Il Giornale del tuo Quartiere
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MAGGIO 2011
Periodico d’informazione locale. Anno V n.39 del 2 maggio 2011. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
SOCietÀ
Il pollo arrosto si vende al barile Andrea Muzzi*
S VITA DA PeNDOlARI Ogni mattina un esercito di persone si sposta verso Firenze. Ma c’è anche chi fa il viaggio inverso PAGG.28-29
PRELIEVI AL GALLUZZO Inaugurato il nuovo centro nei locali della Misericordia. Stop alle file all’alba
Moschea, la città discute E Sorgane dice la sua PAGG.4-5
PAG.2
SPOrt
Tram, funicolari e dintorni
coppie
di Rettura - Squarcialupi
C PUNTO e A CAPO Si è già (virtualmente) conclusa la stagione della Fiorentina. Ecco da dove ripartire PAG.37
il pallone in rosa Il calcio? Non è uno sport solo per maschi: l’esempio ne è il Primadonna PAG.38
i dovremmo proprio essere. Firenze si prepara a vivere mille giorni di cantieri, quelli che serviranno per realizzare la linea due della tramvia, che collegherà la stazione di Santa Maria Novella con l’aeroporto di Peretola. Trentasei mesi di lavori e trecentosei milioni di euro sono il prezzo da pagare perchè i sospirati binari diventino realtà. Il tracciato ferrato toccherà viale Guidoni, via di Novoli, via Gordigiani, gli ex Macel-
li, viale Belfiore, via Giudo Monaco, Santa Maria Novella e, infine, piazza dell’Unità. Ma intanto si prepara anche un altro grande cambiamento, con il progetto (già approvato dalla giunta comunale) di collegare San Niccolò al Forte Belvedere. Allo studio, ancora in fase preliminare, ci sono tre diversi percorsi. E tre diversi mezzi, tutti nuovi per la bella Firenze: funicolare, scale mobili o tapis rouPAGG.10-11 lant. Tutti pronti?
Una volta su tre non è per sempre PAGG.14-15
attualità
Periodo nero per i ristoranti giapponesi PAGG.30-31
Edizione del Quartiere 3 • 16.868 copie distribuite da
i parla sempre più spesso di carburanti ecologici e le industrie automobilistiche investono sempre di più nelle auto elettriche. Non mi sembra una bella idea. D’accordo, le auto così non inquinano, ma quanta corrente ci vorrà per farle andare? In America, addirittura, hanno inventato un diesel ottenuto dal grasso di polli e maiali: il prezzo della carne è andato alle stelle. In rosticceria il pollo arrosto ora lo vendono al barile! Io sono molto preoccupato: si parte con il grasso di polli e maiali e chissà dove si finisce. Presto alla pompa di benzina sarà come in banca. Ieri il benzinaio m’ha guardato la pancetta e mi ha chiesto: “Lei che fa? Versa o preleva?”. Ma poi avete idea di cosa vuol dire viaggiare a diesel di grasso animale? D’estate, con i finestrini aperti, esci dalla macchina e profumi di rosticciana! Al posto dell’arbre magique ci toccherà appendere una foglia di rosmarino! Se porti fuori una ragazza, per non affumicarla, ti toccherà avvolgerla nel domopak. Se questo diesel ottenuto dai polli prenderà campo, cambieranno anche le guerre. Una volta sul giornale leggevamo: “Bombardato l’Iraq perché ha molto petrolio”. Domani troveremo scritto: “Bombardato Francesco Amadori: è pieno di polli!”. Ho delle titubanze su questi carburanti alternativi. Giorni fa ho provato il diesel fatto con il mais: sono vivo per miracolo. A un certo punto mi s’è ingolfata la macchina, ho dato due colpi di acceleratore e dalle bocchette dell’aria è cominciata a uscire la polenta! Mi ha salvato un pompiere con un mestolo! *Comico
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Maggio 2011
Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
GALLUZZO/1. Inaugurato a fine marzo negli ambienti della Misericordia, in via Volterrana
Dopo la battaglia, ecco il punto prelievi GALLUZZO/2
Il servizio era fortemente voluto
La solidarietà torna a far festa
dai cittadini, che avevano temuto
Come di consueto, anche quest’anno verrà celebrata l’attesa “Festa del Volontariato”. Un appuntamento da non perdere non solo per coloro che prestano servizio alla Misericordia del Galluzzo, ma per tutti i cittadini: è proprio questo, infatti, il momento buono per avvicinarsi al mondo dell’altruismo e della solidarietà sociale. Anche quest’anno, come di consueto, la festa si svolgerà ai giardini pubblici di viale Tanini al Galluzzo, dal 19 al 29 maggio. Tra le tante attività previste nei dieci giorni di festa, oltre alla presentazione del Cicloergometro, uno strumento per fare l’elettrocardiogramma sotto sforzo, verrà inaugurata la tanto attesa, nonché nuovissima, ambulanza di soccorso, predisposta per la prima volta alla rianimazione su mezzo. “Un mezzo dal costo di circa 80mila euro che – sottolinea compiaciuto il vicegovernatore della Misericordia del Galluzzo Mario Pandolfi – è stato possibile comprare solo per merito delle tante, generose donazioni dei cittadini”.
di restare senza. Nessuna fila all’alba: gli appuntamenti si prenotano in anticipo Vanessa Bambi
T
utto è bene quel che finisce bene, recita il famoso detto. Un lieto fine che, anche se con fatica, una volta tanto si concretizza davvero nella semplice realtà di un quartiere fiorentino. Lo possono confermare i caparbi galluzzini che lo scorso 28 marzo sono accorsi numerosi per partecipare alla tanto attesa inaugurazione del nuovissimo punto prelievi allestito negli ambienti della Misericordia del Galluzzo, in via Volterrana 3/a. Simbolo della conclusione della lunga diatriba tra residenti e Asl per la paventata chiusura dell’attività già dall’inizio di questo anno. Un accordo, quello concretizzatosi con l’inaugurazione del punto prelievi, che è stato raggiunto negli ultimi mesi per merito soprattutto della Misericordia del Galluzzo, che aveva l’opportunità di ricavare tra i suoi ambienti un piccolo spazio adatto per l’attività prevista (si tratta della sacrestia di fianco alla cappella alla Misericordia). Un piccolo sacrificio per un atto di grande generosità da parte dell’ente, che ha voluto rimanere nell’ombra fino a che tutto non fosse stato ufficiale. Oltre a un ricco e gustoso buffet per festeggiare l’evento, per tenere a battesimo la nuova struttura sono stati presenti tutti i responsabili dell’unione tra Asl e Misericordia: da Luigi Marroni, direttore generale della Asl, a Stefania Saccardi, presidente dalla Società della Salute nonché assessore alle politiche sociosanitarie del Comune di Firenze, a Stefano Borghi, governatore della Misericordia, e Andrea Ceccarelli, presidente del Quartiere 3. Proprio quest’ultimo ha voluto sottolineare i cinque anni di battaglia, duri ma andati a buon fine giusto lo scorso 30 dicembre con le firme delle parti in causa per l’accordo determinante. “Anni di tira e molla e di lotta - ha affermato soddisfatto Ceccarelli, nel suo discorso prima di tagliare il consueto nastro d’inaugurazione - ma che alla fine sono serviti per avere oggi questo grandioso risultato per la prima volta esistente nella provincia di Firenze. Una sinergia straor-
dinaria nata tra la Misericordia e, appunto, la Asl. Per questo – conclude - è d’obbligo ringraziare, oltre ai tenaci galluzzini, tutti gli altri collaboratori che insieme a me, nonostante momenti difficili, hanno creduto sempre in questo progetto”. E pensare che circa sei mesi fa al Galluzzo girava la voce del rischio di rimanere senza un punto prelievi. Invece, come ha anche sottolineato l’assessore Saccardi, “in momenti di crisi come questi una cooperazione tra le suddet-
te parti è una cosa non da poco. Fornire al cittadino un servizio migliore senza tagli di nessun tipo, fa sorridere, ma è davvero straordinario oggi”. Un punto prelievi nuovo di zecca, quello del Galluzzo, che ha subito dimostrato di funzionare molto bene già dai primi giorni (30 prelievi al giorno, 90 a settimana in tutto), tutti rigorosamente prenotati almeno ventiquattro ore prima. “La funzionalità del servizio è assicurata dalla possibilità di poter prenotare in anticipo un
appuntamento, per telefono (055/2049294) oppure di persona, presso l’accettazione degli ambulatori della Misericordia, aperti dal lunedì al venerdì (dalle 9.30 alle 19)”, ricorda Elisabetta Tinagli, referente del punto prelievi. Un’organizzazione fortemente voluta non solo per scongiurare le consuete file “chilometriche” della mattina presto, ma anche per dimostrare che sono sufficienti piccoli accorgimenti per ottenere grandi risultati.
GALLUZZO/3 Tanti gli iscritti tra i 18 e i 27 anni al corso di livello avanzato. “Non era mai successo”
Piccoli volontari crescono: è boom di under 30
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la Misericordia del Galluzzo fa... boom di giovani! Sono infatti sempre più numerosi i ragazzi del quartiere che scelgono di iscriversi qua per diventare futuri, e preparatissimi, volontari. Una scelta non da poco, simbolo che i ragazzi di oggi non sono tutti così superficiali ed egoisti come sentenziano in molti, sbagliando. Perché non si può fare di tutta l’erba un fascio, ed è così che la Misericordia del Galluzzo presenta a sorpresa il nuovo trend che riabilita questa categoria, rappresentante del nostro prossimo futuro. “Siamo orgogliosi di far sapere che in quest’ultimo anno, da gennaio 2011, mese d’inizio del
Il Reporter di Gavinana, Galluzzo, Firenze sud raggiunge 16868 famiglie nel quartiere 3 di Firenze. Copia in abbonamento postale
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corso – afferma il vicegovernatore della Misericordia Mario Pandolfi – i giovani dai 18 ai 27 anni sono quasi la metà degli iscritti totali (circa una quarantina) al corso di livello avanzato per svolgere la mansione di volontario. Non era mai successo prima che un gruppo così nutrito fosse arrivato fino in fondo per sostenere l’esame finale il prossimo 26 aprile. Solitamente molti lasciano il corso alcuni mesi prima, per motivi di vario tipo”, conclude. E invece la responsabilità sociale ha vinto sul resto. Certo, l’impegno e la presenza sono basilari in questi casi, ma la soddisfazione che lascia la possibilità concreta di aiutare qualcu-
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno V n.39 del 2 maggio 2011 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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no in difficoltà fa dimenticare qualsiasi tipo di fatica, in particolar modo a livello psicologico. Lo sanno bene Noemi e Vittoria, due ragazze poco più che ventenni, frequentatrici del corso e prossime all’esame finale. “È dura all’inizio affrontare per due volte a settimana il corso serale, compreso il tirocinio sull’ambulanza. Non è facile, soprattutto le prima volte, riuscire a controllare le emozioni che ti invadono al momento di soccorrere, ad esempio, qualcuno in un incidente. Ma poi ti ci abitui e l’impegno e la responsabilità diventano automaticamente una gratifica a cui non puoi rinunciare”, spie/V.B. gano con un sorriso entrambe.
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il giornale del tuo quartiere
L’INIZIATIVA. Lanciata una campagna per la sicurezza di coloro che si spostano a piedi
Quel rischioso “mestiere” chiamato pedone
l’attraversamento pedonale di piazza
Bartali
Un adesivo da attaccare sul portellone posteriore delle auto è stato distribuito poco tempo fa in piazza Bartali. “Qui si trovano strisce critiche, molti hanno difficoltà ad attraversare”, spiega Claudio Gherardini, presidente della Società per le idee
“I
L’area verde cerca più cura e pulizia S
Giulia Brestolani o rispetto i pedoni, tu non mi tamponare”. È la provocatoria campagna sulla sicurezza dei pedoni lanciata poco tempo fa in piazza Bartali dalla Società per le idee. “Io rispetto i pedoni, tu non mi tamponare”: proprio così recita l’adesivo illustrato dall’artista Pietro Tonin, che impegna chi lo attacca sul portellone posteriore della propria auto a rispettare il diritto di precedenza del pedone. Ma impegna anche l’automobilista che si trova subito dietro a non tamponare chi rallenta e frena per permettere a una persona di attraversare la strada. L’adesivo è stato distribuito in un centinaio di copie lo scorso 22 marzo, quando la Società per le idee ha iniziato a promuovere il concetto di “sicurezza degli attraversamenti stradali” partendo dalla frequentatissima piazza Bartali. Perché proprio da lì? “Ma perché qui si trovano strisce critiche – spiega il presidente Claudio Gherardini, riferendosi all’attraversamento di viale Giannotti, davanti all’edicola – basta mettersi un attimo in osservazione, magari nelle ore di punta, per vedere come i pedoni siano in difficoltà nell’attraversare per via di automobilisti e scooteristi che hanno sempre troppa fretta e non rispettano i diritti di chi procede a piedi. Il problema ovviamente si aggrava per gli anziani, che hanno minor facilità di movimento”. E infatti, l’edicolante e il trippaio, che hanno una vista “privilegiata” sulle strisce in questione, testimoniano come più o meno settimanalmente questo tratto di strada sia teatro di tamponamenti. Per fortuna sono pochi i casi in cui il pedone viene investito, ma sono invece numerosissime le volte in cui l’auto che frena per far passare qualcuno sulle strisce viene tamponata dalla vettura immediatamente dietro. Se ne vedono di tutti i colori, assicurano: chi si scansa all’ultimo minuto con abili mosse, chi si “salva” per miracolo. In mezzo, indifesi, rimangono coloro che tentano di attraversare la strada. “C’è da dire che questo attraversamento
IL CASO. Tra via Arcangeli e via Baccarini
è problematico di suo – continua Gherardini – qui si sommano più fattori: una grande affluenza di traffico, due sensi di marcia, la corsia preferenziale e la fermata dell’autobus. A questo si aggiunge il problema principale, che è di tipo culturale, ovvero che oggi, nel nostro Paese, il pedone è considerato un ostacolo che frena la fretta degli automobilisti. Due morti al giorno in Italia sulle strisce pedonali è un dato veramente agghiacciante, per questo come Società per le idee abbiamo deciso di provare a sensibilizzare sul tema”. Può un semplice, ma accattivante, adesivo smuovere le coscienze di automobilisti noncuranti delle regole del codice stradale? Si vedrà nel tempo, ma intanto questo può essere considerato un primo segnale che forse farà riflettere, o magari cambiare idea, chi preferisce non fermarsi alle strisce per paura di essere tamponato: un assurdo che sulle nostre strade è diventato
Più o meno ogni settimana questo tratto di strada è teatro di tamponamenti consuetudine, specie nei punti maggiormente critici, come appunto l’attraversamento di piazza Bartali. Il pedone che vuole raggiungere piazza del Bandino deve infatti: prima guardare a sinistra che non arrivino auto e attraversare la carreggiata per raggiungere una sorta di zona franca, poi guardare di nuovo a sinistra sulla preferenziale e infine a destra per l’ultimo tratto di carreggiata, con auto e scooter che di regola non frenano prima dell’ultimo minuto. E se c’è chi pensa che andrebbe messo un semaforo, forse può bastare un semplice adesivo (da richiedere via mail a claudiogherardini@societaperleidee.it).
i parla tanto di decoro cittadino, di strade, giardini e, in generale, spazi pubblici puliti e ben curati. Un evidente segnale di come stia aumentando l’attenzione su questo tema, e iniziative come la Carta del decoro del Quartiere 3, di cui Il Reporter ha parlato il mese scorso, vanno proprio in questa direzione. Peccato che però, a volte, i fatti smentiscano anche le più nobili dichiarazioni di intenti. È il caso dello spazio verde che si trova fra via Arcangeli e via Baccarini, dove un tempo c’era uno sfasciacarrozze, esempio di quanto poco decoroso possa essere un giardino pubblico. Attenzione, però, a non farsi ingannare dall’apparenza. A prima vista, infatti, ci si trova davanti a un bel giardinone, specialmente nei soleggiati pomeriggi primaverili. E viene voglia di farci una passeggiata, due tiri a pallone, o magari sedersi e rilassarsi un po’. Peccato, però, che l’apparentemente curato spazio verde sia punteggiato dai “bisognini” che numerosi cani lasciano puntualmente ogni giorno. Eh sì, qui passeggiare richiede un po’ troppa attenzione, e se si gioca a calcio più che la palla bisogna guardare qualcos’altro, mentre di sdraiarsi a prendere il sole non se ne parla nemmeno. “Questo giardino è diventato una sorta di area cani – lamentano gli abitanti delle case di fronte – ogni giorno, tra mattina e sera, qui circolano almeno una trentina di animali e ognuno di loro ci lascia almeno un ‘ricordino’: sono veramente pochi i padroni che
si portano dietro il sacchetto per raccogliere gli escrementi”. Col risultato – affermano - che il giardino è diventato impraticabile, e che i numerosi bambini che ci giocano, noncuranti del pericolo, tornano poi a casa con i vestiti macchiati. “Il punto è che questa è un’area verde pubblica – continuano i residenti – ma tranne che a tagliare l’erba, tre-quattro volte l’anno, qui poi non si vede più nessuno. Nessuno viene a pulire, lo facciamo noi, non c’è un cestino, non c’è un cartello che segnala che questa non è un’area cani: ci sono solo due panchine, che abbiamo ottenuto a fatica...”. La richiesta degli abitanti dei palazzi che affacciano sul giardino è insomma chiara: “Individuiamo uno spazio, recintiamolo e realizziamoci un’area
Il giardino è diventato una sorta di spazio per cani cani. Poi dotiamo il giardino di almeno un paio di cestini: a svuotarli ci pensiamo noi”. Se poi l’area cani non si potesse proprio fare, per mancanza di fondi, allora – chiedono - che almeno si mettano cartelli con funzione di deterrente. Ricordare ai padroni indisciplinati che lasciare a terra i bisogni del proprio cane è un atto non solo indecoroso, ma anche multabile, servirà /G.B. a farli ravvedere?
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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
L’INCHIESTA. Dal 2001 in via del Tagliamento c’è il centro culturale islamico. Ecco come vanno le cose
Moschea in città, il dibattito è aperto Alla scoperta del “modello Sorgane” Lisa Baracchi
Comune ci ha indicato questo spazio”. “Problemi con gli altri cittadini non ce ne sono, se si escludono alcune sporadiche proteste - spiegano dal centro islamico del quartiere 3 – in particolare quelle di un signore che abita ai piani alti del palazzo accanto, che sembra proprio non accettare la presenza del centro islamico”. In strada c’è chi parla di un’iniziale diffidenza che il tempo ha poi spazzato via, c’è chi pensa che una moschea
S
e chiedi dov’è il “centro islamico” a Sorgane nessuno sa bene di che cosa si parla, bisogna specificare “moschea” e allora tutti sanno indicare quel tratto senza sfondo di via del Tagliamento dove si trova il cancello bianco della sede della comunità musulmana, che ha il fondo in affitto dal 2001. Il centro è sempre aperto, ma frequentato principalmente il venerdì e la domenica. Il dibattito sulla realizzazione o meno di una moschea a Firenze, adatta ad accogliere tanti fedeli, si è riacceso negli ultimi tempi. “Un luogo in cui si prega non può far paura”, sostiene il sindaco Matteo Renzi, ma “al momento non c’è un progetto, non c’è un’ipotesi di lavoro” e comunque, precisa il primo cittadino, “non ci sono spazi nel centro storico per farla, in questo momento”. Tra le proposte avanzate in città c’è anche l’idea di creare diversi luoghi di culto più piccoli, sparsi nei quartieri. Modello Sorgane? “Diciamo che le moschee, nei nostri Paesi d’origine, sono altra cosa – spiega sorridendo Lahjab, che si prepara alla preghiera del venerdì – ma qui c’è uno spazio riservato al culto all’interno del centro culturale. L’associazione si è trasferita a Sorgane dal locale che avevamo alle Cascine, che non era adatto a ospitare molte persone. Allora il
Il presidente del Q3 Ceccarelli: “Negli anni ci sono stati momenti di integrazione”
l’entrata del
dovrebbe stare in un luogo più separato o che questa sistemazione non sia delle più decorose: un fondo per tanta gente che arriva da diverse parti della città. “A volte si sentono dei canti, ma fanno molta più confusione le radio di qualche vicino maleducato”, dice una signora, mentre un’altra ricorda di quando “abbiamo avuto paura”, durante i mesi del processo, terminato poi con l’assoluzione, di alcune persone che frequentavano il centro che furono accusate di associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale. Un pensionato commenta caustico: “Ne abbiamo tante
Centro Islamico
Fatima Ragioniera, 22 anni
Sandra Ceri Casalinga, 38 anni
Omar Ranieri Russo Educatore, 25 anni
“Mancano i luoghi dove pregare”
“Non credo che questo sia il posto adatto”
“Adesso la situazione è tranquilla”
“Mancano i luoghi dove pregare ed è per questo che a Sorgane il venerdì e la domenica vengono tante persone. C’è chi abita molto lontano e deve discutere con i datori di lavoro per avere delle ore in più, per raggiungere questa ‘moschea’, che è un fondo. Sento sull’autobus lamentele, diffidenza, ma la libertà di culto è garantita dalla Costituzione”
“Credo nell’integrazione, ma fatta come si deve e credo che questo non sia il posto adatto per una moschea. Il parcheggio si riempie nei giorni di preghiera, la comunità musulmana avrebbe bisogno di uno spazio diverso. Mi sembra però che dopo il disaccordo iniziale ora la moschea sia accettata da tutto il quartiere”
“La situazione ora è tranquilla, la convivenza con il centro islamico non dà problemi. Solo nel periodo delle indagini sulla presunta cellula terroristica c’è stata un po’ di apprensione, negli anni passati. Per motivi che riconosco essere forse futili preferirei però non avere la moschea qui vicino”
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il giornale del tuo quartiere
In strada c’è chi parla di un’iniziale diffidenza spazzata via dal tempo e chi pensa che servirebbe un luogo più separato o che questa
Marta Bianchi Casalinga, 68 anni
Piero Pieri Fabbro, 49 anni
“Non ce ne accorgiamo neanche...”
“Ricordiamoci dei nostri emigranti”
sistemazione non sia delle più decorose. “Non ci sono problemi con gli altri cittadini”, assicurano dalla comunità musulmana
di chiese da queste parti...”. Al di là delle opinioni, però, tutti qui ammettono che la convivenza è tranquilla, o al massimo è “indifferenza”. Per il presidente del Quartiere 3, Andrea Ceccarelli, Sorgane può essere considerato un esempio positivo di integrazione: “Non vedo perché no, veri problemi di convivenza non ci sono mai stati. Posso aver ricevuto lamentele per un po’ di confusione in più,
“Ci siamo resi conto con il tempo che avere un centro islamico vicino non dà nessun problema. All’inizio sì, c’è stata diffidenza, ma la maggior parte dei cittadini ora ammette che neanche ce ne accorgiamo della presenza di una comunità musulmana. Certo, mettere d’accordo tutti è impossibile, c’è ancora chi si lamenta nei palazzi qui vicino”
litigi comuni a tutti i luoghi di incontro”. Racconta ancora Ceccarelli: “Ricordo che negli anni ci sono stati dei momenti di integrazione, come quella volta che abbiamo ripulito la collina di Sorgane con Legambiente e la sera c’è stata una cena con specialità italiane e cous cous preparato dalle famiglie nordafricane. Certo, ci potrebbero essere altre occasioni per condividere attività, penso ad esempio alle
giornate degli angeli del bello, potremmo coinvolgere anche la comunità musulmana nella manutenzione e nel decoro del quartiere”. Conclude Ceccarelli: “L’accoglienza non è soltanto un discorso di rispetto dei diritti umani, ma anche di razionalità. Una buona amministrazione deve lavorare per integrare i vari gruppi, e non creare ghetti. Il resto è garantito dal diritto costituzionale”.
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“Ci vuole tempo per integrare persone che vengono da un’altra cultura. Ma noi italiani dovremmo sempre ricordarci che tanti connazionali sono emigrati in luoghi che avevano un’altra religione, spesso protestante, e si sono poi ambientati. La religione è sempre stata un motivo di contrasti, anche in un paese europeo come l’Irlanda fino a pochi anni fa”
Ecco gli interventi previsti questo mese sulle strade del quartiere (tranne i lavori urgenti e quindi non programmati), che comporteranno divieti e modifiche per la sosta e la circolazione: VIA CHIANTIGIANA Sono iniziati a fine aprile i lavori per un nuovo allaccio alla rete di distribuzione del gas in via Chiantigiana, in corrispondenza del numero civico 53 - tratto compreso tra via di San Marcellino e piazza Badia. Previsto un restringimento di carreggiata con senso unico alternato regolato da un semaforo fino al 5 maggio. VIALE GIANNOTTI – VIALE EUROPA Per la posa di cavi in fibra ottica, da fine aprile sono in vigore alcuni restringimenti di carreggiata in direzione uscita dalla città in viale Donato Giannotti, in corrispondenza di piazza Cardinale Elia Dalla Costa, via Ambrogio Traversari, piazza Bartali e del numero civico 12 di viale Europa. Termine previsto dei lavori, il 7 maggio.
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Maggio 2011
Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
ZOOM. Nelle vie del centro, giorno dopo giorno, continua la tradizione dei “madonnari”
L’arte di strada, a colpi di gessetto Gianni Carpini
dedicato alla strada. “Sono autodidatta – ci tiene a dire – continuo a lavorare la terra con i gessetti anziché con la zappa, e queste opere sono gli unici fiori che possono sbocciare sulla pietra”. Un’attività che certo non promette lauti guadagni. “È una scelta personale – spiega – preferisco sopravvivere a stento mantenendo la mia libertà e dignità, invece che andare a lavorare in una fabbrica di macchine o armi per mantenere un livello di vita agiato”. Sono una ventina i madonnari attivi a Firenze in questo momento. Tra loro molti stranieri, che arrivano da Giappone, Corea e Irlanda. “Vengono a sciacquare i pennelli in Arno – dice Claudio Sgobino, parafrasando il Manzoni – per affinare la loro tecnica. Diamo la possibilità a tutti di dipingere, sotto i consigli di un maestro madonnaro”. Per vederli in azione basta andare in via Calimala, dove sono presenti tre postazioni, e in via degli Avelli. Proprio questi spazi sono al centro di un braccio di ferro con Palazzo Vecchio. Motivo: le norme comunali che regolano l’attività dei madonnari. Secondo l’attuale regolamento, che risale a fine 2008, gli spazi – per cui viene pagata una tassa per l’occupazione di suolo pubblico – vengono concessi dopo un bando pubblico. Fatto che non va giù a Sgobino: “Queste postazioni ce le siamo conquistate dopo anni di lotte e le abbiamo sempre gestite in modo associativo, dando la possibilità a tutti di dipingere. E con quali criteri si decide chi è madonnaro e chi non lo è? L’amministrazione comunale vuole confinarci in questi ghetti, impedendoci di lavorare altrove e imponendo limitazioni di orario che snaturano la nostra arte. Siamo sottoposti a un vero e proprio mobbing”. I madonnari, dal 2009 a oggi, presidiano le tre postazioni di via Calimala con le loro opere, create a colpi di gessetto. Con una prescrizione: non andare oltre il limite di spazio per cui è previsto il pagamento per l’occupazione di suolo pubblico.
