Il Giornale del tuo Quartiere
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Periodico d’informazione locale. Anno V n.87 del 3 novembre 2011. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
l’inchieSTA
NOVEMBRE 2011
Quei massaggi stressanti Andrea Muzzi*
G
L’ODISSEA DELLE LIBRERIE Dalla lotta della Martelli al “caso” del Porcellino. Prima era toccato a tre grandi nomi. Ma... PAGG.8-9
IL “CASO” RIFIUTI Non mancano le segnalazioni di discariche abusive nel Q5. Si cercano soluzioni PAG.3
SPorT
Piazza Dalmazia senza mercato? Tra sì e no PAGG.4-5
Spesa, istruzioni per l’uso
linea 2
di Ferri - Puliti
L
IL “SOGNO” STADIO Dopo l’annuncio dell’idea Mercafir si torna a parlare di “progetto”. E i tifosi si scaldano... PAG.28
A TUTTO SPORT Alla scoperta dell’Olimpia Poliri, che punta tutto sull’etica. E che ora ha un’allenatrice “vip” PAG.31
a facciamo tutti, tutti i giorni o quasi. Un’azione meccanica al rientro dal lavoro o in qualsiasi altro momento della giornata. Parliamo della spesa. Ma su questo fronte ora arriva una notizia forse inaspettata, sicuramente gradita: vivere e mangiare a Firenze costa meno del previsto. Il capoluogo toscano è una delle città d’Italia dove tra gli scaffali si può risparmiare di più: con un po’ d’impegno e sfruttando le offerte, anche fino a mille euro. Lo assicura
un’indagine, che riserva anche altre sorprese. Poi ci sono le nuove abitudini. I “Gas” (gruppi d’acquisto solidale) hanno fatto boom: in città se ne contano una cinquantina, attraverso di loro si può comprare di tutto ed entrare nella “rete” è più facile di quanto si pensi. Anche la vendita diretta, quella dalla fattoria alla tavola, è sempre più in auge. E dal mangiare al bere il passo è breve: qui va in scena la “sfida” tra botPAGG.10-11 tiglia e rubinetto.
Il tram corre contro il tempo PAG.16
meteo
razie alla crisi e c o nom ic a , oggi la gente preferisce fare shopping su alcuni siti specializzati dove vendono di tutto ma a prezzi stracciati: viaggi, cene, pulizia dei denti, ecc... Mia moglie invece ha trovato quest’annuncio: “Igienista dentale organizza a prezzi modici feste in villa”. Ha subito pensato: “Possibile che certe signorine debbano farsi pubblicità anche qui?”. Navigando in questi siti ti viene la tentazione di comprare tutto. Perché tutto è a buon prezzo. Un mio amico ha comprato un trattamento anticellulite a cinque euro. Gli ho chiesto: “Cosa te ne fai?”, e lui: “Niente, però per cinque euro ho fatto un affare!”. Ovviamente si raccomanda di leggere gli annunci con la massima attenzione. Se ad esempio compri una cena mangi solo quello che è previsto, non chiedere niente in più. Mio fratello ha comprato una cena di coppia a 16 euro, a un certo punto ha chiesto al cameriere lo stuzzicadenti: gli è arrivato un conto di seimila euro! Le offerte che vanno per la maggiore in questi siti sono i massaggi rilassanti. Spendi cinque euro per farti massaggiare cinque minuti. Non fai in tempo nemmeno a toglierti il cappotto che è già scaduto il tempo! Questi massaggi ti rilassano come una multa di Equitalia. Però costano meno. E cinque euro per un massaggio stressante è un buon affare! *Comico
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Novembre 2011
Rifredi • Novoli • Brozzi
ORTICOLTURA. Si è conclusa la “storia” della struttura, che ha riaperto i battenti
E per la biblioteca arrivò il lieto fine Dopo anni di interventi e ritardi, lo spazio è nuovamente tornato a disposizione dei fiorentini, anche se (inizialmente) con qualche limitazione. Ma si è fatto attendere Fannì Beconcini
È
finalmente tornata accessibile al pubblico una delle due biblioteche del quartiere. Si tratta della biblioteca dell’Orticoltura “Al Pellegrino”, che da circa un mese ha finalmente riaperto i battenti nella sua sede originaria, ovvero all’interno dell’omonimo giardino in via Vittorio Emanuele. La storia recente della biblioteca è una vera e propria odissea, con tanto di colpi di scena e qualche “mistero”. Fino al 2005, all’interno del giardino era presente una struttura in legno che svolgeva la funzione di biblioteca, provvista di bagni pubblici in muratura e aperta alla cittadinanza. Ritenendo opportuno realizzare una struttura più stabile e grande, sei anni fa l’amministrazione comunale aveva affidato l’appalto a una ditta, e i libri erano stati trasferiti al Parterre di piazza della Libertà, in attesa che la nuova biblioteca fosse pronta. Il tempo previsto per la realizzazione del progetto era di un anno, ma i lavori si sono protratti e, tra rallentamenti, stop, sopralluoghi e segnalazioni sono passati altri cinque anni: la ditta inizialmente incaricata aveva infatti prolungato i lavori di un paio di anni, e nel frattempo un sopralluogo dei tecnici del Comune – l’appalto era seguito dalla Direzione ambiente di Palazzo Vecchio, perché la biblioteca si trovava all’interno del giardino in cui è collocato il Tepidarium di Giacomo Roster – aveva rilevato che anche il pavimento necessitava di un intervento per la presenza di avvallamenti, e che l’edificio era sprovvisto di una scala antincendio. Intanto, la ditta incaricata dei lavori dichiarava fallimento, senza portare a termine i lavori, ormai avviati. Nel frattempo (sono passati più di quattro anni) viene indetto un nuovo bando, in modo da assegnare l’appalto a un’altra ditta in grado di portare a termine il progetto iniziale. Tra il 2010 e il 2011 i lavori vengono finalmente completati, parallelamente (o meglio in seguito) al rifacimento di alcune parti del giardino, come il Tepidarium del Rosten, restaurato e riaperto nell’estate del 2010. Ultimo “mistero” resta la cerimonia di inaugurazione della biblioteca, tenutasi nella primavera di
l’interno della biblioteca
quest’anno ma in seguito alla quale la struttura non era poi tornata operativa, pur apparendo del tutto fungibile. “Si è trattato di una cerimonia di fine lavori”, era stata la spiegazione, e solo dopo l’estate parte dei ventimila volumi in dotazione sono stati nuovamente collocati nella struttura. Ora, con una spesa di oltre 700mila euro e una dotazione ancora parziale, la biblioteca “Al Pellegrino” ha finalmente riaperto i battenti, anche se in attesa che tutti i volumi rientrino in sede e con un orario
e servizi ridotti. Almeno per i primi mesi. Fino a dicembre, infatti, è possibile accedere alla biblioteca in orario 9-13 lunedì, mercoledì, venerdì e sabato e 13-19 martedì e giovedì. Inoltre, anche il prestito inizialmente aveva subito alcune limitazioni, legate allo stato di avanzamento dei lavori. Comunque, la “storia infinita” della biblioteca dell’Orticoltura sembra ora essersi conclusa con un (quasi) lieto fine, accolto con entusiasmo e partecipazione innanzitutto dai lettori del quartiere 5 che,
fino ad ora, avevano a disposizione una sola biblioteca di quartiere – la Buonarroti in viale Guidoni – e, in generale, da tutti i fiorentini, che finalmente possono godersi il giardino dell’Orticoltura, oggi completamente attrezzato e restaurato. Problemi di parcheggio permettendo… la storia, insomma, continua.
più notizie su
IL luogo In viale Guidoni sono ricominciati i corsi: nuoto e acquagym, ma anche yoga e capoeira
Lo sport riparte alle “Cupole”: novità in sala
L
e “Cupole” sembrano finalmente tornate operative. Il complesso sportivo Paganelli di viale Guidoni, meglio conosciuto come “Le Cupole” per la struttura architettonica che lo caratterizza, è un centro polivalente di proprietà del Comune dedicato all’esercizio delle attività fisico-atletiche più comuni, come nuoto, palestra per l’attività agonistica e calcio. Nel 2010 il Comune aveva deciso di affidare in concessione la struttura e aveva indetto un bando, che si era aggiudicato l’associazione temporanea d’impresa formata dall’Acquatica San Casciano e dalla Firenze Pallanuoto. Tuttavia l’assegnazione restava in via provvisoria fino alla
Il Reporter di Rifredi, Novoli, Brozzi raggiunge 43480 famiglie nel quartiere 5 di Firenze. Copia in abbonamento postale
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fine del 2010. Intanto è imminente la scadenza, il 31 dicembre 2010, della concessione per l’affidamento del servizio dell’impianto alla Scaf, Società Cooperativa Autocustodi Fiorentini, e la stessa Scaf apre la procedura per il licenziamento collettivo di 16 dipendenti. Inizia lo sciopero dei dipendenti della Scaf e le strutture restano chiuse. In seguito alla mediazione di sindacati e amministrazione comunale, a metà dicembre 2010, lo sciopero termina contestualmente alla conferma da parte del nuovo affidatario della Paganelli della stagione agonistica di corsi, orari, tariffe e spazi acqua per l’attività delle società di nuoto e pallanuoto. Inoltre,
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno V n.87 del 3 novembre 2011 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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il Comune di Firenze proroga al 31 dicembre 2011 il contratto. Nella primavera di quest’anno la situazione sembra tornare alla normalità, con tanto di riattivazione di corsi e attività. Fino a settembre, quando una delle società sportive che usufruisce della struttura per gli allenamenti denuncia che, fino a oggi, non ha avuto continuità né garanzie circa la programmazione delle attività. Intanto, però, tra settembre e ottobre sono ricominciati i corsi, con alcune novità: corsi di nuoto libero, acquaticità e acquagym, ma anche yoga, pilates, ginnastica ritmica, capoeira, fit box e karate. Per maggiori informa/F.B. zioni: www.lecupolenovoli.it.
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il giornale del tuo quartiere
IL CASO. A giro per il quartiere spuntano periodicamente discariche abusive
Quei rifiuti abbandonati a cielo aperto
discarica abusiva in via di
San Donnino (si
ringraziano
Maso Bardi
e
Laila Piantini)
L’ultima è stata denunciata in via delle Due Case, a pochi passi dall’aeroporto. Prima c’era stata la lunga vicenda, poi risolta, di via Piemonte. Questione ancora aperta in via di San Donnino. Gianassi: “Non possiamo permettere queste situazioni”
C
S. Donato in Polverosa, i lavori vanno avanti H
Elena Guidieri ome spesso raccontiamo sulle pagine de Il Reporter, la storia del quartiere 5 è quella di un quartiere vasto, costruito sulle diversità delle persone che lo abitano e delle zone che comprende al suo interno. Il quartiere più popoloso di tutta Firenze. Ma, soprattutto, è la storia di un quartiere che ha inglobato aree industriali e periferiche, con le difficoltà di controllo del territorio che questo comporta. Uno degli immediati effetti collaterali? Le discariche abusive. Capita di leggere sui giornali di queste discariche di rifiuti “fai da te”, ma in generale non se ne parla più di tanto. Qualche settimana fa, Repubblica aveva denunciato una discarica abusiva a cinquanta metri dalla pista dell’aeroporto, in via delle Due Case. Stampanti, un divano letto, materassi, perfino un albero di Natale con tanto di luci. Un immondezzaio a cielo aperto, in una zona che nessuno sembra controllare. Poi c’è l’ormai famosa discarica di via Piemonte, alle Piagge, per anni denunciata dai residenti. Un luogo in cui, a detta di chi ci abitava vicino, camion di ditte edili scaricavano i materiali di scarto. Un terreno non comunale ma delle Ferrovie dello Stato, che poi hanno assicurato gli ottimi risultati delle analisi del terreno svolte da loro. Almeno quella di vicenda si è conclusa: adesso in via Piemonte c’è un giardino e il caso è chiuso. Ancora aperto, invece, è quello della discarica abusiva di via di San Donnino, una strada di recente costruzione che, dalle Piagge, porta verso Campi Bisenzio. Lungo la strada, dietro un vecchio cancello di legno, frigoriferi, mobili e pneumatici “abitano” in una vasta area verde ricca di alberi e piante. Dall’altro lato, visibile dalla discarica, la scuola Capuana delle Piagge, dove i lavori in corso porteranno al primo istituto eco-sostenibile dell’area fiorentina. Ricapitolando: da una parte una discarica abusiva, nel mezzo un’area verde che non viene sfruttata, dall’altra parte la futura scuola eco-sostenibile. E ogni tanto capita
IL PUNTO. Il complesso ha quasi mille anni
che qualcuno, esausto, appicchi fuochi fai da te per fare pulito tra i rifiuti. “Non molto tempo fa – spiega Massimo Parrini, residente del quartiere e membro del Wwf – qualcuno ha dato fuoco a una pila di pneumatici che era stata abbandonata sulla via di San Donnino. Non voglio sapere – continua Parrini – cosa abbiamo respirato noi che ci abitiamo di fronte”. E la responsabilità di tutto questo di chi è? Il Comune è proprietario soltanto di una piccola parte dell’area, il resto è privato. “Noi abbiamo segnalato più volte la situazione all’amministrazione – spiega Parrini – ma non è stato fatto niente. In entrambe le edizioni dei Cento luoghi abbiamo fatto presente il problema e non sono mai stati presi impegni ufficiali”. Sul tema interviene anche il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi, che spiega di non aver ricevuto segnalazioni ufficiali ma che “si impegnerà per attivare i soggetti competenti
Ma i cittadini non devono prendere iniziative: accendere roghi è illegale e dannoso affinché la situazione sia risolta nel più breve tempo possibile”. “Certo – continua Gianassi – non possiamo permettere che nel nostro quartiere ci siano tali situazioni di degrado. È importante però che i cittadini non prendano iniziative personali, come il dar fuoco ai rifiuti, che oltre a non essere legale è estremamente dannoso”. Quindi, doveri dell’amministrazione a parte, è bene ricordare anche qualche regola del vivere civile: almeno per i privati c’è un servizio del tutto gratuito offerto da Quadrifoglio per il ritiro e lo smaltimento di rifiuti ingombranti. Non ci vuole molto, basta una telefonata.
a quasi mille anni, San Donato in Polverosa. A fine settembre del 2004 fu deciso da Palazzo Vecchio, dopo quasi tre anni di discussioni, che sarebbero state abbattute le costruzioni abusive degli anni ‘50 e che tutta l’ area di Villa Demidoff sarebbe stata risanata e recuperata, con un piano di valorizzazione: appartamenti, studi, uffici e parcheggi. I lavori stanno andando avanti: sono stati fatti i garage e, una volta che sarà ultimata la costruzione dei loro soffitti, verrà rifatta anche la piazza. Il 27 marzo del 2008 era stata presentata una Dia per la demolizione dei volumi impropri e, un mese dopo, il 29 aprile, era stato depositato un permesso a costruire, rilasciato poi il 15 luglio del 2009. Gli interventi previsti in questo atto sono stati quasi ultimati, stanno terminando i lavori nei garage sotterranei, il tetto degli stessi e poi potrà essere rifatta la piazza. Successivamente è stata presentata al Comune una variante al piano di recupero, che riguarda le pareti dell’immobile. Questa variante ha già avuto il nullaosta da parte della Soprintendenza, che ha dato parere favorevole lo scorso 18 luglio, per il rifacimento delle facciate dell’immobile. E questa proposta è in attesa di essere approvata dal Comune, perché deve essere fatta una variazione al piano di recupero che è allo studio degli uffici tecnici di Palazzo Vecchio. Si parla di tempi ristretti: il permesso do-
vrebbe essere infatti rilasciato entro la fine del 2011. “San Donato è una struttura secolare e importante non soltanto per il quartiere – spiega a proposito il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi –. Oggi rappresenta un cuore pulsante di tutta la zona. Lì c’è una comunità molto attiva e attenta ai problemi, anche a quelli di riqualificazione. Siamo contenti – continua - del recupero e della riqualificazione di spazi di socialità e quindi della piazza. Fra l’altro l’intero complesso è da molto tempo che è sotto l’attenzione di Palazzo Vecchio”. Il complesso di San Donato in Polverosa rientra infatti tra i cento luoghi di cui si è discusso in città alla fine di settembre. Sorto come oratorio nei pressi
Una volta finiti i garage verrà rifatta anche la piazza del Mugnone, ha origini romaniche, risalenti al 1187. Il monastero fu occupato prima dagli Agostiniani - detti “polverosi” per il colore del loro saio -, poi dagli Umiliati. Chiuso il convento nel 1809, fu acquistato nel 1814 dai principi Demidoff, che lo trasformarono in villa. La chiesa, dopo essere stata ristrutturata, è stata riaperta al culto /F.M. dal 1963.
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Novembre 2011
Rifredi • Novoli • Brozzi
IL QUARTIERE CHE verrà. Dopo l’ipotesi di uno spostamento nell’area dell’ex Meccanotessile
Il mercato via da piazza Dalmazia? Cittadini e ambulanti ne discutono Elena Guidieri
S
e c’è una cosa che nel quartiere 5 non manca, sono i mercati. Ce ne sono di piccoli, di grandi, di più o meno famosi. Sicuramente quello di piazza Dalmazia è uno dei più grandi e frequentati, e offre una gamma completa di prodotti di prima e di seconda necessità. Lo scorso 28 settembre, in occasione della seconda edizione dei “100 luoghi”, l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Firenze Rosa Maria Di Giorgi si trovava a pochi metri da piazza Dalmazia, in un’area al centro di numerose trattative nel corso degli anni, l’ex Meccanotessile. L’assessore ha presentato un progetto di riqualificazione della zona, che per ora esiste solo come idea. Tra le proposte, quella di allestire al suo interno uno spazio mercato per ospitare i banchi di piazza Dalmazia. Il motivo è la futura realizzazione della tramvia, a causa della quale il mercato non potrà rimanere dove si trova adesso. I banchi potrebbero così essere spostati a fianco del giardino pubblico, del parcheggio e della ludoteca che dovrebbero sorgere nell’area dell’ex Meccanotessile. Dalla sera dei “100 luoghi” sul progetto del Meccanotessile non ci sono state novità, ma d’altra parte l’assessore Di Giorgi aveva avvertito che non sarebbe stato un intervento immediato. Cittadini e residenti, dunque, per il momento aspettano. “Sul Meccanotessile ce ne hanno dette di tutti i colori e niente è mai stato messo in pratica”, racconta Giorgio, impaziente di poter tornare a vivere quella grande area. “Ma il sindaco non lo voleva vendere il Meccanotessile?”, si chiede qualcun altro, rimasto un Anna e Michele Ambulanti
Veronica Ambulante
Sergio Libero professionista
“Non è il momento giusto”
“Qui c’è un grande passaggio”
“L’importante è far rivivere quell’area”
“Non siamo d’accordo con lo spostamento del mercato, anche perché quando spostano dei banchi è sempre un brutto segno. Già vendiamo poco ora, non è il momento giusto per fare questo cambiamento. E sicuramente nell’area dell’ex Meccanotessile saremmo più nascosti di ora, che siamo in un punto di grande passaggio”
“Non sapevo niente di questo progetto, ma non sono d’accordo. Il mercato di piazza Dalmazia funziona proprio perché è in un punto dove passano molte persone. Proprio qui davanti c’è la fermata degli autobus per andare in centro, ci sono molti negozi, e questo porta movimento anche per noi”
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“La cosa più importante è che venga rivalutata l’area dell’ex Meccanotessile, che è in stato di abbandono da troppi anni. Non mi sembra così importante la postazione del mercato, chi ci vuole andare ci andrà comunque. E comunque con i lavori della tramvia penso che sia una scelta obbligata”
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il giornale del tuo quartiere po’ indietro. Proprio nell’assemblea dei “100 luoghi” è stato infatti annunciato l’ufficiale cambio di rotta. Poi l’ipotesi dello spostamento del mercato, “causa tramvia”, che continua ad accendere discussioni. “Non capisco come si possa pensare di fare un intervento simile in uno dei nodi più trafficati della città”, spiega Lucia, che abita nella piazza. E anche gli ambulanti sembrano colti di sorpresa dall’ipotesi di una nuova zona mercato. “Questo è un punto di passaggio ed è conosciuto da tutta la città – spiega Andrea – metterci in un’area nascosta come il Meccanotessile significherebbe farci chiudere bottega”. Il mercato di piazza Dalmazia ha in effetti una collocazione e una disposizione particolari rispetto ad altre zone: è un punto di passaggio e di attesa per chi si muove con i mezzi pubblici, dato che le fermate dell’autobus si trovano proprio nelle vicinanze. È un punto di passaggio anche per chi si muove a piedi tra i negozi della piazza e delle strade adiacenti, è una strada percorsa da mamme con bambini che si fermano al giardino situato subito di fronte al cinema. Insomma, sostengono gli ambulanti, si presta bene sia a chi esce di casa appositamente per girellare tra i banchi, sia a chi è solo di passaggio. Però qualcuno incuriosito dal progetto c’è: “Certo che se ci dessero uno spazio coperto come il
mercato di Sant’Ambrogio, durante l’inverno sarebbe più comodo”, spiega Maria, che ha un banco di vestiti. Tra i residenti sembra esserci molta più attenzione per la riqualificazione dell’ex Meccanotessile che per il destino del mercato. Della serie: se fosse davvero la volta buona per ristrutturare quell’area, ben venga tutto, anche il mercato. E per quanto riguarda le obiezioni degli ambulanti? “A Firenze c’è sempre qualcuno che protesta contro qualcosa – risponde Marta – io penso che un’area con giardino, parcheggio e ludoteca sarebbe molto frequentata, e di conseguenza anche il mercato”. Si tratta di cambiare abitudini, insomma, e come sempre quando c’è qualche
Ma i tempi sembrano essere ancora piuttosto lunghi novità, può andar peggio ma può anche andar meglio. Per il momento, comunque, cittadini e ambulanti possono stare “tranquilli”: i tempi sembrano essere ancora lunghi.
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I banchi potrebbero trasferirsi a fianco del giardino pubblico, del parcheggio e della ludoteca che dovrebbero sorgere nella zona, per far spazio alla tramvia. C’è chi è favorevole (“In inverno sarebbe comodo”) e chi invece no: “Così saremmo nascosti”
TENDENZE. Crescono le realtà dedicate a note e balli nel rione: alla scoperta dell’ultima arrivata
La musica è cambiata: la vena artistica di Novoli
S
empre più spazio alla musica nel quartiere 5. Sono diverse le realtà operative in questo settore, dalla storica Associazione di musica Vincenzo Galilei di via Panciatichi ai recenti spazi offerti dal Viper e dal centro culturale Le Spiagge, in via Pistoiese. Tuttavia, fino a oggi non esisteva un centro polivalente che si occupasse di musica a trecentosessanta gradi: ma il quartiere può ora vantare quello che, a detta di chi l’ha creato, si configura come il centro musicale più grande e attrezzato della Toscana. “Il Centro musicale Firenze Full Music è
Corsi per grandi e piccini, ma anche lezioni di danza, seminari, concerti ed eventi
uno spazio in cui sperimentare, fruire e praticare la musica in tutte le sue declinazioni”, racconta il professor Ermanno Allulli, coordinatore della scuola. Il centro, inaugurato da poco più di un mese, si trova in via Baracca 1 a/f, ed è costituito da auditorium per concerti, sale prova, studio di registrazione e regia, custom shop, circolo musicisti e artisti e altro ancora. “Abbiamo creato questo spazio con l’obiettivo di realizzare una realtà che consenta la condivisione musicale, attraverso la relazione diretta tra allievi e docenti e attraverso il confronto tra musicisti e artisti che vengono qui a provare, esibirsi, incidere – spiega Allulli - il progetto è ambizioso, la proprietà ha deciso di investire sulla qualità innanzitutto, qualità del corpo docente, della struttura e delle tecnologie messe a disposizione. In questa scuola – aggiunge - l’alunno, una volta arrivato a un buon livello, può per esempio confrontarsi con altri allievi con la musica d’insieme, le jam session e l’uso dello studio di
registrazione”. Firenze Full Music è una scuola di musica (i corsi sono già iniziati e si rivolgono a grandi e piccini) e una scuola di danza (in questo caso le lezioni inizieranno a breve), ma è soprattutto “un luogo di scambio interculturale basato sullo sviluppo delle arti musicali, della danza e dello spettacolo”, assicura Allulli. “Un team di musicisti professionisti affermati e tecnici altamente qualificati mette a disposizione la propria esperienza per permettere il miglior sviluppo del linguaggio musicale con lezioni, concerti ed eventi in ogni tipologia di manifestazione musicale e artistica”, conclude. Sono in programma corsi di computer music e tecnico del suono, seminari di tango e musica brasiliana, professional auditor. Inoltre, ogni martedì è possibile assistere a jam session, mentre il venerdì spazio a concerti ed eventi a tema. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.firen/F.B. zefullmusic.com.
