Il reporter-Reggello-maggio 2011

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Il Giornale nel tuo Comune Ist. Fisioterapico Barbini Rieducazione Funzionale Traumatologia Sportiva Via Verdi, 10 Rignano sull’Arno - FI Tel. Periodico d’informazione locale. Anno V n.44 del 2 maggio 2011. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

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PRIMO PIANO

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MAGGIO 2011

Il pollo arrosto si vende al barile Andrea Muzzi*

S vita Da alle figline PenDOlari urne Cittadini Ogni mattina al voto un ilesercito 15 e 16dimaggio persone si sposta per scegliere verso il sindaco. Firenze. Ecco Ma c’èi candidati anche chicorsa in fa il viaggio per la fascia inversotricolore PAGG.28-29 PAG.4

incisa La terza corsia della A1 porta in dote una nuova strada, parallela alla Sr 69. A spese di Autostrade PAG.6

sport

Dove il Valdarno è più “verde” PAGG.2-3

tram, funicolari e dintorni

coppie Reggello

di Rettura - Squarcialupi

C PuntO e a caPO Si è già (virtualmente) conclusa la stagione della Fiorentina. Ecco da dove ripartire PAG.37

Pallavolo Sorprende il grande campionato del Valdarno Volley, ormai una delle più belle realtà toscane PAG.38

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i dovremmo proprio essere. Firenze si prepara a vivere mille giorni di cantieri, quelli che serviranno per realizzare la linea due della tramvia, che collegherà la stazione di Santa Maria Novella con l’aeroporto di Peretola. Trentasei mesi di lavori e trecentosei milioni di euro sono il prezzo da pagare perchè i sospirati binari diventino realtà. Il tracciato ferrato toccherà viale Guidoni, via di Novoli, via Gordigiani, gli ex Macel-

li, viale Belfiore, via Giudo Monaco, Santa Maria Novella e, infine, piazza dell’Unità. Ma intanto si prepara anche un altro grande cambiamento, con il progetto (già approvato dalla giunta comunale) di collegare San Niccolò al Forte Belvedere. Allo studio, ancora in fase preliminare, ci sono tre diversi percorsi. E tre diversi mezzi, tutti nuovi per la bella Firenze: funicolare, scale mobili o tapis rouPAGG.10-11 lant. Tutti pronti?

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Una volta su tre Come fare della propria passione un mestiere successo: la parola non è diper sempre a chi ce l’ha fatta

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Si scaldano i motori, in attesa del rally

i parla sempre più spesso di carburanti ecologici e le industrie automobilistiche investono sempre di più nelle auto elettriche. Non mi sembra una bella idea. D’accordo, le auto così non inquinano, ma quanta corrente ci vorrà per farle andare? In America, addirittura, hanno inventato un diesel ottenuto dal grasso di polli e maiali: il prezzo della carne è andato alle stelle. In rosticceria il pollo arrosto ora lo vendono al barile! Io sono molto preoccupato: si parte con il grasso di polli e maiali e chissà dove si finisce. Presto alla pompa di benzina sarà come in banca. Ieri il benzinaio m’ha guardato la pancetta e mi ha chiesto: “Lei che fa? Versa o preleva?”. Ma poi avete idea di cosa vuol dire viaggiare a diesel di grasso animale? D’estate, con i finestrini aperti, esci dalla macchina e profumi di rosticciana! Al posto dell’arbre magique ci toccherà appendere una foglia di rosmarino! Se porti fuori una ragazza, per non affumicarla, ti toccherà avvolgerla nel domopak. Se questo diesel ottenuto dai polli prenderà campo, cambieranno anche le guerre. Una volta sul giornale leggevamo: “Bombardato l’Iraq perché ha molto petrolio”. Domani troveremo scritto: “Bombardato Francesco Amadori: è pieno di polli!”. Ho delle titubanze su questi carburanti alternativi. Giorni fa ho provato il diesel fatto con il mais: sono vivo per miracolo. A un certo punto mi s’è ingolfata la macchina, ho dato due colpi di acceleratore e dalle bocchette dell’aria è cominciata a uscire la polenta! Mi ha salvato un pompiere con un mestolo! *Comico

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Maggio 2011

il giornale nel tuo comune

l’inchiesta. Quanto è verde il Valdarno

Energia dalle pescaie entro l’anno prossimo Dodici mini centrali per eliminare 45mila tonnellate di Co2. Il Tar sblocca il progetto della Provincia, manca il parere del Ministero Francesca Puliti

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a più grande risorsa rinnovabile del Valdarno? Semplicemente l’Arno. Il progetto di realizzazione di centrali elettriche sulle briglie del fiume vede finalmente la luce. Dodici le minicentrali che saranno costruite (13 in tutto le pescaie coinvolte nel più ampio piano di riqualificazione), consentendo la produzione annua di oltre 65 Gigawatt/h, con una riduzione di anidride carbonica equivalente a più di 45mila tonnellate l’anno (il 2% delle emissioni di Co2 della Toscana intera). Proposto nel 2007 dall’allora presidente della Provincia Matteo Renzi, il progetto era andato a sbattere contro il ricorso di tre società. A sbloccare il tutto è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione, lo scorso marzo, che ha giudicato ammissibile il

project financing. Entro questo mese l’iter della gara dovrebbe essere già concluso, con l’individuazione del soggetto incaricato di eseguire i lavori. L’opera potrebbe essere portata a termine già entro l’anno prossimo. L’unico ostacolo a questo punto potrebbe essere rappresentato dalla Via, la valutazione d’impatto ambientale, propedeutica a far partire i cantieri, che l’assessore provinciale all’ambiente Renzo Crescioli si augura di avere in tasca entro quest’anno. “Le briglie sono vincolate – spiega – dunque potrebbero esserci prescrizioni dalla Soprintendenza ai beni culturali, ma non dovrebbero esserci grandi rallentamenti”. Prosegue nel frattempo il progetto delle “scuole solari”, dotate di pannelli fotovoltaici, con l’obiettivo di renderle energeticamente autonome.

FIGLINE. Calvani: “Cassonetti a scomparsa in centro”

INCISA. Pannelli in arrivo sugli edifici comunali

Sì al porta a porta, parco Sconti in bolletta per i più fotovoltaico in forse virtuosi. E meno burocrazia “I

l più grosso investimento che facciamo è quello sulle nuove generazioni, sui giovani, sulle scuole, perché partendo da questo nasca e si formi sempre più quello che io chiamo sentimento di comunità: si sente l’ambiente come qualcosa di nostro e si instaura di conseguenza un atteggiamento culturale che può costituire la carta vincente per il futuro”. Figline Valdarno, Comune che si colloca ai primissimi posti in Toscana, secondo le recenti statistiche, per assetto idrogeologico e vivibilità, lavora e investe - secondo le parole dell’assessore responsabile dell’Ambiente Gino Calvani – soprattutto su progetti che hanno a che fare con “l’educazione”; e nei settori dell’Ambiente, della Protezione Civile, delle Energie Rinnovabili, crea e porta avanti programmi mirati al coinvolgimento dei cittadini più giovani. Si tratta di progetti che vengono inseriti nella didattica scolastica, o che coinvolgono i ragazzi, insieme ai responsabili comunali e a studiosi dei vari settori, anche al di fuori della scuola. E’ partendo dal basso, insomma, che nasce un Comune “ecosostenibile”. “Il coinvolgimento e l’interesse diretto dei cittadini - dice ancora Calvani - in un settore come quello dell’ambiente, che combatte sempre con scarsi mezzi a disposizione sia materiali che ‘umani’ è fondamentale. Così come ci vuole tenacia da parte degli amministratori per arrivare a veder re-

alizzati alcuni progetti che sembrano sempre sul punto di decollare e poi si arenano nella burocrazia: penso per esempio ai fontanelli per la distribuzione dell’acqua naturalizzata. Figline, Incisa e Rignano furono i primi a presentare il progetto in Provincia, adesso dovremmo essere finalmente in dirittura d’arrivo”. Un progetto di ampio respiro, quello della rete di fontanelli pubblici. Basti pensare che una simile struttura, installata nel comune di Reggello, ha portato allo smaltimento di circa 460mila bottiglie di plastica in meno, in un anno. “Ecosostenibilità è pensare a metodi alternativi di raccolta dei rifiuti – prosegue ancora Calvani - a Figline, entro gennaio 2012, partirà la raccolta porta a porta, che ha dato buonissimi risultati al Matassino, anche nella zona industriale di Agaccioni e nell’area residenziale del Poggiolino. Ed è sempre più urgente studiare una soluzione ad hoc per il centro storico. Non ho ancora abbandonato l’idea dei cassonetti a scomparsa”. Ed il settore energie? “Il Comune aveva pensato di sfruttare l’area ex mineraria delle Borra – terreno acquistato dall’Enel, quello dove dovrebbe sorgere la discarica – per la realizzazione di un impianto fotovoltaico. Certo per il fotovoltaico non è un gran periodo, non c’è più la certezza degli incentivi statali, e ottenere i finanziamenti per i privati di /P.T. questi tempi è un grosso problema”. Il Reporter del Valdarno F.no raggiunge 18.509 famiglie nei Comuni di Figline, Incisa, Reggello, Rignano.

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l Comune di Incisa è molto sostenibile”, così l’assessore ai lavori pubblici Gianfranco Mazzotta descrive minuziosamente tutto ciò che l’amministrazione ha fatto o ancora sta predisponendo in termini di ecosostenibilità ed energie. “Un impianto fotovoltaico si trova sul tetto della scuola della Massa – spiega – Questo impianto ha una potenza di picco pari a 6 KWp e occupa una superficie di 49 metri quadri in copertura. Anche questa copertura è di nuova realizzazione ed è stata predisposta proprio per dare vita ad un impianto fotovoltaico ‘integrato’, riducendo così al minimo l’impatto visivo e ottimizzando invece l’incentivo economico”. Stiamo parlando di un’opera il cui costo è di circa 35mila euro. L’impianto ha ottenuto in conto capitale un contributo dalla Regione non superiore al 20% del costo dell’opera, oltre al contributo per la coibentazione del tetto per un importo totale di altri 12mila euro. Venendo ai risultati, perché sono questi che interessano ai cittadini, l’impianto produrrà circa 8.000 KWh in un anno e comporterà nel regime di “scambio sul posto” un risparmio in bolletta Enel di circa 1.200 euro l’anno, mica noccioline. Inoltre riceverà un

incentivo annuale erogato dal Gse di circa 3.600 euro l’anno. L’allacciamento risale a qualche mese fa, esattamente a martedì 22 Marzo 2011. L’attesa dell’allaccio è stata di circa 80 giorni a causa delle molteplici integrazioni richieste dall’ente distributore. Non è finita qui, sempre Mazzotta ci svela che “per i cittadini che intendono installare a casa o anche in aziende, pannelli o simili per risparmio energetico, entro i limiti dell’autoconsumo abbiamo eliminato la burocrazia. Basta una comunicazione”. Questo è quello che già è stato fatto, ma il Comune di Incisa non ha intenzione di accontentarsi. E così “abbiamo dato incarico – prosegue l’assessore - per la predisposizione e presentazione di un progetto ai sensi di bando Regionale per ottenere contributi a fondo perduto per l’impianto fotovoltaico sul tetto dell’immobile dove si trova la Prociv e sul tetto del magazzino comunale (in totale siamo sopra i 200 kW), nonché per un intervento di riqualificazione dell’impianto di illuminazione pubblica (efficienza energetica) attraverso il quale abbiamo stimato di risparmiare il 40% dell’energia”. “Insomma – conclude Mazzotta – in ecoso/S.D.R. stenibilità siamo forti”.

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FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

RIGNANO. Cambiato il Regolamento urbanistico per consentire ai privati la realizzazione di nuovi impianti eolici

Salta l’ipotesi acqua, il Comune si affida al vento Si studia come ricavare energia dal tetto del capannone dismesso di Pian dell’Isola. “Ma i tagli del governo ci hanno pesantemente rallentato”, ammette il vicesindaco Cipro

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l Comune di Rignano vuole essere in prima linea sulla sostenibilità. E’ chiaro e lampante il messaggio che traspare dalle parole di Tommaso Cipro, vicesindaco e assessore all’Ambiente, nel descrivere le iniziative intraprese dall’amministrazione: “L’opera pubblica prioritaria è stata la progettazione della sostituzione del tetto del capannone comunale sito in Pian dell’Isola, costituito da cemento amianto, con pannelli fotovoltaici.

L’idea, oltre quella della bonifica, è di riuscire a recuperare energia solare attraverso l’installazione dei pannelli su tutto il capannone”. In tal senso è stato predisposto un progetto preliminare con il Polo Scientifico di Navacchio a Pisa. “Purtroppo – ricorda il vicesindaco - l’opera ha subito dei rallentamenti dovuti in via prioritaria ai tagli che il governo ha effettuato sulle rinnovabili e che sembra in questo momento riproporre dopo lo stop

sul nucleare”. Altro argomento di cui si è parlato molto in passato è la centralina idroelettrica di Rignano. Cosa è successo? “Questo era un progetto a cui l’amministrazione teneva moltissimo ma che ha subito uno stop definitivo nel momento in cui la Provincia ha deciso di realizzare un project financing che comprendesse tutte le 12 briglie idroelettriche che si trovano sul fiume Arno. Con questa opera i cittadini avrebbero potuto trarre un diretto beneficio; ora invece possiamo solo affittare l’edificio in cui sarà realizzata la centralina e riqualificare l’area circostante la sponda del fiume. Elementi positivi ma non ottimali rispetto alle nostre iniziali aspettative”. Una delle ultime sedute del consiglio comunale ha visto una modifica al regolamento urbanistico. Cosa cambia? “In zona extraurbana – spiega Tommaso Cipro – ora è ammessa la costruzione di impianti eolici con ca-

pacità di generazione inferiore alla soglia di 100 kw a patto che la distanza minima da edifici non sia inferiore a 300 metri. Distanza che sale a 500 metri in ambito urbano fino a toccare 1 km per i siti archeologici e le zone di alto valore paesaggistico. Sempre in zona extraurbana è ammessa la costruzione di impianti fotovoltaici con capacità di generazione inferiore alla soglia di 200 kw”. L’obiettivo è ambizioso. “Il nostro intento è quello di riuscire a incentivare e sviluppare l’utilizzo di queste fonti energetiche tanto per la salvaguardia dell’ambiente quanto per procedere a riqualificazioni urbanistiche che siano incentrare sulla sostenibilità delle nostre scelte nel lungo periodo. Il nostro territorio è un bene prezioso caratterizzato da elementi paesaggistici di grande spessore; per questo l’elemento energetico deve essere correlato /A.Tr. alla tutela paesaggistica”.

REGGELLO. Abbattimento record dei rifiuti grazie ai fontanelli d’acqua installati in centro e al Matassino

Basta plastica: 200mila bottiglie in meno in 4 mesi R

isparmio e rinnovabile sono le parole d’ordine se si parla di politiche ambientali a Reggello. Lo ha ribadito anche il consiglio comunale lo scorso 4 aprile, quando ha approvato con urgenza un ordine del giorno dichiarando che né oggi né in futuro la cittadina valdarnese sarà disposta ad ospitare centrali nucleari e siti di deposito delle scorie radioattive. Da allora l’intero comune è ‘territorio denuclearizzato’. No all’atomo, dunque, e sì alle energie rinnovabili: lo scorso mese è stato presentato in consiglio un progetto per la realizzazione di impianti fotovoltaici in grado di garantire l’autosufficienza energetica a tre dei più importanti edifici comunali, la scuola media Massimiliano

Guerri, la nuova biblioteca e il palazzetto dello sport. “In totale fanno 127 kilowattora, abbastanza per avere energia in avanzo dalla quale ricavare utili – spiega l’assessore ai lavori pubblici Fabio Tirinnanzi –. I limiti del Patto di stabilità ci impongono però di confidare sul finanziamento privato e per questo stiamo studiando un bando di gara che risulti conveniente sia per l’amministrazione che per il costruttore”. Capitolo risparmio. Qui si parte dall’illuminazione pubblica, per la quale è in corso ormai da qualche mese una sostituzione completa delle lampade in uso con altre ad alta efficienza che garantiranno la stessa luminosità a consumi più che dimezzati (150 Watt per le nuove

Scuola media Guerri, biblioteca e palazzetto dello sport: i tre immobili pubblici più importanti diventano autosufficienti grazie a sole, risparmio e illuminazione ad alta efficienza luci contro i 250 o 400 delle attuali). La novità più acclamata dell’ultimo periodo è però l’installazione dei fontanelli dell’acqua pubblica, uno in pieno centro a Reggello, l’altro al Matassino. Il primo,

nei primi quattro mesi e mezzo di attività, ha erogato 167.618 litri ad un ritmo di 1.242 al giorno, il secondo ha fatto ancora meglio e, con una media di 1.335 litri quotidiani, aveva distribuito 130.850 litri d’acqua dopo 98 giorni dalla messa in funzione. Tirando le somme si ottiene un risparmio totale di 198.978 bottiglie, vale a dire 3.980 chili di plastica e 23.877 chili di anidride carbonica non prodotti. Dati ben al di sopra di ogni aspettativa e in continua crescita, tant’è che con l’estate ormai alle porte è probabile che venga esteso l’orario di funzionamento e, finanziamenti provinciali permettendo, altri apparecchi potrebbero spuntare /A.T. lontano dal capoluogo.


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il giornale nel tuo comune

Al voto. I cittadini scelgono il sindaco dei prossimi 5 anni. Ecco chi sono i cinque candidati

Figline alle urne il 15 e 16 maggio Andrea Tani

riccardo nocentini Pd, Idv-Sel, Sinistra per Figline e Progetto famiglia

Si vota dalle 8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì, nelle 19 circoscrizioni. In Comune è disponibile anche un vademecum per individuare luoghi e modalità

DMITRIJ PALAGI Federazione della Sinistra

ILARIA POGGESI Per Figline-Verdi

ILARIA BOZZUFFI Movimento 5 Stelle

CLARA MUGNAI PdL, Lega Nord, Salvare il Serristori, Nuovo Polo

Comune unico con Incisa. E secondo ponte

Più sostegno alle fasce deboli. No alla discarica

Investiamo sulla green economy, basta ecomostri

Obiettivo “rifiuti zero”. Per creare posti di lavoro

Meno sprechi e più asili nido nel territorio

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l centrosinistra si stringe attorno al sindaco uscente Riccardo Nocentini, in corsa per la riconferma sostenuto da Pd, Idv-Sel e le liste Sinistra per Figline e Progetto famiglia. Tre le priorità: “Il Comune unico con Incisa all’interno dell’Unione dei Comuni Valdarno-Valdisieve. Davanti alle difficoltà economiche vogliamo unire le forze, ottimizzare spese, migliorare i servizi e acquistare peso politico. Un passo in avanti anche verso il secondo ponte, opera indispensabile per il completamente della viabilità del Valdarno fiorentino”. Terzo punto: la piscina, “una carenza da colmare per completare l’offerta di impianti sportivi”. Avanti col progetto de Le Borra, ma solo quando ci saranno i termovalorizzatori, attorno ai quali sviluppare progetti di green economy.

il ventiduenne Dmitrij Palagi il candidato sindaco sostenuto dalla Federazione della Sinistra. Si presenta con un “programma partecipato frutto del coinvolgimento diretto dei cittadini”, al centro del quale si trova la questione del lavoro: “sostegno al reddito, sviluppo di centri di formazione e misure per favorire la nascita di cooperative impegnate nelle nuove tecnologie”. No alla discarica de Le Borra, si deve lavorare per “l’obiettivo rifiuti zero. Raccolta porta a porta, sostegno al compostaggio domestico, creazione di isole ecologiche capaci di produrre utili dai rifiuti recuperati”. Infine la proposta di istituire una Consulta delle frazioni e l’adozione di un bilancio partecipativo per garantire pratiche di democrazia diretta e trasparente.

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mbiente prima di tutto: “No all’ecomostro in pieno centro storico delle ex Lambruschini, no alla discarica de Le Borra. I rifiuti possono diventare una ricchezza, abbiamo un progetto di green economy per creare 250 posti di lavoro”. Questa la ricetta di Ilaria Poggesi, candidata sindaco della lista ‘Per Figline e Verdi’. Serve “una viabilità diversa anche nel centro storico, da concordare con commercianti e residenti” che preveda parcheggi gratuiti per i pendolari, car-sharing e carpooling per decongestionare il traffico. Occorre inoltre continuare nella difesa del Serristori, favorendo il potenziamento del pronto soccorso attivo 24 ore al giorno. “Vorrei una maternità degna di tale nome perché si torni a nascere a Figline”.

laria Bozzuffi, candidata sindaco per il Movimento 5 Stelle, è la new entry nello scenario politico figlinese. Tutto comincia con le tematiche ambientali: “Un netto no alla discarica, serve invece un immediato cambio di destinazione d’uso del terreno de Le Borra. Lavoreremo per la strategia ‘rifiuti zero’ sul modello di Capannori e Vedelago: è economica, non inquinante, attivabile in fretta e in grado di creare utili e posti di lavoro”. Investire sulla filiera corta, riorganizzare il trasporto pubblico, il car pooling, le piste ciclabili e riservare metà del parcheggio della stazione alle auto con almeno due passeggeri: queste le idee per abbattere traffico e inquinamento. Priorità assoluta anche la completa trasparenza amministrativa.

uole essere “il sindaco della gente fra la gente” Clara Mugnai, candidata della lista Salvare il Serristori sostenuta anche da Pdl, Lega Nord e Nuovo Polo (Udc e Fli). Storico cavallo di battaglia è quello dell’Ospedale, “indispensabile, sul quale non si deve mai abbassare la guardia. Serve certezza sugli investimenti e sulla conclusione dei lavori previsti”. Contenimento degli sprechi, che passa anche per la revisione degli accordi con le società partecipate, e giustizia sociale vera in difesa dei più deboli sono le priorità, così come “l’ampliamento dell’offerta di asili nido e il ripristino della Consulta delle frazioni”. Occorre poi “rivalutare il centro storico in collaborazione con i commercianti e far decidere ai cittadini sul Comune unico tramite referendum”.

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FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

RIGNANO. Dall’amore per gli animali può nascere un mestiere. L’esempio di chi ce l’ha fatta

Il rignanese che fa le pulci ai valdarnesi Passione e professionalità: così, nel giro di un paio d’anni, il negozio di toelette per cani e gatti di “Eddie” ha fatto successo Valerio Longhi

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rentaquattro anni, rignanese ma pendolare tra la casa natia e Figline. Per lavoro e non solo. La professione scelta, infatti, non è delle più comuni, anche se dietro a tutto ciò c’è l’amore per gli animali e tanta passione per le loro cure. Una passione che attraversa tutto il Valdarno visto che Lorenzo Puliti - per gli amici semplicemente “Eddie” - l’ha trasformata in un mestiere. Quello della toelettatura per cani e gatti. La storia ce la racconta direttamente lui. “Ho sempre amato gli animali domestici, a partire dal cane che ho avuto in casa fin da ragazzo. Un volpino che mi ha accompagnato fino all’inizio di questo nuovo lavoro”. L’idea di questo mestiere? “Alla passione ha fatto seguito un corso professionale, necessario ad aprire l’attività. Un bel percorso che mi ha permesso, oltre ad imparare le tecniche necessarie per iscrivermi all’Associazione Toelettatori Professionisti, di conoscere ancora meglio

il mondo dei cani e dei gatti”. Un mondo che è tutt’uno con l’attività che peraltro prende la denominazione ufficiale dal suo soprannome. Ma non è tutto, anche l’ultimo arrivato in casa Puliti, ossia un simpaticissimo barboncino nero, si chiama Eddie. “Praticamente un marchio di fabbrica”, sorride Lorenzo. “Ora guardo avanti, di sicuro il mio primo impatto con le persone è stato positivo. A Figline in questi due anni di lavoro non ho conosciuto semplicemente clienti, ma persone che amano i loro animali domestici e che sono consapevoli delle cure di cui hanno bisogno e delle cautele da adottare. Un animale dà molto affetto, ma a nostra volta dobbiamo ricordarci di lui”. E come? “Come per noi sono fondamentali la cura dei capelli e l’igiene del corpo così anche per il cane la toelettatura è altrettanto importante. Al pari dei controlli veterinari e l’alimentazione. Pulire un cane o un gatto spiega - non è solo lo spazzolare il pelo ma

Eddie

con un piccolo cliente

eseguire anche tutte quelle operazioni d’igiene periodica che sono il taglio delle unghie, la pulizia di orecchie, la cura dei denti e il bagno. Nel mio laboratorio inoltre si può vedere come funziona tutto questo: da una vetrata è infatti possibile assistere a tutte le fasi della

toelettatura”. Un’ultima domanda nasce quasi spontanea. Ma i cani ed i gatti vanno abituati quindi fin da cuccioli alla toelettatura? “Certo che sì”, dice salutando Lorenzo mentre attende, come di consueto, un altro piccolo amico nel suo negozio.

BENEFICENZA. La Fondazione Giuseppe Tomasello raccoglie i primi risultati. E prosegue la sua battaglia

Una cena di gala per combattere le malattie rare T

utto inizia nel 2007, quando al piccolo Giuseppe viene diagnosticata una malattia mitocondriale da difetto del complesso I della catena respiratoria. Così comincia la storia della Fondazione Giuseppe Tomasello. La biopsia muscolare rilevò dei valori molto bassi e quindi una patologia importante. Questo momento difficile - che si chiuderà due anni dopo - nel tempo è diventato l’opportunità non solo per ricordare Giuseppe ma anche per far maturare un’esperienza condivisa in qualcosa che possa essere d’aiuto alle tante famiglie nella condizione dei Tomasello. In questo senso, tutt’oggi, si muove la Fondazione guidata da Silvia Vinchesi, la mamma di Giuseppe. “Abbiamo costituito questa fondazione dopo aver avuto la certezza che la ricerca potrà

proseguire solo se continueremo uniti nel nostro scopo”, si legge sul sito ufficiale www.giuseppetomasello. it . La stessa Silvia dà le buone notizie. “La novità più bella in assoluto – ci racconta raggiante – è il fatto che tre altri bimbi sono nati sani!”. Una bella notizia che si ritrova anche nella parte “Guestbook” del sito. “Questa però non è l’unica buona notizia – continua la mamma di Giuseppe – visto che, con altrettanta soddisfazione, possiamo dire che la diagnostica che finanziamo attraverso la nostra raccolta ha fatto un passo in avanti per la mappatura del genoma. In questo senso il merito va all’evoluzione dei nostri obiettivi: dopo lo scanner che abbiamo acquistato negli anni scorsi, abbiamo deciso di partecipare a questa nuova ricerca affinché, trami-

te la mappatura, si possa arrivare a trovare le anomalie delle proteine e di qui i geni interessati”. Racconta con trasporto quanto viene fatto, tra cui il finanziamento dei dottorati i cui primi scritti sono stati pubblicati in queste settimane. Con un importante appuntamento in vista, la cena di gala del prossimo 27 maggio a Firenze. “Si tratta di un’occasione importante – ricorda Silvia – perché, oltre a mostrare concretamente i risultati che sta raggiungendo la Fondazione attraverso il finanziamento della ricerca, è un modo per ritrovarsi e raccogliere risorse ed energie per il futuro. Intanto la Fondazione è attiva per i fondi del 5 per mille, chi è interessato può trovare sul sito ufficiale tutti i dati per contribuire in /A.Tr. prima persona”.