Arrivano qui da tutto il mondo, e proprio a Firenze ha sede l’associazione nazionale che li riunisce: “Queste opere sono gli unici fiori che sbocciano dalla pietra”
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alla pietra emergono madonne, gioconde e veneri. Colori vividi, opere che si creano sotto l’occhio dello spettatore e che velocemente saranno cancellate dal tempo e dalle intemperie. Niente cavalletto né pennelli, la tela è la strada. Gli strumenti sono poveri, la tecnica si apprende sul campo ed è il passante a decidere chi ricompensare. I madonnari sono ormai divenuti un simbolo delle strade del centro fiorentino, con le loro opere tracciate grazie ai gessetti colorati lungo i percorsi battuti ogni giorno da centinaia di persone. Arrivano da tutto il mondo per imparare quest’arte, grazie a un’associazione che è divenuta un punto di riferimento a livello nazionale, i “Madonnari italiani internazionali associati Firenze”. A guidarla è Claudio Sgobino, 52enne fiorentino, che questo “mestiere” lo fa da quando aveva 27 anni. Nessuna accademia: ha studiato agraria, ha fatto il mosaicista e poi si è
un’artista al lavoro
LE NORME 1154014
Stop alle postazioni fisse, via alla rotazione
Allo studio nuove regole
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on più tre diversi regolamenti, ma uno solo, un badge per tutti i “perfomer” regolari e un bando con cui assegnare le varie postazioni sparse per la città. Sono alcune delle nuove regole che Palazzo Vecchio sta studiando per gli artisti di strada, che andranno a sostituire i tre diversi disciplinari al momento in vigore per i pittori, i madonnari e gli artisti di strada. Per esibirsi o dipingere in strada serve infatti un’autorizzazione del Comune, a cui si aggiunge il pagamento dell’occupazione di suolo pubblico. Per arrivare a definire alcune linee guida su questo mondo variegato c’è voluto oltre un anno di lavoro da parte della commissione sviluppo economico di Palazzo Vecchio. La novità principale riguarderà gli spazi destinati agli artisti di strada, che saranno assegnati tramite un bando e gestiti a rotazione. In pratica, il Comune stilerà una graduatoria in base all’anzianità degli artisti. In più verrà inserito l’obbligo dell’alternanza: visto che alcune postazioni sono più “appe-
tibili” (davanti agli Uffizi, ad esempio, o in piazza della Repubblica) sarà stilato un calendario per evitare che poche (e sempre le solite) persone si accaparrino i posti migliori. Stop, quindi, alle location fisse. Unica eccezione gli artisti storici, che potranno avere un numero maggiore di presenze nelle loro postazioni abituali. In questo modo, secondo la commissione, sarà possibile accontentare un numero maggiore di artisti di strada, abolendo il giorno libero previsto dal disciplinare attualmente in vigore, emanato dall’ex assessore Gori. /G.C.
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il giornale del tuo quartiere
VADeMeCUM. Ecco servizi e possibilità per i non più giovanissimi
Verso un’altra estate da anziani Annalisa Cecionesi
L’
effetto collaterale dell’estate ormai alle porte? L’afa e il caldo opprimente. A soffrirne sono soprattutto le fasce a rischio della popolazione, anziani e bambini. Mentre gli esperti raccomandano di bere molto e uscire nelle ore più fresche, il Comune mette in campo servizi per fronteggiare l’emergenza estiva dell’età avanzata. Le parole chiave? Aiuto Anziani e Sorveglianza Attiva. A disposizione degli anziani ci sarà un numero verde collegato a Montedomini (800-801616), attivo durante tutto l’anno ma potenziato nel periodo estivo. Si tratta di un servizio rivolto agli anziani che si trovano in situazioni di momentanea difficoltà, specialmente coloro che vivono in solitudine. Il servizio è tempestivo, in risposta alle emergenze difficili da soddisfare dai Servizi Sociali, impegnati in interventi a più lungo termine. “Inoltre – spiegano dalla Direzione Servizi Sociali del Comune di Firenze – è in corso la strutturazione di un intervento di Sorveglianza Attiva, predisposto secondo il protocollo della Regione Toscana, che consente di individuare preventivamente le persone in difficoltà, segnalate dai medici curanti e dai servizi territoriali”. La Sorveglianza Attiva consiste in un monitoraggio costante degli anziani “a rischio”.
una partita a Carte
(Foto
di
giuseppe della maria)
Accanto ai contatti telefonici quotidiani, vengono offerti servizi di vario genere, dall’accompagnamento ai presidi sanitari o a far la spesa fino ai pasti a domicilio. E, quando il termometro si impenna, il monitoraggio è intensificato, seguendo il bollettino regionale pronto a segnalare l’arrivo di ondate di calore. Non mancheranno neppure i servizi “collaterali”. Perché trascorrere l’estate non significa dover stare rintanati in casa. Nell’offerta di attività ricreative, culturali e sportive scendono in campo il volontariato e le Reti di Solidarietà. Saranno predisposti progetti finalizzati alla
socializzazione, appoggiati dai centri anziani, dallo Uisp e da altre associazioni del territorio. Sebbene le modalità e la strutturazione dei servizi siano in via di definizione, anche quest’anno torneranno le vacanze agevolate per i pensionati. I contributi a disposizione per questo servizio sono però ridotti. “Cercheremo di compensare questa contrazione con prezzi più vantaggiosi – rassicura Arianna Guarnieri, direttore dei Servizi Sociali – nonostante le problematiche di bilancio, il nostro impegno è quello di garantire un’offerta adeguata ai bisogni dell’età avanzata”.
IL PUNTO NEL QUARTIERE Molti i modi per trascorrere i pomeriggi
Sole, cene e partite a carte
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omeriggi soleggiati all’Anconella, passeggiate lungo l’Arno o chiacchiere in piazza del Bandino: ecco come alcuni anziani trascorrono queste belle giornate primaverili. “Si cerca di stare fuori il più possibile – commentano due “vecchiette” ai giardini di piazza Francia – stiamo tutto l’inverno chiuse in casa per il rischio di ammalarci, e adesso finalmente possiamo uscire un po’ a goderci questo solicino … almeno finché non sarà troppo caldo!”. Ma, in mezzo a tanti amanti dell’aria aperta, c’è anche chi non sembra particolarmente interessato dalla bella stagione, e sceglie di passare il tempo al centro commerciale di piazza Bartali. Gente che va, gente che viene: di movimento ce n’è, e poi, come dice un signore, “se ne approfitta per scambiare due parole e, nel frattempo, si fa anche un po’ di spesa”. Un viaggio e due servizi, insomma, ma forse questi signori non sanno che esistono anche altri punti di aggregazione. Come il centro anziani “Il Lido”, che con l’arrivo della primavera raggiunge il suo picco massimo quanto a numero di frequentatori e attività, per via della grande terrazza affacciata sull’Arno che si presta molto bene a cene, partite a carte, intrattenimenti musicali o semplicemente a stare in compagnia. Per la prima quindicina di maggio è prevista la consueta “baccellata”, che dà il via a una serie di cene e iniziative che prose-
guiranno per tutto il periodo estivo. “Grazie al presidente Rossano Righi, che ha portato una ventata di innovazione, il Lido è molto attivo: organizziamo visite a mostre e musei, soggiorni estivi al mare e in montagna in collaborazione con altri centri – racconta il vicepresidente – per finire poi con l’Agosto anziani, che riguarda ovviamente il mese di agosto, in cui il centro è aperto tutto il giorno per tutti quegli anziani che si sentono soli e che desiderano stare in compagnia”. E non è da meno il vicino centro anziani Reims, dove le carte vanno per la maggiore e in particolare ci si appassiona al burraco. “Qui si gioca tutti i giorni, anche nella corte all’aperto – spiega il presidente Giorgio Pacini – poi ci sono tre appuntamenti importanti: la commemorazione dei caduti di
Previsti anche visite ai musei e soggiorni tra mare e montagna Pian D’Albero, sabato 28 maggio in piazza Elia Dalla Costa, e la mostra degli antichi mestieri il 29 maggio in via Reims, davanti alla chiesa. Inoltre, sempre il 29 maggio, in via Fez si terrà una mostra estemporanea di pittura e scultura con alcuni artisti, tra cui Fuad e /G.B. Anna Cecchetti”.
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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
MESTIERI DI OGGI E DI IERI. Cecilia Barducci ha aperto il suo laboratorio in piazza Gavinana
L’artigiana che dà nuova vita ai mobili In tempi in cui non tutti possono permettersi acquisti di un certo tipo, ecco che nel suo “regno” i vecchi arredi si trasformano in oggetti alla moda. “Il restauro tradizionale è quello che va meno” Cecilia Tarchi
S
i chiama Gommalacca e ha aperto lo scorso dicembre. Si tratta di una delle novità del quartiere, una realtà che quasi non si nota al numero 11 di piazza Gavinana, dove un tempo c’era una storica gelateria. Nel suo laboratorio-negozio, Cecilia
una delle
“opere”
Barducci, la giovane proprietaria, mette a frutto la sua passione ed esperienza, dopo anni di studi a Villa La Petraia. “Era una passione che coltivavo fin da ragazzina, osservavo mio padre fare piccoli lavori di restauro. Era il suo hobby. Dopo una laurea in tutt’altro settore, a 35
dell’artigiana
anni ho deciso di strutturare la mia esperienza con gli studi, anzi spero in futuro di lavorare ancora per i Beni Museali della Soprintendenza, sui quali, durante gli stage, ho forgiato la mia esperienza. Il piacere di lavorare con le mani, vedendo il prodotto finito – continua - è stata la molla che mi ha convinto ad avventurarmi nell’impresa di aprire questo laboratorio. In questo settore, a differenza di altri, non si è solo un anello della catena produttiva, ma l’artefice dell’intero processo. Ed è grande la soddisfazione di riportare in vita oggetti che sarebbero stati dimenticati e lasciati andare incontro al degrado”. La clientela di Gommalacca è di tutte le età, ma in particolare arrivano al laboratorio molte coppie, che ereditano vecchi mobili e intendono arredare la loro casa con questi, o signore che scelgono di dare un nuovo look ai vecchi arredi, preferendo così farli laccare in stile decapè invece che sbarazzarsene. “È un modo intelligente di risparmiare – spiega Cecilia - evitando anche acquisti di bassa qualità, anche perché
Cecilia Barducci
nel suo laboratorio
molti interventi che noi restauratori facciamo sono reversibili. Oltre al trattamento anti-tarlo faccio restauro tradizionale, intervenendo sia a livello conservativo che estetico, lucidatura a cera o a gommalacca, integro le parti mancanti di mobili, decoro, ripristino la doratura... insomma, metto in pratica tutto quello che ho imparato”. Ma non solo. “Ora vanno molto di moda decapè o shabby chic. Il restauro tradizionale è quello che va meno, basti vedere anche le vecchie botteghe artigiane del centro: in questi ultimi anni c’è crisi nel settore, ed è un dispiacere se si pensa che la Toscana è famosa
in tutto il mondo per l’alta qualità dei suoi mobili e dell’artigianato in generale. Per ovviare a questa situazione ho pensato di venire incontro alle esigenze della clientela, inserendo anche un’attività di vendita di oggettistica in legno, solo massello, voglio essere chiara. In più ci sono oggetti in ferro, in ceramica, specchiere, lampade e sta per arrivare il tessile. Tendo a proporre, essendone appassionata – conclude - consulenze sugli arredi, anche d’epoca, e cerco di offrire uno scenario d’arredamento più ampio, economico ma di qualità, che si possa accostare con le ultime tendenze”.
L’AMBULATORIO INFERMIERISTICO DELLA MISERICORDIA DI FIRENZE
L’ATTIVAZIONE DI UN AMBULATORIO INFERMIERISTICO DA PARTE DEGLI “AMBULATORI DELLA MISERICORDIA DI FIRENZE” non è soltanto un completamento dell’offerta assistenziale, ma rappresenta anche la continuità della Misericordia di Firenze nel perseguire i propri fini di solidarietà e di assistenza nei riguardi della comunità in cui opera. Si viene infatti a realizzare un punto d’appoggio per
tutta la popolazione ma soprattutto per i soggetti più deboli, come gli anziani ed i malati cronici, che si trovano spesso in grande difficoltà per problematiche sanitarie che possono essere facilmente gestite da parte di chi ha disponibilità e competenza. In questo contesto l’infermiere valuta, pianifica e gestisce l’intervento assistenziale entrando in relazione con l’utente, con l’adozione di opportune strategie comunicative, e ne favorisce il reintegro familiare e sociale. La componente relazionale nel garantire la continuità di cura, porta inoltre l’utente e i suoi familiari ad instaurare un rapporto di fiducia con l’equipe infermieristica e ad essere pertanto maggiormente predisposti ad accogliere gli insegnamenti dell’Infermiere, che viene così a rivestire anche un importante ruolo di “educatore alla salute” L’Ambulatorio Infermieristico rappresenterà un punto di riferimento per gli utenti, per i Medici di base e per i Medici Specialisti. L’Ambulatorio verrà attivato dal 1° giugno 2011 presso il presidio di Via del Sansovino n. 176 con orario 8.30 - 12.30 tutti i giorni feriali dal lunedì al sabato e 14.30 - 17.30 il lunedì, mercoledì e venerdì.
Attività e Prestazioni erogate
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1. Controlli glicemici e cardio-chek 2. Rilevazione parametri vitali: pressione arteriosa, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, 3. Medicazioni semplici: ulcere cutanee, rimozione punti di sutura, medicazione ustione, fasciatura semplice 4. Terapia iniettiva: intramuscolare, sottocutanea, endovenosa 5. Sostituzione ed addestramento alla manutenzione e cura dei cateteri vescicali, cateterismo intermittente 6. Sostituzione e addestramento alla manutenzione e cura delle stomie 7. Gestione di port a cath, p.i.c., c.v.c. 8. Gestione peg e sng per nutrizione enterale Erogabilità delle prestazioni La maggioranza delle prestazioni sopra elencate potrà essere effettuata solo su prescrizione medica. Nei casi più complessi o di maggior durata verrà compilata anche una scheda infermieristica.
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mobilità
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lA CITTà CHe CAMBIA/1. In partenza i cantieri del tram, che proseguiranno fino al 2014
Linea 2, mille giorni di lavori all’orizzonte Stando alle previsioni, entro 36 mesi sarà possibile arrivare dalla stazione di Santa Maria Novella all’aeroporto di Peretola sulle rotaie, il tutto per un costo di 306 milioni di euro. Ma restano le preoccupazioni dei commercianti Luca Squarcialupi
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a certezza sull’inizio dei lavori si avrà solo quando i primi operai saranno all’opera. Annunciati per i primi giorni di questo mese, al centro di numerosi incontri e faccia a faccia Comune–imprese, i cantieri per la linea 2 della tramvia sono all’orizzonte. Il nuovo tratto ferrato, per un totale di cinque chilometri e mezzo, collegherà due nodi molto importanti per il trasporto fiorentino: la stazione Santa Maria Novella e l’aeroporto di Peretola. Durata prevista 36 mesi: stando alle previsioni dei tecnici, entro la metà del 2014 sarà possibile arrivare allo scalo aeroportuale fiorentino in tram, grazie alla fermata che sarà posizionata accanto al parcheggio di Peretola. Il tracciato toccherà viale Guidoni, via di Novoli, via Gordigiani, gli ex Macelli, viale Belfiore, via Giudo Monaco, Santa Maria Novella e, infine, piazza dell’Unità. Il tutto per un costo di 306 milioni di euro. Le prime transenne riguarderanno l’area nei pressi dello scalo di Peretola, la strettoia di Novoli e via Gordigiani. Un test per la viabilità e per il piano del Comune, che
in queste zone ha previsto la realizzazione di nuovi posti auto, a fronte di quelli “mangiati” dai cantieri, mentre il servizio pubblico subirà una riorganizzazione. Già alcuni spazi per la sosta sono “saltati” il mese scorso all’interno dell’area di sosta dell’aeroporto. Operai quindi in azione, ma con una promessa: i lavori non dureranno più di mille giorni e saranno svolti anche di notte, per garantire il rispetto della tabella di marcia, che prevede tempi piuttosto serrati. Una soglia limite ribadita più volte dal sindaco Matteo Renzi, convinto che Firenze non sia in grado di sopportare un’eccessiva durata degli interventi, sia dal punto di vista del traffico sia da quello delle ricadute sul tessuto commerciale. Lo stesso primo cittadino ha ri-
Premi per chi finisce in anticipo, sanzioni se i tempi si allungheranno
chiesto più volte la creazione di micro-cantieri, per ridurre l’impatto sul traffico. Tutta una serie di prescrizioni che sono arrivate dopo le preoccupazioni espresse a più riprese dai commercianti, sia da Confesercenti che da Confcommercio. Entrambe le associazioni di categoria hanno lanciato un grido d’allarme sulle possibili ricadute negative dei lavori: meno posteggi, più traffico e quindi meno affari, con un intero settore che rischierebbe di essere messo in ginocchio. Le richieste sono sempre le stesse: cantieri non invasivi e tempi certi di realizzazione. A preoccupare negozianti e cittadini è il rischio che si ripeta l’incubo vissuto dall’altra parte dell’Arno, nella zona di via Talenti e via del Sansovino, dove i maxi-ritardi per la costruzione della linea 1 (1.800 giorni di cantieri invece dei 1.000 annunciati) hanno causato danni economici e pesanti disagi al traffico. Per questo, il Comune è corso ai ripari, prevedendo nei contratti con Tram S.p.a., la società che raggruppa le imprese costruttrici, premi per chi finisce in anticipo e sanzioni per l’eventuale allungamento dei tempi.
un’immagine sCHerzosa di Quella CHe potreBBe essere la nuova
FOCUS Saranno attivati una task force per ascoltare i cittadini e un sistema d’informazione aggiornato
Il piano anti-disagi: assemblee pubbliche e un osservatorio per le imprese
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n osservatorio per le imprese e una task force per ascoltare la “voce del popolo”, oltre a un sistema di informazione per i cittadini. Sono le misure annunciate da Palazzo Vecchio per contrastare gli inevitabili disagi che i cantieri della tramvia creeranno in una zona strategica della città come quella di Novoli. Da una parte l’aeroporto, dall’altra Careggi, nel mezzo un quartiere altamente popolato e molto trafficato. Innanzitutto il Comune di Firenze ha garantito che saranno svolte riunioni periodiche per controllare passo passo l’andamento dei lavori: attorno a un tavolo si ritroveranno le imprese costruttrici,
i tecnici e i rappresentanti dell’amministrazione comunale. Dalle stanze di Palazzo Vecchio alla strada: l’altro fronte è rappresentato dalle assemblee pubbliche, svolte direttamente sul territorio con i residenti. Confronti che si preannunciano già da ora molto delicati. Il primo cittadino ha parlato di un sistema di informazione che farà capo all’assessorato alla mobilità, guidato da Massimo Mattei, uno degli “uomini scelti” di Renzi, spesso in prima linea quando si tratta di confronti con i cittadini. Per quanto riguarda i commercianti, preoccupati da un possibile (se non probabile) impatto negativo dei
cantieri sui loro affari, ha preso forma l’osservatorio economico tramvia-imprese. Si tratta di un gruppo tecnico che ha il compito di individuare quali aziende sono interessate dai cantieri e definire i requisiti per accedere alle misure di sostegno e alle agevolazioni previste dall’amministrazione. In concreto, le misure annunciate prevedono sgravi fiscali, un fondo per prestiti a tasso agevolato e ammortizzatori sociali per i lavoratori. In quest’ultimo caso l’ipotesi è quella di far accedere le imprese in difficoltà al fondo della cassa integrazione in dero/L.S. ga, mediante l’intervento della Provincia.
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mobilità
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lA CITTà CHe CAMBIA/2. La giunta ha approvato un progetto per collegare i due luoghi
Da San Niccolò al Forte con la funicolare?
a viaBilitÀ verso il
Tra le opzioni allo studio ci sono anche le scale mobili o una serie di tapis roulant, meno impattanti dal punto di vista ambientale. Tre i possibili percorsi, ma siamo ancora alla fase preliminare Antonio Rettura
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Forte
ermettere ai pedoni di raggiungere rapidamente il Forte Belvedere da San Niccolò: è questo l’obbiettivo del progetto approvato dalla giunta comunale di Firenze. Lo scopo del piano, che è ancora in fase preliminare, è quello di individuare il sistema di trasporto più adatto per agevolare e velocizzare il collegamento con la storica fortezza che domina Firenze, rendendo più fruibile la zona per cittadini e turisti. Le ipotesi sul tavolo sono tre: una funicolare, un sistema di scale mobili oppure una serie di tapis roulant. Secondo quanto dichiarato dalle Belle Arti, che hanno redatto il piano, il progetto “vuole essere un modo comodo, ecologico ma anche spettacolare per raggiungere la fortezza, rispettoso di un contesto storico, architettonico e ambientale unico”. Il tempo necessario alla progettazione e realizzazione dell’infrastruttura è stato stimato attorno ai tre anni, mentre il costo dell’opera sarà di due milioni e mezzo di euro. Riguardo alle soluzioni tecnologiche che potrebbero essere adottate, la funicolare rappresenta un mezzo particolarmente adatto a percorrere dislivelli anche elevati, ma ha il limite di potersi muovere unicamente su percorsi rettilinei, o con curvature minime. Nel progetto è stata presa in considerazione anche una soluzione dalle caratteristiche molto simili alla funicolare, ovvero la
ferrovia “a cremagliera”. Si tratta di un mezzo anch’esso utilizzato nei percorsi ad alta pendenza, ma – a differenza della funicolare – la trazione non avviene tramite le funi, bensì con una ruota dentata che fa presa su un terzo binario, anch’esso dentato. L’ipotesi di realizzare un sistema di scale mobili o tapis roulant è quella meno impattante dal punto di vista ambientale. Questa soluzione permetterebbe di pianificare un percorso più “snodato”, in quanto sia le scale che i tappeti mobili consentono di affrontare repentini cambi di direzione. Probabilmente i tempi di percorrenza con questa opzione sarebbero sensibilmente maggiori. I possibili percorsi individuati sono tre. Il primo - che è quello più lineare - inizia da Porta San Miniato e, risalendo lungo le mura, giunge al Forte Belvedere. Il secondo è una variante del precedente: prima di giungere al Forte, all’altezza dello scollinamento di via di Belvedere, il percorso passa nel giardino del museo Bardini, conducendo al museo stesso, per poi portare – tramite Costa San Giorgio – fino a destinazione. La terza alternativa prevede di accedere da via San Niccolò tramite Palazzo Vegni, attraversando il verde compreso tra San Niccolò e le mura, passando per il giardino Bardini. Tre ipotesi di percorso e tre possibili mezzi: solo il tempo dirà quale sarà la combinazione “vincente”.
LA NOVITÀ Entro la fine di giugno l’amministrazione conta, per la prima volta, di inaugurare le visite
La torre si prepara ad aprire al pubblico: forse pronta per i “fochi”
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resto si potrà ammirare Firenze da una “nuova” prospettiva: la torre di San Niccolò sarà per la prima volta aperta al pubblico, che potrà salire sulla sua cima e osservare il panorama dal punto di vista delle vedette che difendevano la città. L’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di riuscire a inaugurare le visite entro la fine del mese di giugno. La data di apertura potrebbe coincidere con la festa del patrono San Giovanni, il giorno dei “fochi”, mentre proseguiranno anche nei mesi successivi gli interventi agli elementi esterni del monumento. I lavori di restauro della torre, iniziati nel no-
vembre scorso, costeranno 300mila euro e prevedono la creazione di un percorso di salita, messo in sicurezza attraverso dei parapetti in ferro posizionati lungo le rampe di scale e in corrispondenza delle grandi aperture ad arco. Saranno poste delle ringhiere anche alla vasca situata nella base della torre. Verranno inoltre restaurati i muri interni e recuperate le porte, mentre - per evitare l’ingresso dei piccioni - saranno installate alcune reti alle aperture esterne. La torre di San Niccolò fu edificata nel 1324 e fa parte dell’ultima cerchia muraria di Firenze. La progettazione si ritiene sia stata realizzata dall’Orcagna.
La parte superiore è invece più recente: il ballatoio merlato, opera del Poggi, risale al 1800. Quella di San Niccolò è la più alta delle porte di Firenze, in quanto è l’unica a non essere stata “accorciata”. Tutte le altre furono ribassate nel ‘500 per resistere maggiormente ai colpi dei cannoni, una tipologia di arma da guerra che si era da poco diffusa. L’ampia gittata delle nuove armi da fuoco, infatti, esponeva le torri della cinta muraria a crolli, e per questo motivo furono tutte ribassate, tranne quella di San Niccolò, che era protetta dai colpi dalla collina /A.R. di San Miniato.
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economia
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Il PROGeTTO. Incubatore Firenze si occupa di supportare le aziende che muovono i primi passi
le imprese hanno la loro chioccia Dalla sua creazione ha lanciato 35 nuove realtà, selezionate tra le oltre 130 che avevano fatto richiesta. La difficoltà maggiore sta nel trovare i finanziamenti, mentre molto importanti sono l’aiuto di manager esperti e il sostegno di un network di relazioni Giuditta Boeti
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Non manca un occhio di riguardo per il mondo femminile
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mprenditori si nasce, ma si può anche diventare. Con l’aiuto dell’incubatore di imprese avviare un’azienda è molto più facile. Come suggerisce il termine stesso, l’incubatore è una sorta di contenitore che accoglie nella propria sede imprese ancora in embrione, la cui maturazione può così realizzarsi sotto controllo. Anche Firenze vanta un suo incubatore che, dal 2004, fa start-up: in pratica aiuta la nascita e lo sviluppo di aziende in settori tecnologicamente avanzati. Dalla sua creazione “Incubatore Firenze” ha lanciato 35 nuove imprese (quattro delle quali hanno cessato l’attività), selezionate fra oltre 130 che hanno fatto richiesta. Da un monitoraggio realizzato nel 2010 sui risultati del 2009, emerge che le imprese già incubate e quelle allora ospitate realizzavano complessivamente circa 3,5 milioni di euro e occupavano oltre 150 persone fra soci e collaboratori. Le imprese nate dal 2005 ad oggi appartengono a diversi settori: tecnologia dell’informazione e della comunicazione, web, energie rinnovabili e ambiente (settori nei quali si sta concentrando l’attuale attività di ricerca di nuove imprese), ma anche elettronica, optoelettronica e nanotecnologia ed elettromagnetismo. “Incubatore Firenze nasce da un’idea del Comune per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese innovative – spiega Bruno Pecchioli, presidente della scuola superiore di tecnologie industriali, che gestisce l’Incubatore – il nostro ruolo, dopo aver selezionato i potenziali imprenditori sulla base della sostenibilità delle proposte e del loro piano economico, è quello di aiutare questi soggetti a decollare. Dopo sei anni di esperienza e più di 30 aziende lanciate sul mercato, abbiamo constatato che le principali criticità per le giovani imprese sono non solo la difficoltà di trovare finanziamenti, ma soprattutto il supporto di manager esperti e il sostegno di un network di relazioni, servizi che l’Incubatore offre e che hanno un valore ancor più importante della disponibilità di spazi fisici tecnologicamente attrezzati”. In particolare, i servizi di incubazione offerti, oltre all’ospitalità fisica dell’azienda e alle infrastrutture tecnologiche e multimediali, prevedono il supporto e le consulenze necessarie per consentire alle neonate aziende di muovere i primi passi. Queste nuove realtà economiche vengono aiutate nell’avvio dell’impresa, supportate con la forma-
zione e agevolate nell’incontro con investitori e potenziali clienti o partner. Negli ultimi sei mesi hanno concluso il ciclo di incubazione nove imprese: attualmente sono cinque le aziende incubate, mentre nove sono in fase di preincubazione. Non manca un occhio di riguardo all’imprenditoria femminile, con il progetto “L’impresa è donna”, un programma per la diffusioni di modelli imprenditoriali in rosa. Tutte le info su www.incubatorefirenze.org.
