui Palazzo Vecchio vedrebbe bene alloggi popolari e servizi pubblici. Per numerosi cantieri che si aprono, uno conoscerà il lieto fine: si tratta del Palagiustizia, la mastodontica struttura realizzata a Novoli e conclusa già da 3 anni. Il Tribunale di Firenze dovrebbe traslocare entro giugno. Infine, in attesa di scoprire gli eventi culturali portanti della nuova stagione, i fiorentini potranno continuare a godersi Caravaggio e i caravaggeschi tra gli Uffizi e Pitti (fino al 9 gennaio) e le belve di Ligabue (fino al 16, sempre a Pitti), mentre a febbraio Leonardo da Vinci farà per la prima volta ingresso a casa Buonarroti.
MoBILItÀ Si accorciano le distanze tra Firenze e Pisa, e si preannunciano rivoluzioni anche sul bus
Una Toscana sempre più ad alta velocità. Non solo sui binari
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ncora più treni superveloci, rivoluzione nella gestione dei trasporti pubblici locali e piede sull’acceleratore per imprimere una svolta alla questione dolente dell’aeroporto. Si preannuncia un anno di grandi cambiamenti in ambito di mobilità a Firenze e dintorni. Mentre sul fronte Castello lo sviluppo dello scalo di Peretola sembra aver ormai preso il sopravvento sulla Cittadella viola, l’Alta velocità si addentra sempre più nella nostra regione. A settembre 2011 sbarcheranno nelle stazioni fiorentine i treni targati Montezemolo-Della Valle, primo esperimento di trasporto privato su rotaia. E che
rotaia. Gli Ntv del gruppo di industriali, infatti, sono destinati a fare concorrenza alla Tav delle Fs, sia in termini di velocità, che di qualità, che – ciò che più interessa all’utenza – di prezzi. Ma non è finita qui. Il presidente della Regione Enrico Rossi ha preannunciato l’avvento di una linea più rapida che colleghi Firenze e Pisa, tragitto percorribile, secondo il governatore, in meno di un’ora. Rendendo così più semplice anche la sinergia tra i due aeroporti toscani. Sempre da Palazzo Panciatichi arriva un’altra importante novità: entro l’anno prossimo le aziende che gestiscono il trasporto pubblico locale dovranno
confluire sotto un unico tetto, con un taglio netto a spese e poltrone. Nel 2012, infatti, la gara di affidamento del servizio sarà tagliata per un solo gestore, incaricato di coordinare autobus e pullman in tutta la regione, contro le 31 aziende che lo fanno oggi. In un futuro non troppo lontano, inoltre, la stessa azienda dovrà prendersi carico anche dei trasporti su ferro. Tutto ciò nel tentativo di rendere più semplici gli spostamenti ai toscani, in particolar modo ai pendolari. Che però continuano ad augurarsi di non rimanere intrappolati in Fi-Pi-Li, tanto per /F.P. cominciare.
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Dicembre 2010
cUriositÀ. Bastano pochi passi nelle vie del centro per trovarsi di fronte a “presenze” misteriose
a spasso tra i segreti di Firenze tra le bizzarrie più conosciute ci sono i due ritratti in piazza Signoria: uno alla destra dell’ingresso di Palazzo vecchio, l’altro sulla nuca del Perseo. a Santa Maria del fiore, invece, si può far la conoscenza della testa di una mucca, che secondo i maliziosi... Gianni Carpini
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irenze cela dei segreti dietro le sue strade e i suoi monumenti: ritratti nascosti, prìncipi indiani e leggende di fantasmi. Il nostro viaggio inizia in piazza della Signoria, luogo che custodisce due ritratti. Per scorgerli basta aguzzare la vista. Il primo, più conosciuto, si trova alla destra del portone d’ingresso di Palazzo Vecchio: si tratta di un profilo sommariamente scolpito su una delle pietre della facciata. L’origine è ancora sconosciuta, ma la tradizione lo attribuisce a Michelangelo che – voltato di spalle - avrebbe tracciato una sorta di “ritratto istantaneo”. La caccia ai segreti fiorentini continua poco lontano, sotto la Loggia dei Lanzi, dove si trova un autoritratto di Benvenuto Cellini, occultato dall’artista all’interno del suo capolavoro, il Perseo. Solo arrivando alle spalle della statua e alzando lo sguardo verso la nuca del personaggio mitologico si svela il mistero. Le stesse vie che ospitano il nostro viaggio hanno qualcosa da raccontare. Sul selciato dietro il Duomo, nei pressi di via dell’Oriuolo, è visibile una lastra rotonda di marmo che indica il punto in cui il 17 febbraio del 1600, a causa di un fulmine, cadde la grossa palla di rame dorato collocata sulla lanterna del cupolone. Grossomodo dall’altra parte di Santa Maria del Fiore, la facciata ospita una scultura insolita per una chiesa: la testa di una mucca. Secondo la versione ufficiale, l’opera onora tutti gli animali che hanno “collaborato” alla costruzione della cattedrale, ma le dicerie popolari sono più piccanti. La testa sarebbe stata collocata da un mastro carpentiere impegnato nei lavori per il Duomo, davanti all’abitazione dell’amante. In questo modo il marito, ogni volta che si fosse affacciato, avrebbe avuto dinnanzi l’animale cornuto. Racconti di fantasmi riguardano invece piazza della Santissima Annunziata e una finestra, sempre aperta. Al secondo piano del palazzo Budini-Gattai, sul lato destro della piazza osservando il cupolone, si notano delle persiane che non vengono mai chiuse. Stando alla leggenda da quella finestra si è affacciata per anni una nobildonna, che ha atteso invano il ritorno dell’amato dai campi di battaglia. Alla morte dell’innamorata, la finestra fu chiusa e - secondo il mito – gli eventi che si verificarono furono così spaventosi da convincere i parenti a lasciare almeno una persiana sempre
E un monumento ricorda il principe indiano Rajaram Chuttraputti
aperta. Meno soprannaturale, ma più terrena, è la storia del Principe indiano Rajaram Chuttraputti, da cui prende il nome la parte finale delle Cascine e il Viadotto che collega l’Isolotto con Peretola. Al nobile è stato intitolato il monumento collocato al termine del parco: il giovane morì nel 1870 all’età di 21 anni, mentre era di passaggio a Firenze. Le sue ceneri furono disperse, come vuole il rito indù, alla confluenza tra due fiumi: Arno e Mugnone.
L’aSSoCIazIone Per loro un corso ad hoc
genitori dietro i banchi di scuola
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il dettaglio della nUca del
perseo
del
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nsegnare a essere buoni genitori. E’ possibile, secondo l’Associazione Atlante Onlus Famiglia, attiva dal 2008 a Firenze per aiutare le persone nell’educazione e nella crescita dei loro figli, attraverso una “Scuola per genitori”, convegni e punti di ascolto. “I genitori sono sempre più disorientati: spesso vogliono aiutare i figli, ma non sanno come fare – spiega Giovanna Lo Sapio, presidente dell’associazione e psicologa – la nostra missione è quella di dare supporto a tutti i soggetti coinvolti nella crescita del minore, anche agli insegnanti”. Atlante Onlus offre consulenze gratuite di sette professionisti, tutti volontari: dallo psicologo al pediatra, fino al dietologo, al medico sportivo e al veterinario, per scegliere l’animale domestico più adatto. Dopo i primi appuntamenti tra gennaio e maggio, riparte adesso il progetto “Scuola per genitori”, un ciclo di incontri bimestrali in collaborazione con il Quartiere 1, in cui avere consigli e supporto da esperti. “La figura del genitore è messa in crisi dalla vita frenetica di oggi – afferma la professoressa Lo Sapio – si ha meno tempo per i figli e questi ultimi sono sottoposti a potenti stimoli che arrivano da internet e dalla tv. E’ importante quindi capire come e quando dare delle regole, come gestire il tempo libero, come instaurare un dialogo, problematica per la quale spesso ci viene richiesto aiuto”. Alla “Scuola per genitori” si affianca un punto di ascolto, organizzato sempre con il Quartiere 1: si tratta di uno sportello attivo su appuntamento per dubbi, suggerimenti o semplici informazioni. Tra le attività in programma, il convegno “Genitori adottivi: una scelta di vita”, il 3 dicembre alle 15 all’Istituto degli Innocenti. Per informazioni: www.atlantefamiglia.it; e-mail: giovanna.losapio@unifi.it.
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festività
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25 e Dintorni. Con qualche accorgimento si può provare a ripiantarli, anche se salvarli è difficile
La “doppia vita” degli alberi di Natale arrivano soprattutto dall’alto Casentino (dove esiste da anni
Serena Wiedenstritt
un consorzio ad hoc per tutelarli) ma spesso la loro vita
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è condannata a finire una volta passata l’epifania. ecco come gestirli durante e dopo le feste. Con un occhio per l’ambiente
a dove viene e dove finisce un albero di Natale? E nel frattempo, mentre lo ospitiamo tutto addobbato nelle nostre case, come conviene trattarlo? La maggior parte degli alberi di Natale nostrani proviene dall’alto Casentino, dove dal 1998 esiste un consorzio per la valorizzazione dell’albero di Natale del Casentino nato, appunto, per “valo-
faI Da te Qualche idea originale
E per decorarli una ghirlanda di pop corn
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a quelli raffinati, e molto fragili, di cristallo lavorato a mano a quelli di legno, magari di Betlemme, da quelli fatti in casa, con le perline o con il filo di lana rossa, fino a quelli da mangiare: cioccolatini o biscotti artigianali di pasta frolla. La via più breve e tradizionale consiste nell’andare nei negozi di articoli per la casa o nei supermercati, che da fine novembre si riempiono di palle, palline, accessori e addobbi di tutti i colori, i materiali e le dimensioni. Ma, per quanto riguarda le palline, quasi tutte le soffitte ne nascondono già una serie completa, quello che manca invece è l’elemento originale. In questo caso spesso la soluzione migliore arriva dal fai da te, che è anche la ricetta per un albero low cost e per intrattenere i più piccoli nei lunghi pomeriggi di pioggia. Nasce così, ad esempio, l’albero decorato con le arance, profumato e naturale. Il procedimento consiste nel tagliare le arance a fette dello spessore di circa mezzo centimetro e disporle su vassoi leggeri di acciaio o alluminio da mettere sui termosifoni. Perché si secchino in tempo è necessario partire due settimane prima e ricordarsi giorno dopo giorno di girarle. Altrimenti si può creare un albero di pasta: bastano spirali e farfalle e una bomboletta spray per spruzzarle delle tonalità più natalizie. Sempre attingendo alla dispensa, si possono produrre delle ghirlande di pop corn. Anche qui la “ricetta” è facile: si prendono dei popcorn del giorno prima - se sono freschi si sbriciolano - e si infilano come fossero delle perle in un filo sottile inserito in un ago. Risultato? Un albero scoppiettante. Altre soluzioni di impatto sono i nastri di raso, spessi e brillanti. Stile ed eleganza dell’albero di Natale, infatti, si basano sulla scelta dei colori: tanti piccoli fiocchetti di raso di un bel colore alla fine dei rami e le palline di un’unica tonalità assicurano un albero di Natale /S.W. minimal e chic.
rizzare e tutelare una produzione spesso oggetto di cattiva informazione”. La zona, infatti, dicono dal consorzio, ospita decine di aziende produttrici che, da oltre un trentennio, svolgono attività vivaistica specializzata nella produzione dell’albero di Natale, e che ogni anno sfornano circa 150-200mila piante, sotto la vigilanza del corpo forestale dello Stato. Le aziende del consorzio utilizzano appezzamenti che un tempo ospitavano colture tradizionali delle zone montane (quali cereali o foraggere) e che dopo un periodo di disuso sono state recuperate proprio grazie alla coltivazione razionale degli alberi di Natale, “in modo da evitare quell’incuria che prelude al verificarsi di problemi idrogeologici in zone dall’equilibrio estremamente delicato come gli Appennini”, rispondono i produttori ai fautori degli alberi finti considerati più “ecologici”. Per permettere alle piante di sopravvivere anche quando diventano alberi di Natale, gli esperti consigliano pochi, semplici accorgimenti: annaffiarle spesso, mantenendo la terra umida, e tenerle in una posizione luminosa lontano da termosifoni e da altre fonti di calore. L’ideale sarebbe addobbarle all’esterno, in terrazza o in giardino, insomma in un habitat più consono, e trasferirle in casa per il minor tempo possibile. Passate le feste, invece, ci sono soluzioni più o meno ecologiche. Si può tentare di ripiantare gli alberi, per quanto sia davvero difficile regalare una seconda vita all’abete. Ad ogni modo, per chi vuole tentare è d’obbligo acquistare piante con le radici, e non tagliate. Altrimenti, l’alternativa più facile, ma comunque eco-responsabile, è il riciclaggio. In quest’ultimo caso a Firenze si impegna Quadrifoglio che, come l’anno scorso, anche quest’anno farà la raccolta degli alberi di Natale. La metodologia non cambia: i punti di raccolta attivi a cui consegnare l’abete aprono da venerdì 7 gennaio 2011 nelle sedi di via Baccio da Montelupo e lungarno Ferrucci, e nelle stazioni ecologiche di San Donnino a Firenze e via Charta 77 a Scandicci. I punti di raccolta resteranno aperti anche le mattine di domenica 9 e 16 gennaio 2011. “Grazie a questa iniziativa, lo scorso anno - dicono da Quadrifoglio - sono stati avviati alle biocelle di compostaggio circa 1.200 abeti raccolti separatamente, oltre a quelli recuperati a mano dagli addetti poiché appoggiati ai cassonetti, che hanno dato origine a 250 kg di compost di ottima qualità”. Infine, da Quadrifoglio ricordano anche che, qualora non sia possibile portare gli abeti verdi ai punti di raccolta, gli alberi possono essere inseriti (dopo averli spezzati) nel cassonetto con coperchio marrone, quello riservato all’organico.
Dal 7 gennaio Quadrifoglio aprirà i punti di raccolta
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RICette/1
RICette/2
La “Iena” Andrea Agresti svela i suoi piatti preferiti
Katia Beni, attrice, rivela il suo cavallo di battaglia
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“Con il cognac fegatini più buoni”
ndrea Agresti, volto toscano reso celebre dal programma Tv “Le Iene”, racconta il suo modo di stare a tavola e la sua ricetta natalizia prediletta. Come ti definiresti a tavola? Sono molto critico nella scelta dei cibi, direi quasi fastidioso! Adoro la cucina sportiva, quella semplice e quasi insipida, pochi sughi, niente unti né fritti. Dimenticavo il mio grande amore: il crudo! Tartare, sushi, carpacci, crudité di pesce. Il Natale è ormai alle porte, cosa non manca mai sulla tua tavola imbandita? Il classico paté di crostini toscano, profumatissimo! Anzi, visto che a Natale siamo tutti più buoni, vi svelo un segreto: i fegatini a cottura ultimata vanno sfumati a fiamma viva con almeno mezzo bicchiere di Cognac. Sentirete che meraviglia! Di cosa sei più goloso? Non riesco a fare a meno di bere tè freddo al limone, anche se cerco di trattenermi. Se fossi un dolce, quale saresti? Una fetta di pane con la Nutella, uno strato bello alto per carità! Energetica, nutriente, carica di zuccheri: insomma, una bomba! Vino? Ne bevo pochissimo e rigorosamente rosso, ricco di polifenoli, è il miglior antitumorale naturale in circolazione. Cosa non manca mai nel tuo frigo? Uova per la colazione, vaschette di bresaola, yogurt. Qual è il piatto natalizio che ti piace cucinare di più in assoluto? Il nome del piatto non me lo ricordo! Si taglia la pera a pezzettini, si sbriciolano cinque noci e si mette tutto in una cio-
andrea agresti
HAPPY LaMAMMA... tradizione non passa mai n tempo il Natale era davvero una grande festa. Non erano poi tanti i giorni e le occasioni in cui si poteva mangiare a sazietà. Le donne la sera della vigilia, con tanto amore e gioia, preparavano il pranzo di Natale con i semplici prodotti della terra. I piatti tipici? Si iniziava con crostini di fegatini di pollo, milza, capperi e acciughe tritati, cappelletti ripieni di cervello, salsiccia. E poi brodo di cappone, lesso di manzo con aggiunta di zampa e lo stesso cappone con cui si era fatto il brodo. A volte c’erano anche i maccheroni con il sugo di carne, a seguire l’arrosto girato, cacio pecorino accompagnato dalle pere tritate, riposte sopra gli armadi dove erano state messe a metà novembre. I dolci erano quelli di Siena: panforte, ricciarelli, cavallucci e copate e, sulle tavole delle campagne vicino a Firenze, i “mangia e bei”. Per i vini si faceva alla “bona”. Molte volte il vino migliore veniva servito con i primi piatti poiché, anche alle mense dei più ricchi, si mangiava e si beveva al punto che il palato non era più in grado di poter apprezzare: così via via venivano bevuti vini di sempre più scarsa qualità. Il tutto terminava sempre con il verace vin santo. E oggi? Non sempre è facile
atia Beni, attrice comica, svela i suoi gusti a tavola. In attesa di imbandirla per le feste. Come ti definiresti a tavola? Sono una buongustaia! Mi piace tutto e do grande soddisfazione a chi cucina per me. Considero lo stare a tavola uno dei momenti più belli della giornata, è un bel modo per ritrovarsi con le persone a cui si vuole bene. Il Natale è ormai alle porte, cosa non manca mai sulla tua tavola imbandita? La grigliata di carne con la “spennellata Doc”. Eccovi la ricetta: olio toscano, sale, pepe, peperoncino e rosmarino. Dopo aver emulsionato ben bene tutti gli ingredienti con l’uso di un pennello si distribuisce l’intingolo sulla carne. Il segreto? La spennellatura va fatta rigorosamente a cottura ultimata. Di cosa sei più golosa? Mi piacciono gli alimenti molto saporiti come i salumi, la cioccolata e i dolci. Insomma, tutte cose che fanno bene! Se fossi un dolce, quale saresti? Da comica quale sono non posso essere altro che una torta di riso. Prediligo quella tipica carrarina col primo strato fatto di latte alla portoghese e il secondo tutto di riso. Vino? Sì, un bel rosso che è il mio colore preferito! Non tanto forte, mi piacciono i vini dolci e leggermente frizzanti. Non sono una donna da calici robusti e grandi riserve, anche perché mi gira subito la testa! Il Fragolino resta uno dei miei preferiti. Cosa non manca mai nel tuo frigo? È sempre pieno e mi sembra sempre che manchi qualcosa! Non mancano mai burro, cioccolata, affettati d’ogni genere e poi, appena mi sembra che manchi qualche delizia, mi precipito al supermercato. In fatto
tola con del formaggio cremoso e una bella spolverata di pepe nero. Si mescola energicamente e si adagia un cucchiaio dell’impasto realizzato su una fetta di bresaola. Et voilà i nostri fagottini nutrienti e gustosi sono pronti per esser serviti! E quello che invece ti piace mangiare di più in assoluto? Sono al limite della follia alimentare! Mangio solo quello di cui il mio organismo ha bisogno. Se mi richiede carboidrati mangio 100 grammi di pasta, ma non elaborata con sugo di carne o inondata di panna, se invece devo mangiare 2900 grammi di proteine posso mangiare della carne ai ferri, semplice e rigorosamente senza sale! Vade retro agli intingoli! Quelli li chiede la gola e io prediligo altro. Forse qualcuno di voi dirà: “Che noia!”. Ebbene, belli miei, io preferisco essere lucido dopo un pasto e occuparmi del mio corpo in modo sano invece che tendere all’allargamento addominale e al fatale abbiocco post pranzo. Ecco, ora non vi invito a cena da me, perché adesso /G.N. non ci verrebbe nessuno!
ricette/3. Cappone e antipasti restano superstar
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“Una salsa per crostini da comiche”
katia Beni
di cibo non bado a spese, preferisco rinunciare al parrucchiere. Qual è il piatto che ti piace cucinare di più in assoluto? C’è una gustosa salsa per crostini che ci siamo tramandate tra comiche, io l’ho assaggiata a casa di Anna Meacci. Si prende del formaggio morbido e si mescola con un cucchiaio di pasta d’acciughe. Una volta ottenuto il composto omogeneo lo si ripone in una ciotola, si livella ben bene la superficie e vi si versa sopra una bella cascata d’olio e del peperoncino macinato fino a coprire interamente il paté. E quello che ti piace mangiare di più? Il roast beef con il melino: un taglio di carne che si trova solo da noi in Toscana. Dopo aver avviluppato la carne nel macinato di sale e aromi, la si fa rosolare per venti minuti, dopodiché potete mandarla al suo destino! Fate attenzione, però, gli amici che lo assaggeranno a casa vostra, se non sono toscani, si danneranno per tutti i giorni a venire non riuscendo a trovare il tanto agognato taglio melino, e dovranno accontentarsi della classica rosetta o dell’intra/G.N. montabile bicchiere.
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poter godere di queste antiche pietanze, molte delle quali richiedono lunghe ore di preparazione e molta PIATTO dedizione, proprio perché fatte con ALDA pochi e semplici prodotti che hanno PAPPA C bisogno di una accurata lavorazione. Scomparsa l’attesa di pregustare un pranzo speciale, i piatti sulla tavola fiorentina rimangono all’insegna della tradizione: crostini di fegato, brodo di cappone in tazza o cappelletti in brodo, arrosto di faraona, anatra, fegatelli e tordi con insalata, oppure cappone ripieno e sformato di gobbi. E i dolci? Anche quelli sono ancora legati alla antiche abitudini del territorio fiorentino: non sarà un caso che Firenze sia stata il primo luogo al mondo dove è stata /V.G. usata la forchetta a tavola.
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usanze
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Dossier/1. Per una larga parte della comunità straniera questa data non ha alcun valore religioso
In città oltre 20mila persone non festeggiano il Natale Angelo Lenosi
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a è proprio vero che il Natale quando arriva, arriva? Secondo Renato Pozzetto, protagonista una decina d’anni fa dello spot di una nota marca di panettoni, la risposta è affermativa: il Natale quando arriva, arriva. Ma la domanda, se posta in maniera più problematica, non genera risposte poi così scontate: il Natale è la festa di tutti? Se decliniamo la festività in senso “civico” (scuole, uffici e gran parte degli esercizi commerciali chiusi) si può affermare che il Natale è festa condivisa da quasi tutti i fiorentini. Ma se lo pensiamo come festa religiosa il discorso cambia, eccome. Perché il crescente numero di stranieri residenti a Firenze ha come diretta conseguenza l’allargamento della fascia di popolazione non cristiana, cui si aggiungono i fiorentini che seguono confessioni diverse da quelle cristiane in generale e cattoliche nello specifico, e gli atei
dichiarati. Difficile quantificare con esattezza, ma sommando i vari gruppi si arriva a oltre ventimila persone per le quali la parola Natale non ha nessun significato: dai quasi settemila cinesi (tendenzialmente atei, in parte confuciani, buddisti o taoisti) agli oltre cinquemila arabi, perlopiù marocchini (musulmani), dai 1400 cingalesi (in gran parte buddisti) al migliaio di persone provenienti dall’Africa centrale (in gran parte senegalesi e quindi anch’essi di religione islamica), solo per citare le comunità più rappresentate. Cui si aggiungono, sempre per citarne le maggiori, i circa duemila componenti della comunità ebraica fiorentina, i cristiano-evangelici, i testimoni di Geova e i buddisti. Per queste persone, italiane o straniere che siano, la parola “natale” è solo un aggettivo, e non un sostantivo da scrivere con la lettera maiuscola, ricco di significati legati e alla tradizione e, soprattutto, alla religione. Perché il Natale, inteso come nascita di Gesù, è festa condivisa, seppur in modi e tempi differenti, da gran parte delle Chiese cristiane, dalla cattolica
alla valdese, dalla protestante alla ortodossa. Per le altre confessioni non c’è nessuna nascita da festeggiare. Ma come passano le festività natalizie gli uomini e le donne residenti in un Paese (almeno per tradizione) cattolico? Quali ritualità non religiose condividono con i cattolici? Come passano i due giorni di festa? La risposta, come ovvio, varia da persona a persona, da confessione a confessione, da cittadinanza a cittadinanza, da grado di integrazione a grado di integrazione. E, per finire, varia al variare della composizione del nucleo familiare: perché provate a dire a un bambino che vede i suoi amichetti sommersi dai regali che lui non ne riceverà perché, per la sua famiglia, quel giorno è un giorno qualsiasi. Magari non sotto l’albero, per certo senza presepe e canti religiosi, ma un piccolo dono ci scappa per tutti o quasi. Così come un pranzo o una cena tra parenti e amici: un’occasione per stare insieme e dimostrarsi affetto. E allora lo si chiami pure in un modo diverso da Natale, ma il senso è lo stesso: quando arriva, arriva.