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Maggio 2011

il giornale nel tuo comune

INCISA. Nell’ambito dei cantieri per la terza corsia della A1 sarà realizzata una nuova strada

L’alternativa al traffico? La paga Autostrade Si tratta di una variante di circa 6-700 metri parallela alla Sr 69, che consentirebbe di arrivare al ponte sull’Arno di Figline senza passare per l’arteria regionale. L’accordo c’è, adesso bisogna pensare al progetto vero e proprio e sottoporlo al Ministero

Paola Tozzi

U

n’importante novità potrebbe interessare le strade di Incisa nei prossimi mesi. Il condizionale - d’obbligo quando si tratta di lavori che devono ancora andare in Conferenza dei servizi - non riguarda certo le intenzioni delle amministrazioni locali, Comune e Regione Toscana, le quali si sono, nel corso di un recente incontro, trovate completamente d’accordo intorno ad un progetto

focus Da ora al 2014

Al via un milione di lavori pubblici

Q

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uasi un milione di euro in opere pubbliche, a tanto ammonta il tesoretto che il Comune di Incisa ha intenzione di spendere entro il 2014 per strade, scuole, impianti sportivi e strutture per gli anziani. Ma niente paura, solo una piccola percentuale di queste risorse è a carico del Comune, per il resto si tratta di finanziamenti regionali e statali. Molte sono le voci già spuntate dalla lista delle opere da fare da qui ai prossimi 3 anni, molte sono ancora da fare. Tra cui il nuovo campo sportivo di Palazzolo, per una spesa complessiva di 350mila euro, “di cui 270mila provenienti dalla vendita delle vecchie scuole e 80mila di contributo Regionale”, spiega l’assessore ai lavori pubblici Mazzotta. E ancora il completamento del restauro della Casa del Petrarca. “Abbiamo impegnato 180mila euro per il restauro del vecchio percorso per il castello – continua Mazzotta - di cui solo 60mila euro a carico del Comune”. Sarebbero ancora in programma piccoli interventi di asfaltatura delle strade, ma ci sono a disposizione solo 25mila euro. Partiranno invece i lavori per gli uffici di Aer (ambiente energia e risorse) alla Massa e degli spogliatoi per i dipendenti (il lavoro è di Aer, il Comune mette solo a disposizione l’area). Ci sono poi 50mila euro di contributo statale per la ristrutturazione del giardino della scuola materna di S. Vito. Attualmente sono in completamento anche i lavori nel palazzo comunale: ristrutturazione degli uffici con il completo abbattimento delle barriere architettoniche. A Villa Campori i mini-appartamenti sono in fase di rifacimento facciate e tetto (320mila euro di spesa di cui solo 60mila a carico del Comune). Ci sarebbe poi da fare un discorso a parte sul nuovo sistema di raccolta di rifiuti che porterà al 72% di differenziata, ma questa è un’altra /S.D.R. storia.

che riguarda la viabilità di Incisa e in sostanza dell’intero Valdarno Fiorentino. Di cosa si tratta? In pratica di una nuova strada, alternativa alla Sr 69, una “variante” di circa 600-700 metri fra Incisa e La Massa che, parallelamente all’arteria regionale, arriverebbe fino alla rotonda di interconnessione con la Strada Provinciale 1, rientrando poi, grazie a via Brodolini, nella “variantina” in realizzazione nel comune di Figline e congiungendosi alla nuova strada, già in parte realizzata, che porta al Matassino. Da Incisa quindi, grazie ad un percorso totalmente alternativo, si raggiungerebbe il ponte sull’Arno di Figline (e da qui tutto il Valdarno in riva destra del fiume) senza toccare la Strada Regionale 69. Un’arteria quest’ultima non più sufficiente a reggere il peso della viabilità valdarnese, giunta quasi al collasso, la cui situazione, già pesante soprattutto nelle ore di punta, si fa “drammatica” in caso di eventi eccezionali sull’autostrada A1, quando il traffico nord-sud della principale autostrada italiana viene “deviato” in territorio valdarnese. Ed è proprio il coinvolgimento della Società Autostrade che potrebbe rendere possibile questo progetto. “Nell’ambito delle opere connesse alla realizzazione della terza corsia dell’A1, lavori che interessano i territori dei comuni di Incisa e di Rignano sull’Arno – spiega il sindaco di Incisa Fabrizio Giovannoni – le autostrade si sono impegnate a realizzare opere viarie interne, funzionali alla viabilità da e per il casello, e a tutto il territorio che ci sta intorno”. Un progetto in questo senso riguardava la strada di Salceto, al confine fra i due Comuni, fino a qualche tempo fa ritenuta “strategica” alla zona industriale che era previsto sorgesse in quella zona. Ora invece i progetti sono cambiati e Salceto, che sarà ugualmente interessata da un intervento, resterà comunque una strada di campagna. “Allora – si chiede il sindaco - perché non ‘deviare’ le risorse che Società Autostrade è disposta a investire in un progetto davvero strategico?”. L’assenso generale fra gli Enti Locali c’è stato e le Autostrade hanno anch’esse manifestato intenzione positiva in proposito. C’è adesso da mettere a punto il progetto da presentare al Ministero per l’approvazione.

Finora l’idea era quella di potenziare la viabilità di Salceto


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FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

C’

del Paese. Le auto avranno il loro primo momento di gloria il prossimo 19 giugno, con la commemorazione dell’Unità d’Italia. Ma il vero e proprio boom ci sarà da agosto in poi. In attesa del Rally settembrino

centauri in strada a

Reggello

è il calcio, che la fa da padrone come in tutto lo Stivale. Un po’ meno forte ma comunque presente il ciclismo, passione tutta valdarnese. Ma le ruote che vanno per la maggiore a Reggello sono quelle spinte dai pistoni di un propulsore a quattro tempi. A metà strada tra sport e hobbistica, l’amore per i motori da queste parti è un affare serio e decine di centauri aspettano ogni anno l’arrivo della bella stagione per far rombare le marmitte e sfoggiare i pezzi pregiati della propria collezione. Ad aprire le danze è toccato, come da tradizione, al Motoraduno del Primo maggio organizzato in sinergia da due dei principali Motoclub reggellesi, Rooar e Sparks, che quest’anno hanno voluto pensare in grande inserendo l’appuntamento nell’ambito di “Reggello Motorfest”, una due giorni inedita dedicata alle due ruote da strada e fuoristrada, con tanto di concerti rock, gastronomia e un’esibizione di freestyle del team Daboot. Si accendono i motori e si innesca un giro d’affari di tutto rispetto. “Per ogni evento abbiamo convenzioni con le strutture ricettive del posto – spiega Claudio Calamandrei, presidente del Motoclub Rooar – Al nostro raduno settembrino dello scorso anno avevamo 250 moto e quasi il doppio di persone, molte arrivate da fuori e rimaste in Valdarno per tutto il weekend”. Stesso discorso per le auto, che avranno il loro primo momento di gloria il prossimo 19 giugno con il raduno storico commemorativo dei 150 anni dell’Unità d’Italia “Sulle strade del Rally di Reggello”. Il vero boom si avrà però a partire da agosto, “quando – spiega Daniele Bruschetini, presidente del Reggello Motorsport – partiranno le prove speciali del Rally. Lo scorso anno gli alberghi andarono vicini al tutto esaurito in ogni weekend e lo superarono poi nei giorni della gara”. Una gara che per il quarto anno consecutivo sarà il momento clou per le quattro ruote valdarnesi. E la prossima edizione, in programma il 3 e 4 settembre, promette di fare scintille. Al debutto con la qualifica di rally nazionale, la corsa assegnerà per la prima volta un punteggio valido per il Campionato italiano. Tradotto: più macchine, più prove, più appassionati. E, ci si augura, più lavoro per tutto il settore turistico.

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A TUTTA NATURA Visite al Castello di Sammezzano, trekking e centri estivi

Questa estate imparo a fare il pane

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a bella stagione è il momento più adatto per fare una pausa dalla frenesia della vita cittadina e riconciliarsi con una natura al massimo del suo splendore. Tempo di scampagnate, escursioni e giornate di relax immersi nel verde. E quest’estate nelle Aree protette di Reggello non si corre certo il rischio di annoiarsi. Torna infatti “Naturalmente Reggello”, il programma di attività di promozione ambientale promosso dal Comune in collaborazione con l’associazione “gEco”. Cavalcate ai piedi delle Balze, tiro con l’arco nelle foreste, visite guidate al Castello di Sammezzano, osservazioni notturne del cielo, trekking, laboratori sull’arte della panificazione secondo gli antichi canoni e molto altro ancora,

in un fitto calendario di iniziative adatte ad ogni età che dal 1 maggio al 6 novembre porterà alla riscoperta degli angoli più affascinanti e nascosti di tutto il territorio, dalle Balze alle vette del Monte Secchieta. Dal 25 di luglio a metà agosto verrà inoltre organizzato un campo estivo di educazione ambientale riservato ai ragazzi dai 9 ai 13 anni che nei due

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turni settimanali, pernottando presso la struttura “Paradisino”, nei pressi di Vallombrosa, avranno modo di vivere a stretto contatto con la complessità della natura, osservandola e studiandone ogni aspetto nei laboratori didattici. I più volenterosi potranno poi armarsi di guanti e sacchi dell’immondizia al grido di “Puliamo il mondo”, nell’ormai celebre giornata di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti promossa a livello nazionale da Legambiente che da queste parti si terrà il 24 settembre nell’Area protetta delle Balze. Il programma integrale della rassegna e tutte le informazioni sono disponibili sul sito www. /A.T. reggellonatura.it.

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Maggio 2011

il giornale nel tuo comune

Figline

Incisa

Reggello

Rignano

FERROVIE otto milioni contro il rumore Sette milioni e 720mila euro per abbattere il rumore lungo la linea ferroviaria. Il Comune di Figline è riuscito a vincere la battaglia con Rfi per ottenere il risanamento acustico dell’area che costeggia i binari. I lavori dovrebbero partire entro la primavera. Il tira e molla ebbe inizio nel 2004, quando un protocollo d’intesa tra Rfi e Regione Toscana sancì che le Ferrovie eseguissero i lavori a proprie spese. La Regione emise dunque un bando a cui il Comune partecipò, riuscendo però a ottenere solo il risarcimento di metà delle spese progettuali. Due anni dopo la trasmissione del progetto esecutivo a Rfi e adesso il via libera definitivo. A spese di Ferrovie. “Questo risultato ci dà grande soddisfazione – commenta il sindaco Riccardo Nocentini - e ripaga i cittadini e l’amministrazione dell’attesa di questi ultimi anni, in cui però ci siamo adoperati costantemente per sbloccare le opere di risanamento acustico”.

famiglia Aperte le iscrizioni al nido C’è tempo fino al 16 maggio per presentare la domanda di iscrizione all’asilo nido comunale per l’anno scolastico 2011/2012. Le domande, con relativa documentazione, devono essere consegnate all’Ufficio Protocollo del Comune entro le ore 13 di lunedì 16 maggio 2011. Il modulo da compilare è disponibile presso l’ufficio stesso, l’Urp e online, sul sito web del comune di Incisa.

BIMBI Asilo, al via le domande Aperte le iscrizioni al servizio di nido per il prossimo anno scolastico. Le domande devono essere presentate, su apposito modulo all’Ufficio Protocollo del Comune, in piazza Roosvelt, entro lunedì 16 maggio. I moduli possono essere ritirati anche presso la biblioteca comunale di Cascia, l’asilo nido “Regina della Pace” a Donnini, il nido aziendale Piccolo Verde Piccolo Blù di Cascia. La modulistica è inoltre presente anche sul sito internet del comune: www.comune.reggello.fi.it. Sono quattro i nidi presenti sul territorio, di cui due comunali, uno convenzionato e uno aziendale, con posti riservati ai residenti reggellesi. L’anno scorso le domande sono state tutte soddisfatte, tant’è che l’amministrazione ha riaperto il bando per permettere anche ai non residenti di partecipare. Quest’anno il Comune si riserva di fare lo stesso, entro il mese di gennaio 2012. In tal caso le graduatorie saranno aggiornate sulla base delle nuove richieste pervenute. Se i figli iscritti al nido sono due, per il secondo figlio è prevista una riduzione del 20% sulla quota fissata. E’ inoltre possibile visitare i nidi. L’Arcolbaleno di Prulli sarà aperto mercoledì 4 maggio dalle 17 alle 19; quello di Pietrapiana giovedì 5 maggio nello stesso orario.; il “Regina della Pace” sabato 7 maggio dalle 10 alle 12, il Piccolo Verde Piccolo Blu sarà aperto lo stesso giorno, però dalle 9.30 alle 11.30.

SOCIALE Appello per il 5 per mille Le casse piangono e il sindaco Gianna Magherini fa appello ai cittadini. Si rinnova anche quest’anno, con maggior forza, l’invito ai cittadini a destinare il 5 per mille della prossima dichiarazione dei redditi agli interventi sociali del Comune. Per dare una mano all’amministrazione basta apporre la propria firma nel riquadro dedicato alle “Attività Sociali svolte dal Comune di residenza del contribuente” che si trova sul modello utilizzato (Cud, 730, 730-I, Unico): senza alcun onere aggiuntivo per i cittadini, il Comune potrà in questo modo disporre di risorse aggiuntive da impegnare sul fronte sempre più “sofferente” della spesa sociale. L’amministrazione stessa provvederà a dare la massima informazione sulle risorse raccolte e sul modo in cui saranno investite.

AFFITTI Agevolazioni fino a metà mese Fino al 18 maggio è possibile presentare le domande di ammissione al concorso per l’assegnazione dei contributi all’affitto. Può partecipare esclusivamente chi ha un reddito annuo non superiore a 26.966,80 euro, né tantomeno è titolare di diritti di proprietà, usufrutto uso e abitazione su alloggio adeguato alle esigenze del nucleo familiare. Il modulo si può ritirare presso l’Urp (piazza IV novembre). SCUOLA I banchi sono riciclati Una dozzina di nuovi tavoli, al 100% riciclati. Grazie a un accordo tra Comune e Aer, nei giardini delle scuole della città saranno installati 12 nuovi tavoli realizzati con materiale riciclato, quattro dei quali già collocati nei giardini della scuola Del Puglia. Si tratta della conclusione del progetto “Gastone Riciclone” che ha visto collaborare scuola, avviato cinque anni fa, che ha portato anche alla realizzazione di una guida allo smaltimento dei rifiuti e alla salvaguardia dell’ambiente. “Gastone Riciclone” si è infatti sviluppato in diverse tappe, alcune teoriche e altre pratiche come le escursioni in centri specializzati e un sopralluogo al mercato settimanale di Figline, dove i bambini hanno potuto vedere da vicino la produzione e la raccolta dei rifiuti.

Figline valdarno Nuovo look per le strade di Figline, i lavori di ripavimentazione sono cominciati ASFALTO NUOVO Iniziati lo scorso 18 aprile i lavori di nuova

CASA Canone più leggero Fino al 18 maggio è possibile fare richiesta per ottenere un contributo sull’affitto. Le domande devono essere consegnate all’Ufficio Protocollo, dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì o anche dalle 15 alle 18 il martedì e il giovedì. In alternativa i documenti possono essere spediti tramite raccomandata postale a/r e dovranno pervenire entro la data di scadenza del bando (non farà fede il timbro postale). Per informazioni telefonare all’Ufficio Servizi Sociali (055/8333433). TRASPORTI Galleria di San Donato, Super test per la sicurezza Dopo le numerose segnalazioni e richieste di chiarimenti da parte dei pendolari della Direttissima, arriva, finalmente, il test per la sicurezza della Galleria Fs di San Donato. “La Provincia di Firenze insieme al gruppo Fs – risponde la vicepresidente Laura Cantini al Comitato dei pendolari - ha già previsto una simulazione d’emergenza. Per questo motivo sono partiti i preparativi per allestire un’esercitazione particolarmente complessa che avrà luogo appena saranno completati i lavori per la realizzazione delle dotazioni previste dall’ultima normativa sulla sicurezza delle gallerie”. Il gruppo di lavoro congiunto ha dato il via alla macchina organizzativa che porterà all’inizio del 2012 alla simulazione. “Si tratterà di una esercitazione molto complessa che sarà effettuata in orario notturno con un grande numero di figuranti e coinvolgerà tutte le strutture operative – precisa l’assessorato alla Protezione Civile - Saranno messe alla prova quindi le capacità di coordinamento, facendo tesoro dell’esperienza maturata nel contesto dell’esercitazione europea Terex”.

ARTE Novità al Museo Masaccio Sarà la tavola di Masolino da Panicale, “La Madonna dell’umiltà”, a riempire il vuoto lasciato dal Trittico di San Giovenale al Museo Masaccio. Il Trittico, infatti, è attualmente in mostra alla Venaria Reale di Torino, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Il prestito è stato ripagato dal dipinto di Masolino da Panicale. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso aprile alla Pieve di Cascia, alla presenza dei soprintendenti del Polo Museale e dei Beni Artistici e Storici di Firenze.

pavimentazione bitumata in alcune strade comunali, nello specifico via Fratelli Rosselli (tratto tra via Lavagnini e via Urbinese), via Bruno, via San Domenico, via Brodolini, via Petrarca e via Veneto. Sarà pertanto istituito il divieto di sosta su entrambi i lati con predisposizione di senso unico alternato nelle seguenti strade: via Rosselli, via Bruno, via Brodolini (tra via Pastore e inizio rotatoria La Massa), via Petrarca (all’altezza dell’incrocio con via Resistenza). In via Veneto e via San Domenico sarà invece istituito il divieto di sosta e circolazione. Le seguenti disposizioni saranno in vigore fino al termine dei lavori con orari giornalieri dalle ore 8 alle ore 18.

Reggello

VIA GARIBALDI Si comunica inoltre che in via Garibaldi (tratto tra piazza XXV Aprile e via Petrarca) sono in corso di ultimazione i lavori per il rifacimento dei marciapiedi.

Importanti novità sull’opera più attesa dai rignanesi.

Un campo tutto nuovo e anche una nuova manifestazione sportiva. CILIEGI Inaugurato nella frazione di Ciliegi il campo di calcetto. L’amministrazione comunale ha provveduto infatti alla riqualificazione del campo esistente, attrverso la ripavimentenzione con erba sintetica. Il costo complessivo dell’intervento è stato di circa 30mila euro. Rignano

CIRCONVALLAZIONE Dopo vent’anni di annunci e smentite ci siamo:

CASTIGLIONCHIO Fosso a rischio anche per l’amianto Continua la querelle sul Fosso di Castiglionchio di Rosano, di cui da anni il consigliere provinciale Andrea Calò (Rifondazione) chiede la messa in sicurezza. Secondo Calò i lavori urgenti messi in programma dal Comune di Rignano non terrebbero conto di un altro pericolo, oltre al rischio idrogeologico: quello dell’amianto. “Apprendiamo – si legge in un’interrogazione a firma Calò-Verdi che la Provincia di Firenze ha rilasciato autorizzazione idraulica all’esecuzione di lavori urgenti di messa in sicurezza del fosso di Castiglionchio in Comune di Rignano alla Unione Comuni del Pratomagno. Rilevato che in suddetta autorizzazione idraulica non viene contemplata la presenza di manufatti di amianto recentemente rilevati in prossimità della ‘frana Tanini’ sul fosso di Castiglionchio, chiediamo al presidente della Provincia di Firenze e all’assessore competente di riferire i motivi per i quali l’amministrazione provinciale ha emesso un atto di autorizzazione idraulica ad esecuzione di lavori, ignorando totalmente il rischio sanitario ed ambientale determinato dall’amianto, nonostante le segnalazioni di questo gruppo provinciale e della stessa Arpat”. Il caso continua. Alla prossima puntata.

la circonvallazione di Rignano è stata messa a bilancio per l’anno in corso. La conferenza dei servizi dovrebbe esser convocata entro questo mese, insieme a tutti i soggetti interessati e partire immediatamente dopo con la gara per l’affidamento dei lavori. I cantieri partiranno a breve, indipendentemente dai ritardi della vicina lottizzazione privata, che pure ha degli obblighi precisi. L’altra buona notizia è che le risorse accantonate dalla Provincia sono sufficienti per completare l’opera. Gli studi geologici effettuati hanno rassicurato sulla soluzione progettuale definitiva del secondo lotto che completerà il tracciato avviato dal primo lotto. La nuova strada seguirà sostanzialmente quello già tracciato negli anni precedenti gli studi geologici e strumentali effettuati hanno rassicurato sulla localizzazione e le difficoltà delle sottostanti gallerie dell’ex cementificio. Ora le prossime tappe sono la gara, e l’avvio del cantiere.


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mobilità

Maggio 2011

la città che caMBia/1. In partenza i cantieri del tram, che proseguiranno fino al 2014

Linea 2, mille giorni di lavori all’orizzonte Stando alle previsioni, entro 36 mesi sarà possibile arrivare dalla stazione di Santa Maria Novella all’aeroporto di Peretola sulle rotaie, il tutto per un costo di 306 milioni di euro. Ma restano le preoccupazioni dei commercianti Luca Squarcialupi

L

a certezza sull’inizio dei lavori si avrà solo quando i primi operai saranno all’opera. Annunciati per i primi giorni di questo mese, al centro di numerosi incontri e faccia a faccia Comune–imprese, i cantieri per la linea 2 della tramvia sono all’orizzonte. Il nuovo tratto ferrato, per un totale di cinque chilometri e mezzo, collegherà due nodi molto importanti per il trasporto fiorentino: la stazione Santa Maria Novella e l’aeroporto di Peretola. Durata prevista 36 mesi: stando alle previsioni dei tecnici, entro la metà del 2014 sarà possibile arrivare allo scalo aeroportuale fiorentino in tram, grazie alla fermata che sarà posizionata accanto al parcheggio di Peretola. Il tracciato toccherà viale Guidoni, via di Novoli, via Gordigiani, gli ex Macelli, viale Belfiore, via Giudo Monaco, Santa Maria Novella e, infine, piazza dell’Unità. Il tutto per un costo di 306 milioni di euro. Le prime transenne riguarderanno l’area nei pressi dello scalo di Peretola, la strettoia di Novoli e via Gordigiani. Un test per la viabilità e per il piano del Comune, che

in queste zone ha previsto la realizzazione di nuovi posti auto, a fronte di quelli “mangiati” dai cantieri, mentre il servizio pubblico subirà una riorganizzazione. Già alcuni spazi per la sosta sono “saltati” il mese scorso all’interno dell’area di sosta dell’aeroporto. Operai quindi in azione, ma con una promessa: i lavori non dureranno più di mille giorni e saranno svolti anche di notte, per garantire il rispetto della tabella di marcia, che prevede tempi piuttosto serrati. Una soglia limite ribadita più volte dal sindaco Matteo Renzi, convinto che Firenze non sia in grado di sopportare un’eccessiva durata degli interventi, sia dal punto di vista del traffico sia da quello delle ricadute sul tessuto commerciale. Lo stesso primo cittadino ha ri-

Premi per chi finisce in anticipo, sanzioni se i tempi si allungheranno

chiesto più volte la creazione di micro-cantieri, per ridurre l’impatto sul traffico. Tutta una serie di prescrizioni che sono arrivate dopo le preoccupazioni espresse a più riprese dai commercianti, sia da Confesercenti che da Confcommercio. Entrambe le associazioni di categoria hanno lanciato un grido d’allarme sulle possibili ricadute negative dei lavori: meno posteggi, più traffico e quindi meno affari, con un intero settore che rischierebbe di essere messo in ginocchio. Le richieste sono sempre le stesse: cantieri non invasivi e tempi certi di realizzazione. A preoccupare negozianti e cittadini è il rischio che si ripeta l’incubo vissuto dall’altra parte dell’Arno, nella zona di via Talenti e via del Sansovino, dove i maxi-ritardi per la costruzione della linea 1 (1.800 giorni di cantieri invece dei 1.000 annunciati) hanno causato danni economici e pesanti disagi al traffico. Per questo, il Comune è corso ai ripari, prevedendo nei contratti con Tram S.p.a., la società che raggruppa le imprese costruttrici, premi per chi finisce in anticipo e sanzioni per l’eventuale allungamento dei tempi.

un’immaginE scHErZosa di QuElla cHE potrEBBE EssErE la nuoVa

FoCuS Saranno attivati una task force per ascoltare i cittadini e un sistema d’informazione aggiornato

Il piano anti-disagi: assemblee pubbliche e un osservatorio per le imprese n osservatorio per le imprese e una task force per ascoltare la “voce del popolo”, oltre a un sistema di informazione per i cittadini. Sono le misure annunciate da Palazzo Vecchio per contrastare gli inevitabili disagi che i cantieri della tramvia creeranno in una zona strategica della città come quella di Novoli. Da una parte l’aeroporto, dall’altra Careggi, nel mezzo un quartiere altamente popolato e molto trafficato. Innanzitutto il Comune di Firenze ha garantito che saranno svolte riunioni periodiche per controllare passo passo l’andamento dei lavori: attorno a un tavolo si ritroveranno le imprese costruttrici,

i tecnici e i rappresentanti dell’amministrazione comunale. Dalle stanze di Palazzo Vecchio alla strada: l’altro fronte è rappresentato dalle assemblee pubbliche, svolte direttamente sul territorio con i residenti. Confronti che si preannunciano già da ora molto delicati. Il primo cittadino ha parlato di un sistema di informazione che farà capo all’assessorato alla mobilità, guidato da Massimo Mattei, uno degli “uomini scelti” di Renzi, spesso in prima linea quando si tratta di confronti con i cittadini. Per quanto riguarda i commercianti, preoccupati da un possibile (se non probabile) impatto negativo dei

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cantieri sui loro affari, ha preso forma l’osservatorio economico tramvia-imprese. Si tratta di un gruppo tecnico che ha il compito di individuare quali aziende sono interessate dai cantieri e definire i requisiti per accedere alle misure di sostegno e alle agevolazioni previste dall’amministrazione. In concreto, le misure annunciate prevedono sgravi fiscali, un fondo per prestiti a tasso agevolato e ammortizzatori sociali per i lavoratori. In quest’ultimo caso l’ipotesi è quella di far accedere le imprese in difficoltà al fondo della cassa integrazione in dero/L.S. ga, mediante l’intervento della Provincia.


mobilità

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la città che caMBia/2. La giunta ha approvato un progetto per collegare i due luoghi

Da San Niccolò al Forte con la funicolare? Tra le opzioni allo studio ci sono anche le scale mobili o una serie di tapis roulant, meno impattanti dal punto di vista ambientale. Tre i possibili percorsi, ma siamo ancora alla fase preliminare Antonio Rettura

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a ViaBilitÀ VErso il

ermettere ai pedoni di raggiungere rapidamente il Forte Belvedere da San Niccolò: è questo l’obbiettivo del progetto approvato dalla giunta comunale di Firenze. Lo scopo del piano, che è ancora in fase preliminare, è quello di individuare il sistema di trasporto più adatto per agevolare e velocizzare il collegamento con la storica fortezza che domina Firenze, rendendo più fruibile la zona per cittadini e turisti. Le ipotesi sul tavolo sono tre: una funicolare, un sistema di scale mobili oppure una serie di tapis roulant. Secondo quanto dichiarato dalle Belle Arti, che hanno redatto il piano, il progetto “vuole essere un modo comodo, ecologico ma anche spettacolare per raggiungere la fortezza, rispettoso di un contesto storico, architettonico e ambientale unico”. Il tempo necessario alla progettazione e realizzazione dell’infrastruttura è stato stimato attorno ai tre anni, mentre il costo dell’opera sarà di due milioni e mezzo di euro. Riguardo alle soluzioni tecnologiche che potrebbero essere adottate, la funicolare rappresenta un mezzo particolarmente adatto a percorrere dislivelli anche elevati, ma ha il limite di potersi muovere unicamente su percorsi rettilinei, o con curvature minime. Nel progetto è stata presa in considerazione anche una soluzione dalle caratteristiche molto simili alla funicolare, ovvero la

FortE

ferrovia “a cremagliera”. Si tratta di un mezzo anch’esso utilizzato nei percorsi ad alta pendenza, ma – a differenza della funicolare – la trazione non avviene tramite le funi, bensì con una ruota dentata che fa presa su un terzo binario, anch’esso dentato. L’ipotesi di realizzare un sistema di scale mobili o tapis roulant è quella meno impattante dal punto di vista ambientale. Questa soluzione permetterebbe di pianificare un percorso più “snodato”, in quanto sia le scale che i tappeti mobili consentono di affrontare repentini cambi di direzione. Probabilmente i tempi di percorrenza con questa opzione sarebbero sensibilmente maggiori. I possibili percorsi individuati sono tre. Il primo - che è quello più lineare - inizia da Porta San Miniato e, risalendo lungo le mura, giunge al Forte Belvedere. Il secondo è una variante del precedente: prima di giungere al Forte, all’altezza dello scollinamento di via di Belvedere, il percorso passa nel giardino del museo Bardini, conducendo al museo stesso, per poi portare – tramite Costa San Giorgio – fino a destinazione. La terza alternativa prevede di accedere da via San Niccolò tramite Palazzo Vegni, attraversando il verde compreso tra San Niccolò e le mura, passando per il giardino Bardini. Tre ipotesi di percorso e tre possibili mezzi: solo il tempo dirà quale sarà la combinazione “vincente”.

