Il reporter-Quartiere 1-Gennaio 2012

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Il Giornale del tuo Quartiere

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MODERNARIATO - ARTE - DESIGN via Lungo l'Affrico 80/r - Firenze incontrarte.firenze@gmail.com

GENNAIO 2012

Periodico d’informazione locale. Anno VI n.1 del 2 gennaio 2012. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

PRIMO PIANO

CalenDario

Dal bunga bunga al bingo bingo Andrea Muzzi*

I GuIDA AI cANtIERI Ecco cosa ci aspetta fino a dicembre, tra maxi-opere in arrivo, grandi eventi e progetti in stand by PAGG.10-11

LE “ZONE D’OMBRA” In centro nuovi luoghi abbandonati vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti da tempo PAG.6

SPort

La pedonalizzazione sei mesi dopo PAG.2

Tasse & Co., cosa cambia

il racconto l’inchiesta

di Ferri - Puliti

N Il thRIllER vIOlA Dal gol di Robben sotto la Ferrovia alle vicende più recenti: il “film” delle ultime difficoltà gigliate PAG.28

a tutto Football Partita la stagione dei Guelfi, con un tecnico americano. Appuntamento al Velodromo PAG.31

on si preannuncia un anno facile, questo 2012, per il salvadanaio. Perché una volta passate le feste ecco ad attenderci al varco la dura realtà, fatta di nuove imposte e rincari. Lo sapevamo, nelle ultime settimane del 2011 si erano susseguiti annunci e ammissioni, da parte del premier Mario Monti e del suo governo, che “salvare” l’Italia non sarebbe stato indolore per gli italiani. Ora, però, è arrivato il momento di mettere mano al porta-

foglio. Tra il ritorno dell’Ici (con un nome diverso, Imu, ma la stessa sostanza) e le novità in fatto di pensioni, ecco una breve guida a quello che aspetta anche i toscani nei prossimi mesi. Perché, conoscendo il “nemico”, si può pensare a come correre ai ripari. Tradotto, a come cercare di risparmiare il più possibile. Ma non sarà facile: per combattere il caro-benzina, ad esempio, non basterà usare l’auto PAGG.8-9 meno del solito.

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l 2012 sarà sicuramente migliore del 2011. Anche perché secondo il calendario Maya il 21/12/12 finirà il mondo: perlomeno l’anno durerà meno del solito! Il 2012 sarà segnato dalla crisi. La spesa per il gratta e vinci è triplicata. Questo dato dimostra che gli italiani sanno cosa serve per uscire dalla crisi: una botta di fortuna! Nel 2012 andare in pensione sarà un’utopia. Siccome sono un padre previdente i miei figli li ho convertiti al buddismo: oggi come oggi l’unico modo per raggiungere l’età pensionabile è sperare nella reincarnazione! Inizieremo il 2012 con un governo tecnico. Questi politici del governo Monti si commuovono quando parlano di crisi, sono educatissimi, non dicono mai le parolacce. Secondo me non sono politici italiani! Il vero politico italiano non conosce tabù. Avete presente i leghisti: alcuni sembrano assatanati, sono sempre paonazzi in faccia, urlano le peggiori offese. Per calmarli non servono i commessi del parlamento, serve l’esorcista. Un vero politico italiano una cosa la sa fare bene: raccontare le barzellette. Questi del governo Monti non solo non ne conoscono nemmeno una, ma se gliela racconti nemmeno la capiscono. I ministri del governo Monti alle nove di sera sono già a letto. Niente feste. Povere escort, prima non avevano una serata libera. Ora escono solo per accompagnare la nonna a giocare in una sala bingo. In pochi mesi sono passate dal bunga bunga al bingo bingo! Buon anno a tutti! *Comico

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Gennaio 2012

Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino

TUTTI A PIEDI. Passati più di sei mesi dallo stop alle auto in Oltrarno: la parola ai commercianti

Pedonalizzazione, è tempo di bilanci Per il sindaco Renzi è stata una “gigantesca operazione culturale”, ma come la pensa chi qui ci lavora? In piazza Pitti non sembra andar male, diversa la situazione in altre vie Carolina Natoli

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ome sta l’Oltrarno dopo la pedonalizzazione di piazza Pitti? Come hanno vissuto gli ultimi sei mesi del 2011 i commercianti delle vie interessate dai provvedimenti scattati il 24 giugno scorso? Il sindaco Matteo Renzi ha definito le nuove pedonalizzazioni “una gigantesca operazione culturale”: chi in Oltrarno ci lavora l’ha vissuta proprio così? Neo Guelfi e Ghibellini tornano a scontrarsi, stavolta sulle scelte di Palazzo Vecchio. Qualche lamentela serpeggia ancora, ma non più rumorose come all’inizio. Molti sono soddisfatti da questa rivoluzione, avendo registrato un aumento del lavoro rispetto gli ultimi mesi del 2010, pur stravolgendo le loro abitudini. In via Sant’Agostino è cambiato il senso di marcia, si svolta da via dei Serragli, si finisce in via Maggio, il traffico viene riportato sul lungarno. Con rare eccezioni (come l’enoteca Sant’Agostino, il cui lavoro è aumentato di un 30 per cento) i commercianti di queste due vie sono i più agguerriti e contrari non tanto alla pedonalizzazione, quanto alle sue conseguenze: per loro sarebbe stato meglio creare prima dei servizi per spostarsi liberamente e poi chiudere al traffico. Il problema che antepongono alla pedonalizzazione è la mancanza dei parcheggi. Il sindaco Renzi ha tuttavia assicurato che entro il 2014 ci saranno tremila nuovi posti auto in città. E poi c’è piazza Pitti, chiusa al traffico ma “aperta”, oltre che ai residenti, a taxi e motorini (in alcune fasce orarie) con via Guicciardini, via dei Bardi e Borgo San Jacopo. Qui le attività vivono quasi tutte di turismo: risentono del calo in alcuni mesi dell’anno, ma per la maggior parte questa “operazione culturale” ha portato vantaggi, soprattutto una maggior vivibilità. Stefano Amorosi, del ristorante Sant’Agostino 23, spiega: “Fino alla Notte Bianca avevamo un incremento del lavoro del 15%. Dal primo giorno della pedonalizzazione a oggi un calo del 30%, eppure i nostri standard sono gli stessi. Migliorata la qualità della vita, sono aumentate le difficoltà per chi vuole raggiungerci: chi ne trae beneficio sono le attività periferiche”. Cristina, di Occasione Bimbo, negozio di abbigliamento, aggiunge: “Rispetto al 2010 c’è la metà del pas-

saggio, la città è stata divisa in due. Molti clienti, se prima venivano una volta a settimana, ora li vedo una volta al mese. Non si vive in carrozza, non siamo nel Medioevo”. Diversa l’opinione di Duccio Cantini, del ristorante O’Munaciello in via Maffia: “Dopo un leggero calo iniziale, non è cambiato molto: la nostra clientela sa bene che il problema parcheggi esiste da molto più tempo. Ha forse aiutato ad allontanare i fiorentini dal centro storico, devono abituarsi a uscire senza auto e far cambiare abitudini ai fiorentini non

è facile”. Giudizi positivi vengono dai commercianti di piazza Pitti. Antonietta, parrucchiera: “Aria pulita e si passeggia più volentieri, senza il rischio di essere investiti. Possiamo finalmente goderci questo museo a cielo aperto”. Massimo del Caffè Pitti le fa eco: “I clienti hanno allungato le loro soste perché non c’è più traffico. La piazza è più bella e pulita”. Anche per Viviana, de La casa della stampa di Sdrucciolo de Pitti, “i turisti riescono a passeggiare tranquilli ed esplorare anche le vie più piccole. È un valore

aggiunto per le nostre attività”. Una voce fuori dal coro è invece quella dei titolari di Sportando, negozio d’abbigliamento: “Lavorando con i residenti, siamo stati penalizzati: non potendoci più raggiungere in auto, la clientela preferisce andare nei centri commerciali”. A Firenze Guelfi e Ghibellini non si troveranno mai d’accordo.

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porta romana La preside: “Sono indispensabili”. Poi via alla realizzazione di una palestra coperta

Un anno e mezzo di lavori all’istituto d’arte

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l via i lavori all’istituto d’arte di Porta Romana, storica scuola che nel 1920 si trasferì nelle ex scuderie reali collegate con Palazzo Pitti tramite il giardino di Boboli, diventando così una vera e propria cittadella di studi artistici e considerata proprio in quegli anni una delle scuole modello italiane. Attualmente sono stati stanziati dalla Provincia di Firenze circa un milione e 750 mila euro per l’adeguamento e la messa a norma di alcuni locali dell’edificio, come interventi di consolidamento dei solai, l’installazione di un sistema di riscaldamento a panelli radianti, la sistemazione dei “percorsi di esodo” che

Il Reporter di Centro Storico, Porta Romana, San Jacopino raggiunge 36.099 famiglie nel quartiere 1 di Firenze. Copia in abbonamento postale

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il reporter è un periodico di 8 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie

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interessano l’area e alcune opere di restauro per le facciate esterne e interne dell’istituto. Pochi giorni fa siamo andati a curiosare tra le aule della scuola, parlando con la preside Anna Maria Addabbo: “I lavori sono indispensabili, le aule sono inagibili, i solai pericolanti, i bagni mal funzionanti e servirebbe un adeguamento degli impianti elettrici”. La partenza dei lavori è stata programmata proprio durante le appena passate vacanze di Natale, per limitare i disagi e installare il cantiere in assenza dello svolgimento delle attività didattiche. Ma i problemi non sembrano legati solamente ai lavori di ristrutturazione,

Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno VI n.1 del 2 gennaio 2012 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€

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bensì anche alle entrate dell’istituto, attualmente due, una nel piazzale di Porta Romana e l’altra in via Madonna della Pace, entrambe legate agli stessi orari di chiusura del giardino di Boboli. “Sarebbe necessaria un’autonomia della scuola, per facilitare lo svolgimento di tutte le attività straordinarie che, talvolta, si svolgono fuori dall’orario scolastico”, chiede la preside Addabbo. Con questi lavori, che dureranno circa 17 mesi, non si concludono gli impegni della Provincia, che ha in previsione per l’anno 2013-2014 la realizzazione della palestra coperta all’interno di una delle /B.R. corti dell’istituto.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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il giornale del tuo quartiere

IL caso. Dal consiglio comunale è arrivato l’ok allo spostamento di circa ottanta banchi

E a San Lorenzo si discute sul futuro

La sistemazione del mercato resta al centro dell’attenzione, tra la volontà di Palazzo Vecchio di valorizzare la basilica e il timore degli ambulanti di ripercussioni sulle vendite. E c’è chi propone di importare il “modello” Budapest

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La “ricetta” del rione: meno traffico, più vita L

Gaia Grassi ià da tempo motivo di grattacapi, la sistemazione futura degli ambulanti di San Lorenzo continua a far discutere. A fine 2011 il consiglio comunale ha approvato la delibera “Piano del Commercio su area pubblica - Modifica di parte mercatale del raggruppamento turistico di San Lorenzo”, con l’obiettivo, tra le altre cose, di valorizzare l’aspetto artistico-culturale della basilica, spostando una parte del mercato turistico e liberando completamente la piazza attorno alla chiesa entro aprile. Sono 84 i banchi che dovranno essere spostati per “tutelare la piazza e la basilica e consentire il transito della linea Ataf”, come spiegato dal vicesindaco Nardella, tutti compresi tra piazza San Lorenzo, canto dei Nelli e piazza Madonna degli Aldobrandini. Ma i proprietari dei banchi la pensano diversamente. Tra questi Cristian Cecconi, che spiega: “Non vogliamo andarcene perché è in questa zona che il mercato funziona, che ha il suo habitat naturale. Toglierci di qui – continua - significherebbe uccidere il commercio e rovinare decine di famiglie che vivono di questo”. A far andare di traverso l’ipotesi di un restyling del mercato sono soprattutto le motivazioni addotte dall’amministrazione comunale. Dice ancora Cecconi: “Prima ci hanno detto che vendiamo merce scadente, ma non c’è una legge che impedisca di vendere oggetti cinesi piuttosto che prodotti artigianali. Adesso ci dicono – prosegue - che vogliono accorciare di cinque minuti il tragitto dell’autobus. Non mi pare una motivazione valida per mettere sottosopra il mercato”. Andrea De Lucia, gestore di uno stand di abiti usati, sostiene invece che “se le bancarelle di piazza San Lorenzo fossero sistemate in piazza del Mercato ne trarrebbero tutti grande vantaggio, perché il mercato sarebbe più compatto, e anche in via Sant’Antonino ci sarebbe più passaggio di turisti”. Opinioni diverse che evidenziano la necessità di una rivalutazione e riqualificazione della zona, ma i commercianti sono spazientiti perché sostengono che l’amministrazione sia troppo ferma sulle proprie posizioni senza prendere nemmeno in considerazione le proposte avanzate dagli stessi ambulanti per migliorare l’aspetto del mercato. Un progetto

SAN FREDIANO. Per recuperarne l’identità

prevede il ridimensionamento dei banchi (due metri), che sarebbero tutti uguali e ordinati, in modo da avere lo spazio per eliminare gli stand che si trovano davanti alla Basilica di San Lorenzo e all’ingresso delle cappelle medicee. Intanto, un’alternativa viene avanzata da Oberdan Armanni, architetto e presidente della commissione urbanistica del Quartiere 1. Il presupposto fondamentale – spiega - è quello di creare due nuovi epicentri costituiti da una parte dalla struttura del Brunelleschi e dall’altra dall’edificio del mercato centrale, punto di riferimento per la spesa alimentare dei fiorentini dalla fine dell’Ottocento. Armanni ipotizza l’idea di spostare i banchi che dovranno lasciare la piazza al primo piano della costruzione di Giuseppe Mengoni, attualmente in disuso. “L’ispirazione mi è venuta ripensando alla struttura del Boulingrin di Reims - città gemellata con Firenze - e soprattutto al mercato principale di Budapest, dove - racconta - la zona alimentare posta al pian terreno e gli ambulanti al primo pia-

Non vogliamo andarcene perché è in questa zona che il commercio funziona no hanno dato grande vivacità al luogo”. A Firenze, come a Budapest, gli utenti potranno essere tanto i turisti quanto i cittadini, e questo potrebbe ovviare anche al problema della crisi di fruizione registrata dai commercianti di San Lorenzo in questi ultimi anni: questo il pensiero di Armanni, secondo cui questa soluzione potrebbe anche rappresentare il “cavallo di Troia” con cui convincere i venditori del mercato centrale a tenere aperto anche il pomeriggio.

più notizie su

a “piaga” di San Frediano? È il traffico. A sostenerlo sono i residenti della zona: un problema ormai ampiamente discusso che, in seguito alla pedonalizzazione di alcune zone dell’Oltrarno, da qualche mese a questa parte “si è aggravato”. Il primo tratto di Borgo San Frediano, ad esempio, raccoglie i veicoli che da via Pisana si dirigono verso i viali, mentre la porta telematica collocata dopo l’angolo di piazza de’ Nerli, impedisce la circolazione delle auto senza permesso di accesso alla Ztl, creando disagi ai residenti e agli artigiani. Il difetto, spiegano gli abitanti, è “nel manico”, se si considera che – a detta loro - la riorganizzazione dei primi trecento metri oltre l’ingresso del rione potrebbe arginare il degrado che si sta diffondendo nella zona. Alfredo Cozzi, vicepresidente dell’associazione di quartiere, illustra quali sarebbero i provvedimenti necessari per dare respiro alle strade - e alla vita - del rione. “In primo luogo bisognerebbe spostare la porta telematica dall’angolo di piazza de’ Nerli all’incrocio successivo, in modo da permettere il passaggio delle auto sino all’interno di piazza del Carmine. Ma - aggiunge Cozzi - è necessario anche eliminare i parcheggi a bordo carreggiata, per migliorare la circolazione degli autobus e permettere ai negozi di avere più visibilità”. Anche il mercato ospitato in piazza de’ Nerli dovrebbe essere spostato nella seconda metà del posteggio, sul lato della scuola

media “Machiavelli”, così da semplificare il flusso dei veicoli in entrata e uscita dalle strade adiacenti. “Le questioni legate al traffico non sono autoreferenziali, per questo è così importante trovare delle soluzioni concrete”, spiega ancora Cozzi, secondo cui “a causa di questa viabilità San Frediano si sta disgregando, sta perdendo la propria identità”. Per opporsi a questo “destino”, dicono i residenti, c’è bisogno di valorizzare il quartiere attraverso un restyling che non potrà essere effettuato prima di una generale riorganizzazione del transito dei veicoli. Così, c’è la necessità di “dare più spazio ai pedoni, risistemando i marciapiedi e la pavimentazione delle piazze - spiega Silvia Maucci, residente in zona

Bisognerebbe cambiare posto alla porta telematica - e magari cominciare il progetto del parcheggio sotterraneo in piazza del Carmine, soffocata dalle auto come piazza del Cestello”. Questi interventi – spera chi qui vive e lavora - potrebbero incentivare i tragitti, turistici e non, a partire da piazza Tasso, tra le pittoresche strade del quartiere, e ridare vita anche al commercio delle botteghe storiche di /G.G. San Frediano.


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Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino

REPORTAGE. Viaggio allo spazio Sam in via Giano della Bella, a pochi passi da Santo Spirito

Nel regno “nascosto” di arte e mestieri Tanti artigiani, ma pochi lo conoscono Sara Camaiora

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embra di entrare in un luogo fatato: una corte bellissima e silenziosa, una quiete intervallata unicamente da qualche colpo di martello o dal rumore della fucinatura del ferro. E invece siamo a un passo da Santo Spirito, in via Giano della Bella: ci troviamo dentro lo spazio Sam, dedicato all’arte e ai mestieri, restaurato dal Comune di Firenze e ora affidato in gestione alla Fondazione per l’Artigianato Artistico che si occupa proprio di promuovere e valorizzare realtà artigianali, artistiche e lavorative della città. Allo spazio Sam ventidue artigiani lavorano quotidianamente nello loro botteghe: sono stati selezionati tramite un bando e possono usufruire, grazie a un affitto calmierato, di un luogo in cui poter lavorare, magari diverso dalla propria casa, spazio in cui molti finora erano costretti a esercitare il mestiere non potendosi permettere altro. “Valorizzare il più possibile il nostro lavoro e promuovere la formazione: i nostri obiettivi principali sono questi - commenta il presidente della Fondazione Eugenio Taccini – è importante guardare a lungo termine per capire quanto sarà fondamentale il turismo in una fase di rilancio economico e quanto il nostro lavoro in questo senso possa essere davvero utile”. Il legame tra Sam e l’artigianato non è però cosa di oggi, ma risale a tanto tempo fa. Tra il 1893 e il 1896 fu sede del Monastero di Santa Teresa delle Carmelitane Scalze - da qui il nome Vecchio Conventino -, nel 1917 venne trasformato in un ospedale per accogliere i soldati Walter Seroni Fabbro

Tommaso De Carlo Pittore e decoratore

Mireille Valentin Mosaicista e restauratrice

“In passato c’era tanto movimento”

“Bello, ma c’è un problema di visibilità”

“Possiamo confrontarci e interagire”

“Ho iniziato a lavorare dopo aver conseguito il diploma all’Istituto d’Arte, prima per conto di altri, poi mettendomi in proprio. Lavoro parecchio per privati, che hanno bisogno di decorare le loro case. Questo spazio è molto bello ma c’è un problema di visibilità, manca il legame con il tessuto urbano. La fortuna è che risolviamo il problema degli affitti, che in centro sono carissimi”

“Sono a Firenze ormai da 19 anni, mi sono diplomata dieci anni fa all’Opificio delle Pietre dure e per sette anni ho avuto la mia bottega all’Isolotto. L’idea di riunire laboratori e botteghe in un unico spazio è molto bella, possiamo sempre interagire tra di noi e confrontarci. È difficile avere contatto con i privati per la vendita, ma la mia clientela sono soprattutto negozi e mercanti di mosaici”

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“Prima vendevamo molto all’estero, soprattutto a grandi mercanti negli Usa. Al giorno d’oggi è difficile raggiungere grandi numeri, a mio figlio che lavora qui non so che cosa consigliare, ormai non siamo più competitivi. È da anni che sono qui, prima era incolto e tenuto male, ora è rinato ma certo qui il venerdì sera battono tutti i piedi per andare via, in passato c’era tanto movimento”

“NEL SILENZIO” Dipinti di G. Morelli INAUGURAZIONE Sabato 14 Gennaio Ore 17.00 ORARIO MOSTRA: dal martedì al sabato ore 17 - 20 O SU APPUNTAMENTO 338 39.95.511

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il giornale del tuo quartiere reduci da Caporetto. E ancora, nel 1920 fu venduto alla società artistica fiorentina Gusmano Vignali, per poi finire, l’anno successivo, nelle mani del cavalier Paolo Uzielli, che ne fa la sede di laboratori di scultura, incisione e attività artistiche di vario genere. È da questo momento che inizia il forte connubio tra il Conventino e l’artigianato artistico. Tra gli artigiani attualmente presenti ce ne sono alcuni che già in passato avevano qui il loro laboratorio e che quindi hanno potuto osservare la rinascita di questo luogo, a cui però purtroppo non si è accompagnata la notorietà che meriterebbe. Uno degli “storici” del Sam è Valter Seroni, fabbro dal 1958, la cui bottega è ormai arrivata alla terza generazione, grazie a suo figlio Sasha. Si occupa di ferro forgiato e, nel descriverci il suo lavoro, non esita a parlare della crisi generale del settore e della difficoltà di andare avanti. E, quanto al Conventino, ha le sue idee. “Prima era tenuto male, l’erba del chiostro era incolta e nessuno si preoccupava di badare alla sua manutenzione, ma effettivamente brulicava di vita”, commenta. Tommaso De Carlo, pittore e decoratore, è qui dal 1980: nella sua stanza trionfano colori e odore di pittura, e dalle sue parole traspare la passione per una professione che purtroppo sta scomparendo ma

che secondo lui avrebbe da offrire chance a molti giovani. E giovani sono invece altri artigiani che, al Sam, hanno trovato la possibilità di esercitare il proprio lavoro in uno spazio tutto loro, come ad esempio Camilla Pistolesi, 32 anni, una laurea in psicologia messa nel cassetto per dedicarsi all’oreficeria, attività già esercitata dal padre e forse proprio per questo amata e odiata nello stesso tempo fino al momento di sceglierla definitivamente come propria. O anche Giulia Materia, 28 anni, che si dedica alla rilegatura, con una vasta offerta di raffinati quaderni, rubriche e agende per chi ancora, nell’epoca del web, dell’ipad e del trionfo dell’informa-

Riuscire a vendere qualcosa qui è dura tica, ama nonostante tutto scrivere con carta e penna. “È un’attività che dà soddisfazione e alla fine, contrariamente all’opinione comune, anche un buon riscontro economico - spiega Giulia - questo spazio è molto bello ma purtroppo passano in pochi e riuscire a vendere qualcosa qui è dura”.