S.P.I. C.G.I.L. - SINDaCaTO PENSIONaTI ITaLIaNI LEGa QuaRTIERE 5 FIRENZE PUNTO DI… SVISTA
GOVERNO : è giunto il momento che questa maggioranza stacchi la spina prima che sia troppo tardi. Non è più pensabile che a pagare siano sempre i soliti, pensionati, dipendenti, precari, disoccupati, giovani, disabili ecc. Invece di colpire chi ha lavorato una vita prolungandoli l’accesso alla pensione, la politica rifletta ed agisca in modo concreto sui privilegi che hanno tutti i parlamentari. Anche nell’ultima manovra, i tanto annunciati tagli ai costi della politica si sono rilevati nulli. I problemi dell’Italia non si risolvono facendo cassa sulle pensioni, le risorse per lo sviluppo si trovano con la patrimoniale, con la lotta all’evasione, chiedendo un contributo straordinario ai più ricchi e come detto prima anche tagliando i costi della politica. Nel nostro paese ci sono 4 milioni di pensionati che percepiscono una pensione di 500 euro al mese e 6 milioni con 750 euro e altri 5 milioni e mezzo, i fortunati si fa per dire, che incassano 1.200 euro al mese. Anche gli ultimi dati della Caritas devono far riflettere. In Italia ci sono più di 8 milioni di poveri, aumentati notevolmente negli ultimi 4 anni. Il quadro è cambiato completamente, in difficoltà soprattutto giovani, donne e immigrati, ma la povertà coinvolge sempre di più intere famiglie. Al primo posto c’è la povertà economica, seguono i problemi occupazionali e abitativi. In Italia dov’è finita la giustizia sociale? Una maggioranza che ha tagliato persino i servizi alle persone più bisognose, basti pensare alla cancellazione del fondo nazionale
della non autosufficienza e che non pensa al welfare come a un diritto universale. E’ giunta l’ora che questo governo vada a casa!!!
APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
ESENZIONE TICKET PER MOTIVI DI REDDITO. Dal 1 dicembre diventa obbligatoria la certificazione per l’esenzione del ticket per motivi di reddito che sostituisce la precedente basata sull’autocertificazione del cittadino al momento della prestazione. Questa dovrà essere presentata, da tutti i cittadini esenti, presso la sede Asl di appartenenza. Questi gli esenti : • Cittadino di età inferiore ai 6 anni e di età superiore ai 65 anni purché appartenenti ad un nucleo familiare fiscale con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro annui. • Titolare di pensione o assegno sociale di età superiore ai 65 anni e familiari a carico • Titolare di pensione minima di età superiore ai 60 anni, purché il reddito complessivo del relativo nucleo familiare fiscale riferito all’anno precedente, sia inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 euro per ciascun figlio a carico e familiari a carico. Invece non devono presentare il modulo ma presentarsi ai presidi territoriali ed ospedalieri dell’Azienda Sanitaria di Firenze per com-
pilare un’autocertificazione le seguenti persone: • Coloro che si trovano nello stato di disoccupazione e sono iscritti negli elenchi dei Centri per l’impiego e i familiari a carico con reddito complessivo del relativo nucleo familiare inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 per ciascun figlio a carico. • Coloro che non hanno presentato dichiarazione dei redditi purché appartenenti ad un nucleo familiare fiscale con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro annui. Compongono il nucleo familiare fiscale, oltre al coniuge non legalmente ed effettivamente separato, le persone a carico per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia in quanto titolari di un reddito non superiore a 2.840,51 euro. Il reddito considerato ai fini dell’esenzione, deve essere riferito a quello dell’anno precedente. Il modulo di richiesta può essere anche scaricato dal sito dell’Azienda Sanitaria di Firenze e rispedito per e-mail a reddito@asf.toscana.it L’attestato sarà recapitato per posta e successivamente dovrà essere consegnato al medico che certificherà l’esenzione con un codice. Dal 1 dicembre non saranno ammessi rimborsi del ticket pagato in caso di ricette non riportanti il previsto codice di esenzione. Per il momento gli attestati di esenzione avranno validità fino al 31 marzo 2012. L’esenzione avrà validità anche per i ticket aggiuntivi.
DIaRIO SINDaCaLE INIZIATIVA
La nostra informazione e comunicazione è stato il tema del nostro tesseramento 2011 ed abbiamo svolto una indagine capillare con un questionario. I risultati saranno illustrati in una iniziativa che si terrà martedì 22 novembre alle ore 15.00 presso l’S.M.S. Rifredi in Via V.Emanuele II, 303. Saranno presenti: F.Gianassi Presidente Q.5, D.Stolzi Segr.Gen.Spi-Cgil Prov. Fi, A.Brunetti Segr. Spi-Cgil Lega Q.5 Fi, M.Francini Direttore Reporter ed il Giornalista R.Palumbo che coordinerà i lavori. Al termine sarà offerto un piccolo rinfresco.
IL NOSTRO PROGRAMMA CULTURALE Martedì 15 novembre – Visita alla Galleria degli Uffizi Sabato 26 novembre – Visita al Cenacolo di Fuligno
LEGA QUARTIERE 5 - FIRENZE Via Cesalpino, 3/B - 50134 Tel. 055.4220440 - 055.417903 Fax 055.4360151 E-mail : spiq5@firenze.tosc.cgil.it
PER uLTERIORI INFORMaZIONI ENTRa NELLE NOSTRE SEDI E TROVERaI La RISPOSTa CHE CERCHI
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Novembre 2011
Rifredi • Novoli • Brozzi
PIAZZA TANUCCI/1. La statua che osserva i passanti è ormai diventata il simbolo dell’area
Il “mistero” della scimmia sulla fontana Qual è il suo significato? “Interrogando” le persone ne vengono fuori di tutti i colori: c’è chi l’associa alla storia della zona
“Poca cura del verde e un po’ di insicurezza”
e chi invece alla passione di colui che le ha dato il nome. Ma... Antonio Rettura
L
a statua della scimmietta è ormai diventata il simbolo di piazza Tanucci: il simpatico quadrumane osserva guardingo i passanti accovacciato sulla fontana del giardinetto. Ma qual è il significato del bronzeo animaletto? Se si chiedono lumi ai passanti, non mancano le
risposte più svariate e “originali”. Una signora ipotizza che “molto tempo fa questo luogo non si chiamava piazza Tanucci, ma piazza della Scimmia! Il monumento ricorda l’antico nome”. Secondo un altro passante la scultura sarebbe “un tributo a Bernardo Tanucci”, poiché egli “era un esploratore che
la statua sulla fontana della piazza
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amava molto la natura e gli animali”. Ma la spiegazione più eccentrica la dà forse un ragazzo seduto sulla panchina accanto alla statua, in una mano l’iPhone e nell’altra un panino col lampredotto: “Boh, non me l’ero mai domandato...”. Poi alza lo sguardo verso la scultura, l’osserva per qualche istante e aggiunge: “Ma sì, deve essere una delle tre scimmiette...”. E si affretta a specificare soddisfatto: “Una non parla, la seconda non sente e l’altra non vede”. In realtà la scimmietta non ha a che fare né con Bernardo Tanucci, né con la storia della piazza né con le tre famose scimmiette. La scultura, realizzata da Giulio Cipriani nel 1956, fa parte di una serie di statue a tema che, a metà degli anni ‘50, furono collocate in diversi punti della città. Il fatto che molti frequentatori della piazza abbiano attribuito un “proprio” significato alla curiosa e – per certi versi - misteriosa statua, vuol forse dire che la scimmietta è ormai entrata nell’immaginario degli abitanti del quartiere. E che piazza Tanucci sarà per sempre “piazza della Scimmia”.
P
oca cura del verde, pavimentazione dissestata, sensazione di insicurezza nelle ore notturne: sono questi i problemi di piazza Tanucci, stando al parere di residenti e commercianti. “Da un paio d’anni le piante del giardinetto non vengono sistemate - racconta Stefano, il fioraio - sono diventate talmente alte da creare quasi un muro”. In effetti i folti cespugli danno un’idea di “isolamento” che, specie di notte, può fare percepire i giardinetti come un luogo poco sicuro, nonostante la piazza sia perfettamente illuminata. Un altro aspetto problematico riguarda la pavimentazione che – sebbene sia stata realizzata con un materiale all’avanguardia come il cemento fotocatalitico “mangiasmog” - risulta in molti punti ro-
A far discutere è anche la pavimentazione
vinata. Aurelio, il proprietario del chiosco di lampredotto, racconta che molti clienti gli domandano “quando finiranno i lavori per mettere le mattonelle?”, perché “sembra più una colata di cemento provvisoria che una pavimentazione definitiva”. E a quanto pare non è solo una questione estetica: “Quando arriva l’inverno, in alcune zone della piazza dove non batte il sole si crea uno strato di muschio sul pavimento - conclude il ristoratore - e se ne vedono di /A.R. scivoloni...”.
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RiguaRdiamoci il cuoRe INTRODUZIONE Il 26 e 27 marzo 2011, all’Istituto degli Innocenti, in Firenze, si è tenuta la manifestazione di prevenzione cardiovascolare “Riguardiamoci il Cuore” organizzata dalla Società della Salute in collaborazione con l’azienda Sanitaria e il Comune. Alla manifestazione hanno partecipato 800 persone e tutti hanno avuto la possibilità di conoscere i principali fattori di rischio, di apprendere come contrastarli e di fare una valutazione del rischio di infarto o ictus. Hanno contribuito in maniera fattiva il mondo del volontariato e numerosi enti ed aziende: ANPAS, AUSER, AssoCuore, Croce Rossa, Misericordia Firenze, Banca di Credito Cooperativo di Signa, Esaote, il Mercatino dei Ragazzi Scandicci, Montedomini, Omrom, Rivoire, Roche, Valsoia.
PERché qUEsTa maNIfEsTaZIONE? Ogni anno a Firenze avvengono 2.237 nuovi casi d’infarto; di questi 586 muoiono prima di arrivare in ospedale (ARS Registro Toscano AMI, agosto 2011). Quelli che sopravvivono si porteranno per tutta la vita, la conseguenza di una malattia cronica, fortemente invalidante. Eppure le malattie di cuore si possono prevenire. Basta seguire semplici regole di vita. Quali sono i fattori di rischio per infarto? Lo studio INTERHEARTH ne indica nove. Il loro controllo riduce il rischio del 90%. questi sono: • Ipercolesterolemia • Fumo • Diabete • Ipertensione • Obesità addominale • Fattori psicosociali • Scarso consumo di frutta e verdura • Vita sedentaria • Abuso di alcool
avrai come beneficio la riduzione del 50% rischio di infarto : • mODIfIca La DIETa • aUmENTa L’aTTIVITà fIsIca • RIDUcI IL PEsO IN EccEssO Se le misure soprariportate non sono sufficienti sarà necessario ricorrere ai farmaci. Ma anche se prendi le medicine impegnati a fare esercizio fisico ed a mangiare meno grassi.
IPERTENsIONE aRTERIOsa, La mOLLa chE fa saLTaRE IL cUORE L’esercizio fisico aiuta ad aumentare i livelli di HDL . o “colesterolo buono”, contribuisce a far perdere il peso in eccesso ed a mantenerti in forma. Una buona condizione fisica favorisce la riduzione del livello totale del colesterolo nel sangue. Più di dieci milioni di italiani soffrono di pressione alta. La metà di questi non sa di esserlo. Tra quelli che ne sono a conoscenza solo il 25% riesce a tenere i valori pressori sotto controllo. Bastano queste poche cifre per capire come l’ipertensione sia un nemico sottovalutato eppur temibilissimo per il cuore ed i vasi sanguigni. A tutte le età è necessario mantenere nei limiti consigliati la pressione arteriosa per non incorrere in infarto ed ictus cerebrale o in malattie renali. qUaLI VaLORI PUOI accETTaRE? Così come per il colesterolo i valori desiderabili variano a seconda dello stato di salute del soggetto. Nella tabella sottostante sono riportate le più recenti indicazioni delle principali società scientifiche di settore. cONsUma mOLTI VEgETaLI Per mantenersi in forma occorre consumare generose quantità di frutta e verdura. Oltre a contenere poche calorie e molte fibre, questi alimenti presentano, infatti, un’alta percentuale di vitamine ad azione antiossidante che combattono il danno delle cellule dei vasi sanguigni.
Linee guida 2007 Esh/Esc
Tra i fattori che predispongono alla malattia, i più frequenti sono: • L’ipercolesterolemia; • L’ipertensione arteriosa.
scEgLI I gRassI Ipertensione e sovrappeso fanno spesso rima con colesterolo elevato. Controlla, perciò, le quantità di grassi che ingerisci e privilegia quelli di origine vegetale, come l’olio extra vergine d’oliva e il pesce, ricco di Omega 3, ossia acidi grassi polinsaturi.
L’IPERcOLEsTEROLEmIa Il colesterolo è diviso in due frazioni principali: 1. Colesterolo “Buono” HDL: le HDL prelevano il colesterolo dalla parete delle arterie e lo eliminano, ostacolando così la formazione della placca aterosclerotica. 2. Colesterolo “Cattivo” LDL: le LDL al contrario depositano il colesterolo in eccesso sulle pareti delle arterie, favorendo così la formazione della placca. l 25% degli italiani ha valori di colesterolo fuori dalla norma. L’obiettivo principale è tenere sotto controllo i valori di colesterolo LDL. I valori desiderabili non hanno una soglia fissa ma variano in rapporto alle condizioni di salute della persona:
PER cOmbaTTERE L’IPERTENsIONE ImPaRa a gIOcaRE D’aNTIcIPO. Un semplice cambiamento delle abitudini quotidiane può ridurre il rischio di ipertensione e contribuire ad abbassare la pressione arteriosa. Ecco alcuni importanti consigli:
VaLORI DEsIDERabILI DI cOLEsTEROLO LDL PaZIENTI • con 0–1 fattori di rischio <160 mg/dl • con 2 o più fattori di rischio <130 mg/dl • con coronaropatia già nota o con rischio c-v globale >20% < 100 mg/dl
smETTI DI fUmaRE Il fumo rappresenta un fattore di rischio per il cuore e i vasi. Ogni sigaretta, infatti, provoca una vasocostrizione, ovvero un restringimento del calibro dei vasi.
cOsa faRE PER PREVENIRE E cONTROLLaRE L’IPERcOLEsTEROLEmIa Se riesci a ridurre il tasso di colesterolo del 25%,
cONTROLLa LO sTREss L’eccessiva tensione nervosa porta alla produzione di elevate quantità di ormoni, catecolamine, capaci
di indurre un restringimento dei vasi sanguigni e un aumento dei battiti cardiaci. cOmbaTTI IL sOVRaPPEsO Nelle forme più lievi di ipertensione perdere pochi chili basta a riportare la pressione a valori accettabili. La riduzione delle calorie e un’attività fisica regolare rappresentano l’arma più efficace per vincere i chili di troppo. mUOVITI REgOLaRmENTE Per quattro o più giorni a settimana, fai almeno mezz’ora al giorno di attività aerobica, cioè esercizi con sforzi lenti e prolungati. Vanno benissimo attività come nuoto, corsa lenta o passeggiate, ciclismo in pianura. L’attività fisica concordata con il medico può far abbassare la pressione anche in chi è iperteso.
RIDUcI IL saLE Il cloruro di sodio tende a mantenere i liquidi nel sangue, aumentando così la “fatica” che il cuore deve sostenere per spingere il sangue nell’organismo. Aggiungi poco sale agli alimenti e riduci il consumo dei cibi che ne sono ricchi, come i formaggi stagionati e i dadi da brodo. aUmENTa gLI aROmI Le spezie possono sostituire il sale per insaporire gli alimenti. Recenti ricerche dimostrano che timo, salvia, origano e rosmarino oltre a rendere gli alimenti più gustosi contribuiscono a favorire il benessere dell’organismo. Dott. Maurizio Filice Direttore S.S. Unità di cardiologia preventiva e riabilitativa Azienda Sanitaria di Firenze
Sede operativa: Viale della Giovine Italia n. 1/1 Firenze • Segreteria tel. 055 2616202 - fax 055 2616259 • e-mail: direttore@sds.firenze.it • www.sds.firenze.it Informazione a cura della Società della Salute
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l’inchiesta
Novembre 2011
LIBRERIE/1. Viaggio tra i grandi nomi che hanno chiuso i battenti negli ultimi quindici anni
Quelle storie finite (male) tra gli scaffali Da Marzocco a Seeber, passando per Le Monnier: salto indietro nel tempo per ricordare le tre “ammiraglie” che hanno segnato la cultura fiorentina tra ottocento e Novecento. E che una dopo l’altra sono state costrette ad abbassare il bandone
1140095
Ludovica V. Zarrilli
C
hissà come sarebbe la città se le vecchie librerie, quelle che hanno accompagnato la storia fiorentina dell’ultimo secolo e mezzo, fossero rimaste tutte al loro posto, con il carico di ricordi e storie che si portano dietro e con quegli scaffali un po’ polverosi e vecchiotti che facevano venir voglia di sedersi in un angolino a leggere. I più giovani forse non le ricordano nemmeno, sembra trascorso un secolo da quando sono scomparse, eppure di tempo non ne è passato così tanto, mentre di polveroni per impedirne la chiusura ne sono stati alzati diversi, a dispetto di chi dice che della cultura se ne fregano in pochi. Il primo pezzo di memoria scomparso è la Marzocco (insieme a Marzocchino, sezione dedicata ai più piccini), libreria stra-famosa negli anni Ottanta, con il leone simbolo della città a occhieggiare dall’insegna, fallita nel 1996 e riaperta nel 2003, coraggiosamente, sulle ceneri della vecchia ammiraglia. Martelli, così si chiamava la “pronipote” di Marzocco, e se ne parla al passato perché anche quest’ultima, nonostante fosse stata ristrutturata, ampliata e dotata di ogni comfort, ha dovuto soccombere al caro affitti (ha chiuso alla fine di settembre). La seconda libreria storica a tirar giù il bandone in ordine cronologico è anche la più antica: è la Seeber, che dal 1861 occupava i grandi sporti affacciati su via Tornabuoni, dove si davano appuntamento, su poltrone mimetizzate tra la boiserie scurissima, Ruskin e Montale, D’Annunzio e Pratolini, e poi Montale, Bilenchi, Longhi, Luzi e Rosai. Dopo tante polemiche e vari tentativi di salvataggio, Seeber ha chiuso i battenti nel novembre del 2002, sostituita di lì a poco da un grande negozio d’abbigliamento, che è andato ad aggiungersi alla lista di griffe che da tempo popola la strada della moda fiorentina. Un paio d’anni dopo la chiusura ha riaperto conservando il nome (accompagnato dal marchio Melbookstore) un po’ più in là, in via de’ Cerretani, al posto dell’ex cinema Excelsior. Inutile dire che la nuova libreria, grande e funzionale, ha conservato poco e nulla dello stile retrò dell’antenata di via Tornabuoni. Terza nella classifica degli addii è Le Monnier, anche questa tra i luoghi più frequentati dall’intellighenzia novecentesca - aprì nel 1926 nello storico palazzo a metà di via San Gallo, dove ancora oggi fa bella mostra di sé l’insegna, con i profili dorati, che per tanti anni
l’interno della libreria
l’insegna della
Marzocco
le Monnier
l’interno della libreria
seeber
ne era stata lo stendardo -, e che ha dovuto lasciare nel 2009, anche lei, per gravi problemi finanziari. Tre storie tristi per tre tasselli importanti della storia della città che se ne sono andati lasciando poche tracce. L’unico barlume di speranza rimane riposto nella Martelli: un cavillo del regolamento edilizio del Comune lascia spazio alla speranza che i libri possano tornare ad affollare gli scaffali del locale (leggere l’articolo alla pagina a fianco). Speriamo bene.
Sulle loro poltrone si davano appuntamento Montale, D’Annunzio, Pratolini e Luzi
l’inchiesta
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LIBRERIE/2. A spasso tra le attività del centro: problemi, difficoltà e una buona notizia
La Martelli lotta, il Porcellino saluta Per la prima si cerca una soluzione temporanea, la seconda si trasferisce dai celebri sporti di piazza del Mercato nuovo a una piattaforma on line. Ma, a sorpresa, a primavera riapre la Lef Caterina Gentileschi
È
una vita difficile quella delle librerie fiorentine, che nonostante si trovino in una delle città che vanta il più alto rapporto tra numero di abitanti e libri letti procapite, attraversano un momento di profonda crisi. Soprattutto quelle che non hanno le spalle coperte da un’azienda di grosse dimensioni. Il caso più eclatante è certamente quello della libreria Martelli, nell’omonima strada, che dal 2003 aveva preso il posto della storica Marzocco e che si è vista costretta a chiudere i battenti, redistribuendo gran parte del personale nelle altre librerie del gruppo Giubbe Rosse, ci cui fa parte anche la Edison, per via di un affitto - viene spiegato - non più sostenibile. Grande tristezza fra i dipendenti e gli affezionati (che a fine settembre si sono ritrovati in diverse centinaia davanti agli sporti chiusi per un flash mob di protesta), ma la libreria ha dovuto, almeno per il momento, bloccare l’attività. Unico spiraglio, il cavillo di un articolo del regolamento urbanistico che impone l’utilizzo di determinati spazi solo per fini culturali. Questo signi-
fica che al posto dell’ex Marzocco (e per ora anche ex Martelli) dovrà necessariamente risorgere un cinema, un teatro, uno spazio adibito a una qualsiasi attività culturale o, perché no, una nuova libreria. “Ce la metteremo tutta perché la libreria Martelli riapra - ha annunciato Stefano Bellentani, patron del gruppo Giubbe Rosse - sono sicuro che ci riusciremo”. Forte interessamento da parte di tutte le istituzioni, dalla Regione, che vede l’assessore alla cultura Cristina Scaletti schierata in prima linea, al Comune di Firenze, che ha promesso di trovare una soluzione temporanea per far sì che nei mesi di stand by la libreria possa continuare a vivere, seppur in un luogo diverso da quello in cui si trovava prima (è stata proposta una tensostruttura in via Martelli, oppure il ripristino dei banchini sotto la loggia del Grano). Martelli a parte, attraversa una fase complessa anche la libreria Edison che potrebbe essere sfrattata dai proprietari dei locali “sebbene continui a lavorare molto bene”, come spiega uno dei dipendenti. Altro avamposto della cultura fiorentina in procinto
di chiudere per sempre è la libreria del Porcellino, in piazza del Mercato nuovo, che fino alla fine dello scorso mese ha liquidato libri vendendoli a prezzi stracciati e che presto si trasformerà in un negozio virtuale, sul quale potranno far affidamento i clienti più affezionati. Magra consolazione per chi amava passare un po’ di tempo tra gli scaffali di legno di una delle più belle librerie del centro. A fare da contraltare alle tante botteghe del sapere che abbassano per sempre il bandone ce n’è però una che fa continuare a sperare. Si tratta della Lef, Libreria Editrice Fiorentina, che tempo fa era scomparsa da via Ricasoli e che a primavera riaprirà in via dei Pucci, con ingresso da Palazzo Pucci. Una storia a lieto fine per continuare a credere nella cultura fiorentina e in chi insiste, ogni giorno, a cercare pagine da sfogliare nelle librerie che hanno fatto la storia della città.
più notizie su la libreria del
Porcellino (foto
di
giusePPe della Maria)
COME VORRESTI LA TUA PELLE?