LA NoVITÀ Entro la fine di giugno l’amministrazione conta, per la prima volta, di inaugurare le visite

La torre si prepara ad aprire al pubblico: forse pronta per i “fochi”

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resto si potrà ammirare Firenze da una “nuova” prospettiva: la torre di San Niccolò sarà per la prima volta aperta al pubblico, che potrà salire sulla sua cima e osservare il panorama dal punto di vista delle vedette che difendevano la città. L’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di riuscire a inaugurare le visite entro la fine del mese di giugno. La data di apertura potrebbe coincidere con la festa del patrono San Giovanni, il giorno dei “fochi”, mentre proseguiranno anche nei mesi successivi gli interventi agli elementi esterni del monumento. I lavori di restauro della torre, iniziati nel no-

vembre scorso, costeranno 300mila euro e prevedono la creazione di un percorso di salita, messo in sicurezza attraverso dei parapetti in ferro posizionati lungo le rampe di scale e in corrispondenza delle grandi aperture ad arco. Saranno poste delle ringhiere anche alla vasca situata nella base della torre. Verranno inoltre restaurati i muri interni e recuperate le porte, mentre - per evitare l’ingresso dei piccioni - saranno installate alcune reti alle aperture esterne. La torre di San Niccolò fu edificata nel 1324 e fa parte dell’ultima cerchia muraria di Firenze. La progettazione si ritiene sia stata realizzata dall’Orcagna.

La parte superiore è invece più recente: il ballatoio merlato, opera del Poggi, risale al 1800. Quella di San Niccolò è la più alta delle porte di Firenze, in quanto è l’unica a non essere stata “accorciata”. Tutte le altre furono ribassate nel ‘500 per resistere maggiormente ai colpi dei cannoni, una tipologia di arma da guerra che si era da poco diffusa. L’ampia gittata delle nuove armi da fuoco, infatti, esponeva le torri della cinta muraria a crolli, e per questo motivo furono tutte ribassate, tranne quella di San Niccolò, che era protetta dai colpi dalla collina /A.R. di San Miniato.

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economia

Maggio 2011

il PrOgettO. Incubatore Firenze si occupa di supportare le aziende che muovono i primi passi

le imprese hanno la loro chioccia Dalla sua creazione ha lanciato 35 nuove realtà, selezionate tra le oltre 130 che avevano fatto richiesta. La difficoltà maggiore sta nel trovare i finanziamenti, mentre molto importanti sono l’aiuto di manager esperti e il sostegno di un network di relazioni Giuditta Boeti

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mprenditori si nasce, ma si può anche diventare. Con l’aiuto dell’incubatore di imprese avviare un’azienda è molto più facile. Come suggerisce il termine stesso, l’incubatore è una sorta di contenitore che accoglie nella propria sede imprese ancora in embrione, la cui maturazione può così realizzarsi sotto controllo. Anche Firenze vanta un suo incubatore che, dal 2004, fa start-up: in pratica aiuta la nascita e lo sviluppo di aziende in settori tecnologicamente avanzati. Dalla sua creazione “Incubatore Firenze” ha lanciato 35 nuove imprese (quattro delle quali hanno cessato l’attività), selezionate fra oltre 130 che hanno fatto richiesta. Da un monitoraggio realizzato nel 2010 sui risultati del 2009, emerge che le imprese già incubate e quelle allora ospitate realizzavano complessivamente circa 3,5 milioni di euro e occupavano oltre 150 persone fra soci e collaboratori. Le imprese nate dal 2005 ad oggi appartengono a diversi settori: tecnologia dell’informazione e della comunicazione, web, energie rinnovabili e ambiente (settori nei quali si sta concentrando l’attuale attività di ricerca di nuove imprese), ma anche elettronica, optoelettronica e nanotecnologia ed elettromagnetismo. “Incubatore Firenze nasce da un’idea del Comune per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese innovative – spiega Bruno Pecchioli, presidente della scuola superiore di tecnologie industriali, che gestisce l’Incubatore – il nostro ruolo, dopo aver selezionato i potenziali imprenditori sulla base della sostenibilità delle proposte e del loro piano economico, è quello di aiutare questi soggetti a decollare. Dopo sei anni di esperienza e più di 30 aziende lanciate sul mercato, abbiamo constatato che le principali criticità per le giovani imprese sono non solo la difficoltà di trovare finanziamenti, ma soprattutto il supporto di manager esperti e il sostegno di un network di relazioni, servizi che l’Incubatore offre e che hanno un valore ancor più importante della disponibilità di spazi fisici tecnologicamente attrezzati”. In particolare, i servizi di incubazione offerti, oltre all’ospitalità fisica dell’azienda e alle infrastrutture tecnologiche e multimediali, prevedono il supporto e le consulenze necessarie per consentire alle neonate aziende di muovere i primi passi. Queste nuove realtà economiche vengono aiutate nell’avvio dell’impresa, supportate con la forma-

Non manca un occhio di riguardo per il mondo femminile

zione e agevolate nell’incontro con investitori e potenziali clienti o partner. Negli ultimi sei mesi hanno concluso il ciclo di incubazione nove imprese: attualmente sono cinque le aziende incubate, mentre nove sono in fase di preincubazione. Non manca un occhio di riguardo all’imprenditoria femminile, con il progetto “L’impresa è donna”, un programma per la diffusioni di modelli imprenditoriali in rosa. Tutte le info su www.incubatorefirenze.org.

L’INIZIATIVA Contro l’inquinamento

Con dieci euro si adotta un albero

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un momEnto dEllE attiVitÀ dEll’incuBatorE

VITA di CONDOMINIO L’esperto risponde

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Dott. Enrico Ciccarelli Domanda Spett.le Dott. Ciccarelli, con l’avvicinarsi della bella stagione il mio vicino, come ogni anno, ha già iniziato a fare uso quasi quotidiano del barbecue che ha posizionato lungo la rete di confine dei nostri giardini. Visto che il fumo invade la mia proprietà causandomi non pochi problemi vorrei sapere se esiste una norma che possa impedirne l’uso. Matteo. Rignano Sull’Arno (FI). Risposta Gentile Matteo, l’uso del barbecue all’interno di un condominio non è vietato da alcuna norma sempre che, durante l’utilizzo, vengano adottate tutte le cautele necessarie affinché le operazioni si svolgano in totale sicurezza e che non siano

violati i limiti di tollerabilità di immissione dei fumi secondo quanto disposto dall’art. 844 del Codice Civile. Ciò ci porta alla conclusione che non si può impedire al Suo vicino di utilizzare anche quotidianamente il barbecue a meno che non si accerti la violazione della sopracitata disposizione civilistica, cosa che ritengo di difficile dimostrazione. Al fine di garantire una buona e pacifica convivenza all’interno dell’edificio Le consiglio di parlarne in tutta tranquillità con il proprio vicino esponendogli il problema e cercando insieme a lui una soluzione, magari invitandolo a fare, di tanto in tanto, una bella grigliata anche per tutti gli alti condòmini. Ciò rappresenterebbe un bellissimo esempio di “mediazione civile” che Le ricordo sarà obbligatoria per le controversie condominiali a partire dal 20 Marzo 2012. Domanda Gentile Dott. Ciccarelli, il mese scorso mia moglie è caduta dalla bicicletta nel piazzale condominiale ed a seguito della caduta si è rotta un braccio. Il piazzale è da tempo vistosamente dissestato e nonostante le mie lamentele, manifestate anche in assemblea, ad oggi non è stato effettuato alcun tipo di intervento. Può mia moglie chiedere un risarcimento al condominio? Silvano, Reggello (FI).

Risposta Gentile Silvano, una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che l’esistenza di un pericolo oggettivo non basta di per sé ad ottenere il risarcimento del danno in quanto “[...] il giudizio sulla pericolosità della cosa inerte va fatto in relazione alla sua normale interazione con la realtà circostante [...]”. Ciò significa che affinché possano esistere i presupposti per un risarcimento occorre che il pericolo oggettivo, manifestato in questo caso dalla cattiva conservazione della pavimentazione del piazzale, non sia superabile con l’ordinaria diligenza ossia per mezzo dell’adozione delle normali cautele che necessitano in quello specifico caso. Si potrebbe ravvisare sotto questo punto di vista almeno una colpa da parte di sua moglie, riconducibile ad una distrazione, tale da escludere il risarcimento, applicando per analogia quanto disposto dal 2° comma dell’art 1227 del Codice Civile. Detto ciò è necessario dimostrare la presenza di una insidia non superabile per mezzo di ordinaria diligenza quale potrebbe essere la scarsa illuminazione o l’anomala presenza di fluidi scivolosi ecc.. Diversamente ritengo che purtroppo a sua moglie non spetterebbe alcun risarcimento.

I lettori possono inviare i loro quesiti a condominio@studiociccarelli.com

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orenzo Jovanotti ne ha comprati ben 12mila il mese scorso, ma tutti possono farlo. Stiamo parlando della possibilità di comprare un albero per neutralizzare le emissioni di anidride carbonica. Con una (irrisoria) spesa di dieci euro si può acquistare o regalare a un amico un albero vero che la Treedom – la società fiorentina che ha ideato il progetto - si impegna a piantare realmente in una zona deforestata del Camerun. E ogni albero è in grado di accumulare una ben determinata quantità di carbonio che altrimenti rimarrebbe in atmosfera e contribuirebbe al riscaldamento globale. Fare una scelta ecosostenibile è davvero semplice: attraverso il sito www.co2neutral.it si può scegliere la pianta da comprare, calcolare la propria “impronta ecologica” e utilizzare gli alberi per annullare le proprie emissioni di anidride carbonica. Una volta piantato, l’albero viene geolocalizzato e il beneficiarioproprietario potrà seguire direttamente online la sua crescita: sul sito ci saranno anche le foto della pianta, il nome del destinatario ed eventualmente quello di chi l’ha regalato. La piattaforma www.co2neutral.it è davvero alla portata di tutti: già dalla home page si possono agevolmente calcolare le emissioni di Co2 che ciascuno di noi produce a causa dei propri consumi elettrici, del riscaldamento domestico e degli spostamenti quotidiani. Treedom - CO2 neutral, ospitata dall’Incubatore Firenze, è una start-up fiorentina operante nel settore delle bioenergie e della cooperazione internazionale, vanta una serie di professionisti e collaboratori con esperienze nei settori agro-forestale, carbon market e sviluppo sostenibile. L’obiettivo della società è abbattere su base volontaria l’inquinamento prodotto dagli individui, dalle aziende e dalle istituzioni, fornendo il marchio “Co2 Neutral” a chi partecipa all’iniziativa. /G.B.


COSA ABBIAMO FATTO FINO AD OGGI: • Acquisto di un Light Scanner per la diagnostica genetica, macchinario non presente in Italia, e dato in comodato all’Istituto Carlo Besta di Milano; • Finanziamento di un progetto di ricerca presso la Columbia University di New York; • Finanziamento di un dottorato per la diagnostica genetica presso l’Istituto Carlo Besta di Milano; • Finanziamento di un dottorato per la ricerca farmacologica presso l’Università di Firenze; • Finanziamento di due borse di studio presso il Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Firenze; • Realizzazione di uno screening genetico molecolare dei difetti del complesso I della catena respiratoria mitocondriale; • Realizzazione di Topi Know-Out per i test in vivo delle eventuali terapie provenienti dalle ricerche finanziate dalla Fondazione; • Finanziamento di un progetto multidisciplinare che coinvolge i seguenti centri di ricerca: Università di Firenze; Università La Sapienza Roma; Università di Bologna; Ospedale Meyer di Firenze; Istituto Carlo Besta Milano. • Abbiamo partecipato alla realizzazione del 1° Convegno Nazionale di NEuro oftalmologia con l’Università di Bologna • Acquisto di due macchinari per la ricerca 7500 Fast Real Time PCR System w/PCTower e dati in comodato all’Ospedale Meyer di Firenze e all’Università La Sapienza di Roma. • Realizzazione del 1° Convegno Nazionale delle famiglie con pazienti affetti da patologie mitocondriali, che si terrà a Roma il 21 e 22 maggio 2011

TUTTO CIO’ GRAZIE ALLE VOSTRE DONAZIONI Per questo vi chiediamo di continuare a sostenerci anche devolvendo il

5 per Mille 94151950485

Della vostra dichiarazione dei redditi, indicando il nostro codice fiscale

Perché il finanziamento della ricerca scientifica, passa anche tramite piccoli gesti di alta solidarietà morale e civile.

Conto Corrente Postale n. 86084464

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FONDAZIONE GIUSEPPE TOMASELLO ONLUS


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società

Maggio 2011

faMiglie/1. In tema di matrimoni e divorzi le statistiche comunali parlano chiaro

Coppie, una su tre (a quanto pare) scoppia A Firenze, nel 2009, le nozze civili sono state il doppio di quelle religiose. Lo scorso anno, invece, c’è stata una frenata, e le persone che hanno pronunciato il fatidico “sì” sono diminuite. Intanto aumentano i servizi per aiutare le unioni in crisi

Antonio Passanese

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er ogni tre coppie che si sposano ce n’è una che scoppia: questa la fotografia scattata dall’ufficio Statistica di Palazzo Vecchio. E così si scopre anche che a Firenze, nel 2009, i matrimoni civili sono stati il doppio di quelli religiosi, 860 contro 401, mentre di divorzi se ne contano 440. Nel 2010 (perché i

FoCuS Badanti ma non solo

Anziani fragili, un progetto ad hoc

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na risposta concreta ai problemi degli anziani, un supporto alle famiglie che hanno bisogno di assistenza domiciliare per i propri cari: questi gli obiettivi del Consorzio per la cooperazione e la solidarietà di Firenze, da dieci anni attivo nel settore dei servizi sanitari e socioassistenziali. Co&So ha creato un progetto, “Sostegno anziani fragili” (Saf), che si propone di offrire una vasta gamma di opportunità a tutte quelle persone non più giovanissime che necessitano di aiuti concreti. Tre i suoi campi d’azione: famiglia, assistenza domiciliare (con personale specializzato) e fisioterapia. In particolare, il consorzio seleziona e forma badanti: “Li assumiamo grazie a una collaborazione con un’agenzia di lavoro interinale monitorando i primi due mesi di prestazione, li accompagniamo nelle famiglie durante il periodo di inserimento e verifichiamo periodicamente la qualità degli interventi e della relazione assistente/assistito”, spiega Giulia Cassigoli. Il Saf “badanti” è rivolto ad anziani o disabili residenti nella provincia di Firenze, e viene gestito da due cooperative, Il Girasole e L’Alverare (per la zona del Mugello). Nella maggior parte dei casi le assistenti selezionate da Co&So provengono dall’Europa dell’Est e dal Sud America, “ma negli ultimi periodi c’è stato un incremento anche delle italiane”. Hanno una laurea, spesso sono infermiere e il loro stipendio si aggira intorno agli 850 euro. Un lavoro, quello della badante, ritenuto per lungo tempo umiliante e che oggi, alla luce della grave crisi economica e della disoccupazione, sembra essere tornato in auge, spinto probabilmente anche dal costante invecchiamento della popolazione. Il numero unico al quale fare riferimento per avere informazioni sui servizi è 800 773522. Co&So è raggiungibile anche attraverso un indirizzo di posta elettronica: info@sostegno/A.P. anziani.it.

dati del 2011 saranno elaborati agli inizi del 2012), invece, diminuisce sensibilmente sia il numero di chi convola a nozze che di coloro che si dicono addio. I matrimoni in Comune scendono a 798, quelli in chiesa a 365, i divorzi, infine, a 385. Il dato di Firenze, però, è in controtendenza rispetto a quello che accade in Toscana, dove le separazioni sono 350,5 ogni 1000 abitanti (nel 1995 erano 169). Sarà per la crisi (scusa che ormai si usa in ogni salsa), sarà per la mancanza di prospettive o di lavoro, sarà perché oggi i giovani preferiscono convivere senza legarsi con una promessa di amore eterno, ma a Firenze sono sempre meno le persone che decidono di scambiarsi le fedi. E chi sta, ahinoi, maturando l’ipotesi di lasciarsi è bene che sappia che nella nostra città è stato concesso il primo divorzio breve italiano. Lo riporta con grande enfasi il sito www.genitoriseparati.org, che racconta la storia di una coppia toscana che tra il matrimonio e il divorzio ha dovuto attendere poco più di un anno. Cose dell’altro mondo se si pensa che, come fa notare l’Adnkronos, “l’Italia si è aggiudicata la maglia nera per la durata dei procedimenti di divorzio: per le procedure di primo grado nel nostro Paese occorrono 634 giorni, il doppio di quanto serve in Germania e in Portogallo. Nella classifica, infatti, dopo l’Italia vengono la Francia (447 giorni), il Portogallo (325) e la Germania (321). In Spagna il tempo valutabile per l’ottenimento del divorzio varia fra i tre e i 6 mesi e la pratica può essere sollecitata dopo un minimo di tre mesi dalle nozze”. Nel caso in cui le coppie decidano invece di darsi un’altra opportunità, allora potranno rivolgersi al servizio “post divorzio” ideato dall’associazione Comete, che opera con i servizi sociali di Palazzo Vecchio. Ma attenzione alle recriminazioni e alle accuse reciproche: “La cosa opportuna – affermano eminenti psicoterapeuti – non è dire cosa potrebbe o non potrebbe fare l’altro, ma cosa potete fare voi per far riprendere gioia e colore al matrimonio. Per essere felici insieme basta seguire tre semplici regole di vita coniugale: fedeltà, passione e intimità”. In ogni caso, per le coppie in crisi è anche attivo il Centro di mediazione familiare in piazza Santissima Annunziata a Firenze, che si occupa di conflitti familiari e di come ristabilire la comunicazione relazionale. Come dar torto allora a Victor Hugo che, in un suo celebre scritto, asseriva: “Un matrimonio è come un innesto, o attecchisce o no”.

Sono sempre meno coloro che decidono di scambiarsi le fedi


società

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faMiglie/2. In città è nata un’associazione per mamme e papà che si sono scoperti omosessuali

“Io, genitore e gay che non si nasconde” Gianni Carpini

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coprirsi omosessuali dopo un matrimonio e la nascita di una figlia. Iniziare un difficile percorso per accettarsi e dichiararsi ai familiari. È la storia di Fabrizio Paoletti, 45 anni, fiorentino. Come lui sono molte le persone che si scoprono gay dopo anni di vita eterosessuale. E sono più numerose di quanto si creda. Si tratta infatti di un fenomeno sommerso: pochi cercano un aiuto, tanti vivono questa difficile situazione da soli. Per questo motivo Fabrizio, con altri genitori di Torino e Roma, ha fondato a Firenze la prima associazione a livello nazionale dedicata a gay, lesbiche e transgender che hanno avuto figli da precedenti relazioni eterosessuali. Si chiama “Rete genitori Rainbow” e offre supporto grazie anche ad alcuni consulenti nel campo psicologico e legale. “Quando ci si scopre omosessuali inizia un lungo processo di accettazione, che può essere doloroso – racconta Paoletti – anch’io all’inizio avevo paura della reazione da parte dei miei familiari,

avevo il timore di ferire gli altri, oltre ai sensi di colpa verso mia figlia”. Poi la separazione dalla moglie, la presa di coscienza della sua omosessualità e l’inizio di una nuova vita. “La mia bambina aveva 10 anni quando le ho spiegato la situazione – prosegue – mi sono detto: ‘Mi posso nascondere davanti a tutto il mondo, ma non davanti a mia figlia’. Lei adesso è tranquilla e la nostra relazione è cambiata in meglio: avere un rapporto sereno con il mio compagno e con lei è il presupposto di una vita familiare di qualità. Ho gettato una luce su un angolo buio che creava incomprensioni”. In Italia, secondo una ricerca svolta nel 2008 da Arcigay (l’unica del genere finora realizzata), sono 100mila i figli nati da genitori omosessuali. “Molto spesso si ha paura di creare danni ai propri bambini dichiarando il proprio orientamento sessuale, ma il vero danno è vivere in un contesto falso, creando un castello di carte che non può che peggiorare la situazione. Ci sono molte ricerche svolte da psico-

Si chiama “Rete Rainbow” e offre supporto a chi lo richiede, grazie anche ad alcuni consulenti sia nel campo psicologico che in quello legale

l’iniZiativa. Ireos organizza corsi nelle scuole

L’omofobia si combatte tra i banchi

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ppellativi non graditi e atti di bullismo. Il compagno di classe un po’ effeminato preso di mira. Qualche parola di troppo che diventa un macigno da sopportare per i ragazzi e le ragazze più deboli. Gli stereotipi di genere e l’omofobia arrivano anche tra i banchi di scuola, alimentati da pregiudizi e ignoranza. Per combattere questo fenomeno, da tre anni l’associazione fiorentina Ireos porta avanti un progetto nelle scuole della città: una serie di incontri con psicologi, operatori specializzati e volontari per far conoscere a ragazzi e ragazze quali sono i preconcetti che spesso i media ci impongono e come invece accettare le differenze di ognuno, fino ad arrivare al tema dell’omosessualità e dell’identità sessuale. In tre anni sono stati 1.500 gli studenti delle scuole medie interessati dal progetto “Da Giove a Giunone a Barbie e Ken”, che adesso potrebbe essere esportato anche fuori dai confini comunali. Mentre si sta mettendo a punto un nuovo percorso da proporre per il prossimo anno scolastico a Firenze, altre realtà, come Scandicci e San Casciano, si sono interessate a questa esperienza, prevista all’interno delle “Chiavi della Città”, il pacchetto di iniziative che il Comune gigliato offre ai

bambini e ai ragazzi delle scuole dell’infanzia, delle primarie e delle secondarie di primo grado. “In questo campo la scuola è più avanti di quanto si creda – spiega Mirco Zanaboni dell’associazione Ireos, che si occupa di discriminazioni nell’ambito dell’identità sessuale e della difesa dei diritti di persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, transgender e intersessuali – e il tema degli stereotipi di genere e dell’omofobia non è affatto un tabù. La dimostrazione è arrivata dall’interesse con cui è stato accolto il progetto da insegnanti e alunni”. Questo argomento potrebbe adesso essere proposto anche nei corsi dell’università dell’età libera, che ogni anno coinvolgono migliaia /G.C. di fiorentini over 40.

logi americani che dimostrano come i bimbi nati e cresciuti da genitori omosessuali non hanno differenze nello sviluppo psico-socio-affettivo rispetto a quelli di coppie eterosessuali”. Facendo tesoro della loro esperienza, Fabrizio Paoletti e altri soci hanno deciso di creare una rete di aiuto per genitori omosessuali,

che ha sede a Firenze ma si propone come punto di riferimento nazionale, grazie a un sito (www.genitorirainbow.it) con un forum che garantisce l’anonimato, e una help line telefonica che presto sarà attivata. “Per sei anni ho affrontato la questione da solo – spiega ancora Fabrizio – spesso si pensa di essere l’unica persona

al mondo a vivere in questa condizione. Con questa rete abbiamo voluto dare un punto di riferimento, dove confrontarsi e dialogare, trovare supporto psicologico e legale. Nei primi due mesi di attività, una novantina di persone si sono iscritte al nostro forum, 28 sono invece i soci dell’associazione”.


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sanità

Maggio 2011

in cOrsia/1. Viaggio nel mondo degli specializzandi al lavoro negli ospedali fiorentini

I ragazzi di oggi, dottori di domani L’INIZIATIVA

Finiti i primi sei anni di studi, ai medici

Porte aperte al Rettorato

Un giorno all’università L’ateneo incontra la città

ne toccano altri cinque (o in alcuni casi sei)

G

sul “campo”: “Capita di trovarsi addossati compiti che non ci spetterebbero” Giulia Righi

C

tà a quella dei medici strutturati, la realtà è diversa. Spesso si va al di là delle ore lavorative canoniche e si spreca tanto tempo per organizzare esami vari, contattare consulenti, prendere contatti con medici di famiglia: insomma, tante cose spesso di competenza non nostra, ma piuttosto infermieristica, paramedica, amministrativa”. E la loro giornatatipo è fatta di scadenze ben precise: “Nella mia specializzazione – racconta uno specializzando in Neurochirurgia – le giornate cominciano un po’ prima delle otto col giro dei malati, poi o si va in sala operatoria o si rimane in reparto, di guardia. Nel primo caso ti occupi di faccende amministrative come le dimissioni o le ammissioni, nel secondo assisti nei vari interventi chirurgici. In genere si

finisce verso le otto, e la notte sei reperibile se c’è bisogno”. Ma, viene da chiedersi, non capita mai che i pazienti siano perplessi nel trovarsi davanti dottori così giovani? “No, direi di no. Non mi è mai successo, almeno, di trovarne con questi preconcetti”. La pensa diversamente un suo collega, futuro geriatra: “Può capitare di trovare pazienti diffidenti, ma molti si limitano a scherzarci sopra: ‘Guarda come gli è giovane questo dottorino’ è una delle frasi tipiche che senti dire, specie quando si tratta di persone anziane. Oppure ti senti chiamare ‘ragazzooo’”. E impari alla svelta a non prendertela: “È un lavoro in cui la passione conta tantissimo, e oltre alla formazione teorica è fondamentale gestire bene i rapporti umani”.

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hi ha avuto la sfortuna di essere ricoverato in ospedale l’immagine la conosce bene. Quella dei camici bianchi indossati da medici molto giovani che la mattina girano di letto in letto a visitare i pazienti, al seguito di dottori meno giovani e più esperti di loro. Sono, costoro, i cosiddetti “specializzandi”, i dottori di domani. Ovvero studenti che, conclusi i sei anni di studio in Medicina e Chirurgia, hanno sostenuto l’esame di stato e si sono iscritti all’albo dei medici chirurghi e odontoiatri. Di fatto sono già medici, quindi, che proseguono i loro studi indirizzandosi verso diverse branche: per completare il loro percorso hanno davanti anni e anni di scuola di specializzazione (cinque, che diventano sei per chi sceglie Chirurgia). Un periodo, questo, in cui la vita in corsia per imparare il mestiere “sul campo” si unisce allo studio per completare la formazione teorica. Ma, al di là del loro identikit burocratico, chi sono questi dottori di domani? Sono, innanzitutto, una categoria di studenti/ lavoratori che deve fare i conti con il precario stato di salute delle finanze a disposizione della ricerca italiana. E come succede un po’ in tutti gli ambiti lavorativi (italiani) a tutti loro tocca una gavetta fatta di fatiche e ore piccole. Firenze, chiaramente, non fa eccezione, e lo prova il fatto che tutti quanti preferiscono raccontarsi nell’anonimato. “È un lavoro intenso – racconta uno specializzando in Neurologia – spesso di fatto il paziente è affidato totalmente alle nostre cure. Anche se il nostro lavoro è regolato da una sorta di ‘contratto’ che praticamente dovrebbe equiparare la nostra attivi-

li studenti alla scoperta dell’Europa, i cittadini dell’università. Anche l’ateneo di Firenze partecipa al Festival d’Europa 2011, la manifestazione ideata dall’Istituto Universitario Europeo in programma dal 6 al 10 maggio. E lo fa con un programma di incontri, conferenze, seminari e workshop sul ruolo dell’Unione Europea nel sostegno alla ricerca, alla formazione e alla mobilità studentesca, per conoscere tutte le opportunità per viaggiare, formarsi e fare ricerca fuori dall’Italia. Così, un convegno sarà dedicato ai progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea e da altre istituzioni comunitarie: l’appuntamento è all’Aula Magna dell’Università sabato 7 maggio alle 9,30. Sempre in Aula Magna, alle 15 si parlerà della formazione all’integrazione europea. Lunedì 9 maggio, al Polo delle Scienze sociali, si terrà un seminario sulle borse di ricerca comunitarie per l’alta formazione, nel corso del quale laureati e dottorandi interessati ad avviare un percorso di ricerca europeo potranno incontrare i titolari delle borse di studio. Venerdì 6 maggio, alle 15, Giuliano Amato sarà al Polo di Novoli per parlare de “L’Unione Europea: come superare l’impasse”. Tra gli appuntamenti più attesi c’è poi “Un giorno all’Università”: sabato 7 maggio il Rettorato di piazza San Marco aprirà le sue porte dalle 9 alle 24 con un programma di iniziative no-stop rivolte a studenti, future matricole e cittadini interessati a incontrare la principale istituzione culturale cittadina. Un’occasione per conoscere le facoltà, informarsi su studi e professioni e incontrare le associazioni degli studenti. La giornata si concluderà con un “Notturno ad Arte”: tra l’Aula Magna, l’aula Strozzi e il Museo di Storia Naturale (in via La Pira 4) si terranno, dalle 20 alle 24, concerti, esibizioni, performance teatrali e di danza e molto altro ancora. Per /I.G. info: www.festivaldeuropa.eu.


sanità

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in cOrsia/2. Molti i pazienti che arrivano in Toscana da altre regioni per visite o interventi

E c’è chi viene a curarsi da lontano Lo scorso anno sono stati oltre settantamila i dimessi dai nosocomi di casa nostra giunti nel granducato un po’ da tutta Italia Benedetta Strappi nazionale. È un dato, insomma: la Toscana attira pazienti anche al di fuori del perimetro regionale, per le sue eccellenze. Ma quanto si aspetta quando si ha bisogno di una visita? Da alcuni anni le Asl toscane si sono impegnate a garantire alcune prime visite specialistiche (cardiologia, ginecologia, oculistica, neurologia, dermatologia, ortopedia e otorinolaringoiatria) entro quindici giorni dalla richiesta, pena il risarcimento di 25 euro al cittadino che le richiede e non le ottiene in quel termine. Detto questo, le polemiche sui tempi di attesa si ripropongono a cadenze regolari. Sotto accusa finiscono specialmente le indagini diagnostico

Al Meyer piccoli degenti da Sicilia,Emilia Romagna, Lombardia e anche estero strumentali, che spesso vanno prenotate con largo anticipo e che recentemente sono state al centro di un’interrogazione in consiglio regionale: “Secondo i dati di rilevamento regionale – ha risposto l’assessore alla sanità Daniela Scaramuccia – questo tipo di prestazioni in Toscana vengono erogate per il 43 per cento dei casi entro 30 giorni dalla richiesta e per il 65 per cento entro 60 giorni”.

