Il reporter-Incisa-aprile-2011

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Il Giornale nel tuo Comune Ist. Fisioterapico Barbini Rieducazione Funzionale Traumatologia Sportiva Via Verdi, 10 Rignano sull’Arno - FI Tel. Periodico d’informazione locale. Anno V n.35 del 4 aprile 2011. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

iTinerari figline

PRIMO PIANO

055 8349217

APRILE 2011

Attenti a quell’uovo! Andrea Muzzi*

L GItE E VIAGGI, SPECIALE ELEZIONI SI PARtE Alle urne il 15 ee16 Scampagnate pic-nic maggio. fuoriLeporta, interviste ecco ai candidati dove andare. alla fascia Intanto di sindaco, è boom PAGG.16-17 aper partire le crociere da quello attuale PAG.4

incisa Circa 25mila abitanti, un ospedale e due stazioni. Ecco cosa succederebbe in caso di fusione con i “vicini” PAG.6

sPorT

Verde, novità in arrivo Lotta a vandali e smog PAGG.2-3

Alcol, schiavitù per undicimila

l’annuncio Rignano

di Boeti - Passanese

L I supporter viola dicono la loro sul futuro. Tra chi invoca Antognoni e chi “solo” qualche rinforzo PAG.37

il grande sogno Entusiasmante finale di campionato per il Valdarno Volley, che vuole continuare a stupire PAG.38

gomito, Livorno (4.484 alcolisti), Arezzo (4.439) e Pisa (4.318). Circa centocinquanta persone, a Firenze, sono in trattamento con i gruppi di auto-aiuto degli Alcolisti anonimi. E, avverte la responsabile, tantissimi sono appena diciottenni e con problemi ancora peggiori degli adulti. Ma intanto si riaffaccia la bella stagione e, con lei, una movida alcolica ancora più scriteriata, fatta di eccessi e spesPAGG.10-11 so di inciviltà.

PAG.5

reggello

IlÈ crisi canile di Ugnano nera per il settore chimicofarmaceutico. in bilico apre a fiLavoratori ne maggio per Sims e Boehringer PAG.7 PAGG.28-29

società

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Writers in azione alla stazione

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LA PAROLA AI tIFOSI

e statistiche ce lo dicono da un po’: l’età media delle persone con problemi di alcolismo si è abbassata e questo tremendo guaio riguarda sempre più individui. Ma fa effetto scoprire che, solo nel territorio fiorentino, gli schiavi della bottiglia sono undicimila. Tante, tantissime persone tra i 15 e i 64 anni cadute nelle maglie della dipendenza dall’alcol. Seguono, in questa triste classifica delle città in cui si alza troppo il

Costruzioni Opere Civili e Industriali

Se il condominio diventa una trincea PAG.12

Edizione del Valdarno F.no • 18.509 copie distribuite da

a Pasqua è la festa che celebra la resurrezione di Gesù. Proprio per questo non capisco cosa c’entri l’uovo. Il simbolo che ricorda la resurrezione dovrebbe essere un sepolcro vuoto oppure un becchino disperato che si mette le mani nei capelli urlando “non è colpa mia: io avevo fatto tutte le cose a modino!”. L’uovo al massimo simboleggia l’avvento di una omelette! Le uova di Pasqua sono come una donna truccata: un’illusione ottica. La sera è bella, ma la mattina quando la vedi girare per casa senza trucco hai voglia di chiederle i documenti perché nemmeno la riconosci. Alla stessa maniera vi consiglio di fare attenzione alle uova. Più l’uovo è grosso, più la sorpresa è piccola. E questa è la prima delusione per il bambino. Ma non la più grossa. Spesso la sorpresa è chiusa in un pillolone giallo di plastica. Aprirlo è impossibile. Voi ci rinuncereste, ma il bambino vuol vedere la sorpresa. Tentate con tutta la forza di dividerlo con le mani. Non ce la farebbe nemmeno Maciste! Il bimbo ora piange: “Babbo, voglio la mia sorpresa!”. Ed è in questo momento che un genitore compie un errore vitale: aprire il pillolone con i denti. Le menomazioni più frequenti riportate durante questa eroica impresa sono: scheggiatura del canino, rottura della capsula appena messa dal dentista e infine l’inghiottimento del pillolone. Mio fratello ha inghiottito sei sorprese di Pasqua. Le ha rifatte 6 mesi dopo. Per fortuna era Natale e le ha riciclate come regali per i bambini! *Comico


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il giornale nel tuo comune

l’inchiesta. Ecco lo stato di salute del verde

Vallombrosa, foresta degli “alberi mutanti” Gli assalti delle auto nei weekend estivi? Forse non tutto il male vien per nuocere. Anzi, potrebbe funzionare da fertilizzante Francesca Puliti

E

se un giorno scoprissimo che l’inquinamento è un ottimo fertilizzante? La tesi, che ribalta completamente le più comuni teorie, è stata sviluppata proprio nel cuore boschivo del Valdarno, a Vallombrosa. Il bosco, 1.400 ettari di terreno, “è uno dei più studiati d’Italia – conferma il vicequestore aggiunto del Corpo Forestale Luigi Bartolozzi – e tra i più monitorati d’Europa”. Dal 1980, infatti, gli studiosi tengono d’occhio le evoluzioni di vegetazione e fauna, con particolare riferimento all’abete bianco. “Questa specie arborea – continua Bartolozzi – manifestava già allora i primi danni da inquinamento: chiome meno folte, aghi più sottili e radi”. La sorpresa però risale a tempi più recenti. “Questo cambiamento – spiega il comandante della Forestale - ha finito per stabiliz-

zarsi, mentre i ricercatori hanno riscontrato negli ultimi decenni una crescita anomala delle piante”. Insomma, crescevano di più anche quelle che, “per raggiunti limiti di età” non avrebbero più dovuto crescere. La spiegazione è piuttosto semplice. Secondo lo studio condotto in loco da una università australiana, negli ultimi due secoli la temperatura si è innalzata, favorendo la crescita anche nella stagione invernale. Non solo: i complessi azotati derivanti dall’inquinamento atmosferico si sarebbero depositati sul terreno agendo come una sorta di fertilizzante. Non tutto il male vien per nuocere, dunque, anche se chi bada al parco, preso d’assalto da tutta la valle, Firenze compresa, nei weekend estivi, non la pensa così. E da anni chiede parcheggi di scambio e bus navetta per limitare l’assedio delle auto.

FIGLINE. In arrivo il parco più grande tra Firenze e Arezzo INCISA. Cartelli e controlli specifici “anti-ricordini”

Passeggiate a cavallo Pugno duro (e multe) e un bosco cittadino contro chi sporca C’

è addirittura il più grande parco pubblico fra Firenze e Arezzo, e la creazione di un bosco “periurbano”, nel futuro di Figline. Il comune, “verde” per eccellenza - con i suoi 14 mq di verde procapite, quando la legge ne prevede 9 - ha in cantiere molti progetti. Partiamo dal presente: la superficie verde di proprietà comunale, 40 ettari in tutto, per un totale di 2.500 alberi, di cui 500 piantati negli ultimi 10 anni, è attrezzata con circa 30 ettari a giardini. Sono 40 le aree-gioco per bambini, con panchine, zone per la sosta e il relax. Ci sono 4 o 5 aree specificamente concepite per il passeggio dei cani, e una attrezzata a “percorso fitness” per adulti; poco, in proporzione al resto, “ma non scordiamoci che a Figline – afferma Lorenzo Venturi, responsabile dell’Ufficio Ambiente e Protezione civile – abbiamo la grande risorsa degli argini dell’Arno, dove la gente si riversa a correre e camminare. Un vero percorso verde ‘naturale’. In cinque anni - continua - sono stati piantati oltre 400 alberi, dei quali circa 200 come sostituzioni di piante esistenti e circa 200 come nuove piantagioni: solo dal primo gennaio di quest’anno sono stati piantati 48 nuovi alberi, 28 arbusti e 71 fioriture nuove”. E veniamo al futuro. Nei progetti immediati c’è la ristrutturazione dei danni provocati dalla nevicata dello scorso inverno, con sostituzione delle piante, rispristino di buche e ripulitura dai re-

sidui; un lavoro più complesso interesserà le aree di via del Puglia, via Galilei e Matassino. Grazie a un finanziamento da 30mila euro, sarà fatta la manutenzione e la messa in sicurezza dei giochi presenti: sporgenze, viti, catene, fessure. Il giardino di via Cavicchi, inoltre, sarà oggetto di una completa ristrutturazione, con la creazione del “Giardino di quiete” – di cui ci siamo già occupati su queste pagine. Nei progetti più a medio termine c’è anche l’installazione della pavimentazione “antitrauma” in tutti i giardini. Nel 2011 sarà inoltre realizzato il nuovo bosco periurbano, che separerà le abitazioni di via Don Mazzolari e via Barducci dal tracciato della Variantina: sarà costituito da piante tipiche della zona, un vero e proprio bosco di lecci, cerri, querce. Infine, è già stata annunciata la creazione del nuovo Parco pubblico di circa 8 ettari, all’interno della cassa di espansione Pizziconi, i cui lavori hanno preso il via da qualche settimana: ci saranno percorsi pedonali e un ciclodromo di 1 km e 400 metri, strutture per il tempo libero, una ippovia. Il parco sarà ovviamente collegato al resto degli argini. “Una ricchezza di cui godere, quella del verde a Figline - afferma il sindaco Nocentini - e che tutti dobbiamo mantenere. I primi manutentori sono i cittadini, che chiamiamo a segnalare episodi di danneggiamento al verde pubblico e anche a /P.T. proporre idee e progetti”. Il Reporter del Valdarno F.no raggiunge 18.509 famiglie nei Comuni di Figline, Incisa, Reggello, Rignano.

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il reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie

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A

d Incisa il verde pubblico non manca, il territorio conta giardini, molte piazze e spazi adeguati per chi necessita di rilassarsi e prendere una pausa dal caos della città. Non dimentichiamoci che fa parte del comune di Incisa la suggestiva frazione di Loppiano completamente immersa nella campagna sulla quale anche i Della Valle misero l’occhio a suo tempo per la creazione dell’ormai compianto campus Viola. Quella che c’è stata soprattutto in passato da parte degli incisani è una richiesta di maggiore cura e manutenzione del verde pubblico, domanda alla quale l’amministrazione ha prontamente risposto mostrando sensibilità e rigidità sull’argomento. A fine estate infatti scattò tra le strade di Incisa, Rignano e Figline l’operazione “anti-ricordino” di cane ovvero multe per chi veniva colto da agenti della polizia municipale in borghese sprovvisto di paletta sacchetto. Come disse pochi mesi fa il Sindaco Giovannoni, dispiace arrivare a tanto perché il senso civico dei cittadini dovrebbe venir fuori, anche senza cartelli di monito che sono

ben presenti in ogni area verde anche in quelle delle frazioni. Le telefonate tempestavano però gli uffici comunali: i giardini più mal tenuti a detta delle mamme erano quelli davanti all’asilo nido comunale, i più frequentati dai bambini, pieni di sporcizia, cartacce e rifiuti. Per questo è stato necessario ricorrere alle maniere forti. Per quanto riguarda le politiche ambientali ci sono però grandi novità anche per il futuro che in qualche modo interesseranno anche il verde pubblico. L’amministrazione punta per il 2011 ad un forte aumento della raccolta differenziata attraverso un nuovo progetto che entrerà in funzione dal prossimo mese di maggio su tutto il territorio comunale e che vede la sostituzione degli attuali cassonetti con un sistema integrato di smistamento e controlli; questo intervento si lega ad un ulteriore progetto che vede la messa in funzione di una fontanella pubblica di acqua depurata. Iniziative che renderanno più decoroso l’arredo urbano e che saranno fondamentali per una maggiore eco sostenibilità dell’inte/S.D.R. ro territorio.

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FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

RIGNANO. Obiettivo un giardino per ogni frazione: in programma una nuova area anche in quel di Cellai

Più luce per fermare gli atti di vandalismo Interventi in via Indipendenza e al Bombone, dove sono arrivati i lampioni a risparmio energetico. E, a sorpresa, potrebbe spuntare anche una fontana

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raticamente un giardino per frazione. E’ questo il dato del verde pubblico nel territorio rignanese. Un bilancio che a breve dovrebbe arricchirsi di una nuova area verde come conferma Tommaso Cipro, assessore comunale all’ambiente. “Rignano ha un’area dedicata in ogni frazione – spiega - e stiamo intervenendo dove così non è. Attualmente, infatti, è in cantiere un nuovo giardino a Cellai, un vero grande

spazio per tutto l’abitato che non si dovrà più accontentare di quello attuale”. Un intervento che viene apprezzato dagli abitanti della località visto che, fino ad adesso, l’unico luogo verde attrezzato era quello nella piazza sotto il livello della strada provinciale. Gli abitanti di Rignano peraltro sembrano avere a cuore il lato verde del proprio paese. Non sono poche, specie in questi primi giorni di primavera, le famiglie

che approfittano degli spazi dedicati alla natura e ai giochi per i più piccoli. Dalle aree più nuove, come quella tra via Salvo d’Acquisto e via Carlo Della Chiesa a quella più vasta di via Indipendenza, non mancano bambini e nonni che passano all’aperto le ore più piacevoli della giornata. “Sappiamo quanto i rignanesi tengano ai loro giardini. L’amministrazione vuole intervenire proprio in questo senso – aggiunge l’assessore – per un’importante opera di riqualificazione. Nuovo federalismo permettendo, il nostro obiettivo è quello di dare sempre più lustro alle aree verdi di Rignano. Pensando a quella di via Indipendenza andremo a risistemare alcune situazioni compromesse da brutti atti di vandalismo negli scorsi mesi oltre a garantire un servizio di decoro in tutti gli spazi di nostra competenza grazie al lavoro di giardi-

naggio sia dei nostri operai che di professionisti del settore”. “Per garantire una maggiore accessibilità – continua Cipro – siamo intervenuti da poco anche nei nuovi giardini del Bombone. In questo caso l’intervento è stato sull’illuminazione pubblica: abbiamo, infatti, dotato il nuovo parco della frazione di lampioni a risparmio energetico che permettono finalmente di godere degli spazi anche nelle ore serali”. Potrebbe non essere l’unica novità che riguarda la riqualificazione a Rignano. A sorpresa, pare che potrebbe arrivare anche una nuova fontana pubblica a servizio dei cittadini. “Speriamo di poterla mettere – chiude Tommaso Cipro – nei prossimi mesi, grazie a un finanziamento provinciale. La nostra intenzione è quella di dare un’opportunità in più a chi si serve degli spazi /A.Tr. pubblici”.

REGGELLO. Circa 100mila metri quadri di prati pubblici, destinati ad aumentare. Ma zero pensati per Fido

Cento nuovi alberi. Ma nessuna area cani P

er salutare al meglio la primavera appena arrivata, il verde pubblico di Reggello si è rifatto il trucco: 100 nuovi alberi sono stati piantati durante l’inverno in sostituzione o in aggiunta a quelli già presenti nei giardini comunali, altre 150 piante potate secondo il ciclo annuale e presto sarà il turno della piantumazione primaverile con il completo rinnovo delle fioriture. Inerpicato sul dorsale della Montagna fiorentina, Reggello è per natura uno dei comuni più verdi del comprensorio. Ma non per questo bisogna uscire dai centri abitati se si vuol trovare un po’ di riparo sotto gli alberi. In ogni frazione c’è almeno un’area attrezzata (a Cascia sono tre, a Vaggio e al Matassino due), quattro nel capoluogo. In totale fanno 100mila metri

quadri di giardini pubblici nel territorio comunale, 30mila a Reggello centro e gli altri 70mila divisi tra i borghi dei dintorni. Numeri, peraltro, destinati ad aumentare. Il regolamento urbanistico vigente impone infatti che per ogni nuova lottizzazione la ditta costruttrice realizzi anche uno spazio verde da cedere poi gratuitamente al Comune, com’è successo di recente a Donnini e Vaggio. Della manutenzione, ordinaria e straordinaria, se ne occupa direttamente la squadra comunale dell’Ufficio ambiente per quanto riguarda Reggello e Cascia, mentre nelle altre frazioni è affidata ad Aer, l’azienda di servizi ambientali attiva in Valdarno e Valdisieve. Gli stessi operatori da poche settimane hanno effettuato la ripulitura del bordo stradale sulle

Per ogni nuova lottizzazione la ditta costruttrice deve realizzare anche uno spazio da cedere gratuitamente al Comune, come è successo a Donnini e Vaggio principali arterie regionali, provinciali e comunali rimuovendo il cumulo dei rifiuti dal ciglio della carreggiata con particolare attenzione ai tratti extraurbani, sui quali presto si procederà al taglio dell’er-

ba e delle sterpaglie. Anche gli interventi straordinari e di riqualificazione vengono amministrati direttamente dal Comune. I più recenti hanno interessato la nuova alberatura di Ciliegi e quella di piazza della Repubblica a Vaggio, quest’ultima fatta coincidere con la “Festa dell’albero”, la cerimonia che lo scorso 23 novembre ha coinvolto gli alunni della scuola materna ed elementare per far conoscere loro l’importanza degli alberi e del rispetto per l’ambiente. Punti deboli? Mancano del tutto aree attrezzate per cani. Ogni centro ha un lembo di verde lontano dai giochi per bambini e dalle panchine che, per consuetudine, è destinato alle bestiole e ai loro padroni, ma di spazi pensati su misura per /A.T. ora non se ne parla.


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Aprile 2011

il giornale nel tuo comune

FIGLINE ELEZIONI/1. Alle urne il 15 e 16 maggio. Il sindaco Nocentini si ricandida per Pd, Idv, socialisti e Sel

“Lavoro e sociale al centro”. E più green In cima al programma dell’attuale primo cittadino il completamento delle opere avviate: dal secondo ponte sull’Arno alla nuova piscina Andrea Tani

Riccardo Nocentini

attuale vicino alle scuole Del Puglia: lo studio di fattibilità è già pronto”. In tempi di crisi cresce il bisogno di ottimizzare la spesa pubblica. Anche per questo tra i cavalli di battaglia della coalizione ci sarà il progetto per la nascita di un Comune unico insieme a Incisa che possa interpretare un ruolo da protagonista all’interno dell’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve. Posizione netta anche per quanto riguarda due degli argomenti caldi di

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questa campagna elettorale. Il primo, la discarica de Le Borra. “Abbiamo acquistato l’area ex-mineraria così che il Comune fosse in condizione di fissare dei paletti. La discarica verrà creata solo se all’interno di un sistema che accanto al termovalorizzatore preveda impianti fotovoltaici e di riciclaggio. Dovrà essere uno spazio al servizio dei più innovativi progetti di green economy”. Il secondo, l’ospedale Serristori. “La posizione ufficiale nostra e della stessa Azienda sanitaria è chiarissima: il Serristori non chiuderà. Anzi, negli ultimi cinque anni l’ospedale è stato valorizzato, come dimostra il recente investimento da 7 milioni di euro per realizzare le nuove sale operatorie, il reparto di radiologia e il poliambulatorio cardiologico”.

ono strette intorno ad un unico candidato sindaco, e cioè Clara Mugnai, della lista civica Salvare il Serristori, le opposizioni dell’attuale consiglio comunale figlinese (Pdl, Udc e appunto la lista civica). Capofila di tante battaglie, negli anni scorsi, per il mantenimento a Figline dell’Ospedale con il pronto soccorso attivo 24 ore su 24, la signora Mugnai, forte della sua esperienza “al servizio della comunità, in particolare dei più deboli, e in opere di associazioni di volontariato”, punta sulla lotta per “il consolidamento del nostro ospedale, che credo debba essere l’obiettivo primario del sindaco per i prossimi cinque anni”. In questo periodo, secondo Mugnai infatti “le cose non sono affatto migliorate, gli attacchi al Serristori si moltiplicano, le sale operatorie e la radiologia rimangono costruite solo sulla carta; addirittura il Pronto Soccorso è a rischio, per la gestione scellerata della sanità in Toscana”. Un “cavallo di battaglia” – quello del Serristori – evidentemente ritenuto valido dalle altre forze politiche di opposizione, che hanno appunto deciso di appoggiare la candidatura della Mugnai. Nel cui programma c’è comunque molto altro. “Non più programmi da libro dei sogni – ci dice – ma semplici e lineari, che puntino alla realizzazione delle opere per i cittadini, senza dissipare le risorse pubbliche in inutili cattedrali nel deserto”. I progetti sulle Lambruschini, i soldi spesi per la ristrutturazione dello Stadio, i lavori per la passerella pedonale del ponte sull’Arno, il progetto (“ma quando mai si realizzerà in cinque anni?”) del secondo ponte, le linee tracciate nel nuovo piano strutturale recentemente approvato in consiglio comunale, la gestione del Teatro Garibaldi: “Siamo stanchi – dice la Mugnai – di decenni di scelte sbagliate e cause perse. Puntiamo sulle opere di viabilità concrete, sulla sicurezza e vivibilità del territorio, sul

Clara Mugnai

no alla discarica, almeno alle condizioni attuali, sul fatto che investimenti multimilionari sul nostro territorio come quelli delle casse di espansione (soldi spesi dallo Stato, non certo dalla Regione Toscana), portino reali vantaggi per la nostra comunità”. Ma l’attuale sindaco Nocentini dovrà vedersela anche con un’altra donna: il Movimento 5 Stelle Valdarno ha infatti candidato Ilaria Bozzuffi, 38enne postina del comune, alla poltrona di sindaco. Bozzuffi è una pacifista convinta, ha partecipato attivamente alle lotte per i diritti civili e per il diritto alla casa, conosce profondamente il territorio del comune ed i suoi proble-

Pdl, Udc e lista civica candidano Clara Mugnai, i “grillini” la Bozzuffi mi. “Vorrei catalizzare l’attenzione – ha affermato – su problematiche come il traffico e la discarica di rifiuti nocivi. Propongo soluzioni alternative come il car-sharing e un forte intervento di rac/P.T. colta differenziata”.

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L’ospedale non chiuderà, come dimostrano i 7 milioni investiti

ERRATA CORRIGE: ci scusiamo con i lettori per l’errata pubblicità uscita ne “il reporter del valdarno fiorentino” edizione di marzo.

il sindaco

PRIMAVERA IN FIORE!

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“Salviamo il Serristori”

S

L

a continuità prima di tutto, portando avanti il lavoro avviato negli ultimi cinque anni, seppur riveduto, corretto e arricchito di nuovi contenuti e sensibilità. Così l’attuale maggioranza si prepara all’appuntamento elettorale del 15 e 16 maggio. Una continuità rappresentata in primis dal candidato sindaco, l’attuale primo cittadino Riccardo Nocentini, sostenuto da un’ampia coalizione di tutte le forze del centrosinistra riformista: Partito democratico, Italia dei valori, i socialisti figlinesi riuniti nella Sinistra progressista e – ecco il primo elemento di novità – i vendoliani di Sinistra ecologia e libertà. Si defilano invece gli ex-Rifondazione della Federazione della Sinistra che correranno da soli. Per i dettagli dell’agenda politica è ancora presto: se ne occuperà una “Fabbrica del programma” che punta a coinvolgere cittadini, associazioni, imprese e sindacati nel tentativo di dar vita a un programma il più partecipato possibile. Ma una bozza c’è già. “Il tema del lavoro e l’attenzione al sociale saranno le basi della nostra proposta – spiega Nocentini – insieme alle questioni emergenti della green economy e di efficienza e trasparenza della macchina amministrativa”. Il fil rouge con la legislatura che sta per scadere è rappresentato prima di tutto dal completamento della nuova viabilità. Molto, se non tutto, dipende dalle sorti del secondo ponte sull’Arno, “che si farà – garantisce il sindaco –: la progettazione definitiva c’è, ma dobbiamo fare squadra con le altre istituzioni, Provincia e Regione, per reperire le risorse”. Altro punto, la realizzazione della nuova piscina comunale. “Nascerà a fianco di quella

ELEZIONI/2. Due donne all’opposizione

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FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

RIGNANO. Il sottopassaggio sarà un laboratorio di creatività. O meglio, lo è già diventato

Stazione cantiere permanente. D’arte Sulle pareti spuntano i graffiti, sorprendendo pendolari e non solo. E c’è già chi pensa di replicare altrove l’esperimento elaborato dagli artisti di Aracnos Andrea Trapani

S

orpresa per i pendolari rignanesi e non solo. La notizia corre per il paese velocemente, le voci si rincorrono. Motivo? “Qualcuno ha pitturato i muri della scalinata che collega la piazza centrale ai binari e alla strada che porta in Pian dell’Isola!”. Nessuna paura, però. Non c’è stato nessun atto di vandalismo, anzi. La qualità del lavoro aveva stupito i primi passanti e il perché è semplice. I nuovi graffiti, infatti, sono un’opera d’arte nata a cavallo del 5 e 6 marzo quando il sottopassaggio della stazione ferroviaria di Rignano sull’Arno si è trasformato in un “cantiere di creatività”. Un gruppo di giovani artisti locali, in collaborazione con i ragazzi della “Stanza Arcobaleno” e con il coordinamento degli operatori di strada dell’associazione “A.r.a.c.n.o.s.”, hanno iniziato a dipingere le pareti del sottopassaggio per trasformarlo, parole letterali, “da luogo triste e spoglio in un luogo pieno di fantasia e colori”. L’obiettivo è

stato raggiunto. Grazie a Mirko Fusi, Amanda Abelsen, Giacomo Equizi e Dario Benvenuti, che hanno dato il via alla decorazione dei muri utilizzando lo stile del graffitismo, è arrivato il risultato che si può vedere oggi. Come è stato evidenziato nella presentazione ufficiale il lavoro è nato “con la voglia di riqualificare un luogo che, pur essendo percorso quotidianamente da centinaia e centinaia di persone, ha sempre avuto, quasi per definizione, un aspetto tutt’altro che piacevole”. Anche i ragazzi disabili che frequentano la “Stanza Arcobaleno” hanno partecipato al lavoro, cogliendo le suggestioni degli artisti ed avendo a disposizione uno spazio “insolito” come i muri del sottopassaggio. Il futuro? “Dato il primo impatto positivo, la volontà – dicono gli organizzatori - è quella di fare in modo che questo spazio resti una sorta di cantiere permanente a disposizione dei creativi, non solo per la manutenzione delle opere, ma anche per far evolvere

i graffiti sorti nel sottopassaggio

le immagini insieme agli artisti stessi e per qualificare la funzione sociale di uno spazio ‘eccentrico’”. E i cittadini apprezzano. Anche i meno giovani si fermano ad osservare le nuove opere, che sono tante apprezzate che c’è chi addirittura pensa ad altre realtà dove replicare

l’esperienza. Ma questa è un’altra storia. Intanto il primo passo è stato fatto. E annoverare i rignanesi tra coloro che riconoscono ai graffiti una funzione di abbellimento di zone urbane che altrimenti risulterebbero grigie e anonime è già un riconoscimento importante.

L’ASSOCIAZIONE. Da Pontassieve e Montevarchi per partecipare alle attività della Stanza Arcobaleno

Qui si studia per diventare (diversamente) abili in cucina l progetto della Stanza Arcobaleno nasce circa 7 anni fa e rappresenta un’occasione di ritrovo per ragazzi disabili e non per fare attività e per stare insieme. Luogo d’incontro tradizionale è la stanza polifunzionale della Scuola Media di Rignano. Un luogo dove si ritrovano ragazzi non solo del capoluogo rignanese ma che arrivano anche da località vicine e lontane, da Pontassieve come da Montevarchi. In questo senso si muovono varie importanti iniziative organizzate da A.Se.Ba., l’Associazione Senza Barriere di Figline che ha “sede” anche a Rignano con il lavoro del Laboratorio del “Forno”, che nel corso di questi primi mesi del 2011 sta portando avanti alcune esperienze di tempo libero qualificato per ragazzi con disabilità come il progetto “Pappa e Ciccia” che si pone,

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oltre come opportunità concreta d’incontro, anche come tentativo di promozione culturale di un territorio vasto come quello valdarnese. “Pappa e Ciccia”, come spiega la stessa A.Se.Ba., è suddiviso in cinque tappe che vedono interventi di sensibilizzazione alla diversità in ambito scolastico, un corso di formazione e varie attività ad hoc come “AmicInCucina”, “Social Pub” e “Mare & Monti” con l’organizzazione di gite e vacanze. Gli interventi seguiranno una metodologia ormai consolidata, promossa dall’A.Se.Ba. fin dal 2001 nelle scuole del Valdarno Fiorentino. In questi dieci anni, infatti, il progetto “Percorsi di Educazione alla Diversità” ha incontrato migliaia di ragazzi e più di cento docenti, nelle scuole elementari, medie e superiori della Provincia di Firenze, contribuen-

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do a stimolare nei giovani un’attenzione particolare per il “mondo della disabilità”. Alla nascita della “Stanza Arcobaleno”, realtà attiva da anni sul territorio voluta dai genitori dell’A.Se.Ba. per favorire l’autonomia dei loro figli, hanno contribuito anche ragazze e ragazzi incrociati da quel progetto sui banchi di scuola. Negli incontri in classe si parla di paure e pregiudizi, di barriere psicologiche e architettoniche, con l’aiuto e la testimonianza di amici con disabilità, che raccontano la loro esperienza e con la loro forza e voglia di vivere stimolano gli alunni ad affrontare le loro proprie fragilità. Per maggiori informazioni sulle tante attività in essere il consiglio è quello di collegarsi al sito ufficiale dell’associazione disponibi/V.L. le all’indirizzo www.aseba.it.

