Il Giornale del tuo Quartiere
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Periodico d’informazione locale. Anno V n.86 del 3 novembre 2011. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
l’iNcHieSta
NOVEMBRE 2011
Quei massaggi stressanti Andrea Muzzi*
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L’ODISSEA DELLE LIBRERIE Dalla lotta della Martelli al “caso” del Porcellino. Prima era toccato a tre grandi nomi. Ma... PAGG.8-9
QUI SORGANE Viaggio nel rione, per scoprire le questioni da risolvere e quello che i residenti vorrebbero PAG.3
SPort
Parcheggi, si cambia Tra “retromarce” e novità PAG.2
Spesa, istruzioni per l’uso
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di Ferri - Puliti
L
IL “SOGNO” STADIO Dopo l’annuncio dell’idea Mercafir si torna a parlare di “progetto”. E i tifosi si scaldano... PAG.28
CONFERME “ROSA” Il Primadonna Firenze verso un’altra stagione da protagonista. La carica del capitano PAG.31
a facciamo tutti, tutti i giorni o quasi. Un’azione meccanica al rientro dal lavoro o in qualsiasi altro momento della giornata. Parliamo della spesa. Ma su questo fronte ora arriva una notizia forse inaspettata, sicuramente gradita: vivere e mangiare a Firenze costa meno del previsto. Il capoluogo toscano è una delle città d’Italia dove tra gli scaffali si può risparmiare di più: con un po’ d’impegno e sfruttando le offerte, anche fino a mille euro. Lo assicura
un’indagine, che riserva anche altre sorprese. Poi ci sono le nuove abitudini. I “Gas” (gruppi d’acquisto solidale) hanno fatto boom: in città se ne contano una cinquantina, attraverso di loro si può comprare di tutto ed entrare nella “rete” è più facile di quanto si pensi. Anche la vendita diretta, quella dalla fattoria alla tavola, è sempre più in auge. E dal mangiare al bere il passo è breve: qui va in scena la “sfida” tra botPAGG.10-11 tiglia e rubinetto.
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razie alla crisi e c o nom ic a , oggi la gente preferisce fare shopping su alcuni siti specializzati dove vendono di tutto ma a prezzi stracciati: viaggi, cene, pulizia dei denti, ecc... Mia moglie invece ha trovato quest’annuncio: “Igienista dentale organizza a prezzi modici feste in villa”. Ha subito pensato: “Possibile che certe signorine debbano farsi pubblicità anche qui?”. Navigando in questi siti ti viene la tentazione di comprare tutto. Perché tutto è a buon prezzo. Un mio amico ha comprato un trattamento anticellulite a cinque euro. Gli ho chiesto: “Cosa te ne fai?”, e lui: “Niente, però per cinque euro ho fatto un affare!”. Ovviamente si raccomanda di leggere gli annunci con la massima attenzione. Se ad esempio compri una cena mangi solo quello che è previsto, non chiedere niente in più. Mio fratello ha comprato una cena di coppia a 16 euro, a un certo punto ha chiesto al cameriere lo stuzzicadenti: gli è arrivato un conto di seimila euro! Le offerte che vanno per la maggiore in questi siti sono i massaggi rilassanti. Spendi cinque euro per farti massaggiare cinque minuti. Non fai in tempo nemmeno a toglierti il cappotto che è già scaduto il tempo! Questi massaggi ti rilassano come una multa di Equitalia. Però costano meno. E cinque euro per un massaggio stressante è un buon affare! *Comico
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Ombrello e stivali, tocca a voi PAG.15
Edizione del Quartiere 3 • 16.868 copie distribuite da
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Novembre 2011
Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
IN AUTO. Stop all’opera che doveva nascere sotto piazza Elia Dalla Costa. Altre novità in arrivo
Il parcheggio interrato finisce “all’aria” Saranno venduti i posti della struttura di piazza Bartali. Intanto il quartiere continua a fare i conti con la doppia fila “selvaggia”: ecco quali sono le zone più colpite Lisa Baracchi
C’
è un cambio di rotta per piazza Elia Dalla Costa: Palazzo Vecchio ha deciso di rinunciare all’idea di realizzare un parcheggio interrato, anche su sollecitazione dei cittadini. Durante l’assemblea dei cento luoghi di fine settembre, in effetti, non si sono ascoltate molte voci favorevoli al progetto che risale al 2006: c’è chi si è detto preoccupato per la diminuzione del verde, con gli alberi che dovrebbero essere abbattuti durante i lavori; c’è chi ha spiegato che quella del parcheggio non è poi un’esigenza così forte nella zona, limitata ai soli giorni di pulizia delle strade. L’amministrazione ha dunque scelto di dare ai residenti cinque nuovi parcheggi in aree non centrali, escludendo il parcheggio di piazza Elia Dalla Costa, mentre sono compresi quelli del Pratellino, di Settignano, di Ponte a Mensola, di via di Castello e di Serpiolle. Per Gavinana la novità sarà invece la vendita dei posti del parcheggio di piazza Bartali, per favorire la sosta dei residenti. Tra i maggiori sostenitori del parcheggio sotterraneo di piazza Elia Dalla Costa c’era il presidente del Quartiere 3 Andrea Ceccarelli: “Avevamo pensato di sfruttare questa opera per risistemare l’intera piazza. Faremo comunque interventi parziali sui vialetti e sulle aiuole. Questo luogo compie quarant’anni, ha bisogno di un restyling. D’altra parte è più ragionevole sfruttare intanto il parcheggio comunale sotto la Coop”. Qui ci sono duecento posti a disposizione dei cittadini, che avevano fino a questo momento la possibilità di fare un abbonamento mensile a 90 euro o di acquistare un abbonamento con dieci entrate a 2 euro l’una, da sfruttare nei giorni di pulizia delle strade, ad esempio. “Nonostante i prezzi concorrenziali il parcheggio non si è riempito. Ora si pensa di vendere quei posti ai privati: resta da decidere se cederli a Firenze Parcheggi o venderli direttamente”. La zona con più problemi di parcheggio per i residenti (in molti hanno però il posto condominiale) è quella intorno a viale Europa.
piazza
Elia Dalla Costa
Il signor Bernardini indica la via e fa presente che la “fame” di parcheggio porta anche a occupare abusivamente i posti riservati agli invalidi. Da una rapida occhiata alla strada si nota che la sosta selvaggia è piuttosto usuale, soprattutto davanti ad alcuni bar e locali. C’è chi sceglie di invadere un marciapiede e chi la pista ciclabile, come un’auto sistemata davanti a un distributore. Di fronte alla farmacia, invece, qualcuno parcheggia troppo vicino all’isola pedonale, restringendo di
non poco la carreggiata e provocando colpi di clacson insofferenti. Per alcuni, però, il “premio” per la peggior sosta nel quartiere lo vince chi parcheggia in doppia fila in via Traversari, appena all’uscita del parcheggio della Coop, ma anche chi parcheggia nello spiazzo di via di Ripoli non scherza: c’è chi si ferma a ritirare il vestito alla lavanderia e chi a prendere un panino. Con l’entrata in vigore del nuovo piano della sosta, poi, sono stati “liberati” alcuni posti auto anche a Ga-
vinana. Dei settemila tornati gratuiti in città, 309 si trovano nel quartiere, e in particolare sono 250 quelli tornati liberi e che fino allo scorso anno era a sosta promiscua, 59 quelli che erano riservati solo ai residenti e che possono essere utilizzati ora come parcheggi scambiatori. Si trovano all’estremo confine est del quartiere, in via del Bisarno, molti sono lungo via Villamagna, fino a piazza Dresda, altri in via Olanda, via Portogallo e via San Marcellino.
IL CASO Terminata la costruzione dello spazio per loculi e ossarini al cimitero di Santa Lucia
L’ampliamento del camposanto “divide” il Galluzzo
G
li ultimi ponteggi sono stati tolti proprio poche settimane fa. È terminata la costruzione della struttura per loculi e ossarini che svetta imponente all’interno del cimitero di Santa Lucia al Galluzzo. Un parallelepipedo di cemento, costruito in pochi mesi, rispondente alle esigenze di ampliamento posti del piccolo camposanto. Il problema? È tutto di natura estetica e quindi di sensibilità artistica, che si sa, di fronte alle esigenze di oggigiorno sparisce spesso in nome della praticità: “È proprio un peccato che sia stata approvata la costruzione di questo appariscente complesso proprio
Il Reporter di Gavinana, Galluzzo, Firenze sud raggiunge 16868 famiglie nel quartiere 3 di Firenze. Copia in abbonamento postale
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il reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie
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accanto a una delle più belle cappelle storiche di questo cimitero”, sentenzia deluso il signor Gianpaolo Cianchi, residente nella zona. La cappella in questione appartiene alla famiglia Cantagalli, proprietaria di una celebre industria fiorentina in vita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, specializzata nella produzione di raffinate maioliche colorate. La particolarità del santuario, ancora in buono stato di conservazione, sta nell’essere completamente costruito in cotto, mentre l’interno è riccamente decorato da ceramiche policrome, in pieno stile robbiano. La sua bellezza è però ora “insi-
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno V n.86 del 3 novembre 2011 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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diata” dall’ingombrante nuovo vicino. “Ormai la costruzione è stata terminata, però potevano pensare di collocarla in un’altra parte. Sembra strano, ma anche in un cimitero l’occhio vuole la sua parte, soprattutto per una questione di rispetto nei confronti delle vere opere d’arte. È così difficile armonizzare l’antico e il moderno?”, si chiede ancora il signor Cianchi. In effetti, il nuovo complesso non passa certo inosservato. “C’è solo da augurarsi che tutto questo faccia almeno riflettere chi permette tutto ciò, per il futuro”, commenta un altro abitante della /V.B. zona.
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il giornale del tuo quartiere
VIAGGIO NEL RIONE. Il Reporter ha chiesto agli abitanti quello che vorrebbero cambiare
Qui Sorgane: problemi, sogni e proposte IL PERSONAGGIO. A tu per tu con Stefano Burbi
Il compositore-tifoso che scrive inni al calcio È
piazza Istria, a
Sorgane
C’è chi segnala la questione dell’illuminazione (e quindi della sicurezza) e chi suggerisce di risistemare i cartelli. Tra gli argomenti più dibattuti c’è quello della sosta, mentre il fontanello – per ora – non si farà. Da risolvere la viabilità in uscita Lisa Baracchi
E
se Sorgane fosse stato il 101esimo luogo, fuori dal gruppo delle cento assemblee pubbliche organizzate da Palazzo Vecchio alla fine di settembre, quali problemi del rione sarebbero stati messi in evidenza? Ha suggerito il dibattito Sorgane Blog e Il Reporter lo ha chiesto ai cittadini in giro per il quartiere. Al bar Sorgane Alessio segnala prima di tutto il problema dell’illuminazione: da quando sono stati spostati i lampioni dal marciapiede di viale Croce (per essere sistemati tra l’area del mercato e la strada), la viuzza dietro il bar è rimasta troppo al buio: “Abbiamo avuto tre furti nel solo mese di agosto, da tremila euro l’uno. Abbiamo ragione di pensare che i malintenzionati si nascondano in questa stradina, sono stati segnalati qui anche furti di biciclette”. I sospetti, per questi episodi, ricadono su “una banda di ragazzini che vengono da fuori”, dicono più voci nel rione. Più avanti, alla merceria, Monica Castrati spiega che avrebbero bisogno di una risistematina i cartelli della pulizia stradale su viale Benedetto Croce, e che ne servirebbero alcuni sistemati nell’area del mercato: “In molti si scordano di togliere la macchina il giorno mensile della pulizia. Non ci sembra giusto chiamare i vigili, ma forse sarebbe utile avere delle indicazioni in più”. L’argomento che divide di più è il tema del parcheggio. C’è chi dice che servirebbero posti auto soltanto per i residenti (sembra che si stiano raccogliendo firme per chiedere la zcs) perché Sorgane è utilizzata un po’ come parcheggio scambiatore da chi va a lavorare in centro e durante gli eventi sportivi, “intorno al campo di atletica non c’è mai posto per noi”, si lamentano alcuni abitanti. Ma c’è anche chi scuote la testa e commenta: “Si parcheggia benissimo anche così, non cambierei nulla”. Il presidente del Quartiere 3 Andrea Ceccarelli ribadisce: “Non è un problema mettere le strisce blu, solo che da quel che mi risulta la maggioranza degli abitanti è contraria”. E c’è una novità: “Dall’assemblea dei 100 luoghi del quartiere è venuta fuori la proposta di alcuni privati di cedere piccole aree ex artigianali o ex
industriali alla cittadinanza, in cambio solo di alcuni posti riservati”, dice Ceccarelli. Per coloro che chiedono il fontanello dell’acqua di alta qualità in piazza Istria non ci sono buone notizie: “Il costo per la manutenzione di un fontanello è di ottomila euro in un anno, sedicimila se c’è l’acqua gassata – spiega Ceccarelli - in questi tempi di difficoltà di bilancio non mi sembra l’investimento migliore, sia perché c’è vicino quello dell’Anconella, sia perché in questo modo si disincentiva l’utilizzo dell’acqua del rubinetto”. I soldi per la manutenzione della collinetta di Sorgane, quella di piazza Carso, invece si rimedieranno: c’è un “gruzzoletto” che viene dal Comune di Bagno a Ripoli nell’ambito della convenzione firmata quando si è deciso di sistemare la collinetta. In primavera sarà completato il lato che si affaccia su Ponte a Ema e, con l’occasione, sarà risistemato il lato di Sorgane, “ma dobbiamo coinvolgere un’associazione ambientalista, abbiamo pensato al Cai,
Il presidente Ceccarelli: “La maggior parte dei residenti è contraria alle strisce blu” per aiutare a mantenere pulita l’area”, spiega ancora il presidente del Quartiere 3. Infine la nota dolente per il rione: “Ho sollevato più volte il problema della viabilità in uscita da Sorgane – dice Ceccarelli - le auto dirette verso la città prendono la stretta via del Cimitero del Pino, si creano code e disagi al traffico nelle ore di punta. Si tratta quindi di vedere con la direzione mobilità se ci sono ipotesi di soluzione”.
commenta su
proprio vero, “nemo profeta in patria”. Un esempio? Stefano Burbi. Fiorentino doc, classe 1957, laureato in Lettere, è compositore e direttore d’orchestra, nonché poeta (recentemente ha scritto e pubblicato Frammenti di eterno). Con un nuovo cd in uscita questo autunno, Burbi continua a comporre instancabilmente musica in occasione di svariate manifestazioni in tutta Italia, ma soprattutto all’estero, dove viene spesso invitato a esibirsi. Eppure, nella sua amata Firenze è ancora sconosciuto (o quasi) ai più. È vero che per motivi lavorativi ha vissuto in Canada per un po’ (nel 1995, tra l’altro, ha vinto a Toronto il prestigioso primo premio come miglior colonna sonora musicando il film Annigoni), ma ormai sono circa dieci anni che si è nuovamente trasferito con la moglie e i tre figli in Italia, e più precisamente al Galluzzo. Il fatto di non essere sempre riconosciuto non è necessariamente un male. “Il Galluzzo è un luogo ideale per dedicarsi in tutta tranquillità a note e spartiti, da sempre i miei speciali compagni di vita”, spiega sorridente il maestro, che continua: “Avevo solo 4 anni quando ho iniziato a studiare musica e adesso non posso che essere felice di esser riuscito a trasformare questa mia grande passione in lavoro. Comporre è l’attività che preferisco da sempre perché mi piace l’idea di poter comunicare alla gente in una maniera più ricercata: questo è quello che sto cercando di fare attraverso i miei lavori. E al giorno d’oggi non è assolutamente facile conciliare la qualità
con le esigenze di mercato”. Mercato al quale non si è mai voluto piegare, investendo energie in tanti e diversi progetti di qualità, talvolta basandosi anche soltanto sulle proprie risorse. Ad esempio, a Firenze gestisce insieme alla moglie l’Istituto Italiano, preposto alla diffusione della lingua italiana per gli stranieri e riconosciuto nel 2003 dal Ministero della Pubblica Istruzione. Tornando invece alla sua attività principale, oltre a scrivere ed eseguire musiche per concerti, colonne sonore di film e documentari, recentemente ha composto musica per ben due balletti. Ma non solo. È curioso scoprire che sia proprio lui l’autore (di musica e testo) degli inni delle squadre di calcio di Audace Galluzzo e Rondinella. “Da vero tifoso fiorentino, per la verità, nel
Ha creato musiche per la Fiorentina e non solo. Ora si racconta 2008 ho scritto un inno pure per la Fiorentina, che non vuol essere un confronto con quello simbolo di Narciso Parigi, tra l’altro mio grande amico. È solo un omaggio che ho voluto fare alla squadra”, precisa il maestro. È infatti la più pura passione nei confronti della musica il segreto del successo di Stefano Burbi, un uomo che, come direbbe il collega Bocelli, davvero “vive /V.B. per Lei”.
L’INIZIATIVA. I “bottegai” fanno squadra
In gita per solidarietà T
ornare a essere quei “bottegai” che un tempo si stringevano attorno a chi aveva più bisogno. È il desiderio che ha spinto i negozianti del centro commerciale naturale “Punti di Incontro” a organizzare una gita sociale a Gubbio lo scorso 16 ottobre. Quando si sono resi conto che nella fretta di tutti i giorni capita troppo spesso di trascurare rapporti di amicizia e solidarietà, hanno pensato che un pranzo in compagnia potesse aiutare a riallacciare i contatti tra loro. “Ci conosciamo tutti, ma di vista – racconta il presidente del centro commerciale naturale Franco Nutini – da via Datini a piazza Gualfredotto la strada è lunga e non ci capita spesso di avere il tempo di stare insieme, al di là dei mercatini e delle feste in programma durante l’anno”. L’idea di Gubbio è venuta quasi per caso, poi zia Caterina, la tassista che con il suo variopinto taxi accompa-
gna i bambini malati, ha raccontato ai negozianti che a Gubbio abitava uno dei suoi “supereroi” e la gita si è trasformata in un atto di solidarietà. Al pranzo dei negozianti ha partecipato anche la famiglia di una gemellina di otto anni colpita da una malattia al midollo spinale. Così c’è stato il modo di far arrivare, con un po’ di anticipo, il clima natalizio: alle bambine sono stati consegnati due cesti di alimenti e dolciumi e due bambole di pezza fatte da un’iscritta all’associazione Punti di Incontro. “Siamo molto soddisfatti della buona riuscita della giornata, che è stata la prima ma non l’ultima gita sociale che organizzeremo – spiega Nutini – e ci saranno altre occasioni per portare piccoli contributi di solidarietà come questo. In un momento economico difficile come quello che stiamo attraversando, l’unione tra di noi non può /L.B. che essere positiva”.
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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
L’INCHIESTA. A fine settembre l’episodio che ha scosso il quartiere. E che fa ancora discutere
Stupro all’alba in viale Europa, si risveglia la questione sicurezza Emma Gori
E
rano le sei del mattino quando una donna è stata aggredita alle spalle da un uomo incappucciato, che l’ha ferita e stuprata. Stava iniziando un giorno come tanti, ma la violenza insensata e inspiegabile di un uomo l’ha trasformato in dramma, travolgendo la vita di una donna che si stava recando a lavorare in un bar. Tutto questo succedeva lo scorso 29 settembre, dietro alcuni portici di viale Europa, lasciando sconvolti e attoniti gli abitanti della zona, che si sono svegliati con la tragica notizia. Ancora oggi, a distanza di un mese e mezzo, in molti si chiedono come sia potuto accadere un fatto del genere in una zona che, di lì a pochi minuti, si sarebbe animata. Nessuno riesce a spiegarsi come quell’uomo abbia potuto agire indisturbato e inosservato, dietro una siepe in mezzo ai palazzi. La cronaca di quest’alba di fine settembre continua a far parlare la gente nel rione, riportando prepotentemente alla ribalta il tema della sicurezza. Un tema sempre molto sentito dai cittadini, perché – come insegnano le scienze sociali – il bisogno di sicurezza è una delle esigenze primarie dell’essere umano, secondo solo al bisogno di nutrimento e vestiario. E davanti a un episodio drammatico come uno stupro, crolla inevitabilmente la sicurezza “percepita” per almeno una parte della cittadinanza, quella femminile. Alla luce dei fatti, molte donne e ragazze sostengono di sentirsi meno sicure, quindi meno “libere” di camminare a piedi da sole quando fa buio, per fare un esempio. Per aumentare
il luogo dove si è consumato lo stupro
Beatrice Casalinga, 46 anni
Clara Pensionata, 85 anni
Paola (e Duma) Fisioterapista, 45 anni
“Preoccupata sì, ma per i miei figli”
“Che mondo lasciamo ai giovani?”
“Come donna non mi sento più sicura”
“Dopo questo fatto dello stupro sì, sono più preoccupata. Ma non tanto per me che non esco quasi mai la sera, quanto per i miei figli. Non è un problema di questo quartiere, tutte le zone sono più o meno uguali, ma certamente vent’anni fa non era così: tutto era più tranquillo, ci si sentiva più sicuri”
“Ci sono rimasta molto male. Sia per quella povera ragazza, che rimarrà segnata a vita, sia per tutti noi che in questo mondo non siamo più padroni di niente: anche quando siamo in casa abbiamo paura dei ladri! Servono pene più certe e severe contro chi delinque, sennò che mondo lasciamo ai giovani?”
“Questo fatto mi ha scossa e adesso preferisco non uscire la sera da sola, per esempio per portare fuori il cane. Mi fa paura pensare che ci sia qualcuno che studia i tuoi movimenti, i tuoi comportamenti per poi agire quando meno te l’aspetti. Come donna in questo momento non mi sento sicura”
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il giornale del tuo quartiere la propria sicurezza, in definitiva, sono costrette a porre maggiore attenzione al proprio comportamento, ridimensionando inevitabilmente la propria libertà d’azione. E questo accade a Gavinana: “Non si può certo dire che questo quartiere sia insicuro, sarà come gli altri e forse anche un po’ meglio – dice la sua una signora – sicuramente quando ero giovane io non era così, siamo andati a peggiorare. Io sono anziana e non ho certo paura di uno stupro, ma di uno scippo sì. Infatti viaggio con pochi soldi dentro la borsa: ormai non siamo più liberi di fare niente...”. Si torna, dunque, al caso del cittadino che si autotutela, limitandosi... Ma se come singoli possiamo mettere in atto comportamenti di prevenzione e autotutela, cosa possiamo fare come collettività? E soprattutto, cosa possono fare le istituzioni? A questa domanda risponde Filippo Marchi (Pdl), presidente della commissione garanzia e regolamento del Quartiere 3: “La sicurezza si crea con un maggiore controllo del territorio – afferma - noi che siamo l’istituzione più vicina ai cittadini dobbiamo sensibilizzare una maggiore presenza delle forze dell’ordine, di concerto con l’amministrazione comunale e statale. Il gruppo Pdl ha già sollevato più volte la questione sicurezza all’interno del Consiglio di Quartie-
re, tuttavia la questione rimane ancora irrisolta. Davanti a un fatto gravissimo, come uno stupro, si rende necessario un presidio capillare del territorio da parte di polizia, vigili urbani e carabinieri”. Sul tema interviene anche il presidente del Q3 Andrea Ceccarelli, d’accordo con Marchi nell’idea di incrementare la vigilanza, anche se - fa notare - attualmente è una strada difficilmente percorribile per via dei numerosi “tagli” alle risorse di enti locali e forze dell’ordine: “Sulla sicurezza la guardia deve essere tenuta sempre alta, e un modo per farlo è presidiare il più possibile il territorio – spiega Ceccarelli - pensare di mettere un poliziotto a ogni an-
Un’anziana: “Quando ero giovane io non era così” il circolo
golo è però irrealistico. Quello che concretamente possiamo fare adesso, a livello di Quartiere, è trovare forme di convenzione con gli enti e le associazioni che sono attivi su uno spazio perché lo presidino il più possibile e lo mantengano vivo con eventi e iniziative, come è successo già all’Anconella”.