Una corte silenziosa, una quiete intervallata solo dai colpi di martello che risuonano dalle botteghe: sono ventidue le persone che lavorano ogni giorno al Vecchio Conventino. Un luogo rinato che, però, sembra passare piuttosto inosservato

LA TESTIMONIANZA. Il racconto di Silvio Sanseverino, proprietario dell’Officina Orafa di via Faenza

La dura vita nei laboratori. “Ma l’anima è rimasta manuale”

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irenze città di botteghe e artigiani. In ogni guida turistica e libro di storia compare questo appellativo per la città. La sensazione, però, è che oggi Firenze conservi poco e male quell’identità, e spesso solo per compiacere il turista di turno. Silvio Sanseverino, proprietario dell’Officina Orafa di via Faenza, ci racconta cosa voglia dire essere artigiani oggi a Firenze. “I fiorentini non vengono piu in centro, chi viene non è interessato al vero artigianato e spesso compra solo ‘cineserie’ a buon mercato. Questo è il problema principale. Certo, c’è la crisi, e io

I fiorentini non vengono più in centro, e spesso si compra solo merce a buon mercato

capisco che vedendo un oggetto che costa, che so, 150 euro uno ci pensi due volte a comprarlo, ma io come lo spiego che mi è servita una settimana di lavoro per arrivare ad avere quell’oggetto?”. Ma come è cambiato l’artigiano nel tempo? “Oggi il lavoro manuale viene a mancare anche nel nostro mestiere, si fa quasi tutto con modelli di cera. Dai polimeri viene disegnato il modello al computer che può andare direttamente in fusione. Il percorso per diventare orafo era duro e lungo una volta: si cominciava alla scuola per oreficeria in via Faenza, dove allora era presente l’istituto gestito dalla Regione per formare gli artigiani orafi. Dopodichè – continua - il corso di microfusione e poi a Milano quello sulle pietre preziose, integrato poi col Cfh svizzero di pietre preziose e diamanti. Una volta aperta la ditta, e con l’arrivo della tecnologia, abbiamo cominciato anche noi a disegnare al computer e a usare pantografi a controllo numerico, ma l’anima è rimasta manuale”. Spesso, racconta Sanseverino, per cercare

di combattere le difficoltà di questo momento sono gli stessi artigiani a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare “in proprio”. “Se si fa un evento – dice - lo si fa tra di noi. Per mostre, inaugurazioni o manifestazioni ci si riunisce e si decide. Andare nei circuiti ufficiali è una perdita di tempo tra burocrazia, disinteresse e amici di amici”. E anche le istituzioni, spiega l’orafo, potrebbero e dovrebbero fare di più. “Prendiamo ad esempio l’evento di artigianeria più famoso di Firenze, la mostra dell’artigianato alla Fortezza – dice Sanseverino - solo per lo spazio espositivo cominciano a chiederti centinaia di euro, la pubblicità è poca e le visite ancor meno, inoltre chi viene non compra nulla: è ovvio che l’anno successivo non ripeterò l’esperienza”. Quello che lui, come molti suoi colleghi, si aspetta è dunque che venga fatto qualcosa “per il rilancio di questo fondamentale settore”. Perchè Firenze possa continuare a essere una città di botteghe e /G.S. artigiani, e non solo su guide e libri.

DOLORI CRONICI O PROBLEMI NON RISOLTI? DR. THOMAS HERMS MEDICINA INTEGRATIVA - CHIROPRATICA

• la schiena VISITE E TRATTAMENTI • la cervicale DEL CORPO UMANO • il ginocchio del corridore nel suo insieme per la soluzione di disturbi spesso ritenuti psicosomatici • l’emicrania ecc. • poi ci sono i problemi relativi mentre in realtà la causa è un’altra. all’addome malato In primo piano ci sono le sindromi • per non dimenticare i focolai dolorose del movimento spesso nascosti, che nessuno li sente ma che associate a squilibri della postura divengono causa di tanti mali. LA MEDICINA INTEGRATIVA NON E’ IN OPPOSIZIONE ALLA MEDICINA TRADIZIONALE MA LA ARRICCHISCE. 1213333

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Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino

l’inchiesta. Altre strutture abbandonate vanno ad aggiungersi alle tante che già c’erano

I nuovi “buchi neri” del centro storico Ai vecchi cinema in disuso e all’hotel Majestic di piazza dell’Unità, diventati nel tempo ricettacoli di sporcizia e degrado (in attesa di una riqualificazione), si sono affiancate alcune “new entry” Sara Camaiora

C

he il centro storico di Firenze sia un gioiello noto e apprezzato in tutto il mondo è cosa risaputa e conclamata. Che però in molti angoli tra una bellezza artistica e un monumento siano nascosti luoghi abbandonati, in passato dotati di

il vecchio

Box Office

di via

un ruolo ben preciso del quale sono stati privati per essere ridotti a veri e propri “buchi neri”, è un fatto triste e meno conosciuto. In ogni caso bisogna distinguere tra i “cadaveri architettonici” di cui spesso si è parlato e che da tempo sono oggetto di progetti di riqualificazione

Alamanni

- progetti che purtroppo tardano a concretizzarsi - e quelli più recenti, che capitano sotto gli occhi solo di chi abita nelle vicinanze ma che rischiano di trasformarsi in un ricettacolo di sporcizia e delinquenza. Si parla ciclicamente di eventuali future riqualificazioni di alcuni ex cinema storici, come l’Apollo o l’Alfieri, progetti che però tardano a prendere forma. Nessuna nuova invece per l’ex sala Ariston di piazza Ottaviani, chiusa negli anni ’90, rinata come Bingo nel 2002 per poi chiudere poco dopo: al momento l’edificio ospita solo desolazione e sporcizia. Sono passati ormai tre anni da quando il Grand Hotel Majestic di piazza dell’Unità ha chiuso per lavori. E se il restauro non è mai iniziato, lasciando l’edificio in stato di totale trascuratezza, non si può certo dire che per ora sia mutata la destinazione d’uso, dato che da tempo in molti, tra clochard e senzatetto, trovano lì “ospitalità” per la notte. Tra alcune “new entries” che però si preannunciano pericolosamente portatrici di degrado sono da segnalare un paio di edifici che,

piazza

Brunelleschi

dopo aver perso la loro destinazione d’uso primigenia, sono in attesa di un riutilizzo: in primo luogo il complesso che un tempo ospitava le poste di piazza Brunelleschi, al lato del quale c’era un tempo un caffè, abituale luogo di ritrovo di tanti studenti, in particolar modo di Lettere e Filosofia, che ha la sua sede proprio in questa piazza. Se prima quest’angolo brulicava di persone, tra clienti delle poste e frequentatori del bar, ora regna il più totale degrado: un problema che si aggiunge ai tanti che da tempo affliggono la piazza, diventata negli anni bivacco di senzatetto e tossicodipendenti

e scenario di episodi tragici, come il rinvenimento di un cadavere nel bagno della facoltà, deceduto presumibilmente per overdose, avvenuto il mese passato. Altra via, altra sequela di edifici vuoti: siamo in via Alamanni dove, dopo una serie di fondi sfitti, ecco che sbucano i bandoni abbassati del fu Box Office, trasferitosi alle Murate dal settembre del 2010. L’ex sede della storica rivendita al momento altro non è che una struttura vuota e sudicia, diventato riparo per senzatetto e fonte di degrado, in una strada che quando fa buio già pecca di poca illuminazione.

L’IMPLANTOLOGIA DENTALE: PER TORNARE AD AVERE UN SORRISO BELLO E SANO

NEL PRESIDIO di via del Sansovino è possibile ricorrere all’implantologia orale.

Si tratta di una branca dell’odontoiatria che si occupa di sostituire i denti mancanti con altrettante radici sintetiche (“impianto-vitefixture”) ancorate nell’osso che possono sostenere i denti singoli, gruppi di denti o possono anche funzionare da supporto per una protesi completa (la cosidetta “dentiera”).

I vantaggi della terapia implantare sono molteplici. Per ottenere, infatti, la sostituzione dei denti mancanti o l’ancoraggio di protesi mobili nuove o già esistenti non utilizza altri elementi dentali naturali adiacenti, permettendo così di conservarli integri.

L’intervento chirurgico vero e proprio deve essere preceduto da un accurato studio delle radiografie e dei modelli; viene realizzato in anestesia locale mediante una piccola incisione sulla gengiva, preparando il sito dell’osso che accoglierà la “vite”, e la gengiva verrà suturata al di sopra di essa.

lare igiene professionale, eseguita dall’igienista dentale. Oltre all’aspetto meramente tecnico estrema importanza per la riuscita e la durata di un impianto nel tempo va sia al clinico diligente e specializzato (per cui è necessario comprendere quanto sia importante affidarsi a specialisti qualificati e preparati continuamente alle nuove tecniche), che al supporto stesso (ovvero la vite-fixture che deve possedere caratteristiche di qualità indispensabili nonché una grande versatilità protesica).

Oggi questa tecnica ha raggiunto elevatissi- Queste “viti”, una volta che si sono integrami livelli di affidabilità. te nell’osso, vengono connesse ad un dente o “L’impianto-fixture” consiste in una vite in a protesi artificiali in tutto e per tutto simili ai titanio la cui forma è generalmente cilindrica denti naturali per estetica e per funzioni. o conica per meglio adattarsi all’anatomia del- I pazienti dovranno essere istruiti ed educal’osso e deve stabilire con l’osso una connes- ti ad una meticolosa e puntigliosa igiene sione diretta (osteointegrazione). orale e andranno coadiuvati con una regoPER SAPERNE DI PIÙ PRENOTA UNA VISITA AL

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economia

Gennaio 2012

lE NOstRE tAschE/1. Torna l’Ici sulla prima abitazione: si chiamerà Imu e si farà sentire

Casa dolce casa, ma sempre più “salata” Chi ha figli potrà detrarre 50 euro per ogni pargolo entro i 26 anni

Paola Ferri

fino a un massimo di 400 euro. tutti gli altri dovranno sborsare

T

circa un terzo in più rispetto a prima dell’abolizione del balzello. ma per i genitori separati arriva qualche rassicurazione

ra manovre e contromanovre alla fine una cosa l’abbiamo capita: da quest’anno torneremo a pagare l’Ici sulla prima casa. Anche se stavolta prenderà il nome di Imu, acronimo di Imposta municipale sugli immobili. E il conto sarà più salato di quello presentato dalla vecchia Ici. Cerchiamo di capirci qualcosa, an-

LaVoRo I punti della riforma

Pensioni, cosa cambia

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MEDICINA ESTETICA FORMA E BELLEZZA NATURALE LA TERAPIA CON IL LASER PER L’ELIMINAZIONE DEI CAPILLARI - TELEANGECTASIE

VISIVAMENTE l’effetto apprezzabile durante il trattamento è l’immediata contrazione del vaso, accompagnata da modesto arrossamento di breve durata e lieve sensazione di bruciore. Per alleviare questi temporanei disagi si usa un sistema di raffreddamento apposito. L’uso del Laser per le patologie vascolari degli arti inferiori non può prescindere da una visita medica accurata: per distinguere se l’origine è da insufficienza venosa (che andrà prima curata con farmaci o chirurgia) oppure è da semplice disturbo del microcircolo come nel caso della cellulite. Il Laser ND YAG 1064nm appartiene alla categoria dei Laser vascolari e nel nostro caso è transdermico cioè applicato esternamente alla pelle la attraversa fino a raggiungere il suo obiettivo che sono i vasi venosi. La luce del laser agisce a livello dei vasi sanguigni perché ha come bersaglio la (carbossi) emoglobina presente nel sangue. Si può usare bene sulle teleangectasie, cioè sui vasi più sottili, poi via via sulle venule di calibro maggiore fino circa 3 mm. L’effetto della luce laser è prevalentemente termico per cui la parete vascolare subisce un danneggiamento (denaturazione delle proteine che la compongono) e successivamente si ha il riassorbimento progressivo da parte del tessuto circostante della parete fino alla scomparsa. Questo avviene in un periodo fino a 4-6 settimane perciò le sedute successive, in genere almeno 4 - 5, vanno programmate indicativamente a 2 mesi di distanza l’una dall’altra. Prima delle sedute la cute non deve essere abbronzata, deve preferibilmente essere idratata e non deve essere depilata da almeno 24 ore. Successivamente al trattamento deve essere medicata con opportuni disinfettanti e lenitivi dell’infiammazione a seconda del tipo di pelle e soprattutto non può essere esposta al sole o a lampade abbronzanti almeno fino a quando non è cessato l’arrossamento per evitare pigmentazioni indesiderate. Per questi motivi i trattamenti non vengono effettuati nei mesi estivi. In seguito parleremo ancora dei Trattamenti con il Laser, della Biostimolazione, dei Filler del Botulino della Cavitazione e della Mesoterapia.

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opo anni, anzi decenni, di discussioni, alla fine la riforma delle pensioni è arrivata, in quattro e quattr’otto, prima di Natale. Se c’è una cosa che abbiamo capito è che si andrà in pensione più tardi. Quanto più tardi dipende dall’età anagrafica e da quella “contributiva”, nel senso degli anni di contributi accumulati. Il limite anagrafico è stato fissato in 66 anni per gli uomini e 62 per le donne, anche se per queste ultime è previsto un innalzamento graduale dell’età pensionistica, che porterà uomini e donne a ritirarsi dal lavoro entrambi a 66 anni. Chi volesse farlo prima del raggiungimento dell’età limite, deve aver accumulato almeno 42 anni e un mese di contributi (41 e un mese per le donne). Il cambiamento riguarda più che altro i lavoratori del settore privato, perché alle dipendenti pubbliche ci aveva già pensato Tremonti: da quest’anno le donne del pubblico impiego lavoreranno fino a 65 anni. Le misure saranno attenuate per i nati nel ’52, che sarebbero risultati i più colpiti: chi avrebbe maturato il diritto alla pensione nel 2012, con 35 anni di contribuzione, potrà uscire dal mondo del lavoro a 64 anni, anziché aspettarne altri due. Resta il problema di quanti avevano lasciato il lavoro anticipatamente con la prospettiva di incassare l’assegno pensionistico a breve. Così come resta aperto il problema delle aziende che avevano messo in conto pensionamenti anticipati per ridurre il personale. È stato infine introdotto il contributivo anche per chi aveva 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, ma la misura non dovrebbe essere molto dolorosa, in quanto costoro sono per lo più già in pensione. Stop anche alle pensioni d’oro: non saranno rivalutate e saranno anzi soggette al contributo di solidarietà del 15%. Le più basse (fino a 1.405 euro lordi) verranno invece rialzate di anno in anno a seconda dell’inflazione. Tutte le altre resteranno al /F.P. palo.

che se la materia è tuttora assai nebulosa e soggetta ad aggiustamenti più o meno rilevanti. Innanzitutto, è vero che tutti torneranno a pagare l’imposta sulla prima casa (quella principale, in cui si vive), ma è anche vero che verranno mantenute tutte le altre agevolazioni su di essa (in termini di accensione di mutui, bollette, ecc...). Giusto per rasserenare gli animi, vale la pena ricordare che contemporaneamente alla rinascita del balzello viene introdotta anche una detrazione di 200 euro (sempre e solo sulla prima casa). A questi 200 euro scalati dall’Imu se ne aggiungono altri 50 da detrarre per ogni figlio residente con meno di 26 anni, fino a un massimo di 400 euro, operazione che di fatto allarga la fascia di chi riuscirà a scampare la tassa. A molti, però, toccherà tornare a pagare. Per di più la base imponibile è aumentata del 60%, il che, sommato agli aumenti vari (compresa aliquota e rivalutazione delle rendite catastali), potrebbe portare i cittadini a pagare oltre un terzo in più rispetto a quello che già sborsavano un tempo, prima dell’eliminazione dell’Ici. Il rincaro sarà tanto maggiore quanto più bassa era l’aliquota applicata finora, il che colloca Firenze tra le città che ne risentiranno meno (perché già si pagava di più, anche se questo non consola più di tanto, a pensarci bene). Se la spiegazione non è stata fin qui molto chiara non temete, perché per capirci qualcosa cittadini e Comuni avranno ancora un po’ di tempo a disposizione: le amministrazioni locali avranno una proroga per chiudere i bilanci, mentre la prima rata delle nuove imposte arriverà solo a giugno (la seconda scadrà a dicembre). Piccola rassicurazione per i genitori separati: secondo gli ultimi aggiustamenti apportati alla manovra Monti a pagare il balzello sull’abitazione dovrebbe essere colui che ne usufruisce, non per forza di cose l’intestatario. L’Imu grazierà ben poche categorie di immobili (e dunque di proprietari), tra cui quelli destinati a usi culturali, oltre a quelli di proprietà pubblica. Tra i fortunati restano le fondazioni culturali, comprese quelle bancarie (che pagano ma subiscono meno rincari) e le Chiese: i fabbricati destinati esclusivamente al culto non sono soggetti all’imposta, notizia che ha suscitato non poche critiche, tra cui quella dello stesso presidente della Regione Enrico Rossi. “Anche la Chiesa rinunci a qualcosa – ha dichiarato Rossi – decida dove intervenire, sull’Ici, sull’otto per mille o su qualcos’altro”. Ma niente da fare: per il momento la Chiesa non pagherà l’Imu.

Per capirci qualcosa c’è ancora un po’ di tempo


economia

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lE NOstRE tAschE/2. Sale il prezzo dei carburanti. E trascina quello degli alimentari

Nuove tasse e rincari, si corre ai ripari otto centesimi in più sulla benzina, undici sul gasolio, da sommare al “contributo per gli alluvionati”. ma gli aumenti non sono solo qui: ecco una breve guida, per prendere le contromisure Francesca Puliti

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i salvi chi può. Questo 2012 si preannuncia come un diluvio di tasse e tassucole infiltrate un po’ ovunque. Dipendenti, lavoratori autonomi, privati cittadini, ce n’è per tutti. La regola numero uno resta: conoscere il nemico. E poi correre ai ripari. Magari prendendo un po’ meno l’auto o il motorino. Uno dei balzelli più scomodi introdotti dalla “manovra Monti”, infatti, è quello sui carburanti: un pieno ci costerà quasi dieci euro in più, considerato l’aumento di undici centesimi circa sul gasolio e di otto sulla benzina (che vanno sommati ai cinque centesimi di “solidarietà agli alluvionati” della Lunigiana, introdotti dal governatore toscano Enrico Rossi). Anche se riuscissimo a limitare i viaggi dal benzinaio, l’aumento sui carburanti è destinato a farsi sentire comunque, in termini di rincari dei prezzi dei beni di consumo, principalmente quelli alimentari. “Benzina, trasporti e logistica – denuncia Coldiretti – incidono per circa un terzo sui costi di frutta e verdura e assorbono in media un quarto del fatturato delle imprese agroalimentari”. Tradotto: aumenti in vista sugli scaffali del supermercato e invito a consumare prodotti il più possibile di stagione. Salgono anche le

bollette di gas e luce, mentre è assai probabile, anche se non può essere dato per certo, l’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici. Considerati i continui tagli al settore e i rincari dei carburanti,

Cresce l’addizionale Irpef, ma resta comunque tra le più basse d’Italia. E chi ha di più pagherà di più non è detto che basti individuare un gestore unico regionale per limitare le spese, come auspicato dalla Regione. Su Firenze, inoltre, pesa anche il fattore privatizzazione di Ataf, annunciata già un anno fa. Ma i servizi pubblici in generale sono destinati a subire una rivoluzione: chi non l’avesse ancora fatto si affretti a fare la dichiarazione Isee, perché d’ora in avanti quasi tutti i servizi saranno

compartecipati dai cittadini, in misura diversa a seconda di reddito e situazione familiare. Una rivoluzione cominciata con i ticket sanitari e destinata a contagiare pressoché ogni settore, compreso quello degli abbonamenti dell’autobus. Aumenta anche l’addizionale regionale Irpef, anche se resterà comunque una delle più basse d’Italia. Se finora era rimasta ferma allo 0,9 per cento, da quest’anno si sposterà sull’1,23 per cento, ovvero la nuova soglia minima imposta dallo Stato. La stangata arriverà solo per chi guadagna più di 75mila euro annui (stando alle dichiarazioni dei redditi poco più di cinquantamila toscani): in questo caso l’addizionale salirà a quota 1,73% (il che significa circa 400 euro in più da sborsare). Da questa misura la Regione si aspetta di incassare undici milioni di euro l’anno, da destinare principalmente ai trasporti pubblici. “Ma non è detto che bastino”, ammette l’assessore al bilancio Riccardo Nencini. In totale, alla fine dell’anno ogni famiglia avrà tirato fuori di tasca da 600 a tremila euro in più rispetto al 2011. Sperando che il decreto “Salva Italia” abbia assolto allo scopo, nel frattempo.

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agenda

Gennaio 2012

cAlENDARIO/1. Il programma dei lavori, grandi e piccoli, previsti in città in questo 2012

Un anno in cantiere, maxi-opere in arrivo Già partito l’intervento per la seconda linea del tram, anche se il peggio verrà a giugno. La parte sud di Firenze è attesa da una primavera “calda”, con la realizzazione del tunnel tav. In estate la prima pietra del termovalorizzatore Valentina Buti

C

ari fiorentini, reggetevi forte: questo 2012 sarà un anno di grandi cantieri. Alcuni si noteranno di più, come quelli per il tunnel dell’alta velocità o per la linea 2 della tramvia. Altri, almeno sulla carta, saranno meno impattanti, come il collettore di San Colombano, che Publiacqua conta di completare in anticipo sulla tabella di marcia. Partiamo dall’opera più problematica per la città: la linea 2 della tramvia, che collegherà piazza dell’Unità a Peretola. Il sindaco Renzi ha promesso di finire i 5 km di tracciato in 950 giorni. Per farcela, gli operai di Impresa spa, la ditta che ha rilevato la Btp ed eseguirà i lavori, saranno al lavoro notte e giorno. La prima pietra del cantiere è stata posata a Peretola il 5 novembre scorso, e ora si lavora alla bonifica bellica dell’area. Ma i dolori verranno in estate, specie per la strettoia di via di Novoli, dove da giugno, e per 700 giorni, si viaggerà a una corsia, finché anche quella chiuderà. Da febbraio i lavori toccheranno via Gordigiani, e per 450 giorni i parcheggi spariranno. Da maggio, per 500 giorni, in viale Belfiore la carreggiata sarà ridotta. Costo dell’operazione 254 milioni (in project financing). L’opposizione è

scettica sui tempi, ma Renzi conferma: prima corsa entro fine mandato, a giugno 2014. Primavera calda anche a sud della città, con la realizzazione del tunnel Tav da 7,5 km che collegherà Campo di Marte a Castello. Si parte da via Campo d’Arrigo, dove entro l’estate si imbucherà la talpa Monnalisa. L’opera dovrebbe essere pronta tra il 2015 e il 2016. Mentre la talpa scaverà il ventre di Firenze, si comincerà a lavorare per la stazione sotterranea progettata da Foster ai Macelli, tra via Circondaria e il Mugnone. Ci saranno rischi per gli edifici in superficie? Comitati e associazioni ambientaliste temono di sì e ricordano che per la Foster non è mai stata effettuata la valutazione di impatto ambientale. Italia Nostra teme che il tunnel metta in pericolo l’Opificio delle pietre dure della Fortezza

Ci sono anche le compensazioni per la terza corsia della A1

e le opere d’arte in via di restauro. Ma l’Osservatorio Tav tranquillizza: i monitoraggi non rilevano rischi. Ci sono poi gli interventi che Autostrade spa dovrà fare come compensazione per la terza corsia della A1. Sul bypass del Galluzzo, apparentemente pronto da anni, pende l’inchiesta sulle terre di scavo. Manca solo la firma di Anas per partire con le Cascine del Riccio: si prevede il via libera entro giugno, come per la variante di Mantignano Ugnano. Il 2012 dovrebbe essere anche l’anno dei parcheggi. Tre mini park in superficie (70-100 posti in tutto) nasceranno a Sorgane, Serpiolle e Castello. Altri interrati sono previsti in piazza Vittorio Veneto, al Carmine, in piazza Brunelleschi e alle Cure: entro dicembre Firenze Parcheggi dovrebbe consegnare gli elaborati per lanciare il project. E che sia anche la volta buona per il termovalorizzatore di Case Passerini? La società Hera, stando a Quadrifoglio, poserà la prima pietra in estate. Viaggia spedito, infine, il tubone “Ersa”, che collegherà al depuratore di San Colombano le case in riva sinistra d’Arno, che oggi scaricano nel fiume. Entro l’anno si prevede di finire 4 dei 7,4 km di tracciato: Publiacqua conta di tagliare il nastro nel 2014.

lavori in corso al nuovo

parco

della

musica

SCEnaRI Intanto si cercano soldi per completare l’auditorium del Maggio, aperto e già richiuso

Quei “giganti” in attesa di cambiare volto: i progetti al palo er alcune opere che partono, altre che restano al palo. I giganti dismessi della città, come il Panificio militare o l’ex Manifattura tabacchi, da anni aspettano di cambiare volto, invano. Capitolo a parte è quello del nuovo auditorium del Maggio Musicale. Inaugurato lo scorso 21 dicembre, dopo dieci giorni di fuochi d’artificio il sipario si è richiuso. La struttura del teatro è terminata ma manca la macchina scenica per l’opera lirica. Servirebbero 40 milioni di euro per realizzarla. L’ex sottosegretario Gianni Letta si era impegnato con Renzi a trovarli, ma col nuovo governo tutto è tornato in discussione. Le parole del neoministro all’istruzione Francesco Profumo

la sera della prima sono state una doccia fredda: “Di quei soldi – ha detto - ne riparliamo nel 2013”. Ma il sindaco continua a sperare che il Cipe stanzi presto il finanziamento. Sull’ex Manifattura tabacchi, Palazzo Vecchio cerca da mesi un’intesa con i proprietari - Fintecna e Consorzio Etruria - per trasformarla nel nuovo polo abitativo della città. Non si parte per il parere contrario della Sovrintendenza, che non vede di buon occhio la realizzazione di due torri da 70 metri al posto dei capannoni industriali. Futuro incerto anche per il Panificio militare di via Mariti. A Palazzo Vecchio non dispiacerebbe vedervi nascere un polo residenziale con giardini, un asilo nido, parcheggi

e wi-fi. Per ora l’accordo non c’è, complice l’arrivo di una nuova proprietà, subentrata alla Btp di Riccardo Fusi. E il quartiere si tiene il suo mausoleo dell’abbandono. Quella del nuovo stadio è una storia infinita: tramontata l’ipotesi di realizzarlo a Castello, il Comune ora punta sulla Mercafir di Novoli. Niente più cittadella da 80 ettari però, ma un’area da 30-35 ettari, formato Juve. I Della Valle non hanno detto no: ora si aspetta il progetto. Svolta (forse) per l’aeroporto: Adf, la società che gestisce lo scalo di Peretola, ha chiarito che l’unica nuova pista possibile è una semiparallela all’A11. A Palazzo Vecchio non dispiace, ma è la Regione che deve decidere. /V.B.