Sono cinesi, arabi, cingalesi, africani oppure semplicemente fedeli appartenenti a confessioni diverse da quelle cristiane. Per loro il 25 è un giorno come un altro, anche se, quando in casa c’è un bambino, spesso un regalino ci scappa lo stesso Paola 50 anni, buddista
JYotY 37 anni, sikh
anDrea 27 anni, valdese
“Un’occasione per stare insieme”
“Addobbi no, ma regali ai figli sì”
“Noi lo celebriamo con sobrietà”
“Un’occasione per stare insieme, per festeggiare e celebrare gli affetti, non ricorrenze religiose. Questo lo spirito con cui vivo il 25 dicembre. Cena della vigilia in famiglia, del resto siamo di origine meridionale (dice scherzando, ndr) e il giorno dopo scambio di doni sotto l’albero. Come vuole la tradizione”
“Nel mio paese, l’India, non è raro vedere persone di diverse religioni abitare vicine. Anche per questo sono cresciuto nel rispetto di ogni credo, e nel rispetto di ogni festività, anche se spesso le trascorro lavorando nel mio ristorante indiano. Non facciamo addobbi tipici, ma i regali ai due figli, quelli sì, li facciamo”
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“I valdesi non hanno particolari riti o consuetudini per il Natale e lo festeggiano con sobrietà, senza sprechi, in semplicità d’animo, come momento di preghiera della famiglia intera. Con consapevolezza di fede, cerchiamo nei momenti conviviali e con la gioia di ritrovarsi in famiglia di festeggiare non noi stessi ma Gesù che è venuto a cercarci”
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Dossier/2. Capita sempre più spesso che famiglie arrivate da lontano adottino il “costume” italiano
Ma qualcuno invece finisce per adeguarsi Lorenzo Salusest
C’
è chi lo celebra il 25 dicembre (la maggior parte delle Chiese cristiane), c’è chi lo festeggia il 7 gennaio, come la chiesa russo-ortodossa (russi e serbi), c’è chi non lo celebra proprio (tutte le religioni non cristiane), ma magari – è il caso della religione ebraica – celebra un’altra festività nel mese di dicembre. E c’è chi – la maggior parte dei fiorentini non cristiani, atei compresi – non lo celebra, ma lo festeggia, al di là dell’aspetto religioso. O meglio, per scelta o per opportunità, condivide il clima da giorno di festa. Andrea ad esempio si definisce ateo, ma per rispetto della tradizione familiare non manca al rito del pranzo in famiglia, né a quello dei regali. “Almeno non sono ipocrita come chi si scopre credente e va a Messa solo in quel giorno”, commenta con schiettezza. E a proposito di adattamenti al costume dominante, curioso il caso di un bar in zona Careggi gestito da una famiglia di cinesi: a inizio dicembre addobbano il locale per adeguarsi alla clientela italiana, pur non essendo cristiani. E il giorno di Natale – per rispetto o per scelta commerciale - tengono le saracinesche abbassate. Nonostante i cinesi – a detta di molti - compongano la comunità meno predisposta all’integrazione dal punto di vista culturale e religioso. Non celebrano il
Natale neanche i musulmani, ma gran parte di essi, soprattutto se di seconda generazione, o integrati dal punto di vista familiare o sentimentale, si sono adeguati agli usi natalizi più profani, a partire dai regali: Youssef è marocchino e vive a Firenze da diciannove anni. Ha sposato un’italiana e insieme hanno avuto un figlio: in casa l’albero non manca, così come i doni da scartare: “È lo spirito del Natale e il suo messaggio di fratellanza che festeggiamo, a prescindere dalla religione”. Per chi viene dall’India la questione è allo stesso tempo articolata ma semplice: il Paese è un piccolo mondo, multiculturale e multireligioso, e quindi i cittadini indiani sono tendenzialemente abituati a convivere con riti e festività legate a religioni diverse dalla propria. Un atteggiamento molto diffuso tra i non cristiani fiorentini: si acquisisce il lato civico (e talvolta un po’ consumistico) della festività, mantenendo distanza e rispetto nei confronti del lato religioso. Diverso ancora il caso dei fedeli della chiesa russo-ortodossa (alcune centinaia): il loro Natale cade non il 25 dicembre, ma il 7 gennaio, poiché non hanno accettato la riforma del calendario gregoriano. Il risultato? Lo spiega Elena: “La celebrazione è la mattina del 7 gennaio (presso la chiesa in zona viale Milton), poi i canti dei bambini, il pranzo in famiglia e l’apertura dei regali. Ma niente albero né presepe”. Molti punti in comune, con alcune differenze: il Natale è la festa di tutti. O quasi.
Dossier/3. Dura 8 giorni ed è una celebrazione presente nel calendario ebraico, che ricorda il trionfo della luce sull’oscurità
bomboloni fritti, trottole e candele: ecco la Chanukkà C’
è chi festeggia il Natale il 25 dicembre, c’è chi lo festeggia il 7 gennaio, c’è chi, anche a Firenze, non festeggia affatto. E c’è chi a dicembre festeggia, ma non il Natale: si chiama Chanukkà, dura 8 giorni, ed è una festività presente nel calendario religioso degli ebrei. Traducibile come “festa delle luci”, la Chanukkà celebra il trionfo della luce sull’oscurità - in ricordo della riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme al termine di un’occupa-
zione straniera – e prevede l’accensione di un lume ogni giorno, una candela in un candelabro a otto braccia, chiamato appunto Chanukkia. Diversamente dal Natale cristiano non cade il 25 dicembre, ma al tramonto del 24 di Kislev, terzo mese del calendario ebraico (che parte intorno all’inizio di settembre): quest’anno dalla sera del 1° al 9 dicembre. Non ha ovviamente niente a che vedere con le radici del Natale cristiano, ma in comune con esso ha la
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tradizione dello scambio dei regali, la propensione allo stare insieme, sia nei momenti di solennità che in quelli di divertimento: dapprima l’accensione dei lumi nei locali della comunità ebraica di via Farini e l’intonazione di canti sacri, poi la festa con canti tradizionali e moderni, rappresentazioni teatrali (lo scorso anno fu la volta di “Gnora Luna”, una sorta di “Acqua cheta” con influenze yiddish), e un buffet con, tra le altre pietanze, lasagne di pane azzimo
e pappa al pomodoro. Sino all’alimento tipico della Chanukkà: i Sufagniot, grossi bomboloni fritti. Tra molte diversità, quindi, alcune affinità, come lo scambio dei regali, talvolta un piccolo dono per ogni sera di festa: tra questi, vuole la tradizione, il Sevivon, piccole trottole a quattro facce con cui giocare durante le feste. Anch’esse non semplice gioco, ma memoria della storia del popolo ebraico /L.S e dei suoi travagli.
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acQUa. I controlli garantiscono la qualità di quella di casa, bevuta dal 40% dei cittadini
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acqua di Firenze com’è? I fiorentini bevono quella del rubinetto? È un’acqua buona, sicura e conveniente, garantita da migliaia di controlli all’anno. Così assicurano i tecnici di Publiacqua, che gestisce l’acquedotto fiorentino dell’Anconella e rifornisce le province di Firenze, Prato, Pisto-
L’aLteRnatIva Sono molto gettonati
E poi c’è anche chi sceglie il fontanello
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l fontanello installato da Publiacqua davanti all’Ipercoop di Gavinana sta riscuotendo un grande successo. Dalla mattina alla sera, chi approfittando dell’esser andato a far spesa, chi di passaggio, chi venuto di proposito perché abita nelle vicinanze, è un via vai continuo di gente che arriva con bottiglie vuote e se ne va con le stesse piene, d’acqua liscia o gassata, a seconda delle preferenze. Ma quanto ha modificato, la recente installazione, le abitudini di consumo? E come si rapporta, chi fa scorta al fontanello, con l’acqua del rubinetto, cioè acqua certificata proprio Publiacqua, l’azienda che, installatrice dell’impianto, garantisce della bontà dell’oro blu che scorre dai nostri lavabo? Siamo andati a chiederlo ai diretti interessati. “Ogni volta che vengo a fare compere faccio rifornimento d’acqua gassata – dice Sandra, 45 anni, dell’Antella – per quella naturale vado al fontanello di Ponte a Niccheri. Prima, invece, la compravo sempre”. Paolo, impiegato 48enne, va di fretta. “Non ci avevo fatto caso, dell’acqua si occupa mia moglie – spiega senza fermarsi - comunque, noi la compriamo, di quella del rubinetto non ci fidiamo”. Da dove viene tale sfiducia? “Un po’ puzza, e il sapore non mi piace”, racconta Arianna, 40 anni, commessa. “Con le tubature vecchie – aggiunge Lucrezia – chissà cosa beviamo. Quest’idea del fontanello però è ottima: anch’io prima l’acqua la compravo sempre”. Franco si dice sensibile al tema ambientale: “Per questo riempio le bottiglie qui o all’Anconella”. Ma di prenderla dalla cannella non ne vuol sapere neanche lui. A quanto pare, convincere i fiorentini a fidarsi dell’acqua di casa non sarà dunque così facile. Certamente, chi non si pone il problema è Tosca. “Ho sempre bevuto quella del rubinetto – ridacchia l’arzilla 80enne - e continuerò a farlo: sono in piena forma”.
ia e parte di quella di Arezzo, per un totale di 370mila utenze, corrispondenti a un milione e 260mila abitanti. Le analisi danno loro ragione: i valori delle varie sostanze presenti nell’acqua di rubinetto sono tutti ampiamente inferiori ai limiti di legge. Solo il 40 per cento dei residenti, però, beve regolarmente l’acqua di rubinetto. Sono molte le iniziative promozionali di Publiacqua a favore dell’acqua di casa, attraverso media, giornali e progetti vari. Tra queste, diversi concorsi a tema, tutti con l’obiettivo di promuovere l’acqua “a km zero”, come recita lo slogan della campagna Coop, impegnata a livello nazionale a sensibilizzare la cittadinanza sul tema. Del rimanente 60 per cento, il 40 beve sempre acqua minerale in bottiglia, il restante 20 si divide tra le due opzioni. Proprio su questi ultimi Publiacqua gioca la sua partita, puntando a convertirli all’acqua del rubinetto entro i prossimi tre anni. Del resto, capita che anche le analisi dell’acqua di marchi di minerali riscontrino sostanze
La stessa percentuale preferisce quella in bottiglia, il 20 per cento rimanente si divide tra le due opzioni. Qualcuno resta invece irremovibile a causa del sapore di cloro, che però si può eliminare lasciandola a “decantare” in una brocca per circa mezz’ora
LA RUBRICA DELL'AVVOCATO A CURA DI GUGLIELMO MOSSUTO Avvocato in Firenze
IL MANTENIMENTO DEI FIGLI Sono trascorsi solo quattro anni e poco di più dalla modifica della disciplina del diritto di famiglia ed oggi più che mai alcuni auspicano un nuovo intervento del legislatore che elimini ogni incertezza sulla forma e sulla misura del mantenimento dei figli cui è obbligato il genitore non affidatario. Questa precoce esigenza di innovazione del nuovo impianto normativo è determinata con prevalenza dall’interpretazione che della natura del mantenimento danno le corti adite, per maggior parte, dai padri costretti a pagare. Mi spiego. La legge n. 54 del 2006 prevede, quale regola da seguire, il mantenimento diretto del figlio da parte di entrambi i genitori, mentre in via sussidiaria pone a carico del genitore “non collocatario” l’assegno in favore del figlio “ove sia necessario”; assegno che deve essere stabilito secondo criteri generici e di difficile determinazione (mantenimento indiretto). In parole povere significa che ciascun genitore deve provvedere ai bisogni quotidiani del proprio figlio in misura proporzional e al proprio reddito, ma se il minore è collocato presso un solo genitore, pur nel regime di affido condiviso, l’altro può essere obbligato dal giudice al versamento dell’assegno per il figlio. Questo contributo avrebbe la funzione di riequilibrare una eventuale disparità di reddito tra i genitori e la stessa conseguente proporzionalità di mantenimento. Per tale motivo deve essere determinato tenuto conto ad es. del tempo trascorso con il figlio da ciascuno, del valore economico delle cure date al figlio ecc. L’impianto della legge funzionerebbe alla perfezione se il figlio trascorresse l’esatta metà del tempo con entrambi i genitori e se gli stessi avessero un’eguale reddito. Ma purtroppo, o meglio per fortuna, la perfezione non è ancora di questo mondo e nella pratica sempre più spesso i giudici territoriali affidano i figli ad entrambi i genitori, ma li collocano presso la madre (in rare eccezioni sono collocati presso il padre) che, quindi, si assume gli oneri di cura maggiori. Ai padri, invece, viene imposto un determinato regime di visita ed il versamento dell’assegno mensile inevitabilmente determinato sulla base di quei parametri genericissimi. L’8 novembre 2010 la Cassazione ha respinto la richiesta di mantenimento diretto avanzata dal padre di una ragazzina in affidamento congiunto, collocata presso la madre, ma che aveva trascorso in maniera continuativa consistenti periodi di tempo con il padre. In questo caso il padre è stato condannato a versare un cospicuo assegno di mantenimento nonostante avesse provveduto a sostenere le spese relative ai bisogni quotidiani della minore. Da questa perdurante inadeguatezza della norma alla realtà socio-familiare, alcune volte anche drammatica, in cui vivono gli italiani medi nasce l’idea di una riforma. Preludio di una legge che rispecchi quanto meno la realtà della società moderna, che non diventi sin da subito una chimera per le sue intrinseche manchevolezze, ma che soddisfi le esigenze concrete di chi si rivolge alla giustizia per chiedere tutela. Per questi giorni di festa con grande piacere rivolgo ai miei lettori i più sinceri auguri: Buon Natale a tutti.
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nocive per la salute, mentre l’acqua del rubinetto, a volte, ha il solo difetto di avere il gusto del cloro, non nocivo e facilmente eliminabile con semplici accorgimenti (come quello di versare l’acqua in una caraffa aperta almeno una mezz’ora prima dell’uso, così che il cloro evapori). A livello locale, la cooperazione tra Publiacqua e Coop è sfociata nel fontanello di Gavinana, in fondo a viale Giannotti, davanti al supermercato. Negli ultimi tempi i fontanelli stanno spuntando come “funghi”: in via di Villamagna, alle Piagge, in via dell’Agnolo, a villa Vogel, al Galluzzo, in via Aretina. Per non parlare di quelli nei comuni limitrofi: a Prato, Pistoia e in svariate località del Chianti, del Mugello e del Valdarno. Ai fontanelli si può fare rifornimento, gratuitamente, di acqua liscia e gassata: ormai è diventata una vera e propria moda. Per il futuro, si parla di realizzarne uno anche nella centralissima piazza Signoria. E poi bere l’acqua del rubinetto consente di raggiungere molteplici obiettivi. Non solo è vantaggioso a livello economico (mille litri dell’acqua che sgorga dai nostri lavandini costano circa 2 euro) ma anche a livello ambientale, sia per il risparmio delle enormi quantità di plastica utilizzate per l’imbottigliamento, sia per l’impatto sul trasporto che i tir effettuano da una parte all’altra d’Italia. E allora, non resta che attaccarci alla cannella: buona bevuta a tutti.
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politica
Dicembre 2010
PalaZZo Vecchio. Nella partita sulle partecipate Renzi porta a casa un primo risultato. Anzi due
Ataf e fipark finiscono in pari Per la seconda volta (e dopo 48 anni)
mento del costo del carburante, per dirne una), soldi che non erano mai stati trasferiti da Palazzo Medici agli uffici di viale dei Mille. Alla fine Bonaccorsi si è dovuto accontentare di un pagamento una tantum, sufficiente a far quadrare il bilancio 2009. Altri 800mila euro sono arrivati dalle multe fatte a bordo dei bus da gennaio a questa parte (92mila solo nei primi nove mesi dell’anno). Stessa cifra deriva dall’aumento dei ricavi, somma della maggior quantità di biglietti venduti e dell’incremento di passeggeri. Qualche altro centinaio di migliaia di euro è stato risparmiato infine contenendo il più possibile le spese dell’azienda. Ed ecco dunque ripianato il buco da quasi 4 milioni e mezzo con il quale si era presentata alla fine dell’anno scorso. Quasi un miracolo per chi ha sempre sentito parlare di Ataf come una società costantemente in rosso. Stesso risultato, pare, sarà raggiunto anche da Firenze Parcheggi, meglio nota, almeno nella scorsa era legislativa, come uno dei “carrozzoni mangiasoldi” di Palazzo Vecchio. Risultato ancor più incoraggiante nel momento in cui si parla di fusione sotto un unico tetto delle partecipate fiorentine. Operazione che potrebbe essere dunque qualcosa di ben diverso rispetto alla somma di una serie di debiti.
l’azienda di viale dei Mille non ha i conti in rosso. Stessa cosa dovrebbe accadere per i parcheggi. e ora si va verso la fusione delle 4 municipalizzate Paola Ferri
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artecipate parte I: Ataf va in pari dopo 48 anni, per la seconda volta nella storia della sua vita. Partecipate parte II: neanche il tempo di festeggiare che Ataf dovrà praticamente essere smontata, metter via l’insegna e passare sotto un altro nome. No, non si tratta ancora una volta della disperata ipotesi di vendita, idea che il sindaco Renzi aveva ventilato questa estate. Stiamo parlando invece dell’annunciata semplificazione delle aziende municipalizzate, obiettivo taglio dei Cda e dunque gran risparmio per le casse comunali, sempre bisognose di cure. Lo aveva promesso in campagna elettorale, adesso dovremmo essere a un passo dall’attesa rivoluzione delle partecipate. Sas, Firenze Parcheggi, Silfi e Ataf potrebbero a breve confluire sotto un’unica società e un unico consiglio di amministrazione. L’azienda dei trasporti pubblici fiorentini, infatti, è socia anche delle altre tre, e qualche compito in comune i “quattro moschettieri” ce l’hanno. Dunque via con la fusione, in nome della riduzione dei costi e della cancellazione dei doppioni. Il sindaco ha incontrato lo scorso mese i presidenti delle quattro società, primo passo verso la stesura di un accordo. Quel che è certo è che all’ora x Ataf e Fipark ci arriveranno con i conti in regola, e non è una cosa da poco. Per l’azienda di viale dei Mille sono stati fondamentali i soldi arrivati dall’arbitrato con la Provincia, circa 2 milioni e mezzo di euro a fronte dei 17 che Filippo Bonaccorsi aveva inizialmente chiesto all’ente. Si tratta di una sorta di rimborso per alcuni costi che il presidente Ataf aveva addebitato appunto alla Provincia (l’adegua-
gioVani/1. Sono una trentina i gruppi toscani ispirati al governatore pugliese
In fabbrica sì, ma per volontariato. E per Nichi vendola n gruppo di giovani, in maggioranza studenti, che si mette insieme non tanto per fare politica, ma per esportare un modello di partecipazione diverso, lontano dai soliti schemi e dalle solite barricate. È nata così la Fabbrica di Nichi Vendola di Firenze, uno dei nodi di una rete che si estende in tutta Italia e oltre. Solo in Toscana ce ne sono una trentina, soprattutto lungo l’Arno e sulla costa settentrionale. Ma ne è spuntata una anche a
Castiglion della Pescaia, feudo di Monica Faenzi, l’ex candidata Pdl alla presidenza della Regione. “Non siamo mai stati un comitato elettorale – precisa Ilaria Papa, responsabile del gruppo fiorentino – la nostra attività è cominciata con l’organizzazione dei pullman per i numerosi fuorisede che volevano scendere in Puglia per votare Nichi, ma la Fabbrica vera e propria è nata dopo l’elezione, ad aprile scorso”. Il gruppo fa base alla Casa del
popolo “Il Progresso” di via Vittorio Emanuele, “ma cerchiamo di tenere le riunioni in vari luoghi della città, per mantenere vivo il contatto con i cittadini”. Quasi ogni lunedì il ritrovo è fissato alla Casa della Creatività, in pieno centro. Una quarantina le persone che partecipano alle riunioni, per la maggior parte giovani, tutti di provenienza lavorativa, sociale e territoriale diversa. “Non si tratta solo di una cosa formale – continua Ilaria –
né solo politica. Ci incontriamo per mettere insieme le nostre idee, confrontare le nostre esperienze. E’ un impegno del tutto volontario e facciamo in modo che sia anche costruttivo”. Dando vita a iniziative centrate sulle buone pratiche e sull’ambiente, per esempio. “E’ un modo per metterci alla prova – conclude – e per sperimentare un modo di partecipazione alla vita pubblica fuori dai soliti /F.P. schemi stantii della politica”.
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politica
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gioVani/PD. Patrizio Mecacci, 26 anni, eletto segretario metropolitano gioVani/PDl. Non è un partito per vecchi
E la “banda di ragazzini” diventò “partiamo dalla scuola grande. Nel giro di un congresso per prenderci il futuro” L
Francesca Puliti
argo ai giovani. Secondo Tommaso Villa, coordinatore regionale del movimento giovanile del Pdl Giovane Italia e consigliere regionale dallo scorso marzo, non è solo un motto. “Gli spazi per i giovani in questo partito ci sono – spiega – basti vedere le ultime liste dei candidati alla Regione”. Oltre a Villa, fiorentino classe 1976, sono entrati a Palazzo Panciatichi Giovanni Donzelli, 35 anni e un mandato più qualche spicciolo a Palazzo Vecchio alle spalle, e Salvadore Bartolomei, 37 anni, da Capannori (Lucca). “Dobbiamo ringraziare la legge elettorale – continua Villa – se ci fossero state le preferenze sarebbe stato molto più difficile essere eletti per chi non poteva contare su un lungo passato politico”. Anche se i tre non erano esattamente “mister nessuno”, essendo già discre-
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ccade un giorno che “la banda di ragazzini” diventa grande e prende in mano il Pd. E il partito e i cittadini tutti ci devono fare i conti volenti o nolenti, perché proprio uno di quei ragazzini conquista il congresso e diventa segretario metropolitano. E’ successo lo scorso ottobre: protagonista dell’ascesa Patrizio Mecacci, 26 anni, che ha strappato la carica al segretario uscente Simone Naldoni, 20 anni più di lui. Dietro, anzi intorno, all’astro nascente Mecacci gran parte dei ragazzi cresciuti nella Sinistra Giovanile fiorentina, che l’hanno sostenuto durante l’intero percorso. “Con Patrizio e gli altri amici e compagni - dice Cecilia Pezza, 24 anni, consigliera comunale - siamo cresciuti insieme, politicamente e umanamente, fin dai tempi della Sinistra Giovanile. Poi, con la nascita del Pd, il gruppo si è ulteriormente allargato. Negli ultimi tempi, man mano che il congresso si avvicinava, siamo diventati sempre più consapevoli che era venuto il momento di fare un passo in più. E abbiamo deciso di mettere la faccia per il rinnovamento del Pd”. E certo non si tratta dell’ultimo arrivato: ancora si narra del primo approccio al mondo della politica del nuovo segretario metropolitano, a 14 anni, come volontario alla Festa dell’Unità di San Casciano. In seguito, poi, l’impegno a fianco di Cesare Damiano, prima che diventasse ministro, e la carica di segretario dei Giovani Democratici, nel 2008. Fino alla segreteria metropolitana, con un disegno preciso per il Pd. “Dobbiamo stare nei luoghi che le persone vivono tutti i giorni. Questo significa occuparci dei temi concreti – spiega Mecacci
Dobbiamo stare nei luoghi che le persone vivono tutti i giorni e occuparci di temi concreti - per esempio del trasporto pubblico, lo strumento più potente che abbiamo per garantire la libertà di muoversi e la libertà di vivere in città sostenibili. Il Pd deve proporre idee e soluzioni da portare nel confronto con e nelle istituzioni, anche quelle governate da noi”. Insomma, dalle parole ai fatti, senza paura di scontrarsi, neanche con i padri. Anche se “una premessa va fatta – precisa Pezza – non abbiamo mai vissuto la candidatura di Patrizio come un modo per ‘uccidere i padri’. I punti di riferimento rimangono, ma c’è una classe diri-
patrizio mecacci
con alcUni giovani democratici
gente nuova che sta crescendo dentro il partito”. Anzi, si direbbe che è già cresciuta. Tanti dei nuovi eletti a capo delle segreterie comunali, ad esempio, abbassano di gran lunga la media di età, così come molti di coloro che sono entrati a Palazzo Vecchio con l’ultima tornata elettorale. E ci sono anche tante donne: ad esempio, nella Piana di Sesto, Campi&Co, tre segreterie su quattro sono in rosa. “Il problema del Pd non è generazionale – continua la consigliera comunale – si tratta di uno scontro, o meglio di un confronto, tra idee e punti di vista differenti”. E in effetti a sostegno di Mecacci si sono schierati anche personalità arcinote come Michele Ventura, Riccardo Conti e Matteo Renzi. “Ma ci vogliono giovani per parlare ai giovani – afferma Pezza – e per affrontare i temi che ci riguardano da vicino”. Prima di tutto quello del lavoro. Attraverso proposte concrete, però, anche in questo caso. Ne è un esempio quella avanzata dal segretario dei Giovani Democratici Andrea Giorgio, a proposito di stage: detto in parole povere, ci sono 24mila ragazzi in Toscana che lavorano gratis attraverso questa formula. È ora di istituire regole certe sulla durata, sugli orari e sui diritti dei tirocinanti. E di organizzare un sistema di retribuzione. L’idea è piaciuta subito al governatore toscano Enrico Rossi. E a moltissimi “stagisti seriali” che ne hanno sentito parlare. Indipendentemente dalle bandiere politiche.