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ono tante, tantissime, le persone che scelgono la Toscana come terra dove curarsi. Pazienti che provengono da fuori regione e arrivano nella nostra per sottoporsi a operazioni, terapie o semplici visite specialistiche. A dirlo sono i numeri. Complessivamente, lo scorso anno sono stati oltre 71mila i dimessi dagli ospedali toscani arrivati nel granducato da un po’ tutte le regioni d’Italia. Solo nel territorio di competenza della Asl 10 (Firenze e provincia) sono stati oltre 5.800: di questi, oltre 2.800 lo hanno fatto per interventi (di tipo medico o chirurgico) ortopedici. Ma per farsi un’idea della mole di “turisti della salute” (sempre ammesso che viaggi tanto poco di piacere possano passare sotto la voce “turismo”) ai 5.800 della Asl 10 vanno aggiunti i quasi 5.700 che si sono rivolti a Careggi e i 4.800 che sono stati pazienti del Meyer. Proprio dell’ospedale dei bambini colpiscono alcuni dati. Sfogliando quelli relativi al triennio 2007-2009, si scopre ad esempio che la maggior parte dei pazienti che arrivano da fuori regione (il 12% del totale) provengono dalla Sicilia, dall’Emilia Romagna e dalla Lombardia: dato, quest’ultimo, sorprendente, se si pensa che il colosso del Nord ha il più alto tasso d’attrazione sanitaria d’Italia. Ma al Meyer arrivano pazienti anche dall’estero e specialità come la neurologia, la neurochirurgia, l’endoscopia respiratoria, l’oncoematologia e l’ampio spettro di malattie rare congenite hanno una fama inter-


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in città

Maggio 2011

BY night. Torna la ztl notturna: centro storico off limits alle auto dal giovedì alla domenica

la movida va a piedi. O chiama il bus Francesca Puliti

A

rriva la bella stagione e porta con sé zanzare, afa e ztl notturna. Ci risiamo, a partire da metà mese (ma la data di inizio potrebbe slittare a fine maggio) il centro storico diventerà off limits alle auto, dal giovedì alla domenica sera. Scordatevi di parcheggiare vicino ai locali della movida, dunque, a meno che

FoCuS Cene sotto le stelle

Riecco i tavolini sul selciato

T

avolini in strada, sì, si può fare. Con la chiusura al traffico delle vie del centro tornano anche le cene all’aperto, sul selciato davanti ai ristoranti. Tecnicamente il progetto si chiama “Il centro io lo vivo”, e l’anno scorso ha visto il coinvolgimento di numerose strade e di oltre 60 attività commerciali. In pratica si tratta della possibilità di allestire una “saletta” all’esterno dei locali senza il bisogno di mettere in piedi costosi dehor, ma semplicemente piazzando un certo numero di tavoli e sedie in strada. Un progetto che non ha mancato di far discutere, nelle passate stagioni, sia sul piano della sicurezza (e della necessità di lasciare libero il transito ai mezzi di soccorso) che su quello estetico. “Basta con l’idea che a Firenze si può far tutto – dichiara il sindaco a inizio stagione – se i tavolini per strada devono essere solo un modo per spillare qualche euro in più ai clienti non sono d’accordo. Non sono il rappresentante sindacale dei bottegai della città, di mestiere faccio il sindaco e tutelo il decoro e gli interessi dei cittadini”. Insomma, un chiaro stop a tavolini alla rinfusa, basta plastica e basta all’accozzaglia di stili e colori. Detto fatto: Confesercenti ha appena presentato all’amministrazione un nuovo progetto, in linea con le richieste del sindaco. Diciassette le vie coinvolte, ognuna delle quali farà mostra di uno stile omogeneo, a partire dalla scelta delle tovaglie. Il piano è ancora al vaglio degli uffici comunali e potrebbe subire alcune modifiche, ma le cene sotto le stelle sono salve. Così come le bevute nei chioschi all’aperto: d’ora in poi non si faranno altre concessioni “speciali”, ma quelli che le hanno ottenute finora potranno restare al loro posto. Almeno finché non cambieranno gestione: in tal caso le attività dovranno essere necessariamente trasferite in sede fissa, se vorranno continuare a elargire bevande alcoliche fino a tarda notte.

non arriviate a prendere posto prima delle 23 (o dopo le 3 di notte). Lo sbarramento, infatti, è stato fissato per le 11 di sera, contro il parere dei gestori di bar e locali, che avrebbero voluto posticiparlo di un’ora. Per quattro giorni alla settimana, da qui a ottobre, la ztl lascerà aperta solo una piccola finestra per le auto, dalle 19.30 alle 23. Dopo quell’ora, le porte telematiche torneranno a scattare foto (e multe) e i vigili cominceranno a presidiare i varchi non protetti dall’occhio virtuale. La zona vietata, infatti, è più ampia di quella diurna, e comprende l’interno della cerchia dei viali di circonvallazione più l’Oltrarno. Da piazza Ferrucci a San Frediano e dal piazzale Michelangelo a piazza d’Azeglio, le auto dovranno attendere fuori. Respinta dal sindaco la proposta avanzata dalle associazioni di categoria, che avrebbero preferito istituire una o più “staffe di penetrazione” nel centro, per permettere di accompagnare e riprendere figli/compagni/amici. Niet anche sul trasporto notturno, partito in ritardo l’anno scorso e

Scatta a metà maggio il divieto d’accesso alla cerchia interna ai viali, dalle 23 alle 3 del mattino. Previsti sconti sui parcheggi di struttura, mentre si tratta con i taxi. Novità per il trasporto pubblico: navette solo su “ordinazione” telefonica

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poco utilizzato in verità da dieci anni a questa parte, cioè a partire dall’alba della ztl notturna. “Se gli esercenti vogliono le navette – dichiara Matteo Renzi - dovranno pagarsele da soli”. Con un costo che potrebbe variare da 75mila euro fino al doppio e che i commercianti non hanno intenzione di sostenere. Un’apertura su questo fronte però c’è stata, e va sotto il nome di “bus a chiamata”. “Non abbiamo ancora ben capito di cosa si tratti – afferma Uliano Ragionieri, vicepresidente di Confesercenti – ma apprezziamo che il sindaco ci sia venuto incontro”. Il “Personalbus” in realtà è già stato sperimentato in città, ma solo in orario diurno, mentre altre metropoli, tra cui la Milano-da-bere, l’hanno già adottato by night. In pratica funziona così: un cittadino prenota la corsa almeno 30 minuti prima chiamando l’apposito call center, a cui specifica origine e destinazione scelta. L’operatore comunica l’orario di arrivo della vettura e il sistema razionalizza le corse in base alle altre chiamate ricevute. La chiamata è gratis, mentre il biglietto si paga 2,50 euro a bordo, niente per chi è abbonato. Per agevolare l’accesso al centro, inoltre, sono previsti sconti sui parcheggi di struttura, mentre il vicesindaco Dario Nardella è già al lavoro per cercare un accordo con i tassisti. Per chi temesse comunque di essere “spennato” non resta che la soluzione classica: gambe in spalla e pedalare.



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politica

Maggio 2011

PalaZZO vecchiO. Dimezzati gli spazi pubblicitari in città. Per i manifesti anche una clausola etica

Renzi mette al bando le immagini choc Stop alle lapdancer senza veli e al Cristo in jeans. E il sindaco si prende di bacchettone da oliviero Toscani. “Siamo di nuovo ai braghettoni, quelli che mettevano agli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina” Paola Ferri

S

top alle immagini shock e ai 6x3, al bando i gonfaloni e stretta sulle “vele”, sì a una commissione tecnica che giudichi manifesti e cartelloni pubblicitari anche dal punto di vista etico. Dopo mesi di discussione (dieci, per la precisione) arriva il nuovo regolamento per la pubblicità “outdoor”, ovvero cartelli, pannelli e compagnia bella appesi in strade e piazze cittadine. Il primo risultato è quello di dimezzare gli spazi pubblicitari, che passano così da oltre 30mila a 15mila metri quadrati in tutto. Banditi i manifesti giganti, quelli di 6 metri per 3, che saranno sostituiti con i più soft 4x3, via anche gli striscioni da parte a parte della strada (già se ne vedono pochi) e i gonfaloni appesi ai pali della luce. Via libera, invece, ai pannelli tecnologici e digitali, in stile Piccadilly Circus. Ma solo fuori dal centro storico. Nell’area Unesco (il quadrilatero interno alla cerchia dei viali più l’Oltrarno) scatta infatti il divieto di nuove autorizzazioni. E forse ci sarà da dire addio una volta per tutte all’insegna “Martini” che campeggia dalle parti di San Lorenzo. Ma anche per gli impianti su aree private e di cantiere la vita diventa più difficile: il passaggio in giunta diventa obbligatorio, così da evitare il fenomeno delle pubblicità “fantasma” sui ponteggi dei palazzi. Il secondo e più discusso risultato è quello che deriva dalla cosiddetta “clausola etica”. Il nuovo piano prevede che “gli impianti pubblicitari e la pubblicità esposta non devono avere contenuto ed immagini rappresentative di violenza fisica o morale, nonché lesive del decoro, offensive delle convinzioni morali, ci-

i maniFEsti

6X3

spariranno dallE stradE

vili e/o religiose delle appartenenze di genere, culturali e nazionali della persona”. Insomma, niente più Cristi in jeans o lapdancer in abiti succinti. E subito qualcuno grida alla censura. Quasi scontata la replica piccata di Oliviero Toscani, che sulle pubblicità shock ci ha costruito fama e carriera. “Siamo di nuovo ai ‘braghettoni’, quelli che mettevano agli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina – commenta il celebre fotografo - che si vergognino il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il suo assessore alla Cultura Da Empoli. È gente da rottamare, sono giovani sì, ma vecchissimi. Con questo piano Firenze non avrà più l’arte, perché la pubblicità è anche arte”. Un po’ meno scontato l’allarme-censura lanciato dall’Aduc, che contro lo stesso Toscani aveva condotto una fiera battaglia all’epoca del provocatorio calendario che ritraeva solo pubi femminili (ed era solo gennaio scorso). “Sarà pur vero che la pubblicità è l’anima del commercio – replica Renzi - ma non è l’anima della città. Da sindaco tutelo il diritto di una mamma di portare a spasso il bimbo senza ritrovarsi davanti una donna nuda con le stelline sui capezzoli”. O una “parure” di forchette giganti su Ponte Vecchio, magari, cose che succedevano fino a pochi mesi fa.

PARCHEGGI&Co. Contrassegni di domicilio, cambiano le regole. Ztl, via libera per l’ospedale

Sosta, arriva l’abbonamento trimestrale. Novità per il centro storico

A

ltra tornata di cambiamenti per la sosta, dopo la rivoluzione di novembre, che ha portato la riduzione delle Zcs da 14 a 5. La prima e più rilevante novità riguarda gli abbonamenti per la sosta negli spazi promiscui (quelli a pagamento per i non residenti, gratis per chi lo è) che consente di sostare in una zona dove non si risiede: al mensile e all’annuale si aggiunge quello trimestrale. Cambia tutto, invece, per quanto riguarda il rilascio del contrassegno di domicilio per motivi di studio, lavoro o cure mediche, che in pratica equipara i domiciliati ai residenti. Se fino a ora erano esclusi da

questo diritto i residenti delle province di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo, Pisa e Siena, da oggi il rilascio avviene solo a chi abita a più di 40 km da Firenze, indipendentemente dalla provincia. Rimangono esclusi totalmente, dunque, tutti i comuni fiorentini e pratesi, mentre per gli altri i confini non corrispondono più a quelli provinciali (ad esempio il divieto sussiste anche per Castiglion de Pepoli, in provincia di Bologna). Perciò occhio alle distanze. Novità anche per chi risiede all’interno della Zcs1, ma non rientra di fatto nel Q1-Centro storico, un problema che riguarda alcuni ritagli

dei quartieri 2, 4 e 5. D’ora in poi per questi residenti sarà possibile parcheggiare liberamente anche nel proprio quartiere di riferimento. Sospiro di sollievo, infine, per chi deve raggiungere l’ospedale di Santa Maria Nuova con l’auto, per effettuare analisi o cure mediche. Finora, infatti, l’unico modo per arrivare all’ospedale senza incorrere in salate multe era passare da via Alfieri. Adesso, invece, “l’accesso è libero da tutti i varchi presenti in ztl B – assicura l’assessore Massimo Mattei - e questo già dall’autunno scorso”. C’era /F.P. stato solo qualche ritardo nella comunicazione.


politica

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trasPOrti/1. Il 40% della società sarà messo all’asta questa estate trasPOrti/2. Dai sindacati al Pdl, il fronte del no

Ataf verso la privatizzazione ‘‘Il servizio deve “O si cambia o tutti a casa” rimanere pubblico’’ A

Francesca Puliti

desivi anti-Renzi, fischietti, palloncini color arancione-bus e scioperi. Le proteste made in Ataf hanno dato fondo a tutte le iniziative possibili per combattere l’annunciata privatizzazione. Tra cortei e volantini la città ha assistito anche a una biciclettata di protesta, guidata dalle rappresentanze sindacali. Ma fermare l’operazione vendita sembra quasi impossibile. La cosiddetta newco che sarebbe dovuta nascere dallo “spacchettamento” dell’azienda è già stata inserita nel Registro delle Imprese. “Fin dallo scorso dicembre”, spiega con sconforto il consigliere comunale Tommaso Grassi (Spini per Firenze). Ben prima, dunque, dell’annuncio ufficiale del presidente Filippo Bonaccorsi, ma soprattutto prima che il consiglio comunale stesso potesse consultarsi e discutere la faccenda nel

O

i privati o la morte. Lo ha detto a chiare lettere il presidente Filippo Bonaccorsi. “Se non apriamo a un partner industriale Ataf rischia di fallire entro 4-5 anni”. E vendita sia: il 40% delle quote sarà messo all’asta questa estate. Ci eravamo lasciati con l’azienda in pareggio per la prima volta dopo 52 anni, e ci ritroviamo con una che rischia il fallimento. La ragione sta nel vecchio parco macchine, che necessitano di essere urgentemente sostituite. Una prima tranche di vetture è già stata cambiata (54), ma ne mancano ancora due terzi e ognuna costa oltre 200mila euro. Impossibile pensare di rastrellare i 40 milioni necessari dai Comuni soci, già alle prese con conti esangui. Meglio far intervenire un privato, prima che sia troppo tardi, sostiene Bonaccorsi. In sostanza, Ataf sarà divisa in due aziende, una delle quali rimarrà pubblica, mentre l’altra farà capo a un privato (si è vociferato di Ferrovie dello Stato e di Ratp, già coinvolta nella gestione della tramvia). Di proprietà pubblica rimarranno solo gli immobili e i depositi, mentre i bus passeranno al privato, così come la gestione del personale. Che passerà da 1.400 a 1.100 dipendenti circa. Il primo “sfoltimento” si avrà già quest’anno, a suon di incentivi all’esodo, “tutti autofinanziati”, assicura Bonaccorsi. Da qui i timori dei sindacati e dei lavoratori stessi, scesi più volte in piazza contro la privatizzazione. Anche se, compresa nel pacchetto, ci dovrebbe essere una clausola sociale, in grado di garantire i livelli occupazionali fino alla fine del contratto. Chi partecipa alla gara dovrà inoltre met-

L’azienda verrà divisa in due: immobili e depositi resteranno pubblici, bus e personale no tere già nero su bianco un investimento di 10 milioni per il rinnovo dei bus. La contropartita? Sta nella gara unica per la gestione del Tpl in tutta la Toscana, messa in cantiere dalla Regione. Già l’anno prossimo il trasporto pubblico su gomma dovrebbe far capo a una sola azienda (o associazione temporanea di impresa o consorzio), un piatto appetitoso per un qualsiasi operatore del settore. La prospettiva, solo rimandata, è poi quella di integrare il servizio su gomma con quello su ferro, rendendo ancor più efficiente la macchina. Chi

il prEsidEntE di

ataF Filippo Bonaccorsi

entra in Ataf oggi, dunque, entra in Toscana domani. Basterà ad attrarre gli investitori? Molto probabilmente sì, e anche di un certo calibro. Non basta invece a rassicurare dipendenti e finanche i cittadini che dei bus ne usufruiscono ogni giorno, che già si sono visti “scippare” corse e pezzi di linee nei mesi scorsi. Che cosa succederà dando il servizio in mano a un privato? “Con la privatizzazione di Enel e Autostrade o della Sip non sono scomparse le autostrade, non viviamo al freddo e al buio e non facciamo i segnali di fumo per comunicare a distanza – ironizza il presidente Ataf – chi l’ha detto che il trasporto pubblico debba essere fornito esclusivamente da un’azienda pubblica? A Prato succede già, e circa un quarto dei servizi della stessa area fiorentina sono gestiti da Linea, che è per il 66% privata”. Insomma, non sempre pubblico è meglio. Ma lo è sicuramente per chi ci lavora. Basta mettere a confronto le differenze di contratto tra i dipendenti Ataf e quelli di Cap, Lazzi, Sita e la stessa Linea. La mensa, tanto per dirne una, è inclusa per gli uni ma non per gli altri, così come i trasferimenti sono compresi nel turno per Ataf e non per gli altri. Infine, chi lavora per le compagnie private deve essere a disposizione un’ora in più al giorno e matura una ventina di giornate libere in meno. Privilegi? Chi è abituato al traffico cittadino forse non è d’accordo.

Il Consiglio è stato scavalcato, la newco era già stata registrata merito. “Queste decisioni spettano al consiglio comunale – ribadisce dai banchi dell’opposizione Marco Stella (Pdl) – vorremmo ricordare a Bonaccorsi che Ataf è una società interamente pubblica, partecipata dal Comune di Firenze, che detiene l’82% delle quote azionarie. Tale configurazione societaria impone che le scelte strategiche dell’azienda, e in particolare la vendita di quote azionarie, passino attraverso una decisione che deve essere presa dal consiglio”. Eppure non solo la società che dovrebbe andare in mano ai privati esiste già, ma è stato anche pubblicato un bando per individuare l’advisor a cui affidare la procedura, un’operazione che da sola costerà

la BiciclEttata di protEsta

90mila euro alle casse dell’Ataf. In assenza di qualsiasi atto ufficiale che indichi da parte del Comune di Firenze o degli altri soci la volontà di procedere allo spacchettamento. “L’amministrazione comunale – dichiara Grassi - ci aveva garantito che ancora nessun passo formale era stato fatto. Se fosse appurata un’illegittimità, il presidente Bonaccorsi ed eventualmente coloro che hanno autorizzato la scelta sostituendosi al consiglio dovrebbero rassegnare immediatamente le dimissioni”. Sotto accusa la giunta intera e in particolare l’assessore al bilancio Angelo Falchetti, che dell’operazione avrebbe dovuto essere a conoscenza e riferire nel Salone dei Duecento. Questioni burocratiche e politiche che in realtà poco o nulla interessano ai dipendenti Ataf, tra cui ormai serpeggia lo spauracchio dei licenziamenti. “Quando Sip è diventata Telecom i dipendenti sono passati da 120mila a 55mila – dichiara Alessandro Nannini dei Cobas – e andatelo a chiedere ai pendolari se sono stati penalizzati o no dalla privatizzazione delle Ferrovie. L’ingresso dei privati nei trasporti – continua – non ha mai portato benefici, ma semmai un peggioramento nella qualità del servizio e nelle condizioni di lavoro”. /F.P.

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internet

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On line. Flash mob, “cacerolazi” e biciclettate di protesta. Questo e molto altro su www.ilreporter.it

Mille e un video per (ri)vivere Firenze I PIÙ LETTI DEL MESE 1. Arrestato il proprietario dello Strizzi Garden. “Movimenti strani” 2. Puccini lascia Preziosi e prende Santamaria 3. Settimana della Cultura, tutti i musei gratis” 4. Sarah Jessica Parker a Firenze con i fashion blogger 5. Lady Gaga in concerto a Firenze?

C’

è una Firenze che si ingegna per farsi sentire. Per trovare il suo spazio, per lanciare un messaggio o semplicemente per far capire che ci sono altre strade, oltre a quelle solitamente battute. Così, ad esempio, succede che per dire no al processo breve un gruppo di cittadini decida di piazzarsi davanti al tribunale “armato” di pentole, posate e coperchi, per far sentire nel modo più rumoroso (e insolito) possibile la pro-

pria voce. O che alcune persone decidano di inforcare la bicicletta e portare “in sella” lungo strade e piazze la propria protesta o la propria rivendicazione. Che sia per dire no alla privatizzazione dell’azienda per cui si lavora (leggi Ataf) o per mostrare alla città che spostarsi sui pedali non è poi così impossibile, e che anzi traffico e inquinamento ne risentirebbero (ovviamente in positivo) se sempre più cittadini decidessero di fare questa scelta. E l’elenco è ancora lungo. C’è

I VIDEo PIÙ VISTI 1. La tramvia deraglia: sette feriti 2. Ecco spuntare la Renziparodia: l’imitazione in tv 3. Un’invasione sui pedali: un centinaio di bici sfida il traffico 4. Jovanotti arriva a Firenze e canta “verde” 5. Fiamme a Ponte a Niccheri, 6 camper distrutti infatti che si sdraia in piazza contro il nucleare e chi distribuisce adesivi alle strisce per sensibilizzare i conducenti delle auto sui pericoli che ogni giorno, in ogni città del mondo, corrono i pedoni proprio a causa del loro comportamento. Sprazzi di vita in città, momenti che gruppi di cittadini, enti o associazioni decidono di organizzare per rendere più forte il messaggio che vogliono lanciare. Che spesso rischia di avere poca (o addirittura nessuna, in alcuni casi) eco, se non uno sguardo sfuggente da parte di chi si trova a passare di là per caso. Anche per questo motivo, Il Reporter.it ha deciso di dare visibilità a questi momenti di vita cittadina, e con loro ai messaggi e alle richieste che vengono di volta in volta lanciati. In che modo? Pubblicando (all’indirizzo www.ilreporter.it) video e immagini di queste iniziative, “arricchendole” con le spiegazioni degli organizzatori sui motivi che hanno spinto a realizzarle e sugli obiettivi che si vogliono raggiungere. Perché è proprio attraverso i filmati, le immagini, le voci e i rumori che alcuni momenti della quotidianità di Firenze si possono documentare al meglio. Così, sul nostro portale tutti possono trovare (anche coloro che non hanno avuto la fortuna – o la sfortuna, dipende dai punti di vista - di viverle in prima persona) i video di queste iniziative. E farsi così una propria idea. Ma non solo: attraverso i filmati presenti su Il Reporter.it si può ad esempio fare un giro

ToP FIVE FoTo 1. Incidente mortale in viale Europa 2. Centrale della droga, in un bar 3. Santa Croce si trasforma in un palco pop 4. C’era una volta il West a Firenze... ora siamo amici 5. Ataf ai privati, spuntano gli adesivi anti-Renzi

(virtuale) su un risciò alla scoperta di Firenze, della sua storia e dei suoi segreti, o vivere in diretta (dall’11 maggio) l’avventura di un gruppo di patiti della bicicletta che ha scelto di pedalare per più di mille chilometri, dalla Germania alla città del Giglio, per lanciare il proprio messaggio. Ce la faranno? Collegarsi su www.ilreporter.it per scoprirlo.

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Maggio 2011

religioni

L’INCHIESTA. Dal 2001 in via del Tagliamento c’è il centro culturale islamico. Ecco come vanno le cose

Moschea in città, il dibattito è aperto Alla scoperta del “modello Sorgane” Lisa Baracchi

S

e chiedi dov’è il “centro islamico” a Sorgane nessuno sa bene di che cosa si parla, bisogna specificare “moschea” e allora tutti sanno indicare quel tratto senza sfondo di via del Tagliamento dove si trova il cancello bianco della sede della comunità musulmana, che ha il fondo in affitto dal 2001. Il centro è sempre aperto, ma frequentato principalmente il venerdì e la domenica. Il dibattito sulla realizzazione o meno di una moschea a Firenze, adatta ad accogliere tanti fedeli, si è riacceso negli ultimi tempi. “Un luogo in cui si prega non può far paura”, sostiene il sindaco Matteo Renzi, ma “al momento non c’è un progetto, non c’è un’ipotesi di lavoro”

Il presidente del Q3 Ceccarelli: “Negli anni ci sono stati momenti di integrazione” e comunque, precisa il primo cittadino, “non ci sono spazi nel centro storico per farla, in questo momento”. Tra le proposte avanzate in città c’è anche l’idea di creare diversi luoghi di culto più piccoli, sparsi nei quartieri. Modello Sorgane? “Diciamo che le moschee, nei nostri Paesi d’origine, sono altra cosa – spiega sorridendo Lahjab, che si prepara alla preghiera del venerdì – ma qui c’è uno spazio riservato al culto all’interno del centro culturale. L’associazione si è trasferita a Sorgane dal locale che avevamo alle Cascine, che non era adatto a ospitare molte persone. Allora il Comune ci ha indicato questo spazio”. “Problemi con gli altri cittadini non ce ne sono, se si escludono alcune sporadiche proteste - spiegano dal cen-

l’entrata del

Centro Islamico

tro islamico del quartiere 3 – in particolare quelle di un signore che abita ai piani alti del palazzo accanto, che sembra proprio non accettare la presenza del centro islamico”. In strada c’è chi parla di un’iniziale diffidenza che il tempo ha poi spazzato via, c’è chi pensa che una moschea dovrebbe stare in un luogo più separato o che questa sistemazione non sia delle più decorose: un fondo per tanta gente che arriva da diverse parti della città. “A volte si sentono dei canti, ma fanno molta più confusione le radio di qualche vicino maleducato”, dice una signora, mentre un’altra ricorda di quando “abbiamo avuto paura”, durante i mesi del processo, terminato poi con l’assoluzione, di alcune persone che frequentavano il centro che furono accusate di associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale. Un pensionato commenta caustico: “Ne abbiamo tante di chiese da queste parti...”. Al

di là delle opinioni, però, tutti qui ammettono che la convivenza è tranquilla, o al massimo è “indifferenza”. Per il presidente del Quartiere 3, Andrea Ceccarelli, Sorgane può essere considerato un esempio positivo di integrazione: “Non vedo perché no, veri problemi di convivenza non ci sono mai stati. Posso aver ricevuto lamentele per un po’ di confusione in più, litigi comuni a tutti i luoghi di incontro”. Racconta ancora Ceccarelli: “Ricordo che negli anni ci sono stati dei momenti di integrazione, come quella volta che abbiamo ripulito la collina di Sorgane con Legambiente e la sera c’è stata una cena con specialità italiane e cous cous preparato dalle famiglie nordafricane. Certo, ci potrebbero essere altre occasioni per condividere attività, penso ad esempio alle giornate degli angeli del bello, potremmo coinvolgere anche la comunità musulmana nella manutenzione e nel decoro del quartiere”. Conclude Ceccarelli: “L’accoglienza non è soltanto un discorso di rispetto dei diritti umani, ma anche di razionalità. Una buona amministrazione deve lavorare per integrare i vari gruppi, e non creare ghetti. Il resto è garantito dal diritto costituzionale”.