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agenda

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cAlENDARIO/2. Un cartellone fitto di eventi per la nuova stagione rock. E spunta anche Madonna

Dai Radiohead a The Boss, tutti sul palco I biglietti per il concerto della band inglese sono già esauriti, mentre quelli per lo show di Springsteen stanno andando a ruba. Ecco un assaggio della proposta musicale dei prossimi mesi Barbara Biondi

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i preannuncia un anno rock il 2012 fiorentino. E se a molti sembrano lontani i fasti degli anni Ottanta e Novanta, quando la città pullulava di eventi, concerti e star pronte a far diventare la città del giglio la loro seconda casa, i più sconsolati dovranno ricredersi e fare un salto sulla rete, per tenere sotto controllo la quantità di concerti e artisti importanti che hanno scelto di far tappa nel cuore del granducato. I primi due sono una chicca da segnare in agenda per gli appassionati di musica d’autore: l’evento numero uno arriva direttamente dagli States e chiama a gran voce “The Boss”, il re del palcoscenico nordamericano Bruce Springsteen, che gridando a squarciagola Born in the Usa ha coinvolto generazioni di appassionati. L’appuntamento con lui è fissato per il 10 giugno, quando suonerà allo stadio Artemio Franchi davanti al suo pubblico di appassionati. Il primo luglio al parco delle Cascine suoneranno invece i Radiohead, band inglese che ha scelto proprio la città del giglio per la prima tappa del tour internazionale. I meno informati, però, dovranno calmare subito i bollenti spiriti: i biglietti infatti sono già esauriti da un pezzo, ovvero dalla settimana successiva all’annuncio del concerto, alla fine di novembre.

L’ultimo appuntamento da segnare tra gli eventi da non mancare assolutamente è il concerto di Madonna, che dovrebbe approdare a Firenze intorno alla metà di giugno (si parla del 17), subito dopo aver cantato a Tel Aviv e Milano. In attesa dell’ufficialità da parte degli organizzatori, Firenze si prepara ad accogliere la regina del pop per uno show imperdibile, che la rivedrebbe esibirsi in città dopo 25 anni dal suo ultimo concerto. Ma se questi tre concerti rappresentano in assoluto il best of del programma per la prossima estate, ce ne sono molti altri da tenere in considerazione. A cominciare dagli amatissimi Litfiba, che tornano nella loro città per far ballare migliaia di persone il 2 marzo al Mandela Forum. Stesso posto, ma date diverse, per il grande ritorno, atteso da moltissimi, di Laura Pausini, che il 18 e19 marzo porterà le canzoni del suo neonato album sul palcoscenico dell’ex palasport. Il 22 Daniele Silvestri si esibirà sul palco più intimo del Viper Theatre, mentre chi lo sta aspettando da tempo sa già che Tiziano Ferro arriverà in città il 25 e 26 aprile per intonare i suoi ultimi succesi. Dulcis in fundo, il mattatore Crozza sbarcherà in città il 4 maggio per il suo spettacolo irriverente: l’appuntamento sarà ancora una volta al Mandela Forum.

CaLEnDaRIo/3 Riparte la programmazione al teatro di corso Italia: classici affiancati a produzioni create ad hoc

Viaggio a Reims e Mago di Oz: la (ultima?) stagione al vecchio Comunale

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entre il nuovo Parco della Musica ha chiuso i battenti dopo dieci giorni dall’inaugurazione e in attesa che si trovino i finanziamenti per portare l’opera a compimento (vedi articolo a fianco), in quello che ormai è considerato il vecchio teatro del Maggio fervono i lavori per l’inizio della nuova stagione, che parte questo mese per terminare alla fine di novembre. Al contrario degli altri teatri, che fanno corrispondere l’inizio della stagione con gli ultimi mesi dell’anno, il Maggio già nel 2011 aveva inaugurato quella che ha tutti i presupposti per diventare una tradizione, ovvero che il calendario duri come l’anno solare. Si comincia il 18 con il Viaggio a Reims di Gioachino

Rossini, prima opera dell’anno (neanche tra le più conosciute del maestro), che terrà il palcoscenico occupato fino al 24. Subito dopo tocca al Lago dei cigni di Cajkovskij, all’inizio di febbraio, e alla classicissima Tosca di Giacomo Puccini, che verrà messa in scena l’ultima settimana del mese. Segue a ruota, a marzo, una nuova creazione di MaggioDanza, il balletto ShortTime (che verrà messo in scena al Teatro Goldoni) e Anna Bolena di Gaetano Donizetti. Nel mese delle rose si parte con il Festival del Maggio Musicale fiorentino che quest’anno dà fiato alle trombe con un’opera di Strauss, Il cavaliere della Rosa, dal 4 all’11 maggio, insieme al balletto i 4 temperamen-

ti. Poi il nuovo allestimento, realizzato appositamente in occasione della kermesse fiorentina e intitolato Il mandarino meraviglioso, il tutto intervallato da una serie di concerti con alcuni dei protagonisti del panorama internazionale. All’inizio della stagione estiva torna l’appuntamento con il Gala di danza in piazza della Signoria, poi sarà la volta di tre grandi classici: La Traviata di Verdi e le pucciniane Gianni Schicchi e Turandot, spalmate nel periodo che va da luglio a fine novembre. Nel frattempo, nel corso dell’estate fiorentina MaggioDanza offrirà un tributo ai Genesis dal Teatro delle Cascine, a cui /B.B. faranno seguito, nell’ordine, Sechs Tänze e Il mago di Oz.

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I PIÙ LEttI DEL mESE 1. Scioperi in arrivo: si fermano bus, tram e treni 2. Jovanotti: restano sospese le date dell’Ora Tour 3. Firenze assediata dallo smog: scatta il blocco del traffico 4. IL RITRATTO / Casseri, “intellettuale nero appassionato di fantasy” 5. Springsteen, al via la caccia al biglietto. E Madonna...

I VIDEo PIÙ VIStI 1. Spara ai senegalesi in piazza Dalmazia e San Lorenzo: due morti, poi si uccide 2. La rabbia della comunità senegalese: corteo e preghiera

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e parole che fanno un anno. Anche se descrivere quello che accade nel corso di 365 giorni è sempre difficile, abbiamo provato a scoprire quali sono state le parole (e dunque i fatti e i personaggi) che hanno caratterizzato il 2011 fiorentino appena finito. In che modo? Ricercando quelle che sono state le parole più cliccate da voi lettori sul nostro sito, www.ilreporter. it, negli ultimi dodici mesi. Le notizie più cercate, i temi su cui avete voluto saperne di più. E le sorprese non sono certo mancate. Perché (forse a sorpresa, forse no, visto l’enorme eco che ha suscitato in città e non solo), sul gradino più alto del podio si è piazzato il “Jersey shore”. Ebbene sì, l’arrivo a Firenze dei cosiddetti “tamarri” di Mtv, ovvero dei protagonisti del seguitissimo reality show made in Usa, ha sbancato la concorrenza: sono stati tanti, tantissimi, a cercare su www. ilreporter.it notizie e aggiornamenti sulle “imprese” fiorentine di guidos e guidettes. Al secondo posto in questa speciale classifica troviamo il “digitale terrestre”: il passaggio alla “televisione del futuro”, avvenuto lo scorso

i

“Tamarri”

del

JerseY shore,

proTaGonisTi del

novembre, ha messo (e non poco) in apprensione fiorentini e toscani, assetati di consigli e istruzioni per l’uso sullo switch off, cercati - come ormai consuetudine - su internet. Discorso simile per la terza parola più cliccata sul nostro sito nel 2011: “ticket sanitario”. Una rivoluzione, proprio come il digitale terrestre, per i cittadini tosca-

2011

fiorenTino

ni, che da fine agosto hanno dovuto adattarsi a questa novità in fatto di sanità. Scesi dal podio, le parole più ricercate su www.ilreporter.it sono state “sciopero” (per avere tutte le informazioni necessarie nelle diverse occasioni in cui gli autobus e i treni sono rimasti fermi e gli uffici chiusi), “miss Italia” (lo scorso anno il concorso si è

5. E “re Renzi” incatena gli altri sindaci

1207509

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toP FIVE Foto 1. A Novoli sbarca il colosso dei cinema: cinque sale e Fiorentina in 3D 2. Il Circo Nero torna a casa 3. Firenze si veste a festa, è già Natale: luminarie accese e mercatini 4. San Lorenzo il giorno dopo l’agguato: bancarelle “a lutto” 5. Florence Biennale, un’invasione di arte contemporanea in città

SEGUICI SU:

lA GuIDA

3. Furgone sfonda il guard rail e precipita dall’autostrada 4. Pieraccioni in sala tra il pubblico: “Con Monti rideremo di meno”

tenuto per la prima volta in Toscana, a Montecatini Terme), “Fiorentina” (il tifo è sempre il tifo, nonostante le difficoltà delle ultime due stagioni), “Matteo Renzi” (il “cybersindaco”, decisamente a suo agio nel mondo di internet e dei social network), “Hard Rock Cafè” (un’altra delle grandi novità fiorentine del 2011) e “Mutu”, passato la scorsa estate al Cesena non senza rimpianti da parte dei tifosi. I personaggi di casa nostra più cercati, oltre al già menzionato Renzi, sono stati Vittoria Puccini (colpita tra l’altro da un grave lutto familiare) e Roberto Benigni. Questo, in sintesi, il 2011 fiorentino visto attraverso il nostro sito. E per quanto riguarda il 2012 non vi resta che continuare a cliccare su www.ilreporter.it, per cominciare a capire (e a decidere) quali saranno le parole e i personaggi protagonisti dell’anno appena iniziato.

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H

anno dovuto pazientare più del solito, quest’anno, gli amanti dello sci. Sull’Appennino toscano la neve si è fatta attendere. Il paesaggio che offriva l’Abetone in occasione del ponte dello scorso 8 dicembre era tutt’altro che invernale: niente neve, piste e impianti chiusi. Sciatori e snowbordisti sperano di rifarsi in questi primi mesi del 2012, contando sulla tendenza meteorologica che sembra ormai essersi affermata: stagioni “posticipate” e – è l’auspicio neve “a oltranza” anche sulle piste toscane. Su www.ilreporter.it si possono trovare “bollettino neve” e situazione meteo in diretta. Ma se la neve dovesse continuare a fare i capricci, o semplicemente per cambiare un po’ aria, sul nostro sito si può trovare anche una guida alle località sciistiche più economiche di tutta Europa. E qui le sorprese non mancano.


I cittadini Italiani non hanno mai vissuto così a lungo e la loro speranza di vita continua a crescere. Tuttavia, la salute della popolazione è lontana dal collocarsi ai livelli cui potrebbe aspirare: permane un elevato grado di mortalità precoce e circolano ancora malattie che si potrebbero prevenire. Fra i fattori che incidono sulla salute un ruolo importante viene rivestito dagli stili di vita (l’abitudine al fumo, l’alimentazione, l’attività fisica, la dieta, l’alcol, nonché il modo di rapportarsi con gli altri e con se stessi) che hanno in comune una caratteristica importante: sono modificabili dal singolo. Se consideriamo che studi dell’OMS confermano che sulla longevità delle comunità i fattori socio-economici e gli stili di vita, contribuiscono maggiormente al mantenimento della salute rispetto all’ accesso ai servizi sanitari, si capisce quanto sia importante agire sul cambiamento degli stili di vita che possono essere ridimensionati attraverso azioni educative e di promozione della salute. Le informazioni al pubblico sono importanti, ma raramente bastano da sole ad indurre nelle persone l’adozione di comportamenti più sani. Le iniziative di promozione della salute riscuotono in genere maggiore successo e si avvalgono di una serie di metodi che invitano le persone prima a sapere, poi a sperimentare, ed infine ad operare scelte salutari consapevoli nel contesto della vita quotidiana. A Firenze la Società della Salute sta promuovendo, partendo da un’esperienza del Quartiere 4, la diffusione di Gruppi “Salute è Benessere” in ciascun Quartiere ed attualmente sono presenti nel Quartiere 3, nel Quartiere 4, nel Quartiere 5 e tra breve anche negli altri. Questi Gruppi hanno l’obiettivo di mettere in rete più soggetti possibili (singoli cittadini, Associazioni ed Istituzioni) di un territorio in modo da diffondere capillarmente le informazioni e le possibilità esperienziali che i Gruppi pensano di poter offrire alla popolazione. Fanno parte di ciascun Gruppo presente nel Quartiere: referenti del Comune di Firenze, dell’ASL 10 di Firenze, della Società della Salute Firenze, della UISP oltre a Medici, Farmacisti, rappresentanti di Associazioni ed anche Tu, insieme ad altri cittadini, puoi partecipare ai lavori del “Gruppo Salute è Benessere” del tuo Quartiere. L’’importanza del coinvolgimento di tutta la comunità nelle modificazioni delle condizioni che influiscono sullo stato di salute, piuttosto che centrarsi sulle persone esposte a rischio di specifiche malattie esalta l’importanza della responsabilità sociale e della partecipazione del perseguimento del benessere fisico e mentale. Inoltre, facendo leva sull’insieme dei fattori determinanti della salute, la promozione della salute richiede una stretta collaborazione tra i diversi settori della società che influiscono su di essa e non deve essere limitata solo all’apporto, pur importante, che può essere dato dalle strutture sanitarie. Per questo ti chiediamo di partecipare ai nostri incontri, alle nostre attività, anche con semplice proposte.

INFORMAZIONI E CONTATTI Ufficio Promozione Salute Q4 a.forconi@comune.fi.it ASL 10 S.S. Educazione alla Salute patrizia.giannelli@asf.toscana.it Sezione soci Coop Firenze Sud Ovest sez.firenze-so@socicoop.it

ATTIVITA’ MOTORIA E SALUTE

Sono ben noti gli effetti benefici dell’attività motoria sulla salute: protettiva riguardo le patologie cardio-vascolari, alcuni tumori, il diabete e l’osteoporosi, aiuta a prevenire l’ obesità ed influenza positivamente la psiche, riducendo l’ansia e lo stress e contribuendo ad accrescere l’autostima e la fiducia in se stessi. Si può senza dubbio affermare che l’attività motoria migliora la qualità della vita delle persone e ne accresce la sensazione di benessere. E non è necessario svolgere un’attività intensa e strutturata; anche un’attività moderata ed autonoma permette di ottenere grandi vantaggi per la salute. Camminare, andare in bicicletta, utilizzare le scale, sono tutti validi strumenti di salute che possono essere inseriti tra le normali attività quotidiane, senza richiedere particolari abilità o elevati livelli di

forma fisica; senza contare poi che se si svolge un’attività motoria all’aria aperta ed in compagnia di altre persone si incrementa ancor più la sensazione di benessere e si favorisce la socialità e la partecipazione, superando la solitudine e l’isolamento.

CAMMINIAMO INSIEME

Camminare fa bene, perché è l’attività più naturale ed antica dell’uomo, perché non ha vincoli specifici, perché non necessita di particolari attrezzature o abilità, perché lo si può fare ovunque ed insieme a chiunque. Il cammino, sia come forma sostenibile ed abituale di mobilità sia a fini preventivi e ricreativi, è uno strumento prezioso per migliorare la propria salute ed accrescere il proprio benessere, migliorando la qualità della vita. Partecipa alle nostre passeggiate: • dalla sede del Quartiere 4 (Villa Vogel) in via delle Torri Ogni secondo sabato del mese con partenza alle ore 9.30 Prossimo appuntamento: 14 gennaio 2012 • davanti all’ingresso del Centro Commerciale Coop, Piazza Bartali nel Quartiere 3 Ogni terzo sabato del mese con partenza alle ore 9.30 Prossimo appuntamento: 21 gennaio 2012 La partecipazione è rivolta a tutta la popolazione, non occorre l’iscrizione, è gratuita ed il ritorno è previsto alle ore 12.30.

ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA, CORRETTA INFORMAZIONE SUI FARMACI E MOVIMENTO PER UNO STILE DI VITA SANO.

Programma PASSEGGIATE Le passeggiate si svolgono ogni secondo sabato del mese: partenza ore 9.30 dalla sede del Quartiere 4 (via delle Torri) - rientro alle ore 12.30 circa. La camminata è gratuita e aperta a tutti. • Sabato 14 gennaio 2012 • Sabato 11 febbraio 2012 • Sabato 10 marzo 2012 • Sabato 14 aprile 2012 • Sabato 12 maggio 2012 INCONTRI DI PROMOZIONE DELLA SALUTE Ore 17 - 19 presso lo spazio Soci Coop Firenze Sud-Ovest 2° Incontro • 24 gennaio 2012 PRECONCETTI ALIMENTARI. Dietista Angela Arrighi - ASL Firenze 3° Incontro • 20 marzo 2012 AFFETTIVITÀ E CICLO VITALE DELLA FAMIGLIA. Dott.ssa Francesca Pezzoli 4° Incontro • 22 maggio 2012 PASSEGGIATE TRA FIRENZE E SCANDICCI. Dr. Stefano Bugetti

CATEGORIA FARMACOLOGICA Cittadinanza attiva e consapevole

INDICAZIONI Promozione della salute Diffusione di uno stile di vita salute attraverso la partecipazione a passeggiate ed altre attività organizzate in ogni quartiere della citta POSOLOGIA Una passeggiata organizzata al mese Lo sport come attività fisica volta a mantenere in efficienza il corpo… ma anche come momento di partecipazione e socializzazione Ogni appuntamento sarà caratterizzato da un tema specifico AVVERTENZE L’uso consapevole dei farmaci va condiviso con il medico e il farmacista al fine di ridurne gli effetti indesiderati ed ottimizzarne le azioni positive.