Gli iscritti che hanno tra i 16 e i 35 anni superano il migliaio tamente noti in città e in regione. Villa, per esempio, era stato eletto in consiglio provinciale appena l’anno prima. Donzelli aveva invece già collezionato oltre 400 atti come consigliere comunale, tra interrogazioni, mozioni e ordini del giorno. Al posto suo, in Comune, adesso siedono altre giovani leve. Emanuele Roselli, per esempio, classe 1978, e Francesco Torselli, nato nel ’76 e in politica dal ’95, ovvero da quando aveva 19 anni. Insomma, pare che il segreto sia cominciare a darsi da fare presto. Lezione fatta propria dal giovane consigliere di quartiere Guido Castelnuovo Tedesco, 22 anni di cui 5 passati da presidente del “Comitato cittadino
tommaso villa
per la Vivibilità di Firenze”, attivo soprattutto nel quartiere 5, di cui è consigliere, ma non solo. L’inizio di tutto, invece, è stata l’elezione all’interno della Consulta provinciale degli Studenti di Firenze. Ma è proprio nel mondo della scuola e dell’università che si annida uno dei principali ostacoli alla partecipazione giovanile, secondo Villa. “Molti hanno paura di uscire allo scoperto ed essere etichettati dai professori”. I giovani attivi, però, sono comunque moltissimi, assicura il consigliere regionale. “Gli iscritti tra i 16 e i 35 anni a Firenze superano il migliaio”. E le priorità del mondo giovanile quali sono? “Innanzitutto la riforma della scuola e dell’università – dice Villa – tema a noi molto vicino, ma anche la cultura in linea più generale. Abbiamo la fortuna di avere un ministro toscano, Bondi, sfruttiamola per ottenere la legge speciale per Firenze”. Una proposta che già Matteo Renzi ha avanzato plurime volte. “In realtà l’idea è nata dalle fila del Pdl qualche anno fa – conclude Villa – ma il sindaco è stato abbastanza intelligente da capire che si tratta di qualcosa di utile per la città e l’ha fatta propria. Su questo non possiamo che essere /F.P. d’accordo”.
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tempi moderni
Dicembre 2010
Web. Tanti i singoli cittadini, i condomini dello stesso palazzo o i comitati che ne curano uno
Quartiere che vai, blog che trovi teLeCoManDo
Gianni Carpini
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Questa modernissima forma di comunicazione elettronica è sempre più gettonata per segnalare i problemi, ma anche le iniziative, legati al proprio rione. Da via Gioberti a Sorgane e a San Jacopino, passando per l’ormai famoso sito di via del Pesciolino, su internet la voce dei fiorentini ha trovato un nuovo megafono
e chiacchiere di quartiere si spostano dalla piazza reale a quella virtuale. Se fino a pochi anni fa lo scambio di idee tra gli abitanti dei rioni avveniva nelle strade e nei parchi pubblici, adesso il confronto si trasferisce su internet. Firenze vanta un gran numero di “blog di rione”, diari online dedicati a un angolo particolare della città. Da via Gioberti a Sorgane, dalle Piagge a San Jacopino, sono una decina i “siti fai da te” dedicati alla vita del quartiere. Esistono anche quelli di condominio. Alcuni fanno capo a comitati di cittadini, altri sono iniziative personali. Gli argomenti sono molteplici: vanno dalla segnalazione di inefficienze e disagi al racconto della storia del rione, fino ai temi di ogni giorno. Uno degli ultimi arrivati è il blog creato lo scorso luglio dal Comitato degli abitanti di via Gioberti, per denunciare le problematiche della zona. “Dopo una nottata insonne, passata ad ascoltare la dolce sinfonia degli allarmi dei negozi, mi convinco che sia giunta l’ora di fare qualcosa! Bisogna rompere questo muro di silenzio”, recita blogviagioberti.blogspot.com nel suo primo post (così vengono chiamati in gergo gli “articoli” di un blog). Analoga avventura è quella iniziata nel 2008 dal comitato dei cittadini di via Palazzuolo, che ha realizzato il sito viapalazzuolo.blogspot. com per avviare un dibattito pubblico sul degrado dell’area. Altre organizzazioni usano la rete per la loro attività: il laboratorio politico nato dalla comunità fiorentina delle Piagge diffonde la sua voce online, tra-
mite cantierisolidali.blogspot. com. Molto attivo è il comitato di San Salvi, che da anni affida a firenzecomitatosansalvi. blogspot.com riflessioni e proposte sull’ex ospedale psichiatrico. Non ci sono solo blog di rione, ma esistono addirittura quelli che fanno riferimento a un isolato. Uno dei più conosciuti è pesciolino.wordpress. com, curato dal condominio di via del Pesciolino: 11 palazzi contigui, 122 famiglie, per un sito che è diventato un punto di riferimento per l’intero quartiere delle Piagge. Dall’altra parte dell’Arno gli inquilini delle abitazioni ad affitto calmierato di San Lorenzo a Greve, vicino al centro commerciale di viale Nenni, attraverso il web (sanlorenzoagreve.wordpress.com) raccontano le condizioni in cui versa l’edificio, lamentando muffa, infiltrazioni d’acqua piovana e impianti non montati a regola d’arte. Accanto ai diari online legati ai comitati, ci sono quelli realizzati da semplici cittadini. Sorgane.blogspot.com esiste da 6 anni ed è un’iniziativa personale, come ci tiene a far sapere il blogger che si cela dietro lo pseudonimo di Sorganiano. Stesso discorso vale per nonsolosanjacopino.blogspot.com, una sorta di giornalino elettronico del rione, che riporta notizie, eventi e problematiche sulla vivibilità della zona. La lista è comunque destinata ad allungarsi. Per fare un blog non sono necessarie grandi risorse, bastano solo un po’ di tempo e spirito di iniziativa. Sono sufficienti delle conoscenze informatiche di base, mentre molti siti offrono spazi gratuiti.
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a moda del momento è la televisione on-line: mentre le emittenti convenzionali iniziano a trasmettere in diretta su internet, fioriscono le web tv, canali visibili soltanto sulla rete. A Firenze associazioni, istituzioni e imprenditori si sono lanciati in questa nuova avventura. Dopo varie traversie in radio e nella televisione in chiaro, il seguitissimo “G”, al secolo Gianni Greco, ha inaugurato videofirenze.tv. Al grido di “Firenze rizzati!”, la storica voce del Sondazzo conduce ogni sera alle 21.30, dal lunedì al venerdì, “Tele G”. I mezzi sono pochi, lo studio è improvvisato e la regia è amatoriale, ma il pezzo forte della trasmissione è lo stesso “G”, che non risparmia proprio nessuno nei suoi lunghi monologhi. Dalla trasmissione, in diretta da un locale del centro, passano ospiti probabili e meno probabili: chiunque può partecipare personalmente al programma. Per chi non digerisse l’ironia fuori regola del “G”, ci sono invece televisioni più convenzionali. Un esempio è florence.tv, finanziata dalla Provincia e fondata ai tempi in cui l’istituzione gigliata era guidata da Matteo Renzi. La web tv propone approfondimenti su turismo, ambiente, istruzione, economia e viabilità. Sempre da Firenze va in onda la prima televisione online in Europa gestita da ragazzi con disabilità intellettive e sensoriali. Si chiama Sipario tv ed è un progetto finanziato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Il palinsesto è composto da un tg sui generis, meteo, ricette e interviste a vip cittadini, come l’arcivescovo Giuseppe Betori e il presidente della Provincia Andrea Barducci. Uscendo infine dal territorio comunale, da un circolo Arci di Sesto Fiorentino trasmette sesto.tv, emittente curata da un’associazione, che racconta la piana fiorentina tra attualità, economia, /G.C. cultura e sport.
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DICEMBRE 2010 PERIODICO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARBERINO VAL D’ELSA A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARBERINO VAL D’ELSA - COORDINAMENTO EDITORIALE: UFFICIO STAMPA ASSOCIATO
Editoriale Con l’inaugurazione della Casa della Cultura Alda Merini, l’Amministrazione Comunale ha conseguito un altro dei più significativi risultati della propria politica culturale. La redistribuzione della ricchezza e la diffusione del sapere anche alle classi subalterne sono stati da sempre i nobili obiettivi dei partiti di sinistra e dei partiti popolari in generale. Non meraviglia perciò che la Giunta di Centro-Sinistra guidata da Maurizio Semplici si sia, fin dal 2004, qualificata sulle politiche culturali ed educative. Gli obiettivi finali di tale politica saranno rappresentati dalla nuova scuola elementare e dalla palestra. La diffusione del sapere presuppone non solo il mantenimento del principio costituzionale della gratuità della scuola dell’obbligo (dove gratuità necessariamente non può che significare a spese della fiscalità generale e non dei soli genitori degli studenti) ma anche il suo allargamento e adeguamento alle sfide della globalità. È impensabile che oggi l’obbligo scolastico cessi a 14 anni e non cominci fin dall’asilo nido o almeno dalla materna, visto che ormai la psicologia ha acquisito come dato certo che partite tra le più significative della formazione della persona si giocano proprio in età pre-scolare. Non per nulla, prima che la scuola fosse gestita, con criterio puramente economico, dalla coppia Gelmini-Tremonti, era ormai acquisito alla prassi corrente che la materna doveva essere considerata a tutti gli effetti dell’obbligo e mai sarebbe stata negata l’apertura di una nuova sezione laddove, come a Barberino, sussistevano i numeri pieni e i locali nuovi. Un Governo che predica federalismo ma razzola centralismo, con manovre ben congegnate, sta perseguendo l’obiettivo incostituzionale di compromettere la gratuità della scuola dell’obbligo. Con l’abolizione dell’ICI sulla prima casa, promessa su cui Berlusconi costruì demagogicamente il recupero di consenso del 2004 e indebolì decisamente la vittoria di Prodi, importanti risorse sono state trasferite dagli enti locali al governo centrale. Si dirà che tali risorse vengono restituite. Ammesso che sia vero, comunque, questa partita di giro, a scapito evidente del principio federalista, accresce la dipendenza dell’ente locale dal Governo centrale, dal suo stato di salute, dalla sua buona o cattiva volontà, dai suoi tempi lenti. Ma non è neanche vero che le sottrazioni ICI vengono restituite per intero e per altro la restituzione avviene contestualmente a una contemporanea e ben più consistente diminuzione dei trasferimenti. Ricordiamo che i trasferimenti furono istituiti in origine, con la riforma fiscale del ’73, come sostituzione di una serie di imposte comunali che venivano abolite e unificate nell’IRPEF. Dal momento che nel corrente anno il gettito IRPEF non risulta diminuito, non si vede con quale diritto il Governo federalista tagli i trasferimenti agli enti locali. La verità è una sola: al di là delle parole il Governo ha frugato nelle tasche dei Comuni e, per conseguenza, indirettamente ma inevitabilmente, anche in quelle dei cittadini. Infatti, proprio nel momento in cui ha tagliato i trasferimenti, ha anche adottato una serie di misure atte a limitare le possibilità di manovra delle amministrazioni locali: vietato introdurre o modificare l’addizionale IRPEF, vietate le tasse di scopo, vietato il ricorso agli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente… vietato tutto fuorché l’aumento delle tariffe su mensa, trasporto scolastico, asilo nido, nettezza urbana, fornitura dell’acqua. E questo lo chiamano non frugare nelle tasche degli italiani. Ma vediamo a quali italiani pensa Tremonti. Chi possiede 10 case e distribuendo abilmente le residenze tra i suoi familiari ne ha fatte figurare 5 come prime case ha ben risparmiato. Chi può evadere grazie alla riduzione della tracciabilità dei pagamenti ha anch’egli ben risparmiato. A questi cittadini non è stato frugato in tasca: Tremonti dice il vero. Invece la giovane coppia con due figli a scuola, contro il principio costituzionale della gratuità dell’istruzione, dovrà sobbarcarsi maggiori spese di trasporto, di mensa ecc. Di non frugare in queste tasche Tremonti non si è minimamente preoccupato, tanto più che ha abilmente operato perché siano le Amministrazioni Comunali, anche quelle di sinistra, ben strizzate e condizionate dai suoi provvedimenti, a mettere la faccia di fronte ai cittadini e ad applicare forzatamente i suoi dispositivi contro la tutela sociale sul diritto all’istruzione. Che succederà a Barberino? Noi resisteremo a queste pressioni e probabilmente ce la caveremo ma solo grazie alle economie di scala che otteniamo e ai premi che riceviamo per quell’Unione Comunale con Tavarnelle, per abolire la quale c’è chi chiede addirittura un referendum. Il vicesindaco e assessore alla cultura Mario Becattelli Se volete, inviate le lettere alla segreteria del sindaco, all’Ufficio Relazioni con il Pubblico oppure le e-mail all’indirizzo di posta elettronica uff.stampabarberinotavarnelle@gmail.com.
Inaugurata la biblioteca di Alda Merini
Il sapere e la conoscenza di Barberino hanno una nuova casa
Una grande festa popolare ha inaugurato la nuova biblioteca di Barberino dedicata ad Alda Merini. Una catena umana con tanti bambini e adulti ha portato gli ultimi 200 libri dalla vecchia biblioteca dello Spedale dei Pellegrini alla nuova “Casa della Cultura” in via Mannucci, 11 attraversando il borgo Medioevale e accompagnati dalla Filarmonica di Marcialla. “Con questa biblioteca aggiungiamo un ulteriore tassello al mosaico di Barberino che dopo la scuola materna e l’asilo nido si completerà con la scuola elementare e l’area sportiva. Questo importante centro culturale sarà a disposizione di tutto il territorio con tutte le moderne tecnologie di cui può disporre – ha commentato il sindaco Semplici –. Nel settore della cultura non deve mai venire l’impegno anche nei momenti più difficili, come ha recentemente dichiarato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Da anni stiamo andando in controten-
denza rispetto a quanto, invece, fa il Governo centrale costringendo i Comuni ai tagli che opera negli enti locali. Abbiamo voluto che questo edificio che, nel corso degli anni, è stato la casa di molti barberinesi, continuasse a mantenere questo nome; abbiamo voluto che proseguisse la sua funzione di accoglienza ed educazione”. Questo è, infatti, un edificio che è sempre stato frequentato dalla cittadinanza: infatti, la nuova biblioteca nasce dalla vecchia “Casa del Fascio” e il Comune ha voluto mantenere questa dicitura nel nuovo nome perché questo edificio, da 80 anni, è stato sempre un luogo di accoglienza, diverso a seconda delle epoche storiche che lo hanno attraversato. Infatti, fu costruiti negli anni ’30 del secolo scorso dal “lavoro volontario” dei barberinesi. Successivamente, dopo la Liberazione, fu trasformata in “Casa del Popolo” per la proiezione di film e l’organizzazione di feste. In seguito è stato utilizzato proprio come un’abitazio-
Il saluto delle figlie di Alda Merini Emanuela, Barbara, Flavia e Simona sono le quattro figlie di Alda Merini. Non hanno potuto partecipare alla festa per l’inaugurazione della “Casa della Cultura” e hanno inviato un messaggio. Io ringrazio a nome di tutte il comune di Barberino Val d’Elsa per questa scelta che da parte mia sento di sottoscrivere, (ovviamente), ma anche di sposare, in quanto, secondo me, la poesia (non solo quella di nostra madre), ha una forza dirompente e nonostante tutto molto pacificatrice, da essere presa ad esempio in un mondo dove i valori come lo stato d’animo, le emozioni, la sincerità e la buona fede sono ormai obsoleti. Forse non abbiamo molto a cui aggrapparci, ma sicuramente i moti dell’anima e le espressioni artistiche sono le uniche nostre ancore in un mare sempre più tempestoso per molti ....forse per tutti noi!!!! Dove mancano valori e sensibilità,....... L’arte ci riappacifica con la nostra parte più vera!!!!!!! Grazie a tutti ed un augurio per momenti più sereni!!!!!! Un abbraccio generale !!!!!!!!!!!! Emanuela Carniti Vi ringrazio tutti per questo evento dedicato a Mamma. Vi ringrazio attraverso il pensiero partorito da mamma, riguardo all’amore che, a mio avviso ognuno di noi, può renderlo proprio. Lei pensava che l’amore fosse diverso, a secondo dei passaggi dell’anima e delle pene della vita. Diceva spesso che nell’amore bisogna credere senza però pensare che quest’ultimo ci dia la soluzione della vita. Può essere una componente di felicità! Vale e dire che per taluni la vita reca il sigillo della fortuna e per altri no ma, più dell’amore, a lei interessava la pace e la gioia interiore le quali
danno molto di più di qualsiasi buona fortuna. Credendo a questo, non ci saranno né squilibri né disgrazie, perché nel saggio, tutto è già scontato. Infine, Mamma aggiungeva che l’amore è così un sentimento travagliato che i poeti hanno imparato ad “addomesticare” perché, tutte le cose mutevoli possano dare solo la certezza che l’uomo è vivo ma destinato a perire..... Barbara Carniti
2 ne, poi come scuola media e ora rinasce come “La Casa della Cultura” che accoglierà il sapere, la conoscenza, la modernità, finora custoditi nella vecchia biblioteca dello Spedale dei Pellegrini. Questi passaggi storici sono ben raccontati dalla mostra fotografica che ripercorre 80 anni di storia di Barberino e di questo edificio messe a disposizione dal fotografo Mario Forconi.
“La nuova biblioteca nasce all’insegna della modernità tecnologica e del risparmio energetico utilizzando 80 metri quadri di pannelli solari per la quasi totale autosufficienza energetica, un avveniristico impianto di geotermia per il riscaldamento e il condizionamento dell’aria, un moderno sistema di illuminazione domotica – ha spiegato il sindaco –. Questa biblioteca sarà sempre un luogo di incontro per grandi e piccini e abbiamo scelto di intitolarla a una donna perché troppo spesso, specialmente nell’era moderna, la figura della donna è strumentalizzata e utilizzata per ruoli secondari”. “La Casa della Cultura” non conserverà soltanto 10.000 libri ma anche l’archivio storico del Comune di Barberino con documenti raccolti dal 1500 al 1960, una sala multimediale con tre postazioni di pc, l’emeroteca, la videoteca e la mediateca mentre sono quattro i colori prevalenti; uno per ognuna delle sezioni della biblioteca: verde, arancione, giallo e blu. Il sindaco Semplici ha letto il saluto di Emanuela Carniti, una delle figlie di Alda Merini, e ha ricordato il professor Mario Nebbiai che non ha potuto partecipare alla cerimonia. Fu lui, nel dopo guerra, che presso la scuola di Petrognano, dove insegnava, diede vita alla prima biblioteca di Barberino, comprando i libri grazie alla vendita dei bachi da seta che allevava.
Una targa con il nome di Alda Merini disegnato sul muro dal pittore Marco Borgianni di Vico d’Elsa e una foto all’interno della biblioteca ricorderanno, per sempre, che “La Casa della Cultura” è stata dedicata alla “poetessa dei Navigli”. Tante le autorità cittadine che hanno partecipato all’inaugurazione:
le giunte di Barberino e Tavarnelle e i consiglieri comunali. Dopo la benedizione di don Luciano Marchetti si sono susseguiti gli interventi delle istituzioni: il sindaco di Barberino Maurizio Semplici, il sindaco di Tavarnelle, Sestilio Dirindelli, l’assessore di Barberino Mario Becattelli, l’assessore alla cultura della Regione Toscana Cristina Scaletti, il consigliere della Provincia di Firenze, Stefano Fusi, Gabriella Todros, Soprintendenza Archivistica per la Toscana e Sabiana Brugnolini, professoressa del Liceo Alessandro Volta di Colle Val d’Elsa che ha ricordato l’opera di Alda Merini.
Il sindaco Dirindelli si è congratulato con l’Amministrazione Comunale di Barberino e con tutti i cittadini per questa bella realizzazione. “È un bel risultato che si affianca alla nostra biblioteca comunale intitolata a Ernesto Balducci. Le biblioteche non sono soltanto luoghi dove si raccolgono libri ma anche luoghi di incontro per tutti i cittadini. È doveroso investire nella cultura e solo attraverso la conoscenza e la cultura è possibile essere critici e responsabili. È un passaggio importante per l’Unione Comunale ed è un auspicio anche per il nostro Comune perché potremmo arrivare anche all’unificazione dei nostri archivi storici”. Emozionato e contento il consigliere provinciale Stefano Fusi, ex sindaco di Tavarnelle, che ha ricordato che in questo edificio ha frequentato proprio la scuola media. “Questo luogo – ha detto Fusi – potrebbe accogliere anche tutto il materiale della Liberazione che stanno rinvenendo a Barberino e Tavarnelle e potrebbe essere aperta anche per altre realtà e per la cooperazione internazionale”. I lavori di ristrutturazione nella vecchia scuola media, iniziati quasi due anni fa e costati 1 milione e 180.000 euro, sono stati finanziati dalla Regione Toscana (quasi 800.000 euro) e dal Comune di Barberino per la restante somma e realizzati dalla dita edile di Caserta SO.CO.RE. su progetto dell’architetto Adriano Bartoli. “La cultura entra dentro di noi per simbiosi, come quando siamo davanti a un bel dipinto, una Chiesa, uno spettacolo, un’opera d’arte – ha commentato l’assessore Scaletti –. Quando si entra in una biblioteca si ha voglia di aprire i libri, di conoscerli e questa è la prima base della cultura che è un elemento essenziale per la sopravvivenza della nostra Nazione, per la nostra storia. Bisogna essere consapevole, come diceva Alda Merini, che la casa della cultura non può avere porte, dev’essere accessibile a tutti, a partire dai bambini, affinché possano diventare adulti consapevoli del loro passato. Adulti portatori di memoria, perché possano essere in grado di capire e interpretare il proprio presente e, soprattutto, di costruire il loro futuro per non ripetere gli errori commessi in altri luoghi e altre epoche”. “Quella che un tempo era la Casa del Fascio, quella che più tardi ebbe la destinazione impropria di scuola media, da oggi, ospitando la biblioteca e l’archivio storico, in precedenza disperso in sedi inadeguate, diventa il punto di aggregazione culturale della collettività, assieme al limitrofo Centro Espositivo Capocchini (ex Spazio Idea)” ha commentato il vicesindaco e assessore alla cultura Mario Becattelli. “La Casa della Cultura” di Alda Merini sarà aperta al pubblico il lunedì, mercoledì e giovedì pomeriggio e il martedì, venerdì e sabato mattina e già dal mese di dicembre ospiterà i primi appuntamenti culturali della rassegna “Luoghi di Sosta”.
I “Luoghi di Sosta”
IN BREVE
Laboratori, corsi per bambini, libri, la storia del territorio È cominciata a novembre la nuova rassegna di appuntamenti culturali che proseguirà anche il prossimo anno e che propone tante iniziative con i laboratori di recitazione cinematografica, teatro, pittura su tavola icona, corsi di fotografia per bambini, spettacoli di burattini e laboratori di marionette oltre alla presentazione di libri con la seconda edizione di “Liberi Libri” e appuntamenti con la storia e il territorio.
