Il Giornale del tuo Quartiere
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Periodico d’informazione locale. Anno V n.75 del 3 ottobre 2011. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
REPoRtagE
OTTOBRE 2011
Quegli 80enni automuniti Andrea Muzzi*
U
LA CIttÀ dI CHI NON VEdE Un bastone per amico e tanti problemi. Breve viaggio in centro per capire cosa c’è da cambiare PAG.15
IL “CASO” MOSCHEA Il tema torna attuale e si riapre il dibattito. Tra favorevoli, contrari e questioni da risolvere PAG.2
sPoRt
Novità in sala, i cinema ci riprovano PAGG.4-5
Crisi, che succede a Firenze
amarcord
di Carpini - Donnici
B
LA PARtItA dELLO StAdIO Tramontata la Cittadella viola, ecco la nuova idea: l’impianto alla Mercafir. Con negozi, uffici e ristoranti PAG.26
A ritmo di danza “Questa disciplina non è quella che si vede in tv”. Tante le stelle nate al Florence Dance Center PAG.31
asta sfogliare qualsiasi giornale o sintonizzarsi su un tg per imbattersi in una serie di termini sconosciuti o quasi, ma comunque dal suono sinistro. Btp, bot, bund, spread, default e chi più ne ha più ne metta. Parliamo di economia e mercati azionari, questo è chiaro più o meno a tutti. Ma cosa significano queste parole? C’è davvero da averne paura? E soprattutto, come può incidere questo universo “misterioso” sulla vita quotidiana dei cittadini e sulle loro
tasche? Per capirne qualcosa di più Il Reporter ha chiesto lumi a un esperto del settore, il preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze Francesco Giunta. Che non nasconde che quelli che ci aspettano non saranno tempi facili. Così come non facili sono i tempi per il lavoro. Tra precariato e contratti sempre più brevi, la situazione non è affatto rosea. E allora si cerca di capire come uscirne. Prima che sia PAGG.8-9 troppo tardi.
C’erano una volta le cabine del telefono PAG.14
in classe
Per imparare non è mai tardi PAGG.10-11
Edizione del Quartiere 1 • 36.099 copie distribuite da
n pregiudicato è stato fermato mentre guidava una macchina rubata con una gamba sola e una stampella! Ormai si guida l’auto in condizioni sempre più precarie. Una volta ci si ubriacava alle feste, oggi molti bevono solo in macchina. Tant’è che la Fiat, per soddisfare le esigenze di mercato, farà uscire due nuovi modelli: la Fiat Chianti e la Fiat Brunello di Montalcino. Poi ci sono quelli che trasformano la macchina in un ufficio: telefonano, scrivono. Un mio amico addirittura in macchina ha montato un centralino, se lo chiami e la linea è occupata ti risponde direttamente la segreteria dal bagagliaio! Le donne, invece, usano l’auto come fosse un centro estetico: si truccano, si pettinano. Mia moglie ha sostituito la lucina dell’interno auto con una lampada alogena. Così quando guida si fa pure le lampade! Infatti io, che ho la pelle chiara, quando la mattina accompagno i figli a scuola devo mettermi sempre la crema protettiva! Ma io penso che la razza più pericolosa di automobilista sia il vecchino. L’ottantenne automunito che guida d’estate nelle ore più calde è un’arma di distruzione di massa. Volete risolvere la situazione nella striscia di Gaza? Mandate laggiù sei vecchini con la Panda! Tutto quello che gli si parerà davanti lo raderanno al suolo! I vecchini potrebbero risolvere anche il problema della criminalità. Falli girare con la macchina per Scampia, vedrai dopo qualche giorno quanti camorristi in meno ci saranno! Ai vecchini non andrebbe data la patente, per loro è più giusto il porto d’armi! *Comico
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Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino
IL CASO. Proposto anche un referendum per capire cosa ne pensano i residenti
Moschea in città, si riapre il dibattito C’è chi teme degrado e insicurezza e chi sostiene che sarebbe un valore aggiunto. Ancora da risolvere la questione dello spazio (quanto e dove) che dovrebbe occupare Gaia Grassi
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utto è ricominciato dopo la proposta di un referendum. Ad avanzarla è stato Magdi Cristiano Allam, europarlamentare e presidente di “Io amo l’Italia” che, tramite lo strumento della consultazione popolare, vorrebbe invitare i fiorentini a esprimere la propria opinione sulla questione moschea: i cittadini, insomma, la vogliono oppure no? Il problema fondamentale, dal punto di vista di Magdi Cristiano Allam, pare essere il degrado ambientale, l’instabilità e l’insicurezza che si svilupperebbe attorno a queste strutture. Secondo Marco Stella, capogruppo del Pdl in consiglio comunale, i fiorentini sono sempre stati molto aperti verso le altre culture, non hanno bisogno di una moschea per dimostrare la propria collaborazione verso differenti comunità ma, soprattutto, sono stanchi del degrado e della mancanza di regole. Anche se “non si può parlare di un referendum comunale - sostiene Marco Stella - sarebbe adeguato un sondaggio per orientarci rispetto al parere dei residenti”. Niente in contrario nel dare spazio a un nuovo luogo di culto musulmano, dignitoso e capace di accogliere i numerosi fedeli, ma gli interrogativi sollevati dal consigliere sono soprattutto di ordine economico e strutturale: dove sorgerebbe? Con quali soldi sarebbe costruita? Quanto suolo occuperebbe? E anche vero, però, che di moschee se ne trovano a Milano, Roma, nella vicina Bologna, dove (almeno al momento) non sono stati registrati problemi di integrazione territoriale. Ma ogni regione ha le sue necessità e, a Firenze, è solo da qualche tempo che si è sentita l’esigenza di costruire o individuare un sito più appropriato. Anzitutto più spazioso, visto che il numero di musulmani è andato crescendo negli ultimi anni. E poi più adeguato, se si considera che attualmente il luogo di culto presente nel centro storico si trova all’interno di un ex garage. Awad Hussein, fondatore della comunità musulmana di Firenze, spiega: “I cittadini ci hanno sempre accolto bene ed è nell’interesse di tutti continuare a dialogare tra diverse culture. Anche sulla possibilità di trovare un altro posto dove celebrare le nostre funzioni religiose, che comunque finanzieremmo con i soldi della nostra comunità”. Per quanto riguarda l’interrogativo su
quale e quanto spazio occuperebbe la moschea, la questione è ancora aperta. Per trovare quelle che potrebbero essere soluzioni adeguate alla città, l’amministrazione comunale si è messa in contatto con l’associazione “Sociolab” (www.unamoscheaperfirenze.it), finanziata dalla Regione Toscana come previsto dalla l.r. 69/2007 che, previa raccolta firme dei cittadini, ha avuto l’incarico di dare il via a un articolato percorso di partecipazione. Sarà aperto un confronto pubblico con il coinvolgimento di un eterogeneo e rappresenta-
tivo gruppo di cittadini, per raccogliere dubbi e opinioni dei residenti così da fornire, in un secondo tempo, le informazioni richieste dai fiorentini riguardo la cultura musulmana e l’eventuale costruzione di una moschea. Al tavolo dei garanti siederà anche Cristina Giachi, assessore comunale alle Politiche Giovanili, che sostiene: “È sbagliato un rifiuto pregiudizioso, quanto una proposta accettata incondizionatamente. Quello che vorremmo ottenere – aggiunge - non è una moschea a Firenze, ma la moschea di Firenze,
cioè un punto di riferimento per tutti i cittadini. Lavoreremo per questo”. Maurizio Certini, presidente del centro culturale “Giorgio La Pira”, vede la moschea come “un valore aggiunto per la nostra città, in grado di creare una continuità con quell’illustre passato rappresentato dalla nostra carta costituzionale”.
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IERI E OGGI Corsi di yoga, creazione teatrale e inglese per viaggiatori: lo storico rione si scopre “moderno”
Come cambia il mondo delle “ragazze di San Frediano”
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hissà cosa ne avrebbero detto “Le ragazze di San Frediano” di Vasco Pratolini di una scuola di yoga e creazione teatrale nello storico rione fiorentino. A pensarci bene l’avrebbero pure frequentata, almeno per dimenticare le pene d’amore patite a causa di Bob, il rubacuori dell’Oltrarno. Vicino alle ormai poche botteghe artigiane del quartiere, in via della Chiesa 36 rosso si apre un mondo “nuovo” nel tradizionale quartiere. Qui, in una grande sala di parquet, è possibile venire la sera, due volte a settimana (martedì e giovedì dalle 19 alle 20,30, lezione di prova gratuita) a praticare yoga. Ma come, potrebbe pensare qualcuno,
Il Reporter di Centro Storico, Porta Romana, San Jacopino raggiunge 36.099 famiglie nel quartiere 1 di Firenze.
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una disciplina così “esotica” proprio qui, dove è nato lo spirito fiorentino? Ebbene sì, visto che yoga fa rima con benessere (tanto del corpo quanto della mente) e che il suo obiettivo è quello di ridurre lo stress per affrontare al meglio gli impegni (sempre più serrati) della vita quotidiana. E alzi la mano chi non ne avrebbe bisogno, anche in San Frediano. Ma dietro la porta di via della Chiesa 36/R c’è di più. Qui, infatti, ha la sua “casa” anche la scuola internazionale di creazione teatrale Helikos, che quest’anno entra nella sua seconda stagione con un primo e un secondo anno che raduneranno a Firenze allievi provenienti da
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno V n.75 del 3 ottobre 2011 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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tutto il mondo. Una scuola che gode di grande fama a livello internazionale nell’ambito del teatro gestuale, proprio come il suo fondatore Giovanni Fusetti. E ancora, non mancheranno possibilità per tutti i gusti. Sono infatti in programma corsi settimanali rivolti a chi vuol cimentarsi con il teatro di movimento e la lingua inglese: proprio attraverso il teatro qui vengono offerte lezioni di inglese molto particolari, come corsi di inglese attraverso il teatro, inglese per viaggiatori, teatro per bambini e ginnastica dell’attore. Per chi fosse interessato o anche soltanto per i curiosi c’è il sito www. /G.S. helikos.com.
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il giornale del tuo quartiere
VIABILITÀ. Dopo alcune, recenti modifiche alla circolazione non mancano i problemi
Traffico, via della Scala alza la voce
via della
Scala
Le segnalazioni degli abitanti: caos, aria inquinata e code infinite. “Sarebbe opportuno creare un altro sfogo, perché qui non si vive né si respira”. In fase di studio le possibili soluzioni. Contestata anche la variazione di senso in via dell’Albero
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Due “torri gemelle” per la Manifattura tabacchi S
Sara Camaiora raffico insostenibile, aria irrespirabile e code infinite: via della Scala è, secondo chi qui vive e lavora, sempre più simile a una camera a gas. Tanti i reclami e le proposte dei cittadini, che da tempo insistono nel segnalare le loro problematiche all’amministrazione, per evitare di “vivere in mezzo al caos e all’inquinamento”. Dalla giunta pieno riconoscimento del disagio e sostegno in vista di un cambiamento, ma per ora le soluzioni sono ancora in fase di studio. A rivelarci alcuni dati sul traffico della strada è un residente impegnato, insieme ad altri, in continui esposti, nel tentativo di trovare una soluzione: il signor Niccolò Cangioli. “A seguito della riorganizzazione delle zone pedonali, i passaggi di bus si sono ulteriormente incrementati, il 36 e il 37 sono gli ultimi arrivati, dopo che a febbraio erano state dirottate qui nuovamente le linee 12, 29, 30, 31, 30x e 35, per un totale di circa 1.900 passaggi al giorno fra Ataf e trasporto extraurbano (in aumento del 52% dal 2010 post tramvia), più ovviamente tutto il traffico privato che conta circa 800 passaggi all’ora per 15 ore al giorno, il che fa in totale circa 12mila passaggi al dì”, spiega. Tra le richieste dei cittadini, in primo luogo c’è quella di far passare nuovamente i bus da via Il Prato e ripristinare la possibilità di svoltare su viale Fratelli Rosselli e in via delle Porte Nuove da via il Prato, possibilità negata di recente anche in seguito agli incidenti avvenuti in quel tratto. La decisione di Palazzo Vecchio, scattata nel giugno scorso, mirava a eliminare l’attraversamento che, da via il Prato, tagliava il viale e i binari della tramvia. Altra necessità, secondo i residenti, è quella di riportare le nuove linee 12, 36 e 37 sui vecchi tragitti, e il 23 sul percorso antepedonalizzazione, ovvero in via Valfonda. Inoltre, da tempo è stata chiesta una telecamera ztl alla fine di via Alamanni o almeno subito dopo l’incrocio di via degli Orti Oricellari con piazza della Stazione, per ob-
PROGETTI. Uno spiraglio per il mega-complesso
bligare chi arriva da quella direzione a tornare indietro da via Jacopo da Diacceto, così da alleggerire gli incroci successivi. Concorde sulla proposta di deviare il traffico su via Valfonda, dove non ci sono residenti, e anche lui impegnato nel risanamento della strada è un altro residente, Paolo Nafissi. “In via della Scala è convogliato tutto il traffico della zona: sarebbe opportuno creare anche un altro sfogo, via Valfonda ad esempio, perché qui non si vive né si respira - spiega se continua così saremo costretti a trasferirci, il livello di inquinamento è altissimo, finora non c’è scappato lo svenuto ma è questione di tempo: io stesso accuso problemi di respirazione di continuo”. Da ricordare, inoltre, che da via della Scala non passano soltanto i mezzi dell’Ataf, ma anche quelli della Sita. “È stato richiesto da tempo di far spostare il deposito, sembrava che la cosa potesse andare in porto e invece nulla”,
I passaggi dei bus si sono ulteriormente incrementati puntualizza ancora Nafissi. Contestato dai cittadini anche il cambio di senso in via dell’Albero, piccola traversa che consentiva l’accesso in via della Scala da via Maso Finiguerra: cambiamento visto di cattivo occhio anche dai residenti di via Palazzuolo, che lo considerano fonte di infrazioni continue. Secondo quanto comunicato ai residenti si tratterebbe comunque di una modifica provvisoria. Altro problema segnalato dai cittadini, infine, è quello legato ai pochi parcheggi disponibili, considerando anche che diciotto posti auto sono riservati al Tribunale per i minori, ubicato proprio nella strada.
i apre uno spiraglio per l’ex Manifattura tabacchi. Anzi, all’orizzonte compaiono due super torri, alte settanta metri, quasi come il nuovo Palagiustizia di Novoli. Due grattacieli, un parco urbano, case, negozi e uffici. Potrebbe essere questo il nuovo volto del megacomplesso, 100mila metri cubi che si trovano in una zona strategica della città, “stretti” tra le Cascine e piazza Puccini. Il condizionale è d’obbligo visto che le ipotesi sul tavolo sono tutte da studiare e su di loro pesa anche la valutazione della soprintendenza ai beni architettonici. Tutti gli edifici dell’area, di proprietà di MT - Manifattura Tabacchi spa, sono al momento sottoposti a vincolo, mentre Palazzo Vecchio mira a strappare un disco verde per la demolizione della parte considerata meno “pregiata”. Il piano del Comune è ancora in fase embrionale dal punto di vista delle procedure burocratiche, ma le proposte ci sono già. L’idea è quella di demolire la parte ovest, tre magazzini all’interno dell’area, ovviamente dopo l’ok della soprintendenza. L’altra porzione, quella est, ossia gli edifici che si affacciano su via delle Cascine, sarà recuperata e riqualificata. Lì dove andranno giù i capannoni le ipotesi progettuali sono quattro. La prima è quella di costruire le due “torri gemelle” alte settanta metri, affacciate su un parco urbano ampio più di un campo di calcio, circa ottomila metri quadri. In alternativa tre torri più basse, oppure una grande corte circondata da edifici (con due diverse variazioni). Il tutto a volumi zero, come vuole il
piano strutturale fiorentino: si smantella una parte per poi ricostruirla nuova di pacca. 105mila metri quadrati di edifici attuali, contro i 92mila del progetto futuro. Punto fermo, almeno per il momento, la destinazione del complesso. Più della metà (il 60 per cento) sarà riservato alle abitazioni, ma senza edilizia sociale. Gli appartamenti prenderanno posto nella “zona nuova”. La restante parte sarà così ripensata: 17 per cento uffici, 12 per cento strutture ricettive e 11 per cento negozi. In più, sul parco urbano si affaccerà un nuovo asilo nido, mentre la zona lato Mugnone sarà riqualificata. L’idea è quella di creare un nuovo asse di viabilità che colleghi Novoli al parco delle Cascine. Un piano che ha sollevato qualche perplessità durante il suo primo debutto
Oltre ai grattacieli anche un parco urbano, case, negozi e uffici ufficiale, in occasione delle assemblee dei cento luoghi, lo scorso 28 settembre. Tra le sessanta persone che si erano presentate al teatro Puccini per parlare del futuro dell’ex Manifattura tabacchi, c’è stato chi ha espresso dubbi sui due mastodontici grattacieli che dovrebbero essere eretti nell’area. Al centro della discussione anche la destinazione di utilizzo, in gran parte /G.C. residenziale.
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Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino
CINEMA. Non solo cattive notizie su questo fronte: sono in arrivo alcune novità
Proiezioni mattutine e spettacoli teatrali Le sale del centro resistono (anche) così Gaia Grassi
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i rischia di perdere il conto, perciò ricapitoliamo. Sono diverse le sale cinematografiche chiuse a Firenze dal 1990 a oggi (Ariston, Edison, Astra, Ciak Atelier, Excelsior, Gambrinus, Goldoni, Ideale, Stadio, Supercinema, Nazionale, Teatro della Compagnia, Vittoria, Firenze, Eolo, Arlecchino, Alfieri), molte delle quali in centro. Questa è la brutta notizia. Ma, per fortuna, ne arriva anche una buona: sono scongiurate la chiusura di Principe e Spazio Uno che, assieme a Odeon, Fulgor e Astra 2, offrono ancora la possibilità di gustarsi un film sul grande schermo nel quartiere. Almeno per ora. Da qualche anno si parla di mettere in pratica alcune politiche di sostegno per aiutare le sale rimaste aperte ma, fino ad ora, molte proposte sono rimaste solo sulla carta. Nella fattispecie, sono molte le richieste e le proposte avanzate da proprietari e gestori: che sia facilitata la raggiungibilità del centro storico consentendo agli spettatori di accedere ai parcheggi comunali; che siano stipulate convenzioni con i parcheggi a pagamento, con i taxi o creati appositi servizi bus-navetta; che siano stretti accordi con ristoranti e pizzerie per una campagna di riduzioni; che siano favoriti l’apertura di spazi culturali e aggregativi nel centro storico; che siano esentati o ridotti tributi e tasse comunali - come Tia, insegne, Ici - che “gravano pesantemente sugli incassi”. Richieste rimaste praticamente invariate da qualche anno, mentre per molti la prossima apertura del Multiplex a Novoli aumenta ulteriormente la necessità di prendere provvedimenti a favore delle piccole sale. Maurizio PaElisabetta Dini Studentessa, 23 anni
Romina Rizzuto Ristoratrice, 37 anni
Simone Mengoni Operaio, 41 anni
“Mantenere la città più viva”
“Problemi anche per i negozi”
“Il centro è molto cambiato”
“C’è una tendenza generale a svalutare le attività dei centri storici preferendo incentivare la costruzioni di centri commerciali dove si può trovare di tutto. Anche per i cinema vale lo stesso: aprono i multisala e chiudono i piccoli cinema, ma credo sarebbe più giusto cercare di mantenere la città più viva”
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l’Odeon
“Con la ztl e le zone pedonali sempre più ampie e senza mezzi di trasporto sostitutivi il centro è sempre più inaccessibile. In questo modo non ci stanno rimettendo solo le sale cinematografiche, ma anche i ristoranti, i negozi. Portare i bambini a vedere i film la domenica sta diventando troppo complicato”
“Il centro storico è molto cambiato. Ci sono poche attività culturali, i cinema chiudono e le mostre d’arte sono diventate eventi spettacolari e sporadici. Fare una passeggiata ormai significa guardare le vetrine e cercare un posto per fermarsi a mangiare o bere qualcosa. È un’offerta riduttiva per Firenze”
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il giornale del tuo quartiere oli, ex vicepresidente di Anec-Agis e proprietario del cinema Adriano, dice: “L’impatto con il Multiplex sarà duro da reggere per molti cinema e – aggiunge - ci auguriamo di trovare un accordo tra noi piccole sale per darci man forte, senza smettere di sperare in una presa di posizione a nostro favore da parte dell’amministrazione comunale.” Ornella Grassi, presidente della Commissione cultura del Quartiere 1, sostiene che il centro storico non possa rimanere senza cinema, e che “accanto alle politiche di sostegno dovrebbero convivere delle iniziative per invogliare la gente a uscire di casa, per far sì che la sala di proiezione rimanga un luogo privilegiato per gustare un film”. Della stessa opinione è Giuseppe Giuliattini, gestore del cinema Spazio Uno in via del Sole. Superate le difficoltà tecnico-amministrative che lo scorso marzo avevano portato alla revoca della licenza, la sala ha da poco riaperto i battenti e si avvia ora a una nuova stagione di programmazione, accompagnata da una serie di iniziative. Oltre a ospitare il Festival dei Popoli dal 12 al 19 novembre, da questo mese l’edificio accoglierà una mostra di cappelli e, una o due volte alla settimana, saranno organizzati eventi teatrali messi in scena dalla compagnia teatrale “Archivio Zeta”. In più, lo Spazio Uno si apre al quartiere anche per proiezioni mattutine, rivolte agli anziani e alle scuole.
