Il reporter - Incisa - Luglio 2011

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isTrUZione figline

PRIMO PIANO

LUGLIO 2011

Lo sponsor? Ti interroga Andrea Muzzi*

Q

asili, caccia ecco la nuova algiunta Posto Il sindaco Anche quest’anno RiccardoinNocentini molti potrebbero presenta rimanere la squadrafuori di governo: dalle listeuna perdonna i nidi. come Novità vice e due anche poltrone a scuola in meno PAGG.10-11 PAG.4

incisa Li chiamano “Quelli dell’Incisa”: ecco il gruppo di ragazzi che ha mobilitato tutto il paese. Per la scuola PAG.6

sPorT

Il Valdarno fa i conti con il fenomeno outlet PAGG.2-3

L’ora del “tutti a piedi”

estate Reggello

di Wiedenstritt - Zarrilli

C È temPo di mercato Mentre Corvino è al lavoro per preparare la nuova Fiorentina, Il Reporter fa un salto indietro negli anni PAG.31

si scaldano i motori Il Rally di Reggello e Valdarno Fiorentino continua a crescere come importanza: 500 partecipanti al via PAG.33

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hi di cartine e mappe ci capisce poco, la rivoluzione pedonale scattata per San Giovanni deve ancora digerirla. Questione di tempo, niente paura, anche se specialmente per gli scooteristi la viabilità in piazza Pitti e dintorni (e non solo) è davvero cambiata radicalmente. Ma, del resto, Firenze alle aree pedonali ci è abbastanza abituata, e sono molte, anche fuori dal centro, le zone dove le auto sono bandite: vedi il lungarno Vespucci,

vedi certi tratti delle Cascine. Eppure, appena al di là dei nostri confini, di tutto questo non c’è quasi traccia: Sesto, ad esempio, di limitazioni al traffico ne conosce assai poche. Ma basta allargare lo sguardo per vedere che la politica del “tutti a piedi” è invece diffusissima: a Fez, in Marocco, c’è l’area più estesa al mondo, mentre a Friburgo c’è un intero quartiere assolutamente bandito alle auto. E la PAGG.8-9 lista continua...

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La notte più lunga dell’anno è tricolore

PAG.5 PAGG.24-25

uando leggo un giornale spesso sono attratto da quelle notizie piccole, che per leggerle bisogna farci attenzione altrimenti nemmeno le vedi. Secondo me sono le news che più di altre ti danno il vero termometro della situazione. Oggi ho trovato questa: “A Roma cattedre, lavagne e attaccapanni li comprano gli sponsor”. Che la situazione nelle scuole non fosse così felice me ne ero accorto anche da solo! Ma gli sponsor nella scuola? Già m’immagino come saranno le lezioni. La maestra entra in classe e dice “L’interrogazione di storia è offerta dalla pasticceria Gennaroni, dolci e diabete dal 1860!”. Per colpa dello sponsor alcune materie subiranno una drastica trasformazione. Immaginatevi come cambierebbe la religione se lo sponsor fosse la Vodafone: “Cosa disse Gesù a Lazzaro? Lazzaro alzati… Life is Now!”. Tutti i ministri dell’Istruzione, la prima cosa che fanno è la riforma della scuola. Si divertono a fare a gara a chi fa più riforme: “Io ho fatto 7 riforme”, “Io 8”, “Sì però io ne ho fatte 7 ma tutte nel solito giorno”, “Allora vinci tu!”. Prima di riformare ci potete dire cosa c’è che non va nella scuola? Non si capisce. Io a scuola ci andavo malvolentieri, avevo una maestra che mi tirava sempre gli schiaffi. Oggi una scuola così la rimpiango. Infatti, alla mia maestra ho detto: “Per cortesia, nel tempo libero può venire a tirare qualche schiaffo a mio figlio?”. *Comico

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l’inchiesta. Vendita al dettaglio vs grandi marchi

La resistenza dei piccoli nella valle degli outlet In principio fu The Mall, adesso nel Valdarno la grande distribuzione si allarga. Ma guai a descrivere una lotta tra Davide e Golia Francesca Puliti

C’

è chi punta sul turismo, chi pensa al Centro Commerciale Naturale, chi si inventa fiere e feste in piazza e per le strade: i piccoli commercianti resistono all’assalto dei giganti della vendita. Quasi 100mila metri quadri di grande distribuzione a prezzi ridotti, tra quelli già realizzati e quelli in procinto di esserlo. In principio fu The Mall, nel Comune di Reggello, poi arrivarono gli outlet dei grandi marchi come Prada, Gucci, Dolce e Gabbana. Adesso nuove cittadelle dello sconto stanno per aprire a Leccio e a Rignano. “Siamo pronti alla battaglia legale per difendere i commercianti – annuncia battagliero il presidente di Confesercenti Firenze Nico Gronchi – la situazione sta

sfuggendo di mano al governo della cosa pubblica. Mancano norme certe che frenino gli outlet”. Risale solo a poche settimane fa il dossier di Confesercenti sugli outlet in provincia di Firenze, che ritrae un gigante in continua espansione. La latitanza di regole certe è sentita anche dagli amministratori locali, che si trovano a maneggiare un oggetto-outlet che spesso sfugge alla normativa regionale. Nessuno però ha intenzione di farsi travolgere. Né tantomeno di lasciarsi sfuggire l’opportunità rappresentata da un fenomeno in costante crescita: ne è un esempio la sinergia raggiunta da Provincia di Firenze e Comune di Reggello nel gestire l’apertura del nuovo spazio di vendita di Leccio. Che darà vita a 300 nuovi posti di lavoro.

FIGLINE. Segno più per ristoranti e benessere

INCISA. Negozianti uniti contro la crisi? Non ancora

Meno “carte” e più turisti Sì al centro commerciale. Ecco la ricetta per risalire Purché sia naturale L

uglio, tempo di saldi. Ecco che arrivano gli sconti per risollevare le sorti del commercio al dettaglio, ultimo anello di quella catena che, dal produttore, al grossista, al consumatore, vede cinghie sempre più tirate. Ci si butta nello shopping - quel che costava 20 costa 15 ed è già meglio - ed i negozianti, pur bofonchiando per l’anticipo dei “sales” imposto quest’anno a livello regionale, vedono qualche incasso. A Figline i negozi “reggono”. Nel senso che per una saracinesca che si abbassa, una nuova attività vede la luce. Il fatto di essere il secondo Comune in Toscana ad aver recepito le normative europee sulla semplificazione dei procedimenti, ha fatto sì che, nonostante il termine previsto per il rilascio di un’autorizzazione per l’avvio di un’attività commerciale sia di due mesi, a Figline il tempo medio risulta di 10 giorni. Secondo i dati il settore che va meglio è quello legato al turismo, come conferma l’assessore allo sviluppo economico Caterina Cardi. “Il turismo è oggi un punto strategico attraverso il quale far crescere e sviluppare Figline e la sua economia”. In particolare si parla dei ristoranti, che durante il periodo estivo richiamano gli stranieri che soggiornano in città, proponendo degu-

stazioni di piatti tradizionali della cucina toscana ed italiana. Nel centro storico più che altrove si sono create una serie di sinergie, tra la Proloco, le associazioni di categoria e il neonato Centro Commerciale Naturale, in grado di sostenere un settore che ha buone possibilità. A dare una mano alle attività commerciali del centro bastano anche piccole idee originali, come ad esempio “A spasso per Figline”: oltre a coinvolgere i giovani studenti dell’Istituto Vasari, che diventano guide turistiche per gli stranieri che visitano Figline, l’iniziativa offre ai partecipanti anche la possibilità di usufruire di sconti e promozioni in una quindicina di negozi, semplicemente presentando il coupon. Va bene anche il settore del benessere (centri estetici, palestre con proposte fitness-relax), sul quale si indirizzano sempre più persone che vogliono intraprendere un’attività commerciale. La crescita maggiore, come numero di imprese attive, si concentra però nel settore dei servizi e in quello della media distribuzione. A breve è prevista anche l’apertura di una nuova grande distribuzione e di altre due medie strutture di vendita. Con un contributo significativo, si spera, alla crescita dei livelli /P.T. occupazionali figlinesi. Il Reporter del Valdarno F.no raggiunge 18.509 famiglie nei Comuni di Figline, Incisa, Reggello, Rignano.

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P

er un negozio che chiude, ce ne sono due che aprono. Per i piccoli commercianti del territorio incisano il bilancio dell’ultimo anno è positivo: senza picchi né grandi scossoni, ma comunque stabile. Il che, in una situazione traballante come quella odierna, è già molto. Secondo i dati di Unioncamere Toscana nel corso del primo trimestre del 2011, i piccoli negozi hanno subito un calo del fatturato del 3,3%, a fronte di una contrazione generale del settore pari all’1,7%. Se la cavano meglio le medie strutture, con un -1,5%, mentre gli unici ad avere un saldo positivo restano ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+0,5%). E la concorrenza si fa sentire soprattutto sul piano dei prodotti alimentari, mentre le differenze sono più attenuate su abbigliamento e accessori. Un quadro che Incisa conosce bene, considerata la vicinanza e la non sempre facile convivenza con i grandi outlet della zona. “Certo il commercio al dettaglio soffre della concorrenza – spiega l’assessore allo sviluppo economico Margherita Ghiandelli – ma il sistema regge”. Basti pensare, appunto, che nell’ultimo anno ci sono stati ben pochi bandoni abbassati. “Recentemente ha chiuso un negozio di abbigliamento in via Roma – chiarisce l’assessore – ma al suo posto ne aprirà subito un altro”. Giusto il tempo di comple-

tare l’iter burocratico. Nel frattempo in piazza Santa Lucia ha aperto anche una nuova agenzia di viaggi, segno che le cose non girano poi tanto male da queste parti. “La crisi è forte e si sente – continua la Ghiandelli – ma il commercio ha manifestato una grande forza e una grande inventiva”. Sì perché per sopravvivere bisogna reinventarsi continuamente. Ad esempio organizzando iniziative in piazza e nelle strade, per attirare i clienti. E’ successo lo scorso giugno, proprio in via Roma, che per una domenica si è trasformata in una sorta di palestra a cielo aperto, grazie alla collaborazione della società di pallavolo Apv. Ma il vero e proprio salto di qualità ci sarà con l’istituzione del Centro Commerciale Naturale, un modo per fare squadra e affrontare uniti difficoltà e opportunità. “Noi siamo pronti – afferma l’assessore – aspettiamo che i commercianti compiano il prossimo passo”. Tra i negozianti, però, non tutti sono così favorevoli all’idea, che pur permetterebbe loro di organizzare iniziative comuni e accedere più facilmente a finanziamenti e servizi di promozione. Tra chi non ne ha sentito nemmeno parlare e chi considera il Ccn un’occasione da cogliere al volo, c’è anche chi intravede “non solo opportunità”, ma anche luci e ombre. Il percorso /F.P. si preannuncia ancora in salita.

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FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

RIGNANO. Si avviano ormai a conclusione i lavori di Florence Factory, partiti nel 2008. Entro un anno l’inaugurazione

Pian dell’Isola nuovo polo del Made in Italy Una volta a regime il centro ospiterà una trentina di attività. Anzi, di botteghe come un tempo, privilegiando i prodotti di alta qualità. E dando vita a oltre un centinaio di posti di lavoro

N

el panorama del Valdarno Fiorentino tra centri commerciali, outlet e spazi espositivi c’è anche Rignano. Non solo per la vicinanza ai poli attrattivi evidenziata dal sempre crescente numero di turisti che si attesta alla stazione ferroviaria del capoluogo, ma anche per l’interesse riguardo a un progetto in costruzione nell’area del Pian dell’Isola. Uno spazio che i cittadini rignanesi conosco-

no bene visto che è il recupero dello spazio occupato per decenni dall’azienda Bencini. Aspettative che seguono i lavori iniziati nel 2008 e che ad oggi, seppur a buon punto, non sono ancora completati. “La nostra speranza – dice il sindaco Gianna Magherini – è che il tutto venga concluso quanto prima. Lo spazio commerciale e produttivo previsto in quell’area è importante per far ripartire l’eco-

nomia del nostro territorio visto che l’intenzione dei proprietari sembra di essere quella di valorizzare l’artigiano di alta qualità”. “I lavori vanno avanti - conferma Jacopo Lotti, amministratore di Valdim – e dovremmo finire il tutto entro un anno. Florence Factory dovrebbe aprire al pubblico la prossima estate, avevamo rallentato tra il 2009 e il 2010 ma ora stiamo andando a regime. Presto potremo vedere il vero Made in Italy con gli artigiani, fiorentini e non solo, protagonisti”. L’area a destinazione commerciale e produttiva, infatti, dovrebbe avere una vocazione legata alla tradizione e ai prodotti di qualità. “Il nostro progetto è di riprendere quel che accadeva nella Firenze del Rinascimento – continua Lotti - quando gli artigiani dello stesso comparto si riunivano tutti assieme in modo da

offrire al cliente un servizio completo e un centro di attenzione. Oggi come allora, vogliamo portare produzione e vendita nello stesso luogo ossia riportare alla ribalta quel concetto di ‘bottega’ in cui si può apprezzare sia il prodotto finito sia le capacità dell’artigiano”. Trenta circa sono le unità commerciali e produttive a disposizione, oltre a 1800 mq destinati a servizi direzionali. A piena capacità l’impatto sull’occupazione potrebbe arrivare fino a 120 unità. Numeri importanti che si sommano alla prevista riqualificazione della viabilità, con un nuovo parcheggio che sarà dedicato ai bus che collegheranno il nuovo polo rignanese alla vasta rete di contatti turistici e commerciali che ormai si sono sviluppati nell’area fiorentina. Non resta che /A.Tr. attendere.

REGGELLO. Tappa obbligatoria a Leccio per chi cerca capi di alta moda a prezzi stracciati. Stranieri compresi

Saldi tutto l’anno nella cittadella delle griffe A

Milano si disegna, a Reggello si vende. La cittadina valdarnese si candida al ruolo di capitale dell’alta moda a prezzi stracciati: là dove The Mall ha aperto la strada dieci anni fa, ora, incrociando le dita, si apre un altro outlet. Si chiamerà “Fashion Valley”, nascerà a Leccio poco distante dal precursore, di cui sarà in pratica un ampliamento e – cosa più importante – creerà subito 120 posti di lavoro destinati a diventare in breve oltre 300. La parte del leone nella rete commerciale reggellese spetta insomma agli outlet. Non per questo il classico negozio di vicinato se la passa male: le nuove aperture si contano sulle dita di una mano ed è vero che tutti (e specialmente le “botteghe” delle frazioni) hanno accusato il colpo della crisi economica.

Ma intanto non si chiude, risultato non da poco di questi tempi. Semmai ci si reinventa. “Le difficoltà ci sono, specialmente nelle frazioni – spiega l’assessore alle attività produttive Valter Faina – ma è proprio qui che si è puntato molto sul turismo per arginare il calo di vendite. Penso a Donnini, a San Donato ad esempio. Ci si è saputi adattare, cercando un nuovo posizionamento sul mercato e una nuova clientela. In questo modo le strutture riescono a reggere”. E se verrà replicata la buona stagione turistica della scorsa estate i benefici saranno per tutti. In questo l’outlet gioca un ruolo importante: a mezz’ora di macchina da Firenze, in un’area densamente popolata nel cuore della Toscana sempre piena di stranieri in villeggiatura, è uno strumento impareggia-

Per quanto riguarda le rivendite di vicinato le nuove aperture si contano sulle dita di una mano, ma intanto non si chiude. Semmai le attività si reinventano bile per attrarre il flusso dello shopping e lo sarà sempre di più dopo l’inaugurazione (prevista entro la fine dell’anno) di Fashion Valley. Una cittadella dell’abbigliamento a prezzo d’occasione con 32 punti vendita di

grandi firme, estesa su 5.500 metri quadri che presto addirittura triplicheranno con l’ampliamento di 12mila metri quadri già previsto che ne farà il più importante polo espositivo della moda in Toscana. Impossibile non passare da qui per tutte le iniziative di promozione del territorio e dei suoi prodotti, olio e vino su tutti, come del resto si sta già facendo al punto di informazione turistica di The Mall. Filiera corta è infatti un’altra parola d’ordine quando si parla di commercio a Reggello e in questo senso si moltiplicano gli sforzi dell’amministrazione per portare i prodotti a ‘chilometri zero’ delle aziende locali nel mercato rionale del capoluogo e in quelli di Vaggio e del Matassino. La tradizione resiste mentre il /A.T. nuovo avanza.


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il giornale nel tuo comune

FIGLINE. Nocentini ha fatto la sua squadra, più snella rispetto alla precedente e con qualche sorpresa

Conferme e new entry, ecco la giunta Una donna come vice, Caterina Cardi, un tecnico e un grande ritorno. A Danilo Sbarriti (Idv-Sel) il tema più scottante: ambiente e rifiuti

“Le Borra non sarà discarica”

Andrea Tani

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U

na donna come vice, un tecnico e una new entry affiancati da due politici navigati. Dopo la netta vittoria al primo turno delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio scorsi Riccardo Nocentini, sindaco uscente riconfermato alla guida del Comune, ha scelto la sua squadra. Una giunta più snella innanzitutto, che passa dai sette assessori della precedente ai cinque attuali. Al sindaco restano le competenze su Rapporti istituzionali, Sviluppo locale, Pianificazione territoriale, Lavori pubblici e assetto idrogeologico, oltre alla neonata delega per Comune Unico e Associazionismo intercomunale. Il braccio destro di Nocentini sarà Caterina Cardi, candidata Pd classe 1980 che si è guadagnata la nomina a vicesindaco. Un passato da pallavolista come capitano del Volley Club Figline in Serie B2 e attiva per anni nell’attività dell’Oratorio salesiano, già assessore alle Attività produttive, al Centro storico, al Turismo e alla Comunicazione nell’ultima legislatura, cede l’ultima delega ma si prende quelle all’Edilizia privata, ai Piani urbanistici, alla Cultura, alla Formazione professionale e allo Sport. La Comunicazione passa così nelle mani di Daniele Raspini che si occuperà anche di Bilancio, Tributi, Patrimonio e demanio, Innovazione amministrativa, Vigili urbani e Sicurezza, Trasporti e viabilità. Un incarico tecnico quello di Raspini, fino a un mese fa direttore della casa di riposo “Martelli” e da tre anni vicepresidente nazionale dell’associazione nazionale dei Manager del sociale e membro del General board dell’Ede, l’omologa

la polemica. Solo ceneri e inerti nell’area ex Enel

Nocentini

con la sua nuova squadra

Il sindaco taglia due assessorati e tiene per sé la delega al Comune Unico associazione europea. Confermato anche il veterano Carlo Artini (Pd, classe 1931), unico non figlinese per nascita, che resta titolare di Sanità e Politiche sociali e assume i mandati di Istruzione, Volontariato, Politiche per la famiglia e per la casa, Politiche per l’intercultura e l’integrazione. Si tratta invece di un rientro a vent’anni di distanza per il l’esponente di Sinistra per Figline Carlo Simoni (1940), assessore dal 1980 al 1985,

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consigliere dell’Ulivo nell’ultimo quinquennio e già rappresentante del Comune nel Cda dell’Ato3 Medio Valdarno. Salito al governo cittadino, si occuperà di Personale e organizzazione, Protezione civile, Agricoltura, Caccia e pesca, Rapporti con le frazioni, Rapporti con i cittadini e servizi esternalizzati, Politiche per i diritti dei consumatori e degli utenti. L’altra poltrona non Pd va a Danilo Sbarriti, rappresentante della lista congiunta Idv-Sel: 43 anni, programmatore presso un istituto di credito, a lui vanno le deleghe bollenti su Ambiente e Politiche per la gestione dei rifiuti, oltre alle Politiche giovanili, Pari opportunità, Politiche per la Pace e la cooperazione internazionale. La squadra è già al lavoro.

a discarica a Le Borra, se ci sarà, non sarà un altro Podere Rota. “E’ un’esperienza non applicabile, che l’amministrazione comunale non accetterà assolutamente. A Le Borra arriveranno solo i materiali già individuati dal Piano interprovinciale, cioè ceneri ed inerti, e il Comune di Figline, proprietario del territtorio di Le Borra, ex Enel, avrà l’ultima parola sulla individuazione del luogo come idoneo e sul ricevimento delle suddette ceneri ed inerti”. Il neo responsabile dell’assessorato all’ambiente di Figline, Danilo Sbarriti, non usa mezzi termini e, come già aveva fatto qualche giorno prima il sindaco Nocentini, sgombra il campo dalle ultime, ulteriori incertezze sulla discussa ipotesi di discarica figlinese. Ad innescare le polemiche di primavera era stato il sospetto, avanzato dal consigliere provinciale di Rifondazione Comunista Andrea Calò, che la discarica fosse destinata ad ospitare rifiuti “tal quali”, soprattutto in previsione del prossimo esaurimento della discarica di Podere Rota, situata a pochi chilometri di distanza, nel Valdarno Aretino. Sospetto poi chiarito dal responsabile all’ambiente della stessa provincia. Il sindaco figlinese “prendendo atto che bufale e volute incomprensioni non cessano sull’area di Le Borra” aveva ribadito ancora una volta il Piano Provinciale ATO e la Variante Urbanistica Comunale come atti vincolanti e punti fermi, secondo i quali in quell’area si prevede un deposito esclusivamente per ceneri ed inerti. “Sempre che venga dimostrato – aveva affermato - che a Le Borra è possibile ospitare una simile attività”. Intanto comunque i rifiuti continuano a prodursi e il problema del loro smaltimento continua ad essere uno dei punti di “crisi”

l’area de

Le Borra

delle amministrazioni locali. “E’ per questo - afferma Sbarriti - che si pone un problema di mentalità, di educazione ambientale collettiva, di scelte che vadano verso una maggiore differenziazione dei rifiuti”. L’obiettivo dichiarato è ambizioso, “quello di essere il primo Comune della Provincia a raggiungere la soglia, prevista dalla legge, del 65% di raccolta differenziata”. L’idea è quella di imparare da un lato a produrre meno rifiuti e dall’altro a sfruttare le aree messe a disposizione in maniera positiva, non negativa. Il concetto di fare “produzione” sui rifiuti. “E che dalle aree di

Ma l’obiettivo vero è raggiungere quota 65% di differenziata smaltimento – conclude l’assessore - possa derivare anche una ricaduta positiva in termini di occupazione per i cittadini. Esistono esempi, anche in Italia, che dimostrano che è una via /P.T. possibile”.

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RIGNANO. Ecco i (co)protagonisti dell’evento più atteso dell’estate locale

“I veri Nomadi dell’arte siamo noi” Si chiamano Musikà e il 29 luglio suoneranno insieme a una delle band più longeve d’Italia. Ma i confronti non li spaventano affatto Costanza Focardi

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recederanno niente di meno che la performance dei Nomadi il prossimo 29 luglio a Rignano sull’Arno, ma non pensiate che sia un punto di arrivo. Quella dei Musikà è un’avventura in continua evoluzione che ha inizio nel lontano 1975. “La musica, la poesia, la pittura, le arti in genere furono le nostre ancore di salvezza cui aggrapparci per rimanere a galla e non svanire nei gorghi del nulla”. Recita così una delle prime righe di “Tutto ebbe inizio…”, il libro in cui Claudio Fusai e Franco Piri Focardi raccontano come iniziò la loro avventura: un percorso all’insegna della creatività, della musica, della comunicazione. Il loro progetto “Musikà” (già “Musicartigiana”) nasce nel 1975 dalla volontà di creare, inventare, per sconvolgere le convenzioni, mettersi in gioco e “farsi sentire”. “Musicartigiana – ci spiega Claudio - è nata come collettivo, un progetto culturale che puntasse all’autoproduzione, non solo musi-

cale. C’è e c’è sempre stato posto per tutto: dalla poesia, alla musica, alle varie performance, fino alla carta stampata e all’organizzazione di eventi che potessero riunire tutto questo”. Ma Musikà, oggi, sono soprattutto loro: Claudio Fusai, storica chitarra e voce del gruppo, Luigi Veronesi al basso, Massimo Cozzini con la sua scatenata batteria e Roberto Bargilli al sax. Come spesso accade, la loro musica mal si presta ad essere etichettata: “Dalla psichedelia alla canzone d’autore, fin dall’inizio ci siamo divertiti a sperimentare. Bisogna mettersi in gioco, dimostrare che si ha qualcosa da dire e sperare di riuscire a trasmettere questo qualcosa a chi ascolta. La nostra musica è una specie di rivoluzione senza armi”. Forse è questo che vi impedisce di viverne? Decidere di vivere grazie alla musica vuol dire scegliere una musica che ti permette di vivere. Escludi gli aspetti più d’avanguardia, e non solo: devi entrare nei meccanismi e conoscere le per-

i

Musikà

in concerto

sone giuste. E’ come trovare lavoro. Poi, ovviamente, può esserci il colpo di fortuna. Il 29 luglio farete da gruppo spalla a una delle band italiane più longeve: i Nomadi. Come vivrete questa esperienza? Sarà senza dubbio un’esperienza importante, particolare. Certo, noi non siamo un gruppo di

ragazzi che si possono aspettare il “grande salto”, ci vogliamo più semplicemente divertire facendo quello che ci piace fare. Cosa ci aspettiamo? Di suonare bene, fare un bel concerto. Speriamo di piacere anche a chi ascolta. Non ci aspettiamo niente se non di avere una grande soddisfazione personale nel fare ciò che amiamo fare.

