Il reporter-Quartiere 2-Marzo 2012

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Il Giornale della tua zona

Q2 e Fiesole Campo di Marte, Coverciano, Cure, Fiesole

Periodico d’informazione locale. Anno VI n.17 del 1 marzo 2012. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

PRIMO PIANO

RePORtaGe ambiente

MARZO 2012

Divorziare in un click Andrea Muzzi*

V

LA “PROVA NUOvA NOvOLI PRIMAVERA” Lo stato di salute Palagiustizia, cantieri di parchi del tram e giardini stadio all’orizzonte: del quartiereil2,rione tra luci, problemi ombre e novità e novità PAGG.8-9 PAG.2

I due volti di caldine L’area lungo via Faentina muore, mentre il centro della frazione si sposta dall’altra parte del Mugnone PAG.4

SPORt

Largo alla differenziata Con qualche problema PAG.3

Come stanno gli ospedali

cinema

di Giulia Righi

S TUTTI SU JOveTIC La Fiorentina vuol tenerselo stretto, ma molti top club gli hanno ormai messo gli occhi addosso PAG.29

LA CORSA CONTINUA Dopo il successo (e la fatica) dell’ultima edizione, si prepara già la Firenze Marathon 2012 PAG.31

ono tornati, come periodicamente accade, al centro delle cronache nazionali. E – come quasi sempre in questi casi – a causa di episodi di malasanità. Parliamo degli ospedali, strutture di fondamentale importanza per la società. Ma qual è lo stato di salute di quelli di casa nostra? Per fare un po’ di luce siamo andati a caccia di numeri, che spesso riescono – più delle parole – a fotografare con esattezza la situazione. Ebbene,

i numeri degli ospedali dell’area fiorentina “allargata” dicono che qui da noi le cose non vanno male. D’altronde, si sa, il sistema sanitario toscano è – per molti versi – tra quelli che funzionano meglio in Italia. Anche se alcuni nei non mancano. Nei che spesso assumono il volto dei lunghi tempi di attesa al pronto soccorso o per fare qualche esame. Non sempre, ovviamente, ma succede anPAGG.10-11 che questo.

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Piccoli vs grandi, “battaglia” in sala

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olete lasciarvi velocemente? In Inghilterra esiste il divorzio fai da te. Basta inserire i dati personali su un sito e sei di nuovo libero. Oggi molti amori nascono su internet ed è giusto che finiscano allo stesso modo. Oggi ci sono siti specializzati per trovare l’anima gemella: clicchi e trovi la donna dei tuoi sogni. L’unico problema è che non sai mai chi c’è dall’altra parte. Mio fratello ha chattato in uno di questi siti, ma qualunque cosa scrivesse quella gli rispondeva sempre alla solita maniera: “Sono escort, 80 euro l’ora. Telefonami”. Mio fratello un po’ c’è stato, poi ha risposto: “Sono precario, 30 centesimi al minuto. Telefona tu che è meglio!”. In Florida ci si può anche sposare via internet. Da noi se la sposa cambia idea abbandona l’altare, in Florida fa partire direttamente l’antivirus! Da noi un matrimonio può essere ostacolato dalle famiglie o dai problemi economici. In Florida il matrimonio può saltare solo per un motivo: se salta la connessione! Basta con questi matrimoni dove ci si svena per invitare duemila persone. Per sposarsi su internet bastano lui e lei. Gli invitati? Prendi la foto di una folla e la scannerizzi. I sentimenti dell’uomo sono fugaci, per questo serve il computer, una macchina che li catturi velocemente: in Italia ci vogliono anni per divorziare, in Inghilterra basta un click con il mouse. E se invece di un click ne fai due, mandi a quel paese anche la suocera. Amici, connettiamoci! *Comico

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Sosta selvaggia, multe “al volo” PAG.18

Edizione di Q2 e Fiesole • 49.697 copie distribuite da

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Marzo 2012

e Fiesole

AMBIENTE/1. Il Reporter ha tastato il polso a parchi e giardini di Campo di Marte e dintorni

E adesso il verde prova a rifiorire Per molti spazi è venuto il momento di un lifting totale: in arrivo nuovi campi e giochi per bambini. Restano alcuni nei “storici”, come la scarsa illuminazione Paola Ferri

È

primavera, svegliatevi giardini. Dopo tanto sospirare di fronte ad aiuole spelacchiate o panchine sbilenche, per il verde del quartiere è venuto il momento di un lifting totale. Dalla prossima stagione in poi (il progetto complessivo prevede otto mesi di lavori in totale) gli spazi pubblici cominceranno a rifiorire uno ad uno. Un’operazione da oltre 800mila euro, se si mette nel conto anche l’intervento sui giardini di Campo di Marte, avviato alla fine di gennaio grazie anche alla sponsorizzazione di Toyota. In cambio di un’area fitness di tutto rispetto (oltre sessanta metri quadri), la casa automobilistica presenterà una nuova auto nel redivivo giardino. Agli attrezzi già presenti – piuttosto malridotti, a dire il vero – se ne aggiungeranno di nuovi e più moderni, per la gioia di tutti gli sportivi fai-da-te della zona. I lavori, che attualmente avvolgono il piccolo parco quasi per intero, dovrebbero concludersi in tre mesi, condizioni meteo permettendo. Circa 170mila euro il prezzo sul cartellino del nuovo Campo di Marte. Più del doppio le risorse destinate a viale Malta, via Pasquali, lungarno del Tempio, via Novelli e via Rocca Tedalda. Dietro la stazione di Rovezzano, in particolare, sorgerà un nuovo campo da calcio in erba sintetica al posto di quella che attualmente è una piazza piastrellata. “Previa consultazione con gli abitanti – chiarisce il presidente del Quartiere 2 Gianluca Paolucci – anche se non credo che ci saranno ostacoli al progetto”. Le due aree per cani, invece, saranno compattate in una soltanto, lasciando più spazio alla zona bimbi. Nuovi campi polivalenti sorgeranno anche in viale Malta e ai giardini Caponnetto, dove allo scopo sarà convertita l’attuale pista di pattinaggio. In lungarno del Tempio pare che potremo dire addio anche alle tradizionali pozzanghere persistenti che si formano in caso di pioggia, grazie al rifacimento di vialetti e caditoie. Nuovi giochi

commenta su

i giardini di

Campo

di

Marte

per bambini sono in arrivo dappertutto e, più o meno ovunque, la viabilità interna verrà ristrutturata nella logica del “più verde, meno cemento”. Nel pacchetto delle manutenzioni rientrano anche una serie di giardini scolastici, per un totale di 300mila euro circa. L’intervento più corposo riguarda la scuola Giotto, in via Landucci. Oltre all’ampliamento dell’area giochi, qui sarà realizzato anche un orto didattico, dove insegnare la natura ai bambini. Completamente sostituiti anche gli impianti

da basket e pallavolo, mentre gli interi confini del giardino saranno ridisegnati e rinforzati. E il restante verde del quartiere è pronto ad accogliere le passeggiate primaverili, dopo un inverno particolarmente freddo, almeno nella sua ultima parte? Promosse a pieni voti le ville: oltre a un’ottima manutenzione, Villa Favard può contare sull’organizzazione costante di eventi nella bella stagione, grazie anche alla coabitazione con il Conservatorio. Ottima per godersi i primi raggi di sole anche Villa il

Ventaglio, seppur con orario ridotto, almeno fino all’estate. Buona allo scopo anche l’area Pettini-Burresi, stretta tra via Faentina e la ferrovia, ma sempre accogliente e silenziosa. Ancora carente, invece, il verde che attraversa per lungo la direttrice Affrico-Piagentina fino a incrociare il lungarno. “Troppe buche, radici di alberi e poca manutenzione, anche per la pista ciclabile”, riferiscono i residenti. Ma il problema principale resta sempre lo stesso: la scarsa illuminazione.

AMBIENTE/2 I percorsi all’aperto presenti nella circoscrizione, per sportivi – e non – di ogni livello

Inverno addio, è tempo di correre (ai ripari)

P

assate le abbuffate natalizie, passato il gelo siberiano, è tempo di correre ai ripari e ricominciare a fare un po’ di sano movimento. Magari all’aperto, godendosi il quartiere da un punto di vista diverso dal solito. Dalle Cure a Bellariva, le strade del Q2 si trasformano facilmente in percorsi differenziati, a seconda del tipo di allenamento che intendiate affrontare (o vi possiate permettere, dopo il letargo invernale): pianura in riva d’Arno, seguendo il corso dei giardini (da ponte San Niccolò alla Nave a Rovezzano sono circa 3 km), lieve salita verso Settignano, salita più impegnativa verso Maiano o Fiesole. I più

Il Reporter di Campo di Marte, Coverciano, Cure, Fiesole raggiunge 49697 famiglie nel Q2 e Fiesole. Copia in abbonamento postale

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esperti (di gruppi podistici in zona stadio se ne trovano a bizzeffe) consigliano comunque di partire in maniera soft, possibilmente seguendo i veri atleti lungo l’anello di Campo di Marte (viale Fanti-viale Malta). I più coraggiosi, poi, potranno cimentarsi nella mini Firenze-Fiesole-Firenze: sei chilometri e mezzo tra salita, discesa e pianura lungo viale Fanti-viale Calatafimi-Righi-piazza Edison e su verso San Domenico. Una volta arrivati a destinazione si ridiscende da via di Camerata, via del Palmerino, via Lungo l’Africo e di nuovo Righi-Calatafimi-Fanti fino a tornare allo stadio. Solo per maratoneti veri c’è il per-

Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno VI n.17 del 1 marzo 2012 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€

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corso da 16 km: la partenza è la stessa, ma anziché svoltare a San Domenico ci si inerpica fino a Fiesole, per poi tornare indietro da Ponte a Mensola-via D’Annunzio. Ma lo sport all’aperto non è solo running: il quartiere dispone di ben 28 impianti sportivi open air, tra piscine, piste da skate e pattinaggio, campini e campetti di ogni genere e tipo. Tra questi anche un campo da bocce (petanque, la versione francese, a Bellariva) e un paio di cosiddetti “percorsi vita”, ovvero aree attrezzate per fare ginnastica all’interno dei giardini pubblici (Villa Favard e viale Fanti). Ma/P.F. gari alla fine di una bella corsetta.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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RIFIUTI/1. Il punto della situazione nel quartiere 2, tra difficoltà e novità in vista

Alla ricerca del cassonetto marrone

un cassonetto dell’organico: non in tutto il quartiere

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è facilissimo trovarli

I numeri parlano chiaro: l’attenzione dei fiorentini verso cosa e come riciclare cresce anno dopo anno. Ma i problemi non mancano, e nel rione hanno le sembianze dei raccoglitori dell’organico, che in più zone sembrano scarseggiare

N

Differenziata sopra quota 50 per cento U

Barbara Fanini el 2011 la produzione di rifiuti nella nostra città è scesa complessivamente del 4% rispetto all’anno precedente, mentre la percentuale delle raccolte differenziate ha fatto registrare un aumento dell’1,3%, raggiungendo quasi il 45% del totale. I numeri parlano chiaro: l’attenzione dei fiorentini verso cosa e come riciclare cresce anno dopo anno. Eppure, se da una parte la suddivisione degli scarti domestici sta entrando sempre più a far parte delle nostre buone abitudini quotidiane, dall’altra ancora restano molte le difficoltà che frenano quest’ascesa. I primi ostacoli nascono, purtroppo, sempre fra le mura di casa: c’è chi ancora, di riciclare, proprio non vuol saperne, e chi ci prova, ma in modo un po’ approssimativo. D’altra parte far confusione non è difficile: dove gettare un bicchiere di plastica, il cartone della pizza o l’olio usato? Nel dubbio, meglio dare un’occhiata all’apposita tabella sul sito www.quadrifoglio.org. Una volta riempiti i sacchi, bisogna gettarli nei cassonetti “giusti”, che non sempre, purtroppo, sono esattamente sotto casa. In particolare, nel quartiere 2 sembrano scarseggiare soprattutto i contenitori dei rifiuti organici, quelli con il coperchio marrone. “Il sacchetto con gli scarti della cucina va gettato continuamente, altrimenti l’odore diventa terribile – dice un residente di viale Ugo Bassi – se avessi un cassonetto meno distante da casa lo farei più volentieri. Ma qui, per tutta la via, ce ne sono soltanto due”. Problema che, del resto, accomuna molte altre strade del rione, fino a diventare un vero disagio per chi vive nelle aree periferiche. Una situazione, promettono da Quadrifoglio, destinata a sanarsi in breve: “La raccolta dell’organico è stata l’ultima a essere lanciata – viene spiegato – ed è anche quella più difficile: cresce lentamente. Nel tempo i contenitori dell’organico aumenteranno mentre, progressivamente, saranno ridotti quelli destinati all’indifferenziato. L’obiettivo è spingere i cittadini a differenziare di più e meglio”. Per chi vive in

RIFIUTI/2. Dal 2008 grandi passi in avanti a Fiesole

zona via Faentina, invece, il problema della carenza dei cassonetti marroni si aggiunge a quello creato dai cosiddetti bidoncini di prossimità: “Si riempiono subito, poi sembrano tutti uguali – commenta un’anziana residente di via Confalonieri – preferivo quelli grandi che c’erano prima”. Questo particolare tipo di contenitore, che si trova soprattutto nelle aree verdi o periferiche, rappresenta una soluzione intermedia fra la raccolta porta a porta e i cassonetti stradali tradizionali. “Installato dove le condizioni demografiche lo permettono – spiegano da Quadrifoglio – il bidoncino di prossimità favorisce una collaborazione più attenta e attiva da parte degli utenti, che lo sentono come fosse ‘proprio’”. E in futuro, sulla scia di questa soluzione, anche nel quartiere 2 potrebbero arrivare i famosi cassonetti “a calotta”, dotati di chiave elettronica per l’indifferenziato, già installati in via sperimentale in alcune aree residenziali tra Firenze

Nell’area di via Faentina qualche malumore per i bidoncini di prossimità e Scandicci: un sistema a controllo volumetrico che ha il duplice scopo di monitorare più da vicino la quantità di rifiuti non differenziabili prodotti e, insieme, di invogliare una separazione dei materiali sempre più attenta. Nel frattempo, si lavora anche per rendere più efficiente il servizio di raccolta: entro la fine dell’anno sarà infatti pronto il nuovo centro operativo di piazza della Libertà (zona ex deposito Enel), destinato alla sosta dei mezzi di raccolta e spazzamento più piccoli e a ridotto impatto ambientale. Questi potranno così raggiungere il centro storico senza partire dall’Isolotto, garantendo una notevole riduzione dei costi e un aumento della produttività.

n passo per volta la raccolta differenziata sul territorio fiesolano sta diventando un’abitudine sempre più diffusa. È, infatti, passata dal 38,64% del 2008 al 40,29% del 2009, per poi arrivare al 45,08% del 2010 fino a raggiungere l’ottimo 50,33% nel 2011. Un grande successo per l’amministrazione, che aveva vissuto l’introduzione della differenziazione dei rifiuti come una vera e propria sfida. Una sfida che, oltre a diffondere soddisfazione tra i virtuosi fiesolani che stanno seguendo passo dopo passo tutte le istruzioni per la raccolta, permette anche al Comune di risparmiarsi la cosiddetta ecotassa, i cui effetti possono arrivare anche a un incremento delle tariffe del 3%. “I risultati positivi raggiunti ogni anno a Fiesole - spiegano dal Comune - sono stati possibili grazie a tutti i cittadini, che hanno mostrato la loro disponibilità nell’accettare i cambiamenti, e nei prossimi mesi tutto il territorio comunale sarà coinvolto in una nuova fase di intervento”. Ma vediamo di cosa si tratta. Innanzitutto, nel corso del 2012, nella valle dell’Arno e nella valle del Mugnone fino alla Querciola i cassonetti verranno sostituiti e al loro posto verranno sistemati contenitori non solo più nuovi, ma soprattutto più capienti, contraddistinti da colori diversi per la differenziata. E ancora, nell’alta valle dell’Arno, nella valle del Mugnone, sulla via Vecchia Fiesolana, a Montebeni, a Vincigliata, in via dei Bosconi e in tutta la zona di San Clemente verrà introdotta la raccolta porta a porta per aiutare la quale verranno distribuiti dei

bidoncini differenziati e verranno create delle isole di raccolta, dove il cittadino potrà portare i rifiuti indifferenziati e il multi-materiale, incentivando l’uso della compostiera e raccogliendo la carta secondo le modalità del porta a porta. “Con il porta a porta anche nell’area di San Clemente si estende il territorio comunale interessato dalla raccolta differenziata – dice l’assessore Orsecci – nel 2011 la percentuale di raccolta differenziata nel comune è arrivata a superare il 50%. Volontà dell’amministrazione è arrivare al 65% entro la fine del 2015. Ecco quindi una nuova tappa del percorso che ci porterà a raggiungere questo importante traguardo”. I cittadini più virtuosi potranno poi approfittare delle stazioni di raccolta delle lampadine a basso consumo, che non

Aumenta il porta a porta, per le lampadine c’è l’ecofurgone vanno gettate insieme agli altri rifiuti urbani. Le lampadine possono essere consegnate all’Ecofurgone che fa tappa nei principali mercati del comune la mattina dalle 8 alle 11: in piazza Mino a Fiesole il secondo sabato del mese, in piazza Falcone e Borsellino a Compiobbi il primo martedì del mese, in piazza della Vittoria a Caldine il quarto lunedì e in piazza Pertini al Girone il /C.G. secondo venerdì.


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Caldine/1. Viaggio nella frazione, tra servizi che nascono e vecchie certezze (che svaniscono)

Piazza Mezzadri vive, la Faentina muore Mentre la nuova urbanizzazione cresce a vista d’occhio, le attività lungo la strada abbassano sempre più spesso il bandone Ludovica V. Zarrilli

Più acqua e meno inquinamento

È

P

un tratto di via

Faentina

Nella zona più recente poste, impianto sportivo e supermarket dri - è la realtà. Quando cominci ad accentrare tutta una serie di servizi indispensabili alla cittadinanza di un abitato così piccolo è inevitabile che la popolazione cominci a vivere più intensamente uno spazio anzichè l’altro”. “Da questa parte continua l’anziano, rammaricandosi del cambiamento - c’è anche un grande impianto sportivo. Manca solo che spostino la banca e sulla Faentina non rimarrà nient’altro”.

Della stessa idea alcuni commercianti di via Faentina. “Si va avanti ma si potrebbe anche chiudere per come stanno andando le cose - spiega Stefano, edicolante -. io ho visto combiare le cose, sparire i negozi, fagocitare tutto dalla grande distribuzione. Non è un buon modo di far girare l’economia, soprattutto in un paese così piccolo”. Anche la proprietaria del negozio di fiori, proprio lì accanto, ha notato un grosso cambiamento negli ultimi anni. “Anche se sono l’unica fiorista e la gente se ha bisogno viene a cercarmi - spiega - se mi guardo intorno noto moltissime chiusure”. E, a ben guardare, i bandoni dei negozi aperti si contano sulle dita di una mano.

stato installato già da un paio di mesi e funziona alla perfezione, fornendo quotidianamente acqua fresca e frizzante ai cittadini delle Caldine che sembrano essere molto soddisfatti del nuovo arrivato in paese. Si trova in piazza dei Mezzadri l’impianto di erogazione che rifornisce tutta la frazione della valle del Mugnone. “Al fontanello di Caldine seguirà l’installazione di altri due distributori pubblici per l’acqua, precisamente a Compiobbi e nel centro di Fiesole – spiega l’assessore all’Ambiente Luciano Orsecci – realizzati, in gran parte, grazie al bando provinciale sulla riduzione dei rifiuti. Si tratta di un progetto importante conseguito anche grazie al finanziamento della Provincia di Firenze e in collaborazione con Publiacqua”. Gli altri due fontanelli seguiranno a ruota il primo andando a incrementare notevolmente il numero di impianti di distribuizione idrica sul territorio. “Abbiamo avuto un po’ di problemi con il gelo - ha spiegato Orsecci - e quindi si è dovuto rimandare di qualche settimana l’installazione del fontanello di Compiobbi, ma già nelle prime settimane di marzo la frazione che si affaccia sull’Arno dovrebbe avere il suo erogatore per l’acqua”. Stessa procedura nel capoluogo, dove il fontanello arriverà comunque entro la fine del mese e sarà collocato in via Portigiani. “Sarà un’operazione molto veloce, anche perché l’apparecchio è già stato acquistato”. Il Comune di Fiesole continua così la sua campagna di promozione dell’acqua pubblica del rubinetto e di diminuzione dei rifiuti da smaltire. Grazie al fontanello, per

una famiglia sarà possibile risparmiare in un anno circa 300 euro e ben 15 chili di plastica di bottiglie. “I vantaggi sono anche ambientali – continua Orsecci – il fontanello eroga infatti acqua naturale di alta qualità per circa duemila litri al giorno, che equivalgono a circa 500mila bottiglie di plastica l’anno risparmiate, con una riduzione di circa undicimila chili di plastica inquinante e la non emissione in atmosfera di circa 65mila chili di Co2. L’acqua del fontanello di Caldine, sia naturale che frizzante, è completamente gratuita per i

Ogni famiglia può risparmiare fino a 300 euro e 15 kg di plastica primi mesi. Dopo – conclude l’assessore all’ambiente – come già avviene per i fontanelli installati nel territorio della provincia di Firenze, quella gassata avrà un costo /B.B. minimo”.

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er una zona che vive ce n’è un’altra che muore. A tracciare la linea di confine è il torrente Mugnone, che taglia a metà le Caldine che corre, o meglio, correva, lungo la via Faentina. Sì, perché quello che un tempo era l’abitato principale della frazione di Fiesole, dove nascevano e si sviluppavano tutte le attività cittadine - legate anche alla tradizione dell’operativo polo industriale oggi si sta svuotando sempre di più. E non perché i cittadini si spostino, ma piuttosto perché gli abitanti preferiscono fare acquisti dall’altra parte del fiume, nella zona di via del Bersaglio, dove è sorta non solo un’altra area residenziale, abitata da decine di famiglie (anche da gente che da Firenze ha deciso di spostarsi verso la più tranquilla zona alle porte della città), ma soprattutto un piccolo centro commerciale naturale composto da un supermercato, un ufficio postale, un paio di bar, qualche negozio e persino una succursale della parrocchia, tutti affacciati sulla pedonale piazza dei Mezzadri, che ormai fa da polo accentratore di tutta la frazione. Il risultato? È che le piccole attività storiche che sorgevano lungo la Faentina stanno piano piano andando a scomparire, lasciando agli occhi del passante uno spettacolo desolante: bandoni abbassati, solo poche persone sui marciapiedi, qualcuno in attesa alla fermata dell’autobus, imbacuccato e attento per non farsi travolgere dalla macchine che sfrecciano a velocità sostenuta. “Si sta spostando tutto da questa parte del Mugnone spiega un nonno che porta a spasso il suo nipotino in piazza dei Mezza-

Caldine/2. Presto l’installazione di altri fontanelli

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Firenze-fiesole. L’11 marzo la rievocazione storica della celebre gara novecentesca

Su per il colle con le macchine d’epoca Nata nel 1948 grazie all’amore per le quattro ruote di tre fiorentini, la sfilata torna in piazza Mino con auto belle, famose e perfettamente conservate Caterina Gentileschi

E

ra il 1948 quando, per la prima volta, il direttore dell’Automobile Club di Firenze Amos Pampaloni, insieme a Robert Quentin e Sergio Sguanci, appassionati come lui di motori, decise di organizzare una gara automobilistica “in casa”, una sorta di spettacolo al quale chiunque potesse assistere, soprattutto in un periodo in cui spesso e volentieri mancavano i mezzi per potersi muovere e quelli per potersi permettere una gita fuori porta. Nasce così la “FirenzeFiesole”, che dal 1938 al 1948 fu dedicata alle sole due ruote e che prevedeva un percorso di 4,2 chilometri cronometrato tra piazza Edison (a Firenze) e piazza Mino (a Fiesole). Oggi, a distanza di sessantaquattro anni dalla prima edizione dedicata alle auto, torna la rievocazione storica della gara, organizzata dalla scuderia automobilistica Clemente Biondetti, in collaborazione con l’Automobil Club di Firenze. La data per l’edizione 2012

è fissata per l’11 marzo, quando una serie di auto si inerpicheranno lungo le pendici del colle etrusco fino alla piazza principale di Fiesole. Oggi, ca va sans dire, non si corre più per arrivare primi, ma si sfila per mostrare le auto agli spettatori che si raccolgono lungo la strada in una domenica mattina a pochi giorni dall’inizio della primavera, per guardare le ammiraglie sfrecciare. Modificando appena il percorso originale, giusto per far apprezzare al meglio e da più gente possibile le vecchie quattroruote, si partirà alle 9.30 del mattino da piazza Santissima Annunziata, per arrivare a destinazione intorno a mezzogiorno. Alcune strade saranno, per l’occasione, chiuse al traffico, mentre altre rimarranno aperte al transito veicolare, per mescolare al meglio i bolidi più “agée” a quelli di ultima generazione, che sono soliti sfrecciare sulle strade di Firenze e su per le colline circostanti. Ma chi può partecipare? Sul regolamento si legge che una cor-

Compiobbi. Via ai corsi organizzati al Centro Incontri

sia preferenziale - è il caso di dirlo - è riservata alle auto che hanno partecipato alle edizioni svoltesi tra il 1948 e il 1952, ma sono ammesse vetture con un “particolare interesse, estetico, sportivo o storico collezionistico”, per un totale di non più di cento macchine. Chi pensa

di avere un’auto adatta può contattare la scuderia Clementi, ma il consiglio è di mettersi “comodi”, preperare le macchine fotografiche e godersi questo bel salto indietro nel tempo. Al suono, sempre molto affascinante, dei motori partecipanti.