Le Lame,
davanti a cui avvenne un omicidio nel gennaio
2010
Tutto è accaduto dietro ad alcuni portici, in una zona che di lì a pochi minuti si sarebbe animata. Ora si cercano soluzioni: oltre a maggiori controlli (difficili in tempi di tagli) si pensa a iniziative per mantenere vivo il territorio
IL CASO. Due furti ravvicinati al “Liberetà Reims”. Presi proiettore e tv, ma anche cioccolatini e spuma
E i ladri (ri)mettono nel mirino il centro anziani
ui non c’è più niente da rubare, avete già portato via tutto”. È l’amaro avviso che campeggia all’esterno del centro anziani Liberetà Reims, che la dice lunga sui tristi accadimenti degli ultimi mesi. “Tristi” perché, se rubare è sempre un atto vile e condannabile, farlo ai danni di un centro anziani è ancor peggio. I fatti risalgono allo scorso settembre, quando per ben due volte ignoti si sono introdotti nei locali del centro durante la notte. E la prima volta ne sono usciti con un discreto bottino: proiettore, tv e impianto stereo sono gli oggetti che
Vorrei sapere chi è così vigliacco da venire a rubare in questo posto
mancavano all’appello all’indomani del furto. Senza contare i danni alle porte, che sono state forzate. “Dev’essere stato qualcuno che conosce il posto – spiega il presidente Giorgio Pacini – gente che sapeva dov’è la bacheca con le chiavi e che nella notte ha avuto tutto il tempo di sceglierle per aprire la sala grande”. Le altre chiavi sono poi state sparse lungo tutto il giardino, quasi a dispetto, tranne quelle dei lucchetti esterni che sono stati portati via. Davanti a questo scenario, le reazioni dei numerosi frequentatori del centro sono di sconcerto misto a paura: “È incredibile che qualcuno venga a rubare qui dentro: ma cosa pensavano di trovare? Quanti soldi ci ricaveranno con quello che hanno rubato? – commenta una signora – per noi la televisione, il proiettore e l’impianto col microfono erano importanti per le attività ricreative. Pensare che il proiettore si era usato una volta sola! La televisione poi era un modello nuovo!”. E infatti i ladri hanno scelto oculatamente, lasciando al suo posto un vecchio televiso-
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re inutilizzabile col passaggio al digitale. Ma, oltre al danno, la beffa. Sì, perché i ladri, presumibilmente gli stessi, sono rientrati una seconda volta nel giro di pochi giorni e, non trovando più niente da rubare, hanno pensato bene di mettersi a bivaccare a cioccolatini e spuma. “Abbiamo ritrovato un’altra volta le porte aperte, e poi le carte dei cioccolatini per terra insieme alle bottiglie. Per il resto non hanno né preso, né rovinato nulla – raccontano gli anziani – veniamo qui per distrarci un po’, per passare qualche ora in compagnia: queste incursioni notturne non ci fanno sentire al sicuro”. A seguito di questi fatti, il centro anziani si è trovato costretto a investire in sicurezza, sostenendo una spesa ingente: “Abbiamo allarmato completamente i locali – conclude Pacini – ci siamo tutelati, visto che questi sono solo gli ultimi due episodi, perché in passato hanno rubato altre tre volte. Vorrei sapere chi sono questi lazzaroni che hanno la vigliaccheria di /G.B. venire a rubare in un centro anziani!”.
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Novembre 2011
Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
ARNO E DINTORNI. Dodici vecchie pescaie saranno trasformate in centrali idroelettriche
Energia e nuovi spazi, rinascono le sponde Anche il quartiere 3 è interessato dai cambiamenti. Previsto il recupero delle rive con piste ciclabili, giardini, campi da minigolf e altro ancora. Intanto i ponti fanno i conti con i graffiti Lisa Baracchi
L’
Arno accende la luce in città. Saranno dodici le vecchie pescaie che rinasceranno come nuove centrali idroelettriche, e il quartiere potrà assistere alla costruzione di tre di queste a Sant’Andrea a Rovezzano, a Nave a Rovezzano e
il ponte da
Verrazzano
a San Niccolò. Intorno alle opere di ingegneria idraulica che si trovano sul fiume e che sfrutteranno la forza dell’acqua, si attende la costruzione di piste ciclabili, parchi e campi di minigolf. Il project financing per la realizzazione delle dodici centrali idroelettriche è stato affidato
ad agosto in via provvisoria (l’aggiudicatario è un raggruppamento di imprese guidato da Pac Spa di Bolzano) e sono in corso controlli per arrivare alla consegna del lavoro. “Per la realizzazione di tutte le opere – spiega l’assessore provinciale all’ambiente Renzo Crescioli - sono previsti quattro anni, ma pensiamo di riuscire a far entrare le prime centrali in funzione già nel 2013”. Seguirà un bando per la gestione dell’energia elettrica prodotta: è stato previsto che le dodici briglie (poste tra Incisa e Lastra a Signa) potrebbero produrre circa 65 milioni di kilowattora ogni anno (che rifornirebbero circa ventimila famiglie) per un risparmio di oltre 45mila tonnellate di anidride carbonica nell’aria (il due per cento delle emissioni dell’intera Toscana). “È un progetto innovativo, unico in Europa per dimensioni e modalità spiega il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci - con questa operazione siamo riusciti a coniugare l’innovazione tecnologica allo sfruttamento delle energie rinnovabili, a far risparmiare alle
le sponde nelle vicinanze del ponte di
casse pubbliche le spese per il ripristino delle pescaie, a recuperare risorse da destinare a opere di difesa del suolo”. “Il progetto – conclude Barducci - porta con sé tutta una serie di iniziative di recupero delle sponde, con piste ciclabili, parchi, giardini, campi di minigolf e spazi in generale di fruizione pubblica”. La pescaia di Sant’Andrea a Rovezzano è quella più danneggiata: è lunga circa duecento metri e la parte centrale è stata demolita durante i lavori di costruzione del ponte ferroviario. Le altre due briglie di Nave a Rovezzano (170 metri) e San Niccolò (200 metri) sono in buono
Varlungo
stato di conservazione, ma saranno ugualmente sottoposte a una “cura ricostituente”. Se dalle pescaie si passa a parlare di ponti, è quello da Verrazzano che finisce subito sotto i riflettori: ridipinto nel gennaio scorso dagli “angeli del bello” della scuola d’arte africana con il celeste, il giallo e il grigio chiaro, è tornato ben presto nel mirino di alcuni graffitari. Le opere dei writer della zona più apprezzabili si trovano invece da sempre sul ponte a Varlungo: tra i piloni, in riva all’Arno, si trovano scheletri, conigli con sguardi “assassini” e personaggi coloratissimi presi in prestito dai fumetti.
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• Call center del Comune 055 055 • Polizia municipale pronto intervento 055 3283333 • Polizia municipale emergenze 055 3285 • Azienda sanitaria call center (Cup) 840 003 003 • Quadrifoglio informazioni 800 330011 • Quadrifoglio ritiro materiali ingombranti 055 3906666 • Ataf informazioni 800 424500 • Publiacqua 800 238238 • Publiacqua Numero Verde Guasti 800 314314 • Centralino Quartiere 3 055 2767739 • Guardia medica 055 2320082 - 055 6536899 • Centro per l’impiego 055 685521 • Biblioteca di Villa Bandini 055 6585124 • Punto lettura del Galluzzo 055 2321765 www.comune.fi.it • comunefirenze@comune.fi.it • q3@comune.fi.it
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l’inchiesta
Novembre 2011
LIBRERIE/1. Viaggio tra i grandi nomi che hanno chiuso i battenti negli ultimi quindici anni
Quelle storie finite (male) tra gli scaffali Da Marzocco a Seeber, passando per Le Monnier: salto indietro nel tempo per ricordare le tre “ammiraglie” che hanno segnato la cultura fiorentina tra Ottocento e Novecento. E che una dopo l’altra sono state costrette ad abbassare il bandone
LA RUBRICA DELLA SALUTE a cura del Centro Studi Specialistici
- Firenze
Disgrafia: quando mio figlio scrive male Molti genitori inorridiscono di fronte ai quaderni dei propri figli: disordinati, illeggibili, confusionari, scritti con un segno tutt’altro che bello a vedersi. Quaderni che raccontano di una difficoltà, quella di produrre e comunicare adeguatamente attraverso l’espressione segnica, che si ritrova dunque in ogni occasione del lasciare traccia, ossia nei vari momenti in cui il bambino incide, disegna, dipinge o scrive. Lo studio delle modalità per assicurare una maggiore spontaneità al gesto è esistito da sempre e sicuramente è stato incentivato in questi ultimi anni, anche perché il numero dei soggetti che si mostrano carenti nella produzione segnico-grafica è assai elevato. L’impaccio nel lasciare traccia ha originato una specifica definizione classificatoria, “disgrafia”, ma non è tanto al disturbo che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione e il nostro intervento di aiuto, quanto alla persona, la quale deve trovare, anche attraverso l’esperienza gestuale e motoria, tranquillità emotiva, certezza, conoscenza e stima di sé, pilastri fondamentali su cui si basa un segno grafico ben tracciato. Scrivere male è un segnale di disagio che il bambino invia, un campanello d’allarme al quale gli adulti devono prestare ascolto. Considerarlo con sufficienza e attribuirlo a svogliatezza o, peggio, alla “normale” caoticità del proprio figlio, significa non accorgersi delle sue necessità, non ascoltare ciò che sta dicendo, non tutelarlo adeguatamente. Anche perché lo scrivere male è soltanto un aspetto del disagio, che trova espressione in altre manifestazioni più o meno evidenti, un mosaico di difficoltà, fatto di piccole tessere, che devono essere osservate, quanto prima, nella globalità per mettere a fuoco gli elementi più utili ad un reale intervento di aiuto. I professionisti del Centro Studi Specialistici Kromos sono la Dott. Valentina Benoni Degl’Innocenti, Psicologo (Ordine degli Psicologi della Toscana n. 5624); il Prof. Dott. Guido Pesci, Psicologo, Psicoterapeuta (Ordine degli Psicologi della Toscana n. 651), Pedagogista clinico, Reflector; il Dott. Simone Pesci, Psicologo (Ordine degli Psicologi della Toscana n. 4843); la Prof.ssa Marta Mani, Pedagogista clinico (Ass.ne Nazionale Pedagogisti Clinici n. 2051), Psicomotricista, Reflector. Collaborano con il Centro anche Psichiatri, Neuropsichiatri infantili, altri Consulenti Sanitari e Legali.
CENTRO STUDI SPECIALISTICI Viale Europa, 153/155 - 50126 Firenze 055 6531816 - 055 6821548 - 055 6532802 www.centrokromos.it
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Ludovica V. Zarrilli
C
hissà come sarebbe la città se le vecchie librerie, quelle che hanno accompagnato la storia fiorentina dell’ultimo secolo e mezzo, fossero rimaste tutte al loro posto, con il carico di ricordi e storie che si portano dietro e con quegli scaffali un po’ polverosi e vecchiotti che facevano venir voglia di sedersi in un angolino a leggere. I più giovani forse non le ricordano nemmeno, sembra trascorso un secolo da quando sono scomparse, eppure di tempo non ne è passato così tanto, mentre di polveroni per impedirne la chiusura ne sono stati alzati diversi, a dispetto di chi dice che della cultura se ne fregano in pochi. Il primo pezzo di memoria scomparso è la Marzocco (insieme a Marzocchino, sezione dedicata ai più piccini), libreria stra-famosa negli anni Ottanta, con il leone simbolo della città a occhieggiare dall’insegna, fallita nel 1996 e riaperta nel 2003, coraggiosamente, sulle ceneri della vecchia ammiraglia. Martelli, così si chiamava la “pronipote” di Marzocco, e se ne parla al passato perché anche quest’ultima, nonostante fosse stata ristrutturata, ampliata e dotata di ogni comfort, ha dovuto soccombere al caro affitti (ha chiuso alla fine di settembre). La seconda libreria storica a tirar giù il bandone in ordine cronologico è anche la più antica: è la Seeber, che dal 1861 occupava i grandi sporti affacciati su via Tornabuoni, dove si davano appuntamento, su poltrone mimetizzate tra la boiserie scurissima, Ruskin e Montale, D’Annunzio e Pratolini, e poi Montale, Bilenchi, Longhi, Luzi e Rosai. Dopo tante polemiche e vari tentativi di salvataggio, Seeber ha chiuso i battenti nel novembre del 2002, sostituita di lì a poco da un grande negozio d’abbigliamento, che è andato ad aggiungersi alla lista di griffe che da tempo popola la strada della moda fiorentina. Un paio d’anni dopo la chiusura ha riaperto conservando il nome (accompagnato dal marchio Melbookstore) un po’ più in là, in via de’ Cerretani, al posto dell’ex cinema Excelsior. Inutile dire che la nuova libreria, grande e funzionale, ha conservato poco e nulla dello stile retrò dell’antenata di via Tornabuoni. Terza nella classifica degli addii è Le Monnier, anche questa tra i luoghi più frequentati dall’intellighenzia novecentesca - aprì nel 1926 nello storico palazzo a metà di via San Gallo, dove ancora oggi fa bella mostra di sé l’insegna, con i profili dorati, che per tanti anni
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ne era stata lo stendardo -, e che ha dovuto lasciare nel 2009, anche lei, per gravi problemi finanziari. Tre storie tristi per tre tasselli importanti della storia della città che se ne sono andati lasciando poche tracce. L’unico barlume di speranza rimane riposto nella Martelli: un cavillo del regolamento edilizio del Comune lascia spazio alla speranza che i libri possano tornare ad affollare gli scaffali del locale (leggere l’articolo alla pagina a fianco). Speriamo bene.
Sulle loro poltrone si davano appuntamento Montale, D’Annunzio, Pratolini e Luzi
l’inchiesta
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LIBRERIE/2. A spasso tra le attività del centro: problemi, difficoltà e una buona notizia
La Martelli lotta, il Porcellino saluta Per la prima si cerca una soluzione temporanea, la seconda si trasferisce dai celebri sporti di piazza del Mercato nuovo a una piattaforma on line. Ma, a sorpresa, a primavera riapre la Lef Caterina Gentileschi
È
una vita difficile quella delle librerie fiorentine, che nonostante si trovino in una delle città che vanta il più alto rapporto tra numero di abitanti e libri letti procapite, attraversano un momento di profonda crisi. Soprattutto quelle che non hanno le spalle coperte da un’azienda di grosse dimensioni. Il caso più eclatante è certamente quello della libreria Martelli, nell’omonima strada, che dal 2003 aveva preso il posto della storica Marzocco e che si è vista costretta a chiudere i battenti, redistribuendo gran parte del personale nelle altre librerie del gruppo Giubbe Rosse, ci cui fa parte anche la Edison, per via di un affitto - viene spiegato - non più sostenibile. Grande tristezza fra i dipendenti e gli affezionati (che a fine settembre si sono ritrovati in diverse centinaia davanti agli sporti chiusi per un flash mob di protesta), ma la libreria ha dovuto, almeno per il momento, bloccare l’attività. Unico spiraglio, il cavillo di un articolo del regolamento urbanistico che impone l’utilizzo di determinati spazi solo per fini culturali. Questo signi-
fica che al posto dell’ex Marzocco (e per ora anche ex Martelli) dovrà necessariamente risorgere un cinema, un teatro, uno spazio adibito a una qualsiasi attività culturale o, perché no, una nuova libreria. “Ce la metteremo tutta perché la libreria Martelli riapra - ha annunciato Stefano Bellentani, patron del gruppo Giubbe Rosse - sono sicuro che ci riusciremo”. Forte interessamento da parte di tutte le istituzioni, dalla Regione, che vede l’assessore alla cultura Cristina Scaletti schierata in prima linea, al Comune di Firenze, che ha promesso di trovare una soluzione temporanea per far sì che nei mesi di stand by la libreria possa continuare a vivere, seppur in un luogo diverso da quello in cui si trovava prima (è stata proposta una tensostruttura in via Martelli, oppure il ripristino dei banchini sotto la loggia del Grano). Martelli a parte, attraversa una fase complessa anche la libreria Edison che potrebbe essere sfrattata dai proprietari dei locali “sebbene continui a lavorare molto bene”, come spiega uno dei dipendenti. Altro avamposto della cultura fiorentina in procinto
di chiudere per sempre è la libreria del Porcellino, in piazza del Mercato nuovo, che fino alla fine dello scorso mese ha liquidato libri vendendoli a prezzi stracciati e che presto si trasformerà in un negozio virtuale, sul quale potranno far affidamento i clienti più affezionati. Magra consolazione per chi amava passare un po’ di tempo tra gli scaffali di legno di una delle più belle librerie del centro. A fare da contraltare alle tante botteghe del sapere che abbassano per sempre il bandone ce n’è però una che fa continuare a sperare. Si tratta della Lef, Libreria Editrice Fiorentina, che tempo fa era scomparsa da via Ricasoli e che a primavera riaprirà in via dei Pucci, con ingresso da Palazzo Pucci. Una storia a lieto fine per continuare a credere nella cultura fiorentina e in chi insiste, ogni giorno, a cercare pagine da sfogliare nelle librerie che hanno fatto la storia della città.
più notizie su la liBrEria DEl
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vademecum
Novembre 2011
LE NOSTRE TASCHE/1. Un’indagine rivela un aspetto forse inatteso del capoluogo
Crisi&carrello, Firenze tra le meno care Nella battaglia all’ultimo sconto i piccoli supermercati battono le grandi catene, ma la convenienza è assicurata sull’intero territorio comunale. E cogliendo la promozione giusta al momento giusto si possono risparmiare fino a mille euro Francesca Puliti
S
orpresa: vivere (e mangiare) a Firenze costa meno del previsto. Anzi, costa decisamente meno della media nazionale. Secondo un’indagine effettuata da Altroconsumo, che ha preso in esame centinaia di supermercati in tutto lo Stivale, Firenze e Pisa risultano tra le città meno care d’Italia. In particolare, la città della Torre Pendente è seconda solo a Verona in termini assoluti, mentre il capoluogo toscano è quello dove, con un po’ di impegno, si può risparmiare di più (oltre mille euro). A patto di conoscere tutte le opportunità e la dislocazione di ogni supermercato, di inseguire tutte le promozioni possibili e di acquistare prodotti diversi in posti diversi, a secondo del prezzo sul cartellino. Riempire il carrello sotto il Cupolone costa in media 5.800 euro l’anno a famiglia, contro i 5.700 e spiccioli di Verona e i 6.571 di Aosta, la più salata del Belpaese. Frenate gli entusiasmi, però, perché in un’analoga indagine effettuata nel 2008, sempre da Altroconsumo, Firenze si era classificata al primo posto, e le differenze di prezzo tra i due estremi della hit parade appaiono oggi più sottili di ieri. Ciò premesso, dove dirigersi per mettere a
frutto tutta questa convenienza? L’indagine riserva un’altra sorpresa: contrariamente a quanto rilevato in passato, quest’anno si scopre che le buste conviene riempirle nei piccoli super di vicinato. Insomma, le catene meno articolate sembrano battere i giganti della grande distribuzione. Niente paura, però, anche i supermercati più “gettonati” si trovano sempre ai piani alti della top ten. A scalzare i big dal podio - secondo la ricerca - sono i market con poche decine di punti vendita, concentrati nei centri urbani più grandi e organizzati in maniera più spartana, a partire dalla pubblicità. Chi non si affeziona al marchio, poi, può puntare dritto sugli scaffali low cost: negli ultimi anni ne sono sorti a decine, a partire dalla periferia per arrivare alle strade più centrali. Con conseguenze positive
Per fare la spesa sotto il Cupolone si spendono in media 5.800 euro l’anno a famiglia
in tutta la città perché, si sa, niente è meglio della concorrenza per le tasche dei clienti. Ipermercati e hard discount stampano gli scontrini meno cari, ma attenzione alle quantità: spesso accade infatti che ci facciamo convincere da una grande confezione a prezzo scontato, con la conseguenza di moltiplicare gli sprechi. Al netto di ciò che finisce direttamente in pattumiera, il risparmio potrebbe essere alquanto limitato. In questo senso, per i single, la spesa al supermercato potrebbe rivelarsi non troppo conveniente, se non attentamente pianificata. Ma in questo campo ci vengono in aiuto decine e decine di manuali sulle monoporzioni e su come recuperare gli avanzi, nonché vere e proprie applicazioni tecnologiche per stilare la lista con rigore scientifico. Occhio, infine, alle promozioni, che possono indurre l’effetto “non mi serve, ma è un affare”. Prendete in considerazione, invece, l’opzione “due in uno”, laddove si intende “spesa più benzina”: da noi non è una pratica diffusa quanto all’estero, ma qualche discount si è già attrezzato mettendo su anche un distributore low cost. Succede soprattutto ai margini della città, ma in genere il viaggio si ripaga da solo con il risparmio.
L’ALTERNATIVA Nati una decina di anni fa, adesso i “Gas” sono una cinquantina, distribuiti equamente nei cinque quartieri
Tutti insieme appassionatamente: il boom dei gruppi d’acquisto è un altro modo di fare la spesa, un modo che non concepisce il concetto di carrello e supermercato e rifugge come la peste il consumismo smisurato, le fragole a dicembre e i carciofi a Ferragosto. I prodotti, tutti di stagione, a chilometri zero o quasi, arrivano direttamente a domicilio. E costano anche un po’ meno. Basta entrare a far parte di un Gas, ovvero di un Gruppo d’Acquisto Solidale. A Firenze se ne contano almeno una cinquantina, proliferati soprattutto negli ultimi cinque o sei anni. Ma ce ne sono diversi anche in provincia, da Borgo San Lorenzo a Rignano sull’Arno. En-
trare a farne parte o fondarne uno è facilissimo: basta mettersi d’accordo con vicini di casa, amici o conoscenti, compilare liste della spesa collettive (anche solo per un settore, come quello di frutta e verdura) e farle avere ai produttori di riferimento (in genere sparsi sulle colline cittadine). Il referente del gruppo, poi, riceverà a casa propria il pacco cumulativo, e provvederà a distribuire la merce agli altri componenti. Il metodo più semplice per entrare in contatto con altre persone interessate è il passaparola (vale lo stesso per trovare i produttori giusti): chi non sa da quale parte rifarsi, però,
può sempre consultare il sito internet www.retegas.org, dove tutti i gruppi sono schedati per provincia, città e quartiere, con tanto di referenti e numeri di telefono. In qualche caso è specificata anche la “specializzazione” del gruppo: già, perché via Gas può arrivare di tutto, dall’olio del contadino agli accessori in pelle fatti a mano, dai formaggi al pesce fresco. Perché alla fine il vero guadagno non sta nel risparmio, ma nella qualità dei prodotti, nell’uscire dai soliti schemi e dai soliti marchi. E nel ritrovare il gusto del contatto umano e /F.P. farsi qualche nuovo amico “di carrello”.
DOLORI CRONICI O PROBLEMI NON RISOLTI? DR. THOMAS HERMS SPECIALISTA IN MEDICINA INTEGRATIVA
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• la schiena VISITE E TRATTAMENTI • la cervicale DEL CORPO UMANO • il ginocchio del corridore nel suo insieme per la soluzione di disturbi spesso ritenuti psicosomatici • l’emicrania ecc. • poi ci sono i problemi relativi mentre in realtà la causa è un’altra. all’addome malato In primo piano ci sono le sindromi • per non dimenticare i focolai dolorose del movimento spesso nascosti, che nessuno li sente ma che associate a squilibri della postura divengono causa di tanti mali. LA MEDICINA INTEGRATIVA NON E’ IN OPPOSIZIONE ALLA MEDICINA TRADIZIONALE MA LA ARRICCHISCE. DR. THOMAS HERMS studio medico specialistico di medicina integrativa chiropratica - posturologia osteopatia del dolore patologie da sport
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LE NOSTRE TASCHE/2. Dalla fattoria alla tavola senza intermediari: decolla la vendita diretta
E il contadino ora arriva a domicilio Mercatini a chilometri zero in città ogni giorno dell’anno: oggi la filiera corta è alla portata di tutti. E sulle bancarelle vince la varietà, dall’agrobirra ai pomodori neri “anti-infarto” Paola Ferri
S
e il consumatore non va alla montagna, la montagna va dal consumatore. O meglio, il contadino scende dal poggio e porta i prodotti freschi direttamente in città. La filiera corta cambia senso di marcia e non riguarda più solo pochi eletti: dimenticate l’immagine del pioniere del bio che si inerpica per strade sterrate alla ricerca della fattoria, oggi sono sempre di più i produttori che si organizzano in mercati settimanali. “Ogni giorno dell’anno – assicura Simon Querci di Coldiretti - è possibile trovare i prodotti di filiera corta”. Sono circa settanta i mercati di “Campagna amica”, emanazione mercatale di Coldiretti, distribuiti in tutta la Toscana. Un centinaio le aziende che hanno aderito all’iniziativa tra Firenze e Prato, di cui la metà partecipa regolarmente alle bancarelle settimanali e alle occasioni straordinarie della domenica, come il famoso “Mercatale” che si svolge ogni mese in piazza della Repubblica. Quantificare le vendite della filiera corta è piuttosto complicato, ma il continuo proliferare di attività di questo tipo testimonia un crescente interesse. Motivi di risparmio? “A parità di qualità – continua Querci – il prezzo è sicuramente vantaggioso rispetto alla grande distribuzione”. Ma il guadagno sta soprattutto nelle garanzie sulla provenienza del cibo, nel contatto diretto
con il produttore e nella varietà dell’offerta. Già, perché la filiera corta può far riscoprire sapori dimenticati e antiche ricette. Come ad esempio la “agrobirra”, preparata esclusivamente con ingredienti made in Tuscany. O alcune varietà di mele recuperate da agricoltori volenterosi, magari non bellissime, ma dal gusto sopraffino. O i pomodori più “strambi” che si siano mai visti, ma dalle proprietà eccezionali. Neri, gialli, verdi, rotondi o oblunghi, insomma roba da collezionisti. Come quelli di Niccolò D’Afflitto, enologo e agronomo fiorentino, che possiede la più vasta collezione di pomodori d’Italia. Trecentottanta varietà, coltivate una a una in un orto alle porte di Firenze, nella tenuta di Castelruggero, dove si producono anche fiori e frutti delle specie più svariate e un vino molto apprezzato in patria e all’estero. “Li ho scoperti viaggiando per il mondo e sul web – racconta D’Afflitto – c’è quello nero, che contiene la più alta concentrazione di antiossidanti, preziosi per il cuore; quello giallo, più acidulo; quello verde, il più dolce. Ma il più buono resta il Roma, quello rosso da insalata”. Specialità da intenditori, che però non hanno ancora un grande mercato. Almeno non qui, nella nostra regione. “I toscani sono tradizionalisti nell’animo – conclude D’Afflitto – anche gastronomicamente parlando”.
