Il Giornale del tuo Quartiere
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MODERNARIATO - ARTE - DESIGN via Lungo l'Affrico 80/r - Firenze incontrarte.firenze@gmail.com
GENNAIO 2012
Periodico d’informazione locale. Anno VI n.3 del 2 gennaio 2012. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
CalEnDario
Dal bunga bunga al bingo bingo Andrea Muzzi*
I guIDA AI cANtIERI Ecco cosa ci aspetta fino a dicembre, tra maxi-opere in arrivo, grandi eventi e progetti in stand by PAGG.10-11
“BULLI” A GAVINANA Dopo l’arresto di un 17enne si torna a parlare di baby gang: genitori e insegnanti dicono la loro PAG.2
sPort
Petardi, la “rivolta” dei padroni dei cani PAGG.4-5
Tasse & Co., cosa cambia
il racconto l’inchiesta
di Ferri - Puliti
N IL tHRILLER VIOLA Dal gol di Robben sotto la Ferrovia alle vicende più recenti: il “film” delle ultime difficoltà gigliate PAG.28
a tutta ginnastica Nel cuore del Q3 il Cgf porta avanti da anni la sua attività: l’insegnamento come crescita a 360 gradi PAG.31
on si preannuncia un anno facile, questo 2012, per il salvadanaio. Perché una volta passate le feste ecco ad attenderci al varco la dura realtà, fatta di nuove imposte e rincari. Lo sapevamo, nelle ultime settimane del 2011 si erano susseguiti annunci e ammissioni, da parte del premier Mario Monti e del suo governo, che “salvare” l’Italia non sarebbe stato indolore per gli italiani. Ora, però, è arrivato il momento di mettere mano al porta-
foglio. Tra il ritorno dell’Ici (con un nome diverso, Imu, ma la stessa sostanza) e le novità in fatto di pensioni, ecco una breve guida a quello che aspetta anche i toscani nei prossimi mesi. Perché, conoscendo il “nemico”, si può pensare a come correre ai ripari. Tradotto, a come cercare di risparmiare il più possibile. Ma non sarà facile: per combattere il caro-benzina, ad esempio, non basterà usare l’auto PAGG.8-9 meno del solito.
Carimese Un e vuoti, dopo il’agguato parcheggi razzista flop PAGG.14-15 PAGG.20-21
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l 2012 sarà sicuramente migliore del 2011. Anche perché secondo il calendario Maya il 21/12/12 finirà il mondo: perlomeno l’anno durerà meno del solito! Il 2012 sarà segnato dalla crisi. La spesa per il gratta e vinci è triplicata. Questo dato dimostra che gli italiani sanno cosa serve per uscire dalla crisi: una botta di fortuna! Nel 2012 andare in pensione sarà un’utopia. Siccome sono un padre previdente i miei figli li ho convertiti al buddismo: oggi come oggi l’unico modo per raggiungere l’età pensionabile è sperare nella reincarnazione! Inizieremo il 2012 con un governo tecnico. Questi politici del governo Monti si commuovono quando parlano di crisi, sono educatissimi, non dicono mai le parolacce. Secondo me non sono politici italiani! Il vero politico italiano non conosce tabù. Avete presente i leghisti: alcuni sembrano assatanati, sono sempre paonazzi in faccia, urlano le peggiori offese. Per calmarli non servono i commessi del parlamento, serve l’esorcista. Un vero politico italiano una cosa la sa fare bene: raccontare le barzellette. Questi del governo Monti non solo non ne conoscono nemmeno una, ma se gliela racconti nemmeno la capiscono. I ministri del governo Monti alle nove di sera sono già a letto. Niente feste. Povere escort, prima non avevano una serata libera. Ora escono solo per accompagnare la nonna a giocare in una sala bingo. In pochi mesi sono passate dal bunga bunga al bingo bingo! Buon anno a tutti! *Comico
turismo Stile, arte creatività e allegria. Vi avvolgeremo in un caloroso abbraccio!
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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
IL CASO/1. Arrestato il diciassettenne considerato il capo della baby gang di Gavinana
Allarme “bulli”, ma la scuola non ci sta Si torna a parlare del problema. Una madre: “Mia figlia mi ha raccontato di alcune prepotenze”. Sul sito della Botticelli comparsa una lettera dei docenti: “Luogo di accoglienza” Lisa Baracchi
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l leader diciassettenne di un gruppetto di piccoli bulli che terrorizzava i coetanei di Gavinana è stato arrestato lo scorso novembre. Tra i genitori del quartiere c’è chi ha tirato un sospiro di sollievo e chi invece, leggendo le pagine dei giornali, si è preoccupato soprattutto per i riferimenti ad alcuni ex studenti della scuola media Botticelli. L’episodio che ha fatto scattare le manette al minorenne ritenuto il capo della baby gang di Gavinana è accaduto nel giugno scorso: il bullo voleva gli occhiali da sole di un ragazzo e gli ha puntato un coltello all’addome per farseli consegnare. Quando i carabinieri di Bagno a Ripoli hanno fermato il giovane, italiano di origini albanesi, lui li ha minacciati, senza troppi giri di parole: avrebbe bruciato le loro auto non appena tornato in libertà. Al momento dell’arresto aveva con sé un coltello con una lama di 18 centimetri, forse lo stesso che usava per le rapine. Le forze dell’ordine conoscevano bene il ragazzo, segnalato più volte per furti, ricettazione e lesioni. Da alcuni mesi era considerato il capo della “banda” di Gavinana che ha messo a segno bravate e scorribande contro altri minorenni, fino ad arrivare a compiere veri e proprio reati. Dicono gli investigatori che le indagini sono state tutt’altro che semplici: spesso le vittime non hanno denunciato gli episodi in cui sono state loro malgrado coinvolte. A volte dicevano di aver paura delle ritorsioni della banda, altre temevano di “rovinare” la vita di un ragazzo pur sempre minorenne. “Questi episodi non accadono certo a scuola – dice una bidella della Botticelli – è più facile che si verifichino vicino al centro commerciale”. Piazza Bartali da anni è ormai diventata il ritrovo di tanti adolescenti, con le sue panchine, i suoi giochi e, in inverno, la sua pista da pattinaggio. “Mia figlia mi ha raccontato di prepotenze dei ragazzi più grandi – racconta una mamma all’uscita di scuola – spintonano, prendono in giro, cose così, ma non si tratta di studenti della sua classe, quindi pur essendo preoccupata non gli ho dato troppo peso. I professori a
la scuola
Botticelli
scuola ci hanno rassicurato”. Sul sito della Botticelli, in home page, è comparsa una lettera dei docenti che contestavano il fatto che “nei giornali si fosse fatto riferimento alla scuola come luogo dove ragazzi ripetenti taglieggiavano i più piccoli”: “La Botticelli si è da sempre caratterizzata come scuola di accoglienza spesso impegnata a recuperare con percorsi individualizzati alunni che per nascita o esperienze di vita mostrano necessità di particolari attenzioni, sensibilità e di
una professionalità positivamente sperimentata, dall’altra ha sempre potenziato le eccellenze, sviluppato al massimo le competenze disciplinari, attivato progetti, laboratori ed iniziative ad alto valore culturale, civile e sociale con riconoscimenti anche a livello nazionale”. E tra questi trionfi è ricordata la vittoria a Siena della classe 1E nel “rally matematico” (prima classificata su 155 scuole della regione) e la partecipazione di molti alunni ai giochi matematici dell’università
Bocconi, uno dei quali ha raggiunto la finale di Milano. Tra le iniziative ci sono il teatro, le conferenze con costituzionalisti, esperti, testimoni della storia ed eventi di solidarietà. “È per questo che vorremmo essere menzionati e non solo come ex scuola di qualche ragazzo disagiato per il quale la Botticelli ha rappresentato semmai una delle poche occasioni di integrazione e di accoglienza e non certo di traviamento o luogo per esprimere il peggio di sé”.
TELECOMANDO A due mesi dallo switch off ecco come sono andate (e come vanno) le cose nella circoscrizione
La tv ai tempi del digitale. Il passaggio? Non indolore
C’
è chi ha telefonato in preda a una crisi di nervi perché non riusciva a vedere il proprio programma preferito. No, il passaggio al digitale terrestre non è stato indolore per tutti. Canali scomparsi, immagini a scatti, la Rai che si prende solo in cucina, Mediaset solo in camera e La7 che ha lasciato molte delle case di Gavinana: lo scenario degli schermi della nuova era televisiva è ancora molto vario nel quartiere. E soprattutto i primi giorni dopo lo switch off, che a Firenze è scattato il 18 novembre scorso, in tanti si sono rivolti ai negozi di tv ed elettronica, come l’Euronics del centro commerciale di Gavinana,
Il Reporter di Gavinana, Galluzzo, Firenze sud raggiunge 16868 famiglie nel quartiere 3 di Firenze. Copia in abbonamento postale
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il reporter è un periodico di 8 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie
Direttore Responsabile: Matteo Francini Service editoriale e grafico: tabloid soc.coop., Firenze (FI) scrivimi@ilreporter.it
Direzione ed amministrazione: via Kassel 17- 50126 Firenze tel. 848.80.88.68
dove nel settore delle televisioni si è formata una piccola task force composta da promotori dei canali del digitale e da due dipendenti del punto vendita: “Ci rendiamo conto che per alcune persone, anziani o chi è costretto a stare in casa, la televisione sia uno strumento importante di intrattenimento – commenta Simone, che è stato in prima linea nei giorni del lancio della tv del futuro – abbiamo cercato di dare risposte più rapide possibili. In tanti hanno chiesto assistenza, anche solo per collegare il decoder alla televisione”. Racconta ancora Simone: “Alcuni sono anche tornati in negozio risentiti: credevano che avessimo
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno VI n.3 del 2 gennaio 2012 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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venduto apparecchi difettosi, magari avevano appena ricomprato un televisore da mille euro e pretendevano che tutto fosse subito funzionante. Oppure c’è stato chi voleva nel giro di cinque minuti una persona a casa che controllasse la propria tv”. A volte il problema è stato l’orientamento delle antenne, “anche gli antennisti sono stati subissati dalle chiamate”, dicono all’Euronics di Gavinana. Il consiglio, ripetuto come un mantra nel negozio, in caso di cattiva ricezione è quello di provare a sintonizzare di nuovo i canali, mentre le aziende stanno ancora facendo verifiche tecniche sul /L.B. segnale.
Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.
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il giornale del tuo quartiere
VIAGGIO NEL RIONE. Dopo Sorgane (pubblicato a novembre), alla scoperta di un’altra zona del Q3
Storia e gioielli, molto più di Due Strade
uno scorcio delle
Due Strade
È conosciuta soprattutto per il traffico (per cui ognuno ha la sua soluzione, come togliere il semaforo e creare una rotonda davanti al benzinaio), ma quest’area nell’immediata periferia di Firenze nasconde anche altro: le sorprese non mancano
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San Felice a Ema, cercasi parcheggio N
Giulia Brestolani e pensiamo alle Due Strade, la prima immagine che viene in mente è quella di un piccolo abitato tagliato (appunto) da due strade, invase dal traffico. E visto che tendiamo un po’ tutti a semplificare, è facile incappare nell’equazione “Due Strade = rione trafficato”. Ma la realtà, per fortuna, talvolta ci smentisce. E per descrivere le Due Strade è certo più adeguato usare le parole di una lettrice – la signora Liliana – che in una lettera a Il Reporter ha scritto: “Alle Due strade, oltre al transito ininterrotto di via Senese, c’è una storia”. Una storia, ahinoi, spesso passata in secondo piano davanti al rumore fastidioso causato dal via vai continuo di auto. Non si può negare, infatti, come alle Due Strade il traffico rappresenti un problema annoso e tuttora irrisolto, fonte di numerose proteste tra gli abitanti. Ognuno ha la sua proposta – ad esempio togliere il semaforo e creare una piccola rotonda davanti al benzinaio – e in generale tutti aspettano a gloria il completamento del bypass del Galluzzo. Ma, lasciando da parte questi discorsi, si possono iniziare a considerare altre caratteristiche di questa zona nell’immediata periferia di Firenze. Un luogo che in passato era campagna e in quanto tale meta di villeggiatura estiva per i nostri progenitori. Già il nome la dice lunga sull’origine antichissima dell’abitato: le “due strade” a cui si fa riferimento sono infatti la vecchia via Romana, che gli etruschi utilizzavano per i loro commerci con Roma – oggi via Malavolta e poi via del Podestà – e la ben più recente via Senese. E cominciando a percorrere via Malavolta si nota subito che si tratta di una strada con una storia alle spalle, poiché le case e le ville che la compongono sono quasi tutte databili tra il XV e il XIX secolo. Prima di addentrarsi alla scoperta dei tesori di questa via, è doveroso però soffermarsi sul suo inizio: all’altezza della rosticceria c’è una lastra in marmo – ripulita in occasione dei 150 anni dell’Uni-
IL CASO/2. Sosta selvaggia vicino alla chiesa
tà d’Italia, grazie alle segnalazioni dei cittadini – che riporta la scritta: “Seco recando i fati dell’Italia e di Roma, qui nell’ottobre del 1866, Giuseppe Garibaldi per breve ora posava”, che sarebbe a dire che da lì passò il valoroso Giuseppe Garibaldi. Proseguendo, a catturare l’attenzione è l’insegna ottocentesca “Antica Macelleria Egidio Tiburzi”, dove più delle parole si leggono i segni del tempo. Beh, qui lavorava il macellaro Tanaca che, secondo le voci dell’epoca, scambiò il proprio figlio con il primogenito di re Carlo Alberto, morto in culla a causa di un incendio. Forse allora questa insegna sbiadita custodisce silenziosamente un segreto, e magari sarebbe capace di spiegare come mai re Vittorio Emanuele II non somigliasse né fisicamente né caratterialmente a suo padre e agli altri Savoia... Andando avanti, il susseguirsi di “ampie case da signore” e “piccole case da lavoratore” offre scorci
Qui tutti aspettano a gloria il completamento del bypass del Galluzzo di bei giardini e cortili con pozzi, tra cui spiccano Villa Feri, il Portico di Malavolta e la casa nota come “Macelleria del Portico”, che appartenne anche agli Strozzi. E in questa dimensione d’altri tempi stona – si lamentano molti abitanti - la recente lottizzazione di via del Podestà 69, che “col suo bianco abbagliante e i rivestimenti moderni non si armonizza affatto con i dintorni”. Per scovare infine un altro gioiello delle Due Strade bisogna percorrere via Senese verso San Gaggio: lì, alla sommità della salita, c’è un monastero di suore che fu costruito nel 1300, oggi purtroppo abbandonato e chiuso al pubblico.
on è solo una questione di ritrovi di “dopo catechismo” alla parrocchia, da quando è arrivato don Floriano. Anzi, ce ne fossero. Il problema del transito e quindi ingorgo in quella parte di via di San Felice a Ema che conduce direttamente al piazzale dell’omonima chiesa è sempre stato al centro dell’attenzione, da più di vent’anni. La strada, si sa, già di per sé non è una delle migliori per chi viene dal Galluzzo: la fatidica salita in curva è un incubo ricorrente di chi la conosce, sia a piedi che in auto. Figuriamoci quando il viavai di persone che esce dalle celebrazioni domenicali, e non solo, si moltiplica. Il problema riguarda soprattutto la modalità di parcheggio di chi frequenta la chiesa, ovvero il più delle volte senza regole né rispetto, nonostante ci si trovi tra l’altro nelle vicinanze di un luogo sacro. L’unico parcheggio esistente (a lisca di pesce) che funziona sia per la chiesetta che per l’adiacente cimitero si trova lungo la via e conta circa una ventina di posti macchina, pochi per le esigenze dei tanti fedeli della parrocchia. Il risultato è presto detto: auto parcheggiate in doppia fila, pedoni costantemente a rischio incidente (non esiste il marciapiede tanto è stretta la strada) e per finire clacson a non finire di chi è in coda ad aspettare. “Effettivamente è un problema grave - riconosce Don Floriano - quando sono arrivato mi preoccupavo principalmente di quei veicoli che arrivavano ad alta velo-
cità in questa strada la cui visibilità è veramente inesistente. Adesso mi rendo conto che la preoccupazione principale è anche la questione del parcheggio, troppo piccolo. Da parte mia posso garantire che mi sono già mosso in tal senso. Ho parlato con l’amministrazione comunale che per ora purtroppo può fare poco: ci sono dei vincoli cimiteriali da rispettare secondo i quali non si può costruire nelle vicinanze (cento metri, fronte e retro) di un camposanto. Ma non mi arrendo – continua - la situazione si aggrava di giorno in giorno. Alcuni giorni fa l’ennesima signora è stata urtata da una macchina. Con i ragazzi del catechismo stiamo addirittura organizzando una specie di reportage alla ‘Striscia la
Pochi posti per le esigenze dei fedeli della parrocchia notizia’ per mostrare la pericolosità dell’incrocio”. Intanto le proposte per risolvere la situazione si fanno avanti: c’è chi consiglia dei normali riduttori di velocità e chi invece la presenza fissa dei vigili. Altri ancora pensano addirittura di abbattere il muricciolo che separa la strada da alcuni campi di privati, per allargare una volta per tutte la carreggiata. E /V.B. dunque il parcheggio.
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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
L’INCHIESTA. Non solo a Capodanno, i padroni denunciano: scoppi da ottobre a marzo
Cani terrorizzati da botti e petardi Arrivano i cartelli e una petizione Lisa Baracchi
N
elle aree per cani di Villamagna sono apparsi nelle ultime settimane alcuni cartelli con il numero del pronto intervento della polizia municipale da chiamare “mentre scoppiano i petardi”. Il problema dei botti nel quartiere assilla da mesi i proprietari dei cani, che hanno presentato al Comune una petizione con più di duecento adesioni (172 firme e 111 adesioni email). Le segnalazioni sono arrivate anche per iscritto al comando dei vigili di via Villamagna, per lasciare una traccia più visibile delle richieste dei cittadini: “Faccio segnalazione a codesto comando che dai primi di ottobre sono cominciati i botti di petardi nel parco dell’Albereta e nella sponda di fronte dell’Arno – scrive il signor Leoni - questi eventi si manifestano in orari imprecisati, ma soprattutto nel pomeriggio tanto che diversi proprietari di cani, come me, si sono trovati costretti a portare il cane (nelle aree per loro previste e presenti in zona) solo la mattina. Questa mattina però verso le 11 di fronte alla Cooperativa di Legnaia, sono cominciati dei botti molto fragorosi e insistenti, ed io non ho potuto fare altro che allontanarmi velocemente per tornare verso casa”. La stragrande maggioranza dei cani infatti viene terrorizzata dai botti. “Hanno l’udito molto più sviluppato di quello umano – spiega Mariangela Corrieri, responsabile della Lav di Firenze e Provincia, che sta seguendo la faccenda e ha presentato una lettera al sindaco - i forti rumori li gettano nel panico inducendoli a reazioni istintive e incontrollate, diventano ingestibili, procurano ansia e preoc-
uno dei cartelli apparsi nelle aree cani del quartiere
Floriana P. Insegnante, 70 anni
Paola E Costanza Studentesse
Yvonne Iba Impiegata, 62 anni
“Per loro è una vera tortura”
“Li abbiamo sentiti spesso”
“La zona è adatta per passeggiare”
“Non sapevo che ci fosse una petizione per chiedere che la smettano di lanciare petardi, vorrei firmare anch’io. Perché quest’abitudine è una vera tortura per i cani che avrebbero invece qui nel quartiere tanto spazio per passeggiare, nelle due aree a loro dedicate o lungo il fiume. I vigili dovrebbero fare di più”
“Li abbiamo sentiti spesso anche noi questi scoppi, non solo da questo lato del fiume ma anche dall’altra parte del ponte San Niccolò. Anche lì c’è una piccola area per cani e i ragazzi tirano questi petardi, soprattutto sotto Capodanno, ma a a tutte le ore, non vorremmo che lo facessero proprio per fare dispetto ai cani”
“Ci siamo trasferiti da poco e non so di questo problema dei petardi, non li ho sentiti. Per noi la zona è molto adatta alle passeggiate soprattutto lungo gli argini del fiume, ci sono molte zone verdi ovunque, l’unica accortezza da avere è stare attenti alla strada, qui molto trafficata”
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il giornale del tuo quartiere cupazione ai loro proprietari. Nella zona indicata molti animali sono fuggiti e due sono morti nel 2010”. Gli abitanti chiedono a gran voce al Comune di “porre rimedio a questo “passatempo”, che non riguarda più solo i giorni vicini a Capodanno (i cittadini segnalano che gli scoppi si verificano “tra ottobre e marzo e quasi a ritmo quotidiano, specialmente nel parco dell’Albereta, compresa la parte dei campi da gioco, intorno al parco giochi bambini e al fontanello”) e che impedisce agli animali e ai loro proprietari di passeggiare tranquilli nel parco dell’Anconella. “Quello che manca è anche una segnaletica nel parco e nei giardini dell’altra sponda dell’Arno – spiega Simonetta Fanteria, che ha promosso la petizione - che segnali il divieto (che esiste) di lancio di oggetti accesi e scoppio di petardi nei luoghi pubblici, parchi e zone vicine alle aree dove sono presenti animali domestici e selvatici”. In molti Comuni i petardi sono vietati da specifiche ordinanze, ma non a Firenze, “dove manca evidentemente una cultura del rispetto degli animali”, spiega il padrone di un cane. Ma, come dice Gandhi, “la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui essa tratta gli animali”. La questione è arrivata lo scorso ottobre anche in consiglio comunale di Palazzo Vecchio, con
un’interrogazione del consigliere Tommaso Grassi. L’assessore alle politiche del territorio Elisabetta Meucci ha risposto spiegando che “nelle aree indicate nella petizione il comando della Polizia Municipale ha disposto, avvalendosi sia dei reparti territoriali sia del reparto polizia ambientale, controlli con personale in abiti civili mirati alla verifica e al contrasto dei fenomeni denunciati. Si evidenzia peraltro che ai reparti interessati non risultano pervenuti reclami in relazione allo scoppio di petardi o fuochi di artificio nelle aree verdi che si estendono lungo l’Arno nella zona del Ponte S. Niccolò”. Ecco perché sono comparsi i cartelli nelle aree per cani: l’intento è quello di far
I rumori forti li gettano nel panico fioccare tutta una serie di reclami ai reparti interessati. Per il momento, per i padroni dei cani di miglioramenti della situazione ancora non se ne sono visti.