Open air. Il 24 e 25 l’atteso appuntamento di primavera

A scuola di computer e spagnolo Il Fai apre le porte di Villa Peyron

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ia libera a chi vuol sfruttare le ultime giornate più uggiose per dedicarsi alla fine arte di imparare qualcosa di nuovo. Sì, perché tornano i corsi organizzati al “Centro Incontri” di Compiobbi. Questa volta tocca alle lezioni di computer e di lingua spagnola, attività organizzate dal Centro Incontri (in via Romena 58), con la collaborazione del Comune di Fiesole e della Cooperativa CO&SO (Consorzio per la Cooperazione e la Solidarietà) di Firenze. Inizia il 5 marzo e termina il 14 maggio il corso di computer base, che si tiene il lunedì dalle 20.30 alle 22.30, mentre parte il 7 marzo e dura fino al 16 maggio quello di computer avanzato, in programma il mercoledì dalle 20.30 alle 22.30. Il corso di spagnolo base inizia, invece, il 15 marzo e prosegue fino al 17 maggio, con le lezioni che si terranno il giovedì dalle 20.30 alle 22.30 Le lezioni si svolgeranno presso i locali del Centro Incontri. Per l’attivazione dei corsi è necessario un minimo di cinque partecipanti per ciascuno. Il costo d’iscrizione a ogni corso è di 70 euro. Per informazioni e iscrizioni: Centro Incontri di Compiobbi - via di Romena, 58. Tel:055.6593090 - E-mail: centro. incontri@yahoo.it. Orario di apertura: mercoledì e venerdì ore 15 – 19.30 e il giovedì ore /B.B. 15 – 20 e 21– 23.

P

orte aperte al giardino di Villa Peyron al bosco di Fontelucente sabato 24 e domenica 25 marzo, quando tornarà anche a Fiesole l’appuntamento con “Le giornate del Fai”. Quest’anno i visitatori potranno esplorare i suggestivi spazi del parco, articolato su più terrazzamenti degradanti verso Firenze, sistemati con parterre di bosso. Il primo terrazzamento risale all’epoca di trasformazione novecentesca della villa a opera di Angelo Peyron, mentre gli altri interventi sono stati realizzati successivamente dal figlio Paolo a partire da metà Novecento. La villa fu costruita presumibilmente su rovine di epoca etrusca e, nei secoli, ebbe rifacimenti e trasformazioni finché non assunse l’aspetto attuale per opera dell’architetto Ugo Giovanozzi. Nel parco, uno dei più suggestivi del territorio, prenderà vita la ventesima edizione della Giornata Fai di Primavera, una grande festa popolare che, dalla sua prima edizione ad oggi, ha coinvolto oltre 6.500.000 italiani, che hanno visitato la miriade di siti aperti a offerta libera. Un grande spettacolo di arte e bellezza dedicato a tutti coloro che hanno a cuore il patrimonio artistico e naturalistico italiano. Ambientato in centinaia di siti particolari, spesso inaccessibili ed eccezionalmente a disposizione del pubblico, come quello di villa Peyron, quest’anno, per festeggiare il ventennale della Giornata /B.B. Fai, verranno aperti oltre seicento “cancelli” in tutte le regioni italiane.

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Parcheggi, non resta che attendere In entrambi i casi si tratta di procedure piuttosto complesse: prima, infatti, gli spazi individuati dovranno essere acquistati dal Comune. Così, capita spesso di imbattersi in auto in doppia fila Costanza Marrapese

C’

eravamo lasciati con le promesse e i progetti dello scorso settembre in occasione delle assemblee dei “100 luoghi”. Cosa è cambiato da allora per le sorti dei parcheggi gratuiti per i residenti, tanto auspicati a Settigna-

via della

no e Ponte a Mensola? In entrambi i casi, tengono a precisare dal Quartiere 2, si tratta di procedure complesse e di aree non pubbliche, che dovranno perciò essere acquistate dal Comune per una spesa intorno ai 150-200 mila euro ciascuno. Per Settignano sono due i parcheggi

Torre

auspicati, uno da venti posti auto e venti per motorini, l’altro rispettivamente da trenta e quindici posti. Le due aree individuate si trovano in via Desiderio da Settignano: la prima in prossimità della vecchia scuola, la seconda poco più avanti. Proprio in occasione dell’ultimo incontro, avvenuto lo scorso settembre, venne fuori l’ulteriore proposta di ripensare la segnaletica pedonale: per metà questo intervento è stato portato avanti, ma permangono ancora difficoltà sopratutto per piazza Niccolò Tommaseo. Sotto la statua, infatti, vengono parcheggiati ogni giorno molti motorini. Ma non solo: c’è poi il problema della sosta, seppur breve, di chi si reca in farmacia o negli altri esercizi commerciali della piazza. Molto spesso, infatti, sono molte le macchine posteggiate in doppia fila intorno alla piazza. Fra gli spunti emersi durante l’assemblea per il cinquantesimo luogo indicato dal sindaco Renzi c’è stata la volontà di implementare maggiormente la presenza della polizia municipale, anche con controllo ambientale. Cosa che, a detta dei

il parcheggio di piazza

Desiderio

cittadini, ancora oggi scarseggia. Attualmente, dopo i lavori di rifacimento di piazza Desiderio, sono aumentati di dieci unità i parcheggi gratuiti per i residenti. L’alternativa per chi non trova posto qui è quella del parcheggio nella parte alta del paese, vicino al cimitero. Fra i buoni propositi con cui ci eravamo lasciati sulla questione Settignano c’era anche la volontà della parziale pedonalizzazione della piazza e il conseguente spostamento del capolinea del bus 10, cosa che al momento appare poco attuabile data la conformazione della piazza, in cui l’autobus dovrebbe pur sempre far

manovra. La situazione di Ponte a Mensola è la stessa in quanto a tempistiche e difficoltà. L’area individuata ad oggi è quella che si trova in via della Torre, poco prima dell’incrocio con via Gabriele D’Annunzio. Qui i posti si aggirerebbero intorno ai cinquanta per le auto e dieci per i motorini. Per le difficoltà legate alle varianti urbanistiche e per l’acquisizione delle aree, dal Quartiere 2 fanno sapere che occorreranno ancora diversi mesi (rispettivamente otto e tredici) per vedere la completa realizzazione dei tanto agognati parcheggi. Insomma, non resta che aspettare.

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La piccola chiesa di San Martino a Mensola

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a più di 1.200 anni di storia alle spalle e ancora molto da raccontare, la piccola chiesa di San Martino a Mensola. L’antichissimo edificio sacro, immerso nell’incantevole campagna ai confini con Fiesole, tra filari di cipressi e ulivi, affonda le sue radici nell’VIII secolo e nasconde, ancora oggi, un “tesoro” artistico poco noto ai più, tornato a splendere dopo i recenti restauri. La tradizione narra che la chiesa fu fondata da Sant’Andrea di Scozia nell’826 sulle rovine di un piccolo oratorio. Alla morte del santo l’edificio fu affidato alla Badia fiorentina, che ne mantenne il patronato fino al 1784, quando la chiesa passò alla diocesi di Fiesole (alla quale appartiene tuttora). L’aspetto architettonico esterno, di gusto rinascimentale molto semplice, quasi anonimo, contrasta con l’incredibile ricchezza cromatica e iconografica degli arredi interni: l’altare maggiore, in fondo alla navata centrale, sembra illuminato dall’oro del polittico di Francesco di Michele, il “Maestro di San Martino a Mensola”, raffigurante una Madonna con bambino e santi. A sinistra dell’altare spicca la splendida Annunciazione di Zanobi Machiavelli, uno dei più vivaci pittori della scuola del Beato Angelico, che ripropone una

San Martino

a

Mensola

famosa composizione del maestro, inserendo sullo sfondo un’originale interpretazione della Cacciata di Adamo ed Eva. La navata di destra, infine, si tinge dei rossi e degli azzurri accesi della pala di Taddeo Gaddi, tornati a splendere dopo il restauro: il prezioso trittico, risalente al 1340 circa, rappresenta una Madonna in trono tra le sante Lucia e Margherita. Impossibile, poi, non notare lo splendido reliquiario ligneo del XIV secolo, tutt’oggi oggetto di studio, l’organo settecentesco e le piccole cappelle gentilizie vicino all’ingresso. Insomma, un vero e proprio “tesoro” del nostro territorio, da includere nei propri /B.F. itinerari di visita.


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reportage

Marzo 2012

COMe CAMBIA NOvOLI/1. Con il Palazzo di Giustizia il puzzle è (quasi) completato

Spauracchio traffico sul nuovo “centro” Il rione sempre più protagonista della vita cittadina.

Valentina Buti

Ma dalla sosta selvaggia al rebus trasporti, fino al rischio ingorghi

“L’

in viale Guidoni e viale Redi, sono molte le perplessità di chi lavora in zona. E c’è chi sogna una navetta per soli avvocati

auto? Piuttosto la lascio sulle strisce. Al parcheggio di San Donato no, troppo lontano, e poi è a pagamento”. Un avvocato arriva trafelato e parcheggia dove il parcheggio non c’è, lungo il marciapiede. I posti auto nell’area di sosta del nuovo Palazzo di giustizia alle 9 del mattino sono

TRAMVIA Esercenti preoccupati

Verso i cantieri nella strettoia

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palazzo

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giustizia

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l conto alla rovescia è partito: il 28 giugno i cantieri della linea due del tram faranno il loro esordio nella strettoia di via di Novoli. Per 731 giorni, il termine fissato dal cronoprogramma di Palazzo Vecchio, sarà chiuso il passo ad auto e pedoni per posare i due binari del Sirio che collegherà Peretola alla stazione di Santa Maria Novella. La tensione in via di Novoli si taglia già col coltello, specie tra i commercianti. Che aspettano ruspe e transenne col fiato sospeso, ma senza stare con le mani in mano. Hanno assoldato commercialisti e periti per stendere una stima preventiva dei danni: la chiusura della strettoia, calcolano, gli costerà un calo di fatturato del 30-40%. Ventisette le attività che temono di chiudere il bandone, per un totale di 75 addetti. Qualcuno sta già correndo ai ripari pensando di traslocare. Come il titolare della concessionaria, Giuseppe Greco, che è anche il portavoce dei negozianti della strettoia. “Non facciamo le barricate contro la tramvia, a cui in linea di massima siamo favorevoli – spiega - il problema è che non ci sentiamo tutelati”. Il Comune rassicura sui tempi e garantisce “la massima attenzione ai problemi dei negozianti”. “Realizzare la tramvia facendo chiudere le attività sarebbe una sconfitta per tutti”, dice l’assessore alla mobilità Massimo Mattei. L’Osservatorio economico tramvia coordinato da Palazzo Vecchio promette risarcimenti e agevolazioni sulle tariffe. Con l’aiuto di Fidi Toscana saranno garantiti gli ammortizzatori sociali. Inoltre, il Comune sta pensando di creare un corridoio per le auto in via Valdinievole, per raggiungere i commercianti della strettoia. Ma a loro non basta per dormire sonni tranquilli. L’incubo diventa sogno a qualche decina di metri di distanza. Nella parte più alta di via di Novoli la tramvia è attesa come una “manna” dai commercianti. I cantieri? “Pazienza – dice una barista – il tram ci porterà più clienti. I lavori sono un disagio sopportabile /V.B. in prospettiva”.

già finiti. Dentro il gigante di vetro regna la giustizia, fuori la sosta selvaggia. In compenso, il sotterraneo di San Donato, a poche decine di metri, rimane desolatamente vuoto. È una delle contraddizioni di Novoli, il vecchio quartiere dormitorio che oggi un risiko di progetti sta trasformando nel nuovo quartier generale della città. Dal Polo delle Scienze sociali, aperto nel 2001, al multiplex e alla cittadella commerciale, dalla sede madre della Cassa di risparmio e quella della Regione, al complesso residenziale disegnato da Léon Krier: nati dal recupero della vecchia area Fiat, con loro Novoli sta diventando la vera porta d’ingresso, il biglietto da visita della città. Tra poco arriveranno anche la tramvia e il nuovo stadio alla Mercafir (vedi articoli accanto, ndr), oltre al Palagiustizia fresco di inaugurazione. Ma, per il momento, non tutti i tasselli sembrano incastrarsi alla perfezione. A partire proprio dalla mobilità. Problema particolarmente sentito dai togati che hanno traslocato uffici e faldoni dal centro. Per molti di loro il Palagiustizia di Novoli è “funzionale ma scomodo”. Per i posti auto innanzitutto, considerati “insufficienti”. “Dobbiamo litigare ora per il posto, figuriamoci quando si sarà trasferito tutto il penale”, spiega un’avvocatessa. Da un lato, come dimostra il parcheggio di San Donato deserto, i giuristi fanno un po’ di resistenza a sposare le nuove abitudini. Dall’altro hanno un timore oggettivo: quello del cortocircuito del traffico su viale Guidoni e viale Redi quando la sede giudiziaria, in autunno, sarà a pieno regime. “Già oggi – racconta un avvocato – per uscire con l’auto dalla rotatoria di viale Forlanini è un’impresa”. La dottoressa B., giudice di pace, la macchina non ce l’ha, ma anche per lei arrivare al nuovo ufficio è una piccola odissea quotidiana: da via Masaccio, dove vive, va in bus fino a Campo di Marte, da lì in treno fino a Rifredi e poi ancora in bus. “Un’ora ad andare e una a tornare”, spiega. E sogna una “navetta dal centro per soli avvocati”. Un giudice confida: “Al nuovo Palazzo ci verrò solo per le udienze”. Poco importa se è a due passi da aeroporto e autostrada, quel che conta è che “è troppo lontano da centro e stazioni”, spiega. “Nessuna pista ciclabile e pochi bus”, gli fa eco un avvocato. Anche se in realtà le fermate del 5 e del 22 che servono il Palazzo sui due lati del viale sono praticamente deserte: scende solo una ragazza venuta per testimoniare. Gli avvocati, del resto, non si fidano. “Se il bus ritarda, non posso dire al giudice di prendersela con l’Ataf”, spiega uno di loro. Un suo collega spera nella tramvia che collegherà Peretola con Santa Maria Novella. Anche se, altro neo del puzzle, il Sirio si fermerà a qualche centinaio di metri dal palazzone, prima di immettersi su via di Novoli. “Un po’ lunga da fare a piedi”, commenta.


reportage

9

COMe CAMBIA NOvOLI/2. Carte già pronte per stadio e cittadella commerciale alla Mercafir

I viola in rete tra i banchi della frutta Quarantamila posti a sedere a due passi dal mercato,

IL NUOVO STADIO

contornati da negozi e strutture turistiche. E ancora, percorsi pedonali e per bici, oltre a una maxi area verde Valentina Buti

I

mmaginate la Curva Fiesole che si affaccia sulla pista di Peretola, o un nuovo “Bar Marisa” che fa capolino da viale Guidoni. Immaginate 40mila posti a sedere, non più incastonati tra le case di Campo di Marte ma a due passi dai banconi del mercato ortofrutticolo. Per il nuovo stadio della Fiorentina e la cittadella commerciale a Novoli le carte (e il plastico) ci sono già. Il Comune ha messo in moto la macchina amministrativa per realizzare entrambi alla Mercafir di viale Guidoni con una procedura di evidenza pubblica (molto probabilmente un project). Ma, per passare dal sogno a occhi aperti alla realtà, manca la cosa più importante: qualcuno disposto a investire. Oppure, detto in altri termini, il sì dei Della Valle. Per il momento il presidente onorario Andrea si è detto “cautamente ottimista”. Palazzo Vecchio intanto gioca le sue carte. Le prime che ha calato sono tecnicissime: la valutazione ambientale strategica (Vas) e la valutazione integrata (Vi). Avviate dalla giunta nelle scorse settimane, aprono la strada alla variante sull’area Mercafir, che dovrebbe essere approvata in via definitiva prima

dell’estate insieme al bilancio. Nei piani del Comune la nuova cittadella viola sarà assai più piccola rispetto a quella prevista inizialmente a Castello: da 90 ettari si passerà a 36. In “formato Juve” (i tifosi viola perdoneranno l’esempio), come più volte ribadito dal sindaco Renzi. Si affaccerà su viale Guidoni e dovrà farsi spazio tra i banconi del mercato, da cui sarà divisa con un viale alberato che collegherà piazza Artom a viale XI Agosto. All’ortofrutta rimarranno 26 ettari di spazio vitale e 60mila metri quadri di strutture. Un ridimensionamento che preoccupa non poco gli addetti della Mercafir. Accanto allo stadio, che avrà 40mila posti a sedere, nasceranno invece negozi e attività commerciali per 21mila metri quadri. Altri 3.500 saranno destinati a strutture turistiche e ricettive, cinquemila al direzionale. “Il tutto a ‘volumi zero’ come prevede il Piano strutturale – spiega l’assessore comunale all’urbanistica Elisabetta Meucci – perché si recuperano superfici già esistenti”. Nella cittadella saranno ricavati cinquemila posti auto da integrare con i mille già esistenti a Novoli tra San Donato, Cassa di risparmio e multiplex, in grado

di ospitare in tutto 21mila passeggeri. Altri cinquemila posti saranno riservati ai motorini. Si aspettano anche i nuovi parcheggi scambiatori che nasceranno alle fermate della linea due del tram. E, per cucirla addosso al tessuto circostante, la cittadella sarà attraversata da una pista ciclabile e percorsi pedonali. Inoltre, è l’idea, ospiterà un’area verde che inglobi anche il complesso sportivo Paganelli e Villa Pozzolini. Il progetto, insomma, c’è, anche se preliminare. Ora la palla passa ai patron della Fiorentina. E intanto si pensa al futuro dell’Artemio Franchi. Nel caso in cui lo stadio traslocasse a Novoli, tenerlo fermo non converrebbe a nessuno. Né ai Della Valle, che lo hanno in concessione per 12 anni, né al Comune, che ogni biennio spende per la sua manutenzione straordinaria 400mila euro. Il Franchi potrebbe diventare il punto di riferimento del rugby. Oppure dell’atletica, se la pista sarà ripristinata. Ma non mancheranno nemmeno concerti e grandi eventi.

più notizie su

40MILA

POSTI SUGLI SPALTI

36 ETTARI DI CITTADELLA VIOLA

21MILA

METRI QUADRATI PER NEGOZI E ATTIVITÀ COMMERCIALI

10MILA

POSTI TRA AUTO E MOTORINI

26 ETTARI LASCIATI AL MERCATO

Informazione a cura della Società della Salute

Perché l’Attività FisicA AdAttAtA (A.F.A.) FA bene L’AFA è un’attività costituita da semplici esercizi fisici alla portata di tutti, che permette al proprio corpo di rimanere in movimento stando in compagnia. Se effettuata in modo regolare, aiuta chi soffre di “dolori” dovuti ad artrosi, osteoporosi, sedentarietà, e chi è affetto da limitazioni funzionali croniche. E’ un valido supporto anche in caso di ipertensione, diabete e obesità. Si svolge sotto forma di attività di gruppo in piscine, palestre e luoghi di socializzazione i cui gestori abbiano stabilito specifico accordo la Società della Salute di Firenze. I corsi AFA sono presenti in tutti i Quartieri. Gli esercizi sono sicuri perché i programmi sono stati messi a punto dai Fisioterapisti dell’Azienda Sanitaria di Firenze, per persone in condizione di salute fragile che presentano: 1. AFA “A”: basso livello di disabilità (sindrome algica da ipomobilità o da osteoporosi, rachialgia cronicizzante) 2. AFA “B”: alto livello di disabilità (specifici per Parkinson, esiti di Ictus, Artrite Reumatoide). Per lo svolgimento dell’AFA non è richiesta alcuna certificazione medica: il cittadino può accedere ai corsi su consiglio del proprio

Medico di Medicina Generale, di Medici specialisti, o dei Fisioterapisti della ASL alla fine dei programmi di Riabilitazione. E’ sufficiente telefonare al numero verde gratuito

e lasciare i dati richiesti. Entro breve verrà contattato da un Fisioterapista della Asl che effettuerà una semplice valutazione funzionale necessaria sia per escludere eventuali controindicazioni sia per essere inseriti nel programma AFA più adeguato, identificando la sede di attività più comoda tra quelle disponibili. La quota di partecipazione ai corsi AFA, stabilita dalla Regione Toscana, è di 2 euro (2,5 euro per i programmi svolti in piscina) ad accesso ed è valida per tutte le sedi di erogazione; non è comprensiva degli oneri assicurativi che sono a carico del cittadino. Oltre i corsi di AFA “A” già attivi da tempo, è iniziato il primo corso di AFA “B”-Parkinson grazie alla collaborazione di UISP e Associazione Italiana Parkinsoniani (AIP).

Tra breve partiranno anche i corsi di AFA “B” per persone affette da esiti di Ictus e Artrite Reumatoide in collaborazione con l’Associazione Lotta Ictus Cerebrale (ALICE) e l’Associazione Malattie Reumatiche (A.T.Ma.R) alle quali è possibile rivolgersi per ulteriori informazioni. Per ulteriori notizie sull’AFA è possibile consultare il sito della Società della Salute di Firenze www.sds.firenze.it Direttore U.O. Riabilitazione Funzionale Zona Firenze Dott.ssa Simonetta Tamburini

Sede operativa: Viale della Giovine Italia n. 1/1 Firenze • Segreteria tel. 055 2616202 - fax 055 2616259 • e-mail: direttore@sds.firenze.it • www.sds.firenze.it


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l’inchiesta

Marzo 2012

SALUTe. Fotografia (per numeri) della situazione a Firenze e dintorni: cosa va e cosa no

Viaggio negli ospedali di casa nostra Il sistema sanitario toscano è, senza dubbio, tra i più funzionanti d’Italia: nel capoluogo solo il 4,61 per cento dei pazienti sceglie “l’emigrazione” per curarsi, contro una media nazionale del 9,19 per cento. Ma non sempre tutto fila liscio, a partire dai tempi di attesa, al pronto soccorso come per un esame Giulia Righi

S

e ne è fatto un gran parlare, ultimamente. Gli ospedali sono finiti sotto la lente dopo alcuni episodi di malasanità. Ma la situazione toscana com’è? Lo sappiamo: il nostro sistema sanitario regionale è tra i più funzionanti d’Italia. Eppure diventa difficile ripeterselo quando si passano otto ore al pronto soccorso, o quando ci si sente dire che per fare un esame specifico ci vorranno dei mesi. Non è lo standard, ma può succedere anche questo. È vero: la Toscana ha adottato da tempo alcune iniziative per ridurre i tempi di attesa e dal 2006 le Asl devono garantire al cittadino, entro 15 giorni, la prima visita specialistica (cardiologica, ginecologica, oculistica, neurologica, dermatologica, ortopedica e otorinolaringoiatrica). Se non ci riescono, lo risarciscono con 25 euro. Succede però che magari ci si senta proporre, dal Cup, una visita sì rapida, ma in un luogo distante e quindi difficilmente raggiungibile,

specie per le persone anziane e sole. E così le due settimane massime di attesa si allungano. Ma la sanità fiorentina, a conti fatti, non sembra deludere i suoi pazienti. Dati alla mano, solo il 4,61% dei fiorentini sceglie “l’emigrazione ospedaliera”, ovvero si sposta in una Asl diversa. La media nazionale è del 9,19%. In Toscana il dato migliore se lo aggiudica Pisa, con il 3,88% di pazienti “in fuga”. Le strutture ospedaliere di Firenze e dintorni, ogni giorno, muovono un volume di prestazioni colossale. Santa Maria Nuova, Torregalli, Ponte a Niccheri, il Serristori di Figline, l’ospedale di Borgo, Careggi e il pediatrico Meyer (che ha da poco spento la 121esima candelina): in queste pagine abbiamo scattato una foto per numeri delle strutture del nostro territorio. Anche dei pronto soccorso: sui siti di Asf e Careggi è infatti possibile consultare, in tempo reale, gli accessi, per verificarne il livello di “saturazione” minuto dopo minuto.

L’AZIENDA ASL 10 IN CIFRE

LA GIORNATA TIPO DELLA ASL 10

818.882 ASSISTITI

1.769 PERSONE CHE FANNO RIABILITAZIONE E ATTIVITÀ PRODUTTIVE

(ANNO 2010)

PIÙ 19.464 ASSISTITI CON DOMICILIO SANITARIO E STRANIERI NON RESIDENTI

6.556 DIPENDENTI 767 MEDICI E PEDIATRI DI FAMIGLIA

880

PERSONE ASSISTITE A DOMICILIO DA UN INFERMIERE (DI CUI 386 PAZIENTI MEDICATI PER LESIONI CUTANEE)

440

PERSONE VACCINATE

1.163 PRESTAZIONI EROGATE DALLA SALUTE MENTALE

4 SOCIETÀ DELLA SALUTE

1.915 PERSONE CON PROBLEMATICHE DI ABUSO/ DIPENDENZA DA SOSTANZE ILLEGALI ASSISTITE AL SER.T.

ALLE QUALI L’AZIENDA PARTECIPA

33 COMUNI 6 OSPEDALI CON 973 POSTI LETTO 138 STRUTTURE TERRITORIALI 16 CASE DI CURA PRIVATE

ACCREDITATE E NON CON 1.656 POSTI LETTO

83 STRUTTURE RESIDENZIALI

PER ANZIANI E DISABILI CON 4.458 POSTI LETTO (759 PER AUTOSUFFICIENTI E 3.699 PER NON AUTOSUFFICIENTI)

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986

PERSONE CON PROBLEMI LEGATI ALL’ALCOL ASSISTITE AL SER.T.