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Aprile 2011

il giornale nel tuo comune

INCISA. L’ipotesi di una “fusione” con Figline è sempre più concreta. Almeno per i sindaci

E se un giorno il Comune scomparisse? Circa 25mila abitanti, un ospedale, un polo universitario

Paola Tozzi

internazionale e due stazioni. Alcuni servizi hanno già imboccato la strada dell’unificazione, per il resto basterebbero altri tre anni. Ecco la scommessa più rivoluzionaria lanciata da Giovannoni

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er 27 anni, dal 1824 fino al 1851 è stato un comune unico. Adesso, potrebbe tornare nuovamente ad esserlo. Il Comune di Incisa e Figline – o di Figline e Incisa che dir si voglia – lontano dalle polemiche che accompagnano unioni a 9 e ancor meno futuribili “Valdarnia” varie, è già un’ipotesi concreta. Almeno nelle intenzioni degli amministratori. Il sindaco figlinese Nocentini dichiara di volerne fare un cavallo di battaglia della prossima

conti in tasca Bilancio 2011

Tagli? I buoni mensa crescono

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iminuiscono i soldi, ma aumentano i servizi. Nel mese scorso L’amministrazione comunale di Incisa ha programmato una serie di incontri con la cittadinanza per illustrare e discutere il Bilancio di previsione 2011 e le scelte amministrative. Gli incontri si sono svolti in tutte le frazioni all’insegna della trasparenza del confronto e della partecipazione. Nonostante la rigidità della spesa corrente, la pesante riduzione dei trasferimenti erariali circa 163.391,77 in meno rispetto al 2010 e i severi vincoli imposti dal Patto di Stabilità, i servizi a domanda individuale sono stati mantenuti in modo soddisfacente ai livelli del 2010. Apprezzamento dalle organizzazioni sindacali è arrivato anche per la razionalizzazione della spesa ordinaria, nella gestione della macchina comunale. Non solo, con il nuovo anno scolastico è aumentato il numero dei buoni pasto per la mensa scolastica, ma anche il servizi di trasporto scolastico. In crescita anche le aliquote del nido comunale (circa il 2% in più da settembre 2011), ma sono confermate le fasce ISEE attuali e le conseguenti riduzioni del 50% per soggetti in difficoltà. La spesa per i servizi sociali risulta addirittura aumentata di circa 20mila euro rispetto al 2010. Infine, l’amministrazione ha ritenuto doveroso evidenziare che benché i vincoli imposti dalla finanziaria siano eccezionalmente restrittivi, il Patto di stabilità per il 2010 è stato rispettato e ciò ha consentito di predisporre il bilancio di previsione 2011 nei termini di forte impegno per la cittadinanza come sempre è stato /S.D.R. negli anni passati.

campagna elettorale e il collega di Incisa, Giovannoni, è non meno entusiasta dell’ipotesi, che definisce “rivoluzionaria”. “Parlare di due comuni che si uniscono, superando campanilismi e resistenze – ci spiega il primo cittadino di Incisa - significa soprattutto creare un’entità più grande e quindi di maggior ‘peso’ al momento di attrarre finanziamenti e lavorare quindi per il futuro. Il mio collega di Figline ed io siamo convinti di questo e siamo seriamente intenzionati a lavorare al progetto. Io stesso, nei periodici incontri che effettuo con la cittadinanza, i gruppi e le associazioni, sto iniziando a proporre questa ipotesi e devo dire che è una possibilità che la popolazione, secondo me, è pronta a prendere in considerazione”. Ma quali sarebbero le tappe che potrebbero portare ad unire i due comuni dal Valdarno superiore fiorentino? “Non ci si sveglia la mattina e si fa il comune unico. Intanto abbiamo iniziato ad associare alcuni servizi, come quello della municipale; stesso processo interesserà l’Anagrafe e l’ufficio Lavori Pubblici, già ‘unificato’ almeno nella parte dirigenziale; si arriverà a creare un unico ufficio dai vertici fino all’ultimo operaio, con possibilità di interscambio del personale, soprattutto in caso di grandi lavori. Ed anche per il servizio Ambiente, gli uffici stanno già lavorando per arrivare ad un unico ufficio. Stessa cosa direi del Suap, lo sportello unico per le Attività Produttive. Il passo successivo sarebbe poi quello di redarre un progetto ufficiale, uno Statuto di unione, da sottoporre alla Regione. La quale, in seguito, dovrebbe indire il referendum, perché alla fine a decidere dovrebbero essere giustamente i cittadini”. Tutto questo, secondo Giovannoni, nei prossimi tre anni, quelli che devono passare prima di arrivare alla fine della legislatura ad Incisa, anno 2014. Le prossime elezioni incisane, insomma, potrebbero in realtà essere le prime del nuovo comune unificato. Che diventerebbe un’entità davvero non trascurabile: 25mila abitanti, il comune più grande fra Arezzo e Firenze, dotato di infrastrutture – casello autostradale, due stazioni ferroviarie, un ospedale, industrie importanti, un polo universitario internazionale (quello di Loppiano). “Insomma – conclude il sindaco di Incisa - si tratterebbe di fare un comune all’avanguardia, nell’interesse di tutti i cittadini. Sfido chiunque a stabilire con esattezza dove finisce un comune e comincia l’altro: anche territorialmente ormai non c’è soluzione di continuità fra Incisa e Figline. Ed allora facciamola, questa scommessa rivoluzionaria”.

A decidere dovrebbero essere i cittadini stessi, con un referendum


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FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

REGGELLO. Un altro anno di cassa integrazione per i 147 dipendenti dello stabilimento del Filarone

Sims, venti esuberi e molte incertezze ormai da quasi quattro anni, tra proteste e promesse. “Servono scelte coraggiose per il rilancio aziendale, la riorganizzazione della fase produttiva non basta”

lo stabilimento

Sims

zoom

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Difficile dirlo, in una situazione

n anno di cassa integrazione, 20 esuberi già programmati e un futuro pieno di incognite. Difficile, al momento, vedere una via d’uscita dalla crisi della Sims, l’azienda chimico-farmaceutica di Reggello che dal 2007 al 2010 ha ridotto di un terzo il fatturato per la costante flessione delle commesse. E dopo un autunno di (relativa) quiete, lo scorso 7 febbraio è scattata la quarta “cassa” degli ultimi due anni, che andrà avanti fino al 6 febbraio 2012 e interesserà tutti i 147 dipendenti dell’azienda. Ognuno di loro, secondo uno schema a rotazione, dovrà restare a casa per 60-70 giorni lavorativi nei prossimi 10 mesi. Non solo. L’accordo firmato con i sindacati prevede anche 20 esuberi da individuare su base volontaria o per raggiungimento dei requisiti pensionistici. Un compromesso accettabile rispetto alle intenzioni iniziali ben più drastiche della proprietà. Diciotto dipendenti hanno dato l’ok, resta da capire se il numero può essere sufficiente o se altri due dovranno comunque lasciare lo stabilimento del Filarone. Solo l’ultimo episodio di una vicenda che si trascina da almeno un paio di anni, iniziata con la cassa integrazione della primavera 2009 (16 marzo – 13 giugno) e proseguita con altre quattro settimane che, a partire dal settembre dello stesso anno, congelarono di fatto la produzione. Passa qualche mese e la situazione precipita di nuovo: nel febbraio dello scorso 2010 vengono annunciate altre 10 settimane di cassa integrazione tra le proteste degli operai che, esausti, danno vita ad uno sciopero molto partecipato. Ora si spera che sia la volta buona. La cassa attualmente in corso nasce per permettere la riorganizzazione della fase produttiva, ma, spiegano dalla Camera del lavoro di Figline, “il punto dolente resta nella parte commerciale. C’è bisogno di un investimento sul marketing che permetta di scoprire nuovi mercati per rimediare al calo delle commesse. Prezzo del prodotto, alti standard qualitativi ed efficienza del servizio devono essere i cardini per il rilancio aziendale. Servono scelte, anche coraggiose, per uscire dalla crisi e rispondere alla giusta preoccupazione dei lavoratori”.

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prossimo maggio, altri 13 passeranno al telelavoro, 33 saranno dirottati alla sezione dei prodotti da banco e altri 40 dovranno scegliere tra il trasferimento nella sede milanese o la mobilità (entrambe le ipotesi accompagnate da incentivi). Il futuro, almeno quello prossimo, del polo chimico-farmaceutico di Reggello non è affatto /A.T. roseo.

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a Sims non è sola. Il settore chimico-farmaceutico reggellese, per anni fiore all’occhiello del tessuto economico locale, sta attraversando una crisi profonda che non risparmia altri due colossi del comparto, l’Istituto De Angeli e la Boehringer Ingelheim, entrambi nel bel mezzo di situazioni delicate e per certi versi simili. L’attesa per un nuovo piano industriale alla De Angeli va avanti da mesi, nonostante i solleciti dei sindacati e dei 300 dipendenti. In gioco c’è il futuro dell’azienda, dal rilancio delle attività produttive a sviluppo e ricerca, dalla modernizzazione dei processi commerciali al mantenimento dei livelli occupazionali. Tutti temi al centro della vertenza promossa dalla Cgil che già a dicembre aveva proclamato lo stato d’agitazione. In quell’occasione a far traboccare il vaso fu l’approvazione del nuovo orario di lavoro nonostante il parere fortemente contrario espresso dai lavoratori e da allora il clima è rimasto turbolento. Lo scorso mese anche la Commissione provinciale del lavoro è scesa in campo facendosi promotrice di un tavolo interistituzionale tra Comune di Reggello e Provincia di Firenze per risolvere la crisi, ma per adesso niente è cambiato. Poche centinaia di metri più in là, intanto, prosegue a pieno ritmo il progetto “Leonardo”, l’accordo per la delocalizzazione della Boehringer e dei suoi 130 dipendenti. I trenta di loro che raggiungeranno i requisiti pensionistici entro aprile 2015 saranno messi in mobilità dal

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il giornale nel tuo comune

Figline

Incisa

Reggello

Rignano

PIANETA SCUOLA/1 BORSE DI STUDIO AI 110 E LODE Sono state consegnate lo scorso mese le borse di studio messe a disposizione dal Comune per i neodiplomati e neolaureati più meritevoli di Figline. Borse di 400 euro ciascuna sono andate ai neodiplomati Rachele Bossini, Giulia Longini ed Elisa Senesi. Premiati con la stessa cifra anche i neolaureati di primo livello Laura Zei (110 e lode in Controllo qualità settore industriale e farmaceutico) e Antonio Marchi (110 e lode in Filosofia, storia e comunicazione), mentre per i neo-laureati secondo il vecchio ordinamento (cinque anni) o per coloro che hanno conseguito la laurea specialistica erano a disposizione borse di studio del valore di 500 euro: : i premiati sono Fabrizio Bonatti (110 e lode in Studi linguistici e culturali), Alessandra Romoli (110 e lode con menzione in discipline scientifiche) e Sofia Bigiarini (110/110 in discipline biomediche) e Tommaso Fiacchini (108/110 in Architettura).

TERZA Età ANZIANI, COME TUTELARE I PROPRI INTERESSI Ha aperto lo scorso 10 marzo il servizio gratuito di informazione e consulenza dell’Amministratore di sostegno. Si tratta di un percorso di aiuto attivato dalla Società della Salute Sud Est con lo scopo di fornire informazioni sulla nuova figura introdotta dal codice per sostenere le fasce più deboli della popolazione, in particolare gli anziani, nel tutelare i propri interessi. L’Amministratore di sostegno, in pratica, altro non è che un tutore che viene nominato per curare gli interessi di persone in condizione di limitata autonomia (anziani, disabili, persone affette da patologia psichiatrica, da forme di dipendenza etc.), ma anche dei loro familiari, di associazioni o altri soggetti ed operatori dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali. L’Amministratore di sostegno sarà a disposizione di tutti coloro che lo richiederanno, dietro appuntamento, ogni 2° e 4° giovedì del mese, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, a rotazione in tre diversi punti della zona: Antella, Figline e Pontassieve. Per informazioni e appuntamenti tutti gli interessati devono rivolgersi, appunto, alla Segreteria della Fondazione Devoto (il lunedì ed il giovedì ore 9,30 - 12,30) Tel. 055602650 e-mail: info@fondazioneandreadevoto.it.

CONCORSI/1 ASPIRANTI SCRITTORI IN GARA C’è tempo fino al 18 maggio per partecipare alla terza edizione di “Voci silenti”, concorso letterario per autori italiani e stranieri. Il tema di quest’anno è “Agorà. Spazio di incontro e conoscenza”: i testi dovranno esplorare l’agorà, la piazza come simbolo di scambio di idee, memorie, speranze, luogo di espressione e desiderio di comunicazione. Possono partecipare autori italiani e stranieri residenti o domiciliati in uno dei Comuni della Toscana e che abbiano compiuto i quindici anni. Sono ammessi racconti brevi, poesie o anche testi teatrali. L’iscrizione è gratuita. Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare il Centro Interculturale del Comune di Pontassieve (tel. 055/8360304 - 055/8360346, mail: cint@ comune.pontassieve.fi.it) oppure visitare il sito internet del Comune di Reggello.

POLITICA/1 L’UNIONE SI ALLARGA Rignano è ufficialmente entrata a far parte dell’Unione Comuni Valdarno Valdisieve. Sono adesso 7 i comuni che fanno parte del nuovo ente e sette saranno i componenti della Giunta che si arricchisce, appunto del Sindaco di Rignano Gianna Magherini, che lavorerà in stretta collaborazione con gli altri 6 sindaci. Con l’entrata di Rignano l’Unione arricchisce le sue caratteristiche anche dal punto di vista territoriale: si tratta di un comune che non ha caratteristiche montane, caratterizzato inoltre dalla forte vicinanza con Firenze che permetterà al nuovo ente di essere più vicino alla città, diventando anche un interlocutore privilegiato per l’Area Metropolitana. Molto soddisfatto il presidente dell’Unione di Comuni Aleandro Murras. “Stiamo dando la massima importanza – dichiara - all’entrata di Rignano nell’Unione. Stiamo già predisponendo con l’amministrazione comunale tutti gli atti necessari per programmare l’adesione alle gestioni associate dei servizi, prima fra tutte il Suap”.

PIANETA SCUOLA/2 LE PIEVI DIVENTANO UN LIBRO Una guida a chiese e chiesette del territorio valdarnese, firmata dagli studenti del corso per Geometri dell’Isis Vasari di Figline. E’ stato presentato in Comune il libro “Le Pievi del Valdarno”, frutto del lavoro di ricerca dei ragazzi e naturale prosecuzione di un’analoga iniziativa condotta, sempre dal Vasari, sulle piazze del Valdarno. Tutto nasce da una intuizione dei professori del corso per Geometri, che si resero conto di come i rilievi topografici ed architettonici eseguiti a fini didattici dagli studenti venissero poi riposti in qualche scaffale polveroso. Così, proprio per valorizzare questi lavori, nacque un progetto quadriennale finalizzato a una pubblicazione da diffondere nelle scuole, nelle biblioteche, nelle istituzioni pubbliche e private. E dopo il successo delle pubblicazioni sulle piazze ecco quello sulle pievi sparse nella campagna, da Gaville a Cascia e Santa Maria a Scò. “Siamo molto orgogliosi di questa nuova pubblicazione – ha detto il Dirigente scolastico dell’Isis Vasari, Valerio Vagnoli -, frutto di un progetto che denota l’attenzione che la nostra scuola, e nel caso specifico il corso per Geometri, ha per un territorio che dà molto al nostro istituto”.

Figline Alberature in ordine a Castiglioni, mentre in centro spunta un albero di bronzo. In arrivo 150mila euro per i marciapiedi. CASTIGLIONI La strada comunale di Castiglioni è stata chiusa

CRONACA L’ASPIRATORE KIRBY DI NUOVO NEI GUAI Un anno fa finirono sotto inchiesta per maltrattamenti nei confronti dei propri venditori, con tanto di frustate e pressioni psicologiche. Tre imprese di vendita porta a porta tra Incisa e Reggello sono di nuovo nei guai, accusate di evasione fiscale. La guardia di finanzia di Pontassieve ha infatti scoperto una serie di vendite al nero, per oltre 12 milioni di euro non versati al fisco, tra imposte dirette e iva. Dalle indagini è emerso che i clienti dopo aver acquistato l’elettrodomestico, richiedevano tramite il venditore un finanziamento per il pagamento a rate. Per la maggior parte di queste vendite non è stata emessa alcuna fattura. In pratica venivano stipulati prestiti fittizi, tramite firme false, richiedendo ai clienti di pagare rate per finanziamenti mai richiesti. In tutto sono stati denunciati cinque amministratori delle tre società, con l’accusa di infedele presentazione delle dichiarazioni dei redditi.

al transito con orario 8.30-12.30 e 13.30-17.00 per lavori di abbattimento e potatura delle alberature lungo la sede stradale a partire dal 28 febbraio. L’intervento, finalizzato alla sicurezza stradale, è stato svolto dalla Provincia di Arezzo con una spesa di circa 20mila euro. VIA EGISTO SARRI Conclusi i lavori per la posa de “L’albero dell’Universo”, un’opera bronzea realizzata dallo scultore Marcello Guasti sulla quale sono stati incisi i nomi dei figlinesi caduti nella Prima guerra mondiale, e in senso più generale, i caduti di tutte le guerre. La posa de “L’albero dell’Universo” ha comportato inoltre una serie di opere accessorie su via Sarri, in particolare nell’area pedonale a ridosso delle mura medievali. Nuova illuminazione e pavimentazione. MARCIAPIEDI NUOVI Sono stati stanziati altri 150mila euro per la sistemazione di strade e marciapiedi del

CONCORSI/2 I POETI PREMIATI PER L’8 MARZO Grande partecipazione per la premiazione del Premio Nazionale di Poesia “8 marzo e …non solo”, svoltasi il 12 marzo scorso nei locali della nuova biblioteca, a Cascia. Giunto alla nona edizione, il concorso ha visto quest’anno un gran numero di partecipanti, che si sono cimentati sul tema “Anita Garibaldi…io, tu, noi credevamo”. Il primo premio se l’è aggiudicato Bruno Bianco di Montegrosso d’Asti con “La terra di Anita”. Il Premio Reggello è andato a Luciana Alterini, insegnante alla Scuola Media Guerri, con “Anita, Frida, io e le altre”. Due le menzioni d’onore, una a Sabrina Bordone con la poesia “ 4 agosto 1849” di Genova, l’altro a Senzio Mazza di Scandicci con “ Il mio fiume”. Tre le poesie segnalate nella sezione adulti: “Il sogno di Anita” di Tiziana Monari, “Respiro di vita” di Stefano Caranti, “Ero fuggiasca” di Alessandro Corsi.Nella sezione ragazzi si è aggiudicata il primo premio Valentina Barbieri, con “Amami” una ragazza di 13 anni Roveleto di Cadeo (PC) . Il Premio Reggello è stato assegnato ad Arianna Pandolfi con “Ed io non parlo”. Arianna frequenta la III Media alla Scuola Guerri. Ben 4 le menzioni d’onore e 10 le poesie segnalate nella sezione ragazzi.

centro urbano. In particolare si interverrà su corso Mazzini, via Magherini Graziani, via San Lorenzo, via Bianca Pampaloni, piazza XXV Aprile, alcuni tratti di via Roma, via Gramsci e via Petrarca, via Giovanni XXIII; in piazza Bonechi è previsto il riassetto della pavimentazione, mentre in via Martiri Cavicchi saranno abbattuti alcuni alberi. Reggello L’Ufficio Lavori pubblici ha provveduto all’assegnazione dei lavori per la realizzazione di alcuni marciapiedi all’interno dei centri abitati del Comune, con lo scopo prioritario di abbattere le barriere architettoniche presenti. VIA SETTE PONTI Abbattimento delle attuali barriere architettoniche che impediscono l’accesso al Palazzo Comunale, nel centro abitato di Reggello capoluogo, al fine di realizzare un

POLITICA/2 UN FRONTE PER LE RINNOVABILI Come atto primo nell’Unione dei Comuni Valdarno Valdisieve, Rignano si schiera contro il decreto Romani, che ha di fatto bloccato gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili. L’Unione aderirà alla mobilitazione regionale proposta da Enrico Rossi. “Le energie rinnovabili – dichiarano i sette sindaci all’unisono - vanno incentivate e sostenute in tutti modi e invece il Governo taglia le gambe ad aziende che hanno puntato su questo settore. Il Governo non si rende conto che con questa decisione – proseguono - si mette in crisi le aziende che hanno puntato su quella che viene definita “green economy” e tutti coloro che vi lavorano che in toscana sono almeno 20.000. Senza poi pensare ai gravi danni per l’ambiente e per la sostenibilità”. Per questo i sindaci dei comuni di Londa, San Godenzo, Rufina, Pelago, Pontassieve, Reggello e Rignano sull’Arno si uniscono alla proposta del Presidente della Regione Enrico Rossi di una mobilitazione toscana contro questo provvedimento. Molte le aziende attive nel settore dell’energia pulita anche sul territorio dell’Unione, che saranno messe a dura prova dalla nuova norma.

idoneo passaggio pedonale. VIA TURATI Lavori in vista anche a Vaggio, nel tratto compreso tra la fine del centro abitato e via di Catigliano. Qui l’interevento si rende necessario per collegare un percorso pedonale con le abitazioni poste lungo la strada provinciale. VIA MATTEOTTI Abbattimento delle barriere architettoniche anche in via Matteotti, nel centro abitato di San Donato in Fronzano, nel tratto compreso tra via Amendola e la strettoia stradale. CAMERINO Marciapiede nuovo il località Camerino, nella frazione di Cascia, lungo la strada Provinciale SP 17 “Ponte di Matassino - Reggello”, nel tratto compreso tra via di Camerino e la rotatoria stradale. Il marciapiede si rende necessario al fine di garantire un giusto collegamento pedonale fra la zona urbanizzata di Camerino e il centro abitato di Cascia.


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l’inchiesta

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ZOOM/1. Molte le persone tra i 15 e i 64 anni alle prese con il problema

In città sono undicimila gli “schiavi della bottiglia” Livorno, Arezzo e Pisa seguono a ruota in questa triste classifica. La dottoressa Londi: “Dà maggiore dipendenza delle sostanze e delle droghe più conosciute” Antonio Passanese

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lcolici e superalcolici, in Italia, attraggono sempre più i giovani. Si calcola che siano quasi 500mila, in tutto lo Stivale, i ragazzi che bevono troppo, a volte fino al coma etilico. Un dramma che colpisce in modo trasversale, senza alcuna distinzione, molte famiglie, che si trovano a dover fare i conti con un problema il più delle volte sottovalutato. Da uno studio condotto dal Ministero della Salute emergono dati impressionanti: “La percentuale di coloro che consumano alcol al di fuori dei pasti è aumentata significativamente negli ultimi dieci anni – chiarisce il report – in particolare per via del cosiddetto ‘binge drinking’, ovvero il bere appositamente per ubriacarsi, consumando grandi quantità di alcol nel giro di poche ore”. Stando ai dati, l’atteggiamento riguarderebbe più del 20 per cento dei ragazzi fra i 18 e i 24 anni e il 17,4 fra i 25 e i 44 anni. Fra le ragazze, la percentuale complessiva è del 7,9%, ma nella fascia d’età fra gli 11 e i 15

anni la quota è più alta rispetto ai coetanei maschi. In Toscana le cose non vanno certamente meglio, e sono sempre di più i giovani che si rivolgono a strutture specializzate per curarsi dall’alcol-dipendenza. Nella sola provincia di Firenze sono quasi 11mila gli alcolisti tra i 15 e i 64 anni. A ruota, nella classifica delle città dove si alza troppo il gomito, si trovano Livorno (4.484 alcolisti), Arezzo (4.439) e Pisa (4.318). Si calcola, ancora, che i ricoveri ospedalieri tra i minori di 14 anni (maschi e femmine) invece siano pari al 6,5 per cento. Un’enormità. Molte volte sono gli stessi genitori a rivolgersi ai professionisti del Centro alcologico regionale dell’ospedale di Careggi, dove si viene sottoposti a un percorso, soprattutto psicologico, nel quale è necessaria anche la presenza della famiglia. “L’alcol – afferma la dottoressa Ilaria Londi del Car – è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e capace di indurre una dipendenza superiore rispetto alle sostanze o

alle droghe illegali più conosciute. L’alcol puro, apportando 7 chilochilocalorie per grammo, non è una sostanza nutriente, in quanto il nostro organismo non lo utilizza per portare avanti le sue funzioni. È invece una delle cause di danno diretto a molti organi: i più colpiti sono il fegato e il sistema nervoso centrale. I giovani, le donne e gli anziani sono considerati i soggetti più vulnerabili, perché il loro organismo ha una ridotta capacità di metabolizzare l’alcol”. Il Centro alcologico, negli ultimi anni, ha ottenuto grandi risultati tra i ragazzi, sperimentando il “Mese della Prevenzione”, un progetto approvato anche dal Ministero. “Il risultato più grande – sottolinea la dottoressa Londi – è stato quello di realizzare materiali informativi omogenei su tutto il territorio nazionale, di diffondere i punti di riferimento per questo tipo di problematiche e di iniziare a parlare di alcol in termini di rischi e non solo di piacevole bene e patrimonio della nostra cultura”.

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Adolescenza, incontri sul dialogo con i figli

L’

adolescenza può essere un momento delicato per un ragazzo, ma anche per i genitori alle prese con momenti di tensione e una comunicazione non sempre facile con il figlio. Per aiutare gli adulti ad aprire un dialogo in questa fase complessa, a Firenze è ripartito un ciclo di incontri con un’equipe di esperti. Si tratta una serie di discussioni di gruppo, condotte da psicoterapeuti e operatori specializzati. I prossimi appuntamenti sono in programma al Centro Java, in via Pietrapiana, il 12 e il 26 aprile, dalle 18 alle 20. L’iniziativa “Adolescenti e famiglia. Le parole per dirlo” è la seconda parte di un progetto finanziato dalla Regione e promosso dalla Società della salute di Firenze, dall’azienda sanitaria di Firenze e da Alesia 2007 Onlus, associazione impegnata nella lotta al disagio giovanile. “I genitori chiedono spesso come instaurare una comunicazione profonda con i figli adolescenti – spiega Renata Sardi, psicoterapeuta responsabile dell’equipe scientifica di Alesia 2007 - dopo una prima parte del progetto dedicata alle varie figure all’interno della famiglia, adesso affrontiamo l’argomento del dialogo: in quale modo uscire dalla propria individualità e creare un confronto circolare con tutti i componenti del nucleo familiare”. Circa 70 genitori hanno partecipato alla prima parte del progetto, tra novembre 2010 e febbraio 2011. Per informazioni: alesia2007onlus@gmail. com o www.alesia2007onlus.it.

Numerose le “zone rosse” che, al calar del sole, diventano teatro di eccessi e inciviltà

Torna la movida della bella stagione. E le “notti brave” si moltiplicano rriva la bella stagione, tempo di movida. Lo svago estivo, però, non si coniuga solo con il divertimento, ma anche con il degrado. Esistono infatti alcune “zone rosse” della città, luoghi da cartolina di giorno che si trasformano in ricettacolo di degrado di notte. Un problema che il centro storico conosce fin troppo bene. Uno dei luoghi di culto per la movida fiorentina è senz’altro il quartiere di Santa Croce, attraversato in lungo e in largo da notti “movimentate”, tra la Biblioteca Nazionale, Sant’Ambrogio e San Pierino. E il risultato è sotto gli occhi di tutti il mattino seguente, quando la piazza, sotto

l’austero sguardo di Dante, assomiglia a una discarica a cielo aperto di vetri frantumati durante una notte di eccessi. Poco più in là, cambia il quartiere ma non la situazione. Zona San Lorenzo, di giorno un viavai continuo di turisti che affollano il mercato, di notte spopolato fino ad apparire inquietante. Il selciato della Basilica trasformato in pattumiera, lungo le Cappelle Medicee si respira l’odore acre lasciato dai bivacchi, e le vie limitrofe (via Sant’Antonino, via Panicale, via Faenza, via dell’Ariento, via Chiara, via Melarancio) sono segnate da rivoli d’urina. E ancora, l’Oltrarno con la sua identità “viola-

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A

ta” da notti difficili. Camminare a piedi da soli (soprattutto se si è donne) tra via Maggio e piazza Santo Spirito può mettere le palpitazioni, ed è un vero oltraggio alla bellezza che l’intero quartiere regala, strangolata dalla presenza di chi esagera. E se la piazza è gremita di giovani che affollano i locali, basta voltare l’angolo, in via del Presto di San Martino, la strada che corre sul lato destro della basilica, per assistere a episodi come risse e lanci di bottiglie. Anche per questo, come ogni anno a Palazzo Vecchio sono al lavoro per contrastare il de/G.B. grado nelle piazze più a rischio.