LE CORTI. Nascono le villette a consumi ridottissimi, progetto pilota per la Toscana. E arriva Alberto Angela

Ecco la casa di “Serie A”, fatta per scordarsi le bollette S

pesa annua per il riscaldamento ridotta del 75%, acqua calda prodotta per il 50% da fonti rinnovabili, massimo isolamento termico, ma anche acustico, per elevare il livello del comfort. Il tutto nel rispetto architettonico tipico della campagna toscana. Accade a Le Corti, nel comune di Rignano sull’Arno, dove sta nascendo il primo complesso residenziale super-ecocompatibile. Un intervento che non ha precedenti in Toscana. Tanto da attirare la troupe di Alberto Angela e guadagnarsi un servizio all’interno di una puntata di Super Quark. Gli edifici, infatti, sono stati progettati non solo per rispondere pienamente alle recenti normative in tema di risparmio energetico, ma anche per garantire a chi li abiterà un livello qualitativo ancora maggiore. Tutti gli immobili attualmente in costruzione avranno anche la certificazione energetica in

“Classe A”, secondo lo standard “CasaClima”, che impone livelli ancor più elevati rispetto a quelli stabiliti per legge. Preziosi alleati nel raggiungimento dell’efficienza energetica isolanti naturali come la lana di roccia e la fibra di legno, che garantiscono fresco d’estate e temperature non troppo rigide d’inverno, in modo da ridurre al minimo l’uso del riscaldamento. L’impianto, in ogni caso, è autonomo per ogni unità immobiliare e si basa su pannelli radianti inseriti nei solai, soluzione in grado di garantire calore diffuso senza sprechi. La stessa attenzione è stata usata per l’isolamento acustico, non solo verso l’esterno, ma anche tra stanza e stanza. Sonni tranquilli, dunque, per i futuri inquilini. La società costruttrice Edilizia Turistica Ambientale srl si ritiene soddisfatta dell’an/F.P. damento delle vendite.

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Luglio 2011

il giornale nel tuo comune

INCISA. Iniziative di fund raising e cinque per mille: e l’istruzione ci guadagna

A “pagare” la scuola ci pensano i ragazzi Li chiamano “Quelli dell’Incisa”: sono un gruppo di giovani

Paola Tozzi

tra i 25 e i 30 anni, autori di una serie di eventi finalizzati a raccogliere fondi per un settore spesso penalizzato dai tagli. Ecco come hanno fatto a mobilitare la cittadinanza

S

i respira aria “giovane” a Incisa. E voglia di partecipazione, impegno a mobilitarsi intorno a temi fondamentali, che interessano le nuove generazioni, primo fra tutti quello della scuola. Il Comune valdarnese, con una popolazione under 30 di 1.794 persone e circa 550 alunni fra asili, elementari e medie, è stato teatro negli ultimi mesi di una serie di iniziative che hanno visto la partecipazione in massa dei cittadini; come non accadeva

la novità Alla Massa

Un giardino per De André

D

VITA di CONDOMINIO L’esperto risponde

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Risposta

Dott. Enrico Ciccarelli Domanda SPETT. DOTT. CICCARELLI, abito in un complesso di villette a schiera con giardino per le quali abbiamo costituito un condominio qualche anno fa e che amministriamo a turno noi condomini. Il mio vicino di casa possiede un cane che tiene nel proprio giardino, ma che abbaia continuamente (soprattutto di notte), rendendo la vita impossibile sia a me che agli altri condomini. Inoltre il suddetto cane viene accompagnato ogni sera dal padrone a fare i propri bisogni in un giardino di proprietà del condominio dove “dovrebbero” andare a giocare i bambini. Sia io che altri condomini abbiamo cercato di far notare che tale comportamento potrebbe essere scorretto nei nostri confronti, ma ad oggi il proprietario del cane non ha fatto niente per limitare i nostri disagi. C’è qualcosa che possiamo suggerirgli prima di correre esasperati da un avvocato? Grazie. Pietro.

SPETT.LE PIETRO, la detenzione di animali in condominio è un tema piuttosto complesso sia sotto il punto di vista giuridico che sul piano pratico. Premetto che sono una persona che adora gli animali e che, nel loro primario rispetto, ritengo indispensabile che la loro detenzione richieda al proprietario educazione ed intelligenza tali da non ledere i diritti né dei vicini né tanto meno dei condòmini. Venendo al caso specifico ritengo che pur essendo nella natura canina, l’abbaiare di questo cane abbia una condotta molesta (considerando che si riscontra “continuamente” e “soprattutto di notte”). Tale condotta è evidentemente lesiva del diritto dei condomini (e anche degli altri confinanti) a riposare tranquillamente e in tal senso è intervenuta più volte la Corte di Cassazione non solo in ambito civile, ma anche in ambito penale; ad esempio lo scorso 09 Febbraio 2011 la Cassazione Penale con la sentenza n. 4706 ha condannato i proprietari di alcuni cani che non si erano adoperati per tacitare líabbaiare degli stessi alla pena di due mesi di reclusione senza beneficio della condizionale oltre al pagamento delle spese processuali ed ad una ammenda di Euro 500,00 cadauno. In questo caso riterrei quantomeno inopportuno arrivare ad un provvedimento di questa portata anche perché sembra che la volontà sia quella di addivenire ad una soluzione bonaria; in primo luogo dovreste invitare il proprietario del cane ad adottare tutti i provvedimenti necessari affinché sia garantito il riposo di tutti i condòmini, compresa l’ipotesi di allontanare l’animale almeno nelle ore notturne. Resta inteso che non può essere vietata la detenzione di animali all’interno della proprietà privata se non mediante una norma del regolamento condominiale approvata all’unanimità, ipotesi che riterrei di escludere in quanto è presumibile che tale votazione vedrebbe il voto contrario almeno del proprietario del cane.

Si può però impedire che il cane giri liberamente nelle parti comuni soprattutto per l’espletamento dei propri bisogni; in tal senso è intervenuto il Tribunale di Salerno, sez. II, che il 22/03/2004 ha emanato una sentenza che inibisce, anche con provvedimento di urgenza, il transito nelle parti comuni agli animali “[...] laddove la loro presenza sia vietata non solo dal regolamento ma anche quando da essa derivino immissioni insalubri e intollerabili ed un minore godimento delle parti comuni [...]”; in questo caso l’amministratore in carica può invitare formalmente il proprietario del cane a limitarsi al solo attraversamento delle parti comuni in compagnia dell’animale che comunque dovrà adoperare, se pur per un breve tratto, tutte le precauzioni necessarie quali guinzaglio, museruola e tutto quanto previsto a seconda della razza canina. Infatti non è da sottovalutare la razza a cui appartiene il cane in quanto una Ordinanza del Ministero della Salute dell’anno 2005 poi ribadita nell’allegato di una nuova Ordinanza dello stesso Ministero datata 14 Gennaio 2008, istituisce una lista o quantomeno dei criteri di individuazione, per cani a rischio di maggior aggressività e per i quali è necessario adottare maggiori cautele. E’ ovvio che il proprietario è obbligato, in primo luogo dall’amministratore ad adoperarsi affinché l’abbiare molesto del cane sia limitato al minimo e affinché il cane non occupi in maniera esclusiva, se pur per brevi periodi, gli spazi comuni soprattutto per l’espletamento dei propri bisogni nella prospettiva che detti spazi sono destinati anche al gioco dei bambini. Qualora dette precauzioni risultino insufficienti a salvaguardare tutti i diritti degli altri condòmini è inevitabile in ricorso all’autorità giudiziaria che può disporre anche l’allontanamento dell’animale, questo anche per una sua tutela in quanto un cane che arreca un così elevato disturbo è sicuramente un cane che in quella situazione vive un disagio. Tutti i dati inseriti nelle lettere inviate saranno trattati secondo il D.Lgs. 196/03. Informativa su www.studiociccarelli.com

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ue grandi della cultura italiana danno il nome a due nuovi luoghi incisani. Alla frazione della Massa, esistono da qualche settimana la piazza “Primo Levi” e i giardini “Fabrizio De André”. L’idea è nata all’interno dell’amministrazione comunale, che ha voluto rendere omaggio a “due grandi italiani e al loro impegno, civile e culturale”. Nella neonata piazza, una targa riporta le parole della poesia “Se questo è un uomo”, il componimento simbolo di tutta l’opera di Primo Levi, che dà anche il titolo al suo primo e più celebre romanzo. Immagini che riportano alla vita nei campi di lavoro e di concentramento, dove lo stesso Levi fu deportato (ad Auschiwitz) e al quale sopravvisse. Un atto d’accusa contro l’inaudita crudeltà dello sterminio nazista e contro ogni indifferenza al male, al dolore, ad ogni forma di prevaricazione di un uomo sull’altro. Anche nei giardini “De André” è riportato su targa uno dei più famosi testi del Faber, “La Guerra di Piero”. Anche questo un atto di accusa, o meglio, un’amara riflessione sulla stupidità di ogni guerra, una canzonesimbolo, trasversale ed immortale. Non è certo la prima volta che a De André vengono intitolate strade e piazze. E molti dei suoi testi sono considerati vere e proprie poesie, tanto da essere stati inseriti anche in antologie scolastiche. Il suo nome accostato a quello di un grande della letteratura internazionale come Primo Levi, rende omaggio anche all’Arte ed alla sua capacità di rendere universale ed immortale un sentimento, con qualsiasi mezzo essa si /P.T. esprima.

da tempo. Il merito, come conferma l’assessore Massimo Bigoni, responsabile della Pubblica istruzione, va a un gruppo di ragazzi, giovani fra i 25 e i 30 anni, “che chiamiamo ‘Quelli dell’Incisa’ e che in più di una occasione hanno dimostrato e stanno dimostrando di saper coinvolgere il paese intorno a temi come quello della scuola, della sanità, dell’associazionismo, della solidarietà”. Questa “banda di ragazzi” riesce a creare iniziative pubbliche di rilievo, “coinvolgendo non solo l’istituzione comunale – continua l’assessore - dalla quale riceve tutto l’appoggio possibile, ma le associazioni, le aziende, le attività commerciali e soprattutto la gente comune”. Il pretesto è semplice: una partita di calcio fra i vecchi “personaggi” incisani, o, come per il recente “Nature Festival”, le recite di fine anno delle scuole, le esibizioni di gruppi musicali locali, persino una elezione tutta incisana della “Miss”. Tutto funziona se lo scopo è quello di raccogliere fondi per cose importanti. E gli euro raccolti nel corso di quest’ultima iniziativa, alla quale hano preso parte circa 1.600 persone, sono stati ben 10mila, dei quali potranno usufruire le scuole elementari del paese. La scuola è comunque al centro dell’operato della stessa amministrazione comunale: un occhio di riguardo verso un settore più che mai bistrattato e colpito dai tagli del Governo, come del resto gli Enti locali. “In questi due anni del mio assessorato – spiega Bigoni - è stato avviato un Tavolo interistituzionale, sorto nel maggio 2010, composto dalle amministrazioni comunali di Incisa e Rignano, Dirigenza scolastica e genitori, che ha come sua finalità principale quella di condividere le criticità e le opportunità per costruire insieme il futuro dei nostri figli”. I genitori hanno costituito un Comitato e hanno raccolto più di 700 firme in calce ad alcune richieste da inviare agli organi competenti. Il Comune ha deciso di destinare esclusivamente alla scuola il 5 per mille dalla dichiarazione dei redditi. Comune e Scuola cercano di lavorare insieme tutto l’anno a progetti ed iniziative che coinvolgano i ragazzi: quest’anno, l’anno dei 150 anni dell’Italia, tutto si è concentrato intorno a questo tema; ma a Incisa la scuola entra ogni anno nel Comune, grazie a progetti che prevedono visite al Municipio e partecipazione ai Consigli Comunali per i bambini delle elementari, e la costituzione di veri e propri “consigli comunali dei ragazzi”, nei quali gli studenti delle medie possono imparare a fare proposte e “legiferare”, mettendosi nei panni degli amministratori locali.

L’ultima volta “rastrellati” diecimila euro, a disposizione delle elementari


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FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

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e piazza Aldo Moro il cuore della festa, ispirata ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Musica per tutti i gusti, dal concerto di ottoni alla disco, ma anche musei aperti e performance teatrali. E negozi con i bandoni alzati fino a tardi

otte bianca sì, ma venata di verde e rosso. L’iniziativa notturna più celebrata del mondo – da Parigi a Roma passando per Berlino, Toronto e Lima – arriva per la prima volta a Reggello nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ispirandosi proprio a questa ricorrenza. Il prossimo 23 luglio il tricolore farà da trait d’union nelle strade e nelle piazze del centro storico, nei luoghi d’arte, di storia e cultura per l’evento clou dell’estate reggellese, nato sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica. In molti hanno risposto alla lettera di adesione inviata il mese scorso dall’assessorato alla cultura: commercianti, associazioni sportive, di promozione culturale e sociale, ciascuno con una propria idea. Una ventina tra le proposte migliori hanno composto un programma partecipato che inizia dalla musica adatta ad ogni palato – disco e rock per giovani e non che vorranno scatenarsi, fino al più sofisticato concerto classico di ottoni – per arrivare al teatro, al reading e ai percorsi storici in tema di centocinquantesimo. E poi danza, spettacoli per bambini, teatro e tornei sportivi, ognuno nella location più adeguata. Nel triangolo tra piazza IV novembre, piazza Potente e piazza Aldo Moro pulserà il cuore di una festa le cui arterie arriveranno a toccare lo Stadio comunale, la piscina, la biblioteca comunale (teatro dello spettacolo ‘Sorelle d’Italia’), il Museo di Cascia, Museo Masaccio, e il Teatro Excelsior – tutti straordinariamente aperti – fino alla Pieve di Cascia, dove verrà celebrato un altro anniversario, quello dei 200 anni dalla nascita di Franz Liszt, con una selezione di brani dal repertorio del musicista ungherese. Si tingono di bianco, rosso e verde anche le vetrine dei negozi, aperti per tutta la notte e anch’essi allestiti per la rievocazione a cornice di un percorso enogastronomico con i prodotti del territorio. “Una serata per camminare, vivere e rendere vivo il luogo – spiega l’assessore alla cultura Maria Pia Babini –. Un’opportunità per essere tutti protagonisti della realtà di Reggello”.

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reggello. Il 23 luglio l’appuntamento più atteso dell’estate

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focus

In vendita per due milioni l’edificio del Saltino

Immobili comunali, al via l’asta

tretto nella morsa della crisi economica, tra patti di stabilità e razionalizzazione delle risorse, anche il Comune deve battere cassa. La strada scelta è quella del piano di alienazioni e valorizzazioni immobiliari, approvato dal consiglio e in parte già tradotto in bandi pubblici per la messa all’asta degli immobili ritenuti “non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali”. Così l’amministrazione conta di ricavare quasi 3 milioni di euro nel triennio 2011-2013 con i quali finanziare altri progetti di interesse pubblico, primo fra tutti l’indispensabile e ormai imminente ampliamento della scuola media Guerri che da solo assorbirà 700mila euro. Molto dipende però dall’interesse che si creerà attorno all’edificio polivalente del Saltino, ancora inutilizzato e destinato all’asta nel 2012 per un prezzo di partenza di 2 milioni. Una vendita che ha il sapore della scommessa, già tentata in passato senza successo. Ma l’alternativa c’è: con poco più di 200mila euro potrebbe essere messo a norma e trasformato nel centro congressi dell’Unione di Comuni Valdarno-Valdisieve, se il progetto incontrerà i favori (tiepidi al momento) del neonato organismo. Il milione restante si conta invece di metterlo in cassa per la fine di quest’anno con altre sette alienazioni. La più robusta riguarda l’edificio in piazza Carlo

Alberto Dalla Chiesa, attuale sede della polizia municipale, degli uffici dell’assistenza sociale e di un distaccamento della Croce Azzurra. Secondo una prima stima il valore dell’area (1.466 metri quadri, incluso il parcheggio) si aggirerebbe sui 615mila euro, ma visto che la stessa Croce Azzurra si è mostrata interessata all’acquisto in toto dell’immobile non è da escludere che venga avviata una trattativa diretta con la Onlus, come permesso dalla legge. Parte dell’incasso andrebbe a coprire i costi per la ristrutturazione dell’edificio posto di fianco al palazzo comunale, acquistato di recente dal Comune. Proprio qui verrebbero trasferiti i vigili e gli altri presidi oggi di stanza nell’immobile messo all’asta, così da dare vita ad un polo unico per l’intera struttura dell’Ente. Già aperto invece il bando per la cessione degli ex-macelli di Tosi, 500 metri quadri inutilizzati per 72mila euro, e dell’ex-rifugio di Secchieta, 440 metri quadri nel cuore della riserva biogenetica di Vallombrosa, dal quale ci si aspetta di ricavare almeno 58mila euro. A completare il quadro ci sono un terreno in disuso di 916 metri quadri a Leccio, già venduto per 100 euro al metro quadro, e il monolocale di Borgo a Cascia che non ha trovato acquirenti nella scorsa primavera e verrà quindi riproposto a prezzo ribassato (intorno a 43mila euro) verso /A.T. settembre.

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attualità

Luglio 2011

dossier/1. Con le novità da poco introdotte la superficie off-limits arriva a toccare i sei ettari

A piedi è bello, ma solo a Firenze nel capoluogo sono tante le zone vietate alle auto: prima del

Serena Wiedenstritt

Duomo era toccato a piazza ognissanti, arco di San Pierino, San

P

niccolò, una parte delle Cascine. Ma fuori dal perimetro cittadino le cose cambiano: a Sesto, ad esempio, i divieti sono pochissimi

edonale è bello, è salutare ed è ecologico. Camminare fa bene e senza traffico è sicuramente più piacevole. E proprio “pedonalizzare” è il neologismo più in voga nell’ultimo periodo. Sul dizionario è spiegato come “riservare una zona cittadina al solo transito pedonale”, anche se spesso deroghe e deroghine invalidano anche

DAL 24 GIUGno Ecco tutte le modifiche

Per gli scooter è una rivoluzione

S

uNa veduta di piazza

oGNissaNti (foto

di

Giuseppe della Maria)

ei è il numero magico di questa nuova, recentissima tappa della pedonalizzazione di Firenze, che porta, appunto, a sei ettari la superficie di strade e piazze off-limits per il traffico. Via Tornabuoni, piazza Pitti e via Por Santa Maria sono i nodi al centro della rivoluzione che il sindaco Renzi ha attuato per “recuperare la bellezza e la vivibilità della città”. Rivoluzione che riguarda sia le abitudini dei cittadini che lavorano o vivono nel centro storico, sia tutta la viabilità cittadina, fino alla rete di taxi e bus. Dopo le polemiche in consiglio comunale, i sondaggi dei quotidiani e il battage per informare sulle novità (solo i sensi di marcia invertiti ammontano quasi a una cinquantina) il tutti a piedi-fase due è partito. E la vita cambia anche, o forse soprattutto, per il popolo degli scooteristi, che sono stati invitati a utilizzare maggiormente i viali e meno le scorciatoie in ztl, oltre ad aver visto sparire alcuni dei parcheggi più “comodi” e centrali. Erano infatti le due ruote a far registrare il maggior numero di passaggi nelle aree che sono state soggette al provvedimento entrato in vigore il 24 giugno scorso: seimila transitavano ogni giorno sul lungarno Acciaiuoli, 5.400 utilizzavano la direttrice via Guicciardini-piazza Pitti. Quanto a chi già utilizzava i mezzi pubblici per avvicinarsi alle zone interessate dalla pedonalizzazione di San Giovanni, i provvedimenti di circolazione hanno comportato una riorganizzazione di cinque linee Ataf: 6, 11, 22 e 36/37, che transitavano in via Tornabuoni, e i bussini elettrici C3 e D, che passavano da via Guicciardini e piazza Pitti. La logica, chiaramente dichiarata dall’amministrazione, è quella di attuare un cambio di passo della città e di ricondurla a una dimensione più umana, anche sull’esempio di altre grandi città europee. /S.W.

guarda il video su 1187692

le migliori intenzioni. Ma va detto che a Firenze e dintorni molte zone vietate al traffico esistevano già prima dei recentissimi interventi in piazza Pitti e via Tornabuoni: se la data che tutti ricordano è quella del 25 ottobre 2009, quando piazza del Duomo venne “liberata” dal passaggio dei taxi e degli oltre duemila autobus al giorno per tornare a essere calpestata solo da passi di fiorentini e turisti, ci sono, da ancora prima, diversi angoli della città dove il traffico è bandito. Fra questi la parte centrale di piazza Ognissanti, lungarno Vespucci nei pressi del consolato americano, il tanto discusso (soprattutto per la sua dubbia frequentazione) arco di San Pierino, parte di piazza Stazione, ovviamente il Ponte Vecchio e parte di piazza San Lorenzo, fino a salire al piazzale Michelangelo passando per la zona di San Niccolò. Sono inoltre pedonali le Cascine, nel vialone che costeggia l’Arno e che è frequentato per lo più da skater, roller, ciclisti, runner e altri sportivi. Inoltre, già prima della seconda data storica (il 24 giugno scorso), quando Firenze si è conquistata i suoi 6 ettari di pedonalizzazione, era già possibile arrivare da piazza Beccaria al cuore del centro – piazza del Duomo, piazza della Repubblica e piazza Signoria – senza passare da zone con libero accesso alle macchine, né respirare smog, a parte quello di rari residenti, e accompagnati solo dal bip bip dei bussini elettrici. Ci sono poi le zone pedonali a tempo, tutte quelle che in mattinata si chiudono alle macchine per aprirsi ai mercati rionali e all’incontro delle persone del quartiere. Ma sulla pedonalizzazione i pareri sono vari e diversificati anche soltanto uscendo (di poco) dal confine del comune di Firenze. Pochi chilometri più in là, alle porte della città, ad esempio c’è Sesto Fiorentino, dove non esistono in pratica aree pedonali. L’unica strada pedonalizzata di recente, dopo una riqualificazione complessiva, è via Cavallotti, la principale strada “commerciale” del centro. C’è poi anche una piccola parte di via Verdi, all’incrocio con via Gramsci, sempre nel cuore del centro, che per qualche centinaio di metri è vietata ai veicoli a motore, ma in generale si può dire che a Sesto una vera politica di pedonalizzazione non sia mai stata intrapresa, “anche perché la conformazione urbanistica non lo richiede né lo renderebbe granché utile”, fanno sapere dal Comune. Diversa la politica di Campi Bisenzio, che limita il traffico nella sua arteria principale, e quella di Scandicci, che ha il suo centro commerciale dove si entra esclusivamente a piedi e dove si sta lavorando per la nuova piazza del Comune, disegnata da Rogers e assolutamente smog-free.

Ci sono anche spazi interdetti ai motori, ma solo a tempo


attualità

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dossier/2. Alla scoperta delle aree pedonali più curiose del globo: dalla più antica alla più grande

Il giro del mondo... a passo d’uomo La più estesa è a fez, in Marocco. A friburgo c’è un intero quartiere dove i mezzi non possono entrare, mentre a Supai, in Arizona, si arriva solo a piedi, a cavallo o in elicottero Ludovica V. Zarrilli

A

ree pedonali nascono (e crescono). E se a Firenze si fa un gran parlare di quanto e se la nuova rivoluzione delle strade del centro servirà, ecco qualche curioso (e funzionante) esempio di aree pedonali sparse al di fuori dei confini di casa nostra. Prima di prendere il largo è meglio parlare del Bel Paese, dove le aree pedonali più famose hanno cominciato a spuntare nel 1980, quando l’allora sindaco della capitale Giulio Carlo Argan decise di restituire ai pedoni l’area intorno al Colosseo, monumento usato fino ad allora come un’enorme rotatoria. Dopo Roma, seguirono a ruota piazza del Plebiscito a Napoli e, udite udite, piazza della Signoria a Firenze, che - ai più giovani sembrerà assurdo - veniva utilizzata dai fiorentini a mo’ di parcheggio. E se le pedonalizzazioni dello Stivale sembrano ormai cosa nota e non fanno più notizia, basta allontanarsi di poco dai confini italiani per trovare subito qualche città più virtuosa delle nostre. Partiamo dal podio: la metropoli europea che vanta il primato della prima area senza auto è Rotterdam, in Olanda, che già nel 1953 decise di restituire ai cittadini la centrale e modernissima Lijinbaan. Subito dopo toccò a Stevenage, nel Regno Unito, che diede vita al primo shopping center a prova di bipede nel lontano 1959. Terza in classifica è Copenaghen: nella capitale danese, dalla strada di Strogen comincia un dedalo di vie che compongono una delle aree pedonali più vaste d’Europa. Per andare a recuperare lo scettro dell’area pedonale più vasta al mondo bisogna però attraversare il mar Mediterraneo e arrivare fino a Fez, in Marocco. La medina, al centro della città, con i suoi 5.900 vicoli strettissimi rappresenta in assoluto l’area “car free” più grande al mon-

do. Ma anche Tangeri, Il Cairo e Casablanca si difendono bene. Un discorso a parte lo merita Vauban, quartiere di Friburgo, in Germania, costruito rispettando criteri di ecologia e sostenibilità: case di legno, biciclette dappertutto, verde pubblico a non finire e, ovviamente, nessuna automobile all’orizzonte. Il trucco per realizzare un’isola felice del genere è molto semplice: innanzitutto i mezzi pubblici sono super efficienti, in secondo luogo non sono stati realizzati parcheggi all’interno del quartiere, quindi è letteralmente impossibile posteggiare la propria macchina. Gli unici posti auto sono dei grossi e funzionali parcheggi alle porte del quartiere, che hanno però lo svantaggio di avere costi di affitto esorbitanti, in modo da disincentivare gli abitanti (circa cinquemila residenti) all’uso delle quattro ruote.