ZOOM Liscia o gassata, ci piace confezionata. Ma aumenta anche l’utilizzo dei fontanelli: acqua gratis e di alta qualità
Bottiglia vs rubinetto: toscani primi in Europa per consumo di minerale acile associare la Toscana a un buon bicchiere di vino rosso. E invece i toscani sono i più grandi amanti dell’acqua minerale in Europa. “La nostra – ha recentemente dichiarato il presidente di Publiacqua Erasmo D’Angelis – è la regione europea col più alto tasso di consumo di acqua in bottiglia pro capite. E l’Italia si piazza al terzo posto nel mondo, dopo paesi con evidenti problemi di siccità come il Messico e gli Emirati Arabi”. Circa 700 bottiglie l’anno per un totale che si aggira sui 300 euro a famiglia. E c’è poco da stupirsi, visto che la Toscana risulta anche tra i maggiori produttori di minerale: qui viene
imbottigliato il 10% dell’acqua made in Italy, e qui hanno sede due tra i maggiori marchi del settore, Panna e Uliveto. “Non voglio demonizzare quel tipo di scelta né l’acqua in bottiglia - spiega D’Angelis - ci tengo solo a sottolineare che in un periodo di crisi sarebbe auspicabile una riflessione sui costi, che porterebbe un evidente risparmio per le famiglie”. Bere l’acqua “del sindaco” ci costerebbe infatti notevolmente meno, dai 150 ai 200 euro a seconda dei consumi. “Bisognerebbe abbandonare una volta per tutte i pregiudizi – continua il presidente di Publiacqua - e cominciare a usare serenamente e consapevolmen-
te l’acqua dei nostri acquedotti, che passa attraverso sistemi di filtraggio di ultima generazione”. Intanto, lo scorso settembre, la rete dei fontanelli di acqua di alta qualità, liscia e gassata, è arrivata a quota 12 punti, distribuiti in ogni quartiere della città. E i consumi di acqua pubblica continuano a crescere: negli ultimi cinque anni un terzo della popolazione dell’area Publiacqua ha iniziato a farne regolarmente uso. Anche perché, di fronte al fontanello, i costi scendono ancora: ciò che si imbottiglia non finisce in bolletta, l’unico prezzo da pagare rimane quello di /P.F. fare la fila con i contenitori in mano.
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ON LINE. Non solo calcio: www.ilreporter.it segue da vicino squadre, atleti e storie di casa nostra
Tutto lo sport fiorentino in un click TEMPO LIBERO, INIZIATIVE ED EVENTI SU
I PIÙ LETTI DEL MESE 1. Puccini e Preziosi: sfida a distanza per gli ex innamorati 2. Digitale terrestre: Toscana a rischio blackout, arriva la legge salva-tv 3. Un nobile “fancazzista” al Gf 12: Leone Guicciardini, da Firenze 4. Pusher insospettabili e baby clienti: stroncato giro di eroina 5. (Para)influenza, quasi 80mila a letto. Ecco i sintomi
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hi l’ha detto che sport fa rima soltanto con calcio? Il pallone, si sa, è una delle grandi passioni degli italiani, e Firenze non fa certo eccezione. Ma oltre al calcio, oltre all’amata Fiorentina e al suo seguito di migliaia e migliaia di tifosi, a Firenze si apre uno sconfinato orizzonte fatto di altre discipline e attività, di uomini e donne, ragazzi e ragazze che fanno onore alla nostra città spesso lontani da riflettori, fama e, perché no, anche dai tanti soldi che girano attorno al mondo del “Dio pallone”. È per questo che Il Reporter.it ha
LA STAGIONE VIOLA IN TEMPO REALE SU
deciso di seguire da vicino, oltre alla Fiorentina, le squadre e gli atleti protagonisti in quegli sport a volte ingiustamente indicati come “minori”, ma che minori ovviamente non sono. Sport nobili e affascinanti, nei quali Firenze e le sue realtà si stanno distinguendo sempre più a livello nazionale e non solo. Dalla pallavolo al basket, dalla pallanuoto alla pallacanestro, dal rugby alla boxe e via dicendo: sono tante, ogni settimana, le discipline che Il Reporter.it segue con attenzione e interesse, dando spazio, sul sito internet, ai risultati, ai personaggi e alle storie che compon-
CANTIERI E LAVORI, TUTTE LE NOVITÀ IN DIRETTA SU
gono questo mondo. Un mondo, quello degli “altri” sport, in costante crescita a Firenze e dintorni, a conferma della tradizione che vuole nella Toscana e nel suo capoluogo una fucina di campioni nelle più svariate discipline. Tra loro, tra le più belle storie del recente passato, c’è quella di Susanna Cicali, passata dalla canoa all’avventura di Miss Italia e viceversa, e balzata per questo all’onore delle cronache. Ci sono poi le storie di Niccolò Campriani e Leonard Bundu, sempre più protagonisti nei rispettivi sport (tiro a segno e boxe), ma ci sono anche quelle di centinaia, miglia-
I VIDEO PIÙ VISTI 1. “Salve sono Matteo Renzi”: il rottamatore e le beffe di Crozza
ia di atleti che ogni giorno versano sudore per la propria squadra, la propria passione, per raggiungere obiettivi e scaldare i cuori dei tifosi. Perché anche i tifosi non mancano in questo panorama sconfinato di “altri” sport, non mancano gli appassionati di discipline storiche che cercano di seguire come possono i propri beniamini. Per loro, per fare in modo che i riflettori possano rimanere accesi su questo mondo, ma anche per tutti coloro curiosi di scoprire cosa c’è oltre al calcio nel panorama dello sport fiorentino, Il Reporter.it racconta ogni settimana quello che succede sui campi, nelle piste, nei palazzetti e in tutti gli altri luoghi in cui i nostri atleti danno il meglio di loro per tenere alto il nome di Firenze.
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MUSICA ALLA SCOPERTA DELLE BAND GIOVANILI
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on solo Litfiba e Irene Grandi: sulla scia dei più noti protagonisti della musica di casa nostra, in città ogni giorno le sale prove si riempiono di giovani desiderosi di mettersi alla prova tra microfoni, chitarre e batterie. È il mondo delle band giovanili, un mondo di ragazzi e ragazze che dedicano tempo ed energia alla loro passione: la musica. Qualcuno di loro forse ce la farà a sfondare, per altri rimarrà soltanto un bel sogno, per tutti certamente è un modo per esprimere quello che hanno dentro e che vogliono urlare al mondo. Il Reporter.it dà loro spazio, pubblicando sul portale videointerviste di alcuni dei più interessanti gruppi e cantanti di casa nostra. È già toccato agli Zoo Park, ai Dinamo e a Luca Lastilla, realtà che si possono scoprire (ascoltandole) su Il Reporter.it. Per segnalare altre band si può mandare una mail a redazione@ilreporter.it.
RiguaRdiamoci il cuoRe INTRODUZIONE Il 26 e 27 marzo 2011, all’Istituto degli Innocenti, in Firenze, si è tenuta la manifestazione di prevenzione cardiovascolare “Riguardiamoci il Cuore” organizzata dalla Società della Salute in collaborazione con l’azienda Sanitaria e il Comune. Alla manifestazione hanno partecipato 800 persone e tutti hanno avuto la possibilità di conoscere i principali fattori di rischio, di apprendere come contrastarli e di fare una valutazione del rischio di infarto o ictus. Hanno contribuito in maniera fattiva il mondo del volontariato e numerosi enti ed aziende: ANPAS, AUSER, AssoCuore, Croce Rossa, Misericordia Firenze, Banca di Credito Cooperativo di Signa, Esaote, il Mercatino dei Ragazzi Scandicci, Montedomini, Omrom, Rivoire, Roche, Valsoia.
PERché qUEsTa maNIfEsTaZIONE? Ogni anno a Firenze avvengono 2.237 nuovi casi d’infarto; di questi 586 muoiono prima di arrivare in ospedale (ARS Registro Toscano AMI, agosto 2011). Quelli che sopravvivono si porteranno per tutta la vita, la conseguenza di una malattia cronica, fortemente invalidante. Eppure le malattie di cuore si possono prevenire. Basta seguire semplici regole di vita. Quali sono i fattori di rischio per infarto? Lo studio INTERHEARTH ne indica nove. Il loro controllo riduce il rischio del 90%. questi sono: • Ipercolesterolemia • Fumo • Diabete • Ipertensione • Obesità addominale • Fattori psicosociali • Scarso consumo di frutta e verdura • Vita sedentaria • Abuso di alcool
avrai come beneficio la riduzione del 50% rischio di infarto : • mODIfIca La DIETa • aUmENTa L’aTTIVITà fIsIca • RIDUcI IL PEsO IN EccEssO Se le misure soprariportate non sono sufficienti sarà necessario ricorrere ai farmaci. Ma anche se prendi le medicine impegnati a fare esercizio fisico ed a mangiare meno grassi.
IPERTENsIONE aRTERIOsa, La mOLLa chE fa saLTaRE IL cUORE L’esercizio fisico aiuta ad aumentare i livelli di HDL . o “colesterolo buono”, contribuisce a far perdere il peso in eccesso ed a mantenerti in forma. Una buona condizione fisica favorisce la riduzione del livello totale del colesterolo nel sangue. Più di dieci milioni di italiani soffrono di pressione alta. La metà di questi non sa di esserlo. Tra quelli che ne sono a conoscenza solo il 25% riesce a tenere i valori pressori sotto controllo. Bastano queste poche cifre per capire come l’ipertensione sia un nemico sottovalutato eppur temibilissimo per il cuore ed i vasi sanguigni. A tutte le età è necessario mantenere nei limiti consigliati la pressione arteriosa per non incorrere in infarto ed ictus cerebrale o in malattie renali. qUaLI VaLORI PUOI accETTaRE? Così come per il colesterolo i valori desiderabili variano a seconda dello stato di salute del soggetto. Nella tabella sottostante sono riportate le più recenti indicazioni delle principali società scientifiche di settore. cONsUma mOLTI VEgETaLI Per mantenersi in forma occorre consumare generose quantità di frutta e verdura. Oltre a contenere poche calorie e molte fibre, questi alimenti presentano, infatti, un’alta percentuale di vitamine ad azione antiossidante che combattono il danno delle cellule dei vasi sanguigni.
Linee guida 2007 Esh/Esc
Tra i fattori che predispongono alla malattia, i più frequenti sono: • L’ipercolesterolemia; • L’ipertensione arteriosa.
scEgLI I gRassI Ipertensione e sovrappeso fanno spesso rima con colesterolo elevato. Controlla, perciò, le quantità di grassi che ingerisci e privilegia quelli di origine vegetale, come l’olio extra vergine d’oliva e il pesce, ricco di Omega 3, ossia acidi grassi polinsaturi.
L’IPERcOLEsTEROLEmIa Il colesterolo è diviso in due frazioni principali: 1. Colesterolo “Buono” HDL: le HDL prelevano il colesterolo dalla parete delle arterie e lo eliminano, ostacolando così la formazione della placca aterosclerotica. 2. Colesterolo “Cattivo” LDL: le LDL al contrario depositano il colesterolo in eccesso sulle pareti delle arterie, favorendo così la formazione della placca. l 25% degli italiani ha valori di colesterolo fuori dalla norma. L’obiettivo principale è tenere sotto controllo i valori di colesterolo LDL. I valori desiderabili non hanno una soglia fissa ma variano in rapporto alle condizioni di salute della persona:
PER cOmbaTTERE L’IPERTENsIONE ImPaRa a gIOcaRE D’aNTIcIPO. Un semplice cambiamento delle abitudini quotidiane può ridurre il rischio di ipertensione e contribuire ad abbassare la pressione arteriosa. Ecco alcuni importanti consigli:
VaLORI DEsIDERabILI DI cOLEsTEROLO LDL PaZIENTI • con 0–1 fattori di rischio <160 mg/dl • con 2 o più fattori di rischio <130 mg/dl • con coronaropatia già nota o con rischio c-v globale >20% < 100 mg/dl
smETTI DI fUmaRE Il fumo rappresenta un fattore di rischio per il cuore e i vasi. Ogni sigaretta, infatti, provoca una vasocostrizione, ovvero un restringimento del calibro dei vasi.
cOsa faRE PER PREVENIRE E cONTROLLaRE L’IPERcOLEsTEROLEmIa Se riesci a ridurre il tasso di colesterolo del 25%,
cONTROLLa LO sTREss L’eccessiva tensione nervosa porta alla produzione di elevate quantità di ormoni, catecolamine, capaci
di indurre un restringimento dei vasi sanguigni e un aumento dei battiti cardiaci. cOmbaTTI IL sOVRaPPEsO Nelle forme più lievi di ipertensione perdere pochi chili basta a riportare la pressione a valori accettabili. La riduzione delle calorie e un’attività fisica regolare rappresentano l’arma più efficace per vincere i chili di troppo. mUOVITI REgOLaRmENTE Per quattro o più giorni a settimana, fai almeno mezz’ora al giorno di attività aerobica, cioè esercizi con sforzi lenti e prolungati. Vanno benissimo attività come nuoto, corsa lenta o passeggiate, ciclismo in pianura. L’attività fisica concordata con il medico può far abbassare la pressione anche in chi è iperteso.
RIDUcI IL saLE Il cloruro di sodio tende a mantenere i liquidi nel sangue, aumentando così la “fatica” che il cuore deve sostenere per spingere il sangue nell’organismo. Aggiungi poco sale agli alimenti e riduci il consumo dei cibi che ne sono ricchi, come i formaggi stagionati e i dadi da brodo. aUmENTa gLI aROmI Le spezie possono sostituire il sale per insaporire gli alimenti. Recenti ricerche dimostrano che timo, salvia, origano e rosmarino oltre a rendere gli alimenti più gustosi contribuiscono a favorire il benessere dell’organismo. Dott. Maurizio Filice Direttore S.S. Unità di cardiologia preventiva e riabilitativa Azienda Sanitaria di Firenze
Sede operativa: Viale della Giovine Italia n. 1/1 Firenze • Segreteria tel. 055 2616202 - fax 055 2616259 • e-mail: direttore@sds.firenze.it • www.sds.firenze.it Informazione a cura della Società della Salute
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Novembre 2011
LA CURIOSITÀ. Lezione in piazza per due classi del Ginori Conti, durante l’autogestione
Scuola, l’ultima frontiera della protesta ON LINE
Non solo cortei e occupazioni:
Servizi alla persona
Boom di visite sul sito semplifica-burocrazia
due professoresse dell’istituto hanno
I
servizi alla persona e alle imprese si cercano sempre più on line. A dimostrarlo è il boom di visite che sta registrando www.055055.it, il servizio multicanale integrato di Comune, Provincia e altri enti locali dell’area fiorentina: nel 2008 le visite al sito furono 699.966, nel 2009 3.456.395, nel 2010 4.027.883 e nei primi otto mesi del 2011 sono stati superati i due milioni e mezzo (per l’esattezza 2.684.185). Nel secondo trimestre del 2011 sono aumentati sensibilmente anche i pagamenti on line dei servizi (certificati anagrafici, acconto e saldo per i centri estivi per bambini, iscrizione ai nidi d’infanzia e ai centri gioco educativi, servizi di supporto alla scuola). Dai 14.614 pagamenti registrati nei primi tre mesi dell’anno, pari a 1.436.153 euro transati, si è passati ai 18.416 pagamenti effettuati da aprile a giugno, per un valore pari a 1.868.547 euro (per un totale di oltre 3 milioni e 300mila euro), segno che i cittadini stanno acquisendo dimestichezza anche con questo strumento. Un fatto confermato anche da altri numeri, come ad esempio quelli delle iscrizioni ai servizi per l’infanzia di Sesto Fiorentino: 182 domande sulle 416 presentate per l’anno educativo 2011/2012, quasi il 44%, sono state effettuate via web. Ancora: da gennaio ad agosto 2011 oltre centomila fiorentini hanno cercato su www.055055.it informazioni sulle questioni che riguardano l’identità e la cittadinanza (anagrafe, stato civile, servizi elettorali, accesso agli atti, servizio civile), quasi 94mila hanno navigato nella sezione “Urbanistica, edilizia e lavori pubblici”, 41.500 hanno aperto le pagine che parlano del mondo dell’istruzione e 36.500 si sono informati su tributi, canoni e tariffe. Il sito di 055055 è gestito da Linea Comune, società a intera partecipazione pubblica che supporta gli enti locali dell’area fiorentina per i servizi on line, in collaborazione con 21 amministrazioni comunali della zona e con la Provincia di Firenze. L’ultimo Comune a inaugurare i servizi on line è stato, a settem/B.B. bre, Borgo San Lorenzo.
coinvolto gli alunni in un’iniziativa particolare. Tra gli sguardi stupiti dei passanti Ludovica V. Zarrilli
M
ettiamo cinquanta ragazzi in piazza Sant’Ambrogio, con due professoresse a far lezione en plein air e la curiosità dei passanti. Sono stati questi gli ingredienti principali delle due lezioni tenute dalle professoresse Maria Iotti e Giulia Vera Marchetti dell’Istituto Ginori Conti durante i giorni dell’autogestione dello scorso mese. La mattinata di lezione è cominciata alle 10 ed è andata avanti fino alle 12.30, coinvolgendo non soltanto i ragazzi della IV A e della IV C, che hanno assistito in silenzio e con interesse ai discorsi delle due prof, ma anche i passanti, che si sono fermati ad ascoltare e, alla fine di ogni intervento, hanno anche fatto delle domande. “Ha cominciato per prima la mia collega, Maria Iotti, che insegna biologia - racconta Giulia Vera Marchetti - e ha spiegato ai suoi alunni come funzionano i gruppi sanguigni. Dopo un’ora la sua classe è andata via, perché non c’era spazio sufficiente per tenere sulle gradinate della chiesa tutti i ragazzi contemporanemente, ed è arrivata la mia”. Marchetti insegna italiano e storia, e ha proposto ai suoi un’oretta di spiegazioni sui 150 anni dell’Unità d’Italia. “Il Risorgimento è un argomento che affronteremo in classe durante l’anno e allora ho pensato, viste le celebrazioni per il 2011, che sarebbe stata la tematica giusta da trattare - spiega - sono partita dalla canzone di De Gregori Viva l’Italia, sono passata dal Battiato di Povera Patria per argomentare
la lEzionE in piazza
(Foto
Di
antonio mElE)
sul Risorgimento senza trascurare gli aspetti meno scontati di questo importante momento storico, come il movimento delle ‘giardiniere’, molto poco conosciuto, donne che combattevano a fianco dei carbonari”. Ma non solo. “E ancora - prosegue la prof - abbiamo parlato della grande importanza della letteratura e della musica, con Verdi e Manzoni, fino ad arrivare alla Miss Uragano di cui parla Carlo Azeglio Ciampi nel suo libro”. Alla lezione ha partecipato anche Adalberto Scarlino, presidente del comitato fiorentino per il Risorgimento, che ha coinvolto i ragazzi sul tema. “È stata una bella mattinata - continua la docente - è stata l’occasione per portare la didattica
fuori dal perimetro della scuola, per parlare di quello che si fa in classe e per sfatare un falso mito: quello che i ragazzi, quando occupano, lo fanno solo per concedersi una settimana di vacanza. Alcuni lo fanno anche per quel motivo, non c’è dubbio, ma alcuni studenti sono assolutamente consapevoli dei moltissimi problemi che la scuola deve affrontare e quando indicono scioperi e occupazioni lo fanno anche per dire la loro in proposito. Durante le lezioni in piazza, per fare le quali abbiamo chiesto il permesso al parroco della chiesa di Sant’Ambrogio - conclude Marchetti - sono stati composti e attenti, con grande stupore da parte dei passanti”.
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IL PUNTO. Clima “tropicale” e temporali sempre più violenti: cosa ci aspetta sul fronte meteo
Fuori l’ombrello, 40 giorni sotto l’acqua Novembre sarà molto piovoso, più del solito. Brutto tempo previsto fino alla prima decade di dicembre. Poi, all’orizzonte, c’è il freddo Gianni Carpini
U
n’estate “prolungata” ha lasciato il passo a un autunno “concentrato”. Dal punto di vista meteorologico il 2011 continua a riservare sorprese. Dopo una bella stagione estesa fin ben oltre i cancelli dell’autunno, con il mese di novembre le condizioni atmosferiche cambiano passo e fanno piombare la Toscana in una vera e propria stagione delle piogge. Sole, sole e ancora sole hanno caratterizzato le giornate fino al termine di ottobre, creando non pochi problemi all’agricoltura per la siccità. E ora? Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Le previsioni a lungo termine del Lamma, il laboratorio meteorologico che unisce in un consorzio Cnr e Regione Toscana, spostano la lancetta del barometro verso la bassa pressione. Come dire: ombrello alla mano e stivali ai piedi. “Generalmente novembre è il mese più piovoso dell’anno per la Toscana, e questa volta lo sarà ancora di più – spiega il ricercatore del Lamma Gianni Messeri – prevediamo infatti un periodo caratterizzato da molte precipitazioni. L’ingresso di flussi freddi settentrionali creerà instabilità sulla regione”. Attesi anche temporali, sebbene non sia possibile prevedere i nubifragi con
troppo anticipo. Il cattivo tempo dovrebbe continuare anche i primi dieci giorni di dicembre, mentre nella seconda parte del mese le nuvole lasceranno spazio a settimane secche, senza particolari precipitazioni, ma fredde. Gli acquazzoni degli ultimi due mesi dell’anno non permetteranno però di dissetare la Toscana: non è possibile recuperare in così poco tempo il deficit idrico accumulato nel resto dell’anno, che – in fatto di precipitazioni – è stato povero, rispetto al triennio precedente. Sul fronte del termometro, invece, il clima sarà meno pazzo, almeno in questo novembre. “Non ci saranno grosse anomalie termiche – prosegue Messeri – le minime e le massime rimarranno entro le medie del periodo. Dicembre invece sarà più freddo del solito”. Troppo presto per dire se i fiocchi di neve arriveranno anche in pianura, ma le basse temperature potrebbero favorire la loro comparsa. A livello generale il 2011 non fa che confermare una tendenza già registrata dagli esperti: un clima che assomiglia sempre più a quello tropicale, con periodi secchi e caldi intervallati da momenti “monsonici” caratterizzati da molte piogge, anche violente. “I cambiamenti climatici degli ultimi se-
coli, che si sono avvertiti in particolare a partire dagli anni ‘90 – precisa Messeri – hanno portato da una parte a una diminuzione della quantità e dei giorni di pioggia, dall’altra a un’elevata intensità delle precipitazioni. Sul fonte delle temperature si
registra un progressivo aumento”. Se 2008, 2009 e 2010 sono andati in controtendenza (qualche goccia in più di acqua è caduta), il 2011 è tornato ad avvicinarsi a questa situazione: fa più caldo, piove meno e in modo più violento.