GLOSSARIO

SALUTE Completo benessere fisico psichico e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità PROMOZIONE DELLA SALUTE Processo che consente alle persone ed alla collettività di acquisire un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla STILI DI VITA Modi di vivere impostati secondo modelli di comportamento identificabili, che sono frutto dell’azione reciproca di caratteristiche proprie di un individuo e delle interazioni sociali con le condizioni di carattere socioeconomico e ambientale DETERMINANTI DI SALUTE Fattori personali, socioeconomici ed ambientali che determinano lo stato di salute delle singole persone o delle popolazioni. RETE Organizzare in gruppi gli individui, le organizzazioni e le agenzie secondo un’impostazione non gerarchica, sulla base di interessi e questioni comuni che vengono perseguiti in modo proattivo e sistematico e che si fondano sull’impegno e sulla fiducia. Gruppo di Coordinamento Salute è Benessere Q4 a cura di Andrea Forconi, Comune di Firenze Patrizia Giannelli, Azienda Sanitaria di Firenze

Sede operativa: Viale della Giovine Italia n. 1/1 Firenze • Segreteria tel. 055 2616202 - fax 055 2616259 • e-mail: direttore@sds.firenze.it • www.sds.firenze.it Informazione a cura della Società della Salute


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focus

Gennaio 2012

Il RAccONtO/1. Qualche ora al mercato con il fratello di uno dei ragazzi feriti nell’agguato

“C’è paura che possa accadere di nuovo” La SCHEDa

Bara mbenghe ha il suo banco a San Lorenzo,

I dati di Palazzo Vecchio

La ‘’città straniera’’: tutti i numeri

in via Sant’antonino, dal 1997, e proprio

O

gni sette residenti all’ombra del David di Michelangelo, uno è di origine straniera. La maggior parte è rappresentata da rumeni, peruviani e albanesi, mentre la zona con la più alta concentrazione di cittadini immigrati è il centro storico. A Firenze sud vive invece il numero più basso di stranieri. I dati arrivano dall’ufficio statistica del Comune e prendono in considerazione i soggetti che risiedono regolarmente in Italia. Sulle oltre 373mila persone che abitano nel comune di Firenze, 53.275 provengono da oltre confine: il 14,25 per cento della popolazione totale. La comunità straniera più numerosa è quella romena (7.790 cittadini), seguita da peruviani (5.546), albanesi (5.463) e cinesi (4.261). Più limitata, invece, la presenza di senegalesi, 763, la maggior parte uomini (solo 112 sono donne). La zona con il maggior numero di immigrati è il nord ovest della città: nel quartiere 5, tra Rifredi, Novoli e Peretola, abitano oltre 17mila cittadini stranieri, ma in fatto di percentuali la “Firenze vecchia” batte tutti. Un quinto della popolazione del centro storico non è infatti di origine italiana, per un totale di 13.872 immigrati su un numero di residenti totale pari a 67.726 persone. L’area della città in cui l’immigrazione ha avuto il minor impatto, sia quantitativamente che a livello percentuale, è invece il quartiere 3, con 4.055 stranieri, pari al 9,9 per cento degli abitanti. Se si prende in considerazione l’intera Toscana, la provincia di Firenze è seconda solo a Prato per quanto riguarda l’incidenza degli stranieri, stando ai dati dell’ultimo rapporto Caritas-Migrantes: l’11,2 per cento della provincia gigliata, contro il 13,6 per cento dei “vicini” pratesi, dove è alta l’influenza della comunità cinese, una /G.C. delle più grandi d’Italia.

qui il killer ha sparato. “Continuano a dirci che rubiamo il lavoro, come trent’anni fa” Carolina Natoli

A

l mercato di San Lorenzo sono numerosissimi i banchi che ogni giorno offrono al pubblico la più ampia gamma di prodotti, dalla pelletteria a souvenir e bigiotteria, in una delle zone più cosmopolite della città. Uno di questi è di Bara Mbenghe, fratello di uno dei ragazzi feriti per mano dell’estremista di destra Gianluca Casseri proprio davanti al suo banco di via Sant’Antonino. Bara ha 50 anni ed è in Italia dal 1984. Dal 1997 ha il suo banco in via Sant’Antonino, con i due fratelli: vende gadget in legno provenienti dall’Africa e dall’Asia, cappellini, borse e magliette che richiamano lo stile “afro”. Anche lui per un po’ è stato venditore ambulante. Prima di arrivare a Firenze ha vissuto nelle Marche, ma ha preferito il capoluogo toscano per la maggior possibilità di trovare un lavoro stabile. Vive qui con la moglie e ha una figlia. “La mia bambina si trova molto bene con gli altri italiani a scuola – ci racconta Bara, con cui abbiamo trascorso qualche ora – perché i bambini sono naturali, siamo noi adulti che trasmettiamo loro pensieri negativi su chi ha la pelle di un colore diverso, e anche se un po’ chiusi i fiorentini sono molto gentili con noi, e sono molto più tranquilli di tanti altri italiani di altre zone”. Tutti i giorni monta il suo banchino, espone la merce e aspetta i clienti. Molti gli amici o i semplici conoscenti che si fermano a salutarlo e comprare qualcosa. Spesso salta il pranzo per dedicarsi all’attività, ma se si deve assentare il suo vicino, un ragazzo del Bangladesh, lo sostituisce. Sarebbe retorico chiedergli come sta e

Bara mBenGhe

al lavoro al suo Banco

continuare a riportarlo con la mente a quel tragico 13 dicembre. Dopo venti minuti che sono qua mi offre un caffè. La gentilezza e l’umanità dei suoi gesti e delle sue parole si scontrano con il dolore che si legge nei suoi occhi. Le scene che ha vissuto non si cancelleranno mai dalla sua memoria. “C’è ancora un po’ di paura che possa accadere di nuovo. Commettere un omicidio a sfondo razzista è uno dei reati più gravi che ci possano essere nel 2011. Essere razzista è reato. Lo stato non lo identifica come tale, ma ci sono delle organizzazioni che sono state legalizzate e che fanno cortei e manifestazioni contro gli immigrati, e ciò per cui ‘protestano’ fa parte di un’ideologia che dovrebbe essere morta da decenni”. Quel martedì

era seduto davanti al banco con il fratello e altri amici, per qualche chiacchiera in un momento di tranquillità. Squilla il telefono e Bara si allontana. In quegli istanti la tragedia: Casseri apre il fuoco e ferisce il fratello. “La situazione in cui viviamo è la stessa di trent’anni fa – spiega – continuano a dirci che ‘rubiamo il lavoro’, ma sono parole dettate dall’ignoranza e dall’egoismo”. Quella senegalese è una comunità molto unita, ma aperta e volenterosa di far parte del luogo in cui vive. Chiudo il taccuino, e Bara inizia a farmi delle domande sulla mia vita. “I percorsi più duri e difficili, come il mio, se fatti con questo – dice battendosi la mano sul petto, indicando il cuore – saranno i più belli”. Grazie Bara.

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focus

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Il RAccONtO/2. A tu per tu con la comunità senegalese, dopo la doppia aggressione

Incubo razzista, la risposta di Firenze Un mese fa il blitz di Gianluca Casseri, l’estremista di destra che ha fatto fuoco contro cinque persone. ad armare la sua mano l’odio xenofobo Gianni Carpini

D

ue corpi esanimi sull’asfalto di piazza Dalmazia. Una mano armata dall’odio razziale. Dopo la rabbia della comunità senegalese e l’indignazione di una città intera, con 15mila persone sfilate in corteo, è tempo della riflessione. La morte di Mor e Modou ha lasciato una ferita aperta, ma il timore è che, passato il clamore dei fatti, la questione del razzismo strisciante (ri)cada nel dimenticatoio. “Abbiamo ricevuto una risposta molto positiva dalla città, non mi stancherò mai di ripeterlo – commenta Assan Kebe, vicepresidente della comunità senegalese – non vogliamo dare una connotazione razzista a Firenze, alla Toscana e all’Italia. In questo paese esiste però una propaganda politica incline alla discriminazione, che può far presa sui cittadini più fragili, insinuando il pregiudizio che tutti i mali, la crisi e la disoccupazione dipendano dagli immigrati”. Assan, 46 anni, ha passato metà della sua vita a Firenze. Nei momenti dopo il 13 dicembre, giorno del duplice agguato tra piazza Dalmazia e San Lorenzo, il suo telefono non ha smesso di suonare. La comunità senegalese, circa 760 persone in città secondo i dati ufficiali, oltre

mille se si prendono in considerazione anche gli irregolari, è presente a Firenze con una propria associazione dal 1988. Da allora molto è cambiato, nonostante negli ultimi anni stia emergendo un nuovo contesto. “Molte cose sono mutate con la crisi economica, che rende le persone più fragili e toglie certezze alle famiglie – continua Assan - tutto ciò genera una concorrenza tra i ‘diversi poveri’ e spesso l’immigrato diventa il capro espiatorio. Basta una parola, una scintilla per scatenare un incendio”. Il riferimento è alla vicenda di Torino, dove lo scorso dicembre la falsa notizia di uno stupro ai danni di una ragazzina ha scatenato una spedizione punitiva contro un campo rom. Pochi giorni dopo il gesto sanguinario di Gianluca Casseri, killer suicida vicino ad ambienti di estrema destra, che ha riportato in primo piano sentimenti xenofobi latenti. “È un segnale preoccupante. Vanno presi provvedimenti. Lo stesso linguaggio a volte è poco rispettoso. Perché i giornali, ad esempio, continuano a chiamarci vu’ cumprà? Parallelamente servono interventi in favore degli immigrati: viviamo e lavoriamo in questo Paese, contribuiamo al pil italiano e anche noi vogliamo fare dei progetti di

fiori in piazza

dalmazia,

nei Giorni dopo l’aGGuaTo

vita”, dice Assan Kebe. Una richiesta concreta? Il diritto di voto per le amministrative. “Anche noi vorremmo decidere chi governa la città, anche noi ci preoccupiamo di come viene gestita Firenze, dei suoi problemi, dell’ambiente”. Intanto, è stato

(foTo

di

anTonio reTTura)

aperto un conto corrente, presso la Banca Etica, per raccogliere fondi in favore delle famiglie delle vittime e dei feriti. Ecco gli estremi per un contributo: Equobaleno gas in nome della cittadinanza solidale – IT 70 P 05018 02800 000000141080.

CriStina iStrate ass. promozione sociale Italia–Romania

lina CallUPe ass. comunità peruviana di Firenze

marCo HUanG associazione imprenditori cinesi

“Viviamo un linciaggio mediatico”

“Manca la voce degli immigrati”

“I giovani sono più integrati”

“Firenze è da sempre una città accogliente. Da due anni a questa parte, in seguito a una sorta di ‘linciaggio’ mediatico contro i cittadini rumeni, qualcosa è cambiato, c’è più discriminazione. Anche la nostra associazione ha avuto qualche minaccia e intimidazione. Per pochi episodi ci rimette l’intera comunità rumena, composta per la stragrande maggioranza da persone che lavorano e vivono secondo le regole. Servirebbero azioni per promuovere la multiculturalità, anche da parte del Comune”

“La comunità peruviana è di per sé un po’ chiusa, ma stiamo lavorando anche insieme ad altre associazioni per l’integrazione. È un processo lento, ma che pian piano sta andando avanti. Servirebbe più impegno da parte delle istituzioni: da tre anni a questa parte, da quanto si è insediata la nuova amministrazione comunale, si parla poco di migranti e di multiculturalità. Il Consiglio degli stranieri è scomparso e con esso la voce degli immigrati, che invece sarebbe molto importante per una città come Firenze”

“Vivo qui da oltre vent’anni e ho affrontato tanti problemi e difficoltà nella relazione tra le famiglie cinesi e i fiorentini. Firenze è comunque una città che offre abbastanza servizi agli extracomunitari. Ovviamente di ‘stupidi’ per strada se ne trovano ancora, come succede un po’ ovunque. Noto che i giovani hanno molta comunicazione con i ragazzi fiorentini, mentre i cinesi di una certa età vivono un po’ di difficoltà per vari motivi: dalla conoscenza della lingua alla cultura, ma soprattutto per lo stile di vita”


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politica

Gennaio 2012

Il DIbAttItO. Vanno avanti discussioni e prese di posizione sul futuro dello scalo di Peretola

Obliqua o parallela, il dilemma continua La collocazione della nuova pista

sulle varie soluzioni prospettate”. Levata di scudi, sulla questione, da parte del centrodestra: “La Lega Nord Toscana – sostiene Gianni Fava, commissario del Carroccio regionale – ha espresso a suo tempo parere negativo sulla variante al Pit che prevede il potenziamento dell’aeroporto di Peretola attraverso la costruzione di una pista parallela all’autostrada. Questo per evitare il pesante impatto ambientale che tale opera avrebbe sulla Piana fiorentina e su Prato”. Anche il Pdl sceglie la strada dell’attacco, e lo fa senza mezzi termini: “Sul potenziamento dell’aeroporto di Peretola – affermano all’unisono i consiglieri regionali azzurri – chiediamo una parola di verità. Una e una sola. La chiediamo alla giunta regionale, al presidente della Provincia di Firenze, ai sindaci della Piana e del capoluogo. Il tempo delle chiacchiere è finito, e come sostiene l’ex ministro per le infrastrutture Altero Matteoli le responsabilità del mancato sviluppo dello scalo fiorentino sono da addossare alle istituzioni locali. Peretola – concludono i consiglieri regionali del Pdl – così com’è non può competere, e coloro che governano Regione, Provincia e comuni interessati ne risponderanno ai cittadini e alle imprese”.

per il decollo e l’atterraggio degli aerei resta al centro dell’attenzione. Renzi dice la sua, Rossi attende il responso dell’Enac, le opposizioni attaccano Antonio Passanese

P

ista obliqua o parallela? Questo è il problema. Se Amleto fosse vissuto nella Firenze dei nostri giorni chissà, forse anch’egli si sarebbe posto il dilemma. Ad aprire le danze ci pensa il sindaco di Firenze Matteo Renzi che – in un’intervista rilasciata al Corriere Fiorentino sulla collocazione del nuovo tracciato per il decollo e l’atterraggio dei velivoli all’aeroporto di Peretola – afferma: “La pista parallela è l’unica soluzione: se uno vuole fare il Parco della Piana, progetto che condivido, occorre collegarlo al Parco di Castello, non tagliare il rapporto tra Firenze e la Piana e complicare anche l’arrivo della tramvia al Polo di Sesto. L’obliqua ‘regala’ milioni di euro a Ligresti, a cui vanno espropriati i terreni, si avvicina al Polo scientifico di Sesto, al termovalorizzatore e costringe a tombare i laghetti”. E poi, rincara la dose il primo cittadino fiorentino, “il consiglio regionale decida: se c’è una soluzione tecnica efficace, siamo disposti anche a qualche sacrificio. Se invece c’è un monstrum tecnico che serve a fare contenti i politici, fermiamoci: ne abbiamo già uno, la pista attuale. Il Comune farà valere le sue prerogative. Non è una battaglia personale: se siamo tagliati fuori dal circuito aereo, siamo tagliati fuori dal futuro”. Anche AdF, la società per azioni che gestisce l’Amerigo Vespucci, è dalla parte di Renzi. Enrico Rossi, presidente della regione Toscana, invece ci va cauto e, prima di prendere posizioni, preferisce attendere il responso dell’Enac, “che dovrà dare un parere tecnico

SUL PaLCo Ufficiale il passaggio che “chiude un cerchio storico e ha un forte valore simbolico”

Un teatro “della città nella città”: il Comune si prende la Pergola

I

l teatro della Pergola passa ufficialmente nei “possedimenti” del comune di Firenze. L’atto, siglato da Maria Francesca Lastrucci, dirigente della Direzione Patrimonio di Palazzo Vecchio, e da Stefano Lombardi, direttore della filiale Toscana e Umbria dell’Agenzia del Demanio, rappresenta, dopo l’ex carcere di San Gimignano, il secondo esempio, sempre in Toscana, di trasferimento di un bene di demanio storico artistico dallo Stato agli enti locali sulla base di un progetto di recupero e riqualificazione dell’immobile. “Questo passaggio assume

molteplici significati - sottolinea Marco Giorgetti, presidente della struttura – chiude un cerchio storico, in quanto più volte nel tempo il Comune è stato vicino ad assumere la proprietà del teatro, senza mai riuscirci. Ha un forte valore simbolico, in quanto sommandosi all’impegno gestionale condiviso con l’Ente Cassa di Risparmio nella creazione della Fondazione garantisce il futuro dell’attività, e rinsalda il ruolo della Pergola come teatro e punto d’incontro ‘della città nella città’. Evita il rischio, altrove verificatosi con altri teatri dell’ex Eti,

che le strutture perdano l’impronta ‘pubblica’ della gestione, fondamentale nella proposta di un teatro che miri veramente alla crescita di società e cittadini”. In base a questo accordo, Palazzo Vecchio si impegna a mantenere la destinazione teatrale, sperimentando un nuovo modello gestionale ispirato a criteri imprenditoriali, con l’obiettivo di creare un Centro Internazionale di cultura teatrale che possa coniugare attività di formazione, valorizzazione delle lingue nazionali e archivio /A.P. bibliografico e audiovisivo.


politica

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Il cAsO. Barducci non ci sta: “Nessun risparmio e disagi per la gente”

PAlAZZO vEcchIO. Quanto dichiarano i politici

Province game over con SuperMario Redditi, i conti in tasca Ma Palazzo Medici alza le barricate a giunta e consiglieri U

Valentina Buti

A

ltro che Super Mario. Altro che “salva Italia”. Per le Province il governo tecnico guidato da Mario Monti significa “game over”. La manovra decisa dal nuovo esecutivo prevede infatti la loro abolizione per dare respiro alle casse dello Stato. Le Province vivranno fino allo scadere naturale del mandato, poi diventeranno enti secondari composti da dieci consiglieri eletti dai consigli comunali, che a loro volta nomineranno un presidente senza giunta. Le loro attuali funzioni, come la formazione o la gestione dell’edilizia scolastica, saranno spartite tra Regione e Comuni. Alla Provincia di Firenze si dirà addio nel 2014, ma il presidente Andrea Barducci, “deluso dal pasticcio combinato da Monti”, alza le barricate contro un provvedimento ritenuto “incostituzionale, che manda all’aria la pianificazione territoriale a scapito dei cittadini e non aiuterà a risparmiare”. Ma partiamo dall’inizio, ossia dai servizi e dai cittadini. Il bilancio provinciale già approvato dalla giunta dovrà essere rivisto e non potrà più contenere impegni oltre il 2012, pena il rischio di “assegnare dei lavori che poi non potremo fare perché non ci siamo più”, spiega Barducci. Qualche problema i cittadini potranno così trovarlo ben presto sulle strade, con cantieri che non partono o restano a metà, “come sulla Fi-Pi-Li, sulla Mezzana Perfetti Ricasoli o sulla circonvallazione di Bagno a Ripoli”. Oggi, inoltre, è Palazzo Medici Riccardi a gestire il piano interprovinciale dei rifiuti, a coordinare i piani regolatori territoriali, ad assegnare il servizio di trasporto pubblico alle aziende. Tocca alla Provincia pensare alla

Ecco cosa potrà cambiare per i servizi dopo la loro abolizione, dalle scuole a rifiuti e lavoro formazione, aprire ogni giorno i Centri per l’impiego (frequentati ogni anno da 24mila persone in cerca di lavoro) e provvedere all’edilizia scolastica di medie e superiori. Queste competenze, abolite le Province, saranno smistate tra Regione e Comuni. Un passaggio che per Barducci metterà in ginocchio “la pianificazione dei servizi e la loro efficienza”, perché “la Regione è un organismo legislativo non abituato al piano della gestione e i Comuni hanno un raggio d’azione ristretto”. La sua speranza è che la Regione ricorra alla Consulta contro

il presidenTe della

provincia andrea Barducci

“l’incostituzionalità” del provvedimento del governo. E che questa fermi lo “strappo democratico” provocato dall’abolizione per decreto di assemblee elette a suffragio universale. “Una cosa che si faceva 70 anni fa...”, tuona il presidente. Oltre che alla Carta, Barducci si appella alla calcolatrice. La Provincia costa oggi allo Stato un milione e 860mila euro tra giunta e consiglio (65 milioni in totale a livello nazionale). Grava sulle spese correnti per lo 0,62% e quindi abolirla, per Barducci, comporterà “un risparmio irrisorio” che non risolverà il problema dei costi della politica. Per risparmiare davvero si sarebbe potuta seguire “la via delle Province metropolitane, che la Toscana avanza da anni”. Oppure tagliare “rami secchi più dispendiosi” come gli Ato, i Consorzi di bonifica, gli uffici distaccati dei ministeri e “perfino le prefetture che non si sa a cosa servano”, elenca Barducci. Beffa delle beffe, il numero uno di Palazzo Medici Riccardi prevede che, alla fine dei conti, azzerando le Province lo Stato ci rimetterà. In primo luogo a causa della ricollocazione del personale dipendente – novecento lavoratori – che in parte sarà trasferito in Regione con contratti più cari del 20 per cento. E poi a causa degli undici miliardi di mutui accesi per le opere pubbliche dalle Province di tutta Italia. “Che qualcuno, ossia lo Stato, dovrà pur estinguere”, avverte il presidente.

n occhio “indiscreto” si aggira dalle parti di Palazzo Vecchio, sbirciando nelle tasche di giunta e consiglieri. È il Grande Fratello dello Stato, che obbliga i quarantasette eletti del Salone dei Duecento, sindaco e assessori, a rendere pubblici i redditi contenuti nelle loro dichiarazioni annuali con la legge sulla trasparenza. Così, viene fuori che il Paperon de’ Paperoni fiorentino è Giovanni Galli, capogruppo dell’omonima lista civica: l’ex portierone viola, oggi volto delle trasmissioni sportive di Mediaset, è in testa al “redditometro” comunale, con 302.689 euro di imponibile lordo dichiarati nel 2010. La più “povera”, invece, è Lucia Matteuzzi del Pd: ultima arrivata in Consiglio, dichiara solo 1.197 euro. Dietro a Galli, sul secondo gradino del

Il Paperon de’ Paperoni fiorentino è Giovanni Galli podio c’è Valdo Spini, della lista Spini, con 176.972 euro, seguito dalla ginecologa Claudia Livi del Pd con 165mila euro. Se l’ex numero uno viola non ha rivali e surclassa anche il sindaco, che si ferma a 109mila euro, tutti i consiglieri della sua lista hanno sembrano avere di che sorridere. Antonio Giambanco, Massimo Sabatini e Alberto Locchi si piazzano nella top ten dei “ricconi” di Palazzo Vecchio, con redditi tra i 108mila e i 79mila euro. Ma non se la passa male nemmeno la prof Ornella De Zordo, di Perunaltracittà, con un gruzzolo da 88mila euro. Il più ricco di Fli è Riccardo Sarra, con 79mila euro. Nel Pdl spicca il

giornalista sportivo Mario Tenerani, con 71mila euro di tesoretto, mentre il capogruppo Marco Stella sta sui 34mila. Quello democratico, l’avvocato Francesco Bonifazi, dichiara quasi 46mila euro, Eugenio Giani poco meno di 63mila. L’imprenditore tessile Mario Razzanelli della Lega Nord, dai 99mila euro dichiarati nel 2009, scende ora a 48mila. Più giovani e squattrinati, coprono le retrovie della classifica Tommaso Grassi di Sinistra e cittadinanza con 19mila euro, Francesco Torselli (Pdl) e Cecilia Pezza (Pd) con 17mila, e Jacopo Cellai (Pdl), con 16mila. Dichiarano solo o quasi i gettoni di presenza da 92 euro a seduta racimolati tra consiglio e commissioni, che in tutto costano al Comune circa 700mila euro l’anno. Passando alla giunta, la più ricca è Elisabetta Meucci, con 115.379 euro di imponibile lordo annuo. Il primo cittadino Renzi la segue con 109.573 euro, mentre il suo vice Dario Nardella dichiara 69.445 euro. L’assessore alla mobilità, Massimo Mattei, lo sorpassa con 81mila. Ultima in questa speciale classifica l’assessore all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi, con 59mila /Nat.Bin. euro.

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Gennaio 2012

l’INIZIAtIvA. Per avviare l’iter parlamentare per l’introduzione della legge servivano 50mila firme

Omicidio stradale, obiettivo raggiunto

L’

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obiettivo è stato raggiunto con un mese di anticipo e il tetto delle firme necessarie è stato superato: quelle raccolte sono circa 53mila, ne bastavano cinquantamila. Era questa la quota sufficiente per avviare l’iter parlamentare della proposta di legge per introdurre il reato di omicidio stradale, che mira a inasprire le pene per chi guida sotto l’effetto di alcol e droga. L’iniziativa è stata portata avanti dall’associazione Lorenzo Guarnieri, fondata dai genitori del giovane che perse la vita in un drammatico incidente stradale. Il Reporter da tempo si è schierato a fianco dell’associazione, ed è bello che questa pagina ospiti finalmente la buona notizia del traguardo raggiunto. Le firme sono arrivate da tutta Italia, nessuna provincia esclusa, e ce ne sono anche 280 arrivate da italiani residenti all’estero (Usa, Canada, Europa, Cina). Chiaramente Firenze e provincia fanno la parte del leone, con undicimila firme (20 per cento del totale). Seguono le città di Roma con 3.322 firme (6%), Milano con 2.781 (5%), Torino con 2.677 (5%), Palermo con 1.936 (4%), e le province di Latina con 1.852 sottoscrizioni (3%), Alessandria con 1.474 (2%), Livorno con 1.267 (2%) e Brindisi con 1.117 (2%). Nel dettaglio, la proposta di legge vuol introdurre la fattispecie di “omicidio stradale” per chi uccide guidando sotto l’effetto di alcol e droghe. Le pene passerebbero dai 3-10 anni attualmente previsti a un minimo di 8 e a un massimo di 18 anni. La proposta di legge prevede inoltre l’arresto in flagranza di reato e “l’ergastolo della patente”: a chi guida sotto l’effetto di alcol o droga sarà tolta definitivamente la patente dopo un omicidio. Al momento, invece, è prevista solo la revoca temporanea del permesso di

guida e nessuna misura cautelare. Le firme sono state consegnate al sindaco di Firenze Matteo Renzi lo scorso dicembre, in occasione della festa organizzata all’Obihall per festeggiare il compleanno dell’associazione. E, negli stessi giorni, è arrivata anche un’altra buona notizia, ovvero lo stanziamento da parte del Comune di 500mila euro destinati in parte a interventi di miglioramento della sicurezza stradale. Tra quelli approvati dalla giunta di Palazzo Vecchio ce ne sono alcuni rientranti nel progetto David, curato dall’associazione. Nella delibera recentemente approvata si prevede, tra l’altro, l’installazione di paline semaforiche lungo la direttrice viale Lavagnini-viale Matteotti-piazzale Donatello-piazza Beccaria, in modo da poter comunicare ai veicoli in transito sia la presenza della cosiddetta “onda verde semaforica” sia la velocità consigliata per poter trovare verdi i semafori presenti nel percorso. E ancora, la messa in sicurezza dell’attraversamento pedonale in via Reginaldo Giuliani subito dopo l’incrocio con via Crocetta e via Pontormo: in questo caso, per evitare la sosta selvaggia delle auto che impedisce ai veicoli in arrivo di vedere i pedoni, è stato deciso di allargare il marciapiede e di proteggerlo con una serie di elementi parapedonali. E il lavoro dell’associazione, adesso che le firme sono state raccolte, va avanti, e si concentra proprio sul progetto David. In attesa che la legge diventi realtà.