La prima della storia è quella realizzata a Rotterdam, in Olanda, nel lontano 1953 Negli Stati Uniti le aree pedonali sono meno diffuse, ma qualche esempio curioso non manca neanche oltreoceano: è il caso di Supai, in Arizona, una comunità interamente car-free all’interno di una riserva indiana. Dista otto miglia dalla strada più vicina e l’unico moda per raggiungerla è a piedi, oppure a cavallo o in elicottero. E’ l’unica località degli States in cui la posta viene ancora consegnata da un postino che viaggia a dorso di mulo.

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istruzione

Luglio 2011

FormaZione/1. In città sono state presentate più di 2.600 domande: circa mille bambini in “bilico”

Asili nido, tutti in cerca di un posto A firenze le strutture comunali sono cinquantadue, spalmate sui cinque quartieri. Per chi non rientra in graduatoria la Regione mette a disposizione alcuni voucher, per rimborsare i genitori che sono dovuti ricorrere ai privati accreditati Serena Wiedenstritt

G

iocare, conoscersi, iniziare a interagire. Sono sempre più numerose le mamme che scelgono il nido d’infanzia come soluzione per i piccoli, mentre loro sono al lavoro, o semplicemente come esperienza perché i propri figli inizino a familiarizzare con i giovanissimi coetanei prima della materna. E l’Europa parla chiaro in merito, visto che entro il 2010 l’obiettivo fissato dalla “strategia di Lisbona” indicava come minimo il 33% di copertura del servizio di asili nido, indicandolo come un servizio essenziale. Ma a Firenze come va? Si sono chiuse il 3 giugno le iscrizioni per i nidi d’infanzia comunali, che sono 52 spalmati sui cinque quartieri. Le domande arrivate sono state 2.670 e il Comune stima che, se per circa 1.500 bambini non ci saranno problemi, ne resteranno almeno 1.000-1.100 in lista d’attesa, anche se i dati potrebbero essere falsati dalla questione dei voucher regionali, che richiedono l’iscrizione ai nidi comunali anche per avere diritto alla partecipazione alla retta dei nidi privati. Per chi non rientra nei posti a disposizione nelle graduatorie regionali, infatti, la Regione Toscana, che comunque vanta un posto ogni tre richieste

per l’offerta di asili nido, ha stanziato fondi che verranno ridistribuiti alle famiglie che sono dovute ricorrere a strutture private accreditate. In questo caso, però, si tratta di rimborsi, che vengono erogati dopo aver pagato e usufruito del servizio. Ma l’offerta dei nidi fiorentini è destinata ad aumentare, anche grazie all’apertura di asili aziendali in cui alcuni posti sono riservati alle graduatorie generiche. Proprio in questo ambito arriverà a breve il nido aziendale del Comune nell’ex Meyer. L’ok ai lavori, per un totale di un milione e 165mila euro, è arrivato a inizio giugno e, già fra un anno, a luglio 2012, la struttura dovrebbe essere pronta e in grado di ospitare i piccoli dei dipendenti comunali dal settembre successivo. Non mancheranno aree gioco, pranzo, riposo, cambio e servizi igienici, ol-

L’offerta è destinata ad aumentare grazie all’apertura dei locali “aziendali”

tre a locali connessi al funzionamento del servizio educativo e per i servizi tecnici, insieme a un ampio spazio all’aperto per giardino e giochi. Quanto alle tariffe delle strutture del Comune, i costi mensili dipendono dall’orario scelto per il bambino e dalla fascia di reddito di appartenenza. Si va quindi da un minimo di 59 euro al mese per una famiglia con valore Isee di 5.500 euro e per un tempo corto con uscita alle 13.30 o 14.30 fino a 532 euro mensili per chi ha valore Isee uguale o maggiore a 32.500 euro e desidera – o piuttosto deve – lasciare il piccolo al nido fino alle 18. Il Comune, invece, spende annualmente circa 23 milioni di euro per garantire questo servizio, anno dopo anno sempre più indispensabile. Ma, a fronte di queste spese, la soddisfazione dei genitori è alta, come testimoniano i dati della ricerca promossa dall’assessorato alla pubblica istruzione del Comune a fine 2010, che ha promosso, e con voti alti, i nidi comunali. Qualità delle strutture, efficacia dei percorsi educativi ed efficienza nell’organizzazione sono i fiori all’occhiello di un sistema che mette al primo posto i piccoli e le loro famiglie, le cui esigenze risultano alla base dell’organizzazione del servizio.

CURIoSITà Tante le proposte alternative riservate alla primissima infanzia. Ma manca ancora “l’agriasilo”

Le lingue straniere si imparano da piccoli. E l’educatore ospita a casa sua

L

a scelta del nido è un momento importante, e per molte mamme – tranne le poche fortunate i cui piccoli si innamorano fin dal primo momento del nuovo ambiente e della nuova compagnia – i giorni dell’inserimento sono i più difficili da affrontare, con ansia da distacco e pianti al seguito. Salvo che, dopo qualche settimana, il bambino inizia ad ambientarsi così bene che il sabato mattina, quando si sveglia, quasi reclama l’appuntamento con educatrici e giovanissimi compagni di giochi. Per affrontare tutto questo può essere utile un’occhiata alle novità fiorentine e alle ultime tendenze. Per prenderla con filosofia e tanta consa-

pevolezza. C’è ad esempio “Canadian Island”, che si propone di avvicinare i bambini dai 12 ai 36 mesi ai suoni della lingua inglese attraverso “attività che hanno lo scopo di favorire esperienze significative per la crescita cognitiva ed emozionale dei bambini”, e che vanta uno staff di operatori madrelingua inglesi. C’è poi il “Klabkids” in via del Ferrone: è accanto al centro Klab con i suoi molteplici servizi, comodo per la mamma che, andando a portare o a prendere il piccolo, ne approfitta per un’oretta in palestra o dall’estetista. Propone fra le diverse attività anche musica, piscina e massaggio pediatrico. E ancora, c’è l’universo

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dei nidi domiciliari: a Firenze sono dodici e si definiscono come un servizio educativo che si svolge presso il domicilio di un educatore, che mette a disposizione uno spazio idoneo, rivolto a un gruppo di cinque bambini di età compresa tra i 12 e i 36 mesi. Infine c’è, ma solo in teoria, l’agriasilo. L’idea, che renderebbe felici tante mamme e tanti babbi, è quella di un luogo immerso nel verde, a stretto contatto con la natura, all’aria aperta, lontano dai ritmi del traffico e della città, dove far crescere i propri figli. L’esperienza, che è già partita in altre zone del Paese, non ha /S.W. ancora trovato attuazione in provincia di Firenze.


istruzione

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FormaZione/2. Da settembre sconti sui servizi scolastici proporzionali al totale dei figli

Famiglie numerose, risparmi in arrivo Agevolazioni sulle tariffe del trasporto, della refezione e non solo. Inasprite, invece, le pene per chi dichiara il falso e paga meno. Intanto via al restyling di molti edifici: interventi per quattro milioni Benedetta Strappi

T

ra i banchi di scuola, il prossimo anno, i giovani fiorentini si preparano a trovare qualche novità. Buone, a dire la verità. Una riguarda le famiglie numerose: recentemente, infatti, il consiglio comunale ha dato il via libera a una delibera che prevede, per questo tipo di nuclei, un abbattimento delle tariffe per tutti quei servizi come la refezione, il trasporto scolastico, il pre e post scuola. “A partire dal prossimo anno scolastico – ha spiegato l’assessore comunale all’educazione Rosa Maria Di Giorgi – anche alle famiglie numerose con attestazione Isee pari a 32.500 euro si applica un abbattimento percentuale sulle tariffe, calcolando lo ‘sconto’ sul numero totale dei figli anziché solo su quelli che frequentano i servizi”. Più nel dettaglio: gli sconti saranno proporzionali al numero di bambini e ragazzi in famiglia. “Ad esempio – ha proseguito l’assessore all’educazione – per una famiglia con tre figli l’abbattimento è del 30 per cento, con quattro del 40 per cento, con 5 o più figli del 50 per cento. I figli considerati nel computo, e che non usufruiscono dei servizi, dovranno avere un’età inferiore a 26 anni e non dovranno avere propri redditi alla data dell’attestazione Isee”. Fino ad oggi le cose funzionavano invece in maniera diversa e gli sconti erano riservati a redditi Isee fino a 22.500 euro. Altra novità è l’inasprimento delle sanzioni

per chi paga i servizi scolastici meno di quanto dovrebbe: “Chi truffa l’amministrazione – ha spiegato ancora l’assessore – pagando meno del dovuto sia il servizio nido che quelli di supporto alla scuola o usufruendo di borse di studio e contributi sui libri senza averne diritto, dovrà sborsare il triplo del beneficio economico conseguito con la dichiarazione falsa, oltre a versare la somma che non ha pagato o che ha percepito indebitamente”. Nel frattempo, chiusi i battenti dell’anno scolastico 2010/11, negli asili e nelle scuole fiorentine hanno preso il via i consueti lavori estivi. Si tratta di interventi di vario tipo, per i quali sono stati stanziati dal Comune 3 milioni e mezzo di euro complessivi: consolidamenti di solai e coperture, adeguamento alle normative sulla sicurezza di centri cottura, refettori e zone lavaggio, manutenzione delle cucine degli asili nido, lavori alle facciate nel caso delle scuole Collodi e Poliziano, sostituzione degli infissi negli istituti del quartiere 4 e, infine, il completamento dell’adeguamento alle norme sulla prevenzione degli incendi. Per quanto riguarda le superiori, invece, la Provincia investirà quasi 600mila euro in interventi funzionali: quelli maggiori, a Firenze, riguarderanno il consolidamento di due solai al liceo Pascoli (60mila euro) e la sistemazione delle aule al liceo Rodolico di via del Podestà (53mila euro).

ATEnEo Dal prossimo anno accademico saranno introdotte prove di ammissione per alcuni percorsi

Corsi di laurea in inglese e più test d’ingresso: novità all’università

D

ue parleranno solo in inglese, altri da ora in poi richiederanno un test di ingresso. Sono queste le novità principali per l’ateneo fiorentino dall’anno accademico 2011-2012. I corsi interamente in inglese saranno quello di laurea magistrale in Economia dello sviluppo avanzata (Development Economics) e il curriculum Architectural design del corso di laurea magistrale in Architettura. I corsi per cui verrà introdotto il test d’ingresso, invece, saranno quelli in Disegno industriale, Scienze farmaceutiche applicate, Scienze biologiche, Biotecnologie, Scienze motorie, sport e salute, Scienze e tecniche psicologiche; il corso di laurea magistrale in Psicologia, i corsi di lau-

rea a ciclo unico in Farmacia e Chimica e tecnologia farmaceutiche. “Il numero degli accessi previsti (1.112) per tre dei corsi di laurea della facoltà di Farmacia (i cicli unici di Farmacia e Chimica e tecnologia farmaceutiche e la triennale in Scienze farmaceutiche applicate) e per le due triennali in Scienze biologiche e Biotecnologie - spiega il prorettore Nozzoli - non si discosta di molto dal numero degli iscritti ai cinque percorsi formativi nell’ultimo anno accademico. Abbiamo anche deciso che la prova di selezione per questi cinque corsi sia unica: gli studenti, prenotandosi, potranno indicare la priorità di preferenza nella scelta del corso. Inoltre la facoltà di Medicina, per il pros-

simo anno accademico, ha richiesto al Ministero 80 accessi in più”. Ai corsi a numero chiuso decisi su base locale si aggiungono quelli stabiliti su base nazionale: la laurea triennale in Scienze dell’architettura, le lauree triennali e magistrali nelle professioni sanitarie e le lauree magistrali a ciclo unico in Architettura, Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Scienze della formazione primaria. Le scadenze: dal 24 agosto al 13 settembre sono in programma i test di autovalutazione, mentre le immatricolazioni online ai corsi non a numero chiuso saranno aperte dal 13 settembre al 17 ottobre. Per le scadenze di quelli col test è bene consultare i singoli bandi. /B.S.

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tecnologie

Luglio 2011

clicK. Si tratta di ToGo!, neonato servizio sulla mobilità fiorentina consultabile da computer e palmari

c’è traffico? te lo dice il telefonino Con questo strumento si può monitorare la congestione di strade e viali in tempo reale, ma anche avere la mappa esatta dei temuti autovelox, quella dei parcheggi, dei restringimenti di carreggiata e persino dei distributori di benzina Ginevra Donnici

D

alle condizioni meteo in arrivo alla presenza di telecamere accese che impediscono l’ingresso nella ztl, dalla dislocazione delle postazioni autovelox alla presenza di rallentamenti causati da lavori o incidenti. Tutte le informazioni utili per gli automobilisti sono ora a portata di mano. Anzi, a portata di palmare. Si chiama ToGo!, ed è il nuovo servizio sulla mobilità fiorentina raggiungibile via pc e smartphone. Implementato da Linea Comune s.p.a. raccoglie, sulla base di Google Maps, molte informazioni riguardanti il traffico e la viabilità cittadina. L’uso di questo strumento è semplicissimo: basta scaricare l’applicazione o collegarsi all’indirizzo internet http:// togo.055055.it ed è subito visibile una mappa di Firenze con tutte le informazioni relative alla viabilità. Con un solo click è davvero possibile avere un’idea immediata sulle zone della città che in quel preciso momento risultano più critiche per il traffico. Queste notizie utili, addirittura indispensabili per evitare le code in caso di congestione della viabilità, sono usufruibili da qualsiasi zona dell’area cittadina normalmente coperta dalla tradizionale rete della telefonia mobile. Ma come si utilizza questa nuova applicazione? In realtà la “navigazione” è molto diretta e permette di ottenere molteplici informazioni con pochissimi passaggi. Un menù sulla sinistra permette di attivare o disattivare sulla mappa ulteriori indicazioni, anche molto specifiche come le aree interdette al traffico, il divieto di accesso o di svolta in una strada, la presenza di incidenti, le zone con parcheggi, gli autovelox, le stazioni car sharing, le paline per la ricarica dei mezzi elettrici, le condizioni del manto stradale. E ancora: i distributori di carburante, il noleggio bici, il restringimento di carreggiata, le stazioni taxi o la presenza di rallentamenti sulle strade. Esistono anche alcuni menù preimpostati che aiutano a capire in quali zone è preferibile spostarsi in auto o in moto, piuttosto che a piedi o in bicicletta. Infine, un campo permette di inserire l’indirizzo preciso di una zona della città per monitorare in tempo reale cosa sta succedendo in quella strada, evitando così di rimanere imbottigliati nel traffico. Il servizio sembra particolarmente vincente se usato in mobilità su smartphone, ma l’applicazione scaricata su iPhone 4 risulta ancora macchinosa e

C’è una funzione per scegliere il mezzo migliore per una data zona

lenta. ToGo! è una costola di 055055, multicanale integrato di Provincia, Comune di Firenze e 24 enti locali del territorio. Ma l’auspicio è quello di integrarlo con tutta l’area metropolitana che da Firenze arriva fino a Pistoia, magari aggiungendo i dettagli delle linee autoferrotranviarie. Insomma, un sistema integrato di informazioni grazie al quale gli utenti potranno non trovarsi più impreparati o imbottigliati nel traffico cittadino.

LA noVITà Nell’area sud ovest

E di notte via al “bus a chiamata”

N

on poteva che chiamarsi “Nottetempo”. È il nuovo servizio di trasporto pubblico a chiamata attivo durante le ore notturne. Fino al prossimo 31 agosto, infatti, è in azione una linea serale che collega la periferia fiorentina con il centro. Il servizio è ancora in fase sperimentale ed è attivo nei settori della zona a sud-ovest di Firenze, Scandicci e via Senese, dove sono rimaste comunque attive le linee 6, 36 e 37, oltre alla linea T1 della tramvia. In un momento di difficoltà economica per il trasporto pubblico locale, a fronte dei tagli decisi dal Governo, “Nottetempo permette di coprire le richieste dell’utenza, anche in fascia notturna. Modulando il servizio sulle prenotazioni è possibile anche registrare un piccolo risparmio sull’attuale spesa del servizio”, spiega l’assessore provinciale ai trasporti Stefano Giorgetti. “La nuova linea agevola gli spostamenti da e per il centro di Firenze in modo assolutamente compatibile con la nuova zona a traffico limitato estiva – continua Giogetti – aggiungendo la flessibilità del servizio e la sicurezza di avere fermate vicine a casa dei richiedenti”. Dalle 22 alle 2 è infatti possibile avere a disposizione i bus sulla tratta desiderata, con la creazione di eventuali fermate adibite solo al passaggio di “Nottetempo”. Il biglietto ha un costo di quattro euro, deve essere acquistato a bordo, con validità dalle 20 alle 3 di notte, sulle linee Ataf. Non è previsto nessun costo per chi già possiede titoli plurigiornalieri o abbonamenti mensili. Il servizio di prenotazione è attivo quotidianamente dalle 17 alle 24 (è possibile prenotare Nottetempo anche per più giorni). Per tutte le informazioni si può contattare il numero 055.5650555, attivo dalle 13 alle 19.30. Unica raccomandazione: le prenotazioni dovranno essere effettuate almeno 30 minuti pri/G.D. ma della corsa.


la campagna

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SPECIALE. Parte da questo mese il nuovo progetto della Web&Press Edizioni

Il Reporter e l’associazione Guarnieri insieme contro la “violenza stradale”

L

a tragedia è avvenuta ormai più di un anno fa, nella maledetta notte tra il 1° e il 2 giugno 2010, alle Cascine. Ed è una tragedia che Firenze ormai conosce bene. Lorenzo Guarnieri, 17 anni e mezzo, avviato alla conclusione del quarto anno di liceo scientifico, viene travolto mentre si trova in sella al suo scooter, da un altro scooter guidato da uomo poi risultato positivo all’alcol e alla cannabis. Per Lorenzo non c’è niente da fare: muore sul colpo. Firenze viene a conoscenza della tragedia, Firenze piange, Firenze s’indigna. Come sempre, davanti a una morte ingiusta, tanto più se la vittima è un giovane, neppure maggiorenne, come in questo caso. Firenze non vuol dimenticare. La famiglia di Lorenzo semplicemente non può, dimenticare. E allora decide di dar vita a un’associazione, l’associazione Lorenzo Guarnieri, per ricordarlo e per salvare altre vite umane. Un’associazione che si batte fin da subito perché “la morte di Lorenzo non può e non deve essere vana”. Ci sono dei numeri, sul sito dell’associazione, che fanno paura. In Italia muoiono ogni anno cinquemila persone sulle strade, e la prima causa di morte per i ragazzi tra 13 e 29 anni è la violenza stradale. Sì, proprio così: violenza. Perché “non è il destino che uccide i nostri ragazzi sulla strada. Sono delle scelte e dei comportamenti sbagliati che possono essere modificati con un intervento integrato, continuo e persistente da parte di chi governa”. Insomma, si deve cambiare. Anche per Lorenzo. Nasce così, lo scorso febbraio, il “progetto David”, che si pone un obiettivo tanto semplice quanto importante: salvare vite umane. Ma non solo. Perché proprio da Firenze, e proprio dall’associazione Guarnieri, insieme a Comune, Asaps (asso-

ciazione sostenitori e amici della polizia stradale) e associazione Gabriele Borgogni, parte la campagna per la proposta di legge sull’omicidio stradale, per inasprire le pene per chi provoca incidenti guidando sotto l’effetto di alcol e droga. E parte anche una raccolta di firme per sostenerla: fino ad ora sono state circa 20mila le adesioni dei cittadini, l’obiettivo è arrivare a 50mila. Per firmare basta andare sul sito www. omicidiostradale.it. Nasce anche un altro sito, www.occhioallastrada.it, che un’altra volta presenta dei numeri. Che ancora una volta fanno riflettere. Nel comune di Firenze, negli ultimi dieci anni, il 30% degli incidenti gravi è riconducibile all’alcol, e oltre l’80% di morti e feriti sono pedoni e motociclisti. Tra questi c’è anche Lorenzo. Firenze non vuole dimenticare, dicevamo, ma capita spesso che, con il passare del tempo, i ricordi si affievoliscano e tutto si faccia più lontano, più confuso. Anche le tragedie. Per fare in modo che questo, questa volta, non accada, Il Reporter e la Web&Press Edizioni vogliono dare il loro supporto all’associazione Lorenzo Guarnieri. Iniziando da questo mese, con questa pagina, un percorso insieme. Un percorso che porterà, ogni mese, a dedicare uno spazio sul nostro giornale all’associazione, alle sue attività, ai risultati raggiunti. Con un obiettivo: non scordare una tragedia avvenuta un anno fa, di notte, alle Cascine, non spegnere i riflettori sulle tante, troppe tragedie simili che si ripetono a Firenze e non solo, non abbassare la guardia su un tema, quello della sicurezza stradale, su cui semplicemente la guardia non deve essere abbassata. Perché Firenze non vuole, e non deve, dimenticare. E anche Il Reporter, insieme all’associazione Guarnieri, proverà a fare in modo che questo non avvenga.

Patrizio Donnini,

amministratore unico di

Web&Press,

e

Stefano Guarnieri

Ogni mese, sulle pagine del nostro giornale, sarà dato spazio alle iniziative e alle attività portate avanti dall’associazione. Per non dimenticare le vittime degli incidenti e per salvare vite umane

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L’amica che ti accompagna


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società

Luglio 2011

lavoro/1. Giovanni D’Andria, fiorentino d’adozione, è nel settore da quattordici anni

Crisi, un “consigliere” per gli investimenti AL RISPARMIo

Anche in Italia stanno nascendo i consulenti

Sono cominciati il 2 luglio

Saldi, via a due mesi di attesissimi sconti

finanziari indipendenti: lui è uno di questi.

C

“Così si evitano condizionamenti esterni”. E annuncia un nuovo servizio Luca Squarcialupi

C’

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è chi lavora spalla a spalla con la crisi economica e ogni giorno fa i conti con mercati finanziari turbolenti e quotazioni schizofreniche. In una situazione imprevedibile, la necessità è quella di un consigliere fidato in fatto di investimenti. Anche in Italia stanno facendo capolino i primi consulenti finanziari indipendenti non legati a banche o istituti di credito. In inglese vengono definiti “financial advisor”. Giovanni D’Andria, 35 anni, da 14 anni nel mondo degli investimenti, originario di Taranto ma fiorentino d’adozione, si appresta a diventare un consulente indipendente. Da promotore finanziario a consulente. Perché questa scelta e quali sono le differenze? Il consulente finanziario è una nuova figura professionale che si affaccia in questi mesi sul mercato italiano. Finora i consigli in fatto di investimenti erano strettamente legati ai promotori delle banche, i quali si occupano di collocamento di prodotti. Questo comportava anche un conflitto di interesse: si era più propensi a consigliare prodotti di un determinato istituto di credito. Un consulente assicura invece indipendenza da condizionamenti “esterni” e un’attività totalmente incentrata sui bisogni del cliente. Come è cambiato il suo lavoro con la crisi? La situazione è molto difficile. Siamo dentro una crisi molto simile alla “grande depressione” del 1929. C’è malumore tra gli investitori, ma non c’è sfiducia nel mercato. I clienti si sono abituati a momenti di ristrettezze economiche. È necessaria però una pianificazione di medio-lungo periodo.