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l’inchiesta

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ZOOM/2. Un ruolo fondamentale nel percorso di disintossicazione è svolto dai genitori

Tanti, troppi diciottenni in terapia Sono oltre centocinquanta, a Firenze, coloro che si rivolgono ai gruppi di alcolisti anonimi, per liberarsi dalla prigionia del bere. E oggi si contano (purtroppo) anche molti giovanissimi Giuditta Boeti

Q

uando il pensiero diventa fisso, ossessivo, non si può più parlare di un innocuo vizio ma più drammaticamente di dipendenza. Una schiavitù che imprigiona giovani e meno giovani, una assuefazione fisica e mentale che le associazioni di recupero degli alcolisti conoscono bene. “Chi arriva da noi soffre di un disagio esistenziale, vivendo una vita che non ha più un senso”, racconta Claudia, responsabile dei comitati esterni della Toscana, gruppo Alcolisti anonimi. “Stiamo seguendo alcuni ragazzi giovanissimi, molti intorno ai 18 anni, che sono incredibilmente schiavi della bottiglia più di un adulto. Perché per certi ragazzi bere diventa l’unico modo per aggregarsi e trovare relazioni con altri giovani”. Una trappola, dunque, che non fa sconti a nessuno. L’aiuto offerto al paziente è totalmente anonimo e gratuito: si tratta infatti di gruppi di auto-aiuto, che non contemplano la presenza di psicologi o educatori. “Chi frequenta gli Alcolisti anonimi lo fa senza vergogna, perché il nostro è una sorta di percorso spirituale con il quale si impara a vivere senza bere”. L’associazione, che nasce negli Stati Uniti nel 1935, raccoglie oggi a Firenze circa otto gruppi di auto-aiuto, frequentati da un minimo di tre a un massimo di 30 membri, per un totale di oltre 150 persone. “In Toscana – continua la responsabile – c’è ancora molta omertà nel riconoscere la

presenza, all’interno di una famiglia, di un figlio alcolizzato. Paradossalmente, è più facile ammettere che sia drogato. Eppure l’alcol fa più vittime di tutte le droghe, essendo una sostanza subdola che si insinua come una malattia dell’anima”. Recentemente si stanno sviluppando nuovi gruppi terapeutici, per sconfiggere il mostro dell’alcol. Al momento una formula efficace è il percorso terapeutico dell’orientamento “all’esterno”: quando il paziente riesce ad applicare all’esterno i comportamenti acquisiti all’interno del gruppo può, grazie a questi modelli di comportamento appresi, instaurare nuovi rapporti interpersonali. Per utilizzare sui giovani questa terapia un ruolo fondamentale lo hanno i genitori. Sono loro che devono “disintossicarsi” (pur non avendone necessità) per dimostrare ai figli come si possa riuscire a vivere senza toccare una goccia d’alcol. Dunque, il primo passo è fermarsi e riconoscere il problema, avere la consapevolezza del bivio di fronte al quale compiere una scelta, una scommessa per se stessi e per il proprio futuro. La vittoria arriva già con la scelta di entrare in terapia, un cammino faticoso, certo, ma che conduce verso la riconquista della libertà. A sentir parlar i responsabili dei centri di ascolto e aiuto si scopre un mondo fatto di storie contrastate, di grandi dolori, di perdite e di sofferenze, ma anche di gioie, recuperi e riappropriazioni.

L’IntERVIStA Parla il professor Valentino Patussi, responsabile del Centro alcologico regionale di Careggi

“I ragazzi sono il target di messaggi promozionali pericolosi”

V

alentino Patussi, responsabile del Centro alcologico regionale dell’ospedale Careggi di Firenze, è uno dei massimi esperti italiani in “patologie alcol correlate”. Cosa spinge un ragazzo di 11 anni ad avvicinarsi all’alcol? Quando parliamo di ragazzi di 11 anni che bevono, facciamo riferimento al primo contatto con l’alcol che avviene solitamente in famiglia. I ragazzi, però, sono già da quell’età target di messaggi promozionali legati alle bevande alcoliche, che da un lato minimizzano i rischi connessi al bere, e dall’altro incentivano i consumi di particolari tipologie di bevande pensate ad hoc.

Quando una famiglia deve rivolgersi al Car? Una famiglia può rivolgersi al Centro di alcologia e patologie correlate in ogni momento lo ritenga necessario, anche per reperire informazioni generali. Nelle situazioni specifiche sia la persona che decide di fare qualcosa per il proprio problema, che i familiari o le persone vicine, possono chiamare il Centro e prendere un appuntamento per un primo colloquio con l’infermiere. Non è necessario che la persona che beve sia la prima con cui si lavora. Può accadere, ed è molto frequente, che chi ha direttamente il problema lo neghi o non se ne voglia far carico. Una volta fatto il primo colloquio ven-

gono attivate le figure di riferimento. Il medico per la parte gastroenterologica, lo psichiatra e lo psicologo. L’infermiere fa il “case managment” che monitora l’andamento generale del percorso, che altrimenti potrebbe risultare frammentato. Da anni organizzate il “Mese della prevenzione alcologica”: quali risultati avete raggiunto? Il Mese della prevenzione rappresenta lo sforzo dell’alcologia di comunicare con la popolazione in generale. Dalle stanze dei medici siamo arrivati a parlare con la gente e a comunicare le evidenze /A.P. scientifiche in modalità idonee alla popolazione.

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società

Aprile 2011

CASA&CO. Non c’è condominio che non conosca conflitto. Ma i procedimenti legali sono in calo

Questa è una guerra di pianerottolo tra le principali cause di litigio i rumori molesti e i panni gocciolanti stesi sul terrazzo, ma anche cani, gatti e perfino i conigli domestici. Quattro casi su dieci finiscono in tribunale, ma le alternative ci sono: spesso più efficaci, comunque meno costose Francesca Puliti

C’

è chi vieta l’uso dell’ascensore al cane del vicino, chi getta mozziconi di sigaretta e cotton fioc nel giardino altrui, chi sbatte i tappeti alle 6 del mattino e chi chiede i rilievi fonometrici alla Asl a causa dei figlioletti urlanti del dirimpettaio di pianerottolo. Benvenuti in trincea, anzi no, in condominio, dove la guerra è di posizione, le questioni di confine (del posto auto) comportano imboscate e rappresaglie e la battaglia può durare un giorno o più probabilmente una vita. Al primo posto tra le cause di conflitto di vicinato i rumori più o meno molesti: spostamento di mobili, musica a tutto volume, elettrodomestici in funzione alle ore piccole. Ma più spesso bastano un paio di tacchi a scatenare reazioni infastidite. Al secondo posto tutto ciò che cade/gocciola/viene deliberatamente gettato dai “piani alti”. C’è chi non si limita alle briciole della tovaglia: blog specifici e racconti di vita quotidiana parlano di interi scarti di cibo “defenestrati”, fino ad arrivare a profilattici e assorbenti “caduti”. Di fronte a cronache di questo tipo, chiunque abbia protestato per i panni stesi gocciolanti si faccia un esame di coscienza. Entrano in classifica anche gli animali domestici: dati del 2009 raccolti da Aidaa parlano di un litigio ogni 12 minuti in Italia, in aumento rispetto agli anni precedenti. In quasi due terzi dei casi sono i cani a essere poco tollerati, il 26% delle volte si discute di gatti (o di “gattare” che danno da mangiare ai cuccioli nel cortile interno), mentre ben il 2% dei conflitti è provocato dai pacifici conigli. C’è poco da stare allegri, perché chi è coinvolto nella diatriba rischia talvolta un esaurimento nervoso. E si tratta di guerre senza quartiere, nel vero senso della parola: dal palazzo di pregio alla casa popolare, le risse di pianerottolo sono all’ordine del giorno. Tant’è che spesso si arriva in tribunale. “Su dieci contenziosi – spiega Simone Porzio, presidente del Sunia, il sindacato degli inquilini – quattro proseguono per vie legali”. Ma il dato è in calo: “Fino a pochi anni fa si parlava di 7 casi su 10”. Non fatevi illusioni, però, perché “è solo una conseguenza della crisi economica – continua Porzio – che ha costretto molti a far marcia indietro per evitare le spese”. Già, perché spesso si tratta di soldi buttati al vento: durante il procedimento i battibecchi si intensificano e la sentenza non fa altro

C’è chi getta deliberatamente scarti o peggio dalla finestra

che acuire le acredini. A meno che non si riesca a raggiungere un accordo bilaterale prima del verdetto. In questo senso va il decreto approvato lo scorso marzo, che rende obbligatorio il passaggio dalla commissione di arbitrato prima di andare davanti al giudice. Altra strada da percorrere può essere quella del mediatore sociale: a Firenze c’è uno sportello ad hoc in ogni quartiere, aperto un giorno la settimana. E c’è quasi sempre la fila.

IL CoRSo Palazzi multietnici

Il mediatore parla straniero

H

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u, Assan, Mourad, Lovinescu. Più che un amministratore di condominio talvolta servirebbe un interprete, in grado di far dialogare culture e abitudini diverse. Con campanelliere sempre più multietniche i motivi di scontro si moltiplicano, come minimo per il numero di lingue parlate. Nasce così il progetto-scommessa della Provincia di Firenze: formare mediatori condominiali multietnici, in grado di dirimere le questioni tra vicini che non parlano la stessa lingua, nemmeno in termini di regole e di uso degli spazi comuni. L’iniziativa è stata lanciata, anche su segnalazione del Sunia, lo scorso mese. “Adesso si tratta di selezionare un’agenzia in grado di svolgere l’attività di formazione – spiega Sandra Breschi, responsabile della Direzione Istruzione – in modo da aprire i corsi”. In pratica si tratta di imparare a conoscere le abitudini altrui e a mediare nelle tensioni, dai vicini che si lamentano dell’odore del cibo straniero a chi non sopporta le “invasioni” del vano scale con poltrone o altri oggetti di uso privato. Le lezioni si rivolgono ai responsabili di condominio, ovvero a coloro che si incaricano dell’autogestione delle case popolari, su base volontaria. Le iscrizioni si apriranno presumibilmente in questi primi giorni di aprile, presso l’agenzia scelta e la Provincia stessa, ma chi volesse avere informazioni prima o “prenotarsi” può già rivolgersi alla Direzione Istruzione di via Capo di Mondo. Circa 80mila euro i fondi investiti dalla Provincia in un progetto di formazione che, oltre all’aspetto della comunicazione interculturale, abbraccia anche le politiche ambientali. L’altro cardine del corso riguarda infatti il risparmio energetico e la raccolta differenziata, temi su cui c’è ancora molto da lavorare per sensibilizzare i cittadini.


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sulla strada

Aprile 2011

DOSSIER/1. Da Firenze parte un progetto per evitare 58 vittime nel prossimo decennio

Si chiama David e di mestiere salva vite Parla il padre di Lorenzo Guarnieri, il 17enne travolto e ucciso

Gianni Carpini

da uno scooter lo scorso giugno nel parco delle Cascine:

I

n Italia uccide più la macchina che la pistola. Ogni anno, nel nostro Paese, muoiono quasi 5mila persone a seguito di incidenti stradali: una strage. Da Firenze parte allora un progetto che, guardando alle positive esperienze di altri paesi europei, mira a salvare 58 vite nei prossimi 10 anni. Si tratta di un piano di azioni integrate, appoggiato dal Comune di

“Stiamo scrivendo una proposta di legge popolare per l’introduzione del reato di omicidio stradale”

FoCUS Molti erano giovani

23 le tragedie dell’anno scorso

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fiRenZe

in cui È aVVenuto un incidente MoRtale

(foto

di

giuseppe della MaRia)

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uno dei luoghi di

a lista dei morti sulle strade fiorentine è lunga. Solo l’anno scorso 23 persone hanno perso la vita a seguito di incidenti. Nei primi due mesi di quest’anno si è registrata già una vittima, mentre sono 536 i feriti. Tra i casi che hanno scosso la città c’è proprio quello di Lorenzo Guarnieri, morto a soli 17 anni e mezzo. È stato travolto da uno scooter, nella notte tra il primo e il 2 giugno 2010, mentre si trovava nel parco delle Cascine. Alla guida del motorino c’era un uomo di 45 anni, che è risultato poi essere sotto effetto di alcol e stupefacenti. Dodici ore prima un’altra tragedia aveva sconvolto Firenze e un altro incidente stradale si era portato via una ragazza di soli 22 anni: Ilaria Tacchinardi. La giovane viaggiava a bordo del suo motorino insieme alla sorella 12enne, quando il mezzo è stato colpito in pieno da un furgone passato con il rosso, all’incrocio tra via Rocca Tedalda e lo stradone di Rovezzano, nella zona di Firenze Sud. Altra tragedia nei primi mesi dell’anno scorso. Roberto Bognanno, 29enne di origini siciliane, è stato ucciso il 24 febbraio mentre attraversava sulle strisce al semaforo che si trova all’incrocio tra viale Fratelli Rosselli e via della Scala, vicino a Porta al Prato. Un autobus Ataf della linea 6 lo ha travolto. Ancora sangue sulle strade, in via dei Della Robbia, il 17 ottobre scorso. Luigi Laudisa, 93 anni, ex ufficiale della Marina, è stato investito da una macchina mentre attraversava sulle strisce per andare a comprare il giornale. Diverse ore più tardi l’uomo al volante dell’auto pirata, una guardia giurata di 48 anni, ha telefonato alla polizia municipale e /G.C. si è costituito.

Firenze e portato avanti dall’associazione Lorenzo Guarnieri, intitolata al giovane che, nello scorso giugno alle Cascine, è stato travolto e ucciso da uno scooter guidato da un uomo sotto l’effetto di alcol e droga. Il progetto si chiama “David”, acronimo che sta per “Dati e analisi”, “Aderenza alle regole”, “Vita e educazione”, “Ingegneria” e “Dopo la violenza”. Tra le misure previste lo studio da parte di McKinsey, prestigiosa società di consulenza, degli incidenti stradali in città, che porterà a sviluppare un piano salva-vite. “L’iniziativa nasce dalla mia esperienza personale – racconta Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo - da quando ho perso mio figlio mi sono accorto che la questione della sicurezza stradale non è affrontata in modo scientifico e integrato, come succede nel nord Europa, dove i tassi di mortalità sulle strade sono molto più bassi”. Questa lotta passa da diversi aspetti, anche da quello legale. L’associazione sta scrivendo una proposta di legge popolare per l’introduzione del reato di omicidio stradale, che in Inghilterra esiste dal 1988. La raccolta di firme per portarla in Parlamento dovrebbe partire verso la fine di maggio. “I giudici si posizionano spesso sui minimi della pena, non tenendo conto della gravità del fatto – spiega ancora Guarnieri - questo tipo di reato è classificato all’interno dell’omicidio colposo, che spesso fa riferimento al caso e all’incidentalità. Non viene considerato il cosiddetto ‘dolo eventuale’: se una persona si mette alla guida ubriaca, accetta il rischio che può uccidere”. In Italia le regole per chi guida sotto effetto di alcol e droghe sono diventate più severe negli ultimi anni, ma non abbastanza, secondo Guarnieri. “Nel caso di omicidi stradali in Inghilterra è previsto l’arresto immediato, nel nostro Paese viene tolta la patente per un anno e sequestrato il mezzo. L’uomo che ha ucciso mio figlio, ad esempio, tra pochi mesi potrà rimettersi alla guida”. Il progetto David mira a un cambiamento di mentalità. “Ci sono dei comportamenti che devono essere modificati, attraverso educazione, campagne di comunicazione e incentivi. La regola è semplice: quando si guida non si beve. Chi si mette al volante dopo aver bevuto deve essere consapevole che può ammazzare una persona. In Italia uccide più la macchina che la pistola: ogni anno nel nostro Paese muoiono 400 persone per omicidi da arma da fuoco, quasi 5mila perdono la vita a seguito di incidenti stradali”. Infine arriva un appello per i familiari delle vittime della strada: “Non bisogna rinchiudersi nel dolore, ma dobbiamo lottare perché le nuove generazioni vivano in un mondo più sicuro”.

Dobbiamo lottare perché le nuove generazioni vivano in un mondo sicuro


sulla strada

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DOSSIER/2. La periferia ovest risulta essere la zona più pericolosa della città

Mappa del rischio, via Baracca bocciata Luca Squarcialupi

È

la periferia ovest di Firenze la zona più pericolosa della città per quanto riguarda la sicurezza stradale. In quest’area ricadono infatti ben quattro delle cinque arterie con il maggior numero di incidenti. Ma non solo. Dei dieci incroci ad alta incidentalità, sei si trovano nel quartiere 5. La mappa è stata stilata dalla polizia municipale, che ha diffuso i dati relativi all’anno scorso. Ad aggiudicarsi il triste primato di strada più pericolosa è via Francesco Baracca, lungo la quale - durante il 2010 - sono stati rilevati quasi 90 sinistri, 88 per l’esattezza. 141 i veicoli, tra auto, moto e ciclomotori, rimasti coinvolti, oltre a 25 pedoni. Sempre in via Baracca si trova un’intersezione a rischio, quella con via Baracchini (qui l’anno scorso gli scontri sono stati 9). Altre tre direttrici ad alto tasso di incidentalità gravitano nella stessa zona della città. In dodici mesi via Pistoiese ha visto 80 incidenti (con quasi 140 mezzi su due e quattro ruote interessati), men-

tre l’incrocio con via Vespucci è il nono per pericolosità a Firenze. Sessantadue sinistri si sono verificati in via di Novoli e 59 in viale Guidoni. Scorrendo la “classifica” delle zone a rischio, è evidente che sono proprio le strade altamente trafficate il luogo dove avviene il maggior numero di scontri. Viali e carreggiate intasate ogni giorno da migliaia di veicoli. Al quinto posto per quantità di incidenti c’è viale Filippo Strozzi, che corre tutto attorno alla Fortezza da Basso, dove durante il 2010 sono stati 58 i sinistri. Seguono via Pisana, via Baccio da Montelupo (entrambe nella zona del quartiere 4), viale Fratelli Rosselli e viale Francesco Redi. L’incrocio più pericoloso è quello tra via Arnolfo e viale Orcagna, nei pressi del lungarno del Tempio, con undici incidenti. Dieci sinistri sono stati invece rilevati all’intersezione tra via Doni e viale Redi. Ai dati della polizia municipale si aggiungono le rilevazioni del progetto europeo Epca (European pedestrian crossing assessment), che si

triste primato con 88 sinistri: a dirlo è un rapporto della polizia municipale. Un’indagine europea promuove invece piazza Beccaria

DOSSIER/3. Positiva inversione di tendenza nel 2010

Meno incidenti, feriti e morti

M

eno incidenti, meno feriti e meno morti. Il 2010 ha visto un’inversione di tendenza per quanto riguarda il numero di incidenti sulle strade della provincia di Firenze, stando al dossier curato dalla Prefettura. L’anno scorso è diminuito il numero dei sinistri: segno meno sia per quelli con feriti (-6 per cento) sia per quelli mortali (-4,3 per cento). Un dato in controtendenza rispetto al 2009, quando gli incidenti erano cresciuti del 2,9 per cento. In flessione il numero delle persone che hanno perso la vita: 69 nel 2010, mentre erano state 73 nel 2009, 77 nel 2008 e 80 nel 2007. La ricerca conferma che i mesi più pericolosi, in cui si registra un picco di incidenti, sono aprile, maggio, giugno e settembre, mentre agosto resta il periodo meno critico. A rischio sono soprattutto i giorni del fine settimana e la fascia oraria del pomeriggio: ben due incidenti su 5 avvengono tra le 13 e le 19. I sinistri si verificano soprattutto nei centri abitati e alto resta il numero dei pedoni coinvolti (420 persone su 5.601 incidenti con feriti), nonostante si sia dimezzato rispetto al 2009. Sul banco degli imputati finiscono i comportamenti scorretti al volante: a causare gli incidenti sono soprattutto l’eccesso di

un tRatto di Via

baRacca

occupa in particolare di sicurezza dei pedoni, andando ad analizzare gli attraversamenti di 18 città dell’Ue. Tra questi, 15 si trovano a Firenze. L’indagine, pubblicata dall’Aci, ha promosso a pieni voti le strisce e il semaforo di piazza Beccaria, considerato il migliore attraversamento pedonale in Italia e il ventiduesimo tra quelli

analizzati in Europa. Firenze è uscita bene da questa classifica, risultando all’ottavo posto. Non mancano però le criticità. Secondo la ricerca, il peggior attraversamento della città si trova in via Bronzino, nei pressi di piazza Gaddi, dove le auto parcheggiate negli spazi a pagamento coprono la visuale ai veicoli in arrivo. Ma quali

La Parrocchia di Figline Valdarno propone

Pellegrinaggio a Medjugorie dal 25 al 30 Aprile

Partenza: alle ore 12.30 da Figline - alle ore 13.30 da Firenze Arrivo in Croazia cena e pernottamento in albergo Al mattino del 26 arrivo a Medjugorie, sistemazione nella Casa San Giuseppe (dalla Marisa, rione Biacovici, sotto il Podbro) Venerdì 29 ore 14.00 partenza per il rientro cena e pernottamento in albergo. Rientro: a Firenze ore 12.00 a Figline ore 13.00

velocità, la guida distratta, l’inosservanza della precedenza e il mancato rispetto della distanza di sicurezza, oltre alla guida sotto effetto di alcol e droga. L’anno scorso, in provincia di Firenze, sono state 1.086 le persone pizzicate alla guida dopo aver alzato un po’ troppo il gomito, 90 quelle al volante sotto effetto di stupefacenti: per tutti loro è scattato il ritiro della patente. In entrambi i casi si tratta comunque di dati in calo rispetto al 2009. Sempre l’anno scorso, prendendo in considerazione solo il territorio comunale di Firenze, sono stati 3.751 gli incidenti rilevati, un dato che ha visto una costante diminuzione negli ultimi tempi: basti pensare che quattro anni fa erano stati 1.600 /G.C. in più.

sono le zone più a rischio in città? Il Reporter sta raccogliendo le testimonianze di tutti i lettori per creare una “mappa” delle strade più pericolose. È possibile inviare una mail, corredata anche da foto, all’indirizzo redazione@ilreporter.it. Le segnalazioni saranno pubblicate su questo mensile e sul nostro sito www.ilreporter.it.

A Medjugore parteciperemo alle celebrazioni della comunità nella Chiesa parrocchiale. Reciteremo il Rosario salendo sul Colle delle Apparizioni (Podbro). Salendo il Krucevac sulla cui sommità è morto Padre Slavko Barbaric faremo Via Crucis Ci incontreremo con i giovani del Cenacolo (di Suor Elvira). Se sarà possibile parleremo con i veggenti che sono presenti in quei giorni a Medjugprie. Faremo una visita a Mostar, città che mostra ancora le ferite della guerra, con il suo caratteristico quartiere turco e il bellissimo Ponte sulla Nerevta distrutto nel 1993 e adesso ricostruito. Visiteremo anche Sarajevo, città considerata la Gerusalemme del centro Europa. La quota di partecipazione è di 385,00 €. Guida spirituale don Giovanni Sassolini. Come documento basta la Carta d'identità o il passaporto Numero telefonico x iscrizioni Laura 348-3304932 / laura.bovoli@chil.it


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itinerari

Aprile 2011

SÌ VIAGGIARE/1. Con la bella stagione torna la voglia di scampagnate e pic-nic all’aria aperta

Primavera, è tempo di gite fuori porta DE GUStIBUS

Dalla rievocazione medievale di Panzano

Scatta l’ora delle prelibatezze

Pasqua, a tavola vince la tradizione. E l’Artusi

alla passeggiata in bici a Cerreto Guidi, fino

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alla sagra del tortello di Borgo San Lorenzo: gli appuntamenti da non perdere Ludovica V. Zarrilli

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l sole torna tiepido, il cielo smette di fare le bizze e tutto ad un tratto le colline dei dintorni di Firenze sembrano accoglienti e pronte a fare da proscenio alle più belle scampagnate fuori porta che si possano immaginare. È proprio aprile il mese migliore, perchè la temperatura torna a essere clemente e siamo tutti stufi di passare i weekend a guardare dal divano la pioggia rigare le finestre. Cosa c’è di meglio di un gita per far tornare il buon umore dopo mesi di grigio inverno? E le occasioni non mancano. I ghiottoni possono partire in destinazione delle sagre che tornano a pullulare nell’hinterland fiorentino, a cominciare da quella del fungo prugnolo e del tortello che, come di consueto, si svolge a Borgo San Lorenzo nei primi dieci giorni del mese. Chi non riesce a svegliarsi dal torpore invernale prima della metà del mese può sempre ripiegare sulla poco distante sagra di Scarperia, che il 16 e il 17 offre tortelli di patate in quantità industriale. Per i nostalgici delle mangiate di piazza basta poi spostarsi in direzione di Siena per imbattersi nella sagra del cinghiale a Certaldo, tutti i lunedì, martedì e mercoledì di aprile, mentre a Vicchio, il 17, grandi festeggiamenti per la festa dei fichi. A Fiesole si aspetta l’ultima settimana del mese per imbandire le tavolate e dare inizio alla sagra gastronomica locale, che si terrà al Circolo Arci del paese dal 27 fino al primo maggio. Due le chicche da segnare in agenda e tener presenti per le scampagnate goderecce del mese successivo: la prima è a base

di formaggio e baccelli a La Massa, frazione di Incisa Valdarno, che dal 1° al 31 maggio offre ai viandanti uno degli abbinamenti più saporiti della tavole toscane, mentre nello stesso periodo, a Mercatale in Val di Pesa, c’è “I’ vino della mi’ cantina”, speciale degustazione di nettari locali. Ma scampagnata non è solo sinonimo di abbuffata, e anche gli sportivi o gli amanti della natura e dell’arte troveranno pane per i loro denti. Il Comune di Fiesole, ad esempio, organizza una serie di passeggiate (con cadenza settimanale) alla riscoperta degli itinerari più belli del territorio, per riscoprire i boschi e i parchi delle ville (info e date su www.comune.fiesole.fi.it). Per gli appassionati

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del genere il 17, nella piazza principale di San Casciano in Val di Pesa, torna il moto e auto raduno, mentre il 25 a Panzano in Chianti c’è la Fiera annuale della stagione bona, con annessa rievocazione medievale. Lo stesso giorno, gli appassionati di due ruote potranno sbizzarrirsi a Cerreto Guidi, con la passeggiata in bicicletta. Anche Empoli e Montelupo Fiorentino danno spazio ai ciclisti, soprattutto in erba, durante la manifestazione Bimbinbici, nei primi giorni di maggio. E, per finire, i fiorentini doc non potranno dire di no a un giro in barchetto sull’Arno, che dall’inizio di maggio e per tutta l’estate tornerà ad attraversare in lungo e in largo il fiume d’argento.

on c’è dubbio: a Pasqua vincono i piatti della tradizione. La cucina toscana è una cucina antica e sapiente, fatta di saporosi ingredienti e mai eccessivamente elaborata. Le portate sono tutte in sintonia con il territorio e la stagione. A Pasqua, va da sè, non potranno mancare le uova, in tutte le loro possibili varianti. Il classico primo piatto è il brodo di gallina con l’uovo benedetto. Preparato con un mazzettino di erbe aromatiche: il gambo del sedano, della carota, del basilico e del prezzemolo e una sfoglia di cipolla arrostita. A seguire l’agnello trippato, che tradizione vuole venga preparato alla maniera suggerita da Pellegrino Artusi, uno dei padri fondatori della cucina contemporanea nazionale. Nel libro “L’arte di mangiar bene”, che a cent’anni dalla morte dell’autore è ancora riferimento d’eccellenza della cucina nazionale e preziosa guida per i più grandi chef, si legge: “Spezzettate grammi 500 di agnello nella lombata e friggetelo con lardo vergine. Fate quindi in un tegame un soffritto coll’unto rimasto in padella, aglio e prezzemolo e, quando l’aglio avrà preso colore, gettateci l’agnello già fritto, conditelo con sale e pepe, rivoltatelo bene e lasciatelo alquanto sopra al fuoco perché s’incorpori il condimento. Poi legatelo con la seguente salsa: frullate in un pentolo due uova con un buon pizzico di parmigiano grattato e mezzo limone. Versatela nell’agnello, mescolate, e quando l’uovo sarà alquanto rappreso, servite in tavola”. A fine pranzo impossibile rinunciare ai biscotti quaresimali, squisiti dolcetti al cioccolato, fatti a forma di lettera dell’alfabeto. La ricetta tradizionale prevede: 150 grammi di farina bianca, 2 bianchi d’uovo, 180 grammi di zucchero a velo, 30 grammi di cacao amaro e la scorza d’arancia. E i vini? Rigorosamente scelti tenendo conto delle tante prelibatezze enologiche della toscana. Si può spaziare dal Chianti al Brunello di Montalcino, fino al vin santo, “nettare” tradizionale da fine pasto divenuto famosissimo /V.G. in Italia e nel mondo.

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itinerari

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SÌ VIAGGIARE/2. Nord Africa a rischio, Giappone in ginocchio: ecco dove ripiegano i fiorentini

Villaggi proibiti? E io vado in crociera non c’è crisi in grado di fermare le vacanze. E se la terraferma non è sicura, sono sempre di più coloro che scelgono di passare le ferie su una città galleggiante. ma per Sharm c’è ancora la fila Francesca Puliti

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iù le mani dalle vacanze. Il tradizionale viaggio estivo non si tocca: crisi economica o internazionale che sia, i fiorentini alla propria settimana (15 giorni per i più fortunati) di ferie non ci rinunciano. E a rimanere in Italia non sono in molti. Se i villaggi turistici del Nord Africa sono impraticabili o comunque sconsigliati, si ripiega sui “villaggi galleggianti”, vere e proprie isole di pace immerse nel blu e lontane dai pericoli della terraferma. Sono schizzate alle stelle le prenotazioni per le crociere nel Mediterraneo, come confermano diverse agenzie di viaggi. Un po’ perché fa moda, un po’ perché, preventivi alla mano, rappresentano una valida alternativa al pacchetto all inclusive che offrono (o offrivano) le località turistiche tunisine o marocchine. “Solo che a bordo – avverte Dimitri Baldi, che lavora in un’agenzia di via Centostelle – si paga quasi tutto e va a finire che si spende il doppio”. Le famiglie, però, continuano a sceglierle. Anche perché i bambini non pagano niente e il boccone è alquanto appetitoso. A far gola sono anche i notevoli sconti che si ottengono prenotando per tempo, tant’è che alcuni arrischiano a fissare il viaggio fin dall’anno prima. Per rimanere sulla stessa fascia di prezzo si può optare anche per la Turchia, o scegliere il mare delle isole greche, Baleari e Canarie. Restare in Italia? Spesso non conviene, ma certo poche mete sono in grado di eguagliare il mare della Sardegna, della Sicilia o della Puglia, non a caso tra le destinazioni più richieste del Bel Paese. Schivando le località più a rischio c’è comunque chi continua a prenotare per il Mar Rosso. “Continuiamo a ricevere ancora

molte richieste”, conferma Mauro Pollini di Centostelle viaggi, “ma c’è stato un calo notevolissimo”, precisa Tiziana Tognaccini, titolare dell’agenzia di viaggi “Il Magnifico”. Solo su una destinazione i vacanzieri hanno fatto un deciso passo indietro: il Giappone. “Avevamo fatto numerosi preventivi – continua Tognaccini – fin dallo scorso ottobre, ma dopo il disastroso terremoto del mese scorso si è bloccato tutto e temo che questo mercato rimarrà a lungo fermo”. Non solo: si è scatenato una sorta di effetto domino sui paesi vicini, considerati nell’opinione comune a rischio radiazioni. Chi voleva partire per Polinesia o Australia ha ora qualche dubbio in più. E magari si dirotta su Stati Uniti (New York o tour dei Parchi) o isole caraibiche per chi ha voglia di mare,

Per rimanere sulla stessa fascia di prezzo si può optare per Turchia, Grecia o Baleari anche se i prezzi lievitano notevolmente rispetto al Mare Nostrum. Già, perché l’effetto Libia non influisce solo sul cambio di rotte, ma anche sul prezzo in più da pagare per l’adeguamento carburante. Per una famiglia al completo che si sposta in aereo si può arrivare fino a 300 euro in più sul costo del biglietto, in caso di voli charter. A conti fatti, forse è meglio riesaminare la cartina della cara vecchia Europa.