Il traguardo è stato centrato con un mese di anticipo rispetto al “programma”, e il tetto delle sottoscrizioni necessarie è stato superato. Grande soddisfazione da parte dei genitori di Lorenzo Guarnieri. ora si lavora al progetto David

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al volante

Gennaio 2012

l’INchIEstA/1. Viaggio nelle strutture meno utilizzate dagli automobilisti nel capoluogo

Multipiani e scambiatori deserti, quando le aree di sosta fanno flop Per realizzarle sono servite decine di milioni di euro, ma sono costantemente snobbate da conducenti e scooteristi: stiamo parlando delle costruzioni di piazza alberti e viale Europa e del nuovo reparto per motorini sotto la stazione. ma le tariffe aumentano, così crescono gli incassi di FiPark

il parcheGGio soTTerraneo di

la Terrazza del mulTipiano di piazza

alBerTi

forTezza fiera

il reparTo per moTo e scooTer soTTo

sanTa maria novella

Valentina Buti

I

l parcheggio c’è, ma chi lo usa? Un paradosso in una città con 202mila auto, afflitta dalla lotta quotidiana per il posto sotto casa. Eppure è lunga la lista dei parcheggi di struttura che rimangono spesso e volentieri semivuoti. Il multipiano di piazza Alberti, lo scambiatore di viale Europa e il nuovo reparto per motorini sotto la stazione Santa Maria Novella sono solo alcuni dei park snobbati da automobilisti e scooteristi. Nonostante le decine di milioni di euro servite per realizzarli. Partiamo dall’ultima creazione di Firenze Parcheggi, la spa che gestisce la sosta in città: l’area sotterranea per le due ruote inaugurata a fine luglio a Santa Maria Novella. È misero il resoconto di un sopralluogo effettuato alle dieci di mattina di un mercoledì d’inverno: dei 181 posti per gli scooter solo 28 sono occupati. A niente, per ora, è valsa la tariffa superscontata di un euro al dì. A niente è valso riservare alle due ruote una strada d’accesso al parcheggio seminterrato. Eppure per realizzarlo sono serviti 50mila euro. “I centauri, non c’è

verso, continuano a preferire la sosta abusiva”, allarga le braccia l’ad di FiPark, Marco Carrai. Pure peggio in periferia. Tocca il fondo lo scambiatore di viale Europa, che venne inaugurato sei anni fa per consentire ai pendolari di lasciare l’auto e raggiungere il centro con i mezzi pubblici. Prova sul campo: 19 posti occupati su 202 disponibili. Praticamente, lo scambiatore non riesce a riempire nemmeno un decimo della sua capacità. Il suo indice di occupazione è del 20 per cento, secondo la media di FiPark. E sembra una stima che pensa positivo. “Questione culturale”, come dice Carrai? Sta di fatto che il parcheggio non ha mai spopolato. E nel 2011, inesorabile, è arrivato il tracollo da crisi: tra gennaio e settembre incassi in picchiata del 20,3%. Dai 35mila euro del 2010 a 28mila. I bus Ataf 8 e 23 diretti verso il centro sfrecciano davanti allo scambiatore senza fermarsi, tanto di passeggeri nemmeno l’ombra. L’unico che incontriamo è Duccio Cerreti, che torna dalla sua cartoleria in centro: “Ho fatto l’abbonamento, pago solo due

euro per 12 ore, è un po’ scomodo ma conviene”. Altro flop il parcheggio di Fortezza Fiera, che tutto sommato tiene dal punto di vista degli incassi (+6% dal 2010 al 2011) ma che riporta un indice medio di occupazione giornaliera poco incoraggiante, pari al 20%. Più scuro che chiaro anche il quadro del multipiano in piazza Alberti. In mattinata, durante il nostro sopralluogo, il piano terra è pieno, gli altri assai meno. Quando si sale sulla terrazza sembra di stare in mezzo alla tundra desolata. Non c’è nemmeno una macchina. Una beffa, considerati i 313 posti disponibili. Il suo indice di occupazione è ballerino, spiega Carrai. Fino al pomeriggio si aggira intorno al 30%. Durante la notte, grazie ai residenti con l’abbonamento, si riempie per l’80%. Ma è insufficiente per non far rimpiangere i 16 milioni di euro in project financing che sono serviti per costruirlo. Qualche gioia (economica) per Fipark arriva dalle strutture di piazza Beccaria e Sant’Ambrogio, che insieme al sotterraneo della stazione lavorano a pieno regime. Sono loro che tengono in pie-

lo scamBiaTore di viale

europa

di il bilancio della spa della sosta. Il parcheggio di piazza Beccaria, con un indice di occupazione del 100%, ha incassato 490mila euro tra gennaio e settembre 2011: il 17% in più rispetto all’anno precedente. Sant’Ambrogio, nello stesso periodo, regala a Fipark un tesoretto da 302mila euro (+29%).

Boom per il posteggio di Porta al Prato, vera sorpresa dell’anno con 42mila euro (+36%). In totale, FiPark è passata da 6,6 milioni di incassi del 2010 a 8,2 nel 2011 (+25%). Merito dell’aumento delle tariffe dal gennaio scorso. E di un aumento degli accessi che, fino a luglio, è stato del 4 per cento.


al volante

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l’INchIEstA/2. L’impianto sotterraneo di S.M. Novella continua a scontentare fiorentini e turisti

Caro parcheggio, quanto mi costi Valentina Buti

Per la prima ora si spendono tre euro non frazionabili: anche chi si ferma

“M

solo dieci minuti non ha sconti. non esistono nemmeno abbonamenti

i conveniva di più pagare la multa per il divieto di sosta...”. Parcheggio sotterraneo della stazione di Santa Maria Novella: davanti alle casse automatiche c’è la fila. Tante persone e un unico, insindacabile giudizio: “Parcheggiare qui è comodo ma troppo caro, carissimo”. Margherita Baldanzi ci lascia l’auto solo perché “costretta per lavoro”. Altrimenti farebbe volentieri a meno di spendere “la bellezza di tre euro per venti minuti di sosta”. Un sentimento condiviso da turisti col trolley e business man, dalla mamma che ha accompagnato il figlio alla stazione e dalla cacciatrice di sconti che sfrutta la pausa pranzo per farsi un giro nei negozi del centro: “Una cifra esagerata”. La prima ora di sosta al parcheggione di Santa Maria Novella costa infatti tre euro pieni “non frazionabili”. Significa che anche chi fa un parcheggio mordi e fuggi paga il prezzo intero: tre euro e non si scappa, che sia uno stop di un quarto d’ora o di 59 minuti. Poi si scala, o meglio si scagliona: la seconda ora di parcheggio e quelle successive valgono sempre tre euro, ma contano le mezzore. Chi parcheggia per un’ora e mezzo spende così 4.50 euro, chi si ferma un’ora e tre quarti sei euro, tariffa piena. Chi lascia l’auto per l’intera giornata si prepari a sborsare 72 euro: non esiste infatti un abbonamento giornaliero salvatasche. L’unico sconto contemplato è un forfettario per cinque giorni a “soli”, si fa per dire, 140 euro. “Un bel salasso, nemmeno a Roma è così caro”, si lamenta Roberto, arrivato dalla capitale per motivi di lavoro. Dopo un giorno trascorso a Firenze, per lui è il momento di recuperare l’auto. Partirà più “leggero” di 69 euro: tanto gli costa la sosta di 24 ore scarse nel parcheggione. “Ad averlo saputo sarei venuto col treno”, commenta. Ma prova a consolarsi: “Lasciare la macchina a 500 metri dal Duomo è così comodo...”. E in effetti, posizionato a due passi dal cuore della città, scavato nel ventre della stazione centrale, il parcheggio sotterraneo è una manna per pigri e frettolosi che non vogliono o non possono rinunciare all’auto. Ma non può dirsi lo stesso per il loro portafoglio. In compenso è una gallina dalle uova d’oro per Firenze Parcheggi. Basti pensare che tra gennaio e settembre scorsi ha fruttato ben tre milioni e 186mila euro, con i suoi 901 posti a pagamento sempre occupati al cento per cento: un balzo in

giornalieri “salvatasche” (presenti – e apprezzatissimi - in altre città d’Italia) e alle casse i commenti si sprecano: “mi conveniva prendere la multa...”

il Tariffario del parcheGGio inTerraTo di

sanTa maria novella

avanti del 13% rispetto all’anno precedente. Un po’ ha contribuito l’aumento delle tariffe in vigore dal gennaio scorso, ma gli accessi, nonostante il rincaro, sono cresciuti del 3-4% fino a luglio. Solo in quel mese se ne sono contati 58.294, il record nella storia di Firenze Parcheggi. Poi si è verificato un calo di presenze che l’ad della società, Marco Carrai, riconduce “alla crisi economica”. Ma perché un parcheggio così caro? “È chiaro che più ci si avvicina al centro più le tariffe aumentano”, si giustifica Carrai, spiegando che “a parità di caratteristiche in Italia ci sono parcheggi anche più cari”. Sia quel che sia, la comodità ha il suo prezzo. Lo testimonia l’altro centralissimo parcheggio fiorentino, quello interrato di San Lorenzo. Qui, nei giorni feriali si pagano 2 euro l’ora o a frazione dalle 7 alle 14, 3 euro la seconda ora, addirittura 8 quelle successive. Uno stratagemma, la progressiva lievitazione della tariffa, studiato ad arte per soddisfare le esigenze dei commercianti, che richiedono una maggiore rotazione di clienti. A ben vedere, però, nelle altre città italiane i prezzi sono meno esosi, o per lo meno esistono formule di abbonamento più convenienti che fanno digerire meglio il caro-parcheggi. A Bologna, il parcheggio centrale di Staveco costa 2 euro l’ora e 11 l’intera giornata. Il centralissimo parcheggio di via Mascagni a Milano costa come quello di Santa Maria Novella, 3 euro l’ora, ma ha un giornaliero di 28 euro. Lo stesso a Torino: l’interrato del salotto buono della città, il Vittorio Park, vale un euro per ogni ora di sosta, 15 tutto il dì. Un’opportunità, quella dell’abbonamento giornaliero, che Firenze Parcheggi sta prendendo in considerazione e “che potrebbe arrivare fin da quest’anno al parcheggione centrale, insieme a una nuova tariffa notturna da un euro l’ora”, anticipa Carrai. Per il momento, però, la fila alla cassa automatica di Santa Maria Novella continua a borbottare. Enza, arrivata in città da Lido di Camaiore per lavoro, ha appena speso 34 euro per mezza giornata di sosta e si abbandona: “Mi conveniva lasciare l’auto in doppia fila: la multa mi sarebbe costata meno”.


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lA PAtOlOGIA. La gastrite è diffusissima, ma i rimedi non mancano

Quando lo stomaco prende fuoco Giulia Righi

Il colloquio con lo psicologo ora si fa anche in farmacia

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A

lzi la mano chi non la conosce, quella sensazione di stomaco in fiamme, quell’odiosa percezione di un fuoco che divampa in pancia. Solitamente, e un po’ impropriamente, passa sotto il nome di gastrite, termine della vecchia medicina che i pazienti utilizzano per descrivere il mal di stomaco, la digestione lenta, la pesantezza. Tutte cose piuttosto antipatiche, che solitamente corrispondono a uno stato infiammatorio dello stomaco. “Può avere diverse cause – spiega il professor Giacomo Trallori, gastroenterologo – quella più diffusa è la presenza dell’helicobacter. La seconda è il consumo di farmaci antinfiammatori, la terza il consumo di cibi avariati o alterati. E la quarta è l’eccesso di cibo, che espone lo stomaco a un aumento della bile: si tratta della gastrite da reflusso biliare”. Spesso si è portati a credere che la gastrite sia molto legata anche allo stress. Vero, ma con qualche precisazione: “Prima della scoperta delle cause scientifiche – prosegue il professore – si tendeva a imputare maggiormente la gastrite allo stress. Certamente possiamo dire che lo stress peggiora la situazione di chi già soffre di stomaco, perché ne aumenta la peristalsi, cioè i movimenti, peggiorando la sensazione di dolore”. Per fortuna, ed è il privilegio di vivere da questa parte di mondo e in questi tempi, i farmaci per curare la gastriteQ1 non mancano: “La scoperta

lA NOvItÀ. Sperimentazione in tre esercizi

di farmaci come la cinetidina, la ranitidina e gli omeprazoli – spiega Trallori – ha fatto sì che non si operi più allo stomaco, mentre negli anni ‘70 gli interventi chirurgici erano molto diffusi”. Oggi, quando la causa della gastrite è l’helicobacter, la cura è un semplice antibiotico, per 7-10 giorni, associato a un protettore dello stomaco, come l’omeprazolo: “La possibilità di sradicare l’helicobacter – dice ancora il professore – ha fatto fortemente diminuire le ulcere duodenali, le ulcere gastriche e le gastriti severe”. E, notizia ancora più confortante, nella nostra regione è molto diminuita l’incidenza di tumori gastrici: “Prima in Toscana, specialmente in zone

come il Casentino e il Mugello, erano molto diffusi. Oggi fortunatamente non lo sono più come prima, grazie al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e delle tecniche di conservazione degli alimenti”. Ad aumentare, specialmente negli ultimi dieci anni, è stata invece la diffusione della malattia da reflusso: “La colpa è del fatto che mangiamo e beviamo troppo. E per questo, come per la gastrite, è importante ricordare che sì, i farmaci ci sono, ma dobbiamo sorvegliare anche l’alimentazione e stare attenti specialmente ai grassi e agli alcolici”. E rivolgersi al medico per la prescrizione di medicine, evitando i rimedi fai da te.

al 9 gennaio a Firenze è sbarcata una novità: in tre farmacie dell’Afam, previo appuntamento, i cittadini hanno la possibilità di ottenere un colloquio con uno psicologo. Si tratta di un progetto sociale, senza fini di lucro, e promosso da Educazione continua in sanità e sviluppato in collaborazione con la società Afam farmacie fiorentine, l’Ordine degli psicologi della Toscana, l’Ordine dei farmacisti della Provincia di Firenze insieme a DiversaMente, l’associazione toscana di promozione sociale per la salute mentale. Il servizio è attivo (e gratuito) nelle farmacie di viale Calatafimi, viale Europa e via Canova. Si tratta di un progetto pilota, che avrà una durata semestrale (con la possibilità di replicare fino alla fine del 2012), patrocinato dal Comune con la collaborazione dei Quartieri 2, 3 e 4. L’obiettivo del progetto è quello di diffondere e promuovere la cultura del benessere psicologico e prevenire situazioni relazionali disfunzionali, in modo da migliorare la qualità della vita delle persone e dei loro familiari. Psicologi e psicoterapeuti con formazione specifica sono a disposizione di chi sta vivendo una situazione di difficoltà o semplicemente di indecisione, per offrire una prima consulenza psicologica e, nel caso in cui sia ritenuto necessario, indirizzare i pazienti verso un supporto professionale. Le farmacie Afam aderenti al progetto inizialmente sono tre (ma potrebbero aumentare), collocate nei quartieri 2, 3 e 4. Si tratta della farmacia 6-Campo di Marte (viale Calatafimi 6r), della farmacia 10-Europa (viale Europa 191) e della farmacia 18-Canova (viale Canova 148/150). Gli psicologi e psicoterapeuti ricevono negli ambulatori adiacenti a queste farmacie: per prenotare un appuntamento gratuito è sufficiente telefonare al numero 392/6104349 dal lunedì al sabato in orario lavorativo.“Come Comune di Firenze – ha sottolineato l’assessore Stefania Saccardi – siamo molto soddisfatti di questa iniziativa che offre, in un momento particolarmente difficile per le persone e le famiglie, una opportunità alla cittadinanza di ottenere gratuitamente un colloquio orientativo con personale qualificato”. /B.S.

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Gennaio 2012

tuRIsMO lOW cOst/1. Aumentate le rotte cheap e le occasioni per svagarsi senza svenarsi

Viaggiare in tempo di crisi: risparmiare si può, ecco come Ludovica V. Zarrilli

V

iaggiare costa? Sì, è vero. Spostarsi da una parte all’altra in auto, in treno o in aereo, mangiare fuori, trovare un albergo, e poi c’è lo shopping. Non si può tornare da una qualsiasi destinazione, anche da un veloce weekend in una capitale europea, senza aver comprato almeno un souvenir, che si tratti di un costoso vestito o di una calamita ricordo. Ma, a ben guardare, un modo per risparmiare si trova sempre, soprattutto se si ha voglia di pianificare tutto con cura prima della partenza. Prendiamo ad esempio i voli messi a disposizione dalle compagnie low cost. È notizia recente l’aggiunta, da parte della compagnia irlandese Ryanair, di altre cinque rotte alla moltitudine di destinazioni a cui si può arrivare partendo dall’aeroporto Galileo Galilei di Pisa. Cefalonia, Kos e Creta in Grecia, oltre a Malmo in Svezia e Cork in Irlanda: sono questi gli ultimi

luoghi a cui si potrà andare a dare una capatina, spendendo poche decine di euro (se si prenota in occasioni di offerte o con largo anticipo) da oggi in avanti. E se è vero che a Firenze non fa scalo nemmeno una compagnia a basso costo, è altrettanto vero che a Pisa c’è l’imbarazzo della scelta: dalla spagnola Vueling, che vola verso la gran parte delle città della penisola iberica, alla Wizz Air, che invece viaggia verso i Paesi dell’Europa dell’est, fino alla utilizzatissima Easyjet e a Transavia, che invece punta verso l’Olanda. E le mete dove andare per concedersi qualche giorno di vacanza spendendo poco sono diverse: dal bellissimo Marocco, dove il cambio favorevole fa vivere splendide ferie con poche centinaia di euro, al Portogallo dove, sebbene i prezzi siano aumentati, si riesce ancora a mangiare (bene) con dieci euro e a bere un caffè per 50 centesimi. Bellissima e a buon mercato anche la Polonia, con voli low cost per le organizzatissime e super moderne Varsavia e Cracovia, due città da riscoprire. Chi invece di viaggiare fuori dai confini

nazionali proprio non ne vuol sapere, può sempre pensare di andare un paio di giorni alle terme - in Toscana ce ne sono molte - magari sfruttando le proprietà benefiche delle acque sulfuree delle sorgenti libere, dove non occorre pagare nemmeno un centesimo per trascorrere qualche ora sguazzando al caldo. Un esempio sono quelle di Petriolo, molto frequentate e poco distanti da Siena, ma varrebbe la pena fare un salto anche a Saturnia, dove i più spericolati fanno il bagno anche nei canali e nelle pozze lungo la strada, oppure a Bagno Vignoni, dove le vasche offrono anche un bellissimo panorama sulla Val D’Orcia. E ancora, chi non riesce a rinunciare alla comodità di fare una doccia e di avere delle ciabattine pronte quando esce dall’acqua, può iscriversi ai gruppi d’acquisto tipo Groupon o Groupalia, che periodicamente offrono pacchetti vantaggiosi non solo per giornate all’insegna del benessere, ma anche per soggiorni in alberghi scontatissimi, cure estetiche, sedute di trucco e parrucco e per qualche oggetto da regalarsi.

arrivano nuove destinazioni (Svezia, Grecia e Irlanda), ma per chi è alla ricerca di voli economici l’offerta è ampia. Ghiotte anche le proposte per coloro che non hanno voglia di prendere l’aereo e vogliono godersi le bellezze del granducato marraKeCH marocco

liSBona Portogallo

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L’Africa a portata di mano

Bella, decadente e godereccia

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Un aereo low cost da Pisa e il gioco è fatto, si scopre uno dei Paesi più belli del Mediterraneo con poche ore di volo. Un assaggio d’Africa a portata di mano, una cultura tutta nuova, i mercati e le piazze più belle, le stradine strettissime e la gente accogliente e disponibile. Un mare bellissimo a un centinaio di chilometri e il piacere di spendere poco per visitare un luogo straordinario.

Strade sali e scendi e tram che percorrono il centro della città rendendo tutto più romantico. Lisbona, ultimo pezzetto d’Europa affacciato sull’Atlantico, conserva ancora il fascino del secolo scorso e se arte, atmosfera decadente e prezzi modici non bastano, c’è l’ottima cucina che riuscirà sicuramente a convincere anche i più scettici.

I frequentatori più assidui sono gruppetti di giovani che vanno a passare, tra la natura e le acque calde e benefiche, i weekend o le sere d’estate, ma le terme di Petriolo, come le vasche en plein air di Bagno Vignoni e Saturnia, sono un luogo ottimo per trascorrere una giornata di relax senza necessariamente dover spendere.