GiovaNNi d’aNdria

Qui entra in gioco il consulente finanziario. Come muoversi in un momento così particolare? I soldi vanno lasciati “sotto il materasso”? La crisi economica ha dimostrato che anche gli stati e gli istituti di credito possono “fallire”, allo stesso tempo immobilizzando il capitale nella propria banca si perdono delle opportunità di profitto. Quindi, qual è il suo consiglio? La parola d’ordine è prudenza: l’investimento va fatto con oculatezza, capendo bene i rischi che si corrono. La maggior parte di chi vuol mettere a frutto il proprio denaro non è consapevole di quello che sta facendo. Bisogna conoscere non solo il prodotto che si acquista, ma anche il grado di rischio che comporta. Proprio per questo sto pen-

sando di attivare sul mio sito internet un podcast audiovideo per tutti i clienti, in cui vengono dati tutti gli strumenti per capire in modo semplice le scelte finanziarie. Spesso, a complicare le cose, ci sono le banche, non sempre chiare. Come comportarsi? Di frequente i clienti si interrogano se i prodotti finanziari acquistati in banca stiano portando effettivamente ai guadagni desiderati. Per questo sto mettendo a punto un nuovo sevizio: un consulto ad hoc, in totale privacy, per verificare se le scelte effettuate con il proprio istituto di credito corrispondono all’effettiva scelta del cliente. Una sorta di servizio “controlla-investimenti”. Il tutto con la garanzia di una figura indipendente.

ome è bello fare spese da Trieste in giù. Lo scorso maggio la giunta regionale toscana ha approvato la delibera che stipula la data di inizio dei saldi, per la prima volta unificata in tutta Italia. Il provvedimento di quest’anno è stato assunto con lo scopo di evitare lo smarrimento dei consumatori e soprattutto le competizioni “sleali” dei punti vendita tra i settori coinvolti. Dal primo sabato di questo mese, ovvero dal 2 luglio, i commercianti di tutta la penisola hanno quindi attuato gli attesissimi sconti sul prezzo di cartellino di abbigliamento e calzature che si protrarranno per 60 giorni. Come di consueto, durante le prime settimane i punti vendita attueranno i saldi a partire dal 20-30 per cento, percentuali che andranno aumentando progressivamente raggiungendo, negli ultimissimi giorni, anche il 70 per cento. Il presidente della commissione per lo sviluppo economico del Quartiere 1, Roberto Nativi, dice a proposito: “Lo spettro della crisi economica non è ancora esorcizzato e per molti commercianti il periodo dei saldi, una ‘moda’ ormai consolidata, rappresenta una possibilità per rientrare con le spese sostenute durante l’anno, oltre che un’attrattiva per i turisti”. Se la svendita incontra le necessità dei proprietari di negozi, senz’altro il discorso vale anche per gli acquirenti, tra cui si possono distinguere diverse “specie”: ci sono quelli più attenti che hanno cominciato a risparmiare qualche settimana prima per avere più liquidità e poter fare gli acquisti migliori, mentre altri hanno tenuto a mente i capi d’abbigliamento e le calzature più costose prima dei saldi e si sono poi precipitati nel punto vendita per comprarli a prezzo ribassato. Altri ancora, più semplicemente, si lasciano attrarre dalle percentuali di sconto esposte nelle vetrine e fanno qualche acquisto vantaggioso più per divertimento che per reale necessità, /G.G. prima di partire per le vacanze.


società

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lavoro/2. Niente posto fisso, pure i maggiordomi sono freelance. Anche se sempre più richiesti

Ambrogio? Va di moda, ma è “precario” C’è chi li assume solo per una serata o per preparare un matrimonio: “Le tariffe sono accessibili a tutti”. E anche in Toscana proliferano i corsi di formazione Francesca Puliti

S

cordatevi Alfred, il fedele custode della casa di Batman, dimenticate il Lurch della Famiglia Addams, oggi il maggiordomo lascia la livrea in valigia, gira con lo smartphone e parla tre o quattro lingue diverse. E il maggiordomo moderno è sempre più richiesto. Sono sempre di più coloro che si reinventano il mestiere, eppure non bastano a coprire una domanda in costante ascesa. Anche se, c’è da dirlo, il precariato si è fatto largo anche all’interno di una professione che un tempo si poteva ben dire per la vita. Adesso, infatti, gli “Ambrogio” di tutta Italia lavorano sempre più spesso come freelance. C’è chi li assume esclusivamente per una serata, chi per un viaggio di lavoro, chi per organizzare e assistere i preparativi di un matrimonio. E chi “noleggia” il prezioso assistente per offrirlo in dono a madre, sorella, fidanzata. Insomma, dopo il “marito in affitto” arriva anche il maggiordomo a ore: un pomeriggio per fare il cambio degli armadi, qualche ora per rivoluzionare la gestione della casa, una serata per preparare una cena o una settimana per coordinare l’organizzazione di una cerimonia. “La professione si è evoluta – spie-

ga Elisa Dal Bosco, presidente dell’Associazione Italiana Maggiordomi – per rispondere ad esigenze diverse. Il maggiordomo di oggi è più simile a un personal assistant che al capo della servitù”. E anche la clientela si è diversificata. “Anche perché – continua Dal Bosco – le tariffe giornaliere sono accessibili a tutti: si parte da 150 euro in su”. E la domanda è talmente alta che stanno proliferando anche in Toscana i corsi di formazione. Il primo è stato organizzato dalla Provincia di Grosseto: dieci posti egualmente divisi tra uomini e donne. Le ore di lezione sono 450 in tutto, di cui 280 in aula, tra insegnamenti di geografia turistica, storia dell’arte, materie enogastronomiche e galateo, e le altre in strutture alberghiere e agriturismi. “La selezione è stata molto dura – spiega Fabrizio Sandri, direttore di Multimedia Group, la società che ha messo in piedi il corso in collaborazione con l’Aim – si richiedeva la conoscenza di almeno due lingue, gradita la laurea e l’esperienza pregressa”. Ma chi esce da questi corsi “nel 90% dei casi trova un lavoro – precisa – che sia su una nave da crociera, in albergo o da un privato”. Le più richieste sono le donne, probabilmente per l’attitudine a

occuparsi della gestione di una casa a 360 gradi. Ma coloro che partecipano ai corsi (non solo quello grossetano) sono persone di ogni genere ed età: dai ragazzi appena usciti dall’alberghiero ai quaranta-cinquantenni in cerca di una seconda

chance. L’iniziativa della Provincia di Grosseto (finanziata con fondi europei) ha avuto così tanto successo che Sandri pensa di replicarla a Firenze, tra il prossimo autunno e l’inizio del nuovo anno. Questa volta, però, sarà a pagamento.

CURIoSITà Marco Rinaldi, laureato alla Normale di Pisa, dà lezioni a domicilio. Oltre a tenere seminari per futuri “educatori”

Il precettore esiste ancora. E insegna di tutto, dalla fisica alle buone maniere

C

redevate che il mestiere di precettore appartenesse al passato? Vi sbagliavate di grosso, perché qualcuno se lo è reinventato e ha anche un discreto successo. Quel qualcuno è Marco Rinaldi, classe 1976, originario di Ferrara. Una laurea alla Normale di Pisa in tasca e diversi anni di esperienza alle spalle, Rinaldi reperisce i suoi clienti tramite internet o, più spesso, grazie al passaparola. Per lo più si tratta di famiglie nobili, residenti nel Nord e Centro Italia. Come un precettore d’altri tempi, Rinaldi va ad abitare con loro, o li segue negli spostamenti e impartisce lezioni praticamente

di tutto, dalla fisica alle buone maniere. Non ci sono limiti di età per diventare suoi alunni, pardon, allievi. Sull’identità dei clienti, però, il precettore mantiene il più assoluto riserbo, requisito fondamentale per svolgere un incarico come questo. Sul suo sito web si può al massimo leggere la storia di alcuni casi che ha “preso in cura” e conoscere metodi e progressi fatti. Niente nomi, però, e niente informazioni rilasciate per telefono, sempre meglio incontrarsi di persona. Rinaldi tiene anche dei seminari per futuri precettori e collabora anche ai corsi per maggiordomi. La sua materia?

“Galateo della conversazione”. Già, perché un maggiordomo che si rispetti deve sapere quando è opportuno intraprendere una conversazione e, in tal caso, di che cosa parlare, quali argomenti toccare e quali invece è meglio evitare, per non dare adito a polemiche o non scadere nella banalità. Una capacità che in realtà si rivela utile in molti altri ambiti e professioni differenti, a partire da quelle che portano a stare a contatto con un pubblico diverso o magari “da trattare con cura”. Perché la buona educazione non passa mai di moda. /F.P. Parola di uno che parla ancora latino.


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politica

Luglio 2011

il Punto. Per lo stop al nucleare può tirare un sospiro di sollievo Scarlino, nel grossetano

Referendum, cosa cambia a Firenze Il trionfo dei quattro sì alla consultazione di giugno avrà conseguenze anche in città: il sindaco ha già annunciato di voler verificare se ci sono le condizioni per riassorbire il 40 per cento di Publiacqua a suo tempo privatizzata, forse entro la fine dell’anno Antonio Passanese

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atteo Renzi rilancia. Dopo il risultato referendario che ha bloccato il tentativo di liberalizzare l’acqua e ha cancellato la norma che garantiva ai privati il 7 per cento di interesse sul capitale investito, il sindaco punta in alto e, per nulla scoraggiato dalla vittoria del “sì” sul secondo quesito (nonostante fosse un sostenitore del “no”), “accetta il responso” e, con un coup de theatre, propone di ripubblicizzare Publiacqua (composta da aziende pubbliche e private) riacquistando le quote vendute ai privati. “Il referendum – ha dichiarato – ha dato dei risultati concreti e credo che sia giusto verificare se ci sono le condizioni tecniche ed economiche per rientrare il possesso del 40 per cento di Publiacqua: per questo ho dato mandato ai nostri tecnici di fare una verifica, perché ci credo e perché ho l’obbligo morale di dare una risposta agli elettori fiorentini che con il referendum si sono espressi’’. Il primo cittadino di Firenze ha dettato anche la tabella di marcia, spiegando che il progetto potrebbe realizzarsi ‘’da qui alla fine dell’anno’’. Nel 2006, al momento dell’ingresso dei privati, la valutazione del 40 per cento fu di 60 milioni, e tenuto conto degli investimenti fatti, l’operazione di riacquisto non dovrebbe superare 100 milioni. Il 40 per cento di

Publiacqua (aperta ai privati con gara pubblica nel 2006) è in mano alla società Acque Blu Fiorentine, detenuta, tra gli altri, per il 68,99 per cento da Acea, per il 22,83 per cento da Suez Environnement e per l’8 per cento da Mps Investments. Il Comune di Firenze è il secondo azionista con il 21,67 per cento, dopo Consiag (24,94 per cento). Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, forte della vittoria dei “sì” propone l’azionariato popolare o la creazione di cooperative. Ma cosa cambia adesso? Nell’immediato bisognerà capire come si farà fronte agli ingenti investimenti già stanziati che le imprese si erano dette disponibili a coprire contando, per il recupero, sulle tariffe. Un bel problema, dunque, soprattutto per quelle società con forte carattere pubblico, proprio come Publiacqua. L’altro argomento referendario che ha riscosso grande successo tra gli italiani ottenendo un profluvio di “sì” era quello sul nucleare. Cosa dobbiamo aspettarci ora? Il governo dovrà definire il programma per l’energia verde e bloccare il progetto per la costruzione di nuove centrali nucleari. Molti, a questo punto, auspicano che ci sia una maggiore considerazione, e dunque più investimenti, per le cosiddette rinnovabili: vento, sole e acqua. Gli abitanti di Scarlino, nel grossetano, sede individuata da un’apposita commissione per ospitare entro il 2020 una centrale, possono tirare un sospiro di sollievo.

L’InTERVISTA Parla Erasmo D’Angelis, presidente della società che gestisce il servizio idrico in 49 comuni toscani

“Nessun aumento in bolletta, ora aspettiamo le decisioni ministeriali”

E

rasmo D’Angelis è il presidente di Publiacqua, l’azienda che gestisce il servizio idrico e di depurazione in 49 comuni toscani. Gli abbiamo rivolto alcune domande per capire cosa accade ora. “Intanto c’è un aspetto sorprendente in questo post-referendum. Sono le telefonate che arrivano a Publiacqua da parte di chi ha votato due sì. C’è chi chiede: ‘L’acqua non si paga più?’. Molti invece ci spiegano che il loro voto era necessario ‘per non far vendere l’azienda alle multinazionali’. Publiacqua, ovviamente, non era all’asta e resta saldamente nelle mani di 49 Comuni, ma questa piccola onda affettiva dimostra, oltre a qualche equivoco, che la campagna referendaria ha fatto leva su un principio sano, giusto e indiscutibile: l’acqua è un diritto universale e un bene comune. E il sentimento dell’opinione pubblica si è aggrappato al potente brand dell’acqua pubblica (e gratuita) come a un

salvagente etico di fronte a un mondo che cambia velocemente, alla crisi, a una politica nazionale mai caduta così in basso e a una società debilitata dalla frammentazione di mondi, blocchi sociali, sistemi di valori un tempo solidi”. Lei ha affermato che c’era il rischio di sospendere l’emissione delle bollette. In che modo si è evoluta la vicenda? Diciamo che siamo ancora in piena evoluzione. Abrogata la remunerazione del capitale del 7 per cento lordo si è infatti aperto un pericoloso vuoto legislativo che crea incertezza. Purtroppo, come spesso accade in Italia, eliminata una norma non c’è l’alternativa e si apre il caos. Noi vogliamo rispettare il voto e anche evitare di essere sepolti da class action e contenziosi. Siamo in attesa di un decreto del Ministero e di indicazioni della nostra autorità di ambito a cui spetta l’esclusiva

decisione sulla tariffa, sono loro gli unici autorizzati a decidere quali costi inserire nella bolletta. Ma a Roma si discute persino di una tassa di scopo comunale sull’acqua almeno equivalente alla bolletta. Lei crede che ci saranno aumenti? Penso e spero di no. I nostri sindaci hanno pianificato una bolletta sostenibile a 240 euro l’anno iva inclusa, prevedendo sostegni per fasce in difficoltà, nuovi poveri, famiglie in emergenza. Sanno, prima di chiunque altro, che non è possibile superare questa cifra, legata ai grandi investimenti per la depurazione e alla qualità della nostra acqua. Il sindaco Renzi propone di ripubbliccizzare Publiacqua acquistando la quota privata del 40 per cento. Cosa ne pensa? Che Renzi non solo è coerente, ma ha l’indubbia capacità di saper ascoltare i suoi cittadini. Se ci saranno le condizioni lo farà. /A.P.


politica

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la novità. Dal primo luglio è scattata l’imposta per i turisti

il voto. Con 27 favorevoli. Otto i contrari

Via alla tassa di soggiorno, in arrivo Il Comune fa i conti, un “tesoretto” da 20 milioni l’anno approvato il bilancio D

Antonio Passanese

opo la discussione e la votazione di trentacinque emendamenti, Palazzo Vecchio approva il bilancio di previsione per il 2011. Un conto economico da 930 milioni di euro, dei quali 440 milioni per gli investimenti. La maggioranza, con i ventisette voti favorevoli del Partito democratico, Idv, Sel e gruppo misto, supera l’ultimo scoglio amministrativo prima delle vacanze estive. Due gli astenuti, Lega e Fli, e otto i contrari: Pdl, Per un’altra città, Udc e Tommaso Grassi del gruppo Spini. “Gli obiettivi che l’amministrazione comunale si era prefissa per il bilancio preventivo 2011 sono stati tutti raggiunti: l’equilibrio di bilancio, il rispetto del patto di stabilità, il contenimento della spesa per il personale. E questo a fronte di un taglio di 19 milioni di euro dei trasferimenti dallo stato e di 2,5 milioni di euro per il trasporto pubblico locale da parte della

“T

ornerei ad Arcore anche domani mattina”, aveva detto scherzando Matteo Renzi durante la discussione in consiglio comunale sull’imposta di soggiorno. E, proprio parlando della tassa, il sindaco ha ricordato l’incontro di Arcore con il premier Silvio Berlusconi, incontro “contestato” a sinistra, ma dal quale il sindaco ottenne, appunto, il contributo di scopo per il turismo. Nel 2010 Firenze ha registrato presenze record di turisti: sette milioni e mezzo. Se Palazzo Vecchio, è il pensiero di molti, avesse deciso di applicare la “tassa di soggiorno” quando Matteo Renzi la lanciò, probabilmente le casse del Comune ne avrebbero tratto giovamento. Ma con i se e con i ma non si fa la storia, recita un vecchio adagio. Oggi fa notizia, finalmente, l’adozione di questa imposta, votata dalla maggioranza compatta con il sì anche di Mario Razzanelli della Lega Nord Toscana. La tassa di scopo è applicata dal primo luglio e, come recita la nota diramata da Palazzo Vecchio, “servirà ad aiutare il Comune a garantire i livelli di qualità dei servizi, in particolare quelli relativi all’ambito turistico, culturale, ambientale e del trasporto pubblico. È un modo per far trovare ai nostri turisti una città accogliente, pulita ed efficiente”. Insomma, di questo piccolo balzello ne beneficeranno la città e il salotto buono di Firenze, ovvero ciò che ci contraddistingue in tutto il mondo per la sua bellezza e la sua unicità: il centro storico. La tassa varia da 1 a 5 euro, in base alle stelle dell’hotel, del b&b, degli ostelli o degli affittacamere. Tra gli interventi previsti

Varierà da uno a cinque euro in base al numero di stelle della struttura ricettiva anche la realizzazione di fontanelli di acqua potabile nelle piazze (come quello inaugurato a fine giugno in piazza della Signoria) e un servizio di bike sharing usufruibile sia dai residenti che dai turisti ospiti nelle strutture ricettive. L’amministrazione comunale conta di ricavare dalla tassa di soggiorno circa dieci milioni di euro per il 2011 e 20 milioni a regime, a partire dal 2012. “Abbiamo approvato una regola che già c’è in altre città - ha detto il sindaco - i turisti che vengono a dormire a Firenze danno un contributo per tenerla più

uNa turista

pulita e più viva culturalmente. I denari andranno per tante iniziative legate ai beni culturali, ma anche alla lotta al degrado”. “Con la tassa di soggiorno - ha aggiunto il sindaco - potremo inoltre evitare di mettere tasse ai fiorentini: non aumenteranno imposte o tariffe’’. Fuoco di fila del Pdl sull’amministrazione, rea di aver reintrodotto una vecchia tassa. “Abbiamo lavorato perché il testo finale limitasse la discrezionalità dei sindaci nell’utilizzo delle risorse – hanno detto il parlamentare Gabriele Toccafondi e il capogruppo Giovanni Galli – e ora vigileremo e ci impegneremo perché i soldi non finiscano nel calderone del bilancio comunale, ma portino benefici concreti per tutti i cittadini. Dai nostri calcoli potrebbe arrivare in città un ‘tesoretto’ di oltre 30 milioni di euro: Renzi non avrà più alibi, dovrà smettere di lamentarsi per le risorse che mancano e sarà messo davvero alla prova. Noi abbiamo le nostre idee, vedremo cosa sarà capace di fare lui”. La maggioranza bolla la querelle come “strumentale” e, a levare gli scudi, ci pensa il consigliere Pd Andrea Pugliese. “L’imposta di soggiorno approvata dal consiglio comunale – dice – permetterà di spalmare i costi di gestione dei flussi turistici non soltanto sui fiorentini ma anche sugli stessi turisti, che usufruiscono dei servizi messi a disposizione dalla città, e sugli albergatori, che ricavano risorse dalla presenza dei turisti a Firenze”.

In totale 930 milioni, di cui 440 per gli investimenti Regione”. Lo ha detto il vicesindaco Dario Nardella illustrando i dati della manovra: “Questo bilancio nasce in un contesto economico nazionale di vera e propria emergenza - ha sottolineato il vicesindaco - ed è un atto politico di coraggio e responsabilità, che non grava sui contribuenti fiorentini e punta a più risparmi ed efficienza nella macchina amministrativa’’. Critica, invece, l’opposizione, che non risparmia stilettate al governo Renzi. “In questo bilancio vi sono luci e ombre sia nell’ambito delle uscite che delle entrate – ha accusato il capogruppo di Lega Nord Toscana Mario Razzanelli - la caratteristica più importante di un bilancio di una città, che non differisce poi molto da quello di un’azienda, è rappresen-

tata dalla certezza delle entrate. Senza questo dato i conti non tornano. E oggi, in un momento in cui il mercato immobiliare è in profonda crisi, mettere la mano sul fuoco che verranno realizzati i proventi delle alienazioni dei beni immobili francamente mi lascia molto perplesso”. Gli fa eco il consigliere pidiellino Marco Stella: “Renzi, dopo gli slogan da campagna elettorale e un paio di spot durante questi primi due anni, con questo bilancio di previsione si conferma, come molti di noi sostenevano, un sindaco qualunque. Non brilla certo per innovazione il bilancio di previsione 2011, Renzi usa gli stessi mezzi di qualunque sindaco per varare il suo bilancio”. La replica di Matteo Renzi non si è fatta attendere: “Non solo non si mettono le mani in tasca ai cittadini - ha sottolineato il sindaco - ma manteniamo lo stesso standard di servizi nel sociale e nella pubblica istruzione e investiamo in cultura”. Anche l’assessore Angelo Falchetti fa quadrato attorno alla maggioranza e sottolinea come “lo scorso anno siamo riusciti a risparmiare 4 milioni e mezzo di euro. Proseguendo su questa strada, per il 2011 ne risparmieremo 11,5. Abbiamo fatto ‘di necessità virtù’ e, a fronte delle minori entrate statali, sono state ridotte le spese della macchina /A.P. comunale”.

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internet

Luglio 2011

on line. Mandateci la formazione che vorreste in campo il prossimo anno, sarà pubblicata sul sito

Un giorno da Corvino: la vostra Fiorentina I PIÙ LETTI DEL MESE

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5. L’estate fiorentina perde un pezzo, salta il Muv

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ole, mare e una formazione da fare sotto l’ombrellone. Se non ne potete più di arrostire in spiaggia (quelli che tra voi si stanno già godendo le ferie) o se, ancora in città, volete prendervi una pausa dal lavoro, ecco un “gioco” che Il Reporter ha pensato per voi. Che poi un gioco non è, perché stiamo parlando una cosa seria, serissima: il calcio. O, meglio, la Fiorentina. Come alcuni di voi hanno già iniziato a fare, dopo “l’appello” che avevamo lanciato qualche tempo fa sul nostro sito www.ilreporter. it, quello che vi chiediamo è di mandare alla redazione del nostro giornale, all’indirizzo e-mail redazione@ilreporter.it, la Fiorentina che vorreste veder scendere in campo la prossima stagione. Di trasformarvi, insomma, in direttori sportivi per un giorno, di mettervi nei panni di Corvino e di dar prova di tutta la vostra abilità e fantasia in materia di pallone, perché – si sa – gli italiani, tra le altre cose, sono anche un popolo di tecnici. Nelle for-

5. Tariffe low cost, ma medicine scadute: denunciato falso dentista

ToP fIVE foTo 1. Apre l’Hard Rock Cafè: Renzi in piazza a spaccar chitarre 2. Jersey Shore: ecco le foto del primo giorno in pizzeria 3. Il sindaco ‘’battezza’’ la sagra al Piazzale 4. ‘’Risse, feriti e sangue: in via Palazzuolo non si può più vivere’’ 5. Calcio storico, in finale AzzurriBianchi mazioni che ci avete già inviato, in cima alla lista dei desideri “possibili” c’è lui, Fantantonio da Bari, al secolo Antonio Cassano. E poi ci sono gli altri sogni, quelli “impossibili”, ma – parlando di sogni e di calcio – di impossibile non c’è niente: c’è chi vedrebbe bene il Principe (in crisi?) Milito al centro dell’attacco viola, chi vorrebbe veder arrivare Aguero sulle rive dell’Arno e chi preferirebbe una coppia tutta azzurra Cassano-Borriello. Qualunque sia la vostra formazione dei sogni inviatecela: noi la pubblicheremo sul nostro sito. E chissà che anche Corvino non decida di dare un’occhiata e, perché no, prenda spunto dalle vostre idee.

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noi e loro

Luglio 2011

la novità. A metà giugno taglio del nastro per la struttura di Ugnano

Il “super” canile ha aperto i battenti

uno scorcio del nuovo

Parco

degli animali

Attualmente è in grado di ospitare un centinaio di animali, ma l’obiettivo è quello di ampliarlo per accogliere anche gatti e non solo. Per realizzarlo sono stati utilizzati materiali eco-sostenibili e all’avanguardia. E nell’ambulatorio c’è anche la “sala parto”

B

Lungarno Santa Rosa, lavori contro il degrado M

Barbara Fanini uone notizie per gli amici a quattro zampe. Ha aperto i battenti a metà giugno il “super canile” comunale di Ugnano, dopo un anno e mezzo di lavori e un investimento di oltre quattro milioni di euro. Una struttura simile si attendeva a Firenze da almeno trent’anni. Il primo mattone per la realizzazione del nuovo “Parco degli animali”, che sorge su un’area di circa due ettari all’interno del centro florivivaistico del Comune, era stato posto nell’ottobre del 2009. La prima fase dei lavori aveva visto la costruzione di trenta box rifugio e delle relative aree di sgambamento – porzioni di terreno recintate in cui i cani possono scorrazzare liberamente –, dei locali logistici (uffici, servizi, cucine, infermeria) e di tutti gli impianti necessari per l’illuminazione, il riscaldamento e l’uso di acqua e gas. In un secondo momento sono invece stati realizzati altri 24 box, di cui tre da utilizzare in caso di malattie contagiose. La lunga gestazione del progetto e la successiva realizzazione sono il frutto di anni di studio finalizzati a garantire la massima funzionalità dei servizi e il pieno benessere degli animali, che qui potranno godere di ampi spazi per muoversi e di tutta l’assistenza necessaria da parte dei volontari che ci lavoreranno. Naturalmente l’obiettivo principale del parco, “battezzato” il 17 giugno scorso alla presenza del sindaco Matteo Renzi e dell’assessore comunale all’ambiente Stefania Saccardi, resta quello di ridurre il più possibile il tempo di permanenza dei suoi ospiti, favorendo e incentivando le adozioni. In questo, e non solo, sarà fondamentale il supporto dell’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali, che avrà a disposizione all’interno del canile un ufficio con i propri operatori. La novità più interessante nella realizzazione dell’ambizioso progetto riguarda senza dubbio la tipologia dei materiali impiegati, rigorosamente eco-sostenibili, che permettono all’intera struttura di rientrare nella classe energetica “B”. I locali di servizio sono dotati di pannelli fotovoltaici per il riscaldamento dell’acqua e tutte le cuccette per i quattrozampe sono pre-

SICUREZZA. Erano chiesti da tempo dai cittadini

fabbricati in lamiera grecata coibentata, in grado di isolare gli animali dal caldo e dal freddo eccessivi. Ogni box è comunque dotato anche di un impianto di riscaldamento. La pavimentazione delle cuccette e del corridoio è poi rivestita in quarzo, materiale che permette di ridurre le alterazioni dei polpastrelli delle zampe dei cani e, nello stesso tempo, garantisce condizioni igienico sanitarie ottimali. Sono state infine installate alcune barriere fonoassorbenti per attenuare l’inquinamento acustico eventualmente prodotto e limitare così il disagio per gli abitanti degli edifici limitrofi. A prendersi cura degli ospiti del canile sono otto dipendenti comunali, divisi tra personale tecnico e amministrativo. Il parco si avvale anche della collaborazione di due cooperative sociali (“Samarcanda” e “Archimede”) che impiegano operatori provenienti dalle carceri di Sollicciano e Solliccianino e dai centri di prima accoglienza. Tra il personale è presente anche un veterinario, che ope-

Montate barriere fonoassorbenti per attenuare i rumori e limitare così i disagi per gli abitanti rerà in un ambulatorio interno dotato delle migliori attrezzature, inclusa una “sala parto”. Attualmente la struttura è in grado di ospitare circa cento cani, ma l’obiettivo è quello di ampliarla ulteriormente per arrivare ad accogliere, in un futuro prossimo, anche gatti e altri animali abbandonati. Nella speranza, naturalmente, che il parco resti per loro soltanto una soluzione di passaggio, in attesa di una casa vera.