Negli Ambulatori della Misericordia di Firenze è possibile, grazie alla specializzazione di Medicina Estetica, mantenere un aspetto più giovane e sano grazie a trattamenti con dermal fillers di acido ialuronico. I fillers di acido iarulonico sono molto diffusi in medicina e chirurgia estetica e servono a riempire le rughe, i solchi e le piccole aree depresse; inoltre possono essere utilizzati per l’aumento del volume delle labbra e degli zigomi. Attraverso siringhe, preconfezionate, assolutamente sterili, con aghi molto sottili ñ in regime ambulatoriale con o senza anestesia locale, l’acido ialuronico iniettato dà risultati immediati. Occorre, però, specificare che tali risultati non sono permanenti nel tempo, in quanto tendono a scomparire, per un normale fenomeno di riassorbimento del filler, dopo alcuni mesi dal trattamento. COS’È L’ACIDO IALURONICO L’acido ialuronico è una componente fondamentale dei tessuti connettivi dell’uomo e conferisce alla pelle mantenimento della forma, del tono e della resistenza. La riduzione della concentrazione di acido ialuronico provoca indebolimento della pelle e formazione di rughe ed inestetismi vari. Con il passare degli anni tale concentrazione tende, fisiologicamente, a diminuire.
FUNZIONE E UTILIZZO dell’acido ialuronico in medicina Più polimerici acido ialuronico possono aggregarsi e formare una struttura di tipo reticolare che mantiene forma, tono, idratazione, turgidità, plasticità e viscosità del tessuto della pelle. E’ per questo motivo che le iniezioni di acido ialuronico (fillers) in medicina estetica vengono utilizzate per attenuare le rughe e prevenire l’invecchiamento della pelle.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE per l’acido ialuronico I fillers di acido ialuronico possono essere utilizzati in medicina estetica per i seguenti trattamenti: zampe di gallina, aumento delle labbra, rughe glabellari, pieghe naso-labiali, rughe della bocca, rughe frontali, cicatrici da acne, rivitalizzazione del viso.
paragonabile a quello ottenibile attraverso la medicina estetica convenzionale, ma il trattamento può essere ripetuto dopo alcuni mesi.
QUANTO DURANO I RISULTATI Essendo l’acido ialuronico una sostanza naturale che è già presente nel nostro organismo, una volta iniettato viene progressivamente riassorbito nel corso di alcuni mesi. La durata dei risultati varia, comunque, da paziente a paziente. PER SAPERNE DI PIÙ PRENOTA UNA VISITA AL 848 81.22.21
RISULTATI DEL TRATTAMENTO I risultati finali dipendono dalla situazione di partenza del paziente (es: una cute estremamente disidratata con rughe profonde può richiedere l’utilizzo di più fiale e quindi saranno necessarie 2-3 sedute per livellare completamente la ruga). Da sottolineare che si possono, in seguito, eseguire, dei ritocchi ed il risultato, non essendo definitivo, può essere modificato nel corso del tempo. Si ricorda che il trattamento finale potrà non essere 1154011
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vademecum
Novembre 2011
LE NOSTRE TASCHE/1. Un’indagine rivela un aspetto forse inatteso del capoluogo
Crisi&carrello, Firenze tra le meno care Nella battaglia all’ultimo sconto i piccoli supermercati battono le grandi catene, ma la convenienza è assicurata sull’intero territorio comunale. E cogliendo la promozione giusta al momento giusto si possono risparmiare fino a mille euro Francesca Puliti
S
orpresa: vivere (e mangiare) a Firenze costa meno del previsto. Anzi, costa decisamente meno della media nazionale. Secondo un’indagine effettuata da Altroconsumo, che ha preso in esame centinaia di supermercati in tutto lo Stivale, Firenze e Pisa risultano tra le città meno care d’Italia. In particolare, la città della Torre Pendente è seconda solo a Verona in termini assoluti, mentre il capoluogo toscano è quello dove, con un po’ di impegno, si può risparmiare di più (oltre mille euro). A patto di conoscere tutte le opportunità e la dislocazione di ogni supermercato, di inseguire tutte le promozioni possibili e di acquistare prodotti diversi in posti diversi, a secondo del prezzo sul cartellino. Riempire il carrello sotto il Cupolone costa in media 5.800 euro l’anno a famiglia, contro i 5.700 e spiccioli di Verona e i 6.571 di Aosta, la più salata del Belpaese. Frenate gli entusiasmi, però, perché in un’analoga indagine effettuata nel 2008, sempre da Altroconsumo, Firenze si era classificata al primo posto, e le differenze di prezzo tra i due estremi della hit parade appaiono oggi più sottili di ieri. Ciò premesso, dove dirigersi per mettere a
frutto tutta questa convenienza? L’indagine riserva un’altra sorpresa: contrariamente a quanto rilevato in passato, quest’anno si scopre che le buste conviene riempirle nei piccoli super di vicinato. Insomma, le catene meno articolate sembrano battere i giganti della grande distribuzione. Niente paura, però, anche i supermercati più “gettonati” si trovano sempre ai piani alti della top ten. A scalzare i big dal podio - secondo la ricerca - sono i market con poche decine di punti vendita, concentrati nei centri urbani più grandi e organizzati in maniera più spartana, a partire dalla pubblicità. Chi non si affeziona al marchio, poi, può puntare dritto sugli scaffali low cost: negli ultimi anni ne sono sorti a decine, a partire dalla periferia per arrivare alle strade più centrali. Con conseguenze positive
Per fare la spesa sotto il Cupolone si spendono in media 5.800 euro l’anno a famiglia
in tutta la città perché, si sa, niente è meglio della concorrenza per le tasche dei clienti. Ipermercati e hard discount stampano gli scontrini meno cari, ma attenzione alle quantità: spesso accade infatti che ci facciamo convincere da una grande confezione a prezzo scontato, con la conseguenza di moltiplicare gli sprechi. Al netto di ciò che finisce direttamente in pattumiera, il risparmio potrebbe essere alquanto limitato. In questo senso, per i single, la spesa al supermercato potrebbe rivelarsi non troppo conveniente, se non attentamente pianificata. Ma in questo campo ci vengono in aiuto decine e decine di manuali sulle monoporzioni e su come recuperare gli avanzi, nonché vere e proprie applicazioni tecnologiche per stilare la lista con rigore scientifico. Occhio, infine, alle promozioni, che possono indurre l’effetto “non mi serve, ma è un affare”. Prendete in considerazione, invece, l’opzione “due in uno”, laddove si intende “spesa più benzina”: da noi non è una pratica diffusa quanto all’estero, ma qualche discount si è già attrezzato mettendo su anche un distributore low cost. Succede soprattutto ai margini della città, ma in genere il viaggio si ripaga da solo con il risparmio.
L’ALTERNATIVA Nati una decina di anni fa, adesso i “Gas” sono una cinquantina, distribuiti equamente nei cinque quartieri
Tutti insieme appassionatamente: il boom dei gruppi d’acquisto
C’
è un altro modo di fare la spesa, un modo che non concepisce il concetto di carrello e supermercato e rifugge come la peste il consumismo smisurato, le fragole a dicembre e i carciofi a Ferragosto. I prodotti, tutti di stagione, a chilometri zero o quasi, arrivano direttamente a domicilio. E costano anche un po’ meno. Basta entrare a far parte di un Gas, ovvero di un Gruppo d’Acquisto Solidale. A Firenze se ne contano almeno una cinquantina, proliferati soprattutto negli ultimi cinque o sei anni. Ma ce ne sono diversi anche in provincia, da Borgo San Lorenzo a Rignano sull’Arno. En-
trare a farne parte o fondarne uno è facilissimo: basta mettersi d’accordo con vicini di casa, amici o conoscenti, compilare liste della spesa collettive (anche solo per un settore, come quello di frutta e verdura) e farle avere ai produttori di riferimento (in genere sparsi sulle colline cittadine). Il referente del gruppo, poi, riceverà a casa propria il pacco cumulativo, e provvederà a distribuire la merce agli altri componenti. Il metodo più semplice per entrare in contatto con altre persone interessate è il passaparola (vale lo stesso per trovare i produttori giusti): chi non sa da quale parte rifarsi, però,
può sempre consultare il sito internet www.retegas.org, dove tutti i gruppi sono schedati per provincia, città e quartiere, con tanto di referenti e numeri di telefono. In qualche caso è specificata anche la “specializzazione” del gruppo: già, perché via Gas può arrivare di tutto, dall’olio del contadino agli accessori in pelle fatti a mano, dai formaggi al pesce fresco. Perché alla fine il vero guadagno non sta nel risparmio, ma nella qualità dei prodotti, nell’uscire dai soliti schemi e dai soliti marchi. E nel ritrovare il gusto del contatto umano e /F.P. farsi qualche nuovo amico “di carrello”.
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vademecum
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LE NOSTRE TASCHE/2. Dalla fattoria alla tavola senza intermediari: decolla la vendita diretta
E il contadino ora arriva a domicilio Mercatini a chilometri zero in città ogni giorno dell’anno: oggi la filiera corta è alla portata di tutti. E sulle bancarelle vince la varietà, dall’agrobirra ai pomodori neri “anti-infarto” Paola Ferri
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e il consumatore non va alla montagna, la montagna va dal consumatore. O meglio, il contadino scende dal poggio e porta i prodotti freschi direttamente in città. La filiera corta cambia senso di marcia e non riguarda più solo pochi eletti: dimenticate l’immagine del pioniere del bio che si inerpica per strade sterrate alla ricerca della fattoria, oggi sono sempre di più i produttori che si organizzano in mercati settimanali. “Ogni giorno dell’anno – assicura Simon Querci di Coldiretti - è possibile trovare i prodotti di filiera corta”. Sono circa settanta i mercati di “Campagna amica”, emanazione mercatale di Coldiretti, distribuiti in tutta la Toscana. Un centinaio le aziende che hanno aderito all’iniziativa tra Firenze e Prato, di cui la metà partecipa regolarmente alle bancarelle settimanali e alle occasioni straordinarie della domenica, come il famoso “Mercatale” che si svolge ogni mese in piazza della Repubblica. Quantificare le vendite della filiera corta è piuttosto complicato, ma il continuo proliferare di attività di questo tipo testimonia un crescente interesse. Motivi di risparmio? “A parità di qualità – continua Querci – il prezzo è sicuramente vantaggioso rispetto alla grande distribuzione”. Ma il guadagno sta soprattutto nelle garanzie sulla provenienza del cibo, nel contatto diretto
con il produttore e nella varietà dell’offerta. Già, perché la filiera corta può far riscoprire sapori dimenticati e antiche ricette. Come ad esempio la “agrobirra”, preparata esclusivamente con ingredienti made in Tuscany. O alcune varietà di mele recuperate da agricoltori volenterosi, magari non bellissime, ma dal gusto sopraffino. O i pomodori più “strambi” che si siano mai visti, ma dalle proprietà eccezionali. Neri, gialli, verdi, rotondi o oblunghi, insomma roba da collezionisti. Come quelli di Niccolò D’Afflitto, enologo e agronomo fiorentino, che possiede la più vasta collezione di pomodori d’Italia. Trecentottanta varietà, coltivate una a una in un orto alle porte di Firenze, nella tenuta di Castelruggero, dove si producono anche fiori e frutti delle specie più svariate e un vino molto apprezzato in patria e all’estero. “Li ho scoperti viaggiando per il mondo e sul web – racconta D’Afflitto – c’è quello nero, che contiene la più alta concentrazione di antiossidanti, preziosi per il cuore; quello giallo, più acidulo; quello verde, il più dolce. Ma il più buono resta il Roma, quello rosso da insalata”. Specialità da intenditori, che però non hanno ancora un grande mercato. Almeno non qui, nella nostra regione. “I toscani sono tradizionalisti nell’animo – conclude D’Afflitto – anche gastronomicamente parlando”.
ZooM Liscia o gassata, ci piace confezionata. Ma aumenta anche l’utilizzo dei fontanelli: acqua gratis e di alta qualità
Bottiglia vs rubinetto: toscani primi in Europa per consumo di minerale acile associare la Toscana a un buon bicchiere di vino rosso. E invece i toscani sono i più grandi amanti dell’acqua minerale in Europa. “La nostra – ha recentemente dichiarato il presidente di Publiacqua Erasmo D’Angelis – è la regione europea col più alto tasso di consumo di acqua in bottiglia pro capite. E l’Italia si piazza al terzo posto nel mondo, dopo paesi con evidenti problemi di siccità come il Messico e gli Emirati Arabi”. Circa 700 bottiglie l’anno per un totale che si aggira sui 300 euro a famiglia. E c’è poco da stupirsi, visto che la Toscana risulta anche tra i maggiori produttori di minerale: qui viene
imbottigliato il 10% dell’acqua made in Italy, e qui hanno sede due tra i maggiori marchi del settore, Panna e Uliveto. “Non voglio demonizzare quel tipo di scelta né l’acqua in bottiglia - spiega D’Angelis - ci tengo solo a sottolineare che in un periodo di crisi sarebbe auspicabile una riflessione sui costi, che porterebbe un evidente risparmio per le famiglie”. Bere l’acqua “del sindaco” ci costerebbe infatti notevolmente meno, dai 150 ai 200 euro a seconda dei consumi. “Bisognerebbe abbandonare una volta per tutte i pregiudizi – continua il presidente di Publiacqua - e cominciare a usare serenamente e consapevolmen-
te l’acqua dei nostri acquedotti, che passa attraverso sistemi di filtraggio di ultima generazione”. Intanto, lo scorso settembre, la rete dei fontanelli di acqua di alta qualità, liscia e gassata, è arrivata a quota 12 punti, distribuiti in ogni quartiere della città. E i consumi di acqua pubblica continuano a crescere: negli ultimi cinque anni un terzo della popolazione dell’area Publiacqua ha iniziato a farne regolarmente uso. Anche perché, di fronte al fontanello, i costi scendono ancora: ciò che si imbottiglia non finisce in bolletta, l’unico prezzo da pagare rimane quello di /P.F. fare la fila con i contenitori in mano.
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E AL N O SI FES TE O N R E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G
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internet
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ON LINE. Non solo calcio: www.ilreporter.it segue da vicino squadre, atleti e storie di casa nostra
Tutto lo sport fiorentino in un click TEMPO LIBERO, INIZIATIVE ED EVENTI SU
I PIÙ LETTI DEL MESE 1. Puccini e Preziosi: sfida a distanza per gli ex innamorati 2. Digitale terrestre: Toscana a rischio blackout, arriva la legge salva-tv 3. Un nobile “fancazzista” al Gf 12: Leone Guicciardini, da Firenze 4. Pusher insospettabili e baby clienti: stroncato giro di eroina 5. (Para)influenza, quasi 80mila a letto. Ecco i sintomi
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hi l’ha detto che sport fa rima soltanto con calcio? Il pallone, si sa, è una delle grandi passioni degli italiani, e Firenze non fa certo eccezione. Ma oltre al calcio, oltre all’amata Fiorentina e al suo seguito di migliaia e migliaia di tifosi, a Firenze si apre uno sconfinato orizzonte fatto di altre discipline e attività, di uomini e donne, ragazzi e ragazze che fanno onore alla nostra città spesso lontani da riflettori, fama e, perché no, anche dai tanti soldi che girano attorno al mondo del “Dio pallone”. È per questo che Il Reporter.it ha
LA STAGIONE VIOLA IN TEMPO REALE SU
deciso di seguire da vicino, oltre alla Fiorentina, le squadre e gli atleti protagonisti in quegli sport a volte ingiustamente indicati come “minori”, ma che minori ovviamente non sono. Sport nobili e affascinanti, nei quali Firenze e le sue realtà si stanno distinguendo sempre più a livello nazionale e non solo. Dalla pallavolo al basket, dalla pallanuoto alla pallacanestro, dal rugby alla boxe e via dicendo: sono tante, ogni settimana, le discipline che Il Reporter.it segue con attenzione e interesse, dando spazio, sul sito internet, ai risultati, ai personaggi e alle storie che compon-
gono questo mondo. Un mondo, quello degli “altri” sport, in costante crescita a Firenze e dintorni, a conferma della tradizione che vuole nella Toscana e nel suo capoluogo una fucina di campioni nelle più svariate discipline. Tra loro, tra le più belle storie del recente passato, c’è quella di Susanna Cicali, passata dalla canoa all’avventura di Miss Italia e viceversa, e balzata per questo all’onore delle cronache. Ci sono poi le storie di Niccolò Campriani e Leonard Bundu, sempre più protagonisti nei rispettivi sport (tiro a segno e boxe), ma ci sono anche quelle di centinaia, miglia-
I VIDEo PIÙ VISTI 1. “Salve sono Matteo Renzi”: il rottamatore e le beffe di Crozza
CANTIERI E LAVORI, TUTTE LE NOVITÀ IN DIRETTA SU
ia di atleti che ogni giorno versano sudore per la propria squadra, la propria passione, per raggiungere obiettivi e scaldare i cuori dei tifosi. Perché anche i tifosi non mancano in questo panorama sconfinato di “altri” sport, non mancano gli appassionati di discipline storiche che cercano di seguire come possono i propri beniamini. Per loro, per fare in modo che i riflettori possano rimanere accesi su questo mondo, ma anche per tutti coloro curiosi di scoprire cosa c’è oltre al calcio nel panorama dello sport fiorentino, Il Reporter.it racconta ogni settimana quello che succede sui campi, nelle piste, nei palazzetti e in tutti gli altri luoghi in cui i nostri atleti danno il meglio di loro per tenere alto il nome di Firenze.
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3. I Dinamo, l’urlo rock dell’Oltrarno e non solo 4. Resta incastrato sotto l’autocarro mentre lavora 5. Un sabato di fuoco: incendi in due appartamenti in città
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2. Sostanza tossica a Careggi, in azione gli specialisti
Ristorante l'Oste Goloso
questo mese.... cosa dicono su di noi...
1. Incendio del Meccanò, arrestato il proprietario del Central Park 2. “Casa Miss Italia”: in delirio per Stefania Bivone 3. Allison, il pirata della strada si costituisce: “Un colpo di sonno”
5. Incidente in piazzale Donatello, auto si ribalta
ALLA SCOPERTA DELLE BAND GIOvANILI
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4. Il nuovo stadio alla Mercafir, ecco come sarà
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on solo Litfiba e Irene Grandi: sulla scia dei più noti protagonisti della musica di casa nostra, in città ogni giorno le sale prove si riempiono di giovani desiderosi di mettersi alla prova tra microfoni, chitarre e batterie. È il mondo delle band giovanili, un mondo di ragazzi e ragazze che dedicano tempo ed energia alla loro passione: la musica. Qualcuno di loro forse ce la farà a sfondare, per altri rimarrà soltanto un bel sogno, per tutti certamente è un modo per esprimere quello che hanno dentro e che vogliono urlare al mondo. Il Reporter.it dà loro spazio, pubblicando sul portale videointerviste di alcuni dei più interessanti gruppi e cantanti di casa nostra. È già toccato agli Zoo Park, ai Dinamo e a Luca Lastilla, realtà che si possono scoprire (ascoltandole) su Il Reporter.it. Per segnalare altre band si può mandare una mail a redazione@ilreporter.it.
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zoom
Novembre 2011
LA CURIOSITà. Lezione in piazza per due classi del Ginori Conti, durante l’autogestione
Scuola, l’ultima frontiera della protesta oN LINE
Non solo cortei e occupazioni:
Servizi alla persona
Boom di visite sul sito semplifica-burocrazia
due professoresse dell’istituto hanno
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coinvolto gli alunni in un’iniziativa particolare. Tra gli sguardi stupiti dei passanti Ludovica V. Zarrilli
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ettiamo cinquanta ragazzi in piazza Sant’Ambrogio, con due professoresse a far lezione en plein air e la curiosità dei passanti. Sono stati questi gli ingredienti principali delle due lezioni tenute dalle professoresse Maria Iotti e Giulia Vera Marchetti dell’Istituto Ginori Conti durante i giorni dell’autogestione dello scorso mese. La mattinata di lezione è cominciata alle 10 ed è andata avanti fino alle 12.30, coinvolgendo non soltanto i ragazzi della IV A e della IV C, che hanno assistito in silenzio e con interesse ai discorsi delle due prof, ma anche i passanti, che si sono fermati ad ascoltare e, alla fine di ogni intervento, hanno anche fatto delle domande. “Ha cominciato per prima la mia collega, Maria Iotti, che insegna biologia - racconta Giulia Vera Marchetti - e ha spiegato ai suoi alunni come funzionano i gruppi sanguigni. Dopo un’ora la sua classe è andata via, perché non c’era spazio sufficiente per tenere sulle gradinate della chiesa tutti i ragazzi contemporanemente, ed è arrivata la mia”. Marchetti insegna italiano e storia, e ha proposto ai suoi un’oretta di spiegazioni sui 150 anni dell’Unità d’Italia. “Il Risorgimento è un argomento che affronteremo in classe durante l’anno e allora ho pensato, viste le celebrazioni per il 2011, che sarebbe stata la tematica giusta da trattare - spiega - sono partita dalla canzone di De Gregori Viva l’Italia, sono passata dal Battiato di Povera Patria per argomentare
la lezione in Piazza
(foto
di
antonio Mele)
sul Risorgimento senza trascurare gli aspetti meno scontati di questo importante momento storico, come il movimento delle ‘giardiniere’, molto poco conosciuto, donne che combattevano a fianco dei carbonari”. Ma non solo. “E ancora - prosegue la prof - abbiamo parlato della grande importanza della letteratura e della musica, con Verdi e Manzoni, fino ad arrivare alla Miss Uragano di cui parla Carlo Azeglio Ciampi nel suo libro”. Alla lezione ha partecipato anche Adalberto Scarlino, presidente del comitato fiorentino per il Risorgimento, che ha coinvolto i ragazzi sul tema. “È stata una bella mattinata - continua la docente - è stata l’occasione per portare la didattica
fuori dal perimetro della scuola, per parlare di quello che si fa in classe e per sfatare un falso mito: quello che i ragazzi, quando occupano, lo fanno solo per concedersi una settimana di vacanza. Alcuni lo fanno anche per quel motivo, non c’è dubbio, ma alcuni studenti sono assolutamente consapevoli dei moltissimi problemi che la scuola deve affrontare e quando indicono scioperi e occupazioni lo fanno anche per dire la loro in proposito. Durante le lezioni in piazza, per fare le quali abbiamo chiesto il permesso al parroco della chiesa di Sant’Ambrogio - conclude Marchetti - sono stati composti e attenti, con grande stupore da parte dei passanti”.
servizi alla persona e alle imprese si cercano sempre più on line. A dimostrarlo è il boom di visite che sta registrando www.055055.it, il servizio multicanale integrato di Comune, Provincia e altri enti locali dell’area fiorentina: nel 2008 le visite al sito furono 699.966, nel 2009 3.456.395, nel 2010 4.027.883 e nei primi otto mesi del 2011 sono stati superati i due milioni e mezzo (per l’esattezza 2.684.185). Nel secondo trimestre del 2011 sono aumentati sensibilmente anche i pagamenti on line dei servizi (certificati anagrafici, acconto e saldo per i centri estivi per bambini, iscrizione ai nidi d’infanzia e ai centri gioco educativi, servizi di supporto alla scuola). Dai 14.614 pagamenti registrati nei primi tre mesi dell’anno, pari a 1.436.153 euro transati, si è passati ai 18.416 pagamenti effettuati da aprile a giugno, per un valore pari a 1.868.547 euro (per un totale di oltre 3 milioni e 300mila euro), segno che i cittadini stanno acquisendo dimestichezza anche con questo strumento. Un fatto confermato anche da altri numeri, come ad esempio quelli delle iscrizioni ai servizi per l’infanzia di Sesto Fiorentino: 182 domande sulle 416 presentate per l’anno educativo 2011/2012, quasi il 44%, sono state effettuate via web. Ancora: da gennaio ad agosto 2011 oltre centomila fiorentini hanno cercato su www.055055.it informazioni sulle questioni che riguardano l’identità e la cittadinanza (anagrafe, stato civile, servizi elettorali, accesso agli atti, servizio civile), quasi 94mila hanno navigato nella sezione “Urbanistica, edilizia e lavori pubblici”, 41.500 hanno aperto le pagine che parlano del mondo dell’istruzione e 36.500 si sono informati su tributi, canoni e tariffe. Il sito di 055055 è gestito da Linea Comune, società a intera partecipazione pubblica che supporta gli enti locali dell’area fiorentina per i servizi on line, in collaborazione con 21 amministrazioni comunali della zona e con la Provincia di Firenze. L’ultimo Comune a inaugurare i servizi on line è stato, a settem/B.B. bre, Borgo San Lorenzo.