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tuRIsMO lOW cOst/2. In Toscana si diffonde il network. Firenze tra le mete più ambite

Quelli che scambiano casa (e girano il mondo gratis) Antonio Passanese

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n tempi di crisi ci si inventa di tutto pur di concedersi qualche giorno di agognato riposo. Dove non importa, basta fuggire dalla routine quotidiana e dalla città. Se vorreste iniziare il nuovo anno prenotando (o partendo per) una vacanza, ma vi accorgete di essere a corto di denari o di idee, lo scambio casa può essere la soluzione che fa per voi. Scorrazzando per il web ci si imbatte in un’ampissima letteratura sulle cosiddette “vacanze cheap”. Chi vuole provare un’esperienza di vacanza del tutto inusuale, affidandosi a un network sicuro, può cliccare sul sito www.scambiocasa.com, dove si potrà cominciare a sognare e a organizzarsi dopo qualche semplice sguardo alle pagine virtuali. Sì, perché nonostante i pregiudizi, grazie a questa forma alternativa di fare i turisti, il mondo per voi non avrà più confini: se desiderate un loft nel cuore di Londra, Parigi o Berlino, se il vostro sogno è una masseria superlussuosa nel sud Italia, un appartamento a New York o a Istanbul, o se quello che state cercando è una villa in Spagna o in Australia, basta cliccare, trovare la famiglia giusta e il gioco è fatto. I commenti degli internauti su questo nuovo modo di concepire la vacanza sembrano oltretutto lusinghieri. Dunque, c’è da star tranquilli. Sappiate poi che il “do ut des”

è completamente gratuito. Naturalmente ci sono piccole regole di civiltà da seguire. Per esempio: mai lasciare la casa sporca o in disordine, la vostra scheda potrebbe essere cancellata definitivamente dal sito. Ma nella corrispondenza e nelle telefonate che precederanno lo scambio ogni possibile dubbio potrà essere fugato. Gli esperti consigliano – per non avere amare sorprese – di scegliere le proposte con molte foto e una buona descrizione. In Toscana il fenomeno è in crescita, e per chi abita a Firenze ci sono ottime probabilità di trovare soluzioni soddisfacenti. La città gigliata, infatti, è tra le mete più ambite, e sono 380 in tutta la Toscana gli iscritti al network internazionale. In Italia gli house swapper sono moltissimi, tanto che è nato perfino un libro, o meglio una guida: “Scambio casa, istruzioni per l’uso”. A soli 10 euro saprete come diventare degli “scambisti” perfetti e come cogliere le migliori occasioni. L’iscrizione al sito ha un piccolo costo che varia in base al tempo della pubblicazione dell’annuncio. Si parte da 29 euro l’anno fino ad arrivare a 120. E se nell’arco di un anno non si riesce nell’impresa di organizzare nemmeno uno scambio? Semplicissimo, il sito vi regala un altro anno di iscrizione gratuita. Se invece non avete una casa da scambiare, ebbene esiste una soluzione anche per voi. Su housecarers o su housesitworld ne potrete trovare una da custodire. E allora, buon ricerca e buone vacanze.

aleSSia anGeli Lucca

eroS GiorDano Prato

m. Carmela oStillio Firenze

“Mia figlia? Cinque anni e tanti scambi”

“È tutta questione di fiducia”

“È come andare da amici”

“È una delle cose più belle che abbia mai fatto in vita mia e sono rimasta in contatto con moltissime delle persone con cui ho fatto uno scambio di casa negli ultimi 15 anni. La mia bambina, che oggi ha 5 anni, ha cominciato a far scambi ancor prima di arrivare in culla: ero ancora incinta quando la portai con me e il mio compagno a fare un viaggio all’estero”

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“Non ho nessun problema a lasciare la mia casa a qualcun altro. È tutta una questione di fiducia, anche se è ovvio che si tende a non lasciare oggetti eccessivamente preziosi sparsi per la casa. Trovo che sia un modo fantastico di viaggiare in ogni periodo dell’anno, e capita spesso di stringere amicizie che poi durano per molto tempo”

INCREDIBILE:

“All’inizio è stato un po’ come ‘divertirsi con poco’: guardare, osservare, prendersi il lusso di un po’ di tempo per decidere, scegliere tra varie alternative. Se poi si aggiunge la divertente possibilità di conoscere e incrociare i padroni di casa, si raggiunge la sensazione di andare a trovare degli amici, dei parenti. Prossima tappa? Berlino!”

8 CM DI PUNTO VITA, 2 TAGLIE IN MENO IN SOLE 4 SETTIMANE

LA RIVOLUZIONE DEL DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO

Anche a Firenze il nuovo metodo scientifico che ha stupito l’Europa Firenze- Il problema per molti non è dimagrire, ma farlo nei punti giusti. Sempre più donne e uomini dimostrano di non temere gli eventuali sacrifici necessari per perdere peso, essendo ormai consapevoli dello stretto rapporto che lega la forma fisica allo stato di salute. Gettare alle ortiche le cattive, vecchie abitudini - come una dieta ricca di grassi e una vita sedentaria - non è dunque considerato il passo più difficile, come un tempo. La vera prova del fuoco è snellire dove serve, senza dover privare la silhouette e il viso delle caratteristiche che individuano un corpo cosiddetto “ben scolpito”. Spesso, invece, il dimagrimento si accompagna ad una perdita diffusa di tonicità ed elasticità, lasciando qualche rimpianto e andando così a minare la volontà individuale di continuare a mantenersi in forma. Finalmente anche nella nostra città arriva un metodo specifico e rivoluzionario per il dimagrimento localizzato, l’ideale per intervenire dove è realmente necessario. Il metodo è stato testato scientificamente con un bre-

vetto europeo denominato “Airpressure Bodyforming” UEEP2020 979 presso l’istituto austriaco IMBS (Istituto Consulenza Medicina dello Sport). In tutta Europa, già nel 2010, oltre 250.000 persone hanno ottenuto risultati eccezionali, in oltre 850 strutture esclusiviste distribuite sul territorio comunitario. Presso il centro Victoria Beauty, esclusivista di zona, sono stati confermati gli eccezionali risultati e 117 persone residenti nella nostra città hanno testato il metodo: 8,8 cm di riduzione media sull’addome, circa 2 taglie e 3 buchi di cintura in meno in sole 4 settimane. Il metodo di lavoro è semplice e alla portata di tutti e si sviluppa con soli 30/40 minuti di trattamenti, 3 volte alla settimana, utilizzando una speciale fascia e il pantaloncino. Il sistema, abbinato ad altre importanti tecnologie come pressoterapia, stimolazioni biodinamiche ed altri macchinari e strategie permette di raggiungere degli obiettivi personalizzati “SU MISURA”, il tutto supportato dal circuito specifico del centro Victoria Beauty di Via Boccaccio 38, specializzato in trattamenti estetici di wellness e relax. Presso Victoria Beauty vengono infatti effettuati tutti i trattamenti estetici ed un esclusivo metodo di ELIMINAZIONE DEFINITIVA DELLE SMAGLIATURE. Un team di specialisti del settore si occupa dell’equilibrio psicofisico a 360°, garantendo numerosi servizi volti al raggiungimento di uno stile di vita salutare, Victoria Beauty interamente nel segno del benessere, facendo sì che all’apparenza corrisponda davvero la sostanza.

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zoom

Gennaio 2012

cuRIOsItÀ. La toponomastica fiorentina è caratterizzata da numerose bizzarrie tutte da scovare

A naso all’insù tra brache e belle donne

via delle

Brache (GiÀ

via dei

leGnaioli)

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via dell’inferno

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limBo

via delle

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Belle donne

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via delle

serve smarriTe)

Benedetta Strappi

Fra le strade

M

con i nomi

etti una giornata a naso all’insù, metti di giocare a fare il turista anche se turista non sei e di farsi un giro per le strade di Firenze dai nomi più strani. E chi lo avrebbe mai detto, ad esempio, che esiste una via delle Belle Donne? Cosa si fa esattamente in via Stracciatella? Perché c’è pure via delle Brache? E ancora: perché via del Parlascio prima era dedicata alle Serve Smarrite? La parlata toscana affascina, il fiorentino pure. E quando si tratta di toponomastica, di parole strane che diventano nomi di strade, la faccenda si fa avvincente. E i “nostri” nomi piacciono talmente tanto che alcuni studenti della Corea del Sud studiano il modello fiorentino: alcuni allievi della Kyung Hee University stanno portando avanti un’analisi dei sistemi di numerazione civica e di denominazione delle aree stradali di alcune città europee, in vista di una eventuale riorganizzazione toponomastica nel loro Paese. Ed è per questo che negli scorsi mesi hanno fatto visita al servizio statistica e toponomastica del Comune, prima di volare a studiare i nomi delle rues parigine. E intanto, da qualche mese, anche i ponti fiorentini hanno avuto diritto a una targa (anzi, due per ciascuno) che ne illustra il nome.

più fantasiosi si incontrano via Stracciatella, via del Limbo e via dell’Inferno, e si scopre che via del Parlascio un tempo era invece dedicata alle Serve Smarrite. alcuni studenti sono arrivati fin dalla Corea del Sud per imparare il nostro sistema di numerazione 1187690

e nomenclatura



Il PuNtO. La squadra ha chiuso il 2011 vicina alla zona retrocessione: tifosi preoccupati per il 2012

Fiorentina, un copione da indietro tutta Sembra una vita fa, eppure tutto è cominciato con quel tiro di Robben infilatosi al sette della porta di Frey, sotto la Ferrovia. Da allora il castello gigliato è iniziato a crollare, fino alle “rivoluzioni” annunciate ma lasciate a metà

alcuni GiocaTori viola duranTe il riTiro esTivo di

corTina:

i Tifosi si aspeTTavano da loro una sTaGione diversa

Tommaso Loreto

D

iabolica la Fiorentina. Che persevera nel suo lento ma (apparentemente) inesorabile declino. Cominciato, tanto per chiarirsi, qualche minuto dopo la freccia avvelenata di Robben scagliata al sette della porta di Frey, sotto la Curva Ferrovia. Era il 9 marzo del 2010. Ventidue mesi fa. Una vita. C’era ancora Prandelli, eppure già il terreno scricchiolava (anche sotto i piedi dello stesso tecnico). In quell’esatto istante, di fatto, crollava il castello gigliato. Quello costruito con le fondamenta della C2, con l’entusiasmo di oltre 20mila abbonati. E poi solidificato con lo spareggio di Perugia per salutare la B, fino alle rifiniture di lusso della Champions che avevano retto persino all’urto di Calciopoli. Stavano però saltando gli equilibri nella Fiorentina, in quel marzo 2010, e da quel momento tutto sarebbe cambiato. Diego Della Valle sempre più lontano, Andrea Della Valle non più “presidente”

nell’accezione più elementare del termine, e un gruppo che da lì a poco sarebbe stato ricostruito sì, ma solo “a metà”. Da un Corvino inizialmente egemone in società, e alla lunga messo all’angolo. Una rivoluzione che però non ha cambiato volto alla squadra pur sostituendo qualche pezzo. Come l’allenatore. O come il portiere. O, ancora, come il centrocampo o il vice Gilardino. Una rivoluzione che aprisse un nuovo ciclo che, di fatto, fu sventolata per un’estate intera. La scorsa. Poi la storia, per nulla idilliaca, tra Firenze e Mihajlovic. Le incomprensioni dialettiche, gli scarsi risultati, la squadra senza un’identità. Eppure, un’estate più tardi, la rivoluzione del “nuovo ciclo” era ancora lì. Nelle dichiarazioni delle nuove figure societarie, nelle varie versioni di “presidenza” che questa società ama concedersi. Nel mezzo anche qualche separazione in casa (leggere alla voce Montolivo), un crollo verticale degli abbonati (con un minimo storico da brividi) e una sequela infinita di vicende extra-calcistiche a margine di uno spogliatoio simile a una polveriera. Niente di tutto questo, però, deve aver fatto pensare a qualcuno che fosse il caso

di voltare completamente pagina. Sul serio. Tanto che, alla ripresa della nuova stagione, l’allenatore era sempre lo stesso. Così come la preparazione fisica della squadra (del tutto rivista da Rossi). Incluse abitudini notturne, e di spostamenti in macchina (con patenti straniere) o in treno, o in aereo per comprare casa a Formentera. Insomma, un’altra rivoluzione “a metà”. Sancita da un “patto con la città” per ricercare presunti legami con una tifoseria, al contrario, sempre più lontana. Perché sentitasi sempre più ignorata. In ogni sua singola richiesta. Così ancora oggi, a distanza di quasi due anni dal colpo mortale di Robben, nessuna delle speranze dei tifosi può essere coltivata. Tantomeno quella di una stagione che potesse sancire il rientro in Europa. Questione da riporre in un cassetto, al momento, in attesa di certezze sulla salvezza. Almeno questo raccontano le ultime gare dell’anno scorso contro Atalanta e Siena. E questo è l’esercizio che la Fiorentina dovrà ripetere alla stregua dello scorso anno: quello di pensare prima di tutto alla salvezza, per poi provare a ricostruirsi. Come potrà riuscirci, ad oggi, è difficile soltanto immaginarlo.

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sport

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FOcus. Fuori dal campo non era un santo, ma aveva regalato a Firenze il “paradiso” della Champions

Classe e irriverenza, quanto manca Mutu L’ultimo Fenomeno viola è andato via dividendo la città, tra chi lo dava per bollito e chi rimpiange le sue prodezze. ma quella partita col Genoa... Lorenzo Mossani

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enza di lui la favola sarebbe finita prima. Senza il Fenomeno non ci sarebbe stata la cavalcata in Champions. Classe, irriverenza, indisciplina: questi sono gli ingredienti del fuoriclasse rumeno. Sbeffeggiava con superbia avversari e compagni, ma se lo poteva permettere. Era il più forte. Il suo nome? Adrian Mutu. Per capire chi è facciamo un passo indietro, per arrivare al 15 febbraio 2009. Dopo novanta minuti tiratissimi finisce con un bellissimo 3 a 3 la sfida in chiave Champions tra Genoa e Fiorentina. Il Genoa parte col piede giusto, mostrando una grande intraprendenza. Ai rossoblù di Gasperini bastano soltanto dodici minuti per portarsi in vantaggio con Thiago Motta, dopo un bel triangolo col “Principe” Milito. Alla mezz’ora arriva l’espulsione di Biava per doppia ammonizione: il difensore atterra Jo-Jo lasciando i suoi compagni per un’ora in inferiorità numerica. Il Genoa non si spaventa, continuando a macinare gioco. Il raddoppio lo mette a segno Palladino al 38’. Il merito è di Mesto: la sua discesa sulla destra travolge la difesa viola, riuscendo a servire il compagno dopo aver saltato tre uomini. Facile per l’ex juventino la trasformazione. Il mago di Orz Prandelli prova a cambiare qualcosa cercando di rendere la squadra più aggressiva con l’ingresso di Semioli al posto di uno spento Kuzmanovic, ma i viola si sbilanciano e si espongono alle ripartenze genoane. Criscito si infila in area, Gamberini lo tende, per l’arbitro Rizzoli non ci sono dubbi: rigore. A trasformarlo ci pensa il solito Milito, alla sua quattordicesima marcatura stagionale. Poi però a illuminare di viola Marassi ci pensa Adrian Mutu. La Fiorentina è alle corde, ma lui no. A trenta minuti dalla fine la squadra di Prandelli trova il gol che riaccende le speranze, grazie a un rigore siglato dal rumeno. Trascinati dalla loro stella, i viola mettono sotto assedio il Genoa: Mutu sfiora subito il raddoppio di testa lambendo il palo sinistro. Il bis arriva poco dopo grazie a un’altra magia del Fenomeno, su punizione. Inizia il più grande spettacolo dopo il big bang: il Mutu-Show. A questo punto si gioca

soltanto in area genoana, e il forcing finale premia i viola che acciuffano il pareggio con una prodezza di destro al giro dal limite dell’area. Apoteosi viola, adrenalina nelle vene, nirvana Champions. La partita finisce con i genoani infuriati con l’arbitro: il gol del pareggio toscano arriva, infatti, qualche secondo dopo la fine dei minuti di recupero. Poi l’inchino, uno dei tanti fatti ai tifosi viola dopo una grande prestazione, del Fenomeno. Fuori dal campo il rumeno non era un santo? “Con i santi si va in Paradiso - risponde qualcuno - con Mutu in Champions...”.

adrian muTu

lA schEDA. Ecco chi è una delle poche note liete di questa stagione: il futuro è suo

Salifu, la scommessa vinta da Corvino È

amidu salifu

lui a rappresentare sempre più il presente e il futuro della Fiorentina, la scommessa vinta da Pantaleo Corvino. Amidu Salifu, ghanese di Accra, è probabilmente il miglior giocatore in prospettiva della rosa viola. Jo-Jo a parte, che però è già una realtà. Salifu lo è quasi, nonostante le pochissime partite ufficiali giocate con la maglia della Fiorentina. Fortissimo fisicamente, con una buona visione di gioco e un buon dribbling, il ghanese ha nella corsa e nel temperamento le sue qualità migliori: grande pressing, aggressivo, ma quasi mai falloso. Impressionante la facilità della sua progressione, con uno scatto da Bolt nei primi 25 metri. Può ricordare Asamoah dell’Udinese, ma ha ancora più forza e resistenza nei contrasti e nella protezione della palla. Destro di nascita, molto potente, deve ancora migliorare la tecnica di tiro. Bravo con il mancino, lo usa spesso e trova apprezzabili soluzioni tecniche con palla giocata di prima. Il baby viola

trova la sua perfetta collocazione come interno destro in un 4-3-3 o come esterno di centrocampo nel classico 4-4-2 di Delio Rossi. Forse nato per essere un interditore, Salifu può anche diventare un regista basso dinamico, lavorando un po’ sulla tecnica. Sicuramente è un calciatore già maturo caratterialmente, sicuro di sé, uno che sente pochissimo la pressione ma che ha la tempra giusta per diventare titolare in questa Fiorentina. Un difetto? Deve velocizzare maggiormente il gioco, tende a rallentare l’azione anche nei contropiedi in superiorità numerica. Salifu è comunque stata una delle più belle sorprese della squadra gigliata nel 2011. Aspettando Babacar, al momento genio incompreso relegato in Primavera. Per lui c’è stata soltanto la possibilità di giocare uno spezzone di gara contro l’Atalanta: occasione sprecata dal senegalese. Troppo pochi i minuti per valutarlo: anagraficamente è /L.M. un ragazzino.

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sport

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PAllAcANEstRO. La Brandini-Claag in ripresa, mentre per Affrico e Fotoamatore è notte fonda

Luci e ombre per il basket fiorentino Simone Spadaro

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tagione altalenante per la BrandiniClaag Firenze Basket, che alterna ottime prestazioni ad altre più deludenti. Fortunatamente la fine del 2011 ha visto la squadra sfatare il tabù trasferta. Infatti, i ragazzi di Paolini sono riusciti a ottenere a Santarcangelo la prima vittoria fuori dalle mura amiche. Un bel risultato, che mostra come la stagione stia virando verso il bello, anche se rimangono molti rimpianti tra i gigliati, che hanno gettato al vento alcune vittorie per troppa insicurezza. Le ultime gare hanno invece mostrato un approccio più determinato, e i biancorossi hanno fatto registrare miglioramenti sia sul piano dell’atteggiamento che su quello del gioco. Adesso la classifica della Divisione Nazionale A può essere guardata con meno preoccupazione dai ragazzi di Paolini, che possono scendere in campo con maggiore tranquillità. A dar manforte al sodalizio del presidente Luca Borsetti arriva anche Federico Bellina. Classe 1979, 2.05 metri, Bellina aveva iniziato la stagione a Monfalcone, società successivamente esclusa dal campionato. Nato a Gemona del Friuli, Bellina è un’ala/pivot con trascorsi in LegaDue a Verona. Tra la Brandini-Claag Firenze Basket e il giocatore è stato sottoscritto un accordo fino al prossimo 30 giugno. Bellina è a disposizione della squadra dalla gara che la Brandini-Claag ha giocato a Siena il 5 gennaio. Un tassello importante anche in previsione futura. Tanti rimpianti, invece, per la Pallacanestro Fiorentina Affrico nel campionato Divisione Nazionale B. C’è stato il cambio di allenatore: via Caimi e dentro Rusconi, ma i risultati non sono cambiati. Una stagione grigia

la sQuadra del

foToamaTore

per l’Affrico, che non riesce ancora a imporre il suo gioco. Il neotecnico non è ancora riuscito nell’impresa di infondere nei propri giocatori la forza giusta per battere le avversarie. Adesso la classifica preoccupa. L’Affrico viaggia nei bassifondi della classifica, e la sosta natalizia non può che aver fatto bene a un gruppo che deve ritrovare soprattutto se stesso. Ancora peggio, in campo femminile, va per il Fotoamatore Florence in serie A2. Anche in questo caso la classifica piange. Ultime, le cestiste fiorentine rischiano realmente la retrocessione. E sarebbe davvero un peccato. Il Fotoamatore ha chiuso il 2011 con una brutta sconfitta casalinga contro la Saces Napoli. La gara delle fiorentine è stata tutta in salita, senza mai arrivare a impensierire Napoli. La formazione gigliata ha sofferto dei soliti problemi in fase offensiva e non è riuscita ad arginare l’attacco partenopeo che, lo si sapeva, è uno dei migliori del campionato. Il risultato finale castiga (50-66) pesantemente il Fotoamatore e premia la Saces Napoli, che ha avuto il grosso merito di allungare il passo non appena l’arrembaggio fiorentino si è attenuato, tenendo poi il piede fisso sull’acceleratore fino a quando il risultato era ormai acquisito. Ora, col nuovo anno, la città si attende che venga voltata pagina e scritto un nuovo capitolo.

Il PuNtO. Anno di transizione per uno degli sport più amati e seguiti in città

La pallanuoto gigliata galleggia in acqua

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n’annata senza grandi soddisfazioni per la pallanuoto fiorentina. La Rari Nantes Florentia di Leonardo Sottani stenta molto sia in casa che in trasferta. L’obiettivo era la salvezza e quella dovrebbe arrivare senza grandi patemi, ma i giovani biancorossi devono crescere per cercare di riportare Firenze nel gotha della pallanuoto nazionale. Il lavoro che attende Sottani, da quel che si è visto in questa prima parte di campionato, è lungo e non facile. In campo femminile cresce la Menarini Fiorentina Waterpolo. Anche in questo caso la mano di De Magistris si dovrà far sentire anche nei prossimi mesi, ma la squadra

ha dato segni di netto miglioramento, seppur eliminata in Coppa Len dalle fortissime greche dell’Olympiacos Pireo. Bene, per il campionato che avevano deciso di fare, anche le ragazze dell’Ngm Firenze Pallanuoto, guidate da Andrea Sellaroli. L’attuale sesto posto gratifica la neopromossa che, col rientro della Biancardi, potrà togliersi anche qualche soddisfazione. I campionati staranno fermi per tutto gennaio, per permettere alle Nazionali di giocare l’Europeo a Eindhoven. Ci sarà la Coppa Italia per i maschi (senza i giocatori azzurri), ma i tornei di A1 torneranno solo il /Sim.Spa. 4 febbraio.