“Accanto alla programmazione ‘normale’ di film a grande distribuzione, vogliamo affiancare documentari e produzioni di nicchia - spiega Giuliattini - che riportino il cinema a una dimensione più intima per poterne rispolverare anche il valore sociale e culturale”. Per coloro che si iscrivono alla mailing list dello Spazio Uno (www.cinemaspaziouno.it) e – novità di questo mese - per i lettori de Il Reporter che si presenteranno in sala con il giornale, il biglietto d’ingresso è a prezzo ridotto (4 euro). Anche il cinema Principe ha (ri)esordito a fine settembre con due sale ristrutturate e dotate di proiettore digitale. A occuparsi della programmazione è Matteo Nenciolini che si aggiunge al “coro”
Ci dovrebbero essere progetti per invogliare la gente a uscire lo
chiedendo più impegno per aiutare le strutture cinematografiche in difficoltà. Poi, con un po’ di ottimismo, conclude: “La gente resiste, continua a venire al cinema”.
più notizie su
Spazio Uno
Lo Spazio Uno, chiuso da marzo, si apre al quartiere e riparte con nuove offerte e iniziative. Spazi ristrutturati anche per il Principe. Intanto continuano le richieste e le proposte da parte di gestori e proprietari: ecco quali sono
IL LUOGO. Da poco sgomberata la bidonville, mentre l’ex stazione è sempre più protagonista della vita cittadina
Grandi eventi e degrado, i due volti della Leopolda
F
ra la “Leopolda 2” che rischia di seppellire la seconda Repubblica, almeno nelle speranze di chi vi si ritroverà a fine mese per definire i contenuti delle proposte degli ex rottamatori, e le ex officine Fs che si erano tramutate - fino a pochi giorni fa - in dormitorio e centrale di ricettazione e spaccio per alcune decine di extracomunitari, ci sono poche decine di metri. E sullo sfondo si staglia il cantiere del nuovo Comunale. La ex stazione che ospita alcune fra le più importanti manifestazioni fiorentine in ambito musicale, moda e fiere
A fine mese la politica la farà da padrona con il sindaco Renzi
deve il suo fascino alla storia: la stazione di Porta al Prato, che prese il nome del tratto ferroviario Livorno-Firenze Leopolda in onore del Granduca regnante, fu ultimata nel 1848, ma venne chiusa per favorire il traffico verso la più centrale Santa Maria Novella in occasione dell’Unità d’Italia. Nei 150 anni da allora ad oggi lo spazio che ora appare come una grande officina dismessa ha ospitato dalla prima Esposizione Nazionale Italiana a un Arsenale d’Artiglieria, dall’officina per le riparazioni del materiale rotabile durante la seconda guerra mondiale alle operazioni di sabotaggio della Resistenza. L’anno della svolta è il 1993: il locale, fino ad allora adibito a magazzino di parti di ricambio di veicoli ferroviari, si trasforma nell’attuale spazio polivalente, sede di mostre, manifestazioni culturali ed eventi connessi alla promozione della moda a Firenze. Fra i prossimi appuntamenti Joy Sposi e il Salone Moda Prima nell’ambito di Pitti Immagine, ma soprattutto l’evento politico “dell’anno” che vedrà il sindaco Renzi primeg-
giare sul panorama politico nazionale – e la vecchia stazione riempirsi di cronisti politici dei maggiori media. Non male per una ex officina che deve però ancora confrontarsi con spazi contigui abbandonati e problemi di ordine pubblico. Alle spalle dello spazio gestito da Stazione Leopolda Srl, infatti, continuava fino a pochi giorni fa a vivere un’altra faccia della città: quella del degrado e dell’abbandono, simbolo dei due volti di un quartiere, quello più vicino alla stazione e al parco delle Cascine, che non riesce a smarcarsi totalmente dall’ospitare povertà ed emarginazione. In un’operazione scattata il 15 settembre scorso è venuto alla luce ciò che era stato denunciato da tempo dai residenti: una grande bidonville dove una trentina di immigrati regolari, soprattutto marocchini, tunisini e polacchi, vivevano la loro vita di clandestini e sotterfugi. Ora le Fs sono state invitate a mettere in sicurezza l’area, che è stata momentaneamente sequestrata dai carabinieri /S.W. del Noe per verificare la presenza di materiali tossici.
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Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino
LAVORI IN CORSO. Dopo vari stop l’intervento è finalmente iniziato. La piazza cambierà volto
Verso una “nuova” San Jacopino Otto mesi di cantieri porteranno a una riorganizzazione di tutta l’area: in arrivo una rotonda, alberi, panchine e cassonetti interrati. Ma tra i commercianti le preoccupazioni non mancano Federica Momentè
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opo un numero imprecisato di stop i lavori per il rifacimento di piazza San Jacopino sono iniziati davvero. E puntuali. Il 5 settembre scorso, così come annunciato da Palazzo Vecchio, si sono visti i primi operai al lavoro. Storia travagliata quella della
i lavori in corso
piazza e, anche ora che si avvicina il “lieto fine”, in molti hanno ancora dubbi e perplessità, soprattutto fra i negozianti. “Per noi cambia poco – dice Enrico dal bancone di una mesticheria – la piazza è stata fatta per i residenti, non per i commercianti”. La preoccupazione degli esercenti è quel-
la di una possibile perdita di clienti nel corso degli otto mesi previsti per i lavori. “Sicuramente alla fine, quando la piazza sarà riqualificata, ci saranno dei benefici – dicono Simone e Leonardo della pescheria – ma noi dobbiamo comunque continuare a pagare l’affitto e le tasse, e ci aspettano dei mesi con un cantiere aperto davanti al negozio, non possiamo non essere un po’ preoccupati”. “Ora non so dire se cambierà qualcosa – dice Marco, barista – certamente un po’ di apprensione l’abbiamo. In un momento così complicato a livello economico nessuno di noi si può permettere di perdere clienti, e di sicuro un cantiere aperto per otto mesi ci può creare seri problemi, era meglio se l’avessero fatto qualche anno fa. In ogni caso un posto bello e illuminato porta sicuramente più persone”. Soddisfatto si dice Marco Zecchi, che da tempo si batte per una “nuova” San Jacopino dalle pagine del suo blog (nonsolosanjacopino. blogspot.com). Sono in arrivo una rotatoria, nuovi alberi, panchine e una postazione interrata per i cassonetti, per un costo complessivo di 800mila euro finanziati dalla Regione Toscana
il progetto della nuova piazza
e dal Ministero dell’Ambiente. L’intervento, inserito nei Cento luoghi e il cui progetto ha accolto i suggerimenti forniti dai cittadini durante le assemblee, ha l’obiettivo di trasformare San Jacopino da poco più di un incrocio a un luogo di aggregazione per i cittadini, con nuove piante e panchine. Lo spazio verrà completamente riorganizzato: sarà realizzata una rotatoria con al centro una fontana, che dovrebbe consentire una circolazione più fluida e ordinata. Per quanto riguarda l’area non destinata al transito dei veicoli, verranno piantati alberi ornamentali (ciliegi), collocate rastrelliere per le biciclette e panchine. Saranno tutti
nuovi anche l’illuminazione e i cassonetti esterni, che verranno sostituiti da una postazione interrata. Riorganizzazione in vista anche per la sosta, sia per le auto che per i motorini. I lavori sono organizzati in due fasi: la prima per i sottoservizi, poi l’intervento di riqualificazione vero e proprio. “Prosegue senza sosta il nostro lavoro per la riqualificazione della città”, commenta soddisfatto l’assessore alla mobilità e manutenzioni di Palazzo Vecchio Massimo Mattei.
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MEDICINA ESTETICA FORMA E BELLEZZA NATURALE
LA MEDICINA ESTETICA è la Disciplina praticata dal Medico Chirurgo che mira a riportare l’aspetto della persona alla sua miglior forma e bellezza naturale tramite una minima invasività dei trattamenti. Non si tratta di interventi chirurgici ma di trattamenti Laser. Un raggio di una luce particolare che, a seconda del tipo di Laser, può effettuare, per esempio: epilazione definitiva, eliminazione di macchie da gravidanza e di cicatrici da intervento chirurgico, ringiovanimento cutaneo (inestetismi) o eliminazione di verruche, di fibromi molli e di altre lesioni od imperfezioni cutanee. La prima cosa da fare è una visita per verificare il buono stato generale di salute (o meno) che mira a definire gli inestetismi da trattare per vedere insieme se è il caso di effettuare quei trattamenti che ci attirano da tanto oppure semplicemente per farsi consigliare e migliorarsi, guardarsi più volentieri allo specchio, sentirsi di nuovo di buonumore e bene con se stessi. Il miglior risultato è quello che appare, ma non si nota troppo. La minima invasività dei trattamenti con i diversi tipi di laser permette in circa una mezz’ora di eliminare il “problema” (inestetismo o lesione cuta nea che sia) e normalmente già dopo soli due giorni (ovviamente dipende sempre dal tipo di applicazione) è possibile fare vita sociale senza problemi. A differenza di un qualunque intervento chirurgico come l’eliminazione di un fibroma molle effettuata con bisturi oppure tramite la bruciatura con diatermo, il laser durante l’intervento effettua sia la bruciatura che la disinfezione che la chiusura, o sutura, di quella che potrebbe essere una piccola ferita finale, non lascia poi alcun segno. Nell’eventualità rimanesse anche solo un piccolo segno o cicatrice sempre con il Laser si procede alla sua eliminazione... In seguito parleremo delle diverse Tipologie di trattamenti Laser, della Biostimolazione, dei Filler del Botulino e della Mesoterapia.
DOTT. STEFANO TINTI MEDICINA ESTETICA TINTI
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Via Giacomo Brodolini 2d - 50012 - Grassina- Bagno e Ripoli - Firenze Per Appuntamenti o informazioni, chiamaci Cell 347 7918504 oppure scrivici a studiomedicotinti@virgilio.it www.studiomedicotinti.net Aut. San. n. 34348 del 14/08/08 Comune di Bagno a Ripoli
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campagna di vaccinazione antinfluenzale 2011-2012 L’influenza è uno dei più grandi problemi per la sanità pubblica: si stima che in Italia ogni anno circa 8000 persone muoiano a causa delle sue complicanze, per polmonite (circa 1000) o altre patologie (circa 7000) soprattutto persone anziane e soggetti che hanno una malattia cronica. Come sappiamo i virus influenzali hanno tendenza a variare tutti gli anni. Per questo ogni anno viene puntualmente proposta dal Ministero della Salute e dalla Regione, la campagna di vaccinazione antinfluenzale, che partirà ufficialmente dalla metà del mese di Ottobre e durerà fino alla fine di dicembre. Tutta la ASL 10 di Firenze è impegnata nella organizzazione con tutti i suoi operatori, medici e pediatri di famiglia, medici igienisti, assistenti sanitari, infermieri, e con tutte le strutture, i presidi territoriali, i presidi ospedalieri, le Direzioni Sanitarie, il Dipartimento di Prevenzione, il Dipartimento delle Cure Primarie con la collaborazione anche delle Aziende Ospedaliere Universitarie di Careggi e Meyer. Per ridurre la percentuale dei malati e delle complicanze è necessario raggiungere elevate coperture vaccinali : almeno 75% nei soggetti di età < a 65 anni almeno il 75% nei soggetti ad alto rischio di tutte le età Particolare impegno è chiesto quest’anno anche a tutti gli operatori sanitari che vaccinandosi possono proteggere non solo se stessi e i propri familiari ma anche i soggetti a rischio, degenti, soggetti con patologie gravi con i quali sono a contatto quotidianamente. Scegliendo infatti di vaccinarsi si protegge non solo il soggetto ma anche quelle persone a lui vicino per le quali contrarre l’influenza potrebbe essere pericoloso. Perché è importante vaccinarsi? L’influenza è una infezione respiratoria che si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona e attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie L’incubazione della malattia è breve, in genere 2 giorni, durante i quali si è già contagiosi; il periodo di contagiosità comincia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e si prolunga per 3-5 giorni dopo. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane, prima che manifestino i sintomi . Il virus resiste bene nell’ambiente e si diffonde bene in luoghi chiusi ed affollati (scuole, cinema, autobus). Normalmente la malattia si risolve in pochi giorni, tuttavia in alcune persone può causare complicanze anche gravi. Le complicanze più gravi sono le polmoniti e il peggioramento di malattie preesistenti (malattie cardiovascolari, respiratorie, di carattere immunitario,ecc .). A chi si rivolge la campagna? La vaccinazione è la principale misura di protezione rivolta i alle persone che sono a rischio di sviluppare forme gravi della malattia • Persone di età ≥ 65 anni • Persone di tutte le età
-con patologie di base che aumentano il rischio di complicazioni in caso di infezione (malattie croniche cardiache, respiratorie, renali, intestinali, del sangue, tumori, immunodepressione, ecc…) Inoltre è raccomandata per: - medici e personale sanitario di assistenza, - soggetti che svolgono attività essenziali per la comunità (Forze di Polizia, Vigili del Fuoco), - familiari o contatti stretti di soggetti ad alto rischio, -donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino al secondo e terzo trimestre di gravidanza, -ricoverati in strutture per lungodegenti, -allevatori, addetti al trasporto di animali vivi, veterinari. Il vaccino è offerto gratuitamente a tutte le categorie indicate. La composizione del vaccino è uguale a quella dell’anno scorso e contiene quindi anche il virus A H1N1 che ha continuato a circolare in tutti i Paesi. La circolazione del virus H1N1 per la seconda stagione consecutiva suggerisce la possibilità che possa continuare a circolare il prossimo inverno. E’ indispensabile rivaccinarsi anche se ci siamo vaccinati l’anno scorso perché la protezione decade con il tempo. Occorre sottolineare che la protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura 6 -8 mesi per poi decadere. Negli adulti ad alto rischio e negli anziani la vaccinazione può essere associata al vaccino antipneumococcico e /o l’antidiftotetanica.
Misure di igiene e protezione individuale. La trasmissione del virus dell’influenza può avvenire per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione dell’influenza. Le misure di protezione personali utili a ridurre la trasmissione del virus dell’influenza sono: 1) Lavaggio delle mani (in assenza di acqua uso di gel alcolici) fortemente raccomandato (Sebbene tale gesto sia sottovalutato è la misura più importante e più efficace)
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Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, buttare i fazzoletti e lavarsi le mani) raccomandato Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale raccomandato Uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali) raccomandato.
Dott.ssa Maria Grazia Santini Responsabile U.F. Igiene e Sanità Pubblica Zona Firenze Azienda Sanitaria di Firenze
Quante dosi sono necessarie? Una sola dose di vaccino è sufficiente per i soggetti di tutte le età con esclusione dell’età infantile. Per i bambini al di sotto dei 9 anni di età mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due dosi a distanza di almeno 4 settimane. Ci sono effetti collaterali? I vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi e pertanto non possono dare infezioni da virus influenzali. Da ricordare che nella stagione fredda sono presenti forme respiratorie e simil -influenzali che possono essere provocate da molteplici agenti batterici e virali. Gli effetti collaterali più comuni dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale consistono in reazioni locali, quali dolore, rossore, gonfiore nel sito di iniezione. Dove rivolgersi per la vaccinazione? Dal proprio medico o pediatra di famiglia; in alternativa al punto vaccinale territoriale del Distretto di riferimento. Gli operatori sanitari e le altre categorie di lavoratori si possono rivolgere a seconda dell’organizzazione, anche al loro presidio di lavoro oltre che al proprio medico di famiglia. La vaccinazione è la principale misura di protezione ma bisogna ricordare che oltre al vaccino sono molto importanti altre misure di protezione.
Sede operativa: Viale della Giovine Italia n. 1/1 Firenze • Segreteria tel. 055 2616202 - fax 055 2616259 • e-mail: direttore@sds.firenze.it • www.sds.firenze.it Informazione a cura della Società della Salute
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Ottobre 2011
CONtI IN tASCA. Come i mercati azionari incidono sulla vita quotidiana. Il punto della situazione
La crisi “in soldoni”: cosa sta succedendo? Ci aspettano tempi duri, questo è certo. Colpa del debito
Gianni Carpini
pubblico: un prezzo salato che gli italiani devono pagare, ma non bastano le manovre “lacrime e sangue”. Parla Francesco Giunta, preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze
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a borsa va giù, l’umore pure. I mercati sono sorvegliati speciali, ma la difficoltà di questa crisi economica sta proprio nel capire cosa, in effetti, stia succedendo. A complicare il tutto, poi, c’è l’oscurità di alcuni termini tecnici e una materia non certo così accessibile alle persone comuni. Per fare un po’ di chiarezza, tra allarmi e previsio-
LA SCHEDA Le parole chiave
Una breve guida per capirci di più
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und, spread, btp, default. Una valanga di termini oscuri, diventati improvvisamente pane quotidiano di tg e quotidiani. Ecco qui una breve guida per capirci qualche cosa di più. DEBITO (pubblico) È il debito dello Stato, che per racimolare soldi mette sul mercato delle obbligazioni (dette anche “bond”), tramite alcune aste periodiche. Il meccanismo, in pratica, è questo: lo Stato promette a chi investe che - se gli presterà dei soldi - riavrà tutto il capitale versato più, alla fine del periodo stabilito, gli interessi. Il punto critico sta qui: più gli interessi sono alti, più lo Stato “ci rimette”. BTP-BOT-BUND Sono tutti dei titoli di Stato, tramite cui vengono recuperati fondi da investire. I btp (buoni del tesoro poliennali) e i bot (buoni ordinari del tesoro) sono obbligazioni italiane. I bund invece sono titoli di stato tedeschi e sono il punto di riferimento in Europa: l’economia della Germania è considerata dagli addetti ai lavori come la più solida del vecchio continente e perciò quella che è più in grado di far fronte ai debiti. SPREAD È una sorta di “termometro del rischio”. In base a questo indice viene valutata l’affidabilità finanziaria di un Paese. Più è alto, più gli esperti considerano uno Stato incapace di far fronte ai suoi debiti, più alti saranno gli interessi che verranno pretesi per comprare i titoli. Lo spread si calcola prendendo in considerazione la differenza di rendimento di un titolo di Stato con un titolo di riferimento (in Europa i bund tedeschi, considerati i “più soldi”). Questa differenza è decisa dal mercato. DEFAULT Ecco il termine tanto temuto dai mercati finanziari. In soldoni è il “fallimento” dello Stato: un Paese non è più in grado di far fronte ai suoi debiti e quindi è incapace di rendere i soldi a chi ha investito nei suoi titoli, che di fatto diven/G.C. tano carta straccia.
ni catastrofiche, ci siamo rivolti a un esperto in materia: il professor Francesco Giunta, preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze. I timori che molti hanno sono fondati? “Le previsioni non sono affatto rosee – spiega Giunta – fino a oggi ero rimasto cauto davanti ai vari allarmismi, ma adesso la situazione è diventata seria. È come una malattia: si crede sempre che colpisca gli altri, ma quando arriva il nostro turno è un problema”. Una cosa è chiara: altro che nuvole minacciose, la situazione sui mercati è critica e sull’Italia è attesa una bufera che non toccherà solo il mondo finanziario, ma si estenderà anche alla vita quotidiana. Colpa soprattutto del debito pubblico. Spiegata in soldoni, la questione è più o meno questa: lo Stato ha così tanti debiti da non riuscire a ripagarli. Questo provoca a sua volta un aumento degli interessi sul “vecchio” debito e il conto diventa nel tempo ancora più salato, fino a rischiare di arrivare a un livello insostenibile. Il Paese lavora, crea quel poco di ricchezza che permettono i tempi di magra, e tutto va sprecato nel pagare gli interessi, mentre il super-debito cresce. Un cane che si morde la coda. “Quello italiano è un debito enorme, uno tra i più grandi al mondo – continua Giunta – che non è stato contratto per sviluppare il Paese, bensì per una spesa sfrenata, con un sistema pensionistico che non ha eguali e una sanità dove a tutti è stato garantito per anni più che tutto. Il problema sta qui: il nostro debito corre più velocemente della nostra economia”. Il rischio è quello di un default, eccola qui la parola chiave: in pratica l’Italia rischia il fallimento e chi ha investito in buoni del tesoro, quelli con cui lo Stato racimola denaro da “investire”, di non vedere più il becco di un quattrino. “Si affaccia sempre di più lo spettro di un default controllato – dice Giunta – ossia una situazione che comporta l’uscita dall’euro e il ritorno a una moneta molto svalutata, per favorire le esportazioni, come era la lira. Ma non illudiamoci: questa situazione creerà necessariamente dei contraccolpi drammatici sulla sfera sociale, come la disoccupazione e il potere di acquisto sempre minore per le famiglie”. Ma come uscire dal tunnel? Ovviamente nessuno ha una ricetta magica. “Dal mio punto di vista – afferma Giunta – bisogna mettere mano una volta per tutte alle pensioni. È inevitabile l’innalzamento dell’età pensionabile, vista anche l’aspettativa di vita nel nostro Paese. Poi è necessaria una drastica riduzione di spesa, ma sviluppando dei sistemi di controllo. Infine diminuire la pressione fiscale sulla parte produttiva del Paese, per cercare di rimettere in marcia il motore dell’economia”.