82

PERSONE VISITATE PER L’ACCERTAMENTO DI INVALIDITÀ CIVILE E HANDICAP

40

PERSONE VISITATE PER POTER PRATICARE SPORT

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l’inchiesta

11 Careggi in Cifre

il meYer in Cifre

(anno 2010)

(triennio 2008-2011)*

5.900 dipendenti CirCa 1.597 posti letto 57.185 riCoveri in degenza

pazienti da fuori regione + 60% interventi ChirurgiCi + 24% dimessi da riCovero ordinario + 42% *i dati relativi al 2011 sono di previsione

ordinaria

74.816 aCCessi in daY hospital- daY surgerY 138.073 aCCessi al pronto

quanto si nasCe nella asl 10 (anno 2010)

4.580 bambini nati 2.145 al san giovanni di dio 1.790 a santa maria annunziata 645 all’ospedale del mugello

soCCorso

10.830.563 prestazioni ambulatoriali

(pazienti interni ed esterni)

PRESENZE AL PRONTO SOCCORSO ASL 10

PRESENZE AL PRONTO SOCCORSO DI CAREGGI

SAN GIOVANNI DI DIO PRESENZE 44 IN ATTESA 9

PRONTO SOCCORSO GENERALE PRESENZE 54 IN ATTESA 13

SANTA MARIA ANNUNZIATA PRESENZE 30 IN ATTESA 0

PRONTO SOCCORSO ORTOPEDICO PRESENZE 17 IN ATTESA 8

SANTA MARIA NUOVA PRESENZE 31 IN ATTESA 6

PRONTO SOCCORSO OTORINOLARINGOIATRICO PRESENZE 0 IN ATTESA 0

OSPEDALE DEL MUGELLO PRESENZE 13 IN ATTESA 2 OSPEDALE SERRISTORI PRESENZE 7 IN ATTESA 0

PRONTO SOCCORSO OCULISTICO PRESENZE 2 IN ATTESA 1

LA SITUAZIONE ALLE ORE 16:34 DEL 23/02/12 DATI SU ASF.TOSCANA.IT

LA SITUAZIONE ALLE ORE 16:30 DEL 23/02/12 DATI SU AOU-CAREGGI.TOSCANA.IT

nella foto in alto a sinistra uno spazio interno dell’ospedale

san giovanni

di

dio. qua

nella fotografia in alto l’esterno dell’ospedale pediatriCo

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una panoramiCa dell’ospedale del

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Marzo 2012

UGNANO. Viaggio nel Parco degli Animali, dove vivono cinquanta “ospiti” in cerca di casa

Hotel a cinque stelle, altro che canile Uno spazio ad hoc per ogni bestiola, cure, attenzioni e addestramento eseguito

no un po’ di tempo con i cani, li fanno passeggiare e prendere aria. Nei primi otto mesi di apertura sono già 50 i cagnolini dati in adozione, compreso un gruppetto di cuccioli nati sul posto. Manco a dirlo, ci sono un ambulatorio, una mensa dove si prepara loro da mangiare e uno spazio dove far stare al caldo gli animali più anziani o che tollerano peggio gli sbalzi di temperatura. Meglio di così, nemmeno in un albergo a cinque stelle.

da professionisti. Nei primi otto mesi di apertura sono state già tante le adozioni. E, nel frattempo, si lavora per trasformare la struttura in un luogo aperto alla città Ludovica V. Zarrilli

C

hiamarlo canile è riduttivo. Anche perché la prima immagine che verrebbe in mente è quella di un luogo triste e un po’ malconcio, nel quale gli amici a quattro zampe aspettano dietro le grate di venire adottati da qualche famiglia di passaggio. Il Parco degli animali, inaugurato il 16 giugno scorso a Ugnano, è invece tutta un’altra cosa. A cominciare dal nome: “Preferiamo chiamarlo Parco degli animali e non canile - spiega Arnaldo Melloni, responsabile della struttura - perché qui si può venire per adottare un animale ma anche per visitare la struttura”. “Stiamo inoltre sviluppando attività collaterali - continua Melloni -, come un’area coltivata a orto con finalità didattiche dove organizzare lezioni ad hoc per bambini e ragazzi”. Ma non è tutto qua. A breve verranno realizzate alcune vasche in cui allevare gambusie, dei pesciolini molto piccoli, che hanno la fama di grandi divoratori di larve di zanzara. “All’inizio le alleveremo qui - dice Melloni - perché le zanzare possono portare malattie agli animali ed è bene proteggerli in tutti i modi. Dopodiché porteremo i pesciolini anche nelle varie vasche comunali, in giardini, parchi e fontane, per aiutare a sconfiggere il fastidioso insetto”. Una sorta di disinfestante naturale che andrà a fare squadra con le piante di catambra, un albero frondoso ma non molto alto, anche questo utile alleato nella lotta alle zanzare. “Gli alberi faranno anche ombra, indispensabile per gli animali nella stagione calda”. Sono cinquanta i cani attualmente ospiti del parco, ognuno con un suo spazio interno per la notte ed esterno per il giorno o per quando sente il bisogno di stare un po’ all’aria, per un totale di 16 metri quadrati. Curati, coccolati ma soprattutto educati, i cuccioloni (quasi tutti in età abbastanza avanzata) arrivano a Ugnano perché i loro padroni non possono più occuparsi di loro. “Il fenomeno dell’abbandono è praticamente inesistente sul territorio fiorentino: queste bestiole vivevano quasi tutte con persone troppo anziane per prendersene ancora cura, oppure con malati, o con gente che ha avuto guai con la giustizia”. All’interno della struttura lavorano, per il benessere degli amici a quattro zampe, sei dipendenti comunali, oltre a una trentina di volontari che, grazie a una convenzione stipulata con l’Enpa, a turno passa-

In arrivo un orto didattico e un allevamento di pesci anti-zanzare

SOSTEGNO W&P e Amici della Terra

Un sodalizio a quattro zampe

paola belluCCi e patrizio donnini l’istruttore

andrea biagi

U

Con uno degli ospiti della struttura

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n cane adottato è un cane salvato. Sembra questo il motto degli “Amici della Terra” che da tempo, tra le altre cose, si adoperano per trovare casa ai quadrupedi accolti nei canili della cintura fiorentina. “Soprattutto quelli più anziani hanno difficoltà a trovare casa spiega Paola Bellucci, portavoce dell’associazione - i cuccioli sono facili da dare in adozione, ma i cani che hanno dai quattro anni in su, anche se ben educati, hanno più problemi”. Per questo hanno dato vita al progetto “Prendimi con te, ti amerò per sempre”, stipulato con i Comuni dell’hinterland fiorentino, che - grazie a un sistema di comunicazione diffusa e curata nei minimi dettagli - ha permesso, dal 2004 ad oggi, di trovare casa a 186 bestiole. Molto importante, in questo contesto, la collaborazione tra l’associazione e la “Web&Press edizioni”: grazie a questo sodalizio “sono stati adottati moltissimi cani spiega Paola Bellucci - che altrimenti forse oggi si troverebbe ancora in canile”. “Il metodo dell’associazione - continua Bellucci - è quello di conoscere il futuro adottante, consigliarlo e seguirlo amichevolmente anche dopo l’adozione. Per far conoscere il più possibile la nostra attività abbiamo partecipato a manifestazioni e fiere”. E la tenacia ha dato i suoi frutti.


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Marzo 2012

AMBIeNTe/1. Una tecnica costruttiva sempre più in voga anche in Italia. E la casa diventa bio

Io investo sul mattone, di paglia FOCUS

Ecocompatibile, isolante, a prova

Liste d’attesa ai corsi ad hoc

Edifici fai-da-te: tutti in fila per imparare

di fuoco e rumore: ecco l’abitazione

S

del futuro. I primi esempi ci sono già tra Fiesole e Prato, mentre è boom di richieste Gianni Carpini

I

tre porcellini potrebbero prendersela a male, ma la loro storia è destinata a essere ribaltata. Niente grigio cemento per tirare su una resistente casetta. La paglia batte tutti: è un materiale ecologico, un ottimo isolante e, a differenza di quanto si crede comunemente, non va giù con un soffio. Tutt’altro. Con le balle pressate si possono creare strutture solide: abitazioni, condomini e addirittura scuole, come succede da decenni in altri paesi europei, Francia in primis. Questa tecnica costruttiva è stata rivalutata da un paio d’anni anche in Italia. I pionieri si trovano in Toscana, una delle regioni più attive sul fronte della bioedilizia. Sulle colline di Fiesole è nato un edificio-laboratorio in paglia, mentre a Vaiano, in provincia di Prato, il Comune ha fatto realizzare uno stabile da duecento metri quadrati. In cantiere ci sono adesso sei case in provincia di Firenze, tutte commissionate da privati cittadini. La paglia viene pressata in balle, che diventano dei maxi-mattoni. Anche l’intonaco è bio: terra cruda e argilla. In Italia è possibile impiegare i resti dei cereali per le murature, le coperture e la coibentazione, mentre lo scheletro portante – a differenza di altri paesi - deve essere realizzato in legno, acciaio o cemento. “Ogni volta che dico di progettare edifici in balle di paglia vengo accolta da qualche sorrisetto – confida Maria Angela Pucci, ingegnere alla guida di Edilpaglia, associazione nazionale con sede a Montecatini – ma dopo lo scetticismo iniziale le persone cambiano idea conoscendo i vantag-

al lavoro per realizzare una Casa di paglia

gi di queste tecniche”. Attenzione, però, non si tratta di fieno. A finire nei muri sono gli steli compressi delle piante di cereali, come grano, orzo e segale, ricchi di legnina. Nessuna data di scadenza: il materiale e le tecniche di isolamento garantiscono una lunga vita. La casa di paglia più vecchia d’Europa è nata nel 1921 vicino Parigi, a Montargis, è tutt’oggi abitata e i suoi inquilini godono ancora del suo comfort. “Questa tipologia di muratura garantisce un ottimo isolamento termico – spiega ancora Pucci – quasi tre volte superiore rispetto alle case convenzionali, ha un alto potere fonoassorbente e permette di vivere in un ambiente salubre. È altamente traspirante ed evita così

la formazione di muffe”. L’associazione stima un risparmio sui materiali impiegati del 50 per cento rispetto a quelli tradizionali, a cui si aggiungono le minori spese per la bolletta energetica. E in caso di incendio? Gli steli sono precompressi per cui, in assenza di ossigeno, hanno un eccellente resistenza al fuoco: è stato certificato che un eco-muro intonacato resiste al fuoco dai 45 ai 90 minuti, contro i 30 del calcestruzzo. Ma qual è il tipo migliore di paglia per costruire? “Quella del contadino più vicino a casa – risponde Maria Angela Pucci – così da poter vivere in un’abitazione a chilometri zero”. Il porcellino della casa di pietra potrebbe organizzare presto un trasloco.

ono le zone rurali a investire di più sul “mattone di paglia”, ma negli ultimi mesi c’è stato un boom di richieste, anche da parte di enti pubblici. Tra qualche anno la novità potrebbe arrivare nel campo dell’housing sociale. Intanto si allunga la lista di chi vuole toccare con mano le tecniche naturali direttamente all’interno di eco-cantieri: gli ultimi corsi organizzati da varie associazioni tra Firenze e Prato (Terrasemplice ed Edilpaglia, ad esempio) hanno registrato il tutto esaurito, con un numero sempre maggiore di persone in lista di attesa. Durante le lezioni viene insegnato come innalzare muri con balle di paglia e come intonacarli con terra cruda e calce, grazie alla procedura del “Greb”, un metodo nato in Canada, perfezionato in Francia e adattato per l’Italia. Le case che nascono dagli scarti agricoli sono strettamente legate all’autocostruzione. In tempi di crisi si guarda con maggiore interesse alla possibilità di tirare su un’abitazione da soli, coalizzandosi in gruppi, di amici o familiari, e abbattendo così i costi della manodopera. Nel nostro paese esistono però delle limitazioni normative per costruire case fai-da-te. In compenso, le organizzazioni che si muovono nel campo degli edifici di paglia hanno messo a punto un progetto per permettere una “autocostruzione all’italiana”, una novità che sarà presentata il prossimo maggio all’interno di un convegno a Vaiano. Proprio nella cittadina in provincia di Prato alla fine dell’anno scorso è stato inaugurato uno stabile di duecento metri quadrati all’interno di un eco-parco dedicato a bimbi e famiglie. Un piccolo edificio sperimentale è invece nato a Fiesole: nell’estate scorsa una casetta di sei metri per quattro, in località Ontignano, è diventata un laboratorio dove imparare le tecniche di costruzione. In Italia sono una trentina i fabbricati in paglia conosciuti fino a questo momento, mentre è stato lanciato /G.C. un censimento nazionale.

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ambiente/2. Le possibilità per attutire l’impatto sulla natura con un occhio al portafoglio

Risparmio energetico in salsa toscana Incentivi per chi aumenta le prestazioni della propria dimora, convenzioni per gli impianti fotovoltaici e sconti sulla Tia per chi utilizza la compostiera Caterina Gentileschi

E

cosostenibilità, risparmio energetico, impianti fotovoltaici e green economy. Da qualche anno a questa parte il vocabolario ecologico si è arricchito a dismisura, offrendo una miriade di nuove possibilità per chi vuol stare attento a non trascurare l’ambiente che lo circonda. Ma il portafoglio? Quello dove lo mettiamo? “Gli impianti di nuova generazione sono costosi e difficili da installare”, si sente spesso ripetere a destra e a manca, soprattutto se se si considerano tutti i vincoli che una città come Firenze (così come i suoi “vicini di casa”) impongono a chiunque voglia spostare un mattone un po’ più in là. Ma queste considerazioni non sono (sempre) del tutto vere. Nel senso che è vero che bisogna prestare molta attenzione a quello che si fa e a dove lo si fa, ma è anche vero che frugando a fondo si scoprono una serie di possibilità che possono essere prese in considerazione per fare bene all’ambiente senza dilapidare un patrimonio. Prendiamo, ad esempio, le agevolazioni fiscali del 55% sulla riqualificazione degli edifici. Si tratta di detrazioni di imposta sulle spese sostenute (da ripartire in dieci rate annuali) di cui possono usufruire tutti i contribuenti che in un momento dato decidono di aumentare il livello di efficienza energetica di un edificio. Come? Ad esempio coibentando degli ambienti, magari sostituendo finestre, infissi o pavimenti. Oppure installando

pannelli solari, o anche sostituendo gli impianti di climatizzazione invernale. Un discorso a parte lo merita poi l’introduzione di un impianto solare fotovoltaico (i classici pannelli), che può essere preso in considerazione sfruttando il cosiddetto “Conto Energia”, ovvero quel decreto che fissa un incentivo - della durata di venti anni - proporzionale all’energia elettrica prodotta dal proprietario dell’impianto. Funziona così: l’utente diventa un vero e proprio produttore di corrente, che viene immessa nei circuiti tradizionali e alla fine dell’anno si fa un bilancio tra l’energia prodotta e quella consumata. Magari non sarà sempre fattibile, magari non si avrà lo spazio sufficiente per farlo, ma informarsi non guasta, soprattutto se si hanno in programma dei lavoretti in casa. Un altro modo per farsi ben volere dall’ambiente che ci circonda è l’utilizzo delle compostiere, né più né meno che dei recipienti speciali dove produrre il proprio concime naturale, utilizzando i rifiuti dell’orto, del giardino e della cucina. La compostiera viene data da Quadrifoglio (pagando un piccolo contributo) a chiunque abbia una piccola area verde da cui ricavare (e dove riutilizzare) il compost. Basta consultare il sito del gestore dei rifiuti. Sarà contenta la natura e anche il portafoglio, visto che chi la utilizza può avere delle riduzioni sulla tassa sui rifiuti. Info: www.quadrifoglio.org o www.agenziacasa.comune.fi.it.

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politica

Marzo 2012

IL CASO. Non ci sarà nessuna strada, nel capoluogo toscano, intitolata all’ex segretario del Psi

Firenze non avrà una “via Craxi” Il consiglio comunale ha bocciato

del governo Berlusconi – e figlia di Bettino – Stefania Craxi è arrivata a stretto giro di posta: “Le dichiarazioni del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, mi hanno offeso profondamente, anche perché seguo con simpatia la sua battaglia per il rinnovamento del suo partito. Renzi non si è limitato ad esprimere un ‘no’ secco alla proposta di intitolare una via di Firenze al nome di mio padre ma ha tirato fuori la pedagogia che dovrebbe orientare la toponomastica della città. Accade spesso che gli ‘enfant prodige’ scivolino su una buccia di banana”. Secondo la presidente del movimento Riformisti Italiani, Craxi “avrebbe dunque le carte in regola per avere intitolata una via di Firenze. Suvvia Renzi, si ricreda. La Sua dichiarazione è un errore che nega un merito e premia i non anonimi assassini di mio padre. E non deluda i molti socialisti che seguono con interesse e simpatia la sua coraggiosa battaglia per ridare agli ex comunisti una storia ed una cultura”. Il consiglio comunale fiorentino ha deciso di dedicare alcune vie cittadine a Oriana Fallaci, scrittrice e giornalista del Corriere della Sera, Bobby Sands, attivista nordirlandese e deputato del parlamento britannico morto in carcere a seguito di uno sciopero della fame, e all’indimenticato regista Mario Monicelli.

una proposta che già il sindaco Renzi aveva scartato. In futuro ci si imbatterà invece in via Oriana Fallaci, via Mario Monicelli e via Peppino Impastato Antonio Passanese

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ualunque sia l’opinione dei consiglieri comunali, a Firenze non ci sarà una via intitolata a Bettino Craxi, almeno fino a quando sarò io sindaco”, aveva tuonato Matteo Renzi prima che da Palazzo Vecchio bocciassero (con 26 voti contrari e 10 favorevoli) la proposta di intitolare una strada della città all’ex segretario del Psi, fuggito ad Hammamet negli anni di “Mani Pulite”. La controversa votazione ha fatto emergere posizioni molto differenti all’interno dei gruppi di Pd, Pdl e Fli. I dieci voti a favore sono stati espressi da quattro consiglieri dei democratici (Angelo Bassi, Andrea Borselli, Eugenio Giani, Enrico Bertini), da tre consiglieri del Pdl (Marco Stella, Emanuele Roselli, Mario Tenerani) e dal vicecapogruppo di Fli Bianca Maria Giogoli. Gli altri consiglieri dei tre partiti presenti in aula hanno invece espresso un voto contrario, insieme a Idv, Perunaltracittà e Sel. Gli ultimi due voti favorevoli, invece, sono arrivati da due consiglieri della Lista Galli (Massimo Sabatini e Antonio Giambanco). “Il compito di intitolare le strade – ha voluto sottolineare il primo cittadino – non spetta al consiglio comunale, che può dare degli indirizzi, sono sindaco e giunta che valutano se è opportuno o meno”. “Non è questione di fare polemica o non avere rispetto per una persona che non c’è più, ma Craxi non è un esempio per le giovani generazioni – ha sostenuto il sindaco - entro maggio sarà presentato un pacchetto complessivo delle vie ancora da intitolare. Noi dedicheremo strade di Firenze a don Puglisi o a Peppino Impastato, nei prossimi anni”. La replica da parte dell’ex ministro

bettino CraXi,

per lui nessuna strada in CittÀ

LE REAZIONI Stella: “La storia non è un tribunale”. Bieber: “Non si può non considerare la sua latitanza alle indagini”

Nei bar, in giro e “a Palazzo”: Bettino fa ancora discutere

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a suscitato un vespaio di polemiche, come ci si poteva immaginare, la proposta del consigliere comunale pidiellino Marco Stella di intitolare una strada a Bettino Craxi. Per giorni, nei bar e in strada, se ne è discusso. E qualcuno si è anche infiammato. Ma la vera battaglia politica si è disputata nel “palazzo”. Stella ha giustificato la sua richiesta affermando che “sulle nostre strade debba esserci la nostra storia, senza dare nessun tipo di giudizio, sia esso morale o politico. La storia non è un tribunale né deve diventarlo. Chi

non ama Craxi usi la strada che lo ricorda per spolverare il rancore. Gli altri rimpiangeranno le idee perdute. È la nostra storia, rinnegarla significa perdere noi stessi”. “Craxi è stato uno degli uomini politici più rilevanti della prima Repubblica – ha detto il presidente della commissione cultura del Comune Leonardo Bieber – ma anche uno dei più controversi. Non si può non considerare nel giudizio complessivo la sua latitanza alle indagini di Mani Pulite”. Anche Mario Razzanelli, capogruppo della Lega Nord, ha trovato inopportuna la scelta

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di dedicare una strada al leader socialista: “Al revisionismo storico ci deve essere un limite, a maggior ragione in questo momento. Abbiamo problemi più urgenti da risolvere”. Altro “niet” a via Craxi è arrivato da Stefano Bertini di Fli: “Sono contrario a intitolare un luogo della città a Craxi perché, se è vero che la memoria storica va salvaguardata, questa non può, nel suo caso, prescindere da quanto avvenuto alla fine della sua carriera politica, quando si sottrasse ripetutamente /A.P. al giudizio della Legge”.


politica

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ReLIGIONI. La consultazione sul tema è arrivata all’ultima fase IL CORSO. Settima edizione di Eunomia Master

La città “getta le basi” per Tanti big per formare la costruzione della moschea la classe dirigente C

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a moschea che sarà costruita a Firenze dovrà essere aperta alla città e in dialogo con essa, sicura per i fedeli, progettata in modo da arricchire la bellezza del capoluogo toscano e da non causare eccessivo impatto dal punto di vista sociale. Sono queste alcune delle indicazioni sulla realizzazione del luogo di culto islamico emerse nel corso della consultazione chiesta e ottenuta dalla Regione da parte della comunità araba locale. L’iter partecipativo, seguito da Sociolab, è arrivato all’ultima delle tre fasi che lo compongono: a febbraio, sul tema della realizzazione della moschea, si sono pronunciati – durante tre diverse assemblee – 120 fiorentini, scelti a campione insieme a trenta appartenenti alla comunità islamica. Quindi, nella successiva

La struttura dovrà essere aperta e in dialogo con il territorio. Ora si dovrà individuare il luogo assemblea di marzo, che chiuderà il percorso partecipativo, sarà espresso un parere definitivo. Lo scorso febbraio, grazie a una collaborazione con la facoltà fiorentina di Architettura, sono state selezionate e indicate cinque potenziali aree per la realizzazione della moschea, una per ogni quartiere di Firenze. Nelle prime due fasi della consultazione sul tema “Una moschea a Firenze” sono state effettuate interviste a opinion leader cittadini e si sono svolti incontri aperti al pubblico in ogni circoscrizione. ‘’Incontri che hanno dato un esito molto positivo e unitario attraverso una discussione che ha coinvol-

to le varie anime della comunità islamica’’, ha commentato l’imam di Firenze Izzedin Elzir. Per definire l’estetica con cui dovrà essere realizzata la moschea “è già al lavoro un pool di architetti con il compito di elaborare lo stile architettonico misto ‘italiano-islamico’ – ha rivelato Elzir – che vorremmo caratterizzasse la struttura’’. Il presidente toscano dell’Ucoii ha ricordato che ‘’entro pochi mesi’’, a consultazione terminata, inizierà il ‘’dialogo con il Comune per arrivare alla realizzazione della struttura’’: ‘’operativamente, non stiamo pensando di presentare un progetto come comunità islamica locale, ma di bandire un concorso di idee nazionale - ha spiegato l’imam - per una moschea che possa ospitare circa mille fedeli, capienza giusta per la nostra comunità, e che sia, oltre che uno spazio di preghiera, anche un centro culturale aperto alla città”. L’idea è quella di ‘’non dismettere, una volta costruito il luogo di culto, i tre punti di preghiera presenti già adesso in città”, uno in centro (Borgo Allegri) e due in periferia (al Poderaccio e a Sorgane). A Firenze e provincia ci sono circa 30mila fedeli praticanti islamici. Il massimo livello di partecipazione a un rito musulmano sul territorio avviene durante la preghiera per la fine del Ramadan quando, a Firenze, alla Fortezza da Basso, si ritrovano circa seimila persone. Quanto alla localizzazione della moschea, Izzedin ha escluso che sarà presa in considerazione una location in centro (‘’non c’è posto, siamo i primi a esserne consapevoli’’) ma, allo stesso tempo, ha spiegato di non ‘’volere un luogo di culto ai margini estremi della città: altrimenti - ha ironizzato - saremmo andati a chiedere la moschea ai Comuni di Sesto o Scandicci e non a quello di Firenze’’. L’imam ha anche voluto tranquillizzare i residenti dell’area dove in futuro sorgerà la struttura sulla possibilità di “problemi sonori” legati all’esercizio del culto. ‘’I nostri vicini potranno stare tranquilli - ha sorriso - non ci saranno le preghiere dei muezzin a svegliarli durante le prime ore del mattino’’.