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icrocriminalità, danneggiamenti e sporcizia. Da tempo i residenti denunciano le condizioni “precarie” del giardino di lungarno Santa Rosa, circa diecimila metri quadrati che, negli ultimi tempi, hanno vissuto più di un momento difficile, soprattutto nelle ore notturne. Adesso Palazzo Vecchio prova a riqualificare tutta l’area con una serie di lavori che si concluderanno, secondo le previsioni dei tecnici, alla fine di settembre. Gli operai sono al lavoro per rimettere a nuovo i giochi per bambini presenti nel giardino, e la stessa area ludica verrà anche recintata. Il progetto prevede il potenziamento dell’impianto di illuminazione, alcuni alberi (quelli malati o in cattive condizioni) andranno giù e ne arriveranno di nuovi. Nel giardino prenderà posto infine un fontanello di acqua ad alta qualità, grazie a cui i cittadini potranno “rifornirsi”. Il tutto per un costo complessivo di 315mila euro. E proprio lungarno Santa Rosa è uno dei punti di Firenze toccati dalle assemblee cittadine dei “Centro luoghi” ideate dal sindaco Matteo Renzi: è stato lo stesso primo cittadino in persona a dare il via simbolico ai lavori, con la posa della prima pietra. Accanto a questi interventi, in cantiere c’è una vera e propria rivoluzione per l’ex gasometro, con un super-progetto con tanto di piscina, palestra e ristorante. Ma, in questo caso, i tempi si allungano. Negli ultimi anni, chi vive nella zona ha spesso lamentato l’uso improprio del giardino, che si estende da piazza Taddeo

Gaddi fino a al Torrino di Santa Rosa. Una situazione su cui finora non sono riusciti a incidere in modo continuativo i controlli della polizia municipale. Proprio quest’area è stata di recente protagonista delle cronache locali e nazionali: qui Aurora, la fidanzata del cantante Marco Masini, ha denunciato di essere stata aggredita da due stranieri, che avrebbero anche tentato di abusarne. Tornando alla riqualificazione, nel piano di Palazzo Vecchio rientra anche un’idea ambiziosa: il recupero dell’ex gasometro, situato nella vicina via dell’Anconella. Secondo lo studio di fattibilità messo a punto dalle Belle Arti del Comune, nell’enorme cilindro ottocentesco, abbandonato da diversi anni, saranno creati vari livelli, di cui due interra-

I giochi per bambini saranno recintati. Rivoluzione in vista per l’ex gasometro ti. Su quello più in basso, il progetto prevede una piscina di oltre ottocento metri quadrati. Più in alto prenderanno posto spazi dedicati a uffici, una ludoteca e una palestra. All’ultimo livello infine un ristorante, con vista /G.C. su Firenze.

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progetti

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RINASCITE/1. Uffici pubblici al posto della biblioteca. Trasparenti, nel vero senso della parola

Il Parterre diventa “casa di vetro”

il

Parterre

com’è oggi

Rivoluzione in vista per i cubi di piazza della Libertà, ma ci sono cambiamenti all’orizzonte anche per altre strutture del rione, come il Fantafondo e l’ex Ambasciata di Marte. Superati ostacoli burocratici e ristrutturazioni, il locale dovrebbe riaprire a breve

F

Nell’ex Meyer sbarca il nido del Comune U

Francesca Puliti uori la biblioteca, dentro gli uffici comunali. Rivoluzione in corso, al Parterre, a partire dallo “sfratto” dei libri dai due cubi occupati da quella che era, è e sarà la Biblioteca dell’Orticoltura. Una volta traslocati gli scaffali (il che avverrà presumibilmente entro l’anno), al loro posto arriverà la “nuova casa del Comune”. Una sorta di dependance di Palazzo Vecchio a due passi dal centro. Oltre all’anagrafe e al Centro per l’impiego (che già ci sono), vi troveranno spazio l’Ufficio relazioni con il pubblico, Firenze Parcheggi, Sas e il centro per gli inserimenti socio-lavorativi. Ma la cosa più strabiliante è il “come” questi uffici si accomoderanno all’interno dell’anfiteatro di piazza della Libertà. Già perché il complesso subirà una complessiva ristrutturazione, in chiave futuristica. Se casa di vetro deve essere, così come si richiede alla pubblica amministrazione, ecco che le lastre trasparenti faranno la parte del leone. Il cancello di fronte all’Arco dei Lorena darà accesso ad un camminamento protetto dal vetro, che a sua volta condurrà ad un cubo di vetro dove chiedere informazioni (anche turistiche). L’arena diventerà una sorta di stadio coperto, ma da pensiline leggere e quasi invisibili. Al lato opposto rispetto alla piazza, infine, troveranno spazio anche un punto di ristoro e un’area per l’attesa attrezzata anche per i bimbi. La ristrutturazione prevede l’utilizzo di materiale ecosostenibile e di tecnologie all’avanguardia. Per la grande superficie vetrata, ad esempio, non sarà utilizzato del semplice vetro, ma dei pannelli di vetro fotovoltaico, ricoperto di silicio amorfo. Qualcuno li avrà già visti comparire sopra le pensiline dei bus di ultima generazione: si tratta di vetro ricoperto da una sottile pellicola scura, in grado di riparare dal sole e al tempo stesso incamerare energia. Un progetto ambizioso, che costerà alle casse pubbliche tre milioni di euro, finanziati con tre lotti diversi. Sui tempi di realizzazione ancor non

RINASCITE/2. In dubbio la costruzione di alloggi Erp

v’è certezza. Tuttavia si presume che la realizzazione vada di pari passo con il trasferimento della biblioteca prima e con la ristrutturazione di Palazzo Vecchio dopo (con la conseguente fuoriuscita dell’anagrafe). Nel frattempo il Parterre si è attrezzato per l’estate, ospitando la succursale estiva del Boston T, noto locale di Firenze Sud. E’ ancora in stallo, invece, la situazione dell’ex Ambasciata di Marte. L’immobile di via Mannelli avrebbe dovuto risorgere a nuova vita già da un paio d’anni. Nel progetto della società che lo aveva preso in gestione, Effetti Collaterali, c’erano concerti, mostre, saggi di danza e una caffetteria con connessione wireless. Il tutto quasi gratis, da mettere a disposizione dei giovani della zona. Il progetto però ha incontrato prima qualche ostacolo burocratico, poi diversi rallentamenti nella fase di ristrutturazione. L’assegnazione del bando di gara, però, è ancora va-

L’arena diventerà una specie di stadio coperto da pensiline leggere e quasi invisibili lido e ad ottobre forse potrebbe essere la volta buona per aprire. E’ ripartita più o meno regolarmente, invece, l’attività del Fantafondo, lo spazio di aggregazione giovanile di via Rocca Tedalda. Dopo lo stop subito a inizio anno, causa convenzione scaduta e non rinnovata, gli operatori sociali sono tornati al loro posto lo scorso aprile. In forze ridotte, però. “Da cinque che erano – spiega il consigliere di Quartiere Stefano Baldassari (Pdl) – ne sono rimasti tre. E adesso temiamo che venga decurtata un’altra unità”. Solo due operatori per oltre una cinquantina di assidui frequentatori, tra gli 10 e i 20 anni.

n anno di cantieri per un milione e 165mila euro: l’ex Meyer rinasce, in versione asilo nido aziendale del Comune di Firenze. I lavori partiranno proprio questo mese e dovrebbero concludersi a luglio 2012. Da settembre dell’anno prossimo, poi, l’ex ospedalino potrà ospitare i pargoli dei dipendenti comunali. Il nido sarà ricavato in uno dei due padiglioni a due piani che si aprono su via Buonvicini e si svilupperà su due piani. Spazio gioco, pranzo, riposo e servizi al piano rialzato, cucina, dispensa, uffici e sale riunioni nel seminterrato. In tutto si tratta di 490 metri quadri, risalenti ai primissimi anni del ‘900. La ristrutturazione sarà complessa, anche se non verrà toccata la struttura di base. Pavimenti e impianti nuovi, sostituzione degli intonaci e degli infissi, chiusura della pensilina di vetro che collega le due palazzine e nuovo look anche per il giardino. Qui sarà realizzata un’area parcheggio per dipendenti e genitori e un’altra dedicata al gioco all’aperto per i bimbi. Immancabile l’impiego delle risorse rinnovabili, come per ogni progetto di rinnovamento che si rispetti: sul tetto dell’edificio stanno per approdare pannelli solari in grado di fornire almeno il 50% dell’acqua calda. Ma per l’ex Meyer non si tratta dell’unica novità. Fatta eccezione per l’area destinata ad asilo, pare che la Regione abbia messo gli occhi sulla restante parte del comples-

so di proprietà del Comune. Palazzo Vecchio detiene solo una frazione dello stabile che ospitava l’ospedale pediatrico, mentre il resto è già di proprietà dell’ente regionale, che lo ha adibito ad uffici. Secondo i piani dell’assessore Claudio Fantoni nella parte comunale sarebbero dovuti sorgere alloggi popolari. “Stiamo trattando per l’acquisto dell’immobile – dichiara il collega regionale Salvatore Allocca – ma la trattativa è ancora in corso”. La Regione avrebbe in mente di trasformare la palazzina in un polo culturale, ma per il momento non si conoscono ancora i dettagli del progetto. Certo è che l’offerta della Regione potrebbe far gola a Palazzo Vecchio, considerato il magro bilancio delle

La Regione vorrebbe acquistarlo per trasformarlo in polo culturale alienazioni: finora nel 2011 il Comune è riuscito a incassare solo 1,3 milioni di euro sui 69 previsti nell’arco dei 12 mesi. Con la vendita, però, si porrebbe un nuovo problema: la ricollocazione della quota di case popolari che era destinata in via Buonvicini. “Dovrebbe essere trasferita altrove”, rassicura Fantoni. Ma l’altrove è ancora tutto /P.F. da chiarire.



speciale salute

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estate/1. I consigli per abbronzarsi senza mettere in pericolo la pelle

Tintarella sì, ma con tanti ma Giulia Righi

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ronti, partenza, via. Evviva, anche. L’estate è tornata e con lei il baule di piacevolezze di stagione: come ad esempio l’idea di starsene sdraiati al sole, davanti il mare, sopra un bel cielo azzurro. Ma con il tempo della tintarella torna, giocoforza, anche quello delle raccomandazioni, perché è ormai un’evidenza scientifica che un’esposizione sregolata ai raggi solari possa aumentare il rischio di tumori alla pelle (ogni anno in Italia vengono diagnosticati settemila melanomi), oltre a favorire l’invecchiamento cutaneo e la comparsa di macchie. E allora è bene ripassare le regole fondamentali. Intanto: occorre esporsi gradualmente al sole, per evitare le scottature, che oltre a essere fastidiose sono molto pericolose. La fascia oraria tra mezzogiorno e le quattro va sempre evitata: i primi giorni più che mai, tanto vale farsi una bella pennichella altrove. Un passaggio molto importante è rappresentato, poi, dalla scelta della crema protettiva. L’indice di protezione, specialmente nei primi giorni, deve essere alto e adatto al cosiddetto “fototipo”. Inizialmente (e questo vale più che mai per chi ha pelle e capelli chiari) occorre usare una protezione alta (tra 30 e 50) e aspettare qualche giorno prima di scendere a un indice di protezione più basso (tra 15 e 25, quello medio). La crema deve essere applicata almeno mezz’ora prima

di esporsi al sole, e la dose minima raccomandata è di circa 36 grammi che, per farsi un’idea, equivalgono a circa 6 cucchiaini da tè. Sempre per farsi un’idea, si stima che normalmente gli europei ne usino solo la metà: dunque raddoppiamo la dose, su questo è meglio non risparmiare. Così come è meglio sostituire i solari di anno in anno: anche se tecnicamente la loro durata di conservazione è di dodici mesi, sappiamo tutti che è molto difficile conservarli in condizioni ottimali, senza che si sciupino sotto il solleone. Ed è importante ricordarsi che il “giochino” di spalmarsela addosso deve essere ripetuto spesso, per evitare che i ba-

gni in mare o la semplice sudorazione la lavino via. Attenzione: bisogna proteggersi anche quando si diventa “neri”, perché la pelle va difesa comunque. Altre accortezze: è bene tener presente che parei e caftani non proteggono dai raggi e che le giornate ventilate e nuvolose sono quelle in cui è più facile scottarsi. Ancora: gli occhiali da sole sono un ingrediente fondamentale per proteggere anche gli occhi, ed è utilissimo indossare un cappello a tesa larga. Non bisogna, infine, dimenticarsi che i bambini sono più che mai vulnerabili, e che quando si va in spiaggia con loro le raccomandazioni per la tintarella intelligente valgono il doppio.

estate/2. Occhi e naso sono i più colpiti

Anziani e afa, le regole d’oro per evitare rischi E

se a tutti quanti fa molto piacere che il calendario abbia superato la metà della corsa e sia attualmente piazzato sui mesi del sole e del caldo, è vero anche che questo è proprio il periodo in cui è bene alzare la guardia. Perché l’estate sa essere anche molto difficoltosa, specie per i soggetti cosiddetti “fragili”. Come gli anziani, bersaglio facile dei colpi di calore e di tutte le beghe che la calura estiva porta con sé. E allora, per quanto banali possano sembrare, ripetere le regole d’oro può essere d’aiuto. La più d’oro di tutte: è fondamentale bere tanta acqua. Senza aspettare di avere sete, però: anche se non si avverte lo stimolo (che nelle persone anziane è tra l’altro rarefatto) è bene rivolgersi alla bottiglia d’acqua come a una vecchia amica, e bere almeno due litri d’acqua al giorno. Banditi, invece, alcool, caffeina e gli eccessi di bevande zuccherate: sono sì liquidi, ma inducono la perdita di fluidi corporei e dunque non vanno bene. In presenza di particolari patologie, poi, è bene rivolgersi al proprio medico di famiglia, per capire, ad esempio, se sia il caso di integrare i sali minerali. Altra raccomandazione, una delle più famose: nelle ore di solleone forte (11-15) è bene che gli anziani stiano in casa, in ambienti ombreggiati e freschi. Gli ambienti condizionati e ventilati possono essere una soluzione: parola di Ministero della Salute, che invita anche a utilizzare luoghi pubblici (centri commerciali, biblioteche) in caso di ondate di calore anomale per ristorarsi al fresco dell’aria condizionata per qualche ora e riportare l’organismo a una temperatura normale. Tutto con criterio: la situazione climatica degli ambienti condizionati deve essere più bassa di quella esterna al massimo di sei o sette gradi, per evitare escursioni termiche dannose. Esercizi fisici e sforzi inutili vanno poi evitati, e se proprio bisogna farli è bene relegarli alle prime ore mattutine, più fresche, e ricordarsi di bere dai due ai quattro bicchieri d’acqua per compensare. Ancora: i vestiti devono essere leggeri, chiari, non aderenti, e i pasti molto leggeri, dunque frutta e verdura sono le benvenute, in questi mesi più che mai. E poi valgono le regole del buonsenso: evitare di sostare in auto al sole, proteggersi la testa con un cappello, e in caso di forte malessere contattare il proprio medico o, se la situazione lo richiede, il 118. /G.R.

LA noVITà

È arrivato il dentista “low cost”

Un “servizio di qualità” alla portata di tutti i cittadini: è quanto offre il primo studio dentistico “low cost” nato in Toscana, inaugurato alla Misericordia di Sesto Fiorentino (p.za S. Francesco 38, 055/7950111), un “ambulatorio a portata di tutte le tasche, in grado di rispondere a ogni tipo di problema odontoiatrico”. Il progetto è promosso da Co&So Salute attraverso il marchio di Welfare Italia.

estate/3. Chi si sposta verso mete lontane può rivolgersi al Centro per la medicina dei viaggi della Asl 10

In valigia? Non va dimenticata la salute Prima di partire verso paesi esotici è buona regola raccogliere informazioni e preparare un piccolo kit di pronta medicazione. Una volta giunti a destinazione vanno invece evitati i cibi crudi, il ghiaccio e le bevande in bottiglie non sigillate

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state, si è detto. E per qualcuno è arrivato il tempo del viaggio serio, quello per cui si è risparmiato tutto l’anno, quello per cui da tempo era iniziato il conto alla rovescia sul calendario. Ma quando si tratta di fare le valigie per un paese extraeuropeo è bene prestare un’attenzione particolare alla salute. Già prima di partire: informandosi innanzitutto (sarebbe bene farlo almeno un mese prima) sulle eventuali vaccinazioni/terapie farmacologiche da fare preventivamente. Per queste faccende può essere molto utile rivolgersi al Centro per la medicina dei viaggi e delle migrazioni della nostra Asl 10 (055/6263756, accesso telefonico per informazioni generali mercoledì e venerdì ore 8:30/10:30), in modo tale da partire ben documentati. Al momento di preparare i bagagli, poi, è bene mettere nel beauty-case una piccola farmacia del minimo e dell’indispensabile: a parte eventuali farmaci antimalarici in caso di mete tropicali, è bene attrezzarsi con antidiarroici, antipiretici, an-

tidolorofici, antibiotici ad ampio spettro, una crema antistaminica o cortisonica, collirio e gocce per i disturbi alle orecchie, disinfettanti per uso esterno e sostanze per potabilizzare l’acqua. Una volta giunti a destinazione, invece, arriva il momento di mettere in pratica le misure di prevenzione consigliate per i viaggi nei paesi a rischio: è importantissimo bere solo da bottiglie sigillate (o dopo bollitura), evitare il ghiaccio e gli ortaggi crudi, preferire il consumo di cibi cotti e mangiati caldi. Tutto questo vale anche se si mangia in hotel o villaggi turistici “quotati”: la prudenza non è mai troppa. Una volta rientrati, invece, non bisogna attenersi a misure particolari, a meno che non compaiano disturbi come febbre, diarrea, disturbi respiratori, lesioni alla cute o altro. E bisogna ricordarsi di portare a termine la profilassi antimalarica. Per chi volesse documentarsi meglio, ci sono una serie di siti internet istituzionali: quello della Società italiana di medicina dei viaggi e delle migrazioni (www.simvim.it), quello del Ministero della Salute (www.salute.gov. it) e quello del Ministero degli Affari Esteri (www.viaggiaresicuri.it). E se si viaggia in paesi a rischio, buona norma è registrarsi sul portale www.dovesiamonelmondo.it, in modo da poter essere rintracciati in caso di /G.R. emergenze.


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bella stagione

Luglio 2011

nightliFe/1. Istruzioni per l’uso per chi non ha tempo (o voglia) di raggiungere la costa

Non solo mare, la movida quest’anno sceglie il lago Paola Ferri

A

nche la movida va in vacanza. Dove? Per lo più in Versilia, tra i locali vip del Forte, le discoteche più matte di Torre del Lago e la Darsena di Viareggio. Ma per chi non avesse tempo o voglia di andarla a cercare fin laggiù c’è una “costa” più a portata di mano: quella dei laghi. A partire dal più vicino, quello dei Renai, a cinque minuti dalla città. Il parco è animato praticamente ogni sera: a seconda dell’umore del momento si può scegliere se indossare pantaloni a zampa e parruccona e infilarsi alla festa anni ’80 in piscina oppure optare per le esibizioni live di band locali. Quel che è certo è che ogni sera qui si balla gratis, ma ci sono anche periodiche mostre (appena conclusa quella di Clet, l’artista francese che ha trasformato i cartelli stradali in divertenti omini) e spettacoli teatrali. E quasi tutti gli eventi sono a ingresso libero, al massimo si paga la consumazione.

Apericena in piscina, con bagno incluso, anche al ristorante Terzo Tempo di Tavarnuzze, all’interno del centro sportivo Zodiac. L’appuntamento si replica ogni martedì e giovedì fino a settembre, alternato a serate a tema (come il prossimo Pareo Party). Altro lago, altra riva. A Bilancino ha riaperto il Rivasud: quest’anno, però, niente più discoteca, il locale rimane solo ristorante. Ampio giardino per cene all’aperto vista lago, parco giochi per bambini, karaoke il mercoledì sera e pianobar la domenica: insomma, l’ideale per chi si muove in famiglia e in generale per tutti gli amanti delle specialità mugellane, dai famosi tortelli ai salumi. Poco lontano c’è il Bahia Cafè, per chi desidera una serata un po’ più movimentata. Da quest’anno anche l’Omi Music Club, storico locale dell’Osmannoro, apre una succursale in riva al lago, al posto di quello che fu il Settestelle. Ma resta in funzione per tutta l’estate anche il “chioscone” tra Firenze e Sesto Fiorentino. Qui si continuerà a ballare fino al 10 settembre praticamente ogni sera (latinoamericano

il lunedì e il venerdì, tango il martedì, dj set domenica e giovedì) e rigorosamente gratis. In riva al fiume, invece, a Pontassieve c’è un nuovo spazio all’aperto dove andare a mangiare un boccone e ad ascoltare buona musica. Preso in gestione quest’anno da un gruppo di poco più che trentenni, il Parco De André offre ogni sera una programmazione diversa, fino ai primi di settembre. “Finora – spiega Leonardo Canestrelli, uno dei responsabili della struttura – questo era uno spazio poco vissuto dalla città. Stiamo cercando di farlo diventare un centro di aggregazione per ogni fascia di età”. La ricetta consiste nell’offrire ogni volta un’attrattiva diversa a prezzi contenutissimi. E così, se il martedì sera è dedicato al cinema sotto le stelle e il mercoledì agli spettacoli di marionette per gli spettatori più piccoli, il venerdì arriva My Generation, music contest tra giovani gruppi di Firenze e dintorni. In palio strumentazione musicale e ore di registrazione in studio. Abbastanza da attirare decine di band emergenti o in attesa di emergere.

Dai Renai a Bilancino, ecco la mappa delle discoteche sotto le stelle fuori dalle mura: quasi sempre gratis e quasi tutte le sere. In alternativa spettacoli teatrali, karaoke e burattini per chi si muove in comitiva con bimbi al seguito

uNa ceNa al

piazzale

del

Gusto,

Nato al posto dell

gianlUca

elisa

giUlio

“Ogni tanto secchiate d’acqua”

“Trasporto notturno da potenziare”

“Pochi i posti con musica dal vivo”

“Bisognerebbe intensificare il servizio di bus notturni nelle zone della ‘movida’, per evitare che i ragazzi si mettano alla guida dopo avere bevuto qualche bicchiere in più, e sappiamo che questo succede. Ogni tanto i residenti si lamentano per il rumore, ho visto anche qualche secchiata d’acqua dalle finestre! Ma li capisco...”