Su cosa agire: pensioni, spesa e meno tasse per le industrie
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LAVORO. I contratti a tempo indeterminato continuano a rappresentare un “lusso” per pochi intimi
Posto per sempre, uno su dieci ce la fa A farla da padrona è il precariato, soprattutto tra i giovani. Si accorcia anche la durata degli impieghi: molti sono inferiori a quattro mesi. La cassa integrazione resta su livelli elevati
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“Sperimentiamo nuovi servizi”
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Ginevra Donnici ltre centomila avviamenti al lavoro nei primi sei mesi del 2011, con un incremento di seimila rapporti lavorativi rispetto all’anno scorso. Sono i dati registrati nel primo semestre dai centri per l’impiego della provincia di Firenze. In particolare, dalla ripartizione degli avviamenti lavorativi suddivisa per territorio risulta che i tre centri per l’impiego di Firenze (67,7%), Sesto Fiorentino (10,7%) e Scandicci (6,8%) intercettino l’85,2% del totale. In questo quadro, la presenza delle donne a livello provinciale incide per il 50,08%. Da gennaio a giugno di quest’anno sono 6.199 i lavoratori interessati dalla cassa integrazione in deroga. “Rispetto a questi lavoratori coinvolti in situazioni di crisi – spiega il presidente della Provincia Andrea Barducci – l’amministrazione provinciale ha realizzato una serie di attività denominate ‘politiche attive per l’occupazione’, ovvero corsi per i lavoratori posti in cassa integrazione in deroga e quelli in cassa integrazione ordinaria e straordinaria, oltre a molteplici strumenti per finanziare la formazione dei giovani che hanno difficoltà a entrare nel mondo del lavoro. Una serie di interventi, dunque, con cui la Provincia ha voluto sostenere, e continuerà a farlo, in maniera fattiva i lavoratori coinvolti in processi di crisi aziendali”. La crescente flessibilizzazione del mercato del lavoro ha dato vita a forme contrattuali decisamente precarie: il numero dei contratti a progetto nel periodo gennaio-maggio 2011 è pari a 7.802. Oltre il 57,3% si concentra nella fascia d’età che va dai 26 ai 44 anni (anche se, dato non trascurabile, oltre duemila casi han-
L’INtERVIStA. Parla l’assessore Elisa Simoni
no riguardato persone con un’età maggiore di 45 anni). Emblematico anche il dato relativo alla nazionalità: i contratti a progetto sono quasi interamente rivolti ai cittadini italiani (91%). Scoraggiante anche la durata dei contratti a progetto: solo il 57% supera i quattro mesi di tempo. I contratti a tempo indeterminato continuano a rappresentare un miraggio per nove lavoratori su dieci. Basti considerare che tra gennaio e maggio gli avviamenti contrattualizzati con un tempo indeterminato hanno rappresentato un magro 9,97% del totale. Altro dato rilevante è quello che lega la nazionalità ai contratti a tempo indeterminato: ben il 41,1% coinvolge i lavoratori stranieri, “un motivo può essere ricercato nelle qualifiche maggiormente richieste che esigono una
Attivate alcune politiche per l’occupazione, come corsi per chi si trova in difficoltà bassa professionalità e un’ampia disponibilità di orari”, spiegano dall’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro. Anche la cassa integrazione rimane su livelli elevati, con oltre 7,3 milioni di ore richieste all’Inps. Numeri che mettono in luce una minore ricchezza per l’intera provincia: infatti, considerando le ore lavorabili in un anno (1.700), è come se 4.320 tra lavoratori e lavoratrici non avessero mai svolto nessuna attività.
ome mostra l’articolo qui a fianco, i dati sull’occupazione in provincia di Firenze nel primo semestre del 2011 non sono molto incoraggianti. Il Reporter ha interpellato in proposito l’assessore provinciale al lavoro Elisa Simoni. Assessore, che inverno ci aspetta? Al momento la situazione è molto complicata. Dopo il debole cenno di ripresa registrato a giugno, il grave andamento economico che sta caratterizzando il Paese ha reso le nostre aziende molto più caute. Non c’è accenno di crescita e il risultato è una disoccupazione preoccupante, in più i nuovi posti di lavoro sono caratterizzati da una marcata precarietà. La formazione può giocare un ruolo per uscire da questo stallo? La distanza tra formazione e lavoro è marcata, per questo lavoriamo in un’ottica di competenze integrate: coinvolgendo le imprese e sperimentando nuove forme di servizi ai lavoratori. Un esempio su tutti è la “Città del lavoro” che sorgerà a Figline, un unico contenitore all’interno del quale trovano spazio il Centro per l’impiego, il Centro Formativo Territoriale e le imprese: insomma, una nuova idea di formazione che tenga insieme tutti i passaggi dal training iniziale fino all’inserimento lavorativo.
l’aSSeSSOre
eliSa SimOni
Come assessore al lavoro, qual è la sua maggiore preoccupazione per il futuro? I nostri sforzi sono utili in un’ottica di ripresa, altrimenti sono solo delle situazioni tampone all’interno di una voragine. Le azioni messe in campo funzionano solo se cambia la rotta e qui sta la mia maggiore preoccupazione, considerando le scelte dell’attuale governo. Sul versante del mercato del lavoro è evidente che non possiamo competere sul costo del lavoro, come abbiamo tentato di fare. Possiamo farcela solamente se investiamo in qualità, sia delle nostre produzioni che nella formazione dei lavoratori e /G.D. delle lavoratrici.
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istruzione
Ottobre 2011
IN AULA/1. I numeri del nuovo anno accademico a Firenze. Ecco l’offerta formativa
L’ateneo 2012, tra matricole e novità Insegnamenti completamente in inglese (in alcuni casi), sette corsi in meno, “posti contati” in aumento. Gettonatissimi i test per le professioni sanitarie, da fisioterapia a ostetricia. Tanti anche gli aspiranti camici bianchi Luca Squarcialupi
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a carica delle matricole. Sono gli studenti universitari, come da tradizione, gli ultimi a tornare in aula, tra non poche novità. Le iscrizioni, per i corsi di laurea “a numero aperto” si chiudono nei prossimi giorni, mentre alcuni colleghi del “numero chiuso” sono già sui libri, dopo le prove di selezione che si sono svolte nelle prime settimane di settembre. Quest’anno accademico gli studenti dell’Università di Firenze possono scegliere tra 139 corsi: 66 di primo livello (la cosiddetta “laurea breve”), altrettanti di secondo livello (la specialistica) e sette a ciclo unico. Anche per il 2011/2012 c’è stata una sforbiciata sull’offerta formativa, seppur limitata rispetto al ridimensionamento degli anni passati: sono sette i corsi di laurea cancellati. Negli ultimi tre anni l’ateneo fiorentino ha infatti razionalizzato la didattica, tagliando circa il 30 per cento dei corsi, per ridurre costi e sprechi. “Un processo di riorganizzazione già da tempo avviato – spiega Anna Nozzoli, prorettore alla didattica e ai servizi agli studenti dell’Università di Firenze – perseguito ai fini
del conseguimento della qualità e della sostenibilità in termini di docenze e di strutture”. E l’università, quest’anno, parlerà più inglese che in passato, con due nuovi corsi, dedicati sia agli studenti italiani che a quelli stranieri, europei o extraeuropei, le cui lezioni sono tenute completamente in lingua straniera. Si tratta del corso di laurea magistrale in “Economia dello sviluppo avanzata” (development economics) e del curriculum “Architectural design”, che fa capo al corso di laurea magistrale in architettura. A questi si aggiunge l’esperienza già attiva da diversi anni insieme all’Università di Parigi, la Sorbona, per il conseguimento del doppio titolo italiano e francese in giurisprudenza. Sul fronte dei corsi a numero pro-
Didattica razionalizzata per ridurre costi e sprechi
grammato, ossia dove i posti sono contati ed è perciò prevista una prova di selezione, la lista si è allungata, comprendendone cinque in più: scienze farmaceutiche applicate, farmacia, chimica e tecnologia farmaceutiche, scienze biologiche e biotecnologie. Quest’anno a Firenze sono stati gettonatissimi i corsi di laurea dedicati alle professioni sanitarie (da fisioterapia a infermieristica, da ostetricia a logopedia): ben 3.392 studenti hanno fatto domanda per partecipare al test, ma – tra loro – solo un terzo ha conquistato la possibilità di accedere (966 persone, per l’esattezza). Segue, nella top ten dei corsi a numero chiuso più richiesti, medicina. Un vero e proprio esercito di aspiranti camici bianchi si è presentato alla prova (il numero chiuso è previsto in tutta Italia e quest’anno, per la prima volta, si è svolta una prova unica insieme a odontoiatria). A Firenze erano trecento i posti a disposizione per medicina e ventotto per odontoiatria. Hanno provato a spuntarla in 2.077, con qualche defezione dell’ultimo minuto. Le domande per l’esame erano state, infatti, 2.265.
L’INTERVISTA/1 Savas è arrivato da Istanbul per iscriversi a Ingegneria. “Pur di restare qui sarei disposto a guadagnare meno”
“Un sogno vivere nella città di Machiavelli e dei Medici”
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avas è un ragazzo turco iscritto al primo anno di Ingegneria all’Università di Firenze. Ha spiegato a Il Reporter le ragioni che lo hanno spinto a venire a studiare in Italia, raccontando le sue prime impressioni sulla facoltà e le sue speranze per il futuro. Com’è nata l’idea di venire a studiare a Firenze? Ho cominciato a studiare l’italiano da quando frequentavo il liceo ad Istanbul, e mi ha sempre affascinato la grande cultura di questo Paese. Ho letto molto sulla sua storia, dall’impero romano fino al Rinascimento. Per me era un sogno venire a studiare nella stessa città dove sono vissuti personaggi storici come Machiavelli e i Me-
dici. In Italia si vive bene, e l’università ha un costo più accessibile rispetto ad altri paesi europei. Hai incontrato difficoltà a iscriverti? Devo dire che la burocrazia è complicata, ma il personale dell’università è stato sempre gentile e disponibile. Non ho avuto nessuna difficoltà per il fatto di essere straniero. Quali sono state le tue prime impressioni sull’Università fiorentina? La struttura della facoltà mi è piaciuta molto. Qualche professore spiega un po’ troppo veloce, e a volte qualcosa sfugge. Con i colle-
ghi di corso mi sono trovato bene, anche perché conosco abbastanza bene la lingua, e questo aiuta molto a integrarsi. Cosa farai quando completerai gli studi? Dopo la laurea vorrei restare a lavorare in Italia, è un Paese bellissimo, c’è rispetto per gli stranieri e io qui non mi sono mai sentito discriminato. So che negli altri paesi europei gli ingegneri vengono pagati meglio, ma sarei disposto anche a guadagnare un po’ di meno pur di rimanere qui. Ma ho sentito che anche qui sta diventando difficile. Se dopo la laurea non riuscirò a trovare lavoro, a malincuore lascerò l’Italia, come purtroppo fanno anche tanti italiani. /A.R.
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istruzione
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IN AULA/2. L’Università dell’età libera offre opportunità per tutti: adulti, pensionati e non solo
Quegli studi che non finiscono mai Dal giardinaggio alla storia dell’arte, dalla musica all’incisione, dall’economia alla fotografia passando per l’informatica: queste alcune delle materie proposte. E qui nascono anche amicizie Caterina Gentileschi
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ui banchi a ogni età e in qualsiasi momento. È questo il concetto che sta alla base dell’Università dell’età libera, anche se “la maggior parte del nostro pubblico è racchiuso proprio in quel nome, età libera, e si presume che chi ha più tempo libero a disposizione siano i pensionati - racconta Elisabetta Boddi, responsabile del progetto - ma spesso e volentieri si iscrivono anche ragazzi, soprattutto ai laboratori”. Esiste dall’anno scolastico 1983/84 e, nel corso di questi quasi trent’anni, ha visto i suoi studenti crescere a dismisura di numero, arrivando fino a quasi 2.500 iscritti ogni anno. Ci sono affezionatissimi che non potrebbero pensare di passare un inverno (e una primavera) senza l’appuntamento fisso delle lezioni, ma c’è anche un nutrito gruppo di nuovi iscritti che ogni anno si avvicina ai corsi con l’adrenalina e la felicità di un bambino al primo giorno di scuola. “Ci sono corsi di ogni genere - spiega Boddi - alcuni sono già rodati e riscuotono molto successo, quindi tentiamo di riproporli di anno in anno, mentre altri variano da un periodo all’altro. Cerchiamo di calibrare le nostre scelte anche in base a quello che ci viene richiesto”. Dalla storia dell’arte alla musica fino al giardinaggio, passando per la salute, l’informatica e la fotografia: queste le materie proposte ogni anno. Secon-
do una tabella di marcia che regola le iscrizioni, i solerti studenti vanno a immatricolarsi ai corsi che hanno scelto dall’opuscolo che viene distribuito. “Abbiamo un sacco di studenti affezionati, lo dimostra il fatto che, nonostante le iscrizioni inizino a fine ottobre, già ad agosto cominciamo a ricevere le prime chiamate per avere informazioni - continua Boddi - e sono gli stessi affezionati che, a titolo puramente volontario, mettono a disposizione il loro tempo per aiutare il nostro staff nei giorni delle iscrizioni e della distribuzione dei depliant con il programma completo”. Sviluppato in collaborazione con l’Università degli studi di Firenze, il programma definitivo viene stilato dopo aver ricevuto e vagliato un pacchetto contenente una proposta per corsi pratici e teorici proveniente da Unifi, ai quali poi si aggiungono progetti esterni, anche questi da selezionare in base alla fattibilità e ai fondi disponibili. “Approfondimento, analisi e uno sguardo nuovo su argomenti che in ogni caso vengono metabolizzati bene da un pubblico con un livello culturale medio-alto”. Ma, oltre alle lezioni “frontali” e agli interessi che ciascuno coltiva, il valore aggiunto sta nella possibilità di socializzare, proprio come all’università. “È quel qualcosa in più che crea aggregazione e favorisce lo scambio e la nascita di nuove amicizie”. Informazioni ai numeri 055-26.25.84.0/1/2/4.
L’INTERVISTA/2 Maria Conti, signora attiva e impegnata, ne è un’assidua frequentatrice. “Le sale sono sempre gremite”
“Le lezioni? Cibo per la mente. Aiutano a coltivare gli interessi”
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e si hanno degli interessi mi sembra giusto coltivarli, e per coltivarli l’Università dell’età libera mi è sempre sembrato un ottimo sistema. Almeno da quando la frequento io”. Maria Conti è una signora attiva e impegnata, in pensione da più di dieci anni e da quasi altrettanti assidua frequentatrice dei corsi dell’Università dell’Età libera, messi a disposizione dal Comune di Firenze. “Le sale sono sempre gremite, tutte le lezioni frequentate da un corposo numero di persone. Mi sembra un segno evidente che il servizio funzioni e che la gente sia felice di partecipare all’iniziativa”. Maria è un’appassionata di
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storia dell’arte da tutta la vita, e da quando si è ritirata dal lavoro ha avuto anche più tempo a disposizione per coltivare questo suo amore. “Seguo con interesse le lezioni di storia dell’arte da quasi dieci anni e ormai ho imparato anche a conoscere i docenti. Come capita a scuola, anche qui ce ne sono alcuni che hanno una capacità più spiccata nell’esporre gli argomenti di cui tratta il corso, mentre altri, pur essendo molto preparati, faccio fatica a seguirli. Ad esempio cerco sempre di accaparrarmi un posto alle lezioni di Stefano De Rosa, che seguo sempre con molto piacere. E col quale mi è capitato anche di par-
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tecipare a una gita di gruppo all’estero, alla quale hanno preso parte pure altri colleghi che avevano seguito le lezioni insieme a me”. Arte ma non solo. “Mi è capitato anche di frequentare qualche corso di storia, e all’inizio ho fatto anche delle lezioni di filosofia. Mi aiutano a capire, ad approfondire temi che magari ho già approcciato da sola ma che non conosco fino in fondo. Avere la possibilità di apprendere da chi ne sa più di me mi dà la possibilità di aprire gli occhi, di conoscere le cose più in profondità, di vedere più in là e di custodire un bagaglio un /L.V.Z. po’ più importante”.
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internet
Ottobre 2011
SUL WEB. Piccole sale riaperte, in arrivo anche il multiplex: tutte le novità su www.ilreporter.it
La “rivoluzione” dei cinema è on line TEMPO LIBERO, INIZIATIVE ED EVENTI SU
I PIÙ LETTI DEL MESE 1. Lutto per Vittoria Puccini, morta la madre 2. Scomparsa di Licitra, il dolore del Maggio 3. Università: la carica degli aspiranti dottori 4. Digitale terrestre: Toscana a rischio blackout, arriva la legge salva-tv 5. Arriva il ticket, medicinali più cari: rivoluzione nelle farmacie
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TOP FIVE FOTO 1. Miss Italia: ecco le trenta finaliste 2. I tamarri arrivano in tv e c’è l’effetto Jersey Shore 3. La più bella d’Italia è lei: Stefania Bivone 4. La protesta della rificolona: Renzi fischiato davanti al Verdi 5. San Jacopino, al via i lavori: ecco come sarà
LA STAGIONE VIOLA IN TEMPO REALE SU
È
stata una piccola rivoluzione, quella delle “piccole” sale. Forse inaspettata, sicuramente gradita. Uno dopo l’altro alcuni cinema fiorentini che, per un motivo o per l’altro, avevano chiuso i battenti, hanno da poco riaperto al pubblico. Stiamo parlando di Colonna, Spazio Uno e Principe, tornati dopo l’estate al “servizio” dei fiorentini con non poche novità. Il Reporter.it ha seguito “in diretta” le loro vicende, annunciando una dopo l’altra le riaperture di spazi che, sulla scia di esempi che purtroppo non mancano in città, in molti temevano che potessero restare chiusi ancora a lungo. Ma così non è stato, e gli amanti del cinema hanno ora più scelta. Scelta che aumenterà ancora a breve (si parla dei primi giorni di dicembre, dopo che inizialmente il giorno X era stato indicato nel 18 novembre), quando ad aprire i battenti sarà nientemeno che il multiplex. Discusso, temuto, invocato a seconda dei pareri e delle persone, il multisala è ormai sul punto di accendere le luci, portando con sé nella zona di San Donato, ma in genera-
le nell’intera città, tutta una serie di novità. Apertura e novità che, come già successo per gli altri cinema, si potranno seguire in tempo reale su www.ilreporter.it. Agli amanti del cinema e non solo non resta dunque che cliccare sul sito, per non perdersi le ultime news a riguardo e farsi trovare preparati al momento del taglio
del nastro. Restando in tema di tempo libero e grandi aperture in arrivo, si avvicina anche l’ora del nuovo Parco della Musica: il 21 dicembre è fissata l’inaugurazione della sala grande, alla presenza nientemeno che del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, con un concerto per i 150 anni dell’Unità d’Italia, anche
MAXICANTIERI, TUTTE LE NOVITÀ IN DIRETTA SU
se poi i lavori proseguiranno. Anche l’avvicinamento a questa importante data sarà seguito su Il Reporter.it. E basta poi spostarsi di pochi metri per trovare un altro, attesissimo appuntamento in arrivo, anche se questa volta la musica sarà sostituita dalla politica. Dopo l’appuntamento dello scorso anno, dal 28 al 30 ottobre si terrà la Leopolda-bis, con il sindaco Renzi che presenterà un elenco con “cento cose da fare per cambiare l’Italia”. Anche in questo caso, c’è da scommetterci, gli occhi di mezza Italia saranno puntati sulla vecchia stazione fiorentina: tra questi ci saranno anche quelli del nostro sito, che racconterà in diretta tutto quello che succederà. E poi in arrivo ci sono (tanto per cambiare) cantieri, lavori e divieti: su www.ilreporter.it tutte le notizie che servono per vivere al meglio, ogni giorno, la città e non solo.
SEGUICI SU:
IStRUzIONI tV dIGItALE, CALENdARIO E CONSIGLI
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igitale terrestre, scatta il countdown. A Firenze la nuova era della tv inizierà il 18 novembre: ci siamo, insomma. Ma quando i fiorentini accenderanno la “nuova” televisione, in Toscana c’è chi l’avrà fatto già da qualche giorno. La prima zona della regione a dire addio al vecchio analogico sarà la Lunigiana: qui la rivoluzione digitale scatterà il 7 novembre. Poi sarà la volta di Mugello, Casentino e isola d’Elba, seguite da tutte le altre province. Il calendario completo del “temuto” switch-off è sul nostro sito, www.ilreporter.it, dove si possono trovare anche rischi, consigli e istruzioni su come gestire al meglio questo passaggio, per non rischiare di trovarsi di fronte a uno schermo fuori uso. Perché, come detto, quella del digitale terrestre sarà una rivoluzione. Ed è meglio farsi trovare preparati.
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in città
Ottobre 2011
IL CASO. Agcom e Telecom elimineranno quelle meno utilizzate entro la fine dell’anno
Addio cabine, vittime dell’high tech Sono trentasei i telefoni pubblici che spariranno dalle strade nostrane. Dopo aver segnato un’epoca soccombono davanti alla diffusione dei cellulari. Ma c’è un modo per salvarli via
lUngO l’aFFricO
via
giOBerti
via
aleSSandrO d’ancOna
Ludovica V. Zarrilli
“P
ronto? Pronto... Number nine, number nine, pronto Zanzibar? Qui Napoli cinque. Ho cinquemila dollari di roba, fra virgolette, roba. Cose buone dal mondo”. Era il 1982 quando un giovanissimo Alessandro Benvenuti terrorizzava un’anziana signora in coda alla cabina telefonica di piazza della Libertà fingendosi un corriere della droga insieme ad Atina Cenci e Francesco Nuti, in una delle scene più celebri del film A ovest di Paperino. Bei tempi andati quelli in cui davanti alle cabine del telefono ci si ritrovava a gruppetti, in attesa del proprio turno, aspettando di dire alla mamma che si rimaneva un altro po’ fuori con gli amici o trepidando per sussurrare parole dolci all’innamorato di turno. Passati anche i tempi in cui le schede telefoniche erano oggetti da custodire con cura e i veri collezionisti le compravano per conservarle intonse, senza nemmeno staccare il triangolino in alto che ne rivelava l’avvenuto utilizzo. Per non parlare poi dei gettoni, con quell’apparecchio un po’ retrò inciso davanti, entrati ormai a far parte della preistoria delle nostre abitudini quotidiane. La stessa preistoria in cui sono destinate a finire molte delle cabine sparse per Firenze che, essendo da troppo tempo inutilizzate, verranno eliminate dal panorama cittadino. Addio ricordi, addio servizio, addio a 36 apparecchi sparsi nei punti più disparati della città, che entro la fine dell’anno verranno smantellati. Dal centro alla periferia, addio insomma alle
Una Scena tratta dal Film
a
OveSt di
paperinO (1982)
vecchie cabine, che nel corso degli anni hanno anche cambiato look, diventando prima rosse con gli sportelli tipo saloon, poi più piccole ed ergonomiche. E anche gli stessi telefoni pubblici si sono evoluti nel corso degli anni: gli ultimi offrono addirittura la possibilità, a chi ne è capace, di mandare sms. Ma nemmeno la tecnologia è servita a scongiurare l’abbandono, e allora ecco che Telecom, insieme all’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, hanno deciso di toglierne un bel po’, almeno quelle in cui viene fatta meno di una chiamata al giorno, che a pensarci bene sono tantissime. Basta aguzzare un po’ la vista per notare che la stragrande maggioranza è sempre desolata
e vuota, morta sotto il peso della tecnologia e dei nuovi accessoriatissimi cellulari. Qualcuno continua ad attaccarci bigliettini, adesivi e annunci, con la speranza che qualcuno passando di lì ci faccia caso. Ma anche quelli stanno pian piano scomparendo: meglio attaccarli di soppiatto alle fermate dell’autobus, “almeno lì è sicuro che qualcuno una sbirciatina la dà”. Le uniche a essere certamente mantenute saranno le cabine di caserme, scuole e ospedali. Se però al telefono pubblico sotto casa proprio non si vuol rinunciare, si può scrivere una email a cabinatelefonica@agcom.it, per chiedere di salvarla. Motivando la richiesta e incrociando le dita.