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L’allarme riguarda soprattutto le aree ad hoc in via di Villamagna, dove per la paura molti animali sono fuggiti e due sono morti nel 2010. La questione è sbarcata anche in Palazzo Vecchio. I cittadini vogliono far fioccare i reclami
FOCUS. Gianna ne accudisce diciotto sotto il ponte di Varlungo. “Chi ci vuole aiutare porti cibo o coperte”
Nel rifugio dei quattrozampe salvati dai maltrattamenti
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n fatto di cani è la voce più autorevole del quartiere. Ne accudisce 18, salvati da maltrattamenti e abbandoni, e tutti qui sanno indicarti dove si trovano le loro cucce “riscaldate”. Il rifugio dei cani della signora Gianna è sotto il ponte di Varlungo: “Tutti ormai ci conoscono, nel bene o nel male – racconta Gianna – capisco che quando si mettono ad abbaiare tutti insieme possono fare troppa confusione, qualcuno dei vicini allora protesta, ma non succede spesso. Sono tutti animali buoni”. Gianna Trambusti ha iniziato a dedicarsi ai suoi cani vent’anni fa, quando ha
Hanno tutti una storia molto particolare: ora sono amati e coccolati
chiuso il bar pasticceria, “delusa dalle persone – dice – e pronta a prendermi cura di questi animali che hanno tutti una storia molto particolare”. Li vedi scodinzolare dietro i larghi recinti dove vivono in piccoli gruppetti: c’è il San Bernardo, Nebbia, che è stato sequestrato al suo padrone per maltrattamenti, c’è la piccola Stella che non lascia allungare la distanza tra le sue zampe e i piedi della signora Gianna, la segue ovunque. E ci sono tanti casi di vite da cani trasformate in vite di cani amati e coccolati. Una delle cagnette, Lia, è stata scaraventata dentro il recinto da un padrone ingrato che non la voleva più, un altro cagnetto aspetta ancora il suo proprietario che era molto anziano e non ha potuto più tenerlo, un altro ancora era legato a un metro di fune sul passo della Futa. Ma ci sono storie anche più intricate, come quella di Andy, che viene da Napoli, o quell’altro suo compagno che era destinato ai combattimenti clandestini e invece ora scodinzola pacifico a Gavinana. E tutti hanno le loro caratteristiche e le loro
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“manie”: quella di Schizzo è di cercare continuamente un modo per schizzare fuori in cerca delle nutrie del lungarno. Alcuni volontari portano a spasso questi cani durante il giorno, come Fabrizio, che passa con i cani più grossi al guinzaglio da Varlungo fino all’Albereta, mentre la signora Gianna prepara loro pasti freschi nella sua casa a Bagno a Ripoli. Lei passa la maggior parte del suo tempo insieme a loro, a ripulire le cucce, a fare carezze, “ma serve anche avere il polso fermo per porre delle regole, è importante mescolare affetto e fermezza - spiega la signora che ha accudito in 20 anni decine di cani - se qualcuno vuole aiutare queste bestiole deve portare cibo o coperte, non soldi, non li vogliamo”. Qui vengono spesso anche i bambini a giocare con i cani, il “canile” di Varlungo è diventato un punto di ritrovo per gli amanti degli animali e un’amica di Gianna, dall’America, ha portato dei rotoli dove mettere acqua calda e tenere così riscaldate le cucce /L.B. dei cagnetti più freddolosi.
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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
TENDENZE. Esplosione di iscrizioni di under 16 all’associazione dilettantistica del Circolo Vie Nuove
Playstation? No, qui si gioca a scacchi Per gli adulti l’appuntamento è il lunedì e il giovedì sera, per i ragazzi il venerdì pomeriggio. Durante l’anno tornei juniores e seniores e lezioni nelle scuole. Presto un corso per non vedenti Lisa Baracchi
A
vanza l’alfiere, indietreggia il cavallo e scacco al re: l’arte degli scacchi può diventare anche un gioco da ragazzi? Così sembra suggerire quell’esplosione di iscrizioni degli under 16 all’associazione dilettantistica Scacchi
una scacchiera
(foto
Circolo Vie Nuove che è stata registrata quest’anno. Ma tutti sanno che per imparare le mosse più astute serve allenarsi. La palestra dello scacchista nel quartiere 3, dedicata ad Aaron Nimzowitsch, scacchista lettone e uno dei massimi innovatori della teoria del gioco nei primi
da www.scacchivienuove.it)
anni del XX secolo, è aperta il lunedì e il giovedì sera, ma il giorno dedicato ai ragazzi è il venerdì pomeriggio. “Da circa quattro anni, nella sede di viale Giannotti 13 è attiva l’associazione – spiega il presidente Paolo Fini – abbiamo oltre cinquanta iscritti (di cui venti frequentatori abituali) e svariati ragazzi under 16. L’associazione richiama nella zona di Firenze sud e non solo quanti si vogliono cimentare a livello dilettantistico o di club con l’affascinante e intramontabile mondo degli scacchi”. Ma cosa ha attratto i ragazzi verso questo gioco fatto di riflessione e concentrazione? Alcuni degli associati del circolo scacchistico di Gavinana hanno portato la passione per gli scacchi nelle scuole, incontrando l’apprezzamento dei genitori e degli insegnanti, ma sopratutto dei ragazzi. “Recentemente abbiamo fino a 40 ragazzi che vengono a confrontarsi, a studiare e giocare insieme - racconta Fini un momento per tutti per scoprire le dinamiche cognitive e comportamentali dei singoli, di gruppo e potenziare curiosità e concentrazio-
un momento di un torneo
(foto
da www.scacchivienuove.it)
ne”. Il circolo è affiliato alla Federazione Scacchistica Italiana del Coni e la sua attività “istituzionale” è “la diffusione del gioco in ogni ambito sociale unendo momenti agonistici ufficiali a quelli informali”. E dalle gare arrivano anche le soddisfazioni: “Nel campionato italiano a squadre abbiamo ottenuto la promozione in serie C, mentre a livello regionale un secondo posto per la squadra femminile e un terzo per la squadra juniores. E ottimi sono stati i risultati individuali dei ragazzi”. Durante l’anno vengono svolti al circolo delle Vie Nuove tornei juniores e seniores aperti a tutte le categorie,
e sono in programma corsi di base e di perfezionamento per gli adulti, oltre a corsi nelle scuole elementari e medie. In via di preparazione c’è anche un corso per non vedenti. Il lunedì sera dalle 21 si gioca con gli “scacchi veloci”, mentre il giovedì (sempre dalle 21) è il momento dello studio e del gioco “a tempo lungo”. Per dettagli e informazioni è possibile rivolgersi al circolo delle Vie Nuove (e chiedere di Alessandro, Silvio o Paolo), ma si può anche navigare sul sito www.scacchivienuove.it dove ci si può allenare e studiare on line, o partecipare a chat e forum sull’argomento.
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• Call center del Comune 055 055 • Polizia municipale pronto intervento 055 3283333 • Polizia municipale emergenze 055 3285 • Azienda sanitaria call center (Cup) 840 003 003 • Quadrifoglio informazioni 800 330011 • Quadrifoglio ritiro materiali ingombranti 055 3906666 • Ataf informazioni 800 424500 • Publiacqua 800 238238 • Publiacqua Numero Verde Guasti 800 314314 • Centralino Quartiere 3 055 2767739 • Guardia medica 055 2320082 - 055 6536899 • Centro per l’impiego 055 685521 • Biblioteca di Villa Bandini 055 6585124 • Punto lettura del Galluzzo 055 2321765 www.comune.fi.it • comunefirenze@comune.fi.it • q3@comune.fi.it
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economia
Gennaio 2012
LE NOstRE tAscHE/1. Torna l’Ici sulla prima abitazione: si chiamerà Imu e si farà sentire
Casa dolce casa, ma sempre più “salata” Chi ha figli potrà detrarre 50 euro per ogni pargolo entro i 26 anni
Paola Ferri
fino a un massimo di 400 euro. Tutti gli altri dovranno sborsare
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circa un terzo in più rispetto a prima dell’abolizione del balzello. Ma per i genitori separati arriva qualche rassicurazione
ra manovre e contromanovre alla fine una cosa l’abbiamo capita: da quest’anno torneremo a pagare l’Ici sulla prima casa. Anche se stavolta prenderà il nome di Imu, acronimo di Imposta municipale sugli immobili. E il conto sarà più salato di quello presentato dalla vecchia Ici. Cerchiamo di capirci qualcosa, an-
LAVORO I punti della riforma
Pensioni, cosa cambia
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opo anni, anzi decenni, di discussioni, alla fine la riforma delle pensioni è arrivata, in quattro e quattr’otto, prima di Natale. Se c’è una cosa che abbiamo capito è che si andrà in pensione più tardi. Quanto più tardi dipende dall’età anagrafica e da quella “contributiva”, nel senso degli anni di contributi accumulati. Il limite anagrafico è stato fissato in 66 anni per gli uomini e 62 per le donne, anche se per queste ultime è previsto un innalzamento graduale dell’età pensionistica, che porterà uomini e donne a ritirarsi dal lavoro entrambi a 66 anni. Chi volesse farlo prima del raggiungimento dell’età limite, deve aver accumulato almeno 42 anni e un mese di contributi (41 e un mese per le donne). Il cambiamento riguarda più che altro i lavoratori del settore privato, perché alle dipendenti pubbliche ci aveva già pensato Tremonti: da quest’anno le donne del pubblico impiego lavoreranno fino a 65 anni. Le misure saranno attenuate per i nati nel ’52, che sarebbero risultati i più colpiti: chi avrebbe maturato il diritto alla pensione nel 2012, con 35 anni di contribuzione, potrà uscire dal mondo del lavoro a 64 anni, anziché aspettarne altri due. Resta il problema di quanti avevano lasciato il lavoro anticipatamente con la prospettiva di incassare l’assegno pensionistico a breve. Così come resta aperto il problema delle aziende che avevano messo in conto pensionamenti anticipati per ridurre il personale. È stato infine introdotto il contributivo anche per chi aveva 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, ma la misura non dovrebbe essere molto dolorosa, in quanto costoro sono per lo più già in pensione. Stop anche alle pensioni d’oro: non saranno rivalutate e saranno anzi soggette al contributo di solidarietà del 15%. Le più basse (fino a 1.405 euro lordi) verranno invece rialzate di anno in anno a seconda dell’inflazione. Tutte le altre resteranno al /F.P. palo.
che se la materia è tuttora assai nebulosa e soggetta ad aggiustamenti più o meno rilevanti. Innanzitutto, è vero che tutti torneranno a pagare l’imposta sulla prima casa (quella principale, in cui si vive), ma è anche vero che verranno mantenute tutte le altre agevolazioni su di essa (in termini di accensione di mutui, bollette, ecc...). Giusto per rasserenare gli animi, vale la pena ricordare che contemporaneamente alla rinascita del balzello viene introdotta anche una detrazione di 200 euro (sempre e solo sulla prima casa). A questi 200 euro scalati dall’Imu se ne aggiungono altri 50 da detrarre per ogni figlio residente con meno di 26 anni, fino a un massimo di 400 euro, operazione che di fatto allarga la fascia di chi riuscirà a scampare la tassa. A molti, però, toccherà tornare a pagare. Per di più la base imponibile è aumentata del 60%, il che, sommato agli aumenti vari (compresa aliquota e rivalutazione delle rendite catastali), potrebbe portare i cittadini a pagare oltre un terzo in più rispetto a quello che già sborsavano un tempo, prima dell’eliminazione dell’Ici. Il rincaro sarà tanto maggiore quanto più bassa era l’aliquota applicata finora, il che colloca Firenze tra le città che ne risentiranno meno (perché già si pagava di più, anche se questo non consola più di tanto, a pensarci bene). Se la spiegazione non è stata fin qui molto chiara non temete, perché per capirci qualcosa cittadini e Comuni avranno ancora un po’ di tempo a disposizione: le amministrazioni locali avranno una proroga per chiudere i bilanci, mentre la prima rata delle nuove imposte arriverà solo a giugno (la seconda scadrà a dicembre). Piccola rassicurazione per i genitori separati: secondo gli ultimi aggiustamenti apportati alla manovra Monti a pagare il balzello sull’abitazione dovrebbe essere colui che ne usufruisce, non per forza di cose l’intestatario. L’Imu grazierà ben poche categorie di immobili (e dunque di proprietari), tra cui quelli destinati a usi culturali, oltre a quelli di proprietà pubblica. Tra i fortunati restano le fondazioni culturali, comprese quelle bancarie (che pagano ma subiscono meno rincari) e le Chiese: i fabbricati destinati esclusivamente al culto non sono soggetti all’imposta, notizia che ha suscitato non poche critiche, tra cui quella dello stesso presidente della Regione Enrico Rossi. “Anche la Chiesa rinunci a qualcosa – ha dichiarato Rossi – decida dove intervenire, sull’Ici, sull’otto per mille o su qualcos’altro”. Ma niente da fare: per il momento la Chiesa non pagherà l’Imu.
Per capirci qualcosa c’è ancora un po’ di tempo
economia
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LE NOstRE tAscHE/2. Sale il prezzo dei carburanti. E trascina quello degli alimentari
Nuove tasse e rincari, si corre ai ripari Otto centesimi in più sulla benzina, undici sul gasolio, da sommare al “contributo per gli alluvionati”. Ma gli aumenti non sono solo qui: ecco una breve guida, per prendere le contromisure Francesca Puliti
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i salvi chi può. Questo 2012 si preannuncia come un diluvio di tasse e tassucole infiltrate un po’ ovunque. Dipendenti, lavoratori autonomi, privati cittadini, ce n’è per tutti. La regola numero uno resta: conoscere il nemico. E poi correre ai ripari. Magari prendendo un po’ meno l’auto o il motorino. Uno dei balzelli più scomodi introdotti dalla “manovra Monti”, infatti, è quello sui carburanti: un pieno ci costerà quasi dieci euro in più, considerato l’aumento di undici centesimi circa sul gasolio e di otto sulla benzina (che vanno sommati ai cinque centesimi di “solidarietà agli alluvionati” della Lunigiana, introdotti dal governatore toscano Enrico Rossi). Anche se riuscissimo a limitare i viaggi dal benzinaio, l’aumento sui carburanti è destinato a farsi sentire comunque, in termini di rincari dei prezzi dei beni di consumo, principalmente quelli alimentari. “Benzina, trasporti e logistica – denuncia Coldiretti – incidono per circa un terzo sui costi di frutta e verdura e assorbono in media un quarto del fatturato delle imprese agroalimentari”. Tradotto: aumenti in vista sugli scaffali del supermercato e invito a consumare prodotti il più possibile di stagione. Salgono anche le
bollette di gas e luce, mentre è assai probabile, anche se non può essere dato per certo, l’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici. Considerati i continui tagli al settore e i rincari dei carburanti,
Cresce l’addizionale Irpef, ma resta comunque tra le più basse d’Italia. E chi ha di più pagherà di più non è detto che basti individuare un gestore unico regionale per limitare le spese, come auspicato dalla Regione. Su Firenze, inoltre, pesa anche il fattore privatizzazione di Ataf, annunciata già un anno fa. Ma i servizi pubblici in generale sono destinati a subire una rivoluzione: chi non l’avesse ancora fatto si affretti a fare la dichiarazione Isee, perché d’ora in avanti quasi tutti i servizi saranno
compartecipati dai cittadini, in misura diversa a seconda di reddito e situazione familiare. Una rivoluzione cominciata con i ticket sanitari e destinata a contagiare pressoché ogni settore, compreso quello degli abbonamenti dell’autobus. Aumenta anche l’addizionale regionale Irpef, anche se resterà comunque una delle più basse d’Italia. Se finora era rimasta ferma allo 0,9 per cento, da quest’anno si sposterà sull’1,23 per cento, ovvero la nuova soglia minima imposta dallo Stato. La stangata arriverà solo per chi guadagna più di 75mila euro annui (stando alle dichiarazioni dei redditi poco più di cinquantamila toscani): in questo caso l’addizionale salirà a quota 1,73% (il che significa circa 400 euro in più da sborsare). Da questa misura la Regione si aspetta di incassare undici milioni di euro l’anno, da destinare principalmente ai trasporti pubblici. “Ma non è detto che bastino”, ammette l’assessore al bilancio Riccardo Nencini. In totale, alla fine dell’anno ogni famiglia avrà tirato fuori di tasca da 600 a tremila euro in più rispetto al 2011. Sperando che il decreto “Salva Italia” abbia assolto allo scopo, nel frattempo.
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agenda
Gennaio 2012
cALENDARIO/1. Il programma dei lavori, grandi e piccoli, previsti in città in questo 2012
Un anno in cantiere, maxi-opere in arrivo Già partito l’intervento per la seconda linea del tram, anche se il peggio verrà a giugno. La parte sud di Firenze è attesa da una primavera “calda”, con la realizzazione del tunnel Tav. In estate la prima pietra del termovalorizzatore Valentina Buti
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ari fiorentini, reggetevi forte: questo 2012 sarà un anno di grandi cantieri. Alcuni si noteranno di più, come quelli per il tunnel dell’alta velocità o per la linea 2 della tramvia. Altri, almeno sulla carta, saranno meno impattanti, come il collettore di San Colombano, che Publiacqua conta di completare in anticipo sulla tabella di marcia. Partiamo dall’opera più problematica per la città: la linea 2 della tramvia, che collegherà piazza dell’Unità a Peretola. Il sindaco Renzi ha promesso di finire i 5 km di tracciato in 950 giorni. Per farcela, gli operai di Impresa spa, la ditta che ha rilevato la Btp ed eseguirà i lavori, saranno al lavoro notte e giorno. La prima pietra del cantiere è stata posata a Peretola il 5 novembre scorso, e ora si lavora alla bonifica bellica dell’area. Ma i dolori verranno in estate, specie per la strettoia di via di Novoli, dove da giugno, e per 700 giorni, si viaggerà a una corsia, finché anche quella chiuderà. Da febbraio i lavori toccheranno via Gordigiani, e per 450 giorni i parcheggi spariranno. Da maggio, per 500 giorni, in viale Belfiore la carreggiata sarà ridotta. Costo dell’operazione 254 milioni (in project financing). L’opposizione è
scettica sui tempi, ma Renzi conferma: prima corsa entro fine mandato, a giugno 2014. Primavera calda anche a sud della città, con la realizzazione del tunnel Tav da 7,5 km che collegherà Campo di Marte a Castello. Si parte da via Campo d’Arrigo, dove entro l’estate si imbucherà la talpa Monnalisa. L’opera dovrebbe essere pronta tra il 2015 e il 2016. Mentre la talpa scaverà il ventre di Firenze, si comincerà a lavorare per la stazione sotterranea progettata da Foster ai Macelli, tra via Circondaria e il Mugnone. Ci saranno rischi per gli edifici in superficie? Comitati e associazioni ambientaliste temono di sì e ricordano che per la Foster non è mai stata effettuata la valutazione di impatto ambientale. Italia Nostra teme che il tunnel metta in pericolo l’Opificio delle pietre dure della Fortezza
Ci sono anche le compensazioni per la terza corsia della A1
e le opere d’arte in via di restauro. Ma l’Osservatorio Tav tranquillizza: i monitoraggi non rilevano rischi. Ci sono poi gli interventi che Autostrade spa dovrà fare come compensazione per la terza corsia della A1. Sul bypass del Galluzzo, apparentemente pronto da anni, pende l’inchiesta sulle terre di scavo. Manca solo la firma di Anas per partire con le Cascine del Riccio: si prevede il via libera entro giugno, come per la variante di Mantignano Ugnano. Il 2012 dovrebbe essere anche l’anno dei parcheggi. Tre mini park in superficie (70-100 posti in tutto) nasceranno a Sorgane, Serpiolle e Castello. Altri interrati sono previsti in piazza Vittorio Veneto, al Carmine, in piazza Brunelleschi e alle Cure: entro dicembre Firenze Parcheggi dovrebbe consegnare gli elaborati per lanciare il project. E che sia anche la volta buona per il termovalorizzatore di Case Passerini? La società Hera, stando a Quadrifoglio, poserà la prima pietra in estate. Viaggia spedito, infine, il tubone “Ersa”, che collegherà al depuratore di San Colombano le case in riva sinistra d’Arno, che oggi scaricano nel fiume. Entro l’anno si prevede di finire 4 dei 7,4 km di tracciato: Publiacqua conta di tagliare il nastro nel 2014.
lavori in corso al nuovo
parco
della
musica
SCENARI Intanto si cercano soldi per completare l’auditorium del Maggio, aperto e già richiuso
Quei “giganti” in attesa di cambiare volto: i progetti al palo er alcune opere che partono, altre che restano al palo. I giganti dismessi della città, come il Panificio militare o l’ex Manifattura tabacchi, da anni aspettano di cambiare volto, invano. Capitolo a parte è quello del nuovo auditorium del Maggio Musicale. Inaugurato lo scorso 21 dicembre, dopo dieci giorni di fuochi d’artificio il sipario si è richiuso. La struttura del teatro è terminata ma manca la macchina scenica per l’opera lirica. Servirebbero 40 milioni di euro per realizzarla. L’ex sottosegretario Gianni Letta si era impegnato con Renzi a trovarli, ma col nuovo governo tutto è tornato in discussione. Le parole del neoministro all’istruzione Francesco Profumo
la sera della prima sono state una doccia fredda: “Di quei soldi – ha detto - ne riparliamo nel 2013”. Ma il sindaco continua a sperare che il Cipe stanzi presto il finanziamento. Sull’ex Manifattura tabacchi, Palazzo Vecchio cerca da mesi un’intesa con i proprietari - Fintecna e Consorzio Etruria - per trasformarla nel nuovo polo abitativo della città. Non si parte per il parere contrario della Sovrintendenza, che non vede di buon occhio la realizzazione di due torri da 70 metri al posto dei capannoni industriali. Futuro incerto anche per il Panificio militare di via Mariti. A Palazzo Vecchio non dispiacerebbe vedervi nascere un polo residenziale con giardini, un asilo nido, parcheggi
e wi-fi. Per ora l’accordo non c’è, complice l’arrivo di una nuova proprietà, subentrata alla Btp di Riccardo Fusi. E il quartiere si tiene il suo mausoleo dell’abbandono. Quella del nuovo stadio è una storia infinita: tramontata l’ipotesi di realizzarlo a Castello, il Comune ora punta sulla Mercafir di Novoli. Niente più cittadella da 80 ettari però, ma un’area da 30-35 ettari, formato Juve. I Della Valle non hanno detto no: ora si aspetta il progetto. Svolta (forse) per l’aeroporto: Adf, la società che gestisce lo scalo di Peretola, ha chiarito che l’unica nuova pista possibile è una semiparallela all’A11. A Palazzo Vecchio non dispiace, ma è la Regione che deve decidere. /V.B.
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E AL N O SI FES TE O N R E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G
agenda
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cALENDARIO/2. Un cartellone fitto di eventi per la nuova stagione rock. E spunta anche Madonna
Dai Radiohead a The Boss, tutti sul palco I biglietti per il concerto della band inglese sono già esauriti, mentre quelli per lo show di Springsteen stanno andando a ruba. Ecco un assaggio della proposta musicale dei prossimi mesi Barbara Biondi
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i preannuncia un anno rock il 2012 fiorentino. E se a molti sembrano lontani i fasti degli anni Ottanta e Novanta, quando la città pullulava di eventi, concerti e star pronte a far diventare la città del giglio la loro seconda casa, i più sconsolati dovranno ricredersi e fare un salto sulla rete, per tenere sotto controllo la quantità di concerti e artisti importanti che hanno scelto di far tappa nel cuore del granducato. I primi due sono una chicca da segnare in agenda per gli appassionati di musica d’autore: l’evento numero uno arriva direttamente dagli States e chiama a gran voce “The Boss”, il re del palcoscenico nordamericano Bruce Springsteen, che gridando a squarciagola Born in the Usa ha coinvolto generazioni di appassionati. L’appuntamento con lui è fissato per il 10 giugno, quando suonerà allo stadio Artemio Franchi davanti al suo pubblico di appassionati. Il primo luglio al parco delle Cascine suoneranno invece i Radiohead, band inglese che ha scelto proprio la città del giglio per la prima tappa del tour internazionale. I meno informati, però, dovranno calmare subito i bollenti spiriti: i biglietti infatti sono già esauriti da un pezzo, ovvero dalla settimana successiva all’annuncio del concerto, alla fine di novembre.