“Ho notato che i locali di Firenze, specie quelli del centro, si stanno orientando sempre più verso un target di turisti stranieri. Questo influisce anche sullo ‘stile’ delle serate e sui prezzi, che tendono ad aumentare. Potenziare il sistema di trasporto pubblico notturno aiuterebbe i giovani a vivere meglio la città”

“C’è un’ampia scelta di luoghi per il divertimento, ma mi dispiace che stiano diminuendo i locali dove si suona dal vivo. I prezzi sono abbastanza alti e allora c’è chi preferisce servirsi nei minimarket che, ad ogni ora, vendono alcolici nelle bottiglie di vetro, creando spesso qualche problema per la sicurezza”

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l’eX

bella stagione

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nightliFe/2. I luoghi dove i fiorentini possono andare a frescheggiare al calar del sole

Un’estate open air nei locali della città Ludovica V. Zarrilli

M

etti un tavolo all’aperto, una birra insieme agli amici e una calda serata fiorentina di mezza estate. Alzi la mano chi, nei giorni in cui la canicola estiva si fa sentire forte e sprezzante, togliendo l’energia per fare qualsiasi cosa, non aspetta trepidante le ore più fresche della sera per mettere il naso fuori di casa o dall’ufficio e dedicarsi a un po’ di sano e meritato svago. I posti ideali per farlo sono senza dubbio quelli all’aperto. Come ad esempio il Piazzale del Gusto, sorto sulle ceneri dell’ex Bologna, impianto sportivo con annessa pista di pattinaggio e ristorante dove generazioni di fiorentini si sono dati appuntamento. Il locale offre, nella splendida cornice del piazzale Michelangelo, la stessa atmosfera di una sagra di paese, con tanto di musica dal vivo, lezioni di ballo liscio e un menù che cambia ogni due settimane offrendo di tutto, dai tortelli al pesce passando per il cinghiale e i funghi. Alternativa interessante può essere Easy Living, in piazza Poggi, di giorno spiaggia sull’Arno e di sera location provilegiata per assistere a eventi speciali, performance e video installazioni. Un consiglio è quello di tenere d’occhio il chiosco anche durante il giorno perché, se durante una passeggiata o nella pausa pranzo volete concedervi uno strappo alla regola, Easy Living offre pranzetti espressi a base di prodotti freschi e rimane aperto initerrottamente dalla tarda mattinata, per chi fa colazione con calma, fino all’una

BoloGNa

di notte. Altra tappa imperdibile per chi vive Firenze nelle sere d’estate è Las Palmas, in piazza Annigoni, dove tra un concerto dal vivo e qualche video d’atmosfera si gusta un aperitivo molto ricco (e adatto a tutte le tasche) e dove, volendo, ci si può anche fermare a cena, per assaggiare la specialità della casa, una saporita frittura di pesce, o per sfidare gli amici al gettonatissimo “calcino”. Più o meno la stessa formula quella che viene proposta da Off Bar, localino che dallo scorso anno ha cominciato a rendere vivo il giardino della Fortezza, angolo di verde con tanto di fontana abitata da anatre e tartarughe a due passi dal caos dei viali. Un po’ più nascosto, ma molto frequentato, è il B-side, che ha il merito di aver ridato vita a un tratto di lungarno molto poco conosciuto, quello a due passi dal torrino di Santa Rosa. Da non dimenticare, poi, oltre ai locali che aprono a giugno e, per forza di cose, chiudono i battenti appena l’aria comincia a rinfrescarsi, quelli muniti di dehor che solitamente, quando comincia la bella stagione, diventano sovraffollati, ma pur sempre open air. Sul podio dei più frequentati c’è sicuramente il Volume di piazza Santo Spirito, l’evergreen Zoe in via dei Renai e il delizioso Caffè degli Artigiani, che raduna in piazza della Passera gente proveniente dai quattro angoli del centro, creando un melting pot che ha un vago sapore bohemien.

guarda le foto su

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lorenZa

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“Servono più bagni pubblici”

“Basterebbe un po’ di buon senso”

“Creano più disagi le strade rotte”

“Andrebbero installati più servizi igienici pubblici, attivi anche la sera. Anche questo rappresenta un segno di civiltà. Altrimenti succede che i viottoli, i muri e i portoni si trasformino in wc d’emergenza, e questo purtroppo succede spesso. Per i residenti è un gran disagio, oltre al rumore che a volte dura fino alle quattro del mattino”

“Ci vuole equilibrio: per noi residenti gli schiamazzi notturni sono un fastidio, ma non si può ‘blindare’ una città! Basterebbe il buon senso da parte dei ragazzi. Una presenza discreta delle forze dell’ordine potrebbe aiutare a tenere basso il volume. Sulla sicurezza a me sembra che non ci sia nessun problema”

“Quando ho deciso di trasferirmi in centro ero consapevole dei pro e dei contro: qui si ha tutto a portata di mano, ma è una zona particolarmente movimentata di notte. La ‘movida’ non è un problema, ma è la normalità del quartiere. A pensarci bene creano più disagi le strade rotte, le troppe auto e i pochi parcheggi”

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zoom

il Punto. La ricetta di Lorenzo Marchionni, presidente di Mukki: “Una filiera regionale del latte”

allevatori, “patto di ferro” per il lavoro Gianni Carpini

U

n “patto di ferro” per tutelare il lavoro “made in Toscana” e aumentare la sicurezza a tavola, in tempi in cui - tra crisi economica e allarmi più o meno fondati - non sempre è possibile dormire sonni tranquilli. Mukki lancia un nuovo prodotto cento per cento toscano e di alta qualità: una sorta di “latte doc” che arriva esclusivamente

L’IMPRESA Da Firenze alla Mongolia

Un rally solidale. In ambulanza

D

a Firenze fino in Mongolia a bordo di un’ambulanza: partirà il 23 luglio il viaggio di solidarietà di quattro fiorentini che percorreranno quindicimila chilometri attraversando undici stati e due deserti per portare sostegno alle associazioni che operano nel paese asiatico. L’impresa fa parte della manifestazione benefica internazionale “Mongol Rally”, ideata dall’organizzazione inglese “The Adventurists”. Ogni anno circa cinquecento team da tutto il mondo si sfidano in una gara di solidarietà: l’obiettivo del rally non è quello di arrivare per primi, ma raccogliere fondi, medicinali e altre risorse per dare sostegno alle popolazioni povere della Mongolia. La spedizione fiorentina, il cui “equipaggio” è composto da tre ragazzi e una ragazza, partirà dal capoluogo toscano e farà tappa in Repubblica Ceca, Romania, Grecia, Turchia, Armenia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan e Russia, per raggiungere dopo circa trenta giorni la capitale della Mongolia, UlaanBaatar. Il viaggio sarà raccontato via internet, con diari e fotografie. L’ideatore e coordinatore dell’impresa è Riccardo Miniati, quarantenne fiorentino con la passione dei viaggi. “Abbiamo deciso di partire in ambulanza – spiega Riccardo – per poi donarla alle autorità sanitarie locali”. Il mezzo, donato dalla Croce Verde di Baggio (Milano), sarà una risorsa preziosa per un territorio dove “il livello delle prestazioni sanitarie è molto basso – continua il coordinatore dell’impresa - e poter usufruire di un’ambulanza per le emergenze è una vera fortuna”. Miniati conclude ricordando che “chi vuole sostenere l’impresa può donare un contributo, ce n’è davvero bisogno”. Il sito è www.mon/A.R. golrally2011.it.

da 70 stalle toscane, distribuite tra Firenze, Pisa, Grosseto e Siena, e che si va ad affiancare a un’altra eccellenza, la selezione Mugello (proveniente invece da una cerchia ancora più ristretta, trenta stalle). Un prodotto che ora vuole diventare sempre migliore, grazie a un patto di ferro tra il gigante toscano del latte, un’azienda storica che controlla il 45 per cento del mercato regionale con ottomila punti vendita riforniti ogni giorno, e gli allevatori: da una parte si “alza l’asticella”, fissando obiettivi qualitativi sempre più ambiziosi (come il miglioramento dei valori nutrizionali), dall’altra si dà la possibilità alle stalle di aumentare la produzione. Provenienza garantita e qualità assicurata: queste le due armi che Mukki mette in campo contro un’agguerrita concorrenza. In tempi di crisi sugli scaffali dei supermercati è comparso il latte “low cost”, un prodotto dal prezzo più basso ma di provenienza estera e con valori nutrizionali ben diversi da quelli del latte “autoctono”. “Siamo convinti che il consumatore sia sempre più orientato verso i prodotti locali, di cui cono-

MuccHe al pascolo

In tempi di crisi, merce low cost e allarmi alimentari, c’è chi va controcorrente: arriva il latte toscano “doc”. “I consumatori sono sempre più orientati verso i prodotti locali”. Accordo con le stalle “indigene” per migliorare la qualità e dare nuovo impulso al settore sce la provenienza – spiega Lorenzo Marchionni, presidente di Mukki – il nostro marchio non solo garantisce la qualità del latte e la sua tracciabilità, ma assicura il benessere degli animali e una corretta gestione ambientale. C’è poi il valore aggiunto: comprare Mukki vuol dire sostenere un territorio, dare lavoro agli allevatori toscani e mantenere i livelli occupazionali”. Intorno a Mukki gravitano circa 170 lavoratori, a cui si aggiungono 180 agenti. Se si prende in considerazione l’intero indotto, comprendendo anche le stalle e i vari lavoratori coinvolti nella filiera toscana, si supera il migliaio di persone occupate. E Mukki continua a puntare sulla produzione locale, lanciando un patto di filiera, un accordo con le stalle toscane per migliorare la qualità del latte e dare un nuovo impulso a questo settore. “In un momento di stagnazione dei consumi, anche di quelli alimentari – continua Marchionni – diamo un segnale concreto agli allevatori. Andiamo a puntare sulla filiera regionale del latte, diamo delle prospettive di sviluppo per chi alleva, con una maggiore richiesta di materia prima, ma anche con un maggiore investimento sulla qualità del latte. Una filiera che è e vuole essere virtuosa”. L’accordo è stato prima siglato con le tre cooperative che riuniscono i vari allevatori, e ora si passerà alla seconda fase, con il coinvolgimento delle camere di commercio e della grande distribuzione, per una valorizzazione delle produzioni locali, oltre che della Regione Toscana.


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l’intervista/1. Ubaldo Pantani, comico toscano, è stato il primo a imitare Renzi: ora parla di sé a Il Reporter

“Un cha cha cha come inno d’Italia” Da Giorgio Albertazzi alla Gialappa’s e Quelli che il calcio, fino al cinema

le estati toscane

con Manuale d’amore 3: l’imitatore ripercorre la sua carriera, dalla provincia

La Versiliana e non solo, un mese di grandi eventi

di Pisa ai palcoscenici di Mediaset e Rai. “non conta da dove vieni, ma dove hai parcheggiato”. Il sindaco? “Come tutti gli ex arbitri è coraggioso e vanitoso” Matteo Francini

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ai 3, 5 aprile scorso. Ospite di Serena Dandini, sul divano rosso di Parla con me si siede il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Ma non “l’originale”, bensì la “copia” firmata da Ubaldo Pantani, comico toscano con un lungo curriculum alle spalle, in cui spiccano le imitazioni di personaggi del calibro di Gigi Buffon, Lapo Elkann, Massimo Giletti e molti partecipanti del Grande Fratello, fatte in trasmissioni come Mai dire... con la Gialappa’s e Quelli che il calcio con Simona Ventura. Ubaldo, sei nato a Cecina e cresciuto a Ponteginori (piccolo centro in provincia di Pisa, ndr): come si arriva a Mediaset e Rai partendo da così “lontano”? Mah... Giosuè Carducci è nato a Valdicastello, Giorgio Albertazzi a San Martino a Mensola, Leonardo a Vinci... cos’ha in meno Ponteginori di questi paesi? Non conta da dove vieni ma, come si dice, dove hai parcheggiato. Sei stato il primo comico a imitare Renzi: perché l’hai scelto come “vittima”? Come tutti gli ex arbitri è coraggioso e vanitoso. Mi piace quello che sta facendo per Firenze e mi piacerebbe vederlo all’opera alla “sede” di Roma. Dopo la tua imitazione hai avuto modo di conoscerlo? Non si è fatto sentire. Forse perché l’ho fatto solo una volta e non ha capito chi sono e come mi chiamo. Da uno così attento alla comunicazione come lui non mi aspettavo che si dimenticasse di citarmi per nome (il riferimento è al post pubblicato su Facebook all’indomani del doppio attacco satirico di Crozza a Ballarò e, appunto, di Pantani a Parla con me, ndr). Non è stato carino. È come se io dicessi: voto Pd, mi piace Bersani e anche al Comune di Firenze fanno delle cose interessanti. Per fare la sua imitazione hai dovuto “studiarlo” attentamente: c’è qualcosa che ti sentiresti di consigliargli, magari per migliorare la sua immagine? Rimettersi i nei che ha fatto togliere dalla copertina del libro. Dovrebbe decidersi se li toglie definitivamente o impara a conviverci. Del resto, un difetto può caratterizzare un personaggio, penso

uBaldo paNtaNi

è stato il priMo a iMitare

reNzi

al Naso di Pippo Franco. Tuttavia, ricorrere alla chirurgia estetica è sempre pericoloso: la Zanicchi dopo essersi rifatta il naso ha perso la testa per Berlusconi. Hai imitato molti personaggi, da Buffon a Lapo Elkann e ai concorrenti del Grande Fratello: come li scegli? I personaggi devono sorprenderti per una caratteristica. Spesso la molla scatta quando immagino che un personaggio abbia un profilo pubblico contrastante con quella che io presumo sia la sua vera natura. Con Lapo mi sento semestralmente e devo dire che mi è molto simpatico. Raccontaci un aneddoto della tua carriera che ti è rimasto impresso. Sono tifoso della Spal e ho fatto un collegamento con un mio personaggio, il “fanta” calciatore Mark Pettinato, dallo stadio di Ferrara. Abbiamo

iN tv

perso ed emotivamente-sportivamente non mi sono ancora ripreso. Quali consigli ti senti di dare a chi volesse intraprendere la strada di comico/imitatore? Di cercare una strada sua e di non imitare gli altri imitatori. Raccontaci i tuoi progetti per il futuro. Nei dizionari, alla voce “progetti per il futuro”, dovrebbe corrispondere “quell’idea che svanisce nel momento stesso in cui ne parli”. Dunque taccio per scaramanzia. Per concludere: fai ai nostri lettori un saluto “alla Renzi”… In questo 150° anniversario dell’Unità d’Italia, alla Lega che vorrebbe sostituire l’Inno di Mameli con Va, pensiero, noi vorremmo rispondere con un Cha cha cha che, a mio avviso, anche foneticamente si sposa bene con un linguaggio giovane.

il liBro. Antonella Nesi è l’autrice di un volume sulla scultura del Tacca

In un saggio, la storia del Porcellino A

nche il grande Hans Christian Andersen passando da Firenze nel 1834 indugiò incantato davanti alla scultura del Tacca. E decise di scrivere una fiaba, Il Porcellino, in cui immaginava che per magia l’animale riuscisse a volare con in groppa un piccolo mendicante fiorentino. E’ solo una delle tante curiosità che troverete nel libro curato da Antonella Nesi “Il Porcellino di Pietro Tacca, le sue basi, la sua storia” (Polistampa, Firenze, pp. 80, euro 12). Nesi, curatrice del museo Bardini dal 2004 - ha curato il riallestimento e l’apertura del museo nel 2009, dopo dieci anni di restauri – svela tutti i segreti del cinghiale portafortuna e racconta i particolari del recente restauro. Il Porcellino – chi può dire di non avergli accarezzato il naso, lasciandoci qualche centesimo? - è un simbolo fiorentino da quando l’originale marmoreo, venuto da Roma, fu incorporato nella rassegna di prestigiose antichità del duca Cosimo e diede spunto a varie rielaborazioni artistiche e memoriali. La statua rappresenta, insieme al leone Marzocco, un autentico “totem” della città di Fi-

renze. Lo testimonia anche il restauro, nel 2010, del gemello esposto nella testata del terzo corridoio degli Uffizi: ben modellato in marmo greco e finemente scolpito nelle setole del pelame ispido, il “porco cignale” (così usava definirlo il Vasari) ispiratore di tutti gli altri viene considerato dagli esperti un scultura greca autentica, risalente al II-I secolo a.C. I saggi contenuti nel libro, esaurienti e brillanti, e le presentazioni di Franco Scaramuzzi, Cristina Acidini e Elena Pianea valorizzano anche il lavoro recentemente svolto dall’Opificio delle Pietre Dure sui due basamenti, seicentesco e ottocentesco, che sono ognuno un’opera d’arte: quello di Pietro Tacca, che aveva nella corte medicea uno scenario privilegiato, e quello di Giovanni Benelli che, vedendo male l’originale incrostato e consunto, si sentì libero di completarlo e arricchirlo con una miriade di erbe di campo primaverili intorno ad una pozza d’acqua, aggiungendo altre piante e altri animali alle rane, ai rospi, alle lucertole e alle bisce già presenti, tra /C.B. cui una tartaruga e un’ape.

L’

estate dei grandi eventi non va in scena solo a Firenze. Basta spostarsi un po’ per trovare un menù decisamente sfizioso. E se Pistoia e Lucca fanno della musica il loro ingrediente principale, la Versilia offre anche chicche di teatro e spettacoli di danza. Sono tre, infatti, i festival da segnare sul calendario: si parte il 1 luglio quando, nella pineta cara a D’Annunzio tra Forte dei Marmi e Marina di Pietrasanta, va in scena la 32esima edizione della Versiliana, l’ormai storico festival che accende l’estate della costa coniugando musica, teatro, prosa e danza. Dando un’occhiata al programma, la rassegna non delude neanche quest’anno: per gli amanti del teatro imperdibile l’Arlecchino (col volto del fiorentino Ferruccio Soleri) firmato da Giorgio Strehler (8-9/7) che fa rivivere una delle commedie dell’arte più famose di Carlo Goldoni; da non dimenticare poi la Carmen vista con gli occhi di Antonio Gades (13/7), un classico tra danza e teatro che ha riscritto la storia del flamenco. Per gli spettacoli in prosa, invece, i due ospiti d’onore sono Marco Travaglio con “Anastesia totale” (21/7) e Maurizio Crozza che con “Fenomeni” (31/7) porta sul palco la sua impareggiabile verve comica (e i suoi riuscitissimi travestimenti). Alla Versiliana, infine, la musica italiana non può mancare: Daniele Silvestri (vedi intervista pag. 29) presenta il suo ultimo album S.c.o.t.c.h. con una performance a metà tra un concerto e una rappresentazione teatrale. Ma se di musica si tratta non c’è posto migliore di piazza Duomo a Pistoia: tre giorni di musica no-stop con “Pistoia Blues 2011” che apre a tutto rock con il concerto degli Skunk Anansie (8/7), prosegue la sera successiva con i due superstiti dei Doors Ray Manzarek e Robbie Krieger (9/7) nel mese dei 40 anni dalla scomparsa del leader Jim Morrison. E poi gran finale con il ritorno in Italia dopo 11 anni di Lou Reed (10/7). Ma dire luglio è come dire Lucca Summer Festival: nomi come Elton John (14/7), Ben Harper (18/7) o Jamiroquai (24/7) hanno forse bisogno di presentazioni? Oltre a Guccini, che ha lo spessore artistico per sostenere il concerto d’apertura (1/7), da cerchiare sul calendario il 16/7 perché sarà l’unica data italiana di Amy Whinehouse e il 15/7 che vedrà sul palco di piazza Napoleone un duetto di rara bellezza con Joe Cocker e B.B. King. Una scorpacciata, insomma. Non resta che scegliere. A ciascuno la sua estate, il suo even/P.M. to, la sua musica.

Maurizio crozza

alla

versiliaNa


cultura

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l’intervista/2. Silvestri ci racconta il suo nuovo, fortunatissimo album e lo spettacolo che sta portando in tour

Daniele, lo Scotch e quel monito urlato Giulia Righi

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abbè, chi lo ama lo ama. Punto. E poi è sempre lui, anche sette album, un po’ di pancetta (così sostiene, ridendo) e diciassette anni dopo. Daniele Silvestri a fine marzo è tornato con un nuovo album, S.C.O.T.C.H, e non lo ha fatto per niente in punta di piedi: il disco si è piazzato in cima alle classifiche, con i suoi quindici brani freschi freschi di gestazione. In questo album, più di sempre, gli intimismi “alla danielino” e lo sguardo politico che punge se ne vanno a braccetto, con l’acume scanzonato di cui il cantautore romano è maestro. E il 23 di luglio arriva dalle nostre parti, con la prima data toscana del suo nuovo tour: l’appuntamento è a Marina di Pietrasanta, al festival “La Versiliana”. Con un evento tutto particolare. Che fra qualche riga ci racconta lui. Noi, intanto, partiamo dal titolo. Daniele, il disco si chiama S.C.O.T.C.H, tutto puntato, come un acronimo. Sul tuo blog i fan si sono scatenati a scioglierlo: tu fai un po’ il reticente invece sul suo significato... (Risata) Diciamo che faccio il deficiente, piuttosto. Per me è un po’ un gioco non averne scelto uno in particolare, mi sono divertito a lasciare il rebus aperto per le mie devianze sul fronte enigmistico. Questa parola si prestava ad essere utilizzata come titolo per tanti motivi: è di uso comune, è una di quelle che pronunci un sacco di volte ma magari non sai come si scrive. E con tutti quei puntini ho voluto darle una vita un po’ più lunga, stuzzicando l’immaginazione di chi ha provato a dare la sua lettura. Stai portando in tour uno spettacolo, più che un semplice concerto. Ce lo racconti? Lo spettacolo è venuto in modo molto naturale, perché il disco nuovo si prestava a dare forma a una cosa del genere, anche perché è stato registrato in presa diretta. È idealmente diviso in tre parti. La prima gli dà il ritmo, e S.C.O.T.C.H fa da collante. A un certo punto, poi, con la band usciamo, ci cambiamo e ci trasformiamo, un po’ come fossimo il gruppo spalla di noi stessi. Per mezz’ora sul palco regna un’atmosfera dance, con musica tamarra, coatta, chiamiamola come vogliamo. La terza parte è quella più elastica, quella che cambia

da data a data: gioco con le mie canzoni più conosciute, come se riprendessi un racconto finito per riparlarne tutti insieme. Com’è stata la genesi di quest’album? Uh, lunga. È durata tre anni, e fino all’ultimo, quando già eravamo a mixarli in studio, avevo una quarantina di brani e non sapevo quali alla fine ci sarebbero entrati. Questo fa parte della mia cronica e preoccupante tendenza a non chiudere mai niente. Un momento determinante, in questo senso, è stata la partecipazione a “Che tempo che fa” con Fazio e Saviano (in quell’occasione c’è stata la presentazione dell’inedito ‘Precario è il mondo’, talmente

inedito che ancora non aveva neppure un titolo, ndr): lì le cose si sono come ‘stappate’ e hanno preso una direzione. In uno dei tuoi pezzi, Monito®, fotografi il presidente della Repubblica che, chiuso nella sua stanza, medita “sul ruolo che oggi ha/in mano un’arma scarica/la penna che ratifica”... Tra le tante anomalie che ha inanellato la nostra democrazia, diciamo che negli ultimi due anni il ruolo del presidente della Repubblica è stato come minimo messo a dura prova. Dipendiamo dall’inchiostro della sua penna, e mai come adesso il suo ruolo è diventato quel-

lo di baluardo della democrazia: è come se fossimo entrati tutti nelle stanze quirinalizie, e negli ultimi tempi quello del Presidente finisce sempre per diventare un “monito”, mai come ora questa parola è stata ripetuta tante volte. Ma questo successo te lo aspettavi? (Voce molto sincera) No, onestamente no. Ero già felice di essere riuscito a finire il disco, e mai come in questo avevo deciso di non mettere pezzi studiati per acchiappare il pubblico furbescamente. Invece dalle risposte e dai commnenti che ho ricevuto, anche sul blog, sembra davvero che questo album abbia incontrato i gusti più vari.

daNiele silvestri

Il cantautore romano è tornato con un disco dal titolo enigmatico, in cui intimismi e sguardo politico si fondono più di sempre. In una canzone si rivolge addirittura al presidente della Repubblica: “Mai come ora fa da baluardo della democrazia”. Il 23 luglio sarà a Marina di Pietrasanta con un evento tutto particolare

la novità. Ha appena aperto i battenti la vetrina fiorentina del locale famoso per i suoi cimeli musicali

Cinema addio, benvenuti hamburger e rock and roll C’

è chi proprio non ce lo voleva e chi invece aveva gli occhi che brillavano di gioca ancora prima che cominciassero i lavori, fatto sta che lo storico cinema Gambrinus, baluardo della Firenze di inizio Nocevento, ha ceduto il posto al neonato Hard Rock Cafè, catena di locali e shop made in England dediti a pasti, musica e memorabilia rock. Vincolato dalla soprintendenza, il locale non è stato stravolto nelle sue forme liberty dai nuovi inquilini che, d’altrocanto, lo hanno attrezzato e arredato come un vero e proprio punto vendita della catena, con tanto di bar super attrezzato, t-shirt e accessori vari con impresso il logo famoso nei quattro angoli del globo. Per festeggiare come si deve l’apertura ufficiale, il 4 luglio - giorno in cui negli Stati Uniti si celebra l’Indipendence day - in piazza dell Repubblica è stato organizzato un enorme concerto gratuito durante il quale si sono esibiti dal vivo i Simple Mind, band scozzese famosa in tutto il mondo che nel corso della fulgida carriera ha venduto oltre 32 milioni di dischi.