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in città
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IL REPORtAGE. Viaggio nella zona della stazione, per capire come gli ostacoli siano dietro l’angolo
La (difficile) Firenze di chi non vede I problemi non sono pochi e il bastone, in mezzo al traffico di gente e auto, è più che un amico. Promossi gli autobus, così come la pensilina “parlante” di piazza Indipendenza. Da rivedere invece Santa Maria Novella Benedetta Strappi
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diSceSa diFFicOltOSa dall’aUtOBUS caUSa macchina davanti
la penSilina parlante in piazza indipendenza
le Scale della StaziOne
Smn,
Senza Un percOrSO tattile
per aggirare l’attraverSamentO dell’internO StaziOne, gradini cOmUnQUe altiSSimi davanti ai Binari mOrti della tramvia
piazza
San marcO
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alla StaziOne, allOntanarSi dalla linea gialla
ue passi, due di numero, accanto a una persona che non vede. Basta questo per capire quanto difficili possano diventare anche azioni semplici e quotidiane come attraversare una strada. Il signor Fabio Ulivastri è un non vedente, e il suo bastone, in mezzo al traffico di gente e auto in piazza San Marco, vale più di un amico. Il Reporter ha fatto con lui un breve viaggio in giro per la città. Poche tappe: da piazza San Marco a piazza Indipendenza e da qui alla stazione. Il bilancio? I promossi: gli autobus. Cinque su cinque presi, a bordo avevano il navigatore parlante che scandisce il nome delle fermate. Altra promozione per la pensilina di piazza Indipendenza. Qui, premendo un pulsante, è possibile ascoltare l’elenco degli autobus in arrivo, e anche per i non vedenti tutto diventa più semplice. Chi invece non supera l’esame è la nostra bella stazione di Santa Maria Novella: “Qui purtroppo manca un percorso tattile che consenta a chi arriva dall’altra parte della stazione di raggiunere la fermata della tramvia sul lato Alamanni – spiega Ulivastri – e solo una volta arrivati proprio davanti al binario si trova per terra una striscia coi rilievi per non vedenti, che consente di salire a bordo in sicurezza, potendo prendere le misure”. E non va meglio se si sceglie di aggirare l’interno stazione passando dall’esterno, di fronte alle gradinate, per raggiungere la stessa meta: “Qui, ad esempio, sempre per chi deve prendere la tramvia, c’è da superare un dislivello molto alto, per attraversare lungo la parte dei binari ‘morti’ e arrivare alla fermata”. E anche all’interno la stazione riserva un’altra brutta sorpresa: “Rattrista sentire la voce dall’altoparlante che invita a allontanarsi dalla linea gialla, senza poter sapere quale sia, visto che non è segnalata in altro modo per i non vedenti”. E allora resta una speranza, spiega il signor Ulivastri: “Speriamo davvero che, magari in occasione dei mondiali di ciclismo, Firenze possa attrezzarsi e rimediare a incovenienti come questi, che in molte città all’estero e in Italia sono stati superati”.
E AL N O SI FES TE O N R E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G
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politica
Ottobre 2011
COMUNE. Nelle scorse settimane è stato attuato un rimpasto di deleghe e componenti
Giunta nuova a Palazzo Vecchio La new entry è Elisabetta Meucci,
atto che si è formalizzata la rottura di un patto elettorale con i cittadini: tanti auguri a Renzi e al suo monocolore”, è stato invece il commento di Fabio Evangelisti, segretario regionale dell’Idv, che in consiglio comunale conta due consiglieri e in passato aveva anche l’assessore Cristina Scaletti, passata però successivamente nella giunta regionale. Da allora l’Idv ha chiesto un riconoscimento della propria appartenenza alla maggioranza (o un assessore o la presidenza del consiglio comunale) senza ottenere finora risultati. “La giunta non può essere frutto di una trattativa tra le parti politiche - ha tagliato corto Renzi - questa giunta è espressione delle scelte del sindaco che se ne assume le responsabilità, non nasce dalla mediazione tra i partiti ed è simbolo della lotta all’antipolitica, perché ci sono otto assessori mentre lo statuto comunale consentirebbe di nominarne 16”. “La giunta con otto componenti - ha aggiunto il primo cittadino - è la dimostrazione di voler esigere da noi stessi quello che chiediamo agli altri: quando chiediamo dimezzamento del numero dei parlamentari come un segnale di lotta all’antipolitica, pensiamo che dobbiamo essere nelle condizioni di mettersi in gioco in prima persona”. Renzi ha infine ringraziato Cianfanelli per il servizio svolto per la città.
nominata assessore alle politiche del territorio. Le polemiche non sono mancate, ma Renzi taglia corto: “Simbolo della lotta all’antipolitica” Antonio Passanese
F
edele al soprannome che gli è stato affibbiato, il “rottamatore”, Matteo Renzi ha da poco ridisegnato la sua giunta, dandole il solo colore del Pd e lasciando senza incarichi Idv, Sel e Psi. Un rimpasto di componenti e deleghe che non ha mancato di provocare qualche critica. “Da buon novello Podestà – commenta Cinzia Niccolai, coordinatrice cittadina dei dipietristi - il sindaco si è cucito addosso una giunta monocolore, estromettendo di fatto dall’amministrazione di Firenze ogni forma di confronto, dialogo e pluralismo premiati dai cittadini alle urne. Alla faccia del rinnovamento”. Ancora più caustico il leader nazionale dei socialisti Riccardo Nencini, che ha paragonato il sindaco a un novello Duca di Atene, che governò proprio la nostra città, in modo dispotico, nel 1342: “Si apre ora - afferma il leader socialista - una nuova questione politica, fatta di impegni non mantenuti. Soprattutto per chi vuole appartenere alla categoria dei rinnovatori, la prima dote è mantenere la parola data. Per quello che può valere, e lo dico con amarezza, pensavo che questo sindaco la rispettasse’’. Ma ecco chi è la new entry: Elisabetta Meucci (Pd), attuale presidente della commissione urbanistica del Comune, che è stata nominata assessore alle politiche del territorio (delega fino a oggi mantenuta da Renzi). “Sono contenta e soddisfatta di poter continuare il mio lavoro avviato in commissione’’, la sua prima dichiarazione. La Meucci prende il posto di Elisabetta Cianfanelli, Psi. Quest’ultima, deleghe a moda e turismo, naturalmente non ha gradito l’estromissione: “Nessuno mi ha detto perché”, ha spiegato. “Prendiamo
IL PUNTO Secondo la stima dell’Anci la finanziaria peserà su ogni residente del capoluogo per 224 euro
Manovra, in città arriveranno ottantadue milioni in meno
I
mpegnati come siamo stati ultimamente a leggere gossip e intercettazioni sulla vita privata e pubblica di Silvio Berlusconi, “primo ministro a tempo perso”, come da lui stesso detto a una sua “amichetta” durante una conversazione telefonica, la nuova manovra finanziaria (che rischia di costarci cara) è sembrata quasi passare in secondo piano. La situazione, analizzando i dati, desta più di una preoccupazione. Dai conti fatti dall’Anci risulta che Firenze avrà un taglio dei trasferimenti pubblici pari a 82 milioni di euro. Questo, in soldoni, significa che la manovra peserà su ogni residente per 224
euro. In Toscana va peggio agli abitanti di Forte dei Marmi (397 euro a testa) e Castiglione della Pescaia (366 euro). Insomma, secondo le stime dell’Anci su dati Ifel/ministero dell’Interno, la finanziaria approvata con il voto di fiducia costerà ai comuni toscani 458 milioni di euro (in meno). Di questi, soltanto 68 sono da attribuire a un effettivo taglio nei trasferimenti, mentre i restanti 390 sono risorse presenti nelle casse dei Comuni che non possono essere utilizzate perché bloccate dai vincoli imposti dal patto di stabilità. La situazione è così preoccupante che a Firenze, qualche settimana fa, sono
scesi in piazza perfino i commercianti. Con un sit-in davanti a Palazzo Vecchio hanno voluto attirare l’attenzione su un settore a loro dire fin troppo bersagliato. I negozianti sono stati ricevuti dal vicesindaco Nardella, a cui hanno espresso le preoccupazioni per le decisioni del governo. Inclemente, infine, la fotografia scattata da Ornella De Zordo, capogruppo in consiglio comunale di “perUnaltracittà”: “La manovra Tremonti-Berlusconi è iniqua perché colpisce i redditi medio bassi e applica tagli lineari anche nella riduzione delle detrazioni /A.P. fiscali. Affossa il Paese sempre più nella depressione”.
politica
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L’INIzIAtIVA. La notte del 28 settembre sono tornate le assemblee contemporanee
Il futuro di Firenze in cento incontri Antonio Passanese
C
ento luoghi, cento assemblee e cento idee per cambiare il volto di Firenze e per pensare a quella che sarà la città del futuro. ‘’Il modo migliore per essere credibili è fare le cose – ha spiegato il sindaco Matteo Renzi a margine delle riunioni che, la sera del 28 settembre scorso, hanno animato centro storico e periferia – non solo promettiamo di cambiare la città, ma proviamo a farlo. Questa è la risposta migliore all’antipolitica: diamo un segnale di diversità rispetto ai politici che chiacchierano e basta’’. Il primo cittadino, durante un sopralluogo al nuovo Palazzo di Giustizia di Novoli – inaugurazione prevista a dicembre - ha sottolineato l’importanza di queste assemblee, “perché si tratta di un grande momento di confronto sul domani, perché sindaco e assessori non possono decidere da soli”. I cittadini, intervenuti (dove più e dove meno) per dire la loro, per criticare, dare suggerimenti, discutere e anche per visitare i cantieri, hanno formulato una serie di proposte, che saranno passate al vaglio dell’amministrazione e, naturalmente, delle casse di Palazzo Vecchio. Tre gli argomenti “protagonisti” ci sono stati sicurezza, cultura e pedonalizzazioni. Nella riunione di Porta al Prato i residenti hanno chiesto una ri-
qualificazione della zona non solo in termini di estetica, ma soprattutto di sicurezza. “Chiediamo una vigilanza serrata soprattutto di notte. Via Palazzuolo, a una certa ora, diventa terra di conquista di ubriachi, persone moleste e vandali”. Sono stati poi presentati progetti su una nuova pavimentazione, sull’illuminazione e sulle aree verdi. Ma ciò che ha destato grande interesse è stato il rendering per il recupero dell’area “di ricovero” del Brindellone. I locali saranno ristrutturati, si manterranno le porte in legno del ‘500 (previo restauro) e sarà apposta una finestra in vetro per dare a tutti la possibilità di vedere (non solo a Pasqua) il carro tanto caro alla città. Il progetto doveva essere realizzato nel 2013, ma l’amministrazione è riuscita ad anticipare i tempi: a Pasqua 2012 dovrebbe essere tutto pronto. Alle Murate, invece, si è parlato del nuovo mercato di Sant’Ambrogio e del prossimo Parco Urbano per l’Innovazione. L’assessore Claudio Fantoni ha annunciato la nascita di un incubatore di imprese, soprattutto giovanili, nell’arco di tre anni. Ma i cittadini hanno chiesto lumi anche su parcheggi, sulla destinazione dell’aula bunker (allorquando il tribunale si sposterà a Novoli), sugli spazi da destinare ai giovani e sul verde pubblico. In una delle assemblee più
teatrO
pUccini
parcO
partecipate della città, quella al tribunale di San Firenze, è stato presentato il progetto di recupero dell’opera. Il palazzo non verrà chiuso, continuerà a vivere. Momentaneamente sarà gestito dal Comune con diverse iniziative, a iniziare dall’Anno Vespucciano (nel 2012 ricorrono i 500 anni dalla nascita di Amerigo Vespucci). Poi, attraverso un bando, ne sarà affidata la gestione. Tra le riunioni più sentite quelle che hanno riguardato la pedonalizzazione di via Gioberti, il rilancio di Montedomini, l’ex Meccanotessile - dove non è mancata qualche contestazione - e l’area Mercafir, per la presentazione del nuovo stadio. “Abbiamo l’occasione - ha detto Renzi - di cambiare e la città ha bisogno di cose concrete, non di chiacchiere. Noi ci stiamo mettendo il cuore: chiediamo ai cittadini di aiutarci perché questa città è troppo bella per lasciarla sola”. Le opposizioni in consiglio comunale, però, non ci stanno e derubricano i 100 luoghi a “grande
della
mUSica
spot elettorale”. L’accusa al sindaco è precisa: “Troppo impegnato a celebrare la sua immagine e troppo preso a lanciare spot – afferma il Pdl – Renzi si scorda di Firenze e dei suoi problemi. I cento luoghi sono serviti soltanto a promuovere l’immagine del sindaco e si sono rilevati un vero boomerang. Nemmeno il sindaco si aspettava così poca partecipazione e così tante critiche. I cittadini si aspettavano che l’amministrazione illustrasse cosa ha fatto dopo un anno, invece si sono sentiti fare soltanto promesse e rinviare ancora al prossimo anno per i veri progetti”. “I fiorentini sono desiderosi di contare davvero nelle scelte dell’amministrazione e non solo di essere chiamati a un incontro episodico – aggiunge Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltracittà - i nodi cruciali della città o sono già stati decisi e non messi in discussione anche se c’è un forte dissenso, o sono rimasti nel vago anche dopo i 100 luoghi”.
Cittadini e amministratori hanno discusso di Palagiustizia, Murate e molto altro ancora: ecco proposte e progetti. Il sindaco: “Grande momento di piazza
San Firenze
tOrre di
San niccOlÒ
confronto”. Le opposizioni: “Solo uno spot elettorale”
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la campagna
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SPECIALE. Prosegue l’impegno de Il Reporter a fianco dell’associazione Guarnieri
Omicidio stradale, firme per la legge Pubblichiamo in questa pagina il modulo da ritagliare, compilare e spedire per aderire alla “battaglia” per inasprire le pene per chi causa incidenti sotto l’effetto di alcol o droga. L’obiettivo delle cinquantamila sottoscrizioni si avvicina
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uasi quarantamila, con l’obiettivo di arrivare presto a cinquantamila. Sono i numeri delle adesioni alla proposta di legge sull’omicidio stradale, per inasprire le pene per chi causa incidenti sotto l’effetto di alcol o droga. È questa una delle “battaglie” dell’associazione Guarnieri, a fianco di cui si schiera ormai da qualche mese anche Il Reporter. L’obiettivo dell’associazione è tanto semplice quanto importante: aumentare la sicurezza sulle strade, dove continuano ad avvenire tragedie (come quella di Lorenzo Guarnieri, ma non solo) che spezzano vite e famiglie, mentre coloro che le provocano “rischiano” di restare impu-
niti o quasi. Ecco allora la raccolta di firme per la proposta di legge. Aderire è facile. Ci sono due modi. Si può farlo attraverso internet, dal sito www.omicidiostradale.it: in questo modo per firmare la proposta di legge basta compilare pochissimi campi. In alternativa si ritagliare dallo spazio qui a fianco il modulo da firmare (o scaricarlo dal sito), compilarlo e spedirlo all’associazione Guarnieri, alla Casella Postale 4209 - Ufficio Campo di Marte, 50100 Firenze. Chi volesse altre informazioni può visitare anche il sito dell’associazione (www.lorenzoguarnieri.com), scrivere a info@lorenzoguarnieri. com o telefonare allo 055.578910 o al 339.2961348.
Se vuoi aderire alla proposta di legge puoi farlo compilando il modulo e inviandolo in busta chiusa a: Associazione Lorenzo Guarnieri, Casella postale 4209 -‐ Ufficio Campo Marte, 50100 Firenze
TECARTERAPIA: L’AVANGUARDIA DELLA RIABILITAZIONE NEL PRESIDIO DI VIA DEL SANSOVINO La tecarterapia è un macchinario molto usato in riabilitazione, la cui azione si basa sul principio di curare il corpo sfruttando le nostre energie interne e i naturali meccanismi di auto-rigenerazione di tessuti e muscoli. La tecarterapia (Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo), dunque, è una tecnica che stimola energia dall’interno dei tessuti biologici, attivando ed accelerando i naturali processi riparativi e antiinfiammatori. L’idea di trasferire energia ai tessuti infortunati è comune a molte terapie usate in riabilitazione (Marconi terapia, Magnetoterapia, Laser-terapia ecc.), ma tutte somministrano energia proveniente dall’esterno. La tecarterapia richiama invece le cariche elettriche dall’interno del corpo sfruttando il modello del condensatore, cioè due conduttori separati da un isolante, ottenendo così un effetto termico endogeno (che nasce dall’interno). Il vantaggio della tecarterapia rispetto ad altre terapie fisiche, è che, facendo provenire l’energia dall’interno, va ad interessare anche gli strati profondi dei tessuti, difficilmente trattabili con fonti energetiche provenienti dall’esterno, per i possibili danni alla cute e per una inevitabile difficoltà di trasferimento energetico. Gli effetti biologici della tecarterapia sono: un aumento dell’attività metabolica con aumento della produzione di ATP, un aumento della circolazione ematica e del drenaggio linfatico per la vasodilatazione indotta dal calore (e quindi una migliore ossigenazione dei tessuti), il riassorbimento degli edemi e di conseguenza, in generale, un incremento della velocità dei processi riparativi. Altra caratteristica peculiare della Tecarterapia è quella di associare due modalità di funzionamento (Capacitiva e Resistiva), che agiscono in modo selettivo e complementare.
La prima agisce specificatamente su muscoli, sistema vascolare e linfatico; la seconda sui tessuti di maggiore resistenza come ossa, cartilagini e grossi tendini, che, per loro natura, sono altrimenti caratterizzati da una scarsa reattività agli effetti di biostimolazione. I dati scientifici evidenziano che la tecarterapia può significativamente ridurre fino a dimezzare i tempi di recupero su vari tipi di patologie osteo-articolari e muscolo tendinee. Già dopo le prime applicazioni si possono constatare gli effetti favorevoli della terapia, come un immediato sollievo dal dolore e una migliore mobilità articolare. Per le sue caratteristiche questa terapia può essere applicata in tempi molto ravvicinati al trauma e può essere associata senza problemi ad altre terapie fisiche o la terapia manuale. La Tecarterapia viene eseguita in modo semplice e sicuro. Associata a massaggi manuali, e facilitata nella sua azione da una crema conduttiva, agisce attraverso vari tipi di piastre-elettrodi, di differenti dimensioni, che producono solo un lieve calore sulla parte interessata. In una seduta, che dura circa venti minuti, i livelli energetici vengono regolati e personalizzati, a discrezione del terapista, in modo da adattarsi alle caratteristiche di ciascun paziente e agli obiettivi terapeutici. LE APPLICAZIONI della tecarterapia: La tecarterapia integra in modo decisivo l’intervento terapeutico manuale nelle patologie osteoarticolari acute e croniche. Il suo impiego è quindi fondamentale:
1) nel recupero post-operatorio ad interventi ortopedici o fratture, per una rapida ripresa della mobilità e il ripristino del tono muscolare e della funzionalità dei legamenti. 2) nelle terapie riabilitative per il recupero di distorsioni, lesioni tendinee, tendiniti borsiti, esiti di traumi ossei e legamentosi, distrazioni osteoarticolari acute e recidivanti. 3) artralgie croniche di varia eziologia, come indubbia è la sua utilità anche nella cura delle diverse forme di osteoporosi, mal di schiena o tutte le più diffuse patologie a carico dell’apparato osteo-muscolare, sia conseguenza di pratiche sportive o della “comune” vita di tutti i giorni 4) edemi e linfedemi RIASSUMENDO la tecarterapia ha una azione: PROFONDA: L’azione terapeutica è profonda e omogenea, senza dispersione di energia. RAPIDA: I tempi di recupero sono ridotti. Il paziente si sente meglio sin dalla prima seduta. SELETTIVA: L’effetto biologico si sviluppa esclusivamente nella zona in cui viene applicata. SPECIFICA: Le modalità d’azione sono differenti a seconda del tipo di tessuto su cui si agisce: muscoli, ossa o tendini. SICURA: La terapia è semplice e sicura. Tutti gli strumenti sono sottoposti a rigorosi test scientifici. FLESSIBILE: I livelli e l’intensità d’azione sono personalizzati, in base agli obiettivi terapeutici e alla risposta del paziente. COMPATIBILE: la Tecar-terapia è compatibile con altre terapie e tecniche, di cui spesso potenzia l’efficacia. INDOLORE: Grazie al suo carattere biocompatibile e non invasivo non è assolutamente dolorosa. 1154011
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luoghi
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La città E LA SUA STORIA. A Monticelli l’abitazione dove nacque il celebre scrittore
Ecco “casa Terzani”. Il viaggio iniziò qui Parla l’amica d’infanzia: “Era un ragazzo semplice, ma molto intelligente”. In Un indovino mi disse lo stesso autore cita il rione e racconta dei suoi genitori, cui era fortemente legato Gianni Carpini
I
l viaggio iniziò 73 anni fa, a Monticelli. In una modesta casa al 147 di via Pisana, il 14 settembre 1938 venne alla luce Tiziano Terzani. Un bel giovanotto che nel pieno dell’adolescenza faceva impazzire le ragazzine del rione, ma che ben presto avrebbe
“Un
indovino mi disse”
da un muro. Le due famiglie erano amiche di vecchia data, la cantina degli Orlandini fungeva da rifugio durante la seconda guerra mondiale per entrambi i nuclei, così Anna fu una sorta di sorella acquisita per Tiziano, che era figlio unico. “Lo ricordo come un ragazzo semplice, normale, sempre a portata di mano. Era uno di casa”: la signora Anna si illumina ogni volta che pronuncia il nome del suo celebre compagno di infanzia. “Pensi, la prima foto che mi è stata scattata risale al mio battesimo. Mi ritrae in giardino, insieme a mia mamma e con accanto Tiziano”. Anna ricorda tutti i dettagli della storia di Terzani: gli studi universitari a Pisa (“Era uno studente brillante”), il matrimonio con Angela Staude (“Non ho mai visto una coppia così affiatata”), il lavoro per la Olivetti (“Tiziano era responsabile del personale estero”). E poi il master in Inghilterra, la borsa di studio negli Usa e infine l’Asia e le corrispondenze giornalistiche dal Vietnam, da Pechino e dalle capitali asiatiche. Negli scaffali del loro salotto, la signora Anna e il marito
via
Pisana 147,
casa natale di
Tiziano Terzani
Renato conservano i libri di Tiziano Terzani, tutti regalati dallo stesso autore e rigorosamente con dedica. “Ad Anna mia antica compagna d’infanzia a Monticelli”, si legge sula prima pagina di Asia, “Per Anna, la prima della primissima copia. Perché questo libro è nato fra il 147 e il 149 di via Pisana, dove lei è stata testimone dei difficili passi”, è scritto su Un indovino mi disse. “L’unico libro che non sono riuscita a finire è L’ultimo giro di giostra, dove Tiziano racconta del suo cancro. Mi sono fermata, non sono riuscita ad andare avanti – racconta Anna – ricordo ancora quando mi comunicò il fatto. Era a
New York e si era da poco operato. Mi telefonò e mi disse tutto, perché non voleva che lo venissi a sapere da altri. Per me fu una grande dimostrazione di affetto”. E proprio a Monticelli Terzani tornava spesso per trovare i genitori, come anche a Orsigna, paese sull’Appennino pistoiese dove lo scrittore ha passato i suoi ultimi giorni. “Era legatissimo alla madre e al padre – racconta Anna – la famiglia Terzani era modesta (lui un operaio meccanico, lei una casalinga), ma nonostante ciò permisero a Tiziano di studiare e questo lui non l’ha mai dimenticato. È stato sempre molto riconoscente”.