Jessica masi (foTo da faceBooK)

PAllAvOlO. Bene S. Casciano, Scandicci e Valdarno

Un hinterland a tutto volley

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orniamo a parlare di pallavolo, ma lo facciamo per andare a fare un giro nell’hinterland fiorentino. Le squadre del capoluogo sono relegate in B2 o in campionati minori, mentre a lottare per la serie A sono le compagini dei comuni adiacenti a Firenze. Scandicci, infatti, dopo un avvio incerto, trascinato dalla fondamentale Di Tomaso sta risalendo la classifica e ora è vicinissimo ai play-off. Gli anni passano per tutti ma, non sembrano farlo per l’eterna “Simo”. Nel Valdarno capitan Ranieri ha dato una scossa alla squadra, mettendo palloni dorati per le schiacciatrici rossoblù. Ma, come ogni anno, la regina è sempre lei, il Bisonte San Casciano, nonostante la “solita” sconfitta di Natale che ha regalato il primo posto a San Mariano. Rubini, Bianchini, Fidanzi, Bellini, Cheli, Giovannelli, Peluso, Savelli, Vannini, Biccheri e Guerrini stanno dando spettacolo, facendo entusiasmare non solo i sancascianesi. Tanti gli appassionati di volley che la domenica pomeriggio riempiono il palazzetto sul colle fiorentino. “Mani di fata” Peluso sta deliziando i palati più fini, riuscendo sempre a realizzare un gioco imprevedibile, veloce e “ci-

foTo da WWW.azzurravolleYsancasciano.iT

nico”. Quando non è in forma lei, torna sul parquet la solita Vannini e la musica non cambia. Nella passata stagione si ricordano ancora le lacrime spese dai tanti tifosi dopo la sconfitta nella finale play-off a Casal Maggiore. Ora c’è solo un imperativo: Serie A. Nota di merito nel maschile per la Jumboffice che, dalla B2, è vicina alla zona play-off, ovvero la prima categoria del volley che conta. Nell’ultima partita dello scorso anno tanto gioco e un punto conquistato alla capolista Pisa. Tanto lavoro durante la sosta per poter iniziare al meglio questo 2012. Insomma, sognare si /Lor.Mos. può.


sport nel quartiere

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palla ovale. Appuntamento al Velodromo, in attesa dell’ultimazione del nuovo impianto

Il sogno americano? Si vive alle Cascine Carlo Marrone

È iniziata con la presentazione in Palazzo Vecchio l’avventura dei Guelfi

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Firenze, la squadra di football del capoluogo. Che da quest’anno può

utti al Velodromo delle Cascine a tifare Guelfi. Il sogno americano anche quest’anno si potrà vivere sulle rive dell’Arno, almeno per quanto riguarda il mondo dello sport. È partita da Palazzo Vecchio la nuova stagione del football americano, e quando si parla di palla ovale e caschetti di protezione non si può che parlare dei Guelfi Firenze, di quella franchigia capace di portare due titoli italiani tra il 2003 e il 2005. L’ultima annata è stata sfortunata, i viola si sono fermati ai quarti di finale. È stato Eugenio Giani a fare l’in bocca al lupo simbolico alla squadra: “Ho fortemente voluto questa presentazione perché i Guelfi, con il loro giglio bianco e viola, hanno sempre portato in giro per l’Italia l’immagine sportiva fiorentina ai massimi livelli di questo sport. Ma da oggi si vuole salire lo scalino, arriva un tecnico americano. Grazie alla collaborazione dell’ufficio Sport del Comune di Firenze, dunque anche grazie a Dario Nardella, andremo a dare a questa annata sportiva anche un nuovo aspetto tecnico-societario. Siamo infatti prossimi a inaugurare un nuovo impianto a San Bartolo a Cintoia, che ospiterà anche il rugby. Ringrazio i Guelfi per il loro lavoro alacre per questo progetto”. La parola passa poi allo staff dirigenziale dei Guelfi: “Quest’anno siamo fortemente interessati ad alzare il livello del nostro campionato. Dopo due titoli nazionali e dopo aver visto che Firenze non solo ci ha da subito voluto bene ma ha anche permesso che questo movimento si espandesse a macchia d’olio, abbiamo voluto ingaggiare un tecnico americano per provare a toglierci altre soddisfazioni”. Jeff Scurran, 64 anni, è l’uomo

contare su un tecnico “made in Usa”, il sessantaquattrenne Jeff Scurran

i

Guelfi Firenze

in azione

scelto dalla dirigenza per portare aria nuova tra i bianco-viola e già dopo il primo allenamento si è capito di che pasta sia fatto il nuovo coach. In Usa si sa che spesso e volentieri tantissimi atleti approdano al Football Americano dal nulla, diventando campioni veri. “Con coach Scurran vorremmo creare al nostro nuovo impianto, pronto da febbraio, una sorta di Coverciano del Football Americano - continua Simone Iori, responsabile della formazione degli allenatori in Italia - Jeff Scurran è uno dei pochi coach pronto a certificare gli allenatori del Football Americano”. La storia che lega all’Italia il nuovo allenatore dei Guelfi è iniziata dieci anni fa quando, come spesso accade agli americani, il coach s’innamorò del nostro paese. In uno dei ventitré viaggi che ha fatto, incrociò per caso in aeroporto Alessio Tubbini, un giocatore dei Guelfi, che vedendogli l’anello al dito, simbolo di chi vince un campionato americano di Football, lo avvicinò e i due si scambiarono le mail: “Coach Scurran mi disse che sarebbe tornato in Italia e così ci accordammo per fissare una visita a Firenze. Venne a un nostro allenamento trovando me e Fabrizio Bocci e, da quella visita, nacque l’idea di farlo venire in Italia”. Coach Scurran racconta di aver avuto molte richieste per allenare in Europa, e per motivare la sua decisione dice: “Ho scelto Firenze sapendo che il livello italiano era più alto delle altre proposte e poi Firenze ha sempre il suo fascino per uno che ha insegnato storia all’Università”.

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lA KERMEssE/1. Torna alla Fortezza da Basso, dal 10 al 13, la manifestazione dedicata alla moda

Pitti: rosso Valentino e occhi a mandorla Espositori in continuo aumento e buyer in arrivo da tutto il mondo:

lA KERMEssE/2

si scaldano i motori per lo sbarco in città dell’appuntamento che lega

Bimbi e tessuti hi-tech per un futuro ecosostenibile

a doppio filo fashion business e cultura. tra gli ospiti di questa stagione ci saranno anche un team di stilisti giapponesi e la designer olympia Le-tan Barbara Biondi

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nno che passa, Pitti che torna. Con l’inizio del 2012 arriva, dal 10 al 13 gennaio, l’edizione numero 81 della kermesse dedicata alla moda e, tra una passerella e una novità, si vedrà sfilare per le strade della città il meglio del fashion business, con anteprime in arrivo dai 5 continenti. In occasione di Pitti Immagine saranno 950 i marchi presenti alla Fortezza da Basso, a cui si aggiungono le 70 collezioni donna protagoniste da Pitti W negli spazi della Dogana. Il ruolo del salone come punto di riferimento sulla scena internazionale è dimostrato dai numeri delle aziende e dalle richieste di partecipazione, in continuo aumento a ogni edizione. E poi c’è il pubblico dei compratori: all’ultima edizione invernale di Pitti Uomo, su un totale di oltre 30.000 visitatori, sono stati 23.100 i buyer arrivati a Firenze, in rappresentanza di tutti i negozi e i department store più importanti del mondo. Guest star della sezione Uomo, Valentino Garavani, oltre agli stilisti Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, che presenteranno la sera di mercoledì 11 gennaio, nel corso di un evento ospitato in uno dei luoghi preziosi della Firenze antica e in anteprima assoluta, la collezione uomo autunno inverno 2012-13. Fondazione Pitti Discovery presenta inoltre la seconda edizione di “Vestirsi Da Uomo”, il progetto sull’eleganza maschile di nuova generazione: una tendenza forte della moda uomo oggi, che Pitti Uomo esprime attraverso un evento-performance e un’interpretazione d’autore, affidata in ogni edizione a un curatore di riferimento della scena della moda, che questa volta sarà Marc Ascoli. Tra un evento e l’altro, i frequentatori della Fortezza troveranno novità e nuovi ospiti. Ad esempio, nel padiglione Lyceum, la farà da padrone il Giappone, con un progetto in collaborazione con la Japan Fashion Week, che porta a Firenze alcune tra le più interessanti fashion label della scena creativa giapponese. In Fortezza, circa 20 marchi e designer giapponesi selezionati da Yuichi Yoshii presenteranno le loro collezioni

Gli sTilisTi

maria Grazia chiuli

e

pierpaolo piccoli

e una speciale proposta di capi rappresentativi di 15 anni di moda nipponica, customizzati per Pitti Uomo. E in città un party “Japanese style” celebrerà la loro presenza a Firenze. Contemporaneamente, l’altra sezione del salone, quella allestita negli spazi industriali della dogana, sarà dedicata alle precollezioni donna di Pitti W, che quest’anno vedrà al centro dell’attenzione Olympia Le-Tan, giovane fashion designer francese, ideatrice di alcune delle più

eccentriche e acclamate collezioni di borse minaudières delle ultime stagioni. Olympia sarà l’ospite d’onore della sezione dedicata alla moda pour elle e realizzerà una collezione e un progetto speciale per Firenze e Pitti W durante i giorni della fiera. Come di consueto, a fare da sottofondo agli aspetti più strettamente legati al business, un nugolo di eventi, feste e occasioni mondane, che trasformeranno Firenze nell’epicentro dell’universo moda.

tEAtRO. Da alcune compagnie dell’hinterland fiorentino una scelta coraggiosa

Un progetto per quattro palcoscenici C

alenzano, Sesto Fiorentino, Bagno a Ripoli e Scandicci. Quattro città dell’hinterland fiorentino per quattro teatri che si sono messi a confronto per un progetto con quattro compagnie di produzione, quattro residenze artistiche per quattro mesi di studi, anteprime, nuove produzioni, incontri su temi e problematiche dell’Italia contemporanea. È un progetto coraggioso “Default”, così si chiama l’idea che lega a doppio filo queste quattro realtà, vicine eppure così lontane. Le quattro realtà sono affini per l’impegno portato avanti dai rispettivi direttori artistici nel tenere uniti i linguaggi dell’arte con i temi della società e della cultura contemporanea, per la specifica, originale attività di formazione che crea intorno alle sedi teatrali un humus favorevole alla produzione, fatto di giovani aspiranti attori, drammaturghi e registi, che partecipando a corsi e laboratori creano un bacino di forze nuove per i rispettivi teatri, e mettono in relazione il teatro e gli artisti con il territorio e i quattro teatri fra loro. Nella stagione 2011-2012 sarà mantenuto un filo conduttore tematico che sarà quello della crisi che oggi attraversa l’Europa e l’intero

mondo capitalistico. Una crisi economica che appare sempre più devastante, che nel nostro paese prima è stata negata e poi minimizzata, fino a che non sono arrivati gli ultimatum dell’Unione Europea. Un default che ha già colpito duramente alcuni paesi come l’Irlanda e la Finlandia e soprattutto la Grecia, in cui alla crisi economica è seguita una rivolta sociale, in un clima da guerra civile. L’attività propedeutica alla produzione sarà ospitata nei quattro teatri con una promozione in video, una sorta di trailer che permetta al pubblico di seguire l’evolversi degli studi drammaturgici nel loro itinerario cittadino, da un teatro all’altro. Nel trailer gli autori, i registi o gli interpreti proporranno al pubblico il tema che affronterà il monologo di ognuna delle quattro strutture produttive. Il risultato sarà un lavoro corale, che si svilupperà ora in un teatro, ora nell’altro, ora in tutti a distanza di qualche giorno, per raccontare storie diverse, costruite tassello dopo tassello, ma uguali nella genesi e nella forza. La forza di credere ancora nel teatro e nella gente che lotta perché /C.G. continui a vivere e a crescere.

S

tesso posto ma date diverse per la manifestazione che segue a ruota i modelli “per i grandi”: dal 19 al 21 è la volta di Pitti Bimbo, che porta in città le primizie di un abbigliamento studiato su misura di un bambino e che somiglia sempre più a un adulto in miniatura. 510 le collezioni attese a questa edizione, di cui circa 200 provenienti dall’estero. 8.300 i compratori e un totale di oltre 10.000 visitatori all’ultima edizione invernale. Con questi numeri, Pitti Bimbo si conferma l’unico salone internazionale che dà una rappresentazione completa dell’universo del childrenswear, e allo stesso tempo la piattaforma di riferimento per presentare le nuove tendenze del lifestyle legato alla moda bimbo. Dal classico-elegante dei grandi brand di Pitti Bimbo, allo sportswear di Sport Generation, dalla creatività dei marchi di ricerca di New View ed EcoEthic alla urban couture di Super Street, ma anche al design e al tessile legati al mondo dei più piccoli. Fino alle collezioni all’avanguardia di Apartment. E tutto questo passando attraverso le mille interconnessioni tra moda, arte, food & design del contemporaneo. Dulcis in fundo, dal 25 al 27 la Fortezza si popolerà di tessuti tra i più pregiati e selezioni raffinatissime di colori e abbinamenti per l’edizione numero 70 di Pitti Filati. Laboratorio di ricerca ma anche osservatorio per le nuove tendenze del lifestyle globale, Pitti Filati presenta l’eccellenza della filatura su scala internazionale, a un pubblico di buyer provenienti da tutto il mondo, ai designer e agli uffici stile dei marchi più importanti del fashion business, che vengono a Firenze a caccia di nuove suggestioni creative. Protagonista di questa edizione, l’anteprima mondiale primavera/estate 2013 delle collezioni di filati per maglieria. Si allarga all’interno della manifestazione e si evolve ulteriormente la struttura e il layout dello Spazio Ricerca e dell’area Fashion at Work, fulcro di tutte le espressioni legate alla creatività. Osservatorio sperimentale dove vengono analizzate e lanciate le tendenze, lo Spazio Ricerca di Pitti Filati 70 esplora con Futurural, tema e titolo di questa stagione, il rapporto tra l’uomo e l’ambiente rurale. Un’espressione del bisogno di qualità, genuinità della materia prima, onestà dei valori: nella vita come /B.B. nell’estetica.


cultura

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lIbRI/1. Da poco pubblicato il ricettario della tradizione che abbina piatti poveri e aneddoti

La crisi? A tavola si risolve mangiando Ludovica V. Zarrilli

I

n tempo di crisi si farebbe di tutto per risparmiare, ma chi l’ha detto che risparmiare significhi necessariamente rinunciare a qualcosa? Quando il denaro scarseggia si può sempre andare alla ricerca di prodotti più “poveri”, ma non per questo meno gustosi. È questo lo spirito che anima “I mangiarini della miseria e altre ricette toscane utili in tempo di crisi” (edizioni Il pozzo di Micene, 180 pagg, 14 euro), simposio della tradizione culinaria e della cultura toscana che celebra il bon vivre e le ricette della toscanità più verace, preparate con prodotti della terra e scarti che spesso hanno prezzi quasi irrisori. “È nato tutto come seguito del libro ‘I mangiarini di nonna Laura’ - spiega Laura Pugliese, autrice del volume insieme ad Andrea Martini, professore alla facoltà di Agraria - un libro creato quando, tre anni fa, Andrea Martini mi portò il ricettario di sua nonna e lo pubblicammo”. Dopo il successo di quel ricettario, i due hanno deciso di dedicarsi alle ricerche per dare alle stampe un secondo volume dedicato sempre alla cucina, ma con un occhio di riguardo al particolare periodo di recessione che l’intero Paese sta attraversando. È così che prende vita, pagina dopo pagina, un corposo breviario che racchiude trucchi, segreti, aneddoti e notiziole insieme alle ricette regionali che hanno fatto la storia del granducato. Mascotte dell’edizione la

maschera di Stenterello, che con il suo fare un po’ burlone e un po’ sapientino accompagna il lettore tra una storia e l’altra. Tra le pagine illustrate a regola d’arte con le immagini della fotografa Donatella Bertini (che ha appena dato alle stampe il libro “Toscana e Oriente. Immagini e suggestioni a confronto”, insieme a Elena Innocenti) parte un viaggio che va dagli antipasti fino ai dolci, come in ogni ricettario che si rispetti. Ma alle liste degli ingredienti si intervallano le storielle più curiose e interessanti, come quella di Caterina dei Medici, che fu la prima a “importare” la forchetta, oggetto molto pratico ma inizialmente malvisto dalla comunità cattolica per via di quelle tre punte rivolte verso l’alto. “Veniva considerato un instrumentum diaboli - continua Laura Pugliese - e per questo motivo tardò a diffondersi”. Commedia gastronomica (così è stata definita) divisa in quattro atti, il testo sui Mangiarini è reso ancora più gradevole da proverbi stagionali ed è distinto per settori gastronomici. E se antipasti a base di cavolo nero, sottoli e sottaceto, paste fatte in casa, frattaglie e bolliti possono aver fatto capolino sulle tavole di tutti, si scopre anche qualche piccola chicca, come i mestieri scomparsi e i trucchi per risparmiare sulle faccende domestiche. Ad esempio l’utilizzo del limone per pulire l’acciaio o dello yogurt scaduto per ridare vita all’ottone. Provare per credere.

la coperTina del liBro

Zuppe d’orzo e di cavolo nero insieme a frattaglie, bolliti e dolci tipici. La cucina toscana, ricca di sapori, si anima in questo volume grazie a storielle, curiosità, proverbi e personaggi storici

lIbRI/2. L’autobiografia di Silvestro Picchi sul periodo più cupo vissuto dal Paese

Un ex poliziotto e gli anni di piombo S

ilvestro Picchi entrò in polizia nel 1971 e tre anni dopo venne destinato al nucleo antiterrorismo della questura di Firenze. La notte della Repubblica – come la chiamò Sergio Zavoli – era parecchio scura anche a Firenze. Ora Picchi ha deciso di fare un po’ di luce sui ricordi di quegli anni di terrorismo e di affidare all’editrice Sarnus l’autobiografia “Quasi per caso. La mia vita in polizia e gli anni di piombo” (pp. 80, euro 10). “In queste pagine non vi è spazio per la fantasia – scrive Piero Luigi Vigna nella prefazione - ciò che si narra è una realtà vissuta. Nei cosiddetti anni di piombo il nostro Paese fu attraversato dai fili rossi e neri del terrorismo che, intrecciandosi tra loro, lo strinsero nei

nodi di una rete che per poco non arrivò a soffocare la democrazia”. Un libro di grande interesse, con episodi importanti raccontati da un uomo in trincea. Tra cui uno dei più gravi che si verificarono in Toscana, in cui per puro caso l’ispettore non perse la vita. Si parla dei resoconti della strage di Empoli del 24 gennaio 1975, in cui il terrorista nero Mario Tuti assassinò il brigadiere Leonardo Falco e l’appuntato Giovanni Ceravolo e ferì Arturo Rocca, anche lui appuntato. Ma anche del conflitto a fuoco di Querceta del 22 ottobre 1975, dove persero la vita altri tre agenti di polizia, e infine dell’omicidio di Fausto Dionisi, avvenuto a Firenze il 20 gennaio 1978 a opera di Prima linea. Sull’episodio di Tuti, il

libro di Picchi riporta la testimonianza inedita della figlia del brigadiere Falco, Anna, che ci consegna diversi interrogativi. Dubbi che vengono rafforzati dallo stesso Picchi, la cui squadra aveva preparato quel blitz ma all’ultimo momento fu inviata altrove. L’autore ricostruisce la memoria di quegli anni con lucidità e rigore, attento al contesto politico e sociale dell’epoca. Oggi i carnefici tornano alla ribalta sui media ma i veri eroi, sostiene Picchi, “furono coloro che caddero adempiendo il loro dovere, coloro che cercarono di fermare quella serie di omicidi”. “Le pagine scritte da Picchi ravvivano la nostra memoria – scrive ancora Vigna - vorrei che anche /C.B. i giovani le avessero nelle loro mani”.

lA NOvItÀ. In via Campo d’Arrigo, nello spazio di lavoro condiviso, oggi prende vita anche un’area relax

Multiverso, tra le scrivanie spunta la caffetteria S

ta crescendo un pezzettino per volta lo spazio eterogeneo di ultima generazione che ha preso il nome di Multiverso. Ufficio per una serie di professionisti o, meglio, coworking station, ovvero un luogo dove ognuno affitta la sua postazione e condivide lo spazio insieme ad altri creativi. Così, per far circolare un po’ le idee in libertà, e magari contaminarsi, nel senso più positivo del termine. Dal 18 di questo mese, all’interno di Multiverso, nascerà poi anche una caffetteria, uno spazio speciale tutto dedicato al relax e al confronto. La caffetteria sarà la sede di un club per un massimo di duecento membri, dall’iscrizione riservata a chi ha già una postazione all’interno dello spazio, ai loro principali clienti, ai partecipanti alle attività no profit di Multiverso e a coloro che vogliono aderire al circuito pur non avendo bisogno di utilizzare full-time una postazio-

l’inTerno dello spazio

mulTiverso

ne di lavoro, come giornalisti free-lance, associazioni o aziende con sede non operativa a Firenze. Il progetto di uno spazio flessibile e mutevole, capace, oltre alla dotazione delle postazioni di lavoro, di ospitare tipologie molto differenti di eventi, di farsi allo stesso tempo show-room e aula universitaria, sala stampa e sala di post-produzione audio e video, studio di architettura e rassegna di arte contemporanea, dove prendere un caffè, usufruire di un light-lunch o bere un aperitivo, nasce dall’analisi delle figure sociali a cui rivolge i propri servizi. Giovani professionisti che, tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie, la convergenza mediale e la destrutturazione del mercato del lavoro, si costruiscono una professionalità “multipiano”, capace di modificarsi e adattarsi alle continue innovazioni che attraversano gli /B.B. ambiti creativi.


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Il PROGEttO. Sandra Stanghellini cura le mostre e le iniziative promosse dall’ente targato Ghelli

La Fondazione che diffonde l’arte Ludovica V. Zarrilli

O

pere d’arte antiche e contemporanee, che dialogano utilizzando un linguaggio cambiato nel corso dei secoli ma rimasto sempre fedele a se stesso. Nasce dal desiderio di diffondere l’arte in maniere diverse la Fondazione Giuliano Ghelli, grazie alla quale viene offerta un’opportunità ai giovani artisti che hanno voglia di mettersi alla prova, e che stimola la creatività dei più piccini con un approccio giocoso più che didattico, fatto di incontri, scambi e aneddoti legati alla quotidianità degli artisti. A presiedere la fondazione, la vulcanica Sandra Stanghellini, che dà il meglio di sé per fare in modo che “si rafforzi la presenza dell’arte sul territorio e si cerchi di sensibilizzare la gente al contemporaneo”. Detto, fatto. Tra le principali attività della fondazione - nata quattro anni fa da un’idea del pittore e della stessa Stanghellini, che vedeva lo studio di Ghelli brulicare di giovani e promettenti artisti - c’è l’organizzazione di mostre nelle quali vengono esposti fianco a fianco capolavori del passato e opere contemporanee, il tutto all’interno del Museo di San Casciano,

sandra sTanGhellini

Dagli incontri con gli artisti dedicati ai più piccini alle esposizioni che fanno dialogare antico e contemporaneo. Questo e altro nei piani della realtà che porta il nome del pittore toscano

un museo civico che è anche un piccolo gioiello, connubio di arte e storia del Chianti fiorentino. “Anche se provengo da esperienze lavorative completamente diverse - spiega Sandra Stanghellini, che è anche la compagna del maestro Ghelli - mi sono appassionata subito all’arte e al mondo che le gravita intorno, tanto che ho sentito subito forte l’esigenza di condividerla e farla vivere al pubblico nella maniera più bella e genuina”. E da quando alle visite nelle scuole sono state affiancate le mostre, i visitatori del museo civico - un piccolo scrigno che contiene opere di straordinario valore - sono aumentati del 70%. “Questo progetto fa parte di una serie di sogni che si sono realizzati grazie a Giuliano - continua la presidente - tra le tante cose c’è anche un libro di cucina intitolato ‘Quella sera avevo cucinato un ricordo’, che raccoglie le ricette di mia nonna, ottima cuoca, corredate dai disegni degli artisti che frequentano la nostra grande colonica”, oltre a una mostra permanente a Poppi, paese natale della famiglia Ghelli, a cui il maestro ha voluto lasciare una summa dei suoi primi quarant’anni di lavoro. Un viaggio nell’universo onirico dell’artista che stimola la fantasia e toglie il fiato. Info: www.fondazionegiulianoghelli.org.