I DATI Ultimamente non sono mancati gli “scherzi”: il record del caldo è stato registrato nella zona di Peretola
Mesi pazzi: a luglio il maglione, a settembre il solleone
S
draiati al sole, in spiaggia, i primi di ottobre. E non c’è stato neppure bisogno di prendere un aereo per raggiungere mete lontane. Di scherzi il clima ne ha riservati molti tra la passata estate e l’inizio dell’autunno, come dimostrano i dati elaborati dal Lamma. Se lo scorso luglio è stato il più fresco da dieci anni a questa parte (condizioni che hanno fatto temere a molti delle vacanze “polari”), settembre ha battuto ogni record, aggiudicandosi il primato di nono mese dell’anno più caldo addirittura dal lontano 1800. Ecco cosa è successo: temperature massime superiori di 3-4 gradi rispetto alle medie del
periodo e sole, tanto, troppo sole. Le piogge sono cadute con il contagocce, facendo registrare un deficit di precipitazioni tra il 50 e il 75 per cento. Solo in due casi i temporali hanno rotto la quiete del solleone settembrino, tra il 4 e il 5 del mese e il 18. In quest’ultimo caso sono caduti oltre 60 millimetri di pioggia in tutta la regione e oltre diecimila fulmini si sono abbattuti in Toscana. Anche agosto è stato rovente. Dopo una fine di luglio fresca, con la seconda parte dell’estate si è tornati a boccheggiare. Complice l’anticiclone, da metà agosto a metà settembre le temperature massime sono state costantemente superiori
alle medie. A sudare di più sono stati, a Firenze, gli abitanti di Peretola: qui, il 21 agosto, l’afa record ha fatto raggiungere i 40 gradi e mezzo, il valore più alto nella terza decade di agosto dal 1951, il sesto mai registrato in assoluto. Ma anche a Sesto Fiorentino il caldo agostano si è fatto sentire. Nel comune alle porte di Firenze, dal 17 al 26 agosto le temperature non sono mai scese al di sotto dei 36 gradi di massima. E così la terza decade di agosto sarà ricordare come una tre le più calde degli ultimi decenni. La colonnina di mercurio è arrivata a sforare la /G.C. media, nei valori massimi, di 6-7 gradi.
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politica
Novembre 2011
TRAMVIA. Nelle intenzioni del sindaco la tratta dovrebbe inaugurare nel giugno del 2014
Linea 2, obiettivo mille giorni di lavori Peretola sembra finalmente avvicinarsi
e proprio boom rispetto all’anno precedente: in agosto Sirio ha trasportato 655mila passeggeri, contro i 400mila del 2010, dopo i 900mila di giugno e i 750mila di luglio. Le corse effettuate nell’arco dell’anno, inoltre, sono state 135mila, con il passaggio di un tram ogni quattro minuti. Se le stime di Gest per il 2011 verranno confermate, al 31 dicembre di quest’anno Sirio avrà trasportato oltre venti milioni di persone dal giorno dell’inaugurazione della prima linea (14 febbraio 2010). Grazie al tram, secondo i calcoli della Regione Toscana, sulla tratta Scandicci-Firenze circolano circa duemila auto in meno al giorno. “La tramvia ha avuto una gestazione sicuramente complessa - ha affermato l’assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio Massimo Mattei - ma questi numeri testimoniano l’apprezzamento dei cittadini: basta dire che il numero dei passeggeri, nel corso dei mesi di attività, è quasi raddoppiato. E l’aumento continuo di viaggiatori ha concluso - è la miglior risposta a chi criticava la scelta del tram quale soluzione per il trasporto pubblico locale”.
al centro cittadino: un grande orologio scandirà il conto alla rovescia. Intanto i passeggeri di Sirio sono in aumento: il boom registrato la scorsa estate Antonio Passanese
L’
aeroporto di Peretola si avvicina sempre più al centro di Firenze. Il sindaco Matteo Renzi ha dato il via ai lavori della linea 2 della tramvia, quella che collegherà la zona di Novoli a Santa Maria Novella. “Il nostro obiettivo, a questo punto - ha dichiarato il primo cittadino - è quello di chiudere i lavori entro mille giorni, come promesso, in tempo per le amministrative del 2014”. E ancora, ha aggiunto il sindaco, “vogliamo dimostrare che le cose si possono fare presto e bene, nonostante gli inevitabili disagi per i cittadini”. Restano così all’orizzonte la linea 2 bis, la linea 4 e, naturalmente, la linea 3, per completare il quadro della mobilità pubblica fiorentina presente nella testa degli amministratori di Palazzo Vecchio. La data scelta per il termine della messa in opera della linea 2, il 13 giugno 2014, non è casuale: “È l’ultima possibile per riuscire a finire i lavori entro il termine della legislatura. E mi piacerebbe molto dimostrare che siamo capaci di fare le cose in tempi molto più brevi del previsto (1.800 giorni quelli immaginati dal contratto originario, ndr)”, spiega Renzi. Un grande orologio, che proietterà il conto alla rovescia per il termine dei lavori, sarà montato in una piazza importante del centro storico, per dare il senso a cittadini e turisti dell’impegno sui tempi preso dall’amministrazione e dall’azienda. La tramvia di Firenze, intanto, viaggia ormai verso i due anni di vita, e il bilancio, ad oggi, è più che positivo: i passeggeri, nel solo 2010, hanno sfiorato gli otto milioni, con una media giornaliera di quarantamila viaggiatori. Ma è la scorsa estate che si è registrato un vero
più notizie su
IL PERSONAGGIO L’intero capoluogo ha salutato il “sacerdote contro”, a lungo anima della comunità dell’Isolotto
Addio Don Mazzi: prete amatissimo, uomo di fede e ribellione
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irenze perde uno dei suoi figli più illustri, un punto di riferimento politico e spirituale, un uomo che non amava cerimonie e ipocrisie. Don Enzo Mazzi nel sangue aveva la fede e la ribellione. E nel 1968 non ebbe alcun timore nello scontrarsi con le sue gerarchie. La rottura con la Chiesa ufficiale fiorentina avvenne per la solidarietà data da Mazzi agli studenti dell’Università Cattolica che avevano occupato il duomo di Parma per protesta. Nel 1974 arrivò la sospensione a divinis. La morte di don Enzo, in città, ha suscitato dolore, soprattutto nella comunità dell’Isolotto che il prete fondò 50
anni fa e dalla quale poi venne allontanato per le sue idee troppo progressiste. “Nessuno può giudicare”, ha commentato l’arcivescovo emerito di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli, che si batté per trovare un accordo tra il dissidente e la chiesa fiorentina. “Con Enzo Mazzi se ne va una figura fortemente legata alla città e in particolare al quartiere dell’Isolotto”, ha ricordato il sindaco Matteo Renzi. Tra i messaggi di cordoglio anche quello di un altro prete dissidente, don Alessandro Santoro: “Era un amico, una persona che ha sempre amato quel Dio ‘vero’ del Gesù del Vangelo”. Da destra a sinistra,
perché in certi casi gli steccati ideologici vanno superati, don Mazzi è ricordato con grande commozione. Ma la sintesi su cosa abbia davvero rappresentato quel “sacerdote contro” l’ha fatta il presidente della Regione Enrico Rossi: “È stato e resterà il simbolo di un’epoca, di una trasformazione profonda che ha coinvolto la nostra società e che ha visto in lui una delle più rilevanti avanguardie. Don Enzo è stato un uomo coraggioso, un sacerdote di grandissima personalità e di profondo spirito critico, nemico delle ingiustizie sociali e attento /A.P. ai più deboli. Un esempio per tutti, cattolici e non”.
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politica
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LA NOVITÀ. Entro un paio d’anni il polo potrebbe diventare realtà IL PUNTO. Incontri nei cinque quartieri
A Firenze il primo ateneo cinese Moschea, il dibattito d’Italia. Al posto del tribunale torna ad accendersi G
Paola Ferri
ià cinquant’anni fa il sindaco La Pira, prevedendo il futuro, sottolineava l’importanza di un minareto nella nostra città che raccogliesse i fedeli di religione islamica in preghiera. Oggi “i tempi per la costruzione di una moschea sono maturi. Firenze deve avere un luogo di culto per i musulmani adeguato alla bellezza storica e degno della ricchezza cultura di questa città”: sono le parole dell’imam di Firenze Izzedin Elzir, secondo cui la messa in opera di un tempio islamico non è più rinviabile ed è un atto dovuto nei confronti dei 30mila musulmani che spesso si trovano a pregare a turno nei retrobottega dei negozi o stipati in fondi e garage. “Un minareto, per le sue caratteristiche, non può certo trovare posto nel centro storico di Firenze – afferma sul suo blog il parlamentare Lapo Pistelli – si può
S
orgerà a Firenze la prima università cinese d’Italia. E troverà spazio in uno dei luoghi di cui ultimamente si è più discusso in città, l’attuale sede del tribunale in piazza San Firenze, obbligata a reinventarsi una funzione dopo il sempre più vicino trasferimento di giudici e avvocati in quel di Novoli. L’intesa è frutto della missione diplomatica condotta lo scorso mese dall’assessore all’educazione di Palazzo Vecchio Rosa Maria Di Giorgi e dal consigliere comunale Mario Razzanelli (Lega Nord), che da anni intrattiene rapporti, prima di tutto lavorativi, ma non solo, con la Cina e in particolar modo con la città di Ningbo. Sarà proprio l’ateneo di Ningbo, una distesa di 178 ettari per diciannove facoltà e trentamila studenti, ad attivare la sede decentrata fiorentina. Già il mese prossimo sbarcherà a Firenze la prima delegazione, mentre dal prossimo anno due docenti e una ventina di studenti si trasferiranno in pianta stabile. L’attivazione completa del polo distaccato dovrebbe avvenire in tempi brevi, “nel giro di un paio d’anni”, assicura l’assessore Di Giorgi. Nel frattempo il complesso di piazza San Firenze dovrebbe essere libero e pronto ad accogliere lezioni e studenti. Il trasferimento del tribunale nel nuovo Palagiustizia costruito a Novoli, infatti, è previsto per i primi mesi dell’anno prossimo. L’arrivo dell’ateneo cinese, però, non è che l’ul-
Nel frattempo un’altra statua vola in Oriente: la copia del monumento di Dante tima tappa di un percorso di avvicinamento tra le due città iniziato diversi anni fa, grazie proprio all’impegno di Razzanelli. Il primo, simbolico passo fu l’invio a Ningbo di una copia del David di Michelangelo, nel 2006, iniziativa che ebbe un gran risalto sulla stampa cinese (seguita da un’operazione non altrettanto riuscita: il dono a Firenze di due giganti di bronzo, lasciati per settimane in un magazzino prima che gli venisse trovato un posto nel parco di Villa
Di giorgi
E
razzanElli
in
Cina
Con DuE piCColi
DaviD
Vogel). Il processo, poi, ha coinvolto anche il sindaco Matteo Renzi, prima volato in Cina, poi protagonista di un incontro a Palazzo con le istituzioni di Ningbo. Fu proprio in quell’occasione che lo stesso primo cittadino lanciò l’idea di una università cinese a Firenze, il primo esempio del genere in Italia. Obiettivo raggiunto durante l’ultima missione orientale di assessora e consigliere, diventato nel mentre cittadino onorario di Ningbo. L’obiettivo principale della visita del mese scorso, in realtà, era la consegna di un’altra statua dal volto fiorentino: la copia in bronzo del monumento a Dante Alighieri che si trova all’interno della Basilica di Santa Croce. La replica, alta 5,37 metri per duemilaquattrocento chili di peso, è stata realizzata dalla Galleria Frilli di Firenze, con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio, ed è stata posizionata nella Cittadella del Libro, proprio ai piedi della più grande libreria cinese. Si tratta di un palazzone alto ben venticinque piani, accanto al quale il bronzeo Dante dovrebbe trovarsi a proprio agio, anche se a migliaia di chilometri di distanza dalla sua Firenze.
la propria sulla costruzione di una moschea. In città, comunque, c’è fermento. La comunità parrocchiale delle Piagge, per esempio, ha pensato di raccogliere firme a favore della costruzione della moschea, invitando la diocesi a fare altrettanto. Ampia disponibilità anche da parte del sindaco Matteo Renzi: “Non voglio fare una discussione ideologica sulla possibilità di avere una moschea a Firenze - ha assicurato - se i nostri amici musulmani ci presenteranno un progetto lo valuteremo e ne discuteremo apertamente’’. L’argomento non poteva non suscitare perplessità tra le forze politiche di centrodestra. Dichiarazioni al fulmicotone arrivano dal Carroccio: la moschea è assolutamente fuori questione, perché l’Islam “è una religione che viola la Costituzione e la legge italiana e che non ammette la reciprocità”. Anche il Pdl è netto: “O l’Ucoii aderisce al Comitato per l’Islam italiano - afferma - o il Pdl respinge la realizzazione di una moschea’’ a Firenze. Il centrosinistra, invece, alza gli scudi e sottolinea che la polemica che si è generata attorno alla vicenda “dà il segno dell’arretratezza culturale e dell’ignoranza in tema di democrazia e Costituzione da parte della de/A.P. stra nostrana e non”.
Secondo l’imam i tempi sono maturi per la costruzione del minareto individuare un’altra area e su questo la politica fiorentina deve discutere senza preclusioni ideologiche. Raccogliere l’appello dell’imam è un segno importante di pace e dialogo”. Ed è proprio in un’ottica di confronto e partecipazione che l’associazione Comunità Islamica Firenze e Toscana ha organizzato, con il contributo della Regione, cinque riunioni tra la comunità musulmana e la città, che si svolgono in tutti i quartieri (prossimi appuntamenti: 8 novembre ore 21 Villa Bandini; 22 novembre sala del consiglio di Quartiere a Villa Vogel; 6 dicembre sala del consiglio di Quartiere Villa Pallini). I fiorentini possono liberamente partecipare per esprimere un giudizio o dire
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speciale
LA CAMPAGNA. L’associazione Guarnieri continua la sua battaglia per introdurre un nuovo reato
Omicidio stradale, firme da tutta Italia
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on solo Firenze, ma l’Italia intera si sta muovendo a sostegno della battaglia portata avanti dall’associazione Guarnieri, che anche Il Reporter ha scelto di sostenere. E la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di omicidio stradale fa grandi passi in avanti: oggi siamo a circa 46mila adesioni. Che è un numero di tutto rispetto, raggiunto grazie al contributo di tutti coloro che hanno voluto sostenere l’associazione in questo suo cammino, portato avanti per inasprire le pene nei confronti di chi causa incidenti sotto l’effetto di alcol e droghe. Più in dettaglio, la proposta di legge prevede che, in caso di lesioni gravi o morte provocate dal guidatore di un veicolo che si trovi in stato di ebbrezza (ovvero con tasso di alcol nel sangue superiore a 0,8 g/l) e/o sotto effetto di droga, l’omicidio non venga considerato come “colposo” ma, appunto, il reato previsto sia quello di “omicidio stradale”. Oltre a ciò, la proposta prevede altri punti: un innalzamento delle pene da 3/10 anni a 8/18 anni, l’arresto in flagranza di reato per l’omicida e che la patente venga tolta definitivamente dopo il primo omicidio, e non solo temporaneamente. “Le firme - racconta Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, vittima di un drammatico incidente in motorino avvenuto alle Cascine un anno fa – stanno arrivando da tutta Italia. Vengono a consegnarcele dal Piemonte, dalla Puglia, dal Lazio e da tantissime località diverse”. E questo è un segnale importante, ed è un dato che racconta di un profondo interessamento della società al problema della sicurezza stradale. Segnali positivi di attenzione arrivano anche dal mondo politico e istituzionale. A livello parlamentare, nelle commissioni Trasporti e Giustizia, si sta di-
scutendo di una proposta di legge delega che modifichi il codice della strada e introduca il reato di omicidio stradale. E intanto l’Anci Toscana, l’unione dei comuni del Granducato, ha dato la sua adesione alla raccolta di firme e ha invitato i municipi a fare lo stesso. Il cammino, insomma, va avanti: ora il traguardo da raggiungere è quello delle 50mila firme entro la fine dell’anno. Il mese scorso il nostro giornale ha pubblicato il modulo da ritagliare e compilare per chi vuole firmare a sostegno dell’associazione, e chi se ne fosse dimenticato può ancora ritagliare e spedire quella pagina. Ma ci sono anche altri modi per dare il proprio contributo a favore della battaglia combattuta per evitare che tragedie come quella successa a Lorenzo (travolto da un uomo alla guida di uno scooter poi risultato positivo all’alcol e alla cannabis) si debbano ripetere costantemente. Il modo più rapido è farlo attraverso internet, dal sito www.omicidiostradale.it. Usando questo canale per firmare la proposta di legge basta compilare pochissimi campi. In alternativa si può scaricare il modulo da firmare e spedirlo all’associazione Guarnieri alla casella postale 4209-Ufficio Campo di Marte, 50100 Firenze. Chi volesse altre informazioni può visitare anche il sito dell’associazione, www.lorenzoguarnieri.com, scrivere a info@lorenzoguarnieri.com oppure telefonare allo 055.578910 o al 339.2961348.
Tantissime le adesioni arrivate da fuori regione: ora siamo a quota quarantaseimila. Intanto anche il Parlamento si muove e l’Anci Toscana ha sottoscritto l’iniziativa, invitando i comuni del Granducato a fare lo stesso. Ecco come partecipare
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Negli Ambulatori della Misericordia di Firenze è possibile, grazie alla specializzazione di Medicina Estetica, mantenere un aspetto più giovane e sano grazie a trattamenti con dermal fillers di acido ialuronico. I fillers di acido iarulonico sono molto diffusi in medicina e chirurgia estetica e servono a riempire le rughe, i solchi e le piccole aree depresse; inoltre possono essere utilizzati per l’aumento del volume delle labbra e degli zigomi. Attraverso siringhe, preconfezionate, assolutamente sterili, con aghi molto sottili ñ in regime ambulatoriale con o senza anestesia locale, l’acido ialuronico iniettato dà risultati immediati. Occorre, però, specificare che tali risultati non sono permanenti nel tempo, in quanto tendono a scomparire, per un normale fenomeno di riassorbimento del filler, dopo alcuni mesi dal trattamento. COS’È L’ACIDO IALURONICO L’acido ialuronico è una componente fondamentale dei tessuti connettivi dell’uomo e conferisce alla pelle mantenimento della forma, del tono e della resistenza. La riduzione della concentrazione di acido ialuronico provoca indebolimento della pelle e formazione di rughe ed inestetismi vari. Con il passare degli anni tale concentrazione tende, fisiologicamente, a diminuire.
FUNZIONE E UTILIZZO dell’acido ialuronico in medicina Più polimerici acido ialuronico possono aggregarsi e formare una struttura di tipo reticolare che mantiene forma, tono, idratazione, turgidità, plasticità e viscosità del tessuto della pelle. E’ per questo motivo che le iniezioni di acido ialuronico (fillers) in medicina estetica vengono utilizzate per attenuare le rughe e prevenire l’invecchiamento della pelle.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE per l’acido ialuronico I fillers di acido ialuronico possono essere utilizzati in medicina estetica per i seguenti trattamenti: zampe di gallina, aumento delle labbra, rughe glabellari, pieghe naso-labiali, rughe della bocca, rughe frontali, cicatrici da acne, rivitalizzazione del viso.
paragonabile a quello ottenibile attraverso la medicina estetica convenzionale, ma il trattamento può essere ripetuto dopo alcuni mesi.
QUANTO DURANO I RISULTATI Essendo l’acido ialuronico una sostanza naturale che è già presente nel nostro organismo, una volta iniettato viene progressivamente riassorbito nel corso di alcuni mesi. La durata dei risultati varia, comunque, da paziente a paziente. PER SAPERNE DI PIÙ PRENOTA UNA VISITA AL 848 81.22.21
RISULTATI DEL TRATTAMENTO I risultati finali dipendono dalla situazione di partenza del paziente (es: una cute estremamente disidratata con rughe profonde può richiedere l’utilizzo di più fiale e quindi saranno necessarie 2-3 sedute per livellare completamente la ruga). Da sottolineare che si possono, in seguito, eseguire, dei ritocchi ed il risultato, non essendo definitivo, può essere modificato nel corso del tempo. Si ricorda che il trattamento finale potrà non essere 1154011
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IERI E OGGI/1. Viaggio nella storia del Meccanò, dai tempi d’oro all’incendio del 2008
Quel tempio “in” della notte fiorentina Con la riqualificazione delle Cascine va a scomparire un locale che per anni ha dettato la sua “legge” in città e non solo, tra vip e dj illustri: al suo posto si pensa alla nascita di spazi per lo sport il locale dopo il rogo del
2008
Serena Wiedenstritt
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iù in, modaiolo e “adulto” del quasi dirimpettaio Central Park: questo era il Meccanò. Eppure pare che la sorte decisa per loro da Palazzo Vecchio li accomuni. Ruspe e un futuro di spazio per fare sport nel polmone verde della città. Con la riqualificazione del parco delle Cascine e l’avvento, a poca distanza, del
Carl Cox
Parco della Musica, va a scomparire un vero e proprio tempio della notte fiorentina. La fine del Meccanò in realtà era già stata segnata dall’incendio scoppiato nell’aprile 2008, che distrusse gran parte dei locali. Poche settimane fa sono scattate, da parte della squadra mobile di Firenze, cinque misure di custodia cautelare emesse dal gip nei confronti
di presunti mandanti ed esecutori di quel blitz, e pare proprio che il dolo dell’incendio ancora una volta leghi strettamente le due sale da ballo delle Cascine. Così un tassello in più, per quanto di cronaca giudiziaria, si aggiunge alla storia del Meccanò, che già negli anni Novanta dettava il suo stile, aspro e underground. Dopo diverse variazioni sul tema
Boy George
è negli anni Duemila che il club fiorentino rinnova la sua anima, prima sostituendo all’atmosfera fredda, quasi lunare, uno stile barocco e ricco fatto di colori caldi, specchi e lampadari veneziani, poi nel 2007 ricorrendo a un restyling pensato in stile romagnolo da architetti della riviera, che faceva del Meccanò un tempio della musica aggressivo soft, tut-
to dedicato alla fiorentinità con un omaggio al David e allo stile vintage con richiami alla febbre del sabato sera. Ma, arredi a parte, che comunque hanno fatto del club - per diverse stagioni l’emblema della notte fiorentina, sono i nomi illustri che segnano la storia della pista da ballo delle Cascine: da quelli dei dj più richiesti come Satoshi Tomiie, Boy George, Carl Cox, Mario Più e Joy Kitikonti ai vip che hanno frequentato i suoi privée, come il patron Andrea Roncato, Umberto Smaila, Emanuela Arcuri e altri. Proprio Roncato per alcune stagioni ha animato la frequentazione più in del locale, invitando personalmente volti noti dello spettacolo, calciatori e modelle. Fra le iniziative anche i casting ospitati dal club e volti alla ricerca di nuove ragazze immagine, le Meccanine, e di giovani da inserire nel mondo della televisione. Per Joy Kitikonti, musicista, dj e produttore di fama, il Meccanò resta “un locale tra i migliori della scena toscana e non solo, se si pensa al concept avanti anni luce realizzato negli anni ‘90”. Kiticonti ricorda come “le serate passate lì sono state tutte molto belle”, sia grazie “al concept che ha fatto diventare il locale un top club, con l’esclusivo ristorante, il favoloso giardino curato nei minimi dettagli, la consolle super professionale, le luci, i colori che dipingevano quello spazio accogliente che ci avvolgeva fino all’ultima nota musicale”, sia perché si trattava di “un posto unico dove sia chi gestiva, sia chi ci lavorava, ti facevano sentire a casa”.
guarda le foto su Joy Kitikonti
Satoshi Tomiie
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IERI E OGGI/2. Viaggio tra i negozi storici di via Pisana, resistiti alla grande distribuzione
C’era una volta la bottega. E c’è ancora
via
Pisana
negli anni
’50: l’incrocio
con via di
Gianni Carpini
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ono le “vecchie” del rione. Alcune esistono da oltre mezzo secolo, altre affondano le radici addirittura alla fine dell’Ottocento. Una manciata di botteghe che si snodano lungo via Pisana, antica strada di collegamento, una volta solcata dai carretti dei contadini che, dalla campagna, arrivavano fino ai mercati del centro. Nonostante il passare del tempo, l’identità di Legnaia è qui, tra i volti di chi, da dietro il bancone, ha visto crescere questa zona di Firenze, fino a sessant’anni fa linea di confine tra la città e i campi. Il tratto di via Pisana compreso tra via di Legnaia e via Fra’ Diamante è una vera e propria “strada delle botteghe”: calzolai, ferramenta, farmacie, negozi di abbigliamento e boutique di cappelli. Con il passare del tempo alcuni hanno chiuso, ma molti altri sono rimasti: la concorrenza della grande distribuzione non ha spazzato via, come accaduto in altre aree, i negozi storici che ogni mattina continuano ad alzare il bandone, seppur tra qualche difficoltà, visti i tempi di crisi. La farmacia esiste dagli inizi del ‘900, il negozio di abbigliamento Lanfranchi dal 1951, il poco distante parrucchiere lavora da 45 anni. “Io ho iniziato l’attività nel 1956 con mio babbo: ai tempi aveva una piccola fabbrica di scarpe. Decise di chiuderla e di dedicarsi al commercio al dettaglio di calzature – spiega Mauro Morelli, uno dei commercianti di via Pisana – in questa zona tra le cinque e le sei botteghe hanno oltre cinquant’anni di vita. Anche le altre si sono radicate sul territorio, in media esistono da
Scandicci (si
ringrazia
Massimiliano Civolani)
vent’anni. Il segreto? Sta tutto nell’affiatamento che si è creato tra i negozi e nel legame con le persone. E poi – continua - Legnaia è rimasta il regno del made in Italy. Qui non c’è stato alcun ‘assalto’ da parte di piccoli imprenditori stranieri, come ad esempio i cinesi, che stanno aprendo attività in altre zone, anche molto centrali”. Lungo via Pisana storia e commercio si intrecciano. “Questo negozio di ferramenta è stato sempre gestito dalla mia famiglia. Tutto iniziò alla fine dell’Ottocento, quando mio nonno svolgeva il lavoro di calderaio per le fattorie nei dintorni - racconta con orgoglio Edo Cappelli, 78 anni, dietro il bancone da quando
ne aveva 21 – poi si passò ai lavori con il rame e infine, nel 1912, prese il via la bottega vera e propria. Mio babbo – ricorda - vendeva paioli e fiaschi ai contadini che tornavano con il portafoglio gonfio dai mercati del centro, diretti in campagna. Da allora molto è cambiato, ma sono fiero che i miei due figli continuino l’attività”. Negli anni il quartiere è mutato: intorno a via Pisana, centro della vita del rione, sono stati innalzati palazzi e moderni condomini, il verde dei campi è stato sostituito dal cemento e dalle strade. Ma alcune delle vecchie professioni riescono ancora a sopravvivere. È il caso del calzolaio di via Pisana. “Oggi il grosso pro-
blema è il ricambio generazionale – dice Massimiliano Civolani, da tre anni al timone della piccola bottega ‘ereditata’ dalla madre – è difficile trovare un giovane che voglia continuare l’attività ‘di famiglia’. È un peccato perdere questa conoscenza. Legnaia è una zona storica: se si prende una foto d’epoca non si nota la differenza, se non fosse per qualche palazzo”. Per valorizzare questo tessuto economico, fatto di piccoli negozi a conduzione familiare, negli anni Ottanta è nata l’associazione “Botteghe di Legnaia”, che racchiude una trentina di attività, impegnate nell’organizzazione di iniziative ed eventi.