AVVISO SCADENZA CONCESSIONI CIMITERIALI TRENTENNALI Il Comune di Firenze avvisa la cittadinanza che sono scadute le concessioni trentennali per la tumulazione di salme in loculi o cripte nei cimiteri comunali fiorentini, rilasciate negli anni 1978 e 1979. Le informazioni complete e l’elenco delle concessioni scadute sono pubblicate nell’Albo pretorio on line del Comune all’indirizzo internet: http://aol.comune.firenze.it/Affissioni.aspx I concessionari e/o i loro aventi titolo possono richiedere il rinnovo della concessione scaduta, per la medesima salma, per il periodo di anni 30 (trenta), provvedendo al pagamento della tariffa in vigore. Il mancato rinnovo comporta la estumulazione d’ufficio delle salme e la riacquisizione del loculo da parte del Comune.
Per informazioni i concessionari e/o i loro aventi titolo possono rivolgersi: • PER IL CIMITERO DI TRESPIANO: Ufficio Concessioni Cimiteriali, Via Bolognese, n.449 - Firenze, dalle ore 8,30 alle ore 12,30 dal lunedì al sabato. Per informazioni telefoniche, chiamare dal lunedì al sabato i seguenti numeri: 055 2625532 / 2625533 / 2625534 / 2625535. • PER TUTTI GLI ALTRI cimiteri comunali: Ufficio Concessioni Cimiteriali, Via delle Gore n. 60 - Firenze (presso le Cappelle del Commiato) dalle ore 8,30 alle ore 12,30, dal lunedì al sabato. Per informazioni telefoniche, chiamare dal lunedì al venerdì i seguenti numeri: 055 2625518 / 2625519. 1203400
la dedica su
lasciato Firenze, direzione l’estremo oriente. Il giornalista viaggiatore mosse i suoi primi passi qui, tra il 147 e il 151 di via Pisana, tra l’abitazione dei genitori, dei nonni e quella dell’amica d’infanzia. Anna Orlandini, classe 1943, con Tiziano crebbe fianco a fianco, divisa solo
luoghi
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rinascite. Torna l’ipotesi nuovo stadio e si aprono prospettive inedite per quello vecchio
Franchi: dopo la Fiorentina, la movida Rugby in campo e locali notturni negli spazi coperti. Eugenio Giani sogna la Cittadella dell’intrattenimento giovanile tra viale Fanti e viale Maratona. E tanti concerti in estate Paola Ferri
E
se l’Artemio Franchi diventasse Cittadella della movida? Senza ancora aver vagliato l’opinione dei cittadini, Eugenio Giani, dall’alto della carica di presidente del consiglio comunale, consigliere regionale ed ex assessore allo sport nell’era Domenici, avanza una nuova idea per riqualificare il vecchio caro stadio di Campo di Marte. C’è da scommetterci: la maggior parte di chi abita intorno allo stadio non la prenderà bene. Ma la proposta ha una sua forza. Mentre prende campo l’ipotesi della cittadella viola-bis nell’area Mercafir (vedi il servizio a pag. 26), Palazzo Vecchio ripesca tutti i futuri possibili per il Franchi, ispirati un paio d’anni fa da quella che sembrava l’imminente dipartita della Fiorentina verso Castello. Così ecco rispuntare l’idea Stadio-Museo e quella dello Stadio-Centro commerciale, all’interno del quale potrebbero trovare spazio negozi e ristoranti più o meno a tema calcistico. Tutte proposte con una loro logica, ma in parte superate dagli eventi. Nell’ipotesi Giani campo e spalti non perderebbero la loro funzione, bensì sarebbero destinati ad accogliere il rugby, compreso il grande rugby, quello dell’attesissimo Sei Nazioni. Nella stagione estiva, inoltre, il Franchi si trasformerebbe in arena per concerti, molto più di quanto non lo sia adesso. Il che significherebbe parecchio dal punto di vista del sostegno economico al progetto. Basti pensare agli incassi derivanti dagli sponsor delle grandi occasioni. Il presidente del consiglio comunale (nonché ex presidente del Coni) ha pensato anche alla sistemazione degli uffici, dove attualmente ha sede la società gigliata. Qui andrebbero gli uffici del Coni (appunto) e delle federazioni, con il doppio vantaggio di “risparmiare centinaia di migliaia di euro che vengono spesi per l’affitto dei locali ogni anno – dichiara Giani - e di mettere lo sport fiorentino in condizione di fare sistema”. E i restanti spazi coperti che non sono uffici? Qui viene il bello: “Potrebbero essere concentrati lì i locali d’intrattenimento e di tendenza – spiega Giani – togliendo dal caos interi pezzi di città. Come ad esempio la zona di piazza Santa Croce, dove ogni sera sciamano migliaia di giovani. Firenze potrebbe dormire tranquilla”. Prima però Giani dovrà convincere i residenti di viale Fanti e dintorni, quelli che l’anno scorso hanno cominciato a protestare non appena ne è stato aperto uno solo di locali di tendenza, sotto la curva Ferrovia. Allora si chiamava “Estate viola” ed era il primo
l’Artemio
Franchi
tentativo di utilizzare lo stadio come luogo di socialità in senso esteso, non solo a uso e consumo delle partite di calcio. L’esperimento è durato una sola stagione, punteggiata da varie chiamate notturne ai vigili per contestare il volume della musica. Ed è facile prevedere sonore proteste nel caso in
cui il progetto andasse avanti, in una zona generalmente tranquilla e silenziosa a partire dall’ora di cena. Dalla sua, la cittadella della movida avrebbe l’ampio parcheggio di viale Maratona, un bel punto a favore in confronto alle affollate stradine del centro. Né si profilano all’orizzonte ostacoli buro-
cratici o niet da parte della Soprintendenza. I tempi per il riadattamento potrebbero essere piuttosto contenuti, altro “goal” da mettere in conto. Ma prima c’è da fare il nuovo stadio. E da convincere i fiorentini a lasciarsi alle spalle la nostalgia per quello vecchio.
CAMPO DI MARTE Partiranno entro la fine di questo mese i lavori di riqualificazione
Giardini e giochi a rischio vandali, arrivano i rinforzi
G
iochi spaccati, cestini inutilizzabili, panchine in fin di vita e quadri elettrici orfani di sportelli. È il desolante scenario che si lasciano dietro i piccoli (di età) e grandi (come danni) vandali che hanno messo nel mirino i giardini di Campo di Marte, già messi a dura prova da una frequentazione assidua, per non dire di massa, quando si parla di partite della Fiorentina. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le segnalazioni da parte dei cittadini, anche direttamente al presidente del Quartiere, Gianluca Paolucci, che non ha potuto far altro che girarle direttamente alla comandante della polizia municipale, Antonella
Manzione, implorando maggiori controlli. Entro un mese, però, qualcosa dovrebbe cambiare. Sono stati già messi a gara i lavori di riqualificazione dei giardini, un’operazione da 160mila euro e diversi mesi di tempo. Tant’è che gli operai dovrebbero mettersi al lavoro già a fine mese e concludere l’opera entro primavera dell’anno prossimo. I soldi ci sono e in conto sono stati messi nuovi giochi per bambini, arredi urbani (leggi panchine e tavoli da picnic) e il rifacimento dell’impianto di irrigazione. A provvedere ad alcuni giochi a molla dovrebbe essere la Fiorentina, celebre vicina di casa dei giardinetti. Compresa nel
pacchetto anche la ristrutturazione dell’anfiteatro, in previsione di un nuovo ciclo di spettacoli estivo, “fondi permettendo”, dichiara Paolucci. Buone nuove anche sotto il profilo “pozzanghere permanenti”, altro problema che affligge da tempo alcune aree del quartiere, già denunciato da Il Reporter. Sono già stati messi in programma alcuni interventi per porre rimedio alle pozze di viale Malta e dei giardini Caponnetto, sul lungarno Colombo. I lavori, però, saranno effettuati l’anno prossimo, in anticipo sugli acquazzoni primaverili, ma fuori tempo massimo per la stagione delle /P.F. piogge in arrivo con l’autunno.
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LA SCOPERTA. In Italia sono stimati tre milioni di ammalati
“L’altra celiachia”, questa sconosciuta Benedetta Strappi
È la sensibilità al glutine: patologia a se
A
stante, ma sintomi simili. A Firenze si
Firenze sono già in cura in trecento, e il centro regionale di riferimento per la celiachia dell’adulto di Careggi è impegnatissimo in questa attività. In quale? Nella cura, e nella diagnosi, dell’“altra celiachia”. Ovvero di quella patologia che in inglese hanno chiamato “glutensensitivity”. Sensibilità al glutine, in italiano. Una malattia a se stante, per la verità, diversa dalla celiachia ma simile ad essa per i sintomi. Ma vediamo di capirne qualcosa di più. Anche in questo caso il problema fondamentale è il glutine: “Esistono vari modi attraverso i quali il glutine può creare problemi: c’è chi avverte i suoi aspetti tossici anche senza essere celiaco – spiega il professor Antonio Calabrò, responsabile del Centro Regionale di riferimento di Careggi, che dei suoi studi ha parlato al Festival della Salute che si è tenuto a Viareggio tra la fine di settembre e l’inizio di questo mese – e cioè anche senza avere una risposta immunitaria a questa sostanza, non avendo i geni presenti invece nei celiaci, per i quali la patogenesi è di tipo autoimmune”. Ma quali sono i sintomi? E come riconoscerli? Molti sono in comune con quelli della celiachia (e del colon irritabile, con cui spesso la sensibilità al glutine viene confusa): gonfiore addominale, problemi Q1 intestinali, ma anche cefalee, pro-
lavora a un metodo per diagnosticarla
blemi ostetrico-ginecologici (come la difficoltà ad avere bambini, per le donne), malattie reumatiche. E, prosegue ancora il professor Antonio Calabrò, si tratta davvero di una malattia molto diffusa, studiata dagli esperti ormai da una quindicina di anni. “Si stima che i celiaci siano l’uno per cento della popolazione, e noi siamo convinti che la sensibilità al glutine sia diffusa almeno cinquesei volte di più. E dunque stimiamo che in Italia ci possano essere tre milioni di ammalati di questa patologia”. E proprio a Firenze si sta lavorando intensamente per mettere a
punto un metodo per diagnosticarla: a differenza della celiachia, infatti, non è una patologia riconosciuta dal sistema sanitario nazionale, e chi ne soffre, tanto per fare un esempio, ad oggi non può beneficiare delle esenzioni. A Careggi, invece, si sta mettendo a punto un metodo per diagnosticarla: si tratta di “un’impronta metabolica”, ovvero di un meccanismo basato su esami del sangue, delle urine e sulla risonanza magnetica che - un po’ come avviene con le impronte digitali - consentirà, una volta validato, di identificare in modo univoco questa malattia.
IL Progetto. È la quarta causa di morte in Italia
Diabete, obesità e depressione: tutti i rischi della vita sedentaria
L’
antidoto alla sedentarietà, quarta causa di morte in Italia, si chiama “gruppo di cammino”. Di cosa si tratta? Semplice: di un progetto sociale che invita le persone a muoversi, camminare insieme a un gruppo di preparatissimi laureati in scienze motorie per “mettere in moto la macchina umana e fare in modo che non si usuri restando ferma”. Un progetto che è stato sperimentato dalla Provincia di Lucca. Sembrerebbe una banalità, e invece muoversi seguendo un ritmo preciso e costante, abbinando alle camminate uno stile di vita sano ed equilibrato, aiuta a ridurre notevolmente l’incidenza di malattie cardiovascolari (spesso fatali) e di patologie legate a doppio filo con l’inattività come il diabete, l’obesità e la depressione. “L’obiettivo finale – spiega Carmine Di Muro, tra i promotori del progetto – è quello di mettere in funzione il cosiddetto metabolismo basale, che consente, facendo un’attività fisica regolare di almeno trenta minuti consecutivi abbinata a una dieta equilibrata, di perdere peso anche quando poi si sta seduti sul divano. L’esercizio deve arrivare a essere concepito come ciò che realmente è, ovvero una terapia, che aiuta a vivere di più e meglio”. E effettivamente di terapia si tratta se si pensa che facendo una regolare (e regolarmente controllata) attività fisica, camminando in gruppo a passo svelto con costanza, si migliora notevolmente la qualità della vita. “Seguendo con costanza un ciclo di cammino - continua Di Muro – una persona di 50 anni può arrivare ad avere le capacità di lavoro di un sedentario di 40. È un dato che forse a una fascia di utenti di mezza età fa poca impressione, ma se pensiamo che un ottantenne potrebbe riuscire ad avere la capacità e la salute di un settantenne, la scala di valori cambia sensibilmente”. Il dato sconfortante è che il 36% degli uomini e il 46% delle donne italiane non fanno sport, mentre i bambini del Bel Paese possono vantare il triste primato di più obesi d’Europa. Rimanendo in Toscana, “la Versilia è uno dei territori in cui si fa meno attività fisica e dove l’incidenza di malattie cardiovascolari sta aumentando pericolosamente – continua Di Muro - per questo abbiamo organizzato queste squadre di cammino che insegnano alla gente come e quanto camminare, spiegando con attenzione la postura corretta, la posizione di testa, ginocchio e l’appoggio del piede e tenendo sotto controllo anche i miglio/B.B. ramenti di ciascuno”.
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IN tAVOLA/1. Regole, limiti e consigli: guida pratica per aspiranti “cacciatori” di porcini & Co.
Al via la stagione dei funghi Dove, come e quando cercarli Paola Ferri
F
ritti, trifolati, in zuppa o sott’olio. Parte del piacere dei funghi, si sa, sta nel cercarseli da soli nel bosco. E la stagione è appena cominciata. Ecco tutto ciò che devono sapere esperti e cercatori alle prime armi. Partiamo dalle regole, onde evitare di incorrere in poco golose multe. Prima di tutto è necessario dotarsi dell’apposito tesserino: l’autorizzazione è rilasciata dalla Regione, previo pagamento di 13 euro per sei mesi o di 25 per un anno intero. I versamenti devono essere effettuati sul conto corrente postale n. 6750946 intestato alla Regione, mentre per le informazioni ci si può rivolgere al numero verde 800.860.070 (o consultare il sito web della Regione). Non pagano solo gli under 14 (purché accompagnati da un adulto autorizzato), mentre per i residenti in comuni montani le quote sono dimezzate. Il limite per la raccolta è fissato in tre
chili al giorno (dieci per chi sta in montagna). È bene sapere, inoltre, che alcuni boschi privati fanno pagare un sovrapprezzo (ma generalmente fanno avvicinare gli avventori con l’auto al luogo della “caccia”). In questo caso si parla di 5/10 euro a testa. Passiamo poi all’attrezzatura: scarpe adatte, borraccia e cesto in vimini gli elementi fondamentali. Già, perché i funghi raccolti devono poter disseminare sul terreno le spore, altrimenti l’anno prossimo il raccolto sarà alquanto magro. Un “fungarolo” non vi svelerà mai dove trova i suoi funghi, ma i meno esperti possono andare sul sicuro quasi ovunque in Toscana. La zona più rinomata è la Lunigiana, ma tutto l’Appennino è prolifico, così come il Casentino. I più volenterosi possono spingersi anche nel Grossetano, con la certezza che il lungo tragitto sarà ripagato da una gustosa raccolta. L’importante è scegliere il tempo giusto: il momento migliore, dicono gli esperti, è 12-14 giorni dopo un’abbondante pioggia (e ancor meglio se nel mentre è ritornato un po’ di sole). La
produzione, quest’anno, considerato l’attardarsi dell’estate, potrebbe continuare fino a novembre inoltrato. Recarsi sul posto di buon mattino in genere aiuta, quantomeno a bruciare la concorrenza. C’è poi chi presta attenzione anche ai cicli lunari: luna crescente dovrebbe corrispondere a fungo abbandonate, almeno in teoria. E una volta sul posto? Setacciate il terreno con lo sguardo, scrutando con particolare attenzione le radici dei castagni, dove si nascondono più volentieri i rinomati porcini, ma anche la base di lecci, faggi e abeti. Abbiate rispetto per l’ambiente e per chi seguirà le vostre orme, il che significa non rastrellare il sottobosco e non cogliere i funghi troppo piccoli. E non vi formalizzate troppo sulle specie più comuni: anche gli ovoli (in insalata o al cartoccio), le mazze di tamburo (ottime alla griglia) e i gallinacci (nel sugo della pasta) possono dare non poche soddisfazioni in tavola. Ma attenzione: se non conoscete a menadito la materia, rivolgetevi all’Asl, onde evitare brutte sorprese a poche ore dalla scorpacciata.
Non ci sperate, gli esperti del settore, quelli che tornano ogni volta col cesto pieno, non vi diranno mai in che pezzo di bosco andare a frugare. Ma alcuni trucchi ve li sveliamo noi. A patto che mettiate nel piatto solo ciò che conoscete bene anDREa lanDini Fattoria delle Ginestre
F.lli maRCHionni Azienda agricola di Vigliano
niCColÒ D’aFFlitto Fattoria Castelruggero
“Olio toscano a rischio estinzione”
“Adesso il bio conviene”
“Meglio vendere all’estero”
“La Dop è cosa buona e giusta, ma non basta a difendere i piccoli produttori da un mercato schiavo dei grandi. I costi di produzione nella Toscana più interna sono troppo elevati, il rischio è che si smetta di curare gli ulivi. Di questo passo il nostro olio andrà a scomparire. A meno che non aumenti la consapevolezza nei consumatori”
“Non è detto che produrre biologico significhi spendere di più, anzi. Ma il rischio imprenditoriale è più alto, perché si è più esposti a eventuali insetti nocivi o malattie delle piante. Fino a 5-6 anni fa si trattava di una scelta da pionieri non sempre ripagata dai risultati, oggi non è più così, il bio è sempre più diffuso”
“Nel caso specifico del vino la filiera corta non ha molto senso e non è sempre la scelta migliore. Anzi, spesso per i piccoli produttori è più facile vendere all’estero che sul territorio nazionale. Il vino ha sempre viaggiato molto, fin dai tempi dei romani. Anche se qualche bottiglia la teniamo per i ristoranti vicini, perché un po’ ci si affeziona”
mangia&bevi
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IN tAVOLA/2. L’estate prolungata ha ridimensionato i raccolti, non la qualità. E i “piccoli” si attrezzano
Poco vino ma super, mentre l’olio arranca Francesca Puliti
alle porte di Firenze – è più facile vendere all’estero che in Italia: pagamenti più puntuali, clienti più affidabili e costanti”. Germania, Svizzera e Usa i compratori tradizionali, ma si stanno affacciando sul mercato anche Russia, Giappone e altri Paesi orientali. L’alternativa è differenziarsi, magari puntando sul biologico. “Ormai non si tratta più di un fenomeno di nicchia – racconta Paolo Marchionni, produttore bio a Malmantile – ma di una scelta, prima di tutto etica, condivisa da molti. Anche se qualcuno continua a nasconderla, a causa di un diffuso pregiudizio verso il vino bio”. C’è poi chi fa il passo successivo e si butta sull’agricoltura biodinamica. Detto in parole povere (ma dietro ci sono infiniti studi e soprattutto prove pratiche) si tratta di ricreare un ambiente vitale intorno alle coltivazioni, attraverso colture promiscue, diffusa presenza di animali, corni di bue sotterrati nei campi, cicli lunari e altre “stregonerie”, come le chiamano gli stessi produttori. Insomma una filosofia di vita, prima che un mestiere. Perché produrre olio e vino è innanzitutto una passione. E meno male, perché altrimenti il nostro paesaggio non sarebbe più lo stesso. “Oggi chi coltiva olio in Toscana, specialmente nei dintorni di Firenze – avverte Andrea Landini, assaggiatore d’olio e produttore – lo fa soprattutto per soddisfazione personale, ma andandoci costantemente in rimessa. I costi – continua – sono molto elevati, a fronte di un mercato schiavo delle grandi multinazionali. Molti ‘piccoli’ stanno già abbandonando gli oliveti per altre attività più redditizie. E nel giro di pochi anni le nostre colline potrebbero cambiare completamente aspetto”.