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società
Maggio 2011
FAMIGlIe/1. In tema di matrimoni e divorzi le statistiche comunali parlano chiaro
Coppie, una su tre (a quanto pare) scoppia A Firenze, nel 2009, le nozze civili sono state il doppio
Antonio Passanese
di quelle religiose. Lo scorso anno, invece, c’è stata una frenata, e le persone che hanno pronunciato il fatidico “sì” sono diminuite. Intanto aumentano i servizi per aiutare le unioni in crisi
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er ogni tre coppie che si sposano ce n’è una che scoppia: questa la fotografia scattata dall’ufficio Statistica di Palazzo Vecchio. E così si scopre anche che a Firenze, nel 2009, i matrimoni civili sono stati il doppio di quelli religiosi, 860 contro 401, mentre di divorzi se ne contano 440. Nel 2010 (perché i
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Anziani fragili, un progetto ad hoc
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na risposta concreta ai problemi degli anziani, un supporto alle famiglie che hanno bisogno di assistenza domiciliare per i propri cari: questi gli obiettivi del Consorzio per la cooperazione e la solidarietà di Firenze, da dieci anni attivo nel settore dei servizi sanitari e socioassistenziali. Co&So ha creato un progetto, “Sostegno anziani fragili” (Saf), che si propone di offrire una vasta gamma di opportunità a tutte quelle persone non più giovanissime che necessitano di aiuti concreti. Tre i suoi campi d’azione: famiglia, assistenza domiciliare (con personale specializzato) e fisioterapia. In particolare, il consorzio seleziona e forma badanti: “Li assumiamo grazie a una collaborazione con un’agenzia di lavoro interinale monitorando i primi due mesi di prestazione, li accompagniamo nelle famiglie durante il periodo di inserimento e verifichiamo periodicamente la qualità degli interventi e della relazione assistente/assistito”, spiega Giulia Cassigoli. Il Saf “badanti” è rivolto ad anziani o disabili residenti nella provincia di Firenze, e viene gestito da due cooperative, Il Girasole e L’Alverare (per la zona del Mugello). Nella maggior parte dei casi le assistenti selezionate da Co&So provengono dall’Europa dell’Est e dal Sud America, “ma negli ultimi periodi c’è stato un incremento anche delle italiane”. Hanno una laurea, spesso sono infermiere e il loro stipendio si aggira intorno agli 850 euro. Un lavoro, quello della badante, ritenuto per lungo tempo umiliante e che oggi, alla luce della grave crisi economica e della disoccupazione, sembra essere tornato in auge, spinto probabilmente anche dal costante invecchiamento della popolazione. Il numero unico al quale fare riferimento per avere informazioni sui servizi è 800 773522. Co&So è raggiungibile anche attraverso un indirizzo di posta elettronica: info@sostegno/A.P. anziani.it.
dati del 2011 saranno elaborati agli inizi del 2012), invece, diminuisce sensibilmente sia il numero di chi convola a nozze che di coloro che si dicono addio. I matrimoni in Comune scendono a 798, quelli in chiesa a 365, i divorzi, infine, a 385. Il dato di Firenze, però, è in controtendenza rispetto a quello che accade in Toscana, dove le separazioni sono 350,5 ogni 1000 abitanti (nel 1995 erano 169). Sarà per la crisi (scusa che ormai si usa in ogni salsa), sarà per la mancanza di prospettive o di lavoro, sarà perché oggi i giovani preferiscono convivere senza legarsi con una promessa di amore eterno, ma a Firenze sono sempre meno le persone che decidono di scambiarsi le fedi. E chi sta, ahinoi, maturando l’ipotesi di lasciarsi è bene che sappia che nella nostra città è stato concesso il primo divorzio breve italiano. Lo riporta con grande enfasi il sito www.genitoriseparati.org, che racconta la storia di una coppia toscana che tra il matrimonio e il divorzio ha dovuto attendere poco più di un anno. Cose dell’altro mondo se si pensa che, come fa notare l’Adnkronos, “l’Italia si è aggiudicata la maglia nera per la durata dei procedimenti di divorzio: per le procedure di primo grado nel nostro Paese occorrono 634 giorni, il doppio di quanto serve in Germania e in Portogallo. Nella classifica, infatti, dopo l’Italia vengono la Francia (447 giorni), il Portogallo (325) e la Germania (321). In Spagna il tempo valutabile per l’ottenimento del divorzio varia fra i tre e i 6 mesi e la pratica può essere sollecitata dopo un minimo di tre mesi dalle nozze”. Nel caso in cui le coppie decidano invece di darsi un’altra opportunità, allora potranno rivolgersi al servizio “post divorzio” ideato dall’associazione Comete, che opera con i servizi sociali di Palazzo Vecchio. Ma attenzione alle recriminazioni e alle accuse reciproche: “La cosa opportuna – affermano eminenti psicoterapeuti – non è dire cosa potrebbe o non potrebbe fare l’altro, ma cosa potete fare voi per far riprendere gioia e colore al matrimonio. Per essere felici insieme basta seguire tre semplici regole di vita coniugale: fedeltà, passione e intimità”. In ogni caso, per le coppie in crisi è anche attivo il Centro di mediazione familiare in piazza Santissima Annunziata a Firenze, che si occupa di conflitti familiari e di come ristabilire la comunicazione relazionale. Come dar torto allora a Victor Hugo che, in un suo celebre scritto, asseriva: “Un matrimonio è come un innesto, o attecchisce o no”.
Sono sempre meno coloro che decidono di scambiarsi le fedi
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FAMIGlIe/2. In città è nata un’associazione per mamme e papà che si sono scoperti omosessuali
“Io, genitore e gay che non si nasconde” Gianni Carpini
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coprirsi omosessuali dopo un matrimonio e la nascita di una figlia. Iniziare un difficile percorso per accettarsi e dichiararsi ai familiari. È la storia di Fabrizio Paoletti, 45 anni, fiorentino. Come lui sono molte le persone che si scoprono gay dopo anni di vita eterosessuale. E sono più numerose di quanto si creda. Si tratta infatti di un fenomeno sommerso: pochi cercano un aiuto, tanti vivono questa difficile situazione da soli. Per questo motivo Fabrizio, con altri genitori di Torino e Roma, ha fondato a Firenze la prima associazione a livello nazionale dedicata a gay, lesbiche e transgender che hanno avuto figli da precedenti relazioni eterosessuali. Si chiama “Rete genitori Rainbow” e offre supporto grazie anche ad alcuni consulenti nel campo psicologico e legale. “Quando ci si scopre omosessuali inizia un lungo processo di accettazione, che può essere doloroso – racconta Paoletti – anch’io all’inizio avevo paura della reazione da parte dei miei familiari,
avevo il timore di ferire gli altri, oltre ai sensi di colpa verso mia figlia”. Poi la separazione dalla moglie, la presa di coscienza della sua omosessualità e l’inizio di una nuova vita. “La mia bambina aveva 10 anni quando le ho spiegato la situazione – prosegue – mi sono detto: ‘Mi posso nascondere davanti a tutto il mondo, ma non davanti a mia figlia’. Lei adesso è tranquilla e la nostra relazione è cambiata in meglio: avere un rapporto sereno con il mio compagno e con lei è il presupposto di una vita familiare di qualità. Ho gettato una luce su un angolo buio che creava incomprensioni”. In Italia, secondo una ricerca svolta nel 2008 da Arcigay (l’unica del genere finora realizzata), sono 100mila i figli nati da genitori omosessuali. “Molto spesso si ha paura di creare danni ai propri bambini dichiarando il proprio orientamento sessuale, ma il vero danno è vivere in un contesto falso, creando un castello di carte che non può che peggiorare la situazione. Ci sono molte ricerche svolte da psico-
Si chiama “Rete Rainbow” e offre supporto a chi lo richiede, grazie anche ad alcuni consulenti sia nel campo psicologico che in quello legale
logi americani che dimostrano come i bimbi nati e cresciuti da genitori omosessuali non hanno differenze nello sviluppo psico-socio-affettivo rispetto a quelli di coppie eterosessuali”. Facendo tesoro della loro esperienza, Fabrizio Paoletti e altri soci hanno deciso di creare una rete di aiuto per genitori omosessuali,
che ha sede a Firenze ma si propone come punto di riferimento nazionale, grazie a un sito (www.genitorirainbow.it) con un forum che garantisce l’anonimato, e una help line telefonica che presto sarà attivata. “Per sei anni ho affrontato la questione da solo – spiega ancora Fabrizio – spesso si pensa di essere l’unica persona
al mondo a vivere in questa condizione. Con questa rete abbiamo voluto dare un punto di riferimento, dove confrontarsi e dialogare, trovare supporto psicologico e legale. Nei primi due mesi di attività, una novantina di persone si sono iscritte al nostro forum, 28 sono invece i soci dell’associazione”.
L’omofobia si combatte tra i banchi
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ppellativi non graditi e atti di bullismo. Il compagno di classe un po’ effeminato preso di mira. Qualche parola di troppo che diventa un macigno da sopportare per i ragazzi e le ragazze più deboli. Gli stereotipi di genere e l’omofobia arrivano anche tra i banchi di scuola, alimentati da pregiudizi e ignoranza. Per combattere questo fenomeno, da tre anni l’associazione fiorentina Ireos porta avanti un progetto nelle scuole della città: una serie di incontri con psicologi, operatori specializzati e volontari per far conoscere a ragazzi e ragazze quali sono i preconcetti che spesso i media ci impongono e come invece accettare le differenze di ognuno, fino ad arrivare al tema dell’omosessualità e dell’identità sessuale. In tre anni sono stati 1.500 gli studenti delle scuole medie interessati dal progetto “Da Giove a Giunone a Barbie e Ken”, che adesso potrebbe essere esportato anche fuori dai confini comunali. Mentre si sta mettendo a punto un nuovo percorso da proporre per il prossimo anno scolastico a Firenze, altre realtà, come Scandicci e San Casciano, si sono interessate a questa esperienza, prevista all’interno delle “Chiavi della Città”, il pacchetto di iniziative che il Comune gigliato offre ai
bambini e ai ragazzi delle scuole dell’infanzia, delle primarie e delle secondarie di primo grado. “In questo campo la scuola è più avanti di quanto si creda – spiega Mirco Zanaboni dell’associazione Ireos, che si occupa di discriminazioni nell’ambito dell’identità sessuale e della difesa dei diritti di persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, transgender e intersessuali – e il tema degli stereotipi di genere e dell’omofobia non è affatto un tabù. La dimostrazione è arrivata dall’interesse con cui è stato accolto il progetto da insegnanti e alunni”. Questo argomento potrebbe adesso essere proposto anche nei corsi dell’università dell’età libera, che ogni anno coinvolgono migliaia /G.C. di fiorentini over 40.
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l’INIZIATIVA. Ireos organizza corsi nelle scuole
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sanità
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IN CORsIA/1. Viaggio nel mondo degli specializzandi al lavoro negli ospedali fiorentini
I ragazzi di oggi, dottori di domani L’INIZIATIVA
Finiti i primi sei anni di studi, ai medici
Porte aperte al Rettorato
Un giorno all’università L’ateneo incontra la città
ne toccano altri cinque (o in alcuni casi sei)
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sul “campo”: “Capita di trovarsi addossati compiti che non ci spetterebbero” Giulia Righi
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hi ha avuto la sfortuna di essere ricoverato in ospedale l’immagine la conosce bene. Quella dei camici bianchi indossati da medici molto giovani che la mattina girano di letto in letto a visitare i pazienti, al seguito di dottori meno giovani e più esperti di loro. Sono, costoro, i cosiddetti “specializzandi”, i dottori di domani. Ovvero studenti che, conclusi i sei anni di studio in Medicina e Chirurgia, hanno sostenuto l’esame di stato e si sono iscritti all’albo dei medici chirurghi e odontoiatri. Di fatto sono già medici, quindi, che proseguono i loro studi indirizzandosi verso diverse branche: per completare il loro percorso hanno davanti anni e anni di scuola di specializzazione (cinque, che diventano sei per chi sceglie Chirurgia). Un periodo, questo, in cui la vita in corsia per imparare il mestiere “sul campo” si unisce allo studio per completare la formazione teorica. Ma, al di là del loro identikit burocratico, chi sono questi dottori di domani? Sono, innanzitutto, una categoria di studenti/ lavoratori che deve fare i conti con il precario stato di salute delle finanze a disposizione della ricerca italiana. E come succede un po’ in tutti gli ambiti lavorativi (italiani) a tutti loro tocca una gavetta fatta di fatiche e ore piccole. Firenze, chiaramente, non fa eccezione, e lo prova il fatto che tutti quanti preferiscono raccontarsi nell’anonimato. “È un lavoro intenso – racconta uno specializzando in Neurologia – spesso di fatto il paziente è affidato totalmente alle nostre cure. Anche se il nostro lavoro è regolato da una sorta di ‘contratto’ che praticamente dovrebbe equiparare la nostra attivi-
tà a quella dei medici strutturati, la realtà è diversa. Spesso si va al di là delle ore lavorative canoniche e si spreca tanto tempo per organizzare esami vari, contattare consulenti, prendere contatti con medici di famiglia: insomma, tante cose spesso di competenza non nostra, ma piuttosto infermieristica, paramedica, amministrativa”. E la loro giornatatipo è fatta di scadenze ben precise: “Nella mia specializzazione – racconta uno specializzando in Neurochirurgia – le giornate cominciano un po’ prima delle otto col giro dei malati, poi o si va in sala operatoria o si rimane in reparto, di guardia. Nel primo caso ti occupi di faccende amministrative come le dimissioni o le ammissioni, nel secondo assisti nei vari interventi chirurgici. In genere si
finisce verso le otto, e la notte sei reperibile se c’è bisogno”. Ma, viene da chiedersi, non capita mai che i pazienti siano perplessi nel trovarsi davanti dottori così giovani? “No, direi di no. Non mi è mai successo, almeno, di trovarne con questi preconcetti”. La pensa diversamente un suo collega, futuro geriatra: “Può capitare di trovare pazienti diffidenti, ma molti si limitano a scherzarci sopra: ‘Guarda come gli è giovane questo dottorino’ è una delle frasi tipiche che senti dire, specie quando si tratta di persone anziane. Oppure ti senti chiamare ‘ragazzooo’”. E impari alla svelta a non prendertela: “È un lavoro in cui la passione conta tantissimo, e oltre alla formazione teorica è fondamentale gestire bene i rapporti umani”.
li studenti alla scoperta dell’Europa, i cittadini dell’università. Anche l’ateneo di Firenze partecipa al Festival d’Europa 2011, la manifestazione ideata dall’Istituto Universitario Europeo in programma dal 6 al 10 maggio. E lo fa con un programma di incontri, conferenze, seminari e workshop sul ruolo dell’Unione Europea nel sostegno alla ricerca, alla formazione e alla mobilità studentesca, per conoscere tutte le opportunità per viaggiare, formarsi e fare ricerca fuori dall’Italia. Così, un convegno sarà dedicato ai progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea e da altre istituzioni comunitarie: l’appuntamento è all’Aula Magna dell’Università sabato 7 maggio alle 9,30. Sempre in Aula Magna, alle 15 si parlerà della formazione all’integrazione europea. Lunedì 9 maggio, al Polo delle Scienze sociali, si terrà un seminario sulle borse di ricerca comunitarie per l’alta formazione, nel corso del quale laureati e dottorandi interessati ad avviare un percorso di ricerca europeo potranno incontrare i titolari delle borse di studio. Venerdì 6 maggio, alle 15, Giuliano Amato sarà al Polo di Novoli per parlare de “L’Unione Europea: come superare l’impasse”. Tra gli appuntamenti più attesi c’è poi “Un giorno all’Università”: sabato 7 maggio il Rettorato di piazza San Marco aprirà le sue porte dalle 9 alle 24 con un programma di iniziative no-stop rivolte a studenti, future matricole e cittadini interessati a incontrare la principale istituzione culturale cittadina. Un’occasione per conoscere le facoltà, informarsi su studi e professioni e incontrare le associazioni degli studenti. La giornata si concluderà con un “Notturno ad Arte”: tra l’Aula Magna, l’aula Strozzi e il Museo di Storia Naturale (in via La Pira 4) si terranno, dalle 20 alle 24, concerti, esibizioni, performance teatrali e di danza e molto altro ancora. Per /I.G. info: www.festivaldeuropa.eu.
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IN CORsIA/2. Molti i pazienti che arrivano in Toscana da altre regioni per visite o interventi
E c’è chi viene a curarsi da lontano Lo scorso anno sono stati oltre settantamila i dimessi dai nosocomi di casa nostra giunti nel granducato un po’ da tutta Italia Benedetta Strappi
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ono tante, tantissime, le persone che scelgono la Toscana come terra dove curarsi. Pazienti che provengono da fuori regione e arrivano nella nostra per sottoporsi a operazioni, terapie o semplici visite specialistiche. A dirlo sono i numeri. Complessivamente, lo scorso anno sono stati oltre 71mila i dimessi dagli ospedali toscani arrivati nel granducato da un po’ tutte le regioni d’Italia. Solo nel territorio di competenza della Asl 10 (Firenze e provincia) sono stati oltre 5.800: di questi, oltre 2.800 lo hanno fatto per interventi (di tipo medico o chirurgico) ortopedici. Ma per farsi un’idea della mole di “turisti della salute” (sempre ammesso che viaggi tanto poco di piacere possano passare sotto la voce “turismo”) ai 5.800 della Asl 10 vanno aggiunti i quasi 5.700 che si sono rivolti a Careggi e i 4.800 che sono stati pazienti del Meyer. Proprio dell’ospedale dei bambini colpiscono alcuni dati. Sfogliando quelli relativi al triennio 2007-2009, si scopre ad esempio che la maggior parte dei pazienti che arrivano da fuori regione (il 12% del totale) provengono dalla Sicilia, dall’Emilia Romagna e dalla Lombardia: dato, quest’ultimo, sorprendente, se si pensa che il colosso del Nord ha il più alto tasso d’attrazione sanitaria d’Italia. Ma al Meyer arrivano pazienti anche dall’estero e specialità come la neurologia, la neurochirurgia, l’endoscopia respiratoria, l’oncoematologia e l’ampio spettro di malattie rare congenite hanno una fama inter-
nazionale. È un dato, insomma: la Toscana attira pazienti anche al di fuori del perimetro regionale, per le sue eccellenze. Ma quanto si aspetta quando si ha bisogno di una visita? Da alcuni anni le Asl toscane si sono impegnate a garantire alcune prime visite specialistiche (cardiologia, ginecologia, oculistica, neurologia, dermatologia, ortopedia e otorinolaringoiatria) entro quindici giorni dalla richiesta, pena il risarcimento di 25 euro al cittadino che le richiede e non le ottiene in quel termine. Detto questo, le polemiche sui tempi di attesa si ripropongono a cadenze regolari. Sotto accusa finiscono specialmente le indagini diagnostico
Al Meyer piccoli degenti da Sicilia,Emilia Romagna, Lombardia e anche estero strumentali, che spesso vanno prenotate con largo anticipo e che recentemente sono state al centro di un’interrogazione in consiglio regionale: “Secondo i dati di rilevamento regionale – ha risposto l’assessore alla sanità Daniela Scaramuccia – questo tipo di prestazioni in Toscana vengono erogate per il 43 per cento dei casi entro 30 giorni dalla richiesta e per il 65 per cento entro 60 giorni”.
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in città
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BY NIGHT. Torna la ztl notturna: centro storico off limits alle auto dal giovedì alla domenica
la movida va a piedi. O chiama il bus Francesca Puliti
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rriva la bella stagione e porta con sé zanzare, afa e ztl notturna. Ci risiamo, a partire da metà mese (ma la data di inizio potrebbe slittare a fine maggio) il centro storico diventerà off limits alle auto, dal giovedì alla domenica sera. Scordatevi di parcheggiare vicino ai locali della movida, dunque, a meno che
FOCUS Cene sotto le stelle
Riecco i tavolini sul selciato
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avolini in strada, sì, si può fare. Con la chiusura al traffico delle vie del centro tornano anche le cene all’aperto, sul selciato davanti ai ristoranti. Tecnicamente il progetto si chiama “Il centro io lo vivo”, e l’anno scorso ha visto il coinvolgimento di numerose strade e di oltre 60 attività commerciali. In pratica si tratta della possibilità di allestire una “saletta” all’esterno dei locali senza il bisogno di mettere in piedi costosi dehor, ma semplicemente piazzando un certo numero di tavoli e sedie in strada. Un progetto che non ha mancato di far discutere, nelle passate stagioni, sia sul piano della sicurezza (e della necessità di lasciare libero il transito ai mezzi di soccorso) che su quello estetico. “Basta con l’idea che a Firenze si può far tutto – dichiara il sindaco a inizio stagione – se i tavolini per strada devono essere solo un modo per spillare qualche euro in più ai clienti non sono d’accordo. Non sono il rappresentante sindacale dei bottegai della città, di mestiere faccio il sindaco e tutelo il decoro e gli interessi dei cittadini”. Insomma, un chiaro stop a tavolini alla rinfusa, basta plastica e basta all’accozzaglia di stili e colori. Detto fatto: Confesercenti ha appena presentato all’amministrazione un nuovo progetto, in linea con le richieste del sindaco. Diciassette le vie coinvolte, ognuna delle quali farà mostra di uno stile omogeneo, a partire dalla scelta delle tovaglie. Il piano è ancora al vaglio degli uffici comunali e potrebbe subire alcune modifiche, ma le cene sotto le stelle sono salve. Così come le bevute nei chioschi all’aperto: d’ora in poi non si faranno altre concessioni “speciali”, ma quelli che le hanno ottenute finora potranno restare al loro posto. Almeno finché non cambieranno gestione: in tal caso le attività dovranno essere necessariamente trasferite in sede fissa, se vorranno continuare a elargire bevande alcoliche fino a tarda notte.
non arriviate a prendere posto prima delle 23 (o dopo le 3 di notte). Lo sbarramento, infatti, è stato fissato per le 11 di sera, contro il parere dei gestori di bar e locali, che avrebbero voluto posticiparlo di un’ora. Per quattro giorni alla settimana, da qui a ottobre, la ztl lascerà aperta solo una piccola finestra per le auto, dalle 19.30 alle 23. Dopo quell’ora, le porte telematiche torneranno a scattare foto (e multe) e i vigili cominceranno a presidiare i varchi non protetti dall’occhio virtuale. La zona vietata, infatti, è più ampia di quella diurna, e comprende l’interno della cerchia dei viali di circonvallazione più l’Oltrarno. Da piazza Ferrucci a San Frediano e dal piazzale Michelangelo a piazza d’Azeglio, le auto dovranno attendere fuori. Respinta dal sindaco la proposta avanzata dalle associazioni di categoria, che avrebbero preferito istituire una o più “staffe di penetrazione” nel centro, per permettere di accompagnare e riprendere figli/compagni/amici. Niet anche sul trasporto notturno, partito in ritardo l’anno scorso e
Scatta a metà maggio il divieto d’accesso alla cerchia interna ai viali, dalle 23 alle 3 del mattino. Previsti sconti sui parcheggi di struttura, mentre si tratta con i taxi. Novità per il trasporto pubblico: navette solo su “ordinazione” telefonica
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poco utilizzato in verità da dieci anni a questa parte, cioè a partire dall’alba della ztl notturna. “Se gli esercenti vogliono le navette – dichiara Matteo Renzi - dovranno pagarsele da soli”. Con un costo che potrebbe variare da 75mila euro fino al doppio e che i commercianti non hanno intenzione di sostenere. Un’apertura su questo fronte però c’è stata, e va sotto il nome di “bus a chiamata”. “Non abbiamo ancora ben capito di cosa si tratti – afferma Uliano Ragionieri, vicepresidente di Confesercenti – ma apprezziamo che il sindaco ci sia venuto incontro”. Il “Personalbus” in realtà è già stato sperimentato in città, ma solo in orario diurno, mentre altre metropoli, tra cui la Milano-da-bere, l’hanno già adottato by night. In pratica funziona così: un cittadino prenota la corsa almeno 30 minuti prima chiamando l’apposito call center, a cui specifica origine e destinazione scelta. L’operatore comunica l’orario di arrivo della vettura e il sistema razionalizza le corse in base alle altre chiamate ricevute. La chiamata è gratis, mentre il biglietto si paga 2,50 euro a bordo, niente per chi è abbonato. Per agevolare l’accesso al centro, inoltre, sono previsti sconti sui parcheggi di struttura, mentre il vicesindaco Dario Nardella è già al lavoro per cercare un accordo con i tassisti. Per chi temesse comunque di essere “spennato” non resta che la soluzione classica: gambe in spalla e pedalare.
COSA ABBIAMO FATTO FINO AD OGGI: • Acquisto di un Light Scanner per la diagnostica genetica, macchinario non presente in Italia, e dato in comodato all’Istituto Carlo Besta di Milano; • Finanziamento di un progetto di ricerca presso la Columbia University di New York; • Finanziamento di un dottorato per la diagnostica genetica presso l’Istituto Carlo Besta di Milano; • Finanziamento di un dottorato per la ricerca farmacologica presso l’Università di Firenze; • Finanziamento di due borse di studio presso il Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Firenze; • Realizzazione di uno screening genetico molecolare dei difetti del complesso I della catena respiratoria mitocondriale; • Realizzazione di Topi Know-Out per i test in vivo delle eventuali terapie provenienti dalle ricerche finanziate dalla Fondazione; • Finanziamento di un progetto multidisciplinare che coinvolge i seguenti centri di ricerca: Università di Firenze; Università La Sapienza Roma; Università di Bologna; Ospedale Meyer di Firenze; Istituto Carlo Besta Milano. • Abbiamo partecipato alla realizzazione del 1° Convegno Nazionale di NEuro oftalmologia con l’Università di Bologna • Acquisto di due macchinari per la ricerca 7500 Fast Real Time PCR System w/PCTower e dati in comodato all’Ospedale Meyer di Firenze e all’Università La Sapienza di Roma. • Realizzazione del 1° Convegno Nazionale delle famiglie con pazienti affetti da patologie mitocondriali, che si terrà a Roma il 21 e 22 maggio 2011
TUTTO CIO’ GRAZIE ALLE VOSTRE DONAZIONI Per questo vi chiediamo di continuare a sostenerci anche devolvendo il
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Perché il finanziamento della ricerca scientifica, passa anche tramite piccoli gesti di alta solidarietà morale e civile.