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IL PUNTO. Clima “tropicale” e temporali sempre più violenti: cosa ci aspetta sul fronte meteo
Fuori l’ombrello, 40 giorni sotto l’acqua Novembre sarà molto piovoso, più del solito. Brutto tempo previsto fino alla prima decade di dicembre. Poi, all’orizzonte, c’è il freddo Gianni Carpini
U
n’estate “prolungata” ha lasciato il passo a un autunno “concentrato”. Dal punto di vista meteorologico il 2011 continua a riservare sorprese. Dopo una bella stagione estesa fin ben oltre i cancelli dell’autunno, con il mese di novembre le condizioni atmosferiche cambiano passo e fanno piombare la Toscana in una vera e propria stagione delle piogge. Sole, sole e ancora sole hanno caratterizzato le giornate fino al termine di ottobre, creando non pochi problemi all’agricoltura per la siccità. E ora? Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Le previsioni a lungo termine del Lamma, il laboratorio meteorologico che unisce in un consorzio Cnr e Regione Toscana, spostano la lancetta del barometro verso la bassa pressione. Come dire: ombrello alla mano e stivali ai piedi. “Generalmente novembre è il mese più piovoso dell’anno per la Toscana, e questa volta lo sarà ancora di più – spiega il ricercatore del Lamma Gianni Messeri – prevediamo infatti un periodo caratterizzato da molte precipitazioni. L’ingresso di flussi freddi settentrionali creerà instabilità sulla regione”. Attesi anche temporali, sebbene non sia possibile prevedere i nubifragi con
troppo anticipo. Il cattivo tempo dovrebbe continuare anche i primi dieci giorni di dicembre, mentre nella seconda parte del mese le nuvole lasceranno spazio a settimane secche, senza particolari precipitazioni, ma fredde. Gli acquazzoni degli ultimi due mesi dell’anno non permetteranno però di dissetare la Toscana: non è possibile recuperare in così poco tempo il deficit idrico accumulato nel resto dell’anno, che – in fatto di precipitazioni – è stato povero, rispetto al triennio precedente. Sul fronte del termometro, invece, il clima sarà meno pazzo, almeno in questo novembre. “Non ci saranno grosse anomalie termiche – prosegue Messeri – le minime e le massime rimarranno entro le medie del periodo. Dicembre invece sarà più freddo del solito”. Troppo presto per dire se i fiocchi di neve arriveranno anche in pianura, ma le basse temperature potrebbero favorire la loro comparsa. A livello generale il 2011 non fa che confermare una tendenza già registrata dagli esperti: un clima che assomiglia sempre più a quello tropicale, con periodi secchi e caldi intervallati da momenti “monsonici” caratterizzati da molte piogge, anche violente. “I cambiamenti climatici degli ultimi se-
coli, che si sono avvertiti in particolare a partire dagli anni ‘90 – precisa Messeri – hanno portato da una parte a una diminuzione della quantità e dei giorni di pioggia, dall’altra a un’elevata intensità delle precipitazioni. Sul fonte delle temperature si
registra un progressivo aumento”. Se 2008, 2009 e 2010 sono andati in controtendenza (qualche goccia in più di acqua è caduta), il 2011 è tornato ad avvicinarsi a questa situazione: fa più caldo, piove meno e in modo più violento.
I DATI Ultimamente non sono mancati gli “scherzi”: il record del caldo è stato registrato nella zona di Peretola
Mesi pazzi: a luglio il maglione, a settembre il solleone
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draiati al sole, in spiaggia, i primi di ottobre. E non c’è stato neppure bisogno di prendere un aereo per raggiungere mete lontane. Di scherzi il clima ne ha riservati molti tra la passata estate e l’inizio dell’autunno, come dimostrano i dati elaborati dal Lamma. Se lo scorso luglio è stato il più fresco da dieci anni a questa parte (condizioni che hanno fatto temere a molti delle vacanze “polari”), settembre ha battuto ogni record, aggiudicandosi il primato di nono mese dell’anno più caldo addirittura dal lontano 1800. Ecco cosa è successo: temperature massime superiori di 3-4 gradi rispetto alle medie del
periodo e sole, tanto, troppo sole. Le piogge sono cadute con il contagocce, facendo registrare un deficit di precipitazioni tra il 50 e il 75 per cento. Solo in due casi i temporali hanno rotto la quiete del solleone settembrino, tra il 4 e il 5 del mese e il 18. In quest’ultimo caso sono caduti oltre 60 millimetri di pioggia in tutta la regione e oltre diecimila fulmini si sono abbattuti in Toscana. Anche agosto è stato rovente. Dopo una fine di luglio fresca, con la seconda parte dell’estate si è tornati a boccheggiare. Complice l’anticiclone, da metà agosto a metà settembre le temperature massime sono state costantemente superiori
alle medie. A sudare di più sono stati, a Firenze, gli abitanti di Peretola: qui, il 21 agosto, l’afa record ha fatto raggiungere i 40 gradi e mezzo, il valore più alto nella terza decade di agosto dal 1951, il sesto mai registrato in assoluto. Ma anche a Sesto Fiorentino il caldo agostano si è fatto sentire. Nel comune alle porte di Firenze, dal 17 al 26 agosto le temperature non sono mai scese al di sotto dei 36 gradi di massima. E così la terza decade di agosto sarà ricordare come una tre le più calde degli ultimi decenni. La colonnina di mercurio è arrivata a sforare la /G.C. media, nei valori massimi, di 6-7 gradi.
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politica
Novembre 2011
TRAMvIA. Nelle intenzioni del sindaco la tratta dovrebbe inaugurare nel giugno del 2014
Linea 2, obiettivo mille giorni di lavori Peretola sembra finalmente avvicinarsi
e proprio boom rispetto all’anno precedente: in agosto Sirio ha trasportato 655mila passeggeri, contro i 400mila del 2010, dopo i 900mila di giugno e i 750mila di luglio. Le corse effettuate nell’arco dell’anno, inoltre, sono state 135mila, con il passaggio di un tram ogni quattro minuti. Se le stime di Gest per il 2011 verranno confermate, al 31 dicembre di quest’anno Sirio avrà trasportato oltre venti milioni di persone dal giorno dell’inaugurazione della prima linea (14 febbraio 2010). Grazie al tram, secondo i calcoli della Regione Toscana, sulla tratta Scandicci-Firenze circolano circa duemila auto in meno al giorno. “La tramvia ha avuto una gestazione sicuramente complessa - ha affermato l’assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio Massimo Mattei - ma questi numeri testimoniano l’apprezzamento dei cittadini: basta dire che il numero dei passeggeri, nel corso dei mesi di attività, è quasi raddoppiato. E l’aumento continuo di viaggiatori ha concluso - è la miglior risposta a chi criticava la scelta del tram quale soluzione per il trasporto pubblico locale”.
al centro cittadino: un grande orologio scandirà il conto alla rovescia. Intanto i passeggeri di Sirio sono in aumento: il boom registrato la scorsa estate Antonio Passanese
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aeroporto di Peretola si avvicina sempre più al centro di Firenze. Il sindaco Matteo Renzi ha dato il via ai lavori della linea 2 della tramvia, quella che collegherà la zona di Novoli a Santa Maria Novella. “Il nostro obiettivo, a questo punto - ha dichiarato il primo cittadino - è quello di chiudere i lavori entro mille giorni, come promesso, in tempo per le amministrative del 2014”. E ancora, ha aggiunto il sindaco, “vogliamo dimostrare che le cose si possono fare presto e bene, nonostante gli inevitabili disagi per i cittadini”. Restano così all’orizzonte la linea 2 bis, la linea 4 e, naturalmente, la linea 3, per completare il quadro della mobilità pubblica fiorentina presente nella testa degli amministratori di Palazzo Vecchio. La data scelta per il termine della messa in opera della linea 2, il 13 giugno 2014, non è casuale: “È l’ultima possibile per riuscire a finire i lavori entro il termine della legislatura. E mi piacerebbe molto dimostrare che siamo capaci di fare le cose in tempi molto più brevi del previsto (1.800 giorni quelli immaginati dal contratto originario, ndr)”, spiega Renzi. Un grande orologio, che proietterà il conto alla rovescia per il termine dei lavori, sarà montato in una piazza importante del centro storico, per dare il senso a cittadini e turisti dell’impegno sui tempi preso dall’amministrazione e dall’azienda. La tramvia di Firenze, intanto, viaggia ormai verso i due anni di vita, e il bilancio, ad oggi, è più che positivo: i passeggeri, nel solo 2010, hanno sfiorato gli otto milioni, con una media giornaliera di quarantamila viaggiatori. Ma è la scorsa estate che si è registrato un vero
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IL PERSoNAggIo L’intero capoluogo ha salutato il “sacerdote contro”, a lungo anima della comunità dell’Isolotto
Addio Don Mazzi: prete amatissimo, uomo di fede e ribellione irenze perde uno dei suoi figli più illustri, un punto di riferimento politico e spirituale, un uomo che non amava cerimonie e ipocrisie. Don Enzo Mazzi nel sangue aveva la fede e la ribellione. E nel 1968 non ebbe alcun timore nello scontrarsi con le sue gerarchie. La rottura con la Chiesa ufficiale fiorentina avvenne per la solidarietà data da Mazzi agli studenti dell’Università Cattolica che avevano occupato il duomo di Parma per protesta. Nel 1974 arrivò la sospensione a divinis. La morte di don Enzo, in città, ha suscitato dolore, soprattutto nella comunità dell’Isolotto che il prete fondò 50
anni fa e dalla quale poi venne allontanato per le sue idee troppo progressiste. “Nessuno può giudicare”, ha commentato l’arcivescovo emerito di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli, che si batté per trovare un accordo tra il dissidente e la chiesa fiorentina. “Con Enzo Mazzi se ne va una figura fortemente legata alla città e in particolare al quartiere dell’Isolotto”, ha ricordato il sindaco Matteo Renzi. Tra i messaggi di cordoglio anche quello di un altro prete dissidente, don Alessandro Santoro: “Era un amico, una persona che ha sempre amato quel Dio ‘vero’ del Gesù del Vangelo”. Da destra a sinistra,
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perché in certi casi gli steccati ideologici vanno superati, don Mazzi è ricordato con grande commozione. Ma la sintesi su cosa abbia davvero rappresentato quel “sacerdote contro” l’ha fatta il presidente della Regione Enrico Rossi: “È stato e resterà il simbolo di un’epoca, di una trasformazione profonda che ha coinvolto la nostra società e che ha visto in lui una delle più rilevanti avanguardie. Don Enzo è stato un uomo coraggioso, un sacerdote di grandissima personalità e di profondo spirito critico, nemico delle ingiustizie sociali e attento /A.P. ai più deboli. Un esempio per tutti, cattolici e non”.
politica
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LA NOvITà. Entro un paio d’anni il polo potrebbe diventare realtà IL PUNTO. Incontri nei cinque quartieri
A Firenze il primo ateneo cinese Moschea, il dibattito d’Italia. Al posto del tribunale torna ad accendersi G
Paola Ferri
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orgerà a Firenze la prima università cinese d’Italia. E troverà spazio in uno dei luoghi di cui ultimamente si è più discusso in città, l’attuale sede del tribunale in piazza San Firenze, obbligata a reinventarsi una funzione dopo il sempre più vicino trasferimento di giudici e avvocati in quel di Novoli. L’intesa è frutto della missione diplomatica condotta lo scorso mese dall’assessore all’educazione di Palazzo Vecchio Rosa Maria Di Giorgi e dal consigliere comunale Mario Razzanelli (Lega Nord), che da anni intrattiene rapporti, prima di tutto lavorativi, ma non solo, con la Cina e in particolar modo con la città di Ningbo. Sarà proprio l’ateneo di Ningbo, una distesa di 178 ettari per diciannove facoltà e trentamila studenti, ad attivare la sede decentrata fiorentina. Già il mese prossimo sbarcherà a Firenze la prima delegazione, mentre dal prossimo anno due docenti e una ventina di studenti si trasferiranno in pianta stabile. L’attivazione completa del polo distaccato dovrebbe avvenire in tempi brevi, “nel giro di un paio d’anni”, assicura l’assessore Di Giorgi. Nel frattempo il complesso di piazza San Firenze dovrebbe essere libero e pronto ad accogliere lezioni e studenti. Il trasferimento del tribunale nel nuovo Palagiustizia costruito a Novoli, infatti, è previsto per i primi mesi dell’anno prossimo. L’arrivo dell’ateneo cinese, però, non è che l’ul-
Nel frattempo un’altra statua vola in Oriente: la copia del monumento di Dante tima tappa di un percorso di avvicinamento tra le due città iniziato diversi anni fa, grazie proprio all’impegno di Razzanelli. Il primo, simbolico passo fu l’invio a Ningbo di una copia del David di Michelangelo, nel 2006, iniziativa che ebbe un gran risalto sulla stampa cinese (seguita da un’operazione non altrettanto riuscita: il dono a Firenze di due giganti di bronzo, lasciati per settimane in un magazzino prima che gli venisse trovato un posto nel parco di Villa
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di giorgi
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razzanelli
in
cina
con due Piccoli
david
Vogel). Il processo, poi, ha coinvolto anche il sindaco Matteo Renzi, prima volato in Cina, poi protagonista di un incontro a Palazzo con le istituzioni di Ningbo. Fu proprio in quell’occasione che lo stesso primo cittadino lanciò l’idea di una università cinese a Firenze, il primo esempio del genere in Italia. Obiettivo raggiunto durante l’ultima missione orientale di assessora e consigliere, diventato nel mentre cittadino onorario di Ningbo. L’obiettivo principale della visita del mese scorso, in realtà, era la consegna di un’altra statua dal volto fiorentino: la copia in bronzo del monumento a Dante Alighieri che si trova all’interno della Basilica di Santa Croce. La replica, alta 5,37 metri per duemilaquattrocento chili di peso, è stata realizzata dalla Galleria Frilli di Firenze, con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio, ed è stata posizionata nella Cittadella del Libro, proprio ai piedi della più grande libreria cinese. Si tratta di un palazzone alto ben venticinque piani, accanto al quale il bronzeo Dante dovrebbe trovarsi a proprio agio, anche se a migliaia di chilometri di distanza dalla sua Firenze.
ià cinquant’anni fa il sindaco La Pira, prevedendo il futuro, sottolineava l’importanza di un minareto nella nostra città che raccogliesse i fedeli di religione islamica in preghiera. Oggi “i tempi per la costruzione di una moschea sono maturi. Firenze deve avere un luogo di culto per i musulmani adeguato alla bellezza storica e degno della ricchezza cultura di questa città”: sono le parole dell’imam di Firenze Izzedin Elzir, secondo cui la messa in opera di un tempio islamico non è più rinviabile ed è un atto dovuto nei confronti dei 30mila musulmani che spesso si trovano a pregare a turno nei retrobottega dei negozi o stipati in fondi e garage. “Un minareto, per le sue caratteristiche, non può certo trovare posto nel centro storico di Firenze – afferma sul suo blog il parlamentare Lapo Pistelli – si può
Secondo l’imam i tempi sono maturi per la costruzione del minareto individuare un’altra area e su questo la politica fiorentina deve discutere senza preclusioni ideologiche. Raccogliere l’appello dell’imam è un segno importante di pace e dialogo”. Ed è proprio in un’ottica di confronto e partecipazione che l’associazione Comunità Islamica Firenze e Toscana ha organizzato, con il contributo della Regione, cinque riunioni tra la comunità musulmana e la città, che si svolgono in tutti i quartieri (prossimi appuntamenti: 8 novembre ore 21 Villa Bandini; 22 novembre sala del consiglio di Quartiere a Villa Vogel; 6 dicembre sala del consiglio di Quartiere Villa Pallini). I fiorentini possono liberamente partecipare per esprimere un giudizio o dire
la propria sulla costruzione di una moschea. In città, comunque, c’è fermento. La comunità parrocchiale delle Piagge, per esempio, ha pensato di raccogliere firme a favore della costruzione della moschea, invitando la diocesi a fare altrettanto. Ampia disponibilità anche da parte del sindaco Matteo Renzi: “Non voglio fare una discussione ideologica sulla possibilità di avere una moschea a Firenze - ha assicurato - se i nostri amici musulmani ci presenteranno un progetto lo valuteremo e ne discuteremo apertamente’’. L’argomento non poteva non suscitare perplessità tra le forze politiche di centrodestra. Dichiarazioni al fulmicotone arrivano dal Carroccio: la moschea è assolutamente fuori questione, perché l’Islam “è una religione che viola la Costituzione e la legge italiana e che non ammette la reciprocità”. Anche il Pdl è netto: “O l’Ucoii aderisce al Comitato per l’Islam italiano - afferma - o il Pdl respinge la realizzazione di una moschea’’ a Firenze. Il centrosinistra, invece, alza gli scudi e sottolinea che la polemica che si è generata attorno alla vicenda “dà il segno dell’arretratezza culturale e dell’ignoranza in tema di democrazia e Costituzione da parte della de/A.P. stra nostrana e non”.
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speciale
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LA CAMPAGNA. L’associazione Guarnieri continua la sua battaglia per introdurre un nuovo reato
Omicidio stradale, firme da tutta Italia
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on solo Firenze, ma l’Italia intera si sta muovendo a sostegno della battaglia portata avanti dall’associazione Guarnieri, che anche Il Reporter ha scelto di sostenere. E la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di omicidio stradale fa grandi passi in avanti: oggi siamo a circa 46mila adesioni. Che è un numero di tutto rispetto, raggiunto grazie al contributo di tutti coloro che hanno voluto sostenere l’associazione in questo suo cammino, portato avanti per inasprire le pene nei confronti di chi causa incidenti sotto l’effetto di alcol e droghe. Più in dettaglio, la proposta di legge prevede che, in caso di lesioni gravi o morte provocate dal guidatore di un veicolo che si trovi in stato di ebbrezza (ovvero con tasso di alcol nel sangue superiore a 0,8 g/l) e/o sotto effetto di droga, l’omicidio non venga considerato come “colposo” ma, appunto, il reato previsto sia quello di “omicidio stradale”. Oltre a ciò, la proposta prevede altri punti: un innalzamento delle pene da 3/10 anni a 8/18 anni, l’arresto in flagranza di reato per l’omicida e che la patente venga tolta definitivamente dopo il primo omicidio, e non solo temporaneamente. “Le firme - racconta Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, vittima di un drammatico incidente in motorino avvenuto alle Cascine un anno fa – stanno arrivando da tutta Italia. Vengono a consegnarcele dal Piemonte, dalla Puglia, dal Lazio e da tantissime località diverse”. E questo è un segnale importante, ed è un dato che racconta di un profondo interessamento della società al problema della sicurezza stradale. Segnali positivi di attenzione arrivano anche dal mondo politico e istituzionale. A livello parlamentare, nelle commissioni Trasporti e Giustizia, si sta di-
scutendo di una proposta di legge delega che modifichi il codice della strada e introduca il reato di omicidio stradale. E intanto l’Anci Toscana, l’unione dei comuni del Granducato, ha dato la sua adesione alla raccolta di firme e ha invitato i municipi a fare lo stesso. Il cammino, insomma, va avanti: ora il traguardo da raggiungere è quello delle 50mila firme entro la fine dell’anno. Il mese scorso il nostro giornale ha pubblicato il modulo da ritagliare e compilare per chi vuole firmare a sostegno dell’associazione, e chi se ne fosse dimenticato può ancora ritagliare e spedire quella pagina. Ma ci sono anche altri modi per dare il proprio contributo a favore della battaglia combattuta per evitare che tragedie come quella successa a Lorenzo (travolto da un uomo alla guida di uno scooter poi risultato positivo all’alcol e alla cannabis) si debbano ripetere costantemente. Il modo più rapido è farlo attraverso internet, dal sito www.omicidiostradale.it. Usando questo canale per firmare la proposta di legge basta compilare pochissimi campi. In alternativa si può scaricare il modulo da firmare e spedirlo all’associazione Guarnieri alla casella postale 4209-Ufficio Campo di Marte, 50100 Firenze. Chi volesse altre informazioni può visitare anche il sito dell’associazione, www.lorenzoguarnieri.com, scrivere a info@lorenzoguarnieri.com oppure telefonare allo 055.578910 o al 339.2961348.