Questo e tanto altro ancora è “Luoghi di Sosta”. “I nostri «Luoghi di Sosta» sono spazi e tempi dedicati alla cultura per fermarsi ad ascoltare, leggere e riflettere ma anche per fare, imparare e giocare. L’Unione Comunale del Chianti Fiorentino promuove questa prima rassegna invitando i cittadini, grandi e piccoli, a partecipare a queste fermate culturali fatte di incontri,
laboratori, narrazioni e iniziative nel territorio dei due Comuni” hanno commentato gli assessori alla cultura di Barberino (Mario Becattelli) e Tavarnelle (Marina Baretta). Ma vediamo nel dettaglio il programma della rassegna. I laboratori. Seminario di recitazione cinematografica condotto da Barbara Enrichi per attori e attrici che vogliono perfezionare la recitazione cinematografica ma anche per chi si avvicina per la prima volta al mondo dello spettacolo. Venerdì 3 dicembre 18,0020,00 sabato 4 e domenica 5 14,30-19,30 presso il Centro Giovani Rovai a Tavarnelle. Corso di Teatro diretto da Massimo Salvianti. È una scuola di teatro a sessioni aperte per giovani tra i 12 e i 17 anni. Didattica dell’uso della voce e del corpo, improvvisazione e lavoro sui testi, inserimento del contesto esterno nel lavoro teatrale. Fino a giugno 2011 tutti i giovedì dalle 17,30 alle 19,30 presso il Centro Giovani Rovai. Costo dell’iscrizione, 50 euro. Corso base di fotografia condotto da Lorenzo Bojola. Saranno sei incontri per conoscere la tecnica fotografica e imparare ad esprimersi attraverso le immagini, trattando dai principi della camera oscura ai segreti della fotografia digitale. Dal mese di febbraio, il mercoledì 21,15-23,30 presso la biblioteca comunale “Ernesto Balducci” a Tavarnelle. Iscrizioni entro il 15 gennaio al costo di 70 euro. Corso di pittura su tavola icona condotto da Patrizia Zingaretti. Sono sei lezioni per apprendere la tecnica della pittura su tavola: guida all’uso della foglia oro, tempera all’uovo, pietra per brunire, pigmenti per la creazione di icone di ispirazione bizantina. Dal 14 gennaio, il venerdì 15,00-19,00 presso la Pieve di S. Pietro in Bossolo. Iscrizioni entro il 31 dicembre al costo di 170 euro. Come per magia. Sono i laboratori per i bambini sulla fotografia, burattini e marionette.
Laboratorio didattico sulla fotografia è condotto da Lorenzo Bojola e rivolto a bambini dai 7 agli 11 anni. Si svolge presso la biblioteca comunale “Ernesto Balducci”. A novembre c’è stato il primo incontro mentre i prossimi sono in programma il 4 e l’11 dicembre, l’8, il 15 e il 22 gennaio e si svolgono dalle 16,00 alle 17,30. Il costo di partecipazione è di 25 euro. Laboratorio di burattini e letture animate a cura di Italo Pecoretti che vuole stimolare la creatività e il divertimento dei bambini. Il primo appuntamento si è svolto a novembre, gli latri due sono in programma il 15 e il 29 gennaio sempre presso la nuova “Casa della Cultura” a Barberino dalle 15,00 alle 18,00. Fiori di Sambuca sono i laboratori di costruzione libera e marionette, ombre cinesi, trucca bimbi e spettacoli di burattini. I prossimi appuntamenti, presso il Circolo MCL a Sambuca Val di Pesa, sono in programma l’11 dicembre, l’8 e il 22 gennaio dalle 15,00 alle 18,00. Storia e territorio. Sono due cicli di incontri sulla storia del nostro territorio: dagli etruschi al Medioevo, tutti a ingresso libero. Tra Pesa ed Elsa sulle tracce degli etruschi sono tre appuntamenti in programma l’8, il 15 e il 22 febbraio alle 21,30 presso la “Casa della Cultura” a Barberino. A uno pane e uno vino. Casa, famiglia e lavoro nel Medioevo sono altri tre incontri che si svolgeranno il 10 e 24 marzo e il 7 aprile alle 21,30 presso la biblioteca comunale “Ernesto Balducci” a Tavarnelle. Liberi Libri. Comincia la seconda edizione della rassegna che molto successo ha avuto nella prima parte dell’anno. Nella “Casa della Cultura” a Barberino saranno presentati due libri: “Nel cuore della Toscana Collinare” di Zefiro Ciuffoletti e Simone Visciola (sabato 4 dicembre alle 17,00) e “La memoria dei pesci” di Pippo Russo (sabato 18 dicembre alle 21,30) che sarà presente insieme al pittore Giuliano Ghelli.
Unione Comunale del Chianti Fiorentino. Dopo la sua costituzione a luglio, la formazione del Consiglio Comunale dell’Unione, l’elezione del suo presidente e del suo vice presidente ora, col nuovo anno, l’Unione Comunale del Chianti Fiorentino sarà pienamente operativa per i servizi più importanti come la scuola, la cultura, lo sport, i lavori pubblici, il sociale, il personale, la polizia municipale. La gestione unica di tanti importanti servizi permetterà di migliorarli in efficienza ed efficacia, sia sotto il profilo delle risorse umane che economiche. I contributi economici che giungeranno all’Unione, previsti per legge, dovrebbero essere di circa 500.000 euro e questo darà ossigeno ai nostri magri bilanci. Si dovrebbe concretizzare anche il Protocollo d’intesa fra la nostra Unione e il Comune di San Casciano sui servizi di Polizia Municipale, Personale e Sociale. Lavori Zambra. Per procedere con i richiesti lavori nella zona industriale della Zambra siamo in attesa del via libera da parte della Provincia, poiché la strada 429, interessata da tali interventi, è una strada provinciale. I lavori potrebbero cominciare già a dicembre e concludersi entro il prossimo mese di febbraio. Gli interventi riguardano il marciapiede, la fognatura e l’illuminazione per complessivi 40.000 euro.
3 Giamberto Becchi va in pensione
Dal prossimo anno, importanti novità per la Polizia Municipale Cinquantotto anni, originario di Colle Val d’Elsa, dal 15 giugno 1976 indossa la divisa della Polizia Municipale, da trent’anni è a capo del comando Tavarnelle Val di Pesa e, dall’inizio del 2009, con l’istituzione del servizio in gestione associata, anche di Barberino Val d’Elsa. Il prossimo 29 dicembre sarà il suo ultimo giorno di lavoro, poiché Giamberto Becchi, comandante della Polizia Municipale di Barberino e Tavarnelle, andrà in pensione. Entrò nel corpo della Polizia Municipale e fino all’80 è stato Vigile Urbano, dopo aver vinto il concorso diventò Capo ufficio di Polizia Municipale di Tavarnelle. Da quasi due anni ricopre tale incarico anche per il Comune di Barberino grazie alla costituzione del servizio unico di polizia municipale, dopo che, nel 2004, già alcuni servizi erano stati gestiti in convenzione (edilizia e ambiente, commercio a Annona e codice della strada). “È un comando che è cresciuto negli anni: inizialmente a Tavarnelle c’erano soltanto tre vigili che si occupavano anche di guidare lo scuolabus e ora ci sono dieci agenti per due comandi e io, credo, di essere cresciuto con tutto il corpo di Polizia Municipale” ha commentato Giamberto Becchi. In tutti questi anni, tanti interventi, tante vite incrociate, tante storie conosciute: un ricordo bello e uno brutto che si porterà sempre con sé. “Il ricordo più negativo è l’incidente sull’Autopalio che vide coinvolta la famiglia Masti di Tavarnelle. Ci fu un frontale con un’altra automobile all’uscita dell’imbocco. Morirono il capofamiglia e due figli. È uno strazio che non posso dimenticare e che colpì tutto il Chianti. Dopo quell’incidente fu collocato il guard-rail per separare la carreggiata ed evitare il ripetersi di simili tragedie. Quello che mi è più piaciuto di questo lavoro e che mi mancherà è il sentirsi utile per la collettività: il mio primo obiettivo è stato sempre questo, di rispondere alle richieste dei cittadini”. Da gennaio le sue giornate saranno un po’ più libere: come impiegherà tutto il tempo a disposizione? “Mia intenzione è di impegnarmi nel sociale, operando nella Confraternita della Misericordia oppure nell’Auser. Mi dedicherò di più ai miei hobby, la caccia e la pesca, ai quali, finora, ho riservato soltanto i ritagli di tempo e avrò la possibilità di fare il nonno a tempo pieno con i miei due nipoti”.
Come cambierà il servizio di Polizia Municipale col prossimo anno? “Nel 2011 ci dovrebbe essere il Corpo Unico di Polizia Municipale insieme a San Casciano. È una bella sfida ed è un bel servizio che le Amministrazioni Comunali offrono alla cittadinanza. Bisognerà operare su un vasto e unico territorio che spazia dalla Val d’Elsa alle porte di Firenze”. Non poteva mancare un saluto da parte del sindaco di Barberino, a nome di tutta la cittadinanza. “A marzo del 2008, insieme al comune di Tavarnelle, decidemmo per la costituzione del servizio unico di Polizia Municipale e quella scelta ha permesso di garantire un utilizzo più razionale delle attrezzature e del personale dei due Comuni e un sensibile miglioramento del servizio sul territorio. Basta pensare ai controlli più intensi e qualificati su settori delicati come quello edilizio, ambientale e delle attività ricettive. E se tutto questo è stato possibile è merito di tutta la «Squadra» ma anche di Giamberto a cui voglio indirizzare un grande grazie da parte mia, della giunta e di tutta la cittadinanza di Barberino per l’impegno e la dedizione che ha sempre dimostrato nello svolgere il servizio e nel coordinare il lavoro di tutti i suoi collaboratori” ha dichiarato il sindaco Maurizio Semplici.
A “Dire & Fare”, educazione e ambiente
Risparmiare energia e l’accoglienza dei bambini a scuola L’innovazione nella Pubblica Amministrazione passa anche attraverso buone pratiche educative e di risparmio energetico, almeno secondo i Comuni di Barberino e Tavarnelle che (insieme a San Casciano) hanno partecipato, dal 17 al 20 novembre, alla XIII edizione di “Dire & Fare”, la rassegna promossa da Anci Toscana e Regione Toscana che si è svolta alla Fortezza da Basso di Firenze. Due sono stati i temi proposti nello stand: il “GAS fotovoltaico” e “CoerenteMente. I luoghi e le azioni”. Il “GAS fotovoltaico” è il progetto che permette, a chi aderisce, di risparmiare sulla bolletta elettrica e contribuire a rispettare l’ambiente grazie all’acquisto solidale di impianti fotovoltaici. L’iniziativa è rivolta a soggetti privati, cittadini o imprenditori residenti nei nostri Comuni ed è promossa dalle Amministrazioni Comunali in collaborazione con Confindustria Firenze, CNA e Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni. “L’idea – ha spiegato l’assessore all’ambiente Silvano Bandinelli – è di formare un Gruppo di Acquisto Solidale Fotovoltaico (GAS Fotovolatico) per acquistare in un’unica offerta, i materiali e il servizio completo di installazione per un numero di impianti fotovoltaici pari a una potenza minima di 100 kWp. Obiettivo delle Amministrazioni Comunali è di mettere in contatto offerta e domanda alle migliori condizioni possibili per quest’ultima, sfruttando la leva del numero nell’acquisto della fornitura di materiali e servizi”. L’altro progetto,“CoerenteMente. I luoghi e le azioni” rientra nelle buone pratiche educative a scuola ed è rivolto a bambini da 0 a 6 anni. È stata presentata anche la relativa pubblicazione “Coerentemente: L’Alfabeto della Continuità” che illustra le attività che quotidianamente vengono svolte nell’asilo nido e nella scuola dell’infanzia, i progetti edilizi e gli arredi utilizzati. Nell’Istituto Comprensivo Statale “Don Lorenzo Milani” ci sono l’asilo nido “Il Melarancio” e la Scuola dell’Infanzia “La Casa del Sole” e le strutture sono state realizzate con architettura bio-sostenibile, bioclimatica e a risparmio energetico. Sono ambienti belli e accoglienti, colorati e luminosi, pensati con particolare
attenzione alla gradevolezza, con un occhio attento al rapporto tra funzionalità e costi, utilizzando materiali naturali. “L’educazione dei bambini passa anche attraverso pratiche condivise con i genitori e gli insegnanti, l’allontanamento dei bambini dai loro ambienti naturali e dagli affetti dei genitori e dei parenti può essere mediato grazie a un’adeguata accoglienza in ambienti ospitali che li facciano sentire sereni e protetti – ha commentato l‘assessore alla pubblica istruzione Giacomo Cencetti –. Alla rassegna fiorentina partecipiamo con due progetti che mostrano come i nostri Comuni, nonostante i tagli e le gravi ristrettezze economiche, lavorino sul fronte socio-educativo. Un lavoro scaturito da una progettualità condivisa che mira a sostenere e agevolare le fasce socialmente più deboli dando spazio alle emozioni, alla creatività, agli aspetti umani della vita, tendenzialmente schiacciata dai problemi di ordine pratico e legati alla quotidianità”.
Teatro Margherita a Marcialla Il programma di dicembre e gennaio È iniziata a novembre la stagione 2010/2011 del Teatro Comunale Regina Margherita a Marcialla sempre sotto la direzione artistica di Gianfranco Martinelli. Anche quest’anno si presenta molto variegata e adatta a incontrare i gusti di un pubblico molto vasto: bambini, ragazzi e adulti. Questo il programma dei prossimi spettacoli. Sabato 4 dicembre alle 21,30 la Compagnia svizzera Drift Theater metterà in scena “Black Peter” di e con Massimo Bertinelli, François Gendre, Béatrice Jaccard, Peter Schelling. Un concerto “sui generis” realizzato con strumenti di fortuna. Domenica 5 alle 17,00 Il Teatro del Drago propone “Il Rapimento del Principe Carlo”, lo spettacolo di burattini in baracca della tradizione emiliano-romagnola. Sabato 18 alle 21,30 torna la commedia in vernacolo con “Le Sorelle Squilloni” a cura della Compagnia “Amici del Palco”. Tre atti brillanti di Tito Zenni. Sabato 8 gennaio 2011 alle 21,30 la Compagnia La Porta al Sole metterà in scena “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, tre atti brillanti di G. Guerrini e P. Leoncini. Sabato 15 alle 21,30 il teatro Stabile d’Innovazione del Salento Cantieri Teatrali koreja
presenta “IANCU un paese vuol dire” di Francesco Niccolini e Fabrizio Saccomanno, con Fabrizio Saccomanno e la regia di Salvatore Tramacere che mettono in scena un mondo di figure mitiche, contadini, preti, nonni e una gran voglia di diventare grandi. Domenica 16 alle 17,00 Ivano Rota propone lo spettacolo di burattini in baracca “L’ultimo lupo del lago”. Ricordiamo che il Teatro Regina Margherita si trova in via Amelindo Mori, 20 e aderisce al circuito “Valdelsa Off 2010/11”, la speciale card che permette di ottenere sconti sul prezzo d’ingresso per tutti gli spettatori dei sette teatri del circuito ed è inoltre valida anche per le singole stagioni teatrali. La card viene consegnata gratuitamente agli abbonati di tutti i teatri che ospitano la rassegna. Prevendita dei biglietti: Caffè Italia a Tavarnelle Val di Pesa (telefono 055/8077024), cartoleria L’Edicola a Marcialla (telefono 055/8074224), Bar Sport a Barberino Val d’Elsa (telefono 055/8075022). Per ulteriori informazioni, Associazione Culturale Marcialla, telefono e fax 055/8074348 info@teatromargherita.org http://www.teatromargherita.org/spettacoli.htm.
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I gruppi consiliari
Trasporto pubblico (e privato) a rischio Cittadini a piedi, Regione e Comuni becchi e bastonati!
Se qualcuno avesse avuto ancora dubbi sulla natura dell’ultima finanziaria estiva della sciagurata compagine governativa Tremonti-Bossi-Berlusconi ora potrà ricredersi definitivamente. Dopo il disastro dell’introduzione del pedaggio sulla Superstrada Firenze-Siena (non è stato messo da parte, stanno andando a vanti, e tra un po’ arriveranno i caselli su una strada in quelle condizioni) ecco che arrivano al dunque i tagli anche nei nostri territori. Dal Governo arriveranno meno 221 milioni di euro (!) alla Regione per il trasporto pubblico, autobus e treni. È un colpo durissimo a tutti quelli che utilizzano i mezzi pubblici. Colpisce le famiglie che devono mandare i figli a scuola, colpisce chi usa il trasporto pubblico per andare a lavorare. Colpisce gli adolescenti, gli anziani, i più deboli, chi non ha un’automobile. Colpisce l’ambiente perché incentiva il trasporto privato e quindi crea maggiore inquinamento. Nei nostri territori abbiamo frazioni in cui passano 3-4, al massimo 5 autobus al giorno. Come è possibile pensare a tagli in situazioni come queste? E oltre al danno la beffa. Assieme ai tagli ci sono aumenti fortissimi sulle tratte dei pendolari, sugli abbonamenti. Sappiamo che la Regione, che si trova costretta ad affrontare il problema per i tagli del Governo, sta già lavorando a soluzioni alternative che certo razionalizzeranno, accorperanno, elimineranno quello che c’è di eliminabile. Ma comunque si tratterà di un peggioramento grave di un servizio essenziale. I sindaci del Chianti hanno già firmato un documento congiunto per ricordare che questa è una delle poche aree servite male dalle ferrovie e quindi con ancora maggiori difficoltà e su cui non c’è possibilità di eliminare tratte già servite dal treno. Il nostro gruppo è al fianco delle proteste e delle lotte dei cittadini e dei consumatori perché si possa continuare ad avere un trasporto pubblico che garantisca che i nostri figli vadano a scuola, che i pendolari possano andare a lavorare, che i più deboli e gli anziani possano continuare a muoversi senza usare l’automobile. Chiederemo al sindaco, che sappiamo contrario ai tagli, di rappresentare questa protesta in ogni sede istituzionale perché non è pensabile alcun taglio di corse nelle nostre realtà. Domandiamo ai sindaci del Chianti di muoversi uniti per chiedere al Governo di riparare questo danno che ha fatto! Allora ci chiediamo: perché la riposta alla crisi è questa? La risposta è: perché la destra è questa. La finanziaria non ha chiesto neanche un centesimo di euro a chi avrebbe potuto permetterselo. Nessun altro governo europeo ha operato così, neanche quelli di destra e conservatori. Perché è vero che c’è chi, di fronte all’impoverimento generale, è sempre più ricco. Non si tratta di criminalizzare chi riesce a guadagnare onestamente grazie alle proprie condizioni e capacità e al proprio lavoro. Ma certamente c’è da ristabilire il principio di fondo: che deve pagare di più chi di più ha e guadagna. È un principio di giustizia sociale, di buon senso, che fa parte della nostra cultura fin dalle origini del cristianesimo. Un avvertimento finale. Dobbiamo stare ben attenti quando vengono annunciati tagli dal Governo nazionale. Perché con il nuovo assetto costituzionale i tagli vengono fatti dal Governo ma siccome i servizi vengono erogati da Regioni e Comuni, le conseguenze negative che si risentono sul territorio vengono imputate agli enti locali che magari sono in totale disaccordo con quelle scelte. Quindi, per dirla alla fiorentina, siamo becchi e bastonati!
Gruppo Consiliare Uniti per Barberino
Il punto sulla zona industriale Problemi veri e riqualificazione mancata
Da alcuni mesi i cittadini residenti nella zona industriale del nostro Comune hanno portato all’attenzione dei mass-media le difficoltà a vivere in questo comprensorio. Il gruppo Obiettivo Comune fin dal programma elettorale del 1999, anno in cui assunse il governo del Comune fino al 2004, poneva tra gli obiettivi prioritari la riqualificazione di questa zona. I presupposti per una estrema attenzione a quest’area derivavano dalla consapevolezza che, pur incorporando una zona industriale, vi era una densità di popolazione residente seconda solo al capoluogo e che la trascuratezza di tutte le precedenti amministrazioni aveva lasciato quest’area sprovvista delle infrastrutture indispensabili quali acqua, luce, fognature e viabilità e con una serie di problematiche ambientali rilevanti. Ulteriore problema che richiedeva un’estrema attenzione era la presenza di attività molto pericolose e di grande impatto per l’ambiente e la salute dei cittadini. Uno scenario così preoccupante ci vide impegnati (anche mediante gli strumenti urbanistici) a mettere in atto strategie e azioni finalizzate a regolamentare la presenza delle industrie insalubri e a incentivare interventi mirati al raggiungimento di standard di qualità per tutti gli altri tipi di attività. Per dare una svolta a questa situazione il nostro programma puntava su interventi immediati per le infrastrutture che già abbiamo citato e l’attivazione di strumenti che consentissero di individuare le criticità e intervenire di conseguenza. Durante il nostro governo demmo concretezza agli impegni programmatici, tanto che al termine del nostro mandato (2004) gli interventi sulle infrastrutture essenziali erano già realizzati e si erano poste le basi per il raggiungimento di obiettivi riqualificanti nel medio termine. Purtroppo, l’amministrazione Semplici che pure nel suo programma, considerava questa zona satura non prevedendo un ulteriore sviluppo ma solo “una sua riqualificazione, da ottenere attraverso il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi” evidentemente non ha ben chiaro il significato di riqualificazione e quali debbono essere le coerenti azioni da mettere in atto. Infatti il primo intervento fu la variante alla SR429 per la quale Obiettivo Comune si dissociò immediatamente dall’ipotesi di svincolo nel centro della Zambra e propose una soluzione alternativa (tracciato spostato 500 metri più a valle verso Certaldo con innesto alla vecchia SR 429 in un punto più alto rispetto alla ferrovia, cosa che avrebbe evitato una seconda rampa e ridotto notevolmente il tratto da realizzare in elevazione nonché la lunghezza complessiva del raccordo) con costi dimezzati e impatto ambientale e paesaggistico più accettabile. Il secondo “illuminato” intervento fu la revoca della norma che vietava le aziende insalubri e la definizione del piano delle funzioni. E dove sono state previste, secondo questo piano, le aziende insalubri di prima classe? Nelle località le Grillaie e la Zambra, dove erano già presenti le maggiori attività ad alto rischio, pericolose per la salute e per l’ambiente e dove nel frattempo erano sorti molti nuovi agglomerati urbani. Infine, nella zona ritenuta satura dal Semplici abbiamo assistito alla cementificazione sistematica (verrebbe da dire anche inutile data la situazione economica attuale) di qualsiasi fazzoletto di terra salvatosi in precedenza, mentre il Comune in zona Drove vende per edificazione anche gli esigui spazi destinati a verde pubblico da precedenti convenzioni edificatorie. È questo il concetto di riqualificazione della zona industriale del Semplici? O forse vuole alienare gli spazi di verde per nascondere il degrado vergognoso in cui sono lasciati queste aree dal Comune? All’orizzonte si profilano anche richieste di ampliamenti di attività che già allo stato attuale destano preoccupazione e non pochi disagi per i cittadini residenti. Che risposte sarà capace di dare un’Amministrazione con questi precedenti? Ciò che i cittadini vedono e denunciano non sono fantasie, le strade dissestate, la sicurezza nei percorsi stradali e nella viabilità, l’incuria in cui versano gli spazi pubblici di questa zona, i servizi pressoché inesistenti, le difficoltà e i disagi connessi alla promiscuità di attività produttive e insediamenti abitativi, è il risultato di una voluta e premeditata brusca interruzione di un processo virtuoso iniziato e portato avanti da Obiettivo Comune. È un emblematico esempio del “parlar bene e razzolar male” che contraddistingue questa Amministrazione e la logica conseguenza del non fatto insieme al mal fatto. Il nostro gruppo continuerà il lavoro di vigilanza e denuncia di questo malgoverno, avanzando contestualmente proposte per invertire nuovamente la rotta verso una vera riqualificazione di quest’area delicata del nostro territorio.