In cattedra i numeri uno di imprese e istituzioni cati, istituzioni e università: “Presenze bipartisan – spiega il direttore di Eunomia, il vicesindaco di Firenze Dario Nardella – per rispondere all’urgenza di una classe dirigente unita nell’Italia della crisi”. Tra gli appuntamenti chiave, il confronto sulle politiche del lavoro tra il segretario della Cgil Susanna Camusso e l’ex ministro del lavoro Tiziano Treu, in programma il 16 marzo (alle 15): tema più caldo che mai, con il tavolo aperto tra i sindacati e il nuovo esecutivo tecnico. Atteso anche l’incontro con l’ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, che insieme al presidente di Renault Italia, Jacques Bousquet, il 30 marzo parlerà di trasporti e mobilità (alle 17.30). Tutta concentrata sulla finanza e sul

dario nardella

mondo delle banche sarà la lezione del 17 marzo: i docenti saranno Giorgio Gobbi della Banca d’Italia, il presidente dell’Ente Cassa Jacopo Mazzei e il vicedirettore ad personam del Corriere della Sera Massimo Mucchetti (ore17.30). Il 12 e 13 aprile Eunomia Master chiuderà i battenti facendo tappa a Roma. A Palazzo San Mancuto, sede del Refettorio della Camera dei Deputati, i senatori Andrea Pastore (Pdl) e Maria Fortuna Incostante (Pd) si confronteranno sul tema del federalismo. Gran finale alla Luiss, con una lezione sulla riforma elettorale: in cattedra il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, il senatore Pdl Gaetano Quagliarello, per la regia dei politologi Roberto D’Alimonte e Leonardo Morlino. Faccia a faccia con questi professori d’eccezione ci saranno 50 professionisti under 40 provenienti dal mondo dell’impresa e delle istituzioni in arrivo da tutta Italia. Tra gli altri relatori di Eunomia Master 2012 anche l’ad di Quadrifoglio Livio Giannotti, il presidente della Fondazione Eni Giuseppe Sammarco, il sottosegretario ai Beni Culturali Roberto Cecchi, il presidente nazionale di Cna Ivan Malavasi, l’ex sottosegretario al Tesoro Laura Pennacchi e il senatore Pd Massimo Livi Bacci. Info e programma su eu/N.B. nomiaonline.it.

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Antonio Passanese

amusso, Moretti, Chiti, Quagliariello, Treu. Parata di big a Eunomia Master 2012, il corso di alta formazione politico istituzionale rivolto a cinquanta giovani amministratori under 40, in corso a Villa Morghen a Settignano con la VII edizione. Il ciclo di lezioni, organizzate dall’associazione no profit Eunomia, si è aperto il 2 marzo alla presenza del cardinale Giuseppe Betori, e proseguirà fino a venerdì 13 aprile con una due giorni di chiusura in trasferta a Roma, dove è stata stretta una collaborazione con la Luiss. Quest’anno i temi affrontati saranno “Società, istituzioni, territorio”: uno sguardo a tutto tondo all’Italia di oggi, da governo tecnico e crisi economica alla riforma elettorale e agli strumenti di welfare, per capire in che direzione si stia muovendo il Paese. In cattedra, prof per un giorno, si alterneranno numero uno di imprese, sinda-


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on the road

Marzo 2012

LA NOvITÀ. Arriva anche a Firenze l’occhio elettronico che multa “al volo” i mezzi in sosta vietata

Tempi duri per i furbetti della seconda fila Valentina Buti

Una telecamera “viaggerà” sul tetto delle auto della municipale. Raffica di sanzioni

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a Milano, Torino e Bologna, dove è già in vigore. Ma pure qualche problemino

hi lo chiama Scout, chi Auto Detector e chi Street Control. Il succo non cambia: è l’occhio elettronico che dall’auto dei vigili riprende le targhe delle vetture in doppia fila, facendo scattare multe a strascico. Il “robocop” della Municipale debutta anche a Firenze. E vista la raffica di sanzioni che ha messo a verbale nelle città in cui è vigore da tempo, come Milano, Torino e Bologna, i furbetti della sosta selvaggia stiano in guardia. Per ora i vigili fiorentini avranno in dotazione una sola macchinetta. Costata sui 20mila euro, la telecamera sarà montata sul tetto di un’auto della Municipale, collegata a un pc di bordo. L’occhio a infrarossi funzionerà anche di notte e in caso di condizioni climatiche avverse, su mezzi che potranno viaggiare fino a 50 km orari. Al vigile non rimarrà che accertare l’infrazione e trasmetterla alla centrale operativa che, a sua volta, stenderà il verbale, inviandolo a casa del multato. In questo modo, i vigili eviteranno di fermare l’auto in strade dove la circolazione è già ingolfata dalla doppia fila. Addio al fuggi fuggi generale al suono del fischietto, addio alle scuse accampate per giustificare la doppia fila, addio alle contestazioni. Ma, soprattutto, sperano i vigili, addio alle infrazioni che spesso sono causa di incidenti e ingorghi nelle vie della città. I risultati ottenuti nelle altre città italiane fanno ben sperare: qualche problema c’è, legato alla visuale nelle vie più strette, ma sia a Milano che a Torino e Bologna il vigile “volante”, da quando è in servizio, ha fatto strage di furbetti. Nel capoluogo lombardo, ad esempio, lo Street Control ha accertato 22.500 infrazioni nel 2011, con picchi record nel periodo invernale (oltre 3.600 a novembre e 4.300 a dicembre). Tuttavia, spiegano gli addetti ai lavori, nelle strade meno

larghe la telecamera ha qualche difficoltà a fotografare le targhe delle auto. Inoltre, a Milano, la multa viene verbalizzata sul posto e non dalla centrale operativa. La macchina dei vigili, dunque, è costretta a fermarsi in strada, a differenza di quanto accadrà a Firenze e di quanto avviene già a Bologna, dove il sistema di rilevazione automatico – qui si chiama Scout - è in funzione dal 2008. La telecamera dei vigili emiliani viene manovrata dagli agenti a bordo. La sanzione viene formalizzata in un secondo momento in ufficio, e anche in questo caso i numeri sono record: da 5.100 multe nel 2009 si è passati a 16.600 nel 2011, tra soste in seconda fila, sul marciapiede, accanto ai cassonetti o sulle corsie dei bus. Un aumento esponenziale che dimostra l’efficacia della macchinetta, ma anche che i cittadini non hanno ancora imparato la lezione. Torino, invece, ha l’Auto Detector, sulle strade da settembre 2010. In grado di individuare anche le auto rubate (due quelle rintracciate finora), l’occhio digitale non fa mai imboscate: prima di entrare in azione dà notizia del suo tracciato via web o tramite Isoradio. Da quando è in funzione, ha controllato 443mila veicoli, per un totale di 8.115 sanzioni per divieto di sosta.

L’INIzIATIvA. L’associazione Lorenzo Guarnieri impegnata in una nuova “missione”

Via alla battaglia contro i pirati della strada

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on si fermano le battaglie dell’associazione “Lorenzo Guarnieri”, che Il Reporter affianca da tempo. L’ultima è quella contro la pirateria stradale, con il recente lancio di una campagna di comunicazione. L’iniziativa prevede la distribuzione di materiale informativo, l’istituzione di un punto di contatto e-mail (pirateriastradale@asaps. it) e quella di due numeri telefonici (0543.704015 – 346.7553350) per raccogliere indicazioni dai testimoni e fornire consigli ai cittadini coinvolti in un episodio di pirateria. Oltre a ciò la campagna pre-

vede l’assistenza alle vittime da parte delle associazioni dei familiari (info su www.vittimestrada.org) e un riconoscimento pubblico per chi contribuisce a identificare i pirati della strada. La Toscana è attualmente quinta in Italia per numero di episodi di pirateria stradale. Spesso a farne le spese sono minori. I pirati, oggi, sono identificati in due casi su tre: 73 per cento nel caso di episodi mortali. “È un buon risultato ma non ancora ottimo – sottolinea Stefano Guarnieri – per questo, l’obiettivo del progetto è duplice: ridurre il numero di episodi facendo leva

sul senso civico dei cittadini e sulla convenienza a fermarsi e portare al 100% la percentuale dei pirati della strada identificati, facilitando le segnalazioni tempestive.”. Il progetto è promosso dall’Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) e sostenuto da Aifvs (Associazione italiana familiari vittime della strada), Alg (Associazione Lorenzo Guarnieri), Agb (Associazione Gabriele Borgogni) e FoxPol (Associazione formazione e sicurezza stradale polizia locale Lombardia), con il /G.R. patrocinio del Comune di Firenze.

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mobilità

Marzo 2012

dUe RUOTe. Spostarsi sui pedali a Firenze diventa più facile. Anche per chi non ha un mezzo

“Mille e una bici” da noleggiare Ivo Gagliardi

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uove bici, nuovo sito internet, nuove postazioni. Da qualche settimana a questa parte spostarsi sui pedali a Firenze è diventato più facile, anche per chi non possiede una bicicletta. Come? Con il “bike sharing alla fiorentina”: si chiama “Mille e una bici” ed è il servizio di noleggio biciclette gestito dalla cooperativa sociale Ulisse, in collaborazione con Comune e Sas spa. Tante le novità introdotte recentemente che - insieme all’arrivo della bella stagione – non lasceranno più scuse per non muoversi sulle due ruote. Sono 225 le biciclette che la cooperativa Ulisse mette a disposizione dei fiorentini: tutte “patriotticamente” viola e – cosa forse ancor più gradita - particolarmente adatte alle insidiose strade (fatte in gran parte di pavé e sanpietrini) del centro cittadino. Le city bike che si trovano a noleggio, infatti, sono a prova di buca, con cerchi e gomme rinforzati. Sei le postazioni dove i mezzi possono essere ritirati: alle tre “originali” (piazza Santa Croce, via Ghiberti e stazione di Santa Maria Novella) se ne sono aggiunge altrettante alle stazioni di Rifredi, Campo di Marte ed ex Leopolda. Queste ultime tre sono riservate ai soli abbonati, mentre le prime sono a disposizione anche di chi abbonato non è ma vuol godersi un’ora – o un’intera giornata – sulle due ruote. Finite qua le novità? Nossignori. È stato aperto anche un sito internet (www.bicifirenze.it) dove i cittadini possono trovare tutte le informazioni sul servizio in presa diretta, a cominciare da quante bici siano ancora disponibili per il noleggio. Ma non solo: presto sarà possibile anche prenotare i mezzi e acquistare abbonamenti direttamente

on line. Il sito è infatti collegato a un nuovo sistema di gestione elettronica delle operazioni di noleggio: gli operatori del servizio, presenti alle postazioni di “Mille e una bici”, sono stati muniti di tablet per aggiornare in tempo reale tutti i dati. “Le novità che abbiamo introdotto – spiega Giovanni Autorino, presidente della

cooperativa Ulisse – hanno due obiettivi: migliorare il servizio e monitorarlo meglio, non solo per poterlo perfezionare ancora, ma anche per avere un quadro più preciso sulla ciclabilità a Firenze. Siamo l’unico soggetto in città che organizza e gestisce un sistema di mobilità sostenibile, quindi credo che possiamo rappre-

sentare un ‘osservatorio’ credibile”. E anche i numeri confermano che, nonostante tutto, a Firenze c’è “voglia di bici”. L’anno scorso il servizio ha registrato 15.143 noleggi e 503 abbonamenti, pur essendo stato sospeso per qualche settimana: numeri destinati dunque a crescere nel 2012, grazie anche alle novità introdotte. “Abbiamo voluto rilanciare insieme alla cooperativa Ulisse il servizio di noleggio – dice il consigliere speciale per la ciclabilità di Palazzo Vecchio Giampiero M. Gallo – assicurando un orario consono alle esigenze dell’utenza. Trovo l’estensione del servizio alle tre postazioni delle stazioni Leopolda, Rifredi e Campo di Marte un importante elemento di novità, perché ci permette di essere presenti nel suggerire ai lavoratori l’utilizzo di multimodalità di trasporto, utilizzando per andare a lavoro bici che troveranno sempre disponibili e in buono stato di manutenzione”. Sono infatti (forse a sorpresa) i fiorentini – e non i turisti – i principali fruitori del servizio: l’anno scorso a noleggiare i mezzi sono stati 9.142 residenti in provincia e 8.498 non residenti. Quanto ai prezzi, l’abbonamento mensile costa 22 euro, i biglietti per i residenti in provincia di Firenze (e per gli abbonati di Trenitalia e Ataf) un euro per un’ora, tre euro il giornaliero. Per i non residenti il costo è di due euro per un’ora, cinque euro per cinque ore e dieci euro il giornaliero.

Tante novità per il servizio di “prestito” gestito dalla cooperativa sociale Ulisse: nuovi velocipedi, nuovo sito internet e nuove postazioni dove salire in sella. A quelle di piazza Santa Croce, via Ghiberti e Santa Maria Novella si sono aggiunte le stazioni di Rifredi, Campo di Marte ed ex Leopolda

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IL LUOGO/1. Viaggio nel centro buddista di via Reginaldo Giuliani, presente da sedici anni

Un pezzo di Tibet a due passi da Castello

Una realtà poco conosciuta, ma che è ormai diventata un punto di riferimento. Nel 1999 è stata visitata dal Dalai Lama: da allora è considerata un posto sacro. Di qui è passato anche Franco Battiato. “Siamo molto legati al territorio e a questa sede”

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La “S. Spirito” del Q5: luci, ombre e... movida N

Luca Squarcialupi a qui è passato anche il Dalai Lama. Nella parte finale di via Reginaldo Giuliani, al civico 505/a, da sedici anni esiste un angolo di Tibet, ritagliato tra le trafficate strade dirette verso Sesto Fiorentino. Un punto di riferimento per la comunità buddista, che segue gli insegnamenti secolari dei monaci provenienti dal “tetto del mondo”. Ma anche un luogo di scambio, dove persone interessate alla cultura e alla filosofia orientale si avvicinano a uno stile di vita diverso. Il centro Ewam conta circa duecento soci e tante attività, che vanno dai tradizionali insegnamenti religiosi a discipline più laiche, come lo yoga o l’utilizzo della meditazione per gestire stress e dolore, fino a conferenze che hanno visto la partecipazione di volti noti come il celebre cantautore Franco Battiato, a Firenze nel 2009 per una conferenza dedicata all’alimentazione, o di maestri di altri settori. Statue dorate di Buddha, ciotole delle offerte, raffigurazioni tradizionali e tappeti lungo il pavimento si trovano nel “gompa”, ossia il piccolo tempio, cuore di tutta la struttura, dove si respira aria d’oriente. Un luogo di culto che spalanca le porte anche a chi non è buddista. I corsi di base sono infatti frequentati, per la maggior parte, da persone che non seguono questa confessione. “Siamo molto legati al quartiere e a questa sede – racconta Francesco Carpini, uno dei soci impegnati nell’organizzazione di attività ed eventi – che ormai è la nostra casa. È stata visitata nel 1999 dal Dalai Lama, la massima autorità spirituale. Da allora è considerata un luogo sacro, riconosciuto come tale in tutta Italia”. E qui i soci vorrebbero rimanere. L’edificio è in affitto, e tre anni fa è scattata la raccolta di fondi per racimolare le risorse da destinare all’acquisto dello stabile: una colletta che ha dato frutti insperati. “All’inizio – prosegue Francesco – visto il numero contenuto di soci, pensavamo di raggiungere poche migliaia di euro, e invece siamo rimasti

IL LUOGO/2. Piazza Giorgini, cosa va e cosa no

sorpresi dalla massiccia risposta che abbiamo avuto”. Ora rimangono da sciogliere alcuni nodi burocratici e alcune questioni tecniche, ma l’intenzione è quella di restare lì dove il centro è cresciuto. Lì dove per undici anni ha trasmesso le sue conoscenze l’anziano Lama residente, ossia la guida spirituale del centro, il maestro Tulku Ngawang Gayatso, che proprio alla fine dell’anno scorso ha lasciato questa vita. I discepoli conservano casse stipate di audiocassette, dove sono incisi i numerosi insegnamenti del monaco sulla saggezza millenaria preservata dal popolo tibetano, tanti file video che custodiscono la sua sapienza, una lunga autobiografia in cui il religioso racconta, tra le altre cose, l’occupazione cinese, la fuga dal monastero e dal Tibet. Un oceano di sapere per la cui riorganizzazione saranno necessari tempo e risorse. E intanto proseguono le varie attività. Tra queste, gli incontri

Una struttura che spalanca le sue porte pure a chi non segue questa confessione dedicati alla “Mindfullness-based stress reduction”, una disciplina - sviluppata a partire dagli anni ’70 dal professor John Kabat-Zinn dell’Università di Boston - che attraverso la meditazione e il respiro aiuta nella prevenzione e nella cura delle problematiche fisiche e psicologiche legate allo stress. Il centro Ewam fa parte di una più vasta rete di realtà buddiste tibetane, 180 in tutto il mondo, riunite nella Foundation for Preservation of Mahayana Tradition, mentre è da tempo attivo nel dialogo interreligioso, ospitando meeting e riunioni. Per informazioni www.ewam.it, mail info@ ewam.it.

on ci sono capolavori artistici, chiese rinascimentali o monumenti che attirino frotte di turisti, ma non mancano locali e ristoranti, né una vita notturna decisamente movimentata. Per questo motivo, piazza Giorgini potrebbe essere definita una sorta di Santo Spirito del quartiere 5: stesso affollamento, stessi ragazzi a fare l’aperitivo o a mangiare fuori. Certo, più fiorentini che turisti ma, immancabili, le stesse lamentele da parte di chi abita nei paraggi che la confusione notturna proprio no, non la digerisce. Ma la rinascita di piazza Giorgini, con i suoi pro e i suoi contro, è stata comunque un evento per la zona: fu inaugurata nel dicembre del 2009, a conclusione di un progetto di riqualificazione che aveva permesso la realizzazione di nuove aiuole e l’allargamento di quelle già esistenti. Un risultato apprezzato, di cui hanno prontamente usufruito tanti ragazzini: è praticamente impossibile, infatti, passare dalla piazza durante il giorno e non trovare qualche adolescente sullo skate o a giocare a pallone. In molti, però, si lamentano ora per lo stato in cui versa il parco. “Abbiamo segnalato al Quartiere e al Comune la situazione, ci sono parecchie panchine rovinate e manca la manutenzione”, fanno presente alcuni residenti. Sono tanti anche gli esercizi commerciali di piazza Giorgini: qui non manca (quasi) nulla, dall’ottico al salumiere, dal calzolaio alla cartoleria, c’è perfino un negozio di bomboniere e confetti. “Ho aperto da un

mese e mezzo e altre due attività dovrebbero aprire a breve, la piazza sta crescendo commercialmente”, spiega Francesca, titolare di un negozio di intimo. Diverse, negli anni, le attività organizzate dal centro commerciale naturale, grosso lo sforzo messo in campo, anche se “c’è più movimento di notte che di giorno e la clientela sta cambiando, ormai la gente sembra più attirata dai centri commerciali veri”, fa presente Sonia, da anni con la sua cartoleria qui in piazza. Arriviamo così alla discussa vita notturna: quattro bar, due ristoranti, locali ormai diventati veri punti di ritrovo per i giovani che vogliono evitare di raggiungere il centro per trascorrere una serata con gli amici. “Per me che sono una ragazza è una cosa positi-

Sempre più negozi e iniziative, ma ci sono lamentele per il rumore va, ma i miei genitori o i miei vicini più anziani si lamentano parecchio”, spiega Giulia, giovane residente. “C’è più vita e quindi meno delinquenza, ma ora è diventato drammatico parcheggiare: ci sono macchine in seconda, terza fila”, si lamentano Gianni e Marcello. Che aggiungono: “Bene vedere tanti giovani, ma per chi ha la camera che dà sulla piazza son dolori. /S.C. Anzi, notti insonni”.



speciale salute

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ALLeRGIe/1. Come combattere questo male di stagione. Prima e durante

È primavera, tempo di starnuti Giulia Righi

Intolleranze alimentari, quello che c’è da sapere

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in questo caso non sono dispensati dal sistema sanitario regionale) esistono i vaccini per prevenire le allergie all’olivo, al cipresso e alla parietaria. Accanto alla prevenzione c’è poi la terapia vera e propria. Tra i farmaci cosiddetti “sintomatici” (utili cioè per alleviare i sintomi, ma non risolutivi) ci sono gli antistaminici: “Quelli di nuova generazione hanno effetti collaterali molto ridotti – spiega il dottore – sono ben tollerati e non causano sonnolenza”. Già, perché proprio quel senso di “intorpidimento mentale” che gli allergici conoscono bene è da sempre uno dei fastidi associati a starnuti & Co. Ma a questo tipo di farmaci occorre associarne anche di “curativi” veri e propri: “Gli spray nasali, a base derivati cortisonici, rappresentano un

ottimo sistema antinfiammatorio. La Toscana è tra l’altro l’unica regione in Italia a dispensarli gratuitamente”. Anche in questo caso la terapia deve essere anche preventiva: per il cipresso va iniziata già dai primi di gennaio, per le graminacee si va da metà marzo a metà a giugno. Con una raccomandazione: “Le allergie possono comparire all’improvviso e tendono a peggiorare, ragion per cui occorre non sottovalutarle e, se si manifestano sintomi specifici, fare i test allergologici, facilmente accessibili”. Altra cosa da tener presente: essere allergici a certi pollini non significa (salvo casi specifici) esserlo anche agli alimenti corrispondenti. E sbaglia, ad esempio, chi pensa di non poter consumare olio solo perché è allergico ai fiori dell’olivo.

poi ci sono le allergie e le intolleranze alimentari. Per prima cosa una precisazione basilare, che mette a posto un errore del parlar comune: “Alla base delle allergie c’è un meccanismo immunologicamente mediato – spiega il dottor Massimo Gola, responsabile della Dermatologia allergologica dell’azienda sanitaria fiorentina, convenzionata con l’Università di Firenze – altra cosa sono le intolleranze, problema di natura sostanzialmente non immunitaria”. Tra le più famose intolleranze dei tempi nostri ci sono quella al glutine (la celiachia, che merita un discorso a sé) e il malassorbimento del lattosio. Quest’ultimo appare un disturbo in crescita negli ultimi anni, e di identificazione relativamente facile: “Per diagnosticare il malassorbimento del lattosio si utilizza il ‘breath test’, che verifica la presenza di anidride carbonica nel respiro dopo la somministrazione di latte”. Ma è l’unico caso, insieme alla celiachia, in cui un’intolleranza è identificabile univocamente. Altro discorso sono i test per rilevare la presenza di allergie vere e proprie: “In questi casi si utilizza il ‘prick test’ – spiega il

dottor Gola – che consiste nel mettere delle gocce dell’estratto allergenico a contatto con la cute del paziente. Esiste poi anche il ‘prick by prick’: in questo caso si mettono a contatto con la cute del paziente direttamente alcuni alimenti freschi. Ma è bene utilizzare i test cutanei solo dopo aver fatto gli esami del sangue, che possono da soli essere dirimenti”. Per il malassorbimento del lattosio non esistono vaccini veri e propri, ma è possibile che il medico consigli una cura “iposensibilizzante” per stimolare, progressivamente, la tolleranza immunologica somministrando il latte a piccole dosi. Tra i “fastidi” legati agli alimenti c’è anche un altro tipo di reazioni: quelle che possono avvenire, ad esempio, dopo l’ingestione di alimenti allergizzanti come fragole, gamberi, tonno, funghi o vino bianco, che causa una massiccia liberazione di istamina con conseguente prurito, etc. Ma questo non vuol dire necessariamente essere allergici: “Circa un quarto della popolazione mondiale riferisce disturbi collegati alle allergie – spiega ancora il dottor Gola – in realtà si stima che, tra gli adulti, non si superi il 4% di allergici”. Cosa fare nel caso si abbia il sospetto di avere intolleranze o allergie? “È bene parlarne col medico, per scoprire quale sia il problema ed evitare reazioni più gravi come shock anafilattici e angioedemi – conclude il dottor Gola - viceversa, le autodiagnosi sono pericolose, e privandosi di cibi a cui magari non si è affatto allergici, si rischia un’evitabile /G.R. malnutrizione”.

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hi ne soffre lo sa bene, e all’appuntamento si era preparato da tempo. Con l’arrivo della primavera per gli allergici comincia la stagione dei tormenti. Pollini, graminacee, cipressi e olivi nel periodo della fioritura diventano “nemici”, e si vanno ad aggiungere alla parietaria, che invece sa essere offensiva persino d’inverno. Il corollario di sintomi che colpiscono gli allergici è fastidiosamente noto: starnuti, congiuntiviti, lacrimazione infinita. Naso e occhi sono i bersagli di questo male di stagione che però, fortunatamente, oggi è (almeno in parte) prevenibile e curabile: “La Toscana è una delle poche regioni d’Italia – spiega il dottor Oliviero Rossi del dipartimento di Immunoallergologia di Careggi – che offre gratis il vaccino per le graminacee ai pazienti che si presentano con una richiesta del medico specialista”. Per non pagare il vaccino non basta dunque la prescrizione del medico di famiglia, ma occorre la visita preventiva di uno specialista, che attesti l’effettiva presenza di un’allergia. Questo vaccino, che oggi è somministrato soprattutto attraverso gocce o pasticche sublinguali, ha dei tempi di somministrazione ben precisi: “Si tratta di uno schema pre e co-stagionale – chiarisce il dottor Rossi – occorre iniziare a prenderlo da 3/4 mesi prima della fioritura e continuare durante la fioritura stessa e quindi ad aprile, magQ2 Allo stesso modo (ma gio e giugno”.