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A SERVIZIO DELLA PERSONA PER UNA ECONOMIA DI COMUNIONE Gli operatori del Poliambulatorio RISANA, attivo dall’ottobre 2009, promuovono una visione della medicina basata sul rispetto e sul valore della dignità umana, coniugandola con il progresso tecnologico e scientifico per una professionalità che punti all’eccellenza e riporti la persona al centro dell’interesse dell’arte medica. L’equipe, formata dalla dott.ssa Sandra Della Bella, dalla dott.ssa Daniela Gaxiola e dal dott. Michele Nannelli (chirurgo maxillo-facciale), offre cure odontoiatriche che vanno dall’igiene e prevenzione, alla conservativa, fino a riabilitazioni implanto - protesiche e terapie ortodontiche invisibili. Grazie al dott. Marco Giannini (otorino e chirurgo maxillo-facciale), è stato inoltre recentemente attivato un servizio di prevenzione oncologica relativo alle mucose orali. Le cure odontoiatriche offerte al Poliambulatorio RISANA sono supportate da alta tecnologia. La TC Cone Beame, infatti, permette una ricostruzione tridimensionale del cranio a bassa dose di radiazioni. L’utilizzo di questo strumento consente di avere una diagnosi più accurata al fine di impostare correttamente i piani di terapia e garantire risultati a lungo termine.

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in città

Aprile 2011

CuRIOSItà/1. Alla scoperta dei “temporary shop”: bandoni alzati al massimo per qualche mese

Quando il negozio ha i giorni contati Antonio Rettura

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i sono affermati negli Stati Uniti e, da qualche anno, sono comparsi anche nelle principali città italiane, tra cui Firenze: sono i temporary shop, i negozi “a tempo” che aprono e chiudono in un periodo che può variare da alcuni giorni a un massimo di 2-3 mesi. In questo caso non c’entra niente la crisi: chiudere i battenti

CURIoSItÀ/2 I trucchi contro i “Lupin”

Furti di bici, come evitarli

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uccede: arrivi dove l’avevi lasciata e, al posto della bici, trovi il vuoto assoluto. Il ferro del “mestiere” del ladro di biciclette è la tronchese, e per evitare brutte sorprese occorre quindi assicurare il velocipede con un “antifurto” in grado di resistere il più possibile a questo strumento. Le catene meno robuste sono quelle a maglia tonda, che offrono poca resistenza anche al morso di una semplice tenaglia. Stesso discorso vale per i cavi metallici, semplici o a spirale. Le catene che danno maggiori garanzie sono quelle a maglia quadra in acciaio nichel-cromomolibdeno (detto comunemente acciaio cementato), dotate di lucchetto antiscasso. Altro efficace antifurto è la sbarra a “U”, che ha il vantaggio di essere un pezzo unico dalla sezione più spessa di una catena. Il modo più efficace per legare la bici è quello di fissare il telaio a un supporto fisso, avendo cura di unire anche la ruota anteriore al telaio. Evitare di ancorare la bici alla rastrelliera solo con la ruota d’avanti: la città è piena di ruote solitarie legate a una catena. Viceversa, lasciandola libera può essere facilmente prelevata svitando i bulloni. Per parcheggiarla è bene preferire luoghi frequentati e illuminati. Se non si utilizza la bicicletta per un lungo periodo, occorre spostarla periodicamente, in modo tale da non dare l’impressione che il mezzo sia abbandonato. Nel caso di furto di un pezzo (ruota, sellino, pedali), rimpiazzarlo il prima possibile: una bici lasciata “mutilata” è considerata come abbandonata, quindi particolarmente soggetta a ulteriori saccheggi di pezzi. Per combattere il fenomeno dei furti, infine, è indispensabile comportarsi responsabilmente, evitando di acquistare biciclette di provenienza “dubbia”, in modo da arginare il mercato nero dei velocipedi. Se nessuno comprasse bici rubate, i furti sarebbero un’attività per /A.R. niente redditizia.

dopo poche settimane è una scelta che fa parte di una precisa strategia di marketing. A differenza dei negozi tradizionali, le aziende che allestiscono i temporary shop creano dei veri e propri eventi ai quali le persone sono chiamate a partecipare per scoprire, ad esempio, un prodotto fresco di lancio, per usufruire di un’offerta limitata nel tempo, o - più in generale - per conoscere meglio un determinato marchio. Si tratta quindi di un fenomeno che fa leva principalmente sulla curiosità, stuzzicata dalla natura coinvolgente dell’evento commerciale. Sono diversi i motivi per cui le aziende decidono di adottare questo canale, e gli obiettivi spesso vanno al di là della semplice vendita al dettaglio. Le grandi marche, infatti, adottano questi canali anche per testare l’apprezzamento del pubblico nei confronti di nuovi prodotti, prima della loro messa in commercio su grande scala. Il primo temporary shop in Italia è stato inaugurato a Milano nel 2008, e subito dopo, visto il successo, il format ha preso piede nelle altre grandi città, arrivando –

È un fenomeno partito dagli Usa che ha preso piede anche in Italia: la crisi non c’entra, si tratta di una scelta di marketing per fare pubblicità a marchi o prodotti. A Firenze hanno aperto (e chiuso) grandi nomi, ma anche rivendite di gioielli artigianali a giugno dell’anno seguente – anche a Firenze. Hanno aperto negozi temporanei nel capoluogo toscano marchi quali Rizla, Conad, Camomilla, il Consorzio Centopercento Italiano, Rinascimento, Bijoux Jean Andre. Ma sono state allestite anche anche mostre d’arte, esposizioni di quadri e gioielli artigianali. Lo store “9-99”, nel periodo tra ottobre e dicembre scorsi, ha messo in vendita capi d’abbigliamento di grandi marche italiane e straniere a un prezzo compreso tra 9 e 99 euro. “I fiorentini hanno capito velocemente lo spirito dei negozi temporanei - conferma Angelo Ferrario di “Aelletime”, la società che in via dei Bardi ha allestito uno spazio dedicato a ospitare le iniziative di temporary shop - i grandi marchi, specialmente quelli internazionali, hanno compreso le potenzialità di questo strumento di marketing, mentre le aziende fiorentine stanno recependo un po’ più lentamente questa novità”. Ferrario conclude ricordando che “per le aziende i negozi temporanei rappresentano una grande risorsa per farsi conoscere: prima c’era solo il ‘2D’ dei cartelloni pubblicitari, mentre adesso c’è anche il ‘3D’ del coinvolgimento a tutto tondo dei temporary shop”. Se da un lato la grande storia del capoluogo toscano lo fa rimanere ancorato a una dimensione prevalentemente tradizionalista, dall’altro si iniziano a osservare sempre più spesso fenomeni come questo, che lo spingono verso la modernità.


Noi, i “cani di LiberiTutti”, non siamo spagnoli, non siamo croati né romeni e non rischiamo la soppressione ma la prospettiva di vita che abbiamo è di invecchiare in un box dimenticati dal mondo intero. Siamo sani, non tutti giovanissimi ma siamo cani che hanno come unica prospettiva una morte lenta, inesorabile in tre metri quadrati.

Sesso: Maschio Età: circa 6 anni Taglia: Piccola Carattere: Vivace e iperattivo. Full è un cagnetto piccolo piccolo ma molto vivace. In canile patisce molto la solitudine, vorrebbe stare sempre con qualcuno. E' un piccoletto tutto pepe che vuole giocare e ricevere attenzioni. Le sue sorelline sono state adottate e lui invece è ancora qui perchè "abbaia"un pò troppo. Ma siamo sicuri che con tanto amore Full si calmerà molto.

Sesso: Maschio Età: 9 anni Carattere: dolcissimo e affettuosissimo! Taglia: piccola Il piccolo Calimero è arrivato in rifugio che era un batuffolo di pochi mesi. Ovviamente dal canile non è mai più uscito. Calimero è un nonnetto buono, dolce e affettuoso. Vorrebbe sempre stare in braccio e a panca all'aria per ricevere coccole. E' davvero un cane buonissimo adatto a tutti. Con un bel bagno e una bella spazzolata diventerebbe anche bellissimo.

Sesso: M Età: 4 anni Carattere: affettuoso con tutti tranne cani maschi grandi Taglia: piccola Poldino è cagnetto dolcissimo di circa 4 anni,pesa 8 kg e va daccordo con i bambini, con i gatti e con i cani, ma non con i maschi di taglia grande...non li sopporta!:-( si è rotto una zampina e io non voglio riportarlo in canile perchè sono sicura che Poldo si sia rotto la zampa mentre scappava da qualche cane più grande al quale ha rotto le scattole...e quando ha saltalto il muretto che c'è nel piazzale è atterrato male Molto male! Adesso cerca URGENTEMENTE casa!

Mi chiedo, e so che molti non saranno d’accordo con me, che si offenderanno, ma che senso ha vivere così? Chi ci aiuterà ad avere una vita dignitosa? Sì, è vero tutti gli animali del mondo sono uguali, ma se ci fossero più sindaci o consiglieri comunali che iniziassero a proporre una strategia “comoda ed economica” come quella spagnola, siete sicuri che la legge italiana non cambierà? che qualcuno accorrerà a salvarci? Siamo sicuri di essere così più civili degli altri paesi? Che differenza c’è tra una perrera e un canile dove ci sono 700 o più cani, dove l’USL è collusa e si nascondono i cadaveri? Dove il pasto è costituito dall’immondizia gettata via dalle mense? Ci avete mai visto mangiare bucce di frutta o pasta al sugo stracondita? Siete mai andati a rovistare nelle pattumiere alla ricerca di sacchi di immondizia con scarti “utilizzabili” per la nostra pappa? Questa è la nostra realtà, aprite gli occhi! Giommy chi lo adotterà? Sammy è una meraviglia, entrato in canile da cucciolo non ha mai visto un guinzaglio, mai una passeggiata, mai una casa!!!! Tobia la casa ce l’aveva invece ora è qui, chiuso al buio, terrorizzato dalla vita in canile....... E questo non è un canile lager, qui i 3 ragazzi che tentano di gestirlo alla meglio lottano ogni giorno, e non abbiamo un veterinario che ci segua, non c’è un’area di sgambo, non ci sono volontari per portarci in passeggiata...noi cani siamo 200 e i gatti 80 circa. Il comune non ha soldi da spendere neppure per qualche metro di rete! Adozioni zero o quasi, solo abbandoni e “viaggi della speranza” verso il continente. La scorsa estate siamo arrivati a 100 cuccioli abbandonati più vari adulti, e stiamo parlando di un paesino di poche anime. Anche se non siete d’accordo con il contenuto di questo sfogo,vi preghiamo di dare anche a noi visibilità, anche noi abbiamo diritto a un posticino caldo e una pappa decente: vederci morire giorno dopo giorno, sempre più rassegnati invisibili, vi assicuro, non può lasciare indifferenti. Grazie. Contattare Bianca dopo le 17.00 al 3803130298 opp scrivere associazioneliberitutti@gmail.com www.associazioneliberitutti.it siamo anche su FB

Sesso: M Età: 5/7 anni Carattere: coccolone Taglia: piccola, 8 kg Buffone aveva un padrone anziano e alla sua morte il cane venne affidato al fratello che però partì per l'Australia. Così il piccolo fu dato al nipote, che non perse tempo e lo sbattutè in canile immediatamente. Buffone ha 5, forse 7 anni ma nel cuore è ancora un cucciolone pieno di energia e voglia di coccole! Deve morire in canile???? E' una tg piccola (8kg circa) e si abituerebbe di nuovo a vivere in una casa senza problemi. Ci aiutate a farlo felice dopo tanta sofferenza?

Sesso: Maschio Età: 6-7 anni taglia: medio piccola Carattere: buonissimo Giommy è arrivato al rifugio nel 2005, aveva un padrone che lo lasciava in strada in balia degli eventi come si usa qui in Sardegna. Il dolcissimo Giommy ha perso un' occhio a causa di una pietra lanciata da dei bambini. Abbiamo deciso di portarlo via e di non ridarlo al suo padrone che insisteva per riaverlo. Da quel momento il piccolo non è mai più uscito dal canile! Nessuno lo ha mai notato forse a causa di quell'occhio, eppure è un cane dolcissimo e adatto a bambini e ad anziani

Età: 2001 Sesso:Maschio Taglia: piccolo Carattere: tende a scappare ma è troppo buffo e dolce Pepsi è un bellissimo cagnetto di 10 anni. Durante tutta la sua vita, il piccoletto è sempre stato un vagabondo. E' sopravvissuto ad un avvelenamento nel 2005 e ad un incidente l'anno scorso. Finalmente i volontari sono riusciti a convincerlo che non era più il caso di stare in giro per le strade, che forse era il caso di passare una vecchiaia più tranquilla al riparo dai pericoli. Ultimamente è più tranquillo, ma ha sempre la tendenza a scappare, chissà se poi in una casa si calmerebbe definitivamente. La vecchiaia inizia a farsi sentire e avrebbe davvero bisogno di una casa per passare gli ultimi anni in santa pace.

Età: 2006 Sesso:Femmina Taglia: medio piccola Carattere: timida ma molto affettuosa Bambi Star vive in canile sin da quando era cucciola insieme ai fratellini White Ciotti, Black Ciotti e alla sorellina Aska...Bambi nera purtroppo è morta quest'anno a casusa di un tumore. Non vogliamo assistere impotenti ad altre morti del genere. Questi fratellini e soerelline si meritano di conoscere la vita fuori dal canile. Non hanno idea di che cosa ci sia al di fuori delle sbarre... non hanno mai visto l'erba....

Sesso: F Età: 7anni Taglia: piccola Carattere: dolcissima/timorosa Lei si chiama Gina (è la cagnolina sul muretto), 7 anni, una vita tutta passata in canile! Anche lei è un pò cicciona, ma come possono vivere bene questi cagnotti che condividono con altre 200 anime dei piccoli box sovraffollati? I volontari la amano molto, ma sono solo 3 e non ce la fanno a portarla a passeggio, a farla sgambare. NESSUNO chiede in adozione cani in questo piccolo paese della Sardegna. Gina ha una sua dignità, una voglia matta di dare affetto e di riceverlo. Chi ci aiuta a realizzare questo sogno? E' una tg piccola ed è sana.

Sesso: M Età: 3 anni Carattere: pauroso e con qualche problema Taglia: piccola Tobia è un cagnetto sfortunato come tanti altri. Stava in una famiglia insieme alla sua amichetta Luna, ma un giorno sono stati portati in canile con una banale scusa. Luna che era carina, bionda e dolcissima ha trovato una casa, mentre invece Tobia, che ha qualche problema comportamentale causato dalla famiglia è rimasto in canile. Tobia si agita quando si fanno movimenti particolari, come alzare una mano all'improvissom ma in generale qualunque scatto veloce. Le volte che capita Tobia ringhia anche se non attacca, per questo motivo crediamo che sia stato picchiato. Se lo si sa prendere lui adora stare in braccio a farsi coccolare. Per lui cerchiamo una persona con esperienza e magari l'aiuto di un comportamentalista. Tobia è un cane buono, è solo molto spaventato e stressato

Età: 2006 Sesso: Maschio Taglia: medio piccola Carattere: diffidente ma dolce Black ciotti vive in canile sin da quando era cucciolo insieme ai fratellini White Ciotti, Aska e alla sorellina Bambi star...Bambi nera purtroppo è morta quest'anno a casusa di un tumore. Non vogliamo assistere impotenti ad altre morti del genere. Questi fratellini e soerelline si meritano di conoscere la vita fuori dal canile. Non hanno idea di che cosa ci sia al di fuori delle sbarre... non hanno mai visto l'erba.... Sono tutti un po' sovrappeso perchè non fanno movimento e mangiano male. Black ciotti è un po' diffidente perchè vede sempre e solo i volontari del canile, ma siamo sicuri che in una casa si scioglierebbe.

Sesso: Maschio Età: 6 anni Carattere: coccolone e tranquillo Taglia: media contenuta Sammy è arrivato in canile con i suoi fratellini e sorelline. Purtroppo solo pochissimi di loro sono stati adottati. Lui vive nel box con la sorellina Dea, anche lei molto bella. Sammy è un cagnolino molto affettuoso che adora il contatto umano. E' una taglia media ma contenuta, inoltre ha qualche kiletto di troppo perchè in rifugio non esce mai. Ha solo sei anni, è ancora un cane giovane con tanta voglia di vivere. Non lasciamo che si spenga lentamente tra le sbarre! Adatto anche a famiglie con bambini.

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politica

Aprile 2011

PALAZZO VECChIO. Parte la “rivoluzione”, per una zona a traffico limitato per davvero

Meno telepass per tutti, politici compresi obiettivo decongestionare il centro

a un numero di permessi equivalente al doppio dei propri posti auto. “Sospetto un mercato nero”, rincara il sindaco. E stringe anche sugli artigiani, che contano circa 3mila permessi: finora, infatti, bastava che un qualsiasi idraulico della provincia facesse richiesta per ottenere un accesso alla ztl, anche senza portare nessuna prova del lavoro che avrebbe dovuto svolgere in centro. Da adesso in poi, invece, ognuno dovrà mandare un sms a un apposito numero e conservarlo tipo ricevuta. Troppi, secondo il sindaco, anche i telepass consegnati ai giornalisti, mentre su tutte le altre pratiche si stanno effettuando controlli a tappeto a caccia di irregolarità, e sono già spuntati i primi tre permessi intestati a persone defunte. Ma non è finita qui, perché dal 1° maggio cambia anche il sistema di scarico-carico merci per i negozi del centro. Stop alla “anarchia” di furgoni e furgoncini: si rifornisce solo dalle 7.30 alle 9 (mezz’ora in meno rispetto a ora), senza più deroghe pomeridiane. “Ancora una volta – protesta il vicepresidente di Confesercenti Uliano Ragionieri - il sindaco ha preso una decisione fondamentale per il commercio senza neanche consultare le categorie. Un problema così complicato non si risolve semplicemente concedendo mezz’ora in meno. Prevedo il caos, spero che ci convochi il prima possibile per ripensare il sistema”.

storico dalle auto: si comincia togliendo il permesso ad entrare ai parlamentari, si prosegue con i consoli, i garagisti e altre categorie “protette” Francesca Puliti

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uindici milioni di passaggi in un anno, un fiorentino su otto (minorenni compresi) con il permesso di entrare. Sarà anche una delle zone a traffico limitato più grandi d’Europa, ma il centro storico cittadino sembra piuttosto congestionato. A partire da questa primavera si cambia musica. “A Firenze ci sono 372mila abitanti, eppure sono attivi 53.152 telepass per la ztl”, dichiara il sindaco Matteo Renzi agli albori della battaglia contro il lasciapassare facile. E annuncia di aver messo i dipendenti comunali a spulciare una ad una le pratiche. “Io avrò qualche elettore in meno, ma la città sarà più vivibile”. Il primo giro di vite ha colpito nel cuore della “casta”: via il telepass ai parlamentari fiorentini. Denis Verdini, Gabriele Toccafondi, Paolo Amato del Pdl, ma anche Michele Ventura del Pd sono pregati di passare a Palazzo Vecchio per restituirlo. “Perché un parlamentare deve avere diritto al telepass? Può benissimo pagarsi il taxi –aggiunge Renzi – se proprio non vuole provare il brivido di salire su un autobus o se non se la sente di camminare o andare in bici”. E il primo cittadino dà il buon esempio restituendo il proprio telepass. A ruota fanno la stessa cosa il presidente della Provincia Andrea Barducci e l’europarlamentare, nonché ex sindaco, Leonardo Domenici. Le cose si complicano quando l’operazione coinvolge i consoli di stanza in città, che non ci stanno. In tutto si tratta di un centinaio di telepass (i consoli sono 54, ma hanno diritto a due apparecchietti per uno) a cui si aggiungono una cinquantina di posti auto riservati, nei pressi del consolato, che l’amministrazione vorrebbe restituire ai cittadini. Non si salvano dalla morsa neanche i garagisti, che finora avevano diritto

FoCUS Vetture fuori dalla cerchia dei viali nei weekend estivi. Ma è ancora tutto da decidere

Ztl notturna, si replica. E si riapre il dibattito su orari e confini

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tl notturna, ci risiamo. La bella stagione è alle porte e i cittadini cominciano a chiedersi che ne sarà quest’anno delle limitazioni al traffico. “L’intenzione è quella di confermare i provvedimenti attuati l’estate scorsa – dichiara il vicesindaco Nardella, alla vigilia di un incontro con le associazioni di categoria dei commercianti – stavolta però partiamo prima, così da lavorare meglio su alcune misure in grado di agevolare l’accesso al centro”. Nardella parla di “accorgimenti di tipo tecnico” da studiare insieme all’assessore alla mobilità Mattei, e non sembra prendere in considerazione, almeno per ora,

un potenziamento dei mezzi pubblici notturni. “L’anno scorso non sono stati molto sfruttati – dichiara – ma certo, li riproporremo”. A meno di due mesi dalla sua entrata in funzione, insomma, di certo c’è ancora poco. Molto probabilmente, però, l’area chiusa alle auto sarà confermata: una ztl allargata alla cerchia dei viali a partire dalle 23 o dalle 24, fino alle 3 o alle 4. C’è da aspettarsi che sugli orari gli esercenti del centro siano pronti a dar battaglia. “Spero che non si ripeta lo scenario increscioso dell’anno scorso – dichiara Daniele Locchi, vicepresidente di Confcommercio – quando ci siamo ritro-

055 200.13.26 Il primo taxi tutto al femminile

vati la ztl notturna tale e quale all’anno prima, nonostante le promesse”. Di proposte in canna i commercianti ne avrebbero diverse: dalle cosiddette staffe di penetrazione per accompagnare/riprendere i figli in centro alla mobilità alternativa, fino a una diversa gestione dei parcheggi. “Avevamo chiesto che il tavolo sulla mobilità fosse attivato subito, dalla fine della scorsa estate – aggiunge Locchi – invece si è riunito una sola volta”. I commercianti, però, continuano a essere fiduciosi. “Siamo in ritardo – conclude il presidente di Vivacity - ma /F.P. spero che si apra una discussione seria e serena”.

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politica

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NuCLEARE/1. Netto rifiuto da parte di Regione, Provincia e Comune

NuCLEARE/2. Pdl e Lega, con riserva

C’è chi dice sì, Centrali in Toscana? No, grazie Basteranno sole e vento (nel 2030) “ma a patti chiari” C

Paola Ferri

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ndici marzo duemilaundici: il mondo intero ripensa l’energia nucleare. E la Toscana dice no, fermamente no. Il rifiuto della Regione, in realtà, arriva molto prima della tragedia giapponese e delle ripercussioni sul fronte interno, anche direttamente fiorentino (leggi Maggio Musicale). Arriva da lontano, dal primo referendum sul nucleare posto in Italia. E giunge fino al prossimo referendum, quello del 12 e 13 giugno, quando i cittadini saranno nuovamente chiamati alle urne per dire sì o no all’atomo. O, meglio, a dire sì per fermare la realizzazione di nuove centrali, oppure no per mandarle avanti. “Il governo – dichiara il governatore Enrico Rossi – ha cercato di boicottare il referendum evitando di farlo coincidere con le amministrative e sperando in una scarsa partecipazione. Ma a questo punto, dopo ciò che è successo in Giappone, penso che tanti cittadini parteciperanno e che sarà una scelta consapevole”. Anche se sarebbe meglio tenere fuori da questa scelta il Paese del Sol levante e l’onda lunga dell’emotività. “Ma di incidenti ne sono accaduti già diversi in passato – ricorda Rossi – a partire da Chernobyl”. Meglio investire sulle rinnovabili, che “nel 2030 produrranno elettricità pari a quella dell’atomo, ormai lo ammettono anche le compagnie petrolifere”, aggiunge il presidente della Provincia Andrea Barducci, ribadendo il suo no alle centrali. Lontano dalle ideologie anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi. “L’Italia – dichiara - ha perso il treno del nucleare

L’Italia ha perso questo “treno” nell’87, ripartire ora sarebbe molto difficile nell’87, ripartire adesso sarebbe molto difficile, al di là dei facili slogan”. Neanche le famose compensazioni per gli enti locali che le ospitino fanno gola alla Toscana. “Non ci sono compensazioni possibili - taglia corto Rossi - se le Regioni sapranno esprimere un ‘no’ compatto sarà molto meglio. Anche Tremonti ha rifatto i conti e scoperto che il nucleare è antieconomico. Finora non aveva considerato i costi di smantellamento. Non mi sembra una dimenticanza da poco”. Tra i siti di smaltimento delle

enRico Rossi

scorie, apparsi per la prima volta in un elenco pubblicato dall’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, ci sarebbero l’Amiata grossetana e il Padule di Fucecchio, tra l’altro entrambe aree protette. “Il governo non è mai stato chiaro su questo punto – sottolinea il consigliere regionale Mauro Romanelli (Fds-Verdi) – ma sta incassando numerosi no anche dalle amministrazioni di centrodestra”. Sarà per questo che l’esecutivo ha optato per una moratoria di un anno sul nucleare, 12 mesi per ripensare alla strategia da mettere in atto. “È chiaramente una fregatura – mette in guardia Fabio Evangelisti, segretario regionale Idv – sperano così di far passare la paura e di portare avanti il loro progetto”. Le stesse parole arrivano da Sel. “È un trucco – dichiara il coordinatore regionale Giuseppe Brogi – ma non credo che stavolta il governo otterrà nessun risultato, gli italiani confermeranno il loro no al nucleare. D’altronde – continua – anche in Europa stiamo assistendo a un ripensamento generale, a partire dalla cancelliera Angela Merkel, che ha recentemente dichiarato che prima usciamo dal nucleare e meglio è”. La Toscana, invece, può diventare un distretto delle rinnovabili. “A cui se ne dovrebbe aggiungere un’altra, spesso dimenticata – conclude Brogi – che si chiama risparmio ed efficienza”.

entrali in Toscana? Niente in contrario. O quasi. Nel panorama politico regionale c’è anche chi non si lascia spaventare dal nucleare, ma a patti chiari, studiando soluzioni diverse, compensazioni adeguate e un sistema di garanzia che coinvolga l’Europa intera, “perché è inutile costruire qui delle strutture supermoderne se ai nostri confini abbiamo centrali che risalgono agli anni ‘60”, specifica Massimo Parisi, coordinatore regionale Pdl. “La questione va rivista in chiave europea – insiste – ma tenendo presente un dato: le rinnovabili non bastano, siamo molto lontani dall’autosufficienza energetica”. Dunque, sì agli impianti nucleari anche in Toscana? “La localizzazione è una questione complessa - dichiara Parisi – e nella nostra regione ci sono diverse zone a rischio sismico. Ma non sono affetto dalla sindrome Nimby”. Quella sin-

La questione va rivista in chiave europea drome da “non nel mio giardino” che sta invece contagiando molti governatori pidiellini in tutta Italia. “Non ha senso dire no sull’onda dell’emozione provocata dal disastro di Fukushima – ribadisce la consigliera regionale del Pdl Stefania Fuscagni - bene ha fatto il governo a imporre uno stand by, così come ha fatto l’Europa, perché sarebbe folle dire no al nucleare in Italia e continuare ad avere centrali non sicure, come quella slovena, a poca distanza”. Favorevole all’atomo anche il capogruppo della Lega a Palazzo Panciatichi. “Sono d’accordo con la moratoria – dichiara Antonio Gambetta Vianna – ma siamo circondati da centrali e rischiamo di subire le conseguenze senza

MassiMo paRisi

trarne alcun beneficio”. Un altro sì a impianti targati Italia, anzi Toscana. “Non avrei nulla in contrario – continua – purché si individui un posto sicuro e ci siano compensazioni adeguate, come ad esempio significativi sgravi fiscali”. Secondo un vecchio elenco del Comitato nazionale per l’energia nucleare, risalente al 1979, tra i possibili luoghi adatti a ospitare centrali nucleari ci sarebbero l’isola di Pianosa, la costa a nord di Piombino fino a Cecina, quella a sud fino a Follonica e quella davanti a Grosseto, prima e dopo il Monte Argentario. A due passi dal confine, a Montalto di Castro, ne potrebbe sorgere un’altra. Ma si tratta di studi risalenti a oltre 30 anni fa, meglio andarci con i piedi di piombo. Così la pensa anche Dario Locci, consigliere regionale leghista. “Per il momento non ne farei – dichiara – prima è necessario sottoporre alle persone una proposta intelligente, non si può fare il nucleare sulla testa della gente”. La proposta potrebbe essere quella di “costruire impianti più piccoli, ad autospegnimento in caso di guasti o scosse sismiche, e dunque più sicuri”. C’è solo un problema: il prezzo si alzerebbe rispetto a quelle di dimensioni maggiori. “Ma credo che in futuro non potremo rinunciare al nucleare”, conclude Locci. /P.F.