Gruppo Consiliare Obiettivo Comune
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cUriositÀ. Su Facebook sono nate pagine a sostegno di vip, parole e usanze di casa nostra
vita da fan, dal “bischero” ai Litfiba Giuditta Boeti
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irenze, terra di quartieri, fazioni e forti passioni, non perde occasione per riunirsi e palpitare intorno a un culto condiviso. In città fioriscono club, mentre su internet nascono di continuo gruppi di sostegno a favore dei soggetti più disparati. Come dire: ognuno scelga un beniamino e ne diventi fan-atico sostenitore. Perché nell’era di Facebook anche il mestiere del sostenitore è diventato meno impegnativo. E così la rete è diventata un proliferare di pagine dedicate a cantanti, attori, campioni sportivi, serie televisive, cibo, locali, film e quanto più di originale possa passare per la mente. Si sono guadagnati un fan club con oltre 40mila sostenitori gli intramontabili “Amici miei”. Vale dire il Mascetti, il Perozzi, il Sassaroli, il Necchi e il Melandri, le loro zingarate e le supercazzole pronunciate persino in punto di morte. Ma la fiorentinità la fa da padrona su tantissime pagine internet. C’è chi ha creato il fanclub “Firenze l’è piccina, e l’è anche casa mia” dove i 20mila fan celebrano ed esaltano le bellezze della città del giglio, crogiolandosi anche nel pronunciare le parole “tutt’attaccahe e capissi lo stesso”. E poi ci sono i quasi 23mila fan del gruppo “Icchè?”, la cui missione è l’introduzione di questo termine dialettale “n’i vochabolario italiano per poi esportallo in tutto il mondo”. Ci sono anche i supporter fiorentini dell’acqua del rubinetto che aderiscono al fan club “dell’acqua del sindaco”, lasciando foto e messaggi contro lo spreco idrico. E ancora ci sono 25mila fan del gruppo “Oh bischero”, dove si spiega che “l’origine di questo termine non è chiara, anche se l’ambiente è chiaramente quello toscano, da Firenze fino alla Maremma”. Il fan club che raccoglie il maggior
numero di supporter non può che essere quello della Fiorentina calcio, con oltre 60mila fan che incitano la squadra, si confrontano sulle partite e sognano insieme lo scudetto. Ma c’è anche un’altra fiorentina osannata dal pubblico ed è la bistecca, che raccoglie oltre 80mila fan, amanti della “ciccia” famosa in tutto il mondo. Come da tradizione ci sono anche fan sfegatati che sostengono i cantanti o i gruppi musicali preferiti. Sommando tutti i fan club dei Litfiba, storica band fiorentina, si contano oltre 100mila sostenitori. Quasi 50 mila adesioni, invece, a sostegno e incoraggiamento della fiorentinissima Irene Grandi, con video, foto e interventi della cantautrice. Altra stella della musica ad essersi guadagnata un vivissimo fan club è Diana Winter. Nome apparentemente inglese, lei è italianissima, anzi fiorentina doc. Classe ‘85, ha già all’attivo diverse collaborazioni straniere del calibro di Toots Thielemans e italiane, con il duetto con Giorgia nella tournée dello scorso anno. Passando dalla rete alle ruote, come non citare il “Vespa Club Firenze”, che raccoglie tutti gli appassionati della mitica due ruote Piaggio. Proprio il fan club fiorentino ha organizzato, sotto l’egida del Vespa Club Italia, il raduno nazionale “Cimento invernale del Vespista”. E ancora Firenze è la capitale del “Mini club”, che comunque conta distaccamenti e soci in molte regioni italiane. Dal 2004 organizza raduni e incontri per gli appassionati del gioiellino Bmw. Non a caso, il più grande raduno italiano di auto Mini (in due giorni) si svolge ogni anno a Firenze, con giro del centro storico, gare e gimkane di abilità.
Hanno tantissimi supporter la fiorentina (la squadra, ma anche la bistecca), il gigliatissimo termine “Icchè?” e la stessa città, che “l’è piccina e l’è anche casa mia”, recita il nome di un gruppo. e poi ci sono i cantanti, come la storica band di Pelù e Renzulli o Irene Grandi
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sociale
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l’inchiesta/1. Il Comune proverà a chiedere a Grandi Stazioni di lasciare aperta Smn anche di notte
freddo, torna l’emergenza per i senzatetto foCuS
verranno messi a disposizione circa
Crescono gli “insospettabili”
banco Alimentare, richieste in aumento
200 posti letto oltre a quelli “ordinari”. Con una
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novità: chi si trattiene per più di 15 giorni dovrà pagare un euro per ogni notte ulteriore Giuditta Boeti
U
n letto su cui dormire, un tetto sulla testa per ripararsi dalle intemperie e del cibo caldo per fronteggiare il gelo o più semplicemente per non morire assiderati dal freddo. Per molti è la più ovvia normalità, ma per 530 persone a Firenze è solo una speranza. Ed è proprio per far fronte alle situazioni difficili che ogni anno scatta il piano di accoglienza durante la cosiddetta “emergenza freddo”, per chi una casa non ce l’ha e cerca riparo e calore in strutture di assistenza. Con una novità: quest’anno chi si tratterà più di 15 giorni dovrà pagare un contributo simbolico di un euro per ogni notte in più. “I posti a disposizione per l’emergenza freddo sono maggiori rispetto allo scorso anno - spiega l’assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi - contiamo un totale di circa 200 posti letto che vanno ad aggiungersi a quelli che offriamo normalmente. Il Comune – aggiunge – offre ai senza fissa dimora, oltre che un tetto contro le intemperie, anche colazione e cena calde. Il contributo vuole essere una forma di responsabilizzazione nei confronti degli ospiti, e i fondi raccolti verranno investiti in progetti di reinserimento”. I pasti del mattino e della sera si aggiungono al pranzo che la Caritas offre già quotidianamente alle persone bisognose. In totale, ogni giorno, vengono erogati oltre 2.500 pasti. A Firenze è forte la rete di solidarietà, fatta di cooperative, associazioni, fondazioni che si occupano dei senza fissa dimora e che gestiscono l’accoglienza per conto del Comune che ha appaltato loro il servizio. Uomini, donne (a volte con bambini) senza una casa e spes-
so senza neanche più la speranza. Le loro storie si somigliano tutte: normalità precarie distrutte da un lavoro perduto, una rottura familiare, la morte di una persona cara, un tradimento, una malattia, che si intersecano tra loro in modo infinitamente diverso ma infinitamente affine. E così non è strano vedere che ad aver bisogno di aiuti essenziali per la sopravvivenza non sono solo “storici clochard” o scontrosi senzatetto, ma persone comuni che, per una ragione o per l’altra, a un certo punto della propria vita si sono ritrovati senza più una fonte di reddito. I posti letto spesso non sono sufficienti a soddisfare le richieste, e allora gli “esclusi” dalle liste si mettono in coda con la speranza che si liberi un posto all’interno dei dormitori. Anche se “c’è
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una parte di senza fissa dimora – dice l’assessore Saccardi – che preferisce non rivolgersi alle strutture dell’emergenza freddo perché restii a entrare nel circuito dei servizi sociali”. L’anno scorso Ornella De Zordo, capogruppo di “perUnaltracittà”, aveva proposto all’amministrazione comunale di tenere aperte le stazioni ferroviarie nei giorni con temperature particolarmente rigide, per evitare che i senzatetto dormissero al freddo e in mezzo alla strada, in sudici sacchi a pelo o tra gelidi cartoni. “Già lo scorso inverno – spiega l’assessore Saccardi – avevo scritto a Grandi Stazioni per l’apertura di Santa Maria Novella durante la notte, ma mi aveva risposto che questa operazione non era possibile”. E quest’anno? “Ci riproverò”, conclude.
a povertà è dietro l’angolo. Proprio accanto a noi, solo nel comune di Firenze, oltre 24mila persone sono costrette a chiedere un aiuto alimentare. Di queste, almeno la metà è costituita da cittadini italiani, e il dato cresce di anno in anno in modo sconcertante. Lo ripetono quasi all’unanimità le associazioni che si impegnano quotidianamente nella distribuzione di beni alimentari alle persone in difficoltà. Sul territorio fiorentino ce ne sono 124 tra parrocchie, enti caritativi e associazioni laiche. Un esercito di volontari che periodicamente fa la spola tra Firenze e Calenzano per fare scorta di cibo al Banco Alimentare della Toscana – uno dei 17 nodi della rete nazionale della Fondazione Banco Alimentare - dove vengono raccolte le eccedenze del mercato e le donazioni della giornata nazionale della colletta alimentare. I nuovi poveri sono tra noi: magari i vicini di casa o gli amici di una vita. Spesso si vergognano di farlo sapere. “Cresce il numero degli insospettabili - dicono dalla Misericordia di Firenze – e fanno fatica ad accettare questa situazione.” Vanno alla Caritas di via Faentina piuttosto che chiedere aiuto alla propria parrocchia, oppure chiedono di non ricevere il pacco alimentare a casa per non farsi vedere dai vicini. Solo alla parrocchia Regina della Pace di Ponte di Mezzo, dove c’è la più alta concentrazione di case popolari, sono cento le famiglie in difficoltà, il 70 per cento italiani. All’associazione laica Ancoraggio, invece, gli assistiti sono per lo più immigrati, 25 famiglie con bambini, anche piccoli, che vivono in condizioni disperate, spesso senza un reddito. Talvolta ci si scontra con l’ostacolo delle diverse abitudini alimentari, che devono essere rispettate: anche un omogeneizzato alla carne può rappresentare un problema. In generale, sono molte le associazioni costrette a rimpolpare il pacco con alimenti acquistati di proprio pugno, per fronteggiare una domanda che cresce di giorno in giorno, a un /I.T. ritmo che sembra inarrestabile.
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l’inchiesta/2. Nell’ultimo anno c’è stato un incremento del 70 per cento degli accessi
E all’Albergo popolare sempre più italiani a lanciare l’allarme è il direttore della struttura, che spiega come l’utenza stia cambiando e sia sempre più composta da connazionali, over 50 e con storie pesanti alle spalle Giulia Righi
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ome stanno le cose, qui, lo racconta un muro. Lo dice una frase pennellata nella “stanza dei bottoni”. “Questa casa è, e ha da essere, tetto sicuro per chi non ne ha”. Questo è, l’Albergo Popolare di Firenze. Con il suo passato da convento e un secolo di storia, l’ultimo, al servizio dell’accoglienza. Ci entri e te lo aspetti tutto rotto, segnato dalle rughe del disagio, malconcio. E invece ha piuttosto il che dell’ospedale di tanto tempo fa, con i suoi corridoi lunghi attraversati da cent’anni di persone e le stanzette sobrie tutte letti e comodini. E questa è la casa di un sacco di italiani, il numero civico di tante persone che hanno perso la rotta. Italiani, sì. Di solito sopra la cinquantina. Persone che arrivano qui portandosi addosso i cocci di una vita distrutta, appannata dall’alcol, sbranata da storie familiari senza lieto fine, sfinita da soldi che non c’erano e se c’erano erano spesi male. “Nell’ultimo anno c’è stato un incremento del 70 per cento di accessi: tutte facce nuove”. Lo spiega il direttore di questi 8mila metri quadrati, Luca Angelini. Che non ha neppure lui l’aria ingrigita dei grandi capi ma piutttosto il piglio di chi sa che per mandare avanti la baracca è bene starci dentro ai problemi. Viverseli. Dev’essere l’unico modo per gestire i grandi numeri del disagio che vorticano intorno alla struttura, che solo nell’anno in corso ha avuto poco meno di mille accessi. Gente che va, gente che viene. Il servizio di pronta accoglienza funziona a rotazione: si sta qui 15 giorni, poi occorre uno stop di dieci e via così. C’è anche chi ci vive fisso, però: 25 residenti. Poi ci sono i mini-alloggi per altre 22 persone, e altri 21 posti per l’accoglienza lunga. Più venti posti per l’emergenza
freddo. Tutti per uomini, dell’accoglienza al femminile si occupano altre strutture. Ah, tra gli ospiti ci sono anche due trans. Problemi di convivenza, con loro? “No, forse all’inizio, ora direi che è tutto sotto controllo”. C’è anche colore, là dentro. Quello dei laboratori manuali, di quelli di teatro, di quelli artistici. E odore di candele, quelle che un gruppetto di ospiti sta preparando come strenne natalizie. Poi ancora, via dai numeri, fai due passi per i corridoi della struttura e incontri un popolo intero che saluta il suo direttore. Pacchetto completo, pregi e difetti. Ad esempio c’è Dario (nome di fantasia) che ha la fissa per le biciclette e fosse per lui ne allucchetterebbe a decine nelle rastrelliere di fronte all’ingresso. Ma così non si fa e si becca la sua strigliata. Per inciso: un tempo Dario era un professo-
Il servizio di “pronta accoglienza” è a rotazione, dopo 2 settimane gli ospiti devono fare uno stop re, poi la vita ha fatto crac e ora la sua casa è questa. Di storie fotocopia alla sua purtroppo ce ne sono a bizzeffe, là dentro. Italiani, stranieri, è lo stesso. Non sarà un caso che sulla scrivania di Angelini convivano in tutta quiete una Bibbia e un Corano. Sorride mentre li guarda: “Ecco, questo me lo sto studiando, è utile. Quando qualche ospite musulmano mi rientra ubriaco la sera almeno gli cito subito la sura in cui gli si prescrive di non farlo”.
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Donne con i Pantaloni. Sono sempre di più a scegliere di fare “cose da maschi”
Il lavoro duro? Un gioco da ragazze alla guida del camion o dell’autobus, non temono né il traffico né la lontananza da casa. e c’è chi si arruola o parte volontaria con l’esercito. Senza per questo dimenticare la famiglia Francesca Puliti
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uando ha mandato all’aria una convivenza ed è salita sul camion, suo padre, anche lui camionista, le ha detto che era pazza. Ma Alessia, 32 anni, ha tenuto duro e quel camion lo guida da 5 anni in lungo e in largo per l’Italia e la Francia. “Le mie amiche mi invidiano – racconta Alessia, che abita a Piombino – perché sono sempre a giro, mentre loro sono inchiodate a una scrivania per la maggior parte del tempo”. Mai che le sia venuto in mente che come mestiere potrebbe essere pericoloso. “Basta sapersi fare i fatti propri”. Ma di notte cerca di non guidare mai. “Si guadagna benino, anche se questa vita te la puoi permettere finché vivi da sola con due pesci rossi come me – aggiunge Alessia – quando metterò la testa a posto e avrò una famiglia scenderò a terra. Ma tanto ho già deciso che sposerò un camionista”. E di scelta ce n’è parecchia, perché a fare questo mestiere in Italia ci sono pochissime donne. “L’anno scorso al pranzo che avevamo organizzato come ritrovo eravamo una cinquantina”. Più o meno la stessa cifra (55) delle autiste alla guida dei mezzi Ataf a Firenze, piccolissima percentuale a fronte di un totale di 960 conducenti. Le vedi districarsi nel traffico, piercing al naso e borsa con i teschi appesa al seggiolino, come e meglio dei colleghi maschi. Dall’altra parte della “barricata”, ovvero al distributore di benzina, c’è Tatiana, 34 anni, di Firenze. “Fare la benzinaia non è il massimo – racconta – ma meglio che lavorare al nero da qualche parte…D’inverno è dura, prima o poi vorrei tornare a servire caffè e cappuccino al bar, ma nel mentre ci si accontenta”. Le fa eco Patrizia, che fa il pieno alle auto da 26 anni. “Non era il sogno della mia vita, ma mi trovo bene”. E mentre racconta, tempo 10 minuti, serve più
di dieci clienti. A fare un mestiere tradizionalmente considerato da uomo non sono in molte, ma neanche più un piccolo manipolo di pioniere come un tempo. Le più intraprendenti sono proprio le più giovani. Come Martina, 20 anni, studentessa di filosofia, che però nel mentre ha seguito il corso per “addetti alla sorveglianza nei luoghi pubblici in occasione di manifestazioni sportive o di spettacolo”: in altre parole, quelli che un tempo si chiamavano “buttafuori”. “E’ un’ottima opportunità di lavoro”, dice, e di questi tempi meglio lasciarsi aperte tutte le porte. “Anche se in realtà ‘da grande’ mi piacerebbe lavorare con i bambini”, aggiunge. Chi invece ha a che fare da anni con un mondo prettamente maschile è
C’è anche una studentessa di 20 anni tra gli allievi del corso per buttafuori Francesca Arru, o meglio Sorella Arru, volontaria dal 1987 per la Croce Rossa. Dalla Bosnia al Kosovo fino a Nassyria, il Capitano Arru è sempre stata al fianco dell’Esercito, ma in un corpo ausiliario, quello della Cri, in cui le gonne hanno fatto il loro ingresso quasi un secolo prima rispetto alle Forze Armate. Qui sono arrivate solo 10 anni fa e rappresentano adesso il 7% circa dell’Esercito. “Conciliare i tempi di vita con un impegno del genere non è semplice – spiega Sorella Arru – devi esser pronta a partire entro 6, 12, 24 o 48 ore”. Ma la determinazione e la passione aiutano.
tatiana,
professione Benzinaia
In CaMPo Rhinogirls, da Sesto Fiorentino con furore
Quando il rugby porta la gonna
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na ventina di donne con i parastinchi e le imbottiture sulle spalle. Ecco cosa succede quando la passione per lo sport contagia le compagne dei giocatori di rugby. E’ così che sono nate le Rhinogirls di Sesto Fiorentino, una delle due sole squadre di rugby al femminile della Toscana (l’altra è a Livorno). “Tutto è cominciato 10 anni fa – racconta il capitano Claudia Materassi, in squadra da 4 stagioni – quando i ragazzi hanno cominciato ad allenare le fidanzate. Poi, attraverso il passaparola, si è costituita una vera e propria squadra”. E’ successo appunto 4 anni fa, quando è arrivato anche un vero allenatore, Lorenzo Cirri, che veniva dall’esperienza dei Cavalieri di Prato, attualmente in Eccellenza. Ma come si avvicina una giovane donzella a uno sport pieno di contrasti e botte? “Per quanto mi riguarda, una volta sono andata a vedere una partita di rugby e mi è piaciuto così tanto che ho deciso di provare”. E poi “le botte sì, si prendono, ma non sono necessariamente così forti”. Sfatiamo il pregiudizio di un gruppo di maschiacci, trasandate e irruente. “Ci dovreste vedere quando arriviamo da lavoro – continua Claudia – tutte truccate e vestite a modino”. Oppure basterebbe vederle nel calendario che
le
rhinogirls
in azione
hanno confezionato per il 2011 per finanziare le attività della squadra. Una ventina le tesserate, dai 16 ai 40 anni, tutte residenti nell’area compresa tra Firenze, Sesto e Prato. L’anno scorso hanno disputato la Serie A2, “con l’obiettivo di arrivare tutte integre a fine stagione”. Target centrato, anche se con una sola vittoria in tasca “che però ci ha dato tanta soddisfazione”. Quest’anno le Rhinogirls sono tornate alla Coppa Italia ed è stato come ricominciare da capo. “Sì, perché si sono avvicinate tantissime ragazze nuove”. Ma insomma, il rugby è uno sport da donne? “Certo che lo è”, risponde soddisfatta Claudia. E non possiamo /F.P. che crederle.
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Uomini con la granata. In principio fu un 50enne di Pietrasanta, oggi in Italia sono 5mila
Mollo tutto e faccio il casalingo Dai 25 ai 55 anni, sono tanti i “lui” che preferiscono le faccende di casa alle attività professionali. Sempre più richiesti anche i colf e i baby sitter Paola Ferri
C
i è voluta una mattinata di intense discussioni con l’impiegata dell’Ufficio anagrafe, con il di lei superiore e qualche sorrisetto di sufficienza. Ma alla fine Fiorenzo Bresciani è uscito dall’ufficio con su scritto sulla propria carta d’identità “professione: casalingo”. E pensare che bastava cambiare una vocale per abbattere un muro. Da allora – correva l’anno 2003 – Bresciani ha messo su anche un’associazione per cercare di sensibilizzare il mondo maschile a collaborare maggiormente con la propria partner e ad essere più presente in famiglia. L’Associazione Uomini Casalinghi ha sede legale a Pietrasanta, dove abita il fondatore, ma conta oltre 5.300 iscritti in tutta Italia e qualche centinaio in giro per il mondo. Galeotto fu il sito internet (www.uominicasalinghi.it) che attirò fin da subito l’attenzione dei media. “Sono stato intervistato più volte dalla Bbc, dalla Cnn, da qualche canale russo e perfino da una tv messicana”, racconta Bresciani, reduce dal primo congresso nazionale dei casalinghi, che si è tenuto lo scorso ottobre a Sanremo. “Abbiamo anche eletto il primo mister casalingo – aggiunge il presidente dell’associa-
zione – è un ragazzo di Altopascio”. Già, perché gli iscritti vanno dai 25 ai 55 anni e hanno svolto (o magari svolgono ancora) ogni tipo di professione. Prima di diventare casalingo a tempo pieno, Bresciani aveva un’attività commerciale, ma si annoiava. Ora, invece, è tutt’altro che un casalingo disperato. “Teniamo corsi di economia domestica in tutto il Paese”, racconta. E proprio di economia si tratta, perché non ci sono solo le lezioni pratiche su come fare il bucato e stirare le camicie, ma anche i consigli su come fare i mestieri di casa in modo “naturale” spendendo meno. “Ad esempio – spiega il primo casalingo d’Italia - con aceto e bicarbonato si può pulire quasi tutto”. Che l’altra metà del cielo sia eccellente nei lavoretti domestici lo dimostrano anche le ricerche scientifiche (l’ultima è datata Londra, ottobre 2010). Purché si applichi. E non è un caso se anche a Firenze i colf, al maschile, sono sempre più richiesti. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di origine straniera, prevalentemente giovani, moderni Mrs Doubtfire che non si spaventano di fronte a una montagna di panni da lavare o una decina di piatti selvaggiamente impilati nell’acquaio. Aumentano
fiorenzo Bresciani
e altri casalinghi
anche coloro che, soprattutto tra gli extracomunitari, si propongono come badanti. Ma ci sono anche i baby sitter. Gli iscritti all’apposito albo del Comune di Firenze non sono numerosi (nel corso degli anni ne sono transitati 4) ma sono professio-
nalmente accreditati: hanno seguito tutti il corso di formazione e spesso vantano già delle discrete credenziali. Tra cui quella di non innescare nessun meccanismo di gelosia nelle mamme che devono abbandonarli a casa da soli con i propri mariti.
La novItÀ Nasce a Prato un palazzo per ex mariti in difficoltà, mentre a Firenze parte il servizio di assistenza
Sedotti ma non abbandonati, un condominio solidale per divorziati
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enza una donna e magari anche senza un lavoro. Oppure con lo stipendio dimezzato da alimenti e spese per il divorzio. Nasce a Prato il condominio solidale riservato ai mariti, o meglio agli ex mariti, che dopo la separazione si trovano in serie difficoltà economiche. Per la Toscana si tratta della prima esperienza del genere, ma strutture simili sono già state realizzate in diverse città del Nord Italia, come Milano e Torino. Il progetto, lanciato dal Comune di Prato, è stato presentato lo scorso novembre, ma pare che la strut-
tura adibita ai “mariti single” sia già stata individuata. A Firenze, invece, è attivo già da alcuni mesi in via sperimentale il Servizio post-divorzio. Dalla consulenza legale alla psicoterapia individuale e di coppia per cercare di rimettere insieme i cocci, dalla mediazione familiare al supporto in fase di affidamento dei figli, quando non c’è più niente da salvare. Il servizio è organizzato dall’associazione Co.Me.Te. con il sostegno della Regione e, una volta superato il test fiorentino, si appresta a essere esportato in altre aree della Toscana.
Nel giro di dieci anni, infatti, il numero dei divorzi nella nostra regione è praticamente raddoppiato, arrivando a quota 35 su 100 matrimoni. Gli ultimi dati Istat disponibili si riferiscono al 2008, anno in cui sono state registrate 5.889 separazioni, circa 250 in più rispetto al 2005, mentre i divorzi sono passati da 3.311 a 4.164, sempre nel giro degli stessi tre anni. Per accedere al Servizio post-divorzio basta mandare una mail a servizipostdivorzio@yahoo.it, oppure rivolgersi ai servizi /P.F. pubblici del Comune di Firenze.