IL LUOGO Rivoluzione al circolo Sms San Quirico. Tra le “new entry” anche una pizzeria
Via il tendone, arrivano una piazza e un teatro stabile
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n nuovo ristorante, un teatro da duecento posti e una piazza interna. Sarà questo il nuovo volto del circolo Sms San Quirico: nel giro di tre anni l’area dove sorge la casa del popolo “Fratelli Taddei”, compresa tra via Pisana e via Baccio da Montelupo, cambierà totalmente aspetto. Il tendone, oggi utilizzato per spettacoli e concerti, scomparirà. Al suo posto sarà invece costruita una struttura stabile, che lascerà spazio anche a una piazza interna, mentre il passaggio pedonale tra via Pisana e via Baccio da Montelupo sarà riqualificato. L’ex asilo, dove attualmente sono ospitati corsi e iniziative, verrà poi trasformato in una pizzeria-ristorante. Dopo anni di discussioni ha pre-
so forma il progetto che ridisegnerà l’area. Sono quattro le strutture dove il circolo, che può contare su mille soci, ospita numerose attività (sala cinematografica, corsi sportivi, attività ricreative): l’edificio storico, costruito all’inizio del ‘900, che con i lavori sarà dotato di un ascensore esterno; un complesso più recente, con sale dedicate al gioco delle boccette e del biliardo; un ex asilo che sarà completamente ristrutturato e il tendone. Il primo passo del restyling sarà il punto ristoro: i lavori per riqualificare l’ex asilo, un edificio di 190 metri quadrati, partiranno entro la fine dell’anno per concludersi al termine del 2012. La pizzeria da 52 coperti, che avrà a suo servizio anche un giardino
affacciato su via Pisana, servirà da un lato a creare un nuovo punto di ritrovo, dall’altro ad autofinanziare parte degli interventi. La seconda fase darà una casa stabile agli spettacoli, ai match di improvvisazione e ai concerti che ora sono ospitati nel tendone. Il nuovo teatro, duecento metri quadrati per 225 posti totali, sarà orientato verso via Baccio da Montelupo. Questa nuova collocazione lascerà libero uno spazio tra gli edifici, in cui sarà creata una piazza interna. I cantieri per questa seconda parte degli interventi non dovrebbero partire prima di due anni: il tempo tecnico perché il ristorante entri a pieno regime e per avere qualche /G.C. sicurezza economica in più.
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medicina estetica, i tre anni dello studio tinti Grande festa per celebrare l’anniversario del centro specializzato nel ringiovanimento cutaneo: c’era anche Umberto Smaila. Entusiasti i presenti: “Qui le persone sono seguite e coccolate, i risultati sorprendenti”
C’
era Umberto Smaila, c’era l’assessore Mattei e c’erano decine e decine di persone. Il tutto per festeggiare i tre anni di attività dello studio medico del dottor Stefano Tinti, specializzato in trattamenti di medicina estetica altamente professionali e innovativi per la cura di inestetismi cutanei, problematiche vascolari di capillari, fibromi e altre lesioni benigne con utilizzo di laser CO2. Una festa, quella che si è tenuta lo scorso ottobre nei locali dello studio, in via Brodolini 2/D a Grassina, cui hanno partecipato molti pazienti che, in questi tre anni, si sono sottoposti ai trattamenti del dottor Tinti, oltre a persone curiose di scoprire le novità di un centro all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e non solo. “Sì, qui ci siamo trovati molto bene, il servizio è eccezionale”, conferma Gisella. “È uno studio all’avanguardia per la tecnologia, il dottore è estremamente professionale, di grande affidabilità, e ci sono sempre novità interessanti”, aggiunge Pierfrancesco, che assicura di averlo “già consigliato a tutti”. Tra una foto ricordo e un assaggio al buffet, non sono mancati i commenti entusiastici. “L’ambiente è molto bello, nuovo, migliora sempre, qui ci si sente ben accolti, c’è un grande
comfort. Il servizio, poi, è ottimo”, dicono Massimo e Mariella. Qui, dopo un attento check-up iniziale, viene applicata la terapia adatta per il ringiovanimento cutaneo o la cura di macchie della pelle, cicatrici, e i vari trattamenti antirughe e di biostimolazione cutanea e biorivitalizzazione con acido ialuronico o collagene. Il tutto, assicura chi frequenta lo studio, in un’atmosfera accogliente e rilassante, come “in famiglia”. “Lo suggerirò senz’altro a mia moglie – spiega Mario – mi sono convinto dopo aver visto l’ambiente, moderno e all’avanguardia. Il dottore lo conoscevo già da prima, un’ottima persona, brava, competente e seria, e non avevo dubbi che anche lo studio fosse alla sua altezza. Ma ora che l’ho visto sono ancora più soddisfatto e fiducioso”. “Io ho 70 anni – dice Maria – e grazie a questi trattamenti mi sento molto bene. Come donna accetto il passaggio degli anni, ma se posso ritardare l’invecchiamento della pelle, perché no...”. Poi aggiunge: “A parlare per me è il mio viso. La gente mi vede, sa la mia età e resta colpita. Qui ci si sente accolti, le persone vengono seguite e coccolate: è importante”. Tra brindisi e auguri la festa va avanti. Allo studio medico vengono eseguiti trattamenti in laserterapia e luce pulsata per la cute e vascolare per
capillari, teleangectasie, microvarici con Laser Nd Yag; fibromi molli, verruche, cheratosi seborroiche ed altre lesioni benigne con laser CO2; ringiovanimento cutaneo (resurfacing con laser CO2); epilazione laser e a luce pulsata (depilazione permanente); macchie della pelle (ipercromie da luce solare e post infiammatorie, melasma); cicatrici da traumi, da interventi chirurgici e post acne; smagliature e lassità cutanea (tightening); peeling. Sonia di trattamenti ne ha già fatti diversi qui, ed è a dir poco entusiasta. “Non ho parole per descrivere quanto si venga trattati bene in questo studio – spiega – io l’ho consigliato a tutte le mie amiche. I prezzi sono giusti, il dottor Tinti è preciso e attento. L’estetica è salute, anche mentale: dopo la gravidanza mi vergognavo a mettermi in costume, ora non ho più di questi problemi. Io lavoro al pubblico, e il primo biglietto da visita è il mio viso: da quando faccio questi trattamenti mi sento bene, mi danno molta sicurezza”. Ma non solo. “Qui i pazienti sono coccolatissimi, tra il lavoro e i mie due figli quelli che passo qui sono gli unici momenti in cui mi rilasso davvero... - aggiunge – le cure sono leggere, non invasive. Qui ho capito una cosa: non è vero che per essere belle si debba per forza soffrire”.
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FOCUS. Diverse e per certi versi opposte le patologie che la riguardano
Tiroide, come capire quando non va Giulia Righi
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presentare tra i sintomi la tachi-
cardia, il dimagrimento, un’intolProfessionisti della salute.
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Colon irritabile, una sindrome dolorosa e sempre più diffusa
S
C
erte volte funziona troppo poco, certe altre diventa iperattiva. La tiroide è un pezzettino del nostro organismo decisamente delicato e le patologie che possono colpirla sono diverse e per certi versi diametralmente opposte tra loro. C’è infatti l’ipotiroidismo, malattia caratterizzata da uno scarso funzionamento della tiroide e, sul versante opposto, troviamo invece l’ipertiroidismo, caratterizzato da una iperfunzione di quest’organo. Intanto qualche numero: si calcola che soffra di ipotiroidismo una percentuale che oscilla dal 3,5 al 7,8 per cento della popolazione femminile (percentuale che si assesta alla metà di queste cifre per quella maschile). Molto meno diffuso è invece l’ipertiroidismo, che però è una patologia più importante e complicata da curare. Ma quali sono i sintomi di queste patologie? “Le persone affette da ipotiroidismo spesso hanno una minore frequenza cardiaca, una ridotta tolleranza del freddo, alcune volte presentano gonfiore al volto – spiega il professor Gianni Forti, endocrinologo e direttore del centro di riferimento regionale per le malattie paratiroidee di Careggi – è un po’ come se subissero un generale rallentamento, anche psichico”. Al contrario, chi soffre di iperfunzione della tiroide può
IL PUNTO. Le donne over 30 le più colpite
leranza al caldo, il nervosismo. A tutto questo si può accompagnare un’oftalmopatia (ovvero una serie di problemi agli occhi) più o meno marcata, come accade nel caso del Morbo di Graves. Ma come si curano queste malattie? “L’ipotiroidismo si tratta con un ormone, la tiroxina, somministrato a un dosaggio variabile in base al caso in questione – spiega il professor Forti – più complessa è la terapia dell’ipertiroidismo. Il Morbo di Graves può essere trattato con farmaci antitiroidei, chirurgicamente con l’asportazione della tiroide,
oppure ‘bruciandola’ con lo iodio radioattivo”. Mentre nei pazienti – solitamente più anziani – affetti da ipertiroidismo associato al gozzo (uni o multinodulare) o si asporta il nodulo o si utilizza lo iodio. Già, lo iodio. Che ruolo ha nello sviluppo di queste malattie? “Il sale iodato è utile, ma non bisogna arrivare a un consumo eccessivo che potrebbe mettere in moto un ipotiroidismo – spiega il professore – mentre è un luogo comune la diceria secondo la quale l’aria di mare mette al riparo da queste patologie: se così fosse livornesi e piombinesi starebbero tutti bene!”.
i chiama “colon irritabile”, è una sindrome e, al di là dai tecnicismi, è un fastidio quotidiano che colpisce tantissime persone. Giovani, soprattutto: le vittime preferite del “mal d’intestino” sono le donne di età media di 35 anni. Il gentil sesso è la categoria più colpita dalla sindrome: gli studi raccontano che ne soffre una percentuale tra il 14 e il 24 per cento delle donne contro un 5-19 per cento degli uomini. Chi questa la sindrome la ha, i sintomi li conosce bene. Innanzitutto i dolori addominali, non ben localizzati e diffusi in varie aree dell’addome (si parla a questo proposito di una “sindrome dolorosa vaga”). A questi fastidi, che sanno essere anche molto forti, si aggiunge il problema delle abitudini intestinali alterate: chi soffre di colon irritabile alterna periodi di diarrea con altri di stipsi. Altro sintomo della sindrome è poi il senso di gonfiore continuo. Si tratta davvero di un disturbo molto, molto diffuso. “Basti pensare – spiega il dottor Antonio Silvestri, chirurgo dell’ospedale di Santa Maria Nuova – che il 60/70 per cento delle endoscopie che facciamo è dovuto proprio a questa sindrome”. Spesso, però, prima di arrivare alla colonscopia (esame piuttosto fastidioso e invasivo) ci sono altri rimedi: “Molto spesso questo esame potrebbe essere evitato, e in molti casi per la diagnosi basterebbe una visita e un’accurata anamnesi del paziente”. E in questa sindrome gioca un ruolo molto forte la componente psicologica: “Possiamo parlare di un disordine psico-bio-sociale – prosegue il dottore – che si accompagna spesso ad ansia, depressione e somatizzazione”. E, per questo, una delle prime mosse dei medici è quella di tranquilizzare i loro pazienti, rassicurandoli sul fatto che la loro malattia, per quanto fastidiosa, non è grave: spesso infatti i sintomi vengono confusi con quelli di patologie più severe e, chi ne soffre, naturalmente si allarma. La terapia? “La cura privilegiata è quella a base degli ormai famosi probiotici, i fermenti lattici, utili al sistema immunitario – prosegue il dottor Silvestri – meno, ma vengono utilizzati anche i prebiotici, sotto forma di farmaci o integratori, che favoriscono la proliferazione di batteri ‘buoni’ nell’intestino”. E anche la dieta ha un ruolo importante: deve essere varia, vanno evitati alcuni tipi di cibi (legumi in testa) ed è buona norma bere tanta acqua. Infine un consiglio: una chiacchierata con il medico di famiglia, quando si teme di soffrire di questa sindrome, è un ottimo punto di partenza. /B.S.
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MALI DI STAGIONE. Anche quest’anno è partita la campagna di prevenzione per i soggetti a rischio
Influenza, un milione di vaccini gratis DOTT. FRANCESCO untuale come l’influenza, anche GIARDINA quest’anno è arOdontoiatra rivatoMedico il vaccinoChirurgo per prevenirla. I vaccini, 963.500
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dosi, sono stati distribuiti in tutte le Asl della Toscana sue impianti e poi a mediciProtesi di famiglia pediatri, che hanno già fissa e mobile cominciato Protesi a somministrarli ai loro pazienti. E allora ecco una carrellataImplantologia di informazioni in merito. Intanto: chiunque può acquistare il vaccino in farmacia, ma agli anziani sopra iVia 65 Nazionale, anni e ai cittadini appartenenti alle 35 - Firenze categorie a rischio la vaccinazione verrà offerta gratuTel/Fax 055 2381720 Cell. di studio 339 6206381 itamente. Nelle categorie a rischio ci sono i bambini nazionale.sdg@gmail.com - www.dottgiardina.it (di età superiore a 6 mesi), gli adulti con particolari patologie croniche (a carico dell’apparato respiratorio, circolatorio, renale, malattie degli organi emopoietici, diabete e altre malattie dismetaboliche, sindromi da 1194658
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malassorbimento intestinale, fibrosi cistica, altre malattie congenite o acquisite che comportino carente o alterata produzione di anticorpi, patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici), bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, bambini pretermine e di basSpecialista in: Radiodiagnostica, Medicina Nucleare, so peso alla nascita. Allo stesso modo la vaccinazioTisiologia e Malattie dell’Apparato Respiratorio ne è gratuita anche per le donne che attraverseranno chiuso dal 13 al 21 agosto il secondo e terzo trimestre di gravidanza durante la Via G.Verdi, - FIRENZE stagione epidemica, per gli16 addetti a servizi pubblici di Tel. 055 244813 Fax 244814 di assiprimario interesse collettivo e per055 il personale stenza o i familiari di soggetti ad alto rischio. E, come accade già da qualche anno, ai pazienti anziani, contestualmente al vaccino, verrà somministrata anche la
Dr Mariano Mastrorosato
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vitamina D per proteggere le ossa. Il vaccino ha come obiettivo quello di prevenire le complicanze legate all’influenza (che possono essere anche molto gravi) e ridurre del 70-80 per cento la mortalità. La Toscana, in quanto a numeri, se la cava bene, ed è tra le regioni in cui la copertura vaccinale raggiunge i risultati più soddisfacenti: l’obiettivo di questa stagione è di arrivare però a quel 75 per cento indicato dal Ministero per gli over 65 e al 95 per cento indicato per le categorie a rischio. L’anno scorso, dopo anni in cui la diffusione del vaccino era andata a crescere, per la prima volta si era registrata una battuta d’arresto, ed era diminuita la percentuale di toscani vaccinati, passata dal 71 per cento del 2009-2010 al 68,8 del 2010-2011.
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tradizioni
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ORTI E DINTORNI/1. Sono tante le specie vegetali tipiche della nostra regione in pericolo
Frutta e verdura, un “esercito” di varietà a rischio estinzione Benedetta Strappi
C
he si viva in un gran bel posto è sotto gli occhi di tutti, e l’orgoglio di abitare dentro una cartolina è qualcosa che i toscani si portano nel Dna. Ma, estetica a parte, la nostra regione è anche una miniera inaspettata di piccoli grandi tesori. Come quelli che crescono nell’orto, i sapori antichi a cui le nonne e le mamme ci abituano da piccoli e che il granducato sforna in dosi generose. Però, esattamente come accade ai panda, che sono in via d’estinzione, anche alcune specie vegetali nostrane corrono il rischio di andare in pensione. Per la precisione, la Regione ha censito 651 varietà (animali compresi) a rischio estinzione. Ma facciamo un passo indietro. La Toscana, dal 1997, ha varato la prima legge regionale sulla tutela delle risorse ge-
netiche autoctone e per mezzo dell’ex-Arsia si occupa da tempo di censire questo patrimonio. E lo fa attraverso un sito internet dedicato (http://germoplasma.arsia.toscana. it), in cui è possibile consultare i cosiddetti “repertori regionali”, ovvero i registri in cui sono schedate tutte le razze e le varietà locali toscane. In questo pozzo di informazioni sugli orti di casa nostra si trovano un sacco di notizie su localizzazione e caratteristiche di piante, frutta e verdura (oltre alle specie animali) della Toscana. Ma, realtà virtuale a parte, esiste anche una “banca regionale del germoplasma”: si tratta di una vera e propria banca dei semi pensata per mettere al sicuro e salvaguardare in celle frigorifere il materiale genetico utile per scongiurare il rischio che preziose varietà di frutta e verdura – come il pomodoro costoluto fiorentino o il ciliegio acquaiola – si estinguano. E, a tutela dei vegetali di casa nostra, la regione
ha anche un’altra grande risorsa. Che sono le persone, i contadini per l’esattezza. E in giro per la Toscana, oggi, ci sono circa 135 “coltivatori custodi” che, grazie a un accordo con la Regione, si impegnano a preservare le specie a rischio. Lo fanno nei loro orti, dedicandosi alla coltivazione di questi prodotti agricoli e riconsegnando periodicamente parte dei semi alla Regione. Queste moderne vestali vengono selezionate in base ad alcuni criteri: uno dei più importanti è la localizzazione dei loro appezzamenti di terreno, che deve essere naturalmente conterranea alla varietà di cui intendono occuparsi. Ma, per chi avesse voglia di adottare qualche specie toscana a rischio “pensionamento”, c’è anche un’altra strada: ci si può candidare come “aderenti alla rete”, da semplici appassionati. Per tutte le informazioni si può consultare il sito internet (da cui sono tratte tutte le foto di queste pagine).
A tutelarle, però, ci pensano un sito internet ad hoc, una banca dei semi per mettere al sicuro, in celle frigorifere, il materiale genetico e più di cento “coltivatori custodi”, contadini reclutati per occuparsi di particolari prodotti Zucca Dei PeScatori
PomoDoro coStoluto
aGlio roSSo maremmaNo
“Non si mangia, solo ornamentale”
“Ottimo per la pappa e le salse”
“Lo coltivano in pochissimi nell’entroterra”
Questa zucca arriva da molto lontano: probabilmente dalle Indie Orientali, ed è sbarcata in Toscana almeno i primi decenni del secolo scorso. Oggi, a quanto si sa, a coltivarla è una persona sola (ma se ne occupano anche 9 coltivatori custodi) e al solo scopo ornamentale. Il nome deriva dall’utilizzo che se ne faceva anticamente: i pescatori le usavano come contenitori.
Il nome esatto è “pomodoro costoluto fiorentino”, e un tempo questo tipo di pomodoro era considerato la base indispensabile per preparare piatti nostrani come la pappa al pomodoro e altre tipicità fiorentine. E oggi? Oggi i suoi frutti sono utilizzati specialmente per preparare la cara vecchia salsa, e la coltivazione è diffusa in provincia di Firenze.
Quest’aglio dal colore insolito oggi è coltivato solo da una manciata di piccoli agricoltori nell’entroterra maremmano: si tratta di piccolissime produzioni destinate all’autoconsumo e non è nota alcuna iniziativa particolare di conservazione e moltiplicazione. È una specie molto resistente ed è più piccola rispetto a quella in commercio. È molto profumata e di un rosso intenso.
tradizioni
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ORTI E DINTORNI/2. Tra le qualità portate in salvo c’è anche lui: chiunque può piantarlo
E il cocomero della Valdichiana resuscitò Giulia Righi
C’
è una Toscana fatta di piccoli orti in paesini sperduti, di mani che sanno di terra, di zappe e trattori. Quella Toscana sta di casa nelle nostre campagne e si muove al ritmo delle braccia forti dei nostri contadini. Ed è grazie a questo esercito prezioso che, sul nostro territorio, cresce una varietà infinita di piante e fiori, ma soprattutto di frutta e verdura. Lo abbiamo detto nella pagina a fianco: un sito ad hoc cataloga questo immenso patrimonio. Ed è su questo portale che si può far la conoscenza di abitanti di orti remoti sconosciuti ai più. Ad esempio della patata rossa di Cetica (in Casentino, alle pendici del Pratomagno) o di quella rossa di Sulcina (in Garfagnana), del fagiolo Coco bianco del Valdarno o dei ceci cappucci della Valtiberina. Tutte queste specie (che sono solo un esempio in un mare magnum di specialità molto spesso prodotte ormai solo per autoconsumo) sono a rischio di estinzione o di “erosione genetica”, ovvero di ibridazione e perdita di purezza. Ma ci sono anche gli animali: nel registro ne figurano venti razze, e tra queste ben diciassette sono a rischio estinzione. Tra quelli che potrebbero scomparire presto dalle nostre campagne ci sono ad esempio l’asino dell’Amiata, il pollo di raz-
oliVo Da cuccare
melo culo D’aSiNo
maNDorlo caSetta
“Piante secolari sui colli lucchesi”
“Un frutto fortissimo dal nome strano”
“Un solo esemplare, a Radicondoli”
È originario della collina lucchese, ed è lì che ancora oggi si trova diffuso, ma in modo molto sporadico. È una pianta tendenzialmente “anziana”: gli esemplari che si trovano ancora oggi in giro hanno mediamente circa cento anni. Che sono tanti. A dispetto dell’anagrafe, però, sono piante molto produttive e resistenti alle basse temperature.