L’ultimo appuntamento da segnare tra gli eventi da non mancare assolutamente è il concerto di Madonna, che dovrebbe approdare a Firenze intorno alla metà di giugno (si parla del 17), subito dopo aver cantato a Tel Aviv e Milano. In attesa dell’ufficialità da parte degli organizzatori, Firenze si prepara ad accogliere la regina del pop per uno show imperdibile, che la rivedrebbe esibirsi in città dopo 25 anni dal suo ultimo concerto. Ma se questi tre concerti rappresentano in assoluto il best of del programma per la prossima estate, ce ne sono molti altri da tenere in considerazione. A cominciare dagli amatissimi Litfiba, che tornano nella loro città per far ballare migliaia di persone il 2 marzo al Mandela Forum. Stesso posto, ma date diverse, per il grande ritorno, atteso da moltissimi, di Laura Pausini, che il 18 e19 marzo porterà le canzoni del suo neonato album sul palcoscenico dell’ex palasport. Il 22 Daniele Silvestri si esibirà sul palco più intimo del Viper Theatre, mentre chi lo sta aspettando da tempo sa già che Tiziano Ferro arriverà in città il 25 e 26 aprile per intonare i suoi ultimi succesi. Dulcis in fundo, il mattatore Crozza sbarcherà in città il 4 maggio per il suo spettacolo irriverente: l’appuntamento sarà ancora una volta al Mandela Forum.
CALENDARIO/3 Riparte la programmazione al teatro di corso Italia: classici affiancati a produzioni create ad hoc
Viaggio a Reims e Mago di Oz: la (ultima?) stagione al vecchio Comunale
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entre il nuovo Parco della Musica ha chiuso i battenti dopo dieci giorni dall’inaugurazione e in attesa che si trovino i finanziamenti per portare l’opera a compimento (vedi articolo a fianco), in quello che ormai è considerato il vecchio teatro del Maggio fervono i lavori per l’inizio della nuova stagione, che parte questo mese per terminare alla fine di novembre. Al contrario degli altri teatri, che fanno corrispondere l’inizio della stagione con gli ultimi mesi dell’anno, il Maggio già nel 2011 aveva inaugurato quella che ha tutti i presupposti per diventare una tradizione, ovvero che il calendario duri come l’anno solare. Si comincia il 18 con il Viaggio a Reims di Gioachino
Rossini, prima opera dell’anno (neanche tra le più conosciute del maestro), che terrà il palcoscenico occupato fino al 24. Subito dopo tocca al Lago dei cigni di Cajkovskij, all’inizio di febbraio, e alla classicissima Tosca di Giacomo Puccini, che verrà messa in scena l’ultima settimana del mese. Segue a ruota, a marzo, una nuova creazione di MaggioDanza, il balletto ShortTime (che verrà messo in scena al Teatro Goldoni) e Anna Bolena di Gaetano Donizetti. Nel mese delle rose si parte con il Festival del Maggio Musicale fiorentino che quest’anno dà fiato alle trombe con un’opera di Strauss, Il cavaliere della Rosa, dal 4 all’11 maggio, insieme al balletto i 4 temperamen-
ti. Poi il nuovo allestimento, realizzato appositamente in occasione della kermesse fiorentina e intitolato Il mandarino meraviglioso, il tutto intervallato da una serie di concerti con alcuni dei protagonisti del panorama internazionale. All’inizio della stagione estiva torna l’appuntamento con il Gala di danza in piazza della Signoria, poi sarà la volta di tre grandi classici: La Traviata di Verdi e le pucciniane Gianni Schicchi e Turandot, spalmate nel periodo che va da luglio a fine novembre. Nel frattempo, nel corso dell’estate fiorentina MaggioDanza offrirà un tributo ai Genesis dal Teatro delle Cascine, a cui /B.B. faranno seguito, nell’ordine, Sechs Tänze e Il mago di Oz.
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internet
Gennaio 2012
ON LINE. Ecco le notizie e i personaggi maggiormente cercati lo scorso anno su www.ilreporter.it
Le parole più cliccate del 2011 fiorentino TEMPO LIBERO ED EVENTI, TUTTO SU
I PIÙ LETTI DEL MESE 1. Scioperi in arrivo: si fermano bus, tram e treni 2. Jovanotti: restano sospese le date dell’Ora Tour 3. Firenze assediata dallo smog: scatta il blocco del traffico 4. IL RITRATTO / Casseri, “intellettuale nero appassionato di fantasy” 5. Springsteen, al via la caccia al biglietto. E Madonna...
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3. Firenze si veste a festa, è già Natale: luminarie accese e mercatini 4. San Lorenzo il giorno dopo l’agguato: bancarelle “a lutto” 5. Florence Biennale, un’invasione di arte contemporanea in città
“tamarri”
del
JerseY shore,
protaGonisti del
novembre, ha messo (e non poco) in apprensione fiorentini e toscani, assetati di consigli e istruzioni per l’uso sullo switch off, cercati - come ormai consuetudine - su internet. Discorso simile per la terza parola più cliccata sul nostro sito nel 2011: “ticket sanitario”. Una rivoluzione, proprio come il digitale terrestre, per i cittadini tosca-
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2011
fiorentino
ni, che da fine agosto hanno dovuto adattarsi a questa novità in fatto di sanità. Scesi dal podio, le parole più ricercate su www.ilreporter.it sono state “sciopero” (per avere tutte le informazioni necessarie nelle diverse occasioni in cui gli autobus e i treni sono rimasti fermi e gli uffici chiusi), “miss Italia” (lo scorso anno il concorso si è
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e parole che fanno un anno. Anche se descrivere quello che accade nel corso di 365 giorni è sempre difficile, abbiamo provato a scoprire quali sono state le parole (e dunque i fatti e i personaggi) che hanno caratterizzato il 2011 fiorentino appena finito. In che modo? Ricercando quelle che sono state le parole più cliccate da voi lettori sul nostro sito, www.ilreporter. it, negli ultimi dodici mesi. Le notizie più cercate, i temi su cui avete voluto saperne di più. E le sorprese non sono certo mancate. Perché (forse a sorpresa, forse no, visto l’enorme eco che ha suscitato in città e non solo), sul gradino più alto del podio si è piazzato il “Jersey shore”. Ebbene sì, l’arrivo a Firenze dei cosiddetti “tamarri” di Mtv, ovvero dei protagonisti del seguitissimo reality show made in Usa, ha sbancato la concorrenza: sono stati tanti, tantissimi, a cercare su www. ilreporter.it notizie e aggiornamenti sulle “imprese” fiorentine di guidos e guidettes. Al secondo posto in questa speciale classifica troviamo il “digitale terrestre”: il passaggio alla “televisione del futuro”, avvenuto lo scorso
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tenuto per la prima volta in Toscana, a Montecatini Terme), “Fiorentina” (il tifo è sempre il tifo, nonostante le difficoltà delle ultime due stagioni), “Matteo Renzi” (il “cybersindaco”, decisamente a suo agio nel mondo di internet e dei social network), “Hard Rock Cafè” (un’altra delle grandi novità fiorentine del 2011) e “Mutu”, passato la scorsa estate al Cesena non senza rimpianti da parte dei tifosi. I personaggi di casa nostra più cercati, oltre al già menzionato Renzi, sono stati Vittoria Puccini (colpita tra l’altro da un grave lutto familiare) e Roberto Benigni. Questo, in sintesi, il 2011 fiorentino visto attraverso il nostro sito. E per quanto riguarda il 2012 non vi resta che continuare a cliccare su www.ilreporter.it, per cominciare a capire (e a decidere) quali saranno le parole e i personaggi protagonisti dell’anno appena iniziato.
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LA guIDA LE MEtE PER scIARE LOW cOst
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anno dovuto pazientare più del solito, quest’anno, gli amanti dello sci. Sull’Appennino toscano la neve si è fatta attendere. Il paesaggio che offriva l’Abetone in occasione del ponte dello scorso 8 dicembre era tutt’altro che invernale: niente neve, piste e impianti chiusi. Sciatori e snowbordisti sperano di rifarsi in questi primi mesi del 2012, contando sulla tendenza meteorologica che sembra ormai essersi affermata: stagioni “posticipate” e – è l’auspicio neve “a oltranza” anche sulle piste toscane. Su www.ilreporter.it si possono trovare “bollettino neve” e situazione meteo in diretta. Ma se la neve dovesse continuare a fare i capricci, o semplicemente per cambiare un po’ aria, sul nostro sito si può trovare anche una guida alle località sciistiche più economiche di tutta Europa. E qui le sorprese non mancano.
I cittadini Italiani non hanno mai vissuto così a lungo e la loro speranza di vita continua a crescere. Tuttavia, la salute della popolazione è lontana dal collocarsi ai livelli cui potrebbe aspirare: permane un elevato grado di mortalità precoce e circolano ancora malattie che si potrebbero prevenire. Fra i fattori che incidono sulla salute un ruolo importante viene rivestito dagli stili di vita (l’abitudine al fumo, l’alimentazione, l’attività fisica, la dieta, l’alcol, nonché il modo di rapportarsi con gli altri e con se stessi) che hanno in comune una caratteristica importante: sono modificabili dal singolo. Se consideriamo che studi dell’OMS confermano che sulla longevità delle comunità i fattori socio-economici e gli stili di vita, contribuiscono maggiormente al mantenimento della salute rispetto all’ accesso ai servizi sanitari, si capisce quanto sia importante agire sul cambiamento degli stili di vita che possono essere ridimensionati attraverso azioni educative e di promozione della salute. Le informazioni al pubblico sono importanti, ma raramente bastano da sole ad indurre nelle persone l’adozione di comportamenti più sani. Le iniziative di promozione della salute riscuotono in genere maggiore successo e si avvalgono di una serie di metodi che invitano le persone prima a sapere, poi a sperimentare, ed infine ad operare scelte salutari consapevoli nel contesto della vita quotidiana. A Firenze la Società della Salute sta promuovendo, partendo da un’esperienza del Quartiere 4, la diffusione di Gruppi “Salute è Benessere” in ciascun Quartiere ed attualmente sono presenti nel Quartiere 3, nel Quartiere 4, nel Quartiere 5 e tra breve anche negli altri. Questi Gruppi hanno l’obiettivo di mettere in rete più soggetti possibili (singoli cittadini, Associazioni ed Istituzioni) di un territorio in modo da diffondere capillarmente le informazioni e le possibilità esperienziali che i Gruppi pensano di poter offrire alla popolazione. Fanno parte di ciascun Gruppo presente nel Quartiere: referenti del Comune di Firenze, dell’ASL 10 di Firenze, della Società della Salute Firenze, della UISP oltre a Medici, Farmacisti, rappresentanti di Associazioni ed anche Tu, insieme ad altri cittadini, puoi partecipare ai lavori del “Gruppo Salute è Benessere” del tuo Quartiere. L’’importanza del coinvolgimento di tutta la comunità nelle modificazioni delle condizioni che influiscono sullo stato di salute, piuttosto che centrarsi sulle persone esposte a rischio di specifiche malattie esalta l’importanza della responsabilità sociale e della partecipazione del perseguimento del benessere fisico e mentale. Inoltre, facendo leva sull’insieme dei fattori determinanti della salute, la promozione della salute richiede una stretta collaborazione tra i diversi settori della società che influiscono su di essa e non deve essere limitata solo all’apporto, pur importante, che può essere dato dalle strutture sanitarie. Per questo ti chiediamo di partecipare ai nostri incontri, alle nostre attività, anche con semplice proposte.
INFORMAZIONI E CONTATTI Ufficio Promozione Salute Q4 a.forconi@comune.fi.it ASL 10 S.S. Educazione alla Salute patrizia.giannelli@asf.toscana.it Sezione soci Coop Firenze Sud Ovest sez.firenze-so@socicoop.it
ATTIVITA’ MOTORIA E SALUTE
Sono ben noti gli effetti benefici dell’attività motoria sulla salute: protettiva riguardo le patologie cardio-vascolari, alcuni tumori, il diabete e l’osteoporosi, aiuta a prevenire l’ obesità ed influenza positivamente la psiche, riducendo l’ansia e lo stress e contribuendo ad accrescere l’autostima e la fiducia in se stessi. Si può senza dubbio affermare che l’attività motoria migliora la qualità della vita delle persone e ne accresce la sensazione di benessere. E non è necessario svolgere un’attività intensa e strutturata; anche un’attività moderata ed autonoma permette di ottenere grandi vantaggi per la salute. Camminare, andare in bicicletta, utilizzare le scale, sono tutti validi strumenti di salute che possono essere inseriti tra le normali attività quotidiane, senza richiedere particolari abilità o elevati livelli di
forma fisica; senza contare poi che se si svolge un’attività motoria all’aria aperta ed in compagnia di altre persone si incrementa ancor più la sensazione di benessere e si favorisce la socialità e la partecipazione, superando la solitudine e l’isolamento.
CAMMINIAMO INSIEME
Camminare fa bene, perché è l’attività più naturale ed antica dell’uomo, perché non ha vincoli specifici, perché non necessita di particolari attrezzature o abilità, perché lo si può fare ovunque ed insieme a chiunque. Il cammino, sia come forma sostenibile ed abituale di mobilità sia a fini preventivi e ricreativi, è uno strumento prezioso per migliorare la propria salute ed accrescere il proprio benessere, migliorando la qualità della vita. Partecipa alle nostre passeggiate: • dalla sede del Quartiere 4 (Villa Vogel) in via delle Torri Ogni secondo sabato del mese con partenza alle ore 9.30 Prossimo appuntamento: 14 gennaio 2012 • davanti all’ingresso del Centro Commerciale Coop, Piazza Bartali nel Quartiere 3 Ogni terzo sabato del mese con partenza alle ore 9.30 Prossimo appuntamento: 21 gennaio 2012 La partecipazione è rivolta a tutta la popolazione, non occorre l’iscrizione, è gratuita ed il ritorno è previsto alle ore 12.30.
ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA, CORRETTA INFORMAZIONE SUI FARMACI E MOVIMENTO PER UNO STILE DI VITA SANO.
Programma PASSEGGIATE Le passeggiate si svolgono ogni secondo sabato del mese: partenza ore 9.30 dalla sede del Quartiere 4 (via delle Torri) - rientro alle ore 12.30 circa. La camminata è gratuita e aperta a tutti. • Sabato 14 gennaio 2012 • Sabato 11 febbraio 2012 • Sabato 10 marzo 2012 • Sabato 14 aprile 2012 • Sabato 12 maggio 2012 INCONTRI DI PROMOZIONE DELLA SALUTE Ore 17 - 19 presso lo spazio Soci Coop Firenze Sud-Ovest 2° Incontro • 24 gennaio 2012 PRECONCETTI ALIMENTARI. Dietista Angela Arrighi - ASL Firenze 3° Incontro • 20 marzo 2012 AFFETTIVITÀ E CICLO VITALE DELLA FAMIGLIA. Dott.ssa Francesca Pezzoli 4° Incontro • 22 maggio 2012 PASSEGGIATE TRA FIRENZE E SCANDICCI. Dr. Stefano Bugetti
CATEGORIA FARMACOLOGICA Cittadinanza attiva e consapevole
INDICAZIONI Promozione della salute Diffusione di uno stile di vita salute attraverso la partecipazione a passeggiate ed altre attività organizzate in ogni quartiere della citta POSOLOGIA Una passeggiata organizzata al mese Lo sport come attività fisica volta a mantenere in efficienza il corpo… ma anche come momento di partecipazione e socializzazione Ogni appuntamento sarà caratterizzato da un tema specifico AVVERTENZE L’uso consapevole dei farmaci va condiviso con il medico e il farmacista al fine di ridurne gli effetti indesiderati ed ottimizzarne le azioni positive.
GLOSSARIO
SALUTE Completo benessere fisico psichico e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità PROMOZIONE DELLA SALUTE Processo che consente alle persone ed alla collettività di acquisire un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla STILI DI VITA Modi di vivere impostati secondo modelli di comportamento identificabili, che sono frutto dell’azione reciproca di caratteristiche proprie di un individuo e delle interazioni sociali con le condizioni di carattere socioeconomico e ambientale DETERMINANTI DI SALUTE Fattori personali, socioeconomici ed ambientali che determinano lo stato di salute delle singole persone o delle popolazioni. RETE Organizzare in gruppi gli individui, le organizzazioni e le agenzie secondo un’impostazione non gerarchica, sulla base di interessi e questioni comuni che vengono perseguiti in modo proattivo e sistematico e che si fondano sull’impegno e sulla fiducia. Gruppo di Coordinamento Salute è Benessere Q4 a cura di Andrea Forconi, Comune di Firenze Patrizia Giannelli, Azienda Sanitaria di Firenze
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focus
Gennaio 2012
IL RAccONtO/1. Qualche ora al mercato con il fratello di uno dei ragazzi feriti nell’agguato
“C’è paura che possa accadere di nuovo” LA SCHEDA
Bara Mbenghe ha il suo banco a San Lorenzo,
I dati di Palazzo Vecchio
La ‘’città straniera’’: tutti i numeri
in via Sant’Antonino, dal 1997, e proprio
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qui il killer ha sparato. “Continuano a dirci che rubiamo il lavoro, come trent’anni fa” Carolina Natoli
A
Bara mBenGhe
al lavoro al suo Banco
continuare a riportarlo con la mente a quel tragico 13 dicembre. Dopo venti minuti che sono qua mi offre un caffè. La gentilezza e l’umanità dei suoi gesti e delle sue parole si scontrano con il dolore che si legge nei suoi occhi. Le scene che ha vissuto non si cancelleranno mai dalla sua memoria. “C’è ancora un po’ di paura che possa accadere di nuovo. Commettere un omicidio a sfondo razzista è uno dei reati più gravi che ci possano essere nel 2011. Essere razzista è reato. Lo stato non lo identifica come tale, ma ci sono delle organizzazioni che sono state legalizzate e che fanno cortei e manifestazioni contro gli immigrati, e ciò per cui ‘protestano’ fa parte di un’ideologia che dovrebbe essere morta da decenni”. Quel martedì
era seduto davanti al banco con il fratello e altri amici, per qualche chiacchiera in un momento di tranquillità. Squilla il telefono e Bara si allontana. In quegli istanti la tragedia: Casseri apre il fuoco e ferisce il fratello. “La situazione in cui viviamo è la stessa di trent’anni fa – spiega – continuano a dirci che ‘rubiamo il lavoro’, ma sono parole dettate dall’ignoranza e dall’egoismo”. Quella senegalese è una comunità molto unita, ma aperta e volenterosa di far parte del luogo in cui vive. Chiudo il taccuino, e Bara inizia a farmi delle domande sulla mia vita. “I percorsi più duri e difficili, come il mio, se fatti con questo – dice battendosi la mano sul petto, indicando il cuore – saranno i più belli”. Grazie Bara.
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l mercato di San Lorenzo sono numerosissimi i banchi che ogni giorno offrono al pubblico la più ampia gamma di prodotti, dalla pelletteria a souvenir e bigiotteria, in una delle zone più cosmopolite della città. Uno di questi è di Bara Mbenghe, fratello di uno dei ragazzi feriti per mano dell’estremista di destra Gianluca Casseri proprio davanti al suo banco di via Sant’Antonino. Bara ha 50 anni ed è in Italia dal 1984. Dal 1997 ha il suo banco in via Sant’Antonino, con i due fratelli: vende gadget in legno provenienti dall’Africa e dall’Asia, cappellini, borse e magliette che richiamano lo stile “afro”. Anche lui per un po’ è stato venditore ambulante. Prima di arrivare a Firenze ha vissuto nelle Marche, ma ha preferito il capoluogo toscano per la maggior possibilità di trovare un lavoro stabile. Vive qui con la moglie e ha una figlia. “La mia bambina si trova molto bene con gli altri italiani a scuola – ci racconta Bara, con cui abbiamo trascorso qualche ora – perché i bambini sono naturali, siamo noi adulti che trasmettiamo loro pensieri negativi su chi ha la pelle di un colore diverso, e anche se un po’ chiusi i fiorentini sono molto gentili con noi, e sono molto più tranquilli di tanti altri italiani di altre zone”. Tutti i giorni monta il suo banchino, espone la merce e aspetta i clienti. Molti gli amici o i semplici conoscenti che si fermano a salutarlo e comprare qualcosa. Spesso salta il pranzo per dedicarsi all’attività, ma se si deve assentare il suo vicino, un ragazzo del Bangladesh, lo sostituisce. Sarebbe retorico chiedergli come sta e
gni sette residenti all’ombra del David di Michelangelo, uno è di origine straniera. La maggior parte è rappresentata da rumeni, peruviani e albanesi, mentre la zona con la più alta concentrazione di cittadini immigrati è il centro storico. A Firenze sud vive invece il numero più basso di stranieri. I dati arrivano dall’ufficio statistica del Comune e prendono in considerazione i soggetti che risiedono regolarmente in Italia. Sulle oltre 373mila persone che abitano nel comune di Firenze, 53.275 provengono da oltre confine: il 14,25 per cento della popolazione totale. La comunità straniera più numerosa è quella romena (7.790 cittadini), seguita da peruviani (5.546), albanesi (5.463) e cinesi (4.261). Più limitata, invece, la presenza di senegalesi, 763, la maggior parte uomini (solo 112 sono donne). La zona con il maggior numero di immigrati è il nord ovest della città: nel quartiere 5, tra Rifredi, Novoli e Peretola, abitano oltre 17mila cittadini stranieri, ma in fatto di percentuali la “Firenze vecchia” batte tutti. Un quinto della popolazione del centro storico non è infatti di origine italiana, per un totale di 13.872 immigrati su un numero di residenti totale pari a 67.726 persone. L’area della città in cui l’immigrazione ha avuto il minor impatto, sia quantitativamente che a livello percentuale, è invece il quartiere 3, con 4.055 stranieri, pari al 9,9 per cento degli abitanti. Se si prende in considerazione l’intera Toscana, la provincia di Firenze è seconda solo a Prato per quanto riguarda l’incidenza degli stranieri, stando ai dati dell’ultimo rapporto Caritas-Migrantes: l’11,2 per cento della provincia gigliata, contro il 13,6 per cento dei “vicini” pratesi, dove è alta l’influenza della comunità cinese, una /G.C. delle più grandi d’Italia.