S
arà un’annata da dimenticare per molti, da collezionare per altri. Strana stagione quella in corso, vino e olio parlando, con un’estate secca e prolungata, tanto da costringere la maggior parte dei produttori toscani ad anticipare la raccolta di almeno un paio di settimane. Con la diretta conseguenza che di vino quest’anno se ne produrrà meno, ma di altissima qualità e anche più denso e alcolico, probabilmente. Per non parlare dell’olio: come dicono gli esperti del settore, il 2011 sarebbe già stato contrassegnato come un anno di “scarica”, ovvero di bassa produzione, ma niente di strano nel ciclo degli olivi. Sennonché la siccità ha ridotto ancora le aspettative. E i produttori si attrezzano come possono per far fronte a incassi ristretti o quantomeno riveduti. Per la Coldiretti la strategia da seguire è quella della filiera corta. “È faticoso portare il grosso delle imprese su questa strada – spiega Andrea Pruneti – ma la direzione è quella giusta”. Quella che ha portato all’apertura del primo punto vendita in stile supermercato con prodotti a chilometri zero a Poggibonsi. Entro l’anno ne spunterà uno anche a Pisa. “La vera sfida è far nascere una ‘bottega amica’ a Firenze”. Ma per sfondare sul territorio cittadino ci vorrà ancora un po’. Spesso, allora, succede che la strada migliore per sopravvivere sia quella dell’export. “Per i piccoli produttori – assicura Niccolò D’Afflitto, enologo e ‘collezionista’ di centinaia di varietà di pomodori a Castelruggero,
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“Biodinamico per scelta. Di vita”
“Salvi solo grazie al turismo”
“Speriamo nei paesi emergenti”
“Questo è un mestiere che si fa più che altro per difendere il luogo in cui si vive. Per questo abbiamo scelto l’agricoltura biodinamica, che permette alle piante di crescere in un ambiente più ricco e meno contaminato possibile. L’azienda diventa una sorta di acquario all’interno del quale ogni cosa contribuisce a mantenere l’equilibrio dell’insieme, uomo compreso”
“Con l’agricoltura non si sopravvive, è fondamentale compensare con l’attività dell’agriturismo. Inoltre non basta stare nel campo, bisogna saper vendere i propri prodotti, mettersi davanti a un pc e darsi molto da fare. In questo modo riusciamo a spedire il vino nel Nord Italia. A comprare l’olio vengono personalmente anche dalla Norvegia”
“Il mercato è in stallo da alcuni anni, gli Usa non trainano più le vendite. Tra vendere sotto costo e vendere meno preferiamo la seconda. E speriamo nei paesi in via di sviluppo, affinché l’export possa riprendersi. In Italia, infatti, comandano le grandi case. E neanche le leggi ci aiutano, c’è ancora troppa burocrazia”
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PALLONE E PROGEttI. La nuova idea di Renzi: costruire l’impianto nell’area Mercafir
Stadio, la partita si sposta a Novoli Ivo Gagliardi
L
o stadio nuovo s’ha da fare. E poco importa se l’ipotesi originaria (ovvero la maxicittadella viola a Castello) è ormai definitivamente tramontata, per motivi vari e fin troppo noti. Perché la nuova idea c’è già, così come lo spazio. Area Mercafir, Novoli, a due passi dall’autostrada e dall’aeroporto: potrebbe nascere qui la nuova casa della
TAGLIO DEL NASTRO Nato il centro sportivo
E venne l’ora dei “campini”
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alestra, piscina, sala video e, finalmente, dei sacrosanti spogliatoi a fianco dei campini. Il mini-centro sportivo viola è fatto, finito e inaugurato. I giocatori ci hanno messo piede poco dopo l’inizio del campionato, insieme a un Andrea Della Valle gongolante e a un Matteo Renzi altrettanto soddisfatto. L’happy end, infatti, arriva dopo molti anni di discussioni, durante i quali si sono alternate al timone viola diverse proprietà e vari inquilini all’interno di Palazzo Vecchio. “Questo è un giorno di festa – ha detto il sindaco durante la cerimonia di inaugurazione - che chiude una vicenda che si trascinava da 29 anni, tre gestioni viola e sei sindaci. Dopo problemi, polemiche e veti – ha aggiunto – si dà un segnale di concretezza che fa capire che a Firenze le cose le stiamo facendo”. Sette milioni il conto totale della “dependance”, investimento che la società riprenderà semplicemente stornandoli dall’affitto degli impianti sportivi (il che significa niente canone per cinque stagioni). A presenziare al taglio del nastro anche il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, proprio lui che tanto si era speso, da assessore allo sport durante la scorsa legislatura, per “sloggiare” i vigili dalle due palazzine di viale Maratona. Proprio durante l’ultimo mandato Domenici, infatti, la questione campini aveva subito un’accelerata. Una volta risolto il problema della nuova collocazione della municipale (trasferita in via Frusa), si erano però aperti nuovi fronti di dibattito (per non dire conflitto) tra l’amministrazione comunale e la società gigliata. Ora, però, i campini sono una realtà. E ai tifosi non resta che sperare che la profezia di Prandelli fosse vera: grazie al centro sportivo, qualche punto in più a fine campionato.
Fiorentina. È questo il piano del sindaco Renzi, affascinato dall’idea di regalare al club gigliato e ai suoi tifosi un progetto all’avanguardia. L’area individuata si estende su una superficie di 36 ettari (da notare che lo stadio inaugurato da poco dai “nemici” della Juventus è stato realizzato in uno spazio di 34 ettari, e quindi la Fiorentina “vincerebbe” anche questa speciale partita che si gioca – una volta tanto – fuori dal campo) e, cosa non di poco conto, quel terreno appartiene completamente al Comune: insomma, spetta soltanto a Palazzo Vecchio decidere cosa farne, senza dover bussare ad altre porte. “Rimpicciolire la Mercafir per renderla più efficiente è importante e doveroso. Lo faremo”, ha detto il sindaco, che poi ha aggiunto che così “si libera uno spazio molto suggestivo e intrigante che porterebbe posti di lavoro, ricchezza, oltre che una casa per la Fiorentina”. Ma veniamo al progetto, presentato nell’ambito dei cento luoghi. Secondo l’idea del sindaco, quella che potrebbe nascere nell’area Mercafir sarebbe una sorta di “piccola” Cittadella: stadio sì, ma non solo. Oltre trentamila metri
il prOgettO del nUOvO StadiO
Tramontata l’ipotesi della cittadella viola a Castello, ecco che spunta un piano-bis: un’arena da quarantamila posti interamente al coperto, con tanto di negozi, uffici, ristoranti e alberghi. Il tutto a pochi passi da autostrada e aeroporto
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quadrati sarebbero destinati a ospitare un’area commerciale, con tanto di negozi, uffici ma anche ristoranti e alberghi (magari con vista sul campo da gioco): anche Firenze – così come già avviene in altre città europee – avrebbe dunque il suo stadio da vivere non soltanto la domenica, ma tutta la settimana. Oltre al terreno di gioco, a Novoli potrebbero poi essere realizzati anche alcuni campi d’allenamento. Insomma, un progetto decisamente all’avanguardia. Guardando più nel dettaglio allo stadio, l’idea sarebbe quella di realizzare un impianto da circa quarantamila posti (ovvero della capienza necessaria per poter ospitare le finali delle coppe europee) tutto rigorosamente al coperto. Addio domeniche bagnate, quindi, trascorse con un occhio ai giocatori in campo e l’altro al cielo. Fin qui l’idea del sindaco Renzi. Ora in qualche modo la palla passa ai Della Valle, che tante speranze avevano riposto sul progetto della Cittadella viola a Castello. Tramontata quella ipotesi, ecco che torna ad affacciarsi la possibilità di un nuovo stadio per la Fiorentina. Un argomento, questo, di cui in città si discute da anni: ora sono attesi altri giorni di discussioni e valutazioni. Tra l’altro, se il progetto riuscirà ad attirare l’interesse di tutte le parti in causa, i tempi per la sua realizzazione potrebbero essere sorprendentemente brevi: già in pochi mesi potrebbe arrivare il via libera alla costruzione della nuova casa viola. Per “rispondere” così a tempo di record alla Juventus. La partita, insomma, è appena cominciata.
CHI SALE E CHI SCENdE. La rinascita del montenegrino fa esplodere nuovamente l’entusiasmo
Jo-Jo vola, Gilardino si ferma a Udine Dall’inferno dell’estate 2010 al paradiso di questo inizio di campionato: gol, giocate di classe e uomo squadra. Jovetic ha le caratteristiche per trascinare i viola. Brutto infortunio, invece, per la punta, che tornerà a fine mese
Stevan JOvetic
Tommaso Loreto
“S
ic transit gloria mundi”, così passa la gloria di questo mondo. O, se preferite assimilare il latino al calcese nostrano, “Sic transit trauma mundi”, così passano anche i traumi di questo mondo. E se un giorno rischi di sentirti nelle più profonde stalle, poco dopo, se ne hai le capacità, puoi persino risalire fino alle stelle. Lo sa bene Stevan Jovetic, uno che probabilmente sul calendario deve aver bruciato le pagine susseguenti all’agosto 2010. Un’estate da inferno, quella in questione, segnata da un ginocchio praticamente esploso per una semplice torsione. Per di più, pur con tutto il rispetto del caso, effettuata per saltare il tackle di un certo Mario Ariel Bolatti che, come dire, non rientra propriamente nella schiera dei campioni che hanno fatto la storia di questo sport. Ma a JoJo dev’essere, giustamente, interessato
molto poco il come sia avvenuto quel terribile crack, anche perché a osservare la strada da percorrere da quel 3 agosto 2010 c’era da sentirsi male. Fatto sta che il talento montenegrino ha affrontato e superato il suo calvario. Rimandando il momento del rientro, ma bruciando le tappe per tornare quel prototipo di campione che mezza Europa pareva invidiare ai viola. Tredici mesi dopo, Jovetic ce l’ha fatta. Ha chiuso il cerchio su un infortunio di quelli da incubo (chiedere a gente come Baggio per maggiori info) e adesso si gode il futuro. La doppietta contro il Parma messa a segno a fine settembre, alla quarta giornata (la terza effettiva considerando lo sciopero), ha sancito il ritorno definitivo di uno dei talenti più scintillanti dell’attuale panorama calcistico non solo italiano. Così, la Fiorentina si aggrappa ai suoi riccioli, Mihajlovic incluso, per riprendersi quello spicchio d’Europa mai nemmeno sfiorato nel corso dell’ultima stagione. Succede però che, per un ritorno, ci sia anche un arrivederci. Niente di paragonabile a quanto accaduto a Jo-Jo, certo,
ma pur sempre uno stop del quale il protagonista avrebbe fatto volentieri a meno (e i tifosi pure). Alberto Gilardino ha avuto modo, a Udine, di conoscere fin troppo bene le doti di Handanovic, portiere dell’Udinese a suo tempo anche nel mirino del Bayern Monaco, e soprattutto di apprezzarne la potente struttura fisica. Perchè l’uscita del numero uno friulano sul ginocchio del centravanti (era il 18 settembre) costerà un’assenza dai campi di un mese e mezzo, oltre a una microfrattura del piatto tibiale. Un infortunio che ha costretto il Gila a osservare da bordo campo, con le stampelle poggiate a lato, il ritorno del fenomeno Jovetic al gol. Quasi in un insopportabile passaggio di testimone o, peggio, di stampelle. Buon per i viola, però, che per la fine di questo mese Gilardino possa tornare a disposizione di Sinisa, perchè con una coppia a pieni giri come quella composta da Jovetic e dal bomber di Biella la Fiorentina ha un attacco da favola. Il tutto, come sempre o almeno fin dai tempi dei latini, sfiga permettendo.
sport
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LA PARtItA. Quest’anno la sfida tra i ragazzi di Mihajlovic e i bianconeri è più importante che mai
Aspettando la rivale storica: la Juventus Si avvicina il match che già di per sé vale una stagione: l’appuntamento è il 25 a Torino. In passato indimenticabili i gol di Borgonovo e Baggio Lorenzo Mossani
A
spettando il 25 ottobre. Per molti italiani la “signora” più amata, sportivamente parlando, è la Juventus, ma non per buona parte di Firenze. Dallo scudetto cucito sul petto dei bianconeri, ma nel cuore dei fiorentini, del 1981/82, la Juventus è la rivale numero uno. Una stagione difficile si può trasformare in un campionato “discreto” vincendo contro la Vecchia Signora. Uno dei successi più belli rimane quello firmato dalla “B2” Baggio-Borgonovo. Quell’anno la coppia realizza 29 dei 44 gol messi a segno, in totale, in campionato dalla Fiorentina: 14 Borgonovo, 15 Baggio. Il più bello è proprio quello realizzato contro la Juventus, quando il punteggio era ancorato sull’1-1. Era la stagione dell’esplosione di Borgo-gol, preso in prestito dal Milan all’inizio del campionato del 1988. Borgonovo che, anche grazie a quel gol, fu chiamato in Nazionale. Capitolo a parte merita invece la vittoria più amara, quella dopo la cessione di Roberto Baggio. Il Divin Codino rimase a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando venne acquistato proprio dalla Vecchia Signora per la cifra record, per quei tempi, di 25 miliardi di lire. La tifoseria viola, consapevole di perdere uno dei più grandi giocatori di sempre, scese in piazza protestando contro la dirigenza e il presidente Pontello, in una manifestazione cui parteciparono grandi e piccini. Firenze fu unita come non mai. I disordini causarono anche diversi feriti e arrivarono fino a Coverciano, creando non pochi problemi al ritiro degli Azzurri (che preparavano i Mondiali) e al giocatore stesso, che arrivò a ricevere sputi da alcuni pseudo-sostenitori. L’allora procuratore Antonio Caliendo ha in seguito narrato un episodio singolare al riguardo: “Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio passò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai giornalisti gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Fu un gesto imbarazzante. Io dissi che il ragazzo andava compreso: era come se avessero strappato un figlio alla madre. Ammetto che, quella volta, rimasi molto colpito anch’io”. La lontananza non spegne
i grandi amori, e così fu. Baggio, infatti, restò per sempre legato a Firenze e ai colori viola, suscitando non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Oltre all’episodio della sciarpa, rimane ancora indelebile nei ricordi dei tifosi il rifiuto di calciare un rigore durante Fiorentina-Juventus (1-0) dell’aprile 1991. Gol di Fuser e rigore di De Agostini parato da Mareggini. Roby poi salutò i suoi ex tifosi raccogliendo una sciarpa viola lanciata dagli spalti, in un’atmosfera surreale di applausi e fischi. Ora il 25/10 non è lontano: buona Juventus-Fiorentina a tutti (i tifosi viola, naturalmente).
IL PERSONAGGIO. Inizio non semplice per l’esterno offensivo, ora per molti è un idolo
La favola di Alessio Cerci, “il nostro Messi” O
di et amo, recitava Catullo. In questo caso la Lesbia fiorentina si chiama Alessio Cerci. Prima contestato, poi esploso con la maglia viola: è ormai un idolo di molti tifosi viola. Cresciuto nella Roma, ha scelto di legarsi alla società del cuore con un contratto da professionista sottoscritto il 21 marzo 2005, con scadenza a giugno 2008. Fabio Capello lo fece debuttare in Serie A a sedici anni e mezzo a Marassi contro la Sampdoria. L’anno dopo passò al Brescia. Ma la sua esplosione fu nel neopromosso Pisa. Il tecnico Giampiero Ventura lo inventò ala destra. Il 9 settembre 2007 segnò il suo primo gol tra i professionisti a Cesena. In quel campionato arrivò a segnare dieci reti con la casacca nerazzurra, realizzando due doppiette, contro il Modena e contro il Cesena. Il 19 aprile 2008, dopo due mesi e mezzo d’assenza per un infortunio al ginocchio, al rientro dal primo minuto nella trasferta a Lecce esce in barella in lacrime per un nuovo infortunio. Rottura del menisco
mediale, un’infiammazione del crociato anteriore: venne operato nella giornata di mercoledì 23 aprile 2008 dal professor Pier Paolo Mariani, lo stesso che aveva operato tre giorni prima Francesco Totti per un infortunio simile. Poi la parentesi con l’Atalanta (stagione ancora con troppi infortuni) e infine il ritorno a Roma, dove realizzò i suoi primi gol in giallorosso contro il Kosice e una doppietta contro Cska Sofia, sempre in Europa League. Successivamente il passaggio in viola. Il 21 agosto scorso ha messo a segno la prima rete stagionale nella gara di Coppa Italia contro il Cittadella, vinta 2-1 dai viola, trovando subito la rete anche in campionato, alla prima giornata, in Fiorentina-Bologna 2-0. Gli ultimi gol della passata stagione e il grande inizio di quella in corso sono storia contemporanea. Gioca da “vecchia ala” alla Bruno Conti, ma a Firenze si preferisce chiamarlo esterno offensivo o, semplicemente, “Alessio Cerci, il /L.M. nostro Messi”.
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sport
Ottobre 2011
IL PUNtO. Doppio sponsor e partite al Mandela Forum per la Pallacanestro Firenze
Il basket torna a casa, sognando l’A1 Simone Spadaro
che hanno fatto tanto per il basket a Firenze. Oltre ad Anderson ed Ebeling, anche Rudy D’Amico, Marco Calamai, che ha avuto un ruolo fondamentale nel riportare il basket al Mandela Forum, e i tanti giocatori italiani che hanno contribuito a rendere grande il basket a Firenze”, aggiunge il presidente. Che non si nasconde sugli obiettivi di stagione: “Puntiamo ad agganciare i play off promozione. Il campionato è molto duro. Giocheremo con grandi squadre, dal Trentino alla Sicilia, e spesso avremo turni infrasettimanali al giovedì. Il progetto è triennale – continua – e ci deve portare alla serie A2. Raggiunto l’obiettivo occorrerà trovare risorse per tentare l’accesso in A1. Firenze merita di giocare nella massima serie, ma già la Divisione Nazionale A è di grande rilevanza”. Il basket ha vissuto molti anni d’oblio e ora con questo progetto si tenta una riscossa. Ma se non si parla di calcio, quanto è difficile emergere a Firenze? “Le società sportive devono fare sistema. Abbiamo ottimi rapporti con la Rari Nantes Florentia. Ecco, l’amministrazione comunale e il Coni provinciale, che hanno fatto tanto per aiutarci, dovrebbero aiutarci a fare sistema. Pallacanestro, pallavolo, pallanuoto e anche calcio dovrebbero confrontarsi per condividere interessi comuni. Solo così – conclude Borsetti – possiamo difendere il patrimonio sportivo di Firenze”.
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oppio sponsor, passaggio di categoria in quella che si doveva chiamare Lega 3 (dopo A1 e A2, per intenderci) ma che, alla fine, si chiamerà Divisione Nazionale A, e particolare attenzione al settore giovanile. Riparte la stagione della Pallacanestro Firenze, che quest’anno ha un doppio sponsor: Brandini-Claag. “Importante per noi tanto che Brandini, che da sempre si occupa di automobili, ha voluto sposare il progetto con Giovanni, figlio di Maurizio, che ha assunto il ruolo di vicepresidente”, precisa subito il presidente del sodalizio fiorentino Luca Borsetti. “Quello che inizieremo è il primo campionato dilettanti in uno sport dove c’è il professionismo – aggiunge Borsetti – e abbiamo allestito un buon mix con molti giovani di talento, alcuni giocatori più esperti e un nuovo tecnico, Riccardo Paolini, proveniente da Perugia e con un bel palmares alle spalle”. Il veterano è ancora una volta il capitano Francesco Rotella. “Rimane il trait d’union tra passato e presente. Abbiamo giovani talentuosi ma anche ragazzi di categoria e dal buon rendimento. Con Rotella – ricorda Borsetti – i giocatori d’esperienza sono Dario Scodavolpe, Andrea Capitanelli e Stefano Rabaglietti. Proprio Rabaglietti, fiorentino, per la prima volta giocherà nella sua città. È cresciuto nella Laurenziana e ha giocato in A2 a Pistoia e a Udine. La sua esperienza sarà importante”. Grande novità è, inoltre, il ritorno nel palasport che ha visto giocare JJ Anderson ed Ebeling ai tempi della Neutro Roberts. Le partite della BrandiniClaag Pallacanestro Firenze si disputeranno, infatti, al Mandela Forum. “E vorremmo rivedere il palasport gremito come ai bei tempi”, sospira Borsetti. “Mi piacerebbe coinvolgere tutti coloro
RUGBY. Hanno già debuttato in prima squadra e rappresentano il futuro della società
Alla scoperta dei talenti della palla ovale
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a Firenze dell’ovale è pronta ad andare in meta anche con le linee più “verdi”, puro concentrato di voglia di arrivare, classe e determinazione. Luigi Baldi, team manager della squadra di Serie A, ci aiuta a fare un quadro di quei giovani che, dal vivaio fiorentino, si sono appena affacciati o sono in procinto di farlo alla realtà della squadra Senior: “Sono tanti i ragazzi che a Firenze hanno intrapreso la strada di un rugby ‘particolare’ fatto di tradizione, tifo e calore, con l’ambizione di salire in Eccellenza”. Iniziamo a scoprirli da quelli che hanno già debuttato in prima squadra: Matteo Passaleva (‘91), Demba Diaw (‘91), Tommaso Di Francescantonio (‘91) e Duccio Ghelardi (‘92).
“Tutte future stelle, ma una merita un capitolo a parte. Francesco Menon, classe ‘91 - dice Baldi è uno dei nostri fiori all’occhiello. Ha fatto parte delle Nazionali Under 18, 19 e 20, partecipando ai tornei ufficiali internazionali. Menon è stato protagonista dell’Italia Under 20 che, ai recenti Mondiali, ha conquistato la permanenza tra le nazionali di prima fascia. Gli ultimi due anni Francesco li ha passati all’Accademia ‘Ivan Francescato’ di Tirrenia, dove è maturato tecnicamente e fisicamente. Ha debuttato due anni fa in prima squadra, l’anno scorso si è ripreso bene da un infortunio e ha fatto una bella seconda parte di campionato, compresa /Lor.Mos. la finale contro il Calvisano”.