Fortini
za valdarnese bianca e la macchiaiola maremmana, suino presente in soli cinque allevamenti distribuiti in quattro province (due in provincia di Grosseto e uno per ciascuna nelle province di Siena, Livorno e Pistoia). E in questo universo buffo fatto di animali e piante (e di un po’ di sano orgoglio campanilistico) ci sono anche storie a lieto fine, emblematiche di come dietro le quinte degli orti toscani si muova una rete intera di progetti e strumenti di tutela. Come quella del cocomero della Valdichiana, gigante della tavola che un tempo arrivava anche fino a venti chili. Negli anni era praticamente scomparso, spodestato dai concorrenti esteri e coltivato solo da pochi contadini. Oggi, invece, è tornato in scena, grazie alla pazienza di alcuni agricoltori e ai tecnici dell’azienda agricola sperimentale della Regione Toscana di Cesa a Marciano della Chiana. È stata infatti individuata una piccola quantità di “seme puro”, non incrociato con altre specie, e il cocomero della Valdichiana è entrato a far parte della banca del germoplasma, con tanto di scheda, storia e foto (retrospettiva in bianco e nero compresa). E adesso questa maxi-anguria è salva. Anzi: chi la volesse coltivare lo può fare con le proprie mani. I semi, infatti, sono a disposizione di chiunque e possono essere richiesti direttamente all’azienda agricola sperimentale della Regione Toscana, che li fornisce gratuitamente (informazioni al numero 0575.842579).
I lettori perdoneranno il francesismo, ma la varietà si chiama davvero così (e del resto lo sappiamo che in Toscana ci piace chiamare le cose col loro nome). Questo frutto viene coltivato nel comune di Pieve Santo Stefano e raccolto a ottobre. Si caratterizza per un’ottima conservabilità: un tempo veniva conservato nei fruttai fino alla primavera successiva alla raccolta.
Siamo a Radicondoli (Siena), tra i poderi del Castello di Fosini, in un luogo dove l’attività agricola è fervente. Nel senese i mandorli sono una cosa rara, e lo prova il fatto che di questa varietà ne esiste un solo, prezioso, esemplare. Si tratta di una pianta molto vecchia (la specie è molto longeva) e di grandi dimensioni.
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società
Novembre 2011
CACCIA AL VIP. In un’area di servizio alle porte della città non è raro imbattersi in volti (molto) noti
Pieno e caffè? Con Brad e Angelina Francesca Puliti
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ollywood? No, Bisenzio ovest. La densità di vip, però, considerato che si tratta di un’area di servizio sulla A1, è comunque all’altezza. Dunque, la prossima volta che vi fermerete a far rifornimento di “birra e Camogli”, come cantava Max Pezzali, non lamentatevi della fila alla cassa, ma alzate lo sguardo, perché
LUSSO ANCH’IO Nuovo modo di volare
In elicottero da Firenze a Pisa
D
a Firenze a Pisa in dieci minuti. E viceversa. Altro che Alta velocità regionale, stiamo parlando di un nuovo modo di volare low cost. Cinquanta euro a tratta per andare da una parte all’altra della Toscana. Come? In elicottero. Senza pensare al check in o doversi mettere in coda per imbarcare il bagaglio. A pensarci bene è un po’ come l’uovo di Colombo. Un’idea che era già lì, ma che nessuno aveva provato a mettere in pratica. Lo ha fatto Skyplann (www. skyplann.com) in collaborazione con Novaris, operatore che già si occupa di voli di lusso e noleggio di elicotteri. Poco tempo fa la folgorazione: perché non aprire le porte, anzi le portiere, anche a un diverso tipo di clientela? Ed ecco che nasce una sorta di eli-taxi. Una corsa costa 250 euro in tutto, ma il velivolo può ospitare fino a 5 persone. Basta trovare qualche compagno di viaggio e la tariffa si abbassa. Non a caso in futuro la società prevede di attivare un sito di Heli-sharing, sulla scia del carpooling. In pratica si tratta di una piattaforma online attraverso la quale i potenziali viaggiatori si incontrano e si accordano su orari e percorsi, in modo da dividere il costo. Il servizio Firenze-Pisa (e ritorno) è operativo dalla fine di ottobre. In città, previa prenotazione, è possibile salire a bordo a Peretola, nei pressi dell’aeroporto (ma non dalla pista), e nel parco di Villa Olmi, resort in zona Firenze sud, mentre a Pisa l’elicottero partirà direttamente dalla pista del Galilei. La rete però potrebbe presto allargarsi. Già si studiano percorsi enogastronomici nel Chianti e nel Senese, mentre la compagnia, di base a Pisa, pensa di acquistare un paio di terreni nei dintorni di Firenze. Che la famosa integrazione tra gli scali toscani passi da un collegamento aereo? Chissà. Ma l’idea di correre a prendere un elicottero, intanto, non è più fantascienza.
davanti a voi, con i soldi accartocciati in mano, potrebbe esserci Brad Pitt, pronto a pagare l’ennesimo capriccio di uno dei suoi pargoli. E non temete di far brutta figura facendo dietrofront dopo aver visto i prezzi dei panini, perché una sera l’avrebbe fatto anche Piero Pelù. O almeno così si racconta qui, tra caffè alti, bassi e in vetro, sull’ultimo lembo di autostrada del Sole prima di Firenze, venendo da nord. “Brad Pitt? Una persona alla mano – racconta Lapo, dietro al bancone da sette anni – si è presentato con coppola sulla testa, barbone incolto e camicia sbottonata. Angelina invece era tale e quale rispetto alle foto dei giornali”. Una pizza con salame e una coca-cola light per i genitori, tanti ninnoli per la schiera di bambini (“almeno quattro o cinque”), guardati a vista da due energumeni molto efficaci nel tenere a bada flash indiscreti. Quasi di casa qui anche i giocatori della Nazionale in transito verso Firenze e Cesare Prandelli, ex mister viola ora sulla panchina degli Azzurri. Un altro che passava spesso era Toni. “Quando giocava nella Fio-
BraD pitt
E
angElina JoliE
Siamo a Bisenzio ovest, sull’autostrada del Sole. Qui si fermano proprio tutti: dalla coppia hollywoodiana ai calciatori della Nazionale, da Ligabue a Piero Pelù e Renato Zero. C’è chi pranza in piedi con piadina e spremuta d’arancia e chi si tuffa sui cd
I NOSTRI FAVOLOSI VIAGGI DI CAPODANNO ED EPIFANIA 2012 BARCELLONA DAL 29/12 AL 2/1/2012 PARIGI DAL 29/12 AL 2/1/2012 BUDAPEST DAL 29/12 AL 2/1/2012 PRAGA DAL 29/12 AL 2/1/2012 LAGO MAGGIORE DAL 30/12 AL 1/1/2012 ZAGABRIA DAL 30/12 AL 2/1/2012 LAGO DI GARDA DAL 30/12 AL 1/1/2012 L’ISTRIA DAL 30/12 AL 2/1/2012 LA CALABRIA DAL 30/12 AL 2/1/2012 CASSINO E POMPEI 30/12 AL 1/1/2012 MONACO DI BAVIERA DAL 30/12 AL 2/1/2012 LA PUGLIA DAL 30/12 AL 2/1/2012 LA COSTA AMALFITANA DAL 29/12 AL 1/1/2012 LE MARCHE DAL 30/12 AL 1/1/2012 MEGADISCOTECA A RAVENNA DAL 31/12 AL 1/1/2012 EPIFANIA A BUDAPEST DAL 5 ALL’8/1/2012 EPIFANIA A PRAGA DAL 5 ALL’8/1/2012 EPIFANIA A VIENNA DAL 5 ALL’8/1/2012 EPIFANIA IN COSTA AZZURRA DAL 6 ALL’8/1/2012 EPIFANIA A ROMA DAL 6 ALL’8/1/2012 EPIFANIA A TORINO DAL 6 ALL’8/1/2012 EPIFANIA A PORTOROSE DAL 6 ALL’8/1/2012
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EURO 515,00 EURO 520,00 EURO 498,00 EURO 495,00 EURO 410,00 EURO 375,00 EURO 350,00 EURO 420,00 EURO 380,00 EURO 370,00 EURO 375,00 EURO 485,00 EURO 525,00 EURO 325,00 EURO 170,00 EURO 295,00 EURO 295,00 EURO 355,00 EURO 275,00 EURO 285,00 EURO 280,00 EURO 230,00
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rentina – racconta Enrico, al lavoro qui dal 2004 – si fermava a pranzo ogni martedì”. Spremuta e piadina da vero emiliano, per lui. Un altro celebre emiliano si è fermato a prendere un cappuccino: Luciano Ligabue, per non smentire che “certe notti al primo Autogrill c’è chi festeggerà”. Più di recente hanno fatto sosta qua Renato Zero, Enrico Ruggeri e Mario Biondi. Caffè al volo anche per i colleghi Gianni Morandi, Daniele Silvestri e Nek, che si è presentato con moglie. Marco Masini invece è passato pochi giorni fa insieme a un discografico, notizia che potrà rincuorare i suoi fan. Un giorno è comparsa anche Claudia Mori. “Ha comprato tre cd di Celentano”, racconta Lapo sorridendo. Ma è tutto vero. Qualche volta fa capolino anche il mondo della politica. “Magdi Allam si fermava spesso – continua Enrico – sempre con la scorta. Abbiamo servito anche Bertinotti”. Mentre sul ministro Brunetta aleggia il mistero. “Se è passato non l’abbiamo visto”. Una sera, invece, è spuntata Michelle Hunziker, di ritorno dal tour nei teatri che l’ha portata anche a Firenze lo scorso inverno. Tra i più gentili, nonché tra i più eccentrici, Giampiero Mughini, scrittore e noto opinionista. Tra i più assidui Ascanio Pacelli e la moglie, entrambi ex di qualche edizione fa del Grande Fratello. E poi ci sono loro, l’infinito e sempre nuovo esercito dei “figli” di Maria De Filippi: tronisti, amici e chi più ne ha più ne metta. Ma non chiedete ai baristi di riconoscerli tutti.
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FLAVIA 35 anni bella presenza solare cerca simpatico con serie intenzioni per bella amicizia
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LAVORO
ARRIVEDERCI FRANCHI. Dopo la presentazione dell’idea dell’impianto alla Mercafir
Nuovo stadio, la città inizia a sognare Con il centro sportivo realizzato a Campo di Marte e l’apertura di un vero dialogo Comune-Fiorentina, torna la voglia di parlare di “progetto”. Per i supporter la prima vittoria sarebbe quella contro la pioggia
lo staDio DEl prEsEntE...
Tommaso Loreto
F
ino a qualche mese fa, pronunciare la parola “stadio” in città poteva avere ripercussioni pericolose. Non parliamo poi del concetto, rigorosamente ipotetico, di “Cittadella”. La stessa Fiorentina, del resto, aveva messo una pietra sopra qualsiasi velleità. Riservando sforzi e attenzioni per quel centro sportivo nato alle spalle della Maratona, sulle fondamenta dei cosiddetti “Campini”. Poi, però, è arrivata l’inversione di tendenza. E, con essa, anche una vera e propria pioggia di ottimismo su una nuova soluzione. Quella prospettata dal sindaco Renzi nella zona di Novoli. Un po’ tutti devono aver avuto i loro buonissimi motivi per dimostrarsi così fiduciosi. Altrimenti, in tempi cupi come quelli attuali, non si sarebbe sventolata la bandiera dell’ottimismo con tanta veemenza. Il sindaco
...E
QuEllo DEl Futuro?
in primis, certo, ma evidentemente anche proprietari e dirigenti della Fiorentina. E così, in attesa di prese di posizioni ufficiali, prosegue il dialogo a distanza Fiorentina-Comune sull’ipotesi del nuovo stadio alla Mercafir, con tutti i tasselli che sembrano adattarsi bene al mosaico in costruzione. Sono di poco tempo fa, infatti, le parole dell’architetto Fuksas, che arrivano a distanza di tre anni da quel plastico presentato da Diego Della Valle al “Four Season Hotel”. Non più ottanta e passa ettari, come nelle fantasie di Ddv, ma pur sempre uno spazio più che interessante. Così definisce l’opportunità della Mercafir l’architetto milanese. Uno che, per intendersi, di rivoluzioni dello spazio se ne intende. E l’opportunità della “Cittadella”, a suo dire, resterebbe, se non proprio intatta, quantomeno abbordabile. Certo, un po’ più in piccolo, ma pur sempre innovativa, tanto da poter essere sposata dai Della Valle. Intanto, a fare da eco agli interventi del sindaco Renzi e alle parole di Andrea Della Valle, arrivano anche
le aperture del presidente operativo viola Mario Cognigni. Che, di fronte all’idea Mercafir, non fa altro che seguire la strada possibilista tracciata dal suo patron. Dunque, per il momento, l’ottimismo prolifera. Su basi ancora non così concrete da credere fermamente che, nel giro di tre anni, tutti i tifosi andranno allo stadio a Novoli, ma pur sempre destinate a consolidarsi. Soprattutto se la pioggia di ottimismo dovesse proseguire a suon di dichiarazioni. In fondo, in vista dell’inverno, a proposito di pioggia, i tifosi si preparano per il momento a prendere quella tipica della stagione allo stadio “Franchi”. E se già questa fosse una pratica destinata a sparire, con lo stadio nuovo davvero in costruzione, un ambiente diverso dalle “ristrettezze” di Campo di Marte, e un mondo finalmente accogliente nel vero senso della parola per tutti i tifosi (e non solo per quelli vip che possono usufruire delle poltroncine della tribuna), i fiorentini sarebbero davvero di fronte a una vittoria epocale.
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sport
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IL CASO. In molti vedono l’esterno vicino alla Juventus: l’addio forse già a gennaio
Ma i tifosi rivogliono il vero Vargas Dopo alcuni, recenti episodi, è stato utilizzato con il contagocce da Mihajlovic. E il peruviano sembra sempre più lontano da Firenze Lorenzo Mossani
P
ortare un rapporto a conclusione lasciando che la fiamma si spenga e, forse, rimanere con un bel ricordo, o lasciarsi subito? Tra Manuel Vargas e la Fiorentina sembra che l’amore sia finito. In tanti lo vedono, già a gennaio, con la casacca della Juventus. La rottura, probabilmente, si è consumata quest’estate, quando il peruviano non sembrava così sicuro di rimanere alla Fiorentina. Ma alla vigilia del primo esame vero per i viola, Fiorentina-Lazio, ecco la rottura. Un giallo che sembra svelato, senza sapere i particolari. I panni sporchi vengono lavati in famiglia. Il retroscena del caso Vargas ha protagonisti inusuali per un giallo: il presidente della Fiorentina Mario Cognigni e l’amministratore delegato Sandro Mencucci. Era una notte buia e tempestosa? No, semplicemente un venerdì di ottobre. Quel venerdì in cui la sorte ha giocato un brutto scherzo a Vargas. La sorte, infatti, ha voluto che, in un noto locale della città, spesso frequentato dai giocatori, ci fossero due volti “conosciuti”, ovvero il presidente Cognigni e l’amministratore delegato Mencucci. La strana coppia dà un’occhiata al giocatore e decide di andare a fondo: notte brava. Il giocatore viene sospettato di fare tardissimo alla viglia di una partita importante. Poi, a Cesena, scatta la panchina. Un altro fuoriclasse incontrollabile? La speranza è l’ultima a morire, anche perché senza Mutu, e con Vargas pronto a fare le valige, rischia di rimanere solo Jo-Jo con il dna da campione. Un po’ poco. Ma chi è Manuel Vargas? Ha giocato nella Nazionale peruviana Under 20 mettendo insieme tre presenze nel Campionato sudamericano 2003 in Uruguay e in quella maggiore giocando cinque partite nelle eliminatorie di Germania 2006. Conta due reti: una realizzata in un’amichevole con la Bolivia e una contro il Brasile nelle qualificazioni per i Mondiali 2010, che sancisce il definitivo 1-1. Vargas ha anche disputato la Coppa America 2011: durante i supplementari del quarto di finale contro la Colombia ha contribuito al passaggio del turno con la rete del 2-0. Il Perù si è poi conquistato il terzo posto battendo il Venezuela
4-1. A Firenze è arrivato il 4 luglio 2008, quando la Fiorentina annuncia, tramite un comunicato ufficiale, l’ingaggio del giocatore. Il 12 agosto 2008 fa il suo esordio in Champions League con la maglia della Fiorentina nel preliminare d’andata contro lo Slavia Praga, terminato 2-0 per i gigliati. Ma Vargas non è solo vita notturna e campione in campo. Molti peruviani, infatti, hanno raccontato bei gesti da parte sua: “Quando lo incontriamo a fare la spesa al supermercato, lui non ci fa mai pagare. Per noi è un idolo non solo come giocatore, ma soprattutto dal punto di vista umano”.
manuEl vargas
LA PARTITA. Il 19 novembre i viola sono chiamati al riscatto nella sfida più difficile
Obiettivo, spedire il Diavolo all’Inferno P
ronti per il riscatto. L’appuntamento è in programma sabato 19 novembre alle 20,45. Sono passati sei lunghi anni dall’ultima vittoria della Fiorentina contro il Milan. Poi solo amarezze. Perché il Milan si è dimostrato sempre più forte dei viola, grazie anche a clamorose sviste arbitrali, come quando non fu assegnato un rigore netto su Montolivo: contropiede velocissimo e il Diavolo castigò i viola spedendoli nel girone dei dannati. Statisticamente, negli ultimi anni con le “big” la Fiorentina è spesso apparsa timida, quasi una vittima sacrificale. Andando a curiosare tra i numeri di Fiorentina-Milan, il bilancio sarebbe ancora a favore dei gigliati. Limitandosi, infatti, alle partite disputate al Franchi, il bilancio totale in Serie A parla di 29 vittorie dei viola, 19 pareggi e 21 affermazioni del Milan. L’ultimo successo gigliato risale al campionato 2005/06: un bel 3-1 con doppietta di Luca Toni, che fece esplodere la Fiesole “ruotando la mano” in faccia alla difesa rossonera. Poi
arrivò il gol della sicurezza di Martin Jorgensen. Per il Milan, guarda un po’, segnò un certo Gilardino. Alla luce dei fatti, si può dire che l’ultima vittoria avesse un sapore di quattro a zero... I tifosi confidano, come in un gioco del destino, ancora una volta nel bomber Gila. Sperando di sentire un dolce suono di violino e, per un anno, di rimandare il Diavolo all’Inferno. Le sfide degli ultimi anni: 2010-2011 Fiorentina vs Milan 1-2 2009-2010 Fiorentina vs Milan 1-2 2008-2009 Fiorentina vs Milan 0-2 2007-2008 Fiorentina vs Milan 0-1 2006-2007 Fiorentina vs Milan 2-2 2005-2006 Fiorentina vs Milan 3-1 2004-2005 Fiorentina vs Milan 1-2 2001-2002 Fiorentina vs Milan 1-1 2000-2001 Fiorentina vs Milan 4-0 1999-2000 Fiorentina vs Milan 2-1 1998-1999 Fiorentina vs Milan 0-0 1997-1998 Fiorentina vs Milan 2-0 /Lorenzo Mossani
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sport
Novembre 2011
BASKET. La società gigliata è diventata la terza forza cestistica in regione, dopo Siena e Pistoia
La Brandini-Claag sul podio toscano Simone Spadaro
trei dire che il bilancio è positivo per quanto riguarda le prestazioni, ma negativo per i punti ottenuti”. La squadra, insomma, ha ancora bisogno di crescere. “Siamo una delle poche squadre che interpreta al meglio la filosofia di questo campionato: far giocare e crescere i giovani. Ogni domenica abbiamo tre o quattro giovani in campo, piazzati nei ruoli chiave. Magari perdiamo qualcosa a livello d’esperienza, ma dobbiamo avere pazienza, perché le qualità ci sono. Per quanto riguarda il livello del campionato – continua Paolini – penso che ci sarebbe bisogno di equiparare la B1 all’A2. Faccio un esempio pratico: Brescia ha vinto la B1 l’anno scorso e adesso si trova ai vertici della Lega2. Questo significa che non c’è una grande differenza tra le due categorie. Penso che il basket italiano non stia vivendo un buon momento. Abbiamo bisogno d’intraprendere un lavoro intenso sui giovani, altrimenti la pallacanestro, in Italia, è destinata ad affidarsi a pochi ragazzi, magari oriundi, che avranno il compito di salvarla nei momenti di crisi. Se costruiamo invece una solida base giovanile - conclude - avremo un beneficio anche a livello di Nazionale”.
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ol diritto a partecipare al campionato Dna (Divisione Nazionale A) la Brandini-Claag è diventata, di fatto, la terza realtà cestistica della Toscana, dopo Siena e Pistoia. Una società che sta crescendo. “Gli obiettivi per questa stagione, visto che abbiamo conquistato l’accesso alla Dna grazie alla Wild Card, sono quelli di confermarci in questa categoria. Questo può passare solo ed esclusivamente dalla crescita e dalla maturazione del gruppo – spiega il tecnico Riccardo Paolini – e questa è una squadra che è stata completamente rinnovata, in cui la maggior parte sono ragazzi giovani. Per questo il nostro più grande obiettivo è quello di costruire un gruppo solido e compatto: una squadra che stia bene insieme”. L’avvio, proprio per la giovane età della squadra, non è stato dei più semplici. “Per quanto riguarda l’inizio del campionato posso dirmi sostanzialmente soddisfatto dal punto di vista del gioco e delle idee: nonostante un gruppo nuovo e giovane ci siamo resi protagonisti di prestazioni più che positive, soprattutto in trasferta, contro squadre di grande livello: penso a Ferentino, a Napoli o a Casalpusterlengo. L’unica gara dove la squadra ha giocato male è stata quella interna contro Torino. Non posso però rallegrarmi per la classifica – aggiunge il tecnico – perché, se è vero che abbiamo giocato bene, è anche vero che abbiamo raccolto pochissimi punti. Per questo dobbiamo riuscire a unire alla qualità delle prestazioni anche il risultato finale. Riassumendo, po-
CANOA. L’atleta, reduce dal concorso di bellezza, ha visto sfumare l’oro al Mondiale
Susanna Cicali, la rabbia della Miss
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el Mondiale che si è svolto a Singapore lo scorso mese è stata tolta la medaglia d’oro a una delle atlete di punta fiorentine. Inizialmente l’entusiasmo e la festa, poi la delusione più cocente. Susanna Cicali, infatti, ha visto sfumare in pochi minuti la medaglia d’oro conquistata nel K1 under 23 femminile ai Mondiali di maratona, dopo aver dominato. La fiorentina (gareggia per la Comunali Firenze), 19 anni, ha partecipato alla fase finale di Miss Italia, ed è stata eletta a Montecatini Miss Italia Sport. Ma questa vittoria non toglie a Susanna la delusione sportiva. Le sue parole su Facebook, infatti, sono durissime: “Io ho vinto, ho vinto il mio campionato del mondo in k1. Ho
dimostrato ampiamente di essere stata la più forte! Non c’è storia! Da un sogno è diventato un incubo.. Ma una cosa è certa, nessuno mi toglierà questa consapevolezza! Nessuno mi può togliere il mio arrivo e la mia esultanza. Nessuno. E un’altra cosa è certa, gli italiani non si sanno proprio far rispettare a livello politico. Io ho vinto, avevo ragione, e non esiste che un giudice spagnolo sotto il diluvio universale venga a dire che io ho deviato la spagnola, perché io sono pienamente consapevole di quello che ho fatto, e la spagnola mi ha chiuso sulla boa, io sciocca non sono e una collisione era inevitabile, non era certo colpa mia, io dormo con /Lor.Mos. la coscienza a posto...”.
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PALLANUOTO. Derby particolare per FW e NGM
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na stagione “al veleno” tra le due compagini fiorentine che militano nel campionato di serie A1 femminile di pallanuoto. Il derby, da sempre molto sentito dalle due tifoserie di Menarini Fiorentina Waterpolo e NGM Firenze Pallanuoto, è stato quest’anno caratterizzato anche da una vicenda di cronaca che ha avuto vasta eco sui quotidiani. I fatti. Alla vigilia del match è stato arrestato il viceallenatore di Gianni De Magistris, Massimo Borracci, accusato di stalking nei confronti di Francesca Biancardi, stella, fino alla scorsa stagione, della Fiorentina Waterpolo, passata in estate alla NGM Firenze Palllanuoto. Un trasferimento clamoroso che ha complicato i piani della Fiorentina Waterpolo e ha fatto saltare anche l’avviata trattativa per una possibile fusione tra le due società Un’idea, questa, accarezzata più volte dall’amministrazione comunale, ma che dovrà essere affrontata con un tavolo che metterà a confronto tutte le parti coinvolte. Borracci è stato successivamente sospeso, in via cautelativa, dalla Federnuoto per sessanta giorni. Una storia che, comunque, ha condizionato la stracittadina. Il tecnico dell’NGM Firenze Pallanuoto Andrea Sellaroli, sulla vicenda, ha espresso un duro commento: “Una pessima vicenda che fa solo male alla pallanuoto. Speriamo sia finito l’incubo per Francesca”.