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IL RAccONtO/2. A tu per tu con la comunità senegalese, dopo la doppia aggressione
Incubo razzista, la risposta di Firenze Un mese fa il blitz di Gianluca Casseri, l’estremista di destra che ha fatto fuoco contro cinque persone. Ad armare la sua mano l’odio xenofobo Gianni Carpini
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ue corpi esanimi sull’asfalto di piazza Dalmazia. Una mano armata dall’odio razziale. Dopo la rabbia della comunità senegalese e l’indignazione di una città intera, con 15mila persone sfilate in corteo, è tempo della riflessione. La morte di Mor e Modou ha lasciato una ferita aperta, ma il timore è che, passato il clamore dei fatti, la questione del razzismo strisciante (ri)cada nel dimenticatoio. “Abbiamo ricevuto una risposta molto positiva dalla città, non mi stancherò mai di ripeterlo – commenta Assan Kebe, vicepresidente della comunità senegalese – non vogliamo dare una connotazione razzista a Firenze, alla Toscana e all’Italia. In questo paese esiste però una propaganda politica incline alla discriminazione, che può far presa sui cittadini più fragili, insinuando il pregiudizio che tutti i mali, la crisi e la disoccupazione dipendano dagli immigrati”. Assan, 46 anni, ha passato metà della sua vita a Firenze. Nei momenti dopo il 13 dicembre, giorno del duplice agguato tra piazza Dalmazia e San Lorenzo, il suo telefono non ha smesso di suonare. La comunità senegalese, circa 760 persone in città secondo i dati ufficiali, oltre
mille se si prendono in considerazione anche gli irregolari, è presente a Firenze con una propria associazione dal 1988. Da allora molto è cambiato, nonostante negli ultimi anni stia emergendo un nuovo contesto. “Molte cose sono mutate con la crisi economica, che rende le persone più fragili e toglie certezze alle famiglie – continua Assan - tutto ciò genera una concorrenza tra i ‘diversi poveri’ e spesso l’immigrato diventa il capro espiatorio. Basta una parola, una scintilla per scatenare un incendio”. Il riferimento è alla vicenda di Torino, dove lo scorso dicembre la falsa notizia di uno stupro ai danni di una ragazzina ha scatenato una spedizione punitiva contro un campo rom. Pochi giorni dopo il gesto sanguinario di Gianluca Casseri, killer suicida vicino ad ambienti di estrema destra, che ha riportato in primo piano sentimenti xenofobi latenti. “È un segnale preoccupante. Vanno presi provvedimenti. Lo stesso linguaggio a volte è poco rispettoso. Perché i giornali, ad esempio, continuano a chiamarci vu’ cumprà? Parallelamente servono interventi in favore degli immigrati: viviamo e lavoriamo in questo Paese, contribuiamo al pil italiano e anche noi vogliamo fare dei progetti di
fiori in piaZZa
dalmaZia,
nei Giorni dopo l’aGGuato
vita”, dice Assan Kebe. Una richiesta concreta? Il diritto di voto per le amministrative. “Anche noi vorremmo decidere chi governa la città, anche noi ci preoccupiamo di come viene gestita Firenze, dei suoi problemi, dell’ambiente”. Intanto, è stato
(foto
di
antonio rettura)
aperto un conto corrente, presso la Banca Etica, per raccogliere fondi in favore delle famiglie delle vittime e dei feriti. Ecco gli estremi per un contributo: Equobaleno gas in nome della cittadinanza solidale – IT 70 P 05018 02800 000000141080.
Cristina istratE Ass. promozione sociale Italia–Romania
lina CallUPE Ass. comunità peruviana di Firenze
MarCo HUanG Associazione imprenditori cinesi
“Viviamo un linciaggio mediatico”
“Manca la voce degli immigrati”
“I giovani sono più integrati”
“Firenze è da sempre una città accogliente. Da due anni a questa parte, in seguito a una sorta di ‘linciaggio’ mediatico contro i cittadini rumeni, qualcosa è cambiato, c’è più discriminazione. Anche la nostra associazione ha avuto qualche minaccia e intimidazione. Per pochi episodi ci rimette l’intera comunità rumena, composta per la stragrande maggioranza da persone che lavorano e vivono secondo le regole. Servirebbero azioni per promuovere la multiculturalità, anche da parte del Comune”
“La comunità peruviana è di per sé un po’ chiusa, ma stiamo lavorando anche insieme ad altre associazioni per l’integrazione. È un processo lento, ma che pian piano sta andando avanti. Servirebbe più impegno da parte delle istituzioni: da tre anni a questa parte, da quanto si è insediata la nuova amministrazione comunale, si parla poco di migranti e di multiculturalità. Il Consiglio degli stranieri è scomparso e con esso la voce degli immigrati, che invece sarebbe molto importante per una città come Firenze”
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“Vivo qui da oltre vent’anni e ho affrontato tanti problemi e difficoltà nella relazione tra le famiglie cinesi e i fiorentini. Firenze è comunque una città che offre abbastanza servizi agli extracomunitari. Ovviamente di ‘stupidi’ per strada se ne trovano ancora, come succede un po’ ovunque. Noto che i giovani hanno molta comunicazione con i ragazzi fiorentini, mentre i cinesi di una certa età vivono un po’ di difficoltà per vari motivi: dalla conoscenza della lingua alla cultura, ma soprattutto per lo stile di vita”
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politica
Gennaio 2012
IL DIBAttItO. Vanno avanti discussioni e prese di posizione sul futuro dello scalo di Peretola
Obliqua o parallela, il dilemma continua La collocazione della nuova pista
sulle varie soluzioni prospettate”. Levata di scudi, sulla questione, da parte del centrodestra: “La Lega Nord Toscana – sostiene Gianni Fava, commissario del Carroccio regionale – ha espresso a suo tempo parere negativo sulla variante al Pit che prevede il potenziamento dell’aeroporto di Peretola attraverso la costruzione di una pista parallela all’autostrada. Questo per evitare il pesante impatto ambientale che tale opera avrebbe sulla Piana fiorentina e su Prato”. Anche il Pdl sceglie la strada dell’attacco, e lo fa senza mezzi termini: “Sul potenziamento dell’aeroporto di Peretola – affermano all’unisono i consiglieri regionali azzurri – chiediamo una parola di verità. Una e una sola. La chiediamo alla giunta regionale, al presidente della Provincia di Firenze, ai sindaci della Piana e del capoluogo. Il tempo delle chiacchiere è finito, e come sostiene l’ex ministro per le infrastrutture Altero Matteoli le responsabilità del mancato sviluppo dello scalo fiorentino sono da addossare alle istituzioni locali. Peretola – concludono i consiglieri regionali del Pdl – così com’è non può competere, e coloro che governano Regione, Provincia e comuni interessati ne risponderanno ai cittadini e alle imprese”.
per il decollo e l’atterraggio degli aerei resta al centro dell’attenzione. Renzi dice la sua, Rossi attende il responso dell’Enac, le opposizioni attaccano Antonio Passanese
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ista obliqua o parallela? Questo è il problema. Se Amleto fosse vissuto nella Firenze dei nostri giorni chissà, forse anch’egli si sarebbe posto il dilemma. Ad aprire le danze ci pensa il sindaco di Firenze Matteo Renzi che – in un’intervista rilasciata al Corriere Fiorentino sulla collocazione del nuovo tracciato per il decollo e l’atterraggio dei velivoli all’aeroporto di Peretola – afferma: “La pista parallela è l’unica soluzione: se uno vuole fare il Parco della Piana, progetto che condivido, occorre collegarlo al Parco di Castello, non tagliare il rapporto tra Firenze e la Piana e complicare anche l’arrivo della tramvia al Polo di Sesto. L’obliqua ‘regala’ milioni di euro a Ligresti, a cui vanno espropriati i terreni, si avvicina al Polo scientifico di Sesto, al termovalorizzatore e costringe a tombare i laghetti”. E poi, rincara la dose il primo cittadino fiorentino, “il consiglio regionale decida: se c’è una soluzione tecnica efficace, siamo disposti anche a qualche sacrificio. Se invece c’è un monstrum tecnico che serve a fare contenti i politici, fermiamoci: ne abbiamo già uno, la pista attuale. Il Comune farà valere le sue prerogative. Non è una battaglia personale: se siamo tagliati fuori dal circuito aereo, siamo tagliati fuori dal futuro”. Anche AdF, la società per azioni che gestisce l’Amerigo Vespucci, è dalla parte di Renzi. Enrico Rossi, presidente della regione Toscana, invece ci va cauto e, prima di prendere posizioni, preferisce attendere il responso dell’Enac, “che dovrà dare un parere tecnico
SUL PALCO Ufficiale il passaggio che “chiude un cerchio storico e ha un forte valore simbolico”
Un teatro “della città nella città”: il Comune si prende la Pergola
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l teatro della Pergola passa ufficialmente nei “possedimenti” del comune di Firenze. L’atto, siglato da Maria Francesca Lastrucci, dirigente della Direzione Patrimonio di Palazzo Vecchio, e da Stefano Lombardi, direttore della filiale Toscana e Umbria dell’Agenzia del Demanio, rappresenta, dopo l’ex carcere di San Gimignano, il secondo esempio, sempre in Toscana, di trasferimento di un bene di demanio storico artistico dallo Stato agli enti locali sulla base di un progetto di recupero e riqualificazione dell’immobile. “Questo passaggio assume
molteplici significati - sottolinea Marco Giorgetti, presidente della struttura – chiude un cerchio storico, in quanto più volte nel tempo il Comune è stato vicino ad assumere la proprietà del teatro, senza mai riuscirci. Ha un forte valore simbolico, in quanto sommandosi all’impegno gestionale condiviso con l’Ente Cassa di Risparmio nella creazione della Fondazione garantisce il futuro dell’attività, e rinsalda il ruolo della Pergola come teatro e punto d’incontro ‘della città nella città’. Evita il rischio, altrove verificatosi con altri teatri dell’ex Eti,
che le strutture perdano l’impronta ‘pubblica’ della gestione, fondamentale nella proposta di un teatro che miri veramente alla crescita di società e cittadini”. In base a questo accordo, Palazzo Vecchio si impegna a mantenere la destinazione teatrale, sperimentando un nuovo modello gestionale ispirato a criteri imprenditoriali, con l’obiettivo di creare un Centro Internazionale di cultura teatrale che possa coniugare attività di formazione, valorizzazione delle lingue nazionali e archivio /A.P. bibliografico e audiovisivo.
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politica
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IL cAsO. Barducci non ci sta: “Nessun risparmio e disagi per la gente”
PALAZZO VEccHIO. Quanto dichiarano i politici
Province game over con SuperMario Redditi, i conti in tasca Ma Palazzo Medici alza le barricate a giunta e consiglieri U
Valentina Buti
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ltro che Super Mario. Altro che “salva Italia”. Per le Province il governo tecnico guidato da Mario Monti significa “game over”. La manovra decisa dal nuovo esecutivo prevede infatti la loro abolizione per dare respiro alle casse dello Stato. Le Province vivranno fino allo scadere naturale del mandato, poi diventeranno enti secondari composti da dieci consiglieri eletti dai consigli comunali, che a loro volta nomineranno un presidente senza giunta. Le loro attuali funzioni, come la formazione o la gestione dell’edilizia scolastica, saranno spartite tra Regione e Comuni. Alla Provincia di Firenze si dirà addio nel 2014, ma il presidente Andrea Barducci, “deluso dal pasticcio combinato da Monti”, alza le barricate contro un provvedimento ritenuto “incostituzionale, che manda all’aria la pianificazione territoriale a scapito dei cittadini e non aiuterà a risparmiare”. Ma partiamo dall’inizio, ossia dai servizi e dai cittadini. Il bilancio provinciale già approvato dalla giunta dovrà essere rivisto e non potrà più contenere impegni oltre il 2012, pena il rischio di “assegnare dei lavori che poi non potremo fare perché non ci siamo più”, spiega Barducci. Qualche problema i cittadini potranno così trovarlo ben presto sulle strade, con cantieri che non partono o restano a metà, “come sulla Fi-Pi-Li, sulla Mezzana Perfetti Ricasoli o sulla circonvallazione di Bagno a Ripoli”. Oggi, inoltre, è Palazzo Medici Riccardi a gestire il piano interprovinciale dei rifiuti, a coordinare i piani regolatori territoriali, ad assegnare il servizio di trasporto pubblico alle aziende. Tocca alla Provincia pensare alla
Ecco cosa potrà cambiare per i servizi dopo la loro abolizione, dalle scuole a rifiuti e lavoro formazione, aprire ogni giorno i Centri per l’impiego (frequentati ogni anno da 24mila persone in cerca di lavoro) e provvedere all’edilizia scolastica di medie e superiori. Queste competenze, abolite le Province, saranno smistate tra Regione e Comuni. Un passaggio che per Barducci metterà in ginocchio “la pianificazione dei servizi e la loro efficienza”, perché “la Regione è un organismo legislativo non abituato al piano della gestione e i Comuni hanno un raggio d’azione ristretto”. La sua speranza è che la Regione ricorra alla Consulta contro
il presidente della
provincia andrea Barducci
“l’incostituzionalità” del provvedimento del governo. E che questa fermi lo “strappo democratico” provocato dall’abolizione per decreto di assemblee elette a suffragio universale. “Una cosa che si faceva 70 anni fa...”, tuona il presidente. Oltre che alla Carta, Barducci si appella alla calcolatrice. La Provincia costa oggi allo Stato un milione e 860mila euro tra giunta e consiglio (65 milioni in totale a livello nazionale). Grava sulle spese correnti per lo 0,62% e quindi abolirla, per Barducci, comporterà “un risparmio irrisorio” che non risolverà il problema dei costi della politica. Per risparmiare davvero si sarebbe potuta seguire “la via delle Province metropolitane, che la Toscana avanza da anni”. Oppure tagliare “rami secchi più dispendiosi” come gli Ato, i Consorzi di bonifica, gli uffici distaccati dei ministeri e “perfino le prefetture che non si sa a cosa servano”, elenca Barducci. Beffa delle beffe, il numero uno di Palazzo Medici Riccardi prevede che, alla fine dei conti, azzerando le Province lo Stato ci rimetterà. In primo luogo a causa della ricollocazione del personale dipendente – novecento lavoratori – che in parte sarà trasferito in Regione con contratti più cari del 20 per cento. E poi a causa degli undici miliardi di mutui accesi per le opere pubbliche dalle Province di tutta Italia. “Che qualcuno, ossia lo Stato, dovrà pur estinguere”, avverte il presidente.
n occhio “indiscreto” si aggira dalle parti di Palazzo Vecchio, sbirciando nelle tasche di giunta e consiglieri. È il Grande Fratello dello Stato, che obbliga i quarantasette eletti del Salone dei Duecento, sindaco e assessori, a rendere pubblici i redditi contenuti nelle loro dichiarazioni annuali con la legge sulla trasparenza. Così, viene fuori che il Paperon de’ Paperoni fiorentino è Giovanni Galli, capogruppo dell’omonima lista civica: l’ex portierone viola, oggi volto delle trasmissioni sportive di Mediaset, è in testa al “redditometro” comunale, con 302.689 euro di imponibile lordo dichiarati nel 2010. La più “povera”, invece, è Lucia Matteuzzi del Pd: ultima arrivata in Consiglio, dichiara solo 1.197 euro. Dietro a Galli, sul secondo gradino del
Il Paperon de’ Paperoni fiorentino è Giovanni Galli podio c’è Valdo Spini, della lista Spini, con 176.972 euro, seguito dalla ginecologa Claudia Livi del Pd con 165mila euro. Se l’ex numero uno viola non ha rivali e surclassa anche il sindaco, che si ferma a 109mila euro, tutti i consiglieri della sua lista hanno sembrano avere di che sorridere. Antonio Giambanco, Massimo Sabatini e Alberto Locchi si piazzano nella top ten dei “ricconi” di Palazzo Vecchio, con redditi tra i 108mila e i 79mila euro. Ma non se la passa male nemmeno la prof Ornella De Zordo, di Perunaltracittà, con un gruzzolo da 88mila euro. Il più ricco di Fli è Riccardo Sarra, con 79mila euro. Nel Pdl spicca il
giornalista sportivo Mario Tenerani, con 71mila euro di tesoretto, mentre il capogruppo Marco Stella sta sui 34mila. Quello democratico, l’avvocato Francesco Bonifazi, dichiara quasi 46mila euro, Eugenio Giani poco meno di 63mila. L’imprenditore tessile Mario Razzanelli della Lega Nord, dai 99mila euro dichiarati nel 2009, scende ora a 48mila. Più giovani e squattrinati, coprono le retrovie della classifica Tommaso Grassi di Sinistra e cittadinanza con 19mila euro, Francesco Torselli (Pdl) e Cecilia Pezza (Pd) con 17mila, e Jacopo Cellai (Pdl), con 16mila. Dichiarano solo o quasi i gettoni di presenza da 92 euro a seduta racimolati tra consiglio e commissioni, che in tutto costano al Comune circa 700mila euro l’anno. Passando alla giunta, la più ricca è Elisabetta Meucci, con 115.379 euro di imponibile lordo annuo. Il primo cittadino Renzi la segue con 109.573 euro, mentre il suo vice Dario Nardella dichiara 69.445 euro. L’assessore alla mobilità, Massimo Mattei, lo sorpassa con 81mila. Ultima in questa speciale classifica l’assessore all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi, con 59mila /Nat.Bin. euro.
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Gennaio 2012
L’INIZIAtIVA. Per avviare l’iter parlamentare per l’introduzione della legge servivano 50mila firme
Omicidio stradale, obiettivo raggiunto
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obiettivo è stato raggiunto con un mese di anticipo e il tetto delle firme necessarie è stato superato: quelle raccolte sono circa 53mila, ne bastavano cinquantamila. Era questa la quota sufficiente per avviare l’iter parlamentare della proposta di legge per introdurre il reato di omicidio stradale, che mira a inasprire le pene per chi guida sotto l’effetto di alcol e droga. L’iniziativa è stata portata avanti dall’associazione Lorenzo Guarnieri, fondata dai genitori del giovane che perse la vita in un drammatico incidente stradale. Il Reporter da tempo si è schierato a fianco dell’associazione, ed è bello che questa pagina ospiti finalmente la buona notizia del traguardo raggiunto. Le firme sono arrivate da tutta Italia, nessuna provincia esclusa, e ce ne sono anche 280 arrivate da italiani residenti all’estero (Usa, Canada, Europa, Cina). Chiaramente Firenze e provincia fanno la parte del leone, con undicimila firme (20 per cento del totale). Seguono le città di Roma con 3.322 firme (6%), Milano con 2.781 (5%), Torino con 2.677 (5%), Palermo con 1.936 (4%), e le province di Latina con 1.852 sottoscrizioni (3%), Alessandria con 1.474 (2%), Livorno con 1.267 (2%) e Brindisi con 1.117 (2%). Nel dettaglio, la proposta di legge vuol introdurre la fattispecie di “omicidio stradale” per chi uccide guidando sotto l’effetto di alcol e droghe. Le pene passerebbero dai 3-10 anni attualmente previsti a un minimo di 8 e a un massimo di 18 anni. La proposta di legge prevede inoltre l’arresto in flagranza di reato e “l’ergastolo della patente”: a chi guida sotto l’effetto di alcol o droga sarà tolta definitivamente la patente dopo un omicidio. Al momento, invece, è prevista solo la revoca temporanea del permesso di
guida e nessuna misura cautelare. Le firme sono state consegnate al sindaco di Firenze Matteo Renzi lo scorso dicembre, in occasione della festa organizzata all’Obihall per festeggiare il compleanno dell’associazione. E, negli stessi giorni, è arrivata anche un’altra buona notizia, ovvero lo stanziamento da parte del Comune di 500mila euro destinati in parte a interventi di miglioramento della sicurezza stradale. Tra quelli approvati dalla giunta di Palazzo Vecchio ce ne sono alcuni rientranti nel progetto David, curato dall’associazione. Nella delibera recentemente approvata si prevede, tra l’altro, l’installazione di paline semaforiche lungo la direttrice viale Lavagnini-viale Matteotti-piazzale Donatello-piazza Beccaria, in modo da poter comunicare ai veicoli in transito sia la presenza della cosiddetta “onda verde semaforica” sia la velocità consigliata per poter trovare verdi i semafori presenti nel percorso. E ancora, la messa in sicurezza dell’attraversamento pedonale in via Reginaldo Giuliani subito dopo l’incrocio con via Crocetta e via Pontormo: in questo caso, per evitare la sosta selvaggia delle auto che impedisce ai veicoli in arrivo di vedere i pedoni, è stato deciso di allargare il marciapiede e di proteggerlo con una serie di elementi parapedonali. E il lavoro dell’associazione, adesso che le firme sono state raccolte, va avanti, e si concentra proprio sul progetto David. In attesa che la legge diventi realtà.
Il traguardo è stato centrato con un mese di anticipo rispetto al “programma”, e il tetto delle sottoscrizioni necessarie è stato superato. Grande soddisfazione da parte dei genitori di Lorenzo Guarnieri. Ora si lavora al progetto David
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L’INcHIEstA/1. Viaggio nelle strutture meno utilizzate dagli automobilisti nel capoluogo
Multipiani e scambiatori deserti, quando le aree di sosta fanno flop Per realizzarle sono servite decine di milioni di euro, ma sono costantemente snobbate da conducenti e scooteristi: stiamo parlando delle costruzioni di piazza Alberti e viale Europa e del nuovo reparto per motorini sotto la stazione. Ma le tariffe aumentano, così crescono gli incassi di FiPark
il parcheGGio sotterraneo di
la terraZZa del multipiano di piaZZa
alBerti
forteZZa fiera
il reparto per moto e scooter sotto
santa maria novella
Valentina Buti
I
l parcheggio c’è, ma chi lo usa? Un paradosso in una città con 202mila auto, afflitta dalla lotta quotidiana per il posto sotto casa. Eppure è lunga la lista dei parcheggi di struttura che rimangono spesso e volentieri semivuoti. Il multipiano di piazza Alberti, lo scambiatore di viale Europa e il nuovo reparto per motorini sotto la stazione Santa Maria Novella sono solo alcuni dei park snobbati da automobilisti e scooteristi. Nonostante le decine di milioni di euro servite per realizzarli. Partiamo dall’ultima creazione di Firenze Parcheggi, la spa che gestisce la sosta in città: l’area sotterranea per le due ruote inaugurata a fine luglio a Santa Maria Novella. È misero il resoconto di un sopralluogo effettuato alle dieci di mattina di un mercoledì d’inverno: dei 181 posti per gli scooter solo 28 sono occupati. A niente, per ora, è valsa la tariffa superscontata di un euro al dì. A niente è valso riservare alle due ruote una strada d’accesso al parcheggio seminterrato. Eppure per realizzarlo sono serviti 50mila euro. “I centauri, non c’è
verso, continuano a preferire la sosta abusiva”, allarga le braccia l’ad di FiPark, Marco Carrai. Pure peggio in periferia. Tocca il fondo lo scambiatore di viale Europa, che venne inaugurato sei anni fa per consentire ai pendolari di lasciare l’auto e raggiungere il centro con i mezzi pubblici. Prova sul campo: 19 posti occupati su 202 disponibili. Praticamente, lo scambiatore non riesce a riempire nemmeno un decimo della sua capacità. Il suo indice di occupazione è del 20 per cento, secondo la media di FiPark. E sembra una stima che pensa positivo. “Questione culturale”, come dice Carrai? Sta di fatto che il parcheggio non ha mai spopolato. E nel 2011, inesorabile, è arrivato il tracollo da crisi: tra gennaio e settembre incassi in picchiata del 20,3%. Dai 35mila euro del 2010 a 28mila. I bus Ataf 8 e 23 diretti verso il centro sfrecciano davanti allo scambiatore senza fermarsi, tanto di passeggeri nemmeno l’ombra. L’unico che incontriamo è Duccio Cerreti, che torna dalla sua cartoleria in centro: “Ho fatto l’abbonamento, pago solo due
euro per 12 ore, è un po’ scomodo ma conviene”. Altro flop il parcheggio di Fortezza Fiera, che tutto sommato tiene dal punto di vista degli incassi (+6% dal 2010 al 2011) ma che riporta un indice medio di occupazione giornaliera poco incoraggiante, pari al 20%. Più scuro che chiaro anche il quadro del multipiano in piazza Alberti. In mattinata, durante il nostro sopralluogo, il piano terra è pieno, gli altri assai meno. Quando si sale sulla terrazza sembra di stare in mezzo alla tundra desolata. Non c’è nemmeno una macchina. Una beffa, considerati i 313 posti disponibili. Il suo indice di occupazione è ballerino, spiega Carrai. Fino al pomeriggio si aggira intorno al 30%. Durante la notte, grazie ai residenti con l’abbonamento, si riempie per l’80%. Ma è insufficiente per non far rimpiangere i 16 milioni di euro in project financing che sono serviti per costruirlo. Qualche gioia (economica) per Fipark arriva dalle strutture di piazza Beccaria e Sant’Ambrogio, che insieme al sotterraneo della stazione lavorano a pieno regime. Sono loro che tengono in pie-
lo scamBiatore di viale
europa
di il bilancio della spa della sosta. Il parcheggio di piazza Beccaria, con un indice di occupazione del 100%, ha incassato 490mila euro tra gennaio e settembre 2011: il 17% in più rispetto all’anno precedente. Sant’Ambrogio, nello stesso periodo, regala a Fipark un tesoretto da 302mila euro (+29%).