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FONDAZIONE GIUSEPPE TOMASELLO ONLUS
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politica
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PAlAZZO VeCCHIO. Dimezzati gli spazi pubblicitari in città. Per i manifesti anche una clausola etica
Renzi mette al bando le immagini choc Stop alle lapdancer senza veli e al Cristo in jeans. E il sindaco si prende di bacchettone da Oliviero Toscani. “Siamo di nuovo ai braghettoni, quelli che mettevano agli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina” Paola Ferri
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top alle immagini shock e ai 6x3, al bando i gonfaloni e stretta sulle “vele”, sì a una commissione tecnica che giudichi manifesti e cartelloni pubblicitari anche dal punto di vista etico. Dopo mesi di discussione (dieci, per la precisione) arriva il nuovo regolamento per la pubblicità “outdoor”, ovvero cartelli, pannelli e compagnia bella appesi in strade e piazze cittadine. Il primo risultato è quello di dimezzare gli spazi pubblicitari, che passano così da oltre 30mila a 15mila metri quadrati in tutto. Banditi i manifesti giganti, quelli di 6 metri per 3, che saranno sostituiti con i più soft 4x3, via anche gli striscioni da parte a parte della strada (già se ne vedono pochi) e i gonfaloni appesi ai pali della luce. Via libera, invece, ai pannelli tecnologici e digitali, in stile Piccadilly Circus. Ma solo fuori dal centro storico. Nell’area Unesco (il quadrilatero interno alla cerchia dei viali più l’Oltrarno) scatta infatti il divieto di nuove autorizzazioni. E forse ci sarà da dire addio una volta per tutte all’insegna “Martini” che campeggia dalle parti di San Lorenzo. Ma anche per gli impianti su aree private e di cantiere la vita diventa più difficile: il passaggio in giunta diventa obbligatorio, così da evitare il fenomeno delle pubblicità “fantasma” sui ponteggi dei palazzi. Il secondo e più discusso risultato è quello che deriva dalla cosiddetta “clausola etica”. Il nuovo piano prevede che “gli impianti pubblicitari e la pubblicità esposta non devono avere contenuto ed immagini rappresentative di violenza fisica o morale, nonché lesive del decoro, offensive delle convinzioni morali, ci-
i maniFesti
6X3
spariranno dalle strade
vili e/o religiose delle appartenenze di genere, culturali e nazionali della persona”. Insomma, niente più Cristi in jeans o lapdancer in abiti succinti. E subito qualcuno grida alla censura. Quasi scontata la replica piccata di Oliviero Toscani, che sulle pubblicità shock ci ha costruito fama e carriera. “Siamo di nuovo ai ‘braghettoni’, quelli che mettevano agli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina – commenta il celebre fotografo - che si vergognino il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il suo assessore alla Cultura Da Empoli. È gente da rottamare, sono giovani sì, ma vecchissimi. Con questo piano Firenze non avrà più l’arte, perché la pubblicità è anche arte”. Un po’ meno scontato l’allarme-censura lanciato dall’Aduc, che contro lo stesso Toscani aveva condotto una fiera battaglia all’epoca del provocatorio calendario che ritraeva solo pubi femminili (ed era solo gennaio scorso). “Sarà pur vero che la pubblicità è l’anima del commercio – replica Renzi - ma non è l’anima della città. Da sindaco tutelo il diritto di una mamma di portare a spasso il bimbo senza ritrovarsi davanti una donna nuda con le stelline sui capezzoli”. O una “parure” di forchette giganti su Ponte Vecchio, magari, cose che succedevano fino a pochi mesi fa.
PARCHEGGI&CO. Contrassegni di domicilio, cambiano le regole. Ztl, via libera per l’ospedale
Sosta, arriva l’abbonamento trimestrale. Novità per il centro storico
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ltra tornata di cambiamenti per la sosta, dopo la rivoluzione di novembre, che ha portato la riduzione delle Zcs da 14 a 5. La prima e più rilevante novità riguarda gli abbonamenti per la sosta negli spazi promiscui (quelli a pagamento per i non residenti, gratis per chi lo è) che consente di sostare in una zona dove non si risiede: al mensile e all’annuale si aggiunge quello trimestrale. Cambia tutto, invece, per quanto riguarda il rilascio del contrassegno di domicilio per motivi di studio, lavoro o cure mediche, che in pratica equipara i domiciliati ai residenti. Se fino a ora erano esclusi da
questo diritto i residenti delle province di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo, Pisa e Siena, da oggi il rilascio avviene solo a chi abita a più di 40 km da Firenze, indipendentemente dalla provincia. Rimangono esclusi totalmente, dunque, tutti i comuni fiorentini e pratesi, mentre per gli altri i confini non corrispondono più a quelli provinciali (ad esempio il divieto sussiste anche per Castiglion de Pepoli, in provincia di Bologna). Perciò occhio alle distanze. Novità anche per chi risiede all’interno della Zcs1, ma non rientra di fatto nel Q1-Centro storico, un problema che riguarda alcuni ritagli
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dei quartieri 2, 4 e 5. D’ora in poi per questi residenti sarà possibile parcheggiare liberamente anche nel proprio quartiere di riferimento. Sospiro di sollievo, infine, per chi deve raggiungere l’ospedale di Santa Maria Nuova con l’auto, per effettuare analisi o cure mediche. Finora, infatti, l’unico modo per arrivare all’ospedale senza incorrere in salate multe era passare da via Alfieri. Adesso, invece, “l’accesso è libero da tutti i varchi presenti in ztl B – assicura l’assessore Massimo Mattei - e questo già dall’autunno scorso”. C’era /F.P. stato solo qualche ritardo nella comunicazione.
politica
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TRAsPORTI/1. Il 40% della società sarà messo all’asta questa estate TRAsPORTI/2. Dai sindacati al Pdl, il fronte del no
Ataf verso la privatizzazione ‘‘Il servizio deve “O si cambia o tutti a casa” rimanere pubblico’’ A
O
i privati o la morte. Lo ha detto a chiare lettere il presidente Filippo Bonaccorsi. “Se non apriamo a un partner industriale Ataf rischia di fallire entro 4-5 anni”. E vendita sia: il 40% delle quote sarà messo all’asta questa estate. Ci eravamo lasciati con l’azienda in pareggio per la prima volta dopo 52 anni, e ci ritroviamo con una che rischia il fallimento. La ragione sta nel vecchio parco macchine, che necessitano di essere urgentemente sostituite. Una prima tranche di vetture è già stata cambiata (54), ma ne mancano ancora due terzi e ognuna costa oltre 200mila euro. Impossibile pensare di rastrellare i 40 milioni necessari dai Comuni soci, già alle prese con conti esangui. Meglio far intervenire un privato, prima che sia troppo tardi, sostiene Bonaccorsi. In sostanza, Ataf sarà divisa in due aziende, una delle quali rimarrà pubblica, mentre l’altra farà capo a un privato (si è vociferato di Ferrovie dello Stato e di Ratp, già coinvolta nella gestione della tramvia). Di proprietà pubblica rimarranno solo gli immobili e i depositi, mentre i bus passeranno al privato, così come la gestione del personale. Che passerà da 1.400 a 1.100 dipendenti circa. Il primo “sfoltimento” si avrà già quest’anno, a suon di incentivi all’esodo, “tutti autofinanziati”, assicura Bonaccorsi. Da qui i timori dei sindacati e dei lavoratori stessi, scesi più volte in piazza contro la privatizzazione. Anche se, compresa nel pacchetto, ci dovrebbe essere una clausola sociale, in grado di garantire i livelli occupazionali fino alla fine del contratto. Chi partecipa alla gara dovrà inoltre met-
L’azienda verrà divisa in due: immobili e depositi resteranno pubblici, bus e personale no tere già nero su bianco un investimento di 10 milioni per il rinnovo dei bus. La contropartita? Sta nella gara unica per la gestione del Tpl in tutta la Toscana, messa in cantiere dalla Regione. Già l’anno prossimo il trasporto pubblico su gomma dovrebbe far capo a una sola azienda (o associazione temporanea di impresa o consorzio), un piatto appetitoso per un qualsiasi operatore del settore. La prospettiva, solo rimandata, è poi quella di integrare il servizio su gomma con quello su ferro, rendendo ancor più efficiente la macchina. Chi
il presidente di
ataF Filippo BonaCCorsi
entra in Ataf oggi, dunque, entra in Toscana domani. Basterà ad attrarre gli investitori? Molto probabilmente sì, e anche di un certo calibro. Non basta invece a rassicurare dipendenti e finanche i cittadini che dei bus ne usufruiscono ogni giorno, che già si sono visti “scippare” corse e pezzi di linee nei mesi scorsi. Che cosa succederà dando il servizio in mano a un privato? “Con la privatizzazione di Enel e Autostrade o della Sip non sono scomparse le autostrade, non viviamo al freddo e al buio e non facciamo i segnali di fumo per comunicare a distanza – ironizza il presidente Ataf – chi l’ha detto che il trasporto pubblico debba essere fornito esclusivamente da un’azienda pubblica? A Prato succede già, e circa un quarto dei servizi della stessa area fiorentina sono gestiti da Linea, che è per il 66% privata”. Insomma, non sempre pubblico è meglio. Ma lo è sicuramente per chi ci lavora. Basta mettere a confronto le differenze di contratto tra i dipendenti Ataf e quelli di Cap, Lazzi, Sita e la stessa Linea. La mensa, tanto per dirne una, è inclusa per gli uni ma non per gli altri, così come i trasferimenti sono compresi nel turno per Ataf e non per gli altri. Infine, chi lavora per le compagnie private deve essere a disposizione un’ora in più al giorno e matura una ventina di giornate libere in meno. Privilegi? Chi è abituato al traffico cittadino forse non è d’accordo.
desivi anti-Renzi, fischietti, palloncini color arancione-bus e scioperi. Le proteste made in Ataf hanno dato fondo a tutte le iniziative possibili per combattere l’annunciata privatizzazione. Tra cortei e volantini la città ha assistito anche a una biciclettata di protesta, guidata dalle rappresentanze sindacali. Ma fermare l’operazione vendita sembra quasi impossibile. La cosiddetta newco che sarebbe dovuta nascere dallo “spacchettamento” dell’azienda è già stata inserita nel Registro delle Imprese. “Fin dallo scorso dicembre”, spiega con sconforto il consigliere comunale Tommaso Grassi (Spini per Firenze). Ben prima, dunque, dell’annuncio ufficiale del presidente Filippo Bonaccorsi, ma soprattutto prima che il consiglio comunale stesso potesse consultarsi e discutere la faccenda nel
Il Consiglio è stato scavalcato, la newco era già stata registrata merito. “Queste decisioni spettano al consiglio comunale – ribadisce dai banchi dell’opposizione Marco Stella (Pdl) – vorremmo ricordare a Bonaccorsi che Ataf è una società interamente pubblica, partecipata dal Comune di Firenze, che detiene l’82% delle quote azionarie. Tale configurazione societaria impone che le scelte strategiche dell’azienda, e in particolare la vendita di quote azionarie, passino attraverso una decisione che deve essere presa dal consiglio”. Eppure non solo la società che dovrebbe andare in mano ai privati esiste già, ma è stato anche pubblicato un bando per individuare l’advisor a cui affidare la procedura, un’operazione che da sola costerà
la BiCiClettata di protesta
90mila euro alle casse dell’Ataf. In assenza di qualsiasi atto ufficiale che indichi da parte del Comune di Firenze o degli altri soci la volontà di procedere allo spacchettamento. “L’amministrazione comunale – dichiara Grassi - ci aveva garantito che ancora nessun passo formale era stato fatto. Se fosse appurata un’illegittimità, il presidente Bonaccorsi ed eventualmente coloro che hanno autorizzato la scelta sostituendosi al consiglio dovrebbero rassegnare immediatamente le dimissioni”. Sotto accusa la giunta intera e in particolare l’assessore al bilancio Angelo Falchetti, che dell’operazione avrebbe dovuto essere a conoscenza e riferire nel Salone dei Duecento. Questioni burocratiche e politiche che in realtà poco o nulla interessano ai dipendenti Ataf, tra cui ormai serpeggia lo spauracchio dei licenziamenti. “Quando Sip è diventata Telecom i dipendenti sono passati da 120mila a 55mila – dichiara Alessandro Nannini dei Cobas – e andatelo a chiedere ai pendolari se sono stati penalizzati o no dalla privatizzazione delle Ferrovie. L’ingresso dei privati nei trasporti – continua – non ha mai portato benefici, ma semmai un peggioramento nella qualità del servizio e nelle condizioni di lavoro”. /F.P.
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Francesca Puliti
E AL N O SI FES TE O N R E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G
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internet
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ON lINe. Flash mob, “cacerolazi” e biciclettate di protesta. Questo e molto altro su www.ilreporter.it
Mille e un video per (ri)vivere Firenze I PIÙ LETTI DEL MESE 1. Arrestato il proprietario dello Strizzi Garden. “Movimenti strani”
4. Sarah Jessica Parker a Firenze con i fashion blogger
4. Jovanotti arriva a Firenze e canta “verde”
camper distrutti
pria voce. O che alcune persone decidano di inforcare la bicicletta e portare “in sella” lungo strade e piazze la propria protesta o la propria rivendicazione. Che sia per dire no alla privatizzazione dell’azienda per cui si lavora (leggi Ataf) o per mostrare alla città che spostarsi sui pedali non è poi così impossibile, e che anzi traffico e inquinamento ne risentirebbero (ovviamente in positivo) se sempre più cittadini decidessero di fare questa scelta. E l’elenco è ancora lungo. C’è
infatti che si sdraia in piazza contro il nucleare e chi distribuisce adesivi alle strisce per sensibilizzare i conducenti delle auto sui pericoli che ogni giorno, in ogni città del mondo, corrono i pedoni proprio a causa del loro comportamento. Sprazzi di vita in città, momenti che gruppi di cittadini, enti o associazioni decidono di organizzare per rendere più forte il messaggio che vogliono lanciare. Che spesso rischia di avere poca (o addirittura nessuna, in alcuni casi) eco, se non uno sguardo sfuggente da parte di chi si trova a passare di là per caso. Anche per questo motivo, Il Reporter.it ha deciso di dare visibilità a questi momenti di vita cittadina, e con loro ai messaggi e alle richieste che vengono di volta in volta lanciati. In che modo? Pubblicando (all’indirizzo www.ilreporter.it) video e immagini di queste iniziative, “arricchendole” con le spiegazioni degli organizzatori sui motivi che hanno spinto a realizzarle e sugli obiettivi che si vogliono raggiungere. Perché è proprio attraverso i filmati, le immagini, le voci e i rumori che alcuni momenti della quotidianità di Firenze si possono documentare al meglio. Così, sul nostro portale tutti possono trovare (anche coloro che non hanno avuto la fortuna – o la sfortuna, dipende dai punti di vista - di viverle in prima persona) i video di queste iniziative. E farsi così una propria idea. Ma non solo: attraverso i filmati presenti su Il Reporter.it si può ad esempio fare un giro
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1. Incidente mortale in viale Europa 2. Centrale della droga, in un bar 3. Santa Croce si trasforma in un palco pop 4. C’era una volta il West a Firenze... ora siamo amici 5. Ataf ai privati, spuntano gli adesivi anti-Renzi
(virtuale) su un risciò alla scoperta di Firenze, della sua storia e dei suoi segreti, o vivere in diretta (dall’11 maggio) l’avventura di un gruppo di patiti della bicicletta che ha scelto di pedalare per più di mille chilometri, dalla Germania alla città del Giglio, per lanciare il proprio messaggio. Ce la faranno? Collegarsi su www.ilreporter.it per scoprirlo.
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nazionali e internazionali
centinaio di bici sfida il traffico
5. Fiamme a Ponte a Niccheri, 6
5. Lady Gaga in concerto a Firenze?
TRASLOCHI
2. Ecco spuntare la Renzi-
3. Un’invasione sui pedali: un
3. Settimana della Cultura, tutti i musei gratis”
C’
1. La tramvia deraglia: sette feriti
parodia: l’imitazione in tv
2. Puccini lascia Preziosi e prende Santamaria
è una Firenze che si ingegna per farsi sentire. Per trovare il suo spazio, per lanciare un messaggio o semplicemente per far capire che ci sono altre strade, oltre a quelle solitamente battute. Così, ad esempio, succede che per dire no al processo breve un gruppo di cittadini decida di piazzarsi davanti al tribunale “armato” di pentole, posate e coperchi, per far sentire nel modo più rumoroso (e insolito) possibile la pro-
I VIDEO PIÙ VISTI
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progetti
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LAVORI. Recentemente stanziato oltre un milione di euro per la loro riqualificazione
Lo Stibbert riparte dalle Scuderie
Novità in arrivo al parco-museo che porta il nome del viaggiatore e collezionista anglo-italiano nato in città nel 1838. L’obiettivo è consolidare l’edificio e risistemarlo per nuove destinazioni d’uso. Diverse le opere previste
L
Un nuovo spazio per i funerali civili L
Fannì Beconcini o Stibbert è un museo, un parco, un’istituzione. Creato da Frederick Stibbert, instancabile viaggiatore e collezionista anglo-italiano nato a Firenze nel 1838 e cittadino del mondo, lo Stibbert è oggi uno spazio polifunzionale che ospita un’enorme collezione di circa 50mila oggetti – armi e armature, quadreria, costumi, arazzi, oggetti di arredo e arte applicata – e un giardino trasformato in un parco romantico all’inglese, dotato di Limonaia, scuderie, tempietto ellenistico e tempietto egizio. Entrando nell’edificio che ospita il museo non si può non rimanere incantati dalla cura degli ambienti e dalla ricchezza degli oggetti esposti, frutto di anni di ricerca e di selezione, risultato di un’attività incessante di valorizzazione del patrimonio culturale internazionale. Attualmente il museo è gestito da una fondazione istituita per volontà testamentaria di Stibbert stesso, l’Opera Museo Stibbert, che ha lasciato tutto il suo patrimonio museale in prima istanza alla Nazione Britannica e, in caso di rinuncia, alla città di Firenze, che è subentrata quasi subito nella competenza e nella gestione della struttura. Gli obblighi erano e sono di mantenere le collezioni nel luogo e negli ambienti per loro pensati, e di aprire il museo al pubblico per la conoscenza degli studiosi e l’educazione dei giovani. Oggi il museo continua a esercitare l’attività espositiva, di ricerca e organizzazione di eventi e iniziative. Tuttavia, la scarsità di fondi a disposizione della fondazione ha fatto sì che l’amministrazione comunale fiorentina sia, negli anni, intervenuta con propri finanziamenti in opere di restauro e manutenzione. Si è infatti recentemente concluso l’appalto per i lavori nell’ala sud del museo, ed è notizia del mese scorso la completa ristrutturazione delle Scuderie, edificate tra il 1853 e il 1854, fino ad oggi mai restaurate né soggette a opere di manutenzione. Per la riqualificazione delle Scuderie è stato stanziato oltre un milione di euro: il progetto, elabora-
LA DECISIONE. Le funzioni a Villa Pozzolini
to dalle Belle Arti e approvato dalla giunta comunale, prevede la completa ristrutturazione dell’immobile nel rispetto della struttura originaria, oggi gravemente danneggiata e in parte inagibile. Al piano terra verranno create la sala conferenze e la biblioteca, oltre a uno spazio adibito a deposito, mentre il primo piano ospiterà la sede dell’Opera Museo Stibbert e l’abitazione del custode, attualmente al piano terreno. L’attività di ristrutturazione riguarda il consolidamento strutturale, il recupero dell’ala inagibile, la messa a norma di impianti e strutture, l’inserimento di un ascensore e di nuovi bagni. Il fabbricato sarà oggetto di un accurato consolidamento che interesserà le fondazioni, i muri, i solai. Il tetto, fatiscente per le infiltrazioni d’acqua, sarà completamente risanato. L’intervento sarà completato con il ripristino delle facciate e il restauro degli infissi, dei grandi portoni e delle decorazioni. Il pro-
Al suo interno è ospitata un’enorme collezione di circa 50mila oggetti getto, come indicato dall’amministrazione comunale, ha un duplice fine: restaurare e consolidare l’edificio e riqualificarlo per le nuove destinazioni d’uso richieste dall’Opera Museo Stibbert. L’obiettivo, in questo modo, è quello di restituire alla collettività uno spazio che è parte integrante della storia e del patrimonio culturale di Firenze, e che rappresenta quella vocazione internazionale un tempo nel codice genetico della città. E chissà che, recuperando uno dei luoghi che hanno fatto cultura a Firenze, non si recuperi allo stesso tempo anche la voglia di aprirsi alla sperimentazione e alla contemporaneità.
a decisione è stata presa in Consiglio di Quartiere a inizio aprile, con l’astensione del Pdl e senza modifiche. Così, anche nel quartiere 5 adesso sarà possibile, per gli atei, avere il funerale civile. “L’approvazione di questo atto non può che farci contenti – spiega il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi questo è un segno di civiltà, diamo ai cittadini un’opportunità in più. Abbiamo destinato una sala di Villa Pozzolini affinché le persone possano vivere questo momento di particolare dolore anche attraverso l’istituzione più vicina al territorio dove la persona e la famiglia hanno vissuto. Siamo soddisfatti e – continua Gianassi - in base anche all’esperienza già avviata nei quartieri 2 e 4, siamo certi di non togliere nulla alle altre funzioni”. Tutti i cittadini residenti a Firenze (con priorità per gli abitanti del quartiere 5) che ne faranno richiesta, potranno usufruire dei locali messi a disposizione per le celebrazioni dei funerali civili: a ospitare le funzioni civili sarà la sala Archi di Villa Pozzolini, in viale Guidoni. Il modulo per prenotare la sala sarà reperibile negli uffici della segreteria della presidenza del Quartiere 5, e dovrà essere versato un rimborso forfettario per le spede di affitto della sala tramite bollettino postale di 60 euro. In caso di più richieste per la stes-
sa data, verrà data la priorità alla domanda presentata per prima, perché non potrà essere svolta più di una funzione funebre nella stessa fascia oraria. L’orario di svolgimento delle funzioni dovrà essere concordato con il Quartiere: sarà possibile celebrare i funerali civili tutti i giorni - esclusi sabato, domenica e festivi - dalle 9 alle 12, e il martedì e il giovedì anche dalle 14.30 alle 17. Alla cerimonia dovranno essere presenti gli addetti alle onoranze funebri, e lo spazio sarà a disposizione per circa due ore, ovvero per il tempo necessario all’allestimento iniziale e finale della sala e alla cerimonia. Non potrà, invece, essere esposta la salma. Il servizio
Soddisfatti, questo è un segno di civiltà di onoranze funebri, compreso l’allestimento della sala prima e dopo la funzione, il servizio di addobbi floreali e il servizio pulizia, saranno a cura e carico di chi richiede lo spazio. Infine, un’ultima avvertenza: sarà vietato esporre simboli o immagini contrarie alle leggi, al decoro o che possano risultare offensive /F.M. per il pudore.
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ieri&oggi
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curiosità. Arrivano da Borgo le bandierine che sventolavano al matrimonio di William e Kate
Un po’ di Mugello alle nozze dell’anno A produrre i vessilli è un’azienda che ha sede a La Torre, e che da mezzo secolo esporta i suoi prodotti in mezzo mondo. Anche quando a dire sì furono Carlo e Diana i gagliardetti venivano da qui Giulia Righi
N
on è stato proprio uno di quei matrimoni all’insegna della sobrietà, diciamo. Il clamore, lo sfarzo e la processione di sudditi inglesi che hanno accompagnato le nozze del principe William con la neoconsor-
William
e
Kate
te Kate Middleton hanno avuto un’eco mediatica decisa. E, del resto, sarebbe stato strano il contrario. C’è di buffo però che in quelle nozze c’era anche un pezzo di Mugello. Anzi, trecentomila pezzettini per l’esattezza. Perchè le bandierine con la Union
Jack che i sudditi inglesi sventolavano allegramente nel corteo nuziale che ha accompagnato gli sposini all’altare arrivavano dritte da Borgo San Lorenzo. Dalla zona industriale La Torre, per l’esattezza. E a realizzarle è stata un’azienda che di mestiere produce proprio vessilli, stendardi, pennoni. Si tratta della Robermap bandiere, realtà imprenditoriale nata mezzo secolo fa a San Piero a Sieve e che oggi manda in giro per mezzo mondo le sue creature: “Per il matrimonio di William e Kate ne abbiamo realizzate circa 300mila – spiega la titolare, Roberta Cresci – Ma per noi, in fondo, si trattava di un lavoro normale: siamo abituati a lavorare con la Gran Bretagna. Per il matrimonio di Carlo e Diana, ad esempio, il lavoro fu davvero enorme e frenetico, perchè allora si trattava di bandiere con le loro facce stampate”. Questa volta, invece, alla fine si è trattato di ordinaria amministrazione, anche se a immaginarsele, trecentomila bandierine che svolazzano Oltre-
manica, sembrano davvero una miriade. E anche se i ritmi sono stati abbastanza serrati, perchè fra l’ordine e la consegna sono passati pochi giorni. Ed è buffo anche pensare che quest’arsenale di vessilli ha dietro il lavoro di sole quattordici persone, tutte facenti capo alla Robermap. “Siamo abituati a lavorare con i grandi numeri e per il mercato estero, che assorbe la metà della nostra produzione – continua la titolare – anche perchè ci occupiamo anche di decorazioni e addobbi per le coreografie, e quindi abbiamo spesso a che fare con il
mondo calcistico straniero”. Certo i momenti di frenesia ci sono, e ci sono in quelle occasioni in cui le bandiere diventano dei veri e propri must: “Ne abbiamo prodotte tantissime della pace – continua Roberta Cresci – ma anche per i mondiali e, ultimamente, per l’Unità d’Italia”. Da Borgo questi vessilli arrivano dritti a rivenditori sparsi in tutta Italia e all’estero (“abbiamo altri ordini importanti” annuncia la titolare della Robermap) ed è stato proprio quello il percorso che li ha portati a festeggiare la fede al dito di William e della bella Kate.