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non è sempre così: i piccoli (e grandi) gioielli del verde ci sono anche a Firenze, basta saperli cercare. Il Reporter.it li ha scovati e testati per voi: dal “Dragone” di via Trento allo Stibbert, da Villa il Ventaglio al parco Pazzagli, passando per i giardini degli Iris e delle Rose, la scelta non manca. Sul nostro sito (www.ilreporter.it) ecco una guida per scoprire questi paradisi cittadini, dove trascorrere una giornata all’insegna della natura senza allontanarsi troppo da casa. Restando

in tema di “scoperte” cittadine, chi di voi sapeva che Serve Smarrite, Drago d’Oro e Stracciatella (solo per fare qualche esempio, perché la scelta è davvero vasta) sono nomi di vie fiorentine? E in quanti saprebbero dire con certezza in che zone della città si trovano? E allora, se il tempo è poco, per fare un viaggio alla scoperta delle strade più curiose e misteriose della bella Florentia non è necessario “armarsi” di cartina e scarpe comode e lanciarsi alla loro ricerca (anche se potrebbe davvero valerne la pena...), ma è sufficiente collegarsi al nostro sito e scoprire - da casa o dall’ufficio – tutti gli angoli nascosti di Firenze, click dopo click. Così come click dopo click, inchiesta dopo inchiesta, sul portale de Il Reporter si può rivivere l’avventura del Maggio Musicale Fiorentino - che si è trovato a Tokyo nei giorni dello spaventoso terremoto che ha devastato il Giappone - dalle prime scosse fino al ritorno a casa, con interviste, immagini e video. O “l’avventura” (perché spesso, purtroppo, chiamarla così non è affatto esagerato) dei giovani fiorentini in cerca di lavoro, tra sogni, speranze, problemi e opportunità. O ancora, dato che in primavera (è risaputo) i sensi si risvegliano, sfogliando le pagine virtuali de Il Reporter. it si può scoprire che – udite udite – non solo l’amore non danneggia la carriera, ma anzi la favorisce, o conoscere quelle che (studi e ricerche alla mano) sono le nuove tendenze in fatto di rapporti uomo-donna... Insomma,

sul nostro portale vi aspettano aggiornamenti e informazioni sulla vita fiorentina a 360 gradi. Non vi basta? Vorreste sapere di più, e su più argomenti? Nessun problema: mandate le vostre richieste e domande all’indirizzo e-mail redazione@ilreporter.it, e segnalateci i temi che vorreste veder trattati sul nostro sito. Noi saremo ben felici di accontentarvi.

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esperienze

Aprile 2011

il personaggio/1. La storia di Guido Bartoloni, traghettatore d’Arno, che costruì da solo un ponte sul fiume

Quando Brooklyn si trasferì all’Anchetta Trentamila fori fatti a mano e una grande passione: tanto c’è voluto a un barcaiolo nato e cresciuto nella frazione di Fiesole per realizzare un’opera che solo la furia dell’alluvione del 1966 riuscì a distruggere Ludovica V. Zarrilli

S

embra quasi un romanzo la storia di Guido Bartoloni, traghettatore dell’Anchetta, che a metà del secolo scorso decise che - dopo anni di fatica - era arrivato il momento di semplificarsi la vita e di costruire un ponte che collegasse le due rive dell’Arno. Ma fac-

Milena Torrini

ciamo un passo indietro. Chi erano i traghetattori, detti anche barcaioli? Erano quelle figure - indispensabili - che portavano uomini, macchine e bestie da una parte all’altra del fiume, aiutandosi con un remo che faceva da timone e con un fune tesa tra le due rive. “Era nato nel 1899

con una foto d’epoca che la ritrae sul ponte da bambina

ed aveva appena diciott’anni quando andò in guerra e fu assoldato nel genio pontieri - spiega la signora Milena Torrini, nipote di Guido Bartoloni -. Quando tornò all’Anchetta decise che era arrivato il momento di costruire un ponte”. L’unico piccolo inconveniente era che Guido non era un ingegnere, aveva appena la terza elementare e ogni sua proposta di costruire l’attraversamento veniva puntualmente bocciata dai tecnici del comune. “Ma era molto testardo - continua Milena - e non si perse d’animo. Aspettò la fine del secondo conflitto mondiale, quando al passaggio del fronte i due eserciti avversari si lasciarono alle spaller un mucchio di materiale abbandonato”. Cominciò a mettere da parte grossi pezzi di legno e ferro e alla fine riuscì a convincere l’amministrazione a dargli una chance. “Ci vollero tre anni e 30mila fori fatti a mano per tirare su quel ponte a campata unica che somigliava in tutto e per tutto a un piccolo ponte di Brooklyn - spiega Milena mostrando le vecchie fotografie -. Una volta finita la sua grande opera, era il 1949, arrivò il momento

il ponte costruito da

Guido Bartoloni

del collaudo”. Già all’epoca si usavano i camion per testare la resistenza degli attraversamenti fluviali, ma i tecnici del Comune non si fidavano di quell’omino cocciuto e per non mettere a repentaglio la vita di un uomo, fecero attraversare il ponte ad un carro trainato da buoi senza conducente. Il risultato fu sbaloriditivo: il ponte non solo reggeva, ma era anche costruito a regola d’arte. “Fu aperto al pubblico e lo zio riscuoteva 50 lire per ogni motorino e 100 lire per ogni automobile che lo attraversava”. La notizia della costruzione del ponte fece il giro dei cinque continenti e furono diversi i giornalisti che si in-

teressarono alla storia. “Purtroppo però morì tre anni dopo aver terminato la sua opera. Il paradosso è che dopo aver passato una vita a contatto con l’acqua del fiume, sfidandolo in ogni momento dell’anno, perse la vita nell’acqua salata della Versilia, per un collasso cardiaco”. L’opera di Guido Bartoloni non cedette mai sotto il peso dei pesanti carri che tutti i giorni la attraversavano e continuò a funzionare egregiamente fino al 4 novembre 1966, giorno in cui la furia dell’Arno in piena lo sradicò distruggendolo per sempre. Ma Milena Torrini pensa che sia ancora lì, adagiato sul fondo, eterna sentinella di un’epoca passata.

IL PERSONAGGIO/2. Piero Gemelli ha qui la sua bottega artigianale, dove crea e vende un po’ di tutto

Un “lupo di mare” in via Ponte di Mezzo Tra ninnoli, soprammobili e cornici a farla da padrone è proprio il mare, presente nelle foto, nei quadri e nelle conchiglie. Perché lui divide la sua vita tra Firenze e l’Elba. E ora lancia un appello Elena Guidieri

C

he Firenze sia una città piena di sorprese è cosa risaputa. Piccoli artigiani si “nascondono” un po’ ovunque, portando avanti tradizioni artigianali fatte di manualità e attenzione al dettaglio. Ma che anche via Ponte di Mezzo, tra gas di scarico e clacson, nascondesse un piccolo spazio artigianale era forse meno facile da immaginare. La vetrina di Piero Gemelli si trova al numero 31r, è sbiadita e senza insegna. Si fa fatica a ritrovarla, anche dopo esserci stati una prima volta. Oltre il vetro, strani oggetti colorati in legno, alabastro e ceramica. Nessun prezzo, né orario di apertura. Più che un negozio è una bottega artigianale, aperta mattina e pomeriggio. Ad accogliere oltre la porta ci sono l’odore della vernice e

circa dieci metri quadri di qualsiasi tipo di soprammobile da collezione. Nel mezzo il signor Gemelli, poco abituato a ricevere visite, intento nella lavorazione di qualcuno dei suoi oggetti. Sorridente, Piero si pulisce le mani scure di vernice e invita a “navigare” nella sua bottega. Solo con gli occhi, a dir la verità, perché qui anche fare pochi passi sembra essere un’impresa. Ogni piccolo spazio è infatti riempito da ninnoli in esposizione. È l’alabastro il materiale che spicca: Piero lo prende a Volterra, una delle zone in Italia dove ce n’è maggiore concentrazione. Il materiale informe passa direttamente nelle mani dell’artigiano, che lo lavora, lo dipinge e ne fa una delle sue opere. Soprammobili, cornici, scatoline e cofanetti. A guarda-

re meglio, nella bottega di via Ponte di Mezzo predomina il mare. È nelle foto, nei quadri, nelle conchiglie che adornano cornici e oggetti vari. Perché Piero, prima di tutto, si sente un uomo di mare. Ha trascorso molti anni all’Isola d’Elba, dove ha costruito un albergo “lavorando giorno e notte”, come racconta. Un albergo che ha poi dovuto vendere, dedicandosi solo alla pesca e alla sua barca. Finché un giorno ha incontrato la signora Mirella, che però era fiorentina e non aveva nessuna intenzione di lasciare la sua città. Decisero che avrebbero vissuto sei mesi all’Isola d’Elba e sei mesi a Firenze, e così fanno ancora oggi. Il signor Piero soffre “nel grigio della città, nel caos e nel traffico”, e aspetta che torni aprile, con la bella stagione,

Piero Gemelli

a riportarli entrambi sull’isola. Attraverso Il Reporter, Piero Gemelli vuol lanciare un appello per poter chiudere la sua attività: “Vendo tutti gli oggetti che ho a 1,50 euro l’uno, ma solo a chi compra tutto”. “Il valore di questi oggetti – spiega ancora Piero – è più alto di questa cifra, e

sarebbe un guadagno sicuro per chi compra”. La condizione è appunto che l’acquirente si prenda tutto quello che c’è in bottega. Se siete curiosi, andate a visitare il negozio, ma solo da settembre: come ogni anno, dal primo aprile Piero è salpato per la sua amata isola.


focus

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LA cITTà DA VIVERE. Ecco come sta il polmone verde di Firenze, tra progetti e novità

Le Cascine studiano da grande (parco) IN BICICLETTA

Pedalando verso il piazzale. E non solo Continuano gli interventi per la “rivoluzione ciclabile” di Firenze. Lo scorso 16 febbraio è stata inaugurata una nuova corsia riservata alle biciclette, che permette di percorrere pedalando i due chilometri che separano piazza Ferrucci dal piazzale Michelangelo. La pista è interrotta solo da due semafori che contribuiscono alla sicurezza del viale. Anche se la salita potrebbe scoraggiare i primi approcci, il percorso è in realtà piuttosto frequentato e, con la bella stagione, si prevede una fruizione più consistente. Questo nuovo tratto ciclabile è dovuto alla volontà di fare di Firenze una città a misura di bici, e “prepararla” all’eventuale candidatura del festival-conferenza sulla mobilità ciclabile “Vivacity” del 2013. Per questo sono previsti ulteriori interventi che andranno a completare la pista di via Panciatichi e, successivamente, quella che unisce l’argine dell’Isolotto al ponte della tramvia.

Gaia Grassi

“È

primavera, svegliatevi bambine, dalle Cascine messere aprile fa il rubacuor”, cantava Alberto Rabagliati nel suo famoso pezzo degli anni Quaranta “Mattinata Fiorentina”. Quando arriva la primavera, infatti, il parco delle Cascine diventa una meta quasi obbligata per i cittadini, un luogo in cui prendersi qualche ora di svago e relax all’aria aperta. E da quest’anno sono previste molte novità, che si aggiungeranno alle opere di restauro già effettuate. L’amministrazione comunale ha avviato alcuni lavori di manutenzione e di recupero che serviranno a fare di quest’area verde di Firenze uno spazio più bello, più fruibile e più vivibile, in piena sicurezza. Nel giro di un anno sono già stati risistemati il monumento dell’Indiano e l’area adiacente, mentre lo scorso febbraio il luna park solitamente in piazzale Kennedy è stato spostato sul viale Lincoln, tra piazza Vittorio Veneto e il ponte della tramvia sull’Arno. La decisione di trasferire le giostre è stata presa all’unanimità dal Comune e dagli operatori dei giochi, con il via libera della Soprintendenza dei Beni Architettonici e del Paesaggio, ma la nuova postazione è soltanto provvisoria: il permesso di permanenza è concesso sino all’11 giugno, e intanto si discute sulla locazione definitiva delle giostre, che potrebbe essere il Lotto Zero o l’Argingrosso, sempre nel quartiere 4. Di conseguenza, piazzale Kennedy è tornato a rappresentare il cuore del parco, a totale disposizione dei cittadini. Per quest’area sono già stati attuati interventi di recupero dell’arredo urbano, di risanamento dei marciapiedi e

di recupero delle aiuole. Interventi di restauro sono stati effettuati anche al giardino della Catena, nel pieno rispetto del progetto iniziale di Emilio Pucci, il primo soprintendente ai giardini e alle Pubbliche Passeggiate del Comune di Firenze, che nel 1871 organizzò questo spazio inserendo gli elementi tipici dello stile romantico (il laghetto, la Grotta - detta Grotta del Frate la montagnola, piccole aree di sottobosco) per offrire un piacevole luogo di svago a coloro che non potevano, o non volevano, inoltrarsi nel parco. In questo piano di riqualificazione delle Cascine non poteva certo mancare un progetto per rinnovare

l’Anfiteatro delle Cornacchie, per rendere lo spazio protagonista delle future estati fiorentine, proponendolo come luogo naturale di incontro e socializzazione per i cittadini. Qui sarà collocato un palco smontabile di 280 metri quadrati per ospitare diversi concerti, e saranno risistemati gli elementi lapidei delle sedute. E ancora, l’ex casermetta attigua diventerà l’edificio in cui saranno situati locali di servizio, wc, spogliatoi e camerini per gli artisti. L’accesso all’area sarà più sicuro grazie all’aumento dell’illuminazione pubblica e al ripristino dei vialetti. Ma le novità non finiscono qua: il prossimo 5 giugno (il giorno della festa

del Grillo) sarà ufficialmente presentato dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il progetto che farà delle Cascine il parco più grande d’Europa. Questo ambizioso obiettivo sarà raggiunto unendo al giardino pubblico l’area dell’Argingrosso, i lungarni del Pignoncino e dei Pioppi, l’area del Podere La Trave - il Barco e il nuovo polo musicale con il teatro del Maggio Fiorentino. Tra i primi lavori è prevista una nuova passerella ciclo-pedonale situata a metà strada tra il viadotto all’Indiano e la passerella dell’Isolotto, a sottolineare una volta di più la volontà di rendere la città sempre più vivibile e sicura. Anche in bicicletta.

TRADIZIONI Da San Lorenzo a quello delle pulci, dall’artigianato al cibo: ce n’è per tutti i gusti

In centro è tempo di mercati e mercatini

F

irenze non è soltanto la città delle grandi firme, ma si caratterizza anche per i tradizionali mercatini situati soprattutto alle porte (e all’interno) del centro storico. Nel quartiere non ci sono infatti solo monumenti e opere d’arte, ma il culto è quello di vivere anche il luogo e le tradizioni fiorentine. Non solo negozi ma anche nei caratteristici mercati all’aperto, dove generalmente è possibile trovare prodotti artigianali e oggetti particolari fatti a mano, con le tecniche di un tempo. Il mercato di San Lorenzo, forse il più conosciuto, è una location molto frequentata essenzialmente dai turisti, che tutti i giorni della settimana trovano banca-

relle di abiti, articoli in pelle e souvenir. Non di minor bellezza è la storica Loggia del Porcellino, un mercatino non molto distante da Ponte Vecchio che mette in bella mostra articoli in paglia fiorentina, ricami fatti a mano, merce in pelle e oggettistica in legno. Per chi invece ama i sapori di un tempo punto di forza nel quartiere sono i mercati di generi alimentari, dove spesso è possibile trovare frutta e verdura di stagione. In piazza Ghiberti e in piazza Sant’Ambrogio (mercato sia interno che esterno) basta fare una camminata per “scoprire” la frutta fresca, la verdura, gli abiti, i fiori, le scarpe e le bancarelle di elettrodomestici. Entrando, poi, si pos-

sono trovare anche carne o pesce fresco, pasta, alimentari in genere e del buon formaggio. Da non dimenticare è anche lo storico “mercatino delle pulci”, così chiamato ormai da anni, che si trova in piazza dei Ciompi e che è aperto ogni giorno dalle 9 alle 19,30. Nell’ultima domenica di ogni mese le bancarelle si estendono fino alle vie circostanti. Qui si possono trovare mobili e oggetti antichi, dipinti, monete e gioielli. Vi sono “tesori” abbordabili in mezzo a pezzi d’antiquariato e tra i libri pieni di polvere, che spesso riportano ad assaggiare un po’ dell’Italia antica, attraverso gli oggetti più disparati espo/B.R. sti in queste bancarelle.



storie

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IMMIGRAZIONE. “I miei connazionali rispettino le regole. Ma sull’illegalità non generalizziamo”

La cinese che rilancia il made in Italy Federico Bausi

S

uping Lin è convinta che “made in Italy significhi qualità”. Per questo, con la sua azienda, ha deciso di acquisire uno storico marchio di borse fiorentino. Nuova organizzazione e investimenti importanti: per il restyling del logo, per una nuova sede con showroom, per una nuova campagna pubblicitaria, un nuovo catalogo, nuovi accessori personalizzati, un nuovo packaging (sacchetti panno, cartellini, shopping di carta). Suping Lin è nata a Ruian, nella provincia cinese di Zhejiang, ma in azienda e tra i suoi amici è difficile sentirla chiamare così. Per tutti è Sara. Sara Lin. Ha 31 anni ed è arrivata in Italia quando ne aveva 10. Oggi è l’amministratore delegato della J&C (Jacky e Celine, i nomi dei suoi due figli, entrambi nati a Firenze), un’azienda che produce borse e accessori per l’abbigliamento. Non solo: a febbraio, sempre con la J&C, ha aperto un negozio nel centro di Firenze, in via Guicciardini. “Sono nata in Cina e cresciuta in Italia – dice Sara aspirando qualche “c”, come una fiorentina di nascita – quindi sono un po’ il connubio di due culture e reputo questa la mia grande fortuna. È l’amore per l’Italia che mi ha spinto a radicare ancora di più la mia impresa qui, acquistando uno storico marchio fiorentino come Desmo. Il sogno in cui credo è portare il made in Italy in tutto il mondo”. E se qualcuno si sorprende – una cinese che salva un brand italiano e vuole esportare il made in Italy? – sappia che la storia di Sara non finisce qui. Alla J&C, che ha una trentina di dipendenti, italiani e cinesi lavorano insieme, fianco a fianco. E,

tanto per far capire il clima, non si scontrano neanche sulla cucina: una volta alla settimana la pausa pranzo è a base di piatti cinesi, un’altra volta a base di piatti nostrani. I capannoni dove centinaia di cinesi lavorano in condizioni estreme per produrre i falsi, insomma, sono lontani, lontanissimi. Prato, con i problemi d’integrazione della comunità cinese, è a pochi chilometri di distanza, eppure sembra un altro mondo. Anche su questo Sara Lin ha le idee molto chiare. “Le aziende cinesi – dice – devono rispettare le regole dello Stato italiano, su questo non c’è punto di discussione possibile. Io, come tanti altri, le rispetto e pago le tasse: perché qualcun altro non dovrebbe fare lo stesso? D’altra parte – continua – la società italiana deve prendere atto che tante imprese come la mia, che operano nella legalità e in cui italiani e cinesi collaborano, sono una realtà importante del tessuto economico dell’Italia e dell’area fiorentina”. E vanno valorizzate. Per questo motivo, Sara ha deciso di affacciarsi alla politica locale: al congresso del Pd fiorentino che si è svolto nell’ottobre scorso si è candidata al circolo di San Donnino (Campi Sud) ed è stata eletta delegata all’assemblea metropolitana. Sorpresa e un po’ spaesata davanti all’improvvisa attenzione che i media le hanno dedicato, essendo la prima persona d’origine cinese a entrare in un’assemblea di partito a Firenze, ha detto: “Cercherò di dare il mio contributo”. Con la “c” aspirata, ovviamente.

Suping Lin ha 31 anni e vive in toscana da quando ne ha 10. È un’imprenditrice che punta tutto sulla qualità del marchio del Belpaese. La sua azienda, dove italiani e orientali lavorano fianco a fianco, ha acquistato il brand fiorentino di borse Desmo: decisa a investirci tanto

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attualità

Aprile 2011

QuAttROZAMPE/1. Ci lavoreranno anche detenuti in semilibertà, ex tossicodipendenti e disabili

Il canile di Ugnano aprirà a fine maggio. Con sorpresa Giulia Righi

S

ono settanta, hanno una coda, due orecchie e quattro zampe ciascuno. E si preparano a fare il loro ingresso nel nuovo canile comunale “Parco degli animali” a Ugnano. Tra gli ultimi giorni di maggio e i primi di giugno la struttura aprirà infatti i battenti, dopo un anno e mezzo di lavori e un investimento complessivo di oltre 4 milioni di euro. Ma c’è di più: a gestire il nuovo canile comunale saranno due cooperative di tipo B, ovvero realtà che si occupano degli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate. Si tratta delle cooperative Archimede e Samarcanda, e a occuparsi del nuovo canile saranno persone provenienti dal circuito carcerario (in semilibertà o affidate ai servizi sociali), persone con dipendenze lasciate alle spalle e disabili. “Ci sembra una bella operazione, un modo nuovo

di valorizzare il sociale – spiega l’assessore comunale Stefania Saccardi – gli operatori di entrambe le cooperative hanno avuto un periodo di formazione e siamo pronti a cominciare”. E così i settanta cani sotto la tutela del Comune di Firenze che attualmente sono ospitati da un canile convenzionato di Arezzo si preparano a “rimpatriare” nella nuova struttura. Ad attenderli c’è un’area di due ettari che arriva dopo qualche polemica e un progetto diviso in due lotti. Il primo ha riguardato la costruzione di 30 box e delle cosiddette “aree di sgambamento”, quelle cioè dove i quattrozampe possono correre liberamente. Questa prima parte di lavori ha riguardato anche la costruzione di uffici, servizi, cucine e infermeria, oltre al tracciato per garantire la viabilità interna e d’accesso, gli impianti di illuminazione, quelli fognari, i parcheggi e tutti gli allacci di acqua, gas e le barriere fonoassorbenti. La seconda “mandata” di lavori ha invece visto la realizzazione di al-

tri 24 box per i cani e delle relative “aree da corsa”. A tutto questo si aggiunge il nucleo per i servizi (che si trova al centro, tra la struttura costruita per prima e quella arrivata con il secondo lotto) che comprende una lavanderia, un magazzino, un locale per la preparazione delle pappe e una dispensa. Le “casette” per i cani sono state realizzate utilizzando prefabbricati a elevato potere di coibentazione (e cioè in grado di isolare gli animali dal caldo e dal freddo eccessivi) e attrezzate con un sistema di riscaldamento. I pavimenti invece sono stati realizzati in quarzo, studiato per evitare di danneggiare i polpastrelli dei cani e per garantire le condizioni igieniche migliori. E, per completare il tutto, sono stati installati alcuni pannelli fonoassorbenti per ridurre l’inquinamento acustico a tutela degli abitanti vicini. Quindi, a quanto pare, mancano solo loro, quei settanta quattrozampe che si spera che a Ugnano possano essere solo di passaggio. In attesa di una casa vera.

I settanta animali sotto la tutela del Comune attualmente ospitati da una struttura convenzionata di Arezzo si preparano a tornare nella “loro” Firenze. Ad attenderli box nuovi, riscaldati e costruiti con criteri moderni per limitare al massimo i disagi

due aniMali ospiti del canile del

teRMine

JaMira (e ares) In attesa da 7 anni

gHio Aspetta da 10 anni

lUi (e alTri 30) Attendono da 5 anni

Una vera “coppia di fatto”

Grande, grosso e buonissimo

Code e occhioni in cerca di casa

Non si può parlare di Jamira (nella foto) senza nominare il suo consorte, Ares. Sono stati abbandonati circa 7 anni fa di fronte al canile del Termine, parcheggiati lì con solo un bigliettino davanti. Da allora sono inseperabili, e proprio per questo aspettano di essere adottati in coppia. Dolcissimi tutti e due. Per info: 347.8345299 (canile del Termine).

Ghio - racconta la presidente dell’Unione Amici del Cane e del gatto Cosetta Mazzoni - è uno di quei cani che anni fa sono stati affidati al canile del Termine dal Comune, in convenzione. Scaduta quella, avrebbero dovuto essere trasferiti nella nuova struttura vincitrice dell’appalto, e invece il canile lo ha chiesto “in regalo”. Tenerissimo. Info: 347.8345299.

Questo (bellissimo) micio è uno dei circa trenta gatti ospiti del canile del Termine. Si tratta di animali sani, esenti da Fiv, a cui la struttura dedica un’area ad hoc, ma che certo starebbero meglio in una casa vera. Ce n’è davvero per tutti i gusti, di tutti i colori possibili. Per innamorarsene basta guardarli un attimo negli occhi. Info: 347.8345299.


attualità

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QuAttROZAMPE/2. Moltissime le associazioni operative in città per agevolare le adozioni

Ma c’è ancora un esercito in attesa di un padrone Benedetta Strappi

C’

è purtroppo un “esercito” di animali (cani, gatti, ma anche roditori e uccellini) in cerca di casa. È un esercito sfortunato, inutile dirlo, fatto di occhioni che ti guardano da dietro una rete e di punti interrogativi enormi che sembrano spuntare da quelle pupille speranzose. Per fortuna anche a Firenze c’è una fittissima rete di associazioni che si occupa di aiutare i quattrozampe disagiati. L’Unione Amici del Cane e del Gatto è una delle più conosciute, salita alla ribalta negli anni anche per le vicende legate al canile del Termine che l’associazione gestisce. Senza entrare nel merito della querelle, oggi ci sono cose di cui gli ospiti della struttura (circa duecento cani e una trentina di gatti) hanno molto bisogno. Croccantini, ad esempio. Ma anche la disponibilità di stalli temporanei per mici e cagnolini, al chiuso o all’aperto. E persone pronte a occuparsi, a turno, delle cure mediche degli animali. L’Unione ha la sua nuova sede in via Reginaldo Giuliani 130/r, e si può contattare allo 055.4590880 e al 347.8345299. Attiva in città è anche la sezione fiorentina dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). Tra le altre cose, l’Oipa si occupa di diffondere appelli per gli animali in cerca di un padrone e

di un particolare progetto, il “Rehoming”. Questo percorso è destinato ai cani che più di altri hanno urgenza di uscire dal canile, per ragioni di salute o comportamentali. I volontari di Oipa seguono questi animali, spesso ospitandoli nelle proprie case, per aiutarli a diventare adottabili nel minor tempo possibile. Oltre a questo, l’organizzazione ha avviato altri progetti: “Otello” (che, in collaborazione con il canile di Pontassieve, prevede incontri pre e post adozione per aiutare i nuovi padroni dei cani durante tutto il percorso) e “Beniamino”, nato per aiutare i volontari al lavoro nel Sud Italia a trovare una nuova casa per i tanti quattrozampe in difficoltà. Oipa si occupa anche degli animali “esotici” e sul suo sito (www.oipafirenze.it) si trovano appelli anche per cricetini, coniglietti, pappagalli e tartarughe. Ma le realtà vicine ai quattrozampe sono veramente tante: solo per citarne alcune, c’è la sezione fiorentina dell’Ente nazionale protezione animali (www.enpafirenze.it), c’è Guida Verde-Sos Animali (www.guidaverde.eu) che si occupa anche del servizio di ambulanza veterinaria, c’è il Caniglio (www.caniglio. blogspot.com), piccolo canile che ospita 26 animali. Un elenco più completo di tutte le strutture operanti sul territorio si trova sul sito dell’Ufficio animali del Comune, e questa può essere una buona bussola per chi avesse voglia di rendersi utile all’universo dei Fido&co. più sfortunati.

reMÌ 8 anni

niKe 5 mesi

leVanTe 6 mesi

Sette anni in canile. Bastano, sì?

Cinque mesi e tante sfortune

Un cucciolo tutto giochi e coccole

Il dolce Remì è un meraviglioso spinoncino color champagne, dal musino bianco e dal carattere stupendo. Taglia medio-piccola, 16 chili, 8 anni, è entrato in canile nel 2004. Ha estremamente bisogno di una famiglia. Per info e adozioni: Cristina (347.9843116), Niccolò (333.8536032), progettootello@oipafirenze.it.

Nike è una coniglietta siamese femmina di cinque mesi. È stata ceduta ad Oipa perchè aveva la rogna. Era debole a causa dell’alimentazione scorretta, e per colpa di un incidente è attualmente ingessata. Insomma: una storiaccia che merita una ricompensa. Info per l’adozione: Giovanna Maria (349.4488482), animaliesotici@oipafirenze.it.

055 200.13.26 Il primo taxi tutto al femminile

Levante ha solo sei mesi e decisamente bisogno di una famiglia vera, e definitiva. È un cagnolotto buonissimo, docile e pacato. E, come tutti i cuccioli, è un amante delle coccole e del salutare passatempo del gioco. Per altre informazioni e l’adozione la persona di riferimento è Cristina: 347.9843116 - cristina@oipafirenze.it.