ALLeRGIe/2. Dal glutine al lattosio


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GRANde SCHeRMO/1. L’iniziativa lanciata dalle sale di quartiere ha avuto (fin troppo) successo

Assalto alle tessere sconto Il dietrofront dei “piccoli” Paola Ferri

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a rivincita di Davide contro Golia? A quanto pare dovrà attendere. Perché anche i piccoli (cinema) devono rispondere alla stessa legge dei grandi: quella dei numeri. E così, dopo qualche giorno sulla cresta dell’onda con le sale di quartiere galvanizzate dalle supervendite delle tessere-sconto, l’iniziativa è stata stoppata. Era partita a metà gennaio la “Firenze al cinema” card, un lasciapassare che avrebbe permesso di accedere a nove schermi cittadini a prezzo ridotto tutti i giorni della settimana, compresi i festivi. Prezzo di lancio: cinque euro. Così poco da generare un vero e proprio assalto. Un migliaio le tessere rilasciate nel primo weekend di promozione, tremila quelle prenotate nei giorni successivi via internet. Un successo inaspettato che ha costretto i cinema aderenti all’iniziativa (Marconi, Adriano, Colonna, Fiamma,

Fulgor, Portico, Principe, Cabiria a Scandicci e Grotta a Sesto Fiorentino) a fare un passo indietro e interrompere la distribuzione. “In pochi giorni avevamo già superato abbondantemente l’obiettivo che ci eravamo dati”, spiega Maurizio Paoli, presidente Anec nonché esercente dell’Adriano. Ma qualcuno ha parlato di “pressioni dall’alto”, ovvero dai distributori dei film, che guadagnano in percentuale sull’incasso. Detto in parole povere: se vendete biglietti a meno, vi chiederemo una percentuale maggiore. Tanto è bastato a congelare gli sconti: niente più card, neanche a prezzo maggiorato, come promesso all’inizio. In compenso, coloro che ce l’hanno fatta potranno godere delle riduzioni fino alla fine dell’anno, nonché del “film della settimana” (una pellicola diversa in ogni cinema del circuito a soli tre euro) e di anteprime gratuite e incontri con registi e attori. Ma come interpretare tanto successo? Che il pubblico sia in aumento? “Da anni – spiega Paoli – i biglietti staccati a Firenze sono circa cento milioni l’anno,

un’inezia in confronto agli 855 milioni degli anni ’50. Ma non si intravedono segnali che facciano pensare a un incremento. Anzi, è dimostrato che se aumenti l’offerta il pubblico si ridistribuisce, ma rimane sempre lo stesso”. Il che fa pensare a un presente vagamente più roseo per i sopravvissuti alle chiusure degli ultimi anni, ma a – per i cinema di quartiere - a un futuro grigio scuro tendente al nero, considerata l’avanzata delle multisala. Eppure il vicesindaco Dario Nardella ha recentemente affermato che “non c’è più bisogno di un Piano cinema”, come annunciato alla vigilia della serrata del Variety, ormai più di un anno fa. “È evidente che l’amministrazione comunale presta un’attenzione del tutto episodica al settore”, accusa la consigliera Ornella De Zordo (Perunaltracittà). Nel frattempo, però, il Comune ha dato il via libera al drenaggio di altri 385mila euro verso il cinema Alfieri: arriva così a quota un milione il costo della riapertura. Anche se la data di inaugurazione resta ignota ai più.

La card che permetteva di accedere a nove cinema cittadini a prezzi ridotti tutti i giorni della settimana, festivi compresi, è andata letteralmente a ruba: interrotta la sua distribuzione. Ma il futuro continua a preoccupare aLFieRi Via dell’Ulivo

C.R.C. anteLLa Via di Pullicciano

COLOnna Lungarno Ferrucci

Via l’amianto, una gara per la gestione

Cinemino, pizzino & birrino

Pacchetto “aperitivo e spettacolo”

Chiusa dal 2006, la storica sala di Santa Croce ha “rischiato” di riaprire diverse volte negli ultimi anni, grazie al finanziamento di 600mila euro prima e di altri 400mila poi da parte del Comune di Firenze. La ristrutturazione è avvenuta, l’amianto è stato eliminato: adesso manca tutto il resto. Per la gestione della struttura sarà bandita una gara pubblica.

Da qualche anno a questa parte il cinema del circolo dell’Antella (Bagno a Ripoli) ha lanciato l’idea scacciacrisi: si chiama “Cinemino, pizzino&birrino” e va in scena ogni venerdì sera. Con dieci euro si porta a casa la cena e lo spettacolo a ruota. Un’offerta che coinvolge ogni settimana anche molti fiorentini in trasferta.

Molti l’avevano dato per spacciato l’anno scorso, quando chiuse i battenti. E invece da pochi mesi la sala ha riaperto, con tanto di ristrutturazione generale dei locali e nuove promozioni nel carnet. Come l’apericinema: aperitivo e spettacolo in un unico pacchetto da pochi euro. Dopo, volendo, si va a cena in uno dei ristoranti della zona.

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GRANde SCHeRMO/2. Atteso, contestato, discusso: il multisala alla “prova” del pubblico

Multiplex di Novoli, la partenza è sprint Francesca Puliti

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ltre quarantamila biglietti staccati nel giro dei primi due mesi dell’anno, di cui venticinquemila solo a gennaio. Novoli c’è e non c’è solo Novoli dentro il tanto atteso, contestato, acclamato e discusso Multiplex di San Donato. In meno di sessanta giorni “The Space” è diventato il quarto cinema della provincia di Firenze, accodandosi a ben più radicate multisala del territorio. “La sensazione è che mancassero strutture del genere in questa parte di città – commenta il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi – ma dal mio punto di vista siamo solo all’inizio”. Già, perché se i residenti hanno gradito l’apertura, dopo anni di diatribe e cantieri, i primi nodi sono già venuti al pettine. Primo tra tutti quello dei posti auto. Il multisala è dotato di parcheggio autonomo, ma la mega-struttura, all’interno della quale hanno aperto diverse altre attività, è diventata un polo attrattivo di non poco conto in quest’area della città, peraltro già gravata dal peso di università, tribunale, Regione e via dicendo. Una soluzione, però, è già in cantiere. “Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di mobilitarsi affinché si possa attivare una convenzione per il parcheggio sotterraneo del parco di San Donato – spiega Gianassi – in modo che i residenti possano lasciare l’auto per lunghi periodi a prezzo ridotto”. Il secondo passo, nella tabella

di marcia del Q5, sarebbe quello di far posto all’interno del cosiddetto Multiplex a funzioni pubbliche. Lo spazio c’è, ma trattandosi di una struttura privata ci saranno da rivedere gli accordi con la proprietà. Immobiliare Novoli, da parte sua, ha già annunciato la propria disponibilità, nell’ambito della discussione di un nuovo piano di recupero dell’area (quello vecchio è già scaduto da un bel po’). Il primo servizio comunale a varcare la soglia del neo-centro commerciale dovrebbe essere una ludoteca, a grande richiesta da parte delle numerose giovani coppie che hanno preso casa in zona. A questa si potrebbero affiancare altre funzioni pubbliche/culturali. Quel che è certo, almeno per ora, è che il cinema non lieviterà: se in un primo momento si era parlato di “liberalizzazione delle poltroncine” nel pacchetto del governo Monti, il consiglio dei ministri ha fatto rapidamente marcia indietro, anche a causa delle pressioni ricevute dalla Regione Toscana. Restano nove le sale, mentre crescono le promozioni. Attiva su tutto il circuito “The Space” la tessera dedicata agli under 25: spettacoli a prezzo ridotto dal lunedì al venerdì (5 euro quelli normali, 9 euro i film in 3D). La card annuale costa cinque euro e può essere rinnovata a due euro fino al ventiseiesimo compleanno. E per chi ha già superato questa soglia sono previsti sconti di ogni genere e tipo: dall’abbonamento che evita anche le code alla cassa alla promozione per chi presenta tessera del supermercato, della libreria, dell’Ikea e via frugando tra le card accumulate nel portafogli.

PRinCiPe Viale Matteotti

aStRa 2 Piazza Beccaria

FiOReLLa Via D’Annunzio

Abbonamenti annuali per i fedelissimi

Pronto per il restyling totale

Il ristorante “attende” dopo il film

I tempi duri non hanno risparmiato neanche il Principe. Che però ha reagito e si è dotato di schermi e poltroncine nuove, pronti ad accogliere di nuovo il pubblico dopo poche settimane di chiusura. Promozioni attive anche qui, come gli abbonamenti annuali per i clienti più fedeli: poche decine di euro per qualche decina di film.

È rimasto uno dei pochi schermi singoli in città. Ma per l’Astra 2 è già pronto un progetto di restyling totale. Poltroncine a scomparsa per lasciare spazio a eventi particolari, schermo retrattile per usare il palco anche in versione teatro e bar “pensile” in galleria (che ora non c’è). Il tutto per un investimento milionario.

DEPRESSIONE, ESAURIMENTO DA STRESS, ANORESSIA, ATTACCHI DI PANICO.

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Sono problemi che oggi possono essere GESTITI E RISOLTI NUOVI AMBULATORI DI PSICHIATRIA E PSICOLOGIA COGNITIVA

Firenze, via del Sansovino, 176 - Tel. 848 81.22.21 Un servizio di A. M. G. Della Misericordia di Firenze Impresa Sociale I disturbi psichici come depressione, attacchi di panico, fobie, ansia generalizzata, esaurimento da stress, manie, disturbo bipolare, anoressia, bulimia o psicosi sono oggi fra i problemi medici più frequenti. Determinano marcato disagio sia nelle relazioni con gli altri, sia nello studio, sia nel lavoro che nelle attività di tutti i giorni. Questi disturbi sono spesso associati a problemi cognitivi nell’attenzione, concentrazione e memoria che possono insorgere anche precocemente. Esistono oggi nuovi interventi efficaci e sicuri non solo farmaceutici, per gestire e risolvere questi problemi. La scelta degli interventi e l’inquadramento diagnostico richiedono competenze specialistiche.

Da quest’anno il PIANO TERZO del PRESIDIO AMBULATORIALE della misericordia di Firenze di VIA DEL SANSOVINO 176 è interamente dedicato agli ambulatori di psichiatria e psicologia cognitiva. Per INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI SI PUO’ CONTATTARE IL NUMERO 848 81 22 21 o visitare il sito WWW.AMBULATORI.FIRENZE.IT

La crisi, qui, non si è fermata. Sarà perché le due sale di Coverciano offrono film altamente selezionati (e hanno una clientela affezionata). Ma sarà anche perché si tratta di uno dei pochi esercizi direttamente collegati a un ristorante con orario prolungato, ottimo sia per il pre che per il postcinema.


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società

Marzo 2012

IL CASO. Parla la scrittrice misteriosa che tappezza le pensiline Ataf con la sua opera “a puntate”

Ti racconto una storia, alla fermata del bus Gianni Carpini

U

na scrittrice misteriosa, una manciata di fermate dell’autobus e una storia “a puntate”, che va avanti di pagina in pagina, di settimana in settimana, grazie ai fogli lasciati a disposizione dei passeggeri. Tutto è iniziato lo scorso dicembre, quando alcune cartelline plastificate sono comparse alle pensiline Ataf di varie parti

I PRECEDENTI Mani invisibili in azione

Quei “misteri” lungo le vie

P

er le vie di Firenze accadono fatti singolari. Cartelli stradali trasformati in opere d’arte, strane facce gialle posizionate agli angoli dei vicoli, mostre “abusive” disposte lungo i muri della città. Per le vie di Firenze agiscono mani invisibili. Nella maggior parte dei casi entrano in azione nottetempo, per evitare i controlli. In gergo viene definita “guerilla art”, termine che indica performance artistiche estemporanee e non autorizzate. Incursioni che possono essere punite anche con multe, se gli autori vengono colti in fallo. Celebre in città è il caso di Clet, artista bretone salito alla ribalta delle cronache prima per aver ritoccato i cartelli stradali tramite alcune applicazione adesive (la strada senza sfondo diventa un Gesù Cristo in croce, il divieto di accesso un uomo che sostiene una striscia bianca), poi per aver installato su ponte alle Grazie una scultura in vetroresina a forma di “omino della bic” e infine per aver “disegnato” sui ponteggi di Torre San Niccolò un enorme uomo stilizzato. Qualcuno si sarà invece accorto dell’inquietante presenza delle “yellow faces”, piccole facce gialle, agli angoli delle strade del centro, ad esempio vicino alla loggia del Porcellino o addirittura sugli speroni di Ponte alle Grazie. Si tratta dell’opera di un giovane artista chiamato Bue2530, che documenta le installazioni con una serie di scatti pubblicati su Facebook. Niente più tavolozza e pennello, oggi gli arnesi del mestiere sono secchio, scopa e colla. Spam, così si fa chiamare un collettivo di artisti, attacca sui muri fiorentini manifesti e disegni spesso critici verso la società contemporanea. Un esempio? I cartelli “saldi di fine Repubblica” comparsi il 2 giugno scorso (festa della Repubblica, appunto) vicino a vari monumenti del centro cittadino. Delle regole però ci sono: non danneggiare i beni artistici e usare colla facilmente rimovibile, per non rovinare i muri.

della città. Al loro interno una pagina stampata, una poesia, un racconto. Da piazza Dalmazia a viale Michelangelo, passando per piazza Puccini e viale dei Mille, un biglietto invitava a ingannare l’attesa con una lettura. Poi, nelle settimane successive, sono comparsi altri stampati, sempre negli stessi punti, sempre con lo stesso stratagemma. Un fenomeno finito sin dal primo capitolo tra le notizie più cliccate del nostro sito (www.ilreporter.it). E così, la vicenda di una donna “nata per far battere il cuore delle donne”, come recita l’incipit di questo romanzo di strada, è iniziata a dipanarsi: su ogni foglio la trama si sviluppa, mentre i componimenti poetici con il passare del tempo (e delle pagine) si completano di nuovi versi. Dietro tutto questo c’è una penna anonima, che agisce di notte, lasciando alla fermata un dono per i passanti di domani. In alcuni casi i fascicoli vengono rimossi, in altri restano per più giorni sotto gli occhi degli avventori. Il Reporter ha rintracciato l’autrice, che preferisce non rivelare la sua identità. Si definisce una “persona semplice”, è laureata in Scienze poli-

“SONO NATA PER FAR BATTERE IL CUORE DELLE DONNE. NON SO ANCORA COSA LE SPINGE A ME. SARÀ LA MIA SIMPATIA, LA MIA VOGLIA DI VIVERE, IL MIO SENSO DI PROTEZIONE O FORSE I MIEI CAPELLI. SONO ENTRATA COSÌ NELLA LORO VITA. ABBATTENDO LE INNUMEREVOLI BARRICATE DI PREGIUDIZI, TRADIZIONI CHE SONO BAGAGLIO DI VISSUTO DI OGNI ESSERE UMANO. CHI MI HA AMATO, SA SICURAMENTE DI COSA STO PARLANDO. SA COSA HA DOVUTO AFFRONTARE. E SA ALTRETTANTO QUANTO SIA EMOZIONANTE VIVERE UN AMORE SEGRETO, NASCOSTO DAGLI ALTRI, CHIUSO IN UNA CAMPANA DI VETRO…” CONTINUA ALLA FERMATA O SU WWW.ILREPORTER.IT

Da piazza Dalmazia a viale Michelangelo e piazza Edison: il romanzo di strada di una donna “nata per far battere il cuore delle donne”, come recita l’incipit, intriga sempre più i passeggeri in attesa. Tutti i capitoli sono pubblicati su www.ilreporter.it

SMAGLIATURE ED ALTRE IMPERFEZIONI CUTANEE: LA SOLUZIONE CON IL LASER CO2 FRAZIONATO Col termine “striae distensae” ci riferiamo alle comuni smagliature che sono dipendenti dalla rottura delle fibre elastiche cutanee che crea una vera e propria lacerazione superficiale del derma. Le fasi evolutive delle smagliature comprendono una fase iniziale infiammatoria che si manifesta con strie di colore rosso violaceo denominate “striae rubrae”, una fase finale che si manifesta con strie biancoñperlacee comunemente denominate “striae albae”. Le cause di questo inestetismo possono essere riconducibili a diverse condizioni patologiche e fisiologiche tra cui: l’obesità, la crescita corporea repentina durante la pubertà, la gravidanza. Con l’applicazione del Laser CO2 questi inestetismi migliorano fino a scomparire. La tecnica da noi già precedentemente descritta riferendoci alle rughe ed alle cicatrici, applicata con parametri differenti, permette con poche sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, senza necessità di anestesia, di distendere e levigare la superficie della pelle e di farla rigenerare in profondità grazie alla stimolazione dei fibroblasti. Il tessuto cutaneo ne risulta migliorato in tono e spessore con effetto di riempimento sia a breve che a distanza di mesi. L’effetto finale comprende la possibilità di abbronzarsi nuovamente anche dove erano le striae albae (smagliature di più vecchia data di colore biancastro) mentre le striae rubre (smagliature in fase iniziale) si risolvono gradualmente fino a confondersi con il tessuto circostante.

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tiche, ha un master alla spalle e studi tra Stati Uniti e Europa. “Osservo le persone, la natura, la realtà, tutto – rivela - il mio è uno sguardo attento. Ho pensato: ‘ma guarda ‘sta gente alla fermata che si annoia’. Ho riflettuto e ho deciso. Avrei tappezzato tutte le pensiline dell’Ataf con parte della mia storia”. Così ha fatto la sua comparsa il racconto di una donna e dei suoi amori per altre donne. Un argomento tabù, che ha spinto l’autrice a farne un romanzo di strada, con il desiderio di attirare l’attenzione e di provocare. Poi c’è la passione per la scrittura, che arriva da lontano. “Tutto è iniziato quando ero adolescente – racconta - mi piaceva scrivere, in particolare poesie. Era il mio modo di sfogarmi, di sfuggire a realtà per me scomode: la prima erano i problemi di casa, la seconda me stessa. Dovevo fare i conti con le emozioni, i sentimenti che provavo per il mio stesso sesso. Decisi allora che i fogli di carta sui quali scrivevo diventassero i miei confidenti”. A distanza di qualche mese dalla loro prima comparsa, le pagine affisse alle pensiline continuano a catturare l’attenzione di molti passeggeri in attesa. Tutte sono pubblicate online anche sul sito IlReporter.it. “Essere autentici è dura. È una battaglia – conclude la “scrittrice della fermata” - mi sono liberata delle paure perché le persone, alla fine, vanno oltre e ti rispettano anche se diversa da loro. Spero che questo mio racconto sensibilizzi l’opinione pubblica e dia la forza a molti ragazzi di vivere il mondo e non di abitarlo soltanto”.


società

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IL PERSONAGGIO. Sulla Rai andrà in onda un documentario sulla vita di don Giulio Facibeni

Il sacerdote-padre sbarca in televisione Nel 1924 fondò l’Opera della Madonnina del Grappa, che in breve tempo diventò la “famiglia dei senza famiglia” e un punto di riferimento per Rifredi. Con La Pira una profonda amicizia Nicoletta Consumi

H

a salvato novemila bambini orfani e aiutato gli ebrei perseguitati dalle leggi razziali. Il suo nome è riportato nel libro dei Giusti nel museo dell’Olocausto di Gerusalemme. È don Giulio Facibeni, la cui storia sarà raccontata al grande

pubblico grazie a un documentario che vedremo il prossimo autunno sulle reti Rai. A Firenze tutti conoscono il fondatore dell’Opera della Madonnina del Grappa, inaugurata nel 1924. La struttura divenne in breve tempo “la famiglia dei senza famiglia” e rappresentò un punto

la targa commemorativa dell’aiuto del religioso ai bambini ebrei

di riferimento nel quartiere operaio di Rifredi. Il documentario, diretto dalla regista Francesca Elia, permetterà di far conoscere l’esperienza di grande umanità di don Facibeni fuori dai confini della Toscana. Tutto è pronto per le riprese, che saranno effettuate questo mese grazie al racconto di Mario Graev, 86 anni, uno dei “figli” di Don Facibeni. Graev, già professore universitario, è oggi il presidente dell’unione figli della Madonnina del Grappa. “Don Giulio seppe sostituire i miei genitori con un amore delicato – dice – non è stato solo un sacerdote, ma un padre. Ai ragazzi grandi che frequentavano l’università don Facibeni aveva assegnato l’incarico dell’insegnamento nelle scuole interne all’Opera. Ci ha educati ricorda – al senso di responsabilità verso gli altri”. “Ero un adolescente ebreo – spiega Louis Goldman, fotografo cinematografico - e sono scampato alla deportazione grazie a don Giulio. Guardò me e mio fratello e, incuriosito e gentile, ci disse ‘venite qui’: nei giorni seguenti scoprimmo che non eravamo i soli...”.

la statua di don

Facibeni

davanti alla

Era il 1912 quando don Facibeni arrivò come vicario nella Pieve di Santo Stefano in Pane, a Rifredi. La parrocchia era una vera terra di missione. Un quartiere nuovo, teatro di continue contrapposizioni politiche e divisioni sociali. Fu immediato il suo impegno nell’organizzazione di doposcuola e scuole serali per gli operai. In seguito fondò il nido per i figli dei richiamati in guerra. Nel 1916 fu inviato al fronte come cappellano militare, e là si distinse per azioni coraggiose e di misericordia anche nei confronti di austriaci feriti in prossimità delle trincee italiane. Nel 1924 fondò l’Opera della Ma-

Pieve

di

Santo Stefano

in

Pane

donnina del Grappa a Rifredi, per assistere i piccoli orfani dei soldati che, in punto di morte, lo avevano implorato: “Padre, non abbandoni i miei figli”. La Pira, appena nominato sindaco di Firenze nel 1951, gli conferì il titolo di cittadino benemerito di Firenze: i due erano legati da una profonda amicizia, tanto che l’ultimo desiderio di La Pira fu quello di essere sepolto nel cimitero di Rifredi accanto al sacerdote. Don Giulio morì il 2 giugno 1958: al suo funerale, in Duomo, parteciparono 150mila persone, provenienti da Firenze e provincia, dalla Toscana e dalla Romagna.

LA RIABILITAZIONE URO-GINECOLOGICA E UROLOGICA

I problemi uro-ginecologici e urologici sono, ad oggi, una delle problematiche che maggiormente condizionano la qualità della vita sia da un punto di vista sociale che relazionale, sopratutto nel sesso femminile. Nonostante il crescente interesse da parte del settore sanitario, risulta difficile quantificare la reale diffusione di tali problematiche. Gli studi epidemielogici, sicuramente, presentano una sottostima di tali valori per due motivi: l’imbarazzo del paziente ad esporre il problema e la convinzione che, dopo una certa età e dopo una gravidanza, siano condizioni normali. La riabilitazione si pone l’obiettivo, attraverso la prevenzione e la tempestività di intervento, di stabilizzare e migliorare il quadro clinico del soggetto diminuendo la necessità di ricorrere a interventi chirurgici e a terapie farmacologiche. La rieducazione del pavimento pelvico è complessa e, spesso, composta da più di una modalità terapeutica: un corretto colloquio e una visita specialistica permettono di inquadrare il problema e agire con un approccio terapeutico mirato e personalizzato.