Boom per il posteggio di Porta al Prato, vera sorpresa dell’anno con 42mila euro (+36%). In totale, FiPark è passata da 6,6 milioni di incassi del 2010 a 8,2 nel 2011 (+25%). Merito dell’aumento delle tariffe dal gennaio scorso. E di un aumento degli accessi che, fino a luglio, è stato del 4 per cento.
al volante
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L’INcHIEstA/2. L’impianto sotterraneo di S.M. Novella continua a scontentare fiorentini e turisti
Caro parcheggio, quanto mi costi Valentina Buti
Per la prima ora si spendono tre euro non frazionabili: anche chi si ferma
“M
solo dieci minuti non ha sconti. Non esistono nemmeno abbonamenti
i conveniva di più pagare la multa per il divieto di sosta...”. Parcheggio sotterraneo della stazione di Santa Maria Novella: davanti alle casse automatiche c’è la fila. Tante persone e un unico, insindacabile giudizio: “Parcheggiare qui è comodo ma troppo caro, carissimo”. Margherita Baldanzi ci lascia l’auto solo perché “costretta per lavoro”. Altrimenti farebbe volentieri a meno di spendere “la bellezza di tre euro per venti minuti di sosta”. Un sentimento condiviso da turisti col trolley e business man, dalla mamma che ha accompagnato il figlio alla stazione e dalla cacciatrice di sconti che sfrutta la pausa pranzo per farsi un giro nei negozi del centro: “Una cifra esagerata”. La prima ora di sosta al parcheggione di Santa Maria Novella costa infatti tre euro pieni “non frazionabili”. Significa che anche chi fa un parcheggio mordi e fuggi paga il prezzo intero: tre euro e non si scappa, che sia uno stop di un quarto d’ora o di 59 minuti. Poi si scala, o meglio si scagliona: la seconda ora di parcheggio e quelle successive valgono sempre tre euro, ma contano le mezzore. Chi parcheggia per un’ora e mezzo spende così 4.50 euro, chi si ferma un’ora e tre quarti sei euro, tariffa piena. Chi lascia l’auto per l’intera giornata si prepari a sborsare 72 euro: non esiste infatti un abbonamento giornaliero salvatasche. L’unico sconto contemplato è un forfettario per cinque giorni a “soli”, si fa per dire, 140 euro. “Un bel salasso, nemmeno a Roma è così caro”, si lamenta Roberto, arrivato dalla capitale per motivi di lavoro. Dopo un giorno trascorso a Firenze, per lui è il momento di recuperare l’auto. Partirà più “leggero” di 69 euro: tanto gli costa la sosta di 24 ore scarse nel parcheggione. “Ad averlo saputo sarei venuto col treno”, commenta. Ma prova a consolarsi: “Lasciare la macchina a 500 metri dal Duomo è così comodo...”. E in effetti, posizionato a due passi dal cuore della città, scavato nel ventre della stazione centrale, il parcheggio sotterraneo è una manna per pigri e frettolosi che non vogliono o non possono rinunciare all’auto. Ma non può dirsi lo stesso per il loro portafoglio. In compenso è una gallina dalle uova d’oro per Firenze Parcheggi. Basti pensare che tra gennaio e settembre scorsi ha fruttato ben tre milioni e 186mila euro, con i suoi 901 posti a pagamento sempre occupati al cento per cento: un balzo in
giornalieri “salvatasche” (presenti – e apprezzatissimi - in altre città d’Italia) e alle casse i commenti si sprecano: “Mi conveniva prendere la multa...”
il tariffario del parcheGGio interrato di
santa maria novella
avanti del 13% rispetto all’anno precedente. Un po’ ha contribuito l’aumento delle tariffe in vigore dal gennaio scorso, ma gli accessi, nonostante il rincaro, sono cresciuti del 3-4% fino a luglio. Solo in quel mese se ne sono contati 58.294, il record nella storia di Firenze Parcheggi. Poi si è verificato un calo di presenze che l’ad della società, Marco Carrai, riconduce “alla crisi economica”. Ma perché un parcheggio così caro? “È chiaro che più ci si avvicina al centro più le tariffe aumentano”, si giustifica Carrai, spiegando che “a parità di caratteristiche in Italia ci sono parcheggi anche più cari”. Sia quel che sia, la comodità ha il suo prezzo. Lo testimonia l’altro centralissimo parcheggio fiorentino, quello interrato di San Lorenzo. Qui, nei giorni feriali si pagano 2 euro l’ora o a frazione dalle 7 alle 14, 3 euro la seconda ora, addirittura 8 quelle successive. Uno stratagemma, la progressiva lievitazione della tariffa, studiato ad arte per soddisfare le esigenze dei commercianti, che richiedono una maggiore rotazione di clienti. A ben vedere, però, nelle altre città italiane i prezzi sono meno esosi, o per lo meno esistono formule di abbonamento più convenienti che fanno digerire meglio il caro-parcheggi. A Bologna, il parcheggio centrale di Staveco costa 2 euro l’ora e 11 l’intera giornata. Il centralissimo parcheggio di via Mascagni a Milano costa come quello di Santa Maria Novella, 3 euro l’ora, ma ha un giornaliero di 28 euro. Lo stesso a Torino: l’interrato del salotto buono della città, il Vittorio Park, vale un euro per ogni ora di sosta, 15 tutto il dì. Un’opportunità, quella dell’abbonamento giornaliero, che Firenze Parcheggi sta prendendo in considerazione e “che potrebbe arrivare fin da quest’anno al parcheggione centrale, insieme a una nuova tariffa notturna da un euro l’ora”, anticipa Carrai. Per il momento, però, la fila alla cassa automatica di Santa Maria Novella continua a borbottare. Enza, arrivata in città da Lido di Camaiore per lavoro, ha appena speso 34 euro per mezza giornata di sosta e si abbandona: “Mi conveniva lasciare l’auto in doppia fila: la multa mi sarebbe costata meno”.
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lA PAtOlOGIA. La gastrite è diffusissima, ma i rimedi non mancano
Quando lo stomaco prende fuoco Giulia Righi
Il colloquio con lo psicologo ora si fa anche in farmacia
D
A
lzi la mano chi non la conosce, quella sensazione di stomaco in fiamme, quell’odiosa percezione di un fuoco che divampa in pancia. Solitamente, e un po’ impropriamente, passa sotto il nome di gastrite, termine della vecchia medicina che i pazienti utilizzano per descrivere il mal di stomaco, la digestione lenta, la pesantezza. Tutte cose piuttosto antipatiche, che solitamente corrispondono a uno stato infiammatorio dello stomaco. “Può avere diverse cause – spiega il professor Giacomo Trallori, gastroenterologo – quella più diffusa è la presenza dell’helicobacter. La seconda è il consumo di farmaci antinfiammatori, la terza il consumo di cibi avariati o alterati. E la quarta è l’eccesso di cibo, che espone lo stomaco a un aumento della bile: si tratta della gastrite da reflusso biliare”. Spesso si è portati a credere che la gastrite sia molto legata anche allo stress. Vero, ma con qualche precisazione: “Prima della scoperta delle cause scientifiche – prosegue il professore – si tendeva a imputare maggiormente la gastrite allo stress. Certamente possiamo dire che lo stress peggiora la situazione di chi già soffre di stomaco, perché ne aumenta la peristalsi, cioè i movimenti, peggiorando la sensazione di dolore”. Per fortuna, ed è il privilegio di vivere da questa parte di mondo e in questi tempi, i farmaci per curare la gastrite non mancano: “La scoperta
lA NOvItÀ. Sperimentazione in tre esercizi
di farmaci come la cinetidina, la ranitidina e gli omeprazoli – spiega Trallori – ha fatto sì che non si operi più allo stomaco, mentre negli anni ‘70 gli interventi chirurgici erano molto diffusi”. Oggi, quando la causa della gastrite è l’helicobacter, la cura è un semplice antibiotico, per 7-10 giorni, associato a un protettore dello stomaco, come l’omeprazolo: “La possibilità di sradicare l’helicobacter – dice ancora il professore – ha fatto fortemente diminuire le ulcere duodenali, le ulcere gastriche e le gastriti severe”. E, notizia ancora più confortante, nella nostra regione è molto diminuita l’incidenza di tumori gastrici: “Prima in Toscana, specialmente in zone
come il Casentino e il Mugello, erano molto diffusi. Oggi fortunatamente non lo sono più come prima, grazie al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e delle tecniche di conservazione degli alimenti”. Ad aumentare, specialmente negli ultimi dieci anni, è stata invece la diffusione della malattia da reflusso: “La colpa è del fatto che mangiamo e beviamo troppo. E per questo, come per la gastrite, è importante ricordare che sì, i farmaci ci sono, ma dobbiamo sorvegliare anche l’alimentazione e stare attenti specialmente ai grassi e agli alcolici”. E rivolgersi al medico per la prescrizione di medicine, evitando i rimedi fai da te.
al 9 gennaio a Firenze è sbarcata una novità: in tre farmacie dell’Afam, previo appuntamento, i cittadini hanno la possibilità di ottenere un colloquio con uno psicologo. Si tratta di un progetto sociale, senza fini di lucro, e promosso da Educazione continua in sanità e sviluppato in collaborazione con la società Afam farmacie fiorentine, l’Ordine degli psicologi della Toscana, l’Ordine dei farmacisti della Provincia di Firenze insieme a DiversaMente, l’associazione toscana di promozione sociale per la salute mentale. Il servizio è attivo (e gratuito) nelle farmacie di viale Calatafimi, viale Europa e via Canova. Si tratta di un progetto pilota, che avrà una durata semestrale (con la possibilità di replicare fino alla fine del 2012), patrocinato dal Comune con la collaborazione dei Quartieri 2, 3 e 4. L’obiettivo del progetto è quello di diffondere e promuovere la cultura del benessere psicologico e prevenire situazioni relazionali disfunzionali, in modo da migliorare la qualità della vita delle persone e dei loro familiari. Psicologi e psicoterapeuti con formazione specifica sono a disposizione di chi sta vivendo una situazione di difficoltà o semplicemente di indecisione, per offrire una prima consulenza psicologica e, nel caso in cui sia ritenuto necessario, indirizzare i pazienti verso un supporto professionale. Le farmacie Afam aderenti al progetto inizialmente sono tre (ma potrebbero aumentare), collocate nei quartieri 2, 3 e 4. Si tratta della farmacia 6-Campo di Marte (viale Calatafimi 6r), della farmacia 10-Europa (viale Europa 191) e della farmacia 18-Canova (viale Canova 148/150). Gli psicologi e psicoterapeuti ricevono negli ambulatori adiacenti a queste farmacie: per prenotare un appuntamento gratuito è sufficiente telefonare al numero 392/6104349 dal lunedì al sabato in orario lavorativo.“Come Comune di Firenze – ha sottolineato l’assessore Stefania Saccardi – siamo molto soddisfatti di questa iniziativa che offre, in un momento particolarmente difficile per le persone e le famiglie, una opportunità alla cittadinanza di ottenere gratuitamente un colloquio orientativo con personale qualificato”. /B.S.
IL RAPPORtO. Un’indagine Istat fotografa gli stili di vita degli abitanti del granducato
I toscani? Con la salute non scherzano È
una fotografia tutta particolare quella scattata dall’indagine multiscopo Istat, che racconta dello stato di salute della popolazione toscana nel dettaglio, a partire dagli stili di vita dei cittadini del granducato. Intanto le buone notizie: i tassi di mortalità generale sono inferiori ai valori medi nazionali, per entrambi i sessi (maschi: 4.6 per cento; femmine: - 3,4 per cento). Per gli uomini solo l’Emilia Romagna ha un valore migliore. Altra buona notizia: negli ultimi dieci anni i ricoveri sono in calo, arrivando nel 2010 a 103,65 per 1.000 residenti. Secondo il Ministero della Salute
(2009) la Toscana, dopo il Veneto, è la regione con il valore più basso, inferiore di circa il 16 per cento a quello medio nazionale, nei tassi di ospedalizzazione standardizzati per età. Meno positivi, invece, sono i dati sul versante fumo: secondo l’indagine multiscopo Istat 2009 la proporzione di fumatori è superiore alla media nazionale, anche se il consumo medio di sigarette è più basso. Tutto questo succede a fronte, comunque, di un calo complessivo della percentuale di fumatori, passata dal 35 per cento del 1980 al 24,4 per cento del 2009. La riduzione riguarda soprattutto i maschi:
nello stesso lasso di tempo l’abitudine al fumo maschile è diminuita di dieci punti percentuali mentre per le donne il dato è rimasto pressoché stabile. Sul frangente alcol, invece, i toscani sono in linea con il dato nazionale, mentre tra gli adolescenti si sta diffondendo un modello di consumo tipico del Nord Europa: grandi quantità consumate in poche occasioni, prevalentemente il fine settimana. Altro dato non proprio ottimo è che in Toscana è aumentato il numero di sedentari: solo il 23,1 per cento dei toscani con almeno tre anni pratica con continuità uno sport (il dato italiano è del
Firenze 2011
Professionisti della salute. 1194648
21,7 per cento ), mentre il 10,1 per cento ha dichiarato di svolgerlo saltuariamente. Sempre in tema di stili di vita, l’indagine è andata a curiosare anche sulle tavole toscane. E ne è emerso che, prevedibilmente, il pranzo continua a essere il pasto principale per la maggior parte della popolazione di tre anni e più (62,4 per cento). L’80,1 per cento per cento della popolazione dichiara di mangiare frutta almeno una volta al giorno: un numero poco superiore a quello relativo alle abitudini dei bambini di 8 anni, che ne consumano quotidianamente per il 69,9 per cento.
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tuRIsMO LOW cOst/1. Aumentate le rotte cheap e le occasioni per svagarsi senza svenarsi
Viaggiare in tempo di crisi: risparmiare si può, ecco come Ludovica V. Zarrilli
V
iaggiare costa? Sì, è vero. Spostarsi da una parte all’altra in auto, in treno o in aereo, mangiare fuori, trovare un albergo, e poi c’è lo shopping. Non si può tornare da una qualsiasi destinazione, anche da un veloce weekend in una capitale europea, senza aver comprato almeno un souvenir, che si tratti di un costoso vestito o di una calamita ricordo. Ma, a ben guardare, un modo per risparmiare si trova sempre, soprattutto se si ha voglia di pianificare tutto con cura prima della partenza. Prendiamo ad esempio i voli messi a disposizione dalle compagnie low cost. È notizia recente l’aggiunta, da parte della compagnia irlandese Ryanair, di altre cinque rotte alla moltitudine di destinazioni a cui si può arrivare partendo dall’aeroporto Galileo Galilei di Pisa. Cefalonia, Kos e Creta in Grecia, oltre a Malmo in Svezia e Cork in Irlanda: sono questi gli ultimi
luoghi a cui si potrà andare a dare una capatina, spendendo poche decine di euro (se si prenota in occasioni di offerte o con largo anticipo) da oggi in avanti. E se è vero che a Firenze non fa scalo nemmeno una compagnia a basso costo, è altrettanto vero che a Pisa c’è l’imbarazzo della scelta: dalla spagnola Vueling, che vola verso la gran parte delle città della penisola iberica, alla Wizz Air, che invece viaggia verso i Paesi dell’Europa dell’est, fino alla utilizzatissima Easyjet e a Transavia, che invece punta verso l’Olanda. E le mete dove andare per concedersi qualche giorno di vacanza spendendo poco sono diverse: dal bellissimo Marocco, dove il cambio favorevole fa vivere splendide ferie con poche centinaia di euro, al Portogallo dove, sebbene i prezzi siano aumentati, si riesce ancora a mangiare (bene) con dieci euro e a bere un caffè per 50 centesimi. Bellissima e a buon mercato anche la Polonia, con voli low cost per le organizzatissime e super moderne Varsavia e Cracovia, due città da riscoprire. Chi invece di viaggiare fuori dai confini
nazionali proprio non ne vuol sapere, può sempre pensare di andare un paio di giorni alle terme - in Toscana ce ne sono molte - magari sfruttando le proprietà benefiche delle acque sulfuree delle sorgenti libere, dove non occorre pagare nemmeno un centesimo per trascorrere qualche ora sguazzando al caldo. Un esempio sono quelle di Petriolo, molto frequentate e poco distanti da Siena, ma varrebbe la pena fare un salto anche a Saturnia, dove i più spericolati fanno il bagno anche nei canali e nelle pozze lungo la strada, oppure a Bagno Vignoni, dove le vasche offrono anche un bellissimo panorama sulla Val D’Orcia. E ancora, chi non riesce a rinunciare alla comodità di fare una doccia e di avere delle ciabattine pronte quando esce dall’acqua, può iscriversi ai gruppi d’acquisto tipo Groupon o Groupalia, che periodicamente offrono pacchetti vantaggiosi non solo per giornate all’insegna del benessere, ma anche per soggiorni in alberghi scontatissimi, cure estetiche, sedute di trucco e parrucco e per qualche oggetto da regalarsi.
Arrivano nuove destinazioni (Svezia, Grecia e Irlanda), ma per chi è alla ricerca di voli economici l’offerta è ampia. Ghiotte anche le proposte per coloro che non hanno voglia di prendere l’aereo e vogliono godersi le bellezze del granducato MarraKECH Marocco
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Bella, decadente e godereccia
La spa en plein air. E gratis
Un aereo low cost da Pisa e il gioco è fatto, si scopre uno dei Paesi più belli del Mediterraneo con poche ore di volo. Un assaggio d’Africa a portata di mano, una cultura tutta nuova, i mercati e le piazze più belle, le stradine strettissime e la gente accogliente e disponibile. Un mare bellissimo a un centinaio di chilometri e il piacere di spendere poco per visitare un luogo straordinario.
Strade sali e scendi e tram che percorrono il centro della città rendendo tutto più romantico. Lisbona, ultimo pezzetto d’Europa affacciato sull’Atlantico, conserva ancora il fascino del secolo scorso e se arte, atmosfera decadente e prezzi modici non bastano, c’è l’ottima cucina che riuscirà sicuramente a convincere anche i più scettici.
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I frequentatori più assidui sono gruppetti di giovani che vanno a passare, tra la natura e le acque calde e benefiche, i weekend o le sere d’estate, ma le terme di Petriolo, come le vasche en plein air di Bagno Vignoni e Saturnia, sono un luogo ottimo per trascorrere una giornata di relax senza necessariamente dover spendere.
tempo libero
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tuRIsMO LOW cOst/2. In Toscana si diffonde il network. Firenze tra le mete più ambite
Quelli che scambiano casa (e girano il mondo gratis) Antonio Passanese
I
n tempi di crisi ci si inventa di tutto pur di concedersi qualche giorno di agognato riposo. Dove non importa, basta fuggire dalla routine quotidiana e dalla città. Se vorreste iniziare il nuovo anno prenotando (o partendo per) una vacanza, ma vi accorgete di essere a corto di denari o di idee, lo scambio casa può essere la soluzione che fa per voi. Scorrazzando per il web ci si imbatte in un’ampissima letteratura sulle cosiddette “vacanze cheap”. Chi vuole provare un’esperienza di vacanza del tutto inusuale, affidandosi a un network sicuro, può cliccare sul sito www.scambiocasa.com, dove si potrà cominciare a sognare e a organizzarsi dopo qualche semplice sguardo alle pagine virtuali. Sì, perché nonostante i pregiudizi, grazie a questa forma alternativa di fare i turisti, il mondo per voi non avrà più confini: se desiderate un loft nel cuore di Londra, Parigi o Berlino, se il vostro sogno è una masseria superlussuosa nel sud Italia, un appartamento a New York o a Istanbul, o se quello che state cercando è una villa in Spagna o in Australia, basta cliccare, trovare la famiglia giusta e il gioco è fatto. I commenti degli internauti su questo nuovo modo di concepire la vacanza sembrano oltretutto lusinghieri. Dunque, c’è da star tranquilli. Sappiate poi che il “do ut des”
è completamente gratuito. Naturalmente ci sono piccole regole di civiltà da seguire. Per esempio: mai lasciare la casa sporca o in disordine, la vostra scheda potrebbe essere cancellata definitivamente dal sito. Ma nella corrispondenza e nelle telefonate che precederanno lo scambio ogni possibile dubbio potrà essere fugato. Gli esperti consigliano – per non avere amare sorprese – di scegliere le proposte con molte foto e una buona descrizione. In Toscana il fenomeno è in crescita, e per chi abita a Firenze ci sono ottime probabilità di trovare soluzioni soddisfacenti. La città gigliata, infatti, è tra le mete più ambite, e sono 380 in tutta la Toscana gli iscritti al network internazionale. In Italia gli house swapper sono moltissimi, tanto che è nato perfino un libro, o meglio una guida: “Scambio casa, istruzioni per l’uso”. A soli 10 euro saprete come diventare degli “scambisti” perfetti e come cogliere le migliori occasioni. L’iscrizione al sito ha un piccolo costo che varia in base al tempo della pubblicazione dell’annuncio. Si parte da 29 euro l’anno fino ad arrivare a 120. E se nell’arco di un anno non si riesce nell’impresa di organizzare nemmeno uno scambio? Semplicissimo, il sito vi regala un altro anno di iscrizione gratuita. Se invece non avete una casa da scambiare, ebbene esiste una soluzione anche per voi. Su housecarers o su housesitworld ne potrete trovare una da custodire. E allora, buon ricerca e buone vacanze.
alEssia anGEli Lucca
Eros GiorDano Prato
M. CarMEla ostillio Firenze
“Mia figlia? Cinque anni e tanti scambi”
“È tutta questione di fiducia”
“È come andare da amici”
“È una delle cose più belle che abbia mai fatto in vita mia e sono rimasta in contatto con moltissime delle persone con cui ho fatto uno scambio di casa negli ultimi 15 anni. La mia bambina, che oggi ha 5 anni, ha cominciato a far scambi ancor prima di arrivare in culla: ero ancora incinta quando la portai con me e il mio compagno a fare un viaggio all’estero”
“Non ho nessun problema a lasciare la mia casa a qualcun altro. È tutta una questione di fiducia, anche se è ovvio che si tende a non lasciare oggetti eccessivamente preziosi sparsi per la casa. Trovo che sia un modo fantastico di viaggiare in ogni periodo dell’anno, e capita spesso di stringere amicizie che poi durano per molto tempo”
“All’inizio è stato un po’ come ‘divertirsi con poco’: guardare, osservare, prendersi il lusso di un po’ di tempo per decidere, scegliere tra varie alternative. Se poi si aggiunge la divertente possibilità di conoscere e incrociare i padroni di casa, si raggiunge la sensazione di andare a trovare degli amici, dei parenti. Prossima tappa? Berlino!”