Tantissime le adesioni arrivate da fuori regione: ora siamo a quota quarantaseimila. Intanto anche il Parlamento si muove e l’Anci Toscana ha sottoscritto l’iniziativa, invitando i comuni del granducato a fare lo stesso. Ecco come partecipare
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amarcord
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IERI E OGGI/1. Viaggio nella storia del Meccanò, dai tempi d’oro all’incendio del 2008
Quel tempio “in” della notte fiorentina Con la riqualificazione delle Cascine va a scomparire un locale che per anni ha dettato la sua “legge” in città e non solo, tra vip e dj illustri: al suo posto si pensa alla nascita di spazi per lo sport il locale dopo il rogo del
2008
Serena Wiedenstritt
P
iù in, modaiolo e “adulto” del quasi dirimpettaio Central Park: questo era il Meccanò. Eppure pare che la sorte decisa per loro da Palazzo Vecchio li accomuni. Ruspe e un futuro di spazio per fare sport nel polmone verde della città. Con la riqualificazione del parco delle Cascine e l’avvento, a poca distanza, del
Carl Cox
Parco della Musica, va a scomparire un vero e proprio tempio della notte fiorentina. La fine del Meccanò in realtà era già stata segnata dall’incendio scoppiato nell’aprile 2008, che distrusse gran parte dei locali. Poche settimane fa sono scattate, da parte della squadra mobile di Firenze, cinque misure di custodia cautelare emesse dal gip nei confronti
di presunti mandanti ed esecutori di quel blitz, e pare proprio che il dolo dell’incendio ancora una volta leghi strettamente le due sale da ballo delle Cascine. Così un tassello in più, per quanto di cronaca giudiziaria, si aggiunge alla storia del Meccanò, che già negli anni Novanta dettava il suo stile, aspro e underground. Dopo diverse variazioni sul tema
Boy George
è negli anni Duemila che il club fiorentino rinnova la sua anima, prima sostituendo all’atmosfera fredda, quasi lunare, uno stile barocco e ricco fatto di colori caldi, specchi e lampadari veneziani, poi nel 2007 ricorrendo a un restyling pensato in stile romagnolo da architetti della riviera, che faceva del Meccanò un tempio della musica aggressivo soft, tut-
to dedicato alla fiorentinità con un omaggio al David e allo stile vintage con richiami alla febbre del sabato sera. Ma, arredi a parte, che comunque hanno fatto del club - per diverse stagioni l’emblema della notte fiorentina, sono i nomi illustri che segnano la storia della pista da ballo delle Cascine: da quelli dei dj più richiesti come Satoshi Tomiie, Boy George, Carl Cox, Mario Più e Joy Kitikonti ai vip che hanno frequentato i suoi privée, come il patron Andrea Roncato, Umberto Smaila, Emanuela Arcuri e altri. Proprio Roncato per alcune stagioni ha animato la frequentazione più in del locale, invitando personalmente volti noti dello spettacolo, calciatori e modelle. Fra le iniziative anche i casting ospitati dal club e volti alla ricerca di nuove ragazze immagine, le Meccanine, e di giovani da inserire nel mondo della televisione. Per Joy Kitikonti, musicista, dj e produttore di fama, il Meccanò resta “un locale tra i migliori della scena toscana e non solo, se si pensa al concept avanti anni luce realizzato negli anni ‘90”. Kiticonti ricorda come “le serate passate lì sono state tutte molto belle”, sia grazie “al concept che ha fatto diventare il locale un top club, con l’esclusivo ristorante, il favoloso giardino curato nei minimi dettagli, la consolle super professionale, le luci, i colori che dipingevano quello spazio accogliente che ci avvolgeva fino all’ultima nota musicale”, sia perché si trattava di “un posto unico dove sia chi gestiva, sia chi ci lavorava, ti facevano sentire a casa”.
guarda le foto su Joy Kitikonti
Satoshi Tomiie
amarcord
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IERI E OGGI/2. Viaggio tra i negozi storici di via Pisana, resistiti alla grande distribuzione
C’era una volta la bottega. E c’è ancora
via
Pisana
negli anni
’50: l’incrocio
con via di
Gianni Carpini
S
ono le “vecchie” del rione. Alcune esistono da oltre mezzo secolo, altre affondano le radici addirittura alla fine dell’Ottocento. Una manciata di botteghe che si snodano lungo via Pisana, antica strada di collegamento, una volta solcata dai carretti dei contadini che, dalla campagna, arrivavano fino ai mercati del centro. Nonostante il passare del tempo, l’identità di Legnaia è qui, tra i volti di chi, da dietro il bancone, ha visto crescere questa zona di Firenze, fino a sessant’anni fa linea di confine tra la città e i campi. Il tratto di via Pisana compreso tra via di Legnaia e via Fra’ Diamante è una vera e propria “strada delle botteghe”: calzolai, ferramenta, farmacie, negozi di abbigliamento e boutique di cappelli. Con il passare del tempo alcuni hanno chiuso, ma molti altri sono rimasti: la concorrenza della grande distribuzione non ha spazzato via, come accaduto in altre aree, i negozi storici che ogni mattina continuano ad alzare il bandone, seppur tra qualche difficoltà, visti i tempi di crisi. La farmacia esiste dagli inizi del ‘900, il negozio di abbigliamento Lanfranchi dal 1951, il poco distante parrucchiere lavora da 45 anni. “Io ho iniziato l’attività nel 1956 con mio babbo: ai tempi aveva una piccola fabbrica di scarpe. Decise di chiuderla e di dedicarsi al commercio al dettaglio di calzature – spiega Mauro Morelli, uno dei commercianti di via Pisana – in questa zona tra le cinque e le sei botteghe hanno oltre cinquant’anni di vita. Anche le altre si sono radicate sul territorio, in media esistono da
Scandicci (si
ringrazia
Massimiliano Civolani)
vent’anni. Il segreto? Sta tutto nell’affiatamento che si è creato tra i negozi e nel legame con le persone. E poi – continua - Legnaia è rimasta il regno del made in Italy. Qui non c’è stato alcun ‘assalto’ da parte di piccoli imprenditori stranieri, come ad esempio i cinesi, che stanno aprendo attività in altre zone, anche molto centrali”. Lungo via Pisana storia e commercio si intrecciano. “Questo negozio di ferramenta è stato sempre gestito dalla mia famiglia. Tutto iniziò alla fine dell’Ottocento, quando mio nonno svolgeva il lavoro di calderaio per le fattorie nei dintorni - racconta con orgoglio Edo Cappelli, 78 anni, dietro il bancone da quando
ne aveva 21 – poi si passò ai lavori con il rame e infine, nel 1912, prese il via la bottega vera e propria. Mio babbo – ricorda - vendeva paioli e fiaschi ai contadini che tornavano con il portafoglio gonfio dai mercati del centro, diretti in campagna. Da allora molto è cambiato, ma sono fiero che i miei due figli continuino l’attività”. Negli anni il quartiere è mutato: intorno a via Pisana, centro della vita del rione, sono stati innalzati palazzi e moderni condomini, il verde dei campi è stato sostituito dal cemento e dalle strade. Ma alcune delle vecchie professioni riescono ancora a sopravvivere. È il caso del calzolaio di via Pisana. “Oggi il grosso pro-
blema è il ricambio generazionale – dice Massimiliano Civolani, da tre anni al timone della piccola bottega ‘ereditata’ dalla madre – è difficile trovare un giovane che voglia continuare l’attività ‘di famiglia’. È un peccato perdere questa conoscenza. Legnaia è una zona storica: se si prende una foto d’epoca non si nota la differenza, se non fosse per qualche palazzo”. Per valorizzare questo tessuto economico, fatto di piccoli negozi a conduzione familiare, negli anni Ottanta è nata l’associazione “Botteghe di Legnaia”, che racchiude una trentina di attività, impegnate nell’organizzazione di iniziative ed eventi.
IL LUOGO Rivoluzione al circolo Sms San Quirico. Tra le “new entry” anche una pizzeria
Via il tendone, arrivano una piazza e un teatro stabile
U
n nuovo ristorante, un teatro da duecento posti e una piazza interna. Sarà questo il nuovo volto del circolo Sms San Quirico: nel giro di tre anni l’area dove sorge la casa del popolo “Fratelli Taddei”, compresa tra via Pisana e via Baccio da Montelupo, cambierà totalmente aspetto. Il tendone, oggi utilizzato per spettacoli e concerti, scomparirà. Al suo posto sarà invece costruita una struttura stabile, che lascerà spazio anche a una piazza interna, mentre il passaggio pedonale tra via Pisana e via Baccio da Montelupo sarà riqualificato. L’ex asilo, dove attualmente sono ospitati corsi e iniziative, verrà poi trasformato in una pizzeria-ristorante. Dopo anni di discussioni ha pre-
so forma il progetto che ridisegnerà l’area. Sono quattro le strutture dove il circolo, che può contare su mille soci, ospita numerose attività (sala cinematografica, corsi sportivi, attività ricreative): l’edificio storico, costruito all’inizio del ‘900, che con i lavori sarà dotato di un ascensore esterno; un complesso più recente, con sale dedicate al gioco delle boccette e del biliardo; un ex asilo che sarà completamente ristrutturato e il tendone. Il primo passo del restyling sarà il punto ristoro: i lavori per riqualificare l’ex asilo, un edificio di 190 metri quadrati, partiranno entro la fine dell’anno per concludersi al termine del 2012. La pizzeria da 52 coperti, che avrà a suo servizio anche un giardino
affacciato su via Pisana, servirà da un lato a creare un nuovo punto di ritrovo, dall’altro ad autofinanziare parte degli interventi. La seconda fase darà una casa stabile agli spettacoli, ai match di improvvisazione e ai concerti che ora sono ospitati nel tendone. Il nuovo teatro, duecento metri quadrati per 225 posti totali, sarà orientato verso via Baccio da Montelupo. Questa nuova collocazione lascerà libero uno spazio tra gli edifici, in cui sarà creata una piazza interna. I cantieri per questa seconda parte degli interventi non dovrebbero partire prima di due anni: il tempo tecnico perché il ristorante entri a pieno regime e per avere qualche /G.C. sicurezza economica in più.
Q2 salute speciale
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FOCUS. Diverse e per certi versi opposte le patologie che la riguardano IL PUNTO. Le donne over 30 le più 2011 colpite Professionisti della salute. Firenze
Tiroide, come capire quando non va 1194662
Giulia Righi
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i chiama “colon irritabile”, è una sindrome e, al di là dai tecnicismi, è un fastidio quotidiano che colpisce tantissime persone. Giovani, soprattutto: le vittime preferite del “mal d’intestino” sono le donne di età media di 35 anni. Il gentil sesso è la categoria più colpita dalla sindrome: gli studi raccontano che ne soffre una percentuale tra il 14 e il 24 per cento delle donne contro un 5-19 per cento degli uomini. Chi questa la sindrome la ha, i sintomi li conosce bene. Innanzitutto i dolori addominali, non ben localizzati e diffusi in varie aree dell’addome (si parla a questo proposito di una “sindrome dolorosa vaga”). A questi fastidi, che sanno essere anche molto forti, si aggiunge il problema delle abitudini intestinali alterate: chi soffre di colon irritabile alterna periodi di diarrea con altri di stipsi. Altro sintomo della sindrome è poi il senso di gonfiore continuo. Si tratta davvero di un disturbo molto, molto diffuso. “Basti pensare – spiega il dottor Antonio Silvestri, chirurgo dell’ospedale di Santa Maria Nuova – che il 60/70 per cento delle endoscopie che facciamo è dovuto proprio a questa sindrome”. Spesso, però, prima di arrivare alla colonscopia (esame piuttosto fastidioso e invasivo) ci sono altri rimedi: “Molto spesso questo esame potrebbe essere evitato, e in molti casi per la diagnosi basterebbe una visita e un’accurata anamnesi del paziente”. E in questa sindrome gioca un ruolo molto forte la componente psicologica: “Possiamo parlare di un disordine psico-bio-sociale – prosegue il dottore – che si accompagna spesso ad ansia, depressione e somatizzazione”. E, per questo, una delle prime mosse dei medici è quella di tranquilizzare i loro pazienti, rassicurandoli sul fatto che la loro malattia, per quanto fastidiosa, non è grave: spesso infatti i sintomi vengono confusi con quelli di patologie più severe e, chi ne soffre, naturalmente si allarma. La terapia? “La cura privilegiata è quella a base degli ormai famosi probiotici, i fermenti lattici, utili al sistema immunitario – prosegue il dottor Silvestri – meno, ma vengono utilizzati anche i prebiotici, sotto forma di farmaci o integratori, che favoriscono la proliferazione di batteri ‘buoni’ nell’intestino”. E anche la dieta ha un ruolo importante: deve essere varia, vanno evitati alcuni tipi di cibi (legumi in testa) ed è buona norma bere tanta acqua. Infine un consiglio: una chiacchierata con il medico di famiglia, quando si teme di soffrire di questa sindrome, è un ottimo punto di partenza. /B.S. 1194647
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presentare tra i sintomi la tachicardia, il dimagrimento, un’intolleranza al caldo, il nervosismo. A tutto questo si può accompagnare un’oftalmopatia (ovvero una serie di problemi agli occhi) più o meno marcata, come accade nel caso del Morbo di Graves. Ma come si curano queste malattie? “L’ipotiroidismo si tratta con un ormone, la tiroxina, somministrato a un dosaggio variabile in base al caso in questione – spiega il professor Forti – più complessa è la terapia dell’ipertiroidismo. Il Morbo di Graves può essere trattato con farmaci antitiroidei, chirurgicamente con l’asportazione della tiroide,
oppure ‘bruciandola’ con lo iodio radioattivo”. Mentre nei pazienti – solitamente più anziani – affetti da ipertiroidismo associato al gozzo (uni o multinodulare) o si asporta il nodulo o si utilizza lo iodio. Già, lo iodio. Che ruolo ha nello sviluppo di queste malattie? “Il sale iodato è utile, ma non bisogna arrivare a un consumo eccessivo che potrebbe mettere in moto un ipotiroidismo – spiega il professore – mentre è un luogo comune la diceria secondo la quale l’aria di mare mette al riparo da queste patologie: se così fosse livornesi e piombinesi starebbero tutti bene!”.
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erte volte funziona troppo poco, certe altre diventa iperattiva. La tiroide è un pezzettino del nostro organismo decisamente delicato e le patologie che possono colpirla sono diverse e per certi versi diametralmente opposte tra loro. C’è infatti l’ipotiroidismo, malattia caratterizzata da uno scarso funzionamento della tiroide e, sul versante opposto, troviamo invece l’ipertiroidismo, caratterizzato da una iperfunzione di quest’organo. Intanto qualche numero: si calcola che soffra di ipotiroidismo una percentuale che oscilla dal 3,5 al 7,8 per cento della popolazione femminile (percentuale che si assesta alla metà di queste cifre per quella maschile). Molto meno diffuso è invece l’ipertiroidismo, che però è una patologia più importante e complicata da curare. Ma quali sono i sintomi di queste patologie? “Le persone affette da ipotiroidismo spesso hanno una minore frequenza cardiaca, una ridotta tolleranza del freddo, alcune volte presentano gonfiore al volto – spiega il professor Gianni Forti, endocrinologo e direttore del centro di riferimento regionale per le malattie paratiroidee di Careggi – è un po’ come se subissero un generale rallentamento, anche psichico”. Al contrario, chi soffre Q5 di iperfunzione della tiroide può
Colon irritabile, una sindrome dolorosa e sempre più diffusa 1194648
Firenze 2011
Professionisti della salute. 1195626
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tradizioni
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ORTI E DINTORNI/1. Sono tante le specie vegetali tipiche della nostra regione in pericolo
Frutta e verdura, un “esercito” di varietà a rischio estinzione Benedetta Strappi
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he si viva in un gran bel posto è sotto gli occhi di tutti, e l’orgoglio di abitare dentro una cartolina è qualcosa che i toscani si portano nel Dna. Ma, estetica a parte, la nostra regione è anche una miniera inaspettata di piccoli grandi tesori. Come quelli che crescono nell’orto, i sapori antichi a cui le nonne e le mamme ci abituano da piccoli e che il granducato sforna in dosi generose. Però, esattamente come accade ai panda, che sono in via d’estinzione, anche alcune specie vegetali nostrane corrono il rischio di andare in pensione. Per la precisione, la Regione ha censito 651 varietà (animali compresi) a rischio estinzione. Ma facciamo un passo indietro. La Toscana, dal 1997, ha varato la prima legge regionale sulla tutela delle risorse ge-
netiche autoctone e per mezzo dell’ex-Arsia si occupa da tempo di censire questo patrimonio. E lo fa attraverso un sito internet dedicato (http://germoplasma.arsia.toscana. it), in cui è possibile consultare i cosiddetti “repertori regionali”, ovvero i registri in cui sono schedate tutte le razze e le varietà locali toscane. In questo pozzo di informazioni sugli orti di casa nostra si trovano un sacco di notizie su localizzazione e caratteristiche di piante, frutta e verdura (oltre alle specie animali) della Toscana. Ma, realtà virtuale a parte, esiste anche una “banca regionale del germoplasma”: si tratta di una vera e propria banca dei semi pensata per mettere al sicuro e salvaguardare in celle frigorifere il materiale genetico utile per scongiurare il rischio che preziose varietà di frutta e verdura – come il pomodoro costoluto fiorentino o il ciliegio acquaiola – si estinguano. E, a tutela dei vegetali di casa nostra, la regione
ha anche un’altra grande risorsa. Che sono le persone, i contadini per l’esattezza. E in giro per la Toscana, oggi, ci sono circa 135 “coltivatori custodi” che, grazie a un accordo con la Regione, si impegnano a preservare le specie a rischio. Lo fanno nei loro orti, dedicandosi alla coltivazione di questi prodotti agricoli e riconsegnando periodicamente parte dei semi alla Regione. Queste moderne vestali vengono selezionate in base ad alcuni criteri: uno dei più importanti è la localizzazione dei loro appezzamenti di terreno, che deve essere naturalmente conterranea alla varietà di cui intendono occuparsi. Ma, per chi avesse voglia di adottare qualche specie toscana a rischio “pensionamento”, c’è anche un’altra strada: ci si può candidare come “aderenti alla rete”, da semplici appassionati. Per tutte le informazioni si può consultare il sito internet (da cui sono tratte tutte le foto di queste pagine).
A tutelarle, però, ci pensano un sito internet ad hoc, una banca dei semi per mettere al sicuro, in celle frigorifere, il materiale genetico e più di cento “coltivatori custodi”, contadini reclutati per occuparsi di particolari prodotti ZUccA Dei PeScATori
PoMoDoro coSTolUTo
Aglio roSSo MAreMMAno
“Non si mangia, solo ornamentale”
“Ottimo per la pappa e le salse”
“Lo coltivano in pochissimi nell’entroterra”
Questa zucca arriva da molto lontano: probabilmente dalle Indie Orientali, ed è sbarcata in Toscana almeno i primi decenni del secolo scorso. Oggi, a quanto si sa, a coltivarla è una persona sola (ma se ne occupano anche 9 coltivatori custodi) e al solo scopo ornamentale. Il nome deriva dall’utilizzo che se ne faceva anticamente: i pescatori le usavano come contenitori.
Il nome esatto è “pomodoro costoluto fiorentino”, e un tempo questo tipo di pomodoro era considerato la base indispensabile per preparare piatti nostrani come la pappa al pomodoro e altre tipicità fiorentine. E oggi? Oggi i suoi frutti sono utilizzati specialmente per preparare la cara vecchia salsa, e la coltivazione è diffusa in provincia di Firenze.
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Quest’aglio dal colore insolito oggi è coltivato solo da una manciata di piccoli agricoltori nell’entroterra maremmano: si tratta di piccolissime produzioni destinate all’autoconsumo e non è nota alcuna iniziativa particolare di conservazione e moltiplicazione. È una specie molto resistente ed è più piccola rispetto a quella in commercio. È molto profumata e di un rosso intenso.
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ORTI E DINTORNI/2. Tra le qualità portate in salvo c’è anche lui: chiunque può piantarlo
E il cocomero della Valdichiana resuscitò Giulia Righi
C’
è una Toscana fatta di piccoli orti in paesini sperduti, di mani che sanno di terra, di zappe e trattori. Quella Toscana sta di casa nelle nostre campagne e si muove al ritmo delle braccia forti dei nostri contadini. Ed è grazie a questo esercito prezioso che, sul nostro territorio, cresce una varietà infinita di piante e fiori, ma soprattutto di frutta e verdura. Lo abbiamo detto nella pagina a fianco: un sito ad hoc cataloga questo immenso patrimonio. Ed è su questo portale che si può far la conoscenza di abitanti di orti remoti sconosciuti ai più. Ad esempio della patata rossa di Cetica (in Casentino, alle pendici del Pratomagno) o di quella rossa di Sulcina (in Garfagnana), del fagiolo Coco bianco del Valdarno o dei ceci cappucci della Valtiberina. Tutte queste specie (che sono solo un esempio in un mare magnum di specialità molto spesso prodotte ormai solo per autoconsumo) sono a rischio di estinzione o di “erosione genetica”, ovvero di ibridazione e perdita di purezza. Ma ci sono anche gli animali: nel registro ne figurano venti razze, e tra queste ben diciassette sono a rischio estinzione. Tra quelli che potrebbero scomparire presto dalle nostre campagne ci sono ad esempio l’asino dell’Amiata, il pollo di raz-
za valdarnese bianca e la macchiaiola maremmana, suino presente in soli cinque allevamenti distribuiti in quattro province (due in provincia di Grosseto e uno per ciascuna nelle province di Siena, Livorno e Pistoia). E in questo universo buffo fatto di animali e piante (e di un po’ di sano orgoglio campanilistico) ci sono anche storie a lieto fine, emblematiche di come dietro le quinte degli orti toscani si muova una rete intera di progetti e strumenti di tutela. Come quella del cocomero della Valdichiana, gigante della tavola che un tempo arrivava anche fino a venti chili. Negli anni era praticamente scomparso, spodestato dai concorrenti esteri e coltivato solo da pochi contadini. Oggi, invece, è tornato in scena, grazie alla pazienza di alcuni agricoltori e ai tecnici dell’azienda agricola sperimentale della Regione Toscana di Cesa a Marciano della Chiana. È stata infatti individuata una piccola quantità di “seme puro”, non incrociato con altre specie, e il cocomero della Valdichiana è entrato a far parte della banca del germoplasma, con tanto di scheda, storia e foto (retrospettiva in bianco e nero compresa). E adesso questa maxi-anguria è salva. Anzi: chi la volesse coltivare lo può fare con le proprie mani. I semi, infatti, sono a disposizione di chiunque e possono essere richiesti direttamente all’azienda agricola sperimentale della Regione Toscana, che li fornisce gratuitamente (informazioni al numero 0575.842579).
oliVo DA cUccAre
Melo cUlo D’ASino
MAnDorlo cASeTTA
“Piante secolari sui colli lucchesi”
“Un frutto fortissimo dal nome strano”
“Un solo esemplare, a Radicondoli”
È originario della collina lucchese, ed è lì che ancora oggi si trova diffuso, ma in modo molto sporadico. È una pianta tendenzialmente “anziana”: gli esemplari che si trovano ancora oggi in giro hanno mediamente circa cento anni. Che sono tanti. A dispetto dell’anagrafe, però, sono piante molto produttive e resistenti alle basse temperature.
I lettori perdoneranno il francesismo, ma la varietà si chiama davvero così (e del resto lo sappiamo che in Toscana ci piace chiamare le cose col loro nome). Questo frutto viene coltivato nel comune di Pieve Santo Stefano e raccolto a ottobre. Si caratterizza per un’ottima conservabilità: un tempo veniva conservato nei fruttai fino alla primavera successiva alla raccolta.
Siamo a Radicondoli (Siena), tra i poderi del Castello di Fosini, in un luogo dove l’attività agricola è fervente. Nel senese i mandorli sono una cosa rara, e lo prova il fatto che di questa varietà ne esiste un solo, prezioso, esemplare. Si tratta di una pianta molto vecchia (la specie è molto longeva) e di grandi dimensioni.