Nel frattempo, dalle pareti dell’ex Gambrinus, che è aperto al pubblico già dalla metà di giugno, occhieggiano sbrilluccicanti una serie di cimeli messi a disposizione dai re del rock mondiale. A Firenze hanno trovato “casa” la giacca di John Lennon indossata nel film “How I Won the War”; la maglietta che Jimi Hendrix aveva addosso durante la performance all’Imperial College a Londra nel 1967 e ancora, facendo spazio alle stardi casa nostra, i pantaloni scamosciati di Piero Pelù dei Litfiba indossati durante il tour di “El Diablo”. Da settembre poi è previsto un ricco calendario dedicato alla musica dal vivo con concerti di band locali pescate soprattutto tra i giovani talenti emergenti. Che dire, non saranno più i fasti del vecchio Gambrinus, ma almeno lo spazio storico /B.B. continuerà a vivere. Sì, di rock and roll.

guarda le foto su l’esterNo dell’Hard

rock cafè


il Punto. Corvino e i Della Valle non saranno alle prese soltanto con i problemi di rosa

La lunga estate calda della Fiorentina nel suo progetto di rinascita, la proprietà viola deve fare i conti con “partite” spiacevoli. Da “Calciopoli” alla più recente “Scommessopoli”, tutto sembra rallentare il processo di rinnovamento della squadra

aNdrea della valle

Tommaso Loreto

N

essuna pace, o se preferite la spiacevole compagnia di cui spesso si circondano le cattive notizie. In altri termini, per la Fiorentina che prova a stilare i primi progetti di rinascita, sembra proprio che la strada possa essere in salita. In effetti, a giudicare dalla chiusura di una stagione che definire deludente è dir poco, c’era anche da aspettarsi un’estate per niente semplice, soprattutto sotto il profilo del mercato e del rinnovamento di una rosa al termine del suo ciclo tecnico (non è un caso che, allora, fino ad oggi siano stati più i nomi dati in partenza che non i presunti obiettivi da inseguire per rinforzare la nuova Fiorentina), ma attendersi ulteriori fastidi non richiesti era del tutto improbabile. Eppure, fra le millanterie piovute da Cre-

mona, dove è partita l’inchiesta su “Scommessopoli”, e le deposizioni che si susseguono al tribunale di Napoli, dove va avanti il processo relativo a “Calciopoli”, anche le stanze dirigenziali hanno di che ascoltare e leggere. Prima un pareggio (il 2-2 con la Roma del marzo scorso) tirato in ballo come presunta combine, seppure venisse imputato ai giocatori giallorossi il riferimento all’over in questione, poi le deposizioni in aula dell’ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini, e la memoria difensiva dell’avvocato Picca che ha ricostruito l’intera vicenda (senza dimenticare le pesantissime richieste di risarcimento avviate da Bologna e Brescia rispettivamente per 48 e 35 milioni di euro) hanno inevitabilmente smosso le sensibilità gigliate. A cominciare da quella proprietà che, pur non essendo più esposta come un tempo, resta comunque il primo marchio del momento gigliato. Ed essere tirati in ballo nella vicenda scommesse non può

essere definito per niente piacevole, così come quanto emerso dalle richieste dei pm di Calciopoli che, per Diego Della Valle, hanno chiesto due anni, mentre per il fratello Andrea un anno e 8 mesi. Vicenda, quest’ultima, ancora ben lungi dal vedere un esito finale, e soprattutto una ricostruzione chiara delle responsabilità generali, nella quale la Fiorentina tutt’oggi rischia di pagare un secondo, paradossale, dazio dopo le già pesanti penalizzazioni che influenzarono la stagione 2006/2007 dell’allora tecnico viola Cesare Prandelli. In attesa che, dunque, queste vicende tornino a regalare aggiornamenti (o che al contrario si sgonfino) ai tifosi non resta che attendere contromosse a dir poco dovute. Da parte del direttore sportivo Pantaleo Corvino, certo, sul mercato e sul ricambio della squadra, ma - evidentemente - anche da parte dei Della Valle, o di chi per loro, in ambito di vicende lontane dal rettangolo verde.

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sport

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ieri e oggi. Uno sguardo indietro per ripercorrere gli ultimi vent’anni di colpi e trattative

Così a Firenze è cambiato il mercato nel corso della storia del club oltre 850 calciatori hanno indossato la casacca gigliata, con alterne fortune. ora è arrivato “l’autofinanziamento” Andrea Capretti

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giocatori passano ma la maglia rimane. L’assunto a proposito di bandiere e protagonisti del mondo del calcio è tanto diffuso quanto veritiero, ma se nel flusso continuo i nomi lasciano un segno importante negli occhi e nella memoria dei tifosi è decisamente meglio. In 85 anni di storia della Fiorentina, oltre 850 calciatori hanno vestito la maglia viola con alterne fortune: per tutti il momento dell’acquisto si associa a diverse sensazioni dall’aurea di campione sicuro, passando per “il ragazzo che ci farà comodo” fino al brocco annunciato. Gamma di sentimenti che i tifosi viola hanno ripassato rapidamente negli ultimi venti anni di calciomercato. In principio fu Vittorio Cecchi Gori e un pallone che stava salendo sull’ottovolante dei diritti televisivi, da cui scaturirono fiumi di soldi tradotti in acquisti quali Branca, Maiellaro, Mannini, Mazinho e Batistuta. In una decina di anni la Fiorentina comincia, con qualche caduta, a scalare la classifica e a trasformarsi spesso nella mina vagante del campionato. Il mix piace ai tifosi, che vedono arrivare all’ombra del Duomo la classe operaia del nostro calcio (leggi Carnasciali, Luppi, Cois, Sottil, Padalino, Amoruso, Adani) ma anche vere eccellenze italiane, da Baggio a Toldo, da Baiano a Robbiati, da Chiesa a Di Livio. Salvo casi particolari, però, l’immaginazione si accende (talvolta solo quella, come per Marcio Santos, Kanchelskis e Brian Laudrup) con i grandi calibri stranieri: sono i vari Effenberg , Schwarz, Rui Costa, Repka, Heinrich, Mijatovic, Edmundo e Nuno Gomes. Peccato che poi tocchi svegliarsi all’improvviso con i conti in rosso e la serie C come punizione. Così, da Cecchi Gori ai Della Valle anche il mercato cambia volto, l’esaltazione fa rima con Riganò, Ivan, Longo e Maspero (oltre alle “meteore” Quagliarella e Diamanti) insieme a tanti oscuri protagonisti delle serie minori a cui si chiede il compito dell’immediata risalita. Più o meno azzeccate, le spese non mancano: in serie B la Fiorentina, tra estate e inverno, acquista venti giocatori e ne rivende la metà. Pochi sogni: è il mercato baby,

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ma basta un guizzante Fantini a far innamorare il Franchi. Ritrovata la serie A, le ambizioni sembrano crescere a dismisura, e di conseguenza i trasferimenti, con Bojinov, Toni, Mutu, Pazzini, Miccoli, Ujfalusi, Jorgensen e Frey solo per citarne alcuni in ordine sparso, fino alla celebre estate da 50 milioni. Nel 2008 arriva la Champions, i tifosi perdono la voce durante la presentazione di Gilardino, Vargas e Felipe Melo, senza sapere che presto le cose cambieranno. Da quel momento inizia “l’autofinanziamento”. Sembra finita l’era dei sogni: come nella vita reale.

la preseNtazioNe di

GilardiNo

vivaio. Dopo la Coppa Italia sfiorato lo scudetto. La “ciliegina” dai Giovanissimi

Verso una nuova Primavera gigliata U

na stagione da incorniciare, anche se terminata con una sconfitta, quella in semifinale con il Varese, che non ha permesso alla Fiorentina Primavera di giocarsi la terza finale della stagione, quella dello scudetto, vinto poi dalla Roma (avversaria della Fiorentina in Coppa Italia). Sono 49 le partite ufficiali disputate in questa annata, coronata con la vittoria della Tim Cup e, come già detto, con un’altra finale nel Torneo di Viareggio, giocata e persa contro l’Inter. Sono loro, i ragazzi della Primavera, insieme a tutto il settore giovanile viola, a tenere alto il nome della Fiorentina. Nonostante le strutture che, per parola del responsabile del settore giovanile Pantaleo Corvino, continuano a latitare. “Sono rammaricato - aveva detto Corvino - perché continuiamo a fare i salti mortali, ci mancano le strutture. Tra i grandi club siamo gli unici che dobbiamo girare città e provincia, da un campo all’altro, per far lavorare 11 squadre.

Spendiamo una cifra alta (400mila euro, ndr) all’anno solo di trasporti, abbiamo una convenzione con un noto vettore. L’anno prossimo? Non credo che cambieranno molto le cose, ma ripeto, non è possibile stare in queste condizioni”. Intanto, molti dei giovani talenti della Primavera potrebbero entrare a far parte della prima squadra. O essere girati in prestito. Le richieste, infatti, non mancano. Molte squadre di Lega Pro, ma anche di serie B, starebbero monitorando chi si è reso protagonista di questa spendida annata. E sono proprio i risultati raccolti dalle varie categorie del settore giovanile a far pensare a un futuro sempre più roseo per la Fiorentina. La ciliegina per il settore giovanile, nella stagione da poco conclusa, è arrivata grazie ai Giovanissimi, che hanno conquistato il tricolore battendo 3 a 0 il Napoli: complimenti ragazzi, il futuro è vostro. Lo avete dimostrato sul cam/C.G. po.

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sport

Luglio 2011

rugBy. Il Reporter ripercorre l’incredibile cavalcata del quindici di Ghelardi, arrivato fino alla finale

Lo sport in città parla sempre più ovale crederci. La semifinale promozione e scudetto Serie A è contro Catania. Al Padovani i ragazzi di Ghelardi sono sempre stati in vantaggio, fino a cinque minuti dalla fine, poi (forse) la paura di vincere ha dato la spinta ai siciliani: 19-20. Tutto perduto? Per molti sì, ma non per questo gruppo, che è andato a strappare la finale nel campo fino ad allora inviolato degli etnei. Un’impresa storica. L’appuntamento si sposta così alla finale di Reggio Emilia, proprio contro San Gregorio, battuto nell’ultimo match di campionato. Da Firenze partono centinaia di tifosi, l’emozione cresce e un’intera autostrada si tinge di biancorosso. Reggio Emilia si trasforma in una succursale del Padovani. Nei primi minuti Firenze domina l’incontro, ma per due volte Wynne non trova i pali. È ancora la paura di vincere a tirare un brutto scherzo ai gladiatori fiorentini. San Gregorio, squadra più esperta, è Campione d’Italia Serie A. Ma i ragazzi biancorossi sono stati esemplari. Il sorriso, dopo la finale, di Leone Ippolito chiarisce ogni dubbio. Al 99% Firenze sarà chiamata in Top Ten, ma per motivi di budget e per un processo graduale di crescita è possibile che la società non accetti. Comunque vada, sarà un successo. Lorenzo Mossani

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l sipario sulla stagione 2010/11 dell’ovale fiorentino si era alzato scoprendo sogni, speranze e la voglia di aprire un ciclo. Uno sponsor importante, una dirigenza in parte rinnovata e in panchina, come sempre, l’eterno coach “ciafo” Ghelardi. Avere nei quindici Mossa, Wynne, Rios e il fiorentino Tino Paoletti, un gruppo di veterani di altissimo livello coadiuvati dall’energia di giovani con il rugby nel Dna, poteva permettere di sbilanciarsi. E così è stato fatto. In programma , inoltre, c’era anche il progetto di ampliare il Padovani, per farlo diventare un impianto da quasi 8.000 posti, per poi andare a giocare in Europa. Al momento le cose sembrano in fase di stallo, ma in estate tutto può ancora accadere. Tornando al campo, è stato qui che sono arrivate le maggiori soddisfazioni. A inizio stagione Tino Paoletti, sanfredianino doc, aveva fatto capire che, nonostante una partenza diesel, tutto sarebbe potuto accadere, e che una trasformazio-

ne “mentale” era in atto nella squadra. “Giocavamo in serie B, eravamo una ‘banda’ di amici, ora si sta cercando di arrivare al professionismo. Direi che il rugby – dichiarava il pilone - è cambiato radicalmente. Come me. Sono molto più vecchio e sportivamente ho più esperienza: giocare con dei Campioni del Mondo ti arricchisce e ti dà ancora più sicurezza nei tuoi mezzi. All’inizio - continuava - facevo arrabbiare i miei compagni perché, quando sono in campo, mi si ‘tappa la vena’, poi ho imparato a stare più calmo e loro hanno capito che abbaio ma non mordo”. Ma Tino Paoletti è stato anche un profeta: “Sono ottimista per il futuro - dichiarava in tempi ancora non sospetti - al Padovani abbiamo trovato sempre una spinta in più, e quella spinta ci porterà in alto”. Niente di più vero: all’ultima giornata di campionato è arrivata la straordinaria vittoria contro Calvisano (promossa successivamente nella Top Ten). Firenze ha acciuffato i playoff promozione con un solo punto di vantaggio sulle Fiamme Oro Roma, squadra attrezzata per il salto di categoria. E, da quel momento, Firenze ha iniziato a

Pallanuoto. Novità per Rari Nantes e Waterpolo

Un’estate con le acque “mosse”

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i prospetta un’estate particolarmente movimentata per la pallanuoto fiorentina. La Rari Nantes Florentia cambia l’allenatore. Dopo la parentesi Riccardo Tempestini, che aveva sostituito in corsa Dusan Popovic e che andrà ad allenare il Rapallo/Pro Recco femminile, arriva sulla panchina dei biancorossi Leonardo Sottani che, prima di attaccare definitivamente la calottina al chiodo, scenderà ancora una volta (o forse qualcuna in più) in vasca per centrare un grande traguardo: segnare un gol per arrivare a quota 1.000 in serie A. “Ho accettato le proposte della società e per me arriva a compimento un percorso iniziato molti anni fa, quando ho cominciato a nuotare proprio nella piscina di lungarno Ferrucci. So bene che mi attende un compito difficile – spiega Sottani – ma ho grandi motivazioni e voglia di fare. Proseguendo nella politica intrapresa dalla società, lavoreremo sui nostri giovani per farli crescere e arrivare, in uno spazio di tempo ragionevole, ad allestire una formazione competitiva, come nelle tradizioni e nelle aspettative della Rari Nantes Florentia e della città”. Sottani ha sposato un progetto lungo tre anni, che punta a riportare la Rari a lottare per lo scudetto. “Si cambia nella continuità – aggiunge il presidente Pieri – anche perché quando ritornai al timone della società, fra i tanti obiettivi, avevo quello di riportare i nostri gioielli in biancorosso. Oggi posso dire di aver quasi completato l’opera con Sottani, che prima è torna-

to con noi come giocatore, e ora come allenatore. Lo stesso abbiamo fatto con Riccardo Tempestini, con Gianni Bruschini, che dopo aver chiuso con la carriera agonistica è diventato il nostro direttore sportivo, e con Riccardo Vannini, valente tecnico delle formazioni giovanili. Sottani ha accettato il nostro programma e sovrintenderà anche l’attività giovanile, che resta il serbatoio più importante per la prima squadra”. Da decidere, ora, il mercato. Rientra Coppoli, ma quasi certamente se ne andranno i due stranieri Radu e Boris Popovic, oltre al difensore Ninfa. Anche sul fronte Menarini Fiorentina Waterpolo non mancheranno le novità. Lasciano la squadra allenata da Gianni De Magistris le due centroboa: Elisa Casanova e Medea Verde e, molto probabilmente, anche la figlia del “DeMa”, Mila. Un altro addio eccellente è quello del team manager Antonio Radogna, che lascia il sodalizio biancazzurro dopo sette anni. In arrivo dal Bologna Settonce e Tortora e, dal Nervi, Irene Parma. Molto probabile anche l’approdo in riva all’Arno di Sonia Criscuolo e Caterina D’Amico dal Rapallo. Con Karina Harache, che dovrebbe ottenere la nazionalità italiana nel giro di pochi mesi, si libererà anche un posto per una straniera. Ridotta, infine, la squalifica di Lucia Recupero (condannata per l’aggressione in allenamento a Giulia Bartolini della Ngm Firenze pallanuoto), che però potrà tornare a disposizione solo dal /Sim.Spa. 1° gennaio 2012.


sport nel Valdarno

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Rally. Più di 500 auto per l’appuntamento di Reggello e Valdarno

È il momento di “sgommare” Andrea Tani

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er diventare grande sono bastati tre anni. Adesso è il momento della prova di maturità: con la quarta edizione, in programma il 3 e il 4 settembre prossimi, il Rally di Reggello e Valdarno Fiorentino entra di diritto nell’élite nazionale delle quattro ruote. Per la prima volta infatti l’unico rally della provincia di Firenze potrà fregiarsi del titolo di ‘Challenge Coppa Italia di 6° zona’ e dunque mettere in palio punti validi per determinare la classifica del Campionato Italiano di cui sarà la penultima tappa. È grazie a questo riconoscimento che, di fatto, il numero di partecipanti è subito raddoppiato, salendo fino a un centinaio di auto in gara per un totale di circa 500 persone tra piloti ed equipaggio provenienti da ogni parte d’Italia e da altri paesi europei. Sette le prove speciali previste, di cui tre in notturna. Un tracciato vario, considerato dagli addetti ai lavori tra i più suggestivi e tecnici, che si snoda per 76 chilometri lungo il territorio dei quattro comuni del Valdarno fiorentino ai quali – altra novità – si è aggiunto quello di Piandiscò. Bolidi di oggi e gioielli del passato: per il quarto anno consecutivo si correrà anche il Rally ‘Coppa Città dell’olio’, riservato alle vetture d’epoca. Motori (e fari) si accenderanno alle 21.30 del sabato, orario del-

la partenza dalla Pieve di Cascia per le prime prove speciali che toccheranno Vaggio, Piandiscò, la Setteponti per salire poi a Montanino, Cancelli e Pietrapiana fino a Vallombrosa. L’indomani mattina, alle 9.30, la carovana ripartirà dal riordinamento di piazza Aldo Moro a Reggello per gli ultimi 48 chilometri di gara, tra Rignano, Incisa e Figline. Bandiera a scacchi e premiazione nel pomeriggio. Così il sogno di cinque amici amanti dei motori è diventato realtà nel giro di pochi anni. “Abbiamo iniziato quasi per scherzo – racconta il presidente della Reggello Motorsport

Daniele Bruschetini – per riportare il rally nel fiorentino. Quando la Commissione Sportiva Automobilistica ci ha conferito la licenza ‘B’ (con la ‘A’ si possono organizzare Gran premi di Formula Uno), abbiamo capito che era il momento di puntare in alto”. Sulla scorta dei tre anni di esperienza la macchina organizzativa è già messa in moto in vista delle ricognizioni di agosto, utili ai piloti per ‘studiare’ il percorso. Tutto è pronto, insomma, per l’ingresso di Reggello negli annali storici del rally. Si accendano i motori, la sfida sta per cominciare.

pillole CALCIO GIALLOBLÙ FIGLINE La salvezza strappata ai playout è valsa la riconferma alla guida della Gialloblù Figline per mister Giuseppe Forasassi. Accanto a lui andrà a sedersi il nuovo direttore sportivo Stefano Chienni, personaggio ben noto nell’ambiente calcistico valdarnese, proveniente dalla Bucinese e con un passato nella dirigenza della Sangiovannese. I due sono peraltro amici di lungo corso ed hanno già lavorato insieme con buoni risultati. Lascia ben sperare, insomma, l’allestimento della formazione che disputerà il prossimo campionato di Eccellenza Toscana in un girone B che si annuncia torrido come e più della passata stagione. ATLETICA FUTURA Stagione esaltante L’ottavo posto di Davide Ragusa ai Campionati italiani di Torino dello scorso 17 giugno ha posto il sigillo sulla prima parte di una stagione esaltante per l’Atletica Futura, impreziosita – comunque vada a finire – da quel momentaneo primo posto nel Campionato italiano assoluto di corsa a squadre conquistato a Terni nei 10mila su pista, la prima delle tre prove previste. Già al lavoro quindi per i 10mila su strada in programma l’11 settembre a Lucca e la mezza maratona del 16 ottobre a Cremona, con la speranza di riportare in Toscana un titolo che manca dal 1990. Bene su pista, bene su strada, benissimo anche sullo sterrato, dove il keniota della Futura Kipkemei Abraham Talam ha conquistato il gradino più alto del podio all’ultimo Campionato italiano di corsa campestre di San Giorgio su Legnano. TENNIS TAVOLO REGGELLO Bilancio positivo L’esordio in Serie D1, i buoni risultati nei tornei individuali e tanti segnali di crescita e consolidamento. Bilancio positivo per la Tennis tavolo Reggello che dopo un settimo posto in stagione regolare, buono ma non abbastanza per evitare i playout, ha conquistato la salvezza. “Un premio – dice il presidente-giocatore Nicola Celiberto – per il nostro duro lavoro su tutti i fronti: nel campionato a squadre, nei tornei individuali nazionali e soprattutto nel nostro tentativo di avvicinare allo sport i giovani, dare loro una nuova opportunità”. Anche per questo prosegue la collaborazione con Andrea Bongini, professionista al numero 26 del ranking nazionale, che ogni due settimane raggiunge la palestra della scuola media Guerri per vestire i panni di allenatore del vivaio reggellese.


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“BIBLIOTECA MANCANTE A TAVARNUZZE”, LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE Buongiorno, sig.ra Daniela, ho letto con molta attenzione la sua “lettera alla redazione” apparsa sul giornale Reporter di giugno circa la mancanza di una biblioteca comunale a Tavarnuzze. Intanto la ringrazio per gli apprezzamenti sulla programmazione e sulle attività della Biblioteca nonché sulla tanto battagliata e conquistata riapertura del sabato mattina, ma mi permetta delle considerazioni, che non mettono in discussione la sua richiesta, ma che credo possano chiarire alcuni aspetti fondamentali del problema. La Biblioteca Comunale di Impruneta dista da Tavarnuzze circa 5-6 chilometri, percorso molto inferiore rispetto alle lunghe distanze che devono percorrere i nostri giovani per raggiungere le lontane e caotiche biblioteche universitarie fiorentine, e ben inferiori alle distanze che si hanno in altri territori limitrofi tra la frazione e la biblioteca pubblica, penso a Greve in Chianti con Panzano e Strada in Chianti, a Bagno a Ripoli con Grassina, a San Casciano con Cerbaia... Pensare di duplicare il servizio e una sede comunale con relative spese di personale, utenze e pulizie, in questo momento di difficoltà che tutti i Comuni attraversano, la ritengo una operazione non fattibile e tecnicamente non virtuosa. Per quanto riguarda un punto-lettura dislocato nella frazione, la Giunta Comunale aveva già affrontato il problema alcuni anni indietro, coinvolgendo in una fase sperimentale la scuola secondaria di primo grado di Via Primo Maggio e poi il circolo MCL...; esperienze che non è possibile ripetere per i ben noti problemi di riduzione della spesa pubblica e per la mancanza di personale negli Enti Pubblici, non integrabile dall’attuale normativa nazionale vigente. Tra l’altro, la linea urbana ed extraurbana CAP che collega Tavarnuzze al capoluogo è sì non molto frequente, ma disponibile 7 giorni su 7. Siamo inoltre in attesa di una legge statale che dia in concessione agli Enti Locali i beni demaniali, quindi la sede attuale della Pubblica Assistenza, potrebbe essere rivista in futuro prevedendovi degli spazi di pertinenza comunale, e ideare, magari, uno spazio lettura. Così come si