In strada c’è chi parla di un’iniziale diffidenza spazzata via dal tempo e chi pensa che servirebbe un luogo più separato o che questa sistemazione non sia delle più decorose. “Non ci sono problemi con gli altri cittadini”, assicurano dalla comunità musulmana


Noi, i “cani di LiberiTutti”, non siamo spagnoli, non siamo croati né romeni e non rischiamo la soppressione ma la prospettiva di vita che abbiamo è di invecchiare in un box dimenticati dal mondo intero. Siamo sani, non tutti giovanissimi ma siamo cani che hanno come unica prospettiva una morte lenta, inesorabile in tre metri quadrati.

Sesso: Maschio Età: circa 6 anni Taglia: Piccola Carattere: Vivace e iperattivo. Full è un cagnetto piccolo piccolo ma molto vivace. In canile patisce molto la solitudine, vorrebbe stare sempre con qualcuno. E' un piccoletto tutto pepe che vuole giocare e ricevere attenzioni. Le sue sorelline sono state adottate e lui invece è ancora qui perchè "abbaia"un pò troppo. Ma siamo sicuri che con tanto amore Full si calmerà molto.

Sesso: Maschio Età: 9 anni Carattere: dolcissimo e affettuosissimo! Taglia: piccola Il piccolo Calimero è arrivato in rifugio che era un batuffolo di pochi mesi. Ovviamente dal canile non è mai più uscito. Calimero è un nonnetto buono, dolce e affettuoso. Vorrebbe sempre stare in braccio e a panca all'aria per ricevere coccole. E' davvero un cane buonissimo adatto a tutti. Con un bel bagno e una bella spazzolata diventerebbe anche bellissimo.

Sesso: M Età: 4 anni Carattere: affettuoso con tutti tranne cani maschi grandi Taglia: piccola Poldino è cagnetto dolcissimo di circa 4 anni,pesa 8 kg e va daccordo con i bambini, con i gatti e con i cani, ma non con i maschi di taglia grande...non li sopporta!:-( si è rotto una zampina e io non voglio riportarlo in canile perchè sono sicura che Poldo si sia rotto la zampa mentre scappava da qualche cane più grande al quale ha rotto le scattole...e quando ha saltalto il muretto che c'è nel piazzale è atterrato male Molto male! Adesso cerca URGENTEMENTE casa!

Mi chiedo, e so che molti non saranno d’accordo con me, che si offenderanno, ma che senso ha vivere così? Chi ci aiuterà ad avere una vita dignitosa? Sì, è vero tutti gli animali del mondo sono uguali, ma se ci fossero più sindaci o consiglieri comunali che iniziassero a proporre una strategia “comoda ed economica” come quella spagnola, siete sicuri che la legge italiana non cambierà? che qualcuno accorrerà a salvarci? Siamo sicuri di essere così più civili degli altri paesi? Che differenza c’è tra una perrera e un canile dove ci sono 700 o più cani, dove l’USL è collusa e si nascondono i cadaveri? Dove il pasto è costituito dall’immondizia gettata via dalle mense? Ci avete mai visto mangiare bucce di frutta o pasta al sugo stracondita? Siete mai andati a rovistare nelle pattumiere alla ricerca di sacchi di immondizia con scarti “utilizzabili” per la nostra pappa? Questa è la nostra realtà, aprite gli occhi! Giommy chi lo adotterà? Sammy è una meraviglia, entrato in canile da cucciolo non ha mai visto un guinzaglio, mai una passeggiata, mai una casa!!!! Tobia la casa ce l’aveva invece ora è qui, chiuso al buio, terrorizzato dalla vita in canile....... E questo non è un canile lager, qui i 3 ragazzi che tentano di gestirlo alla meglio lottano ogni giorno, e non abbiamo un veterinario che ci segua, non c’è un’area di sgambo, non ci sono volontari per portarci in passeggiata...noi cani siamo 200 e i gatti 80 circa. Il comune non ha soldi da spendere neppure per qualche metro di rete! Adozioni zero o quasi, solo abbandoni e “viaggi della speranza” verso il continente. La scorsa estate siamo arrivati a 100 cuccioli abbandonati più vari adulti, e stiamo parlando di un paesino di poche anime. Anche se non siete d’accordo con il contenuto di questo sfogo,vi preghiamo di dare anche a noi visibilità, anche noi abbiamo diritto a un posticino caldo e una pappa decente: vederci morire giorno dopo giorno, sempre più rassegnati invisibili, vi assicuro, non può lasciare indifferenti. Grazie. Contattare Bianca dopo le 17.00 al 3803130298 opp scrivere associazioneliberitutti@gmail.com www.associazioneliberitutti.it siamo anche su FB

Sesso: M Età: 5/7 anni Carattere: coccolone Taglia: piccola, 8 kg Buffone aveva un padrone anziano e alla sua morte il cane venne affidato al fratello che però partì per l'Australia. Così il piccolo fu dato al nipote, che non perse tempo e lo sbattutè in canile immediatamente. Buffone ha 5, forse 7 anni ma nel cuore è ancora un cucciolone pieno di energia e voglia di coccole! Deve morire in canile???? E' una tg piccola (8kg circa) e si abituerebbe di nuovo a vivere in una casa senza problemi. Ci aiutate a farlo felice dopo tanta sofferenza?

Sesso: Maschio Età: 6-7 anni taglia: medio piccola Carattere: buonissimo Giommy è arrivato al rifugio nel 2005, aveva un padrone che lo lasciava in strada in balia degli eventi come si usa qui in Sardegna. Il dolcissimo Giommy ha perso un' occhio a causa di una pietra lanciata da dei bambini. Abbiamo deciso di portarlo via e di non ridarlo al suo padrone che insisteva per riaverlo. Da quel momento il piccolo non è mai più uscito dal canile! Nessuno lo ha mai notato forse a causa di quell'occhio, eppure è un cane dolcissimo e adatto a bambini e ad anziani

Età: 2001 Sesso:Maschio Taglia: piccolo Carattere: tende a scappare ma è troppo buffo e dolce Pepsi è un bellissimo cagnetto di 10 anni. Durante tutta la sua vita, il piccoletto è sempre stato un vagabondo. E' sopravvissuto ad un avvelenamento nel 2005 e ad un incidente l'anno scorso. Finalmente i volontari sono riusciti a convincerlo che non era più il caso di stare in giro per le strade, che forse era il caso di passare una vecchiaia più tranquilla al riparo dai pericoli. Ultimamente è più tranquillo, ma ha sempre la tendenza a scappare, chissà se poi in una casa si calmerebbe definitivamente. La vecchiaia inizia a farsi sentire e avrebbe davvero bisogno di una casa per passare gli ultimi anni in santa pace.

Età: 2006 Sesso:Femmina Taglia: medio piccola Carattere: timida ma molto affettuosa Bambi Star vive in canile sin da quando era cucciola insieme ai fratellini White Ciotti, Black Ciotti e alla sorellina Aska...Bambi nera purtroppo è morta quest'anno a casusa di un tumore. Non vogliamo assistere impotenti ad altre morti del genere. Questi fratellini e soerelline si meritano di conoscere la vita fuori dal canile. Non hanno idea di che cosa ci sia al di fuori delle sbarre... non hanno mai visto l'erba....

Sesso: F Età: 7anni Taglia: piccola Carattere: dolcissima/timorosa Lei si chiama Gina (è la cagnolina sul muretto), 7 anni, una vita tutta passata in canile! Anche lei è un pò cicciona, ma come possono vivere bene questi cagnotti che condividono con altre 200 anime dei piccoli box sovraffollati? I volontari la amano molto, ma sono solo 3 e non ce la fanno a portarla a passeggio, a farla sgambare. NESSUNO chiede in adozione cani in questo piccolo paese della Sardegna. Gina ha una sua dignità, una voglia matta di dare affetto e di riceverlo. Chi ci aiuta a realizzare questo sogno? E' una tg piccola ed è sana.

Sesso: M Età: 3 anni Carattere: pauroso e con qualche problema Taglia: piccola Tobia è un cagnetto sfortunato come tanti altri. Stava in una famiglia insieme alla sua amichetta Luna, ma un giorno sono stati portati in canile con una banale scusa. Luna che era carina, bionda e dolcissima ha trovato una casa, mentre invece Tobia, che ha qualche problema comportamentale causato dalla famiglia è rimasto in canile. Tobia si agita quando si fanno movimenti particolari, come alzare una mano all'improvissom ma in generale qualunque scatto veloce. Le volte che capita Tobia ringhia anche se non attacca, per questo motivo crediamo che sia stato picchiato. Se lo si sa prendere lui adora stare in braccio a farsi coccolare. Per lui cerchiamo una persona con esperienza e magari l'aiuto di un comportamentalista. Tobia è un cane buono, è solo molto spaventato e stressato

Età: 2006 Sesso: Maschio Taglia: medio piccola Carattere: diffidente ma dolce Black ciotti vive in canile sin da quando era cucciolo insieme ai fratellini White Ciotti, Aska e alla sorellina Bambi star...Bambi nera purtroppo è morta quest'anno a casusa di un tumore. Non vogliamo assistere impotenti ad altre morti del genere. Questi fratellini e soerelline si meritano di conoscere la vita fuori dal canile. Non hanno idea di che cosa ci sia al di fuori delle sbarre... non hanno mai visto l'erba.... Sono tutti un po' sovrappeso perchè non fanno movimento e mangiano male. Black ciotti è un po' diffidente perchè vede sempre e solo i volontari del canile, ma siamo sicuri che in una casa si scioglierebbe.

Sesso: Maschio Età: 6 anni Carattere: coccolone e tranquillo Taglia: media contenuta Sammy è arrivato in canile con i suoi fratellini e sorelline. Purtroppo solo pochissimi di loro sono stati adottati. Lui vive nel box con la sorellina Dea, anche lei molto bella. Sammy è un cagnolino molto affettuoso che adora il contatto umano. E' una taglia media ma contenuta, inoltre ha qualche kiletto di troppo perchè in rifugio non esce mai. Ha solo sei anni, è ancora un cane giovane con tanta voglia di vivere. Non lasciamo che si spenga lentamente tra le sbarre! Adatto anche a famiglie con bambini.

1170123

per concessione gratuita de


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ieri&oggi

Maggio 2011

curiosità. Arrivano da Borgo le bandierine che sventolavano al matrimonio di William e Kate

Un po’ di Mugello alle nozze dell’anno A produrre i vessilli è un’azienda che ha sede a La Torre, e che da mezzo secolo esporta i suoi prodotti in mezzo mondo. Anche quando a dire sì furono Carlo e Diana i gagliardetti venivano da qui Giulia Righi

N

on è stato proprio uno di quei matrimoni all’insegna della sobrietà, diciamo. Il clamore, lo sfarzo e la processione di sudditi inglesi che hanno accompagnato le nozze del principe William con la neoconsor-

William

e

Kate

te Kate Middleton hanno avuto un’eco mediatica decisa. E, del resto, sarebbe stato strano il contrario. C’è di buffo però che in quelle nozze c’era anche un pezzo di Mugello. Anzi, trecentomila pezzettini per l’esattezza. Perchè le bandierine con la Union

Jack che i sudditi inglesi sventolavano allegramente nel corteo nuziale che ha accompagnato gli sposini all’altare arrivavano dritte da Borgo San Lorenzo. Dalla zona industriale La Torre, per l’esattezza. E a realizzarle è stata un’azienda che di mestiere produce proprio vessilli, stendardi, pennoni. Si tratta della Robermap bandiere, realtà imprenditoriale nata mezzo secolo fa a San Piero a Sieve e che oggi manda in giro per mezzo mondo le sue creature: “Per il matrimonio di William e Kate ne abbiamo realizzate circa 300mila – spiega la titolare, Roberta Cresci – Ma per noi, in fondo, si trattava di un lavoro normale: siamo abituati a lavorare con la Gran Bretagna. Per il matrimonio di Carlo e Diana, ad esempio, il lavoro fu davvero enorme e frenetico, perchè allora si trattava di bandiere con le loro facce stampate”. Questa volta, invece, alla fine si è trattato di ordinaria amministrazione, anche se a immaginarsele, trecentomila bandierine che svolazzano Oltre-

manica, sembrano davvero una miriade. E anche se i ritmi sono stati abbastanza serrati, perchè fra l’ordine e la consegna sono passati pochi giorni. Ed è buffo anche pensare che quest’arsenale di vessilli ha dietro il lavoro di sole quattordici persone, tutte facenti capo alla Robermap. “Siamo abituati a lavorare con i grandi numeri e per il mercato estero, che assorbe la metà della nostra produzione – continua la titolare – anche perchè ci occupiamo anche di decorazioni e addobbi per le coreografie, e quindi abbiamo spesso a che fare con il

mondo calcistico straniero”. Certo i momenti di frenesia ci sono, e ci sono in quelle occasioni in cui le bandiere diventano dei veri e propri must: “Ne abbiamo prodotte tantissime della pace – continua Roberta Cresci – ma anche per i mondiali e, ultimamente, per l’Unità d’Italia”. Da Borgo questi vessilli arrivano dritti a rivenditori sparsi in tutta Italia e all’estero (“abbiamo altri ordini importanti” annuncia la titolare della Robermap) ed è stato proprio quello il percorso che li ha portati a festeggiare la fede al dito di William e della bella Kate.


ieri&oggi

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l’aPPuntaMentO. Il 17 marzo è alle spalle, ma gli italiani sembrano averci preso gusto

E il centro commerciale diventa tricolore Eugenio Massai

F

ratelli d’Italia, l’Italia s’è desta. E continua a festeggiare la sua unità. Nonostante il 17 marzo (giorno in cui ricorreva il 150esimo anniversario della proclamazione ufficiale del Regno d’Italia) sia ormai alle spalle, gli italiani sembrano averci preso gusto. Così, sono ancora molte le bandiere tricolori che sventolano da balconi e finestre, ma non solo. Il tricolore, infatti, continua a farla da padrone nei luoghi e nei modi più disparati. Se i negozi, ad esempio, continuano a vendere prodotti a tema, e molte vetrine a ricordare l’importante “compleanno” con allestimenti d’eccezione, un intero centro commerciale è sul punto di tingersi di bianco, rosso e verde. Succede a Campi Bisenzio, dove dal 16 maggio al 5 giugno I Gigli celebreranno i propri 14 anni di vita all’insegna del Tricolore. Le iniziative in programma sono molte, e saranno caratterizzate da tre aree cromatiche: quella verde dedicata all’ambiente, quella bianca dedicata al volontariato e quella rossa relativa agli eventi. Il tutto nel nome dell’Italia unita. Così, ad esempio, dal 30 maggio al 5 giugno è in programma “Volentieri Volontari”, evento che chiamerà a raccolta per un progetto comune le più importanti associazioni di volontariato nazionali e locali. Ma spazio anche all’intrattenimento, con un ricco programma che culminerà sabato 4 giugno con il tradizionale taglio della torta per i 14 anni del centro commerciale: madrina dell’evento Miss Italia in carica, che presenzierà anche alle selezioni del concorso. Ma (purtroppo) di non sola bellezza è fatta l’Italia. E tra i temi di cui si è parlato maggiormente, e a più riprese, negli ultimi tempi c’è quello dei rifiuti. Perché se qui da noi va tutto bene, a qualche centinaio di chilometri di distanza (leggi Napoli) la situazione è drammaticamente

diversa. Anche per questo è da segnare con l’evidenziatore un altro appuntamento in programma ai Gigli: dal 16 maggio al 5 giugno in Corte Lunga si terrà “Il Castello del Riciclo”, iniziativa promossa da Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio dei rifiuti di imballaggi in plastica, che vuol sensibilizzare i cittadini sulla gestione dei rifiuti e sul loro recupero. Dopo essere stato in Sicilia, Campania ed Emilia Romagna, il “Castello” (ideato per i più piccini) sbarcherà ora a Campi Bisenzio, insieme a un gruppo di anima-

trici ed educatrici professioniste che racconteranno ai piccoli il ciclo di vita della plastica, illustrando con esempi concreti l’importanza della raccolta differenziata e spiegando loro come, con piccole azioni quotidiane, sia possibile aiutare l’ambiente. E non mancheranno nemmeno opportunità di informazione per gli adulti. Insomma, sono in programma “sia momenti di intrattenimento per festeggiare l’anniversario del Centro con iniziative dedicate al 150° dell’Unità d’Italia, sia speciali attività didattiche e di pubblica utilità su alcuni temi

di rilevanza sociale, fra cui quello della sostenibilità ambientale”, spiega il direttore Alessandro Tani. Il tutto senza dimenticare servizi e possibilità che I Gigli offrono normalmente, dalla personal shopper (per non sbagliare più nemmeno un acquisto) agli spazi dove far giocare i bambini mentre i “grandi” si dedicano alle compere, fino alla possibilità di vedere le partite del campionato di calcio e non solo sul maxischermo. Sempre immersi tra il bianco, il rosso e il verde. Perché, cari Fratelli, l’Italia ormai s’è proprio desta.

Non si fermano gli eventi per celebrare i 150 anni dell’unità del Belpaese: a Campi Bisenzio I Gigli si tingono di bianco, rosso e verde in occasione della ricorrenza. E arriva anche un’iniziativa per sensibilizzare grandi e piccini sul tema dei rifiuti

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focus

Maggio 2011

DOssier/1. Vantaggi e svantaggi della minoranza che ha scelto di fare il viaggio “inverso”

Noi, pendolari controsenso Storie di chi esce dalla città Ludovica V. Zarrilli

T

ra chi va e chi viene c’è sempre chi continua a muoversi in direzione ostinata e contraria. Sono i pendolari in uscita da Firenze, quelli che invece di spostarsi - per motivi di studio o lavoro - dai dintorni della città verso il capoluogo, si muovono nel senso opposto: dall’interno verso l’esterno. E ben nascoste nei sottoinsiemi di questa categoria in controtendenza esistono due scuole di pensiero che cambiano in continuazione a seconda della destinazione e del mezzo utilizzato. Non tutti i viaggiatori che appartengono a questo gruppo - sono circa 30mila le persone che tutti i giorni si muovono da Firenze - vivono infatti i disagi perpetui di chi arriva in città trafelato tutte le mattine. Prendiamo il caso di Michele, giovane agronomo che dalla città del giglio si sposta verso Tavarnelle. “Fino a qualche anno fa lavoravo in centro, in via dei Serragli, e per raggiungere il mio ufficio impiegavo

mezz’ora tutte le mattine”. Il paradosso è che oggi percorre più di trenta chilometri e il tempo che passa in macchina non è cambiato molto. “Sembrerà strano, ma anche adesso non impiego più di trenta minuti. Con la differenza che prima li passavo nel traffico, mentre oggi trovo la strada sgombra e riesco a passare da scorciatoie e stradine meno battute che mi permettono di accorciare notevolmente il tragitto in auto. La vita del pendolare controsenso non è male”. Certo, non si può pretendere che sia tutto rose e fiori: “La sera vivo un po’ più di disagio perché, dovendo tornare verso Firenze, brucio quell’oretta che se fossi stato in città avrei investito per fare un salto in palestra, visitare una mostra o magari fermarmi a prendere un aperitivo con gli amici. Anche perché al ritorno la strada è un po’ più congestionata, e i trenta minuti lievitano fino a quaranta”. Diverso il punto di vista di chi non viaggia su gomma ma si affida alla sorte scegliendo il più ecologico treno, come Alessio Bottini, professione studente, che per raggiungere Prato, dove ha sede il corso di laurea che frequen-

ta, si imbatte quotidianamente in una serie di disagi che trasformano in un’epopea uno spostamente di venticinque minuti. “I treni in ritardo sono una consuetudine, si fermano alla stazione almeno dieci minuti dopo l’orario previsto e poi c’è quasi sempre da combattere con i distributori automatici di biglietti, spesso fuori servizio”. In condizioni normali il viaggio da Firenze alla stazione di Prato dovrebbe durare 45 minuti, giusto il tempo di prendere la tramvia sotto casa, scendere a Santa Maria Novella, salire sul primo locale che viaggia in quella direzione (ce n’è uno ogni dieci minuti), leggere qualche pagina di un libro e scendere a destinazione. “Invece i ritardi si sommano ai ritardi. Non si può mai sapere quando si arriva. Ecco, hanno appena annunciato che il mio treno arriverà non ora ma tra 10 minuti...”, racconta in diretta Alessio, che abbiamo raggiunto al telefono mentre rientra dall’università. L’intervista finisce, ci salutiamo. Passa qualche istante e arriva un sms: “Per la cronaca, il ritardo è già lieviato a trenta minuti”.

C’è chi si gode l’assenza del traffico e chi sfida la sorte lottando con treni mai puntuali, autobus stracolmi e gente perennemente arrabbiata. Alla scoperta del piccolo “esercito” che ogni giorno si muove per studio o lavoro

in attEsa dEl trEno

(Foto

di

giusEppE dElla maria)

Filippo Studente, 22 anni

anDrea Studente, 23 anni

elena Studentessa, 24 anni

“Certi treni sono proprio scomparsi”

“Disagi per chi ha lezione sul tardi”

“Una vita dai ritmi stressanti”

“Spesso uso Santa Maria Novella come stazione di scambio tra due linee, ma con i continui ritardi che ci sono succede di perdere la coincidenza e quindi di ritardare agli appuntamenti, a volte anche più di un’ora. Con l’arrivo dell’Alta velocità la situazione è peggiorata ancora: certi treni sono proprio scomparsi”

“Per metà mattinata, più o meno nella fascia oraria che va dalle 9.30 alle 11.30, mancano completamente treni per Firenze. Anche questo è un bel disagio per gli universitari che hanno lezione in tarda mattinata: a quel punto, per non arrivare tardi, siamo costretti a prendere gli affollatissimi treni del primo mattino”

“Quella del pendolare non è una vita dai ritmi facili da sostenere, chi non lo ha mai fatto difficilmente può capire. L’affollamento delle carrozze e i ritardi sono i problemi più comuni. Certe mattine preferisco prendere la macchina per non essere vincolata agli orari dei treni, ma il traffico a volte riesce ad essere ancora più stressante”


focus

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DOssier/2. Sono oltre 106mila le persone che si spostano quotidianamente verso il capoluogo

Quelli che Firenze la vivono “part time” Andrea Tani

U

n esercito, una minoranza silenziosa di fiorentini part-time, che dalle 6 del mattino iniziano a popolare la città per poi lasciarla nel tardo pomeriggio. E così via, tutti i giorni. Il pendolarismo verso Firenze è una regola di vita per più di 106mila persone. Sveglia, colazione e partenza per un viaggio di almeno 30 minuti che, in molti casi, dura più di un’ora. Arrivano in parte dai comuni confinanti o dal territorio provinciale, ma anche, in circa 30mila, da fuori provincia. Un terzo di loro lo fa per studio, gli altri per lavoro (ma la forbice si assottiglia per chi abita in altre province: 44 per cento di studenti contro il 56 per cento di lavoratori). I più vicini vengono da Impruneta, Bagno a Ripoli, Scandicci, Fiesole, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio. Allargando il campo sono i pendolari di Prato i più numerosi, seguiti da quelli di Arezzo e Pistoia a pari merito. Ma come arrivano a Firenze? Autobus e mezzi privati sono alla portata di chi ha pochi chilometri da percorrere, ma a farla da padrone è il treno, scelto dalla metà dei pendolari e dalla stragrande maggioranza di chi arriva da lontano. I quasi 1.700 chilometri di binari toscani si annodano tutti intorno alle tre principali stazioni di Firenze, facendone uno dei primo otto poli ferroviari in Italia. Santa Maria Novella è il capolinea della “direttissima” Firenze-Roma, utilizzata dai pendolari di Arezzo e

del Valdarno, così come delle ferrovie che fanno sosta a Borgo San Lorenzo: la (tristemente) nota “Faentina” e la linea che devia su Pontassieve prima di puntare verso il capoluogo. La stazione di Firenze Rifredi è invece il riferimento per chi parte da Pisa (o addirittura da Livorno) e prosegue per Empoli (punto di raccordo con la problematica Ferrovia centrale italiana, unico collegamento con Siena), oltre che per i treni in partenza da Lucca e dalla Versilia, che si intersecano poi nelle linee di Pistoia e Prato. Una vita per niente facile. Continui ritardi, carrozze sovraffollate, vagoni obsolescenti e sporchi, treni sempre meno numerosi e informazioni spesso approssimative a bordo e in stazione. Sempre le stesse lamentele, ormai ben note anche a chi un treno non l’ha mai preso, segno che negli anni niente è cambiato. Eppure i pendolari ci provano in ogni modo a farsi sentire. I comitati nascono come funghi: ce ne sono ad Arezzo, a Pisa, nel Valdarno, a Prato e nel Mugello, e con l’esplosione dei social network hanno acquistato potere e popolarità. Facebook è pieno di bacheche dedicate, con segnalazioni, testimonianze e foto che documentano in tempo reale tutti i disservizi. Sempre più spesso i vari portavoce vengono invitati a sedere ai tavoli decisionali, e qualche conquista è arrivata. Ma essere pendolare significa ancora dover affrontare una gincana giornaliera difficile da capire fino in fondo per chi non ne ha esperienza e, nonostante ciò, necessaria per una fetta importante del tessuto economico e sociale fiorentino.