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IN QUALI CASI SERVE LA RIABILITAZIONE URO-GINECOLOGICA E UROLOGICA? Rilassamento della muscolatura pelvica (es. post-gravidanza, invecchiamento...) Incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza e mista Dissinergie muscolari Prolasso (fuoriuscita) di 1° degli organi pelvici Incontinenza fecale e ipotonia dello sfintere anale Dispareunia causata da ipertono muscolare Ipertonia dei muscoli pelvici Dolore pelvico cronico Problematiche post-chirurgiche DI COSA SI AVVALE LA RIABILITAZIONE URO-GINECOLOGICA E UROLOGICA? terapia comportamentale kinesiterapia Presa di coscienza del pavimento pelvico Eliminazione delle eventuali sinergie Rinforzo muscolare attivo Stretching Automatizzazione dell’attività muscolare in relazione ai gesti quotidiani Elettrostimolazione Biofeedback

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“LA CONSAPEVOLEZZA di avere un problema è la chiave che apre la porta alle possibili soluzioni” “Fondazione Italiana Continenza” PRENOTAZIONI: Lunedì - Venerdì: 8.00 - 20.00 Sabato: 8.00 - 13.00 via del Sansovino - Tel. 848 812221

FIRENZE - Via del Sansovino, 176 E-MAIL: poliambulatorio@misericordia.firenze.it AMBULATORI della Misericordia di Firenze RIABILITAZIONE uro-ginecologica e urologica Dott.ssa Federica Boscaleri Fisioterapista

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IL PUNTO. Dopo un brutto inverno, quella alle porte sarà una stagione decisiva sotto molti aspetti

Firenze attende una primavera viola Dal mercato allo stadio, dal futuro della dirigenza (a partire dal direttore sportivo) a quello dei gioielli – uno su tutti – che si sono messi in luce quest’anno: per l’universo gigliato è il momento delle scelte chiave

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l bello del calcio è anche la sua diversa cadenza del tempo. Perché nel mondo del pallone si possono cambiare le scenografie come sul palco di un teatro, e da un momento all’altro stravolgere l’ambientazione di un’intera scena, o di tutto un atto. Bellezze, e stranezze, della Dea Eupalla (protettrice dei pestipedatori), che tutto osserva sui rettangoli verdi. Anche quando una domenica sei contorniato di fischi e, due settimane più tardi, in striscia positiva. È di certo anche questo il bello del calcio. E le due vittorie consecutive con Siena e Udinese di Jovetic e compagni, a cavallo tra gennaio e febbraio, lo testimoniano. A suo modo, a Firenze, un pizzico d’aria fresca in più si è sentita, e non solo per le gelide folate di vento degli ultimi tempi. Già, proprio Jovetic. Uno del quale si diceva che avrebbe avuto bisogno di un po’ di tempo in più per recuperare (del tutto) dall’infortunio terribile al ginocchio. E che, invece, a suon di gol fa già parlare mezza Europa di sé. Piaccia o meno, di fatto, nascondere il luccichio di questo gioiello diventa, gara dopo gara, più complicato. Ed è il dibattito che subito si è aperto intorno a JoJo a rimandare, ancora una volta, il pallone sulla sponda dei Della Valle. Così come del resto capitato in occasione delle risposte piccate di Corvino sul suo futuro (leggere alla voce “pausa di riflessione”), o poco dopo, quando c’è stato da fare riferimento allo stadio mentre Fiorentina e

Comune presentavano una lodevole iniziativa insieme, ancor prima che lo stesso sindaco Renzi preannunciasse l’arrivo di un reale progetto di riqualificazione dell’area Mercafir. Da qualsiasi parte si osservi il momento in casa viola, in altri termini, è di quelli decisivi. Pensare che, si diceva, sarebbe stato gennaio il mese decisivo della Fiorentina, e già la primavera all’orizzonte diventa di quelle campali. Dopo l’ultima finestra invernale di mercato, la Fiorentina ha ora l’opportunità di lasciarsi alle spalle il cambio di tecnico, prima, e una sessione di mercato non indimenticabile, poi. Sempre che, in primis la proprietà, ancor prima della dirigenza, faccia immediata chiarezza. Sul futuro, su quello della squadra e del suo simbolo, Jovetic. E ancora sulle prospettive di un impianto nella zona proposta dal Comune o sul direttore sportivo che, da giugno, dovrà continuare a ricostruire questa squadra. Nel calcio, del resto, il futuro è sempre dietro l’angolo. E il domani diventa prestissimo l’oggi. Poi, ovviamente, toccherà alla squadra. E alla capacità del suo allenatore Delio Rossi di proseguire sulla strada della continuità nei risultati e nel gioco. E dopo il tour de force che ha chiamato i viola sul campo a scadenze regolari e ravvicinate tra loro, dettato anche dai rinvii delle partite di Bologna e Parma per il maltempo, il domani sarà davvero dietro l’angolo, perché il futuro della stagione (e non solo) viola dipenderà molto da come la Fiorentina riuscirà a uscire da questo periodo. Insomma, dopo un brutto inverno i viola aspettano la primavera. In tutti i sensi.


sport

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IL PERSONAGGIO. Sarà il talento montenegrino uno dei protagonisti delle trattative estive

Gli occhi del calcio su Stevan Jovetic I top club, soprattutto inglesi, hanno già spedito i loro osservatori, e le offerte a suon di euro (e sterline) sono dietro l’angolo. Storia di un “giovane veterano”

AMARCORD. Nuova puntata di una sfida che non potrà mai essere “normale”

Arriva la Juventus, è tempo di vendette Q

Jo-Jo

uesto mese, al Franchi, arriva la Juventus: c’è da vendicare il 2-1 dell’andata. E molte altre vicende successe in passato. Se per molti italiani la squadra bianconera è la Signora più amata, diverse – molto diverse – sono le cosa in riva all’Arno. Dallo scudetto cucito sul petto della Juventus, ma nel cuore dei fiorentini, del 1981/82, i bianconeri sono riconosciuti come il “nemico” numero uno. Una stagione difficile si può trasformare in un buon campionato vincendo contro la Juventus. Uno dei successi più belli rimane quello firmato dalla “B2” Baggio-Borgonovo. I due giocatori realizzano 29 dei 44 gol totali messi a segno in campionato dalla Fiorentina: 14 Stefano Borgonovo, uno in più Roberto Baggio. Il più bello quello realizzato proprio contro la Juventus, quando il punteggio era ancorato sull’1-1. Era la stagione dell’esplosione di Borgo-gol, preso in prestito dal Milan all’inizio del campionato del 1988. Anche grazie a quel gol, Borgonovo viene chiamato in Nazionale. Capitolo a parte spetta alla vittoria più amara, quella dopo la cessione di Roberto Baggio. Il Divin Codino rimane a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando viene acquistato dai torinesi per la cifra record, a quei tempi, di 25 miliardi di lire. L’allora procuratore Antonio Caliendo ha in seguito narrato un episodio singolare al riguardo: “Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio passò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai giornalisti, gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Fu un gesto imbarazzante. Io dissi che il ragazzo andava compreso: era come se avessero strappato un figlio alla madre. Ammetto che, quella volta, rimasi molto colpito anch’io”. Ma la lontananza non spegne i grandi amori, e così fu. Baggio, infatti, restò per sempre legato a Firenze e ai colori viola, suscitando non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Poi, negli anni ‘90, come non ricordarsi di Fiorentina-Juventus 3-0. Nei viola giocava un certo Re Leone, e il terzo gol fu uno splendido tiro di Anselmo Robbiati al 34’ del secondo tempo, con un colpo da /Lor.Mos. biliardo di sinistro.

in azione

Lorenzo Mossani 1216892

S

tevan Jovetic sempre più al centro del mercato. Sarà lui, sembra, l’obiettivo estivo della Juventus, che si prepara a una lunga trattativa. E anche dal Montenegro arrivano voci che vorrebbero il gioiellino viola, nella stagione 2012/2013, lontano da Firenze, dopo il suo prolungamento di contratto. Le offerte ci sarebbero già, e superiori ai trenta milioni di euro. Sterline, soprattutto, visto che offerte vicine ai quaranta milioni sembrano pronte dalle due squadre di Manchester e dal Chelsea. I top club hanno spedito i loro osservatori alle partite interne della Fiorentina solo per lui, Stevan Jovetic, che intanto continua a far innamorare la città a suon di gol. Un giocatore, anzi un campione, che si fa apprezzare non solo per le sue reti, non solo per il suo talento, ma anche per l’empatia con i ragazzi di Firenze. “L’ho incontrato, avevo la sua maglia, l’ho rincorso ma lui è salito in casa sua - racconta un giovane calciatore di una società di Campo di Marte - poi lo abbiamo visto e lo abbiamo salutato. Questo è il risultato – sorride – ecco la maglia autografata”. Un campione di cui Firenze non si vuol privare. In poco tempo, Jovetic sta diventando una bandiera della Fiorentina. E per Firenze avere una bandiere è (quasi) come vincere uno scudetto. La

maglia è la maglia. Al momento la società ha risposto “no” alle offerte arrivate per il montenegrino, e la città spera che continui a farlo. Ma dove è sbocciato il talento di questo giovane veterano? Jovetic inizia la carriera a Podgorica, nel 2000, con la maglia del Mladost, dove mette in mostra le sue qualità tecniche, tanto da venir presto considerato uno dei maggiori talenti del calcio montenegrino. Nel 2003 passa al Partizan Belgrado, dove fa una brevissima esperienza nelle selezioni giovanili prima di arrivare in prima squadra. Nell’aprile 2006 diventa il sesto giocatore più giovane in assoluto a esordire nella massima divisione del campionato di calcio serbo contro il Voždovac, a 16 anni. Nell’agosto del 2007, ancora minorenne, accompagnato dal padre, pone la firma sul suo primo contratto da professionista. Non ancora diciottenne diventa capitano della rappresentativa Under 21 del Montenegro ed esordisce con la Nazionale maggiore del suo paese. Il passo verso la notorietà è breve: in una sessantina di presenze con la maglia del Partizan segna 25 reti, sei delle quali firmate nelle prime otto giornate del campionato 2007-2008, e sfoggia prestazioni tali da essere inserito dal Sun nella lista dei migliori venti talenti al mondo. Da lì è storia viola. Una “never ending story”, sperano i tifosi.

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sport

Marzo 2012

BASKeT. Intanto si gettano le basi per il futuro. A tu per tu con il ds Jacopo Del Lungo

Obiettivo salvezza per la Brandini-Claag Simone Spadaro

potrebbero vestire la maglia biancorossa nel futuro prossimo. Molti sono sul taccuino di Del Lungo che, però, mantiene il riserbo, altri nomi vengono fuori da voci sottocanestro. Si parla di Mario Gigena, esperta ala del 1977, ora a Fabriano; Andrea Colli, ala di due metri del 1988, oggi a Verona; Daniele Demartini, play di ventiquattro anni in forza alla Virtus Bologna. E ancora di Francesco Quaglia, ventiquattrenne, anche lui con i felsinei; Jakub Wojciechovski, ventitré anni, ala centro della Benetton Treviso, e German Scarone, 37 anni, play italo-argentino con un curriculum di tutto rispetto, avendo già vestito le maglie di Mens Sana Siena, Virtus Bologna e Scavolini Pesaro. Oggi Scarone è a Piacenza, ma gradirebbe molto dare una mano alla Brandini-Claag. Sarebbe il giocatore esperto che serve ai gigliati per poter fare il salto di qualità. Su di lui pesano solo le condizioni fisicoatletiche. Comunque, il lotto dei giocatori è ricco e la piazza fiorentina è molto gradita. “Chiediamo poi maggiore tranquillità – conclude Jacopo Del Lungo – anche per quel che ruota attorno alla società. Vogliamo alcune certezze per poter avere la possibilità di realizzare il nostro progetto”. Che, senza alcun dubbio, è molto ambizioso.

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arà difficile evitare i play out per la Brandini-Claag Firenze Basket ma, mentre si farà di tutto per scongiurare la retrocessione, si pensa già al futuro. Sono già in corso contatti con giocatori che potrebbero essere utili per la prossima stagione. Sia giovani che possano sposare il progetto in tempi più lunghi che giocatori più esperti in grado di dare una sterzata alla squadra. “Quest’anno abbiamo già fatto un gran lavoro dal punto di vista societario – spiega il direttore sportivo dei biancorossi, Jacopo Del Lungo – e l’obiettivo rimane quello di salvarsi. Siamo rammaricati del fatto che almeno cinque partite le abbiamo perse per poco. Avremmo potuto avere una classifica migliore. L’infortunio a Rabaglietti, inoltre, ha complicato ulteriormente la situazione. Ci manca l’esperienza. L’obiettivo, per quest’anno, è far crescere questo gruppo in tranquillità”. Ma, intanto, si stanno già buttando le basi per il futuro. “Il presidente Luca Borsetti sta lavorando per quanto riguarda le sponsorizzazioni e il rafforzamento della società sotto tutti i punti di vista, da parte mia ho iniziato a prendere contatti con i vari procuratori e ci stiamo attrezzando. Vogliamo allestire una squadra che possa ben figurare nella Divisione Nazionale A – prosegue Del Lungo – anche il prossimo anno. Il nostro piano era triennale. Un campionato dove l’obiettivo era la salvezza, quello attuale, un campionato tranquillo dove poter crescere, il prossimo, e uno per tentare la promozione, fra due anni”. E proprio per centrare questo obiettivo si stanno rincorrendo tanti nomi. Almeno sette sono coloro che

PALLA OvALe. Un inizio difficile, poi uno sponsor importante e alcuni rinforzi

Riprende la “marcia” del rugby fiorentino

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opo un inizio travagliato per la mancanza di sponsor e la non permanenza in squadra di Dean Cummins, tornato in Nuova Zelanda dopo un infortunio alla caviglia che lo ha fatto dannare (sembrava quasi guarito per i medici), è tornata la luce sull’ovale fiorentino. Prima è arrivato uno sponsor importante, l’Aeroporto di Firenze, poi l’acquisto del giovane pilone laziale Mirko Rapone e il rientro in squadra dell’argentino Marcelo Segundo. Mirko, classe ‘91, è un nazionale Under 20 da 121 kg per 188 cm. Nato a Colleferro e cresciuto nelle giovanili del Segni, Mirko proviene da L’Aquila Rugby dopo aver militato nel Parma e nei Crociati, ed

è considerato un talento dal futuro assicurato. “Dopo tante vicissitudini ce l’abbiamo fatta, sono contentissimo. Non vedo l’ora di cominciare a giocare e poter dimostrare sul campo quello che valgo. Riguardo la società devo dire che a livello rugbistico non mi aspettavo una squadra così motivata. Conoscevo poco il Firenze e sono rimasto veramente esterrefatto dal cuore che hanno i ragazzi e dell’organizzazione che c’è in questa società. A livello di città, Firenze è bellissima, si sta molto bene”, aveva detto al suo arrivo. E ora Firenze, sistemate le problematiche, sta tornando a marciare a un rit/L.M. mo da prima della classe.

PALLANUOTO. Lapi protagonista agli Europei

LA RUBRICA DELL'AVVOCATO

L’Allegra d’oro. In azzurro

A CURA DI GUGLIELMO MOSSUTO Avvocato in Firenze

L’ex torna a casa dai genitori? Ha comunque diritto al mantenimento. I molti danni collaterali di tale considerazioni giuridiche riguardano senza dubbio colui il quale, tra i coniugi separati, è gravato dall’assegno di mantenimento. Quest’ultimo infatti potrebbe non dover mai smettere di corrispondere l’assegno. La modifica delle condizioni di separazione o di divorzio, alla luce di una mutata condizione economica in positivo del coniuge che se ne avvantaggia, potrebbe portare ad un provvedimento del giudice che elimini la corresponsione dell’assegno. Tuttavia con la sentenza in esame ed il nuovo indirizzo giurisprudenziale c’è il rischio che il coniuge gravato dell’assegno sia costretto a sopportare vita naturaldurante, anche a mutate condizioni economiche in melius della ex, questa immancabile “tassa”. In poche parole si giungerebbe alla situazione paradossale in cui il marito si trovi costretto a versare alla ex un assegno a vita, e la stessa a non essere in alcun modo stimolata a modificare la situazione di fatto, ad esempio cercandosi un lavoro. Alla luce di queste considerazioni, e da ciò che potrebbe derivare da decisioni di questo genere, sarebbe forse più indicato modernizzare l’istituto del divorzio e sradicarlo dai soli elementi economici che ormai canalizzano l’intero procedimento. Più utile e costruttivo sarebbe concentrarsi sulle reali potenzialità dei due ex coniugi di ricostruirsi una vita, piuttosto che adagiarsi sui cocci di quella precedente.

COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA

La decisione n. 19579 del 2011, di recente emanata dalla Corte di Cassazione, si pone in netta controtendenza con i precedenti orientamenti giurisprudenziali, e di certo scontenterà i più. Con la sentenza in esame la Suprema Corte ha difatti stabilito la permanenza del versamento dell’assegno familiare anche quando la ex moglie torna a vivere a casa dei genitori. Non solo. In tal caso il mantenimento dovrà essere ugualmente corrisposto anche se la ex beneficia di una pensione di invalidità (seppur di poco conto). Appare, dunque, di chiara evidenza la particolarità della decisione che ha radicalmente sovvertito la sentenza di merito della Corte d’Appello di Bologna, che precedentemente si era pronunciata sulla questione. In secondo grado, la Corte territoriale, aveva ritenuto che la residenza presso i genitori e la percezione di un assegno di invalidità, esonerassero il marito dal pagamento dell’assegno in quanto sarebbe venuto meno lo stato di bisogno. La Suprema Corte di contro, accogliendo il quinto motivo sulla base della illogicità della decisione presa in appello, ha ritenuto che la gravità della situazione economica non può ritenersi superata né in base al percepimento di una pensione di invalidità palesemente insufficiente a far fronte ai bisogni primari di una persona, né dalla convivenza con i genitori. Questa, continua la Cassazione, potrebbe essere una condizione passeggera non potendosi considerare, la donna, costretta a vivere in famiglia. Ebbene, se da una parte tale decisione potrebbe apparire legittima e logica per le considerazioni svolte dalla Suprema Corte, dall’altra costituisce un precedente da non sottovalutare ed avrà con ogni probabilità risvolti non tanto positivi.

L

Firenze, Viale dei Mille n. 82 avvocatomossuto@tin.it

avvocatomossuto@tin.it

1205084

a pallanuotista d’oro. Allegra Lapi da Bagno a Ripoli, attaccante della Menarini Fiorentina Waterpolo, è stata protagonista, col Setterosa, dell’oro europeo di pallanuoto. Vincere un europeo con la nazionale azzurra non è da tutti e la soddisfazione per questo trionfo scorre ancora nelle vene. “Ero assente dal giro azzurro dal 2006, l’anno in cui vincemmo l’argento agli Europei di Belgrado – racconta Allegra Lapi – e adesso tornare in azzurro e vincere è stato il massimo. Ci siamo preparate per due settimane e abbiamo dato il massimo dalla prima all’ultima gara. Eravamo tutte consapevoli di poter centrare l’obiettivo. Posso dirlo? È stata una vera vittoria del gruppo. Eravamo 13 tigri con una gran voglia di portarci l’oro a casa. Nella finale – continua - sono stata in panchina ma ho vissuto, lo stesso, tremila sensazioni in un istante. Questo mio primo oro europeo è stato un vero e proprio crescendo di sensazioni indescrivibili, con il vibrante successo contro la Russia che ci ha aperto la strada per la finalissima”. Un gol contro la Spagna, una doppietta alla Germania, poi Allegra è stata la protagonista assoluta del match contro l’Olanda,

allegra lapi

quando ha segnato quattro reti che hanno proiettato le azzurre in semifinale. Paradosso incredibile, il titolo europeo non le qualifica a Londra 2012: il pass per le Olimpiadi andrà conquistato nel torneo preolimpico di Trieste, dal 15 al 22 aprile. “Sono laureanda in Farmacia – dice di sé Allegra – e mi mancano solo due esami e la tesi. Sono due gli obiettivi che mi sono posta nel prossimo futuro: le Olimpiadi e la laurea. Spero di poter realizzare entrambi questi desideri velocemente. Abbiamo capito di essere forti. A Trieste ripartiremo da zero ma abbiamo tutta la consapevolezza di poterci /Sim.Spa. qualificare”.


sport locale

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L’APPUNTAMENTO. Molti hanno ancora negli occhi (e nei muscoli) il ricordo della scorsa edizione

Di corsa verso un’altra Firenze Marathon Carlo Marrone

Sono già partite le iscrizioni alla gara del 2012, in programma il prossimo

I

25 novembre. Chi deciderà di partecipare entro il 15 maggio potrà farlo

l grido “corri Forrest, corri” al passaggio di qualche corridore (specialmente sotto la pioggia) era, spesso, un modo di deridere l’atleta con ironia goliardica fiorentina, ma ora non è più così. Viene da pensare: “Com’è bravo, si prepara alla maratona, farebbe bene anche a me”. Molti, infatti, hanno ancora negli occhi o nei muscoli l’edizione 2011 della Firenze Marathon, ma gli organizzatori sono già al lavoro – dalla loro sede in viale Fanti, nel quartiere 2 - per la ventinovesima edizione, quella del 2012, prevista per il prossimo 25 novembre. Le adesioni sono già aperte e, fino al 15 maggio, è possibile iscriversi a un costo agevolato: trentacinque euro per gli italiani, cinquanta euro per i podisti stranieri. Il modulo d’iscrizione deve essere presentato insieme alla ricevuta di pagamento e alla copia del tesserino Fidal/Uisp o di altri enti di promozione sportiva o del certificato medico per la pratica dell’attività agonistica via fax, mail o posta. Un’opportunità da non perdere, quindi, per partecipare alla prossima Firenze Marathon, il principale evento sportivo di corsa su strada che si svolge in Toscana e che, insieme a Roma, è ormai di diritto la maratona internazionale più importante d’Italia e tra le prime venti al mondo per numero di partecipanti e qualità. Il percorso fiorentino si snoda attraverso scorci paesaggistici e monumenti di una bellezza unica. Dalla scorsa edizione è inoltre previsto un nuovo tracciato che tocca i luoghi più affascinanti di Firenze, come piazza del Duomo, piazza della Signoria, Ponte Vecchio e tante altre strade e piazze ricche di storia e cultura, prima di concludersi nella solenne maestosità di piazza Santa Croce. Il percorso

a un costo agevolato. Nella sede di viale Fanti fremono già i preparativi è senza dislivelli, come previsto dalle norme Iaaf, e sempre su strade asfaltate. La Firenze Marathon è inserita nel calendario ufficiale delle maratone internazionali, certificata Aims e riconosciuta dalla Iaaf. È il fascino unico e avvolgente di secoli di arte, storia e cultura che accompagna, passo dopo passo, i podisti lungo i 42 chilometri e 195 metri, un’emozione unica che solo chi ha corso a Firenze può raccontare, e che ha trasformato la classica della città del Giglio in un appuntamento irrinunciabile per migliaia di sportivi e appassionati provenienti da ogni angolo del mondo: nel 2011 erano quasi novemila gli iscritti alla ventottesima edizione. Tra loro anche il sindaco Matteo Renzi che, da quando ha indossato la fascia tricolore, ha sempre partecipato alla maratona della città, cercando di volta in volta di migliorare il suo risultato e scommettendo sul tempo d’arrivo: l’ultima volta è arrivato in piazza Santa Croce in 4 ore, 11 minuti e 1 secondo. “Sono soddisfatto e contento del risultato anche perché ho migliorato di mezz’ora il tempo ottenuto l’anno scorso alla mia prima maratona”, aveva dichiarato un sindaco stremato a fine corsa 2011. E chissà a quale risultato ambirà il prossimo 25 novembre. Ma il “rottamatore” non è stato l’unico vip a prendere parte alla corsa: anzi, era in ottima compagnia. Vip o Nip, comunque, l’importante è che lo sport trionfi. Ed è per questo che la corsa alle iscrizioni per l’edizione 2012 è già partita.

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L’INTeRvISTA. Il 28 marzo, all’Obihall, Alessandro Mannarino presenterà il suo ultimo album

Il romano amico dei minatori grossetani Giovane ma già apprezzato in tutta la penisola, il cantautore sta facendo

THe SARTORIA

parlare di sé ben oltre i confini della capitale. Ora torna in Toscana per

Dal cibo alla moda in un unico spazio

la seconda volta, dopo il concerto estivo a Fiesole. Prima, però, si racconta a Il Reporter: dall’amore per i teatri a quello che spera di fare da “grande” Ludovica V. Zarrilli

U

n enfant prodige del pentagramma, così l’hanno definito in molti. Una di quelle voci, con quelle storie da raccontare e quello charme un po’ bohemien, che forse mancavano dai tempi del primo Vinicio Capossela. Alessandro Mannarino, classe 1979, sta mietendo vittime tra gli appassionati di musica d’autore, convincendo con i suoi brani un po’ scanzonati ma sempre accorti e profondi anche i critici più scettici. A Firenze arriva il 28 marzo, all’Obihall, dove presenterà le canzoni del suo secondo disco, Supersantos, che già avevano riscosso un gran successo la scorsa estate al Teatro Romano di Fiesole. Da romano doc, com’è il suo rapporto con Firenze e la Toscana? Sempre molto molto buono, il concerto a Fiesole dell’estate passata lo ricordo come uno dei più belli in assoluto. In più ho vari amici in Toscana, c’è una locanda speciale a Montemerano in provincia di Grosseto a cui sono molto legato, ho una bella amicizia col coro dei minatori di Santa Fiora che ho conosciuto grazie a Simone Cristicchi. Devo dire che professionalmente parlando gli organizzatori dei miei concerti in Toscana sono veramente in gamba. Ma, soprattutto, sono cresciuto ascoltando i Litfiba. Ieri al Teatro Romano, oggi all’Obihall: quali sono i luoghi dove un giovane cantautore ama esibirsi? I teatri sono bellissimi, amplificano i sentimenti e le emozioni. Poi ci sono i grandi spazi, dove l’atmosfera è completamente diversa. Comunque credo di preferire situazioni non dispersive. Poi però penso che il ristorante dove vai a cenare sia importante, ma prima ancora servono appetito, ingredienti buoni e una bella compagnia. È stato etichettato come una sorta di Trilussa della musica. Canta in romano senza dimenticare di dare quel guizzo sagace e allo stesso tempo profondo ai pezzi. Da cosa prende ispirazione?

Dal mondo che vivo, dalle esperienze che faccio, dai libri che leggo. Quando ha deciso che la musica sarebbe diventata la sua strada? A sedici anni, quando ho cominciato a suonare e a scrivere canzoni, ci ho fatto un pensiero. Dopo quattro anni ero completamente rapito dalla faccenda, quattro anni più tardi suonavo sempre, in giro, ovunque capitasse. Non sono andato a ritirare il diploma di laurea. Cinque

anni dopo ho registrato il mio primo disco. Ad oggi non ho ancora ritirato la laurea. Come si immagina tra dieci anni? E quali sono i progetti musicali per il prossimo futuro? Mi immagino di essere cresciuto, di essere più responsabile e meno incasinato di oggi, di avere dei figli e di avere capito alcune delle cose che oggi non capisco. I progetti musicali sono una colonna sonora e il prossimo disco.