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zoom
Gennaio 2012
cuRIOsItà. La toponomastica fiorentina è caratterizzata da numerose bizzarrie tutte da scovare
A naso all’insù tra brache e belle donne
via delle
Brache (GiÀ
via dei
leGnaioli)
via
via dell’inferno
stracciatella
via del
limBo
via delle
via del
Belle donne
parlascio (GiÀ
via delle
serve smarrite)
Benedetta Strappi
Fra le strade
M
con i nomi
etti una giornata a naso all’insù, metti di giocare a fare il turista anche se turista non sei e di farsi un giro per le strade di Firenze dai nomi più strani. E chi lo avrebbe mai detto, ad esempio, che esiste una via delle Belle Donne? Cosa si fa esattamente in via Stracciatella? Perché c’è pure via delle Brache? E ancora: perché via del Parlascio prima era dedicata alle Serve Smarrite? La parlata toscana affascina, il fiorentino pure. E quando si tratta di toponomastica, di parole strane che diventano nomi di strade, la faccenda si fa avvincente. E i “nostri” nomi piacciono talmente tanto che alcuni studenti della Corea del Sud studiano il modello fiorentino: alcuni allievi della Kyung Hee University stanno portando avanti un’analisi dei sistemi di numerazione civica e di denominazione delle aree stradali di alcune città europee, in vista di una eventuale riorganizzazione toponomastica nel loro Paese. Ed è per questo che negli scorsi mesi hanno fatto visita al servizio statistica e toponomastica del Comune, prima di volare a studiare i nomi delle rues parigine. E intanto, da qualche mese, anche i ponti fiorentini hanno avuto diritto a una targa (anzi, due per ciascuno) che ne illustra il nome.
più fantasiosi si incontrano via Stracciatella, via del Limbo e via dell’Inferno, e si scopre che via del Parlascio un tempo era invece dedicata alle Serve Smarrite. Alcuni studenti sono arrivati fin dalla Corea del Sud per imparare il nostro sistema di numerazione 1187690
e nomenclatura
IL PuNtO. La squadra ha chiuso il 2011 vicina alla zona retrocessione: tifosi preoccupati per il 2012
Fiorentina, un copione da indietro tutta Sembra una vita fa, eppure tutto è cominciato con quel tiro di Robben infilatosi al sette della porta di Frey, sotto la Ferrovia. Da allora il castello gigliato è iniziato a crollare, fino alle “rivoluzioni” annunciate ma lasciate a metà
alcuni Giocatori viola durante il ritiro estivo di
cortina:
i tifosi si aspettavano da loro una staGione diversa
Tommaso Loreto
D
iabolica la Fiorentina. Che persevera nel suo lento ma (apparentemente) inesorabile declino. Cominciato, tanto per chiarirsi, qualche minuto dopo la freccia avvelenata di Robben scagliata al sette della porta di Frey, sotto la Curva Ferrovia. Era il 9 marzo del 2010. Ventidue mesi fa. Una vita. C’era ancora Prandelli, eppure già il terreno scricchiolava (anche sotto i piedi dello stesso tecnico). In quell’esatto istante, di fatto, crollava il castello gigliato. Quello costruito con le fondamenta della C2, con l’entusiasmo di oltre 20mila abbonati. E poi solidificato con lo spareggio di Perugia per salutare la B, fino alle rifiniture di lusso della Champions che avevano retto persino all’urto di Calciopoli. Stavano però saltando gli equilibri nella Fiorentina, in quel marzo 2010, e da quel momento tutto sarebbe cambiato. Diego Della Valle sempre più lontano, Andrea Della Valle non più “presidente”
nell’accezione più elementare del termine, e un gruppo che da lì a poco sarebbe stato ricostruito sì, ma solo “a metà”. Da un Corvino inizialmente egemone in società, e alla lunga messo all’angolo. Una rivoluzione che però non ha cambiato volto alla squadra pur sostituendo qualche pezzo. Come l’allenatore. O come il portiere. O, ancora, come il centrocampo o il vice Gilardino. Una rivoluzione che aprisse un nuovo ciclo che, di fatto, fu sventolata per un’estate intera. La scorsa. Poi la storia, per nulla idilliaca, tra Firenze e Mihajlovic. Le incomprensioni dialettiche, gli scarsi risultati, la squadra senza un’identità. Eppure, un’estate più tardi, la rivoluzione del “nuovo ciclo” era ancora lì. Nelle dichiarazioni delle nuove figure societarie, nelle varie versioni di “presidenza” che questa società ama concedersi. Nel mezzo anche qualche separazione in casa (leggere alla voce Montolivo), un crollo verticale degli abbonati (con un minimo storico da brividi) e una sequela infinita di vicende extra-calcistiche a margine di uno spogliatoio simile a una polveriera. Niente di tutto questo, però, deve aver fatto pensare a qualcuno che fosse il caso
di voltare completamente pagina. Sul serio. Tanto che, alla ripresa della nuova stagione, l’allenatore era sempre lo stesso. Così come la preparazione fisica della squadra (del tutto rivista da Rossi). Incluse abitudini notturne, e di spostamenti in macchina (con patenti straniere) o in treno, o in aereo per comprare casa a Formentera. Insomma, un’altra rivoluzione “a metà”. Sancita da un “patto con la città” per ricercare presunti legami con una tifoseria, al contrario, sempre più lontana. Perché sentitasi sempre più ignorata. In ogni sua singola richiesta. Così ancora oggi, a distanza di quasi due anni dal colpo mortale di Robben, nessuna delle speranze dei tifosi può essere coltivata. Tantomeno quella di una stagione che potesse sancire il rientro in Europa. Questione da riporre in un cassetto, al momento, in attesa di certezze sulla salvezza. Almeno questo raccontano le ultime gare dell’anno scorso contro Atalanta e Siena. E questo è l’esercizio che la Fiorentina dovrà ripetere alla stregua dello scorso anno: quello di pensare prima di tutto alla salvezza, per poi provare a ricostruirsi. Come potrà riuscirci, ad oggi, è difficile soltanto immaginarlo.
sport
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FOcus. Fuori dal campo non era un santo, ma aveva regalato a Firenze il “paradiso” della Champions
Classe e irriverenza, quanto manca Mutu L’ultimo Fenomeno viola è andato via dividendo la città, tra chi lo dava per bollito e chi rimpiange le sue prodezze. Ma quella partita col Genoa... Lorenzo Mossani
S
enza di lui la favola sarebbe finita prima. Senza il Fenomeno non ci sarebbe stata la cavalcata in Champions. Classe, irriverenza, indisciplina: questi sono gli ingredienti del fuoriclasse rumeno. Sbeffeggiava con superbia avversari e compagni, ma se lo poteva permettere. Era il più forte. Il suo nome? Adrian Mutu. Per capire chi è facciamo un passo indietro, per arrivare al 15 febbraio 2009. Dopo novanta minuti tiratissimi finisce con un bellissimo 3 a 3 la sfida in chiave Champions tra Genoa e Fiorentina. Il Genoa parte col piede giusto, mostrando una grande intraprendenza. Ai rossoblù di Gasperini bastano soltanto dodici minuti per portarsi in vantaggio con Thiago Motta, dopo un bel triangolo col “Principe” Milito. Alla mezz’ora arriva l’espulsione di Biava per doppia ammonizione: il difensore atterra Jo-Jo lasciando i suoi compagni per un’ora in inferiorità numerica. Il Genoa non si spaventa, continuando a macinare gioco. Il raddoppio lo mette a segno Palladino al 38’. Il merito è di Mesto: la sua discesa sulla destra travolge la difesa viola, riuscendo a servire il compagno dopo aver saltato tre uomini. Facile per l’ex juventino la trasformazione. Il mago di Orz Prandelli prova a cambiare qualcosa cercando di rendere la squadra più aggressiva con l’ingresso di Semioli al posto di uno spento Kuzmanovic, ma i viola si sbilanciano e si espongono alle ripartenze genoane. Criscito si infila in area, Gamberini lo tende, per l’arbitro Rizzoli non ci sono dubbi: rigore. A trasformarlo ci pensa il solito Milito, alla sua quattordicesima marcatura stagionale. Poi però a illuminare di viola Marassi ci pensa Adrian Mutu. La Fiorentina è alle corde, ma lui no. A trenta minuti dalla fine la squadra di Prandelli trova il gol che riaccende le speranze, grazie a un rigore siglato dal rumeno. Trascinati dalla loro stella, i viola mettono sotto assedio il Genoa: Mutu sfiora subito il raddoppio di testa lambendo il palo sinistro. Il bis arriva poco dopo grazie a un’altra magia del Fenomeno, su punizione. Inizia il più grande spettacolo dopo il big bang: il Mutu-Show. A questo punto si gioca
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soltanto in area genoana, e il forcing finale premia i viola che acciuffano il pareggio con una prodezza di destro al giro dal limite dell’area. Apoteosi viola, adrenalina nelle vene, nirvana Champions. La partita finisce con i genoani infuriati con l’arbitro: il gol del pareggio toscano arriva, infatti, qualche secondo dopo la fine dei minuti di recupero. Poi l’inchino, uno dei tanti fatti ai tifosi viola dopo una grande prestazione, del Fenomeno. Fuori dal campo il rumeno non era un santo? “Con i santi si va in Paradiso - risponde qualcuno - con Mutu in Champions...”.
adrian mutu
LA scHEDA. Ecco chi è una delle poche note liete di questa stagione: il futuro è suo
Salifu, la scommessa vinta da Corvino È
amidu salifu
INCREDIBILE:
lui a rappresentare sempre più il presente e il futuro della Fiorentina, la scommessa vinta da Pantaleo Corvino. Amidu Salifu, ghanese di Accra, è probabilmente il miglior giocatore in prospettiva della rosa viola. Jo-Jo a parte, che però è già una realtà. Salifu lo è quasi, nonostante le pochissime partite ufficiali giocate con la maglia della Fiorentina. Fortissimo fisicamente, con una buona visione di gioco e un buon dribbling, il ghanese ha nella corsa e nel temperamento le sue qualità migliori: grande pressing, aggressivo, ma quasi mai falloso. Impressionante la facilità della sua progressione, con uno scatto da Bolt nei primi 25 metri. Può ricordare Asamoah dell’Udinese, ma ha ancora più forza e resistenza nei contrasti e nella protezione della palla. Destro di nascita, molto potente, deve ancora migliorare la tecnica di tiro. Bravo con il mancino, lo usa spesso e trova apprezzabili soluzioni tecniche con palla giocata di prima. Il baby viola
trova la sua perfetta collocazione come interno destro in un 4-3-3 o come esterno di centrocampo nel classico 4-4-2 di Delio Rossi. Forse nato per essere un interditore, Salifu può anche diventare un regista basso dinamico, lavorando un po’ sulla tecnica. Sicuramente è un calciatore già maturo caratterialmente, sicuro di sé, uno che sente pochissimo la pressione ma che ha la tempra giusta per diventare titolare in questa Fiorentina. Un difetto? Deve velocizzare maggiormente il gioco, tende a rallentare l’azione anche nei contropiedi in superiorità numerica. Salifu è comunque stata una delle più belle sorprese della squadra gigliata nel 2011. Aspettando Babacar, al momento genio incompreso relegato in Primavera. Per lui c’è stata soltanto la possibilità di giocare uno spezzone di gara contro l’Atalanta: occasione sprecata dal senegalese. Troppo pochi i minuti per valutarlo: anagraficamente è /L.M. un ragazzino.
8 CM DI PUNTO VITA, 2 TAGLIE IN MENO IN SOLE 4 SETTIMANE
LA RIVOLUZIONE DEL DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO
Anche a Firenze il nuovo metodo scientifico che ha stupito l’Europa Firenze- Il problema per molti non è dimagrire, ma farlo nei punti giusti. Sempre più donne e uomini dimostrano di non temere gli eventuali sacrifici necessari per perdere peso, essendo ormai consapevoli dello stretto rapporto che lega la forma fisica allo stato di salute. Gettare alle ortiche le cattive, vecchie abitudini - come una dieta ricca di grassi e una vita sedentaria - non è dunque considerato il passo più difficile, come un tempo. La vera prova del fuoco è snellire dove serve, senza dover privare la silhouette e il viso delle caratteristiche che individuano un corpo cosiddetto “ben scolpito”. Spesso, invece, il dimagrimento si accompagna ad una perdita diffusa di tonicità ed elasticità, lasciando qualche rimpianto e andando così a minare la volontà individuale di continuare a mantenersi in forma. Finalmente anche nella nostra città arriva un metodo specifico e rivoluzionario per il dimagrimento localizzato, l’ideale per intervenire dove è realmente necessario. Il metodo è stato testato scientificamente con un bre-
vetto europeo denominato “Airpressure Bodyforming” UEEP2020 979 presso l’istituto austriaco IMBS (Istituto Consulenza Medicina dello Sport). In tutta Europa, già nel 2010, oltre 250.000 persone hanno ottenuto risultati eccezionali, in oltre 850 strutture esclusiviste distribuite sul territorio comunitario. Presso il centro Victoria Beauty, esclusivista di zona, sono stati confermati gli eccezionali risultati e 117 persone residenti nella nostra città hanno testato il metodo: 8,8 cm di riduzione media sull’addome, circa 2 taglie e 3 buchi di cintura in meno in sole 4 settimane. Il metodo di lavoro è semplice e alla portata di tutti e si sviluppa con soli 30/40 minuti di trattamenti, 3 volte alla settimana, utilizzando una speciale fascia e il pantaloncino. Il sistema, abbinato ad altre importanti tecnologie come pressoterapia, stimolazioni biodinamiche ed altri macchinari e strategie permette di raggiungere degli obiettivi personalizzati “SU MISURA”, il tutto supportato dal circuito specifico del centro Victoria Beauty di Via Boccaccio 38, specializzato in trattamenti estetici di wellness e relax. Presso Victoria Beauty vengono infatti effettuati tutti i trattamenti estetici ed un esclusivo metodo di ELIMINAZIONE DEFINITIVA DELLE SMAGLIATURE. Un team di specialisti del settore si occupa dell’equilibrio psicofisico a 360°, garantendo numerosi servizi volti al raggiungimento di uno stile di vita salutare, Victoria Beauty interamente nel segno del benessere, facendo sì che all’apparenza corrisponda davvero la sostanza.
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sport
Gennaio 2012
PALLAcANEstRO. La Brandini-Claag in ripresa, mentre per Affrico e Fotoamatore è notte fonda
Luci e ombre per il basket fiorentino Simone Spadaro
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tagione altalenante per la BrandiniClaag Firenze Basket, che alterna ottime prestazioni ad altre più deludenti. Fortunatamente la fine del 2011 ha visto la squadra sfatare il tabù trasferta. Infatti, i ragazzi di Paolini sono riusciti a ottenere a Santarcangelo la prima vittoria fuori dalle mura amiche. Un bel risultato, che mostra come la stagione stia virando verso il bello, anche se rimangono molti rimpianti tra i gigliati, che hanno gettato al vento alcune vittorie per troppa insicurezza. Le ultime gare hanno invece mostrato un approccio più determinato, e i biancorossi hanno fatto registrare miglioramenti sia sul piano dell’atteggiamento che su quello del gioco. Adesso la classifica della Divisione Nazionale A può essere guardata con meno preoccupazione dai ragazzi di Paolini, che possono scendere in campo con maggiore tranquillità. A dar manforte al sodalizio del presidente Luca Borsetti arriva anche Federico Bellina. Classe 1979, 2.05 metri, Bellina aveva iniziato la stagione a Monfalcone, società successivamente esclusa dal campionato. Nato a Gemona del Friuli, Bellina è un’ala/pivot con trascorsi in LegaDue a Verona. Tra la Brandini-Claag Firenze Basket e il giocatore è stato sottoscritto un accordo fino al prossimo 30 giugno. Bellina è a disposizione della squadra dalla gara che la Brandini-Claag ha giocato a Siena il 5 gennaio. Un tassello importante anche in previsione futura. Tanti rimpianti, invece, per la Pallacanestro Fiorentina Affrico nel campionato Divisione Nazionale B. C’è stato il cambio di allenatore: via Caimi e dentro Rusconi, ma i risultati non sono cambiati. Una stagione grigia
la squadra del
fotoamatore
per l’Affrico, che non riesce ancora a imporre il suo gioco. Il neotecnico non è ancora riuscito nell’impresa di infondere nei propri giocatori la forza giusta per battere le avversarie. Adesso la classifica preoccupa. L’Affrico viaggia nei bassifondi della classifica, e la sosta natalizia non può che aver fatto bene a un gruppo che deve ritrovare soprattutto se stesso. Ancora peggio, in campo femminile, va per il Fotoamatore Florence in serie A2. Anche in questo caso la classifica piange. Ultime, le cestiste fiorentine rischiano realmente la retrocessione. E sarebbe davvero un peccato. Il Fotoamatore ha chiuso il 2011 con una brutta sconfitta casalinga contro la Saces Napoli. La gara delle fiorentine è stata tutta in salita, senza mai arrivare a impensierire Napoli. La formazione gigliata ha sofferto dei soliti problemi in fase offensiva e non è riuscita ad arginare l’attacco partenopeo che, lo si sapeva, è uno dei migliori del campionato. Il risultato finale castiga (50-66) pesantemente il Fotoamatore e premia la Saces Napoli, che ha avuto il grosso merito di allungare il passo non appena l’arrembaggio fiorentino si è attenuato, tenendo poi il piede fisso sull’acceleratore fino a quando il risultato era ormai acquisito. Ora, col nuovo anno, la città si attende che venga voltata pagina e scritto un nuovo capitolo.
IL PuNtO. Anno di transizione per uno degli sport più amati e seguiti in città
La pallanuoto gigliata galleggia in acqua
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n’annata senza grandi soddisfazioni per la pallanuoto fiorentina. La Rari Nantes Florentia di Leonardo Sottani stenta molto sia in casa che in trasferta. L’obiettivo era la salvezza e quella dovrebbe arrivare senza grandi patemi, ma i giovani biancorossi devono crescere per cercare di riportare Firenze nel gotha della pallanuoto nazionale. Il lavoro che attende Sottani, da quel che si è visto in questa prima parte di campionato, è lungo e non facile. In campo femminile cresce la Menarini Fiorentina Waterpolo. Anche in questo caso la mano di De Magistris si dovrà far sentire anche nei prossimi mesi, ma la squadra
ha dato segni di netto miglioramento, seppur eliminata in Coppa Len dalle fortissime greche dell’Olympiacos Pireo. Bene, per il campionato che avevano deciso di fare, anche le ragazze dell’Ngm Firenze Pallanuoto, guidate da Andrea Sellaroli. L’attuale sesto posto gratifica la neopromossa che, col rientro della Biancardi, potrà togliersi anche qualche soddisfazione. I campionati staranno fermi per tutto gennaio, per permettere alle Nazionali di giocare l’Europeo a Eindhoven. Ci sarà la Coppa Italia per i maschi (senza i giocatori azzurri), ma i tornei di A1 torneranno solo il /Sim.Spa. 4 febbraio.
Jessica masi (foto da faceBooK)
PALLAVOLO. Bene S. Casciano, Scandicci e Valdarno
Un hinterland a tutto volley
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orniamo a parlare di pallavolo, ma lo facciamo per andare a fare un giro nell’hinterland fiorentino. Le squadre del capoluogo sono relegate in B2 o in campionati minori, mentre a lottare per la serie A sono le compagini dei comuni adiacenti a Firenze. Scandicci, infatti, dopo un avvio incerto, trascinato dalla fondamentale Di Tomaso sta risalendo la classifica e ora è vicinissimo ai play-off. Gli anni passano per tutti ma, non sembrano farlo per l’eterna “Simo”. Nel Valdarno capitan Ranieri ha dato una scossa alla squadra, mettendo palloni dorati per le schiacciatrici rossoblù. Ma, come ogni anno, la regina è sempre lei, il Bisonte San Casciano, nonostante la “solita” sconfitta di Natale che ha regalato il primo posto a San Mariano. Rubini, Bianchini, Fidanzi, Bellini, Cheli, Giovannelli, Peluso, Savelli, Vannini, Biccheri e Guerrini stanno dando spettacolo, facendo entusiasmare non solo i sancascianesi. Tanti gli appassionati di volley che la domenica pomeriggio riempiono il palazzetto sul colle fiorentino. “Mani di fata” Peluso sta deliziando i palati più fini, riuscendo sempre a realizzare un gioco imprevedibile, veloce e “ci-
foto da www.aZZurravolleYsancasciano.it
nico”. Quando non è in forma lei, torna sul parquet la solita Vannini e la musica non cambia. Nella passata stagione si ricordano ancora le lacrime spese dai tanti tifosi dopo la sconfitta nella finale play-off a Casal Maggiore. Ora c’è solo un imperativo: Serie A. Nota di merito nel maschile per la Jumboffice che, dalla B2, è vicina alla zona play-off, ovvero la prima categoria del volley che conta. Nell’ultima partita dello scorso anno tanto gioco e un punto conquistato alla capolista Pisa. Tanto lavoro durante la sosta per poter iniziare al meglio questo 2012. Insomma, sognare si /Lor.Mos. può.
sport nel quartiere
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la disciplina. Nel cuore del quartiere 3 nascono da anni stelle che brillano in questo sport
Un salto triplo nella ginnastica Carlo Marrone
Il Cgf, presente nelle tre sezioni olimpiche, nasce con l’obiettivo di rendere
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ogni bambino consapevole delle proprie capacità psico-fisiche: educare
ascosto nel cuore del quartiere 3, più precisamente in via Isonzo, manda avanti la propria attività sportiva costellata da grandi risultati il Centro Ginnastica Firenze. L’associazione nasce nel 1964 e, da allora, dedica la sua attività alla diffusione di una delle discipline più complete per il corpo: la ginnastica. La società ha il vanto di operare nelle tre sezioni olimpiche, ginnastica artistica maschile, ginnastica artistica femminile e ginnastica ritmica, oltre ad avere un vastissimo numero di atleti della sezione di ginnastica generale, che è una delle sezioni della Federazione Ginnastica d’Italia. Attualmente il centro annovera circa quattrocento iscritti, ed è affiliato alla Fgi e all’Unione Italiana Sport per Tutti. L’obiettivo principale che i dirigenti del Cgf si sono posti è la costruzione dell’atleta nella sua completezza. Il fondamento principale dell’associazione è rendere ogni bambino consapevole delle proprie capacità psicofisiche. “Oltre che educare allo sport è nostro compito educare lo spirito, cioè formare il carattere mediante l’insegnamento della ginnastica, disciplina che sta alla base di ogni attività sportiva”, si legge sulla pagina d’apertura del sito internet della società, così che ogni possibile iscritto capisca da subito a cosa va incontro. Lustro della società è stata la partecipazione, negli anni Ottanta, della ginnasta della sezione di ritmica Sarah Lopes Pegna ai Campionati Europei a squadre. Più recentemente, nel maggio 2008, il ginnasta della sezione di artistica maschile Jacopo Desolati ha ottenuto la convocazione nella squadra nazionale juniores, partecipando ai Campionati Europei di Losanna. Mentre le
l’allievo attraverso questa attività portandolo alla sua maturazione atlete della sezione femminile Guia Baldini, Lisa Isdraele Romano e Alessia Giannitrapani hanno preso parte, sempre nel 2008, ai Campionati Internazionali World Games Uisp a Rimini. Ogni singolo ginnasta selezionato per la Nazionale ha sicuramente cominciato da bambino ad allenarsi e, proprio ai più piccoli e alle più piccole, sono rivolti i “Primi corsi” del Cgf, che hanno come obiettivo l’acquisizione e lo sviluppo degli schemi motori di base: camminare, correre, saltare, rotolare, arrampicarsi, oltre che stimolare lo sviluppo della coordinazione motoria. Divertirsi e allo stesso tempo cominciare a essere consapevoli del proprio corpo. Nei secondi corsi i bambini imparano i primi elementi di acrobatica: capovolte, ruote, verticali. Inoltre, cominciano ad affrontare le prime competizioni, partecipando a gare e manifestazioni indette dalla Uisp. Buon riscontro negli ultimi anni ha avuto anche il corso adulti di ginnastica artistica maschile e femminile. Le lezioni sono in orario serale. È rivolto sia a persone che hanno già praticato questa disciplina da bambini e che vogliono continuare a praticarla, sia a chi desidera avvicinarsi a questo sport in età adulta e familiarizzare con le diverse specialità. Un importante evento per il 2012 che vedrà impegnato il Cgf è la terza prova del Campionato nazionale di ginnastica artistica maschile e femminile e del Campionato di Società di trampolino elastico che si svolgerà il 24 marzo al Mandela Forum.