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l’APPUNTAMeNTO. Il 17 marzo è alle spalle, ma gli italiani sembrano averci preso gusto
E il centro commerciale diventa tricolore Eugenio Massai
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ratelli d’Italia, l’Italia s’è desta. E continua a festeggiare la sua unità. Nonostante il 17 marzo (giorno in cui ricorreva il 150esimo anniversario della proclamazione ufficiale del Regno d’Italia) sia ormai alle spalle, gli italiani sembrano averci preso gusto. Così, sono ancora molte le bandiere tricolori che sventolano da balconi e finestre, ma non solo. Il tricolore, infatti, continua a farla da padrone nei luoghi e nei modi più disparati. Se i negozi, ad esempio, continuano a vendere prodotti a tema, e molte vetrine a ricordare l’importante “compleanno” con allestimenti d’eccezione, un intero centro commerciale è sul punto di tingersi di bianco, rosso e verde. Succede a Campi Bisenzio, dove dal 16 maggio al 5 giugno I Gigli celebreranno i propri 14 anni di vita all’insegna del Tricolore. Le iniziative in programma sono molte, e saranno caratterizzate da tre aree cromatiche: quella verde dedicata all’ambiente, quella bianca dedicata al volontariato e quella rossa relativa agli eventi. Il tutto nel nome dell’Italia unita. Così, ad esempio, dal 30 maggio al 5 giugno è in programma “Volentieri Volontari”, evento che chiamerà a raccolta per un progetto comune le più importanti associazioni di volontariato nazionali e locali. Ma spazio anche all’intrattenimento, con un ricco programma che culminerà sabato 4 giugno con il tradizionale taglio della torta per i 14 anni del centro commerciale: madrina dell’evento Miss Italia in carica, che presenzierà anche alle selezioni del concorso. Ma (purtroppo) di non sola bellezza è fatta l’Italia. E tra i temi di cui si è parlato maggiormente, e a più riprese, negli ultimi tempi c’è quello dei rifiuti. Perché se qui da noi va tutto bene, a qualche centinaio di chilometri di distanza (leggi Napoli) la situazione è drammaticamente
diversa. Anche per questo è da segnare con l’evidenziatore un altro appuntamento in programma ai Gigli: dal 16 maggio al 5 giugno in Corte Lunga si terrà “Il Castello del Riciclo”, iniziativa promossa da Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio dei rifiuti di imballaggi in plastica, che vuol sensibilizzare i cittadini sulla gestione dei rifiuti e sul loro recupero. Dopo essere stato in Sicilia, Campania ed Emilia Romagna, il “Castello” (ideato per i più piccini) sbarcherà ora a Campi Bisenzio, insieme a un gruppo di anima-
trici ed educatrici professioniste che racconteranno ai piccoli il ciclo di vita della plastica, illustrando con esempi concreti l’importanza della raccolta differenziata e spiegando loro come, con piccole azioni quotidiane, sia possibile aiutare l’ambiente. E non mancheranno nemmeno opportunità di informazione per gli adulti. Insomma, sono in programma “sia momenti di intrattenimento per festeggiare l’anniversario del Centro con iniziative dedicate al 150° dell’Unità d’Italia, sia speciali attività didattiche e di pubblica utilità su alcuni temi
di rilevanza sociale, fra cui quello della sostenibilità ambientale”, spiega il direttore Alessandro Tani. Il tutto senza dimenticare servizi e possibilità che I Gigli offrono normalmente, dalla personal shopper (per non sbagliare più nemmeno un acquisto) agli spazi dove far giocare i bambini mentre i “grandi” si dedicano alle compere, fino alla possibilità di vedere le partite del campionato di calcio e non solo sul maxischermo. Sempre immersi tra il bianco, il rosso e il verde. Perché, cari Fratelli, l’Italia ormai s’è proprio desta.
Non si fermano gli eventi per celebrare i 150 anni dell’unità del Belpaese: a Campi Bisenzio I Gigli si tingono di bianco, rosso e verde in occasione della ricorrenza. E arriva anche un’iniziativa per sensibilizzare grandi e piccini sul tema dei rifiuti
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focus
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DOssIeR/1. Vantaggi e svantaggi della minoranza che ha scelto di fare il viaggio “inverso”
Noi, pendolari controsenso Storie di chi esce dalla città Ludovica V. Zarrilli
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ra chi va e chi viene c’è sempre chi continua a muoversi in direzione ostinata e contraria. Sono i pendolari in uscita da Firenze, quelli che invece di spostarsi - per motivi di studio o lavoro - dai dintorni della città verso il capoluogo, si muovono nel senso opposto: dall’interno verso l’esterno. E ben nascoste nei sottoinsiemi di questa categoria in controtendenza esistono due scuole di pensiero che cambiano in continuazione a seconda della destinazione e del mezzo utilizzato. Non tutti i viaggiatori che appartengono a questo gruppo - sono circa 30mila le persone che tutti i giorni si muovono da Firenze - vivono infatti i disagi perpetui di chi arriva in città trafelato tutte le mattine. Prendiamo il caso di Michele, giovane agronomo che dalla città del giglio si sposta verso Tavarnelle. “Fino a qualche anno fa lavoravo in centro, in via dei Serragli, e per raggiungere il mio ufficio impiegavo
mezz’ora tutte le mattine”. Il paradosso è che oggi percorre più di trenta chilometri e il tempo che passa in macchina non è cambiato molto. “Sembrerà strano, ma anche adesso non impiego più di trenta minuti. Con la differenza che prima li passavo nel traffico, mentre oggi trovo la strada sgombra e riesco a passare da scorciatoie e stradine meno battute che mi permettono di accorciare notevolmente il tragitto in auto. La vita del pendolare controsenso non è male”. Certo, non si può pretendere che sia tutto rose e fiori: “La sera vivo un po’ più di disagio perché, dovendo tornare verso Firenze, brucio quell’oretta che se fossi stato in città avrei investito per fare un salto in palestra, visitare una mostra o magari fermarmi a prendere un aperitivo con gli amici. Anche perché al ritorno la strada è un po’ più congestionata, e i trenta minuti lievitano fino a quaranta”. Diverso il punto di vista di chi non viaggia su gomma ma si affida alla sorte scegliendo il più ecologico treno, come Alessio Bottini, professione studente, che per raggiungere Prato, dove ha sede il corso di laurea che frequen-
ta, si imbatte quotidianamente in una serie di disagi che trasformano in un’epopea uno spostamente di venticinque minuti. “I treni in ritardo sono una consuetudine, si fermano alla stazione almeno dieci minuti dopo l’orario previsto e poi c’è quasi sempre da combattere con i distributori automatici di biglietti, spesso fuori servizio”. In condizioni normali il viaggio da Firenze alla stazione di Prato dovrebbe durare 45 minuti, giusto il tempo di prendere la tramvia sotto casa, scendere a Santa Maria Novella, salire sul primo locale che viaggia in quella direzione (ce n’è uno ogni dieci minuti), leggere qualche pagina di un libro e scendere a destinazione. “Invece i ritardi si sommano ai ritardi. Non si può mai sapere quando si arriva. Ecco, hanno appena annunciato che il mio treno arriverà non ora ma tra 10 minuti...”, racconta in diretta Alessio, che abbiamo raggiunto al telefono mentre rientra dall’università. L’intervista finisce, ci salutiamo. Passa qualche istante e arriva un sms: “Per la cronaca, il ritardo è già lieviato a trenta minuti”.
C’è chi si gode l’assenza del traffico e chi sfida la sorte lottando con treni mai puntuali, autobus stracolmi e gente perennemente arrabbiata. Alla scoperta del piccolo “esercito” che ogni giorno si muove per studio o lavoro
in attesa del treno
(Foto
di
giuseppe della maria)
FiLiPPO Studente, 22 anni
andrea Studente, 23 anni
eLena Studentessa, 24 anni
“Certi treni sono proprio scomparsi”
“Disagi per chi ha lezione sul tardi”
“Una vita dai ritmi stressanti”
“Spesso uso Santa Maria Novella come stazione di scambio tra due linee, ma con i continui ritardi che ci sono succede di perdere la coincidenza e quindi di ritardare agli appuntamenti, a volte anche più di un’ora. Con l’arrivo dell’Alta velocità la situazione è peggiorata ancora: certi treni sono proprio scomparsi”
“Per metà mattinata, più o meno nella fascia oraria che va dalle 9.30 alle 11.30, mancano completamente treni per Firenze. Anche questo è un bel disagio per gli universitari che hanno lezione in tarda mattinata: a quel punto, per non arrivare tardi, siamo costretti a prendere gli affollatissimi treni del primo mattino”
“Quella del pendolare non è una vita dai ritmi facili da sostenere, chi non lo ha mai fatto difficilmente può capire. L’affollamento delle carrozze e i ritardi sono i problemi più comuni. Certe mattine preferisco prendere la macchina per non essere vincolata agli orari dei treni, ma il traffico a volte riesce ad essere ancora più stressante”
focus
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DOssIeR/2. Sono oltre 106mila le persone che si spostano quotidianamente verso il capoluogo
Quelli che Firenze la vivono “part time” Andrea Tani
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n esercito, una minoranza silenziosa di fiorentini part-time, che dalle 6 del mattino iniziano a popolare la città per poi lasciarla nel tardo pomeriggio. E così via, tutti i giorni. Il pendolarismo verso Firenze è una regola di vita per più di 106mila persone. Sveglia, colazione e partenza per un viaggio di almeno 30 minuti che, in molti casi, dura più di un’ora. Arrivano in parte dai comuni confinanti o dal territorio provinciale, ma anche, in circa 30mila, da fuori provincia. Un terzo di loro lo fa per studio, gli altri per lavoro (ma la forbice si assottiglia per chi abita in altre province: 44 per cento di studenti contro il 56 per cento di lavoratori). I più vicini vengono da Impruneta, Bagno a Ripoli, Scandicci, Fiesole, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio. Allargando il campo sono i pendolari di Prato i più numerosi, seguiti da quelli di Arezzo e Pistoia a pari merito. Ma come arrivano a Firenze? Autobus e mezzi privati sono alla portata di chi ha pochi chilometri da percorrere, ma a farla da padrone è il treno, scelto dalla metà dei pendolari e dalla stragrande maggioranza di chi arriva da lontano. I quasi 1.700 chilometri di binari toscani si annodano tutti intorno alle tre principali stazioni di Firenze, facendone uno dei primo otto poli ferroviari in Italia. Santa Maria Novella è il capolinea della “direttissima” Firenze-Roma, utilizzata dai pendolari di Arezzo e
FiLiPPO Impiegato, 25 anni
SimOne Studente, 25 anni
mauriZiO da re Comitato pendolari
“In migliaia in viaggio ogni giorno”
“Non mi spiego il costo del biglietto”
“Portiamo avanti tante battaglie”
“Non sono un pendolare in senso stretto, ma mi capita comunque di andare a Firenze in treno o in auto più volte a settimana, quindi capisco bene i disagi di cui tanto si parla. Migliaia di persone si mettono in viaggio ogni giorno non per gite di piacere ma per dovere, per lavorare. Non devono essere trascurate”
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del Valdarno, così come delle ferrovie che fanno sosta a Borgo San Lorenzo: la (tristemente) nota “Faentina” e la linea che devia su Pontassieve prima di puntare verso il capoluogo. La stazione di Firenze Rifredi è invece il riferimento per chi parte da Pisa (o addirittura da Livorno) e prosegue per Empoli (punto di raccordo con la problematica Ferrovia centrale italiana, unico collegamento con Siena), oltre che per i treni in partenza da Lucca e dalla Versilia, che si intersecano poi nelle linee di Pistoia e Prato. Una vita per niente facile. Continui ritardi, carrozze sovraffollate, vagoni obsolescenti e sporchi, treni sempre meno numerosi e informazioni spesso approssimative a bordo e in stazione. Sempre le stesse lamentele, ormai ben note anche a chi un treno non l’ha mai preso, segno che negli anni niente è cambiato. Eppure i pendolari ci provano in ogni modo a farsi sentire. I comitati nascono come funghi: ce ne sono ad Arezzo, a Pisa, nel Valdarno, a Prato e nel Mugello, e con l’esplosione dei social network hanno acquistato potere e popolarità. Facebook è pieno di bacheche dedicate, con segnalazioni, testimonianze e foto che documentano in tempo reale tutti i disservizi. Sempre più spesso i vari portavoce vengono invitati a sedere ai tavoli decisionali, e qualche conquista è arrivata. Ma essere pendolare significa ancora dover affrontare una gincana giornaliera difficile da capire fino in fondo per chi non ne ha esperienza e, nonostante ciò, necessaria per una fetta importante del tessuto economico e sociale fiorentino.
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“Al di là di ritardi, treni cancellati, continui malfunzionamenti agli impianti dell’aria condizionata, ciò che non mi spiego è il prezzo del biglietto: quasi 9 euro per fare andata e ritorno su un tratto di poco più di 40 chilometri mi pare esagerato. In più la maggior parte delle volte il controllore non passa nemmeno perché non riesce a muoversi fra la gente in piedi”
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“Maggiore puntualità negli orari, treni regionali nuovi in aggiunta a quelli attuali, conferma dell’uso della linea ‘Direttissima’, allargamento dei parcheggi alle stazioni, sicurezza nella galleria di San Donato. Sono queste le battaglie principali che il Comitato pendolari Valdarno ‘Direttissima’ sta portando avanti da quando è nato, quasi due anni fa”
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il punto
Maggio 2011
ATTUAlITà/1. I clienti dei ristoranti nipponici di Firenze sono diminuiti, in alcuni casi del 40 per cento
Il sushi in crisi dopo il dramma giapponese All’indomani della catastrofe nucleare di Fukushima c’è stata una notevole flessione. “Le persone sono spaventate, ma gli ingredienti dei nostri piatti non provengono da quella terra” Giulia Righi
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a paura è capace di fare grandi danni. E il fantasma della catastrofe nucleare che ha colpito il Giappone è volato fin sulle tavole dei ristoranti giapponesi di Firenze. Lo dicono all’unisono i ristoratori nipponici, senza nemmeno girarci troppo intorno: gli affari, dall’11 marzo scorso, hanno subito un brusco calo. Ci sono meno clienti, e molto spaventati. Terrorizzati all’idea di mettere in bocca cibo contaminato dalle radiazioni, in cerca di rassicurazioni sulla provenienza degli alimenti. “Una flessione c’è stata, eccome – spiega il titolare di Kome, in via de’ Benci – è difficile fare una stima precisa, ma probabilmente questo calo si aggira intorno al 15 per cento. E tutti i clienti ci chiedono da dove vengono i prodotti, perchè specialmente all’indomani della catastrofe c’è stato un allarmismo ingiustificato. Di fronte a un dramma vero come quello del Giappone e del suo popolo, ci siamo preoccupati di un problema inesistente: i prodotti alimentari utilizzati nei ristoranti giapponesi non sono assolutamente importati da quella terra”. E, a onor del vero, va aggiunto che il Sol Levante è, piuttosto, un grande importatore di prodotti europei, specialmente di produzioni ittiche fresche e congelate. “Giusto per fare qualche esempio – prosegue il proprietario di Kome – la birra viene prodotta in Inghilterra e Russia, e il riso che usiamo per il sushi a Vercelli. E il pesce non viene certo acquistato in Giappone, ma in vari paesi europei e non: i gamberi vengono dal Canada, ad esempio, mentre il salmone è solitamente d’allevamento”. Parole molto simili arrivano da
Wabi Sabi, locale di viale dei Mille e da Pingusto, che ha aperto da poco in piazza Ghiberti e che rincara la dose: “Abbiamo notato una flessione notevole, intorno al 40 per cento. Vero è che siamo aperti da soli tre mesi e quindi forse il nostro è stato un calo fisiologico dopo il boom iniziale. Per rassicurare i clienti abbiamo affisso alcuni cartelli che spiegano la provenienza dei singoli alimenti”. Ma – e lo assicura una nota del Ministero della Salute – quelli sull’importazione sono timori davvero infondati, perchè dall’11 marzo ad oggi non sono arrivati in Italia prodotti o mangimi di origine animale (pesci compresi) provenienti dal Giap-
Abbiamo deciso di appendere alcuni cartelli che spiegano da dove importiamo i prodotti pone. Di più, come misura cautelativa, è stato deciso di aumentare i controlli alle frontiere. Eppure le paure restano, l’incubo Chernobyl si fa ancora sentire e probabilmente lo farà ancora per un po’: l’unica voce fuori dal coro è quella del ristorante Eito di via de’ Neri, che parla di una flessione tutto sommato irrilevante. E qualcuno vede segnali di (timida) ripresa: “Forse adesso la situazione sta un po’ migliorando – spiegano da Tomo Sushi, in via Pratese – sembra che i clienti ricomincino a tornare”.
un piatto tipiCo
L’INTERVISTA 1149007
Parla Giovanna Zatelli, fisico sanitario della Asl 10
“Nube tossica? Come le banane”
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nche a Firenze si è fatto un gran parlare del rischio “nube tossica” e, nei giorni successivi alla catastrofe di Fukushima, la psicosi di respirare i famigerati iodio131 e cesio 137 si era diffusa anche sulle rive dell’Arno. Errore: “La dinamica della fuoriuscita di materiale radioattivo da Fukushima è stata molto particolare – spiega la dottoressa Giovanna Zatelli, fisico sanitario della Asl 10 – la dispersione è stata soprattutto in mare, e per questo l’entità della dispersione è stata di un decimo rispetto a quella di Chernobyl”. Allora infatti, ci fu “l’effetto camino”, perchè tutto nacque da un incendio e il flusso di aria contaminata raggiunse gli strati alti dell’atmosfera. Gli allarmi sulla qualità dell’aria oggi, invece, sono infondati: la situazione era peggiore negli anni ‘70, all’epoca dei test nucleari. Di più: “Ricordiamoci che in natura è presente una quota di radioattività non generata da processi artificiali, fisiologica. Pensiamo alle banane, che contengono un isotopo del potassio, il potassio 40, che è radioattivo. Ecco, diciamo che non ci si allontana troppo dal vero se si dice che la quantità di radioattività arrivata da noi è pari a quella a
cui ci esponiamo mangiando dieci banane”. Ah. Lo stesso discorso vale per i viaggi in aereo: “Anche quando voliamo siamo più esposti rispetto a quando ci troviamo al livello del mare. Ecco, in questo senso possiamo dire che gli strascichi arrivati in Italia da Chernobyl equivalgono a dieci viaggi di andata e ritorno a San Francisco”. I moti di terrore, insomma, sono fuori luogo. E lo stesso discorso vale per gli alimenti. La dottoressa Zatelli conferma infatti che “l’intera Unione europea opera controlli quando i prodotti vengono sdoganati e ci sono monitoraggi a livello ministe/G.R. riale”.
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ATTUAlITà/2. Aumentano i cittadini che scelgono di coltivare in proprio frutta e verdura
E contro le paure spuntano gli orti fai da te In commercio si trovano anche kit già pronti. Tra le specie più semplici da “addomesticare” la lattuga, il pomodoro ciliegino e la calendula Serena Wiedenstritt
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ice la Coldiretti che con l’arrivo della primavera quasi quattro italiani su dieci escono all’aperto in orti, giardini e terrazzi e iniziano a impegnarsi nella coltivazione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine e melanzane, ma anche di piselli, fagioli, fave e ceci da raccogliere all’occorrenza. Coldiretti, che si affida all’ultimo rapporto sul tempo libero dell’Istat, secondo cui il 37 per cento dei cittadini italiani dedica parte del tempo libero al giardinaggio e alla cura dell’orto, precisa che non si tratta solo di chi dispone di ampi spazi all’aria aperta: l’orto fai da te è diventato prerogativa anche di chi ha un semplice terrazzo, grazie all’ampia offerta di piante adatte alla coltivazione in vaso. D’altronde, come sostiene il paesaggista e botanico Gilles Clément, recentemente intervenuto a Firenze nell’ambito di un’iniziativa della Fondazione Florens, il giardino deve essere in movimento, inteso come uno spazio in cui la natura non sia assoggettata e soffocata dalle briglie di un progetto, di uno schema preconfezionato. Quindi, perché non portare un po’ di sana anar-
chia delle piante sul balcone? Un invito a nozze anche per chi non ha ancora scoperto il proprio pollice verde. Ma veniamo alle istruzioni di base per chi vuol cimentarsi nell’avventura di coltivare frutta e verdura in terrazza. Si può iniziare con la “ricetta” più semplice, consistente nel creare un mini-orto sul balcone con quattro vasetti di verdurine semplici da coltivare: in commercio si trovano anche kit già pronti per la semina, in genere comprendono semi di pisello rampicante, lattughina da taglio, pomodoro ciliegino e calendula. Altrimenti, sempre restando in uno spazio ridotto, si può aumentare la varietà, a patto che si metta in conto di aumentare anche il tempo da dedicare al proprio hobby. In questo caso è bene optare per piante rampicanti, come pomodori perini o da insalata, melanzane, peperoni, piselli, fagioli e fagiolini, ortaggi da foglia, come lattughe e cicorie, a foglia verde oppure rossa, oltre a cipolle, scalogno, aglio e carote, che maturano sotto terra. Per finire, gli esperti consigliano di riservare anche un piccolo spazio alle fragole, che faranno la felicità dei golosi e dei più piccoli, e agli aromi (basilico, sedano, prezzemolo
normale e riccio, salvia ed erba cipollina). Oltre a scegliere il prodotto, però, è fondamentale tener presente l’esposizione del balcone, perché le piantine necessitano di una buona dose di luce e calore per crescere bene, e il tipo di terra, che
dovrebbe essere prelevata da un campo incolto di campagna e arricchita da concime organico. Il passo successivo è comprarsi un buon libro di ricette, per valorizzare al meglio in cucina i frutti del proprio lavoro.
CURIOSITÀ Dal 1999 l’associazione Lailac promuove corsi di tutti i tipi su usi e cultura dell’estremo oriente
Là, dove si impara a cucinare come nel Paese del Sol Levante
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n angolo di Giappone a Firenze. È quello che Lailac, l’associazione fondata nel 1999 da un gruppo di amici giapponesi e italiani con lo scopo di diffondere la cultura giapponese in Italia, ricrea con corsi, iniziative e una forte presenza in città. Lailac, infatti, organizza annualmente corsi di lingua, cucina e danza giapponese, cerimonia del tè, origami e massaggio shiatsu. Ma non solo: grazie alla collaborazione di maestri volontari giapponesi, l’associazione insegna anche altre arti nipponiche, come la scrittura Shodo, la decorazione floreale Ikebana e la tintura tradizionale Yuzen. “I corsi sono frequentati soprattutto da italiani appassionati
del Giappone”, spiegano dall’associazione, aggiungendo, con una certa soddisfazione, che “le manifestazioni che organizziamo sono seguite in tutta Italia”. L’appuntamento più importante, quello da non perdere, è il Festival giapponese, che dal prossimo anno conta di trasferirsi alla Fortezza da Basso per diventare un vero e proprio Japan Expo: “Il Festival giapponese è arrivato questo novembre alla tredicesima edizione e, visto che il ciclo dei 12 anni dei 12 segni zodiacali orientali è terminato – spiegano dall’associazione – la prossima edizione darà inizio a un nuovo ciclo. Per iniziare cambieremo sede e anche aspetto”. Tante novità, quindi, tutte
da scoprire sul sito www.lailac.it. Intanto, si possono già segnare in agenda i prossimi appuntamenti per conoscere il Giappone a Firenze: primo fra tutti, a inizio maggio, la presenza alla Mostra dell’artigianato alla Fortezza da Basso con uno stand in cui, oltre alla vendita di oggetti e prodotti giapponesi, sono previsti momenti di intrattenimento e piccoli eventi. In programma anche una serata giapponese al cinema Odeon e una alla discoteca Tenax, oltre ad appuntamenti fuori città in collaborazione con il Comune di Pistoia e iniziative per la raccolta di fondi per la popolazione devastata da /S.W. tsunami ed emergenza nucleare.
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tempo libero
Maggio 2011
NATURA. Come ogni anno, riaprono i battenti i “templi” fiorentini delle rose e dell’iris
Maggio, scocca l’ora dei giardini a tempo I due gioielli, incastonati tra il Piazzale e San Niccolò, tornano a essere visitabili con le loro migliaia di varietà di fiori. Dal 9 al 14 in scena il Premio Firenze Rosaria Zanieri
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a questo mese è possibile visitare il giardino delle rose e quello dell’iris, due veri e propri gioielli di casa nostra incastonati tra il Piazzale e il quartiere di San Niccolò. Il giardino delle rose - che sorge su un terreno suddiviso in terrazzamenti - vide la luce negli anni di Firenze capitale d’Italia, e fu inaugurato nel maggio del 1895 durante la Festa delle Belle Arti e dei Fiori. Tra le sue terrazze sono coltivate un migliaio di varietà botaniche e circa 350 specie di rose antiche, alcune delle quali risalenti addirittura al 1500. Nel 1998 il parco è stato arricchito con un nuovo spazio, un’oasi Shorai, creata dall’architetto giapponese Yasuo Kitoyama e donata a Firenze dalla città gemellata di Kyoto e dal tempio Kodai-ji. In tempi recenti si è poi provveduto a potenziare la sicurezza all’interno del parco, a realizzare nuovi impianti di irrigazione e di illuminazione e ad arricchirlo con una fontana in terracotta donata dalle fornaci storiche dell’Impruneta. Oltre alle numerose varietà di rose, nel giardino sono conservate anche bellissime piante di limoni provenienti dal centro America, che sono accolte, durante l’inverno, in una serra utilizzata poi anche per esposizioni di pittura. Nel periodo di apertura al pubblico, dal 1° maggio fino al 31 luglio, il giardino è visitabile gratuitamente tutti i giorni. Il giardino dell’iris appartiene invece alla Società italiana dell’iris, ed è nato nel 1954 come sede ideale per il Premio Firenze, un concorso internazionale ideato con l’intento di creare un esemplare scarlatto, simile a quello presente sul gonfalone della città dal 1251. Ogni anno vengono premiate, con un Fiorino d’oro, le migliori varietà del fiore più fiorentino che ci sia. Un premio speciale è poi assegnato (in omaggio al simbolo del capoluogo) alla miglior varietà di iris rosso. Nel giardino, tenuto ad oliveta e con un bellissimo panorama aperto sulla città, tra vialetti in pietra serena,
piazzette e scalinate, sono presenti più di duemila varietà di iris, tra cui gli esemplari premiati nelle precedenti edizioni del concorso. Per chi visita il giardino è possibile ammirare anche le iris donate nel corso degli anni, fin dal 1957, da coltivatori stranieri, come la vasta collezione proveniente dal New Jersey. Dal 1964, nella zona più bassa del giardino, si trova un laghetto per la coltivazione delle varietà acquatiche. Il giardino è aperto gratuitamente dal 2 al 20 maggio, e dal 9 al 14 ospiterà la 56esima edizione del Premio Firenze.
A TAVOlA. La moda di cucinare a base di petali e dintorni è sempre più diffusa
Il destino dei fiori? Dritto dritto in padella L
a primavera è tornata in grande stile, e tutto intorno è un trionfo di fiori d’acacia, fiori di calendula, primule, ortensie e molto altro ancora. Da mettere nel vaso? No, da mettere in padella. Dall’antipasto al dessert si possono cucinare coloratissimi piatti a base di fiori. Può sembrare strano, ma alla fine a tutti è capitato di mangiarli. Vedi fiori di zucca: si consumano nelle minestre, pastellati e fritti o stufati. Ma ci sono altri fiori che entrano di diritto in cucina. Tecnicamente si chiamano “fiori edibili”, in sostanza sono fiori e piante commestibili che divengono i protagonisti di fantasiose ricette. Il fenomeno “fiori nel piatto” è in ascesa. Tutti, o quasi, si possono friggere: i gerani odorosi, i nasturzi, quelli aranciati che assomigliano ai fiori del cappero, il sambuco, l’acacia, le margherite, le viole del pensiero, i fiori di rucola. Il trucco, svelano gli chef, è scuotere via il polline. Si passano nel latte, poi si tuffano nella farina. Come raccoglierli? Il segreto è cercarli lontano dalle strade trafficate: vanno raccolti all’ultimo momento e bisogna reciderli con le forbici (non
con le mani). Poi vanno adagiati in un cestino (mai in sacchetti di plastica) e vanno conservati a bagno o nel ghiaccio. Quali, invece, vanno evitati? L’oleandro, il ciclamino, la stella di Natale, la camelia, l’anemone e la belladonna, che ha contenuto allucinogeno. A parte quelli velenosi, ce n’è per tutti i gusti: i fiori di calendula possono essere sfruttati per tingere e insaporire, grazie alla presenza di carotene, gustosissimi e coloratissimi risotti. Con la carne si sposano i fiori di melograno, rossi e focosi. Ci si cospargono sopra a pioggia, appena spento il fuoco: si amalgameranno da soli con il calore. Il tarassaco è di preferenza consumato crudo in insalata o cotto. Contorno stuzzicante e appetitoso è la mesticanza con i fiori, da aggiungere all’ultimo momento per non far perdere loro il colore. Si prepara con: fiori di pisello, fiori di fagiolo, glicine, violette, fiori e foglie di nasturzi, foglie fresche e tenere di borraggine e i fiori di tarassaco. Con i semi di papavero si possono infine cucinare prelibati biscotti, fragranti e profumati, ideali per cola/V.G. zione e merenda.