PALLANUOtO. Riparte la stagione, con molte novità
In piscina si alza il sipario R ipartono i campionati di pallanuoto. Il settebello azzurro è Campione del Mondo e il torneo di A1 maschile riparte sotto i riflettori dei media. La Rari Nantes Florentia si presenta rinnovata. In panchina Leonardo Sottani, che ha lasciato la fascia di capitano a Federico Pagani, con un nuovo straniero, Albert Espanol Lifante, proveniente dal Barceloneta, l’arrivo di Michele Lapenna dal Savona e il rientro di Coppoli. Hanno lasciato Firenze Radu, passato al Mladost (la perdita del centroboa è stata la più dolorosa), Ninfa (tornato dal prestito a Catania) e Rauzino (quest’ultimo ha deciso di cessare l’attività). Squadra più giovane e con molte ambizioni, quella di questa stagione. Il Recco del pratese (ex Rari) Stefano Tempesti parte con i favori del pronostico. Il Savona rimane l’avversaria più accreditata. La Florentia si pone ancora, con Posillipo e Brescia, tra le squadre outsider che puntano ai playoff scudetto e che cercheranno di dar fastidio alle due battistrada. Il progetto, come sottolineato dal presidente Andrea Pieri nel corso della presentazione di Sottani, è triennale. Lavorando sul vivaio la Rari deve cercare di tornare a recitare un ruolo di primo piano nel panorama nazio-
laUra repettO
in aziOne
nale e cercare di tornare a lottare per lo scudetto. Torna, invece, il derby tra Menarini Fiorentina Waterpolo e Ngm Firenze Pallanuoto in A1 femminile. In estate si sono fatti tentativi per arrivare a una fusione delle due società, per creare così un’unica realtà capace di combattere contro Orizzonte Catania e Recco (che ha acquisito il titolo sportivo del Rapallo). In questa stagione le due società, con l’aiuto dell’assessore allo sport di Palazzo Vecchio Dario Nardella, torneranno a parlarsi per trovare una sintesi che possa portare a un’unica, grande società di pallanuoto femminile capace di portare un altro scu/Sim. Spa. detto a Firenze.
sport nel quartiere
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realtÀ. Nel 1987 apriva i battenti una delle scuole più importanti della città e non solo
Florence Dance Center, ormai famosi Carlo Marrone
Tante le soddisfazioni che si è tolta l’Accademia. Tra queste, quella di vedere
“V
Giada Matteini insegnare a New York, contribuendo così alla crescita di tante
oi fate sogni ambiziosi: successo, fama, ma queste cose costano ed è esattamente qui che si incomincia a pagare, col sudore”. Le parole di Lydia Grant erano l’incipit perfetto per spiegare ai ragazzi della scuola di “Saranno Famosi” cosa volesse dire diventare artisti. Nel 1987 quando andavano in onda le ultime puntate del serial, a Firenze apriva i battenti il Florence Dance Center. Dopo ventiquattro anni è ancora una delle accademie più importanti di Firenze. Abbiamo chiesto alla direttrice artistica, e fondatrice insieme a Keith Ferrone, Marga Nativo come si sia evoluta la danza in questo quarto di secolo. Lei tra il 1966 ed il 1987 è stata la prima ballerina del teatro Comunale, come le è venuto in mente di aprire un centro culturale di alto livello come questo? Avevo abbandonato la danza come ballerina ma non volevo lasciare la danza in generale, così con Keith abbiamo deciso di fondare quest’accademia per insegnare non solo a ballare ma anche l’arte perché, andavo dicendo allora e lo faccio anche adesso, che la danza non è altro che un’arte tra le arti. Con la sua esperienza le è possibile delinearci la situazione della danza nella zona di Firenze? Usando una parola: giungla! Nascono scuole di ballo ad ogni angolo e molte d queste cavalcando la moda del momento rischiano di provocare non sa quali danni agli allievi: pochi lo sanno ma mettere una bambina di otto anni subito sulle punte può provocare danni enormi allo sviluppo posturale. Il dispiacere è vedere corsi improvvi-
ballerine professioniste. “Ma la vera danza non è quella che si vede in tv” sati con lunghissime liste d’iscritti e altre realtà più serie non calcolate. Per un genitore alle prime armi non è semplice scegliere, quindi invito tutti ad informarsi bene. Ci ha parlato di danni provocati da una formazione scorretta, voi del FDC state da sempre attenti a questo fattore: quant’è difficile? Difficilissimo. Quando nel 1987 ho aperto la scuola mi sono dovuta rimettere sui libri: psicologia, filosofia e sociologia sono diventate per me pane quotidiano dal quale attingere per riuscire a gestire gli allievi che spesso attraversano tra queste mura la fase più difficile della vita, l’adolescenza. Un errore in questo periodo di vita sarebbe molto grave e non me lo giustificherei mai. Quest’accademia le ha portato via molto tempo ed energia ma scommetto che non mancano le soddisfazioni. Le soddisfazioni sono state più delle energie spese, quando parlo con Giada Matteini che è partita da qua e adesso insegna a New York non vedo l’ora di tornare in aula, così come quando vedo il gruppo di ragazze professionistiche del centro le FloDanceCorps. È impossibile negarlo: la danza adesso va di moda. Reality show, film... sembra che tutti siano ballerini. Ma questo fa bene o male al movimento? Da un lato bene perché ha risvegliato interesse verso una disciplina classica. Ma bisognerebbe far capire che la vera danza non è quella della tv.
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LA NOVItÀ. Ha aperto i battenti lo spazio dedicato alle collezioni storiche della casa di moda fiorentina
Maison Gucci, novant’anni in un museo Si è insediata proprio nel cuore della città, nel Palazzo della Mercanzia, a due passi
L’EVENtO
da Palazzo Vecchio. Da lì l’esposizione della griffe diffonde il verbo della classe
Firenze a Montecarlo per la serata di gala
e dell’eleganza, raccontando la storia a lieto fine di un giovane che faceva il “lift boy” all’hotel Savoy di Londra e già sognava di disegnare le borse più belle Ludovica V. Zarrilli
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illesettecento metri in un palazzo del Trecento bastano appena per racchiudere l’universo onirico di un ragazzo che, guardando le valigie dei clienti facoltosi dell’hotel Savoy per cui lavorava, a Londra, immaginava già di disegnare le borse delle star più acclamate del globo. È una storia così, un po’ romantica, con un bel lieto fine, di quelle che fanno credere nei sogni che si avverano. È la storia di Guccio Gucci, che novanta anni fa fondava la storica maison oggi conosciuta in tutto il mondo. E proprio per celebrare i primi novanta anni di moda del marchio nato a Firenze (e ormai “emigrato” in Francia da quando è stato acquistato dal gruppo di Francois Pinault) il direttore creativo Frida Giannini ha dato vita al museo Gucci, inaugurato gli ultimissimi giorni di settembre nel Palazzo della Mercanzia, in piazza della Signoria, all’angolo con via dei Gondi. Il best of dell’archivio storico della maison distribuito su tre piani che da molto tempo la Giannini, insieme al presidente Patrizio di Marco, sognava di sistemare in una casa in grado di raccontare la storia, i sogni, i modelli più riusciti e i classici diventati un must have per le donne di mezzo mondo. Come la fantasia inventata su misura di una Grace Kelly già diventata la
UnO ScOrciO internO del mUSeO
principessa di Monaco, che entrata nella boutique milanese chiese qualcosa di davvero speciale, ed ecco pronta la fantasia Flora, rimasta tutt’oggi tra i classici più amati della collezione Gucci. Chissà se Charlotte Casiraghi, nipote della star di Hollywood approdata a Montecarlo, quando è arrivata al party di inaugurazione ha riconosciuto tra i tanti pezzi esposti quello realizzato su misura per la sua
amatissima nonna. E chissà cosa avranno pensato le moltissime personalità che sono arrivate da tutto il mondo per partecipare al party di inaugurazione. Forse hanno pensato a una bella operazione di restyling, forse a un fortino ripieno di sogni. In parte realizzati e in parte da realizzare. Che da oggi in avanti diventerà meta di pellegrinaggio per chi il mondo Gucci vuol conoscerlo più da vicino.
HAPPY HOUR. Nella strada del centro una serata a base di degustazioni e musica
Vino e shopping in via Porta Rossa B
otti di vino, degustazioni e una serie di negozi aperti per una serata molto speciale. Si chiama Ottobre Rosso l’evento enomusicale che il Centro Commerciale Naturale di via Porta Rossa ha organizzato per venerdì 21 ottobre, in collaborazione con la Banca del Chianti e il contributo della Camera di Commercio di Firenze. Lungo la strada verranno allestiti punti di ristoro ad hoc per assaggiare una serie di pregiati nettari messi a disposizione dalle aziende vinicole Poggio Torselli, Villa Montepaldi, Roncigliano e Ansonica, il tutto accompagnato da un concerto di musica jazz che vedrà impegnato il Garrison Fewell trio, ensamble d’eccezione composto da Garrison Fewell alla chitarra, Franco Santarnecchi alle tastiere e Piero Borri alla batteria. Già dal pomeriggio - dalle 17.15
in avanti - i passanti potranno fermarsi ad assaggiare qualche bicchiere dei vini offerti per l’occasione, mentre per il concerto si dovrà aspettare il calare della sera: il trio jazz comincerà la sua esibizione non più tardi delle 20.15. Nel frattempo si potrà gironzolare tra una vetrina e l’altra, dedicandosi allo shopping nella parte di via Porta Rossa che va da via Pellicceria a via Tornabuoni. “L’obiettivo - spiega il presidente del Centro commerciale naturale, Daniele Grazzini - sarebbe quello, magari in futuro, di far aderire al Centro commerciale naturale tutte le attività della strada, in modo da poter considerare tutta via Porta Rossa come un’unica identità”. In occasione dell’evento verrà anche allestito un corner per la /B.B. raccolta fondi destinata all’ospedale pediatrico Meyer.
L’INIzIAtIVA. Animali protagonisti: agility dog, una pittrice personale e croccantini a volontà
Al brunch con l’amico a quattro zampe S
i chiama I love dogs ed è il brunch che la mattina di domenica 16 ottobre il Piazzale del gusto dedica agli amici a quattro zampe, con padroncini al seguito, s’intende. Una giornata studiata su misura di quadrupede che il ristorante nato al posto dei famosi impianti di pattinaggio Bologna, al piazzale Michelangelo, organizza per regalare momenti piacevoli a tutti gli amanti degli animali. L’idea, nata dalla passione che i quattro giovani proprietari hanno per i quadrupedi, è quella di offrire una meritata occasione di svago ai cagnolini, mentre i rispettivi proprietari sorseggiano un drink al bar. Detta così sembrerebbe solo un’occasione per portare Fido a spasso e invece no, i veri protagonisti saranno proprio loro: verrà distribuita a tutti una gustosa ciotola di croccantini, avranno un campo giochi completamente a disposizione e verrà messa in scena una prova di agility dog, mentre su un monitor verranno proiettati filmati “canini” in una vera e propria rassegna di cine-dog. E infine ci sarà una pittrice, che passerà il suo tempo realizzando i ritratti alle bestiole. Proprio così, la fiorentina Elena Facchini, artista di professione specializ-
zata in copie d’autore, trompe l’oeil e decorazioni murali, metterà colori e abilità al servizio dei clienti del Piazzale del gusto, ritraendo le loro espressioni più curiose e tenere. “Abbiamo tanto spazio disponibile e ci è capitato spesso nei mesi estivi di vedere i cani dei nostri clienti scorrazzare contenti tra i tavoli e negli immediati dintorni – spiegano i titolari del locale – e allora ci siamo detti: perché non organizzare un evento che piaccia sia ai cani sia ai loro padroni, dove non ci sia semplicemente un’area per farli giocare ma una serie di servizi ad hoc? I love dogs nasce così (e ha già all’attivo una serata riuscitissima, ndr) con la collaborazione di una serie di soggetti che si sono prodigati per aiutarci a realizzarla”. Con il patrocinio e la presenza dei volontari Enpa – Ente nazionale protezione animali - e la collaborazione di alcuni soggetti prvati, il Piazzale del gusto è riuscito ad approntare questa occasione speciale. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti, proprietari di cani e semplici curiosi. Unica attenzione da tener presente: tutti gli amici a quattro zampe dovranno essere /C.G. tenuti al guinzaglio. Info: Piazzale del gusto - Tel 055/0139903.
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arà presente anche Carolina di Hannover, come lo scorso anno nel Salone dei Cinquecento, anche se questa volta l’evento si terrà il 14 ottobre nella splendida cornice della città di Montecarlo. E c’è già chi assicura che sarà un appuntamento indimenticabile. Pochi altri particolari sono noti riguardo “La Città di Firenze”, serata di gala che suggella l’antico rapporto tra Firenze e il principato di Monaco. Gli inviti ai personaggi fiorentini di rilievo nel mondo dell’imprenditoria, della nobiltà e non solo sono partiti da tempo, e si è scatenata la caccia per essere presenti a quello che si preannuncia l’evento mondano dell’anno. Si tratta della seconda edizione di quel Ballo del Giglio che lo scorso 15 ottobre raccolse in Palazzo Vecchio i più importanti esponenti del capoluogo toscano e della capitale monegasca. Alla cena e al ballo, che si ispira al celebre Ballo della Rosa del Principato di Montecarlo, intervenne anche Sua Altezza Reale la Principessa Carolina di Hannover. Dalla serata furono ricavate risorse per la creazione di un fondo di beneficenza per l’Associazione Amade Italia (Associazione Mondiale Amici dell’Infanzia), che si occupa della tutela dei diritti dei minori, e per il finanziamento del restauro della statua di Hermes, in Palazzo Vecchio. L’appuntamento, che unisce mondanità e solidarietà, quest’anno replica nella meravigliosa cornice di Montecarlo, mantenendo l’organizzazione del Consolato Onorario del Principato di Monaco a Firenze in collaborazione con “Enic meetings & events”, ma con alcune importanti novità. L’arte si confermerà protagonista dell’evento, portando in primo piano l’importante patrimonio della città di Firenze. Ampio spazio, inoltre, sarà riservato agli aspetti economici e all’imprenditoria della città, con alcuni momenti dedicati a creare occasione di business per il made in Florence nella capitale monegasca. Non solo, l’evento si allargherà a coprire più appuntamenti dalle diverse sfaccettature, anche se il momento della serata più scenografico e suggestivo resterà il ballo, con l’orchestra che suonerà melodie dolci, insieme agli abiti da sera, che sembreranno ancor più eleganti grazie all’ambientazio/B.B. ne da fiaba del Principato.
il
principatO
di
mOnacO
cultura
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L’ANNIVERSARIO/1. In mostra a Fiesole settanta schizzi mai visti realizzati di pugno dal maestro
I disegni inediti di Giovanni Michelucci Caterina Gentileschi
A
vent’anni dalla scomparsa del grande maestro dell’architettura, la fondazione Michelucci e il Comune di Fiesole organizzano un itinerario espositivo di 70 disegni, articolato in cinque sezioni: strisce familiari, natura e architettura, brani di città, spazi comunitari e il segno artigiano, che esplora un sentiero inedito della personalità del grande maestro del Novecento. È la mostra “Giovanni Michelucci. Disegni inediti”, fino al 30 ottobre nella sala del Basolato di piazza Mino, che si inserisce nel programma di iniziative “Le città di Michelucci”, promosso dalla Fondazione Michelucci per il ventennale della morte di uno dei più grandi protagonisti dell’architettura del Novecento, nelle città e con le città in cui l’architetto ha vissuto e operato. Questa mostra, organizzata in collaborazione con il Comune di Fiesole (con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze, del Comune di Firenze, del Comune di Pistoia e dell’Ordine degli Architetti di Firenze) propone una raccolta di disegni inediti – elaborati da Michelucci tra gli inizi degli anni Trenta e la fine degli anni Ottanta – che in parte sono conservati nell’archivio disegni della Fondazione fiesolana, in parte concessi da amici e collaboratori dell’architetto. Nei disegni a mano libera si manifesta, nella sua forma più autenti-
ca, l’originalità creativa di Giovanni Michelucci. Una mostra sui disegni inediti di uno dei protagonisti dell’architettura del Novecento, una mostra che costituisce un contributo originale alla conoscenza dei suoi percorsi di ricerca nell’affrontare le sfide progettuali, della sua energia grafica nel descrivere la spazialità immaginata. Anche i disegni che non sono apparentemente ascrivibili a un progetto preciso - in molti dei quali la natura emerge come riferimento costante - costituiscono una cospicua fonte di suggerimenti per l’attività progettuale. Il catalogo della mostra a cura della Fondazione Giovanni Michelucci, edito dal Centro Di, illustra la documentazione grafica accompagnata da un testo descrittivo dell’itinerario espositivo e comprende due saggi introduttivi dal titolo “Michelucci a Fiesole” e “Come tracce di percorso”. Nell’ambito della mostra sono previsti due incontri dedicati alla presentazione della seconda edizione del libro di Giovanni Michelucci “Brunelleschi mago”, Medusa, 2011 (con prefazione di Paolo Portoghesi e postfazione di Corrado Marcetti) e della guida realizzata a cura della Fondazione Michelucci in collaborazione con il MiBAC/PaBAAC e la Regione Toscana “L’architettura in Toscana dal 1945 ad oggi – Una guida alla selezione delle opere di rilevante interesse storico - artistico”, Alinea, 2011.
UnO dei diSegni eSpOSti
Attraverso queste opere si manifesta, nella sua forma più autentica, l’originalità di un professionista tra i protagonisti più creativi e prolifici di tutto il Novecento
L’ANNIVERSARIO/2. Un viaggio negli spazi ideati dal grande progettista
Passeggiando nei luoghi dell’architetto F
la StaziOne di
Santa maria nOvella
irenze culla del Rinascimento? Sì, ma non solo. La città del giglio è stata anche la casa di uno dei più importanti maestri del Novecento, architetto di fama ricordato da tutti i fiorentini come il progettista della stazione di Santa Maria Novella. Una passeggiata per le strade di Firenze, un viaggio nell’architettura moderna e contemporanea, un omaggio a uno dei più grandi architetti e urbanisti italiani: Giovanni Michelucci. È questa l’idea che sta dietro a “Michelucci a piedi”, l’evento pensato dall’Ordine degli architetti della Provincia di Firenze per andare alla riscoperta della figura dell’architet-
to che progettò la stazione di Santa Maria Novella e delle opere che ha lasciato in città. L’iniziativa – organizzata e promossa in collaborazione con la Fondazione Centro Studi e Professione Architetto, con il patrocinio della Fondazione Michelucci – è aperta tutti i cittadini. In cosa consiste? Niente di più semplice. Il 14 ottobre, l’iniziativa prevede un percorso a piedi per le strade di Firenze che avrà come “tappe” alcune delle opere di Michelucci in città, che sarà possibile visitare con la guida di uno storico dell’architettura moderna e contemporanea: la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella e la
Palazzina Reale, la sede della Cassa di Risparmio, le Poste Centrali di via Pietrapiana, la Casa di via dello Sprone. Per partecipare all’evento è necessario iscriversi (il numero massimo di partecipanti è di quaranta persone): il costo è di 10 euro, 7 euro per gli iscritti all’Ordine degli architetti, 5 euro per gli studenti e le persone con più di 65 anni. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 055.2608671 o inviare una email a segreteriafondazionePA@architoscana.org. Il modulo di iscrizione e il programma si trovano sul sito dell’Ordine, all’indirizzo www.ordine/C.G. architetti.fi.it.
IL PUNtO. Riaperte le sale tolemaica e romano-copta, con reperti mai esposti al pubblico prima d’ora
Museo Egizio, torna alla luce l’allestimento completo S
ono state riaperte al pubblico dopo quasi dieci anni di buio le due sale dedicate al periodo Tolemaico e Romano-Copto, che vanno a completare l’opera di riorganizzazione durata molti anni. Fino a oggi le sale del museo egizio presentavano il materiale dall’Epoca Predinastica fino all’Epoca Tarda, ordinato cronologicamente, mentre gli oggetti posteriori erano collocati in altre sale o nei depositi. Il nuovo allestimento delle due sale vede anche la presenza di pezzi celebri, molti dei quali mai esposti in precedenza. Tra questi da segnalare sono senz’altro i sarcofagi di epoca romana, un corredo funebre completo e alcuni significativi esemplari di monete d’oro, tra cui una appartenente ad Alessandro Magno e una a Cleopatra. Riprenderanno posto, ma in una nuova collocazione, il ritratto di donna del Fayum e una Sfinge Tolemaica in granito. Tutti i pezzi della nuova esposizione sono stati accuratamente revisionati e preparati da Giuseppe Ven-
UnO dei SarcOFagi in mOStra
turini, il restauratore incaricato dal museo per la cura e la conservazione di tutti i reperti egizi. La prima sala è dedicata ai reperti di epoca Tolemaica. Fra il materiale esposto, particolare rilevanza viene data al corredo della defunta Takerheb, costituito dal sarcofago, dal prezioso cartonnage con decorazione in foglia d’oro e dai suoi oggetti funerari, ovvero bende iscritte, ipocefalo, ipopodi, bracciali e amuleti. Oltre a stele e maschere funerarie, saranno esposte alcune statuette, oggetti di vita quotidiana e un’importante sfinge in pietra. Nella seconda sala, dedicata al periodo romano, è esposto uno dei reperti più importanti e famosi del museo, il ritratto di donna del Fayum, insieme a una selezione della ricchissima collezione di tessuti copti provenienti dagli scavi nel sito della città di Antinoe, eseguiti dall’Istituto Papirologico Vitelli di Firenze. Nella sala si trovano anche dei sarcofagi di epoca romana mai /B.B. esposti prima.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
L’EVENtO. Dal 29 al 31 ottobre sound contemporanei protagonisti in città
Il 101esimo luogo? È “elettronico” Ludovica V. Zarrilli
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n passo alla volta è arrivato alla quarta edizione, e anche quest’anno chiama a raccolta gli amanti della bass music più ricercata. Si chiama “Trick or Beat”, ed è l’evento organizzato da Switch - creative social network - in collaborazione con Numa Crew che, dal 29 al 31 ottobre, prenderà casa tra la Limonaia di Villa Strozzi e Multiverso, lo spazio recentemente aperto in via Campo d’Arrigo, dove tra una session di musica elettronica e l’altra, gli aficionados avranno anche la possibilità di partecipare a conferenze, laboratori e incontri sulle reti sociali, sull’economia e sul lavoro. Guest star del festival è l’australiano Dub FX, che la notte di Halloween si esibirà accompagnato dai dj del collettivo Numa Crew, divenuta ormai portabandiera della dubstep made in Italy. Una data esclusiva quella di Benjamin Stanford (alias Dub Fx), street performer e producer di caratura internazionale. Il suo live di beat box – imita tutti i suoni di una batteria e di altri strumenti con l’uso della
dUB FX
Spazio a musica, incontri e laboratori nella tre giorni intitolata “Trick or Beat”, appuntamento giunto alla sua quarta edizione che abbina alla ricerca sonora una serie di dibattiti a tema
voce – è a dir poco travolgente: con i suoi loop, la sua pedaliera e la sua voce crea un intricato e originalissimo sound che spazia dall’hip hop al dubstep, passando per ritmi reggae e soul. “Molte le novità di questa quarta edizione - spiegano Leonard e Donni della Numa Crew - innanzitutto dura un giorno in più dello scorso anno, e poi abbiamo cercato di scegliere artisti di nicchia ma che coinvolgano la gente”. Musica ma non solo. “Non è la solita serata in discoteca - dice Antonio Ardiccioni, presidente di Switch - c’è infatti molto altro. Tra le altre cose abbiamo organizzato una tavola rotonda intitolata il 101esimo luogo (sulla falsa riga dei 100 luoghi del sindaco Renzi, ndr) per andare alla ricerca di un luogo in grado di ospitare la cultura elettronca contemporanea nell’area metropolitana fiorentina. In quell’occasione presenteremo un dossier dei posti che abbiamo individuato, andando a cercare soprattutto nelle aree industriali”. Tra i protagonisti del Trick or beat ci saranno anche le installazioni, ma non solo. Per il programma completo e tutte le informazioni visitare il sito www.switchproject.net.
agenda
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L’INIzIAtIVA Concerti J Ax 12 Ottobre
Obihall (Ex Saschall)
poi girato l’Italia con un nuovo tour, accompagnato sul palco da una Big Orchestra da 40 elementi, proprio come 40 sono i suoi anni. Pfm con Orchestra della toscana 25 ottobre
ad Emma), che si è aggiudicato il secondo posto nella categoria dei Big. Francesco de Gregori 28 ottobre
Viper theatre
teatro Verdi
Dopo la pubblicazione di alcuni brani inediti come “Dentro me”, uscito lo scorso aprile, e i più recenti “Musica da rabbia” e il singolo ufficiale “Domenica da coma”, J Ax ha presentato lo scorso 30 agosto, giorno del suo compleanno, il suo nuovo album di inediti “Meglio prima (?)”. Il disco, che contiene sedici brani, esce in due versione, una standard e una versione Deluxe che contiene anche il Dvd con le riprese del Live a Milano dell’ultimo Tour. Meglio Prima é stato annunciato con l’uscita del nuovo videoclip che ha superato le migliaia di visualizzazioni già dai primi giorni; su facebook invece, nella FanPage di J Ax , é possibile vedere dei brevi filmati registrati in prima persona durante gli incontri per la presentazione del disco. Unica data in Toscana per J-Ax e la sua band, composta da Space One, Fabio-B, Guido Style, Dj Zak e Steve Luchi, é fissata per il prossimo 12 ottobre al Saschall di Firenze.