LA KeRMeSSe. Riecco “Taste”, con suggerimenti, strumenti e incontri ad hoc

La Leopolda apre le porte ai gourmet G

ourmet di tutto il mondo, unitevi! Alla Stazione Leopolda torna, per il settimo anno consecutivo, “Taste”, la kermesse che mette il gusto al centro dell’attenzione. Eventi, novità, presentazioni, racconti e tutto quello che ruota attorno al mondo della buona cucina per tre giorni, dal 10 al 12 marzo, avrà come casa la stazione nei pressi di Porta al Prato, che per l’occasione si vestirà di tutto punto, per trasformarsi in un salotto per gourmand. Un evento imperdibile per gli appassionati di mangiare e star bene, dove si danno appuntamento i migliori operatori internazionali dell’alta gastronomia, ma anche il sempre più vasto e appassionato pubblico dei foodies. Cinque le sezioni in cui la kermesse è suddivisa, per meglio individuare le aree di interesse. Tour è il percorso alla scoperta e all’assaggio dei prodotti di 250 aziende, selezionate tra le produzioni di nicchia e d’eccellenza provienienti da tutta Italia. Tools accompagna i visitatori tra gli strumenti dello chef, ma anche quelli di chi ama stare tra i fornelli, tra oggetti di food & kitchen design, capi di abbigliamento, attrezzature e proposte innovative per la cucina. Non può

mancare all’appello uno Shop, vero e proprio department store di cibi esclusivi, dove sarà possibile acquistare tutto ciò che viene assaggiato durante il tour, ma anche ciò che ancora manca all’appello in una cucina degna di essere chiamata tale: oltre 1.500 prodotti in catalogo per più di 21mila pezzi venduti la scorsa edizione. Ma, se è vero che cucinare non significa solo fare esperimenti tra un fornello e l’altro, non può non esserci un Ring dedicato agli incontri, un’arena cultural-gastronomica orchestrata da Davide Paolini, il “Gastronauta”. Qui i protagonisti del mondo del cibo si sfideranno sui temi più caldi legati alla tavola contemporanea. In più, un ricco programma di eventi - mostre fotografiche, presentazioni di libri, gare di cucina - organizzati da Pitti Immagine e dagli espositori, accenderà i riflettori sui protagonisti del mondo del gusto. Dulcis in fundo c’è Fuori di Taste, il programma off del salone che accende la città e i suoi luoghi d’eccezione con cene e degustazini a tema, spettacoli e performance creative, eventi e modi nuovi di presentare il /C.G. cibo di qualità. Insomma, non resta che dire... buon appetito.

C’

è chi l’ha definito concept space, e chi multi-tasking. Secondo Paolo Manciocchi, art director di ThesARToria, è più “una succursale della discarica di Case Passerini, data la quantità di roba diversa che si trova accatastata dentro. E’ pur vero che può essere utilizzata per tutto, dalla cena con amici che sembra fatta a casa ma non lo è alla presentazione di un libro, dalla mostra al set fotografico fino a una sfilata”. Fughiamo ogni dubbio intanto; ThesARToria non è mai stata una vera e propria sartoria. Sì, il nome richiama tutto quello che è costume e cucito, ma il discorso in realtà è molto più ampio. Lo spazio nasce come un omaggio a tutto ciò che è fatto con le mani, artigianale. Ma come si è evoluto questo spazio creativo in una piccola stradina del centro com’è via San Zanobi? “E’ nato tutto per gioco, – continua Paolo – anticamente qui si trovava uno studio di grafica, prima ancora una piccola fabbrica, poi un laboratorio orafo e scuola di danza. La Fake Factory, attiva nel settore di video design e arte contemporanea rilevò lo spazio e a luglio del 2011 ci chiamò per sentire se avevamo idee su come sfruttare questo posto, troppo grande per adibirlo solamente a studio”. ThesARToria fondamentalmente è un parco giochi; il set fotografico viene usato regolarmente per i fini più disparati. “E’ uno spazio di formazione dove vogliamo attivare a breve una serie di corsi e workshop (trucco, acconciatura, modisteria, sartoria), è uno spazio di incontro dove ogni 15 giorni mi diverto a cucinare per chiunque voglia venire a passare del tempo insieme e magari partorire progetti culturali”. “Quando l’ho creata, insieme a Diana Ferri, che si occupa più della parte moda, fashion, costume l’ho pensata come un porto di mare, uno spazio più aperto possibile, dove poter coinvolgere con facilità fotografi, designer, architetti, costumisti o semplici curiosi. Anche sul fronte web vorrei fosse recepito così. Adesso abbiamo sì un sito, ma è statico, e il pubblico può solo ricevere informazioni, non parteciparvi; è per questo che stiamo mettendo su un sito internet gestito come un blog per avvicinare la gente e fare in modo che siano loro a intervenire sulle nostre attività”. “Non ci fermiamo solo a via San Zanobi; ultimamente abbiamo creato degli abiti per una ditta tedesca che produce tessuti che sono stati poi esposti in occasione di Pitti Uomo in uno spazio in via dei Fossi, il “10 Rosso”. E visto che non sappiamo stare con le mani in mano, collaboriamo anche con la scuola di danza jazz contemporanea capitanata da Maria Bazzani per alcuni eventi”. ThesARToria collaborerà anche al progetto “non sono clandestino” di Mark Abouzeid, /G.S. che diventerà una mostra fotografica.


cultura

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TRAdIzIONe. Fino al 1750, a Firenze, il primo giorno dell’anno corrispondeva con l’Annunciazione

Capodanno? Si festeggia il 25 marzo Caterina Gentileschi

N

on tutti lo ricordano, qualcuno cerca di andare indietro con la memoria e qualcun altro, a vedere gli sbandieratori in piazza della Signoria e il mercato in piazza Santissima Annunziata, si trova catapultato nel bel mezzo di una festa che non sa di preciso quali radici abbia. Per fugare ogni dubbio e raccontare una volta per tutte la genesi di una ricorrenza made in Florence, spieghiamo qual è la genesi del Capodanno fiorentino, che da secoli si festeggia il 25 marzo. La nascita di questa festa - che ha continuato a essere celebrata ufficialmente come il primo giorno dell’anno fino a tempi relativamente recenti e anche a dispetto dell’entrata in vigore del calendario gregoriano nel 1582, che fissava l’inizio dell’anno al primo di gennaio - affonda le radici nella tradizione cattolica della città di Florentia e al suo legame con la vergine Maria, strettissimo fin dall’antichità. Il 25 marzo, infatti, corrisponde alla data della visita dell’arcangelo Gabriele a Maria, che le diede l’annuncio della nascita di Cristo e che quindi corrisponde, in un certo senso, al “concepimento” di Gesù, esattamente nove mesi prima del parto. Ecco svelato l’arcano del Capodanno fiorentino, in occasione del quale, secondo la tradizione, arrivavano in città migliaia di persone dal contado, che si riversavano in piazza Santissima Annun-

ziata, dove si venerava (e i credenti la venerano tutt’oggi) l’immagine dell’Annunciazione nella quale il volto della vergine è stato, secondo la leggenda, dipinto dagli angeli. Probabilmente è questo il motivo per cui, anche a distanza di così tanti anni, si continua ad allestire un mercato nella piazza del centro. La stessa fiera doveva essere approntata già intorno al Trecento con la frutta e la verdura che servivano al sostentamento dei pellegrini, insieme ai fiori, alle candele e agli ex voto che venivano portati all’interno della basilica per celebrare l’occasione speciale. La tradizione dettata dal caparbio governo fiorentino andò avanti a lungo, anche a dispetto dell’editto che invitava a seguire l’anno gregoriano, e solo 168 anni più tardi, nel 1750, il granduca Francesco II di Lorena impose ai fiorentini di tarare le proprie abitudini su quelle del resto del mondo, riconoscendo nel primo giorno di gennaio il capodanno ufficiale. La notizia sconvolse la cittadinanza a tal punto che ancora oggi, sotto la Loggia dei Lanzi, è ben visibile una lapide che ricorda il momento del cambiamento. Nonostante ciò, ancora oggi a Firenze il capodanno della città continua a essere celebrato. Magari non tutti lo ricordano, magari non tutti capiscono il perché di trombe, cori e sbandieratori in piazza. Ma Firenze, lei sì che se lo ricorda. Non c’è dubbio.

In barba all’editto del 1582, che sanciva l’entrata in vigore del calendario gregoriano, la città del giglio ha continuato a celebrare una ricorrenza tutta sua, con una fiera e un fiume di pellegrini

PALAzzO STROzzI. In mostra le opere dei maestri che soggiornarono nel Belpaese

I pittori americani che amarono l’Italia I

forti legami fra vecchio e nuovo continente, nell’anno in cui si celebra il quinto centenario dalla morte di Amerigo Vespucci, sono alla base della mostra ospitata al piano nobile di Palazzo Strozzi fino al 15 luglio, curata da Carlo Sisi e Francesca Bardazzi. La mostra vuol studiare il rapporto dei pittori impressionisti americani con l’Italia e in particolare con Firenze a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo sino ai primi del XX. Il flusso di artisti americani verso l’Europa ebbe un notevole incremento dopo la fine della guerra di Secessione nel 1865, e fu costante fino all’inizio del Novecento. Centinaia di pittori approdarono a

Parigi e in Francia, altri studiavano in Germania. Anche l’Inghilterra, l’Olanda e la Spagna erano mete ambite. L’Italia rappresentava un polo di attrazione irrinunciabile per la gran parte di essi. Firenze, Venezia e Roma, per tradizione secolare, erano al centro del Grand tour ed erano luoghi mitizzati da coloro che volevano conoscere e studiare l’arte del passato, oltre a esercitare un forte fascino per il clima, il paesaggio, l’atmosfera, la gente. Per la prima volta, dopo le recenti mostre tenute in Francia e Inghilterra, in cui si è esplorato il rapporto degli artisti americani con quei paesi, saranno esposte le opere dei pittori americani

che accolsero il linguaggio impressionista e che soggiornarono in Italia. Nella mostra saranno rappresentati pittori che, pur non aderendo in maniera esplicita al nuovo linguaggio, furono maestri fondamentali per le generazioni più giovani: Winslow Homer, William Morris Hunt, John La Farge, $omas Eakins. Seguiranno i grandi precursori come John Singer Sargent, Mary Cassatt e James Abbott McNeill Whistler, che vantavano una forte componente cosmopolita. Il centro dell’esposizione sarà costituito dalle opere di artisti qualitativamente notevoli, e degni di essere conosciuti, che /B.B. soggiornarono a Firenze.

STROzzINA. Fino al 15 luglio nell’area dedicata al contemporaneo arriva l’esposizione che guarda al futuro

Sogni e aspirazioni dei nuovi artisti “made in Usa” E

siste ancora oggi il sogno americano? A svelarlo, a suo modo, è “American Dreamers. Realtà e immaginazione nell’arte contemporanea americana”, mostra in programma alla Strozzina fino al 15 luglio. Un viaggio negli Stati Uniti, lo stesso paese che dall’11 settembre 2001 ad oggi ha visto cadere le proprie certezze di invulnerabilità e sicurezza. Allo stesso tempo, tuttavia, uno spirito di ottimismo, una capacità di immaginazione, una volontà di credere sempre in un futuro a lieto fine attraverso il lavoro e nell’esaltazione dei valori di libertà e uguaglianza di opportunità sono rimasti centrali nell’idea stessa di essere americani e di un sogno americano: una promessa di successo e felicità continuamente alimentata dall’immaginario hollywoodiano e dall’estetica delle campagne pubblicitarie delle grandi multinazionali. Fuggire dalla realtà diviene un modo per combattere la difficoltà del presente: una rottura psicologica con la realtà o la creazione di un’alternativa mi-

gliore diventano strategie per fuggire da minacce concrete come gli alti tassi di disoccupazione, la situazione finanziaria internazionale, le previsioni apocalittiche sull’ambiente. Gli undici artisti americani coinvolti nella mostra (Laura Ball, Adrien Broom, Nick Cave, Will Cotton, Adam Cvijanovic, Richard Deon, Thomas Doyle, Mandy Greer, Kirsten Hassenfeld, Patrick Jacobs, Christy Rupp) ricorrono alla fantasia e all’immaginazione per attuare una rilettura personale della realtà o addirittura una fuga da essa, tramite la costruzione di mondi paralleli alternativi che esplicitamente rifuggono la “vera” realtà. Alcune opere condensano l’essenza del reale in sistemi miniaturizzati, altre si espandono nello spazio creando mondi in cui lo spettatore si potrà immergere, altre ancora si nutrono di immagini oniriche e fantastiche o riflettono su temi simbolici come la casa o la famiglia, ancora oggi centrali nella costruzione del /B.B. mito dell’American way of life.


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

IRLANdA IN FeSTA. In uscita il disco della band che diffonde la musica celtica in Italia

Un compleanno a suon di ninne nanne Ludovica V. Zarrilli

della famiglia Lorimer. “Un giorno mia nipote mi scrisse - spiega Giulia Lorimer, che ha cinque tra fratelli e sorelle, undici figli e ben 22 nipoti chiedendomi quale ninna nanna potesse cantare alla sua bambina”. E da lì è nata l’idea di creare una raccolta che desse spazio alle canzoncine di tutti i Paesi in qualche modo vissuti dalla cosmopolita famiglia Lorimer, che nel Novecento ha attraversato gran parte del globo. “Mi ha aiutato tutta la famiglia, mi hanno mandato filastrocche e ninna nanne”. Il risultato sono canzoni che rubano l’anima e riportano in auge tempi andati, “il tutto reinterpretato in chiave Whysky Trail”, racconta Stefano Corsi, altra colonna portante del gruppo. “Una delle canzoni - continua Giulia - è stata rimasterizzata mettendo insieme le voci di mia madre, oggi scomparsa, la mia e quelle di una delle mie figlie e di una nipote, in una sorta di canto transgenerazionale”. In occasione di Irlanda in festa la band presenterà anche la ristampa di uno dei suoi dischi più famosi, “The great Raid”, e si esibirà sul palco insieme a due amici di vecchia data, Vincenzo Zitello, il più importante suonatore di arpa celtica in Italia, e Andy Irvine, fondatore del gruppo musicale Planxty.

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inna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do... Come si addormentano i bambini del terzo millennio se le mamme non ricordano più i vecchi stornelli, da bisbigliare cuore a cuore vicino alle culle dei piccini? Da qui sono partiti i Whisky Trail, celebre band fiorentina che da trentasette anni a questa parte fa della musica irlandese una vocazione, per dare vita al loro nuovo disco. Un disco che non è propriamente un album dei loro, ma un tributo al cuore e all’anima del gruppo, Giulia Lorimer, che quest’anno spegne 80 candeline e continua - con una grinta e una passione invidiabili - a dare voce ai Wisky Trail, a suonare il violino e a ballare tra palcoscenico e pubblico al suono di flauti e arpe celtiche. Nana’s Lullabies - questo il titolo del cd che uscirà in occasione dell’edizione annuale di Irlanda in Festa, dal 13 al 17 marzo all’Obihall - è una raccolta di nenie provenienti dai vari Paesi del globo, dagli Stati Uniti alla Scozia, dall’Irlanda alla Norvegia fino alla nostra Italia, da cui provengono le balie che hanno accudito i bambini

la formazione dei

WhisKY trail

al Completo

In occasione del festival i Whisky Trail presenteranno la raccolta “Nana’s Lullabies”, per celebrare gli ottant’anni di Giulia Lorimer, voce e anima del gruppo fiorentino

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L’INIzIATIvA A teatro Kore. La ragazza indicibile dal 20 al 25 marzo

Teatro della Pergola

La Fondazione Teatro della Pergola affianca la produzione del nuovo spettacolo di Virgilio Sieni, al prossimo debutto in prima nazionale proprio a Firenze il 20 marzo, per valorizzare una delle realtà produttive più consolidate del territorio e per rinnovare la tradizione di un dialogo trasversale tra le arti. Kore si ispira al testo del filosofo Giorgio Agamben La ragazza indicibile dedicato al mito di Persefone. Un manifesto sulla femminilità, ma anche l’impulso a superare tutto ciò che è umano lasciando intravedere il viaggio ininterrotto dell’uomo. Madoff 30 e 31 marzo

Teatro everest In questo monologo scritto a quattro mani, il Bernard Madoff immaginato da Patrick Duquesne e Dimitri Frosali si confessa. Solo e abbandonato nella sua cella, vorrebbe sapere cosa non ha funzionato: eppure il gioco che aveva messo a punto era infallibile. Ma mentre parla, ci fa scoprire le vere intenzioni del suo gesto… La sua vita è cambiata in un attimo, proprio quando era all’apice della ricchezza e della gloria. Un bug nel suo codice genetico? Una depressione borsistica inattesa? Non si sa, ma comunque, ad un tratto, l’universo di questo principe della finanza si rivelò fittizio e sopravvalutato.

temporanea con le sue passioni e le sue contraddizioni. In un viaggio a ritroso, dalla silenziosa e dolente solitudine al fragore e al clamore delle pagine composte e percorse in tutta una vita.

(tastiere), Diana Winter e Chiara Vergati (vocalist).

In consolle

Dopo due anni di assenza dalle scene Laura Pausini ritorna con un nuovo disco dal titolo ‘Inedito’ uscito l’11.11.2011. L’album è stato anticipato dal singolo “Benvenuto” subito seguito dal secondo singolo “Non ho mai smesso”. Il tour partito da Milano lo scorso 22 dicembre sta riscuotendo un enorme successo in tutto il mondo. Laura sarà impegnata per tutto 2012 che la vedrà protagonista assoluta dei più importanti palchi italiani e internazionali: tra le date in programma infatti sono previsti concerti a San Paolo in Brasile, Panama, Buenos Aires, e poi Vienna, Berlino, Parigi, Amsterdam… Un tour molto ricco e molto impegnato che giustificherà sicuramente questi due anni di assenza dalle scene musicali. Laura sarà in tour con la sua storica band capitanata da Paolo Carta alle chitarre e direzione musicale, i fratelli Emiliano e Matteo Bassi rispettivamente alla batteria e al basso, Bruno Zucchetti al piano e Roberta Granà con Gianluigi Fazio ai cori. Due le nuove figure che entrano a far parte della squadra di Laura: Monica Hill ai cori e Nicola Oliva alle chitarre.

Local heroes 15, 22, 29 marzo

Logic

Per il 15 marzo in programma due nomi particolarmente “freschi”. I fiorentini Esercito Ribelle, che presenteranno in anteprima il loro rabbioso esordio “Street Album” ed i capitolini Roma Underground, già capofila di una nuova generazione di mc della capitale. Il pretesto dei compleanni di Davide ed Andrea Mi, instancabili maneggioni di tutto quanto è “altra” musica nel territorio toscano, è invece una splendida scusa per ascoltarsi, nella serata di giovedì 22 marzo, l’ottimo funk proposto da Fonx e Pzzo. Scusa peraltro non necessaria data la riconosciuta esperienza della coppia, autori di una celebre one night pisana, “Black Friday” e dj per lo show radiofonico “Ritmo”. L’ultimo appuntamento del mese (giovedì 29) è dedicato all’etichetta Fresh Pump che questo mese presenterà due nuovi nomi: Dolo e Big Nooze. A fare gli onori di casa spetterà come al solito a Pumpy Flex.

Spettacoli Giorgia 13 marzo

Nelson Mandela Forum

Torta al cioccolato 21 e 22 marzo

Teatro Puccini Un’attrice e un pianista si confrontano, si misurano, si accordano come due strumenti. Sulla scena vuota solo qualche leggìo. Fra un valzer di Schubert e un preludio di Chopin emergono, come brani di un concerto, memorabili personaggi femminili, intensi, commoventi e nello stesso tempo esilaranti. Non si fa in tempo ad affezionarsi alle sorti di Betta, alla ricerca di un gesto d’attenzione che la faccia sentire amata, uscita dalla penna di Linda Brunetta, che si trasforma in zia Ermelinda, in nonna Alfonsa, nella maestra d’asilo di “Casalinghitudine” dal libro di Clara Sereni. Tante figure di donne, eroine del quotidiano in cui ogni donna trova un pezzetto di sé. Mi chiedete di parlare 27 marzo/1 aprile

Teatro della Pergola

Monica Guerritore è Oriana Fallaci nell’omaggio ad una donna che ha scritto la cronaca della storia con-

Giorgia ha ideato lo show del nuovo tour partendo dalla musica, con un’attenzione particolare verso i suoni del nuovo disco. Per il pubblico quasi due ore di concerto con una scaletta che non mancherà di sorprendere: le nuove canzoni dell’album ‘Dietro le apparenze’ eseguite per la prima volta dal vivo e sicuramente ‘classici’ come Di sole e d’azzurro, Gocce di memoria, Come saprei. Un concerto pop con una base funkyblack sostenuta da una band con un’energia pazzesca capeggiata dall’insostituibile Sonny Thompson (basso, voce e direzione musicale), Mike Scott (chitarre), Mylious Johnson (batteria), Claudio Storniolo (piano e tastiere), Gianluca Ballarin

Laura Pausini 18 e 19 marzo

Nelson Mandela Forum

(tastiere) e ancora alla chitarra Simon Townshend, fratello del leggendario chitarrista di The Who, Pete Townshend.

Note e parole per il Risorgimento

Cesare Picco 27 marzo

Teatro Puccini Blind Date, un inaspettato appuntamento al buio con la musica. Un concerto unico nel suo genere, dove il pubblico potrà ascoltare la musica creata durante il concerto, da Cesare Picco, nell’oscurità più totale. Ascoltare in questo modo la musica di Cesare Picco porta a stravolgere l’uso comune dei sensi; perdendo gli abituali punti di riferimento ci si scopre inaspettatamente più pronti a recepire altre sensazioni, a scoprire nuove condizioni di ascolto personale. Blind Date, oltre a essere un concerto in cui la musica nasce nel buio, totalmente improvvisata dall’artista, unico nel suo genere, è un’esperienza che porta l’ascoltatore dritto al centro della musica e di se stesso. E’ un’occasione per emozionarsi, abbandonare i propri timori ed entrare in una nuova dimensione: il buio. Fiorella Mannoia 28 marzo

Nelson Mandela Forum

Roger daltrey 20 marzo

I

l Conservatorio “Luigi Cherubini” ha organizzato anche quest’anno “Vetrina di libri”. Un rilievo speciale sarà riservato alla presentazione di due pubblicazioni: “La musica nel Risorgimento” di Raffaello Monterosso, ristampa in occasione del 150° anniversario dell’Unità nazionale, edizioni Logisma, e “Addio mia bella, addio… la storia del Risorgimento tra parole, immagini e musica”, di Anna Lanzetta. Relatori, per il libro di Monterosso, Maria Adelaide Bartoli Bacherini, già responsabile della Sala Musica della Biblioteca Nazionale, e Marcello de Angelis, docente di Storia della Musica all’Università di Firenze e presidente della commissione scientifica “Accademia Florentia Mater”, cui si deve la riedizione e la cura del testo. Per l’opera di Anna Lanzetta, il direttore dell’Ansas Francesco Verzillo. Non a caso è stata scelta per questi due libri la data del 17 marzo (alle 17 a Villa Favard). Parteciperà la Filarmonica “V. Bellini” di Scandicci. L’incontro /B.B. sarà introdotto da Eugenio Giani.

IL FeSTIvAL

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Roger Daltrey, voce e icona di The Who, annuncia un tour europeo nel quale eseguirà dal vivo dall’inizio alla fine la leggendaria opera rock della band, “Tommy”, un’impresa mai portata in scena nemmeno dagli Who medesimi. Oltre alla musica maestosa di Tommy, i fan ogni sera ascolteranno anche una selezione degli storici brani degli Who e altra musica composta da Roger Daltrey nel corso della sua straordinaria carriera. Contenuti video di grande impatto accompagnano la musica in quello che promette di diventare un’esperienza indimenticabile sia per i fan di vecchia data sia per i nuovi adepti, che hanno scoperto solo in anni più recenti THE WHO e Tommy, opera fra le più acclamate e simboliche del rock mondiale, un album letteralmente transgenerazionale che da decenni continua ad esercitare sul pubblico la medesima fascinazione. L’esperienza live di “Tommy” prenderà vita ogni sera sul palco nella vibrante complessità sonora creata da Roger Daltrey, accompagnato in questo progetto da una band composta da musicisti di assoluto rilievo: Frank Simes (chitarra), Scott Deavours (batteria), Jon Button (basso), Loren Gold

Conservatorio Cherubini

“O flos colende”

Santa Maria del Fiore e la musica sacra

Dopo il successo dell’album “Ho imparato a sognare”, del cd dvd live “Il tempo e l’armonia” e del tour acustico che l’ha vista protagonista per tutto il 2010, é uscito il 24 gennaio 2012 “Sud”, il nuovo disco di inediti di Fiorella Mannoia (pubblicato da Sony Music). Il lavoro vede collaboratori nuovi (Frankie Hi NRG, che firma “Non è un film”, cui la Mannoia accenna un rap) e storici come Ivano Fossati, autore delle musiche di “Se solo mi guardassi”. Luca Barbarossa firma invece “Luce”, mentre l’album si chiude con una rilettura del brano classico del repertorio di Astor Piazzolla “Vuelvo al sur”, riadattata come “Torno al sud”. “Quando l’angelo vola” e tutto l’album sono dedicati a Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso assassinato nel 1987 dopo avere tentato di modernizzare il suo paese, rifiutandosi di pagare il debito con l’occidente.

B

en sette appuntamenti, sei concerti e una santa messa celebrata dal Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori contrappuntata da musiche di Mozart, scandiscono il calendario 2012 di “O flos colende” (21 marzo - 17 settembre). L’appuntamento per il mese di marzo è fissato per il 21 (alle 21,15 nella basilica di Santa Maria del Fiore) con la proposta della grandiosa e stereofonica Messa sopra l’Aria di Fiorenza di Girolamo Frescobaldi, pagina legata a Firenze e sorta di emblema della famiglia de’ Medici: il motivo musicale che la percorre è infatti l’Aria di Fiorenza (detta anche Ballo del Granduca), brano celeberrimo che Emilio de’ Cavalieri aveva utilizzato nell’ultimo degli intermedi de La Pellegrina, durante i fastosi festeggiamenti per le nozze del Granduca Ferdinando I e /B.B. Cristina di Lorena, nel 1589.