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festeggiamenti
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san silVestro/1. Il centro di Firenze offre soluzioni per tutti i gusti. Lanciato un bando
piazze in festa per il capodanno in città Rock e pop alla Stazione, folk in Santissima annunziata, musica jazz in piazza della Repubblica. Sperando solo che il tempo sia clemente Ludovica V. Zarrilli ‘offerta’ a chi vuole fare spettacoli o cultura in città. Non credo che gli organizzatori che hanno intenzione di partecipare al bando avranno difficoltà a trovare sponsor capaci di credere e investire nel progetto. Anche lo scorso anno, del resto, gli sponsor furono molti. E la ricaduta d’immagine sarà inestimabile”. E proprio l’apporto di sponsor privati, come per la scorsa edizione, sarà fondamentale: l’amministrazione deve infatti già fare i conti con la crisi globale e il drastico taglio dei fondi da parte del governo.
san silVestro/2. Dalla cena medievale alla mezzanotte sul treno d’epoca
veglione alternativo? Non c’è che da scegliere C
appa, spada e botti di capodanno. Per chi è stanco delle solite feste, o troppo freddoloso per passare una nottata intera in piazza passando di concerto in concerto, le alternative non mancano, basta solo cercare un po’. Anzi, attenzione a non perdersi nella rete, tra offerte last minute per festeggiare sotto la Tour Eiffel o al riparo di un igloo, con una cioccolata calda tra le mani al posto della classica flute di spumante. Rimanendo con i piedi per terra, e in terra toscana, si può optare per un cenone in salsa medievale, con tanto di menu d’epoca, spettacoli e musica in tema, all’Antico Spedale del Bigallo a Bagno a Ripoli. Oppure optare per una delle cene con delitto che, sotto le feste, nascono come funghi in ogni angolo o casolare della Toscana. Funziona così: tra una portata e l’altra una compagnia teatrale mette in scena un giallo a episodi, coinvolgendo camerieri e personale vario e, a fine pasto, ogni tavolo, trasformato in squadra, dovrà cercare di risolvere l’enigma di chi è l’assassino. E in genere si può anche pernottare “sul luogo del delitto”. Per i nostalgici di Happy
Days, invece, c’è il capodanno anni ’50 di Riccione: basta munirsi di gonna a ruota e cerchietto per i capelli o giubbottino di pelle su maglietta bianca ed essere disposti a spendere qualcosa in più per la trasferta. Un altro tipo di nostalgici potrebbe altresì apprezzare il veglione on the road, anzi no, sui binari, a bordo di un treno d’epoca. Ne parte uno da Lecco la sera del 31 dicembre, direzione Mantova, ma non è il solo. Gli stressati all’eterna ricerca di pace, invece, potrebbero sostituire al veglione un po’ di sana meditazione: yoga, massaggi e riposo per corpo e spirito al seguito di maestri di discipline orientali. Umbria e Marche sono in questo caso le regioni più gettonate. Ma anche in casa propria si può organizzare qualcosa di originale. Un esempio? La cena cinematografica. Niente a che vedere con dvd e gelato davanti alla tv, bensì con piatti e portate ispirate alle più note pellicole: dalle lumachine che sfuggivano a Pretty Woman-Julia Roberts alla torta Sacher alla Moretti, tutto dipende da chi avete a cena, se un cast hollywoodiano o in stile /F.P. Boldi-De Sica.
RUGHE E CICATRICI?
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ECCO LA SOLUZIONE!! Per darne una definizione possiamo dire che le rughe sono modificazioni della cute (Organo di rivestimento del corpo umano) associate all'invecchiamento, derivanti da danno a livello dermico, espressione di cambiamento di orientamento dei fasci di collagene e di elastina (proteine di sostegno) in cui le fibre elastiche hanno perso la capacità di adattarsi ai movimenti muscolari. Secondo la classificazione di Kligman possiamo distinguere le rughe in: lineari, tipiche d'espressione, perpendicolari alla muscolatura del viso; rughe Glifiche, dovute al fotoinvecchiamento, accentuazione della normale pieghettatura cutanea, a decorso obliquo e perpendicolare agli altri tipi di rughe; pieghe del sonno, condizionate da una posizione prolungata del viso; pieghe naso - labiali, incisioni profonde tra il bordo esterno delle labbra e le ali del naso. Le cicatrici sono processi riparativi di una perdita di sostanza (ferite da trauma o lesioni dell'acne) che interessa il derma unitamente o meno all'ipoderma. Ci sono due tipi di reazioni tessutali nelle cicatrici una è caratterizzata da un'aumentata produzione di tessuto (collagene), come per le cicatrici ipertrofiche o cheloidi, l'altra è dovuta alla perdita di connettivo (si presentano più infossate della cute circostante). Per il trattamento delle rughe e delle cicatrici utilizziamo il LASER CO2 FRAZIONATO. « Il raggio colpisce la cute in più punti tramite un manipolo a scanner, la distanza tra i punti, la durata degli impulsi e la potenza del raggio vengono regolati per ottenere il miglior risultato con un minimo
tempo di guarigione. Appena effettuato il trattamento la cute appare arrossata e leggermente ruvida, ma, in capo a pochi giorni, ritorna normale. Il primo effetto osservabile è simile ad un lifting con riempimento, con miglioramento della compattezza della trama cutanea. All'interno della cute sono stati attivati dei processi riparativi da parte delle cellule, in particolare i fibroblasti sono stimolati a produrre nuovo collagene ed acido jaluronico che contribuiscono al rinnovamento del tessuto, effetto che perdura dai due ai sei mesi circa. All'esterno abbiamo un effetto peeling fisico che contribuisce a spianare e ad eliminare il vecchio strato corneo. I migliori risultati si ottengono per le rughe dovute al fotoinvecchiamento, un miglioramento meno durevole si ha per le rughe d'espressione mentre per le rughe profonde il risultato è meno evidente. In seguito parleremo ancora delle diverse Tipologie di trattamenti Laser, della Biostimolazione, dei Filler del Botulino e della Mesoterapia.
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er il prossimo Capodanno, dopo il diluvio del 31 dicembre 2009, quello che importa è che il meteo sia più clemente. Il tormentone su cosa fare per la notte di San Silvestro è già partito e, dopo lo sfortunato esordio dell’anno passato, il Comune ha messo a punto un nuovo piano per la notte più attesa. Pop o rock in piazza della Stazione, jazz di qualità in piazza della Repubblica, musica folk e popolare in Santissima Annunziata. Questo il canovaccio del Capodanno 2010 che il Comune sta organizzando e che costituisce il tema di un bando pubblico per la selezione dei soggetti organizzatori, sulla scia di quanto avvenuto per l’Estate fiorentina o la Notte Bianca. Entro pochi giorni, quindi, saranno selezionati i vincitori e saranno svelati tutti i particolari e gli artisti coinvolti. “Abbiamo privilegiato - ha spiegato l’assessore alla cultura Giuliano da Empoli - la formula del bando pubblico, così da dare la massima trasparenza e ‘tracciabilità’ all’evento, una formula già sperimentata nei mesi scorsi per gli spettacoli dell’Estate e per quelli della Notte Bianca del 30 aprile, che hanno riscosso una partecipazione inaspettata”. Il Comune, si legge nel bando, “mette a disposizione tre luoghi fortemente evocativi della storia e del carattere della città ove realizzare le manifestazioni. Queste dovranno essere gratuite e non dovranno comportare alcun costo per l’amministrazione”. Nel 2009, come madrina d’eccezione per l’evento fu scelta la fiorentinissima Irene Grandi, mentre la band d’onore, sulla scia dei primi viaggi in 37 minuti tra Firenze e Bologna, furono i Negrita. Sorprese per questa edizione? L’assessore da Empoli e il sindaco Renzi ci stanno lavorando, e non sono esclusi colpi di scena. “Firenze - ha continuato da Empoli - è un gioiello e come tale deve essere
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libri sotto l’albero. Qualche suggerimento su cosa scegliere nel mare magnum degli scaffali
Cosa regalare? Istruzioni per l’uso I più desiderati sono i primi in classifica, come l’ultima fatica di umberto eco,
la gUiDa
o gli evergreen andrea Camilleri e niccolò ammaniti. Ma se si cerca qualcosa
Centouno consigli utili per fiorentini curiosi
di più vicino alla città del giglio si scopre il romanzo di Michele Giuttari, ambientato a firenze, o “Rock and gol”, raccolta di pensieri dedicati ai tifosi della squadra viola Ludovica V. Zarrilli
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nutile cercare a tutti i costi il regalo più originale, la strenna inaspettata, l’idea per fare colpo su chi scarta il pacchetto. Non c’è niente da fare, mettendo un libro sotto l’albero non si sbaglia quasi mai; e se il romanzo non è proprio quello che si voleva leggere, o il catalogo è quello di una mostra già visitata, poco importa, perchè in libreria un volume in più non guasta mai (e poi si fa sempre in tempo a riciclarlo). Se non si ha la più pallida idea dei gusti di chi riceverà il cadeaux, conviene sempre dare un’occhiata alle classifiche dei libri più venduti, quelli di cui si parla di più e di cui il destinatario conoscerà sicuramente almeno il titolo. I libri in pole position sono diversi e trattano gli argomenti più disparati. Tra i più apprezzati c’è “Il cimitero di Praga” (Bompiani) che vede il semiologo e scrittore Umberto Eco (già autore di best seller come Il nome della rosa o Il pendolo di Focault) tornare sulla strada della narrativa dopo aver dedicato gli ultimi anni alla saggistica. Segue a ruota un cult del libro da regalare: “Il sorriso di Angelica” (Sellerio), ultima fatica del prolifico Andrea Camilleri, padre del commissario Montalbano, che nonostante gli anni continua a sfornare nuove avventure e ad appassionare migliaia di lettori. Fresco di stampa anche “Le rose nere di Firenze” di Michele Giuttari, nome noto alla cronaca perchè dal 1995 al 2003, periodo in cui erano in corso le indagini sul mostro di Firenze era il comandante della squadra mobile. Dal 1999 si dedicata alla scrittura di storie noir dando alle stampe diversi libri dove traspare sempre l’ombra del mostro. E’ già in cima all’elenco dei volumi più venduti “Io e te”, l’ultima (breve) fatica di Niccolò Ammaniti, che dopo aver pubblicato, meno di un anno fa “Che la festa cominci”, adesso propone un romanzo breve che ha già le carte
in regola per diventare un successo editoriale. “Xy” di Sandro Veronesi è un altro frammento di narrativa contemporanea adatto ad essere depositato, con tanto di fiocco multicolor, sotto l’albero di Natale. La storia non è di quelle allegre e leggere, per intendersi, ma se si vuole far dono di un buon libro senza andare a scomodare nomi troppo grossi della narrativa internazionale, potrebbe essere un’ottima soluzione. I tifosi della Fiorentina (anche chi di solito non ama leggere) riceveranno volentieri “Rock and gol” di Benedetto Ferrara: il giornalista della redazione
fiorentina de La Repubblica concentra in questo libretto il meglio del suo blog con delle pillole farcite di rock and roll da veri intenditori. Per chi invece vuole sorridere dell’attualità italiana anche dopo il pranzo natalizio è perfetto “La pancia degli italiani. Berlusconi spiegato ai posteri” di Beppe Severgnini, un viaggio nelle spiritose e intelligenti elucubrazioni di un giornalista che ha analizzato il dominio ventennale del presidente del consiglio. E poi, dulcis in fundo, per chi davvero non vuole sbagliare, il consiglio è scegliere un classico. Con quello non si fa mai brutta figura.
il Diario. Intervista a Paolo Cocchi in occasione dell’uscita della sua ultima opera
Il Novecento di un partigiano. Spiegato ai figli I
l diario del padre partigiano e funzionario del Pci è lo spunto per un viaggio tra la memoria del Novecento e la sua percezione. Paolo Cocchi, ex sindaco di Barberino del Mugello, già assessore toscano alla cultura, ha svuotato la valigia dei ricordi di famiglia per raccontare ai giovani figli, attraverso le vicende del padre Siro, le vicende del secolo trascorso. “Diario di un diario” (Sarnus, Firenze) è una breve ma intensa testimonianza. “Il Novecento non è stato solo un inferno, almeno non per come l’ho vissuto io. – spiega Paolo Cocchi - Dietro speranze e utopie si sono celati anche drammi ed errori. Nel libro c’è un po’ l’idea che i conti col passato debbano ancora essere fatti”. Lei ha sempre fatto politica, non pensa che i valori che vuole affermare nel suo libro siano parecchio distanti dal modo di fare politica oggi, anche nella sinistra? Ho fatto molta politica certo, ma non sono mai stato “funzionario”. Mio padre invece lo era e questo mi ha dato una forte vicinanza al mondo dei comunisti. La mia adesione alla politica non è mai stata però “totale”, la militanza, anche nei momenti più coinvolgenti, ha sempre lasciato un “resto”. Penso che molte delle cose per cui
ci siamo impegnati fossero semplicemente sbagliate, ma la storia di una vita, anche della più semplice, racchiude sempre una “lezione”. Il libro è anche un contributo al dibattito sul conflitto generazionale e sui rottamatori? Viviamo in una “gerontocrazia giovanilistica” che stravolge il senso del rapporto tra generazioni e lo rende schizofrenico. I “rottamatori” pongono l’accento sull’anomalia di una classe dirigente che non vuole morire mai. Ma dovrebbero prospettare anche un impiego dei vecchi, una loro utilizzazione. Negli altri paesi i leader sono giovani ma, in quelle nazioni, si è anche produttivi per un periodo molto più lungo. In Italia la politica è interpretata e percepita come “comando”, “potenza” e non come servizio utile per fare cose. Per questo, in genere, si rimane abbarbicati alla poltrona, talvolta a sprezzo del ridicolo, è ciò produce la “rottamazione”. Il passato e il presente di Firenze? Firenze dovrebbe ammettere di essere una “piccola” città con un grande passato. E comportarsi di conseguenza dismettendo i panni della retorica e indossando quelli /C.B. delle competenze, del merito e della concretezza.
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on si sa mai abbastanza di una città, nemmeno se ci si nasce o ci si passa quel tanto di tempo che basta per sentirsi ormai “d’adozione”. E, questo, Valentina Rossi sembra averlo capito benissimo. Il suo libro “101 cose da fare a Firenze almeno una volta nella vita” (Newton Compton Editori, 288 pagg, 14,90 euro) non è esattamente una guida per turisti; piuttosto, un “vademecum” che pare fatto a posta per quei fiorentini “che danno un po’ per scontata la città, nonostante ne conoscano a menadito la storia” ma anche per chi, come lei – 38 anni, venti dei quali trascorsi a Firenze – è ancora capace di lasciarsi stupire dalla propria città, dai sui angoli più autentici. Alcuni dei 101 luoghi che l’autrice consiglia, infatti, anche per lei sono stati una sorpresa; “come il numero 60, la Sartoria Teatrale Fiorentina di Piazza del Duomo che, da centocinquant’anni, custodisce i costumi di scena delle più grandi opere teatrali e dei film che hanno fatto la storia del cinema”, spiega Valentina. Altri, invece, sono delle sue autentiche passioni. E, infatti, leggendo il suo libro, pare quasi di vederla gironzolare tra i banchi del mercato di Santo Spirito durante la Fierucolina o sporgersi dalla Torre della Castagna, in Piazza San Martino. 288 pagine di informazioni e dritte condite da interessanti note storiche – scovate navigando su internet e “uscendo di casa e facendo due chiacchiere con la gente” – che l’autrice è riuscita a trasformare in una guida agile e divertente, da tenere sempre a portata di mano. E dire che è iniziato tutto per caso. “Mi sono accorta che, tra le tante guide turistiche della collana Newton & Compton 101, ne mancava una: quella dedicata a Firenze. Così, ho contattato la casa editrice e ho proposto di scriverla, ma non pensavo minimamente che la mia richiesta sarebbe stata accettata”, commenta. Valentina, infatti, non è una scrittrice di professione. Eppure è forse la persona più adatta a descrivere la città in maniera non banale. Perché la conosce a fondo – ci vive stabilmente da quando ha lasciato Trento per studiare architettura – ma, soprattutto, perché per lei è una continua fonte di ispirazione, oltre che di studio (attualmente svolge un dottorato presso l’Università di Firenze). “101 cose” è il suo primo libro ma, potete scommetterci, /S.C. certamente non sarà l’ultimo.
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il Personaggio. Poggipollini, storico chitarrista di Liga, sbarca a Prato per presentare il suo album
Capitan fede: la vita tra palco e realtà Francesca Puliti
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uarantadue anni, fisico da ragazzino e mille e uno progetti in ponte. Il pubblico degli stadi lo conosce come Capitan Fede, storica chitarra del Liga, ma per i fan più fedeli è semplicemente Federico Poggipollini e non è solo chitarra, ma anche voce, autore dei testi e – da poco – attore, nel film Bar Sport, tratto dall’omonimo libro di Stefano Benni. Oltreché neopapà. Il 14 gennaio Poggipollini sarà al Keller Platz di Prato per promuovere il nuovo disco, Caos Cosmico Extra. Un periodo di grandi novità. Sì, è un periodo pieno di emozioni, non mi annoio di certo. Spero di tener botta, di andare avanti con lucidità, sono pieno di energia. Che personaggio sei in Bar Sport? Sono lo zingaro che guida l’autobus, colui che si accolla l’impresa di portare un intero bar in trasferta da Bologna a Firenze e perde la strada finendo in Svizzera. E’ un personaggio folle e ironico, mi è piaciuto molto interpretarlo. Per farlo ho dovuto anche imparare a suonare un po’ di violino. Avevi già recitato nel film di Ligabue Da zero a dieci, è un’esperienza che vuoi ripetere? Mi piacerebbe molto, fare l’attore non è solo una questione di immagine, c’è tanto lavoro dietro. Ma mi sono trovato bene con il regista Massimo Martelli e non mi imbarazzo dietro le telecamere.
E sul palco sì? No, a dir la verità neanche sul palco, ma sono gli unici due contesti della mia vita in cui non mi succede. Meglio sul palco con il Liga o da solo? Sono due esperienze completamente diverse, con Ligabue sono solo una chitarra, nell’altro caso esprimo un mio progetto. Ma non rinuncerei a nessuna delle due, insieme mi danno la totalità della
Dai Litfiba di El Diablo al suo disco, passando per i sold out di Ligabue
musica e lo stimolo a fare sempre cose diverse. Perché altrimenti cadere nella routine è un attimo. Invece in questo modo tra un tour e l’altro non sto mai fermo, porto avanti studi differenti e i miei dischi. Oppure scrivo canzoni per altri cantanti, ne ho scritta una anche per Bar Sport, ma finché il film non è montato non dico una parola di più. Hai iniziato con i Litfiba, com’è andata a finire? Ero giovanissimo, proprio all’inizio della mia carriera. Ho suonato con loro per tre anni, durante i
federico poggipollini
quali abitavo a Firenze, in via Corridoni. E’ stata un’esperienza molto importante per me, anche perché sono arrivato nel momento in cui i Litfiba erano all’apice del successo, con El Diablo e Terremoto. Abbiamo fatto delle tournée incredibili.
Ma alla fine i Litfiba sono sempre stati solo Piero e Ghigo. Li sento ancora. E presto vorrei tornare a suonare a Firenze, magari riempire il Pala Mandela con il mio gruppo. E’ un sogno, ma potrebbe anche succedere.
DVD sotto l’albero. Gli sketch di Andrea Muzzi per l’iniziativa di Unicoop
battute e gag per fare del bene C
on una risata spesso si può fare del bene, non solo perché una battuta scanzonata può far dimenticare per un po’ i problemi di tutti i giorni. E’ il caso di Andrea Muzzi, celebre comico toscano e testimonial dell’inizitiva di Unicoop Firenze “Il cuore si scioglie”, che si adopera per aiutare i bambini in difficoltà disseminati per il mondo. Muzzi, che di mestiere fa il comito e l’intrattenitore, ha messo a disposizione alcune delle registrazioni del suo show televisivo Telebidone (in onda su Rete 37), per realizzare un simpatico dvd da mettere sotto l’albero tra i regali di Natale. L’obiettivo? Contibuire ad aiutare i bambini che vivono in
condizioni drammatiche, perchè parte del ricavato dalla vendita del dvd andrà ad incrementare il cospicuo gruzzolo che puntualmente Il cuore si scioglie va a donare a chi ne ha più necessità. “Sono orgoglioso di entrare a far parte di questo progetto, ero già testimonial dell’inizitiva e adesso, con il dvd, la collaborazione si amplia”, ha spiegato il comico. “Spesso mi capita di essere giù di morale perchè uno spettacolo non è riuscito come volevo o perchè il lavoro non è proprio come mi aspetterei, beh, sembrerà banale, ma ascoltando le storie di alcuni di questi bambini viene voglia di cambiare atteggiamento nei confronti della
vita. Quante volte è più grande di me un bambino che a soli sette anni va a lavorare per far sopravvivere i suoi fratellini?”. All’interno del dvd (che verrà distribuito a partire dai primi giorni di dicembre in tutti i centri Coop), chi lo comprerà potrà trovare alcune pillole tratte dagli ultimi due anni di messa in onda. “Da Le ultime notizie - spiega il comico - che è un tg satirico nel quale vengono interrotte tutte le trasmissioni per dare un finto scoop, fino a un’interpretazione del capolavoro del cinema ‘Indovina chi viene a cena’ dove l’intruso non è un ragazzo di colore ma io, juventino ad una /L.V.Z. tavolata di ultras fiorentini”.
Fiorentina. Diego Della Valle è tornato a parlare. E lo ha fatto su tutto, in un lungo monologo
“Dovrete sopportarci ancora a lungo” Cristina Guerri
Quasi due ore per fare la cronistoria della sua avventura viola. “Quando siamo arrivati non c’era niente, abbiamo investito tra i 150 e i 170 milioni”. Poi sulla Cittadella: “Mio fratello ha detto che il discorso è chiuso e io lo ribadisco”
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diego della valle
ttorno al suo ritorno si era creata un’attesa spasmodica. Poi, quando l’ex patron della Fiorentina Diego Della Valle ha fatto il suo ritorno a Firenze, quell’attesa si è trasformata in un grande sospiro di sollievo. Quasi due ore di monologo per fare la cronistoria della sua Fiorentina, acquistata nell’anno 2002. “Era un pomeriggio piovoso, io e mio fratello rimanemmo meravigliati nel constatare che nessun imprenditore fiorentino avesse presentato un’offerta per quella Fiorentina”, racconta. Otto anni, quelli dei Della Valle, ricchi di investimenti. “Quando l’abbiamo acquistata non c’era niente. Ci siamo messi alla ricerca dei trofei e del nome che non ci volevano restituire. Abbiamo giocato in stadi che non erano da Fiorentina, con il Franchi sempre pieno, con un tifo incredibile. Roba da film, da applausi. E siamo arrivati all’oggi. A una società su cui abbiamo investito tra i 150 e i 170 milioni di euro. Con il bilancio che è tra i migliori d’Europa. Con un settore giovanile che ha solo 8 anni e che compete e vince contro altri che hanno 40 anni di lavoro”. Impossibile, per l’ex patron, non toccare l’argomento Cittadella. “Era un’idea per costruire qualcosa che potesse permettere alla Fiorentina di avere entrate aggiuntive e puntare allo scudetto, visto che al momento gli introiti, soprattutto quelli televisivi, sono immensamente diversi tra i club. Per essere trasparenti avremmo fatto una Fondazione con un nostro investimento iniziale di un miliardo di euro. In futuro avremmo ripreso solo quanto investito, il resto
sarebbe andato alla Fiorentina e quello che sarebbe arrivato in più lo avremmo destinato alle opere sociali per la città. Solo che parlare con il mondo della politica non è facile. Noi in realtà avevamo chiesto solo se a Firenze c’era un posto dove farla. Poi è cominciata la bagarre, siamo finiti in mezzo a un tritacarne e ci siamo sentiti quasi in imbarazzo. Siamo stati anche utilizzati come testa d’ariete da chi voleva portare la Fiorentina fuori città. Noi non porteremo mai via questa società da Firenze. Mio fratello ha detto che il discorso è chiuso e io lo ribadisco. Siamo noi che facciamo un passo indietro anche perché capisco che ci siano cose più importanti da fare in quell’area, come l’aeroporto, che è una grande occasione per rilanciare il turismo di questa città che non è più quella di trent’anni fa. Vedremo se avremo altre idee per la Fiorentina”. Della Valle ha poi parlato del momento non positivo che la squadra ha attraversato in questa prima parte di stagione. “A Natale faremo le nostre valutazioni per quanto riguarda il mercato. Ho visto che Corvino è stato messo un po’ sotto pressione. Non scordiamoci però che è la stessa persona che ha costruito la squadra che lo scorso anno ha fatto così bene in Champions”. Per poi chiudere con un concetto chiave: “Se c’è qualcuno di Firenze, una cordata di 4-5 imprenditori, all’altezza della Fiorentina, noi siamo anche disposti a farci da parte. Anche se non ci piacerebbe. Magari potremmo chiedere che una percentuale sia data ai tifosi. Comunque ho l’impressione che dovrete sopportarci ancora a lungo”.