“PFM in Classic” è il nuovo progetto firmato Pfm, dove la band, seguendo la propria indole sperimentale, rileggerà e si muoverà attraverso le note di Grandi Maestri della Musica, per cercare, ancora una volta, di oltrepassare i confini dei generi musicali soffermandosi nel territorio libero delle emozioni. Oltre alla presenza di brani composti da musicisti italiani, come Giuseppe Verdi, Gioacchino Rossini, Giacomo Puccini, sono stati inserite le composizioni di grandi artisti europei, tra i quali Saint Sans, Edgar, Dvorgiak, Mahaler, Mozart; lo spettatore verrà quindi guidato in una dimensione dove la musica diventa sorpresa, immaginazione e potenza descrittiva. Alcuni titoli che verrano presentati in “PFM in Classic saranno l’ Intermezzo da “La cavalleria Rusticana”, l’ Overture del “Nabucco”, “ Il Flauto Magico” di Mozart. Modà 18 ottobre
Mandela Forum
Lezioni di storia nello store di design
Cinema Odeon
Grande ritorno per Francesco De Gregori che sarà in tour ad ottobre 2011 e lo farà tornando ad esibirsi nei club. Francesco De Gregori spiega cosi la scelta di suonare in questi spazi: “Voglio andare in giro in quei posti dove passa la musica più viva, dove c’è un pubblico speciale, non addomesticato. Dopo tanti teatri, dopo un bagno di velluti rossi, sento il bisogno di una dimensione più ‘disordinata’.” Con De Gregori suoneranno i musicisti che da alcuni anni lo affiancano: Stefano Parenti alla batteria, Alessandro Arianti al pianoforte, Alessandro Valle al pedal steel guitar e alla chitarra, Lucio Bardi e Paolo Giovenchi alle chitarre e naturalmente Guido Guglielminetti, storico capobanda, al basso.
Le mostre Folon nel Giardino delle rose Mostra permanente
Giardino delle rose
teatro Verdi
Prosegue senza sosta il Viva i Romatici Tour dei Modà. Dopo una lunga estate che li ha visti impegnati in tutta Italia, prosegue nella versione indoor uno dei concerti più fortunati del 2011. Non si ferma quindi il fenomeno Modà, iniziato lo scorso anno con il singolo “Sono Già Solo” (per 40 settimane consecutive al vertice delle classifiche). La band rivelazione dell’anno, riconoscimento effettivamente ricevuto ai Wind Music Awards e ai Venice Music Awards, ha poi consolidato il suo successo grazie alla partecipazione alla sessantunesima edizione del Festival di Sanremo, con il brano “Arriverà” (eseguito insieme
Cultura e innovazione
France Odeon dal 20 al 23 ottobre
Mario Biondi 13 ottobre
Mario Biondi, la voce più “black” del panorama musicale italiano, è sempre più ambito all’estero: l’artista catanese farà parte del cartellone di due prestigiosi festival jazz d’Europa, il Bratislava Jazz Festival e il Montreux Jazz Festival. L’ennesima consacrazione per Biondi, che sin dall’inizio della sua carriera si è guadagnato la stima oltreconfine da parte di pubblico e addetti ai lavori, grazie anche alle eccellenti collaborazioni con artisti internazionali, tra cui quella con Burt Bacharach. Reduce dal grande successo discografico di “Yes You”, il doppio cd live prodotto da Tattica, e dal successo cinematografico del film d’animazione Rio, dove ha prestato la voce ad uno dei protagonisti della pellicola, ha
bronzo donate dalla moglie di Folon fanno bella mostra di sè nella splendida cornice del giardino delle rose (che per l’occasione rimarrà aperto senza soluzione di continuità per un anno intero). Per fare un regalo all’artista e un regalo a tutti coloro che avranno modo di ammirarle.
Nella prestigiosa sala a due passi da piazza Strozzi verrà presentato il film The Artist di Michel Hazanavicius, con Bérénice Berjo e Jean Dujardin, vincitore del premio per la miglior interpretazione maschile all’ultimo festival di Cannes e Le Moine di Dominik Moll con Vincent Cassel. Quest’anno anche i produttori francesi Jean-Louis Livi e Xavier Delmas hanno deciso di venire in trasferta a Firenze per lanciare, con una proiezione speciale in anteprima assoluta, l’uscita francese di 10 JOURS EN OR di Nicolas Brossette , film destinato al vasto pubblico delle famiglie, interpretato da popolarissimo attore Franck Dubosc. Babele: non pervenuta Fino al 22 ottobre
tethys gallery
Stefano Amantini, Lucia Baldini, Massimo Borchi, Guido Cozzi, Daniele Falletta, Carlo Gianferro, Marco Paoli, Pastis, Harri Peccinotti, Sandro Santioli, Alessandro Sardelli, Sandro Vannini, Fabio Zonta. Dodici fotografi per raccontare un anno di lavoro, un anno di scatti, un anno di stili diversi a confronto in questa “babele” di immagini.
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na vetrina di oggetti ricercati, che si apre a clientele e a gusti diversificati, ma anche uno spazio di incontro dove saranno allestite mostre esclusive di oggetti nati dalla creatività dei più famosi progettisti, lezioni di storia del design, vernissage e incontri con esperti di architettura. Vi saranno esposte produzioni delle migliori aziende del settore e saranno presentati alcuni oggetti assolutamente inediti, per la prima volta a Firenze. Questo e altro è Selfhabitat, storico negozio fiorentino la cui vita è legata a doppio filo con la storia del design. E chi pensa di non saperne abbastanza è invitato a partecipare agli eventi che, a partire dalla fine di ottobre, Selfhabitat organizzerà in luoghi diversi della città, partendo dalla suggestiva location della biblioteca delle Oblate, dove verranno organizzate alcune lezioni di storia del design. Per ulteriori informazioni consultare il sito /B.B. www.selfhabitat.it.
L’ESPOSIzIONE Galleria delle carrozze
La vita dell’acqua in una mostra itinerante
La bella Italia - Arte e identità delle città capitali Fino al 4 marzo
Palazzo Pitti
Il suo desiderio lo aveva già espresso prima di abbandonare prematuramente questo mondo. “Io sogno di trovare un giorno in Toscana, un luogo, con un giardino, con una bella casa tranquilla, dove poter lasciare tutte queste opere perché esistano anche dopo di me”, aveva detto Jean Michel Folon, grande artista belga che in vita aveva molto amato la città del giglio. Dalla fine dello scorso mese dieci sculture in
Che l’Italia fosse patria comune, unita dalla lingua, dalla religione, dall’eredità consegnataci da Roma antica, questo lo si è sempre saputo. Fino dai tempi di Dante Alighieri e di Francesco Petrarca. Su un tale comune e condiviso sentire si sono innestate le storie particolari delle singoli capitali preunitarie: Torino e Milano, Genova e Bologna, Firenze e Venezia, Napoli, Roma, Palermo. Ognuna di queste capitali è stata ed è in diverso modo rappresentativa dei differenti destini, delle particolari identità dei popoli d’Italia.
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ubliacqua ha compiuto 10 anni. Per avviare una riflessione sui temi dell’acqua e sul decennale dell’azienda che gestisce il servizio idrico delle province di Firenze, Prato, Pistoia e parte di Arezzo, parte una mostra itinerante che comincia a Firenze, nella Galleria delle carrozze (via Cavour). L’obiettivo è raccontare il ciclo industriale dell’acqua, dalla potabilizzazione alla depurazione, e far conoscere in profondità il lavoro di Publiacqua attraverso pannelli illustrativi, foto, video, postazioni multimediali, giochi di ruolo. A partire dal 19 ottobre la mostra sarà itinerante e si sposterà nei territori dove opera Publiacqua: Prato, Pistoia, Valdarno, Valdisieve, Mugello e Chianti. La mostra è strutturata in quattro sezioni principali dedicate ad autonomia idrica, fognatura, qualità dell’acqua e servizi e rapporto con i cittadini, con un occhio particolare rivolto alla partecipazione. /C.G.
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Inviaci le tue lettere a
redazione@ ilreporter.it
Lettere e segnalazioni: tutto su www.ilreporter.it i “furbetti del Contrassegno”, una segnalazione Spett. Redazione, tramite Voi vorrei far giungere al Sindaco, del quale apprezzo molto l’operato, la segnalazione di questo episodio al quale ho assistito giovedì mattina della scorsa settimana, riguardante il tema scottante dei “furbastri” della ZTL e dell’uso illegale del contrassegno per i disabili contro il quale il Sindaco sta portando avanti una più che sacrosanta crociata che, secondo me, dovrebbe essere ancora di più inasprita ed inflessibile. Stavo passeggiando insieme a mia moglie in Por Santa Maria e, pensando di trovarci in zona pedonale, eravamo in mezzo di strada, quando alle nostre spalle abbiamo sentito un clacson suonare insistentemente. Ci siamo voltati ed abbiamo visto il cofano minaccioso di un lussuoso e mastodontico suv ad un paio di metri da noi. Ovviamente ci siamo velocemente fatti da parte, mentre il “bestione” proseguiva la sua marcia fino ad arrestarsi davanti alla gioielleria posta alla sinistra della strada in direzione del Ponte Vecchio. Dal suddetto suv è agilmente scesa una elegante signora che con passo altrettanto svelto è entrata nel negozio. Degno di nota il fatto che il parabrezza del mezzo in questione ostentasse il contrassegno per disabili!!!!!!!!! Peccato che tutto ciò si sia svolto a pochi metri di distanza da un gruppetto di tre vigli urbani che imperterriti hanno continuato a chiacchierare affabilmente tra di loro. Grazie per la cortese attenzione e cordiali saluti Carlo Alberto Marilli “la mia Prima volta Con i Cassonetti interrati” Qualche tempo fa mi sono trovata a parlare con la mia collega delle novità che il Sindaco Renzi avrebbe messo in atto per migliorare la qualità della vita di noi cittadini fiorentini; il discorso è caduto sul progetto di eliminare i vecchi cassonetti e di sostituirli con altri “interrati”. Mi sono sentita orgogliosa di poter dire che nella mia zona ( quartiere 1 ) “godevo” già di questo privilegio da alcuni giorni, ma che purtroppo l’impatto che avevo vissuto il primo giorno in cui provai ad utilizzarli non fu proprio piacevole. Infatti rimasi un po’ di tempo ad osservare quell’oggetto misterioso aspettando che mi arrivasse qualche segnale che me ne illustrasse l’uso. Nulla! Giro intorno, osservo, leggo le scritte, ma niente mi aiutava a capire. Le scritte inneggiavano esclusivamente alla bellezza di lui medesimo e alla pulizia di Firenze (sigh!). Cercai un pedale, un pulsante che potesse farmi accedere alla “bocca” divoratrice del mio sacchetto di rifiuti indifferenziati. Su di me sento gli occhi dei passanti mandarmi segnali di pietà e commiserazione. Spingo, tiro, sollevo quello che immaginavo potesse essere l’orifizio. Non una scritta per gli ignari cittadini che per la prima volta si trovano davanti a quella specie di grigio Robot. Non so come, ma, con un guizzo che mi fece stupire di me stessa, capii che tirando verso di me, a mani nude, un bordo d’acciaio, si sarebbe
lettere
Ottobre 2011 aperta la bocca che avrebbe divorato i miei rifiuti. Contenta sì, di esserci riuscita, ma molto disgustata di aver dovuto toccare con i miei polpastrelli quella fessura che altri avevano già toccato, resa sporca e appiccicosa e riempita inevitabilmente di germi! “Ma perché – pensai io – hanno abolito quella meravigliosa cosa che era quel pedale che consentiva di gettare la spazzatura senza contaminarsi le mani?”. Mah!... Comunque il giorno dopo qualcuno con un briciolo di intelligenza in più di chi li ha scelti e commissionati ha stampato al computer e attaccato una striscia di carta con su scritto: “Tirare qui” ed una bella freccia. Mi sono sentita meno sola perché intuii che non ero stata l’unica a non capire... Dunque ne stavo parlando con la mia collega perché proprio quel giorno pioveva a dirotto e avevo vissuto un’altra bella avventura con il mio “Robot-mangiaspazzaturainterrato” ( che interrato non è; è solo più lontano dal mio portone ). Esco di casa tenendo nella mano destra l’ombrello, nella sinistra il sacchetto di rifiuti e... mi serviva assolutamente un’altra mano per aprire quell’aggeggio!!!!! Feci delle acrobazie indescrivibili. Presi il manico dell’ombrello tra i denti, poi con la destra aprii quel dannato pertugio e con la sinistra finalmente mi liberai dei miei scarti alimentari. La mia collega dopo avermi ascoltato mi disse: “Beh, potevi appoggiare a terra il sacchetto, poi aprire il cassonetto, e quindi infilare la spazzatura”. “Toh! - risposi - grazie di avermi dato questo suggerimento”. Sono stata proprio sciocca a non pensarci da sola. Mi sentii ancora una volta un po’ stupida e mi proposi di seguire il consiglio della amica-collega (soprattutto per salvaguardare i miei denti....). Il giorno successivo non pioveva più, ma, in occasione del rito quotidiano della liberazione dalla spazzatura, decisi di provare a seguire il prezioso consiglio datomi il giorno prima. Sorpresa delle sorprese, quando aprii il cassonetto con una mano, facendo finta di avere nell’altra un ombrello, e feci per raccogliere da terra il sacchetto dei rifiuti, mi accorsi che la “bocca” si era immediatamente richiusa... Già, infatti l’oggetto misterioso, oltre ad essere privo di pedale per la sua apertura, è dotato di una rigida molla che, dopo aver faticato un po’ a vincerne la resistenza, si richiude immediatamente!!!!!!!!!!! Insomma, quando piove bisogna lasciare a casa la spazzatura, sperando in un giorno di sole, e portare sempre con sé un fazzolettino detergente per evitare tetano e colera. Ma per Firenze pulita e bella si fa questo ed altro. Marcella Martinez “CenaColo di andrea del sarto, manCa la segnaletiCa” Buongiorno! Ho appena terminato di leggere l’articolo sulle bellezze nascoste del quartiere 2, dove si parlava anche del Cenacolo dell’Andrea Del Sarto, che è veramente così poco visitato. Però va anche detto che non c’è una segnaletica che lo indichi, tanto che spesso i turisti sono costretti a chiedere dove si trova perché è effettivamente in una strada secondaria e ci arriva solo chi veramente lo sa. Perché quindi non proporre a chi di dovere di mettere dei cartelli che lo segnalino? Un’altra cosa: questo museo rientra nella famosa “card”? Penso che sarebbe importante inserirlo se ancora non c’è! Grazie per l’attenzione, Maria Adele Bigagli erbaCCe e viabilità, Ponte a greve reClama attenzione Spettabile redazione, sono una cittadina del quartiere 4 e vorrei portare, Vostro tramite, all’attenzione dei Sigg. amministratori del nostro Comune quanto segue: abito in Via Mariotto di Nardo (zona Ponte a Greve) in uno dei tre edifici costruiti ben 36 fa. Esistono di fianco dei suddetti edifici due piccole zone di proprietà del Comune che si trovano in completo abbandono.
Nello stesso punto c’è un incrocio di 3 strade (via del Roncolino, via Bugiardini e via del Ponte a Greve) anche questo non regolato dove si verificano spesso incidenti stradali. Inoltre per metà di via del Roncolino e tutta via del Ponte a Greve non esistono marciapiedi. La sopra descritta situazione è stata fatta presente alle autorità preposte molte volte, anche in un recente passato. Ci era stato promesso che avrebbero provveduto, creando due mini-parcheggi e una rotonda allo scopo di riqualificare la zona ed evitare quindi sia pericoli di incidenti stradali che pericoli derivanti da erbacce secche che potrebbero provocare incendi. Faccio presente che questa zona piena di erbacce non viene mai pulita, una volta al mese come le strade limitrofe, e quindi un ricettacolo di immondizia di ogni genere. Spero tanto, come tutti gli altri abitanti della zona, che questa lettera possa servire a risvegliare l’attenzione dei nostri Sigg. amministratori. Vi ringrazio a nome di tutta la comunità se vorrete pubblicarla sul Vostro giornale e porgo i miei cordiali saluti. Carla Calosi
“a1, nuovo nome Per firenze Certosa: PerChÈ?” Salve, volevo semplicemente segnalare il discutibile cambio di denominazione dell’uscita Firenze Certosa sulla A1, che è stata modificata in Firenze Impruneta. Quale è il senso di questo cambiamento? Non fa che ingenerare confusione. Con la conseguenza, tra le altre, di dover ristampare tutti i depliants informativi delle aziende turistiche e non del Chianti fiorentino che avevano preso Firenze Certosa come punto di riferimento e che ora devono cambiare gettando al vento i vecchi depliants e dovendo spendere per ristamparne dei nuovi. Dover correggere tutte le indicazioni date alle agenzie, tour operators, gruppi che visitano da Firenze le nostre fattorie, i castelli, le cantine, etc... Tanto lavoro in più con aggravio di spese (che di questi tempi si fanno sentire maggiormente); forse qualcuno di Impruneta voleva valorizzare il suo territorio a discapito di altri? Spero che non ci siano interessi privati in questo pasticcio. Grazie. Simone Giannozzi
invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it giardini, aree Cani e sPorCizia I giardini di Campo di Marte si stanno degradando sempre di più e nessuno, apparentemente, se ne occupa. Per quanto concerne le due aree per cani che si trovano di fronte al giornalaio, c’è innanzitutto la maleducazione di molti “cittadini” che non raccolgono gli escrementi del loro animale, poi ci sono le foglie che cadono dagli alberi che vengono lasciate lì a marcire insieme agli escrementi, al tutto si uniscono sacchetti e bottiglie di plastica, giornali, e altri oggetti che lì non dovrebbero trovarsi (accendini, pezzi di stoffa e quant’altro si può trovare in luoghi pubblici abbandonati). Questa mattina ho trovato nella parte più nascosta anche una cacca umana con tanto di kleenex! Faccio presente, nel caso non si fosse ancora capito, che questa parte dei giardini non viene pulita dagli operatori ecologici, vengono vuotati solo i cestini. Quando piove il luogo diventa un vero pantano e le numerose buche si riempiono di acqua. Per quello che concerne il resto del giardino, malgrado la pulizia giornaliera degli addetti, alla mattina presto si trova di tutto: bottiglie rotte, cartacce, etc. specialmente nei pressi dell’entrata delle palestre. Non ci si può lamentare solo dei ragazzini che uscendo o entrando dalle palestre buttano tutto a terra, ma anche dei ragazzotti più grandi che vengono ai giardini per dormire sulle panchine, gettare i petardi che terrorizzano i cani e, con grande divertimento, danneggiano le strutture esistenti. Anche nell’area dei bambini piccoli molte mamme non buttano nel cestino dei rifiuti i resti delle merendine, la carta o altro che i loro cari pargoli buttano a terra. Questo comporta che le mamme e le nonne civili che non insozzano i luoghi devono fare comunque un’attenzione strettissima e/o ripulire costantemente affinché i piccoli non portino alla bocca delle schifezze. Mi sono rivolta anche al Q2 per quanto concerne l’area cani affinché questa venga pulita almeno una volta la settimana, che le foglie vengano levate prima delle piogge autunnali chiedendo pure che ci sia un minimo controllo su questo bene pubblico che è frequentatissimo affinché sia preservato. Con le multe date si potrebbe pagare lo stipendio della persona addetta a far rispettare regole esistenti ed esposte ai giardini ma che non vengono assolutamente rispettate. Cordialmente, Maria Cristina Bonerandi e Marco Gamondi
Gentili Maria Cristina e Marco, torniamo a parlare, con la vostra lettera, di sporcizia e degrado nei luoghi pubblici, temi (comprensibilmente) molto cari ai nostri lettori, che spesso ci raccontano di situazioni di abbandono e trascuratezza proprio nei posti in cui, come i giardini, vorrebbero trascorrere qualche ora di relax e tranquillità. È (purtroppo) piuttosto evidente: tanti, troppi luoghi versano spesso in condizioni indegne di una città bella e civile come Firenze. Vero che servono controlli, vero che compito delle pubbliche amministrazioni dovrebbe essere quello, oltre che di realizzare aree verdi per i cittadini e per i loro amici a quattro zampe, di occuparsi della loro manutenzione, vero infine che è doveroso segnalare dove questo non avviene: detto tutto ciò, lo ripetiamo ancora una volta, sta anche a noi cittadini comportarci come persone degne di tal nome e rispettare, con la nostra condotta, gli spazi di tutti. Non basterebbero infatti tutti i controlli di questo mondo se i frequentatori di giardini & Co. continuassero a gettare – e a lasciare – di tutto per terra. Per quanto riguarda, nello specifico, l’area di Campo di Marte, ci auspichiamo che i problemi segnalati nella sua lettera vengano affrontati e risolti. Con più attenzione da parte di tutti, tanto delle istituzioni quanto dei cittadini. Matteo Francini
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