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società
Novembre 2011
CACCIA AL vIP. In un’area di servizio alle porte della città non è raro imbattersi in volti (molto) noti
Pieno e caffè? Con Brad e Angelina Francesca Puliti
H
ollywood? No, Bisenzio ovest. La densità di vip, però, considerato che si tratta di un’area di servizio sulla A1, è comunque all’altezza. Dunque, la prossima volta che vi fermerete a far rifornimento di “birra e Camogli”, come cantava Max Pezzali, non lamentatevi della fila alla cassa, ma alzate lo sguardo, perché
LuSSo ANCH’Io Nuovo modo di volare
In elicottero da Firenze a Pisa
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a Firenze a Pisa in dieci minuti. E viceversa. Altro che Alta velocità regionale, stiamo parlando di un nuovo modo di volare low cost. Cinquanta euro a tratta per andare da una parte all’altra della Toscana. Come? In elicottero. Senza pensare al check in o doversi mettere in coda per imbarcare il bagaglio. A pensarci bene è un po’ come l’uovo di Colombo. Un’idea che era già lì, ma che nessuno aveva provato a mettere in pratica. Lo ha fatto Skyplann (www. skyplann.com) in collaborazione con Novaris, operatore che già si occupa di voli di lusso e noleggio di elicotteri. Poco tempo fa la folgorazione: perché non aprire le porte, anzi le portiere, anche a un diverso tipo di clientela? Ed ecco che nasce una sorta di eli-taxi. Una corsa costa 250 euro in tutto, ma il velivolo può ospitare fino a 5 persone. Basta trovare qualche compagno di viaggio e la tariffa si abbassa. Non a caso in futuro la società prevede di attivare un sito di Heli-sharing, sulla scia del carpooling. In pratica si tratta di una piattaforma online attraverso la quale i potenziali viaggiatori si incontrano e si accordano su orari e percorsi, in modo da dividere il costo. Il servizio Firenze-Pisa (e ritorno) è operativo dalla fine di ottobre. In città, previa prenotazione, è possibile salire a bordo a Peretola, nei pressi dell’aeroporto (ma non dalla pista), e nel parco di Villa Olmi, resort in zona Firenze sud, mentre a Pisa l’elicottero partirà direttamente dalla pista del Galilei. La rete però potrebbe presto allargarsi. Già si studiano percorsi enogastronomici nel Chianti e nel Senese, mentre la compagnia, di base a Pisa, pensa di acquistare un paio di terreni nei dintorni di Firenze. Che la famosa integrazione tra gli scali toscani passi da un collegamento aereo? Chissà. Ma l’idea di correre a prendere un elicottero, intanto, non è più fantascienza.
davanti a voi, con i soldi accartocciati in mano, potrebbe esserci Brad Pitt, pronto a pagare l’ennesimo capriccio di uno dei suoi pargoli. E non temete di far brutta figura facendo dietrofront dopo aver visto i prezzi dei panini, perché una sera l’avrebbe fatto anche Piero Pelù. O almeno così si racconta qui, tra caffè alti, bassi e in vetro, sull’ultimo lembo di autostrada del Sole prima di Firenze, venendo da nord. “Brad Pitt? Una persona alla mano – racconta Lapo, dietro al bancone da sette anni – si è presentato con coppola sulla testa, barbone incolto e camicia sbottonata. Angelina invece era tale e quale rispetto alle foto dei giornali”. Una pizza con salame e una coca-cola light per i genitori, tanti ninnoli per la schiera di bambini (“almeno quattro o cinque”), guardati a vista da due energumeni molto efficaci nel tenere a bada flash indiscreti. Quasi di casa qui anche i giocatori della Nazionale in transito verso Firenze e Cesare Prandelli, ex mister viola ora sulla panchina degli Azzurri. Un altro che passava spesso era Toni. “Quando giocava nella Fio-
brad Pitt
e
angelina Jolie
Siamo a Bisenzio ovest, sull’autostrada del Sole. Qui si fermano proprio tutti: dalla coppia hollywoodiana ai calciatori della Nazionale, da Ligabue a Piero Pelù e Renato Zero. C’è chi pranza in piedi con piadina e spremuta d’arancia e chi si tuffa sui cd
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rentina – racconta Enrico, al lavoro qui dal 2004 – si fermava a pranzo ogni martedì”. Spremuta e piadina da vero emiliano, per lui. Un altro celebre emiliano si è fermato a prendere un cappuccino: Luciano Ligabue, per non smentire che “certe notti al primo Autogrill c’è chi festeggerà”. Più di recente hanno fatto sosta qua Renato Zero, Enrico Ruggeri e Mario Biondi. Caffè al volo anche per i colleghi Gianni Morandi, Daniele Silvestri e Nek, che si è presentato con moglie. Marco Masini invece è passato pochi giorni fa insieme a un discografico, notizia che potrà rincuorare i suoi fan. Un giorno è comparsa anche Claudia Mori. “Ha comprato tre cd di Celentano”, racconta Lapo sorridendo. Ma è tutto vero. Qualche volta fa capolino anche il mondo della politica. “Magdi Allam si fermava spesso – continua Enrico – sempre con la scorta. Abbiamo servito anche Bertinotti”. Mentre sul ministro Brunetta aleggia il mistero. “Se è passato non l’abbiamo visto”. Una sera, invece, è spuntata Michelle Hunziker, di ritorno dal tour nei teatri che l’ha portata anche a Firenze lo scorso inverno. Tra i più gentili, nonché tra i più eccentrici, Giampiero Mughini, scrittore e noto opinionista. Tra i più assidui Ascanio Pacelli e la moglie, entrambi ex di qualche edizione fa del Grande Fratello. E poi ci sono loro, l’infinito e sempre nuovo esercito dei “figli” di Maria De Filippi: tronisti, amici e chi più ne ha più ne metta. Ma non chiedete ai baristi di riconoscerli tutti.
Publiredazionale
medicina estetica, i tre anni dello studio tinti Grande festa per celebrare l’anniversario del centro specializzato nel ringiovanimento cutaneo: c’era anche Umberto Smaila. Entusiasti i presenti: “Qui le persone sono seguite e coccolate, i risultati sorprendenti”
C’
era Umberto Smaila, c’era l’assessore Mattei e c’erano decine e decine di persone. Il tutto per festeggiare i tre anni di attività dello studio medico del dottor Stefano Tinti, specializzato in trattamenti di medicina estetica altamente professionali e innovativi per la cura di inestetismi cutanei, problematiche vascolari di capillari, fibromi e altre lesioni benigne con utilizzo di laser CO2. Una festa, quella che si è tenuta lo scorso ottobre nei locali dello studio, in via Brodolini 2/D a Grassina, cui hanno partecipato molti pazienti che, in questi tre anni, si sono sottoposti ai trattamenti del dottor Tinti, oltre a persone curiose di scoprire le novità di un centro all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e non solo. “Sì, qui ci siamo trovati molto bene, il servizio è eccezionale”, conferma Gisella. “È uno studio all’avanguardia per la tecnologia, il dottore è estremamente professionale, di grande affidabilità, e ci sono sempre novità interessanti”, aggiunge Pierfrancesco, che assicura di averlo “già consigliato a tutti”. Tra una foto ricordo e un assaggio al buffet, non sono mancati i commenti entusiastici. “L’ambiente è molto bello, nuovo, migliora sempre, qui ci si sente ben accolti, c’è un grande
comfort. Il servizio, poi, è ottimo”, dicono Massimo e Mariella. Qui, dopo un attento check-up iniziale, viene applicata la terapia adatta per il ringiovanimento cutaneo o la cura di macchie della pelle, cicatrici, e i vari trattamenti antirughe e di biostimolazione cutanea e biorivitalizzazione con acido ialuronico o collagene. Il tutto, assicura chi frequenta lo studio, in un’atmosfera accogliente e rilassante, come “in famiglia”. “Lo suggerirò senz’altro a mia moglie – spiega Mario – mi sono convinto dopo aver visto l’ambiente, moderno e all’avanguardia. Il dottore lo conoscevo già da prima, un’ottima persona, brava, competente e seria, e non avevo dubbi che anche lo studio fosse alla sua altezza. Ma ora che l’ho visto sono ancora più soddisfatto e fiducioso”. “Io ho 70 anni – dice Maria – e grazie a questi trattamenti mi sento molto bene. Come donna accetto il passaggio degli anni, ma se posso ritardare l’invecchiamento della pelle, perché no...”. Poi aggiunge: “A parlare per me è il mio viso. La gente mi vede, sa la mia età e resta colpita. Qui ci si sente accolti, le persone vengono seguite e coccolate: è importante”. Tra brindisi e auguri la festa va avanti. Allo studio medico vengono eseguiti trattamenti in laserterapia e luce pulsata per la cute e vascolare per
capillari, teleangectasie, microvarici con Laser Nd Yag; fibromi molli, verruche, cheratosi seborroiche ed altre lesioni benigne con laser CO2; ringiovanimento cutaneo (resurfacing con laser CO2); epilazione laser e a luce pulsata (depilazione permanente); macchie della pelle (ipercromie da luce solare e post infiammatorie, melasma); cicatrici da traumi, da interventi chirurgici e post acne; smagliature e lassità cutanea (tightening); peeling. Sonia di trattamenti ne ha già fatti diversi qui, ed è a dir poco entusiasta. “Non ho parole per descrivere quanto si venga trattati bene in questo studio – spiega – io l’ho consigliato a tutte le mie amiche. I prezzi sono giusti, il dottor Tinti è preciso e attento. L’estetica è salute, anche mentale: dopo la gravidanza mi vergognavo a mettermi in costume, ora non ho più di questi problemi. Io lavoro al pubblico, e il primo biglietto da visita è il mio viso: da quando faccio questi trattamenti mi sento bene, mi danno molta sicurezza”. Ma non solo. “Qui i pazienti sono coccolatissimi, tra il lavoro e i mie due figli quelli che passo qui sono gli unici momenti in cui mi rilasso davvero... - aggiunge – le cure sono leggere, non invasive. Qui ho capito una cosa: non è vero che per essere belle si debba per forza soffrire”.
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ARRIvEDERCI FRANCHI. Dopo la presentazione dell’idea dell’impianto alla Mercafir
Nuovo stadio, la città inizia a sognare Con il centro sportivo realizzato a Campo di Marte e l’apertura di un vero dialogo Comune-Fiorentina, torna la voglia di parlare di “progetto”. Per i supporter la prima vittoria sarebbe quella contro la pioggia
...e
lo stadio del Presente...
Tommaso Loreto
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ino a qualche mese fa, pronunciare la parola “stadio” in città poteva avere ripercussioni pericolose. Non parliamo poi del concetto, rigorosamente ipotetico, di “Cittadella”. La stessa Fiorentina, del resto, aveva messo una pietra sopra qualsiasi velleità. Riservando sforzi e attenzioni per quel centro sportivo nato alle spalle della Maratona, sulle fondamenta dei cosiddetti “Campini”. Poi, però, è arrivata l’inversione di tendenza. E, con essa, anche una vera e propria pioggia di ottimismo su una nuova soluzione. Quella prospettata dal sindaco Renzi nella zona di Novoli. Un po’ tutti devono aver avuto i loro buonissimi motivi per dimostrarsi così fiduciosi. Altrimenti, in tempi cupi come quelli attuali, non si sarebbe sventolata la bandiera dell’ottimismo con tanta veemenza. Il sindaco
in primis, certo, ma evidentemente anche proprietari e dirigenti della Fiorentina. E così, in attesa di prese di posizioni ufficiali, prosegue il dialogo a distanza Fiorentina-Comune sull’ipotesi del nuovo stadio alla Mercafir, con tutti i tasselli che sembrano adattarsi bene al mosaico in costruzione. Sono di poco tempo fa, infatti, le parole dell’architetto Fuksas, che arrivano a distanza di tre anni da quel plastico presentato da Diego Della Valle al “Four Season Hotel”. Non più ottanta e passa ettari, come nelle fantasie di Ddv, ma pur sempre uno spazio più che interessante. Così definisce l’opportunità della Mercafir l’architetto milanese. Uno che, per intendersi, di rivoluzioni dello spazio se ne intende. E l’opportunità della “Cittadella”, a suo dire, resterebbe, se non proprio intatta, quantomeno abbordabile. Certo, un po’ più in piccolo, ma pur sempre innovativa, tanto da poter essere sposata dai Della Valle. Intanto, a fare da eco agli interventi del sindaco Renzi e alle parole di Andrea Della Valle, arrivano anche
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le aperture del presidente operativo viola Mario Cognigni. Che, di fronte all’idea Mercafir, non fa altro che seguire la strada possibilista tracciata dal suo patron. Dunque, per il momento, l’ottimismo prolifera. Su basi ancora non così concrete da credere fermamente che, nel giro di tre anni, tutti i tifosi andranno allo stadio a Novoli, ma pur sempre destinate a consolidarsi. Soprattutto se la pioggia di ottimismo dovesse proseguire a suon di dichiarazioni. In fondo, in vista dell’inverno, a proposito di pioggia, i tifosi si preparano per il momento a prendere quella tipica della stagione allo stadio “Franchi”. E se già questa fosse una pratica destinata a sparire, con lo stadio nuovo davvero in costruzione, un ambiente diverso dalle “ristrettezze” di Campo di Marte, e un mondo finalmente accogliente nel vero senso della parola per tutti i tifosi (e non solo per quelli vip che possono usufruire delle poltroncine della tribuna), i fiorentini sarebbero davvero di fronte a una vittoria epocale.
sport
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IL CASO. In molti vedono l’esterno vicino alla Juventus: l’addio forse già a gennaio
Ma i tifosi rivogliono il vero Vargas Dopo alcuni, recenti episodi, è stato utilizzato con il contagocce da Mihajlovic. E il peruviano sembra sempre più lontano da Firenze Lorenzo Mossani
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ortare un rapporto a conclusione lasciando che la fiamma si spenga e, forse, rimanere con un bel ricordo, o lasciarsi subito? Tra Manuel Vargas e la Fiorentina sembra che l’amore sia finito. In tanti lo vedono, già a gennaio, con la casacca della Juventus. La rottura, probabilmente, si è consumata quest’estate, quando il peruviano non sembrava così sicuro di rimanere alla Fiorentina. Ma alla vigilia del primo esame vero per i viola, Fiorentina-Lazio, ecco la rottura. Un giallo che sembra svelato, senza sapere i particolari. I panni sporchi vengono lavati in famiglia. Il retroscena del caso Vargas ha protagonisti inusuali per un giallo: il presidente della Fiorentina Mario Cognigni e l’amministratore delegato Sandro Mencucci. Era una notte buia e tempestosa? No, semplicemente un venerdì di ottobre. Quel venerdì in cui la sorte ha giocato un brutto scherzo a Vargas. La sorte, infatti, ha voluto che, in un noto locale della città, spesso frequentato dai giocatori, ci fossero due volti “conosciuti”, ovvero il presidente Cognigni e l’amministratore delegato Mencucci. La strana coppia dà un’occhiata al giocatore e decide di andare a fondo: notte brava. Il giocatore viene sospettato di fare tardissimo alla viglia di una partita importante. Poi, a Cesena, scatta la panchina. Un altro fuoriclasse incontrollabile? La speranza è l’ultima a morire, anche perché senza Mutu, e con Vargas pronto a fare le valige, rischia di rimanere solo Jo-Jo con il dna da campione. Un po’ poco. Ma chi è Manuel Vargas? Ha giocato nella Nazionale peruviana Under 20 mettendo insieme tre presenze nel Campionato sudamericano 2003 in Uruguay e in quella maggiore giocando cinque partite nelle eliminatorie di Germania 2006. Conta due reti: una realizzata in un’amichevole con la Bolivia e una contro il Brasile nelle qualificazioni per i Mondiali 2010, che sancisce il definitivo 1-1. Vargas ha anche disputato la Coppa America 2011: durante i supplementari del quarto di finale contro la Colombia ha contribuito al passaggio del turno con la rete del 2-0. Il Perù si è poi conquistato il terzo posto battendo il Venezuela
4-1. A Firenze è arrivato il 4 luglio 2008, quando la Fiorentina annuncia, tramite un comunicato ufficiale, l’ingaggio del giocatore. Il 12 agosto 2008 fa il suo esordio in Champions League con la maglia della Fiorentina nel preliminare d’andata contro lo Slavia Praga, terminato 2-0 per i gigliati. Ma Vargas non è solo vita notturna e campione in campo. Molti peruviani, infatti, hanno raccontato bei gesti da parte sua: “Quando lo incontriamo a fare la spesa al supermercato, lui non ci fa mai pagare. Per noi è un idolo non solo come giocatore, ma soprattutto dal punto di vista umano”.
Manuel vargas
LA PARTITA. Il 19 novembre i viola sono chiamati al riscatto nella sfida più difficile
Obiettivo, spedire il Diavolo all’Inferno P
ronti per il riscatto. L’appuntamento è in programma sabato 19 novembre alle 20,45. Sono passati sei lunghi anni dall’ultima vittoria della Fiorentina contro il Milan. Poi solo amarezze. Perché il Milan si è dimostrato sempre più forte dei viola, grazie anche a clamorose sviste arbitrali, come quando non fu assegnato un rigore netto su Montolivo: contropiede velocissimo e il Diavolo castigò i viola spedendoli nel girone dei dannati. Statisticamente, negli ultimi anni con le “big” la Fiorentina è spesso apparsa timida, quasi una vittima sacrificale. Andando a curiosare tra i numeri di Fiorentina-Milan, il bilancio sarebbe ancora a favore dei gigliati. Limitandosi, infatti, alle partite disputate al Franchi, il bilancio totale in Serie A parla di 29 vittorie dei viola, 19 pareggi e 21 affermazioni del Milan. L’ultimo successo gigliato risale al campionato 2005/06: un bel 3-1 con doppietta di Luca Toni, che fece esplodere la Fiesole “ruotando la mano” in faccia alla difesa rossonera. Poi
arrivò il gol della sicurezza di Martin Jorgensen. Per il Milan, guarda un po’, segnò un certo Gilardino. Alla luce dei fatti, si può dire che l’ultima vittoria avesse un sapore di quattro a zero... I tifosi confidano, come in un gioco del destino, ancora una volta nel bomber Gila. Sperando di sentire un dolce suono di violino e, per un anno, di rimandare il Diavolo all’Inferno. Le sfide degli ultimi anni: 2010-2011 Fiorentina vs Milan 1-2 2009-2010 Fiorentina vs Milan 1-2 2008-2009 Fiorentina vs Milan 0-2 2007-2008 Fiorentina vs Milan 0-1 2006-2007 Fiorentina vs Milan 2-2 2005-2006 Fiorentina vs Milan 3-1 2004-2005 Fiorentina vs Milan 1-2 2001-2002 Fiorentina vs Milan 1-1 2000-2001 Fiorentina vs Milan 4-0 1999-2000 Fiorentina vs Milan 2-1 1998-1999 Fiorentina vs Milan 0-0 1997-1998 Fiorentina vs Milan 2-0 /Lorenzo Mossani
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sport
Novembre 2011
BASKET. La società gigliata è diventata la terza forza cestistica in regione, dopo Siena e Pistoia
La Brandini-Claag sul podio toscano Simone Spadaro
trei dire che il bilancio è positivo per quanto riguarda le prestazioni, ma negativo per i punti ottenuti”. La squadra, insomma, ha ancora bisogno di crescere. “Siamo una delle poche squadre che interpreta al meglio la filosofia di questo campionato: far giocare e crescere i giovani. Ogni domenica abbiamo tre o quattro giovani in campo, piazzati nei ruoli chiave. Magari perdiamo qualcosa a livello d’esperienza, ma dobbiamo avere pazienza, perché le qualità ci sono. Per quanto riguarda il livello del campionato – continua Paolini – penso che ci sarebbe bisogno di equiparare la B1 all’A2. Faccio un esempio pratico: Brescia ha vinto la B1 l’anno scorso e adesso si trova ai vertici della Lega2. Questo significa che non c’è una grande differenza tra le due categorie. Penso che il basket italiano non stia vivendo un buon momento. Abbiamo bisogno d’intraprendere un lavoro intenso sui giovani, altrimenti la pallacanestro, in Italia, è destinata ad affidarsi a pochi ragazzi, magari oriundi, che avranno il compito di salvarla nei momenti di crisi. Se costruiamo invece una solida base giovanile - conclude - avremo un beneficio anche a livello di Nazionale”.
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ol diritto a partecipare al campionato Dna (Divisione Nazionale A) la Brandini-Claag è diventata, di fatto, la terza realtà cestistica della Toscana, dopo Siena e Pistoia. Una società che sta crescendo. “Gli obiettivi per questa stagione, visto che abbiamo conquistato l’accesso alla Dna grazie alla Wild Card, sono quelli di confermarci in questa categoria. Questo può passare solo ed esclusivamente dalla crescita e dalla maturazione del gruppo – spiega il tecnico Riccardo Paolini – e questa è una squadra che è stata completamente rinnovata, in cui la maggior parte sono ragazzi giovani. Per questo il nostro più grande obiettivo è quello di costruire un gruppo solido e compatto: una squadra che stia bene insieme”. L’avvio, proprio per la giovane età della squadra, non è stato dei più semplici. “Per quanto riguarda l’inizio del campionato posso dirmi sostanzialmente soddisfatto dal punto di vista del gioco e delle idee: nonostante un gruppo nuovo e giovane ci siamo resi protagonisti di prestazioni più che positive, soprattutto in trasferta, contro squadre di grande livello: penso a Ferentino, a Napoli o a Casalpusterlengo. L’unica gara dove la squadra ha giocato male è stata quella interna contro Torino. Non posso però rallegrarmi per la classifica – aggiunge il tecnico – perché, se è vero che abbiamo giocato bene, è anche vero che abbiamo raccolto pochissimi punti. Per questo dobbiamo riuscire a unire alla qualità delle prestazioni anche il risultato finale. Riassumendo, po-
CANOA. L’atleta, reduce dal concorso di bellezza, ha visto sfumare l’oro al Mondiale
Susanna Cicali, la rabbia della Miss
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el Mondiale che si è svolto a Singapore lo scorso mese è stata tolta la medaglia d’oro a una delle atlete di punta fiorentine. Inizialmente l’entusiasmo e la festa, poi la delusione più cocente. Susanna Cicali, infatti, ha visto sfumare in pochi minuti la medaglia d’oro conquistata nel K1 under 23 femminile ai Mondiali di maratona, dopo aver dominato. La fiorentina (gareggia per la Comunali Firenze), 19 anni, ha partecipato alla fase finale di Miss Italia, ed è stata eletta a Montecatini Miss Italia Sport. Ma questa vittoria non toglie a Susanna la delusione sportiva. Le sue parole su Facebook, infatti, sono durissime: “Io ho vinto, ho vinto il mio campionato del mondo in k1. Ho
dimostrato ampiamente di essere stata la più forte! Non c’è storia! Da un sogno è diventato un incubo.. Ma una cosa è certa, nessuno mi toglierà questa consapevolezza! Nessuno mi può togliere il mio arrivo e la mia esultanza. Nessuno. E un’altra cosa è certa, gli italiani non si sanno proprio far rispettare a livello politico. Io ho vinto, avevo ragione, e non esiste che un giudice spagnolo sotto il diluvio universale venga a dire che io ho deviato la spagnola, perché io sono pienamente consapevole di quello che ho fatto, e la spagnola mi ha chiuso sulla boa, io sciocca non sono e una collisione era inevitabile, non era certo colpa mia, io dormo con /Lor.Mos. la coscienza a posto...”. 1207484
PALLANUOTO. Derby particolare per FW e NGM
Rivalità fiorentina in acqua
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na stagione “al veleno” tra le due compagini fiorentine che militano nel campionato di serie A1 femminile di pallanuoto. Il derby, da sempre molto sentito dalle due tifoserie di Menarini Fiorentina Waterpolo e NGM Firenze Pallanuoto, è stato quest’anno caratterizzato anche da una vicenda di cronaca che ha avuto vasta eco sui quotidiani. I fatti. Alla vigilia del match è stato arrestato il viceallenatore di Gianni De Magistris, Massimo Borracci, accusato di stalking nei confronti di Francesca Biancardi, stella, fino alla scorsa stagione, della Fiorentina Waterpolo, passata in estate alla NGM Firenze Palllanuoto. Un trasferimento clamoroso che ha complicato i piani della Fiorentina Waterpolo e ha fatto saltare anche l’avviata trattativa per una possibile fusione tra le due società Un’idea, questa, accarezzata più volte dall’amministrazione comunale, ma che dovrà essere affrontata con un tavolo che metterà a confronto tutte le parti coinvolte. Borracci è stato successivamente sospeso, in via cautelativa, dalla Federnuoto per sessanta giorni. Una storia che, comunque, ha condizionato la stracittadina. Il tecnico dell’NGM Firenze Pallanuoto Andrea Sellaroli, sulla vicenda, ha espresso un duro commento: “Una pessima vicenda che fa solo male alla pallanuoto. Speriamo sia finito l’incubo per Francesca”.