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Noi, i “cani di LiberiTutti”, non siamo spagnoli, non siamo croati né romeni e non rischiamo la soppressione ma la prospettiva di vita che abbiamo è di invecchiare in un box dimenticati dal mondo intero. Siamo sani, non tutti giovanissimi ma siamo cani che hanno come unica prospettiva una morte lenta, inesorabile in tre metri quadrati.
Sesso: Maschio Età: circa 6 anni Taglia: Piccola Carattere: Vivace e iperattivo. Full è un cagnetto piccolo piccolo ma molto vivace. In canile patisce molto la solitudine, vorrebbe stare sempre con qualcuno. E' un piccoletto tutto pepe che vuole giocare e ricevere attenzioni. Le sue sorelline sono state adottate e lui invece è ancora qui perchè "abbaia"un pò troppo. Ma siamo sicuri che con tanto amore Full si calmerà molto.
Sesso: Maschio Età: 9 anni Carattere: dolcissimo e affettuosissimo! Taglia: piccola Il piccolo Calimero è arrivato in rifugio che era un batuffolo di pochi mesi. Ovviamente dal canile non è mai più uscito. Calimero è un nonnetto buono, dolce e affettuoso. Vorrebbe sempre stare in braccio e a panca all'aria per ricevere coccole. E' davvero un cane buonissimo adatto a tutti. Con un bel bagno e una bella spazzolata diventerebbe anche bellissimo.
Sesso: M Età: 4 anni Carattere: affettuoso con tutti tranne cani maschi grandi Taglia: piccola Poldino è cagnetto dolcissimo di circa 4 anni,pesa 8 kg e va daccordo con i bambini, con i gatti e con i cani, ma non con i maschi di taglia grande...non li sopporta!:-( si è rotto una zampina e io non voglio riportarlo in canile perchè sono sicura che Poldo si sia rotto la zampa mentre scappava da qualche cane più grande al quale ha rotto le scattole...e quando ha saltalto il muretto che c'è nel piazzale è atterrato male Molto male! Adesso cerca URGENTEMENTE casa!
Mi chiedo, e so che molti non saranno d’accordo con me, che si offenderanno, ma che senso ha vivere così? Chi ci aiuterà ad avere una vita dignitosa? Sì, è vero tutti gli animali del mondo sono uguali, ma se ci fossero più sindaci o consiglieri comunali che iniziassero a proporre una strategia “comoda ed economica” come quella spagnola, siete sicuri che la legge italiana non cambierà? che qualcuno accorrerà a salvarci? Siamo sicuri di essere così più civili degli altri paesi? Che differenza c’è tra una perrera e un canile dove ci sono 700 o più cani, dove l’USL è collusa e si nascondono i cadaveri? Dove il pasto è costituito dall’immondizia gettata via dalle mense? Ci avete mai visto mangiare bucce di frutta o pasta al sugo stracondita? Siete mai andati a rovistare nelle pattumiere alla ricerca di sacchi di immondizia con scarti “utilizzabili” per la nostra pappa? Questa è la nostra realtà, aprite gli occhi! Giommy chi lo adotterà? Sammy è una meraviglia, entrato in canile da cucciolo non ha mai visto un guinzaglio, mai una passeggiata, mai una casa!!!! Tobia la casa ce l’aveva invece ora è qui, chiuso al buio, terrorizzato dalla vita in canile....... E questo non è un canile lager, qui i 3 ragazzi che tentano di gestirlo alla meglio lottano ogni giorno, e non abbiamo un veterinario che ci segua, non c’è un’area di sgambo, non ci sono volontari per portarci in passeggiata...noi cani siamo 200 e i gatti 80 circa. Il comune non ha soldi da spendere neppure per qualche metro di rete! Adozioni zero o quasi, solo abbandoni e “viaggi della speranza” verso il continente. La scorsa estate siamo arrivati a 100 cuccioli abbandonati più vari adulti, e stiamo parlando di un paesino di poche anime. Anche se non siete d’accordo con il contenuto di questo sfogo,vi preghiamo di dare anche a noi visibilità, anche noi abbiamo diritto a un posticino caldo e una pappa decente: vederci morire giorno dopo giorno, sempre più rassegnati invisibili, vi assicuro, non può lasciare indifferenti. Grazie. Contattare Bianca dopo le 17.00 al 3803130298 opp scrivere associazioneliberitutti@gmail.com www.associazioneliberitutti.it siamo anche su FB
Sesso: M Età: 5/7 anni Carattere: coccolone Taglia: piccola, 8 kg Buffone aveva un padrone anziano e alla sua morte il cane venne affidato al fratello che però partì per l'Australia. Così il piccolo fu dato al nipote, che non perse tempo e lo sbattutè in canile immediatamente. Buffone ha 5, forse 7 anni ma nel cuore è ancora un cucciolone pieno di energia e voglia di coccole! Deve morire in canile???? E' una tg piccola (8kg circa) e si abituerebbe di nuovo a vivere in una casa senza problemi. Ci aiutate a farlo felice dopo tanta sofferenza?
Sesso: Maschio Età: 6-7 anni taglia: medio piccola Carattere: buonissimo Giommy è arrivato al rifugio nel 2005, aveva un padrone che lo lasciava in strada in balia degli eventi come si usa qui in Sardegna. Il dolcissimo Giommy ha perso un' occhio a causa di una pietra lanciata da dei bambini. Abbiamo deciso di portarlo via e di non ridarlo al suo padrone che insisteva per riaverlo. Da quel momento il piccolo non è mai più uscito dal canile! Nessuno lo ha mai notato forse a causa di quell'occhio, eppure è un cane dolcissimo e adatto a bambini e ad anziani
Età: 2001 Sesso:Maschio Taglia: piccolo Carattere: tende a scappare ma è troppo buffo e dolce Pepsi è un bellissimo cagnetto di 10 anni. Durante tutta la sua vita, il piccoletto è sempre stato un vagabondo. E' sopravvissuto ad un avvelenamento nel 2005 e ad un incidente l'anno scorso. Finalmente i volontari sono riusciti a convincerlo che non era più il caso di stare in giro per le strade, che forse era il caso di passare una vecchiaia più tranquilla al riparo dai pericoli. Ultimamente è più tranquillo, ma ha sempre la tendenza a scappare, chissà se poi in una casa si calmerebbe definitivamente. La vecchiaia inizia a farsi sentire e avrebbe davvero bisogno di una casa per passare gli ultimi anni in santa pace.
Età: 2006 Sesso:Femmina Taglia: medio piccola Carattere: timida ma molto affettuosa Bambi Star vive in canile sin da quando era cucciola insieme ai fratellini White Ciotti, Black Ciotti e alla sorellina Aska...Bambi nera purtroppo è morta quest'anno a casusa di un tumore. Non vogliamo assistere impotenti ad altre morti del genere. Questi fratellini e soerelline si meritano di conoscere la vita fuori dal canile. Non hanno idea di che cosa ci sia al di fuori delle sbarre... non hanno mai visto l'erba....
Sesso: F Età: 7anni Taglia: piccola Carattere: dolcissima/timorosa Lei si chiama Gina (è la cagnolina sul muretto), 7 anni, una vita tutta passata in canile! Anche lei è un pò cicciona, ma come possono vivere bene questi cagnotti che condividono con altre 200 anime dei piccoli box sovraffollati? I volontari la amano molto, ma sono solo 3 e non ce la fanno a portarla a passeggio, a farla sgambare. NESSUNO chiede in adozione cani in questo piccolo paese della Sardegna. Gina ha una sua dignità, una voglia matta di dare affetto e di riceverlo. Chi ci aiuta a realizzare questo sogno? E' una tg piccola ed è sana.
Sesso: M Età: 3 anni Carattere: pauroso e con qualche problema Taglia: piccola Tobia è un cagnetto sfortunato come tanti altri. Stava in una famiglia insieme alla sua amichetta Luna, ma un giorno sono stati portati in canile con una banale scusa. Luna che era carina, bionda e dolcissima ha trovato una casa, mentre invece Tobia, che ha qualche problema comportamentale causato dalla famiglia è rimasto in canile. Tobia si agita quando si fanno movimenti particolari, come alzare una mano all'improvissom ma in generale qualunque scatto veloce. Le volte che capita Tobia ringhia anche se non attacca, per questo motivo crediamo che sia stato picchiato. Se lo si sa prendere lui adora stare in braccio a farsi coccolare. Per lui cerchiamo una persona con esperienza e magari l'aiuto di un comportamentalista. Tobia è un cane buono, è solo molto spaventato e stressato
Età: 2006 Sesso: Maschio Taglia: medio piccola Carattere: diffidente ma dolce Black ciotti vive in canile sin da quando era cucciolo insieme ai fratellini White Ciotti, Aska e alla sorellina Bambi star...Bambi nera purtroppo è morta quest'anno a casusa di un tumore. Non vogliamo assistere impotenti ad altre morti del genere. Questi fratellini e soerelline si meritano di conoscere la vita fuori dal canile. Non hanno idea di che cosa ci sia al di fuori delle sbarre... non hanno mai visto l'erba.... Sono tutti un po' sovrappeso perchè non fanno movimento e mangiano male. Black ciotti è un po' diffidente perchè vede sempre e solo i volontari del canile, ma siamo sicuri che in una casa si scioglierebbe.
Sesso: Maschio Età: 6 anni Carattere: coccolone e tranquillo Taglia: media contenuta Sammy è arrivato in canile con i suoi fratellini e sorelline. Purtroppo solo pochissimi di loro sono stati adottati. Lui vive nel box con la sorellina Dea, anche lei molto bella. Sammy è un cagnolino molto affettuoso che adora il contatto umano. E' una taglia media ma contenuta, inoltre ha qualche kiletto di troppo perchè in rifugio non esce mai. Ha solo sei anni, è ancora un cane giovane con tanta voglia di vivere. Non lasciamo che si spenga lentamente tra le sbarre! Adatto anche a famiglie con bambini.
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per concessione gratuita de
sTAZIONe leOPOlDA. Arriva la kermesse dedicata a spettacoli, danza e musica contemporanea
A Firenze Fabbrica fa rima con Europa Teste coronate del palcoscenico e nuove star del firmamento culturale si danno
MAGGIO MUsICAle
appuntamento nello spazio di Porta al Prato, che fino al 28 maggio ospita
Due mesi di teatro con Ozpetek e Renzi
la manifestazione che sposa rappresentazioni e balletto sperimentali con i dj set e gli incontri con gli autori. Per un mix che ha il buon sapore del meltin pot Ludovica V. Zarrilli
A
ppuntamento chiave della contemporaneità fiorentina e palcoscenico su cui si ritrovano mostri sacri e nuove leve, Fabbrica Europa torna puntuale anche quest’anno con il suo enorme carico di sperimentazione. Si intitola “Worlds of cultures” la diciottesima edizione del festival, in scena fino al 28 maggio alla Stazione Leopolda e in altri luoghi della città, e va a scandagliare tutte quelle differenze che fanno ricca e variegata la produzione europea di teatro, danza e affini, invogliando all’incontro con chi ancora lotta per passare il messaggio di una cultura in grado di arricchire, di comunicare, di raccontare stati d’animo e prese di posizione. A prendersi l’onore e l’onere di alzare il sipario sull’edizione 2011 è Alain Platen, maestro di fama internazionale che propone al Teatro Verdi il suo “Gardenia” (dal 3 al 5 maggio), una pièce bizzarra, eccentrica, un cabaret colorato e scintillante in cui va in scena la vita di nove travestiti e transessuali, testimonianza intensa e mai banale di cosa prova chi vive al confine tra mascolinità e femminilità. Segue a ruota “Missa Ockeghem” (5 maggio), prima assoluta che crea dal vivo rielaborazioni digitali di elementi vocali sullo sfondo di un allestimento ispirato all’opera dell’architetto Giovanni Michelucci e mescolato con garbo alle video proiezioni e alla musica elettronica. Interessante anche la proposta del collettivo norvegese Verdensteatret che in “And all the questionmarks started to sing” (dal 13 al 15 maggio alla Leopolda) presenta una macchina artistica mossa da performer e da veri e propri robot realizzati con rottami, ruote di biciclette e oggetti di vetro. Parla il linguaggio della danza il gruppo Zita Swoon che con la collaborazione di Rosas/Anne Teresa De Keersmaeker il 7 maggio porta sul palco fiorentino Dancing with the Sound Hobbyist, dialogo tra musica e danza che riesce a far dialogare composizioni musicali e coreografiche in un unico viaggio sonoro. Grande attesa anche per il pianista jazz Stefano Bollani che si esibirà insieme all’Orchestra della Toscana diretta da Mirko Guerrini in una “Divagazione su 319 corde” (10 maggio) e poi ancora, l’immancabile compagnia Virgilio Sieni che dal 17 al 21 ai cantieri Gol-
un momento dello spettaColo di
alain platen
donetta presenta “Due lupi”, spettacolo ispirato a Il grande quaderno, prima parte della Trilogia della città di K. di Agota Kristof. Ma il palcoscenico tra danza e teatro non sarà l’unico protagonista della manifestazione. In programma anche un concorso coreografico, il Premio Toscana Factory-dance, e poi le serate a base di musica come quelle curate da Switch in collaborazione con Andrea Mi che porteranno in consolle KC the Funkaholic, gli inglesi J Star e Benji Boko e ancora Play Black,
progetto di Fabbrica Europa che per una sera porterà alla Stazione Leopolda il best of della musica nera. Un capitolo a parte lo merita la presentazione del libro “Dopo la battaglia. Scritti poetico politici” che l’autore e maestro del teatro contemporaneo Pippo Delbono presenterà insieme a Leonetta Bentivoglio nell’ex stazione granducale. Non resta che rimboccarsi le maniche e prepararsi ad una full immersion di cultura in salsa europea. Info e calendario: www.fabbricaeuropa.it.
IN lIBReRIA. Un saggio spiega come migliorare la vita dietro la scrivania
Alla ricerca del benessere perduto (in ufficio) O
ggi il tempo che viene impiegato sul posto di lavoro occupa gran parte della giornata e quindi della vita. Cercare non soltanto di sopravvivere, ma essere reale protagonista in questo ambiente è l’intento di “Benessere sul lavoro e qualità delle relazioni”, uscito nel 2010 per Aracne editrice (204 pagg. 10 euro). Lo scenario economico e le plurime richieste che spesso le aziende inoltrano ai propri dipendenti costano a questi ultimi un inevitabile impegno in termini psicologici e sociali. Non è raro che cambiamenti improvvisi e anche un clima di competizione, creino dei conflitti e spesso una tensione sottopelle all’interno del microcosmo del lavoro. Questo spesso genera delle difficoltà nella distribuzione e nell’organizzazione dei compiti: situazione ideale perché nasca un clima di insoddisfazione, inadeguatezza e a volte un vero e proprio senso di malessere nei dipendenti. Nei casi più estremi si possono registrare veri e propri atti violenti o minacce di violenza, aggressioni verbali e/o intimidazioni da parte di colleghi di lavoro o superiori. Benessere sul lavoro e qualità delle relazioni spiega come l’attenzione delle aziende nel cercare di superare il clima di conflitto può
solo migliorare la condizione dei dipendenti e quindi la loro resa. Definire il benessere non è così ovvio, ma si tracciano delle chiare linee guida che possono tornare utili: per esempio far sì che le persone si sentano parte di un progetto, lasciare capacità di giudizio in modo che il dipendente sia conscio delle proprie abilità e spinto alla propria realizzazione, riuscire ad instaurare un dialogo con ogni collaboratore e riconoscere a quest’ultimo dei riconoscimenti a lavoro portato a termine. Questo tipo di azioni individuali dovranno poi essere messe in atto in relazione con gli altri (anch’essi portatori di propri intenti, desideri, capacità) ricordandosi che ognuno realmente può fare la differenza e che spesso il successo si costruisce sulle relazioni. Riuscendo in questo intento nel libro si denota come sul piano concreto un benessere organizzativo e una qualità di relazioni porta effettivamente a una diminuzione della non produttività, dell’assenteismo e dello stress. Benessere sul lavoro e qualità delle relazioni fa interagire contributi del mondo scientifico con dati tangibili del mondo professionale chiarendo /L.S. varie dinamiche e offrendo dei contributi su differenti fronti.
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n’Aida vestita di nuovo, con la straordinaria regia di Ferzan Ozpetek e la scenografia del premio Oscar Dante Ferretti hanno inaugurato lo scorso 28 aprile la 74esima edizione del Maggio Musicale Fiorentino, che dopo la bufera della tournée giapponese torna a concentrarsi sulla musica e sulla danza, che faranno compagnia gli spettatori del festival fino alla fine di giugno. “Nonostante i tagli ha detto il maestro Zubin Mehta - il Festival presenta un programma meraviglioso e un cartellone ricco di eventi”. E come dargli torto, basta dare un’occhiata agli appuntamenti in programma per rendersi conto che ad attendere gli spettatori più affezionati c’è una primavera (e un’inizio di estate) piena di sorprese. Dopo Aida (in replica fino al 12 maggio) sarà la volta di un “Pierino e il Lupo” (14 maggio), dedicato ai bambini che vedrà nelle vesti speciali di narratore il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Subito dopo toccherà a “L’Italia del destino. Real-Italy in un atto” che verrà messa in scena al teatro Goldoni, commissionata al compositore Luca Mosca e al librettista Gianluigi Melega. Per gli amanti della bella musica è vivamente consigliata una serata all’anteprima assoluta ‘Viaggio in Italia’, concerto speciale in cui verranno eseguite venti canzoni popolari di venti regioni italiane di venti compositori contemporanei. E ancora, i primi di giugno sarà la volta di un classico del balletto, “Il lago dei cigni” sull’indimenticabile musica di Cajkovskij, che per quattro giorni sarà il protagonista indiscusso delle serate del Comunale. “E’ un anno straordinario per il Festival - ha detto Francesca Colombo, sovrintendente del teatro del Maggio - che dedica ai 150 anni dell’Unità d’Italia una buona parte del programma. Il percorso delle celebrazioni terminerà con la nostra nuova casa (il nuovo auditorium, in costruzione alla Leopolda, ndr) che inaugureremo il 21 dicembre di quest’anno”. E poi ancora concerti di qualità, tra cui un omaggio lungo tre sere alla musica di Franz Litsz di cui quest’anno ricorre il secondo centenario della nascita e per chiudere in bellezza, il dramma in tre atti musicato da Claudio Monteverdi, L’incoronazione di Poppea (al Teatro della Pergola dal 18 al 22 giugno) e il consueto Galà di danza, che il 30 giugno farà calare il sipario sul festival /L.V.Z. fiorentino.
Ferzan ozpeteK
cultura
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BOBOlI. Dal 19 al 22 porte aperte nelle limonaie del giardino per un viaggio tra le essenze odorose
Un mondo di profumi nel cuore del parco Caterina Gentileschi
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orse una rondine non fa primavera, ma una limonaia profumata sicuramente sì. E’ con questo spirito che anche quest’anno torna “I profumi di Boboli”, manifestazione dedicata alle eccellenze di cosmetica e affini che ogni anno viene ospitata dagli spazi del giardino più bello della città. L’appuntamento è fissato per i giorni che vanno dal 19 al 22 maggio, durante i quali curiosi e addetti ai lavori potranno approfittare dei prodotti messi a disposizione dalla venti selezionatissime aziende che partecipano all’iniziativa. Dalle colline toscane è in arrivo una esclusiva linea di bellezza con olio extravergine di oliva Toscano IGP biologico. La ricchezza della formulazione, appositamente studiata per mantenere inalterato l’equilibrio idrolipidico della pelle, rende questa preziosa ricetta una vera e propria esperienza sensoriale e olfattiva riservata al pubblico di I profumi di Boboli. Lino, acqua di anemone e giglio marino sono i componenti della fragranza elitaria di una linea di saponi naturali di nicchia da sempre in vetrina a Boboli. I colori e i profumi della Provenza in un bouquet a base di olii essenziali di eccezionale purezza; cosmetici naturali anti age ricchi di aloe vera, enzimi e piante officinali; e ancora l’antico sapere legato alle tecniche di
lavorazione del sapone di aleppo, una alchimia di olio di oliva e bacche di alloro rimasta invariata da duemila anni; le delizie di un natura incontaminata hanno oltrepassato le grate dei monasteri d’Italia: prodotti, cosmetici e fragranze che ben si sposano con l’atmosfera di un giardino unico al mondo. Le scorse edizioni hanno anche evidenziato l’aspetto settoriale della manifestazione: un dialogo proficuo tra
In mostra i prodotti naturali di venti espositori selezionati
produttore, distributore e fruitore, un coordinamento strutturato tra domanda e offerta. Ma il viaggio alla scoperta delle essenze e della natura non si esaurisce all’interno del giardino di Palazzo Pitti, prosegue nel corridoio espositivo della Specola, sezione di zoologia del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze che confina con il giardino, corridoio all’interno del quale verrà allestita la mostra “Oniricum. Natura tra sogno e realtà”, curata da Angelo
Pieroni; un percorso espositivo che intende evidenziare tecniche, sensibilità e forme espressive diverse partendo da un tema originario comune: la capacità dell’uomo di riscoprire la sua appartenenza alla natura attraverso un percorso
di segni e simboli propri di un immaginario che ci accomuna. Aperto dalle 10 alle 20 (ultimo ingresso nel giardino di Boboli dal cancello di Annalena alle 19.00). Ingresso: 6 euro, gratuito per i residenti a Firenze.
l’APPUNTAMeNTO. Tutto pronto per la seconda edizione del Festival del gelato
In piazza torna l’evento a misura di goloso I
l sole riscalda la città del giglio, le giornate si fanno sempre più lunghe e non c’è appuntamento più atteso del Festival del gelato, che torna puntualissimo anche quest’anno per deliziare i palati dei più golosi della città del giglio. Dal 25 al 29 maggio il centro di Firenze si trasformerà nella patria del dolce più amato al mondo, sfoderando per l’occasione novità e gusti dedicati ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Per l’edizione 2011 il festival ha deciso di fare le cose in grande, invadendo di gusto la città e sbarcando in Oltrarno, coinvolgendo in questo tour del gusto anche i laboratori della zona artigiana della città e
allestendo un vero e proprio villaggio artigianale nella splendida cornice di Piazza Pitti. Ai laboratori a vista, dove i mastri gelatieri prepareranno i loro gusti e si alterneranno per produrre le golosità e agli stand per le degustazioni farà da cornice uno dei palazzi più belli e famosi della città, la residenza dei Medici che si apre sul Giardino di Boboli mentre il “villaggio industriale” prenderà casa come lo scorso anno in piazza della Repubblica dove si farà spazio lo stand di Sammontana, che ha già pronte alcune sorprese tricolori per le celebrazioni del 2011. Dal convegno inaugurale al programma degli workshop, dal-
la cena di gala agli eventi di Fuori Festival, tante iniziative ed occasioni di animazione renderanno la vita in città dolce e spensierata. In programma laboratori per bambini e workshop per adulti, iniziative musicali e numerosi happy hour a base di gelato. Uno spazio privilegiato sarà quello dedicato alla formazione d’eccellenza dei gelatieri, protagonista la Carpigiani University, la Scuola di Gelateria più prestigiosa del mondo che organizzerà prove pratiche per dare a tutti la possibilità di apprendere l’arte del gelato creando il proprio gusto. Dalle 12 alle 24. Info: /C.G. www.festivaldelgelato.com.
CAlCIO. La Primavera di Renato Buso ha conquistato la Coppa Italia battendo la Roma
La faccia sorridente della Fiorentina Già finalista al torneo di Viareggio, la squadra dei baby viola è riuscita nell’impresa di vincere contro quella di De Rossi, dopo che l’andata al Franchi era finita 1-1. Tante le stelle che hanno brillato: una su tutte, Carraro
un momento della Finale a
roma
Cristina Guerri
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ono loro l’altra faccia, quella sorridente e vincente, della Fiorentina. Sono i ragazzi della Primavera di Renato Buso. Quel gruppo composto in maggioranza dai giovani che tre anni fa conquistarono lo scudetto Allievi: il primo titolo dell’era Della Valle. Forse è proprio il caso di dire che il buongiorno lo si era visto dal mattino. Perché nel frattempo quei giovani dalle belle speranze sono cresciuti, maturati. E quest’anno hanno tolto i titoli dei quotidiani ai vari Frey, Mutu, Montolivo e Gilardino. Merito di una stagione stratosferica tra torneo Viareggio, Coppa Italia e campionato. E se la Coppa Carnevale non è andata come tutti si aspettavano (la Fiorentina ha perso la finalissima contro l’Inter), discorso assai diverso vale per il trofeo Tim Cup. Dopo una finale di
andata (terminata 1-1 al Franchi) che sapeva più di sconfitta, i viola hanno ribaltato i pronostici battendo i padroni di casa della Roma. Un successo insperato, reso ancor più bello e indimenticabile dal dolce suono dell’inno della Fiorentina a tutto volume allo stadio Olimpico. Una vittoria che appartiene anche a Corvino, che - oltre che a dirigere il mercato della prima squadra - è anche il responsabile del settore giovanile viola. E che da anni parla di queste famose “pianticelle” più di Montolivo e Gilardino. Segno che in questo progetto, quello dei giovani, ci ha sempre creduto. A partire da Camporese. Capitano di quella famosa formazione allievi campione d’Italia, il giovane difensore toscano è in prima squadra dallo scorso ritiro. Dopo l’esordio a San Siro con il Milan, Camporese era riuscito a scavalcare nelle preferenze sia Natali che Kroldrup, facendo coppia fissa con Gamberini al centro della difesa. È lui l’esempio da seguire, anche se sono tanti i ragazzi
055 200.13.26 Il primo taxi tutto al femminile
che meritano di vivere la prima squadra. Ha già esordito in serie A anche Piccini, il terzino destro autore del golvittoria in Coppa Italia. Sempre in difesa, la Fiorentina del domani potrà contare anche su Masi. A centrocampo la qualità è garantita da Taddei e Salifu (quest’ultimo arrivato dal Vicenza nell’ultima sessione di calciomercato). Davanti, Mihajlovic avrà l’imbarazzo della scelta. La carta su cui puntare è sicuramente Carraro. Un numero dieci con diversi colpi in canna, come i calci piazzati, la visuale di gioco e i dribbling sugli avversari. Che in attacco fa coppia fissa con bomber Iemmello e Acosty. E talvolta con Matos, che pare addirittura aver colpito il Manchester City dell’ex viola Roberto Mancini. Sono dunque loro la speranza della Fiorentina del domani, che punterà sull’alta qualità del settore giovanile per avere a che fare, un giorno, con i nuovi protagonisti in prima squadra. Anche a costo di aspettare qualche anno.