FIRENZE Via Benedetto Accolti 25/A (zona Gavinana)
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Tel. 055 3999425 Fax 055 0190685
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LA KERMEssE/1. Torna alla Fortezza da Basso, dal 10 al 13, la manifestazione dedicata alla moda
Pitti: rosso Valentino e occhi a mandorla Espositori in continuo aumento e buyer in arrivo da tutto il mondo:
LA KERMEssE/2
si scaldano i motori per lo sbarco in città dell’appuntamento che lega
Bimbi e tessuti hi-tech per un futuro ecosostenibile
a doppio filo fashion business e cultura. Tra gli ospiti di questa stagione ci saranno anche un team di stilisti giapponesi e la designer Olympia Le-Tan Barbara Biondi
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nno che passa, Pitti che torna. Con l’inizio del 2012 arriva, dal 10 al 13 gennaio, l’edizione numero 81 della kermesse dedicata alla moda e, tra una passerella e una novità, si vedrà sfilare per le strade della città il meglio del fashion business, con anteprime in arrivo dai 5 continenti. In occasione di Pitti Immagine saranno 950 i marchi presenti alla Fortezza da Basso, a cui si aggiungono le 70 collezioni donna protagoniste da Pitti W negli spazi della Dogana. Il ruolo del salone come punto di riferimento sulla scena internazionale è dimostrato dai numeri delle aziende e dalle richieste di partecipazione, in continuo aumento a ogni edizione. E poi c’è il pubblico dei compratori: all’ultima edizione invernale di Pitti Uomo, su un totale di oltre 30.000 visitatori, sono stati 23.100 i buyer arrivati a Firenze, in rappresentanza di tutti i negozi e i department store più importanti del mondo. Guest star della sezione Uomo, Valentino Garavani, oltre agli stilisti Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, che presenteranno la sera di mercoledì 11 gennaio, nel corso di un evento ospitato in uno dei luoghi preziosi della Firenze antica e in anteprima assoluta, la collezione uomo autunno inverno 2012-13. Fondazione Pitti Discovery presenta inoltre la seconda edizione di “Vestirsi Da Uomo”, il progetto sull’eleganza maschile di nuova generazione: una tendenza forte della moda uomo oggi, che Pitti Uomo esprime attraverso un evento-performance e un’interpretazione d’autore, affidata in ogni edizione a un curatore di riferimento della scena della moda, che questa volta sarà Marc Ascoli. Tra un evento e l’altro, i frequentatori della Fortezza troveranno novità e nuovi ospiti. Ad esempio, nel padiglione Lyceum, la farà da padrone il Giappone, con un progetto in collaborazione con la Japan Fashion Week, che porta a Firenze alcune tra le più interessanti fashion label della scena creativa giapponese. In Fortezza, circa 20 marchi e designer giapponesi selezionati da Yuichi Yoshii presenteranno le loro collezioni
Gli stilisti
maria GraZia chiuli
e
pierpaolo piccoli
e una speciale proposta di capi rappresentativi di 15 anni di moda nipponica, customizzati per Pitti Uomo. E in città un party “Japanese style” celebrerà la loro presenza a Firenze. Contemporaneamente, l’altra sezione del salone, quella allestita negli spazi industriali della dogana, sarà dedicata alle precollezioni donna di Pitti W, che quest’anno vedrà al centro dell’attenzione Olympia Le-Tan, giovane fashion designer francese, ideatrice di alcune delle più
eccentriche e acclamate collezioni di borse minaudières delle ultime stagioni. Olympia sarà l’ospite d’onore della sezione dedicata alla moda pour elle e realizzerà una collezione e un progetto speciale per Firenze e Pitti W durante i giorni della fiera. Come di consueto, a fare da sottofondo agli aspetti più strettamente legati al business, un nugolo di eventi, feste e occasioni mondane, che trasformeranno Firenze nell’epicentro dell’universo moda.
tEAtRO. Da alcune compagnie dell’hinterland fiorentino una scelta coraggiosa
Un progetto per quattro palcoscenici C
alenzano, Sesto Fiorentino, Bagno a Ripoli e Scandicci. Quattro città dell’hinterland fiorentino per quattro teatri che si sono messi a confronto per un progetto con quattro compagnie di produzione, quattro residenze artistiche per quattro mesi di studi, anteprime, nuove produzioni, incontri su temi e problematiche dell’Italia contemporanea. È un progetto coraggioso “Default”, così si chiama l’idea che lega a doppio filo queste quattro realtà, vicine eppure così lontane. Le quattro realtà sono affini per l’impegno portato avanti dai rispettivi direttori artistici nel tenere uniti i linguaggi dell’arte con i temi della società e della cultura contemporanea, per la specifica, originale attività di formazione che crea intorno alle sedi teatrali un humus favorevole alla produzione, fatto di giovani aspiranti attori, drammaturghi e registi, che partecipando a corsi e laboratori creano un bacino di forze nuove per i rispettivi teatri, e mettono in relazione il teatro e gli artisti con il territorio e i quattro teatri fra loro. Nella stagione 2011-2012 sarà mantenuto un filo conduttore tematico che sarà quello della crisi che oggi attraversa l’Europa e l’intero
mondo capitalistico. Una crisi economica che appare sempre più devastante, che nel nostro paese prima è stata negata e poi minimizzata, fino a che non sono arrivati gli ultimatum dell’Unione Europea. Un default che ha già colpito duramente alcuni paesi come l’Irlanda e la Finlandia e soprattutto la Grecia, in cui alla crisi economica è seguita una rivolta sociale, in un clima da guerra civile. L’attività propedeutica alla produzione sarà ospitata nei quattro teatri con una promozione in video, una sorta di trailer che permetta al pubblico di seguire l’evolversi degli studi drammaturgici nel loro itinerario cittadino, da un teatro all’altro. Nel trailer gli autori, i registi o gli interpreti proporranno al pubblico il tema che affronterà il monologo di ognuna delle quattro strutture produttive. Il risultato sarà un lavoro corale, che si svilupperà ora in un teatro, ora nell’altro, ora in tutti a distanza di qualche giorno, per raccontare storie diverse, costruite tassello dopo tassello, ma uguali nella genesi e nella forza. La forza di credere ancora nel teatro e nella gente che lotta perché /C.G. continui a vivere e a crescere.
S
tesso posto ma date diverse per la manifestazione che segue a ruota i modelli “per i grandi”: dal 19 al 21 è la volta di Pitti Bimbo, che porta in città le primizie di un abbigliamento studiato su misura di un bambino e che somiglia sempre più a un adulto in miniatura. 510 le collezioni attese a questa edizione, di cui circa 200 provenienti dall’estero. 8.300 i compratori e un totale di oltre 10.000 visitatori all’ultima edizione invernale. Con questi numeri, Pitti Bimbo si conferma l’unico salone internazionale che dà una rappresentazione completa dell’universo del childrenswear, e allo stesso tempo la piattaforma di riferimento per presentare le nuove tendenze del lifestyle legato alla moda bimbo. Dal classico-elegante dei grandi brand di Pitti Bimbo, allo sportswear di Sport Generation, dalla creatività dei marchi di ricerca di New View ed EcoEthic alla urban couture di Super Street, ma anche al design e al tessile legati al mondo dei più piccoli. Fino alle collezioni all’avanguardia di Apartment. E tutto questo passando attraverso le mille interconnessioni tra moda, arte, food & design del contemporaneo. Dulcis in fundo, dal 25 al 27 la Fortezza si popolerà di tessuti tra i più pregiati e selezioni raffinatissime di colori e abbinamenti per l’edizione numero 70 di Pitti Filati. Laboratorio di ricerca ma anche osservatorio per le nuove tendenze del lifestyle globale, Pitti Filati presenta l’eccellenza della filatura su scala internazionale, a un pubblico di buyer provenienti da tutto il mondo, ai designer e agli uffici stile dei marchi più importanti del fashion business, che vengono a Firenze a caccia di nuove suggestioni creative. Protagonista di questa edizione, l’anteprima mondiale primavera/estate 2013 delle collezioni di filati per maglieria. Si allarga all’interno della manifestazione e si evolve ulteriormente la struttura e il layout dello Spazio Ricerca e dell’area Fashion at Work, fulcro di tutte le espressioni legate alla creatività. Osservatorio sperimentale dove vengono analizzate e lanciate le tendenze, lo Spazio Ricerca di Pitti Filati 70 esplora con Futurural, tema e titolo di questa stagione, il rapporto tra l’uomo e l’ambiente rurale. Un’espressione del bisogno di qualità, genuinità della materia prima, onestà dei valori: nella vita come /B.B. nell’estetica.
cultura
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LIBRI/1. Da poco pubblicato il ricettario della tradizione che abbina piatti poveri e aneddoti
La crisi? A tavola si risolve mangiando Ludovica V. Zarrilli
I
n tempo di crisi si farebbe di tutto per risparmiare, ma chi l’ha detto che risparmiare significhi necessariamente rinunciare a qualcosa? Quando il denaro scarseggia si può sempre andare alla ricerca di prodotti più “poveri”, ma non per questo meno gustosi. È questo lo spirito che anima “I mangiarini della miseria e altre ricette toscane utili in tempo di crisi” (edizioni Il pozzo di Micene, 180 pagg, 14 euro), simposio della tradizione culinaria e della cultura toscana che celebra il bon vivre e le ricette della toscanità più verace, preparate con prodotti della terra e scarti che spesso hanno prezzi quasi irrisori. “È nato tutto come seguito del libro ‘I mangiarini di nonna Laura’ - spiega Laura Pugliese, autrice del volume insieme ad Andrea Martini, professore alla facoltà di Agraria - un libro creato quando, tre anni fa, Andrea Martini mi portò il ricettario di sua nonna e lo pubblicammo”. Dopo il successo di quel ricettario, i due hanno deciso di dedicarsi alle ricerche per dare alle stampe un secondo volume dedicato sempre alla cucina, ma con un occhio di riguardo al particolare periodo di recessione che l’intero Paese sta attraversando. È così che prende vita, pagina dopo pagina, un corposo breviario che racchiude trucchi, segreti, aneddoti e notiziole insieme alle ricette regionali che hanno fatto la storia del granducato. Mascotte dell’edizione la
maschera di Stenterello, che con il suo fare un po’ burlone e un po’ sapientino accompagna il lettore tra una storia e l’altra. Tra le pagine illustrate a regola d’arte con le immagini della fotografa Donatella Bertini (che ha appena dato alle stampe il libro “Toscana e Oriente. Immagini e suggestioni a confronto”, insieme a Elena Innocenti) parte un viaggio che va dagli antipasti fino ai dolci, come in ogni ricettario che si rispetti. Ma alle liste degli ingredienti si intervallano le storielle più curiose e interessanti, come quella di Caterina dei Medici, che fu la prima a “importare” la forchetta, oggetto molto pratico ma inizialmente malvisto dalla comunità cattolica per via di quelle tre punte rivolte verso l’alto. “Veniva considerato un instrumentum diaboli - continua Laura Pugliese - e per questo motivo tardò a diffondersi”. Commedia gastronomica (così è stata definita) divisa in quattro atti, il testo sui Mangiarini è reso ancora più gradevole da proverbi stagionali ed è distinto per settori gastronomici. E se antipasti a base di cavolo nero, sottoli e sottaceto, paste fatte in casa, frattaglie e bolliti possono aver fatto capolino sulle tavole di tutti, si scopre anche qualche piccola chicca, come i mestieri scomparsi e i trucchi per risparmiare sulle faccende domestiche. Ad esempio l’utilizzo del limone per pulire l’acciaio o dello yogurt scaduto per ridare vita all’ottone. Provare per credere.
la copertina del liBro
Zuppe d’orzo e di cavolo nero insieme a frattaglie, bolliti e dolci tipici. La cucina toscana, ricca di sapori, si anima in questo volume grazie a storielle, curiosità, proverbi e personaggi storici
LIBRI/2. L’autobiografia di Silvestro Picchi sul periodo più cupo vissuto dal Paese
Un ex poliziotto e gli anni di piombo S
ilvestro Picchi entrò in polizia nel 1971 e tre anni dopo venne destinato al nucleo antiterrorismo della questura di Firenze. La notte della Repubblica – come la chiamò Sergio Zavoli – era parecchio scura anche a Firenze. Ora Picchi ha deciso di fare un po’ di luce sui ricordi di quegli anni di terrorismo e di affidare all’editrice Sarnus l’autobiografia “Quasi per caso. La mia vita in polizia e gli anni di piombo” (pp. 80, euro 10). “In queste pagine non vi è spazio per la fantasia – scrive Piero Luigi Vigna nella prefazione - ciò che si narra è una realtà vissuta. Nei cosiddetti anni di piombo il nostro Paese fu attraversato dai fili rossi e neri del terrorismo che, intrecciandosi tra loro, lo strinsero nei
nodi di una rete che per poco non arrivò a soffocare la democrazia”. Un libro di grande interesse, con episodi importanti raccontati da un uomo in trincea. Tra cui uno dei più gravi che si verificarono in Toscana, in cui per puro caso l’ispettore non perse la vita. Si parla dei resoconti della strage di Empoli del 24 gennaio 1975, in cui il terrorista nero Mario Tuti assassinò il brigadiere Leonardo Falco e l’appuntato Giovanni Ceravolo e ferì Arturo Rocca, anche lui appuntato. Ma anche del conflitto a fuoco di Querceta del 22 ottobre 1975, dove persero la vita altri tre agenti di polizia, e infine dell’omicidio di Fausto Dionisi, avvenuto a Firenze il 20 gennaio 1978 a opera di Prima linea. Sull’episodio di Tuti, il
libro di Picchi riporta la testimonianza inedita della figlia del brigadiere Falco, Anna, che ci consegna diversi interrogativi. Dubbi che vengono rafforzati dallo stesso Picchi, la cui squadra aveva preparato quel blitz ma all’ultimo momento fu inviata altrove. L’autore ricostruisce la memoria di quegli anni con lucidità e rigore, attento al contesto politico e sociale dell’epoca. Oggi i carnefici tornano alla ribalta sui media ma i veri eroi, sostiene Picchi, “furono coloro che caddero adempiendo il loro dovere, coloro che cercarono di fermare quella serie di omicidi”. “Le pagine scritte da Picchi ravvivano la nostra memoria – scrive ancora Vigna - vorrei che anche /C.B. i giovani le avessero nelle loro mani”.
LA NOVItà. In via Campo d’Arrigo, nello spazio di lavoro condiviso, oggi prende vita anche un’area relax
Multiverso, tra le scrivanie spunta la caffetteria S
ta crescendo un pezzettino per volta lo spazio eterogeneo di ultima generazione che ha preso il nome di Multiverso. Ufficio per una serie di professionisti o, meglio, coworking station, ovvero un luogo dove ognuno affitta la sua postazione e condivide lo spazio insieme ad altri creativi. Così, per far circolare un po’ le idee in libertà, e magari contaminarsi, nel senso più positivo del termine. Dal 18 di questo mese, all’interno di Multiverso, nascerà poi anche una caffetteria, uno spazio speciale tutto dedicato al relax e al confronto. La caffetteria sarà la sede di un club per un massimo di duecento membri, dall’iscrizione riservata a chi ha già una postazione all’interno dello spazio, ai loro principali clienti, ai partecipanti alle attività no profit di Multiverso e a coloro che vogliono aderire al circuito pur non avendo bisogno di utilizzare full-time una postazio-
l’interno dello spaZio
multiverso
ne di lavoro, come giornalisti free-lance, associazioni o aziende con sede non operativa a Firenze. Il progetto di uno spazio flessibile e mutevole, capace, oltre alla dotazione delle postazioni di lavoro, di ospitare tipologie molto differenti di eventi, di farsi allo stesso tempo show-room e aula universitaria, sala stampa e sala di post-produzione audio e video, studio di architettura e rassegna di arte contemporanea, dove prendere un caffè, usufruire di un light-lunch o bere un aperitivo, nasce dall’analisi delle figure sociali a cui rivolge i propri servizi. Giovani professionisti che, tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie, la convergenza mediale e la destrutturazione del mercato del lavoro, si costruiscono una professionalità “multipiano”, capace di modificarsi e adattarsi alle continue innovazioni che attraversano gli /B.B. ambiti creativi.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
IL PROgEttO. Sandra Stanghellini cura le mostre e le iniziative promosse dall’ente targato Ghelli
La Fondazione che diffonde l’arte Ludovica V. Zarrilli
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pere d’arte antiche e contemporanee, che dialogano utilizzando un linguaggio cambiato nel corso dei secoli ma rimasto sempre fedele a se stesso. Nasce dal desiderio di diffondere l’arte in maniere diverse la Fondazione Giuliano Ghelli, grazie alla quale viene offerta un’opportunità ai giovani artisti che hanno voglia di mettersi alla prova, e che stimola la creatività dei più piccini con un approccio giocoso più che didattico, fatto di incontri, scambi e aneddoti legati alla quotidianità degli artisti. A presiedere la fondazione, la vulcanica Sandra Stanghellini, che dà il meglio di sé per fare in modo che “si rafforzi la presenza dell’arte sul territorio e si cerchi di sensibilizzare la gente al contemporaneo”. Detto, fatto. Tra le principali attività della fondazione - nata quattro anni fa da un’idea del pittore e della stessa Stanghellini, che vedeva lo studio di Ghelli brulicare di giovani e promettenti artisti - c’è l’organizzazione di mostre nelle quali vengono esposti fianco a fianco capolavori del passato e opere contemporanee, il tutto all’interno del Museo di San Casciano,
sandra stanGhellini
Dagli incontri con gli artisti dedicati ai più piccini alle esposizioni che fanno dialogare antico e contemporaneo. Questo e altro nei piani della realtà che porta il nome del pittore toscano
un museo civico che è anche un piccolo gioiello, connubio di arte e storia del Chianti fiorentino. “Anche se provengo da esperienze lavorative completamente diverse - spiega Sandra Stanghellini, che è anche la compagna del maestro Ghelli - mi sono appassionata subito all’arte e al mondo che le gravita intorno, tanto che ho sentito subito forte l’esigenza di condividerla e farla vivere al pubblico nella maniera più bella e genuina”. E da quando alle visite nelle scuole sono state affiancate le mostre, i visitatori del museo civico - un piccolo scrigno che contiene opere di straordinario valore - sono aumentati del 70%. “Questo progetto fa parte di una serie di sogni che si sono realizzati grazie a Giuliano - continua la presidente - tra le tante cose c’è anche un libro di cucina intitolato ‘Quella sera avevo cucinato un ricordo’, che raccoglie le ricette di mia nonna, ottima cuoca, corredate dai disegni degli artisti che frequentano la nostra grande colonica”, oltre a una mostra permanente a Poppi, paese natale della famiglia Ghelli, a cui il maestro ha voluto lasciare una summa dei suoi primi quarant’anni di lavoro. Un viaggio nell’universo onirico dell’artista che stimola la fantasia e toglie il fiato. Info: www.fondazionegiulianoghelli.org.
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agenda
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L’INIZIAtIVA/1 Concerti Bandabardò 20 e 21 gennaio
Obihall
ma anche con un tocco di giocosa ironia - che si riflette anche nella musica - e invita a guardare l’Europa come una possibile e legittima soluzione per il proprio futuro. Negrita 31 gennaio
Mandela Forum
Saranno già trascorsi alcuni mesi dall’uscita del disco, quando Scaccianuvole, il mago protagonista dell’ultimo album di inediti della Bandabardò, uscito lo scorso maggio ripartirà per raccontare le sue storie nei più affollati, accaldati e calorosi club italiani. La band toscana ha scelto di ripartire in tour iniziando da casa: il club-tour 2012 si apre con i concerti del 20 e 21 gennaio al Saschall di Firenze, dove ad aspettare i bardozziani ci sarà il pubblico più affezionato ed ‘anziano’ del gruppo. Per comporre la scaletta del concerto la Banda attinge, come di consueto, all’intero repertorio – oltre 100 canzoni – ed insieme festeggia il mago “Scaccianuvole” che ormai cammina sulle sue gambe e che con le sue dodici canzoni inedite propone una Bandabardò più melodica - un po’ meno patchanka e un po’ più chanson, i cui personaggi spesso burleschi sembrano raccontati da trovatori medievali su morbide ballate e allegri rondò. Ivano Fossati 26 gennaio
Obihall
Ultimo album di inediti e ultimo tour per Ivano Fossati; come lui stesso ha dichiarato con questo ultimo prodotto discografico sceglie di abbandonare le scene musicali dichiarando “Non credo che potrei ancora fare qualcosa che aggiunga altro rispetto a quello che ho fatto fino ad ora. Ho pensato che la mia vita di artista sarebbe stata, d’ora in poi, quella di rappresentare me stesso”. L’addio arriva con l’uscita di Decadancing, ultimo album di inediti, 10 brani tutti scritti e arrangiati da Fossati, anticipato dal singolo “La decadenza”, un rhythm & blues graffiante su uno dei temi più attuali: la fuga dei giovani verso altri Paesi in cerca di opportunità migliori alla ricerca di una prima o almeno di una seconda possibilità. Fossati tratta l’argomento con dura chiarezza
A tre anni di distanza dall’uscita del loro ultimo disco “Helldorado” (disco di platino con oltre 70 mila copie vendute) dal 25 ottobre nei negozi “Dannato vivere” il nuovo album di inediti dei Negrita(Universal Music). L’uscita del loro nuovo lavoro discografico, la cui produzione artistica è curata da Fabrizio Barbacci, è anticipata dal primo singolo “Brucerò per te”, da venerdì 23 settembre in rotazione radiofonica e in vendita su tutte le piattaforme digitali.
e compositore romagnolo, sarà in concerto sabato 4 febbraio alla Sala Vanni per presentare i brani del suo ultimo pluripremiato lavoro discografico “Vago Svanendo” (Carosello Records). Nel panorama italiano, la figura artistica di John De Leo è sinonimo di geniale sperimentazione vocale e sonora, sempre elegante ed originale.