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il bilancio. Si chiude un anno non facile per la squadra gigliata e i suoi tifosi
Da ovrebo agli infortuni, addio 2010 Cristina Guerri
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ta per chiudersi l’anno 2010 targato Fiorentina. Un vero e proprio “annus horribilis”, forse il più negativo da quando i Della Valle sono al vertice della società. Risultati in chiaroscu-
ro, squalifiche, infortuni, ma anche ingiustizie (leggi Ovrebo). Andiamo con ordine. Era il 28 gennaio, al termine di Fiorentina-Bari, quando Adrian Mutu viene trovato positivo al controllo antidoping. Il rumeno, sospeso subito in via cautelativa, in seguito viene trovato positivo alla stessa sostanza (subutramina) anche
La squalifica di Mutu, l’esclusione dall’europa, l’addio di Prandelli e l’arrivo di Mihajlovic tra i momenti cruciali
nelle analisi effettuate dopo la partita del 20 gennaio contro la Lazio in Coppa Italia. Una squalifica, quella di nove mesi inflittagli dal comitato Nazionale antidoping, che taglierà le gambe alla Fiorentina. Capitolo Ovrebo. Si giocava l’andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Ad arbitrare la partita, quella sera del 17 febbraio, c’era un tale Tom Henning Ovrebo. Quell’arbitro, i tifosi viola non se lo dimenticheranno tanto facilmente. Perché fu lui, di fatto, a eliminare la Fiorentina dalla competizione, non vedendo (con la complicità del guardalinee Dag-Roger Nebben) un fuorigioco di due metri di Klose, attaccante del Bayern. Che segnò la rete della vittoria. Nella gara di ritorno la Fiorentina disputò un’ottima prestazione, ma non servì a niente: ai quarti di finale ci andò la squadra tedesca (che arrivò in finale, persa poi contro l’Inter). L’eliminazione dalla Champions coincide con l’inizio della fase calante della Fiorentina in campionato. I viola chiuderanno la stagione di Serie A con 17 sconfitte, classificandosi solo all’undicesimo posto in classifica. Niente Champions, niente Europa League. Intanto, il 30 marzo, Diego Della Valle di dimette dalla carica di patron a causa del clima di disapprovazione nei confronti della società. Il 3 giugno Cesare Prandelli lascia (dopo cinque anni) la guida della panchina viola per quella della Nazionale italiana. Corvino al suo posto
sceglie Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo non sarà però tanto fortunato. Il 3 agosto perde infatti Stevan Jovetic dopo uno scontro di gioco con il compagno di squadra Bolatti. Per il giovane attaccante montenegrino la stagione finisce ancor prima di
iniziare. Quello di Jo-Jo sarà solo il primo di una lunga lista di infortunati (tra i più importanti quelli di D’Agostino, Montolivo, Felipe, Frey e Mutu). Infortuni che condizioneranno questa prima parte di stagione. A livello di risultati e prestazioni.
foCuS Da agosto in poi non sono mancati i guai
Jovetic & co, quanti ko
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hissà se Sinisa Mihajlovic, durante le vacanze di Natale, porterà tutta la squadra a Medjugorje, a far visita alla Madonna. Lo aveva proposto a inizio stagione, quando la lista degli indisponibili in casa viola cominciava a farsi pesante. “Ogni settimana perdiamo qualche pezzo”, diceva il tecnico viola a proposito dei tanti infortunati. Da Jovetic a Mutu, passando per Vargas, Babacar, Ljajic, Natali, D’Agostino, Pasqual, ancora Vargas, Gulan, Gilardino, De Silvestri, Bolatti, Zanetti, Vargas per la terza volta, Felipe, Avramov e Boruc, Montolivo e Frey. Quello del montenegrino è sicuramente il ko più pesante: lesione al legamento crociato anteriore e al legamento collaterale esterno del ginocchio. Stagione nemmeno iniziata la sua. Sale sul podio dei “top infortunati” anche Frey. Che per colpa di una rovesciata in allenamento
ha riportato una distorsione del ginocchio con sollecitazione del legamento crociato anteriore. Per il francese, come per Jo-Jo, la stagione è praticamente finita. C’è poi Riccardo Montolivo e l’operazione alla caviglia per rimuovere un frammento osseo, causa di tutti i suoi dolori. Per non parlare poi di Juan Vargas e dei continui risentimenti all’adduttore, che l’hanno costretto a lavorare a ritmo ridotto per quasi tutta la prima parte di stagione. O di Felipe, che il 20 ottobre, durante un’amichevole col Fiesole Caldine, si procura una brutta distorsione al ginocchio con sollecitazione del legamento collaterale mediale. Chiude il discorso Adrian Mutu. Costretto a uscire anzitempo prima della fine del primo tempo in occasione di Fiorentina-Cesena, il Fenomeno riporta una lesione di primo grado della /C.G. giunzione miotendinea.
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Dicembre 2010
pallavolo. Tante note liete in questo inizio di stagione: da Porzio alla centrale Lisa Cheli
Un nuovo allenatore per il Bisonte Carlo Marrone
La società sancascianese e il mister Roberto Niccolai hanno rescisso di comune
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accordo il contratto che li legava. Al suo posto è arrivato Mauro Masacci: 48 anni,
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on c’è due senza tre. L’Azzurra cambia l’allenatore e riparte dalla quarta giornata di campionato, dovendo ancora una volta dare un volto al gioco che in questa prima parte di stagione non si è visto, nonostante le vittorie, nonostante la rosa sia una delle più forti di sempre. Il Bisonte ha consensualmente rescisso il contratto con Roberto Niccolai, che ha guidato la squadra nelle prime tre giornate dell’attuale B1, raccogliendo due vittorie e la sconfitta contro Falconara, una delle squadre più forti del campionato. Si è ripetuto così quanto già successo nel 2008/09, quando Buoncristiani subentrò a gennaio a Tamburello, e l’anno scorso, quando Fresa prese il posto a marzo dello stesso Buoncristiani. Il nuovo manico è il ravennate Mauro Masacci, 48 anni, che dopo poco più di un mese sembra aver già in pugno la squadra. Si tratta di un tecnico dal curriculum da Special One: da primo allenatore ha guidato in A1 Sassuolo e Padova, mentre negli ultimi due anni ha guidato il Volta Mantovana, in A2. Ciliegina sulla torta è stato anche il secondo di Bonitta con la Nazionale polacca. “Il primo impatto con San Casciano è stato molto buono — commenta Masacci — non conoscevo il paese: è un posto tranquillo. Inoltre ho avuto un’ottima impressione dei nuovi collaboratori, in particolare del mio vice Marco Boretti. L’organizzazione è molto seria e questo mi rende tranquillo”. Per quanto riguarda la squadra, Masacci commenta così l’approccio a questa sua nuova avventura: “Ho trovato una grande disponibilità da parte di tutte le ragazze. Con alcune avevo già lavo-
ha allenato Sassuolo e Padova in A1 ed è stato il secondo della nazionale polacca
Le
ragazze del
Bisonte Azzurra
in campo
rato. Conosco bene capitano Vannini, e questo è già un passo avanti oltre a Babbi e Zago. Le altre invece non le conosco, a parte la Guerrini, che ho affrontato tante volte”. Per Masacci l’unico ostacolo sarà calarsi in una categoria così strana e difficile come una B1: “E’ vero: per esempio non conosco le avversarie, ma fortunatamente ho intorno gente che è molto più esperta di me della B1”. Parole sincere e giuste quelle di Masacci che avrà sicuramente qualche difficoltà ad interpretare una pallavolo così diversa. Questo inizio di stagione ha come note molto liete la classe di Porzio, che nelle prime sfide ha deliziato il pubblico con dei colpi difficili da vedere in questa categoria. Un attaccante dalle doti tecniche eccezionali. Un gioiellino il libero Rubini, faccia tosta in campo e fuori. Giovanissima, classe 1992, è il miglior libero visto nel Bisonte negli ultimi anni. Altra giovane sorpresa è quella di Lisa Cheli, centrale ex Cpf Firenze. La fiorentina, anche lei del 1992, sta sorprendendo tutti. Forte a muro, nei primi tempi è sempre una delle migliori negli scores della squadra. “Quando sono venuta a San Casciano era per vincere il campionato – commenta Rubini –. Sarà dura perché sicuramente ci sono diverse squadre che puntano a quest’obiettivo, anche se secondo me l’unica nostra rivale per il primato in classifica deve essere San Mariano. Abbiamo tutte le potenzialità per poter sperare bene ma dobbiamo essere più squadra”.
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Dicembre 2010
calcio/1. Il San Donato-Tavarnelle non sorride per la classifica, ma può contare su una promessa
Lapo, l’attaccante che s’inventò ala Lorenzo Mossani
lescenti che descrivono in televisione. Oltre al calcio quali hobby hai? “Come ogni adolescente mi piace divertirmi con gli amici e poi ho una passione sfrenata per il basket americano. Adoro guardare le partite di Lebron ‘the King’ James”. E nel mondo del calcio qual è il tuo preferito? “Senza dubbio Fernando Torres”. Quando e come hai deciso che il football sarebbe stato il tuo sport? “Avevo cinque anni quando mio padre mi ha accompagnato al Floriagafir, sono rimasto da subito affascinato da quella palla che gonfiava la porta. Per me il calcio è bellezza, emozione e divertimento”. Quali sono state le società nelle quali hai portato avanti la tua passione? “Ho iniziato a Bellariva, poi sono passato all’Empoli a 11 anni. Dopo due anni sono andato alla Sestese, una stagione al Grassina ed eccomi al San Donato”. Dal 2011 che sta per iniziare cosa ti aspetti? “Calcisticamente di fare una bella stagione. Poi spero di fare bene all’esame di stato... alla fine anche quello è importante!”.
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a classifica del San Donato-Tavarnelle continua a non essere delle migliori. Perché questo inizio balbettante? Senza dubbio la sfortuna e i tanti infortuni capitati agli uomini più importanti hanno tolto sicurezza e tranquillità ai giocatori. Tra tanti guai ci sono anche delle note positive: una di queste è senza dubbio Lapo Tacconi, giovane diciottenne arrivato in casa gialloblù a settembre. Lapo, come giudichi l’inizio di stagione della tua squadra? “Non semplice. Gli infortuni che si susseguono non ci hanno aiutato... ma non possiamo giustificarci con quelli. Presto scatterà la scintilla, ne sono sicuro”. Questo è il tuo primo anno al San DonatoTavarnelle. Com’è stato il passaggio dal Grassina? “E’ stato un bel salto che ha portato a tanti cambiamenti, ho cambiato ruolo: da punta centrale mi sono trasformato in esterno di centrocampo. E poi, mentre l’anno scorso dovevo sfruttare le poche occasioni, quest’anno il mister mi ha dato da subito fiducia...”. Nel nuovo ruolo di numero 7 come ti trovi? “Non posso lamentarmi. Il gruppo è unito e pur essendo nuovo mi sono inserito a meraviglia e sento la fiducia anche da parte dei compagni”. A proposito dei tuoi compagni di squadra: ce ne sarà qualcuno con cui ti trovi meglio. “Come ho già detto ho legato con tutti, forse di più con quelli con cui vado agli allenamenti. Stando a stretto contatto in auto per molte volte a settimana, è più semplice fare gruppo”. Sembri un ragazzo molto diverso dagli ado-
calcio/2. Ultimo posto dopo due mesi di campionato. Il presidente: “Ci riprenderemo”
Sancascianese, campanello d’allarme
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due mesi dall’inizio del campionato di seconda categoria, si complica la situazione di classifica della Sancascianese calcio. Suona il campanello d’allarme per la squadra gialloverde, che deve correre ai ripari. In dieci partite disputate, si contano otto sconfitte e due pareggi: ultimo posto in classifica e difficoltà di invertire la rotta. “Non avevamo grandi attese da questa squadra, all’inizio del campionato abbiamo fatto un investimento minimo, ma tutti pensavamo di poter disputare una buona stagione, l’ultimo posto non ci appartiene”, dice il presidente Aldemaro Becattini, che in una nota spiega:
“Dobbiamo acquisire sicurezza e fiducia nei nostri mezzi, abbiamo dato una scossa all’interno dello spogliatoio con il cambio dell’allenatore. Arriveranno anche i risultati. A febbraio risaneremo finalmente quel bilancio disastroso che avevamo ereditato e che ci ha accompagnato per anni: grazie all’impegno di tutti siamo usciti da questa situazione”. Insomma la Sancascianese prova a reagire. Prima della sosta natalizia si dovranno ottenere dei punti importanti per risollevare gli animi della squadra e di tutta la società, ma soprattutto per uscire dalle sabbie mobili di /L.M. questa classifica.
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PALLAMANO. La storia di Francesco Provvedi e il salto in serie A
Un “tavarnellino” tra i grandi Lorenzo Mossani
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allo scorso settembre Bologna è più vicina a Tavarnelle, ed è grazie a Francesco Provvedi. Chi non segue la pallamano non conosce questo ragazzo di 19 anni che, al termine di un’esaltante stagione con la maglia tavarnellina, si è trasferito in una squadra di serie A importante come la Carisbo United. Francesco, com’è andato l’ambientamento a Bologna? “Meglio di quel che pensavo. Tra i corsi all’Università e gli allenamenti, tempo per rimpiangere casa ne rimane poco, anche se ogni tanto sento la mancanza di fidanzata ed amici”. Raccontaci come ti sei avvicinato alla pallamano. “Per tre anni ho giocato a pallavolo, poi a Tavarnelle non c’era la squadra maschile. A me piaceva anche il calcio, ma mia madre aveva paura che prendessi troppo freddo e così sono approdato alla Pallamano Tavarnelle”. Quali sono i tuoi ricordi più belli di questa esperienza? “In sei anni ho collezionato tanti ricordi, ma se proprio devo scegliere quello cui rimarrò sempre legato è la vittoria del campionato di serie B e il passaggio in A2”. Quali differenze hai notato passando da una provinciale ad una grande squadra? “A Tavarnelle prima si pensa a divertirsi, poi alla vittoria. Qua a Bologna
karate. La “missione” dell’associazione Ken Shin Kan
Combattenti, leali e nobili
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a quasi quarant’anni a San Casciano è presente un gruppo sportivo che fa della lealtà sportiva la sua caratteristica più rilevante. Abbiamo contattato la presidentessa e istruttrice dell’associazione “Ken Shin Kan”, Sabrina Mangani, per conoscere meglio questa società che nel 2004 è stata insignita del premio dell’Unione Europea “move your body, stretch your mind”. Sabrina, il 2010 sta per concludersi: per la vostra scuola è stato un anno positivo o negativo? “Sicuramente positivo. Abbiamo raccolto molti risultati positivi a livello regionale, dove primeggiamo da anni, ma quest’anno ci siamo distinti anche nelle gare nazionali”. Parlaci della ‘Ken Shin Kan’. “L’associazione ha una missione, quella di far conoscere a più persone possibile una disciplina nobile come quella del karate. La nostra è una piccolissima realtà che, senza aiuti, ci riesce grazie anche alle nostre radici. Pensa che, da quando siamo nati, non abbiamo mai abbandonato San Casciano e non abbiamo intenzione di farlo. Le iscrizioni sono ancora aperte ed abbiamo già raggiunto i sessanta iscritti tra adulti e bambini”. La nobiltà d’animo di tutti i vo-
Un’esibizione
della
Ken Shin Kan
stri associati è stata riconosciuta pure dall’UE. Anche nel 2011 sarà organizzato il trofeo benefico Doyu: per chi non lo conoscono, di cosa si tratta? “Il Doyu è una gara nazionale di karate organizzata con il patrocinio dell’amministrazione comunale, quest’anno si svolgerà presso la palestra comunale a fine febbraio. A differenza di altre competizioni l’intero ricavato è dalla prima edizione devoluto a un’associazione presente sul territorio ancora da individuare. In questa maniera cerchiamo di sensibilizzare i ragazzi verso persone più sfortunate di /L. M. loro”.
basket san casciano, il punto della situazione Un inizio di stagione in chiaroscuro per le formazioni dell’Asd basket San Casciano. Le buone notizie provengono dall’under 14 del duo Borghi – Zanardo che nelle prime uscite ha dimostrato solidità difensiva e velocità sotto canestro, tanto da collezionare due vittorie in altrettante partite: l’entusiasmo raccolto nei due match servirà per continuare alla grande. Al rallentatore, invece, i ragazzi della prima squadra che hanno perso la prima di campionato dimostrando però buon gioco e uno stato di forma positivo. La compagine più sorprendente è stata senza dubbio l’under 13 guidata da Zanardo e Savoia: i piccoli di casa hanno conquistato un ottimo terzo posto nel torneo precampionato a Budrio, vincendo due delle tre partite disputate. La squadra sancascianese ricorda che è sempre possibile fare le due settimane di prova gratuite: la pallacanestro è uno sport che s’impara facilmente e l’aria che si respira al palazzetto dello sport è sana e educativa. Per maggiori informazioni: gsb_sancasciano@yahoo.it. Calcio e calcetto riparte la stagione del montefiridolfi La stagione del Montefiridolfi è ricominciata. Dopo un 2009/2010 avaro di buoni risultati, la squadra di calcio a cinque e undici sperano di raccogliere qualche successo in più, scendendo in campo agguerriti come non mai. I ragazzi di Marco Calosi, allenatore di entrambe le formazioni, vogliono dimostrare ai tifosi che oltre a divertirsi assieme sanno anche vincere. Appuntamento al campo di Montefiridolfi per sostenere la squadra.
Francesco Provvedi
la mentalità è diversa: bisogna vincere e si lavora per quello”. Oltre alle responsabilità, sarà aumentato anche il tempo che devi dedicare allo sport. “L’anno scorso facevamo due allenamenti e mezzo la settimana. Adesso i miei compagni sono occupati tutti i giorni, mentre io salto i due allenamenti mattutini per dedicarmi allo studio”. Non solo di sport si vive. “Studio Agraria per poter aiutare mio padre in futuro, le mie conoscenze le impiegherò sicuramente nella sua azienda”.
pillole
La tua saggezza sarà stata notata anche dai selezionatori della Nazionale... “Non lo so. Forse hanno basato la loro scelta più sulle mie doti sul campo”. Ti andrebbe di dirci qualcosa dello stage con la Nazionale Juniores? “All’inizio ero molto emozionato: la maglia azzurra mette sempre un po’ di soggezione. Ho giocato tre partite e le abbiamo perse tutte, ma dalla prima all’ultima i gol di scarto sono diminuiti e l’unione tra giocatori aumentata. Pur non vincendo abbiamo fatto un bel lavoro”.
podistica val di pesa mezza maratona, bilancio non positivo Una squadra della “Podistica val di Pesa” ha corso lo scorso otto novembre il campionato italiano di mezza maratona che si è svolto ad Agliana (Pistoia) e, come dice Andrea Burrini, “un vero podista è sempre obbligato a partecipare a una gara del genere... soprattutto se si svolge in Toscana!”. L’alta percentuale di umidità (si toccava l’ottanta percento) e la temperatura a dir poco primaverile, quattordici gradi alle otto e trenta di mattina, non hanno aiutato gli atleti della Val di Pesa. I risultati raccolti non sono stati dei migliori: Scortichini Agostino si è classificato centunesimo mentre Burrini dopo il numero trecento. Peccato per Andrea che il primo era riuscito a conquistare il secondo posto al “5° trofeo Brindellino di Tulle al Pian del lago” a Siena. Ci sarà il tempo per rifarsi, soprattutto in vista del campionato italiano di corsa su strada che si svolgerà a Livorno a primavera.