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tempi moderni

Aprile 2011

SAPORI E DINtORNI/1. Non solo sushi e kebab, in città prodotti tipici dei quattro angoli del globo

Il giro del mondo senza alzarsi da tavola Basta fare pochi metri per saltare dall’Estremo oriente ad Africa e Sudamerica. La strada con la maggiore scelta? Via Ghibellina, tra paella, pollo alle mandorle e bistecca argentina Francesca Puliti

D

all’Estremo Oriente al Continente Nero nel giro di due strade. Scordatevi dispendiosi voli aerei, ferie programmate o tantomeno i famosi 80 giorni: per fare il giro del mondo basta attraversare la strada. E sedersi a una buona tavola. In principio fu il popolo cinese a esportare involtini primavera e riso alla cantonese sui nostri menu, poi arrivarono i ristoranti indiani e, a ruota, gli enormi spiedi fumanti dei kebabbari. E se gli anni 2000 hanno portato alla ribalta il cibo giapponese (rimbalzato tra ristoranti ultrafashion, aperitivi low cost e infine pranzi a buffet e prezzo fisso), adesso anche i rotolini ripieni di riso sono più che inflazionati. E torna di moda la cucina euro-mediterranea. Sulla via della seta, si possono comunque continuare ad assaggiare piatti e bevande orientaleggianti, ma senza esagerare: ad esempio servendosi un tè in via degli Alfani, immersi in un’atmosfera da Mille e una notte, o gustandosi un piatto ebraico al ristorante Kosher poco distante. Senza allontanarsi troppo sulla mappa del mondo e della città, in zona Santa Croce è possibile concedersi una sosta molto speziata tra i cedri libanesi. Poche strade più in là le specialità toscane incontrano quelle giapponesi, nel giro dello stesso pasto. A ben guardare l’Africa non è così lontana. Sempre in zona via Ghibellina, ci si può sedere sulle rive del Mediterraneo e ordinare un antipasto maghrebino, una paella spagnola e un dolce greco. Cucina marocchina contagiata da quella francese e viceversa anche al vicino Sésame, mentre il Corno d’Africa ha trovato una nuova casa in piazza San Jacopino. E guai a saltare il rito del caffè a fine pasto. Il cous cous la fa da padrone anche a Rifredi, in salsa algerina, però. Per i palati

più “timorosi” è sempre possibile restarsene nel Vecchio Continente. E ripiegare su una semplice insalata greca o su una più impegnativa moussaka, in uno dei due ristoranti ellenici fiorentini. Se invece avete voglia di crauti, wurstel e stinco di maiale, non vi resta che dirottare sulla cucina tedesca del Parterre, dove i piatti si accompagnano ciascuno a una birra differente (da gustare, volendo, anche nel risotto). Paella, sangria e polpo alla gallega, invece, in via Ghibellina o alle Piagge, rigorosamente serviti con sangria. Per mangiare le polpette svedesi, il viaggio, si sa, è un po’ più lungo: almeno fino all’Ikea dell’Osmannoro. Il Sudamerica, invece, è sbarcato da tempo nel centro storico

Per i palati più “timorosi” il tour si ferma in Europa, tra polpette svedesi, crauti e insalata greca cittadino: i peperoncini più piccanti del Messico si trovano accanto al Teatro Verdi, mentre la famosa carne argentina si mangia nell’ormai multietnica via Ghibellina. New entry nella classifica degli stranieri più gustati, la rosticceria peruviana in Borgo Ognissanti. Riso, banane e patate fanno da base quasi a ogni piatto, letto per carne, pesce o verdure, purché in gran quantità. Già, perché se c’è una cosa che i ristoratori stranieri, da qualsiasi angolo del mondo vengano, hanno capito dei fiorentini, è che amano le porzioni abbandonanti. E preferibilmente un conto poco salato.

LA StoRIA Alle Piagge il primo ristorante multietnico d’Italia

Cinque continenti in un piatto

P

aladar, tradotto: sapori, gusti. O anche, nell’accezione cubana del termine, case-ristoranti dove si preparano piatti molto caserecci. Tradotto nella versione delle Piagge, invece, è il nome dell’unico ristorante multietnico di Firenze e d’Italia. Dalla Tailandia all’Etiopia, da Cuba al Senegal fino alla Spagna, qui si può davvero saltare da un continente all’altro in punta di forchetta. Magari scegliendo il piatto intitolato non a caso “Giro del mondo”, vero e proprio tour gastronomico dei cinque continenti. Il bello è che non riuscirete mai, ma proprio mai, a esaurire il menu: la carta, infatti, viene rinnovata ogni due settimane, in modo da accogliere specialità sempre diverse. “Tutto è nato nel 1998 – racconta una delle quattro socie – da un gruppo di donne arrivate qui da altri paesi. Eravamo tutte ansiose di lavorare, ma aspettavamo che ci arrivasse qualche aiuto dai servizi sociali”. Finché un giorno, stanche di aspettare, si sono messe in società e hanno deciso di far fruttare l’arte culinaria. “Insieme a una ristoratrice italiana – continua il racconto – abbiamo organizzato un corso di cucina per insegnarci a vi-

cenda a preparare le ricette tipiche dei nostri paesi di provenienza. Poi abbiamo formato un’associazione e aperto il ristorante”. L’unica socia italiana è Benedetta Vitali, poi ci sono Maria Estela Solano, Mercedes Frias (sì, proprio l’ex parlamentare di Rifondazione) e la sorella Juana Francisca Frias, tutte di origini dominicane. Lo stesso staff ha poi messo su un servizio di catering multietnico che serve tutta la Toscana. Inoltre le cuoche, tutte donne, organizzano anche corsi di cucina multietnica, rivolti a coloro che vogliono provare a cimentarsi in prima persona con /F.P. polpette e cous cous.


tempi moderni

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SAPORI E DINtORNI/2. Si moltiplicano le attività specializzate nella cucina made in Usa

Tu vò mangià americano? Ora si può A spasso per Firenze, dove capita sempre più spesso di imbattersi in locali che offrono bagels, cheesecake e maxi tazze di caffè Ludovica V. Zarrilli

C

hi l’ha detto che nella città del giglio si mangia solo ribollita, lampredotto e rosticciana innaffiata con del buon Chianti? E chi l’ha detto che se si va alla ricerca di cibi esotici si vuole solo thai, giapponese, cinese o indiano? Da qualche tempo a questa parte anche la cucina made in Usa fa la parte del leone, e vede spuntare qua e là diversi locali dove è possibile mangiare cibi ben fatti alla maniera dei cugini d’oltreoceano. E chi pensa che siano fatti su misura per i tanti statunitensi che si affacciano dalle nostre parti si sbaglia di grosso, perché a frequentarli sono molti fiorentini, attratti dal food... fast ma non troppo. Un esempio su tutti è quello di Sugar and Spice (via dei Servi 43 e borgo La Croce 15r), pasticceria americana messa in piedi già da diversi anni da una signora originaria di New York, che oltre a preparare dei cheesecake divini e dei bagels altrettanto saporiti per la pausa pranzo conserva intatto il suo slang arrivato dritto dritto dalla Grande Mela, che la fa sembrare agli occhi degli avventori ancora più simpatica. Altro posto imperdibile per gli amanti del genere è Mama’s backery (via della Chiesa

24r), nato dalla fantasia di Matt Reinecke, ex broker che, insieme a sua moglie Cristina (lei fiorentina doc), un bel giorno ha deciso di mollare Milano, la Borsa e gli affari per dedicarsi a quello che più di ogni altra cosa ama fare, il pane. “Avevo cominciato a preparare bagels in casa per la famiglia – spiega Matt – poi ho deciso che era arrivato il momento di lasciare spazio in Borsa alle nuove generazioni, e così sono tornato a Firenze, città d’origine di mia moglie, e insieme abbiamo aperto questo negozio”. Un piccolo angolo di paradiso, Mama’s backery, con tanto di giardino per passare un’oretta all’aria aperta nelle belle giornate e con tavolini che invitano a nozze gli studenti, che non aspettano altro che andare ad aprire i loro libri in compagnia di un amico, un caffè – rigorosamente lungo – e uno stuzzichino fatto bene. Altro posto da segnare in agenda è Lungarno 23 (al civico 23 di lungarno Torrigiani), locale fiorentino al 100% ma specializzato nella preparazione di hamburger fatti solo con carne chianina. Il classico panino mordi e fuggi viene servito con ingredienti ricercati come formaggi particolari, salse made in Tuscany e accompa-

gnato rigorosamente da un ottimo vino rosso. Un hamburger rivisitato e arricchito con pane tostato, pomodorini freschi e una spolverata di pepe nero lo si trova al Nacchero (piazza Gavinana 4r), ma è meglio chiedere prima di andare a colpo sicuro,

perché non tutti i giorni viene inserito nel menù. Se poi si vuole andare sul sicuro, in borgo San Jacopo (al 21r) c’è Ringo, american bar storico dove le porzioni sono abbondanti e i prezzi... direttamente proporzionali.

FUoRI PoRtA A Panzano il fast food è accompagnato da vino rosso toscano. E si trasforma in una “ricetta” della tradizione

Nel cuore del Chianti, dove spopola l’hamburger low cost del Cecchini

B

asta mescolare della buona carne, un po’ di contorni fatti bene, una spruzzata di vino e l’ottima fama del padrone di casa, che non guasta mai. È questo il segreto di Dario +, fast food in salsa toscana di proprietà di uno dei re della ciccia di casa nostra, Dario Cecchini, di stanza a Panzano in Chianti, frazione di Greve, famoso in tutta la penisola perché avvezzo a declamare versi della Divina Commedia mentre prepara divini piatti a base di chianina. Ed è proprio lì che il macellaio, che si vanta di fare questo mestiere da oltre trent’anni e di essere ancora alla ricerca

del taglio e del gusto perfetto, accoglie gli avventori nel suo ristorante suddiviso in settori diversi, uno dei quali – che si chiama proprio Dario + - dedicato all’hamburger. Ma perché mai bisogna arrivare fino a Panzano per mangiare un hamburger quando ce ne sono di tante qualità sulla piazza fiorentina? Il motivo è semplice. Innanzitutto perché con la primavera che avanza è piacevole fare una gita fuori porta attraversando le colline che accompagnano fino al versante più a sud del Chianti, e poi perché il buon Cecchini, per la modica somma di 10 euro, porta sulla tavola un medaglione

di carne, pane in abbondanza, patate al forno, un secondo contorno di carne e poi salse in quantità e acqua a fiumi. Volendo, se si preferisce, ci si può portare anche il vino da casa, in alternativa Dario offre nettari del posto a prezzi altrettanto popolari. Insomma, la mangiata vale il prezzo del biglietto, e con la stessa cifra che si spenderebbe se si andasse a pranzare (perché Dario + è aperto solo a pranzo, dal lunedì al sabato e non accetta prenotazioni) in una delle popolari catene di fast food disseminate nei cinque conti/L.V.Z. nenti. Assaggiare per credere!

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zoom

Aprile 2011

RICERCA/1. Tantissimi i progetti dell’Università di Firenze che decollano dal Polo di Sesto

Quelle invenzioni che parlano toscano I brevetti sono i più disparati. E utili: dai dispositivi per diagnosticare malattie anche fuori dagli ospedali a un sistema che riesce a scovare persino le mine Antonio Passanese

D

al Polo scientifico di Sesto nascono idee e progetti che potrebbero aiutare l’economia a risalire la china o i medici nella cura di gravi patologie. Perché l’università non è solo studio e teoria, ma anche pratica. E i ricercatori fiorentini mettono in campo venti progetti accademici che aspirano a diventare una vera e propria azienda, e che in gergo tecnico si chiamano “Spin off”. Brevetti che l’Unifi potrebbe vendere al mondo dell’imprenditoria per autofinanziarsi la ricerca. I gruppi di lavoro, nei loro studi, hanno spaziato dai servizi multi-media e multi-canale ai sistemi matematici e informatici, dalle tecnologie per la marcatura di immagini 3D all’uso dell’informatica in strutture universitarie e non. Fra le idee-impresa anche l’uso delle nanotecnologie per nuovi prodotti farmaceutici utilizzabili per la diagnostica e la terapia di tumori e altre patologie, la medicina per il controllo, la diagnosi di possibili malattie durante il sonno e lo sviluppo di una nuova classe di piccoli radar. Nell’ambito delle applicazioni biomediche, per esempio, il gruppo di lavoro del professor Leonardo Masotti ha creato un dispositivo portatile, minimamente invasivo, per la diagnosi preventiva di patologie respiratorie anche lontani da ospedali. L’applicazione, già testata clinicamente, aiuterebbe a ridurre in maniera sensibile i costi di ricovero e degenza a carico del Sistema sanitario nazionale. Il dipartimento di Elettronica e comunicazioni, invece, ha prodotto un sistema robotico in grado di identificare la posizione di oggetti invisibili all’occhio umano. I settori nel quale potrebbe essere utilizzato questo progetto sono molti, tra tutti quello umanitario per lo sminamento delle aree dove vi è la presenza di bombe antiuomo. Annarosa Arcangeli e Annalisa Crociani, del dipartimento di Patologia e Oncologia Sperimentali, infine, hanno messo a punto un sistema basato su nanoparticelle e anticorpi monoclonali da utilizzare nella diagnostica e nella terapia del cancro. La ridotta dimensione delle particelle permette infatti una facile penetrabilità all’inter-

no dei tessuti, mentre le loro capacità magnetiche consentono il monitoraggio all’interno dell’organismo con le comuni tecniche diagnostiche. “La Regione Toscana – chiarisce il prorettore Marco Bellandi - cofinanzierà, nei prossimi tre anni, le spese di promozione, supporto e sviluppo del ‘business plan’, appunto, dei progetti di nuova impresa. Poi, un accordo con Confindustria Firenze permetterà di associare dei ‘business angels’ alla costituzione in impresa, cioè investitori informali che apportano forti competenze manageriali e di mercato e una parte del capitale di rischio”.

RICERCA/2. Il dipartimento di Chimica ha collaborato a un’importante scoperta

E dal ghiaccio dell’Antartide grandi novità L

a fine dell’ultima glaciazione, 18mila anni fa, è dipesa da un’evoluzione climatica che ha agito come un’altalena, trasferendo le variazioni di temperatura tra l’Antartide e l’Artide. La conferma dei meccanismi che regolano le variazioni del clima terrestre proviene dal ghiaccio estratto in Antartide da un team internazionale di cui fanno parte ricercatori del dipartimento di Chimica “Ugo Schiff” dell’Università di Firenze. Una scoperta importante, pubblicata sull’ultimo numero della rivista Nature Geoscience, che ha permesso di ricostruire la storia dell’emisfero meridionale degli ultimi 250mila anni grazie all’estrazione di una “carota” di ghiaccio di 1.650 metri nella zona di Talos Dome, in Antartide. I ricercatori del Polo scientifico di Sesto lavorano a questo progetto dagli anni ’80, con missioni che hanno riguardato l’estremo sud e l’estremo nord del pianeta. Uno studio che rientra nel progetto europeo denominato Taldice, a cui partecipano anche Francia, Germania,

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Regno Unito e Svizzera. “Sincronizzando la serie climatica ottenuta dal ghiaccio di Talos Dome abbiamo potuto dare conferma dell’esistenza di un meccanismo di trasferimento di energia e calore inter-emisferico denominato altalena bipolare - spiega Roberto Udisti, professore associato di Chimica analitica dell’Università di Firenze - in pratica, tra i due emisferi vi è uno scambio costante di materia ed energia attraverso la circolazione oceanica profonda, le cui variazioni hanno causato periodi di riscaldamento e di raffreddamento. In particolare – aggiunge il docente – le fasi di riscaldamento su scala millenaria che si sono verificate nell’emisfero Nord hanno causato una contemporanea diminuzione delle temperature nell’emisfero Sud e viceversa. Una corretta interpretazione dei tempi e dei modi con i quali tali processi sono avvenuti può farci capire in quale dei due emisferi abbiano avuto origine i periodi di glaciazione e quelli di de/A.P. glaciazione”.

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A tu PER tu. Quattro chiacchiere con Niccolò Fabi, che si esibisce al Teatro Puccini il 19 aprile

Lui, il pubblico e un mare di emozioni tutto pronto per l’arrivo del cantautore romano di origine senese, che annuncia

LA StORIA

uno spettacolo intimo e diretto, quasi una conversazione con gli spettatori

Un libro ricorda “quel prete sempre di corsa”

in sala. Una tournée che lo vede per la prima volta da solo sul palcoscenico: “Questa serie di concerti per me è l’occasione di una crescita personale enorme” Ludovica V. Zarrilli

È

un po’ una sfida quella di Niccolò Fabi, che porta nella città del giglio il suo primo vero one man show. Da solo sul palcoscenico, in un concerto che lo vede come unico autore, interprete, regista, coreografo. Il musicista diventa la sintesa estrema del menestrello che si prepara a raccontare la sua storia, personale, intima, fatta di note, parole e melodia. L’appuntamento è fissato per il 19 aprile al Teatro Puccini, dove il cantautore romano - di origine senese - aveva già suonato in passato e dove farà tappa il suo “Solo un uomo tour” partito all’inizio del mese dalla provincia di Forlì-Cesena. “Mi era già capitato di fare altri concerti in teatro - spiega Niccolò Fabi a Il Reporter -, ma l’intimità di questa tournée è data dal fatto che sul palco ci sono solo io, cosa che fai in modo che si crei un rapporto più esclusivo tra chi suona e chi ascolta”. “Se essere artista - continua - è anche e soprattutto inseguire nuove idee, non accontentarsi, porsi nuovi ostacoli e superarli, allora un concerto in cui si è soli sul palcoscencio diventa una tappa fondamentale , quasi obbligata per ogni percorso di crescita artistica. Come nel monologo per un attore, è il momento in cui ci si assume la responsabilità personale più grande e rischiosa, quella di offrirsi nudi, senza protezione davanti al pubblico”. E’ un Niccolò Fabi maturo e consapevole quello che si appresta a suonare sul palcoscenico del Puccini, raccontando una sorta di storia, una storia che parla della sua musica, delle parole che ha sempre voluto infilarci dentro e poi anche dei dolori, quelli recenti, legati alla perdita della sua bambina di appena due anni, scomparsa nel 2010 per una meningite fulminante. “L’ambizione di questo tour - continua - non avendo un disco nuovo da proporre, è quella di rivivere cose già scritte, canzoni speciali unite da un filo narrativo altrettanto speciale. Per me è l’occasione di una crescita professionale enorme”. Continua ad avere un rapporto costante e continuativo con la Toscana, terra d’orgine di sua madre, e con Firenze dove torna quasi

niccolÒ fabi

tutti i mesi per portare avanti il progetto “Filigrane” - percorso di partecipazione giovanile sui temi della tolleranza e dell’accoglienza - in collaborazione con la Regione Toscana. E poi c’è “Parole di Lulù”, cofanetto con un dvd contenente il video del concerto di Mezzano Romano dello scorso 30 agosto, che Fabi organizzò coinvolgendo i volti più noti della canzone italiana per raccogliere fondi da destinare alla costruzione di un ospedale in Angola.

“Abbiamo raggiunto - spiega il cantautore - il tetto di vendite che garantisce all’associazione Medici con l’Africa di andare avanti col progetto e di questo sono soddisfatto”. Soddisfatto del presente ma riservato riguardo ai progetti futuri. “Non ho mai vissuto questo modo di fare musica come un obbligo e non intendo farlo ora - spiega -. Ho sempre scritto quello che mi succedeva, trasponendo in musica il mio percorso emotivo”.

IL PERSONAGGIO. Dagli esordi in parrocchia al tour insieme a Patty Pravo

Un tavarnellino sul palco dell’Ariston S

lapo consoRtini

insieMe a

pattY pRaVo

anremo è sempre Sanremo. Ma quest’anno, per Lapo Consortini, 33 anni, tavarnellino doc, lo è stato ancora di più. Lui infatti la manifestazione canora più famosa d’Italia l’ha vissuta da protagonista, calcando le tavole del Teatro Ariston come musicista di Patty Pravo. Come sei approdato dalla parrocchia di Santa Lucia al Borghetto, dove suonavi la chitarra per accompagnare il coro, al Festival di Sanremo? In realtà il mio percorso musicale risale ormai a dieci anni fa, quando ho cominciato a collaborare con uno studio di San Gimignano. Nel novembre scorso, sono stato contattato per lavorare all’album di Patty Pravo, per il quale ho eseguito anche gli arrangiamenti insieme al produttore artistico. E’ stato in quel frangente che lei mi ha chiesto di es-

sere il suo chitarrista e, nel frattempo, ha ricevuto anche l’invito da Morandi per partecipare a Sanremo; invito che ha accolto ponendo però, come condizione, il fatto di avere i suoi musicisti sul palco. Così è nato il “mio” Sanremo. Adesso il sogno prosegue con il tour italiano di Patty Pravo... Ad aprile, abbiamo in ponte ben 11 tappe, di cui le più vicine sono quelle di Bologna e Roma. Cosa ti ha lasciato il Festival? Un’esperienza grandiosa ma vivendolo in prima persona si ridimensiona tutto ciò che da casa sembra quasi una realtà parallela. Tu sei una piccola parte di un grande ingranaggio con il quale ti trovi a rapportarti. Insomma, se ce l’ho fatta io ce la pos/I.B. sono fare in tanti.

Q

ualcuno, il suo sorriso, l’ha definito “devastante”. E in effetti lo sguardo sereno di Don Renzo Forconi, per oltre trent’anni presidente dell’Opera Diocesana di Assistenza, era capace di muovere gli animi con una grande carica positiva. A due anni dalla sua scomparsa, l’Opera (oggi diventata fondazione) gli ha dedicato una pubblicazione dal titolo “Quel prete sempre di corsa. La vita di Don Renzo Forconi e la sua missione nell’Oda”, presentata dall’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori a margine di un’affollatissima messa di commemorazione. Centoventi pagine di parole e foto che ripercorrono il cammino di un pastore molto amato, che a lungo è stato un padre per i ragazzi disabili assistiti dall’Oda, ma anche una guida spirituale per i ferrovieri fiorentini e per i fedeli della chiesa di Santa Maria a Quarto di cui era parroco. Nel libro, una serie di testimonianze raccolte dalla viva voce di chi lo ha conosciuto fotografa tutti questi aspetti dell’operato del Forconi. Parlano, per primi, i direttori dei due centri gestiti dall’Oda (uno a Castello e uno a Diacceto). Sono loro, la dottoressa Giovanna Sorrentino per Villa San Luigi e il dottor Marco Campigli per il centro di Diacceto, a tratteggiare con parole eloquenti il grande amore con cui Don Renzo gestiva le due strutture, e, soprattutto, la forza con cui ha saputo instradare i ragazzi assistiti dall’Opera lungo il difficile cammino verso l’autonomia. Ma parlano anche i suoi fedeli, che ricordano con un sorriso quella sua eterna spola tra un impegno e l’altro, la stessa che gli valse il soprannome di “parroco volante”. E porta la sua testimonianza Silvia Mosconi, “braccio destro” di Don Renzo dal 1977, accorta sovrintendente alla burocrazia quotidiana fino all’ultimo. Ma nel libro si intrecciano le voci di tante altre persone: da quella di Silvano Silvia, fotografo di “fiducia” di Don Renzo, della sua parrocchia e dei ragazzi dell’Oda, a quella di Renzo Manni, ferroviere a cui il Forconi ebbe a dire “Io mi sento il tuo quarto fratello, se me lo permetti”. Chiude il libro un capitolo dedicato agli esordi di Don Renzo, che alla fine degli anni ‘50, da priore della parrocchia di Santa Maria all’Ostale, nel Mugello, si occupò dell’assistenza spirituale degli operai al lavoro per costruire l’autostrada del Sole. Chi fosse interessato ad una copia della pubblicazione può chiamare l’amministrazione della Fondazione allo /B.S. 055-2286433.

la copeRtina del libRo


cultura

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L’EVENtO/1. Alla scoperta del festival che, dal 6 al 10 maggio, trasformerà la città nella capitale dell’Unione

Cinque giorni (e una notte) blu Europa Barbara Biondi

B

andiere di colore blu intenso tingeranno per cinque giorni il cielo di Firenze per dare il benvenuto alla prima edizione del Festival che dal 6 al 10 maggio trasformerà la città del giglio nella capitale d’Europa. Educazione, cultura, didattica ed economia, di questo ed altro si parlerà nelle intense giornate organizzate dall’Istituto Universitario Europeo che vedranno partecipare luminari arrivati da mezzo mondo e metteranno a disposizione del pubblico un cartellone con proposte culturali di ogni genere, che invaderanno pacificamente il centro storico culminando tra il 7 e l’8 maggio nella notte blu, variante della notte bianca in salsa europea. Tra gli altri appuntamenti da tener presenti, c’è il Premio Galileo 2000 in programma la sera del 9 maggio presso il Teatro della Pergola e lo spettacolo “Voci e suoni d’Europa”, previsto nella notte del 6 maggio sotto la Loggia dei Lanzi per celebrare le identità culturali del nostro continente. Protagonista del festival anche il Maggio Musicale Fiorentino con la rappresentazione dell’Aida come “concerto per l’Europa” nella sera del 7 maggio, al Teatro Comunale e ancora incontri, dibattiti, grandi eventi, come il festival Fabbrica Europa, che proprio in quei giorni aprirà i battenti. Ci sarà spazio anche per una rassegna di cinema eu-

ropeo in programma all’Odeon e poi mostre di ogni genere, come quella che vede protagonisti gli studenti del corso di progettazione fotografica dell’associazione Deaphoto, che esporranno i loro lavori il 7 e l’8 nella chiesa sconsacrata di San Carlo dei Barnabiti, in via Sant’Agostino. Ma non è finita, un concerto nel Salone dei ‘500, organizzato in collaborazione con il consolato d’Ungheria collegherà il Festival alle

Incontri, dibattiti, mostre e molto altro ancora

celebrazioni per il bicentenario della nascita di Liszt. Questa è una delle iniziative di grande respiro culturale proposte dai paesi dell’Unione Europea e dei paesi candidati, tra cui Turchia e Croazia, invitati a partecipare al percorso espositivo della Piazza Europa dedicata all’innovazione, alla creatività e al futuro dell’Unione Europea con il coinvolgimento dell’assessorato di Palazzo Vecchio all’Università, ricerca e politiche giovanili. Tra gli eventi anche un festival

uno degli scatti deaphoto in MostRa a

san caRlo

di storia dal titolo significativo: “contempo”, che, in una serie di incontri con studiosi europei e colleghi extra-europei, vedrà il confronto tra eventi storici particolarmente emblematici nella storia di quattro paesi europei e fatti avvenuti si-

dei

baRnabiti (ph. stefano eRManni)

multaneamente in altrettanti paesi extra-europei. Infine sarà affrontato il tema dell’Europa vista dagli studenti americani a Firenze, attraverso un questionario i cui risultati saranno presentati nei giorni del Festival.

L’EVENtO/2. Il 30 aprile torna l’appuntamento con musica, teatro & co. Fino all’alba

E la “Notte bianca” concede il bis E

siccome le buone abitudini non si cambiano, insieme alla notte blu, Firenze si prepara ad accogliere anche il bis della frequentatissima Notte bianca, crogiuolo di eventi che quest’anno promette uno sguardo un po’ più attento alla contemporaneità. Dopo il grande successo dello scorso anno, che per tutta la notte animò la città con spettacoli, performance, installazioni, concerti e mostre richiamando oltre 150mila persone, anche quest’anno il Comune scommette su questa iniziativa. La data scelta è la stessa del 2010, il 30 aprile. Le uniche differen-

ze sono la scelta di affidare la direzione artistica a Valentina Gensini e l’idea di puntare tutto sul contemporaneo. Obiettivo: rinnovare lo sguardo su Firenze, sostituendo all’immagine ormai usurata di una cartolina rinascimentale per turisti quella di vibrante città del presente da vivere collettivamente in una notte visionaria. Tra gli eventi principali, un’orchestra multietnica in forma di street band partirà da piazza del Cestello portando sui lungarni musica aperta a contaminazioni; il piazzale degli Uffizi ospiterà una maratona jazz di giovani talenti italiani e

stranieri; e una speciale sessione cittadina sarà dedicata alla musica sperimentale elettronica con un dj set internazionale. “Come l’anno scorso - ha commentato l’assessore alla cultura Giuliano da Empoli - la forza e la specificità della Notte bianca fiorentina sarà la partecipazione di tutti, associazioni e singoli artisti, che hanno presentato le loro proposte per diventare protagonisti della manifestazione. La Notte bianca, infatti, è anche un’occasione per mettere sotto i riflettori una creatività emergente in città che è ancora /B.B. troppo spesso misconosciuta”.