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sport
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Il PUNTO. È virtualmente terminata ad aprile un’annata deludente per Mihajlovic e i suoi
Una stagione da “Anonimo Gigliato” Cristina Guerri
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embrava non finisse mai questa stagione. Che brutta sopresa la Fiorentina di quest’anno, che era partita con tutt’altri presupposti rispetto a quella situazione di totale apatia
dei giorni nostri. Quegli stessi presupposti messi in piedi da Sinisa Mihajlovic: un tecnico giovane e di belle speranze che poteva contare sullo stesso gruppo che, poco più di un anno fa, festeggiava gli ottavi di finale di Champions League. Di rinforzi, infatti, ne sono arrivati pochi, e per la metà sono
Le prospettive iniziali erano ben altre: ora i tifosi vogliono guardare avanti. A partire dal prossimo campionato
risultati inutili (Boruc ha fatto bene, D’Agostino ha giocato una manciata di partite e Cerci è stato la valvola di sfogo del tifoso viola arrabbiato). Poi di mezzo ci si sono messi i tanti infortuni e le varie vicende alla Mutu, tanto per fare un esempio. Ma resta il fatto che qualcosa non è andato per il verso giusto, e adesso - per dare un senso a queste ultime partite della stagione - Mihajlovic ha deciso di concedere qualche opportunità ai ragazzi della Primavera. Tornando al recente passato, si può indivduare in una partita, forse la più brutta giocata in casa, la fine della pazienza dei tifosi viola: quella contro il Milan, ma soprattutto quel primo tempo da squadra da retrocessione che non sapeva dove andare a parare. Eppure l’occasione per raddrizzare quella brutta sconfitta i viola se l’erano ritrovata su un piatto d’argento la settimana successiva. La gara che seguiva, infatti, vedeva la Fiorentina affrontare, sempre al Franchi, la Juventus. Non una squadra a caso. La Juventus, la “nemica numero uno” dalle parti di Firenze. Eppure tutta questa voglia di riscatto, in campo, i tifosi non l’hanno vista. Anzi. Lo scialbo 0-0 ha accompagnato i giocatori viola nello spogliatoio con i fischi della curva Fiesole. Ecco, il campionato è finito in quell’istante. La parola fine è più vicina che mai (per fortuna). E chi di dovere dovrà pensare a come
non ripetere gli errori commessi in passato. Ci dovrà pensare Corvino, in primis. Che Mihajlovic rimanga o no, che i vari Montolivo, Gilardino, Vargas e Mutu giocheranno o meno ancora con la maglia viola, l’obiettivo che i tifosi si augurano
deve essere quello di costruire una nuova Fiorentina. Fatta di giocatori motivati e fieri di vestire quella casacca che, quest’anno, a qualcuno è sembrata non essere stata troppo rispettata. Sarà difficile, ma non impossibile.
AMARCORD Appuntamento con la storia: seconda puntata
Il rigore del Divin Codino
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iorentina-Juventus, ciak si gira. E visto che l’ultimo appuntamento in ordine temporale tra le due squadre non è stato certo un match da ricordare nei secoli dei secoli (la partita è terminata con uno spento 0-0), ci pensa Il Reporter a far rivivere ai tifosi le emozioni di un Fiorentina-Juventus indimenticabile. Quello del 6 aprile 1991. Quello del famoso passo indietro di Baggio, trasferitosi proprio in quella stagione dalla Fiorentina alla Juventus. E fu proprio Baggio il protagonista di quella partita. Il bianconero conquistò un calcio di rigore ma si rifiutò di batterlo. Nessuna dietrologia per il Divin Codino, solo la consapevolezza che a difendere la porta si sarebbe ritrovato di fronte Mareggini, che conosceva benissimo l’ex compagno di squadra con il quale
si era allenato per tanto tempo. Toccò allora a De Agostini calciare dagli undici metri: Mareggini parò il rigore e la Fiorentina vinse poi la partita grazie alla rete di Fuser. Ma non è finita qui. A fine gara Robi suscitò le ire dei tifosi bianconeri raccogliendo una sciarpa viola gettata in campo. “È stata una cosa naturale - aveva poi commentato Baggio- quasi un commiato davanti a un pubblico che, pur fischiandomi per tutta la partita, mi aveva voluto bene”. Come dimenticare, poi, un pezzo di storia moderna: Fiorentina - Juventus 1 a 0, gol del Re Leone. Tredici anni fa. Quasi un’eternità. Era la Fiorentina di Bati, Rui Costa, Toldo, Robbiati. Una formazione fatta di stelle, quando la Fiorentina era una (e una delle più belle) delle “sette so/C.G. relle”.
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Maggio 2011
sport nel quartiere
l’intervista. Il pallone a Firenze è anche “in rosa”: l’Acf Primadonna ne è l’esempio
Quando il calcio parla femminile Carlo Marrone
Da anni la città del Giglio è una delle capitali di questa disciplina. In questa
È
stagione la squadra lotta per salvarsi, ma quello che più conta è la solidità
una delle più antiche società di calcio femminile del panorama italiano. Nasce nel 1979 con il nome di ACF Oltrarno. Un progetto che parte da lontano e che nel corso degli anni ha dato molte soddisfazioni. L’approdo per la prima volta in serie A, correva l’anno 1984, e questa società stava dando un volto femminile importante al gioco del calcio. Da allora prende il nome di Associazione Calcio Femminile Firenze. Negli ultimi anni l’ACF Prima Donna ha sempre disputato campionati nazionali tra serie A e serie A2. Il Presidente Andrea Guagni ci sottolinea che la realizzazione di questo progetto è riuscita grazie alla diretta gestione che la società ha sull’impianto San Marcellino e ci racconta come la squadra si sta comportando in questo campionato. Presidente come è iniziata quest’avventura nel calcio femminile? E’ partito tutto da un gruppo di amici e dal colpo di fortuna di avere un impianto in gestione, mentre per quanto mi riguarda, la motivazione, oltre alla passione, è stata mia figlia che ha giocato a calcio. Da quanto tempo ha la carica di presidente? Sono Presidente in carica dell’ACF Prima Donna dal mese di luglio dell’anno 2009. Cosa è successo in questi trenta anni di calcio femminile? Siamo riusciti a dare un volto femminile al calcio. Ritengo infatti che questo non sia solo uno sport maschile, in questi 30 anni la nostra società ha scritto delle pagine importanti,
di una società che è ormai una realtà dal 1979 compresa la conquista della massima serie. Ci sono stati dei momenti bui? Assolutamente sì, la società ha affrontato un periodo di crisi economica ed è stata costretta a retrocedere ma non ci siamo mai dati per vinti, ci siamo rimboccati le maniche e siamo riusciti in pochi anni a riconquistare un posto in serie A. Cosa vuol dire per Firenze avere una squadra femminile di calcio? Deve essere un motivo di orgoglio, sappiamo tutti quanto i fiorentini siano legati al calcio e penso che avere una squadra di giocatrici che giocano in serie A nel calcio dilettantistico sia una bella cosa. Secondo lei, i riflettori un giorno potranno rivolgersi verso il calcio femminile? Penso di no, dietro il calcio ci sono troppi interessi, ma inviterei tutti a vedere una partita della nostra squadra. Quali sono stati gli obiettivi? Gli obiettivi sono quelli che ci siamo dati con un gruppo di genitori e insieme all’allenatore Gelli un po di anni fa, decidendo di riportare quella squadra che militava in serie D nel posto che le competeva. Ci siete riusciti? Sì, e un grazie va reso all’ex Assessore allo Sport Eugenio Giani che ha fatto sì che negli investimenti del Comune di Firenze ci fosse la ristrutturazione dell’impianto di San Marcellino di cui abbiamo la completa gestione.
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l’APPUNTAMeNTO. Riflettori puntati su Borgo San Lorenzo
È il momento di Vivere lo sport Carlo Marrone
CIClIsMO. L’impresa al via l’11 maggio
Dalla Germania a Firenze in sella a una bicicletta
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ille e duecento chilometri in bicicletta, una decina di giorni sui pedali e uno “scoglio” da superare: il Passo dello Stelvio, sulle Alpi. L’idea è venuta a Michele Mastrosimone, 30 anni, che ha deciso di compiere il viaggio-impresa in sella alla sua mountain bike. Il prossimo 11 maggio partirà dalla città tedesca dove si è trasferito, Erfurt, nel cuore della Germania, per arrivare fino alla sua terra d’origine: Firenze. La tabella di marcia è dura: ogni giorno ci saranno da percorre 120 chilometri, pedalando almeno per 6 ore. Da Stoccarda alla Baviera, dalla Germania alla Svizzera, fino a toccare a Bergamo, Brescia, Cremona, Parma e infine Firenze. L’arrivo è previsto il 22 o il 23 maggio. Lungo il tragitto non mancheranno le prove da superare. L’impresa più ardua sarà valicare il
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l grande sport torna a puntare i riflettori su Borgo San Lorenzo. La fiera dello sport e del tempo libero prende ancora una volta domicilio al foro boario della città mugellana, dal 27 al 29 maggio. La manifestazione è una delle più importanti: “Vivilosport”, 18 primavere per uno degli avvenimenti più seguiti sul territorio toscano. I numeri sono quelli da grande evento, basti ricordare che nelle ultime edizioni, nei tre giorni di sport, si sono contati oltre settantamila spettatori. I veri protagonisti della festa saranno proprio loro, diventando gli interpreti principali delle attività che saranno elementi caratterizzanti della tre giorni borghigiana. L’edizione alle porte renderà merito e farà da vetrina a tutte quelle associazioni, società e federazioni che hanno contribuito a far crescere e a dare nome alla manifestazione. La giornata inaugurale vedrà la presenza del Coni provinciale che, insieme alle società presenti sul territorio, dedicherà l’intera mattinata alle attività per i bambini delle scuole. Da sottolineare le parole di orgoglio e soddisfazione espresse dell’assessore allo Sport di Borgo San Lorenzo Stefano Marucelli: “Con la 18esima edizione, Vivilosport raggiunge un traguardo davvero importante, ribadendo e allargando soprattutto il suo carattere mugellano sperimentato lo scorso anno. La stretta collabora-
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zione anche con gli altri paesi della zona ci aiuta a rendere sempre più ampia l’offerta della Festa, che si conferma una vetrina di enorme valore per tutte le società sportive del Mugello, a partire proprio dalle più piccole che hanno un’occasione unica per farsi conoscere e promuoversi al pubblico”. Tutte le società del territorio presenti daranno la possibilità a chiunque lo voglia di cimentarsi con una disciplina sportiva. Cresce anche l’attesa per la prima gara podistica organizzata a Vivilosport, con la 10 Km non competitiva che partirà da Vicchio e arriverà al Foro
Boario di Borgo San Lorenzo attraverso la pista eco-turistica lungo la Sieve. E ancora, la contemporaneità del passaggio della 100 km del Passatore. Seguirà la giornata del volo silenzioso organizzata dall’Aeroclub Volovelistico Mugello, il confermato spazio per il mini-cross nei pressi del ponte sulla Sieve e l’edizione 2011 di Bimbimbici, che per l’occasione sarà spostata alla domenica mattina e inserita in una più ampia mattinata tutta dedicata alla sicurezza sulle strade promossa dal Ciclotour Mugello. Tutto è pronto: lo sport chiama, agli atleti l’ardua sentenza…
1.200 chilometri da seguire tappa per tappa su www.ilreporter.it Passo dello Stelvio, sulle Alpi, ben 13 chilometri in salita, caratterizzati da una temperatura piuttosto rigida nonostante il periodo primaverile. Con sé avrà solo qualche bagaglio: una tenda, un sacco a pelo e lo stretto necessario. “Questo viaggio può essere una buona occasione per promuove l’uso della bici – racconta Michele Mastrosimone, appassionato delle due ruote
(quelle non motorizzate) da sei anni un mezzo troppo spesso sottovalutato e che potrebbe risolvere i problemi di traffico anche a Firenze. Io stesso ho preferito la bicicletta all’auto, perché la macchina mi causava troppo stress”. Michele ha lanciato nei mesi scorsi un appello online, su Facebook e attraverso un blog (worldbikesurvivors.wordpress.com), per cercare compagni d’avventura, a cui ha risposto anche un altro fiorentino: Lorenzo Passagnoli, 22 anni, sui pedali da quando ne aveva 14. Dopo l’arrivo a Firenze i ciclisti si concederanno qualche giorno di riposo, per poi ripartire verso Roma, questa volta con un gruppo più nutrito, per partecipare alla Ciemmona, il mega-raduno che vedrà sfilare appassionati della bici per le strade della Capitale. Il Reporter seguirà l’avventura transalpina in diretta web, con aggiornamenti e foto sul sito /G.C. www.ilreporter.it.
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NUOTO. Niccolò Beni, classe ‘86, si è confermato campione italiano nei 200 farfalla
Il Michael Phelps di casa nostra Simone Spadaro
Rari Nantes Florentia, passa alla Fiorentina Nuoto sotto la guida di Raffaello Billi, ma è Fabrizio Verniani a indirizzarlo verso la specialità farfalla. Ha conseguito la maturità al liceo sportivo e ha frequentato, all’Università, la facoltà di Scienze motorie, ma ha interrotto gli studi per i troppi impegni sportivi. Il nuoto è una passione per Niccolò. Tanto che ne ha fatto anche un lavoro. “Vero. Ho un negozio di articoli per nuoto. La passione per la piscina – racconta – è nata a 4 anni. Ho iniziato, come tutti, solo con l’obiettivo di imparare a nuotare, e poi non mi sono più fermato. Poi c’è stata l’occasione di aprire questo negozio specializzato, dove vendo tutto quello che serve per la piscina”. Come è arrivata la specializzazione nei 200 farfalla? “Sono nato dorsista, poi ho provato a nuotare a farfalla e sono andato bene. I 200 sono faticosi, ma ho ritmo e scioltezza”. E, oltre al nuoto e al negozio, cosa fa Niccolò Beni nelle sue giornate? “Mi sveglio presto e mi alleno. Dopo le 10 vado in negozio e poi, nel pomeriggio, sono di nuovo in piscina. Sono molto tifoso dei viola, ma non vado quasi mai allo stadio”.
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n Michael Phelps in riva all’Arno. Questo è Niccolò Beni, nato a Firenze il 9 luglio del 1986, residente a Bagno a Ripoli, un’Olimpiade alle spalle (quella di Pechino nel 2008) e, ancora una volta, il miglior nuotatore italiano nei 200 farfalla. Agli ultimi assoluti, che si sono svolti a Riccione, Beni ha ancora “stracciato” gli avversari. L’oro ottenuto è l’ottavo in carriera: due agli estivi, tre ai primaverili, tre agli invernali. Beni ha fermato il cronometro su 1’57”82, un secondo sopra quello della tabella B per i Mondiali. Ed è questo l’obiettivo di stagione per il giovane nuotatore che ha sia la tessera della Fiorentina Nuoto Club che dell’Esercito: strappare il pass per l’appuntamento dal 16 al 31 luglio a Shanghai. “Sono, comunque, molto contento della prestazione – spiega Beni – e anche se, per pochissimo, non ho raggiunto il tempo per la convocazione in azzurro, sono molto fiducioso per le prossime gare. Ho la fortuna di essere tesserato per un club che non mi lascia mai solo, anzi mi assiste con tecnici all’avanguardia e molto professionali, e anche quella di gareggiare per il centro sportivo dell’Esercito, con tutto l’orgoglio di essere un atleta fiorentino al 100%, che ogni volta che scende in acqua rappresenta anche, e soprattutto, la sua città”. In azzurro vanta un oro e un argento in Coppa latina. Ha partecipato anche agli europei indoor, al meeting di Montecarlo e al Sette Colli a Roma. Tesserato agli esordi per la
RUGBY. Gli atleti in erba vanno in meta al “Torneo Denti 2011” di Prato
L’ovale come esempio per i più piccoli
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on queste parole: “Siete stati bravissimi” e con una decisa stretta di mano, i piccoli Under 10 della Scuola Firenze Nord e Fiorenzo Burattin, responsabile tecnico, concludono il “Torneo Denti 2011” di Prato, classificandosi decimi. “A molti può sembrare un risultato non buono, per noi, invece, è un risultato importante, fondamentale per la nostra crescita - spiega Fiorenzo Burattin che, con Alejandro Rios, segue l’educazione dei bambini - ci siamo battuti alla pari con tutte e cinque le squadre affrontate e, anche quelle con cui abbiamo perso, le abbiamo fatte sudare molto prima che scadesse defi-
PAllANUOTO. Stagione travagliata per la Rari Nantes
A una rete dalle semifinali
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tagione travagliata quella della Rari Nantes Florentia. Un cambio di tecnico in corsa e la possibilità di accedere alle semifinali scudetto svanite per una sola rete. A pesare molto l’assenza, a metà campionato per problemi di salute, di Boris Popovic, il forte centrovasca serbo sul quale puntavano molto la dirigenza biancorossa e il connazionale Dusan Popovic, allenatore fino a inizio 2011 e poi sostituito da Riccardo Tempestini, che è tornato a sedere sulla panchina della Rari dopo la parentesi al Brescia e due anni e mezzo di assenza forzata a seguito dell’esperienza lombarda. La squadra è, comunque, cresciuta. Chicco Pagani è stato il capocannoniere italiano della regular season, e molti giovani si sono messi in mostra. L’assenza di Boris Popovic ha regalato grande visibilità al giovane Francesco Di Fulvio, campione europeo con la nazionale Under 19 e talento con grandi capacità. Non solo, nel corso della stagione sono arrivate più volte le convocazioni in nazionale per Giacomo Bini e proprio per Federico Pagani. E questo fa ben sperare anche in vista della Final Eight di World League, che si giocherà nelle piscine Costoli e Nannini dal 21 al 26 giugno con le migliori otto nazionali del mondo che, oltre al trofeo,
si giocheranno il primo pass per le Olimpiadi di Londra 2012. Uno spettacolo, per la pallanuoto maschile, di grandissima rilevanza. Ma la parte finale della stagione sarà dedicata anche alle future strategie della società di lungarno Ferrucci. Tempestini è stato chiamato in corsa con l’unico obiettivo di concludere la stagione. Sarà confermato? Il suo ritorno in panchina ha “stuzzicato” l’interesse del Rapallo, rampante compagine di pallanuoto femminile che la scorsa estate “strappò” quattro giocatrici alla Fiorentina Waterpolo e non solo. Intanto, per la squadra fiorentina è comunque arrivato il quinto posto, /Sim. Spa. che vale l’Europa.
nitivamente il tempo regolamentare”. “La seconda partita, con il Rugby Paese, l’abbiamo persa solo 1 a 0 - commenta Rios - quello che veramente mi è piaciuto del nostro gruppo è soprattutto questo: non si sente mai sconfitto! Sicuramente c’è ancora molto da fare, imparare e correggere - conclude - ma il tempo ci darà ragione. Siamo veramente contenti, dai bambini ai genitori, sempre disponibili a darci una mano: insomma, tutti hanno veramente capito come deve essere il rugby”. Uno sport con valori importanti, che ha nel Consiel una società modello per tutti i nuovi /Car.Mar. rugbisti.