Filippo Impiegato, 25 anni

siMone Studente, 25 anni

MaUriZio Da re Comitato pendolari

“In migliaia in viaggio ogni giorno”

“Non mi spiego il costo del biglietto”

“Portiamo avanti tante battaglie”

“Non sono un pendolare in senso stretto, ma mi capita comunque di andare a Firenze in treno o in auto più volte a settimana, quindi capisco bene i disagi di cui tanto si parla. Migliaia di persone si mettono in viaggio ogni giorno non per gite di piacere ma per dovere, per lavorare. Non devono essere trascurate”

“Al di là di ritardi, treni cancellati, continui malfunzionamenti agli impianti dell’aria condizionata, ciò che non mi spiego è il prezzo del biglietto: quasi 9 euro per fare andata e ritorno su un tratto di poco più di 40 chilometri mi pare esagerato. In più la maggior parte delle volte il controllore non passa nemmeno perché non riesce a muoversi fra la gente in piedi”

“Maggiore puntualità negli orari, treni regionali nuovi in aggiunta a quelli attuali, conferma dell’uso della linea ‘Direttissima’, allargamento dei parcheggi alle stazioni, sicurezza nella galleria di San Donato. Sono queste le battaglie principali che il Comitato pendolari Valdarno ‘Direttissima’ sta portando avanti da quando è nato, quasi due anni fa”

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il punto

Maggio 2011

attualità/1. I clienti dei ristoranti nipponici di Firenze sono diminuiti, in alcuni casi del 40 per cento

Il sushi in crisi dopo il dramma giapponese All’indomani della catastrofe nucleare di Fukushima c’è stata una notevole flessione. “Le persone sono spaventate, ma gli ingredienti dei nostri piatti non provengono da quella terra” Giulia Righi

L

a paura è capace di fare grandi danni. E il fantasma della catastrofe nucleare che ha colpito il Giappone è volato fin sulle tavole dei ristoranti giapponesi di Firenze. Lo dicono all’unisono i ristoratori nipponici, senza nemmeno girarci troppo intorno: gli affari, dall’11 marzo scorso, hanno subito un brusco calo. Ci sono meno clienti, e molto spaventati. Terrorizzati all’idea di mettere in bocca cibo contaminato dalle radiazioni, in cerca di rassicurazioni sulla provenienza degli alimenti. “Una flessione c’è stata, eccome – spiega il titolare di Kome, in via de’ Benci – è difficile fare una stima precisa, ma probabilmente questo calo si aggira intorno al 15 per cento. E tutti i clienti ci chiedono da dove vengono i prodotti, perchè specialmente all’indomani della catastrofe c’è stato un allarmismo ingiustificato. Di fronte a un dramma vero come quello del Giappone e del suo popolo, ci siamo preoccupati di un problema inesistente: i prodotti alimentari utilizzati nei ristoranti giapponesi non sono assolutamente importati da quella terra”. E, a onor del vero, va aggiunto che il Sol Levante è, piuttosto, un grande importatore di prodotti europei, specialmente di produzioni ittiche fresche e congelate. “Giusto per fare qualche esempio – prosegue il proprietario di Kome – la birra viene prodotta in Inghilterra e Russia, e il riso che usiamo per il sushi a Vercelli. E il pesce non viene certo acquistato in Giappone, ma in vari paesi europei e non: i gamberi vengono dal Canada, ad esempio, mentre il salmone è solitamente d’allevamento”. Parole molto simili arrivano da

Wabi Sabi, locale di viale dei Mille e da Pingusto, che ha aperto da poco in piazza Ghiberti e che rincara la dose: “Abbiamo notato una flessione notevole, intorno al 40 per cento. Vero è che siamo aperti da soli tre mesi e quindi forse il nostro è stato un calo fisiologico dopo il boom iniziale. Per rassicurare i clienti abbiamo affisso alcuni cartelli che spiegano la provenienza dei singoli alimenti”. Ma – e lo assicura una nota del Ministero della Salute – quelli sull’importazione sono timori davvero infondati, perchè dall’11 marzo ad oggi non sono arrivati in Italia prodotti o mangimi di origine animale (pesci compresi) provenienti dal Giap-

Abbiamo deciso di appendere alcuni cartelli che spiegano da dove importiamo i prodotti pone. Di più, come misura cautelativa, è stato deciso di aumentare i controlli alle frontiere. Eppure le paure restano, l’incubo Chernobyl si fa ancora sentire e probabilmente lo farà ancora per un po’: l’unica voce fuori dal coro è quella del ristorante Eito di via de’ Neri, che parla di una flessione tutto sommato irrilevante. E qualcuno vede segnali di (timida) ripresa: “Forse adesso la situazione sta un po’ migliorando – spiegano da Tomo Sushi, in via Pratese – sembra che i clienti ricomincino a tornare”.

un piatto tipico

L’INTERVISTA Parla Giovanna Zatelli, fisico sanitario della Asl 10

“Nube tossica? Come le banane”

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nche a Firenze si è fatto un gran parlare del rischio “nube tossica” e, nei giorni successivi alla catastrofe di Fukushima, la psicosi di respirare i famigerati iodio131 e cesio 137 si era diffusa anche sulle rive dell’Arno. Errore: “La dinamica della fuoriuscita di materiale radioattivo da Fukushima è stata molto particolare – spiega la dottoressa Giovanna Zatelli, fisico sanitario della Asl 10 – la dispersione è stata soprattutto in mare, e per questo l’entità della dispersione è stata di un decimo rispetto a quella di Chernobyl”. Allora infatti, ci fu “l’effetto camino”, perchè tutto nacque da un incendio e il flusso di aria contaminata raggiunse gli strati alti dell’atmosfera. Gli allarmi sulla qualità dell’aria oggi, invece, sono infondati: la situazione era peggiore negli anni ‘70, all’epoca dei test nucleari. Di più: “Ricordiamoci che in natura è presente una quota di radioattività non generata da processi artificiali, fisiologica. Pensiamo alle banane, che contengono un isotopo del potassio, il potassio 40, che è radioattivo. Ecco, diciamo che non ci si allontana troppo dal vero se si dice che la quantità di radioattività arrivata da noi è pari a quella a

cui ci esponiamo mangiando dieci banane”. Ah. Lo stesso discorso vale per i viaggi in aereo: “Anche quando voliamo siamo più esposti rispetto a quando ci troviamo al livello del mare. Ecco, in questo senso possiamo dire che gli strascichi arrivati in Italia da Chernobyl equivalgono a dieci viaggi di andata e ritorno a San Francisco”. I moti di terrore, insomma, sono fuori luogo. E lo stesso discorso vale per gli alimenti. La dottoressa Zatelli conferma infatti che “l’intera Unione europea opera controlli quando i prodotti vengono sdoganati e ci sono monitoraggi a livello ministe/G.R. riale”.


il punto

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attualità/2. Aumentano i cittadini che scelgono di coltivare in proprio frutta e verdura

E contro le paure spuntano gli orti fai da te In commercio si trovano anche kit già pronti. Tra le specie più semplici da “addomesticare” la lattuga, il pomodoro ciliegino e la calendula Serena Wiedenstritt

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ice la Coldiretti che con l’arrivo della primavera quasi quattro italiani su dieci escono all’aperto in orti, giardini e terrazzi e iniziano a impegnarsi nella coltivazione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine e melanzane, ma anche di piselli, fagioli, fave e ceci da raccogliere all’occorrenza. Coldiretti, che si affida all’ultimo rapporto sul tempo libero dell’Istat, secondo cui il 37 per cento dei cittadini italiani dedica parte del tempo libero al giardinaggio e alla cura dell’orto, precisa che non si tratta solo di chi dispone di ampi spazi all’aria aperta: l’orto fai da te è diventato prerogativa anche di chi ha un semplice terrazzo, grazie all’ampia offerta di piante adatte alla coltivazione in vaso. D’altronde, come sostiene il paesaggista e botanico Gilles Clément, recentemente intervenuto a Firenze nell’ambito di un’iniziativa della Fondazione Florens, il giardino deve essere in movimento, inteso come uno spazio in cui la natura non sia assoggettata e soffocata dalle briglie di un progetto, di uno schema preconfezionato. Quindi, perché non portare un po’ di sana anar-

chia delle piante sul balcone? Un invito a nozze anche per chi non ha ancora scoperto il proprio pollice verde. Ma veniamo alle istruzioni di base per chi vuol cimentarsi nell’avventura di coltivare frutta e verdura in terrazza. Si può iniziare con la “ricetta” più semplice, consistente nel creare un mini-orto sul balcone con quattro vasetti di verdurine semplici da coltivare: in commercio si trovano anche kit già pronti per la semina, in genere comprendono semi di pisello rampicante, lattughina da taglio, pomodoro ciliegino e calendula. Altrimenti, sempre restando in uno spazio ridotto, si può aumentare la varietà, a patto che si metta in conto di aumentare anche il tempo da dedicare al proprio hobby. In questo caso è bene optare per piante rampicanti, come pomodori perini o da insalata, melanzane, peperoni, piselli, fagioli e fagiolini, ortaggi da foglia, come lattughe e cicorie, a foglia verde oppure rossa, oltre a cipolle, scalogno, aglio e carote, che maturano sotto terra. Per finire, gli esperti consigliano di riservare anche un piccolo spazio alle fragole, che faranno la felicità dei golosi e dei più piccoli, e agli aromi (basilico, sedano, prezzemolo

normale e riccio, salvia ed erba cipollina). Oltre a scegliere il prodotto, però, è fondamentale tener presente l’esposizione del balcone, perché le piantine necessitano di una buona dose di luce e calore per crescere bene, e il tipo di terra, che

dovrebbe essere prelevata da un campo incolto di campagna e arricchita da concime organico. Il passo successivo è comprarsi un buon libro di ricette, per valorizzare al meglio in cucina i frutti del proprio lavoro.

CuRIoSITÀ Dal 1999 l’associazione Lailac promuove corsi di tutti i tipi su usi e cultura dell’estremo oriente

Là, dove si impara a cucinare come nel Paese del Sol Levante

U

n angolo di Giappone a Firenze. È quello che Lailac, l’associazione fondata nel 1999 da un gruppo di amici giapponesi e italiani con lo scopo di diffondere la cultura giapponese in Italia, ricrea con corsi, iniziative e una forte presenza in città. Lailac, infatti, organizza annualmente corsi di lingua, cucina e danza giapponese, cerimonia del tè, origami e massaggio shiatsu. Ma non solo: grazie alla collaborazione di maestri volontari giapponesi, l’associazione insegna anche altre arti nipponiche, come la scrittura Shodo, la decorazione floreale Ikebana e la tintura tradizionale Yuzen. “I corsi sono frequentati soprattutto da italiani appassionati

del Giappone”, spiegano dall’associazione, aggiungendo, con una certa soddisfazione, che “le manifestazioni che organizziamo sono seguite in tutta Italia”. L’appuntamento più importante, quello da non perdere, è il Festival giapponese, che dal prossimo anno conta di trasferirsi alla Fortezza da Basso per diventare un vero e proprio Japan Expo: “Il Festival giapponese è arrivato questo novembre alla tredicesima edizione e, visto che il ciclo dei 12 anni dei 12 segni zodiacali orientali è terminato – spiegano dall’associazione – la prossima edizione darà inizio a un nuovo ciclo. Per iniziare cambieremo sede e anche aspetto”. Tante novità, quindi, tutte

055 200.13.26 Il primo taxi tutto al femminile

da scoprire sul sito www.lailac.it. Intanto, si possono già segnare in agenda i prossimi appuntamenti per conoscere il Giappone a Firenze: primo fra tutti, a inizio maggio, la presenza alla Mostra dell’artigianato alla Fortezza da Basso con uno stand in cui, oltre alla vendita di oggetti e prodotti giapponesi, sono previsti momenti di intrattenimento e piccoli eventi. In programma anche una serata giapponese al cinema Odeon e una alla discoteca Tenax, oltre ad appuntamenti fuori città in collaborazione con il Comune di Pistoia e iniziative per la raccolta di fondi per la popolazione devastata da /S.W. tsunami ed emergenza nucleare.

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tempo libero

Maggio 2011

natura. Come ogni anno, riaprono i battenti i “templi” fiorentini delle rose e dell’iris

Maggio, scocca l’ora dei giardini a tempo I due gioielli, incastonati tra il Piazzale e San Niccolò, tornano a essere visitabili con le loro migliaia di varietà di fiori. Dal 9 al 14 in scena il Premio Firenze Rosaria Zanieri

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1176833

a questo mese è possibile visitare il giardino delle rose e quello dell’iris, due veri e propri gioielli di casa nostra incastonati tra il Piazzale e il quartiere di San Niccolò. Il giardino delle rose - che sorge su un terreno suddiviso in terrazzamenti - vide la luce negli anni di Firenze capitale d’Italia, e fu inaugurato nel maggio del 1895 durante la Festa delle Belle Arti e dei Fiori. Tra le sue terrazze sono coltivate un migliaio di varietà botaniche e circa 350 specie di rose antiche, alcune delle quali risalenti addirittura al 1500. Nel 1998 il parco è stato arricchito con un nuovo spazio, un’oasi Shorai, creata dall’architetto giapponese Yasuo Kitoyama e donata a Firenze dalla città gemellata di Kyoto e dal tempio Kodai-ji. In tempi recenti si è poi provveduto a potenziare la sicurezza all’interno del parco, a realizzare nuovi impianti di irrigazione e di illuminazione e ad arricchirlo con una fontana in terracotta donata dalle fornaci storiche dell’Impruneta. Oltre alle numerose varietà di rose, nel giardino sono conservate anche bellissime piante di limoni provenienti dal centro America, che sono accolte, durante l’inverno, in una serra utilizzata poi anche per esposizioni di pittura. Nel periodo di apertura al pubblico, dal 1° maggio fino al 31 luglio, il giardino è visitabile gratuitamente tutti i giorni. Il giardino dell’iris appartiene invece alla Società italiana dell’iris, ed è nato nel 1954 come sede ideale per il Premio Firenze, un concorso internazionale ideato con l’intento di creare un esemplare scarlatto, simile a quello presente sul gonfalone della città dal 1251. Ogni anno vengono premiate, con un Fiorino d’oro, le migliori varietà del fiore più fiorentino che ci sia. Un premio speciale è poi assegnato (in omaggio al simbolo del capoluogo) alla miglior varietà di iris rosso. Nel giardino, tenuto ad oliveta e con un bellissimo panorama aperto sulla città, tra vialetti in pietra serena,

Cari mamma e papà, anche se sono piccolino, vorrei andare in una scuola o nido qui vicino, dove con tanti bambini poter stare, per disegnare, cantare, recitare, socializzare e giocare!!

“Il Mondo di Pinocchio” è il suo nome, “Asilo nido” il suo cognome.

piazzette e scalinate, sono presenti più di duemila varietà di iris, tra cui gli esemplari premiati nelle precedenti edizioni del concorso. Per chi visita il giardino è possibile ammirare anche le iris donate nel corso degli anni, fin dal 1957, da coltivatori stranieri, come la vasta collezione proveniente dal New Jersey. Dal 1964, nella zona più bassa del giardino, si trova un laghetto per la coltivazione delle varietà acquatiche. Il giardino è aperto gratuitamente dal 2 al 20 maggio, e dal 9 al 14 ospiterà la 56esima edizione del Premio Firenze.

a tavOla. La moda di cucinare a base di petali e dintorni è sempre più diffusa

Il destino dei fiori? Dritto dritto in padella L

a primavera è tornata in grande stile, e tutto intorno è un trionfo di fiori d’acacia, fiori di calendula, primule, ortensie e molto altro ancora. Da mettere nel vaso? No, da mettere in padella. Dall’antipasto al dessert si possono cucinare coloratissimi piatti a base di fiori. Può sembrare strano, ma alla fine a tutti è capitato di mangiarli. Vedi fiori di zucca: si consumano nelle minestre, pastellati e fritti o stufati. Ma ci sono altri fiori che entrano di diritto in cucina. Tecnicamente si chiamano “fiori edibili”, in sostanza sono fiori e piante commestibili che divengono i protagonisti di fantasiose ricette. Il fenomeno “fiori nel piatto” è in ascesa. Tutti, o quasi, si possono friggere: i gerani odorosi, i nasturzi, quelli aranciati che assomigliano ai fiori del cappero, il sambuco, l’acacia, le margherite, le viole del pensiero, i fiori di rucola. Il trucco, svelano gli chef, è scuotere via il polline. Si passano nel latte, poi si tuffano nella farina. Come raccoglierli? Il segreto è cercarli lontano dalle strade trafficate: vanno raccolti all’ultimo momento e bisogna reciderli con le forbici (non

con le mani). Poi vanno adagiati in un cestino (mai in sacchetti di plastica) e vanno conservati a bagno o nel ghiaccio. Quali, invece, vanno evitati? L’oleandro, il ciclamino, la stella di Natale, la camelia, l’anemone e la belladonna, che ha contenuto allucinogeno. A parte quelli velenosi, ce n’è per tutti i gusti: i fiori di calendula possono essere sfruttati per tingere e insaporire, grazie alla presenza di carotene, gustosissimi e coloratissimi risotti. Con la carne si sposano i fiori di melograno, rossi e focosi. Ci si cospargono sopra a pioggia, appena spento il fuoco: si amalgameranno da soli con il calore. Il tarassaco è di preferenza consumato crudo in insalata o cotto. Contorno stuzzicante e appetitoso è la mesticanza con i fiori, da aggiungere all’ultimo momento per non far perdere loro il colore. Si prepara con: fiori di pisello, fiori di fagiolo, glicine, violette, fiori e foglie di nasturzi, foglie fresche e tenere di borraggine e i fiori di tarassaco. Con i semi di papavero si possono infine cucinare prelibati biscotti, fragranti e profumati, ideali per cola/V.G. zione e merenda.

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staZiOne leOPOlDa. Arriva la kermesse dedicata a spettacoli, danza e musica contemporanea

A Firenze Fabbrica fa rima con Europa Teste coronate del palcoscenico e nuove star del firmamento culturale si danno

MaggiO Musicale

appuntamento nello spazio di Porta al Prato, che fino al 28 maggio ospita

Due mesi di teatro con Ozpetek e Renzi

la manifestazione che sposa rappresentazioni e balletto sperimentali con i dj set e gli incontri con gli autori. Per un mix che ha il buon sapore del meltin pot Ludovica V. Zarrilli

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ppuntamento chiave della contemporaneità fiorentina e palcoscenico su cui si ritrovano mostri sacri e nuove leve, Fabbrica Europa torna puntuale anche quest’anno con il suo enorme carico di sperimentazione. Si intitola “Worlds of cultures” la diciottesima edizione del festival, in scena fino al 28 maggio alla Stazione Leopolda e in altri luoghi della città, e va a scandagliare tutte quelle differenze che fanno ricca e variegata la produzione europea di teatro, danza e affini, invogliando all’incontro con chi ancora lotta per passare il messaggio di una cultura in grado di arricchire, di comunicare, di raccontare stati d’animo e prese di posizione. A prendersi l’onore e l’onere di alzare il sipario sull’edizione 2011 è Alain Platen, maestro di fama internazionale che propone al Teatro Verdi il suo “Gardenia” (dal 3 al 5 maggio), una pièce bizzarra, eccentrica, un cabaret colorato e scintillante in cui va in scena la vita di nove travestiti e transessuali, testimonianza intensa e mai banale di cosa prova chi vive al confine tra mascolinità e femminilità. Segue a ruota “Missa Ockeghem” (5 maggio), prima assoluta che crea dal vivo rielaborazioni digitali di elementi vocali sullo sfondo di un allestimento ispirato all’opera dell’architetto Giovanni Michelucci e mescolato con garbo alle video proiezioni e alla musica elettronica. Interessante anche la proposta del collettivo norvegese Verdensteatret che in “And all the questionmarks started to sing” (dal 13 al 15 maggio alla Leopolda) presenta una macchina artistica mossa da performer e da veri e propri robot realizzati con rottami, ruote di biciclette e oggetti di vetro. Parla il linguaggio della danza il gruppo Zita Swoon che con la collaborazione di Rosas/Anne Teresa De Keersmaeker il 7 maggio porta sul palco fiorentino Dancing with the Sound Hobbyist, dialogo tra musica e danza che riesce a far dialogare composizioni musicali e coreografiche in un unico viaggio sonoro. Grande attesa anche per il pianista jazz Stefano Bollani che si esibirà insieme all’Orchestra della Toscana diretta da Mirko Guerrini in una “Divagazione su 319 corde” (10 maggio) e poi ancora, l’immancabile compagnia Virgilio Sieni che dal 17 al 21 ai cantieri Gol-

un momEnto dEllo spEttacolo di

alain platEn

donetta presenta “Due lupi”, spettacolo ispirato a Il grande quaderno, prima parte della Trilogia della città di K. di Agota Kristof. Ma il palcoscenico tra danza e teatro non sarà l’unico protagonista della manifestazione. In programma anche un concorso coreografico, il Premio Toscana Factory-dance, e poi le serate a base di musica come quelle curate da Switch in collaborazione con Andrea Mi che porteranno in consolle KC the Funkaholic, gli inglesi J Star e Benji Boko e ancora Play Black,

progetto di Fabbrica Europa che per una sera porterà alla Stazione Leopolda il best of della musica nera. Un capitolo a parte lo merita la presentazione del libro “Dopo la battaglia. Scritti poetico politici” che l’autore e maestro del teatro contemporaneo Pippo Delbono presenterà insieme a Leonetta Bentivoglio nell’ex stazione granducale. Non resta che rimboccarsi le maniche e prepararsi ad una full immersion di cultura in salsa europea. Info e calendario: www.fabbricaeuropa.it.

in liBreria. Un saggio spiega come migliorare la vita dietro la scrivania

Alla ricerca del benessere perduto (in ufficio) O

ggi il tempo che viene impiegato sul posto di lavoro occupa gran parte della giornata e quindi della vita. Cercare non soltanto di sopravvivere, ma essere reale protagonista in questo ambiente è l’intento di “Benessere sul lavoro e qualità delle relazioni”, uscito nel 2010 per Aracne editrice (204 pagg. 10 euro). Lo scenario economico e le plurime richieste che spesso le aziende inoltrano ai propri dipendenti costano a questi ultimi un inevitabile impegno in termini psicologici e sociali. Non è raro che cambiamenti improvvisi e anche un clima di competizione, creino dei conflitti e spesso una tensione sottopelle all’interno del microcosmo del lavoro. Questo spesso genera delle difficoltà nella distribuzione e nell’organizzazione dei compiti: situazione ideale perché nasca un clima di insoddisfazione, inadeguatezza e a volte un vero e proprio senso di malessere nei dipendenti. Nei casi più estremi si possono registrare veri e propri atti violenti o minacce di violenza, aggressioni verbali e/o intimidazioni da parte di colleghi di lavoro o superiori. Benessere sul lavoro e qualità delle relazioni spiega come l’attenzione delle aziende nel cercare di superare il clima di conflitto può

solo migliorare la condizione dei dipendenti e quindi la loro resa. Definire il benessere non è così ovvio, ma si tracciano delle chiare linee guida che possono tornare utili: per esempio far sì che le persone si sentano parte di un progetto, lasciare capacità di giudizio in modo che il dipendente sia conscio delle proprie abilità e spinto alla propria realizzazione, riuscire ad instaurare un dialogo con ogni collaboratore e riconoscere a quest’ultimo dei riconoscimenti a lavoro portato a termine. Questo tipo di azioni individuali dovranno poi essere messe in atto in relazione con gli altri (anch’essi portatori di propri intenti, desideri, capacità) ricordandosi che ognuno realmente può fare la differenza e che spesso il successo si costruisce sulle relazioni. Riuscendo in questo intento nel libro si denota come sul piano concreto un benessere organizzativo e una qualità di relazioni porta effettivamente a una diminuzione della non produttività, dell’assenteismo e dello stress. Benessere sul lavoro e qualità delle relazioni fa interagire contributi del mondo scientifico con dati tangibili del mondo professionale chiarendo /L.S. varie dinamiche e offrendo dei contributi su differenti fronti.

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n’Aida vestita di nuovo, con la straordinaria regia di Ferzan Ozpetek e la scenografia del premio Oscar Dante Ferretti hanno inaugurato lo scorso 28 aprile la 74esima edizione del Maggio Musicale Fiorentino, che dopo la bufera della tournée giapponese torna a concentrarsi sulla musica e sulla danza, che faranno compagnia gli spettatori del festival fino alla fine di giugno. “Nonostante i tagli ha detto il maestro Zubin Mehta - il Festival presenta un programma meraviglioso e un cartellone ricco di eventi”. E come dargli torto, basta dare un’occhiata agli appuntamenti in programma per rendersi conto che ad attendere gli spettatori più affezionati c’è una primavera (e un’inizio di estate) piena di sorprese. Dopo Aida (in replica fino al 12 maggio) sarà la volta di un “Pierino e il Lupo” (14 maggio), dedicato ai bambini che vedrà nelle vesti speciali di narratore il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Subito dopo toccherà a “L’Italia del destino. Real-Italy in un atto” che verrà messa in scena al teatro Goldoni, commissionata al compositore Luca Mosca e al librettista Gianluigi Melega. Per gli amanti della bella musica è vivamente consigliata una serata all’anteprima assoluta ‘Viaggio in Italia’, concerto speciale in cui verranno eseguite venti canzoni popolari di venti regioni italiane di venti compositori contemporanei. E ancora, i primi di giugno sarà la volta di un classico del balletto, “Il lago dei cigni” sull’indimenticabile musica di Cajkovskij, che per quattro giorni sarà il protagonista indiscusso delle serate del Comunale. “E’ un anno straordinario per il Festival - ha detto Francesca Colombo, sovrintendente del teatro del Maggio - che dedica ai 150 anni dell’Unità d’Italia una buona parte del programma. Il percorso delle celebrazioni terminerà con la nostra nuova casa (il nuovo auditorium, in costruzione alla Leopolda, ndr) che inaugureremo il 21 dicembre di quest’anno”. E poi ancora concerti di qualità, tra cui un omaggio lungo tre sere alla musica di Franz Litsz di cui quest’anno ricorre il secondo centenario della nascita e per chiudere in bellezza, il dramma in tre atti musicato da Claudio Monteverdi, L’incoronazione di Poppea (al Teatro della Pergola dal 18 al 22 giugno) e il consueto Galà di danza, che il 30 giugno farà calare il sipario sul festival /L.V.Z. fiorentino.

FErZan oZpEtEK


cultura

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BOBOli. Dal 19 al 22 porte aperte nelle limonaie del giardino per un viaggio tra le essenze odorose

Un mondo di profumi nel cuore del parco Caterina Gentileschi

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orse una rondine non fa primavera, ma una limonaia profumata sicuramente sì. E’ con questo spirito che anche quest’anno torna “I profumi di Boboli”, manifestazione dedicata alle eccellenze di cosmetica e affini che ogni anno viene ospitata dagli spazi del giardino più bello della città. L’appuntamento è fissato per i giorni che vanno dal 19 al 22 maggio, durante i quali curiosi e addetti ai lavori potranno approfittare dei prodotti messi a disposizione dalla venti selezionatissime aziende che partecipano all’iniziativa. Dalle colline toscane è in arrivo una esclusiva linea di bellezza con olio extravergine di oliva Toscano IGP biologico. La ricchezza della formulazione, appositamente studiata per mantenere inalterato l’equilibrio idrolipidico della pelle, rende questa preziosa ricetta una vera e propria esperienza sensoriale e olfattiva riservata al pubblico di I profumi di Boboli. Lino, acqua di anemone e giglio marino sono i componenti della fragranza elitaria di una linea di saponi naturali di nicchia da sempre in vetrina a Boboli. I colori e i profumi della Provenza in un bouquet a base di olii essenziali di eccezionale purezza; cosmetici naturali anti age ricchi di aloe vera, enzimi e piante officinali; e ancora l’antico sapere legato alle tecniche di

lavorazione del sapone di aleppo, una alchimia di olio di oliva e bacche di alloro rimasta invariata da duemila anni; le delizie di un natura incontaminata hanno oltrepassato le grate dei monasteri d’Italia: prodotti, cosmetici e fragranze che ben si sposano con l’atmosfera di un giardino unico al mondo. Le scorse edizioni hanno anche evidenziato l’aspetto settoriale della manifestazione: un dialogo proficuo tra

In mostra i prodotti naturali di venti espositori selezionati

produttore, distributore e fruitore, un coordinamento strutturato tra domanda e offerta. Ma il viaggio alla scoperta delle essenze e della natura non si esaurisce all’interno del giardino di Palazzo Pitti, prosegue nel corridoio espositivo della Specola, sezione di zoologia del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze che confina con il giardino, corridoio all’interno del quale verrà allestita la mostra “Oniricum. Natura tra sogno e realtà”, curata da Angelo

Pieroni; un percorso espositivo che intende evidenziare tecniche, sensibilità e forme espressive diverse partendo da un tema originario comune: la capacità dell’uomo di riscoprire la sua appartenenza alla natura attraverso un percorso

di segni e simboli propri di un immaginario che ci accomuna. Aperto dalle 10 alle 20 (ultimo ingresso nel giardino di Boboli dal cancello di Annalena alle 19.00). Ingresso: 6 euro, gratuito per i residenti a Firenze.

l’aPPuntaMentO. Tutto pronto per la seconda edizione del Festival del gelato

In piazza torna l’evento a misura di goloso I

l sole riscalda la città del giglio, le giornate si fanno sempre più lunghe e non c’è appuntamento più atteso del Festival del gelato, che torna puntualissimo anche quest’anno per deliziare i palati dei più golosi della città del giglio. Dal 25 al 29 maggio il centro di Firenze si trasformerà nella patria del dolce più amato al mondo, sfoderando per l’occasione novità e gusti dedicati ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Per l’edizione 2011 il festival ha deciso di fare le cose in grande, invadendo di gusto la città e sbarcando in Oltrarno, coinvolgendo in questo tour del gusto anche i laboratori della zona artigiana della città e

allestendo un vero e proprio villaggio artigianale nella splendida cornice di Piazza Pitti. Ai laboratori a vista, dove i mastri gelatieri prepareranno i loro gusti e si alterneranno per produrre le golosità e agli stand per le degustazioni farà da cornice uno dei palazzi più belli e famosi della città, la residenza dei Medici che si apre sul Giardino di Boboli mentre il “villaggio industriale” prenderà casa come lo scorso anno in piazza della Repubblica dove si farà spazio lo stand di Sammontana, che ha già pronte alcune sorprese tricolori per le celebrazioni del 2011. Dal convegno inaugurale al programma degli workshop, dal-

la cena di gala agli eventi di Fuori Festival, tante iniziative ed occasioni di animazione renderanno la vita in città dolce e spensierata. In programma laboratori per bambini e workshop per adulti, iniziative musicali e numerosi happy hour a base di gelato. Uno spazio privilegiato sarà quello dedicato alla formazione d’eccellenza dei gelatieri, protagonista la Carpigiani University, la Scuola di Gelateria più prestigiosa del mondo che organizzerà prove pratiche per dare a tutti la possibilità di apprendere l’arte del gelato creando il proprio gusto. Dalle 12 alle 24. Info: /C.G. www.festivaldelgelato.com.