Di rimando, anche De Magistris ha sottolineato come “il clima e l’aria respirati in piscina nel corso del derby erano diversi. È stata una partita corretta ma abbiamo giocato in condizioni particolari”. In attesa di conoscere gli sviluppi, il campionato proseguirà con le due compagini impegnate a far punti per ottenere i due obiettivi che si sono prefissate a inizio stagione. La Menarini Fiorentina Waterpolo vuol rientrare tra le 4 squadre che disputeranno la Final Four che assegnerà lo scudetto e giocare al meglio la Coppa Len, l’Europa League della pallanuoto, che la vedrà protagonista dal 18 al 20 novembre. L’NGM si propone di conquistare, agevolmente, /Sim.Spa. la salvezza.
sport nel quartiere
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pallone. La squadra “in rosa” è proiettata verso un’altra stagione da protagonista
Il calcio femminile è ormai una realtà Carlo Marrone
Il capitano del Primadonna Alia Guagni suona la carica alle compagne:
I
“Siamo pronte e molto concentrate, abbiamo lavorato bene e in quanto
l Primadonna Firenze ormai è un progetto tangibile alla portata di tutti gli sportivi fiorentini, e il piano di lavoro sta avanzando con pieno successo. In pochi anni la società è riuscita, grazie all’Amministrazione Comunale e al sacrificio di molti genitori delle ragazze, a fare un grande salto di qualità. La realtà dell’impianto di San Marcellino, dotato di due campi da calcio, uno in erba sintetica e uno in erba naturale, un bar-pizzeria-ristorante, una piscina, una palestra, spogliatoi, uffici e magazzini, permette ai ragazzi e alle ragazze del Primadonna di allenarsi in un vero centro sportivo, uno dei pochi a Firenze. Da poco più di un anno la scuola calcio è stata ampliata e aperta anche al settore maschile e affidata a istruttori specializzati, molti di loro laureati in scienze motorie con qualifiche di allenatori Uefa B e C oltre che Coni Figc. Attualmente le squadre presenti in società sono otto. Per il femminile la Serie A, Juniores Primavera A e B, Giovanissime; per il maschile i giovanissimi B, gli esordienti, i pulcini ed i piccoli amici. La società, inoltre, riveste da qualche anno un importante ruolo educativo nelle scuole elementari del quartiere effettuando, in affiancamento alle insegnanti, lezioni ludiche di educazione motoria propedeutica al calcio per un progetto dal nome “Gioco Sport” consistente in quattro lezioni per ogni classe.
a grinta e carattere non siamo inferiori a nessuno”
Il presidente Andrea Guagni ribadisce l’importanza del progetto della società: “La presenza di un settore calcio giovanile sia femminile che maschile, le potenzialità di un vero centro sportivo, uno dei pochi a Firenze, farà in modo che il progetto raccolga i suoi pieni frutti in un quinquennio e questo servirà a generare energie fresche per la prima squadra e non solo”. La squadra del Primadonna,
che per il secondo anno consecutivo giocherà nella massima serie, è stata costruita seguendo principi di rinnovamento indirizzati al settore giovanile. In linea con questi dettami è stata confermata l’ossatura storica di ragazze che, col Firenze Calcio Femminile, sono cresciute negli anni, avanzando dal settore giovanile fino alla prima squadra. Parliamo di Benucci, Binazzi, Parrini, Guagni,
Leoni, Orlandi, Linari, Bruno. Tutto ciò, insieme all’inserimento di una pedina di grande esperienza nel campionato di serie A come Betty Spina, fa ben sperare il tecnico Mario Nicoli: “Sono contento del lavoro svolto sino ad ora. Siamo un gruppo con dieci nuovi giovani elementi, stiamo svolgendo un lavoro umile e molto puntiglioso anche grazie alla preparazione dei miei collaboratori. C’è professionalità, applicazione ed entusiasmo da parte di tutti. La squadra è in crescita sia a livello di gioco che come mentalità. Elementi, questi, che porteranno la squadra a giocarsi un posto per rimanere nella massima serie”. Alia Guagni, capitano della squadra, suona la carica: “Siamo pronte e molto concentrate, abbiamo lavorato bene e in quanto a grinta e carattere non siamo inferiori a nessuno”. Il presidente Guagni, con l’occasione, rinnova un appello all’intera città, invitandola a partecipare alle attività del centro, inizialmente anche solo assistendo alle gare interne del Primadonna a San Marcellino. Questo aiuterà a far crescere ancora in maniera spontanea la realtà del Primadonna Firenze e del centro sportivo di San Marcellino. Per maggiori informazioni il sito di riferimento è: www.firenzecalciofemminile. it, sito ufficiale della società.
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FESTIVAL. Anteprime e “chicche” imperdibili per gli appassionati di grande schermo
All’Odeon un mese a tutto cinema Dalle pellicole legate a doppio filo alle questioni femminili al best of
ZOOM
dei documentari internazionali, ma anche film dedicati al mondo dell’arte
Quei quadri dipinti con il vino, che invecchiano
e degli artisti e uno spaccato contemporaneo e calzante dell’universo queer. Questo e altro nel lungo autunno della storica sala del centro Ludovica V. Zarrilli
C
ol freddo, si sa, fa più piacere andare al cinema, chiudersi al caldo della sala e guardare un film da commentare con chi ci sta accanto, una volta riaccese le luci in sala. Ma il novembre del cinema Odeon è ancora più speciale del solito, perchè nell’arco di un mese (anzi di più, cinquanta giorni a dirla tutta) vengono presentate una serie di pellicole e documentari che gli amanti del cinema con la C maiuscola non dovrebbero proprio perdersi. La manifestazione si chiama “50 giorni di cinema internazionale a Firenze” e racchiude al suo interno diversi festival - la grande parte dei quali si svolge nel corso del mese di novembre - che fanno venire l’acquolina in bocca agli amanti del grande schermo. Il primo appuntamento novembrino è quello con Laboratorio Immagine Donna (dal 4 al 9 novembre), arrivato alla 33esima edizione, che vuole lanciare un messaggio di speranza in tempi turbolenti e confusi di cui il cinema è lo specchio, ma anche una straordinaria possibilità di riflessione e soluzione, con la presentazione di modelli produttivi audaci e vincenti e, ovviamente, a firma prevalentemente ma non esclusivamente, femminile. Dal 12 al 19 torna invece puntuale il Festival dei popoli, festival internazionale del cinema documentario, appuntamento imperdibile dell’autunno fiorentino che quest’anno propone in esclusiva “It might get loud” di Davis Guggenheim con The Edge (U2), Jimmy Page (Led Zeppelin) e Jack White (White Stripe), “Cave of Forgotten Dreams” il nuovo documentario del maestro Wernan Herzog, proiettato in tecnologia 3D, “Black Power” di Goran Olsson sul movimento americano degli anni ‘60, “Wild thing” di Jérôme De Missolz sul post-punk degli anni 70 e “Crazy Horse” di Frederick Wiseman sullo storico cabaret parigino fondato nel 1951. Oltre a premiare i migliori lungometraggi e costometraggi, nel corso del festival si terranno gli Italian Doc Screenings (dal 16 al 19 novembre), il più grande mercato dedicato al documentario in
Italia e la seconda edizione degli Stati generali del documentario in Toscana organizzati da Documentaristi anonimi – Associazione Documentaristi Toscani. Un discorso a parte lo merita Lo Schermo dell’arte (21-24 novembre), kermesse che porta l’arte sul grande schermo selezionando le pellicole realizzate da o che hanno per protagonisti artisti di fama internazionale. Quest’anno, tra i fiori all’occhiello ci sarà l’anteprima di Urs Fischer di
Iwan Schumacher (Svizzera, 2010) ritratto di uno degli artisti più acclamati alla Biennale veneziana di quest’anno. A chiudere in bellezza ci pensa il Florence Queer festival (dal 25 novembre all’1 dicembre), che per la nona edione propone una retrospettiva dedicata a Werner Schroeter (regista tedesco pioniere del cinema queer), focus sul cinema LGBTI svedese e “Queer Covers – Copertine impazzite” la mostra delle copertine dei vinili queer.
PSICOLOGIA. È uscito il primo lavoro della psicoterapeuta aretina Paola Pompei
Vademecum per coppie del terzo millennio P
erché alcune coppie resistono e altre no? Perché si ha la sensazione che fino a qualche decennio fa ci si “sopportasse” di più a vicenda? Esistono dei fattori esterni che condizionano la vita a due? Queste ed altre sono le domande a cui Paola Pompei, psicologa e psicoterapeuta aretina con una lunga esperienza nella terapia di coppia alle spalle, ha cercato di rispondere nel suo primo libro “L’amore è una lama sottile. Come stare bene in coppia nella buona e nella cattiva sorte” (Età dell’Acquario edizioni, pagg. 154, 14 euro). “Oggi tutto cambia molto, troppo velocemente - spiega Pompei -, trenta anni fa le cose erano molto diverse. Io ho cercato di mettere dentro il libro i miei tre decenni di esperienza da terapeuta della coppia per raccontare tutte le difficoltà che prima non c’erano ed oggi sono da affrontare”. Un libro fatto di storie, le storie che la psicoterapeuta ha incontrato nel corso della sua carriera, storie fatte di persone che hanno affrontato in due i loro problemi. “E’ un libro pieno di racconti - spiega la dottoressa -. Frasi, stralci, accenni che rendono l’idea di quali siano i problemi più
diffusi. Non è un testo scientifico, ma piuttosto un mezzo col quale chi ha determinate difficoltà può identificarsi”. Una sorta di vademecum dunque, che analizza la coppia del terzo millennio sfiscerandola con garbo, senza mai violarne la sfera privata. “Quando ci si innamora di qualcuno - continua Paola Pompei - ci si innamora perché riconosciamo in quella persona una parte di noi inespressa. Col tempo il rapporto si può evolvere, e le due persone vanno a completarsi a vicenda, ma ci si può anche accorgere che quella parte inespressa di sè è l’unica cosa che ci lega all’altro. E questo può compromettere il rapporto”. E ancora, il cambiamento delle figure del maschio, che a volte a trent’anni è ancora vergine, e delle femmine che diventano sempre più emancipate anche se a partire da una certa età cominciano a sentire l’incessante ticchettio dell’orologio biologico, fino alle famiglie allargate o alle donne che decidono di avere figli senza avere un partner. “Sono storie di vita nelle quali ci si può riconoscere - aggiunge Pompei -, e magari possono aiu/B.B. tare ad affronatare meglio, e insieme, dei momenti di crisi”.
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ualcuno ci aveva già pensato, ma aveva fatto dietrofront per via della consistenza e del cambiamento del colore nel corso del tempo. Quello che per altri era un limite, è diventata la forza dei dipinti di Elisabetta Rogai, che usando solo vino e tele bianche produce degli originalissimi dipinti che invecchiano col passare degli anni, proprio come i migliori nettari di bacco. Ma può un dipinto “invecchiare”? La prima idea del genere era venuta allo scrittore inglese Oscar Wilde, che ne aveva tratto il soggetto per Il ritratto di Dorian Gray. Adesso – mutatis mutandis, naturalmente – il fantastico diventa realtà, grazie a un’intuizione della pittrice fiorentina Elisabetta Rogai, che si è imbattuta in questo fenomeno mentre stava realizzando alcune opere d’arte con il vino, con una tecnica mai usata prima. Diversi artisti si erano infatti cimentati nell’impresa, provando a utilizzare un materiale come il vino rosso per realizzare dei quadri, ma l’esito non era mai arrivato a potersi dire pienamente soddisfacente. Ogni tentativo finora si era scontrato con ostacoli tecnici: la densità del vino, la volatilità dell’alcol, l’evidente limite nella “tavolozza” dei colori a disposizione, l’esigenza di limitare i lavori a tele di piccole dimensioni. È stato necessario un lungo lavoro di ricerca esperimentazione - l’analisi di un laboratorio scientifico dell’Università di Firenze unita alla versatilià di un’artista non nuova a innovazioni tecniche (basti pensare ai suoi dipinti su tela denim o all’affresco per un fonte battesimale realizzato per una pieve dell’anno 996) - ma oggi i quadri wine-made sono una realtà. Gli enocapolavori di Elisabetta Rogai sono realizzati su normali tele ma esclusivamente con vini rossi e bianchi, tranne il primo tratto di carboncino per delineare le figure. Nessuna aggiunta di colore o altri componenti sintetici: solo vino al 100%, che – proprio perché naturale – invecchia sulla tela riproducendo esattamente l’evoluzione del vino che ha luogo dentro una bottiglia. Man mano che passa il tempo, il dipinto invecchia, evolve sulla tela perché il vino passa dai colori tipicamente giovanili (viola, melanzana, porpora) a quelli caratteristici dell’invecchiamento (mattone, ambrati, aranciati). Un processo che in cantina richiede diversi anni, sulla tela /L.V.Z. invece solo pochi mesi.
l’artista al lavoro
cultura
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IL VOLUME. Un po’ romanzo, un po’ guida della città: l’ultima fatica letteraria del giovane scrittore
Santoni, un libro e il suo fuoco sacro Ludovica V. Zarrilli
“S
e io fossi foco arderei lo mondo”, recitava Cecco Angiolieri nel suo più celebre sonetto. E se fossi Vanni Santoni? Arderei Firenze, non c’è dubbio. È appena uscita in libreria la terza fatica letteraria del giovane ma già affermato toscano (montevarchino di nascita e fiorentino di adozione) che ha pubblicato per Laterza “Se fossi fuoco, arderei Firenze”, romanzo sì, ma anche un po’ una guida della città, una ripresa a volo d’uccello sui luoghi topici della Florentia del terzo millennio. Un incrocio di personaggi e storie, “23 protagonisti, 24 se contiamo anche la città di Firenze”. Onnipresente, la vera star delle 150 pagine scritte in punta di penna da Santoni è proprio la città. Nelle sue abitudini più liriche e in quelle più becere. Gli studenti, gli americani, i fiorentini - che sono una specie a parte - e i luoghi, che vengono attraversati, tra un racconto e l’altro, seguendo una tabella di marcia che non lascia spazio per prendere fiato. “Nove mesi, tanto ci è voluto per scrivere questo romanzo - spiega Vanni -. Un tempo brevissimo per i miei canoni di lavorazione. Ho lavorato a quattro volte la mia velocità ordinaria, ho navigato a vista, ma alla fine spero sia venuto fuori qualcosa di interessante”. “L’idea era quella di costruire un sopra fruibile, composto da una mi-
Una storia tira l’altra,
stura di stili costruito in modo da tessere qualcosa di più complesso - continua Vanni -. Qualcosa che a una seconda o una terza lettura, riveli un’impronta più profonda. Che può essere letta come una spuma senza andare negli abissi, ma può essere, volendo, anche approfondita”. Non un libro di sociologia urbana, tra le pagine si legge una netta supremazia delle persone rispetto allo spazio, i personaggi si susseguono come in una staffetta e ciascuno è legato in qualche modo agli altri, “come se una telecamera si spostasse mano mano dal precedente al successivo, ognuno dei protagonisti è collegato agli altri attraverso una rete di relazioni, come se fossero i nodi all’interno di una rete. Questo consente di leggere il libro partendo da qualsiasi racconto”. In questo senso il libro perde la sua dimensione rettilinea per essere vissuto a tutto tondo, come se fosse un cerchio, dentro il quale entrare da qualsiasi punto. O meglio, dall’inizio di un qualsiasi capitolo. Mai titolo fu più azzeccato. “In realtà era il titolo di lavorazione, ma la direttrice della casa editrice ne è stata così entusiasta che è rimasto quello. Il fuoco di cui si parla è un po’ il fuoco di Prometeo, ma anche quello che si sente bruciare dentro chi vive a Firenze, diviso da un perenne sentimento di amore e odio nei confronti di questa città”.
in una staffetta di racconti in cui si alternano ventitré personaggi, ventiquattro se si considera anche Firenze, “star” onnipresente fra le pagine dell’opera
IL LUOGO. In via Ugo Foscolo è partita la prima di una serie di esposizioni
E l’ex lavanderia si trasforma in galleria V
la CiminiEra DEll’Ex tintoria
ia Ugo Foscolo è una stretta traversa che salendo da Porta Romana sfocia nei campi di Marignolle. La sua conformazione è tipica della zona a lato di viale Petrarca, stretta tra il centro storico e la campagna fiorentina, porta infatti elementi delle diverse epoche vissute; dalle palazzine ottocentesche alle ville di campagna, fino ad arrivare quasi a Porta Romana, dove ci si imbatte nella antica lavanderia a vapore e tintoria fondata da Pilade Nannucci, come ricorda la targa sotto il busto all’ingresso del complesso: “Pilade Nannucci cavaliere del lavoro, gli è monumento la sede dell’industria che egli sognò, iniziò e con opera indefessa tra-
dusse in splendida realtà. AD MCMXXX VIII”. Su Ebay a settembre è stata messa in vendita una fattura originale del “premiato stabilimento” datata 1910. L’architettura dell’ingresso è in stile neogotico con un imponente cancello in ferro battuto, come anche i lumi sparsi qua e là nel cortile, alcuni con fattezze grottesche e altri con disegni classici. Entrando sulla sinistra si trova una casetta in pietra, dove si notano vicino al busto del fondatore due tondi di ceramica (probabilmente Cantagalli, data la vicinanza della fabbrica) raffiguranti una pecora, stemma dell’arte della lana, e una porta rossa, stemma invece dell’arte della seta. Scendendo la rampa
si accede alla lavanderia vera e propria, che da qualche tempo è stata ristrutturata e trasformata. Sparsi tra i vicoletti e le stradine interne si trovano oggi le sedi di uno studio di architettura, una compagnia di danza, un laboratorio artigiano di argenteria e, salendo le scale del giardinetto, una galleria d’arte contemporanea. Quest’ultima si trova sotto la vecchia tettoia del complesso completamente recuperata, dove a settembre è partita la prima di una serie di esposizioni aperte al pubblico. Lo spazio luminosissimo e vivace fa da piedistallo alla vecchia ciminiera di mattoni, perfettamente conservata, /G.S. che svetta fra i tetti bassi.
LA CURIOSITÀ. Torna alla Melbookstore l’appuntamento con il “Knit cafè”, per condividere l’amore per i ferri
L’inverno si passa in libreria... a lavorare a maglia S
ciarpe e cuffiette, maglioncini e guanti. La passione per la maglia continua a farsi strada nei quattro angoli del globo, partendo dalle star di Hollywood e arrivando ai comuni mortali, che avevano perso l’abitudine di “sferruzzare” durante le giornate invernali. Per non far perdere l’allenamento a chi ha già qualche base e per invogliare a cominciare chi invece i ferri non sa neanche come si impugnino, ecco tornare alla libreria Melbookstore (via de’ Cerretani 16r), il Knit cafè, incontri dove si lavora a maglia, all’uncinetto, si prende un tè e si fanno quattro chiacchiere tra appassionate di tricot e non solo. Nel 2008 c’è stato il primo grande raduno Knit alla Stazione Leopolda di Firenze, nel 2009 i lavori del Knit sono stati impiegati dagli studenti del Naba (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano) e poi esposti alla Triennale di Milano. Come ogni anno, anche questo il Knit vuol dare risalto al problema dell’ambiente con incontri
con produttori di filati ecosostenibili e riprendere le antiche tradizioni dei lavori femminili coinvolgendo esperte che faranno dimostrazioni. Durante il ciclo di incontri in libreria ci saranno Le Feltraie (www.lefeltraie.it) con la loro esperienza di recupero e utilizzo di lane locali, che dimostreranno con laboratori come si ottiene il feltro e proporranno nuovi filati dai colori naturali. Parteciperanno insegnanti di tessitura a mano e di tombolo, che dimostreranno l’arte di questi antichi lavori. E ancora, ci sarà Altarosa, che fa produzione e vendita di abiti naturali e da coltivazione biodinamica (www.altarosa.it), che spiegherà la propria filosofia e proporrà piccoli laboratori. La novità di quest’anno è la collaborazione con alcuni stilisti, fra cui il fiorentino Giorgio Vannini (www.giorgiovannini.it), che disegnerà accessori e lancerà la sfida di realizzarli durante gli incontri knit. Appuntamento il /C.G. 7, 14, 21 novembre e 5 dicembre.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
I LUOGHI. Una mostra per scoprire il patrimonio custodito nelle strutture minori
I tesori segreti dei musei fiorentini Barbara Biondi
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ntiquari come Stefano Bardini ed Elia Volpi, magnati e studiosi anglosassoni come Frederick Stibbert, Charles Loeser, Herbert Percy Horne, la famiglia Acton e tanti altri: sono loro gli artefici inconsapevoli delle stanze dei tesori che oggi aprono le porte a un percorso di visita alternativo. Che esula dai musei più visitati, e accompagna nella scoperta di una serie di imperdibili scrigni che fanno parte della ricchezza della città. Dovendo convivere con Uffizi e Accademia, a Firenze sono considerati musei minori anche il Bardini, lo Stibbert, lo Horne e tanti altri, benché stracolmi di capolavori. Nascono però tutti da un’identica passione per il collezionismo: prima i Medici e i Lorena, poi un pugno di antiquari avventurosi e di facoltosi anglosassoni, che nei decenni post unitari a cavallo tra Ottocento e Novecento scelsero di vivere a Firenze. Alcuni per banale senso degli affari, i più, o i migliori, per pura ammirazione, mossi dall’ideale di bellezza rappresentato dalle ricchezze artistiche della città. Fu un’epoca d’oro, che contribuì a radicare in Europa e oltre
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L’esposizione durerà fino ad aprile 2012, quanto basta per dare la possibilità, anche a chi non li conosce, di visitare gli scrigni nei quali sono conservati alcuni preziosi capolavori di casa nostra
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i miti del Rinascimento, della stessa Firenze e della tradizione di qualità dell’artigianato artistico locale. Miti che tanto significano ancora oggi per il prestigio culturale e l’economia di Toscana e Italia. Quasi obbligato, dunque, l’omaggio a quegli anni, ideato dal progetto Piccoli Grandi Musei con l’iniziativa “Le stanze dei tesori”. Meraviglie dei collezionisti nei musei di Firenze (fino al 15 aprile 2012), percorso espositivo che, partendo da Palazzo Medici Riccardi, percorre i musei figli di quelle raccolte: Bardini, Horne, Palazzo Davanzati nel centro storico, la Fondazione Romano in Oltrarno (piazza S. Spirito), lo Stibbert a Rifredi e il “museo sacro” Bandini a Fiesole. L’iniziativa è promossa e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze insieme a Polo Museale Fiorentino, Provincia, Comune e Regione, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Collaborano le varie Soprintendenze, le direzioni dei Musei, il Comando Militare Esercito (Toscana), l’Associazione degli Antiquari, la XXVII Biennale Antiquaria e l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte (www.stanzedeitesori.it, info e prenotazioni allo 055.2340742).
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L’INIZIATIVA Concerti Ryuichi Sakamoto 10 Novembre
Teatro Verdi
A distanza di 15 anni dal suo album “1996”, disco arrangiato per piano, violino e violoncello, Sakamotori presenta al pubblico la stessa formula accompagnato al violoncello da Jaques Morelenbaum e da una giovane violinista scelta grazie ad un’audizione a livello mondiale. Attualmente impegnato in America con la sua “Yellow Magic Orchestra”, fondata nel 1978 e punto di riferimento per l’allora nascente scena technopop, è venuto in Italia nei mesi scorsi con il pianista elettronico Alva Noto e uno show molto particolare, che ha riscosso il meritato plauso di pubblico e critica. Il “Trio Tour” sarà l’occasione per ascoltare nuova musica e le sue composizioni senza tempo in una veste ulteriormente rinnovata. Signal Electrique 11 Novembre
Auditorium Flog
L’orecchio e il corpo dissonante di Switch approdano alla Flog dopo aver ospitato, al centro per l’arte contemporanea Ex3, artisti di calibro internazionale come Robot Koch, Cottam, Ital Tek, Pinch e di quella italiana con musicisti come Okapi, Digi G’Alessio e Koolmorf Widesen. DissonantLive porterà a Firenze, sonorità elettroniche ricercate, contaminazioni jazz, dubstep, ritmi dance da tutta Europa, cercando una sintesi tra suoni acustici ed elettronici attraverso esibizioni dal vivo. Il primo ospite della rassegna sarà Signal Electrique, dalla Francia uno dei progetti live techno più al passo con i tempi. I 5 album usciti sull’etichetta Expressillion (Acid Library, juke Box Monkey, Treat Me Bad, Rave n’ roll Ritual) hanno garantito alle loro produzioni la possibilità di mantenere uno stile innovativo e sorprendente. Il genere proposto copre un range che spazia dalla techno pura all’electro-punk, anche se questa classificazione potrebbe risultare riduttiva. Il nome di Signal Electrique infatti non è solo sinonimo di fedeltà al suono tipicamente francese ma anche di innovazione e ricerca. Dai rave ai festival più blasonati, un vero esempio di versatilità ed entusiasmo facilmente identificabile in un live acting esplosivo e selvaggio.