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“PULIZIA STRADE ANCHE PER LE BICICLETTE” Ormai è lampante che la bicicletta è senza dubbio un mezzo da incentivare soprattutto in una città come Firenze che per buona percentuale possiede un terreno “pianeggiante” ed una viabilità con sezioni stradali ristrette. Il problema è la gestione dei parcheggi delle biciclette stesse al fine di evitare la sosta selvaggia ai pali di segnaletica stradale spesso a ridosso di abitazioni private danneggiando pareti ed estetica. Come già più volte letto senza dubbio sono poche le rastrelliere in città ma io credo che il problema più grande è la pessima gestione delle medesime e del parcheggio selvaggio. Le rastrelliere spesso si trasformano in un ammasso di carcasse arrugginite di pezzi di bicicletta e trattandosi di mezzi non targati rimangono lì anche mesi. E’ certamente encomiabile l’indirizzo del Sindaco di eliminare il parcheggio selvaggio e su questo ha sicuramente l’appoggio dei cittadini. Devo però segnalare una difficoltà nell’applicare questo indirizzo, infatti la Polizia Municipale dice di procedere con degli interventi di rimozione periodici (rari) che risultano per il Comune di Firenze un mero costo. Quanto sopra detto non favorisce l’intervento della Polizia Municipale che tende a minimizzare il problema di fronte ad altre priorità in città. Per dare un contributo a risolvere pragmaticamente il problema, inviterei il Comune a disporre dei cartelli di divieto di sosta per pulizia strade anche per la zona rastrelliere in modo da consentire una rimozione periodica di tutto ciò che rimane nella rastrelliera stessa. Le biciclette integre che vengono rimosse se reclamate dal legittimo proprietario saranno riconsegnate al medesimo dietro pagamento di una multa salata. Qualora il proprietario non si presentasse a ritirare il velocipede entro un certo numero di giorni il Comune sequestrerà il mezzo vendendolo all’asta rientrando almeno di parte delle spese sostenute per la rimozione. Questo sistema obbligherebbe i proprietari di biciclette a spostare periodicamente la loro bicicletta costringen-
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doli a non abbandonare il mezzo per mesi consentendo una rotazione dei parcheggi e la pulizia dei medesimi. Naturalmente un progetto del genere prevederebbe l’aumento del numero delle rastrelliere e una politica rigidissima sulla sosta selvaggia ai pali della segnaletica stradale. Infatti in occasione della pulizia strade la Polizia Municipale dovrebbe far rimuovere tutte le biciclette legate a pali di cartellonistica stradale trattando le biciclette rimosse come quelle sopra citate per le rastrelliere. Ritengo la soluzione sopra esposta applicabile ed interessante. Saluti Giovanni Valenti RASTRELLIERE E PISTE CICLABILI, L’OPINIONE DI UNA “CICLISTA ESASPERATA” Salve, scrivo questa lettera stimolata dall’opuscolo trovato allegato al vostro numero di Aprile. In particolare mi riferisco alla questione biciclette e agli annunciati grandi progetti per rastrelliere e piste ciclabili. Nell’opuscolo si dice che, in vista dei mondiali di ciclismo del 2013, verranno predisposte nuove rastrelliere per abolire la “sosta selvaggia” e implementata la rete di piste ciclabili. Ben vengano questi interventi però.... 1) ancor prima di posizionare nuove rastrelliere sarebbe opportuno trovare il modo di “ripulire” quelle già esistenti dai numerosi rottami che le occupano indebitamente. Io abito in zona Cure e nella mia strada così come nelle limitrofe, il 70% dei posti disponibili nelle rastrelliere è occupato da resti arrugginiti e inutilizzabili (ruote, pezzi di telaio...). Un sistema potrebbe essere quello già suggerito da un altro lettore: in occasione della pulizia delle strade imporre la rimozione anche delle biciclette così si otterrebbero due risultati: la bici lasciata lì dal proprietario che considera la rastrelliera un deposito rifiuti, farebbe la sua giusta fine (deposito comunale e poi smaltimento); le rastrelliere verrebbero periodicamente ripulite dallo sporco (foglie, cartacce, lattine, siringhe) di cui divengono abitualmente ricettacolo; 2) far rispettare agli automobilisti incivili, tramite apposite multe pecuniarie, il divieto di sosta davanti alle rastrelliere. Le poche volte che sono riuscita a trovare un posto libero e ho allucchettato la bici, la mattina dopo ho trovato la bicicletta bloccata dall’immancabile automobile parcheggiata davanti; ho anche chiamato la polizia municipale chiedendo il loro intervento ma dopo due ore nessuno si era ancora visto e per andare al lavoro ho dovuto “arrangiarmi” altrimenti (perché i vigili sono invece così solerti quando si tratta di attaccare bigliettini “minatori” e poi rimuovere le bici allucchettate ai pali?!); 3) in Italia e soprattutto a Firenze le piste ciclabili sono poco usate non solo perché scarse quantitativamente e fatte male, ma anche e soprattutto perché non c’è la cultura. Sulle ciclabili transita e sosta di tutto: motorini, pedoni, passeggini, automobili. Il risultato per il ciclista è la necessità di fermarsi ogni pochi metri e prendersi anche gli insulti dei pedoni se scampanella per passare. Una domanda a tali pedoni: ma voi, vi sognereste mai di camminare
in mezzo di strada o di attraversare senza guardare? e insultereste chi vi avverte suonando il clacson? o piuttosto pensereste che siete voi in torto e vi scusereste? Spesso il ciclista esasperato (e io sono uno tra questi) si vede costretto, suo malgrado, a transitare sulle strade e il risultato quale è? automobilisti inferociti suonano a ripetizione il clacson abbassando addirittura il finestrino per il insultarti e fare gestacci; taxisti e guidatori Ataf fanno finta di non vederti e ti passano a mezzo centimetro, magari svoltandoti davanti. Una domanda a tali automobilisti: se esistesse un’autostrada in cui transitano trattori e calessi e biciclette e magari attraversano pedoni, voi continuereste a usarla quell’autostrada? Con questo interrogativo provocatorio ma esemplificativo concludo la mia lunga lettera auspicandone la pubblicazione e sperando che sia presa in considerazione da chi di dovere. Grazie per l’attenzione Laura I GIOVANI, IL LAVORO E L’ITALIA DI OGGI “L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. (…)”. Così recita il primo articolo della nostra Costituzione, redatta e approvata da quelli che vengono considerati come i ‘padri fondatori’ del nostro paese. Il riferimento al lavoro fu fortemente voluto in particolare da Aldo Moro e da Palmiro Togliatti, che vedevano in questa espressione non solo il riconoscimento di un diritto (o di un dovere), ma anche e soprattutto un valore condiviso, comune, ‘fondante’ appunto. La neonata Repubblica Italiana imparava allora faticosamente a camminare, sostenendosi su una solida base fatta di lavoro e di lavoratori. Una base che, ai tempi, doveva apparire come un terreno estremamente fertile e fecondo, pronto a germogliare e a riprodursi in modo pressoché regolare e crescente. In fin dei conti era proprio ai lavoratori che la ‘cosa pubblica’ si rivolgeva: erano loro a votare, a pagare le tasse, a usufruire dell’assistenza medica e sanitaria, erano loro a costruire quello che oggi si chiama il ‘tessuto sociale’. Sono passati svariati decenni da quel 1948 (anno in cui entrò in vigore la Costituzione) e la situazione è nettamente cambiata. In particolare, i lavoratori sono cambiati. Chi è il ‘lavoratore-medio’ di oggi? Come rappresentare un lavoratore italiano ‘tipico’ di questo periodo? Davvero difficile. Perché prende sempre più campo un nuovo identikit: quello di coloro che, per ironia della sorte, vengono chiamati ‘lavoratori atipici’. In breve, questa definizione viene applicata generosamente per designare coloro che beneficiano di tutte quelle forme contrattuali diverse rispetto al contratto full time a tempo indeterminato. Si calcola che, in poco tempo, i ‘lavoratori atipici’ siano diventati i due terzi dei lavoratori, con tutti i problemi che ben conosciamo e per cui si scende in piazza a combattere. La manifestazione del 9 Aprile rappresenta l’ennesimo tentativo in questo senso: i giovani (e anche i meno giovani …), i precari, i disoccupati, tutti insieme si inventano forme nuove e alternative di protesta. I flashmob, gli spo-
gliarelli al contrario, i gruppi creati sui principali social network, gli appelli coinvolti e coinvolgenti che mirano a farsi sentire dalle orecchie giuste. Perché così non va. Non sono solo i dati statistici a parlare, ma sono i giovani stessi a farlo in quelle rare occasioni in cui gli se ne dà la possibilità. Esemplificativo il caso della massima carica dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha accolto una delegazione di studenti e ricercatori in occasione delle scorse manifestazioni contro la riforma dell’istruzione. Li ha accolti, ma soprattutto ascoltati. Perché, per quanto possa sembrare strano agli occhi dei più, non si scende in piazza senza avere un problema, senza avere la sensazione di non avere altre alternative per farsi sentire. I giovani sono gli adulti di domani e i vecchi di dopodomani. Sono coloro che dovranno comprarsi casa, pagare le tasse dell’università dei figli, prendersi cura dei genitori anziani. Sono coloro che dovranno affrontare spese mediche, spesso senza il sostegno di una pensione minima. Sono coloro che, una volta esaurito il ‘welfare parentale’ (cioè l’aiuto economico dei genitori), sperimenteranno la totale assenza di un ‘welfare statale’. E sono coloro che dovranno, in accordo all’articolo 1 sopra citato, sostenere l’Italia, già formata ma sempre più malferma e malmessa… Dal dopoguerra a oggi, la nostra generazione sarà quella che per la prima volta starà peggio delle precedenti. E sembra che a nessuno ai piani alti interessi. “Feels like I’m knocking on heaven’s doors…”, si potrebbe dire. Rita Barbieri A PROPOSITO DELL’UOVO DI PASQUA Buongiorno, mi chiamo Paola e nel mio tempo libero scrivo per un trimestrale della val di Sieve di una piccolissima comunità, ieri ho trovato nella posta il Reporter, avendo un po’ di pausa ho letto l’articolo di Muzzi, sono rimasta di stucco nel leggere la simbologia dell’uovo legata alla Pasqua e mi son detta è un giornalista che scrive in tono ironico ma certamente saprà il significato e sicuramente più avanti nel giornale ci sarà un altro articolo che lo spiega, così l’ho sfogliato tutto stando attenta agli articoli, pensavo che ci fosse un riferimento in quello della tradizione culinaria ma non l’ho trovato neppure là. Allora mi sono decisa a scrivervi per sapere se veramente lo sapete, io penso che le spiegazioni sono molto importanti per il pubblico che legge specialmente riferito ad un pubblico giovane, possono essere tradizioni cristiane o semplicemente riportate dalle notti dei tempi fino ad oggi tramandate di voce in voce, da rito in rito, molte di queste vanno perdute, ma quella dell’uovo è molto di più di una tradizione, è una simbologia che si perde nella storia della vita. L’uovo è sempre legato alla vita, è la cellula che dà vita, nella domanda chi è esistito prima l’uovo o la gallina? La risposta viene spontanea sulla gallina, ma se non ci fosse stata una cellula uovo che ha dato vita alla gallina questa non ci sarebbe stata! In molti popoli l’uovo è simbolo di nuova vita di rinascita, pensando ai nostri antenati, il grande
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it IL TRAM E I PROBLEMI DEL TRAFFICO Ho visto il vostro video: “Un anno di tramvia: parola ai passeggeri”: evidenzia quello che ho scritto nella e-mail, inviatavi il 28 Febbraio ultimo scorso, dove affermavo che la tramvia, oltre a non aver risolto i problemi del traffico, è sempre vuota o perlomeno non riempita come dicono, infatti come si può vedere dal video dietro agli intervistati c’è il vuoto. È chiaro che intervistando i passeggeri sono contenti, qualsiasi cosa che li faccia arrivare prima a destinazione gli va bene, sia che sia tramvia, teleferica, metropolitana, elicottero, e quant’altro, ecc. ecc. La prima intervistata addirittura vorrebbe che proseguisse dopo la mezzanotte, chissà se dopo tale ora si riempie. Cordialmente Lettera firmata
Caro lettore, la sua lettera mi dà lo spunto per tornare a parlare di viabilità, traffico e tramvia, in un mese molto importante sotto questi punti di vista, perché questo è il mese in cui è prevista la partenza dei cantieri per la seconda linea del tram. Mille giorni di lavori (tanti sono quelli previsti) che porteranno alla realizzazione del percorso che unirà Santa Maria Novella a Peretola: un tracciato senz’altro molto importante, sia per la rilevanza dei due “capolinea” stessi (ovvero stazione e aeroporto, da cui ogni giorno transitano centinaia e centinaia di persone), sia per la zona che sarà coperta dal passaggio del tram, una delle più soffocate dal traffico quotidiano, come ben sanno residenti e automobilisti. Questo per quanto riguarda la linea 2. Venendo invece alla linea 1, quella attiva dal febbraio 2010 di cui lei parla nella sua lettera, sono da ricordare alcuni numeri (che riescono spesso a illustrare le situazioni in modo più preciso rispetto a molti altri discorsi): in meno di un anno il tram ha sfondato il muro del milione di passeggeri, con una media di 40mila viaggiatori al giorno (che in quelli festivi si riducono a 28mila). Ma, dato a mio parere forse ancora più importante, è quello fornito dalla Regione, secondo cui la T1 ha eliminato circa 2.800 veicoli al giorno dalle strade nella direttrice Scandicci – Firenze (quella, appunto, percorsa dalla linea 1). Con tutto ciò che questo significa in termini d traffico e, soprattutto, inquinamento. Fermo restando il fatto che ognuno è ovviamente libero di avere le proprie opinioni sull’utilità o meno della tramvia, mi sembra che questi numeri evidenzino piuttosto chiaramente come in quella tratta fosse avvertito un deciso bisogno di un mezzo di trasporto veloce e affidabile, e questo mi pare anche un augurio incoraggiante per la nascitura seconda linea, che come detto sorgerà in un’altra zona della città che di mezzi di trasporto affidabili e veloci (che non siano quelli privati, di cui è già satura) ne ha decisamente bisogno. E mi sembra un sacrosanto diritto dei passeggeri – se non altro perché pagano il biglietto - quello di volere (e richiedere) mezzi di trasporto che riescano a portarli il più velocemente possibile a destinazione, in tempi certi e accettabili, cosa che spesso, per mille e ben conosciuti motivi, non è garantita dai mezzi su gomma. Per completezza di informazione, ricordo poi che sul nostro sito internet (www.ilreporter.it) sono visibili diversi servizi e video sull’argomento: oltre a quello da lei citato, che riportava le opinioni dei passeggeri, ce ne sono altri in cui a esprimere il proprio parere (e le proprie paure) sono i commercianti le cui attività si trovano lungo il percorso della seconda linea. Spazio alle voci di tutti, insomma. Aggiungo velocemente due ultime considerazioni: mi auguro che prima o poi (magari quando tutte le linee saranno in funzione) la tramvia potrà restare attiva per buona parte della notte (se non tutta), come già fanno metropolitane e mezzi simili di molte grandi città europee, cosa che tra l’altro contribuirebbe a risolvere, durante la bella stagione, la consueta discussione ztl notturna sì, ztl notturna no. Infine, mi fa sorridere che - abituati come siamo a viaggi “da sardine” su certi autobus - ci stupiamo, a tal punto da arrivare a considerarlo inutile, davanti a un mezzo non stracolmo di gente, dove i passeggeri possano viaggiare in condizioni umane, magari permettendosi perfino il lusso di leggersi un libro o un giornale durante il tragitto. Matteo Francini
popolo degli Etruschi, loro erano metodici nel mettere accanto al corpo di un giovane, specialmente di bambini, adagiato nella tomba un uovo simbolo di rinascita in una nuova vita. Per i cristiani la simbologia è la stessa, Gesù con la resurrezione dopo la discesa agli inferi rinasce a nuova vita avendo sconfitto la morte, l’uovo benedetto in primis ci ricorda questo nella speranza di una vita eterna nel regno nuovo, l’uovo di cioccolato ha la stessa simbologia ma ovviamente è stato un fatto commer-
ciale del progresso e del percorso sociale, e sono pienamente d’accordo con Muzzi sulla seconda parte del suo articolo. Quello che mi piaceva era specificare il simbolo meraviglioso che appartiene all’uovo, che non è della frittatina!! Gentile lettore, concordo con lei nel ritenere che le spiegazioni siano sempre (e molto) importanti. Quello a cui lei si riferisce non era però un “articolo”, bensì una
rubrica scritta da un comico (come tra l’altro specificato sul giornale), Andrea Muzzi, che Il Reporter ospita in prima pagina in modo fisso da ormai diverso tempo. E che, essendo un comico, tratta gli argomenti esclusivamente in quella veste, per fare quello che un comico deve, o almeno dovrebbe, fare: strappare un sorriso. MF AUTOBUS/1. “SPOSTIAMO IL CAPOLINEA DEL 22 ALL’AEROPORTO” Mi associo al sig. Fabrizio Perosi (n° 22 Reporter del 7 marzo 2011) per suggerire a chi di competenza che sarebbe sufficiente spostare il capolinea del Bus n° 22 all’aeroporto, anticipando ciò che avverrà con la tranvia. Cordiali saluti. Paolo Coffrini AUTOBUS/2. IL TRAGITTO DA NOVOLI A CAREGGI Spett.le direzione, il mio reclamo è indirizzato all’Ataf, che ha deciso di cambiare il percorso del n° 56, unico mezzo che consentiva da Novoli di andare direttamente all’ospedale di Careggi. Ora il n° 60 fa in parte lo stesso percorso: piazza Puccini, via Doni, via Mariti. Quale è la convenienza? Inoltre si consideri anche gli intervalli di tempo, che vanno dai 30 ai 35 minuti. Molti per chi deve andare alla Asl di viale Morgagni o agli ospedali. C’è veramente, in chi prende decisioni, il desiderio di capire le necessità dei cittadini? La ringrazio della ospitalità. Cordiali saluti Liana Giraldo PONTE AL PINO E LA MANUTENZIONE DELL’ASFALTO Nel vostro articolo “Il triangolo delle cartacce”, riportato a pag. 5 de il Reporter di Marzo 2011, si parla di lieve avvallamento, mentre in realtà è una evidente sconnessione del pavimento che perdura da circa 10 anni, transennata da 3. Tale situazione è stata fatta presente anche all’ufficio manutenzione strade, unita alla segnalazione della mancanza di lastre in cemento a copertura dell’aiuola spartitraffico con al centro il Pino, divelte durante un incidente. Per quanto riguarda le cartacce e le sterpaglie, sono state tolte da parte dei volontari “Angeli del Bello”. Fiducioso che tale situazione possa essere oggetto, quanto prima, di una adeguata manutenzione, nell’attesa porgo cordiali saluti. Pietro Balatri IL COMPORTAMENTO DEI CICLISTI E LO SPRECO DELLA CARTA Spett.le Redazione, mi riferisco alle lettere inviateVi dai Vostri lettori che si lamentano dei ciclisti che circolano tranquillamente sui marciapiedi, purtroppo questo non succede solo nel viale Don Minzoni, ma dappertutto. Per loro non esistono né sensi unici, né limiti di velocità, anzi hanno sempre ragione! Mi chiedo, ma i vigili, quando ci sono.... non possono farci nulla!? oppure è normale che quando non ci sono piste ciclabili, possono usufruire del marciapiede, come qualcuno sostiene?
Un altro argomento che vorrei farVi notare è a proposito della distribuzione gratuita presso i Quartieri dei modelli Unico e 730: - Viene distribuito il Modello unitamente alle istruzioni, 71 pagine di istruzioni contro 4 moduli. - Considerando che chi lo ritira di solito non ne chiede solo uno, non sarebbe più pratico ed economico distribuire i moduli secondo necessità e solo una copia delle istruzioni? Io ne ho presi 6, totale 1 chilo di carta da buttare direttamente. - Ma il Comune non la paga? o visto che sono soldi dei contribuenti non gliene frega niente? Nelle cartolerie dove si paga vendono le due cose separatamente ed il costo minore sono i moduli. Non dico di non darli gratis, questo sì, visto che servono per pagare le tasse..... ma evitare gli sprechi sì, risparmiare qualche albero e diminuire anche i rifiuti non sarebbe male. Cordiali saluti Patrizia CONFLITTI CONDOMINIALI, GLI INDIRIZZI A CUI RIVOLGERSI Gentilissima Dott.ssa Francesca Puliti, sono la coordinatrice per conto dell’Associazione l’Altro diritto onlus degli Sportelli di mediazione sociale del Comune di Firenze. Ho letto con grande interesse il suo articolo “Questa è una guerra di pianerottolo”, pubblicato nell’edizione del mese di aprile del Quartiere 2, che rispecchia molto bene la conflittualità all’interno dei condomini. Si tratta infatti di casi che arrivano quotidianamente presso i nostri sportelli di mediazione. Sono invece rimasta delusa dal fatto che non fossero riportate nell’articolo le indicazioni necessarie per facilitare all’utenza l’accesso ai suddetti sportelli. Mi domando se fosse possibile in qualche modo aggiungere tali informazioni in un altro articolo da pubblicare nelle prossime edizioni. Le procuro le indicazioni relative al dove, come e quando rivolgersi agli sportelli: Quartiere 1 Centro anziani “San Jacopino” Via delle Carra, 4 tel. 055.33.34.39 giovedì 9.00 – 12.30 Quartiere 2 Via della Luna,16 tel. 055.66.77.07 venerdì 14.00 – 17.30 Quartiere 3 Centro polivalente “il Porto” P.zza Cardinal Elia Dalla Costa, 3 055.68.13.028 venerdì 9.30 – 13.00 Quartiere 4 Villa Vogel Via delle Torri, 23 tel. 055.27.67.138 martedì 9.00 – 12.30 Quartiere 5 Via Reginaldo Giuliani, 115 N tel. 055.43.01.44 lunedì 14.00 – 17.30 Un saluto cordiale, Paola Sanchez Moreno Ecco fatto.
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Sul palcoscenico Max Pezzali 7 maggio
Nelson Mandela Forum Il 2011 è l’anno del ritorno di Max Pezzali: di nuovo a Sanremo dopo 16 anni dalla sua ultima esibizione come concorrente, un nuovo album di inediti a 4 anni di distanza dall’ultimo (“Time out”, 2007) e un nuovo tour. L’ex cantante degli 883, e affermato solista, porterà a Firenze il suo nuovo album, Terraferma pubblicato il 16 febbraio. “Terraferma” è composto da 11 tracce tutte scritte e composte da Pezzali con il suo singolare modo di cantare la realtà che lo circonda, in modo onesto ma non senza ottimismo ed ironia. E’ un disco che tra pop, rock e cantautorato, mescola la quotidianità con una rinata voglia di divertimento.
arriva Brenda Asnicar in uno spettacolo pieno di musica e danza, per vivere un’esperienza unica. Il 2011 regalerà una grande emozione alle numerose fan della serie tv “Il mondo di Patty” esaudendo il desiderio di chi da tempo chiede a gran voce di poterla vedere dal vivo: arriva in Italia - in un imperdibile concerto Brenda Asnicar, l’amatissima interprete di Antonella e idolo di migliaia di ragazzine. Brenda alias Antonella è la carismatica leader del gruppo delle Divine e pungente antagonista di Patty e del gruppo delle Popolari. In città si esibirà cantando le celebri canzoni dei telefilm ed alcuni brani inediti scritti ad hoc per il concerto, oltre a regalare divertenti e preziosi consigli di stile per tutte le aspiranti Divine. elisa 17 e 18 maggio
Teatro Verdi
Vinicio Capossela 10 e 11 maggio
Teatro Verdi “Favoloso, semplicemente favoloso” - così in un’appassionata recensione sul Times, Clive Davis descrive lo spettacolo che ha chiuso il minitour europeo di Vinicio Capossela al Barbican di Londra il 15 febbraio. Di ritorno dal suo “20 Years Show” che ha toccato oltre a Londra anche Parigi, Zurigo e Colonia, Capossela annuncia il nuovo doppio di inediti “Marinai, profeti e balene”, in uscita a tre anni dal suo precedente lavoro “Da solo” e porta le sue poesie in musica al teatro verdi di Firenze. Il mondo di Patty 13 maggio
saschall Per la prima volta in Italia
Elisa porterà sul palcoscenico un doppio show, ciascuno con una propria scaletta, dedicando al pubblico due concerti diversi tra loro.Il tour gioca su due degli elementi primari della natura: acqua e fuoco, e le atmosfere nordiche e sognanti del primo dei due eventi, lasceranno il posto a quelle calde e terrene dell’evento successivo. Arrangiamenti acustici ed un suggestivo coro di voci bianche guideranno il pubblico in entrambe le situazioni, che si differenzieranno non solo nel repertorio, ma anche nella
strumentazione, che accompagnerà la straordinaria voce di Elisa. Chi è di scena Dal 17 al 21 maggio
saschall e Teatro Puccini Per cinque giorni circa un migliaio di ragazzi delle scuole pubbliche fiorentine saranno i protagonisti di Chi è in scena, una rassegna di teatro musicale pensata per i ragazzi e da loro stessi realizzata. La manifestazione, che metterà in scena dieci opere inedite, è giunta ormai alla sua quinta edizione e rappresenta la vetrina più importante per le attività musicali e teatrali delle scuole di Firenze. Info 0554362562 Massimo Ranieri 20 e 21 maggio
Teatro Verdi Arrivato a superare le 500 repliche, lo show ripercorre i 40 anni di carriera dell’artista svelando aneddoti e teneri ricordi d’infanzia che porteranno il pubblico a rivivere atmosfere lontane di un’Italia “povera, ma con le scarpe lucide”. Lo spettacolo teatrale è un omaggio alla sfera femminile, un’orchestra e un corpo di ballo di solo donne, ed è nato dalla fusione tra il doppio album “Canto perchè non so nuotare...da 40 anni!”, dove Ranieri interpreta i suoi successi e 14 brani dei più grandi cantautori italiani, come Battisti, Lauzi, Battiato, Endrigo, Paoli e Rossi, e la trasmissione televisiva “Tutte donne tranne me” andata in onda su Raiuno nel gennaio 2007 che vedeva ospiti, orchestra e balletto di solo donne. Nelle due ore di spettacolo si
Il ROMANZO
snoderà un serrato racconto che vedrà un giovanissimo ballerino di tip tap, Federico Pisano, portare in scena i sogni di un Giovanni Calone bambino: l’alter ego troverà degno riflesso in Ranieri regalando al pubblico un finale di grande spettacolarità. Gianna Nannini Dal 27 al 29 maggio
Nelson Mandela Forum
E’ una Gianna Nannini nuova quella che sale sul palcoscenico del Nelson Mandela Forum. Ha messo al mondo la sua bambina e subito dopo ha ripreso a urlare dal palcoscenico. “Amor che bello darti al mondo / Amor che bello darsi al mondo – recita il testo della canzone “Ogni tanto”, versi che potrebbero apparire legati al momento personale della cantautrice, ma che di fatto sono un vero e proprio slancio di poesia, nati per fotografare un momento di straordinaria lucidità. “Il testo dell’inciso ‘Amor che nulla hai dato al mondo’ - dichiara la cantautrice - mi è venuto sulle labbra scendendo con l’ascensore nel mio studio e subito l’ho cantata. Forse ispirata per assonanza da quel passo magnifico nell’Inferno di Dante: ‘Amore ch’ha nullo amato amar perdona”.
La tavola rotonda Il mosaico Italia a 150 anni dall’Unità
16 maggio
salone Don Bosco Centro Giovanile salesiano Il “mosaico Italia” a 150 anni dall’unità. È questo il tema della tavola rotonda in programma lunedì 16 maggio alle 17.30, organizzata nell’ambito della manifestazione ”Maggio salesiano 2011”, cui prenderanno parte Massimo Livi Bacci, demografo, senatore della repubblica; Riccardo Nencini, assessore regionale al Bilancio con delega ai diritti umani; Adalberto Scarlino, presidente del Comitato fiorentino per il Risorgimento e Severino Saccardi, direttore di “Testimonianze”. Chiuderà la tavola rotonda il “Mosaico Italia” in musica, con Cesare Bindi, flautista e compositore, e Carlo Alberto Neri, pianista.
La fiera Florence design week Dal 24 al 29 maggio
location varie La passione per il design e l’arte condurrà il visitatore a riscoprire i cinque sensi, attraverso un percorso emozionale nel quale il design si fonderà con le bellezze storiche di Firenze: il Festival coinvolgerà piazze, gallerie d’arte, biblioteche e palazzi d’epoca decorando la città con le sue opere. Gli appassionati e non solo potranno toccare con mano e abbracciare l’arte contemporanea, ascoltare rapiti esperienze artistiche, vedere e ammirare le opere delle nuove generazioni di designer, gustare i sapori che il food design può regalare e apprezzare gli odori di una città nel pieno della sua primavera creativa.
LA RICORRENZA Due giorni di iniziative
Sole, ombra e 10 anni di libri
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ezioni di scrittura, una “caccia al tesoro letteraria” e soprattutto tanti, tanti libri. Saranno questi gli “ingredienti” della due giorni in programma sabato 7 e domenica 8 maggio per festeggiare i dieci anni di vita della SoleOmbra Edizioni, casa editrice fiorentina specializzata in narrativa nata nel 2001 per volontà Erica Gardenti Cassigoli. L’appuntamento è alla sede dell’associazione culturale “Il Giardino dei Ciliegi”, in via dell’Agnolo 5: nel corso dell’iniziativa (che si terrà il sabato dalle 16 alle 20, la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20) “si parlerà di scrittura e di tutto ciò che ci gira intorno, ci saranno in vendita tutti i libri della Sole Ombra, si potrà partecipare a un gioco: ‘la caccia al tesoro letteraria’ e, previa iscrizione, si potrà partecipare gratuitamente a una ‘lezione di scrittura autobiografica’ tenuta da Erica Gardenti Cassigoli”, spiegano dalla casa editrice. All’appuntamento sono invitati gli autori e i lettori della casa editrice, ma sono (soprattutto) “ben accetti i curiosi”. Il tutto per festeggiare i dieci anni di una casa editrice nata “dal desiderio di dar voce a quegli autori che con i loro testi arricchiscono l’anima di chi legge” e costantemente impegnata nella (non facile) ricerca di nuove “penne”, perché “purtroppo la ‘grande’ editoria è persa troppo spesso dietro a nomi di pseudoscrittori noti per il loro volto televisivo e non investe, quanto dovrebbe, su nuovi autori con libri di ben altro spessore”. Per informazioni sulla casa editrice e sulle iniziative in programma è possibile chiamare il numero /I.G. 338.2446532.
lA MOsTRA
Storie di amore e mafia
Le “anime” di San Casciano
n romanzo che assomiglia un po’ a un saggio, che raccoglie testimonianze e racconta storie per raggiungere un obiettivo che è impossibile non condividere, quello di non dimenticare. “E’ già sera”(Romano Editore) è il libro che Gianni Somigli, giovane giornalista e scrittore fiorentino, ha voluto dedicare alla sua città e alla controversa presenza della mafia all’ombra del campanile di Giotto, una presenza strisciante sfociata nell’attentato di via dei Georgofili del 27 maggio 1993. “L’idea di scrivere questo libro spiega Somigli - nasce dall’amicizia con la presidente dell’associazione delle vittime della strage, Giovanna Maggiani Chelli, e dal desiderio di divulgare una storia troppo poco conosciuta”. Da qui la voglia di mescolare realtà e fantasia, affincando al romanzo che parla della storia di Dario, un ragazzo giovanissimo con un a vita normale che di punto in bianco si trova a dover fare i conti con la bellissima Ambra e il suo presente fatto di violenza, soprusi, silenzi e soprattutto mafia.
rriva direttamente da Palazzo Venezia a Roma, dove si è recentemente conclusa una mostra personale, la raccolta di dipinti “Anime salve” che il pittore Elio de Luca espone per la prima volta al Museo di San Casciano, portando in Toscana un corpus di opere di grande impatto, ricco di significati e esemplificativo del modo di lavorare dell’artista calabrese di nascita e pratese di adozione. La mostra è patrocinata dall’assessorato alla cultura di San Casciano, promossa dalla Fondazione Giuliano Ghelli, con la direzione artistica di Sandra Stanghellini e ha il patrocinio della Fondazione Fabrizio De Andrè, poiché il tema delle “Anime Salve”, che dà il titolo all’esposizione, è lo stesso già caro al cantautore genovese. Visitando la mostra ci si rende conto che le suggestive e spesso imponenti figure protagoniste delle tele che compongono la mostra non rappresentano soltanto individui umani colti in momenti topici della loro esistenza o intenti nelle loro attività quotidiane. Al con-
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Una storia d’amore (di fantasia) ambientata in una Firenze contaminata dalla criminalità organizzata, alla quale l’autore affianca con intelligenza le interviste a testimoni e grandi nomi del calibro dell’ex procuratore nazionale antimfia Pierluigi Vigna fino a Sandra Bonsanti e Margherita Hack, Mario Spezi, Oliviero Beha e Sandro Picchi e ancora Vannino Chiti e Giorgio Morales. Una serie di contributi che fotografano con esattezza gli attimi della strage, visti dalla prospettiva di personaggi molto diversi tra loro, personaggi che hanno saputo cogliere sfumature diverse dello stesso fatto e hanno arricchito di dettagli il racconto di uno dei momenti più bui della storia d’Italia. “Volevo che questo libro si diffondesse non solo in quella ristretta cerchia di persone che conoscono già i fatti - racconta Somigli -. L’aver affiancato alle interviste un romanzo, serve - almeno nell’intenzione dell’autore - a suscitare anche la curiosità di chi non conosce la vicenda, soprattutto i più giovani”. /L.V.Z.
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trario, attraverso quelle figure l’autore ha voluto rappresentare l’anima umana nelle sue molteplici e variegate sfaccettature. “Le opere di questo ciclo pittorico nascono dal tentativo di restituire per immagini il sentimento di pietas con cui vorrei che ogni uomo potesse guardare gli altri e prima ancora a se stesso – spiega De Luca -. Quel sentimento è, infatti, l’unica risposta che ho saputo trovare alla continua nostra ricerca di significato. In questo senso i quadri della mostra, che pure non si possono definire religiosi, hanno comunque una forte valenza spirituale. Ciò che ci rende esseri umani non è ciò che facciamo o ciò che possediamo, ma è, invece, quel sentimento di accorata e a volte dolorosa partecipazione che in maniera più o meno forte proviamo nei confronti dell’esistenza nostra e dei nostri simili. Si tratta del sentimento che conferisce un senso al nostro esistere e che, per semplicità, può essere chiamato anima”. Fino al /C.G. 31 maggio. Ingresso libero.
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VALDARNO
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OLTRE 5 VANI FIRENZE
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