Mistero buffo 23 gennaio
A teatro
In consolle
Amleto Dal 17 al 22 gennaio
Jahcoozi 13 gennaio
teatro della Pergola
Massimo Ranieri 3 febbraio
teatro Verdi
Si tratta di un gradito ritorno a “grande richiesta”. I concerti degli scorsi anni al Teatro Verdi hanno riscosso un tale successo di pubblico da far tornare Massimo Ranieri a Firenze per un’altra replica (è la tredicesima volta). Massimo Ranieri porta in scena questo spettacolo dal febbraio 2007. Arrivato a superare le 500 repliche, lo show ripercorre i 40 anni di carriera dell’artista svelando aneddoti e teneri ricordi d’infanzia che porteranno il pubblico a rivivere atmosfere lontane di un’Italia “povera, ma con le scarpe lucide”. Lo spettacolo teatrale è un omaggio alla sfera femminile, un’orchestra e un corpo di ballo di solo donne, ed è nato dalla fusione tra il doppio album “Canto perchè non so nuotare...da 40 anni!”, dove Ranieri ripropone una raccolta dei suoi maggiori successi duettando con talentuose vocalità come quelle di Silvia Mezzanotte, Linda, Simona Bencini e Jenny B., ed interpreta 14 brani dei più grandi cantautori italiani, come Battisti, Lauzi, Battiato, Endrigo, Paoli e Rossi, e la trasmissione televisiva “Tutte donne tranne me” andata in onda su Raiuno nel gennaio 2007 che vedeva ospiti, orchestra e balletto di solo donne. John De Leo 4 febbraio
sala Vanni
Dopo una lunga assenza, torna ad esibirsi a Firenze la voce più interessante della scena musicale italiana: John De Leo. Il cantante
Di Amleto si sa praticamente tutto, così come è conosciuto il fascino delle messinscena del Teatro del Carretto. Una scena rotta da pannelli purpurei, un rosso che risucchia e risputa un bianco di personaggi, ne svela dalle morbide fessure frammenti improvvisi o insinuanti, al ritmo disarmonico di una mente turbata che è quella del protagonista. Alle spalle di Amleto un canto di Gertrude e un ghigno di Re, davanti un teatrino in miniatura con i personaggi del dramma che vanno svanendo ad ogni colpo mortale, e lo Spettro dentro. Il Principe galleggia in un presente dilaniato tra misfatto subito e ingannevole follia: “fragilità, il tuo nome è femmina”. Occidente solitario Dal 9 al 13 febbraio
teatro della Pergola Il dramma è parte della “trilogia del Connemara”, un riferimento alle origini irlandesi dell’affermatissimo scrittore inglese McDonagh, una volontaria immersione in un universo provinciale che assurge a valore universale della stravaganza della vita umana. Coleman e Valene sono due fratelli che hanno appena perso il padre, rimasto ucciso in uno strano incidente con un’arma da fuoco. Valene è tutto preso dalla mania del collezionismo religioso, mentre Coleman non pensa ad altro che a mangiare, bere e svaligiare i buffet dei funerali. I due sono presi in bizzarre e beckettiane avventure senza senso, tra cadaveri che emergono dai laghi, macabri scherzi e maltrattamenti.
Obihall
Al museo Archeologico
Un dvd per spiegare il cratere Francois
Dario Fo e Franca Rame tornano in scena con una selezione di testi dal loro spettacolo dei primordi “Mistero buffo”, riproposto con un’immancabile dose di improvvisazione, da sempre cifra distintiva del teatro di Fo.
Auditorium Flog Dissonant live, la rassegna dedicata alla nuove declinazioni dell’elettronica contemporanea torna all’Auditorium Flog di Firenze anche nel 2012. Un suono sempre più globale e ricercato ma non per questo lontano dalle atmosfere dancefloor tipiche della bass music. Il nome che risponde in modo più esauriente alla sopracitata descrizione è certamente quello di Jahcoozi, alleanza artistica transnazionale marchiata Bpitch Control, dietro alla quale si celano la cantante, autrice e performer Sasha Perera (Londra/Sri Lanka), il beatmaker Robot Koch (Germania) e il producer e bassista Gerkitz Oren (Tel Aviv). Local heroes Ogni giovedì
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l Vaso François, il mito dipinto è uno strumento unico, prodotto da Techvision Sistemi Multimediali srl in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Interamente dedicato all’interpretazione approfondita dei racconti dipinti sul più grande cratere attico conosciuto al mondo, si presenta come un’opera senza precedenti. Coniugando la precisione filologica al piacere della narrazione, con l’ausilio di ricostruzioni in 3D e di scene in animazione, il dvd illustra nel dettaglio il complesso apparato decorativo del cratere, una summa dei principali miti greci e una sorta di catalogo di dei ed eroi dell’antichità. Il Vaso François, oggi al centro di una sala del secondo piano del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, è un capolavoro della produzione attica a figure nere. È il più grande cratere attico conosciuto: è alto 66 centimetri e la sua circonferenza raggiunge i 181. Porta il nome del suo scopritore, il fiorentino Alessandro François, che lo ritrovò in frammenti nell’area di Chiusi. In vendita al boo/C.G. kshop del museo Archeologico.
Logic
Il 2012 della rassegna Local Heroes apre il nuovo anno nel segno della novità, con alcune presentazioni importanti, senza farsi mancare il piacevole ritorno di qualche vecchio, stimato, amico. Il mese comincia giovedì 5 con l’appuntamento di Inner City Jungle, una delle storiche crew fiorentine legate al fenomeno della bass music. Alla consolle l’enfant prodige Noiza assieme ad un guest misterioso. Giovedì 12 Local Heroes ospita l’anteprima di End of the weak (la fine dello scarso) il nuovo contest di riferimento mondiale per mc e freestyler. In questo succoso antipasto potremo vedere in azione un dei fenomeni del turntablism d’Inghilterra, Dj Snuff, accompagnato da un pilastro della scena hip hop italiana, Dj Afghan. Assieme a loro anche il ferrarese Mc Cry, presentatore della serata assieme ad una nutrita schiera di eroi locali. Giovedì 19 è il turno dell’altra one nite mensile, quella dedicata alle sonorità electro realizzata in collaborazione con l’etichetta Fresh Pump. L’ultimo appuntamento per il mese di gennaio (giovedì 26) vede il gradito ritorno di un nome già visto dal vivo all’interno della rassegna “Local Heroes”, Ghemon, aka Gilmar, aka una delle penne migliori della doppia h nazionale.
L’INIZIAtIVA/2 Al Battistero
Dalla Russia a Firenze Il viaggio delle icone
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n Christo/Bo Xructe, questo il nome dell’evento che celebra l’amicizia tra Italia e Russia, che vede tre icone provenienti dal museo Tretyakov di Mosca esposte nel battistero fiorentino fino al 19 marzo. “Il pontefice mi ha ricevuto in udienza e ha dimostrato molto interesse per questo evento – ha spiegato monsignor Giuseppe Betori - per questa possibilità di far dialogare attraverso l’arte fedi che si esprimono in modo diverso ma che hanno radici comuni”. E mentre a Mosca il patriarca Kirill dava la sua “benedizione” a una madonna latina che supera il modello bizantino, nel frattempo la curia fiorentina si adoperava per allestire al meglio il Battistero, all’interno del quale sono state accolte la maestosa icona della madre di Dio Odighitria, l’Ascensione, risalente al 1408 e dipinta dal celebre Andrei Rubliov, santo monaco e famoso pittore, e l’icona della crocifis/C.G. sione di Dionisij, datata 1500.
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lettere
Gennaio 2012
Lettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni
ciente e ottimizzando le stesse. A tal proposito non capiamo, e non condividiamo, la scelta di conferire un incarico ad un professionista esterno da 25.000,00 € per la riqualificazione e la direzione lavori di Piazza della Repubblica, considerando che recentemente si è potenziato il personale dell’Ufficio Tecnico Comunale, oltre ad un ulteriore conferimento di incarico a un tecnico “formatore” per il personale dei lavori pubblici... Ma queste persone, questi tecnici comunali, sono o no capaci di svolgere il proprio lavoro?? Dovevamo per forza spendere tutti questi soldi??? A noi resta oscuro l’aspetto qualitativo di questa scelta dell’Amministrazione che va controtendenza da ciò che ha dichiarato il vicesindaco. E allora se la coperta è sempre più corta chi scegliamo che si debba scaldare??? Non sarebbe il caso di usare meglio le risorse e i soldi pubblici?? Oppure la coperta deve scaldare chi, in effetti, ne ha meno bisogno! SEL Rignano
“SALVI SCUOLA E SOCIALE... MA LA COPERTA È CORTA” Leggendo l’articolo apparso su “Reporter” di novembre 2011, il gruppo SEL di Rignano sente il dovere di fare alcune riflessioni su scelte fatte dall’Amministrazione, in momenti di crisi e recessione. Nell’articolo in questione, il Vicesindaco, asserisce: “Stiamo cercando di contenere e ridurre la spesa corrente puntando al mantenimento della qualità”. Noi siamo pienamente d’accordo con questa impostazione, considerando il periodo di ristrettezze, vorremo maggiore attenzione alle politiche sociali, recuperando risorse da una organizzazione più effi-
IL PARCO DI SAN DONATO E I GIOCHI PER BAMBINI Non abito nella zona di Novoli ma in una limitrofa. Da via di Novoli transito per raggiungere mete varie ed ogni volta che lo faccio penso che sia stato fatto un lavoro notevole per rendere gradevole la zona, nonostante l’orrendo Palazzo di Giustizia. Il parco San Donato poi ha completato il lavoro in modo mirabile. Ma...... perché ci deve essere sempre un “ma...”? In questo senso: vorrei sapere chi ha avuto la brillante idea di installare i giochi per i bambini proprio a ridosso di quella vera camera a gas che è via di Novoli a quasi tutte le ore della giornata, specialmente disponendo di ampia alternativa! E il nostro bravo sindaco, padre
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di tre bimbi, come ha fatto ad inaugurare tanto orgogliosamente questa bella pensata? Laura Piccioli IL BIGLIETTO ELETTRONICO, I TRENI REGIONALI E LE REGOLE Questa è la storia di una sanzione giusta che il personale di Trenitalia mi ha elevato perché il regolare biglietto non era obliterato. Dico che è giusta perché a treno partito me ne sono accorto durante il controllo. Tra l’altro ho atteso in stazione un bel po’ di tempo prima di salire quindi in tutta coscienza non potevo neanche montare la scusa della mancanza di obliteratrici funzionanti che pure è un problema tanto da poter coniare il nuovo termine di “Primule gialle”. Ma allora perché ho scritto questo reclamo? Proseguiamo col racconto: Io ammetto la mia mancanza e il controllore scrive la sanzione. Commento l’accaduto dicendo che con il biglietto elettronico questo non sarebbe accaduto. Il controllore conferma ma aggiunge che l’avrei potuto fare e ciò corrisponderebbe a verità se l’avessi fatto da casa perché il biglietto elettronico sui quei treni di serie B chiamati “Regionali”, come quello su cui viaggiavo, prevede di portarsi dietro la stampa cartacea (alla faccia del biglietto elettronico). Ora, essendo io possessore di Smartphone ovvero quelle simpatiche macchinette con le quali si può fare di tutto, anche telefonare, avrei avuto tranquillamente la possibilità di farmi il mio biglietto, avendo deciso all’ultimo se prendere l’Eurostar precedente (pieno) o quel treno di categoria regionale. Ma la stampa del biglietto chi me la faceva? Il controllore, dispiaciuto quasi più di me, può solo dirmi che ho
ragione. Io, immaginando che questa sperequazione tra categorie di treno sia stata ideata per risparmiare sulle dotazioni di palmari non essendo necessari col biglietto cartaceo sui treni “popolari”, gli rendo presente questo pensiero e lui mi mostra un palmare nuovo di zecca. Io dico “Ahh bene!!!” ma dentro di me penso “brutti str....”. Riassumendo, da una località X che non è casa mia decido di spostarmi in treno. Con un palmare o smartphone, blackberry, I-phone, I-pad o con un notebook e una carta di credito (non dimentichiamoci la connessione a Internet) posso farmi un biglietto per un treno Eurostar o per il vecchio Intercity. Entro in stazione con le mani in tasca, raggiungo il binario sempre con le mani in tasca, salgo sul treno e mi siedo senza aver timbrato una beneamata cippa, il tutto senza commettere illecito. Con i treni regionali (quelli da allezziti tanto per intenderci), non si può fare. Non posso neanche soffermarmi a stampare il biglietto a una di quelle macchinette per fare i biglietti, possibilità che per i treni Eurostar esiste, tanto per cambiare. Non dimentichiamo la timbratura del biglietto che deve essere fatta prima di salire sul treno, quindi appena varcata la soglia della stazione caccia aperta a una macchinetta funzionante non solo lungo il percorso che ti porta al binario ma facendo un ampio giro dei locali biglietteria. Se non la si trova (o non la si vede) sperare di trovarne una nel sottopasso e in caso negativo continuare a sperare in una macchinetta nascosta dietro un palo chissà dove lungo il binario, percorso da fare spesso con borse, zaini, passeggini, valigie di varia grandezza e quant’altro. Se la caccia all’obliteratrice non riesce, saliti sul treno bisogna scegliere tra occupare un posto con la propria presenza
L’IMPLANTOLOGIA DENTALE: PER TORNARE AD AVERE UN SORRISO BELLO E SANO
NEL PRESIDIO di via del Sansovino è possibile ricorrere all’implantologia orale.
Si tratta di una branca dell’odontoiatria che si occupa di sostituire i denti mancanti con altrettante radici sintetiche (“impianto-vitefixture”) ancorate nell’osso che possono sostenere i denti singoli, gruppi di denti o possono anche funzionare da supporto per una protesi completa (la cosidetta “dentiera”).
I vantaggi della terapia implantare sono molteplici. Per ottenere, infatti, la sostituzione dei denti mancanti o l’ancoraggio di protesi mobili nuove o già esistenti non utilizza altri elementi dentali naturali adiacenti, permettendo così di conservarli integri.
L’intervento chirurgico vero e proprio deve essere preceduto da un accurato studio delle radiografie e dei modelli; viene realizzato in anestesia locale mediante una piccola incisione sulla gengiva, preparando il sito dell’osso che accoglierà la “vite”, e la gengiva verrà suturata al di sopra di essa.
lare igiene professionale, eseguita dall’igienista dentale. Oltre all’aspetto meramente tecnico estrema importanza per la riuscita e la durata di un impianto nel tempo va sia al clinico diligente e specializzato (per cui è necessario comprendere quanto sia importante affidarsi a specialisti qualificati e preparati continuamente alle nuove tecniche), che al supporto stesso (ovvero la vite-fixture che deve possedere caratteristiche di qualità indispensabili nonché una grande versatilità protesica).
Oggi questa tecnica ha raggiunto elevatissi- Queste “viti”, una volta che si sono integrami livelli di affidabilità. te nell’osso, vengono connesse ad un dente o “L’impianto-fixture” consiste in una vite in a protesi artificiali in tutto e per tutto simili ai titanio la cui forma è generalmente cilindrica denti naturali per estetica e per funzioni. o conica per meglio adattarsi all’anatomia del- I pazienti dovranno essere istruiti ed educal’osso e deve stabilire con l’osso una connes- ti ad una meticolosa e puntigliosa igiene sione diretta (osteointegrazione). orale e andranno coadiuvati con una regoPER SAPERNE DI PIÙ PRENOTA UNA VISITA AL
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“BICICLETTE SENZA LUCI, È PERICOLOSISSIMO: PERCHÈ NESSUNO CONTROLLA?” Egregio Direttore, spesso sul Reporter appaiono lettere in merito alla circolazione delle biciclette in città. Io sono un ciclista da sempre, ma anche un automobilista se necessario e in questa seconda veste debbo constatare che la stragrande maggioranza dei ciclisti procede al buio, sconsideratamente, senza le luci davanti e dietro. E’ più che ovvio che tale atteggiamento è pericolosissimo, sia per loro sia per l’automobilista che può trovarseli davanti improvvisamente ed andare incontro a conseguenze pesantissime di vario tipo. Inoltre molti, specialmente sui viali, si insinuano fra le macchine mentre dieci metri più a destra c’è una utilissima pista ciclabile. Mi risulta che in Palazzo Vecchio ci sia una persona che si dovrebbe occupare della viabilità ciclistica: perché, oltre a pensare ai possibili futuri mondiali di ciclismo a Firenze, non vengono fatte delle campagne serie di sensibilizzazione sull’uso delle luci (pochi euro per un kit anteriore e posteriore) seguite da controlli e relative sanzioni? Sono un ciclista, ma perché tanti e tanti ciclisti possono circolare violando impunemente e sistematicamente il Codice della Strada mettendo a repentaglio se stessi e gli altri? Grazie Franco Grazzini
Gentile signor Franco, con la sua lettera, una delle tante che continuano ad arrivarci sull’argomento, torniamo a parlare della mobilità cittadina, con particolare riferimento a quella “a pedali”. Come già avevano fatto altre segnalazioni ricevute in passato, la sua lettera mette in evidenza un comportamento scorretto da parte dei ciclisti, ovvero il pericoloso (concordo con lei) malcostume di muoversi con mezzi sprovvisti di qualsiasi luce. Qualcosa che forse può sembrare una piccolezza, ma che una piccolezza assolutamente non è, soprattutto nelle strade (che a Firenze non mancano) meno illuminate, dove la presenza notturna di una bicicletta senza luci rischia seriamente di non essere notata, con tutta la pericolosità del caso e le conseguenze potenzialmente pericolosissime. È quindi più che mai necessario che i ciclisti mettano in pratica tutte le accortezze necessarie per aumentare la propria sicurezza, anche se ad onor del vero molti di loro lo fanno già. Per quanto riguarda le piste ciclabili, ritengo anche io che – laddove presenti – debbano essere utilizzate, anche perché zigzagare tra le auto in coda sui viali in sella alla propria bicicletta non è certamente un comportamento privo di pericoli. Detto questo, va anche detto però che, purtroppo, troppo spesso le stesse piste ciclabili non mettono del tutto al riparo i ciclisti da vari rischi, per lo stato in cui si trovano alcune di loro e per le molte interruzioni da cui sono caratterizzate, anche se in questo senso sembrano esserci interessanti novità in arrivo. Concludo notando come, dalle tante lettere degli uni e degli altri che arrivano in redazione, emerge che spesso tra ciclisti e “non ciclisti” (sia pedoni che automobilisti) vi sia una sorta di disputa continua, una rivendicazione di diritti da parte di categorie che non di rado si guardano in cagnesco. Ebbene, questa sorta di divisione deve essere certamente superata, nel nome di una serena convivenza urbana, della sicurezza stradale ma anche e soprattutto di una mobilità migliore. Perché è soltanto con l’impegno comune, e con il rispetto delle regole da parte di tutti, che il difficile nodo del traffico fiorentino può essere risolto. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it
o aprire la caccia al controllore per farsi obliterare il biglietto. La seconda opzione ha il rischio di farsi il viaggio in piedi mentre con la prima ti becchi sicuramente una bella multa. Già perché devi acchiappare il controllore per farti vidimare il biglietto e se è in buona non ti fa pagare i 5€ previsti dal regolamento di viaggio. Farsi trovare col biglietto “pulito” costa invece circa 10 volte di più. Non c’è che dire un’ottima macchina per fare soldi come gli autovelox di certi paesini messe su rettilinei deserti oppure le multe che elevano certi altri comuni a chi sporca per terra quando sono presenti sì i cestini ma disposti ad almeno 100m l’uno dall’altro. Ma che si credono? Che ci teniamo i rifiuti in tasca? Quando scrivo queste lettere decanto sempre la mia massima, al fine di non passare per anarchico: “Regole sì ma che siano facili da rispettare”. Cordiali Saluti MB da Firenze INVALIDI, PARCHEGGI E CONTROLLI NEL CENTRO STORICO Con riferimento a quanto scritto dal Sig. Mauro Annese, innanzitutto concordo pienamente su quanto riportato in merito alle vetture parcheggiate in centro: infatti molte volte mi sono chiesto come un invalido potrebbe salire e scendere da Porche, BMV X5, ecc... Ritengo invece giusto riservare agli invalidi parcheggi il più vicino possibile ad ospedali, ASL, gabinetti di analisi ecc., mentre trovo discutibile il permesso per il Centro Storico: se uno si può permettere lo shopping in centro (invalido o no), penso che possa anche permettersi di arrivarci in taxi. Infine i vigili che pattugliano il centro, certamente non sono molti, ma comunque non mi sembrano molto interessati né al controllo degli utilizzatori dei contrassegni invalidi né di alcun altro tipo di infrazione (ciclisti contromano, sosta in posti non permessi, ecc.). Certamente non sono questi i mali peggiori, ma da qualcosa bisogna pur cominciare! Cordiali saluti Franco
IL TRAFFICO E LE AUTO CON IL SOLO CONDUCENTE A BORDO Gentili signori del Reporter, sul vostro bel giornale si parla spesso del traffico, e anche io voglio dire la mia. Tutte le mattine uso l’autobus per andare a lavorare, ma la mia sembra una scelta che in pochi fanno: nel tragitto da casa al lavoro e ritorno vedo dal finestrino dell’autobus che in quasi tutte le macchine c’è solo il guidatore. Allora mi chiedo: ma è mai possibile che tutte queste persone che viaggiano da sole non abbiano altra scelta che prendere l’auto? Non potrebbero usare l’autobus, il tram o andare in bicicletta? Certo alcune di loro non potranno, ci sono persone che per problemi di salute o impegni di lavoro hanno bisogno della macchina, ma è possibile che a Firenze siano così tante????? Anche gli autobus che prendo io mattina e sera (ne devo cambiare due), dove non ci sono le corsie preferenziali, restano immancabilmente bloccati nel traffico, perché con così tante auto in giro e le strade strette, sempre con qualche lavoro e qualche macchina parcheggiata in tripla fila, qualche intoppo c’è sempre. Allora io chiedo: sindaco Renzi, io sono favorevole al tram, anzi spero che prima possibile venga allargato anche alle altre zone di Firenze, ma non si potrebbe fare qualcosa per disincentivare le persone che viaggiano da sole e che non sono obbligate, a prendere l’auto? Mi ricordo che un po’ di tempo fa quando c’era il blocco del traffico potevano viaggiare solo auto con tre o quattro persone a bordo: non si potrebbe pensare a qualcosa del genere per tutti i giorni? So che non è una cosa facile, ma penso che si possano fare tutti i tram e le corsie preferenziali del mondo, ma se continuano a esserci così tante macchine in giro il traffico a Firenze non sarà mai sconfitto. Complimenti per il Reporter, cordiali saluti, Franco A.
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