Nomadi 15 Novembre
Obihall
“Cuore vivo” é il nuovo album pubblicato dai Nomadi uscito lo scorso 7 giugno, anticipato dal singolo “Toccami il cuore”, brano scritto da Lorella Cerquetti, nota autrice dei successi passati dei Nomadi. La stessa Lorella Cerquetti ha commentato il nuovo album dei Nomadi così: “E’ un disco che sperimenta nuove atmosfere e nuovi sound grazie anche alla collaborazione con Laura Trentacarlini, musicista italo americana che ha portato una sperimentazione originale di alcune sonorità”. Zucchero 20 e 21 Novembre
Nelson Mandela Forum
piccola cosa”), spiccano quelle di Girolamo “Gimmi” Santucci, già dietro l’album “Quindi?” di Max Gazzé, di Saverio Grandi, autore di hits epocali per Stadio e Vasco Rossi, e di Antonio Iammarino, pianista che da un paio di anni collabora con Raf. Come a dire che Raf, ogni volta, cerca il meglio per la sua musica. Ivano Fossati 27 Novembre
Teatro Verdi
Ultimo album di inediti e ultimo tour per Ivano Fossati; come lui stesso ha dichiarato con questo ultimo prodotto discografico sceglie di abbandonare le scene musicali dichiarando “Non credo che potrei ancora fare qualcosa che aggiunga altro rispetto a quello che ho fatto fino ad ora. Ho pensato che la mia vita di artista sarebbe stata, d’ora in poi, quella di rappresentare me stesso”. L’addio arriva con l’uscita diDecadancing, ultimo album di inediti, 10 brani tutti scritti e arrangiati da Fossati, anticipato dal singolo “La decadenza”.
A teatro Dopo il successo dell’ultimo album, Zucchero si rimette in moto con un incredibile tour mondiale che prende nome dall’ultimo album: Chocabeck. Il disco ha superato le 200mila copie in Italia, aggiudicandosi il triplo disco di platino, e la soglia delle 300mila copie inEuropa. Il tour partito da Zurigo lo scorso maggio ha attraversato molte capitali europee come Parigi, Londra, Vienna, Berlino durante i tre mesi estivi ed é pronto per ripartire quest’inverno arrivando nelle principali città italiane. Sarà un live a tutto blues, con molto spazio alle sonorità acustiche, ma il buon Zucchero vuole soprattutto portare sul palco il “suono della domenica”, della festa di paese, dove si balla. Raf 26 Novembre
Obihall
L’affarista 29 Novembre - 4 Dicembre
Teatro della Pergola
«Ah! Conoscete la nostra epoca! Oggi, signora, tutti i sentimenti svaniscono e il denaro li sospinge. Non esistono più interessi perché non esiste più la famiglia, ma solo individui! Vedete! L’avvenire di ciascuno è in una cassa pubblica (…) Vendete gesso per zucchero: se riuscite a far fortuna senza suscitare lamentele, diventate deputato, pari di Francia o ministro!» Si adatta perfettamente al nostro tempo, questa pungente battuta: tanto che non ci sarebbe nulla di strano a sentirla pronunciare oggi, magari da qualcuno che commenti una delle tante notizie di speculazioni e crisi economiche che punteggiano quotidianamente i giornali. Invece risale alla metà dell’Ottocento, scritta da Honoré de Balzac e pronunciata da Mercadet, personaggio attorno al quale è concepito Le faiseur - L’affarista.
Mostre Denaro e bellezza Fino al 22 Gennaio 2012
Palazzo Strozzi
Registrato tra i suoi studi casalinghi di Formello, appena fuori Roma, e il Mulino di Acquapendente, con uno staff ormai consolidato, l’album Numeri lascia filtrare alcune novità tra le firme che hanno contribuito alle sue canzoni, nelle quali, accanto alla sua compagna Gabriella Labate (che ha scritto con Raf la splendida “Ogni
Capolavori di Botticelli, Beato Angelico, Piero del Pollaiolo, i Della Robbia, Lorenzo di Credi – l’élite del Rinascimento – illustrano come il fiorire del moderno sistema bancario sia stato parallelo alla maggiore stagione artistica del mondo occidentale: la mostra collega quell’intrecciarsi di vicende economiche e d’arte agli sconvolgenti mutamenti religiosi e politici dell’epoca.
Denaro e Bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità racconta la storia dell’invenzione del sistema bancario moderno e del progresso economico cui ha dato origine, ricostruendo la vita e l’economia europea dal Medioevo al Rinascimento. I visitatori possono entrare nella vita delle famiglie che ebbero il controllo del sistema bancario, cogliendo anche il persistente conflitto tra valori spirituali ed economici polavori dei grandi maestri da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. Quelle opere spesso di piccolo formato, soggetti sacri o ritratti legati a formare dittici e trittici dipinti anche sul verso, divennero modelli di tecnica pittorica e di soluzioni iconografiche per la produzione dei maestri fiorentini e delle loro botteghe. Declining democracy Fino al 22 gennaio 2012
CCC Strozzina
La mostra propone opere di dodici artisti contemporanei internazionali in un percorso che riflette su valori, contraddizioni e paradossi che caratterizzano la società di oggi e sulle possibili declinazioni dei principi della democrazia, in un momento in cui la loro validità sembra essere messa in discussione.
Unità d’Italia L’Affratellamento per il 150° dell’Unità d’Italia Fino al 13 novembre
S.R. L’Affratellamento di Ricorboli
Lo storico circolo di via Giampaolo Orsini 73 fa sentire la sua voce anche nelle celebrazioni del 150esimo dell’Unità d’Italia, con una serie di appuntamenti. Venerdì 4 novembre, ore 17.30, “Le donne fiorentine del Risorgimento”, conferenza di Elena Giannarelli. Sabato 5 novembre, ore 17, inaugurazione della mostra d’arte “Pinocchio” di Vinicio Berti. Martedì 8 novembre, ore 17.30, “Mario Luzi, i suoi scritti sulla lingua italiana e la bandiera”, incontro con la poetessa Caterina Trombetti. Sabato 12 novembre, ore 21.15, canti popolari fra Ottocento e Novecento, con il concerto del Coro di Canti sociali Novecento di Fiesole. Domenica 13 novembre, ore 17, l’incontro “I 135 anni della Società Ricreativa di Ricorboli (1876-2011)”, con Ivano Tognarini, storico, Francesca Chiavacci, presidente Arci Firenze, Luigi Mannelli, presidente della S.R. L’Affratellamento di Ricorboli. Domenica 13 novembre, ore 19, concerto del complesso bandistico dell’Associazione Musicale Fiorentina che, diretto dal maestro Marco Mangani, eseguirà un repertorio di musiche risorgimentali.
A Palazzo Borghese
Tre giorni di shopping per aiutare l’Ant
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ei giorni di venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 novembre il Palazzo Borghese in via Ghibellina 110 a Firenze, con orario continuato 10-19, si trasformerà in una grande boutique dove saranno esposti articoli di abbigliamento, accessori, pelletteria e biancheria messi a disposizione da oltre 80 aziende a favore della Fondazione Ant. Tutta la merce è stata donata da aziende ed esercizi commerciali e la manifestazione ha ricevuto il patrocinio del Comune di Firenze e la collaborazione delle quattro associazioni di categoria Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cna. Tutti i fondi raccolti saranno destinati a sostenere il servizio di assistenza socio-sanitaria domiciliare oncologica che Ant offre gratuitamente ai sofferenti di tumore e alle loro famiglie a Firenze, Prato e Pistoia, e i progetti di prevenzione portati avanti dalla Fondazione. Per informazioni con/B.B. tattare il numero 055.5000210.
SU IL SIPARIO Al teatro Goldoni
Il Barbiere di Siviglia “rivisto e corretto”
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al 19 al 24 novembre sbarca sul palcoscenico del teatro Goldoni “La bottega del barbiere”, realizzato dalla compagnia Venti Lucenti. Questo spettacolo, tratto liberamente dal Barbiere di Siviglia di Rossini, per la regia di Manu Lalli, è realizzato da Venti Lucenti, associazione culturale con sede nel Quartiere 3 che da venti anni si occupa di teatro e formazione e che ha avviato nel tempo importantissimi progetti di diffusione dell’opera lirica tra le giovani generazioni di spettatori. È quindi un evento prestigioso (si ripete da ormai tre anni: le stagioni passate sono stati rappresentati l’Elisir di Donizetti, la Cenerentola di Rossini e il Don Pasquale) pensato per il pubblico delle scuole ma aperto, nelle varie repliche, anche a tutta la cit/B.B. tadinanza.
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mibilmente di sangue che saranno sicuramente servite a qualcuno per passarci la notte. Una nonna ha raccolto il tutto e l’ha gettato nel cestino dell’immondizia ma gli adulti che hanno assistito alla scena hanno evitato di far giuocare i bambini in quel luogo ed io mi chiedo: ed i bambini che sono venuti dopo in che posto hanno appoggiato le loro manine e certe volte anche le loro bocche? In detto giardino è stata attrezzata anche un’area per i cani: com’è che invece la maggior parte delle persone li porta dove ci sono i bambini a giuocare? Poi c’è il problema degli adulti che frequentano lo stesso giardino, adulti che riempiono di cicche ogni spazio (compresa l’area dei più piccoli). Comprendo che non può esserci una sorveglianza continua, ma se nel corso della notte e durante il giorno qualcuno passasse per un controllo tutto sarebbe più sicuro e non sarebbero stati spesi dei soldi per l’abbellimento del giardino invano. Cordialmente, Laura Buti
Inviaci le tue lettere a
redazione@ ilreporter.it
Lettere e segnalazioni: tutto su www.ilreporter.it “l’imPianto di Ponte a greve e le boCCe a firenze” Leggendo l’articolo apparso sul numero di Settembre de Il Reporter intitolato “Una pista a bocce ferme. Nessuno vuole il pallaio”, mi sono reso conto di quanto possano risultare improduttive le iniziative estemporanee prese anche dalle amministrazioni locali, come veniva fatto alla fine degli anni ’90. Il bocciodromo, anzi il campetto di bocce di Ponte a Greve è nato con il concetto “costruiamo uno spazio per giocare a bocce poi qualcuno lo potrà utilizzare e qualche altro lo potrà gestire e poi si vedrà se ha le giuste caratteristiche tecniche per svolgere l’attività”. In quel luogo non c’era richiesta da parte dei cittadini di un impianto dedicato alle bocce, in quel luogo non c’è una struttura organizzata capace di gestire il campetto che è nato senza tener conto dei regolamenti impiantistici della Federazione Italiana Bocce, Federazione riconosciuta dal CONI che gestisce l’attività boccistica su tutto il territorio nazionale (la FIB conta 120.000 tesserati e circa 2500 società). Nonostante questo, mi sono personalmente impegnato, contattando l’allora Presidente del Q4 Eros Cruccolini, cercando di attivare l’impianto grazie alla collaborazione di operatori esperti della disciplina. Ma l’inizio delle attività era legata alla messa in sicurezza dell’impianto, cosa che non è mai avvenuta. Riepilogando: il campetto di Ponte a Greve non può ospitare attività agonistica perché non idoneo. Non può ospitare attività sociale perché non è a norma di sicurezza. Non può essere gestito secondo i regolamenti FIB perché non ha una Società Bocciofila alle spalle che possa garantire continuità e rispetto delle regole. Con rammarico noto che in altre zone del territorio fiorentino, dove è presente la richiesta di strutture dedicate al gioco delle bocce, con società organizzate e capaci di gestire l’impianto, queste stesse Società vengono lasciate in difficoltà e senza possibilità di accesso alle risorse pubbliche. Mi dichiaro da subito disponibile a un incontro con gli amministratori per “recuperare” il campetto di Ponte a Greve e per fare un discorso più ampio riguardante l’impiantistica delle bocce del territorio comunale. Cordiali saluti Giancarlo Gosti Presidente Fib Toscana “via lanzi, manCa il Cartello” Gentili Redattori, vi sarei grata se voleste segnalare la mancanza del cartello stradale che indica il nome “Via Luigi Lanzi” dalla parte del viale Cadorna. Il cartello esiste ma è rimasto chiuso nel vecchio sottopasso ferroviario (ora magazzino comunale) dopo che sono stati fatti gli ottimi lavori di ristrutturazione. Mi sono trovata in difficoltà con persone che mi hanno cercata e che non vedevano alcuna indicazione. Grazie per questo e per il graditissimo Reporter. Ivana Michelucci Ecco fatto.
lettere
Novembre 2011
MF
“giardini di via allori: belli, ma servono Controlli” Spett.le Redazione, leggo proprio oggi sul vs. giornale Ottobre 2011 la comunicazione del completamento dei giardini di via Allori e sono concorde sul fatto che sono stati attrezzati molto bene. L’area che io maggiormente utilizzo è quella riservata ai bambini piccoli (ci porto il mio nipotino di 17 mesi) e fino a qualche settimana fa parlavo a tutti di questo spazio così allegro e sicuro. Purtroppo la settimana scorsa ho dovuto ricredermi quanto meno sulla sicurezza: dentro al trenino visitato da tanti bambini c’erano delle coperte e delle bende macchiate presu-
“eX biblioteCa di viale dei Pini, il Progetto vedrÀ mai la luCe?” Gentile redazione de il Reporter, sul numero di ottobre di questo anno è presente un articolo dal titolo “giù le baracche verdi, spazio alla cultura” nel quale viene presentato il progetto di ristrutturazione della vecchia biblioteca di viale dei Pini all’Isolotto. Sono stato presente agli incontri dei “100 luoghi” del 2010 e del 2011 riguardo appunto alla vecchia biblioteca dell’Isolotto e, come molti altri cittadini e rappresentanti di associazioni intervenuti, posso affermare con cognizione di causa come si sono svolti i fatti e quale sia la prospettiva. Nell’assemblea del 2010, di fronte alle opzioni di una rapida e poco costosa manutenzione della struttura rispetto alla sua demolizione e ricostruzione in tempi incerti, tutti i presenti si sono espressi in favore della prima, sostenendo l’importanza di una rapida riapertura della vecchia sede della biblioteca e con una destinazione a spazio di studio e biblioteca, in continuità con la esperienza “storica” e unica nel suo genere dell’edificio di viale dei Pini. Nella assemblea dello scorso settembre, a fronte del progetto illustrato nel vostro articolo, è stata manifestata da tutti i presenti una forte contrarietà, sia perché l’amministrazione comunale non ha minimamente tenuto conto dell’esito unanime del precedente incontro, sia perché i tempi e l’effettiva realizzazione del nuovo edificio sono assolutamente incerti. È vero che il costo stimato per la demolizione della vecchia struttura e la nuova costruzione è di circa 500mila euro, ma questa cifra non effettivamente disponibile in quanto dovrebbe provenire da alienazioni di altri edifici di proprietà comunale, come è stato confermato dai consiglieri di quartiere presenti alla riunione. Quindi, come è stato efficacemente detto nel corso dell’incontro, è come se fosse stata richiesta a Babbo Natale una bicicletta e questi avesse portato la fotografia di una bella automobile! Mi sembra quindi di poter affermare che ci sia una elevata probabilità che il (bel) progetto da voi presentato non veda mai la luce e che nel frattempo (la vecchia biblioteca è chiusa da ormai tre anni) non si possa (non si voglia?) rendere fruibile per i cittadini la vecchia struttura. Cordiali saluti. Maurizio Dolfi Contrassegni invalidi: “furbetti semPre in agguato, ma...” Ho letto sull’ultimo numero del V/s giornale la lettera di un lettore nella quale descrive quanto a lui accaduto in via Por S. Maria, cioè sottolinea il fatto che in zona pedonale camminando non sul marciapiede, ha dovuto farsi da parte per far passare un Suv con “contrassegno invalidi” con a bordo una giovane signora che poco oltre parcheggiava e con disinvoltura si recava in una gioielleria. Dalle righe si percepisce una sorta di indignazione da parte del lettore nel constatare tre fattori a Lui non gradevoli: 1) L’automobilista non era una persona “anziana”, come se il contrassegno in questione debba essere rilasciato solo dopo una certa età a prescindere dalla patologia; 2) L’abbinamento Suv-contrassegno invalidi, non va bene!; 3) i Vigili Urbani in zona non fanno il loro dovere. Vorrei poter ricordare al gentile lettore che ci sono molteplici problematiche di salute per cui viene riconosciuto il diritto a circolare e a sostare in aree protette della città, che a prima vista sfuggono all’occhio del cittadino comune, come ad esempio certe disfunzioni cardiache che non permettono di fare più di 20 o 30 metri a piedi anche a persone giovani. Vorrei fare però un appunto alla redazione del giornale. È vero che i furbetti sono sempre in agguato, ma pubblicando queste lettere a parer mio si istigano i cittadini all’odio contro chi possiede un veicolo un po’ fuori dalla norma, conto i portatori di handicap, o contro tutti e due insieme. P.S. tengo a precisare che il sottoscritto non possiede né Suv, non è portatore di handicap e che è residente in Ztl.
Distinti saluti. Gentile lettore, lungi da noi il voler istigare all’odio nei confronti di chicchessia. Nello spazio delle lettere diamo voce a voi lettori, alle vostre segnalazioni e alle vostre esperienze, come avvenuto - nel caso in questione – sia per la lettera del lettore cui lei si riferisce che per la sua replica, due modi diversi di interpretare lo stesso episodio. Ricordo soltanto che quello dei “furbetti del contrassegno” (e nessuno dice che la giovane signora del Suv lo fosse) è purtroppo un problema che esiste anche a Firenze, e penso che sia nell’interesse di tutti, in primo luogo dei portatori di handicap, fare in modo che questa incivile condotta venga fermata. MF “legge sull’omiCidio stradale, PerCHÈ serve tutto Questo temPo?” Spett. Redazione, vi scrivo in merito alla pochissimo pubblicizzata iniziativa (magica) della proposta di legge sull’omicidio stradale! Vorrei fare presente, che il sottoscritto si sta prodigando per fare capire alle persone che conosce, l’importanza di questa proposta di legge! Credetemi l’ho detto al mondo intero e sono riuscito, spiegando bene il contenuto, a fare aderire circa venticinque persone, che hanno inviato il modulo. Io dico, ma è mai possibile, che dopo tutte le tragedie che ci vengono a conoscenza tutti i giorni, nessuno si preoccupa di fare qualcosa di costruttivo. Ne parlo con amici e conoscen-
ti, che si lamentano di questi criminali, drogati e ubriachi che si mettono in giro a fare danni e quando l’informo che si può fare qualcosa, fanno orecchie da mercante! Mi viene un dubbio: la gente ha paura di firmare, perché, se una sera che disgraziatamente, qualcuno alza anche leggermente il gomito, magari dopo anche una leggera libagione e ha anche gozzovigliato un po’, si trova ad avere un problema di viabilità e non è perfettamente cosciente, si troverebbe additato a pirata stradale. Ora, io bevo al massimo un mezzo bicchiere di vino, magari ad una cena, ma se non mi sento a posto con i riflessi, aspetto di smaltire quel niente, che potrebbe procurarmi dei problemi! Mi meraviglio che in un paese civile come il nostro, per arrivare alle sudatissime 50.000 firme, si impieghino mesi e mesi, quando basterebbero due settimane per arrivare al traguardo, con la possibilità di punire sul serio questi pazzi criminali, ai quali non importa niente delle vite altrui e chi se ne frega, della propria! Con simpatia. Gianfranco Ciccarello Caro Gianfranco, proprio come lei anche Il Reporter, da qualche mese, si sta impegnando a fianco dell’associazione Guarnieri (leggere articolo a pag.18) per raggiungere il traguardo delle cinquantamila firme e, soprattutto, quello di una maggiore sicurezza sulle strade. Per arrivare a questi risultati è importante il contributo di tutti, e auspico quindi che anche altri seguano il suo buon esempio. MF
invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it la CiClista “Pirata” e il risPetto delle regole Firenze, piazzale Donatello, martedì 11 ottobre ore 8:40, attraversamento pedonale posto davanti alla omonima Casa di cura. Sono in prima fila fra un folto numero di pedoni che, come me, si accingevano ad attraversare. Scatta il rosso per i veicoli provenienti dai Viali, scatta il verde per noi, comincio il mio attraversamento. Con la coda dell’occhio, vedo una ragazza in bicicletta che non si è fermata al rosso, penso: “si fermerà sul limitare delle strisce”, non finisco il mio pensiero che finisco rovinosamente in terra, le mani libere mi consentono di non sbattere la faccia, ma un forte dolore al ginocchio mi fa capire che il danno è lì, d’altronde i pantaloni sono rotti. La ciclista tira su la sua bici (lei non è caduta, ma ha perso il controllo del veicolo perché ha zigzagato fra noi, urtando prima un’altra signora e poi colpendomi alle spalle!), urla un “mi scusi” e va via nonostante qualcuno abbia tentato di fermarla. Penso ad una contusione e torno a casa (abito nelle vicinanze). Purtroppo le conseguenze sono più gravi: dall’ecografia e dalla tac si evidenzia micro frattura della rotula con conseguente tutore dall’inguine alla caviglia per 20 giorni. Oltre al danno fisico, anche quello economico: ecografia, tac, visita ortopedica, tutore e perdita di 2 biglietti trenitalia (recuperati solo in parte) per andare a trovare mia madre. Faccio notare che quel tratto dei viali, nella parte opposta, ha la pista ciclabile, che anche io sono talvolta ciclista, ma conosco e applico le norme previste per le biciclette che nel Codice vengono considerate veicoli... Vorrei che in qualche modo le biciclette fossero riconoscibili e i ciclisti obbligati ad una polizza assicurativa al momento dell’acquisto per risarcire i danni che sempre più spesso provocano sulla strada. Spero che la ciclista in questione possa leggere questa lettera e provi vergogna per il suo incivile comportamento. Lettera firmata
Cara lettrice, l’episodio che ci ha raccontato è senz’altro grave. Oltre al comportamento che devono tenere i ciclisti (su cui torneremo), è deplorevole il fatto che la ciclista che ha causato la sua caduta non si sia fermata a soccorrerla né a sincerarsi delle sue condizioni. Comportamenti che stanno alla base della convivenza civile, ma che troppo spesso vengono disattesi. Dovrebbe essere superfluo ricordare come dovere di ognuno di noi sia quello di fermarsi ad aiutare chi si trova in difficoltà dopo una caduta o un incidente, indipendentemente dall’esserne stati o meno coinvolti. Detto questo, parliamo della condotta di chi si sposta in bicicletta. Mezzo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, il cui utilizzo deve essere incentivato e sostenuto, in una città (come certamente è Firenze, al pari d’altronde di tutti i centri medio-grandi) sempre più alle prese con il problema del traffico. E se certamente i ciclisti fiorentini meritano un elogio (spesso non è facile muoversi tra piste ciclabili a singhiozzo e rastrelliere che non ci sono), non è tollerabile che alcuni di loro, “protetti” dalla mancanza della targa e quindi da una sensazione di impunità, mettano a repentaglio la sicurezza propria e altrui con comportamenti imprudenti. Anche la bicicletta è un veicolo, e come tutti i veicoli ha delle regole da rispettare, partendo – discorso valido anche per tutti gli altri mezzi – da quelle del buonsenso. Capita a volte – e in questo senso non sono mancate né mancano le segnalazioni di voi lettori - di vedere biciclette sfrecciare sui marciapiedi o passare col semaforo rosso: comportamenti pericolosi da condannare perché, se il rischio di una multa non è poi così elevato, possono non mancare conseguenze ben più gravi. Insomma, se certamente è diritto dei ciclisti chiedere e poter contare su percorsi sicuri, è loro dovere ricordarsi sempre che le regole ci sono e vanno rispettate. E che anche in bicicletta, se condotta irresponsabilmente, si possono far danni seri. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it
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