Di rimando, anche De Magistris ha sottolineato come “il clima e l’aria respirati in piscina nel corso del derby erano diversi. È stata una partita corretta ma abbiamo giocato in condizioni particolari”. In attesa di conoscere gli sviluppi, il campionato proseguirà con le due compagini impegnate a far punti per ottenere i due obiettivi che si sono prefissate a inizio stagione. La Menarini Fiorentina Waterpolo vuol rientrare tra le 4 squadre che disputeranno la Final Four che assegnerà lo scudetto e giocare al meglio la Coppa Len, l’Europa League della pallanuoto, che la vedrà protagonista dal 18 al 20 novembre. L’NGM si propone di conquistare, agevolmente, /Sim.Spa. la salvezza.
sport nel quartiere
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pallavolo. Più di trecento i tesserati della società, tra settore maschile e femminile
Olimpia Poliri, spazio allo sport. Per tutti Lorenzo Mossani
Non solo i risultati: l’obiettivo è quello di essere un punto di riferimento
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per il sociale. E da quest’anno il club può contare su un’allenatrice “vip”, l’ex assessore di Palazzo Vecchio Barbara Cavandoli
Barbara Cavandoli
tura dell’Olimpia Poliri? Sono loro che mi hanno scelto per la Seconda Divisione. Sono stata molto felice di far parte di una società che vede lo sport in maniera “obliqua”: per tutti. Qui tutti gli atleti hanno la possibilità di esprimersi dando il massimo delle loro possibilità. Tornando alla tua squadra, come l’hai trovata e quali sono i tuoi obiettivi? La salvezza da un punto di vista sportivo. È il gruppo che l’anno scorso ha conquistato la promozione, con l’aggiunta di qualche rinforzo. La prima partita l’abbiamo persa 3 a 2 contro il Galluzzo, squadra blasonata che proveniva dalla Prima divisione. La seconda partita abbiamo vinto 3 a 0 contro un’ottima formazione come quella del Calenzano. Compagine giovane, forte, ma che conoscevo abbastanza bene. Poi l’unico giudice sarà il campo. L’importante è dare sempre tutto. Per me mettere in campo il massimo è già una vittoria. C’è che ti ha visto anche come secondo al Prosperi in Serie C maschile. Ti rendi conto di essere una donna? In effetti è una domanda con un certo tono maschilista, tipico nello sport e ti rispondo con un sorriso. Siete antichi, questa è la verità (sorride, ndr), comunque mi sto divertendo molto anche lì. Amo le nuove avventure e le nuove esperienze. In bocca a lupo... Crepi!
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limpia Poliri, uguale pallavolo. Non solo a Firenze. Una società capace di avere al suo interno più di 300 tesserati tra maschile e femminile non è una semplice società. È qualcosa di più. Vuol dire fare agonismo, ma soprattutto essere un punto di rifermento per il sociale. Etica dello sport che sembra essere stata dimenticata da molti, ma non da questa piccola-grande realtà che è l’Olimpia. La società di Riccardo Ponzalli può e deve essere un esempio non solo nella pallavolo. Il comandamento è prendere tutte le persone che vogliono fare attività sportiva. Un esempio viene dal femminile. Le prime squadre femminili partecipano ai campionati di Prima, Seconda e Terza Divisione. Nel settore giovanile ci sono squadre Fipav e Uisp. Fino ad arrivare al mini-volley. Nel maschile ci sono due squadre in serie C, l’Olimpia Poliri e il Firenze Volley. Denominazioni diverse per regolamenti, ma la matrice è la stessa. E nel settore giovanile vale tutto quello che è stato detto per il femminile: spazio a tutti. Da un punto di vista agonistico da ricordare il campionato vinto nella passata stagione dall’Olimpia Poliri che non è stato sinonimo di promozione solo per un “buffo” regolamento che non prevedeva il passaggio diretto della prima classificata, cosa che avviene, invece, nel femminile. Da quest’anno l’Olimpia Poliri ha un’allenatrice “vip”, ovvero l’ex assessore allo sport Barbara Cavandoli, che è anche la selezionatrice per il comitato provinciale di Firenze dell’Under 14 femminile vittoriosa nell’ultimo Trofeo delle Province. Barbara, perché hai scelto la nuova avven-
FESTIvAL. Anteprime e “chicche” imperdibili per gli appassionati di grande schermo
All’Odeon un mese a tutto cinema Dalle pellicole legate a doppio filo alle questioni femminili al best of
ZOOM
dei documentari internazionali, ma anche film dedicati al mondo dell’arte
Quei quadri dipinti con il vino, che invecchiano
e degli artisti e uno spaccato contemporaneo e calzante dell’universo queer. Questo e altro nel lungo autunno della storica sala del centro Ludovica V. Zarrilli
C
ol freddo, si sa, fa più piacere andare al cinema, chiudersi al caldo della sala e guardare un film da commentare con chi ci sta accanto, una volta riaccese le luci in sala. Ma il novembre del cinema Odeon è ancora più speciale del solito, perchè nell’arco di un mese (anzi di più, cinquanta giorni a dirla tutta) vengono presentate una serie di pellicole e documentari che gli amanti del cinema con la C maiuscola non dovrebbero proprio perdersi. La manifestazione si chiama “50 giorni di cinema internazionale a Firenze” e racchiude al suo interno diversi festival - la grande parte dei quali si svolge nel corso del mese di novembre - che fanno venire l’acquolina in bocca agli amanti del grande schermo. Il primo appuntamento novembrino è quello con Laboratorio Immagine Donna (dal 4 al 9 novembre), arrivato alla 33esima edizione, che vuole lanciare un messaggio di speranza in tempi turbolenti e confusi di cui il cinema è lo specchio, ma anche una straordinaria possibilità di riflessione e soluzione, con la presentazione di modelli produttivi audaci e vincenti e, ovviamente, a firma prevalentemente ma non esclusivamente, femminile. Dal 12 al 19 torna invece puntuale il Festival dei popoli, festival internazionale del cinema documentario, appuntamento imperdibile dell’autunno fiorentino che quest’anno propone in esclusiva “It might get loud” di Davis Guggenheim con The Edge (U2), Jimmy Page (Led Zeppelin) e Jack White (White Stripe), “Cave of Forgotten Dreams” il nuovo documentario del maestro Wernan Herzog, proiettato in tecnologia 3D, “Black Power” di Goran Olsson sul movimento americano degli anni ‘60, “Wild thing” di Jérôme De Missolz sul post-punk degli anni 70 e “Crazy Horse” di Frederick Wiseman sullo storico cabaret parigino fondato nel 1951. Oltre a premiare i migliori lungometraggi e costometraggi, nel corso del festival si terranno gli Italian Doc Screenings (dal 16 al 19 novembre), il più grande mercato dedicato al documentario in
Italia e la seconda edizione degli Stati generali del documentario in Toscana organizzati da Documentaristi anonimi – Associazione Documentaristi Toscani. Un discorso a parte lo merita Lo Schermo dell’arte (21-24 novembre), kermesse che porta l’arte sul grande schermo selezionando le pellicole realizzate da o che hanno per protagonisti artisti di fama internazionale. Quest’anno, tra i fiori all’occhiello ci sarà l’anteprima di Urs Fischer di
Iwan Schumacher (Svizzera, 2010) ritratto di uno degli artisti più acclamati alla Biennale veneziana di quest’anno. A chiudere in bellezza ci pensa il Florence Queer festival (dal 25 novembre all’1 dicembre), che per la nona edione propone una retrospettiva dedicata a Werner Schroeter (regista tedesco pioniere del cinema queer), focus sul cinema LGBTI svedese e “Queer Covers – Copertine impazzite” la mostra delle copertine dei vinili queer.
PSICOLOGIA. È uscito il primo lavoro della psicoterapeuta aretina Paola Pompei
Vademecum per coppie del terzo millennio P
erché alcune coppie resistono e altre no? Perché si ha la sensazione che fino a qualche decennio fa ci si “sopportasse” di più a vicenda? Esistono dei fattori esterni che condizionano la vita a due? Queste ed altre sono le domande a cui Paola Pompei, psicologa e psicoterapeuta aretina con una lunga esperienza nella terapia di coppia alle spalle, ha cercato di rispondere nel suo primo libro “L’amore è una lama sottile. Come stare bene in coppia nella buona e nella cattiva sorte” (Età dell’Acquario edizioni, pagg. 154, 14 euro). “Oggi tutto cambia molto, troppo velocemente - spiega Pompei -, trenta anni fa le cose erano molto diverse. Io ho cercato di mettere dentro il libro i miei tre decenni di esperienza da terapeuta della coppia per raccontare tutte le difficoltà che prima non c’erano ed oggi sono da affrontare”. Un libro fatto di storie, le storie che la psicoterapeuta ha incontrato nel corso della sua carriera, storie fatte di persone che hanno affrontato in due i loro problemi. “E’ un libro pieno di racconti - spiega la dottoressa -. Frasi, stralci, accenni che rendono l’idea di quali siano i problemi più
diffusi. Non è un testo scientifico, ma piuttosto un mezzo col quale chi ha determinate difficoltà può identificarsi”. Una sorta di vademecum dunque, che analizza la coppia del terzo millennio sfiscerandola con garbo, senza mai violarne la sfera privata. “Quando ci si innamora di qualcuno - continua Paola Pompei - ci si innamora perché riconosciamo in quella persona una parte di noi inespressa. Col tempo il rapporto si può evolvere, e le due persone vanno a completarsi a vicenda, ma ci si può anche accorgere che quella parte inespressa di sè è l’unica cosa che ci lega all’altro. E questo può compromettere il rapporto”. E ancora, il cambiamento delle figure del maschio, che a volte a trent’anni è ancora vergine, e delle femmine che diventano sempre più emancipate anche se a partire da una certa età cominciano a sentire l’incessante ticchettio dell’orologio biologico, fino alle famiglie allargate o alle donne che decidono di avere figli senza avere un partner. “Sono storie di vita nelle quali ci si può riconoscere - aggiunge Pompei -, e magari possono aiu/B.B. tare ad affronatare meglio, e insieme, dei momenti di crisi”.
Q
ualcuno ci aveva già pensato, ma aveva fatto dietrofront per via della consistenza e del cambiamento del colore nel corso del tempo. Quello che per altri era un limite, è diventata la forza dei dipinti di Elisabetta Rogai, che usando solo vino e tele bianche produce degli originalissimi dipinti che invecchiano col passare degli anni, proprio come i migliori nettari di bacco. Ma può un dipinto “invecchiare”? La prima idea del genere era venuta allo scrittore inglese Oscar Wilde, che ne aveva tratto il soggetto per Il ritratto di Dorian Gray. Adesso – mutatis mutandis, naturalmente – il fantastico diventa realtà, grazie a un’intuizione della pittrice fiorentina Elisabetta Rogai, che si è imbattuta in questo fenomeno mentre stava realizzando alcune opere d’arte con il vino, con una tecnica mai usata prima. Diversi artisti si erano infatti cimentati nell’impresa, provando a utilizzare un materiale come il vino rosso per realizzare dei quadri, ma l’esito non era mai arrivato a potersi dire pienamente soddisfacente. Ogni tentativo finora si era scontrato con ostacoli tecnici: la densità del vino, la volatilità dell’alcol, l’evidente limite nella “tavolozza” dei colori a disposizione, l’esigenza di limitare i lavori a tele di piccole dimensioni. È stato necessario un lungo lavoro di ricerca esperimentazione - l’analisi di un laboratorio scientifico dell’Università di Firenze unita alla versatilià di un’artista non nuova a innovazioni tecniche (basti pensare ai suoi dipinti su tela denim o all’affresco per un fonte battesimale realizzato per una pieve dell’anno 996) - ma oggi i quadri wine-made sono una realtà. Gli enocapolavori di Elisabetta Rogai sono realizzati su normali tele ma esclusivamente con vini rossi e bianchi, tranne il primo tratto di carboncino per delineare le figure. Nessuna aggiunta di colore o altri componenti sintetici: solo vino al 100%, che – proprio perché naturale – invecchia sulla tela riproducendo esattamente l’evoluzione del vino che ha luogo dentro una bottiglia. Man mano che passa il tempo, il dipinto invecchia, evolve sulla tela perché il vino passa dai colori tipicamente giovanili (viola, melanzana, porpora) a quelli caratteristici dell’invecchiamento (mattone, ambrati, aranciati). Un processo che in cantina richiede diversi anni, sulla tela /L.V.Z. invece solo pochi mesi.
l’artista al lavoro
cultura
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IL vOLUME. Un po’ romanzo, un po’ guida della città: l’ultima fatica letteraria del giovane scrittore
Santoni, un libro e il suo fuoco sacro Ludovica V. Zarrilli
“S
e io fossi foco arderei lo mondo”, recitava Cecco Angiolieri nel suo più celebre sonetto. E se fossi Vanni Santoni? Arderei Firenze, non c’è dubbio. È appena uscita in libreria la terza fatica letteraria del giovane ma già affermato toscano (montevarchino di nascita e fiorentino di adozione) che ha pubblicato per Laterza “Se fossi fuoco, arderei Firenze”, romanzo sì, ma anche un po’ una guida della città, una ripresa a volo d’uccello sui luoghi topici della Florentia del terzo millennio. Un incrocio di personaggi e storie, “23 protagonisti, 24 se contiamo anche la città di Firenze”. Onnipresente, la vera star delle 150 pagine scritte in punta di penna da Santoni è proprio la città. Nelle sue abitudini più liriche e in quelle più becere. Gli studenti, gli americani, i fiorentini - che sono una specie a parte - e i luoghi, che vengono attraversati, tra un racconto e l’altro, seguendo una tabella di marcia che non lascia spazio per prendere fiato. “Nove mesi, tanto ci è voluto per scrivere questo romanzo - spiega Vanni -. Un tempo brevissimo per i miei canoni di lavorazione. Ho lavorato a quattro volte la mia velocità ordinaria, ho navigato a vista, ma alla fine spero sia venuto fuori qualcosa di interessante”. “L’idea era quella di costruire un sopra fruibile, composto da una mi-
una storia tira l’altra,
stura di stili costruito in modo da tessere qualcosa di più complesso - continua Vanni -. Qualcosa che a una seconda o una terza lettura, riveli un’impronta più profonda. Che può essere letta come una spuma senza andare negli abissi, ma può essere, volendo, anche approfondita”. Non un libro di sociologia urbana, tra le pagine si legge una netta supremazia delle persone rispetto allo spazio, i personaggi si susseguono come in una staffetta e ciascuno è legato in qualche modo agli altri, “come se una telecamera si spostasse mano mano dal precedente al successivo, ognuno dei protagonisti è collegato agli altri attraverso una rete di relazioni, come se fossero i nodi all’interno di una rete. Questo consente di leggere il libro partendo da qualsiasi racconto”. In questo senso il libro perde la sua dimensione rettilinea per essere vissuto a tutto tondo, come se fosse un cerchio, dentro il quale entrare da qualsiasi punto. O meglio, dall’inizio di un qualsiasi capitolo. Mai titolo fu più azzeccato. “In realtà era il titolo di lavorazione, ma la direttrice della casa editrice ne è stata così entusiasta che è rimasto quello. Il fuoco di cui si parla è un po’ il fuoco di Prometeo, ma anche quello che si sente bruciare dentro chi vive a Firenze, diviso da un perenne sentimento di amore e odio nei confronti di questa città”.
in una staffetta di racconti in cui si alternano ventitré personaggi, ventiquattro se si considera anche Firenze, “star” onnipresente fra le pagine dell’opera
IL LUOGO. In via Ugo Foscolo è partita la prima di una serie di esposizioni
E l’ex lavanderia si trasforma in galleria V
la ciMiniera dell’ex tintoria
ia Ugo Foscolo è una stretta traversa che salendo da Porta Romana sfocia nei campi di Marignolle. La sua conformazione è tipica della zona a lato di viale Petrarca, stretta tra il centro storico e la campagna fiorentina, porta infatti elementi delle diverse epoche vissute; dalle palazzine ottocentesche alle ville di campagna, fino ad arrivare quasi a Porta Romana, dove ci si imbatte nella antica lavanderia a vapore e tintoria fondata da Pilade Nannucci, come ricorda la targa sotto il busto all’ingresso del complesso: “Pilade Nannucci cavaliere del lavoro, gli è monumento la sede dell’industria che egli sognò, iniziò e con opera indefessa tra-
dusse in splendida realtà. AD MCMXXX VIII”. Su Ebay a settembre è stata messa in vendita una fattura originale del “premiato stabilimento” datata 1910. L’architettura dell’ingresso è in stile neogotico con un imponente cancello in ferro battuto, come anche i lumi sparsi qua e là nel cortile, alcuni con fattezze grottesche e altri con disegni classici. Entrando sulla sinistra si trova una casetta in pietra, dove si notano vicino al busto del fondatore due tondi di ceramica (probabilmente Cantagalli, data la vicinanza della fabbrica) raffiguranti una pecora, stemma dell’arte della lana, e una porta rossa, stemma invece dell’arte della seta. Scendendo la rampa
si accede alla lavanderia vera e propria, che da qualche tempo è stata ristrutturata e trasformata. Sparsi tra i vicoletti e le stradine interne si trovano oggi le sedi di uno studio di architettura, una compagnia di danza, un laboratorio artigiano di argenteria e, salendo le scale del giardinetto, una galleria d’arte contemporanea. Quest’ultima si trova sotto la vecchia tettoia del complesso completamente recuperata, dove a settembre è partita la prima di una serie di esposizioni aperte al pubblico. Lo spazio luminosissimo e vivace fa da piedistallo alla vecchia ciminiera di mattoni, perfettamente conservata, /G.S. che svetta fra i tetti bassi.
LA CURIOSITà. Torna alla Melbookstore l’appuntamento con il “Knit cafè”, per condividere l’amore per i ferri
L’inverno si passa in libreria... a lavorare a maglia S
ciarpe e cuffiette, maglioncini e guanti. La passione per la maglia continua a farsi strada nei quattro angoli del globo, partendo dalle star di Hollywood e arrivando ai comuni mortali, che avevano perso l’abitudine di “sferruzzare” durante le giornate invernali. Per non far perdere l’allenamento a chi ha già qualche base e per invogliare a cominciare chi invece i ferri non sa neanche come si impugnino, ecco tornare alla libreria Melbookstore (via de’ Cerretani 16r), il Knit cafè, incontri dove si lavora a maglia, all’uncinetto, si prende un tè e si fanno quattro chiacchiere tra appassionate di tricot e non solo. Nel 2008 c’è stato il primo grande raduno Knit alla Stazione Leopolda di Firenze, nel 2009 i lavori del Knit sono stati impiegati dagli studenti del Naba (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano) e poi esposti alla Triennale di Milano. Come ogni anno, anche questo il Knit vuol dare risalto al problema dell’ambiente con incontri
con produttori di filati ecosostenibili e riprendere le antiche tradizioni dei lavori femminili coinvolgendo esperte che faranno dimostrazioni. Durante il ciclo di incontri in libreria ci saranno Le Feltraie (www.lefeltraie.it) con la loro esperienza di recupero e utilizzo di lane locali, che dimostreranno con laboratori come si ottiene il feltro e proporranno nuovi filati dai colori naturali. Parteciperanno insegnanti di tessitura a mano e di tombolo, che dimostreranno l’arte di questi antichi lavori. E ancora, ci sarà Altarosa, che fa produzione e vendita di abiti naturali e da coltivazione biodinamica (www.altarosa.it), che spiegherà la propria filosofia e proporrà piccoli laboratori. La novità di quest’anno è la collaborazione con alcuni stilisti, fra cui il fiorentino Giorgio Vannini (www.giorgiovannini.it), che disegnerà accessori e lancerà la sfida di realizzarli durante gli incontri knit. Appuntamento il /C.G. 7, 14, 21 novembre e 5 dicembre.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
I LUOGHI. Una mostra per scoprire il patrimonio custodito nelle strutture minori
I tesori segreti dei musei fiorentini Barbara Biondi
A
ntiquari come Stefano Bardini ed Elia Volpi, magnati e studiosi anglosassoni come Frederick Stibbert, Charles Loeser, Herbert Percy Horne, la famiglia Acton e tanti altri: sono loro gli artefici inconsapevoli delle stanze dei tesori che oggi aprono le porte a un percorso di visita alternativo. Che esula dai musei più visitati, e accompagna nella scoperta di una serie di imperdibili scrigni che fanno parte della ricchezza della città. Dovendo convivere con Uffizi e Accademia, a Firenze sono considerati musei minori anche il Bardini, lo Stibbert, lo Horne e tanti altri, benché stracolmi di capolavori. Nascono però tutti da un’identica passione per il collezionismo: prima i Medici e i Lorena, poi un pugno di antiquari avventurosi e di facoltosi anglosassoni, che nei decenni post unitari a cavallo tra Ottocento e Novecento scelsero di vivere a Firenze. Alcuni per banale senso degli affari, i più, o i migliori, per pura ammirazione, mossi dall’ideale di bellezza rappresentato dalle ricchezze artistiche della città. Fu un’epoca d’oro, che contribuì a radicare in Europa e oltre
l’esterno del Museo
stibbert
L’esposizione durerà fino ad aprile 2012, quanto basta per dare la possibilità, anche a chi non li conosce, di visitare gli scrigni nei quali sono conservati alcuni preziosi capolavori di casa nostra
i miti del Rinascimento, della stessa Firenze e della tradizione di qualità dell’artigianato artistico locale. Miti che tanto significano ancora oggi per il prestigio culturale e l’economia di Toscana e Italia. Quasi obbligato, dunque, l’omaggio a quegli anni, ideato dal progetto Piccoli Grandi Musei con l’iniziativa “Le stanze dei tesori”. Meraviglie dei collezionisti nei musei di Firenze (fino al 15 aprile 2012), percorso espositivo che, partendo da Palazzo Medici Riccardi, percorre i musei figli di quelle raccolte: Bardini, Horne, Palazzo Davanzati nel centro storico, la Fondazione Romano in Oltrarno (piazza S. Spirito), lo Stibbert a Rifredi e il “museo sacro” Bandini a Fiesole. L’iniziativa è promossa e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze insieme a Polo Museale Fiorentino, Provincia, Comune e Regione, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Collaborano le varie Soprintendenze, le direzioni dei Musei, il Comando Militare Esercito (Toscana), l’Associazione degli Antiquari, la XXVII Biennale Antiquaria e l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte (www.stanzedeitesori.it, info e prenotazioni allo 055.2340742).
agenda
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L’INIZIATIvA Concerti Ryuichi Sakamoto 10 Novembre
Teatro verdi
A distanza di 15 anni dal suo album “1996”, disco arrangiato per piano, violino e violoncello, Sakamotori presenta al pubblico la stessa formula accompagnato al violoncello da Jaques Morelenbaum e da una giovane violinista scelta grazie ad un’audizione a livello mondiale. Attualmente impegnato in America con la sua “Yellow Magic Orchestra”, fondata nel 1978 e punto di riferimento per l’allora nascente scena technopop, è venuto in Italia nei mesi scorsi con il pianista elettronico Alva Noto e uno show molto particolare, che ha riscosso il meritato plauso di pubblico e critica. Il “Trio Tour” sarà l’occasione per ascoltare nuova musica e le sue composizioni senza tempo in una veste ulteriormente rinnovata. Signal Electrique 11 Novembre
Auditorium Flog
L’orecchio e il corpo dissonante di Switch approdano alla Flog dopo aver ospitato, al centro per l’arte contemporanea Ex3, artisti di calibro internazionale come Robot Koch, Cottam, Ital Tek, Pinch e di quella italiana con musicisti come Okapi, Digi G’Alessio e Koolmorf Widesen. DissonantLive porterà a Firenze, sonorità elettroniche ricercate, contaminazioni jazz, dubstep, ritmi dance da tutta Europa, cercando una sintesi tra suoni acustici ed elettronici attraverso esibizioni dal vivo. Il primo ospite della rassegna sarà Signal Electrique, dalla Francia uno dei progetti live techno più al passo con i tempi. I 5 album usciti sull’etichetta Expressillion (Acid Library, juke Box Monkey, Treat Me Bad, Rave n’ roll Ritual) hanno garantito alle loro produzioni la possibilità di mantenere uno stile innovativo e sorprendente. Il genere proposto copre un range che spazia dalla techno pura all’electro-punk, anche se questa classificazione potrebbe risultare riduttiva. Il nome di Signal Electrique infatti non è solo sinonimo di fedeltà al suono tipicamente francese ma anche di innovazione e ricerca. Dai rave ai festival più blasonati, un vero esempio di versatilità ed entusiasmo facilmente identificabile in un live acting esplosivo e selvaggio.