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INCHIESTA SULLE “AUTO BIANCHE” E COSTO DELLE CORSE, LA PAROLA A UN TASSISTA Gentilissima redazione de “il Reporter”, vi contatto per aiutarvi a fare buona informazione riguardo al servizio taxi di Firenze. L’occasione mi si è presentata dopo aver letto l’ultima edizione con l’intervista, al riguardo, del vicesindaco Dario Nardella e con “l’inchiesta” “Ma quanto costa viaggiare in taxi”. Forse la miglior cosa dopo aver sentito i clienti è interpellare un tassista. Eccomi qua a vostra disposizione. Mi presento. Mi chiamo Santi Francesco, tassista dal Gennaio del 1995, la mia sigla Radio Taxi è MILANO 12 e sono socio dal ‘95 della cooperativa SO.CO.TA., Licenza Taxi del Comune di Firenze n°493. Non voglio entrare in merito all’intervista al vicesindaco con il quale mi confronterò nelle dovute stanze di Palazzo Vecchio, come ha sempre fatto la categoria dei tassisti. Ma voglio entrare nel merito dell’inchiesta “Ma quanto costa viaggiare in taxi”. Il primo esempio che riportate è: “il taxi che li ha accompagnati da Soffiano alla stazione di Santa Maria Novella gli ha scucito 26.8 euro”. Non è che il taxi (tassista) gli ha scucito ma gli è costato 26.8 euro. Perché come si può ben capire qualche fattore ha influito sul costo. Come? Faccio delle supposizioni. Visto che i clienti partono per una vacanza, magari hanno dei bagagli (costo 1 euro a bagaglio), magari hanno chiamato il taxi tramite Radiotaxi (diritto di chiamata 1.96 euro). Forse la chiamata è stata prima delle 6 del mattino (supplemento notturno automatico sul tassametro dalle 22 alle 6), forse è dopo le 6 ma in giorno festivo (supplemento automatico sul tassametro). Forse hanno fatto attendere il taxi per qualche minuto (il tassametro viene attivato dal tassista all’arrivo della destinazione di prelievo del cliente). Forse l’orario in cui hanno preso il taxi è in concomitanza con l’ingresso delle scuole, quindi traffico davanti alle stesse e venendo da Soffiano visto che non esi-

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Marzo 2012

stono corsie preferenziali il taxi è nel normale traffico, e sia Via di Soffiano che Via Pisana non sono certo autostrade dove di norma si scorre che è una meraviglia. Poi c’è da attraversare l’Arno, dove sul Ponte alla Vittoria spesso c’è traffico che si immette sui Viali di Circonvallazione. O forse il tassista, vista la conoscenza della mobilità, decide di attraversare il Ponte Vespucci per poi arrivare al semaforo tra Orti Oricellari e Via della Scala, dove spesso non basta un turno di ROSSO ma si deve aspettare il secondo VERDE. O forse il tassista decide di attraversare il Ponte alla Carraia per poi fare Via del Moro dove basta il minimo intoppo per rimanere bloccati. Tutto questo lo dico perché come tassisti saremmo degli stupidi ad aver accettato la corsa a prezzo fisso per l’Ospedale di Torregalli a 15 euro, dalla stazione Santa Maria Novella, che è oltre Soffiano. Un altro esempio che riportate: “un’altra coppia in arrivo da Coverciano ha sborsato 16.7 euro”. Non ha sborsato ma ha speso. Se si entra nel merito forse Coverciano è più distante di Soffiano dalla Stazione di Santa Maria Novella, ma con una sostanziale differenza. Fatte tutte le supposizioni come prima c’è da ricordare che da Coverciano alla stazione SMN ci sono corsie preferenziali dove il taxi è agevolato nella percorrenza sia che si passi dal Viale dei Mille sia passando dal cavalcavia di Piazza Alberti. Conclusione? Il fattore più inquinante dei costi sul taxi è il TRAFFICO. Con riferimento agli altri esempi di servizi in cui le corse sono svolte all’interno del centro storico (area UNESCO) c’è da dire che con le pedonalizzazioni, che a noi tassisti piacciono, aumentano i tempi di percorrenza e le distanze, e siccome la spesa è direttamente proporzionale alla percorrenza e al tempo, più si deve percorrere, maggiore è la spesa. Come il costo della vita è direttamente proporzionale ai costi di dove si vive. Non per niente un appartamento a Firenze costa tot. a metro quadro mentre a Sesto Fiorentino (senza niente togliere al Comune di Sesto) costa tot. a metro quadro. Detto tutto ciò gradirei un incontro con la vostra giornalista Natalia Binagli per una intervista o magari per un invito a passare qualche ora sul taxi MILANO 12 per simulare alcuni servizi in modo da vedere insieme quali sono i problemi che influiscono in modo negativo sul costo dei taxi a Firenze. In attesa di una vostra cortese risposta vi auguro buon lavoro. Francesco Santi Taxi “Milano 12” Gentile signor Santi, prendiamo atto delle sue “supposizioni” sui fattori che hanno determinato i prezzi delle corse in taxi rilevati nel corso della nostra inchiesta. Lasciando da parte la questione dei termini utilizzati nell’articolo pubblicato su Il Reporter (“sborsare” o “spendere” che dir si voglia, quello che ai cittadini interessa – e quello che abbiamo cercato di rimarcare nel nostro servizio - è l’ammontare del costo della

corsa), accettiamo il suo invito. Saliremo volentieri sul suo taxi, per capire “dal dentro” quali sono i problemi del vostro lavoro e per continuare a far luce su cause e concause che determinano i prezzi delle corse in città. I nostri lettori potranno vedere il servizio che realizzeremo sul nostro sito, www.ilreporter.it. MF CANI E SPORCO LUNGO LE STRADE, “I PROBLEMI DI NOI PADRONI” Buongiorno. È da molto tempo che anche io leggo il vostro giornale, e mi pare che sia uno dei pochi che fa informazione senza vincolo di nessun tipo. Ho letto ed apprezzato la lettera del Sig. Fantozzi in merito alla sporcizia di alcuni proprietari di cani, e mi trovo in toto favorevole alla denuncia fatta dal lettore. Vorrei però portare a conoscenza della redazione un altro problema secondo me conseguenza del primo (tralasciando l’ignoranza radicata nell’animo di alcuni padroni), ovvero: la mancanza assoluta di aree attrezzate per lo svago dei nostri beneamati, e non seconda la mancanza di distributori di sacchetti di plastica atti proprio alla raccolta degli escrementi. Questo è ovvio non deve far passare inosservata la “mancanza di alcuni padroni” nel non raccogliere il dovuto, ma mi pare che sia ingiusto anche generalizzare il problema e rendere tutti dei colpevoli. Dovete sapere che io abito a Ponte a Greve, e dietro casa mia vi è un giardino dove ovviamente “i cani non sono ammessi” e purtroppo mi sono dovuto confrontare anche con molti abitanti del quartiere sul fatto di non poterceli portare, le accusa svariavano da: MALEDUCATO, INCIVILE, CI SONO I BAMBINI, SI SPORCANO, E IL CONTO DELLA LAVANDERIA? e quant’altro, ma riflettendo per tutta risposta ho sostenuto il fatto che preferisco che un bambino si sporchi con un po’ di cacca di cane, piuttosto che si tagli con pezzi di vetro di bottiglie spaccate solo per il gusto di farlo, o peggio ancora che il bimbo si buchi con qualche siringa lasciata a giro. Comunque da adesso in poi dovrò portare il mio cane sull’argine della Greve, dove qualcuno lascia polpette avvelenate lungo tutto il corso della stessa! Sì è vero, noi proprietari dei cani siamo degli incivili.... Gli altri no eh? Grazie del tempo che avete dedicato alla lettura delle mie quattro righe, Lorenzo Dragoni TAVARNUZZE E GLI ORARI DELLE FARMACIE A Tavarnuzze ci sono due farmacie, bellissime, attrezzatissime, molto funzionali con Dottori gentili e preparati ma... ahimè è assolutamente problematico aver bisogno di medicinali da banco il sabato pomeriggio! Purtroppo per star male non c’è la regola del “fino a sabato mattina” e allora che dobbiamo fare? Se hai la possibilità di prendere la vettura vai a Impruneta o al Galluzzo oppure a.... altrimenti aspetti il lunedì!! Da profana mi viene spontanea una domanda: ma per-

ché le due farmacie non fanno un turno di apertura a rotazione per il sabato pomeriggio e la domenica? Ringrazio per l’attenzione e per l’eventuale risposta. Daniela “LE MIE (DIS)AVVENTURE DA POSSESSORE DI UNO SCOOTER ELETTRICO” Sono un possessore di veicolo elettrico, nella fattispecie uno scooter che da più di 5 anni mi ha portato a spasso per Firenze ma non troppo oltre, a causa della limitata autonomia. Venuto a sapere dell’installazione di nuove colonnine di ricarica nel comune di Sesto Fiorentino nonché presso il centro commerciale I Gigli, ho sentito espanso il mio raggio di azione. Vero che per raggiungere quelle località devo usufruire di buona parte dell’autonomia del mio mezzo, la presenza di una colonnina che lo ricarichi mentre vi “soggiorno”, le rende particolarmente appetibili. Trovatomi al centro commerciale mi sono informato sulle modalità di usufrutto di questo servizio. Davvero semplice. Ci si reca al punto assistenza e si compila un modulo per farsi “prestare” un adattatore che serve a prelevare l’energia dalle colonnine provviste di una presa di sicurezza chiamata SCAME, uno standard creato apposta per i veicoli elettrici. Questo perché la maggior parte dei caricabatterie sono provviste della classica spina da elettrodomestico. Un addetto alla sicurezza ci apre la colonnina e con questo adattatore si collega la spina del proprio caricabatteria all’adattatore per poi inserire il tutto in una delle due prese nella colonnina. Dato che in Firenze ci sono già colonnine con presa SCAME, so di avere già quel cavo quindi una bega in meno. Un bel giorno mi reco al centro commerciale con l’intenzione di mettere in carica lo scooter durante lo shopping. Mi reco presso il banco di accoglienza per farmi dare l’adattatore. La ragazza dietro il bancone si trova a mal partito perché alle 19:00 il banco di accoglienza clienti chiude e gli adattatori devono essere restituiti entro quell’orario. Si marca male se arrivo alle 18:30. Mi torna però in mente di avere anche il cavo per la presa SCAME di cui sono dotate le colonnine perciò decido di provare. Parcheggio nei pressi della colonnina che trovo aperta e collego il cavo dello scooter alla presa..... Nulla, la presa non eroga corrente. Guardo il pannello dietro la colonnina e vedo che è regolarmente alimentata. Questo significa che il cavo non funziona. Lo stesso cavo regolarmente utilizzato su colonnine analoghe in Firenze e Scandicci e tutt’ora funzionante. Constatata l’incompatibilità della mia spina risalgo sul mio scooter e a filo di gas raggiungo l’Ipercop di Sesto Fiorentino ove dalla sua apertura sono presenti diverse colonnine perfettamente funzionanti ma sopratutto compatibili con la mia spina SCAME. Mentre lo scooter è in carica faccio la mia spesa e vi resto fino all’orario di chiusura. Riassumendo, la colonni-


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it L’ARNO E L’ABBANDONO DELLE SPONDE Spettabile Redazione, ho molto apprezzato l’articolo della giornalista Carolina Natoli su “Reporter” del Febbraio 2012, pagina 22 e condivido pienamente quanto da lei scritto circa l’abbandono della sponda d’Arno accessibile dal Lungarno Soderini sotto il ponte Vespucci. Non si potrebbe aggiungere - a quanto già provvede l’Amministrazione Provinciale all’Ambiente - ad effettuare una pulizia periodica come avviene per le strade cittadine? Inoltre non si potrebbe dragare quel tratto d’Arno sotto il ponte Vespucci in particolare intorno ad uno dei piloni del ponte e togliere tutta quella sporcizia che tanto deturpa la vista a chiunque si affaccia sull’Arno? Grazie e cordiali saluti. F.P.S.

Caro lettore, l’Arno, si sa, è da sempre croce e delizia dei fiorentini. Non importa stare qui a ripetere come proprio dall’Arno sia scaturita, il 4 novembre 1966, una delle più gravi tragedie della storia recente della città, e non importa nemmeno ripetere come – a maggior ragione da quella data, che resterà scolpita per sempre nella memoria di tutti – la sicurezza del fiume sia il primo pensiero che viene in mente quando si parla di Arno. Non si può prescindere da questo: la sicurezza del corso d’acqua è e deve restare la priorità, perché i drammi del passato – che capita purtroppo di vedere accadere sempre più spesso in altre città d’Italia e non solo – non si ripetano mai più. Detto questo, c’è però da considerare anche l’altra “faccia” dell’Arno, quella del valore e dell’opportunità che il fiume rappresenta per Firenze. Una delle più belle “cartoline” della città è senz’altro quella che vede il “serpentone” d’acqua tagliare in due il centro, attraversato di tanto in tanto da uno dei suoi ponti, tra cui una delle opere che tutto il mondo (giustamente) ci invidia, Ponte Vecchio. Ma l’Arno, per i fiorentini, non è e non dovrebbe essere solo “orgoglio”, bensì anche un’ulteriore opportunità per vivere sempre più la città. A giro per il mondo non mancano esempi di spazi “regalati” alle varie città ricavati proprio lungo le sponde dei fiumi di turno, spazi dove fare sport, ritrovarsi e trascorrere qualche ora a contatto con la natura. Spazi – chi ha avuto modo di vederli lo sa – apprezzatissimi dagli abitanti. E anche per Firenze – tenendo ovviamente conto delle peculiarità del luogo e senza dimenticare l’aspetto della sicurezza – la strada deve essere questa. Non sono mancati, in passato, i progetti per recuperare le sponde, né mancano idee per il futuro. Idee e progetti da studiare e portare avanti, per fare sempre più dell’Arno un protagonista (positivo) della vita della città. Nel frattempo non deve però essere dimenticato un altro aspetto fondamentale: quello della pulizia. Che, come il nostro servizio ha mostrato, in più punti lascia davvero a desiderare. Il fatto che alcune sponde non possano essere (al momento) vissute non giustifica ovviamente il loro abbandono, e non è soltanto una questione estetica. L’Arno merita più di questo. E i fiorentini meritano più dal loro fiume. Ben vengano, in conclusione, novità: noi, nel frattempo, continueremo a monitorare la situazione. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it na sita nel centro commerciale “I Gigli” funziona solamente negli orari di apertura del banco di accoglienza clienti. È ragionevole ipotizzare che le colonnine recentemente installate a Sesto Fiorentino abbiano la stessa limitazione. Chi viene da Firenze deve essere registrato e deve collegarsi alle suddette mediante un adattatore con i conseguenti rischi di sicurezza elettrica. Per usufruire delle diverse tipologie in Firenze ho tre tipi di cavi a bordo del mezzo: uno con la spina Schuko (quella tonda da casa detta “tedesca”), uno con la spina blu (quella industriale da cantieri) e l’ultimo con la

spina SCAME, presente nelle colonnine di ultima generazione come quelle recentemente installate a Sesto Fiorentino in Centro e alla Stazione FFSS, spina che dovrebbe soppiantare tutte le altre in quanto più sicura. In quest’ultimo caso, per ottenere l’erogazione di energia, all’interno di questa spina sono applicati due semplici componenti reperibili in qualunque negozio di elettronica e non hanno niente a che vedere col fantomatico “chip” pubblicizzato sui siti dei comuni di Campi Bisenzio e Sesto e che consente solo alle persone registrate di accedere alla corrente. Il mio primo pen-

siero è che mi ritroverò con un cavo in più sotto la sella. Ripeto, non faccio uso di adattatori per motivi di sicurezza elettrica e per limitare il rischio di furto dei medesimi. Un tipo di presa, un cavo. Le varie iniziative create per incentivare l’adozione di questi mezzi falliscono per vari motivi che si possono riassumere in due cause principali: troppi paletti e poca tutela. Nella prima rientra l’evento di cui sono stato protagonista o vittima se vogliamo. Ci voleva tanto per rendere le colonnine compatibili con quelle già regolarmente installate a Firenze? In merito alla poca tutela non posso accusarvi di nulla salvo prevedere quanto già visto a Firenze e/o Scandicci: spazi di sosta e ricarica, se ci sono, nascosti o ricavati in zone che non servono a nessuno. Tanto per non rubare il posto ai mezzi tradizionali. Ho una lista con gli indirizzi delle colonnine ma quando mi reco in una località che non ho mai visitato, magari lontana da casa e con le batterie agli sgoccioli, a volte ho molta difficoltà a trovarla perché ricavata in un buco che neanche un GPS la trova. L’esempio che mi viene più in mente al momento è Via Torta a Firenze, una viuzza semisconosciuta e quasi invisibile che sbocca nella più famosa Piazza S.Croce, davanti alla quale c’è un parcheggio per Taxi ma non un altrettanto visibile colonnina di ricarica. Sarebbe logico invece destinare posti privilegiati e in vista a veicoli che almeno a parole si intende incentivare. A parte la presenza dell’armadietto con le prese queste aree sembrano piccoli parcheggi per mezzi a due ruote. Non mi stupisce il fatto che recandomi a ricaricare il mio scooter elettrico non trovo posto perché occupato da mezzi non elettrici in barba al divieto di sosta. Più volte ho telefonato alla Polizia Municipale per segnalare il fatto e altrettante volte ho scritto al Comune di Firenze per suggerire di destinare due agenti (solo due) che si facciano il giro delle colonnine un paio di volte al giorno. I loro stipendi si ripagherebbero con le multe e le rimozioni e ne avanzerebbe. Per citare un esempio, l’impianto fotovoltaico di ricarica veicoli elettrici in Piazza Ghiberti inaugurato in Pompa Magna nel 2009. Basta andarci a qualunque ora per vedere in sosta solo veicoli non elettrici. Se un conducente di un veicolo tradizionale in assenza di un posto può parcheggiare impunemente dove è riservato ai veicoli elettrici, chi glielo fa fare di comprare uno scooter “a pile”? A Scandicci dove ho passato l’infanzia, ricordo quando andavo con mia madre al mercato in Piazza Togliatti, notavo con quanta solerzia la Polizia Municipale (allora si chiamavano Vigili Urbani) multava e faceva rimuovere i veicoli che sostavano nei posti riservati, ai disabili per esempio. Tornato allo stesso mercato da adulto non noto più la stessa solerzia, figurarsi per quattro motorini su dei posti che non occuperebbe nessuno. Più volte ho sostenuto che per incentivare l’uso dei veicoli elettrici bisogna privilegiarli e tanto. Bisogna capire che

pur essendo puliti, sono lenti e hanno una autonomia molto inferiore a quelli tradizionali. Cosa si può pensare di fare per incentivare l’acquisto di veicoli così limitanti se non offrendo privilegi quasi al pari delle biciclette? Allora diamogli accesso alle corsie preferenziali, alle piazze del centro e se necessario concediamo l’accesso alle piste ciclabili se la strada principale è intasata. Bisogna fare in modo che chi potrebbe fare il passo ma non lo vuole, si trovi a pensare: “È mezz’ora che giro a caccia di un parcheggio e c’è solo il posto riservato ai ‘frullatori’. E se lo comprassi anch’io?” oppure “Azz. Non posso entrare da quella parte. Perché lui sì e io no? Ah è elettrico”. Invece se per esempio si parcheggia nelle aree di ricarica durante la pulizia strade (non è uno sfizio ma una necessità) si viene multati. Un tempo avevamo accesso quasi totale alle zone pedonali, bastava tenere una condotta corretta nei confronti dei pedoni cui si girava intorno. Oggi di quell’ordinanza non c’è traccia. Sto seriamente pensando di tornare a inquinare. Almeno non mi sentirei preso per il..... Cordiali Saluti Maurizio Baccetti TRAFFICO E CAOS IN VIA FAENTINA, “UNA POSSIBILE SOLUZIONE” Finalmente qualcuno si accorge del budello che è la Faentina specie nel tratto indicato nell’articolo di Barbara Fanini, ma non si ha mai il coraggio di parlare dei rimedi, basterebbe fare un ponticello sul Mugnone a monte verso lo slargo dove c’è il capolinea dell’Ataf, raccordarsi con via Boccaccio e da via Boccaccio si risalirebbe verso il Mugello e dalla Faentina si andrebbe a senso unico verso Firenze. Il problema sarebbe sistemato sempre che si riesca a superare le obbiezioni di tanti presunti ambientalisti sempre pronti per il non fare, mai costruire ecc... e mantenere magari quei bei pini marittimi, alberi pericolosissimi in città per la caduta di rami con neve o gelo fregandosene se ci sono problemi per la strada stretta. Cordialmente, G. Periz I SEMAFORI DI VIALE ETRURIA Proposta a costo zero che fa risparmiare i fiorentini e riduce l’inquinamento: su viale Etruria ci sono ben 3 semafori pedonali nell’arco di pochi metri, accesi sempre! Questo comporta che tutti quelli che ci passano devono consumare prima freni, poi più benzina per ripartire (oltre a quella dell’attesa). Un semaforo è per la scuola, serve poco, all’apertura e alla chiusura (praticamente 23h inutilmente), gli altri 2 sono per le aziende (almeno 12h sprecate). Sui semafori sono già installati i pulsanti della richiesta pedonale. Attivarli comporterebbe oltre ai vantaggi di cui sopra anche un risparmio di corrente al Comune. Qualcuno sa il motivo di questi costi? È possibile migliorare? Giovanni Buzzarello


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S.DONATO immersa nel verde, bellissima posizione (no autostrada), splendida villa di circa 400 mq circondata da 3000 mq di parco e 150 mq di balconi e logge. Possibilità di frazionamento.classe energetica g € 980.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086 UGOLINO in villetta bifamiliare appartamento al piano terra, recentemente ristrutturato, composto da ingresso, soggiorno con camino, cucina abitabile, due camere matrimoniali, tre bagni, ripostiglio, taverna, vano guardaroba, cantina, giardino esclusivo mq.250 e posto auto. Ottimo. Classe energetica g - epi >175 kwh/m2 anno € 550.000,00 Ag. Imm. Bianchi e Grappolini ☎055 630656 - 055 631781 VILLAMAGNA Affascinante porzione di villa libera su tre lati, con dettagli del 1700 perfettamente conservatisi. Superficie di 250 mq circa suddivisa su tre piani, con in totale quattro camere, tre servizi igienici, una bella cucina abitabile oltre a salotti e studi di varie dimensioni. Splendido giardino all’italiana, piscina privatae posti auto.. Rif. c022 € 750000.00 trattabili ☎055 6530323

PISTOIA MARLIANA GORAIOLO (pistoia) presentiamo porzione di villa indipendente di mq 120 in strada privata due ingressi giardino di mq 300 carrabile recintato terrazza abitabile mq 35 panoramica soggiorno cucina abitabile in muratura camino 2 camere matrimoniali ampio bagno finestrato camerina sottotetto ripostiglio cantina termosingolo legnaia stato ottimo prezzo interessante rif gor. ☎055 414545 - 055 419096

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BAGNO A RIPOLI/ANTELLA Casa colonica in pietra libera su 3 lati di 180 mq con giardino. Composta da: salone, cucina abitabile, 2 bagni, 3 camere, grande taverna, lavanderia. Finemente ristrutturata, possibilità di terreno ad ulivi. Classe energetica g € 700.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086 BAGNO A RIPOLI , porzione di colonica con giardino e terreno disposta su due livelli, con ingresso indipendente. Composta da cucina, sala pranzo, salone con camino, 4 camere. Ristrutturata con rifiniture di pregio. ☎335 7678437 - 331 8532086 BAGNO A RIPOLI nelle vicinanze, zona collinare nel verde, caratteristica porzione di colonica in pietra, tutta ristrutturata composta da cucina, sala/soggiorno, camera matrimoniale, 1 singola, stanza guardaroba, lavanderia, bagno, giardino di 600 mq con ulivi.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione € 345.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086

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PIAZZA LIBERTÀ pressi - V.le Don Minzoni appartamento ad uso ufficio di 180mq situato al secondo piano con ascensore di palazzo moderno e di rappresentanza con tetto e facciate ristrutturate recentemente. molto luminoso, dotato di doppi ingressi e composto da 7 locali di cui un salone doppio di 36mq oltre bagni, ripostiglio e terrazzino. (Categoria energetica g) richiesta € 570.000 (aba/469) ☎055 4684635 - 347 6590279

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STRADA IN CHIANTI nel verde, ma vicino ad ogni servizio, porzione terratetto di antica colonica con ingresso indipendente e giardino di proprietà.composta da ampia sala con camino, cucina, 2 camere e 2 bagni.completano 2 posti auto .ristrutturazione con materiali di pregio, cotto artigianale, soffitti con travi a vista e volte a mattoni.isolamento termico ed acustico.classe energetica g in atesa attestato certificazzione € 440.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086

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STADIO fondo commerciale 110 mq, libero, piano terra di palazzo residenziale con due sporti su strada, zona ad alto passaggio veicolare e pedonale.ottime condizioni, climatizzatore, allarme, parquet, 2 bagni, perfetto anche ad uso ufficio. Possibilità di box auto e cantina. € 3.000,00 (aba/467) ☎055 4684635 - 347 6590279

VALDARNO RIGNANO SULL’ARNO porzione di colonica, attualmente B&B, con 5000 mq di giardino con alberi da frutto, oliveta e possibilitÃœ piscina. L’immobile, catastalmente diviso in due unitÃœ abitative, à d¨isposto su due livelli e composto da 6 camere da letto,2 cucine,2 soggiorni,4 bagni.. Rif. c011 € 695000.00 ☎055 6530323

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FIRENZE NOVA affittasi anche singolarmente, nº 2 vani uso ufficio di cui uno con balcone e archivio personale, oltre vano a comune per riunioni, aria condizionata, ascensore piano 2º posto auto rif 100 ☎055 414545 - 055 419096


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