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calciO. La Primavera di Renato Buso ha conquistato la Coppa Italia battendo la Roma

La faccia sorridente della Fiorentina Già finalista al torneo di Viareggio, la squadra dei baby viola è riuscita nell’impresa di vincere contro quella di De Rossi, dopo che l’andata al Franchi era finita 1-1. Tante le stelle che hanno brillato: una su tutte, Carraro

un momEnto dElla FinalE a

roma

Cristina Guerri

S

ono loro l’altra faccia, quella sorridente e vincente, della Fiorentina. Sono i ragazzi della Primavera di Renato Buso. Quel gruppo composto in maggioranza dai giovani che tre anni fa conquistarono lo scudetto Allievi: il primo titolo dell’era Della Valle. Forse è proprio il caso di dire che il buongiorno lo si era visto dal mattino. Perché nel frattempo quei giovani dalle belle speranze sono cresciuti, maturati. E quest’anno hanno tolto i titoli dei quotidiani ai vari Frey, Mutu, Montolivo e Gilardino. Merito di una stagione stratosferica tra torneo Viareggio, Coppa Italia e campionato. E se la Coppa Carnevale non è andata come tutti si aspettavano (la Fiorentina ha perso la finalissima contro l’Inter), discorso assai diverso vale per il trofeo Tim Cup. Dopo una finale di

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andata (terminata 1-1 al Franchi) che sapeva più di sconfitta, i viola hanno ribaltato i pronostici battendo i padroni di casa della Roma. Un successo insperato, reso ancor più bello e indimenticabile dal dolce suono dell’inno della Fiorentina a tutto volume allo stadio Olimpico. Una vittoria che appartiene anche a Corvino, che - oltre che a dirigere il mercato della prima squadra - è anche il responsabile del settore giovanile viola. E che da anni parla di queste famose “pianticelle” più di Montolivo e Gilardino. Segno che in questo progetto, quello dei giovani, ci ha sempre creduto. A partire da Camporese. Capitano di quella famosa formazione allievi campione d’Italia, il giovane difensore toscano è in prima squadra dallo scorso ritiro. Dopo l’esordio a San Siro con il Milan, Camporese era riuscito a scavalcare nelle preferenze sia Natali che Kroldrup, facendo coppia fissa con Gamberini al centro della difesa. È lui l’esempio da seguire, anche se sono tanti i ragazzi

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che meritano di vivere la prima squadra. Ha già esordito in serie A anche Piccini, il terzino destro autore del golvittoria in Coppa Italia. Sempre in difesa, la Fiorentina del domani potrà contare anche su Masi. A centrocampo la qualità è garantita da Taddei e Salifu (quest’ultimo arrivato dal Vicenza nell’ultima sessione di calciomercato). Davanti, Mihajlovic avrà l’imbarazzo della scelta. La carta su cui puntare è sicuramente Carraro. Un numero dieci con diversi colpi in canna, come i calci piazzati, la visuale di gioco e i dribbling sugli avversari. Che in attacco fa coppia fissa con bomber Iemmello e Acosty. E talvolta con Matos, che pare addirittura aver colpito il Manchester City dell’ex viola Roberto Mancini. Sono dunque loro la speranza della Fiorentina del domani, che punterà sull’alta qualità del settore giovanile per avere a che fare, un giorno, con i nuovi protagonisti in prima squadra. Anche a costo di aspettare qualche anno.

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sport

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il PuntO. È virtualmente terminata ad aprile un’annata deludente per Mihajlovic e i suoi

Una stagione da “Anonimo gigliato” Cristina Guerri

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embrava non finisse mai questa stagione. Che brutta sopresa la Fiorentina di quest’anno, che era partita con tutt’altri presupposti rispetto a quella situazione di totale apatia

dei giorni nostri. Quegli stessi presupposti messi in piedi da Sinisa Mihajlovic: un tecnico giovane e di belle speranze che poteva contare sullo stesso gruppo che, poco più di un anno fa, festeggiava gli ottavi di finale di Champions League. Di rinforzi, infatti, ne sono arrivati pochi, e per la metà sono

Le prospettive iniziali erano ben altre: ora i tifosi vogliono guardare avanti. A partire dal prossimo campionato

risultati inutili (Boruc ha fatto bene, D’Agostino ha giocato una manciata di partite e Cerci è stato la valvola di sfogo del tifoso viola arrabbiato). Poi di mezzo ci si sono messi i tanti infortuni e le varie vicende alla Mutu, tanto per fare un esempio. Ma resta il fatto che qualcosa non è andato per il verso giusto, e adesso - per dare un senso a queste ultime partite della stagione - Mihajlovic ha deciso di concedere qualche opportunità ai ragazzi della Primavera. Tornando al recente passato, si può indivduare in una partita, forse la più brutta giocata in casa, la fine della pazienza dei tifosi viola: quella contro il Milan, ma soprattutto quel primo tempo da squadra da retrocessione che non sapeva dove andare a parare. Eppure l’occasione per raddrizzare quella brutta sconfitta i viola se l’erano ritrovata su un piatto d’argento la settimana successiva. La gara che seguiva, infatti, vedeva la Fiorentina affrontare, sempre al Franchi, la Juventus. Non una squadra a caso. La Juventus, la “nemica numero uno” dalle parti di Firenze. Eppure tutta questa voglia di riscatto, in campo, i tifosi non l’hanno vista. Anzi. Lo scialbo 0-0 ha accompagnato i giocatori viola nello spogliatoio con i fischi della curva Fiesole. Ecco, il campionato è finito in quell’istante. La parola fine è più vicina che mai (per fortuna). E chi di dovere dovrà pensare a come

non ripetere gli errori commessi in passato. Ci dovrà pensare Corvino, in primis. Che Mihajlovic rimanga o no, che i vari Montolivo, Gilardino, Vargas e Mutu giocheranno o meno ancora con la maglia viola, l’obiettivo che i tifosi si augurano

deve essere quello di costruire una nuova Fiorentina. Fatta di giocatori motivati e fieri di vestire quella casacca che, quest’anno, a qualcuno è sembrata non essere stata troppo rispettata. Sarà difficile, ma non impossibile.

AMARCoRD Appuntamento con la storia: seconda puntata

Il rigore del Divin Codino

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iorentina-Juventus, ciak si gira. E visto che l’ultimo appuntamento in ordine temporale tra le due squadre non è stato certo un match da ricordare nei secoli dei secoli (la partita è terminata con uno spento 0-0), ci pensa Il Reporter a far rivivere ai tifosi le emozioni di un Fiorentina-Juventus indimenticabile. Quello del 6 aprile 1991. Quello del famoso passo indietro di Baggio, trasferitosi proprio in quella stagione dalla Fiorentina alla Juventus. E fu proprio Baggio il protagonista di quella partita. Il bianconero conquistò un calcio di rigore ma si rifiutò di batterlo. Nessuna dietrologia per il Divin Codino, solo la consapevolezza che a difendere la porta si sarebbe ritrovato di fronte Mareggini, che conosceva benissimo l’ex compagno di squadra con il quale

si era allenato per tanto tempo. Toccò allora a De Agostini calciare dagli undici metri: Mareggini parò il rigore e la Fiorentina vinse poi la partita grazie alla rete di Fuser. Ma non è finita qui. A fine gara Robi suscitò le ire dei tifosi bianconeri raccogliendo una sciarpa viola gettata in campo. “È stata una cosa naturale - aveva poi commentato Baggio- quasi un commiato davanti a un pubblico che, pur fischiandomi per tutta la partita, mi aveva voluto bene”. Come dimenticare, poi, un pezzo di storia moderna: Fiorentina - Juventus 1 a 0, gol del Re Leone. Tredici anni fa. Quasi un’eternità. Era la Fiorentina di Bati, Rui Costa, Toldo, Robbiati. Una formazione fatta di stelle, quando la Fiorentina era una (e una delle più belle) delle “sette so/C.G. relle”.

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sport nel Valdarno

Pallavolo. Da capire se la squadra arriverà ai play-off o quarta: ormai una big

Quello straordinario Valdarno Volley Lorenzo Mossani

Le ragazze di Barbara Biagi, autrici di un incredibile girone di ritorno,

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sono in lotta con Casette d’Ete per un posto nell’Olimpo di questo sport.

traordinarie. Il campionato del Valdarno in questa stagione non si puo’ giudicare che con questo termine. Eccezionale tutto il gruppo. In primis, LEI, la palleggiatrice che più di tutte ha deliziato con i suoi tocchi tutti gli appassionati di pallavolo. Qualcuno potrebbe dire che non ha giocato bene il derby contro Il Bisonte, almeno non al suo livello. Cosa significa? Che a 33 anni ci si puo’ ancora emozionare, perché come tutti sanno i derby sono partite a sé. La palma della migliore alzatrice del girone non gliela puo’ togliere nessuno. Come nessuno puo’ estirpare il titolo di squadra ‘rivelazione’ al Valdarno Volley. Merito sicuramente del manico, Barbara Biagi, che qualsiasi squadra tocca progredisce durante il campionato: nello sport niente è per caso. Come non è stato una coincidenza la crescita esponenziale delle babies nerocelesti. Una sorta di Under 18 che è diventata più forte partita dopo partita, punto dopo punto, sotto la guida di alcune giocatrici esperte. Una vittoria di tutta la società su tutta la linea. Ad inizio anno avevano fatto una scommessa: è stata vinta, con una professionalità difficile da trovare in molte realtà consolidate. Il lavoro paga e se il buongiorno si vede dal mattino il 2011/2012 potrebbe essere l’anno della verità. Quest’anno l’obiettivo era crescere, poi si è alzata l’asticella e sono diventati i play-off, per crescere ancora il nuovo traguardo deve essere la Serie A. C’è tutto per far bene: dirigenti, sponsor, un gruppo di ragazze affiatato e in continuo miglioramento. A metà di questo campionato in pochi dopo il “November Rain” avrebbero scommesso su 1169624

Dalle parole del presidente Giuseppe Caprella emerge un futuro roseo

Ilaria Ranieri

un Valdarno da vertigini. Niente di più sbagliato, i conti si fanno alla fine. Ed è stato bello crederci insieme a loro. Poche dichiarazioni e tanto lavoro. Non si possono spendere parole sulle singole giocatrici, bisogna solo elogiare il gruppo. Una rosa che speriamo possa essere in gran parte riconfermata per la prossima stagione sia in Serie B1 che (ancora oggi il Valdarno puo’ sperare) in A2. Se lo meriterebbero tutte. Giuseppe Caprella, presidente, sponsor e ‘propulsore’ della società ci svela qualche segreto. Sono stato uno dei pochi che credeva nella Serie A immediatamente in questa stagione: abbiamo creato un cocktail eccezionale: Ranieri era una sicurezza, Biagi non poteva che far bene. Poi? Un gruppo di ragazze incredibili, le giovani Puccini e Villani, l’uragano Basciano. Si sente di svelarci colpi di mercato o dirci chi resterà l’anno prossimo? Sia in caso di A2 che di B1 almeno un 70% della squadra. Ha qualche colpo in canna? Almeno due, dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti. Ci puo’ dire i nomi? Ancora lottiamo per un posto ai play-off, pensiamo a finire bene questa stagione: comunque vada sarà un successo!


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La Storia. Il giocatore più forte di sempre in ritiro a Reggello con il suo Napoli

Diego Armando Maradona è stato qui Andrea Tani

Marchesi non ha dimenticato Reggello ed è lui a indicare la via. I primi di agosto la squadra arriva alle pendici del Pratomagno. Anche qui l’accoglienza è trionfale: tutti vogliono vedere l’argentino, impresa per niente facile. La squadra arriva al campo sportivo in pullman, lui su un’auto personale che lo fa scendere a pochi metri dal manto erboso, scortato dalle guardie del corpo. Finito l’allenamento gli altri tornano in albergo, Maradona sale in macchina e si ritira in una villa immersa nella campagna reggellese dove alloggia lontano dalla squadra. Aveva già tutti i crismi della star (e d’altra parte chi poteva permetterseli se non lui?). Il momento tanto atteso da tutti i calciofili valdarnesi arriva finalmente il 17 agosto 1984: amichevole Resco Reggello-Napoli, tutto esaurito al Comunale per un match che i presenti non dimenticheranno più (vinto 9-0 dai partenopei, giusto per la cronaca). Alla prima assoluta in maglia biancoazzurra Maradona incanta con la palla al piede, inventa assist per i compagni e segna in ogni modo. Lo farà per almeno altre dieci stagioni, vincendo due scudetti e un mondiale. In quell’agosto del 1984 era considerato il più forte del momento. Nel giro di pochi anni sarebbe diventato il più forte di sempre.

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Calcio/1. Una squadra costruita per puntare in alto. Scoglio Porta Romana

Resco Reggello: obiettivo promozione

“L’

unica sfortuna è stata quella di trovare sulla nostra strada una squadra forte ed organizzata come il Porta Romana”. Il direttore generale Brunero Poggesi non ha dubbi: la Resco Reggello è pronta per il salto di categoria e potrebbe centrare al primo tentativo l’obiettivo dichiarato del programma di rilancio avviato la scorsa estate, dopo la sfortunata retrocessione del 2010. Maggio sarà quindi un mese torrido, non solo per le previsioni dei meteorologi. Chiuso il campionato al secondo posto del girone C di Prima categoria, il primo del mese la Resco è scesa sul campo del Cavriglia per il derby di andata nelle semifinali playoff. Ri-

torno previsto per l’8 maggio e, se tutto andrà secondo i piani, il 15 sarà tempo di giocare la gara di andata del turno successivo, quello che mette in palio la promozione per poi chiudere la stagone il 22 maggio al Comunale di Reggello con la gara di ritorno. “Siamo soddisfatti di come abbiamo lavorato fino ad oggi. La società – spiega Poggesi – è stata riorganizzata per puntare in alto, a partire dal settore giovanile che oggi conta più di 200 ragazzi nati tra il 1994 e il 2005 e dove abbiamo raddoppiato il numero degli istruttori. I playoff sono spietati. Sappiamo che sarà dura, ma faremo di tutto per /A.Tani tornare dove ci compete”.

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uella di Maradona al Napoli, più che storia, è leggenda. Ma che l’epopea del ‘Pibe de oro’ in maglia biancoazzurra iniziò a Reggello è cosa meno nota. Era l’estate del 1984 e l’argentino era stato appena acquistato per 13 miliardi di lire, una cifra spropositata per i tempi. Per capire come Maradona arrivò in Valdarno bisogna però fare un passo indietro. Anno di grazia 1979, mister Rino Marchesi siede sulla panchina dell’Avellino all’esordio in Serie A e chiude conquistando una comoda salvezza con una giornata di anticipo grazie alla vittoria sull’Inter del penultimo turno. Arriva l’estate, si cerca la meta più adatta per il ritiro. La scelta cade su Reggello: l’aria è buona e la cucina ottima, ci sono strutture all’avanguardia e poche distrazioni notturne per i calciatori. Marchesi chiuderà l’anno ad Avellino per poi passare alla guida del Napoli, dove resterà per due stagioni, prima di una parentesi all’Inter. Si arriva così al 1983 e il Napoli, contro ogni aspettativa, naviga in brutte acque, rischiando la retrocessione. A dieci giornate dal termine il presidente Ferlaino capisce che l’unico in grado di salvarlo dalla Serie B è proprio Marchesi. Di nuovo all’ombra del Vesuvio il mister lombardo acciuffa una sofferta salvezza che gli vale la conferma per la stagione successiva. Quella che, nelle intenzioni della società partenopea, deve essere la stagione del riscatto. Il 5 luglio Maradona viene presentato al San Paolo davanti a 70mila tifosi, un’intera città in delirio. C’è da organizzare il ritiro, il più possibile lontano dai riflettori per mantenere alta la concentrazione.

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Pallavolo. Rimane la soddisfazione per il titolo provinciale

Si ferma il cammino dell’under 16 Andrea Tani

I

ncredibile come lo sport sappia regalare storie meravigliose di sceneggiatori da premio Oscar. Prima di laurearsi campione provinciale e di lottare fino in fondo per il titolo regionale, la squadra Under 16 del Volley Grop Valdarno ha rischiato di non partire nemmeno. “Ci siamo ritrovati in estate con otto sole giocatrici – racconta mister Maurizio Lepri – e non sapevamo come andare avanti. Per fortuna il Volley Arno Montevarchi ci ha prestato un paio di ragazze per raggiungere il numero appena sufficiente per scendere in campo”. Impossibile avere grandi aspettative, ma è bastato poco per capire che c’era qualcosa di speciale in questa squadra: “già dalle prime amichevoli ci siamo accorti di non essere così indietro, nemmeno rispetto a squadre di rango. Abbiamo preso fiducia”. Il girone della prima fase si rivela una formalità e il Volley Group lo vince senza soffrire più del dovuto. “Questo ci ha permesso di evitare gli spareggi ed accedere direttamente ai quarti di finale contro il Pontassieve”. Un secco 2-0 e semifinali in tasca. Contro l’Etruria Sesto Fiorentino si risolve tutto al golden set: le valdarnesi non tremano e per loro si spalan-

PALLAVOLO VALDARNO GROUP PROMOSSO IN SERIE D A volte anche una sconfitta può avere il dolce sapore del successo: lo scorso 16 aprile la squadra maggiore del Volley Group Valdarno ha perso l’imbattibilità nel campionato di Prima divisione dopo 19 vittorie consecutive cadendo per 3-2 a Tegoleto. Il punto conquistato basta comunque alle ragazze di mister Buoncristiani a guadagnarsi il primato matematico del girone e dunque la promozione diretta in Serie D con due giornate di anticipo sul termine della stagione. E sbrigata la formalità dell’ultima gara stagionale ad Arezzo, in programma il prossimo 8 maggio, si apriranno ufficialmente i festeggiamenti. CALCIO ULTIMI GIORNI PER ISCRIVERSI AL “FIORENTINA CAMP” Restano aperte fino al prossimo 15 maggio le iscrizioni al ‘Fiorentina Camp’, il campo scuola estivo organizzato dalla Resco Reggello in collaborazione con la società viola. Dal 20 al 25 giugno ragazzi e ragazze dai 6 ai 16 anni avranno l’opportunità di migliorarsi in ogni aspetto del gioco, dal tiro alla ricezione, dal controllo di palla al colpo di testa alla difesa, seguiti dallo staff tecnico della Resco coordinato dalla Fiorentina. Il pomeriggio sarà poi dedicato al divertimento in gruppo con attività sportive e ricreative. Maggiori informazioni sul sito www.violachannel.tv o su www.rescoreggello1909.wordpress.com.

cano le porte della finalissima contro la Sestese. All’andata è una battaglia epica che vede le ragazze del Matassino trionfare al termine di due ore e mezzo di gioco memorabili. La banda di mister Lepri sembra però non accusare lo sforzo e pochi giorni più tardi si aggiudica il match point con un autoritario 3-0, regalandosi la gioia del titolo di Campionesse provinciali. Meno fortunata l’avventura al torneo regionale, complice un sorteggio disastroso che al terzo turno ha messo le valdarnesi di fron-

Calcio/2. Grande stagione per l’Ideal Club

Il pallone giovanile dice Incisa

C’

è una gemma che risplende più delle altre nel bilancio di fine stagione dell’Ideal Club Incisa. È quella dei Giovanissimi B, classe 1997, autentico fiore all’occhiello del settore giovanile incisano, senza nulla togliere alle altre squadre. Una macchina da guerra costruita per vincere che sotto la guida di mister Loris Innocenti, responsabile tecnico dell’intero vivaio, già da alcuni anni si batte ai vertici delle categorie a cui ha preso parte, tanto da avere attirato le attenzioni delle società limitrofe che partecipano a campionati superiori. Hanno resistito alle tentazioni di palcoscenici forse più allettanti e sono stati premiati con un exploit nel gioco e nei risultati: dopo un’avvincente lotta contro il Pontassieve per la supremazia del girone C, i valdarnesi hanno finalmente tagliato in testa il traguardo vincendo sulla Terranuovese lo scorso 10 aprile e aggiudicandosi il torneo con tre punti di vantaggio sulla seconda. Poche cifre ma sufficienti a dare la misura del primato: 100 goal segnati in 26 partite a fronte di otto sole reti subite. Bene ma non benissimo invece gli Juniores provinciali di mister Marco Piombanti, attualmente al terzo posto del girone con una giornata ancora da giocare. È mancata forse la freddezza necessaria in occasione degli appun-

pillole

tamenti più importanti della stagione che avrebbe permesso di lottare per la promozione nel torneo regionale, ma la buona qualità del gioco messa in mostra ha confermato il potenziale di questa squadra e gettato le basi per ricandidarsi alla vittoria finale il prossimo anno. Gli Allievi regionali hanno pagato dazio per essere più giovani di un anno rispetto agli avversari: qualche battuta a vuoto c’è stata, specialmente in trasferta. Da Figline arriva una buona metà dei Giovanissimi classe 1996 di mister Marcello Ciabatti, che dopo la fusione con il nucleo storico incisano hanno disputato un buon campionato di medio/Andrea Tani alta classifica.

te alla più seria candidata alla vittoria finale, la Carrarese. Ma questo non basta a cancellare il successo. “Qui non ci sono stelle, c’è un gruppo di brave giocatrici spesso snobbate dalle società importanti perché troppo basse e limitate tecnicamente. Ma con le nostre ‘nane’ riusciamo a vincere scendendo in campo col sorriso sulle labbra, per divertirsi e aiutarsi l’una con l’altra”. Ed è questa la vittoria più bella. Da ricordare anche il bel cammino dell’altra Under 16 fermata un turno prima.

CALCIO la GIALLOBLÙ FIGLINE NON EVITA I PLAYOUT La Gialloblù Figline non riesce ad evitare i playout e dovrà quindi giocarsi il tutto per tutto nella serie contro il Bibbiena. Decisiva la penalizzazione di due punti inflitta all’inizio del mese scorso mese scorso da parte della Commissione disciplinare della Federcalcio toscana per aver utilizzato due calciatori non regolarmente tesserati. Dopo la gara di andata giocata sul campo degli aretini il 1° maggio, il ritorno al ‘Goffredo Del Buffa’ è in programma domenica 8 maggio. Resta il rammarico per un’annata non proprio esaltante, ma i miglioramenti mostrati nell’ultima parte di campionato lasciano ben sperare. BASKET FEMMINILE RUSH FINALE PER LA DON BOSCO Forti di sei successi in sette partite, per le ragazze del Don Bosco Figline è tempo di entrare nelle fasi calde del Trofeo Primavera, la competizione riservata alle squadre toscane rimaste fuori dai playoff. Dopo l’ultima, bella vittoria esterna a Pomarance (39-45) la banda di coach Giuliana si giocherà a maggio le ultime tre gare della stagione, tutte in casa: il 1° maggio contro il Massa e Cozzile, l’8 contro Montecatini per finire il 15 contro il San Miniato. Ci sono buone possibilità di vedere le gialloblù ai piani alti della classifica a fine stagione.