1211682


agenda

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l’INIZIAtIvA/1 Concerti bandabardò 20 e 21 gennaio

Obihall

ma anche con un tocco di giocosa ironia - che si riflette anche nella musica - e invita a guardare l’Europa come una possibile e legittima soluzione per il proprio futuro. Negrita 31 gennaio

Mandela Forum

Saranno già trascorsi alcuni mesi dall’uscita del disco, quando Scaccianuvole, il mago protagonista dell’ultimo album di inediti della Bandabardò, uscito lo scorso maggio ripartirà per raccontare le sue storie nei più affollati, accaldati e calorosi club italiani. La band toscana ha scelto di ripartire in tour iniziando da casa: il club-tour 2012 si apre con i concerti del 20 e 21 gennaio al Saschall di Firenze, dove ad aspettare i bardozziani ci sarà il pubblico più affezionato ed ‘anziano’ del gruppo. Per comporre la scaletta del concerto la Banda attinge, come di consueto, all’intero repertorio – oltre 100 canzoni – ed insieme festeggia il mago “Scaccianuvole” che ormai cammina sulle sue gambe e che con le sue dodici canzoni inedite propone una Bandabardò più melodica - un po’ meno patchanka e un po’ più chanson, i cui personaggi spesso burleschi sembrano raccontati da trovatori medievali su morbide ballate e allegri rondò. Ivano Fossati 26 gennaio

Obihall

Ultimo album di inediti e ultimo tour per Ivano Fossati; come lui stesso ha dichiarato con questo ultimo prodotto discografico sceglie di abbandonare le scene musicali dichiarando “Non credo che potrei ancora fare qualcosa che aggiunga altro rispetto a quello che ho fatto fino ad ora. Ho pensato che la mia vita di artista sarebbe stata, d’ora in poi, quella di rappresentare me stesso”. L’addio arriva con l’uscita di Decadancing, ultimo album di inediti, 10 brani tutti scritti e arrangiati da Fossati, anticipato dal singolo “La decadenza”, un rhythm & blues graffiante su uno dei temi più attuali: la fuga dei giovani verso altri Paesi in cerca di opportunità migliori alla ricerca di una prima o almeno di una seconda possibilità. Fossati tratta l’argomento con dura chiarezza

A tre anni di distanza dall’uscita del loro ultimo disco “Helldorado” (disco di platino con oltre 70 mila copie vendute) dal 25 ottobre nei negozi “Dannato vivere” il nuovo album di inediti dei Negrita(Universal Music). L’uscita del loro nuovo lavoro discografico, la cui produzione artistica è curata da Fabrizio Barbacci, è anticipata dal primo singolo “Brucerò per te”, da venerdì 23 settembre in rotazione radiofonica e in vendita su tutte le piattaforme digitali.

e compositore romagnolo, sarà in concerto sabato 4 febbraio alla Sala Vanni per presentare i brani del suo ultimo pluripremiato lavoro discografico “Vago Svanendo” (Carosello Records). Nel panorama italiano, la figura artistica di John De Leo è sinonimo di geniale sperimentazione vocale e sonora, sempre elegante ed originale.

Mistero buffo 23 gennaio

A teatro

In consolle

Amleto Dal 17 al 22 gennaio

Jahcoozi 13 gennaio

teatro della Pergola

Massimo Ranieri 3 febbraio

teatro verdi

Si tratta di un gradito ritorno a “grande richiesta”. I concerti degli scorsi anni al Teatro Verdi hanno riscosso un tale successo di pubblico da far tornare Massimo Ranieri a Firenze per un’altra replica (è la tredicesima volta). Massimo Ranieri porta in scena questo spettacolo dal febbraio 2007. Arrivato a superare le 500 repliche, lo show ripercorre i 40 anni di carriera dell’artista svelando aneddoti e teneri ricordi d’infanzia che porteranno il pubblico a rivivere atmosfere lontane di un’Italia “povera, ma con le scarpe lucide”. Lo spettacolo teatrale è un omaggio alla sfera femminile, un’orchestra e un corpo di ballo di solo donne, ed è nato dalla fusione tra il doppio album “Canto perchè non so nuotare...da 40 anni!”, dove Ranieri ripropone una raccolta dei suoi maggiori successi duettando con talentuose vocalità come quelle di Silvia Mezzanotte, Linda, Simona Bencini e Jenny B., ed interpreta 14 brani dei più grandi cantautori italiani, come Battisti, Lauzi, Battiato, Endrigo, Paoli e Rossi, e la trasmissione televisiva “Tutte donne tranne me” andata in onda su Raiuno nel gennaio 2007 che vedeva ospiti, orchestra e balletto di solo donne. John De leo 4 febbraio

sala vanni

Dopo una lunga assenza, torna ad esibirsi a Firenze la voce più interessante della scena musicale italiana: John De Leo. Il cantante

Di Amleto si sa praticamente tutto, così come è conosciuto il fascino delle messinscena del Teatro del Carretto. Una scena rotta da pannelli purpurei, un rosso che risucchia e risputa un bianco di personaggi, ne svela dalle morbide fessure frammenti improvvisi o insinuanti, al ritmo disarmonico di una mente turbata che è quella del protagonista. Alle spalle di Amleto un canto di Gertrude e un ghigno di Re, davanti un teatrino in miniatura con i personaggi del dramma che vanno svanendo ad ogni colpo mortale, e lo Spettro dentro. Il Principe galleggia in un presente dilaniato tra misfatto subito e ingannevole follia: “fragilità, il tuo nome è femmina”. Occidente solitario Dal 9 al 13 febbraio

teatro della Pergola Il dramma è parte della “trilogia del Connemara”, un riferimento alle origini irlandesi dell’affermatissimo scrittore inglese McDonagh, una volontaria immersione in un universo provinciale che assurge a valore universale della stravaganza della vita umana. Coleman e Valene sono due fratelli che hanno appena perso il padre, rimasto ucciso in uno strano incidente con un’arma da fuoco. Valene è tutto preso dalla mania del collezionismo religioso, mentre Coleman non pensa ad altro che a mangiare, bere e svaligiare i buffet dei funerali. I due sono presi in bizzarre e beckettiane avventure senza senso, tra cadaveri che emergono dai laghi, macabri scherzi e maltrattamenti.

Obihall

Al museo Archeologico

Un dvd per spiegare il cratere Francois

Dario Fo e Franca Rame tornano in scena con una selezione di testi dal loro spettacolo dei primordi “Mistero buffo”, riproposto con un’immancabile dose di improvvisazione, da sempre cifra distintiva del teatro di Fo.

Auditorium Flog Dissonant live, la rassegna dedicata alla nuove declinazioni dell’elettronica contemporanea torna all’Auditorium Flog di Firenze anche nel 2012. Un suono sempre più globale e ricercato ma non per questo lontano dalle atmosfere dancefloor tipiche della bass music. Il nome che risponde in modo più esauriente alla sopracitata descrizione è certamente quello di Jahcoozi, alleanza artistica transnazionale marchiata Bpitch Control, dietro alla quale si celano la cantante, autrice e performer Sasha Perera (Londra/Sri Lanka), il beatmaker Robot Koch (Germania) e il producer e bassista Gerkitz Oren (Tel Aviv). local heroes Ogni giovedì

I

l Vaso François, il mito dipinto è uno strumento unico, prodotto da Techvision Sistemi Multimediali srl in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Interamente dedicato all’interpretazione approfondita dei racconti dipinti sul più grande cratere attico conosciuto al mondo, si presenta come un’opera senza precedenti. Coniugando la precisione filologica al piacere della narrazione, con l’ausilio di ricostruzioni in 3D e di scene in animazione, il dvd illustra nel dettaglio il complesso apparato decorativo del cratere, una summa dei principali miti greci e una sorta di catalogo di dei ed eroi dell’antichità. Il Vaso François, oggi al centro di una sala del secondo piano del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, è un capolavoro della produzione attica a figure nere. È il più grande cratere attico conosciuto: è alto 66 centimetri e la sua circonferenza raggiunge i 181. Porta il nome del suo scopritore, il fiorentino Alessandro François, che lo ritrovò in frammenti nell’area di Chiusi. In vendita al boo/C.G. kshop del museo Archeologico.

logic

Il 2012 della rassegna Local Heroes apre il nuovo anno nel segno della novità, con alcune presentazioni importanti, senza farsi mancare il piacevole ritorno di qualche vecchio, stimato, amico. Il mese comincia giovedì 5 con l’appuntamento di Inner City Jungle, una delle storiche crew fiorentine legate al fenomeno della bass music. Alla consolle l’enfant prodige Noiza assieme ad un guest misterioso. Giovedì 12 Local Heroes ospita l’anteprima di End of the weak (la fine dello scarso) il nuovo contest di riferimento mondiale per mc e freestyler. In questo succoso antipasto potremo vedere in azione un dei fenomeni del turntablism d’Inghilterra, Dj Snuff, accompagnato da un pilastro della scena hip hop italiana, Dj Afghan. Assieme a loro anche il ferrarese Mc Cry, presentatore della serata assieme ad una nutrita schiera di eroi locali. Giovedì 19 è il turno dell’altra one nite mensile, quella dedicata alle sonorità electro realizzata in collaborazione con l’etichetta Fresh Pump. L’ultimo appuntamento per il mese di gennaio (giovedì 26) vede il gradito ritorno di un nome già visto dal vivo all’interno della rassegna “Local Heroes”, Ghemon, aka Gilmar, aka una delle penne migliori della doppia h nazionale.

l’INIZIAtIvA/2 Al Battistero

Dalla Russia a Firenze Il viaggio delle icone

I

n Christo/Bo Xructe, questo il nome dell’evento che celebra l’amicizia tra Italia e Russia, che vede tre icone provenienti dal museo Tretyakov di Mosca esposte nel battistero fiorentino fino al 19 marzo. “Il pontefice mi ha ricevuto in udienza e ha dimostrato molto interesse per questo evento – ha spiegato monsignor Giuseppe Betori - per questa possibilità di far dialogare attraverso l’arte fedi che si esprimono in modo diverso ma che hanno radici comuni”. E mentre a Mosca il patriarca Kirill dava la sua “benedizione” a una madonna latina che supera il modello bizantino, nel frattempo la curia fiorentina si adoperava per allestire al meglio il Battistero, all’interno del quale sono state accolte la maestosa icona della madre di Dio Odighitria, l’Ascensione, risalente al 1408 e dipinta dal celebre Andrei Rubliov, santo monaco e famoso pittore, e l’icona della crocifis/C.G. sione di Dionisij, datata 1500.


36

lettere

Gennaio 2012

forza spendere tutti questi soldi???

quindi in tutta coscienza non pote-

per un treno Eurostar o per il vec-

A noi resta oscuro l’aspetto quali-

vo neanche montare la scusa della

chio Intercity. Entro in stazione con

tativo di questa scelta dell’Ammini-

mancanza di obliteratrici funzio-

le mani in tasca, raggiungo il binario

strazione che va controtendenza da

nanti che pure è un problema tanto

sempre con le mani in tasca, salgo

ciò che ha dichiarato il vicesindaco.

da poter coniare il nuovo termine

sul treno e mi siedo senza aver tim-

E allora se la coperta è sempre più

di “Primule gialle”. Ma allora perché

brato una beneamata cippa, il tut-

corta chi scegliamo che si debba

ho scritto questo reclamo? Prose-

to senza commettere illecito. Con i

scaldare??? Non sarebbe il caso

guiamo col racconto: Io ammetto

treni regionali (quelli da allezziti tan-

di usare meglio le risorse e i soldi

la mia mancanza e il controllore

to per intenderci), non si può fare.

pubblici?? Oppure la coperta deve

scrive la sanzione. Commento l’ac-

Non posso neanche soffermarmi a

scaldare chi, in effetti, ne ha meno

caduto dicendo che con il bigliet-

stampare il biglietto a una di quelle

bisogno!

to elettronico questo non sarebbe

macchinette per fare i biglietti, pos-

accaduto. Il controllore conferma

sibilità che per i treni Eurostar esiste,

ma aggiunge che l’avrei potuto fare

tanto per cambiare. Non dimenti-

IL PARCO DI SAN DONATO E I GIOCHI PER BAMBINI

e ciò corrisponderebbe a verità se

chiamo la timbratura del biglietto

l’avessi fatto da casa perché il bi-

che deve essere fatta prima di salire

Non abito nella zona di Novoli ma

glietto elettronico sui quei treni di

sul treno, quindi appena varcata la

Leggendo l’articolo apparso su “Re-

varie ed ogni volta che lo faccio

portarsi dietro la stampa cartacea

solo lungo il percorso che ti porta

porter” di novembre 2011, il gruppo

penso che sia stato fatto un lavoro

(alla faccia del biglietto elettroni-

al binario ma facendo un ampio

SEL di Rignano sente il dovere di

notevole per rendere gradevole la

co). Ora, essendo io possessore di

giro dei locali biglietteria. Se non

fare alcune riflessioni su scelte fatte

zona, nonostante l’orrendo Palazzo

Smartphone ovvero quelle simpati-

la si trova (o non la si vede) sperare

dall’Amministrazione, in momenti

di Giustizia. Il parco San Donato poi

che macchinette con le quali si può

di trovarne una nel sottopasso e in

di crisi e recessione. Nell’articolo in

ha completato il lavoro in modo mi-

fare di tutto, anche telefonare, avrei

caso negativo continuare a sperare

questione, il Vicesindaco, asserisce:

rabile. Ma...... perché ci deve essere

avuto tranquillamente la possibilità

in una macchinetta nascosta dietro

“Stiamo cercando di contenere e

sempre un “ma...”? In questo senso:

di farmi il mio biglietto, avendo de-

un palo chissà dove lungo il binario,

ridurre la spesa corrente puntando

vorrei sapere chi ha avuto la bril-

ciso all’ultimo se prendere l’Eurostar

percorso da fare spesso con bor-

al mantenimento della qualità”. Noi

lante idea di installare i giochi per i

precedente (pieno) o quel treno

se, zaini, passeggini, valigie di varia

siamo pienamente d’accordo con

bambini proprio a ridosso di quella

di categoria regionale. Ma la stam-

grandezza e quant’altro. Se la caccia

questa impostazione, consideran-

vera camera a gas che è via di No-

pa del biglietto chi me la faceva? Il

all’obliteratrice non riesce, saliti sul

do il periodo di ristrettezze, vorre-

voli a quasi tutte le ore della gior-

controllore, dispiaciuto quasi più di

treno bisogna scegliere tra occupa-

mo maggiore attenzione alle poli-

nata, specialmente disponendo di

me, può solo dirmi che ho ragione.

re un posto con la propria presenza

tiche sociali, recuperando risorse da

ampia alternativa! E il nostro bravo

Io, immaginando che questa spe-

o aprire la caccia al controllore per

una organizzazione più efficiente e

sindaco, padre di tre bimbi, come

requazione tra categorie di treno

farsi obliterare il biglietto. La secon-

ottimizzando le stesse. A tal propo-

ha fatto ad inaugurare tanto orgo-

sia stata ideata per risparmiare sulle

da opzione ha il rischio di farsi il

sito non capiamo, e non condividia-

gliosamente questa bella pensata?

dotazioni di palmari non essendo

viaggio in piedi mentre con la pri-

necessari col biglietto cartaceo sui

ma ti becchi sicuramente una bella

treni “popolari”, gli rendo presen-

multa. Già perché devi acchiappa-

Inviaci le tue lettere a

redazione@ ilreporter.it

Lettere e segnalazioni: tutto su www.ilreporter.it Lettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

SEL Rignano

“SALVI SCUOLA E SOCIALE... in una limitrofa. Da via di Novo- serie B chiamati “Regionali”, come soglia della stazione caccia aperta a MA LA COPERTA È CORTA” li transito per raggiungere mete quello su cui viaggiavo, prevede di una macchinetta funzionante non

mo, la scelta di conferire un incari-

Laura Piccioli

co ad un professionista esterno da 25.000,00 € per la riqualificazione e

IL BIGLIETTO ELETTRONICO, te questo pensiero e lui mi mostra re il controllore per farti vidimare il la direzione lavori di Piazza della Re- I TRENI REGIONALI un palmare nuovo di zecca. Io dico biglietto e se è in buona non ti fa pubblica, considerando che recen- E LE REGOLE “Ahh bene!!!” ma dentro di me pen- pagare i 5€ previsti dal regolamento temente si è potenziato il personale

Questa è la storia di una sanzione

so “brutti str....”. Riassumendo, da

di viaggio. Farsi trovare col biglietto

dell’Ufficio Tecnico Comunale, oltre

giusta che il personale di Trenitalia

una località X che non è casa mia

“pulito” costa invece circa 10 volte

ad un ulteriore conferimento di in-

mi ha elevato perché il regolare bi-

decido di spostarmi in treno. Con

di più. Non c’è che dire un’ottima

carico a un tecnico “formatore” per

glietto non era obliterato. Dico che

un palmare o smartphone, black-

macchina per fare soldi come gli

il personale dei lavori pubblici... Ma

è giusta perché a treno partito me

berry, I-phone, I-pad o con un no-

autovelox di certi paesini messe su

queste persone, questi tecnici co-

ne sono accorto durante il control-

tebook e una carta di credito (non

rettilinei deserti oppure le multe

munali, sono o no capaci di svolge-

lo. Tra l’altro ho atteso in stazione

dimentichiamoci la connessione a

che elevano certi altri comuni a chi

re il proprio lavoro?? Dovevamo per

un bel po’ di tempo prima di salire

Internet) posso farmi un biglietto

sporca per terra quando sono pre-


lettere

37

invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it

“BICICLETTE SENZA LUCI, È PERICOLOSISSIMO: PERCHÈ NESSUNO CONTROLLA?” Egregio Direttore, spesso sul Reporter appaiono lettere in merito alla circolazione delle biciclette in città. Io sono un ciclista da sempre, ma anche un automobilista se necessario e in questa seconda veste debbo constatare che la stragrande maggioranza dei ciclisti procede al buio, sconsideratamente, senza le luci davanti e dietro. E’ più che ovvio che tale atteggiamento è pericolosissimo, sia per loro sia per l’automobilista che può trovarseli davanti improvvisamente ed andare incontro a conseguenze pesantissime di vario tipo. Inoltre molti, specialmente sui viali, si insinuano fra le macchine mentre dieci metri più a destra c’è una utilissima pista ciclabile. Mi risulta che in Palazzo Vecchio ci sia una persona che si dovrebbe occupare della viabilità ciclistica: perché, oltre a pensare ai possibili futuri mondiali di ciclismo a Firenze, non vengono fatte delle campagne serie di sensibilizzazione sull’uso delle luci (pochi euro per un kit anteriore e posteriore) seguite da controlli e relative sanzioni? Sono un ciclista, ma perché tanti e tanti ciclisti possono circolare violando impunemente e sistematicamente il Codice della Strada mettendo a repentaglio se stessi e gli altri? Grazie Franco Grazzini

Gentile signor Franco, con la sua lettera, una delle tante che continuano ad arrivarci sull’argomento, torniamo a parlare della mobilità cittadina, con particolare riferimento a quella “a pedali”. Come già avevano fatto altre segnalazioni ricevute in passato, la sua lettera mette in evidenza un comportamento scorretto da parte dei ciclisti, ovvero il pericoloso (concordo con lei) malcostume di muoversi con mezzi sprovvisti di qualsiasi luce. Qualcosa che forse può sembrare una piccolezza, ma che una piccolezza assolutamente non è, soprattutto nelle strade (che a Firenze non mancano) meno illuminate, dove la presenza notturna di una bicicletta senza luci rischia seriamente di non essere notata, con tutta la pericolosità del caso e le conseguenze potenzialmente pericolosissime. È quindi più che mai necessario che i ciclisti mettano in pratica tutte le accortezze necessarie per aumentare la propria sicurezza, anche se ad onor del vero molti di loro lo fanno già. Per quanto riguarda le piste ciclabili, ritengo anche io che – laddove presenti – debbano essere utilizzate, anche perché zigzagare tra le auto in coda sui viali in sella alla propria bicicletta non è certamente un comportamento privo di pericoli. Detto questo, va anche detto però che, purtroppo, troppo spesso le stesse piste ciclabili non mettono del tutto al riparo i ciclisti da vari rischi, per lo stato in cui si trovano alcune di loro e per le molte interruzioni da cui sono caratterizzate, anche se in questo senso sembrano esserci interessanti novità in arrivo. Concludo notando come, dalle tante lettere degli uni e degli altri che arrivano in redazione, emerge che spesso tra ciclisti e “non ciclisti” (sia pedoni che automobilisti) vi sia una sorta di disputa continua, una rivendicazione di diritti da parte di categorie che non di rado si guardano in cagnesco. Ebbene, questa sorta di divisione deve essere certamente superata, nel nome di una serena convivenza urbana, della sicurezza stradale ma anche e soprattutto di una mobilità migliore. Perché è soltanto con l’impegno comune, e con il rispetto delle regole da parte di tutti, che il difficile nodo del traffico fiorentino può essere risolto. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it

senti sì i cestini ma disposti ad alme-

la mia. Tutte le mattine uso l’auto-

no 100m l’uno dall’altro. Ma che si

bus per andare a lavorare, ma la mia

credono? Che ci teniamo i rifiuti in

sembra una scelta che in pochi fan-

tasca? Quando scrivo queste lettere

no: nel tragitto da casa al lavoro e

decanto sempre la mia massima, al

ritorno vedo dal finestrino dell’auto-

fine di non passare per anarchico:

bus che in quasi tutte le macchine

“Regole sì ma che siano facili da ri-

c’è solo il guidatore. Allora mi chie-

spettare”.

do: ma è mai possibile che tutte

Cordiali Saluti

queste persone che viaggiano da MB da Firenze

sole non abbiano altra scelta che prendere l’auto? Non potrebbero

INVALIDI, PARCHEGGI E CONTROLLI NEL CENTRO STORICO

usare l’autobus, il tram o andare in

Con riferimento a quanto scritto

problemi di salute o impegni di

dal Sig. Mauro Annese, innanzitut-

lavoro hanno bisogno della mac-

to concordo pienamente su quan-

china, ma è possibile che a Firen-

to riportato in merito alle vetture

ze siano così tante????? Anche gli

parcheggiate in centro: infatti mol-

autobus che prendo io mattina e

te volte mi sono chiesto come un

sera (ne devo cambiare due), dove

invalido potrebbe salire e scendere

non ci sono le corsie preferenziali,

da Porche, BMV X5, ecc... Ritengo

restano immancabilmente bloccati

invece giusto riservare agli invalidi

nel traffico, perché con così tante

parcheggi il più vicino possibile ad

auto in giro e le strade strette, sem-

ospedali, ASL, gabinetti di analisi

pre con qualche lavoro e qualche

ecc., mentre trovo discutibile il per-

macchina parcheggiata in tripla fila,

messo per il Centro Storico: se uno

qualche intoppo c’è sempre. Allora

si può permettere lo shopping in

io chiedo: sindaco Renzi, io sono fa-

centro (invalido o no), penso che

vorevole al tram, anzi spero che pri-

possa anche permettersi di arrivarci

ma possibile venga allargato anche

in taxi. Infine i vigili che pattuglia-

alle altre zone di Firenze, ma non si

no il centro, certamente non sono

potrebbe fare qualcosa per disin-

molti, ma comunque non mi sem-

centivare le persone che viaggiano

brano molto interessati né al con-

da sole e che non sono obbligate,

trollo degli utilizzatori dei contras-

a prendere l’auto? Mi ricordo che

segni invalidi né di alcun altro tipo

un po’ di tempo fa quando c’era il

di infrazione (ciclisti contromano,

blocco del traffico potevano viag-

sosta in posti non permessi, ecc.).

giare solo auto con tre o quattro

Certamente non sono questi i mali

persone a bordo: non si potrebbe

peggiori, ma da qualcosa bisogna

pensare a qualcosa del genere per

pur cominciare!

tutti i giorni? So che non è una cosa

Cordiali saluti

facile, ma penso che si possano fare Franco

bicicletta? Certo alcune di loro non potranno, ci sono persone che per

tutti i tram e le corsie preferenziali del mondo, ma se continuano a es-

serci così tante macchine in giro il IL TRAFFICO E LE AUTO CON IL SOLO CONDUCENTE traffico a Firenze non sarà mai sconfitto. A BORDO Gentili signori del Reporter,

Complimenti per il Reporter,

sul vostro bel giornale si parla spes-

cordiali saluti,

so del traffico, e anche io voglio dire

Franco A.


38

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