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Lettere e segnalazioni: tutto su www.ilreporter.it Lettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter. it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni via di belgioioso e il passaggio degli autobus Spett.le redazione de Il Reporter, vi invio una comunicazione firmata dalle persone residenti in via di Belgioioso in Firenze. Come potete vedere sono diverse le motivazioni che ci spingono ad opporci al posizionamento della fermata nella Ns. via ed anche all’incremento di traffico di autobus nella stessa. Motivi di sicurezza che se richiesto possiamo documentare con video..... evitiamo di ritrovarci con un incidente prima di intervenire. Motivi di inquinamento acustico e atmosferico dovuti ad una incomprensibile concentrazione di passaggi di linee in una sola via. Come si può vedere siamo pochi abitanti che devono sopportare il passaggio di molti autobus. Richiediamo lo spostamento del passaggio di linee in vie dove riteniamo si produca un impatto negativo inferiore sulla qualità della vita degli abitanti. Riteniamo che una fermata debba essere posizionata vicino a chi ne usufruisce, quindi vicino a concentrazioni di abitanti come i grandi condomini e non davanti ad una casa unifamiliare ed in una via con poche abitazioni e al massimo di due piani. Pensiamo che i Ns. amministratori locali a parole vantino il dialogo come forza della Ns. società: è questo che chiediamo ad Ataf, un dialogo che ci permetta di soddisfare le esigenze di tutti: in via di Belgioioso, circa a metà, è stata posizionata una nuova fermata di autobus Ataf, adiacente al passo carrabile a servizio dell’autorimessa degli abitanti al n.6 e dell’adiacente passo carrabile a servizio di una strada privata con numerosi utilizzatori, residenti ai numeri da 8 a 12. Tutto ciò provoca dei problemi di manovra a coloro che nel rientrare nei loro parcheggi devono sorpassare l’au-
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Dicembre 2010
tobus, in sosta alla fermata, o aspettare che riparta, con relativo aumento del traffico nella strada; inoltre la fermata copre la visuale alle auto che uscendo dai passi carrabili si trovano in difficoltà aumentando il rischio nell’immissione nella strada. Questo breve tratto di strada già sopportava un consistente passaggio di autobus che dal viale Ojetti, girando in via di Belgioioso, incrociano delle strisce pedonali ed invadono la corsia di marcia proveniente in senso opposto, con rischio per le auto che sopraggiungono. Molte volte infatti chi percorre la via per immettersi in viale Ojetti deve fermarsi e lasciare che l’autobus completi l’immissione in via di Belgioioso, altrimenti lo scontro frontale è inevitabile. Adesso, con ulteriori linee che transitano, il rischio di incidenti è ancora maggiore. Si deve anche considerare, che la fermata di un autobus, ed il relativo passaggio di linee, situata in una strada breve come la via Belgioioso, comporta che al momento dell’immissione nella via, l’autobus acceleri e subito dopo alcuni secondi compia una frenata decisa (con relativo stridio di freni) alla fermata; alla ripartenza una rumorosa accelerazione e di nuovo, trascorsi un paio di secondi, una nuova frenata (con ancora stridio di freni) per lo stop all’immissione in Piazza Fardella; tutto ciò provoca un notevole disagio di rumore per gli abitanti ed un incremento di inquinamento atmosferico. Non ultimo si deve riflettere sul fatto che la linea 17b adesso transita da via Lungo l’Affrico e gira in una stradina di collegamento con il viale Ojetti, per immettersi subito dopo nella via Belgioioso, anche tale percorso è a parere degli scriventi causa di pericolosità, per la manovra che l’autobus compie nell’immissione nello stesso viale Ojetti. Vorremmo anche far presente il fatto che via Belgioioso è una strada secondaria, poco conosciuta, e scomoda da raggiungere per le persone. Sarebbe preferibile una fermata in Piazza Fardella nella parte destra dove si trova una zona rettilinea che potrebbe andar bene per una fermata, certamente più comoda e un riferimento più conosciuto da raggiungere sia dalla scuola che dai cittadini della zona ed anche dai turisti dell’Ostello della Gioventù. Chiediamo inoltre di poter prendere in considerazione il passaggio di almeno una linea da via D. G. Verità, dove i problemi di rumore ed inquinamento sarebbero molto meno avvertiti dalle abitazioni, essendo interne alla strada e dalla parte opposta essendoci il giardino della scuola. Inoltre potrebbe essere utile una fermata vicino al distributore. I sottoscritti con la presente intendono richiedere: - la soppressione della fermata in via C. di Belgioioso; - la revisione delle linee che attualmente transitano in via Belgioioso. Grazie per l’attenzione e porgo distinti saluti. Giacomo Giannelli ed i residenti in via Belgioioso
elogio della tramvia... Ho letto la lettera, firmata senza nome, riportata nella rubrica “Dico la mia” del mese di novembre “Tramvia e traffico in San Jacopino” e credo si commenti da sola, ciò in quanto il lettore afferma che il traffico nella sua zona, dopo l’entrata in funzione della tramvia, non risulterebbe ridotto. Infatti mi domando come un mezzo che collega una zona del tutto diversa e distante da quella indicata dal lettore possa contribuire ad alleggerire il traffico in San Jacopino. Per quanto attiene infine l’utilità del mezzo, invito il citato lettore a domandare un parere a coloro che abitano nelle zone servite dalla tramvia e circa l’affluenza, escluso l’orario di minor intensità del flusso dei viaggiatori, quando peraltro le corse permangono molto frequenti, le vetture risultano ben utilizzate. Per quanto mi riguarda, io utilizzo regolarmente la tramvia che, contrariamente a quanto accadeva con il bus, mi consente di raggiungere il centro in tempi brevi e certi. Cordialmente, G. Degl’Innocenti ...ed elogio dei motorini Gentile redazione del Reporter, scrivo dopo aver letto l’interessante articolo intitolato “I motorini? Hanno pure un sindacato” di Annalisa Cecionesi sul Reporter di novembre. Io, che ormai ho quasi sessanta primavere sulle spalle, sono uno delle migliaia di fiorentini che si sposta solo con il motorino. Lo uso tutti i giorni per andare e tornare da lavorare (attraversando quasi tutta la città, perché abito a Gavinana e lavoro a Novoli) e per fare tutti gli altri spostamenti che devo fare, per lavoro e per piacere. Qui devo spezzare una lancia a favore di chi si muove in motorino: pensate a come sarebbero intasate le strade se tutti quelli che usano lo scooter prendessero invece l’auto. Sarebbero impercorribili, con il traffico insostenibile. Anche perché, andando a lavorare, mi capita di vedere che nella stragrande maggioranza delle macchine c’è una persona sola a bordo. Penso che così non si può andare avanti, ci vuole un cambio di mentalità: perché queste persone, a parte ovviamente gli anziani e quelle che hanno problemi, non usano l’autobus o la tramvia? Perché non provano anche loro ad andare in motorino, o se devono fare poca strada, in bicicletta? Mi fa rabbia, tutte le mattine, vedere le strade e i viali intasati da macchine che hanno una sola persona a bordo, che magari usano l’auto per fare pochi metri. Io penso che i politici devono rendersi conto di quanto i motorini sono importanti per non bloccare tutta Firenze, anche perché molti fiorentini lo hanno già capito, sanno che questo ormai è l’unico mezzo privato con cui è possibile spostarsi in città (se andate in altre città d’Italia e d’Europa vi renderete conto che non ci sono altre città che hanno lo stesso numero di motorini di Firenze, chissà perché). Insomma, i po-
litici devono capire che a Firenze i motorini sono importanti e vanno protetti. Le cose scritte nell’articolo di Annalisa Cecionesi sono giuste, io che mi muovo tutti i giorni in motorino sono d’accordo, servono asfalto nuovo e parcheggi, anche perché spesso i parcheggi per motorini sono occupati dalle macchine senza che si veda mai una multa, mentre magari un motorino che non trova spazio nel parcheggio perché c’erano le macchine e viene messo un po’ più avanti la multa se la prende. Infine sono d’accordo col signore che vi aveva scritto una lettera un po’ di tempo fa, che diceva che secondo lui le corsie preferenziali dovrebbero essere aperte anche ai motorini; anche io la penso così, sarebbe un sistema per liberare ancora di più le strade dal traffico, e senza intralciare gli autobus, perché i motorini non fanno code e non intralciano le strade. Volevo dire solo questo: più attenzione dei politici per i motorini!! Vorrei vedere che confusione ci sarebbe a Firenze senza di loro!! Grazie per l’attenzione e continuate così, il vostro è davvero un giornale ben fatto! Michele multe dal bus sulle preferenZiali, “come vedere il permesso invalidi?” Gentilissimo Direttore, leggendo con attenzione l’articolo a firma Francesca Puliti, ho preso visione delle dichiarazioni del sig. Filippo Bonaccorsi il quale indicando che l’autista, una volta vista la presenza di un auto nella corsia preferenziale davanti a lor schiacciando un bottone farà di fatto scattare la multa di euro 80 e, trascrivo testualmente, aggiunge “Saremo al sicuro da eventuali ricorsi”. Si è mai posto “qualcuno” il problema che il permesso invalidi si trova normalmente sul cruscotto anteriore posizionato in modo da essere visto dagli agenti di polizia municipale e in quella posizione si trova anche il legittimo telepass? Non crede che una sanzione pecuniaria possa essere sicuramente contestata visto che l’autista sicuramente vede un “intralcio” davanti, ma un intralcio con autorizzazione? Le richiedo, gentilmente, sperando di non rubarLe del tempo, una risposta, anche perché purtroppo io mi potrei trovare in quelle condizioni avendo in famiglia un portatore di handicap al 100% e vivo nel centro storico di Firenze. Cordialmente la saluto ringraziandola per la Sua eventuale disponibilità a fornirmi una risposta. Maurizio Fornari Gentile signor Maurizio, la questione che lei pone nella sua lettera è senz’altro giusta. Penso – anzi sono sicuro - che questa, come altre possibili eccezioni, sia stata presa in considerazione da Ataf, ma pubblico volentieri la sua lettera in modo che chi di dovere possa prendere atto della preoccupa-
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43 zione sua e di chi si trova nella sua stessa condizione. M.F.
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viale dei bambini, il punto di vista di cHi Ha un cane
Spettabile Redazione, leggendo l’articolo sul Viale dei Bambini pubblicato ne “Il Reporter Q4 n.88 del 2 novembre 2010”: “Viale dei Bambini, proteste dei “grandi”” a pag. 3, chiedo che per una volta venga affrontato il problema non solo dal punto di vista degli anziani, non solo delle mamme che portano i bambini a giocare, ma anche da quello di coloro che hanno la fortuna di avere un amico a quattro zampe in casa, punto di vista spesso non affrontato e, soprattutto, non richiesto, come si evince dall’articolo pubblicato, poiché troppo “scomodo” per il quartiere. Nell’articolo mamma Letizia afferma che vi è un’enorme area per cani, e Renzo Pampaloni, presidente della commissione Assetto del Territorio del Quartiere, asserisce che l’area è aperta da agosto dalle 8.00 alle 22.00. Partendo dal presupposto che il concetto di “enorme” è un concetto puramente relativo, vorrei ricordare che l’area cani sorge su una superficie di non più di 150 mq dove, neanche un anno fa, non vi era assolutamente niente: era uno spazio totalmente inutilizzato poiché sotto il sole d’estate, vicino alla strada e lontano dai giochi per bambini. Inoltre, nonostante i cani, come tutti gli esseri viventi, abbiano necessità di effettuare i loro bisogni anche la sera dopo cena, e che noi padroni, dovendo andare a lavorare, dobbiamo uscire di casa anche prima delle 8.00 del mattino, vorrei ricordare al presidente che l’orario di apertura è dalle ore 8.00 alle ore 20.00. La signora Giuseppina afferma invece che avrebbe preferito un’area riservata ad anziani e bambini: sicuramente non sbaglio affermando che all’inizio del Viale dei Bambini, venendo da Piazza dell’Isolotto, passato il campino della Parrocchia, sulla destra, vi sono le vecchie “baracche verdi” che ospitano tutto il giorno gli anziani e permettono loro di ballare, di giocare a carte sui tavoli disponibili, forniscono un bagno in caso di necessità ed un caffè da gustare in compagnia. Proprio lì davanti, da poco ristrutturato, il parco per i bambini. Nonostante questo, un parco per bambini non andrebbe bene alle persone che abitano nei palazzi accanto all’area cani: i bambini urlano, piangono, ridono, parlano a tutte le ore, un po’ come i cani!!! Per non parlare delle chiacchiere delle mamme!!! Sono poi puramente d’accordo per il problema della pavimentazione, dei troppi bisogni dei cani lasciati ovunque, della necessità di evitare l’ingresso dei motorini e delle auto all’interno del Viale, ma cerchiamo di concentrare l’attenzione sulle vere necessità invece di accusare senza conoscere. Grazie per l’attenzione, cordiali saluti, Emanuela Marini
Cara Emanuela, la zona cui lei si riferisce, quella intorno a viale dei Bambini, nel quartiere 4, non è l’unica dove, nel corso del tempo, si sono registrate frizioni e incomprensioni tra chi ha un cane e chi non lo ha. Spesso, semplicemente, perché gli stessi spazi vengono guardati e considerati da due punti di vista differenti, senza lo sforzo necessario di mettersi, seppur per un attimo, nei panni di chi ha necessità diverse dalle proprie. Il nostro giornale, anche in passato, si è spesso (e molto volentieri) occupato della vita degli amici a quattro zampe e dei loro padroni, dando frequentemente voce – come in questo caso – alle richieste di chi parla anche a nome del proprio animale. Che ha esigenze, bisogni e anche diritti spesso sconosciuti a chi invece non possiede un cane. È giusto, e doveroso, che in città, in ogni zona della città, senza dover spostarsi per chilometri, vi siano spazi dedicati ai cani, e che questi spazi tengano conto delle esigenze degli animali. Ed è giusto, da parte dei loro proprietari, richiederli laddove ancora non sono presenti, o far sentire la propria voce quando queste aree non sono pensate in modo corretto e funzionale: solo chi ha un cane, chi lo porta fuori tutti i giorni, può conoscere quello che serve, quello che non va e quello che deve essere migliorato, e ha tutto il diritto di chiederlo a chi di dovere. Spazi, orari, dislocazione e sistemazione delle aree per cani: sono questi, e altri, gli elementi da tenere in considerazione quando si predispone uno spazio per questa funzione, da rivedere e correggere qualora ve ne sia la necessità. C’è poi un altro discorso da fare, completamente differente, che è quello dello sporco per strada. Discorso legato esclusivamente all’educazione e al senso civico dei padroni (o meglio alla loro mancanza): spesso – e sbagliando – i cani vengono visti da qualcuno di cattivo occhio proprio da chi si trova, ogni giorno, a dover fare continui “slalom” sul marciapiede per non pestare i bisogni lasciati qua e là, ma è evidente che i colpevoli in questo caso sono soltanto i proprietari, e non certo gli animali. E anche questo, l’educazione dei padroni, è un elemento fondamentale per la convivenza in città tra persone e animali. Così come lo è un ultimo aspetto: il rispetto. Senza cui (e non solo in questo caso) tutto diventa molto, molto più complicato. Rispetto delle strade e di tutti gli abitanti da parte di chi ha un cane, ma anche rispetto da parte di tutti gli abitanti per gli animali e le loro esigenze: così, e soltanto così, questa questione smetterà di essere ciò che non è, ovvero un problema. Perché la città è grande abbastanza per tutti. Matteo Francini
via i cassonetti della carta in centro: “bene, ma...” Vi scrivo perché ho un problema. Abito in via Palazzuolo ormai da molti anni, e a parte tutte cose e i problemi che tutti conoscono già di questa strada (i negozi e gli internet point gestiti da stranieri, la confusione soprattutto la notte) da un po’ di tempo c’è una novità. Il Quadrifoglio ha tolto in tutte le vie vicine i cassonetti della carta, e un po’ di tempo fa a casa ci era arrivato un foglio dove si annunciava questo cambiamento e si diceva che la carta e il cartone vanno messi fuori dal portone una volta alla settimana e che passano loro a prenderli. Sono stato molto contento di questo cambiamento, mi sembra molto meglio, non bisogna più arrivare fino ai cassonetti a portare tutta la carta, che quando è tanta è pesante, e ci sono meno cassonetti in giro, che oltre a essere brutti fanno anche sporco, perché la gente va dietro a farci i loro bisogni. Insomma, così è molto più comodo, e devo dire che funziona, perché quando si mettono i sacchetti con la carta fuori dalla porta all’ora giusta poi vengono subito a prenderli. L’altro giorno, però, camminando in via Il Prato ho visto che accanto ai cassonetti rimasti, quelli normali, c’erano un mucchio di scatole di cartone. Allora ci ho fatto caso, e ho visto che questo succede spesso; la carta, soprattutto scatole di cartone, vengono lasciate accanto ai cassonetti normali forse da chi non sa che c’è un giorno apposta per la raccolta della carta. O forse sono i ristoranti e i bar della zona che lasciano le scatole vuote accanto ai cassonetti, visto che quasi tutte le scatole sono di confezioni di bottiglie? Ma la raccolta porta a porta funziona anche per i ristoranti o loro possono mettere i loro rifiuti di carta accanto ai cassonetti? Sennò sarebbe inutile che li hanno tolti, perché così il paesaggio è più brutto di prima. Il Quadrifoglio non potrebbe controllare? Un abitante di via Palazzuolo la “scomparsa” della targa di largo burZio Sono un abitante di Via S. Biagio a Petriolo e quotidianamente passando in Via Piemonte angolo Via del Camposanto vedo tutta l’area compresa fra Via Piemonte e Via della Stazione delle Cascine coperta di erbacce. Nella zona era stato realizzato da parte dell’autorità comunale un vialetto-circuito, delle recinzioni per orti e recentemente due vasche dove l’acqua defluisce in continuazione da una all’altra sostenendo delle spese non indifferenti. Il largo che è stato creato era stato intitolato al compaesano “Giorgio Burzio”, la targa è scomparsa!!! Ma il nuovo piano regolatore che prevedeva l’inizio di una nuova strada di scorrimento verso il centro cittadino che fine ha fatto? Alfredo Manetti
la “lunga attesa” di piaZZa delle cure Buongiorno, visto che siete l’unico giornale che parla dei problemi veri che ci sono nel quartiere, e visto che molte persone vi scrivono per dirvi i problemi delle loro strade, ho deciso di scrivervi anche io, anche se ormai ho perso le speranze che un giorno si possa risolvere il problema che sto per dirvi. Tutte le mattina, per andare a lavoro, faccio in macchina via Faentina, e tutte le mattine è sempre la solita musica. Ci sono code lunghissime che a volte partono anche dal Lapo, e uno deve partire di casa un’ora prima per arrivare a lavoro in tempo. Il problema c’è da tanto tempo, ma ancora nessuno l’ha risolto. È piazza delle Cure, che messa così ormai non va più bene. Tante volte ho letto, anche sul Reporter, di nuovi progetti, ma poi non se ne parla più e piazza delle Cure resta sempre uguale. Per me, ma anche per molte altre persone che conosco e che la pensano come me, i problemi principali sono due: le strisce subito prima della piazza e le macchine parcheggiate in doppia fila. La prima cosa sono le strisce: le persone che attraversano bloccano tutto il traffico, e si creano rallentamenti e code in tutta via Faentina. Per carità, io non dico che le persone non devono attraversare, però le strisce andrebbero messe da un’altra parte, non proprio in fondo a via Faentina, che già è rallentata dai semafori e da tutte le macchine che ci passano. Dovrebbero essere spostate da un’altra parte, o sennò andrebbe fatto o un sottopassaggio o una passerella per fare attraversare la gente. Sarebbe anche più sicuro, perché a volte le macchine e i motorini superano l’autobus fermo alla fermata proprio prima delle strisce, ed è pericoloso. Io non so se il sottopassaggio (che c’è già, magari si potrebbe allungarlo) o la passerella si possano fare, ma sicuramente ci si dovrebbe pensare. E poi ci sono le macchine parcheggiate in doppia e tripla fila in piazza delle Cure: lo so che la mattina c’è il mercato e che la gente si ferma due minuti per comprare la frutta, però così non si può andare avanti. A volte ci sono anche i vigili, ma la situazione non cambia molto. A me piace molto il mercato di piazza delle Cure, ci vado anche io a comprare la frutta e la verdura, ma andrebbe sistemato tutto in modo diverso, e soprattutto andrebbe fato un parcheggio per i clienti. Il mercato avrebbe più clienti, e le macchine non parcheggerebbero in doppia fila facendo tutte quelle code. Perché non viene fatto nulla? Altre piazze hanno avuto i cambiamenti che servivano, ora si dovrebbe fare qualcosa per piazza delle Cure, che aspetta da molto tempo. Grazie per pubblicare le lettere dei cittadini, è importante perché così c’è la possibilità di parlare dei problemi delle persone. Cordiali saluti, Renato R.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
Spettacoli Ben 10 live 4 e 5 dicembre Mandela Forum Ecco arrivare Ben10 sui palcoscenici europei in un entusiasmante live show ispirato alle serie televisive di Cartoon Network su “Ben 10”, personaggio di culto e eroe che ha scatenato tra i giovanissimi di tutto il mondo la Ben 10 mania! Il pubblico sarà catapultato e coinvolto in uno spettacolo adrenalinico, ricco di emozioni, effetti speciali, acrobazie mozzafiato, battaglie e musiche avvincenti, e potrà incontrare dal vivo proprio Ben 10 che regalerà un’avventura elettrizzante. Concerti Fabri Fibra 11 dicembre Saschall Fabri Fibra torna al suo pubblico a 2 anni di distanza dall’ultimo “Bugiardo Tour”: la tournée, arrivata dopo il successo degli album “Tradimento” e “Bugiardo” (entrambi schizzati ai vertici delle classifiche), con quasi 70 concerti in tutta la penisola, ha registrato ovunque il sold-out. Un vero e proprio trionfo per questo artista, che ha così coronato un percorso che l’ha imposto come il rapper italiano più amato (e al tempo stesso “odiato”) dal pubblico. Voca People 15 dicembre Saschall I Voca People arrivano dal pianeta Voca con un incredibile spettacolo teatrale che combina suoni vocali, cantato a cappella e la moderna arte del beat-box, che
imita i suoni di una intera orchestra. Lo spettacolo è un’esperienza indimenticabile che miscela una maestria musicale superiore ad una buona e sana dose di umorismo. La navicella spaziale dei Voca People é recentemente atterrata sullo sconosciuto Pianeta Terra, e solo allora i componenti dell’equipaggio si sono tristemente accorti che il prezioso carico, costituito interamente da energia musicale, si è completamente esaurito. Lentamente, i Voca People stanno imparando a conoscere gli strani abitanti, le bizzarre abitudini e la bella musica del Pianeta Terra. Solo con l’aiuto del pubblico potranno infatti ricaricare musicalmente la loro navicella, e quindi ripartire. Malika Ayane 21 dicembre Teatro Verdi “Grovigli Special Tour Edition”, anticipato dal nuovo singolo “Thoughts and clouds” (in radio dall’8 ottobre scorso), coinvolge e appassiona. Otto i brani in versione live, tra cui “Sospesa”, “Come Foglie”, “Feeling Better” e “Ricomincio da qui” a cui si aggiungono i contenuti speciali ed inediti del backstage dello spettacolo tenuto a Roma. Ad affiancare Malika Ayane nel tour una band con la quale la cantante ha ormai raggiunto una grande alchimia: Giulia Monti al violoncello, Stefano Brandoni alla chitarra, Marco Mariniello al basso, Carlo Gaudiello alle tastiere, Phil Mer alla batteria, Chris Costa e Marco Guerzoni ai cori. Randy Crawford e Joe Sample trio 22 dicembre Teatro Verdi Torna la coppia romantica del
Soul Jazz. La voce di Randy e il piano di Joe si fondono in un nuovo capitolo di un sodalizio quanto mai azzeccato e dal risultato coinvolgente. Randy Crawford iniziò la sua carriera cantando nei club, da Cincinnati a Saint-Tropez, ma diventò famosa nella metà degli anni settanta a New York, dove ebbe occasione di cantare con jazzisti del calibro di George Benson e Cannonball Adderley e di frequentare artisti come Bootsy Collins, Johnny Bristol, Quincy Jones, Al Jarreau. Teatro Bus ant the city 15 dicembre Glue - alternative concept space Un luogo-non luogo, dove ci si può aspettare che accada l’ordinario così come... l’altamente improbabile: il mezzo pubblico, l’autobus di città La tempesta Dal 14 al 19 dicembre Teatro della Pergola La tempesta somiglia a un labirinto. Come in una casa di specchi, ogni volta che intravedi una via d’uscita, questa uscita si rivela essere dalla parte opposta a quella che avevi immaginato. Come in un miraggio o in un sogno, quando provi ad afferrare qualcosa, l’oggetto su cui credi di aver messo le mani si dilegua. Finché capisci che ciò che conta non è l’uscita e che non c’è nulla da afferrare. Stare ad ascoltare le domande che il testo ti pone e restarci dentro (restare dentro alle domande, al labirinto) è l’unica via (Andrea de Rosa, regista de La tempesta).
Il regalo alternativo
“Tree-shirt”, la maglietta che fa respirare il pianeta R
egala una maglietta e fai in modo che il pianeta tiri un sospiro di sollievo. E’ questa la filosofia che anima il brand fiorentino Colorised, che per Natale propone ai navigatori della rete e ai fedeli dell’e-commerce, un’idea regalo molto originale: a chi acquista una tshirt dal sito www.colorised.com dall’1 dicembre al 6 gennaio, verrà regalato un albero Flamboyant (che alla lettera significa “albero fiammeggiante” per via del colore rosso intenso di cui si tinge nel periodo della fioritura) che sarà piantato in Camerun rilasciando un certificato CO2 Neutral. L’inizitiva, realizzata grazie alla partnership con l’azienda fiorentina Treedom, che genera crediti di carbonio piantando alberi in aree defore-
state del pianeta, ha come obiettivo quello di accendere una lampadina su uno dei problemi più gravi che affliggono il pianeta, la deforestazione e l’avanzamento del deserto. Il cliente potrà partecipare attivamente al bilanciamento della propria impronta ecologica e monitorare l’esistenza e la crescita del proprio albero grazie ai sistemi di geolocalizzazione messi a disposizione da Treedom sulla piattaforma CO Neutral (www.co2neutral.it). Il cliente potrà inoltre condividere sui social network la propria buona azione esportando il badge CO Neutral regalare a sua volta alberi agli amici annullando le emissioni di carbonio generate dal proprio stile di vita (utilizzo auto, elettricità ecc.).
I casi sono due Dal 28 dicembre al 4 gennaio Teatro della Pergola Carlo Giuffrè è per la terza volta interprete e regista di I casi sono due di Armando Curcio, messo in scena per la prima volta nel 1982 e ripreso dieci anni dopo. In occasione del primo allestimento un entusiasta Federico Fellini ebbe a dire: “Ecco il teatro, quello vero, che funziona da sempre, come una bella festa tra vecchi amici”. Lo schiaccianoci 28 dicembre Teatro Verdi Un classico della danza riproposto come di consueto nel periodo natalizio. La storia deliziosa e la bellissima musica di Ciaikovskij lo rendono un evergreen per grandi e piccini. Coppelia Dal 22 al 24 dicembre Teatro Comunale Un altro must del balletto classico, da godersi nei giorni immediatamente prima delle feste. La coreografia di Evgheni Polyakov e le mirabolanti scenografie di Sigfrido Martin Beguè ne fatto un appuntamento da non lasciarsi scappare. Poche idee e basta 31 dicembre Teatro Puccini La realtà non è mai stata così spettacolare. Qualunque banalità viene trasformata in un grande evento. Nessuno si accontenta più di niente. Nessuno si accontenta della realtà così come è. E forse abbiamo ragione. Ma la realtà è troppo difficile da cambiare, quindi facciamo prima a migliorarla con effetti speciali. Con tutti gli effetti
speciali la realtà, in realtà, rimane misera come prima, ma a noi, ubriachi di bugie, ogni volta che la guardiamo… ci sembra di vedere Sanremo. E’ così che nascono i reality! E’ così che nasce il telefonino esibizionista… che ha la custodia a forma di perizoma perché quando squilla si alza per ballare il samba e c’ha tutto il culo di fuori. Cinzia Leone in un mirabolante e divertente spettacolo d’auore. Mostre Ruggito. Antonio Ligabue Fino al 16 gennaio Galleria d’arte moderna Palazzo Pitti Una mostra incentrata sulla tematica degli animali, in particolare belve colte in scene di lotta e aggressioni - la Vedova nera, il Leopardo, Gatto selvatico con nibbio, Tigre assalita dal serpente – e numerosi autoritratti in cui Ligabue mostra il proprio volto in tutti gli aspetti del dolore fi sico e psichico: 80 opere esposte, veri capolavori di intensa forza espressiva e di prorompente energia cromatica. Giulia Napoleone Fino al 9 gennaio Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi La luce, i suoi effetti ottici, la traccia lasciata da alcune foglie sulla lastra, moduli geometrici reiterati, microstrutture molecolari, i peli del manto del proprio cavallo che diventano spirali, o l’infinitamente grande della sfera celeste. Sono questi i motivi dell’arte di Giulia Napoleone (Pescara 1936), che ha donato al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi un nucleo significativo di proprie opere, realizzate in un arco temporale trentennale, compreso tra il 1963 e il 2003.
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