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“PUliZia STrade anCHe Per le BiCiCleTTe” Ormai è lampante che la bicicletta è senza dubbio un mezzo da incentivare soprattutto in una città come Firenze che per buona percentuale possiede un terreno “pianeggiante” ed una viabilità con sezioni stradali ristrette. Il problema è la gestione dei parcheggi delle biciclette stesse al fine di evitare la sosta selvaggia ai pali di segnaletica stradale spesso a ridosso di abitazioni private danneggiando pareti ed estetica. Come già più volte letto senza dubbio sono poche le rastrelliere in città ma io credo che il problema più grande è la pessima gestione delle medesime e del parcheggio selvaggio. Le rastrelliere spesso si trasformano in un ammasso di carcasse arrugginite di pezzi di bicicletta e trattandosi di mezzi non targati rimangono lì anche mesi. E’ certamente encomiabile l’indirizzo del Sindaco di eliminare il parcheggio selvaggio e su questo ha sicuramente l’appoggio dei cittadini. Devo però segnalare una difficoltà nell’applicare questo indirizzo, infatti la Polizia Municipale dice di procedere con degli interventi di rimozione periodici (rari) che risultano per il Comune di Firenze un mero costo. Quanto sopra detto non favorisce l’intervento della Polizia Municipale che tende a minimizzare il problema di fronte ad altre priorità in città. Per dare un contributo a risolvere pragmaticamente il problema, inviterei il Comune a disporre dei cartelli di divieto di sosta per pulizia strade anche per la zona rastrelliere in modo da consentire una rimozione periodica di tutto ciò che rimane nella rastrelliera stessa. Le biciclette integre che vengono rimosse se reclamate dal legittimo proprietario saranno riconsegnate al medesimo dietro pagamento di una multa salata. Qualora il proprietario non si presentasse a ritirare il velocipede entro un certo numero di giorni il Comune sequestrerà il mezzo vendendolo all’asta rientrando almeno di parte delle spese sostenute per la rimozione. Questo sistema obbligherebbe i proprietari di biciclette a spostare periodicamente la loro bicicletta costringen-

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doli a non abbandonare il mezzo per mesi consentendo una rotazione dei parcheggi e la pulizia dei medesimi. Naturalmente un progetto del genere prevederebbe l’aumento del numero delle rastrelliere e una politica rigidissima sulla sosta selvaggia ai pali della segnaletica stradale. Infatti in occasione della pulizia strade la Polizia Municipale dovrebbe far rimuovere tutte le biciclette legate a pali di cartellonistica stradale trattando le biciclette rimosse come quelle sopra citate per le rastrelliere. Ritengo la soluzione sopra esposta applicabile ed interessante. Saluti Giovanni Valenti raSTrelliere e PiSTe CiClaBili, l’oPinione di Una “CiCliSTa eSaSPeraTa” Salve, scrivo questa lettera stimolata dall’opuscolo trovato allegato al vostro numero di Aprile. In particolare mi riferisco alla questione biciclette e agli annunciati grandi progetti per rastrelliere e piste ciclabili. Nell’opuscolo si dice che, in vista dei mondiali di ciclismo del 2013, verranno predisposte nuove rastrelliere per abolire la “sosta selvaggia” e implementata la rete di piste ciclabili. Ben vengano questi interventi però.... 1) ancor prima di posizionare nuove rastrelliere sarebbe opportuno trovare il modo di “ripulire” quelle già esistenti dai numerosi rottami che le occupano indebitamente. Io abito in zona Cure e nella mia strada così come nelle limitrofe, il 70% dei posti disponibili nelle rastrelliere è occupato da resti arrugginiti e inutilizzabili (ruote, pezzi di telaio...). Un sistema potrebbe essere quello già suggerito da un altro lettore: in occasione della pulizia delle strade imporre la rimozione anche delle biciclette così si otterrebbero due risultati: la bici lasciata lì dal proprietario che considera la rastrelliera un deposito rifiuti, farebbe la sua giusta fine (deposito comunale e poi smaltimento); le rastrelliere verrebbero periodicamente ripulite dallo sporco (foglie, cartacce, lattine, siringhe) di cui divengono abitualmente ricettacolo; 2) far rispettare agli automobilisti incivili, tramite apposite multe pecuniarie, il divieto di sosta davanti alle rastrelliere. Le poche volte che sono riuscita a trovare un posto libero e ho allucchettato la bici, la mattina dopo ho trovato la bicicletta bloccata dall’immancabile automobile parcheggiata davanti; ho anche chiamato la polizia municipale chiedendo il loro intervento ma dopo due ore nessuno si era ancora visto e per andare al lavoro ho dovuto “arrangiarmi” altrimenti (perché i vigili sono invece così solerti quando si tratta di attaccare bigliettini “minatori” e poi rimuovere le bici allucchettate ai pali?!); 3) in Italia e soprattutto a Firenze le piste ciclabili sono poco usate non solo perché scarse quantitativamente e fatte male, ma anche e soprattutto perché non c’è la cultura. Sulle ciclabili transita e sosta di tutto: motorini, pedoni, passeggini, automobili. Il risultato per il ciclista è la necessità di fermarsi ogni pochi metri e prendersi anche gli insulti dei pedoni se scampanella per passare. Una domanda a tali pedoni: ma voi, vi sognereste mai di camminare

in mezzo di strada o di attraversare senza guardare? e insultereste chi vi avverte suonando il clacson? o piuttosto pensereste che siete voi in torto e vi scusereste? Spesso il ciclista esasperato (e io sono uno tra questi) si vede costretto, suo malgrado, a transitare sulle strade e il risultato quale è? automobilisti inferociti suonano a ripetizione il clacson abbassando addirittura il finestrino per il insultarti e fare gestacci; taxisti e guidatori Ataf fanno finta di non vederti e ti passano a mezzo centimetro, magari svoltandoti davanti. Una domanda a tali automobilisti: se esistesse un’autostrada in cui transitano trattori e calessi e biciclette e magari attraversano pedoni, voi continuereste a usarla quell’autostrada? Con questo interrogativo provocatorio ma esemplificativo concludo la mia lunga lettera auspicandone la pubblicazione e sperando che sia presa in considerazione da chi di dovere. Grazie per l’attenzione Laura i giovani, il lavoro e l’iTalia di oggi “L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. (…)”. Così recita il primo articolo della nostra Costituzione, redatta e approvata da quelli che vengono considerati come i ‘padri fondatori’ del nostro paese. Il riferimento al lavoro fu fortemente voluto in particolare da Aldo Moro e da Palmiro Togliatti, che vedevano in questa espressione non solo il riconoscimento di un diritto (o di un dovere), ma anche e soprattutto un valore condiviso, comune, ‘fondante’ appunto. La neonata Repubblica Italiana imparava allora faticosamente a camminare, sostenendosi su una solida base fatta di lavoro e di lavoratori. Una base che, ai tempi, doveva apparire come un terreno estremamente fertile e fecondo, pronto a germogliare e a riprodursi in modo pressoché regolare e crescente. In fin dei conti era proprio ai lavoratori che la ‘cosa pubblica’ si rivolgeva: erano loro a votare, a pagare le tasse, a usufruire dell’assistenza medica e sanitaria, erano loro a costruire quello che oggi si chiama il ‘tessuto sociale’. Sono passati svariati decenni da quel 1948 (anno in cui entrò in vigore la Costituzione) e la situazione è nettamente cambiata. In particolare, i lavoratori sono cambiati. Chi è il ‘lavoratore-medio’ di oggi? Come rappresentare un lavoratore italiano ‘tipico’ di questo periodo? Davvero difficile. Perché prende sempre più campo un nuovo identikit: quello di coloro che, per ironia della sorte, vengono chiamati ‘lavoratori atipici’. In breve, questa definizione viene applicata generosamente per designare coloro che beneficiano di tutte quelle forme contrattuali diverse rispetto al contratto full time a tempo indeterminato. Si calcola che, in poco tempo, i ‘lavoratori atipici’ siano diventati i due terzi dei lavoratori, con tutti i problemi che ben conosciamo e per cui si scende in piazza a combattere. La manifestazione del 9 Aprile rappresenta l’ennesimo tentativo in questo senso: i giovani (e anche i meno giovani …), i precari, i disoccupati, tutti insieme si inventano forme nuove e alternative di protesta. I flashmob, gli spo-

gliarelli al contrario, i gruppi creati sui principali social network, gli appelli coinvolti e coinvolgenti che mirano a farsi sentire dalle orecchie giuste. Perché così non va. Non sono solo i dati statistici a parlare, ma sono i giovani stessi a farlo in quelle rare occasioni in cui gli se ne dà la possibilità. Esemplificativo il caso della massima carica dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha accolto una delegazione di studenti e ricercatori in occasione delle scorse manifestazioni contro la riforma dell’istruzione. Li ha accolti, ma soprattutto ascoltati. Perché, per quanto possa sembrare strano agli occhi dei più, non si scende in piazza senza avere un problema, senza avere la sensazione di non avere altre alternative per farsi sentire. I giovani sono gli adulti di domani e i vecchi di dopodomani. Sono coloro che dovranno comprarsi casa, pagare le tasse dell’università dei figli, prendersi cura dei genitori anziani. Sono coloro che dovranno affrontare spese mediche, spesso senza il sostegno di una pensione minima. Sono coloro che, una volta esaurito il ‘welfare parentale’ (cioè l’aiuto economico dei genitori), sperimenteranno la totale assenza di un ‘welfare statale’. E sono coloro che dovranno, in accordo all’articolo 1 sopra citato, sostenere l’Italia, già formata ma sempre più malferma e malmessa… Dal dopoguerra a oggi, la nostra generazione sarà quella che per la prima volta starà peggio delle precedenti. E sembra che a nessuno ai piani alti interessi. “Feels like I’m knocking on heaven’s doors…”, si potrebbe dire. Rita Barbieri a ProPoSiTo dell’Uovo di PaSQUa Buongiorno, mi chiamo Paola e nel mio tempo libero scrivo per un trimestrale della val di Sieve di una piccolissima comunità, ieri ho trovato nella posta il Reporter, avendo un po’ di pausa ho letto l’articolo di Muzzi, sono rimasta di stucco nel leggere la simbologia dell’uovo legata alla Pasqua e mi son detta è un giornalista che scrive in tono ironico ma certamente saprà il significato e sicuramente più avanti nel giornale ci sarà un altro articolo che lo spiega, così l’ho sfogliato tutto stando attenta agli articoli, pensavo che ci fosse un riferimento in quello della tradizione culinaria ma non l’ho trovato neppure là. Allora mi sono decisa a scrivervi per sapere se veramente lo sapete, io penso che le spiegazioni sono molto importanti per il pubblico che legge specialmente riferito ad un pubblico giovane, possono essere tradizioni cristiane o semplicemente riportate dalle notti dei tempi fino ad oggi tramandate di voce in voce, da rito in rito, molte di queste vanno perdute, ma quella dell’uovo è molto di più di una tradizione, è una simbologia che si perde nella storia della vita. L’uovo è sempre legato alla vita, è la cellula che dà vita, nella domanda chi è esistito prima l’uovo o la gallina? La risposta viene spontanea sulla gallina, ma se non ci fosse stata una cellula uovo che ha dato vita alla gallina questa non ci sarebbe stata! In molti popoli l’uovo è simbolo di nuova vita di rinascita, pensando ai nostri antenati, il grande


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it il TraM e i ProBleMi del TraFFiCo Ho visto il vostro video: “Un anno di tramvia: parola ai passeggeri”: evidenzia quello che ho scritto nella e-mail, inviatavi il 28 Febbraio ultimo scorso, dove affermavo che la tramvia, oltre a non aver risolto i problemi del traffico, è sempre vuota o perlomeno non riempita come dicono, infatti come si può vedere dal video dietro agli intervistati c’è il vuoto. È chiaro che intervistando i passeggeri sono contenti, qualsiasi cosa che li faccia arrivare prima a destinazione gli va bene, sia che sia tramvia, teleferica, metropolitana, elicottero, e quant’altro, ecc. ecc. La prima intervistata addirittura vorrebbe che proseguisse dopo la mezzanotte, chissà se dopo tale ora si riempie. Cordialmente Lettera firmata

Caro lettore, la sua lettera mi dà lo spunto per tornare a parlare di viabilità, traffico e tramvia, in un mese molto importante sotto questi punti di vista, perché questo è il mese in cui è prevista la partenza dei cantieri per la seconda linea del tram. Mille giorni di lavori (tanti sono quelli previsti) che porteranno alla realizzazione del percorso che unirà Santa Maria Novella a Peretola: un tracciato senz’altro molto importante, sia per la rilevanza dei due “capolinea” stessi (ovvero stazione e aeroporto, da cui ogni giorno transitano centinaia e centinaia di persone), sia per la zona che sarà coperta dal passaggio del tram, una delle più soffocate dal traffico quotidiano, come ben sanno residenti e automobilisti. Questo per quanto riguarda la linea 2. Venendo invece alla linea 1, quella attiva dal febbraio 2010 di cui lei parla nella sua lettera, sono da ricordare alcuni numeri (che riescono spesso a illustrare le situazioni in modo più preciso rispetto a molti altri discorsi): in meno di un anno il tram ha sfondato il muro del milione di passeggeri, con una media di 40mila viaggiatori al giorno (che in quelli festivi si riducono a 28mila). Ma, dato a mio parere forse ancora più importante, è quello fornito dalla Regione, secondo cui la T1 ha eliminato circa 2.800 veicoli al giorno dalle strade nella direttrice Scandicci – Firenze (quella, appunto, percorsa dalla linea 1). Con tutto ciò che questo significa in termini d traffico e, soprattutto, inquinamento. Fermo restando il fatto che ognuno è ovviamente libero di avere le proprie opinioni sull’utilità o meno della tramvia, mi sembra che questi numeri evidenzino piuttosto chiaramente come in quella tratta fosse avvertito un deciso bisogno di un mezzo di trasporto veloce e affidabile, e questo mi pare anche un augurio incoraggiante per la nascitura seconda linea, che come detto sorgerà in un’altra zona della città che di mezzi di trasporto affidabili e veloci (che non siano quelli privati, di cui è già satura) ne ha decisamente bisogno. E mi sembra un sacrosanto diritto dei passeggeri – se non altro perché pagano il biglietto - quello di volere (e richiedere) mezzi di trasporto che riescano a portarli il più velocemente possibile a destinazione, in tempi certi e accettabili, cosa che spesso, per mille e ben conosciuti motivi, non è garantita dai mezzi su gomma. Per completezza di informazione, ricordo poi che sul nostro sito internet (www.ilreporter.it) sono visibili diversi servizi e video sull’argomento: oltre a quello da lei citato, che riportava le opinioni dei passeggeri, ce ne sono altri in cui a esprimere il proprio parere (e le proprie paure) sono i commercianti le cui attività si trovano lungo il percorso della seconda linea. Spazio alle voci di tutti, insomma. Aggiungo velocemente due ultime considerazioni: mi auguro che prima o poi (magari quando tutte le linee saranno in funzione) la tramvia potrà restare attiva per buona parte della notte (se non tutta), come già fanno metropolitane e mezzi simili di molte grandi città europee, cosa che tra l’altro contribuirebbe a risolvere, durante la bella stagione, la consueta discussione ztl notturna sì, ztl notturna no. Infine, mi fa sorridere che - abituati come siamo a viaggi “da sardine” su certi autobus - ci stupiamo, a tal punto da arrivare a considerarlo inutile, davanti a un mezzo non stracolmo di gente, dove i passeggeri possano viaggiare in condizioni umane, magari permettendosi perfino il lusso di leggersi un libro o un giornale durante il tragitto. Matteo Francini

popolo degli Etruschi, loro erano metodici nel mettere accanto al corpo di un giovane, specialmente di bambini, adagiato nella tomba un uovo simbolo di rinascita in una nuova vita. Per i cristiani la simbologia è la stessa, Gesù con la resurrezione dopo la discesa agli inferi rinasce a nuova vita avendo sconfitto la morte, l’uovo benedetto in primis ci ricorda questo nella speranza di una vita eterna nel regno nuovo, l’uovo di cioccolato ha la stessa simbologia ma ovviamente è stato un fatto commer-

ciale del progresso e del percorso sociale, e sono pienamente d’accordo con Muzzi sulla seconda parte del suo articolo. Quello che mi piaceva era specificare il simbolo meraviglioso che appartiene all’uovo, che non è della frittatina!! Gentile lettore, concordo con lei nel ritenere che le spiegazioni siano sempre (e molto) importanti. Quello a cui lei si riferisce non era però un “articolo”, bensì una

rubrica scritta da un comico (come tra l’altro specificato sul giornale), Andrea Muzzi, che Il Reporter ospita in prima pagina in modo fisso da ormai diverso tempo. E che, essendo un comico, tratta gli argomenti esclusivamente in quella veste, per fare quello che un comico deve, o almeno dovrebbe, fare: strappare un sorriso. MF aUToBUS/1. “SPoSTiaMo il CaPolinea del 22 all’aeroPorTo” Mi associo al sig. Fabrizio Perosi (n° 22 Reporter del 7 marzo 2011) per suggerire a chi di competenza che sarebbe sufficiente spostare il capolinea del Bus n° 22 all’aeroporto, anticipando ciò che avverrà con la tranvia. Cordiali saluti. Paolo Coffrini aUToBUS/2. il TragiTTo da novoli a Careggi Spett.le direzione, il mio reclamo è indirizzato all’Ataf, che ha deciso di cambiare il percorso del n° 56, unico mezzo che consentiva da Novoli di andare direttamente all’ospedale di Careggi. Ora il n° 60 fa in parte lo stesso percorso: piazza Puccini, via Doni, via Mariti. Quale è la convenienza? Inoltre si consideri anche gli intervalli di tempo, che vanno dai 30 ai 35 minuti. Molti per chi deve andare alla Asl di viale Morgagni o agli ospedali. C’è veramente, in chi prende decisioni, il desiderio di capire le necessità dei cittadini? La ringrazio della ospitalità. Cordiali saluti Liana Giraldo PonTe al Pino e la ManUTenZione dell’aSFalTo Nel vostro articolo “Il triangolo delle cartacce”, riportato a pag. 5 de il Reporter di Marzo 2011, si parla di lieve avvallamento, mentre in realtà è una evidente sconnessione del pavimento che perdura da circa 10 anni, transennata da 3. Tale situazione è stata fatta presente anche all’ufficio manutenzione strade, unita alla segnalazione della mancanza di lastre in cemento a copertura dell’aiuola spartitraffico con al centro il Pino, divelte durante un incidente. Per quanto riguarda le cartacce e le sterpaglie, sono state tolte da parte dei volontari “Angeli del Bello”. Fiducioso che tale situazione possa essere oggetto, quanto prima, di una adeguata manutenzione, nell’attesa porgo cordiali saluti. Pietro Balatri il CoMPorTaMenTo dei CiCliSTi e lo SPreCo della CarTa Spett.le Redazione, mi riferisco alle lettere inviateVi dai Vostri lettori che si lamentano dei ciclisti che circolano tranquillamente sui marciapiedi, purtroppo questo non succede solo nel viale Don Minzoni, ma dappertutto. Per loro non esistono né sensi unici, né limiti di velocità, anzi hanno sempre ragione! Mi chiedo, ma i vigili, quando ci sono.... non possono farci nulla!? oppure è normale che quando non ci sono piste ciclabili, possono usufruire del marciapiede, come qualcuno sostiene?

Un altro argomento che vorrei farVi notare è a proposito della distribuzione gratuita presso i Quartieri dei modelli Unico e 730: - Viene distribuito il Modello unitamente alle istruzioni, 71 pagine di istruzioni contro 4 moduli. - Considerando che chi lo ritira di solito non ne chiede solo uno, non sarebbe più pratico ed economico distribuire i moduli secondo necessità e solo una copia delle istruzioni? Io ne ho presi 6, totale 1 chilo di carta da buttare direttamente. - Ma il Comune non la paga? o visto che sono soldi dei contribuenti non gliene frega niente? Nelle cartolerie dove si paga vendono le due cose separatamente ed il costo minore sono i moduli. Non dico di non darli gratis, questo sì, visto che servono per pagare le tasse..... ma evitare gli sprechi sì, risparmiare qualche albero e diminuire anche i rifiuti non sarebbe male. Cordiali saluti Patrizia ConFliTTi CondoMiniali, gli indiriZZi a CUi rivolgerSi Gentilissima Dott.ssa Francesca Puliti, sono la coordinatrice per conto dell’Associazione l’Altro diritto onlus degli Sportelli di mediazione sociale del Comune di Firenze. Ho letto con grande interesse il suo articolo “Questa è una guerra di pianerottolo”, pubblicato nell’edizione del mese di aprile del Quartiere 2, che rispecchia molto bene la conflittualità all’interno dei condomini. Si tratta infatti di casi che arrivano quotidianamente presso i nostri sportelli di mediazione. Sono invece rimasta delusa dal fatto che non fossero riportate nell’articolo le indicazioni necessarie per facilitare all’utenza l’accesso ai suddetti sportelli. Mi domando se fosse possibile in qualche modo aggiungere tali informazioni in un altro articolo da pubblicare nelle prossime edizioni. Le procuro le indicazioni relative al dove, come e quando rivolgersi agli sportelli: Quartiere 1 Centro anziani “San Jacopino” Via delle Carra, 4 tel. 055.33.34.39 giovedì 9.00 – 12.30 Quartiere 2 Via della Luna,16 tel. 055.66.77.07 venerdì 14.00 – 17.30 Quartiere 3 Centro polivalente “il Porto” P.zza Cardinal Elia Dalla Costa, 3 055.68.13.028 venerdì 9.30 – 13.00 Quartiere 4 Villa Vogel Via delle Torri, 23 tel. 055.27.67.138 martedì 9.00 – 12.30 Quartiere 5 Via Reginaldo Giuliani, 115 N tel. 055.43.01.44 lunedì 14.00 – 17.30 Un saluto cordiale, Paola Sanchez Moreno Ecco fatto.

MF


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Figline Gaville in festa 7-8 maggio Gaville Si rinnova la tradizione della “Festa di primavera”, appuntamento fisso da ormai vent’anni a Gaville, nato per far conoscere il centro storico e in particolare il Museo della civiltà contadina che ospita. Quest’anno la festa coinvolgerà il paese intero con bancarelle, eventi e iniziative varie, che animeranno il promo weekend del mese. Tutti fuori. Ma è un test 13 maggio In tutto il territorio comunale Una mattinata per evacuare tutte le scuole del territorio. I comuni aderenti alla Gestione associata di Protezione Civile “Arno Sud-Est fiorentino” hanno scelto venerdì 13 maggio come giornata da dedicare alla 2° esercitazione intercomunale. Prove di evacuazione in tutte le strutture scolastiche. Il circolo compie un secolo 15, 22 e 29 maggio Ponte agli Stolli Il circolo ricreativo di Ponte agli Stolli spegne 100 candeline e si prepara a festeggiare con una serie di eventi distribuiti nell’arco di tutta la stagione primaveraestate. Dallo scorso aprile a settembre, il calendario delle iniziative è più ricco che mai. Questo mese sono tre gli appuntamenti. Domenica 15 maggio, dalle 10 alle 19 sarà organizzata un’esposizione di abiti originali degli anni che vanno dal 1911 al 2011, in collaborazione con la Scuola Tornabuoni-Caterina de’ Medici di Firenze e col Museo della civiltà Contadina di Gaville. La domenica successiva, il 22 maggio, sarà la volta della

mostra archeologica curata dall’Archeoclub di Figline, mentre l’ultima domenica del mese il circolo resterà aperto fino a mezzanotte, con la mostra retrospettiva organizzata dal circolo fotografico Pontigiano. Alle 17.30 convegno sulla criminologia, “Cent’anni di storie e crimini nel Valdarno”. Festa dei Fiori 22 maggio Centro storico Torna la Festa dei Fiori, domenica 22 maggio, per le strade e nelle piazze di Figline. Profumi e colori della primavera coloreranno il centro cittadino: non solo piante e fiori in mostra, ma anche materiali e automezzi per il giardinaggio.

anche le nuove frontiere del green power faranno bella mostra di sé. Novità assoluta è rappresentata poi dalla proposta dei ristoratori locali nelle sere di venerdì e sabato, tra cui la cena denominata “Hic cibus tuscus”, tradotto qui si mangia toscano. E allora buon divertimento, anzi buon appetito. Reggello La “iena” ne fa di tutti i colori 7 maggio Cinema Teatro Excelsior

É tempo di Naturalia 13-14-15 maggio Centro e campo sportivo Direttamente dal programma televisivo Le Iene, Paolo Calabresi presenta l’anteprima nazionale dello spettacolo “Di tutti i colori”. Un viaggio attraverso una trentina di personaggi che hanno una cosa in comune: sono tutti realmente esistenti e sono stati tutti interpretati in situazioni reali, cioè all’insaputa delle persone o delle situazioni in cui l’attore e regista si introduceva, da Nicolas Cage a Calderon. Spettacolo ore 21.30, biglietto intero 15 euro, 13 per under 18 oppure over 65. Alla fine della fiera c’è Venditti jr 14 maggio Cinema Teatro Excelsior Quattro personaggi, quattro storie diverse, quattro monologhi che si intrecciano

l’iniziativa

E in ospedale si legge sull’e-book Quasi pronta la nuova biblioteca S

arà pronta a giugno, o, al più tardi a settembre, la nuova biblioteca per degenti dell’ospedale figlinese Serristori, un progetto regionale nato sulla scia del grande successo riscosso dall’iniziativa “Leggere in corsia”, promossa dell’Asl e dal Comune. Il progetto è partito cinque anni fa da una collaborazione fra l’Azienda Sanitaria e l’Avo (associazione volontari ospedalieri), grazie anche a una donazione del Calcit, che regalò un carrello portariviste e tanti, tanti libri. Subito si registrarono altissimi livelli di prestito, fra i pazienti sì, ma anche fra i visitatori e il personale sanitario. Negli anni l’esperienza è andata crescendo, e l’offerta si è ampliata: oggi ci sono anche audiolibri, testi in Breil e stampati a grandi lettere, opere in cd e dvd, pc portatili per i pazienti. La struttura si è recentemente dotata anche di un ebook, capace di contenere circa un migliaio di titoli. Sempre grazie all’impegno dei volontari Avo e del

Fragole a gò-gò 28-29 maggio Matassino Torna la sagra più golosa dell’anno. L’appuntamento è fissato per l’ultimo weekend di maggio al Matassino per gustare le fragole più succose ricoperte da morbida panna montata. Informazioni: Tel. 055/8669232Giovanni da Milano

Incisa

Tiro con l’arco e gare di pesca sulla sponda dell’Arno, ce n’è per tutti gli sportivi. E per gli amanti della buona tavola. Per tre giorni, dal 13 al 15 maggio, il centro di Incisa si popola di stand provenienti da tutta Italia: è la seconda edizione di Naturalia, fiera della caccia, pesca e tempo libero, nonché uno degli eventi più attesi dell’anno. Tra le bancarelle sarà possibile trovare tutta l’attrezzatura possibile e immaginabile per il turismo venatorio, abbigliamento sportivo, pesca, ma non solo:

piano piano dando origine a una sola storia. Uno scrittore che ha smesso di scrivere, un’archivista video che lavora per una tv privata, un uomo capace solo di amare ma che non crede più all’amore e uno capace solo di odiare, ma che dovrà ricredersi. Sono i protagonisti de “La fine della fiera”, spettacolo di Daniele Prato e Francesca Staasch, con Francesco Venditti (figlio del celebre cantante romano), Veruska Rossi, Fabrizio Sabatucci e Riccardo Scarafoni. Ore 21.30, intero 15 euro, ridotto 13.

Calcit, il carrello passa in corsia alcune volte alla settimana, per garantire il prestito anche a coloro che non si possono spostare dal letto. Partite con successo anche esperienze come le letture ad alta voce per i pazienti nel reparto dialisi e si sta pensando ad un progetto mirato per il reparto di oncologia. Nella nuova biblioteca, che si prevede aperta al pubblico tutte le mattine, ci sarà anche uno spazio per la lettura dei quotidiani. “Teniamo molto – spiega Silvia Pecorini, responsabile del settore accoglienza dell’Ospedale – al progetto di collaborazione con le scuole per quelle che chiamiamo ‘proposte di lettura’: i ragazzi leggono un libro, e ne scrivono poi una piccola recensione, una sorta di presentazione del testo, da proporre ai pazienti per il prestito”. Un modo per far sentire chi si trova in ospedale parte del mondo “esterno”, ed anche per avvicinare i gio/P.T. vani alla lettura.

Sul palcoscenico Max Pezzali 7 maggio Nelson Mandela Forum

Il 2011 è l’anno del ritorno di Max Pezzali: di nuovo a Sanremo dopo 16 anni dalla sua ultima esibizione come concorrente, un nuovo album di inediti a 4 anni di distanza dall’ultimo (“Time out”, 2007) e un nuovo tour. L’ex cantante degli 883, e affermato solista, porterà a Firenze il suo nuovo album, Terraferma pubblicato il 16

febbraio. “Terraferma” è composto da 11 tracce tutte scritte e composte da Pezzali con il suo singolare modo di cantare la realtà che lo circonda, in modo onesto ma non senza ottimismo ed ironia. E’ un disco che tra pop, rock e cantautorato, mescola la quotidianità con una rinata voglia di divertimento. Vinicio Capossela 10 e 11 maggio Teatro Verdi “Favoloso, semplicemente favoloso” - così in un’appassionata recensione sul Times, Clive Davis descrive lo spettacolo che ha chiuso il minitour europeo di Vinicio Capossela al Barbican di Londra il 15 febbraio. Di ritorno dal suo “20 Years Show” che ha toccato oltre a Londra anche Parigi, Zurigo e Colonia, Capossela annuncia il nuovo doppio di inediti “Marinai, profeti e balene”, in uscita a tre anni dal suo precedente lavoro “Da solo” e porta le sue poesie in musica al teatro verdi di Firenze. Il mondo di Patty 13 maggio Saschall Per la prima volta in Italia arriva Brenda Asnicar in uno spettacolo pieno di musica e danza, per vivere un’esperienza unica. Il 2011 regalerà una grande emozione alle numerose fan della serie tv “Il mondo di Patty” esaudendo il desiderio di chi da tempo chiede a gran voce di poterla vedere dal vivo: arriva in Italia - in un imperdibile concerto - Brenda Asnicar, l’amatissima interprete di Antonella e idolo di migliaia di ragazzine. Brenda alias Antonella è la carismatica leader del gruppo delle Divine e pungente antagonista di Patty e del gruppo delle Popolari. In città si esibirà cantando le celebri canzoni dei telefilm ed alcuni brani inediti scritti

ad hoc per il concerto, oltre a regalare divertenti e preziosi consigli di stile per tutte le aspiranti Divine. Elisa 17 e 18 maggio Teatro Verdi

Elisa porterà sul palcoscenico un doppio show, ciascuno con una propria scaletta, dedicando al pubblico due concerti diversi tra loro.Il tour gioca su due degli elementi primari della natura: acqua e fuoco, e le atmosfere nordiche e sognanti del primo dei due eventi, lasceranno il posto a quelle calde e terrene dell’evento successivo. Arrangiamenti acustici ed un suggestivo coro di voci bianche guideranno il pubblico in entrambe le situazioni, che si differenzieranno non solo nel repertorio, ma anche nella strumentazione, che accompagnerà la straordinaria voce di Elisa. Chi è di scena Dal 17 al 21 maggio Saschall e Teatro Puccini Per cinque giorni circa un migliaio di ragazzi delle scuole pubbliche fiorentine saranno i protagonisti di Chi è in scena, una rassegna di teatro musicale pensata per i ragazzi e da loro stessi realizzata. La manifestazione, che metterà in scena dieci opere inedite, è giunta ormai alla sua quinta edizione e rappresenta la vetrina più importante per le attività musicali e teatrali delle scuole di Firenze. Info 0554362562


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