Nomadi 15 Novembre
Obihall
“Cuore vivo” é il nuovo album pubblicato dai Nomadi uscito lo scorso 7 giugno, anticipato dal singolo “Toccami il cuore”, brano scritto da Lorella Cerquetti, nota autrice dei successi passati dei Nomadi. La stessa Lorella Cerquetti ha commentato il nuovo album dei Nomadi così: “E’ un disco che sperimenta nuove atmosfere e nuovi sound grazie anche alla collaborazione con Laura Trentacarlini, musicista italo americana che ha portato una sperimentazione originale di alcune sonorità”. Zucchero 20 e 21 Novembre
Nelson Mandela Forum
piccola cosa”), spiccano quelle di Girolamo “Gimmi” Santucci, già dietro l’album “Quindi?” di Max Gazzé, di Saverio Grandi, autore di hits epocali per Stadio e Vasco Rossi, e di Antonio Iammarino, pianista che da un paio di anni collabora con Raf. Come a dire che Raf, ogni volta, cerca il meglio per la sua musica. Ivano Fossati 27 Novembre
Teatro verdi
Ultimo album di inediti e ultimo tour per Ivano Fossati; come lui stesso ha dichiarato con questo ultimo prodotto discografico sceglie di abbandonare le scene musicali dichiarando “Non credo che potrei ancora fare qualcosa che aggiunga altro rispetto a quello che ho fatto fino ad ora. Ho pensato che la mia vita di artista sarebbe stata, d’ora in poi, quella di rappresentare me stesso”. L’addio arriva con l’uscita diDecadancing, ultimo album di inediti, 10 brani tutti scritti e arrangiati da Fossati, anticipato dal singolo “La decadenza”.
A teatro Dopo il successo dell’ultimo album, Zucchero si rimette in moto con un incredibile tour mondiale che prende nome dall’ultimo album: Chocabeck. Il disco ha superato le 200mila copie in Italia, aggiudicandosi il triplo disco di platino, e la soglia delle 300mila copie inEuropa. Il tour partito da Zurigo lo scorso maggio ha attraversato molte capitali europee come Parigi, Londra, Vienna, Berlino durante i tre mesi estivi ed é pronto per ripartire quest’inverno arrivando nelle principali città italiane. Sarà un live a tutto blues, con molto spazio alle sonorità acustiche, ma il buon Zucchero vuole soprattutto portare sul palco il “suono della domenica”, della festa di paese, dove si balla. Raf 26 Novembre
Obihall
L’affarista 29 Novembre - 4 Dicembre
Teatro della Pergola
«Ah! Conoscete la nostra epoca! Oggi, signora, tutti i sentimenti svaniscono e il denaro li sospinge. Non esistono più interessi perché non esiste più la famiglia, ma solo individui! Vedete! L’avvenire di ciascuno è in una cassa pubblica (…) Vendete gesso per zucchero: se riuscite a far fortuna senza suscitare lamentele, diventate deputato, pari di Francia o ministro!» Si adatta perfettamente al nostro tempo, questa pungente battuta: tanto che non ci sarebbe nulla di strano a sentirla pronunciare oggi, magari da qualcuno che commenti una delle tante notizie di speculazioni e crisi economiche che punteggiano quotidianamente i giornali. Invece risale alla metà dell’Ottocento, scritta da Honoré de Balzac e pronunciata da Mercadet, personaggio attorno al quale è concepito Le faiseur - L’affarista.
Mostre Denaro e bellezza Fino al 22 Gennaio 2012
Palazzo Strozzi
Registrato tra i suoi studi casalinghi di Formello, appena fuori Roma, e il Mulino di Acquapendente, con uno staff ormai consolidato, l’album Numeri lascia filtrare alcune novità tra le firme che hanno contribuito alle sue canzoni, nelle quali, accanto alla sua compagna Gabriella Labate (che ha scritto con Raf la splendida “Ogni
Capolavori di Botticelli, Beato Angelico, Piero del Pollaiolo, i Della Robbia, Lorenzo di Credi – l’élite del Rinascimento – illustrano come il fiorire del moderno sistema bancario sia stato parallelo alla maggiore stagione artistica del mondo occidentale: la mostra collega quell’intrecciarsi di vicende economiche e d’arte agli sconvolgenti mutamenti religiosi e politici dell’epoca.
Denaro e Bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità racconta la storia dell’invenzione del sistema bancario moderno e del progresso economico cui ha dato origine, ricostruendo la vita e l’economia europea dal Medioevo al Rinascimento. I visitatori possono entrare nella vita delle famiglie che ebbero il controllo del sistema bancario, cogliendo anche il persistente conflitto tra valori spirituali ed economici polavori dei grandi maestri da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. Quelle opere spesso di piccolo formato, soggetti sacri o ritratti legati a formare dittici e trittici dipinti anche sul verso, divennero modelli di tecnica pittorica e di soluzioni iconografiche per la produzione dei maestri fiorentini e delle loro botteghe. Declining democracy Fino al 22 gennaio 2012
CCC Strozzina
La mostra propone opere di dodici artisti contemporanei internazionali in un percorso che riflette su valori, contraddizioni e paradossi che caratterizzano la società di oggi e sulle possibili declinazioni dei principi della democrazia, in un momento in cui la loro validità sembra essere messa in discussione.
Unità d’Italia L’Affratellamento per il 150° dell’Unità d’Italia Fino al 13 novembre
S.R. L’Affratellamento di Ricorboli
Lo storico circolo di via Giampaolo Orsini 73 fa sentire la sua voce anche nelle celebrazioni del 150esimo dell’Unità d’Italia, con una serie di appuntamenti. Venerdì 4 novembre, ore 17.30, “Le donne fiorentine del Risorgimento”, conferenza di Elena Giannarelli. Sabato 5 novembre, ore 17, inaugurazione della mostra d’arte “Pinocchio” di Vinicio Berti. Martedì 8 novembre, ore 17.30, “Mario Luzi, i suoi scritti sulla lingua italiana e la bandiera”, incontro con la poetessa Caterina Trombetti. Sabato 12 novembre, ore 21.15, canti popolari fra Ottocento e Novecento, con il concerto del Coro di Canti sociali Novecento di Fiesole. Domenica 13 novembre, ore 17, l’incontro “I 135 anni della Società Ricreativa di Ricorboli (1876-2011)”, con Ivano Tognarini, storico, Francesca Chiavacci, presidente Arci Firenze, Luigi Mannelli, presidente della S.R. L’Affratellamento di Ricorboli. Domenica 13 novembre, ore 19, concerto del complesso bandistico dell’Associazione Musicale Fiorentina che, diretto dal maestro Marco Mangani, eseguirà un repertorio di musiche risorgimentali.
A Palazzo Borghese
Tre giorni di shopping per aiutare l’Ant
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ei giorni di venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 novembre il Palazzo Borghese in via Ghibellina 110 a Firenze, con orario continuato 10-19, si trasformerà in una grande boutique dove saranno esposti articoli di abbigliamento, accessori, pelletteria e biancheria messi a disposizione da oltre 80 aziende a favore della Fondazione Ant. Tutta la merce è stata donata da aziende ed esercizi commerciali e la manifestazione ha ricevuto il patrocinio del Comune di Firenze e la collaborazione delle quattro associazioni di categoria Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cna. Tutti i fondi raccolti saranno destinati a sostenere il servizio di assistenza socio-sanitaria domiciliare oncologica che Ant offre gratuitamente ai sofferenti di tumore e alle loro famiglie a Firenze, Prato e Pistoia, e i progetti di prevenzione portati avanti dalla Fondazione. Per informazioni con/B.B. tattare il numero 055.5000210.
SU IL SIPARIO Al teatro Goldoni
Il Barbiere di Siviglia “rivisto e corretto”
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al 19 al 24 novembre sbarca sul palcoscenico del teatro Goldoni “La bottega del barbiere”, realizzato dalla compagnia Venti Lucenti. Questo spettacolo, tratto liberamente dal Barbiere di Siviglia di Rossini, per la regia di Manu Lalli, è realizzato da Venti Lucenti, associazione culturale con sede nel Quartiere 3 che da venti anni si occupa di teatro e formazione e che ha avviato nel tempo importantissimi progetti di diffusione dell’opera lirica tra le giovani generazioni di spettatori. È quindi un evento prestigioso (si ripete da ormai tre anni: le stagioni passate sono stati rappresentati l’Elisir di Donizetti, la Cenerentola di Rossini e il Don Pasquale) pensato per il pubblico delle scuole ma aperto, nelle varie repliche, anche a tutta la cit/B.B. tadinanza.
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mibilmente di sangue che saranno sicuramente servite a qualcuno per passarci la notte. Una nonna ha raccolto il tutto e l’ha gettato nel cestino dell’immondizia ma gli adulti che hanno assistito alla scena hanno evitato di far giuocare i bambini in quel luogo ed io mi chiedo: ed i bambini che sono venuti dopo in che posto hanno appoggiato le loro manine e certe volte anche le loro bocche? In detto giardino è stata attrezzata anche un’area per i cani: com’è che invece la maggior parte delle persone li porta dove ci sono i bambini a giuocare? Poi c’è il problema degli adulti che frequentano lo stesso giardino, adulti che riempiono di cicche ogni spazio (compresa l’area dei più piccoli). Comprendo che non può esserci una sorveglianza continua, ma se nel corso della notte e durante il giorno qualcuno passasse per un controllo tutto sarebbe più sicuro e non sarebbero stati spesi dei soldi per l’abbellimento del giardino invano. Cordialmente, Laura Buti
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Lettere e segnalazioni: tutto su www.ilreporter.it “l’imPianto di Ponte a greve e le boCCe a firenze” Leggendo l’articolo apparso sul numero di Settembre de Il Reporter intitolato “Una pista a bocce ferme. Nessuno vuole il pallaio”, mi sono reso conto di quanto possano risultare improduttive le iniziative estemporanee prese anche dalle amministrazioni locali, come veniva fatto alla fine degli anni ’90. Il bocciodromo, anzi il campetto di bocce di Ponte a Greve è nato con il concetto “costruiamo uno spazio per giocare a bocce poi qualcuno lo potrà utilizzare e qualche altro lo potrà gestire e poi si vedrà se ha le giuste caratteristiche tecniche per svolgere l’attività”. In quel luogo non c’era richiesta da parte dei cittadini di un impianto dedicato alle bocce, in quel luogo non c’è una struttura organizzata capace di gestire il campetto che è nato senza tener conto dei regolamenti impiantistici della Federazione Italiana Bocce, Federazione riconosciuta dal CONI che gestisce l’attività boccistica su tutto il territorio nazionale (la FIB conta 120.000 tesserati e circa 2500 società). Nonostante questo, mi sono personalmente impegnato, contattando l’allora Presidente del Q4 Eros Cruccolini, cercando di attivare l’impianto grazie alla collaborazione di operatori esperti della disciplina. Ma l’inizio delle attività era legata alla messa in sicurezza dell’impianto, cosa che non è mai avvenuta. Riepilogando: il campetto di Ponte a Greve non può ospitare attività agonistica perché non idoneo. Non può ospitare attività sociale perché non è a norma di sicurezza. Non può essere gestito secondo i regolamenti FIB perché non ha una Società Bocciofila alle spalle che possa garantire continuità e rispetto delle regole. Con rammarico noto che in altre zone del territorio fiorentino, dove è presente la richiesta di strutture dedicate al gioco delle bocce, con società organizzate e capaci di gestire l’impianto, queste stesse Società vengono lasciate in difficoltà e senza possibilità di accesso alle risorse pubbliche. Mi dichiaro da subito disponibile a un incontro con gli amministratori per “recuperare” il campetto di Ponte a Greve e per fare un discorso più ampio riguardante l’impiantistica delle bocce del territorio comunale. Cordiali saluti Giancarlo Gosti Presidente Fib Toscana “via lanzi, manCa il Cartello” Gentili Redattori, vi sarei grata se voleste segnalare la mancanza del cartello stradale che indica il nome “Via Luigi Lanzi” dalla parte del viale Cadorna. Il cartello esiste ma è rimasto chiuso nel vecchio sottopasso ferroviario (ora magazzino comunale) dopo che sono stati fatti gli ottimi lavori di ristrutturazione. Mi sono trovata in difficoltà con persone che mi hanno cercata e che non vedevano alcuna indicazione. Grazie per questo e per il graditissimo Reporter. Ivana Michelucci Ecco fatto.
lettere
Novembre 2011
MF
“giardini di via allori: belli, ma servono Controlli” Spett.le Redazione, leggo proprio oggi sul vs. giornale Ottobre 2011 la comunicazione del completamento dei giardini di via Allori e sono concorde sul fatto che sono stati attrezzati molto bene. L’area che io maggiormente utilizzo è quella riservata ai bambini piccoli (ci porto il mio nipotino di 17 mesi) e fino a qualche settimana fa parlavo a tutti di questo spazio così allegro e sicuro. Purtroppo la settimana scorsa ho dovuto ricredermi quanto meno sulla sicurezza: dentro al trenino visitato da tanti bambini c’erano delle coperte e delle bende macchiate presu-
“eX biblioteCa di viale dei Pini, il Progetto vedrÀ mai la luCe?” Gentile redazione de il Reporter, sul numero di ottobre di questo anno è presente un articolo dal titolo “giù le baracche verdi, spazio alla cultura” nel quale viene presentato il progetto di ristrutturazione della vecchia biblioteca di viale dei Pini all’Isolotto. Sono stato presente agli incontri dei “100 luoghi” del 2010 e del 2011 riguardo appunto alla vecchia biblioteca dell’Isolotto e, come molti altri cittadini e rappresentanti di associazioni intervenuti, posso affermare con cognizione di causa come si sono svolti i fatti e quale sia la prospettiva. Nell’assemblea del 2010, di fronte alle opzioni di una rapida e poco costosa manutenzione della struttura rispetto alla sua demolizione e ricostruzione in tempi incerti, tutti i presenti si sono espressi in favore della prima, sostenendo l’importanza di una rapida riapertura della vecchia sede della biblioteca e con una destinazione a spazio di studio e biblioteca, in continuità con la esperienza “storica” e unica nel suo genere dell’edificio di viale dei Pini. Nella assemblea dello scorso settembre, a fronte del progetto illustrato nel vostro articolo, è stata manifestata da tutti i presenti una forte contrarietà, sia perché l’amministrazione comunale non ha minimamente tenuto conto dell’esito unanime del precedente incontro, sia perché i tempi e l’effettiva realizzazione del nuovo edificio sono assolutamente incerti. È vero che il costo stimato per la demolizione della vecchia struttura e la nuova costruzione è di circa 500mila euro, ma questa cifra non effettivamente disponibile in quanto dovrebbe provenire da alienazioni di altri edifici di proprietà comunale, come è stato confermato dai consiglieri di quartiere presenti alla riunione. Quindi, come è stato efficacemente detto nel corso dell’incontro, è come se fosse stata richiesta a Babbo Natale una bicicletta e questi avesse portato la fotografia di una bella automobile! Mi sembra quindi di poter affermare che ci sia una elevata probabilità che il (bel) progetto da voi presentato non veda mai la luce e che nel frattempo (la vecchia biblioteca è chiusa da ormai tre anni) non si possa (non si voglia?) rendere fruibile per i cittadini la vecchia struttura. Cordiali saluti. Maurizio Dolfi Contrassegni invalidi: “furbetti semPre in agguato, ma...” Ho letto sull’ultimo numero del V/s giornale la lettera di un lettore nella quale descrive quanto a lui accaduto in via Por S. Maria, cioè sottolinea il fatto che in zona pedonale camminando non sul marciapiede, ha dovuto farsi da parte per far passare un Suv con “contrassegno invalidi” con a bordo una giovane signora che poco oltre parcheggiava e con disinvoltura si recava in una gioielleria. Dalle righe si percepisce una sorta di indignazione da parte del lettore nel constatare tre fattori a Lui non gradevoli: 1) L’automobilista non era una persona “anziana”, come se il contrassegno in questione debba essere rilasciato solo dopo una certa età a prescindere dalla patologia; 2) L’abbinamento Suv-contrassegno invalidi, non va bene!; 3) i Vigili Urbani in zona non fanno il loro dovere. Vorrei poter ricordare al gentile lettore che ci sono molteplici problematiche di salute per cui viene riconosciuto il diritto a circolare e a sostare in aree protette della città, che a prima vista sfuggono all’occhio del cittadino comune, come ad esempio certe disfunzioni cardiache che non permettono di fare più di 20 o 30 metri a piedi anche a persone giovani. Vorrei fare però un appunto alla redazione del giornale. È vero che i furbetti sono sempre in agguato, ma pubblicando queste lettere a parer mio si istigano i cittadini all’odio contro chi possiede un veicolo un po’ fuori dalla norma, conto i portatori di handicap, o contro tutti e due insieme. P.S. tengo a precisare che il sottoscritto non possiede né Suv, non è portatore di handicap e che è residente in Ztl.
Distinti saluti. Gentile lettore, lungi da noi il voler istigare all’odio nei confronti di chicchessia. Nello spazio delle lettere diamo voce a voi lettori, alle vostre segnalazioni e alle vostre esperienze, come avvenuto - nel caso in questione – sia per la lettera del lettore cui lei si riferisce che per la sua replica, due modi diversi di interpretare lo stesso episodio. Ricordo soltanto che quello dei “furbetti del contrassegno” (e nessuno dice che la giovane signora del Suv lo fosse) è purtroppo un problema che esiste anche a Firenze, e penso che sia nell’interesse di tutti, in primo luogo dei portatori di handicap, fare in modo che questa incivile condotta venga fermata. MF “legge sull’omiCidio stradale, PerCHÈ serve tutto Questo temPo?” Spett. Redazione, vi scrivo in merito alla pochissimo pubblicizzata iniziativa (magica) della proposta di legge sull’omicidio stradale! Vorrei fare presente, che il sottoscritto si sta prodigando per fare capire alle persone che conosce, l’importanza di questa proposta di legge! Credetemi l’ho detto al mondo intero e sono riuscito, spiegando bene il contenuto, a fare aderire circa venticinque persone, che hanno inviato il modulo. Io dico, ma è mai possibile, che dopo tutte le tragedie che ci vengono a conoscenza tutti i giorni, nessuno si preoccupa di fare qualcosa di costruttivo. Ne parlo con amici e conoscen-
ti, che si lamentano di questi criminali, drogati e ubriachi che si mettono in giro a fare danni e quando l’informo che si può fare qualcosa, fanno orecchie da mercante! Mi viene un dubbio: la gente ha paura di firmare, perché, se una sera che disgraziatamente, qualcuno alza anche leggermente il gomito, magari dopo anche una leggera libagione e ha anche gozzovigliato un po’, si trova ad avere un problema di viabilità e non è perfettamente cosciente, si troverebbe additato a pirata stradale. Ora, io bevo al massimo un mezzo bicchiere di vino, magari ad una cena, ma se non mi sento a posto con i riflessi, aspetto di smaltire quel niente, che potrebbe procurarmi dei problemi! Mi meraviglio che in un paese civile come il nostro, per arrivare alle sudatissime 50.000 firme, si impieghino mesi e mesi, quando basterebbero due settimane per arrivare al traguardo, con la possibilità di punire sul serio questi pazzi criminali, ai quali non importa niente delle vite altrui e chi se ne frega, della propria! Con simpatia. Gianfranco Ciccarello Caro Gianfranco, proprio come lei anche Il Reporter, da qualche mese, si sta impegnando a fianco dell’associazione Guarnieri (leggere articolo a pag.18) per raggiungere il traguardo delle cinquantamila firme e, soprattutto, quello di una maggiore sicurezza sulle strade. Per arrivare a questi risultati è importante il contributo di tutti, e auspico quindi che anche altri seguano il suo buon esempio. MF
invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it la CiClista “Pirata” e il risPetto delle regole Firenze, piazzale Donatello, martedì 11 ottobre ore 8:40, attraversamento pedonale posto davanti alla omonima Casa di cura. Sono in prima fila fra un folto numero di pedoni che, come me, si accingevano ad attraversare. Scatta il rosso per i veicoli provenienti dai Viali, scatta il verde per noi, comincio il mio attraversamento. Con la coda dell’occhio, vedo una ragazza in bicicletta che non si è fermata al rosso, penso: “si fermerà sul limitare delle strisce”, non finisco il mio pensiero che finisco rovinosamente in terra, le mani libere mi consentono di non sbattere la faccia, ma un forte dolore al ginocchio mi fa capire che il danno è lì, d’altronde i pantaloni sono rotti. La ciclista tira su la sua bici (lei non è caduta, ma ha perso il controllo del veicolo perché ha zigzagato fra noi, urtando prima un’altra signora e poi colpendomi alle spalle!), urla un “mi scusi” e va via nonostante qualcuno abbia tentato di fermarla. Penso ad una contusione e torno a casa (abito nelle vicinanze). Purtroppo le conseguenze sono più gravi: dall’ecografia e dalla tac si evidenzia micro frattura della rotula con conseguente tutore dall’inguine alla caviglia per 20 giorni. Oltre al danno fisico, anche quello economico: ecografia, tac, visita ortopedica, tutore e perdita di 2 biglietti trenitalia (recuperati solo in parte) per andare a trovare mia madre. Faccio notare che quel tratto dei viali, nella parte opposta, ha la pista ciclabile, che anche io sono talvolta ciclista, ma conosco e applico le norme previste per le biciclette che nel Codice vengono considerate veicoli... Vorrei che in qualche modo le biciclette fossero riconoscibili e i ciclisti obbligati ad una polizza assicurativa al momento dell’acquisto per risarcire i danni che sempre più spesso provocano sulla strada. Spero che la ciclista in questione possa leggere questa lettera e provi vergogna per il suo incivile comportamento. Lettera firmata
Cara lettrice, l’episodio che ci ha raccontato è senz’altro grave. Oltre al comportamento che devono tenere i ciclisti (su cui torneremo), è deplorevole il fatto che la ciclista che ha causato la sua caduta non si sia fermata a soccorrerla né a sincerarsi delle sue condizioni. Comportamenti che stanno alla base della convivenza civile, ma che troppo spesso vengono disattesi. Dovrebbe essere superfluo ricordare come dovere di ognuno di noi sia quello di fermarsi ad aiutare chi si trova in difficoltà dopo una caduta o un incidente, indipendentemente dall’esserne stati o meno coinvolti. Detto questo, parliamo della condotta di chi si sposta in bicicletta. Mezzo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, il cui utilizzo deve essere incentivato e sostenuto, in una città (come certamente è Firenze, al pari d’altronde di tutti i centri medio-grandi) sempre più alle prese con il problema del traffico. E se certamente i ciclisti fiorentini meritano un elogio (spesso non è facile muoversi tra piste ciclabili a singhiozzo e rastrelliere che non ci sono), non è tollerabile che alcuni di loro, “protetti” dalla mancanza della targa e quindi da una sensazione di impunità, mettano a repentaglio la sicurezza propria e altrui con comportamenti imprudenti. Anche la bicicletta è un veicolo, e come tutti i veicoli ha delle regole da rispettare, partendo – discorso valido anche per tutti gli altri mezzi – da quelle del buonsenso. Capita a volte – e in questo senso non sono mancate né mancano le segnalazioni di voi lettori - di vedere biciclette sfrecciare sui marciapiedi o passare col semaforo rosso: comportamenti pericolosi da condannare perché, se il rischio di una multa non è poi così elevato, possono non mancare conseguenze ben più gravi. Insomma, se certamente è diritto dei ciclisti chiedere e poter contare su percorsi sicuri, è loro dovere ricordarsi sempre che le regole ci sono e vanno rispettate. E che anche in bicicletta, se condotta irresponsabilmente, si possono far danni seri. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it
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