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LA CLASSIFICA. Nella top 20 dei più ricchi d’Italia stilata da Forbes ecco spuntare Diego e Andrea

La famiglia Della Valle tra i “Paperoni” La notizia trapela tra i fiorentini che ironizzano con striscioni dopo il risanamento del Colosseo finanziato dai fratelli: “Bravo Diego, ma adesso chi restaura la squadra?” e “Scarpe, Colosseo, Ballarò: 5 minuti per la Fiorentina, no?”

diego della Valle

Cristina Guerri

L

a notizia è arrivata ai fiorentini attraverso MF, il noto quotidiano italiano che si occupa di economia e finanza: i fratelli Della Valle sono entrati nella classica dei miliardari di Forbes. Nello specifico, con una fortuna personale valutata intorno agli 1,3 miliardi di dollari, Diego Della Valle (presidente e a.d. di Tod’s) si posiziona al 13esimo posto dei miliardari italiani, mentre il fratello Andrea (vicepresidente e a.d. della società) una posizione sotto, con 1,2 miliardi. Una crescita esponenziale quella del gruppo Tod’s, con le azioni che ,dallo scorso gennaio, hanno avuto un aumento del 65%. A ottobre, invece, l’ex patron della Fiorentina aveva “battuto” l’uomo più ricco del mondo diventando il maggiore azionista dei grandi magazzini Saks, il tempio del lusso sulla

Quinta strada di New York, grande distributore sull’intero mercato americano del made in Italy. Tutto sembra procedere a gonfie vele, dunque, per la famiglia proprietaria della Fiorentina. Anche se le ultime notizie provenienti dal mondo della finanza hanno fatto storcere il naso a qualche tifoso viola, convinto che - con tutto quel patrimonio - qualcosa in più per la causa gigliata doveva essere fatto. Dare continuità al progetto Fiorentina, insomma. A tal proposito, aveva risposto alle critiche l’amministratore delegato viola Sandro Mencucci: “Ricordo che nel 2002 la Fiorentina era fallita, è ripartita dalla C2 grazie a loro, gli unici imprenditori che abbiano bussato alle porte di Firenze. E in questi anni hanno investito circa 200 milioni di euro per la causa viola”. La polemica si era ulteriormente rafforzata con la decisione, da parte di Diego Della Valle, di sborsare 25 milioni di euro per il restauro del Colosseo. Ironiche e immancabili le risposte dei tifosi attraverso gli striscio-

ni (“Bravo Diego, ma adesso chi restaura la Fiorentina?” e “Scarpe, Colosseo, Ballarò... 5 Minuti per la Fiorentina, no?”, tanto per fare due esempi). Pronta la risposta dell’ex patron viola: “Il restauro del Colosseo è un dovere morale. Le reazioni a Firenze? Andrea (suo fratello, ndr) là ha fatto 10 Colossei”. E la volontà di aiutare il Paese nel recupero dei beni storici non si ferma al Colosseo. Perché nei piani dei Della Valle c’è anche il restauro dell’area archeologica di Pompei. “Il mio impegno - aveva detto il maggiore dei due fratelli - è convincere magari un gruppo di imprenditori campani a mettersi insieme e a prendersi cura di tutto il sito di Pompei, che ha bisogno di interventi urgenti”. Importante, poi, sottolineare la manifestazione di vicinanza e solidarietà che il gruppo Tod’s ha dimostrato nei confronti della popolazione giapponese colpita recentemente dal terremoto e dallo tsunami, destinando a quella causa una somma di oltre 100 milioni di yen (circa 900mila euro).


sport

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LA PAROLA AI tIFOSI. I supporter gigliati guardano al futuro. Tra speranze e polemiche

Sognando l’Europa. E qualche rinforzo Cristina Guerri

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sogni son desideri. Anche per i tifosi della Fiorentina, che sperano da qui alla fine del campionato che la classifica regali loro la qualificazione all’Europa League. Questo, in soldoni, l’esito del nostro

vox populi tra la tifoseria viola. Ma c’è dell’altro nel cassetto dei desideri. Marco, da quasi 24 anni abbonato in tribuna laterale, vuole a tutti costi un presidente. E non uno qualsiasi: “Visto che Andrea, proprietario della Fiorentina assieme a suo fratello, non vuole tornare alla presidenza della società, sarebbe giusto che noi tifosi po-

Qualcuno invoca il grande Giancarlo Antognoni come presidente, mentre mihajlovic resta saldo in panchina

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tessimo esprimere la nostra opinione a riguardo. Io, e non penso di essere il solo, voglio Antognoni presidente. E alla fine questo Sinisa non è niente male, finalmente è riuscito a trasmettere alla squadra la sua personalità”. A proposito di Mihajlovic, parla Francesca, 20 anni, giovane tifosa viola della curva Fiesole: “Alla fine dobbiamo dare atto a Sinisa che le assenze lo hanno penalizzato. Mi sembrava strano si giocasse così male, addirittura peggio delle squadre che lottano per la salvezza. Ultimamente ho visto ottime prestazioni, un bel gruppo. Per la prossima stagione dobbiamo, insieme a Sinisa naturalmente, cercare di rinforzarci in tutti i reparti. Bisogna spendere, ma bene”. “Io - la interrompe il signor Giuseppe (che allo stadio non ci mette più piede da 16 anni) - voglio vedere lo scudetto sulla maglia della Fiorentina prima che il mio tempo sia finito!”. Come dargli torto. Anche se alla fine è stato l’unico degli interpellati ad aver espresso un desiderio di tale portata. Nick, infatti, vuole rivivere le emozioni vissute all’Anfield contro il Liverpool. “Una serata come quella mi farebbe dimenticare tutte le situazioni negative che gravitano attorno alla Fiorentina. E mi riferisco alla Cittadella, ai grandi giocatori che se ne vogliono andare, etc etc...”. Quello dei big pronti, a fine stagione, a far le valige è un argomento caldo. “Perché la società - spiega Giorgio, accompagnato dai figli Nicola e Manuel - deve aprire gli occhi. Santana ha dimostrato per tutta la stagione il

suo valore, non capisco perché nessuno gli proponga un rinnovo adeguato. Abbiamo tanti giocatori scarsi in rosa, perché se ne devono andare via quelli buoni?”. Capitolo Montolivo, parla Jessica, di professione postina: “Se Riccardo si fosse sentito legato alla

città e alla maglia avrebbe già rinnovato. Non è possibile che il capitano di una squadra tentenni sul proprio futuro. Allora non doveva prendersi questa responsabilità. Dovrebbe essere un onore portare quella fascia al braccio, io la consegnerei a Frey”.

AmARCoRD Appuntamento con la storia: prima puntata

Fiorentina-Inter 4-3

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arte l’appuntamento de Il Reporter con la storia viola. E non potevamo non farlo rendendo omaggio a chi, per la maglia della Fiorentina, ha dato semplicemente il cuore. E che ancora oggi dimostra di essere legato alla sua gente, al suo passato. Stiamo parlando di Stefano Borgonovo. Sono passati poco più di 22 anni, ma il ricordo di Fiorentina-Inter 4-3 è ancora vivo nella mente di tutti. Era il 12 febbraio 1989, e in un Franchi tutto esaurito con i suoi 40mila spettatori la Fiorentina affrontava l’invincibile Inter del Trap. Sulla panchina viola sedeva invece Eriksson. Chi era presente allo stadio si ricorda di una partita altalenante: i nerazzurri campioni d’inverno erano passati in vantaggio con Matthaeus (su rigore), salvo poi essersi fatti recuperare e sorpassare grazie alle reti di Baggio e Cucchi.

La doppietta di Serena, poi, riportava l’Inter sulla via del successo. Fino a quando Borgonovo non ha deciso di salire in cattedra, riagguantando prima il pari e, a cinque minuti dalla fine, mettendo il sigillo sulla vittoria. E come dimenticare quella rete: Borgogol intuisce il retropassaggio di Bergomi e anticipa Zenga, appoggiando facilmente la sfera in rete, sotto una Fiesole in delirio. Era la prima volta che quell’Inter, che poi sarebbe diventata campione d’Italia, perdeva in campionato. E questo è soltanto il primo assaggio di quello che la Fiorentina ha regalato ai suoi tifosi nel corso della sua storia. Imprese da (ri)scoprire seguendo mese dopo mese questa rubrica, nata per non dimenticare le partite, gli episodi e i campioni che hanno scritto pagine e pagine del calcio di casa /C.G. nostra.


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sport nel Valdarno

Aprile 2011

pallavolo. La squadra combatterà fino all’ultima giornata per un posto in “Paradiso”

Valdarno Volley, obiettivo “crederci” Lorenzo Mossani

La compagine neroceleste è sempre più protagonista. L’alta classifica

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non spaventa più, c’è solo da giocarsi tutto partita dopo partita, punto dopo punto: ma, comunque andrà, “sarà un successo” gettato via? No. Nell’arco della stagione dei momenti difficili possono capitare. L’importante è superarli con la forza del gruppo. Cosa si prova a stare con le tue compagne? Grande soddisfazione. E’ bello lavorare assieme ad un gruppo così. Sono per me amiche e compagne. Stiamo facendo un bel viaggio insieme. Tornando alla società è cambiato qualcosa rispetto alla passata stagione? C’è più esperienza nella categoria, quello sicuramente. L’anno scorso alla fine del girone d’andata ci davano per spacciate, poi è arrivata la miracolosa salvezza. Forse miracolosa non lo era. Ci abbiamo sempre creduto, ma dei recuperi così li fai, soprattutto, se hai alle spalle una società solida. Troppo presto per chiederti quale sarà il tuo futuro? Sì lo è! Io voglio giocare punto dopo punto, pensare partita dopo partita, ci sarà tempo per preparare la prossima stagione, ora viviamo questa con il massimo impegno: niente è impossibile. Secondo te il Valdarno Volley è pronto per il salto in Seria A? Il campo è l’unico giudice, la società ha tutte le carte in regola per provarci. Trovi responsabilità ad essere il capitano? È solamente un onore!

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oglia di stupire, voglia di crederci fino all’ultima partita. Ancora Valdarno Volley. La terza posizione conquistata, lasciata, ma la speranza è quella di esserci alla fine. Risultato storico per una società che aveva come primo obiettivo una salvezza tranquilla dopo quella difficile anche se bellissima della scorsa stagione. Obiettivo centrato con dieci turni d’anticipo. Peccato per quella fase centrale di campionato dove ci sono stati un po’ di punti persi per strada, ma con un gruppo nuovo e in un girone difficile come questo, qualche battuta d’arresto era prevedibile. Non era prevedibile la forza di reazione che ha avuto questo incredibile gruppo. Nemmeno gli infortuni hanno fatto alzare bandiera bianca alle nero-celesti. Se la pallavolo non sta attraversando un momento ‘splendido’, possiamo dire che il Valdarno Volley è una mosca bianca. Semplicemente, forse, ha capito prima di altri la parola progetto. Costruire un forte settore giovanile, una forte società, un forte staff e un gruppo unito. Per poi crescere passo dopo passo. Assoluta protagonista di questa crescita è stata Valeria Carlozzi, ex Monterotondo, capitano della squadra: stella della passata stagione e di quella in corso. Valeria come giudichi questa stagione? La salvezza è stata conquistata con tante giornate d’anticipo, ora sappiamo che possiamo lottare per un posto ‘nobile’ della classifica e lo faremo fino all’ultimo incontro della stagione. Hai un po’ di rimpianti per qualche punto

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sport nel Valdarno

Aprile 2011

universo bici. La Ciclistica Figlinese vuol stupire ancora dopo 40 anni di storia

Sono pronte le ruote gialloblu Andrea Tani

gruppo più nutrito, quello dei Giovanissimi, con 21 atleti tenuti a bada dall’instancabile Gino Gabrielli e dal suo collaboratore Alessio Benedetti. Fitto anche il calendario degli eventi organizzati in prima persona dalla Ciclistica, che si inaugura il 23 aprile con la gara per Giovanissimi al Matassino e conta appuntamenti ormai storici come la 23° Coppa circolo Arci amicizia del 5 giugno, il Memoral Tommaso Corsovo, il 42° Trofeo Luigi Bonatti, il Memorial Franco Ballerini, il 4° Piccolo giro del Valdarno fino al gran finale del 10 settembre con l’11° trofeo Citta’ di Figline Valdarno. “Sarà una bella stagione”, secondo il presidente Bruno Bernacchioni. “Abbiamo le carte in regola per replicare qualche buon piazzamento, specialmente nelle categorie Allievi ed Esordienti. I risultati gratificano sempre e se anche quest’anno arriveranno ne saremo ben felici. Ma per la verità – aggiunge – il nostro obiettivo non è cercare la vittoria a tutti i costi. Quello che ci sta più a cuore è la crescita dei nostri ragazzi, il poter dare loro un’educazione sportiva fondata sul rispetto, sul sacrificio, sulla disciplina, sulla lealtà. Tutti sani principi che, ci auguriamo, li potranno aiutare nella loro vita”.

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e due ruote gialloblù sono pronte a tornare in strada. Per la Ciclistica Figlinese la nuova stagione è ormai alle porte. Una stagione diversa dalle altre: nata nel 1970 per la passione comune di un gruppo di amici, la Ciclistica Figlinese iniziò soltanto l’anno successivo con l’attività agonistica e nel 2011 taglierà dunque il prestigioso traguardo dei 40 anni in sella. Un cammino lungo migliaia di chilometri, tanti ragazzi – più di mille tesserati nei quattro decenni di presenza – e tantissime vittorie in tutte le categorie. Tra le più belle il Campionato regionale Allievi vinto da Alberto Bettini nel 1982 e quello Esordienti conquistato da Filippo Caroti nel 1993, i tre Meeting regionali a squadre Giovanissimi vinti consecutivamente dal 1996 al 1998, quello conseguito nel 2002 e il più recente trionfo di Salvatore Piazza nel Campionato provinciale Esordienti 2008, oltre alla soddisfazione di aver avviato alle due ruote futuri campioni come Franco Chioccioli, vincitore del Giro d’Italia nel 1991. Per restare sull’attualità, lo scorso anno si è chiuso con la doppietta di Marco Brogi negli Allievi, un successo anche per l’Esordiente Vincenzo Albanese e altri importanti piazzamenti con Andrea Olmastroni. Oggi si riparte dalla nuova leva del team gialloblù, 27 baby-ciclisti dai sette ai quindici anni, tra i quali trovano spazio anche due ragazze, Giulia Giannotta e Giada Pancrazzi. Tre gli Allievi, seguiti da Francesco Pestelli, quattro gli Esordienti, sotto la direzione sportiva di Danilo Bartolini e Gianni Uvaccini, poi il

volley. Incredibile risultato delle squadre del Valdarno Group

Qui, dove la pallavolo è protagonista

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el Valdarno la pallavolo imperat. Inatteso, bello, stupefacente risultato del Volley Valdarno Group società nata quattro anni fa che unisce più società che lavorano sia su Firenze che su Arezzo. Buon campionato della Serie C maschile che sta lottando col coltello tra i denti per la salvezza, incredibile quello che sta realizzando Pietro Giacomo Buoncristiani insieme a Chiara Cellai in Prima Divisione. Sedici partite, sedici vittorie. Ancora più sorprendenti i risultati che arrivano dal settore giovanile. Se il buongiorno si vede dal mattino il Valdarno Group puo’ sorridere. Nel girone

fiorentino l’Under 16 allenata da Maurizio Lepri si è laureata campione provinciale battendo in semifinale Etruria e in finale la fortissima Sestese. L’Under 16 delle ‘mele più green’, nel girone d’Arezzo, è arrivata terza in campionato conquistando così l’accesso alla fase regionale. Dopo i primi turni, il Valdarno Group si trova due squadre tra le prime dodici in Toscana. Ed i sogni non sono finiti! Per dovere di cronaca anche la ‘seconda’Under 16 è guidata da Pietro Giacomo Buoncristiani: allenatore criticato ma sicuramente vincente. Il giu/Lor.Mos. dice è sempre il campo...

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Calcio. La Rignanese ora ci crede e tenta un altro “salto”

L’Eccellenza non è impossibile Andrea Tani

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anca poco alla fine e la Rignanese è ancora lassù, tra le grandi dell’Eccellenza Toscana. In pochi ci avrebbero scommesso ad inizio stagione, forse nessuno. La storia del torneo 2010/2011 è di quelle da raccontare. I bianco-verdi venivano da un’ottima annata nel campionato di Promozione, chiuso, da neopromossa, al secondo posto in classifica con 68 punti, uno solo in meno del Lanciotto Campi Bisenzio. Sfuma la promozione diretta ma non i playoff, e dopo aver superato agilmente il primo turno contro il Firenze Ovest la Rignanese incontra il Bibbiena. Sconfitta per 1-0 all’andata non va oltre il pareggio a reti bianche nella gara di ritorno e il campionato finisce comunque tra la soddisfazione di tutto l’ambiente. Il 16 agosto la squadra, confermata in blocco, si ritrova per iniziare la preparazione. Poche ore dopo arriva la notizia che la Rignanese è stata ripescata e potrà quindi giocare al piano di sopra, in Eccellenza. Si accetta la sfida, con l’unico obiettivo di salvarsi. La stagione si apre il 5 settembre a Monte San Savino con una pesante sconfitta per 3-0. Una settimana più tardi, all’esordio davanti al proprio pubblico, i bianco-verdi cadono di nuovo per 1-2. Il primo punto arriva alla terza giornata ma le cose sembrano mettersi male. Poi la svolta: cinque

pillole RALLY Già pronta la nuova edizione del Reggello Motor Show La macchina organizzativa della Reggello Motor Sport non ammette pause e, sull’onda lunga dello straordinario successo ottenuto con l’ultima edizione, già fervono i preparativi per il prossimo Rally di Reggello e del Valdarno Fiorentino. Le date ci sono già: 3 e 4 settembre 2011. Il comitato organizzatore ha tutta l’intenzione di dar vita ad una manifestazione all’altezza delle aspettative e per farlo invita tutti gli appassionati ed i tifosi a dare il proprio contributo partecipando alle riunioni che si tengono tutti i primi lunedì del mese alle 21 presso la sede dell’associazione, in via Pier Paolo Pasolini 22 a Cascia. BASKET REGGELLO – UNDER 19 REGIONALE Firenze e Affrico tra le avversarie È cominciata da pochi giorni l’avventura degli Under 19 del Reggello Basket nella seconda fase del torneo Regionale, al quale accedono dopo aver chiuso il girone preliminare al secondo posto con 13 vittorie in 18 gare, dietro soltanto ad Asciano. I valdarnesi, inseriti nel girone C, dovranno vedersela contro compagini del calibro di Versilia Basket, Affrico Firenze, Scuola Basket Prato, Livorno Basket e Effepi Vaiano. Dopo l’esordio casalingo contro Prato dello scorso 28 marzo, il Reggello dovrà affrontare la doppia trasferta sul parquet di Vaiano (1 aprile) e Affrico Firenze (4 aprile).

vittorie nelle successive sei gare e un cammino in continuo crescendo che non si è ancora arrestato. Dopo due promozioni consecutive chiedere il salto triplo è forse troppo, ma di certo si tratta di “un annata molto positiva”, parola del vicepresidente Fabio Bettucci. “Meglio aspettare la fine dei giochi per tracciare un bilancio definitivo – prosegue – ma ad oggi siamo molto soddisfatti. Chiaro che ora l’obiettivo sia l’assalto ai playoff”. Decisive sono le ultime due gare stagionali. Nessuna certezza fino alla fine, “e anche se dovessimo mancare le eliminatorie

Basket. La società di Figline punta sui giovani

non ne faremo un dramma: abbiamo comunque dimostrato di saper dare continuità al ciclo vincente avviato tre anni fa con l’insediamento di Andrea Bacci alla presidenza”. Se a questo si aggiunge un settore giovanile in continua crescita – gli Juniores sono ancora in corsa per la Coppa Toscana – e da poco arricchito di un nuovo direttore sportivo, il futuro del calcio a Rignano appare luminoso. Ma è il presente che conta, oggi c’è un obiettivo e due sole occasioni per centrarlo. Presto sapremo se la Rignanese è pronta per un altro passo in avanti.

BASKET REGGELLO – SERIE D Retrocessione amara a cinque giornate dalla fine La condanna della matematica è arrivata con cinque gare di anticipo sulla fine del campionato, anche se la notizia era nell’aria da mesi: il Basket Reggello chiude la stagione regolare all’ultimo posto in classifica e termina dunque la sua avventura in Serie D. A niente serviranno le ultime tre partite in programma questo mese. Occhi già puntati dunque sulla campionato di Promozione 2011-2012. VALDARNO VOLLEY UNDER 12 Piccole campioncine crescono Entrati nella fase calda della stagione pallavolistica il termometro sale anche per le baby-atlete del Valdarno Volley. Le Under 12, poco meno di 40 ragazze nate tra il 1999 e il 2011 divise in tre diverse formazioni sono infatti al rush finale. La squadra ‘Bianca’ allenata da Beatrice Beconi sta ben figurando nel proprio girone e in questo mese si gioca una delle posizioni di vertice. Più complessa la situazione della squadra ‘Azzurra’ di Sara Nannelli, la più giovane del terzetto, che ha comunque tutte le carte in regola per chiudere al meglio la stagione. Per finire, la formazione ‘Celeste’ di coach Massimo Casini che continua l’inseguimento al Bagno a Ripoli alla caccia di un posto tra le grandi della pallavolo.

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Per discipline del benessere e bionaturali (DBN) si intendono le pratiche e le tecniche naturali tese a migliorare la qualità di vita, a produrre benefici sul piano dell’ottimizzazione delle risorse personali e sociali ponendo al centro l’unicità e la globalità della persona, il dinamismo dell’organismo e la tradizionale fiducia nei rimedi naturali ... Tali discipline sono volte al raggiungimento, miglioramento, conservazione del benessere globale della persona... Estratto dall’art. 5 L.R. 2/2005, della legge regionale Toscana sulla regolamentazione degli operatori delle DBN

Don Bosco, è tempo di bilanci AREE FORMATIVE

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empo di tirare le somme in casa Don Bosco Figline. Il bilancio della stagione in corso è sicuramente positivo per i quasi 200 atleti del settore maschile, dai piccolissimi del minibasket a quelli delle due squadre senior. La prima squadra ha salutato un torneo di Promozione di metà classifica con il confronto interno contro il fanalino di coda Scandicci. Un’annata difficile, tra numerosi infortuni e un doloroso cambio in corso d’opera sulla panchina, ma che ha rappresentato al di là di tutto un ulteriore passo in avanti per tutto il movimento grazie soprattutto al costante innesto di giovani del vivaio. Proprio dai giovani arrivano le soddisfazioni più grandi, a partire dagli Under 13 in piena lotta per affermarsi come terza forza del proprio girone dietro alle corazzate Laurenziana e Prato. Bene anche gli Under 14 che proprio in questi giorni si giocano il tutto per tutto per l’ac-

cesso alla seconda fase. Partiti con il freno a mano tirato, gli Under 17 sono poi emersi nella seconda parte del torneo regionale fino a chiudere in una buona posizione di metà classifica, ma è dai loro pari età impegnati nel torneo Open che arrivano le notizie migliori: attualmente terzi nel girone A con la capolista distante una manciata di punti e altri due mesi per tentare l’assalto al vertice. A questo si deve aggiungere il continuo contributo che la squadra sta dando agli Under 21 e alla prima squadra. Le sorti della palla a spicchi figlinese passano in buona parte per questo gruppo. Logico allora che la società stia puntando forte su di loro. Le recenti convocazioni di Riccardo Maccariello e Alessandro Paulis nella rappresentativa fiorentina al ‘Trofeo delle province’ sono la ciliegina sulla torta di un settore giovanile vivace e in forte cresci/A.Tani ta. Forza Ragazzi!

• Corso di formazione in Naturopatia 1600 ore in quattro anni 900 ore di insegnamento 300 ore di tirocinio 400 ore di specializzazione (4° anno) • Corso di formazione in tuina e ginnastiche per la salute 800 ore in tre anni 600 ore di insegnamento 200 ore di tirocinio • Corso di formazione in shiatsu 800 ore in tre anni 650 ore di insegnamento 150 ore di tirocinio • Corso di formazione in qigong e taiji 800 ore in tre anni 500 ore di insegnamento 300 ore di tirocinio

STRUTTURA GENERALE DEI CORSI

L’insegnamento avviene attraverso lezioni frontali, cioè a diretto contatto con gli insegnanti, che hanno modo di trasmettere direttamente agli allievi la loro esperienza, oltre che le nozioni necessarie all’apprendimento delle varie materie. Le lezioni si svolgono il Sabato e la Domenica per complessive 16 ore. I tirocini rappresentano la parte pratica, e verranno svolti sotto il diretto controllo di operatori professionisti; per gli studenti fuori sede sarà possibile accordarsi con la direzione didattica per svolgerlo in strutture idonee. L’insegnamento è strutturato in moduli, per cui esistono delle materie a carattere generale, come ad esempio l’anatomia e fisiologia, che interessano indistintamente tutti i corsi. A completamento di un percorso triennale o quadriennale, offriamo la possibilità di intraprendere altri percorsi dai quali scalare i moduli delle materie già svolti. Sono previsti corsi di specializzazione e corsi monotematici, rivolti a coloro che hanno giàconseguito l’attestato. Al termine dei relativi percorsi, dopo aver sostenuto l’esame finale ed una tesi di fine corso, verrà rilasciato l’attestato di frequenza.

PANAKEIA è un’associazione culturale nata con l’intento di diffondere la cultura del Benessere e delle Discipline Bionaturali che nasce dall’esperienza di operatori e docenti nelle materie della Naturopatia, dello Shiatsu, del TuiNa (il massaggio cinese), delle ginnastiche cinesi per la salute (Qigong) e del Taiji. La nostra esperienza quotidiana di lavoro ci porta in contatto con l’utilità della figura dell’operatore DBN nelle sue varie specializzazioni e con la sinergia fra queste; tale esperienza ci ha insegnato quanto sia fondamentale un percorso di studi ben delineato ed organizzato, l’importanza del confronto con docenti che operano negli specifici settori delle DBN e la necessità di regolamentare queste figure professionali e darle pieno riconoscimento. Panakeia si pone come punto di incontro fra le diverse realtà delle discipline del DBN, uscendo fuori dal classico schema delle scuole monotematiche o al contrario orientate in maniera poco chiara. Panakeia si pone in armonia con la nascente legge Regionale Toscana rispetto alla regolamentazione della formazione delle discipline DBN, e si propone di seguirne i futuri sviluppi.