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Luglio 2011 potrebbe anche richiedere di prendere in considerazione all’interno del progetto generale della riorganizzazione della Piazza di Tavarnuzze, uno spazio a vocazione culturale. Spero di esserle stata utile per chiarire alcuni aspetti del problema che Lei aveva evidenziato. Non mancherò di tenerla informata sugli eventuali sviluppi della situazione e la ringrazio per le sue osservazioni, che denotano interesse, passione e attenzione alle criticità del nostro Comune. Ritengo che il dibattito con i cittadini sulle cose da fare sia indispensabile alla democrazia di questo Paese. Cordialmente l’Assessore alle Politiche della Formazione - Comune di Impruneta Francesca Buccioni PEDONI E CICLISTI, IL DIBATTITO CONTINUA/1 Mi riferisco al botta e risposta in merito a “pedoni ciclisti e convivenza” per rimarcare un aspetto assai diffuso in molte zone della città e che è stato trascurato nell’articolo: l’arroganza crescente dei ciclisti, anche indotta dalla assoluta mancanza di controlli (oltreché, naturalmente, del senso civico e della più elementare educazione). E’ mai possibile dover stare continuamente allertati nell’uscire dal portone di casa e nel camminare sui marciapiedi per non essere travolti dalle sempre più numerose bici che sfrecciano nelle zone riservate ai pedoni, anche le più affollate?! E come reagiscono minacciosi se ti permetti di protestare! Il massimo si verifica quotidianamente in via di Novoli dove le bici (ma anche le moto) circolano liberamente sui marciapiedi, malgrado che - dall’altro lato della strada - vi sia una bella pista ciclabile (che credo sia costata qualcosa), praticamente deserta. Possibile che non si faccia niente per ristabilire un po’ di decenza e di sicurezza? Massimo Cecchi PEDONI E CICLISTI, IL DIBATTITO CONTINUA/2 In riferimento alla lettera di protesta per il comportamento di moltissimi ciclisti, voglio aggiungere anche il mio disappunto per la “libertà” male espressa che permette ai ciclisti di parcheggiare sui marciapiedi, andare controsenso, senza luci, telefonando, senza regole. Diventa così difficile convivere con chi cammina, è magari anziano, in carrozzina o guida un altro tipo di mezzo e rischia continuamente di investirli (ribadisco la totale mancanza di luci). Perché non riusciamo a fare transitare le bici solo sulle piste ciclabili? Qualche passo a piedi non farà male, o no?! PEDONI E CICLISTI, IL DIBATTITO CONTINUA/3 Gentile Sig. Direttore, Ho osservato che molti cittadini in questi ultimi tempi si lamentano - con ragione – perché ciclisti indisciplinati transitano in modo pericoloso sul marciapiede, vorrei dire anch’io la mia, una buona dose di responsabilità ce l’ha l’amministrazione cittadina, o chi per essa, che ha avuto la cervellotica idea di far piste ciclabili sui marciapiedi cittadini, in contrasto a ciò che recita il codice della strada, che lo chiama marciapiede come indica la parola medesima, perché è riservato il transito unicamente ai pedoni che “ marciano” su di esso e non altrimenti. Specialmente nel centro cittadino e lungarno Vespucci, non era necessaria la ciclabile sul marciapiede

essendo in tale zona, il traffico veicolare interdetto, quindi condizione favorevole ai ciclisti. Mi chiedo, in caso di controversia che coinvolge pedone e ciclista, chi paga i danni tra questi soggetti? A mio parere, chi ha voluto la ciclabile sul marciapiedi! Rimanendo in tema, si faccia un sopralluogo in via Massa e limitrofe, strada un tempo bella e lineare, oggi antiestetica, rovinata da quei “ferracci orribili” che delimitano la pista ciclabile dalla strada che è così di conseguenza più stretta, spesso su detti “ferracci” ci sbatte qualche veicolo, perché dotati di scarsa segnaletica e ne consegue che sono quasi tutti piegati. Le piste poi, sono spesso impraticabili da auto che sostano a ridosso. Mai una sorveglianza. Con l’occasione di ringrazia per una eventuale pubblicazione e invio cordiali saluti. Severiano Bergamo LE BICICLETTE E IL PARCHEGGIO IN VIA DE SANCTIS Spett. “Il Reporter”, grazie per la considerazione che dimostrate per le mie lettere, che pubblicate regolarmente; spero che anche questa volta risulti interessante ciò che voglio comunicare. All’inizio di maggio ho assistito ad un intervento dei vigili urbani in via De Sanctis. Questi, con l’aiuto di due operai del Comune, hanno provveduto a sequestrare un gran numero di biciclette legate ai pali della strada, facendole trasferire su un camion che, come la macchina dei vigili, aspettava in seconda fila. Vorrei fare alcune considerazioni a questo proposito: 1) la maggior parte di tali bici servono alla gente per andare al lavoro, 2) le rastrelliere sono praticamente inesistenti, 3) le poche sono piene di rottami e impraticabili per la sosta selvaggia di motorini e auto. Era proprio necessario cominciare dalle bici per migliorare la qualità della vita di chi abita nella zona e deve fare i conti tutti i giorni con macchine parcheggiate in seconda fila e con gente che si attacca ai clacson per poter praticare passi carrabili o parcheggi? Sono una rompiscatole e ho domandato ai vigili quale soluzione consigliavano per poter parcheggiare le bici. Risposta: “non compratele!”. Aspetto informazioni da chi di dovere. Grazie per l’attenzione. E. Ciardetti “BENE I FONTANELLI, MA A CAMPO DI MARTE?” Leggo su “il Reporter” relativo al quartiere 2, pervenutomi oggi, che è in programma l’installazione di 14 nuovi fontanelli nei comuni limitrofi. Si tratta senza dubbio di notevoli iniziative; nel contempo mi viene da chiedere che fine ha fatto la promessa di alcuni mesi fa di installare un fontanello in zona Campo di Marte, e più precisamente nei giardini di viale M. Fanti. Infatti non ritengo giusto che gli abitanti di un quartiere così grande debbano, chiaramente in auto, andare al fontanello dell’Anconella per avere un po’ di buona acqua. In attesa di Vostre notizie cordiali saluti, Andrea Becattini LA ZTL E LE CONSEGNE A DOMICILIO Spett.le Redazione, devo dire che le iniziative adottate dall’Amministrazione cittadina non man-

cano di stupirmi, sia in senso negativo che in senso positivo. Appena ripresomi dalla rivoluzione della circolazione del traffico e dei mezzi pubblici, mi sono imbattuto in un’incongruenza a cui questi cambiamenti possono dar luogo. Poiché sono anziano, invalido, e abito al quarto piano di uno stabile in piena ZTL, quando vado a fare la spesa usufruisco del servizio “spesa a domicilio” messo a disposizione dalla catena di vendita di alimentari a cui mi rivolgo. Questo servizio, che è a pagamento per chi è sano e vegeto, e se lo può permettere, diventa via via un “servizio sociale”, fino a non costare niente, a seconda dell’età e del grado d’ invalidità dell’utente. Ultimamente, dovuto agli orari di transito entrati in vigore nella ZTL, questo servizio a domicilio, per gli abitanti della ZTL, può essere effettuato unicamente dalle ore 19.00 alle 22.30, con il rischio di vedersi recapitare a casa le provviste proprio alle 22.30 e di dover andare a dormire poco prima della mezzanotte, dopo averle riposte. Oltre ad essere discriminatorio e penalizzante, questo provvedimento non tiene conto del fatto che il centro di Firenze, soggetto a ZTL, è in gran parte abitato da anziani, e rendere loro la vita difficile per inadeguatezza dei servizi equivarrebbe ad indurli a lasciare la città, rendendo il centro di Firenze ancora meno abitato di quello che è. Non mi sembra che, per migliorare la viabilità a Firenze, sia prioritario limitare la consegna degli alimentari a domicilio. Cordiali saluti Mario Capizzani ISOLOTTO, I PROBLEMI DEL GIARDINO DI VIA MASSA Salve, vivo all’Isolotto e vorrei far presente che in via Massa, all’altezza dei numeri civici 47-49 dove io vivo, esiste un piccolo giardino comunale. In questo giardino non vengono mai potate le siepi di confine col condominio. Oltre al problema delle siepi nel giardino si trova anche una fontana inutilizzata che oltre ad essere sporca è diventata un covo di zanzare. Vorrei chiedere al Quartiere 4 di interessarsi sia alla manutenzione della fontana sia alla potatura delle siepi. Quest’ultime se non verranno potate fra poco mi impediranno l’apertura automatica del cancello condominiale ed essendo io invalida ho bisogno di aprire e chiudere il cancello agevolmente. Già due volte nel settembre dell’anno scorso mi sono rivolta al Quartiere ma tutt’oggi non ho ricevuto risposte. Distinti saluti, Margherita Di Gregorio LA TRAMVIA E IL TRAFFICO A FIRENZE Gentile Matteo Francini, purtroppo per vari motivi solo ora posso scrivere alla sua risposta del mese di maggio riguardo alla tramvia. Chi al referendum ha votato no alla tramvia, cioè la maggioranza (il sindaco ha governato con meno voti), è perché volevano un mezzo più ecologico e meno devastante per la città. La micrometropolitana o metropolitana, come hanno fatto a Bari città piccola come Firenze, oltre ad avere tutti i vantaggi della tramvia (i viaggiatori sarebbero stati gli stessi, che al di là delle chiacchiere chiunque la può vedere sempre vuota escluso vari momenti), aveva anche quello di collegare tutta la città, sia l’Oltrarno, Campo di Marte, ecc. ecc., perché passando sottoterra come l’alta velocità (e come sembra vuol fare il sin-


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it QUEI “MALEDETTI SCALINI” DI VIA IL PRATO Gentile Direttore, Quei maledetti scalini!!! Sì!!! Tre scalini che per noi che abitiamo in via il Prato 18 servono ad arrivare al portone del palazzo, purtroppo per molti sono un ottimo posto per sedersi a bere e mangiare. Troppo spesso quando torno a casa o esco devo chiedere il permesso e farli alzare e qualche volta mi devo anche arrabbiare, perché o fanno finta di non capire o sono talmente ubriachi che non capiscono. La mattina quando esco devo togliere bottiglie, cartacce, bucce di semi di zucca, cicche e spesso devo lavarli perché pieni di macchie untuose. Purtroppo, avendo a che fare con persone completamente ubriache, non posso prevedere quale possa essere la loro reazione ma essendo una situazione che si ripete continuamente non sempre riesco a controllarmi, per fortuna fino ad oggi è andata bene. Ora domando cosa devo fare per risolvere il problema? Chiamare la Polizia Municipale? E’ stato fatto ma arrivano mandano via gli intrusi e dopo un’ora siamo daccapo, anzi una volta una gentile vigilessa è andata, perfino, a prendere dell’acqua e ha pulito gli scalini, ma non posso certamente chiamarli tre, quattro, cinque volte al giorno. Oppure devo sperare nella pioggia che bagna gli scalini? Noi lo facciamo spesso ma purtroppo il caldo li asciuga rapidamente. Vorrei fare una proposta, mettere delle panchine nelle aiuole della Rotonda Barbetti per far accomodare tutti quei “signori” e poi vorrei chiedere a chi amministra la nostra città – come è possibile che in questo angolo della città (via Palazzuolo – via il Prato) ci sia un tale concentramento di rivendite di alcolici mimetizzati da negozi etnici o bar? – nel raggio di venti metri ce ne sono di tutti i tipi. Sig. Sindaco so che è molto occupato a creare il “salotto buono” della città ma non Si dimentichi dell’altra parte altrimenti si rischia di fare come la ZTL, dove ci sono le porte elettroniche viene rispettata ma dove non ci sono nessuno la rispetta e nessuno la fa rispettare. Da via Maso Finiguerra a Porta al Prato tutti quei cartelli della ZTL servono solo a deturpare le facciate dei palazzi, non certo a fermare il traffico. Finiremo per aver un centro storico di serie “A” e uno di serie “B”? La ringrazio per la cortese attenzione e Le invio i miei più Cordiali Saluti. Sergio

Caro Sergio, proprio nei giorni scorsi, sul nostro sito www.ilreporter.it abbiamo affrontato più volte la questione della vivibilità e della sicurezza nella zona di via Palazzuolo. E lo abbiamo fatto dopo che, in seguito a una rissa scoppiata fuori da un bar una domenica di giugno, un abitante della zona aveva preso carta e penna e descritto al sindaco Renzi – oltre che alla stampa locale – quanto fosse diventato difficile e spiacevole vivere in una strada in cui certi episodi si ripetono troppo spesso. “Siamo sconvolti e meditiamo seriamente di lasciare questo posto dove non si può più vivere, nemmeno in un tranquillo pomeriggio di domenica”, recitava uno dei passaggi più amari della missiva indirizzata al primo cittadino. Nel numero de Il Reporter di maggio scorso avevamo invece pubblicato la lettera di una residente “storica” di via Palazzuolo (nel senso che ci abita da sessant’anni, come da lei stessa spiegato), la quale sosteneva che “la strada ha proprio bisogno di questo: di fiorentini e italiani coraggiosi che, magari appoggiati da seri e concreti provvedimenti delle pubbliche istituzioni, decidono di tornare a vivere qui”. Ora la sua lettera. In cui esprime tutto il suo (comprensibilissimo) disagio per la situazione che lei e gli altri abitanti di quel condominio siete costretti ad affrontare ogni giorno. Situazione – quella degli scalini che lei definisce “maledetti”, e che anche in questo caso si trovano proprio a due passi da via Palazzuolo - ben conosciuta da chi frequenta la zona. E in effetti non capita di rado – anzi – di vedere persone lì sedute a “banchettare” in molte ore del giorno e della notte. E il problema, come la sua lettera riesce a spiegare molto bene, riguarda vari aspetti, che vanno dalla sicurezza al degrado e alla sporcizia, fino al fastidio che (seppur pochi, ma questo non ha alcuna importanza) abitanti sanno già di dover affrontare ogni volta che escono o tornano a casa. E questo non è un disagio di poco conto, soprattutto se va ad aggiungersi ai tanti altri problemi che quella zona già presenta. La risposta ai quali, ovviamente, non dovrebbe certo essere quella di andare a vivere da altre parti, reazione però (purtroppo) comprensibile in assenza della sensazione di un interesse reale a migliorare le cose. Riguardo alla sua proposta di installare alcune panchine nella vicina rotonda, questo potrebbe forse riuscire a far spostare di qualche metro alcune delle persone che solitamente occupano gli scalini del suo condominio, ma non penso che - da sola - questa sia un’operazione in grado di risolvere il problema. Che è più ampio, così come più ampie, articolate e incisive devono essere le risposte. Ritengo invece molto importante il suo invito al sindaco, e in generale a tutta l’amministrazione, di non dimenticarsi di alcuna parte della città, a partire da quelle alle prese con i maggiori problemi. Ed è (anche) per questo che pubblichiamo con piacere la sua lettera. Matteo Francini daco Renzi, interrare la tramvia per attraversare il centro) e non dovendo seguire il percorso delle strade quindi seguire delle direttrici, la facevi passare dove volevi

anche in piazza Duomo, magari lì (penso io) ad una velocità un po’ ridotta. Aveva il vantaggio di inquinare meno, perché i fili dell’alimentazione passavano sottoterra,

così come il rumore acustico, basta andare nel piazzale V. Veneto per sentire lo sferragliamento, gli utenti aspetterebbero riparati dalle intemperie, perché quelle piccole tettoie non riparano a sufficienza Non rimarrebbe bloccata dalla neve come è successo ad un punto della giornata nel dicembre scorso. Il presidente della Regione ha multato le ferrovie perché gli scambi non erano riscaldati, la tramvia che era in servizio da meno di un anno quindi di ultima generazione, c’erano persone al capolinea della stazione che a mano manovravano gli scambi perché erano gelati: “Vede - gli dissi - se avevano fatto la metropolitana, non dovevate far così”. “Sì così ci volevano vent’anni”, mi risponde. “Ha ragione se per fare la prima linea ce ne avete messi dieci”. Tutti sappiamo che le strade di Firenze non sono le strade delle capitali europee o di Roma, Milano, basta che succeda un incidente o venga interrotta una strada per vari motivi (vuoi per incidenti, rottura di tubi, ecc) che si blocca tutta la città. Poi il vantaggio che se i pendolari seguitassero ad adoperare l’auto, le strade e le piazze sarebbero rimaste le stesse, non peggiorando la situazione come è successo, basta andare anche in via Alamanni per vedere che la situazione è peggiorata, anzi a volte ho visto la tramvia bloccata per via del traffico che prima non c’era. Purtroppo a Firenze vengono scelte le cose peggiori, vedi il Palazzo di giustizia, le persone a cui piace le posso contare su due mani sapendo che di sicuro non sono di più, che ha distrutto uno dei panorami fra i più belli del mondo, non si poteva fare più piccolo? O in un altro posto dove non si vedeva? Io non posso più andare al piazzale Michelangelo perché mi viene la depressione nel vedere le guglie di questo palazzo su Orsanmichele, dunque ne ho avuto anche un danno biologico oltre che economico che serve per mantenere questo gigante. La pensilina (fortunatamente ora abbattuta), le pietre di piazza Signoria, ecc. Purtroppo si vive in una dittatura mascherata da democrazia, infatti la nostra democrazia finisce con il voto, perché fra le varie leggi fatte apposta, la burocrazia, ecc. si fa il volere del potere e non del cittadino. Cordialmente INCISA, “VIA COSTERELLA? È UN’AUTOSTRADA” Via Costerella ad Incisa val d’Arno dovrà essere riclassificata, mi spiego meglio, non è come dovrebbe essere una strada comunale in zona residenziale, bensì una autostrada con una salita del 14%, dove transitano oltre che le auto grossi autocarri a pieno carico. Lascio pensare le emissioni di carburante che questi mezzi rilasciano sulle nostre abitazioni e giardini. Quando poi la percorrono in senso discendente i muri delle abitazioni tremano. Le auto invece sfrecciano a folle velocità, i conducenti sono convinti che con l’Abs l’eventuale ostacolo si possa evitare. Risultati, fino ad oggi, investimento con decesso di numerosi gatti e cani. L’asfalto è un percorso di guerra, tombini divelti, buche profonde oltre venti centimetri, grate di acqua pluviale divelte e rumorose con il passaggio dei veicoli. Oggi abbiamo raggiunto il top: un autotreno, quindi con rimorchio, è rimasto incastrato nella parte più stretta, traffico bloccato e deviato per circa due ore. Come cittadini residenti abbiamo avvertito tutti a voce e per scritto. Nulla è cambiato. Ah, dimenticavo: sulla

strada vige segnaletica di divieto di transito ai veicoli superiori a 25 q. Se potete darci una mano ve ne saremo molto grati. Scrive per i residenti della nuova bretella autostradale Paolo Passerini “LA PRIMA VOLTA DI UN’ORCHIDEA NEL MIO GIARDINO”

Gentile Redazione, innanzitutto vorrei farVi tanti complimenti per il Vs. giornale... è un piacere leggere informazioni utili e piacevoli (e non)... senza le beghe della politica. Mi ha fatto particolarmente piacere leggere l’articolo sulle orchidee, perché quest’anno per la prima volta nel mio giardino é spuntata la orchis purpurea... una vera sorpresa. E non abito alle Caldine ma a Compiobbi. Cordiali saluti Uli Winkler

VIA VOLTERRANA E L’INTERRUZIONE PER FRANA Spett.le redazione sono un cittadino residente al Galluzzo che per motivi di lavoro percorre almeno quattro volte al giorno via Volterrana, rischiando incidenti stradali innumerevoli volte. Da oltre due anni e mezzo è presente una interruzione per frana del ciglio stradale con relativo posizionamento di transenne a protezione del tratto cedevole che comporta un restringimento della carreggiata. Si sottolinea che la strada di cui parliamo è una delle vie di comunicazione sia con la zona di San Casciano che Scandicci ad elevata densità di traffico non soltanto automobilistico, ma anche pesante. Il tratto interessato dai dissesti, chilometro 2, rientra nel territorio comunale di Firenze. Nonostante numerose segnalazioni del pericolo inoltrate all’Ufficio Tecnico del Comune di Firenze, il quale ha sempre risposto che non poteva essere effettuato un intervento per mancanza di fondi, ed altre comunicazioni scritte presso il distaccamento dei vigili urbani al Galluzzo, i quali hanno confermato che il tratto di strada è di competenza comunale, ad oggi non è stato preso alcun provvedimento. Mi chiedo quando mi verrà data una risposta ai quesiti inoltrati e soprattutto quando verrà effettuato un intervento di ripristino vista l’elevata pericolosità del tratto stradale in questione. Vi prego di voler sostenere questa mia segnalazione con un vostro intervento. Con i migliori saluti Lettera firmata


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Concerti giovanni allevi 12 luglio

teatro romano - Fiesole

Si intitola “Alien World Tour” la tournee del cantante marchigiano che il 12 luglio fa tappa a Fiesole. Il compositore e pianista eseguirà, oltre ai suoi più grandi successi, i brani di “Alien”, ultimo disco di inediti di pianoforte solo (Bizart/Sony Music) uscito lo scorso 28 settembre e attualmente i vertici delle classifiche di vendita. La carriera artistica di Giovanni Allevi è costellata da successi di pubblico e discografici (con oltre 500.000 copie vendute dal 2005 a oggi). Dopo i due dischi di pianoforte solo “No concept” (2005 - disco d’oro e disco di platino), con cui Giovanni Allevi si è fatto conoscere al grande pubblico ,e “Joy” (2006), tre volte disco di platino, il pianista e compositore marchigiano ha pubblicato l’album registrato con orchestra sinfonica “Evolution” (2008 - disco d’oro e disco di platino). Franco Battiato 18 luglio

Prato - Piazza duomo Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo Battiato sta girando l’Italia con il nuovo tour intitolato, come la storica canzone del 1980, “Up Patriots to arms”.

goran Bregovic 20 luglio

marina di Pietrasanta Con le radici nei Balcani, di cui è originario, e la mente nel XXI secolo, le composizioni di Goran Bregovic mescolano le sonorità di una fanfara tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, una chitarra elettrica e percussioni tradizionali con delle accentuazioni rock, dando vita ad una musica che ci sembra istintivamente di riconoscere e alla quale il nostro corpo difficilmente sa resistere. danilo rea 26 luglio

anfiteatro del museo Pecci - Prato Danilo Rea, uno dei più apprezzati pianisti in ambito jazz (e non solo) propone il suo tributo alla carriera di un grande della musica italiana, Fabrizio De André. Il suo personale omaggio al Faber è iniziato discograficamente con un album interamente dedicato al cantautore genovese scomparso nel 1999. Dal vivo presenta un concerto per pianoforte solo, durante il quale vengono proposti tutti i brani scelti per questa nuova avventura discografica (coincide con il passaggio di Rea alla prestigiosa etichetta tedesca Act): da “Bocca di Rosa” a “Caro Amore”, dal trattamento free jazz di “Girotondo” fino alla malinconia de “La Canzone di Marinella”.

dell’Anno Italia – Russia. Altri oggetti del XII – XIII secolo in mostra provengono dalla Cattedrale dell’Annunciazione del Cremlino, cui appartiene il prezioso corredo dell’icona nota come la ‘Madonna Bogoljubskaja’ e una straordinaria collezione di gemme bizantine, giunte a Mosca grazie ai rapporti, stretti e costanti, con Costantinopoli, considerandosi la corte di Mosca legittima erede dell’Impero bizantino. lorenzo Bartolini: scultore del bello naturale Fino al 6 novembre

vasari, gli uffizi e il duca Fino al 30 ottobre

galleria degli uffizi

galleria dell’accademia L‘esposizione, prendendo spunto dallo straordinario nucleo di modelli in gesso custoditi nella suggestiva Gipsoteca della Galleria dell’Accademia, farà finalmente emergere l’altissimo livello qualitativo della sua produzione e ne metterà in luce la ricchezza degli interessi artistici, che spaziano sui grandi temi portanti della sensibilità ottocentesca, quali il sentimento, la memoria, i valori etici e civili. l’acqua, la pietra, il fuoco. Bartolomeo ammannati scultore Fino al 18 settembre

museo del Bargello

Mostre il tesoro del cremlino Fino all’11 settembre

museo degli argenti Palazzo Pitti Una ricca selezione del tesoro russo viene presentata al Museo degli Argenti in occasione delle celebrazioni

in Palazzo Vecchio (e perciò detta “di Sala Grande”), composta di sei grandi statue. Tra le opere esposte (quaranta), anche l’Ercole e Anteo dalla fontana del giardino di Castello, oltre a bronzi, marmi, disegni, progetti provenienti da musei italiani e stranieri. In mostra anche il ritratto di Laura Battiferri, moglie di Ammannati, capolavoro del Bronzino.

In mostra la ricostruzione, nel cortile del Bargello, della fontana marmorea progettata per il Salone dei Cinquecento

Una mostra che celebra, nel quinto centenario della nascita di Giorgio Vasari (1511-1574), la fondazione degli Uffizi (1559-1560): più che un edificio, un sistema architettonico a scala urbana, risultato di una stretta collaborazione tra il Duca, Cosimo I de’ Medici, e Vasari, il suo artista prediletto. Il complesso edilizio sorge nel cuore della città dove, rispecchiando la politica assolutistica e accentratrice di Cosimo I, accorpa le istituzioni amministrative di governo, le cosiddette Magistrature o Arti, sottomettendole, logisticamente e simbolicamente, al dominio diretto del giovane Duca. A memoria di questa destinazione originaria resta la denominazione di Uffizi, cioè Uffici.

L’InIZIATIVA

Due giorni di eventi per aiutare il Giappone L

a limonaia di Villa Strozzi apre le sue porte al sol levante per un’edizione speciale del festival Giapponese, in programma il 31 luglio e il primo agosto in uno degli spazi verdi più belli della città, un’edizione che avrà come fine ultimo quello di raccogliere fondi per il Paese colpito dal terremoto e dallo tsunami nel marzo di quest’anno. Torneranno per questa speciale edizione “Pro Giappone” il gruppo di suonatori di tamburi giapponesi che nel 2005 partecipò ai festeggiamenti del 40° Anniversario del gemellaggio tra Firenze e Kyoto con uno spettacolo commovente e toccante: i Wadaiko Shien, gruppo di taiko dell’Università Zoukei Geijutsu di Kyoto. Due serate in cui sentiremo vibrare nel Parco del Boschetto i

toccanti suoni dei taiko che sono considerati gli strumenti che esprimono attraverso il proprio suono il cuore dei nostri più profondi sentimenti, una vera e sincera voce che parla alle divinità del cielo. A fare da corollario agli spettacoli, una serie di stend che proporranno ai visitatori prodotti tipici e oggettistica made in Japan, riservata a tutti gli appassionati di cultura orientale. Per i più piccini, verrà realizzata anche una piccola area dedicata al gioco, mentre gli adulti potranno unirsi al divertente progetto “In kimono per il Giappone” facendosi fotografare con addosso l’abito tradizionale. Danza, canzoni, musica e tante curiosità, per una due giorni all’insegna della solidarietà e degli /C.G. scambi culturali.

Spettacoli giorgio Panariello 19 luglio

Prato - Piazza duomo Giorgio torna a casa, portando a Prato nella piazza del Duomo il suo fortunato spettacolo “Panariello non esiste” (nove sold out a Firenze lo scorso inverno). Uno show che ha rappresentato un momento importante per la carriera di un artista che non ha mai smesso di essere amato, passando dalla TV al cinema, dal palcoscenico alla radio, con la sicurezza e la leggerezza che solo il talento può concedere. Lo spettacolo “Panariello non esiste” è un divertito sguardo sull’attualità, con ampio spazio all’improvvisazione, ma non mancheranno i cavalli di battaglia, i celebri personaggi che diventano una voce satirica che scuote dalle risate la società italiana. elio in gian Burrasca 1 agosto

marina di Pietrasanta “Elio è il Gian Burrasca del nuovo millennio!” così Lina Wermuller, che firma di questa nuova produzione di Parmaconcerti il testo e la regia (e fu anche la sceneggiatrice e la regista del celeberrimo sceneggiato televisivo della metà degli anni ’60) definisce l’eclettico ed istrionico Stefano Belisari (in arte Elio). Sarà proprio lui, infatti, che vestirà i panni dello scatenato Giannino Stoppani (alias Gian Burrasca), per raccontare i momenti salienti del romanzo di Vamba (1907), oltre ad interpretare le indimenticabili canzoni di Nino Rota, di cui proprio nel 2011 ricorre il centenario della nascita, accompagnato da uno straordinario quintetto di musicisti “in scena” (clarinetto, fisarmonica, chitarra, contrabbasso e percussioni).

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