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Lettere e segnalazioni: tutto su www.ilreporter.it Lettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

“in RiCORDO Di AleSSiA BAllini: RiFleSSiOni Di Un MeDiCO” Una persona giovane che si ammala e muore, suscita una gradualità di pensieri che si può dire direttamente proporzionale alla vicinanza delle persone che l’hanno conosciuta e comunque, mai tendente a zero. Se quella persona ha avuto un ruolo pubblico e magari è stata amata pure in questo, anche chi non l’ha conosciuta intimamente, si ferma rispettosamente a pensarne la fine prematura; questo capita anche a chi, come me, medico dell’Associazione Pallium, ha visto quella persona solo una volta, rispondendo ad una disperata richiesta di aiuto. Di quell’unica visita ad una giovane donna provata dalla malattia ma con negli occhi la pazienza di lasciarsi aiutare da chi, a vario titolo, amicizia, amore, professione medica, provava a far qualcosa per lei, ricordo una sensazione precisa: la stanca e luminosa gratitudine verso gli altri. Difficile esserlo in modo autentico dopo una lunga battaglia contro una malattia che si sperava di vincere e di cui invece si incomincia ad intravedere lo sbaraglio. Ho visto Alessia per meno di un’ora; un tempo in cui ho dovuto fare domande per ricostruire in fretta una storia clinica passata e recente, ho dato indicazioni terapeutiche o di semplice buon senso, ho ascoltato e proposto. Una carezza al cane, un saluto alle persone care presenti così protese a nuove speranze, ma non posso certo dire di aver conosciuto quella giovane donna. La sua fine, che anch’io immaginavo, tuttavia non così imminente, è giunta dopo meno di una settimana. Solo nei giorni seguenti la sua morte ho cominciato a conoscere quella donna, quando non c’era più: sì perché quasi tutta la città ha parlato di lei. In ogni quotidiano compariva la sua perdita e le parole erano sempre di commozione. Nel luogo di lavoro per lei, di dichiarata appartenenza politica, c’è stato il saluto sincero anche della parte avversa. Il consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio. Varie associazioni, tutto il suo paese San Piero a Sieve di cui, giovanissima,

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Aprile 2011

era diventata Sindaco, gruppi sportivi, pizzerie, tanta gente, stretta intorno a quella figura di donna decisa. In quei giorni la moglie di un paziente che assistiamo a casa da circa un anno riferendomi del dolore poco controllato che il marito aveva avuto per tutto il giorno, mi dice: “Non vorrei che c’entrasse la brutta notizia della morte della sua amica, con cui collaborava in Regione per i progetti: la conosceva dottoressa? Dice che era una gran donna”. Poche settimane dopo, con il tempismo di chi non ha bisogno di aspettare un anniversario, in memoria di Alessia che, come hanno riportato i giornali, “non voleva musi lunghi”, politici contro giornalisti, hanno organizzato una partita benefica di calcio. Il Sindaco di Firenze in testa e tanti altri, tutta gente che ha certamente da fare, si sono messi i calzoncini corti e hanno giocato per lei, con un omaggio sincero, senza facciata. E molti hanno risposto partecipando da spettatori accesi. Di recente un politico al quale il giornalista chiedeva quale sarebbe il suo obiettivo, qualora arrivasse a governare, rispondeva: “la lotta alla precarietà”. Seguiva una pausa che rendeva il proposito poco originale, ma poi aggiungeva “non solo la precarietà del lavoro, ma tutte le precarietà: quella delle relazioni, dell’ambiente, dei sentimenti…”. La vita la possiamo riempire di componenti inalterabili. Alessia ci deve essere riuscita. E così anche il lavoro di chi come noi medici, infermieri, volontari del Pallium, o di altri gruppi, ogni giorno cerca di portare un aiuto a chi sta male diventa una lotta alla precarietà delle emozioni, affinché queste restino e si accumulino e ci servano da substrato per redigere la giusta graduatoria delle cose. Perché se è vero che l’importante è non soffrire è altrettanto vero che è essenziale esserci fino in fondo, senza fare sconti alla vita, senza toglierci un solo minuto di quella coscienza che ci fa andare oltre il tempo. Valeria Cavallini Medico oncologo, responsabile sanitario dell’Associazione Scientifica Palliumonlus BiCiCleTTe, “MAnCAnO RASTRellieRe e ORgAniZZAZiOne” Salve, scrivo due righe sulla questione della ciclabilità di questa città. Possibile che sembri una grande elargizione mettere una rastrelliera? Dove sono tutte quelle che aveva promesso il Comune? Ci dovrebbe essere una rastrelliera in ogni strada razionalmente così come un parcheggio per i motorini. La mancanza di organizzazione crea poi tensioni tra le persone che si disturbano a vicenda e si diseducano reciprocamente al rispetto per motivi ovvii di insofferenza. Altro punto, chi ha mai visto la ciclabile mescolata al passaggio pedonale, di nuovo motivo di irritazione e litigiosità, soprattutto sui lungarni… Ricordo che il sindaco Renzi andava in bicicletta durante la campagna elettorale, come mostra anche la foto su Facebook, poi chi ce l’ha più visto? P.s. vado in bicicletta tutti i giorni ma veramente ci vuole ostinazione. Francesca

BUCHe in lUngARnO TORRigiAni, “il MiO RingRAZiAMenTO Ai Vigili” Spett. Redazione, approfitto dell’ospitalità del vostro giornale per ringraziare i due vigili ai quali, nei pressi del Ponte Vecchio, ho segnalato alcune buche nell’asfalto del lungarno Torrigiani. Questo è accaduto verso le 9 di mattina del 18/3 e il 19 alle 8 non c’erano più. Naturalmente il ringraziamento va anche a chi le ha fatte chiudere e a chi le ha chiuse, sperando che altre segnalazioni dei cittadini vengano ascoltate come la mia. Cordiali saluti, E. Ciardetti i giARDini Di nOVOli e l’ARTe All’ARiA APeRTA Vorrei fare questa segnalazione. Io vivo a Novoli e passeggiando per il Parco di S. Donato ho pensato che sarebbe buona cosa per gli abitanti avere la possibilità di rifornirsi di acqua ad un “fontanello”. Anche il Parco di viale Canova ne ha uno ed ho trovato la scelta fatta molto importante. Oltre ad essere utile per la salvaguardia dell’ambiente, è un mezzo per creare rapporti sociali nel quartiere. Girando per la città ho notato che in moltissimi giardini pubblici c’è una statua di bronzo o di marmo: ebbene a Novoli nemmeno l’ ombra. Piazza Puccini non ha nemmeno una immagine del grande artista, i giardini di via Toscanini neppure. Il giardino di Piazza delle Medaglie d’oro solo un macigno in mezzo alla piazza e basta. I giardini di piazza Valdelsa, di recente ristrutturati, non hanno sculture. Solo in viale Guidoni la Cassa di Risparmio ci ha regalato la scultura di Pomodoro. Dimenticavo i giardini di via Allori: anche lì niente. Eppure la bellezza, l’arte godibili all’aria aperta fanno bene all’anima. Ripenso al cerbiatto del bellissimo giardino dell’Orticultura: chissà quante persone come me lo accarezzano nei loro pensieri! Sarebbe bellissimo che i nostri bambini potessero godere della bellezza dell’arte quando giocano e quando sono soli con i loro pensieri! Vorrei che vi faceste portavoce di questa mia richiesta per l’installazione di qualche scultura nei nostri luoghi di incontro per dare al Quartiere un aspetto sempre più accogliente, per aiutare i piccoli a crescere gustando l’arte come fosse un gelato al cioccolato! BiCi, MOTORini e “l’inVASiOne” Dei MARCiAPieDi La Nazione, domenica 17 ottobre 2010 – cronaca di Firenze: “Nuovo piano strutturale: è prioritario completare le piste ciclabili”; il Reporter, marzo 2011: “La giunta ha recentemente stanziato oltre mezzo milione di euro per le piste ciclabili”. Perché sprecare risorse? Già esistono e si estendono per tutta la città. Quali sono? I marciapiedi: nugoli di ciclisti di tutte le età sfrecciano incuranti dell’incolumità dei pedoni, siano essi vecchi, bambini in carrozzina o persone che incautamente escono dai portoni. Guai poi a protestare, bene che vada si è mandati a quel paese. Da un

po’ di tempo, per non essere da meno, in alcune zone, si stanno facendo vivi anche i conduttori di ciclomotori. Ma in fondo è giusto che si comportino così. I vigili urbani non intervengono e, più volte da me sollecitati, si stringono nelle spalle. Ho addirittura assistito ad un gesto di estrema cavalleria da parte di due vigili che, intenti a far contravvenzioni per divieto di sosta, sono scesi dal marciapiede per far posto a tre frettolosi ciclisti. Se non si ha né la capacità né la voglia di far rispettare le leggi, si fa più bella figura ad abrogarle. Cordiali saluti. Gianni Bellini FiRenZe, lA “FiORenTiniTÀ” e l’APeRTURA Al MOnDO Mi sono trovato in casa il vostro giornale e, straordinariamente, l’ho letto. Dico così perché in quest’epoca nella quale le informazioni sono sovrabbondanti grazie al www, tendo a scansare almeno quei foglietti distribuiti gratuitamente che mi raccontano, di solito, notizie già viste, ricucinate in una salsina popolar-superficiale. Ma erano troppi i richiami. A differenza del lettore che scrive di essere andato ad aprire un locale a Valencia io sono tornato a Firenze per aprirne uno guarda caso proprio nel quartiere di San Lorenzo del quale si parla nell’articolo a pagina 3. Ho vissuto per anni all’estero e ora che l’Europa ed in particolare il paese e quindi la città versano in una crisi epocale, nuoto controcorrente e mi butto nella bocca del leone venendo ad investire in una delle “zone buie della città”, come vengono definite in prima pagina, citando un’altra volta il quartiere dove sono anche tornato a vivere. Vi devo fare i complimenti per gli argomenti che trattate: sono quelli che interesserebbero a chi vive e/o lavora in centro e sui quali si dovrebbe aprire un dialogo fra i cittadini, ma come si fa a credere ad amministratori buoni solo a scoprire l’acqua calda? E questa sarebbe l’idea: il made in Italy, la fiorentinità? Sarebbero patetici se non stessero dilapidando un patrimonio pubblico di arte e cultura, un mito globale com’é la città di Firenze! Quello che Firenze non dovrebbe mai essere é provinciale. Ha vissuto il suo splendore grazie all’apertura sul mondo. Da qui sono partite le idee (ed anche molti dei finanziamenti) che hanno portato nel Nuovo Mondo. La Firenze di Vespucci era multiculturale, la sintesi più raffinata delle arti e delle scienze del rinascimento. Come si può pensare che la soluzione alla crisi ed al degrado sia chiudersi a riccio come fanno certi bifolchi padani? Michelangelo M. PUliZiA Delle STRADe, “PRenDiAMO SPUnTO DA FRAnCOFORTe” Gentile Redazione, ho appreso nel numero del corrente mese del Vostro periodico della “controrivoluzione” prevista per la pulizia delle strade con la Sweepy Jet che comporterà, per una parte di residenti, una cadenza diversa per gli spostamenti della loro auto con il risultato che ci saranno una parte di cittadini serviti meglio ed un’altra meno. Per


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it DegRADO e inCiVilTÀ, “SeRVOnO PiÙ COnTROlli” Io penso che il degrado coinvolga tutta la città. L’inciviltà a Firenze è a livelli altissimi. Non c’è rispetto per la “cosa pubblica” che in quanto pubblica è di tutti e quindi va rispettata. Basta pensare ai padroni dei cani che prendono i marciapiedi come “cessi” per i loro amati cani (e questi non sono ragazzi giovani ma spesso signori/e rispettabili), a chi lascia qualsiasi rifiuto per la strada (“io il mio problema l’ho risolto: qualcun altro ci penserà”) e poi c’è il problema dei graffiti sui muri, dei parcheggi selvaggi, del rumore ecc. Secondo me ci vuole maggiore controllo e più presenza di vigili sul territorio, più rigore. Ma intanto scrivi e nessuno ti considera. La zona di fronte alla stazione di Campo di Marte poi è la ciliegina sulla torta, veramente il massimo del menefreghismo sia dei cittadini che dell’Amministrazione pubblica, e quindi l’Anarchia (quella deteriore) lascia spazio all’avanzare del degrado sotto tutti gli aspetti. Ho scritto, sollecitato interventi, risultati? Nessuno!!!!!!! Lettera firmata

Gentile lettore, penso che il problema che lei pone nella sua lettera debba essere, in qualche modo, “scomposto” in due parti. Da un lato c’è il degrado che – impossibile, purtroppo, negarlo – interessa diverse zone della città, in centro come in periferia, sia che si tratti di intere aree, più o meno estese, che di singoli muri, strade, piazze, ecc... Nel nostro giornale abbiamo affrontato più volte (o almeno ci abbiamo provato) molte di queste situazioni – dalla stazione di Campo di Marte, per cui continuano ad arrivare diverse lettere in redazione da parte dei residenti, a quelle del centro storico e di altre zone più periferiche – mettendo in risalto quello che non va e dando la parola a coloro che quelle situazioni sono “costretti” ad affrontarle ogni giorno, ovvero abitanti e lavoratori. Alcune di queste situazioni sono poi state risolte (come testimoniato anche dalle vostre lettere), mentre altre sono ancora in attesa: noi vi chiediamo di continuare a inviarci le vostre segnalazioni. Sul nostro sito internet (www. ilreporter.it) abbiamo pubblicato anche molte fotografie che ci avete mandato (sia che fossero muri sporchi che cassonetti troppo pieni), perché a volte un’immagine vale più di molte parole. E può aiutare chi di dovere a capire in che direzione muoversi. Poi c’è il capitolo dei controlli, che lei – come molti altri cittadini – auspica vengano aumentati. E certo male non farebbe un maggior numero di vigili – e non solo – in giro per le strade dei quartieri e delle città: ma c’è sempre, e purtroppo, da fare i conti con quelle che sono le risorse e il personale che l’amministrazione (ogni amministrazione) ha a disposizione. Che non sono infinite. E qui il discorso si intreccia con la seconda parte del problema: l’inciviltà. Perché – ho già avuto modo di dirlo in passato, rispondendo ad altri lettori – nessun controllo potrà mai essere sufficiente se nei cittadini non aumenterà (e in modo deciso) il senso civico. Cartacce e rifiuti vengono gettati in strada con troppa leggerezza, non c’è marciapiede – o quasi – lungo cui le persone non siano costrette a fare “slalom” tra le deiezioni canine, e l’elenco potrebbe essere ancora molto lungo: servirebbe un vigile per ogni strada, a voler impedire con le sanzioni questi comportamenti. Ma quello che servirebbe veramente è uno scatto nel senso civico, nel rispetto per la città, da parte di tutti gli abitanti, nessuno escluso. Perché non dobbiamo dimenticare che la città non è soltanto il “contenitore” in cui viviamo, ma che in realtà la città è fatta dai suoi abitanti, la città è ognuno di noi. E per ognuno di noi rispettare la città vuol quindi, semplicemente dire rispettare se stesso. Prima riusciremo a capirlo, prima Firenze (così come d’altronde qualsiasi altra città) potrà tirare un sospiro di sollievo. Matteo Francini

ovviare a queste discrepanze avevo già accennato ad una possibile, probabile soluzione l’anno scorso (riportata nel Vostro periodico di luglio 2010 nella rubrica “Ufficio reclami”) e, visto che il problema permane, mi permetto di replicarla perché si tratterebbe, da parte di Quadrifoglio, di prendere informazioni presso il Comune di Francoforte sul Meno (Germania) sul loro modo di operare in quanto da tempo loro usano un mezzo simile - in strade larghe e strette - senza far spostare la macchina a nessuno. Fosse possibile anche qui saremmo accontentati tutti. Tutto questo, naturalmente, senza voler entrare nel merito delle altre problematiche emerse qui, come il parcheggio a “lisca di pesce” che impedirebbe il corretto uso della Sweepy Jet o la presunta maggior spesa nell’uso di tale macchi-

na. Ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti. Alessandro SOTTOATTRAVeRSAMenTO TAV, “i Miei TiMORi” Probabilmente avrete ricevuto o riceverete un sacco di lettere su questo argomento, questa non è che una delle tante, quella di un cittadino comune che vuole manifestare pubblicamente le sue paure e i suoi timori per questa opera pubblica che rischia, pare, di lasciarlo per un tempo indefinito senza la propria abitazione. La galleria della Tav passerà sotto lo stabile nel quale vivo e nello stesso edificio vive mia madre, ultraottantenne, che naturalmente non vuole nemmeno sentir parlare di spo-

starsi o di traslocare avendo vissuto ben più della metà della sua vita nell’attuale appartamento e nel contesto del quartiere (medico di famiglia, negozi, circolo anziani, parrocchia, posta, ecc.). Leggendo gli accordi intercorsi fra l’Amministrazione comunale e le Ffss per la salvaguardia dei cittadini interessati dall’attraversamento risultano ipotesi di danno e lesioni marginali agli edifici che non dovrebbero impedirne l’abitabilità, ma non è previsto nessun crollo o lesione maggiore. I testimoniali di stato, questo atto compiuto dai tecnici per verificare lo status quo degli edifici in modo da poter poi procedere ad eventuali ripristini e o rimborsi per danni causati dai lavori, procedono nell’ottica di lesioni marginali.... ma se ciò non fosse? Mi chiedo, e chiedo a chiunque sappia o possa rispondere, visto che non è previsto lo sgombero degli edifici, cosa succederà se questo dovesse avvenire, o i tecnici sono certi che gli edifici rimarranno abitabili? Mi è venuto questo dubbio ieri quando sul quotidiano locale ho notato in bella vista l’affermazione del nostro Sindaco che assicurava: non ci saranno crolli, non devono essere avanzati inutili allarmismi! Benissimo, ne sono contento, ma l’amico Renzi, come mio sindaco, ne è certo o così gli hanno assicurato i suoi tecnici? Se io rimango in casa e la casa mi crolla addosso chi risponderà in prima persona di fronte alla legge: il Sindaco, i geologi, le Ffss, insomma chi sconterà la pena per l’omicidio commesso? Sarebbe opportuno fino da ora sapere chi è il responsabile... e, possibilmente, che sia uno e non tanti perché altrimenti, come spesso, succede ci sarà lo scaricabarile in caso le cose non vadano nel modo prefigurato. Tengo a precisare che sono favole alla Tav, un po’ meno al sottoattraversamento cittadino da quando mi hanno detto che ci sono studi di fattibilità per soluzioni molto meno costose, più rapide e meno impattanti. Sono poi poco favorevole quando ho visto che i cittadini interessati dal sottoattraversamento vengono tutelati solo in parte, come se fosse colpa loro se le Ffss hanno deciso di passare sotto le loro case in una città dove non era nemmeno possibile costruire la metropolitana per i rischi idrogeologici paventati. I danni saranno infatti rimborsati solo in modo parziale e/o, comunque, con il sistema da sempre adottato dalle assicurazioni, defalcati di un quantum dalla somma stimata del danno (vetustà dell’edificio, ecc. ecc.) a meno che uno non voglia affrontare procedimenti legali con esiti incerti e tempi lunghissimi. Perché il Comune di Firenze non si è fatto parte in causa accollandosi i lavori di ripristino in toto con l’utilizzo di maestranze certificate e con il pagamento a carico delle Fffss? E se, poi, veramente le lesioni saranno gravi da non poter abitare la casa cosa dovrà fare il cittadino? Teniamo presente che il “talpone” che ti passa sotto farà vibrare le tubature dell’acqua, del gas, gli impianti elettrici, stresserà gli impianti di riscaldamento e gli scarichi di abitazioni non certo recenti. Che succederà se si allagherà qualche casa o si romperà qualche tubatura del gas? E i geologi utilizzati sono consci e consapevoli di quanto dovranno affrontare? Mi risulta che nella zona dove vivo ci siano tanti pozzi e falde acquifere, lo

testimoniano le fonti utilizzate per l’erogazione dell’acqua durante l’alluvione del 1966, piante spontanee che vivono in zone umide che popolano alcuni piccoli giardini ancora rimasti in vita, alcuni edifici con i resti di finestrature appositamente realizzate per attingere l’acqua dal pozzo condominiale, ecc. Tutto questo lo scrivo non per fare polemica, ma per avere da chi gestisce la città in primis e da eventuali altre autorità competenti quelle rassicurazioni che spettano, credo, ad ogni buon cittadino che vede gravare sulla propria abitazione, non certo regalata ma spesso acquisita a seguito di sacrifici, un pericolo che ne può compromettere l’utilizzo. Carlo Biancalani eDiliZiA e AMBienTe nellA VAlle Dell’ARnO, PARlA Un gRUPPO Di CiTTADini Gentile direttore, stimolati dai frequenti interventi sul suo mensile dell’assessore all’urbanistica Cocchi, in difesa delle sue realizzazioni cementizie, l’ultimo dei quali nel numero di dicembre, vorremmo anche noi, da cittadini, esprimere qualche considerazione. Dice dunque Cocchi, in polemica con l’artista fiesolano Paolo Della Bella, che “i fiesolani sono contenti” e, poco dopo, “molti approvano”, ecc... Ci piacerebbe sapere da dove l’assessore Cocchi trae queste certezze. Ha forse fatto un referendum? No, non sia mai detto! Il suo partito, nelle ultime elezioni comunali, ha preso circa il 45% quindi, in teoria, potrebbe anche esserci una maggioranza di cittadini che non approva la sua politica edilizia. C’è comunque un certo numero, piccolo o grande, di persone le quali pensano che l’ambiente è un “bene comune” e che mai un sindaco, anche con il 98% dei voti, dovrebbe decidere interventi, senza prima avere dialogato anche con l’ultimo dei cittadini, e soprattutto favorito una informazione corretta, cioè plurale. Cosa che qui è mancata del tutto. Così accade che, mentre le grandi cattedre e le autorità morali del mondo, persino l’Onu e il Papa, chiedono a gran voce svolte radicali per contrastare il riscaldamento del pianeta e l’imminente esaurimento delle risorse energetiche, qui a Fiesole si afferma il vecchio e superatissimo “sviluppismo”: si sparge cemento in tutte le frazioni, si urbanizzano le campagne con conseguente aumento del traffico privato e quindi dell’inquinamento. Eppure anche il PD parla in difesa dell’ambiente nei suoi programmi nazionali e perfino nel programma 2009 del sindaco Incatasciato. Ma, come si sa, tra il dire e il fare... soprattutto qui, nella valle dell’Arno, l’assessore Cocchi si è scatenato: costruisce formicai a picco sull’acqua dell’Arno, spiana colline, progetta strade pressoché inutili, distrugge paesaggi... e, per la Befana, ci ha promesso una ciliegina sulla torta: incastonato nelle colline di Ellera un bel distributore di benzina, con lavaggio e parcheggio di roulottes, che va ad aggiungersi alle due dozzine di altri consimili recinti maleodoranti esistenti nel breve tratto Fi-Pontassieve. Grazie assessore, l’ambiente “ringrazia”. Un gruppo di cittadini di Compiobbi (Fiesole)


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Figline Tra spezie e maioliche 4 Settembre 9 aprile

Ospedale Serristori

leranno con i profumi e i colori dei fiori. Mostra-mercato di fiori, piante, materiali e automezzi per il giardinaggio. Per informazioni contattare la Proloco al num 055951569, email info@ prolocofigline.it, fax 055953112 Pasqua golosa 23 e 24 aprile

Fiore all’occhiello della sanità valdarnese, lo Spedale Serristori, fondato nel 1399, vanta anche una ricca collezione di vetri e maioliche. La spezieria, risalente al Cinquecento e ristrutturata all’inizio del XIIX secolo, rappresenta uno degli esempi più significativi di artigianato ceramico e vitreo toscano. Vi sono inoltre conservati alcuni dipinti come la tavola Madonna in trono col Bambino fra Angeli di Giovanni di Tano Fei, che reca la data del 1399 e la Testa del Redentore di Matteo Rosselli del 1640. Per chi volesse visitarla niente di meglio che la Settimana della Cultura: il prossimo 9 aprile la spezieria sarà straordinariamente aperta. A condurre la visita la dottoressa Daniela Matteini che porterà i partecipanti anche nel vicino chiostro di San Cerbone e alla chiesa delle Oblate dove è collocata L’Annunciazione di Ludovico Cardi detto Il Cigoli. Prenotazione obbligatoria tel. 0559125218, 0559125248 dalle ore 9 alle ore 12 dal lunedì al venerdì e dalle 15 alle 18 il martedì ed il giovedì, fino ad esaurimento disponibilità (max 15 partecipanti). Primavera in piazza 10 aprile

Centro storico La primavera sbarca nel centro storico, domenica 10 aprile. Dalle 8 alle 20 strade si popo-

Piazza Ficino Pasqua da leccarsi i baffi in piazza Marsilio Ficino. E’ qui che la Pro Loco di Figline organizza la distribuzione di uova di cioccolato, sabato 23 aprile. Pronte ad essere scartate il giorno successivo, quando si celebra la Pasqua. A proposito: da non perdere il tradizionale scoppio del carro, sempre in piazza Ficino, accompagnato dallo spettacolo degli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini. Curiosando e collezionando 1 maggio

Piazza Ficino Come ogni prima domenica del mese, torna il 1° maggio il mercatino dell’antiquariato, artigianato, collezionismo e hobbistica. Piazza Marsilio Ficino e le strade vicine saranno letteralmente invase da stand e bancarelle dove curiosare tra il vecchio e il nuovo. Libri antichi, oggetti di modernariato, bijoux, abbigliamento, materiale di arredamento e tanto altro ancora.

Reggello Festa dei Fiori 17 aprile

Centro storico Torna l’appuntamento con Reggello Fiorita, la tradizionale mostra-mercato di piante e fiori, che si tiene ormai ogni anno la terza domenica di aprile. Colori e profumi, ma non solo: anche istruzioni per l’uso su come farsi un piccolo giardino sul balcone o coltivarsi un orto.

Spettacoli Giorgio Panariello Panariello non esiste 13 e 14 aprile

Nelson Mandela Forum Giorgio Panariello torna nella bella Firenze con il suo ultimo spettacolo, Panariello non esiste, che miete successi in tutta la penisola. Il comico è reduce dall’enorme suguito di Ogni maledetta domenica, il radio show che per otto settimane ha tenuto impegnato il comico toscano su RTL 102.5 e contemporaneamente al teatro The Club di Roma, dove ha intrattenuto il pubblico e gli ascoltatori con monologhi e personaggi ispirati all’attualità.

Concerti America 7 aprile

Teatro Verdi E’ in arrivo il classic rock della musica west coast degli America. La mitica band americana celebra quest’anno 40 anni di gloriosa carriera con l’uscita di un nuovo album chiamato “Hits“ con tutti i loro piu’ grandi successi ed un tour europeo che vede gli America fare tappa nel belpaese questo mese. Giusy Ferreri 8 aprile

Saschall Conosciuta al grande pubblico attraverso la partecipazione a XFactor, dal 2008 ad oggi, Giusy Ferreri ha pubblicato l’ep “Non ti scordar mai di me” (290.000 copie vendute), il cd di inediti “Gaetana” (5 volte disco di platino con oltre 400.000 copie vendute) e l’album di cover “Fotografie” (doppio disco di platino in Italia e disco di platino in Grecia), vendendo quasi 1.000.000 dischi solo in Italia in meno di tre anni.

libernauta

Piccoli critici letterari crescono in biblioteca U

n adolescente “incontra” un libro, ed è un incontro dal quale può iniziare un viaggio appassionante. Di crescita, di formazione, di comprensione. La lettura vista come una delle basi della maturazione di una persona, un mezzo attraverso il quale si allargano i propri orizzonti. Troppo importante è la lettura, troppo spesso, oggi, il libro sta in secondo piano. Proprio allo scopo di portare i ragazzi in biblioteca e - spenti per un po’ Ipod, Mp3, e Nintendo vari - abituarli a coltivare l’entusiasmante approccio alla libera lettura, la Biblioteca Comunale di Figline e la Biblioteca dell’Isis Vasari, hanno partecipato quest’anno al concorso “Il Libernauta”, gara di lettura a premi, riservata ai giovani fra i 14 e i 19 anni. Recandosi in biblioteca, i ragazzi che si sono iscritti hanno potuto scegliere in prestito alcuni dei libri, selezionati da un’apposita giuria.

Dopo averli letti, hanno redatto brevi recensioni. I “libernauti” che sono riusciti a scriverne almeno quattro, parteciperanno all’assegnazione dei premi in palio, durante una cerimonia di premiazione organizzata dalla Biblioteca di Scandicci, l’ideatrice dell’evento. Un’operazione che ha anche lo scopo di abituare il ragazzo a una lettura critica del libro, non un “compitino” da svolgere solo perché si deve. “Siamo entusiasti del concorso – ci ha detto Peter Genito, responsabile della Biblioteca Comunale, che insieme alla collega Laura Bardelli dell’Isis Vasari ha seguito il progetto - Decine di giovani sono entrati in biblioteca e si sono iscritti”. Fra l’altro, i libri del concorso per la biblioteca figlinese sono stati acquistati grazie al contributo del progetto “Libri in Corsia 2010”, una collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura /P.T. e l’Ospedale Serristori.

Nek 10 aprile

Teatro Verdi Per celebrare i suoi primi 20 anni di carriera, Nek ha pubblicato “E da qui - Greatest Hits 1992-2010”, la più completa ed esauriente collezione dei suoi più grandi successi che contiene ben 36 canzoni di cui 3 inediti, e intraprenderà un tour che lo porterà a cantare nei principali teatri italiani a partire dal 31 marzo, data in cui aprirà la tournèe dal Palacreberg di Bergamo. Dopo le 16 tappe italiane, Nek proseguirà anche in Europa nel corso dell’estate, tenendo concerti in paesi come Svizzera, Germania, Austria, Olanda, Francia Spagna e Belgio. Il progetto del Nek European Tour 2011 - The Quartet Experience si fonda sull’idea di riportare alle origini il suono live, sottolineandone l’impronta rock. Sul palco ci saranno solo 4 musicisti con i loro strumenti, incluso Nek,che oltre a cantare suonerà il basso, e il loro compito sarà dare vita alle canzoni senza l’ausilio di campionamenti o altri strumenti elettronici. Moltheni 12 aprile

Glue - alternative concept space Parte con un progetto tutto speciale la nuova rassegna targata Glue “Oltre Le Gambe”. Si inizia alla grande con il nuovo progetto musicale di Umberto Giardini (Moltheni) dal nome Pineda. Abbandonata la chitarra e il microfono, Umberto sarà alla batteria in questo trio di post-rock strumentale. Ad aprire il concerto il concerto, Matteo Toni accompagnato dalla sua chitarra e dalle sue sonorità molto evocative.

Sinapsi liriche 16 aprile

Teatro Niccolini - San Casciano val di pesa Un parterre di ugole d’oro nel concerto che vedrà un gruppo di cantanti lirici (Miki Shibahara, Stefano Fini, Claudio Cambi, Marcello Bianchi, Cie Shirotori, Ada Morviducci) esibirsi - diretti dal maestro Romualdo Lucci e accompagnati al pianoforte da Eleonora Frosecchi - in una selezione di brani tratti dalle più belle ed emozionanti opere liriche della tradizione.

A teatro Alessandro Benvenuti. Me medesimo 9 Aprile

Teatro Lumiere Questa è la storia strampalata di Cencio, uomo di mezza età fortemente in crisi su molti aspetti della vita, che dopo aver trovato nell’alcool un palliativo al senso di totale fallimento disgusto ci racconta con un sarcasmo a volte amaro, i suoi ricordi, e ci fa “vedere” quelli che ha sentito raccontare da altri falliti come lui: un padre di famiglia tormentato da due figlie maleducate e irriconoscenti, un altro che, licenziato, viene scoperto dal figlioletto in gita scolastica mentre chiede l’elemosina sui gradini di Santa Maria Novella. Aida 28 aprile, 3,7,8,10 e 12 maggio

Teatro Comunale Uno dei classici più amati dell’opera italiana. Un tripudio di musiche e colori brillantemente composte da Giuseppe Verdi. L’Aida torna al Comunale per la gioia di tutti gli appassionati, portando sul palcoscenico del Maggio le piramidi, gli elefanti, i palazzi sfarzosi e le acque del Nilo. Un classcio da non perdere, e non dimenticare.

Le mostre Dianora Marandino Fino al 15 maggio

Galleria del costume La mostra presenta una selezione di capi d’abbigliamento realizzati da Dianora Marandino dal 1947 al 1971. L’artigiana, che si può definire ‘artista’, si dedicò allo studio dei colori da impiegare nella sperimentazione di nuove tecniche di pittura e di stampa su tessuto, come pure alla tintura di filati in lana da utilizzare nella tessitura. Con i suoi stessi tessuti decorati a stampa, realizzò capi dalla foggia lineare, rifuggendo dal creare modelli complessi e articolati. Picasso, Mirò, Dali. Giovani e arrabbiati. La nascita della modernità Fino al 17 luglio

Palazzo Strozzi Pablo Picasso, Salvador Dalì e Joan Mirò sono i tre protagonisti della mostra “Picasso, Mirò, Dalì. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità”, promossa dall’Ente cassa di risparmio e dalla fondazione Palazzo Strozzi con il supporto della soprintendenza al polo museale fiorentino, che fino al 17 luglio occuperà le sale del piano nobile di Palazzo Strozzi. Più di sessanta opere tra lavori giovanili e schizzi picassiani provenienti dai più importanti musei del mondo, dal Metropolitan Museum of Art di New York e da notevoli collezioni private. Mai come questa volta, il punto focale si sviluppa intorno al tema della gioventù, una gioventù ribelle e mai arresa davanti alle convenzioni di un’epoca che avrebbe imposto a queste tre figure chiave del Novecento un atteggiamento più pacato e convenzionale nei confronti della vita e nel loro approccio con l’arte.


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